DEPRESSION: A PERSONALIST READING

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DEPRESSION: A PERSONALIST READING Fabio Gabrielli L.U.de.S. University

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  • 1. Fabio GabrielliL.U.de.S. University

2. DOLORE ONTOLOGICO (SEPARAZIONEDALLUNIT ORIGINARIA)DOLORE ONTICO (RIVERBERO STORICO-BIOGRAFICO) 3. - DOLORE: EVENTO NEUTRO- SOFFERENZA: ARTICOLAZIONEDI SENSO SUL DOLORE 4. Soltanto il grande dolore lestremo liberatore dello spirito [] ilgrande dolore soltanto, quel lungo, lento dolore che vuole tempo, incui, per cos dire, veniamo bruciati come legna verde, costringe noifilosofi a discendere nelle nostre ultime profondit e a sbarazzarci diogni fiducia, di ogni bont danimo, di ogni palliativo, di ognimansuetudine, di ogni via di mezzo, di tutto ci in cui forse una voltariponemmo la nostra umanit. Dubito che il dolore rendamigliori, eppure so che esso ci scava nel profondo.Nietzsche, La gaia scienza 5. Osservo che il dolore abbruttisce, intontisce, schiaccia. Ogni tentacolocon cui una volta sentivo, provavo e sfioravo il mondo, come troncatoe incancrenito al moncone. Passo la giornata come chi ha urtato unospigolo con la rotula interna del ginocchio: tutta la giornata comequellistante intollerabile. Il dolore nel petto, che mi sembra sfondatoe ancora avido, pulsante di sangue che fugge e non ritorna, come daunenorme ferita. Naturalmente, tutta una fissazione. Dio mio, ma perch sono solo, e domani avr una rapida felicit, e poi di nuovo ibrividi, la stretta, lo squarcio. Non ho pi fisicamente la forza di starsolo. Una volta sola mi riuscito, ma ora una ricaduta e, come tutte lericadute mortale (C. PAVESE, Il mestiere di vivere, Einaudi, Torino2002). 6. Qualcosa di terribile, di nuovo, e di significativo comenullaltro nella sua vita, stava avvenendo dentro di lui. Elui solo ne era a conoscenza, tutti quelli che locircondavano non capivano o non volevano capirlo, epensavano che tutto, al mondo, andasse come prima L. Tolstoj , La morte di Ivan Ilc e altri racconti, tr. it.Mondadori, Milano 1999). 7. Lindeterminato, lincontenibile, langosciante si impongono come itrascendentali - con il significato di condizioni che rendono possibile e pensabilequalche cosa - dello straordinario, che tale rispetto allordinario (il quotidiano)nella misura in cui:lindeterminato la condizione che rende possibile e pensabile un orizzonte disignificati non determinabili, perimetrabili dal gesto familiare, dal linguaggiostabile, dal sapere di ci che accade innanzitutto e per lo pi;lincontenibile la condizione che rende possibile e pensabile ci che non ha uncontenuto immobile, ghermibile con unoperazione di senso compiuta erassicurante, in quanto segna il passaggio dalla glaciazione, per usare un efficaceespressione di Resnik (2001), a quella che potremmo chiamare liquefazione,fluidit dei legami e dei linguaggi quotidiani;langoscia, infine, la condizione che rende possibile e pensabile la liquefazione,poich, ove la forbice dei progetti possibili si apre fino a travalicare lordinarioimmettendoci nello straordinario, il respiro dellanima si fa affannoso, laquotidianit infranta si fa nostalgia, quando non si inabissa nella malinconia, losmarrimento in un altrove sconosciuto e vertiginante timbra la nostra carne. 8. LA CURAALLA SERAForse perch della fatal quiete fatal quietetu sei limmago a me s cara vieni o Sera! E quando ti corteggian lietele nubi estive e i zeffiri sereni,e quando dal nevoso aere inquietetenebre e lunghe alluniverso meni sempre scendi invocata, e le secrete vie del mio cor soavemente tieni.Vagar mi fai co miei pensier su lormeche vanno al nulla eterno; e intanto fuggequesto reo tempo, e van con lui le torme delle cure onde meco egli si strugge;e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier chentro mi rugge. 9. LA CURA IN MORTE DEL FRATELLO GIOVANNIUn d, sio non andr sempre fuggendo di gente in gente, me vedrai sedutosu la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de tuoi gentil anni caduto. La Madre or sol suo d tardo traendo parla di me col tuo cenere muto,ma io deluse a voi le palme tendo e sol da lunge i miei tetti saluto. Sento gli avversi numi, e le secretecure che al viver tuo furon tempesta,e prego anchio nel tuo porto quiete.Questo di tanta speme oggi mi resta!Straniere genti, almen le ossa rendeteallora al petto della madre mesta. 10. [] La morte cos recuperata non resta solamente umana, diventa mia;interiorizzandosi si individualizza; non pi un grande sconosciuto che limitalumano, ma il fenomeno della mia vita personale che fa di questa vita unavita unica, cio una vita che non ricomincia, dove non si pu mai tornareindietro. Con ci divento responsabile della mia morte, come della mia vita. Nondel fenomeno empirico e contingente del trapasso, ma del carattere di finitezzache fa s che la mia vita, come la mia morte, sia la mia vita.Jean-Paul Sartre, Lessere e il nulla, tr. it. Giuseppe del Bo, Il Saggiatore, 1997, p.593 11. La nostra vita non che una lunga attesa: attesa della realizzazione dei nostrifini, dapprima (essere impegnato in unimpresa significa attenderne laconclusione) attesa di noi stessi soprattutto (anche se questa impresa realizzata, anche se ho saputo farmi amare, ottenere la tal onorificenza, il talfavore, resta da determinarsi il posto, il senso ed il valore di questa impresastessa nella mia vita). Ci non proviene da un difetto contingente della naturaumana, da una nervosit che si impedirebbe di limitarci al presente e chepotrebbe essere corretta dallesercizio, ma dalla natura stessa del per s che nella misura in cui si temporalizza.Jean-Paul Sartre, op. cit. , p. 598 12. Come corre, danza e si ritorce senza ragionela Vita, chiassosa ed impudente,sotto una luce scialba!Poi, appena la nottesale voluttuosa allorizzontee placa tutto, anche la fame,e cancella tutto, anche lonta,il Poeta si dice: Finalmente!Il mio spirito e il mio corpoardentemente invocano il riposo;col cuore pieno di funebri sognimi stendo supinoe mi avvolger nei vostri veli,rinfrescanti tenebre!Charles Baudelaire, La fine del giorno, in I fiori del male, tr. it. di C. Rendina,Newton & Compton, 1990. 13. [] vero e proprio dolore quello che si prova quando lo scomparso era carnedella tua carne, sono le doglie del parto della speranza immortale quelle che siprovano quando la morta era la tua amata, lesplodere sconvolgente dellaseriet quella che si trova quando il defunto era la tua unica guida e lasolitudine ti assale. Ma fosse anche tuo figlio, fosse anche la tua amata e fosseanche la tua unica guida, pur sempre uno stato danimo [...] Seriet pensareveramente la morte, pensarla cio come la tua sorte, e comprendere cos ci chela morte non pu farti comprendere: che tu sei e che la morte parimenti .Sren Kierkegaard, Accanto a una tomba, il Melangolo, 1999, p. 41. 14. LA CURA DI S (epimleia heauto, cura sui) 14 15. - La cura di s come libert;- La cura di s come verit:conversione/trasformazione del soggetto;- La cura di s come relazione etica con se stessi e glialtri;- La cura di s come melet thanatou , esercizio dellamorte;- La cura di s come antidoto alla colpa metafisica,ovvero la violazione del principio di solidariet tra gliuomini (Jaspers, 1946);- La cura di s come arte del vivere (techne to bou):LA TEMPERANZA O GIUSTA MISURA.15 16. AUTENTICIT 17. CURADisease illnesssickness 18. UMANOLOGIA MEDICA:- Per se unum- Intimit- ens indigens, ens sofferens- limite: medico come guaritoreferito (Gadamer) 19. La scienza viene trasmessa mediante l insegnamento, in modo esplicito, nella misura pi ampia possibile.Lumanit del medico, invece, si tramanda grazie allasua personalit, impercettibilmente, istante dopoistante, attraverso il suo modo di agire e diparlare, attraverso lo spirito che regna in unaclinica, in quellatmosfera silenziosa e pur tacitamentepresente, che necessaria allesercizio dellaprofessione medica(K Jaspers, Il medico nellet della tecnica, R.Cortina, Milano 1991). 20. Il pensiero-guida dovrebbe essere questo:solo il medico che si relaziona ai singoli malatiadempie allautentica professione medica. Glialtri praticano un onesto mestiere, manon sono medici (K Jaspers, Il medico nellet dellatecnica, cit). 21. MEDICINA E TECNICA In unet ove la scienza sempre pi tecnologizzata,finalizzata ad un mero ideale strumentale, reperire articolazionidi senso quanto mai necessario.Nello specifico:- Qual il rapporto tra sofferenza sociale eprocessi economici?- Quale grado di percezione ha raggiunto ladialettica guarigione salvezza -innalzamentopatologico dello standard di normalit/salute,entro uno scenario medico sempre piimpersonale?- Quanto la vecchiaia vista come unoltraggio incarnato nello stato di felicitperpetua (lespressione di PascalBruckner)? 22. MEDICINA E TECNICAE ANCORA:- Perch la morte spettacolarizza o, nella sua dimensione quotidiana, in carne ed ossa, nell hic et nunc, obliata, esorcizzata?- Perch si nega alla sofferenza il suo ineludibile statuto di condizione umana? 23. MEDICINA E TECNICA SPIEGARE E COMPRENDERE: QUALEDIFFERENZA? 1. Tra i corpi di questa natura io trovo il mio corpo nella suapeculiarit, nella sua unicit, cio come lunico a non essere merocorpo fisico (Krper), MA PROPRIO CORPO VIVENTE (Leib)(Husserl, Meditazioni cartesiane, 1931). 2. Il corpo-vissuto non si pu SPIEGARE (erklren), MACOMPRENDERE (verstehen): Jaspers, Psicopatologiagenerale, Il Pensiero Scientifico, Roma 2000. Il COMPRENDERE SIGNIFICA NON RIDURRE IL CORPO A OGGETTO DI NATURA, MA COGLIERLO COME APERTURA INTENZIONALE, CARICA DI SIGNIFICATI, AL MONDO. 24. MEDICINA E TECNICA IN SINTESI: Il corpo cosa (Krperding) descritto scientificamente, come organismo, non MI rappresenta, n MI esprime. La malattia che Mi investe non riguarda lo stomaco, il cuore, i polmoni, bens tutto il mio vissuto, linterazione del mio corpo-vissuto con il mondo, il mio essere PERSONA (PER SE UNUM).Persona= personalit + personaggio (ruolo sociale) 25. MEDICINA E TECNICA DISEASE, ILLNESS, SICKNESS: Nella malattia, visti gli attributi della persona,occorre, perci, distinguere la sua classificazioneo normativit (disease), il suo impatto sul nostro vissuto (illness), ovvero come ognuno di noi risponde nella sua irripetibile biografia alla patologia che lo investe, come la rimodella nei suoi vissuti e nei suoi agiti e, infine, le sue ricadute o determinazioni sociali (sickness). 26. MEDICINA E TECNICA In questo contesto, chiaramente, lantropologia medica giocaun ruolo fondamentale: cfr. I. Quaranta, a cura di,Antropologia medica. I testi fondamentali, R. Cortina, Milano2006. Di rilievo sono soprattutto le riflessioni di Allan Young,docente di Antropologia alla McGill University di Montreal. Lantropologia medica, come disciplina autonoma, nascenellambito della societ complessa : lAntropologia culturale,infatti, fino agli anni Settanta non aveva tematizzato lastruttura medica occidentale come costruzione, espressione,produzione sociale, culturale, storica. 27. MEDICINA E TECNICA A. Young, partendo dalla distinzione tra desease e illness, gi approfondita dalla Harvard Medical School (per esempio: Kleinmann, Good), concentra la sua attenzione sul concetto di sickness: determinazione in ambito sociale della problematica medica e della patologia che investe il malato. 28. MEDICINA E TECNICA In altri termini, Young vuole evidenziare le forme sociali dilimitazione e sofferenza del malato, nella misura in cui ritienele pratiche mediche mere pratiche ideologiche , finalizzate acelare e, potremmo dire, a santificare (GIUSTIFICAZIONISMOMEDICO), rapporti di potere e diseguaglianza socialenellaccesso alla cura.Occorre, perci, rivendicare il primato della produttivit medica sullefficacia clinica 29. MEDICINA E TECNICA L efficacia clinica, nellanalisi di Young, rispettoalla feconda dimensione della produttivitmedica, de-socializza la malattia, ovvero tendead ignorare che il malato vive la sua patologianellambito delle relazioni sociali, dei diversi livellieconomici, con le connesse disparit nellaccesso alla cura, unitamente alla diseguaglianzanellaccesso alla corretta informazione medica escientifica, misurata solo sulla base del reddito edel grado di istruzione. 30. MEDICINA E TECNICA Sickness [relazioni sociali della malattia] non pi untermine generico che si riferisce alla patologia e/oallesperienza di malattia []. quindi un processo perla socializzazione della patologia (disease) edellesperienza di malattia (illness) []. Le pratichemediche sono al tempo stesso pratiche ideologichequando servono a giustificare a) i rapporti socialiattraverso cui patologia, guarigione e cura sonodistribuite nella societ, b) le conseguenze sociali dellapatologia (per esempio la predisposizione del paziente acontrarre una determinata malattia sul posto di lavoro)(A. Young, Antropologie della illness e della sickness, in I.Quaranta, a cura di, Antropologia medica, cit., pp. 107-147, con ampia bibliografia. Vedi anche: A. Young, Someimplications of medical beliefs and practices for socialanthropology, in Am. Anthropology, 78, 1976, pp. 5-24). 31. FENOMENOLOGIA DELLA PERSONAIn questo contesto, di utile confronto dialettico ilmodello ecceit (personalit, naturaindividuale, essenzialit) di Roberta De Monticelli (R. DeMonticelli, La novit di ognuno. Persona elibert, Garzanti, Milano 2009), che parte dalla notadefinizione boeziana (Naturae rationabilis individuasubstantia: cfr. Liber de persona et duabus naturis contraEutychen et Nestorium, III, 6), per approdare ad unaesaltazione della natura individuale, dellapersonalit, della novit perenne che ognuno di noi (unicit, profondit, iniziativa, creativit). 31 32. 1. Inizialit: capacit di scegliere e mettere al mondoqualcosa di nuovo.- Luomo che spezza le catene2. Libert:- Luomo al bivio - La danzatriceLIBERT COME AGIRE FELICE 33. Libert come capacit di determinarci ad unazioneVOLONTPERSONA 34. LA PERSONA:. Stati=a)credenze, emozioni, desideri;b) effetti di un impatto causaledella realt su un organismo.. Atti= vissuti caratterizzati daintenzionalit e posizionalit. 35. - INTENZIONALIT: DIREZIONE DELLATTO VERSOLOGGETTO.- POSIZIONALIT: NOSTRA RISPOSTA ALLA REALT DI CUIFACCIAMO ESPERIENZA.EMERGENTISMO PERSONALISTICO SULLA NATURABIOLOGICA. 36. GERARCHIA DEGLI ATTI:LUNICIT, NOVIT, CREATIVIT,PROFONDIT, NOVIT DELLAPERSONA VENGONO ATTESTATEDALLA TEORIA DEGLI ATTI, CONLA LORO GERARCHIA. 37. GERARCHIA DEGLI ATTI:. Posizioni di primo livello. Non coscienti enon libere (emozioni, percezioni);. Posizioni di secondo livello: posizioni libere,ma non necessariamente sempre veramentelibere.. Atti liberi in senso proprio: ATTIAUTOCOSTITUTIVI, DETERMINANTI NELLAFORMAZIONE DELLIDENTIT PERSONALEATTRAVERSO IL TEMPO. 38. - RAGIONE DAZIONE- DECISIONE- PROMESSA - FEDELT 39. ATTRIBUTI DELLA PERSONA La persona identit, nel senso che nel susseguirsi delle esperienze, essapersiste con la sua irriducibilit, con le sue inconfondibili strutturecaratteriali. - La persona inseit, cio, pur essendo in relazione con gli altri, esse inse: non attributo o modo dessere degli altri. Linseit nella suaconversione metafisica rinvia alla sostanzialit, alla persistenza originaria nelfluire delle determinazioni contingenti. - La persona perseit, esse per se, in quanto in essa si finalizza ci che strumento, mezzo, a livello cosmico e socio-politico, e, quindi, non ha il finein se stesso. - La persona finalit, dignit strutturale: Persona significa che io nonposso essere usato da nessun altro, ma che io sono il mio fine. [] Personasignifica che io non posso essere abitato da nessun altro, ma io sonogarante per me; non posso essere sostituito da nessun altro, ma sonounico (Guardini, 1964). - La persona finitezza, strutturale contingenza. 40. ATTRIBUTI DELLA PERSONA La persona prospettiva, sguardo in avanti,progettualit che nomina il mondo mediante unopera diinteriorizzazione e di trasferimento intramondano,trascendendo il mero dato nel segno della vocazioneascetica. La vocazione ascetica altissimo esercizio dellanima che,ergendosi contro la realt in segno di protesta, rivendicala propria autonomia, la propria capacit diautodeterminarsi, di farsi punto di resistenza contro ilimiti imposti dal qui e ora (lo schelleriano uomo ascetadella vita). 41. ATTRIBUTI DELLA PERSONA La persona comunione: il progetto di vita chesiamo chiamati a realizzare sulla base dellanostra vocazione esige che si sappianoriconoscere dignit, limite, reciprocit che loinnervano: ogni progetto di vita ha una sua dignit ontologica e assiologica che va esibita e difesa, nel contempo, per, ha anche un limite, un fondo ineludibile di contingenza che va riconosciuto, infine una dimensione comunitaria che privilegia o stare con rispetto allo stare fra , NEL SEGNO DELLA RECIPROCIT E DEL DONO. 42. RECIPROCITALTERIT Il comportamento dellaltro e anche le sue stesse parolenon sono laltro. Il suo cordoglio e la sua collera nonhanno mai esattamente lo stesso senso per lui e per me.Per lui sono situazioni vissute, per me situazioniappresentate (M. Merleau-Ponty, Fenomenologia dellapercezione, Il Saggiatore, Milano 1980).EMPATIA 43. EMPATIA Mit-fhlen : sentire-con, compassione Eins- fhlen : immedesimezza, uni-patia Einfhlung : EMPATIA 44. EMPATIA Evoluzione FisiologiaCognizione e MoraleACCUDIMENTO PERCEPTION-ACTION MODELCONSAPEVOLEZZAALTRUISMO(Preston, de Waal, 2002)COGNITIVO-AFFETTIVANEURONI SPECCHIO 45. La vita non che unombra che cammina; unpovero commediante che si pavoneggia e siagita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poinon se ne parla pi; una favola raccontata da unidiota, piena di rumore e di furore, che nonsignifica nulla (W. Shakespeare, Macbeth, Atto V,Scena V).