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DEVOZIONE, MEMORIA, USO

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DEVOZIONE,

MEMORIA, USO

In questa sezione della mostra e stato raccolto un considerevole nucleo

di placchette realizzate in diversi materiali (argento, rame argentato e

bronzol di un medesimo soggetto, una "Madonna con bambino e santi"

riferibili a un unico prototipo in argento custodito al Kunsthislorisches

Museum di Vienna. L'interesse di questa scelta, volutamente monotemati­

ca a fronte di una produzione di soggetti assai ampia, dipende dalla pos­

s i b i l i t à di confrontare direttamente le varianti tecniche e iconografiche

che il gruppo testimonia, fenomeno non insolito nella storia della p i c ­

chetta, un bassorilievo destinato alla collezione, la cui replica nel tempo e

direttamente proporzionale alla sua fortuna.

Si vogliono pregiudizialmente indicare alcune carat ter ist iche del

materiale in generale, proporre successivamente alcune notizie sulla per­

s o n a l i t à del Moderno e discutere brevemente la letteratura nello specifico

della placchetta in guestione.

sul la p lacchetta

"Caradosso usava di fare un modelletto di cera appunto come ei voleva

che la sua opera stessi; di poi pigliava il suo bel modelletto; e ripieno tutti

e sottoquadri, formava il detto modello, e lo g ì t f a v a di bronzo, di ragione

vol grossezza" '.

Cosi il Cellini descrive il modo di operare del Caradosso nel suo Trattato

dell oreficeria. Questa e la prima accurata descrizione sul metodo di lavo­

razione delle placchette.

Le placchette. piccoli bassorilievi in vari metalli (generalmente in bron­

zo ma anche in oro o argento e in alcuni casi in piombo), costituiscono un

nucleo a se stante nel l 'universo della scultura; spesso assoc ia te alle

medaglie e alle pietre incise furono oggetto di collezionismo fin dalla loro

prima apparizione.

La placchetta fondamentalmente e una fusione in bronzo uniface che

quindi non ha raffigurazioni sul retro cosa che la distingue oltre che alla

forma dalle medaglie: eccezionalmente sul rovescio possono essere pre­

senti sigle o marchi di p r o p r i e t à .

Una delle p i ù esaurienti definizioni di queste piccole sculture e stata

nel 1878 quella del P i o ! z citata e discussa dal Molinier 3; Cannata 1 ne ripor­

ta in sintesi il giudizio sottolineando che la placchetta non e la riprodu

zione di un opera di oreficeria, lo p u ò anche essere, e comunque un opera

di scultura che fa parte dello spirito del XV secolo e che ha tra l'altro il

grande merito di divulgare i modelli d e l l ' a n t i c h i t à , i pezzi p i ù celebri ,

facendoli conoscere a scultori, pittori ed incisori, che ripetutamente se ne

servono quale fonte per le loro opere".

Nate come riproduzioni al positivo di antiche gemme classiche ebbero

In seguito funzioni differenti: da oggetti ornamentali per gli abiti, a ele­

menti decorativi per arredo o per armi a oggetti di uso liturgico, a veri e

DB Celimi, trattato dell'oreficeria, libro XII

ZI E Piol, les Plaquettes de la Renaissance, in "L'ari

ancienne a l'exposition de 1878". Paris, pg 414

31 f Nolimer. tes Ptaquettes, Paris 1886. pg Vili

41 P Cannala. Rilievi e placchette dal XV al XVIII secolo

floma 1382. pgg S-IO 173

propri strumenti di divulgazione di una "invenzione" figurata del maestro,

replicata e riprodotta dalla bottega alla stessa stregua dello strumento

calcografico.

Nel 1886 a Parigi I. Mulinici s , che rappresenta l'iniziatore di una serie di

studi intenti a far luce su un materiale che ebbe la sua affermazione inizia­

le nella congiuntura del Rinascimento italiano, edita il primo studio siste­

matico del materiale. A dispetto di alcune attribuzioni evidentemente

poco sostenibili alla luce delle ricerche p iù avanzate, il lavoro p u ò ancor

oggi rappresentare un insostituibile termine di riferimento e a esso si

rimanda per una trattazione globale del tema.

il moderno

Molti artisti si avvicinarono alla produzione specifica delle placchette e

tra questi posto di rilievo è occupato dall'artista che si cela dietro lo pseu

domino "Moderno" un nome spesso letto in contrapposizione con guello di

Pier Jacopo Accorsi detto "Antico".

Nel corso della letteratura critica questo misterioso artista si è visto

attribuire p a t e r n i t à differenti: Daniele Arcioni peri i Piot 6 ; Giovanni Gueri

no per il Muntz 7 ; Coreto Cagnoli per il Milanesi 8 , il Lazari 9 e il Rizzini l 0 ;

Camelio per il Molinier " ; Antonio Di Elia per il Venturi , 7 ; Caradosso per il

Malaguzzi Valeri n ; ma l'ipotesi p i ù convincente sembra essere l'identifi­

cazione di W.Bode 1 4 con l'orefice veronese Galeazzo Mondella 1 5 attraverso

la segnalazione di una pace I della guale esiste un esemplare firmato:

HOC. OPUS. MODERNI. C. C. I, transitata nel 1904 presso la casa d'aste Ih ri

s t i e ' s di Londra dal la vendi ta del la co l lez ione Higgins e in segui to

dall 'apparizione di una replica nel 1916 a Parigi dalla vendita Garnier

recante la scritta: HOC. OPUS. MONDELLA.ADER. AURIFEX.MCCCCXC.

La tesi di W.Bode viene confermata da J.Pope Hennessy 1 6 che sottoli­

nea a f f i n i t à tra l'opera del Moderno e due disegni del Mondella conservati

presso il Louvre. 1 7

La d i f f i c o l t à di identificare con certezza i dati anagrafici del Moderno,

non ci impedisce comungue di tracciare una base di studio certa sulla sua

p e r s o n a l i t à artistica attraverso le opere firmate.

Il primo gruppo è riferibile alle opere firmate per esteso "OPUS MODER

NI": la "Madonna con bambino e i santi Gerolamo e Antonio Abate" 1 8 la

"Flagellazione" 1 9 in argento, e una pietra incisa raffigurante Apollo con la

lira in mano 7 0 quattro piccole placchette con le "Fatiche di Ercole'' 7 1 una

placchetta con Marte e la vittoria 2 2 ' . A esso si deve aggiungere una plac­

chetta siglata M.F. sempre rappresentante Marte 2 3 e due siglate M.: un

"San Sebastiano" 7 4 e una medaglia raffigurante un trionfo del Senato con

al rovescio la Diva Faustina 2 S .

Il Rossi 7 6 divide la produzione del Moderno in due distinti gruppi: il

primo legato all'ambito culturale padovano influenzato dal Mantegna ante

51E Molinier. op Cit

1̂ ( Piot. op cit

71E Munti, la Renaissance en Italie. Paris 1891

E.Muntr. Histoue de l'ari pendant la Renaissance. Italie

la fin de la Renaissance, Paris 1895

Bl Milanesi, cfr J Pope Hennessy. I9S5. pag.42

91 V lazari. Notine delle opere d'arte e d'antichità della

raccolta Correr di Venezia. Venena 1B59

01P Rumi,Illustrazione dei musei CIVICI di Brescia Plac

chetle e bassorilievi. Brescia 1889

Il E Molinier, op cit

21 fl Venturi. Sforza dell'arte italiana. Milano 1901-1940

31F MalagufiiValen. Kunstlertexikon, "in Ihieme", li,

pg 7i

141 W Bode. Moderno "in Kunstchronik", XV, 1903-04, c

269. W Bode, Beschreribung der bildwerkw der cbristli

chen epochen. II. Bie itahamschen bronzen, Berlin 1904

15] L Rognim. Galeazzo e Girolamo Mondella. artisti de

Rinascimento veronese, "fitti e memorie della Accademia

di Accademia di Agri cultura. Se lenze, e lettere di Vero­

na", serie 6, voi 25(1375). pgg 95-119.

61J Pope Hennessy, Ihe italian plaquette, in proceeding

Df the British Academy, London 1964

J Pope Hennessy. Renaissance Bronzo from the Samuel

Hress Colleclion, London 1965

- J Pope Hennessy, !he study and criticism of ilalian

sculpture, London 1965, pgg 202-203

171J Pope Hennessy. op cit.

181J Pope Hennessy, Jhe bronzes from the Samuel Kress

•ollection. tondon 1965, tav 133, fig 183

9] l Planiscig, Bie Sromesplasliken, Wien 1924, pgg

247-248, ili, 249, n 409. Kunsthistorisches Museum,

nv n 1107.

201 D Lewis. Jhe Ptaquettes of "Moderno" and His fot

fowers, in "Studies In the History of art". Voi 22, Natio­

nal Gallery of art, Washington, London 1986, fig 43. Kun-

thistonsches Museum Wien, Inv n 4425. case 219

211 HI- Ercole e Anteo. J Pope Hennessy, op cit, Fig 157,

L.1».

Et]- Etcole e Caco, W Bode, op cit. pgg 68, n 776

CI- Ercole e Genone, J Pope Hennessy, op cit, fig 156,

h. 137.

Pi Ercole e il centauro. J Pope Hennessy, op cit. fig

15S, n 136

22) J Pope Hennessy, op. cit , fig 166, n 140

23) J Pope Hennessy, op cit, fig 165, n 139

24) J Pope Hennessy, op cit, fig 203, n 182

25) 0 Lewis, Ihe Medallic Oeuvre of "Moderno" His Beve

1507 vista la ripetizione di aironi soggetti da placchette nella decorazione

della Porta della Rana del duomo di forno; il secondo dopo il 1506, data

del rinvenimento del Laocoonfe, riferibile presumibilmente al periodo

romano peraltro documentato dal pittore portoghese Francisco de Hollan

da nel 1549 l ì , unica testimonianza che documenta la presenza dell'artista

a Roma.

La Porta della rana", cosi definita per la presenza dell 'animale nei

festoni floreali, viene associata alla produzione dei fratelli Rodari e Pope

Hennessy propone una datazione vicino al 1507.

I soggetti che decorano con predelle la parte bassa della porta sono

tutti di tema storico e mitologico e gran parte di questi sono tratti appunto

da placchette derivate dal Moderno.

Con il Rinascimento si apre l'era della ricerca e della riesumazione del

mondo antico, ed e proprio in questo periodo che importanti monumenti

vengono riscoperti e studiati, tra questi il Laocoonte nel 1506. Questa scul­

tura influenzo molto il Moderno tanto da fargli realizzare una placchetta

rappresentante la Flagellazione di Cristo in cui la figura del suppliziato cita

ineguivocabilmente la posa della scultura ellenistica. L'opera viene dalla

critica comunemente associata ad un'altra raffigurante la Sacra conversa­

zione-, i due bassoril ievi sono da considerare il momento p i ù maturo e

significativo della produzione del maestro.

I prototipi di queste placchette sono oggi conservati presso il Kunsthii

storisches Museum di Vienna, presumibilmente provenienti da uno stipo

della col lezione del cardinale Grimani. Questa ipotesi , a t tentamente

descritta da Filippo M.Tuena 7 8 , viene confermata da documenti che descri­

vono le placchette con altri oggetti presso la suddetta collezione.

Le medesime sono poi descritte a Vienna dal Cicognara 7 9 nel 1816 su

suggerimento di Gaetano Cattaneo direttore del gabinetto delle medaglie

della zecca di Milano:"...ci rese conto d'aver osservato nella cappella del

castello di Luxemburgo (sic.) due bassirilievi in argento di un lavoro som­

mamente accurato, e di un merito d'arte squisito. L'uno rappresenta la fla­

gellazione in cui Cristo e imitato dal Laocoonte. l'altro la Madonna sedente

fra i vari santi in cui fra molte figure si d i s t ì n g u e un San Sebastiano per la

somma bellezza; non vi è altra iscrizione che la seguente:"OPUS MODERNI".

I due bassorilievi, sicuramente tra i capolavori del Rinascimento, propon­

gono differenti chiavi di lettura e di interpretazione; gli esmplari che noi topmentat Mantua m the ctrcie of "fatico" \n"Suà>esm

proponiamo costituiscono una piccola raccolta di uno dei due soggetti,

quello della "Sacra Conversazione ", realizzata in diversi materiali e con

varianti di gusto e sti le che occorre sottol ineare per uno studio p i ù

approfondito.

the History of Art". Voi ZI. National Gallery of Art,

Washington, London 1987. fig 7, pg 81

26) F Bossi, Placchette. Vicenia 1974, pg 75

2710 lewis, op cit. vedere nota ì

281 f H Tuena, to stipo del patriarca, in "Bri e Dossier".

n 36. Giugno 1989

29) L Cicognara. Stona della scultura dal suo risorgimento

in Italia sino al secolo di napoleone per servire di contr

nuanone alle opere di Wmckelmann e d'P.gincour.'ì voi

la sacra conversazione: una descriz ione

La placchetta della Sacra conversazione ha cono

sciuto alcune descrizioni che si vogliono brevemente

richiamare anticipandone una schematica lettura pri­

maria ".

All'interno di una larga cornice architettonica si

registra la presenza di dieci personaggi:

Al- in primo piano a sinistra una figura maschile in

corazza antica in posizione frontale con la testa di 3/4 a

sinistra, regge l'elmo con la mano destra e con la sini­

stra porge frutti (melograni); il piede destro poggia

sulla testa tronca di un drago, alle sue spalle scudo e

spada. Il pettorale e decorato da una testa di medusa

nella parte superiore e una grotlesca nel centro.

Hi a destra una figura maschile nuda stante di fronte,

la testa coronata di foglie e volta a destra, le braccia

dietro la schiena sono avvolte in un panneggio.

CI- al centro un'ara con basamento sulla quale siede

una figura femminile paludata di fronte con la testa

inclinata verso destra con capigliatura a lunghe trecce. Con la mano sinistra

sorregge un bambino e la destra e stesa a protezione di due figure.

DI sul ginocchio sinistro della donna, bambino ignudo aggrappato alla

veste.

El ai piedi della donna alla sua destra sul basamento un cofanetto e alla

sinistra un bambino inginocchiato recante un agnello.

FI sul frontone dell ara una scena di sacrificio taurino, tre figure tengono un

toro ornato verso un altare con fuoco acceso dietro il quale stanno due sacri­

ficanti. Due sfingi ai lati del basamento.

G)- davanti alla predella due fanciulli assistono a uri combattimento di galli.

IH in secondo piano allo stesso livello della figura centrale a sinistra si

intravvede la figura di un personaggio paludato con fitta barba.

Il a destra, appoggiato al bastone con un leone ai piedi, un personaggio

barbuto.

LI in ultimo piano a sinistra due personaggi: uno maschile di profilo e uno

femminile con il capo chino verso il primo.

I a destra testa di personaggio maschile barbuto di 3/4

)- il fondo della scena e decorato a grottesche con medaglioni, figure

mitologiche e elementi floreali decorativi.

Nel saggio citato E. Molinier , 0 interpreta sinteticamente la scena attri­

buendo a essa una tematica sacra leggendovi una "Madonna con bambino e

176 santi" che sembra essere l'identificazione p iù accreditata. 301 [ Molinier. op cil

I personaqqi principali sono cosi interpretali:

Al S.Giorgio e il drago

Bl S.Sebastiano

f DI Vergine in trono con bambino

El S.Giovanni e agnello

HI S.Antonio abate

II S.Gerolamo

LI i due committenti

MI- S.Giuseppe

Nel 1921 E.Cordonnier " propone invece una lettura diversa in guanto g iù

dica le figure umane come altrettanti ritratti e propone per la placchetta

l ipotesi che sia stata realizzata in occasione del matrimonio di Lucrezia Bor­

gia con Alfonso d'Iste del 1502 commissionata da Alessandro VI per il duca

Ercole. Lo schema interpretativo e il seguente:

Al- ritratto di Ercole d'Este

Bl- ritratto di Alfonso d'Este

f DI Vergine in trono con bambino

El S.Giovanni

FI il sacrificio di una vittima umana offerto al bue Api. simbolo della fami­

glia Borgia

I- autoritratto del Moderno

II- ritratto di Leonardo da Vinci

LI- ritratti di Alessandro VI e Lucrezia Borgia

MI ritratto di Cesare Borgia duca di V'alentinois.

Accettando la congetturale interpretazione del Cordonnier sembrerebbe

comunque p iù plausibile vedere in Al Alfonso d'Este e in Bl il secondo sposo

ripudiato di Lucrezia, Giovanni Sforza.

Completando questa breve rassegna dell iconografia della placchetta,

occorre ricordare l'ipotesi di Blume : ' che sottolinea come guesto rilievo in

argento contenga insistenti citazioni profane: come il San Giorgio abbia

nella mano frutti che non sono caratteristici del santo ma possono essere

letti come attributo di Ercole. Cantico uccisore del drago: cosi come San

Sebastiano, che non conserva tracce del martirio subito, porta una corona di

foghe di vite, attributo del dio Bacco.

Maria senza velo, con i capelli sciolti, avvolta in una sottile veste col

bimbo nudo ricorda le raffigurazioni tardo antiche di Iside, la dea della ferti­

l i t à . La giovane donna dietro il trono di Maria potrebbe essere interpretata

come Psiche.

Indubbiamente il clima del Veneto alla fine del Quattrocento e particolar

mente incline a una spregiudicata sintesi fra soggetto cristiano e soggetto

pagano: di questa congiuntura risulta documento assolutamente convincer!"

te dal punto di vista letterario come da quello figurativo. \ Hypnerotomachia

Poliphili M . non a caso stampata a Venezia alle soglie del XVI secolo. Probabi

SU E Cordonmer, Hpropos d'une plìQueiie de Moderno, in

'•flrethuse". IV. n 4,1927. pgg 187-186

171D Blume. Untike und Chnstenlum. m "Hatur und Antike

n der Renaissance".Frankfurt am «airi 198S-86. pgg 84¬

29

131 F Colonna. Hypnerotomichii Poliphili, Venena 1499.

te ne veda un esemplare nella sezione dedicala ai libn di

luesta esposwone

le pertanto che in un soggetto cristiano come la "Vergine con bambino e

santi , un impianto che immediatamente ricorda le soluzioni di una Ferrara

di Ercole de Roberti e una Venezia di Giorgione da Fastelfranco, possano

comparire elementi d'arredo e di corredo legati alla mitologia classica, nel

trionfo di un sincretismo fra antico e nuovo che c o n o s c e r à il suo traumatico

tramonto con la cesura della Riforma.

Un u l ter iore contr ibuto su l re t ro te r ra cu l tura le del Moderno e

dell ambiente in cui ha operato e costituito dal saggio di D. Lewis a cui si

rimanda ì 4 .

soggetti e stili

Nonostante le due placchette di Vienna abbiano misure identiche, guindi

presumibilmente formino un pendant, presentano una serie di d i v e r s i t à sti

listiche e concettuali che hanno portato la critica a indicare due distinte

fonti di ispirazione: il Moderno per la Flagellazione, firmata per esteso e Tul­

lio Lombardo per la Sacra Conversazione 3 5 .

Nella placchetta della Sacra conversazione il richiamo alla mitologia clas­

sica e continuo e molto erudito : gli amorini con i galli, il sacrificio del toro, il

personaggio con l'armatura romana, il riferimento al Bacco della figura

nuda, la raffigurazione della Vergine . . . le sfingi i dioscuri, il ratto di Europa,

i due medaglioni simmetrici, figure mitologiche e grottesche. Nella plac

chetta della Flagellazione esiste una citazione probabilmente sicura al grup

po del Laocoonte e dei Dioscuri di Montecavallo e un generico richiamo

all'antico rivissuto e superficiale, nei vestiti e nelle corazze degli altri perso­

naggi.

Stilisticamente nella placchetta della Sacra Conversazione il movimento

e sottinteso, guasi inespresso: tutta la composizione ha un senso di classi

cita resa come calma olimpica"; le anatomie sono colte nella f i ss i tà bella

della "posa".

Diversamente in quella della Flagellazione invece, tutto e movimento,

scattare di muscoli che plasmano una esasperata anatomia dei protagonisti,

un concitato incrociarsi di linee di forza, una energia repressa, l'affermarsi

di un "rumore" guando nella scena della placchetta compagna meditazione

e stasi sono i sentimenti prevalenti espressi dai protagonisti, anche quelli

p iù direttamente coinvolti in una azione.

In entrambe le placchette la meta inferiore contiene tutto il gruppo figu­

rativo: nella prima lo sfondo a grottesche e la decorazione sottolineano

l'immobilita, l 'assenza di tempo che la rappresentazione sottolinea: dove

invece nella seconda la cadenza degli archi si ricollega al movimento delle

braccia del protagonista e lo spazio delle volte (vuoto) amplifica il movimen­

to e la concitazione della scena sottostante. In sintesi si vuol dire che la

gestione del rapporto fra architettura e personaggi viene resa nelle due con­

figurazioni in modo assolutamente diverso, si vorrebbe dire guasi v o l o n t à

341 M leithe-Jasper, Renaissance Master Bromes, from

the collectwn of Kunsthistonscties Museum Vienna, lon

don I3B6. U w 25-26.

35) l Planisela. Die bromeplastiken. Slatuetten, Rilief,

Cerate und Placchette, Wien1925. tavv 408-412

riamente antitetico. E questo non vuol proporre una conclusione divaricante

dal punto di vista della p a t e r n i t à , ma certamente una relazione dialettica e

non occasionale nel modo di concepire e realizzare le due scene sacre.

La firma OP.MODERNI apposta in incusso alla Flagellazione testimonia

l'importanza attribuita dall'autore a un'opera scultorea cosi impegnativa:

risulta singolare come la sua compagna non presenti alcuna firma se non un

punzone FA che compare anche nell'altra placchetta.

L'origine di tale legenda costituisce uno dei luoghi p iù controversi della

letteratura sui nostri esemplari che occorre brevemente richiamare. Mentre

il Molinier 3 6 giudica inscindibile dalla p e r s o n a l i t à del Moderno il marchio CÀ,

per il Planiscig 3 7 in questo seguilo da parte della recente letteratura 3 8 - si

tratterebbe dì un punzone apposto ai primi del XIX secolo. A nostro avviso, in

mancanza di documenti certi che possano chiarire definitivamente la funzio

ne e l'epoca di realizzazione del marchio, la cui posizione risulta essere

ollretutto di grande rilievo, preferiamo concretamente presentare una serie

di placchette della "Sacra conversazione" p e r c h é p i ù approfondita possa

essere la discussione.

una fortuna diversa

A dispetto del fatto che le due placchette di Vienna siano state realizzate

come pendant" la loro fortuna dal punto di vista della repliche e assoluta

mente diversa in quanto della placchetta della Vergine in trono realizzata in

argento la letteratura cita almeno una decina di esemplari e nessuno della

Flagellazione, oltre evidentemente a quella di Vienna.

Del primo soggetto sono rari e generalmente di diseguale g u a l i t à gli

esemplari in bronzo. Due documenti inediti realizzati in tale materiale, prò

venienti dalla medesima fusione, sono esposti in questa circostanza perche

sia ulteriormente chiaro il difficile e accidentato percorso che la placchetta

come strumento di divulgazione e di collezione conosce nel tempo.

Diversamente la placchetta della Flagellazione e conosciuta in numerosi

esemplari in bronzo e anche di gualita alta.

I tre esemplari in argento che noi presentiamo denunciano la produzione

di diversi atelier su una base di comune fusione derivata dal prototipo di

Vienna. Suggeriscono queste ipotesi le interpretazioni dei particolari e della

decorazione, la diversa capacita esecutiva, a volte ingenua a volte grossola

na nei ritocchi a cesello, e la d i v e r s i t à del tipo di doratura applicata succes­

sivamente.

In due esemplari rileviamo raggiunta di un panneggio ai lombi del

S.Sebastiano, forse per rispondere a un sentimento moralizzante che censu­

ra in ambito religioso l'immagine nuda e sensuale del santo: il panno pre

senta caratteristiche formali differenti, come la rifinitura a cesello, cosi da

suggerire diverse epoche e diversi luoghi di produzione ma caratterizzati

dalla stessa educazione e formazione culturale.

36] E Molinier. op cit

3711 Planiselo., op cit

USI H ieither-Jasper, op cit. 0 Urwis, op cit 179

Moderno IGaleazzo Mondella!

fine XV inizio Wl secolo

Sacra Conversazione

Argento parzialmente dorato

rm. IN.(. x 14,6

dal Moderno

Sacra Conversazione

Argento parzialmente dorato

rm. 10.8 x 14.4

dal Moderna

Sacra Conversazione

Argenta dorato

cm. 10,5x14

dal Moderno

Sacra Conversazione

Bronzo

cm. 11.6x14.8

Sacra Conversazione

Bronzo

cm. 11 x 14.5

dal Moderno

Sacra Conversazione

Bronzo

cm. Il x 14,5

191

dal Moderno

prodotta dalla ditta C.A.S. nel 1860 circa

per il Museo di Vienna

Sacra Conversazione

Galvano plastica argentata

cm. 10,5x14