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Il tempo dei ricordi di Aldo Giusti

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Il tempo dei ricordidi Aldo Giusti

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Consiglio regionale della ToscanaProgetto grafico e impaginazione: Patrizio SuppaStampa: tipografia del Consiglio regionale

Progetto e CoordinamentoClaudio Della BartolaAllestimentoCarla BargagnaTesti critici Eugenio Giani, Claudio Della Bartola, Romano Bavastro, Franco DonatiniFotografie Centrofoto CarraraArchivio Catalogazione Internet Gabriella Giusti

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21 - 30 dicembre 2019Palazzo del Pegaso, Firenze

Il tempo dei ricordidi Aldo Giusti

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in bella vista, cammei, foto, ricami, ciotole e bicchieri, lapidi simboliche testimoni del no-stro passaggio.

Eugenio GianiPresidente del Consiglio regionale della Toscana

Niente si perde nelle vecchie case, ragnate-le di sogni tessute con i ricordi. E’ questo che Aldo Giusti ci fa rivivere sulle tele in mostra, insieme a barattoli e lattine d’olio da automo-bili vuote. Una casa, la sua casa dove lavora dal mattino alla sera, finché la luce solare si insinua nelle stanza al primo piano, al numero civico 3 di via Grazzano a Carrara. Con qua-rant’anni di pittura Giusti si mostra ai giorni nostri come artista di eccellenza nel pano-rama della Nuova Figurazione. Le sue opere sono ospitate in Musei e Collezioni in Italia e all’estero, che ha conosciuto per i suoi viaggi di lavoro e che hanno influito sul suo pensiero e molto nella sua visione pittorica. Questa si esprime dando vita a nature morte, sopram-mobili, mensole, vasi, tovaglie e portoni di vecchie abitazioni che racchiudono la storia, dietro batacchi arrugginiti o tra le doghe di legno, mentre il futuro gira e rigira sui car-dini cigolanti del tempo, come le giunture dei pensionati ad ogni cambio di stagione. La sua pittura esprime il futuro che nasce sul-la tela, partorito in compagnia di cose umili ma preziose, per dei Re Magi, ancora in cerca del Messia. Per mangiatoia una tovaglia spie-gazzata, ma pulita, per animali una rosa ap-passita, un ventaglio di pizzo, dei limoni non ancora maturi. Nel suo futuro, nei suoi colori, si intravede la voglia di ritornare ad una casa con le solide fondamenta della tradizione, che si affaccia petrosa sulla via stretta, viva di vita contadina intorno al camino o polverosa dei cavatori di marmo delle Apuane. Le sue figu-re, personaggi assenti e melanconici appena accennati. Ombre, ectoplasmi di passaggio che indicano con la mano tesa gli oggetti di uso quotidiano, senza pretendere e intaccare l’umano materiale senso di possesso. Ricordi

Presentazione

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Il Giusti Aldo pittore imprime le sue emo-zioni, la sua vita, sulla tela, con una pittura materica, spaziando dall’olio all’acrilico in uno stile che è solo suo. Colori densi, pastosi, con una partitura variegata e articolata. Talvolta la trama si stempera, acquistando una delicata consistenza metafisica ed evidenzia la volon-tà di Giusti di lasciare emergere un’evoluzione stilistica sempre più rivolta ad una visione in-timistica del suo fare Arte.

Realizza i suoi quadri, analizzando bene quanto lo circonda, riproducendo sempre in modo comprensibile, daq vero pittore figura-tivo quale è, rispettando spazi, dimensioni e profondità, sempre con un lirismo poetico di fondo, che ingentilisce l’insieme.

La realtà traspare con equilibrio, armonia, proporzione, dandoci quanti più dettagli emo-zionali possibili, in funzione dell’esclusiva vi-sione ideale delle cose.

Tanta serenità, tanta passione.

Claudio Della Bartola

Introduzioni

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sotto l’occhio vigile di un piccolo pappagallo? Non ho mai amato particolarmente le nature morte. Ammirato dalla bravura degli autori ho preferito soggetti più vivaci ed eloquenti. Davanti alle storie di Aldo Giusti pronto ad una conversione. C’è vita in quei barattoli d’e-poca ch’egli nel tempo ha raccolto e messo da parte, nelle scatole e nelle bottiglie, nei fiori e nei pennelli, nei vasetti e nella chincaglie-ria che forse accolsero matite o caramelle, biglie e francobolli, spazzolini e conchiglie. Conchiglie anche da sole a testimoniare eter-na ineludibile attrazione raccolte chissà dove e capaci di restituire l’eco di mari lontani. Tutti vorrebbero salire sul Trenino dei sogni che viaggia da un lato all’altro del comò ma sembra provenire ed essere avviato verso un mondo fantastico e misterioso. Gli oggetti che popolano le opere di Giusti sono sempre evo-cativi di un qualcosa che sfugge e induce alla meditazione: pongono interrogativi e solleci-tano il pensiero. I fiori sono spesso appassiti ma un uccellino colorato rallegra e restituisce ottimismo; il cavallo a dondolo riporta a epo-che lontane ma suoi emuli ‘vivi’ e lanciati al galoppo danno vigore e contemporaneità al ricordo. L’esotico se vogliamo prendere atto di una vita in buona parte trascorsa sotto latitu-dini lontane è forse testimoniato da quell’ele-fante che compare spesso nei dipinti di Giusti, bardato per le cerimonie che in India accom-pagnano di frequente la vita religiosa ma an-che le feste pubbliche e perfino i matrimoni. Di quell’oriente molte delle sue opere – anche quelle più intime - sembrano d’altra parte aver assimilato la luce: naturale, spontanea, attenuata da un velo misterioso tra gli oggetti e chi guarda. Forse un rigurgito – a fine tem-pesta – di quella sabbia del deserto algerino pure tanto familiare all’artista?

Molte opere sono come avvolte da una fu-liggine sapiente e preziosa che ne accresce il

Se invece di aver girato il mondo, aver vis-suto in India e nel Medio Oriente, soggiornato in Russia ed in Canada ed in dieci altri pae-si Aldo Giusti avesse lavorato in uno stabili-mento od avesse fatto il bancario quale tipo di pittura ci avrebbe regalato? La cosa che più sorprende dopo aver ammirato le sue nature morte che più vive non si può per la straor-dinaria emozione che provocano, è conoscere quella che è stata la vita dell’autore. Un tecni-co capace proprio in virtù delle sue doti spe-dito da un capo all’altro del mondo per con-trollare, verificare, suggerire, risolvere ogni tipo di problema per la grande azienda di cui era inviato. Con queste premesse le sue opere avrebbero potuto essere immaginate avendo la diversa natura, i costumi e i paesaggi, gli edifici, i monumenti visti e ammirati nei lun-ghi e frequenti soggiorni quali possibili fonti d’ispirazione. Di questi anni di pellegrinaggi che pure l’artista ricorda e di cui parla con en-tusiasmo attribuendo loro molta importanza per la sua maturazione umana e professiona-le, nei suoi dipinti non c’è traccia. Giusti tro-va ispirazione nel quotidiano, all’interno delle quattro mura, a tu per tu con gli oggetti della vita di ogni giorno, di ieri e di oggi. Anche se il suo quotidiano, fatto di cose semplici, qui, per i singolari connubi, gli intrecci, la felice commistione fra tecnica e colore, diviene scri-gno per raffinati gioielli. E allora l’attenzione si concentra sui particolari. Nature morte? Dipinti che parlano e raccontano lunghe sto-rie. La sua matita di Pinocchio (personaggio cui ha dedicato molta attenzione) darebbe a Collodi l’opportunità di scrivere particolari inediti sulla vita del burattino più famoso. Che ci fanno nella fruttiera accanto a mele e pere delle palle da baseball? E quelle lettere di epoche lontane scritte su carte preziose con caratteri eleganti sullo sfondo di pan-neggi che pure raccolgono frutti appena colti

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mistero e conferisce loro una dolce malinco-nia.

Il lavoro di Aldo Giusti è minuzioso, atten-to ai particolari, le screpolature del legno e le pieghe dei panneggi, le ombre e la corrosio-ne dei muri. Un suo collega di talento, Fabio Grassi, racconta che vederlo al lavoro nel suo studio è come seguire un chirurgo in sala ope-ratoria: il bisturi è il pennello. Non si stenta a crederlo. Uno studio ricavato in un antico convento di suore a Grazzano, nella zona più suggestiva della Carrara storica al quale si ac-cede, nel silenzio più assoluto, attraverso scale e colonnati. Il luogo ideale per L’Aquilotto, il soprannome dell’artista da bambino (cui egli ha dedicato un piccolo gustoso libro di ricor-di), quando nel distributore di benzina del padre cominciò a lavorare, per dare forma ai suoi sogni; manovrare i suoi bisturi-pennelli. Dipingere poesie.

Romano Bavastro

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za l’accuratezza con cui sono dipinti i partico-lari, la frequente matericità degli sfondi, la contestualizzazione astratta delle immagini.

Insomma una pittura espressionista, carat-terizzata da una notevole capacità tecnica, da uno stile personale, sia per quanto riguarda la tecnica pittorica che i soggetti rappresentati, un figurativo che, proprio per questo, è in gra-do di interpretare in maniera profonda il per-corso interiore dell’artista.

Franco DonatiniUniversità di Pisa

La pittura di Aldo Giusti si muove su un percorso che partendo dal ricordo della realtà sconfina progressivamente nel sogno.

L’elemento realistico è sempre presente nel-le sue tele che vanno ben oltre la quotidianità, rappresentando contesti che spesso apparten-gono ad altri mondi in cui il reale si colora di suggestioni fiabesche.

Tutto questo non è un caso ma è fortemente coerente con la sua vita. Come tecnico indu-striale ha viaggiato per lunghi anni in molti paesi del mondo, per costruire impianti, in-stallare e avviare macchinari, impiantare tec-nologie nuove e sofisticate. Così questi viaggi sono stati l’occasione per reinterpretare, attra-verso l’arte, i luoghi visitati.

Di questi luoghi non ha portato con sé le immagini degli scenari naturali, delle città, della gente che vi abita, bensì piccoli reperti che sembrano appartenere al mondo dei so-gni, ma che, allo stesso tempo, identificano in maniera ben più profonda la reale essenza di questi ambienti.

Piccole cose che entrano a tutto campo all’interno dei suoi quadri ed esprimono in maniera densa e pregnante l’interiorità del-le esperienze vissute, in definitiva il percor-so tortuoso e complesso della sua esistenza. Questi reperti, conchiglie, ricordi, oggetti tal-volta in disuso, arnesi, scatole di latta, giocat-toli, divengono protagonisti delle sue opere, perdendo il loro significato reale per assumere connotati simbolici.

La sua pittura acquisisce così toni surreali, in quanto gli oggetti raffigurati sono combinati in composizioni che riflettono un’associazione più interiore che reale, che attiene al percorso ideale dell’artista. Se c’è del realismo nei suoi quadri, questo è giocato in senso iperrealista, il cui fine è quello di trasformare la realtà in simboli. Di questo approccio ne è testimonian-

Il tempo dei ricordi

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Apples, tecnica mista su tavola cm. 50x40 - 2005

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Barattolo e ortensie, tecnica mista su tavola cm.40x30 - 2007

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Cardi di montagna, tecnica mista su tavola cm. 40x30 – 2005

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Ciliegie, tecnica mista su tavola - cm. 40x30 – 2009

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Conchiglie, tecnica mista su tavola cm. 30x40 – 2011

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Due Barattoli, tecnica mista su tavola cm. 30x40 – 2008

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Fiori di San Pellegrino, tecnica mista su tavola cm.60x50 – 2004

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Fiori su davanzale, tecnica mista su tavola cm. 60x40 – 2010

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L’uccellino indiano, tecnica mista su tavola - cm.40x30 – 2004

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La scatola rovesciata, tecnica mista su tavola cm.50x40 – 2001

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La tazza cinese, tecnica mista su tavola cm.31x26 – 2019

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Mele di stagione, olio su tavola cm. 40x30 – 2000

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Pinocchio

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Portella in ferro, tecnica mista su tavola cm.40x50 - 2010

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Rose rosse, tecnica mista su tavola cm. 36x25,5 – 2003

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Vaso con conchiglie, tecnica mista su faesite - cm. 36x25 – 2001

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Viaggiare di notte, tecnica mista su tavola cm. 64x160 - 2000

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Aldo Giusti nasce a Massa il 29 maggio 1946, si avvicina alle discipline pittoriche gio-vanissimo, deve poi smettere per priorità fa-miliari e abbandona tutto tranne gli strumen-ti di lavoro. Lunghi viaggi all’estero effettuati per lavoro, contribuiranno a formare in Lui una visione della vita meno limitata.

Le notti silenti del deserto Algerino, i con-tatti della gente con i villaggi, gli oggetti poveri di uso quotidiano, influiscono sul suo pensie-ro. Per la prima volta nel nord Europa conosce il surrealismo di Magritte, si emoziona osser-vando le opere di Van Gogh.

I giocattoli di latta visti tra le mani dei bam-bini russi di Oremburg lo riportano agli anni ’50 e queste cose umili ma piene di significato diventeranno i suoi soggetti preferiti. I porto-ni delle case della periferia russa così simili a quelli della sua città saranno anch’essi oggetti di dipinti.

L’estremo oriente influirà sull’uso dei colo-ri.

Nel 1980 rispolvera i vecchi strumenti, si iscrive alla Scuola Libera del Nudo presso l’Ac-cademia di Belle Arti di Carrara (MS), Carozzi, Bandini e Tacchini saranno sono i docenti che lo seguono.

Collettive e concorsi di pittura lo trova-no protagonista nei primi anni di attività. Molte volte risulta vincitore dei vari concorsi nel 1986 espone con una personale nella pro-pria città e successivamente alla biennale di Bergamo dove viene osservato da un giovane gallerista di Bologna con il quale collaborerà per molti anni.

Hanno scritto di Lui i suoi docenti Renato Carozzi e Aldo Bandini, i critici Alberto Nigi, Roberto Bacchioni, Francesca Rabuffi, Marilena Pasquali, Riccardo Sica e altri.

Biografia

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Toronto, Gall. Michel (C)Massa, Libreria Mondooperaio(C)

2004 Salò, Sala Domus (C)Innsbruk, Fiera D’arte Internazionale (C)Bolzano Fiera D’arte Vineart (C)Bari Expo Bari(C)Miami Consolato Italiano(C)Miami Art Center (C)Padova Expo Arte (C)

Dal 2004 al 1986 varie personali e collettive in Italia e all’Estero

2019 Lucca “Un viaggio tra mito e sogni “(C)

2018Carrara “Spazio casa Repetti” (C)

2017 Massa Palazzo centro Italiano Svizzero di arte

contemporanea (P)

2012 Pietrasanta Palazzo Panichi (P)

2010 S.Vittore Olona, Gall. My Art.(P). Lari (PI), Castello dei Vicari (P).Tonfano (LU), Gran caffè Margherita (P)

2009 Conegliano Veneto Gall. Leonard (P)Pieve D’alpago, Gall. Comunale Belluno (P)Tonfano (LU), Gran caffè Margherita (P)Pordenone, Fiera D’arte Gall. LeonardS.Croce sull’Arno ,”Vedo Quadro” villa PacchiaSillico di Pieve Fosciana, Palazzo Carli (P)

2008 Massa, Castello Malaspina(C)Forte dei Marmi, Marguttiana (c)Longaro, Fiera di Longarone Gall. Leonard (c)

2007 Lido di Camaiore, Gall. Europa(P)Marina di Pietrasanta, Gall. Arte Spazio (P)

2006 Brindisi, Gall. Il Segno (P)Avellino, gall. L’Approdo(P)

2005 Innsbruk, Fiera D’Arte Internazionale(C)Salò, Sala Domus GAll. Questarte(C)Padova, Gall. Questarte (C)Macerata, Gall. Arigoni (C)

Principali mostre

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