design contract - Abitare · by the client Best Luxury Hotel, part of the American W, Worldwide...
Transcript of design contract - Abitare · by the client Best Luxury Hotel, part of the American W, Worldwide...
design
contract
HotelNove hotel sparsi nel mondo dove i moderni pellegrini possono trovare buon relax e molto design
Nine hotels scattered around the world where modern-day pilgrims can relax and enjoy a plethora of good design
design
di / by Mia Pizzi
150 505 505 151
L’isola è stata a lungo una base della marina americana,
poi abbandonata nel 2003. Urquiola interpreta la struttu-
ra del resort pre-esistente con la fluidità e l’eleganza che le
sono consuete, riprende l’architettura, ordina e distribuisce
nuovamente gli spazi. Tre anni di lavoro, da cui scaturisco-
no 17 piccoli edifici che contengono le 156 camere e le
parti comuni. La designer ha posto l’accento sui materiali
riciclati e l’alto artigianato, progettando non solo gli arre-
di, ma anche i dettagli – lamiere traforate, murales, grafica,
tessuti – privilegiando le scelte cromatiche della tradizione
portoricana con qualche excursus pop, con occhio attento
alla sostenibilità sia nelle tecniche, sia nei materiali (come
voluto dal committente Best Luxury Hotel del gruppo
americano W, Worldwide Hotel). L’ingresso della Main
House è rivestito con una speciale “mappatura” artistica
dell’isola, realizzata a mano con legno, ceramiche e tessuti
ricamati; tappeti di fibra naturale, lampadari oversize, se-
dute in pelle, arazzi di corda, 25 metri di lamiera con stam-
pa digitale fanno il resto. Le camere sono di cinque tipolo-
gie, dalla villa alla suite, con arredi su misura realizzati
dalla divisione Contract di B&B Italia; sculture della tede-
sca Aylin Langreuter e macro immagini dei fotografi por-
toricani Cristina Leon e Abey Charrón riprodotte su lamie-
ra ondulata. La ristorazione è affidata ad Alain Ducasse,
che ha così portato per la prima volta la sua cucina nei
Caraibi.
The island has been for a long time an American naval
base, then left in 2003. Urquiola reinterprets the structure
of the pre-existing resort with her customary fluidity and
elegance, redesigning the architecture and reorganising the
spaces. Three years of work have resulted in 17 small
buildings containing 156 rooms and communal spaces. The
designer has put the accent here on recycled materials and
top-class craftsmanship, designing not just the furnishings,
but also other details – the perforated sheet metal ele-
ments, the murals, the graphics, the fabrics – with a palette
borrowed from Puerto Rican tradition (and an occasional
splash of pop), and paying careful attention to sustainabil-
ity in both techniques and materials (as set out in the brief
by the client Best Luxury Hotel, part of the American W,
Worldwide Hotel group). The entrance to the Main House
is adorned with a special artistic “map” of the island, hand
made from wood, ceramics and embroidered fabric. Natu-
ral fibre rugs, over-size chandeliers, leather chairs, rope
tapestries and 25 metres of digitally printed sheet metal do
the rest. The rooms are of five types, from villa to suite, with
custom-made furnishings by the Contract division of B&B
Italia; there are works by German sculptor Aylin Langreu-
ter and giant pictures of Puerto Rican photographers Cris-
tina Leon and Abey Charrón reproduced on corrugated
iron. The restaurant is run by Alain Ducasse, who brings his
cuisine to the Caribbean for the first time.
B&B ITALIA“Fat-Fat”, tavolini / occasional tables; “Crinoline” poltrone / armchairs, design Patricia Urquiolawww.bebitalia.it
FLOS“Parentesi”, lampada / lamp, design Achille Castiglioni e / and Pio Manzùwww.flos.com
FOSCARINI“Allegro”, lampada a sospensione / ceiling lamp, design Atelier Oïwww.foscarini.com
MOROSO“Field”, divani e poltrone / sofas and armchairs, “Tropicalia”, daybed, design Patricia Urquiolawww.moroso.it
TOM DIXON“Beat”, lampada / lamp, design Tom Dixonwww.tomdixon.net
Progetto / ArchitectPatricia Urquiola
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Patricia Urquiola
(Spagna, 1961). Spagnola di nascita, italiana di adozione, vive da tempo a Milano, dove collabora con le più prestigiose aziende di design. Allieva di Achille Castiglioni, ha collaborato a lungo con Vico Magistretti ed è stata responsabile del settore design di Lissoni Associati. Ha aperto il suo studio nel 1993.
(Spain, 1961). Spanish by birth, and Italian by choice, she has lived for many years in Milan, where she collaborates with many top design firms. A pupil of Achille Castiglioni, she worked for many years with Vico Magistretti and was head of the design division at Lissoni Associati. She opened her own studio in 1993.
W Retreat & SpaIl ritiro contemporaneo, perfettamente integrato con la natura, è situato a Vieques, la più piccola delle Isole Vergini. A modern-day retreat blends perfectly into natural surroundings in Vieques, the smallest of the Virgin Islands.
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Un progetto senza dubbio impegnativo, carico dei molti
vincoli che questo luogo unico si porta dietro. Agire con un
segno nuovo su un tessuto antico non è mai semplice, so-
prattutto dovendo mettere d’accordo diverse esigenze e
grandi personalità: Alfred Akirov, tra i maggiori developer
privati di Israele, che desiderava la riqualificazione di que-
sta zona a ridosso della città vecchia (nelle vicinanze della
porta di Jaffa); Moshe Safdie, che ha firmato il riadatta-
mento del manufatto originale con il costrittivo vincolo
delle Belle Arti; Piero Lissoni, capace di trasferire negli
interni l'anima di Gerusalemme e combinarla con l’estetica
minimalista del suo progettare, propensa a tradurre il sen-
timento di religiosità. Lontano da qualsiasi eccesso, Lissoni
utilizza la pietra e la luce come motivi determinanti di un
percorso fluido. La pietra, proveniente da quattro diverse
cave e tagliata in modi differenti, è stata scelta per una
propria sfumatura luminosa. La luce, determinata da
un’attenta progettazione di Flos, propone scenografie in
una sorta di labirinto continuo. Una potente scala di lamie-
ra grezza e nera collega i tre livelli dell’edificio, e congiunge
la porzione più vecchia a quella nuova. 210 tra camere e
suite arredate con il meglio dell’arredo italiano, con qual-
che inclusione dei classici stranieri, in un progetto di total
design che prevedeva persino la scelta dei bicchieri.
This was certainly quite a demanding project, conditioned
as it was by the many restrictions that this unique place
brings with it. It is never easy to graft something new onto
an ancient fabric, especially when you have to reconcile
different needs and some strong personalities: Alfred Aki-
rov, one of Israel’s leading private developers, who wanted
to regenerate this area alongside the old city (close to
Jaffa Gate); Moshe Safdie, who was in charge of redevel-
oping the original building in line with the strict planning
regulations of the Fine Arts Commission; Piero Lissoni,
who brought the soul of Jerusalem to the interiors and
combined it with his minimalist design aesthetic, able to
transmit a religious sentiment. Lissoni keeps everything
pared back, using stone and light as decisive themes in his
fluid interior design. The stone, from four different quarries,
cut in different ways, was chosen because of its subtle lu-
minosity. The lighting, meticulously designed by Flos, cre-
ates arresting effects in a continuous and labyrinthine se-
quence. The three levels of the building are connected by an
imposing staircase made of untreated black metal which
also links the old part to the new section. The 210 bed-
rooms and suites are furnished with the best in Italian fur-
nishings, and with a couple of foreign classics, in a design
scheme that even extends to the choice of drinking glasses.
Progetto / ArchitectsMoshe Safdie (architettura / architecture)Lissoni Associati / Piero Lissoni con / with Lorenza Marenco (interior design)
Mamilla HotelPortare all’interno di un edificio la cultura e la sensorialità della città rispettando le molte anime di Gerusalemme. In this project the culture and sensorial quality of the city are reproduced inside a building, with respect for the many sides of Jerusalem.
courtesy Lissoni Associati
Piero Lissoni
(Italia, 1956). Il suo lavoro, riconosciuto internazionalmente, si è sempre contraddistinto per il piacevole rigore della forma. Oltre ai progetti di architettura, di interni, di design industriale, Lissoni si occupa anche di corporate identity.
(Italy, 1956). His internationally acclaimed work has always been marked by its attractive sense of formal restraint. In addition to his architectural, interior decoration and industrial design work, Lissoni has also worked with the creation of corporate identities.
www.lissoniassociati.com
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Casa Camper Berlino, situata nel Mitte in un edificio di
otto piani, è di poco posteriore all’omonimo progetto di
Barcellona. Un numero gigante, visibile dall’esterno e cor-
rispondente a quello della camera rende immediatamente
comprensibile la funzione dell’edificio. Concepito nel nome
dell’ironia (a lato dell’ascensore si legge “Pensa alla salu-
te, fai le scale!”), rinnega gli schematismi e inverte la con-
figurazione tipica delle camere d’albergo: il letto è posto
nella parte più interna, dove la luce è meno invadente, men-
tre i bagni affacciano all’esterno: uno schermo di vetro
satinato fino all’altezza di un metro e mezzo permette di
fare la doccia senza mai perdere di vista “il cielo sopra
Berlino”. L’appartenenza alla città è evidenziata dall’uti-
lizzo di diversi elementi, come lo zinco, che satura la fac-
ciata esterna conferendole un colore uniforme, o gli interni
giocati sui colori scuri. O ancora dai dettagli, come gli in-
terruttori della Bauhaus, le curiose collezioni di oggetti, le
riproduzioni delle vecchie Trabant o la cartina personaliz-
zata della città. Il ristorante – disegnato dai Bouroullec – è
affidato a nobili mani: gli avventori (non più di 30) siedono
lungo il bancone dietro il quale si avvicendano dieci chef
straordinari. Lo spazio è volutamente spoglio, arredato con
pochi elementi, per ribadire che ciò che importa è il rappor-
to che si stabilisce tra l’ospite e l’arte culinaria.
Casa Camper Berlin, located in an eight-floor building in
the Mitte district, was constructed shortly after the hotel
of the same name in Barcelona. Huge numbers that can be
clearly seen on the outside make the function of the build-
ing very clear. The place is full of ironic touches (a sign next
to the lift says “Think about your health, take the stairs!”)
and shuns conventional hotel design, for example by invert-
ing the typical layout of rooms: the bed is placed on the
inner side, where the light is not as strong, while the bath-
rooms look out onto the exterior: a frosted glass screen one
and a half metres in height means you can take a shower
without ever losing sight of “the sky over Berlin”. Various
other features bring reminders that this is Berlin, such as
the use of zinc on the outside of the building that gives it
chromatic uniformity and the dark palette used for the in-
terior colour scheme. Then there are the Bauhaus light
switches, curious collections of objects, reproductions of
old Trabants and a personalised map of the city. The restau-
rant – designed by the Bouroullecs – is highly exclusive:
diners (no more than 30) sit at a counter behind which ten
remarkable chefs busily prepare the food. The space is de-
liberately bare, furnished with just a few elements, to un-
derscore the idea that what matters is the relationship be-
tween guests and the cuisine they enjoy.
Progetto / ArchitectsFernando Amat e / and Jordi Tió (architettura / architecture)Ronan e / and Erwan Bouroullec (interni ristorante / restaurant interior)
ARTEMIDELampade / Lamps: “Tolomeo”, design Michele De Lucchi e / and Giancarlo Fassina; “Choose Lamp”, design Matteo Thunwww.artemide.com
FLOSLampade / Lamps: “May Day”, design Konstantin Grcic; “Romeo Soft”, design Philippe Starck; “Splugen Brau”, design Achille Castiglioniwww.flos.com
NANIMARQUINA“Sibylla”, tappeti / carpets design Nanimarquinawww.nanimarquina.com
SANCAL“Collecciòn Boomerang”, design Quim Larreawww.sancal.com
Mamilla Hotel
CAPPELLINI“Classica Chair”, design Piero Lissoniwww.cappellini.it
CASSINA“Superleggera” sedia / chair, design Gio Ponti; “Zig Zag” sedia / chair, design Gerrit Rietveld;www.cassina.it
FLOSLight Contractwww.flos.com
HANS WEGNER“Y-Chair”, design Hans Wegnerwww.mcselvini.it
KNOLL INTERNATIONAL“Diamond Chair”, design Harry Bertoia; “Tulip Chair”, design Eero Saarinenwww.knollint.com
LIVING DIVANI, RODA, GERVASONI, E15Outdoor Furniturewww.livingdivani.it www.rodaonline.com www.gervasoni.it www.e15.com
PORRO“Lario” sedia / chair + custom designed furnishing, design Piero Lissoni www.porro.com
SAINT-GOBAIN GLASSBathroom system “Priva-Lite” www.saint-gobain.it
TISETTANTA“Round Table” + custom designed furnishing, design by Piero Lissoniwww.tisettanta.com
VITRA“Organic Chair”, “Plastic chair”, design Charles & Ray Eames; “Pretzel chair”, design George Nelson; “Panton Chair”, design Verner Panton; “Ply Chair”, design Jasper Morrisonwww.vitra.com
Hotel CamperFortemente berlinese, ha l’aspetto di una grande macchina grigia, con la sola eccezione del piccolo logo rosso sulla facciata. Run through with the Berlin vibe, it looks like a big grey machine, except for the little red logo on the front.
foto di / photos by Michael Tewes e / and Thomas Bach
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Il punto di partenza di Claesson Koivisto Rune – indiffe-
rentemente per un oggetto di design o per l’interior – è per
lo più determinato dall’osservazione profonda e remota di
un dettaglio o di un’atmosfera. Così è nel progetto di que-
sto hotel, che si ispira nei materiali, colori, arredi e superfi-
ci alla “nebbia”, fenomeno dominante nell’arcipelago sve-
dese, che induce una sensazione di contemplazione e di
relax ideale per un hotel. La ristrutturazione dell’edificio
storico, posto sotto la Sovraintendenza del governo svede-
se, è stata estremamente rispettosa, conservando dell’origi-
nale non solo i dettagli costruttivi – scale, pavimenti di le-
gno, mattoni – ma anche, dove possibile, l’ampiezza e
l’austerità degli spazi. Per lasciare intatti pannelli e super-
fici pre-esistenti e non intervenire sui volumi, i bagni sono
stati progettati come “scatole”, semplicemente aggiunte
alle camere. La scelta consapevole di una limitata palette
di grigi e di colori leggeri ribadisce il legame con la storia
e in particolare con la tradizione gustaviana. Arredi e lam-
pade, per la maggiore parte progettati dagli stessi designer
per diverse aziende, sono disegnati, con rare eccezioni, in
un gusto estremamente contemporaneo.
Whether they are working on an individual object or a
whole interior design scheme, Claesson Koivisto Rune usu-
ally start by taking a long hard look at a particular detail
or a specific atmosphere. This is how they approached the
design of this hotel, whose materials, colours, furnishings
and surfaces are inspired by “fog”, a major feature of the
Swedish archipelago and one that creates the kind of relax-
ing contemplative mood that is ideal for a hotel. The refur-
bishment of this historic government listed building was
carried out with great respect, preserving not just the fea-
tures of the original building (stairs, wooden floors, brick-
work) but also, where possible, the size and austere feel of
the spaces. In order to leave the existing panels and sur-
faces untouched and avoid having to make alterations to
the volumes, the bathrooms were designed as separate
“boxes” placed inside the bedrooms. The colour scheme
was deliberately limited to greys and other pale colours to
emphasise the historical link with the Gustavian period.
The furnishings and lamps, most of which were created by
the designers themselves for various firms, are, with just a
few exceptions, extremely contemporary in style.
Progetto / ArchitectsStudio Transit
ARTEMIDE“Pipe”, lampada / lamp design Herzog & De Meuronwww.artemide.com
BOFFI“Bespoke”, lavabo / basin, design Claesson Koivisto Runewww.boffi.com
DAVID TRUBRIDGE“Coral Lamp”, design David Trubridgewww.davidtrubridge.com
DURAVIT“Starck X”, vasca / bathtub,design Philippe Starckwww.duravit.com
FLOSLampade / Lamps: “Snoopy” e / and “Parentesi”, design Achille e / and Pier Giacomo Castiglioniwww.flos.com
LOUIS POULSEN“AJ TABLE”, lampada / lamp design Arne Jacobsenwww.louispoulsen.net
MOOOI“Container Table”, design Marcel Wanders; “Dome”, lampada / lamp,design Jameelah El-Gahsjgariwww.moooi.com
SWEDESE“Olive”, sedie / chairs, design Claesson Koivisto Runewww.swedese.se
TACCHINI“Misura”, poltrone / armchairs “Split”, tavolino / occasional table; “Montevideo”, poltrone e sedie / armchairs and chairs, design Claesson Koivisto Runewww.tacchini.it
VIABIZZUNO“Cubo Doccia”, doccia / shower, design Marco Costanzi e / and Mario Nanniwww.viabizzuno.com
VOLARubinetti / Taps, design Arne Jacobsenwww.vola.com
Hotel SkeppsholmenL’hotel è situato a Stoccolma, sull’isola di Skeppsholmen, in un palazzo seicentesco che ospitava la Marina Reale di Karl XII. The hotel is situated in Stockholm, on the island of Skeppsholmen, in a 17th-century building that once housed Karl XII’s Royal Navy.
foto di / photos by Louise Billgert
Claesson Koivisto Rune
(Svezia, 1995) è uno studio di design e architettura fondato dai compagni di studi Mårten Claesson (Svezia, 1970), Eero Koivisto (Finlandia, 1958) e Ola Rune (Svezia, 1963) a Stoccolma. Il libro “Claesson Koivisto Rune. Small Objects” è stato pubblicato recentemente da Fälth & Hässler, Stoccolma.
(Sweden, 1995) is a design and architecture office, which was founded by former classmates Mårten Claesson (Sweden, 1970), Eero Koivisto (Finland, 1958) and Ola Rune (Sweden, 1963) in Stockholm. The book “Claesson Koivisto Rune. Smaller Objects” was recently published by Fälth & Hässler, Stockholm.
www.ckr.se
Progetto / ArchitectsClaesson Koivisto Rune
159505505158
Nessuno come Moschino ha portato spunti culturali innova-
tivi nel mondo della moda, forte di quegli elementi di curiosa
trasgressione e di fantasia che lo hanno sempre determinato
– dalla decisione di interrompere le sfilate (1991), alla prima
campagna di consapevolezza sociale (92) agli indimenticabi-
li abiti per i portacartelli alle Olimpiadi Invernali di Torino
(2006) alle vetrine durante il Salone. Ora Moschino ha pro-
gettato Maison, fashion hotel milanese che propone in un’at-
mosfera onirica, imprevedibile e quasi surreale, uno spazio
destinato a continue trasformazioni, nato dal progetto di
Rossella Jardini in collaborazione con Jo Ann Tan. Lo spazio
– sia nelle 16 camere, sia nelle aree comuni – propone am-
bienti fantastici adattati ai codici tipici della moda: “La stan-
za di Alice”, “La stanza del Petali”, “Cappuccetto Rosso”,
“Foresta”, etc… – in un continuo rimando tra il sogno, l’in-
conscio, l’allegoria e la felice leggerezza con cui rapportarsi
alla realtà. L’edificio, che fu la prima stazione ferroviaria mi-
lanese, terminal della tratta Milano-Monza, mantiene, nella
facciata esterna, il pieno rispetto dell’architettura originale;
l’interno invece è stato completamente ridisegnato, conser-
vando dell’originale solo la divisione in quattro piani. I servizi
sono pensati per soddisfare nel migliore dei modi il “super-
fluo che richiede la vita contemporanea”: il ristorante al pia-
no terra è gestito da Moreno Cedroni, la SPA da Culti.
Nobody has brought as many strikingly offbeat, curiously
imaginative trademark innovations of culture to the fash-
ion world like Moschino. A few examples – their decision to
stop fashion shows (1991), the first social awareness cam-
paign (1992), the unforgettable suits worn by the national
banner carriers at the Winter Olympics in Turin (2006) and
the shop windows during the Milan Furniture Fair. Mo-
schino has now produced Maison, a fashion hotel in Milan
that oozes a dream-like atmosphere as unexpected as it is
surreal, a space that will change continuously, designed by
Rossella Jardini in collaboration with Jo Ann Tan. The hotel
– 16 bedrooms plus communal areas – have fantasy-
themed rooms: “Alice’s Room”, “The Room of Petals”,
“Little Red Riding-Hood”, “Forest”, etc… – that make
constant references to dreams, the subconscious and alle-
gories and set up a relationship with reality based on a
happy state of play. The building, which was Milan’s first
railway station, linking the city with the town of Monza,
has kept its exterior architecture intact, whereas the inte-
rior has been completely redesigned, retaining nothing of
the original except for its division into four floors. Services
are designed to satisfy in the best possible way the “super-
fluity contemporary life requires”: the ground-floor res-
taurant is run by Moreno Cedroni, the spa by Culti.
Maison MoschinoNella razionale Milano, uno spazio dove è difficile distinguere tra sogno e realtà. In rational Milan, a space that blurs the distinction between dream and reality.
foto di / photos by Massimo Listri, Emil Larsson, Ake E:son Lindman
Progetto / ArchitectsLuca Strada Associati (architettura e restauro / architecture and restoration)Rossella Jardini con / with Jo Ann Tan (interior design)
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L’hotel sorge nelle vicinanze di Kortrijk, in un’area un tem-
po dedita all’agricoltura: ne sono prova la presenza domi-
nante del mulino e dell’adiacente fattoria. Le nuove archi-
tetture di cemento, che costituiscono lo spazio dedicato
all’hotel e sono situate nell’area più a nord, sono separate
dai vecchi edifici dall’antica pavimentazione, segno che
agisce da spartiacque finendo poi per perdersi nel paesag-
gio. Il volume vetrato, che costituisce la cerniera più evi-
dente tra vecchio e nuovo – e rappresenta la base del pro-
getto – si snoda dalla reception e dalla lounge, attraversa
il patio e raggiunge i nuovi blocchi di cemento – la cui al-
tezza differente è determinata dalla geografia del luogo –
che ospitano le 45 camere. Quanto alla configurazione
adottata all’interno, si potrebbe parlare di un itinerario che
corre attorno al corpo del mulino – elemento visibile da
ogni angolatura – e in cui sono segmentate le differenti
funzioni, dalla reception alla sala fitness. Rinvigorito dalla
moderna destinazione, il mulino si riafferma nella conside-
razione storico/architettonica che gli è dovuta.
The hotel is situated outside Kortrijk, in what used to be a
farming area, as the presence of the windmill and adjoining
farm suggest. The new concrete buildings that make up the
hotel proper in an area situated a little further to the north
are separated off from their older neighbours by an ancient
strip of paving, a feature that serves to divide the two areas
before eventually disappearing into the surrounding land-
scape. The glazed volume, which is the obvious point of con-
nection between old and new – and indeed the focal point
of the whole design – runs from the reception and lounge
out onto the patio and across to the new concrete blocks
(their different heights determined by the lie of the land)
which contain the 45 bedrooms. The interior layout is per-
haps best described as a circulatory sequence running
around the body of the mill – an element that can be seen
from every corner – and segmented into the different func-
tions (reception area, fitness room etc.). Given a new lease
of life as part of the modern facility of which it is a part,
the windmill rightfully reasserts itself as a statement of the
location’s historical and architectural past.
ARPER“Catifa 46” sedia / chair, design Lievore Altherr Molina; “Sean”, divani / sofas, design Jean-Marie Massaud “Fred”, tavoli / tables, design Jean-Marie Massaud www.arper.com
DELTALIGHTIlluminazione / Lightingwww.deltalight.it
EXTREMISTavoli-sedute / Tables-chairs“Kosmos”, design Dirk Wynants; “PikNik”, design Dirk Wynants & Xavier Lust; “Sticks Enlighted” divisorio / space divider, design Hsu-Li Teo & Stefan Kaiser www.extremis.be
Govaert & Vanhoutte
(Belgio, 1998). Benny Govaert e Damiaan Vanhoutte hanno fondato l’omonimo studio con sede a Brugge. I loro progetti spaziano nelle diverse aree operative: uffici, residenziale, hotel, riqualificazione di edifici industriali. Sono stati insigniti di numerosi premi internazionali.
(Belgium, 1998). Benny Govaert and Damiaan Vanhoutte’s studio is in Bruges. Their work includes: offices, homes, hotels, renovation of industrial buildings. They have won numerous international awards.
www.govaert-vanhoutte.be
Maison MoschinoD HotelA Kortrijk, come trasformare in un hotel lo spazio dato da un mulino, da una fattoria e da nuove architetture di cemento. In Kortrijk, how to transform an old windmill and farm into a hotel, with the aid of some new concrete structures.
foto di / photos by Sandy Macharis
B&B ITALIATavoli / Tableswww.bebitalia.com
BELLORABiancheria / Bedroom linen www.bellora.it
CAPPELLINISedie, poltrone, sgabelli, tavoli / Chairs, armchairs, stools, tableswww.cappellini.it
DILMOSSedie / Chairswww.dilmos.com
KARTELL“Mademoiselle” poltroncine / armchairsdesign Philippe Starckwww.kartell.com
LUCEPLAN“Costanza”, lampada / lamp,design Paolo Rizzattowww.luceplan.com
TECHNOGYMFitness equipmentwww.technogym.com
ZANOTTA Sedie / Chairswww.zanotta.it
Progetto / ArchitectsGovaert en Vanhoutte
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The WaterhouseOgni parte dell’hotel è un luogo unico che interagisce con gli altri spazi e propone scorci imprevisti di Shanghai. Each part of the hotel is a unique place that interacts with other spaces and offers Shanghai unexpected views.
L’edificio che ospitava il quartier generale dell’esercito
giapponese negli anni ’30 è diventato il Waterhouse Hotel
at South Bund. Lo studio NHDRO, che ne ha progettato sia
l’architettura sia gli interni, ha restaurato la struttura
mantenendo e valorizzando le preesistenti porzioni di ce-
mento e utilizzando invece l’acciaio Cor-ten per le parti
aggiunte, in memoria del passato industriale di dock (l’edi-
ficio è situato sul fiume Huangpu). Sensibili a questo link
continuo tra l’ampiezza della dimensione storica e la cul-
tura locale, gli architetti hanno così proposto uno spazio
suggestivo, che determina negli ospiti un’esperienza
spaziale al limite del disorientamento. Le vaste apertu-
re – come la vetrata verticale delle stanze che guarda la
reception o i corridoi che si affacciano sulla sala da pranzo
– sovvertono costantemente il rapporto tra spazio pubblico
e privato, comportando non solo un piacevole elemento di
sorpresa, ma anche un dialogo obbligato con il paesaggio
urbano circostante. L’arredo mescola il design italiano
(utilizzato in modo prevalente), pezzi d’antiquariato e vin-
tage a elementi su misura progettati dagli stessi NHDRO.
Created in the building that housed the Japanese military
headquarters in the 1930s, the Waterhouse Hotel at South
Bund finds itself poised between past and present. The
NHDRO studio, which designed both the architecture and
the interiors, restored the structure in a way that main-
tained and enhanced the existing concrete sections and used
Cor-ten steel for the new additions, a reminder of its indus-
trial past as a dock (the building stands on the Huangpu
river). Sensitive to the many links that exist – with aspects
of local culture as well as with wider historical events – the
architects created an intriguing space that gives guests a
spatial experience that can create a sense of disorientation.
The wide openings, such as the vertical glazed surface over-
looking reception from the rooms, and the corridors that
look down onto the dining room, subvert the relationship
between public and private space, bringing not just a pleas-
ant element of surprise, but also creating interaction with
the urban surroundings. The majority of the furnishings are
Italian design items, mixed in with occasional antique or
vintage pieces and other items custom-made by NHDRO.
Lyndon Neri e / and Rossana Hu
Hanno fondato lo studio NHDRO con base a Shanghai, riconosciuto – anche con numerosi premi – come uno dei più importanti e interessanti studi internazionali. Tra i maggiori esponenti del design in Cina, alternano l’attività accademica a quella di progettisti per numerosi brand internazionali.
They are the founders of the Shanghai-based NHDRO studio, which has been acclaimed as one of the most important and interesting international design practices, and has won various prizes. Ranked as one of China’s foremost design companies, they alternate academic activities with work for numerous international brands.
www.neriandhu.com
AXOR, DURAVITSanitari e rubinetti / Bathroom fittings www.axor-design.com www.duravit.com
B&B ITALIA, CLASSICON, EMECO, MAGIS, MOOOI, VITRAArredi / Furniturewww.bebitalia.itwww.classicon.comwww.emeco.netwww.magisdesign.comwww.moooi.comwww.vitra.com
FONTANAARTE, LOUIS POULSEN, TOM DIXONLampade / Lightswww.fontanaarte.comwww.louispoulsen.netwww.tomdixon.net
foto di / photos by Marta Poch
Progetto / Architects NHDRO / Neri&Hu Design Research Office
164 505 165505
Individuare a Parigi una collocazione aliena dalla seg-
mentazione con cui il marketing turistico ha ormai diviso
la città non è stato facile. Serge Trigano – fondatore del
Club Med – e Cyril Aouizerate – filosofo per professione
e “agitatore di idee” per indole – l’hanno individuata in
un vecchio garage situato nel XXme Arrondissement,
nella zona est della città: iperdemocratica, complessa e
contraddittoria, insomma perfetta. Starck ha fatto il re-
sto creando un rifugio – “mama” e anche “shelter” – che
lascia vivere l’essenza cosmopolita della città, lontano
dagli schematismi. 172 stanze con superficie variabile
tra i 17 e i 35 mq, distribuite su sette piani, accessoriate
con kitchenette e iMac 24 pollici, caratterizzate da
un’estetica dominata dai grigi e dal nero. Tutte le matti-
ne, a ogni piano, grandi specchi posti davanti agli ascen-
sori sono aggiornati con “les bons plans” (mostre gratu-
ite, gallerie e luoghi insoliti). Ottima la cucina (di Yann
Tanneau). Un’esperienza urbana, sensuale, dark, con una
propensione alla provocazione e al kitsch posta in una
scenografia sovversiva, destinata ancora una volta a tra-
sformarsi in un’icona.
It was not easy to find a location in Paris which avoids the
kind of divisive fragmentation the tourist industry now uses
to market the city. Serge Trigano – founder of Club Med –
and Cyril Aouizerate – a philosopher by profession and
“stirrer of ideas” by temperament – discovered just what
they were looking for in an old garage in the XXme Ar-
rondissement, to the East of the city. It is hyper-democrat-
ic, complex and contradictory – perfect for what they were
looking for. Starck did the rest by creating a kind of refuge
– a “mother” and also a “shelter” – that allows guests to
experience the cosmopolitan side of the city in a complete-
ly non-schematised way. There are 172 rooms measuring
between 17 and 35 sqm, on seven floors, equipped with
kitchenettes and 24-inch iMacs, and with a predominantly
grey and black colour scheme. Every morning, on each
floor, large mirrors next to the lifts are updated with “les
bons plans”, with details of free exhibitions, galleries and
unusual places to visit. The food (by Yann Tanneau) is ex-
cellent. This place creates a dark, sensual urban experience,
through a mixture of provocation and kitsch, in a subver-
sive setting. The hotel looks set to take on an iconic status.
Mama ShelterKibboutz metropolitano e monastero laico. Per gustare ogni angolo dell'hotel (e di Parigi) è necessario conoscere la filosofia di Philippe Starck. A metropolitan kibbutz and a lay monastery. Anyone wishing to get the most out of this hotel (and of Paris) needs to be familiar with Philippe Starck’s philosophy.
Philippe Starck
(Francia, 1949). Le tipologie in cui si muove sono varie e comprendono oggetti presenti in milioni di case in tutto il mondo. È stato tra i primi a proporre l’industrial design a prezzi democratici. Figlio di un ingegnere aeronautico, dopo gli studi di architettura ha lavorato negli anni Ottanta per Pierre Cardin, iniziando la carriera di interior designer con gli arredi dell’Eliseo. Afferma che la plastica è più ecologica del legno.
(France, 1949). His work traverses a range of typologies and includes objects found in millions of homes worldwide. He was among the first to offer elite industrial design at democratic prices. The son of an aeronautical engineer, he studied architect and worked for Pierre Cardin during the 1980s. His career as an interior designer began with the refurbishing of the private apartments in the Élysée Palace. He claims that plastic is more environment-friendly than wood.
www.starck.com
Progetto / ArchitectsRoland Castro (architettura / architecture)Philippe Starck (interni / interiors)Custom designed furnishing by Philippe Starck
167505505166
Circondato dalle vigne, dai campi e dalle spiagge della Co-
sta Azzurra, il progetto è strutturato come un piccolo vil-
laggio, costituito da 33 spazi differenti – bungalow o coco-
on, con dimensioni variabili dai 30 ai 40 mq – distribuiti
attorno alla piscina circondata da un grande giardino. Pil-
let ha utilizzato pochi elementi di arredo, per la maggior
parte appositamente disegnati, e caratterizzati, com’è sua
consuetudine, da un’estetica leggera e dall’utilizzo di mate-
riali nobili: “Ho voluto arredi semplici, in qualche modo
quasi balneari, sia nelle camere, sia negli spazi comuni.
Ovunque ho provato a regolare le corrispondenze tra forme
e materiali, a giocare con questa luce provenzale dove c’è
bisogno dell’arrivo della notte per ritrovare la leggerezza e
la densità”. Per la realizzazione delle camere, il designer si
è rivolto a Porro, con cui collabora dal 2005: molti arredi
ribadiscono il concetto di leggerezza – come il letto o il
piano dello scrittoio sospeso alla parete –, qualità riscon-
trabile anche nel dettaglio dei complementi. Come i como-
dini, che con il loro andamento – sette vassoi di legno so-
vrapposti in modo leggermente sfalsato – determinano il
gioco di un’architettura nell’architettura.
Set amidst the vineyards, farmland and beaches of the
Côte d’Azur, this structure takes the form of a small
village with 33 different spaces – a series of bungalows
and cocoons, varying in size between 30 and 40 sqm –
laid out around the swimming pool and surrounded by
a large garden. Pillet’s sparse furniture items are
mostly custom made in the designer’s trademark no-
nonsense style using high-quality materials: “I wanted
simple furnishings that had something of a seaside fla-
vour in the rooms and the communal spaces. I tried to
strike a balance between form and material, while play-
ing with the Provence light, where you don’t rediscover
lightness and density till nightfall.” The designer creat-
ed the rooms in collaboration with Porro, a firm he has
worked with since 2005: many of the furnishings – such
as the beds and wall-hung writing desks – underline the
lightweight feel to the whole area, as do the details of
the accessories. The bedside tables, for example, take
the form of seven trays stacked in a slightly staggered
way, creating a miniature piece of architecture within a
larger architectural work.
BOFFIBagni / Bathroomscustom designed by Christophe Pilletwww.boffi.com
PORRO“Jade”, poltrone / armchairs e / and lounge chairs, “Shahan”, arredi su misura (letti, comodini, scrittoi) / “Shahan” bespoke furnishings (beds, bedside tables, writing desks),design Christophe Pilletwww.porro.com
VARASCHIN“Collezione Summer Set” poltroncine e tavolini per esterno / easy chairs and occasional tables for outdoor use, design Christophe Pilletwww.varaschin.it
Progetto / ArchitectsJean-Jacques Ory (architettura / architecture)Christophe Pillet (interior design)
Christophe Pillet
(Francia, 1959). È stato per cinque anni assistente di Philippe Starck; dal 1993 ha avviato uno studio indipendente, dedicandosi alla progettazione di mobili e lampade per i maggior produttori internazionali (Cappellini, Magis, Edra, Driade, Emu, Ycami etc…) nonché elettrodomestici (Whirlpool) e intere scenografie. Designer dell’Anno nel 1994, ha esposto le sue opere al Centre Pompidou, al Museo di Lucerna e in altre numerose sedi.
(France, 1959). After working as Philippe Starck’s assistant for five years, he set up his own practice in 1993, designing furniture and lamps for leading international manufacturers (Cappellini, Magis, Edra, Driade, Emu, Ycami etc…) as well as electrical appliances (Whirlpool) and exhibitions. He was named Designer of the Year in 1994, and he has displayed his work at the Centre Pompidou, the Lucerne Museum and in many other venues.
www.christophepillet.com
Hotel SezzDopo il racconto metropolitano all’Hotel Sezz di Parigi, Christophe Pillet propone lo stile neo-provenzale nell’omonimo hotel di Saint-Tropez. After the metropolitan experience with the Hotel Sezz in Paris, Christophe Pillet adopts a neo-provençale style for a hotel with the same name in Saint-Tropez.
foto di / photos by Manuel Zublena
168 505 505 169