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N ello scorso numero, il “Centro Storico” aveva assunto l’impegno di redigere un articolo sul nostro concittadino Felice Faiola che, discretamente così com’è vis- suto per novant’anni, il 31 di- cembre scorso ci ha lasciato. Tante le storie che aleggiavano intorno alla sua persona, ma tutte frutto solamente di passa parola e ricordi confusi. Per questo abbiamo deciso di rico- struire la storia della sua vita, andando a ri- cercarne le tracce anche presso l’ambascia- ta americana. Sì, è proprio da lì che siamo do- vuti ripartire perché i genitori di Felice, Luigi Faiola ed Elvira Propri, dopo essersi sposati a San Felice il 24 luglio del 1919, emigrarono in America a bordo della motonave Duca D’Ao- sta, come si evince dal foglio di sbarco (e d’in- gresso) negli USA, datato 4 ottobre dello stes- so anno. A New York, il 6 marzo del 1921 nacque Fe- lix, e l’anno successivo sua sorella Maddale- na. Tutta la famiglia fece ritorno al Circeo quando lui era ancora un bambino di circa 8 anni e, come si usava allora, furono subito pronti di- minutivi o soprannomi anche per Felice: Feli- cetto, Fonfalette, che divenne ben presto “Cetto” per tutti noi. Qui visse la sua adolescenza e iniziò a studiare musica, imparando a suonare tromba e cor- netta. E’ ancora vivo nel ricordo di Luigi Nesti (coetaneo di allora) il lungo e commovente as- solo di cornetta che il giovane Felice intonò dal palco in occasione dell’ultima festa del Pa- trono alla quale partecipò come componente della banda, qualche ora prima di partire per Napoli, da dove il 13 agosto del 1938 s’im- barcò sulla motonave “Roma” per fare ritor- no in America. Giunto a New York, continuò a coltivare la sua passione per la musica e ar- ricchì il suo talento con lo studio fino a diven- tare “Director of Music”. Dopo un breve periodo di lavoro in una fab- bri- ca di aerei, il 15 marzo del 1940 si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti, nella quarta batteria “Coast Artillery”. Va ricordato che nel 1940 l’America, anche se parteggia- va per Francia e Inghilterra, era ancora in una posizione di “neutralità”. Il Giappone invece aveva firmato nel ‘36 il patto anti-Comintern con Hitler e Mussolini, e occupato l’Indocina francese, un territorio in cui l’America gestiva rilevanti interessi commerciali; così, per rival- sa, gli U.S.A. decisero di impedire il passag- gio di navi mercantili verso il Giappone. Que- st’ultimo, povero di materie prime, necessita- va di importarle per continuare la sua politica espansionistica in Asia iniziata già dal 1931 con l’occupazione della Manciuria e prose- guita con quella della Cina nel 1937. In un cre- scendo di tensione, e dopo infruttuosi tenta- tivi diplomatici, si arrivò al 7 dicembre del 1941, giorno in cui le forze aereonavali giap- ponesi attaccarono a sorpresa la flotta e le in- stallazioni militari statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. Fu così che il Maestro di musica Felice Faio- la, nel gennaio del 1942, dopo neanche un mese dalla battaglia di Pearl Harbor, si trovò in pieno oceano Pacifico, imbarcato su una nave da carico statunitense diretta a Manila, nelle Filippine, con un carico di camion e mo- tori per aerei (Army Air Force). Il cargo, scar- ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 10 N. 53 - MARZO/APRILE 2012 G rande fermento a San Felice Cir- ceo in preparazione delle prossime elezioni amministrative program- mate per il 6 e il 7 maggio prossimi. A oggi sono tre le liste che si propongono, ciascuna con il proprio candidato a Primo cit- tadino. Personalmente credo che la scelta dei votanti si indirizzerà quasi esclusivamen- te su Giuseppe Schiboni o su Gianni Pe- trucci. Prima di analizzare la situazione locale, vor- rei fare alcune riflessioni di carattere genera- le, prendendo spunto dall’incontro organiz- zato dall’Associazione “Libertà e giustizia” a Milano il 12 marzo scorso e dal dibattito che vi si è svolto sul manifesto scritto da Gusta- vo Zagrebelsky, Presidente Emerito della Consulta, e sottoscritto da decine di migliaia di persone, “Dipende da noi”. Il manifesto è un chiaro invito a un ritorno al- la politica, ma a quella vera, non corrotta e asservita a interessi personali. Si avverte la necessità di una politica nuova senza corruzione, scandali, privilegi, che nel tempo hanno allontanato soprattutto i gio- vani, i quali, vissuti nel ventennio del berlu- sconismo hanno visto la crisi di valori e prin- cipi fondamentali come quelli della giustizia, della difesa del territorio e della legalità. Per questo non si può più stare a guardare, non si può più aspettare, non si può più os- servare passivamente quanto accade, non si può più delegare inconsapevolmente, non si può più subire, non si può più accettare ar- roganza e sopraffazione, non si può più at- tendere. Dipende da noi, dipende solo da noi, fare in modo che la politica si riappropri di dignità e rispetto. Il sistema politico e la sua classe dirigente hanno fallito, arretrando di fronte alle proprie responsabilità. I nostri politici hanno dato e continuano a dare uno spettacolo indegno di inefficienza e corruzione, “che ha reso la po- litica un’attività non solo non attrattiva ma ad- dirittura repulsiva”, relegando nell’indifferen- za e nell’apatia tutti i cittadini. I giovani, in particolare, depositari di grosse riserve potenziali di buoni sentimenti in quanto “puri” e non ancora coinvolti in be- ghe e intrighi di palazzo, dovrebbero trovare Politica Il caso della Merkel e Sarkozy di A. Petti a pag. 5 Politica Perché sto con Petrucci di E. Calisi a pag. 3 SAN FELICE CIRCEO SABAUDIA Storia Un santo tagliapietre al Circeo di M. Rocchi pag. 23 Il fatto Aristippo, Dantes e Roderigo a pagg. 9-10-11 Ambiente Parco Nazionale Circeo pag. 13-20 “Dipende da noi” Dissociarsi per riconciliarsi Potentia est in iunioribus, prudentia autem in senioribus Nei giovani è la forza, ma nei vecchi è la prudenza di ALESSANDRO CRESTI PERSONAGGIO Editoriale C ENT RO S T ORICO Felice Faiola COMUNICATO Metanizzazione del Centro storico di San Felice Circeo continua a pag. 6 continua a pag. 2 pag. 32 Felice Faiola 8 Aprile Auguri di Buona Pasqua ai nostri lettori

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Nello scorso numero, il“Centro Storico” avevaassunto l’impegno di

redigere un articolo sul nostroconcittadino Felice Faiola che,discretamente così com’è vis-suto per novant’anni, il 31 di-cembre scorso ci ha lasciato. Tante le storie che aleggiavanointorno alla sua persona, matutte frutto solamente di passaparola e ricordi confusi. Perquesto abbiamo deciso di rico-struire la storia della sua vita, andando a ri-cercarne le tracce anche presso l’ambascia-ta americana. Sì, è proprio da lì che siamo do-vuti ripartire perché i genitori di Felice, LuigiFaiola ed Elvira Propri, dopo essersi sposati aSan Felice il 24 luglio del 1919, emigrarono inAmerica a bordo della motonave Duca D’Ao-sta, come si evince dal foglio di sbarco (e d’in-gresso) negli USA, datato 4 ottobre dello stes-so anno.A New York, il 6 marzo del 1921 nacque Fe-lix, e l’anno successivo sua sorella Maddale-na.Tutta la famiglia fece ritorno al Circeo quandolui era ancora un bambino di circa 8 anni e,come si usava allora, furono subito pronti di-minutivi o soprannomi anche per Felice: Feli-cetto, Fonfalette, che divenne ben presto“Cetto” per tutti noi.Qui visse la sua adolescenza e iniziò a studiaremusica, imparando a suonare tromba e cor-netta. E’ ancora vivo nel ricordo di Luigi Nesti(coetaneo di allora) il lungo e commovente as-solo di cornetta che il giovane Felice intonòdal palco in occasione dell’ultima festa del Pa-trono alla quale partecipò come componentedella banda, qualche ora prima di partire perNapoli, da dove il 13 agosto del 1938 s’im-barcò sulla motonave “Roma” per fare ritor-no in America. Giunto a New York, continuòa coltivare la sua passione per la musica e ar-ricchì il suo talento con lo studio fino a diven-tare “Director of Music”. Dopo un breve periodo di lavoro in una fab-

bri-ca di aerei, il 15 marzo del 1940

si arruolò nell’esercito degli Stati Uniti, nellaquarta batteria “Coast Artillery”. Va ricordatoche nel 1940 l’America, anche se parteggia-va per Francia e Inghilterra, era ancora in unaposizione di “neutralità”. Il Giappone inveceaveva firmato nel ‘36 il patto anti-Cominterncon Hitler e Mussolini, e occupato l’Indocinafrancese, un territorio in cui l’America gestivarilevanti interessi commerciali; così, per rival-sa, gli U.S.A. decisero di impedire il passag-gio di navi mercantili verso il Giappone. Que-st’ultimo, povero di materie prime, necessita-va di importarle per continuare la sua politicaespansionistica in Asia iniziata già dal 1931con l’occupazione della Manciuria e prose-guita con quella della Cina nel 1937. In un cre-scendo di tensione, e dopo infruttuosi tenta-tivi diplomatici, si arrivò al 7 dicembre del1941, giorno in cui le forze aereonavali giap-ponesi attaccarono a sorpresa la flotta e le in-stallazioni militari statunitensi stanziate nellabase navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii.Fu così che il Maestro di musica Felice Faio-la, nel gennaio del 1942, dopo neanche unmese dalla battaglia di Pearl Harbor, si trovòin pieno oceano Pacifico, imbarcato su unanave da carico statunitense diretta a Manila,nelle Filippine, con un carico di camion e mo-tori per aerei (Army Air Force). Il cargo, scar-

ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 10 N. 53 - MARZO/APRILE 2012

Grande fermento a San Felice Cir-ceo in preparazione delle prossimeelezioni amministrative program-

mate per il 6 e il 7 maggio prossimi.A oggi sono tre le liste che si propongono,ciascuna con il proprio candidato a Primo cit-tadino. Personalmente credo che la sceltadei votanti si indirizzerà quasi esclusivamen-te su Giuseppe Schiboni o su Gianni Pe-trucci.Prima di analizzare la situazione locale, vor-rei fare alcune riflessioni di carattere genera-le, prendendo spunto dall’incontro organiz-zato dall’Associazione “Libertà e giustizia” aMilano il 12 marzo scorso e dal dibattito chevi si è svolto sul manifesto scritto da Gusta-vo Zagrebelsky, Presidente Emerito dellaConsulta, e sottoscritto da decine di migliaiadi persone, “Dipende da noi”.Il manifesto è un chiaro invito a un ritorno al-la politica, ma a quella vera, non corrotta easservita a interessi personali.Si avverte la necessità di una politica nuovasenza corruzione, scandali, privilegi, che neltempo hanno allontanato soprattutto i gio-vani, i quali, vissuti nel ventennio del berlu-sconismo hanno visto la crisi di valori e prin-cipi fondamentali come quelli della giustizia,della difesa del territorio e della legalità.Per questo non si può più stare a guardare,non si può più aspettare, non si può più os-servare passivamente quanto accade, non sipuò più delegare inconsapevolmente, non sipuò più subire, non si può più accettare ar-roganza e sopraffazione, non si può più at-tendere.Dipende da noi, dipende solo da noi, fare inmodo che la politica si riappropri di dignità erispetto.Il sistema politico e la sua classe dirigentehanno fallito, arretrando di fronte alle proprieresponsabilità. I nostri politici hanno dato econtinuano a dare uno spettacolo indegno diinefficienza e corruzione, “che ha reso la po-litica un’attività non solo non attrattiva ma ad-dirittura repulsiva”, relegando nell’indifferen-za e nell’apatia tutti i cittadini.I giovani, in particolare, depositari di grosseriserve potenziali di buoni sentimenti inquanto “puri” e non ancora coinvolti in be-ghe e intrighi di palazzo, dovrebbero trovare

PPoolliittiiccaaIl caso dellaMerkel e Sarkozydi A. Petti

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di ALESSANDRO CRESTI PPEERRSSOONNAAGGGGIIOO

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CENTRROO SSTTORICO

Felice Faiola

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Metanizzazionedel Centro storico di San Felice Circeo

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Felice Faiola

8 Aprile Auguri di Buona Pasqua

ai nostri lettori

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Personaggio

samente protetto, fu localizzato da un idrovo-lante- ricognitore decollato da una nave cor-sara giapponese, che dopo avergli intimatoinutilmente la resa, tornò nel pomeriggio e locentrò con quattro bombe, mentre Felice, al-la mitraglia, tentava invano di respingere il ve-livolo nemico. La nave nel giro di pochi minu-ti fu avvolta dalle fiamme e colò a picco. Tra inaufraghi feriti e ustionati, vi era anche Cetto. E’ forse questo, il momento tragico che segnòanche il resto della sua vita.Proviamo a riflettere su tale episodio, che vi-de un musicista poco più che ventenne, ca-tapultato in una guerra che al momento delsuo imbarco non era ancora stata dichiarata,imbracciare, invece che la sua amata tromba,un’insufficiente mitraglia, mentre intorno tuttoprendeva fuoco, e ritrovarsi poco dopo congravi ustioni a una spalla, su una scialuppa inaperto oceano, con la prospettiva di una lun-ghissima e durissima permanenza in acqua.Prima di essere tratto in salvo, infatti, vide mo-rire i suoi compagni di sventura, alcuni deiquali dilaniati dagli squali attirati dal sanguedelle loro ferite.La profonda angoscia scatenata da questadrammatica esperienza ha sradicato da sé Fe-lice, che in un ossessivo intercalare ha ripetu-to per il resto della sua vita: “Mitraglia, giap-ponesi, americani, bombe, chi è neutrale nonsi brucia…”. Le vicissitudini del soldato Faiola a seguitodell’incidente sono documentate da un rap-

porto scritto dall’Army Service Forces di Kan-sas City e indirizzato allo stesso Felice, che trail 1942 e il ’43 risulta ricoverato in una serie distrutture ospedaliere (Panama – Puerto Rico– Louisiana). In esso si attesta anche che il 2aprile del 1943, nello stato del Massachusetts,viene “congedato con onore per aver reso unservizio onesto e fedele al Paese”.Restò in America fino al termine del secondoconflitto mondiale, prima di tornare definitiva-mente in Italia, dove ripresero a occuparsi dilui i genitori. Il padre morì a San Felice nel1968, e la madre nel 1986, dopo essere sta-ta sua tutrice fino al 1984. In seguito, la tute-la di Cetto fu affidata alla nipote Carmen El-vira (figlia della sorella) e dal 1988 fu nomina-to tutore d’ufficio l’avvocato Corrado De An-gelis di Terracina, che ha ricoperto questa ve-ste fino ad oggi. Fin qui la ricostruzione della sua “odissea”,mentre per la parte di vita trascorsa al Circeoogni sanfeliciano potrà avvalersi di ricordi per-sonali. Per me, che ho abitato sempre nella piazzaprincipale del paese dove egli è vissuto, Cet-to è stata una presenza familiare. Infatti, i pri-mi ricordi del signor Felix, così ci aveva inse-gnato a rivolgerci a lui nostro padre, sono le-

gati alla mia infanzia e alle varie leggende chealeggiavano intorno alla sua figura. Certo, do-veva essere stata una persona molto impor-tante, pensavo io da bambino, quando papàin occasione di ogni viaggio spediva un’unicacartolina a San Felice Circeo per Mr Felix: “Sa-luti da Terzilio”. Riportare nell’indirizzo il solonome del destinatario e quello del suo paese:doveva proprio essere inoltrata a un’Autoritàper arrivare senza problemi, fantasticavo io,mentre mio padre per il sicuro recapito dellacartolina sapeva di poter contare nella com-plicità del buon Agostino Bacchi, storico e in-dimenticato postino di San Felice.Ricordo il suo particolare e misterioso rap-porto con il mare, dove in qualsiasi stagionesi concedeva interminabili nuotate; quasi di-mentico del suo dramma, libero ed elegantenelle sue ampie bracciate, si perdeva all’oriz-zonte in una emozionante simbiosi. Oppure lesue solitarie passeggiate nei boschi del pro-montorio; il suo ascoltare appartato e com-piaciuto, con il volto radioso, le esecuzionibandistiche; il suo aspetto sempre dignitosoed elegante nonostante la povertà degli abitimaldestramente indossati; la sua discreta,leggera, defilata presenza nel paese, dove havissuto sempre nel pieno rispetto per tutti etutto.Possiamo affermare con assoluta certezzache San Felice con la scomparsa di Cetto haperso un monito vivente per le nostre co-scienze; se fosse dipeso soltanto da lui, il Cir-ceo sarebbe ancora oggi il posto più bello delmondo con la sua natura incontaminata. Cetto non aveva più nessuno ma il suo ricor-do è un patrimonio di tutti, perché ci fa risco-prire comunità, ci fa ritrovare quella memoriacollettiva che, con piacevole sorpresa, dimo-stra quanto questo evocare la sua figura ci le-ghi, ci faccia commuovere (muovere insieme).In ultimo, per rendere a Felice un giusto ecompleto omaggio, bisogna riconoscere one-stamente che nella nostra percezione socia-le, egli è stato anche “Cett? ju matt?” e cheper la collettività ha rappresentato l’Altro, il Di-verso, il “non-me”. Con la sua presenza, il suo“esserci”, Cetto si è fatto “custode” della fol-lia, assumendola su di sé e liberandoci di ciòche, potenzialmente, abita dentro ognuno dinoi. Spesso, infatti, il matto risulta tale a cau-sa del comportamento folle di chi sembra og-gettivamente sano, ma è talmente ignorante(nel senso letterale, ossia “che ignora”) da ri-sultare davvero crudele e dannoso infierendosenza pietà con chi ha già un dolore da por-tare con sé: sovente, al dolore della malattiasi può aggiungere la beffa, e allora il “matto”si ritrova a soffrire anche per un male fatto diocchiate, smorfie, parole, di gesti come “toc-co e ritocco” che feriscono più della spada…Scusaci per questo, “Cetto”!

di Gabriele Lanzuisi

Un musicista, un viaggiatore, un uomo libero: Cetto

Come amici più sinceri ha scelto il mare e il bosco del promontorio

segue da pag. 1

Felix nasce a New York, il 6 mar-zo del 1921“

congedato con onore per aver re-so un servizio onesto e fedele al

Paese“ “

Cetto non aveva più nessuno mail suo ricordo è un patrimonio di

tutti“ “

Felice Faiola

Felice Faiola

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Politica

Allora ci siamo. Il 6 e il 7 maggio si vo-ta! Molti mesi fa, in una intervista ri-lasciata al Direttore di questo gior-

nale, avevo espresso l’auspicio di assiste-re alla nascita di una Lista Civica, libera dalcondizionamento – e mi riferisco all’acce-zione positiva della parola – dei Partiti Po-litici, una Lista Civica che avesse come de-nominatore comune la presenza di perso-ne unite da un solo obiettivo: quello di met-tere la parola fine a un periodo troppo lun-go e troppo buio della nostra vita politico-amministrativa, per dare vita a una nuovaera che mettesse fine alle ingiustizie fin quipatite dalla città e dalla sua gente e per ri-lanciare le attività economiche di tutto ilterritorio. Alla fine di quell’intervista, Ales-sandro Cresti mi chiedeva se non avessifatto un pensierino anche alla mia candi-datura a Sindaco ed io dissi che sarei sta-to bugiardo a rispondere di no; ma dissianche che, per vincere, in genere, ci vuo-le un grande gioco di squadra che si ot-tiene solo se uno è disponibile a fare il ca-pitano così come a stare in panchina.Che cosa è successo nel corso del tem-po lo sapete tutti: Gianni Petrucci haavanzato la sua candidatura, io ho avan-zato la mia e Giuseppe Schiboni la sua.Ero convinto di potermi giocare la partitacon il gruppo che mi sosteneva e, forse,avrei potuto anche vincere; ma non senzaun forte rischio e con il serio pericolo cheuna mia sconfitta comportasse anchequella del Presidente del CONI e, di con-seguenza, la vittoria di Schiboni.A questo punto, Petrucci ed io ci siamo in-contrati, abbiamo parlato a cuore aperto eabbiamo convenuto che dividere le forzesarebbe stata una manovra suicida; e sic-come siamo entrambi persone ragionevo-li e disponibili al dialogo, abbiamo trovatoun accordo che abbiamo riportato in unprogramma elettorale che impegnerà tuttii candidati al rispetto dei patti e alla rina-scita di San Felice Circeo e di Borgo Mon-tenero.Le cose che abbiamo condiviso senza dis-cutere sono state quelle legate a due con-cetti: la civicità della Lista e la crescita nel-la Legalità. Noi riteniamo che sia sacro-santo il fatto che ogni cittadino abbia lesue idee politiche (guai a chi non ne ha!) evoti per il Partito che gli sta a cuore, maabbiamo chiesto a tutti di riporre le proprieinsegne per consentirci di mettere insiemequello che ci unisce e non quello che ci di-vide, per metter in mostra non i nostri sim-boli ma le nostre facce. E questa imposta-zione deve aver convinto tutti perché leadesioni al nostro progetto sono venute daogni schieramento, anche con la benedi-zione dei responsabili nazionali. In contro-tendenza, troviamo solo il PdL che ha can-didato Schiboni con tanto di simbolo uffi-ciale, ma questa è una ulteriore confermadi quanto sia ampia la distanza che ci di-vide.

La domanda che mi sono sentito fare piùspesso è stata (ed è): “Ma perché una per-sona così impegnata, come il Presidentedel CONI, vuole fare il Sindaco di San Fe-lice Circeo? Cosa si nasconde dietro que-sto disegno?” Sinceramente, me lo sonochiesto anch’io e l’ho detto anche pubbli-

camente, anzi, l’ho chiesto direttamente aGianni Petrucci in un colloquio senzaesclusione di colpi. Quello che ci siamodetti non lo posso ripetere ma quello cheposso dirvi è che le sue argomentazioni mihanno convinto perché sono le stesse chesentite dire in giro da chiunque voglia be-ne a questa Città, alla sua Gente, al suoMare, alla sua Campagna, al suo CentroStorico, alla sua Storia, al suo Mito. E cioèche è giunto il momento di dare un taglioa un atteggiamento d’inerzia, di blocco to-tale della crescita, anzi di una regressionedi quella che è l’opinione comune di chiosserva il Circeo sia da dentro che da fuo-ri.Gianni Petrucci mi ha convinto perché è,innanzi tutto, una persona per bene; per-ché è stato ed è un manager di rilievo na-zionale (e Dio solo sa, quanto avremmo bi-sogno di una figura del genere nel Palaz-zo); perché è un uomo nato e cresciutonello Sport con tutto quello che, in termi-ni di lealtà e di contatto con i giovani, que-sto vuol dire; perché ama questo posto elo vuole riportare agli antichi splendori. Emi ha convinto anche per un particolarenon insignificante per chi segue le attivitàdell’Associazione “Il Centro Storico”: ap-pena l’ho conosciuto gli ho regalato il Li-bro Bianco sul Circeo e lui ne ha condivi-so i contenuti e le critiche. Sinceramente,non so quanti “politici” della nostra ammi-nistrazione lo abbiano letto. Il fatto, poi,che venga da Roma è ininfluente perchéGianni Petrucci è, piuttosto, un cittadinodel Mondo e da tutto il Mondo ci può por-tare influssi certamente di più ampio re-spiro rispetto a quelli che ci può offrire ilnostro avversario. Vorrei terminare con unappello a tutti i cittadini: andate a votare!Alla fine, comunque vadano le cose, sietesempre voi gli artefici del destino della vo-stra città.

di Egidio Calisi

Per vincere ci vuole un grande gioco di squadra

Perché sto con PetrucciElezioni Amministrative 6-7 maggio 2012

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CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 44Politica

Alle prossime elezioni amministrativevi sarà una novità, una lista alterna-tiva composta di persone, che per lo

più si affacciano per la prima volta al pa-norama politico di San Felice Circeo. Sitratta di una lista schierata politicamente“ a destra” che ha fatto una scelta corag-giosa in tempi in cui la politica avverte unallontanamento da parte del cittadino,stanco di false promesse e soprattutto de-luso dai comportamenti di quelle personeche per prime dovrebbero dare l’esempioe che invece denotano uno sfacciato inte-resse solo e unicamente personale. Alter-nativa Circeo “sfida” due avversari non dapoco: L’uscente amministrazione Ceraso-li che riproporrà il Dott. Schiboni e la listadel Dott. Petrucci “presidente del Coni”.Una sfida coraggiosissima viste le candi-dature e le possibilità economiche dei Dot-tori che già da tempo allietano gli elettoricon rinfreschi e manifestazioni di ogni ge-nere, come se il voto del cittadino fosse le-gato al consumo di un buffet o a una ma-nifestazione mondana. Noi di Alternativa Circeo non crediamo aqueste esternazioni, non abbiamo denaroda spendere inutilmente e sinceramente ri-teniamo offensivo lo sperpero, pensando al-le persone che faticano ad arrivare a finemese oltre al fatto che riteniamo tali atteg-giamenti un insulto all’intelligenza dell’elet-tore che non vogliamo assolutamente cre-dere si faccia abbindolare da queste cose. Di sicuro l’elettore si chiederà qual è la dif-ferenza tra noi e gli altri … la risposta è ca-tegorica: Abissale.Noi non amiamo suddividere i cittadini percategorie e famiglie, come da sempre si faa San Felice Circeo, per noi esiste solo edesclusivamente “il sanfeliciano” con i suoidiritti e con i suoi doveri, perché ciascunodi noi prima di reclamare diritti deveadempiere i propri doveri.Vorremmo ridare San Felice Circeo ai no-stri compaesani, vorremmo vederli di nuo-vo affermare orgogliosi “siamo di San Fe-lice Circeo!”. Troppe volte abbiamo senti-to persone e amici sconsolati dire: Io daqui voglio andare via, oppure: a San Feli-ce non c’è nulla, San Felice è una casa diriposo. Noi rispondiamo: ”Non è vero!”.San Felice è un paese meraviglioso dovesi respira aria di mare, che vedi affaccian-doti alla finestra, e si può ammirare lamontagna piena di verde. Ci si conoscetutti e ci si saluta stringendosi la mano. Il

fatto che il nostro territorio sia bi-strattato non ci deve far dimentica-re che il nostro paese è ricco di sto-ria e di paesaggi mozzafiato che at-tendono solo di essere valorizzati.Vorremmo rammentare ai nostri compae-sani di non entusiasmarsi per i nomi illu-stri, il nostro comune ne ha conosciuti al-tri in passato, tanto per citarne alcuni:Bocchi, Cresci, etc. etc. Ebbene quali so-no state le migliorie apportate da questiSignori? Sono davanti agli occhi di tutti!Bisogna cominciare a credere in noi stes-si e al nostro valore, se si vuole cambiare,bisogna puntare sulla qualità della perso-na, sull’onestà, sulla voglia di fare che haquella persona e non sulla sua visibilità osulla sua potenza economica.Abbiamo una grossa responsabilità versoi nostri figli. Dobbiamo lasciare loro il ri-cordo di genitori amorevoli e onesti oltreche combattivi nel difendere il loro futuro,un futuro nel quale quello che spetta di di-ritto non deve diventare il solito favoreelettorale, un futuro in cui si potrà trovarelavoro in paese senza necessariamenteandare “fuori”.Tutto è nelle nostre mani, se ci lasciamolusingare da false promesse o da favoripersonali il prezzo da pagare è quello cheoggi tutti vediamo… uno sfacelo dove nonesiste più il valore della famiglia, il rispet-to, l’educazione, l’amore.Siamo impegnati tutti a correre, chissà do-ve e chissà per cosa e spesso ci dimenti-chiamo dei gesti più semplici come quellodi un sorriso spontaneo. Alternativa Circeo non promette nulla senon che si rimboccherà le maniche e la-vorerà per tutti, senza avvantaggiare o fa-vorire nessuno.Siamo persone come voi: due braccia duegambe una testa e un cuore e facciamo po-che chiacchiere. Possiamo garantirvi solofatti: metanizzazione, sistemazione dellestrade, creazione di posti di lavoro, pulizia erivalorizzazione di San Felice.Con questo non vogliamo disprezzare intoto i nostri avversari politici, anzi, vi sononelle loro file, persone validissime, che, in-serite in quel contesto, speriamo ma nonci crediamo, possano pesare nelle deci-sioni della maggioranza.Alternativa Circeo è la vera possibilità dicambiamento, tra di noi non vi saranno ri-mescolamenti dei vari soliti volti noti, vi sa-ranno persone che non hanno mai messo

pie-de in amministrazioni passate, personeche hanno avuto il coraggio di andare con-trocorrente e di mettersi a disposizione ditutti i Sanfeliciani. Avremmo il piacere di parlare con tutti voi,di sentire le vostre proposte e le vostreidee perché abbiamo bisogno del vostroaiuto per crescere insieme e vedere rina-scere San felice Circeo, non abbiamo pre-tese oltre a quella di perseguire il bene delnostro paese. Per chiudere questa “lettera aperta” noi diAlternativa Circeo dichiariamo che sia ilcandidato a sindaco Emiliano Ciotti, sia glieventuali assessori e consiglieri, rinunce-ranno a stipendi e gettoni per darli a fami-glie bisognose sanfeliciane, quale atto di-mostrativo del nostro disinteresse econo-mico e dell’amore che abbiamo nei con-fronti di San Felice Circeo.

ddii SSeebbaassttiiaannoo GGaalllloonnee

“Lettera Aperta”

Ci saremo anche noi alle prossime elezioni amministrative!

Alternativa Circeo

Borgo Montenero

GGiooielllleriiaaLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO

Centro Storico - tel. 0773.548292

R I S T O R A N T E

Al Convento

di Lolita Capponi

Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico)

04017 San Felice Circeo (LT)Tel. 0773/546167 - 348.9185443

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Vi sono purtroppo casi in cui i medici,anziché curare i malati, li fanno am-malare ancora di più e, qualche vol-

ta, riescono perfino a ucciderli.Così come, a volte, medicine non appro-priate fanno più male che bene.

E’ il caso questodi due noti medi-ci europei, conspecializzazionedi “internisti”: laDr.ssa AngelaMerkel e il Dr. Ni-colas Sarkozy.I malati di cui sistanno occupan-do questi duemedici e che, co-

me conse-guenza delleloro cure, po-trebbero mori-re, sono nel-l’ordine: la Gre-cia, poi il Por-togallo poi l’Ir-landa, poi laSpagna e infine l’Italia (nonostante gli antidotiper ora solo immaginati dal prof. Monti, cuiperò moltissimo dobbiamo per tutto il restoche sta facendo per il nostro Paese).Partiamo dunque dalla Grecia, cioè dal pri-mo dei malati caduto “sotto i ferri”dellaDr.ssa Merkel e del Dr. Sarkozy.La somministrazione a questo Paese dellacura chiamata “Rigore fiscale” prevede, nel-l’intenzione dei due medici, un rientro da unfortissimo indebitamento (che, non tutti losanno, deriva dalle enormi spese fatte dal-la Grecia per armamenti, durante la dittatu-ra militare degli anni 70). Cura che però haprodotto una caduta dei prezzi, della do-

manda, dei profitti, degli investimenti equindi un considerevole aumento della dis-occupazione, nonché, come ultima conse-guenza drammatica per il futuro, una ridu-zione delle sue possibilità di crescita.Certo, tra noi e la Grecia la differenza di ca-pacità di sopportazione di questa micidia-le cura è ancora abbastanza grande dascongiurare, per ora, l’esplosione di ten-sioni sociali anche nel nostro Paese, ciò acausa dell’impoverimento progressivo diampi strati della popolazione e di una sor-ta di bancarotta sociale. Ricordo qui che la più grave crisi economi-ca mondiale registratasi prima di quella incorso, è stata quella del 1929, sviluppatasinegli Stati Uniti. Una crisi determinata dapolitiche liberiste identiche a quelle oggisomministrate ai malati dai due medici in

questione. Crisi che fu superata dagli USA– ricordo sempre – solo grazie alle politichekeynesiane di incremento della spesa pub-blica a sostegno della domanda e della cre-scita.Quali medicine alternative sono possibili, al-lora, per evitare gli errori di ieri e cercare al-tre soluzioni?C’è, innanzitutto, un circolo vizioso nell’at-tuale redistribuzione dei redditi. Nel sensoche le imprese tagliano i posti di lavoro per-ché non c’è abbastanza domanda finale,ma tagliare i posti di lavoro produce poi l’ef-fetto di ridurre i redditi da lavoro stesso, au-mentando le diseguaglianze e riducendo ladomanda finale.Occorrerebbe, per spezzare questo circolovizioso, un intervento redistributivo per farripartire la domanda di beni da parte della

popolazione. Ma come? Con tasse più ele-vate per il 10% dei cittadini più ricchi e conmeno tasse per il 75% della popolazionemeno ricco.Solo così la crescita avrebbe priorità ri-spetto alla sola riduzione del debito impo-staci dai due medici citati. Ovvero ristabi-lendo l’equità fiscale e utilizzando le tassecome leva redistributiva. A ciò unendo for-ti investimenti pubblici in formazione, infra-strutture e innovazione.Ma sapete perché tutto questo non può av-venire, anzi, viene impedito che avvengacon tutti i mezzi possibili da parte propriodei due leader di Germania e Francia (aldi-là dei sorrisi di circostanza davanti alle te-lecamere nei vertici europei)?Perché i due attuali leader di Germania e Fran-cia – che, certo, va bene sottolineato, sonoleader di due paesi seri e virtuosi - voglionomantenere a tutti i costi la loro “supremazia adue” in Europa, rispetto a tutti gli altri paesi UE,facendo dell’euro la loro bandiera. Nonostan-te ben 15 Paesi dei 17 che adottano l’euro vo-gliano affiancare alla riduzione del debito im-postagli nei vertici europei, anche politiche dicrescita finalizzate a crescere e quindi a “con-tare di più”.Detto ancora più chiaramente, Germania eFrancia non vogliono che qualcun altro ol-tre loro “conti” quanto contano loro. E “ope-rano” quindi (sono medici chirurghi in fon-do!) per mettere gli altri Paesi europei nellecondizioni di non poter uscire veramentedalle loro crisi.Il prof. Montisa benissimoche questo è ilvero puntochiave di tuttala vicenda eu-ropea e italia-

na.Che è purtroppo vicenda di sprechi, di nonpolitiche industriali o, piuttosto, proprio dinon politica: ciò che ha caratterizzato qua-si tutto il ventennio berlusconiano, incen-trato su un partito di maggiordomi e sull’e-sautoramento del Parlamento a fini di inte-resse personale (per i guai giudiziari del“premier”); ma anche sull’assenza di unavera, seria alternativa di opposizione.Riprendendo il filo del discorso, la sceltache ci salverà non è solo quella di sposareprima o poi, anche noi, una politica keyne-siana di investimenti e sviluppo, rispetto aquella monetarista del solo pareggio di bi-lancio impostaci e già intrapresa, la sceltaobbligata per l’Italia – e per gli altri Paesi eu-ropei con moneta euro e in difficoltà quan-to noi – è quella di tornare a contare quan-to Francia e Germania: comportandoci in-nanzitutto “bene” allo stesso modo di queiPaesi che non fanno il passo più lungo del-la loro gamba. E battendoci poi, tutti insie-me, per una vera unione politica dell’Euro-pa con un vero governo politico europeo,capace in quanto tale di competere alla pa-ri, sia con i vecchi (USA e Giappone), siacon i nuovi (Cina, India e Brasile) gigantieconomici del mondo. Da soli, infatti, si può solo rimanere in val-le, cioè in quella sorta di “Padania” che sa-rebbe l’Italia senza l’Europa. Questa nuova unione europea potrà libe-rarsi della vecchia unione (basata esclusi-vamente sull’unione monetaria) solo se sa-prà contrastare il riproporsi – cui assistiamo- di nazionalismi patriottici (ben più gravidelle stupidaggini che dice la Lega).Perché solo con politiche di investimento edi crescita che riavvicinino il suo Nord e ilsuo sud, l’Italia potrà tornare a contare inEuropa e nel mondo. Proprio come ha sa-puto fare la Germania, riavvicinando il suoOvest e il suo Est subito dopo la caduta delmuro di Berlino (1989). Come fece? Ma guarda! Programmando erealizzando grandi investimenti in infra-strutture, in formazione e innovazione. Cioècrescendo. �

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 55

Politica

ddii AAlleessssaannddrroo PPeettttii

Quando i medici uccidono il malato

Germania e Francia contro tutti

Il caso della d.ssa Merkel e del dr. Sarkozy

la crisi economica mondiale del1929 fu superata con l’incre-

mento della spesa pubblica“ “

i leader di Germania e Franciavogliono mantenere la loro su-

premazia a due in Europa“ “

ci vorrebbero tasse più elevateper i cittadini più ricchi e meno

tasse per la popolazione menoricca“ “

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Editoriale - Lettere

SAN FELICE CIRCEO - ELEZIONI AMMINISTRATIVECaro Direttore,da alcuni anni e, soprattutto, negli ultimimesi non si sente che un lamento continuoda parte dei sanfeliciani e cioè che le cosevanno malissimo e che non si può andarepiù avanti così. E’ ovvio che se la situazio-ne è quella che è, la colpa è della crisi maè altrettanto evidente che esistono ben pre-cise responsabilità a livello locale. Siccomea maggio ci saranno le elezioni ammini-strative, sarebbe logico attendersi unacondanna unanime nei confronti di chi, siain prima persona che attraverso altri, ci co-manda ormai da sedici anni. E, infatti, so-no sempre più crescenti e decise le voci didissenso nei confronti di chi ci comanda dasedici anni. Come diceva Manfredi? Fusseca fusse la vorta bbona?

(lettera firmata)

SAN FELICE CIRCEO - UNA “STORICA”COMMERCIANTE SI RINNOVAGentile Direttore,leggere nello scorso numero del vostro

giornale una bella lettera di stima nei con-fronti di un commerciante che va in pen-sione, mi ha suggerito di scriverle questepoche righe per evidenziare un altroaspetto della stessa medaglia che merite-rebbe, a mio modesto avviso, di esseresottolineato: per un onesto commercian-te che decide legittimamente di chiuderela sua attività in viale Tittoni, ve n’è un’al-tra (di fronte), che decide di rinnovarsi an-cora una volta. A rendere meritoria tale scelta, oltre al no-tevole coraggio necessario per investire inun settore come questo, in un difficile mo-mento per tutte le attività del paese di ogniordine e grado, è la tempra e l’entusiasmodi questa commerciante che sorprendepositivamente. La donna, della quale mi asterrò a rivela-re l’età per rispetto, è una “storica” com-merciante del Circeo che nello scorso feb-braio aveva chiuso il suo negozio di abbi-gliamento. Immagino, che in molti abbiamo pensatofosse una scelta definitiva, invece, nei pri-mi giorni di marzo si sono riaperte le por-te su una luminosa, elegante e rinnovataattività, arredata con gusto esotico-orien-tale e ad accogliere i clienti con gentilegarbo, sempre Lei, la “giovane” e indomi-

ta Jole. Auguri, dunque, complimenti vi-vissimi a questa Donna e alla sua grinta,che sia di esempio per tutti noi operatoridi San Felice.

(lettera firmata)

SABAUDIA - VOGLIA DI SICUREZZACaro Direttore,seguo sempre con interesse le cronachedi Sabaudia, ma devo dire che recente-mente sono rimasto colpito dall’aumentodei crimini: il cadavere affiorato nel lago (apochi mesi dall’omicidio di uno dei mem-bri del Coro Nuntiatae Cantores, avvenu-to poco tempo fa, il cui autore ancora nonè stato assicurato alla giustizia); il recentegravissimo attentato incendiario a una im-portante azienda ortofrutticola di Sabau-dia, che si aggiunge a molti altri del re-cente passato, che hanno coinvolto azien-de analoghe, ma anche attività commer-ciali, autoveicoli etc... E’ indispensabile che l’Amministrazionecomunale si impegni al massimo per ga-rantire la sicurezza nella città, altrimentiquella che un tempo era una ridente cit-tadina, nota per una natura bellissima, me-ta di turismo di alta qualità, rischia di es-sere etichettata come luogo da evitare.

(lettera firmata)

la forza e la coesione tra loro per modificarequesto sistema e riportare in auge la vera po-litica, frutto di passioni e competenze da svi-luppare in una sana democrazia, che si pren-da cura degli interessi generali nel rispetto digiuste regole e corretti principi.In quest’ottica è auspicabile che tutti i politi-ci, incapaci di affrontare gli attuali grossi pro-blemi nazionali e internazionali, nei quali ci sta-vano affossando sempre di più, tanto da in-caricare, tutti d’accordo (destra centro sini-stra), un governo tecnico di “fare cose sgra-devoli e non di distribuire caramelle”, è au-spicabile, dicevo, che tutti questi politici va-dano a casa e abbiano il buon gusto di spa-rire, sperando che un giorno riescano a ver-gognarsi per i disastri combinati a causa diuna gestione egoistica e prepotente della co-sa pubblica.Lo stesso vale per San Felice Circeo, ammi-nistrato per troppo tempo da una maggio-ranza che ha condiviso e adottato lo “stile” delberlusconismo, consentendo il diffondersidel clientelismo, dell’abusivismo, dei privilegi,ignorando i problemi che con il passare deltempo sono diventati enormi e difficili da ri-solvere.Tutto questo mi ha fatto sperare in una indi-gnazione dei sanfeliciani benpensanti, ma so-prattutto in una reazione e presa di coscien-za dei giovani sanfeliciani.Ho anche parlato con qualcuno di loro, manon li ho trovati ancora autonomi e preparati.Manifestano sì il loro disagio, si preoccupanoper il loro futuro, ma si affidano ancora unavolta ad altri per trovare una risposta ai loroproblemi.

Ci vuole più preparazione, più convinzione,più consapevolezza con la conseguenza diuna giusta spinta a cimentarsi in prima per-sona, prendendo in mano le redini della cosapubblica, dissociandosi definitivamente da unpassato fatto di amministrazioni, a voler es-sere benevoli, inefficienti.Già negli anni ottanta c’era stato un bell’e-sempio di giovani in grado di scrollarsi di dos-so il riferimento a personaggi più o meno no-ti, locali e non, e, con le sole loro energie, dimanifestare dissenso e critica nei confrontidegli amministratori locali di quei tempi.Era “Il Fortino”, che con il suo gruppo “fort-kloristico” riusciva a fare satira, nella qualeogni riferimento era “puramente fatto appo-sta” e metteva alla berlina i politici locali, sen-za esclusione di colpi.I giovani di allora sono stati in grado di assu-mersi la responsabilità di azioni clamorose,quali l’occupazione del cantiere che stava ab-battendo le mura ciclopiche, il recupero do-cumentale degli accessi al mare, la restitu-zione al patrimonio pubblico e alla comunitàdel sentiero che va da Torre Fico al Porto, l’i-stituzione di una biblioteca pubblica dalla qua-le poi è nata quella attuale, solo per citare de-

gli esempi di una capacità di portare avantidegli ideali, in cui credevano, con le loro esclu-sive forze.Ed è quello che in qualche modo anche l’As-sociazione Culturale “Il Centro Storico” hatentato di riprendere, rifacendosi alle espe-rienze positive del Fortino e adeguandole aitempi attuali, considerandosi la naturale pro-secuzione di quell’organizzazione.Allora, invito i giovani a rifarsi a questi esem-pi, a considerare questa campagna elettora-le una esperienza dalla quale prendere co-raggio e andare poi avanti uniti e autonomi, adapprofittare delle pagine di questo giornaleper esprimere idee e progetti, sempre nel ri-spetto della legalità e della difesa del territo-rio.In conclusione, ritengo che per l’attuale mag-gioranza il tempo sia finito e spero che la listadi Gianni Petrucci, in caso di vittoria, porti auna svolta epocale, anche se ho delle per-plessità su alcune persone che vi aderiscono.

L’aquilaL’ommini so’ le bestie più ambizziose,– disse l’Aquila all’Omo - e tu lo sai;ma vièttene per aria e poi vedraicome s’impiccolischeno le cose.

Le ville, li palazzi, e li castellida lassù sai che so’? So’ giocarelli.L’ommini stessi, o principi o scopini,da lassù sai che so’? Tanti puntini!

Da quel’artezza nun distingui micaer pezzo grosso che se dà importanza:puro un Sovrano, visto in lontananza,diventa ciuco come una formica.

Vedi quela gran folla aridunatadavanti a quer tribbuno che se sfiata?È un comizzio, lo so, ma da lontanoso’ quattro gatti intorno a un ciarlatano

(Trilussa)

segue dalla primaEditoriale di ALESSANDRO CRESTI

“Dipende da noi”Dissociarsi per riconciliarsi

MMaarrccoo VVuucchhiicchhLa politica - Due facce della stessa medaglia

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Un tempo si sarebbe osservato, con unapunta di malizioso sospetto, che atten-dere questo periodo pre-elettorale per

avviare un’opera pubblica, è un risvolto “inte-ressato”. Ma basta con la cultura del sospet-to, e prendiamo come una buona notizia quel-la che il centro storico di San Felice Circeo sirifà il trucco, sia pure in questi giorni di vigiliaelettorale. E’ un’opera pubblica, un’operabuona, all’apparenza neppure tanto costosa,né ingombrante: verrà applicata al ristretto mafondamentale circuito del centro storico il “pia-no del colore”. Sappiamo tutti che ciò signifi-ca ripristinare l’originale colore di tutte le fac-ciate dei palazzi, pubblici e privati, che com-pongono un nucleo urbano antico. Perché si sente questa necessità: risponderei,semplicemente, così: per amore del decoroverso il luogo simbolo del Circeo abitato; e perrispetto verso la dignità del vivere, dello stareinsieme non per indossare uno stesso abitocome gli scolaretti, ma per vivere lo stesso sti-le. Che, poi, è lo stile di vita sobrio ed effica-ce, modesto ma elegante che seguivano i no-stri avi, e che noi abbiamo dimenticato e tra-dito spesso, con il cattivo gusto, l’individuali-smo esasperato, la rincorsa verso le mode per-sonali, e le cafonaggini.Bene, riportiamo tutto nei binari di una civiltàpovera e semplice, che ci riapparirà sobria edelegante, uniforme e, soprattutto, spoglia di or-pelli, aggiunte, superfetazioni, degni di un “Pre-

mio Attila”. Ma non di solo colore si parla inquesta opera che il Comune si accinge ad at-tuare. Si parlerà, difatti, anche di rimozione del-le matasse di fili, di tubi, di cose infisse alle pa-reti da privati e da enti “pubblici”, come l’Enel,che massacrano quella dignità e quel decorodi cui si parlava. San Felice Circeo non è il pri-mo Comune che procede in questa saggia di-rezione. Hanno iniziato Terracina, Priverno,Gaeta e altri comuni minori, come Sperlonga. Eppure c’è un rammarico: perché non si è im-pedito che proprio nel centro storico si con-sumassero tante iniziative “individuali”, legitti-me e illegittime, che hanno innalzato muri, in-trodotto insegne, imposto “ornamenti” di va-rio genere, dannosi molto di più del tempo tra-scorso, quel tempo che ha cancellato gli anti-chi colori, le antiche tempere, la gentile ele-ganza della semplicità, e che ha affastellato, avolte, in un ambiente, distinto per la sua sem-plicità e “naturalezza”, con ingombranti og-getti, inferriate, pennacchi e “ammoderna-menti” che tutto sono meno che gradevoli?E’ un inizio di ben operare? Magari! E, tanto perdire, sarebbe un’opera da allargare all’interoterritorio, dove l’accozzaglia di colori, di stili, didisordinati affastellamenti di case ha tolto, for-se per sempre, al Circeo la leggera bellezza delpaesaggio. O da applicare col restauro e laconservazione rispettosa alle antiche costru-zioni di età romana che oggi sono abbando-nate a se stesse e che attendono di essere va-

lorizzate? Intendo la parola “valorizzare” nelsenso di restituire a quegli edifici il valore cheavevano e che hanno perduto per il trascorre-re del tempo, ma che ancora riempiono di or-goglio i libri e le guide del Circeo, come il se-misconosciuto e possente edificio che s’in-contra nella lecceta che ricopre il sentiero delPeretto, già ricordato da Tommaso Lanzuisinella sua preziosa opera “Il Circeo”.E ora vediamo in sintesi i lavori del Piano delcolore per il centro storico:– Progettista: il professor Paolo Portoghesi – Costo dell’opera: Euro 478.163,14 euro– Lavori: recupero e risanamento delle faccia-

te degli edifici del borgo medievale, dopouna ricerca storica sugli edifici presenti, l’in-dividuazione dei caratteri e dei colori origi-nari, persi col passare degli anni.

– Verranno eliminati anche fili elettrici e cavi esistemate le opere che nel tempo hannodanneggiato l’estetica dei fabbricati.

– La prima tranche di lavori riguarderà 35 edi-fici.

– I luoghi saranno: Corso Vittorio Emanuele ePiazza Vittorio Veneto.

Questo intervento segue e cerca di completa-re i precedenti: restauro del Palazzo Baronale,recupero di Vigna La Corte, pavimentazione diPiazza Vittorio Veneto e Corso Vittorio Ema-nuele, ristrutturazione dell’ex teatrino comu-nale, restauro della Torre dei Templari.

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Territorio - San Felice Circeo

di Pier Giacomo Sottoriva

Il piano del colore

Perché non si è impedito che nel centro storico si consumassero tante iniziative “individuali”?

Per una nuova dignità del Centro Storico

Che entusiasmo, che lavorio, che frenesia… eh sì!Dopo tanta attesa e suon di tamburi, fi-

nalmente sono cominciati i lavori in diverse viedel territorio di S. Felice Circeo.Che bello ascoltare la soddisfazione delle per-sone che vivono nelle zone interessate ai la-vori di acquedotto, luce, fognatura e ripristinodel manto stradale e che vedono così mate-rializzarsi dei sogni, risolte delle esigenze, ri-spettati i loro diritti. Siamo felici per loro. Manon possiamo tapparci le orecchie e nonascoltare le lamentele di chi sta aspettando daanni gli stessi lavori, gli stessi interventi e nonvede menzionata la propria via, neppure in uncontesto progettuale futuro. E’ normale chequesti ultimi si chiedano su quali parametri ein base a quali priorità, sono state scelte dal-l’Amministrazione le zone su cui intervenire …fortuna, amicizie, insistenze?La considerazione è che se i lavori fossero ini-ziati anni addietro (considerando l’attuale clas-se politica il proseguimento della precedente),a quest’ora di persone soddisfatte ce ne sa-rebbero molte di più e con loro, molte simpa-tie. A meno che … non si tratti di una tatticastrategica politica (il mio bracco ha un ottimo

fiuto): prenderebbero i voti di coloro che nonhanno ancora i lavori ultimati e terrebbero sulfuoco delle promesse gli ingenui dal turno sfi-gato. Chissà - Mah – Potrebbe ….Ma –va –là!Nel mio piccolo contesto lavorativo, ultima-mente ci si sofferma a riflettere e discutere sul-le varie compagini politiche dichiarate. La listaPetrucci è quella che desta più attenzione, an-che se pochi manifestano le loro preferenze. A me, come ad altri amici, piace parlare chia-ro, senza sotterfugi o dichiarazioni opportuni-stiche. Non condividiamo l’idea che un candi-dato Sindaco debba essere necessariamentedel posto, perché non ci sembra che i Sinda-ci nativi abbiano fatto molto per l’intero terri-torio e per l’intera comunità.Infatti, nonostante le promesse elettorali, Bor-go Montenero è ancora in attesa del comple-tamento della rete fognante, della potatura deipini e relativa raccolta delle pigne, della siste-mazione della scuola e relativa palestra, deicollegamenti bus, della sistemazione stradalee informativa, della pista ciclabile, della rac-colta differenziata collocata in altri punti so-prattutto nei pressi della scuola e, non mi fer-mo qui, … nonostante una petizione a tuttal’Amministrazione, siamo ancora in attesa del-

l’orario continuato al cimitero. Per quest’ulti-mo, è stata pubblicata la “notiziona” che pre-sto sarà ampliato. Non siamo arrivati a capireperò, (beata ingenuità), perché non l’hanno fat-to tempo prima, erano anni che i proprietari deiterreni circostanti aspettavano di essere con-vocati, l’Assessore competente avrebbe an-che evitato di togliere quelle due uniche, pic-cole e decorose aiuole che continuavano asalvarsi dalla continua devastazione dellapianta architettonica del Camposanto.E’ proprio vero, in base alle situazioni, a volteè più conveniente costruire per distruggere,che costruire per creare. Con questi prece-denti, perché non ci dovremmo aspettare cheda un Sindaco “persona esterna” ci possa es-sere più disponibilità ad ascoltare le personeche vivono e lavorano a San Felice Circeo, cheriesca a trovare il giusto equilibrio tra le richie-ste e la loro realizzazione, che dalla valorizza-zione del nostro patrimonio territoriale e cul-turale voglia lavorare per un rilancio sociale edeconomico? Nel caso di San Felice Circeo,sappiamo che non è la prima volta, ma per laprima volta lo schieramento non fa riferimen-to a un’unica corrente. Forse un Sindaco, concapacità di armonizzare gli animi validi e varidella propria squadra, che abbia buon intuitoa non affidarsi sempre alle stesse persone che“a mò di zecca” lo consigliano ma non lascia-no lo spazio agli altri e che voglia rappresen-tare tutto il popolo Sanfeliciano, è quello checi occorre … almeno lo speriamo! Una chicca: era da diverso tempo che BorgoMontenero voleva rappresentare il proprio dis-appunto sulla collocazione di questa fontana,costata più di 30.00,00 euro, e questa foto ame pervenuta ne rappresenta la sintesi. La rimandiamo all’Amministrazione. �

di Giuseppine Barbisan

Le elezioni amministrative sono vicinissime

… ma non a Borgo Montenero

Cantieri aperti sul territorio

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Politica - San Felice Circeo

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di Maurizio Paolini

Appuntamento a Maggio

Le iniziative di un consigliere d’opposizione

“Il vizio della memoria”

Cinque anni sono ormai passati e l’ammi-nistrazione Cerasoli volge al termine. Co-lui che era stato salutato come “il sin-

daco buono” conclude il proprio mandato conun rinvio a giudizio per la costruzione irregola-re di una darsena. Alle urne l’ardua sentenza:tra pochi giorni i cittadini di San Felice do-vranno, con il proprio voto, valutare l’operatodi chi li ha amministrati in quest’ultima legisla-tura. Il giudizio potrebbe essere esteso, più ingenerale, agli ultimi vent’anni. C’è allora biso-gno di ricordare, di riportare alla memoria ciòche troppo facilmente i bagliori delle promes-se preelettorali relegano nell’oblio. Alle scorse elezioni amministrative ha presoforma in una lista civica, “Un Comune per Ami-co”, un ambizioso progetto politico, che ave-va come obiettivo quello di riunire le forze sa-ne del paese, anche se eterogenee, in nomedella legalità e di un’ipotesi di sviluppo com-patibile con lo straordinario patrimonio storico-ambientale. A tirare un sasso nello stagnantepanorama politico locale, è stato l’impegno ela tenacia di Alessandro Cresti, presidente del-l’associazione “Il Centro Storico”. Di errori nesono stati commessi, forse dettati da una sa-na ingenuità e da un eccesso di fiducia versoil prossimo, ma senza quell’esperienza, sottonuove forme, chi oggi ripropone un percorsosimile, avrebbe quantomeno di fronte un’enci-clopedia dei pregiudizi molto più ricca di voci.Dalla lista “Un Comune per Amico”, sono sta-ti eletti cinque consiglieri d’opposizione, tra cuiil compianto Mario Vittorio Capponi, di cui ri-mane vivo il ricordo per la passione e la gene-rosità che animavano le sue battaglie politiche.Lucci, Imperato e Mazzoni in poco tempo so-no passati a rafforzare le fila della maggioran-za, prima avversata in campagna elettorale.L’unico a non aver cambiato casacca in corsod’opera, ad aver tenuto fede al mandato con-segnato dagli elettori è stato Giuseppe Bian-chi. Nel segno della coerenza, che va certa-mente omaggiata, nel rispetto della legalità, leiniziative intraprese da Bianchi, pur sedendonei banchi dell’opposizione, sono state nume-rose. Ecco di seguito alcuni punti che ne han-no caratterizzato l’impegno politico. Il richiamo al rigore nella gestione economicaè stato una costante, anche quando questo te-ma non era così di moda. Più volte il consi-gliere di “Un Comune per Amico”, in qualità dipresidente della Commissione Bilancio, hachiesto l’individuazione di criteri in grado di farrilevare eventuali responsabilità, da parte deicapisettore, nella creazione dei debiti fuori bi-lancio. La maggioranza, purtroppo, non ha mairitenuto di dover fornire risposte concrete inmerito. Addirittura chiedere il rispetto di una re-gola elementare, come timbrare il cartellino pertutti i dipendenti comunali, compresi i capi-settore, è stato impegnativo. Il caposettore aiLavori Pubblici, l’ingegner Landolfi, grazie a unordine di servizio dell’allora Sindaco Schiboni,carica a cui ambisce nuovamente per il PDL,poteva permettersi il lusso di lavorare in Co-mune senza passare per i tornelli. Pesa sullatesta di entrambi, l’aspirante Sindaco PDL e

l’ex dirigente di settore (non più dipendente co-munale perché dimissionario), un rinvio a giu-dizio per truffa allo Stato. Ironia della sorte, ladata dell’udienza è stata fissata il giorno dopola proclamazione del nuovo Primo Cittadino.“Metanizzazione un traguardo raggiunto” è iltitolo di un paragrafo del programma elettora-le presentato da Cerasoli. L’ennesima bugiaraccontata ai cittadini: il servizio di metaniz-zazione ancora oggi non copre ampie zone delterritorio comunale. Giuseppe Bianchi ha rice-vuto l’incarico relativo alle problematiche del-la mancata erogazione del servizio di meta-nizzazione. Il lavoro effettuato ha prodotto im-portanti risultati. Nel luglio del 2007, con unadelibera di Consiglio Comunale, con voto fa-vorevole unanime, veniva approvata la bozzadi atto aggiuntivo al contratto di concessionedel Pubblico Servizio di Distribuzione del Gas,con cui si concedevano in comodato gratuitoall’Italgas, per tutta la durata della concessio-ne, i tratti di rete realizzati a spese dello stes-so Comune di San Felice Circeo. Si tratta diuno sviluppo complessivo della rete di circa120 metri di condotta nel centro storico e 950in via Campo La Mola. Il consigliere di “Un Co-mune per Amico” è stato inoltre promotore efirmatario di una mozione con cui si chiedeval’impegno del Sindaco, della Giunta e dei re-sponsabili dei settori competenti affinché fos-sero predisposti tutti gli atti necessari all’al-laccio alla rete di distribuzione del metano pertutti i tratti di tubazione già realizzati dal nostroComune e non ancora resi fruibili all’utenza.Nella mozione si invitava l’Ente a studiare lapossibilità di sottoscrizione di una concessio-ne con Italgas S.p.A. per la presa in carico ela gestione delle tratte di tubazione per il tra-sporto del gas che verranno realizzate in futu-ro dal Comune di San Felice Circeo. La mo-zione è stata respinta con dodici voti contra-ri, quattro favorevoli e un astenuto. Visto l’esi-to di questa votazione è facile intuire che i pro-blemi su questo fronte non sono ancora risol-ti, tanto da spingere un gruppo di cittadini, conl’associazione “Il Centro Storico”, ad adire levie legali. La strada di collegamento tra via del Faro e ViaGino Rossi, esempio eclatante di cattiva ge-stione amministrativa, è un altro capitolo danon trascurare. Un dettagliato esposto allaProcura della Repubblica e al Comando Pro-vinciale dei Carabinieri denuncia l’omessa va-lutazione d’impatto ambientale e l’attuazione diuna procedura di esproprio di un’area, sotto-posta a vincoli, che già appartiene al Comune.Nonostante il progetto viario sia bloccato giàda tempo alla regione per documentazione ca-rente, il Comune avrebbe comunque appalta-to i lavori e pagato il progettista dell’opera(sempre l’ing. Landolfi). Questi pochi tratti, per quanto incompleti, ciforniscono un identikit di Giuseppe, e di qua-le natura sarà il suo impegno se verrà rielettoConsigliere Comunale. Governando San Feli-ce, vorremmo rompere un tabù e non solo di-re, ma soprattutto provare a fare qualcosa disinistra. In bocca al lupo!!! �

Editoriale Dipende da noi 1Personaggio Felice Faiola 2Politica Perché sto con Petrucci 3Politica Alternativa Circeo 4Politica Il caso della Merkel

e Sarkozy 5Lettere Lettere al Direttore 6Territorio Centro storico

Cantieri aperti 7Politica Il vizio della memoria 8Il fatto Dal naso della Maga 9

Fuga per la libertà 10Fusse ca fusse 11

Terrirorio Raccolta differenziata 12PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO 13-20Ambiente I nostri rifiuti urbani 21Territorio Le biciclette del Punjab 22Storia Un santo tagliapietre 23Territorio Io vorrei … 24La città Rassegna “Poeti

al Circeo” 25Libri Cosa sarà? 26Sport Volley - Canoa 27Yoga Sento tanto bisogno … 28Sport Il Calcio al Circeo 29Personaggio/Oroscopo 30Tempo libero Cucina – Cinema

Ora legale – Poesia 31

SSSSOOOOMMMMMMMMAAAARRRRIIIIOOOO

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Oggi è una bellissima giornata, dopo lapioggia della nottata, il cielo è sere-no e l’aria tersa. L’ascesa fino alla

vetta del Mons Circellum, organizzata dagliamici di Pangea, è stata un poco faticosaper me, ma il panorama valeva la pena.Chissà se anche Leonardo da Vinci, perscrivere il suo famoso progetto per la boni-fica è venuto anche lui quassù a studiare?Quante cose sarebbero cambiate se il suoprogetto fosse arrivato in porto, senza at-tendere tanti secoli.La pianura pontina si estende sotto i mieiocchi. Dopo i primi attimi in cui la soddi-sfazione di essere arrivato in vetta ha pre-valso su qualsiasi altra sensazione, lenta-mente comincio a cogliere i particolari. S’in-dividuano chiaramente i laghi, il bosco delParco, le strade di grande comunicazione,i canali, le serre. Ma su tutti prevalgono i nu-clei abitati, più o meno grandi, che pian pia-no stanno invadendo, a macchia d’olio, tut-to il territorio.Il destino della pianura era nella bonifica:l’agricoltura e con essa l’allevamento; madopo la seconda guerra mondiale con lascusa della ricostruzione, si volle anchecreare un polo industriale, senza una pro-grammazione complessiva, senza adegua-te infrastrutture, senza alcun tessuto pro-duttivo alle spalle, senza le basi; e così gra-zie ai contributi della Cassa del Mezzogior-no, molte imprese straniere hanno costrui-to qui le loro fabbriche farmaceutiche, chi-miche, etc. (spesso inquinanti), è nata unaCentrale Nucleare e solo per poco la pro-vincia non è stata inserita tra quelle a rischioSeveso. Un territorio prezioso è stato pro-gressivamente sottratto all’agricoltura. Og-gi che la quasi totalità delle industrie è chiu-sa, lasciando una tristissima eredità di la-voratori morti (il caso Goodyear avanti a tut-ti), di operai disoccupati, di terreni e corsid’acqua inquinati, è rimasto il cemento afarla da padrone.A San Felice, a Sabaudia e fino a dove ar-riva l’occhio, si vedono gru che lavorano,case che crescono, ma che di solito nonsono realizzate per i lavoratori, sono edificicostruiti da privati che hanno costi elevatie quindi sono destinati a rimanere vuoti,perché le giovani coppie hanno redditi bas-si, insufficienti ad acquistarle ma anche apagare i canoni di locazione, molto elevati,a causa della domanda turistica. Case chesono comunque realizzate senza pensarecontemporaneamente ad adeguare la reteidrica e fognaria, con servizi pubblici trop-po spesso insufficienti.Da anni la natalità è rallentata, quasi ferma.Ma allora, perché si seguita a costruire? Chiacquisterà queste case? E’opportuno crea-re queste cubature che sono destinate a ri-manere inutilizzate? La classe politica chegoverna questa provincia ha delle respon-sabilità.Mentre sono qui a pensare, sono rimastosolo, i miei compagni di ascesa hanno pre-

so la via del ritorno. Mi è venuto in mente ilPiano del Parco del Circeo, presentatoqualche mese fa dal Presidente Benedetto,che contiene al suo interno un forte mes-saggio per indicare il futuro di questa zona,identificando le filiere di attività economichesostenibili con i valori del Parco: un’agri-coltura biologica e il turismo (in tutte le sueforme e tipologie: culturale, sportivo, sco-lastico, per la terza età, per disabili, etc.),nonché le strategie di marketing per soste-nere queste scelte (elaborate dalla LUISS).Nel complesso queste indicazioni appaio-no valide non solo per l’area del Parco, maanche per tutta la pianura pontina e la no-stra provincia. Ma non basta, una provinciagiovane non può accontentarsi solo di que-ste indicazioni deve guardare verso il futu-ro, deve avere la possibilità di porsi conmaggiore dinamicità sul mercato. Mi è ve-nuta in mente l’Agenda digitale europea, unprogetto di grande respiro che il Governoattuale ha inserito nel recentissimo decre-to legge 5/2012 e che prevede in particola-re:a) Eliminazione del divario digitale, molti cit-

tadini difettano delle nozioni di base perusufruire dei benefici del web.

b) Potenziamento della “banda larga”, mol-te località soffrono ancora di un deficit in-frastrutturale’;

c) Puntare sulle “Smart Communities”: spa-zi urbani entro i quali le comunità resi-denti (la community) possono incontrar-si, scambiare opinioni, realizzare ricerchee progetti utili alle pubbliche ammini-strazioni, avvalendosi di tecnologie all’a-vanguardia;

d) Agevolare l’open data – letteralmente“dati aperti” – nuovo approccio alla ge-stione dei dati e delle informazioni inpossesso delle istituzioni pubbliche, in-

teramente gestito attraverso le tecnolo-gie telematiche. Con l’open data tutte leinformazioni delle istituzioni pubblichevengono “liberate” e diventano accessi-bili e interscambiabili online. L’adozionedel formato open è un’opportunità im-portante anzitutto per le amministrazio-ni, che superano così gli schemi rigidi eburocratici di accesso ai dati e di ge-stione delle risorse informative;

e) Il Cloud Computing, una delle novità piùimportanti dell’evoluzione tecnologica.Nel caso delle pubbliche amministrazio-ni, con cloud s’intende la possibilità diunire e condividere informazioni prove-nienti da istituzioni diverse. Questo pro-cesso permette la maggiore interopera-bilità dei dati, con vantaggi evidenti perla rapidità e la completezza dei processiamministrativi:

f) Infine ultimo, ma non per questo menoimportante, è il principio del governo di-gitale, o e-government. Con l’Agenda di-gitale si creano nuovi incentivi per l’utiliz-zo delle tecnologie digitali nei processiamministrativi per fornire servizi ai citta-dini. Ne potranno beneficiare l’efficienza,la trasparenza e l’efficacia. Nella nostraprovincia esistono già molte ditte d’infor-matica, che operano anche a livello in-ternazionale, basterebbe farci un pensie-ro e sostenerle un poco.

Ecco, gli amici sono tornati indietro a chia-marmi, devo lasciare queste riflessioni.Concludo: è importante che a livello pro-vinciale siano fatte scelte di grande respiroper realizzare economie esterne alle impre-se, ai commercianti e fornire strumenti aicittadini, ai giovani per comunicare e cre-scere insieme. Se saremo uniti ce la faremo.

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 99

Il fatto - Sabaudia

di Aristippo

Dal naso della Maga

Lago di Paola dal Promontorio

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Carissimi amici, forse ho una buona no-tizia per voi: quello che state leggen-do è l’ultimo articolo del vostro Ed-

mond Dantès. Da molto tempo, ora possodirvelo, sono confinato in una delle prigionipiù indegne del genere umano – il famige-rato castello d’If – vittima delle macchina-zioni di un gruppo di persone che credevoessere miei amici ma che, invece, si sonorivelati solo dei volgari traditori. Dopo tantianni di isolamento, ero riuscito a entrare incontatto con un altro prigioniero, un vecchiopazzoide, l’abate Faria, il quale mi ha inse-gnato una quantità di cose e mi ha tenutoal corrente di quello che succede al di fuo-ri di queste impenetrabili mura. Non so co-me facesse, ma riusciva ad avere informa-zioni sicure dal mondo civile e anche alcu-ni giornali da cui ho tratto tanti spunti perscrivere quelle noiose note di satira intornoalla vita quotidiana di San Felice Circeo; ilricordo di tanti film visti nella mia vita di uo-mo libero e un gabbiano viaggiatore adde-strato da Faria hanno fatto il resto. Ricordoancora il primo articolo che ho scritto; si in-titolava Lo zio d’America e parlava del fan-tasmagorico bilancio di previsione del no-stro Comune.Ma ora è giusto che vi spieghi per qualemotivo non scriverò più. Innanzi tutto l’a-bate Faria, purtroppo, stamattina all’alba, èpassato a miglior vita e, di conseguenza,non potrei più avere il materiale indispen-sabile per il mio “lavoro”. Inoltre, il pove-ruomo durante i suoi ultimi giorni di vita, miha convinto a fare una cosa pazzesca e cioèa fuggire da questa fortezza posta in mez-zo al mare e dalla quale nessuno è mai ri-uscito a evadere. Io non ho più niente daperdere e credo che seguirò il piano da luiideato, che consiste nel prendere il suo po-sto nel sacco destinato ai prigionieri mortiche verrà poi gettato nel mare che bian-cheggia sulle taglienti scogliere di If. Sonoconvinto che verrò scoperto dai miei aguz-zini, oppure che mi sfracellerò sulle rocce,oppure ancora che morirò affogato o divo-rato da qualche squalo; ma non mi impor-ta: ci proverò lo stesso. Certo, mi sono chie-sto, ammesso che riuscissi nell’impresa, setornare alla libertà non potrebbe darmi più

problemi che gioie. Non so come può es-sersi trasformata la mia città, non so se tro-verò ancora i miei vecchi amici, non so seavrò il coraggio di andare a cercare il mioamore di un tempo… Potrebbe essere tut-ta una delusione terribile… Vi ricordatequello stupendo film, Le ali della libertà, incui un ergastolano ormai vecchio, viene gra-ziato e dopo pochi giorni di libertà non tro-va altra soluzione che il suicidio alla sua an-goscia di uomo solo? Mi rendo conto chepotrei fare la stessa fine, ma correrò anchequesto rischio. Voi, cari amici, vi chiedere-te: “Ma perché andare incontro a tanti pe-ricoli?... Forza, Dantés, ormai ti conoscia-mo, diccela tutta…” Beh, in effetti, qualchealtra cosetta c’è. Pensate che quel mattodell’abate Faria mi ha parlato di un favolo-so tesoro, accumulato nei secoli dai nobiliSpada; e siccome lui era stato l’ammini-stratore dei beni della famiglia, conoscevail posto dove quella incommensurabile for-tuna era custodita: l’isola disabitata diMontecristo. Sinceramente, non so se cre-derci anche perché si tratterebbe di una for-tuna tale da risolvere in un sol colpo tutti iproblemi della Banca Centrale Europea. MaFaria ha insistito e, per convincermi, mi hadonato una mappa dettagliata del luogo.

Però, io ho un’altra cosa da fare, molto piùimportante, che non mi perderei per tuttol’oro del mondo, se dovessi riuscire a eva-dere: la trasformazione urbanistica del Cir-ceo promessa dal candidato sindaco Schi-boni! Non ci sarà forza al mondo che mi ter-rà lontano dal tunnel di plexiglas che copri-rà tutto il viale Tittoni, dalle cascate d’acquache, novello Mar Rosso biblico, s’innalze-ranno automaticamente al passaggio deicittadini o alla teleferica che, accarezzandola secolare macchia mediterranea consen-tirà a una marea di turisti, accorsi da tuttoil mondo ad ammirare il porto raddoppiato,di andare a prendere il caffè alle Crocette oal Semaforo…Capirete: di fronte a tutto ciò,ma chissenefrega del tesoro di Montecri-sto!!! Come dite? Se queste promesse nondovessero essere mantenute? Se tornandoa casa trovassi la mia città ancora più de-gradata di un tempo? Ma state scherzan-do? Pino Schiboni che non mantiene le pro-messe?! Non ci voglio nemmeno pensare.Ma ora, scusatemi, devo lasciarvi: mi devopreparare all’evasione… Ecco, mi sistemonel sacco… Sento già i passi delle guar-die… Affido il messaggio al gabbiano… Ad-dio, amici, addio. Il vostro Edmond Dantèsprova a tornare libero. �

IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1100

Il fatto - San Felice Circeo

di E. Dantes

Fuga per la libertà

AAssssoocciiaazziioonnee CCuullttuurraallee ““IIll CCeennttrroo SSttoorriiccoo””Coloro che fossero interessati alle nostre iniziative

e vogliono iscriversi alla nostra Associazione,

possono telefonare al 332288..66111100337799,

inviare un fax al n. 0066..55119988 55221177o inviare una e-mail a: [email protected]

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IILL CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO DDII SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO PPAAGG.. 1111

Il fatto - San Felice Circeo

Quando avrete fra le mani questo nume-ro de “Il Centro Storico”, i dubbi e le an-gosce che in queste ore dilaniano i

gruppi dirigenti dei partiti e delle formazioniciviche di San Felice saranno ormai dissolti.“Che farà Ceccato?”, “Troveranno asilo i trefuggiaschi (e siamo stati buoni) che hannoabbandonato i banchi dell’opposizione perabbracciare un comodo posto di maggio-ranza appena eletti?”, “Domenico Buttari en-trerà nella Lega Nord o nel Partito Sardo d’A-zione?”. Domande epocali, come vedete. Maancora l’angoscia dominerà le notti di tanti,le cui sorti dipendono dall’esito elettorale: laschiera di professionisti di corte, di assunti incielo (o in comune) senza troppo merito, i frui-tori a titolo gratuito di beni pubblici, dovran-no penare ancora fino al sette di maggio, da-ta fatidica in cui finalmente i giochi sarannofatti e le urne avranno consacrato il vincitoredi queste elezioni. Dopo diciassette anni, orail turno dell’insonnia passa in altri letti: fino aieri, i detentori del potere dormivano sonni piùche tranquilli, ogni campagna elettorale erapoco più di una passeggiata, anzi, costituivaun’occasione per dedicarsi a pranzi e cene,ricevendo l’omaggio servile e le promesse divoto dei tanti che elemosinavano un appal-tuccio, un incarico, un’assunzione ancorchéprovvisoria. Tutti col cappello in mano intor-no alla tavola imbandita. Dove non era ne-cessario neanche ostentare buone maniere,giacché il fido elettorato garantiva a Schibo-ni e soci un risultato perennemente bulgaro.Ma tutto cade e tramonta, prima o poi. L’im-pero romano si dissolse sotto la spinta deinuovi popoli del nord, il regno dei Savoia fusconfitto dalla Storia e da un referendum. An-che Bettino Craxi dovette subire il lancio dimonetine e fare un biglietto di sola andata perHammamet. E pure qui, nel piccolo paese di San Felice,sembra che un ciclo si avvii a conclusione.Nulla di certo, per carità, ma insomma cisembra proprio che si sia giunti allo scontrofinale. Questo Petrucci zitto zitto quatto quat-to è riuscito nell’impresa che tanti avevanotentato senza successo: mettere insieme tut-ti, ma proprio tutti, quelli che non sopporta-vano più il giogo dell’eterna maggioranza diquesto paese. Anche qualcuno in più, vo-gliamo dire, che ha odorato il vento e haprontamente abbracciato il nuovo, sperandodi continuare come prima. Ci auguriamo chenon gli sia consentito.Cosa porterà davanti agli elettori la giuntauscente? Dobbiamo dire che l’elenco è sicu-ramente lungo e impressionante. Come dimenticare la darsena ancora sottosequestro al Lido, con conseguente proces-so penale? Una brutta storia, in cui l’ammi-nistrazione comunale, sicura della sua forzae con buone entrature in Regione e negli En-ti connessi, ha pensato di poter scavalcareleggi e norme, facendo credere ai richieden-ti che tutto è possibile per chi è potente. Leconseguenze di tanta presunzione sono sot-to gli occhi di tutti.E i beni regalati ai privati? Il porto, la cava, il

campetto di via dell’Acropoli, il cinema, l’a-rena Vittoria: tutto fatto con i nostri soldi, tut-to regalato. Pensavano fosse roba loro, chel’enorme quantità di voti di cui godevano liautorizzasse a fare omaggio dei beni dei cit-tadini ad amici e sodali.Ma ancora il finto restauro del Centro Stori-co, la torre dei Templari intonacata come unavilletta della costiera romagnola, i colori sta-biliti a vanvera, i decori del palazzo baronalecancellati da una mano di vernice gialla, lapavimentazione inventata di sana pianta, lemeridiane sfregiate per sempre. Milioni di eu-ro buttati dalla finestra, finiti nelle mani di pro-gettisti, appaltatori, subappaltatori e codazzivari. Ignoranza, supponenza, arroganza elet-ti a metodo di governo. Intanto, Torre Paolacontinua a crollare.Fino all’ultimo, ci hanno provato. In un con-siglio comunale convocato al limite della sca-denza (e della decenza), hanno tentato di ap-provare una lottizzazione al porto per co-struire negozi e quant’altro. Un centro com-merciale mascherato. Uno dei palazzi addi-rittura nasceva nell’acqua. Il progetto è sal-tato, anche perché era del tutto illegittimo.Ma poche settimane fa la maggioranzauscente (e speriamo non rientrante) avevapensato bene di concedere una bella varian-te di Piano Regolatore a Montenero. Terreniagricoli trasformati in edificabili per presuntecase popolari da costruire e vendere, cento-mila metri cubi di cemento per una coopera-tiva edilizia di Frosinone. Tutto questo in un paese che continua a sof-frire, con una economia stagnante che an-goscia sempre più commercianti e operato-ri, senza servizi e senza cura.Servirà un sindaco come Petrucci a cambia-re le cose? Certo, nessuno si aspetta grandimutamenti in poco tempo. Diceva Flajanoche la più grande rivoluzione in Italia sareb-be applicare le leggi: sarebbe già un bel pas-so avanti, se finalmente anche a San Feliceci fossero regole certe. Se un condono edili-zio non richiedesse anni per i cittadini e cin-que giorni per gli amministratori comunali, se

i dipendenti fossero scelti per concorso e nonperché segretari di partito in qualche comu-ne dei dintorni. Pensate come sarebbe belloandare al Palazzo sapendo che troveremo ri-sposte sicure: se quel che ci serve si può fa-re o meno, quanto tempo ci vorrà, che do-cumenti richiesti. E che questo valga per noicome per tutti gli altri. Senza eccezioni. Nean-che questo ci è stato concesso per dicias-sette anni. Riuscirà l’amministrazione Petrucci, in casodi vittoria, a restare unita e a cambiare le co-se? Gli converrà farlo, perché i cittadini sta-volta non sembrano disposti a tollerare erro-ri e scivoloni. Sono (siamo) stanchi di cattiveamministrazioni e di incapaci messi a co-mandare e in nome del cambiamento sono(siamo) disposti a tollerare una lista dal colo-re politico incerto, che gode persino di trop-pi sostegni.Petrucci non è esattamente il modello politi-co che può piacerci? Forse, ma per questavolta ci sia consentito affidarci alla saggezzacinese. Disse Confucio: “Non importa il co-lore del gatto, purché acchiappi il topo”.Miao. �

di Roderigo

Fusse ca fusse (la volta bona…)

“Come ti lottizzo il porto”

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VViiaa XXXXIIVV MMaaggggiioo,, 1188 -- SS.. FFeelliiccee CCiirrcceeootteell.. 00777733..554499001100 rriicceevvee ppeerr aappppuunnttaammeennttoo

Borgo Montenero

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I l contratto per la raccolta dei rifiuti so-lidi urbani di Sabaudia era stato firma-to nell’anno 2000, quando era in vigore

una normativa oramai superata; il valoreammontava originariamente a 1.159.445,74 annui oltre IVA e la scadenzaera prevista per il 31 aprile 2010. Nel frat-tempo è stato emanato il nuovo Codice del-l’ambiente (D.lg. 152/2006), che prevedeuna modifica radicale della normativa inmateria con uno stimolo rilevante verso laraccolta differenziata, infatti, nel corso de-gli anni, il concetto di rifiuto ha subito unaprogressiva evoluzione anche a motivodelle problematiche causate all’ambiente.Oggi prevale il concetto del riciclo e si pre-ferisce ridurre il conferimento dei rifiuti so-lidi urbani in discarica. L’Amministrazionecomunale ha quindi deciso, anche su sol-lecitazione dell’Ente Parco, della FEE e dialtri soggetti, di indire una nuova gara ba-sata sul sistema della raccolta differenzia-ta porta a porta, un obiettivo senza dubbioambizioso, per cui è stata ricercata la col-laborazione del Consorzio CONAI.La fase preparatoria del bando è purtroppoandata troppo per le lunghe, tanto che laGiunta con deliberazione n. 69/2010 è sta-ta costretta (in violazione del Codice deicontratti: D.lg. 163/2006), a prorogare ilcontratto precedente fino al 31 dicembre2010. Contestando questa procedura, ilGruppo del PD inviò un esposto. Il 16 di-cembre 2010, finalmente sulla G.U. europeaveniva pubblicato l’avviso di preinforma-zione per l’appalto, ma solamente il 16maggio 2011 è stato pubblicato il bando digara; a questo punto la ditta Formula Am-biente ha rifiutato di accettare un’ulterioreproroga, per cui il Sindaco, nelle more del-l’espletamento della gara, ha stabilito di af-fidare la gestione fino al 31 dicembre 2011

(prorogato poi fino al 29 febbraio 2012) al-la ditta Poseidon di Latina. Su tutte questeproroghe sono pervenute due note circo-stanziate e pesanti (2/8/2011 e 10/10/2011)da parte dell’Autorità di vigilanza sui con-tratti pubblici di lavori, servizi e forniture,che le ha ritenute in contrasto con la nor-mativa vigente, sollecitando la definizionedel nuovo contratto.I vantaggi del passaggio al sistema di rac-colta differenziata porta a porta sono ov-viamente innegabili in quanto questo siste-ma consentirà, oltre alla eliminazione deicassonetti (antigienici e antiestetici), di mi-gliorare considerevolmente la percentualedella raccolta differenziata, oggi ferma ameno del 20%, mentre il risultato atteso è(come per legge) almeno del 65%. A se-guito della determinazione n. 298/2012 ilcontratto con la ditta aggiudicataria: la San-galli & C s.r.l. (per un costo annuo di 2.345.719,39, IVA compresa) è stato sotto-scritto solamente il giorno 27 febbraio2012 cioè tre giorni prima dell’inizio dellanuova gestione, con tutte le conseguenzeimmaginabili, data la complessità del nuo-vo servizio e degli adempimenti necessari:passaggi del personale da una società al-l’altra, acquisizione dei mezzi necessari,etc.Dopo tutti i rinvii e ritardi, ci si sarebbe at-tesa una maggiore programmazione e or-ganizzazione, ma soprattutto una più ap-profondita analisi preventiva per conosce-re meglio le esigenze degli utenti; per trop-pi giorni moltissimi cittadini sono rimasti inattesa che venissero loro consegnati i con-tenitori e che venissero loro fornite notizieadeguate. Infatti, la carenza più grave a cuiabbiamo assistito è stata quella di un pia-no della comunicazione verso i cittadini, de-gno di questo nome; non è possibile avvia-

re un cambiamento così profondo nella ge-stione di un servizio pubblico importantis-simo come quello della raccolta dei rifiutisolidi urbani, facendo solo alcuni incontri,cui ha partecipato un numero di cittadininumeroso sì, ma assolutamente non rap-presentativo della collettività. Sarebbe sta-to necessario fare per tempo manifesti,spot televisivi, organizzare incontri con lecategorie sociali, con le associazioni, congli esercenti, nelle scuole. Sarebbe statoanche opportuno inviare, specialmente peri non residenti, una lettera per informare cia-scun iscritto al ruolo TARSU, allegandola al-la richiesta periodica di pagamento. In que-sto modo, proprio nella fase di avvio, anzi-ché facilitare l’accoglienza da parte dei cit-tadini del nuovo sistema, si è creata sul na-scere una forma di rigetto, causata appun-to dalla notevole disorganizzazione e disin-formazione che ha accompagnato l’evento.Il Sindaco ha puntato il dito contro perso-ne che avrebbero boicottato il nuovo siste-ma, accusando anche alcuni cittadini cheavrebbero rifiutato i nuovi contenitori, affer-mazioni gravi che non giustificano l’ineffi-cienza dell’Amministrazione. Comunquepenso ancora che se tutti gli attori: ammi-nistrazione comunale, ditta incaricata, cit-tadini, esercenti, turisti, etc. ci metterannola necessaria buona volontà, il servizio perquanto riguarda la raccolta porta a portapotrà andare a regime in breve tempo.Un punto debole del progetto resta co-munque quello della raccolta degli inerti(calcinacci etc.) degli ingombranti (lavatrici,materassi, frigoriferi, divani etc.) e dei rifiu-ti elettronici (detti RAAE), che purtroppo èstato anche il punto dolente del vecchio si-stema, sia per carenze di strutture adegua-te (il Comune non dispone di un centro diraccolta) che per maleducazione di alcune

persone, tanto che spessolungo le strade, nel parco, sul-le dune, etc., si sono createdelle discariche spontanee. Ilnuovo progetto prevede oltrealla raccolta a domicilio dimolti di questi rifiuti (previachiamata telefonica), una piat-taforma ecologica mobile cheè partita solo il 10 marzo, sen-za un’adeguata informazione eun Centro di raccolta della dit-ta, sito però a San Donato, inun punto molto decentrato ri-spetto al territorio comunale(sarebbe stato meglio collo-carlo nella zona industriale). Inogni caso, ritengo che il siste-ma della raccolta differenziataporta a porta sia la scelta giu-sta e che tutti debbano impe-gnarsi per la sua riuscita su-perando le difficoltà iniziali eaccelerando al massimo lamessa a regime del sistema.

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Territorio - Sabaudia

di Franco Brugnola

Sabaudia

Sarà fatta con il sistema “porta a porta”

Avvio della raccolta differenziata

Nuovo centro raccolta per la differenziata

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Parco

La V.A.S. è la Va-lutazione Am-bientale Strategi-

ca, alla quale, ai sensidi una Direttiva Comu-nitaria recepita nel no-stro ordinamento, de-vono essere sottopo-sti la gran parte di pia-ni e i programmi primadella loro adozione oapprovazione. Traquesti piani rientranocertamente anche iPiani dei Parchi, quin-di anche quello delParco Nazionale delCirceo.Al Circeo la VAS è di-ventata l’ennesimo“casus belli” tra EnteParco e Provincia diLatina: il primo sostie-ne che la VAS debbaessere fatta dalla Re-gione prima dell’ado-zione del Piano e quin-di prima della pubblicazione per le osser-vazioni, la Provincia invece ritiene chedebba essere l’Ente Parco a doverlo fareprima di approvarlo e quindi prima di man-darlo in Regione per l’adozione e la pub-blicazione. Ovviamente la questione, squi-sitamente tecnica con aspetti giuridicicomplessi e mai affrontati in sede nazio-nale, ha significativi risvolti politici. La Pro-vincia di Latina ha, infatti, impugnato ilPiano al TAR e, questioni di principio aparte, l’obiettivo è di annullare la deliberadel Consiglio Direttivo del Parco con cui siapprovava il Piano. In concreto questo si-gnifica che, essendo in scadenza l’attua-le Consiglio Direttivo (oltre che il Presi-dente), si prende ancora una volta tempoper non chiudere in uno strumento di pia-nificazione definito e certo, redatto nel-l’interesse di tutti sulla base di una pon-derosa documentazione scientifica, la ge-stione del territorio del Circeo. La questione di merito è noiosa e difficil-mente riassumibile in poche parole. Si puòcomunque dire che il problema nasce dalfatto che la legge sui parchi, essendo sta-ta scritta prima della normativa sulla VAS,usa due volte in due modi diversi il termi-ne “approva”. La prima è quando il Con-siglio Direttivo “approva” il Piano per poimandarlo agli Enti Locali per il parere e al-la Regione per l’adozione, la seconda èquando la Regione lo “approva” in via de-finitiva dopo averlo adottato e dopo averricevuto e riscontrato le osservazioni rice-vute e dopo l’intesa con l’Ente Parco econ gli Enti Locali per le aree di loro mag-giore competenza.Da qui il problema: la VAS dev’essere fat-ta prima dell’approvazione o adozione diun piano o programma, questo significa

che dev’essere fatta prima del-l’approvazione del Consiglio Di-rettivo o prima dell’adozione (epoi approvazione) della Regio-ne? Il Parco sostiene che l’ap-provazione del Consiglio Diretti-vo non è del Piano, ma della“predisposizione di Piano” (co-me dice la legge) e che comun-que si tratta di un’approvazioneinterna a un procedimento che non pro-duce effetti esterni. Infatti, il piano ricevepoi le osservazioni della Comunità del Par-co (che è sempre organo dell’Ente) e, so-lo dopo l’adozione in Regione e la pubbli-cazione, questo ha valenza esterna e, aquel punto tutti possono presentare os-servazioni.Questi aspetti che, ripetiamo, sono asso-lutamente noiosi, nascondono un ele-mento sostanziale. Il Piano di un ParcoNazionale, per come viene predisposto eimpostato, ha caratteristiche simili allaprocedura di VAS e analogie sostanzialisul piano metodologico delle valutazioni.Infatti, il Piano del Parco, essendo so-vraordinato a qualunque altro piano (tran-ne quello paesaggistico) costituisce l’ele-mento di riferimento ambientale degli in-terventi sul territorio, esattamente come laVAS per i progetti che andranno poi a con-cretizzare i piani o i programmi da essaanalizzati. Se dunque l’aspetto formaleobbliga anche i Piani dei Parchi alla pro-cedura di VAS, l’aspetto sostanziale por-ta a far ritenere che se il piano di un par-co è fatto bene la VAS aggiunge poco,serve semmai a verificare proprio che que-sto sia fatto bene. Ed è proprio da qui chesi sollevano le riflessioni più inquietantisulla scelta della Provincia di impugnare ilPiano.

La Provincia di Latina,così come gli altri En-ti locali, ha avuto am-pie possibilità di par-tecipare e contribuirealla redazione del Pia-no. Ha scelto inveceun altro atteggiamen-to, quello del control-lore. Ha agito comesoggetto esterno al-l’Ente, non comemembro interno di unpercorso collettivo.L’Ente, sin da subito (oquasi) bollato di estre-mismo ambientalista,è stato un avversariopolitico da combatte-re, e non come un in-terlocutore istituziona-le con cui confrontarsisul piano di merito.

Nella fase di redazionedel Piano gli Enti localiavrebbero dovuto sola-mente partecipare “alladefinizione dei criteri ri-guardanti la predisposi-zione del piano del par-co indicato dal consi-glio direttivo”; si è con-diviso che serviva qual-cosa di più, si è dunquechiesto di partecipareattivamente ai tavoli di

redazione del Piano. Quanto è avvenuto,documentabile anche dagli atti reperibilisul sito del Parco, è che mentre si ritarda-va la risposta alle linee generali si chiede-va di entrare nel dettaglio senza indire inecessari tavoli. E intanto il tempo passava. Dal giugno2009, data in cui è stato inviato agli EntiLocali il documento preliminare del Piano,al dicembre 2011, data in cui il Consigliolo ha approvato, innumerevoli sono stati isolleciti e le richieste, formali e informali,per una più fattiva collaborazione. Solo direcente, dopo l’approvazione del Piano, siè arrivati a scendere nel merito e nel det-taglio delle questioni, e diligentemente ilParco sta provvedendo a una serie d’inte-grazioni e modifiche. E qualcuno oggi lamenta il fatto di nonaver potuto partecipare perché la proce-dura VAS non sarebbe stata fatta in mo-do completo dall’Ente Parco….. verrebbeda rispondere alla Totò: “ma mi faccia ilpiacereeeee!!!”. La risposta è di merito.Per la risposta di metodo aspetteremo se-reni come sempre il pronunciamento del-la magistratura competente. �

* Presidente Ente Parco Nazionale del Circeo.

La Provincia vuole svolgere il ruolo di controllore

di Gaetano Benedetto *

Duro scontro tra il Parco e la Provincia di Latina

E ora dobbiamo bisticciare anche sulla VAS?

Parco del Circeo Sabaudia- i laghi costieri- il promontorio

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Parco

Vi mettereste volentieri a viaggiare suun aeroplano di una compagnia aereache non ha soldi per le manutenzio-

ni, che ha personale di bordo, piloti e mec-canici in numero ampiamente insufficiente,e magari durante una tempesta? Questa èl’attuale situazione dei parchi nazionali, chescontano i tagli alla spesa pubblica e unadebolezza delle loro politiche. Cause sonouna scarsa capacità di elaborazione dellaclasse dirigente e un “riflusso” delle politi-che ambientali a favore di interessi partico-lari del sistema politico e di quello econo-mico, dell’edilizia e di lobby forti a livelloelettorale come i cacciatori. Il Parco Nazionale del Circeo non sfugge aqueste logiche e anzi è uno di quelli messipeggio. Ma è necessario prima inquadrarel’attuale momento. Il primo elemento è unadifficile congiuntura che negli ultimi tre an-ni ha tolto ai parchi nazionali molti finanzia-menti. La logica dei tagli lineari ha ridotto ibilanci alle sole spese per il personale e ob-bligatorie. Solo l’impegno del Ministero del-l’Ambiente ha garantito che queste spesebasali fossero garantite. Per il 2012 c’è il ri-schio di un ulteriore taglio del 10% (che si-gnificherebbe non poter pagare le bollette).Tutto il resto non c’è più: educazione am-bientale, visite guidate, ricerca, progetti dipromozione delle attività sostenibili, mate-riali divulgativi. Non ci sono i soldi. E poi ilpersonale: in tre anni le dotazioni organichesono state ridotte del 30%. A questo pun-to diversi parchi stanno mettendo in mobi-lità i dipendenti (che con le nuove normepuò voler dire arrivare al licenziamento).Inoltre non è più concretamente possibileattivare nessuna consulenza che possasupportare l’attività delle strutture. Per laprima volta il personale dei parchi nei mesiscorsi è sceso in piazza per protestare.Il secondo elemento di crisi è rappresenta-to da una proposta di legge in corso di dis-cussione al Senato, inizialmente pensataper le sole aree protette marine e poi este-sa a diventare una vera e propria mini-ri-forma della legge 6 dicembre 1991 n. 394sulle aree protette. La proposta prevede dispostare la rappresentanza nei Consigli Di-rettivi sul livello locale piuttosto che, comeora, su un bilanciamento delle istanze localicon quelle nazionali del mondo scientifico,ambientalista e dei ministeri. Prevede inol-tre la scelta del Direttore a livello politico(scelta diretta da parte del Presidente), al difuori di logiche di professionalizzazione e intotale controtendenza con quello che suc-cede nelle altre amministrazioni. Un altro ècercare di rafforzare l’autofinanziamentodegli Enti, con entrate da prospezioni pe-trolifere, impianti di biomasse, centraliidroelettriche, attività di escavazione. Comescrive il Direttore del Parco Nazionale dellaMajella, Nicola Cimini, “appare non soloinopportuno collegare le entrate del parcoad attività che con i parchi e con le finalitàche perseguono risultano in contrasto, maanche controproducente, in quanto po-

trebbe rappresentare un incentivo a tali at-tività”. Sottoscrivo pienamente. Ben più se-rio, anche se più difficile, sarebbe stato cer-care di rafforzare la capacità degli enti digenerare entrate dalle proprie attività, comela gestione dei beni demaniali nei parchi oi servizi per i visitatori, come avviene neiparchi americani ed europei. Un altro pun-to è la gestione faunistica, aprendo ampispazi per attività di controllo che somiglia-no molto ad attività venatoria. Infine la nor-ma prevede un “riconoscimento” di Feder-parchi nelle sedi istituzionali, e non a casoin quanto Federparchi è uno dei maggiorisponsor “bipartisan”, con il Sen. D’Ali e ilSen. Orsi del centrodestra e i Sen. Ferran-te e Della Seta del centrosinistra, di questamodifica di legge. Insomma questa propo-sta piuttosto che intervenire in positivo suinodi problematici delle attuali gestioni (bu-rocratizzazione delle procedure, mancanza

di risorse e di personale, distrumenti normativi e operativiper la gestione, di coordina-mento centrale per i parchi na-zionali), preferisce forzare gliaspetti che garantiscono uncontrollo politico locale deiparchi. Una parte rilevante del-la realtà che gravita intorno al-le aree protette, composto dabuona parte delle associazioniambientaliste (WWF, LIPU, Ita-lia Nostra, FAI, e altre) e dei di-pendenti dei parchi (AIDAP -direttori, AIGAP-guardaparco,Associazione 394 e AIGAE-guide dei parchi), si oppone aquesto disegno. Si cerca inve-ce di lavorare per una visionemoderna delle aree protette,che dialoghi con le realtà loca-li attraverso forti processi dipartecipazione, ma che garan-tisca una gestione efficace eprofessionale delle attività de-gli organismi gestori, propriocon la logica della “performan-ce” e della “customer care” in-

trodotta dalla legge 15/09 e dal D.lgs.150/2010, la “Riforma Brunetta”.Infine veniamo al Parco Nazionale del Cir-ceo. La situazione è la più tragica di tutti iparchi nazionali, che spaziano dalle 123unità in servizio del Parco Nazionale d’A-bruzzo, Lazio e Molise, alle 11 previste (9con l’ulteriore taglio previsto entro il mesedi marzo 2012) del “nostro” parco, con so-lo 6 in servizio. E’ evidente per tutti che unente pubblico nazionale non può funziona-re con questi numeri. L’Ente dovrebbe ga-rantire, come tutti i cittadini sanno sulla pro-pria pelle, nulla osta per opere edilizie, per-messi per tagli di piante, pareri su condo-ni, in tempi brevi – che invece brevi non so-no e non possono essere con un unico tec-nico. Dovrebbe organizzare (e l’ha fatto fin-ché ha potuto con le pochissime risorsedisponibili) visite guidate, promozione delterritorio, gestione di musei e centri visita-tori, manutenzioni dei sentieri. Pianificare eregolamentare le attività sul territorio con ilPiano del Parco (che miracolosamente èstato predisposto ed è all’esame degli enticompetenti) che garantisca la certezza deldiritto per i cittadini. Gestire progetti di mo-nitoraggio e di ricerca, un fiore all’occhiel-lo della gestione del Parco. Svolgere attivi-tà di sorveglianza e repressione degli abu-si edilizi. E tutto ciò è sempre più difficile,ed è anche difficile con questi numeri sem-plicemente predisporre i bilanci, realizzarel’attività amministrativa, gestire il persona-le. Ci auguriamo che chi deve prendere ini-ziative in questo senso le prenda al più pre-sto, altrimenti l’agonia operativa che l’EnteParco sta vivendo presto lo porterà allachiusura. �

*Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo.

di Giuliano Tallone*

La crisi istituzionale dei parchi nazionali

Per il 2012 c’è il rischio di un ulteriore taglio del 10% sui finanziamenti

La pesante situazione del Parco Nazionale del Circeo

Porto canale del Lago di Paola

13 febbraio 2012. Neve sul Promontorio

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Parco

I l progetto “Biciclando per il Parco delCirceo”, presentato dall’Ente Parco evincitore del bando “Bike Sharing e Fon-

ti Rinnovabili” del Ministero dell’Ambiente edella Tutela del Territorio e del Mare, pre-vede la predisposizione di un servizio di bi-ke-sharing sperimentale nei comuni di Sa-baudia e San Felice Circeo. L’obiettivo prin-cipale è quello di sensibilizzare i cittadini delParco ai sistemi di mobilità sostenibile, qua-li, appunto, le biciclette a pedalata assisti-ta. Quello del bike-sharing è un servizio che, inun territorio come quello del Circeo, risultaparticolarmente adatto alla stagione estiva,quando i flussi di traffico veicolare verso ilmare sono particolarmente intensi e, diconseguenza, le zone costiere soffrono unacostante scarsità di parcheggio. L’utilizzo dibiciclette a pedalata assistita potrà esserequindi una valida alternativa all’automobile,con vantaggi in termini di rapidità, comodi-tà di spostamento e, naturalmente, riduzio-ne dell’inquinamento. Il progetto prevede la realizzazione di tre ci-cloposteggi coperti da pensiline munite dipannelli fotovoltaici: un’area sarà collocatapresso il porto di San Felice Circeo, una se-conda sarà situata a ridosso del Lago di Sa-baudia - in prossimità del centro urbano -e una terza sarà posta presso il Centro Vi-sitatori del Parco Nazionale del Circeo. Le pensiline saranno costituite da unastruttura modulare realizzata in legno, ca-pace di ospitare 10 biciclette a pedalata as-sistita con relativo sistema di aggancio/ri-carica e in grado di permettere una futurapossibile estensione dell’impianto. La scel-ta dei materiali e la completa reversibilitàdell’opera sono state pensate non solo percontenere i costi, ma soprattutto per inte-grarsi armoniosamente alle prerogative e alcontesto del Parco Nazionale, che va sem-pre tutelato con attenzione. Proprio perquesto motivo, infatti, sono state scelte col-locazioni che fossero ottimali per esposi-zione (le pensiline sono prevalentementeesposte a sud, con copertura inclinata esenza fonti di ombreggiamento) e che, al

contempo, fossero facilmente raggiungibilidagli utenti. L’energia prodotta dai pannelli fotovoltaicisarà inviata direttamente alla rete di distri-buzione elettrica pubblica, permettendocosì una migliore efficienza del sistema egarantendo la continuità del servizio grazie,appunto, allo scambio energetico sul posto.La colonnina cicloposteggio dispone quin-di del sistema di ricarica degli accumulato-ri della bicicletta a pedalata assistita, in mo-do che, quando la bicicletta è depositatapresso una stazione, il processo di ricaricainizi automaticamente. Le tre stazioni previste dal progetto si con-centrano in quelle porzioni di territorio delParco maggiormente frequentate e che,proprio in ragione dei grandi flussi turistici,necessitano di strumenti e opportunità ca-paci di alleggerire l’impatto dell’uomo suidelicatissimi ambienti tutelati dal Parco sen-za, tuttavia, negarne la possibilità di frui-zione, piuttosto favorendola, ma in manie-ra intelligente e attenta. L’area del porto di San Felice è un’area dal-la fortissima vocazione turistica: il transitocostante di persone, i flussi provenienti dalmare, l’immediata prossimità con gli stabi-limenti balneari, determinano un contestoall’interno del quale è possibile individuareuna consistente utenza potenziale del ser-vizio. Inoltre, l’immediata prossimità con ilparcheggio del porto potrà svolgere la fun-zione di nodo di scambio, ove sarà possi-bile per gli utenti lasciare la propria auto-mobile e, in seguito, prelevare le biciclettea pedalata assistita per muoversi libera-mente all’interno del territorio del Parco, perraggiungere agevolmente le località balneario il centro storico di San Felice Circeo.L’area di Sabaudia sarà invece allestitapresso il vano di un edificio di proprietà co-munale. Si tratterà quindi di un interventoleggero e totalmente reversibile, che nonprevede la realizzazione di strutture ex-no-vo, ma che sfrutta appieno degli spazi giàesistenti. La postazione di bike sharing co-sì allestita presenta differenti fattori positi-vi, quali l’immediata vicinanza con il centro

di Sabaudia, la prossimità del Lago e delMare, la contiguità con il Corso Principe diPiemonte, il più importante collegamentotra il centro abitato di Sabaudia e il litorale.Questi fattori, uniti alla vicinanza con unapostazione di parcheggio per camper, ren-dono l’area adatta alla creazione di un ve-ro e proprio nodo di scambio che potrebbeincentivare gli utenti a lasciare la propria au-tomobile e a utilizzare le biciclette per re-carsi al mare alleggerendo il congestionatotraffico estivo sulla duna.Infine, il Centro Visitatori del Parco costi-tuisce un luogo particolarmente indicatoper ospitare la terza postazione di bike sha-ring. Si tratta di un complesso che accogliemolteplici strutture legate alle attività delparco, sono, infatti, presenti il museo natu-ralistico, l’auditorium, un punto informazio-ni e ampi parcheggi. Da qui partono, inol-tre, percorsi e sentieri naturalistici. Essendo una struttura aperta al pubblico incui si concentrano molte delle attività delParco Nazionale, si registra un costanteflusso di persone potenzialmente interes-sate al servizio di bike-sharing. La presen-za di un cicloposteggio, oltre ad avere unaconcreta utilità (dal centro visitatori sareb-be possibile prelevare le biciclette permuoversi all’interno dei percorsi naturalisti-ci) rappresenterebbe un’occasione aggiun-tiva per sensibilizzare i cittadini sulle tema-tiche ambientali.Le modalità di prelievo e deposito della bi-cicletta si basano su un sistema di sbloc-caggio attivabile direttamente dall’utentegrazie a una tessera magnetica capace diconsentire il prelievo e il posteggio del pro-prio mezzo in assoluta autonomia, garan-tendo a chi vorrà fruire del servizio unagrandissima libertà. Ed è proprio questoche, una volta terminato, potrà offrire il ser-vizio di bike-sharing del Parco: muoversi li-beramente attraverso le sue bellezze sen-za inquinare, parcheggiando l’auto e tutte lesue costrizioni. �

*Ufficio Naturalistico dell’Ente Parco Nazionaledel Circeo.

di Daniele Guarneri*

Un progetto di mobilità sostenibile all’interno del Parco

Il progetto prevede tre cicloposteggi coperti da pensiline munite di pannelli fotovoltaici

Biciclando per il Parco del Circeo

Stazione bike sharing Centro visitatori Stazione bike sharing porto S.F.C. Stazione bike sharing Sabaudia

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Parco

M olto spesso, le cosenaturali che abitual-mente ci circondano

e che si formano spontanea-mente, senza il nostro aiuto o,peggio, contro il nostro vole-re, sono banalizzate se nondenigrate e, per questo, elimi-nate perché ritenute inutili o,addirittura, dannose.Una di queste è sicuramente ilcanneto, intendendo in questoscritto quel tipo di vegetazioneche, nelle aree di pianura colo-nizza velocemente le superficiumide e le sponde di fossi, cor-si d’acqua e laghi e che svol-ge, diversamente da quantomolti credono, un importantis-simo ruolo per il mantenimen-to della funzionalità ecologicadelle zone umide.Nella Pianura Pontina i can-neti sono rappresentati, es-senzialmente, dalle comunitàa Phragmites australis e, se-condariamente, da quelle aScirpus maritimus. Il primo èl’aspetto più diffuso grazie al-la notevole adattabilità dellaspecie dominante, Phragmi-tes australis appunto, notacomunemente come cannuc-cia di palude. Una pianta er-bacea perenne appartenentealla famiglia delle Poaceae (ograminacee), nativa dell’Eura-sia ma ormai diffusa in quasitutto il mondo. È una geofitarizomatosa (cioè ha le gemmein un rizoma sotterreneo) chepuò superare i 2 m di altezza. Ha foglie op-poste, lanceolate, glabre, guainanti il fusto,larghe 3 cm e lunghe alcuni dm. Germogliaa marzo e fiorisce in estate, con la forma-zione di una folta pannocchia di colore bru-no-violaceo all’apice del fusto.In passato, i germogli e la radice, che ha undiscreto contenuto di zucchero, venivanoconsumati sia crudi che cotti. I semi veni-vano macinati e usati come farina. L’arti-gianato tradizionale ricavava dalla piantagraticci (in greco phragma, da cui deriva ilnome scientifico), cesti, scope, impagliatu-re per sedie, fibre e combustibile; mentre lamedicina popolare associava diverse fun-zioni terapeutiche a questa pianta, nel trat-tamento della bronchite e d’intossicazionialimentari. Oggi, in erboristeria è utilizzatacome stimolante della sudorazione e comediuretico. Una disposizione del Ministerodella Salute del 2010 consente di inserire lesostanze e gli estratti vegetali di questapianta negli integratori alimentari.Come detto, la cannuccia di palude co-struisce densi canneti, detti fragmiteti, tol-lerando anche un moderato livello di salini-tà dell’acqua. Tali canneti sono un habitatestremamente importante per lo sviluppo e

il sostentamento di numerose specie vege-tali e, soprattutto, animali, rivestendo un’im-portante funzione come zona di transizionetra l’ambiente terrestre e quello acquatico.In quanto comunità vegetale, il cannetosvolge innanzitutto una funzione di produ-zione primaria, e quindi si colloca alla basedella catena alimentare, fornendo cibo a in-vertebrati, pesci e uccelli acquatici. E’ an-che un habitat idoneo alla deposizione del-le uova e allo svolgimento di una funzionedi nursery per il novellame di alcune specieittiche e anfibie, nonché alla nidificazione dinumerosi uccelli acquatici. Le parti som-merse delle piante costituiscono, inoltre, unsubstrato idoneo alla colonizzazione daparte di macro invertebrati, importanteanello della catena alimentare.Il canneto ha un ruolo importante anche per laprevenzione e riduzione dell’erosione dellesponde, grazie alla stabilizzazione dovuta alleradici e alla dissipazione dell’energia legata almoto ondoso, nei laghi, e alla corrente, nei fiu-mi. Può, infine, influenzare la qualità delle ac-que, svolgendo una naturale attività di depu-razione da alcuni inquinanti trasportati dalleacque di dilavamento dei terreni circostanti, at-traverso i processi biologici della cosiddetta fi-

todepurazione. Questa si basa, infatti, su mecca-nismi biologici di eliminazione del-le sostanze inquinanti che si attua-no a livello degli apparati radicalidelle piante acquatiche. Tali mec-canismi naturali sono riprodotti ar-tificialmente nei sistemi di fitode-purazione delle acque reflue do-mestiche, agricole e talvolta indu-striali. L’etimologia della parola (fi-to = pianta) potrebbe far ritenereche siano le piante gli attori princi-pali del processo depurativo, inrealtà le piante hanno il ruolo fon-damentale di creare un habitat ido-neo allo sviluppo di colonie batte-riche, vere protagoniste della de-purazione biologica.Le tecniche di fitodepurazione pos-sono essere molto differenti. Le piùutilizzate sono quelle con macrofite(piante superiori acquatiche) radicatee con flusso idrico sommerso. Que-ste risultano più efficienti in quanto ilsubstrato di crescita fornisce unamaggiore superficie per i microrgani-smi responsabili dei processi depu-rativi e, quindi, la risposta al tratta-mento è più rapida e la superficie ri-chiesta per l’impianto è minore. Inol-tre, il livello dell’acqua e l’accumulodei detriti vegetali sulla superficie del-l’impianto offrono una protezione ter-mica maggiore e il rischio dell’insor-genza di odori o dello sviluppo dellezanzare è molto limitato e, pertanto,l’area adibita all’impianto può essereutilizzata dal pubblico ed è possibileprevederne la dislocazione anche inprossimità di centri urbani.

La macrofita più utilizzata negli impianti ar-tificiali di fitodepurazione è proprio Phrag-mites australis, per la sua capacità di fun-gere da pompa di ossigeno; infatti, riesce atrasportare efficacemente l’ossigeno at-mosferico in profondità nel substrato, gra-zie ai suoi lunghi rizomi, creando microzo-ne ossidate che vengono colonizzate dabatteri attivi in presenza di ossigeno. Quanto detto dovrebbe aver dimostrato larilevante importanza ecologica e ambienta-le del canneto, che implica l’esigenza di ge-stirlo correttamente e diffonderlo, laddovenecessario e possibile. A questo fine mirail Progetto Life “Rewetland” attualmente invia di attuazione, il quale prevede sia la rea-lizzazione d’impianti sperimentali di fitode-purazione (constructed wetlands), di diffe-rente tipologia, che un complessivo Pro-gramma di riqualificazione ambientale del-l’Agro Pontino centrato sul miglioramentodella qualità delle acque attraverso l’uso disistemi naturali che, oltre a ridurre l’inqui-namento, consentano un recupero dellafunzionalità della rete ecologica, attual-mente molto ridotta. �

*Collaboratore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo

ddii RRiiccccaarrddoo CCooppiizz**

Una vegetazione che spesso viene eliminata perché ritenuta inutile

Il Progetto Life “Rewetland” per il riscatto di un ecosistema poco apprezzato

Elogio del canneto

Il canneto

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Parco

In un Paese come l’Italia che va spessoa fuoco, per svariati motivi, il problemadegli incendi boschivi risulta sempre di

attuale rilevanza.Con la Legge 353/2000 “Legge-quadro su-gli incendi boschivi” è stato finalmente de-finito cosa s’intende per incendio boschivoe cioè “…un fuoco con suscettività aespandersi su aree boscate, cespugliate oarborate, comprese eventuali strutture e in-frastrutture antropizzate poste all’internodelle predette aree, oppure su terreni colti-vati o incolti e pascoli limitrofi a dette aree”.Da quanto definito emerge la complessitàdi tali “eventi” che riguardano non solo areenaturali coperte da boschi, già di per sé si-stemi complessi seppur meno immediata-mente tangibili dall’opinione pubblica, maanche situazioni in cui gli aspetti antropicivengono a essere interessati più da vicino.La superficie forestale nazionale è pari a10.467.533 ha, corrispondente al 34.7%della superficie territoriale.1 In questo con-testo le aree naturali protette svolgono unruolo importante, poiché ospitano circa il50% delle foreste sensu latu e poiché per iloro fini istituzionali sono elette a custodi ditali ricchezza. Tale importanza viene sotto-lineata nella succitata normativa relativa agliincendi boschivi, che prevede uno specifi-co articolo in cui si riporta che per tali areeprotette di carattere nazionale devono es-sere predisposti appositi piani e, inoltre, chele attività di previsione e prevenzione de-vono essere attuate dagli Enti gestori non-ché le attività di lotta attiva devono orga-nizzarsi e svolgersi secondo le modalitàpreviste dalla normativa stessa.Per quanto riguarda il Parco Nazionale delCirceo, dalle indagini condotte a cura delDip.to di Biologia Vegetale dell’Universitàdegli Studi di Roma “La Sapienza”2prope-deuticamente all’elaborazione del Piano delParco, si evince che la maggior parte dellasuperficie è occupata da aree forestali e se-minaturali. Esse coprono circa il 58% delterritorio del Parco e in particolare, i boschirappresentano il 70% delle aree forestali eseminaturali occupando circa il 40% dellasuperficie complessiva dell’area protetta.Il Piano per la programmazione delle attivi-tà di previsione, prevenzione e lotta attivacontro gli incendi boschivi 2012-2016 per ilParco Nazionale del Circeo è stato redattodal Servizio Biodiversità e Reti Ecologichedell’Ente Parco, con la collaborazione delDott. Riccardo Copiz (Collaboratore del-l’Ente Parco) e del Coordinamento Territo-riale per l’Ambiente del CFS del Parco at-tualmente coordinato dal V.Q.A.F. Dott.Giuseppe Lopez, secondo lo schema indi-cato dal Ministero dell’Ambiente, della Tu-tela del Territorio e del Mare.Secondo tale schema, il Piano è stato sud-diviso in tre grossi argomenti quali la Previ-sione, la Prevenzione e la Lotta Attiva. Taleimpostazione consente di inquadrare laproblematica degli incendi boschivi nell’ot-tica che una conoscenza del territorio, sia

da un punto di vista dell’uso e copertura delsuolo, della vegetazione naturale e delle ti-pologie forestali, della morfologia del terri-torio nonché degli aspetti climatici, inte-grata da analisi qualitative e quantitative su-gli incendi pregressi, sulla distribuzione del-le infrastrutture e reti viarie nonché delle zo-ne di interfaccia urbano-foresta (quali gli in-sediamenti abitativi accorpati confinanti di-rettamente con il bosco e quelli costituiti dacase sparse frammiste a vegetazione bo-scata), possa permettere di impostare pre-visioni di aree di rischio e prioritarie in mo-do da poter gestire un’operatività nelle at-tività di vigilanza, di prevenzione e di lottaattiva al fine di evitare che gli eventi incen-diari, ancorché non realisticamente elimi-nabili, non comportino danni importanti perla salvaguardia del patrimonio boschivo enaturale nonché per l’incolumità pubblica,considerato il grado di antropizzazione del-l’area soprattutto relativamente alla stagio-ne estiva coincidente con il periodo di piùalto rischio di incendio.La stagione estiva 2011, in effetti, non è sta-ta una delle migliori poiché è andata a in-

terrompere un trend positivo di scarsa con-sistenza degli incendi che si era assestatoa partire dal 2006 e in particolare con ri-guardo alla superficie interessata. La cau-sa di tale interruzione è da attribuire a dueeventi di natura dolosa, ovverosia l’incendioal Promontorio del Circeo di agosto e l’in-cendio delle sponde del Lago di Monaci diottobre, che seppur affrontati secondo leprocedure stabilite dalla pianificazione an-tincendio hanno dovuto fare i conti conquegli aspetti naturali quali venti, morfolo-gia accidentata dell’area e periodo tardoestivo particolarmente siccitoso, che han-no remato contro gli sforzi delle unità ope-rative messe in campo e coordinate dalCFS, impedendo di limitare maggiormentei danni di tali scempi. La Natura, se non dis-turbata dai seguaci di Nerone, grazie allasua capacità di resistenza e resilienza la-scerà visibili queste sue ferite aperte per poicicatrizzarle, con i suoi tempi, attraverso ivari passaggi della serie dinamica di vege-tazione post-incendio, segno dell’evoluzio-ne di un ambiente abituato, comunque, aconfrontarsi con l’elemento fuoco. Comesempre questo si può realizzare se le forzein campo si confrontano ad armi pari, guaia noi a essere l’ago della bilancia …. �

* Servizio biodiversità e reti ecologiche del PNC

1 Dati estratti da “Inventario Nazionale delle Fo-reste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio INFC -Le Stime di Superficie”, 2005. Min. PoliticheAgricole e Forestali - CFS2 Blasi C., L. Filesi L. e F. Manes, s.d., 2000. - Re-lazioni tecnico-scientifiche di accompagnamen-to alla cartografia prodotta per il Parco Naziona-le del Circeo. Studi di Flora, Vegetazione, Fito-clima ed Ecologia del Paesaggio. -Dipartimentodi Biologia Vegetale, Università degli Studi di Ro-ma “La Sapienza”. Pp:1-147.

Unimog

di Ester Del Bove*

Redatto dal Servizio Biodiversità e Reti Ecologiche dell’Ente Parco

Carta da/per non bruciare

Il Piano Pluriennale A.I.B. del Parco Nazionale del Circeo 2012-2016

Frequenze annuali incendi e superficie totale coinvolta serie storica PNCirceo(grafico estratto dal Piano Pluriennale AIB del PNCirceo 2012-16)

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Parco

Èappena iniziata la fa-se operativa del pro-getto Samobis, volu-

to dalla Provincia e gesti-to da esperti della Facoltàdi Scienze Naturali dellaSapienza e dell’ARPA Lati-na, al quale l’Ente ParcoNazionale del Circeo hadato il patrocinio scientifi-co. Il progetto-pilota ha loscopo di studiare lo statodi salute del nostro mare edelle specie che lo abita-no, sfruttando le proprietàdi isotopi dell’azoto perscoprire quali sono e dovesono situate le principalifonti inquinanti. I primicampionamenti - che ri-guardano le acque per leindagini chimiche, prelievidi plancton, benthos e sedimenti per l’a-nalisi tassonomica e misure isotopiche, ilposizionamento di campionatori artificialiper la cattura di macroinvertebrati, mitili epesci - sono stati effettuati negli scorsigiorni proprio a largo di Capo Circeo e nelgiro di tre anni si prevede di riuscire a co-noscere i dati relativi al degrado della co-sta e del mare fino alla Riviera d’Ulisse. Lo studio, infatti, prevede la mappaturadell’ambiente per scoprire quanto e comesi è modificato negli ultimi trent’anni, ef-fettuando campionamenti e analisi chehanno lo scopo di verificare quali sono itratti più problematici e quali le cause del-l’inquinamento, cercando di risalire, pas-so passo, fino alla loro fonte. Parte inte-grante del progetto è anche il tentativo distimare in maniera precisa la salute dellereti trofiche che influenzano la perdita del-la biodiversità. Il progetto, che ha durata triennale, cer-cherà quindi di definire un metodo sinte-tico e standardizzato di monitoraggio deimari costieri e del territorio circostante, daapplicare sia ai siti di eccellenza come ilParco Nazionale del Circeo, sia ad areecritiche che necessitano interventi di re-cupero ambientale come l’area sensibiledel Golfo di Gaeta, affiancando alle tecni-che classiche di indagini chimiche-biolo-giche delle matrici fondamentali un nuovostrumento di monitoraggio delle acquemarine costiere basato su moderne tec-nologie di rilevamento degli isotopi e sul-l’analisi del territorio costiero a terra perl’individuazione delle vie di deflusso a ma-re degli inquinanti. Alla fine della raccolta e analisi dei dati siotterrà la realizzazione di una cartografiageostatistica delle zone studiate, la pro-duzione di un metodo pratico di controllodell’efficacia delle misure di protezioneambientale, la conoscenza dell’organizza-zione della biodiversità marina e della per-dita di specie nei mari costieri del basso

Lazio. Un altro aspetto rilevante delprogetto è quello della stimadella “robusteness” delle retitrofiche contro la perdita dellabiodiversità: il modo in cui so-no connesse le specie influen-za radicalmente la possibilitàdi perdita di biodiversità e laconoscenza dell’organizzazio-ne biologica (specie quella as-sociata alla prateria di Posido-nia) permetterà di determinarese c’è perdita di specie neipunti di maggiore aggregazio-ne e concentrazione di inqui-nanti organici. Uno studio di questo generepermetterà quindi di acquisirenuovi e importanti dati sullostato del mare antistante le co-ste del Parco, che tuttora vie-ne considerato come zona di

eccellenza, nonostante la forte pressioneantropica, proprio grazie alla naturalità re-sidua che conserva al suo interno e chepresenta numerosi elementi di valore. Leacque prospicienti il Promontorio del Cir-ceo sono controllate costantemente dal-l’ARPA Lazio mediante una rete di moni-toraggio ambientale finalizzata alla defini-zione dello stato di qualità delle acquemarine e alla salvaguardia della salutepubblica. I dati dell’ARPA, aggiornati al2009, evidenziano uno stato di qualità am-bientale generalmente “elevato”, con qual-che sporadico episodio di peggioramentodella qualità delle acque, soprattutto inprossimità della costa, a causa delle ac-que provenienti dal lago (queste valuta-zioni sono state fatte utilizzando l’indicetrofico TRIX, che tenta di restituire un va-lore numerico al problema dell’eutrofizza-zione delle acque, ovvero alla presenzasovrabbondante di componenti organi-che). Invece, una prima applicazione del-l’indice CARLIT (indice previsto dal D. Lgs152/06), che si basa sulle strutture dellecomunità macroalgali per ottenere una de-finizione dello stato ecologico degli am-bienti marini costieri rocciosi, ha eviden-ziato che lo stato ecologico delle acquemarino-costiere del promontorio del Cir-ceo si trovano in uno stato di conserva-zione migliore rispetto ad altre aree dellaprovincia di Latina studiate. Se questi dati dovessero essere confer-mati dal nuovo studio appena iniziato, siavrebbe un motivo in più per ritenere im-portante la creazione di un ampliamento amare del Parco Nazionale del Circeo, ov-vero di una zona di tutela capace di gestiree proteggere una delle ultime zone di ma-re prospicienti la costa laziale ad alta na-turalità. �

*Ufficio Naturalistico dell’Ente Parco Nazionaledel Circeo.

di Daniele Guarneri*

Un progetto col patrocinio scientifico del Parco

Un metodo di monitoraggio dei mari costieri e del territorio circostante il Parco

Il monitoraggio delle acque costiere

Il Presidente del Parco scrive

al Ministro Clini per l’ampliamento a mare del Parco

Nelle scorse settimane, all’inizio delmese di marzo, il Presidente dell’EnteParco Nazionale del Circeo, GaetanoBenedetto, ha scritto al Ministro del-l’Ambiente e della Tutela del Territorio edel Mare, Corrado Clini, per richiedere,come deliberato dal Consiglio Direttivodell’Ente lo scorso 22 dicembre 2011,un significativo ampliamento a mare delterritorio del Parco. Tale richiesta è con-divisa anche dagli Enti Locali e in parti-colare dal Comune di San Felice Circeo,che addirittura chiede di individuare unazona più ampia della già vasta area ma-rina proposta dal Parco. La zona indivi-duata per l’ampliamento coincide inbuona parte con la parte a mare dellaZona di Protezione Speciale europeache include anche tutto l’attuale Parconazionale, e anche alcuni altri Siti di Im-portanza Comunitaria che fronteggianola duna del Circeo, individuati per pro-teggere le aree di posidonia. Questoampliamento, che triplicherebbe l’attua-le superficie del Parco Nazionale, per-metterebbe anche negli intenti dell’Entedi riorganizzarne le strutture gestionalirendendole adeguate alla “mission” isti-tuzionale attuale. Senza questo inter-vento l’Ente Parco rischia concreta-mente di dover “chiudere” in tempi bre-vi per mancanza di mezzi e risorse ade-guate.

Fondali del Circeo

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Parco

L’Ente Parco Nazionale del Circeo ri-tiene che lo sviluppo della praticadella raccolta differenziata dei rifiuti

e la correlata azione di promozione ed edu-cazione ambientale siano un’importante ini-ziativa per la sostenibilità ambientale com-plessiva dell’area del Parco. Quest’idea sibasa sulla consapevolezza che la diminu-zione dei rifiuti alla fonte, il riuso dei mate-riali, la raccolta differenziata e il recuperosiano un aspetto della vita di tutti i giorniche deve necessariamente coinvolgere, avari livelli, tutti i cittadini e che richiede unanuova visione e un approccio culturale piùattento all’ambiente in cui si vive e alla suaqualità. A tale scopo, da diversi anni, l’Ente Parcosta portando avanti alcuni progetti pilota dieducazione e sensibilizzazione alla temati-ca specifica della raccolta differenziata edel riciclaggio dei rifiuti, dedicata in parti-colare alle scuole, capace di coinvolgere,seppur indirettamente, anche le famiglie de-gli alunni. Tra questi sicuramente il più in-teressante è il progetto didattico triennaleche si sta realizzando nelle scuole medie diLatina, dal titolo “Vivere in città come nelbosco: riciclando” condotto in collabora-zione con la Scuola Media Cena-Corradini,e con la scuola Giuseppe Giuliano, e con lasinergia delle aziende di recupero materieplastiche Mantovani e multimateriale DelPrete. Il premio finale, per le classi più vir-tuose nella raccolta differenziata a scuola ea casa, è costituito da una visita didatticaal Parco, dove vengono svolte attività discoperta e ludiche, capaci di aiutare i ra-gazzi a capire ancora meglio quali sono leimportanti analogie e le strette relazioni trala vita della comunità di un bosco e quellaumana. Durante la visita al bosco gli studenti han-no la possibilità di approfondire la cono-scenza dei fenomeni di circolazione dei ma-teriali vitali in natura, attraverso la decom-posizione delle sostanze morte cadute alsuolo, il riassorbimento di queste sostanzeda parte delle piante e la ricircolazione diesse attraverso le relazioni con tutti gli ani-mali e gli insetti che si cibano e scambianocibo attraverso le reti alimentari. Il risultatoè quello di una maggiore comprensione dicome le leggi della vita governano anche ildestino dei materiali che gli esseri umaniutilizzano tutti i giorni e la conseguente con-sapevolezza dell’importanza di comporta-menti corretti e in armonia con questi prin-cipi che governano la vita. Dopo la visita albosco, nel pomeriggio gli studenti vincitoridel progetto hanno visitato i centri di rici-claggio e smaltimento di rifiuti della provin-cia, scoprendo l’incredibile epilogo del ci-clo dei materiali. Sono venuti quindi a con-tatto con l’immensa quantità di oggetti cheogni giorno gettiamo, dei problemi che que-sto comportamento produce e, anche, del-le possibili intelligenti soluzioni che si pos-sono attuare. Sicuramente i ragazzi e le ra-gazze (e non solo) che stanno partecipan-

do a questo progetto triennale hanno capi-to la cosa più importante ovvero che l’uni-ca, durevole e seria soluzione al problemadei rifiuti è quella di produrne di meno. Dun-que la vera sfida lanciata da questi ragazziè quella dei comportamenti corretti e del-l’educazione civile. Visto l’importante successo del progetto,che ha trasformato ragazzi e ragazze dis-tratti e poco attenti ai problemi di un usocorretto dei materiali e alla raccolta diffe-renziata in sostenitori attenti ed entusiastidella raccolta differenziata, non solo ascuola, ma anche a casa (autonominatisi“guardiani del riciclaggio”), alcuni genitori,gli insegnanti e i responsabili del ServizioEducazione dall’Ente Parco, stanno por-tando avanti il progetto di realizzare un fil-mato didattico-divulgativo dedicato aglistessi insegnanti, ai genitori e al mondo de-gli amministratori. Il filmato sta documen-tando tutto il lavoro didattico evidenzian-done l’aspetto pedagogico e tutte le azionie trasformazioni attuate dai ragazzi per ren-dere vera ed efficace la raccolta differen-ziata dei rifiuti a scuola. Un esempio mo-dello che potrebbe divenire uno standardmetodologico didattico-educativo e opera-tivo per tutte le scuole e non solo.Altra importante iniziativa è quella della col-laborazione con Sabaudia sul nuovo siste-ma di raccolta differenziata che sta parten-do sul territorio del Comune. Tale collabo-razione avviene sulla base di un protocollod’intesa che è stato siglato due anni fa traEnte Parco e Comune di Sabaudia propriosul tema della raccolta differenziata e ora infase operativa. La strategia di comunica-zione, informazione ed educazione da at-

tuare immediatamente e per i prossimi an-ni si basa sui seguenti punti salienti:Attuazione di una serie di interventi nellescuole del territorio comunale indirizzati adalunni e insegnanti, al fine di dare indica-zioni pratiche su come differenziare e su co-me comprendere il valore della raccolta dif-ferenziata, in particolare in un’area protettanazionale, e l’importanza del contributo del-la scuola come modello di educazione ecomportamento per tutti i cittadini e comeveicolo verso le famiglie;La realizzazione di giornate-evento per lacittadinanza, di educazione e sensibilizza-zione sul tema della raccolta differenziata,che vedranno il coinvolgimento anche del-le associazioni locali;Produzione di materiale informativo e di-dattico sulla raccolta differenziata.La logica con cui si muove l’Ente Parco èquella di collaborare con il territorio e i suoiattori sociali, con tutte le persone che loabitano e ci vivono, al fine di sperimentareassieme modi e possibilità di cooperazioneper la gestione del territorio. Sicuramentequesto della raccolta differenziata è unaspetto cruciale della vita di un territorio eper questo è necessario uno sforzo da par-te di tutti al fine di adottare comportamen-ti diversi e più armoniosi con la vita della na-tura dei nostri luoghi e, anche, la collabo-razione con le Istituzioni al fine di risolveretutti insieme il problema dei rifiuti per affer-mare una migliore qualità della vita a fron-te di piccoli semplici gesti quotidiani. �

*Ufficio Comunicazione ed Educazione dell’En-te Parco Nazionale del Circeo

Da diversi anni il Parco sta portando avanti alcuni progetti pilota

Giovanni Netto*

Il Parco Nazionale del Circeo per la raccolta differenziata dei rifiuti

L’impegno del Parco nell’educazione all’uso corretto dei materiali

Scolaresca in visita al centro raccolta differenziata

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Parco

Anche quest’anno il Parco Nazionaledel Circeo in collaborazione con l’As-sociazione Cibele Onlus partecipa al

progetto Piccole Isole dell’ISPRA (IstitutoSuperiore per la Protezione e la RicercaAmbientale) con la stazione d’inanellamen-to dell’isola di Zannone. L’inanellamento con la marcatura indivi-duale degli uccelli è uno strumento impor-tantissimo nella ricerca scientifica e nellagestione dell’ambiente, efficace per otte-nere informazioni sulla vita dell’individuo.Questa tecnica è basata sull’apposizione,alla zampa degli uccelli, di un leggerissimoanello in metallo recante un numero che in-dividua il soggetto e il riferimento al qualesegnalare eventuali osservazioni di questouccello. I soggetti inanellati se ricatturati op-pure rinvenuti morti, ci permettono di sta-bilire la durata della vita, gli spostamenti ef-fettuati, la scelta di rotte migratorie e areedi sosta. Tutto questo è utile per studiare levariazioni nel tasso di crescita o nel cam-biamento del comportamento, e per piani disalvaguardia delle aree preferite da questiuccelli. I primi anelli a scopo scientifico furono po-sti ad alcuni storni in Danimarca nel 1889,da H.D. Mortesen il quale marcò questi ani-mali con anelli metallici recanti un numeroprogressivo e il proprio indirizzo postale im-presso, al fine di poter ricevere lettere di se-gnalazione. In Italia l’inanellamento a sco-po scientifico iniziò nel 1929 per opera delprof. Alessandro Ghigi, che realizzò una re-te di stazioni d’inanellamento coordinate alivello nazionale dall’Università di Bologna. Il monitoraggio degli uccelli viene eseguitotendendo apposite reti dette mist-net (re-ti-nebbia), dotate di un certo numero di sac-che utili a imprigionarli. Queste reti sonoprogettate appositamente, con maglie emateriali tali da non costituire alcun dannoal piumaggio degli animali.Le reti vengono controllate a brevi intervalliper lasciarvi il minor tempo possibile gliesemplari catturati. Sempre per evitare le-sioni, solo il personale esperto e gli ina-nellatori possono togliere gli uccelli dallereti. Una volta rimossi, gli uccelli vengonoposti individualmente in sacchetti di tes-suto morbido, all’interno dei quali si tran-quillizzano evitando così di farsi male finoal momento dell’inanellamento. Le misurebiometriche (becco, piume delle ali, tarsi)vengono fatte nel più breve tempo possi-bile maneggiando delicatamente gli ani-mali; alla fine delle misurazioni viene ap-posto l’anello codificato e il volatile imme-diatamente rilasciato. Le reti per la cattu-ra vengono solitamente aperte al mattinopresto e chiuse la sera, salvo pioggia.Questo progetto si propone il monitoraggiodelle popolazioni di migratori transahariani(cioè che si trovano a sud del deserto delSahara) attraverso il Mediterraneo, conparticolare attenzione al Mar Tirreno. È no-to che quest’area ha una funzione partico-lare nelle strategie usate dagli uccelli per

raggiungere l’Europa, dove si riproducono,perché la posizione della penisola italianache si allunga nel mediterraneo dividendo-lo in due parti, offre diverse modalità perl’attraversamento del mare e l’area pontinaè certamente una delle zone più interessantiper descrivere questo fenomeno.Nella primavera 2011 c’è stato un nuovo re-cord per la stazione d’inanellamento di Zan-none, con 25.424 animali catturati (9000 cir-ca più del 2010) di 86 specie diverse e ben1.663 uccelli catturati in una singola gior-nata, con una media giornaliera di circa 431animali, anche grazie all’ottimo andamentodei cosiddetti “migratori corti”, cioè quelliche svernano nell’area nord-africana e me-diterranea. Questo dato rappresenta il mag-gior numero di catture nel periodo di tuttoil Progetto Piccole Isole, testimoniando lastraordinaria importanza di Zannone. Neltriennio 2009 - 2011 sono stati inanellatiben 51.747 uccelli di 98 specie diverse. Il Beccafico con quasi 3500 individui ina-nellati ha vinto il primato delle catture 2011,il Pettirosso con 2800 individui si è ferma-to al secondo posto e terza la Sterpazzolacon 2730. Catturati con tecniche non trau-matiche, esaminati, marcati e immediata-mente liberati, gli uccelli continuano la loroesistenza, mentre i ricercatori possono se-guirne gli spostamenti e ricostruire la storiadella loro vita. Decenni or sono i canarini erano messi ingabbia e portati all’interno delle miniere dicarbone per segnalare la presenza di gasnocivi, adesso gli uccelli, attraverso i moni-toraggi eseguiti con la tecnica dell’inanella-mento, possono essere usati come impor-tanti indicatori di ambienti minacciati nei va-ri continenti. Potendosi spostare veloce-

mente ed essendo facilmente osservabili,gli uccelli sono stati tra i primi organismi arendere evidente ai ricercatori che il climasta cambiando molto rapidamente. L’arrivopiù recente dei migratori in primavera, l’an-ticipo nell’inizio della riproduzione e un au-mento nella frequenza di osservazione in-vernale di specie migratrici hanno rappre-sentato una prova evidente di un aumentogeneralizzato delle temperature in Europa.Gli uccelli migratori attraversano libera-mente le frontiere durante i loro lunghi volie quindi costituiscono un bene che appar-tiene all’intera comunità internazionale. Lacreazione di una rete integrata di stazionicoordinate e di centri nazionali d’inanella-mento è risultata indispensabile per gesti-re in maniera efficace questi studi in tuttaEuropa, coordinamenti dall’EURING, l’U-nione Europea per l’Inanellamento.Il campo d’inanellamento di Zannone, digrande rilevanza scientifica anche per l’im-portanza del ruolo che il Parco Nazionaledel Circeo riveste nella migrazione, è unadelle iniziative avviate con la gestione del-l’Ente Parco nel 2009 e, come molte altre,è messa a rischio dall’attuale contingenzafinanziaria, normativa e organizzativa. Nel2012 il campo sarà svolto in forma ridotta,per la durata di un solo mese, a causa del-la mancanza di finanziamenti da destinarealla sua organizzazione. Solo la passionedei partecipanti, che dovranno pagare unaquota superiore a quella degli anni scorsi,permetterà di non interrompere questa fon-damentale raccolta di dati scientifici. Ma fi-no a quando? �

*Naturalista, Polo Regionale di Monitoraggio dellaBiodiversità presso il Parco Nazionale del Circeo

di Elisa Lanzuisi*

Le Piccole Isole, un ponte sul Mediterraneo

Tecnica basata sull’apposizione, alla zampa degli uccelli, di un leggerissimo anello in metallo

Campo di inanellamento dell’avifauna a Zannone

Inanellamento

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Ambiente - San Felice Circeo

Quando produciamo uno scarto, questopuò seguire poi due strade. La più diret-ta è quella che dalla nostra pattumiera

domestica, passa per il secchione fuori di ca-sa e da qui arriva alla discarica, dove i rifiutistanziano. Questi rifiuti non vengono smaltiti eprima o poi ce li ritroveremo. Un po’ come aNapoli: accumula, accumula, accumula, alla fi-ne la montagna di monnezza ti arriva alla por-ta di casa, solo perché fino al cielo non può ar-rivare! L’altro percorso che lo scarto può se-guire è quello del riciclo. Separando i rifiuti pos-siamo con l’organico (ovvero gli scarti alimen-tari) fare del concime biologico, mentre carta,vetro e plastica, gettandoli negli appositi cas-sonetti, possiamo destinarli al riciclo e quindial riutilizzo. Chi scrive ha voluto seguire per-sonalmente il percorso di ogni rifiuto, urbanoe speciale, per sfatare la comoda convinzionedi credere che fare la differenziata è inutile, per-ché tanto poi i rifiuti non vengono riciclati, macomunque gettati in discarica.A San Felice il ciclo della raccolta dei rifiuti ègestito principalmente dal Comune, compor-tando così una buona riduzione dei costi e of-frendo posti di lavoro sul territorio. Quando buttiamo un generico sacco dell’im-mondizia nel cassonetto dell’indifferenziata,questo viene raccolto dagli automezzi del co-mune, che poi portano i rifiuti (almeno tre ca-mion al giorno) alla discarica Ind.eco di BorgoMontello, dove però non vengono smaltiti, mavengono solo accumulati, in gigantesche bu-che. La discarica è un luogo dove vengono de-positati tutti i rifiuti provenienti dalle attivitàumane che non si è voluto o potuto riciclare.L’uso delle discariche, pur avendo in sé costibassi, comporta uno spreco di materiale chesarebbe almeno in parte riciclabile, nonchél’occupazione di vaste aree di territorio, inoltrecrea un grave danno ambientale – tra inqui-namento e occupazione di suolo utile – con cuiprima o poi dovremo fare i conti. A chi di voi ècapitato di passare a Borgo Montello, avrà po-tuto notare questo insieme di verdissime e flo-ride collinette su cui volano stormi di gabbia-ni. A mio parere a occhio non arriva una sen-sazione di degrado, però di inquietudine sì,perché si ha davanti un territorio vastissimo, dicui non si vede il confine, e che sotto terra na-sconde tonnellate innumerevoli di scarti inno-cui, ma anche rifiuti tossici e pericolosi.Quando invece separiamo gli scarti e gettiamola carta nel raccoglitore della carta, la plasticae i metalli in quello della plastica e dei metallie il vetro in quello del vetro, allora il percorsodi questi rifiuti è più articolato, fino però a ren-derli di nuovo utilizzabili. Non vanno così a fa-re un mucchio stantio di immondizia che in-quietantemente si accumula e che un giornopotrebbe riversarsi su di noi! Dai cassonettiadibiti alla differenziata i camion del Comunepassano a raccogliere il materiale di scarto se-parato e lo portano così all’isola ecologica invia della Pineta. Cos’è un’isola ecologica?Semplicemente un’area attrezzata per la rac-colta differenziata dei rifiuti. Serve per offrire aicittadini un punto di raccolta dei vari materia-li di scarto e a evitare numerosissimi viaggi

quotidiani verso gli stabilimenti per il tratta-mento dei rifiuti. Qui il materiale viene accu-mulato separatamente, fino a riempire deigrossi contenitori, dei veri e propri container.Quando questi sono colmi, dagli uffici del cen-tro di raccolta – l’isola ecologica, appunto –parte la telefonata alla ditta Del Prete s.r.l., l’a-zienda di servizi per l’ambiente a cui il nostroComune affida il recupero, il trattamento e losmaltimento dei rifiuti provenienti dalla raccol-ta differenziata. Del Prete arriva all’isola con isuoi mezzi, prende il materiale e lo porta nelsuo impianto a Sermoneta, dove poi viene se-lezionato e pressato, creando così degli im-ballaggi omogenei di materiale perfettamentecompatibile con le diverse esigenze dei cicliproduttivi delle industrie di riciclatori. Così, peresempio, gli imballaggi di carta e cartone ven-gono spediti alle industrie riciclatrici che ne fa-ranno poi nuove scatole e scatoloni e altri pro-dotti cellulosici; ancora, gli imballaggi di pla-stica, inviati alle industrie del riciclo della pla-stica, diventeranno isolanti per l’edilizia, un pi-le da indossare, nuovi sacchi per la nettezzaurbana e così via.

Forse è bene che sappiamo anche che le in-dustrie ci pagano ogni tonnellata di rifiuti dif-ferenziati che produciamo, le industrie ce la pa-gano. E sono soldi che rientrano in servizi! InItalia l’onere della gestione e del trattamentodei rifiuti è caricato sui bilanci dei comuni, chefinanziano questo servizio con un’apposita tas-sa per la spazzatura, la Tarsu. In genere essaè proporzionale ai metri quadrati dell’abitazio-ne e al numero delle persone che vi risiedono.Con la raccolta differenziata le industrie ci pa-gano per ogni tonnellata di materiale differen-ziato che loro ricicleranno. In alcuni comuni in-vece, in nome di quel tanto inflazionato con-cetto della meritocrazia, si paga una tassa di-versa che viene calcolata in base all’effettivaproduzione di rifiuti differenziati/indifferenziati.E forse è più giusto, perché produrre materia-le riciclabile è un guadagno per il comune enon riciclare è un onere sulla comunità.Nella prossima e ultima parte dell’inchiesta,parleremo di come vengono riciclati a San fe-lice Circeo i rifiuti speciali (ingombranti ed elet-trodomestici) e pericolosi (batterie e medicinaliscaduti). �

di Luna Capponi

Dedicato a tutti gli scettici

La discarica crea un enorme danno ambientale

Ecco dove vanno a finire i nostri rifiuti

Alcuni containers nell’isola ecologica di via della Pineta

Container per la plastica nell’isola ecologica divia della Pineta

Imballaggi di alluminio nel centro di Del PreteS.r.l.

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A rrivo a Terracina all’inizio dell’imbruni-re. Ajay è nel suo ufficio a sbrigarepratiche. Mi siedo e aspetto il mio tur-

no come se fossi uno dei tanti indiani cheogni giorno si rivolge a lui per ricevere assi-stenza sui permessi di soggiorno, il lavoro eper qualsiasi cosa abbia bisogno. Ajay ha lafaccia del bravo ragazzo, con sorriso paca-to mi accoglie e mi ascolta. Ha i modi gen-tili, quasi silenziosi, che caratterizzano mol-ti altri suoi connazionali. Oggi la Pianura Pontina - quella che un tem-po era l’olim palus poi redenta -, e la partepiù a nord di quella che fu la Provincia di La-voro, l’area di Fondi, rappresentano i duelembi, a nord la prima e a sud la seconda,entro cui vivono gli 11mila indiani presen-ti nell’odierna Provincia diLatina. Una giurisdizione gio-vane, come il suo capoluogoe le cosiddette “città nuove”,per la quale in molti sonomorti affinché potesse avve-nire il sogno che da millenniaffligge re, papi e conquista-tori vari: la bonifica delle pa-ludi. Ci si riuscì, nel bene enel male, solo agli inizi del se-colo scorso quando per vole-re del regime iniziò quel pro-cesso di bonifica dei territoriche portò in queste zone co-loni dell’alta Italia (e non so-lo): braccianti della Romagna,contadini veneti, friulani, mar-chigiani e campani. Si realiz-zò, seppure questo possasembrare un paradosso perquei tempi, un importanteesperimento d’incontro digente diversa, un incrocio diusi, costumi e dialetti com-pletamente diversi.Una terra che si preparava adivenire un laboratorio so-ciale e che, tuttora, prova afarlo seppur tra non pochedifficoltà. Accanto a queibraccianti del nord scesi perredimere queste terre malari-che, oggi ci sono anche gli in-diani, grazie ai quali molto diquello che produciamo inagricoltura arriva sulle nostretavole. Per l’esattezza parlia-mo degli indiani Sikh, origi-nari del Punjab, regione anord ovest dell’India (vedicartina). Nella nostra Provincia, come affer-ma Ajay, «su un totale di circa 36mila stra-nieri ben 11mila circa sono indiani che vi-vono tra Pontinia, Sabaudia, San Felice,Terracina e Fondi». Una componente co-spicua «impegnata principalmente nel set-tore agricolo nel ruolo di braccianti: lavora-no in questo settore perché discendono dafamiglie che da generazioni praticano que-sti mestieri e da ciò deriva la loro proverbia-le sensibilità e bravura, ad esempio nell’al-

levamento del bestiame». Anche Ajay, quan-do è arrivato in Italia, ha lavorato nei cam-pi, ma dopo poco ha compreso che tale im-piego non era fatto per lui e ha deciso di ci-mentarsi nella mediazione culturale: «il me-diatore culturale fa da ponte tra culturediverse affinché si possano superare gliostacoli che possono crearsi». E di proble-mi, nell’entrare in contatto con una nuovacultura, ce ne possono essere di diversi, co-me quello alimentare: «ci sono solo 4-5 ne-gozi che vendono generi alimentari indiani eper quanti vogliono mangiare cibi della loroterra d’origine, diviene difficile proprio repe-rirli». Il cibo è uno dei tratti caratterizzanti diuna comunità, un fattore che esprime ap-partenenza e ricordo per chi, come loro, è

lontano dalla propria terra d’origine. Maquesto non è il solo scoglio da affrontare:«anche la lingua italiana rappresenta unproblema seppure le nuove generazioni, i fi-gli degli immigrati che nascono in Italia, fre-quentando la scuola non hanno problemi daun punto di vista linguistico». Per i più gran-di, però, c’è la possibilità di frequentare cor-si di lingua italiana (previsti dal decreto mi-nisteriale del 4 giugno 2010), indispensabi-li a quanti vogliono rimanere nel nostro pae-

se per un lungo periodo: «con questa nuo-va legge è obbligatorio frequentare un cor-so e superare gli esami per ottenere la car-ta di soggiorno che ha una durata illimitata;ma la loro efficacia sta anche nel fatto chele persone, imparando la lingua e la culturadel nuovo paese, possono emanciparsi e vi-vere liberamente nei vari contesti della vitaquotidiana». Questi corsi insomma servono,aiutano le persone a integrarsi, a gettare unponte tra le diversità. Altro tasto dolente èil lavoro: vuoi perché oggi un po’ tutti han-no problemi per la forte crisi economica,vuoi perché gli indiani Sikh lavoravano già inun contesto difficile, fatto molto spesso disituazioni lesive della dignità umana, per lo-ro la situazione è peggiorata, dovendo sub-

ire umiliazioni sul posto di la-voro con paghe da fame perturni insostenibili (ad esempioturni di 10/15 ore di lavoroal giorno per paghe dai dueai quattro euro l’ora). Ma lo-ro continuano ad andare su egiù con le loro biciclette, dalmattino alla sera, quando ri-entrano in alloggi sovraffolla-ti, perché come si fa a paga-re l’affitto in zone per altro tu-ristiche con non più di 600euro di paga il mese? L’unicasoluzione è affittare casa intanti e, da qui, altri pregiudi-zi, un po’ come quelli vissutidai nostri nonni in America o,più recentemente, dai meri-dionali che partivano alla vol-ta del nord dopo la secondaguerra mondiale. È un vec-chio gioco quello dello sfrut-tamento perché tanto là fuo-ri c’è molta altra gente dispo-sta a lavorare per non soc-combere: «nella nostra Pro-vincia penso che almeno il 70per cento delle persone cheho incontrato vive questoproblema». Per molti di loronon è facile denunciare epi-sodi d’ingiustizie legate al la-voro o ad altri ambiti della vi-ta quotidiana. La paura di do-ver lasciare tutto, soprattuttoper chi è in nero, o di scon-trarsi con un sistema piùgrande e per molti versi sco-nosciuto, li scoraggia a intra-prendere azioni di protesta.

Continuano a lavorare, sta scritto anche neicomandamenti della loro religione, che gra-zie al lavoro è possibile servire Dio e rag-giungere la sua gloria. Questo fa la fortunadi chi li sfrutta, certo non la loro. Nonostan-te il 70 per cento di essi viva questo e altriproblemi, ci sono molti altri che riescono avivere una storia positiva d’integrazione. Madi queste e altre storie parleremo nel pros-simo articolo del servizio.

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Territorio

di Gianfranco Mingione

La provincia che verrà

Tra le campagne, i borghi e le città della giovane Provincia, per raccontare una delle comunità d’Indiani Sikh più numerosa d’Italia (1ª parte)

Le biciclette del Punjab

India - Punjab

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Territorio

Diversi sono i tipi di alaba-stro che emergono al Cir-ceo in varie contrade: Bat-

teria, Torre Fico, Morrone, Mon-ticchio. La cava della Batteria donde si ri-cavava l’alabastro “bianco”, è oracerto che fosse in uso già in etàromana imperiale.E una cartina delle principali cavedi marmi di quell’epoca indica laprovenienza dal promontorio di“alabastro bianco e cotognino” re-peribile altrimenti soltanto in Egitto.Dei tagliapietre al Circeo parlaAdone di Vienne, monaco bene-dettino nato e vissuto dall’800all’875, “uno dei più illustri prelatidella Francia medievale”. Scrive nel suo “Martirologio” che- durante la persecuzione di Dio-cleziano - Felice un presbitero ro-mano è condotto al tribunale delprefetto Draco. E’ fustigato e rin-chiuso in carcere da dove fuggeper l’intervento di un angelo. Nuo-vamente fatto prigioniero, è presoed esiliato al monte Circeo, dovesi tagliavano pietre affiché, anchelui alla pari con i condannati fos-se un tagliatore di pietre. (Deindecaptus, in exilium deportatur bea-tus martyr, in monte qui vocatusCirceis, ubi lapides excidebantur,ut ipse cum damnatis pari modolapidum caesor esset).Al Circeo, Felice libera dal demoniola figlia e dall’idropisia la moglie deltribuno Probo, poi li battezza in Cristo insie-me a molti altri.Liberato dalla condanna, con Probo si recaa Nola, dove vive ancora per dodici annipredicando e convertendo molti. Muore,una domenica, al termine della Messa. E’sepolto a Nola “iuxta urbem, in Pincis”.La “notizia” è tra le più antiche testimo-nianze del processo storico che vede primaun certo S. Felice poi S. Felice II papa mar-tire, dare nome al centro abitato per indi-care il quale, in età anteriore all’affermazio-ne del Cristianesimo, si usava il toponimoCirceii.La “notizia” è curiosa e vale la pena esa-minarla.Adone, nasce al tempo di Carlo Magno,studia e lavora in abbazie benedettine do-tate di ricchissime biblioteche. Dall’860 èarcivescovo di Vienne, città a sud di Lione,già colonia romana, fiorentissima in età im-periale.I “martirologi” precedenti il suo sono unasorta di calendari, ove si annotano gli anni-versari di morte dei martiri e dei vescovi dichiese locali. A metà del IX secolo Adone compone in-vece un “martirologio storico”: di ognisanto registra anche “la storia”, le vicissi-tudini fino alla morte.

Il successo della sua opera sta nel fatto cheil capitolare monastico d’Aix-la-Chapellenell’anno 817 aveva reso obbligatorio nellecomunità di monaci l’uso di iniziare il gior-no con la lettura del martirologio e della re-gola monastica.Adone si rende conto che la prescrizione èimpossibile da assolvere nella sua abbaziacome in tutte le chiese dal momento che neimartirologi in uso, molti giorni dell’anno era-no privi di notizie o dotati solo di brevi ac-cenni.E’ sua intenzione colmare ogni lacuna. Perarricchire di notizie tutti i giorni dell’annoegli attinge dalle “passioni”, dagli “atti deisanti”, da memorie che noi moderni rite-niamo a volte leggendarie a volte autenti-che, ma sempre arricchite da particolari im-maginari. Nel realizzare tale opera, Adone incontradifficoltà e commette errori: nei calendariesistenti ai quali attinge, c’è grandissima in-certezza per le date assegnate alle feste deimartiri; e i santi con lo stesso nome sonotanti. E’ facile confonderli.Si pensi solo che sono ben 66 i San Feli-ce “sopravvissuti” alla revisione critica diCesare Baronio, autore del ”Martyrolo-gium Romanum” del 1583.A preoccupare Adone, d’altronde, più del-l’esattezza storica è l’urgenza di illustrare

virtù e miracoli, di proporreesempi di vita per ogni giornodell’anno, al fine di impressiona-re per la diversità dei luoghi eper il numero di santi che testi-moniarono la fede col martirio ocon la fedeltà di una vita dedica-ta a Dio. La vicenda di un S. Felice con-dannato a fare il tagliapietre allacava del Circeo risuona per seco-li nelle aule dei monasteri ogni 14gennaio.In questa data ricorre da secoli lafesta di S. Felice di Nola nell’an-niversario della morte, nel suo“natale”, nel giorno in cui moren-do è nato alla vita eterna. A Nola, il santo è festeggiato congrande devozione presso la suatomba a Cimitile. La fama di taledevozione si deve a S. Paolino diNola nato in Francia, a Bordeauxnel 353 da una famiglia ricchissi-ma con possedimenti anche inItalia, a Fondi. S. Paolino primadella conversione è governatoredella Campania, poi fondatore diun monastero sull’esempio diquello voluto da Martino di Tourda lui conosciuto a Vienne, la cit-tà di cui Adone sarà arcivescovocinque secoli dopo. Adone correda la data del 14 gen-naio con una lunga “storia”: quel-la di un presbitero romano mortoa Nola. Nel costruirla attinge daaltri autori e intreccia racconti dal-

le vite di “S.Felice in Pincis” e di “S.Felicedi Nola” aggiungendovi dettagli ignoti ad al-tri. Si tratta quindi di due presbiteri santi, unonato e morto a Nola; l’altro “S. Felice in Pin-cis” è romano ed è venerato per tutto il me-dioevo a Roma “sul Pincio” in una chiesacostruita prima dell’VIII secolo. Dalla “Legenda aurea” di Iacopo da Varaz-ze, domenicano del XIII secolo, sappiamoche l’appellativo “in Pincis” si riconnettevao al nome del luogo di sepoltura - Roma oNola che fosse - o al termine pinca “scal-pellino” dei tagliapietre.Entrambe le motivazioni del nome si rico-noscono nel racconto del beatus Martyr Fe-lice che allontanato da Roma è tagliapietreal Circeo e sepolto “in Pincis” a Nola.Nello scrivere questa storia è possibile cheAdone riferisca di una devozione per S. Fe-lice presente sul monte nel IX secolo. Neltesserne la “storia” è possibile anche cheabbia attinto dati dalla fama del luogo in etàromana. Il Circeo è, infatti, il luogo in cui Le-pido è relegato in esilio e i condannati ca-vano alabastri, si presta quindi a essere la“tappa” di un trasferimento dal Lazio allaCampania per quel San Felice che sul mon-te non è ancora “sul Pincio”, ma vivo “tragli scalpelli”. �

di Maria Rocchi

San Felice e la cava del Circeo

Un San Felice condannato a fare il tagliapietre alla cava del Circeo

Un santo tagliapietre al Circeo

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Territorio

Io vorrei che il Mio Paese ritornasse a vi-vere, che si riempisse di donne che vo-ciferano, di bambini che giocano e di

uomini che sentenziano.Io vorrei incontrare le Mamme che accom-pagano i Bambini a scuola la mattina, chesi fermano all’Alimentari a comprar loro lamerenda e poi ripassano al negozio a pa-gare e a finire di fare la spesa.Io vorrei affacciarmi alla “Ringhiera” ed es-sere rapita dal vociare allegro dei bimbi del-l’Asilo “Capponi Palombi” che giocano fe-lici e sereni in un posto incantato e protet-to, dove hanno avuto la fortuna di essere in-trodotti alla vita scolastica i loro genitori iloro nonni e bisnonni. Un luogo pieno distoria e ricordi che qualcuno ha voluto chediventasse un posto miserabile, che facompassione.Io vorrei che a metà mattina gli scolari coni loro insegnanti di educazione fisica sfi-lassero per le stradine del Paese, per an-dare a fare ginnastica al “Campo da Ten-nis”, anch’esso abbandonato recintato, in-accessibile e sconosciuto ai più giovani.Io vorrei che la “Piazza” ritornasse a essereun punto di incontro quotidiano dei Sanfe-liciani, soprattutto in occasione di festivitàpolitiche e religiose, vorrei che la Piazzafosse invasa di persone e non di tavoli esedie.Io vorrei che il Paese vivesse serenamentetutto l’anno e durante l’estate non fosse in-vaso da orde barbariche urlanti e dannose.Io vorrei che le finestre delle case fosseroaperte e colorate di panni stesi e vasi di fiorie non persiane scure e fredde.Io vorrei che finalmente si risolvesse l’an-noso problema dei parcheggi al CentroStorico, promessi ormai da trent’anni e deiquali non c’è traccia.Io vorrei che ci fossero degli incentivi perripopolare il Paese e non che si facesse deltutto per mandar via i pochi residenti rimasti.Io vorrei che non si pensasse solo alla parteesteriore del Paese, a ristrutturare le fac-ciate, a dare una parvenza di decoro quan-do il cuore è in arresto.Io vorrei che il mio Paese non morisse, vor-rei che qualcuno trovasse la cura perquest’agonia decennale in cui versa.Io vorrei che qualcuno lo prendesse a cuorecome si fa per un caro ammalato, che cer-casse di andare dritto al focolaio dell’in-fezione per sconfiggerla.Io vorrei che i Sanfeliciani per una volta nonpensassero a coltivare solo il proprio orti-cello, senza pensare al bene del Paese e aquello comune.Io vorrei che ci fosse una lista civica vera,dove le persone che ne fanno parte nonsiano lì per interessi propri o di qualche fa-miliare ma per la prima volta per gli inter-essi della collettività.Io vorrei che i Politici facessero i Politici,cioè che pensassero al bene della Città.Io vorrei che ci siano più servizi per tutti, chesi pensasse più alle generazioni future, a

mantenere e non distruggere le bellezze Nat-urali Storiche e Paesaggistiche dove abbi-amo avuto la fortuna di nascere e di vivere.Io vorrei che le giovani generazioni, im-parassero a conoscere e amare il loro ter-ritorio, la loro storia e le loro tradizioni al fine

di instaurare un legame profondo con le loroorigini per tramandarle a loro volta. Io vorrei che San Felice tornasse a essere unluogo “materno” dove tutti si sentissero aCasa.

CCEENNTTRROO SSTTOORRIICCOO SSAANN FFEELLIICCEE CCIIRRCCEEOO -- SSAABBAAUUDDIIAA PPAAGG.. 2244

ddii SSaannffeelliicciiaannaa VVeerraaccee

Pensieri ad alta voce

… un mondo che non c’è più!

Io vorrei …

“Quando San Feliceera dei sanfeliciani”Domenica 29 aprile p.v. alle ore 11.00, presso il cinema “Anna Ma-gnani” – P.zza L. Lanzuisi – di San Felice Circeo, sarà presentato il li-bro di racconti di vita vissuta “Quando San Felice era dei sanfeli-

ciani” da parte dello stesso autore, Andrea De Sisti, che, in pre-cedenza, aveva già pubblicato “O’KEA’MUS” e “Il Dizionariodel dialetto circeiense”.Il libro sarà distribuito gratuitamente ai cittadini sanfeliciani e agliamanti del Circeo.“L’amore della terra dove uno nasce, è legge naturale. Il ricor-do nostalgico del tempo passato è connaturato all’uomo. Maper i sanfeliciani questi due sentimenti assumono un significa-to particolare. Il detto sanfeliciano “San Felice è jù mèglie pae-se de jù munne”, è forse un vanto eccessivo, campanilistico?Forse sì. Ma limitandomi a comparare le miriadi di bellezze pa-noramiche della nostra Italia, mi viene da chiedere: esiste un al-tro sito come il Circeo? Il Promontorio è circondato da tre latidal mare, con di fronte la grande, vasta pianura pontina, incor-niciata dalla catena dei monti Lepini-Ausoni. Se poi sali sulla vetta di Circe e riesci ad in-cappare in una giornata limpida, con il cielo terso, come accadeva un tempo, puoi domi-nare un panorama mozzafiato: un mare immenso e l’orizzonte che si allarga fino a mostrartiil Cupolone di Roma da una parte, ed il Vesuvio di Napoli dall’altra. È difficile descriverele bellezze del Circeo; le devi solo contemplare. Senti pian piano affluire nel tuo intimo unnon so che di soave, d’incanto, di magico.” (Andrea De Sisti)

Comunicato

Page 25: di a pag. 3 a pag. 5 a pagg. 9-10-11 CENTRO STORICO1968, e la madre nel 1986, dopo essere sta-ta sua tutrice fino al 1984. In seguito, la tute-la di Cetto fu affidata alla nipote Carmen

Sta per arrivare a San Felice Circeo la pri-ma edizione di Poeti al Circeo, rassegnadi poesia contemporanea a cura dell’as-

sociazione culturale «Gli Amici del Mare» edell’Hotel Maga Circe, in collaborazione conRai Educational, Vivai Palombi e ArredamentiColambrosi. Abbiamo incontrato per voi Fran-cesco Agresti, scrittore giornalista e promo-tore, tra gli altri, dell’iniziativa culturale.Qual è il significato di promuovere un even-to simile al Circeo? Il significato di questo appuntamento è quel-lo di rilanciare il Circeo nel circuito della let-teratura internazionale, più che mai convintiche la cultura può rappresentare per questoterritorio uno dei veicoli promozionali di gran-de impatto emotivo in quanto il Promontorio,con la sua storia, le sue tradizioni culturali e lesue ricchezze ambientali e paesaggistiche, siaancora in grado di suscitare e regalare emo-zioni a chi lo visita e a chi lo legge in ogni an-golo del mondo.Cosa può dirci dell’organizzazione?I curatori sono un gruppo di amici legati al ter-ritorio, in primis il Presidente onorario dell’as-sociazione culturale Gli Amici del Mare, Eu-genio Saputo, che già in passato hanno or-ganizzato al Circeo alcuni appuntamenti dipoesia e altri eventi letterari di grande spes-sore culturale.A quanto pare ci saranno ospiti illustri, se-gno che la poesia resta quell’elemento digrande fascino e richiamo culturale che èsempre stato.Sì, infatti, i poeti invitati sono personaggi mol-to noti e affermati anche a livello internazio-nale, a partire proprio da Corrado Calabrò tra-dotto in ben 18 lingue e poi, Ennio Cavalli, Pre-mio Viareggio l’anno scorso, Martha Canfield,una delle massime esperte di letteratura ispa-noamericana, Erminia Passannanti, insegnan-

te di letteratura moderna a Oxford, Luigia Sor-rentino, responsabile di poesia per Rai News24, Plinio Perilli, uno dei critici più influentinella letteratura contemporanea, solo per fa-re alcuni nomi. Tutti accomunati dalla stessapassione per la poesia. Per non dire, poi, delsottoscritto che, negli anni, ha dedicato al Cir-ceo ben tre romanzi, l’ultimo ‘Al di là del Ma-re, presentato lo scorso anno nell’Aula consi-liare del Comune, e un poemetto in versi ‘Il ri-torno di Ulisse’, rappresentato, tra l’altro, in di-verse parti del mondo.Quindi il suo è un legame anche affettivocon la nostra terra? Il mio legame con la terra pontina nasce dalfatto che nel 1988 ho creato al Circeo, conl’aiuto e il sostegno degli amministratori del-l’epoca - ricordo tra i tanti che ci hanno inco-raggiato gli ex sindaci Renato Bocchi, Euge-nio Saputo e Norberto Campioni - il Premiointernazionale di letteratura «La Cultura delMare» e di averne organizzate ben 16 edizio-ni prima di farne dono ai cittadini di San Feli-ce Circeo, assegnando il Premio, nelle varieedizioni, a personaggi del calibro di Giovanna

Bemporad, Piero Ottone, Enzo Siciliano, Raf-faele La Capria, Fabrizia Remondino, Ales-sandro Baricco, Ermanno Rea e tantissimi al-tri. Dacia Maraini è stata presidente di Giuriaper tutte le 16 edizioni da me curate, ed è sta-ta presente a ogni edizione perché ama mol-tissimo il Circeo. Il Premio nacque a casa di Al-berto Moravia a Sabaudia, fu lui a proporreDacia come presidente della giuria. Dopoaver donato la «Cultura del Mare» al Comunedi San Felice Circeo, con Dacia Maraini ab-biamo creato e organizzato con il Comune diRoma tre edizioni del Premio internazionale diPoesia Pier Paolo Pasolini.Progetti per il futuro?Per il futuro, se va bene, Poeti al Circeo di-venterà un appuntamento annuale. Altro ap-puntamento sarà quello di luglio con Poetisotto le stelle, aperto a tutti quelli che vor-ranno partecipare.Della rassegna di primavera, invece, in pro-gramma il prossimo 27 aprile alle ore 18 pressol’Hotel Maga Circe, il presidente onorario del-l’associazione «Gli Amici del Mare», Eugenio Sa-puto, ha detto: «L’evento vuole riportare sul no-stro Promontorio alcuni tra i più bei nomi dellapoesia contemporanea. Già in passato l’HotelMaga Circe non ha mai mancato di fornire la suagenerosa ospitalità e il suo valido supporto logi-stico a eventi culturali di grande spessore inter-nazionale. Penso, solo per ricordare alcuni no-mi, ad Alessandro Baricco, Cesare de Seta, Raf-faele La Capria, Piero Ottone, Enzo Maiorca, Fa-brizia Remondino, Enzo Siciliano, Mario Bene-detti, Dava Sobel e tantissimi altri. Gli stessi poe-ti di questa prima edizione sono già stati nostriospiti, negli anni passati ad alcune edizioni diPoeti sotto le stelle. Ci auguriamo soltanto che,con Poeti al Circeo, si possa riavviare un cam-mino che in passato ci ha dato non poche sod-disfazioni». �

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La città

ddii IIuunniiaa VVaalleerriiaa SSaaggggeessee

Intervista a Francesco Agresti

Il Circeo è ancora in grado di suscitare e regalare emozioni

In arrivo la rassegna internazionale Poeti al Circeo

F. Agresti e D. Maraini

Sabaudia

Sabato 5 maggio p.v. alle ore 17.30, presso Palazzo Maz-zoni – Corso Vittorio Emanuele, 3 (ex ufficio postale) di Sa-baudia, sarà presentato il libro di poesie “Dio la Misericor-

dia” di Pietro Cerasoli. La manifestazione avverrà con il Patro-cinio del Comune, dell’Assessorato alla Cultura e dell’Associa-zione Culturale “Il Centro Storico” di San Felice Circeo.Interverranno:Il Sindaco, Maurizio LucciL’Assessore alla cultura, Giovanni SecciIl Pres. Ass. Cult. “Centro Storico”, Alessandro CrestiLa Giornalista di “Repubblica”, Laura Laurenzi

“Dio la Misericordia” è una raccolta di poesie che raccontano una vita intera: emozioni, gioie, so-prassalti, ma soprattutto sofferenza, accettata con forza virile.Se la poesia è lo specchio dei sentimenti più intimi, Pietro Cerasoli è certamente un poeta, e in-sieme è il cantore di una civiltà contadina e dei suoi valori forti che tacitamente vanno sbiadendo.La fede e l’amore sono i due binari su cui ha sempre viaggiato. La fede in Dio, indispensabile peraccettare le tragedie. … E, parallelo, l’amore. per il figlio, per i fratelli, per i nipoti, per la memo-ria dei suoi cari, per la sua terra e per la sua storia, l’amore per la natura, che tutto permea e a tut-to sembra dare un senso….La capacità di reagire arriverà dopo, con gli anni, e consisterà in un dono speciale, chiuso in unapenna: il dono di volare sopra le persone e le cose, di rivivere le gioie e i dolori come in trance tra-ducendoli in versi, in rime, in parole.” (Laura Laurenzi)

Comunicato

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Dove stiamo andando? Non è una ri-flessione esistenziale a margine deimiei trentaquattro anni ma una legitti-

ma domanda sullo stato attuale delle cose.E se tutti ci fossimo sbagliati? Piccoli errori divalutazione che ci hanno spinti verso una mio-pia irreversibile e assai fastidiosa, andiamoavanti anche peggio che “pro domo nostra”,quasi come se lo stato di natura, da moltiosteggiato, stesse diventando realtà sancitaper legge. Assurdità per assurdità, perché nonarrivare alla sospensione dello stato di diritto,dal basso, dal momento che non ha mai pre-so piede veramente e che i poteri forti l’han-no sempre sacrificato nel nome dell’interesse?Lasciamoci alle spalle queste inutili riflessionie cerchiamo di parlare, come al solito, di libri.Compito sempre più difficile per via delle scel-te editoriali sempre più improntate all’austeritye come si dice nel rugby al “corto e sicuro”.Nel senso che ormai il tempo delle scelte edelle linee editoriali quantomeno originali è de-cisamente finito e viviamo, anche in libreria, inun’eterna eco di cose scritte e riscritte, tramee titoli omologhi da editore a editore.Non si punta più d’azzardo ma ci si accontentadi un guadagno modesto ma sicuro, il tutto adiscapito della qualità, “as usual”.Ma non tutto è perduto e, anche se sempre dipiù sul fondo del barile, qualcosa di interes-sante da leggere si trova sempre.

Interessante come “Il ci-clo delle stagioni” scrittoda Maurizio Di Giovanni,talentuoso giallista napo-letano di cui vi ho parlatoqualche numero fa. Conquesto ciclo nasce e siafferma la figura del com-missario Ricciardi e deglialtri comprimari che siavvicendano nei vari epi-sodi. Si aprano le danze

con “Il senso del dolore” ovvero l’inverno delcommissario Ricciardi, dove si deve risolverel’omicidio del talentuoso tenore Arnaldo Vez-zi epigono del fascismo e quindi gloria nazio-nale sempre in bilico sopra la bestialità, l’effe-ratezza e il genio che lo rende insopportabilee ammirato. Se è vero che la prima storia è una

generosa introduzione ai personaggi e al con-testo storico e sociale possiamo comunquedire che gli intrecci proposti e i casi su cui siindaga sono avvincenti e mai scontati o banali.Storie di poveri cristi costretti a vivere ai mar-gini di una società totalitaria, schiacciati dallavita che sono stati costretti a fare e non a sce-gliere, una vasta campionatura di “uomini” inrivolta, ai quali il commissario Ricciardi cercadi dare una razionalizzata. Il commissario ap-punto, un tipo taciturno e schivo, due occhi az-zurri da lupo, mai il cappello calcato in testaneanche nelle più fredde giornate di vento, iltimore e il disagio che suscita in tutti quelli cheentrano in contatto con lui. Molti pensano chesia un diavolo per quella sua peculiarità, il “do-no” che gli permette di vedere i morti e per-cepire i loro ultimi pensieri. Narrazioni che si di-panano tra vivi bugiardi e anime sibilline, ve-loci e vive, sferzanti e a volte comiche. Tempimorti ridotti al minimo (anche l’amore platoni-co per la dirimpettaia non risulta mai melensoo trito), ritmi alti e incalzanti e cosa fonda-mentale rimane l’uso del dialetto napoletanosempre più funzionale alla storia e mai inva-dente. La lettura diventa esaltante se scandi-ta nel tempo e nelle stagioni delle narrazioni.

Altra notevole uscita dasegnalare assolutamenteè “A volte ritorno” di Ni-ven. La storia si basa suun tema già discretamen-te usato e famoso e cioè:cosa succederebbe seGesù Cristo tornasse sul-la terra? In questa nuova“distopia” Dio torna in uf-ficio dopo una settimanadi vacanza durata cinque

secoli di tempo terrestre. Era andato in va-canza, a pescare, in pieno Rinascimento,quando i terrestri scoprivano un continente lasettimana, e sembrava che tutto andasse peril meglio. Al suo rientro però, il quadro che glisi prospetta ha del catastrofico: il pianeta è ri-dotto a un immondezzaio, genocidi, preti pe-dofili…Dio non è solo molto depresso ma an-che molto arrabbiato. L’unica soluzione, pen-sa, è rispedire sulla terra suo figlio. Così Gesù

Cristo piomba a New York, tra sballati edemarginati di ogni tipo cercando di dare unamano come può. Il ragazzo non sa fare nien-te eccetto che suonare la chitarra e riesce a fi-nire in un talent show alla tv. Un gran bel mo-do per far arrivare il suo messaggio al maggiornumero di persone. Ma, come già in passato,anche oggi chi sta dalla parte dei marginali nonè propriamente ben visto dalle autorità. Libroriuscitissimo, magari un po’ troppo spigliato inalcuni passaggi, da leggere per ridere e riflet-tere sulle nostre miserie quotidiane.

L’ultima proposta della rubri-ca nasce dalla necessità diapprofondire il concettodell’“ichi-go ichi-e” che nel-l’occidente viene tradottocon una serie di significantiriconducibili all’unicità delmomento. Ichi-go ichi-e è untermine Giapponese che de-scrive un concetto culturalespesso legato al famosomaestro del te Sen no Rikyu.

Il termine è spesso tradotto come “solo in que-sto momento”, “mai più” o “l’opportunità ditutta la vita”. Ichi-go ichi-e è legato al Buddismo Zen e alconcetto di transitorietà. Il termine è general-mente associato alla cerimonia Giapponesedel te. Nel contesto della cerimonia del te, ichi-go ichi-e rammenta ai partecipanti che ogni in-contro per la cerimonia del tè è unico. Seb-bene il rituale possa essere ripetuto, questomomento è un unico incontro da vivere inten-samente poiché non si ripeterà mai più; essoè la tua vita intera, ora. Ci sono molti tipi ditempo/momento: momento per avanzare ver-so un obiettivo, momento per rompere conmomenti non legati, tempi in cicli ripetitivi. Ichi-go ichi-e sembra ignorare questi grandi esem-pi per concentrarsi sul momento irripetibile.Ma questo è un momento condensato, doveuna piccola stanza, pochi fiori e un semplicerituale invitano alla concentrazione su pochioggetti presenti per colmare l’istante e apriregli occhi sul vuoto che da loro significato.Il termine è anche frequentemente utilizzatonelle arti marziali e a volte viene usato per am-monire gli allievi che si distraggono o si fer-mano spesso nell’esecuzione di una tecnicalasciandola a metà piuttosto che proseguiremalgrado l’errore. In un combattimento per lavita e la morte, non ci sono possibilità per “pro-vare ancora”. Anche se le tecniche vengono ripetute moltevolte nel dojo, ognuna deve essere vista co-me un singolo e decisivo evento.Il libro che vi consiglio è, infatti “Lo zen e la ce-rimonia del tè” di Okakura Kazuko dove attra-verso la storia e la spiegazione della “forma”della cerimonia del te si possono trarre innu-merevoli spunti di riflessione su temi e argo-menti apparentemente molto distanti dalla“semplice” azione del bere il tè.

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Libri

di Andrea

Lo scaffale

Proposte di lettura

Cosa sarà?

I lettori di questo giornale, che fossero interessati a contribuirvicon articoli e notizie, sono invitati a contattare la redazione ai seguenti numeri: 328.6110379

fax 06.51985217 e-mail: [email protected]

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Stanno giungendo or-mai al termine i cam-pionati federali ai

quali la Circeo Volley hapartecipato nell’anno sportivo 2011 –2012 e le aspettative ini-ziali sono state quasi tut-te rispettate. Partiamocon l’Under 14 femminile.Le ragazze di mister Vivia-ni nonostante abbianochiuso la regoular seasoncon tre sconfitte nelle ulti-me 4 giornate si sonoqualificate alla “final four”per decretare il vincitoreprovinciale.Dopo aver rifilato, infatti,un secco tre a zero allacompagine di Gaeta, tra lemura amiche, le rossoblùhanno affrontato le temi-bili “cugine” del Sabaudia,squadra di una certa ca-ratura tecnica, allenatedalla ex, Paola Capponi. La gara in casa delSabaudia è stata avvincente. Dopo averperso il primo set, infatti, la squadra sanfe-liciana ha reagito all’offensiva portandosi invantaggio per 2 set a 1. Nel quarto set so-no arrivati i primi segni di stanchezza e ilSabaudia ha pareggiato il conto dei set por-tandosi sul 2 a 2. Il quinto set ha visto le dueformazioni fronteggiarsi senza esclusione dicolpi ma una migliore resistenza ha per-messo alla squadra ospitante di avere la

meglio. Anche la domenica successiva,sempre in trasferta, si è ripetuto lo stessocopione che ha visto il team di Viviani ar-rendersi ancora per 3 a 2 nella palestra diFormia.Nell’ultima giornata la formazione della Cir-ceo Volley reduce da due gare combattu-tissime ha ceduto per 3 a 0 contro la primain classifica Minturno. I punti in classificaaccumulati nel corso del campionato han-no permesso però alla squadra del Circeo

di qualificarsi alle finaliProvinciali vinte dalla for-mazione di Cisterna. L’Un-der 18 femminile inveceha terminato il girone clas-sificandosi al terzo postoin classifica dietro Fondi eTerracina nonostante le ul-time due vittorie per 3 a 1rispettivamente controFormia e Borgo Vodicemantenendo lo stessopiazzamento della passa-ta stagione.L’Under 16 maschile inve-ce ha chiuso al sesto po-sto in classifica generaleraccogliendo un solo pun-to contro i Vigili del fuocodi Latina e tre punti controil Gaeta. Senza storia i dueincontri con la Top VolleyLatina e la New volleysempre di Latina e vinci-trice del campionato.Nonostante i campionati

provinciali siano terminati, la società del Circeosi prepara in vista degli impegni primaverili incui la stessa parteciperà ad altre tre competi-zioni tra cui la coppa Primavera con la squa-dra di under 18 femminile, la terza divisione diUnder 14 femminile e il campionato di Under13 maschile riservato ai più piccoli.Per chi voglia seguire più da vicino gli in-contri, appuntamenti nel pallone tensosta-tico di Colonia Elena, dove verranno dis-putate. �

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Sport

ddii RRiiccccaarrddoo FFiinnoottttii

Circeo Volley

Aspettative iniziali quasi tutte rispettate

Anno agonistico 2011-2012

Under 14 femminile

Sabaudia si prepara a vivere un anno in-tenso di sport grazie alle discipline nauti-che che, dagli anni ’50, hanno casa sulle

rive del lago. Ovviamente stiamo parlando di ca-nottaggio e di canoa, nello specifico, di quellotargato Fiamme Gialle. Una realtà sportiva chela Guardia di Finanza cura particolarmente gra-zie alle moderne strutture che il Corpo ha sia incittà, in Piazza del Comune – dove si trovano uf-fici e palestre, oltre al Teatro Fiamme Giallespesso messo a disposizione della cittadinan-za – e sia sulle rive prospicienti il lago che ospi-tano, in un’area di circa 10.000 metri quadri, gliimpianti sportivi per gli allenamenti in acqua ea terra. Tutto questo per far comprendere ai let-tori la cornice nella quale si stanno preparando,rifinendo anche la tecnica, gli atleti che tra fineluglio e metà agosto difenderanno i colori azzurridurante i Giochi Olimpici di Londra 2012. Uo-mini di Sabaudia, o che si allenano a Sabaudia,che sono avvezzi da anni ai podi olimpici, mon-

diali ed euro-pei e che so-no, di fatto,anche auten-tici “amba-sciatori” delnostro territo-rio.Attualmentesono in pre-parazione olimpica per il canottaggio i finan-zieri Simone Raineri, Luca Agamennoni, Si-mone Venier, Andrea Tranquilli, FrancescoFossi, Mario Paonessa, Matteo Stefanini, Eli-sabetta Sancassani e Laura Milani. Per la ca-noa, invece, si stanno preparando AntonioScaduto, Andrea Facchin, Alberto Ricchetti,Albino Battelli, Samuel Pierotti e Nicola Ripa-monti. Oltre a questi sono in allenamento an-che altri atleti che, nel canottaggio, stannocercando di rientrare in squadra e sono il mi-

tico Alessio Sartori insieme a Romano Batti-sti e Domenico Montrone. Insomma v’è un fer-mento che rende il II Nucleo Atleti, che da po-co ha anche un nuovo Comandante, il tenen-te colonnello Ermete Liberatore, centro di at-tenzione e d’interessi agonistici soprattutto inproiezione olimpica.Le attese sono per la conferma delle medaglieolimpiche vinte a Pechino nel 2008 sia dal ca-nottaggio col quattro di coppia, formato daigialloverdi Simone Venier, Simone Raineri eLuca Agamennoni, argento davvero meritatonel canottaggio, e sia dalla canoa con K21000, formato dai finanzieri Andrea Facchin eAntonio Scaduto, vincitore di una medaglia dibronzo inaspettata. Ma lo sport è anche que-sto. A Londra 2012 tutto sarà possibile grazieanche alla generosità di atleti che si sono fat-ti le “ossa” tra le limacciose acque del lago.Oltre ai Giochi, l’interesse agonistico dellesquadre allenate da Francesco Cattaneo,Rocco Pecoraro, Nicola Moriconi (canottag-gio), e da Massimo Mesiano e Claudio Ghe-lardini (canoa) è rivolto anche alla formazionedegli equipaggi che parteciperanno alle rega-te nazionali e internazionali con i migliori atle-ti. Tutti pronti, quindi a tifare forza Italia e for-za Fiamme Gialle come avviene oramai da ol-tre trent’anni. �

di Claudio Tranquilli

Canottaggio, canoa e cinque cerchi

Il K4 Fiamme Gialle

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Cultura - Sabaudia

Vieni con me. Scegli un angolo che tupreferisci nella tua casa, silenziosoe in precedenza arieggiato. Siediti e

assumi questa posizione con il corpo, det-ta asana.Schiena eretta, collo fuori dalle spalle. Av-vicinando molto i piedi al pube, la schienadi conseguenza si raddrizzerà. Noi accu-muliamo sulle spalle tutti i nostri problemie allora lasciamole andare, sciogliamo latensione. Le mani poggiate sulle ginocchiacon il palmo rivolto verso l’alto; avviciniamoil pollice all’indice a indicare: unisco la miamente con il mio corpo. Chiudo gli occhi e ascolto la “voce”che èdentro di me, quella “voce “che ci accom-pagna per tutta la vita ma che noi nonascoltiamo perché nessuno ce lo ha mai in-segnato. E’ così. Quando veniamo al mondo strillia-mo: “uè … uè”; quando i nostri nonni ci la-sciano avvertiamo il flebile respiro:“Ah!…ah!......a!” Avete capito qual’è quellavoce? Il nostro respiro. Focalizzo l’attenzione sul respiro. Lo ascol-to … ascolto … ascolto mentre va su e giù.Poggio le mie mani sull’addome e sento ilrespiro che sale e scende: Inspiro (gonfiol’addome) e poi espiro molto lentamente(spingo in dentro la pancia) e resto senzarespirare. Questa tecnica è chiamata “pra-nayama” o interruzione del respiro. Poiascolto … Che cosa? La voce che è den-tro di me e la seguo …ascolto il silenzio

che mi circonda … il cinguettio degli uccelli… il vento che fischia tra i vetri … le vocigioiose dei bambini … e chiedo alla miamente di lasciarmi stare, di non impormile attività del quotidiano, i problemi, le an-sie. In questo momento, ricordati che: “seiciò che pensi”.Attenta a respirare con il naso mentre labocca va tenuta leggermente aperta.Questa pratica si chiama Hatha yoga: Haforza positiva, Tha forza negativa.Se mi hai seguito dovresti esserti rilassatae aver alleggerito la tensione.Se non ci sei riuscita, provaci ancora e poiancora, tutto dipende da te, se lo vuoi.

Stefano, mio caro amico, mi regala questariflessione: “Se solo scoprissimo quanta pace interio-re e quindi vera felicità è nascosta nell’es-sere umano, a nessuno verrebbe più inmente di andarla a ricercare in raggiungi-menti così illusori!Potremmo allora accorgerci che non è la vil-la con piscina o il mega yacht che mi por-terà felicità, perché se dentro di me non hotrovato il Vero Me Stesso, con la sua pro-fonda pace interiore, se dentro non mi sen-to veramente appagato, non potrò mai es-sere veramente felice, qualunque cosa po-trò ancora inventarmi o possedere.” �

ddii MMaarriiaa PPiiaa MMaammbbrroo

Yoga

Sento tanto bisogno di rilassarmi!

COMUNICATO

“Eccellenza in Rosa… a SabaudiaPremiata la donna più rappresentativa del territorio

Si sono svolte l’8 marzo a Sabaudiale premiazioni del Concorso «Eccel-lenza in Rosa» promosso dall’As-sessorato alle Politiche Sociali delComune, volto a premiare la donnadel territorio comunale distintasi nel-l’anno 2011 per intraprendenza,creatività e impegno sociale. Ben 16le candidate, segnalate dai cittadinidi Sabaudia come voleva il regola-mento, che si sono contese il premioe il titolo di “Eccellenza”, alla fine aspuntarla è stata la giovane giorna-

lista e scrittrice Iunia Valeria Saggese con oltre 500 segnalazioni su un totale dicirca 1000. Ed ecco la motivazione, evidenziata dagli stessi cittadini: Per aver la-vorato con passione e determinazione al progetto denominato ‘La via del Palio’, iti-nerario turistico-culturale attraverso le città di Sabaudia, Fondi e Priverno, che mi-ra a promuovere i diversi tipi di palio e a rilanciare il territorio in ogni ambito: spor-tivo, economico, turistico e culturale. Per aver avviato una rete di scambi tra Co-muni dando la possibilità a Sabaudia di riemergere a livello provinciale, regionale enazionale e ancor prima, per aver ideato il palio cittadino, occasione unica e pecu-liare di aggregazione per gli abitanti, che ha dato degna connotazione a quello chefino allora era un vago senso di appartenenza alla città. Progetto decisamente am-bizioso quello della “Via del Palio” che la Saggese, in qualità di presidente del pa-lio di Sabaudia, sta portando avanti insieme al presidente del palio di Priverno Vit-torio Proietti, e al presidente del palio di Fondi, Claudio Chiusano. In più di un’oc-casione i tre promotori hanno dichiarato: “Il nostro è un vero e proprio patto d’ami-cizia, che abbiamo sottoscritto il 4 gennaio scorso in occasione della cerimonia dipresentazione del progetto a Priverno, e in base al quale ci impegniamo a svolgerei nostri tradizionali palii, l’estate prossima, e a partecipare collettivamente alle tre ma-nifestazioni. E non solo, il nostro percorso del palio diventa poi un itinerario cultu-rale a tutto tondo per promuovere i sapori, la musica, le arti e le tradizioni locali”. Inun momento di ristrettezze economiche come quello attuale, l’idea di una collabo-razione tra Comuni per rilanciare il territorio provinciale è senz’altro vincente, lo han-no intuito i cittadini di Sabaudia che hanno così voluto premiare la rappresentantedel loro palio. La Saggese, premiata dal sindaco Maurizio Lucci, ha ringraziato i suoisostenitori e ha comunicato la data della conferenza stampa di presentazione delprogetto a Sabaudia, il prossimo 29 marzo presso il Centro di Documentazione An-giolo Mazzoni alle ore 17.00. Alla cerimonia di premiazione, sono intervenuti, tra glialtri, l’assessore alle Politiche Sociali di Sabaudia, Marilena Gelardi, l’assessore al-le Politiche Sociali della Provincia di Latina, Fabio Bianchi e la consigliera regiona-le Gina Cetrone.

A cura del Comitato Organizzativo Palio di Sabaudia

Ass. Gelardi, I.V. Saggese e Sindaco Lucci

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L’inizio del girone di ritorno sembravaaver tarpato le ali alla formazione dimister Perrotta con la sconfitta ma-

turata sul campo del San Lorenzo per 2-0sia pur giocata senza i vari Roberto Cap-poni, Isolani, Mancini e Maragoni e il pa-reggio interno per 0-0 con il Don BoscoGaeta. Nel momento più difficile della sta-gione, ci ha pensato il “Generale Inverno”ad aiutare la squadra del borgo grazie a unapausa di tre settimane che ha impedito a uncampionato finora perfetto, di prendere unabrutta piega. In effetti, nella difficile trasfer-ta di Suio persa per 2-1, si è visto tutto unaltro Montenero. L’iniziale doppio vantaggiodei padroni di casa, non ha scoraggiato ilMontenero che ha subito dimezzato losvantaggio grazie alla realizzazione di Man-

cini. Il secondo tempo è stato giocato inte-ramente nella metà campo avversaria e,soltanto la sfortuna, ha impedito alla for-mazione di mister Perrotta di raggiungereun meritato pareggio.I notevoli miglioramenti palesati sul campodel Suio, hanno avuto una logica conse-guenza nel reboante 4-1 rifilato alla SpignoSaturnia con la tripletta di un ritrovato Flo-rian e la rete di Mancini. Nel derby con gliAmatori Circeo, vogliosi di riscattare il bru-ciante 8-0 della partita d’andata, il Monte-nero ha dovuto sudare fino al quarantesimoprima di chiudere la partita con due reti rea-lizzate in una manciata di minuti. Le due re-ti hanno visto protagonista un sempre piùconvincente Mancini che, nella prima oc-casione, ha messo in mezzo un bel pallone

con un cross dal fondo sul quale si è fattotrovare pronto Florian e poi, con uno spun-to personale, ha realizzato il 2-0 con una re-te dal limite dell’area. Il 3-0 è stato realiz-zato dal solito Florian con un calcio di ri-gore.Nella sfida del San Francesco con il Ponza,il Montenero ha avuto il pallino del gioco perl’intera partita e il 5-0 è maturato grazie al-la doppietta di Calisi e le altre reti di Man-cini, Mereu e Florian. Nella trasferta del Co-lavolpe con la Rinascita Fondi, una partitacaratterizzata dal forte vento ha visto ilMontenero imporsi per 2-0 con reti del so-lito Florian e di Maragoni. Per la squadra delborgo la vittoria del campionato si fa piùconcreta.

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Sport - San Felice Circeo

di Tommaso Di Prospero

Calcio

Per la squadra del Borgo l’obiettivo è più vicino

Il Montenero lancia la volata

Per gli AmatoriCirceo si fa duraAvvicendamento sulla panchinadegli Amatori

La notizia è quella che Felice Cap-poni ha dato le dimissioni conse-gnando la squadra nelle mani di

mister Franco D’Aniello. Un po’ comeall’inizio del girone d’andata, gli Amato-ri hanno pagato il confronto con lesquadre più quotate. In effetti, se qual-che rimpianto ci può essere per la scon-fitta interna con il Castelforte maturatanegli ultimi minuti di gioco, non ci sonoattenuanti per le pesanti battute d’arre-sto subite con il Maranola, il Montene-ro e il Don Bosco Gaeta. A Maranola, lasconfitta per 5-1, è stata in parte con-dizionata dal numero esiguo di giocato-ri al seguito della formazione sanfelicia-na, giusto gli undici per entrare in cam-po. Nel derby con il Montenero, gliAmatori hanno retto per quasi un tem-po per poi crollare sotto i colpi dellasquadra che guida la testa della classi-fica. Lo stesso copione al Riciniello diGaeta dove il Don Bosco, ha fatto vale-re la sua maggior qualità. Nel mezzo, ilbuon pareggio per 2-2 sul campo delloScauri e la partita, attualmente non an-cora omologata, con la Juventute Ter-racina. Ricordiamo che come la sfidacon la formazione di Terracina, a dueminuti dal termine, vedeva gli AmatoriCirceo in vantaggio per 1-0 grazie a ungran tiro di Bove. Dopo il 4-1 rimediatoin quel di Gaeta, da segnalare un buon0-0 interno contro l’ostico Suio. A que-sto punto, gettate alle spalle tutte le sfi-de con le migliori formazioni del girone,gli Amatori Circeo devono necessaria-mente cambiare marcia se voglionoprovare a salvare la categoria. �

Nuova Circe a un passo dalla storiaLa formazione di mister Marzella allunga ancora

La Circe si avvicina a grandi passi verso l’Eccellenza e adesso, visto il margine divantaggio cresciuto in modo lento ma inesorabile nei confronti delle dirette av-versarie, la formazione di mister Marzella si dovrà limitare a gestire con attenzio-

ne quanto guadagnato finora. In effetti, la formazione rosso blu, pur andando incontroa qualche inatteso pareggio a reti bianche come quello sul campo del fanalino di co-da Real Casamari e quello del Ballarin con l’Alatri, ha fatto valere la sua maggior forzanelle difficili trasferte di Cassino e di Pontinia.L’inizio del girone di ritorno, ha visto la Circe superare all’Aldo Ballarin di Mezzomonteil temibile Fontana Liri per 1-0 grazie a una rete del bomber Sannino cui ha fatto se-guito il pareggio per 0-0 sul campo del Tecchiena. La terza di ritorno ha visto di nuo-vo la Circe imporsi sull’ostico Techna Ferentum per 2-1 con rete di Cinelli e rigore tra-sformato da Fiore per un fallo subìto da Berti. A seguire, come già detto, sono arrivatii due pareggi con l’Alatri e il Real Casamari che però non hanno intaccato il “tesoret-to” guadagnato dalla Nuova Circe sulle immediate inseguitrici.Quando la Circe sembrava aver manifestato un certo rallentamento, soprattutto in ter-mini di risultati, è arrivata la vittoria sul difficile campo di una “nobile decaduta” comela Nuova Cassino che si è dovuta piegare grazie alla segnatura maturata dopo pochiminuti di gioco per un colpo di testa di Fiore, mentre, in pieno recupero, è arrivava larete del raddoppio per merito di Bernardo. Il difficile incontro casalingo con il Pignata-ro, giocato senza Masini e Omizzolo (entrato a pochi minuti dal termine) e con Cinellie Sannino a mezzo servizio, non ha permesso alla formazione sanfeliciana di andareoltre lo 0-0.La domenica successiva è arrivato il derby su un campo notoriamente difficile da espu-gnare come quello del Pontinia. Senza Fiore, con Masini, Berti e Sannino in panchinala Circe ha regalato qualcosa soltanto nei primi venti minuti quando, il Pontinia, ha pro-vato a rendersi pericoloso con un paio di colpi di testa. Dopo l’iniziale sfuriata, la squa-dra rosso blu ha preso le misure ai padroni di casa, resi inoffensivi per tutto il resto del-la partita. Il secondo tempo la Circe è entrata in campo con l’idea di imporre la suamaggior forza e, un po’ alla volta, ha preso in mano le redini del gioco sfiorando la re-te in un paio di occasioni con Di Roberto e Sannino che nel frattempo aveva sostitui-to Cinelli. La rete, puntuale, è arrivata verso la mezz’ora della ripresa grazie a uno spunto sulladestra di Monti che ha messo al centro, dove un redivivo Sannino, all’altezza del cal-cio di rigore, ha battuto con forza a rete, regalando, di fatto, la vittoria alla Circe. Al Bal-larin, la domenica successiva, la Circe ha battuto senza troppa fatica la Virtus Broc-costella per 2-1 con reti del duo Sannino-Cinelli.Le giornate che mancano al termine del campionato sono poche e anche se bisogne-rà mantenere alta la soglia d’attenzione, la sensazione è che le inseguitrici continuinoa darsi il cambio per la seconda piazza disponibile ma, nessuna, sembra avere la for-za per tentare un disperato aggancio alla Nuova Circe che vede l’agognato traguardosempre più vicino. �

Page 30: di a pag. 3 a pag. 5 a pagg. 9-10-11 CENTRO STORICO1968, e la madre nel 1986, dopo essere sta-ta sua tutrice fino al 1984. In seguito, la tute-la di Cetto fu affidata alla nipote Carmen

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Oroscopo

Oroscopo di Aprile 2012 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

Mese importante per il lavoro:programmare o prevedere nuo-ve decisioni e nuove proposte.E’ primavera e quindi anche l’a-more bussa alla vostra portacon nuove emozioni e nuoveconoscenze. Venere aiuta icontatti.

Torodal 21/4 al 21/5

Marte, Giove e Mercurio con iloro preziosi influssi vi invitanoa sfruttare il momento. Supera-te le diffidenze e mettete in can-tiere progetti che vi stanno acuore. Frequentate gente e co-gliete le occasioni che arrivano.

Gemellidal 22/5 al 21/6

Le emozioni sono forti grazie aVenere nel segno, ma non spre-cate il vostro amore con unapersona che non merita. AncheMarte vi ostacola un po’: pos-sono nascere discussioni in fa-miglia per diverse ragioni. No-vità buone nel lavoro.

Cancrodal 22/6 al 22/7

Mercurio collaborativo favoriscei viaggi, gli studi e anche espe-rienze all’estero. È un buon mo-mento per informarvi e orientar-vi su materie e argomenti che vidiano conoscenze utili e attuali.Fatevi avanti e proponetevi perlavorare meglio.

Leonedal 23/7 al 22/8

L’ottimismo è cresciuto e sen-tite di volere di più dalla vita: af-frontate i problemi con perse-veranza e raggiungerete gliobiettivi. In amore torna la se-renità, ma dovrete essere piùaccomodanti e comprensivi.

Verginedal 23/8 al 22/9

Avete stelle magnifiche nel vo-stro cielo e ora volete emerge-re e in effetti è giusto! Sentite ilbisogno di concludere qualco-sa. Venere vi fa l’occhiolino e vipropone nuovi incontri emozio-nanti … sarà amore vero? O so-lo un inganno?

Bilanciadal 23/9 al 22/10

Venere, amica, rende importan-te la sfera affettiva e Urano viporta eventi nuovi e imprevistiche dovrete affrontare: non fa-tevi prendere dalle vostre soliteindecisioni. Favoriti gli studi e icorsi di aggiornamento.

Scorpionedal 23/10 al 21/11

Mese un po’ tiepido all’inizio,ma promette bene per il futuro.Evitate posizioni estreme e cer-cate di non innervosirvi di fron-te agli ostacoli. Tensioni a par-te, l’opposizione di Giove vi puòcomportare un po’ di ansia perla casa e per i figli.

Sagittariodal 22/11 al 22/12

Marte e Venere contrari posso-no portare tensioni e scontri coni vostri partners: l’amore si vedeproprio nei momenti più compli-cati! Guardate in faccia la realtàe recuperate il vostro senso pra-tico! Siete persone capaci di fa-re molto: impegnatevi.

Capricornodal 23/12 al 19/1

Avete un cielo astrale ottimo incui sono previsti nuovo contat-ti favorevoli per il lavoro. Cer-cate di pensare al futuro in mo-do positivo: sono in arrivo tan-te energie! Anche Venere colsuo passaggio favorisce l’a-more e la vita professionale.

Acquariodal 20/1 al 18/2

Qualche problema economicoo legale vi affligge, ma risolve-rete ogni cosa con un po’ di pa-zienza. I rapporti con i soci ocollaboratori miglioreranno.Siete molto stanchi, quindi da-te spazio al recupero energie.

Pescidal 19/2 al 20/3

Il passaggio di Venere e Nettunonel vostro cielo vi tenta con av-venture strane e suggestioni fan-tastiche: vi prego di non ascolta-re il canto delle sirene! Posate be-ne i vostri piedi per terra: non èquesto il tempo per sognare. Ri-manete nel mondo reale.

Le coppie normali, cioè giovani al-le prime nozze, celebravano il ma-trimonio agli inizi dell’autunno, tra

la fine di settembre ed il mese di ottobre.Dopo la raccolta dell’uva moscato, cheun tempo, fino ai primi del 1950 costi-tuiva la principale risorsa dei sanfelicia-ni. Il banchetto si teneva in casa, perquei pochi che la possedevano spazio-sa ed accogliente. Per i più si effettuavanel cantinone del Cav.. Schisani, attiguoall’arco della Porta Latina, o nell’ex ga-rage de ze Prete (Don Gaspare), allaMazzatora (P.zza G: Carducci). Il corteo,composto dai familiari, parenti ed amici,partiva dalla casa della sposa. Spessoera accompagnato o meglio precedutoda una orchestrina. Un complesso dicinque, massimo di sei elementi, munitidi cornetta, saxofono, fisarmonica e chi-tarra. Dopo il rito nuziale, gli sposi veni-vano inondati da lanci di riso e petali difiori. Si riformava il corteo, questa voltacircondato da numerosi ragazzini, cheprima gridavano “Evviva gli sposi”, poiquando i componenti dell’accompagno

tardavano o erano restii a lanciare cara-melle e confetti, allora urlavano “E’ MU-SCE !, E’ MUSCE!, E’ MUSCE!”, conl’accento tonico sulla U. La provocazio-ne diretta allo sposo, li costringeva asvuotare i loro cartocci di caramelle econfetti. Il lauto rinfresco ed il panta-gruelico pranzo duravano tutta la gior-nata. A sera inoltrata, gli sposi venivanoaccompagnati alla loro nuova abitazio-ne. Dopo circa 6-8 giorni facevano la“Scita”, cioè la comparizione in pubbli-co, dopo la luna di miele. Ciò avvenivageneralmente in un giorno festivo. Glisposi, a braccetto, si recavano in chie-sa alla messa cantata. Anche questeusanze non sono più in uso. Con il bumturistico, gli sposi si recano in chiesa conmacchina lussuosa, accompagnati dauna lunga fila di auto strombazzanti. Do-po il rito nuziale, sempre tutti in auto, sidirigono rumorosamente nei migliori ri-storanti del Circeo o di Sabaudia. �

*Autore dei libri “O’KEA’MUS” e “DI-ZIONARIO del dialetto circeiense”

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Racconti inediti

È musce!Prima gridavano “evviva gli sposi” poi “è musce”

Ottavio Di Cosimo

Il 9 marzo ultimo scor-so si è spento l’amicoOttavio. La Sua attivi-

tà di barbiere, svolta perpiù di mezzo secolo frale mura del Centro Stori-co di San Felice, la sen-sibilità artistica (è statoanche un pittore raffina-to), il particolare sensodell’humour, la rara ca-pacità di ricordare per-sone, eventi, legami fa-miliari etc… facevano diLui una insostituibile

“memoria storica”. Per ogni nostro articolo che trat-tasse argomenti del passato sulla vita del nostro pae-se, era indispensabile e prezioso un confronto con Ot-tavio. Egli era una fonte inesauribile di aneddoti e i no-stri racconti, con il suo contributo, si arricchivano diparticolari riportati sempre con arguzia e precisionetemporale. Lo appassionava, più che il riferire fine a sestesso, la vera, scrupolosa, precisa collocazione sto-rica di fatti e persone. Non era facile conquistare la suafiducia e beneficiare dei suoi racconti, per questo sen-tiamo di dover esprime la nostra gratitudine a Ottavio.La Sua amicizia è stata un bene prezioso per tutti noie la consapevolezza che con la Sua dipartita si perdaanche un insostituibile patrimonio culturale, di cui egliera geloso custode, ci addolora. Il Direttore e i redat-tori del nostro giornale, si stringono commossi allamoglie, ai figli e ai parenti tutti.

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Tempo libero

Alberto Colombo (Claudio Bisio),brianzolo impiegato alle poste, hafinalmente ottenuto la promozione

e il trasferimento a Milano. Il Sud, in cui è statobenvenuto e benvoluto, sembra adesso un ricor-do lontano, che, però Mattia (Alessandro Siani), in-dolente compagno meridionale, risveglia col suoarrivo improvviso. La relazione con la bella Mariasta naufragando a causa della sua immaturità e diun mutuo procrastinato, quindi, deciso a dimo-strare alla consorte di essere un uomo responsabile, Mattia si lasciacontagiare dall’operosità milanese finendo per fare brunch e carrie-ra sotto la Madunina. Alberto, intanto, promosso direttore e occupatofull time, trascura la moglie che finirà per lasciarlo. Sedotti e abban-donati si rimboccheranno le maniche e proveranno a riprendersi lafamiglia e una vita migliore in un’Italia senza confini e campanilismi.Il Nord e il Sud del Belpaese diventano il territorio da occupare, ri-lanciando con forza e risate l’unità nazionale. Unità sponsorizzata dal-l’efficienza delle poste italiane, dalla velocità alta delle sue ferrovie edalla praticabilità delle sue autostrade, che esprimono la dinamicitàdi personaggi sempre diversi da com’erano al principio. Tra una rac-comandata e una Freccia rigorosamente rossa si fa l’Italia e si fannogli italiani, incarnati da Claudio Bisio e Alessandro Siani, di nuovo al-le prese con i cliché regionali, poi messi in discussione, superati erimpiazzati con altri più abusati. Dopo il meridione di Castellabate,spetta al settentrione milanese essere declinato in stereotipo. In di-rezione ostinata ma contraria, Benvenuti al Nord serializza perché seil personaggio di Bisio scopriva a Sud il sole e il mare, la bonarietà el’ospitalità della sua gente, quello di Siani imparerà il fascino della neb-bia, sparata artificialmente, e il senso civico del milanese, che lava lestrade di notte, combatte le polveri sottili, mette il casco in moto, inbicicletta e sul lavoro. Un anno trascorrerà tra happy hour e happynight, prima che il Mattia, perché il milanese ammette l’articolo de-terminativo davanti al nome proprio, possa trovare la maturità e ri-trovare la sua procace Maria. Benvenuti al Nord, come il preceden-te capovolto, è soltanto una favola.

BENVENUTI AL NORD

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di ALESSIA BRAVO

di LUCA MINIEROViscotta o pane Pasqua

Ingredienti– 10 uova– 500 grammi di pasta di pane– 600 grammi di zucchero– 125 grammi di olio di semi– 125 grammi di burro– 250 grammi di latte– La buccia grattugiata di 3 limoni– 30 grammi di semi di anice– 125 grammi di liquore di anice– Circa 2 chili di farina

La sera precedente impastate la pasta da pane con due uova, co-prite e lasciate lievitare per tutta la notte.In un pentolino fate sciogliere, a fuoco dolce, l’olio e il burro, uniteil latte e lasciate bollire per qualche minuto, aggiungete in ordine lerimanenti uova, lo zucchero, la buccia di limone, i semi di anice, illiquore, la farina e per ultimo la pasta precedentemente lievitata, me-scolate a lungo, alla fine dovrà risultare un impasto molto morbi-do. Ponetelo in un recipiente che lo contenga per metà, copritelocon un telo pulito e su questo stendete un panno di lana. Metteteil tutto in un luogo caldo e a riparo delle correnti per otto ore, e co-munque fin quando la pasta arriverà al bordo del recipiente.Formate con la pasta dei lunghi filoni o, a piacere, ponetela in unoo più stampi, facendo attenzione a non superare la metà dell’al-tezza dello stampo e lasciate lievitare ancora.Al momento di infornare, volendo, decorate con zuccherini colo-rati o ancora ponendo delle uova (intere con il guscio) sulla pa-sta. Cuocete a 200 gradi per i primi 10 minuti e a 170 gradi peraltri 30 minuti, o comunque fin quando le viscotte saranno di co-lore marrone scuro.

da “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeo

di Angela Bassani

AANNGGOOLLOO DDEELLLLAA PPOOEESSIIAA

ROMA - C’è solo un capitano…A pochi minuti dalla fine, quasi spossato,con il cuore in gola, generoso senza fiato,corre credendo fermamente nella vincita,mentre il clamore rimbombante lo incita.

Una forza invisibile lo spinge e trasporta,fino a portarlo boccheggiante sotto porta.D’un tratto si verifica il silenzio assoluto,il dieci giallorosso, detto piedi di velluto,

ultimo re conclamato sotto er cupolone,er meio fuoriclasse chiamato er puponé,appena nell’area grande ha un dilemma,pare voglia avanzare con molta flemma.

Mo fa er cucchiaio! Testa alta in campoquasi si arresta, e negli occhi un lampo.Uno lo spintona, lui dribbla, e lo scansa,il portiere angosciato, ma deciso avanza.

Il genio esita, finge il tiro e il volto gaio,je dice: “Aho, mo te faccio er cucchiaio”.Sugli spalti dello stadio esplode il boato,qualcuno gioisce restando imbambolato.

Quando l’altoparlante i romanisti zittisceintonando il coro, tutta la gente intuisce.Fieramente in piedi sopra er core la mano,cantano: C’è solo un capitano, un capitano...

di Pietro Cerasoli

ORA LEGALE Avv. Michele Stasi

Revoca dell’amministratore di condominio

L’art. 1129 del codice civile stabilisce che l’am-ministratore di condominio dura in carica un an-no e che può essere revocato in ogni tempo dal-

l’assemblea. Può, altresì, essere revocato dall’autorità giudiziariaquando non ha reso conto della sua gestione per due anni, oppu-re se si hanno fondati sospetti che ha commesso gravi irregolari-tà. L’art. 66 delle disposizioni di attuazione al cod.civ. ci indica cheper ottenere la revoca è necessario che almeno due condomini, cherappresentino un sesto del valore dell’edificio, richiedano la con-vocazione dell’assemblea in via straordinaria. Se l’amministratorenon convoca l’assemblea, decorsi dieci giorni, i condomini pos-sono convocarla direttamente, con la cautela di comunicare a tut-ti in condomini la data della stessa almeno cinque giorni prima. Na-turalmente è opportuno ricordare che i regolamenti di condominio,ove presenti, non possono derogare queste disposizioni come in-dica l’art. 72 disp. att.Altro aspetto interessante è che la maggioranza richiesta per la re-voca dell’amministratore del condominio è quella prevista dall’art.1136 cod.civ. secondo comma, il quale stabilisce che le delibera-zioni sono valide quando sono approvate con un numero di votiche rappresentano la maggioranza degli intervenuti e almeno lametà del valore dell’edificio. L’assemblea non può deliberare se nonè data prova che tutti i condomini sono stati invitati alla riunione.Delle deliberazioni viene redatto verbale da trascriversi in un regi-stro tenuto dall’amministratore. �

e-mail: [email protected]

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•• AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII AANNNNUUNNCCII GGRRAATTUUIITTII ••

Anniversari19 aprile. Tanti Auguri a Claudia e Stefano Sala per un feli-ce anniversario da Gabriella e Franco.

Compleanni18 marzo. E’ stato il compleanno di Yuri De Santis. Anche secon ritardo, auguri dalla figlia Letizia al papà più bravo del mon-do. Auguri anche da mamma Mary. 3 aprile. A Erica Porcelli infiniti auguri di buon compleanno dal-la famiglia.5 aprile. Dolcissimi auguri ad Aurora per i suoi 11 anni dallanonna Maria Grazia e dal nonno Marcello Carletti.10 aprile. Tantissimi auguri a Christian Dosio per i suoi 3 an-ni da mamma, papà, zia Federica, nonna Tetta e zio Felix.14 aprile. Tanti auguri di buon compleanno a Pina Perciballedalla sua amica Agnese.21 aprile. In questo splendido giorno….29 anni fa nasceva lanostra “ranonchiella” Emanuela Perna…che si è trasformatain una stupenda donna. Tanti auguri da mamma, papà, Matteo,Luca e Virgilio.21 aprile. Tanti auguri di buon compleanno a Katiuscia Bor-sa per i suoi 19 anni dal fidanzato Mauro e dai suoceri.

22 aprile. Tanti auguri di buon compleanno ad Antonio Bian-chi per i suoi 60 anni dalla moglie Rossella e dalle figlie Elisa eFabiana. 25 aprile. Tanti auguri ad Antonietta Iundusi per il suo com-pleanno. 100 di questi giorni da Federica, Felix, Christian, Ales-sandro e Alessandra.26 aprile. Tanti auguri di buon compleanno a Gina De Pro-speris per i suoi 93 anni da tutti i nipoti e dai figli.29 aprile. A Franco Marrocco tanti auguri per i suoi 20 anni x3….dagli amici della bisboccia.29 aprile. A Stefano Sala un bacio grande per i suoi primi 40anni da Claudia, mamma e papà.6 maggio. Quest’anno Luca Perna diventa maggiorenne!!! Noitutti gli auguriamo un anno pieno di splendide sorprese per isuoi favolosi 18 anni…Mamma, papà, Matteo, Emanuela e Vir-gilio ti gridano tutti insieme “buon compleanno!”.16 maggio. A nonno Lino e a nonna Paola Tanti Auguri di buoncompleanno dal piccolo Christian.20 maggio. Auguri di buon compleanno a Marco Pioli da mam-ma, papà, Simone e nonno.20 maggio. Per Gianni Lucci tanti auguri e un mondo di benedalla mamma Anna, dalle sorelle Nadia e Maria Pia e dal pa-pà Mario che dal cielo gli è vicino.25 maggio. Tanti auguri di buon compleanno a Ornella Ma-drone dalla sua amica Agnese.30 maggio. Tantissimi auguri a Gemma Vastola dalla famiglia.30 maggio. Tanti auguri di buon compleanno a Mauro Sala peri suoi 22 anni da mamma, papà, Katiuscia e nonni.

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 328 6110379, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti. Redazione Alessia Bravo, Salvatore Coccoluto, Fran-cesca Faccini, Valeria Di Marco, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Stefano Raimondi, Sabrina Scapi, Veronica Tecchio - Stampato da CSR, via di Pietralata, 157 - Roma

Metanizzazione del Centro storicodi San Felice Circeo

Numerosi residenti del Centro Storico di San FeliceCirceo, rappresentati dal Presidente dell’Associa-zione “Il Centro Storico”, dott. Alessandro Cresti,

hanno avviato un’azione giudiziaria congiunta neiconfronti del Comune di San Felice e dell’Italgas al fi-ne di ottenere il definitivo completamento della rete di me-tanizzazione all’interno del Centro Storico e l’allaccio de-gli immobili di loro proprietà alla rete stessa.Il contenzioso giudiziario, che allo stato si trova nella fa-se preliminare del tentativo di conciliazione davanti unapposito organismo accreditato presso il Ministero dellaGiustizia, fa seguito alla formale diffida presentata da Cit-tadinanzattiva nel corso del mese di agosto 2010 neiconfronti del Comune di San Felice e dell’Italgas, invia-ta per competenza anche alla Procura della Corte deiConti della Regione Lazio, presso la quale sono in corso le indagini preliminari per accertare se esiste “Danno erariale”ed eventuali relative responsabilità soggettive, all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas e al Ministero dell’Interno, cuinon è seguito alcun intervento.Poiché a oggi, a distanza di oltre 14 anni dalla sottoscrizione della convenzione per l’allaccio delle utenze gas all’inter-no del Centro Storico, molti cittadini si trovano ancora nella impossibilità di usufruire del gas metano, si è reso neces-sario l’avvio di un procedimento giudiziario per ottenere la condanna del Comune e dell’Italgas alla realizzazione del-le opere di completamento delle rete con l’allaccio delle utenze dei cittadini del Centro Storico, nonché al risarcimen-to dei danni.L’allacciamento della rete di Via Campo la Mola, sarà una naturale conseguenza di quello del Centro storico.

Comunicato