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71. Il concetto di mente Il concetto di mente è molto importante e significativo sia nell'Ayurveda che nello Yoga. Nell'Ayurveda le malattie sono classificate in due categorie: fisiche e mentali. Nel primo caso la sede della malattia è il corpo, nel secondo la mente. In entrambe le categorie, la mente svolge un ruolo importante nel determinare la malattia. I fattori psichici esercitano un controllo sulle funzioni fisiologiche del corpo e viceversa. Quindi anche nel trattamento di alcune malattie fisiche I'Ayur- veda prescrive alcune misure d'ordine psicologico. Lo scopo principale dello Yoga è quello di arrestare le varie modificazioni della mente. Questo punto viene messo in evidenza nell'introduzione dello Yoga Sutra di Patanjali. Diversi tipi di Yoga prescrivono differenti metodi per i seguaci delle rispettive scuole, ma tutti mirano al controllo della mente e delle sue modificazioni, perché solo così è possibile realizzare la Verità Ultima e ottenere la Salvezza. La recitazione di un manffa. il mantenimento della postura frsica (asana), gli esercizi respiratori Qtranayama), I'attenersi a un regime alimentare programmato, l'osser- vanza di digiuni e rituali simili, hanno lo scopo primario di correggere sia le affli- zioni mentali che le aberrazioni, affinché uno yogi possa procedere tranquillamente nel suo sviluppo spirituale. Sinonimi e loro implicazioni Nell'Ayurveda, nello Yoga e nella letteratura di questo genere, il termine manas è generalmente usato per indicare la mente alla quale vengono attribuiti in sanscrito cinque importanti significati che ne sono sinonimi citta, caita, hrdaya, svantah e hrt.lltermine manas deriva dalla radice "man" che significa "pensare". Questo ter- mine indica lo strumento o l'agente che è il principale responsabile del fenomeno del pensiero. Tutti i termini sanscriti utilizzati qui come sinonimi possiedono dif- ferenti connotazioni a seconda del contesto in cui vengono usati. Ad esempio, hrdaya 78

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71. Il concetto di mente

Il concetto di mente è molto importante e significativo sia nell'Ayurveda chenello Yoga. Nell'Ayurveda le malattie sono classificate in due categorie: fisiche ementali. Nel primo caso la sede della malattia è il corpo, nel secondo la mente. Inentrambe le categorie, la mente svolge un ruolo importante nel determinare lamalattia. I fattori psichici esercitano un controllo sulle funzioni fisiologiche delcorpo e viceversa. Quindi anche nel trattamento di alcune malattie fisiche I'Ayur-veda prescrive alcune misure d'ordine psicologico.

Lo scopo principale dello Yoga è quello di arrestare le varie modificazioni dellamente. Questo punto viene messo in evidenza nell'introduzione dello Yoga Sutradi Patanjali. Diversi tipi di Yoga prescrivono differenti metodi per i seguaci dellerispettive scuole, ma tutti mirano al controllo della mente e delle sue modificazioni,perché solo così è possibile realizzare la Verità Ultima e ottenere la Salvezza. Larecitazione di un manffa. il mantenimento della postura frsica (asana), gli esercizirespiratori Qtranayama), I'attenersi a un regime alimentare programmato, l'osser-vanza di digiuni e rituali simili, hanno lo scopo primario di correggere sia le affli-zioni mentali che le aberrazioni, affinché uno yogi possa procedere tranquillamentenel suo sviluppo spirituale.

Sinonimi e loro implicazioni

Nell'Ayurveda, nello Yoga e nella letteratura di questo genere, il termine manasè generalmente usato per indicare la mente alla quale vengono attribuiti in sanscritocinque importanti significati che ne sono sinonimi citta, caita, hrdaya, svantah ehrt.lltermine manas deriva dalla radice "man" che significa "pensare". Questo ter-mine indica lo strumento o l'agente che è il principale responsabile del fenomenodel pensiero. Tutti i termini sanscriti utilizzati qui come sinonimi possiedono dif-ferenti connotazioni a seconda del contesto in cui vengono usati. Ad esempio, hrdaya

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e ftrt significano il "centro" o il "cuore" che è la sede della mente. Citta è uno deiquattro mezzi di percezione interna (antah-kararza) e insieme alla mente, all'egoe all'intelletto è responsabile del fenomeno della percezione. In questo modo talisinonimi descrivono differenti aspetti e attributi della mente.

Mente e nxanas

Il termine "mente" è generalmente usato come l'equivalente del termine san-scito manas, ma ci sono certe differenze nell'implicazione dei due termini. Manasè stato usato in India fin dai tempi dei Veda e il concetto si è sviluppato in diversisradi che vengono differentemente spiegati presso le varie scuole filosofiche. Questidettagli verranno forniti successivamente. D'altra parte la psicologia è una dellebranche più recenti della scienza, o perlomeno il suo sviluppo significativo ha presopiede solo durante gli ultimi decenni, sullo sfondo della filosofia occidentale.Lestensione del concetto di manas, che si sviluppa nel contesto dell'antica filo-sofia indiana, è tuttavia leggermente diverso dal concetto moderno di mente.

Sriluppo del concetto

La descrizione della natura e delle funzioni della mente si può trovare anche nelRkVeda e nello YajurVeda.Nelle Upanishadil concetto ha assunto una forma con-creta e una posizione importante nella descrizione filosofica dei pensieri. Unaprecisa descrizione della mente è apparsa in opere più recenti come il Nyaya di Gau-rama, il Vaisheshika di Kanada, il Sankhya di Kapila, lo Yoga Sutra di Patanjali, ilPuna Mimamsa,l'Uttara Mimamsa e nelle scuole di filosofia Bauddha e Jaina.-{nche se la psicologia non è mai stata trattata come un argomento a sé nella an-tica letteratura dell'India, le varie scuole filosofiche hanno dedicato una partemnsiderevole alla descrizione della mente e delle sue funzioni.

Tre diversi punti di vista

Le teorie psicologiche dell'antica India rappresentano tre punti di vista distintic differenti riguardanti la mente. I sostelitori dei darsana del Nyaya, del Vaishe-ùika e del Mimamsd propongono una visione meccanicistica. Secondo questi au-rcri la mente è di dimensioni atomiche e vi è solo un legame di connessione tratr'anima e gli organi di senso che aiuta nel processo di conoscenza.La mente è in-rnsibile e non possiede attributi particolari come colore, tatto ecc., oppure comeconoscenza, piacere, dolore ecc. Piacere, dolore e conoscenza, secondo questi au-rcri. sono generati solo quando la mente è congiunta con l'anima. Ogni animapossiede una mente a cui è eternamente associata.

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I darsana del Sankhya, di Patanjali e del Vedanta presentano una visione psi-chica della mente, secondo la quale il Manas è plastico e trasparente e quindi si mo-difica nella forma dell'oggetto che percepisce. Esso si espande e si contrae a se-conda delle dimensioni dell'oggetto e assume la forma di ciò di cui si interessa.La mente è insenziente ma appare come un agente cosciente a causa del suo con-tatto con I'anima, la quale in tal modo la riempie di coscienza. Secondo questascuola la mente possiede tre differenti attributi chiamati sattva, rajas e tamas chesono responsabili rispettivamente della corretta comprensione, dell'attività e del-I'inerzia.

Laterza scuola, che comprende alcuni degli Agama, presenta una visione spi-rituale. Poiché I'anima è cosciente la mente lo è di consegvenza,ma la sua coscienzaha delle limitazioni.

La maggior parte delle filosofie dell'India ammette l'esistenza dell'animaoltre a quella della mente. Secondo altre scuole invece l'anima è non esistente come,ad esempio, nei darsana di Carvaka e di Bauddha. Carvaka non riconosce I'esi-stenza di nient'altro oltre la mente, alla quale vengono attribuite tutte le caratteri-stiche dell'anima.

Esseri senzienti e insenzienti

L'intero universo è suddiviso in due categorie: senziente e non-senziente. En-trambe queste categorie di elementi che comprendono gli esseri umani, gli animali,gli uccelli, gli alberi, i metalli, i minerali e simili, sono costituite dai cinque ele-menti di base che in se stessi sono non-senzienti. In che cosa dunque sono di-versi? Vi è differenza tra un corpo privo di vita e uno morto. I metalli e i mineralinon sono in grado di reagire agli stimoli allo stesso modo in cui lo fanno le piantee gli animali.

Differenti scuole di filosofia indiana attribuiscono ruoli diversi sia all'animauniversale che a quella individuale nella creazione dell'universo e della materia in-dividuale. Tuttavia, la maggior parte di esse concorda nell'affermare che le cosevengono create solo quando la Materia Primordiale viene in contatto con l'Ele-mento Cosciente che viene distinto in Anima Individuale e Anima Empirica Uni-versale. Se ciò è così, qual è la differenza tra un oggetto animato e uno inani-mato? Sono lo stato mentale e i sensi che determinano tutte queste differenze.Non è corretto affermare che dei pezzi di metallo o delle piante non possegganouna coscienza, anche se questi non si comportano come gli animali o gli esseriumani. Numerosi esperimenti scientifici hanno stabilito che le piante sono coscientie reagiscono in modi diversi a differenti stimoli, anche se le loro reazioni possononon essere così manifeste o ovvie come quelle degli animali o degli esseri umani.Allo stesso modo i metalli e i minerali, che sono considerati esseri non-senzienti,non sono completamente privi di coscienza. Gli elettroni e i protoni, che si muo-vono intorno agli atomi di questi oggetti, seguono un certo tipo di disciplina e questo

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raPpresenta una forma sottile di coscienza, Sulla base di questo concetto in Indiasi offrono preghiere agli idoli o alle immagini degli dèi. Anche se la coscienzanon è totalmente manifesta in tali immagini o idoli, attraverso gli effetti di alcuniaontra e la pratica di alcuni rituali, la mente individuale si sviluppa a tal punto--he diviene in grado di trasferire la coscienza a quegli idoli o immagini. In questomodo, l'individuo controlla la propria coscienza attraverso quell'immagine a cuiha offerto le sue preghiere. Non abbiamo bisogno di scendere in dettagli su questougomento. Abbiamo fatto questa digressione solo per evidenziare il fatto cheqni cosa nell'universo ha una coscienza a volte in una forma latente o sublatenteEentre altre volte pienamente manifesta.

Cosa causa queste differenze tra le diverse categorie della materia? La respon-sabilità dipende dallo stato della mente e dagli organi di senso. Unpezzo di me-trll6, n16fus se composto dello stesso materiale cosciente, non reagisce agli sti-moli allo stesso modo di un essere umano, in quanto nel primo la mente e i sensisono latenti. Nelle piante dove è presente un certo tipo di reazione, ma non la stessadegli animali e degli esseri umani, la mente e i sensi sono in una forma semi-ma-nitesta o sub-latente. Negli animali la mente e i sensi sono pienamente manifestirrr2 non nella stessa misura degli esseri umani.

-lntah-karana o mezzi di percezione interna

Come abbiamo già detto in precedenza,la differcnza nello stato della mente edei sensi è responsabile della differenza nella manifestazione della coscienza ri-_ruardo alle diverse categorie di sostanze. I sensi, che sono in numero di cinque,r:no i mezzi di percezione esterna. Essi entrano in contatto con i diversi aspettidegli oggetti e attraverso la vista, il tatto, l'olfatto, I'udito e il gusto, trasmettonoe sensazioni ai quattro principali mezzi interni di percezione: l) manas,2) citta,3r buddhi,4) ahankara.

Gli organi esterni di senso non percepiscono I'oggetto nella sua interezza, pos-sono solo riconoscere l'esistenza di qualcosa nel loro campo d'azione. Se persempio un animale si trova di fronte a qualcuno, attraverso il suo organo visivo,la persona sarà in grado di vedere qualcosa ma non di riconoscere cosa sia.ll manas ,

o la mente, determina I'esatta natura dell'oggetto; così percepirà che un animale,e non un essere umano o un tavolo, si trova dinanzi a sé. Attraverso il citta tale sen-sazione è trasmessa all'ahankara,l'ego, il quale è responsabile della discrimina-zione della percezione; esso realizza se l'animale, percepito dai sensi e determinato,lqlla mente, sia buono o cattivo per il soggetto.

Questa reazione è poi trasmessa alla bhuddi,l'intelletto, che in ultimo stabilisce

- I'individuo debba muoversi in avanti o retrocedere. I primi due mezzi di perce-zione, manas e citta, spesso sono considerati insieme, per questo motivo di solitosi riconoscono soltanto tre antah-karana o mezzi interni di percezione.

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Localizzazione

Il cuore e il cervello sono considerati entrambi il sito della mente; essi sono cor-relati tra loro e le loro funzioni sono interdipendenti. I testi ayurvedici danno piùimportanza al cuore come sede della mente, mentre i testi di Yoga enfatizzanolaconnessione tra cuore e cervello. Ila (il canale simpatico sinistro?), Pingala (il ca-nale simpatico destro?) e Susumna (la colonna vertebrale) sono considerati nelloYoga i canali di trasporto della consapevolezza.La Shakti Kundalini,l'energia la-tente nell'essere umano, rimane dormiente nella regione del coccige, sotto formadi un serpente che dorme; essa può essere risvegliata attraverso numerose pra-tiche yogiche. Si dice che una volta sveglia crei un impatto tremendo sulla mentedi una persona e che le facoltà mentali che normalmente giacciono dormienti, im-provvisamente diventino attive. Così, nello Yoga, il cuore, il cervello e la colonnavertebrale, che comprende i canali simpatici, sono tutti considerati come sedidella mente.

Dimensioni e numero

Le diverse scuole filosofiche dell'India hanno differenti punti di vista riguardole dimensioni della mente e se ve ne sia più di una. Tutte le scuole ayurvediche sonoconcordi nel ritenere che la mente sia una sola, che sia materiale e che le sue di-mensioni siano quelle di un atomo. In accordo con le scuole Nyaya e Vaisheshika,la mente, come I'anima, il tempo, lo spazio e i cinque elementi di base (mahabhuta),è una dei nove costituenti materiali di questo universo. ll Sankhya e le scuole diYoga sostengono che la mente insieme agli altri sensi e agli organi motori costi-tuisce la creazione dell'aspetto sattvico dell'ego (ahankara).

Funzioni

La funzione primaria della mente è la percezione degli stimoli comunicati daisensi e la trasmissione di questi all'ego, all'intelletto ecc. La reazione della perce-zione è quindi comunicata attraverso la mente, agli organi motori da cui risultauna reazione riflessa. Quest'ultima, si estende ad azioni come il pensare, il consi-derare, il formulare un'ipotesi, I'attenzione e la determinazione.

Diversi livelli mentali

La mente possiede tre attributi, sattva, rajas e tamas; la predominanza di unoo di un altro di tali attributi, genera differenti disposizioni psichiche, dal momentoche persone diverse reagiscono in modi differenti di fronte a una data cosa. A se-

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conda degli attributi, i nostri livelli mentali sono generalmente classificati nellecinque categorie seguenti:

1) Ksipta, quando la mente è fortemente attratta dall'oggetto dei sensi?) Mudha, quando c'è una tendenza verso il vizio, verso I'ignoranza, il sonno

eccessivo e altre cose simili3) Viksipta, o distratta, quando la mente è volta alla virtù, alla conoscenza ecc.-t) Ekagra, o concentrata, quando la mente è libera da impurità e c'è concen-

trazione prolungata5) Niruddha, quando tutte le funzioni mentali cessano e la mente è riportata al

suo stato originale, non-modificato di calma e tranquillità

Qas s ift c azio n e d e lle fac oltà m e ntali (manasa-prakriti)

Lr facoltà mentali sono di tre tipi: sattviche, rajasiche e tamasiche. Il tipo sar-nico è privo di difetti, dotato di buoni auspici, coscienza e pùrezza; il tipo raja-sto ha una disposizione all'ira; il tipo tamasico è affetto da ignoranza. I cambia-renti e le combinazioni di queste tre facoltà danno vita a una varietà molteplicedi atteggiamenti mentali. Alcune volte, le qualità fisiche di un individuo sono gui-dare dalle sue facoltà mentali e viceversa. Parlando in generale, ci sono sette cate-goie satniche, sei rajasiche e tre tamasìcàe. Similitudini con divinità, con altre§eature celesti, con gli animali e le piante sono state qui utilizzate per la descri-zione delle diverse categorie di seguito riportate:

TIPI DI FACOLTA MENTALI ASPETTI CARATTERISTICIDELL'INDIVIDUO

A. EACOLTÀ, ITN,NTNIB SATTVICA

l) BRAHMA l. Purezza, amore per la verità, auto-(condivisionedellecaratteristichedi controlloBrahma) 2. Capacitàt di discriminazione, cono-

scenza materiale e spirituale3. Capacità di esposizione, risposta e

memona4. Libertà dalla passione, rabbia, avi-

dità, ego, ignoranza, gelosia, avvili-mento e intolleranza

5. Disposizione favorevole equanimeverso tutte le creature

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2) ARSA(condivisione delle caratteristiche deiRishi)

1. Devozione ai rituali sacri, allo studio,ai voti sacri, alle offerte e osservanza

3) ATNDRA(condivisione delle caratteristiche diIndra)

del celibatoDisposizione all' ospitalitàLibertà dall' orgoglio, ego, attacca-mento, odio, ignoranza, avidità e iraEccellenza intellettuale ed eloquenzaPotere di comprensione e ritenzione

Linguaggio signorile e autorevolePratica di rituali sacriCoraggio, forza e splendoreAssenza di azioni indegneLungimiranzaDevozione a varie azioni, guadagnodi ricchezza e soddisfacimento ade-guato dei propri desideri

Osservazione delle azioni giustePuntualità nell'intraprendere leazioniInviolabilitàP r ontezza nell' intraprendere leazioniMemoria e signorilitàLibertà dall' attaccamento, invidia,odio e ignoranza

Coraggio, pazienza, purezza e av -

4) YAMYA(condivisione delle caratteristiche diYama)

I.2.

J.4.

5.6.

5) VARUNA(condivisione delle caratteristiche diVaruna)

1.

6) KAUBEM(condivisione dei tratti di Kubera)

versione per l'impurità2. Osservanza dei riti religiosi3. Amore per gli sport acquatici4. Avversione per gli aui indegni5. Mostrare rabbia o piacere al mo-

mento giusto

1. Possesso di posizione sociale, onore,ricchezza e persone al proprio se-guito

2. Costante ricerca di azioni virtuose,iechezzae soddisfazione di desideri

3. Purezza4. Predilezione per i piaceri della ri-

creazione

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2.J.

4.5.

1.

2.J.4.5.6.

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ne

- ,3ANDHARVA 1.

:::.divisione dei tratti di un Gandharva)2.

Passione per la danza, il canto, la mu-sica e gli elogiAbilità nel comporre versi poetici,storie, racconti storici ed epiciPredilezione costante per profumi,ghirlande, elogi, unguenti, abiti,compagnie femminili e passione

Audacia, crudeltà, invidia, signori-lità, movimenti camuffati, aspettoterrifi cante e spietatezzaIndulgenza nell' autoesaltazione

Intolleranza, ira costante, violenza,crudeltà, ingordigia, abitudini eamore per cibi non vegetarianiSonno eccessivo e indolenzaPredisposizione all' invidia

IngordigiaAmore per le donnePiacere di stare con le donne inluoghi solitariAbitudini sporche, disprezzo dellapuliziaCodardia e disposizione a terroriz-zateAdozione di diete e regimi anomali

Coraggio quando è adirato e codardiaquando non lo èReazioni immediateIndolenza eccessivaAtteggiamento pauroso a cammi-nare, mangiare e cambiare regime

Eccessivo desiderio di ciboEccessiva predisposizione al doloredel carattere e nei passatempoInvidiaAzioni senza discriminazione, ec-cessiva avidità e inazione

3.

f. FACOLT^À. IUBNTALF RAJASICA

llAsuRA 1.(mdivisione dei tratti di un Asura)

: RAKSIIA.SA--undivisione dei tratti di un Rakshasa)

2.

1.

: PAISHACA--ondivisione dei tratti Pishaca)

2.3.

l.2.3.

4.

5.

4) SARPA(condivisione dei tratti di un Sarpao serpente)

6.

t.

2.J.4.

, PRAITA(condivisione dei tratti di un Pretas)

t.2.

3.4.

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r) PASAVA(condivisione dei tratti di un animale)

2) MATSYA 1.(condivisione dei tratti di un pesce)

6) SAKUNA Attaccamento con passione, cibo e re-(condivisione dei tratti di un Sakuni o un gime eccessivi, instabilità, spietatezzaeuccello) incapacità di acquisire

C. FACOLTÀ UBNTALF. TAMASI CA

Predisposizioni ripugnantiMancanza d' intelligenzaAtteggiamento detestabile nel com-portamento e nelle abitudini alimen-tariEccessiva indulgenza nell' attivitàsessuale e nel sonno

Codardia, mancanza d'intelligenza,avidità per il cibo, instabilità, passio-ne costante e predisposizione allarabbiaPredilezione per il continuo movi-mento e desiderio per l'acqua

3) VANASPATYA Indolenza, indulgenza nel cibo e defi-(condivisione dei tratti di un vegetale) cienzadi tutte le facoltà intellettive

I quattro stati della mente

La mente, secondo I'Ayurveda, è di dimensioni atomiche (anu). Attraverso i ca-nali (manovaha-srota) essa si muove in ogni parte del corpo. Alcune parti dell'or-ganismo come le unghie, i capelli, i peli, le feci, le urine sono tuttavia prive dellasua presenza. Essa è un centro di trasmissione per le percezioni sensoriali esterne,per il raggiungimento della saggezza (buddhi) ecc., per un'appropriata reazione.Essa è come una parete divisoria di vetro e possiede tre distinti attributi, satna (cherappresenta la ptrezza), rajas (che rappresenta il dinamismo) e tamas (che rap-presenta la stabilità). La predominanzadi sattva rende la trasmissione delle perce-zioni sensoriali complete e chiare; se la mente è dominata da rajas, allora ilmezzo di trasmissione diverrà colorato di rosso; allo stesso modo la prevalenza ditamas altera la trasparenza del mezzo che in questo caso sembrerà tinto di nero. Iltermine colorazione rossa o nera che abbiamo usato, indica semplicemente la man-canza di trasparenza e la trasmissione inadeguata e non chiara della percezione sen-soriale.

Oltre alla trasmissione sensoriale la mente possiede delle sue specifiche fun-zioni. La predominanza di sattva rende tali funzioni pure e benevoli. Se il rals è

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pedominante allora tali funzioni saranno contrassegnate dall'arroganza e dalla

=bbia. La predominanza di tamas rende invece tali funzioni ritardate e snaturate.In relazione all'associazione e dissociazione delle percezioni sensoriali, della

L-ro perfezione di trasmissione o non,la mente possiede i seguenti quattro stati:

Jagrata,lo stato di vegliaSvapna, lo stato di sognoSushupti, lo stato di sonno profondoTuriya,lo stato di assoluta tranquillità e beatitudine

Solo una persona sattvica può raggiungere gli ultimi due stati mentali. Una

FTsona comune, con tensioni quotidiane e stanchezza può raggiungere solo i primi,ù.re livelli e il suo stato di sonno sarà dominato dai sogni, che essa ne sia co-r.iente o no. Invece, un santo o una persona dedita a pratiche spirituali, può per-sin: trascendere il quarto stadio e raggiungere uno stato trascendentale della mente,".+,iamato turiyatita, dove il santo può percepire cose che sono oltre le barriere na-urali e prevedere gli eventi futuri.

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12. Il sonno

Oltre allo ahara (alimentazione adeguata) e al brahmacarya (astinenza sessuale

o sessualità regolata), anche il nidra (bton sonno) è uno dei tre cardini della vita.

Quando la mente, i sensi e gli organi motori si affaticano, la mente diviene inca-pace di mantenere il suo contatto con i sensi e ritorna al suo luogo di origine, hrdaya,ed è allora che la persona si addormenta. Il termine hrdaya è generalmente tra-dotto come "cuore", in questo contesto il termine hrdaya non si riferisce al cuoreanatomico ma allo Anahata-chakra (un centro di energia secondo lo Yoga) che èlocalizzato al centro (hrdaya) del corpo astrale.

La mente ha tre attribuli: sattva,la purezza, rajas, il dinamismo e tamas la sta-

bilità. È la predomin anza di tamas che fa sorgere il sonno.Poiché il corpo e la mente sono strettamente correlati dal punto di vista funzio-

nale, anche i dosha fisici, cioè vayu, pitta e kapha influenzano il sonno di unapersona. La predominmza o I'aggravamento di kapha determina un sonno più lungo.llpitta aggravato riduce la durata del sonno mentre ilvayu aggravato causa insonniao sonno interrotto.

L oscurità della notte, a causa dell'assenza della luce solare, promuove fisiologi-camente il tamas.Inoltre, il lavoro durante il giorno e la diminuzione dei contatti deisensi con i loro oggetti durante la notte, rendono la mente che è affaticata in grado diriposaie. L'insieme di tali fauori induce nell'individuo un normale sonno fisiologico.

I santi e le persone dedite alle pratiche spirituali godono di un sonno profondoa causa della predominanza di satna nella loro mente; perciò essi necessitano diun minor numero di ore di sonno. Le persone che non hanno un sonno profondo ne-cessitano di un maggior numero di ore di sonno per riprendersi dalla stanchezzafisica e mentale. Per un sonno profondo è necessario che una persona abbia unatranquillità mentale, mantenga una giusta posizione e usi un letto comodo, in unambiente confortevole. Indigestione, costipazione, eccesso di stanchezzae alcunedolorose indisposizioni, interferiscono con un sonno adeguato.

Nel capitolo 17 descriveremo altri dettagli relativi al sonno.

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73, I sogni

Quando dorme, una persona comune di solito sogna molto e di rado ha un sonnogofondo. Ciò è maggiormente vero nel caso di persone esposte a stress e a tensionigrofessionali e familiari. Ed è per questo che il loro corpo e la loro mente non ri-§ono a essere sufficientemente riposati, nonostante le numerose ore di sonno. Co-roro non si sentono freschi e riposati quando si alzano dal letto al mattino. Sireotono inattivi e sonnolenti per tutto il giorno. Per ovviare a questo senso di inat-tirità, queste persone indulgono nel fumo e bevono tè e caffè.

Secondo l'Ayurveda, una persona sogna quando i canali (anatomici) della suaGnte sono ostruiti dai dosha aggravati vayu, pitta e kapha, e quando la mente è

ofrrscata dai suoi attributi rajas e tamas.I sogni sono classificati secondo le seguenti sette categorie:

Basati su ciò che è stato visto (drsta) durante il periodo di veglia precedente

Basati su ciò che è stato udito (shruta) durante il periodo di veglia precedente

Basati su ciò che è stato sperimentato (anubhuta) durante il periodo di ve-glia precedenteBasati su ciò che è stato desiderato Qtrarthita) durante il periodo di vegliaprecedenteBasati su ciò che si è pensato (kalpita) durante il periodo di veglia precedenteBasati su ciò che è destinato ad accadere in futuro (bhavika)Sogni determinati a causa dei dosha aggravati

Alcuni di questi sogni hanno un valore profetico per il paziente. Altri sono ba-r.iri sulla costituzione (Prakriti) anche di una persona normale e in apparentes-ato di salute. Per esempio, una persona di costituzione vatika sogna di fluttuare

-ll'aria; una persona di costituzione pitta sogna di essere intrappolata in una fo-sta in fiamme; mentre una persona di costituzione kapha sogna di annegare. Queste:ono Ie caratteristiche costituzionali di una persona e queste tipologie di sogni ri-

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corrono costantemente e frequentemente. Anche una persona che ha i dosha ag-gravati può fare tali sogni, ma sono solo transitori.

Un soggetto può ricordare questi sogni al risveglio oppure averli dimenticati.Isogni possono comparire in momenti diversi della notte. Il valore rivelatore di talisogni viene analizzato nei testi ayurvedici.

I santi e le persone spiritualmente elevate, nonostante la predominanza di satManella loro mente, a volte sognano. Questi sogni sono generalmente di buon auspicioe premonitori di ciò che è in serbo per l'umanità nel futuro. Sulla base di talisogni, costoro possono consigliare le precauzioni da adottare per superare futurieventi nefasti. Le persone stressate e con i dosha aggravati fanno sogni di cattivoauspicio e paurosi che spesso inducono attacchi di panico. Anche questo argomentoviene trattato in dettaglio nei testi ayurvedici.

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