«Desiderio di famiglia»: terzo Meeting del Forum · si se dovesse passare il ddl Cirinnà,...

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«Gender a scuola, genitori con gli occhi aperti» DI ANTONELLA PILIA ensavamo di poter essere in tanti, qualche centinaio di migliaia, ma sapere di essere un milione è stata una sorpresa anche per noi». Il successo della mobilitazione del 20 giugno in piazza San Giovanni traspare chiaramente dalle parole di Massimo Gandolfini, 64 anni, neurochirurgo bresciano scelto come portavoce del Comitato promotore "Difendiamo i nostri figli". «È stata una partecipazione sentitissima - sottolinea - P « e questo è un segnale che indica l’enorme attenzione delle famiglie sui temi relativi all’educazione dei bambini, alla sessualità e alla genitorialità. Si cita spesso il Family Day del 2007, ma quello venne progettato a tavolino e realizzato in maniera verticistica. Noi invece siamo nati dal sentimento delle persone che erano allarmate e cercavano qualcuno che facesse sentire la loro voce. Abbiamo composto dal basso, in soli 18 giorni, un evento che penso di non esagerare a definire storico. Questa piazza ci ha consegnato un testimone prezioso, che ci carica anche di una grande responsabilità». Quali frutti vi augurate di raccogliere? Un primo risultato c’è già: aver portato all’attenzione di tutta l’Italia i percorsi di educazione all’affettività avviati nelle scuole secondo l’ideologia gender, smascherando le falsità secondo le quali miravano alla lotta al bullismo e alla discriminazione mentre invece veicolavano ben altri messaggi, quelli dell’indifferentismo sessuale e dell’educazione del bambino a poter scegliere tra un numero spropositato di generi in contraddizione alla propria biologia sessuata. Il secondo obiettivo che vogliamo realizzare è quello di rimettere al centro la famiglia come la definisce l’articolo 29 della Costituzione, «società naturale fondata sul matrimonio». Non vogliamo che le unioni civili omosessuali vengano parificate alla famiglia, non vogliamo che venga riconosciuto alle unioni omogenitoriali il diritto dell’adozione, vogliamo che pratiche schiaviste e barbariche come l’utero in affitto non trovino alloggio in Italia. Tutto questo, però, rischia di verificar- si se dovesse passare il ddl Cirinnà, at- tualmente in discussione in Parlamen- to e sul quale il Governo, nei giorni scorsi, ha espresso parere neutrale. Molti obiettano che il ddl Cirinnà non c’entra niente con l’ideologia gender, ma in realtà sono due anelli della stessa catena. Se passa questo disegno di legge significa che vengono ammesse le unioni di tipo omosessuale e nelle L’appello di Massimo Gandolfini, portavoce del Comitato che ha organizzato la manifestazione di successo del 20 giugno a piazza San Giovanni. «Stare "in trincea" per difendere i figli dall’ideologia» DI LORENA LEONARDI «troppo importante per essere messa al margine». Vera «perla che emana luce», la famiglia merita il suo spazio. Dal 2 al 5 luglio all’Istituto Pio XI, al Tuscolano, lo avrà: le famiglie chiamano a raccolta le altre famiglie e tutta la cittadinanza in occasione del Meeting "E…state in famiglia". Promosso dal Forum delle associazioni familiari del Lazio, cui aderiscono 51 realtà e movimenti, e giunto alla terza edizione, quest’anno il Meeting ha come tema il "Desiderio di famiglia". Nato dalla consapevolezza che a Roma mancava un appuntamento in grado di riunire tutte le realtà associative che, a diverso titolo, si occupano di famiglia, anche stavolta il Meeting si pone come un’occasione «per fare rete, aiutare e orientare», spiega Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni familiari del Lazio. «Ci prepariamo a un momento di bellezza per raccontare lo splendore della famiglia, pur riconoscendo le difficoltà del quotidiano - sottolinea Ciccarelli -. Il Meeting ci entusiasma molto e impegna altrettanto, perché nasce dal basso ed è fatto dalle forze delle stesse associazioni e delle famiglie che vi aderiscono. Vogliamo che di famiglia si parli non solo per fatti di cronaca, ma perché è la risorsa più importante della vita di ogni persona e È come tale deve essere presentata». Per questo "E…state in famiglia" si rivolge a tutti, sposi e single, adulti, nonni e bambini: la famiglia interessa e interroga tutti. E per ciascuna esigenza sono pensati gli spazi dell’evento, quelli per l’animazione e il gioco rivolti a bambini e ragazzi così come quelli di orientamento e consulenza, fino a quelli culturali e spirituali. La sezione "Semi di futuro", ad esempio, prevede tavole rotonde con testimoni del nostro tempo, mentre "Spazio Giov@ni, si concentra su temi di rilevanza per il futuro: «In gioco - riflette Ceccarelli - c’è la scommessa, per i giovani, di riuscire a sposarsi oggi, tra le sirene e i falsi miti proposti da mass media e fiction, che spesso illudono e confondono. È nostro dovere dare loro aiuto per una maggiore consapevolezza del sé, creare posti di lavoro, facilitare l’accesso ai mutui, sostenere le scelte di genitorialità». Ancora, "Coloriamo la vita!" è il titolo dei laboratori per bambini, mentre "Nati per amare" quello dei laboratori su sessualità ed amore, e a proposito il Meeting ospiterà una sessione di lavoro del Forum nazionale sulle buoni prassi esistenti in Italia sull’affettività. Ancora, i caffè letterari sono dedicati alle novità editoriali, "Spettacolo Meeting" è l’area per divertirsi, ballare, cantare e ridere insieme, mentre al talk show "E io pago… di più!" si discuterà dell’equità fiscale e di misure concrete per le famiglie, perché «a tutti i livelli ci sono offerte ma anche lacune: uno dei grandi scandali italiani è che la famiglia dal punto di vista fiscale viene sempre penalizzata, invece dovrebbe essere una priorità per le istituzioni. Dimentichiamo che la denatalità non garantisce futuro al Pese, invece occorrono incentivi». Fil rouge dell’intera edizione, il "Desiderio di famiglia" che dà il titolo al Meeting: «È una delle espressioni cui Papa Francesco spesso e volentieri ricorre riferendosi all’anelito presente nel cuore di d aprire "E…state in famiglia", giovedì prossimo alle 18.30, saranno il presi- dente nazionale del Forum delle famiglie, Francesco Belletti, la presidente del Forum del Lazio Emma Ciccarelli e i rappresen- tanti istituzionali: subito dopo, sarà il mo- mento del premio "Azienda family friendly". Testimonianze, laboratori di scrittura crea- tiva, intrattenimento, musica, informazio- ne e formazione costelleranno le diverse a- ree tematiche del Meeting, nel corso del quale, la sera di giovedì, avranno luogo in- contri sulla cittadinanza attiva dei giovani, i progetti di legge sulle unioni civili e l’e- quità fiscale. Venerdì i riflettori saranno puntati sulla cri- si di coppia, mentre sulla vita dopo una se- parazione si confronteranno psicoterapeuti e giuristi. Sabato, focus sulle assenze dei genitori, i "figli orfani di genitori vivi" e il problema dell’educazione condivisa, dove interverrà, tra gli altri, il direttore dell’Uf- ficio catechistico della diocesi, monsignor Andrea Lonardo. Domenica si discuterà di famiglia al tem- po della precarietà e di desiderio di infini- to nella società liquida. A celebrare la Mes- sa, nella mattinata di domenica, e a chiu- dere il Meeting, alle 23, saranno rispetti- vamente i vescovi ausiliari Paolo Lojudice e Matteo Zuppi. (Lo. Leo.) A Dal 2 al 5 luglio al Pio XI la terza edizione della manifestazione che riunisce l’associazionismo «Desiderio di famiglia»: terzo Meeting del Forum ogni uomo. Purtroppo oggi questo desiderio di famiglia fa fatica a realizzarsi, ma rimane nella vita delle persone come speranza più importante. Scandagliarlo, secondo noi, anche nei suoi limiti, sociali, culturali e materiali, è uno dei modi per realizzarlo». Dopo la prima edizione, che è «stato un esperimento», e la seconda, «che ha richiamato circa 6mila presenze», quest’anno «puntiamo in alto, con una rilettura in chiave laica dei temi del Sinodo, ricalcati nel tessuto quotidiano della famiglia, a partire dai problemi legati alla separazione e all’educazione dei figli». Oltre alle degustazioni alimentari, altra novità è il concorso fotografico sul tema del Meeting, mentre torna il premio "Azienda family friendly" che, su indicazione dei dipendenti stessi, valorizza le strutture che attivano percorsi di flessibilità per promuovere la conciliazione tra famiglia e lavoro. scuole verranno educati i bambini all’idea che esistono modelli diversi di famiglia, inclusa quella omosessuale. Per cui, di fatto, l’ideologia gender viene camuffata e traghettata all’interno delle scuole. Tuttavia, i segnali in questo momento sono molto incoraggianti: aver suscitato un grande dibattito pubblico nazionale, che ha scosso la politica, ha fatto sì che nulla più sia dato per scontato rispetto a prima. Quale messaggio vuole lanciare ai ge- nitori preoccupati per l’educazione dei propri figli? Per prima cosa devono avere gli occhi ben aperti: all’interno delle scuole, ad esempio, devono andare a vedere "de visu" cosa succede, leggere il Piano dell’offerta formativa e, quando si parla di educazione all’affettività, sapere secondo quali criteri si propone tale itinerario. Le famiglie devono stare "in trincea" per difendere i loro figli dall’ideologia gender. Un’ideologia che, nell’educazione scolastica, non è una corazzata ma un sommergibile. Bisogna essere vigili per sapere quando sta entrando nelle scuole e, non appena si intercetta, far sentire la propria voce. Il programma delle quattro giornate Un’immagine della manifestazione del 20 giugno in piazza San Giovanni Anno XLII • Numero 26 • Domenica 28 giugno 2015 ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 n «nuovo passo» per un «accompagnamento differenziato» delle famiglie, particolarmente quelle ferite e fragili, tramite un «discernimento prudente e misericordioso» e «la capacità di cogliere nel concreto la diversità delle singole situazioni». È l’Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, in programma dal 4 al 25 ottobre prossimo sul tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. Il testo, reso pubblico martedì, è frutto della “Relatio Synodi” - testo conclusivo del precedente Sinodo sulla famiglia, svoltosi nel 2014 -, integrata dalle risposte ai “Lineamenta”, oltre che da osservazioni e «importanti suggerimenti» da parte di varie componenti delle Chiese particolari, organizzazioni, aggregazioni laicali e altre istanze ecclesiali e accademiche. Alla presentazione sono intervenuti il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi; il cardinale Péter Erdo, arcivescovo di Esztergom-Budapest (Ungheria), relatore generale della XIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi; monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto (Italia), segretario speciale dell’assemblea sinodale. Tre le parti del documento, che mostrano la continuità tra la fase straordinaria e quella ordinaria del Sinodo: “L’ascolto delle sfide sulla famiglia”, “Il discernimento nella vocazione familiare” e “La missione della famiglia oggi” (alcuni passi del documento nell’articolo su www.romasette.it). Il 3 ottobre, vigilia dell’apertura dell’assemblea sinodale, si terrà in piazza San Pietro una veglia di preghiera promossa dalla Conferenza episcopale italiana. U Sinodo dei vescovi, l’«Instrumentum laboris» in tre parti: ascolto, discernimento e missione In alto il logo della manifestazione. Sotto a sinistra, Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio

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«Gender a scuola, genitori con gli occhi aperti»

DI ANTONELLA PILIA

ensavamo di poter essere intanti, qualche centinaio dimigliaia, ma sapere di essere

un milione è stata una sorpresa ancheper noi». Il successo della mobilitazionedel 20 giugno in piazza San Giovannitraspare chiaramente dalle parole diMassimo Gandolfini, 64 anni,neurochirurgo bresciano scelto comeportavoce del Comitato promotore"Difendiamo i nostri figli". «È stata unapartecipazione sentitissima - sottolinea -

e questo è un segnale che indical’enorme attenzione delle famiglie suitemi relativi all’educazione dei bambini,alla sessualità e alla genitorialità. Si citaspesso il Family Day del 2007, maquello venne progettato a tavolino erealizzato in maniera verticistica. Noiinvece siamo nati dal sentimento dellepersone che erano allarmate e cercavanoqualcuno che facesse sentire la lorovoce. Abbiamo composto dal basso, insoli 18 giorni, un evento che penso dinon esagerare a definire storico. Questapiazza ci ha consegnato un testimoneprezioso, che ci carica anche di unagrande responsabilità».Quali frutti vi augurate di raccogliere?Un primo risultato c’è già: aver portatoall’attenzione di tutta l’Italia i percorsi dieducazione all’affettività avviati nellescuole secondo l’ideologia gender,smascherando le falsità secondo le qualimiravano alla lotta al bullismo e alladiscriminazione mentre invece

veicolavano ben altri messaggi, quellidell’indifferentismo sessuale edell’educazione del bambino a poterscegliere tra un numero spropositato digeneri in contraddizione alla propriabiologia sessuata. Il secondo obiettivoche vogliamo realizzare è quello dirimettere al centro la famiglia come ladefinisce l’articolo 29 dellaCostituzione, «società naturale fondatasul matrimonio». Non vogliamo che leunioni civili omosessuali venganoparificate alla famiglia, non vogliamoche venga riconosciuto alle unioniomogenitoriali il diritto dell’adozione,vogliamo che pratiche schiaviste ebarbariche come l’utero in affitto nontrovino alloggio in Italia.Tutto questo, però, rischia di verificar-si se dovesse passare il ddl Cirinnà, at-tualmente in discussione in Parlamen-to e sul quale il Governo, nei giorniscorsi, ha espresso parere neutrale.Molti obiettano che il ddl Cirinnà nonc’entra niente con l’ideologia gender, main realtà sono due anelli della stessacatena. Se passa questo disegno di leggesignifica che vengono ammesse leunioni di tipo omosessuale e nelle

L’appello di Massimo Gandolfini,portavoce del Comitato che haorganizzato la manifestazione disuccesso del 20 giugno a piazza SanGiovanni. «Stare "in trincea"per difendere i figli dall’ideologia»

DI LORENA LEONARDI

«troppo importante per essere messaal margine». Vera «perla che emanaluce», la famiglia merita il suo spazio.

Dal 2 al 5 luglio all’Istituto Pio XI, alTuscolano, lo avrà: le famiglie chiamano araccolta le altre famiglie e tutta lacittadinanza in occasione del Meeting"E…state in famiglia". Promosso dalForum delle associazioni familiari delLazio, cui aderiscono 51 realtà emovimenti, e giunto alla terza edizione,quest’anno il Meeting ha come tema il"Desiderio di famiglia". Nato dallaconsapevolezza che a Roma mancava unappuntamento in grado di riunire tutte lerealtà associative che, a diverso titolo, sioccupano di famiglia, anche stavolta ilMeeting si pone come un’occasione «perfare rete, aiutare e orientare», spiega EmmaCiccarelli, presidente del Forum delleAssociazioni familiari del Lazio. «Ciprepariamo a un momento di bellezza perraccontare lo splendore della famiglia, purriconoscendo le difficoltà del quotidiano -sottolinea Ciccarelli -. Il Meeting cientusiasma molto e impegna altrettanto,perché nasce dal basso ed è fatto dalleforze delle stesse associazioni e dellefamiglie che vi aderiscono. Vogliamo chedi famiglia si parli non solo per fatti dicronaca, ma perché è la risorsa piùimportante della vita di ogni persona e

Ècome tale deve essere presentata». Perquesto "E…state in famiglia" si rivolge atutti, sposi e single, adulti, nonni ebambini: la famiglia interessa e interrogatutti. E per ciascuna esigenza sono pensatigli spazi dell’evento, quelli perl’animazione e il gioco rivolti a bambini eragazzi così come quelli di orientamento econsulenza, fino a quelli culturali espirituali. La sezione "Semi di futuro", adesempio, prevede tavole rotonde contestimoni del nostro tempo, mentre"Spazio Giov@ni, si concentra su temi dirilevanza per il futuro: «In gioco - rifletteCeccarelli - c’è la scommessa, per i giovani,di riuscire a sposarsi oggi, tra le sirene e ifalsi miti proposti da mass media e fiction,che spesso illudono e confondono. Ènostro dovere dare loro aiuto per unamaggiore consapevolezza del sé, creareposti di lavoro, facilitare l’accesso ai mutui,sostenere le scelte di genitorialità». Ancora,"Coloriamo la vita!" è il titolo deilaboratori per bambini, mentre "Nati peramare" quello dei laboratori su sessualitàed amore, e a proposito il Meeting ospiteràuna sessione di lavoro del Forumnazionale sulle buoni prassi esistenti inItalia sull’affettività. Ancora, i caffè letterarisono dedicati alle novità editoriali,"Spettacolo Meeting" è l’area per divertirsi,ballare, cantare e ridere insieme, mentre altalk show "E io pago… di più!" si discuteràdell’equità fiscale e di misure concrete per

le famiglie, perché «atutti i livelli ci sonoofferte ma anche lacune:uno dei grandi scandaliitaliani è che la famigliadal punto di vista fiscaleviene semprepenalizzata, invecedovrebbe essere unapriorità per le istituzioni.Dimentichiamo che ladenatalità non garantiscefuturo al Pese, inveceoccorrono incentivi». Filrouge dell’interaedizione, il "Desiderio difamiglia" che dà il titoloal Meeting: «È una delleespressioni cui PapaFrancesco spesso evolentieri ricorreriferendosi all’anelitopresente nel cuore di

d aprire "E…state in famiglia", giovedìprossimo alle 18.30, saranno il presi-

dente nazionale del Forum delle famiglie,Francesco Belletti, la presidente del Forumdel Lazio Emma Ciccarelli e i rappresen-tanti istituzionali: subito dopo, sarà il mo-mento del premio "Azienda familyfriendly".Testimonianze, laboratori di scrittura crea-tiva, intrattenimento, musica, informazio-ne e formazione costelleranno le diverse a-ree tematiche del Meeting, nel corso delquale, la sera di giovedì, avranno luogo in-contri sulla cittadinanza attiva dei giovani,i progetti di legge sulle unioni civili e l’e-quità fiscale.

Venerdì i riflettori saranno puntati sulla cri-si di coppia, mentre sulla vita dopo una se-parazione si confronteranno psicoterapeutie giuristi. Sabato, focus sulle assenze deigenitori, i "figli orfani di genitori vivi" e ilproblema dell’educazione condivisa, doveinterverrà, tra gli altri, il direttore dell’Uf-ficio catechistico della diocesi, monsignorAndrea Lonardo.Domenica si discuterà di famiglia al tem-po della precarietà e di desiderio di infini-to nella società liquida. A celebrare la Mes-sa, nella mattinata di domenica, e a chiu-dere il Meeting, alle 23, saranno rispetti-vamente i vescovi ausiliari Paolo Lojudicee Matteo Zuppi. (Lo. Leo.)

A

Dal 2 al 5 luglio al Pio XI la terza edizione della manifestazione che riunisce l’associazionismo

«Desiderio di famiglia»:terzo Meeting del Forum

ogni uomo. Purtroppo oggi questodesiderio di famiglia fa fatica a realizzarsi,ma rimane nella vita delle persone comesperanza più importante. Scandagliarlo,secondo noi, anche nei suoi limiti, sociali,culturali e materiali, è uno dei modi perrealizzarlo». Dopo la prima edizione, che è«stato un esperimento», e la seconda, «cheha richiamato circa 6mila presenze»,quest’anno «puntiamo in alto, con unarilettura in chiave laica dei temi delSinodo, ricalcati nel tessuto quotidianodella famiglia, a partire dai problemi legatialla separazione e all’educazione dei figli».Oltre alle degustazioni alimentari, altranovità è il concorso fotografico sul temadel Meeting, mentre torna il premio"Azienda family friendly" che, suindicazione dei dipendenti stessi, valorizzale strutture che attivano percorsi diflessibilità per promuovere la conciliazionetra famiglia e lavoro.

scuole verranno educati i bambiniall’idea che esistono modelli diversi difamiglia, inclusa quella omosessuale.Per cui, di fatto, l’ideologia gender vienecamuffata e traghettata all’interno dellescuole. Tuttavia, i segnali in questomomento sono molto incoraggianti:aver suscitato un grande dibattitopubblico nazionale, che ha scosso lapolitica, ha fatto sì che nulla più siadato per scontato rispetto a prima.Quale messaggio vuole lanciare ai ge-nitori preoccupati per l’educazione deipropri figli?Per prima cosa devono avere gli occhiben aperti: all’interno delle scuole, adesempio, devono andare a vedere "devisu" cosa succede, leggere il Pianodell’offerta formativa e, quando si parladi educazione all’affettività, saperesecondo quali criteri si propone taleitinerario. Le famiglie devono stare "intrincea" per difendere i loro figlidall’ideologia gender. Un’ideologia che,nell’educazione scolastica, non è unacorazzata ma un sommergibile. Bisognaessere vigili per sapere quando staentrando nelle scuole e, non appena siintercetta, far sentire la propria voce.

Il programma delle quattro giornate

Un’immagine della manifestazione del 20 giugno in piazza San Giovanni

Anno XLII • Numero 26 • Domenica 28 giugno 2015

ROMA SETTE

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma; [email protected]. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491

Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

n «nuovo passo» per un «accompagnamentodifferenziato» delle famiglie, particolarmentequelle ferite e fragili, tramite un «discernimento

prudente e misericordioso» e «la capacità di cogliere nelconcreto la diversità delle singole situazioni». Èl’Instrumentum laboris per la XIV Assemblea ordinaria delSinodo dei vescovi, inprogramma dal 4 al 25ottobre prossimo sul tema Lavocazione e la missione dellafamiglia nella Chiesa e nelmondo contemporaneo. Il testo,reso pubblico martedì, èfrutto della “Relatio Synodi” -testo conclusivo delprecedente Sinodo sullafamiglia, svoltosi nel 2014 -,integrata dalle risposte ai“Lineamenta”, oltre che daosservazioni e «importantisuggerimenti» da parte divarie componenti delle Chieseparticolari, organizzazioni,aggregazioni laicali e altreistanze ecclesiali e

accademiche. Alla presentazione sono intervenuti ilcardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale delSinodo dei vescovi; il cardinale Péter Erdo, arcivescovo diEsztergom-Budapest (Ungheria), relatore generale dellaXIV assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi;monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto

(Italia), segretario specialedell’assemblea sinodale. Tre leparti del documento, chemostrano la continuità tra lafase straordinaria e quellaordinaria del Sinodo:“L’ascolto delle sfide sullafamiglia”, “Il discernimentonella vocazione familiare” e“La missione della famigliaoggi” (alcuni passi deldocumento nell’articolo suwww.romasette.it).Il 3 ottobre, vigiliadell’apertura dell’assembleasinodale, si terrà in piazza SanPietro una veglia di preghierapromossa dalla Conferenzaepiscopale italiana.

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Sinodo dei vescovi, l’«Instrumentum laboris»in tre parti: ascolto, discernimento e missione

In alto il logo della manifestazione. Sotto a sinistra, Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle associazioni familiari del Lazio

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Riva ricordato in un convegno«Profondità teologica e umana»

ra il 1985 e, a proposito di Roma,monsignor Cle-mente Riva (foto), rosminiano, per anni vescovo

ausiliare del settore Sud, scriveva: «Non una croce,non una Chiesa. Al centro metterei l’uomo, una vi-sionedell’uomo. Con tutte le suepotenzialità e i suoibisogni, le esigenze e le aperture». Una visione chetorna attuale trent’anni dopo, perché figlia di unaprofonda riflessionenatadopo il Convegnodiocesanodel 1974, sulle «aspettative di carità e giustizia deicristiani di Roma», di cui Riva fu tra i protagonisti.Della sua figura e delle sue riflessioni si è parlatogiovedì nel convegno organizzato dalla parrocchiaSanti Pietro e Paolo all’Eur, in collaborazione conl’Accademia degli Incolti. «Nella nostra città ci sonostate tante belle figure - ha ricordato il parroco, pa-dre Francesco Bartolucci - e Riva appartiene al teso-ro di questa città e a questa diocesi. Per noi è la lu-ce in cimaallamontagna edovremmoattingeredal-le sue parole». «Aveva una regola fondamentale - hasottolineato Giuseppe De Rita, presidente del Censise amico di Riva -, le norme si rispettano. La sua erauna figura semplice, anche dal punto di vista eco-nomico: versava tutto il suo stipendio alla diocesi.Unuomoall’apparenzapovero fuori e rigidodentro,ma in realtà era esattamente il contrario. Per lui do-veva esserci una continuità tra il rapporto con Dio ei gesti della vita quotidiana. In pochi l’hanno cono-sciuto privatamente: aveva una reazione istintiva didifesa dei suoi valori fondamentali».Monsignor Andrea Manto, direttore del Centro dio-cesano per la pastorale sanitaria, ha sottolineato ilcompito del credente nell’evangelizzazione, ripren-dendo proprio le parole del libro di Riva: «Ognunodeve assumerlo come compito imprescindibile - hadetto - perché, come scrive Riva nel suo testo, biso-gna recuperare la centralità dell’uomo inteso comeuna cosa sola tra corpo e spirito, l’uomo come vera

eprima ricchezza dell’umanità.Se l’uomo diventa strumento dipolitica o del sistema economi-co allora perde. Riva ci ammo-nisce, ci insegnachebisogna tra-smettere alle nuove generazio-ni ilmessaggiodella vita, chebi-sognaprendersi cura amorevol-mente di chi è più fragile. Ci in-vita a guardare soprattutto chiè più vicino a noi».A concludere il convegno,mon-signor Paolo Lojudice, vescovoausiliare di Roma per il settoreSud, che ha conosciuto Riva

quando era vice parroco nella parrocchia di San Vi-gilio, al Tintoretto: «Di lui ricordo una disarmantesemplicità, unita ad una robusta e profonda intelli-genza teologica e umana. Ricordo il suo sorriso, de-licato e rassicurante. Quando diventai parroco, miaffidarono la chiesa di Santa Maria Madre del Re-dentore, nel quartiere di Tor BellaMonaca, emi dis-se: "Troverai un popolo di Dio ancora più vivo, per-ché più sofferente, ma avrai la possibilità di portareun Vangelo più vero e più concreto". Ed aveva ra-gione, perché è ciò cheho trovato in un contesto dif-ficile e delicato. E se in quel contesto sono stato ilparroco che sono stato, sicuramente un po’ lo devoanche a lui».

Paola Proietti

ELenominedei parrocidel clerodiocesano

Il Palazzo Lateranense, sede del Vicariato di Roma

al primo settembre sarannodiciotto le parrocchie delladiocesi che, con

l’approvazione del Papa, avrannouna nuova guida pastorale. Sette nelsettore Est, quattro nel settore Sud,altrettante all’Ovest e tre nel settoreNord. A Nostra Signora diCzestochowa (La Rustica), parrocchiafinora affidata alla congregazione deiBenedettini Silvestrini, arriverà donPatrizio Milano, attuale parroco aSanta Maria di Loreto. Don Patriziosuccederà a padre Nerino FrancescoZambon, che dal 1999 è alla guidadella comunità.Novità anche a Santi Fabiano eVenanzio, all’Appio Tuscolano, che siprepara ad accogliere don FabioFasciani, attuale parroco di SanPatrizio. Prenderà il posto di donRaffaele Ruocco, che ha guidato lacomunità di via Terni dal 2006. ASan Patrizio, a Colle Prenestino,invece, arriverà don Tomas ÁlvarezSánchez, spagnolo, attuale vicarioparrocchiale a Dio PadreMisericordioso. In arrivo a SantaMaria di Loreto, a Castelverde diLunghezza, don Andrea Carlevale,assistente al Pontificio SeminarioRomano Maggiore. Succederà a donPatrizio Milano, parroco dellacomunità dal 1998. A San Luca, nelquartiere Prenestino, è statodestinato don Romano De Angelis,attuale parroco di Santa Maria delleGrazie al Trionfale: rileva il posto dimonsignor Paolo Lojudice, nuovoausiliare per il settore Sud.A Santa Maria Addolorata (VillaGordiani), don Antonio D’Errico,parroco di San Tommaso Apostoloall’Infernetto, succederà a monsignorRemo Chiavarini, che andrà aguidare la comunità di San Clementea Prati Fiscali. Ancora nel settore Est,a Santa Maria Mediatrice, don CarloGiannini, parroco dal 2008, lascerà ilposto a don Aniello Luongo, attualevicario parrocchiale a Sant’EdithStein a Torre Angela.Sono quattro gli avvicendamentiprevisti per il settore Sud, di cui duein parrocchie della zona di Acilia: aSan Carlo da Sezze arriva don Paolo

D

Ricciardi, attuale parroco di SantaSilvia, che succede all’amministratoreparrocchiale monsignor VincenzoIosia. Sempre ad Acilia, la comunitàdi San Francesco d’Assisi riceverà, dalprimo settembre, don Ivin SagayarajArokiasamy. Don Ivin, originario diTrichirapalli in India, prenderà ilposto di don Stefano Bianchini, aSan Francesco dal 2008, che guideràla comunità di San TommasoApostolo all’Infernetto. ASant’Anselmo l’attualeamministratore parrocchiale donDaniele Dal Prà diventa parrocodella comunità della Cecchignola.

Per quanto riguarda il settore Ovest,Santa Maria delle Grazie al Trionfaleaccoglierà don Antonio RaimondoFois, dal 2004 parroco ai SantiAquila e Priscilla. Qui arriverà donSantino Giuseppe Quaranta, attualevicario parrocchiale a San Tommasod’Aquino. Don GiampieroAntonicelli, finora parroco a SantaRosa da Viterbo, guiderà la comunitàdi Santa Silvia, nel quartierePortunense. Ultima parrocchia delsettore Ovest interessata dallenomine dei nuovi parroci è SantaMaria Stella Matutina. La comunitàdella Balduina accoglierà don

2 Domenica28 giugno 2015

memoria

Giorgio Gabrielli, attualecollaboratore della Caritas diocesana.Tre, infine, le parrocchie del settoreNord che avranno nuovi parroci.Oltre alla già citata San Clemente aPrati Fiscali (dove arriverà monsignorChiavarini), sono San Luigi Gonzagae Santa Rosa da Viterbo. A San Luigi,nel quartiere dei Parioli, diventaparroco l’attuale amministratoreparrocchiale don Matteo Castellina,mentre Santa Rosa (Tomba diNerone) sarà affidata all’argentinodon Hernan Federico Riquelme,attualmente vice cappellano allafacoltà di Medicina della Sapienza.

DIMARIAELENA FINESSI

lice è una bambina magra, ma a 4 anniinizia ad ingrassare. Alice ha semprefame. Mangia in continuazione. Il cibo

diventa la sua dipendenza, «come l’alcol o ladroga». «Ogni preoccupazione mi apre lostomaco - racconta oggi, a 57 anni -, maanche ogni gioia o emozione improvvisa».Cambia la sostanza per la quale ci si rovinal’esistenza ma il pensiero ossessivo è lostesso. «Se però per gli alcolisti o i narcotici ilrischio di morire è immediato - precisa ladonna -, tanto che basta mettersi alla guidain stato di ebbrezza e perdere la vita è unattimo, per le abbuffate non è così: il rischiodi malattie mortali aumenta col tempo e,comunque, nessun vigile si sognerebbe difarti la multa se a tavola, poco prima, ti seiingozzato». Soprattutto il problema, in questicasi, sembra non riguardare gli altri che, anzi,

individuano in quello che viene chiamato"mangiatore compulsivo" solo uno che amagozzovigliare e che ai "salotti seri" preferisceun’allegra tavolata. La realtà, invece, èun’altra e non sempre chiara agli stessiuomini e alle stesse donne che vivono unrapporto conflittuale con il cibo.«Personalmente non ero consapevole dellagravità dei miei comportamenti - raccontaAlice -. Credevo di essere al centro del miomondo, capace di smettere di mangiarequando volevo». E comunque il fatto chenon si auto-procurasse il vomito, comefanno ad esempio gli anoressici, era per leiuna rassicurazione che quegli attacchi difame fossero naturali. «Immagazzinavo tutto.Il cibo mi serviva da sedativo o dacarburante». Disinteresse degli altri, dunque,meno che dei suoi genitori: «La famiglia nonha mai accettato questa condizione. I mieimi hanno portato dai dietologi ma mai da

uno psicologo. Mio padre era disposto aspendere soldi in cure e farmaci ma mai haaccettato l’idea che il problema fosse di altranatura. E invece, se non si fosse opposto,forse avrei sciolto prima i miei nodi». Alicepercorre così diverse strade per riuscire adimagrire: «Mi sono persino sottoposta albendaggio gastrico ma da 145 chili sonoarrivata a pesarne 135. In pratica non avevoperso niente». Dopo 7 anni daquell’intervento, «finalmente ho scoperto unmondo», dice. La donna entra in un gruppodi auto mutuo-aiuto, quello degli OA-"Overeaters anonymous", che - come igruppi nati per le altre dipendenze e giàraccontati nella nostra inchiesta - ha accettatodi istituire un tavolo di riflessione, sulcrescente disagio psicologico nella societàcontemporanea, con il Centro diocesano perla pastorale sanitaria. «Ho scoperto, così, diessere malata». Il metodo terapeutico

adottato dall’associazione è quello dei 12passi elaborato dagli Alcolisti Anonimi.«Funziona perché chiarisce la triplice naturadella malattia, che è innanzitutto fisica,emotiva e, infine, spirituale perché facendoperno solo su se stessi, si scarta l’ipotesi chequalcuno, al di sopra di noi, possa inveceaiutarci». "Qualcuno" che in questi gruppichiamano "Dio" ma che è un «Dio comeciascuno può concepirlo»: religioso o no, èun concetto più ampio. Vuol dire maturarel’idea di doversi affidare ad «una forzasuperiore». Nella condivisione delleesperienze, da 12 anni Alice sente di essererinata. Il suo rapporto con il cibo è diventatopacifico: «Non è più la cioccolata, ma lapreghiera - conclude -, a sostenermi neimomenti difficili».

(4 - fine. Le puntate precedenti sono state pubbli-cate sui numeri del 7, 14 e 21 giugno)

A

Alicee ilcibo,quandoancheilmangiareèdipendenza

I mangiatori compulsivi:si conclude l’inchiesta sulledipendenze e le associazionidi automutuo aiuto. Eccogli «Overeaters anonymous»

LaMessa perla solennità diSanGiovanniApertura dellaFesta dellasolidarietà:appuntamentifino a domani

IlcardinaleVallini:«PerRomatestimonidiamore»

Sopra un momento della Messa. Sotto, gli stand

oce importante nella storia dellasalvezza, Giovanni è colui chemostra in che modo essere

cristiani». Il cardinale vicario AgostinoVallini celebra la Messa nella Basilicalateranense il 24 giugno, nella solennitàdella Natività del Battista. Rivolgendosi aifedeli, ricorda «a cosa è stato chiamatoquesto uomo di Dio» affinché, attraverso ilsuo percorso, «ciascuno ripensi al modo incui risponde alla chiamata del Signore» enon è un caso che i sacerdoti - circa unaventina - in questa stessa giornataconfermino dinanzi all’altare la propriavocazione, festeggiando chi i 25 e chi i 50o 60 anni di sacerdozio. Il cardinale Vallinimette però in guardia: «La vocazione è lachiamata alla santità di tutti, non solo deipreti». Con il sacramento del battesimo,infatti, «ogni cristiano, per dirsi tale, devevivere nel quotidiano i doni ricevuti, eambire a ideali alti. Io lo ripeto spesso - èla denuncia -: a Roma i cristiani sonotroppo zitti. Invece dovrebbero essere

capaci di dire una parola coraggiosa, diverità. Senza offendere nessuno, farsitestimoni del bene». L’invito del cardinaleè chiaro: «Giovanni ha “preparato” la via aGesù con la sua testimonianza, talmenteattraente da avere avuto ampio seguito inchi accorreva ad ascoltarlo. Allo stessomodo, pensando a Roma in questoperiodo di miserie e turbolenze, ma ancheall’Italia o all’Europa, dico che servono,anzi urgono, testimoni di solidarietà, digiustizia, di amore». L’auspicio «è chearrivino anche altri ma, oggi, a Romasiamo noi quelli che vivono accanto a chisoffre». E ciò che sta preparandosi sullapiazza dinanzi alla Basilica è un tentativodi «mostrare proprio il bello e il buono diquesta città, che non è solo “Mafiacapitale”», raccontano gli organizzatoridella Festa della solidarietà. Tanteassociazioni, cattoliche e no, unitedall’essere attive nel campo delvolontariato e dell’assistenza ai piùbisognosi si sono date appuntamento per

questa particolare kermesse sul “bene chefa bene”. L’idea - lanciata dalla onlus“Lumen Gentium” e patrocinata dalladiocesi - è di dare spazio e voce a chi, disolito, non ne ha e di condividere con lacittadinanza sei giorni (fino a domani) diappuntamenti all’aperto, tra dibattiti,musica e momenti di riflessione(www.festadellasolidarieta.it) a cui sono statiinvitati a prendere la parola ancherappresentanti delle istituzioni locali enazionali. Non mancano le testimonianzedi vita, come quella di Brunetta ed AngeloScarpa, detto “Barche”, dal nome d’arteche si è dato nel firmare dipinti cheritraggono la laguna di Venezia solcata daimbarcazioni. In un paesino a due passidalla città del doge, Angelo ha «datoscandalo» quando 38 anni fa ha deciso dimollare il lavoro di infermiere per sposaree prendersi cura per il resto della sua vitadi una splendida ragazza sulla sedia arotelle, malata e pronta a farla finita conquesto mondo. Una storia commovente in

cui i protagonisti vedono un «disegno» chenon era il loro. Brunetta sorride e i suoilimpidi occhi azzurri sembrano farealtrettanto: «Dio ci ha voluto bene primache nascessimo». Intorno prende intantovita la serata: ci si mette in coda per la“lumacata di San Giovanni”, piatto tipicodella tradizione romana riservato a questoparticolare giorno dell’anno, o per unboccale di birra artigianale prodotta daidetenuti di Rebibbia. E poi, comodi, agodersi lo spettacolo teatrale sulla“Maratona dei santi”: «Perché prendersicura degli altri - spiega Giuliano,consigliere del Mofra (movimentofrancescano) -, vuol dire non soltanto“dare cose” ma “fare casa”, mettersiaccanto e percorrere insieme la strada».Intanto, nello stand della Caritasdiocesana si parla dell’impegno contro ilgioco d’azzardo e di progetti educativi per iragazzi: ad inaugurare lo stand, monsignorEnrico Feroci e padre Giulio Albanese.

Mariaelena Finessi

Diciotto le parrocchie interessate:sette nel settore Est, tre alNord,quattro all’Ovest, altrettante al Sud

Page 3: «Desiderio di famiglia»: terzo Meeting del Forum · si se dovesse passare il ddl Cirinnà, at-tualmente in discussione in Parlamen-to e sul quale il Governo, nei giorni scorsi,

I volontari: «Molti di loro sono stati prigionieri inLibia e ne portano i segni sul corpo». Gli operatori:«Andremo via solo quando ci sarà una validaalternativa». Senza sosta la solidarietà dei romani

3 Domenica28 giugno 2015

Tendopoli, un’«oasi» per gli eritrei

DI PAOLA PROIETTI

ndici tende, una mensa, unposto di primo soccorso,due magazzini, bagni

chimici e docce, una rete dapallavolo, una porta da calcio per140 migranti. Si lavora senza sostanella tendopoli allestita dallasezione provinciale di Roma dellaCroce Rossa Italiana, appena fuoril’atrio est della stazione Tiburtina,dal lato di Pietralata. Un terrenoche prima era zona di cantiere, oraè diventato una piccola parte diEritrea. Dal 13 giugno, qui, sonoospitati alcuni migranti sbarcati inSicilia che aspettano di prendereun treno o un pullman che li portiin Germania o in Svezia, le metepiù gettonate. La tendopoli è sortaper dare man forte al centro diprima accoglienza Baobab che, neigiorni dell’emergenza del transitodei migranti a Roma, ha aperto leporte offrendo un alloggio e unpasto ad oltre 800 persone. «Da quando abbiamo allestito ilcampo siamo sempre stati pieni -ammette Giorgio de Acutis,collaboratore area e attività socialidi Croce Rossa Roma - . Abbiamodonne con bambini, ora ce nesono cinque che vanno dagli ottomesi ai 6 anni. C’è qualcheadulto, mentre la maggioranza

sono minori non accompagnati.Di solito rimangono tre giorni,alcuni invece restano unasettimana. Il tempo di avere isoldi per il biglietto del treno odel pullman, per raggiungere iparenti nei Paesi del NordEuropa». La loro giornata èscandita da orari ben precisi: alle8 la sveglia, poi è servita lacolazione fino alle 9.30. Dalle 10alle 11.30 c’è la distribuzione deivestiti. Non c’è possibilità dilavarli, quindi, dopo due, tregiorni al massimo, sono sostituiti.Alle 12 c’è il pranzo, nelpomeriggio principalmenteriposano oppure girano per ilquartiere. Molti adorano giocare: «Sonobravissimi a pallavolo - dice unavolontaria del campo -, ci hannodetto che nel loro Paese è lo sportpiù diffuso. Inoltre, sono moltocollaborativi: ci aiutano a tenerepulito, fanno piccole cose, comebuttare la spazzatura. Sono civili eistruiti. Hanno grandi aspettativedall’Europa e l’impressione è chenon si rendano ben conto diquello che gli sta realmenteaccadendo». Una volta ogni due giorni sonovisitati da un medico, così come ibambini da un pediatra. Nessuncaso sanitario particolare,

pochissimi quelli affettidalla scabbia, che sonoguariti in pochi giorni. Ilvero ostacolo è la lingua:difficile comunicare conloro. Solo una minimaparte parla un po’d’inglese. A breve, graziead un accordo con leassociazioni eritree diRoma, dovrebberoarrivare dei mediatoriculturali. «In moltihanno storie tremendealle spalle - raccontaDaniele, uno dei primivolontari del campo -,hanno passato anche unanno e mezzo in viaggio,attraversando chilometridi deserto senza bere emangiare, fino adarrivare ai porti da dovepoi si sono imbarcati.Molti sono statiprigionieri in Libia e neportano i segni sulcorpo. Quando arrivanoqui, la prima cosa chefanno è lavarsi, mangiaree poi riposarsi. Per loroquesta è un’oasi». Da quando è sorta latendopoli, così com’èavvenuto per il centroBaobab, sono statemoltissime le donazionidi ogni tipo provenientidai romani: «Cittadini veramentedi cuore - ammette una volontariadi lungo corso - ed è un flussocontinuo di gente. Portano quelloche possono e vengono da tuttaRoma, anche da zone moltolontane. Oggi, è venuta unasignora dal quartiere La Rustica,mentre un anziano ha portato unacrostata fatta da lui». Il campo non dispone di unacucina, quindi il pranzo vieneprincipalmente servito freddo,mentre per la cena si cambia: «Ivolontari della Croce Rossa deicomitati di alcuni Municipi, cosìcome le parrocchie, la mattinavengono qui e prendono parte delcibo donato. Lo cucinano e lo

riportano la sera per la cena. Almomento abbiamo bisognosoprattutto di tonno, mele e panein cassetta. Sul fronte vestiario, dicinte, canottiere, calzoncini,calzini corti per scarpe daginnastica, tutto al massimo ditaglia 44 e anche degli zaini».«Rimarremo qui finché ce ne saràbisogno - ammette de Acutis -, disolito il flusso delle migrazioni ècontinuo fino ad ottobre.Sappiamo, però, che il Comune diRoma vuole allestire un edificio dizona per l’accoglienza deimigranti. Noi saremo comunquequi finché avremo il permesso e dicerto fino a che non ci sarà unavalida alternativa».

U

migranti.Vita quotidiana di 140 persone alla tensostruttura della Croce Rossaaccanto alla stazione Tiburtina. L’attesa per il viaggio nei Paesi del Nord Europa

anto tonno, altri cibi in sca-tola come piselli e ceci. Pa-

ne in cassetta e mele. Sono i vi-veri più richiesti dai volontaridella Croce Rossa della sezioneprovinciale di Roma che dal 13giugno si occupano di 140 mi-granti ospitati nella tendopoliallestita presso la stazione Ti-burtina.Le donazioni non si sono maifermate: «Da quando abbiamoaperto, c’è un flusso continuodi gente che porta buste piene

di cibo e vestiti - dice Giorgio deAcutis, collaboratore della Cro-ce Rossa di Roma -; dagli eri-trei questo viene visto con gra-titudine e commozione, sento-no il benvenuto della popola-zione». Oltre al cibo servono ca-nottiere e bermuda, massimodi taglia 44. E poi calzini cortiper scarpe da ginnastica e zai-ni. «L’importante è che la soli-darietà continui - dice de Acu-tis - perché fa bene a loro e aRoma». (Pa. Pro.)

T

la scheda

Cosa serve e come aiutare

l 1° luglio, solennità delPreziosissimo Sangue di NostroSignore Gesù Cristo, i Missionari del

Preziosissimo Sangue celebreranno ilbicentenario della loro fondazione. Eproprio mercoledì prossimo centinaiadi pellegrini provenienti da tutta l’Italiae dal resto del mondo converrannonella basilica di San Giovanni inLaterano per la celebrazione della festae del bicentenario. Alle ore 17 lasolenne Eucaristia sarà presieduta dalvescovo Joseph Charron, anch’eglimissionario del Preziosissimo Sangue,

emerito della diocesi di Des Moines(Iowa), negli Stati Uniti. L’omelia dellacelebrazione sarà tenuta dal vescovoErwin Kraeutler, della medesimacongregazione, prelato della prelaturadello Xingu, in Brasile. Lacongregazione è stata fondata da sanGaspare del Bufalo, nato il 6 gennaio1786 a Roma e ordinato sacerdote delclero diocesano nel 1808. Un sacerdoteche - spiega don William Nordenbrock,60 anni, statunitense dell’Ohio,moderatore generale dellacongregazione - ha servito comecanonico di San Marco e ha lavorato trai poveri contadini e braccianti chevenivano a Roma per vendere i loroprodotti. Era fedele alla Chiesaattraverso la sua resistenza aNapoleone e ha trascorso diversi anniin esilio e in prigione». Alla richiesta di

giurare fedeltà a Napoleone, rispose:«Non posso, non debbo, non voglio».Il 15 agosto 1815 fondò una società disacerdoti diocesani, appunto lacongregazione del PreziosissimoSangue, per «rinnovare la Chiesaattraverso il ministero della Parola».Negli anni successivi, san Gaspare e isuoi compagni missionari siimpegnarono in Italia attraverso lapredicazione di missioni popolari.Morto il 28 dicembre 1837 a Roma (ilsuo corpo riposa nella chiesa di SantaMaria in Trivio a Fontana di Trevi), èstato canonizzato da Papa Pio XII nel1954. Nel 1834 si affiancò il ramofemminile - le suore Adoratrici delSangue di Cristo - fondato ad Acuto, inCiociaria, da Maria de Mattias,canonizzata da Giovanni Paolo II. Oggii Missionari del Preziosissimo Sangue

contano oltre 550 tra sacerdoti e fratellicoadiutori in 21 Paesi del mondo(dall’Austria al Vietnam, dal Canadaalla Guinea Bissau, solo per citarnealcuni). Due le parrocchie romaneaffidate alla congregazione: quellaintitolata al santo, all’Arco di Travertino(con la chiesa progettata dallo StudioNervi), e quella dedicata al SantissimoCorpo e Sangue di Cristo, pocodistante, in via Narni, nel quartiereTuscolano, accanto alla sede dellaCuria provincializia (la casa generaliziaè a viale di Porta Ardeatina). «IMissionari - sottolinea Nordenbrock -continuano ad essere spinti dallaspiritualità del Preziosissimo Sangue edal carisma della riconciliazione,proclamando la forza riconciliatrice delSangue di Cristo, per il rinnovamentodella Chiesa e la riconciliazione delmondo». In via del tutto straordinaria,in occasione del bicentenario, partedella reliquia di san Gaspare saràtraslata nella basilica di San Giovanniin Laterano. (R. S.)

I

Simposio docenti: l’Europa rimetta al centro l’uomoDI MARINA TOMARRO

Europa deve ritrovare la suaanima e potrà farlorimettendo al centro l’uomo,

non pensato in astratto, bensìconsiderato nel vissuto concreto e nellatrama di relazioni che compongono ilsuo esistere storico». Così il cardinalevicario Agostino Vallini, giovedìpomeriggio, ha aperto nell’Aula dellaConciliazione del Palazzo Lateranense ilXII Simposio internazionale dei docentiuniversitari promosso dall’Ufficiodiocesano per la pastorale universitariain collaborazione con i ministeridell’Università e degli Affari esteri. «È sulconcetto di "uomo" - ha continuato ilporporato - che bisogna intendersi e sulmodo di interpretare, ad esempio, lerelazioni che sussistono tra l’uomo e lanatura, la libertà, il lavoro, l’economia».Parlando di costruzione di nuovo

umanesimo, il cardinale ha ricordatoanche i tanti uomini lasciati oggi aimargini della società, gli ultimi, quellispesso senza nome né diritti. «In unpianeta che va sempre di piùurbanizzandosi - ha spiegato -soprattutto nelle grandi città accanto agrandi opportunità, crescono sacche dipovertà e di miseria. Nuovo umanesimo,in questo caso, vuol dire confrontarsi, innome dell’uomo, con l’impegno amodificare le strutture culturali,economiche e sociali che causano lepovertà, promuovendo il cambiamentodei modelli di sviluppo, di produzione edi consumo. Vuol dire farsi carico diqueste masse umane nell’ottica dellagiustizia e della solidarietà». L’incontroha ricevuto anche il saluto delpresidente della Repubblica SergioMattarella. «Il ruolo della ricerca edell’alta formazione universitaria - silegge nel telegramma inviato dal capo

dello Stato - è anche quello di leggere ecomprendere le rapide trasformazionidel mondo contemporaneo dove ledifferenze politiche, religiose,ideologiche e culturali, la crisieconomica, le minacce di distruzionedell’ambiente, richiedono risposte chericonducano ad una rinnovata centralitàdell’uomo unito ad un consapevolesentimento d’appartenenza aperto allacondivisione». Il presidente hasottolineato che «la costruzione di unnuovo umanesimo risponde al diffusosentimento di insicurezza sociale perdisegnare un orizzonte credibile edaffidabile che ricostruisca la reciprocitàdei rapporti restituendo dignitàindividuale e relazionale». All’incontrohanno partecipato oltre 500 docentiprovenienti da tutto il mondo, che finoa ieri alla Pontificia UniversitàLateranense si sono confrontati in seisessioni di lavoro. «Il tema scelto

quest’anno - ha detto Cesare Mirabelli,presidente del comitato scientifico delSimposio - vuole coinvolgere tutte lecompetenze su un terrenofondamentale: quello della costruzionedi una cultura che apra a un umanesimoadeguato ai problemi del mondocontemporaneo». La lectio magistralisdella cerimonia di apertura è stataaffidata a Fabrice Hadjadj, dell’InstitutPhilanthropos di Bourguillon, che haspiegato come il concetto di "nuovoumanesimo" non implichi un rifiutodella tecnologia ma piuttosto la suasubordinazione «all’arte e all’artigianato:tenere a mente che fare qualcosa con leproprie mani è più umano e piùoriginale di lanciare un softwarepremendo un pulsante; ricordarsi che lacultura è più nuova dell’ingegneria,perché la cultura accompagna forme cheprovengono da un’intelligenza piùgrande della nostra».

’L«

Missionari del Preziosissimo Sangue, il bicentenarioMercoledì alle 17 celebrazionea San Giovanni in Laterano condue vescovi della congregazionedi san Gaspare del Bufalo

L’appello rivolto dal cardinale vicarioin apertura del meeting organizzatodall’Ufficio pastorale universitaria«Modificare le strutture economichee sociali che causano le povertà»

Due immagini di vita quotidiana nella tendopoli della Croce Rossa che accoglie gli eritrei presso la stazione Tiburtina (Foto Gennari)

L’inaugurazione del simposio dei docenti universitari

La chiesa dedicata a San Gaspare del Bufalo

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4 Domenica28 giugno 2015

Dylan e la sua banddomani a Caracalla

l 29 giugno, alle Termedi Caracalla arriva il

mito del rock. BobDylane la sua band salirannosul palco alle 21 per rac-contare, ancora una vol-ta, i tormenti e le in-quietudini di tante gene-razioni apartiredagli an-ni Sessanta. Un artistasenza età che si inseriscenel cartellone estivo del-l’Opera di Roma tra Puc-cini ed Elton John, Ludo-vico Einaudi e RobertoBolle. Info: operaroma.it

I

rriva nelle sale unfilm italianocoraggioso nei

contenuti e disinvoltonel modo di affrontarli.Si tratta di Noi siamoFrancesco, curioso fin daltitolo. Siamo in Puglia,oggi. Francesco, studenteuniversitario, è privodelle braccia e il suo

amico del cuore Stefano, estroverso einvadente, lo stimola a non trascurare isegnali di simpatia che riceve da alcuneragazze alle lezioni. Il problema di Francescoè quello della "prima volta", che il suocoetaneo lo invita ad affrontare conspavalderia, mentre la mamma Gloria affrontal’argomento con maggiore prudenza eincertezza.Quello della disabilità giovanile è un temaassai delicato e ad alto rischio di trattazionesuperficiale o retorica. La regista, Guendalina

Zampagni (nella foto), al suo secondo film,dopo Quell’estate, del 2008, lo affronta conbella spavalderia e un certo coraggiosodistacco. «In via preliminare - riferisce - hoscelto di raccogliete testimonianze vere diragazzi disabili, ho costruito la storiaattraverso le difficoltà che la madre incontranell’aiutare il figlio ad avere una vita intimaautonoma e soddisfacente. Nonostante lacrudezza dell’argomento, ho volutoraccontare una storia piena di amore, vitalità eleggerezza». Aiutata nel copione dall’espertoAurelio Grimaldi, la regista ha optato per unascelta narrativa tra realismo e commedia,calibrando con cura diversi registri marestando sempre con un passo più avantiall’interno di un umorismo teso e un po’amaro. Le varie scansioni che punteggiano ilracconto hanno sapori che arrivanodirettamente dalle location. Tutto girato traConversano e Monopoli, il copione acquistaun forte respiro dialettale e si lascia cullaredentro alcuni passaggi dall’esuberanza

giovanile della provincia. Tra sapori vintage efeste anni Ottanta, il gruppo dei ragazziscavalca gli inevitabili imbarazzi delladisabilità, dimostrando che nessuno devesentirsi escluso.Interessante è anche la scelta degli attori: ainterpretare Francesco e i suoi coetanei cisono ragazzi e ragazze quasi esordienti,provenienti da scuole di teatro e, accanto,alcune presenze importanti a dare supportoalla concretezza dei fatti: in primo pianoElena Sofia Ricci, nel ruolo della madreGloria: «Una madre - dice - sensibile e fortenel suo difficile ruolo, una che non ha pauradi sbagliare, contraddirsi, amare e proteggereil figlio fino al limite di dimenticare se stessa».In alcuni passaggi la regia affianca alproblema principale (la disabilità) quellodella prima volta. Lanciando un ulterioreesplicito avvertimento a non creare barrieretra chi è Francesco e chi non lo è. Altrimenti, everamente, lo siamo tutti.

Massimo Giraldi

A«NoisiamoFrancesco»,lanormalitàdeldisabilecinema musica

DI MARIAELENA FINESSI

Virtuoso dell’organetto,Ambrogio Sparagna èuno degli etnomusicologi

più noti d’Italia. Da 40 anni,lui che oggi ne ha 58, è alleprese con un lavoro di ricerca eregistrazione di musica e ballipopolari. Domani sera sarà alParco della Musica con lospettacolo "Santu Paulo delletarante". Ad accompagnarlo,l’Orchestra popolare italianadell’Auditorium di Roma e ilCoro diretto da Anna RitaColaianni. In questa intervistail musicista di Maranola(Latina) racconta la genesidella "taranta" e il legame conla figura dell’Apostolo Paolo aricordare la potenzataumaturgica della musica,capace di farsi balsamo e lenirecorpi malati o spiritimelanconici.Di tarantismo si è scritto tan-to già nei secoli passati ma se-condo ottiche non semprecoincidenti. Patologia, folklo-re, rituale devozionale: cos’è?Si tratta di una terapia diffusanelle campagne del Sud, speciedel Salento, applicata a coloroche erano stati punti da unragno: un morso talmentevelenoso da causare, nellevittime, una perdita di

coscienza. Un malessere nonsolo fisico ma anche interiore.E la musica - e, attraverso diessa, il ballo - costituiva unaterapia capace di tirar fuori ilveleno dal corpo.Sembrerebbe un rito d’origi-ne pagana.Il riferimento, certo, è allacultura classica ma conl’avvento del Cristianesimo ilfenomeno si lega a san Paolo alquale, una volta all’anno, lepersone che erano state morsedal ragno chiedevanointercessione. La storiaracconta infatti che mentreraccoglieva degli sterpi lungo ilsuo viaggio da Gerusalemme aRoma, Paolo si imbatté in unavipera, fu morso ma rimaseindenne: questo fatto hagenerato l’immagine di unsanto guaritore.Il tarantismo è da molti con-siderato però una chiave perleggere il contrasto del diver-so sviluppo economico delNord e del Sud del Paese.Il più importante degliintellettuali del tempo, Paolo, èuno che soffre di epilessia e chevive ai margini dellacondizione umana, eppureconquista nella culturapopolare il ruolo di colui cheguarisce: da questo punto divista, gli studi non hanno mai

messo in discussione la figuradel santo. Poi, che le"tarantate" (donne morse dalragno, ndr) assumessero ancheun atteggiamento esibizionistaquesto non si può negare maha a che fare con l’esperienzasoggettiva di alcune di esse,desiderose di attirarel’attenzione sulla drammaticacondizione dell’essere donnein un mondo rurale che leescludeva. Io però mi occupodi fatti oggettivi: e il dato realeè che nel Meridione esistequesto grande culto. Chi nonvuole riconoscerlo commetteun errore storico.Lo spettacolo ricorda nel tito-lo questo legame tra il santo eil tarantismo. Ce lo racconta?Le danze popolari che hoscelto sono di grande impattoritmico e l’attenzione rivoltaverso l’alto è sottolineata damovimenti vertiginosi, per unospettacolo - a cui prendonoparte 300 persone, tra cantori edanzatori - che definirei quasimistico. Qui il ballo e lamusica - a differenza di ciò cheavviene in discoteca dove sipunta a perdere l’equilibrio ead alterare la coscienza -diventano esperienza coreutica,di gruppo, perché il malessereva superato insieme. Oggi, chequel mondo arcaico è svanito,

questo tipo di esperienzamostra tutta la sua forza diantidoto alla solitudine che èla vera malattia dellamodernità.Quali sono i criteri per cui unbrano può candidarsi a fareparte dei suoi spettacoli?La selezione è legatainnanzitutto al motivoconduttore, dopodiché dueelementi non possono maimancare: la devozionereligiosa, che in questo caso è ilculto paolino e mariano, el’amore. Si tratta di unrepertorio su cui ho iniziato alavorare in forma solitaria giàai tempi del liceo. Poi è arrivatal’università, la conoscenza diDiego Carpitella: 40 anni diesperienza, in cui una dellecose più belle è aver incontratopersone semplici che forse nonsapevano leggere e scrivere mache hanno acceso nel mioanimo il desiderio diraccontare la vita.

V

Sparagna:con lamusicaracconto vita

l’evento.L’etnomusicologodinuovosulpalcodell’Auditorium le saledellacomunità

DELLE PROVINCIE Da mer. 1 a dom. 5V. Delle Provincie, 41 Sambatel. 06.44236021 Ore 17.00-19.45-

22.30Ancora una volta insieme i registi e il protagonistadel blockbuster francese Quasi Amici perraccontare l’immigrazione con commovente ironia.L’incontro tra il variopinto mondo suburbano di unironico senegalese in cerca di un permesso disoggiorno e le solitudini di una donna parigina incerca di se stessa diventa, per entrambi, l’antidotocontro l’emarginazione sociale.

DON BOSCO Dom. 28 e lun. 29V. Publio Valerio, 63 Avengerstel. 06.71587612 Ore 18In Avangers: Age of Ultron, quando Tony Starkcerca di avviare un programma di pace, le cosedegenerano e i più grandi eroi della Terra, tra cuiIron Man, Captain America, Thor, l’IncredibileHulk, Vedova Nera e Occhio di Falco, sarannomessi alla prova, mentre il destino del pianeta è arischio. La squadra deve riunirsi per sconfiggereUltron, un terrificante megacattivo deciso adannientare il genere umano.

Lun. 29 alle 21Se Dio vuoleDa mar. 30 chiusuraestivaci

nema

accontare ricordi e storie personali, sognie a volte dolori attraverso metafore pitto-

riche, sintesi artistiche. È l’intento della mostra“Noi diamo+senso“ promossa dai Laboratorid’arte della Comunità di Sant’ Egidio, e che ve-de come protagonisti tre artisti, Giovanni Fenu,Annamaria Colapietro e Roberto Mizzon, uscitida istituzioni reclusorie.Lamostra, presentatamercoledì al Chiostro delBramante, sarà visitabile finoal prossimo19 lu-glio. Questa esposizione si va ad inserire in unprogetto più ampio, “I/O_IO è un altro”, in cuiFenu, Colapietro e Mizzon, confrontandosi conartisti professionisti, hanno realizzato una mo-stra corale nell’ambito del centenario dell’a-pertura dell’ospedale psichiatrico Santa MariadellaPietà, cheera considerato il piùgrandema-nicomio d’Europa ed è poi il luogo dove i tre ar-tisti sono stati reclusi per un periodo della lorovita.E proprio l’arte li ha salvati e liberati da quellaprigionia non solo fisica ma soprattutto inte-riore. «Queste opere - spiega Marco Impagliaz-zo, presidente della Comunità di Sant’ Egidio -fanno riflettere sul valore e sul senso della vita.Su quanto essa sia tante volte umiliata, e nonsempre fatta rialzare, e restituita alla sua di-gnità». (M. T.)

R

Ospedali psichiatrici e arte:una mostra di Sant’Egidio

società

Ambrogio Sparagna durante uno dei suoi concerti

«SantuPaulodelle tarante» è il titolo dellospettacolo chemette in scena la potenzataumaturgica dimusica e ballo. «Un’esperienzachemostra la forza di antidoto alla solitudine»

enticinque anni di concerti estivi in unadelle aree verdi più belle di Roma: VillaPamphilj. È la manifestazione «I concerti

del parco» (www.iconcertinelparco.it), chefesteggia quest’anno il venticinquesimo anno diattività e si riconferma come una delle piùseguite manifestazioni dell’Estate romana.Dodici eventi, dal 4 al 27 luglio, che vedrannoprotagonisti grandi nomi della musicainternazionale durante le serate estive. Grandepartenza il 4 luglio con una delle protagonistepiù raffinate del panorama musicaleinternazionale, Ute Lemper, che proporrà unospettacolo, "In The 9 Secrets", ispirato ad unmanoscritto dello scrittore brasiliano PauloCoelho. Il 5 luglio sarà la volta dell’orchestraSanitasamble, formata da ragazzi provenientidal rione Sanità di Napoli, che con Beppe Barra(nella foto) proporranno un concerto conmusiche di Beethoven, Ravel e brani scelti dalrepertorio tradizionale napoletano. Tanti gli

appuntamenti da non perdere. Tra questi, l’8luglio, la BeatleStory, un live showmultimedialeche ripercorre l’intera storia dei Beatles dal ’62al’70. Ma non solo musica. Infatti l’11 luglio cisarà la pièce teatrale «Lo sguardo di Ricciardi»per la regia di Brunella Caputo, con lo scrittoree autore del testo Maurizio De Giovanni, cheper la prima volta sale su un palco, raccontandoil protagonista di tanti suoi romanzi, insiemeagli attori della Compagnia del Giullare e aimusicisti dell’Electric Ethno Jazz Trio. Il 12luglio la manifestazione renderà omaggio aDante per il 750° anniversario della sua nascita,con la lettura-concerto «Dante Symphonìa» diPaolo Pasquini. Il 17 luglio arrivano Ale &Franz, che presentano per la prima volta a Romail loro spettacolo «Gaber, Jannacci… Noi». Ilgiorno dopo si potrà assistere ancora ad unaprima assoluta, «Ode alla cucina romana», diDonpasta, all’anagrafe Daniele De Michele, VJsalentino appassionato di gastronomia, dovecibo musica e arte si ritrovano insieme in unaperformance multimediale. Grande chiusura il27 luglio, con Sarah-Jane Morris, che presenteràil live «Feel the Love», ultimo progetto musicaleispirato alla musica africana, con i successi disempre e qualche inedito.

Marina Tomarro

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Dal 4 luglio torna la rassegnamusicale, che compie 25 anniFino al 27 sono attesi grandi nomidel panorama internazionale

«Concertinelparco»aVillaPamphiljflash.GliappuntamentiMESSA A SANT’ANDREA DELLA VALLEIN MEMORIA DEL CARDINALECANESTRI. Oggi, alle 19, nellachiesa di Sant’Andrea della Valle, siterrà una celebrazione in memoriadel cardinale Giovanni Canestri. Ilporporato, morto due mesi fa aRoma, fu vicegerente di Roma etitolare della chiesa di CorsoVittorio Emanuele. Presiederà ilcardinale Angelo Bagnasco,arcivescovo di Genova, doveCanestri è stato sepolto. Saràpresente la comunità dei Chiericiregolari teatini, guidata dalpreposito generale.

CROCEVIA» SU RADIO VATICANAITALIA. Oggi, alle 12.30, sui 105Fm di Radio Vaticana Italia, va inonda «Crocevia di bellezza»

DONAZIONI DI SANGUE CON L’AVIS.Domenica 5 donazioni con l’Avisnella parrocchia Resurrezione diNostro Signore Gesù Cristo (viaTurino di Sano, 120).

CORSO PER «CAREGIVER» DI ANZIANIAFFETTI DA DEMENZA. Scadonomartedì alle 12 le iscrizioni alseminario in programma dall’1 al9 luglio presso la sede della Scuoladel Sociale della Provincia diRoma (via Cassia 472), dedicato ai«caregiver» di anziani affetti dademenza. L’iniziativa è dellaGiovanna d’Arco Onlus ed èrivolta a genitori, assistenti sociali;operatori sociosanitari; neolaureatiin psicologia e scienze sociali,scienze della formazione,infermeristiche, medicina. Ilseminario si propone diaggiornare conoscenze dipertinenza psicologico-clinicainerenti alla tematica del caregiverformale e dell’assistente familiareche sostiene nelle attività della vitaquotidiana una persona anzianafragile priva di autonomia o unbambino. Info e iscrizioni:indirizzo di posta [email protected], tel. 06.3314643.

Concluso il Festivaldel cinema cattolico

on l’assegnazione dei Pescid’Argento si è conclusa la sesta

edizione del Festival Internazionaledel cinema cattolico-Mirabile Dictu,incentrato quest’anno sul temadella famiglia. Alla Pinacoteca delTesoriere, sono stati infatti resi noti ivincitori della manifestazione (cheha visto 1034 opere candidate). Ilpremio per il miglior film è andatoa Felices los que lloran delparaguaiano Marcelo Torcida,mentre il miglior documentario èstato Right footed di Nicholas Spark.In my brother’s shoes di LuciaMauro, è stato invece il migliorcortometraggio. I premi sono statiassegnati da una giuriainternazionale presieduta dalproduttore austriaco NorbertBlecha.

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