Delta feb2015 n15

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del Delta Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 15 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Febbraio 2015 del Delta Ulss 18 e 19 rispettano i tempi ma forse non basta questo Sanità, studio regionale pagg. 4-5 La burocrazia fa saltare la rassegna Porto Viro pag. 8 Cuba e bici, l’avventura dei Free Bikers Porto Viro pag. 6 pag. 14 E’ la guerra del Parco I bocciati si mobilitano I Comuni della Sinistra Po bussano alla porta, respinti. E si organizzano in proprio P arco, scoppia il caso dei Comuni della Sinistra Po. Hanno chiesto di entrare nel Parco regionale del Delta Po Ve- neto, ma la Regione ha detto no. E allora il sindaco di Polesella Leonardo Raito ha inviato una lettera ai colleghi della Sinistra Po polesana e della Destra Po ferrarese per mettere a punto una strategia comune di valorizzazione del territorio. Un progetto ambizioso e soprattutto una possibilità di estensione del Parco della quale ancora non si era parlato. La comunicazione del primo cittadino di Polesella è stata inviata ai sindaci di Ber- gantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmas- sa, Castelnovo Bariano, Crespino, Ficarolo, Gaiba, Guarda Veneta, Melara, Occhiobello, Salara e Stienta per quanta riguarda la riva polesana del Grande fiume, e Berra, Bon- deno, Ferrara e Ro ferrarese per la parte, appunto, ferrarese. “L’iter esatto del progetto non è ancora stato stabilito - spiega il sindaco Raito - ma un primo passo in questa direzione si potrà avere se i miei colleghi destinatari della let- tera accetteranno l’invito a sedersi intorno ad un tavolo per discuterne”. Facendo un passo indietro, la lettera di Raito parte da una bocciatura. Appunto, quella che la Re- gione ha riservato alla richiesta di entrare nel perimetro dell’ente parco. “Recente- mente – prosegue Raito – la Regione del Veneto ha bocciato la proposta avanzata dal mio e da altri comuni di far parte della nuova organizzazione”. EMERGENZA ABITATIVA A PORTO TOLLE E’ SOS A Porto Tolle, nono- stante non ci siano certo problemi di sovraffollamen- to, l’emergenza abitativa è un problema col quale confrontarsi quotidianamente. Gli alloggi popolari infatti non sono sufficienti per tutte le richieste. pag. 10 a pag. 31 TAGLIO DI PO, OK PER LA MATERNA STELLA Cantiere entro giugno. Finalmente diventerà una realtà la sistema- zione della scuola materna Stella di Taglio di Po. Un progetto del quale si parla sin dal 2007. Nel frattempo, le leggi sono cambiate ed è stato necessario adeguarsi. pag. 17 dei nostri amici alle pagg. 33-37 nimali A a pag. 30 All’interno del giornale continua a pag. 8 Editoriale “I o sto con il benzinaio” scriveva qualche giorno fa Matteo Salvini su facebook, a testimonianza della ufficiale e compatta posizione assunta dalla Lega Nord sul caso che si è aperto dopo i fatti di Ponte di Nanto. “Io sto con il benzinaio” di Ornella Jovane* *[email protected] - [email protected] L’informazione locale è sempre con te: +300% di visitatori www.lapiazzaweb.it Locanda Ristorante 7 Mari Via Pirandello 1, 45014 Porto Viro (RO) Tel 0426 324512 Cell. 335 5858184 Chiuso il mercoledi www.locandaristorante7mari.it [email protected] Specialità del territorio S.S. Romea Km, 67 Porto Viro (RO) Tel. 0426 321933 - 3454630131 IL BENESSERE TORNA A SPLENDERE IN VENETO Nuovi parametri per misurare il benessere delle persone e, più in generale, della società, andando oltre il concetto di Pil, prodotto interno lordo, che rimane un fattore d’analisi e di valutazione importante ma non esaustivo. pagg. 24-25 LA CAMPAGNA ELETTORALE ENTRA NEL VIVO Il lavoro capillare e attento della Moretti sul territorio e tra la gente sembra raccogliere i primi frutti che, seppur ancora timidi, cominciano a far ben sperare il popolo del centrosinistra. pag. 28 ASPETTANDO LA BIENNALE DI VENEZIA Il curatore per questa edizione è Okwui Enwezor (Nigeria 1963), studioso interes- sato ad un approccio artistico internazionale più che locale. pag. 29

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Delta feb2015 n15

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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 136 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

del Delta

Periodico d’informazione locale. Anno XXII n. 15 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD Febbraio 2015

del Delta

Ulss 18 e 19 rispettano i tempi ma forse non basta questo

Sanità, studio regionale

pagg. 4-5

La burocraziafa saltarela rassegna

Porto Viro

pag. 8

Cuba e bici,l’avventura deiFree Bikers

Porto Viro

pag. 6

pag. 14

E’ la guerra del ParcoI bocciati si mobilitanoI Comuni della Sinistra Po bussano alla porta, respinti. E si organizzano in proprio

Parco, scoppia il caso dei Comuni della Sinistra Po. Hanno chiesto di entrare nel Parco regionale del Delta Po Ve-

neto, ma la Regione ha detto no. E allora il sindaco di Polesella Leonardo Raito ha inviato una lettera ai colleghi della Sinistra Po polesana e della Destra Po ferrarese per mettere a punto una strategia comune di valorizzazione del territorio. Un progetto ambizioso e soprattutto una possibilità di estensione del Parco della quale ancora non si era parlato.

La comunicazione del primo cittadino di Polesella è stata inviata ai sindaci di Ber-gantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmas-sa, Castelnovo Bariano, Crespino, Ficarolo, Gaiba, Guarda Veneta, Melara, Occhiobello, Salara e Stienta per quanta riguarda la riva polesana del Grande fiume, e Berra, Bon-deno, Ferrara e Ro ferrarese per la parte, appunto, ferrarese.

“L’iter esatto del progetto non è ancora stato stabilito - spiega il sindaco Raito - ma un primo passo in questa direzione si potrà

avere se i miei colleghi destinatari della let-tera accetteranno l’invito a sedersi intorno ad un tavolo per discuterne”. Facendo un passo indietro, la lettera di Raito parte da una bocciatura. Appunto, quella che la Re-gione ha riservato alla richiesta di entrare nel perimetro dell’ente parco. “Recente-mente – prosegue Raito – la Regione del Veneto ha bocciato la proposta avanzata dal mio e da altri comuni di far parte della nuova organizzazione”.

emergenza abitativaa porto tolle e’ sos

A Porto Tolle, nono-stante non ci siano certo

problemi di sovraffollamen-to, l’emergenza abitativa

è un problema col quale confrontarsi quotidianamente. Gli alloggi popolari infatti

non sono sufficienti per tutte le richieste.pag. 10

a pag. 31

taglio Di po, oKper la materna stella

Cantiere entro giugno.

Finalmente diventerà una realtà la sistema-zione della scuola materna Stella di Taglio

di Po. Un progetto del quale si parla sin dal 2007. Nel frattempo, le leggi sono

cambiate ed è stato necessario adeguarsi.pag. 17

dei nostri amici

alle pagg. 33-37

nimaliAa pag. 30

All’interno del giornale

continua a pag. 8

Editoriale

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

“Io sto con il benzinaio” scriveva qualche giorno fa Matteo Salvini su facebook, a testimonianza della uffi ciale e compatta posizione assunta dalla Lega Nord sul caso che

si è aperto dopo i fatti di Ponte di Nanto.

“Io sto con il benzinaio” di Ornella Jovane*

continua a pag. 8

“Anche quest’uano a posarsi tuttora sulle infrastrutture stradali.

“Manca interesse politico nei confront di Ornella Jovane*

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Editoriale

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Specialità del territorio

S.S. Romea Km, 67 Porto Viro (RO) Tel. 0426 321933 - 3454630131

il benessere torna a splenDere in veneto

Nuovi parametri per misurare il benessere delle persone e, più in generale, della società, andando oltre

il concetto di Pil, prodotto interno lordo, che rimane un fattore d’analisi e di valutazione importante ma non esaustivo.

pagg. 24-25

la campagna elettorale entra nel vivo

Il lavoro capillare e attento della

Moretti sul territorio e tra la gente sembra raccogliere i primi frutti che, seppur ancora timidi, cominciano a far ben sperare il popolo del centrosinistra.

pag. 28

aspettanDo la biennale Di venezia

Il curatore per questa edizione è Okwui Enwezor (Nigeria 1963), studioso interes-

sato ad un approccio artistico internazionale più che locale.

pag. 29

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 agosto 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone Conselve, Tribano, Cartura, Candiana, Due Carrare, Agna, Bovolenta per un numero complessivo di 13.208 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

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REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)GERMANA URBANI [email protected] JOVANE [email protected] in redazione il 16 febbraio 2015 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONAL

LORETO, VIA BRECCIA (AN)

Lo scorso numero abbiamo presentato ai nostri lettori il nuovo sito internet della Piazza. A distanza di un mese, i numeri di-cono già che la sua accoglienza è stata straordinaria. Le visite

sono quadruplicate, con un signifi cativo picco nei giorni successivi alla distribuzione dei giornali nelle città e nei paesi raggiunti dalle nostre edizioni. È un primo passo, a cui ne seguiranno altri sulla strada di un sistema sempre più integrato tra carta stampata, sito internet, social media.

Tre canali attraverso cui esplorare il nostro territorio veneto in tutti i suoi aspetti, affi ancando all’appuntamento mensile anche la velocità del racconto quotidiano, alle inchieste e agli approfondi-menti anche la cronaca giudiziaria, al racconto dei nostri giornalisti anche il contributo di voi lettori. Il web sta cambiando profondamen-te il modo di fare informazione, che sempre più vive in un costante dialogo tra il giornale e la “sua comunità” di lettori-protagonisti. Questo vale a maggior ragione per una testata come la Piazza, che fi n dalla nascita ha scelto di occuparsi di quei territori a cui la grande stampa solo occasionalmente presta attenzione ma che sono invece il cuore pulsante della società veneta.

I prossimi passi, allora, li possiamo e dobbiamo compiere assie-me. Altrimenti, pur con tutte le sue potenzialità, il web rischia di ri-manere una bella scatola vuota. O riempita al massimo di poche no-tizie, uguali su tutti i siti e di scarso interesse. Un esempio lampante di quanto le buone intenzioni rischino di perdersi strada facendo e di essere inghiottite da motivazioni prettamente commerciali, ce lo offre in questi giorni un anniversario importante. Esattamente dieci

anni fa nasceva YouTube, il canale video che assieme a Facebook ha rivoluzionato il nostro rapporto con internet.

I suoi fondatori avevano scelto per il lancio uno slogan tanto seducente quanto alla lunga irrealistico: broadcast yourself, “fatti la tua televisione personale”. Ma nel giro di poco tempo YouTube ha cambiato radicalmente volto. Oggi ila maggior parte del miliardo di utenti che in 75 paesi caricano ogni minuto 300 nuove ore di vi-deo secondo le statistiche guarda il fi lmato demenziale “Gangnam Style” di Psy o un videoclip di Justin Bieber.

Forse con un pizzico di utopia, il nostro impegno a rendere sempre più ricco il sito internet nasce invece proprio con l’obiettivo di rimettere il lettore al centro, rendendolo protagonista e non solo passivo fruitore di un prodotto pensato altrove. Non si tratta solo di offrire in edizione digitale tutti i periodici della Piazza, per poterli sfogliare comodamente nel tempo, ma di trovare nuovi spazi di dialogo, condivisione e pro-tagonismo. Come? Attraverso l’indirizzo di posta elettronica [email protected] per inviare fotografi e, articoli, segnalazioni. Attraverso il sistema di commenti del sito per arricchire con il vostro personale punto di vista i servizi della redazione. O magari attraverso la nostra pagina Facebook per commentare e condividere contenuti anche nella cerchia dei vostri amici. Per questa via, ne siamo certi, saremo poco alla volta sempre più in grado di camminare col passo delle nostre comunità, dando voce ai loro bisogni reali, alle persone che conta davvero conoscere, alle esperienze che rendono le nostre giornate migliori. Sempre più “digitali”, insomma, ma proprio per questo sempre più accanto alla vita vera delle persone.

Digitali, ma col cuore tra la gente veraAd un mese dal lancio di laPiazzaweb numeri confortanti. Ora la sfi da: un rapporto diretto con la comunità dei lettori

333news da laPiazzaweb

Protagoniste le persone sia del giornale che dell’web. Nel mese di gennaio le notizie più viste sul nostro sito sono state quelle relative alle storie di Denis Frison, del Carnevale di Agna e l’avventura creativa di Pietro Boscolo Zamelo disegnatore di Topolino!seguici su www.lapiazzaweb.it

LE NOTIZIEPIÙ VISTESUL SITO

Sui social vince, invece, l’evento del mese: il carnevale di Venezia, a seguire la vicenda tutta rodigina del toro Free Willy, ancora eventi con il carnevale di Adria e la politica rodigina che ha un candidato già in corsa per le amministrative: Nadia Romeo.seguici su www.facebook.com/

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LE NOTIZIEPIÙ VISTESUI SOCIAL

Le edizioni storiche sono anche quelle più lette dai lettori della piazzaweb: Cavarzere, Piovese, Chioggia. Cittadine molto vivaci sia dal punto di vista politico che culturale e sportivo!seguici su www.lapiazzaweb.it

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Cambiano, invece, i nomi delle edizioni più sfogliate su Issuu. Qui spopola il supplemento PioveseSport che racconta tantissime realtà sportive della Saccisica, poi ancora l’edizione di Piove e a seguire quella di Chioggia.seguici su www.issuu.com/

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Il direttore nel suo blog si chiede se la sicurezza sia davvero un’emergenza oppure no.Se sia meglio spendere soldi in mille telecamere che registrano immagini che forse non guarda nessuno o se non si possa fare altro.seguici su www.lapiazzaweb.it/category/il-blog-del-direttore/

Il BLOGDELDIRETTORE

Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega, salta sul carro della sicurezza fai da te e si fa fotografare col benzinaio che ha sparato ai rapinatori.Che facciamo?Una pistola ad ogni veneto?seguici su www.lapiazzaweb.it/

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

LO STUDIO LO HA CONDOTTO LA CGIA MESTRE

Restano ingenti i debiti verso i fornitori

Nei giorni scorsi la Cgia di Mestre ha pub-blicato una analisi che individua i debiti accumulati dalle Ulss e dalle aziende sa-

nitarie del Veneto nel 2013, l’anno più recente a disposizione per valutazioni di questo tipo. Il totale a livello nazionale è imponente: si parla di qualcosa come 24,4 miliardi di euro. I dati a livello regionale e polesano sono “materia” di Claudio Sinigaglia, consigliere regionale del Pd

e vicepresidente della quinta commissione consiliare, che si occupa appunto di sanità. I suoi calcoli parlano per la Ulss 18 di Rovigo di un indebitamento verso i fornitori di 99 milioni di euro, di 30 milioni invece per la Ulss 18. Il dato acquista rilievo rapportandolo alla popolazione residente: il Polesine è la seconda provin-cia del Veneto per densità abitativa, ovvero il numero di abitanti per chilometro quadrato: la nostra è di 136,3 contro, per esempio, 437,1 di Padova o 358, 3 di Treviso. “Probabilmente il dato relativo al 2014 sarà migliore – spiega Siniga-glia – perché Palazzo Balbi ha recentemente contratto un debito con lo Stato di un miliardo e 400 milioni di euro, che però ci costringerà a restituire 60 milioni all’anno per i prossimi 25 anni. Grazie a questa somma, però, siamo riusciti a pagare alcuni fornitori. Ma i numeri parlano da soli”. E. D. A.

Una sanità di eccellenza o una sanità nella quale c’è molto da rivedere? Non è una domanda da poco. Ma una domanda che è inevitabile dopo che il Governa-

tore Luca Zaia ha reso noti i tempi di attesa per le visite specialistiche per le prestazioni diagnostiche erogate in Ve-neto nel 2014. “Siamo una sanità di eccellenza, non una sanità normale”, ha dichiarato il presidente della Regione nel corso dell’incontro con i direttori generali delle Ulss e delle Aziende ospedaliere del Veneto.

Dati che presi così, nudi e crudi, non appaiono affatto male, anzi, sono decisamente positivi. Sono contenuti nel rapporto Annexe. Le due Ulss del Polesine, la 18 di Rovigo e la 19 di Adria, si collocano infatti in ottime posizioni nella classifi ca che valuta la percentuale di adempienza, ossia di rispetto dei tempi previsti per le liste di attesa. Il rapporto suddivide le varie prestazioni in differenti classi di priorità, proprio con riguardo ai tempi previsti. La prima classe di priorità è di fatto non indicativa, dal momento che la percen-tuale di adempienza fi ssata per legge al 100%. La seconda classe riguarda le prestazioni per le quali la soglia è di 10

giorni. Le nostre due Ulss si posizionano nella parte nobile della classifi ca. Rovigo è all’87%, Adria al 95%. Entrambe hanno fatto decisamente meglio rispetto al 2013. Discorso simile anche per la terza fascia, con prestazioni con tempi-stiche tra i 30 e i 60 giorni. La percentuale di adempienza rimane molto alta: Adria da 3 anni è stabile al 94%, mentre Rovigo viaggia al 93%. E medesimo discorso vale per l’ulti-ma classe, con soglia fi ssata ai 180 giorni. La percentuale dell’Ulss 19 è del 99% e quella della Ulss 18 del 96%.

Insomma, è indubbio che sarebbe strumentale sostene-re che le cose vadano male. Ma non è scontato che sia tutto perfetto o che manchino i problemi.

Alcuni possibili problemi in effetti emergono se si ap-profondisce l’analisi. Lo ha fatto per esempio il segretario provinciale della Fp Cgil Davide Benazzo, che mette in luce alcuni aspetti che non emergono dal rapporto. Per esempio, spiega che i dati del rapporto escludono da questi dati l’ur-genza assoluta, rappresentata ossia dal pronto soccorso, e le visite successive alla prima. Come quelle di controllo. In sostanza quindi vengono considerate unicamente le prime

visite e i primi accertamenti diagnostici. Le graduatorie sono di fatto stilate senza prendere in considerazione successivi passaggi medici e diagnostici relativi a situazioni non bollate come urgenti. Un esempio classico è quello dell’anziano con una patologia cronica che necessiti di frequenti verifi che.

“In ogni caso – fa notare Benazzo – fornire risposte adeguate al paziente sui tempi di attesa è unicamente un dovere pervisto dalla legge. A noi fa sicuramente piacere, come sigla sindacale, di queste alte percentuali di adempien-za, ma va anche detto che sono solo una parte del puzzle della sanità polesana. Che è una sanità di qualità, questo è vero, ma versa in grosse diffi coltà”.

Tra le questioni evidenziate il fatto che spesso, soprat-tutto sul fronte della diagnostica, il cittadino venga dirottato verso il privato.E infi ne una critica all’operazione “ospedali aperti di notte” varata dal governatore della Regione Luca Zaia. Una idea che secondo i critici non ha dato i risultati sperati. Volendo tirare le somme, la sanità polesana non è certo allo sbando e gli elementi positivi ci sono. Ma anche quelli da rivedere.

di Elisa Dall’Aglio

“Il report escludedel tutto

la situazione del pronto soccorso,

ad esempio”

Resta aperto il caso dei frequenti

dirottamentidel paziente verso

erogatori privati

SANITA’: ECCELLENZA O CRISI?Il rapporto sull’adempienza alle tempistiche fi ssate per legge

per le liste di attesa premia le Ulss di Rovigo e Adria. Zaia: “Siamo una sanità

di eccellenza, non una sanità normale”. Ma è davvero così?

Per i sindacati ci sono vari fattori da considerare,

molti dei quali non presi in considerazione dalla

pubblicazione della Regione La vera salute non è solo liste di attesa

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555Argomento del mese

di Elisa Dall’Aglio

Home Care Premiun: grande idea, ma troppe restrizioni Il caso Il progetto per aiutare chi ha un non autosuffi ciente a carico a casa

Un progetto davvero meritorio, Home care premium: un contributo economico per le persone che convivono con un familiare non autosuffi ciente a carico. Una iniziativa senza dubbio positiva quella varata da Palazzo Nodari. Anche in questo caso tuttavia, a fronte di una idea sicuramente da lodare, non sono mancati gli appunti sulla maniera in cui è stata messa in atto.

In primo luogo, i paletti – per così dire – all’ingresso. Il progetto, curato dall’Inps e preso poi in carico dai Servizi sociali del Comune di Rovigo, non è cosa per tutti: i benefi ciari infatti possono essere unicamente dipendenti e pensionati pubblici, coniugi conviventi, i loro fi gli e gli orfani di dipendenti o pensionati pubblici. C’è poi una ulteriore barriera all’entrata: per potere ottenere il bonus era necessario avere la residenza in uno dei seguenti Comuni: Rovigo, Arquà Polesine, Boara Pisani, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Crespino, Frassinelle Polesine, Gavello, Guarda Veneta, Polesella, Pontecchio Polesine, San Martino di Venezze, Villadose, Villamarzana, Villanova Marchesana. I cittadini dell’Alto Polesine, di Adria e del Delta, sono stati di fatto esclusi dall’ac-cesso al fondo. Infi ne l’ultima scrematura, quella forse che prevede il criterio più semplice e restrittivo di tutti: il limite quantitativo dei benefi ciari, 100 in tutto. Questo ha avuto, come primo effetto, il fatto che il giorno in cui sono stati aperti i termini per presentazione delle domande si è di fatto scatenata una vera e propria corsa a presentare le carte.

Alcuni hanno persino avuto l’idea di andare a prendere il posto di persona, o mandare qualcuno, di fronte ai cancelli del Comune, in modo da potere essere i primi a presentarsi allo sportello al momento dell’apertura. Non è stato certamente possibile esaudire tutte le richieste pervenute. Ma 100 contributi per la non autosuffi cienza da seguire a domicilio non sono certo poco, in un momento di pesanti tagli e altrettanto ingenti ridimensionamenti dei servizi sociali qual è quello attuale.

L’intervento

Parla Davide Benazzo“I medici sonoallo stremo”La sanità polesana è in crisi. Non ha dubbi, Davide Benazzo, segretario di Fp –

Cgil, la sigla confederale che segue la funzione pubblica e la sanità che è una sua branca. Negli ultimi anni i trasferimenti dalla Regione verso le aziende sanitarie

sono calati in modo signifi cativo. Dal 2011 al 2014 c’è stata una riduzione superiore al milione di euro, con altri 900mila che saranno decurtati entro quest’anno.

Benazzo e Riccardo Mantovan, coordinatore delle Rsu (Rappresentanza sin-dacali unitarie) dell’Ulss 18, non hanno dubbi. “Gli ospedali di Rovigo e di Trecenta sono in forte diffi coltà – spiegano – Come sindacato onestamente non sappiamo più quali risposte dare ai medici che davvero non ce la fanno più”. La prima ricaduta dei tagli è stata sulla dotazione organica del personale. In 13 anni sono stati persi alme-no 350 posti di lavoro. Un effetto che si è scaricato su medici, personale infermieri-stico, tecnico e assistenziale. In misura minore sui dirigenti. Il tutto senza considerare la mancanza di ricambio: l’età media dei dipendenti ormai si aggira sui 50 anni. E più avanza l’età, più pesante diventa fare fronte a situazioni di stress sempre crescente alle quali costringono le decurtazioni di organico. Un circolo vizioso perverso.

“Sento dire – prosegue il segretario – che il problema degli ingorghi del pronto soccorso di Rovigo, intasato 24 ore su 24, deriva dalla recente apertura del no-socomio di Schiavonia: in realtà, le lun-ghe attese dei malati sono causate dalla carenza di medici e infermieri e dalla mancanza di strumenti, sul territorio, per ridurre l’accesso dei codici bianchi. Nei corridoi e in astanteria ci sono barelle piazzate ovunque, con un solo infermiere per venti persone (dato di routine) a fare il giro tra tutte le portantine, sperando non capiti il peggio”.

Il problema comunque non riguarda unicamente il pronto soccorso. “In un re-parto di cruciale importanza e delicatezza come la rianimazione dovrebbero essere presenti sette infermieri per turno – aggiunge Mantovan – Invece, spesso ce ne sono solo cinque. L’anno scorso il personale del Suem ha sempre fatto gli straordinari per coprire le emergenze su tutto il territorio. E nel Polo angiografi co e di emodinamica si ripete lo stesso copione: i dipendenti prestano servizio 12 ore al giorno per permet-terne il funzionamento. Ci sono poi reparti come pneumologia, geriatria e medicina dove sono stati aggiunti 6 o 7 letti bis (per far fronte al numero di degenze, sempre elevato per queste specialità) completamente privi di ausili come il comodino, l’arma-dietto dei vestiti e, in alcuni casi, anche del campanello per chiamare gli operatori”.

Il sindacato ovviamente farà la propria parte, ma la situazione non appare co-munque facile e la soluzione sicuramente non sta dietro l’angolo. “Noi – prosegue Benazzo – organizzeremo varie inziative sul territorio per segnalare come stanno le cose e denunciare queste diffi coltà. E’ importante che la gente lo sappia”. Un esempio indicato come positivo è quello di Padova. “Qui le sigle sindacali – spiegano infatti Benazzo e Mantovan – in accordo con l’Ulss, hanno chiesto alla Regione di poter superare il budget in deroga”.

“In 13 anni sono stati persi almeno 350 posti di lavoro, gli ospedaliboccheggiano”

E. D. A.

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6 Porto Viro

Al via il 28 febbraio con la com-media “Il clan delle vedove” interpretata dalla compagnia

Cic El Canfin di Baricetta la nona edizione della rassegna teatrale presentata dal gruppo “Abc teatra-le” che, come di consueto, si terrà alla sala polivalente del Centro Gio-vanile di San Giusto a Porto Viro. Quest’anno il sipario si leva in con-comitanza con la quarta edizione del concorso San Giusto che di anno in anno premia gli attori e le compagnie andate in scena durante la serie di appunta-menti che hanno saputo distinguersi negli spettacoli durante la rassegna. La serie di sei appuntamenti proseguirà poi il 7 marzo con “tutti pazzi per Agata” della compagnia Cit, la Compagnia Instabile di Taglio di Po. Il 14 marzo saranno invece I Sbregamandati di Polesine Camerini a promettere il divertimento degli spettatori con l’adattamento dal testo di Eduardo Scarpetta “Troppa grassia Sant’Antonio”. Arriveranno invece da San Donà di Piave il 28 marzo i Tipi da Teatro (Teatro dei pazzi) con “I primi veneti sulla luna” di Giovanni Giusto. Il penultimo appuntamento che porterà sul palco portovirese le compagnie amatoriali del territorio ospiterà invece la Proposta Teatro Collettivo di Arquà Polesine l’11 aprile con “Cocktail al circo” di Enzo Duse.

neWs

La tradizionale rassegnaal centro giovanile e’ tornato il teatro

El. Ca.

Un momento della rassegna

Una cicloavventura lunga quanto l’isola da Santiago a La Havana alla scoperta della cultura e della storia cubana. L’ultima im-

presa dei Free Bikers Mauro Garbin, Vincenzo Mancin, Mario Mantovan e Vittorio Cacciatori è corsa lungo la Carretera central permettendo loro di assaporare appieno i colori, i profumi e la gioia del popolo cubano che vive con spen-sieratezza seppur con il corrispettivo di 15 euro mensili. “Viaggiando in bici si ha la possibilità di vedere le cose che altri turisti non possono ve-dere – hanno riportato i cicloamatori al termine dell’avventura – Noi, pensando di interpretare il pensiero di Masetti, abbiamo voluto viaggiare a stretto contatto con le persone e con le cose”. Ed è proprio in ricordo del primo cicloviaggiatore della modernità, il polesano Luigi Masetti, che i Free bikers hanno incuriosito il popolo cubano con le maglie dedicate a un personaggio che sarà testimonial di Polesine Expo, il progetto realizzato da Consvipo in occasione dell’Expo di Milano. Sorpresi da “un teatro a cielo aperto in cui il protagonista quotidianamente è il popolo cubano” i Free bikers riportano una visione ine-

dita di Cuba in cui si sono sentiti “semplicemen-te ciclospettatori non paganti di uno spettacolo che andava in scena ogni mattina dal canto del gallo e si teneva fino a sera”. E ancora. “A Cuba si vive con l’essenziale e c’è più rispetto del prossimo, è importante il dialogo. Tutti i nostri valori perduti per la società cubana sono fonda-mentali”.

Sono stati diversi gli incontri che hanno segnato indelebilmente il viaggio del gruppo di amici. Da quello con Eugenio Suarez, direttore dell’archivio storico del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba, e la moglie Acela Caner, scrittrice, figure fondamentali per scoprire la sto-

ria di Cuba dall’embargo all’ipotesi dell’opzione zero. Particolarmente emozionante, come ri-portato dal gruppo, è stato visitare guidati dalla moglie lo studio di Antonio Granado, nel ricordo del suo mitico viaggio in moto con la “Podero-sa“ con l’amico Ernesto Guevara alla scoperta dell’America Latina. Infine, hanno potuto incon-trare don Bruno Roccaro, 94enne trevigiano da 40 anni a Cuba.

di Elisa Cacciatori

Una grande avventura sulle orme del pionierepolesano della bici e della libertà Luigi Masetti

La storia Il toccante racconto dei Free Bikers al ritorno dal loro viaggio a Cuba

Un mondo diverso e speciale scoperto in sella

I Free Bikers in un momento della loro avventura

Mirella Pregnolato, portovirese classe 1933, ha scelto di mettere nero su bianco i fatti che hanno

caratterizzato Contarina, e poi Porto Viro, dagli anni Quaranta al nuovo millennio, con-fezionando ad arte un regalo per le nuove generazioni, da un momento storico deter-minante qual è stato il Dopoguerra, secondo il punto di vista di una donna.

In un flusso di memorie non solo per-sonali, ma che sanno abbracciare ricordi cari ai portoviresi, la signora Pregnolato ha realizzato un libro che è una vera e propria raccolta storica composta da fatti e documenti, non solo del passato ma anche dell’attuale società; storie personali che sono attraversate dai ricordi dei portoviresi e che incarnano esperienze comuni, anche se in realtà la vita della signora Mirella non è da tutti. Ed è proprio avvertendo un’ur-genza di memoria da tramandare alle fu-ture generazioni che Mirella spiega la sua voglia di scrivere con la consapevolezza che le vite degli altri non sono troppo dissimili. Discendente di barcari e marineri, insegnan-te elementare per 35 anni, Mirella è stata parte attiva degli organismi scolastici e dei sindacati Cgil e, sin dall’adolescenza del Psi, fu la prima donna dell’allora Contarina ad essere presidente di seggio elettorale e giudice conciliatore, contribuì agli esordi della biblioteca comunale, dell’università popolare, dell’Auser e dell’attività motoria per i pensionati. Figlia di Guido Pregnolato, primo sindaco di Contarina dopo la guerra nel 1946, scrive “Quando Porto Viro era la

mia Contarina” prendendo come punto di partenza la riflessione che prima o poi tutti ci si ritrova a fare quando non si trova il tempo di pensare alle proprie origini e alle cosiddette “domande non fatte, le risposte perdute”. “Corriamo sempre, guardando avanti, senza mai voltarci indietro – scrive Mirella - Poi ci accorgiamo, quando ormai è tardi, che abbiamo perduto una parte di noi”. E dalla ricerca delle proprie origini la portovirese ha scelto di perdersi nei racconti di una società mutata profondamente dopo la seconda Guerra Mondiale e l’alluvione del ’51.

“Quando Porto Viro era la mia Contarina” è un ricordo per le nuove generazioni

IL RACCONTO DI MIRELLA

El. Ca.

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Stanziamenti per la Sicurezza nel bilancio regionale del Veneto

8 Porto Viro

L’ex Macello, punto di riferimento della cultura portovirese, resterà chiuso al pubblico fino a data da definirsi. Le porte che rimarranno ser-

rate non sono solo quelle della sala Veranopolis si-tuata al piano terra della struttura, ma anche quelle della sala prestiti della biblioteca e delle relative sale studio, frequentate quotidianamente da studenti uni-versitari e non. A scatenare il provvedimento, che ha preso forma con un’ordinanza urgente di chiusura a firma del sindaco Thomas Giacon, la necessità di prevenire e quindi di andare ad eliminare quei “gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica” citati nel documento.

Tutto ha avuto inizio dalla scelta di effettuare tre dei sei spettacoli previsti nell’ambito della rassegna teatrale portovirese nella sala Veranopolis. Una volta convocata, la commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ha dato esito negativo, facendo scaturire una serie di accertamenti da parte dell’amministra-zione sullo stato dell’edificio. Stando a quanto con-fermato dallo stesso Giacon, e poi riportato nell’ordi-nanza di chiusura, nel periodo che va da novembre 2012 a febbraio 2013 il Comune ha ricevuto tre diversi solleciti in relazione allo stato dell’edificio. “Le verifiche hanno fatto emergere tre distinte co-municazioni – ha spiegato Giacon - due dei vigili del fuoco e una della prefettura di Rovigo con cui si sollecitava il Comune ad adempiere agli impegni pre-si, assecondando le prescrizioni fatte. In più, l’ordinanza del Prefetto chiedeva precisazioni sulle determinazioni mai prese per garantire l’adeguamento della struttura e la tutela della sicurezza pubblica, inibendo il Comune a utilizzarla. Le comunicazioni del 2012 e del 2013 erano indirizzate a chi oggi non c’è più e si riferiscono a fatti che solo loro sapevano. Sono venuto a sapere della questione purtroppo il giorno

stesso dello spettacolo e mi sono trovato a dover scegliere se autorizzarlo, facendo finta di niente con

omissione d’atti di ufficio. Ho preferito seguire la legalità”. Ecco così spiegata la motiva-zione dell’annullamento, in primis, delle tre date della ras-segna teatrale all’ex macello e, di conseguenza, l’accessi-

bilità all’utenza della struttura. Gli uffici comunali ubicati all’interno dell’edificio restano fruibili dai soli dipendenti attraverso un decreto che permette loro di svolgere il proprio lavoro all’interno dei locali.

Nessun problema, invece per quanto riguarda la pro-grammazione dei tre appuntamenti della rassegna previsti al palazzetto dello sport. E’ stato consegnato il rinnovo del Cpi e la commissione ha dato il nulla osta definitivo. E se gli abbonati che avevano scelto anche l’opzione prevista all’ex macello sono stati rimborsati, il Comune pare non ci abbia comunque rimesso un centesimo. “Non abbiamo firmato i con-tratti con Arteven e, a sua volta, Arteven non ha firmato i contratti con gli artisti quindi non è stato dato alcun anticipo”. La chiusura dell’ex macello ha previsto anche l’annullamento di “Baracca e buratti-ni”, la rassegna di spettacoli per bambini.

di Elisa Cacciatori

Il caso Ex macello, mancherebbero i requisiti di legge necessari per rilasciare il permesso

Sala chiusa, spettacoli saltati

Il sindaco attacca: Thomas Giacon non ci sta ad assumersi la respon-sabilità del disguido e spiega che la situazio-ne affonda le radici nelle scel-te fatte o non fatte in passato

Il sindaco: “Chi c’era prima di noiha ignorato vari solleciti”. Annullatapure la rassegna dei burattini

“Erano arrivatesollecitazioniper i problemigià negli anni2012 e 2013”

Droga test in dotazione alla polizia locale e alle altre forze dell’ordine presenti nel territorio. L’Associazione nazionale dei carabinieri di

Porto Viro- Delta del Po presieduta da Giovanni Con-tiero ha donato al Comune di Porto Viro 125 droga test che gli agenti possono ora utilizzare nell’ambito della propria attività. Il conferimento degli stick si è tenuto alla presenza del sindaco Thomas Giacon e del presidente della locale sezione dell’Anc Giovanni

Contiero che hanno siglato la scrittura privata, parte integrante della delibera di giunta con cui il Comune ha recepito il dono. Con loro erano inoltre presenti il comandante della locale stazione dei carabinieri Emanuele Salvagnin, il vicepresidente della sezione dell’Anc Franco Bressan che ha voluto ringraziare pubblicamente per l’impegno speso nella realizza-zione della parte burocratica la socia e agente di polizia locale Fania Fanton, il socio Virginio Manto-

van e l’assessore alla polizia locale Silvia Gennari. “I droga test - ha voluto precisare Contiero - sono strumenti propedeutici all’accertamento della viola-zione dell’art. 187 del codice della strada ‘guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti’. Ogni stick, tramite l’esame della saliva, permette di accertare se la persona è sotto l’effetto di sostanze stupe-facenti. E’ un precursore che serve a giustificare il prelievo dei liquidi biologici”.

neWs Dono alle forze dell’ordineDall’anc, un aiuto per chi vigila sulla sicurezza in straDa

El. Ca. La donazione dei 125 droga test

segue da pag. 1Al centro del dibattito la sorte destinata a Graziano Stacchio, il

benzinaio del piccolo comune nel Vicentino balzato agli onori della cronaca veneta e nazionale, che ha sparato nel corso di una rapina ad uno dei banditi, uccidendolo, per difendere la commessa di una gio-ielleria che era minacciata dalla banda. Stacchio, diventato il simbolo della lotta contro l’escalation criminale che sta colpendo il Veneto, è indagato per eccesso di difesa. A Ponte di Nanto tutti si sono schierati a favore del benzinaio, lo stesso ha fatto il sindaco Joe Formaggio ad Albettone, un paese limitrofo, che ha fatto stampare delle magliette con tanto di slogan “Io sto con Stacchio”.

Sta con Stacchio anche il governatore del Veneto Luca Zaia che ha defi nito il benzinaio “un uomo che non ha esitato a mettere a rischio la propria incolumità e a fronteggiare un grave atto criminale che si stava compiendo” .

Al di là della cronaca, la questione è più ampia e riguarda la sicurezza, un tema “di pancia” che sta a cuore ai veneti, esasperati per il sostanzioso incremento di fatti criminali che interessano i loro territori e preoccupati per la loro incolumità. I Comuni investono in telecamere per monitorare vie e piazze, i cittadini si organizzano in gruppi di vicinato, attivissimi in rete nel passaparola con facebo-ok a segnalare situazioni sospette e a controllare il territorio. Anche nei nostri giornali troverete parecchi articoli sul tema. Ci sono anche coloro che, abitanti di intere vie, sarebbero disposti ad acquistare in proprio – se si potesse - telecamere o assoldare guardie giurate per scoraggiare i malintenzionati. Eppure viene da chiedersi: le soluzioni proposte e messe in atto sono realmente effi caci? E’ giusto che i cit-tadini si dotino di armi per difendersi da soli? Sono opportuni i gruppi di vicinato, ed è giusto che i cittadini si trasformino in investigatori? E quanto effi caci sono in realtà le telecamere installate dai Comuni? Sono adeguati deterrenti? Non si può negare che il problema esista, e forse si può anche capire la reazione del benzinaio, ma se invece di spingere sulla giustizia fai da te si puntasse l’attenzione sull’opportu-nità di rafforzare l’azione delle forze dell’ordine?

E se, al posto delle telecamere, si destinassero a queste ulti-me maggiori risorse, introducendo magari qualche agente in più a presidio del territorio, a tutela dei cittadini e come risposta alla paura della gente? Forse si eviterebbe che gente spaventata e che si sente minacciata imbracci un fucile, costretta poi a fare i conti con le conseguenze a volte anche tragiche dei propri gesti dettati dalla drammaticità del momento.

Editoriale“Io sto con il benzinaio”

di Ornella Jovane*

*[email protected] - [email protected]

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9Porto Viro

Torna la festa del tartufo a Porto Viro. A con-fermare la programmazione degli eventi in calendario il 14 e 15 marzo in piazza della

Repubblica è l’assessore alle attività produttive Silvia Gennari che anticipa le novità previste durante la decima edizione. “Come ammini-strazione crediamo molto nella festa del tartu-fo, che quest’anno giunge alla decima edizione – ha considerato Gennari – Si tratta di un’ini-ziativa che da sempre ha dato buoni riscontri e a marzo ci darà la possibilità di valorizzare le eccellenze del nostro territorio, è questo il caso del miele e del radicchio, in funzione dell’Expo, anche nel contesto portovirese”. Per creare una

consapevolezza e una conoscenza, non solo del tartufo, ma dell’intero territorio del Delta e delle sue peculiarità, saranno coinvolte nell’ini-ziativa tutte le scuole del comprensivo portovirese attraverso diversi proget-ti realizzati ad hoc. “Gli alunni di quarta, a gruppi, dovranno realizzare degli elaborati su tavolette descrivendo e concretizzando la loro idea del Delta – ha spiegato Gennari - La premiazioni del concorso si terrà poi la mattina del 14 con la consegna dei premi ai primi classificati per

complessivi 300 euro, somma destinata alla realizzazione di progetti scolastici.

Per gli studenti della secondaria è invece prevista una visita al centro sperimentale per la tartuficoltura di Porto Viro tenuta da Enrico Vicentini. Un convegno sulle eccellenze del territorio si terrà invece

all’istituto turistico C. Colombo”. La decima edizione della festa del tartufo, di cui si parla già da ora in ambito scolastico, s pone come un’iniziativa volta a dare il giusto risalto non

solo al tartufo, ma l’intera produzione enoga-stronomica del territorio, proprio come confer-mato dall’assessore Silvia Gennari.

“Nella giornata di domenica, piazza della Repubblica ospiterà una mostra mercato dei prodotti tipici dove, oltre agli stand delle as-sociazioni dei tartuficoltori, saranno presenti le associazioni di produttori agricoli. – ha an-ticipato Gennari – Inoltre, per l’occasione, è prevista anche la collaborazione delle due Pro loco. Dalle 10 della domenica le Pro loco di Do-nada e Contarina saranno impegnate sotto allo stesso stand per le degustazione di assaggi e finger food in piazza con prodotti locali e vino”.

La festa del tartufo prevede aree di svago per i bambini con gonfiabili e la giostra cavalli. Per gli appassionati di motori del passato si terrà invece un’esposizione di auto d’epoca. Non mancheranno nel pomeriggio della domenica spettacoli accompagnati da musica. I ristoranti del territorio, nella settimana della festa del tartufo, oltre a proporre menù a base di tartufo esporranno gli elaborati prodotti dagli alunni.

Expo anche qui sul Delta. Alla festa saranno in evidenza le eccellenze del territorio

Concorso Gli studenti descriveranno la loro idea del Delta

Festa del Tartufo a metà marzoL’assessore Silvia Gennari

Coinvolte tutte le scuole con progetti ad hoc

Hanno concluso con successo il periodo di alternanza scuola lavoro i 17 studenti dell’istituto d’istruzione superiore C. Colombo che hanno partecipato all’inizia-

tiva che permette di conoscere da vicino, facendone parte, la

realtà aziendale attraverso un tirocinio. Per celebrare la con-segna degli attestati si è tenuto un incontro nell’aula magna dell’istituto a cui hanno partecipato, con i docenti coordinatori Maria Luisa Pasini e Guido Smanio, la dirigente scolastica Cristina Gazzieri e il sindaco di Porto Viro Thomas Giacon, oltre agli alunni dell’attuale terza che saranno interessati quest’anno per un mese dall’iniziativa che li porterà a cono-scere le diverse realtà aziendali, e ovviamente, gli ex alunni

delle terze. L’alternanza scuola lavoro, cominciata all’istituto nel 2009, come ha potuto illustrare l’insegnante Pasini, rap-presenta da sempre un buon biglietto da visita per gli studenti che si affacciano così al mondo del lavoro con competenze certificate. Durante la consegna degli attestati da parte della preside e del sindaco ognuno degli studenti che ha concluso l’iniziativa ha avuto modo di condividere un pensiero o un ricordo sull’esperienza. El.Ca.

Dal 2009 è molto apprezzatascuola lavoro, alternanzaancora una volta vincente

Colombo

10 Porto Tolle

Che Porto Tolle non fosse esattamente la terra delle opportunità già si sape-va, ma che dovesse anche iniziare a

fare i conti con una vera e propria emergen-za abitativa era difficile da prevedere fino a qualche anno fa. Eppure, a fronte di una progressiva diminuzione della popolazione residente, le persone prive di una casa sono in aumento. Il problema è che per loro di fatto non c’è posto.

È un vero e proprio allarme quello lanciato dal vicesindaco (e delegato alle Po-litiche della casa) Mirco Mancin: “Non ho gli strumenti per dire quando siano iniziate le difficoltà, ma posso senz’altro dire che dal 2013 a oggi la situazione è molto peg-giorata. La crisi economica ha presentato il conto anche al nostro territorio e se pensia-mo che gli affitti a Porto Tolle partono da minimi di tre-quattrocento euro al mese è facile rendersi conto della difficoltà per le fasce più deboli della popolazione”. Detto questo, la ragione principale dell’emer-genza sta nello scompenso tra il numero di persone bisognose di un’abitazione e la mancanza di alloggi a prezzo convenzio-nato forniti dall’Ater, l’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale. Le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari a Porto Tolle sono bloccate da quasi due anni, ma nonostante questo una quarantina di perso-ne non ha ancora avuto la possibilità di ve-dersi assegnato un alloggio. A questa lista si aggiungono poi una quindicina di persone – non inserite nella graduatoria – che si ritrovano prive di soluzione. A volte sull’orlo

della disperazione: gente colpita da sfratti, disoccupati, o più in generale individui in condizioni di disagio sociale.

“Queste sono le persone più in diffi-coltà – sottolinea Mancin – ed è davvero deprimente ascoltarle con la consapevolez-za di poter fare poco per loro”. Infatti il Co-mune sembra avere un margine di manovra ridottissimo per fare fronte al problema. A Porto Tolle le case Ater sono all’incirca duecento, distribuite su tutto il territorio comunale. Di queste una trentina non è occupata, ma si tratta di abitazioni che non possono essere assegnate a causa dei lavori di adeguamento di cui necessitano. Sia sul piano strutturale, sia per quanto le riguarda le certificazione di carattere energetico e idraulico. Nella migliore delle ipotesi ade-guare un appartamento sfitto da qualche mese costa una cifra vicina ai quattromila euro, mentre per sistemare un alloggio vuo-

di Alessandro Orlandin

Ci sono alloggi Ater sfitti, ma mancano i soldi per sistemarli e renderli abitabili: è un rebus

L’inchiesta Oltre una quarantina le persone in attesa di una sistemazione

E’ emergenza abitativa:in tanti sono senza casa

Costruire costa, sistemare pure: la soluzione non si vede

to da alcuni anni la cifra sale a un livello che oscilla tra i venti e i cinquantamila.

Cifre che fanno a pugni con i fondi a disposizione di Ater: “Basti pensare – pun-tualizza ancora il vicesindaco – che entro il 2014 dovevamo ricevere otto apparta-menti pronti da affittare e allo stato attuale ne abbiamo ottenuti solo due. Altri tre o quattro potrebbero arrivare entro la fine di marzo, gli altri si spera entro l’anno. Ma è chiaro che non basteranno. Anche perché sul binario parallelo arrivano gli sfratti. A Porto Tolle ne abbiamo avuto uno nel 2014 e un altro nei primi mesi di quest’anno”. Nessuno, davvero, sino a qualche anno fa se lo sarebbe aspettato, ma adesso è un dato di fatto incontrovertibile: anche a Porto Tolle c’è emergenza abitativa. E le soluzioni non si vedono.

Un affitto medio arriva a costare sino ai 400 euro mensili, per molti è troppo

Oltre a prendere atto della gravità dell’emergenza abitativa, cosa può fare un Comune come quello

di Porto Tolle per fare fronte al disagio dei propri cittadini?

Non molto a quanto pare, viste le poche competenze in materia. Secondo il vicesindaco Mancin un riordino gene-rale delle varie Ater (ogni provincia del Veneto ne ha una) potrebbe essere una prima soluzione per iniziare a sbloccare la situazione: “A fronte di continui tagli delle risorse una razionalizzazione a livello centrale permetterebbe di spen-dere meglio i soldi a disposizione. Non a caso su questo tema abbiamo chiesto maggiore attenzione ai consiglieri regio-nali”. Sul piano locale invece si conta sul piano vendite che coinvolge ventuno alloggi, di cui sette sfitti e da ristruttura-re: “Con le entrate derivanti dal Piano si potrebbero costruire cinque o sei nuovi appartamenti in grado di alleviare un po’ la situazione, ma i tempi in ogni caso rischiano di essere molto lunghi a causa dell’interminabile trafila di pas-saggi burocratici da fare”.

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Il Comitato di Approvazione di TÜV ha re-centemente autorizzato il rilascio del nuovo Certificato di Qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008 che avrà valenza fino all’11.06.2014 e il nuovo certificato di Siste-ma di Gestione Ambientale secondo la nor-ma UNI EN ISO 14001:2004, valevole sino al 24.05.2014, al Consorzio di Bonifica Delta del Po.I certificati ISO 9001 e ISO 14001 indicano che il Consorzio di Bonifica Delta del Po prov-vede a garantire una serie di servizi e di at-tività nel rispetto delle procedure di legge sia per quanto riguarda i servizi che per quanto riguarda la gestione ambientale. Tali attività sono:• l’erogazione di servizi relativi alla bonifica, alla difesa del territorio e all’irrigazione;• la gestione, la manutenzione e l’esercizio delle opere relative alla rete di bonifica ed ir-rigazione, delle opere complementari e degli impianti di sollevamento acqua;• la progettazione e l’esercizio di opere idrau-liche e di vivificazione ambientale.Avere ottenuto il Certificato di Qualità ISO 9001 è fonte di soddisfazione per gli ammi-nistratori e i dipendenti del Consorzio perché indica che l’Ente è organizzato per garantire e assicurare un servizio di qualità. Il Consorzio è infatti uno dei pochi enti pubblici ad aver intra-preso tale percorso ed aver ottenuto l’impor-tante riconoscimento. Per il raggiungimento di questo obiettivo il Consiglio di Amministra-zione del Consorzio, che ha appoggiato tale iniziativa informato dal Direttore del rilascio dei certificati del sistema di qualità, intende ringraziare tutto il personale dipendente per la professionalità e l’efficienza dimostrata du-rante le visite ispettive e per l’impegno pro-fuso nel garantire il superamento di tutti gli step necessari, puntualizzando che il risultato ottenuto va a beneficio di tutti i consorziati. In Veneto solo i consorzi di bonifica polesani hanno raggiunto l’obiettivo e l’aver ottenuto tali certificazioni è sicuramente un punto di arrivo. Certo è che i requisiti dimostrati de-vono essere mantenuti e migliorati nel tempo e a tale proposito, il Consorzio sarà soggetto a periodiche visite ispettive da parte di TÜV ITALIA S.r.l. che dovrà verificare che l’Ente abbia le carte in regola per mantenere le cer-tificazioni di qualità. L’importanza dell’ottenimento della certifica-zione di qualità è stata poi evidenziata dal vigente D.lgs n.207 del 05.10.2010 “Regola-mento di esercizio ed attuazione del decreto legislativo 12.04.2006 n.163”, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione della direttiva 2004/17/CE e 2004/18/CE” che, nel caso di programmi redatti da progettisti interni come nel caso del Consorzio, consente che la validazione possa essere fatta dagli stessi uffici tecnici qualora l’ente sia dotato di un sistema interno di con-trollo di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001 e il Consorzio di Bonifica Delta del Po ha

dimostrato di essere organizzato secondo le norme internazionali di riferimento. Un orga-nismo esterno indipendente, opportunamente autorizzato, ha certificato la corretta applica-zione della norma.Organizzare l’azienda secondo la norma signi-fica implementare il sistema di gestione della qualità dei servizi e della gestione ambientale attraverso un insieme documentato di proce-dure e istruzioni di comportamento tali da es-sere certi di ottenere in termini di qualità ciò

che si promette al consorziato. Creare un si-stema di qualità di certo non è cosa semplice perché varia per ogni ente e deve essere co-struito caso per caso, adattando i meccanismi interni di controllo della qualità alle richieste della norma.Il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio, uno dei pochi enti pubblici ad aver ottenuto tali riconoscimenti, ringrazia tutto il personale dipendente per la professionalità e l’efficienza dimostrata.

Il Consorzio di Bonifica Delta del Po ha ottenuto le certificazioni di gestione della qualità

ISO 9001 e di gestione ambientale ISO 14001

Sopra il Consiglio d’Amministrazione, a fianco le certificazioni ISO 9001 e Iso 14001

IL CONSORZIO IN CIFRE

SUPERFICIE COMPRENSORIALE 62.780 HAUnità territoriali: S.Anna; Rosolina; Porto Viro; Isola di Ariano; Porto TolleTerreni bonificati ed aree litoranee 45.295 haValli da pesca 8.641 ha Lagune 8.844 ha

GESTIONE IDRAULICACanali di scolo 650 KmImpianti idrovori n. 39Acqua sollevata ed espulsa dagli impianti idrovori in un anno 400.000.000 mcPotenza impegnata 18.000 kwEnergia consumata 10.200.000 Kwh

IRRIGAZIONECanali, canalette e tubazioni 200 KmImpianti irrigui n. 24Impianti pluvirrigui n.4 Potenza impegnata 1.176 KwEnergia consumata 2.200.000 Kwh

DITTE CONSORZIATE: n. 32.000

CONSORZIO DI BONIFICA DELTA DEL PO ADRIANO TUGNOLO NUOVO PRESIDENTE

Adriano Tugnolo, il

nuovo presidente

del Consorzio e a destra la

sede consorziale a Taglio di Po

E’ Adriano Tugnolo il nuovo Presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po. E’ stato eletto dall’Assemblea consorziale, riunitasi nella sede dell’ente in via Pordenone a Taglio di Po lo scorso giovedì 5 febbraio 2015. Tugnolo, 58 anni, di Porto Tolle, sposato con Antonella, due figlie, Martina e Laura, conduce una azienda agricola. Diplomato all’IPSIA con indirizzo meccanico, ha subito cominciato a lavorare nell’azienda agricola del padre a Ca’ Mello di Porto Tolle. Da 15 anni è nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Bonifica dove, negli ultimi dieci anni, ha ricoperto il ruolo di Vicepresidente con il suo predecesso-re Fabrizio Ferro. La stessa Assemblea ha poi eletto Vicepresidente Paolo Astolfi, 51 anni, di Taglio di Po, titolare di un’azienda agricola. Del Consiglio di Amministrazione fanno parte inoltre Alessandro Duò, imprenditore di Porto Viro, e Antonio Beltrame, titolare di un’azienda agricola di Rosolina. Del Consiglio di Amministrazione del Consorzio fa parte anche il Sindaco di Rosolina, in qualità di rappresentante dei Sindaci del territorio. “L’aver avuto la fiducia dell’Assemblea consor-ziale per i prossimi 5 anni – queste le sue prime parole da Presiden-te – è per me motivo di orgoglio. L’impegno sarà in tutto il territorio per l’agricoltura e la pesca, in sintonia con i consorziati proprietari di immobili urbani e produttivi e con i comuni del comprensorio”. ll programma della nuova Presidenza prevede il mantenimento dell’at-tuale livello dei servizi verso cittadini e contribuenti, impegnandosi a migliorarlo dove necessario, la ricerca di risorse finanziarie attraverso progetti mirati, azioni divulgative per dar conto alla cittadinanza delle iniziative e dei progetti, sia attraverso la stampa che con incontri sul territorio nonché il mantenimento ed il miglioramento delle collabo-razioni in essere soprattutto con le amministrazioni comunali e con gli altri enti territoriali. Ma il neo presidente Tugnolo non nasconde il maggiore dei problemi del Consorzio del Delta, ossia la carenza di risorse economiche indispensabili per garantire la sicurezza idraulica del territorio che, ricorda, si trova sotto il livello del mare. E quindi è necessario sollevare tutta l’acqua piovana e quella di infiltrazione, con enormi consumi di energia elettrica. Nel particolare il Presidente Tugnolo indica quali obiettivi prioritari il mantenimento degli attuali livelli di sicurezza idraulica del comprensorio, il miglioramento della gestione irrigua, utilizzando i fondi disponibili nel Piano Irriguo Nazio-nale, la ricerca di finanziamenti, in sinergia con il mondo della pesca, per il reperimento dei finanziamenti necessari alla vivificazione delle lagune e delle aree umide, e la lotta continua contro la risalita del cu-neo salino e contro le conseguenze della subsidenza. Altro impegno dichiarato dal Presidente Tugnolo è quello di perseguire la massima trasparenza con i consorziati e con i portatori di interesse del com-prensorio consorziale, garantendo la presenza sul territorio per pro-gettare il futuro in maniera condivisa e partecipata dai cittadini.

12 Porto Tolle

Il Comune di Porto Tolle e la polizia locale dichiarano guerra ai barbari degli argini. Un fenomeno che nelle ultime settimane

ha fatto decisamente tribolare gli amanti del paesaggio ma anche della correttezza. Ultimamente sono stati infatti segnalati nu-merosi episodi di abbandono incontrollato di rifiuti, soprattuto nelle zone arginali.

L’episodio più clamoroso si è sicuramen-te verificato nella località di Tolle. Qui (mol-to probabilmente durante la notte) era sta-to abbandonato un ingente carico di rifiuti. Erano stati necessari ben due camion pieni per portarli via e avviarli allo smaltimento. C’erano persino frigoriferi ed elementi di arredamento, come parti di una camera da letto. E persino lavabo del modello che si installa di solito in casa. Una vista davvero fastidiosa. Di qui la decisione di incremen-tare i controlli e chiedere alla polizia locale di fare il possibile per individuare i respon-sabili di un gesto sicuramente molto brutto. Tra l’altro neppure facile da spiegare, se si pensa che il servizio di raccolta funziona regolarmente, come ha riscontrato la stes-sa amministrazione comunale, dopo avere avviato gli accertamenti del caso.

Insomma: chi molla rifiuti in giro non ha scusanti di alcun tipo. E se individuato dovrà affrontare le sanzioni, severe, previste dalla normativa per questo tipo di situazioni. Alla polizia locale è stato chiesto, dall’assessore comunale competente Mirco Mancin, di fare proprio questo. Non lesinare alcunosforzo per risalire a chi tenta di trasformare l’ar-gine in una discarica. E’ possibile che alcu-

ne indicazioni sulle buste e le sporte con all’interno l’immondizia, o determinati tipi di scarti, consentano di farcela. E’ già acca-duto alcune settimane fa a Polesella, dove alcuni documenti buttati via hanno portato i carabinieri a venire a capo del caso.

L’amministrazione guidata dal sinda-co Claudio Bellan ha insomma deciso di imboccare con risolutezza la strada della tolleranza zero. Del resto, come tollerare atteggiamenti di questo tipo quando è at-tivo un servizio che garantisce la regolare ricezione e lo smaltimento dei rifiuti?

Segnalati vari casidi abbandonosugli argini, ilComune incaricala polizia locale

RIfIuTI buTTATI TOLLERANZA ZERO

Al. Or.

Venti mesi da politico possono bastare per Mas-similiano Battiston. L’ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle per le comunali del 2013 a

Porto Tolle ha infatti rassegnato le dimissioni da consi-gliere, lasciando così spazio al subentro a Veronica De Stefani, la prima dei non eletti nella sua lista. “La scelta della rotazione tra i vari candidati alla carica di consi-gliere – dice Battiston – era già prevista nel program-ma elettorale per poter così rispondere agli obiettivi di coinvolgimento e partecipazione attiva, che da sempre animano il movimento”.

Massimiliano, che bilancio fa di questi quasi due anni in consiglio comunale?

“La considero un’esperienza bella e importante, che mi ha dato la possibilità di conoscere meglio la macchina burocratica comunale, nel bene e nel male. Una macchina che procede con una certa lentezza, per diverse ragioni”.

Per esempio?“Dal punto di vista pratico non ho potuto fare a

meno di notare come tanti dei buoni propositi espressi

dall’amministrazione rimangano lettera morta. Nell’af-frontare un problema spesso si parte con grande spirito di volontà e unità di intenti, ma spesso si rimane fermi alle parole spese nelle conferenze dei capigruppo”.

Invece dal punto di vista politico che giudizio ha maturato?

“Più che un giudizio ho ricavato l’impressione di un’amministrazione in perenne attesa di qualcuno o qualcosa per la risoluzione dei problemi del territorio. Per come la vedo io servirebbe un atteggiamento più determinato, anche a costo di prendere decisioni im-popolari. Nello specifico si possono citare le situazioni della Centrale Enel e della pesca. Nel primo caso dopo il consiglio comunale aperto di ottobre, in cui ci si era detti tutti uniti, poi non c’è stato più alcun incontro, né una vera proposta di piano di lavoro. Per quanto riguarda la pesca ho visto tante prese di posizione, ma poche azioni veramente concrete”.

Se potesse dare un consiglio al sindaco Bellan quale sarebbe?

“Lo incoraggerei a creare le condizioni utili per un

reale confronto tra le varie rappresentanze politiche. Che inizi fuori dal consiglio comunale, magari con delle commissioni. Perché spesso si finisce col dibattere senza avere approfondito a sufficienza temi chiave. Un esem-pio per tutti: il bilancio”.

L’amministrazione reggerà fino al 2018, anno delle nuove elezioni?

“Onestamente non lo so. Il fatto che si vada verso la costituzione di uno o addirittura due gruppi consiliari all’interno della maggioranza non mi sembra un buon segno. Fossi il sindaco sarei preoccupato, perché così si

ha l’impressione che le varie forze cerchino di ricavarsi uno spazio di maggiore autonomia. Tra l’altro se ve-nissero nominati due capigruppo ci si troverebbe a fare delle riunioni con mezzo consiglio comunale presente”.

Che consiglio darebbe a Veronica De Stefani nel lasciarle il posto?

“Di essere se stessa e portare le sue capacità e competenze al servizio della comunità. Veronica è una ragazza molto valida e saprà cavarsela egregiamente. Io e gli altri faremo in modo di darle tutto il supporto necessario”.

di Alessandro Orlandin

L’analisi: “Servirebbe il coraggio di fare le scelte necessarie, come ad esempio per la centrale dell’Enel”

Consiglio comunale Dopo 20 mesi Battiston lascia, subentra Veronica De Stefani

I Cinque Stelle si passano il testimone

La centrale Enel di Polesi-ne Camerini viene citata da Massimiliano Battiston come una tematica per trattare la quale a suo avviso sarebbe stata neces-saria, da parte dell’am-ministrazione comunale, una decisione maggiore di quella che è stata invece mostrata

“Non so sela maggioranzasarà in gradodi reggeresino al 2018”

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14 Ariano

Parco, scoppia il caso dei Comuni della Sinistra Po. Hanno chiesto di entrare nel Parco regionale del Delta Po Veneto, ma la Regione ha detto no. E

allora il sindaco di Polesella Leonardo Raito ha inviato una lettera ai colleghi della Sinistra Po polesana e della Destra Po ferrarese per mettere a punto una strategia comune di valorizzazione del territorio. Un progetto am-bizioso e soprattutto una possibilità di estensione del Parco della quale ancora non si era parlato.

La comunicazione del primo cittadino di Polesella è stata inviata ai sindaci di Bergantino, Bosaro, Calto, Canaro, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Crespino, Ficarolo, Gaiba, Guarda Veneta, Melara, Occhiobello, Salara e Stienta per quanta riguarda la riva polesana del Grande fiume, e Berra, Bondeno, Ferrara e Ro ferrarese per la parte, appunto, ferrarese.

“L’iter esatto del progetto non è ancora stato stabi-lito - spiega il sindaco Raito - ma un primo passo in que-sta direzione si potrà avere se i miei colleghi destinatari della lettera accetteranno l’invito a sedersi intorno ad un tavolo per discuterne”.

Facendo un passo indietro, la lettera di Raito parte

da una bocciatura. Appunto, quella che la Regione ha riservato alla richiesta di entrare nel perimetro dell’ente parco.

“Recentemente – prosegue – la Regione del Veneto ha bocciato la proposta avanzata dal mio e da altri comuni di far parte della nuova organizzazione di gestione della destinazione turistica promosso dal Parco del Delta del Po veneto. Ovvio che ci sia stato dispiacere per questa scelta, dettata dalla non contiguità territoria-le di questi comuni col territorio del parco. Pare infatti evidente come le logiche di promozione turistica, anzi-ché inclusive, siano esclusive e non cerchino la strada di sinergie qualificanti che potrebbero comportare vantaggi in chiave di cooperazione e sviluppo”.

Passata la delusione iniziale è comunque stato il momento di una nuova idea: fondare un nuovo parco che da subito potrebbe avere la caratteristica dell’inter-regionalità: “Un grande progetto di costituzione di un Parco interregionale della Destra e Sinistra Po sarebbe in grado di catalizzare bacini di turismo sostenibile in-teressati al corso del Grande fiume. L’interregionalità, inoltre, rappresenta, a mio avviso, un’esperienza che

potrebbe portare al positivo scambio di buone prassi e di progetti da mettere in comune, alla valorizzazione delle aree di passaggio, all’identificazione di ambiti culturali specifici e condivisi, alla presentazione di proposte da fare insieme su bandi di finanziamento europei, nazio-nali, regionali”.

Quindi Raito conclude rilanciando ulteriormente e arrivando anche a suggerire l’ipotesi della Transpadana ferrarese: “A tal proposito – prosegue – ritengo che per

poter avviare un percorso insieme su questi temi, sia op-portuno fondare un gruppo di lavoro o un’associazione destinata, magari tra non molto tempo, a diventare un nucleo portante di una comunità di parco interregionale. Per i comuni polesani dell’asta fluviale, si potrebbe ri-proporre l’interessante prospettiva di recupero, in chiave culturale, e di promozione delle tradizioni, dell’antica Transpadana Ferrarese”. Idee suggestive. Ora si attende il riscontro.

di Elisa barion

Li guida il sindaco di Polesella Raito:“Ho scritto ai miei colleghi polesani e ferraresi: vediamo cosa dicono”

Il caso I Comuni della Sinistra Po non sono stati ammessi. E allora reagiscono

Parco del Delta, arrivano i “dissidenti”

Leonardo Raito. Il sindaco di Polesella ha scritto agli altri primi cittadini della Sinistra Po polesana e del-la Destra Po ferrarese. La proposta è quella di costi-tuire un gruppo di promo-zione territoriale che possa essere il primo passo verso la creazione di un parco in-terregionale. Il tutto dopo che la Regione del Veneto ha detto no all’ingresso nel parco del Delta

“Se non civogliono, allorafacciamoci da soli la nostra interregionalità”

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“Il complesso scolastico G.B. Stella sarà presto terminato”. Ad annunciarlo l’as-sessore all’urbanistica e lavori pubblici

Davide Marangoni: “Il progettista incaricato – ha spiegato - per la redazione del progetto definiti-vo - esecutivo, l’architetto Andrea Dondi Pinton di Padova, è stato selezionato tramite la procedura prevista dal Codice degli Appalti e basata sui cur-riculum pervenuti e sulle proposte migliorative al progetto. Uno dei primari obiettivi di questa am-ministrazione è sempre stato quello di portare a compimento la realizzazione del complesso G.B. Stella, ed oggi, in particolare, la conclusione dello stralcio che comprende la scuola materna. Questo iter va quindi a completare quanto iniziato nel 2007 con l’amministrazione Crivellari”.

“Durante la stesura del progetto esecutivo – ha specificato Marangoni – abbiamo concertato con il preside e i docenti interessati in modo che da rendere quan-to più condiviso il progetto”. La parola è quindi passata al progettista, l’architetto Dondi Pinton: “Il progetto originale - spiega – è stato modificato per andare incontro a nuove necessità, anche secondo le modifiche legislative intercorse dal 2007 ad oggi. Per rendere il progetto più con-

sono agli standard di una scuola materna si è riva-lutato il rapporto con gli spazi esterni, tralasciando il concetto di aula a favore di quello di sezione. I bambini possono così entrare ed uscire liberamen-

to dal giardino. Le modifi-che sostanziali riguardano il rialzamento del livello del giardino allineato con gli spazi interni e la creazione di affacci nuovi dalle aule verso gli spazi esterni”.

“Ci saranno tre sezioni – ha proseguito il pro-fessionista - gialla, azzurra e viola, i relativi bagni, la zona per le attività miste, per le attività semplici e per quelle lavorative e la mensa. Nel frattempo,

dal 2008 ad oggi, sono entrate in vigore nuove norme tecniche che riguardano il rischio sismico per il territorio e che obbligano le amministrazioni all’adeguamento delle scuole. Di conseguenza, all’interno di questa progettazione, è inclusa la valutazione del rischio sismico per tutta la scuola e l’inclusione della porzione relativa la scuola ma-terna nell’adeguamento”.

I lavori inizieranno verso la fine di giugno, con la realizzazione di quelli più impattanti, sfrut-tando la pausa estiva per limitare i disagi alle classi adiacenti per poi terminare nei primi mesi del 2016. Presto quindi un intervento lungamente atteso potrà dirsi concluso, a beneficio di tutta la comunità.

di Silvia boscaro

Il progetto iniziale è stato in parte rivisto, anche per tenere conto delle nuove leggi

Servizi Se ne parla dal 2007, ma finalmente ci siamo: entro giugno il cantiere

Materna Stella, a breve partiranno i lavori

Amministratori e architetti assieme per la presentazione

“E’ dovere e volontà di questa amministrazione comunale in-formare i cittadini sui contributi regionali richiesti, concessi e taluni negati al nostro Comune”. Ha esordito così il vicesinda-

co Alberto Fioravanti, durante una conferenza stampa espressamente convocata.

“Malgrado il 2014 sia stato decisamente impegnativo per il nostro ufficio tecnico – ha spiegato – c’è stata una decisa volontà di parteci-pare ai nuovi bandi regionali per tentare l’assegnazione di contributi al Comune di Taglio di Po. Sin dalla campagna elettorale il nostro tentativo è stato quello di salvaguardare il patrimonio che già possediamo senza cercare opere faraoniche. Con i contributi richiesti e concessi sarà possi-bile terminare alcuni lavori e iniziarne di nuovi”.

La parola è quindi passata all’assessore alla viabilità e urbanistica Davide Marangoni supportato dall’architetto Paola Dian: “Sono stati ri-chiesti e accettati due contributi relativi all’edilizia scolastica. Il primo per poter iniziare la costruzione della palestra nel complesso G. B. Stella per un importo di circa 500mila euro. Il secondo, di circa 650 mila euro, per la ristrutturazione del Palazzetto dello Sport (PalaVigor) nel complesso di via Manzoni”.

Tra i contributi concessi sono da segnalare anche quello relativo la bonifica e l’adeguamento dell’impianto di illuminazione pubblica (100 mila euro) e il contributo per la pulizia della rete scolante minore (44 mila euro). “Le domande di contributo – specificano - delle quali ancora non si ha un esito certo riguardano le piste ciclabili, l’edilizia scolastica, l’efficientamento energetico dell’impianto di pubblica illuminazione e degli edifici pubblici”. “Infine, - concludono – abbiamo avuto risposta negativa a due domande che riguardavano contributi per la sistemazione dell’attracco e l’implementazione del Paes”.

lavori pubbliciContributi regionali, arriva il sìanche per il Palazzetto dello Sport

La consegnaè prevista entroi primi mesidell’annoprossimo

Taglio di Po ha festeggiato, an-che quest’anno, la più grande festa votiva del paese, in

onore della Madonna del Vaiolo che ricorre il 27 gennaio. Dopo i riti religiosi e le messe, la festa è culminata con la solenne e tradi-zionale processione, che, anche quest’anno, ha richiamato miglia-ia di persone, anche dai paesi vici-ni. Una ricorrenza estremamente sentita espressa da un’interminabile fila di persone, che sfidando il freddo, ha attraversato a piedi le vie cittadine e la strada arginale, seguendo la statua della Madonna. Una festa che ricorre da 128 anni per ricordare il miracolo che salvò Taglio di Po dal morbo del Vaiolo introdotto da un peschereccio di ritorno dalle coste della Turchia e che tanta distruzione e morte aveva già seminato fra gli abitanti del paese. Hanno partecipato al lungo corteo anche numerosi emigranti, che ogni anno ritornano per l’occasione, autorità civili, militari, religiose, rappresentanti di associazioni di volontariato e gruppi giovanili. Quasi 4000 persone, fra cui il sindaco di Taglio di Po Francesco Siviero con la giunta al completo, il sindaco della cittadina gemella di Omisalj Mirela Ahmetovic con alcuni componenenti dell’Amministrazione e il presidente del comitato “Amici di Taglio di Po” Ani Zuvic, le autorità militari, la Protezione Civile, i rappresentanti delle as-sociazioni Avis, Aido, Ordine Secolare Francescano, gruppo Agesci, paggetti e Piccoli Amici della Tagliolese, hanno voluto essere presenti.

Madonna del Vaioloin 4mila hanno sFiDato il FreDDoper la traDizionale processione

Si. Bo.

neWs

Gli allievi delle classe seconde della scuola media Elia Ma-estri sono stati impegnati

da un progetto proposto dall’am-ministrazione comunale di Taglio di Po e supportato dal dirigente scolastico e dal corpo insegnanti dell’Istituto comprensivo. Tema “l’energia: cos’è e come la uti-lizziamo”. Animatore di questi in-contri con i ragazzi è stato Mauriel Vicentini, da circa un anno, Energy Manager del Comune di Taglio di Po. Ad illustrare il progetto il vicesindaco e assessore all’Ambiente Alberto Fiora-vanti. “Dalla scorsa primavera, - ha spiegato Fioravanti - tramite una gara pubblica abbiamo selezionato un professionista, che diventasse un punto di riferimento per l’amministrazione riguardo i temi energetici. Compito di tale figura professionale è quello di seguire direttamente tutto quello che concerne il “comparto energia”: dai contratti con i fornitori alle nuove pro-gettazioni e manutenzioni, dalla ricerca di finanziamenti, all’informazione dei cittadini”. “Proprio perché riteniamo importante avere a disposizione un tecnico esperto, - ha concluso Fioravanti - abbiamo pensato di render-lo disponibile per sensibilizzare i giovani sul corretto uso dell’energia e sull’importanza economica ed ambientale del risparmio energetico. Stiamo inoltre studiando anche alcune serate a tema che proporremo a tutta la po-polazione”. I ragazzi, durante i due incontri, hanno assistito alla proiezione di alcune immagini e compiuto esperimenti.

una serie di incontri col tecnicoalla scoperta Di cos’è l’energiaecco il progetto con le meDie

Si. Bo.

Con 23 voti sui 25 totali, è stato eletto dall’assemblea del Consorzio di Bonifica

Delta del Po il nuovo presidente, Adriano Tugnolo, 58 anni di Por-to Tolle. Tugnolo conduce una pic-cola azienda agricola in cui coltiva grano, soia e mais. Impegnato nel sociale da tempo, è in Coldiretti da 14 anni, 15 nel Consorzio di Bonifica, nel quale ha ricoperto il ruolo di vicepresidente con il suo predecessore Fabrizio Ferro. “Ringrazio per la fiducia accordatami dall’assemblea consorziale per i prossimi cinque anni – ha esordito Tugnolo – e l’impegno sarà naturalmente dedicato a tutto il nostro territorio per agricoltura e pesca, in sintonia con i Comuni del comprensorio”. In merito all’elezione afferma: “Il mio primo impegno ufficiale sarà quello di andare in Regione per battere cassa dato che la situazione economica del Consorzio non è delle migliori”. Ad affiancare Tugnolo in qualità di vicepresidente sarà Paolo Astolfi, 51 anni, tagliolese e titolare di un’azienda agricola. Soddisfazione per la nomina di Tugnolo anche da parte di Mauro Giuriolo, presidente provinciale di Coldiretti: “Oggi si parte con una programmazione nuova, nella quale bisogna dare risposte alla contribuenza e al territorio. L’attenzione verso il tema della bonifica si è notato con le elezioni del 14 dicembre 2014, che hanno registrato un netto aumento del numero dei votanti. Auguro al presidente, al suo vice, all’assmblea e al Consiglio un proficuo lavoro”.

Il vice è un taglioleseconsorzio, Fatto il presiDentel’onore tocca aD aDriano tugnolo

Si. Bo.

17Taglio di Po

In un botta e risposta che ha impegnato mag-gioranza e opposizione recentemente a Ro-solina si è ritornato a parlare della biblioteca

comunale prevista nei locali dell’ex canonica posti nel cuore della cittadina del Delta e approvata con delibera consiliare nel mese di ottobre. A far tornare la questione all’attenzione è stata la pro-vocazione lanciata dal consigliere del gruppo di minoranza Rosolina Moderna, Marco Saccoman, puntando il dito sui ritardi dell’amministrazione.

“Ci fregiamo di essere diventati città ma manca ancora uno dei servizi essenziali per il territorio. Siamo l’unica città a non avere la bi-blioteca; un servizio che ci è stato promesso da 4 anni, come da programma elettorale dell’attuale giunta. Si tratta di una mancanza che provoca un grave disagio non solo all’intera comunità – ha espresso - ma soprattutto ai numerosi studenti che nella biblioteca potrebbero trovare finalmente un punto di aggregazione”.

Scagliandosi contro la maggioranza, il con-sigliere ha in realtà riacceso i riflettori sulla que-stione, evidenziando come l’attivazione del servi-zio, che una volta operativo sarà gestito tramite

convenzione con un’associazione culturale del territorio, potrà rappresentare il tanto sperato polo culturale che ancora manca a Rosolina.

Per tutta risposta il sindaco Franco Vitale ha confermato che nulla si è fermato e che anzi, sono in fase di ultimazione gli ultimi dettagli che por-teranno a conclusione le pratiche necessarie per procedere con l’apertura.

“Il percorso è quasi completato: dopo l’i-niziativa ‘dona un libro’ che ha permesso ai cit-tadini di contribuire con donazioni al patrimonio della biblioteca e dopo la delibera del consiglio comunale, gli uffici stanno per ultimare il bando,

che sarà pubblicato appena pronto, necessario per determinare gli aspetti operativi di gestione della biblioteca”. E ancora.

“Ha ragione Saccoman quando dice che la biblioteca è un progetto fondamentale per il paese e che mancava da troppo tempo – ha aggiunto Vitale - Proprio per questo la stiamo realizzando, e proprio per questo ci chiediamo: perché invece di polemizzare adesso, non ha portato avanti il progetto quando poteva farlo essendo in maggio-ranza? La biblioteca comunale è un progetto in programma di questa amministrazione e lo stiamo realizzando”.

di Elisa Cacciatori

Vitale ha risposto alle critiche di Saccoman: “Tutto pronto, si attende solamente il bando”

Servizi Lo ha assicurato il sindaco durante un animato consiglio

La biblioteca si farà davvero. E presto

I futuri locali della biblioteca di Roso-lina, una struttura che andrà finalmente a sanare una man-canza mol-to sentita

Una mattinata passata a raccogliere i rifiuti sparsi nella spiaggia e nell’entroterra di Rosolina mare. E’ l’iniziativa portata in campo nell’ambito della campagna nazionale “mare d’inverno” promos-

sa dal 1992 dall’associazione di protezione ambientale Fare Verde e che in una sola mattinata ha visto i volontari entrati in azione raccogliere oltre 50 sacchi grandi di rifiuti.

A Rosolina mare i promotori dell’iniziativa sono stati gli associati di Un Cuore da Cavaliere che, come ha fatto sapere il vicepresidente dell’associazione Fabrizio Berton, promotore dell’iniziativa con il pre-sidente Damiano Tommasi, sono stati impegnati con diversi gruppi di volontari dalle 8,30 del mattino fino all’una per la pulizia dell’ambiente in due distinte aree.

In un primo momento si è proceduto alla raccolta dei rifiuti gettati ai lati della strada nell’area che corrisponde allo svincolo della statale Romea verso Rosolina mare. Qui sono stati 20 i sacchi grandi riempiti di immondizia. In un secondo momento l’iniziativa che ha coinvolto anche il sindaco di Rosolina Franco Vitale e i consiglieri Debora Furlan e Daniele Vallese, si è spostata sulla costa, nei pressi della foce dell’Adige dove sono stati recuperati invece 30 sacchi di materiali di ogni genere.

“C’è un mare di rifiuti di cui possiamo fare a meno” ricorda lo slogan del progetto, ed ecco perché la scelta della giornata è ricaduta nel mese di gennaio.

Anche se la spiaggia a gennaio non serve ai bagnanti , l’inquina-mento dei litorali è un problema che esiste sempre.

l’iniziativa“Mare d’inverno”: i volontari hannoripulito il litorale dai rifiuti, raccolti

Nasce nel Delta del Po il Gruppo di ri-ferimento territoriale dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti

e conservatori della Provincia di Rovigo. L’organismo è stato battezzato in occasione della riunione straordinaria a Rosolina del Consiglio dell’Ordine degli Architetti, che ha permesso la nomina del coordinatore responsabile Marietto Laurenti di Porto Viro che ricopre anche l’incarico di vicepresidente dell’Ordine provinciale, ed il vice coordina-tore del gruppo, Beatrice Arillotta di Taglio di Po.

All’incontro, cui ha partecipato anche l’assessore ai Lavori pubblici di Rosolina Ste-fano Gazzola, erano presenti i componenti del consiglio provinciale e una trentina di ar-chitetti residenti nella zona del Delta. Scopo del Gruppo è di promuovere la più ampia partecipazione degli iscritti alla vita dell’Or-dine, per acquisire una conoscenza puntuale del territorio e dei problemi a esso connessi, potendo intervenire in maniera incisiva nelle realtà locali.

Il Gruppo di riferimento territoriale “Delta del Po”, nato da una proposta di Marietto Laurenti sostenuta da una ventina di iscritti, conta oltre cinquanta architetti. Lo scopo, come spiegato dallo stesso Laurenti è di valorizzare il territorio attraverso due piani di intervento.

Se da un lato si andrà ad operare se-guendo un’area tematica tecnico-operativa, a medio-lungo termine, per definire un rap-porto con le amministrazioni comunali, mo-nitorando i regolamenti dei diversi comuni,

estrapolandone le criticità e organizzando incontri con gli uffici tecnici con spirito di col-laborazione per trovare soluzioni migliorati-ve, dall’altro si procederà secondo una te-matica prettamente culturale-promozionale.

Grazie in particolar modo all’inventiva

e alla caparbietà che caratterizzano soprat-tutto i giovani, l’intento è di valorizzare il territorio esaltandone le potenzialità. L’im-portante è non stare fermi negli uffici ad aspettare.

Gli architetti del Grt del Delta promet-tono infatti di far parlare di sé con mostre e iniziative, promuovendo la professione e facendone conoscere i vari aspetti legati alle peculiarità del territorio deltino.

Il gruppo formato da architettiha intenzionedi organizzare varie iniziative

PROfESSIONI E’ NATO IL gRT

El. Ca.

18 Rosolina

La grande manifestazione di Coldiretti che ha portato le muc-che nelle piazze di tutta Italia, ha contribuito a riaccendere l’attenzione sulla difficile situazione del settore lattiero-case-

ario alle prese con prezzi del latte alla stalla in crollo verticale e la minaccia di ancora maggiore volatilità a causa della fine, il 31 marzo, del regime delle quote.

Il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, il pre-sidente della commissione Agricoltura Dario Bond e i capogruppo consiliari hanno predisposto un documento unitario con il quale si impegna la Giunta ad una serie di iniziative a tutela e valorizzazio-ne della produzione lattiero casearia veneta.

Tuttavia, non mancano le polemiche: “Anche Zaia, probabil-mente allettato dalla presenza delle telecamere ha partecipato alla manifestazione di Coldiretti pronunciando belle parole in dife-sa del latte italiano, peccato che poi nel bilancio la sua azione si esplichi in tagli pesanti proprio ai danni degli allevatori: ancora una volta predica bene e razzola male, anzi malissimo”. Il commento ironico arriva dal vicepresidente della commissione regionale Agri-coltura Graziano Azzalin, a margine della manifestazione vene-ta, in piazza San Marco, dove è approdata la stalla galleggiante.

“Gli oltre 500 allevatori che hanno manifestato il proprio di-sagio – sottolinea Azzalin - per la difficile situazione del settore lattiero-caseario alla vigilia della fine del regime delle quote, che ha segnato pesantemente il passato per le note vicende strumen-talizzate dalla Lega e che sono costate carissime agli allevatori onesti. Senza questa protezione, il prezzo rischia di scendere an-cora e già oggi riesce a coprire a malapena i costi di produzione. Se non si interviene è inutile riempirsi la bocca con le belle parole sul latte, perché gli allevatori italiani rischiano di scomparire”.

“Lo stesso Zaia – conclude il vicepresidente della IV commis-sione - sempre pronto a puntare il dito contro gli altri, dovrebbe spiegare perché ha azzerato capitoli fondamentali del bilancio pro-prio relativi a questo settore che a parole dice di voler difendere: dimezzato il capitolo delle indennità per l’abbattimento degli ani-mali infetti da malattie epizootiche, addirittura azzerati quelli per la tenuta dei libri genealogici, quelli per i controlli funzionali, quelli della banca dati sull’identificazione e registrazione degli animali e quelli per i sussidi agli allevatori in caso di perdita di animali per morte o disgrazia”.

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Quote latte, la protesta e la beffa

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Il Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin ha ospitato, il 4 febbraio scorso, il convegno “Pesca e acquacoltu-

ra nell’Alto Adriatico - Lavoro, sostenibilità e strategie” organizzato dalla Flai Cgil Veneto Rovigo e dall’Istituto di ricerche economiche e sociali Veneto. Il convegno ha fornito la possibilità di un’analisi attenta e puntuale, un primo passo per conoscere i problemi e le difficoltà in cui versa il comparto della pesca e dell’acquacoltura nel territorio del-tizio, delineando le principali dinamiche, politiche ed economiche e individuando le possibili strategie per il rilancio dell’attività, nell’ottica della sicurezza alimentare e dello sviluppo economico.

Per approfondire tali tematiche è stata quindi presentata l’attività di ricerca condotta da Michela C. Mason e Luca Gos nell’area dell’Alto Adriatico – Friuli Venezia Giulia, Veneto e Romagna e contenuta nell’omonima pubblicazione. Ad illustrarla Renzo Pellizzon, segretario generale Flai Cgil Veneto,

“La scelta della ricerca è stata quella di caratterizzare tale l’area, che vanta una lunga tradizione in fatto di pesca e acqua-coltura, comparti oggi alle prese con i mu-tamenti radicali dello scenario produttivo e di consumo”.

Soluzioni definitive e immediate anco-ra non ne esistono, ma di certo le diverse indicazioni, emerse dai vari interventi, possono essere d’aiuto per fronteggiare la crisi che ha colpito anche il nostro territorio. Secondo Alberto Fioravanti, vicesindaco

di Taglio di Po e assessore all’ambiente e Claudio Bellan sindaco di Porto Tolle, la so-luzione può essere ricercata attraverso una sinergia e collaborazione tra i soggetti inte-ressati e le istituzioni: “Quando parliamo di pesca – ha specificato Fiovanti – parliamo della nostra storia e di un’attività fonda-mentale nel nostro territorio e poterla co-niugare con il Parco significherebbe creare un valore aggiunto”.

Massimo Barbin di Unindustria ha quin-di voluto rimarcare l’importanza dell’intero settore: 3800 addetti ai lavori nel distretto ittico di Rovigo e un fatturato annuo di 500 milioni solo nel Delta del Po.

“Questi numeri hanno una importan-za fondamentale – ha specificato - e cioè che questo settore può rappresentare una potenzialità, ma occorre fin da subito un maggior rispetto da parte della politica”. Presenti al convegno anche alcuni rappre-

di Silvia boscaro

Nel solo Delta il settore haun valore che può esserestimato in 500 milioni circa

Economia e territorio In tanti al vertice organizzato da Flai Cgil alla Bonifica

Pesca in tempo di crisiUn incontro e un appello

Il convegno organizzato da Flai Cgil a Ca’ Vendramin

sentanti della politica menzionata da Bar-bin: i consiglieri regionali Graziano Azzalin e Stefano Falconi, e il deputato Diego Crivellari che hanno garantito il pieno so-stegno per il rilancio dell’attività, facendosi altresì portavoce delle istanze nelle sedi istituzionali deputate.

Dal mondo della pesca e dell’agricol-tura sono arrivate altre ipotesi per superare la crisi: una “cooperazione nel settore della pesca” secondo Fabrizio Boscolo, presiden-te della Cooperativa Villaggio Pescatori di Pila.

In Polesine il marefornisce lavoroa 3800 persone.“Prioritario èil celere rilancio”

“Determinanteun sostegnoreale da partedel mondodella politica”

Il tratto comunale della SP 46 cambie-rà presto nome. Secondo due circolari Istat, l’attuale Via Strada Provinciale

non è provvista della citazione comple-ta. Motivo per il quale è necessaria una tempestiva variazione. Dato l’obbligo imposto di modificare comunque il nome della via e il conseguente disagio per i cittadini, si è deciso di cambiarne completamente il nome. “La nuova de-nominazione, Via Delta del Po, - spiega l’assessore all’urbanistica Davide Ma-rangoni - è stata pensata per dare una più ampia visione e connessione con il territorio facendo espresso riferimento all’appartenenza all’area del Delta del Po. Crediamo fermamente nel valore che ha raggiunto il nostro territorio, nel quale parte dell’economia è sempre più legata all’ambiente e al turismo. Si è pensato anche al futuro e alle opere che attualmente sono in progetto come il casello autostradale Romea Commer-ciale”. La nuova cartellonistica verrà a breve posizionata all’inizio e alla fine del tratto interessato dal cambio deno-minazione e sarà compito degli uffici Comunali.

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Sarà via Delta del Pola provinciale 46cambiera’ nome

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Il Museo Archeologico nazionale di Adria ha salutato Giovanna Gambacurta, reduce da un’esperienza decen-nale alla guida del museo e di tanti risultati positivi,

specie in ambito didattico, per lasciare il testimone alla nuova e giovane direttrice, Maria Cristina Vallicelli.

L’avvicendamento è stato annunciato a fine dicembre e ha comportato per la dottoressa Gambacurta la direzio-ne del Museo archeologico di Este. Abbiamo incontrato la nuova e motivata direttrice del Museo, polesana doc, per conoscerla più da vicino e per capire cosa significa per lei questo nuovo ruolo.

Dottoressa Vallicelli, possiamo parlare di un ritor-no a casa?

“In effetti per me questo nuovo incarico lo è, non solo per la mie origini polesane ma anche perché in questo territorio ho fatto le mie prime esperienze lavorative in ambito archeologico”.

Lei conosce molto bene il nostro territorio e in particolare il museo archeologico di Adria, fiore all’occhiello della città, avendoci lavorato per diverso tempo...

“È un’esperienza maturata nel tempo, dai primi inca-richi svolti presso il Museo archeologico nazionale di Adria per conto della Soprintendenza, subito dopo la laurea, allo

studio della ceramica attica a figure nere della collezioni Bocchi intrapreso in occasione della mia tesi di specializza-zione, alle collaborazioni scientifiche negli allestimenti del Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e del Museo archeologi-co nazionale di Fratta Polesine”.

Quali sono i pregi e quali i punti deboli del Museo? Come pensa di valorizzarlo ulteriormente e di risolve-re i punti critici?

“Va prima di tutto sottolineata l’eccezionale impor-tanza delle collezioni del museo, con materiali di spicco quali le pregiate ceramiche greche figurate e i raffinati vetri di epoca romana, tra i più rinomati nel panorama dell’Italia settentrionale: collezioni che sono state sapien-temente valorizzate da un allestimento di recentissima realizzazione ispirato ai più moderni criteri museali. Tra i punti deboli credo che vada invece lamentata la poca visibilità: il museo ha molte potenzialità ma è ancora poco conosciuto e non adeguatamente inserito nei circuiti turi-stico-culturali. È su questo aspetto che si dovrà continuare a lavorare, cercando di vincere il preconcetto che i musei archeologici siano luoghi polverosi e noiosi. Vedremo se il passaggio delle competenze sui musei nazionali (compre-si quelli archeologici) ai nuovi Poli museali regionali istituiti dalla Riforma ministeriale in atto, proprio in funzione di

una più efficace azione di valorizzazione, avrà esiti positivi in questo senso”.

Cosa Le ha lasciato la sua precedente esperienza nel Vicentino?

“Il vicentino è un territorio molto diverso da quello polesano, sia dal punto di vista ambientale che da quello archeologico. È stata un’esperienza formativa importante, che mi ha messa in contatto con realtà di grande interesse e con problematiche nuove”.

Quali sono i prossimi appuntamenti del Museo?“Le iniziative che stiamo programmando, sulla scia

di quanto impostato già dalla dottoressa Gambacurta che mi ha preceduta, sono molte. Il 16 e 17 febbraio il Museo ospiterà Speciale Archeoad, Maschere al Museo, l’ormai tradizionale appuntamento, a cura di Studio D, con attività dedicate ai giovanissimi in occasione del car-nevale. Inoltre, ogni prima domenica del mese, in occasio-ne dell’ingresso gratuito, la mattina sono previste visite guidate a tema per adulti e attività didattiche per bambini (su appuntamento), mentre il pomeriggio il museo ospita il ciclo di conferenze organizzate dal Gruppo archeologico ‘F.A. Bocchi’. Entro la fine di marzo è in programma una mostra fotografica dedicata alle iscrizioni greche, etrusche e latine su ceramica e lapidei, in collaborazione con il Foto

Club Adria, e altro ancora”. E’ raro incontrare una giovane donna alla guida

di una struttura museale. Porterà una ventata di fre-schezza nelle sua gestione?

“Sicuramente ci metterò tanto entusiasmo, ma va detto che già la dottoressa Gambacurta ha vivacizzato il museo con numerose iniziative e collaborazioni e con una particolare attenzione alla fruizione scolastica, come dimostra il notevole incremento di visitatori registrato in questi ultimi anni. Spero di ottenere risultati altrettanto positivi. Confido nella cooperazione di tutti, enti locali, as-sociazionismo, collettività perché il museo deve essere un patrimonio comune e condiviso”.

La dottotrssa Gambacurta ha lasciato in eredità un rinnovato dialogo tra l’antico e il contemporaneo. Pensa di continuare questo percorso?

“Assolutamente sì. Anzi, a questo proposito stiamo organizzando in occasione della Notte europea dei Musei, a metà maggio, una mostra fotografica di Matteo Sauli ‘Quando eravamo re’ all’interno del programma del Fe-stival DeltArte, che sarà ospitata all’interno del percorso espositivo, proprio nell’ottica di un incontro/confronto tra antico e contemporaneo, che ritengo possa aprire nuove prospettive di lettura e percorsi di conoscenza alternativi”.

di Melania Ruggini

Si è insediata la nuova direttrice. In un colloquio racconta i suoi progetti. La base sulla quale lavorare appare comunque davvero ottima e fa sperare

L’intervista Polesana doc, per lei è un vero e proprio ritorno a casa

Archeologico, missione visibilità

Succede a Giovanna Gambacurta, che ha fatto davvero molto per la struttura cittadina

E’ partita venerdì 6 febbraio “L’utilità dell’inutile”, seconda edizione di “Primavera del dialogo” orga-nizzata dal liceo adriese nella sala delle Canossiane.

L’iniziativa, inaugurata con la conferenza “Tre tipi di adolescenti” dello psicologo Roberto Boccalon, comprende un ciclo di 8 conferenze, fissate tutte alle ore 11, su tematiche di carattere scientifico, psicologico, umanistico ed economico.

“Le discipline coinvolte - spiega il dirigente scolastico, Antonio Gardi - costituiscono le identità culturali specifiche dei singoli indirizzi di studio del polo liceale”. Venerdì 13 febbraio Stefano Quaglia, membro del Comitato dei garanti per la cultura classica del Miur, ha affrontato il tema “Quale umanesimo nella postmodernità?”.

Giovedì 12 marzo Piero Benvenuti, astrofisico do-cente all’Università di Padova, interviene su “Origine ed evoluzione dell’universo: ciò che la scienza può e non può dire”; venerdì 6 marzo il musicista Luca Belloni argomenta su“L’inutile infinito. A cosa serve la musica?”.

Lunedì 23 marzo sarà ospite Antonia Arslan che guide-rà la riflessione su “La magia dell’attesa”.

“Decrescita e nuova economia” sarà il tema tenuto da Andrea Masullo, ingegnere ambientale, il 9 aprile, men-tre il 15 il matematico Giuliano Mazzanti, ragionerà su “Osservazioni sui concetti di definizione e dimostrazione in matematica”. La chiusura è affidata al ministro Dario Franceschini.

la rassegna

Me. Ru.

Pittura Dopo il record di 54mila visitatori fatto registrare

La presentazione a Palazzo Roncale della mostra ‘Il demone della modernità’ ha chiuso la serie di appuntamenti, organizzata dalla Fondazione

Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, nelle principali città del nord Italia per presentare la nuova mostra di Palazzo Roverella, inaugurata il 14 febbraio e che si potrà visitare fino al 14 giugno.

Un evento tanto atteso e che registra anche quest’anno la collaborazione di gran parte delle forze economiche e associazionistiche della città. Il prefetto Ventrice ha sottolineato l’importanza del lavoro curato-riale della Fondazione, grazie al quale: “si è formato un filone artistico importante che dà la possibilità alla città di essere conosciuta al di fuori dei confini regio-nali”.

Come ha ricordato il vicepresidente della Fonda-zione, Sandro Fioravanti “i primi anni sono stati diffi-cili, ma nel tempo questo appuntamento artistico-cul-turale si è affermato, giungendo al record dei 54mila visitatori della scorsa edizione”. Un appuntamento che comporta ricadute molto positive anche per le attività del centro storico, grazie ai numerosi turisti e alle con-venzioni per l’accoglienza e la promozione. La sfida ora è superare le 40mila presenze e dalla spiegazione del curatore e ideatore della mostra, Giandomenico Romanelli, essa sembra avere tutte le caratteristiche

per arrivare al traguardo e magari superarlo. Il per-corso espositivo si dirama in due filoni: da una parte la tradizione classica, con i miti e le divinità pagane, rappresenta dal dipinto “Edipo e la sfinge” di Gustave Moreau, dall’altra quella giudaico-cristiana rappresen-tata dalla Salomé davanti ad Erode, dello stesso autore

simbolista. Sotto il segno di Lucifero si condensano le tensioni, gli archetipi e le pulsioni che continuano nel-la storia di cambio secolo. Lucifero, condannato alle profondità dell’inferno, appare in atteggiamento rifles-sivo. La donna diventa figura di perdizione, come nella “Sfinge” di Redon o nelle “Tentazioni di S. Antonio” mentre Charles Baudelaire è la figura di riferimento per tutta la cultura di passaggio tra ‘800 e ‘900. Parigi di-venta il simbolo della metropoli, la capitale del mondo. Angeli e demoni si avvicendano in questa selezione di opere che stupiscono per l’audacia dei temi e perché molte non sono mai state viste prima d’ora in Italia e per questo si attestano come vere e proprie rivelazioni. Un viaggio, forte, carico di emozioni che accompagna nelle profondità più oscure dell’inconscio e fa ascen-dere alle terse luminosità dello spirito. A raccontare, interpretare e vivere nelle loro opere queste emozioni sono grandi artisti europei: James Ensor, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Boecklin, Paul Klee, Carlos Schwabe, J.A.G. Acke, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger, Leon Bakst, Alfred Kubin, Fe-licien Rops, Gustav Moreau, Hans Unger, Lovis Corint, K. Wilhelm Diefenbach e gli italiani: Mario De Maria, Guido Cadorin, Cagnaccio di san Pietro, Bortolo Sacchi, Alberto Martini.

Me. Ru.

“Il demone della modernità”: Palazzo Roverella ci riprova

Tanto il pubblico allapresentazione

Maria Cristina Vallicelli, la nuova direttrice del Museo

22 Cultura

23Sport

Come si stanno com-portando le squadre di calcio del Delta?

Nelle categorie dilettanti-stiche, in Prima categoria Scardovari e Tagliolese stanno lottando per obiet-tivi diversi.

I Pescatori, dopo essere retrocessi dalla Pro-mozione lo scorso anno, stanno facendo di tutto per ritornare nella catego-ria che conta. Dopo cinque partite del girone di ritorno hanno solamente tre punti dal primo posto occupato dal Badia Polesine.

Alessandro Sabatini è il cannoniere e sta trascinando con forza la squadra di Giusep-pe Pregnolato verso il vertice della classifica. Stagione un po’ travagliata invece per la Tagliolese che ha sempre navigato nei bassifondi della graduatoria. Con la vittoria contro il Boara Pisani alla quinta giornata di ritorno è uscita momentaneamente dalla griglia play out: la salvezza è alla portata della formazione giallorossa.

Salvezza che si sta giocando anche il Rosolina in Seconda categoria: i Marines hanno le carte in regola per togliersi dalle sabbie mobili senza passare per il post season. In Terza categoria invece Porto Tolle e Zona Marina occupano il primo e il secondo posto del girone. La squadra di Sandro Tessarin ha già segnato 50 gol in campionato e non intende fermarsi: la Seconda categoria è un obiettivo da raggiungere il prima possibile. La squadra di Oca Marina invece, visti i cinque punti dal primo posto alla sedicesima giornata, potrà sperare in un salto di categoria attraverso i play off a meno di un crollo dei cugini del Porto Tolle. Per il Polesine Camerini invece è il primo anno in categoria e, da matricola, sta occupando l’ultimo posto.

calcio

Il bilancio delle deltinei pescatori vogliono tornare subito su

Ric. Pav.

Tante ambizioni, legittime

Una stagione strepitosa culminata con il record di imbattibilità durato ben 26 partite fra campionato e coppa

Veneto di Seconda categoria. Il Porto Viro è rinato e, dopo aver acquisito i diritti dei Blucerchiati, ha riportato tanto entusiasmo la scorsa estate tanto da confermarsi come corazzata da far paura a chiunque in Secon-da categoria, girone H.

Con Manuel Poncina e Federico Finotti là davanti la formazione di mister Roberto Zaia è partita alla grande in campionato, contendendo il primo posto al Medio Polesi-ne. E proprio contro la squadra di Ceregnano allenata da Enrico Resini, i blu royal hanno perso l’imbattibilità stagionale nello scontro diretto. Alla fine il Medio Polesine ha vinto per 2-1 cacciando il Porto Viro a -6 in clas-sifica.

“Il campionato è ancora lungo - spiega il direttore sportivo Luciano Vianello - abbia-mo perso una partita ma ci sono ancora tan-ti punti in palio. Sei punti di differenza sono tanti ma dobbiamo rimanere concentrati per

questa seconda parte di stagione”. Tra l’al-tro il Porto Viro ha raggiunto le semifinali di coppa Veneto.

Un traguardo importante e che potrà garantire la possibilità di accesso alla Pri-ma categoria: la vittoria del trofeo mette la squadra vincitrice in cima ai ripescaggi per gli organici della stagione 2015-2016. Dopo il mini girone di qualificazione, il Porto Viro si è sbarazzato proprio del Medio Pole-

sine ai trentaduesimi di finale vincendo 5-1 nella partita secca.

Ai sedicesimi altro successo per 2-1 in casa della Nuova Audace Bagnolo. Agli ottavi secco 3-0 in casa contro il Bagnolo. Infine, ai quarti, 1-0 contro Janus e in mano il pass per le semifinali, andata e ritorno, del trofeo. A Porto Viro si è tornati a respirare aria di calcio: “Abbiamo 250 abbonati e ciò che più mi ha fatto piacere - puntualizza an-cora il ds Vianello - è il ritorno allo stadio di gente che era da tempo che non vedevo in tribuna. E’ un bel segnale per questo paese che sente molto la passione calcistica”.

Uno spot importante per uno sport che, a livello dilettantistico, non attira più come una volta. Eppure a Porto Viro, per una par-tita di campionato, ci sono di media sempre 400 spettatori. Contro il Medio Polesine, nel big match di ritorno, si sono contate circa 800 persone.

La stagione è ancora lunga e la Prima categoria è un obiettivo da raggiungere il prima possibile.

di Riccardo Pavanello

In campionato è secondo a due punti, ma laCoppa può regalare la promozione diretta

Calcio Torneo di prima fila, tanti spettatori sono tornati allo stadio

Porto Viro: missione Prima

Sandro Tessarin

L’Alva Inox Delta di Porto Viro maschile ha raggiunto le semifinali di volley di serie C di Coppa Veneto. Un traguardo importante per la squa-

dra di Leonardo Falcini che ai quarti ha battuto l’Aduna con un 3-2 pazzesco in rimonta in un match durato quasi due ore e mezza. Ma le semifinali della competi-zione sono solamente una ciliegina sulla torta di una stagione fin qui straordinaria viste anche le prestazioni in campionato.

Il match dei quarti di coppa contro l’Aduna però era iniziato male per il team bassopolesano in quanto il primo parzia-le era andato agli ospiti con il punteggio di 25-21. Secondo set ancora a favore dell’Aduna che ha portato a casa il se-condo punto con il 25-22. La sconfitta sembrava dietro l’angolo ma nel terzo set ecco l’inversione di rotta. Stavolta arriva un 25-22 per i padroni di casa e nel quar-to parziale un successo di quattro punti: 25-21.

Si va al tie-break dove le due squadre si giocano il tutto per tutto ma con il vento a favore dopo i due parziali consecutivi vinti, l’Alva Inox vince 15-11 portandosi a casa partita e staccando il biglietto per le semifinali della competizione. A conten-dere il posto in finale sarà la Polisportiva Cornedo e a differenza dei quarti in partita secca, le semifinali saranno con la formula andata e ritorno. Primo atto a Porto Viro il 17 febbraio, secondo atto a Cornedo il

5 marzo. L’altra semifinale è fra il Marca Paese e il Bonollo Eagles Mestrino. In caso di parità assoluta tra quoziente set e quo-ziente punti al termine del ritorno verrà disputato il golden set, ovvero un parziale supplementare per decretare la finalista. La finalissima si disputerà al Palasport di Solesino il 22 marzo. Intanto anche in campionato la stagione dell’Alva Inox Del-ta sta andando a gonfie vele. La squadra di coach Leandro Falcini ha chiuso il girone d’andata al secondo posto con 27 punti dopo 12 partite giocate nel girone B di se-rie C. Meglio ha fatto solamente il Fresko volley. In totale ben nove partite vinte e solamente tre perse.

Volley, guadagnata la semifinalealva inoX, il troFeo aDesso e’ Davveroli’ aD un passo

Ric. Pav.

Il ritornosi giocheràil 5 marzoTutto bene anchein campionato

Gli atleti dell’Alva

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I soldi non fanno la felicità anche se aiutano molto, recita un vecchio adagio che può essere appropriato anche per esempli-fi care il principio ispiratore del progetto “Oltre il Pil”.

“Si può dire - spiega il presidente di Unioncamere Veneto, Fernando Zilio - che il Pil è un fattore importante di benessere, ma non lo defi nisce completamente. L’idea dunque di andare “Oltre il Pil” per cercare di capire una società in grande quanto tumultuoso cambiamento non solo diventa obbligatorio per cercare di anticipare le questioni di fondo dei prossimi anni, ma anche per cercare di offrire una chiave di lettura meno angosciosa ad un’opinione pubblica che,, in questi anni di crisi, ha dovuto misurarsi con “l’ansia da Pil”, ansia che ha fi nito per condizionare non solo l’economia, ma anche la vita spicciola di tutti i giorni.

L’aumento dei depositi bancari, in questo senso, è una cartina di tornasole di una società ingessata dalla paura e che rinuncia a vivere perché teme, purtroppo a ragione, di dover fare i conti con un futuro incerto dove l’unica certezza è l’aumento delle tasse centrali e periferiche”.

Ma l’importanza di questo tipo di approccio che consiste nel revisionare la misurazione tradizionale del benessere individuando nuovi indicatori non sta solo nelle classifi che sul tema ma si pone un obiettivo ben più sottile che è quello di stimolare una nuova modalità di ripensare il territorio per favorire nuovi fattori di competitività e di rilancio del sistema econo-mico. L’obiettivo è quello di fornire un supporto analitico alle scelte strategiche degli attori economici e delle istituzioni per formulare politiche sostenibili in tema sociale, economico, fi sico e ambientale. “L’intuizione di ampliare i parametri di misurazione del benessere delle persone e della società - spiega il segretario generale della Camera di Commercio di Venezia Roberto Crosta - si conferma necessaria. La rilevanza di questo progetto è legata soprattutto al fatto che esso ci consente di ripensare questo territorio e il suo modello di sviluppo. In tal senso, il lavoro partito con un gruppo di imprenditori che si sono resi disponibili a ragionare e dare il loro contributo si sta rivelando particolarmente interessante per individuare nuovi fattori di competitività e di rilancio del nostro sistema economico”.

Nuovi parametri per misurare il benessere delle persone e, più in generale, della società, andando oltre il concetto di Pil,

prodotto interno lordo, che rimane un fattore d’analisi e di valutazione importante ma non esaustivo. Avviato nel 2009, procede con nuovi aggiornamenti, classifi che rivisitate e fotografi e più complesse ma più puntuali e ampie della società, il progetto “Oltre il Pil” di Unioncamere Veneto e Camera di Commercio di Venezia, realizzato in colla-borazione con l’Università Ca’ Foscari di Ve-nezia. Gli ultimi dati e le più recenti analisi sono state divulgate a fi ne gennaio scorso e confermano il Veneto sul podio della clas-sifi ca del benessere per regioni, Venezia in seconda posizione tra le città metropolitane e Bolzano al top tra le province trivenete.

In defi nitiva nel 2014 il Veneto si con-ferma una regione in cui si continua a vive-re ad un buon livello di qualità della vita, anche se risulta perdere qualcosa in termini di benessere materiale e salute, ma che in compenso recupera in alcuni indicatori che rappresentavano delle criticità, quali istru-zione e sicurezza. Nello specifi co Venezia migliora sensibilmente nel confronto con le altre città metropolitane, soprattutto nell’ambito della salute, dell’ambiente e della società, pur evidenziando performan-

ce modeste nel campo della sicurezza e dell’istruzione. Sempre Venezia scivola però decisamente indietro nella classifi ca delle province trivenete, nella quale Verona, al terzo posto, rappresenta la migliore delle venete.

Se l’analisi si addentra nel dettaglio, di fronte ad un quadro nel complesso buono, si possono cogliere anche alcune ombre e qualche contraddizione.

Per quanto riguarda il benessere mate-riale il Veneto risulta la seconda regione per minore diseguaglianza nella distribuzione del reddito e per livello del reddito equiva-lente. Sul tema del lavoro il Veneto risulta la seconda regione con minore disoccupazione generale ma undicesima per occupazione femminile. Si registrano in aumento i cosid-detti Neet, coloro che non studiano né lavo-rano, anche se il numero medio è inferiore al dato nazionale. Il tasso di scolarizzazione è molto alto e quello di abbandono degli studi è inferiore alla media nazionale eppu-re il numero di laureati è lontano dai target nazionali ed europei.

Sul fronte della sicurezza, si registra un basso tasso di omicidi e rapine, ma fra i più elevati tassi di micro-criminalità oltre ad un alto numero di incidenti stradali.

Si riduce il tempo dedicato alla lettura e

alla pratica sportiva, anche se il dato risulta tra i più alti d’Italia, mentre rimane buona la partecipazione agli spettacoli. Altrettanto buono è l’attivismo in generale nella “par-tecipazione sociale” eppure risulta basso il numero di cooperative sociali B.

Si caratterizza in chiaroscuro anche il parametro relativo all’ambiente nel quale il Veneto primeggia nella raccolta differen-ziata dei rifi uti ma evidenzia palesi criticità sulla qualità dell’aria. Risultiamo la peggiore regione nel superamento del limite previsto per Pm10 e la media più alta a livello nazio-nale nelle tonnellate di CO2. La salute è un indicatore che ci pone livello di eccellenza nella graduatoria nazionale ma vi sono alcu-ni segnali di disagio. E’ infatti in aumento il tasso di mortalità per suicidio e autolesione, superiore alla media nazionale, di depressi e quello di mortalità per tumori, anche se si tratta di valori che rimangono abbastanza buoni e comunque nella media.

In conclusione, tuttavia, aggregando insieme i tre pilastri che contengono tutte le voci - economia, società e ambiente - che formano l’indice di benessere sostenibile, si desume un ottimo secondo posto nella clas-sifi ca italiana del Veneto, dietro a Trentino Alto-Adige, e un altrettanto ottimo terzo posto nel benessere della salute.

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IL VENETOin PRIMO PIANO

di Ornella Jovane

Buono nel complesso il livello di qualità della vita ma alcuni parametri denunciano criticità e disagio. In particolare il livello di inquinamento dell’aria, e sul fronte della salute l’aumento del tasso di mortalità per suicidio e per tumore

Economia e territorio “Oltre il Pil” i dati aggiornati del progetto delle Camere di Commercio e l’Università Ca’ Foscari di Venezia

Il Veneto seconda regione in Italia nella classifi caa del benessere, tante luci ma qualche ombra

FOCUSOltre il Pil per rivedere i criteri di misurazione tradizionaliUNA NUOVA CONCEZIONE DI BENESSERE

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25Il Veneto in primo piano 111Il Veneto in primo piano

I veneti nel 2014 tornano ad acquistare soprattutto auto e moto, ma anche mobili ed elettrodomestici. Male invece l’elettronica di consumo, unica catego-

ria in fl essione rispetto al 2013. E questa la foto che l’Osservatorio Findomestic Banca scatta nella sua ven-tunesima edizione, sull’andamento dei consumi nella nostra regione. Aumenta nel 2014 il reddito medio pro capite in Veneto dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente, si calcola sia stato di 19.945 euro, supe-riore alla media nazionale pari a 17.875 mila euro.

Le province più ricche si confermano Padova e Bellu-no, rispettivamente con un reddito medio pro capite di 20.643 euro e 20.686 euro. Rovigo, con 17.579, invece risulta sotto la media nazionale. E cresce pure la spesa per i beni durevoli nella regione che è stata pari a 4.831 milioni di euro, il 3,2 per cento in più rispetto all’anno precedente.

I settori che rivelano un maggior incremento nei consumi sono quelli dell’auto. La spesa più rilevante è relativa all’acquisto di auto usate: 1.397 milioni di euro

con una crescita del 4,2 per cento sul 2013 rispetto ad un +3,8 per cento nazionale. Hanno optato per l’auto nuova il 4,9 per cento in più di veneti rispetto allo scor-so anno, per una spesa complessiva di 1.310 milioni di euro. E’ in crescita anche il settore dei motoveicoli con un +2,9 per cento e 91 milioni di spesa totale.

I veneti nel 2014 hanno deciso di spendere anche per l’acquisto di mobili nuovi, complessivamente 1.267 milioni di euro (+2,5 per cento), e di elettrodomestici grandi e piccoli - 373 milioni di euro (+ 1,8 per cento).

di Ornella Jovane

Consumi I dati della ventunesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca

Nel 2014 i veneti ricominciano a comprare

NEWS

“Scopro dunque esisto”, “solidi e sicuri”. Si potrebbero sin-tetizzare con due battute i comportamenti d’acquisto dei trentenni veneti di oggi e quelle dei coetanei di trent’anni

fa. Un confronto che è stato proposto dall’azienda Findomestic in occa-sione del suo trentesimo compleanno. I giovani di oggi, che vivono con poche certezze e scarse prospettive di sviluppo, sono cresciuti a pane e “scetticismo”, spesso costretti a fenomeni di continuo adattamento. Di conseguenza le loro scelte sono per lo più fl uttuanti e instabili, alle tappe pianifi cate e cadenzate preferiscono o, sono obbligati, percorsi esplorativi che consentono di acquisire esperienze. Il possesso di un

bene non conta perlomeno non quanto l’esperienza che questo for-nisce. Uno stile di vita che inevitabilmente ha le sue vistose ricadute anche nelle scelte degli acquisti e dunque i trentenni del XX riservano la maggior voce delle spese, all’interno del loro budget, ai trasporti. I coetanei di trent’anni fa s’impegnavano con le spese di mutuo per l’acquisto della casa.

Per quanto riguarda invece le priorità, i giovani di oggi considera-no di primaria importanza la stabilità del posto di lavoro, al secondo posto collocano la famiglia e la salute al terzo. L’acquisto della casa rappresenta più che altro un desiderio diffi cile da realizzare che quindi

nella graduatoria delle priorità scende al 4° posto. I trentenni degli anni Ottanta, invece, privilegiavano la famiglia alla stabilità lavorati-va e al terzo posto collocavano la casa di proprietà. Nonostante le diffi coltà incontrate dai giovani di oggi nel costruirsi una indipendenza economica, in Veneto il 19 per cento di essi continua a vivere con la famiglia a fronte del 26 per cento della media nazionale. Gli attuali trentenni, dunque, cercano acquisti facili da fare, leggeri da mantenere e semplici da restituire, compatibilmente con le nuove formule di ac-quisto e di consumo spesso legate alle nuove tecnologie: il low cost, dell’e-commerce, della sharing economy e del cloud shopping.

Anni Ottanta e ventesimo secolo. Trentenni a confronto sui consumiI GIOVANI DI OGGI FLUTTUANTI E INSTABILI NEGLI ACQUISTI, SPENDONO SOPRATTUTTO PER I TRASPORTI. TRENT’ANNI FA PER LE RATE DEL MUTUO

Beni durevoli, si torna ad acquistare auto e moto, ma anche mobili e elettrodomestici. Cresce il reddito medio pro capite, pari a 19.945 euro

O.J.

26 Il Veneto in primo piano

Donne e lavoro. In occasione della ricorrenza dell’8 marzo abbiamo pensato a questo connubio: le

donne nel mondo occupazionale. Sono infatti proprio loro che anche nel 2014, secondo i dati economici diffusi dai vari osservatori regionali, risultano assienme ai giovani fra le più penalizzate dal mer-cato del lavoro.

“Eppure molte di loro non si sono arrese e dal nulla si sono inventate nuove profes-sioni, spesso puntando sui propri talenti e sulle proprie passioni.

Fra le tante storie, abbiamo scelto quel-la di Chiara Schiavon, una giovane di Chiog-gia, che della passione per l’handmade, il fatto a mano, ha deciso di farne la propria professione e, piuttosto che indirizzarsi ver-so nuove mete in cerca di maggior fortuna, ha scelto di scommettere sulla propria attivi-tà nella sua città.

“Grazie a te, donna, per il fatto stes-

so che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”. Ho scelto queste brevi righe vista la ricorrenza dell’8 marzo tratte dalla Lettera del Papa S. Gio-vanni Paolo II alle donne per introdurre l’in-tervista a una donna, Chiara Schiavon, che con grande coraggio ha deciso di rischiare in un momento storico drammatico. Molti coetanei infatti scelgono di partire per l’e-stero con il desiderio di realizzare i propri sogni e aspirazioni. Chiara dal carattere deciso, grazie anche alla sua esperienza di rappresentante degli studenti negli anni di ragioneria, ha preso sul serio questa sfi da poiché ha deciso di rimanere nella sua città affermandosi nel campo dell’hand made”.

Chiara, guardando indietro c’è qual-cosa che cambieresti della tua vita? Sei soddisfatta del tuo cammino? Ti senti una donna realizzata?

“Guardando indietro non cambierei nul-la della mia vita, compresi errori e scelte che ho fatto.

Tutto mi è servito ad arrivare dove sono ora, a volte si rimpiange di alcune decisioni prese, ma credo che alla fi ne sia inutile pen-sarci, piuttosto cerco di cogliere il positivo anche dagli errori.

Per questo sono soddisfatta del mio cammino fatto, a volte penso così giovane ho scelto di avviare un’attività mia, in un periodo così diffi cile, ma bisogna buttarsi in quello in cui crediamo e mettersi in gioco. Ho ancora molte cose da realizzare, questo è solo l’inizio e direi un ottimo inizio!”

Chi è stato decisivo nel tuo percorso? Quali persone ti hanno accompagnato fi nora?

“La persona che mi ha convinto e dato la spinta ad aprire la mia attività è stato il mio fi danzato e che tutt’ora continua a sup-portarmi nel lavoro e nelle nuove idee che

ogni tanto mi frullano in testa.Ovviamente anche la mia famiglia è

stata molto importante e mi ha sostenuto in questa mia nuova avventura, soprattutto credono in me le donne della famiglia, zie e cugine, che spesso sono fonte d’ispirazione alle mie idee creative”.

Da cosa è nata la tua passione per l’hand made?

“La mia passione per l’handmade cre-do di averla sempre avuta dentro, mi ha sempre incantato ciò che una persona può realizzare con le sue mani. Ho sempre avu-to molta manualità, le ore creative a scuola erano le mie preferite. Per me è una grande

soddisfazione quando una persona sceglie di comprare ciò che io ho creato, ma non è nemmeno così facile far capire a tutti il valore del fatto a mano. Ecco che cerco di sensibilizzare le persone e a far compren-dere loro che dietro quella creazione c’è una storia, tempo, passione e attenzione al dettaglio”.

Hai qualche desiderio per il futuro?“Il mio desiderio per il futuro sarebbe

quello di realizzare qualcosa che mi iden-tifi chi, un marchio, e trovare dei rivenditori. Chissà magari una linea di borse… che tra donne diciamocela, non bastano mai!”

di Miriam Vianello

Con grande coraggio e spirito di inziativa ha deciso di rimanere nella propria città e qui puntare sulla propria idea imprenditoriale partendo dalla sua passione per il “fatto a mano”

Donne e lavoro La storia di una giovane donna di Chioggia che ha deciso di inventarsi un mestiere partendo dalle proprie passioni

Chiara Schiavon e l’hand made: una impresa da realizzare

4 Il Veneto in primo piano44 Il Veneto in primo piano

Chiara Schiavon

Anche la disoccupazione colpisce di più il sesso debole. In regione Veneto le donne senza lavoro sono il doppio de-

gli uomini nella stessa condizione. Le cause sono molteplici e molto spes-

so, anche culturali. La fi gura femminile è ancora, talvolta, legata a stereotipi che non consentono una piena realizzazione profes-sionale.

Accade in Italia ma un po’ anche nel resto d’Europa. L’Unione europea, infatti, presenta oggi il tasso di disoccupazione gio-vanile più elevato rispetto a qualsiasi altra area al mondo, se si escludono il Nord Africa e il Medio Oriente, e lo studio rileva come tra le ragazze l’incidenza della quota di inattive in Italia è più alta rispetto all’Europa ed è pari al 49%, in pratica una su due, con pun-te del 65-70% nel sud Italia. Quel che pre-occupa davvero, però, è la distanza del dato del nostro Paese rispetto alle altre nazioni europee sviluppate: +22/23 punti percen-tuali rispetto alle giovani tedesche, inglesi e spagnole, +17% rispetto alle francesi.

Dati che secondo gli analisti sono im-putabili sia alla cultura prevalente che alla famiglia per l’infl uenza esercitata sui com-portamenti e le attitudini delle ragazze fi n dai primi anni di vita.

Anche il percorso di studi delle ragazze appare più accidentato: le ragazze appaiono fortemente penalizzate soprattutto laddove la famiglia di origine ha diffi coltà fi nanziarie o le spese per la frequenza scolastica siano

elevate. Solo il 12% dei maschi abbandona la scuola per queste ragioni, a fronte del 25-27% delle ragazze. E l’incidenza tra le ragazze sale addirittura al 67% durante il corso degli studi universitari, rispetto al 58% dei ragazzi.

Grandi diffi coltà per le ragazze anche quando cercano un lavoro coerente con il proprio percorso di studi: a fronte di un 18% dei maschi che non ha trovato un impiego coerente con il proprio ambito di studi, la percentuale sale di oltre dieci punti percen-tuali nel caso delle femmine. Colpa degli in-dirizzi scolastici universitari privilegiati dalle ragazze che, secondo gli studiosi del feno-meno, risultano essere spesso disallineati rispetto alle opportunità offerte dal mondo del lavoro.

Se poi si analizzano gli stipendi si nota come sin dalla prima esperienza di stage e tirocinio, le femmine vengono retribuite meno della metà rispetto ai colleghi maschi e soffrono di una maggiore instabilità lavo-rativa (l’incidenza dei contratti precari tra le donne di 15-24 anni è del 51% rispetto al 40% degli uomini).

UN TRISTE PRIMATO DONNE DISOCCUPATE: IL DOPPIO DEGLI UOMINI

“Zaia è sceso in piazza per difendere il latte italiano e poi taglia i fondi in bilancio per gli allevatori veneti.

Non è diverso quello che succede in sanità, dove a fronte di grandi ed altisonanti procla-mi, i fatti smentiscono le sue parole”. E’ sta-to un intervento che ha smosso le acque del convegno “Ospedale hub e territorio: realtà o miraggio”, organizzato dalla Cgil di Rovigo, quello del consigliere regionale Graziano Azzalin, che ha puntato il dito contro “una Giunta brava a creare sempre nuovi slogan per distogliere l’attenzione su azioni non solo non rispettose del Piano sociosanitario appro-vato due anni fa, ma addirittura in contrasto con esso”.

Secondo il con-sigliere regionale, “la riforma è rimasta zoppa per la mancata attivazione della medicina integrata e delle strutture territoriali, ecco che allora si butta nuovo fumo negli occhi per distogliere l’at-tenzione. Prima su tutte la questione delle Ulss: già tre anni fa Zaia se n’era uscito con la riduzione a 7, ora Mantoan parla di 10. Il Pd si è sempre detto favorevole, ma dalla Giunta le parole non si sono mai tradotte in un dise-gno di legge o anche solo in una proposta: dobbiamo ancora una volta presentarla noi

dell’opposizione ‘governante’?”.“Altro esempio di chiacchiere a vuoto

– aggiunge Azzalin – è quello degli Istituti Polesani di Ficarolo. Il presidente ha parlato di ‘tolleranza zero’ e poi lo zero è quello che ha fatto la Regione, visto che il famoso ultimatum è scaduto e non è stato fatto as-solutamente niente da parte della dirigenza della struttura sul fronte dell’accreditamento. Alla faccia della tolleranza zero. Altro caso clamoroso è quello delle visite notturne: inci-dono per appena il 2% sulle liste d’attesa ma hanno costi doppi rispetto alle visite in orari normali: perché si continuano a tenere ferme

macchine, compre-se tante risonanze magnetiche, durante il giorno? Sarebbe molto più convenien-te far lavorare medici e tecnici in orari nor-

mali, senza dover pagare il supplemento not-turno, ma questo non garantisce la visibilità sulla stampa, unico vero obiettivo di questa iniziativa”.

Infine, Trecenta: “Il San Luca, è stato detto e ripetuto – sottolinea il consigliere democratico - si sarebbe dovuto trasformare in un polo riabilitativo di eccellenza: il medico che si occupa di questo viene da Adria due volte alla settimana per un totale di sei ore.

E’ questa l’eccellenza promessa? Quanto dobbiamo ancora accettare di essere presi in giro prima che sia evidente la messa in di-scussione della sanità polesana e il mancato rispetto della pari dignità dei territori?”.

“La verità è sotto gli occhi di tutti – con-clude Azzalin – anche sui tagli Zaia mente sapendo di mentire. Il giro di vite del governo Renzi è pari allo 0,1%: siamo sicuri che in tutta la sanità veneta non ci sia nulla da far funzionare meglio per recuperare risorse? Il vero buco nero della sanità veneta, ammesso dallo stesso Zaia in uno dei suoi più condi-visibili spot, poi ancora una volta smentito dai fatti, è quello della finanza di progetto, che produce un’emorragia di soldi pubblici a favore dei privati ai quali si devono versare quote d’ammortamento onerosissime anche a fronte di servizi inesistenti: i project finan-cing sono un problema, ma ancora si insiste su questa strada, ben sapendo che non è una buona strada. Forse un giorno ci verrà spiega-to anche perché”.

sanità

Ospedali polesani e riordino

AZZALIN: “DA ZAIA SOLO SPOT”

Graziano Azzalin

Le visite notturne incidono appena per il 2% sulle liste d’attesa, ma costano il doppio

1 Voci da palazzo11 Voci da palazzo

“E’ urgente che il sistema bancario regionale si doti di gestioni trasparenti, di

programmi di sviluppo sostenibili e di vertici in grado di ragionare su uno scenario molto differente rispetto ad alcuni decenni fa. Non vorremmo scoprire che l’economia regionale debba puntare su banche e fi nanze lontane dal territorio e dalle sue esi-genze. Il tutto proprio nel momento in cui c’è bisogno di fare affi damento su istituti solidi e capaci di comprendere le esigenze del tessuto imprenditoriale e dei risparmiatori della regione”

Clodovaldo Ruffato, Ncd“SERVONO BANCHE PIÙ SOLIDE”

L’opinioneL’opinione

Peccato che proposte come queste arrivino solo a scadenza di mandato. Ma per fortuna qualcuno comunque ci pensa e mette nero su bianco una

proposta di legge per eliminare i famosi carrozzoni delle partecipate tanto odiati a parole dal Zaia che a quanto pare, però, si è scordato di eliminare.

“C’è una società consortile che si chiama Vene-to Nanotec, partecipata dalla Regione al 76,6% che perde 100mila euro al mese da diverso tempo! Che facciamo? direi che viste le ristrettezze del bilancio della Regione, bisogna tagliare, nonostante la fi nali-tà positiva del consorzio. Un buon padre di famiglia farebbe così”.

Con queste parole decise, il presidente della Commissione Bilancio Costantino Toniolo, NCD, spiega come mai, quasi in chiusura di mandato ha presentato una nuova proposta di legge dal titolo “Abrogazione della legge regionale 20/11/2003, n. 32 “Partecipazione della Regione alla società Ve-neto Nanotech società consortile per azioni (SCPA)” e della Legge Regionale 6/09/1988, n. 45 “Costitu-zione di una società a partecipazione regionale per lo sviluppo dell’innovazione e collaborazione con il Cnr per studi e ricerche in materia di interesse regionale”.

“L’intento è quello di uscire dalle partecipazioni in Veneto Nanotech e di Veneto Innovazione (al 100% della Regione). - spiega Toniolo - Ritengo inoltre che le funzioni di analisi e promozione economica svolte da queste società possano essere prese in carico di-rettamente dagli uffi ci regionali o da Veneto Sviluppo. Tutto ciò porterebbe a risparmi rilevantissimi – ribadi-sce – e solo su Veneto Nanotech la Regione verrebbe a risparmiare almeno un milione di euro l’anno e per Veneto Innovazione 200mila euro l’anno.

Mi sono deciso a presentare questa proposta – spiega Toniolo - per il fatto che la Giunta non ha adempiuto agli obblighi della legge regionale del 24 dicembre 2013 (n. 39) che prevede di presentare, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della stessa, una valutazione di carattere economico relativa alle funzioni amministrative attualmente esercitate dalle società controllate. Inoltre Palazzo Balbi non ha fatto alcuna proposta, entro i 180 giorni previsti, circa il mantenimento o meno in capo alle società delle fun-zioni conferite. Per quanto riguarda la norma fi nan-ziaria, prosegue Toniolo, “non essendo a conoscenza di un bilancio dettagliato e approfondito, i tecnici mi hanno consigliato di quantifi care le minori spese in

350mila euro l’anno. Queste risorse vanno girate im-mediatamente per incrementare il capitolo di bilancio fi nalizzato agli interventi a favore della ricerca e dello sviluppo. In questo capitolo anche tutti gli ulteriori risparmi che deriveranno dall’abrogazione delle due leggi regionali. Quindi - conclude Toniolo - le risorse andranno comunque impiegate per incentivare la ri-cerca, l’innovazione e lo sviluppo economico locale e regionale, ma si evita il costo di funzionamento di una struttura ulteriore”.

di Maria Pavan

Manovre di fi ne mandato Una proposta di legge per alleggerire il bilancio

Oltre un milione di euro da risparmiare, basta volerloVeneto Nanotech incassa un milione di euro l’anno e Veneto Innovazione 200mila euro l’anno. Eliminando queste società,i soldi restano in bilancio alla Regione

“Stanziati altri 500 mila euro per la tutela internazionale delle denominazioni di ori-gine e delle indicazioni geografi che del

settore agroalimentare veneto, che si aggiungono alla prima trance messa a disposizione nel 2014. Una somma che è stata affi data ad Uvive (Unione Consorzi vini veneti DOC) al fi ne di intervenire in modo sinergico e capillare nella difesa legale delle denominazioni sul mercato UE e nei paesi extra-UE”.

L’assessore all’agricoltura Franco Manzato esprime la propria soddisfazione per la realizzazione di questo progetto, che defi nisce “di primaria impor-tanza, in quanto il “made in Veneto” nel comparto agroalimentare e soprattutto nel settore vitivinicolo, è vittima di numerose contraffazioni e imitazioni”.

“E’ importante sostenere i titolari del marchio territoriale, ossia i Consorzi di Tutela – aggiunge Manzato. Non spetta certo alle singole aziende pro-duttrici difendere le denominazioni e le indicazioni geografi che protette che rappresentano in quanto i titolari dei marchi sono i rispettivi Consorzi, che la pubblica amministrazione sostiene e aiuta nel salva-guardare e promuovere il “made in” del territorio che rappresentano”.

Il valore della produzione lorda agricola veneta nel 2014 è stimato in 5,6 miliardi di euro, in con-tinuo aumento. “Nel solo settore vitivinicolo – ha ricordato Manzato – il Veneto ha una produzione di circa 8 milioni di ettolitri l’anno, con 28 DOC, 14 DOCG, 10 IGT”.

DIFENDIAMO LE PRODUZIONI VENETE DALLE COPIE TAROCCATEAgroalimentare

“Un ‘no’ deciso alla ricetta medica nei supermercati,

perché i farmaci non sono beni di consumo ma presìdi fondamentali per la salute del malato per i quali è necessaria la professionalità di un farmacista. E soprattutto ‘no’ perché la liberalizzazione per concorrenza causerebbe la chiusura di decine di piccole far-macie sul territorio che oggi garantiscono anche nei piccoli centri il servizio per cui il Veneto eccelle. Appoggiamo le obiezioni di Federfarma, si rischierebbe di privare i cittadini di un servizio sanitario effi ciente e capillare sul territorio, visto che l’ulteriore liberalizzazione metterebbe in pericolo le farmacie nei piccoli centri, che non riuscirebbero a reggere alla concorrenza della grande distribuzione”.

Luca Coletto e Arianna Lazzarini, Lega“NO A RICETTA MEDICA NEI SUPERMERCATI”

“In Veneto ci sono più di cinquanta nidi e scuole private per l’infanzia

con presenza di amianto. E in oltre un centinaio le scuole primarie e secondarie è stata rilevata fi bra d’amianto nei tetti, nei pavimenti, nelle caldaie e nelle pareti. Ma un monitoraggio completo sulla presenza del pericoloso minerale, in Veneto non c’è. Una fi bra di amianto è di 1300 volte più sottile di un capello umano e che l’amianto è un materiale friabile che rilascia queste fi bre spontaneamen-te per semplici vibrazioni, corrente d’aria, urti o usura, è facile intuire a quale rischio siano sottoposti alunni, insegnanti e ope-ratori scolastici. Chiediamo alla Giunta che cosa intenda fare per mappare l’intero territorio regionale e vogliamo sapere quali sono le singole scuole, nome per nome”.

Antonio Pipitone e Gennaro Marotta, IDV“AMIANTO: CENTINAIA DI SCUOLE DA BONIFICARE”

Costantino Toniolo

Franco Manzato

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111Voci da palazzo

“Tra le conseguenze nefaste del mancato riordino del-le competenze da parte

della Giunta regionale – sostiene Lucio Tiozzo - c’è quella del rischio di smantellamento di alcuni servizi fondamentali, come quello per gli studenti con disabilità visive ed uditive. Si tratta infatti di servizi che fi no ad oggi erano svolti dalle Province: ma in assenza di un riordino delle funzioni, come la legge Delrio impone, tutto questo patrimonio di professionalità e di assistenza è destinato ad essere disperso”. Gli interventi integrati di supporto alla comunicazione e all’apprendi-mento dei bambini e ragazzi con disabilità sensoriali (che frequentano la scuola per l’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo e secondo grado) sono necessari per l’integrazione scolastica, sociale e lavorati-va e il raggiungimento del livello più alto di autonomia personale possibile. A benefi ciare in Veneto di questo tipo di servizio sono circa mille studenti, con un costo stimato per il corretto e regolare svolgimento dei servizi di circa 9 milioni di euro l’anno. “La Giunta regionale proceda con urgenza a decidere chi deve farsi carico di questo servi-zio, evitando così disagi pesanti a questa delicata fascia di utenza e alle loro famiglie. E’ evidente che ogni ulteriore rinvio non potrà che aggravare la situazione e penalizzare nella quotidianità le persone che hanno maggiori necessità di sostegni”.

COMMENTI

ProvinceDISABILI PENALIZZATI DAL VUOTO LEGISLATIVO

Il lavoro capillare e attento della Moretti sul territorio e tra la gente sembra raccogliere i primi frutti che, seppur ancora timidi, cominciano a far ben sperare il popolo

del centrosinistra. Certo è che la campagna elettorale non è ancora entrata nel vivo. I vari attori che potrebbero co-alizzarsi nello schieramento di centrodestra non sembrano trovare l’accordo giusto per stare davvero insieme. Quel che è certo è che Zaia correrà e che ha iniziato a gridare dal suo megafono di propaganda la parola d’ordine della sua campagna elettorale: sicurezza. L’appello ha le solite caratteristiche che contraddistinguono la lega in tutte le sue campagne elettorali e che fanno appello alla pancia del popolo veneto. Cosa può più della paura? Forse i soldi facili. Ma di soldi, lo sappiamo tutti, non ce ne sono più, e allora pronti gli slogan contro gli immigrati, pronti i rifl ettori su ogni minimo fatto di criminalità che lo amplifi ca e lo stampa in fronte a tutti coloro che hanno paura e che così,

continuano ad averla. Dal canto suo, invece, Alessandra Moretti continua a pedalare e ad incontrare la gente che volentieri si ferma con lei a chiacchierare e che soprattutto le spiega cosa non va, cosa vorrebbero cambiare davvero del Veneto, di che cosa hanno timore: paura di perdere il lavoro, paura che i fi gli non ne trovino mai uno e che non riescano a farsi una famiglia; di non avere più i soldi per pa-garsi le visite mediche o gli esami clinici; di non riuscire più da soli a sostenere il peso dell’anziano che hanno in casa. Paura che la corruzione continui a dilagare e a dilapidare i soldi dei cittadini. Anche paura dei ladri, ma quella viene dopo molte altre cose. Ogni territorio che Alessandra visita è ricco di un tessuto economico e sociale molto diverso di zona in zona e bisogna vederli certi paesi per capire se hanno più bisogno di capannoni o di treni per mandare i fi gli a studiare e lavora in città. E lei ci va, ascolta e si impegna. Intanto in Regione Veneto si susseguono i casi

giudiziari. Da ultima la notizia delle indagini sui sei dirigenti accusati di turbativa d’asta per l’aggiudicazione del project fi nancing della Treviso-mare contro la quale il Pd locale e regionale hanno portato avanti una fi era opposizione. “La domanda che mi viene posta da tanti cittadini durante questo tour – afferma Alessandra Moretti - è sempre la stessa: ma dov’è Luca Zaia”?Luca Zaia è lì, governa da Governatore, certo è che da quel 30 novembre 2012 in cui fu arrestato il dirigente dell’uffi cio Tributi e Bilancio della Regione Lucio Fadelli ne sono accadute di cose un po’ inquietanti in seno alla Regione. Nel dicembre 2012 l’arre-sto di Alessio Sturaro, del Genio civile di Padova; nell’aprile del 2013 sono iniziate le indagini che hanno portato la Procura a formulare l’accusa di malversazione, peculato e abuso d’uffi cio nei confronti di Fabio Fior, a lungo capo dell’uffi cio Tutela Ambiente; poi l’enorme caso Mose con l’arresto di Giancarlo Galan e Renato Chisso.

Campagna elettorale Il megafono di Zaia è tutto puntato sull’allarme sicurezza

Moretti in ascolto del territorio: sondaggi in crescitaCentro destra ancora incerto sulla coalizione ma la competizione elettorale è iniziata. Stili e parole d’ordine molto diversi per i due attori fi nora in campo

Alessandra Moretti e Luca Zaia

S.B.M.

di Maria Pavan

28 Voci da palazzo

publIredazIonale

La Moretti sul territorio c’è e ci crede al punto da voler toccare con mano ogni realtà e citta-dino veneto che, in quanto tale, ha diritto ad essere conosciuto, ascoltato e preso in consi-derazione dalla politica e soprattutto da chi ha l’ambizione di governare nei prossimi cinque anni.E così il Consigliere regionale Graziano Azza-lin le sta presentando il Polesine, i suoi pae-si grandi e piccoli, le imprese che lavorano e creano economia e soprattutto la sua gente, i polesani. “Con la sua seconda visita in Polesine Ales-sandra Moretti ha confermato la sua attenzio-ne verso la nostra terra, troppo spesso trascu-rata da chi governa a Venezia”: con queste parole il consigliere regionale dl Pd Graziano Azzalin, che ha accompagnato la candidata del Pd alle prossime regionali nel suo tour di due giorni che ha toccato Castelmassa, Me-lara, Bergantino, Calto, Ceneselli, Castelnovo

Bariano, Badia Polesine, San Bellino, Lendinara, Lusia, Villanova del Ghebbo e Castelguglielmo.L’ex europarlamentare ha sottolineato a più ripre-se l’importanza delle sue dimissioni già durante la campagna elettorale: “Nel 2010 Zaia ha fatto pro-paganda da ministro e ora la farà da governato-re, io invece ho scelto di farlo da libera cittadina: credo sia un segno di serietà ed un piccolo gesto per dimostrare che si può fare una politica diversa, intesa come spirito di servizio”.“E’ importante – aggiunge Azzalin – che Alessan-dra non si sia limitata a qualche conferenza qua è là, ma abbia deciso di incontrare faccia a faccia tut-ti i cittadini, compresi quelli di località del Polesine

Alessandra Moretti innamorata del Polesine e dei polesani

solitamente escluse dalle grandi campagne elet-torali fatte molto di proclami ma poco di confronti diretti: l’impostazione data dalla candidata del Pd è proprio quella di toccare con mano le diverse realtà del Veneto, per capirne le esigenze e le possibilità di valorizzazione. E’ con questo spirito che ha dia-logato i cittadini e, soprattutto, ha visitato alcune importanti realtà produttive del territorio come la Tecnical Park di Melara, il Fabbri Group di Calto, La Vetro di Bergantino, le Distillerie Mantovani ed il mercato ortofrutticolo di Lusia”.Dopo essere stata a Canaro, Fiesso Umbertiano, Fratta Polesine, Villamarzana, Frassinelle Polesi-ne ed Arquà Polesine nel corso della sua prima vi-

sita, Alessandra Moretti tornerà ancora il Polesine il 25 e 26 febbraio prossimo, quando visiterà altri 15 comuni. Questa volta, però, a partire dal Delta del Po.

Azzalin “Ha confermato la sua attenzione verso

la nostra terra, troppo spesso trascurata da chi governa

a Venezia, per toccare con mano le diverse realtà del

Veneto, per capirne le esigenze e le possibilità

di valorizzazione”

Il Consigliere regionale Azzalin: “Zaia e i suoi governano da lontano, senza conoscerci davvero”

1 Cultura veneta11 Cultura veneta

In un slogan, il Vetro è Murano: un’isola tra le più visitate perché con il suo materiale lucente e vibrante attira ondate continue di turisti. Le sue fabbriche sono attrezzatissime per richiamare fl ussi di persone italiane e soprattutto straniere, attraverso visite guidate e rappresentazioni pratiche dei maestri vetrai. Ogni rappresentante delle relative

aziende istruisce e fa capire, con franchezza, che un prodotto di qualità ha un costo comprendente lavorazione, studio e design. Proprio qui numerosi architetti, stilisti e artisti hanno creato, nei decenni, opere riproposte ancora oggi, lungi dai concetti di pezzo unico e tiratura cari alle produzioni artistiche. Dal 9 febbraio il luogo principe, che custodisce la storia del vetro veneziano, riapre con un progetto museografi co totalmente rinnovato: spazi espositivi quasi raddop-piati, allestimenti rivisti e nuovi servizi per il pubblico con video e totem informativi. Una straordinaria esposizione che parte da vetri romanici del I secolo d.C. passando per le produzioni rinascimentali e del Settecento, arrivando alle nuove sperimentazioni del secolo scorso. Un museo che si amplia recuperando uno storico complesso produttivo, dismesso nel 1993, attraverso l’assimilazione di una parte delle ex Conterie: termine che defi nisce le perle di pasta vitrea. Un’area nata nel 1898 quando più imprese che producevano perline si consociarono creando un’unica azienda denominata Società Veneziana Conterie. Una ristrutturazione che, partendo dai sette metri d’altezza e dall’open space creato, ospiterà mostre ed eventi temporanei. Il primo di questi parte dalla storia dell’isola di Murano, rendendo omaggio all’artista Luciano Vistosi deceduto cinque anni fa. Fino al 30 maggio è possibile ammirare le sue opere che hanno sempre saputo imbrigliare la luce attraverso forme e dimensioni uniche. Un progetto che, cofi nanziato dal Fondo di Sviluppo Regionale dell’Unione europea assegnato dalla Regione Veneto e dall’intervento del Comune di Venezia, ha unito due siti storici quali Palazzo Giustinian e l’ex fabbrica di perle di vetro adiacente al giardino del Museo.

MUSEO DEL VETRO UN NUOVO ALLESTIMENTO, UNA MERAVIGLIA

Chioggia Premio giornalistico Giorgia Iazzetta

Anna Vitaliani e Pietro Pruneddu sono i vincitori ex aequo della terza edizione del “Premio Giornalistico Giorgia Iazzetta”, organizzato da Nordestnet (editore del periodico NES Nordest Sanità) con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti

del Veneto. Pietro Pruneddu, vince con “Inchiesta sull’eutanasia, in Italia si fa non si dice” affrontando un tema di attualità, con una estrema chiarezza espositiva, una buona organizzazione dei contenuti, il lavoro di ricerca e raccolta dati, la lucidità nel trattare un argomento delicato senza sbavature emotive. Mentre Anna Vitaliani vince con “Battaglia di Caterina” un servizio speciale di 6 minuti andato in onda su Raitre. Anche qui un tema di attualità capace di far emergere, senza snaturare l’identità della protagonista, la capacità di mescolare armonicamente i contenuti legati al tema della sperimentazione animale e dell’energia di una straordinaria storia umana. Una menzione va all’articolo “Alessio e Cristina: le notte in ospedale” di Maria Paola Scaramuzza, pubblicato sul settimanale Gente Veneta. La giuria ha particolarmente apprezzato il calore e l’eccezionalità del racconto che non scade mai nel patetico di una scelta di vita particolarmente forte. Una storia che rinfranca l’otti-mismo. Ci piace ricordare che Giorgia Iazzetta, giornalista di Chioggia a cui è intitolato il premio e scomparsa prematuramente il 30 novembre 2011 aveva cominciato a scrivere una decina di anni prima per noi, il free press “La Piazza”.

VINCONO EX AEQUO ANNA VITALIANI E PIETRO PRUNEDDU. MENZIONE PER MARIA PAOLA SCARAMUZZA

L’anno 2015 rappresenta per Venezia la 56° Esposizione della Biennale d’Arte. Dopo diversi anni l’appuntamento mon-

diale apre il 9 maggio per concludersi il 22 novembre. I luoghi centrali sono gli spazi dei Giardini, dell’Arsenale e d’infi niti siti divisi in tantissimi palazzi e altre sedi per eventi collaterali uffi ciali e no. Il curatore per questa edizione è Okwui Enwezor (Nigeria 1963), studioso interessato ad un approccio artistico internazionale più che locale. Come da sue parole, il progetto esposto parte dal consi-derare “le fratture che oggi ci circondano e che abbondano in ogni angolo del panorama mondiale, rievocatrici di macerie evanescenti sorte dalle precedenti catastrofi accumula-tesi ai piedi dell’angelo della storia. Come fare per afferrare appieno l’inquietudine del nostro tempo, renderla comprensibile, esa-minarla e articolarla? I cambiamenti radicali verifi catisi nel corso degli ultimi due secoli hanno prodotto nuovi e affascinanti spunti per artisti, scrittori, cineasti, performer, com-positori e musicisti. Riconoscendo tale con-dizione, la 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia propone All the World’s Futures, un progetto dedicato a una nuova valutazione della relazione tra l’arte e gli artisti nell’attuale stato delle cose”. Dunque un’idea nozionistica che ri-prende la teatralità e il palcoscenico come elementi di esplorazione e analisi. Infatti tre concetti faranno da fi ltro alla kermesse: Vitalità, sulla durata epica - Il giardino del disordine - Il Capitale, una lettura dal vivo.

Parafrasando le titolazioni alle opere esisten-ti, gli artisti coinvolti dovranno produrre dei lavori e dei contributi esclusivi alla mostra, attraverso proposte che avranno come punto di partenza il concetto di giardino, realiz-zando nuove sculture, fi lm, performance e installazioni. Ulteriore e conclusiva disamina, partendo dal libro “Das Kapital” di Marx, si svolgerà nella lettura attraverso un impo-nente progetto bibliografi co elaborato dal curatore. Dunque, fra qualche mese avremo modo di verifi care se le volontà di Enwezor di scavare a fondo lo stato delle cose, met-tendo in discussione la loro apparenza, avrà avuto buon esito.

Aspettando la Biennale di Venezia

ALL THE WORLD’S FUTURES

Autodidatta, nel 2011 alla Biennale di Venezia, invitato da Sgarbi. Un autore Veneto che conduce lo spettatore in un viaggio dell’anima particolarmente caldo

L’artista, di Mogliano Veneto, Piero Slon-go ritorna ad esporre nella provincia di Treviso con una mostra personale ricca di

una trentina di opere. Nell’avveniristico wine creative lab e boutique di Roncade, l’Arte fi gu-rativa del pittore contamina a livello culturale la fi losofi a aziendale della cantina 47 Anno Domini progettata, a livello architettonico, da materiali quali legno, vetro e acciaio. Fino al 24 aprile, i lavori del Maestro dialogano con il design e il gioco di luce che la struttura crea durante le diverse fasi del giorno: “Cromie dell’Anima” è la mostra che individua la sua essenza artistica attraverso le tematiche del paesaggio, dei fi ori, delle nature silenti e dei ritratti. Fin dalle biennali veneziane Slongo ha assimilato e successivamente sviluppato una fi gurazione originale di stampo impres-sionista ed espressionista, elaborando negli anni un percorso ricco di varianti cromatiche nate da una tradizione rinascimentale vene-

ta, che ha posto il colore come vero elemento di forza creativa.

L’intensità pittorica è invece di caratura internazionale, perché in chiave personale propone nelle sue tele un potente vigore di cromie ampiamente solari, care a un’artista per lui di riferimento quale Vincent Van Gogh. Nei paesaggi, una tra le principali tematiche del Maestro, si coglie l’interiorità umana at-traverso la manifestazione di emozioni e liri-cità. La sua tecnica è tendente a una sorta di

opacità all’interno di una pastosità che unisce vitalità e luminosità care a Chaim Soutine. Le opere sono dunque fonti di un calore pas-sionale, vera risorsa vitale per un’incessante amore per l’Arte. A questa disamina, nel dipingere, l’artista pone un’attenta analisi psicologica atta ad indagare l’intimo della realtà come in Oscar Kokoschka. A livello biografi co Piero Slongo fi n dalla giovane età è stato naturalmente incline al disegno e alla pittura. Di formazione autodidatta, negli anni

di Alain Chivilò

La mostra Una personale a Roncade

Piero Slongo e le sue Cromie

A.C.

passati fi no a oggi partecipa alla vita artistica nazionale giungendo nel 2011 al Padiglione Italia della LVI Esposizione Internazionale d’Arte, Biennale di Venezia. Grazie al curato-re Vittorio Sgarbi, che già lo segnalò all’edi-zione di Arte Padova del 2000 come uno tra i tre più interessanti artisti presenti fra quelli meno conosciuti al grande pubblico, il pittore Slongo coronò quel sogno di una vita, sor-to durante la giovinezza dove da Mogliano Veneto, sua città natale, partiva per recarsi

in bicicletta ai Giardini de La Biennale. L’Arte di Piero Slongo s’inserisce all’interno di una ricerca pittorica italiana che trova in Carlo Car-rà, Ottone Rosai e Giorgio Morandi l’utilizzo di arie tipicamente metafi siche nelle quali a livello interiore si crea un viaggio dell’anima con intensità personalizzabile, da ognuno di noi, che varia da opera a opera. Una mostra dove il “giovane” artista, grazie alla calibrata curatela, pone una fi gurazione a passo con i tempi in un ambiente sempre frizzante.

29Cultura

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Cani e bambiniL’ESPERTO Dott.ssa Veronica Ferrarese - Educatrice cinofila*

Un’affermazione che sento fare frequente-mente da parte di chi vuole adottare un cane è “prendo un cucciolo per il mio bambino così crescono insieme”. Purtroppo però questa non è sempre cosa buona e giusta.Premetto che sono cresciuta con i cani, sono stati i miei primi compagni di gioco e non mi sono mai separata da loro, tanto che oggi sono i miei compagni di lavoro.Da bambina giocavo sempre con i cani del nonno, il mio preferito si chiamava Tabù, un randagio bianco e grigio ar-rivato in famiglia già adulto e dove ha vissuto almeno vent’anni. Ho pianto tanto quando è morto perché Lui era il mio migliore amico, sa-peva tutti i miei segreti, glieli raccontavo quan-do andavamo a passeggio.Il primo morso invece l’ho preso da un cocker spaniel, ancora oggi quando mi guardo il brac-cio penso a quanto me lo sono meritato (anche mamma mi aveva detto così!). Era un batuffolo rosso bellissimo quando è arrivata a casa, sia-mo cresciute insieme. Poi qualche litigio, pic-

coli conflitti che lasciano il segno. Quando mi chiedono una consulenza relativa a quale cane prendere per il bambino, io prima di tutto ri-spondo che è un desiderio da assecondare solo se gli adulti della famiglia sono effettivamente disposti ad occuparsene perché il cane non è per il bambino - che ovviamente non può nem-meno esserne il principale responsabile - ma diventa un nuovo membro della famiglia. Poi, suggerisco sempre la scelta di un cane maturo ed equilibrato. Un cane adulto ha molti vantag-gi, si possono conoscere le caratteristiche fisi-che e comportamentali ed è certamente meno impegnativo di un cucciolo di per sé vivace, esu-berante ed ineducato. Non voglio convincervi, se proprio ve la sentite potete anche adottare un cucciolo, considerando però che l’impegno, soprattutto quando il figlio è ancora piccolo, è di gran lunga maggiore. Comunque scegliate ri-cordate sempre di insegnare ai vostri bambini a trattare i cani con rispetto e gentilezza, proprio come vorrebbero essere trattati loro.

*Educatrice cinofila che collabora con il Rifugio Cipa

Sterilizzazione: perché consigliarlaIL VETERINARIO A cura del Dottore Andrea Feliciati

Cani e gatti fanno sempre più par-te integrante delle famiglie italiane

per la gioia dei bambini e di chi un po’ bambino tor-na grazie a loro. La famiglia media non fa mancare niente al piccolo amico: cucce e brandine su cui riposare, cibo di qualità, giochini, visite dal veteri-nario e farmaci quando sono necessari. Un discorso a parte merita la sterilizzazione, pratica spesso mal-digerita dai proprietari dei pet. “E’ contro natura”, “soffre se non fa i cuccioli”, “deve fare una cucciolata altrimenti vengono i tumori” sono espressioni con le quali ogni medico veterinario ha a che fare nella sua quotidianità. La realtà è diversa. Se è vero che la sterilizzazione è contro natura è altrettanto vero che se si vuole rispettare il normale svolgimento della loro vita dobbiamo lasciare che cani e gatti prolifi-chino liberamente e non quando si decide di fargli fare una cucciolata. I vantaggi della sterilizzazione di cani e gatti sono molteplici ed ogni medico veteri-nario potrà fornire spiegazioni esaurienti a riguardo. Volendo brevemente elencarli:- Prevenzione del randagismo: molto spesso dalla mancata sterilizzazione alla cucciolata imprevista il passo è breve. Il più delle volte il proprietario riesce

ad occuparsi dell’affido dei cuccioli ma capita anche che questi cuccioli, soprattutto gattini, vengano ab-bandonati aumentando così il randagismo;- Prevenzione di patologie uterine: cagne e gatte non sterilizzate possono andare incontro, special-mente in età avanzata, allo sviluppo di piometra una patologia caratterizzata da raccolta di materiale purulento all’interno dell’utero che richiede inter-vento chirurgico immediato e, spesso, non esente da rischi;- Prevenzione di tumori mammari: è dimostrato che sterilizzazioni precoci sia nella cagna che nella gatta prevengono i tumori mammari che statisticamente sono maligni nel 50% dei casi nella cagna e nell’80% dei casi nella gatta;- Prevenzione delle false gravidanze: fenomeno fre-quente nelle cagne non sterilizzate con produzione di latte. Le gravidanze isteriche a lungo termine possono portare a neoplasie mammarie.Ovviamente chi desidera una cucciolata del proprio pet perché si vuole tenere un cucciolo o per allarga-re le famiglie di amici e parenti è giusto e bello che lo faccia ma non sterilizzarli per un loro presunto benessere è puro egoismo.

Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Rovigo e Direttore Sanitario dell’ambulatorio del Rifugio C.I.P.A.

APO è un meticcio maschio steriliz-

zato, taglia media. E’ un cane buonissimo!

E’ adatto a famiglie anche con bambini piccoli e persone anziane, va d’accordo

con gli altri cani. Adora le coccole e stare in compagnia delle persone.

CHICCO è un Segugio Italiano maschio steriliz-zato. E’ bello e davvero molto

buono. Va d’ac-cordo con tutti!

Adatto a famiglie anche con bambini. Salta le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una

famiglia che lo faccia vivere in casa.

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CORA è un incrocio Pastore

Maremmano, femmina

sterilizzata. Va a passeggio e va d’accordo con gli altri cani. Adora

coccole e grattini! Adatta a chi vuole un cane buono e da tenere in giardino, che

faccia anche un po’ da guardia.

GIANDUIA è un meticcio

maschio sterilizzato. Gli

piace andare a passeggio

e stare in compagnia di persone dai modi delicati e

che lo rispettano. Per lui stiamo cercando un ambiente tranquillo come unico cane.

GIN è un Pointer maschio

sterilizzato. E’ buonissimo

e socievole! Adora le coccole e andare a passaggio al guinzaglio. Adatto a famiglie anche

con bambini, anziani e altri cani. Patisce molto il freddo quindi stiamo cercando

una famiglia che lo faccia vivere in casa.

NORA è una me-ticcia femmina

sterilizzata, taglia media. E’ una cagnolona timida e discreta. Predilige le persone

con modi delicati. Va d’accordo con gli altri cani. Per lei stiamo cercando

una famiglia che la faccia vivere in un ambiente tranquillo e stabile.

PENNY è una meticcia femmina sterilizzata,

taglia piccola. E’ dolce come pochi cani al

mondo! Le piace stare acciambellata sulle

gambe dei volontari e farsi spazzolare. Fa passeggiatine brevi e va d’accordo con

tutti. Patisce il freddo quindi cerchiamo una persona che la faccia vivere in casa.

MAX è un meticcio maschio sterilizzato,

taglia media. E’ di grande compa-

gnia, maestoso ed esuberante. Scala

le recinzioni quindi per lui stiamo cercando una famiglia che

lo faccia vivere in casa. E’ l’ideale per chi vuole un cane con cui svolgere attività

fisiche, ludiche ed educative.

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sterilizzato, taglia

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L’art. 456 del codice civile prevede che la successione si apra al momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto; se il defunto non ha disposto dei

propri beni per testamento si fa luogo alla successione per legge. Quando si parla di successione a causa di morte bi-sogna tener presente che sono necessarie alcune formalità per completare il subentro degli eredi nei beni del defunto (il “De Cuius”). In particolare, una di carattere giuridico (l’accettazione dell’eredità) ed una di carattere fiscale (la dichiarazione di successione). Analizziamo anzitutto quella di carattere fiscale: gli eredi hanno l’obbligo di presentare la “Dichiarazione di Successione” entro un anno dalla data di apertura della stessa (ovvero dalla data di morte del de cuius). La dichiarazione deve essere compilata esclusiva-mente su apposito modello e va presentata presso l’Agenzia delle entrate competente in base al luogo di ultima residen-za del defunto.

Nella dichiarazione vengono indicati:- i beni immobili sui quali de cuius aveva un diritto reale

(proprietà, nuda proprietà ecc.)

- i depositi bancari intestati o cointestati- i dati dei soggetti cui l’eredità spetta per legge o te-

stamento.Non vanno invece indicati i beni mobili registrati (ad

esempio: macchine o motociclette). Per presentare la di-chiarazione di successione è necessario pagare le relative imposte; anche se è prevista una franchigia di 1.000.000 di Euro per il coniuge e ciascun figlio erede relativamente alle imposte di successione, restano da corrispondere le im-poste ipotecarie e catastali la cui percentuale dipende dalla possibilità di chiedere delle agevolazioni.

L’accettazione è invece il vero acquisto dell’eredità: può essere espressa o tacita. L’accettazione espressa è una dichiarazione formale, resa in un atto pubblico innanzi ad un Pubblico Ufficiale (Notaio o Cancelliere del tribunale), a cura dell’erede. E’ tacita quando, in mancanza di un atto forma-le, il chiamato all’eredità compia uno o più atti che presup-pongono la sua volontà di accettare: ad esempio la vendita di un bene ereditario, che il chiamato erede non avrebbe diritto di compiere se non volesse accettare l’eredità.

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AVV. TOMMAsO lA ROsA

I recenti tragici fatti di Parigi e le successive deliranti frasi che A.M.H. un immigrato di origini marocchine da 12 anni residente in Polesine ha scritto sulla sua pagina

di Facebook, offrono lo spunto per alcune considerazioni sull’apologia di reato, delitto previsto dal terzo e quarto comma dell’art. 414 del codice penale. Sotto il profilo sog-gettivo affinché sussista il reato è necessario che l’azione criminosa sia accompagnata dalla coscienza e volontà di fare apologia mentre sotto il profilo oggettivo l’interesse tutelato è l’ordine pubblico ossia il regolare andamento del vivere civile garantito dallo Stato attraverso norme spesso di rilevanza penale, che debbono essere inderogabilmente osservate da tutti i consociati.

Inoltre, l’apologia deve avvenire in un luogo pubblico o aperto al pubblico ad esempio in una piazza, durante una trasmissione radiofonica o televisiva, mediante la stampa, attraverso internet ed i vari social networks.

Il codice penale non fornisce una nozione di apologia di reato che è stata elaborata da dottrina e giurispruden-za per le quali essa consiste nel tenere pubblicamente un comportamento criminoso attraverso scritti o discorsi appa-rentemente leciti, diretti ad esaltare, giustificare un fatto o

Apologia di reatodiritto penale

il suo autore con l’intento di spronare altri all’imitazione o di eliminare la ripugnanza verso tale fatto o verso l’autore di delitti.

Nel nostro ordinamento oltre alla norma generale dell’art. 414 c.p vi sono specifiche fattispecie di reato che sanzionano l’apologia quali, ad esempio, la propaganda che possa comportare il pericolo della ricostituzione del par-tito fascista sanzionata dalla legge 20.6.1952 n. 645; la legge 13 ottobre 1975, n. 654 che punisce la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero l’istigazione a commettere atti di discriminazione o di violenza per motivi razziali etnici, nazionali o religiosi.

Sulla base di una lettura superficiale dell’art. 414 c.p., si potrebbe concludere che costituisce reato la mera con-dotta di colui che si limita a manifestare ed esaltare pubbli-camente la correttezza di atti ritenuti illeciti e gravemente sanzionati dall’ordinamento giuridico quali ad esempio l’omicidio o che contesti la legittimità di alcune leggi.

Tale interpretazione, in linea con l’ideologia imperante nel 1930, anno al quale risale l’entrata in vigore del codice penale, è stata costantemente seguita dalla Corte di Cas-sazione fino all’intervento della Corte Costituzionale con

sentenza del 4.5.1970 n. 65.La Consulta, infatti, nel dichiarare infondata la que-

stione di illegittimità costituzionale sollevata dal Giudice Istruttore del Tribunale di Rovigo per contrasto con l’art. 21 della Costituzione, che tutela il diritto alla libera mani-festazione del pensiero, ha affermato che l’art. 414 terzo comma c.p., deve essere interpretato nel senso che esso punisce solo le condotte che per le loro modalità integrano comportamenti concretamente idonei a provocare la com-missione di delitti. La giurisprudenza che ne è seguita si è allineata a tale orientamento per cui è stata ad esempio esclusa l’apologia di reato nel caso di un volantino sul qua-le, a commento dell’omicidio del commissario Calabresi, erano state scritte le seguenti parole “ognuno ha ciò che si merita”. Per concludere, l’accertamento del concreto pericolo della commissione di un reato in conseguenza di una condotta apologetica, deve essere di volta in volta valutato dal giudice attraverso elementi quali la personali-tà, la condotta dell’autore dell’apologia, la sua capacità di persuasione verso terzi e la propensione di questi ultimi a recepire le sue parole. Tali elementi sono stati considerati evidentemente insussistenti nei confronti di A.M.H. contro

il quale la Procura della Repubblica di Venezia risulta abbia deciso di non procedere nonostante le sue parole abbiano ricevuto messaggi di approvazione e condivisione nel web. Nel contempo, però, la notizia risale a qualche settima-na fa, a Torino lo scrittore Erri De Luca è stato rinviato a giudizio per incitamento al sabotaggio avendo dichiarato nel corso di un’intervista: “La Tav va sabotata. Le ceso-ie sono utili perché servono a tagliare le reti”. Il rinvio a giudizio ha suscitato forti e vibrate proteste da parte di chi considera invece tale iniziativa una violazione della libera manifestazione del pensiero sancito dall’art. 21 della Carta Costituzionale. In Francia, invece, il comico francese Dieu-donné è stato arrestato per apologia del terrorismo per il solo fatto di avere scritto su Facebook, con riferimento al terrorista islamico ucciso in un negozio kosher di Parigi, “mi sento come Charlie Coulibaly”. Tale frase è stata così commentata dal premier francese Manuel Valls con le se-guenti condivisibili parole, “Il razzismo, l’antisemitismo, il negazionismo e l’apologia del terrorismo non sono opinio-ni, sono reati; bisogna essere implacabili nel battersi contro il terrorismo, certamente, ma anche contro la parola che uccide, la parola di odio”.

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Negli ultimi vent’anni, in Italia, oltre il 50% delle persone che ha subito un sinistro stradale ha ripor-tato danni permanenti da distrazione del rachide

cervicale. Tale dato, di gran lunga superiore rispetto alle percentuali registrate nel resto d’Europa, ha obbligato il nostro Legislatore a promulgare delle norme in grado di arginare detto fenomeno. Difatti, è innegabile che gli esborsi sopportati dalle Compagnie di Assicurazione per il cd. “colpo di frusta” erano oramai divenuti insostenibi-li, soprattutto perché molte persone, in virtù della facilità con cui si potevano ottenere delle cospicue somme, se ne sono approfittate simulando i sintomi di un danno che non avevano per nulla patito. Ovviamente, tale malco-stume ha colpito un po’ tutti noi perché ha determinato, nel corso degli anni, un costante aumento del costo delle polizze RC Auto. Così, con la L. n° 27 del 24.03.12, art. 32 comma 3 ter e 3 quater, è stato stabilito che “le lesioni di lieve entità, che non siano suscettibili di accer-tamento clinico strumentale obiettivo, non potranno dar luogo a risarcimento per danno biologico permanente” e che “il danno alla persona è risarcito solo a seguito di

Incidente stradale: il colpo di frusta viene ancora risarcito?

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riscontro medico legale da cui risulti visivamente o stru-mentalmente accertata l’esistenza della lesione”.

Quindi, considerando che il colpo di frusta è difficil-mente accertabile attraverso i raggi, la risonanza magne-tica o la TAC, vale ancora la pena di richiederne il risarci-mento? La risposta è sì, soprattutto per coloro che hanno realmente subito un pregiudizio alla propria salute. Difatti, in particolare nel Nord Italia, sono molti i Giudici di Pace, dal Piemonte al Friuli, passando per la Lombardia, il Trenti-no ed il Veneto, che reputano doveroso un accertamento, oltre che strumentale, anche clinico del danno subito. Tale atteggiamento, che le Assicurazioni non possono più igno-rare neppure nella fase stragiudiziale, mira a garantire una corretta applicazione della sopraccitata legge, in maniera che non risulti violato il diritto alla salute garantito all’art. 32 della Costituzione italiana. Pertanto, se si è in pos-sesso di certificati medici che attestino in modo chiaro e scrupoloso la sussistenza dei sintomi tipici del “colpo di frusta”, non bisogna temere la resistenza delle Compagnie Assicurative e occorre invece formulare, in modo corretto e attento, la legittima istanza risarcitoria.

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L’EditorialeL’Editoriale

Ho partecipato nei giorni scorsi, invi-tato quale rappresentante della Pro-fessione Medica dal dott. Cristiano

Draghi, persona nota in città se non altro per esser stato Direttore del quotidiano “La Voce di Rovigo”, ad un incontro del gruppo auto-mutuo-aiuto per cardiopatici e loro familiari presso la “Cooperativa socia-le Porto Alegre” in via della Tecnica 10 a Rovigo sopra la bottega equa e solidale “Fionda di Davide”.

Il gruppo nasce, promosso dall’ Asso-ciazione “Amici del cuore” su iniziativa di Cristiano Draghi, nella primavera del 2014 e rappresenta una novità nello scenario del volontariato non solo nella nostra co-munità ma nell’ intero territorio italiano e, proprio sull’ onda dell’ esperienza rodigina si ha notizia che si stiano organizzando gruppi simili in Trentino ed in Toscana,oltre ad un gruppo già esistente a Bari. In quell’ incontro ho potuto verifi care e toccare con mano quanto mi era stato già illustrato e spiegato al momento dell’ invito, sullo spirito, sul signifi cato,sulle iniziative e sul-le prospettive del gruppo. Il gruppo nasce come primum movens innanzitutto per permettere a persone accomunate dalla stessa o da simili esperienze, esperienze che hanno messo un punto fermo nella loro esistenza,di incontrarsi e confrontarsi in un clima di scambio e reciproco soste-gno che Cristiano Draghi così ci racconta:

di Francesco Noce*

IL VOLONTARIATO, UNA RISORSA PER LA SANITA’ PUBBLICA

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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La solidarietà che salva la vita

Mal di schiena e posizioni del sonno

Disfunzione dell’articolazione temporo mandibolare e postura

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“Nella nostra esperienza il gruppo ha permesso a una quindicina di persone-tanti i partecipanti totali, più alcune persone ospiti di un solo incontro di conoscere meglio se stessi e di aprire un dialogo con altri accomunati dallo stesso problema. La scoperta di avere problemi cardio-circolatori infatti, specie dopo un evento traumatico come l’ infarto,ma anche nel caso di angioplastica o comunque dopo la diagnosi, apre per ciascun cardiopatico un futuro sì normale,ma anche carico di ansia,di preoccupazione. Ci si sente persone a rischio,cresce l’ autoascolto,talvolta esagerato,alla ricerca di sintomi. Nuovi regimi di vita (in genere quelli che tutti dovrebbero seguire!) sono spesso difficili da adottare, accentuano il timore di una ricaduta. Poter confidare tutto questo ad altri e soprattutto scoprire di non essere soli a dover gestire uno stato d’ansia analogo è il primo beneficio dato dal gruppo di auto-mutuo-aiuto. Ma non è tutto, il gruppi organizza anche incontri con esperti (nel nostro caso medici ,infermieri, psicologi) in grado di fornire risposte ma soprattutto offre uno spazio di amicizia e di reciproco stimolo alla ricerca di una buona qualità della vita,che è poi obiettivo ma anche diritto di tutti noi tutti che sappiamo quanto,dopo magari un periodo di riabilitazione ci sia bisogno di qualcos’altro,che poi altro non è che un bisogno di parlare,per non rimanere soli nel nostro nuovo stato”. Mi risulta che questa sia stata l’ultima ad apparire, ma nel nostro territorio esistono e si sono sviluppate molteplici Associazioni di Volontariato, da quelle più antiche,strutturate e benemerite come l’ AVIS e l’ AIDO, donatori di sangue e di organi, che letteralmente hanno salvato la vita a moltissime persone, a tutte le Associazioni che costituiscono una realtà di grande spessore che interessa molteplici ambiti,dagli Amici del Cuore all’ Associazione diabetici, dall’ AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) alle Associazioni dei malati di Parkinson, alle Associazioni che rivolgono il proprio interesse alle persone con disagio psichico e handicap e ai loro familiari, ai problemi di disturbi alimentari,alla genitorialità. Alla lotta all’alcool,alla lotta al fumo e molte altre che sicuramente dimentico ma che svolgono una preziosa attività che nessuno Stato riuscirebbe a garantire direttamente. Tanto, secondo me, da costituire nella loro dimensione dei veri e propri LEA (livelli minimi di assistenza) sommersi. Per non disperdere un così grande patrimonio di solidarietà e di umanità sarebbe opportuno ricercare un coordinamento fra tutte le Associazioni di Volontariato per una organizzazione ed un intervento più efficace che veda coinvolte le Istituzioni sia pubbliche che private, volto anche ad una preparazione specifica per il volontario e il suo specifico ambito di intervento. Al fine di realizzare una capacità di agire finalizzata non solo a non lasciar soli gli altri e ad un conforto nella solitudine,già di per sé importante, ma all’esser preparati per un’ attività che sia veramente e validamente di sostegno. L’ Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri che ho l’onore di presiedere si rende disponibile ad una fattiva collaborazione ma anche ad un supporto logistico come sede di corsi di preparazione e di incontri, oltre che ovviamente ad offrire un supporto professionale, per tutte le Associazioni di Volontariato del nostro territorio che intendano avvalersene.

IL VOLONTARIATO: UNA RISORSA PER LA SANITA’ PUBBLICAdi Francesco Noce*

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

L’intervento

La professione del dentista e’ sempre stata considerata una dei pochi ascensori sociali rimasti nel nostro paese. Bisognerebbe capire pero’ se sale o se scende. Magari uno pensa al dentista

dello stereotipo :bello, abbronzato, con la Porsche, con lo studio sempre pieno, con assistenti di poltrona, igieniste dentali, sale d’attesa con divani in pelle etc. etc. Bei tempi….Vallo a dire agli oltre 1000 neolaureati che ogni anno vengono sfornati dal nuovo corso in sei anni di odontoiatria.Gli unici che in questo momento offrono lavoro sono quelli delle cliniche low cost, 9 euro l’ora lordi ed attento a quello che fai perché qui comando io e tu devi solo eseguire! In Italia esercitano circa 56.000 dentisti, a questi si aggiungono i circa 15.000 abusivi e fanno 71.000 su una popolazione di circa e sto largo 60.000.000 di persone, quindi con un rapporto al di sotto di un dentista ogni 1.000 persone, quando l’ Oms ha indicato ottimale un rapporto di uno ogni 2.000. Quello che sembra essere entrato in una crisi irreversibile e’ lo studio monoprofessionale.

Quello tradizionale insomma, con un dentista, una assistente uno o massimo due poltrone. Oltre ai laureati in Italia ci sono poi quegli studenti che si sono laureati all’estero e che rientrano in Italia e se non sono figli d’arte non sanno dove andare e finiscono nei centri low cost o nelle mani di odontotecnici che vogliono fare gli im-prenditori del dente. In Italia ci sono già una ventina di catene low cost che operano spesso in franchising: un totale di circa 300 cliniche che sono raddoppiate nel 2013. La catena più presente è quella degli spagnoli Vitaldent (460 cliniche in Europa, solo 15 a Roma) che ha appena ricevuto un finanziamento di 100 milioni di euro dal gruppo inglese Icg per lo sviluppo internazionale del marchio. Ne vogliamo parlare? 500.00 nuovi pazienti nell’ultimo anno, grande successo dovuto alla crisi ed alle sontuose campagne pubblicitarie.

Ma in tutto ciò ci sono molte ombre basti pensare che queste catene mettono a budget una voce per le cause legali e quando il fondo si esaurisce, il management toglie la licenza di franchising alla sede con l’alto numero di contenziosi e si trasferisce altrove. Le clinche low cost offrono prestazioni a basso costo per attirare il paziente ma non possono durare negli anni. Prima o poi sono costrette a chiudere. Due o tre anni e poi... chi si è visto si è visto. Sotto certi prezzi è impossibile ottenere presta-zioni di qualità e di durata e quindi al povero paziente non resta altro che continuare a pagare il finanziamento senza avere avuto in cambio le prestazioni dovute. E poi, il turismo dentale con le offerte di alberghi, pasti, viaggi, casinò. Noi li chiamiamo i viaggi della speranza... ma di che? In due giorni ti fanno cose che in uno studio professionale richiedono normalmente mesi di trattamenti il tutto ad un prezzo strac-ciato. Ma non si dice che diversi pazienti, circa la metà non sono rimasti soddisfatti e sono dovuti ricorrere al loro dentista di fiducia che era stato abbandonato per una mera questione di soldi.

Ma la salute dovrebbe essere al di sopra di tutto ciò, infatti come mai i figli non vengono portati all’estero? Ogni medico dovrebbe avere un codice etico che non è altro che la carta dei diritti e dei doveri che definisce la responsabilità di ogni iscritto all’albo degli odontoiatri. Norme comportamentali, di lealtà, di riservatezza, di cor-rettezza, di rispetto sia verso i pazienti che verso i colleghi, di dignità della persona e della professione. La nostra mission è soddisfare il paziente che non paga solo l’ego dell’odontoiatra, gratificato per avere svolto in maniera eccellente ed adeguata le pro-prie prestazioni, ma, è il punto di partenza per il passaparola, strumento cardine per il successo del professionista. Costruire un rapporto tra medico odontoiatra e paziente, basato sul rispetto di principi etici fondamentali, quali l’autonomia del paziente, il fare bene, il non fare male; il fare la giusta cosa è quello che dobbiamo fare ed allora seguendo ciò che la nostra coscienza di medici ci dice di fare verremo ripagati dai nostri pazienti.

*Presidente della Commissione Albo Odontoiatri Rovigo

DENTISTI: COME CAMBIA LA PROfESSIONE

di Dott. Bruno Noce*

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Prevenire le malattie e curarsial meglio è una buona regola.

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si concentra il peso. Problema superabile scegliendo un materasso più morbido, che sia capace di ridurre i punti di pressione. La posizione prona può provocare pressione al collo e alla parte inferiore della schiena. In tal caso è preferibile, invece, un materasso più duro, magari con un cuscino sotto l’addome. Infine la posi-zione supina è ottima per chi soffre di dolori alla parte

inferiore della co-lonna. Per diminuire l’eventuale pressione del nervo sciatico, si provi a posizionare un cuscino sotto le ginocchia”.

Per dormire bene quali scelte si devono fare?

“Con gli attuali materiali a disposizione sia per quanto riguarda le reti, sia per i materassi, ognuno di noi ha un’ampia possibilità di personalizzare il proprio riposo notturno. La rete, in particolare, è importante che offra un giusto mix tra rigidità e flessibilità, così da adattarsi ergonomicamente al peso e alla conforma-zione fisica della persona. La stessa cura va posta nel-la scelta del materasso, del cuscino e del rivestimento.

Il riposo notturno è importante per il benessere della nostra schiena. Mentre si dorme, la muscolatura si rilassa e la pressione sulla colonna vertebrale si

riduce, agevolando il passaggio del nutrimento dalle strutture vertebrali al disco intervertebrale, che ne ri-sulta rigenerato.

E’ vero che una delle prime cause del “mal di schiena” è legata al dormi-re male?

“Dormire bene è essenziale per ridurre al minimo le condizio-ni che possono favorire la comparsa del dolore vertebrale. Il tratto cer-vicale e lombare della colonna vertebrale, assieme agli arti inferiori, sono i punti dove più spesso le persone accusano dolore”. Per evitare questo è fondamentale scegliere un “siste-ma letto” adatto alle nostre esigenze, dato cioè dalla giusta combinazione della rete ortopedica, un buon materasso ed un sano guanciale.

In base alla posizione che si assume dormendo, possono derivare dolori diversi alla schiena?

“Certo. Ad esempio per chi soffre di osteoartrite, problemi alla spina dorsale o alle anche, è consiglia-to dormire sul fianco. Questa posizione diminuisce la pressione esercitata sulla schiena, anche se al tempo stesso limita la circolazione nelle aree del corpo sui cui

Mal di schiena e le posizioni del sonnoCome dormire evitando i dolori lombari e cervicali

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Il dr. Alessandro Giraldo osteopato

e fisioterapista

Il dolore alla spalla è un problema molto diffuso tra la popolazione ed è una delle cause più comuni per la richiesta di trattamenti di agopuntura. Nel

fenomeno della spalla dolorosa possono essere inte-ressate quasi tutte le varie strutture della spalla, ma quelle più frequentemente colpite sono i tendini e le cartilagini, che presentano dapprima uno stato infiam-matorio acuto (tendinite e condrite) e possono proce-dere verso una progressiva cronicizzazione, con fibrosi (degenerazione delle strutture tendinee) ed eventuali calcificazioni sui tendini o all’interno dell’articolazio-ne stessa. Il primo sintomo è il dolore, che di solito appare in modo progressivo; all’inizio si manifesta nei movimenti estremi della spalla, nelle rotazioni, nell’al-largamento del braccio e nell’elevazione, che risultano molto difficoltosi. Nelle fasi più avanzate il dolore si presenta anche durante il sonno e al minimo movimen-to della spalla. Il paziente tende a muovere sempre meno l’arto arrivando, in assenza di una terapia ade-guata, alla cosiddetta “spalla congelata”, fase in cui il dolore scompare quasi completamente, lasciando però una spalla invalida nei movimenti.

L’agopuntura si rivela realmente efficace nelle tendiniti della spalla, nei dolori recenti post-traumatici (senza rottura della strutture) o a sovraccarico, nelle infiammazioni acute e nell’ar-trosi non troppo avanzata. Soprattutto nelle forme

acute di dolore alla spalla c’è una nuova modalità di applicazione dell’agopuntura, l’“addominopuntura”, utilizzata anche per le lombosciatalgie, che può portare ad una rapida e importante riduzione del dolore fin dalla prima o seconda seduta. In media occorrono 7 / 10 applicazioni. La frequenza ed il numero delle sedute varia comunque a seconda della gravità e della cronicità del problema.

Spesso può essere utile associare anche l’auricolo-terapia, che si avvale della stimolazione di particolari punti posti sul padiglione dell’orecchio, mediante pic-colissimi semi che vengono lasciati per qualche giorno coperti da un piccolo cerottino.

Spalla dolorosa e agopuntura

Dott.ssa Maria Zampieri,Medico Chirurgo - Diplomata F.I.S.A. (Fede-razione Italiana delle Società di Agopuntura)Calle Caneva 942 Chioggia (Ve)Tel abitazione 0414967717Tel ambulatorio 0415506306Riceve per appuntamento

Dott.ssa Maria Zampieri

Nelle forme più acute di dolore c’è una nuova modalità di applicazione, l’ “addominopuntura”

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Si sente spesso parlare di “Faccette esteti-che”, di cosa si tratta?Queste faccette vengono considerate una tecnica inno-vativa, ma in effetti esistevano già dei prototipi negli anni ’30 per migliorare l’aspetto degli attori nei primi piani cinematografi ci.Ad oggi, le faccette dentali rappresentano uno dei ri-sultati migliori dell’odontoiatria estetica moderna. Con-sistono in sottili (il loro spessore medio si aggira intor-no ai 0,5-0,7 mm) lamine in ceramica che vengono applicate sulla superfi cie esterna dei denti anteriori, un po’ come le unghie fi nte vengono applicate sulle unghie naturali. In questo modo si mascherano imperfezioni legate al colore, alla forma o alla posizione dei denti stessi. Il successo di questo tipo di restauro è dovuto

allo spessore molto sottile della ceramica, che permette una semi-trasparenza naturale, tipo “lente a contatto” rendendolo praticamente invisibile.

Che differenza c’è tra una faccetta e una co-rona?Le faccette sono un sottile strato di ceramica che vie-ne applicato sulla superfi cie del dente visibile da chi ci guarda. Una corona completa comporta una limatura del dente molto più aggressiva, viene asportato molto più smalto e dentina. Le faccette sono un trattamento cosmetico, possono essere applicate sui denti per otte-nere un sorriso più naturale e più bello.

Si tratta di un intervento invasivo o perico-loso per il paziente?No, assolutamente. La preparazione del dente consiste nell’asportare solo una minima parte del dente naturale , di gran lunga inferiore a quanto asportato con altri restauri quali ad esempio le piu’ note corone dentali. Si tratta quindi di una procedura molto conservativa, che non comporta danno alla polpa e rimane entro i limiti dello smalto.In quali casi consiglierebbe ai pazienti di va-lutare questo tipo di intervento estetico?Le faccette in ceramica rappresentano la soluzione più estetica per il miglioramento dei denti anteriori, possono

essere applicate praticamente a tutti i pazienti e in tutti i casi clinici, in cui si confi gurino spazi tra i denti (dia-stemi); Denti rotti o scheggiati; Otturazioni sgradevoli; Denti permanentemente macchiati che non possono essere sbiancati; Denti storti.Questi “sottili gusci di ceramica” necessitano da parte del paziente attenzioni particolari?Oggigiorno le faccette presentano una forte resistenza all’abrasione e un’elevata stabilità del colore e con le nuove tecniche di cementazione il rischio di frattura puo’ essere in molti casi inferiore a quello delle corone in metallo ceramica o in ceramica integrale.La durata del restauro e la perfetta adesione al dente si devono ai moderni adesivi smalto-dentinali, le “colle” che rendono possibile legare i materiali da restauro este-tico con i tessuti dentari.Possiamo defi nirlo un trattamento duraturo nel tempo?Le faccette dentali in ceramica possono durare all’infi ni-to, a seconda di quanto siano ben curate dal paziente a casa. Sebbene sono molto resistenti, i controlli periodici sono comunque obbligatori per garantire il successo nel tempo.Possiamo concludere che avere un bel sorriso puo’ cambiare la propria autostima?Certamente, negli ultimi anni stiamo implementando sempre piu’ i servizi riguardanti questa branca dell’O-

dontoiatria, all’interno dei nostri studi.Spesso le persone non hanno consapevolezza di come un bel sorriso sia importante nel determinare la bellezza di un viso. Forma colore e scopertura dei denti diventa-no fondamentali per defi nire un sorriso gradevole. “Estetica del Sorriso”, questa è la branca dell’odontoia-tria che si occupa di valutare gli inestetismi in particolare della bocca e dei denti al fi ne di ristabilire un giusto equilibrio di proporzioni e rendere cosi’ attraente questa importante parte del volto. Si dice che il sorriso è lo specchio dell’anima, e se ci pen-siamo bene, il sorriso è la prima cosa che osserviamo quando conosciamo una persona.

Dona nuovo fascinoal tuo sorriso

Studio Dentistico Dr.ssa Alessia BertiAmbulatorio di Adria: Via A.Mario, 10Adria (RO) tel. 0426 908221

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Dott.ssa Alessia Berti

Progressi in odontoiatria con le faccette estetiche.

Ci prendiamo cura anche di pazienti che hanno subito operazioni al cuore e possono riprendersi vicino a casa propriaCome è nata la vostra riabilitazio-ne cardiologica?“Fino a poco tempo fa – spiega il Dott. Salvadori – da Rovigo ci si spostava in altre città o regioni, sia per gli interventi cardia-ci, sia per la riabilitazione post operatoria. Inevitabilmente, oltre al disagio legato alla lontananza da casa, il paziente aveva un recupero più lento e dunque più pericoloso per le eventuali complicanze. Oggi, oltre alla riabilitazione ortopedica e neurologica, possiamo curare anche i pazienti che neces-sitano di riprendersi dopo un intervento al cuore, che si tratti di valvole cardiache, di bypass o di altro tipo. E di certo, nel caso di interventi di questo spessore, la riabilitazio-ne cardiaca e respiratoria è fondamentale, così come è fondamentale averla vicino a

casa. E’ essenziale infatti mettere il pa-ziente nelle condizioni di tornare ad essere autonomo nel più breve tempo possibile, con accanto la propria famiglia.”

Come si svolge questo tipo di ria-bilitazione?“Innanzi tutto – continua il Dott. Salva-dori – è importante che il paziente venga visitato da noi appena dopo l’intervento. In equipe viene poi studiato un programma ad hoc per ciascun paziente, a seconda dell’in-tervento subito e del tipo di carenze eviden-ziate. Il programma è progressivo e volto al recupero totale delle proprie funzionalità, partendo dal fatto che il paziente deve es-sere in piedi al più presto. Mediamente il periodo della riabilitazione è di 15 giorni,

durante i quali il movimento è fondamenta-le perché la mobilitazione e la respirazione evitano le complicanze e riducono i tempi di ospedalizzazione.”

Quali sono le priorità nella riabili-tazione cardio-respiratoria?“Il paziente quando arriva da noi – spiega la Dott.ssa Giatti – è in una condizione di disabilità temporanea, causata dall’inter-vento al cuore, dall’anestesia prolungata e da una malattia precedente che ha portato all’intervento. In primis il paziente deve es-sere messo nelle condizioni di respirare au-tonomamente, di potersi muovere e potersi nutrire nel modo più adatto. Il supporto psicologico è fondamentale inoltre, perché c’è sempre la paura delle complicazioni o

del mancato recupero.Il mio ruolo è quello di tenere sempre mo-nitoriate tutte le funzionalità cardiache e respiratorie, così da consentire al paziente di potersi riabilitare.”Al termine del percorso in regime di ri-covero, l’equipe della Casa di Cura Città di Rovigo seguirà il paziente attraverso visite di controllo allo scopo di indirizzarlo verso l’attività riabilitativa maggiormente adatta alla personale situazione clinica. Tutto ciò è possibile in regime di conven-zione con il Servizio Sanitario Nazionale.

Casa di cura città di Rovigo, riabilitazione a 360 gradi

Casa di Cura “Città di Rovigo” accreditata al SSRVia Sichirollo N. 30, Rovigo tel 0425/426111prenotazioni: 0425/426207 - fax 0425/426215

Il Dott. Tiziano Salvadori, da 13 anni responsabile dell’unità di medicina fisica e ri-abilitativa della Casa di Cura Città di Rovigo, e la Dott.ssa Sara Giatti, specializzata in Cardiologia e terapia intensiva cardiologica, sono a capo dell’equipe più innovativa nell’ambito riabilitativo di Rovigo e provincia. Grazie a loro per la prima volta a Rovigo è stato creato il servizio di riabilitazione cardio-respiratoria, essenziale per il recupero dopo un intervento cardiaco. L’equipe è formata, oltre che dal Dott. Salvadori e dalla Dott.ssa Giatti, da 3 fisioterapisti, da uno psicologo e da un nutrizionista.

Dott.ssa Sara Giatti

Dott. Tiziano Salvadori

A breve inoltre la Casa di Cura si sposterà all’interno della cittadella sanitaria di Rovigo, in una struttura all’avanguardia, un centro per la riabilitazione a 360 gradi.

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dili dei vettori spaziali e le imbottiture delle tute degli astronauti; grazie alle sue particolari caratteristiche di adattamento alle forme del corpo, questo materiale è particolarmente indicato nei materassi e nei guanciali. La proprietà principale del Memory è quella di adattar-si perfettamente alla forma del corpo, per poi ritornare gradualmente alla propria forma originale una volta che il corpo viene tolto.

Il Memory è capace di reagire alla temperatura del corpo e di seguirne i contorni affi nché il peso venga distribuito in maniera uniforme su tutta la superfi cie di appoggio, facendo in modo che non si creino punti di pressione localizzati.

“Il dolore vertebrale è un proble-ma frequente ed importante. L’80% della popolazione mon-

diale nell’arco della propria vita, alme-no una volta, soffre di un’ episodio di lombalgia (dolore alla colonna lombare) e/o lombosciatalgia (dolore irradiato anche agli arti inferiori) e , il “mal di schiena” è un problema che interessa la maggior parte delle persone sia per motivi strutturali della colonna ma so-prattutto posturali e lavorativi”.

“Il riposo notturno è indispensabile per consentire al fi sico il recupero delle energie e ristabilire i giusti equilibri biochimici, nervosi e fi sici. Dormire bene è fa-vorito oltre da come si dorme e quanto si dorme, anche da “su cosa si dorme”.

“Sicuramente il memory è uno dei materiali mi-gliori: è tecnologico e riciclabile, si adatta all’anatomia del corpo, garantisce un ottimo comfort, contribuen-do alla creazione del miglior microclima attorno alla persona durante il sonno. Per la peculiarità della sua composizione il memory rispetta le curve fi siologiche e reagisce alle sollecitazioni garantendo il massimo degli standard qualitativi e sanitari e un riposo piacevole e rilassante”.

Il Memory è un materiale antidecubito di nuova concezione termosensibile ed automodellante, a lenta decompressione, indicato per offrire un comfort termo-variabile. Il Memory è una schiuma visco-elastica “a lento ritorno”, creata dalla NASA per equipaggiare i se-

Dolore lombale? Apri gli occhi sul sonnoDormiflex informa: materassi e reti certificati dispositivo medico classe 1 ce

Dott. Alessandro Giraldo - osteopato e fisioterapista - Dormiflex Via Brunacci, 10/C Marghera (ve) tel 041 922692Tel. 39 041.57.30.800 - www.dormiflex.it

Il dr. Alessandro Giraldo osteopato

e fisioterapista

L’Organizzazione Mondiale della Sanità defi nisce la personalità come una “modalità strutturata di

pensiero, sentimento e comportamento che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto che ri-sulta da fattori temperamentali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale”. Ogni individuo è caratterizzato da modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti di se stesso e dell’ambiente.

Quando questi modi (defi niti tratti di personalità) sono troppo rigidi e poco adattivi rispetto all’ambien-te e alla cultura dell’individuo, al punto da compro-mettere la vita affettiva, sociale e lavorativa, vi è la probabilità che si confi guri un disturbo di personalità.

A prescindere dalle caratteristiche tipiche di cia-scun disturbo, chi soffre di un disturbo di personalità tende ad avere diversi problemi nelle relazioni affet-tive e interpersonali, che vanno dall’evitamento dei rapporti e isolamento sociale alla confl ittualità più o meno esasperata, dalla dipendenza nelle relazioni affettive all’instabilità o mutevolezza dei rapporti e delle frequentazioni sociali. In ambito lavorativo possono esserci ripercussioni negative (fallimenti di esperienze o progetti, rinunce a incarichi, instabilità nel mantenimento del lavoro e cambiamenti a causa dei problemi relazionali o dell’impulsività, mancanza

La personalità e i suoi disturbi

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinica Riceve per appuntamento ad Adria e Rovigo - Cell.: 348 3468022 Mail: [email protected]

Chi soffre di un disturbo di personalità tende ad avere diversi problemi nelle relazioni affettive e interpersonali

di effi cacia) sebbene in certi casi quest’a-rea possa essere preservata o essere meno defi citaria.

Nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, i disturbi di personali-tà vengono raccolti in tre gruppi: il gruppo A (paranoide, schizoide e schizotipico) include i disturbi di personalità caratteriz-zati da pensieri e comportamenti inusuali e dall’incapacità di stabilire relazioni in-terpersonali soddisfacenti; il gruppo B

(antisociale, borderline, istrionico e narcisistico) con-traddistinti da comportamenti manipolatori, eccessi-vamente emotivi e incapaci di considerare il punto di vista dell’altro; il gruppo C (evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo) contrassegnati da comporta-menti ansiosi, timorosi e incapaci di prendere deci-sioni autonome. Il trattamento psicologico mira a co-struire delle strategie utili e adeguate per affrontare e gestire gli stati interni e le diffi coltà, permettendo alla persona di migliorare il funzionamento sociale e le relazioni interpersonali.

Dott.ssa Cristina Zago

Tecnicamente la TRAP consiste nell’iniezione, in tutti i vasi visibili e non, di un liquido che agisce in-ducendo un ispessimento della parete del vaso e un miglioramento della circolazione.

Importante è ricordare che non è necessario che i capillari spariscano alla prima seduta perché sono solo le “porte” per arrivare al circolo profondo che deve essere curato.

Il numero di sedute è variabile in base al quadro clinico iniziale. In media sono necessarie 5 sedute.

L’utilizzo di calze contenitive è sempre e comun-que consigliato durante e dopo il trattamento.

Con questa tecnica possono essere trattati anche angiomi, vene evidenti sulle mani o sul volto.

Il problema dei capillari e delle vene varicosa è di sicuro uno dei più diffusi e di diffi cile risoluzione.

L’effi cacia della scleroterapia tradizionale e dei trattamenti laser è limitata nel tempo perché tratta la conseguenza di una malattia vascolare e non la sua causa reale. Ne consegue che spesso vengono trattate solo le vene superfi ciali senza prendere in considera-zione l’insieme del circolo venoso incontinente. Inol-tre essa non evita né le recidive né le complicazioni legate all’iniezione di soluzione sclerosante (dolore, iperpigmentazioni residue, irritazione…) in quanto ha un’azione di chiusura.

L’obiettivo principale nel trattamento dei vasi degli arti inferiori deve essere, invece di ristabilire la normale e permanente circolazione nei vasi e non chiudere quelli visibili.

È stata quindi messa a punto questa nuova tec-nica: la fl eboterapia rigenerativa tridimensionale am-bulatoriale (T.R.A.P) che induce una “rigenerazione” nella parete del vaso.

In altre parole agisce rinforzando la parete dei vasi capillari dilatati senza chiuderne il circolo com-pletamente.

Lo studio della fi siologia delle vene ha permesso di comprendere la causa dell’insuffi cienza venosa: un assottigliamento progressivo della parete dei vasi e un conseguente rallentamento del fl usso sanguigno. La scleroterapia, il laser o l’asportazione chirurgica delle vene non fanno altro che chiudere un fl usso sangui-gno in maniera non fi siologica, causando l’apertura di nuovi vasi nel territorio adiacente.

Studio Medico Dott.ssa Cristina RogatoViale dei Mille 107A – [email protected]. 3282523160

Dott.ssa Cristina Rogato, medico chirurgo specialista in chirurgia plastica

Trattamento delle vene e dei capillari, cosa c’e’ di nuovo?

vra da rischi. Recentemente è stato perfezionato un tipo particolare di laser, YAG Laser, già usato da anni per sezionare membrane ed aderenze all’interno dell’occhio. Nell’ultima versione sono state realizza-te delle modifi che che lo rendono adatto alla vapo-rizzazione delle miodeospsie. La “Vitreolisi Yag” è una procedura non invasiva, indolore di circa 20

minuti di durata che può eliminare il sintomo visivo mediante vaporizzazione dei corpi mobili. La procedura si completa in 3-4 sedute durante le quali le opacità vengono vaporizzate ed il gas si riassorbe riducendo la dimensione della miodesopsia stessa. Presso il centro SEKAL è presente lo Yag Laser di ultima generazione ELLEX ULTRA Q, l’unico al momento nato con lo scopo di poter focalizzare corpi mobili anche nella parte po-steriore del vitreo, grazie ad un particolare specchio oscillante. Questo Laser ottimizza il percorso ottico impiegando la metà della potenza riducendo di conseguenza i rischi dovuti all’im-patto acustico delle micro vaporizzazioni. L’oculista, oltre ad avere un’ottima manualità nell’utilizzo del laser, deve essere in grado di selezionare in maniera consona il paziente che può essere soggetto a questo tipo di trattamento: i fl oaters devono trovarsi ad almeno 2 mm di distanza dalla retina e dal cristalli-no e questi ultimi non devono essere associati a una patologia o a un’infi ammazione in fase attiva. Le complicanze di tale trattamento sono comunque rare, si può associare un rialzo della pressione intraoculare o, molto raramente, una cataratta.

Le “mosche volanti” sono una patologia molto frequente nella popolazione adulta ed il pa-ziente che sperimenta questa sensazione vive

spesso con angoscia questo fastidio. La spiegazione di questo fenomeno risiede nella struttura del corpo vitreo, gelatina trasparente che riempie l’occhio. In giovane età il vitreo, aderente alla retina, è perfettamente omogeneo ma nel corso del tempo, a causa dell’invecchiamento può alterarsi e perdere la sua trasparenza. Nel processo di contrazione si distacca e si possono generare aggregati di fi bre più o meno isolati. Le mosche volanti, chia-mate più propriamente MIODESPOSIE, fanno si che si formino delle ombre mobili sulla retina. Possono essere classifi cate genericamente in 3 gruppi: - fi lamenti vitreali fi brosi: riscontrati soprattutto nelle persone più giovani e appaiono nel soggetto affetto come punti multipli o sottili ragnatele; - miodesopsie sparse: a forma di “nube”, spesso causate da un naturale processo di invecchiamento; -miodesopsie a forma di anello detto di “Weiss”: un grosso corpo fi broso distante sia dal cristallino che dalla retina legato al distacco del corpo vitreo dal nervo ottico. Poiché i corpi mobili seguono i movimenti oculari questi pos-sono disturbare in qualunque situazione; inoltre, un soggetto affetto da miodesopsie può presentare la percezione di fotop-sie (lampi di luce) dovute a trazioni sulla retina sia al buio sia ad occhi chiusi (è presente infatti una casistica importante di soggetti che presentano distacchi di retina in seguito alla perce-zione dei fl oaters). Fino a poco tempo fa non esistevano cure semplici per eliminare questi corpi mobili e si doveva ricorrere ad una vitrectomia, procedura chirurgica di alto livello non sce-

“Le mosche volanti” negli occhiSono delle ombre mobili sulla retina che oggi si possono eliminare

Dott. Massimo Camellin:Via Dunant, 10 - Rovigo tel. 0425 411357mail: [email protected]

Il dr. Massimo Camellin

Sono costruite con zone di visione a progressione graduale, garantendo una visione nitida da vici-no a lontano con la medesima lente. Una visita

oculistica è determinante per valutarne l’uso; utile la valutazione posturale. L’Ottico deve seguire misure precise di montaggio, allineare il centro della pupilla al centro delle lenti progressive perchè siano funzionali.

Chi le porta deve adattarsi a nuove condizioni ; ad es. per salire le scale, bisogna spostare leggermen-te la testa più in basso per vederle attraverso la parte intermedia o superiore . Nella lettura da vicino dobbia-mo puntare il mento verso ciò che dobbiamo leggere in modo da utilizzare la parte inferiore della lente.

L’adattamento di norma si ha in 2-3 settimane in cui si avrà una visione sfuocata e piccole distorsioni ai bordi della lente, con movimenti della testa soprattut-to per lettura poiché il campo di visione per essa è solo nella parte inferiore della lente. E’ necessario adattarsi alle singole aree di visione .

E’ importante che la montatura sia stabile poi-ché in relazione ad essa vi è la centratura delle lenti sull’asse visivo, che cambia se la montatura varia la sua posizione sul naso.

Nuove tecnologie hanno permesso di avere a disposizione lenti personalizzate che migliorano il confort del paziente. Le progressive non sono adatte ai pazienti con deficit della motilità, anisometropia im-portante, problemi posturali cervicali ( le lenti presen-tano al loro interno dei prismi che possono aumentare le tensioni cervicali), anche se è possibile costruire del-le lenti con prismi aggiuntivi secondo le necessità del paziente. Possiamo dire che un paziente neo-presbite è nelle condizioni ideali per poter avere una visione a

tutte le distanze con le lenti progressive. Anche i bimbi con strabismi accomodativi possono usarle, come i piccoli pazienti operati di cataratta congenita. Un cen-no alle lenti intraoculari progressive negli operati di cataratta che non hanno la stessa diffusione di quelle da occhiale a causa del costo e della scarsa qualità visiva per il paziente .Possiamo applicare anche lenti a contatto progressive.

le lenti progressive

Dott.ssa Maria grazia Crivellari OculistaVia Contarini 39, 45014 Porto ViroVia Don Minzoni 13, 30014 CavarzereTel:0426 631629, cell: 3391337446

La Dott.ssa Maria Grazia

Crivellari

riori e inferiori ecc. possono essere risolti definitiva-mente con la cura della disfunzione dell’ATM, conside-rando la postura come un giusto equilibrio di tutte le parti del nostro corpo nello spazio.

Dott. Alberto Zorzi – Medico chirurgo dentista esperto in Omeopatia

Omotossicologia Osteopatia e Posturologia

L’alterata funzione dell’articolazione temporo mandibo-

lare (ATM) può origina-re un insieme di dolori riferibili all’orecchio, alla colonna cervicale, a tut-ta l’area del cranio ecc.

L’ATM è la cerniera della bocca, su di essa si scaricano forze generate dai muscoli masticatori sui denti superiori e inferiori: attualmente si focalizza in modo troppo tecnicistico l’attenzione solo sui denti senza considerare che la mandibola è un organo sospeso sostenuto da legamenti e muscoli che si ancorano al cranio e alla colonna cervicale. Non dimentichiamoci che sono 32 i denti e 32 le vertebre della colonna; ovviamente ogni rapporto errato tra questi elementi può generare forze anomale sull’ATM.

E’ importante poi un corretto appoggio delle piante dei piedi per avere una buona postura, un giusto tono muscolare generale, una buona posizione del cranio e della bocca e di conseguenza un giusto funzionamento dell’ATM.

Sintomi aspecifici come astenia generale, cefalea,torcicollo, dorsalgia, parestesie agli arti supe-

Disfunzione dell’articolazione temporo mandibolare e postura

Dott. Alberto Zorzi – Medico chirurgo dentista esperto

Dott. ssa Ballarin Angela via Contarini 9c 45014 Porto Viro Ambulatorio 0426 321599Cell. 335 8057925

Può generare un insieme di dolori in varie parti del corpo

Il bullismo è un insieme di atteggiamenti di intimida-zione, sopraffazione, oppressione fisica o psicologica commesse da un soggetto “forte” (bullo) nei confron-

ti di un soggetto percepito come “debole”. Le caratteri-stiche essenziali sono l’intenzionalità, la persistenza nel tempo e l’asimmetria di potere. Il bullismo, quindi, si configura come un comportamento sistematico e ripe-tuto in una situazione di disuguaglianza di forza e di potere. Il fenomeno riguarda sia i maschi che le femmi-ne, dai 7-8 ai 14-18 anni e si manifesta soprattutto in ambito scolastico. Le vittime di bullismo possono manife-stare il proprio malessere in diversi modi. Alcuni ragazzi cercheranno di evitare di andare a scuola per sottrarsi al ruolo di vittima designata dei bulli, lamentando sintomi da stress, mal di stomaco, mal di testa, incubi e attacchi di ansia. Gli episodi di bullismo possono generare nel-le vittime effetti negativi anche sulla concentrazione e sull’apprendimento, o indurre tentativi di allontanamento dalla scuola, paura della scuola e/o di uscire di casa. Talvolta le vittime possono sviluppare fobie specifiche e comportamenti di evitamento.

Bulli e vittime sembrano mancare della capacità di gestire correttamente le emozioni: le vittime non riesco-no a manifestare la rabbia e spesso non la riconoscono bene; i bulli mancano di empatia e di comprensione dei propri stessi sentimenti. Per le sue caratteristiche il bulli-smo può essere considerato alla pari di un evento trau-matico, in quanto è presente l’elemento della minaccia fisica e psicologica della persona.

Il trattamento psicologico aiuta le vittime a rielabo-

Che cos’è il bullismo

Dott.ssa Cristina Zago - Psicologa Clinica Riceve per appuntamento ad Adria e Rovigo - Cell.: 348 3468022 Mail: [email protected]

Il trattamento psicologico aiuta le vittime a rielaborare l’impatto emotivo degli episodi

rare l’impatto emotivo degli episodi di bullismo, foca-lizzando l’attenzione sulle conseguenze psicologiche di questi eventi così stressanti a cui possono essere sotto-posti bambini e ragazzi. E’ possibile lavorare anche con il “bullo”, rielaborando gli eventi e i modelli che possono averlo portato a sviluppare un comportamento aggressi-vo e traumatizzante, ma anche per fargli sviluppare delle modalità alternative di comportamento più sane per lui e per gli altri.

Dott.ssa Cristina Zago

Ci occupiamo della prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei pazienti affetti da patologie o disfunzioni congenite o acquisite

in ambito neuro-musco-lo-scheletrico e viscerale attraverso molteplici in-terventi terapeutici qua-li: terapia fisica, terapia manuale/manipolativa, massoterapia, terapia posturale, chinesitera-pia e altre.

L’Osteopatia rap-presenta inoltre un approccio dolce ai pro-blemi strutturali e mec-canici di tipo muscolo-scheletrico. Il suo ruolo è quello di eliminare gli “ostacoli” alle vie di comunicazione dell’or-ganismo. L’osteopatia mira a riarmonizzare la struttura scheletrica, al fine di permettere all’organismo di poter trovare equilibrio e benessere.

Accogliamo il cliente in modo funzionale in una struttura di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione con approcci in grado di adeguare medicina tradizionale e alternativa alle necessità

e sensibilità del singolo.Ogni cliente può disporre di un servizio di

consulenza-orientamento. Ci avvaliamo di

un’equipe di specialisti altamente qualifica-ti,: medici-specialisti, chirurghi, ortopedici, fisiatri, fisioterapisti, massofisioterapisti e osteopati, che profes-sionalmente ricono-scono la centralità del cliente.

Applichiamo quin-di all’interno di un programma terapeu-tico, sotto la nostra responsabilità nell’e-secuzione delle stes-se, tecniche di base e speciali di esercizio

terapeutico e di rieducazione funzionale, metodi-che massoterapiche, la fisioterapia strumentale, avvalendoci di macchinari qualificati e innovativi come: Human Tecar – Magnetoterapia – Tens – Interferenziali – Elettrostimolazione – Compex – Diadinamica – Ionoforesi – Ultrasuono – La-serterapia – Infrarossi

Poliambulatorio Sorriso e Salute - Dr. sanitario Dott. Raimondo PischeVia giovanni da Verrazzano n.58 - 30015 Chioggia (Ve) - Tel.: 041 5540222 - 041 5543300- [email protected]

Fisioterapia OsteopatiaMira a riarmonizzare la struttura scheletrica, al fine di permettere all’organismo di poter trovare equilibrio e benessere

3737

Il tuo sorriso, la tua salute, il tuo benessere

SORRISO E SALUTE Via Giovanni da Verrazzano 58 - 30015 Chioggia (VE) T+ 041 5540222 [email protected] - www. sorrisoesalutechioggia.it

Poliambulatorio

1 Oroscopo11 Oroscopo

BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10PIÙ CHE POSSIBILI

NUOVI INCONTRI PER I SINGLE. PER TUTTI GLI ALTRI

DEDIZIONE E IMPEGNO CHE NON DEVE SCONFINARE NEL SACRIFICIO POI RECLAMERESTE QUALCHE RISAR-CIMENTO. MEGLIO EVITARE

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11E’ UN OTTIMO

PERIODO: EROS E SENTIMENTI VIAGGIANO

IN PARALLELO, ANCHE PER CHI NON HA UNA RELAZIONE STABILE. E SO-PRATTUTTO PER LORO POTREBBERO ESSERCI GRANDI NOVITÀ

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

IL PARTNER NON È SULLA VOSTRA LUNGHEZZA D’ONDA, E QUESTO VI CAUSERÀ UN TRANSITO-

RIO CALO DI ENERGIE E MOTIVAZI-ONE, ANCHE IN CAMPO EROTICO. RESISTETE, PASSERÀ CON GLI INTER-ESSI

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01MOLTI GLI STIMOLI

CHE ATTENDONO LA VOSTRA VITA SENTIMENTALE E L’EROTISMO SI ARRICCHISCE DI SLANCI PASSIONALI. CRESCONO LE OCCASIONI PER CHI È ALLA RICERCA DELL’ANIMA GEMELLA

ACQUARIODAL 21/01

AL 19/02MOSTRATE IL MEGLIO DI VOI A CHI INCROCIATE SUL VOSTRO CAMMINO. NON VI

MANCANO LE RISORSE PER BRILLARE E OTTENERE QUEL

CHE VOLETE: MAGGIORE INTIMITÀ COL PARTNER

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO A MILLE, AU-MENTA IN MANIERA ESPONENZIALE. RIUS-

CIRETE A INCONTRARE UNA PERSONA CHE SAPRÀ ACCOGLIERE TUTTO IL VOSTRO RO-MANTICISMO E LA VOSTRA SENSUALITÀ

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04 LE FIAMMATE IM-

PROVVISE E VITALI CHE VI CONTRADDISTINGUONO TRO-VERANNO POCO SPAZIO QUESTO MESE CHE VI TROVA PIÙ SENTIMEN-TALI E INCLINI ALLA DOLCEZZA

TORO DAL 21/04

AL 20/05

IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI MA ANCHE FORTI PASSIONI E INTER-ESSI CONDIVISI, CHE RAVVIVERANNO I RAPPORTI DI LUNGA DATA O FORNI-RANNO AI SINGLE NUOVE OCCASIONI

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06SARETE IPER-ROMAN-TICI QUASI PER TUTTO IL MESE ANCHE SE L’IRONIA RIMANE

SEMPRE IL VOSTRO PUNTO FORTE. STRADE MISTERIOSE APRIRANNO ALLA VOSTRA SFERA SENTIMENTALE

CANCRODAL 22/06

AL 22/07LA FANTASIA METTE ALI ALL’AFFETTO PIÙ PRO-

FONDO SENZA DISDEGNARE IL LATO EROTICO, STREPI-

TOSO. VI ATTENDONO VIAGGI E SPOSTAMENTI IN CONTESTI DEL TUTTO DIVERSI DAI VOSTRI

LEONEDAL 23/07AL 23/08

UN PO’ ALTALENANTI CON LA FORTUNA, IN AMORE

RIUSCIRETE A SPOSARE LA VOSTRA NATU-RALE PASSIONALITÀ CON UN TOCCO PIÙ DELICATO E RICET-

TIVO VERSO LE ESIGENZE DI CHI VI STA ACCANTO

VERGINEDAL 24/08AL 22/09ATTENZIONE, IL VOSTRO PUNTO DI VISTA NON COINCIDE CON QUELLO DEL PARTNER E ESAMIN-

ARE RAZIONALMENTE CIÒ CHE NON VA È INUTILE. DEDICATEVI PIUTTOSTO AD ASCOLTARE LE SUE RAGIONI

Oroscopo

DAL 24/08DAL 24/08AL 22/09AL 22/09ATTENZIONE, IL VOSTRO PUNTO DI VISTA NON

ARE RAZIONALMENTE CIÒ

UN PO’ ALTALENANTI CON LA FORTUNA, IN AMORE

RIUSCIRETE A SPOSARE

TIVO VERSO LE ESIGENZE DI CHI VI

AL 22/07AL 22/07

FONDO SENZA DISDEGNARE IL LATO EROTICO, STREPI-

TOSO. VI ATTENDONO VIAGGI E SPOSTAMENTI IN CONTESTI DEL

DAL 21/05DAL 21/05AL 21/06AL 21/06SARETE IPER-ROMAN-

SEMPRE IL VOSTRO PUNTO FORTE.

TORO TORO

AL 20/05AL 20/05

IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI IN ARRIVO GRANDI SLANCI AFFETTIVI

ARIETEARIETEDAL 21/03DAL 21/03

AL 20/04AL 20/04

PESCIPESCI DAL 20/02

MENTA IN MANIERA

ACQUARIODAL 21/01DAL 21/01

AL 19/02AL 19/02MOSTRATE IL MEGLIO DI VOI A CHI INCROCIATE SUL VOSTRO CAMMINO. NON VI

BRILLARE E OTTENERE QUEL CHE VOLETE: MAGGIORE INTIMITÀ COL

CAPRICORNOCAPRICORNODAL 22/12DAL 22/12

CHE ATTENDONO LA VOSTRA VITA SENTIMENTALE

SAGITTARIOSAGITTARIODAL 23/11DAL 23/11AL 21/12AL 21/12

IL PARTNER NON È SULLA VOSTRA LUNGHEZZA

CAUSERÀ UN TRANSITO-

SCORPIONESCORPIONE

PERIODO: EROS E SENTIMENTI VIAGGIANO

BILANCIABILANCIADAL 2 3/09DAL 2 3/09

NUOVI INCONTRI PER I SINGLE. PER TUTTI GLI ALTRI

PRIMAVERA IN ARRIVO: SI RISVEGLIANO

I SENSI E SI COLGONO OPPORTUNITÀ

IMPENSABILI MESI FA

39Oroscopo

padova Via Lisbona, 10 - Padova Tel. 049 8704884 - www.givemotions.it • [email protected]

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