depliant Simona Bramati Ombre di luce

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ombre di luce luglio / dicembre 2011 mostre di arte contemporanea video installazioni nel 40° anniversario della scoperta delle grotte di Frasassi a cura di Domenico Gioia ombre di luce SIMONA BRAMATI Pittura: Puta, Santa y Bruja Chiesa di San Clemente, Genga (An) dal 10 agosto al 10 settembre 2011

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depliant Simona Bramati

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ombre di luceluglio / dicembre 2011

mostre di arte contemporaneavideo installazioni nel 40° anniversario della scoperta delle grotte di Frasassi

a cura di Domenico Gioia

ombre di luce

SIMONA BRAMATIPittura:Puta, Santa y Bruja

Chiesa di San Clemente, Genga (An)dal 10 agosto al 10 settembre 2011

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Puta Santa y Bruja2011180 x 120 cmolio su tela

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Particolare (occhio sinistro) dell’opera:Puta, Santa y Bruja2011180 x 120 cmolio su tela

Particolare (occhio destro) dell’opera:Puta, Santa y Bruja2011180 x 120 cmolio su tela

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L’istante

Tout méne à croire qu'il exist un certain point de l'esprit d'ou la vie et la mort, le reel et l'imaginaire, le passé et le futur, le communicable et l'incommu-nicable, le haut et le bas cessent d'etre percus contradictoirement.

Tutto porta a credere che esiste un certo punto dello spirito dove la vita e la morte, il reale e l'immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l'incomunicabile, l'alto e il basso cessano di essere percepiti come opposti.

Andrè Breton nel "Secondo manifesto del surrealismo"

Sembra strano, ma c’è qualcosa, forse un’entità sconosciuta che incomprensibil-mente, senza che nessuno lo chieda, all’improvviso, pone ordine alle cose. Non intendo l’ordine dell’uomo, parlo di quell’ordine superiore, che ripone le cose nel giusto equilibrio, rendendo finalmente giustizia a chi non l’ha avuta. Il bianco e il nero, il bene e il male, la vita e la morte, l’ombra e la luce diventano all’improvviso, quasi per magia la stessa cosa, cessando la loro azione di contrasto sull’altro, trovando quell’equilibrio di cui parlavo prima. Ma qual è questa dimensione, dov’è il punto in cui il tutto cambia, si mescola e permette alla mente umana di raggiungere la serenità della visione globale, nel rendersi finalmente conto che ciò avviene realmente? Simona Bramati ci narra con la sua opera di questo istante, nella Chiesa di San Clemente, parlo volutamente di chiesa e non di museo, perché lo percepisco un posto che è stato

per anni vocato al raccoglimento e alla preghiera e sono convinto che un luogo così importante porta con se questa forza e non smette mai di essere tale.Entrare nello spazio di San Clemente è entrare in un’altra dimensione, qui è facile raccogliersi con se stessi.Diceva Edgardo Mannucci, artista scom-parso di Arcevia, paese vicino a Genga, quindi di questi luoghi: “che se un crocifis-so è stato ben realizzato dall’artista deve aver la forza di far inginocchiare chi ha di fronte” E’ questo il vero potere dell’arte a cui nessuno di noi si può sottrarre, l’arte è in grado di prendere l’anima, agguantarla e condurla dove lei, solo lei, vuole. Così in questo spazio questa opera si esprime al meglio, appropriandosi di quell’aura che le compete, qui in mezzo alle opere sacre e alle mura che hanno rappresentato per centinaia di anni il punto di collegamento con l’entità superio-re, l’opera di Simona Bramati acquista un valore spirituale, di grande forza.La sua arte ne sono sicuro, appartiene a questa dimensione, perché qui meglio che altrove, riesce a far emergere con forza la donna, come entità, che con il suo potere riesce a domare gli opposti.Con il suo intervento riesce a porre tutto sotto controllo; in questa atmosfera che l’artista ha volutamente reso magica, surreale, metafisica, si realizza e completa la fusione tra gli elementi.E’ questo l’attimo, l’istante in cui il tutto simescola e si riequilibra; il dolore, la tensio-ne, la pressione si trasformano in una

spiritualità magmatica che tutto contamina e circonda. Si realizza in quest’opera, finalmente quell’equilibrio che solo una sensibilità estrema è in grado di capire, catturare e condurre in uno spazio intimo dove tutto acquista un valore reale, non condivisibile se non con la propria anima, con il proprio essere. L’equilibrio è il potere sull’acqua, sulla natura, sugli elementi che lei, la donna, riesce a domi-nare grazie alla sua forza interiore.Gli estremi ricongiunti sono per me anche i due pellicani immersi nell’acqua, magnifi-co particolare dell’opera, estremamente affascinanti, che sembrano soggiogati al potere di lei, incapaci di qualsiasi azione da lei non controllata. Il suo potere è nella natura, non è un potere artificiale, ma un potere che le deriva da qualcosa di soprannaturale, dove si mescolano sì con estrema forza ma con naturalezza, il bello e il brutto di questo mondo.L’essere strega, santa e puttana, madre e amante nello stesso tempo è nella sua natura; tutto le è concesso senza limite alcuno, perché è lei che ha in mano le sorti dell’esistenza. Essere donna per Simona Bramati rappresenta tutto questo e nel suo essere c’è l’essenza dell’esistenza umana dove gli estremi almeno per una volta, almeno per un istante, sono chiamati a annullarsi, uno con l’atro, in nome di un unico sentimento che solo lei, perché è donna, è in grado di donare senza limiti, l’amore.

Domenico Gioia

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