Dell'Eterno Titillare - Elena Tosato

94
Dell’eterno titillare -apologia di Clitoride di Atene- Il piacere è l’unica cosa di cui valga la pena avere una teoria. Oscar Wilde 1. Di come tutto è cominciato da un palinsesto Rispondo dicendo che la causa del male è il bene, nel modo in cui il male può avere una causa: infatti bisogna sapere che il male, di per sé, non può avere causa 1 ...” La trattazione sul male o, in latino, la Quaestio disputata de malo, occupa la prima parte di un palinsesto rinvenuto nel monastero benedettino di D. che abbiamo da poco ricevuto in prestito dopo una serie di trattative di cui daremo cenno alla fine di questa narrazione, ma che sarebbe troppo lungo raccontare per esteso perché metterebbero a rischio le ambizioni di carriera di più di una persona. Il ritrovamento è stato del resto molto avventuroso: si è trattato di una caccia al tesoro durata decenni, i cui protagonisti si sono ripetutamente ingannati anche senza conoscersi l’un l’altro perché vissuti in epoche diverse. A noi è toccato il privilegio (e la fortuna) di raccoglierne i frutti. Nel ripercorrere la nostra vicenda partiamo proprio dalla fine, ossia dalle succitate righe di Tommaso d’Aquino. L’opera è diffusa ed è stata ampiamente tradotta e commentata, si trova ancor’oggi in tutte le librerie. Quella sul male fa parte delle Quaestiones disputatae scritte da Tommaso su temi come la veritas, la potentia, l’anima e le virtutes: affronta con i metodi della logica la natura e la qualità del male sviluppando l’argomentazione in sedici punti, ciascuno dei quali tratta un aspetto del problema, con un approccio tipico della filosofia scolastica. Per quanto riguarda la causa del male e il problema dell’assenso della volontà, dobbiamo tenere a mente gli argomenti del filosofo perché in questo breve saggio troveremo degli inaspettati parallelismi e, forse, un altrettanto inatteso precursore: sotto al testo di Tommaso d’Aquino, che risale al XIV secolo, ne è stato ritrovato uno di precedente, probabilmente scritto attorno al X secolo, e che contiene il più lungo frammento fin qui conosciuto di Clitoride di Atene: il fatto sensazionale è che buona parte del materiale era finora rimasto completamente ignoto. Si vociferava da tempo che parte dell’opera di Clitoride potesse trovarsi in un monastero e tra quei codici; era stata una ferrea convinzione del filologo statunitense Graham Davies, fulcro e Elena Tosato Dell’eterno titillare 1 1 Tommaso d’Aquino, De malo, q. 1 a. 3 co.:... Respondeo. Dicendum quod causa mali est bonum, eo modo quo malum causam habere potest. Sciendum est enim, quod malum causam per se habere non potest....

description

Satira serissima sui saggi eruditi.

Transcript of Dell'Eterno Titillare - Elena Tosato

Elena Tosato

Delleterno titillare

Delleterno titillare-apologia di Clitoride di Atene-

Il piacere lunica cosa di cui valga la pena avere una teoria.Oscar Wilde

1. Di come tutto cominciato da un palinsestoRispondo dicendo che la causa del male il bene, nel modo in cui il male pu avere una causa: infatti bisogna sapere che il male, di per s, non pu avere causa1 ... La trattazione sul male o, in latino, la Quaestio disputata de malo, occupa la prima parte di un palinsesto rinvenuto nel monastero benedettino di D. che abbiamo da poco ricevuto in prestito dopo una serie di trattative di cui daremo cenno alla ne di questa narrazione, ma che sarebbe troppo lungo raccontare per esteso perch metterebbero a rischio le ambizioni di carriera di pi di una persona. Il ritrovamento stato del resto molto avventuroso: si trattato di una caccia al tesoro durata decenni, i cui protagonisti si sono ripetutamente ingannati anche senza conoscersi lun laltro perch vissuti in epoche diverse. A noi toccato il privilegio (e la fortuna) di raccoglierne i frutti. Nel ripercorrere la nostra vicenda partiamo proprio dalla ne, ossia dalle succitate righe di Tommaso dAquino. Lopera diffusa ed stata ampiamente tradotta e commentata, si trova ancoroggi in tutte le librerie. Quella sul male fa parte delle Quaestiones disputatae scritte da Tommaso su temi come la veritas, la potentia, lanima e le virtutes: affronta con i metodi della logica la natura e la qualit del male sviluppando largomentazione in sedici punti, ciascuno dei quali tratta un aspetto del problema, con un approccio tipico della losoa scolastica. Per quanto riguarda la causa del male e il problema dellassenso della volont, dobbiamo tenere a mente gli argomenti del losofo perch in questo breve saggio troveremo degli inaspettati parallelismi e, forse, un altrettanto inatteso precursore: sotto al testo di Tommaso dAquino, che risale al XIV secolo, ne stato ritrovato uno di precedente, probabilmente scritto attorno al X secolo, e che contiene il pi lungo frammento n qui conosciuto di Clitoride di Atene: il fatto sensazionale che buona parte del materiale era nora rimasto completamente ignoto. Si vociferava da tempo che parte dellopera di Clitoride potesse trovarsi in un monastero e tra quei codici; era stata una ferrea convinzione del lologo statunitense Graham Davies, fulcro e1

Tommaso dAquino, De malo, q. 1 a. 3 co.:... Respondeo. Dicendum quod causa mali est bonum, eo modo quo malum causam habere potest. Sciendum est enim, quod malum causam per se habere non potest.... 1

Elena Tosato

Delleterno titillare

catalizzatore del clitoridismo contemporaneo (ne parleremo diffusamente negli ultimi capitoli del saggio) che aveva ricostruito le vicende del losofo ateniese e dei suoi lavori con la massima dovizia di particolari, tenuto conto della relativa scarsit delle fonti. Davies morto da molti anni, ma a lui - e a suo fratello Scott, che ci ha dato laiuto decisivo - che corso il nostro pensiero quando abbiamo notato lironia di aver ritrovato alcuni fondamentali passi dellEtica di Clitoride proprio sotto alle dissertazioni teologiche del Doctor Angelicus. Questo del testo di Clitoride un viaggio che percorre senza linearit lEuropa centrale e meridionale e il Mediterraneo: parte in sordina nellAtene periclea, attraversa i rotoli di papiro di Costantinopoli, viene trascritto su un codice, poi su un altro, torna in Occidente, si frammenta e si perde sotto la pomice degli amanuensi, lambisce le Alpi andandosi a depositare silenzioso e quasi dimenticato in un monastero; inne, dopo duemilacinquecento anni, ridiscende a valle e arriva in questa biblioteca. Il palinsesto adesso sottoposto alle cure conservative dei responsabili del museo di R. e sar forse disponibile per una breve esposizione al pubblico gi nel corso del 2012; una trascrizione del testo di Clitoride stata invece messa subito allattenzione degli studiosi - nella fattispecie, dei gruppi di lavoro coordinati da Ruggero Damato, grecista, dal lologo Samuel Hitchens, da Maria Aaronen per quel che concerne la losoa greca precedente Platone e da Mark Grass che tra i massimi esperti di storia greca nel periodo attorno alle guerre del Peloponneso. Il nostro breve saggio vuol costituire unintroduzione al loro lavoro e, al contempo, una prima panoramica su un losofo importante, ma purtroppo dimenticato o misconosciuto dal grande pubblico. Clitoride di Atene un carattere curioso, talvolta lo si ritiene pi uno stilema che un losofo vero e proprio, spesso fatto assurgere dai pochi che lo conoscevano a contraltare simbolico del memento mori; era noto anche per il comportamento imprevedibile e inusualmente moderno: sembra quasi che nel corso dei secoli si sia divertito a spuntar fuori allimprovviso nella storia del pensiero, facendo delle comparsate senza preavviso e senza lasciare traccia di s subito dopo. Alcuni autori lhanno denito la primula rossa della losoa occidentale. Quel che certo che si tratta di un pensatore che avrebbe meritato ben altra mole di studi e ben altra passione interpretativa: appunto per questo il nostro saggio assumer sul nire un carattere apologetico e, nellultimo capitolo, verr trattata lesistenza del losofo stesso cos come impone lindagine ontologica. Se lo scopo di una ricerca conservare e tramandare informazioni, necessario individuare quali siano nel nostro caso le informazioni fruibili, al di l della vita e delle opere rimaste del losofo ateniese. Le invenzioni, le idee, le speculazioni, solo talvolta nascono sotto la spinta di un bisogno o di uno stimolo esterno; spesso invece si ritrovano ad essere per caso, per gioco, tramite una serie di prove ed errori, ed in un secondo momento che trovano eventuali applicazioni. Non chiaro a quale delle due casistiche sia opportuno ascrivere Clitoride, se la sua losoa sia frutto di caso o di necessit. Difcile comunque vederlo come un eroe solitario, anche se cos che ora ci appare, mondato dal suo contesto e sfrondato per colpa od incuria di buona parte della sua produzione: pi probabile che quello che chiamiamo clitoridismo fosse ab origine lespressione di unesigenza losoca comune. La stessa esigenza si ripresenta adesso, travalicando annosi e sterili dibattiti tra2

Elena Tosato

Delleterno titillare

compagini postmoderne, nel momento in cui lepistemologia riscopre limportanza del tatto e delloggettivit. Del tatto non si discute tanto nei termini di un sensualismo la Condillac, nonostante il fatto che vi siano stati critici (Gabbiere, Sand et al.) che hanno sottolineato la vicinanza delle teorie di Clitoride con il solo senso che da se stesso giudica gli oggetti esteriori 2, quanto piuttosto per ampliare tramite Clitoride il tema dello svolgimento dello spirito, sia attraverso la sensazione passiva che attraverso quella attiva. A differenza di loso come Condillac (o Locke) Clitoride per interessato allessenza della realt pi che alle speculazioni sullintelletto, e cos sar anche per tutti i pensatori che si richiameranno al suo lavoro; e se si pone il problema del valore della conoscenza e della sua origine rimane pur sempre su un piano inerente alla losoa dellessere. La disputa ontologica cruciale ma necessario ricordare che il losofo di Atene va oltre a tutto ci. Negli anni, spesso forzando la mano con ripetuti anacronismi, stato visto anche come delicato poeta, come potenziale rivoluzionario, come proto-messia, come teorico del piacere, come icona giovanilistica, come elisir di lunga vita, come sguaiato libertino; Graham Davies diceva che con Clitoride ormai ci puoi fare di tutto: verr il giorno in cui sar banalizzato e ne vedremo degli epigoni ballare alla televisione. Lo scopo di questo saggio riportare i fatti al di fuori del mito, valorizzando loggettivit della scienza e della conoscenza clitoridea, separando i problemi dellinterpretazione del pensiero dellautore dalla cogenza intersoggettiva del suo esistenzialismo. Il palinsesto ritrovato nel monastero di D. sembra essere lultimo tassello disponibile di un rompicapo la cui ricostruzione cominciata moltissimi anni fa.

2. Della vita di questo losofo, e delle fonti da cui avremmo potuto sapere di lui.Clitoride di Atene fu senza dubbio un personaggio sfuggente e difcilmente assimilabile alle scuole losoche dellantichit classica, per quanto non abbastanza incomprensibile da passare inosservato: ebbe allepoca una certa risonanza e la sua memoria non mai scomparsa del tutto dalla cultura europea. Quel che conosciamo della sua vita in parte dovuto a riferimenti postumi e in misura minore a quanto scrisse di suo pugno, non essendovi altre fonti contemporanee: nacque nel V secolo a.C. ad Atene, di poco pi vecchio di Platone. Le fonti concordano nel datarne la nascita ai tempi della battaglia di Maratona. Non conosciamo i nomi dei genitori; sulla madre vi sono opinioni discordanti, i pi avendola stimata ateniese, mentre alcuni ne facevano risalire la famiglia dorigine alla citt di Mitilene nellisola di Lesbo. Il padre, sicuramente ateniese, apparteneva alla classe degli zeugiti, una delle quattro classi in cui, a seconda del censo, era divisa la societ sin dai tempi della riforma di Solone (inizi del VI sec. a.C.), dopo i pentacosiomedimmi e2

Etienne Bonnot de Condillac, Trattato delle sensazioni, Parte seconda. Nel primo capitolo di questa sezione lautore denisce il tatto come sentimento fondamentale, quello tramite il quale il soggetto ha la sensazione dellazione reciproca delle parti del suo corpo, e soprattutto dei movimenti della respirazione; si nota il richiamo al gioco puramente meccanico del corpo come macchina gi visto in Cartesio. 3

Elena Tosato

Delleterno titillare

i cavalieri e prima dei teti. Era, quindi, un piccolo proprietario terriero. Agli zeugiti erano inizialmente riservate soltanto le magistrature minori; stando a quanto racconta Aristotele nella sua Costituzione degli Ateniesi, solamente con la riforma di Clistene decisero di designare anche tra gli zeugiti i candidati al sorteggio dei nove arconti, e tra questi per primo ebbe lincarico Mnesiteide 3. Di l a qualche anno, sotto larcontato di Antidoto e su proposta di Pericle, i diritti cittadini vennero limitati a chi fosse nato da genitori entrambi ateniesi. Clitoride ebbe alcuni discepoli, come ci racconta egli stesso in una delle due Lettere ritrovate e rivolte entrambe al glio Melisso. Bench mutile, queste lettere rappresentano un ottimo spaccato del suo modo di approcciarsi alle questioni losoche e della sua vita pubblica difcile e poco agiata. Nessuno dei discepoli, dei cui nomi conosciamo solo un certo Filocrate e un Archefonte, scrisse mai di lui. Sappiamo poi che in giovent si propose come autore di ditirambi e partecip agli agoni delle Grandi Dionisie, le celebrazioni liturgiche dedicate a Dioniso che si tenevano ad Atene durante la primavera e coinvolgevano tutta la cittadinanza: stando a quanto riportano le cronache non vi riport alcun successo. Fu probabilmente la scoperta del mancato talento poetico che lo fece propendere verso la losoa. Scrisse ancora in versi, comunque, come vedremo pi avanti, il suo poema sulla natura. Caratteristico inne pare fosse labbigliamento: il losofo era solito mostrarsi in Atene con un cappuccio che ne travisava parzialmente il volto. Diversamente -per fare un esempio conosciuto- dalla lanterna e dalla botte di Diogene di Sinope, il cappuccio di Clitoride non divenne paradigmatico; ancora oggi si stenta a considerarne lesistenza e non tutti ne colgono lutilit. Della vita di Clitoride sappiamo poco altro: mor a ridosso dellinizio della guerra del Peloponneso e, oltre alle succitate lettere, scrisse sicuramente unEtica e un Poema sulla natura, andati in buona parte perduti; dellEtica, prima del ritrovamento del palinsesto nel monastero di D., era disponibile solo uno scarsissimo numero di frammenti. Il resto scivola tra le nebbie che separano il mito dal pettegolezzo: si dice che in una sezione andata perduta dellopera di Sesto Empirico Adversus Mathematicos vi fosse una critica del suo pensiero; poco pi che una leggenda il fatto che Diogene Laerzio ebbe ad inserirne degli epitomi nel X libro delle sue Vite dei Filoso, quando parlava di Epicuro, ritenendo Clitoride in certi aspetti anticipatore della losoa di questultimo (tale impressione non rester isolata e porter guai ad entrambi, come vedremo); si dice inne che anche Fozio, patriarca di Costantinopoli nel IX secolo, scrisse di lui nella sua Biblioteca - il famoso catalogo in cui vengono passate in rassegna molte opere greche e bizantine, e che per alcuni autori rappresenta lunica prova della loro esistenza. Purtuttavia, nessuna di queste tre fonti reca, al giorno doggi, traccia alcuna dellopera di Clitoride. Per avere notizie di questo losofo bisogna fare conto su alcuni personaggi ancor pi improbabili di lui e di cui scopriremo vite e gesta piano piano nei prossimi capitoli.

3 Aristotele,

La costituzione degli Ateniesi, 26, 2, trad. Mario Bruselli, BUR 1999 4

Elena Tosato

Delleterno titillare

Si tratta a loro volta di loso, perlopi, o di persone coinvolte nello sviluppo coerente di unidea: mai di uomini di potere, n politico n economico. Tutti insieme -non sono poi moltiformano quella che abbiamo deciso di chiamare Corte Clitoridea: per visualizzarli nella loro interezza e nel loro mutuo rapporto, si potrebbe (se pure il paragone forzato) pensare allimmagine della Candida Rosa raccontata nel Paradiso dantesco, ove le anime clitoridee amano e mirano la fonte della loro esistenza; una fonte titillante, come avremo modo di vedere a breve: Nel suo profondo vidi che sinterna, legato con amore in un volume, ci che per luniverso si squaderna: sustanze e accidenti e lor costume quasi conati insieme, per tal modo che ci chi dico un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo chi vidi, perch pi di largo, dicendo questo, mi sento chi godo4. Tutti questi personaggi concorrono alla comprensione di Clitoride: ma prima di introdurli necessario vagliare direttamente quello che fu il pensiero dellateniese, cos come ci risulta dalle sue stesse parole.

3. Della Natura, delle idee e di una parola ambivalente usata da ClitorideOltre ai frammenti delle lettere abbiamo traccia e testimonianza di altre due opere. Quella che plausibilmente la prima, in ordine cronologico, un poema sulla natura, o , scritto in esametri. Questopera ha interessanti paralleli, per motivi che vedremo, con due importanti lavori dellepoca, anchessi trditi col nome , ossia quello celeberrimo di Parmenide di Elea (VI-V sec.), che ebbe grande inuenza in tutto il mondo classico5, e quello di Empedocle di Agrigento, contemporaneo di Clitoride. Il testo clitorideo si presenta lacunoso in pi punti, ma i frammenti rimasti risultano comunque sufcienti a ricostruire la sua visione cosmogonica ed ontologica, almeno nella prima sezione; la seconda parte d adito, come vedremo, ad un maggior numero di incertezze. Nella prima parte dellopera Clitoride affronta il problema della genesi del cosmo e della materia. Si tratta di circa 350 versi su un totale stimato attorno ai 600. Da Parmenide prende il concetto di Essere indiviso e4 5

Dante, Paradiso, XXXIII 85-93

Il poema parmenideo and perduto tra il VI e il VII sec. d.C.; i frammenti a noi pervenuti sono dovuti principalmente a Sesto Empirico e a Simplicio. 5

Elena Tosato

Delleterno titillare

imperituro6 dal quale generano le radici del mondo materiale - qui palese il parallelismo con Empedocle, anche se dubbio che i due si siano mai conosciuti, e anche se lateniese riuta lorsmo tipico del siciliota; Clitoride infatti utilizza lo stesso termine di Empedocle, , per designare le radici molteplici ma in numero nito da cui traggono somiglianza gli oggetti tema, questo della somiglianza, che sar poi reso celebre da Platone7 nella sua teoria delle forme. Loriginalit speculativa del pensatore ateniese consiste nel processo tramite il quale la generazione avviene, e che il losofo chiama titillazione, derivando il sostantivo dal verbo , che indica il titillare sensuale. La titillazione di Clitoride (anche questo un concetto potenzialmente paradigmatico ma ignorato da molti) invece una necessit dellEssere e si sviluppa in quattro fasi, che i lologi contemporanei hanno schematicamente denito8 come eccitativa, di plateau, orgasmica9 e conclusiva. Le quattro fasi vanno comunque considerate come facenti parti di unazione unica e necessaria, che non pu non essere, intrinseca nella natura del cosmo unitario ovverosia dellEssere. Uninterpretazione della funzione delle quattro fasi proposte da Clitoride stata tentata a partire dai versi 24-28 del suo : lasciamo in originale il termine , che la chiave del pensiero clitorideo, e sul quale ritorneremo a breve. [...] Lessere secondo necessit cos infatti si contrae, attende e respira, uno e molteplice, e titilla nellaurora10 ed sul punto di essere, no a quando la tensione uisce nel divenire, e larmonia ritorna dopo linverarsi dell. Cos leterno movimento, cos leterno titillare. [...] La prima fase prevede un enarsi dellEssere attorno a se stesso, con una corrispondente produzione di quello che Empedocle chiamerebbe radice dellacqua, e che invece Clitoride indica genericamente come origine del uire; nella seconda, la tensione dellEssere oscillerebbe attorno ad un punto di equilibrio instabile, diretti verso il climax della terza. Nella quarta si ritornerebbe lentamente e con continuit alla situazione di partenza. In buona parte, queste fasi vennero indirettamente riprese dalla losoa successiva: leccitativa e la conclusiva nellestrinsecarsi della6

...che senza nascita lEssere e senza morte, tutto intero, unigenito, immobile, ed incompiuto mai stato o sar, perch tuttinsieme adesso, uno, continuo Parmenide, Poema sulla natura, fr. 7/8 vv. 8-11, trad. Giovanni Cerri, BUR 19997 8 9

Platone, Repubblica, X, 596-599 Masters and Johnson, Human Sexual Response, Reproductive Biology Research Foundation (U.S.) Little, Brown 1966 Per una disamina del termine nel lessico di Clitoride, vedi infra e nota 17

10

Laurora adatta alla titillazione in quanto dotata di rosee dita, il che un topos letterario gi ai tempi di Omero (il si trova frequente in entrambi i poemi omerici; tra gli altri: Iliade, I, 487; VI, 175; IX, 704; Odissea, VIII,1; IX, 152, 170, 307, 437, 560; X, 187...) 6

Elena Tosato

Delleterno titillare

potenza e dellatto in Aristotele11 , mentre possibile vedere nella fase di plateau un abbozzo dell dei neo-pirroniani12 . Per quanto attiene alla terza fase, lo stato attuale degli studi sostiene che la si debba considerare come il vero contributo originale dellautore alla storia del pensiero. Vale dunque la pena soffermarsi sul termine usato da Clitoride, , e farne una panoramica pi ampia. L designa un impulso naturale o una propensione, una disposizione danimo; correlata al verbo , che si riferisce al gonarsi con lumidit. In questa accezione viene utilizzata per esempio in Esiodo13 o in Eschilo14. In un senso pi specico il termine andato ad indicare una passione violenta, che coinvolge la rabbia e lira (spesso usato come sinonimo di ) no talvolta ad identicarvisi: questo il caso dellutilizzo in Erodoto 15, Aristofane16 o, al di fuori della cultura greca, nel Nuovo Testamento17. Come avremo modo di vedere meglio in seguito, Aristotele, nella Retorica e nellEtica a Nicomaco, la contrappone alla , o mansuetudine. Lo svilupparsi della fase dell stato oggetto di dibattito: alcuni studiosi (Gimpsey, Ramn et al.) la vedono addirittura come non necessaria al ne dellinverarsi dellEssere; altri, e sono la maggior parte (Arrow, Chambers, Valenski et al.), ritengono invece che sia un evento non meglio descrivibile e difcilmente ripetibile; la questione peraltro ancora aperta. Clitoride, in quello che un hapax legomenon dellintera sua opera, la chiama anche piccola morte, : questo potrebbe suggerire che vi sia un ulteriore parallelismo con il processo di aggregazione e disgregazione empedoclea18, dove la piccola morte assume le funzioni della discordia (). La seconda parte dellopera aveva un carattere metasico ed epistemologico. Se ne sono conservati solo due frammenti, per la lunghezza complessiva di sei versi: troppo poco per dare un giudizio e perno per azzardare unipotesi sulla struttura. Entrambi, in greco e in traduzione latina, sono inseriti nei Dialogi di Gaudino da Copula, benedettino vissuto a cavallo tra il XII e il XIII

11 Aristotele, 12

Metasica, XII, 1073a

Pirrone e Timone furono i primi a proporre il termine; la sospensione del giudizio, o , viene formulata correttamente dallo scettico Enesidemo (I sec. a.C.) il cui lavoro viene riportato da Fozio, Sesto Empirico e Diogene Laerzio.13 14 15

Esiodo, Opere e giorni, 304 Eschilo, Prometeo incatenato, 61 Erodoto, Storie, 6, 85 Pace, 659

16 Aristofane, 17

In tutto il Nuovo Testamento tradotta come ira, che sia divina o meno; quella divina, () , si pu trovare per esempio in Giovanni 3:36, o Romani 1:18, Efesini 5:6, Colossesi 3:6, o ancora in Apocalisse 6:16-17. Laltra, sempre a titolo di esempio, riscontrabile in Matteo 3:7, Marco 3:5, Luca 3:7. Non raro che il termine si riferisca alla conseguenza di aver infranto la legge, pi che a una reazione emotiva. poi ovvio che lelenco dei passi succitati non ha alcuna pretesa di esaustivit; per un riferimento pi completo si consideri il lavoro di Henry George Liddell, Robert Scott, A Greek-English Lexicon, disponibile in rete.18

Empedocle, frammenti B35, B26, in Simplicio, Fisica, 31-34 7

Elena Tosato

Delleterno titillare

secolo e del cui lavoro ci occuperemo nel capitolo 5. Il primo frammento il pi lungo ed stato rinvenuto in una lettera del neoplatonico Peonide di Stobi (V sec. d.C.), autore tra laltro di una pregevole Metasica andata perduta e amico e concittadino dello scrittore bizantino Giovanni Stobeo19 , che cur unantologia sui principali autori greci - nella quale, comunque, Clitoride non menzionato. Si noti ancora una volta levocazione delleterno titillare: Esce dalla mente il titillare dellEssere Contratto ed espanso, per nominare le cose e non solo per portarle ad essere. Torna in s, ancora titilla, la mente e il tutto. Il secondo frammento, pure signicativo ma in parte corrotto, oltre che nel lavoro di Gaudino incluso anche nelle Questioni Pneumatiche di Iacopo Dal Ferro, matematico del XV-XVI secolo: Sono cos tutte le cose [...] e cos la mente, nellenarsi ancora, e luomo La pneumatica di Clitoride, a parte il nome, non ha molto a che fare con quella sviluppata in seguito da Erone di Alessandria o Filone di Bisanzio20; descrittiva e poco scientica. Laccezione di (mente) invece probabilmente assimilabile a quella di Anassagora21 , che fu contemporaneo di Clitoride e anchegli autore di unopera sulla natura, ossia quella di un intelletto cosmico. In Clitoride, per, questo intelletto si rispecchia in quello umano, come appare chiaro dal secondo frammento: la sovrapposizione con la visione di Anassagora non va dunque intesa in toto ma con la consapevolezza dellapporto originale di Clitoride, che sembra cos interessarsi alle cose terrene almeno quanto a quelle cosmologiche. Il passo nominare le cose e non solo (...) portarle ad essere quello che ha indotto alcuni, in epoca antica e recente, a interpretare la visione del losofo ateniese come un intento di separazione tra gli oggetti e la loro rappresentazione. probabile che con i suoi Clitoride avesse in mente qualcosa di simile; sin dal Medioevo stata avanzata la proposta, suggestiva ma priva di conferme, che si trattasse addirittura di un abbozzo di una teoria delle forme analoga a quella platonica, seppure appunto in versione pi rozza. Sarebbe, se vericata, una scoperta eclatante, dal19

Giovanni Stobeo ( ), nativo di Stobi in Macedonia, fu attivo nel V sec. d.C. La sua opera di raccolta antologica era composta da quattro libri, i primi due raccolti sotto il nome di Eclogues, i secondi sotto quello di Florilegium; contenevano riferimenti a centinaia di autori, come ricordato da Fozio, su argomenti quali la dialettica, letica, la losoa naturale e la politica. Della vita di Giovanni Stobeo nulla si sa.20

Erone di Alessandria (I sec. d.C. ?) fu ideatore e teorico di macchine pneumatiche, tra cui leolipila; Filone di Bisanzio (III sec. a.C.), discepolo di Ctesibio, fu autore di un Trattato sulla meccanica, andato in gran parte perduto. A Filone si attribuisce il merito di una risoluzione del problema della duplicazione del cubo.19

[...] , ./ Di qui dipende Anassagora per il quale tutte le cose nacquero insieme no a che venne la mente () a disporle in ordine. In Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro I, 4, trad. M. Gigante 8

Elena Tosato

Delleterno titillare

momento che la teoria delle idee venne formalizzata da Platone solo alcuni decenni dopo, in epoca posteriore alla morte di Clitoride. Non chiaro, peraltro, quanto stretta sia lattinenza dei con gli archetipi platonici. Ne parleremo pi diffusamente tra poco grazie a Gaudino.

4. Del monismo, delle donne e dellinuenza di Clitoride sui suoi contemporanei necessario per, prima, inquadrare quello che fu il ruolo pubblico di Clitoride e quale sia stata la sua inuenza e quale il suo approccio ai problemi dellEssere. Dei suoi discepoli si detto; Clitoride stesso non organizz mai una vera e propria scuola, limitandosi a fare da precettore per brevi periodi ai gli di alcuni ateniesi eccentrici. La traccia lasciata da questo losofo sui suoi contemporanei quindi, per forza di cose, molto lieve. La sua linea ontologica parimenti stata, nei secoli, oggetto di interpretazione ambivalente: nonostante il pluralismo dato dallintroduzione dei , oggi si propensi a vedere in Clitoride un esponente di spicco della losoa monista. Anche il suo inusso su un classico pluralista come Epicuro, che si vociferava fosse talmente pregnante da risultare degno di nota da parte di Diogene Laerzio, da ritenersi inerente a questioni di etica e non tanto di ontologia. A proposito del monismo clitorideo, va inoltre ricordato che gi nel Cinquecento un anonimo esponente della Scuola Ontologica Monistica Veneta scriveva: El no ghe n fu m neguno come el Clitoride a dire che la giera una cosa, una e original, che fa devent i omegn gross, e fa stare miegio el mondo. A ghe son pur ariv a sto Essere, che a mhe p augur de arivarghe22 Il monismo di Clitoride propende verso limmanenza (come risulta chiaro dal frammento 2) ed radicato nella profonda convinzione dellunit dellEssere. Di fatto, parlare di monismo senza accennare alla gura di Clitoride mutila la storia della losoa e dellontologia. La Scuola Ontologica Monistica Veneta continu ad esistere no al 1797, anno del trattato di Campoformio con cui Napoleone cedette allAustria la Serenissima, e la Scuola si sciolse per contrasti interni. Lultimo lavoro prodotto riguardante lateniese una dissertazione in francese del 1735 chiamata Il titillar perenne che prende spunto dallopera di Leibniz e tratta di monadi e clitoridismo; di dubbia attribuzione, anche se molto suggestiva, la voce che ritiene che questa

22

Si noti il lessico ruzantino: lultimo verso, in particolare, ricalca il primo della scena prima del Dialogo primo; Parlamento del Ruzante che iera vegn de campo (1529), a signicare i legami con la teatralit che tutti gli atti e i riferimenti clitoridei hanno acquisito via via nei secoli. 9

Elena Tosato

Delleterno titillare

dissertazione sia a lungo circolata nei salotti23 . Dopo unintroduzione didascalica sullintelletto attivo e passivo24 la trattazione si concentra sullazione del titillare: Giacch la titillazione e quel che ne consegue, si sa che assimilabile ad un miracolo, ed nella natura delle cose che ci accada: e anzi, questa una delle particolari volont di Dio, che nellapice sublime della titillazione trova il motivo, la causa e al contempo il ne ultimo, di discostarsi dalle leggi di necessit per trarne un bene maggiore; e questo apice sublime cosa talmente buona e giusta, che Dio a comandarla anche quando non accade. Cos il perenne titillare al di sopra delle massime subordinate; la sua natura cos estesa ed intensa da non poter essere concepita o prevista dai ragionamenti umani, poich come tutti sanno quando lapice della titillazione arriva, n lintelletto n la ragione possono spiegarlo o comprenderlo. Allora in questa che possiamo esprimere la nostra unione con Dio, e chiamarla soprannaturale25. (Il titillar perenne, 8) Per quanto riguarda la gura pubblica del nostro losofo, possiamo ricostruirne le caratteristiche e le difcolt di socializzazione da alcuni passi delle Lettere al glio Melisso. Di carattere schivo e delicato, nessuno sapeva mai come trattarlo. Usciva poco, perlopi travisato dal cappuccio. Egli stesso si descrive come molto suscettibile e facilmente eccitabile: spesso muoveva gli interlocutori al riso, ma i suoi motteggi potevano anche dar adito a mugugni e sospiri. Quanto ai suoi rapporti con gli altri loso, probabile che li frequentasse, ma senza riceverne attestati di stima. Conobbe sicuramente Socrate, di cui fu ammiratore. Emblematico il biasimo che gli tribut il fondatore dellAccademia, ancora con un parallelismo con Diogene di Sinope. stato tramandato che Platone ritenesse Diogene un Socrate divenuto matto 26 e che nella stessa occasione ebbe a denire Clitoride colui che vorrebbe farsi passare per Socrate lascivo, ma la sua empiet tale che non vale nemmeno la pena farne menzione. In questo modo, non esiste di Clitoride nessun accenno platonico; sorte, peraltro, condivisa da Senofonte27 , nonostante fosse anchegli allievo di Socrate cos comera Platone, ma del quale lautore della Repubblica non parl mai. Miglior successo ebbe invece con le donne ed egli stesso ne ricambi la buona considerazione. Nelle Lettere emergono molti punti in cui Clitoride parla delle donne con garbo, preoccupandosi del loro benessere, auspicando che potessero un giorno accedere allagor e al ginnasio, luoghi che erano loro tradizionalmente preclusi, e riuscissero nanche a riunirsi in assemblea e ad occuparsi

23

La stessa aneddotica ne attribuisce la lettura a personaggi quali Giacomo Casanova, Restif de la Bretonne e Madame de Pompadour, che se ne sarebbe per annoiata ben presto, rifuggendo la venatura socialmente egualitaria di Clitoride.24

Si veda per tale distinzione Aristotele, Lanima, III, 430a 10-19. Da questo concetto Leibniz trarr quello di intelletto agente dellanima razionale: vedi Leibniz, Discorso di Metasica, IV, 2825 26 27

Si veda ancora Leibniz, Discorso di Metasica, I 7 e II 16. Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro VI, 54 Diogene Laerzio, Vite dei loso, Libro III, 34 10

Elena Tosato

Delleterno titillare

della democrazia come gli uomini 28, pur temendo che il loro ruolo potesse essere mercicato; egli stesso si diceva pronto ad esporsi in prima persona, pur di farle venire in Assemblea e in pubblico, e non si rassegn mai a vederle solo come contorno della vita civile ateniese ed eventuale oggetto di scambio col bene comune: giammai siano lasciate come animali o schiavi, nelle loro stanze ad adornarsi con oro e seta, come se solo queste potessero essere le loro armi. 29 Per questo motivo ancora oggi Clitoride ricordato in alcune festivit campestri di quelle che furono lEllade e la Magna Grecia come amico delle donne e il suo nome si sussurra in allegria e a or di labbra.

5. Del fatto che Platone non scrisse alcun dialogo su Clitoride e di come invece ci pens il monaco Gaudino da Copula.La seconda parte del poema sulla natura and perduta quasi certamente gi poco dopo la morte dellautore, salvo i versi citati al capitolo 3. Il fatto peraltro stimol alcuni loso successivi di scuola neoplatonica, che a pi riprese si cimentarono a scrivere il dialogo tra Clitoride e Platone che durante la vita dei due non vide mai la luce. Il dialogo fantasma si accrebbe di varie straticazioni e non conosciamo il nome di quasi nessuno degli autori; si sa che fu lo spunto per un esercizio losoco di un giovane allievo di Carneade chiamato Ademato. Tale Ademato narr di un incontro con Clitoride avvenuto in una grotta, o forse in un anfratto: loriginale andato smarrito. Della sua storia conosciamo solo lambientazione, grazie a quanto ci stato raccontato a sua volta da uno studioso di Agostino, Gaudino da Copula, che la rielabor come se si trattasse di una vicenda occorsa a lui stesso. Signorano la vita e le altre opere di questo losofo al di fuori dei Dialogi, dei quali rimangono per intero solo quello su Clitoride e altri quattro di stampo teologico e apologetico che si occupano prevalentemente di rivelazione e di consustanzialit delle gure divine; Gaudino viene per sempre menzionato dalla critica perch considerato come colui che redasse la versione denitiva del dialogo sul losofo ateniese: lo intitol, semplicemente, Clitoride di Atene. Quella di Gaudino unopera in cui Clitoride affronta il problema delle idee e anche in questo caso la titillazione assurge a un ruolo cruciale. Il monaco copulense scrive in latino, ma con ogni evidenza conosce il greco e lascia alcuni termini, tra cui , non tradotti. Nella fattispecie, lutilizzo della parola nella stessa accezione considerata successivamente da Platone, che in Clitoride invece non compare, probabilmente un anacronismo voluto e, peraltro, non lunico, come avremo modo di vedere.

28

Da Clitoride trasse forse ispirazione Aristofane per le sue tre commedie Lisistrata, Le donne al Parlamento e Le donne alle Tesmoforie.29

Nella commedia di Aristofane parte del dialogo tra Lisistrata e Calonice riprende questo passo, il che fa supporre che le Lettere di Clitoride a Melisso fossero di pubblico dominio quando il losofo mor o che lo divennero in breve tempo. Cfr. Aristofane, Lisistrata, vv. 42-48. 11

Elena Tosato

Delleterno titillare

Di seguito riportiamo parte del dialogo ove Gaudino racconta la sua visione. Cos come era successo ad Ademato, mi trovavo in una grotta30 alle pendici di una montagna che gli abitanti del luogo chiamano Montevenere; da questa grotta si diceva si sentissero delle voci di spiriti o demoni31 . Non so come vi fossi arrivato; giacevo infatti stordito come da un lungo sonno, o inebriato da un vino dolcissimo. Quando mi svegliai mi accorsi dessere incatenato e di non potermi muovere; loscurit era immensa attorno a me, e ebile e quasi vana arrivava a rischiarare lantro la luce del sole. Accanto a me sedeva un uomo, che a causa del buio potevo vedere a stento; inoltre, il cappuccio del mantello gli copriva il volto per buona parte. Rifulgevano per nelle tenebre i sui occhi. Allora gli chiesi chi fosse, e mi rispose dessere il losofo Clitoride di Atene, vissuto quando visse Platone, e giunto n l dallAttica anni addietro. Io mi meravigliai, dicendo che certamente si sbagliava, perch Platone era morto prima della venuta di Nostro Signore Ges Cristo, e quindi non potevamo essere vivi entrambi, e io non mi reputavo dessere morto; allora egli rispose che quella che stavo vivendo era una visione. Pensai che fosse dunque quella di Clitoride la voce che gli abitanti del luogo riferivano che provenisse dalla grotta, e lui mi disse che non era cos, poich lui solitamente viveva nei pressi di quella spelonca, ma al di fuori e non dentro; vi era entrato solo per potermi parlare. Faceva caldo e laria era umida: tuttavia, nonostante la debolezza e i ceppi, stavo bene. Chiesi ancora perch mai fossi incatenato, ed egli cos rispose, con una sorta di enigma: Luomo nato libero e ovunque si trova in catene. Ma dimmi, Gaudino: tu le consideri reali, queste catene? A tal punto ti di dei tuoi sensi? Di questo mi vuoi parlare, Clitoride? Degli errori dei sensi? domandai a mia volta. Lateniese sorrise, o cos mi sembr, tra le pieghe ingannevoli del suo cappuccio. No ammise o meglio, non da qui che voglio partire. Anzi, per prima cosa ti chiedo di ritenerle reali e di comportarti come se lo fossero, e di cessare di interrogarti sullopinabile Ne convengo esclamai poich di ci che opinabile non si pu avere scienza: nemo autem habere disciplinam potest in animo, qui nihil didicit; nihil autem didicit, qui nihil novit; et nosse falsum nemo potest, diceva quello che, bench non abbia mai potuto conoscerlo, reputo sempre il mio maestro32. Molto bene disse Clitoride Convieni anche sul fatto che gli oggetti che vedi non sono che una mimesi delle forme reali, come diceva Platone? Anche su questo non ho dubbi e convengo assentii e dico che lapprendimento delle cose possibile sia attraverso i nomi degli oggetti che attraverso gli oggetti stessi33 e che gli universali sono conosciuti dalla mente e non dai sensi34; tuttavia nel sentire questi ceppi ai polsi e alle caviglie credo che i miei sensi non mi ingannino. Dunque tu stesso sei arrivato a parlare degli errori dei sensi rise Clitoride e del problema della certezza, che lo stesso che ti sei30 31

Il riferimento dellambientazione al mito della caverna evidente; cfr. Platone, Repubblica, VII, 514-519

Per una trattazione pi dettagliata, per quanto allegorica, si veda Eve Ensler, Monologhi della vagina, trad. italiana di M. Bignardi, Tropea, 2000.32 Agostino, 33 34

Contra Academicos libri tres, libro III, 3; 5

Platone, Cratilo, 439-440 Platone, Teeteto, 184-186 12

Elena Tosato

Delleterno titillare

posto quando mi hai visto qui. Confuso, aggiunsi a mezza voce: Ora non so pi cosa certo, in ci che mi sta succedendo! Eppure so che alcune cose possono essere conosciute con certezza, come le verit matematiche; invece alcuni loso della nuova accademia dedussero erroneamente limpossibilit di agire dal fatto che il saggio nulla pu conoscere con certezza. Stavolta tocca a me essere daccordo fece Clitoride, conciliante ma ti prego di ascoltare, perch anche io ho elaborato una teoria delle forme, io voglio parlare dell come direbbe Platone35 , e te ne voglio mettere a parte. In quel momento, come per un sortilegio, un fuoco rossastro e pulsante prese a brillare alle nostre spalle. Le catene mi impedivano gran parte dei movimenti del collo, ma non tanto da non vedere le scintille schioccare nellaria bruna della caverna. Esse subitaneamente mi parvero dei minuscoli volti umani, che ora ridevano, ora piangevano disperati, ed emanavano un fetore terribile; e allora non potei non pensare al viaggio avventuroso di un uomo36 che mor e torn in vita, e nelle ore in cui fu morto venne condotto in una valle profondissima che si schiudeva da un lato su amme fetide, dallaltro su una tempesta di grandine e neve, e da un pozzo si levavano e ricadevano palle di fuoco in cui scintillavano anime tormentate da demoni. Quel fuoco che pulsava alle nostre spalle mi fece dunque tremare e temetti dessere vicino alla Geenna; ma, ancora una volta, Clitoride mi rassicur e mi disse di non avere paura, e che quel fuoco non era malvagio. Il fuoco uno degli elementi costitutivi del mondo disse il losofo non cos? Secondo Platone certamente risposi, e continuai intimorito a cercare di sbirciare la palla ammeggiante. Il mondo, creato dal demiurgo per compiere lopera pi bella e giusta che si potesse, secondo necessit venne fatto liscio e in forma di sfera, per mezzo di terra e di fuoco, perch senza la terra non potrebbe essere palpabile, e senza il fuoco non potrebbe essere visibile; e proporzionali tra il fuoco e la terra furono poste laria e lacqua. Cos riferii a Clitoride, che annuiva. E come sono fatti, questi elementi, secondo Platone? mi domand ancora. Risposi con sicurezza: In forma di solidi perfetti costituiti da triangoli: lacqua in forma di cubo, laria di ottaedro, lacqua di icosaedro. E il fuoco, questo stesso fuoco che abbiamo dietro di noi? fece Clitoride, al che io: In forma di tetraedro37. Ottimo! si compliment il greco questo quanto sosteneva Platone. Ma io ti dico, Gaudino, che se il triangolo la forma fondamentale, su questa che bisogna soffermarsi, e

35

Secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, III, 64) Platone fa un largo uso di termini differenti per esprimere il medesimo signicato. Come sostitutivi di idea () utilizza appunto , , , e , ossia rispettivamente forma, genere, archetipo, principio e causa.36

Quella narrata brevemente da Gaudino la vicenda di Drythelm, cos come ci stata tramandata nel VII-VIII sec. da Beda il Venerabile (Beda, Historia ecclesiastica gentis Anglorum, libro V, cap. XII); la visione di Drythelm era molto nota ai tempi di Gaudino, essendo anche stata oggetto di studio e commento nei secoli X e XI da parte di Alfrico, abate di Eynsham, e di Otlone di St. Emmeram, autore questo di un Liber Visionum (PL, CXLVI, 380 e segg.); giocher un ruolo importante nellimmaginario della nascita del Purgatorio (J. Le Goff, La naissance du Purgatoire, d. Gallimard, Paris, 1981, edito in Italia come La nascita del Purgatorio, Einaudi 1982 e 1996, pp. 127 e segg.)37

Per la teoria platonica degli elementi e dei triangoli costitutivi, cfr. Platone, Timeo, 27-52. 13

Elena Tosato

Delleterno titillare

non sui solidi da essa ricavati nello spazio38. Il triangolo una gura geometrica basilare ed il ne ultimo e la causa prima: sai dirmi perch? Posso immaginare quel che riguarda la causa prima dissi, dopo averci pensato un po ossia perch tre il numero minimo di rette per comporre una gura piana: lo diceva anche il dotto Agostino, ma ne parlava a proposito del fatto che lanima non si sviluppa cos come il corpo nelle dimensioni e nel tempo39 Ma convieni che le leggi della matematica sono conoscibili con certezza, lo hai detto prima; e convieni anche su questo, ovverosia che ogni gura, piana o solida, pu essere scomposta in triangoli? Non ti domandare se siano perfetti, cos come perfetto pu essere il cerchio: dimmi solo se concordi su questo punto seguit Clitoride. Risposi io: S, sono daccordo. Ma, risolto il problema della causa prima, anche per via geometrica, mi sfugge il motivo per cui dovrebbe essere il ne ultimo, dellagire umano o delluniverso. Lateniese sorrise: questa volta lo vidi bene, anche sotto il cappuccio. I riessi del fuoco gli facevano sfavillare ancor di pi le pupille e mi sembr che le tenebre della caverna si stessero diradando. Il triangolo la forma a cui luomo, per natura, ambisce, per il perpetramento della vita stessa, per necessit e per suo piacere, cos come necessario e piacevole al saggio il losofare, giacch solo cos pu ottenere la felicit. Il triangolo la forma. Luomo la sogna di notte, se ne infatua di giorno, vi si esalta, la sublima nellarte, ne fa motore e scopo della sua vita. Quando in guerra, quando in pace. Quando vive, per non morire. Nellangoscia cos come nella serenit. E, nonostante il suo conseguimento rappresenti la pi perfetta forma di armonia, spesso a causa sua scoppiano liti e sedizioni; lira ena gli animi, il capovolgimento dellordine continuo, e massimo il disordine sotto il cielo. Avevi mai pensato a questo, riguardo al triangolo? Al triangolo? no, non lavevo considerato risposi, e contemporaneamente arrossii perch in qualit di umile servo del Signore sarebbe stato mio compito rivolgere il primo pensiero alla Trinit, e quindi vedere un triangolo come lalfa e lomega40 non avrebbe dovuto rappresentare per me alcuna difcolt losoca, perch tale Dio. Invece, mi lasciavo vellicare dalle aporie come uno scolaro, e ne provavo vergogna. Ma non tutto disse allegro Clitoride ora ti mostrer quale sia il meccanismo per mezzo del quale, a partire dal triangolo, lEssere addiviene a se stesso e tutte le cose si inverano, per imitazione delle forme. Allora mi spieg la sua teoria riguardo alla genesi delle idee tramite titillazione, che posso a mia volta riassumere cos: lautoesaltazione di questo triangolo basilare provvede a creare una vibrazione nellEssere che, modulandosi in modo diverso a seconda dei casi, d origine alle idee. Mi fece il paragone dei modi di vibrazione di una corda, che producono i suoni, fatto questo gi noto ai pitagorici41; e come i suoni, anchesse dispongono di differenti altezze, di differenti intensit e anche di un precipuo timbro. Combinandosi insieme, possono sortire leffetto analogo ad una38

La spazialit del triangolo-basilare e le sue vibrazioni fondamentali possono costituire un appiglio alla M-theory, come stato proposto di recente da alcuni arditi sici delle stringhe, pur senza una modellizzazione rigorosa matematica. Si tratta di una congettura, perch non dato sapere quale sia la conoscenza clitoridea di Edward Witten e degli altri stringhisti.39 Agostino, 40 41

La grandezza dellanima, 8,13-9,14 e 15,25

, cos come viene citato nellApocalisse di Giovanni, 1:8, 21:6, 22:13 Platone, Repubblica, VII, 522a-b 14

Elena Tosato

Delleterno titillare

armonia42 , come anche diceva Platone, e come forse potrebbero fare anche le anime, sempre secondo Platone43 . Lunica cosa da tenere a mente che le idee, nella teoria di Clitoride, provengono dalla vibrazione di forme piane. La faccenda delle idee che emanavano dallEssere, sia pure tramite titillazione, mi ricordava da presso quanto diceva Plotino a proposito dellintelletto, e cos misi a parte Clitoride della mia riessione. Non conosco questa teoria ammise lui. Gli dissi allora brevemente cosa fossero le ipostasi, lUno, lintelletto e lanima; gli spiegai come quindi lintelletto fosse generato, e non creato, per emanazione dallUno, ossia per autocontemplazione estatica44 di questultimo, e gli riferii succintamente tutta la dottrina riguardo allanima; e quando Clitoride ebbe capito gli domandai se si sentisse vicino a siffatta losoa. Lemanazione in s non mi soddisfa replic lui, con una smora di disappunto preferisco davvero si parli di titillazione. Sono due concetti diversi. La titillazione, per quanto anchessa necessaria, non protrude. E quanto allanima, essa non precede il corpo, ma vi connaturata: quando il corpo inizia, essa inizia, e quando il corpo nisce, essa nisce45 . Inoltre, da quanto mi riferisci, lUno non potrebbe essere concepito se non tramite negazione: ecco, io sono di parere opposto, in quanto la titillazione che io propongo non assolutamente apofatica, bens positiva, e poi prevede, sempre secondo cogenza, che lEssere si soddis in una serie di s, s, s: e anzi, siccome esso eterno, bisognerebbe dire che la sua soddisfazione si espleta in un s, s, s, ancora. Se ci non fosse, non dovremmo nemmeno parlare di titillazione, quanto piuttosto di violenza, e nell non ve n necessit. Ci detto, tacque e mi ss, per vedere se il suo protrettico mi avesse convinto. Ravviso in questa concezione del mondo dei semi di empiet dissi io allora sia nella totale immanenza dellanima, sia nella necessit della titillazione Non ne dubitavo fece Clitoride, amareggiato per questo che ti trovi legato a questi ceppi, che rappresentano il tuo dogmatismo in materia di etica e, quel che pi grave, di ontologia. Ed io che ti avevo chiamato qui, sia pure in sogno, sperando che te ne liberassi, tramite la forza della dialettica! Seguimi, Gaudino: nulla hai da perdere se non le tue catene. Risposi con un diniego: per quanto tu cerchi di confortarmi, Clitoride, sento che la mia fede pi forte delle tue lusinghe. Per quanto senta di essere quello che, tra i mortali, pi sensibile alla tua dottrina e proclive ad accettarla, purtuttavia la rigetto: le genti di Copula e lintera cristianit ti volteranno le spalle, Clitoride, e se mi permesso indulgere nella mantica (anche se sarebbe meglio ascrivere la mia predizione a una deduzione rigorosa e logica), lo faranno ancora a lungo. Lunico fondamento salvico devessere il Cristo, come dice anche Agostino commentando la prima lettera di Paolo ai Corinti46, e chi non lo accoglier non potr essere salvato. Cristo non parla di titillazione, non v esegesi che lo faccia: quindi, la tua teoria va respinta47.42 43 44 45

Platone, Timeo, 34b-34c, e Repubblica, VII, 531c Platone, Fedone, 85e-86d Plotino, Enneadi, V, 2 Il sensismo di Clitoride sfocia qui nel materialismo. La Citt di Dio, XXI, cap. XXVI

46 Agostino, 47

Almeno, fuori dal matrimonio. Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, artt. 2335, 2350, 2353, 2360, come approvato nel 1997 tramite la lettera apostolica Laetemur Magnopere di Giovanni Paolo II. 15

Elena Tosato

Delleterno titillare

Il fuoco che pulsava dietro di noi, quasi titillando, si spense di colpo, e mi sembr di udire un gemito provenire da quelle amme. I miei ceppi si fecero pi pesanti, ardevano ora essi stessi come se fossero brace, ma io non me ne curai, perch mi sentivo sereno. Clitoride si alz in piedi, lo scorsi appena nelloscurit, e usc lentamente dalla grotta, l, da quel pertugio che si scorgeva in lontananza. Chiusi gli occhi e mi addormentai di un sonno profondissimo. Al mio risveglio, mi trovavo nel mio letto, come se niente fosse successo.

6. Ancora sulla Natura secondo Clitoride. Elementi di clitoridismo dal Medioevo allepoca moderna: nella losoa, nellarte, nella lologia, nella scienza, nella letteratura e nella cultura popolare. giunto il momento di stendere un rapporto pi completo sulla prima parte del clitorideo. Dopo un incipit dedicato ad una sommaria cosmogonia che deve molto a quella esiodea, Clitoride abbozza la sua teoria dell, che svilupper compiutamente nei vv. 118 e segg. Soffermiamoci ora invece sui versi 25-36. Appena lEssere sapparta e, contratto nella notte, vede il suono dolce e misterioso del cosmo germinante, ecco che subito, secondo necessit, compare il segno leggero del sospiro. Cos, come un vento, o un respiro violento, nasce e muore e rinasce; il palpitare tumultuoso del giorno che si scambia con lerebo inonda il mondo, e gli occhi, e tutto freme con passione; lEssere si distende, eterno ed innito, mentre titilla. Lontane sono da lui la vendetta e la vecchiaia, lungi gli uomini, e cos la discordia, linganno e la miseria48. Ecco che vedo il respiro farsi gemito e poi quasi soffocamento, come accade, qualche volta, alle donne, per loro natura. Concentriamo lattenzione su due termini. Il primo lo , qui tradotto come sospiro o gemito: sembrerebbe essere una caratteristica peculiare e forse addirittura necessaria dellEssere durante le quattro fasi dell, a tal punto che alcuni autori ne hanno proposto una correlazione con il concetto di . Tale correlazione rimane incerta e noi propendiamo per non considerarla

48

LErebo, secondo la Teogonia di Esiodo, la personicazione delle tenebre. Tra i suoi gli, sempre secondo Esiodo, alcune delle astrazioni qui citate da Clitoride: linganno, la discordia, la miseria, la vecchiaia, la vendetta. 16

Elena Tosato

Delleterno titillare

valida: a differenza del , lo non denisce lessenza dell, ma solamente una delle sue caratterizzazioni esteriori. Il secondo termine interessante , che compare nel verso 35 e viene tradotto come soffocamento. Immediatamente dopo si fa riferimento al fatto che questo soffocamento incorrerebbe secondo natura alle donne e questo ci fornisce un formidabile aggancio con il corpus di Ippocrate49, autore contemporaneo di Clitoride. Vale la pena spendere qualche parola sullutilizzo del vocabolo e sulla sua successiva evoluzione, perch ci permetter di seguire il clitoridismo nella cultura successiva. La una forma di soffocamento che allepoca, nel V sec. a.C., veniva attribuita allo spostamento dellutero. Secondo la tradizione ippocratica il movimento dellutero poteva essere causato da amenorrea, esaurimento, poco cibo, astinenza sessuale, secchezza dellutero stesso; tra le cure per questi sintomi, deniti genericamente hysterik50 in quanto legati allhysteron (utero), Ippocrate sottolineava la validit dello starnuto come decongestionante. Erano suggeriti anche rimedi erboristici: per esempio, Plinio il Vecchio (oltre allo starnuto) prevedeva lutilizzo di senape, elleboro bianco e nero e castoreum, una secrezione oleosa prodotta dalle ghiandole sessuali del castoro51. Anche Platone, contemporaneo di Clitoride e di Ippocrate, affront la questione, descrivendo lutero come un ente animato che desidera lunione e, qualora ne rimanga forzatamente privo, comincia a muoversi per il corpo bloccando il respiro e causando malattie52 . Gi nel V secolo per il fatto che lutero fosse o meno mobile era materia di discussione, e tale sarebbe rimasta nel seguito: nel secolo successivo si occuparono dei presunti movimenti uterini e delle patologie correlate Eraclide Pontico,53 autore di unopera perduta chiamata Apnous; e ancora Diocle di Caristo, secondo il quale era necessario, per curare i sintomi, pizzicare i capezzoli e spingere lutero con le mani verso il basso54 . Nel III secolo Erolo di Calcedonia55 , della scuola medica di Alessandria, fu probabilmente il primo a identicare le ovaie, le tube di Falloppio e le membrane che mantenevano lutero allocato al suo posto. Celso (I sec. d.C.) reputava lutero secondo solo allo

49

Il termine trdito nel De diaeta in morbis acutis (opere complete di Ippocrate, ed. A. Littr). Successivamente viene citato anche in Areteo di Cappadocia, medico che esercit a Roma nel I sec. d.C. Si veda Areteo, De causis et signis acutorum morborum, ed. Francis Adams LL. D.50

Si tratta, ovviamente, della sindrome che verr successivamente denominata isteria. Per un rapido excursus storico, si veda ad esempio Helen King, Once Upon A Text, in Hysteria beyond Freud, AAVV, University of California Press, 1993, o il breve articolo di H. Merskey e S.J. Merskey, Hysteria, or Suffocation of the mother, Canadian Medical Association Journal (CMAJ), 1993 February 1; 148(3): 399-405, o ancora il classico I. Veith, Hysteria, the History of a Disease, Chicago: University of Chicago Press, 1965.51 52 53

Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, 7.52.175, 20.87.237, 25.31.53, 32.13.28 Platone, Timeo, 91a-d

Eraclide Pontico fu un astronomo e losofo del IV sec. Fu allievo di Platone (cfr. Diogene Laerzio, Vite dei loso, III, 46)54 55

Come riportato da Sorano, Ginecologia 3.4.29, in Corpus Medicum Graecorum, 4.112.18-23; vd. anche infra, nota 57 H. von Staden, Herophilus: the Art of Medicine in Early Alexandria, Cambridge University Press, 1989 17

Elena Tosato

Delleterno titillare

stomaco per linuenza sul resto del corpo 56, in ci assecondando una visione prettamente clitoridea. Nel II secolo della nostra era il medico pi inuente fu Areteo di Cappadocia, la cui teoria combinava i movimenti uterini con lazione delle membrane di ancoraggio e introduceva il concetto di simpatia per spiegare come mai anche il resto del corpo soffrisse quando soffriva lutero. Anche il suo contemporaneo Sorano di Efeso, uno dei maggiori esponenti della scuola metodista, prese parte alla disputa, propendendo per limmobilit uterina57 . Lidea fu condivisa da Galeno58, che attribu il concetto di utero mobile a Platone e non ad Ippocrate; respinse anzi in toto lidea, dicendo che lutero sembra soltanto muoversi, ma in realt fermo e teso a causa delle membrane. Detta tensione, che per Galeno poteva essere causata dal fatto che le membrane erano piene di sangue mestruale che non riesce a deuire nellutero, richiama in modo cogente la titillazione clitoridea nel versi 43-44 del :Si ena lEssere no ad esserne teso, allinterno, nascosto

e solo titillando riesce a calmarsi, dopo essere passato nell. Leredit culturale dei medici greci e romani fu presa in carico dai bizantini prima e dagli arabi poi. Nei centri medici e di Alessandria e Costantinopoli autori come Oribasio (IV sec), Ezio di Amida (VI sec.) e Paolo di Egina (VII sec.), a met tra lessere compilatori enciclopedici e medici essi stessi, combinarono contributi di Galeno e Sorano. A partire dal V secolo nellOccidente cristiano le conoscenze greche andarono rapidamente scemando, portando con s, oltre a Clitoride, una moltitudine di altri autori; seppure a Ravenna nel VI secolo si fossero salvati alcuni scritti di Oribasio e venisse tradotto in latino brani di Ippocrate e di Galeno, la maggior parte dei nuovi testi ora non erano che brevi lavori basati sullopera di Sorano 59. Molto venne salvato dagli Arabi, che dopo la presa di Alessandria dettero inizio ad una grande opera di traduzione (e sovente di implementazione) dei testi greci: fra i traduttori che pi inuenzarono il medioevo europeo annoveriamo Ibn al-Jazzar (X sec), che descrisse il soffocamento60 come causato dalla ritenzione del seme femminile, che viene cos corrotto; evento questo che occorre principalmente nelle vedove56 57

Celsus 4.27, in Corpus Medicum Latinorum vol 1. pp 180-181

Sorano, cos come Areteo, non venne tradotto in arabo; fu tradotto direttamente in latino nel V sec. da Celio Aureliano e nel VI da Muscio. Una prima edizione a stampa della sua Gynaecologia in latino datata 1822; una pi recente quella della Johns Hopkins Press, 1956 (paperback 1991) tradotto in inglese da Oswei. In questa edizione, la suffocation () trattata nel libro 3, cap. IV.58

Galeno, De usu partium corporis humani, nel Corpus galenicus edito da Carolus Khn (1821-1833). Buona parte del lavoro del medico di Pergamo fu tradotta in arabo nellVIII sec. da Hunain ibn Ishaq al-Ibadi e nel IX secolo nel Firdraws al hikma (paradiso di saggezza) da Ali ibn Rabban at-Tabari, in seguito alla presa di Alessandria da parte degli Arabi (642 d.C.; la scuola medica greca della citt continu comunque ad esistere no al 719 circa).59

Green, Ancient Theories of Female Physiology and Disease, Ph.D. dissertation, Princeton University 1985, 135, 174-175 nn. 5-660

Lopera di Ibn al-Jazzar, Kitab Zab al-Musar, fu tradotta in latino col nome di Viaticum. Si veda Viaticum, libro 6, cap. 11. 18

Elena Tosato

Delleterno titillare

e nelle giovinette in et da marito. Dal seme corrotto si sprigiona un vapore che attraversa il diaframma e quindi giunge alla gola, provocando il senso di soffocamento. Siamo qui ben lontani dalla teoria clitoridea: non c correlato alla . A puro titolo di cronaca, riportiamo i fatti salienti, anche se ormai si discostano dalle tematiche trattate da Clitoride. NellOccidente latino il focus fu collocato sullaspetto pratico: i fattori eziologici delle malattie non erano pi un argomento di discussione. Galeno sarebbe tornato in Europa dal secolo XI, con la traduzione dallarabo in latino ad opera di Costantino lAfricano; nalmente, a Salerno nel XII secolo avrebbero avuto modo di reincontrarsi le tre culture, greca, bizantina e araba, con lopera di Giovanni Plateario61, autore di un trattato enciclopedico chiamato De aegritudinum curatione, che combinava Galeno, Paolo di Egina e Ibn al-Jazzar con la sua teoria dei vapori; Plateario rincar la dose dicendo che non erano i vapori a causare la pressione sugli organi per la respirazione (suffocatio) bens lutero stesso riempito di vapori; analogamente debitrice a Ibn al-Jazzar fu la dottoressa Trota, attiva nella Salerno del XII secolo e autrice di testi quali Ut de curis e Cum auctor 62 in cui si occup della suffocatio. La tendenza a comparare le fonti non solo fra di loro, ma anche con i casi reali, cominci nel XVI sec. Un esempio lo abbiamo con lObservationum et curationum medicinalium di Pieter van Foreest63 (1522-1597) in cui si continu a promuovere la terapia con gli odori, pur senza citare esplicitamente la titillazione. Lunico accenno riferito sicuramente a Clitoride e fatto durante il Rinascimento si deve, paradossalmente, ad un artista e non a un losofo o a un erudito: riportiamo alla pagina seguente il particolare di un ritratto dellateniese ad opera di Raffaello Sanzio. Il disegno64 dovrebbe rappresentare Clitoride e si tratterebbe di uno studio preparatorio per la Scuola di Atene con cui Raffaello affresc la Stanza delle Segnature in Vaticano su commissione del pontece Giulio II. Lattribuzione al maestro di Urbino rimane incerta: molto possibile sia opera di un allievo. Nelle intenzioni dellartista Clitoride si sarebbe dovuto trovare nel gruppo di estrema sinistra, alle spalle di Epicuro. La gura del losofo venne peraltro espunta nella versione nale dellaffresco, come tutti sanno.

61

Johannes Platearius II. cfr. Fr. Hartmann, Die Literatur von Frh- und HochSalerno und der Inhalt des Breslauer Codex Salernitanus, diss. Borna-Leipzig 191962 63

Green, op.cit, 267-268

Il XVI secolo vede anche la pubblicazione del fondamentale testo di anatomia di Andrea Vesalio (1543) De humani corporis fabrica. Nonostante ci, ancora per svariato tempo lanatomia e la chirurgia continueranno a basarsi sui libri pi che sugli esperimenti e sullosservazione.64

Si riconoscono nel disegno: Tre uomini nudi in piedi (1504-1505), penna e inchiostro e tracce di carboncino nero su carta, 243x148 mm, Londra, British Museum; Studio per la testa di un uomo (1505), punta dargento su carta, 204x186 mm, Muse des Beaux-Arts, Lille; e, solo per la fronte e i capelli: Testa duomo (1504), carboncino su carta, 255x190 mm, Londra, British Museum, Department of Print and Drawings. 19

Elena Tosato

Delleterno titillare

Fig. 1: Raffaello Sanzio (?), Clitoride, ca. 1509.(particolare, 141 x 260 mm. Bari, collezione privata)

Se lintento di celebrare Clitoride evidente nello pseudo-Raffaello a tal punto che tutti i critici lo riconoscono, ben pi controversa la questione che vede coinvolto Marsilio Ficino. Il verso 50 del recita infatti: titillando nasce lanima, che col mondo unita come medio grado e questo ha indotto alcuni studiosi, dagli anni 50 del secolo scorso, a scorgervi delle relazioni con la teologia ciniana, in particolare con il passo seguente: Igitur anima neque est corpus, sed copula corporis intima vel substantia copulatrix, neque forma divisa per corpus 65 e soprattutto con lintero passo in cui lumanista discettava dellanima come copula mundi66 , termine questo che sarebbe piaciuto molto a Clitoride. Non sappiamo con certezza se Ficino fosse stato messo a parte dei lavori dellateniese: non del tutto improbabile, dal momento che il losofo65 66

Marsilio Ficino, Platonica Theologia de immortalitate animorum, Tomo I, Liber VI, Caput VIII

Marsilio Ficino, op. cit., Tomo I, Liber III, Caput II, il cui titolo Anima est medius rerum gradus atque omnes gradus tam superiores quam inferiores connectit in unum, dum ipsa et ad superos ascendit et descendit ad inferos. 20

Elena Tosato

Delleterno titillare

orentino conosceva bene il greco, tanto da tradurre opere di Platone e molti neoplatonici tra cui Plotino, ed era perdipi glio di un medico (il padre, Diotifeci, fu medico personale di Cosimo il Vecchio). A ci si aggiunga che una copia del , o parte di esso, era con ogni verosimiglianza presente nella Firenze medicea; fonti non ulteriormente vericate stimano poi quella copia del testo fra le mani di Zanobi Acciaiuoli, domenicano orentino e bibliotecario vaticano sotto Leone X, gran traduttore di testi greci67 , ultimo domicilio conosciuto del manoscritto in questione, di cui si persero fatalmente le tracce verso la ne del XVI secolo. Per quanto concerne ancora la visione medica della clitoridea, nei secoli successivi al XVI si accavall con la storia dellisteria: Nel XVII secolo era correlata allipocondria (che era ritenuta una sindrome maschile), in cui lo spleen emanava vapori, e alla melancolia, caratteristica in entrambi i sessi68 . La causa dellisteria fu quindi dislocata dallutero nel cervello o nellintero corpo. Nel XVIII secolo venne classicata come una nevrosi, determinata dalleccesso di sangue presente naturalmente nel corpo femminile69 e nel XIX secolo vi fu un sentimento ambivalente: alcuni autori, come Briquet70 , la videro ancora come nevrosi cerebrale; di contro ci furono invece altri71 che ne spostarono di nuovo la sede nellutero. La visione losoca in questi due secoli risent in buona parte dellinterpretazione anatomica del fenomeno. Ci riserviamo di trattare in un capitolo successivo le argomentazioni degli idealisti sul clitoridismo, che meritano, per vastit ed importanza, una sede propria; intanto, nel tardo XIX secolo non si pu non menzionare, a proposito dei primi timidi segnali di ripresa del clitoridismo, Nietzsche con la sua Nascita della tragedia (Die Geburt der Tragdie aus dem Geiste der Musik, 1872). Il losofo tedesco qui dovette ben ricordare che Clitoride, in giovent, era stato autore di ditirambi, e infatti sin dal principio dellopera parl del fatto che il rapimento estatico sorto dal profondo dellumana natura a dare unidea dellessenza del dionisiaco, che si presenta a noi [...] tramite lanalogia dellintossicazione 72. Ancora la che ritorna: in questo caso, i versi del a cui fare riferimento sono i vv. 100-107:

67

Zanobi Acciauoli (1461-1519) fu un erudito e allievo del Poliziano. Seguace di Savonarola e convertitosi poi come bibliotecario vaticano, gli si deve tra le altre cose - utili in qualche maniera al nostro studio su Clitoride in relazione alla medicina greca - unedizione latina del De curatione grecarum affectionum del vescovo greco Teodoreto di Ciro (393-458), che fu lultimo apologeta della scuola di Antiochia. Cfr. M. Danzi, La biblioteca del cardinal Pietro Bembo, 2005, Librairie Droz Genve, pp. 195-19668

Ci si riferisce ad autori come Sydenham e Burton. Cfr. W. Mitchinson, Hysteria and Insanity in women, Journal of Canadian Studies, 1986;21(3), p. 8969 70

Risse, Hysteria at the Edinburgh Inrmary, Medical History 32 (1988) 2-4

F.M. Mai and H. Merskey, Briquets Concept of Hysteria: An Historical Perspective, Canadian Journal of Psychiatry 26 (1981)71

H. Landouzy, Trait complet de lhystrie, Paris and London, Baillire 1846. Citiamo per completezza dinformazione anche il Dictionnaire de la langue franaise di Emile Littr (Hachette, 1863-1872) alla voce hystrie: Maladie nerveuse qui se manifeste par accs et qui est caractrise par des convulsions, la sensation d'une boule qui remonte de la matrice dans la gorge et la suffocation, e la riporta come sempre esistita nella storia.72

F. Nietzsche, Die Geburt der Tragdie aus dem Geiste der Musik, 1 21

Elena Tosato

Delleterno titillare

Ecco quel che succede quando lEssere si sveglia e rapito scorge che il mondo lha colto e cos come deve fare balla, e canta, come se questa fosse la sua saggezza: un grido favilla come un fuoco, subito titilla, e parla con la voce ispirata dal dio; giace, crollando, vibrando allinterno; subito si rialza, tra i vapori che lo seccano e lo squassano, e dal sonno della sua ignoranza si leva e respira, a tal punto che lestasi quasi lo soffoca e lo vince. Una chiosa a Nietzsche arriv dal Wilamowitz, seppure con molti anni di ritardo, e almeno per una volta i due sembrarono concordare su qualcosa73. Senza fare commenti sulla mancata protrusivit del clitoridismo (si ricordi il dialogo di Gaudino da Copula) e sulla necessit ontologica della titillazione, la cui coatta mancanza era spesso vista come iniziatrice di grandi tragedie, il lologo rimase nella tematica dionisiaca e per tacer della tragedia si espresse sul complementare: Wer den Phallus, das Symbol des Dionysos, nicht ehrt, ist der Komdie nicht wert. 74 Fu con il XX secolo che Clitoride cominci inne a vivere appieno la sua riscoperta, dapprima in ambito medico, indi nella scienza e nella cultura popolare. Se la sica, come vedremo tra poco, tard no agli anni Trenta per arrivare ad una modellizzazione rigorosa del fenomeno, Freud ne precedette gli intenti di almeno un quarto di secolo75. Puntando sugli stretti legami tra il clitoridismo e la medicina, analizzati qui sopra, la comunit intellettuale si dette da fare per dare una lettura a tutto tondo del pensiero del losofo ateniese. I manoscritti del ricevettero una nuova attenzione e furono editi un paio di studi critici (Dampskey nel 1908 e Jaroslach nel 1911) che focalizzavano lattenzione sulla attualit cosmogonica e ontologica di Clitoride; anche tra i letterati qualcosa si mosse, soprattutto in Italia: nel 1906 Amilcare Carletti, fornaio e poeta, in una lettera allamico Guido Gozzano abbozz dei versi sul (...) titillar leggiadro che rende chiara e diletta la via della salute, o vergine apparita, o via tutta orita di gioie ben godute, forse la buona via saresti al mio massaggio, un dolce beveraggio alla malinconia.76

73

Nel 1873 Wilamowitz aveva infatti pubblicato il pamphlet Zukunftsphilologie (la lologia dellavvenire) in cui attaccava duramente le tesi sostenute da Nietzsche nella Nascita della tragedia, polemizzando in special modo sul giudizio espresso su Euripide e Socrate.74

Ulrich von Wilamowitz-Mllendorf, Die griechische Literatur des Altertums, in: Die griechische und lateinische Literatur und Sprache, Leipzig 1912, S. 92. Si noti che il Wilamowitz fa il verso ad un proverbio che recita Wer den Pfennig nicht ehrt, ist des Talers nicht wert, traducibile come chi non d valore al centesimo, non merita il tallero75 76

I Tre saggi sulla morale sessuale sono infatti del 1905.

O via della salute, o vergine apparita,/ o via tutta orita di gioie non mietute/ forse la buona via saresti al mio passaggio,/ un dolce beveraggio alla malinconia. cfr. Guido Gozzano, Le due strade, vv. 29-32 in La via del rifugio, 1907. Non si sa se Gozzano abbia copiato senza il beneplacito del Carletti, ma stante questa ipotesi si prende a dubitare persino dellintegrit morale dellamica di nonna Speranza. 22

Elena Tosato

Delleterno titillare

Gi negli anni Dieci la titillazione venne timidamente sdoganata anche per un pubblico pi vasto, e ne d testimonianza questa immagine, proveniente da una pubblicit a mezzo stampa di quellepoca:

Fig. 2: il clitoridismo agli albori del XX secolo, pubblicit del 1910 riportata da Der Spiegel 1/1999, p. 145

La scienza si occup ufcialmente del caso. Con lo svilupparsi della meccanica quantistica il clitoridismo ritorn in auge e costitu un arricchimento teorico della sica dello stato solido. Per spiegare in che modo, necessario introdurre il concetto di fonone77 . Un fonone un quanto di vibrazione in un reticolo cristallino solido, ed strumento atto a descrivere la vibrazione elastica del cristallo. Come noto n dai corsi scolastici di chimica, un cristallo dotato di una struttura ssa di atomi (o molecole, o ioni) che si ripete indenitamente nello spazio78. Per studiare la vibrazione utile mettersi in un caso semplice come quello, per esempio, di un cristallo cubico e monoatomico, che ci pu far capire la situazione senza difettare di generalit. In questa situazione la propagazione dellonda avr quindi una soluzione pi elementare lungo le direzioni dello spigolo del cubo, della diagonale di una delle facce e della diagonale del cubo: dunque avremo un intero piano s di atomi che si muovono in fase, con spostamenti o paralleli o perpendicolari al vettore donda. Assumendo inoltre in prima battuta che lenergia elastica sia funzione quadratica dello spostamento relativo tra due arbitrari punti nel cristallo, il piano s si muover secondo lequazione

77

Il concetto fu introdotto da I. Tamm nel 1930 e il nome da Frenkel nel 1932: per la storia del fonone cfr. C.T. Walker and G.A. Slack, Who named the -ONs? American Journal of Physics, Vol. 38, n. 12, december 1970, pag. 138478

La struttura nota come reticolo di Bravais. 23

Elena Tosato

Delleterno titillare

ove M la massa di un atomo, C una costante e us la coordinata del piano79. Si tratta, come si vede, di una comune equazione differenziale del secondordine, le cui soluzioni descrivono la propagazione dellonda sonica; dovendo lavorare su scala quantistica, ecco che necessario quantizzare le onde della vibrazione che si propagano attraverso il solido. Una simile formalizzazione, rigorosa e quantitativa, non solo il primo approccio matematico contemporaneo alla titillazione clitoridea, ma rappresenta anche un cambio di paradigma tale da lasciar presagire degli interessanti sviluppi losoci: il di Clitoride potrebbe ora essere considerato lequivalente del limite classico della meccanica quantistica e se ne potrebbe addirittura tentare una riscrittura. La matematica per lambito in cui Clitoride ha stimolato maggiori riessioni: nel seguito dellopera accenneremo ad alcune di queste. Oltre allambito accademico il clitoridismo nel XX secolo ha trovato spazio via via anche nella cultura popolare, soprattutto dagli anni 60: icastico in tal senso il lavoro di ricerca musicale di Brian Wilson con Mike Love80 , che ha aperto le porte ad unapologia della titillazione esterna ed interna, nellarte gurativa, nel cinema e nel piccolo schermo81. pur vero che, almeno per quanto riguarda la musica, accenni forse inconsapevoli al modus clitorideus erano gi presenti da pi di trecento anni: si pensi alluso del vibrato o del tremolo82 da Claudio Monteverdi in poi, per esempio, ma si trattava pur sempre di applicazioni di rimando o, come si suol dire, di clitoridismo di seconda generazione. Negli ultimi cinquantanni invece la cultura popolare ha talmente monopolizzato il clitoridismo da rischiarne la banalizzazione e da rendere improcrastinabile, a nostro avviso, una riscoperta delle fondamenta teoriche dellintero impianto losoco, anche a costo di una deriva erudita e radical chic: chiediamo perci a gran voce pi Clitoride nei salotti e nei circoli dessai. Avremo allora speranza di poter dire, al termine di questo piccolo saggio, che il XXI secolo sar ricordato come il Saeculum Clitoridis.

79

Per una trattazione pi dettagliata si veda ad esempio C. Kittel, Introduction to Solid State Physics, 8th Ed., John Wiley and Sons, Inc., 2005, capitoli 4 e 5.80 81

The Beach Boys, Good Vibrations, rilasciato come singolo il 10 dicembre 1966 per la Capitol Records.

Se il clitorideo non fosse mai stato scritto, sei stagoni di Sex and the City non si sarebbero potute nemmeno concepire.82

Senza andare ad esaminare il contenuto spettrale delle armoniche tramite analisi di Fourier, il che esula dai limiti di questo nostro lavoro, ricordiamo che il tremolo una modulazione di ampiezza, mentre il vibrato una modulazione di frequenza delle onde sonore. 24

Elena Tosato

Delleterno titillare

7. A basso rischio catastematico: il vino, il piacere, alcune disposizioni siche. giunto il momento di dedicarci agli aspetti della losoa clitoridea che maggiormente dettero scandalo e contribuirono alla censura postuma dellautore. Si tratta di alcuni elementi tratti dal , opera di cui ci siamo occupati nora, e di altri presi dalle Lettere e, soprattutto, dallEtica, che quindi ci permettiamo di anticipare alla luce di quel che sar il resoconto pi dettagliato riservatole nei prossimi capitoli. Un losofo anomalo e poco compreso come Clitoride spinge facilmente a cercare di rintracciarne il pensiero in autori successivi. Alcuni critici hanno tentato di associare la sua visione alle tematiche dellelegia alessandrina e latina, pur tenendo fermi i punti di distinguo: vedere Clitoride come precursore ideale di un Callimaco o, pi in l, di un Tibullo, o un Properzio o un Catullo, insidia allettante. Vediamo innanzitutto le discordanze: lateniese non si rivolge al pubblico dotto degli , ma a destinatari pi comuni ed eterogenei, e la sua ontologia non si prola come erotodidassi a differenza di quanto avviene negli elegiaci; la schietta ingenuit clitoridea fa s che non vi sia alcun invito alla nzione amorosa secondo canoni prestabiliti come invece potrebbe essere in Ovidio83; ancora, non c la presupposizione del dolore come base per la propria poetica84 , non c la ricerca di un rifugio nellidealizzazione della vita agreste (anche se, per molti, Clitoride in s visto come locus amoenus), non c lidea che la passione possa essere una schiavit85; anche del tutto riduttivo, nonostante le modulazioni dell, connare Clitoride alle sole tematiche amorose. Le discrepanze con gli elegiaci sono dunque insanabili: ma tuttavia si nota una propensione allindividualismo, alla vita ritirata dagli ideali della polis, come avverr in modo pi radicato durante lellenismo; si nota inne uninclinazione verso ideali che gli elegiaci latini avrebbero interpretato nel ribaltamento del mos maiorum, che pure non viene mai del tutto abbandonato: infamia, nequitia, inertia, ignavia. Non c autocompiacimento sterile in Clitoride, per: dice infatti nella seconda lettera a Melisso Se la ricerca della titillazione ti porter ai margini della societ, non curartene e non gloriartene, perch non c motivo: quello che accade conseguenza della titillazione, e non c gloria nel tormento, non c disdegno, solo quieta necessit. C, ancora, una ricerca di quale sia il modo migliore per vivere. Questo era un topos losoco e letterario gi consolidato ai tempi di Clitoride e che aveva delineato quattro tipi di esistenza: la vita poteva esser dedita alla conoscenza, al piacere, alla ricerca della gloria, alle ricchezze. Il losofo

83 84 85

Est tibi agendum amans, comprtati da amante, Ovidio, Ars amatoria, I,611 Si veda ad esempio Tibullo, Elegie, II, 5, 101-112

Lo stesso amore tiranno e inaccessibile, rivisitato sotto la luce dellideale cristiano di castit, verr preso a modello dai trovatori e dai cantori dellamor cortese. A titolo di informazione, segnaliamo che tra i linguisti si sono accese dispute per stabilire se il clitoridismo, eventualmente, fosse pi attinente alle asprezze allegoriche del trobar clus o alla soavit accessibile del trobar leu. 25

Elena Tosato

Delleterno titillare

ateniese nella sua esperienza di vita e nella sua disposizione losoca ne incarna due, le prime due, ritenendo inscindibile, come vedremo meglio in seguito, la conoscenza dal piacere. Laccusa principale che venne mossa a Clitoride fu quella desser stato sconcio, incontinente nel piacere ai limiti del moderno libertinismo, e dessere parimenti stato, se non lispiratore, quantomeno un degno precursore di Epicuro. Ci vero solo in parte, ed compito di questa breve introduzione al clitoridismo dissipare le eventuali misticazioni in proposito. Per quanto riguarda la sica, un raffronto tra quel che ci rimane del clitorideo e le due lettere di Epicuro ad Erodoto e a Pitocle86 sgombra abbastanza velocemente il campo da possibili sovrapposizioni. Analizziamo il testo di Clitoride dal verso 132, ossia quando l gi stata introdotta (v. 118 e segg.) E lEssere, uno e immutabile, per s tutto intero: errano coloro che ritengono che sia composto di parti, se non che sono simili ad esso, o sono generate dal triangolo o per il triangolo [...] il che conigge in modo insanabile con latomismo epicureo87, anche se non v dubbio che Clitoride avrebbe approvato lidea di postulare alla base della sica i concetti di luogo88 e di corpi89. Allo stesso modo avrebbe avallato lempirismo di Epicuro, come ricorda ancora Diogene Laerzio: Rigettano la dialettica come superflua, ch i fisici devono limitarsi ad adottare i termini naturali delle cose. Nel Canone Epicuro afferma che i criteri della verit sono le sensazioni (), le anticipazioni () e i sentimenti () a cui gli Epicurei aggiungono le apprensioni dirette della rappresentazione del pensiero ( ).90 e come si pu arguire nei versi clitoridei dal 140 al 145:

86

Per le lettere di Epicuro si far qui riferimento a: Epicuro, Lettere, trad. di Nicoletta Russello, con un saggio di Francesco Adorno, 1994 e 1999 BUR, testo al quale si rimanda per una bibliograa pi completa su Epicuro; al Libro X delle Vite dei Filoso di Diogene Laerzio (trad. M. Gigante, 1991) e allEpicurea di H. Usener, Lipsia, 1887. Ricordiamo che, stando a Diogene Laerzio (Vite dei Filoso, X, 27-28), anche Epicuro fu autore di un , ora in gran parte perduto, e di cui la lettera a Erodoto pu costituire un breve compendio. Alcuni stralci del di Epicuro sono stati rinvenuti attorno alla met del XVIII sec. nei papiri ercolanesi carbonizzati, scritti per mano dellepicureo Filodemo di Gadara (I sec. a.C.)87 88 89

Epicuro, Lettera a Erodoto, 41 Epicuro utilizza per lo spazio il termine , che prettamente platonico (Platone, Timeo, 52d), e il termine .

Epicuro, Lettera a Erodoto, 39: lesistenza dei corpi testimoniata dalla sensazione, fondamento necessario alla dimostrazione tramite il ragionamento ( )90

Diogene Laerzio, Vite dei Filoso, X, 31 26

Elena Tosato

Delleterno titillare

Quello che lEssere sente, non ingannevole; e qualora si inganni, ci dovuto solamente al giudizio che erratico si sovrappone alla sensazione91, volgendo il falso nel vero, il vero nel falso, come una titillazione dissonante; [...] o pi avanti (vv. 151-160), quando invita ad indagare la natura secondo le esigenze dei singoli fenomeni, accordando le spiegazioni e le esperienze, altrimenti si cade nel mito92. A parte queste analogie, che per lasciano il tempo che trovano perch non provato che Epicuro conoscesse lopera di Clitoride, sulla natura delle cose tra i due loso non possibile avanzare altre ipotesi di concordanza. Va meglio con letica. Come ovvio, l epicurea93 ha ben poco a che spartire con l di Clitoride, anche se alcuni autori ne hanno proposto lafnit con la fase conclusiva della titillazione; noi rigettiamo con forza lipotesi, avvalorando quegli studiosi (Hartman, Sandrelli) che hanno piuttosto rinvenuto in essa uninclinazione alledonismo cirenaico. I contatti con Epicuro per sono notevoli. Come vedremo pi diffusamente dal capitolo 10, l'eudemonismo clitorideo prevede unesistenza rivolta al privato che, anche pensando al ben noto cappuccio, ben si sarebbe potuta riassumere nel principio del 94 . Ancora, ecco che lepicureismo ricalca il clitoridismo nei paradigmi della vita beata: si confronti questo passo della lettera a Meneceo E per questo noi affermiamo che il piacere principio e ne della vita beata95 con questo dellEtica di Clitoride: Diciamo beato chiunque viva secondo il piacere, senza evitare il dolore, ma perseguendo il piacere come ne ultimo del suo agire e del suo pensare, perch di certo non pu che essere cos [...] (Etica, 11-13)

91 92

Cfr. ancora Epicuro, Lettera a Erodoto, 50

Analogamente a quanto detto da Epicuro nella Lettera a Pitocle, 86-87: anche il piombare nel mito viene espresso da Clitoride con le stesse parole, () (), che user Epicuro in seguito.93

Latarassia, ossia limperturbabilit, ben descritta nella Lettera a Erodoto, 82, e in D.L., Vite dei Filoso, X, 136: L'atarassia o perfetta tranquillit dell'anima e l'aponia o assenza completa dei dolori del corpo sono piaceri stabili (...) Lotium clitorideo ha qualche punto di contatto con le tensioni inappagate di un Properzio o di un Ovidio, pur nei limiti di concordanza esaminati prima: inne, non dimentichiamo che la ne della titillazione lappagamento di questa tensione, cosa che negli elegiaci non si verica.94

Riportato per esempio in Plutarco, Moralia, 1128c. Il principio del vivi nascosto fu ascritto anche ai pitagorici da Marino in Vita Procli, c.15 (Usener, Epicurea, LXIII), ma universalmente riconosciuto come epitome epicurea. Peccato per Clitoride, che fu ingiustamente accusato di esibizionismo.95

Epicuro, Lettera a Meneceo, 128: 27

Elena Tosato

Delleterno titillare

Le modalit del piacere ricercato da Clitoride sono peraltro affatto diverse da quelle propugnate da Epicuro. pur vero che Epicuro fu dileggiato da critici e avversari come il pi porco e il pi cane96 , un cinedologo ovvero predicatore di sconcezze97 , e si dicesse che conviveva con letera Leonzio98 e faceva passare per sue la dottrina atomistica di Democrito e quella edonistica di Aristippo99 : stanti tali epiteti, si pu solo tremare al pensiero di quali sarebbero stati riservati a Clitoride. Cos pure innegabile che lepicureismo venne distorto e biasimato nei secoli successivi100 in quanto sinonimo di sfrenatezza dei costumi; per si tratta, appunto, di una distorsione sistematica, se vero che Epicuro denisce come principio e massimo bene la prudenza ()101 e che il piacere che bene completo da intendersi come il non avere dolore nel corpo n turbamento nellanima, al di l di ogni dissolutezza102 . Dice ancora Diogene Laerzio: Nella concezione edonistica differisce dai Cirenaici. Questi, infatti, non ammettono il piacere catastematico ovvero stabile o in quiete, ma solo il piacere in moto; Epicuro, invece, li ammette entrambi [...], sia quelli dell'anima sia quelli del corpo, come afferma nell'opera Della scelta e dell'avversione e nell'altra Del ne e nel primo libro Dei modi di vita e nell'epistola Ai loso in Mitilene.103 Di Epicuro manca al nostro losofo anche la perizia nellarte oratoria104 : Clitoride, al di l del cappuccio, parla con toni incerti, spesso timido, per un nonnulla trema o si irrita. Ma il piacere clitorideo, in s, ad essere tuttaltro: innanzitutto, necessario. Disgiungere Clitoride e piacere da96 97 98

Fu lopinione di Timone, secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, X, 3) Insulto rivoltogli da Epitteto, sempre secondo Diogene Laerzio (Vite dei loso, X, 6)

Destinataria di una delle lettere i cui frammenti sono raccolti nellEpistolario: si veda Epicuro, Lettere, frammenti dellepistolario, 7199

Opinioni di Posidonio Stoico, Nicola, Sozione e Dionisio di Alicarnasso; ancora in Diogene Laerzio, Vite dei loso, X,4. Per Aristippo, vedi infra, nota 106.100

Cicerone non lesin attacchi (si veda ad esempio De nibus bonorum et malorum, II 96-97). Il cristianesimo, si sa, ne fece strame: il DeWitt tira in ballo gli epicurei come bersaglio della lettera di Paolo ai Filippesi; Dante caccia Epicuro nel sesto cerchio dellInferno; per un suo recupero bisogna attendere almeno lumanesimo e bypassare poi tutto lidealismo per riparare nel positivismo. Alla luce di questo, chiediamoci cosa avrebbe fatto Pomponio Leto se avesse conosciuto Clitoride, e quanto il nostro losofo avrebbe tratto giovamento dallaver avuto un Gassendi che si occupasse di lui, anche inlando a tradimento nella titillazione il Dio cristiano, come vedremo che sar fatto nel cap. 8 in un susseguirsi di esperienze prive di qualsiasi rigore lologico.101 102 103 104

Epicuro, Lettera a Meneceo, 132 ibidem, 131 Diogene Laerzio, Vite dei loso, X, 136.

Dice lUsener, a proposito dellabilit oratoria di Epicuro: non obliviscimur Epicurum Nausiphanis discipulum fuisse qui tantam curam institutioni oratoriae impenderit, notum est. (H. Usener, Epicurea, Lipsia 187, p. XLII). Peraltro anche noto che lo stesso Epicuro disconobbe Nausifane come insegnante, riversandogli strali ed invettive (Epicuro, Lettere, frammenti dellepistolario: ai loso di Mitilene, lettera sulle occupazioni, 101: Nausifane era tale da partorire la millanteria di ciarle sostica; ancora in Diogene Laerzio, Vite dei loso, X, 7-8, Nausifane cadde in tal delirio da ingiuriarmi aspramente e da proclamarsi mio maestro (X,8)) 28

Elena Tosato

Delleterno titillare

sempre segno di empiet. Dicevamo che alcuni ne accostano le modalit alla visione cirenaica105, vuoi per il sensismo, vuoi per ledonismo: detrattori del III-IV sec. dellera volgare arrivarono perno ad attribuirgli la paternit del testo, generalmente considerato di Aristippo106, (Sulla lussuria degli antichi), o ad accomunarlo allateismo di Teodoro di Cirene107. Se il paragone con i cirenaici non del tutto azzardato, bisogna per ricordare che c in Clitoride qualcosa di completamente originale, che possiamo sintetizzare nei termini di una certa dolcezza. Nonostante lapparente tumultuosit dell, il piacere clitorideo cresce indiviso da sentimenti di tenerezza, dal coinvolgimento del corpo e dellanima108 e da un senso di pacata unitariet con luniverso, il cielo stellato e la legge morale. Di tanti palpiti foriero e meta, si fa sovente anticipatore dei risvolti impensabili della nzione che annega nel dramma109 , in particolar guisa nellanimo femminile; riscattato soltanto dallamore carnale, si appaga con la frequenza e la buona riuscita della titillazione. La dolcezza clitoridea, con la sua necessit ontologica, una gemma rara nella storia della losoa, ed stata colpevolmente lasciata in disparte anche dai pochi che si sono occupati di questo autore, tant che per trovarne un estratto dovremo arrivare al clitoridismo inconsapevole del XIX secolo (si veda il cap. 8). In sua vece si riproposto un meccanicismo privo di sentimento, lontanissimo dalla complessit del pensiero originale dellautore, porgendo quindi il anco alle inevitabili accuse di lascivia e alle altrettanto inevitabili calunnie da parte di quanti o non capirono o semplicemente temettero il clitoridismo nella sua forza dirompente e liberatoria. Motivi di biasimo nei confronti di Clitoride, abbiamo detto, se ne trovarono n da subito. La rinuncia ai piaceri della carne, avallata su ampia scala dallo stoicismo gi dal II secolo d.C.110,

105

I cirenaici ammettono due stati d'animo, il piacere come movimento calmo, il dolore come movimento aspro. (...)ll piacere non differisce dal piacere n v' un piacere pi dolce di un altro; tutti gli esseri animati aspirano al piacere, rifuggono dal dolore. Tuttavia il piacere quello sico, che anche ne supremo (...) Essi ritengono che il ne supremo sia diverso dalla felicit. Il ne, infatti, il piacere particolare, la felicit la somma dei piaceri particolari, in cui sono computati anche i passati e i futuri.(...) Il piacere particolare per se stesso desiderabile; la felicit non per se stessa, ma per i piaceri particola