Delta nov2015 n132

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Delta nov2015 n132

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pag. 19

Un bel traguardo:ben dieci annidi protezione civile

Porto Viro

pag. 6

Minoranza decisa:“La sede del parcodeve essere qui”

Ariano Polesine

pag. 14

pag. 12

Il tesoretto per la casa di cura di Porto TolleOrmai non più esigibile il contributo da 790mila euro per realizzare la casa di riposo. Scambio di accuse tra minoranza e sindaco

Porto Tolle perde il contributo regionale per la realizzazione della casa di riposo. Un progetto atteso dalla

comunità da oltre 20anni.I consiglieri di minoranza Roberto

Pizzoli, Raffaele Crepaldi e Silvana Mantovani non fanno tanti giri di parole nell’accusare il primo cittadino di aver perso il contributo di 790mila euro, concesso dalla regione Veneto per la costruzione

della casa di riposo a Porto Tolle. “Un sindaco che tenta maldestramente di addossare la responsabilità della sua inattività a chi l’ha preceduto, addirittura nei 20 anni precedenti, non può che suscitare in tutti i cittadini di Porto Tolle un sorriso di compatimento - affermano all’unisono i tre consiglieri di minoranza - 790mila euro l’importo del contributo regionale, sono diventati inesigibili perché la maggioranza

non ha presentato nessun progetto, avviato nessuna procedura”.

Dal canto suo il sindaco afferma: “Da vent’anni a questa parte, le amministrazioni che si sono succedute, prima dei nostri due anni di governo non sono riuscite a fare nulla pur avendo avuto mezzi e opportunità molto più consistenti di quelle delle quali disponiamo noi oggi visto i tagli da parte dello Stato agli enti locali”.

TUTTI I SINDACI ALLA FIRMA: ECCOL’OSSERVATORIO DEL PAESAGGIO

E’ appena nato ed è stato

subito inserito nella rete regionale:

l’osservatorio del paesaggio dell’ente

parco regionale del Delta del Po Veneto mira a monitorare la situazione ambientale e a

fare da volano per la valorizzazione dell’entepag. 8

a pag. 31

ALLA FINE LA bANDA LARGAARRIVERA’ SINO AL MARE

Anche il deputato del Pd polesano Diego

Crivellari, rosolinese, ha seguito l’evolversi

della vicenda che, alla fine, ha avuto

uno sviluppo positivo: finalmente la banda larga arriverà anche

sulla riviera di Rosolina

pag. 17

alle pagg. 35-39

Le nostre rubriche

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VENETO RICICLONE, EPPURE bRUCERà RIFIUTI ALTRUI

VIOLENZA: NEL 93% DEI CASI IL MOSTRO È IN CASA

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da pagg. 22-23

pag. 27

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Editoriale

Il prossimo 8 dicembre si aprirà il Giubileo straordinario della misericordia in un momento storico davvero diffi cile, per l’Italia, per Roma capitale – anche del malaffare - ma soprattutto per

la Chiesa romana dei principi porporati, dei palazzi, della banca vaticana, degli intrighi.

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La salute oggi corre sul web: 1 italiano su 4, infatti, si rivolge alla rete per cercare informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli

ultimi dieci anni: in questo lasso di tempo circa l’85% degli utenti ha cercato informazioni relative alla salute sui siti internet, mentre quasi il 30% ha partecipato a discussioni su questo tema su blog, forum e chat. Sono alcuni dei dati emersi da una ricerca condotta da GfK Eurisko (su un campione di 2mila italiani) e presentati nel corso dell’incontro ‘Biotecnologie ed innovazione in medicina sul web 2.0. Fonti di informazione, fruitori, linguaggi’.

“Negli ultimi dieci anni- ha detto Stefania Fregosi, direttrice delle ricerche quantitative d Dipartimento Salute GfK Eurisko- e’ cresciuta esponenzialmente la quota degli internauti: dall’11% si e’ passati al 68% degli italiani maggiorenni. Ma ad aumentare in modo consistente e’ stata la percentuale di chi si informa sulla salute nel web: 1 italiano su 4, infatti, cerca informazioni sulla salute sul web”.

Internet, insomma, e’ diventato il luogo cruciale per cercare e condividere informazioni ed esperienze. Quanto ai trend, questi mostrano “una crescente sensibilita’ al tema salute - ha proseguito l’esperta - mentre il paziente diventa sempre piu’ attento, sensibile e competente, con una conseguente ‘espansione’ delle pratiche di

salute: aumentano cosi’ i comportamenti ‘preventivi’ e cresce la popolazione attenta”.

In questo nuovo contesto, dunque, la ricerca di informazioni appare centrale e sembra ridefi nire la tradizionale relazione medico-paziente. “Sempre di piu’ oggi - ha sottolineato ancora Fregosi - appare cruciale per chi opera nel settore della salute cogliere la sfi da e far fronte ai bisogni del ‘cittadino -paziente internauta’. Si tratta di una sfi da a due livelli: da un lato riguarda i servizi al cittadino, dall’altro riguarda la relazione medico-paziente, ovvero come ‘ri-defi nire’ un nuovo tipo di relazione che legittimi e valorizzi il bisogno di protagonismo e consapevolezza del paziente nella gestione della propria salute, senza mettere in diffi colta’ il ruolo del medico - ha concluso - a cui il paziente vuole e continua ad affi darsi”.

E’ anche per queste ragioni che noi de La piazza ci teniamo molto alle rubriche curate da medici locali che pubblichiamo anche sul nostro sito web. Crediamo importante divulgare informazioni utili a chi voglia rivolgersi a medici del territorio, conosciuti e apprezzati per la loro professionalità. Visitate la nostra sezione Salute, http://www.lapiazzaweb.it/category/salute/, e fateci sapere cosa ne pensate.

Salute: tante informazioni anche su www.Piazzaweb.itSono sempre di più i pazienti internauti. Un italiano su 4 cerca in rete informazioni legate ai temi della salute. Una tendenza, questa, aumentata in modo consistente negli ultimi dieci anni

3news da laPiazzaweb

La notizia più letta sul nostro sito il mese scorso è stata samantha Muffato, la salzanese che balla per un sogno a seguire sono stati cliccatissimi i servizi relativi venicemarathon, dodicesimo posto per leonaro Calzavara di pianiga. ricordando fabio Galdiolo, la quarta notizia, invece porto tolle festeggia i due nonni simbolo della città seguici su www.facebook.

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LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

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Le edizioni più lette dai lettori della piazzaweb sono state quelle di: piovese, Conselvano, Miranese sud e Cavarzereseguici su www.lapiazzaweb.it

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Il 25 novembre si celebra in tutto il mondo la giornata contro la violenza alle donne, un fenomeno che colpisce anche il Veneto con numeri importanti. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospitato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello. Occorre, però, spingere ancora sulla prevenzione e sulla cultura del rispetto reciproco. seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Il report diffuso dalla Iarc di Lione, la massima autorità di studio in materia di agenti cancerogeni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, sulla connessione tra consumo di carni rosse, in particolare quelle ‘lavorate’, e insorgenza di tumori al colon e al retto, ha generato sgomento ma anche perplessità. In Veneto Zaia in primis si è lanciato nella difesa della qualità del prodotto veneto. Voi cosa ne pensate. La carne rossa fa davvero male?: la carne rossa fa male?seguici su www.lapiazzaweb.it/

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L’attenzione verso questa rubrica e i suoi protagonisti è altissima. Questo mese in special modo abbiamo pubblicato le foto di fortunati cagnolini scelti da belle famiglie. Continuamo a ricevere tante foto di cuccioli che cercano casa. Segno della sensibilità dei nostri lettori e della bontà del nostro lavoro per gli animali.seguici su www.lapiazzaweb.it/

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FORBICE SANITÀSecondo il Governatore

Zaia il Veneto, tra il 2015 e il 2016 subirà,

per decisioni del Governo, tagli per 450 milioni

di euro e dovrà affrontare nuove spese

che peseranno sulle regioni per 2 miliardi 650 milioni

SPERIMENTAZIONE SANITARIA

Med.it: oltre il Cup

Si chiama Oltre il Cup il progetto sperimentale che partirà a dicembre nell’Ulss 1 di Belluno. Il Progetto, realizzato dal Consorzio per l’Infor-

matizzazione delle Ullss venete Arsenàl.it, prevede la possibilità per il paziente di prenotare direttamente dall’ambulatorio del proprio medico di famiglia le visite e gli esami necessari, senza più doversi recare

personalmente agli sportelli dei Centri Unici di Prenotazione. “Oltre il Cup” è stata una delle principali novità che presentate a MED.it 2015, Fiera dell’Innovazione e delle Tecnologie Sanitarie alla Fiera di Vicenza. “Mentre a Roma tagliano con la mannaia anche i fondi per la digitalizzazione – afferma l’assessore alla sanità Luca Coletto – nel Veneto ci crediamo e investiamo. Prima di tutto lo facciamo sui servizi al cittadino, ma anche guardando alle economie che la tecnologia consente di fare, che poi sono soldi in meno che escono dalle tasche della gente e risorse in più da investire in cure e ricerca”.

“Una volta a regìme – fa notare Coletto – ‘Oltre il Cup’ garantirà circa 10 milioni di euro l’anno di economie, che si aggiungeranno ai 19 milioni che si risparmiano già da tempo con la possibilità di scaricare i referti direttamente dal computer o dagli smartphone, e ai 3,3 milioni di minori costi che derivano dall’entrata a regime in tutto il territorio della ricetta digitale. Il conto è pari a 32,3 milioni l’anno di risparmi per l’amministrazione e di minori costi per la gente”.

Mentre in regione si sta tentando di scrivere una pagina nuova per la Sanità veneta con una riforma che pro-mette un risparmio tra i 40 e i 60 milioni di euro, dal

Governo arrivano nuovi tagli ai trasferimenti. “Il Patto Nazionale per la Salute è oramai carta straccia – commenta l’Assessore alla Sanità veneta Luca Coletto -. Praticamente a solo un anno dalla ‘storica’ fi rma tra Governo e Regioni, Renzi e la Lorenzin non hanno mantenuto un impegno che sia uno. Di fatto si sta violando il diritto costituzionale alla sanità universale. Senza applicare i costi standard e risparmiare dove si spreca davvero l’insosteni-bilità è alle porte anche per i virtuosi come il Veneto”. “Dicano ciò che vogliono – incalza Coletto – ma la sanità sta fi nendo in ginocchio. La realtà è un taglio alle Regioni di 2,3 miliardi già quest’anno, ai quali si aggiungerà un 2016 da paura: rispetto a quanto previsto dal ‘fu’ Patto Nazionale per la Salute (un aumen-to del Fondo Sanitario di 3 miliardi) ne resta uno. Sulle spalle delle Regioni, alla faccia dei solenni impegni più volte sbandierati, resterà un ulteriore miliardo di spesa aggiuntiva determinata dai maggiori costi per erogare i nuovi farmaci per l’epatite e gli altri farmaci innovativi. Di fatto si tratta di almeno 3 miliardi di tagli”. Il Presidente Zaia, tornato insoddisfatto dell’esito del vertice delle

Regioni con il Presidente del Consiglio ha evidenziato come i tagli lineari non ci premino affatto, in quanto il Veneto è il più “rispar-mioso” d’Italia. “I costi del personale – fa notare Zaia - sono tra i più alti in assoluto, e quindi tra quelli dove si può fare meglio in assoluto in tema di costi standard e spending review. Sono perciò felice – aggiunge il Governatore– di quanto certifi cano i dati dell’Agenas, che ci indicano come i più risparmiosi d’Italia. Il costo medio annuo del personale del servizio sanitario pubblico in Veneto – rileva Zaia – è di 51.571 euro, contro una media nazionale di 56.273 euro e numerosi picchi che arrivano agli 82.384 euro l’anno della Provincia Autonoma di Bolzano, ai 62.439 della Campania, ai 60 mila e più di Lazio, Valle D’Aosta, Sicilia e Calabria. Siamo ultimi in Italia, quindi orgogliosamente primi!”. A fronte di tutto ciò la maggioranza a palazzo Ferro Fini considera sempre più urgente la riforma sanitaria e a fi ne ottobre ha depositato in Commissione Sanità un maxi-emendamento sul testo di legge Azienda Zero. “Il testo è il risultato di un importante lavoro di ascolto che ha visto coinvolte tutte le realtà della Sanità e del Sociale veneto, con particolare attenzione alle proposte che ci sono arrivate dagli amministratori locali – annunciano i capi-gruppo di maggioranza, Silvia Rizzotto, Nicola Finco, Massimi-

liano Barison, Sergio Berlato e Antonio Guadagnini -”. Secon-do quanto affermato dai capigruppo la programmazione sanitaria resterà in capo al Consiglio regionale e alla Giunta, come previsto dalla carta statutaria del Veneto. “Per i cittadini non cambierà nulla rispetto agli attuali servizi – sottolineano – anzi, i rispar-mi ottenuti potranno essere investiti per il miglioramento delle prestazioni e per l’abbattimento delle liste di attesa; l’Azienda Zero si occuperà tra l’altro degli acquisti centralizzati, del modello assicurativo del sistema sanitario regionale, dell’autorizzazione e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie e della gestione del contezioso sanitario; resterà inalterato il ruolo della Conferenza dei Sindaci e la fi gura del Direttore servizi sociali”. Il maxiemendamento non è piaciuto alle minoranze in consiglio. Il Pd, accusa la maggioranaza di aver modifi cato, il 75% della proposta di legge iniziale. “Per noi una riforma così radicale e strutturale – ha detto Bruno Pigozzo, consigliere Pd - è possibile solo dopo un’ampia consultazione e dopo l’accordo tra le parti protagoniste. Per questo chiediamo che l’iter del Pdl 23 si fermi e ci sia il tempo utile – potrebbe essere una fi nestra temporale di un anno o due – per sviluppare una proposta concreta, sostenibi-le, non fantasiosa e realmente condivisa”.

di Elisa Dall’aglio

In commissione Sanità presentate

le modifi che al testo di legge

Azienda Zero

Le minoranze: “Modifi cato del 75%, servono

altre consultazioni. Fermiamoci”

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

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Premiata la sanità digitale sin dalla scuolaL’azienda sanitaria del Polesine trionfa allo Smau di Milano

L’Ulss 18 è stata premiata, assieme ad altre 12 aziende sanitarie del Veneto, all’importante rassegna nazionale Smau di Milano. E’ avvenuto in virtù del progetto @Two!Salute! promosso da Arsenal.it e Regione Veneto che si è aggiudicato il premio eGov 2015 assegnato nei giorni scorsi. Tra i premiati summa cum laude anche l’Azienda Ulss 18 di Rovigo. Lo scopo

del progetto era perseguire l’alfabetizzazione digitale, soprattutto in tema di servizi sanitari e accesso a questi, proponendo ore di lezione all’interno delle Ulss per i ragazzi delle medie inferiori.

“Il premio eGov è un risultato importante – commenta Annalisa Boschini, direttore della comunicazione dell’Ulss 18 – perché valorizza il percorso di @Two!Salute! avviato con il fascicolo sanitario elettronico. La base didattica sulla quale si fonda l’esperienza è che i ragazzi sono i veri attori dell’evoluzione digitale. Come servizio di marketing e comunicazione, noi abbiamo tenuto lezioni all’istituto superiore de Amicis, il risultato è stato strepitoso”.

“Si tratta di cambiare un atteggiamento culturale e un’abitudine, diffondendo una sanità sempre più vicina al cittadino – spiega Arturo Orsini, direttore generale dell’azienda Ulss 18 – per questo l’esperienza nelle scuole, realizzata con il fondamentale contributo degli operatori delle aziende Ulss coinvolte, proseguirà durante quest’anno scolastico”.

“Come azienda Ulss 18 di Rovigo abbiamo aderito consapevoli della necessità del coinvolgimento delle giovani generazioni nell’evoluzione dei servizi della sanità – continua Boschini - Ciò li rende consapevoli delle opportunità offerte dal mondo digitale con l’obiettivo di ampliare la loro partecipazione, in particolare favorendo il loro ruolo di mediatori digitali all’interno del nucleo famigliare”.

Verso l’unificazione delle due Ulss

In provincianon ci sarannoripensamentiLe modifiche di recente introdotte alla proposta di legge che prevede la

unificazione delle aziende sanitarie, portandole a una per provincia, con la creazione di una “Ulss zero” con compiti logistici, organizzativi e relativi ad

assunzioni e personale, non paiono destinate ad avere ripercussioni sul Polesine, dove appare ormai certo che Ulss 18 e Ulss 19 si uniranno. Resta solo da capire le tempistiche esatte. La proposta di legge relativa al riordino delle Ulss è stata infatti di recente modificata. In alcune province gli accorpamenti ipotizzati in un primo tempo potrebbero saltare. E’ il caso di quei territori di maggiori dimensioni nei quali si è pensato a un passo indietro rispetto alla creazione di una Ulss unica. Una casistica nella quale comunque non appare destinata a rientrare il Polesine. Qui appare ormai scritto che Ulss 18 e Ulss 19 si uniranno. Il disegno di legge iniziale prevedeva una Ulss per provincia, con la creazione di una sorta di “Ulss zero” con compiti di coordinamento, logistica, assunzioni, ordini. La modifica alla proposta di legge introdotta nei giorni scorsi ha in primo luogo in parte ridimensionato il ruolo della “Ulss zero” e previsto la possibilità che per le province di maggiori dimensioni si deroghi al principio della Ulss unica.

Un problema che ovviamente non interessa il Polesine, dopo Belluno la provincia con il minore numero di abitanti. Qui la realizzazione di una unica Ulss non appare quindi messa minimamente in discussione. Resta da capire quando questo avverrà. Non ci sono certezze, anche se il “punto di non ritorno” potrebbe ragionevolmente essere fissato a dicembre. Non casualmente, dal momento che con l’anno nuovo torneranno in discussione le direzioni generali delle Ulss. Tra avvicendamenti e conferme, il quadro dei dg sarà quindi profondamente modificato.

Al momento, i due direttori generali polesani (Arturo Orsini per la Ulss 18 e Pietro Girardi per la Ulss 19) attendono di avere notizie, presumibilmente a breve. “Comunque - spiega Orsini - in Polesine non dovrebbero esserci gravi stravolgimenti, dal momento che stiamo già battendo la strada dell’accorpamento per determinati servizi. Lo abbiamo fatto per i laboratori, per il Centro unico di prenotazione e stiamo lavorando su altri versanti”.

Poche possibilità quindi in Polesine per salvaguardare l’autonomia delle due Ulss. I due direttori generali del resto non appaiono contrari alla unificazione e più che altro il dibattito politico si è levato per questioni essenzialmente di campanile: si è infatti rinfocolata l’antica rivalità tra Adria e Rovigo, con la prima che - tramite alcuni politici dell’attuale maggioranza di governo - ha messo le mani avanti, sostenendo come non ci sia nessuna legge scritta per la quale la sede della nuova Ulss dovrebbe sorgere per forza di cose a Rovigo.

Anche se, a dire la verità, non è neppure scontato che si debba arrivare a una dicotomia del genere, dal momento che ovviamente la presenza sul territorio di uffici e strutture sarebbe garantita comunque. Intanto, col 1° gennaio dovrebbero come detto arrivare anche le nomine dei nuovi direttori generali. Difficile a Rovigo una conferma per Orsini, anche per raggiunti limiti di anzianità di servizio, mentre per Girardi ad Adria potrebbe arrivare una conferma, sempre che non giunga una nomina altrove. Resta da vedere cosa deciderà il presidente della Regione.

Il direttore generale dell’Ulss 18 Arturo Orsini

Il 1° gennaio arriveranno anche le nomine dei nuovi direttori generali polesani

5Argomento del mese

Annunciati nuovi tagli alla sanità, a pagare saranno i cittadini

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Essere cittadini attivi non vuol dire fare la spia, ma contribuire a rendere più vivibile il proprio paese. L’invito a

collaborare con le forze di polizia giunge direttamente dal comandante della polizia locale Mario Mantovan che, prendendo spunto dalla segnalazione di un residente, invita l’intera cittadinanza a prendere esempio. Il fatto in questione è accaduto sul ponte di Gramignara, struttura che da qualche tempo è stata interdetta al traffico dei mezzi pesanti. Un cittadino al transito di una betoniera ha pensato bene di fotografare con il cellulare il mezzo durante la violazione e di conseguenza di recarsi al comando dove gli agenti hanno potuto preparare il verbale a carico del veicolo che è stato inviato al destinatario con la giusta sanzione. “Quando il rapporto tra cittadini e Polizia funziona bene – ha avuto modo di precisare il comandante - sia di stima che in reciproca fiducia, non ci sono telecamere che tengano”. Una cittadinanza attiva può veramente fare la differenza in termini di sicurezza e senso civico. “Tutto per dire che non occorrono eserciti di polizia quando vi è una cittadinanza attiva e presente – conclude Mantovan - sia in questo caso ma anche nel vedere macchine che si fermano in posizione da ‘palo’ mentre altri commettono reati, oppure segnalare gli abbandoni di rifiuti, o tanto altro ancora”.

NEWS

Il plauso della polizia localeLA bETONIERA PIRATA bECCATA DA UN CITTADINO

El. Ca.

La foto scattata

Il gruppo di protezione civile portovirese coordinato da Paolo Galli celebra i dieci anni dalla nascita della realtà associativa

e sceglie di condividere il momento con le nuove generazioni per veicolare un messaggio di condivisione e solidarietà. Il cortile della scuola secondaria San Domenico Savio ha dato il giusto spazio all’esposizione dei mezzi, alla tenda pneumatica e ai numerosi volontari provenienti non solo dal gruppo portovirese ma anche da Rosolina e Loreo per celebrare il momento con le autorità. Ad aprire la cerimonia sono state le parole della coordinatrice del distretto Ro1 Roberta Bonafè che ha ringraziato tutti coloro che hanno preso parte all’iniziativa. E’ stata quindi la volta del saluto del sindaco Thomas Giacon attraverso cui il primo cittadino ha voluto ricordare che da quando a Porto Viro esiste la protezione civile le emergenze vengono affrontate nel migliore dei modi. I volontari si sono quindi riuniti per l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli e per la benedizione delle persone

e dei mezzi compiuta dal parroco di Scalon don Gianantonio Trenti che si è detto particolarmente entusiasta per l’iniziativa. Don Gianantonio ha ricordato come San Domenico Savio, cui è intitolata la secondaria, avesse a suo modo realizzato un gruppo di protezione civile. “Sto conoscendo sempre di più la realtà meravigliosa di Porto Viro. Conosco oggi la protezione civile e soprattutto i ragazzi delle scuole. Sono pieno di stupore per la scuola intitolato a san Domenico Savio, un ragazzo che a 13 anni ha fondato un gruppetto di protezione civile, gli ‘angeli custodi’”. Ed è stata proprio la giovanissima Francesca, una

studentessa iscritta all’istituto, a recitare la preghiera del volontario di protezione civile prima che i compagni di scuola potessero visitare la tenda pneumatica del gruppo di Rosolina e i mezzi. La mattinata è quindi proseguita nell’aula magna dove si è tenuto un convegno sul rischio idraulico a cui hanno partecipato i volontari, il sindaco l’assessore Roberto Tortello, il direttore del consorzio di bonifica Giancarlo Mantovani, Paolo Longo di Aipo, la responsabile provinciale del servizio di protezione civile Monica Gambardella e il consigliere provinciale delegato alla protezione civile Davide Diegoli.

di Elisa Cacciatori

Cerimonia alla scuola secondaria San Domenico Savio, con tanti ospiti e tante autorità

Volontariato Celebrato un traguardo molto importante: i 10 anni di vita

La nostra Protezione civile in festa

Foto di gruppo scattata durante la celebrazione

La solidarietà del Gruppo Missionario San Giusto Onlus non conosce

confini e raggiunge il Madagascar. L’attività delle volontarie di Porto Viro ha permesso di individuare la possibilità e, di recente, di ottenere un finanziamento pari a 19.500 euro a favore della missione di don Bepi Miele in Madagascar.

Il progetto “impegno per un aumento della capacità di autofinanziamento” del centro don Bosco di Mahajanga è stato presentato dall’onlus nel febbraio 2014 nell’ambito di un bando promosso dalla Fondazione Cariparo. L’importanza dell’obiettivo raggiunto, in un tempo in cui la crisi economica ora più che mai si fa sentire anche nel volontariato, sta nel fatto che attraverso tale somma di denaro si potrà raggiungere la gestione in completa autonomia della realtà messa in piedi dai missionari a favore dello sviluppo della popolazione attraverso l’istruzione dei giovani.

A presentare l’iniziativa a Porto Viro è stato lo stesso don Bepi, che da 34 anni ha scelto di portare la missione in Madagascar, affiancato dalle volontarie nel centro di ascolto San Giovanni Paolo II.

“A Mahajanga abbiamo fondato un centro di formazione professionale dove gli allievi seguiti dagli insegnanti svolgono diverse attività – ha spiegato il missionario - Avevamo pensato a due possibilità di sviluppo.

La prima comprendeva la costruzione di un posto in cui fabbricare ghiaccio e venderlo ai pescatori della costa e la seconda ha previsto l’inizio della costruzione per un laboratorio di alluminio, ma non riuscivamo a finirlo”. Il centro del ghiaccio oggi è operativo a tutti gli effetti con la messa in funzione di due camere a freddo per la conservazione del ghiaccio e due grandi bacini. “Ora sarà possibile costruire un laboratorio per la lavorazione dell’alluminio – ha aggiunto don Bepi - Dei benefattori in Cadore hanno donato dei macchinari, e ora si pensa a creare le strutture”. Il progetto attivato permetterà l’indipendenza del settore del freddo e conseguentemente del comparto elettromeccanico per permettere ai giovani impegnati nelle strutture di essere spesati nella retta mensile.

Complessivamente il centro interessa 450 allievi, suddivisi in base al tipo di studi professionali, che sono impegnati a scuola 8 ore.

volontarIato E’ fEsta pEr l’avIs

El. Ca.

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8 Porto Viro

E’ stato siglato nella sala Veranopolis dell’ex macello a Porto Viro dal sindaco Thomas Giacon, in rappresentanza delle

dieci amministrazioni coinvolte, e dall’assessore regionale al Territorio, alla Cultura e ai Parchi Cristiano Corazzari il protocollo d’intesa per l’adesione alla “rete regionale degli osservatori per il paesaggi” dell’Osservatorio locale per il paesaggio del Delta del Po. Il documento definisce la messa in rete dell’organismo locale a seguito dell’approvazione nella seduta dell’8 settembre della richiesta di adesione, del programma biennale delle attività e della proposta di regolamento dell’Osservatorio del Delta approvati con parere favorevole dell’Osservatorio regionale.

“Con la firma del protocollo di intesa tra Comuni e Regione abbiamo dato avvio ad uno strumento efficace per la tutela e la valorizzazione del paesaggio del Delta del Po – ha detto l’assessore regionale Cristiano Corazzari - che entra così a pieno titolo nella rete regionale degli osservatori regionali e dei siti di pregio da promuovere e valorizzare”.

L’Osservatorio locale mira a fare da volano nel favorire il pensiero e l’azione relativa al paesaggio considerato non solo come ambiente paesaggistico ma anche come uno spazio d’incontro tra la società locale e le amministrazioni per elaborare proposte per la tutela, la gestione e la valorizzazione del paesaggio. Intende inoltre favorire la partecipazione alle politiche e alle azioni di tutela, la raccolta di dati necessari per la salvaguardia, la gestione e la riqualificazione dei paesaggi monitorandoli e seguendone i mutamenti.

Non si tratta quindi di uno strumento calato

dall’alto, bensì di una possibilità d’intervento dal basso che raccoglie le forze e gli intenti da coloro che il paesaggio lo conoscono e lo vivono quotidianamente. L’incontro ha permesso tra le altre cose di eleggere il direttore dell’Osservatorio deltino Laura

Mosca, della segreteria tecnica del Contratto di Foce, e il comitato di gestione composto dal sindaco di Porto Viro, presidente dell’Osservatorio

in qualità di capofila, dal direttore del Consorzio di bonifica Giancarlo Mantovani, dal commissario dell’Ente Parco Mauro Giovanni Viti, dal direttore dell’osservatorio regionale Ignazio Operti e dalla stessa Laura Mosca, rappresentante della cabina di regia del contratto di Foce delta del Po.

“A breve presenteremo l’evento lancio dell’osservatorio con l’ente parco del Delta del Po - dice Mosca - che insieme ai primi cittadini presenti oggi, rappresentano gli enti che parteciperanno alle progettualità di scala vasta”.

di Elisa Cacciatori

Parco Ed entra subito nella rete regionale: tutti i sindaci presenti alla firma del protocollo

Paesaggio, nasce l’osservatorio

Il momento della firma: a sinistra, il sindaco Thomas Giacon di Porto Viro in rappresentanza dei colleghi del Basso Polesine; a destra l’assessore regionale Cristiano Corazzari

Il fine principale sarà quello di tutelare e promuovere lo splendore naturale dell’area del Delta del Po veneto

In questo modo si spera anche di potere esercitare una funzione di volano

In queste ultime settimane tanto si è parlato dell’Osservatorio locale del Paesaggio del Delta del Po, ma effettivamente che cos’è e

a cosa serve questo organismo?Le attività dell’Osservatorio comprendono

la raccolta di dati sul paesaggio locale al fine di poter creare un apposito archivio, la predisposizione di una specifica piattaforma digitale, quale può essere un sito web, per favorire la partecipazione e l’accessibilità da tutta la popolazione, la promozione di attività didattiche, di educazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione locale, la trasmissione

all’organismo regionale delle segnalazioni relative alle criticità del territorio locale e le proposte di valorizzazione.

L’intento è quello di riuscire a giungere alla promozione di un percorso culturale volto alla valorizzazione del territorio, in particolar modo attraverso il coinvolgimento dei giovani e quindi delle scuole.

La sede dell’osservatorio è stata individuata nei locali del Consorzio di Bonifica Delta del Po a Taglio di Po, messi a disposizione a titolo gratuito. L’adesione alla rete regionale ha una durata biennale E può essere riconfermata. L’ambito

territoriale dell’Osservatorio corrisponde ai comprensori comunali coinvolti dal Contratto di Foce del Delta del Po quali Ariano nel Polesine, Chioggia, Corbola, Loreo, Porto Viro, Porto Tolle, Rosolina, Taglio di Po ma anche all’area della riserva di Biosfera Mab Unesco Delta del Po che corrisponde ai comuni di Adria, Ariano Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Viro, Porto Tolle, Rosolina e Taglio di Po. Il funzionamento dell’Osservatorio è determinato dal comitato di gestione, dal comitato scientifico, dal presidente e dal direttore. Un ruolo, quindi, davvero di primo piano.

FOCUS Ecco quali sonoAPPENA NATO, HA GIà NUMEROSE E IMPORTANTI FUNZIONI

El. Ca. Un altro momento della cerimonia

segue da pag. 1Anche qui, nel Veneto bianco, nella terra degli scandali del

Mose, la gente è davvero scossa dalle notizie emerse nelle ulti-me inchieste giornalistiche che hanno evidenziato come in questi due anni anche Papa Francesco non sia riuscito a invertire la rotta di prelati che a volte, come ha detto lui, hanno “una doppia vita”. I fedeli sono davvero delusi. Questo Papa ha smosso i cuori del popolo e ha avviato un processo di riforma che nessuno poteva immaginare fi no a pochi anni fa. Così, la gente sta con lui, con Francesco, ma senza dimenticare quanto sta accadendo attorno a lui. Nessuno pensa che sia giusto generalizzare ma cia-scuno di noi ha conosciuto almeno uno di quei preti chiacchierati che invece di essere pastori sono stati “carrieristi e arrampicato-ri”. O peggio, palancai.

Figure che non hanno fatto il bene delle parrocchie in cui hanno operato. Che hanno chiesto soldi senza usare la giusta trasparenza per spiegare come li spendevano, che hanno impe-gnato gran parte delle risorse della parrocchia in opere di restau-ro così impegnative da non aver più sostanze per altro. E solo per metterci una targhetta con il proprio nome.

Ma se prima il malcontento serpeggiava solo tra i parrocchia-ni delusi, oggi non è più così. E’ lo stesso Papa a chiedere con forza ai parroci di essere poveri tra i poveri. Senza mezze parole punta il dito contro i preti ricchi che invece di servire “si servono” intascando per sé. “Vescovi e sacerdoti vincano la tentazione di ‘una doppia vita’, la Chiesa è chiamata a servire, non a diventare ‘affarista’” ha ribadito in una recente omelia che rimarrà nella storia della chiesa. Parole semplici per un appello importante. Il papa sa bene, infatti, che dal comportamento dei preti di fronte al denaro dipende in maniera decisiva la risposta dei fedeli alla loro azione pastorale. I fedeli al loro prete perdonano il carattere diffi cile, gli sfoghi amari e anche cose più serie, ma non l’attac-camento al denaro.

Perciò piace alla gente questo “povero” Papa che è diventa-to simile ad un eroe. Il suo popolo lo ama tanto da temere per la sua stessa vita; gli atei e i fedeli di altre religioni lo apprezzano, lo stimano. E tutti si preparano a partecipare al Giubileo straor-dinario della misericordia. Vien da chiedersi però se basterà la misericordia a salvare l’uomo dal malaffare dilagante.

Editoriale

*[email protected]

di Germana Urbani*

Basterà la misericordia a salvarci dal malaffare?!

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9Porto Viro

E’ stato rinnovato anche quest’anno l’appuntamento con il concorso “Il libro volante” destinato alle nuove

generazioni per favorire ed incentivare la lettura tra i giovani. Nell’ambito della fiera del libro “Assaggi di sapere, delizie da leggere” si è tenuta la premiazione del concorso che da quindici anni si caratterizza come una programmazione certa per le scuole dell’istituto comprensivo di Porto Viro interessate dal 23 aprile, giornata mondiale del libro, fino al 15 settembre dall’iniziativa culturale. Sono stati 86 gli alunni che hanno partecipato alla sfida

all’ultimo libro, suddivisi a seconda dell’età e quindi delle classi, in tre categorie. Ad illustrare le caratteristiche del concorso, in occasione della premiazione che si è tenuta al palazzetto dello sport è stata la presidente del comitato della biblioteca Laura Sarto che ha fatto gli onori di casa con l’assessore alla cultura Marialaura

Tessarin. I diversi lavori sono stati presentati attraverso disegni per la prima categoria, riservata alle classi prime e seconde della scuola primaria, recensioni per la seconda categoria, caratterizzata dalle classi terze, quarte e quinte e recensioni con commento personale per la terza categoria composta dalle tre classi delle scuole medie. La giuria composta dall’assessore alla cultura Marialaura Tessarin, da Laura Sarto, Giulia Franzon e Chiara Laurenti del comitato della biblioteca, da Matteo Pavanello, dalle docenti Elisa Cecconello e Cristina Fabris e da Artilla Milani ha quindi decretato i

vincitori che sono stati premiati con buoni libri spendibili alla fiera del libro.

Nella prima categoria per la prima e seconda della scuola primaria sono risultati vincitori Roberta Marangon, Domenico Laganà e Matteo Bovolenta. Nella seconda categoria riservata alle classi terza, quarta e quinta della primaria sono stati premiati Deborah Toffanello, Tessa Pisano

e Victoria Nicolasi. Nella terza categoria per le classi prima, seconda e terza scuola secondaria di primo grado i lettori premiati sono stati Alberto Tiengo, Eleonora Giatti e Linda Chen Ruo Qiu.

Nella sezione Gruppo Classe relativa alla I e II categoria è stata infine premiata con una targa la terza A della primaria A. Moro con l’insegnante Monica Bisco.

di Elisa Cacciatori

In tutto hanno partecipato 86 alunni dell’istituto comprensivo di Porto Viro: ecco i premiati

Il concorso Anche quest’anno “Il libro volante” ha raccolto tanto entusiasmo

Una gara che fa crescere

Ragazzi e docenti assieme per la premiazione

Lo scopo è quello di incentivare i ragazzi alla lettura, coinvolgendoli e catturandoli

Alberi per i nuovi nati, a Porto Viro si rinsalda la tradizione giunta quest’anno alla diciottesima edizione con 105 bambini. Si è tenuta in sala Frassati al centro giovanile

salesiano San Giusto la cerimonia annuale della “festa degli

alberi” che quest’anno ha visto la consegna degli alberelli alle famiglie di 50 femminucce e di 55 maschietti. L’iniziativa, nata in linea con quanto disposto dalla legge 113 del 1992 secondo cui il Comune deve porre a dimora un albero per ogni neonato dopo la registrazione anagrafica, continua nonostante non ci siano più stati finanziamenti dedicati al progetto. Ad accogliere le famiglie cui sono state consegnate piantine autoctone di farnia, leccio, acero campestre e carpino bianco, specie

autoctone, simboli di forza e longevità, sono stati gli assessori Marialaura Tessarin e Alessandro Palli con i consiglieri Ivano Vianello e Raffaella Bovolenta e il vicecomandante di polizia locale Gianfranco Bressan. Non poteva mancare il direttore del centro salesiano don Nicola Munari per la benedizione e alcune parole di gioia nel vedere il gran numero di bambini, simboli del futuro.

El. Ca.

Iniziativa per ben 105 nuovi natiUN ALbERO PER OGNI bIMbOPROSEGUE LA bELLA TRADIZIONE

Scuola

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IDEA ORIGINALE:REGALA BENESSEREe Sangat TI PREMIA!

10 Porto Tolle10 Porto Tolle

In “Orti nel mare “ sono filmate le gesta del pescatore, i suoi spazi quotidiani, la barca come l’abitazione, ai quali si

aggiungono la macchina da presa e l’artista che accompagna nel luogo della mostra. Le relazioni che si intrecciano tra questi inusuali personaggi costituiscono l’originalità del lavoro che non si riduce al gesto finale e cioè, alla “semplice” messa in mostra del video, bensì si carica dell’energia che serve alla messa in atto del progetto. Con i rumori delle barche, nelle spettrali giornate di nebbia, i pescatori arrivano e pescano le cozze e le vongole per fare della molluschicoltura una delle più importanti attività economiche del nostro territorio”.

E’la descrizione del progetto realizzato da Roberto Mainardi, scultore, pittore ed eclettico artista di Ariano Ferrarese che descrive e valorizza il lavoro dei pescatori del nostro territorio, attraverso una video opera impreziosita dagli scatti di Luciano Siviero. Lo stesso artista, Mainardi, autore della “piramide continua” ,opera in acciaio inox situata nell’area verde della casa protetta di Bosco Mesola, titolata ai giovani prematuramente scomparsi e della scultura in bronzo de “il volo” situata nelle adiacenze del municipio di Copparo, dedicata all’aviatore, il maggiore pilota Mosè Tomasatti.

”Orti nel mare”la video opera con foto, sarà presentata nei prossimi mesi nel nostro territorio uscendo dai soliti schemi espositivi, come gallerie e musei, ma sarà lo stesso artista, Roberto Mainardi

ad accompagnare i visitatori nei luoghi di esposizione, che sono i luoghi frequentati dai pescatori, come le cooperative, le case e i mercati ittici e le scuole.

”Ciò che il visitatore vivrà sarà l’esperienza di varcare la soglia di una casa, una semplice casa, in provincia di Rovigo, che si trasforma in museo – cita l’autore - Così oltre ad essere una mediazione, è un ribaltamento di ruoli, un rimescolamento di professioni, di situazioni, spazi e mezzi”.

“L’idea per realizzare “Orti nel mare”è nata nel 2005 quando dovetti presentare un esame come studente iscritto alla facoltà di design e arti, laurea specialistica all’università dello Iuav di Venezia, dopo essermi diplomato in pittura all’accademia di belle arti di Bologna - racconta Roberto Mainardi - Un progetto che lasciai stare per un po’, ma che mi ero ripromesso di terminare, sviluppandolo secondo l’idea che

di Guendalina ferro

L’opera è nata grazie anche alla testimonianza di un amico di Pila e sarà presentata a breve

La storia Roberto Mainardi ha immortalato la vita dei lavoratori del mare

Un videoracconto dedicato alla pesca

Una vita dura, quella di chi vive della pesca

avevo maturato quando presentai il lavoro all’esame universitario”.

“Un’ opera - prosegue il suo racconto - terminata in questi giorni, momento in cui sono riuscito a renderla più organizzata e fagogitabile, grazie all’aiuto e al contributo di Luciano Siviero, di alcuni miei amici e di Fabrizio Boscolo, pescatore di Pila, nonché presidente della cooperativa villaggio, che mi ha parlato del Po e del suo Delta in maniera ancestrale. Una persona colta, un profondo conoscitore del territorio e per questo la persona ideale per parlare del delta in convegni e tavole rotonde che contestualizzeranno il mio nuovo progetto”.

Un videoracconto, insomma, per immortalare l’epopea di chi fa della pesca una professione e anche qualcosa di più: una parte della propria vita.

Sarà lo stesso autore ad accompagnare i visitatori sui luoghi di realizzazione

Un caso che minaccia di avere conseguenze dirompenti: quest’anno la procedura di rinnovo

dei diritti esclusivi di pesca ha subito un brusco intoppo, con un automatismo che ha funzionato per decenni che si è bruscamente interrotto.

Titolare dei diritti esclusivi di pesca in laguna è la Provincia di Rovigo, che ha facoltà di assegnarli. A oggi il destinatario era sempre stato il Consorzio pescatori del Polesine di Scardovari, ossia l’ente che raggruppa tutte le cooperative che pescano nelle lagune del Comune di Porto Tolle. A inceppare questo meccanismo ormai rodato, il fatto che questa volta siano state presentate altre due domande di sfruttamento delle lagune, alternative a quella del Consorzio. Questo significa che, a meno di un ricompattamento del fronte delle cooperative, la Provincia sarà costretta a valutare tutte le domande e a mettere a punto un bando. A questo punto la situazione sarebbe estremamente difficile per coloro che vivono della pesca, dal momento che qualcuno potrebbe restare a piedi.

FOCUS

Bloccato il rinnovoINTANTO I DIRITTISPAVENTANO TUTTI

Gu. Fe.

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12 Porto Tolle

Dopo il progetto carta, avviato lo scorso settembre, è partito con le festività della commemorazione dei defunti il nuovo

sistema di raccolta differenziata a servizio dei sette cimiteri comunali situati a Porto Tolle, Ca’ Tiepolo, Ca’ Zuliani, Ca’ Venier, Boccasette, Donzella, Tolle e Scardovari. Un servizio che permetterà di differenziare i rifiuti prodotti all’interno dei cimiteri, semplicemente separando i rifiuti vegetali (fiori recisi, piante ecc.) dalle altre tipologie di rifiuti (ceri, lumini, vasi rotti, plastica ecc.).Per agevolare gli utenti saranno messi a disposizione all’interno dell’area cimiteriale, due tipologie di cassonetti in cui poter conferire, separandoli, i rifiuti di genere diverso. “Un progetto importante – afferma l’assessore con delega ai Servizi cimiteriali, Valerio Gibin – che conferma la sensibilità della nostra amministrazione sia per migliorare i servizi in questi particolari luoghi ma anche nei confronti di un tema importante qual è la raccolta differenziata e il rispetto dell’ambiente. L’utenza potrà, d’ora in avanti, separare l’organico, la plastica e gli altri materiali mettendo in atto un gesto civico di straordinario valore. Basterà una semplice azione per ottenere un risultato utile all’intera comunità”.

“Un plauso alla società Ecoambiente perché è da tempo attenta verso progetti anche particolari come questo – aggiunge l’assessore all’ambiente Mirco Mancin - ma più in generale a sensibilizzare l’utenza in un corretto e sempre migliore sistema di raccolta differenziata”. La grande quantità di rifiuti prodotti quotidianamente nei cimiteri,

ora potranno essere recuperati in impianti di trattamento idonei, attraverso contenitori di colore diverso secondo il tipo di raccolta: verde per l’organico, ovvero, le piccole potature, i fiori, l’erba secca e i rifiuti biodegradabili; grigio per i multi materiali come vasi, la plastica, i lumini e le candele. ”Confidando nel senso civico dei miei concittadini li invito a partecipare nel migliore dei modi a questa opportunità migliorativa”, conclude Mancin.

Parte la raccolta nei cimiteri del Comune, per rifiuti come fiori e piante recise

ECoaMBIEntE Un nUovo sErvIZIo

Gu. Fe.

Porto Tolle perde il contributo regionale per la realizzazione della casa di riposo. Un progetto atteso dalla comunità da oltre 20anni.

I consiglieri di minoranza Roberto Pizzoli, Raffaele Crepaldi e Silvana Mantovani non fanno tanti giri di parole nell’accusare il primo cittadino di aver perso il contributo di 790mila euro, concesso dalla regione Veneto per la costruzione della casa di riposo a Porto Tolle. “Un sindaco che tenta maldestramente di addossare la responsabilità della sua inattività a chi l’ha preceduto, addirittura nei 20 anni precedenti, non può che suscitare in tutti i cittadini di Porto Tolle un sorriso di compatimento - affermano all’unisono i tre consiglieri di minoranza-790mila euro l’importo del contributo regionale, sono diventati inesigibili perché la maggioranza non ha presentato nessun progetto, avviato nessuna procedura”.

Dal canto suo il sindaco afferma: “Da vent’anni a questa parte, le amministrazioni che si sono succedute, prima dei nostri due anni di governo non sono riuscite a fare nulla pur avendo avuto mezzi e opportunità molto più consistenti di quelle delle quali disponiamo noi oggi

visto i tagli da parte dello Stato agli enti locali e con un patto di stabilità che condiziona di fatto gli investimenti in opere pubbliche”.

“Pertanto - prosegue il primo cittadino Claudio Bellan - per quanto noi possiamo fare male comunque faremo quanto e come hanno fatto coloro che ci hanno preceduti, compresi i tre ex assessori tanto bravi a criticare ma che a loro volta non hanno prodotto nulla. Per quanto riguarda i presunti contributi premetto che ad oggi io non ho nessuna comunicazione dalla Regione ma vorrei sottolineare che si tratta di due promesse di contributi da parte della Regione: uno che risale al 2007 e l’altro che risale al 2010 e che diventano effettivamente esigibili se viene confermato qualora l’amministrazione ha un progetto esecutivo ed è in grado di dare il via ai lavori. Passati 7 anni poi la Regione dichiara inesigibile il contributo”.

“Pertanto - prosegue il primo cittadino - questa amministrazione forse ha una responsabilità al massimo per due dei sette anni trascorsi, gli altri cinque indubbiamente sono a carico degli ex assessori così bravi. E che oltre a non avere prodotto nulla scaricano le

loro responsabilità sugli altri in un modo che certamente non gli fa onore. Stiamo parlando di un progetto ambizioso che questa amministrazione ha scritto nel proprio programma elettorale ed è la priorità assoluta, ma non è facile da portare avantoi. Noi ce la stiamo mettendo tutta e sono certo che i cittadini di Porto Tolle comprenderanno le difficoltà per arrivare al risultato, ma io sono un ottimista e posso dire che stiamo creando le premesse perché ciò avvenga”.

“Resta il fatto - affermano i tre consiglieri di minoranza - che al 31 dicembre di quest’anno il sindaco ci farà perdere anche i posti già accreditati presso la Conferenza dei sindaci. Parliamo dei 30 posti rsa, i 10 del centro diurno per non autosufficienti , i 12 per le assistenze intermedie e i 20 posti per la disabilità, comunità, alloggio per persone con disabilità e capacità ricettiva massimo 20 posti”.

di Guendalina ferro

I consiglieri di minoranza attaccano il sindaco, che si difende: “Non è stato fatto nulla dai nostri predecessori”

Servizi Divenuto inesigibile il contributo regionale da quasi 800mila euro

E’ emergenza per la casa di riposo

Il Municipio di Porto Tolle. In paese sta tenendo banco la vicenda relativa al contributo regionale da 800mila euro per la realizzazione della casa di riposo, contributo che sarebbe divenuto inesigibile

“Crediamo ancora nel risultato finale, ma il percorso non è certamente facile”

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14 Ariano

La minoranza in consiglio comunale ad Ariano nel Polesine scende in campo compatta chiedendo cge la presenza e la oeratività della sede locale

del Parco sia garantira e recuperata. Nessuno usa più la sede del Parco regionale del delta del Po veneto di Ariano nel Polesine, nonostante l’amministrazione comunale, nel corso degli anni, abbia investito centinaia di migliaia di euro per rendere questo spazio accogliente. E’ la denuncia che tre consiglieri della lista civica “Noi per Ariano” inoltrano all’assessore regionale ai Parchi Cristiano Corazzari e al commissario del parco, chiedendo un loro intervento.

Un appello per fare in modo che la sede di Ariano nel Polesine del Parco regionale del Delta del Po veneto torni a essere usata. Non è una richiesta banale, sostengono i diretti interessati, dopo che negli ultimi tempi l’ente pare esistere unicamente a Porto Viro. E’ questo il succo della lettera inviata all’assessore regionale ai Parchi Cristiano Corazzari, polesano, e al commissario dell’ente parco. A scriverla, tre consiglieri comunali della lista civica “Noi per Ariano”: Marinella Mantovani, Luisa Beltrame ed Enrico Gianese.

A monte di tutto, “lo svolgimento durante questa settimana di importanti e qualificati incontri a livello istituzionale, organizzati dall’Ente parco regionale veneto del delta del Po, la cui sede si trova fin dalla sua costituzione in via Marconi 6, ad Ariano. Il nostro gruppo consiliare sta sollecitando vivacemente il sindaco di Ariano nel Polesine affinché si attivi per fare rientrare i servizi e il personale del Parco a pieno regime nella sede di Ariano nel Polesine, che da gennaio è spogliata di qualsiasi operatività”.

“Il nostro Comune - continuano i tre consiglieri - ha sostenuto con ingenti investimenti pubblici l’insediamento nel 2008 e la permanenza fino ai giorni nostri della sede del Parco. Solo qualche mese fa con un ulteriore investimento di 200mila euro l’immobile che ospita la sede è stato restaurato e rinnovato nei suoi spazi. La programmazione di eventi come quelli in agenda questa settimana, solo negli spazi del centro visitatori di Porto Viro, rappresenta per la comunità arianese un profondo motivo di sconcerto, e manifesta una evidente contraddizione con le rassicurazioni che sono state date circa il ritorno all’operatività della

sede del Parco”. La richiesta all’assessore regionale competente e al commissario è allora proprio quella difare in modo che Ariano non resti tagliata fuori dalle iniziative di rappresentanza del Parco regionale, dopo anni nei quali ne è stata legittimamente l’unica sede.

“Le chiediamo, quindi - chiudono i tre consiglieri rivolgendosi a Corazzari, ma anche al commissario regionale al quale in questo periodo è stata affidata la gestione del parco - nel pieno rispetto del ruolo che le è

stato affidato, per le prossime iniziative che il Parco sarà chiamato a realizzare, di ritornare a utilizzare gli spazi della sede di Via Marconi, che saranno sicuramente all’altezza di onorare il prestigio delle autorità e personalità invitate”.

Non tanto e non solo una questione di campanile, ma il legittimo desiderio di non essere tagliati fuori dallo sviluppo e dalla gestione di quel vero e proprio gioiello ambientale che è il Parco regionale.

di Guendalina ferro

La segnalazione: gran parte degli eventi istituzionali viene ormai organizzata a Porto Viro o comunque altrove

Il caso La minoranza in consiglio comunale pronta a fare le barricate

“Nessuno ci porterà via il Parco!”

Il meraviglioso contesto del parco regionale del Delta del Po veneto, Ariano nel Polesine non ha intenzione di vedersi portare via la sede, soprattutto alla luce degli importanti investimenti fatti in questi anni, per centinaia di migliaia di euro

“Nel tempo il nostro Comune ha effettuato investimenti davvero importanti”

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17Rosolina

La banda larga si fa strada e raggiunge le località turistico-balneari di Rosolina Mare e Albarella. L’importante passo avanti compiuto a favore

dei residenti e dei turisti in visita alle località costiere di Rosolina si avvia verso la certezza stando a quanto confermato dall’assessore ai servizi informatici del comune di Rosolina Giovanni Crivellari, forte anche dell’intervento che ha visto l’onorevole Diego Crivellari, membro della commissione telecomunicazioni e trasporti alla Camera, intervenire a livello parlamentare sulla questione. “Il responsabile nazionale Telecom per la banda larga – ha espresso l’assessore rosolinese - ci ha garantito che tra la fine dell’anno 2015 e gennaio 2016 verranno ultimati i lavori per portare la banda larga nelle realtà locali che ne sono attualmente sprovviste, ovvero Rosolina Mare ed Albarella, portando la copertura a 20 mega”. Tre anni fa è stata stipulata la convenzione tra il Comune di Rosolina con il Consvipo e Infratel spa, ditta del ministero dello Sviluppo economico

incaricata di portare la banda larga in Italia nelle zone sprovviste, che ha permesso di arrivare oggi al conseguimento del risultato grazie anche agli interventi terminati all’incirca due mesi fa per connettere in fibra le centrali Telecom di Rosolina Mare e Albarella. “Si tratta – aggiunge Giovanni Crivellari - di un importantissimo servizio che la cittadinanza aspettava da anni (ricordo infatti che ad oggi non è presente la banda larga nelle nostre località turistiche e che la connessione veloce è disponibile solo attraverso operatori mobili o nelle aree pubbliche col servizio wi-fi comunale), reso possibile grazie alla determinazione dell’amministrazione comunale e

alla collaborazione tra vari enti tra cui, in particolare, a seguito dell’intervento dell’On. Diego Crivellari, che si è speso in prima persona a Roma per sollecitare la realizzazione

dell’opera”. Ed è con particolare soddisfazione che il parlamentare rosolinese si esprime sul conseguimento dell’obiettivo.

di Elisa Cacciatori

Determinante l’interessamento dell’amministrazione e del parlamentare Diego Crivellari

Territorio Era un servizio che tanto i cittadini quanto gli esercenti attendevano

La banda larga arriverà sino al mare

Rosolinese doc: Diego Crivellari, deputato del Partito Democratico, ha seguito da vicino l’evolversi della vicenda

La comunità parrocchiale di Volto di Rosolina non dimentica i fatti accaduti l’8 luglio ai danni della Riviera del Brenta e sceglie di destinare il ricavato di un pranzo a favore delle popolazioni colpite

dalla distruzione del tornado.Di recente il parroco della parrocchia Santa Maria del Rosario, don

Giovanni Natoli, ha voluto accogliere con particolare disponibilità la proposta di un volontario del comitato “Volto in festa” di devolvere un contributo alle popolazioni della Riviera del Brenta dandosi da fare per l’organizzazione del Pranzo di solidarietà che lo scorso 25 ottobre ha permesso di raccogliere mille euro da destinare in beneficenza.

Con la collaborazione dei volontari del comitato fiera, dei volontari della speranza, dei frati della Basilica del Santo di Padova e dei supermercati Ali Aliper, 85 persone hanno potuto gustare un ottimo e semplice pranzo che dall’aperitivo all’amaro si è tenuto in un clima di condivisione e solidarietà e che ha visto la presenza del sindaco di Rosolina Franco Vitale con consorte, del consigliere Daniele Vallese con moglie e di tanti bambini, ragazzi, mamme, papà, giovani e nonni.

Durante l’occasione don Natoli ha evidenziato l’importanza del gesto di solidarietà che, seppur minimo, ha denotato la generosità che parte da piccoli gesti.

La somma è stata inviata con bonifico bancario a don Davide della parrocchia di “San Martino” di Cazzago di Pianiga (Ve) che ha prontamente ringraziato don Giovanni e i benefattori. Un gesto davvero importante sul fronte della solidarietà.

SOLIDARIETA’Volto in prima fila per aiutare i cugini della riviera del Brenta

La copertura in questo modo verrebbe portata alla soglia importante dei 20 mega

E’ tornata anche quest’anno puntuale la ricorrenza nata a

Rosolina per celebrare e rendere omaggio ai nonni del Delta. Nella cornice dell’Isola di Albarella si è tenuta la seconda edizione della “festa dei nonni del Delta”, l’iniziativa frutto dell’impegno de l l ’ammin i s t raz ione rosolinese in collaborazione con le altre realtà deltine impegnate nell’individuazione del nonno e della nonna dell’anno. La giornata quest’anno ha visto una serie di attività programmate fin dal pomeriggio con il giro in trenino attraverso l’isola per proseguire con la celebrazione della messa celebrata dal vescovo di Chioggia Adriano Tessarollo. Il ristorante dell’hotel Capo Nord si è fatto cornice per la conviviale, rigorosamente a base di pesce locale, animata dalla simpatia e dalle battute della cabarettista Giusy Zenere. A conclusione della cena si è tenuta l’attesa consegna delle targhe in cui gli amministratori hanno consegnato i riconoscimenti ai nonni del Delta. “La festa dei nonni è una manifestazione nata per far vedere che il territorio è un’unica realtà – ha avuto modo di considerare il sindaco di Rosolina Franco Vitale – Con tutti i sindaci si è voluto far questo perché i nonni, proprio come ricordato dal vescovo Mons Adriano Tessarollo sono degli angeli

custodi”. Il sindaco di Adria Bobo Barbujani ha consegnato la targa a Roberto Naldini, l’assessore Alessandro Palli e il consigliere Ivano Vianello di Porto Viro a Silvana Motta ed Aldo Tiengo, il sindaco di Moreno Gasparini di Loreo a Rosetta Fini e Daniele Ferro, il consigliere di Taglio di Po Doriano Moschini ad Antonella Benetti e Fabiano Nicolasi, il sindaco di Ariano nel Polesine Carmen Mauri a Fiorella Pironi e Pasquale Zurzolo, il sindaco di Corbola Michele Domeneghetti a Sandro Gallo e ad Emilia Gottardi, la consigliera di Papozze Aldina Chiara Canato a Maria Teresa Passarella e a Fiorenzo Navicella, l’assessore di Porto Tolle Leonarda Ielasi a Umberta Tommasini ed Arnaldo Girardi, il sindaco di Pettorazza Gianluca Bernardinello a Rodolfo Longhin e a Gemma Rossetto, il sindaco Franco Vitale, il vicesindaco Daniele Grossato, l’assessore Sefano Gazzola e il consigliere Daniele Vallese di Rosolina hanno infine consegnato le targhe a Maria Teresa Bet e a Valter Zanini.

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18 Taglio di Po

E’ un restyling decisamente importante quello che sta interessando Taglio di Po. Una rimessa a nuovo che proseguirà

anche nei prossimi mesi.“Il problema asfaltature nel nostro

paese – spiega l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Davide Marangoni – è sempre stato un punto dolente. Numerosi sono i tratti che necessano una risistemazione per eliminare buche e avvallamenti spesso pericolosi per i cittadini. Sono ufficialmente terminati i lavori che hanno interessato via Marchi in località Mazzorno Destro, via milite ignoto e la centralissima via Kennedy. L’asfaltura di queste vie è stata preceduta da lavori in interramento tubi operati da Edison già l’anno scorso. Il ritardo dell’asfaltatura è stato causato da diversi motivi: in via Marchi era necessario attendere il completamento dei lavori per le fognature e, di conseguenza, consentire ad alcune abitazioni di collegarsi all’impianto eliminando il probema relativo agli odori e all’igiene pubblica. Per via Milite Ignoto il ritardo dell’asfaltatura è stato causato dalla necessaria attesa perchè si assestasse il terreno dopo l’intervento di riparazione della fognatura nei pressi dell’acquedotto. Infine, per via Kennedy, abbiamo atteso i lavori di scavo, operati da Enel, del cavo di media tensione”.

“I lavori per via Kennedy sono quasi conclusi – specifica Marangoni – si dovrà solo attendere il completamento del tratto tra l’incrocio con via Garibaldi e la strada statale Romea 309. Proprio per questo motivo abbiamo recentemente approvato,

con delibera, il documento programmatico dell’intervento da fare su via Kennedy e che consiste nella sistemazione dei marciapiedi per tutta la via (lato nord), l’asfaltatura del tratto tra via Garibaldi e la Romea comprese le rampe di accesso e uscita e la realizzazione dell’ultimo tratto di pista ciclopedonale. I lavori inizieranno tra la primavera e l’estate 2016 per un costo di circa 300mila euro. Entro l’anno sarà asfaltato anche un primo tratto di via Verona, il secondo nel 2016”.

I lavori di sistemazione del manto stradale proseguono anche per altre vie centrali del paese: “E’ stato approvato un progetto esecutivo – spiega Marangoni - che prevede l’asfaltatura di via san Marco, dalle scuole G.B. Stella all’incrocio con via d’Annunzio, e di via Piave dal tratto che si incrocia con via san Marco sino a quello con via Roma. Tutto questo per mettere in sicurezza l’accesso e l’uscita degli

di silvia Boscaro

Saranno interessate numerose strade, dopo avere sistemato anche altri interventi

Lavori pubblici Parte un importante progetto di asfaltature in paese

E’ venuto il momentodi metterci una toppa

Asfaltature in via Marchi, toccata dagli interventi

alunni dalla scuola oltre al fatto che sono effettivamente malmesse”. L’asfaltatura di questo tratto dovrebbe terminare entro l’anno. “Sempre in accordi con Edison – aggiunge l’assessore – saranno sostituite altre linee del gas con conseguente successiva manutenzione della strada. Saranno rimesse a nuovo, quindi, anche la via Romea nel tratto che va dall’incrocio con via San Bellino fino alla S.P. 46, tutta via Trasimeno e via Lago Maggiore, la Prima, Seconda, Terza e Quarta Strada del Villaggio Perla e via Pacinotti.

La soddisfazione dell’assessore competente ai Lavori pubblici Davide Marangoni

In tutto è stata stanziata una somma complessiva di circa 300mila euro

Grande festa per i coniugi tagliolesi Flaviano Nicolasi e Antonella Benetti che hanno ricevuto il

premio “Nonni del Delta in Festa 2015” giunto alla sua seconda edizione. Designati dall’assessore Doriano Moschini, i coniugi Nicolasi sono stati premiati in qualità di “genitori e nonni esemplari – come si legge nella motivazione – da sempre attivi nel volontariato per portare aiuti a persone dei paesi più poveri, molto preparati sui temi della famiglia si sono resi disponibili con la Parrocchia locale collaborando, attraverso corsi specifici, per informare le famiglie e i ragazzi”. Antonella e Flaviano, 58 anni lei, 63 lui, sono nati e cresciuti a Taglio di Po, dove vivono tutt’ora. La loro famiglia è numerosa, con ben sette figli (Mattia, Sara, Laura, Emanuele, Valentina, Giada e Annalisa) e otto nipoti (Samuele, Sofia, Giacomo, Gaia, Francesco, Leonardo, Maddalena e Chiara). Flaviano ha lavorato come caporeparto nel settore di carpenteria presso i Cantieri Visentini mentre Antonella si è dedicata alla cura della famiglia. Un premio meritato.

NEWS

la storia dei due coniugiUNA COPPIA DAVVERO SPECIALE

Si. Bo.

Page 23: Delta nov2015 n132

19Taglio di Po

Il Comune di Taglio di Po ha aderito attivamente al progetto “Polesine Wi Fi”, promosso dal Consorzio di Sviluppo del Polesine. Grazie

a questa iniziativa in diversi punti nevralgici di Taglio di Po è possibile connettersi ad Internet utilizzando la nuova rete wi-fi pubblica in maniera del tutto gratuita.

A renderlo noto il vicesindaco e assessore all’ambiente e turismo Alberto Fioravanti: “Grazie al Consorzio di Sviluppo del Polesine, – ha spiegato - ben 40 Comuni in tutta la provincia di Rovigo sono integrati in questa nuova rete che ha permesso di creare un importante sinergia di servizi nel territorio. Il progetto prevede la realizzazione di punti di connessione gratuiti ad Internet dislocati nel territorio”.

Cinque sono i punti strategici individuati per Taglio di Po: piazza IV Novembre, via Romea Vecchia (incrocio con viale Kennedy), via san Marco (all’altezza della scuola G.B Stella, via Aldo Moro (parco giochi di piazza della Repubblica) e la piazza di Oca Marina.

“Il servizio – spiega Fioravanti - è davvero semplice: dal proprio dispositivo occorrerà selezionare la rete “POLESINEfreeWiFi”, aprire il browser internet e seguire le istruzioni della pagina di accesso.

Per registrarsi è necessario essere in

possesso di una Sim italiana, fornire un numero di cellulare, un indirizzo mail e una password. Una volta ultimata l’iscrizione, il sistema chiederà di effettuare una chiamata gratuita ad un particolare numero che, dopo alcuni squilli, sarà automaticamente interrotta.

Questo procedimento è necessario per verificare e registrare l’utenza”.

In prossimità dei punti nei quali è offerto il servizio sarà possibile accedere gratuitamente ad Internet per un massimo di tre ore al giorno. “L’installazione e i primi mesi del servizio – ha specificato – sono stati finanziati dalla Regione Veneto, ma dal 1° gennaio 2016 la gestione e manutenzione sarà a carico del Comune. Per questo motivo, la nostra amministrazione comunale si è incontrata, presso il Consorzio di Sviluppo del Polesine, per discutere dei costi. “

E’ chiaro - ha concluso Fioravanti – che qualsiasi costo di questi tempi sia importante, ma crediamo che sia doveroso proseguire su questa strada che ci allinea con le grandi città e i siti turistici più importanti. Saranno prossimamente installate ulteriori due nuove antenne per cui vedremo di studiare i punti più strategici”. Imminente quindi l’arrivo di un nuovo e importante servizio per tutti la cittadinanza.

di silvia Boscaro

Ci saranno cinque punti strategici in paese per potersi connettere alla rete libera individuata

Comune Lo ha annunciato l’amministrazione, assieme al Consvipo

In arrivo un nuovo servizio: è il Wi-fi

L’assessore Alberto Fioravanti illustra il progetto

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale, del 22 ottobre scorso, è stata approvata all’unanimità (assenti i consiglieri di maggioranza Dario Altieri, Gaia Di Giangiacomo e il consigliere di minoranza

Luciano Tamburin) l’ordine del giorno sul tema della nuova proposta di legge della Regione Veneto in merito all’accorpamento di Ulss e Azienda Zero. “La proposta - spiega l’assessore Veronica Pasetto - si basa su un documento condiviso in seno alla Conferenza dei sindaci dell’Ulss 19 della quale sono vicepresidente. In tale documento è palpabile la preoccupazione sul mantenimento dei servizi dato che con l’accorpamento su base provinciale l’Ulss 19 diverebbe la più piccola del Veneto con un evidente pericolo di penalizzazione”.

Determinata è quindi la posizione dei membri della Conferenza dei sindaci come si evince dal verbale dell’ultima riunione: “Si sottolinea la preoccupazione delle possibili ripercussioni determinate dalla ‘Riforma’ che prevede l’accorpamento dell’Ulss 18 e 19 correlate alle peculiarità della zona deltizia che richiede servizi organizzati in modo congeniale ad un territorio particolarmente esteso e con densità bassa caratterizzato dalla presenza di piccole comunità sparse e da un indice di vecchiaia molto elevata.

La perdita di servizi oggi garantiti, senza un’adeguata corrispondente sostituzione, rischierebbe di non rispondere più ai reali bisogni del territorio”. “La delibera approvata in Consiglio comunale – conclude l’assessore Pasetto – è stata quindi mandata al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e per conoscenza anche agli altri Comuni facenti parte dell’Ulss 19 così da permettergli, se lo vorranno, di portare anche loro la questione in Consiglio Comunale. Sono in programma diversi incontri pubblici per informare i cittadini su questo delicato tema. A breve saranno fornite ulteriori informazioni in merito”.

CONSIGLIO COMUNALEPreoccupazione per l’accorpamento delle due aziende sanitarie

Da gennaio la gestione e la manutenzione saranno a carico del Comune

Le criticità strutturali del PalaVigor non sono state ancora risolte e il palazzetto

dello sport resta ancora inagibile. La chiusura forzata, avvenuta nel marzo di quest’anno, è stata seguita da un importante impegno, da parte dell’amministrazione comunale, per la ricerca di fondi da destinare alla ristrutturazione della struttura, fortemente danneggiata dal forte vento e dalla mancata manutenzione. “Finalmente è avvenuto l’incontro - spiega l’assessore ai lavori pubblici e urbanistica Davide Marangoni - con l’assessore regionale Cristiano Corazzari. Presenti, oltre al sottoscritto, anche il sindaco Francesco Siviero e il consigliere regionale Graziano Azzalin. Durante l’incontro abbiamo avuto la possibilità di spiegare le criticità, le problematiche e il necessario sforzo finanziario che ci era stato promesso dal suo predecessore per il nostro PalaVigor. L’incontro è stato proficuo con la promessa che la questione sarà ripresa nuovamente in considerazione e che saranno messi in campo tutti gli strumenti per trovare gli opportuni spazi finanziari nelle prossime previsioni di bilancio”. “Nel frattempo - prosegue Marangoni - al fine di velocizzare i necessari iter burocratici, sarà a breve dato l’incarico ad un esperto strutturista di svolgere un check-up completo della struttura portante con un’analisi approfondita dalle fondazioni sino al tetto. Saranno quindi svolte le obbligatorie verifiche sismiche ed entro l’anno avremo un’idea di come poter intervenire”.

Con l’assessore regionale CorazzariPALAVIGOR ANCORA INAGIbILE,FINALMENTE L’INCONTRO DECISIVO

Si. Bo.

NEWS

E’ stato presentato ufficialmente nel pomeriggio di sabato

10 ottobre, presso la sala conferenze del Comune di Taglio di Po, il primo gruppo polesano dell’associazione Leche League Italia Onlus (Lega per l’allattamento materno). L’associazione, fondata nel 1956 negli Stati Uniti, è di volontariato, apolitica, aconfessionale e senza scopo di lucro, il cui obiettivo è quello di offrire informazioni, incoraggiamento e sostegno alle mamme che desiderano allattare i propri figli. Oggi è un’autorità riconosciuta a livello internazione ed è presente in 68 Paesi con circa 9000 consulenti. In Italia è stata fondata nel 1979. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Taglio di Po. Presenti, oltre alle consulenti, anche l’assessore alle politiche sociali Veronica Pasetto. L’incontro ha ospitato anche la bellissima mostra “Sotto la stessa pelle” realizzata dalla fotografa padovana Chiara De Marchi, che con questo ambizioso progetto fotografico sull’allattamento, ha voluto raccontare questo gesto naturale attraverso alcuni scatti che rappresentano frammenti di vita quotidiana tra la mamma e il suo bambino, enfatizzando questo dolcissimo legame fatto di latte, coccole e amore. “Le mamme intervenute hanno dimostrato calorosamente il loro interessamento all’iniziativa – ha commentato la responsabile Paola Chiereghin - ci auguriamo che il gruppo possa crescere in fretta per cambiare il mondo ‘una mamma alla volta’”.

per sostenere l’allattamento maternoIN PAESE E IN POLESINE E’ ATTIVOUN NUOVO GRUPPO: LA PRESENTAZIONE

Si. Bo.

E’ iniziata lo scorso 24 ottobre la bellissima iniziativa Favole Animate, promossa

dal Comune di Taglio di Po in collaborazione con la Cooperativa San Marco Servizi – Agire. Gli incontri sono in totale quattro.

Oltre al primo del 24 ottobre con il tema “I Colori della Natura”, il programma prevede, presso la biblioteca comunale in vicolo Oroboni n.7, la lettura di favole e storie a cura della responsabile della biblioteca Laura Veronese.

I prossimi incontri sono fissati per il 7 novembre (Le Filastrocche delle Stagioni), 21 novembre (La Fattoria – Guarda e Scopri) e il 5 dicembre (La Mosca) dalle ore 10 alle ore 11. Gli incontri di animazione alla lettura sono destinati ai bambini della scuola dell’infanzia tra i 3 e i 5 anni. Per partecipare è necessario effettuare la prenotazione presso la biblioteca comunale e il numero massimo per gruppo è di 10 bambini accompagnati da almeno un genitore.

“Se le adesioni saranno superiori – spiega l’assessore alla cultura Veronica Pasetto - sarà possibile attivare un secondo gruppo. Lo scopo di questa bellissima iniziativa è quello di promuovere il piacere della lettura nei bambini già nella prima infanzia e di avvicinare alla biblioteca bambini e genitori. Prossimamente questa iniziativa sarà attivata anche presso il nostro asilo nido “Girasole”.

la rassegna è partita il 24 novembreLA MAGIA DELLE LETTURE INCANTAI PIU’ PICCOLI: LE “FAVOLE ANIMATE”

Si. Bo.

Page 24: Delta nov2015 n132

20 Cultura provinciale1 Cultura provinciale RO

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo lancia una nuova sfi -da rivolta alle associazioni, grazie al

bando Culturalmente Impresa, che preve-de uno stanziamento di 700mila euro per quelle organizzazioni culturali che intendo-no investire nella propria trasformazione in imprese culturali. Un’altra importante scom-messa che si affi anca al già noto progetto CulturlaMente, ideato e promosso dalla stessa Fondazione, che nel corso degli anni ha sostenuto economicamente le attività di un’ottantina di associazioni culturali di Pa-dova e Rovigo.

Ora la Fondazione ha deciso di am-pliare il proprio raggio d’azione sviluppando uno specifi co fi lone dedicato esclusivamente alle organizzazioni non profi t che scelgano di indirizzarsi verso un modello di impresa culturale che miri ad un rafforzamento orga-nizzativo, gestionale ed economico coeren-te con la propria attività. Al bando potranno partecipare le associazioni culturali delle province di Padova e Rovigo che abbiano già benefi ciato dei fi nanziamenti previsti dal Bando CulturalMente nelle edizioni del triennio 2012-2014. Il contributo della Fondazione sarà di tipo economico e tec-

nico, dato che verrà garantito un servizio di accompagnamento professionale di du-rata biennale. Tra gli obiettivi principali del bando: aumentare il livello di autonomia delle organizzazioni dai contributi pubblici e/o privati a favore di altre forme di ricavo (sponsorizzazioni, vendita diretta dei servi-zi); aumentare i livelli di occupazione delle organizzazioni e contribuire a creare posti di lavoro nel territorio; aumentare i livelli di professionalizzazione sugli aspetti manage-riali, gestionali e organizzativi; sviluppare forme di network con altri soggetti terzi; po-tenziare l’offerta dell’organizzazione.

In linea generale, i progetti considerati ammissibili dovranno dimostrare la capaci-tà di rafforzare le associazioni dal punto di vista organizzativo, gestionale e economi-co attraverso interventi come, ad esempio: formazione di risorse interne; interventi di marketing e/o comunicazione; interventi fi nalizzati a differenziare le fonti di entrata o a potenziare quelle esistenti; adozione di strumenti gestionali che generino rica-dute signifi cative e positive; collaborazio-ne con altri soggetti. Per essere ammessi alla valutazione le proposte progettuali dovranno avere durata biennale o oltre.

di Melania ruggini

Anche la cultura può farsi impresaICARO

“L’approdo nell’isola che non c’è” è il nuovo evento culturale targato Icaro, la kermesse dedicata all’arte contemporanea per arric-

chire creativamente la città di Rovigo e i suoi luoghi piu’ signifi cati. Dopo 7 appuntamenti, tra murales, inaugurazioni e installazioni urbane susseguitesi da marzo a settembre, si è passati, domenica 8 no-vembre, nella sede dell’Arci, capofi la del progetto, in viale Trieste 29. In tale occasione è stato pre-sentato il video “45 metri sotto i mari” del gruppo Shakinart, formato da Jonathan De Checchi (attore di teatro e artista di strada under 35) e Marco Zocca Jean Pierre (musicista e scrittore under 35). Il duo artistico è supportato da un ampio e mutevole bacino di giovani artisti emergenti come pittori, musicisti, attori, scrittori, i quali vengono coinvolti dai due fondatori, secondo le occasioni, in atti performativi di vario genere, travalicando quelli che sono i confi ni delle loro peculiarità artistiche ed incanalandole nella messa in atto di shock artistici, pensati per interagire e comunicare con il pubblico in modo incisivo. Nel video “45 metri sotto i mari” volti, a centinaia, fi ssano negli occhi e non possono mentire. Incatenano ad una verità senza giustizia né giudizio, nelle profondità di un baratro blu, dove ballano una danza eterna i corpi or-mai senz’anima, di coloro che fuggivano per essere liberi. Liberi almeno quanto lo siamo noi. La speranza, che un tempo quegli occhi cercavano nel nostro meraviglioso stivale di fango, ora è svanita; si è mostrata nella sua vera forma: una dolce e placida illusione. Un’innocente e bianca falena, sussurra dal mare cosmico parole di commozione; non per se stessa, ma per noi, ignari prigionieri delle nostre invisibili gabbie.

nuovo appuntamento del festival itineranteECCO “45 METRI SOTTO I MARI”

Me. Ru.

Per due giorni il Comune di San Bellino diventa un “Cantiere per l’arte”: l’ap-

puntamento con l’arte è fi ssato venerdì 13 e sabato 14 novem-bre, grazie all’organizzazione del Comune e della Biblioteca di San Bellino, dell’associazio-ne culturale L’Asino d’oro di Rovigo, con il patrocinio della Regione del Veneto e della Provincia di Rovigo. Protagonisti sono l’artigianato artistico, l’esperienza di gestione di attività culturali, la rifl essione sul classico e sull’estetica e il valore dei beni culturali. A presentare il ricco programma sono gli ideatori e coordinatori scientifi ci: Raffaele Campion, presidente della biblio-teca comunale e consigliere comunale alle politiche culturali, e Flavia Micol Andreasi, presidente dell’associazione l’Asino d’oro. “Attraverso un evento di spessore culturale come Cantiere Arte, San Bellino si prepara ad essere un luogo ideale di rifl essione sul bello, che se riconosciuto nella sua densa profondità, non può che rendere la vita di ogni comunità migliore” dichiarano. Gli eventi, presso la rinnovata biblioteca comu-nale, iniziano venerdì 13 alle ore 20.30 con l’aperitivo artistico “Dialoghi e performance delle arti”; come relatori ci sono Melania Ruggini, storica dell’arte e direttore artisti-co del Festival DeltArte, i restauratori e dia-gnosti Susanna Trevisan e Sara Caraccio. Gli artisti coinvolti sono Lisa Bettini, body

painter e l’Eroica Ensamble, un quintetto di musica classica e jazz formato da allievi del Conservatorio Venezze di Rovigo. Si prose-gue sabato ore 10.30 con l’attesa lectio magistralis di Francesca Cappelletti, pro-fessore associato di Storia dell’arte moder-na all’Università di Ferrara e vicepresidente del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Un nome di fama mondiale nel campo dei beni cultura-li, avendo contribuito al ritrovamento della Cattura di Cristo del Caravaggio, ora conser-vata alla National Gallery di Dublino. Saran-no inoltre presenti l’assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari, il presidente della provincia Marco Trombini e il sindaco Aldo D’Achille. Nel pomeriggio è prevista la visita guidata al prestigioso Palazzo Ot-toboni-Valente ora Tomanin e ai laboratori della Vetreria d’Arte, gioiello di San Bellino e conosciuta a livello internazionale.

organizzano il Comune e la biblioteca cittadinaSAN bELLINO, DUE GIORNI DA CAPITALE DELL’ARTE

Me. Ru.

Fondazione Lanciato un nuovo bando, vuole alzare il livello nel non profi t

Street art Qui a luglio aveva decorato la rotatoria sulla Sp 45

Melinda Sefcic, l’artista croata di-ventata famosa sul Delta del Po per avere realizzato i tre variopinti

murales sulla rotatoria della strada pro-vinciale 45, è ritornata in questi giorni a Loreo, che ormai per lei è diventata come una seconda casa. Per l’occasione l’artista ha incontrato una settantina di studenti delle scuole medie della città, gli stessi che avevano lavorato con lei nel mese di giugno mediante i laboratori didattici di DeltArte. L’appuntamento con gli studenti, organizzato dal festival itinerante, ha avuto luogo martedì 27 settembre alle ore 10:30 presso le scuole medie comunali. “È molto bello ritornare in questa città - ha esordito Melinda - che mi ha regalato tante soddisfa-zioni professionali e umane. In questo ter-ritorio ho lasciato un pezzo del mio cuore, grazie all’opera di street art che ho realizza-to e che ora fa parte del vostro paesaggio. Credo che questo lavoro con i ragazzi sia stato importante sia per me che per loro. Per me è stato un percorso ricco di spunti e di emozioni: per loro credo sia un’espe-rienza che ricorderanno anche da adulti. E’ importante far lavorare i ragazzi allo stesso dipinto, perche’ la creatività ha il potere di avvicinare le persone, socializzare, confron-tarsi reciprocamente”. Durante l’incontro è

stato presentato il docufi lm realizzato con gli studenti, all’interno dei laboratori realiz-zati a giugno. Gli studenti hanno accolto a braccia aperte l’artista e hanno avuto modo di vedersi immortalati nel video, ripercorren-do insieme le tappe del progetto. Nel video sono raccontate, infatti, le varie fasi dei la-boratori che sono sfociati nella realizzazione di due grandi dipinti di gruppo, che ora sono esposti nella suola come testimonianza tan-gibile di questa esperienza cosi’ profi cua. “È’ stato un momento molto emozionan-te - ha commentato l’ideatrice e curatrice del festival, Melania Ruggini - Quest’anno

DeltArte ha avuto una marcia in piu’ grazie al coinvolgimento delle scuole e pensiamo che questa sia la strada giusta da segui-re per educare i ragazzi all’arte contempo-ranea, vivendola e sperimentandola dal vivo e faccia a faccia con gli artisti”. L’assessore alla Cultura Luciana Berto ha concluso spiegando che la sistemazione pavimentale della rotatoria artistica avverrà ad aprile del prossimo anno, poiché i lavori inizieranno con la bella stagione. Nel frattempo l’artista croata soggiornerà una settimana sul Delta e realizzerà alcuni murales.

Melinda è tornata a LoreoEntusiasti i “suoi” studenti

Un ritorno gradito per i ragazzi delle scuole

Me. Ru.

Page 25: Delta nov2015 n132

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Promozione in Seconda e al vertice della classifi ca per meritarsi un posto in Prima il prossimo anno. Più di così

cosa si vuole? Il Porto Tolle di Sandro Tes-sarin sta stupendo tutti in questo inizio di campionato di Seconda tanto da stare già nelle posizioni di vertice. Dopo aver vinto a mani basse il campionato di Terza la scorsa stagione, la società di Porto Tolle che, di fat-to, ha sostituito il Delta trasferitosi a Rovigo, ha già fatto vedere a tutti di che pasta è fatto. E la squadra è anche in corsa per un altro obiettivo: la coppa Veneto.

I bassopolesani infatti, dopo aver vin-to il mini girone di qualifi cazione, si sono guadagnati anche l’accesso ai 16esimi di fi nale battendo ai calci di rigore il Pettoraz-za ai 32esimi. La partita era fi nita 0-0 e sono serviti i tiri dal dischetto per decretare la vincente. La Coppa, più avanti si va, più può diventare determinante per il passaggio nella categoria superiore. Le vincenti del tro-feo, la fi nalista o anche le semifi naliste pos-sono essere ripescate qualora non risultino vincenti anche del proprio girone. Tornando al campionato, il Porto Tolle è incappato in sole due sconfi tte in nove giornate. Fatali le trasferte di Granzette e di Stienta. Il Porto

Tolle sta trovando nel Salara un avversario tosto per la vittoria fi nale.

Eppure al debutto in campionato, pro-prio contro gli altopolesani, il Porto Tolle era riuscito a vincere per 1-0. A quel successo erano seguite altre vittorie. Rosolina al tappeto per 2-1 così come il Pettorazza per 2-0. Nessun problema anche con San Vigilio e Ca’Emo sconfi tte rispettivamente per 6-1 e 4-0. I 15 punti in cinque iornate erano un buon bottino ma il Granzette ha fermato la corsa dei ragazzi di Tessarin. Dopo il ko per 2-1 il Porto Tolle si è subito ripreso vincendo con la Lendinarese per 3-0 e con la Fies-

sese per 2-0. prima della seconda sconfi tta in campionato subita contro la Stientese. Ora sotto con un mese importante: in cam-pionato tutte sfi de ostiche. Boara Polesine, Villanovese, Villadose e Turchese metteran-no alla prova la squadra di Tessarin verso la conquista del titolo di Seconda categoria. La squadra c’è, la società organizzata pure. Compresi i tifosi che hanno deciso di seguire in massa le partite della squadra del paese.

Ogni domenica, all’Umberto Cavallari di Porto Tolle, si registrano circa 250 persone a vedere la partita.

Più di così...

di riccardo pavanello

Porto Tolle, una matricola da sognoVOLLEY

Ottimo esordio per l’Alva Inox Delta Volley

Porto Viro che ha vin-to largamente contro l’Aduna Volley Casalse-rugo nella prima partita del campionato di B2. La squadra maschile allenata da Leonardo Falcini, dopo aver ottenuto il pass per la categoria superiore, ha tenuto alto il livello di gioco e l’entusiasmo per partire a mille nella nuova avventura. Primo set molto equi-librato con l’Aduna che tiene testa all’Alva Inox fi no a metà del parziale. I nerofucsia però tengono bene il gioco con De Grandis e arrivano a chiudere il punto sul 25-16. Il +9 dà entusiasmo ed energia ai ragazzi di Falcini che pungono anche nel secondo set andando a schiacciare punti pesanti nella metà campo avversaria. Zorzi non fatica a servire palloni importanti ai compagni. Il set, tutto sommato, è una passeggiata, visto il 25-11 fi nale e il punto del 2-0. Nel terzo parziale il Casalserugo non riesce a tornare in partita e con il 25-19 fi nale l’Alva Inox porta a casa un netto 3-0 per iniziare alla grande la stagione. In totale 75 punti segnati e soli 46 subiti nella prima partita del girone C. Chi ben comincia è già a metà dell’opera e la squadra di Falcini dovrà misurarsi con lo Slogar Tabor Televita, il Piera Martellozzo, il Bassano volley e l’Avesano di Verona nel mese di novembre. C’è ancora molto da fare ma sembra chiaro che i nerofucsia siano partiti alla grande per ottenere un posto, a fi ne campionato, che garantirà la partecipa-zione alla serie B unica a partire dalla prossima stagione sportiva.

Debutto con vittoria nella categoria B2PER L’ALVA INOX bUONA LA PRIMA

Ric. Pav.

Non si può certo dire che il Porto Viro abbia rispettato le premesse di inizio campionato.

La squadra del nuovo allenatore Pino Augusti si trova fuori dai play off dopo nove turni di campionato di Prima catego-ria. Certo, mancano ancora due terzi del-la stagione ma i blu royal, dopo un avvio convincente, si sono inceppati. La squadra comunque è riuscita a strappare il pass per la qualifi cazione agli ottavi di Coppa Veneto di categoria. Dopo aver vinto il mini giro-ne di qualifi cazione, Alessandro Sabatini e compagni hanno battuto in rimonta il Medio Polesine, eliminandolo ai 16esimi di fi nale. Il Porto Viro vuole andare avanti anche in coppa perché, il passaggio dalla Seconda alla Prima, è arrivato grazie al successo del trofeo. In campionato infatti i ragazzi dell’ex allenatore Roberto Zaia erano arrivati secondi. Con la nuova stagio-ne, i blu royal hanno portato a casa solo quattro vittorie in campionato a fronte di tre pareggi e due sconfi tte. Buono il debutto contro il Castelbaldo Masi per 2-1 e altret-tanto convincente il secondo turno con la Nuova Audace Bagnolo: 1-1 il fi nale. Alla terza giornata il primo pareggio conto la Tagliolese (1-1). Poi 5-1 al Papozze e 3-0 al Medio Polesine prima della serie nera di risultati. Contro La Rocca è maturato un 1-1 al 90’. Il peggio però è arrivato in casa, a porte chiuse per la squalifi ca dello stadio, con la sconfi tta per 3-2 nel derby contro lo Scardovari. Solo nel fi nale il Porto Viro era

riuscito a rimettersi in carreggiata. Dopo il 3-0, l’ex di turno Sabatini e Andreello avevano reso meno amara la sconfi tta per il 2-3 fi nale. Contro l’Azzurra Due Carrare però è arrivata una batosta di quelle che non ti aspetti. I padovani hanno dato una brusca frenata alle ambizioni di Augusti e squadra visto il 3-0. Contro il Boara Pisani è arrivato un 1-1 che sa di brodino per un ammalato. Le individualità di Poncina e An-dreello avevano sbloccato la partita con la rete del primo. Un’amnesia difensiva però è costata cara sul fi nale di primo tempo con il gol del pareggio, poi defi nivo, dei padova-ni. I 15 punti maturati in campionato sono pochi, sui 27 disponibili. Il Cavarzere è a +6 e saranno decisive le partite proprio con i veneziani, il Pontecorr e il Due Stelle per capire se i blu royal potranno ambire al primo posto o se si dovranno accontentare di puntare a un piazzamento nei play off.

san vigilio ancora a caccia di punti in classifi caTEMPO DI bILANCI PER LE SQUADRE POLESANE

Ric. Pav.

Calcio Testa della classifi ca al primo anno in Seconda Categoria

Page 26: Delta nov2015 n132

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221

IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di Maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

Page 27: Delta nov2015 n132

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1

IL VENETOin PRIMO PIANO

Sono 1.496 le donne che nel 2014 si sono rivolte ai Centri antiviolenza del Veneto, numeri che aumentano di anno

in anno grazie anche all’incremento dei servi-zi di ascolto ed accoglienza sul territorio.

Più del 50% di queste donne hanno un’e-tà compresa tra i 30 e i 50 anni e vivono rela-zioni stabili in cui sono presenti nella maggior parte dei casi fi gli e fi glie minori.

Del totale delle donne, il 93% (1397) è vittime di violenza che si consuma all’interno delle mura domestiche, mentre il 7% (99) di queste sono state vittime di violenza extra-familiare. È quindi quasi sempre all’interno della famiglia che avvengono le violenze per mano del marito/compagno, dove i fi gli e le fi glie sono spesso spettatori e spettatrici, quando non coinvolti direttamente, e perciò vittime di violenza assistita.

Questi gli ultimi dati veneti che riguarda-no questa piaga privata, troppo spesso taciu-ta, li ha diffusi il Coordinamento dei Centri Antiviolenza del Veneto e cioè delle richieste di aiuto arrivate nel 2014 ai Centri Antivio-lenza delle città di Padova, Venezia, Belluno, Treviso, Verona e Bassano del Grappa.

“Questi numeri – hanno commentato le responsabili dei Centri – non devono la-sciare indifferenti e devono farci rifl ettere anche sulle politiche che la nostra Regione

propone per il contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. Politiche che ogni anno vengono ridiscusse e che vedono un taglio drastico dei fi nanziamenti, non permettendo così una programmazione che possa rispondere in modo effi ciente ai bisogni delle donne.

Dal canto suo la Regione ha pubblicato il bando per l’assegnazione delle risorse desti-nate per interventi di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello – specifi ca Manuela Lanzarin, assessore regionale al sociale – La Regione Veneto, per parte sua, ha confermato l’erogazione anche quest’an-no di 400mila euro. Siamo al lavoro per ren-dere più omogenea e capillare la rete delle strutture, i costi e le modalità di intervento. Attendiamo però di capire se anche lo Stato confermerà anche per il 2015 i 1.440.000 euro destinati al Veneto per i centri antiviolen-za: sono fondi indispensabili per dare continu-ità alle iniziative di accoglienza, protezione e recupero attivati nelle sette province venete dalla collaborazione tra associazionismo, vo-lontariato e istituzioni pubbliche”.

Per dare corso ai propositi sopraindicati,

l’assessore Lanzarin ha promosso a Palazzo Balbi un tavolo tecnico di coordinamento per monitorare il fenomeno delle violenze fami-liari e di genere e fare il punto sullo stato di applicazione della legge. La rappresentanza istituzionale al tavolo di coordinamento dovrà essere rinnovata entro la fi ne dell’anno, ma intanto l’assessore al sociale, che ne assume-rà anche formalmente il coordinamento, ha voluto fare il punto sulle iniziative in corso, le modalità di rilevazione, il grado di copertura del territorio regionale, i progetti in corso, le risorse disponibili. L’incontro ha così foto-grafato una situazione molto variegata, che tiene conto del lavoro dei Centri anti violen-za e di quello di associazioni o altro che si prodigano in quest’ambito. Quel che emerge è che a due anni dall’entrata in vigore della legge regionale di prevenzione e contrasto della violenza contro le donne la rete veneta delle strutture attivate conta 15 centri antivio-lenza, 9 case rifugio e 12 centri di secondo livello. Altri 6 centri antiviolenza sono in via di attivazione nel Padovano, nella Marca e a Chioggia. Complessivamente le strutture che si avvalgono del contributo fi nanziario della Regione hanno offerto ascolto telefonico a 6 mila persone, incontrato in colloqui di prima accoglienza 1821 donne e ne hanno ospi-tato 50 (di cui 36 insieme ai loro fi gli) nelle

case rifugio e accompagnato in percorsi di reinserimento 77 (di cui 41 con fi gli minori) attraverso le case di secondo livello.

Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, saranno ricordate tutte le vittime ma anche il grande impegno di coloro che le aiutano ad uscire dall’incubo in cui vivono loro e, spesso, anche i loro fi gli. In queste giornate di sensibilizzazione, come

ricordano le volontarie dei Centri antiviolen-za, occore “raccogliere l’energia per lavorare tutto il resto dell’anno affi nché ogni donna possa esser libera nella propria vita. Libera dalle violenze, ma non solo. Libera di essere Donna, libera di poter esprimere la propria in-dividualità e libera di muoversi in una società dove il rispetto reciproco nelle relazioni intime non sia più messo in discussione”.

di Maria pavan

L’assessore Lanzarin: “Nel 2014 sono stati erogati oltre un milione di fondi pubblici tra fi nanziamenti statali e fondo regionale per sostenere i centri antiviolenza, le case rifugio e le strutture di secondo livello”

25 novembre Una giornata di sensibilizzazione perché le vittime siano meno sole

Violenza: nel 93% dei casi il mostro è in casa anche nella nostra regione

Manuela Lanzarin

1Il Veneto in primo piano

Sono più di 5.000 le donne che si sono rivolte nel corso degli anni al Centro Antiviolenza del Comune di

Venezia per cercare di uscire da una situa-zione davvero pesante. La media è di circa 300 donne che ogni anno si rivolgono per la prima volta a questo servizio. Provengo-no dal veneziano, ma dal resto del Veneto e si rivolgono al Centro autonomamente o in-viate da altri servizi, dalle forze dell’ordine, dal Pronto Soccorso o dal proprio medico di base e da associazioni del territorio. Sono oltre un centinaio poi quelle che hanno tro-vato ospitalità nelle 2 case del Centro o in altre strutture dedicate. Hanno trovato un rifugio temporaneo che ha permesso loro di sottrarsi da una relazione violenta, in cui quasi sempre l’autore di violenza è il partner o l’ex partner. E’ aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 si trova a Mestre in viale Garibaldi, 155/A all’interno del Centro Donna. Ma chi si rivolge al Centro? “L’età media di chi ha chiesto aiuto all’i-stituzione di viale Garibaldi a Mestre nel 44% dei casi - spiega la responsabile del

Centro la dottoressa Gabriela Camozzi - è compresa tra i 31 e i 45 anni. Il 68% è di nazionalità italiana, il 29% ha un diplo-ma di scuola superiore, il 19% è laureata, quindi il livello culturale conta poco, ma una particolare incidenza ce l’ha l’aspetto eco-nomico, dato che il 50% delle vittime ha un’occupazione part time o a tempo deter-minato, quindi sicuramente instabile”. Nel

resto della provincia, tanti comuni si sono impegnati aprendo ad esempio Sportelli Donna come a Mira o centri di ascolto con-tro la violenza di genere a Noale e Mirano. “Il Centro del Comune di Venezia - illustra Gabriela Camozzi - nasce come manifesta esigenza delle donne del veneziano e delle operatrici del Centro Donna, che pongono all’attenzione degli amministratori locali la

necessità di riconoscere il fenomeno della violenza di genere e di offrire uno spazio di ascolto e accoglienza per le donne che su-biscono maltrattamenti e violenza. E’stato per lungo tempo il primo e l’unico esempio in Italia di Centro Antiviolenza istituzionale. Da subito il Centro, ha sentito la necessità di dotarsi di una “Casa ad indirizzo segreto” e nell’aprile del 1995, ha ospitato la prima donna veneziana, per una ospitalità tempo-ranea sicura e segreta. Ancora oggi la casa è aperta e ospita donne e bambini”. Ma non solo. Un’altra casa è a disposizione del Centro dal 2009. Anche questa è sottopo-sta al vincolo della segretezza. Dispone di dieci posti letto per le donne e per i loro fi gli minori. Preparatissimo il personale che vi lavora. Lo staff è composto dalla responsa-bile del servizio “Cittadinanza delle donne e culture delle differenze”, dalla responsa-bile del Centro Antiviolenza, da 3 operatrici di accoglienza (2 assistenti sociali e una psicologa) e da una educatrice. Con il Cen-tro collabora una cooperativa esterna, per la gestione della casa rifugio e della casa

di alessandro abbadir

Venezia L’esperienza dal 1994 del Centro Anti violenza del Comune

Oltre 5000 le richieste di aiuto e 100 le donne ospitate Dispone di 2 case rifugio dove la donna può trovare ospitalità temporanea, anche per i propri fi gli. Attivo il progetto “Punto di ascolto sos violenza”

di secondo livello e del progetto “Punto di ascolto sos violenza”. Ci sono 3 consulenti legali messi a disposizione dal Comune di Venezia. Per aiuto si può chiamare il 1522 “Numero Verde Antiviolenza” attivo 24 ore per 365 giorni all’anno.

Per ulteriori informazioni scrivere a: [email protected]. Sempre a Venezia il Comune ha deciso

di dedicare l’intero mese ad una serie di iniziative e spettacoli per sensibilizzare la cittadinanza su questo fenomeno. Per tutto novembre infi ne le facciate di Ca’ Farsetti e Ca’ Loredan sul Canal Grande e la fontana di piazzale Giovannacci a Marghera, saran-no illuminate di arancione, colore simbolo della “Giornata internazionale contro la violenza alle donne”

Nella città lagunare l’intero mese è dedicato a iniziative e spettacoli sul tema

23Il Veneto in primo piano

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24 Il Veneto in primo piano4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

materie per le quali non sono abilitati. Un piano assunzioni, questo, di cui il Go-

verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

La questione è estremamente comples-sa e ha interessato sia i Tribunali del Lavoro

che quelli ordinari di praticamente tutte le province italiane, con esiti differenti: alcuni magistrati hanno ritenuto di accogliere i ricor-si d’urgenza, mentre altri li hanno rigettati.

In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

Il ContEnZIoso DEI DoCEntI Col DIploMa MaGIstralE, GIÀ a novEMBrE arrIva al pEttInE Il noDo DEI rICorrEntI

A novembre esiste il rischio che l’assetto del corpo docente debba essere in parte rivisto

Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

I docenti con diploma magistrale ottenuto prima del 2002 chiedono di essere inseriti nelle Gae; ricorsi in tutta Italia

Page 29: Delta nov2015 n132

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4 Il Veneto in primo piano

La Buona scuola o la scuola alla buona?Insomma la riforma della scuola, la

“legge 107/2015”, anche in queste settimane in cui il piano delle assunzioni dei docenti è arrivato alla cosiddetta fase C, quella che interessa l’organico di potenzia-mento, continua a non convincere tutti e so-prattutto molti insegnanti e addetti ai lavori.

Questa posizione critica è emersa chia-ramente anche lo scorso 10 ottobre, in oc-casione della serata di confronto e dibattito, organizzata a Mira, dall’assessorato alle Politiche educative del Comune veneziano, cui hanno preso parte, fra i politici, per il Mo-vimento 5 Stelle i deputati Silvia Chimiento ed Emanuele Cozzolino e la cosigliera re-gionale del Veneto Erika Baldin, l’assessore comunale Orietta Vanin oltre a Pippo Civati, fuoriuscito dal Pd e ideatore della formazio-ne “Possibile”. La contestazione “politica” alla riforma è sul metodo oltre che nella sostanza, a partire, come ha avuto modo di ribadire anche in questa occasione Silvia Chimiento, dall’atteggiamento di totale chiusura del Governo “che ha rifi utato - so-

stiene - un reale confronto soprattutto con gli addetti ai lavori - gli insegnanti - produ-cendo come risultato fi nale inaspettato ed evidentemente non voluto un processo di aggregazione nella scuola come da tempo non si vedeva contro la riforma stessa, che viene percepita come un attacco non solo alla scuola ma alla democrazia”.

Per chi è stata fatta la riforma? Di fatto, sostiene ancora Chimiento,

non risponde a quelle che sono le esigenze del mondo della scuola, a partire dalla stabi-lizzazione dei tanti docenti precari.

“Il piano di assunzione è un bluff - dice -: doveva abolire la supplentite e invece ha catapultato la scuola in un gran caos. Delle 148mila assunzioni sbandierate, di fatto ad oggi se ne contano 36mila, di cui 21mila dai pensionamenti e 15mila posti di sostegno, così come previsto ancora dal precedente ministro. Ci saranno le 55mila assunzioni, previste nella fase C, con cui si collocheranno i docenti stabilizzati in una sorta di limbo, costretti ad uno stravolgimen-to professionale che li porterà ad insegnare

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verno si è servito per ricattare il parlamento e la società: l’approvazione della riforma in cambio delle assunzioni sbandierate”.

Critiche condivise dallo stesso Civati che sono state fra i motivi, ha spiegato il politi-co, della sua uscita dal Partito democratico e che hanno ispirato anche uno degli otto referendum per i quali a settembre è partita, senza successo peraltro, la raccolta di fi rme.

Si discute della legittimità della riforma anche in Regione Veneto, ha fatto notare la consigliera regionale Erika Baldin, soprattut-

to in merito alle competenze - in materia scolastica - che dovrebbero essere di perti-nenza delle Regioni e su cui il Governo vuole con la Buona scuola interferire.

La Buona scuola non è però solo un ter-reno di scontro politico ma rappresenta un contesto entro il quale gli stessi insegnanti fanno fatica a ritrovarsi e che continuano a criticare. Sotto accusa l’eccessivo potere discrezionale in mano ai presidi, i limiti delle modalità di reclutamento degli insegnanti, la solitudine in cui sono lasciati i piccoli ples-si con le loro oggettive diffi coltà, le modalità con cui viene trattata la formazione dei

docenti, tema quest’ultimo su cui ha invi-tato a rifl ettere Antonio Giacobbi, presidente dell’Associazione professionale Proteo Fare Sapere Veneto.

I genitori presenti si sono lamentati in-vece delle classi, cosiddette pollaio, e hanno espresso preoccupazione sulla ideologia gender. Preoccupazione su cui in blocco tutti gli intervenuti hanno rassicurato: sulla Buona scuola si può dire di tutto, ma non v’è traccia dell’intenzione di introdurre que-sta ideologia gender. Si tratta semmai di un equivoco creato ad arte da alcune associa-zioni cattoliche oscurantiste.

Civati e i deputati del Movimento 5 Stelle “bocciano” ancora una volta la Buona scuola: non risponde - sostengono - alle esigenze del mondo della scuola e la getta nel caos

Scuola Il dibattito a Mira organizzato dall’assessorato alle Politiche educative e il 13 novembre il mondo della scuola è in agitazione ancora una volta contro la legge 107/2015

La riforma che non piace al mondo della scuola

La riforma della scuola varata dal Gover-no Renzi rischia di portare con sé una profonda spaccatura nel corpo docenti, a

livello regionale e nazionale. Se in provincia di Rovigo infatti i prof che sono ricorsi al giu-dice del Lavoro sono un centinaio, con varie tranche di ricorsi, il nu-mero aumenta via via che si sale a un ambito prima veneto poi italiano.

La situazione al centro del diffi cile con-tenzioso è quella dei docenti che sono in possesso del diploma magistrale, e non della laurea, ottenuto prima dell’anno scolastico 2002. Al momento queste fi gure professio-nali si trovano escluse dalle graduatorie a esaurimento dalla quali andare a pescare per le stabilizzazioni prestabilite dal Governo.

La questione è estremamente comples-sa e ha interessato sia i Tribunali del Lavoro

che quelli ordinari di praticamente tutte le province italiane, con esiti differenti: alcuni magistrati hanno ritenuto di accogliere i ricor-si d’urgenza, mentre altri li hanno rigettati.

In particolari, a fi ne agosto, è arrivata una importante pronuncia del Consiglio di Stato, che decidendo su tre ricorsi che riunivano le posizioni di circa 1900

docenti ha accolto la richiesta cautelare alla base dei tre ricorsi, fi ssando poi l’udienza di merito al prossimo 1° dicembre.

E’ quindi chiaro che già a novembre nella scuola esiste il rischio che l’assetto del corpo docente (stabilito a inzio anno scolastico) debba essere in parte rivisto, in modo da con-siderare, ai fi ni degli inserimenti in gradua-toria, anche quelle posizioni che non erano comprese nella prima bozza della ondata di stabilizzazioni.

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Alcuni momenti del dibattito sulla cosiddetta Buona Scuola, il tavolo dei relatori e il pubblico intevenuto

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26 Voci da palazzo1 Voci da palazzo

Massimiliano Barison è senza dubbio uno dei nomi più noti della politica locale grazie alle sue esperienze come

sindaco di Albignasego, assessore provinciale e, attualmente, membro del Consiglio Regionale. Un’attività molto radicata nel territorio, la sua, che negli ultimi mesi lo ha portato ad affrontare diverse tematiche “calde” a livello Regionale e non solo.

Fra i vari ruoli che ha ricoperto quali maggiormente hanno contribuito a farla diventare il politico e l’amministratore che è ora?

“Lavorare e impegnarsi nelle Istituzioni mi ha dato la straordinaria opportunità di entrare a contatto con molte persone e situazioni. Questo insegna ad ascoltare e ad usare sensibilità verso attese e richieste del territorio interpretandole al meglio. Da sindaco è emersa la responsabilità di rappresentare tutta la Comunità, impegnandomi verso le situazioni di sofferenza, emarginazione e diffi coltà che rimangono “silenziose”. In Pro-vincia, da assessore al lavoro, ho avuto l’oppor-tunità di impegnarmi su un tema molto caldo. Ho affrontato molte vertenze per crisi aziendali e toccato con mano la disperazione di molti la-voratori ma ho avuto anche molte gratifi cazioni con situazioni di crisi risolte positivamente, tra

tutte la Lofra in zona Colli, la Zen ad Albigna-sego, la Zanardi a Padova, etc. In Regione, facendo tesoro delle esperienze in Comune e Provincia, l’obiettivo è di dare risposte concrete su sociale, lavoro e sicurezza”.

Quali sono le attività che intende por-tare avanti in tali ambiti?

“I cittadini reclamano sicurezza e la crona-ca di queste settimane rafforza questa attesa; c’è bisogno di prevenzione e certezza della pena e qui lo Stato è troppo debole e incerto. Presenteremo un Progetto di Legge di riforma delle Polizie Locali per coordinare i vari corpi di Polizia. I cittadini devono sentirsi tranquilli così come è necessario inasprire le pene. Lavoro. E’ indispensabile aiutare le aziende e i lavoratori in diffi coltà, attraverso politiche attive per la ri-collocazione dei disoccupati. Non possiamo fare affi damento solo sugli ammortizzatori sociali. Sociale. Rafforzare l’integrazione socio-sanitaria con standard di altissimo livello e servizi di aiu-to alle fasce più deboli è un obbligo. In questo senso, uno dei primi provvedimenti è stato il fi nanziamento di 6 milioni di euro per i servizi alla disabilità”.

Secondo lei a che punto siamo in Ve-neto per sanità e il sociale?

“La preoccupazione deriva dai continui tagli

che opera lo Stato, come l’ultima sforbiciata di 250 milioni sulla sanità. La Regione è impegna-ta con fondi propri e non faremo venire meno il nostro modello positivo. La Riforma della sanità mira a ottimizzare le risorse e migliorare i servi-zi, riducendo il numero delle Ulss e la burocrazia e applicando uguali standard di qualità in tutto il Veneto. Nei riguardi della realizzazione di un hub per ospitare i migranti presso la base mili-

tare di Bagnoli di Sopra ha avuto una presa di posizione forte, non semplice in una tematica così delicata. La concentrazione di migranti è un fatto negativo che continuo a denunciare con forza. A Bagnoli si rischia di avere più migran-ti che cittadini; se si considera poi che a Cona è insediato l’hub della Provincia di Venezia, si comprende la concentrazione che si sta operan-do nella zona. Questo crea gravi problemi di te-nuta sociale; i fatti e le proteste di Este, Padova e altri luoghi testimoniano questo disagio. Per questo ho voluto presentare un provvedimento,

approvato dal Consiglio, che si esprime netta-mente contro questo modello di accoglienza. Questa non è accoglienza ma ghettizzazione, e il territorio si è detto pienamente d’accordo. La gestione centralistica attraverso le Prefetture è un metodo intollerabile. Il mio provvedimento mira a lanciare un grido di allarme e sofferenza del territorio a un governo sordo. Per noi acco-glienza signifi ca attuare per i veri profughi seri progetti d’integrazione sociale e occupaziona-le”.

Passiamo alla viabilità, quali sono, secondo lei, le opere che necessitano di un intervento tempestivo?

“L’antropizzazione e l’industrializzazione del Veneto necessita di infrastrutture adeguate e potenziate, cose che non sono andate di pari passo e che causano problemi quotidiani come incolonnamenti, traffi co, inquinamento. Con-sapevoli che il periodo non assicura importanti risorse per nuove opere siamo concentrati su dare giusta conclusione alle “incompiute” del territorio (ad esempio la SR10 nella bassa da Carceri a Legnago passando per Montagnana) 2) e sul reperimento di risorse comunitarie per una diversa mobilità rispetto alla gomma (ad esempio l’idrovia Padova-Venezia o la metropo-litana di superfi cie alta-bassa padovana)”.

Tra le sue proposte di legge c’è anche quella relativa alla Fondazione Museo della Medioevalità a Montagnana. Può darci alcu-ni dettagli relativi alla proposta?

“E’ una proposta che vuole valorizzare le piccole Città e i Borghi. Il Veneto è ricco di arte, storia, cultura e anche le nostre “piccole” Città rappresentano al meglio questa ricchezza. Valo-rizzare le mura di Montagnana signifi ca ridare pregio e prestigio a tutto il territorio, legando storia, tradizione, cultura alle qualità specifi che del territorio: prodotti tipici, agroalimentare, artigianato. Si creano così nuove opportunità occupazionali ed economiche in un area che ha molto sofferto questo periodo di crisi. Un prov-vedimento semplice ma concreto e utile per il territorio”.

Quali sono le prossime scadenze rela-tive alla sua attività in Regione?

“Oltre al Progetto di Legge sulla Sicurezza, non mancherà il nostro impegno per il completa-mento dell’idrovia Padova – mare sia in ottica di canale scolmatore, che di tutela ambientale che di canale navigabile. Così potrà essere ripensato tutto il sistema dell’interporto di Padova come retroporto di Venezia nel nuovo modello di svi-luppo del sistema portuale offshore – onshore”.

di Martina Celegato

L’intervista Dopo una lunga esperienza amministrativa è approdato in Consiglio Regionale nelle fi la di Forza Italia

“Lavoro, sicurezza e sociale: parte da qui il nostro impegno”Il padovano Massimiliano Barison ha affrontato da assessore provinciale all’occupazione gli anni duri della crisi. Ha presentato un progetto di legge sulla sicurezza e ha chiesto il completamento dell’Idrovia Padova - mare

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Il presidente della Regione Luca Zaia ha fi rmato a pa-lazzo Chigi per il Veneto gli accordi di programma con il governo per l’assegnazione alle Regioni e ai comuni

dei 650 milioni previsti dalla prima parte del piano contro il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane e già stan-ziati dal Cipe. La fi rma con il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, a cui è intervenuto anche l’assessore regionale alla difesa del suolo Gianpaolo Bottacin, per la parte ve-neta si riferisce a “Interventi sulla rete idraulica del bacino Lusore” in comune di Venezia (importo 61.858.573,19 euro), alla “Realizzazione di un invaso sul torrente Astico” nei Comuni di Sandrigo e Breganze nel vicentino (impor-to 31.275.000 eur) e alla “Realizzazione di un’opera di invaso sul Torrente Orolo” in Comune di Costabissara ed Isola Vicentina (importo 11.000.000 euro). Il Presidente

del Consiglio dei Ministri con proprio decreto del 27 maggio 2014 ha istituito la Struttura di Missione Italia Sicura contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, indicando come obiettivi di provvedere alla sempli-fi cazione della governance e delle procedure, di attuare un controllo costante del territorio e di collaborare con tutte le strutture e le amministrazioni regionali per dare attuazione agli interventi di difesa idrogeologica. La strategia individua-ta è stata quella di ammettere a fi nanziamento interventi immediatamente cantierabili. “Ringrazio il ministro Galletti per il lavoro svolto – ha commento il presidente Zaia – per-ché è un buon segnale da parte del governo, non risolutivo ma importante per dare avvio ad altri cantieri, oltre ai 925 che in Veneto sono già stati aperti. Questi accordi cadono infatti in un momento in cui torna ancora viva la memoria

dell’alluvione del 2010, ma anche di tanti altri successivi eventi calamitosi che hanno martoriato il territorio della no-stra regione”. “Mi è piaciuto il passaggio del ministro – ha aggiunto Zaia – sulla farraginosità burocratica che affl igge le procedure per questi interventi. In Veneto abbiamo anco-ra cantieri aperti dopo cinque anni dalla grande alluvione. Occorre dare poteri speciali ai commissari nominati per le emergenze. E’ importante che si intervenga per modifi care l’approccio culturale nei confronti del territorio, abbandonan-do la cementifi cazione per sostituirla con una nuova priorità: le opere per la difesa idrogeologica. Noi in Veneto stiamo facendo la nostra parte fi no in fondo ed è all’esame del consiglio regionale una nuova legge sul consumo del suolo che si pone come obiettivo di arrivare nel tempo a “cubatura zero”, prevedendo la ristrutturazione e il risanamento delle

zone degradate nelle periferie cittadine e nelle aree agricole. Si può fare anche a livello nazionale con una buona legge e soprattutto a costo zero”.

“Sui profughi dicono alle grandiconcentrazioni comel’hub di Bagnoli,creano solo tensioni”

Massimiliano Barison, consigliere regionale (Fi) padovano

FIRMATI GLI ACCORDI COL GOVERNODifesa idrogeologica

Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, Il governatore Luca Zaia e l’assessore regionale alla difesa del

suolo Gianpaolo Bottacin

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27Voci da palazzo 1Voci da palazzo

Regioni sul piede di guerra “Il Governo decide senza tener conto di chi è virtuoso e di chi non lo è”

Veneto riciclone, eppure un suo inceneritore brucerà rifi uti altruiI cittadini sono virtuosi in fatto di rifi uti eppure il Governo non li premia con la decisione di trasformare il termovalorizzatore di Ca’ del Bue a San Michele veronese in un impianto strategico a livello nazionale

Tutti i dipendenti delle provincie con-tinueranno a fare il proprio lavoro nelle sedi in cui l’anno sempre

fatto. A pagare i loro stipendi sarà la re-

gione. Questo in soldoni quanto deciso con il Progetto di Legge n. 67 presentato dalla Giunta per il riordino delle funzioni amministrative provinciali e approvato dal Consiglio regionale , come richiesto dalla Legge “Delrio”.

Se, infatti, la riforma Delrio ha con-fermato in capo alle province una serie di funzioni considerate fondamentali, tra le quali la viabilità, i trasporti, il governo del territorio e l’edilizia scolastica, per tutte le altre funzioni, ritenute “non fondamentali”, tra cui fi gurano anche cultura, difesa del suolo, sport, servizi sociali e formazione professionale, sono state chiamate a legiferare le Regioni. Il Progetto di Legge elaborato dalla Giunta decreta che tutte le funzioni, fondamen-tali e non, vengono mantenute in capo alle Province, che potranno continuare a svolgerle con il personale che attualmen-te se ne occupa.

Sarà la Regione a sostenere i costi dei dipendenti delle Province, che conti-nueranno a operare nelle attuali sedi di lavoro.

Non vi saranno, perciò, esuberi di personale. Con un emendamento presentato dalla stessa Giunta viene stabilito che tra le funzioni oggetto di riorganizzazione rientrano anche quelle di vigilanza e controllo.

La polizia provinciale resterà nella dotazione organica provinciale, in tal mondo conservando la qualità di Uffi -ciale di Polizia Giudiziaria, che avrebbe perduto se trasferita nei ruoli regionali.

Sarà peraltro la Regione a garanti-re la copertura dei costi anche di questi lavoratori.

Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge, sarà avviato un per-corso di riordino delle società, enti stru-mentali ed agenzie di Province e Città Metropolitane.

Particolare attenzione è dedicata sia alla Città metropolitana di Venezia, sia alla Provincia di Belluno, prevedendo che alla neo costituita città metropolita-na potranno, successivamente, essere riconosciute ulteriori funzioni, mentre alla Provincia di Belluno, in ragione delle particolari forme e condizioni di autono-mia che le sono state attribuite, vengo-no riconosciute funzioni ulteriori rispetto alle altre province.

Delle spese relative alle funzioni, fi nanziamenti non superiori a 40milioni di euro annui.

Consiglio regionaleAPPROVATA LA LEGGE DI RIORDINO DELLE FUNZIONI PROVINCIALI

Pare quasi una beffa. A fi ne Ottobre il Veneto ha visto confermato il suo primato: è la migliore regione italia-na per la gestione dei rifi uti urbani. (E il merito va ai

veneti davvero effi cienti e attenti nella raccolta differenzia-ta.) Nonostante questo, pare che non saranno premiati a dovere, anzi. Il Governo centrale sembrerebbe intenzionato a procedere con quanto previsto dal decreto “Sblocca Italia” circa la realizzazione di 12 nuovi impianti di incenerimento dei rifi uti a valenza strategica nazionale in 10 regioni, uno dei quali dovrebbe essere nel territorio veneto.

Forte dei risultati della nostra regione il Governatore ribadisce il suo no a qualsiasi ipotesi di arrivo di rifi uti indi-stinti da altre regioni. “E’ un no chiaro – spiega – netto e ampiamente motivato. Lo è stato in passato a fronte di altre analoghe ipotesi, lo è anche oggi. Questa bella pensata – incalza Zaia – sarebbe l’ennesimo schiaffo ai virtuosi e un immeritatissi-mo ennesimo regalo a chi non ha sa-puto o voluto affrontare con raziocinio un problema come quello dei rifi uti, che non è certo un’emergenza nata ieri ma, purtroppo, la regola in alcuni territori del Paese”.

Fino ad oggi, la legge prevedeva che ogni regione fos-se o diventasse via via autonoma in materia di gestione e smaltimento dei rifi uti. Tanto che in Veneto, man mano che la differenziata migliorava, venivano chiuse alcune li-nee di inceneritori o termovalorizzatori. Anche per questo la maggioranza a Palazzo Balbi è concorde con Zaia. Anche l’assessore regionale alle politiche ambientali Gianpaolo

Bottacin ha ribadito la volontà della giunta veneta di op-porsi fortemente al proposito del Governo: “Non ci faremo imporre da Renzi – ha sottolineato – un impianto che brucia rifi uti di altre Regioni. Quella del Governo è una in-gerenza inaccettabile e tutte le Regioni sono sulla nostra stessa linea”. E’ vero, però, che l’impianto individuato dal Governo per far parte della rete nazionale degli inceneritori, e cioè quello di Cà del Bue in provincia di Verona, esiste già e rientrerebbe comunque tra i tre previsti dalla Regione per il proprio fabbisogno. L’impianto in questione sarebbe certamente riqualifi cato e l’unica differenza vera, rispetto ai propositi della giunta Zaia, consisterebbe nel fatto che l’impianto riceverebbe e smaltirebbe i rifi uti di altre Regioni meno virtuose della nostra. E la nostra è davvero eccellen-te. L’ultimo rapporto sulla “Produzione e Gestione dei rifi uti

urbani nel Veneto”, curato dall’Osser-vatorio Regionale Rifi uti istituito presso l’Agenzia regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, conferma il trend positivo della raccol-ta differenziata che si attesta al 65%, quasi due punti percentuali in più rispet-

to all’anno precedente (+1,8) a fronte di una produzione complessiva di rifi uti urbani di circa 2.241.000 tonnellate, in lieve aumento (+1,3%), per 455 kg di produzione pro-capite (+1,2%), valore quest’ultimo tra i più bassi d’Italia nonostante il Veneto abbia un PIL elevato e registri oltre 60 milioni di presenze turistiche annue. In totale i rifi uti urbani avviati a recupero nel 2014 ammontano a circa 1,5 milioni di tonnellate con un aumento del 4,3% rispetto all’anno

di Germana Urbani

In alto l’nceneritore di Cà del Bue (Verona). Sotto da sinistra Luca Zaia, Gianpaolo Bottacin e Stefano Fracasso

L’impianto di Cà del Bue rientrerebbe comunque tra i tre previsti a tutt’oggi dalla Regione

La regione Veneto, dopo anni di attesa, si sta fi nal-mente dotando di un Piano Energetico Regionale. Il Veneto, infatti, deve garantire che nel 2020 il 10,3%

dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessiva-mente consumata, derivi da fonti rinnovabili. A stabilirlo è il ‘burden sharing’ che fi ssa la misura con cui ogni singola Regione deve concorrere al raggiungimento dell’obiettivo nazionale in materia di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, che per l’Italia, in base alla Direttiva europea 2009/28/UE, è fi ssata al 17% del consumo energetico lordo. Per ora il piano è stato adottato dalla giunta ve-neta e trasmesso al consiglio per l’approvazione il Piano Energetico Regionale. Un passo che, come ha comunicato l’assessore allo sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato “segna un momento importante per quanto ri-guarda l’energia e l’ambiente”.

“Un ulteriore motivo di soddisfazione per me – ag-giunge – è che da vicepresidente e assessore all’energia nell’amministrazione provinciale di Padova ho presentato il

primo piano energetico del Veneto. Vedo quindi la presen-tazione del piano regionale come una sorta di continuità operativa in questo settore. Ora fi nalmente anche il Veneto avrà il suo piano energetico. Si tratta del documento che delinea lo stato dell’arte in campo energetico e fornisce le indicazioni da adottare, con particolare riferimento agli obiettivi che le Regioni devono raggiungere in materia di fonti rinnovabili, il cosiddetto Burden sharing. Il Veneto farà la sua parte”. Il piano è il frutto di un lavoro di squadra che ha visto la partecipazione attiva di tutti gli attori interessati, dal mondo produttivo a quello delle associazioni ambienta-liste, agli enti locali. E’ un lavoro di sintesi che ha accolto molte delle osservazioni che sono state formulate nelle fasi fi nali della sua stesura. Il piano in lunga parte era già stato presentato alla fi ne della scorsa legislatura grazie al lavoro dell’ex assessore Massimo Giorgetti e dello staff tecnico che lo ha seguito, consentendone l’aggiornamento e ora la presentazione”.

“L’iter – conclude l’assessore Marcato – prevede il

passaggio in commissione e l’approvazione da parte del consiglio. Mi auguro davvero che la discussione non sia fal-sata da posizioni ideologiche ma che contribuisca semmai a miglioralo, arrivando a votare un testo condiviso e utile per la crescita del Veneto”. 10,3% dell’energia termica, elettrica e dei trasporti, complessivamente consumata, de-rivi da fonti rinnovabili.

LA GIUNTA HA ADOTTATO IL PIANO ENERGETICOora spetta al Consiglio approvarlo

L’Assessore regionale allo Sviluppo economico e all’energia Roberto Marcato

precedente. Si registra inoltre la diminuzione dei rifi uti ur-bani inceneriti negli impianti di incenerimento di Padova e di Schio, pari a 188 mila tonnellate annue (-12,5%), e un leggero aumento (+1,9%) del conferimento nelle 11 discariche attive in Veneto, per complessive 128 mila ton-nellate. A fronte di tutto questo il Pd, partito del premier Renzi, fatica qui in Veneto a sostenere la linea del proprio segretario nazionale e auspica un’azione più forte su quelle regioni che non sono virtuose come la nostra.

“Il no agli inceneritori in Veneto va bene – afferma Stefano Fracasso consigliere regionale del Pd e vice presi-dente della Prima commissione – ma a patto però che gli obiettivi contenuti nel piano dei rifi uti, frutto degli emen-damenti del Pd (76% di differenziata e 420 kg di pro-duzione procapite all’anno) vengano rispettati”. Fracasso evidenzia, inoltre, come “il 44% dei rifi uti in uscita dagli impianti veneti di trattamento meccanico-biologico fi nisco-no fuori regione: il Veneto – sottolinea – esporta circa 200 mila tonnellate all’anno di combustibile solido secondario”. Ed auspica che “il governo commissari le Regioni che non avviano una raccolta differenziata spinta, cosa che peral-tro garantisce maggiore occupazione, basti guardare alle 1.300 aziende venete nelle quali lavorano ben 23 mila addetti”.

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1 Cultura veneta

A un anno di distanza dall’ultimo documentario Come il peso dell’acqua, il regista Andrea Segre, originario di Dolo, torna al cinema con il nuovo fi lm

I sogni del lago salato, ambientato tra l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi.

Il fi lm, uscito a fi ne settembre, è stato presentato a numerosi festival fra cui quello di Internazionale a Fer-rara, quello di Locarno e alle “Giornate degli autori” di Venezia, ottenendo l’apprezzamento sia del pubblico, sia della critica per la sensibilità con cui il regista riesce ad accostarsi ai temi sociali più delicati.

Infatti, fi n dal suo debutto sul grande schermo, avvenuto nel 1998 con il fi lm Lo sterminio dei popoli zingari, Segre si è dedicato all’emarginazione etnica e culturale. Stavolta l’occhio della sua macchina da presa si è concentrato su luci e ombre di un paese che sta attraversando un rapido sviluppo economico.

“In Kazakistan cercavo la voglia di perdermi in una dimensione spazio-temporale priva di punti di riferimen-to precisi, in modo da seguire il fi lo dei pensieri e degli interrogativi esistenziali suscitati da uno spazio senza confi ni. Immergendomi nella vastità dell’orizzonte ka-zako, ho girato un fi lm costruito attorno ai sogni e alla crescita economica”.

In che cosa si assomigliano l’Italia degli Anni Cinquanta e il Kazakistan di oggi?

“La somiglianza sta nella fi ducia che entrambi i pa-esi hanno riposto nella crescita economico, una fi ducia talmente cieca da nascondere le possibili conseguenze negative di uno sviluppo che sacrifi ca la sostenibilità umana al mito del benessere. Un tratto concreto che unisce lo sviluppo economico dei due paesi è la pre-senza dell’Eni. L’Azienda, che ha contribuito al boom

italiano nel secondo dopoguerra, è attualmente uno dei maggiori protagonisti dell’estrazione di petrolio e gas in Kazakistan. Questo collegamento è sicuramente un aspetto importante, ma l’intento del fi lm va oltre la realtà geografi ca dei due paesi, proponendo e susci-tando rifl essioni esistenziali sul senso della vita e sul peso dell’economia: a quali valori dobbiamo dare im-portanza? Quali sono i costi dello sviluppo? Da che cosa dipende la qualità della vita?”.

Come avviene la distribuzione dei fi lm non di cassetta e come si potrebbe avvicinare il pubblico a questo tipo di opere?

“La diffusione dei fi lm non di cassetta avviene attra-verso l’impegno di sale coraggiose che fanno la scelta del cine-documentario, a differenza dei grandi mercati di distribuzione che preferiscono invece i fi lm di intratte-nimento. Credo che la gente non vada a vedere i docu-mentari perché non è abituata a farlo, ma se conoscesse di più questa realtà, probabilmente la apprezzerebbe. Negli ultimi tempi, però, si sono registrati dei cambia-menti signifi cativi: sta aumentando, infatti, il pubblico dei cine-documentari. Il mio ultimo fi lm, per esempio, è stato proiettato in trenta sale raggiungendo i 10.000 spettatori nell’arco di un mese”.

Quali sono i punti di forza e quali invece gli svantaggi di un fi lm-documentario rispetto ad un fi lm di fi nzione?

“Il cinema documentario è un linguaggio che riesce a creare delle sinergie inaspettate tra la rappresentazio-ne e la realtà, perché fornisce l’occasione di incontrare persone da raccontare. Secondo me offre una libertà maggiore perché si è coautori delle cose che succedono realmente, invece il rischio della fi nzione è quello di non

essere abbastanza credibile. Io ho sempre lavorato su entrambi i versanti, tentando di intrecciare i due generi, in modo da arricchirli attraverso lo scambio reciproco2.

Perché ha scelto proprio il cinema come for-ma di espressione e di sensibilizzazione?

“Ho scelto il cinema per trasmettere dei valori, at-traverso una forma di comunicazione che sento vicina alla mia sensibilità. Sulla scia di questa convinzione ho deciso di intraprendere la strada di regista, con la

consapevolezza che non tutti i fi lm si imprimono allo stesso modo sulla realtà contemporanea. Le opere che esprimono le tensioni in corso incidono maggiormente la coscienza del pubblico, offrendogli l’occasione di in-terrogarsi sul mondo in cui è immerso. Il cinema infatti ha questo grande potere: stimolare la rifl essione e la discussione con gli altri, e da tale confronto possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”.

“Ho scelto di fare cinema perché ha il grande potere di stimolare la rifl essione e la discussione tra le persone. Un confronto dal quale possono nascere nuove strategie d’azione sulla realtà”

Grande schermo L’ultima pellicola, I sogni del lago salato, ha ottenuto forte apprezzamento sia di critica che di pubblico

Andrea Segre, un regista veneto che parla al mondo intero

Qualche genio viene scoperto solo dopo la morte, qualche altro solo in tarda età. Questo è il caso di Montanari, un

pittore il cui talento è rimasto segreto fi no a pochi anni fa e solo perché lui, l’artista, ha voluto che fosse così. Ma oggi gli amanti della grande arte hanno la possibilità di conoscere la sua opera grazie ad una antologica promos-sa dal Comune di Pordenone, in assoluto la prima organica esposizione in Italia del lavo-ro di Pordenone Montanari. La mostra, che rimarrà aperta sino al 17 gennaio, si svolge su una doppia sede: la Galleria “Harry Berto-ia” dell’Amministrazione comunale e la sede direzionale di FriulAdria, che ha messo a dispo-sizione cinque grandi spazi che si affacciano su piazza XX Settembre, dove sono esposte alcune tele di grande formato a testimoniare la produzione più recente dell’artista. Lui ha quasi ottant’anni e da un quarto di secolo si è totalmente sottratto al mondo. La sua vicen-da ricorda quella della fotografa statunitense

Vivian Maier, nei termini analoghi di scoperta tardiva, e per certi versi fortuita, di una attività artistica di grande spessore condotta lungo un’intera esistenza. Nel caso di “Pordenone” Montanari, a scoprirlo e a restare abbagliato dalla sua arte è stato un imprenditore indiano, nel 2007; a proporlo all’attenzione del gran-de pubblico un ampio ed entusiastico articolo in cui The Observer, annunciando la prima esposizione delle sue opere a Londra (2010), ne ha svelato la storia e ne ha celebrato il la-voro. Quello dell’Observer è stato capofi la di tanti successivi pronunciamenti della grande critica internazionale, che non ha lesinato i giudizi molto positivi su un artista sino a pochi mesi prima pressoché ignoto, essendosi ormai persa memoria delle sue mostre in alcune Gal-lerie milanesi negli anni ottanta. Per Edward Lucie-Smith, il critico intervistato dal grande quotidiano britannico a margine della mostra del pittore da lui curata all’Istituto Italiano di Cultura a Londra, “Montanari è un artista

La mostra Rivelazione a Pordenone

sCopErto Un GranDE artIsta MontanarI. assEDIo alla forMa

Maria Elena pattaro

unico, che scardina la storia convenzionale dell’arte postbellica italiana”. “Le nature morte – aggiunge – fanno venire in mente Cézanne e Braque”, mentre gli elementi pi-cassiani e i tratti riecheggianti Francis Bacon che emergono dalla sua pittura si manifestano con caratteri di forte originalità, “in maniera che ancora non avevamo visto mai”.

Molti dei dipinti sono caratterizzati da fi gure che contengono altre fi gure e rifl essi nello specchio. Lucie-Smith in proposito ha detto: “Il messaggio è chiaro: ciò che sembra la rappresentazione oggettiva della realtà va invece letta come specchio della dimensione mentale dell’artista”.

28 Cultura veneta

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30 Turismo1 Turismo

“Sono convinto che Volterra ci possa riservare qualche altra scoperta ar-cheologica importante, magari un

anfi teatro”. Genuino Del Duca volge lo sguardo all’orizzonte, guarda le balze e scuote la testa, quasi a dire: qui sotto c’è qualcos’altro che gli Etruschi e i Romani per oltre duemila anni ci hanno voluto celare. Poi riprende a cercare chioc-ciole nel suo giardino, a capo chino, con pazien-za, rimuginando pensieri. Genuino, di nome e di fatto, non è un sensitivo, ma ama così tanto il suo territorio di adozione (lui è nato nel Tera-mano, a Basciano, ma a Volterra ci è arrivato poco più che adolescente con la divisa dell’Arma cucita addosso) che ne percepisce anche i palpiti più nascosti, pure quelli sotterranei. Ha costruito il suo piccolo paradiso in quel prezioso e fragile anfi teatro naturale che è il parco delle balze di Volterra, fatto di spettacolari dirupi, ardite cre-ste, fi anchi mozzafi ato e desolanti bagliori. Il tut-to creato nell’argilla e nell’arenaria dall’erosione del tempo.

Genuino Del Duca, classe 1953, è uno dei pionieri del turismo a Volterra, lo è diventato per una vocazione innata (un talento naturale, direbbe qualcuno) e oggi di questo territorio dalle caratteristiche uniche ne è diventato am-basciatore e, quando serve, anche cicerone. In centro, a pochi passi da Piazza dei Priori, Genuino ha aperto nel 2001 il ristorante Del Duca, nel giudizio delle guide da anni il migliore di Volterra, mentre tra le balze ha costruito pietra su pietra l’agriturismo Marcampo, trasforman-do in tre anni di duro lavoro i ruderi dell’omo-nimo podere in un luogo di ospitalità, semplice ma curato. Una dimora rurale gettonatissima fra gli stranieri che prenotano on line o per effetto del passaparola. Un piccolo eden completato da cinque ettari di vigneto di nuovo impianto, Merlot e Sangiovese, che regalano ogni anno vini schietti e di qualità crescente. Perché l’arte del vino si apprende anno dopo anno, meditando sulle imperfezioni. Se l’azienda Marcampo oggi ha chiuso il cerchio (ristorazione, ospitalità e pro-dotti tipici) lo si deve anche alla moglie Ivana (pure lei nativa di Basciano) e alla fi glia Claudia che, a differenza del fratello che ha scelto di svi-luppare la sua carriera a Milano, dopo la laurea in lingue ha deciso di dedicarsi all’accoglienza nell’agriturismo di famiglia. Un lavoro di cui si è innamorata.

La storia di Genuino Del Duca è emblema-tica. La prova vissuta che talvolta scommettere sul futuro, forti soltanto dall’avere in tasca un po’ di coraggio e tanta passione, può dare dei risultati sorprendenti. Il segreto è credere davve-ro che il “petrolio” dell’Italia è il turismo, ovvero le bellezze e le bontà di cui il paese è ricco. Un patrimonio da valorizzare con iniziative impren-ditoriali nuove, create con fantasia, meglio se basate sui valori dell’ecosostenibilità. Quando all’improvviso Genuino Del Duca decise che la

toscana/personaggi

NELLA FOTO D’APERTURA GENUINO DEL DUCA NEL SUO PODERE MARCAMPO CHE SORGE FRA LE BALZE DI VOLTERRA. A DESTRA PANORAMA SULLE BALZE E, SOTTO, L’AGRITURISMO MARCAMPO. PIÙ IN BASSO: DEL DUCA CON LA FIGLIA CLAUDIA

NELLA NUOVA CANTINA DEL MARCAMPO, LA BADIA A PICCO SULLE BALZE, UN ARTIGIANO MENTRE REALIZZA UNA SCULTURA DI ALABASTRO, UNA VEDUTA DEL

CENTRO DI VOLTERRA E IL TEATRO ROMANO. PIÙ SOTTO: IL PALAZZO DEI PRIORI, UNO SCORCIO DELLA PIAZZA OMONIMA E PAESAGGI VOLTERRANI

Ristorante, poi agriturismo e cantinal’imprenditore fai-da-te e “cicerone”crede nel territorio che amavalorizzandolo in tanti modi ed è convinto che sotto terrasi celino altri tesori da scoprire

di Renato Malaman

Il suo cognome fa Del Ducae da giovane faceva il Carabiniere

Della città prima etrusca e poi romanafamosa per le sue balze, le sue rocche

e per l’arte antica dell’alabastroè stato uno dei pionieri del turismo

SÌ, VIAGGIARE

Una Volterra dal cuore Genuino

carriera nei Carabinieri non faceva più per lui scelse di aprire un ristorante, il Vecchio Mulino a Saline di Volterra. “L’inizio fu disastroso” ricorda l’imprenditore “ci trovammo con talmente tante prenotazioni a Pasquetta che andammo in pani-co”. Confessa che sono stati soprattutto gli errori a insegnargli la strada da seguire. “Basta non arrendersi” aggiunge “e mantenere la rotta”.

Scoprire Volterra insieme a lui è un’esperien-za che ti prende, perché oltre a decantare le stra-ordinarie bellezze storico-artistiche della città (dal Palazzo dei Priori, al Duomo, al teatro romano) o spiegarti con minuzia i segreti dell’arte dell’ala-bastro ereditata dagli Etruschi, Genuino Del Duca rivela anche i punti deboli della città. Dalla croni-ca mancanza di parcheggi (che talvolta scorag-gia i visitatori, al punto da costringerli a tornare indietro) ai limitati orari di apertura di certi luoghi di interesse turistico. Questione di mentalità. Per lui tutto questo è inconcepibile perché una città bella come Volterra, il cui profi lo dominato dal-

la fortezza è inconfondibile e si coglie da molto lontano, dovrebbe essere organizzata a misura di ospite. Sempre, tutto l’anno. Etruschi prima, Romani poi e le signorie medievali in seguito ci hanno regalato un patrimonio unico. Irripetibile. Genuino Del Duca è stato fra quelli che l’hanno preso in consegna quasi per caso. Ha imparato l’arte dell’accoglienza, ha imparato a fare della ri-storazione seria recuperando un luogo magico, si è preso i diplomi Ais e Fisar da sommelier, ha par-tecipato ad eventi fuori Volterra per “esportare” la buona immagine della città e della sua azien-da. E’ diventato anche agricoltore, “muratore”, tecnico, per costruire il suo agriturismo, comples-so che è anche un contributo al miglioramento del paesaggio volterrano. Ma gli piace fare anche il “grillo parlante” nei confronti di chi amministra il Comune, trovando puntualmente tante pecche da eliminare. Ascoltare i suggerimenti di chi come lui vive la città come la propria casa aiuta a miglio-rarla. Volterra ringrazia.

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DIRITTO DI famIglIa

La materia è regolata dall’art. 12 bis L. 890/70 (c.d. Legge sul divorzio). Dopo tante diatribe dottrinali e contrasti giurisprudenziali, scaturenti

dalla genericità del dettato legislativo, la Suprema Corte ha via via sciolto vari nodi che nel passato avevano trovato soluzioni contrapposte.

Va anzitutto precisato che la norma riguarda il solo rapporto di lavoro subordinato, sia pubblico che privato, e non è applicabile a rapporti di natura privata (ad es. previdenziale o assicurativo), come sancito dalla Cassaz. con sent. 5720/03. Risultano, pertanto, esclusi anche gli incentivi versati al lavoratore per indurlo all’esodo anticipato nell’azienda in crisi.

Perché il coniuge divorziato (che spesso di fatto è la moglie) possa vantare diritti sul TFR del proprio ex, occorre che non sia convolato/a a nuove nozze e che la sentenza di divorzio gli/le abbia riconosciuto il diritto ad un assegno divorzile. La indennità spettante è pari al 40% degli emolumenti riferibili agli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con il matrimonio, ivi compresi gli anni di separazione legale, fino alla data del divorzio. Il vincolo matrimoniale cessa, infatti, solo con la sentenza

Quando spetta il Tfr al coniuge divorziato?

Studio Legale Avvocato Laura Giolo - Via G. Mazzini, 12 - 45100 Rovigo Tel. 0425/21221 - Fax 0425/28796 - email: [email protected]

AVV. LAuRA GioLodi divorzio, ritualmente passata in giudicato, e non con la sentenza di separazione. Se, tuttavia, l’ex coniuge in sede divorzile opta per l’assegno una tantum, perde il diritto a percepire detta quota del TFR.

Siffatta normativa, che trova pochi eguali nelle legislazioni straniere, è particolarmente penalizzante per il coniuge tenuto a versare un assegno divorzile.

Di qui il tentativo di eludere la norma licenziandosi prima che l’ex coniuge depositi il ricorso per divorzio. Ciò, infatti, come assodato dalla Suprema Corte e dalla stessa C. Costituzionale, ne inibisce il diritto a percepire una quota del TFR. Purtuttavia, perche’ sorga il diritto a detta indennità è sufficiente che, al momento del percepimento del TFR, sia stata anche solo proposta domanda giudiziale di divorzio, purchè ovviamente questo venga poi deliberato. Siffatto diritto non spetta alle coppie di fatto, né alle coppie sposate relativamente al periodo di convivenza more uxorio ante matrimonio (Cassaz. 10075/03).

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

I controlli stradali per eccesso di velocità art. 142 cds sono tutti illegittimi

DIRITTO sTRaDale

La sentenza della Corte Costituzionale n° 113/2015, ha constatato chiaramente che tutti gli strumenti di controllo, sulla velocità dei veicoli attualmente in

possesso degli organi di Polizia Giudiziaria Italiani sono fuori Legge. Le apparecchiature per la rilevazione dei limiti di velocità, sono prive di omologazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, come espressamente ribadito nella sentenza della Corte Costituzionale n° 113/2015. Per esempio lo “ Scout Speed” della ditta Sintel Italia Spa che nel Nostro Territorio ha fatto migliaia di vittime con sanzioni salatissime a carico dei Cittadini, non è mai stato omologato dal Ministero competente. Tutto questo perché il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si ostina a voler ritenere che l’omologazione e l’approvazione sono termini sinonimi, come ha più volte smentito la Suprema Corte di Cass. con sentenza N° 15042/2011. Riporto in sintetico alcune sentenze del Giudice delle Indagini Preliminari di Torino le N° 4021/2015 e la N° 6170/2015: “E’ stato accertato presso il Ministero delle Infrastrutture e trasporti a seguito di richiesta dello stesso Tribunale di Torino, che il

Studio Trevisan di Trevisan Susanna. Recupero Danni - Infortunistica Stradale Este (PD) - Tel:0429603778 - Via Atheste, 44/F - [email protected]

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documento di approvazione delle singole apparecchiature utilizzate, NON ESISTE, come previsto dall’art. 345 comma 2 del Reg. di esecuzione del CDS. Quindi non esiste alcun certificato di approvazione di ogni singola macchina, dal momento che manca a monte l’omologazione del modello, e così di fatto viene delegittimato l’uso delle singole apparecchiature messe in commercio, dovendosi necessariamente considerare NULLO l’atto derivato dal rilevamento degli eccessi di velocità attraverso apparati sprovvisti di omologazione e di singola approvazione”. La Corte dei Conti , Sez. Giurisdizionale della Toscana è la prima che ha già condannato un Funzionario della Polizia Locale di un Comune della Toscana (Sentenza N° 508/2008). Quindi questi strumenti dovrebbero essere ritirati dal mercato. Inoltre, gli Agenti accertatori, che sottoscrivono i verbali prodotti usando questi apparecchi irregolari, potrebbero essere deferiti alla Autorità Giudiziaria a norma dell’ art. 476 C.P. e si potrebbe configurare a tutti gli effetti il reato molto grave previsto dall’art. 640 C.P.

STuDio TREViSAn Di TREViSAn SuSAnnA

Nel mercato immobiliare è sempre stata assai diffusa la prassi di acquistare un’immobile prima che ne sia stata iniziata o ultimata la costruzione con il

vantaggio, per il compratore, di diluire il pagamento del prezzo e nel contempo di dare indicazioni precise sulla distribuzione degli spazi, di scegliere materiale e finiture.

Poiché l’acquirente, dopo avere sottoscritto il contratto preliminare (o compromesso) di compravendita, versa una caparra e poi ulteriori somme in base allo stato di avanzamento dei lavori, corre tuttavia il pericolo di perdere quanto pagato in caso di fallimento del costruttore che intervenga prima della stipula del rogito.

Per questa ragione, oltre ad altre forme di tutela delle quali tratterò nel prossimo intervento, il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento il D.Lgs 20 giugno 2005 n. 122 in favore delle sole persone fisiche che concludano con un’impresa di costruzioni un contratto preliminare di compravendita o un qualsiasi altro che comporti l’impegno ad acquistare, per sé o per un proprio parente in primo grado (figlio o genitore), la proprietà o altro diritto reale di godimento su di un immobile da costruire per il quale, cioè, sia stato richiesto il permesso di costruire o sia stata presentata la denuncia di inizio attività senza che siano state

DIRITTO ImmObIlIaRe

completate le finiture e domandato il certificato di agibilità. La tutela è estesa anche ai soci di cooperative edilizie. Più precisamente, gli artt. 2 e 3 del decreto legislativo prevedono l’obbligo per il costruttore, di consegnare al promissario acquirente, contestualmente alla sottoscrizione del contratto preliminare di compravendita, una fideiussione rilasciata da una banca, da un’assicurazione o da intermediari finanziari iscritti nell’elenco speciale tenuto dalla Banca d’Italia, che garantisca la restituzione delle somme e del valore di ogni altro corrispettivo già riscosso o che deve essere riscosso fino alla stipula del rogito oltre agli interessi legali maturati fino al momento in cui tale situazione si si verificata. Non sono oggetto di tutela le somme versate alla stipula del rogito ed anzi è questo il momento in cui la fideiussione non ha più efficacia. Per le società cooperative l’atto di riferimento è quello con il quale siano state versate somme o assunte obbligazioni per ottenere l’assegnazione della proprietà o di un diritto reale di godimento su un immobile da costruire.

La mancata consegna della fideiussione, operante fino al trasferimento della proprietà dell’immobile (o di altro diritto reale) anche in caso di mancato pagamento del premio o della commissione da parte del venditore, comporta la nullità del contratto che può essere fatta valere

solo ed esclusivamente dal promissario acquirente.La fideiussione può essere immediatamente escussa

per iscritto nei confronti del fideiussore, previo invio della dichiarazione di recesso al costruttore, solo ed esclusivamente al verificarsi di una situazione di crisi costituita dalle circostanze tassativamente determinate dall’art. 3 che sono il pignoramento dell’immobile oggetto del contratto, il fallimento, l’amministrazione straordinaria, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa che riguarda le imprese cooperative o l’amministrazione straordinaria. E’ previsto, inoltre, l’obbligo per il costruttore-venditore di cancellare l’eventuale ipoteca gravante sull’immobile nonché di contrarre e consegnare all’acquirente, contestualmente alla stipula del rogito notarile, una polizza assicurativa indennitaria decennale decorrente dalla data di ultimazione dei lavori, a copertura dei danni materiali e diretti all’immobile, compresi i danni a terzi, derivanti da rovina totale o parziale di edifici oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, e comunque manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione se il costruttore è una cooperativa edilizia. Purtroppo il D.Lgs

Avv. Carmelo Sergi

Avv. Carmelo Sergi - via umberto i n. 50 - 45100 - RoViGo - tel. 0425460463 - fax 0425464763 - mail: [email protected]

n. 122/2005 non prevede alcuna sanzione, neppure di carattere amministrativo, a carico del costruttore che non consegni la fideiussione mentre è operante nella sola ipotesi di situazione di crisi del venditore e non qualora il rogito non sia stipulato per altre e diverse ragioni quali il mancato rispetto del termine di ultimazione dei lavori, l’abbandono del cantiere da parte del venditore-costruttore non più in grado di proseguire i lavori, la realizzazione dell’immobile in difformità dal permesso di costruire, l’esistenza di gravi difetti strutturali. In tutti questi casi il promissario acquirente non può escutere la fideiussione, ma deve promuovere un giudizio civile per ottenere la risoluzione del contratto, la restituzione delle somme versate oltre al risarcimento dei danni. Inoltre, il decreto legislativo non prevede che la fideiussione e la polizza postuma decennale debbano essere rilasciate da una banca o un’assicurazione di primaria importanza il che non è cosa di poco conto poiché anche le società che prestano tale garanzia sono soggette a fallimento come purtroppo mi è capitato di riscontrare. E’ perciò importante verificare l’affidabilità del fideiussore prima di sottoscrivere il preliminare. In caso contrario è meglio rinunciare all’acquisto e rivolgersi altrove.

Hai delle domande inerenti a questo argomento?scrivi a [email protected]

tutela dell’acquirente di immobili da costruire o in corso di costruzione: il d.lgs n. 122/2005

Page 36: Delta nov2015 n132

La Trachemys scripta scripta (la tartaruga dalle orecchie gialle)

IL VETERINARIO A cura della Dottoressa Giulia Albarello - Veterinario

La Trachemys scripta scripta è una specie di tartaruga d’acqua dolce originaria della Florida. Le dimensioni raggiunte dall’esemplare adulto sono di circa 15-18 cm per i maschi e 20-30 cm per le femmine. Oltre alle di-mensioni, esistono diff erenze fenoti piche tra maschi e femmine: il maschio sviluppa unghie molto lunghe ne-gli arti anteriori e possiede una coda sotti le con aper-tura cloacale oltre il margine del carapace; la femmina invece ha una coda più corta e tozza e ha l’apertura cloacale posizionata tra il margine del piastrone e il margine del carapace. Il modo più semplice di tenere una tartaruga trachemys è in un laghett o esterno, di almeno 2 x 3 m e profondo almeno 1 metro; tale pro-fondità permett e il letargo ad una temperatura costate (circa 4° C) durante il periodo invernale. L’allevamento in un acquaterrario necessita di una strutt ura abba-stanza grande (100x60x60 con un profondità dell’acqua pari ad almeno una volta e mezza la lunghezza del ca-rapace) con una zona emersa che occupi circa un terzo della superfi cie completata da una lampada riscaldante e una lampada ad emissione di raggi ultravioletti ; sono inoltre necessari un riscaldatore e un fi ltro per l’acqua.

Le tartarughe del genere trachemys sono prevalente-mente carnivore da giovani, mentre da adulte diventa-no onnivore. In catti vità i giovani vanno alimentati tutti i giorni, gli adulti 3 volte alla setti mana Gli alimenti as-solutamente vietati sono quelli troppo grassi e oleosi; la carne sia rossa che bianca e il pesce sfi lett ato vanno usati con moderazione perchè troppo ricchi di fosforo e proteine e poveri di calcio, così come i gamberetti es-siccati . Vano uti lizzati quindi piccoli pesci, girini, inver-tebrati , crostacei, verdure e mangimi estrusi (25% della razione) variando il più possibile e a rotazione. Soprat-tutt o per gli animali giovani e durante il mantenimento indoor è necessario uti lizzare integratori di calcio da spolverizzare sulla razione. Le principali patologie deri-vano spesso dalle scadenti condizioni di mantenimento in catti vità. Ne sono un esempio l’assenza di lampade ad emissione di raggi ultravioletti e l’alimentazione non corrett amente integrata e variata che provocano una malatti a da carenza di calcio chiamata malatti a ossea metabolica e L’alimentazione esclusiva con gamberetti essiccati che porta ad una carenza di vitamina A con conseguenti congiunti viti ed edema palpebrale.

Attività con il cane anzianoL’ESPERTO Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofi la*

La vecchiaia nel cane varia a seconda di una se-rie di fatt ori tra cui la taglia, il peso, eventuali malatti e che ha avuto in passato, lo sti le di vita etc pertanto invecchierà più lentamente un cane ben curato, accudito ed in salute. Anche a livel-lo comportamentale non dobbiamo trascurare il nostro migliore amico ormai non più giovane, perché nonostante il graduale deterioramento fi sico è fondamentale mantenere atti va la sua mente moti vandolo, facendolo giocare e sti mo-landolo al movimento. Naturalmente le atti vità di un cane anziano sono diverse rispett o a quelle che possiamo far svolgere ad un cane giovane tutt avia è giusto sfatare il luogo comune secon-do cui non si possono fare atti vità con un cane anziano. Atti vità prati cate con tempi adatti al suo stato di salute lo aiutano a rimanere atti vo e giovane mentalmente e dunque lo supportano anche fi sicamente. E’ importante tenere in considerazione il fatt o che in un cane anziano si possono riscontrare al-terazioni a livello fi sico che possono avere eff etti anche sul comportamento, pertanto è fonda-mentale sott oporlo a più frequenti controlli ve-

terinari. Un classico esempio è la manipolazione, se vediamo il nostro quatt ro zampe più schivo o addiritt ura aggressivo mentre lo coccoliamo e prima d’ora non lo era mai stato, poniamoci qualche domanda e proviamo a capire se que-sto comportamento può essere indice di dolore, riferendolo anche al veterinario di fi ducia. Come dett o, è importanti ssimo sti molare il cane anzia-no anche dal punto di vista cerebrale facendogli fare atti vità cogniti ve, lente passeggiate esplora-ti ve, giochi di apprendimento e memoria. Per-tanto, non trascurate il vostro migliore amico la-sciandolo invecchiare solo, ma interagite spesso con lui, sollecitatelo e prendetevene cura più di quando era giovane, così avrete modo di vederlo più allegro, appagato e ne benefi cerà senza dub-bio sia a livello fi sico che mentale.

*Educatrice cinofi la che collabora con il Rifugio Cipa

Questi e tanti altri simpatici musetti li trovate al RIFUGIO C.I.P.A. DI FENIL DEL TURCO (RO), Via Argine Zucca n° 3/E tel. e fax 0425/476835 – mail: [email protected] – sito: www.legadelcanerovigo.com Facebook: facebook.com/legadelcanerovigo – Twitter: twitter@legadelcane – Youtube: rifugiocipatv

ADOTTAMICHICCO è

un meticcio maschio, taglia medio-piccola.

Va a passeggio al guinzaglio ed

è già abituato a vivere in casa. E’ dolcissimo e buonissimo. Per lui stiamo cercando una famiglia tranquil-

la che lo faccia vivere in casa.

DARIA è una meticcia

femmina sterilizzata,

taglia medio-piccola. E’

dolcissima e socievole. Va d’accordo con gli altri cani ed è adatta a famiglie giovani che vogliano una nuova amica

con cui fare attività.

GOLIA è un meticcio di

taglia media, sterilizzato. Va a

passeggio e va d’accordo con gli altri cani. Predili-ge le persone dal fare gentile e gli ambienti tranquilli quindi per lui stiamo cercando una

casa senza bimbi.

LANA è una meticcia

femmina sterilizzata,

taglia medio-piccola. Va a passeggio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani. E’ adatta a famiglie tranquille che la facciano vivere in casa. Predilige le

persone dai modi gentili.

MILO è un meticcio sterilizzato, taglia media. E’ un cane

stupendo e dal carattere forte e

indipendente. Gli piace andare a passeggio al guinzaglio e passare del tempo con i

volontari. Cerca un adottante che lo faccia vivere in una casa tranquilla con un bel

giardino in cui scorrazzare e fare la guardia.

RIFF è un meticcio sterilizzato di taglia

medio-piccola. E’ dolce e delicato,

adatto a famiglie con adolescenti e/o persone anziane,

anche con altri cani e altri animali. Gli piace moltissimo stare in braccio. Sta cercando

una famiglia gentile e tranquilla che lo coccoli e lo tenga in casa con sè.

KYRA è un Pastore

Tedesco femmina sterilizzata,

taglia media. Va a passeggio

al guinzaglio e va d’accordo

con gli altri cani. E’ dolcissima e buona, le piace stare in

compagnia delle persone.

REX è un me-ticcio maschio

sterilizzato, taglia media.

E’ buono, discreto e

amichevole. Predilige i cani

un po’ riservati, come lui, e le persone dai modi gentili. E’ un gran bravo cane che

merita di essere fi nalmente amato.

ANTARES è un meticcio maschio sterilizzato, taglia

piccola. E’ un cane timido e

dolce che predili-ge le persone dai modi delicati. Va d’accordo con gli altri cani. Per lui stiamo cercando una famiglia che lo

faccia vivere in casa.

SOL è un Pincher

maschio sterilizzato,

taglia piccola. E’

dolcissimo! Va a passeg-gio al guinzaglio e va d’accordo con gli altri cani. Per lui cerchiamo una famiglia che lo

faccia vivere in casa.

Tuteliamo la salute dei nostri ospitinutrendoli solo con Prolife!

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L’Editoriale

Decreto zoppo: nuovi costi sanitari in carico ai pazienti

I modelli sanitari non sono sistemi rigidi e immutabili, ma organizzazioni in evoluzione che variano per provare a rispondere alle esigenze della società. La riforma della

Sanità veneta è oggetto del Progetto di Legge Regionale n. 23, una proposta che riduce le attuali Ulss a sette unità provin-ciali, sopprime la fi gura del Direttore dei Servizi Sociali e crea un’Azienda Zero che si occuperà di tutta la programmazione. È interessante provare ad analizzare questa riforma con gli occhi degli psicologi, professionisti che lavorano nel Servizio Sani-tario Regionale occupandosi di vari ambiti relativi alla Salute. In Veneto il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012/2016 ha rappresentato un signifi cativo passo: la defi nizione delle schede territoriali, un’attenzione all’Umanizzazione delle Cure, l’intro-duzione delle strutture intermedie, dell’ospedale di comunità e soprattutto l’incentivo alla formazione delle Medicine di Gruppo Integrate sono ottimi strumenti per promuovere un servizio dif-fuso sul territorio e attento ai bisogni della cittadinanza. Lo spo-stamento di gran parte delle funzioni di attuazione del Piano Socio-Sanitario ad un’unica Azienda regionale (Azienda Zero), è l’aspetto che, assieme alla soppressione della fi gura del di-rettore dei Servizi Sociali, emblema dell’integrazione veneta fra la dimensione sanitaria e l’aspetto sociale dell’assistenza, necessita di essere più monitorato. L’accentramento può por-tare con sé aspetti positivi in termini di razionalizzazione, ma comporta anche un rischio in termini di vicinanza del servizio. Per questo motivo esistono due proposte che garantirebbero, in maniera innovativa, la tutela della salute psicologica della popolazione. Innanzitutto l’istituzione di uno “Psicologo di Base”, fi gura complementare al Medico di Base, assicurereb-be alla popolazione la disponibilità di un professionista con le competenze necessarie per dare un supporto scientifi co relativo agli aspetti emotivi o relazionali, dimensioni sempre più com-plesse nella vita delle persone. In secondo luogo esistono degli standard nelle cure chiamati Livelli Essenziali di Assistenza. L’in-troduzione dei Livelli di Assistenza Psicologici, legati dunque ai servizi minimi a cui la popolazione ha diritto in termini di salute psicologica, sarebbe un’innovazione signifi cativa.

dott. alessandro De Carlo*

PSICOLOGIA: UNA PROFESSIONE A SERVIZIO DELLA SANITÀ VENETA

*Presidente dell’ordine degli Psicologi del Veneto

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362

Siamo felici davvero se stiamo bene

Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

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L’intervento

Per limitare la prescrizione di esami e accertamenti diagnostici ritenuti inutili o quan-tomeno superfl ui, al fi ne di ottenere un risparmio all’ onere economico del Sistema Sanitario Nazionale, sono state individuate dal Ministero della Salute 208 presta-

zioni diagnostiche a rischio di inappropiatezza,i cui oneri economici, se non prescritte dal medico secondo le indicazioni contenute nel Decreto, saranno direttamente imputati al medico che le ha richieste. L’ intenzione dichiarata da parte del Ministro della Salute è quella di evitare il più possibile il peso economico di quella che viene defi nita come me-dicina difensiva che sarebbe attuata dai medici per una eventuale prova del loro operato in caso di contestazioni e denunce che risultano sempre più frequenti nei loro confronti. Se questa è l’ intenzione non si poteva scegliere un modo peggiore per porvi rimedio,dal momento che non farà altro che spostare il costo delle prestazioni dal SSN alle tasche dei pazienti piuttosto che a quelle dei medici .

Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

L’opinione

Le emergenze nello studio odontoiatrico possono essere di due tipi: l’urgenza che è la condizione patologica che richiede un trattamento entro le 24 ore ed appunto l’emergenza che richiede un trattamento entro 1 ora. Il dentista deve essere in grado di prevenire, diagnosticare e trattare

eventuali urgenze che si possono presentare nella pratica odontoiatrica.Tutti i pazienti devono essere va-lutati clinicamente, mediante questionario e raccolta anamnestica. Le emergenze mediche più frequenti sono: la sincope, l’ipotensione ortostatica, gli eventi asmatici, gli eventi diabetici, l’attacco anginoso, l’attacco epilettico, l’attacco convulsivo, le reazioni da farmaci, l’ingestione di corpi estranei, le reazioni anafi lattiche, l’infarto miocardico, l’arresto cardiorespiratorio.Vista l’entità delle emergenze, in uno stu-dio odontoiatrico devono essere presenti presidi farmacologici e sistemi di resuscitazione per l’utilizzo dei quali l’attuale normativa prevede una formazione specifi ca per tutto il personale dello studio ( igienista dentale, assistente alla poltrona, segretaria, etc.) che deve essere competente nelle pratiche di BLSD, averele conoscenze teorico pratiche necessarie al riconoscimento di una situazione di emergenza. Gli strumenti dell’emergenza medica dovrebbero essere sempre presenti, in buono stato di conservazione e sempre a portata di mano e sono: bombola di O2 portatile, maschera facciale, cannule orofaringee di tutte le dimensioni, siringhe sterili, misuratori della glicemia, defi brillatore automatico, nitroglicerina compresse, adrenalina, cortisonici, ansiolitici, farmaci anticoagulanti, digitale, apparecchi misuratori di pressione e fonendoscopio. L’insorgenza di una emergenza deve comportare l’attivazione di una procedura standard, a conoscenza di tutto il personale e rodata anche tramite periodiche simulazioni.Ogni studio deve disporre di uno specifi co protocollo sulle modalità con cui chiedere l’intervento del 118; in ogni area odontoiatrica gli interventi devono essere pianifi cati e tutti devono saper comunicare fra loro in modo effi cace.Il paziente che incorre in una emergenza deve essere stabilizzato, entro i limiti ragionevoli di competenza, nel più breve tempo possibile prima di essere trasferito in ospedale. Quindi tutti i componenti dell’area odontoiatrica devono: essere preparati a chiedere l’immediata assistenza del 118; controllare il paziente allo scopo soprattutto di riconoscere se sta bene cioè se è sveglio, se risponde a sollecitazioni verbali, agli stimoli dolorosi; saper riconoscere un respiro o colorito della pelle anormali;mantenere la calma ed assicurare livelli elevati di tranquillità e sicurezza nei confronti del personale; saper trattare le situazioni pericolose per la sopravvivenza e mirare a conservare le funzioni vitali del paziente inattesa dei soccorsi; saper valutare gli effetti di ogni sostanza somministrata. Alla luce di tutto ciò, come può una persona che non è un medico intraprendere una attività medica ed allo stesso tempo come possono i pazienti rivolgersi per le cure odontoiatriche a persone non qualifi cate sapendo che le complicazioni sono sempre dietro l’angolo?

URGENZA E EMERGENZA IN ODONTOIATRIAdi Dott. Bruno noce*

*Presidente della Commissione albo odontoiatri rovigo

Consulenza scientificaPatologie Posturaligmflex - via del Commercio,12 località Borsea rovigo tel.0425474954- angolo via Modena n°2 (ex autogamma) Mira (Ve)- tel 0414266455

FisioteraPiaDott. andrea Bellato - Fisioterapista e osteopataVia Marcanta 15, adria (ro)tel 388 0441845 mail: [email protected]

PoliaMBulatorioPoliambulatorio Vespucci. via Vespucci n°135/136 30015 sottomarina di Chioggia (Ve) - tel. 041.490754 - Fax. 041.5548329 [email protected]

Centro oDontoiatriCoVitaldent Dir. san. Dott. Francesco Bandoni - Corso del Popolo 94/9645100 rovigo (rovigo)telefono: 0425/073575www.vitaldent.com

PoliaMBulatorioPoliambulatorio terrassaMedicaDott.ssa giorgia gaiarinPsicologaVia Marconi n. 6 - 35020 terrassa Padovana - Padovatel.: 347/4143070 - 049/0998352

Counselingdr.ssa erika MarangoniCounselor professionale - laureata in Psicologia dell’educazione Via leopardi, 1 - rovigo [email protected]

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L’intervento

Per limitare la prescrizione di esami e accertamenti diagnostici ritenuti inutili o quan-tomeno superfl ui, al fi ne di ottenere un risparmio all’ onere economico del Sistema Sanitario Nazionale, sono state individuate dal Ministero della Salute 208 presta-

zioni diagnostiche a rischio di inappropiatezza,i cui oneri economici, se non prescritte dal medico secondo le indicazioni contenute nel Decreto, saranno direttamente imputati al medico che le ha richieste. L’ intenzione dichiarata da parte del Ministro della Salute è quella di evitare il più possibile il peso economico di quella che viene defi nita come me-dicina difensiva che sarebbe attuata dai medici per una eventuale prova del loro operato in caso di contestazioni e denunce che risultano sempre più frequenti nei loro confronti. Se questa è l’ intenzione non si poteva scegliere un modo peggiore per porvi rimedio,dal momento che non farà altro che spostare il costo delle prestazioni dal SSN alle tasche dei pazienti piuttosto che a quelle dei medici .

Infatti mentre la non richiesta delle prestazioni previste dal Decreto esporrà sempre più il Medico ad eventuali denunce (la colpa vale tanto nel fare quanto nel non fare), a nulla serviranno le giustifi cazioni di aver seguito le indicazioni ministeriali in caso di giu-dizio se non vengono modifi cate le attuali norme legislative sulla colpa professionale del medico. Nella situazione attuale è facile prevedere che i medici continueranno a prescrive-re quegli accertamenti non su ricettario del SSN ma su ricettario personale, assicurandosi così la prova del loro operato, e lasciando ai pazienti la decisione se effettuare o meno l’ esame richiesto nel loro interesse, il cui costo, in questo caso, ricadrà direttamente su questi ultimi. Se l’obiettivo dichiarato non viene raggiunto viene sicuramente ottenuto l’effetto collaterale di porre ulteriori costi della sanità a carico dei pazienti.

Non si poteva scegliere modo peggiore perché non si può spacciare l’ appropiatezza clinica come un atto amministrativo fi nalizzato a risparmi e basato su principi amministra-tivi attuati da burocrati ministeriali in rapporto ai costi delle prestazioni.

Non si poteva scegliere un modo peggiore perché l’ appropiatezza clinica si fonda su basi scientifi che, sull’evidenza e sull’esperienza maturata, tenendo ben presente che che si curano persone e non malattie.

Ogni medico, ma anche moltissimi cittadini possono testimoniare di come siano state individuate patologie emerse in conseguenza di accertamenti che secondo le disposizio-ni ministeriali non si sarebbero dovuti prescrivere.

Una ulteriore considerazione: è utile avvantaggiarsi di tecnologie diagnostiche che il progresso scientifi co mette a disposizione per rendere accurata una ipotesi diagnostica o si devono lasciar marcire nei sottoscala apparecchi costosi e sottoutilizzati?

Ciò detto, mentre contestiamo la metodologia usata che rende ancor più diffi coltoso e poco sereno l’operare del medico e può mettere a rischio la salute dei cittadini, ci rendiamo anche conto che eventuali sprechi vanno combattuti per rendere il sistema sanitario più effi ciente e più equo.

Riteniamo quindi indispensabile condividere sul piano scientifi co-culturale le modalità di intervento a tal fi ne migliorando l’ assistenza sia dal lato sanitario che organizzativo.

Un contributo che consideriamo praticabile parte dall’esperienza di un gruppo di medici di Rovigo sulla prescrizione di esami di laboratorio che utilizzarono alcuni anni or sono un programma informatico nato su iniziativa del Responsabile del laboratorio dell’ Ospedale cittadino con la collaborazione di alcuni medici di famiglia, basato sull’evidenza scientifi ca e sull’esperienza clinica, che alla fi ne della sperimentazione portò al risultato di una prescrizione di esami inferiore di circa il 20-30%. Il progetto si è ulteriormente sviluppato ed implementato, vi è un bord scientifi co per la sua validazione ed è sempre aperto a considerazioni e ulteriori sviluppi in base alle conoscenze scientifi che e alle esperienze cliniche da parte di tutti i medici.

Ovviamente riguarda per adesso solo l’aspetto delle prescrizioni diagnostiche di labo-ratorio, ma è un sistema per perseguire una certa appropiatezza non limitando la libertà e l’ autonomia professionale del medico e non togliendoli la dovuta serenità in una attività così diffi cile ma così importante per la salute dei cittadini.

DECRETO SULL’APPROPIATEZZA: 208 PRESTAZIONI A RISCHIO UN PROGETTO CHE PARTE DA ROVIGO

di Francesco noce*

*Presidente dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di rovigo

L’opinione

Le emergenze nello studio odontoiatrico possono essere di due tipi: l’urgenza che è la condizione patologica che richiede un trattamento entro le 24 ore ed appunto l’emergenza che richiede un trattamento entro 1 ora. Il dentista deve essere in grado di prevenire, diagnosticare e trattare

eventuali urgenze che si possono presentare nella pratica odontoiatrica.Tutti i pazienti devono essere va-lutati clinicamente, mediante questionario e raccolta anamnestica. Le emergenze mediche più frequenti sono: la sincope, l’ipotensione ortostatica, gli eventi asmatici, gli eventi diabetici, l’attacco anginoso, l’attacco epilettico, l’attacco convulsivo, le reazioni da farmaci, l’ingestione di corpi estranei, le reazioni anafi lattiche, l’infarto miocardico, l’arresto cardiorespiratorio.Vista l’entità delle emergenze, in uno stu-dio odontoiatrico devono essere presenti presidi farmacologici e sistemi di resuscitazione per l’utilizzo dei quali l’attuale normativa prevede una formazione specifi ca per tutto il personale dello studio ( igienista dentale, assistente alla poltrona, segretaria, etc.) che deve essere competente nelle pratiche di BLSD, averele conoscenze teorico pratiche necessarie al riconoscimento di una situazione di emergenza. Gli strumenti dell’emergenza medica dovrebbero essere sempre presenti, in buono stato di conservazione e sempre a portata di mano e sono: bombola di O2 portatile, maschera facciale, cannule orofaringee di tutte le dimensioni, siringhe sterili, misuratori della glicemia, defi brillatore automatico, nitroglicerina compresse, adrenalina, cortisonici, ansiolitici, farmaci anticoagulanti, digitale, apparecchi misuratori di pressione e fonendoscopio. L’insorgenza di una emergenza deve comportare l’attivazione di una procedura standard, a conoscenza di tutto il personale e rodata anche tramite periodiche simulazioni.Ogni studio deve disporre di uno specifi co protocollo sulle modalità con cui chiedere l’intervento del 118; in ogni area odontoiatrica gli interventi devono essere pianifi cati e tutti devono saper comunicare fra loro in modo effi cace.Il paziente che incorre in una emergenza deve essere stabilizzato, entro i limiti ragionevoli di competenza, nel più breve tempo possibile prima di essere trasferito in ospedale. Quindi tutti i componenti dell’area odontoiatrica devono: essere preparati a chiedere l’immediata assistenza del 118; controllare il paziente allo scopo soprattutto di riconoscere se sta bene cioè se è sveglio, se risponde a sollecitazioni verbali, agli stimoli dolorosi; saper riconoscere un respiro o colorito della pelle anormali;mantenere la calma ed assicurare livelli elevati di tranquillità e sicurezza nei confronti del personale; saper trattare le situazioni pericolose per la sopravvivenza e mirare a conservare le funzioni vitali del paziente inattesa dei soccorsi; saper valutare gli effetti di ogni sostanza somministrata. Alla luce di tutto ciò, come può una persona che non è un medico intraprendere una attività medica ed allo stesso tempo come possono i pazienti rivolgersi per le cure odontoiatriche a persone non qualifi cate sapendo che le complicazioni sono sempre dietro l’angolo?

URGENZA E EMERGENZA IN ODONTOIATRIAdi Dott. Bruno noce*

*Presidente della Commissione albo odontoiatri rovigo

3737

Dormire o non dormire? Questo è il problema. Fa bene riposare lunghe ore oppure no? In media l’essere umano dorme dalle sei alle otto ore al

giorno, che signifi ca non vivere un terzo o un quarto della vita. Ma come si fa a non riposare? Prendiamo a esempio i vip. Soggetti a uno stress maggiore rispetto ai comuni mortali. Così dicono. Bah! I capi di Stato dormono assai poco. È risapu-to. Margaret Thatcher dormiva solo 3-4 ore a notte, Winston Churchill riposava poco di not-te ma poi dopo pranzo faceva sempre un pisolino di un’ora e mezza. Silvio Berlusconi dorme appena due ore (magari passa il resto della notte a fare altre cose…). Negli Stati Uniti è diverso. I presidenti non fanno le alzatacce. Barack Obama ha rispettato la tradizione di Bill Clinton. Non quella di frequentare le stagiste – che avete capito? – ma quella di non svegliarsi prima delle sei ore.

IL PISOLINO DEI FENOMENIChi dorme non piglia pesci. Mah, è solo un luogo

comune. Non sempre infatti è così. Perché due geni come Albert Einstein e Leonardo da Vinci adoravano dormire a lungo. Non meno di dieci ore a notte. Dei contemporanei Bill Gates è uno di quelli che riposa di più, con minimo sette ore di sonno. Quindi si dedu-ce che i geni per essere tali debbano dormire molto? Ecco pronta la smentita. Sapete quante ore dormiva Michelangelo Buonarroti? Quattro. E Thomas Edison?

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Chi dorme tanto è un genio

Ancora meno: tre ore di sonno e poi accendeva le sue idee luminose.

I DORMIGLIONIMa torniamo ai fi gli di Morfeo. Niente sveglia

all’alba neanche per Franz Kafka che non si alzava mai prima delle nove ore di sonno. Pure Marilyn Mon-

roe dormiva almeno dieci ore. Mai come due dormiglioni doc del calibro di Valentino Rossi (12 ore a notte) e di Mariah Carey (addirittura 15). Pensa-te come è corta la giornata per questi eroi del nostro tempo. A proposito di eroi e di grandi condottieri. A Napoleone Bona-parte bastavano 4 ore di sonno

per vederlo in grande spolvero. Ad Alessandro Magno addirittura tre.

Ma lì c’era da combattere. E poi dormire dentro una tenda non è poi che sia il massimo. Chi dorme poco pensa molto. Soprattutto ai debiti. Ma c’è pure chi pensa ai soldi. Come il miliardario americano Do-nald Trump che dorme solo tre ore e passa il resto della giornata a contare i dollari. Questa è senza dubbio la migliore patologia per l’insonnia. O no?

Da Leonardo a Einstein, gli artisti non perdono sonno. Valentino Rossi riesce a riposare per dodici ore

Scopri le soluzioni di questa tecnica implantologica che consente di sostituire i denti persi recuperando

piu’ velocemente funzionalita’ ed esteti-ca. Tornare a sorridere con naturalezza e fi ducia è l’obiettivo di chi decide di ricorrere agli impianti dentali. L’ultima novità in questa direzione?

Il sistema detto di Carico Immedia-to grazie al quale, se le condizioni della bocca lo consentono, il paziente non perderà mai i propri denti.1 IMPIANTI PERSONALIZZATI Gli impianti personalizzati sono radi-ci artifi ciali che ci permettono di so-stituire i denti persi e che, grazie al materiale con il quale sono fabbricati, possono convivere in modo naturale con il resto dei denti e dei tessuti della bocca. Il Carico Immediato e’ una tecnica che permet-te di installare la protesi subito dopo l’inserimento degli impianti2 LA PROTESI FISSA LO STESSO GIORNO Dopo la collocazione degli impianti, il paziente riposa per tre o quattro ore e, nello stesso giorno, qualora le condizioni ossee lo permettano, viene collocata una protesi fi ssa provvisoria. Il principale vantaggio del Ca-rico Immediato va oltre la ragione estetica: per tutta la durata dell’osteointegrazione, il paziente indossa sem-pre la sua protesi fi ssa che gli permette di recuperare la qualità della vita dal punto di vista funzionale, estetico e sociale.

Carico immediato: torna a sorridere con Vitaldent

Vitaldent - centro odontoiatricoDir. san. Dott. Francesco Bandoni.Corso del Popolo 94/9645100 rovigo (rovigo)telefono: 0425/073575www.vitaldent.com

Con questo sistema il paziente non perderà mai i propri denti

A partire dal terzo mese, sarà possibile collocare la protesi fi ssa defi nitiva. Grazie a questo sistema il paziente recupera la sua funzio-nalità e il suo aspetto estetico più velocemente4 PER QUASI TUTTI Questa tec-

nica è indicata in tutti i casi di mancanza di denti, dove ci siano le condizioni.

Dott.ssa Abelli a chi si rivolge la ria-bilitazione neurologica?

”La riabilitazione neurologica si rivolge a per-sone affette da disabilità conseguenti a malattie congenite o acquisite a carico del Sistema Nervoso Centrale e Periferico e muscolari: emiplegie, para-te-traplegie, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, poli-nevriti, miopatie, paralisi cerebrali infantili...”.

In cosa consiste la riabilitazione Neu-rologica?

“Le attività di riabilitazione neurologica si propongono di ridurre la disabilità motoria dei pa-zienti, favorendo la capacità intrinseca ed adattiva di recupero della persona assistita, stimolando la partecipazione attiva al programma riabilitativo.Sono utilizzate sia tecniche di tipo neuromotorio, logopedico che un approccio che prevede l’utilizzo di ortesi e ausili per accrescere l’autonomia del pazien-te. La riabilitazione fornisce alle persone disabili gli strumenti necessari per ottenere il massimo grado di indipendenza possibile per ogni paziente neuroleso.

Questo può realizzarsi attraverso specifi ci eser-cizi riabilitativi proposti dal neuroriabilitatore e attra-verso stimolazioni cognitive neurosensoriali ottenibili durante la seduta riabilitativa attraverso specifi che consegne verbalimotorie.

La neuro riabilitazione sfrutta la plasticità del sistema nervoso, defi nibile come la capacità del cer-vello di adattarsi alle mutevoli pressioni esterne e di acquisire nuove esperienze motorie nella logica fun-zionale del gesto riabilitativo, che ripropone progetti motori e gestualità del vivere quotidiano”.

Chiediamo alla Dott.ssa Abelli a chi si rivolge e in cosa consiste la riabilitazionela riabilitazione neurologica

La Dott.ssa Simonetta Abelli

PRESTAZIONI FISIOTERAPIA E RIABILITAZIONERiabilitazione neurologica, ortopedica, pre-post ope-ratoria, reumatologica, dello sportivo, pediatrica, po-sturale, senologica, respiratoria, urologica perineale, logopedica; Terapia occupazionale; Riabilitazione della colonna vertebrale, mano, gomito, spalla, ginocchio, anca, piede; Riabilitazione a domicilio, funzionale globale di mantenimento di gruppo; Ginnastica cor-rettiva di gruppo; Massaggio per drenaggio linfatico; Kinesiology Taping Therapy; Terapie fi siche strumen-tali; Tecarterapia; Hilterapia; Noleggio magnetoterapia.

PRESTAZIONI AMBULATORIO POLISPECIALISTICOvisite specialistiche fi siatriche: esame podologico per pre-

scrizione plantari; valutazioni funzionali neurologiche. visite specialistiche ortopediche: visite superspecialistiche

di chirurgia vertebrale; terapia con onde d’urto; me-soterapia antalgica; artrocentesi; manipolazioni ver-tebrali; infi ltrazioni articolari; infi ltrazioni ecoguidate all’anca; perizie medico legali.

visite specialistiche di chirurgia vascolare: scleroterapia. visite specialistiche ginecologiche: infantili, adolescenziali e

adulti; pap test; colposcopia. visite specialistiche di chirurgia generale, di chirurgia e medicina estetica, urologiche, endocrinologiche, derma-tologiche, reumatologiche, podologiche; Consulenze ses-suologiche, psicologiche, nutrizionali.

PRESTAZIONI DI DIAGNOSTICA STRUMENTALEElettromiografi e - Ecografi e - Ecocolordoppler

FISIOTERAPIA – RIAbILITAZIONE AMbULATORIO POLISPECIALISTICO

DIAGNOSTICA STRUMENTALE

vIa vEspUCCI n°135/136 30015 sottoMarIna DI CHIoGGIa (vE)tEl. 041.490754 - faX. 041.5548329

[email protected]

struttura convenzionata con il ssn Direttore sanitario: Dott. Mario Bortolato

aut. san. nr 53 de 15/7/13

Cosa deve fare un paziente per acce-dere a questo tipo di riabilitazione?

“Il percorso riabilitativo di ogni paziente prevede una visita fi siatrica che stabilisce lo speci-

fi co e personale residuo funzionale rimasto dopo la disabilità, quantifi cato per mezzo di un’accurata valutazione motoria, eventualmente avvalendosi di specifi ci test funzionali e schede valutative del grado di disabilità e di autonomia funzionale residua in ambito di attivitàdivita quotidiana.

un progetto riabilitativo individuale con l’obiettivo di garantire il massimo recupero delle funzioni lese, attraverso lo svolgimento di tecniche riabilitative sia manuali che strumentali, eseguite da uno o più terapisti, applicando specifi che metodiche nero riabilitative: Bobath, Kabat, Perfetti, Grimal-di, Feldenkrais, in combinazione ad altre tecniche standard di fi siochinesiterapia manuali e strumentali

(massaggio connettivale, linfodrenaggio manuale, riabilitazione posturale globale, isocinetica).

una valutazione cognitivo logopedica in caso di compromissione delle abilità cognitivo comunicati-ve, fi nalizzata all’impostazione di un relativo proget-to parallelo di recupero delle relazioni interpersonali legate alla parola.

eventuale valutazione di problematiche di-sfagiche ed eventuale counselling delle strategie più idonee ad un recupero delle funzioni deglutitorie.

A termine del ciclo neuro riabilitativo il paziente è sottoposto a una rivalutazione atta ad evidenziare l’effettivo impatto sul quadro motorio plurisegmen-tario, globale e funzionale in ambito di specifi che destrezze specie legate alla deambulazione e all’e-spletamento delle attività della vita quotidiana. In tal modo il curante potrà disporre di un background del ciclo”.

Page 42: Delta nov2015 n132

MED LASE-R grazie al raggio rosso e infrarosso aiuta a

migliorare la micro circolazione , lo puoi usarlo anche con

le tue creme o gel , cosi i loro principi attivi grazie al

sistema infrarosso terapia riescono a penetrare nel tessuto

cutaneo più in profondità.

Vuoi attenuare le rughe e combattere

gli inestetismi della cellulite? Per attenuare le rughe e combattere gli inestetismi della cellulite le

creme o gel anche con i principi attivi validi non bastano ,in quanto

i principi attivi di queste creme o gel riescono minimamente a

penetrare nel tessuto cutaneo

MEDLASE-R non è un dispositivo medico, non si propone di fare alcuna diagnosi di patologie o malattie , è un

complemento ai fini estetici utile contro le rughe e gli inestetismi della cellulite ed inoltre è utile per aiutare

ad alleviare i disturbi muscolari e articolari, Con MEDLASE-R stimolando le zone di interesse grazie al mas-

saggio con il raggio rosso ed infrarosso si possono ottenere molteplici benefici.

MEDLASE-R è un apparecchio che combina la radiazione del raggio infrarosso invisibile e quello visibile rosso.Il raggio rosso e infrarosso trasmessi da MEDLASE-R sono utili per aiutare a migliorare la micro-circolazione.Il segreto di MEDLASE-R è la doppia azione del raggio rosso e infrarosso che è particolarmente utile per aiutare ad aumentare la micro-circolazione e di conseguenza utile per aiutare ad attenuare le rughe e contro gli inestetismi della cellulite è inoltre utile per aiutare ad alleviare i disturbi muscolari e articolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, al collo, alla schiena e molti altri.

DOMANDE E RISPOSTEQuando si può usare MED LASE-R?MEDLASE-R si può usare in qualsiasi momento della giornata. Consigliamo di ritagliarsi un momento per potersi dedicare esclusivamente al trattamento, senza doversi occupare di qualsiasi altra cosa.Posso utilizzare MEDLASE-Rsu tutte le parti del corpo?Certamente è utilissimo contro le rughe e gli inestetismi della cellulite, ma è altrettanto utile per aiutare ad alleviare i disturbi articolari e muscolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, alle spalle, al collo, alla schiena e molti altri, prova a massaggiare con il puntale le spalle ed il collo, avvertirai � n da subito una piacevole sensazione di benessere. L’unica avvertenza è quella di non puntare il puntale sugli occhi.In quanto tempo si possono vederei primi risutati?Già dopo le prime applicazioni, molto dipende dalla

sensibilità delle zone trattate e dalla costanzadelle applicazioni.Si possono fare più trattamenti sulla stessa zona più volte al giorno? Qual’è il tempo massimo di utilizzo giornaliero consigliato?Uno dei pregi di MEDLASE-R è di non avere particolari controindicazioni o limiti di utilizzo. Consigliamo, comunque, un utilizzo massimo di 20 minuti al giorno su ogni zona corporea.Ho un Pace-Maker, posso usare MEDLASE-R?No, è controindicato l’uso di apparecchi elettronici in genere alle persone portatrici di stimolatori cardiaci, è opportuno consultare il medico.È un prodotto italiano?MEDLASE-R è un prodotto interamente italiano.

Don Nicola Di Domenico, CasertaAvevo male alla ginocchia, a scendere i gradini per andare a dare la comunione ai fedeli dovevo trovare sempre un punto di appoggio, ho provato questo apparecchio riesco a muovermi facilmente.

Graziella Gaioni, VeronaAvevo male alle mani, ora sto bene e sono molto contenta.

Ciamarra Giuseppina, RavennaAvevo male alla spalla e al collo dopo 10/12 giorni il collo si è sciolto non mi fa male, adesso mi sento veramente bene.

Carlo Adeferro, RiminiAvevo male a una gamba, ho usato questo apparecchio, adesso mi trovo meravigliosamente bene. Adesso faccio le mie passeggiate tranquillamente. Provate per credere.

Angelo Colla, VeronaMi facevano male le mani, dopo 10 giorni ho avuto bene� ci.

Ofelia Feriotto, RovigoAvevo male alla testa, ho avuto i risultati che volevo, ho speso bene miei soldi, gli ho proprio spesi volentieri.

Yelma Stefani, VeneziaAvevo male alle ginocchia, ho usato questo apparecchio mi sento davvero bene.

Anna Maria Negroni, PadovaMia � glia ha comprato questo apparecchio per le rughe, adesso ha le pelle più giovane e liscia, io avevo male alle mani, ho avuto anche io dei bene� ci.

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049 2701059MEDLASE-R non è un dispositivo medico, non si propone di fare alcuna diagnosi di patologie o malattie, è un complemento ai fini estetici utile contro le ru-ghe e gli inestetismi della cellulite ed inoltre è utile per aiutare ad alleviare i disturbi muscolari e articolari. Con MEDLASE-R stimolando le zone di interesse grazie al massaggio con il raggio rosso ed infrarosso si possono ottenere molteplici benefici.Tutte le testimonianze sono reali e verificabili e il risultato che si può ottenere varia a seconda della predisposizioni personali.

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Page 43: Delta nov2015 n132

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DOMANDE E RISPOSTEQuando si può usare MED LASE-R?MEDLASE-R si può usare in qualsiasi momento della giornata. Consigliamo di ritagliarsi un momento per potersi dedicare esclusivamente al trattamento, senza doversi occupare di qualsiasi altra cosa.Posso utilizzare MEDLASE-Rsu tutte le parti del corpo?Certamente è utilissimo contro le rughe e gli inestetismi della cellulite, ma è altrettanto utile per aiutare ad alleviare i disturbi articolari e muscolari: male alle gambe, alle ginocchia, ai piedi, alle mani, alle braccia, alle spalle, al collo, alla schiena e molti altri, prova a massaggiare con il puntale le spalle ed il collo, avvertirai � n da subito una piacevole sensazione di benessere. L’unica avvertenza è quella di non puntare il puntale sugli occhi.In quanto tempo si possono vederei primi risutati?Già dopo le prime applicazioni, molto dipende dalla

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Don Nicola Di Domenico, CasertaAvevo male alla ginocchia, a scendere i gradini per andare a dare la comunione ai fedeli dovevo trovare sempre un punto di appoggio, ho provato questo apparecchio riesco a muovermi facilmente.

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3939

La Cervicalgia, o dolore al collo, comunemente chia-mata “cervicale” in maniera impropria, è un disturbo alquanto comune dove nella maggior parte dei casi,

troviamo all’origine del dolore, un’alterazione non grave che interessa le strutture meccaniche situate nella regione delle vertebre cervico-dorsali: muscoli, legamenti, dischi in-tervertebrali, articolazioni posteriori che garantiscono sia il movimento (il collo ha un’estrema mobilità per consentire allo sguardo di orientarsi in tutte le direzioni), che il soste-gno (il collo, struttura esile, sostiene la testa che è molto pesante); non solo, problemi viscerali (gastriti, ernie latali, coliti, congestione di fegato ecc) possono indurre tensioni fasciali che risalgono fi no all’occipite condizionandone il movimento fi siologico delle strutture interessate. Da non dimenticare l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) dato che se presenta anomalie, potrà essere lo starter di tensioni muscolari del collo oltre che di frequenti cefalee; problemi di postura possono portare scompensi a carico della colonna cervicale ed il motivo è semplice, la persona pur essendo inclinata su un lato corregerà il capo per avere uno sguardo orizzontale.Ulteriori fattori possono essere lo stress, la mancanza di movimento, una postura scorretta ed eventi traumatici tra i quali il più comune ed importante il colpo di frusta.

Il collo è progettato per il movimento, così come tut-to il corpo. La nostra vita quotidiana, invece, ci costringe, nella maggior parte dei casi, a stare fermi, troppo fermi. Le richieste funzionali che facciamo al nostro collo sono inadeguate: si cerca un oggetto e, invece di girare la testa, si mantiene una postura fi ssa, si sta seduti davanti ad un computer e si tende ad allungare il collo. Queste situazioni portano, inevitabilmente, ad avere una contrattura della muscolatura fi no a determinare delle lesioni sia al disco intervertebrale, che alle articolazioni (dipende da qual è

Dott. andrea Bellato - Fisioterapista e osteopata - Via Marcanta 15, adria (ro)tel 388 0441845 mail: [email protected]

Cervicalgia: sintomi e cause più comuni

Il Dott. Andrea Bellato

2° uscita Novembre

l’anello debole). Con l’andare del tempo, infatti, queste microlesioni possono portare ad una patologia molto co-mune: l’artrosi; tale disturbo, che è legato al logoramento della cartilagine delle articolazioni e dei dischi intervertebra-li, dovuto solitamente all’età, viene accelerato quando si effettuano movimenti non corretti e prolungati nel tempo. In persone particolarmente predisposte, questi microtraumi ripetuti possono arrivare a provocare, negli anni, problemi più gravi come l’ernia del disco.

La diagnosi è sempre clinica e richiede un anamnesi dettagliata del paziente per conoscere il suo stile di vita, un attento esame obiettivo per escludere o ricavare elementi di sospetto, per cui sarà necessario effettuare indagini dia-gnostiche come la RMN, l’elettromiografi a (muscoli) e i po-tenziali evocati (midollo). Il trattamento Osteopatico mira a normalizzare tutte le strutture sopra descritte lavorando su muscoli contratti, vertebre ipomobili, fasce e quant’altro non è armonico con il resto del corpo.

Il Training Autogeno è una tecnica utile per tutti coloro che desiderano raggiungere uno stato di consapevolezza ed equilibrio

interiore, per ristabilire i propri ritmi circadia-ni naturali, interrotti dai diversi stimoli che caratterizzano la nostra quotidianità.

Nello specifi co, il T.A è indicato per i di-sturbi d’ansia e del sonno, per l’emicrania, i dolori muscolari e i dolori mestruali, tachicar-dia, asma bronchiale, gastrite e colite, pro-blematiche sessuali ed è largamente utilizza-to per la preparazione al parto, nello specifi co per quanto riguarda la riduzione del dolore, delle paure collegate al parto e quelle rela-tive alla nascita di un fi glio. Anche i benefi ci che si possono ottene-re sono molteplici: un più profondo e rapido recupero di energie, sia fi siche che mentali; un alleggerimento dei pensieri disturbanti; il miglioramento di alcune capacità come la memoria e la concentrazione e la riduzione (in molti casi scomparsa) dei sintomi psico-

somatici quali l’ipertensione, l’emicrania, l’ansia, l’ulcera, la colite, l’eczema cutaneo e la dispepsia.

Ma il T.A viene applicato anche in ambito non clinico, come ad esempio nell’educazio-ne. Durante il periodo scolastico il bambino si trova spesso in una condizione contraddit-toria: l’inserimento sociale che da una parte garantisce protezione e sicurezza (famiglia, amici, scuola…) e il bisogno sempre mag-giore di autonomia. Ecco che l’interferenza

di questi due aspetti potrebbe provocare sia dei disturbi comporta-mentali che delle ma-lattie psicosomatiche. Il trattamento, che io però chiamerei sempli-cemente il gioco con il T.A, è particolarmente

indicato qui poiché stimola il comportamen-to spontaneo del bambino e facilita l’inseri-mento sociale. Ecco allora che il T.A permette di diminuire le tensioni e il nervosismo, di aumentare le capacità immaginative/crea-tive, un attenuazione dell’aggressività e il

miglioramento delle interazioni. Molto utilizzato anche nello sport, poi-

ché gli insuccessi spesso possono essere dovuti all’ipermotivazione, a sentimenti di inferiorità, nervosismo, contratture da ten-sione… ed è necessario recuperare uno stato di calma per prevenire crampi e con-tratture, diffi coltà a compiere movimenti con leggerezza e tutte quelle diffi coltà nella con-centrazione prima e durante la prestazione.

E’ una tecnica, questa, che va appresa. L’operatore di T.A ha il compito di condurre

l’esercizio e guidare la persona nella fase iniziale di rilassamento, ma è molto impor-tante inserire l’allenamento nella propria quotidianità al fi ne di trarne i benefi ci che tale tecnica consente di ottenere.

Uno dei principali requisiti è infatti quello di rendere autonoma la persona nell’indursi lo stato di rilassamento: una volta acquisita, la tecnica potrà essere messa in atto senza nessuna guida, ma in modo totalmente au-tonomo.

I corsi di Training Autogeno possono

avvenire sia individualmente che in gruppo. Naturalmente verrà fatto prima un breve col-loquio conoscitivo, in modo da poter accom-pagnare la persona durante tutto il percorso, qualunque essa sceglierà.

Poliambulatorio terrassaMedicaVia Marconi n. 6 - 35020 terrassa Padovana - Padovatel.: 347/4143070 - 049/0998352

il training autogeno: un metodo efficace per raggiungere l’equilibrio psico-corporeoIn questa vita frenetica, piena di ritmi ed eventi stressanti, ecco una tecnica che consente al nostro corpo e alla nostra mente di ritrovare il benessere

Una volta acquisita, la tecnica potrà essere messa in atto senza nessuna guida, ma in modo totalmente autonomo

 La dott.ssa Giorgia Gaiarin

Il mondo della Scuola, spes-so oggetto di discussioni e critiche, rappresenta una

complessa realtà di relazioni umane. Allievi, insegnanti e genitori sono i protagonisti di questa realtà che, a Scuola, si incontrano in modo collabo-rativo e talvolta si scontrano nell’incapacità di comunicare effi cacemente desideri, ne-cessità, obiettivi. Diventare adulti oggi signifi ca prepararsi a rispondere con successo a complesse richieste e pressioni da parte della società e tutto questo richiede l’acquisizione di competenze molto trasversali. Così, all’interno della Scuola, i bambini e i ragazzi dovrebbero iniziare a sperimentare ciò che incontreranno lungo il loro percorso di vita; successi, insuccessi, soddisfazioni, frustrazioni. Gli adulti che li circon-dano sono chiamati a seguirli in questo loro diffi cile percorso sostenendoli e incoraggiandoli, oltre che spiegando loro le regole della convivenza civile. Accanto alle abilità del “saper fare”, appresa attraverso le tradizionali materie di studio (letteratura, scienze matematiche, lingue straniere ecc.), emerge l’esigenza di acquisire una competenza nuova: il “saper essere”. “Saper essere” signifi ca imparare a cono-scersi, avere consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza, saper dare ascolto alle proprie emozioni e sa-perle gestire, per poter affrontare con successo oggi le sfi de dello studio e domani le sfi de della vita. “Saper essere” si traduce anche in capacità relazionale, ovvero nella capaci-tà di instaurare relazioni sane, nutrienti e durature, buone per la nostra crescita; imparare a costruire amicizie con i coetanei e a relazionarsi con rispetto ed effi cacia con gli adulti. Apprendere il “saper essere” anche molto presto, fi n dagli anni della scuola primaria, signifi ca fare prevenzione rispetto al disagio esistenziale. Per la Scuola che ne capisce

l’importanza, rappresenta l’opportunità di offrire alla comunità uno strumento prezioso e non limitarsi a prevedere soltanto inter-venti compensativi, quan-do il disagio dei ragazzi è conclamato e accompa-gnato al basso rendimento

scolastico. Una Scuola al passo con i tempi e portatrice di futuro, investe in questo senso e diventa occasione di apprendimento anche per gli adulti che la “abitano”. Pur-troppo infatti non sono rare le situazioni di incomprensione e confl itto tra genitori e insegnanti e tra i colleghi all’interno del corpo docente stesso. La dialettica spesso si fa accesa, genera frustrazioni e demotivazione allo svolgimento di un mestiere straordinariamente bello e importante quale è quello degli educatori. Avere la possibilità di imparare a comunicare bene e a sentirsi “capaci” diventa una risor-sa preziosa non solo per i ragazzi ma anche per gli adulti chiamati ad educarli, in quanto, con il loro comportamento, fungono da modello per le nuove generazioni.

scuola: impariamo a “saper essere”

Dr.ssa erika MarangoniCounselor professionalelaureata in Psicologia dell’educazioneVia leopardi, 1 - rovigo388-3637623 - [email protected]

Dott.ssa Erika Marangoni

L’Associazione Culturale Punto Gestalt organizza un incontro aperto al pubblico

per parlare di Scuola e di competenze relazionaliSabato 28 Novembre presso il Museo dei Grandi

Fiumi - Rovigo dalle 16.00 alle 18.00

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L’ARCHIVIO PIÙ

AMPIO DEL

VENETO!

41A tavola

Nota: La quantità degli ingredienti si riferisce a un menù tipo per 4 persone. C sta per cucchiaio – c sta per cucchiaino – g sta per grammo – kg sta per chilogrammo – L sta per litro – olio (quando non è specifi cato altro) sta per olio extra vergine di oliva – q.b. sta per quanto basta.

Carote all’aranciaIngredienti: 500 g di carote - 1 arancia - 1 C di pangrattato - 1 C d’olio. Preparazione: cuocere a vapore le carote, tagliarle nel senso della lunghezza e metterle in una teglia da forno oliata, spruzzarvi sopra il succo d’arancia, e una spolverata di pane grattugiato. Coprire e mettere in forno per 10 minuti, aggiungere un fi lo d’olio, scoprire e fare gratinare.

Insalata di cavolfi ore radicchio e ceciIngredienti: 200 g di ceci lessati - 3 caspi di radicchio di Treviso - 1 cavolfi ore piccolo - 1 manciata di scalogno - 1 rametto di rosmarino - 3

Nota

PROPOSTE PER UNA CUCINA BIOLOGICA, INTEGRALE, VEGETARIANA, IN SINTONIA CON LA NATURA

LA CUCINA DI CARMEN

2A tavola

bacche di ginepro - olio, sale aromatico e agro di mele q.b.Preparazione: lessare il cavolfi ore e lo scalogno in abbondante acqua aromatizzata con rosmarino e le bacche di ginepro. Disporre il radicchio e i ceci lessati in una ciotola capiente, unire il cavolfi ore e lo scalogno cotti al dente, condire le verdure con sale, qualche goccia di agro di mele e olio d’oliva.

Sformatini al radicchioIngredienti per la pasta: 1 uovo - 1 etto di farina .Per il ripieno: 1 cipolla - 2 spicchi d’aglio - 4 cespi di radicchio - un pizzico di: origano, maggiorana, paprika, curry - 100 g di parmigiano.Preparazione: preparare la sfoglia, tagliarla a quadrati di cm. 18x18. Sbollentarla in abbondante acqua salata e porla ad asciugare su una tovaglia.

Lavare il radicchio, tagliarlo a spicchi in verticale, lasciarlo scolare dall’acqua, quindi ungere una teglia con l’olio, porvi l’aglio tagliato a listarelle, le bacche di ginepro, e gli spicchi di radicchio, unire il sale, le spezie e un fi lo d’olio. Mettere in forno scoperto a temperatura medio alta per circa 40 minuti avendo cura di rigirare 2-3 volte. Quindi frullare. Procedere alla preparazione degli sformatini in questo modo: oliare lo stampino con un pennello, rivestire con il quadrato di sfoglia, sopra a questo stendervi la foglia di radicchio, dentro riempire con la purea di radicchio. Chiudere il fagottino. In una teglia bassa da forno porre gli sformatini, aggiungere acqua quanto basta per poterli scaldare a bagnomaria. Servire rovesciando il fagottino su una salsa di radicchio*. Servire ben caldo.* salsa di radicchio: frullare tre dei cespi di radicchio già cotti, aggiungere panna di soia quanto basta per ottenere una salsina cremosa.

Carmen Bellin, Educatore

Alimentare dell’Associazione

Culturale La Biolca di Padova:

tiene corsi e conferenze su alimentazione

e cucina, collabora al mensile Biolcalenda, ha pubblicato “Metti una sera a cena”

libro di ricette e consigli utili per una cucina in armonia con i ritmi

della natura.

Carmen Bellin

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• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattonerie• Lattoneriecivili edcivili edcivili edindustrialiindustrialiindustriali

• Installazioni• Installazioni• Installazioni

• Lavorazione• Lavorazione• Lavorazionemetallimetallimetallimetallimetallimetalli

v i a A l d o M o r o , 6 • 4 5 0 2 6 L e n d i n a r a ( R o )t e l . 0 4 2 5 6 4 1 8 7 0 • f a x 0 4 2 5 6 3 3 3 7

i n f o @ t r e v i s a n m e t a l l i . i t

42 Oroscopo1 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10SONO IN ARRIVO

GOLOSE GRATIFICAZI-ONI E I RAPPORTI DI COPPIA SI

ACCENDONO D’ENTUSIASMO. PREN-DETE AL VOLO LE NUOVE OCCASIONI SENZA ESSERE TROPPO SELETTIVI

SCORPIONEDAL 23/10

AL 22/11VI SENTIRETE

PRESI DA UNA CONTINUA RICERCA IN

TUTTI I CAMPI DELLA VOSTRA VITA. SARETE SPINTI A CERCARE SOLUZIONI ALTERNATIVE, EVASIONI, SITUAZIONI INASPETTATE

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12SENTIMENTO E PAS-SIONE VIAGGERANNO

PARALLELI E STIMOLERANNO POSITIVAMENTE I RAPPORTI AMOROSI CHE STATE VIVENDO. AVRETE LA FORZA DI APRIRE TUTTE LE PORTE CHE VOLETE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01

SE IL PARTNER SI DIMOSTRERÀ DISTACCATO O AS-SENTE NON LASCIATE CHE L’EGO PREVALGA. SIATE VOI A FARE IL PRIMO PASSO E ACCOGLIETE CON DOLCEZZA I SEGNI POSITIVI

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02LA VOSTRA NATURA CURIOSA, ORIGINALE ED ESTROVERSA SI

ESPRIMERÀ APPIENO E SE STATE CERCANDO IL GRANDE AMORE POTREBBE ESSERE IL PERIODO GIUSTO PER SEDURRE QUALCUNO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03EVITATE PENSIERI NEGATIVI E CER-

CATE PIUTTOSTO SOLUZIONI IN-ASPETTATE. IN AMORE MA NON PRETENDETE DI PIÙ DA CHI DI PIÙ NON PUÒ DARVI. ANDATE OLTRE

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04NON SIATE TROPPO OSTINATI O

PERENTORI. MERCURIO VI SARÀ D’AIUTO NELL’INTUIRE I BISOGNI DEL PARTNER, LEGGENDO TRA LE RIGHE. ATTENTI AI COLPI D’ARIA

TORO DAL 21/04

AL 20/05CAMBIATE FI-

NAL- MENTE PASSO. VI SENTIRETE PARTICOLARMENTE RIL-ASSATI E GAUDENTI, FELICISSIMI DI LASCIARVI LE SPALLE I LUNGHI MESI DI TENSIONE PROVOCATI DA SATURNO

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06

LE STELLE VI SPALANCHERANNO LE PORTE VERSO UNA GRANDE VIVACITÀ E, PER I PIÙ MALAN-DRINI, ANCHE VERSO QUALCHE CONQUISTA. SIATE LUCIDI E CRE-ATIVI

CANCRODAL 22/06

AL 22/07IL PARTNER POTREBBE NON GARAN-TIRVI LE SOLITE ATTENZIONI E RAGGE-LARE QUALCHE SLANCIO SENTIMEN-TALE ED EROTICO. NON PRENDETELA NECESSARIAMENTE SUL PERSONALE

LEONEDAL 23/07AL 23/08SOCIEVOLI E RICER-CATI, SAPRETE IN-

CANTARE COL VOSTRO CARISMA E CON UN MAGNETISMO PARTICOLARE. NON MANCHERANNO BUONE OCCA-SIONI PER SINGLE O PER CHI CERCA QUALCOSA DI DURATURO

VERGINEDAL 24/08AL 22/09MENTE BRILLANTE E

CURIOSA UNITA A UNA FORTE CARICA SENSUALE E AFFETTIVA: QUESTO QUANTO VI ASPETTA QUESTO MESE NONOSTANTE, IN QUALCHE MOMENTO, NON VI SENTIRETE SALDI

OroscopoIL MESE DI NOVEMBRE PROMETTE BELLE SORPRESE A CHI SAPRÀ SOLLEVARSI AL DI SOPRA DELLE DIFFICOLTÀ PIÙ SPICCIOLE. VOLATE ALTO

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1 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10SONO IN ARRIVO

GOLOSE GRATIFICAZI-ONI E I RAPPORTI DI COPPIA SI

ACCENDONO D’ENTUSIASMO. PREN-DETE AL VOLO LE NUOVE OCCASIONI SENZA ESSERE TROPPO SELETTIVI

SCORPIONEDAL 23/10

AL 22/11VI SENTIRETE

PRESI DA UNA CONTINUA RICERCA IN

TUTTI I CAMPI DELLA VOSTRA VITA. SARETE SPINTI A CERCARE SOLUZIONI ALTERNATIVE, EVASIONI, SITUAZIONI INASPETTATE

SAGITTARIODAL 23/11

AL 21/12SENTIMENTO E PAS-SIONE VIAGGERANNO

PARALLELI E STIMOLERANNO POSITIVAMENTE I RAPPORTI AMOROSI CHE STATE VIVENDO. AVRETE LA FORZA DI APRIRE TUTTE LE PORTE CHE VOLETE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01

SE IL PARTNER SI DIMOSTRERÀ DISTACCATO O AS-SENTE NON LASCIATE CHE L’EGO PREVALGA. SIATE VOI A FARE IL PRIMO PASSO E ACCOGLIETE CON DOLCEZZA I SEGNI POSITIVI

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02LA VOSTRA NATURA CURIOSA, ORIGINALE ED ESTROVERSA SI

ESPRIMERÀ APPIENO E SE STATE CERCANDO IL GRANDE AMORE POTREBBE ESSERE IL PERIODO GIUSTO PER SEDURRE QUALCUNO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03EVITATE PENSIERI NEGATIVI E CER-

CATE PIUTTOSTO SOLUZIONI IN-ASPETTATE. IN AMORE MA NON PRETENDETE DI PIÙ DA CHI DI PIÙ NON PUÒ DARVI. ANDATE OLTRE

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04NON SIATE TROPPO OSTINATI O

PERENTORI. MERCURIO VI SARÀ D’AIUTO NELL’INTUIRE I BISOGNI DEL PARTNER, LEGGENDO TRA LE RIGHE. ATTENTI AI COLPI D’ARIA

TORO DAL 21/04

AL 20/05CAMBIATE FI-

NAL- MENTE PASSO. VI SENTIRETE PARTICOLARMENTE RIL-ASSATI E GAUDENTI, FELICISSIMI DI LASCIARVI LE SPALLE I LUNGHI MESI DI TENSIONE PROVOCATI DA SATURNO

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06

LE STELLE VI SPALANCHERANNO LE PORTE VERSO UNA GRANDE VIVACITÀ E, PER I PIÙ MALAN-DRINI, ANCHE VERSO QUALCHE CONQUISTA. SIATE LUCIDI E CRE-ATIVI

CANCRODAL 22/06

AL 22/07IL PARTNER POTREBBE NON GARAN-TIRVI LE SOLITE ATTENZIONI E RAGGE-LARE QUALCHE SLANCIO SENTIMEN-TALE ED EROTICO. NON PRENDETELA NECESSARIAMENTE SUL PERSONALE

LEONEDAL 23/07AL 23/08SOCIEVOLI E RICER-CATI, SAPRETE IN-

CANTARE COL VOSTRO CARISMA E CON UN MAGNETISMO PARTICOLARE. NON MANCHERANNO BUONE OCCA-SIONI PER SINGLE O PER CHI CERCA QUALCOSA DI DURATURO

VERGINEDAL 24/08AL 22/09MENTE BRILLANTE E

CURIOSA UNITA A UNA FORTE CARICA SENSUALE E AFFETTIVA: QUESTO QUANTO VI ASPETTA QUESTO MESE NONOSTANTE, IN QUALCHE MOMENTO, NON VI SENTIRETE SALDI

OroscopoIL MESE DI NOVEMBRE PROMETTE BELLE SORPRESE A CHI SAPRÀ SOLLEVARSI AL DI SOPRA DELLE DIFFICOLTÀ PIÙ SPICCIOLE. VOLATE ALTO

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