delle minoranze linguistiche storiche

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Servizio dei resoconti e della comunicazione istituzionale n. 8 dicembre 2009 Senato della Repubblica Lavori preparatori Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche Legge 15 dicembre 1999, n. 482 (G.U. n. 297 del 20 dicembre 1999)

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Norme in m

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Servizio deiresoconti e dellacomunicazioneistituzionale

n. 8dicembre 2009

Senato della Repubblica

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www.senato.itSenato della Repubblica

euro 8,40

Lavori preparatori pubblicati dal Senato (nuova serie)

1. La Costituzione italiana con le modificheapprovate dalle Camere, Roma 2005

2. Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, Roma 20063. L’autorizzazione alla ratifica dei trattati di Roma (CEE e Euratom) - Legge 14 ottobre 1957 n. 1203, Roma 20074. Le recenti modifiche al Nuovo codice della strada, Roma 20085. L’autorizzazione alla ratifica del Trattato di Lisbona - Legge 2 agosto 2008, n. 130, Roma 20086. L’autorizzazione alla ratifica dello Statuto del Consiglio d’Europa e della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali - Legge 23 luglio 1949, n. 433 e legge 4 agosto 1955, n. 848, Roma 20097. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Roma 2009

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Lavori preparatori

Norme in materia di tuteladelle minoranzelinguistiche storicheLegge 15 dicembre 1999, n. 482(G.U. n. 297 del 20 dicembre 1999)

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Lavori preparatori

nuova serie, n. 8

Senato della Repubblica

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Servizio deiresoconti e dellacomunicazioneistituzionale

n. 8ottobre 2009

Legge 15 dicembre 1999, n. 482(G.U. n. 297 del 20 dicembre 1999)

Senato della Repubblica

Norme in materia di tuteladelle minoranzelinguistiche storiche

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La presente pubblicazione è stata curata dal Servizio dei resoconti e della comunicazioneistituzionale, Ufficio delle informazioni parlamentari

Le pubblicazioni del Senatopossono essere richieste alla Libreria del Senato- per posta: via della Maddalena 27, 00186 Roma- per posta elettronica: [email protected] per telefono: n. 0667062505- per fax: n. 0667063398

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TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE

INDICE

Nota di lettura

Legge 15 dicembre 1999, n. 482(G.U. n. 297 del 20 dicembre 1999)

Scheda introduttiva dei lavori preparatori

Camera dei Deputati:

Progetti di legge:Atto Camera 169

Testi correlati:Atto Camera 300Atto Camera 396Atto Camera 918Atto Camera 1867Atto Camera 2086Atto Camera 2973

Relazioni della I Commissione permanente (Affari

costituzionali, della Presidenza del Consiglio, interni):

Relazione di maggioranzaRelazione di minoranza

Trattazione in Assemblea:Seduta n. 359 (25 maggio 1998)Seduta n. 370 (11 giugno 1998)Seduta n. 374 (17 giugno 1998)Seduta n. 403 (13 settembre 1998)

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Senato della Repubblica

Disegni di legge:Atto Senato 3366

Testi correlati:Atto Senato 424Atto Senato 1207Atto Senato 2082Atto Senato 2332Atto Senato 3037Atto Senato 3426

Trattazione in Assemblea:Seduta n. 666 (29 luglio 1999)Seduta n. 685 (6 ottobre 1999)Seduta n. 686 (7 ottobre 1999)Seduta n. 718 (24 novembre 1999)Seduta n. 719 (25 novembre 1999)Seduta n. 720 (25 novembre 1999)

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NOTA DI LETTURA

La presente pubblicazione raccoglie i testi delle proposte e dei disegni dilegge ed i resoconti stenografici delle sedute dell'Assemblea della Camera deiDeputati e del Senato della Repubblica relativi all'approvazione della legge15 dicembre 1999, n. 482, «Norme in materia di tutela delle minoranze lin-guistiche storiche», con la quale, nel corso della XIII legislatura, si è dataattuazione all'articolo 6 della Costituzione1.

Si è inteso non inserire all'interno della pubblicazione i resoconti somma-ri delle Commissioni in sede referente di Camera e Senato per non appesan-tire la consultazione della stessa e in quanto i principali temi affrontati insede referente furono ampiamente dibattuti anche nel corso dei lavori assem-bleari.

Il testo originario, dal quale hanno preso avvio i lavori della ICommissione (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni)della Camera in sede referente, è il n. 169, presentato dall'OnorevoleCorleone, a cui vennero abbinate altre proposte di iniziativa parlamentare sultema delle minoranze linguistiche presentate nell'arco della legislatura2.

1 L'articolo 6 della Costituzione recita: «La Repubblica tutela con apposite norme leminoranze linguistiche».

2 Alla Camera le proposte di legge assorbite furono: n. 300 «Norme in materia ditutela delle minoranze linguistiche»; n. 396 «Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche»; n. 918 «Norme per la tutela dell'identità nazionale delle mino-ranze etnico-linguistiche grecaniche ed albanesi nella regione Calabria»; n. 1867«Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche»; n. 2086 «Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche»; n. 2973 «Norme in materia di tutela deipatrimoni linguistici regionali».Al Senato i disegni di legge assorbiti furono; n. 424 «Tutela dei patrimoni linguisti-ci regionali»; n. 1207 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche»; n.2082 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche»; n. 2332 «Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguistici regionali»; n. 3037 «Norme per la tuteladelle minoranze etnico-linguistiche albanesi»; n. 3426 «Norme in materia delle mino-ranze linguistiche».

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Alla Camera dei Deputati, nel corso dell'esame, il testo del progetto dilegge originario subì alcune sostanziali modifiche di cui si dà conto in estre-ma sintesi:

- la modifica del titolo, con l'aggiunta dell'aggettivo "storiche", introdot-to dalla Commissione referente sulla base del suggerimento del Comitato perla legislazione, volto a precisare ulteriormente l'effettivo contenuto del prov-vedimento in considerazione del fatto che il fenomeno dell'immigrazioneavrebbe potuto favorire l'insediamento in Italia di nuove minoranze lingui-stiche non contemplate nel provvedimento in esame. (Resoconto sommariodella I Commissione del 30 aprile 1998)

- la modifica dell'articolo 1, sulla base di una proposta emendativa dellaCommissione referente, al fine di ribadire che «La lingua ufficiale dellaRepubblica è l'italiano».

- lo stralcio, su richiesta della Commissione referente, delle norme con-cernenti le minoranze Rom e Sinti, (previste dall'articolo 1, comma 1, dellaproposta di legge n. 169 e dalle corrispondenti parti delle proposte di leggeabbinate), rinviando la materia ad un provvedimento specifico. Dallo stral-cio, deliberato dall'Assemblea nella seduta n. 374 del 17 giugno 1998, risul-tarono due differenti progetti di legge: il n. 169-bis sulla base del qualel'Assemblea proseguì l'esame della normativa in materia di minoranze lin-guistiche storiche (approvato nel corso della stessa seduta) ed il n. 169-ter"Norme in materia di tutela della minoranza zingara". Questo secondo pro-getto non ebbe, però, seguito nel corso della legislatura. Sia alla Camera cheal Senato furono comunque approvati alcuni ordini del giorno che impegna-vano il Governo ad adottare misure di particolare tutela delle comunità Rome Sinti, adeguate alle loro peculiari caratteristiche linguistiche, storiche e cul-turali.

Infine, è stata inserita anche una Errata Corrige relativa alla seduta n. 374del 17 giugno 1998 della Camera dei Deputati (pubblicata nel resoconto n.403 del 13 settembre 1998) con cui si dà corretta indicazione dello stralciodell’atto n. 169 come deliberato nella seduta di giugno.

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TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE

SCHEDA INTRODUTTIVA DEI LAVORI PREPARATORI

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche

ATTO CAMERA n. 169 (On. Francesco Corleone ed altri)- presentato il 9 maggio 1996- assegnato alla I Commissione (Affari costituzionali) in sede referen-te il 18 giugno 1996- relatori: alla Commissione On. Marco Boato, sostituito dall’On. Dome-nico Maselli; all’Assemblea On. Domenico Maselli (di maggioranza), On.Roberto Menia (di minoranza)- discusso dall’Assemblea nelle sedute: n. 359 del 25 maggio 1998congiuntamente agli atti: C. 229, C. 300, C. 396, C. 918, C. 1867,C. 2086, C. 2973; n. 370 dell’11 giugno 1998; n. 374 del 17 giugno 1998: con-clusione anomala per stralcio

ATTO CAMERA n. 169-bis- discusso ed approvato dall’Assemblea nella seduta n. 374 del 17 giu-gno 1998 (modificato rispetto al testo del proponente; assorbimentodegli atti: C. 300-bis, C. 396-bis, C. 918-bis, C. 1867-bis, C. 2086-bis,C. 2973-bis); votazione per appello nominale: favorevoli 205, contra-ri 67, astenuti 58

ATTO SENATO n. 3366- trasmesso dalla Camera dei Deputati il 18 giugno 1998- assegnato alle Commissioni congiunte 1ª (Affari costituzionali) e 7ª(Istruzione pubblica, beni culturali) in sede referente il 25 giugno 1998- relatori: alle Commissioni per la 1ª Commissione Sen. Felice Car-lo Besostri e per la 7ª Commissione Sen. Maria Grazia Pagano; all’AssembleaSen. Maria Grazia Pagano e Sen. Felice Carlo Besostri (di maggioranza)- discusso dall’Assemblea nelle sedute: n. 666 del 29 luglio 1999 congiuntamen-te con: S. 424, S. 1207, S. 2082, S. 2332, S. 3037, S. 3366, S. 3426; n. 685 del 6ottobre 1999; n. 686 del 7 ottobre 1999; n. 718 del 24 novembre 1999; n. 719del 25 novembre 1999; approvato definitivamente nella seduta n. 720 del 25novembre 1999; assorbimento degli atti: S. 424, S. 1207, S. 2082, S. 2332,S. 3037, S. 3426

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RESOCONTOSOMMARIO E STENOGRAFICO

359.

SEDUTA DI LUNEDI 25 MAGGIO 1998PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO .......................... III-VIII

RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1-115

PAG.

Missioni ............................................................ 1

Disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 78 del 1998: Interventi nel settoreoccupazionale (approvato dal Senato) (A.C.4891) (Discussione) ..................................... 1

(Discussione sulle linee generali – A.C. 4891) 1Presidente ..................................................... 1Colombo Paolo (LNIP) ............................... 10Gasparrini Federica, Sottosegretario per illavoro e la previdenza sociale ................... 4Gasperoni Pietro (DS-U), Relatore ........... 1Pampo Fedele (AN) .................................... 4Polizzi Rosario (AN) ................................... 17Santori Angelo (FI) ..................................... 15

(Repliche del relatore e del Governo – A.C.4891) .............................................................. 19Presidente ..................................................... 19, 20

PAG.

Gasparrini Federica, Sottosegretario per illavoro e la previdenza sociale ................... 19Gasperoni Pietro (DS-U), Relatore ........... 19

Proposta di legge Corleone: Minoranze lin-guistiche (A.C. 169) e abbinate (A.C. 300-396-918-1867-2086-2973) (Discussione) .... 20

(Contingentamento tempi discussione generale– A.C. 169) ................................................... 20Presidente ..................................................... 20

(Annunzio di questioni pregiudiziali – A.C.169) ................................................................ 21Presidente ..................................................... 21

(Discussione sulle linee generali – A.C. 169) 21Presidente ..................................................... 21Aloi Fortunato (AN) ................................... 47Brunetti Mario (RC-PRO) .......................... 32

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 25 MAGGIO 1998

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: democratici di sinistra-l’Ulivo: DS-U; forza Italia: FI; alleanzanazionale: AN; popolari e democratici-l’Ulivo: PD-U; lega nord per l’indipendenza della Padania:LNIP; rifondazione comunista-progressisti: RC-PRO; rinnovamento italiano: RI; per l’UDR-cristianidemocratici uniti/cristiani democratici per la Repubblica: per l’UDR-CDU/CDR; misto: misto;misto-centro cristiano democratico: misto-CCD; misto-socialisti democratici italiani: misto-SDI;misto-per l’UDR-patto Segni/liberali: misto-per l’UDR-P. Segni/lib.; misto-verdi-l’Ulivo: misto-verdi-U;misto minoranze linguistiche: misto Min. linguist.; misto rete-l’Ulivo: misto-rete-U.

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PAG.

Crema Giovanni (misto-SDI) ..................... 45Detomas Giuseppe (misto Min. linguist.) . 29Fontanini Pietro (LNIP) ............................. 43Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 38Jervolino Russo Rosa (PD-U) .................... 39Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 21Menia Roberto (AN), Relatore di mino-ranza .............................................................. 24Niccolini Gualberto (FI) ............................. 30Olivieri Luigi (DS-U) .................................. 48Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 28

(Repliche dei relatori e del Governo – A.C.169) ................................................................ 50Presidente ..................................................... 50Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 50Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 51

Proposte di legge costituzionale – Tuteladelle minoranze linguistiche del Trentino-Alto Adige (A.C. 1687-1787-2236-2403-3076) (Discussione del testo unificato) .... 51

(Contingentamento tempi discussione generale– A.C. 1687) ................................................. 52Presidente ..................................................... 52

(Discussione sulle linee generali – A.C. 1687) 52Presidente ..................................................... 52Detomas Giuseppe (misto Min. linguist.) . 56Frattini Franco (FI) .................................... 53Maselli Domenico (DS-U), Relatore .......... 52Mitolo Pietro (AN) ...................................... 58Olivieri Luigi (DS-U) .................................. 61Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 53

(Repliche del relatore e del Governo – A.C.1687) .............................................................. 63Presidente ..................................................... 63Maselli Domenico (DS-U), Relatore .......... 63Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 63

Disegno di legge: Pubblica amministrazioneed edilizia scolastica (approvato dalla Ca-mera e modificato dal Senato) (A.C.4229-B) (Discussione) ................................. 63

(Contingentamento tempi discussione generale– A.C. 4229-B) ............................................. 63Presidente ..................................................... 63

PAG.

(Discussione sulle linee generali – A.C.4229-B) ......................................................... 64Presidente ..................................................... 64Bassanini Franco, Ministro per la funzionepubblica e gli affari regionali .................... 65Cerulli Irelli Vincenzo (PD-U), Relatore .. 64Frattini Franco (FI) .................................... 65

(La seduta, sospesa alle 20,40, e ripresa alle20,45) ............................................................. 66Presidente ..................................................... 66Volonte Luca (per l’UDR-CDU/CDR) ....... 66

(Repliche del relatore e del Governo – A.C.4229-B) ......................................................... 68Presidente ..................................................... 68Bassanini Franco, Ministro per la funzionepubblica e gli affari regionali .................... 68Cerulli Irelli Vincenzo (PD-U), Relatore .. 68

Disegno di legge: Trasmissione radiofonicadei lavori parlamentari (approvato dalSenato) (A.C. 4782) (Discussione) ............. 71

(Contingentamento tempi discussione generale– A.C. 4782) ................................................. 71Presidente ..................................................... 71

(Dicussione sulle linee generali – A.C. 4782) 72Presidente ..................................................... 72Colombo Paolo (LNIP) ............................... 89Giulietti Giuseppe (DS-U) .......................... 81Landolfi Mario (AN) ................................... 86Pecoraro Scanio Alfonso (misto-verdi-U) . 78Risari Gianni (PD-U), Relatore ................. 72Romani Paolo (FI) ...................................... 79Storace Francesco (AN) ............................. 95Taradash Marco (FI) .................................. 92Tassone Mario (per l’UDR-CDU/CDR) ..... 76Vita Vincenzo Maria, Sottosegretario per lecomunicazioni ............................................... 75Volonte Luca (per l’UDR-CDU/CDR) ....... 91

(Repliche del relatore e del Governo – A.C.4782) .............................................................. 100Presidente ..................................................... 100Risari Gianni (PD-U), Relatore ................. 100Vita Vincenzo Maria, Sottosegretario per lecomunicazioni ............................................... 102

Ordine del giorno della seduta di domani . 104

Intervento del deputato Alessandro Bergamoin sede di discussione sulle linee generali(A.C. 4891) ................................................... 105

Considerazioni integrative del relatore Vin-cenzo Cerulli Irelli (A.C. 4229-B) ............ 108

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 358 — MERCOLEDI 20 MAGGIO 1998

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quale la ASL 1 di Massa Carrara avevaintimato la sospensione delle lavorazioni.L’intendimento del Governo, presentandoal Senato l’emendamento che poi e statoaccolto, era quello di permettere a tutti gliimprenditori della zona che operavano delsettore di mettersi in regola immediata-mente. Cio non significa non proseguiresulla linea della rigidita per quanto ri-guarda la sicurezza nei luoghi di lavoro,tanto e vero che questo Governo ha resoattuali tutte le direttive comunitarie in talsenso.

PRESIDENTE. L’onorevole Bergamo,che era l’ultimo iscritto a parlare, e statocolto di sorpresa dall’assenza dei colleghiche lo precedevano e pertanto, quandol’ho chiamato, non era in aula. Me nedispiaccio; potra senz’altro consegnare iltesto scritto del suo intervento, se loriterra opportuno, affinche sia pubblicatoin calce al resoconto stenografico dellaseduta odierna, perche ormai non possopiu dargli la parola.Il seguito del dibattito e rinviato ad

altra seduta.

Discussione della proposta di legge: Cor-leone ed altri: Norme in materia ditutela delle minoranze linguistiche(169) e delle abbinate proposte dilegge: Scalia e Procacci: Norme inmateria di tutela delle minoranze lin-guistiche (300); Brunetti e Moroni:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (396); Aloi: Normeper la tutela dell’identita nazionaledelle minoranze etnico-linguistiche gre-caniche ed albanesi nella regione Ca-labria (918); Rodeghiero ed altri:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (1867); Massa edaltri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche (2086); TeresioDelfino: Norme in materia di tutela deipatrimoni linguistici regionali (2973)(ore 16,45).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione della proposta di legge di

iniziativa dei deputati Corleone ed altri:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; e delle abbinate pro-poste di legge: Scalia e Procacci: Norme inmateria di tutela delle minoranze lingui-stiche; Brunetti e Moroni: Norme in ma-teria di tutela delle minoranze linguisti-che; Aloi: Norme per la tutela dell’identitanazionale delle minoranze etnico-linguisti-che grecaniche ed albanesi nella regioneCalabria; Rodeghiero ed altri: Norme inmateria di tutela delle minoranze lingui-stiche; Massa ed altri: Norme in materiadi tutela delle minoranze linguistiche;Teresio Delfino: Norme in materia ditutela dei patrimoni linguistici regionali.

(Contingentamento tempi discussionegenerale – A.C. 169)

PRESIDENTE. Avverto che a seguitodella riunione del 30 aprile 1998 dellaConferenza dei presidenti di gruppo si eprovveduto, ai sensi dell’articolo 24,comma 3, del regolamento, all’organizza-zione dei tempi per l’esame delle propostedi legge. Il tempo riservato alla discus-sione generale e cosı ripartito:

tempo per il relatore: 25 minuti;

tempo per il relatore di minoranza:15 minuti;

tempo per il Governo: 25 minuti;

tempo per il gruppo misto: 35 mi-nuti;

tempo per i richiami al regolamento:10 minuti;

tempo per interventi a titolo perso-nale: 1 ora;

tempo per i gruppi: 4 ore (30 minutiper gruppo).

Il tempo a disposizione del gruppomisto e ripartito tra le componenti poli-tiche costituite al suo interno nel modoseguente:

verdi: 12 minuti; socialisti democra-tici italiani: 7 minuti; CCD: 7 minuti;

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minoranze linguistiche: 4 minuti; perl’UDR-patto Segni/liberali: 3 minuti; larete: 3 minuti.

(Annunzio di questioni pregiudiziali– A.C. 169)

PRESIDENTE. Avverto che da partedei deputati Armaroli ed altri e Menia edaltri sono state presentate le questionipregiudiziali nn. 1 e 2 (vedi l’allegato A –A.C. 169 sezione 1).Ricordo a questo proposito che l’arti-

colo 40 del regolamento prevede, alcomma 2, che « Le questioni pregiudizialee sospensiva sono discusse e poste invotazione prima che abbia inizio la di-scussione sulle linee generali, se prean-nunziate nella Conferenza dei presidentidi gruppo contestualmente alla predispo-sizione del relativo calendario; negli altricasi, sono discusse e votate al terminedella suddetta discussione ».In questo caso non risulta che alcun

gruppo abbia preannunziato la presenta-zione di questioni incidentali nelle prece-denti riunioni della Conferenza dei pre-sidenti di gruppo, a seguito delle quali sie pertanto provveduto a calendarizzareper la seduta odierna la discussione dellaproposta di legge in esame.La discussione delle questioni pregiu-

diziali e le relative votazioni potrannopertanto aver luogo in altra seduta, es-sendosi conclusa la discussione sulle lineegenerali.

(Discussione sulle linee generali– A.C. 169)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la di-scussione sulle linee generali.Ha facolta di parlare il relatore per la

maggioranza, onorevole Maselli.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, signorrappresentante del Governo, colleghi ecolleghe, sono piuttosto emozionato nel-l’iniziare la discussione su questa proposta

di legge che e di antica data. Essa hapreso avvio fin dall’VIII legislatura e poi,per mille avvenimenti diversi, compresa laconclusione anticipata di alcune legisla-ture, non e mai giunta in porto. Miauguro che questa sia la volta buonaperche questa legge di civilta possa final-mente essere approvata dalle due Camere.Il provvedimento prende spunto da

una base chiara: il testo della proposta dilegge Corleone non e altro che quelloelaborato nella precedente legislaturadalla Commissione affari costituzionali aseguito di un lungo esame. Tale testo dalgennaio 1997 fino ad oggi e stato esami-nato dalla Commissione affari costituzio-nali che ha approvato alcune modifichefrutto di una collaborazione tra Governo,rappresentanti della maggioranza e del-l’opposizione, i quali hanno lavorato in-sieme elaborando diverse proposte che poisono state approvate. Dunque il testo estato lungamente meditato.Vorrei cominciare il mio discorso fa-

cendo riferimento alla base giuridica dacui partiamo. Intanto si tratta dell’attua-zione dell’articolo 6 della Costituzione,che prevede di tutelare in modo partico-lare le lingue minoritarie esistenti nelnostro paese. Aggiungo che si tratta didare attuazione alla Carta dei diritti delleminoranze europee, che non abbiamoancora potuto ratificare, e alla legge eu-ropea sulle minoranze, che abbiamo in-vece all’unanimita ratificato sia alla Ca-mera sia al Senato. Cio significa che, dalpunto di vista legislativo, siamo in ritardo.In realta, quando si parla di unita della

nostra nazione si dice una grande verita:la nostra e una nazione che affonda neisecoli la sua unita. La persona che hacreato per prima questa unita legale estato Augusto.Augusto aveva diviso l’Italia augustea

nettamente tra la penisola e la pianurapadana, che erano insieme (Commenti deldeputato Paolo Colombo)...Fino ad Augusto, la penisola era sepa-

rata dal territorio...

PAOLO COLOMBO. La Padania !

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DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Non posso dire « Padania »,perche altrimenti voi pensereste cheescludo delle zone che sono invece com-prese in quel contesto. No, Augusto legavala pianura padana e l’Italia peninsulare,mentre escludeva dalla regione Italia,unica parte dell’impero a non esseredivisa in province, la zona alpina, checostituiva delle piccole province alpine,che hanno poi dato il nome alle variesezioni delle nostre Alpi – il « Ma congran pena le reca giu » che ci facevanostudiare da ragazzi nasce, in effetti, daqueste province augustee – non per esclu-dere dall’Italia queste province, ma pergettare una specie di ponte tra l’Italia edil resto dell’impero. In realta, si trattavadi province in cui la presenza romana eramolto forte; tant’e vero che si crearonocitta come, per esempio, Augusta Salas-siorum e Augusta Taurinorum, che eranocitta-colonie romane nel cuore di questeprovince. Non si trattava, quindi, di unaseparazione dall’Italia, ma di una con-giunzione tra l’Italia ed il resto dell’im-pero.La stessa cosa valeva per le tre isole

della Sardegna e della Corsica, che costi-tuivano una provincia, e della Sicilia, cheera un’altra provincia: queste tre eranopero province antiche, perche nate dallaprima guerra punica.In realta, questo spartiacque, questo

ponte duro per molti secoli. Duro intantocompletamente fino a Diocleziano. Pen-sate, colleghi, che fino a Diocleziano l’Ita-lia era formata da tante citta autonome,che erano autentici Stati, nei quali icittadini votavano per il loro Stato e poi– se volevano – andavano a Roma avotare per i consoli ed i proconsoli delgoverno imperiale. Era un sistema chemescolava insieme unita e federalismo,cioe unita e distinzioni locali, in un’amal-gama totale.Le invasioni barbariche e la nascita di

lingue neolatine hanno praticamente por-tato alla creazione attorno all’Italia di uninsieme di lingue minoritarie che, da unaparte, erano in rapporto con il nostropaese, ma, dall’altra, erano in rapporto

con le zone al di la delle Alpi. Alcune diqueste erano, come ho detto, neolatine; inmodo particolare, vorrei ricordare il rap-porto tra l’Occitania e l’Italia. Quandoparliamo di occitano, facciamo riferi-mento ad una lingua che va dalla Spagnaall’Italia, attraverso le Alpi. A nord, ab-biamo la lingua d’oil francese e la zona inmezzo tra la lingua d’oil e la lingua d’ocforma una terza lingua che e il franco-provenzale. Le nostre vallate piemontesi evaldostane hanno visto quindi la presenzadell’occitano, del franco-provenzale e delfrancese; una presenza che l’Italia unitaha continuamente considerato, se pensateche nel 1908 (non sono sicuro dellaprecisione di questa data) accanto a 10mila lire d’allora per pagare l’insegna-mento del francese in Valle d’Aosta sidovevano dare 5 mila lire per l’insegna-mento del francese nelle valli valdesi ed inVal di Susa. Il fatto di parlare francese edi essere di religione protestante nontoglieva agli abitanti della Valpelline, peresempio, di essere ottimi cittadini italiani;la percentuale di morti nella prima e nellaseconda guerra mondiale provenienti dallevalli valdesi ne e un chiaro indice. Co-storo, cioe, si sentivano profondamenteitaliani anche se parlavano francese e fusoltanto nel 1923 che nelle scuole valdesidel Piemonte e in Val di Susa venne toltol’insegnamento della seconda lingua, cioequella francese.Se questo e vero, vi e dunque la

presenza occitanica franco-provenzale inPiemonte e in Valle d’Aosta, nonchequella di un grande popolo disperso nelleAlpi, cioe il popolo ladino, che congiungela Svizzera con il Trentino-Alto Adige e ilVeneto. Sappiamo che i ladini sono oradispersi con nomi diversi in tutte questeregioni. Ci sono poi presenze tedesche,germanofone – e vorrei ricordare i valzerin Valle d’Aosta e in Piemonte – i cimbrie mocheni in Trentino e in Veneto, igermanofoni in Val Canale, che moltevolte si lamentano perche non li ricor-diamo, e una regione trilingue come ilFriuli-Venezia Giulia.Nell’Italia del sud la situazione e an-

cora diversa. Va innanzitutto considerato

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– non lo dimentichiamo – che l’Italiameridionale fu in due grandi epoche dellasua storia un grande paese greco alleorigini e poi di nuovo durante l’imperobizantino. I segni di questa origine grecasono conservati, per esempio, nell’abbaziabasiliana di Grottaferrata che ha conti-nuato ad essere una grande abbazia greca,la continuazione di questa presenza. Pos-siamo parlare della presenza greca anchein Calabria. Ancora nel 1500, a Crotone,vi erano due vescovi, uno di rito bizantinoed un altro di rito latino, c’era ancora,cioe, una presenza greca accanto allapresenza italiana.A queste presenze antiche si sono poi

unite quelle medieval-moderne, cioe dicoloro che fuggirono per l’arrivo dei tur-chi dalla penisola balcanica e crearonouna forte presenza in tutta l’Italia meri-dionale. Penso, naturalmente, agli alba-nesi, i quali non solo hanno mantenuto lalingua, ma in molte regioni anche il lororito di origine: diventati bizantini, daortodossi che erano, hanno mantenutoquesto rito. Non solo: per esempio, inpiena Calabria abbiamo ancora la pre-senza di altre potenze, come gli occitani,venuti dalle valli valdesi nel 1300.Vorrei continuare con questi esempi che

ci fanno rendere conto della ricchezza chenell’unita della nazione italiana apportanoqueste minoranze, che non sono certa-mente di poco conto. Oggi, a questa ric-chezza spirituale e storica se ne aggiungeun’altra: la possibilita di fare di tali mino-ranze un ponte transfrontaliero per l’Eu-ropa. Anche dal punto di vista economico,infatti, ci veniamo a trovare di fronte allasituazione che altri Stati utilizzano i fondidell’Unione europea che noi non siamoancora in grado di utilizzare perche nonabbiamo approntato la normativa. Per l’oc-citano, per esempio, i fondi dell’Unioneeuropea li ha usati soltanto la Val Moira,che e riuscita a creare un fronte occitanicoestremamente...

GUSTAVO SELVA. Noi ci mangeremopoi questi contributi europei con le tra-duzioni simultanee che dovremo fare dal-l’occitano all’italiano.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Non e vero, nessuna tradu-zione simultanea, perche gli occitani cheuseranno le traduzioni simultanee sonopersone che sanno parlare occitano e cheinsegnano italiano nelle nostre scuole...

GUSTAVO SELVA. Per quelli che nonsono italiani e dovranno capire l’occita-no...

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Ma la grande maggioranza lofa... Comunque, con tutto il rispetto el’affetto, vi chiedo, per cortesia, di la-sciarmi finire.Vorrei dire, quindi, che vi sono ragioni

morali, culturali e finanziarie. D’altraparte, dobbiamo ratificare la legge-quadroeuropea delle minoranze e dobbiamo an-che ricordare che abbiamo ratificato, al-l’unanimita, non la carta ma la leggeeuropea sulle minoranze linguistiche, chechiede proprio – possiamo controllarlo –cio che noi abbiamo previsto in questalegge.Vorrei dire che la Commissione ha

fatto un ottimo lavoro con la collabora-zione di molti membri della maggioranzae della minoranza: in particolare ricordoMassa e Crema, presentatori di una pro-posta di legge, e Di Bisceglie, che hacostantemente seguito il provvedimento;potrei anche ricordare gli amici calabresiper il loro intervento. Aggiungo, pero, chefinora dobbiamo purtroppo notare che vie un ritardo, da parte del Governo, nellarelazione tecnica, il che ci impone dipregarlo di fornircela al piu presto perpermettere alla legge di poter passare aivoti, come e nel nostro desiderio. Vo-gliamo, infatti, che cio avvenga al piupresto, disponibili come siamo a miglio-rare il provvedimento con il contributo ditutti (Applausi dei deputati dei gruppi deidemocratici di sinistra-l’Ulivo, dei popolarie democratici-l’Ulivo e della lega nord perl’indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha facolta di parlarel’onorevole Menia, relatore di minoranza,al quale ricordo che ha a disposizionequindici minuti.

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ROBERTO MENIA, Relatore di mino-ranza. Grazie, signor Presidente.Signor rappresentante del Governo,

onorevoli colleghi, ci troviamo a discuterein aula una proposta di legge che haradici lontane, una lunga storia parlamen-tare, come ha gia fatto notare il relatoreper la maggioranza, onorevole Maselli, eche sostanzialmente riprende, anche inquesta legislatura, il testo unificato uscito,nelle ultime due legislature, dall’esamedella Commissione affari costituzionali.Ritengo pero che gia nelle legislaturescorse sia passato un testo sostanzial-mente sottovalutato da parte di chi loaveva discusso. In questa legislatura la ICommissione ne ha discusso indubbia-mente di piu – basta andare a sfogliare gliatti parlamentari –, ma sono ancoragrossolani e pesanti gli errori che, anostro modo di vedere, incidono in ma-niera estremamente negativa sulla stesuradi questa legge, che di fatto noi conside-riamo inemendabile, almeno cosı come sipresenta. Abbiamo quindi presentato,come e nostro diritto, un testo alternativo,che chiederemo poi di votare articolo perarticolo, sotto forma di emendamentosostitutivo.Passando all’esame di questa proposta

di legge, vediamo che vi sono situazioni dimacroscopica illegittimita, nonche altre aproposito delle quali riteniamo che vi sia,da una parte, il pericolo reale che questalegge vada ad incrinare un principio basedell’unita nazionale, cioe l’unita lingui-stica, dall’altra quello che crei condizionidi privilegio per le minoranze – o cosid-dette minoranze – a discapito della mag-gioranza degli italiani.Cosa prevede sostanzialmente questa

proposta ? Prevede che nei pubblici uffici– dunque anche in quelli dello Stato –esistenti nelle zone ove si parlano lecosiddette lingue minoritarie, si abbiadiritto di usare le parlate locali in luogodell’italiano; che altrettanto si abbia di-ritto di fare da parte dei membri deiconsigli comunali e delle assemblee elet-tive, con a seguito una « traduzione rias-suntiva in lingua italiana » (ed anche quirileviamo immediatamente un profilo di

illegittimita); che gli atti ufficiali delloStato, delle regioni, degli enti locali, per-fino degli enti pubblici non territoriali,possano essere tradotti nelle parlate locali,le quali possono usarsi nei procedimentidinanzi al giudice di pace; che si inse-gnino tali parlate nelle scuole materne,elementari e medie (nelle prime dueaddirittura in maniera sostanzialmenteobbligatoria), salvo contrarieta espressadai genitori. Si prevede inoltre che siaobbligatorio l’insegnamento della culturalocale, della storia e delle tradizioni nellescuole elementari e medie, che radio etelevisione di Stato nei loro programmidebbano comprendere trasmissioni in taliparlate, che sia concesso alle pubblicheamministrazioni indicare i toponimi nellelingue locali.La proposta si muove sulla premessa

dell’esistenza di una norma costituzionale,l’articolo 6, la quale stabilisce che laRepubblica tutela con apposite norme leminoranze linguistiche.Nel testo della proposta di legge ven-

gono anche identificate le minoranze inalbanesi, catalane, germaniche, greche,slovene, croate e poi quelle parlanti ilfrancese, il franco-provenzale, il friulano,il ladino, l’occitano ed il sardo, senzadimenticare, dulcis in fundo, gli zingari,rom e sinti.Oltre alle belle parole ed altisonanti

affermazioni di principio, l’errore di que-sta legge sta nel fatto che essa si muoveda una parte sulla premessa che il bilin-guismo sia forma necessaria, per non direovvia, di tutela delle minoranze linguisti-che; dall’altra promuovendo a minoranzelinguistiche popolazioni italiane che sonoda sempre componenti della nazione ita-liana, come friulani o sardi. Io, ad esem-pio, sono nato a Pieve di Cadore da padrecadorino e quindi ladino (io parlo illadino del Comelico) e da madre istriana(quindi, parlo il dialetto istro-veneto);parlo inoltre il dialetto triestino ma nonmi sento minoranza, ne ladina, ne trie-stina e nemmeno istriana, perche tuttiquesti spicchi, per cosı dire, di me stessoe della mia identita compongono l’identitanazionale italiana. Non ho bisogno di

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sentirmi minoranza di nulla e noi nonpossiamo contrabbandare per minoranzequelli che invece sono fatti costitutivi dellanazione italiana in tutte le sue infinitesfaccettature ed identita.Ed allora il pericolo reale e facilmente

rilevabile e quello dell’incrinatura di unacomponente essenziale dell’identita nazio-nale, ovvero l’unita linguistica. Quest’ul-tima e infatti elemento fondamentale del-l’unita nazionale, sicche la rottura di essava a vulnerare l’articolo 5 della Costitu-zione – altro che realizzare l’articolo 6 –,norma che consacra appunto l’unita el’indivisibilita della Repubblica. Dunque,allorche si pretende di opporre la diver-sita di una seconda lingua di fronte allalingua italiana e si rivendica o il bilingui-smo o tutele che stravolgono l’idiomanazionale, quella rottura, se non e in atto,e almeno potenziale ed incrina la stessaforza garantista della Carta fondamentaledello Stato.Nozione comune e condivisa e quella

che all’inizio era solo una deduzione dellericerche filologiche: la storia di una lin-gua, cioe, contiene tutti gli elementi qua-lificanti della storia del popolo che laparla. Nell’articolazione del linguaggio,cioe, non c’e solo l’espressione del pen-siero in termini comprensibili, ma vi sicondensano insieme esperienze, relazioni,contatti, abitudini, vicende, aspirazioni,creazioni che nel loro insieme rappresen-tano l’evoluzione secolare di una comu-nita, cioe la sua identita nazionale. In-somma, la lingua non si limita ad essereun addendo del progetto aggregante diuna nazione, ma la storia della linguaconsente di ricostruire la storia dellospirito che informa di se l’ascesa di unpopolo verso la nazione.Ed allora, data la stretta connessione

che penso di aver in qualche modoinquadrato tra lingua e nazione, possiamoaffermare che la dove c’e unita linguisticac’e unita nazionale, e se si corrompe laprima si frantuma la seconda, e di questitempi, viste le velleita secessioniste edindipendentiste di alcuni, non ce n’e pro-prio bisogno.

Allora, nello spirito di valorizzazionedella nostra lingua comune, siamo statipromotori di un emendamento che inCommissione e stato recepito, il qualeall’articolo 1 dichiara che l’italiano elingua ufficiale dello Stato: pare strano,ma non e mai stato scritto da nessunaparte.Ma noi non vogliamo che questa sia

una mera affermazione di principio,smentita poi da tutto il resto; e allora,affermato da parte nostra il principiogenerale e fondamentale dell’unita lingui-stica, si tratta di affrontare il diversodiscorso dell’attuazione di norme di tuteladelle minoranze linguistiche.In pratica, mentre fino ad ora la via

seguita dal legislatore per attuare il prin-cipio costituzionale e stata quella di re-golare con diverse norme ad hoc leminoranze rappresentate dagli altoatesinidi lingua tedesca, dai valdostani di linguafrancese, dai ladini delle Dolomiti e daglisloveni del Friuli-Venezia Giulia, preve-dendo per l’appunto strumenti di tuteladifferenziati, in questo caso il provvedi-mento in esame cerca di divenire unalegge di principio, una legge generale,prevedendo norme generali ed astratteapplicabili alle minoranze linguistiche –vere o presunte, io ritengo presunte –presenti nel territorio nazionale.E qui si pone un problema fondamen-

tale. Qual e il confine attraverso cui siqualifica una minoranza come tale ? Qualisono i parametri ? Quali sono i valori diriferimento (la presenza sul territorio) ? Ache cosa debbono essere parametrati poiquesti livelli di tutela ? Il numero ? Alcuneteorie sostengono che la presenza di unsingolo diverso dalla maggioranza gia creain se il diritto di rivendicare l’apparte-nenza ad una minoranza.Intanto, solo alcuni autori hanno rite-

nuto che le minoranze linguistiche sianoquelle che usano parlate che in sensopolitico sono dialetti; al concetto politicodi lingua e non a quello culturale occorreinfatti riferirsi nell’interpretare la Costi-tuzione. I gruppi che parlano dialetti nonsono minoranze linguistiche; e inoltre la

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tutela delle minoranze linguistiche nonimpone o comporta necessariamente ilbilinguismo !Pongo un problema in piu. Come

dicevo, parlo l’istro-veneto. Un dialettoavrebbe sicuramente dignita di lingua: laRepubblica serenissima di Venezia hainformato per secoli con la sua lingua econ la sua cultura la storia nazionale.Allora, caso mai, i veneti – so che sonostati presentati emendamenti tendenti adintrodurre questo concetto – avrebberotutto il diritto di chiedere la tutela delloro dialetto, cosı come potrebbe essererichiesta per il romanesco o il napoletano.Ho presentato un centinaio di emenda-menti che a diverso titolo ricordano dia-letti italici, della nostra nazione. Taliemendamenti sono tesi a smontare questeaffermazioni per cui parti fondamentalinell’integrazione nazionale italiana, chesono sfaccettature, spicchi diversi dellacomune identita nazionale, diventano mi-noranza; e questo il concetto che nonaccettiamo.Anche sul piano del linguaggio corrente

la tesi da noi sostenuta e fondata, nelsenso cioe che non ci troviamo di frontea minoranze linguistiche. Illuminante inproposito la definizione che da del dia-letto il Dizionario della lingua italianaDevoto-Oli secondo cui e dialetto « ilsistema linguistico di ambito geograficolimitato, che soddisfa solo alcuni aspetti(per esempio il popolare e l’usuale) e nonaltri (per esempio il letterario o il tecnico)delle nostre esigenze espressive ». Potreicitare altre definizioni, ma mi limito ariportare uno stralcio della « Relazioneall’Assemblea Costituente sulla tutela delleminoranze » (volume primo, « Problemicostituzionali e organizzazione dello Sta-to », paragrafo 6o) che, riferendosi alcensimento del 1921, quello disponibileall’epoca, cita tutte le minoranze esistentiin Italia senza fare menzione di unaminoranza sarda, ovviamente, ne di unaminoranza friulana.Dico questo perche si e voluto emen-

dare il titolo stesso di questa proposta dilegge parlando di tutela delle minoranzestoriche; ebbene, se fossero state cosı

storiche, sicuramente ne avremmo trovatotraccia nei lavori della Costituente, macosı non e. La relazione opera una di-stinzione ed afferma: « Per oltre 150 milaabitanti si tratta di isole linguistiche al-banesi, catalane e greche dell’Italia meri-dionale insulare, disseminate fra la popo-lazione di lingua italiana e ambientateormai da molte generazioni, tanto che lalingua parlata tradizionale di origine, chehanno mantenuto viva fra loro senzaostacoli ne rivendicazioni ne inconve-nienti, le differenzia dalla restante popo-lazione ». La relazione aggiunge: « Unacategoria costituiscono i gruppi minoritaridi lingua francese, tedesca e slava loca-lizzati nell’arco alpino e in territori pros-simi ai confini con Stati nei quali dettelingue sono lingue nazionali ». E oltre:« Mentre la storia delle minoranze lingui-stiche che si sono raccolte nella primacategoria » – cioe i greci, gli albanesi, icatalani e cosı via – « non presenta alcunfattore di rilievo ed e nota piu comecuriosita folcloristica e di studio che perle sue particolari esigenze, tal che nondesta alcuna problematica attuale, la sto-ria dei gruppi della seconda categoriamerita sommaria menzione ». Il collegaMaselli ridacchiava, ma non l’ho scritto io,ho citato i sacri testi della Costituente.Fin qui, infatti, il testo della relazione

alla Costituente, da cui si ricavano dueconsiderazioni. In primo luogo, quelli cheil costituente ha definito gruppi linguisticidi interesse folcloristico non possono es-sere certo interessati all’applicazione del-l’articolo 6 della Costituzione, che e ilpresupposto su cui si fonda – come sidiceva – la proposta di legge in esame. Insecondo luogo, la fonte costituente non faalcuna menzione dei sardi e dei friulianicome minoranze linguistiche, tanto meno« storiche », come recita il titolo dellaproposta di legge. Cio e ovvio, essendoquelle della Sardegna e del Friuli popo-lazioni italiane come lo sono le siciliane ele lombarde, che parlano un dialetto« distante » dall’italiano. In Italia, nei se-coli addietro si parlavano esclusivamentenumerosi volgari – ne parlava ancheMaselli, in apertura –, assai diversi gli uni

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dagli altri. L’italiano e stato unificante pertutta l’Italia. Per le popolazioni di originealbanese, greca, croata, occitana, catalana,si puo senz’altro dire che non hannoneppure una consistenza di rilevanza taleda giustificare norme come quelle previ-ste. Si tratta di popolazioni in gran parteassimilate, con origini molto lontane, cheoggi si riconoscono solo a livello di tra-dizioni.Per tutte le popolazioni contemplate in

questa proposta di legge si pone sicura-mente il problema della tutela della lorocultura e della loro tradizione. Nessunopensa di dimenticarle o negarle; ma laconservazione di questo patrimonio cul-turale, storico e linguistico si realizzanella valorizzazione del costume, delletradizioni, delle fedi e dei canti popolari,nella diffusione locale delle opere lettera-rie dialettali – laddove ne abbiano ladignita –, nel sostegno pubblico ad asso-ciazioni, circoli, filodrammatiche, rivisteche abbiano come fine, per l’appunto, lapreservazione di quel patrimonio. All’ap-parato pubblico, allo Stato ed alle suearticolazioni, pero, non si puo e non sideve chiedere di piu, posto anche che ildialetto o l’idioma locale – o la linguaminoritaria: su questo potremmo discu-tere per giornate intere – non e stru-mento di comunicazione nazionale neinternazionale, ma si esaurisce nel ri-stretto ambito familiare ed in quello, piuvasto, ma sempre limitato, della comunitalocale. La nostra prima e fondamentaleaffermazione e dunque un « no » all’uso dialtre lingue o, piu esattamente ancora,magari all’invenzione di altre lingue uffi-ciali, a fianco dell’italiano.Ho gia avuto modo di dire come,

attraverso il pretesto della tutela, si rompain realta l’unita linguistica e dunquel’unita di popolo.Mi avvio a concludere, Presidente.Noi riteniamo che un altro aspetto

assolutamente inammissibile di questaproposta di legge e che le supposte mi-noranze linguistiche diventino altrettanticorpi separati e privilegiati, a detrimentodella maggioranza dei cittadini italiani.L’articolo 11 del testo licenziato dalla

Commissione prevede, infatti, che nei co-muni in cui si attua la tutela dellaminoranza e consentito l’uso scritto eorale della lingua ammessa a tutela negliuffici dell’amministrazione pubblica: uffi-cio pubblico, come e noto, e qualunqueufficio dello Stato, della regione, dellaprovincia, del comune. Se, quindi, il cit-tadino ha il diritto di usare il propriodialetto – o « lingua » – in un ufficiopubblico, tutti coloro che vi lavorano obuona parte di essi dovranno conoscerequel dialetto per capire quanto viene lorodetto. Non e paradossale, allora, pensarea futuri sviluppi di stampo altoatesino,dove gli italiani sono diventati stranieri inpatria. E chiaro, dunque, che l’effettodella legge e quello di creare una cate-goria privilegiata (cioe la minoranza, osupposta tale, che e bilingue dalla nascita)che si ritrovera ad avere posti di lavorogarantiti ed una notevole « riserva dicaccia » che sara preclusa, invece, agliitaliani. Vi faccio un esempio molto sem-plice, che e proprio della mia zona. Nelcomune di San Dorligo della Valle, unpaesino che confina con Trieste, per as-sumere gli affossatori comunali viene ri-chiesto l’uso della lingua slovena: ebbene,io non penso che debbano parlare con imorti che seppelliscono. Sono queste lesituazioni di privilegio per alcuni e didanno per la maggioranza che vengono acrearsi.

PRESIDENTE. Deve concludere, ono-revole Menia.

ROBERTO MENIA, Relatore di mino-ranza. Concludo, signor Presidente.Avevo intenzione di illustrare ancora

tanti aspetti, per esempio quelli che indi-cano come cio che ci viene chiesto dallacarta sulla tutela delle minoranze, piuvolte citata da Maselli, sia una normativamolto diversa da quella che abbiamocreato in Commissione. Sono tutte consi-derazioni che affido all’intelligenza di chiavra la bonta di leggere la relazione diminoranza che ho presentato.Da ultimo, desidero fare soltanto una

notazione: il Ministero del tesoro, fino ad

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oggi, non ha neppure quantificato, perchee impossibile farlo, l’enorme spreco chederiverebbe dall’approvazione di una leggecome questa.Cio che voglio dire, in conclusione, e

che noi non vogliamo che l’Italia diventiuna Babele: il nostro « no » a questaproposta di legge e quindi volto alla tuteladella nostra cultura e della nostra tradi-zione di italiani, quindi rappresenta unimpegno civile, morale e, se mi e consen-tito, patriottico (Applausi dei deputati deigruppi di alleanza nazionale, di forza Italiae misto-CCD).

PRESIDENTE. Ha facolta di parlare ilrappresentante del Governo.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Signor Presidente, onorevoli relatori,onorevoli deputati, vi sara occasione perun intervento piu di merito dopo ladiscussione sulle linee generali, ma inquesto momento preme al Governo dareatto del lungo e complesso lavoro cheall’interno della I Commissione (affaricostituzionali) e stato realizzato, con largaconvergenza di intenti, anche attraversol’apporto del Comitato ristretto; credo sidebba dare atto al relatore per la mag-gioranza, Maselli, di un lavoro moltointenso e difficile, confortato poi dalparere di diverse Commissioni.Questa legge intende dare finalmente

una compiuta risposta all’articolo 6 dellaCostituzione, richiamato all’articolo 2 delprovvedimento in esame: « La Repubblicatutela con apposite norme le minoranzelinguistiche », inserendo armonicamentetale tutela (come e stato ricordato) nellalegislazione europea. L’articolo 1, nel ri-badire (non potrebbe essere altrimenti)che la lingua ufficiale della Repubblica el’italiano, non puo non avere un respiropiu ampio delle scarne parole che locompongono, nella consapevolezza che laRepubblica riconosce nell’italiano la pro-pria lingua, simbolo della sua unita cul-turale e politica quale si e andata stori-camente affermando nel secolare processoformativo della coscienza nazionale. Que-

sta legge, quindi, non intende scardinarel’unita nazionale, ma rafforzarla, arric-chirla all’interno di un’unita linguisticache non teme il commercio culturale conlingue e culture di antico rilievo.Anche la valorizzazione del costume e

delle tradizioni, opportunamente richia-mata dall’onorevole Menia, come sarebbepossibile alla lunga senza un adeguatosostegno alle lingue parlate ? Per nonridurle a fatti di infima qualita, la pro-posta di legge affronta una pluralita dicampi, tutti di rilievo per l’effettiva tutelae valorizzazione del patrimonio storico,culturale, linguistico di significative mino-ranze, nella consapevolezza che la linguaparlata da una comunita nazionale equalcosa di vivo, che si arricchisce sempreed ha bisogno sia di un rapporto conti-nuo, oggi peraltro irrinunciabile ed impo-sto dalla globalizzazione, con una plura-lita di mondi esterni sia di poter attingerea serbatoi culturali originali presenti al-l’interno del proprio territorio, una vera epropria ricchezza nazionale.In una visione giustamente ampia, la

proposta di legge regola la delimitazionedegli ambiti territoriali, agisce su unapluralita di campi (la scuola, l’universita,le amministrazioni comunali, i procedi-menti davanti all’autorita giudiziaria), ri-solve la vecchia e dolorosa questione deinomi e dei cognomi, affronta il problemadei servizi radiotelevisivi. All’interno diquesto quadro, sono le regioni a statutoordinario e soprattutto le province asvolgere, d’intesa con le amministrazionicomunali, un ruolo prevalente, nella lineaquindi del rafforzamento del neoregiona-lismo e del forte, spinto municipalismo,con una attenzione particolare alla crea-zione o al rafforzamento di istituti per latutela delle tradizioni linguistiche e cul-turali della popolazione.Una proposta di legge di iniziativa

parlamentare seguita con doverosa e par-tecipe attenzione dal Governo, che neauspica, con gli arricchimenti che il Par-lamento riterra di apportare, la sollecitaapprovazione. E prevalentemente que-stione di sensibilita culturale ed anchepercio e auspicabile la piu ampia conver-

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genza sul testo e quindi la ricerca difruttiferi punti di incontro, nella salva-guardia dei principi ispiratori della legge.Il Governo, ed in modo particolare il

Ministero del bilancio, sta svolgendoun’azione intensa di raccordo con lenumerose amministrazioni interessate allaproposta di legge (l’attivita del Ministerodel bilancio e direttamente seguita anchedal dipartimento degli affari regionali).Contiamo, in un numero veramente ri-stretto di giorni, di poter avere la schedae la relazione tecnica che e stata quirichiamata dal relatore (Applausi).

PRESIDENTE. Il primo iscritto a par-lare e l’onorevole Detomas. Ne ha facolta.Le ricordo che ha quattro minuti a suadisposizione.

GIUSEPPE DETOMAS. Signor Presi-dente, rappresentante del Governo e col-leghi, preliminarmente desidero fare sol-tanto una annotazione sul regolamento,che, paradossalmente, nel momento in cuisi discute di una legge di tutela delleminoranze, comprime il diritto della com-ponente delle minoranze linguistiche al-l’interno del gruppo misto di poter espri-mere quel che vorrebbe. Si sta parlandodella tutela delle minoranze e a questacomponente sono assegnati solo quattrominuti per discutere questa legge, che eimportante anche per quello che le mi-noranze linguistiche vorrebbero portareavanti in questo Parlamento.Detto cio, a prescindere da questo

aspetto procedurale e regolamentare, lacomponente delle minoranze linguistichedel gruppo misto saluta con soddisfazionel’approdo in Assemblea di questa propostadi legge. La storia di questo provvedi-mento – e stato qui ricordato piu volte –e una vicenda travagliata di tentativi didare attuazione all’articolo 6 della Costi-tuzione, che rinvia a specifici provvedi-menti legislativi la tutela delle minoranzelinguistiche.A questo proposito, e bene sottolineare

il fatto che il legislatore costituzionale havoluto inserire tra i principi fondamentali,su cui e basato l’intero nostro sistema

democratico, appunto la tutela delle mi-noranze linguistiche. E utile ricordare aquesto proposito che, a distanza di oltrecinquant’anni dalla sua emanazione, l’ar-ticolo 6 della Costituzione e rimasto sinoad ora per larga misura lettera morta.Varrebbe forse la pena rammentare tuttele volte che si e cercato di portareall’esame del Parlamento un testo checoncretizzasse questo principio. L’onore-vole Maselli ha precisato che e dall’VIIIlegislatura che un testo di questa naturacerca di trovare il suo spazio in que-st’aula. E bene pero anche ricordare chenella X legislatura una legge-quadro ditutela delle minoranze e stata approvatada questa Camera del Parlamento, ma iltesto e stato poi affossato al Senato, conmotivazioni pretestuose e fuorvianti checelavano uno spirito nazionalista che amio avviso mal si concilia con i principidemocratici e pluralistici su cui e impron-tata la nostra Carta costituzionale.La tutela e la valorizzazione delle

lingue minoritarie rappresenta in sostanzala valorizzazione delle culture di cui lalingua e il primo e piu importante ele-mento caratterizzante. Il principio sulquale si fonda questo testo e il rispettoper le diversita; e il riconoscimento delcontributo che i portatori di valori, cul-ture e civilta diverse possono apportareallo sviluppo sociale, culturale e politicodell’Italia, in un’ottica pluralista e dicivilta. Si tratta in sostanza di una risorsadell’Italia, che il nostro paese ha il doveredi utilizzare al meglio.Credo che del testo in esame sia

interessante la prospettiva di valorizza-zione piu che di tutela. L’ottica dellavalorizzazione, che emerge dall’impiantodel progetto di legge, implica un atteggia-mento attivo e di sostegno; la tutela,invece, avrebbe una valenza passiva.Concludo, Presidente, perche ho esau-

rito il tempo a mia disposizione. Citroviamo di fronte ad un testo avanzato,che ci mette in linea con la politicadell’Unione europea. Credo che su questalinea dobbiamo andare avanti cercando diapprovare il testo al piu presto, per fare

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in modo che l’articolo 6 della Costituzionetrovi finalmente applicazione (Applausi deldeputato Jervolino Russo).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Niccolini. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Signor Pre-sidente, purtroppo non ho avuto modo diseguire la discussione che si e svolta sulprovvedimento da gennaio ad oggi; anzi,per la verita l’ho seguita da lontano,poiche sono interessato a questo tema.Posso quindi dire che oggi condividol’emozione che e stata espressa dal rela-tore per la maggioranza; la mia emozione,pero, e di tutt’altro segno.Ringrazio il relatore per la dotta espo-

sizione storica che ha svolto all’inizio delsuo intervento. Durante questo excursusstorico ho pensato alla confusione dilingue, di genti, di razze che si e verificatain tutto il Mediterraneo (non soltanto inItalia): ho pensato al Nord Africa, allaSpagna, al mio Adriatico ed alla miaDalmazia; ho pensato all’isola di Lus-sinpiccolo, che addirittura riesce ad esserenon dalmata, non istriana, non veneta,non slava, non italiana, ma uscoca (quindientriamo ancora in un’altra linea).Se volessimo ricostruire la storia di

tutto questo teatro che e l’Europa (equindi l’Italia, nel cuore del Mediterra-neo), penso che passeremmo qui moltesedute. Ma non credo che quel discorso ciporterebbe alle conclusioni del progetto dilegge che abbiamo davanti.In proposito sono preoccupato. Poco fa

l’onorevole Menia si domandava, giusta-mente, se la tutela debba equivalere albilinguismo: siamo convinti che per tute-lare o per valorizzare si debba arrivare albilinguismo ? Lo dice una persona cheviene da una terra che non da oggi e stataun crogiuolo di razze, di incontri, distoria, di religioni, di lingue e di popolidiversi; una terra che proprio nell’unitadella lingua ha trovato la sua ragioned’essere, la sua direzione storica (dalpassato al presente ed al futuro). Tutto cioe avvenuto nella valorizzazione delle dif-ferenti culture: ricordo che Trieste –

avanguardia nella storia d’Italia – e statala citta con piu chiese di religioni diversee con piu scuole di lingue diverse; ma,guarda caso, si riconosceva profonda-mente nell’italiano, che condensava nonper annullare quelle culture ma per met-terle in comunicazione e per riaggregarle.Valorizzazione e tutela non significano

bilinguismo. Stiamo attenti: non vorreiche cadessimo in una logica perversa, cheporterebbe realmente ad una sfasatura ditutto cio che e stato costruito in questianni. Cio vale per la mia terra, ma credoche il caso che ho descritto rappresenti unesempio ed un emblema che vale per tuttele terre di confine italiane (sulle Alpi o sulmare).Vorrei fare soltanto un esempio. Se

approveremo questa legge, nel consiglioregionale che siede a Trieste si dovrannoparlare tre lingue e – lo ricordo – anchele loro varianti. Infatti la minoranzaslovena presente in Friuli-Venezia Giuliaparla due lingue diverse a seconda che sitrovi nel Carso triestino o nelle valli delNatisone. Gli stessi amici friulani hannovarianti notevoli tra la provincia di Udinee la Carnia. Vorrei poi ricordarvi che vi euna minoranza che parla ancora tedesconella Val Canale e nella Val del Ferro eche vi sono minoranze ladine insite nellanostra zona, a cui si aggiungono, poi, iveneti di Pordenone. Credo quindi che inquel consiglio regionale non si parlerebbepiu !

CARLO GIOVANARDI. Certo, con uninterprete ciascuno...

GUALBERTO NICCOLINI. E vero, ne-gli ultimi anni in consiglio regionale si eparlata una lingua sola con i risultati checonosciamo: allora parliamole tutte, al-meno avremo una giustificazione per ilsuo cattivo funzionamento !Il rischio e, dunque, che si arrivi a

questo o che si debba far ricorso alletraduzioni.Il disegno di legge al nostro esame

propone soluzioni che mi preoccupanomolto. Cerchero brevemente di ricapito-larne alcune.

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Direi che l’unico articolo del testo chemi piace e l’articolo 1, anche se e insuf-ficiente, perche una volta che viene sta-bilito che la lingua ufficiale della Repub-blica e l’italiano, bisogna anche dire chel’italiano va valorizzato ed insegnato, inun momento storico in cui si registraun’ignoranza vergognosa della nostra lin-gua. Chi e a contatto con il mondoscolastico ed universitario sa che studentiche arrivano alla laurea scrivono « lau-rea » con la elle e l’apostrofo ! Siamoarrivati a questo.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Perche non scrivono perquattro anni.

GUALBERTO NICCOLINI. All’articolo2 si dice, poi, che « La Repubblica tutelala lingua e la cultura delle popolazionialbanesi, catalane, germaniche, greche,slovene e croate e di quelle parlanti ilfrancese, il franco-provenzale, il friulano,il ladino, l’occitano e il sardo ». Forseandrebbe precisato che la Repubblicatutela la lingua e la cultura di talipopolazioni se insite sul territorio italiano,altrimenti sembrerebbe che l’Italia tutelaqueste popolazioni dovunque si trovinonel mondo.Vorrei poi fare un breve cenno ai

problemi che discendono dalla normarelativa alle comunita rom e sinti: esse sitrovano sul territorio italiano e dunquenecessitano di una tutela, ma io cerchereidi definire molto meglio questo problemaper non lasciarlo cosı vago e dover farepoi una legge che spieghi le intenzioni diquesta.L’articolo 5 e un po’ pesante: « Nelle

scuole materne dei comuni di cui all’arti-colo 4 » – che dovremmo rivedere – « l’edu-cazione linguistica prevede, oltre all’usodella lingua italiana, anche l’uso della lin-gua della minoranza per lo svolgimentodelle attivita educative ». Per tutti ?

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. No.

GUALBERTO NICCOLINI. Giusto !Qualora i genitori non intendano avvalersidi tale facolta, ne informano la scuolainteressata. Pero, se vogliamo fare undiscorso serio, dobbiamo prevedere chesiano i genitori che intendono avvalersidella facolta che ne fanno opportunarichiesta: trattanadosi di una minoranzarispetto ad una maggioranza, credo che larichiesta debba essere fatta da chi accedealla facolta.A questo proposito, nella relazione di

minoranza che il collega Menia non eriuscito a svolgere completamente permotivi di tempo si ricorda che l’articolo 7,punto G, della Carta europea specifica che« in materia di lingue regionali o minori-tarie, all’interno dei territori in cui questelingue sono praticate e secondo la situa-zione di ogni lingua, le Parti dovrannofondare le loro politiche, la loro legisla-zione e le loro pratiche secondo i seguentiobiettivi e principi: (g) la messa a dispo-sizione di mezzi che permettano ai nonparlanti una lingua regionale e minorita-ria abitanti l’area ove quella lingua epraticata di apprenderla, se essi lo voglio-no ». Se lo vogliono !A questo punto si prevedano non corsi

obbligatori, ma corsi facoltativi e chiintende avvalersi della facolta di parteci-parvi lo chiede. Penso che debba esserequesta la disposizione.Peraltro mi sembra ridicolo far riferi-

mento all’esercizio dell’autonomia didat-tica e, contemporaneamente, stabilire l’ob-bligatorieta dell’insegnamento della linguadella minoranza. Mettiamoci d’accordo: ol’insegnamento e obbligatorio oppure, se vie autonomia didattica, esso e solo consi-gliabile. In questo periodo siamo molto,molto sensibili alla parola « autonomia »,per cui direi di stare attenti.Tornando al discorso che facevo prima,

ossia di parlare in tante lingue addiritturanei consigli regionali, credo che questa siauna cosa estremamente grave, ancor piugrave quando, al comma 3, leggo che ovenon si conosca la lingua minoritaria deveessere garantita una immediata tradu-zione riassuntiva. Ma vogliamo scherzare ?Di un intervento fatto in un consiglio

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regionale, provinciale o comunale, io, chenon conosco la lingua minoritaria, mifaccio fare un riassunto per cui non sapromai quanto ha detto l’avversario politicoin quel momento ? Come puo accaderequesto ? A mio avviso questa e gia unanorma illegittima, che va assolutamenterivista e sistemata in maniera molto piucorretta. Cio significa che almeno neiconsessi regionali si parli l’italiano.Si diano pure delle disposizioni diverse

a seconda dei comuni in cui si intendonoinserire norme di tutela, si accetti ilprincipio del censimento per saperequanta gente vive in quella determinatasituazione, si favoriscano, come stiamofacendo noi a Trieste da cinquant’anni,scuole, case di cultura, la casa musicale, lebiblioteche e quant’altro si voglia ammet-tere, ma non per questo si dovra imporreun bilinguismo da estendersi a situazioniche non hanno ne senso storico, ne sensopratico e che soprattutto andrebbero ad« inquinare » quei rapporti di correttezzatra maggioranza e minoranza instauratisinella nostra regione.Colgo l’occasione per ricordare che a

Triste, ogni prima domenica del mese, c’eun preside di una scuola slovena chescende in piazza dell’unita d’Italia. Chinon conosce la mia citta non sa chepiazza dell’unita d’Italia e tanto sacraquanto la chiesa di san Giusto. Sono queipunti, infatti, in cui la storia, la tradi-zione, la cultura hanno trovato un riferi-mento preciso. Ebbene, da anni questoprofessore, ogni prima domenica delmese, scende in piazza dell’unita d’Italia amezzogiorno (l’ora del massimo passeggioin citta); tira su un bello striscione chereca una scritta, mezza in italiano emezza in sloveno, sul diritto e la tuteladelle minoranze; tira fuori una bandieraitaliana con la stella rossa e tira fuorianche la vecchia bandiera della federa-zione iugoslava (quella di Tito) anch’essacon la stella rossa; con il suo bel mega-fono in lingua slovena « pontifica » per15-20 minuti sui diritti della minoranzada tutelare. Ebbene, questa citta con lesue ferite aperte, con il suo passato chestiamo seppellendo lentamente, a fatica e

con grande maturita, « sfiora » questopersonaggio ma nessuno mai gli dice: fattiin la ! Cio dimostra che la maturita,l’educazione civica, il senso che questacitta ha nei confronti del presente, senzadimenticare il passato e guardando alfuturo, e molto forte.Non imponiamo dunque bilinguismi di

forma, di maniera o di sostanza cheandrebbero ad « inquinare » questa matu-rita, a rovinare questo passaggio verso ilfuturo in una citta che ancora oggi ha leferite aperte (Applausi dei deputati deigruppi di forza Italia e di alleanza nazio-nale).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Brunetti. Ne ha facolta.

MARIO BRUNETTI. Potrei parlarecosı: Zoti President, lejoni se unë çë kamjetuar, në kjo kohë, si studioz, si meridio-nalist, si arbëresh...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleBrunetti, abbiamo capito l’allusione. Pro-segua in italiano !

MARIO BRUNETTI. Capisco che, cosıfacendo, metterei in imbarazzo gli steno-grafi e che fra poco il collega Selvachiederebbe la traduzione. Pertanto, pro-seguiro con l’intervento che avevo inten-zione di fare. Signor Presidente, colleghi,consentite a me che ho vissuto comestudioso, come meridionalista e comeoriundo arbëresh, tutta la passione cultu-rale ed emotiva che nel corso degli anniha assunto il movimento per il dirittodelle minoranze interne di vedersi rispet-tata la loro identita, di esprimere la miasoddisfazione nel vedere che il progetto dilegge unificato recante norme di tuteladelle minoranze linguistiche e arrivato,alla fine, in aula.Ho voluto iniziare simbolicamente con

alcune parole in lingua albanese...

GUSTAVO SELVA. Le vuole tradurre ?

MARIO BRUNETTI. Le ho tradotteall’inizio del mio intervento.

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...per dire che l’albanese e un idiomaindoeuropeo, che non ha lingue gemelle eche risale alla civilta pelasgica. E unalingua parlata dalle popolazioni che det-tero origine all’impero illirico in una vastaarea che andava dalle Bocche di Cattaroall’Epiro, dalla Macedonia fino alla Japi-gia, e che dalla meta del secolo XV, conl’occupazione ottomana dell’Albania, lenumerose comunita arbëresh insediatesinel Mezzogiorno d’Italia, anche grazieall’amicizia che legava Scanderbeg a Fer-rante d’Aragona, re di Napoli, si traman-dano di generazione in generazione as-sieme ad usi, costumi, cultura e tradizioni.Con questa lingua, del resto, parlarono

uomini insigni di questa Italia. ParlavaPasquale Baffi, ministro della culturadella Repubblica partenopea, Agesilao Mi-lano, attentatore del re borbone, definitoda Mazzini « eroe tra gli eroi », Scura,Dramis, ministri del direttorio di Gari-baldi, ed i numerosi italo-albanesi dellaspedizione dei mille con i sette generalitra le camicie rosse che si battevanoproprio per unificare l’Italia. Ma con lastessa lingua comunicavano FrancescoCrispi, pur nel giudizio che si puo dare sulpersonaggio, formatosi in un collegio ita-lo-albanese della Sicilia, gli avi di AntonioGramsci, provenienti dalla splendida co-munita arbëresh di Plataci, in cui anche ilsottoscritto ha visto i natali, nonche Co-stantino Mortati, uno dei padri dellaCostituzione italiana.Purtroppo questa lingua, come altre

citate nelle proposte di legge in esame, estata sinora misconosciuta, anche se nellecomunita minoritarie di antico insedia-mento rimane sempre vivo l’amore per lalingua materna e le tradizioni popolari,che le centinaia di emigrati da questacomunita si portano appresso lungo lestrade dell’emigrazione nelle Americhe, inEuropa, in Australia, ovunque.Nel merito, c’e da dire che questo

progetto, tendente a dare attuazione al-l’articolo 6 della Costituzione, ha assuntonel corso degli anni le sembianze di unalunga « telenovela ». Infatti, non da poco,ma addirittura dal 1958, data della pre-sentazione in Parlamento della prima

proposta di legge in materia, tra ipocrisieed equivoche interpretazioni della norma,tra aristocratici fastidi e nazionalisticheavversioni, tra finte volonta di tutela edintolleranze, tra discussioni di esperti eriedizioni di testi, tra sistematici sabotaggie decadenze per ripresentare nuovi pro-getti, tra generosi sforzi di storici elinguisti di vaglia come Arte e come DeMauro o Pizzorusso per quanto riguardagli aspetti giuridici, ed esasperanti gaz-zarre di esperti d’accatto, sono trascorsiquarant’anni senza che il dettato costitu-zionale di difesa delle minoranze interneabbia mai potuto concretizzarsi.Oggi, con il provvedimento in esame, ci

avviciniamo ad un punto di approdopositivo, cosicche, toccando ferro, con laconclusione positiva dell’iter parlamentaredi questa legge l’Italia puo collocare,almeno a livello emblematico, il problemadelle sue minoranze di antico insedia-mento nell’ambito di un quadro giuridicodefinito, certamente parziale e limitato,che richiedera in tempi non geologicimodifiche ed approfondimenti. Con taleprovvedimento si esprime almeno l’inten-zione di prendere atto della crisi dellacultura monolinguistica su cui si e co-struito ed e vissuto lo Stato italiano inquesti decenni per guardare in avanti, alfuturo, con una visione piu pluralista edemocratica. Cio e necessario come attodi civilta del nostro paese, ma anche persentirci un po’ piu a nostro agio dentrol’Europa che tutti dicono di voler costi-tuire nel rispetto dei popoli.Ricordo che nel novembre 1997 –

come gia ricordava il relatore – sulla basedi una relazione che presentai ratifi-cammo la Convezione-quadro per la pro-tezione delle minoranze nazionali fatta aStrasburgo nel febbraio 1995, che harappresentato il primo organico stru-mento multilaterale di carattere conven-zionale in questo settore che il Consigliod’Europa aveva elaborato nell’intento difornire una base giuridica uniforme allaprotezione delle minoranze nazionali.Il processo di elaborazione della con-

venzione si era avviato con il vertice diVienna nell’ottobre 1993, quando i Capi di

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Stato e di Governo del Consiglio d’Europaconvenirono di trasformare in obblighigiuridici per gli Stati membri gli impegnipolitici da questi assunti in numeroseoccasioni ed in particolare con la dichia-razione di Copenaghen in sede CSCE.Dalla convenzione da noi ratificata derival’obbligo per gli Stati di dare applicazioneai principi in essa contenuti attraversonorme da adottare a livello nazionale.Si ricordera l’osservazione da me fatta

in quella sede di ratifica sui limiti nelladefinizione delle minoranze; un limite cheperaltro poteva essere occasione per ri-comprendervi, a livello di scelte nazionali,anche fenomeni in fieri come quelli con-seguenti a migrazioni transnazionali.Chiaro era invece, per quanto riguarda

le minoranze di antico insediamento,avendo la convenzione un carattere es-senzialmente programmatico nel suo con-tenuto normativo, che essa necessitava diuna concreta attuazione con disciplinagiuridica di dettaglio da parte di ciascunodegli Stati firmatari, tant’e che, perquanto riguarda il nostro paese, assiemeall’approvazione del provvedimento di ra-tifica abbiamo richiamato esplicitamentela necessita, per non vanificare la con-venzione e gli obblighi in essa contenuti,di approvare in tempi rapidi il nostroprogetto di legge unificato di tutela, che eappunto quello che stiamo facendo ora.Il provvedimento, peraltro, se non ap-

provato impedisce al nostro paese, standoanche al giudizio della « Commissione diVenezia per la democrazia attraverso ildiritto », di ratificare la Carta europeadelle lingue regionali e di minoranza,sottoscritta a Strasburgo nell’ormai lon-tano novembre 1992 e che e ferma pro-prio per queste ragioni.Chi oggi si lamenta che questa propo-

sta di legge e arrivata in discussione comeuna « zeppa » per l’unita dello Stato, credonon abbia capito assolutamente nulla;dimostra di non essere stato in grado diintendere e volere nell’esprimere votofavorevole alla ratifica (proprio perche inquella sede abbiamo discusso di cio) dellaconvenzione quadro che ci imponeva diarrivare a questa discussione e all’appro-

vazione del provvedimento sulle mino-ranze linguistiche. Credo che solo la gret-tezza culturale, l’ignoranza storica, la re-torica patriottarda fuori moda, che trovaalimento in una rigida equazione Stato-nazione-lingua...

ROBERTO MENIA. Ascoltati, comun-que !

MARIO BRUNETTI. ...foriera, ai nostrigiorni, di un neorazzismo di ritorno comeproiezione di dominio sulle minoranze;solo questo puo rendere ciechi e nonavvedersi di cio che sta avvenendo inEuropa e nel mondo: non accorgersi chela storia dei popoli e degli Stati si stagiocando proprio sul tema della convi-venza pacifica tra razze e culture diverse,unica via possibile per disinnescare lemine delle selvagge guerre spesso fratri-cide.

ROBERTO MENIA. In Unione Sovie-tica come tutelavano le minoranze ?

MARIO BRUNETTI. E dunque arrivatoil momento di rompere una continuitacon questa ideologia, sconfiggendo ancheda noi ogni residua cultura di intolle-ranza.Tullio De Mauro ci ha ricordato che e

nell’Europa del tardo Medioevo e nelRinascimento che prende piede il para-digma della doppia corrispondenza biuni-voca tra Stato, lingue e nazioni. Contro gliimperi ed i regimi feudali, contro realtamercantili locali nascono grandi Stati na-zionali; per una serie composita di motivi,culturali, religiosi, giuridici – egli dice –essi tentano di assumere come proprioideale relativo il monolinguismo, per cuidelle lingue esistenti all’interno di cia-scuno Stato una sola viene privilegiata ediventa lingua delle leggi, dei nascentisistemi istituzionali, della nascente edito-ria e poi dei giornali e spesso – adeccezione dei paesi cattolici – anche delculto e della vita religiosa.E la lingua del sovrano e della corte,

della capitale e della generalita dei sud-diti.

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Insomma, nella complessita di concretiintrecci storici, l’ideologia politica mono-lingue in una certa fase ha potuto agireanche nel senso dell’autonoma afferma-zione dei diritti dei popoli nella comunitadelle nazioni; oggi, pero, dinnanzi alviolento processo di globalizzazione e allapretesa di imporre un pensiero unico edun unico modo di vita, dominato dallafinanza, non solo entra in crisi irreversi-bile quella cultura, ma la negazione delladiversita culturale e l’omologazione ad ununico codice di pensiero diventano ele-menti di conflitto, riassorbibili solo in unavisione multietnica e plurilinguistica dellasocieta in cui le identita diverse possonoconvivere in un quadro di tolleranza e dieguaglianza dei diritti, capaci di sconfig-gere, in questa prospettiva, vecchie ideo-logie indotte da rabbiose voglie fuoritempo di sopraffazione linguistico-cultu-rale.E davvero malinconico ascoltare affer-

mazioni come quelle rilasciate negli ultimigiorni secondo cui salvaguardare le mino-ranze interne significherebbe compromet-tere l’unita dello Stato. E un vecchiorefrain che sentiamo ormai da decenni.Sarebbe sciocco e si perderebbe del tempoa stare qui a spiegare la storia a chi nonvuole capire ne gli eventi storici ne ilpresente e che non sa cogliere come leminoranze di antico insediamento sianoparte organica ed importante dello Statoitaliano.Antonio Gramsci – consentitemi anche

questa citazione – ricordando l’origineitalo-albanese del padre, in una splendidalettera dal carcere, in cui affrontava intermini storici il problema delle razze,affermava: « La mia cultura e italianafondamentalmente e questo e il miomondo: non mi sono mai accorto di esseredilaniato tra due mondi, sebbene cio siastato scritto nel Giornale d’Italia nelmarzo del 1920 ». Potrei aggiungere, tro-vandomi nelle stesse condizioni di « oriun-do », che salvaguardare quel di piu cheidentifica le minoranze linguistiche arric-chisce qualitativamente la cultura italiana.E forse utile anche su questo punto

ricordare De Mauro: salvaguardare i di-

ritti linguistici dei francofoni e dei fran-coprovenzali della Valle d’Aosta non si-gnifica davvero tutelare lo straniero, comequalche insipiente ha affermato, ma tu-telare un pezzo di storia patria. Lacontinuita etnico-culturale e piu forte diogni confine politico tra Provenza, Liguriae Piemonte, antica comunanza di istitu-zioni politiche, antico e rinnovato ruolo dicultura del francese in Piemonte e in altreparti d’Italia. Salvaguardare i diritti lin-guistici dei tedescofoni di dialetto ale-manno o bavarese, dentro e fuori laprovincia di Bolzano, significa onorareuna lunga vicenda di pacifica penetra-zione germanica dal nord verso il sudlatino ed il sud-est e l’est slavo, dipresenza civilizzatrice, e sanare le piaghedi due conflitti mondiali (piaghe infertenon solo dalla Germania di Hitler).Quel po’ che rimane della Grecia sa-

lentina e calabra e l’ultima preziosa te-stimonianza di un’ininterrotta, millenariapresenza ellenica sul suolo che poi sichiamo Italia ma fu anzitutto MegáleHellás, Magna Grecia). Gli albanesi diantico insediamento parlano la lingua chee stata la prima base dell’albanese scrittoe letterario d’Albania e sono la testimo-nianza di un saggio e civile costume diospitalita etnica del Regno delle due Si-cilie.Girolamo De Rada, stimato nei mag-

giori circoli letterali dell’ottocento e, as-sieme a lui, Santori, Serembe, Variboba,Basile, sono esempi di creativita dellaletteratura italiana ed europea. Si puoricordare forse ancora che nel seno delpopolo italo-albanese opero quella « fuci-na del diavolo » per i Borboni, il presti-gioso collegio italo-albanese Corsini, in cuiun grande ruolo ebbe appunto la religionegreco-ortodossa alimentata dal vescovoRodota. Questo collegio fu tanto caro aFrancesco De Sanctis e fu culla di artistie di uomini politici che segnarono lastoria dell’Italia intera ed influenzaronol’Europa. Si potrebbe continuare ! Di-sprezzare questa eredita, significherebbedisprezzare un pezzo significativo di sto-ria italiana ed europea ed aggiungo – traparentesi – che continuare a cianciare

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senza riflettere, o senza conoscere lastoria d’Italia sull’unita che verrebbemessa in crisi con la tutela delle mino-ranze, significherebbe svilire ed offenderele esaltanti pagine di eroismo scritte daglialbanesi nel Risorgimento, proprio percostruire quell’unita nazionale ! E natu-ralmente significherebbe anche – ricordaancora De Mauro, ed io sono d’accordocon lui – disprezzare e calpestare undiritto umano elementare come quello allaparita linguistica, sancito da ben duearticoli della nostra Costituzione, oggi cosıpesantemente messa in discussione: miriferisco all’articolo 3, comma 2, ed al-l’articolo 6, di esplicita tutela delle mino-ranze linguistiche. Significherebbe inoltrecontinuare a contraddire statuti ed attiformali degli organismi internazionali cuil’Italia aderisce e continuare ad andareassurdamente contro corrente rispetto allalinea di attiva promozione dei diritti dellecomunita di lingue meno diffuse adottateormai dalla generalita dei paesi delmondo. Questo atteggiamento, se perma-nesse, denoterebbe stoltezza culturale masoprattutto cecita politica rispetto ai pro-cessi in atto in Europa. E palese chedinanzi ai pericoli per l’esistenza delleculture diverse e per la democrazia in-dotte dal processo di omologazione impo-sto dalla teorizzazione del pensiero unico,si risveglia nelle minoranze etnico-lingui-stiche una « seconda coscienza » che fascattare la molla della resistenza allaminaccia della propria identita culturale elotta per sconfiggere questo miscugliolivellato di valori e per riaffermare, con larichiesta di legittimazione della propriadiversita culturale, una concezione demo-cratica dello Stato e lo spirito pluralistadella Costituzione repubblicana.Ho avuto modo altre volte di dire – ed

anche di scrivere piu volte quale osserva-tore attento di questo mondo – chequesta seconda coscienza, che spinge leminoranze etnico-linguistiche interne adidentificarsi nella propria storia e nellapropria diversita culturale non si ponecome incubo o nostalgia, ma come neces-sita di difesa di una propria peculiarita,che fa da freno al compimento di un

genocidio linguistico operato attraverso lapretesa di omologazione nei valori fago-citanti e pervadenti di una mondializza-zione economica che entra sempre piu inconflitto con le diversita e la democrazia:il conflitto puo nascere qui, se non sicoglie questo valore positivo che vienedalle minoranze !Del resto, se guardiamo bene alla

stessa esperienza d’Europa in questosenso, constateremo che essa e segnatadalla caratteristica di rifiuto delle diver-sita all’appiattimento, che sottolinea unavolonta di voler rivivere e praticare ivalori della vita e della convivenza senzaannullarsi. Non si tratta quindi di unritorno all’indietro, ma dell’esplodere dinuovi valori, per cui la riaffermazionedell’identita etnico-linguistica si evidenziacome tentativo di recuperare una « natu-ralita » minacciata da contrapporre inmaniera speculare all’« artificialita », aimeccanismi brutalmente distruttivi ed or-ganicamente antidemocratici della teologiafinanziarista della mondializzazione checrea – questo sı ! – esuberi ed imponeomologazione.La proposta di legge in esame si

innesta in questo quadro distruttivo comesegnale di controtendenza, che, per di piu,stacca la spina di giustificabili vertenzedelle minoranze interne che si sentono, agiusta ragione, nel disprezzo del dettatocostituzionale, vilipese, disprezzate, aggi-rate, mortificate dalla lunga antistorica,spesso cinica sottovalutazione della lorolegittima domanda di riconoscimento del-l’esistenza e della difesa del diritto diidentita.Quello che viene dato con questa legge

non e un segnale di poco conto, seppureminimo, ma tangibile, e va colto in tuttala sua essenza. E gia importante stabilireun quadro giuridico di identificazione eduscire, tra l’altro, dalle diatribe tra linguee dialetti di cui forse parleremo nel corsodi questa discussione. E importante, ap-punto, un quadro giuridico di riconosci-mento di quelle comunita che, caratteriz-zate da codici linguistici di storia diversadalla lingua italiana, possono trovare inquesto strumento elementi di valorizza-

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zione della loro diversita ed una ragioneper divenire soggetti attivi della loro storiapur dentro l’organicita dello Stato ita-liano.Colgo proprio in questo punto lo spi-

rito nuovo contenuto nella proposta: ilriconoscimento delle minoranze di anticoinsediamento e i diversi gradi di tutelaprevisti che superano l’angoscia di guar-dare al problema nell’ottica di dovereliminare pericoli eventuali per lo Statomonolinguistico e mononazionale nellasperanza di una assimilazione delle diver-sita culturali che, invece, resistono adispetto del tempo e del vario mutare neisecoli delle situazioni politiche e storiche.Difendere ora, al contrario, con una leggedello Stato stesso le minoranze significacollocare lo Stato nelle condizioni diintrodurre dentro di se elementi di vitaplurale, riconoscendo nella diversita sto-rico-culturale e quindi della connotazionelinguistica dei territori da esse abitate unostrumento di ridefinizione organica siadella propria strutturazione democraticasia della specificita della valorizzazionepolitica e territoriale attivando, al suointerno, progetti di intervento e meccani-smi di sviluppo finalizzati al lavoro e allacrescita sociale e civile, utilizzando peral-tro i cospicui finanziamenti dell’Unioneeuropea ai quali purtroppo l’Italia nonpuo accedere in assenza della normativaspecifica.Sotto questo aspetto l’intervento dello

Stato deve intrecciarsi con un impegnoserio verso il Mezzogiorno e le zoneinterne ove sono in prevalenza allocate leminoranze di antico insediamento, e percio stesso piu sottoposte ai rischi didispersione e di depauperamento, colpitecome sono dai morsi terribili della disgre-gazione economica e dello spopolamento.Sta in questo impegno massiccio e

combinato la prova concreta di come ilGoverno puo considerare la politica versole minoranze, cioe un arricchimento delloStato italiano e della societa e non gia unatto dovuto a coercizioni o a inspiegabilipaure di conflitti e rotture dell’unitanazionale, del cui valore di fondo proprio

alcune minoranze interne, come gli ar-bëresh, si sono fatti portabandiera ver-sando lacrime e sangue.Per di piu, l’approvazione della propo-

sta di legge sulle minoranze, il cui esamequest’Assemblea affronta oggi – e che iomi auguro possa rapidamente concluderel’iter al Senato perche diventi, al fine, attogiuridico operante dello Stato –, al di ladello starnazzare delle oche replicanti chein quest’aula e fuori da quest’aula vibranodi furore razzistico e di banale ignoranzarispetto ai problemi che stiamo discu-tendo, contribuisce a dare credibilita al-l’Italia, facendola uscire dall’antitesi mortadi una irrisolta contraddizione tra l’enfa-tizzazione dell’entrata in Europa e il nonrispetto delle direttive europee in materiadi minoranze linguistiche, di vecchio enuovo insediamento, al punto da nonpoter ratificare la Carta dei diritti.Agli europeisti di riporto c’e da ricor-

dare, allora, che questa ipotesi di leggeunificata, che mi sembra abbia trovatolargo consenso anche nella Commissione eche raccoglie in se proposte come quellache il sottoscritto ha presentato sin dalprimo momento in cui ha messo piede inParlamento, lungi dal creare difficoltaall’Italia, ci aiutera, invece, a stare inEuropa; a costringere gli altri paesi eu-ropei a rispettare il nostro presente e lanostra storia, a farci costruire uno Statopiu tollerante e a far guardare ai giovanicon qualche fiducia in piu al loro avve-nire, anche perche aiuta a liberare leclassi politiche di maggioranza da unamacchia disonorevole costituita dall’ipo-crisia di aver sancito nella Costituzione, invia di principio, un diritto di tutela per leminoranze linguistiche senza poi dotarsisul terreno pratico, come e avvenuto inquesti anni, di una legge di attuazionedell’articolo 6, quindi sostanzialmente ne-gando, cosı, nei fatti il rispetto e l’appli-cazione di quel diritto.Ho terminato, signor Presidente. Credo

che le minoranze di antico insediamentostiano attendendo con fiducia il votofavorevole di questo Parlamento sul prov-vedimento di cui stiamo discutendo. De-luderle, ancora una volta, sarebbe un

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delitto (Applausi dei deputati dei gruppi dirifondazione comunista-progressisti, dei de-mocratici di sinistra-l’Ulivo e dei popolarie democratici-l’Ulivo) !

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Giovanardi, che ha a disposi-zione sette minuti. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Il centro cri-stiano-democratico condivide pienamenteuna parte della proposta di legge, ma eassolutamente contrario ad un’altra partedella stessa. Condivide pienamente laparte della valorizzazione, dell’esaltazionee della necessita di ravvivare sul territoriolingue, idiomi e dialetti, a proposito deiquali e chiaro che andremmo in suddivi-sioni molto difficili; condivide, comunque,l’idea che nelle scuole, negli istituti cul-turali e nel teatro lingue che rischiano discomparire vengano, viceversa, ravvivate ediventino un qualcosa che mantenga vivala tradizione di quel modo di parlare cheha radici antiche. La logica della legge chenon possiamo assolutamente condividere eche non sapremmo come definire, nono-stante l’intervento del collega Brunetti,che ha offeso molto ma spiegato poco, equella per cui si stabilisce – e bene chei cittadini lo sappiamo – in undici regioniitaliane (Friuli, Piemonte, Lombardia, Ve-neto, Abruzzo, Molise, Sardegna, Puglia,Sicilia, Basilicata e Calabria), in venti otrenta province, in centinaia di comuni, indecine di corti d’appello e tribunali checirca 2 milioni e mezzo di italiani abbianodiritto di parlare ad altri italiani tramiteinterprete. E esattamente questo che prov-vede la legge, e lo fa in maniera assolu-tamente immotivata.Prendiamo il caso della Sardegna, visto

che l’altra settimana ero ad Alghero:secondo questa legge, un catalano diAlghero ha diritto, nel consiglio comunaledi Alghero, nel consiglio provinciale diSassari, nel consiglio regionale, nel tribu-nale e nella corte d’appello a parlare incatalano e ad avere un interprete che, inognuno di questi consigli o istituzionigiudiziarie o sedi amministrative, rias-suma per gli italiani cio che ha detto. Ma

lo stesso diritto lo avra il sardo che abitaad Alghero, nel senso che a sua volta avradiritto all’interprete, considerato che vi euna minoranza sarda anche ad Alghero:la lingua catalana verra tradotta in ita-liano per un’altra minoranza linguistica,per il sardo, che a sua volta, quandoparlera, vedra riassunto in italiano il suointervento per il catalano. Ne va dimen-ticato, e quanto sto per dire vale ancheper il Friuli, quanto mi hanno spiegato,cioe che i sardi non sono in grado dicapirsi tra loro: il dialetto stretto diCagliari rispetto a quello di Sassari...

PIETRO FONTANINI. I friulani si ca-piscono, non preoccuparti !

CARLO GIOVANARDI. So che puosembrare una barzelletta, ma, in realta, equesto il principio che stabiliamo conquesta legge, e si tratta di un principiooneroso, in quanto nessuno degli eletti inquesti consigli rinuncera – perche ne avradiritto – a far assumere una, due, tre,quattro o cinque persone che gli garan-tiscano l’intervento riassunto in italiano;quindi verra utilizzato, se non altro, ancheper ragioni di clientelismo. Noi facciamopassare allora il formidabile principio nondell’esaltazione delle lingue, dei dialetti,degli idiomi diversi, ma quello che unacomunita nazionale, gli italiani di linguatedesca, ladina, sarda, friulana o veneta,per parlarsi tra di loro hanno bisognodell’interprete, altrimenti non sono ingrado di comunicare. Mi sembra un prin-cipio folle – altro che Bossi ! – scardinarenon la lingua – puo essere l’italiano ol’inglese – ma il principio di una comu-nita. C’e comunita quando ci si parla e cisi intende senza bisogno di un interpreteche, a pagamento, riassume un pensiero.A maggior ragione ci si deve parlare neiconsigli comunali, provinciali, regionali,nelle comunita montane, negli uffici giu-diziari senza bisogno di un interprete.Certo, ci sono poi situazioni particolari

e specifiche: nella regione Trentino-AltoAdige, giustissimo, vi sono collegi speciali;nella provincia di Bolzano, dove c’e unaminoranza – o maggioranza, come volete

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– tedesca, il bilinguismo ha una ragionestorica profonda. Noi, pero, estendiamo a2 milioni e mezzo di italiani, « a capoc-chia », questo principio. Qualcuno infattimi deve spiegare perche il friulano sı edil veneto no, perche il sardo sı ed illombardo no: qual e il confine tra lalingua veneta e quelle friulana ? Nonesiste, e una scelta politica, odiosamentepolitica aggiungerei. Perche il modenese,ad esempio, che ha un suo idioma, unasterminata produzione poetica in verna-colare, decine di commedie, vocabolariitaliano-modenese e modenese-italianonon deve essere tutelato, essendo unaricchezza di quella regione ? Cosı il na-poletano.Vedete allora che questa legge parte su

alcuni aspetti positivamente – la valoriz-zazione delle culture – ma deraglia con ilconcetto che in mezza Italia ci si debbacapire attraverso interpreti.Diceva il relatore, parlando degli occi-

tani, che hanno dato tanto per l’unitad’Italia anche nella guerra 1915-1918,nonostante facessero fatica a parlare l’ita-liano. Ebbene, era esattamente il caso del70 per cento dei combattenti in quelconflitto, napoletani, sardi, pugliesi, emi-liani, che parlavano solo il dialetto. Nonera solo il caso degli occitani. Purtroppo,l’unita d’Italia e stata fatta da popolazioniche non si capivano tra di loro, parlavanosoltanto il dialetto. Poi, per fortuna – ioritengo per fortuna – siamo arrivati adusare un linguaggio comune che ci per-mette in questo Parlamento di capirci. Io,pero, ho presentato un emendamentoperche se nel consiglio regionale del Friuliqualcuno ha diritto di parlare friulano,oppure chi proviene da Piana degli alba-nesi puo parlare appunto albanese nel-l’assemblea regionale siciliana che harango di Parlamento (cosı come il governosiciliano ha rango di vero e propriogoverno sul suo territorio) bisogna allorache anche qui quelle minoranze parlino laloro lingua madre ed abbiano un inter-prete che traduca per gli italiani che nonla capiscono. Altrimenti, caro relatore, ilragionamento e monco. Mi si deve spie-gare, infatti, perche cio possa avvenire nei

consigli comunali, provinciali e regionali,nelle comunita montane, nei tribunali enegli uffici pubblici, ma non in Parla-mento.Vedete allora che le incongruenze di

questa parte della normativa sono insu-perabili e assolutamente poco meditate:invece di esaltare le lingue e le parlateoggetto del provvedimento avviano unmeccanismo disgregante che mette in pe-ricolo quel poco di comunita nazionaleche – lo ripeto – e la capacita di unpopolo, di gente che ha la stessa origine,di parlarsi direttamente senza bisogno diricorrere ad interpreti (Applausi dei depu-tati dei gruppi misto-CCD, di forza Italia edi alleanza nazionale).

PRESIDENTE. E iscritta a parlarel’onorevole Jervolino Russo. Ne ha facolta.

ROSA JERVOLINO RUSSO. SignorPresidente, desidero premettere che natu-ralmente intervengo non come presidentedella Commissione affari costituzionali,ma come parlamentare. Desidero innan-zitutto ringraziare il relatore per la mag-gioranza per il lavoro che ha svolto, ilsottosegretario Zoppi, il quale ci ha sem-pre seguito in modo costruttivo, ma ancheil relatore di minoranza, onorevole Menia.Egli, infatti, certamente da un punto divista diverso da quello dell’onorevole Ma-selli, ha esposto una interessante relazioneche offre argomenti sui quali riflettere. Miauguro pertanto di lavorare insieme, siapure con punti di vista diversi, come eavvenuto in Commissione, raggiungendopero sintesi largamente condivise sullabase di un testo che indubbiamente eperfettibile, ma le cui linee di fondo nonritengo assolutamente, almeno dal miopunto di vista, possano essere stravolte.E stato qui ricordato il lavoro svolto

nelle precedenti legislature – non tornerosu questo aspetto – e sono stati fattiriferimenti molto puntuali all’articolo 6della Costituzione. Vorrei aggiungere altritre riferimenti costituzionali.Ritengo che fra i diritti inviolabili della

persona umana indubbiamente vi sia an-che quello alla propria identita culturale

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linguistica. Credo altresı che la Costitu-zione, nel momento in cui riconosce leautonomie locali, riconosca non soltantole strutture giuridiche rappresentative, maanche la vita, la cultura, la storia e –perche no – la lingua delle comunitalocali.Penso che, tutto sommato, l’articolo 3

della Costituzione – un articolo caro a noidonne perche ci ha aiutato a far saltarediscriminazioni basate sul sesso – vadapero ricordato perche una delle discrimi-nazioni segnalate, rispetto alle quali ilsecondo comma sottolinea la necessita diun impegno della Repubblica, riguarda leragioni di lingua.Non abbiamo lavorato nell’intento in

qualche modo di minare, indebolirel’unita del paese, ma anzi siamo statimossi dalla volonta forte di rafforzarla,probabilmente guardando all’unita da duepunti di vista, sui quali dovremo ancoradiscutere.Non penso tuttavia che tale unita si

possa raggiungere attraverso un’omologa-zione forzosa delle diversita; quest’opera-zione e stata compiuta in alcuni tempistorici e in qualche regione. Ricordo, adesempio, quando immediatamente dopo laprima guerra mondiale venne imposta allepopolazioni del Trentino – non me neabbia il caro collega, onorevole Mitolo,racconto una storia che e anche storiadella famiglia di origine di mia madre –la traduzione del cognome; i miei sisalvarono solo perche il loro aveva undimostrato retroterra storico. Queste ope-razioni di tipo forzoso portarono a farnascere un sentimento anti-italiano, an-tiunitario, anche in gente che ne eraassolutamente lontana.Ritengo che l’unita sia un’operazione

indubbiamente difficile e complessa, masia un’operazione di armonizzazione dellediversita, di rispetto per le storie, leculture e le identita regionali. Del resto, sestiamo cercando di fare questo tipo dioperazione a livello europeo, per fortunacon successo, non si capisce perche nonpossiamo e, dal mio punto di vista, nondobbiamo farla a livello nazionale.

Non c’e nessuna voglia di minarel’unita nazionale anche da un altro puntodi vista. Ci sono paesi nei quali l’unitalinguistica si accompagna e, direi, quasi siidentifica con l’unita nazionale e ci sonopaesi nei quali esiste l’unita nazionale, manon l’unita linguistica; penso alla Svizzera,per esempio. Ritengo sia veramente as-surdo pensare oggi a logiche che soppri-mano queste realta.E stato gia ricordato che all’interno del

provvedimento – non ho alcuna remora aricordare che questa proposta e nata dalgruppo di alleanza nazionale – e unarticolo 1, il quale afferma con chiarezzache la lingua ufficiale della Repubblica el’italiano. Prima qualcuno dei colleghi –se non sbaglio, l’onorevole Niccolini –ricordava che dovremmo impegnarci an-che per far conoscere l’italiano, affinchequesto riconoscimento non avvenga sol-tanto sulla carta, ma nella cultura viva ereale di tutti i cittadini italiani. Su questonon c’e assolutamente dubbio e nel miogruppo vi e una forte volonta di lavorarein questo senso, ma cio non va affatto incontrotendenza rispetto ad una logica didoverosa attuazione del dettato dell’arti-colo 6 della Costituzione.Ricordava poc’anzi l’onorevole Menia

che anche i documenti possono essereredatti nelle lingue protette, pero io vorreianche sottolineare che al quarto commadell’articolo 9 abbiamo stabilito con chia-rezza che producono effetti giuridici sol-tanto gli atti e le deliberazioni redatti inlingua italiana, principio che viene riba-dito anche nell’ultima parte dell’articolo10. Abbiamo anche accettato il suggeri-mento – proveniente dal collega Aloi, senon ricordo male – di inserire un comma2 all’articolo 21, che riguarda la diffusionedella lingua e della cultura italiana al-l’estero. Anche a questo proposito c’emoltissimo da fare: e necessario verificarecio che effettivamente viene prodotto, intermini di rapporto costi-benefici, dainostri istituti di cultura italiana all’estero;si debbono inventare strumenti nuovi,potenziare l’attivita di RAI-International,e cosı via. Sono pero tutte cose diverse e

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che non vanno in controtendenza rispettoa cio che noi vogliamo affermare conquesta legge.Con grande rispetto verso tutti i col-

leghi intervenuti, vorrei pero dire chealcune volte mi sembra che vi sia nelnostro approccio ai problemi un certoqual provincialismo culturale. Prima Bru-netti ed altri colleghi hanno ricordato illavoro compiuto dal Consiglio d’Europa,dagli organismi comunitari e dal Parla-mento europeo, lavoro che e stato poipraticamente recepito in tutti gli Statimembri, rispettivamente, del Consigliod’Europa e dell’Unione europea. Ora, si-gnor Presidente, colleghi, a me pare fran-camente molto strano che cio che neglialtri Stati europei non e stato affattopreso come un indebolimento dell’identitae della cultura nazionale debba essereinvece interpretato in questo modo nelnostro paese.Certamente comprendo le difficolta che

possono esistere dal punto di vista praticoe sotto questo aspetto, come ho gia detto,le norme sono probabilmente perfettibili,ma parlando di perfettibilita voglio direcon umilta e fermezza ai colleghi che miauguro che anche la XIII legislatura nonsi concluda insabbiando questo progettodi legge, come e gia avvenuto nella XII,nell’XI e nella X. Mi auguro anche che illavoro intorno a questo testo si sostanzi dicritiche e proposte costruttive: il profluviodi emendamenti, francamente ostruzioni-stici, che gia sta giungendo ai nostri ufficinon credo dimostri la volonta di operarein una logica costruttiva.Dicevo, comunque, che il progetto di

legge e probabilmente perfettibile e forsepuo anche creare qualche difficolta ap-plicativa, ma se andiamo a stringere, inrealta, i diritti che il testo riconosce alleminoranza linguistiche sono sostanzial-mente tre. In primo luogo, quello diparlare la propria lingua nelle istituzionidemocratiche locali. Amici, noi facciamole riforme istituzionali, parliamo di logicadi partecipazione e di diritti di cittadi-nanza attiva: ebbene, mi pare che fra idiritti di cittadinanza attiva vi sia anchequello di esprimersi nella lingua e con la

cultura che sono proprie. Non e poi undiritto tanto strano ! Anche il diritto diusare la propria lingua davanti agli orga-nismi giurisdizionali – se ne parlava pocofa con il sottosegretario per la giustizia,Corleone – si potra articolare meglio, sipotra perfezionare la relativa norma, main fondo che tipo di giustizia vogliamoesercitare nel nostro paese se il cittadinonon e in grado di farsi capire chiaramentedal giudice e come puo un magistratogiudicare un cittadino che non ha avutomodo di esprimere il suo punto di vista,di difendersi in modo adeguato ? A mesembra che questi siano non grazioseconcessioni del Parlamento italiano mariconoscimenti di diritti minimali di li-berta, che un sistema democratico devegarantire a tutti i cittadini.Anche nel caso del diritto all’infor-

mazione in radio e televisioni locali,amici e colleghi, siamo proprio al mi-nimo: quando l’articolo 21 della Costi-tuzione parla di diritto all’informazione,lo riconosce non rispetto ai cittadini dilingua e cultura italiana ma rispetto atutti i cittadini italiani; quindi, anchel’uso delle lingue locali per far com-prendere cio che sta avvenendo misembra rientrare in qualcosa di costi-tuzionalmente garantito.L’altro diritto di cui si e parlato molto

riguarda la possibilita di approfondire,durante il percorso scolastico, la cono-scenza della propria lingua, della propriacultura e della propria storia. Vorrei direcon chiarezza che nel Comitato ristrettoed in Commissione nessuno si e maisognato di porre questo diritto comealternativo alla conoscenza, allo studio,all’approfondimento della lingua italiana:quindi, assolutamente la possibilita dicomunicare fra i cittadini non vienemeno. E invece qualcosa che si aggiunge.Inoltre, preciso che se c’e una persona checrede nell’autonomia scolastica sono pro-prio io, perche in fondo, come ministrodella pubblica istruzione, ho proposto,sostenuto ed ottenuto il varo per la primavolta, nel provvedimento di accompagna-mento alla finanziaria 1994, dell’articolosull’autonomia scolastica; tuttavia, ricono-

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scere un sistema di autonomia non signi-fica affatto rinunciare a porre dei puntifissi e degli obiettivi, che poi autonoma-mente le singole istituzioni scolastiche siorganizzano per raggiungere. Quindi, nonvi e alcun contrasto fra cio che propo-niamo e la logica dell’autonomia.Due ultime considerazioni voglio ag-

giungere. Il relatore Maselli e stato capacedi instaurare un colloquio molto produt-tivo con il Comitato per la legislazione.L’altro giorno, per la cortesia del collegaArmaroli, ho avuto la possibilita di avereuna tabella nella quale si riporta l’acco-glienza che le Commissioni di meritohanno dato ai suggerimenti del Comitatoper la legislazione. Bene, non credo chefaccia onore a nessuno (meno che meno achi ha studiato e voluto il nuovo regola-mento) constatare che, cosı come Arma-roli mi faceva notare, i rilievi del Comitatoper la legislazione vengono normalmentedisattesi in misura pressoche totale. Eb-bene, noi invece abbiamo recepito questirilievi. Ed allora mi rivolgo con amiciziae con rispetto ai colleghi dell’opposizione:non si puo chiedere (positivamente, comeloro hanno fatto) l’intervento del Comitatoper la legislazione e poi imputare allaCommissione di merito il fatto di avereaccolto i rilievi dello stesso. No, noi nonavevamo chiesto questo intervento. E statochiesto, e avvenuto, le osservazioni avan-zate sono piu che fondate e noi leabbiamo accolte: dovrebbe essere qualcosache faciliti l’approvazione della legge. Sideve proprio al Comitato per la qualitadella legislazione l’inserimento della pre-cisazione – dal mio punto di vista, op-portuna – dell’aggettivo « storiche » nel-l’espressione « tutela delle minoranze lin-guistiche » nel titolo della legge. Cosı comesi deve al Comitato per la qualita dellalegislazione il comma 2 dell’articolo 2,quello relativo ai rom e ai sinti. Puopiacere o non piacere – personalmente, ame piace – ma le comunita dei rom e deisinti sono comunita antichissime, che sog-giornano da centinaia di anni nel terri-torio nazionale. Devo dire che ho fattoun’esperienza bellissima nella scorsa legi-slatura, quando presiedevo una Commis-

sione non importante come la Commis-sione affari costituzionali, ma una Com-missione sulla quale qualcuno sorrideva(personalmente non ho sorriso mai,perche e stata un’esperienza molto bella),cioe la Commissione speciale competentein materia di infanzia, che questo ramodel Parlamento istituı verso la fine dellalegislatura. Nell’ambito di una indaginesulla condizione dei bambini rom e sinti,ascoltammo i rappresentanti di questecomunita. Era la prima volta che questecomunita ufficialmente venivano chiamateed ascoltate in Parlamento. Bene, e statoun incontro bellissimo, perche queste co-munita esprimono una ricchezza culturaleche dal mio punto di vista e interessan-tissima ed affascinante.Del resto, credo che non si debba scan-

dalizzare nessuno. Ho chiesto agli uffici difare una rapida indagine delle leggi regio-nali sulla condizione dei nomadi: ne esi-stono ben dieci, delle regioni Basilicata,Liguria, Toscana, Veneto, Emilia-Romagna,Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia,Marche e Piemonte. Quindi, mi sembra chela legge dello Stato arrivi per ultima, macomunque almeno fissa un principio.Vorrei fare un’ultima considerazione,

che riguarda il Governo, ma non il sot-tosegretario Zoppi, che anche dal punto divista della puntualita e eccezionale edesemplare. E stata rilevata dai due rela-tori e dal Governo stesso la mancanzadella relazione tecnica. Amici, vorrei fareil punto su una questione di metodo. Noi,come Commissione affari costituzionali,con la collaborazione della maggioranza edell’opposizione, abbiamo sempre fattograndissimi sforzi per rispettare la calen-darizzazione d’aula: ebbene, la deve ri-spettare anche il Governo. Bene o male, laCommissione bilancio aveva da un mese ilprovvedimento al suo esame e nel mo-mento in cui quella Commissione dice dinon potersi pronunciare perche manca lascheda tecnica del Governo, ritengo cheanche questo problema debba essere po-sto in quella audizione – che moltoopportunamente e stata chiesta e cheavverra nella Commissione da me presie-

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duta – per verificare i rapporti Governo-Parlamento in vista della piena attuazionedel regolamento.La mia conclusione e di auspicare un

lavoro di sereno confronto, di costruzionefatta insieme, per poter giungere all’appro-vazione di una legge che io giudico civile enecessaria in una democrazia che vuoleessere sostanziale (Applausi dei deputati deigruppi dei popolari e democratici-l’Ulivo, deidemocratici di sinistra-l’Ulivo e misto-socia-listi democratici italiani).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Fontanini. Ne ha facolta.

PIETRO FONTANINI. Sâr President, ocomenci il mio intervent in furlan parprotestâ cuintri chest Stât che da plui dicicuante ains al e sord tai confronts dicheste lenghe.

PRESIDENTE. Onorevole Fontanini, laprego. Abbiamo capito il significato.

PIETRO MITOLO. Ecco dove si va aparare con questa legge !

PIETRO FONTANINI. Signor Presi-dente, colleghi, e da piu di cinquant’anniche i popoli depositari di lingue e culturediverse dall’italiano attendono interventiche diano attuazione alle norme costitu-zionali contenute negli articoli 3 e 6.Cinquant’anni di attese e di incompren-sioni sono tanti per uno Stato che anno-vera tra le sue popolazioni una varieta dilingue che pochi altri paesi in Europahanno, considerando che il diritto dipraticare una lingua minoritaria sia nellavita privata che nei rapporti con le isti-tuzioni e un diritto imprescindibile, con-forme ai principi contenuti nel Pattointernazionale relativo ai diritti civili epolitici delle Nazioni unite ed affermatonell’Atto finale di Helsinki del 1975. Ilritardo della legislazione italiana nel re-cepire questi principi e particolarmentepreoccupante.Gia nel 1992 il Consiglio d’Europa

approvava la Carta europea delle lingueminoritarie o regionali, un documento

fondamentale sottoscritto da diciotto Statiche dopo la ratifica della Norvegia, dellaFinlandia, dell’Ungheria, dell’Olanda, dellaCroazia e della Svizzera e ufficialmenteentrato in vigore il 1° marzo di que-st’anno. In precedenza, cari colleghi, hoascoltato affermazioni che non sono con-sone rispetto a questa Carta. Si tratta insostanza di un documento gia entrato invigore, anche se l’Italia non l’ha ancorasottoscritto.La Carta riconosce le lingue minorita-

rie come componenti il patrimonio cultu-rale dell’Europa. « La protezione e lapromozione delle lingue minoritarie neipaesi e nelle regioni d’Europa » – dichiarail documento – « rappresentano un con-tributo importante per costruire un’Eu-ropa inserita nei valori della democrazia edel rispetto delle diversita culturali ». Eccoun altro passo tratto dalla Carta: « Inun’Europa libera e democratica rispetto,comprensione e tolleranza per tutti igruppi linguistici devono diventare obiet-tivi primari nelle istituzioni e nell’infor-mazione pubblica ».In questi anni le istituzioni pubbliche

sono state disattente a questi principi.Non soltanto il Governo italiano non haancora sottoscritto la Carta europea dellelingue minoritarie, ma piu volte vi e statoun atteggiamento di ostilita nei confrontidei popoli che a casa loro volevanodifendere la loro lingua e la loro cultura.Anche la proposta di legge in esamedenota questo atteggiamento di ostilita neiconfronti dei parlanti una lingua diversadall’italiano. Infatti il primo articolo re-cita: « La lingua ufficiale della Repubblicae l’italiano ». Un modo veramente origi-nale, cari colleghi, per dare tutela a chi daanni aspetta norme in suo favore: gli siricorda che la lingua dominante in questoStato e l’italiano ! Cari colleghi, stiamodeliberando a favore delle minoranze lin-guistiche o continuiamo con questi pro-clami a fare violenza ai popoli non italicidi questo paese ?Ci sembra poi che l’aver introdotto

norme a favore dei rom e dei sinti siapoco rispettoso nei confronti delle cultureche da sempre sono insediate in alcune

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regioni d’Italia e che hanno dato alpatrimonio culturale mondiale pagine diletteratura tra le piu significative. A titolodi esempio ricordo, per questo secolo, lepoesie in lingua friulana di Pier PaoloPasolini o di padre Davide Maria Turoldo.Vorrei inoltre richiamare il parere

espresso dal Comitato per la legislazione:come sara possibile tutelare gli zingarirom e sinti senza aver specificato nell’am-bito del testo di legge le norme e i principiin base ai quali sara adottato un regola-mento attuativo ? E difficile. Certo sitratta di popolazioni che risiedono daparecchi anni sul nostro territorio ita-liano, pero si spostano, si muovono edifficilmente (proprio per la loro dinamicaed il loro modo di essere) accettano anchele norme che molte regioni hanno lorodedicato.Tra l’altro, la tutela della lingua degli

zingari e contraria alla Carta europeadelle lingue minoritarie, la quale all’arti-colo 1 esclude le lingue degli emigranti daquelle soggette a tutela. Anche in Com-missione si era concordato di stralciare leculture degli zingari dal testo di questalegge; poi sono state reintrodotte, nonsappiamo per merito di chi.La lega nord per l’indipendenza della

Padania pone come condizione irrinuncia-bile, al fine dell’espressione del voto fa-vorevole, la soppressione del secondocomma dell’articolo 2, relativo alle comu-nita rom e sinti.La nostra convinzione e dettata anche

dalla necessita di rendere operativa questalegge, poiche la presenza delle due comu-nita cui ho fatto riferimento creerebbenon pochi ostacoli applicativi.Il dibattito – speriamo approfondito e

serio – che si sviluppera in quest’aula nonpotra prescindere da alcuni luoghi comuniche cercano di invalidare la portata cul-turale di norme a favore di popoli mino-ritari.Chi e contro i popoli e la loro lingua

cita molto spesso la torre di Babele.Adesso faro un riferimento che spero ilrelatore, collega Maselli, che e un granconoscitore della Bibbia, essendo anchepastore protestante, potra comprendere.

Al capitolo 11 della Genesi vi e il raccontodella costruzione della torre di Babele edella successiva maledizione di Dio checonfonde le lingue degli abitanti di quellaantica citta. Secondo un’esegesi piu at-tenta, il racconto biblico va invece inter-pretato come il tentativo di Babele dimassificare tutto e tutti, di andare controla volonta di Dio che vuole gli uomini conle loro identita e diversita. Babele rap-presenterebbe, dunque, la volonta di unpotere unico che vuole una citta unica conuna lingua unica: in pratica il tentativo direalizzare quel potere centralizzante emassificante che e contro il volere di Dio.La pluralita delle lingue e proprio la

garanzia che Dio vuole a favore dell’uma-nita composta da tanti popoli e nazioni.Una volonta che si puo leggere semprenella Genesi al capitolo 10, dove si fal’elenco dei popoli che sopravvivono aldiluvio universale e che si moltiplicanocon le loro diversita linguistiche ed etni-che. Un pluralismo, dunque, sentito evissuto come una benedizione secondo lavolonta positiva del Creatore.Il testo, quando all’articolo 2 elenca le

minoranze oggetto di tutela, compie, pe-raltro, anche una discriminazione, in par-ticolare nei confronti del friulano, delsardo e del ladino, facendo riferimentoalle popolazioni parlanti tali lingue e nonalle popolazioni friulane, sarde e ladine.In tale distinzione sembra scorgersi iltentativo di non riconoscere una pienezzadi dignita a queste lingue, che sonoparlate da popoli che da sempre vivono inItalia. Vorremmo capire perche. Mi rifac-cio a questo riguardo ad un appunto delComitato per la legislazione, il quale hadetto: « Chiarisca la Commissione la por-tata ed il significato, ai fini della legge inesame, del termine popolazioni e valuti imotivi per cui l’uso di tale termine e statopreferito a quello di comunita ».Come friulano non posso accettare

questa discriminazione e con un emenda-mento propongo che tutte e dodici leminoranze siano poste sullo stesso piano.La mia lingua madre, il friulano, e unalingua riconosciuta a livello scientificonella sua precisa individualita all’interno

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della grande famiglia delle lingue ro-manze. La sua tradizione letteraria...

CARLO GIOVANARDI. Tutte sono ri-conosciute, anche la mia !

PIETRO FONTANINI. Ascolta, Giova-nardi, che forse impari qualcosa !La sua tradizione letteraria inizia alla

fine del 1200 e si normalizza definitiva-mente a partire dal 1300.

CARLO GIOVANARDI. Ma tutte sonocosı ! Cominciamo a raccontarci le bar-zellette !

PIETRO FONTANINI. Lo confermaDante nel suo De vulgari eloquentia, dovefa riferimento alla parlata degli abitanti diAquileia.

CARLO GIOVANARDI. Anche nel du-cato di Modena il duca parlava modene-se !

PIETRO FONTANINI. Lo stesso rico-noscimento si trova in un manoscrittodella biblioteca vaticana del XIV secolo,nel quale si legge che il Friuli era pro-vincia del tutto distinta dalle altre, perchein essa si parlava una lingua che non erane latina, ne slava, ne tedesca. Era unidioma del tutto differente da quelloitalico.Oltre alle dodici minoranze che questa

legge elenca vi sono altri popoli cheattendono un riconoscimento: forse ancheil tuo, Giovanardi. Mi riferisco, in parti-colare, al popolo veneto, che rappresentala stragrande maggioranza all’internodella sua regione, ma che questa propostadi legge ignora. Come e possibile disco-noscere la millenaria storia di un popoloche ha sempre mantenuto, soprattuttoattraverso la lingua veneta, un orgogliosoattaccamento alla propria identita ? I ve-neti a casa loro non si sentono minoranza,tuttavia chiedono con forza che la lorolingua e la loro cultura entrino all’internodelle istituzioni pubbliche e, in partico-

lare, che la scuola italiana finalmentericonosca il valore letterario di quell’an-tica lingua.Se da questa Assemblea non verranno

accolti gli emendamenti che la lega nordper l’indipendenza della Padania ha pre-sentato per dare dignita anche alle lingueveneta e piemontese, il nostro giudiziosara fondamentalmente contrario allanorma.

CARLO GIOVANARDI. E il lumbard ?

ROBERTO MENIA. C’e una linguapadana o no ? Non l’ho ben capito !

PIETRO FONTANINI. Tuttavia nonpensiate di bloccare la stragrande mag-gioranza dei popoli che vivono sul terri-torio della Padania perche saranno glistessi popoli, che questa proposta di leggeignora, a far adottare alle regioni del nordtutta una serie di provvedimenti a favoredelle loro culture.Colleghi, se in Europa vengono parlate

piu di 60 lingue significa che l’identita deipopoli e qualcosa di naturale, che vieneprima delle istituzioni, e non sara possi-bile omologarle e distruggerle perche laliberta anche linguistica e un valoretroppo importante per essere indebolito emortificato da leggi che non rispettanoquesti diritti naturali (Applausi dei depu-tati del gruppo della lega nord per l’indi-pendenza della Padania).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Crema. Ne ha facolta.

GIOVANNI CREMA. Signor Presidente,onorevoli colleghi, ogni cultura che muoreporta con se una fetta insostituibile del-l’intera cultura dell’umanita e le societapiu avanzate hanno l’obbligo di impedireche cio avvenga. Di piu: il grado didemocrazia di uno Stato si misura anchedalle garanzie di difesa delle minoranzeetnico-linguistiche.Cosı il collega, onorevole Brunetti, il-

lustrava la sua proposta di legge nellapassata legislatura, ed io su questo puntoho concordato con lui quando con il

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collega, onorevole Massa, ho proposto adaltri deputati il testo che porta le nostrefirme e che ha lo scopo di dare finalmenteattuazione alla norma costituzionale pre-vista dall’articolo 6 della nostra leggefondamentale.Il testo che e ora all’esame dell’Assem-

blea tiene conto delle indicazioni conte-nute in numerose proposte di legge e diun approfondito lavoro svolto in Commis-sione, che ha consentito di raccogliere unlargo consenso, cosı come richiede larilevanza culturale e sociale di un prov-vedimento cosı importante per buonaparte del paese.Seppur giustamente proiettati verso la

piena integrazione europea e quindi at-tenti alla necessita di apprendimento dilingue straniere quali il francese e soprat-tutto l’inglese, ormai considerata linguauniversale, non possiamo esimerci dal-l’azione di tutela di culture legate allostorico evolversi della nostra Italia. E cioin maggior misura oggi, quando tutticoncordano rispetto alla necessita di unpiu consistente decentramento dello Statoe molti (noi tra questi) per una suatrasformazione in senso federalista.E questa che si propone una legge di

principio, che intende definire un quadrogenerale per l’attuazione della Costitu-zione, affidando agli enti locali precisicompiti in materia sia di programmazionesia di intervento.La parola, il linguaggio, puo essere un

mezzo esterno di comunicazione, un utilesistema commerciale di contatto, un ela-borato metodo per i rapporti interperso-nali, ed ecco l’utilita epidermica indubbia:impara l’inglese, impara il basic, il lin-guaggio dei computer ! Questo e l’impera-tivo. E dunque l’imperativo dell’avere, cosısi avra successo, piu comunicazione, piuspazio per l’azione. Cosı l’amico e com-pianto collega, onorevole Loris Fortuna,scriveva nella sua relazione nella IX legi-slatura in Commissione affari costituzio-nali, in un precedente sfortunato tentativolegislativo. Il suo contributo prezioso eappassionato in ordine al tema in esamecosı continua: ma nel regno dell’essere,laddove il verbum mentis esprime l’intera

interiorita dell’uomo, ogni comunita ha lasua parola che corrisponde alla sua storia,che e costruita nella sua storia. Puoessere, anzi e cosı, che sia necessarioutilizzare negli scambi e nei rapportiun’altra lingua, la cosiddetta lingua na-zionale od altre, ma e assolutamentenecessario, contemporaneamente, nonestraniarsi dalle fonti del proprio linguag-gio prodotto dall’esperienza e dalla vitadella propria gente, della propria comu-nita, della propria famiglia. E il rapportotra parola-scorza e parola-seme che siripropone continuamente tra l’avere el’essere.Signor Presidente, onorevoli colleghi,

noi oggi diamo seguito, anche qui congrande ritardo, alla carta dei diritti delleminoranze etniche e linguistiche che estata approvata alcuni anni fa dal Parla-mento europeo. L’onorevole Gaetano Arfe,che ne e stato promotore e del quale mipiace ricordare il fatto di essere, assiemea Loris Fortuna, mio compagno di fedepolitica, con larga lungimiranza ci ricor-dava che e interesse della democraziaeuropea che la presa di coscienza delleminoranze non diventi un fatto di ribel-lismo endemico e che la rivolta delleregioni trovi un suo sbocco ed una suacomposizione.E proprio vero, e nell’interesse della

democrazia europea, dell’Europa nel suoinsieme, che non scompaia e neancheimpallidisca una testimonianza della suastoria che e anche parte integrante delsuo patrimonio di civilta. E ancor piuinteresse dell’Europa inserire queste ener-gie nel proprio circolo, anche come con-tributo alla lotta contro un processo distandardizzazione culturale, che e a livellisempre piu bassi, che ignora anche ilpedagogismo paternalistico di altri tempi,impone e propone mode, costumi, com-portamenti, uniformazioni mortificanti,che espone l’Europa ai pericoli di unaautentica colonizzazione di provenienzaamericana e giapponese, grazie ai previstisviluppi delle nuove tecnologie nei mezzidi comunicazione di massa.

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Solo ora, quindi, ci si accorge congrande preoccupazione che le culture di-verse rischiano di scomparire con danniincalcolabili per le nostre comunita.L’approvazione del testo in esame por-

tera l’Italia fra i paesi piu avanzati inEuropa ed in sintonia con le risoluzioniprima ricordate dell’Unione europea.Signor Presidente, prima di concludere

il mio breve intervento, vista l’avara di-sponibilita di tempo, mi permetta di rin-graziare il presidente della I Commissione,l’onorevole Jervolino, che ha gratificato illavoro mio e del collega onorevole Massafirmando la nostra proposta. Vorrei rin-graziarla per la solerzia, peraltro abituale,con la quale ha seguito il provvedimentoin esame. In modo particolare, desideroringraziare il relatore per la maggioranza,il collega Maselli, che con tenacia edammirevole impegno ha permesso all’As-semblea di iniziare oggi la discussione el’esame del provvedimento (Applausi deideputati del gruppo misto-socialisti demo-cratici italiani).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Aloi. Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,onorevoli colleghi, io non esordiro in unalingua che non sia quella italiana, percheritengo debba essere la lingua ufficiale delpaese, tant’e che noi di alleanza nazionaleabbiamo voluto che al primo articolo dellaproposta di legge venisse chiarito in modofermo che la lingua ufficiale e quellaitaliana.Non parlerei nemmeno di minoranze

etnico-linguistiche, perche forse sarebbepiu esatto parlare di presenze etnico-linguistiche. Il termine « presenza » attestail significato ed il valore che nella storiae nella cultura del nostro paese hannocerte realta.Parimenti, devo dire con franchezza

che le perplessita che affacciava nellarelazione di minoranza il collega Menianon vanno ne sottovalutate ne – onore-vole Brunetti, glielo dico con la lealta checaratterizza i nostri rapporti – demoniz-zate anche con espressioni che non hanno

attinenza con la serieta della questioneche stiamo affrontando.Devo altresı ringraziare il relatore per

la maggioranza perche ha recepito alcuneproposte. Infatti, oltre alla difesa dellalingua italiana in tutte le sue articolazioniinterne ed estere, ha tenuto conto diquanto da noi suggerito in merito allaquestione scolastica. Fermo restando chela questione dell’autonomia rappresentaun dato acquisito, con il collega Meniaabbiamo reputato indispensabile che, peril reclutamento degli insegnanti, si tenes-sero presenti non le disposizioni locali, maquelle nazionali, secondo le quali i prov-veditorati rappresentano l’articolazioneperiferica del Ministero della pubblicaistruzione, con le garanzie che ne deri-vano. Allo stesso modo debbo dire conmolta franchezza che le perplessita che ilcollega Menia avanzava nella sua rela-zione di minoranza non vanno sottovalu-tate ne, onorevole Brunetti (lo dico con lalealta che caratterizza i nostri rapporti),quasi demonizzate con espressioni chespesso possono non aver rapporto con laquestione seria che stiamo affrontando.Voglio anche ringraziare il relatore

perche ha recepito, oltre all’esigenza delladifesa della lingua italiana in tutte le suearticolazioni interne ed estere, anche l’ele-mento attinente alla questione scolastica.Fermo restando che l’autonomia e undato ormai acquisito, abbiamo ritenutocon il collega Menia – in quella circo-stanza ci siamo battuti – che sia neces-sario che nel reclutamento degli inse-gnanti si tengano presenti non disposizionilocali o localistiche ma quelle nazionaliche vedono nei provveditorati, articola-zioni periferiche del Ministero della pub-blica istruzione, le garanzie necessarie.Per quanto riguarda il problema degli

esperti, abbiamo chiesto assicurazioni diordine culturale e scientifiche per coloroche si autodefiniscono tali. Quanto albilinguismo e ai problemi che puo farsorgere in certe zone, soprattutto in quelledi confine (la situazione non e tantosemplice e le preoccupazioni di Menianon vanno sottovalutate) c’e sicuramenteda riflettere e da definire la materia,

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anche mediante emendamenti. Certamenteil tema non riguarda gli albanesi diCalabria o i greci di Calabria e di Sicilia;abbiamo gia detto che si tratta di pre-senze storicamente consolidate. E statocitato il collegio di San Demetrio Coronada cui uscivano i patrioti del Risorgi-mento: valga per tutti l’esempio di Agesi-lao Milano.Voglio poi ricordare una pagina ripor-

tata dallo scrittore Curzio Malaparte, ilquale parlava del soldato della primaguerra mondiale Giovanni Zero. Egli, difronte ai propri capi che guidavano l’as-salto, ebbe a dire, da soldato semplice:« Questo e il soldato Giovanni Zero, di SanGiovanni in Fiore, che vuol dimostrare aquelli di qua e a quelli di la che qui ci sonuomini ».Vorrei anche ricordare i grecanici di

Calabria e la figura di Rohlfs, che in annie anni redasse il vocabolario greco-ita-liano che rappresenta un testo moltoimportante. Abbiamo centri come Ro-ghudi, Galliciano e Bova dove esiste unistituto di studi ellenofoni, che vannotutelati e difesi. Nessuno in questi luoghipensa di attentare all’unita d’Italia; c’egente i cui avi hanno combattuto perl’Italia in tutte le guerre del Risorgimento,gente che e integrata e radicata neltessuto nazionale.La nostra e anche una posizione cri-

tica; il collega Menia – signor relatore perla maggioranza – ha avvertito il dovere dipresentare la sua relazione di minoranzaper ribadire il valore dell’unita nazionaleche soprattutto in certe zone d’Italia – miriferisco ai confini – viene spesso insidiatacon il marchingegno della questione lin-guistica delle minoranze.Ecco il senso della proposta di legge

che ho presentato; insieme con l’onorevoleValensise abbiamo ritenuto di difenderecerte realta linguistiche, proprio in sinto-nia con certi valori e certa cultura: l’unitad’Italia. Vivaddio, e stata proprio la Ca-labria che ha dato il nome all’Italia e chee ora orgogliosa di avere in se presenzeche rappresentano storia, cultura e civilta(Applausi dei deputati del gruppo di al-leanza nazionale – Congratulazioni).

PRESIDENTE. E iscritto a parlarel’onorevole Olivieri. Ne ha facolta.

LUIGI OLIVIERI. Signor Presidente,colleghi, l’annosa questione della tutela diquelle che si possono definire le « mino-ranze minori » inizia finalmente ad av-viarsi a soluzione.La proposta di legge in esame si situa

nel filone delle precedenti proposte dinormazione quadro al fine di dare attua-zione generalizzata al principio di tuteladelle minoranze linguistiche stabilito dal-l’articolo 6 della Costituzione.Come e noto, infatti, la protezione

delle minoranze linguistiche presenti sulterritorio italiano ha finora presentatocaratteri di profonda differenziazione giu-ridica e cio per evidenti ragioni storiche,sociali e politiche. Il risultato e stato peroun trattamento talmente differente tra lediverse realta minoritarie da potersi direche l’Italia vanta, tra le sue tante con-traddizioni, anche quella di essere nellostesso tempo uno dei paesi piu avanzati almondo nella tutela di certe minoranze maanche uno Stato che tende ad assimilarealcuni gruppi minoritari.Questa realta rischia di risultare tanto

piu odiosa se si considera che il grado ditutela delle minoranze presenti in Italiarischia di apparire, nella gran parte deicasi, direttamente proporzionale all’in-fluenza politica ed economica degli Statinazionali di riferimento delle diverse po-polazioni. L’occasione di invertire questatendenza, fornendo anche alle minoranzefinora non protette dall’ordinamento untetto normativo sotto il quale far valere ipropri diritti, e di quelle storiche e nonpuo essere perduta.Tutti ricordiamo infatti la vicenda della

proposta di legge presentata nel 1991dall’onorevole Labriola, che fu approvatadalla Camera ma non divenne legge per loscioglimento anticipato della legislatura.Questa volta le cose possono e devonoandare in modo diverso !

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Bravo !

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LUIGI OLIVIERI. L’impostazione dellaproposta in esame non e dissimile daquella di allora, sotto il profilo sia pro-cedimentale sia contenutistico; le popola-zioni oggetto di tutela sono le medesime,compreso il riferimento sia pur genericoai sinti e ai rom, di cui ha parlato ancheil presidente della Commissione affaricostituzionali Jervolino. Rispetto ad allora,pero, e cambiato il contesto istituzionaledi riferimento grazie all’evoluzione insenso regionalistico che il nostro apparatocostituzionale sta vivendo e alla presenzadi nuovi e piu efficaci strumenti norma-tivi, in primis la legge cosiddetta Bassanini1, che infatti costituisce un’importantebase di partenza per le azioni dellepubbliche amministrazioni anche in temadi tutela minoritaria.Prima e fondamentale conseguenza po-

sitiva e la previsione di diritti di enormerilievo simbolico ma anche concreto,senza pesare pero sulle casse statali. Congrande prudenza e saggezza il progettoprevede, all’articolo 17, che lo Stato nonpossa contribuire per una cifra superioreai 20 miliardi annui. L’effetto virtuoso diquesta disposizione e duplice: da un lato,la concessione di nuovi fondamentali di-ritti minoritari viene resa possibile ad uncosto irrisorio per lo Stato e, dall’altro, sisensibilizzano al problema le regioni e glienti locali interessati, che in questo modosaranno i primi veri responsabili dellapolitica di tutela e promozione delle mi-noranze linguistiche presenti nei rispettiviterritori. Anche le popolazioni interessatesapranno cosı qual e il livello di governoresponsabile in prima battuta per l’imple-mentazione delle norme a loro tutela esapranno valutare con un voto influente lapolitica minoritaria dei rispettivi ammini-stratori locali.Detto quello che deve considerarsi

l’aspetto primario dell’intera disciplinasotto il profilo politico, e possibile soffer-marsi su alcuni dettagli tecnici, anche alfine di fornire un contributo al migliora-mento di quella che comunque, se appro-vata, sara da considerare una tra lemigliori leggi di questa legislatura. Laprevisione dell’italiano quale lingua uffi-

ciale della Repubblica e senz’altro unfattore positivo perche implicitamente as-serisce la dignita ed il riconoscimento dialtre lingue; non di meno, questa previ-sione rischia di essere pleonastica, vistoche sia il rango di ufficialita dell’italianosia la promozione di lingue minoritariesono gia sanciti altrove in norme di rangocostituzionale (si pensi, per esempio, al-l’articolo 99 dello statuto di autonomia delTrentino-Alto Adige). Sotto il profilo si-stematico, il luogo migliore per questadisposizione sarebbe probabilmente lostesso articolo 6 della Costituzione.Dove forse si poteva fare qualcosa in

piu e in riferimento ai sinti e ai rom. Evero che essi trovano, per la prima voltain una legge dello Stato, il riconoscimentogenerale della necessita di tutelare le loropeculiari caratteristiche storico-culturali.Dunque la loro posizione, almeno sotto ilprofilo teorico, risulta migliorata ed e veroche difficilmente la legge avrebbe potutodire di piu rispetto alle concrete modalitadi tale tutela. E pero anche vero chel’articolo 2, comma 2, fa riferimento ageneriche misure rischiando di duplicarequanto e valso finora per la gran parte deigruppi minoritari in riferimento al-l’espressione generica, di cui all’articolo 6della Costituzione.Non e possibile, per ragioni di tempo,

soffermarsi sui singoli diritti linguistici eculturali riconosciuti agli appartenenti aigruppi minoritari oggetto di tutela. Esufficiente ricordarne alcuni a titoloesemplificativo per capire come questalegge potrebbe portare l’Italia all’avan-guardia, in Europa e nel mondo, in temadi tutela delle minoranze: diritto, ma nonobbligo, all’educazione nella lingua mino-ritaria; introduzione nelle scuole dellostudio della cultura minoritaria anche pergli appartenenti alla maggioranza, al finedi promuovere la reciproca conoscenza ecomprensione; incentivo allo studio ancheuniversitario delle culture delle mino-ranze; diritto all’uso della lingua minori-taria nei confronti della pubblica ammi-nistrazione e di alcuni organi giudiziari;diritto ad ottenere informazioni nella lin-gua minoritaria; diritto all’uso di tale

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lingua anche negli organi collegiali deglienti locali; ripristino di nomi italianizzati;diritto ad una toponomastica bilingue edaltri ancora.Il tutto – sia ribadito – a costo quasi

zero per lo Stato, stimolando regioni edenti locali ad adottare una politica mino-ritaria in linea con lo spirito federalista edi vicinanza al cittadino che deve ormaiispirare la nostra legislazione.Non vanno infine trascurati due ulte-

riori ed importantissimi principi. Il primo:il contestuale impegno della Repubblicaalla valorizzazione anche dall’estero delleculture presenti sul territorio italiano; inprimo luogo, naturalmente, della culturaitaliana, ma anche delle culture minori-tarie, anch’esse costitutive del patrimonioculturale nazionale. Il secondo: l’incentivoalla collaborazione interregionale e tran-sfrontaliera – si intende – oltre che ai finigenerali finalizzati in particolare alla pro-mozione delle culture minoritarie.In conclusione, vorrei esprimere l’au-

spicio che l’approvazione di questa legge –che io spero avverra in tempi rapidi e piuceleri possibili – sia di impulso allaregolamentazione di nuovi e generali di-ritti, anche in favore delle minoranze piusvantaggiate presenti sul territorio ita-liano: mi riferisco alle cosiddette nuoveminoranze di emigrati, alle quali e neces-sario iniziare a pensare anche in terminidi tutela e non solo di repressione (Ap-plausi).Non vi sono altri iscritti a parlare e

pertanto dichiaro chiusa la discussionesulle linee generali.

(Repliche dei relatori e del Governo– A.C. 169)

PRESIDENTE. Avverto che l’onorevoleMenia, relatore di minoranza, ha esauritoil tempo a sua disposizione.Ha facolta di replicare il relatore per

la maggioranza, onorevole Maselli.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Desidero ringraziare tutti icolleghi intervenuti nella discussione per il

tono generale del dibattito, che mi esembrato estremamente interessante edimportante anche quando le basi di ap-proccio all’argomento sono risultate di-verse; sono tali proprio perche si tratta diuna grande discussione culturale e nonsoltanto di meri fatti di comodita o diutilita, anche se esiste pure l’utilita gene-rale.Vorrei rispondere ora ad alcune delle

obiezioni principali. La prima riguarda iltermine « storico ». Preciso che non loabbiamo introdotto noi nel testo, bensı ilComitato per la legislazione, pero io l’hoaccettato proprio perche si tratta di mi-noranze storiche. Non credo che alcuna diqueste diciotto minoranze citate sia pre-sente sul territorio italiano da meno di250 anni ! Se e cosı, dobbiamo per forzaparlare di realta storiche.D’altra parte, noi volevamo evitare

proprio che qui si confondesse, in armo-nia con la Carta europea, con la tutela chedovra essere garantita – sono d’accordo alriguardo con l’onorevole Olivieri – allelingue ed alle nuove migrazioni. E chiaroche la tutela delle lingue e delle nuovemigrazioni non rientra in questa legge;che riguarda, invece, comunita fortementeradicate – come rilevava poco fa l’onore-vole Aloi – sul territorio nazionale. Ed eper tale motivo che ho accettato volentieri– come tante altre cose dette dal Comi-tato per la legislazione – anche questamodifica al titolo.Il problema di popolazioni o comunita

alle quali si riferiva Fontanini natural-mente non e un problema che non miriguarda. In realta vorrei pero notare che,almeno nella volonta, il testo dell’articolo2 non fa alcuna distinzione tra le variepopolazioni qui citate. Se in un caso siesprime cosı: « la tutela, la lingua e lacultura delle popolazioni », usando il lorotermine nazionale, poi aggiunge « e diquelle parlanti il francese » non potendodire, ovviamente, « e dei francesi » perchenon sono tali ! Questa e la ragione per laquale abbiamo utilizzato le parole « diquelle parlanti il francese ».Per quanto riguarda il problema di

alcuni idiomi italici con grande valore

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letterario, devo dire che ne sono profon-damente colpito da sempre; tant’e veroche, nel momento in cui non abbiamoaccettato gli emendamenti che riguarda-vano, per esempio, il veneto ed il napo-letano, ho promesso di presentare iostesso un ordine del giorno con il qualechiedere l’introduzione di particolarinorme per gli idiomi italici aventi valoreletterario. Indubbiamente vi e la lettera-tura italiana espressa in lingua nazionalee vi e la letteratura italiana espressa indialetto: Goldoni non e meno valido diManzoni, ed Eduardo De Filippo e certa-mente un personaggio che merita di es-sere nella letteratura italiana come Locunto de li cunti del Basile (il Croce gia locitava).Perche sono citati i friulani e i sardi ?

Perche la lingua sarda e quella friulanasono diverse dall’italiano, hanno un’ori-gine diversa; non a caso il sardo gode diuna cattedra nella prestigiosa universita diHeidelberg, tenuta dal Wagner. Vorrei farnotare che il contatto tra queste lingueminoritarie e sempre inserito nell’italiano.Un grande italiano, Giuseppe Gangale,calabrese di origine albanese, costretto auscire dall’Italia per ragioni politiche,dedico la sua vita a studiare il romanciodella Svizzera, pensando che questo fosseun aiuto alla comunita italiana, e creoanch’egli una cattedra di ladino e roman-cio nell’universita di Copenaghen. Ho vo-luto citare il grande amico di Gobetti,Gangale, proprio perche per lui si trattavadi una prova di italianita, essendo co-stretto, purtroppo, a vivere fuori dalconfine nazionale per ragioni politiche.Certamente siamo pronti ad accogliere

emendamenti ragionevoli che vanno nellalinea generale di una tutela delle mino-ranze linguistiche, quindi non di parlateitaliche, sia pure degnissime come il ve-neto, per le quali occorre una legge a se,che dovra essere predisposta e che richie-diamo gia con un ordine del giorno. Sitrattera in quel caso di un tipo diverso ditutela, si trattera soprattutto di un aiutoper la letteratura e per la conoscenza daparte dei nostri giovani delle grandi let-terature negli idiomi italici.

Ringrazio i colleghi, in particolare ilGoverno, e mi auguro che ci sia presto larelazione tecnica in modo da iniziarel’esame del testo.

PRESIDENTE. Ha facolta di replicareil rappresentante del Governo.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Intervengo brevemente per dare attodell’ampiezza del dibattito. Ben otto in-terventi si sono susseguiti, dopo le rela-zioni degli onorevoli Maselli e Menia, confrequenti, ricche e appropriate citazioni dirimandi e di cultura storica che hannomeglio evidenziato l’importanza del testoalla nostra attenzione.Mi pare che pur tra le divergenze,

anche significative, sia emersa la volontadi approvare una seria legge di tuteladelle minoranze linguistiche. L’architet-tura e fornita dalla proposta in esame; sitratta ora di darle una fisionomia carat-terizzata da praticabilita, e con la con-vergenza di tutte le forze che si sonoespresse nel dibattito odierno.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito erinviato ad altra seduta.

Discussione del testo unificato delle pro-poste di legge costituzionale: Zeller edaltri; Detomas ed altri; Boato ed altri;Detomas ed altri; d’iniziativa del con-siglio regionale del Trentino-AltoAdige: Modifiche allo Statuto specialedella regione Trentino-Alto Adige inmateria di valorizzazione delle mino-ranze ladina e di lingua tedesca (1687-1787-2236-2403-3076) (ore 19,20).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recala discussione del testo unificato delleproposte di legge costituzionale: Zeller edaltri; Detomas ed altri; Boato ed altri;Detomas ed altri; d’iniziativa del consiglioregionale del Trentino-Alto Adige: Modi-fiche allo Statuto speciale della regione

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PROPOSTE DI LEGGE: CORLEONE ED ALTRI: NORME IN MATERIADI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE (169); SCALIA EPROCACCI: NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZELINGUISTICHE (300); BRUNETTI E MORONI: NORME IN MATERIA DITUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE (369); ALOI: NORMEPER LA TUTELA DELL’IDENTITA NAZIONALE DELLE MINORANZEETNICO-LINGUISTICHE GRECANICHE ED ALBANESI NELLA RE-GIONE CALABRIA (918); RODEGHIERO ED ALTRI: NORME IN MATE-RIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE (1867); MASSA EDALTRI: NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LIN-GUISTICHE (2086); TERESIO DELFINO: NORME IN MATERIA DI

TUTELA DEI PATRIMONI LINGUISTICI REGIONALI (2973).

(A.C. 169 – sezione 1)

QUESTIONI PREGIUDIZIALI

La Camera,

considerato che non si ravvedono ne-gli idiomi locali di certi gruppi di popola-zione indicati negli articoli 1, 9 e 11 deltesto licenziato dalla Commissione i pre-supposti dell’articolo 6 della Costituzioneper la tutela delle minoranze linguistiche;

delibera

di non procedere all’esame delle propostedi legge A.C. 169 e abbinate.

n. 1.Armaroli, Selva, Menia.

La Camera,

ritenuto che:

e proposte di legge n. 169 e abbi-nate, nel testo licenziato dalla Commissioneaffari costituzionali, tendono a frantumarel’unita linguistica, elemento costitutivo del-l’unita nazionale del popolo italiano;

attuano una tutela delle tradizionipopolari del tutto sproporzionata anche sesi volessero ritenere le popolazioni di al-cune parti del territorio minoranze lingui-stiche, andando ben oltre lo spirito e lalettera della Carta europea delle lingueregionali e minoritarie;

rendono chiusi i rapporti di lavoronegli uffici pubblici locali e nelle scuole inquanto impediscono la presenza in talipubbliche istituzioni di personale che nonparli l’idioma locale ma solo l’italiano;

prevedono l’uso degli idiomi localinelle assemblee elettive seguita da unatraduzione riassuntiva in lingua italianapalesemente illegittima;

impegnano i bambini delle zoneinteressate in studi linguistici non utili,mentre per essi sarebbe utile ed opportunoai fini del futuro lavoro conoscere linguestraniere diffuse

delibera

di non procedere all’esame delle propostedi legge A.C. n. 169 e abbinate.

n. 2.Menia, Selva.

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Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 25 MAGGIO 1998 — N. 359

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RESOCONTOSOMMARIO E STENOGRAFICO

370.

SEDUTA DI GIOVEDI 11 GIUGNO 1998PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE PIERLUIGI PETRINI

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO .............................. V-XI

RESOCONTO STENOGRAFICO ...................... 1-62

PAG.

Sull’ordine dei lavori ..................................... 1

Presidente ..................................................... 1

Garra Giacomo (FI) .................................... 1

Missioni ............................................................ 1

Trasferimento in sede legislativa del disegnodi legge n. 4712 .......................................... 1

Preavviso di votazioni elettroniche .............. 2

Petizioni (Annunzio) ....................................... 2

Documento in materia di insindacabilita(Discussione) ................................................. 2

PAG.

(Discussione – Doc. IV-quater, n. 19) ........ 3

Presidente ..................................................... 4

Dalla Chiesa Nando (misto-verdi-U), Rela-tore ................................................................ 3

Lembo Alberto (LNIP) ............................... 4

(La seduta, sospesa alle 9,20, e ripresa alle9,35) ............................................................... 4

Presidente ................................................... 4, 5, 6

Campatelli Vassili (DS-U) .......................... 6

Dalla Chiesa Nando (misto-verdi-U), Rela-tore ................................................................ 4

Lembo Alberto (LNIP) ............................... 5

Mancuso Filippo (FI) .................................. 7

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: democratici di sinistra-l’Ulivo: DS-U; forza Italia: FI; alleanzanazionale: AN; popolari e democratici-l’Ulivo: PD-U; lega nord per l’indipendenza della Padania:LNIP; rifondazione comunista-progressisti: RC-PRO; rinnovamento italiano: RI; per l’UDR-cristianidemocratici uniti/cristiani democratici per la Repubblica: per l’UDR-CDU/CDR; misto: misto;misto-centro cristiano democratico: misto-CCD; misto-socialisti democratici italiani: misto-SDI;misto-per l’UDR-patto Segni/liberali: misto-per l’UDR-P. Segni/lib.; misto-verdi-l’Ulivo: misto-verdi-U;misto minoranze linguistiche: misto Min. linguist.; misto rete-l’Ulivo: misto-rete-U.

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PAG.

Sgarbi Vittorio (misto) ............................... 7

Vito Elio (FI) ............................................... 5

Proposta di legge Corleone: Minoranze lin-guistiche (A.C. 169) e abbinate (A.C. 38-396-918-1867-2086-2973) (Seguito della di-scussione) ...................................................... 8

(Esame questioni pregiudiziali – A.C. 169) . 9

Presidente ..................................................... 9

Armaroli Paolo (AN) .................................. 9, 14

Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 13

Brunetti Mario (RC-PRO) .......................... 10

Delfino Teresio (per l’UDR-CDU/CDR) .... 12

Di Bisceglie Antonio (DS-U) ..................... 11

Fontan Rolando (LNIP) ............................. 13

Niccolini Gualberto (FI) ............................. 11

(Contingentamento tempi seguito esame –A.C. 169) ....................................................... 15

Presidente ..................................................... 15

(Esame articoli – A.C. 169) .......................... 15

Presidente ............................................. 15, 18, 20

Jervolino Russo Rosa (PD-U), Presidentedella I Commissione ................................... 19

Possa Guido (FI) ......................................... 19, 20

Solaroli Bruno (DS-U), Presidente della VCommissione ................................................. 18, 19

Vito Elio (FI) ............................................... 17

(Esame articolo 1 – A.C. 169) ..................... 20

Presidente ..................................................... 20, 30

Aloi Fortunato (AN) ................................... 20

Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 22

Brunetti Mario (RC-PRO) .......................... 22

Fontan Rolando (LNIP) ............................. 23

Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 29

Giovine Umberto (FI) ................................. 29

Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza ................................... 22, 26, 30, 31

Massidda Piergiorgio (FI) ........................... 26

Meloni Giovanni (RC-PRO) ....................... 25

Mitolo Pietro (AN) ...................................... 23

Niccolini Gualberto (FI) ............................. 22

Novelli Diego (DS-U) .................................. 30

Porcu Carmelo (AN) ................................... 27

Sgarbi Vittorio (misto) ............................... 23

Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ... 22, 25, 31

PAG.

(Esame articolo 2 – A.C. 169) ..................... 31

Presidente ............................................. 31, 35, 40

Aloi Fortunato (AN) ................................... 35

Barral Mario Lucio (LNIP) ....................... 40

Cavaliere Enrico (LNIP) ............................. 42

Colombo Furio (DS-U) ............................... 33

Delfino Teresio (per l’UDR-CDU/CDR) .... 39

Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 33

Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 35, 41

Meloni Giovanni (RC-PRO) ....................... 38

Mitolo Pietro (AN) ...................................... 34

Niccolini Gualberto (FI) ............................. 35

Niedda Giuseppe (PD-U) ............................ 37

Orlando Federico (RI) ................................ 40

Paissan Mauro (misto-verdi-U) ................. 39

Sgarbi Vittorio (misto) ............................... 36

Tassone Mario (per l’UDR-CDU/CDR) ..... 31

Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 35

(La seduta, sospesa alle 12,40, e ripresa alle13,40) ............................................................. 42

Presidente ..................................................... 42

Interrogazioni a risposta immediata (Annun-zio dello svolgimento) ................................ 42

(La seduta, sospesa alle 13,45, e ripresa alle15) .................................................................. 43

Interpellanze urgenti (Svolgimento) ............. 43

(Elezioni amministrative nel comune diRho) ............................................................... 43

Rivolta Dario (FI) ....................................... 43, 44

Vigneri Adriana, Sottosegretario per l’in-terno .............................................................. 43

(Elezioni provinciali a Reggio Calabria) ...... 45

Matacena Amedeo (FI) ............................... 45, 47

Vigneri Adriana, Sottosegretario per l’in-terno .............................................................. 45

(Lotta alla criminalita nel Mezzogiorno) ..... 47

Abbate Fabrizio, Sottosegretario per l’in-terno .............................................................. 49

Napoli Angela (AN) .................................... 47, 50

(Interventi statali a favore della cinematogra-fia nazionale) ................................................ 51

La Volpe Alberto, Sottosegretario per i beniculturali e ambientali ................................. 52

Rossetto Giuseppe (FI) ............................... 51, 54

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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PAG.

(Erogazione di contributi statali alle compa-gnie di danza) .............................................. 55

Gambale Giuseppe (DS-U) ......................... 55, 57

La Volpe Alberto, Sottosegretario per i beniculturali e ambientali ................................. 56

Modifica del calendario dei lavori dell’As-semblea ......................................................... 58

Disegno di legge (Approvazione in Commis-sione) ............................................................. 60

Gruppo parlamentare (Modifica della deno-minazione) .................................................... 60

PAG.

Commissione parlamentare di inchiesta sulfenomeno della mafia e sulle altre asso-ciazioni criminali similari (Modifica nellacomposizione) ............................................... 60

Ordine del giorno della seduta di domani . 61

Organizzazione dei tempi di discussione(A.C. 3687) ................................................... 61

ERRATA CORRIGE ........................................ 62

Votazioni elettroniche (Schema) Votazioni - I-XX

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 369 — MERCOLEDI 10 GIUGNO 1998

Atti Parlamentari — III — Camera dei Deputati

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dovrebbe sanare, prima della Giunta, unacontraddizione che non e dell’Assemblea eneanche della Giunta, ma del relatore, chel’ha gia sanata parlando oggi, perche egliha consapevolezza di cio che dice. Se poiad una relazione cosı assennata la Giuntavota contro, nasce un ulteriore problemacontraddittorio: io temo o noi temiamo ditrovare nei tribunali il fumus persecutio-nis, ma devo temerlo anche nei mieicolleghi, i quali – di fronte ad una cosıbella relazione, cosı bene argomentata, suiconfini dell’azione politica – votano per lasindacabilita. Mi sembra veramente que-sto il momento per discutere se vi sia unorientamento orario, come la luce sullacattedrale di Rouen, della Giunta per leautorizzazioni a procedere – caro amicoBielli –, che di fronte all’evidenza di unacosa vota in un modo o nell’altro aseconda di come l’umore o l’orientamentomaggioritario funzionano.Qui non v’ha dubbio: la convinzione di

molti che hanno ascoltato Dalla Chiesa ela sua stessa convinzione in precedenzadanno un’unica soluzione, cioe che quelloche io ho fatto sia insindacabile non soloperche lo e all’evidenza ma anche perchee stato detto qui ed ha convinto tutticoloro che ascoltavano. Che poi dietro visia un voto di sindacabilita attesta sol-tanto il pericolo corso dalle idee buonequando vengono poste in votazione dimaggioranza o di minoranza con alcuniassenti, alcuni distratti, alcuni che hannoun pregiudizio di ordine morale; addirit-tura puo accadere che nel 1996 alcuneidee sembrino sindacabili mentre nel 1998non lo siano piu: passano due anni, siarriva in aula e quelle idee sono talmentemutate che – come e accaduto ieri – sitrova giusto legittimare con il voto del-l’Assemblea quello che la Giunta non havoluto legittimare. Ma qui, dove la Giuntasembra aver stabilito l’insindacabilita e lacoscienza di Dalla Chiesa lo ha confer-mato, il dubbio formale e burocratico euna cosa grottesca, pirandelliana: attestail rischio che corre il deputato che parlaquando la sua opinione viene sottopostaad un giudizio orientativamente politico,prima che logico, da alcuni suoi colleghi

che in quel momento possono avere unatensione di ordine politico (come ha dettoieri l’amico Di Capua) prevalente rispettoal tema della coscienza.E una questione molto importante,

sulla quale mi rimetto all’Assemblea. Nontemo il confronto con la Giunta, ma vipregherei di riflettere: l’Assemblea puovedere su questi argomenti – attestati econfermati dal relatore – l’evidenza diquanto io dico, che va ben al di la delmerito e riguarda il metodo con cui siaffronta il tema della garanzia di unparlamentare quando prende la parola inun teatro insieme con altri colleghi suargomenti relativi alla vita dei cittadini, suuna linea che – guarda caso la coinci-denza del voto dell’area progressista – equella tenuta dal quotidiano l’Unita inmerito alla vicenda del Petruzzelli...

PRESIDENTE. Onorevole Sgarbi, do-vrebbe concludere.

VITTORIO SGARBI. ...il quale riporto(ed io usai quelle) alcune argomentazioniper criticare il pubblico ministero cheaveva interrogato un malato di AIDS perfargli dare una versione prefabbricatasulla questione del mandante dell’incendiodel teatro: sono gli argomenti che io usaiallora; come bene ha inteso il relatore,convintosi oggi di cio di cui allora nonsembrava convinto, perche era indirizzatoalla sindacabilita. Ma gli argomenti sonoineccepibili.

PRESIDENTE. Poiche non vi sono stateespressioni di contrarieta, possiamo rite-nere accolta la richiesta del relatore dirinviare il documento alla Giunta per leautorizzazioni a procedere.Se non vi sono obiezioni, rimane cosı

stabilito.

(Cosı rimane stabilito).

Seguito della discussione della proposta dilegge: Corleone ed altri: Norme inmateria di tutela delle minoranze lin-guistiche (169) e delle abbinate propo-

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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ste di legge: Scalia e Procacci: Normein materia di tutela delle minoranzelinguistiche (300); Brunetti e Moroni:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (396); Aloi: Normeper la tutela dell’identita nazionaledelle minoranze etnico-linguistiche gre-caniche ed albanesi nella regione Ca-labria (918); Rodeghiero ed altri:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (1867); Massa edaltri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche (2086); TeresioDelfino: Norme in materia di tutela deipatrimoni linguistici regionali (2973)(ore 9,55).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recail seguito della discussione della propostadi legge, di iniziativa dei deputati Corleoneed altri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche e delle abbinateproposte di legge: Scalia e Procacci:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Brunetti e Moroni:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Aloi: Norme per latutela dell’identita nazionale delle mino-ranze etnico-linguistiche grecaniche ed al-banesi nella regione Calabria; Rodeghieroed altri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche; Massa ed altri:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Teresio Delfino: Normein materia di tutela dei patrimoni lingui-stici regionali.Ricordo che nella seduta del 25 maggio

scorso si e svolta la discussione sulle lineegenerali e hanno replicato il relatore perla maggioranza ed il rappresentante delGoverno.

(Esame di questioni pregiudiziali – A.C.169)

PRESIDENTE. Ricordo che, con rife-rimento alla proposta di legge n. 169,sono state presentate le questioni pregiu-diziali Armaroli ed altri n. 1 e Menia eSelva n. 2, quest’ultima sottoscritta anchedal deputato Armaroli (vedi l’allegato A –A.C. 169 sezione 1).

A norma dei commi 3 e 4 dell’articolo40 del regolamento, sulle questioni pre-giudiziali, che la Presidenza ritiene traloro diverse in relazione al loro contenuto,essendo la questione n. 1 fondata sumotivi di costituzionalita, avra luogoun’unica discussione, nella quale potrannointervenire, per non piu di dieci minuti,un proponente per ciascuna delle que-stioni presentate, nonche un deputato perognuno degli altri gruppi per non piu dicinque minuti. Chiusa la discussione, l’As-semblea procedera quindi alla votazionedistinta delle due questioni presentate.Ha chiesto di parlare l’onorevole Ar-

maroli per illustrare le questioni pregiu-diziali. Ne ha facolta.

PAOLO ARMAROLI. Presidente, perconto del mio gruppo illustrero soltanto laprima pregiudiziale di costituzionalita.Il testo al nostro esame e stato all’ul-

timo momento rimaneggiato dalla Com-missione affari costituzionali e quindi leragioni che sostenevano la seconda pre-giudiziale sono in larga misura venutemeno.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, viprego di prendere posto e di consentireall’onorevole Armaroli di illustrare la suapregiudiziale.Prego, onorevole Armaroli.

PAOLO ARMAROLI. Grazie, signorPresidente.Tuttavia nel testo al nostro esame

permangono elementi che contrastano conl’articolo 6 della Costituzione. Richiamol’attenzione dei disattenti colleghi in par-ticolare sull’articolo 2 che recita: « Inattuazione dell’articolo 6 della Costitu-zione e in armonia con i principi generalistabiliti dagli organismi europei ed inter-nazionali la Repubblica tutela la lingua ela cultura delle popolazioni albanesi, ca-talane, germaniche, greche, slovene ecroate e di quelle parlanti il francese, ilfranco-provenzale, il friulano, il ladino,l’occitano ed il sardo ».Mi sembra che la dizione « in attua-

zione dell’articolo 6 della Costituzione »

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sia priva di fondamento, perche in realtala disposizione e, in qualche misura, incontrasto con l’articolo 6, il quale stabi-lisce: « La Repubblica tutela con appositenorme le minoranze linguistiche ». Nelcaso specifico, invece, si parla anche didialetti i quali, in quanto tali, non possonoessere considerati lingue di minoranze.Il secondo comma dell’articolo 2, poi,

recita: « La Repubblica adotta, altresı, afavore delle comunita Rom e Sinti pre-senti sul territorio italiano misure diparticolare tutela adeguate alle loro pe-culiari caratteristiche storico-culturali ».Con la nostra pregiudiziale di costitu-

zionalita intendiamo richiamare l’atten-zione dei colleghi perche, anche ove essanon venisse accolta, in sede di esame degliemendamenti siano considerate con atten-zione le proposte dell’opposizione e, inparticolare, quelle di alleanza nazionale,che sono piu aderenti all’articolo 6 dellaCostituzione.

PRESIDENTE. Onorevole Armaroli, in-tende illustrare anche la questione pre-giudiziale n. 2 ?

PAOLO ARMAROLI. No, signor Presi-dente, la ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.Ha chiesto di parlare l’onorevole Bru-

netti. Ne ha facolta.

MARIO BRUNETTI. Signor Presidente,vorrei intervenire brevemente sulla pre-giudiziale di costituzionalita presentata,sulla quale esprimeremo un voto contra-rio, perche non ci sembra davvero che visiano motivi di carattere costituzionaleche impediscano la continuazione dell’iterparlamentare.Il ragionamento che viene fatto ci

sembra immotivato ed inconsistente. Lasalvaguardia delle minoranze linguistichee uno dei temi che puo disinnescareinquietudini presenti nella nostra societa.Dopo tanti anni occorre dare un ricono-scimento a queste minoranze che aspet-tano una legge di attuazione dell’articolo6 della Costituzione.

Ma vorrei soprattutto soffermarmi sudue brevi questioni. Anzitutto la legge,secondo un ragionamento che qui e statofatto e riproposto, tenderebbe, ricono-scendo quelle minoranze, a frantumarel’unita dello Stato italiano. A parte laconsiderazione che i valori fondamentalidell’unita dipendono da ben altre que-stioni e soprattutto dipendono da pro-blemi economici, come abbiamo visto; c’epoi da dire che tutta la cultura giuridica,linguistica, antropologica ha dimostratoche la salvaguardia delle minoranze diantico insediamento (perche di questostiamo parlando e non di altro), lungi dalmettere a rischio l’unita, rende quest’ul-tima piu salda proprio perche una con-cezione pluralista, tollerante, multietnica emulticulturale della societa, oltre a darecorpo alla democrazia, diventa un motivo,un segnale vero verso queste minoranzeche, come abbiamo visto in Europa, senon vengono riconosciute vanno versoun’altra direzione.Vi e poi una seconda questione. Alcune

minoranze di cui stiamo parlando, e allequali si e fatto cenno poc’anzi, hannoofferto un contributo decisivo proprio perl’unita d’Italia. Se andiamo a vedere lastoria di questo nostro paese possiamoconstatare come alcune di esse hannoversato il loro sangue e dato il lorocontributo proprio per l’unita d’Italia !Ritengo pertanto che non esistano ra-

gioni politiche per non andare avanti, emeno che mai esistono ragioni costituzio-nali che possano ostacolare il provvedi-mento di legge in oggetto, il cui esamedeve essere invece concluso rapidamente.E tutto cio nel rispetto dell’articolo 6 dellaCostituzione che rappresenta l’essenzadell’unita nazionale.Per queste ragioni l’approvazione del

provvedimento, che ha appunto comeobiettivo quello della garanzia di unanorma di attuazione dell’articolo 6 (maifatta in questi oltre cinquant’anni diCostituzione italiana) consentirebbe, comeho appena detto, non solo di attuare undettato costituzionale, ma anche di rispet-

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tare lo spirito e la sostanza della Costi-tuzione; il che e proprio l’opposto delragionamento che qui e stato fatto.Riteniamo che approvando questa

legge stiamo dentro il dettato della Costi-tuzione e delle direttive europee. Nonesistono ragioni e motivi, ne dal punto divista politico ne dal punto di vista costi-tuzionale, perche vi sia un’eccezione diquesto genere e dunque voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Niccolini. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Presidente,nonostante un lavoro stressante, pesante,puntiglioso e pignolo compiuto in Com-missione, un lavoro che alla fine ci haportato ad un testo sicuramente menoestremista di quanto si era proposto findall’inizio, noi riteniamo che la questionepregiudiziale possa essere accolta.In effetti, quando si e cominciato ad

affrontare il tema delle minoranze diquesto nostro benedetto paese, e vera-mente scoppiato di tutto. Abbiamo sco-perto che ogni regione ha la sua lingua, ilsuo popolo e continuiamo ad alimentarequesta tendenza esplosiva nel nostro paesein maniera pesante.Ebbi gia modo di dire in quest’aula, nel

corso di un’altra discussione, che ritengoche anche nei paesi piu multilingue emultietnici si salva un collante culturaleche e quello della lingua.Questo non vuol dire penalizzare lin-

gue, idiomi, dialetti, tradizioni particolari,ma vuol dire che, comunque sia, dallavetta d’Italia al « tacco », alla Sicilia, unriferimento nei confronti dello Stato av-viene in una lingua soltanto. Poi tutto puoessere consentito e puo essere arricchito,ed e anzi giusto che lo Stato intervenga alriguardo, ma e cosa diversa incominciaread ammettere che in una regione si parlacon lo Stato in una lingua, mentre inun’altra si parla con lo Stato in un’altralingua, il che comporterebbe la necessitadi dotarci di una serie innumerevole diinterpreti quando l’italiano e la linguaufficiale, cosa che affermiamo, ma alcontempo dimentichiamo anche. Non ha

senso allora dedicare piu tempo, destinarepiu soldi e prevedere maggiori interventiper insegnare il friulano o il sardo piut-tosto che per insegnare l’italiano. Come hogia detto in quest’aula, a volte i ragazziche arrivano all’universita scrivono: « lanatomia ». Infatti, alla fine a tanto siarriva. Stiamo dimenticando l’italiano enelle scuole l’italiano e la lingua piudimenticata di tutte.Ben venga allora la tutela di lingue,

culture e tradizioni, ma ricordiamoci del-l’esistenza di un collante unico in unoStato che ha gia mille problemi ! Tral’altro l’esistenza di un partito come lalega dimostra che il problema sta scop-piando. Vogliamo alimentarlo o vogliamocercare di salvare l’unita del paese (Ap-plausi dei deputati dei gruppi di forza Italiae di alleanza nazionale) ?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Di Bisceglie. Ne ha facolta.

ANTONIO DI BISCEGLIE. Signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, desidero svol-gere solo alcune considerazioni volte amotivare il voto contrario sulla pregiudi-ziale del mio gruppo. Essa mi pare fruttodi argomentazioni in qualche misura af-frettate e non mi pare che possa averefondamento non tanto per i riferimenti inessa presenti, che a me appaiono impro-pri, ma perche le minoranze linguisticheindividuate all’articolo 2 sono il frutto diun rigoroso riferimento a dati ormaiacquisiti ed evidenziati dalla comunitascientifica, in particolare quella linguisticae glottologica, oltre che dall’Unione euro-pea quando ha definito la mappa delleminoranze. Inoltre, proprio questo eviden-zia che il riferimento e di merito e nonpuo dunque essere considerato tale dapregiudicare l’esame del provvedimento,perche e proprio l’esame dello stesso chepuo fornire elementi confermativi o mo-dificativi circa le minoranze linguisticheindicate all’articolo 2.Non credo infatti si possa affermare,

ne peraltro mi pare si affermi, la nonesistenza di minoranze linguistiche.Quindi, si puo ritenere che siano da

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considerarsi tali alcune e non altre, chesiano tante o poche quelle riportate, macio sollecita, ancora una volta, a proce-dere alla discussione e non ad arrestarsi.E, insomma, una contraddizione che ri-schia di nascondere cattiva coscienza evolonta forse di non dare attuazioneproprio alla tutela delle minoranze lin-guistiche che per certi versi e anch’essamisura del livello di civile convivenza diuna nazione.Rischierebbe, dunque, di essere un

pregiudizio – questo sı – il fatto di noncimentarsi nel confronto con un testo, chee stato gia – come veniva d’altra partericordato e riconosciuto – ampiamentevagliato, esaminato, riesaminato, discussoe ridiscusso dalla I Commissione.Mi permetto di sottolineare, inoltre,

che questo testo e stato sottoposto ad unvaglio lungo ed approfondito e che per-tanto la formulazione che giunge in aulae il frutto dell’evoluzione anche dellostesso lavoro svolto dalla Commissione.Proprio perche vi e stato un ulteriore,stringente confronto, il provvedimento estato in parte modificato alla luce dellaevoluzione che si e avuta in Commissione.Non ci sono dunque ragioni plausibili

a favore della questione pregiudiziale, neci sono argomenti che motivino l’arrestodell’esame del provvedimento.Si tratta, inoltre, di un provvedimento

atteso da quanto e stata promulgata laCostituzione ed esso e volto a cogliere unagrande ricchezza umana, sociale e cultu-rale del nostro paese.Una risorsa, dunque, da valorizzare,

non certo un peso, un orpello inutile ouna presenza ostile: no; una ricchezza,che, vissuta ed utilizzata, puo rendercitutti, donne e uomini di questo paese, piuricchi e puo rendere il paese piu civile,solidale e fraterno.Ecco le ragioni per cui ritengo che ci

si debba cimentare nel confronto per farsı che ci possa essere una buona legge checoniughi i diritti di cittadinanza, plurali-smo ed identita nazionale perche questoporta ad un arricchimento ed e cosa utile

per il paese (Applausi dei deputati deigruppi dei democratici di sinistra-l’Ulivo edei popolari e democratici-l’Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Teresio Delfino. Ne ha facolta.

TERESIO DELFINO. Il gruppo perl’UDR-CDU/CDR votera contro la que-stione pregiudiziale perche ritiene che leesigenze poste dal provvedimento inesame rientrino nella piu autentica egenuina ispirazione costituzionale, chetende a valorizzare le identita culturalinel nostro paese, non sacrificando inquesto l’obiettivo di una forte qualita deltessuto unificante della lingua italiana.Non di meno, riteniamo assolutamente

necessario che il Parlamento armonizzi lanostra legislazione alla normativa ed aiprincipi previsti nella comunita europeaed internazionale. Siamo quindi favorevoliad un esame di questo provvedimentoperche riconosciamo la necessita che nellaricca tradizione culturale del nostro paesesiano rappresentati tutti gli elementi sto-rici fondamentali che giustificano la no-stra iniziativa legislativa.Pensiamo pero che si debba cogliere

quest’occasione in termini pieni, adeguatialla finalita ed al titolo di questo disegnodi legge cosı com’e uscito dalla Commis-sione affari costituzionali: norme in ma-teria di tutela delle minoranze linguistichee storiche. Ebbene, nel corso dell’esamedegli emendamenti cercheremo di dimo-strare, signor relatore e signor presidentedella Commissione, collega JervolinoRusso, che c’e una carenza grave in talsenso. Mentre siamo convinti che l’esamedel provvedimento debba continuare – eper questo riconfermo il nostro votocontrario alla pregiudiziale – chiediamoun supplemento di disponibilita e di at-tenzione.Non si puo affermare che si da tutela

alle minoranze linguistiche e storiche epoi negare, nel disegno di legge, la valenzastorica di autori come Mistral, che hannofatto la storia di una lingua provenzaleche qui non e citata.Su questo argomento credo che dob-

biamo essere coerenti e dire le cose fino

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in fondo; altrimenti rispondiamo a stimolie a sollecitazioni legittime che provengonodall’esterno ma che nulla hanno a chefare con la serieta e la volonta di chi sie appassionato lungamente – ne do atto alrelatore e a tutti i componenti dellaCommissione – a questo tema.Lasciare un vulnus di questa natura

secondo me inficerebbe la stessa credibi-lita dell’operazione e della normativa chestiamo portando avanti. Svilupperemo co-munque con maggiori argomenti questitemi in seguito; per ora riconfermo il votocontrario a questa pregiudiziale delgruppo per l’UDR-CDU/CDR.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Fontan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Con questa pre-giudiziale il gruppo di alleanza nazionalevuole praticamente non procedere al-l’esame delle proposte di legge e quindinon vuole la legge sulle minoranze lingui-stiche: questo e il dato di fatto che non eancora chiaramente emerso e che iovoglio sottolineare in quest’aula.E chiaro che ancora una volta c’e uno

scontro frontale tra il piu bieco naziona-lismo, interpretato da alleanza nazionalee, a ruota, da forza Italia, e chi invecevuole garantire una tutela alle minoranzelinguistiche.Certo il testo in discussione non e tra

i migliori, e anche vero pero che dal 1948l’articolo 6 della Costituzione non e maistato attuato con una legge dello Stato,perche fino ad ora sono state approvate inquesta materia solo leggi a carattereregionale. Lo ripeto, e l’unico articolodella Costituzione che, nel bene o nelmale, non e stato attuato con legge.Ecco i motivi per cui siamo contrari

alle pregiudiziali presentate, al nazionali-smo esasperato portato avanti da sempreda alleanza nazionale. Finalmente, dopocinquant’anni, si sta per approvare unalegge, che pure al suo interno contieneaspetti che non condividiamo e rispetto aiquali abbiamo presentato alcuni emenda-menti che riteniamo fondamentali, come,per esempio, quello volto alla tutela dellelingue piemontese e veneta.

Pertanto voteremo contro le pregiudi-ziali presentate affinche il progetto dilegge in discussione possa concludere ilproprio iter. Del resto, la cultura, ilprogetto e l’anima della lega sono profon-damente radicati nella propria storia e nelproprio territorio, per cui la tutela delleminoranze linguistiche significa tutela delterritorio e della propria identita (Applau-si dei deputati del gruppo della lega nordper l’indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Boato. Ne ha facolta.

MARCO BOATO. Signor Presidente, ilgruppo dei verdi non solo e sempre statofavorevole al progetto di legge in materiadi tutela delle minoranze linguistiche, main ciascuna delle ultime legislature e statoanche promotore di alcune proposte dilegge. La proposta di legge che reca lefirme dei deputati Corleone, Boato eRuffino, assunta dalla Commissione cometesto base della discussione, di fatto ri-produce il testo frutto del lavoro della ICommissione affari costituzionali nellaprecedente legislatura. Da questo fatto sievince la ovvia contrarieta dei verdi allepregiudiziali di costituzionalita presentateda esponenti del gruppo di alleanza na-zionale.Vorrei rivolgermi direttamente ai col-

leghi Armaroli e Selva, oltre che al collegaMigliori, che pero non e firmatario dellepregiudiziali, chiedendo loro di rifletteresull’opportunita di non arrivare al voto edi ritirare le pregiudiziali. Posso anchesbagliarmi, ma ho l’impressione che que-ste pregiudiziali siano il frutto di un’ere-dita ideologica del vecchio movimentosociale piuttosto che un problema reale.Se c’e una questione di costituzionalita, elo scandalo che coinvolge tutti noi e chederiva dal fatto che, a cinquant’annidall’entrata in vigore della Carta costitu-zionale, l’articolo 6 sia rimasto completa-mente inapplicato sul territorio nazionale,a prescindere dalle regioni a statuto spe-ciale dove vi siano minoranze linguistichericonosciute.A me viene in mente – lo dico con

grande rispetto – la battaglia condotta,

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ventotto anni fa, dal movimento sociale diallora contro l’istituzione delle regioni.Era una battaglia antistorica: le regionihanno funzionato bene o male, spessomale, ma questo e un altro problema,quello cioe di applicare bene la Costitu-zione. Ma che oggi, nell’anno di grazia1998, illustri colleghi come Armaroli eSelva presentino in quest’aula una que-stione pregiudiziale di costituzionalita sudi un testo unificato di proposte di leggedi attuazione dell’articolo 6 della Costitu-zione, a cinquant’anni di distanza, fran-camente lo ritengo un atto « pre-Fiuggi »,« pre-Verona », vale a dire precedente allapositiva evoluzione culturale a cui il vo-stro gruppo ha cercato di ispirarsi !Avanzo tale rilievo con rispetto. Vi ho

invitato a ritirare la questione pregiudi-ziale – vedrete voi se farlo o meno – mariterrei che se lo faceste dareste unsegnale positivo, ferme restando le riservedi chiunque – voi per primi – di entrarenel merito con gli emendamenti di ipotesidi correzione e di miglioramento del testo.Questa e ovviamente una richiesta cheanch’io ho fatto con degli emendamenti eche ciascun gruppo puo legittimamenteavanzare.Non si puo affermare che la valoriz-

zazione delle lingue minoritarie sia unattentato all’unita d’Italia ed alla linguaufficiale della Repubblica, che e l’italiano.Il collega Di Bisceglie, che e intervenutoprima di me, il relatore Maselli nellarelazione introduttiva – sia in quellascritta sia in quella orale – e tutti icolleghi che hanno lavorato a questaproposta hanno sempre ricordato giusta-mente che la tutela delle lingue minori-tarie e un arricchimento dell’unita nazio-nale e dell’identita nazionale ! Non solo,ma e un elemento che rafforza la linguaufficiale, cioe l’italiano, proprio perche laarricchisce e l’articola sul territorio attra-verso la realizzazione anche delle lingueminoritarie.Per questi motivi, signor Presidente,

ribadisco sia il voto contrario dei deputativerdi sulla questione pregiudiziale di co-stituzionalita Armaroli ed altri n. 1, sia larichiesta rispettosa ai colleghi di alleanza

nazionale di ritirarla e di riservarsi leproprie obiezioni nel merito della propo-sta di legge.

PAOLO ARMAROLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevoleArmaroli ?

PAOLO ARMAROLI. Poiche il collegaBoato ha sollevato alcune questioni moltoimportanti, vorrei sapere se posso repli-care per mezzo minuto alle sue osserva-zioni.

PRESIDENTE. Onorevole Armaroli, leisa che le « repliche » non sono consentite.Lei ha gia svolto la sua illustrazione.

PAOLO ARMAROLI. Poiche il collegaBoato e degno della massima attenzione ...

PRESIDENTE. Le ha chiesto di ritirarela questione pregiudiziale in esame. Hafatto un appello al ritiro. Lei aderisce ?

PAOLO ARMAROLI. In un minutosoltanto, signor Presidente, vorrei rispon-dere al collega Boato, che merita sempreattenzione.

PRESIDENTE. Onorevole Armaroli, leconcedo un minuto soltanto.

PAOLO ARMAROLI. Primo: onorevoleBoato, questa volta lei non mi ha ascol-tato, perche ho detto che la pregiudizialedi costituzionalita in questo caso eral’estremo tentativo di richiamare tutti icolleghi, soprattutto della maggioranza, afar sı che nell’esame degli articoli e degliemendamenti vi fosse un’aderenza allaCostituzione.Secondo: non vi e nulla di centralistico

nella nostra pregiudiziale di costituziona-lita; vi e, anzi, il massimo rispetto pertutte le minoranze, ma – come affermavamolto bene il collega di forza Italia – inun periodo di « disunita » d’Italia, doveormai soltanto la lingua italiana e ilcollante, parcellizzare non con le mino-ranze linguistiche, ma addirittura con

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l’incremento dei dialetti riconosciuti, misembrerebbe una cosa quanto meno nonconforme all’articolo 6 della Costituzione.

PRESIDENTE. Pertanto, l’appello alritiro della questione pregiudiziale non estato accolto.Nessun altro chiedendo di parlare,

passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sulla questionepregiudiziale Armaroli ed altri n. 1.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 410Votanti ............................... 405Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 203Hanno votato sı ..... 129Hanno votato no . 276).

Prendo atto che la postazione di votodell’onorevole Gasparri deve essere con-trollata.

(Contingentamento dei tempiseguito esame – A.C. 169)

PRESIDENTE. Avverto che, a seguitodella riunione del 30 aprile della Confe-renza dei presidenti di gruppo, si eprovveduto, a norma dell’articolo 24,comma 3, del regolamento, all’organizza-zione dei tempi per l’esame degli articoli,sino alla votazione finale, del disegno dilegge, che risultano cosı ripartiti:

relatore per la maggioranza: 20 mi-nuti;

relatore di minoranza: 10 minuti;

Governo: 20 minuti;

gruppo misto: 35 minuti;

richiami al regolamento: 10 minuti;

tempi tecnici: 2 ore e 30 minuti;

interventi a titolo personale: 1 ora;

gruppi: 4 ore.

Il tempo a disposizione del gruppomisto e cosı ripartito tra le componentipolitiche costituite al suo interno: verdi:12 minuti; socialisti democratici italiani: 7minuti; CCD: 7 minuti; minoranze lingui-stiche: 4 minuti; per l’UDR-patto Segni-liberali: 3 minuti; la rete: 3 minuti.Il tempo a disposizione dei gruppi e

cosı ripartito:

democratici di sinistra-l’Ulivo: 50 mi-nuti;

forza Italia: 37 minuti;

alleanza nazionale: 34 minuti;

popolari e democratici-l’Ulivo: 29 mi-nuti;

lega nord per l’indipendenza dellaPadania: 27 minuti;

rifondazione comunista-progressisti:22 minuti;

per l’UDR-CDU/CDR: 21 minuti;

rinnovamento italiano: 20 minuti.

(Esame degli articoli – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame de-gli articoli della proposta di legge nel testodella Commissione e degli emendamentiad essa presentati.Do lettura del parere della V Commis-

sione (Bilancio):

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti condizioni:gli articoli 5, 6 e 7 siano sostituiti dai

seguenti:

« ARTICOLO 5

1. Nelle scuole materne dei comuni dicui all’articolo 4 e consentito oltre all’uso

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della lingua italiana, anche l’uso dellalingua della minoranza per lo svolgimentodelle attivita educative. Nelle scuole ele-mentari e nelle scuole secondarie di primogrado e consentito l’uso anche della linguadella minoranza come strumento di inse-gnamento.2. Le istituzioni scolastiche elementari

e secondarie di primo grado, nell’eserciziodell’autonomia organizzativa e didattica dicui all’articolo 21, commi 8 e 9, della legge15 marzo 1997, n. 59, nei limiti dell’orariocurriculare complessivo definito a livellonazionale e nel rispetto dei complessiviobblighi di servizio dei docenti previsti daicontratti collettivi, deliberano, anche sullabase delle richieste dei genitori deglialunni, lo svolgimento di attivita didatti-che integrative concernenti la lingua e letradizioni culturali delle comunita locali,stabilendone tempi di svolgimento, meto-dologie, nonche i criteri di valutazionedegli alunni e le modalita di impiego didocenti qualificati.3. Le medesime istituzioni scolastiche,

ai sensi dell’articolo 21, comma 10, dellalegge 15 marzo 1997, n. 59, sia singolar-mente che in forma associata, possonorealizzare ampliamenti dell’offerta forma-tiva in favore degli adulti. Nell’eserciziodell’autonomia di ricerca, sperimentazionee sviluppo, di cui al citato articolo 21,comma 10, le istituzioni scolastiche adot-tano, anche attraverso forme associate,iniziative nel campo dello studio dellelingue e delle tradizioni culturali degliappartenenti ad una minoranza linguisticaai sensi degli articoli 2 e 4 della presentelegge e perseguono attivita di formazionee aggiornamento degli insegnanti addettialle medesime discipline. A tale scopo leistituzioni scolastiche possono stipulareconvenzioni ai sensi dell’articolo 21,comma 12, della legge n. 59 del 1997.4. Le iniziative previste ai commi 2 e

3 sono realizzate dalle medesime istitu-zioni scolastiche avvalendosi delle risorseumane a disposizione e della dotazionefinanziaria attribuita ai sensi dell’articolo21, comma 5, della legge 15 marzo 1997,n. 59, fatte salve le priorita stabilite nelmedesimo comma.

ARTICOLO 6

1. Il ministro della pubblica istruzione,con propri decreti, indica i criteri generaliper l’attuazione delle misure contenutenel precedente articolo 5 e puo promuo-vere e realizzare progetti nazionali e localinel campo dello studio delle lingue e delletradizioni culturali degli appartenenti aduna minoranza linguistica ai sensi degliarticoli 2 e 4 della presente legge. Per larealizzazione dei progetti e autorizzata laspesa di 2 miliardi annui a decorreredall’anno finanziario 1999.2. Gli schemi di decreto di cui al

comma 1 sono trasmessi al Parlamentoper l’acquisizione del parere delle com-petenti Commissioni permanenti, che pos-sono esprimersi entro sessanta giorni ».

l’articolo 8 sia sostituito dal seguente:

« ARTICOLO 8

1. Ai sensi degli articoli 6 e 8 dellalegge 19 novembre 1990, n. 341, le uni-versita delle regioni interessate, nell’am-bito della loro autonomia e nei limiti delleproprie risorse finanziarie, senza oneriaggiuntivi per il bilancio dello Stato, pos-sono assumere ogni iniziativa, ivi com-presa l’istituzione di corsi di lingua ecultura delle lingue di cui all’articolo 2,finalizzata ad agevolare la ricerca scien-tifica e le attivita culturali e formative asostegno delle finalita della presente leg-ge ;l’articolo 11, comma 1, sia modificato

aggiungendo, in fine, il seguente periodo:« Dai predetti uffici sono escluse le forzearmate e le forze di polizia »;all’articolo 11, al comma 2, siano ag-

giunti, in fine, i seguenti periodi: « A talfine e istituito, presso la Presidenza delConsiglio dei ministri – dipartimento af-fari regionali – un Fondo nazionale per latutela delle minoranze linguistiche conuna dotazione finanziaria annua di lire9.800.000.000 a decorrere dal 1999. Talirisorse, da considerare quale limite mas-simo di spesa, vengono ripartite annual-

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mente con decreto del Presidente delConsiglio dei ministri, sentite le ammini-strazioni interessate »;all’articolo 17, il comma 1 sia sostituito

dal seguente:« 1. Le spese sostenute dagli enti locali

per l’assolvimento degli obblighi derivantidalla presente legge sono posti a caricodel bilancio statale entro il limite massimocomplessivo annuo di lire 8.700.000.000 adecorrere dal 1999 »;all’articolo 18, la parola « provvedono »

sia sostituita dalle seguenti: « possonoprovvedere »;

l’articolo 22 sia sostituito dal seguente:

« ARTICOLO 22

1. All’onere derivante dall’attuazionedella presente legge, valutato in lire20.550.000.000 a decorrere dal 1999, siprovvede mediante corrispondente ridu-zione delle proiezioni dello stanziamentoiscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nell’ambito dell’unita previsionale dibase di parte corrente ’Fondo speciale’dello stato di previsione del Ministero deltesoro, del bilancio e della programma-zione economica per l’anno finanziario1998, allo scopo parzialmente utilizzando,quanto a lire 18.500.000.000, l’accantona-mento relativo alla Presidenza del Consi-glio dei ministri, e, quanto a lire2.000.000.000, l’accantonamento relativoal Ministero della pubblica istruzione.2. Il ministro del tesoro, del bilancio e

della programmazione economica e auto-rizzato ad apportare le occorrenti varia-zioni di bilancio;

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti Fontanini 1.01, Mi-gliori 2.4, Menia 2.15, 2.16, 2.17, Borghe-zio 2.8, Fontan 2.9, Giovanardi 2.12,Menia 2.47, 2.21, 2.22, 2.23, 2.24, 2.25,2.26, 2.27, 2.28, 2.29, 2.30, 2.31, 2.32, 2.33,2.34, 2.35, 2.36, 2.37, 2.38, 2.39, 2.40, 2.41,2.42, 2.43, 2.44, 2.45, 2.46, 2.48, 2.49, 2.50,2.51, 2.52, 2.53, 2.54, 2.55, 2.56, 2.57, 2.58,2.59 e 2.60, Boato 3.9, Bampo 4.7, testo

alternativo Menia dell’articolo 5, Migliori5.6 e 5.1, Aloi 8.4, 8.5 e 8.01, Menia 9.11,Giovanardi 9.2, Migliori 9.6, Detomas16.12 e Aloi 18.01, in quanto suscettibili direcare nuovi o maggiori oneri non quan-tificati ne coperti;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti ricompresinel fascicolo n. 1 e nel fascicolo per laseduta del 9 giugno 1998.

Avverto inoltre che la Commissionebilancio, in data odierna, ha adottato laseguente decisione:

NULLA OSTA

sugli emendamenti 5.30, 8.7, 9.22, 9.21,9.20, 11.20, 11.19, 11.18, 16.15, 17.20,18.8, 20.8 e 22.5 della Commissione, nonricompresi nel fascicolo n. 1.

ELIO VITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ELIO VITO. Intervengo sul parereespresso dalla Commissione bilancio peresprimere una certa preoccupazione,perche credo che stiamo andando versouno snaturamento delle funzioni dei pa-reri delle Commissione e, per altro verso,del Comitato per la legislazione. In questocaso la Commissione bilancio ha espressoun lunghissimo parere proponendo lariscrittura integrale degli articoli 5, 6 e 7del testo al nostro esame.Non entro nel merito: e ovvio che la

proposta di legge comporta molte e com-plesse conseguenze di carattere finanzia-rio, per cui e giusto che la Commissionebilancio abbia espresso un parere artico-lato. Mi chiedo tuttavia, Presidente, se siaconforme alla funzione della Commissionebilancio ed alla funzione che deve avere ilparere da questa espresso la proposta diriscrittura integrale degli articoli con unintervento sostanziale sulle norme di ca-rattere ordinamentale del testo e non solo,

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invece, sugli effetti finanziari delle normeproposte e sulla copertura degli emenda-menti presentati.Chiedo pertanto al presidente Solaroli

dei chiarimenti, perche credo che questomodo di lavorare rischi di rendere pocoattendibili i pareri della Commissione. Einfatti evidente che se la Commissione vaal di la del suo campo, propone intereriscritture di articoli, assume una fun-zione di revisione ordinamentale del testo,nessuno leggera piu i pareri della Com-missione bilancio, mentre invece essi de-vono avere una funzione importante. Dicoquesto, Presidente, perche, come lei ricor-dera, la volta scorsa abbiamo svolto un’os-servazione sui pareri espressi dal Comi-tato per la legislazione, al quale invececompete questa funzione di controllo or-dinamentale del testo, delle norme pro-poste ed anche di coerenza con le carat-teristiche della buona legislazione.Intendo quindi esprimere preoccupa-

zione sulle caratteristiche del parereespresso dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Onorevole Vito, credoche lei abbia espresso delle preoccupa-zioni assolutamente condivisibili, anche senaturalmente il parere di chi presiede nonha un valore; penso tuttavia che sicura-mente le considerazioni da lei svoltedebbano essere valutate e saranno da meriferite al Presidente della Camera.

BRUNO SOLAROLI, Presidente della VCommissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

BRUNO SOLAROLI, Presidente della VCommissione. Signor Presidente, devo am-mettere che le osservazioni dell’onorevoleVito mi sorprendono, anche perche egli eun attento conoscitore del regolamento edelle prassi che ormai sono consolidatenel lavoro parlamentare.Premetto che nell’assolvere al suo com-

pito la Commissione bilancio, pur mante-nendo fermo il suo criterio di verificadelle quantificazioni delle coperture fi-nanziarie, tende ad assumere, di norma,

un comportamento di carattere collabo-rativo nei confronti delle Commissioni dimerito. In sostanza, quindi, entrando nelmerito delle questioni che hanno unarilevanza di quantificazione di coperturafinanziaria (perche nel lungo parereespresso sono riprese soltanto le questioniche hanno questa rilevanza), tenendoconto anche dei pareri contenuti nellarelazione tecnica del Tesoro e quindiriprendendo, allorche siano condivise,quelle indicazioni, essa tende non solo adesprimere condizioni di carattere negativo,ma anche a formulare proposte positive,aiutando in tal modo le Commissioni dimerito a completare l’iter legislativo.Voglio anche rimarcare il fatto che in

genere questo comportamento e servito acostruire un rapporto di piena soddisfa-zione tra le Commissioni di merito e laCommissione bilancio e mi fa piacere che,fondamentalmente, la Commissione dimerito abbia, anche questa volta, tenutoconto delle osservazioni provenienti dallanostra Commissione.Non credo che un’altra via, di puro

intervento negativo legato a valutazionifinanziarie, porterebbe a soluzioni piupositive rispetto a quelle che e possibileraggiungere attraverso questo meccanismocooperativo.Voglio anche dire che, nella fattispecie,

il parere della Commissione bilancio epuramente indicativo: e cioe un parereobbligatorio nell’espressione, ma non vin-colante. La Commissione di merito,quindi, puo mantenere le sue opinionioppure riformulare le proposte in altromodo: ovviamente, se modificate tali pro-poste tornano alla Commissione bilancio,ma in ogni caso il parere di quest’ultimanon e vincolante, e la Commissione dimerito che presenta la proposta all’As-semblea e quest’ultima decide. Non misembra, quindi, che ci sia nulla di ano-malo, se interpretiamo il rapporto all’in-segna di questa linea.Nel parere in questione, quindi, sono

indicate soluzioni che tendono ad affron-tare le questioni che presentavano pro-blemi di quantificazione e di copertura

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finanziaria in modo da portare ad unacondizione di piena copertura tutte lenorme contenute nel provvedimento.Ribadisco ancora una volta che il

parere della Commissione bilancio e ob-bligatorio, ma non vincolante, ed io rin-grazio la Commissione di merito di avertenuto conto di esso: sono convinto che,proseguendo lungo questa linea, si pos-sano migliorare ancora di piu i rapportitra le Commissioni e quindi arrivareall’elaborazione di provvedimenti che nonpresentino aspetti negativi su questo ver-sante.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidentedella I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidentedella I Commissione. Signor Presidente,capisco benissimo l’intervento del collegaVito, volto a salvaguardare la liberta delleCommissioni di merito, che credo sia unvalore fondamentale per il corretto svol-gersi dei nostri lavori.Devo pero dire che la Commissione

affari costituzionali ha colto l’interventodella V Commissione, come del restodiceva il presidente Solaroli, come unintervento fortemente collaborativo. Noi citrovavamo a dover operare scelte rispettoalle quali la quantificazione esatta deicosti e l’indicazione del sistema di coper-tura indubbiamente costituivano una dif-ficolta. Per quanto riguarda il lavorosvolto dalla Commissione bilancio, potreisoltanto chiedere che i suoi interventifossero un po’ piu solleciti, ma ovviamenteconosco la mole di lavoro della V Com-missione e so benissimo che gli eventualiritardi non possono essere attribuiti aresponsabilita del presidente Solaroli nedei colleghi della Commissione.Comunque, gli emendamenti che ci

sono stati suggeriti ci hanno indicato unapossibile via d’uscita: del resto, il fatto chesiano stati accolti positivamente da unlarghissimo schieramento all’interno dellaCommissione dimostra che questa intrin-seca possibilita c’era. Dove la Commis-

sione bilancio ci ha dato dei suggerimentiche non avevano una diretta connessionecon problemi di costo, noi, rivendicandoassolutamente, come credo sia doveroso,la nostra indipendenza, non abbiamo se-guito il parere espresso. Pero, la dialetticae stata costruttiva, l’intento collaborativo,il risultato mi auguro buono; comunque ilComitato dei nove ha registrato una con-vergenza notevole su cio che e nato daquesta collaborazione. Credo quindi chela liberta di tutti ed il regolamento sianostati pienamente rispettati.

GUIDO POSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo ?

GUIDO POSSA. In merito alla que-stione in esame.

PRESIDENTE. In merito alla questioneha gia parlato il suo rappresentante digruppo, onorevole Possa.

GUIDO POSSA. Solo un attimo, se epossibile, Presidente !

PRESIDENTE. Se facciamo sempre ec-cezioni ogni qual volta il regolamentoimpedirebbe alla Presidenza di dare laparola, come lei capisce, il regolamentoverrebbe vanificato.

BRUNO SOLAROLI, Presidente della VCommissione. Chiedo di parlare per for-nire un chiarimento sul lavoro della Com-missione bilancio.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

BRUNO SOLAROLI, Presidente della VCommissione. Signor Presidente, ho ap-prezzato l’intervento della presidente Jer-volino e voglio solo osservare che suitempi per l’espressione del parere daparte della Commissione bilancio ha gio-cato un altro fattore: quando la nostraCommissione si trova di fronte a normeche non sono quantificate e per le qualinon vi e copertura, ovviamente chiede larelazione tecnica al Governo; in questo

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caso, abbiamo anche fatto presente allaPresidenza della Camera che non eravamoin grado di esprimere il parere perchemancava la relazione tecnica del Governo.Quando questa ci e pervenuta, abbiamoproceduto ad esprimere il parere: questae soltanto una precisazione per informa-zione dell’Assemblea.

GUIDO POSSA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Abbiamo fatto un’ecce-zione per il presidente Solaroli; ne faremoun’altra per l’onorevole Possa. Ne hafacolta.

GUIDO POSSA. Signor Presidente, soloper osservare che la Commissione bilancioesprime ogni giorno dai cinque ai diecipareri su diversi provvedimenti, i qualivengono esaminati dal punto di vista dellacopertura. In questo caso, invece, si efatta un’eccezione e in sostanza e statarecepita alla lettera una relazione delMinistero del tesoro, in questo a mioavviso debordando dalla funzione tipicadella Commissione bilancio di verificadella copertura dei provvedimenti; inoltre,si e addirittura prevista una condizionerelativa alla riscrittura di tre articoli delprovvedimento. E stato un modus ope-randi della Commissione assolutamenteanomalo e volevo che questo rimanesseagli atti.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi,penso che quanto ci hanno detto i presi-denti Solaroli e Jervolino possa senz’altrotranquillizzarci; rimane pero il problemadell’intellegibilita dei nostri lavori.Quando la Presidenza legge un parere,ovviamente da all’Assemblea alcuni ele-menti di giudizio, in base ai quali ideputati formuleranno poi la loro volonta;un parere cosı articolato e complesso none senz’altro intellegibile. L’intervento del-l’onorevole Vito e le successive spiegazionidei presidenti Solaroli e Jervolino risol-vono senz’altro il problema nella fattispe-cie e tuttavia rimane il problema dell’in-tellegibilita di quanto il Presidente comu-nica all’Assemblea.

(Esame dell’articolo 1 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 1, nel testo della Commissione edel complesso degli emendamenti e del-l’articolo aggiuntivo ad esso presentati(vedi l’allegato A – A.C. 169 sezione 2).Ha chiesto di parlare l’onorevole Aloi.

Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,onorevoli colleghi, ho chiesto di interve-nire sull’articolo 1 perche credo che essosia per tanti versi significativo, in parti-colare dopo che, attraverso gli emenda-menti presentati dal nostro gruppo, si ecapito che il testo cosı come ci venivaproposto dava adito ad una serie diinterpretazioni non molto intellegibili, oche quanto meno potevano portarci azone d’ombra sul piano interpretativo.Pertanto, la Commissione ha giustamenteritenuto di dover licenziare un testo cherecepisce – e di questo diamo atto – leproposte avanzate, attraverso vari emen-damenti, dai nostri rappresentanti inCommissione, dall’onorevole Menia, dal-l’onorevole Migliori e dal sottoscritto. Ri-teniamo infatti che questo articolo 1 siaproprio il caposaldo di tutta la legge.Affermare il concetto importante, impre-scindibile, secondo cui la lingua ufficialedella nazione e l’italiano credo sia un datoche dovrebbe evitare qualsiasi margine diequivoco o di interpretazione piu o menofuorviante.Onorevole Presidente, insieme ai colle-

ghi Valensise e Fino ho presentato unaserie di emendamenti che si muovono indirezione della salvaguardia del valorecentrale, essenziale della lingua italiana.Ma abbiamo presentato, oltre alla propo-sta di legge che risulta parte integrantedel testo, anche una serie di emendamentiper salvaguardare il diritto di quelle chenon definisco minoranze, ma presenzeetnico-linguistiche e quindi culturali. In-fatti, la presenza di un gruppo etnico inuna certa area puo sembrare minoritaria,ma di fatto costituisce il momento cultu-rale piu importante della zona e quindil’espressione di tradizioni, valori, tutta

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una serie di elementi che ci hanno postoin condizione di affermare che per noi sitratta di presenze etnico-linguistico-cultu-rali.Certo, nella nostra proposta di legge

facevamo riferimento a presenze ben de-finite, quelle della Calabria, della Sicilia edella Puglia. Ci riferiamo ai grecanici diCalabria, ai greci di Puglia, agli albanesidella Calabria, che, soprattutto nell’areadella provincia di Cosenza, costituisconouna presenza notevole, che non da adito– sia ben chiaro, ma lo abbiamo ripetutopiu volte – alla benche minima spintacentrifuga. Gli albanesi di Calabria, comedimostra la storia, sono stati i piu fedeliall’Italia ed hanno costituito, proprio neimomenti piu importanti della storia, nellaprima e nella seconda guerra mondiale,degli strenui difensori dei confini dellapatria, fornendo un grandissimo contri-buto. Per non ricordare il Risorgimentoitaliano, durante il quale il collegio alba-nese di San Demetrio Corona era il centrodi tutto cio che si muoveva in direzionedell’unita italiana e del Risorgimento. Dalı proveniva Agesilao Milano, un albanesedi Calabria del quale conosciamo il ruolostorico.Per questo, io ed il collega Valensise ci

siamo astenuti rispetto alla questione pre-giudiziale presentata dal nostro gruppo,non perche non condividessimo le preoc-cupazioni in essa contenute, brillante-mente espresse dall’onorevole Armaroli,ma perche riteniamo che tali preoccupa-zioni non debbano sussistere per quel checoncerne alcune presenze etnico-linguisti-che. Sono d’accordo con chi ha affermatoche e una vergogna il fatto che dopocinquant’anni l’articolo 6 della Costitu-zione non abbia ancora trovato applica-zione. Modifichiamolo, integriamolo, fac-ciamo quello che vogliamo, ma fincheresta quell’articolo 6 vi e la irresponsabileresponsabilita di chi in questi anni non haconsentito l’attuazione di quell’articolo.Da parte nostra, affermiamo il valore

ed il significato di un discorso di salva-guardia delle presenze etnico-linguistico-culturali della Calabria, della Sicilia e

della Puglia, per le profonde ragioni diordine storico che ne giustificano la sal-vaguardia.Ecco perche, onorevole Presidente, noi

affermiamo il valore ed il significato dellepresenze etnico-linguistiche e culturali inCalabria, in Sicilia ed in Puglia, al fine disalvaguardare questi fatti di ordine sto-rico. Coerentemente alleanza nazionale hapresentato una proposta di legge ed hacontribuito alla discussione attraverso isuoi emendamenti sottolineando il princi-pio della salvaguardia dell’unita nazionale.Per quanto riguarda la scuola, per esem-pio, devo ringraziare il Governo perche estata accolta una mia proposta finalizzataa consentire ai provveditorati degli studidelle varie province di procedere al re-clutamento degli insegnanti in sintoniacon una linea unitaria nazionale di poli-tica scolastica.Una linea di difesa dell’unita italiana

passa certamente attraverso la salvaguar-dia della lingua. Non mi stanco mai diripetere che nella storia dell’umanita ipopoli sono stati conquistati, piu chemilitarmente, cancellandone la lingua. Eemblematico il caso di Roma nei confrontidegli etruschi: abbiamo grossi problemi diinterpretazione e di esegesi della linguaetrusca proprio perche e stata cancellatadai romani.Riteniamo di aver dato un grosso

contributo nell’esame dell’articolo 1, valo-rizzato attraverso le nostre proposte. Afronte di presenze etnico-linguistiche eculturali, che non inducono alcuna preoc-cupazione in ordine a fenomeni centrifu-ghi e scissionistici, e importantissimo sal-vaguardare la lingua italiana. E questo ilmotivo per cui abbiamo fortemente volutol’articolo 1: la nostra lingua va difesaanche in rapporto a tutta una serie dibarbarismi di ritorno. Ribadiamo questaposizione nel solco della nostra tradizione,che pone l’Italia al centro della nostraproposta politica, sociale, culturale e mo-rale (Applausi dei deputati dei gruppi dialleanza nazionale, di forza Italia e misto-CCD).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Niccolini. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Signor Pre-sidente, vorrei soltanto precisare che –essendo intervenuto un po’ tardivamentenel Comitato dei nove per esaminarequesto provvedimento – avevo pregato gliuffici di tenere conto che avrei sottoscrittotutti gli emendamenti a prima firmaMigliori. Purtroppo dallo stampato in di-stribuzione in aula questo non appare.

PRESIDENTE. Sta bene. Pertanto gliemendamenti indicati si intendono sotto-scritti anche dall’onorevole Niccolini.Ha chiesto di parlare l’onorevole Bru-

netti. Ne ha facolta.

MARIO BRUNETTI. Signor Presidente,per tutte le ragioni che siamo andatiesplicitando fino a questo momento rifon-dazione comunista ritiene che la legge diattuazione dell’articolo 6 della Costitu-zione costituisca un atto importante delParlamento. La proposta di legge sullaquale siamo chiamati a votare ha impe-gnato il lavoro proficuo di tutti i gruppinella Commissione affari costituzionali. Iltesto in esame costituisce secondo noi unimportante punto di equilibrio, perche –pur nelle diverse valutazioni di meritogenerale – puo consentire una rapidaapprovazione del provvedimento.Poiche noi anteponiamo l’importanza

dell’approvazione della legge ad un puntodi vista di parte – il nostro – che avrebbecomportato anche iniziative emendative,rifondazione comunista ha deciso di nonpresentare alcun emendamento per age-volare l’iter dei lavori. Nel corso dellavotazione esprimeremo voto favorevolesolo sugli emendamenti presentati dallaCommissione; conseguentemente voteremocontro tutti gli altri emendamenti, nonconcordati.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendodi parlare sull’articolo 1 e sul complessodegli emendamenti e dell’articolo aggiun-tivo ad esso presentati, chiedo al relatoreper la maggioranza di esprimere il pareredella Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, il parere econtrario su tutti gli emendamenti pre-sentati all’articolo 1, ad eccezione del-l’emendamento 1.6 della Commissione, sulquale e favorevole.Invito i presentatori a ritirare gli iden-

tici emendamenti Boato 1.5 e Fontan 1.3.Chiarisco infatti che l’articolo 1 e statoinserito nella proposta di legge perche siera notato che nessuna legge dello Statoconferiva all’italiano la posizione di linguaufficiale. D’altra parte, un rapporto conl’Unione europea aveva evidenziato che,poiche nel nostro paese non era indivi-duata una lingua ufficiale, non si vedevacome le lingue minoritarie potessero es-sere tutelate. Pertanto per la prima voltaabbiamo previsto in una disposizione nor-mativa che la lingua ufficiale del nostropaese e l’italiano ma che, in attuazionedell’articolo 6 della Costituzione, esistonoaltre lingue minoritarie che devono esseretutelate.Chiedo pertanto ai colleghi Boato e

Fontan di ritirare i loro emendamenti.Qualora insistano, il parere della Com-missione su di essi e contrario.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo condivide il parereespresso dal relatore.

PRESIDENTE. Onorevole Boato, acco-glie l’invito rivoltole a ritirare il suoemendamento 1.5 ?

MARCO BOATO. Signor Presidente,alla luce dei chiarimenti forniti dall’ono-revole Maselli e per il significato cheassume questo articolo nell’interpreta-zione che il relatore ne ha dato, ritiro ilmio emendamento 1.5.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, ac-coglie l’invito rivoltole a ritirare il suoemendamento 1.3 ?

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ROLANDO FONTAN. No, signor Pre-sidente, lo mantengo.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo allavotazione dell’emendamento Fontan 1.3.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Fontan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Con il mio emen-damento 1.3 noi della lega nord perl’indipendenza della Padania proponiamola soppressione dell’articolo 1, che recita:« La lingua ufficiale della Repubblica el’italiano ». Ci pare pleonastico, infatti,ribadire il concetto, visto che e ormai notoa tutti che la lingua ufficiale del nostropaese e l’italiano.Ci sembra strano, poi, il contrasto tra

il titolo della proposta di legge, che e« Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche », ed il disposto dell’ar-ticolo 1, il quale prevede che la linguaufficiale sia l’italiano. Paradossalmente sene potrebbe dedurre che l’italiano e linguaminoritaria.Piu della sostanza ci preoccupa la

volonta che sta dietro la norma e che estata in precedenza ben esplicata nell’in-tervento nazionalista del collega Aloi. Egliinfatti ha chiarito che la lingua italiana eil collante dell’unita nazionale: evidente-mente vi e una operazione del Polo-Ulivo,prima con la bandiera tricolore ed adessocon l’indicazione della lingua ufficiale,volta a riaffermare l’italianita e a ribadirequesto concetto che e in netto contrasto,peraltro, con la proposta di legge al nostroesame, che dovrebbe tutelare le lingueparlate in Italia. A meno che – lo ripeto– non si consideri la lingua italiana comelingua minoritaria !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mi-tolo. Ne ha facolta.

PIETRO MITOLO. Presidente, dopo losconclusionato intervento del collega Fon-tan – che peraltro non rappresenta unanovita – credo sia necessaria una pun-tualizzazione ed una presa di posizionechiara e ferma.

Mi pare che bene abbia fatto la Com-missione ad inserire questa norma, ancheperche – lo ricordo al collega Fontan, chee trentino – lo statuto autonomo delTrentino-Alto Adige stabilisce all’articolo101 o 102 che la lingua tedesca e parifi-cata all’italiano, che e lingua ufficiale chefa testo negli atti giuridici ed amministra-tivi.E importante, dunque, sottolineare

proprio in una legge come questa il valoredella lingua ufficiale dello Stato.E vero che nella Costituzione non e

ancora inserito questo principio; al ri-guardo, mi permetto di ricordare che sonostati presentati dei provvedimenti di leggedi natura costituzionale proprio per ov-viare a questa carenza. Spero che quantoprima tali provvedimenti (uno dei quali estato presentato da tutto il gruppo dialleanza nazionale) possano essere esami-nati.Al collega Fontan debbo dire che la

sua battaglia, cosı semplicistica e distrut-tiva di quelli che sono certi principi, restauna battaglia di retroguardia ancheperche nei documenti europei si citaabbondantemente il dovere delle mino-ranze di esercitare i loro diritti cosı comedi adempiere i loro doveri e tra questiultimi ci sono quelli del rispetto, dellaconoscenza e dell’uso della lingua uffi-ciale, cioe la lingua italiana che e la linguadella Repubblica (Applausi dei deputati delgruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleSgarbi. Ne ha facolta.

VITTORIO SGARBI. Onorevole Presi-dente, onorevoli colleghi, mi dispiace con-traddire le argomentazioni di buon sensoe di sentimento della nazione (la cuiidentita si riconosce nella lingua cosıcome la letteratura italiana ci ha indicatoin modo indefettibile) dell’onorevole Mi-tolo perche il testo di questo provvedi-mento e all’apparenza coerente, cosı comelo e la Costituzione. Il primo articolosembra coerente con lo spirito della na-zione, che e spirito della lingua (la lingua

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ufficiale della Repubblica e l’italiano), mapoi e perfettamente contraddetto dall’ar-ticolo 2 che tra le minoranze linguistichetutelate (ovvero la lingua e la cultura dellepopolazioni albanesi, catalane, germani-che, greche, slovene e croate, oltre natu-ralmente quella francese e franco-proven-zale) include anche la friulana e la sarda !Ove noi ammettessimo che – italiani in

tutto al di la di ogni ipotesi secessioni-stica, separatistica, regionalistica, divisio-nistica, di qualunque natura la si vogliachiamare – il friulano e il sardo fosserocome l’albanese e il croato, daremmo undiverso disegno della identita nazionalericonoscendo che l’italiano e una cosamentre il sardo e un’altra. Benissimo, secosı e, allora l’italiano e una cosa e ilveneto e un’altra, l’italiano e una cosa e ilsiciliano e un’altra, l’italiano e una cosa eil calabrese e un’altra (Applausi dei depu-tati del gruppo della lega nord per l’indi-pendenza della Padania), ma non in virtudi una volonta separatistica o regionali-stica bensı nel nome e nella coscienzadella letteratura italiana.Sono qui, come ogni tanto mi accade,

a richiamare che la letteratura italianainizia con la letteratura siciliana, la qualeha un primato attraverso Ciullo D’Alcamoe Jacopo da Lentini, e dovrebbe ricono-scere ad essa una identita ed autonomialinguistica preitaliana o protoitaliana piuche a quella sarda. Per cui se io difendoil modesto valore letterario (dico letterarioe non linguistico) della lingua friulana el’alto, ma non altissimo, valore letterariodella lingua sarda, dovro anche richia-mare (nonostante l’amico Meloni giusta-mente identifichi in quella lingua deivalori) che la lingua italiana di questosecolo si onora, non nel senso retorico-nazionalistico, della qualita piu alta deisuoi prodotti letterari in un poeta che sichiama Giacomo Noventa che scrive inlingua veneta capolavori di letteraturaitaliana (Applausi dei deputati del gruppodella lega nord per l’indipendenza dellaPadania).Per tale ragione chiedo che alla lingua

veneta vada riconosciuta autonomia edidentita linguistica rispetto a quella ita-

liana dei parlanti la lingua italiana fio-rentina, codificata dal veneto PietroBembo nel 1525 nelle Prose della volgarlingua. Allora il veneto Bembo si trasva-lora in fiorentino, il lombardo Manzoni,che lombardo e anche nei solecismi lin-guistici, si trasvalora in fiorentino, per cuil’unica lingua italiana e la lingua toscana;tutte le altre sono minoranze: quellaemiliana, quella romagnola, quella cala-brese, quella napoletana. E come dimen-ticare la qualita letteraria altissima del-l’opera del Ruzzante in lingua veneta ? Ecome dimenticare la qualita letterariaaltissima delle opere e delle canzoni inlingua napoletana ? Come dimenticare chela piu parte della lingua letteraria diquesto secolo si deve a grandi scrittoriprogressisti, che scrivono in lingua roma-gnola ? Mi riferisco a Tonino Guerra, aRaffaello Baldini, straordinari autori ita-liani in lingua romagnola. La sindacalistacomunista Giuliana Rocchi, valorosissimapoetessa italiana, scrive in romagnolo.Pretendo che quella sua identita poetica eletteraria sia difesa. Altro che la linguafriulana e la lingua sarda, altissime, mainvero assai deboli negli esiti letterari resiin questo secolo ! Un secolo che si illustradi capolavori in lingua napoletana, dicapolavori in lingua veneta, di capolavorinella lingua di Grado, che non e stretta-mente friulana, la lingua di Biagio Marin,che io evoco, cosı come richiamo quellaschiettamente friulana delle poesie di PierPaolo Pasolini, che a questo punto ver-rebbero ad indicare una prevalenza dellaqualita che Pasolini esprime rispetto aquella, per esempio, di Noventa o rispettoa quella di Tonino Guerra.Allora, se la letteratura identifica la

qualita di una lingua, non si vede come sipossa dichiarare lingua ufficiale l’italianoe minoranze linguistiche in modo razzi-stico la friulana e la sarda. La dignita diquelle pretende che non vengano emargi-nate o ghettizzate o che tutte le altrevengano protette allo stesso modo innome della letteratura italiana (Applausidei deputati del gruppo della lega nord perl’indipendenza della Padania).

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Me-loni. Ne ha facolta.

GIOVANNI MELONI. Signor Presi-dente, forse sarebbe stato opportunoaprire tale dibattito in riferimento all’ar-ticolo 2, pero dal momento che la que-stione e stata sollevata in questi termini,ritengo essa meriti una sia pur rapidis-sima risposta, perche a me sembra chel’onorevole Sgarbi faccia una notevoleconfusione.E certo che la letteratura italiana

comincia con alcuni autori siciliani, cheiniziano a scrivere in un vulgare italiano,che non ha niente a che vedere con ilsardo e con il friulano.

VITTORIO SGARBI. Nemmeno con ilveneto !

GIOVANNI MELONI. Nel caso delsardo ci troviamo di fronte – e dovremmospecificare che cosa intendiamo in questocaso per sardo – ad una lingua romanza.L’onorevole Sgarbi, dopo aver tentato

una lezione, ahime, secondo il mio parereabortita, non ha piu interesse ad ascoltarela risposta, mentre invece, se ascoltasse,apprenderebbe che non dobbiamo tutelareil sardo perche ha valori letterari cheimpongono questa tutela, ma che dob-biamo tutelare il sardo proprio perche eminoranza linguistica e lo e perche citroviamo di fronte ad una lingua ro-manza, forse l’unica vera lingua romanzache rimane insieme al ladino nel nostropaese, una lingua che e stata largamentestudiata e gia da molto tempo, fin dalsecolo scorso (Applausi del deputato Mal-gieri). Non e un caso che all’universita diHeidelberg vi sia una cattedra di lingui-stica sarda, dal momento in cui LeopoldWagner ha capito che cos’era e che cos’eil sardo, cioe una lingua romanza didiretta derivazione latina, con una serie diinfluenze spagnole.Andrebbe precisato – e lo faccio

perche rimanga nei lavori preparatori diquesta legge – che e esattamente a questoche ci riferiamo quando parliamo del

sardo, e non ad ogni dialetto che si parliin Sardegna, che e cosa diversa. Ci rife-riamo alla lingua romanza da un lato e alcatalano dall’altro, che in Sardegna hannodignita di tutela. L’onorevole Sgarbi devetener conto di questo e del fatto che eproprio questo che si sta tutelando. L’in-dividuazione di tale lingua come mino-ranza degna di essere tutelata trae questaprofonda ragione culturale, non legata allaquantita o al valore della letteratura cheha espresso ma alla storia di quellepopolazioni che hanno ereditato diretta-mente dal latino una lingua e che conti-nuano a parlarla (Applausi dei deputati deigruppi di rifondazione comunista-progres-sisti, di rinnovamento italiano e misto-minoranze linguistiche).

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Signor Presidente, vorrei permet-termi di richiamare l’attenzione su unapagina dell’Enciclopedia italiana Treccani,laddove, avendo prima evidenziato le lin-gue gia tutelate (quella della comunitaetnica altoatesina in primo luogo, la la-dina, la franco-provenzale della Valled’Aosta e quella degli sloveni) cosı scrive:« Le altre comunita etniche del territorioitaliano invece non sono tutelate da al-cuna legge speciale perche lo Stato ita-liano non e ancora riuscito a varare unprovvedimento legislativo idoneo alla sal-vaguardia dei friulani, sardi, occitanici efrancoprovenzali del Piemonte, slovenidella provincia di Udine, piccoli gruppi ditedescofoni dell’Italia settentrionale, gre-cani, croati ed albanesi presenti in piccolecomunita dell’Italia centro-meridionale edinsulare, catalani di Alghero ».

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

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DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Credo che questa discussioneavrebbe dovuto svolgersi sull’articolo 2,ma ormai si e posta e vorrei, a nome dellaCommissione, ricordare tre fatti impor-tanti.Oltre a quanto letto dal rappresentante

del Governo dalla Treccani, desidero ri-cordarvi che ci siamo fatti carico diincontrare i rappresentanti del Consigliod’Europa e dell’Unione europea per averei nomi ufficiali delle lingue riconosciute alivello di Unione.Vi sono poi motivi scientifici che

adesso e inutile spiegare: per esempio, lacattedra esistente ad Heidelberg sul sardo,oppure il fatto che il friulano sia collegatoal grande gruppo ladino anche se e dinatura diversa, nel senso che non pos-siamo dimenticare che non deriva dagliidiomi italici – uso il termine « idiomi » enon « dialetti » – ma da un’altra linguaromanza, vale a dire il ladino.Per quanto riguarda le cose dette

dall’onorevole Sgarbi, certamente lo Statodeve riconoscere il valore letterario dimolti dei suoi idiomi e, nel momento incui riconosce la lingua italiana comelingua ufficiale, riconosce allo stessotempo tutti gli idiomi con valore lettera-rio. Non posso non ricordare Lo cunto deli cunti di Giambattista Basile, scritto innapoletano, ma sono certo che, se scen-dessimo su questo terreno, attueremmoun tipo di tutela diversa.Preannuncio quindi la presentazione di

un ordine del giorno che impegni ilGoverno al riconoscimento e alla valoriz-zazione dei grandi idiomi letterari italiani,tra cui anche il piemontese (che pero haanche radici francesi), che devono essereoggetto di altra disposizione normativa,pur ritenendo io che il valore letterario dialcuni scrittori – per esempio di Broffe-rio, piemontese – non e inferiore al valoreletterario di opere scritte in lingua italianao nelle lingue che noi desideriamo pro-teggere.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mas-sidda. Ne ha facolta.

PIERGIORGIO MASSIDDA. SignorPresidente, mi dispiace non poter inter-venire su quanto ha dichiarato il relatoreMaselli perche e impossibile riuscire asentire dai banchi piu alti dell’emiciclo leparole dei colleghi seduti al banco dellaCommissione. Chiedo che si faccia qual-cosa per ovviare a questo inconvenienteperche tutti abbiamo il diritto di parteci-pare ad un dibattito cosı interessante.Avevo chiesto la parola ancora prima

dell’onorevole Meloni per chiarire, unavolta per tutte, che e vero che la lettera-tura di alcune regioni e di altissimo livelloe spesso non confrontabile, nelle normaliedizioni, con quelle di alcune realta, comequella sarda. Siamo favorevoli al progettodi legge in discussione proprio perche perlungo tempo opere letterarie in una linguanon sottoposta a tutela non hanno avutospazio e quindi non sono state conosciutedai piu attenti studiosi.Non credo di dover ripetere le osser-

vazioni dell’onorevole Meloni (anche luiha l’abitudine di intervenire e poi nonascoltare gli altri) perche in altre univer-sita tedesche, oltre che ad Heidelberg, sistudia la lingua sarda. Cio suona come unoltraggio per la popolazione sarda la cuistoria, la cui cultura ed il cui legame conla lingua sono stati sviliti dalla nazioneItalia, mentre sono stati valorizzati daaltre nazioni piu attente e rispettose diuna cultura sviluppatasi attraverso unaserie di esperienze e di dominazioni, cheha saputo acquisire ed interpretare. Stu-diando la storia spagnola e quella araba efacile comprendere che vi e stataun’osmosi fra le diverse culture e che lacultura sarda, contrariamente a quantocomunemente si pensa, ha svolto un ruoloimportantissimo, come dimostrano letracce recuperate nel corso di ricercheletterarie compiute presso numerose uni-versita europee.Il provvedimento in esame e valido

proprio perche tiene conto di realta in-sindacabili. Non ho colto tutte le paroledel relatore, come ho detto all’inizio delmio intervento, ma non credo che l’ordinedel giorno da lui preannunciato possaessere condiviso. Se quell’ordine del

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giorno seguira la strada di tanti altristrumenti analoghi ad esso, rimarra asso-lutamente inattuato. Se l’Assemblea credeveramente di acquisire i suggerimentiemersi da questo dibattito e, cioe, chevenga allargata ad altre culture e lingue latutela, sarebbe opportuno che tale previ-sione venisse inserita nella legge. Altri-menti, risolvere il problema esclusiva-mente con un ordine del giorno, avrebbesoltanto il valore di salvare la faccia ma,di fatto, di non concludere nulla !In conclusione, credo che questa legge

possa rendere finalmente giustizia ad al-cune culture che sono state a lungo nonvalutate e non seguite con attenzione dainostri letterati.Devo dire che oggi ho purtroppo ascol-

tato alcune affermazioni del collegaSgarbi (che pure e stato eletto in Sarde-gna, ma che forse non ha avuto il tempodi poter leggere alcuni lavori sardi) chenon condivido. Sarebbe inoltre opportunonon trascurare le altre realta. Dico questoanche perche ho la sensazione che forseoggi l’unico problema esistente al riguardosia esclusivamente di carattere economico.Allora, diciamocelo chiaramente !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevolePorcu. Ne ha facolta.

CARMELO PORCU. Presidente, hoascoltato con interesse il dibattito che si efino ad ora sviluppato e spero che icolleghi avranno la bonta di ascoltarmibrevemente.Intervengo sull’articolo 1 soltanto

perche ora si e svolto un dibattito che inrealta riguarderebbe l’articolo 2 sulle mi-noranze linguistiche.Porto quindi la mia convinta adesione

personale e quella del gruppo di alleanzanazionale a sostegno dell’articolo 1 chegiustamente, in una legge che tutela lecosiddette minoranze linguistiche, pone alprimo punto l’ufficialita della lingua ita-liana e la sua tutela. Devo rilevare, anzi,che il Parlamento fino adesso si e pocoimpegnato nella tutela della lingua ita-liana. Bisognerebbe che, al pari di quanto

fanno alcune grandi democrazie occiden-tali ed europee (non parlo della Francia,che viene addirittura accusata di perse-guire anche una grandeur linguistica, madi altre nazioni occidentali ed europee)che tutelano la propria lingua e la propria« parlata », ufficiale e nazionale, comesintomo di identita e di dignita nazionale !Noi vorremmo che si verificasse cio anchecon la lingua italiana, perche in questopaese vi e bisogno di unita nazionale, disolidarieta e di identita, di capirci e disentirci tutti fratelli, come in realta vuolela stragrande maggioranza del popoloitaliano (Applausi dei deputati del gruppodi alleanza nazionale).Detto questo, caro Presidente, desidero

sottolineare che, per quanto riguarda ilsardo, ho notato con estrema perplessitaalcune delle incongruenze che sonoemerse questa mattina in quest’aula. Io,da sardo verace (come anche il miocognome testimonia in abbondanza), nonposso fare a meno di dire che mi piace-rebbe, caro Vittorio Sgarbi, se vi fosse unsardo unicamente parlato in tutta laSardegna. Ti devo dire pero che cosı none !L’onorevole Meloni – mio grande

amico sassarese – sa benissimo che luinon appartiene all’area linguistica delsardo; lui, essendo sassarese, appartienead un’area linguistica completamente di-versa, che ha le sue ascendenze non nellaSardegna e nel latino, ma in Pisa e inGenova, che hanno a lungo dominatoanche linguisticamente la Sardegna. Ilsardo, in realta, non insiste come linguaparlata univocamente intesa in tutta laregione, ma e vista soltanto nell’astrazionee nell’opera culturale – meritoria, sia benchiaro ! – di molti studiosi che credono dipoterla conservare e che indubbiamentefanno un’operazione culturale altamentemeritoria. Tuttavia, scrivendo in una leggedello Stato italiano che si tutela il sardo,si dice tutto e non si dice nulla !Infatti, il sardo, inteso come lingua, in

questo momento non esiste e non vieneparlato in Sardegna. Il dialetto, la linguaparlata a Cagliari e completamente di-versa, opposta e incomprensibile per il

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sassarese, cosı come la lingua che si parlaa Nuoro e diversa da quella che si parlaa Ozieri e da quella che si parla nellealtre zone storiche in cui si e esplicatal’attivita dei sardi, caro Presidente. Dun-que, un conto e la civilta culturale e unconto e voler unificare tutto in una linguache praticamente non esiste.Cio detto, signor Presidente, se, al di la

del dato linguistico, si volesse in qualchemodo tutelare la cultura e l’originalitadelle singole culture locali, a me va piuche bene; anzi, io sono tra quelli che sonoestremamente convinti della necessita ditutelare l’unita nazionale; proprio perquesto ritengo che le culture locali chehanno cementato la storia grande diquesto nostro paese vengano tutelate,siano considerate una risorsa per l’italia-nita e non un impedimento al pienospecchiarsi di questa italianita.Concludo questo mio intervento di-

cendo che l’Italia, caro Fontan, e statafatta anche per merito dei soldati dellabrigata Sassari, che nel 1915-1918 con-quistavano i trinceramenti avversari algrido di « forza paris », che vuol dire « tuttiuniti ». Mi permetto, signor Presidente, diconcludere raccontando un aneddoto aglionorevoli colleghi: quando i fanti dellabrigata Sassari vennero mandati a presi-diare le frontiere durante la prima guerramondiale, siccome la maggior parte di essinon conosceva la lingua italiana, alloranon ancora parlata su tutto il territorionazionale, tra essi comunicavano in sardo;dunque, le vedette dei trinceramenti comeparola d’ordine, quando vedevano qual-cuno avvicinarsi al trinceramento, avevanol’ordine di rivolgersi in sardo a chi simuoveva di nascosto...

PRESIDENTE. La prego di concludere,onorevole Porcu.

CARMELO PORCU. ... e dicevano: « Sisese italianu faedda in sardu », cioe « se seiitaliano rispondi in sardo ». Fatalmente vilascio immaginare cosa succedeva se quelpoveraccio non conosceva il sardo. Nonvorrei che capitasse cosı anche nel futurodella nostra lingua italiana (Applausi dei

deputati dei gruppi di alleanza nazionale, diforza Italia, per l’UDR-CDU/CDR e misto-CCD).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 1.3, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 420Votanti ............................... 416Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 209Hanno votato sı ...... 50Hanno votato no . 366).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sul testo alter-nativo dell’articolo 1 del relatore di mi-noranza Menia, non accettato dalla Com-missione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 413Votanti ............................... 410Astenuti .............................. 3Maggioranza ..................... 206Hanno votato sı ..... 150Hanno votato no . 260).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 1.4, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 415Votanti ............................... 411

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Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 206Hanno votato sı ..... 148Hanno votato no . 263).

Risultano pertanto preclusi i successiviemendamenti Migliori 1.2 e 1.1 che ripro-ducono, ciascuno, parti dell’emendamento1.4.

CARLO GIOVANARDI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presi-dente, voglio approfittare di questo mo-mento dell’attenzione dell’Assemblea perricordare cosa vi e sotto a questa discus-sione. Vorrei attirare anche l’attenzionedell’onorevole Furio Colombo, per la suaesperienza americana.Avendo previsto il sardo e il friulano

tra le lingue protette, negli articoli suc-cessivi stabiliamo che nei due consigliregionali, quello friulano e quello sardo, visia la possibilita di parlare la lingua sardao catalana o friulana e che, per gli italianicome me, se eletti in quei consigli, vi e ildiritto di avere un’interprete che riassumain lingua italiana cio che viene detto inlingua sarda. Facciamo cioe passare ilprincipio secondo cui nei consigli comu-nali, provinciali, regionali, nelle comunitamontane, negli atti giudiziari, tutte lepersone appartenenti alle citate mino-ranze linguistiche hanno il diritto diparlare la loro lingua ufficiale, la lorolingua nativa, anche se conoscono perfet-tamente l’italiano, e chi non capisce questidialetti ha diritto di avere un interpreteche riassuma quello che e stato detto.Non so se negli Stati Uniti, in cui pure

sono presenti delle minoranze, si parliattraverso l’interprete. Credo che, se sistabilisce che una comunita nazionale,negli organismi pubblici, rinuncia a ca-pirsi direttamente e deve ricorrere all’in-terprete, si introduce un principio deva-stante, che riguarda non solo i greci, glialbanesi, i tedeschi, ma intere regioni,milioni di persone.

Richiamo questo aspetto perche ladiscussione sul veneto, sul friulano, sulsardo non e banale. Nel consiglio comu-nale di Alghero si parleranno tre lingue, ilcatalano, il sardo e l’italiano, e ci vor-ranno tre interpreti che consentiranno aiconsiglieri di comprendersi a vicenda.Questo e il testo della proposta di legge.Chiedo quindi di prestare attenzione su

questo aspetto, perche i principi sancitinegli articoli 1 e 2 vengono poi applicatia questo discorso, che non e solo culturalee scolastico. Sono perfettamente d’accordosull’esigenza di tutelare ed esaltare lelingue e i dialetti; ma qui si fa un passoin la, si passa alla ufficializzazione delladiversita negli enti pubblici, negli organi-smi elettivi, dove si dovra parlare tramiteinterprete (Applausi dei deputati delgruppo misto-CCD).

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento 1.6 della Commissione.

FURIO COLOMBO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo ?

FURIO COLOMBO. Risponderei per unsecondo al riferimento dell’onorevole Gio-vanardi...

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, leipuo svolgere una dichiarazione di votosull’emendamento 1.6.

FURIO COLOMBO. No, la mia non euna dichiarazione di voto, quindi rinuncioad intervenire.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Gio-vine. Ne ha facolta.

UMBERTO GIOVINE. Sull’emenda-mento 1.6 in discussione ricordo che,mentre dal punto di vista federalista e deltutto legittimo che il Governo centraletuteli la lingua che viene consideratanazionale, ed anzi quello della tutelaculturale della lingua italiana e uno deipochi compiti che dovrebbero restare al

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Governo romano, e del tutto fuori luogoche si demandi alla Repubblica (leggol’emendamento) la promozione e la valo-rizzazione delle lingue e delle culturetutelate dalla legge. Queste lingue e questeculture devono essere tutelate nei luoghiin cui si parlano e dalle istituzioni localinelle quali vivono i cittadini che le par-lano; la loro tutela non deve esseredemandata al Governo centrale, allo Stato,alla Repubblica, in quanto cio rappresen-terebbe una indebita intrusione del Go-verno centrale nelle questioni linguistichee culturali locali.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Ho l’obbligo di chiarire chequi si e usato il termine « Repubblica » enon « Stato » secondo il dettato costitu-zionale, perche quando si usa « Repubbli-ca » si intendono tutti gli aspetti della vitapubblica dello Stato italiano, quindi leregioni e cosı via. Per questa ragione,poiche abbiamo scritto « la Repubblica » el’articolo 114 della Costituzione stabilisceche « La Repubblica si riparte in Regioni,Provincie e Comuni », quando si usa iltermine « Repubblica » non si vuole darel’idea di Stato, ma si intende dare un’ideacomplessiva di questa funzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole No-velli. Ne ha facolta.

DIEGO NOVELLI. Ritengo che le con-siderazioni dell’onorevole Giovanardi nonsiano del tutto fuori luogo. Non ho ap-profondito la materia, come i colleghi chehanno seguito questa vicenda, pero sepensiamo che nei consigli comunali eregionali, nelle assemblee elettive, in cuicoloro che si sono presentati come can-didati hanno sostenuto la prova di alfa-betismo, quindi di conoscenza della linguaitaliana, per un vezzo qualcuno pretendadi parlare nel suo dialetto o nella lingua,

diciamo, della minoranza linguistica, ilche comporta dei costi e delle difficoltanelle gestioni di quelle amministrazioni,non so dove andremo a finire.Lo capisco, amico e collega Maselli,

negli atti giudiziari, perche si tratta di unintervento a tutela di chi non e in gradodi esprimersi nella lingua italiana e parlail dialetto, avendo il diritto di riceveretutta l’assistenza necessaria per potersiesprimere: ma chi e stato eletto in unconsiglio comunale o provinciale, in un’as-semblea elettiva, ha sostenuto la prova dialfabetismo e quindi ha dimostrato diconoscere la lingua italiana; mi sembraquindi un’assurdita che un soggetto inqueste condizioni possa pretendere, perun vezzo, di parlare in dialetto.Pertanto, non avendo tutti gli elementi

a disposizione, dichiaro che mi asterrodalla votazione su tale questione.

PRESIDENTE. Colleghi, ritengo di do-ver riportare un po’ d’ordine negli inter-venti. Noi stiamo esaminando, come hogia chiarito prima, l’emendamento 1.6della Commissione, accettato dal Governo:quindi, le dichiarazioni di voto dovrebberoessere pertinenti a questo argomento. Suc-cessivamente si passera alla votazionedell’articolo 1 e potranno essere fattedichiarazioni di voto in proposito.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 1.6 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 395Votanti ............................... 386Astenuti .............................. 9Maggioranza ..................... 194Hanno votato sı ..... 338Hanno votato no .. 48).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 1,

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nel testo modificato dall’emendamento ap-provato.

(Segue la votazione).

PIETRO MITOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Mitolo, midispiace, ma ormai siamo in fase divotazione.Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 381Votanti ............................... 369Astenuti .............................. 12Maggioranza ..................... 185Hanno votato sı ..... 327Hanno votato no .. 42).

Invito il relatore per la maggioranza adesprimere il parere della Commissionesull’articolo aggiuntivo Fontanini 1.01.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, il parere econtrario.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Anche il Governo e contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo ag-giuntivo Fontanini 1.01, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 373Votanti ............................... 366Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 184Hanno votato sı ...... 44Hanno votato no . 322).

(Esame dell’articolo 2 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 2, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 3).Avverto che la Presidenza non ritiene

ammissibile, a norma dell’articolo 89 delregolamento, l’emendamento Menia 2.60,che dispone l’obbligatorieta dello studiodella lingua latina nelle scuole, in quantoestraneo al contenuto del provvedimentoche concerne la tutela delle minoranzelinguistiche.Ha chiesto di parlare l’onorevole Tas-

sone. Ne ha facolta.

MARIO TASSONE. Signor Presidente,nel mio intervento ovviamente non faroriferimento al dibattito svolto in meritoall’articolo 1 o almeno a proposito dialcuni emendamenti, in sede di dichiara-zioni di voto, ne alla dovizia di citazionifatte, alcune volte a proposito e spesso asproposito; voglio invece fare riferimentoall’articolo 2 ed al complesso degli emen-damenti che lo accompagnano.Forse la confusione che vi e stata sia

in sede di discussione generale sia inoccasione dell’esame degli emendamentiriferiti all’articolo 1 tende ad aumentare,signor Presidente, signori rappresentantidel Governo. E stato detto piu volte chequesto provvedimento era atteso ormai damoltissimi anni: le prime timide propostefurono presentata nella VII e nell’VIIIlegislatura, soprattutto in riferimento allatutela delle lingue e delle culture propriedi alcune regioni e di alcune realta in-terne al nostro paese. Ritengo, pero, cheper alcuni versi il provvedimento in esamesia contraddittorio. Non c’e una filosofiaunitaria, come si evince anche dalla let-tura dell’articolo 2. Non c’e una filosofiaunificante, non c’e un disegno strategico...

PRESIDENTE. Continui, onorevoleTassone.

MARIO TASSONE. Quando finisce ilsalotto, signor Presidente !

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PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi,l’onorevole Tassone chiede un po’ disilenzio !

MARIO TASSONE. Signor Presidente,ritengo che questo provvedimento si arti-coli in due momenti: il primo e la tuteladi alcune minoranze linguistiche del no-stro paese, ed e un intervento sul pianoculturale; il secondo, attraverso il ri-chiamo dell’articolo 6 della Costituzione,determina un rafforzamento della tuteladi alcune minoranze linguistiche che giasono tutelate, fino a determinarne unasorta di livellamento alla lingua italiana edando loro una certa ufficialita anchenella pubblica amministrazione.Vi sono allora due riferimenti e due

filosofie diverse. Da una parte, una tuteladelle minoranze linguistiche, rispetto allaquale sono personalmente testimone dellarealta calabrese: le minoranze linguistichedella Calabria hanno sempre combattutoper avere una tutela, soprattutto nellescuole, non aspirando pero ad avere unalingua alternativa o livellata all’italiano,ma certamente ad essere riconosciute edifese rispetto al rischio della scomparsadi una tradizione e di una cultura (miriferisco all’albanese, al grecanico, all’oc-citano). Dall’altra parte, pero, ritengo chequesto provvedimento stia andando su unbinario un po’ diverso rispetto all’impo-stazione originaria: ecco perche, signorPresidente, dobbiamo fare alcune valuta-zioni in sede di esame degli articoli e degliemendamenti.Vedo che e presente il sottosegretario

alla pubblica istruzione, ma dovrebbeessere presente anche il ministro per lafunzione pubblica (anche se il sottosegre-tario Zoppi puo sicuramente rappresen-tarlo autorevolmente): ebbene, vorremmocapire come tutta l’impalcatura previstaper l’insegnamento nelle scuole elementarie medie si configuri e si articoli, ancherispetto alle minoranze linguistiche, inparticolare con riferimento al disegno diriforma del ministro della pubblica istru-zione, Berlinguer, che e all’attenzionedelle Commissioni competenti.

Ritengo dunque, signor Presidente, chevada fatta chiarezza, per evitare che ilprovvedimento al nostro esame all’attopratico non funzioni: esso parte dall’esi-genza reale di evitare la scomparsa dialcune lingue, culture, tradizioni delpaese, ma poi fa un’altra cosa che com-porta davvero il rischio di spinte centri-fughe che non vanno nella direzione diun’evoluzione reale nella difesa delle di-verse culture. Affido queste considerazionial relatore Maselli, con il quale ho unaconsuetudine di grande amicizia, rispetto,considerazione, poiche ammiro la suacultura, anche se non vorrei che ci limi-tassimo a registrare qui una rincorsa frale grandi erudizioni che pure sono statemanifestate in quest’aula.Signor Presidente, ritengo quindi che

possiamo rivedere alcuni aspetti dell’im-pianto del provvedimento, ed al riguardomi affido alla Commissione e al relatore.Il dato dell’esaltazione delle lingue e delleculture deve essere non un momento didivisione all’interno del nostro paese maun momento unificante: su questa logica,pero, non tutti siamo d’accordo in que-st’aula, perche alcuni guardano alla que-stione in termini diversi; naturalmente,non mi riferisco al relatore, per carita,poiche non ho alcun dubbio sulla suacoerenza, lealta, onesta intellettuale. Visono pero, ripeto, altri tipi di spinta. Se sidice che la lingua deve avere una suacittadinanza anche nelle istituzioni, ri-tengo che qualche perplessita nel giudiziodebba animare e far riflettere la nostraAssemblea.Concludo dicendo che ovviamente in

Calabria le minoranze di lingua albanese,grecanica e occitana guardano a questalegge con molta attenzione, ma non vorreiche per una parte, quella che si riferiscealla tradizione, alla cultura, alla valoriz-zazione, essa fosse semplicemente un ma-nifesto ed invece per l’altra funzionasseper rafforzare alcune presenze linguisti-che in alcune aree del paese. Non dob-biamo confondere tra minoranze lingui-stiche e dialetti, perche su questo c’e statauna confusione, che e apparsa chiara insede di discussione dell’articolo 1 e di

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alcuni emendamenti. Ringrazio i rappre-sentanti del Governo per la loro atten-zione (Applausi dei deputati del gruppo perl’UDR-CDU/CDR).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Giovanardi. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Presidente, inspirito costruttivo e dialettico poco fa miero rivolto all’onorevole Furio Colombo,perche vorrei sentire da lui l’esperienza diun paese che di comunita linguistiche e diminoranze e esperto. Vorrei aspettarequesta risposta, per poi intervenire nelprosieguo, magari sugli emendamenti.

PRESIDENTE. Ma l’onorevole FurioColombo non ha chiesto di intervenire.

FURIO COLOMBO. Presidente !

PRESIDENTE. Bene: ha facolta di par-lare, onorevole Furio Colombo.

FURIO COLOMBO. Lo faccio volen-tieri, perche credo che possa servire adaiutarci ad interpretare, a capire meglio, oalmeno certo aiutera me a capire meglioquello che stiamo facendo.Credo che l’onorevole Giovanardi abbia

invocato un esempio utile in questo caso,cioe un paese multietnico, multiculturale emultilinguistico, che pero considera lalingua inglese la struttura portante nellescuole, nei tribunali, nella vita pubblica, intutte le situazioni in cui l’insieme dellacomunita interloquisce ed essa deve esseresicura di raggiungere un livello di com-prensione. Poi, troviamo una vasta pro-duzione giuridica, legislativa che proteggein tanti ambienti le varie lingue e sempre,per esempio, mette a disposizione l’inter-prete per qualsiasi lingua, per quantominoritaria essa sia, specialmente nei pro-cedimenti giudiziari.Allora, esistono tre livelli in quel paese,

se puo essere utile ricordarlo. Uno equello scolastico, che procede dovunquesu una base bilinguistica o plurilinguistica(molti Stati hanno le lingue asiatiche,quella spagnola e quella inglese gia nelle

scuole elementari). Poi, c’e la situazione ditutto il gioco politico del paese, che sisvolge sulla lingua inglese. Infine, la si-tuazione giudiziaria, che invece e basatasull’interprete di qualunque lingua, anchese parlata da una sola persona, quindicome protezione del diritto.Manca del tutto un apprezzamento

prevalente, di tipo retorico, dell’una odell’altra componente linguistica. Prevaleinvece l’elemento pragmatico: ci si devecapire, si deve lavorare insieme. Unostrumento del lavorare insieme deve es-sere una lingua prevalente, che vienericonosciuta come tale, non celebratacome tale. Dunque, tutto il discorso sulvalore delle altre lingue e provato, peresempio, dal fatto che esiste un’ampiaproduzione bilingue da parte della poesiaamericana: i poeti che scrivono in spa-gnolo e in inglese, gli italo-americani chescrivono in italiano e inglese. E diventatocorrente avere persino i testi a fronte. Mal’inglese viene considerato la lingua pra-tica, pragmatica di comunicazione.Ecco perche ho sottolineato questi

aspetti: sia per rispondere al gentile invitodel collega Giovanardi, sia perche forse vie un’utilita, sia perche interpreto la pro-posta di legge in esame con questo spirito(senza la minima intenzione di svalutarele lingue ed i dialetti, che invece devonotrovare posto ed onore, anche in riferi-menti letterari, nonche lo spazio chespetta a chi ne e titolare e portatore, a chiorgogliosamente con essi si identifica):mantenendo questo aspetto di repubblicache sa esprimersi in modo che tutti i suoiappartenenti possano parlare, intendersi,capire e dire nello stesso tempo le stessecose, affinche non si entri in una situa-zione involontariamente caotica; propriolo spirito di Repubblica che ha ricordatol’onorevole Maselli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Giovanardi. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Presidente, iovorrei proprio dimostrare che purtroppoquesta legge confonde i due livelli. Sonoassolutamente d’accordo con l’esaltazione

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e la valorizzazione (anche con i relativistanziamenti) delle lingue e dei dialetti,ma non sono assolutamente d’accordo conl’ipotesi di immettere il bilinguismo otrilinguismo negli organismi elettivi, ob-bligando gli eletti che non capiscono lalingua locale (perche italiani, meridionalio settentrionali, che provengono da altrezone del paese) a ricorrere all’interpreteper capirsi negli enti pubblici.Questo aspetto diventa determinante

con riferimento all’articolo 2, il quale nonsi occupa soltanto di alcune minoranzelinguistiche, ma parla anche di due intereregioni: il Friuli e la Sardegna. Allora lasituazione si complica: perche non c’e ilVeneto, per esempio ? Non si capisce. Sidice: perche il Veneto e neolatino, alcontrario del friulano e del sardo. Maogni regione italiana ha radici linguistichediversificate: la Sicilia ha una linguaaddirittura precedente al latino ed haavuto influenze arabe e germaniche.Credo quindi che la legge dovrebbe

essere limitata alle minoranze linguistichestoriche, da tutelare. Poi, magari, si po-trebbe predisporre una legislazione ditutela per tutti i dialetti, le lingue e leparlate italiane.L’equivoco va quindi superato, sia per

una questione di principio sia per evitaredanni al bilancio. Infatti le spese persostenere questa disciplina diventanoastronomiche, visto che in tutti i comuniqualunque persona parli il suo dialettoavra il diritto di trovare dall’altra partedello sportello qualcuno che rispondanello stesso dialetto: chi rivolge la parolain sardo deve avere una risposta in sardo,non in italiano.Immettere un meccanismo che presup-

pone l’incomunicabilita fra persone cheparlano la stessa lingua spacca il concettodi una comunita, che e tale quando lagente si parla e si capisce direttamente,specialmente negli organismi elettivi.Chiedo pertanto una revisione critica.

Si proceda nel senso di depurare la leggeda questi elementi. Naturalmente votero afavore anche di emendamenti provocatori,come quello che prevede l’aggiunta delVeneto. Se le lingue e i dialetti vengono

parlati nei consigli regionali, che sianoutilizzati anche nel Parlamento nazionale:non si capisce perche nei consigli regionalidel Friuli e della Sardegna, nonche neicomuni in cui sono presenti questi gruppietnici, siano utilizzati quei dialetti mentrecio non sia possibile nel Parlamento na-zionale. Allora anche qui bisognerebbeaffermare il diritto di consentire a ciascundeputato di intervenire nella sua lingua,con l’interprete: se il principio vale neglienti locali o nelle assemblee regionali,deve valere anche nel Parlamento nazio-nale. Lo dico per assurdo, perche secondome il principio non dovrebbe valere innessuno di questi organismi: la legge inesame dovrebbe valorizzare le lingue e idialetti, invece, nell’accezione della qualeha parlato l’onorevole Furio Colombo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Mitolo. Ne ha facolta.

PIETRO MITOLO. Presidente, desiderorichiamare l’attenzione dell’Assembleasull’esperienza della provincia di Bolzano,nella quale la lingua tedesca e utilizzatanei consigli comunali e negli enti pubblici.Nella stragrande maggioranza dei consiglicomunali della provincia di Bolzano nonesiste la traduzione simultanea, la qualeinvece e stata adottata in alcuni deiprincipali consigli comunali, dove lavoraun numero elevato di consiglieri italiani,ed anche in piccole entita. Quindi ancoraoggi, a quarant’anni dallo statuto di au-tonomia, nella stragrande maggioranza deiconsigli comunali della provincia non e inatto un efficiente servizio di traduzionesimultanea. Questo ovviamente comportagrosse difficolta per chi non conosce lalingua italiana o la lingua tedesca.Un’altra difficolta consiste nel trovare

gli interpreti. Ha ragione il collega Gio-vanardi, quando dice che non sappiamo aquali spese andiamo incontro nell’appli-cazione pratica di questa legge. Anchenelle zone dove si parla il sardo ed ilfriulano non e cosı facile trovare personeche conoscano perfettamente l’una e l’al-tra lingua e che possano svolgere lafunzione di interprete.

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Faremmo dunque bene a meditare,perche una cosa e tutelare la lingua, lacultura e l’identita delle minoranze lin-guistiche, ma altra cosa e elevare a rangodi lingua ufficiale la lingua minoritaria.Le complicazioni che questa legge pro-

vochera credo che indurranno successiva-mente il Parlamento a prenderla nuova-mente in esame: spero di essere un cattivoprofeta, ma l’esperienza che ho di cin-quant’anni di amministrazione nella pro-vincia di Bolzano mi induce ad esserefortemente critico e dunque contrario aquesta legge (Applausi dei deputati delgruppo di alleanza nazionale).

GUALBERTO NICCOLINI. Chiedo diparlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Signor Pre-sidente, vorrei solo avvertire i colleghi chesiamo in sede di discussione dell’articolo 2e degli emendamenti ad esso presentati.Non vorrei che questo dibattito che staandando oltre il tema al nostro esamefuorviasse i colleghi: non parliamo ne diconsigli comunali o regionali, ne di inter-preti. Questi sono argomenti che verrannoaffrontati piu avanti.In questo momento stiamo esaminando

l’articolo 2, con tutti i suoi difetti (e noilo contrasteremo con i nostri emendamen-ti), e non altre norme.

PRESIDENTE. Onorevole Niccolini, laringrazio del suo intervento che ritengoassolutamente opportuno: si rischia dinon capire cosa si sta esaminando.Gli interventi appena svolti avrebbero

dovuto riguardare l’articolo 2 ed il com-plesso degli emendamenti ad esso presen-tati. Invece sono andati al di la di questotema.Nessun altro chiedendo di parlare,

chiedo al relatore per la maggioranza diesprimere il parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, la Com-missione esprime parere contrario sul

testo alternativo del relatore di minoranzae su tutti gli emendamenti presentati. Perosi rimette all’Assemblea sull’emendamentoFontan 2.7, che fa riferimento alle popo-lazioni stanziali.Chiariro successivamente il mio pen-

siero sugli identici emendamenti Migliori2.13 e Fontan 2.70: per adesso preciso chela Commissione condivide il principio inessi contenuto ed invita i presentatori aritirarli trasfondendone il contenuto in unordine del giorno, ma mi riservo diintervenire nuovamente quando verrannoesaminati.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo concorda con il parereespresso dal relatore. Si rimette all’As-semblea sull’emendamento Fontan 2.7 e siriserva di esprimere il parere sugli identiciemendamenti Migliori 2.13 e Fontan 2.70.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedel testo alternativo dell’articolo 2 delrelatore di minoranza, onorevole Menia.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Aloi. Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Onorevole Presi-dente, debbo ringraziarla perche potendoparlare dopo che il relatore e il rappre-sentante del Governo si sono pronunciati,sono in possesso di elementi per sottoli-neare come il significato degli emenda-menti presentati da alleanza nazionalevada nella direzione, da una parte, dellasalvaguardia del principio centrale delladifesa della lingua ufficiale (aspetto cheabbiamo gia sottolineato nel corso del-l’esame dell’articolo 1) e, dall’altra, di faremergere la preoccupazione che in effetti,se non si mettono dei punti fermi su certequestioni, si finira per determinare unasituazione fuorviante e, come ho gia avutomodo di dire, di interpretazione assaidiscutibile del testo normativo in esame.D’altronde, onorevole Presidente, ono-

revole rappresentante del Governo, il no-stro continuo richiamo all’applicazione

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della Carta europea delle lingue regionalio minoritarie, che come sappiamo e statasiglata dagli Stati membri del Consigliod’Europa a Strasburgo il 5 novembre1992, si muove, in fondo, in direzionedella puntualizzazione di alcune questioni,soprattutto quella stanziale.Il relatore, anche alla luce dell’orien-

tamento emerso, ha ritenuto di doverrecepire l’emendamento presentato. Mal-grado cio, onorevole Presidente, onorevolerelatore, debbo dire che noi siamo forte-mente preoccupati; i nostri emendamenti,lo ripeto, si muovono indubbiamente nelladirezione della salvaguardia di alcune« presenze », ma non vorremmo che pas-sassero elementi orientati in una direzioneche e opposta alla difesa delle « presenze »etnico-linguistiche e culturali.Non mi stanco di ripetere che gli

albanesi di Calabria, i grecanici di Cala-bria e i greci (o i grici) di Puglia, per laloro storia, rappresentano delle realta chesono consolidate. Si pensi che i greci diCalabria si trovano in quella regionedall’VIII secolo ante Christum natum !Negli anni successivi al mille vi e stata unpo’ la diaspora bizantina, con tutto cioche ne e derivato, compreso il movimentobasiliano che ha costituito, dal punto divista religioso e culturale, un dato essen-ziale della storia della cultura del Mez-zogiorno d’Italia. Per non parlare poidella piana degli albanesi in Sicilia !La nostra proposta di legge si muove,

come ho gia detto, nella direzione dellasalvaguardia di queste realta e di queste« presenze ». Certo, per altre minoranze,come si dice, abbiamo qualche preoccu-pazione; non vorremmo infatti che attra-verso la logica della difesa di questeminoranze e di queste « presenze » pas-sasse dell’altro e si mettessero in motomeccanismi fuorvianti e centrifughi chenulla hanno a che vedere con la difesa delprincipio delle « presenze » etnico-lingui-stiche e quindi culturali. E dunque questoil senso dei nostri emendamenti, checontinuiamo a sostenere. Prendiamo attoche il Governo, rimettendosi all’Assembleasull’emendamento Fontan 2.7 e riservan-dosi di intervenire nuovamente sugli iden-

tici emendamenti Migliori 2.13 e Fontan2.70, ha dato una piccola prova in ordineal discorso complessivo delle « presenze »etnico-linguistiche che nel nostro paeserappresentano, laddove non attentano al-l’unita nazionale, una ricchezza ma sol-tanto sotto il profilo, sia ben chiaro,etnico-linguistico e culturale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleSgarbi. Ne ha facolta.

VITTORIO SGARBI. Signor Presidente,dichiaro il mio voto favorevole al testoalternativo del relatore di minoranza Me-nia per alcune ragioni che in qualchemodo integrano le osservazioni che hofatto in precedenza, anche alla luce del-l’illuminante intervento del sardista, ono-revole Meloni, il quale, nella difesa dellalingua sarda e nella volonta di stabilire,come e giusto, un ceppo linguistico diradice cosı fragile da meritare di esseredifeso con maggior vigore, ha dimenticatodi dire che il testo dell’articolo 2, cosıcome viene presentato, contiene una la-cuna grave sul piano della evoluzionedella lingua, cosı come essa viene pla-smata dalla storia. Non si tratta, cioe, ditutelare il sardo in senso generale, ma lelingue sarde; quindi, non il catalano, mail catalano di Alghero, trattandosi di unaconnotazione evolutiva della lingua cata-lana attraverso il suo presidio linguisticoin Alghero.Allora, dovendosi accettare lo scorret-

tissimo testo dell’articolo 2, occorre con-frontare il testo di riferimento, che e laTreccani, che, indicando le aree piu omeno riprodotte nel testo dell’articolo 2della Commissione, le definisce non gre-che, ma grecaniche, che e altra cosa,perche il grecanico sta al greco come ilgreco antico sta al greco moderno, anchecon altre varianti che derivano dallapersistenza del greco sul territorio cala-brese.Ove dovessimo licenziare – mi rivolgo

ai colleghi di maggiore acume filologicocome l’onorevole Meloni, sardista – iltesto dell’articolo 1, dovremmo dire: sardo

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e catalano di Alghero, per distinguerlo dalcatalano di Barcellona. Il catalano diAlghero e il nostro catalano. Inoltre, nondovremmo dire greco, bensı grecanico, chee altra cosa rispetto al greco parlato daigreci che vivono in Grecia o in Italiaperche provenienti da quel paese. Loripeto, il grecanico e lingua letteraria, nonlingua e basta.Il sardo ha espresso, nelle sue varieta,

una lingua con presidi letterari inveromeno fortificati di quelli espressi dalromagnolo, dal napoletano e dal vene-ziano in questo secolo e nel secolo pre-cedente dal milanese. E noi siamo, peresempio, educati, anche manzonianamentea scuola, ad imparare l’italiano, ma CarloPorta scrive in milanese, che e una va-riante milanese della lingua italiana.Quindi, una cosa e la lingua e una cosa

e la letteratura, caro onorevole Meloni.Non volevo deprezzare il suo sardismo,volevo semplicemente dire che i presidiletterari di questo secolo, da Virgilio Giottia Giacomo Noventa, a Pier Paolo Pasolini,a Tonino Guerra, parlano lingue nondialettali, ma lingue letterali, vale a direlingue che non sono quella italiana, innome e per conto della letteratura ita-liana. Questo era il senso del mio ragio-namento.In ogni caso, dovendo accedere al testo

della Commissione, chiedo che esso vengacorretto in catalano di Alghero e nel casodel greco in grecanico.Per quello che riguarda il tema gene-

rale dell’uso nelle sedi pubbliche, addive-nendo alla tesi medesima dell’onorevoleNovelli, vorrei darvi lettura di un testoche, in ordine alle considerazioni dell’ono-revole Colombo, connota come tendenzadi Lumpenproletariat o di sottocittadinipermanenti, quello della difesa eccessiva epaternalistica delle minoranze linguisticheove non sia per una invocata minorita,perche tutti quelli che hanno studiato adAlghero – ella lo sa bene – conosconoperfettamente l’italiano e non hanno bi-sogno di essere protetti attraverso ladifesa di una lingua letterariamente pre-gevole, ma non per loro esclusiva. Se unonon ne conosce altra, venga difeso, ma lei

conosce anche l’italiano e allora, per nonridursi in un ghetto, si conformi all’ita-liano !Leggo allora rapidamente questo testo

che allude al metodo da tenersi – come estato indicato in America – rispetto al-l’uso pubblico, per cui l’articolo 1 indicala lingua ufficiale cosı come potrebbeessere un esperanto italiano dei diversidialetti, ovvero l’inglese comunementeparlato: « La California sta smantellando,a colpi di referendum, la sua legislazionein favore delle minoranze linguistiche.L’ultimo colpo e rappresentato dalla mas-siccia vittoria dei “sı” (61 per cento) alreferendum per abolire il bilinguismonelle scuole, o Proposition 227. I licei delGolden State, nei quali si insegnavano 130lingue diverse, compresi il russo, il hmonge il punjabi, dovranno ora adottare unsistema semplificato: dopo un anno diinsegnamento nella lingua materna, glistudenti seguiranno i corsi in inglese,insieme ai loro coetanei americani. Unsondaggio del Los Angeles Times rivela cheil 62 per cento dei latinos, gli immigratisudamericani di lingua spagnola, si sonoespressi a favore della Proposition 227.Per la maggioranza dei 9,5 milioni dicaliforniani di origine ispanica (30 percento della popolazione) il bilinguismorappresentava piu un ostacolo all’inseri-mento nella societa che un beneficio.Secondo Sherri Annis, portavoce dellacampagna per l’abolizione del bilinguismo,’l’educazione bilingue creava una classe disotto-cittadini perenni’ ».

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleNiedda. Ne ha facolta.

GIUSEPPE NIEDDA. Vorrei fare un’os-servazione sull’articolo 2 perche si rischiadi tradurre in una norma legislativaun’imperfezione.Fra le lingue parlate sulle Alpi, l’arti-

colo 2 fa riferimento al francese, alfranco-provenzale e all’occitano. Occorretener conto che la lingua provenzale hauna sua specificita che e stata nei secolidistinta rispetto a quella francese e che

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per divulgazione e stata indicata comefranco-provenzale, mentre invece l’occi-tano indica, piu che una lingua, una vastaregione che si stende dalla Catalogna alleAlpi, e nella quale e anche abbastanzadifficile intravedere un idioma unitario.Ricordo che il provenzale e stata una

lingua utilizzata nei secoli anche daitrovatori, che ha avuto un premio Nobel– Frederic Mistral – che ha diffusoquesta lingua, che ha avuto sfortunarispetto alla lingua francese perche e statarelegata alle popolazioni che vivono nelsud della Francia e a cavallo delle Alpi.Avevo gia richiamato su questo punto

la sensibilita del relatore: credo che sianecessario correggere l’espressione « occi-tano » contenuta nella legge con l’espres-sione « occitano-provenzale » o togliere dalfranco-provenzale il prefisso « franco ».Credo cioe che il provenzale debba essereindividuato come una sottospecie dell’oc-citano oppure avere una sua individualita.Specificamente e stato presentato

l’emendamento 2.64, che ho firmato in-sieme con il collega Teresio Delfino: invitoquindi ad accogliere tale emendamento senon si vuole rivedere l’impianto dell’arti-colo 2 (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Me-loni. Ne ha facolta.

GIOVANNI MELONI. Presidente, forseper il desiderio di arrivare ad un livello diprecisione che in questo caso e inutile,l’onorevole Sgarbi mi pare si sia recente-mente iscritto all’ufficio complicazione af-fari semplici.E del tutto evidente che quando si

parla del catalano (stiamo facendo unalegge della Repubblica italiana) ovvia-mente si tratta di quello parlato in Italiae non di quello parlato a Barcellona; lostesso vale per il greco e per il francese.Ogni aggiunta, da questo punto di vista,mi sembra del tutto inutile ed altererebbela buona fattura del testo.Ma la questione che mi va di precisare,

sia pure molto brevemente, e un’altra.Dato che si fa una discussione molto

prossima a questioni di carattere cultu-rale, mi si consenta di fare una citazione.Cicerone diceva: quando si intende affron-tare organicamente un argomento, si cer-chi di partire da una definizione percapire di che cosa si sta parlando.Cerchiamo allora di definire l’oggetto

della discussione: noi stiamo attuandol’articolo della Costituzione che prevede latutela delle minoranze linguistiche, chenulla ha a che vedere con la tutela diqualsiasi forma di parlata che si esprimeall’interno delle nostre regioni e dei nostricomuni.La legge si pone in quest’ottica perche

spetta al Parlamento nazionale tutelare leminoranze linguistiche; nulla vieta peroche gli altri aspetti attraverso i quali siesprimono i cittadini, cioe i dialetti e altreforme culturali, vengano tutelati a diversilivelli. Ancora una volta prendo ad esem-pio la Sardegna: dal punto di vista del-l’autorizzazione – chiamiamola cosı – aparlare nelle scuole e negli uffici gliidiomi parlati localmente in Sardegna(l’onorevole Porcu dovrebbe saperlo bene),questo provvedimento non aggiunge nullaperche esiste gia una legge regionale chelo consente. Peraltro, ogni regione puodecidere nello stesso senso, sicuramente leregioni a statuto speciale, mentre si puodiscutere che possano farlo quelle a sta-tuto ordinario.La legge in questo caso tutela le

minoranze linguistiche, ossia quelle legateall’uso di una lingua, non di un qualsiasidialetto. Dobbiamo metterci d’accordo suquesto punto, altrimenti continueremo afare un dialogo fra sordi che non siintendono e quindi a dar vita ad unadiscussione infruttuosa. Quest’ultima di-venterebbe fruttuosa qualora si compren-desse che si sta attuando la Costituzioneche prevede la tutela delle minoranzelinguistiche, di coloro cioe che effettiva-mente parlano una lingua, per la preci-sione la lingua scientificamente indivi-duata come tale e non un dialetto o unaparlata.Credo che queste considerazioni deb-

bano essere tenute presenti perche altri-menti saremo costretti ad appesantire il

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testo con specificazioni e chiose per ognicomma, come tenta di fare, del tuttoinutilmente, l’onorevole Sgarbi.

MAURO PAISSAN. Chiedo di parlaresull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

MAURO PAISSAN. Invito la Presidenzaa comunicare all’Assemblea i tempi cheancora sono a disposizione dei gruppi.Grazie.

PRESIDENTE. Li comunichero quantoprima, onorevole Paissan.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Teresio Delfino. Ne hafacolta.

TERESIO DELFINO. La sollecitazionedel collega Niedda consente una rifles-sione sui criteri che hanno mosso laCommissione alla stesura del testo. Laprima riflessione riguarda proprio il ti-tolo, cioe la tutela delle minoranze lin-guistiche. Se cosı e, proprio in considera-zione della sollecitazione del collegaNiedda ad una decisione coerente con iltesto elaborato dalla Commissione, ac-canto alle lingue minoritarie elencate nel-l’articolo 2 va affrontata, per onesta cul-turale, la questione dell’occitano da af-fiancare al provenzale. In caso contrariorischiamo non di fare la rivisitazioneetnico-linguistico-culturale che questalegge si propone, quanto di soddisfarealcune legittime sollecitazioni o piu re-centi affermazioni di termini e nomi chenon indicano la sostanza culturale chevogliamo riaffermare.Il termine « occitano », per chi abbia

approfondito la questione, non ha unavera radice storica, nel senso che nonesprime una minoranza etnico-linguistico-culturale di antico richiamo. Etimologica-mente, potrebbe rimandare indubbia-mente alla lingua d’oc. Ma comunquequesto termine segnala certamente unaesigenza che e nata successivamente aquella che e l’identita linguistica etnico-culturale che noi vogliamo difendere.

Bisogna allora rivisitare rapidamentequelli che sono i precedenti di questonome: essi sono rarissimi e di ben scarsosignificato. E un nome che ha una valenzasoprattutto negli ambienti della cancelle-ria e che e di carattere burocratico; nonsolo, ma e un nome che non ricorre maiin termine di parlata nel Midi de Francee, tanto meno, in contesti provenzali.Debbo solo dire che la lettura degli

elementi acquisiti in questi mesi ci fasostenere che questo termine era statoignorato per lungo tempo dalla gente.Come dicevo, era un neologismo stretta-mente tipico del linguaggio di cancelleria.La seconda questione che volevo porre

in evidenza e la seguente: il termine« occitano » per tanti secoli non e emersonel senso di evocare questa minoranzaetnico-linguistica. E ricomparso solo tra lafine del 1700 e l’inizio del 1800 negliscritti di Henry Pascal Rochegude, unletterato maniaco dei trovatori che loesaltava come modelli e norme, non sololetterari ma di civilta, di grafia e discrittura. Non a caso, questo personaggioscriveva i propri componimenti poetici ingrafia arcaica e li gabellava in giro comeprodotti trobadorici autentici del 1100 edel 1200, da lui scoperti in chissa qualiabbandonati castelli. E un imbroglio cheevidentemente sul piano culturale vennefacilmente scoperto e denunciato !La terza questione (mi richiamo ad

osservazioni che sono gia state fatte,signor relatore) e legata alla grande rina-scita provenzale che si e avuta con Fe-deric Mistral, il quale ha fatto giustizia –evidentemente in termini pieni – di quelloche e il nome con cui dobbiamo indicarein modo etnico-linguistico-culturale que-sta lingua...

PRESIDENTE. La prego di concludere,onorevole Delfino.

TERESIO DELFINO. Ritengo che difronte ad un letterato come Mistral, che estato premio Nobel nel 1904, noi nonpotremmo avere difficolta ad accogliereun’indicazione, un emendamento, anche aldi la di quelli che possono essere atti che

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in sede regionale e in sede amministrativalocale si sono determinati rispetto alleevocazioni. Noi, in questa sede, rappre-sentiamo infatti il Parlamento e siamo quia dare dignita culturale ad una veritastorica che si e affermata in tutte questeregioni.Concludo augurandomi che l’emenda-

mento, che piu avanti esamineremo, nonpossa non essere accolto, sia visto nell’ot-tica giusta che anche altri colleghi vor-ranno evidenziare. Altrimenti, noi rispon-deremo con il termine « occitano » piu aproblemi di carattere amministrativo, or-ganizzatorio e politico; mentre noi quistiamo facendo un altro tipo di legisla-zione.

PRESIDENTE. Prego i colleghi di ri-spettare i tempi perche, anche nell’ambitodel contingentamento, gli interventi perdichiarazione di voto sugli emendamentidebbono comunque avere una duratamassima di cinque minuti.I tempi residui sono cosı ripartiti:

relatore per la maggioranza: 13 minuti;relatore di minoranza: 10 minuti; Go-verno: 18 minuti; richiami al regolamento:10 minuti; interventi a titolo personale: 47minuti.Il tempo residuo a disposizione dei

gruppi e ripartito nel modo seguente:democratici di sinistra-l’Ulivo: 40 minuti;forza Italia: 27 minuti; alleanza nazionale:9 minuti; popolari e democratici-l’Ulivo:24 minuti; lega nord per l’indipendenzadella Padania: 24 minuti; rifondazionecomunista-progressisti: 12 minuti; UDR/CDU-CDR: 6 minuti; rinnovamento ita-liano: 20 minuti.Il tempo a disposizione del gruppo

misto e ripartito tra le componenti poli-tiche costituite al suo interno nel modoseguente: verdi: 12 minuti; socialisti ita-liani: 7 minuti; CCD: 1 minuto; minoranzelinguistiche: 4 minuti; patto Segni-liberali:3 minuti; la rete: 3 minuti.Questi sono i tempi residui che risul-

tano per il prosieguo del dibattito, essendoall’articolo 2, estremamente limitati. Peroe anche vero che abbiamo anticipato, inmodo assolutamente improprio, gran

parte dei temi che andremo ad affrontarenel prosieguo della discussione.Invito quindi i colleghi a tener conto

dei tempi e di contenere i loro interventi.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Barral. Ne ha facolta.

MARIO LUCIO BARRAL. Vorrei met-tere in contrapposizione gli ultimi dueinterventi, sia quello del collega Niedda,sia quello del collega Teresio Delfino, inquanto non vorrei che qui si arrivasse, perquanto riguarda l’« operazione occitani » adei personalismi.Vorrei ricordare, a titolo di cronaca,

che l’Occitania, territorio che comunquecopre la fascia centro-meridionale dellaFrancia e, da questa parte delle Alpi, laprovincia di Cuneo e, nella parte meri-dionale, quella di Torino, e composta disette province, di cui una e la Provenza.Non vorrei, quindi, che si facesse delpersonalismo, perche a questo punto an-che un’eventuale altra provincia, peresempio il Delfinato, potrebbe richiamarel’attenzione di quest’aula chiedendo an-ch’essa un riconoscimento particolare.La cultura, la tradizione occitana si

identificano sicuramente anche nel pro-venzale. Cio non vuol dire, pero, che sipossano fare personalismi. Quindi, voterocontro gli emendamenti a firma deglionorevoli Teresio Delfino e Niedda.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Or-lando. Ne ha facolta.

FEDERICO ORLANDO. Signor Presi-dente, voglio esprimere il mio consenso alrichiamo dell’onorevole Meloni sull’argo-mento che impegna oggi questa Camera.Noi qui stiamo parlando o dobbiamoparlare di tutela delle minoranze lingui-stiche ai sensi della Costituzione e nondobbiamo far passare, attraverso questodoveroso impegno, un piccolo cavallo diTroia carico di localismi o personalismi,come e stato detto or ora, con relativoarmamentario di bagagli, di dialetti e dirivendicazioni, magari di privilegi locali,nell’ambito delle piu vaste comunita re-gionali e della comunita nazionale.

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Purtroppo, ho avuto la sensazione chenella Commissione affari costituzionalialeggi, qualche volta, uno spirito di ecces-siva attenzione alla minoranza della mi-noranza, al particolare del particolare:cosa degnissima dal punto di vista etico-politico, specialmente per chi come me sidefinisce un liberale e che sa che il valoree lo spirito di un uomo solo valgono lospirito dell’intera comunita nazionale,pero, dobbiamo anche avere un senso diconcretezza e di prudenza nel fare leleggi. Penso, allora, che non possiamoassolutamente inventare minoranze lingui-stiche per estendere eccessivamente ilconcetto che di tali minoranze e espressonella Costituzione italiana.A questo proposito voglio ricordare ai

colleghi tutti un episodio che, a miogiudizio, e illuminante delle conseguenzenegative e improprie a cui il particolari-smo del particolarismo puo portare.Noi tutti, colleghi – voi tutti, me

compreso –, abbiamo votato, recente-mente, un accordo italo-croato per latutela delle minoranze nei rispettivi paesi.L’accordo era stato impostato da parte delGoverno italiano anche con riferimentoalla Slovenia (prego i colleghi dell’area dicorreggermi se sto sbagliando); poi, perragioni che e inutile ricordare, il rapportocon la Slovenia ha avuto una battutad’arresto e si e arrivati invece alla defi-nizione del trattato con la Croazia. Questotrattato aveva lo scopo preciso di difen-dere i diritti della minoranza italiana inCroazia, universalmente riconosciutacome minoranza italiana in Croazia. Iltrattato non avrebbe dunque potuto averein nessun caso un carattere bilaterale direciprocita nella tutela di rispettive mino-ranze, per la ragione molto semplice chein Italia non esiste una minoranza croata;esiste una minoranza slovena, esiste unaminoranza tedesca, esiste una minoranzaalbanese o francese, non esiste una mi-noranza croata. Allora che cosa ha fattoil nostro paese, il nostro Governo (e noiabbiamo dato il nostro assenso votandopoi la ratifica di quel trattato) ? Hastabilito che, poiche sei secoli fa, inoccasione di non so quale fuga dalla

penisola balcanica verso l’Italia, ungruppo di abitanti della Croazia di allorasi trasferı nel Molise – parlo quindi dellamia regione – e creo tre piccoli villagginell’area immediatamente alle spalle delmare, quei tre villaggi costituiscono laminoranza croata in Italia. Pertanto ilGoverno croato, la Corte costituzionalecroata pongono, anzi hanno posto (perchestiamo parlando di fatti ormai definiti)come condizione per accogliere il trattatoitalo-croato che si affermasse in queltrattato il principio di reciprocita, vale adire che i tre villaggi croati del Molise,dove si parla assolutamente italiano e cheneanche nel nome hanno alcun ricordodelle origini, diventano soggetto politico didiritto internazionale.Queste sono le conseguenze estreme,

negative a cui porta il particolare delparticolare. Ecco perche mi permetto dirichiamare il principio fondamentale: quidobbiamo esclusivamente realizzare la tu-tela integrale delle minoranze linguistiche,in spirito europeo e democratico, senzaeccedere perche gli eccessi portano acontestazioni che sarebbero sgradite a noistessi (Applausi dei deputati del gruppo dirinnovamento italiano).

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Avendo a disposizione 13minuti, cerchero di essere brevissimo.Chiedo di essere ascoltato semplicementeperche qui ho sentito molte cose belle emolte cose inesatte. Prima di tutto vorreichiarire che non faro lezioni di storia nedi storia letteraria. Qui stiamo parlandoseriamente di una legge che ci e richiestadall’Unione europea. Noi abbiamo ratifi-cato all’unanimita questa legge richiesta;con l’accettazione di essa possiamo acce-dere ai fondi dell’Unione europea per leminoranze linguistiche, che sono di variedecine di migliaia di miliardi. Vorreiquindi chiarire che non si tratta di una

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legge puramente retorica, e una cosaconcreta; e vorrei andare sul concreto.Per quanto riguarda, per esempio, i

croati, si tratta di forze frontaliere. Lalegge europea prevede, per le presenzefrontaliere di qua e di la, dei fondamen-tali interventi. Vi e di piu. Se si parla dicatalano di Alghero, allora si dovrebbeparlare di francese del Quebec; pero inrealta si parla di un francese diversoperche e un francese che e venuto primadella nascita della lingua francese. Noiparliamo di francese sia per il Quebec siaper la Francia. Cosı parliamo di catalanosia per Alghero sia per il resto: non noi,ma l’Unione europea, la quale in unamappa che ho avuto in mano, preparataappunto dall’Unione europea, chiariscequesto aspetto. Essa chiarisce, altresı, chequando parliamo di occitanico parliamodi una regione che comprende una seriedi lingue minori, o dialetti diversi, tra cuiprovenzale e delfinese, che interessanoentrambi la regione Piemonte. Vi e ancheuna legge regionale piemontese che parladi occitanico. Io ho fatto ogni sforzo peraccettare il parere dell’onorevole TeresioDelfino, ma ho esaminato i pareri di tuttele comunita montane del Piemonte equello della stessa regione Piemonte, cheha approvato una propria legge, pertantoho dovuto accettare la formulazione, con-tenuta nella Treccani e nella carta euro-pea, di « occitanico », senza offesa per igrandi studiosi e per il Mistral.Quanto alla letteratura italiana negli

idiomi italici, o dialetti, sono il primo aconsiderarla una cosa fondamentale ecredo che ci debba essere un ordine delgiorno che impegni il Governo anche adintervenire in favore di quella letteratura,ma qui noi parliamo di minoranze lin-guistiche e quelle qui indicate sono tuttequelle segnalate dal Ministero dell’interno,dipartimento minoranze linguistiche: iodevo seguire anche questa indicazione.

ENRICO CAVALIERE. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ENRICO CAVALIERE. Signor Presi-dente, ho la sensazione che la presenza inaula non sia sufficiente a garantire ilnumero legale, quindi mi permetto disollecitare una particolare attenzione perevitare il fenomeno del voto multiplo.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ca-valiere. Raccomando, ovviamente, ai col-leghi di votare ciascuno per se.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alter-nativo dell’articolo 2, del relatore di mi-noranza, onorevole Menia, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.La Camera non e in numero legale per

deliberare. Pertanto, a norma dell’articolo47, comma 2, del regolamento, rinvio laseduta di un’ora.

La seduta, sospesa alle 12,40, e ripresaalle 13,40.

PRESIDENTE. Dovremmo ora proce-dere nuovamente alla votazione del testoalternativo del relatore di minoranza,nella quale in precedenza e mancato ilnumero legale; tuttavia, apprezzate le cir-costanze rinvio il seguito del dibattito adaltra seduta.

Annunzio dello svolgimentodi interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. Ricordo che nella se-duta di domani, venerdı 12 giugno 1998,alle ore 15, avra luogo lo svolgimento diinterrogazioni a risposta immediata (que-stion time), con ripresa televisiva diretta,con la partecipazione di ministri di set-tore.Comunico che i quesiti sottoposti al

Governo riguarderanno la competenza delministro delle finanze (in relazione allavicenda delle cartelle esattoriali inerenti alcondono fiscale) e del ministro dei tra-

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PROPOSTE DI LEGGE: CORLEONE ED ALTRI: NORME INMATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE(169); SCALIA E PROCACCI: NORME IN MATERIA DI TUTELADELLE MINORANZE LINGUISTICHE (300); BRUNETTI E MO-RONI: NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZELINGUISTICHE: (396); ALOI: NORME PER LA TUTELA DEL-L’IDENTITA NAZIONALE DELLE MINORANZE ETNICO-LIN-GUISTICHE GRECANICHE ED ALBANESI NELLA REGIONECALABRIA (918); RODEGHIERO ED ALTRI: NORME IN MATE-RIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE: (1867);MASSA ED ALTRI; NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLEMINORANZE LINGUISTICHE (2086); TERESIO DELFINO:NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LIN-

GUISTICHE (2973).

(A. C. 169 – sezione 1)

QUESTIONI PREGIUDIZIALI

La Camera,

considerato che non si ravvedono negliidiomi locali di certi gruppi di popolazioneindicati negli articoli 1, 9 e 11 del testolicenziato dalla Commissione i presuppostidell’articolo 6 della Costituzione per latutela delle minoranze linguistiche

delibera

di non procedere all’esame delle pro-poste di legge A.C. n. 169 e abb..

Questione pregiudiziale n. 1.Armaroli, Selva, Menia.

La Camera,

ritenuto che le proposte di legge n. 169e abbinate, nel testo licenziato dalla Com-missione affari costituzionali:

tendono a frantumare l’unita lingui-stica, elemento costitutivo dell’unita nazio-nale del popolo italiano;

attuano una tutela delle tradizionipopolari del tutto sproporzionata anche sesi volessero ritenere le popolazioni di al-cune parti del territorio minoranze lingui-stiche, andando ben oltre lo spirito e lalettera della Carta europea delle lingueregionali e minoritarie;

rendono chiusi i rapporti di lavoronegli uffici pubblici locali e nelle scuole inquanto impediscono la presenza in talipubbliche istituzioni di personale che nonparli l’idioma locale ma solo l’italiano;

prevedono l’uso degli idiomi localinelle assemblee elettive seguita da unatraduzione riassuntiva in lingua italianapalesemente illegittima;

impegnano i bambini delle zone in-teressate in studi linguistici non utili, men-tre per essi sarebbe utile ed opportuno aifini del futuro lavoro conoscere linguestraniere diffuse

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delibera

di non procedere all’esame delle pro-poste di legge n. 169 e abbinate.

Questione pregiudiziale n. 2.Menia, Selva, Armaroli.

(A. C. 169 – sezione 2)

ARTICOLO 1 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 1.

1. La lingua ufficiale della Repubblica el’italiano.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 1 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 1.

Sopprimerlo.

*1. 5. Boato.

Sopprimerlo.

*1. 3. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Sostituire l’articolo 1 con il seguente:

ART. 1: – 1. La lingua ufficiale dellaRepubblica e l’italiano.2. La Repubblica promuove la diffu-

sione e la valorizzazione della lingua ita-liana nel mondo.3. Ogni cittadino ha il diritto e ogni

organismo pubblico ha il dovere di usare lalingua ufficiale dello Stato.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Aggiungere infine, il seguente comma:

1-bis. La repubblica promuove la dif-fusione e la difesa della lingua ufficiale nelmondo. Ogni cittadino ha il diritto diusarla e ogni organismo pubblico ha ildovere di uso della lingua ufficiale.

1. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Fragala,Cola, Niccolini.

Aggiungere, infine, il seguente comma:

1-bis. Ogni cittadino ha il diritto diusarla e ogni organismo pubblico ha ildovere di uso della lingua ufficiale.

1. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Aggiungere, infine, il seguente comma:

1-bis. La repubblica promuove la dif-fusione e la valorizzazione della linguaufficiale nel mondo.

1. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

2. La Repubblica, che valorizza il pa-trimonio linguistico e culturale della linguaitaliana, promuove altresı la valorizzazionedelle lingue e delle culture tutelate dallapresente legge.

Conseguentemente, all’articolo 21, sop-primere il comma 1.

1. 6. La Commissione.

Dopo l’articolo 1, aggiungere il seguente:

ART. 1-bis. – Al pari della linguaitaliana, sono ufficiali, all’interno dei ri-spettivi confini amministrativi, quelle par-late nelle regioni e nelle province a statutospeciale.

1. 01. Fontanini, Fontan, Cavaliere, Lu-ciano Dussin, Stucchi.

Atti Parlamentari — 7 — Camera dei Deputati

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(A. C. 169 – sezione 3)

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 2.

1. In attuazione dell’articolo 6 dellaCostituzione e in armonia con i princıpigenerali stabiliti dagli organismi europei einternazionali, la Repubblica tutela la lin-gua e la cultura delle popolazioni albanesi,catalane, germaniche, greche, slovene ecroate e di quelle parlanti il francese, ilfranco-provenzale, il friulano, il ladino,l’occitano e il sardo.2. La Repubblica adotta, altresı, a fa-

vore delle comunita Rom e Sinti presentisul territorio italiano, misure di particolaretutela adeguate alle loro peculiari caratte-ristiche storico-culturali.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 2.

Sostituire l’articolo 2 con il seguente:

ART. 2: – 1. Secondo le disposizionidell’articolo 6 della Costituzione e in ap-plicazione della Carta europea delle lingueregionali o minoritarie sottoscritta dagliStati membri del Consiglio d’Europa aStrasburgo il 5 novembre 1992, la Repub-blica tutela le lingue e le culture minori-tarie secondo l’articolo 1 della Carta diStrasburgo.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Al comma 1 sostituire le parole: Inattuazione dell’articolo 6 con le se-

guenti: Secondo le disposizioni degli ar-ticoli 3 e 6.

* 2. 61. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione dell’articolo 6 con le seguenti:Secondo il dettato disposto dagli articoli 3e 6.

* 2. 63. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione con le seguenti: Secondo le dispo-sizioni.

2. 62. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione con le seguenti: Secondo.

2. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1 dopo le parole: dell’articolo6 della Costituzione aggiungere le seguenti:in applicazione della Carta europea dellelingue regionali o minoritarie siglata dagliStati membri del Consiglio d’Europa aStrasburgo il 5 novembre 1992.

2. 3. Migliori, Menia, Cola, Fragala, Selva,Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1 sopprimere le parole: inarmonia con i principi generali stabilitidagli organismi europei e internazionali.

2. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole da: dellepopolazioni albanesi sino alla fine delcomma, con le seguenti: degli idiomi mi-noritari secondo l’articolo 1 della carta diStrasburgo.

2. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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Al comma 1 sostituire le parole da: lalingua e la cultura sino alla fine del commacon le seguenti: con apposite norme leminoranze linguistiche.

2. 14. Fragala.

Al comma 1 sostituire da: e la culturafino alla fine del comma con le seguenti:delle minoranze presenti sul territoriodello Stato.

2. 15. Menia.

Al comma 1 sopprimere le parole: dellepopolazioni.

2. 5. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara.

Al comma 1, sostituire le parole da: dellepopolazioni fino alla fine del comma con leseguenti: delle minoranze presenti sul ter-ritorio dello Stato.

2. 16. Menia.

Al comma 1, sostituire la parola: popo-lazioni con la seguente: comunita.

2. 6. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, dopo la parola: popolazioniaggiungere la seguente: stanziali.

2. 7. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al primo comma dopo la parola: popo-lazioni aggiungere la seguente: di origine.

2. 65. Boato.

Al comma 1, sostituire le parole da:albanesi fino alla fine del comma, con leseguenti: di origine diversa dall’italiano.

2. 17. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole da: ecroate, fino alla fine del comma, con leseguenti: , croate, francesi, franco-proven-zali, friulane, ladine, occitane e sarde.

2. 11. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, sopprimere le parole da: ilfranco provenzale fino alla fine del comma.

2. 18. Menia.

Al comma 1, dopo la parola: il franco-provenzale aggiungere le seguenti: il pie-montese.

2. 8. Borghezio, Fontan, Cavaliere, Lu-ciano Dussin, Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, dopo la parola: il franco-provenzale aggiungere le seguenti: il veneto.

2. 9. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi, Dozzo, Calzavara.

Al comma 1, sopprimere le parole: illadino.

2. 19. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: l’occi-tano con le seguenti: il provenzale-occitano

2. 64. Teresio Delfino, Niedda.

Al comma 1, sopprimere le parole: e ilsardo.

2. 20. Menia.

Al comma 1, dopo la parola: sardo ag-giungere le seguenti: e il veneto.

* 2. 12. Giovanardi.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il veneto.

* 2. 47. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il calabro-lucano.

2. 21. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il crotonese.

2. 22. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il logudorese.

2. 23. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il teatino.

2. 24. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il vicentino.

2. 25. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il belumat.

2. 26. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il campidanese.

2. 27. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il veneziano.

2. 28. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’osco.

2. 29. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il sannita.

2. 30. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il carnico.

2. 31. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il romagnolo.

2. 32. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il piceno.

2. 33. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il fermano.

2. 34. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il truentino.

2. 35. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’irpino.

2. 36. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 10 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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Page 230: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il napoletano.

2. 37. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’istro-veneto.

2. 38. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il tergestino.

2. 39. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il marsicano.

2. 40. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il maceratese.

2. 41. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il sublacense.

2. 42. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il fiorentino.

2. 43. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il toscano.

2. 44. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’urbinate.

2. 45. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il piemontese.

2. 46. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il ciociaro.

2. 48. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il romanesco.

2. 49. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il lucano.

2. 50. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il siciliano.

2. 51. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’abruzzese.

2. 52. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il bergamasco.

2. 53. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 11 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il calabrese.

2. 54. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’eugubino.

2. 55. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il dalmatico.

2. 56. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il tuderte.

2. 57. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il nussino.

2. 58. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il comegliano.

2. 59. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

1-bis. E obbligatorio lo studio dellalingua latina nelle scuole medie inferiori esuperiori.

2. 60. Menia.

Sopprimere il comma 2.

*2. 13. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Serra, Nuccio Carrara.

Sopprimere il comma 2.

*2. 70. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DELL’11 GIUGNO 1998 — N. 370

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RESOCONTOSOMMARIO E STENOGRAFICO

374.

SEDUTA DI MERCOLEDI 17 GIUGNO 1998PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCIANO VIOLANTE

INDI

DEI VICEPRESIDENTI LORENZO ACQUARONE E ALFREDO BIONDI

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO ............................ V-XX

RESOCONTO STENOGRAFICO .................... 1-110

PAG.

Preavviso di votazioni elettroniche .............. 1

Missioni ............................................................ 1

Trasferimento in sede legislativa dei disegnidi legge nn. 4763 e 4782 .......................... 1

Inversione dell’ordine del giorno ................. 2Presidente ..................................................... 2Lorenzetti Maria Rita (DS-U), Presidentedell’VIII Commissione ................................. 2

Proposte di legge: Disciplina delle locazioni(790-806-825-1222-bis-1718-2382-4146-4161-4476) (Seguito della discussione deltesto unificato) ............................................. 2Presidente ..................................................... 2

PAG.

Documento in materia di insindacabilita(Discussione) ................................................. 2

(Discussione – Doc. IV-ter, n. 21/A) ........... 3Presidente ..................................................... 3Berselli Filippo (AN), Vicepresidente dellaGiunta per le autorizzazioni a procedere ingiudizio .......................................................... 3

(Dichiarazioni di voto – Doc. IV-ter, n. 21/A) 4Presidente ................................................... 4, 6, 7Berselli Filippo (AN), Vicepresidente dellaGiunta per le autorizzazioni a procedere ingiudizio ........................................................ 4, 5, 6Bielli Valter (DS-U) .................................... 4, 7Pisapia Giuliano (RC-PRO), Presidentedella II Commissione .................................. 8Sgarbi Vittorio (misto) ............................... 5Vito Elio (FI) ............................................... 6

Atti Parlamentari — I — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998

N. B. Sigle dei gruppi parlamentari: democratici di sinistra-l’Ulivo: DS-U; forza Italia: FI; alleanzanazionale: AN; popolari e democratici-l’Ulivo: PD-U; lega nord per l’indipendenza della Padania:LNIP; rifondazione comunista-progressisti: RC-PRO; rinnovamento italiano: RI; unione democraticaper la Repubblica: UDR; misto: misto; misto-centro cristiano democratico: misto-CCD; misto-socialistidemocratici italiani: misto-SDI; misto-per l’UDR-patto Segni/liberali: misto-per l’UDR-P. Segni/lib.;misto-verdi-l’Ulivo: misto-verdi-U; misto minoranze linguistiche: misto Min. linguist.; misto rete-l’Ulivo: misto-rete-U.

227

Page 234: delle minoranze linguistiche storiche

PAG.

Proposta di legge Corleone: Minoranze lin-guistiche (A.C. 169) e abbinate (A.C. 300-396-918-1867-2086-2973) (Seguito della di-scussione e approvazione con modifica-zioni) ............................................................. 8

(Ripresa esame articolo 2 – A.C. 169) ........ 8Presidente ............................................... 8, 10, 17Borghezio Mario (LNIP) ............................. 13Delfino Teresio (UDR) ................................ 14Fontan Rolando (LNIP) ............................. 10, 17Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 15Jervolino Russo Rosa (PD-U), Presidentedella I Commissione ................................... 9Migliori Riccardo (AN) ............................... 9Novelli Diego (DS-U) .................................. 10Rodeghiero Flavio (LNIP) .......................... 16Selva Gustavo (AN) ..................................... 15, 17Soda Antonio (DS-U) .................................. 10Vito Elio (FI) ............................................... 8

(Esame articolo 3 – A.C. 169) ..................... 18Presidente ..................................................... 18Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 18Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 18Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 18

(Esame articolo 4 – A.C. 169) ..................... 19Presidente ..................................................... 19Calzavara Fabio (LNIP) ............................. 23Delfino Teresio (UDR) ................................ 22Fontan Rolando (LNIP) ............................. 23Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 19Migliori Riccardo (AN) ............................... 20Selva Gustavo (AN) ..................................... 19Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 19

(Esame articolo 5 – A.C. 169) ..................... 24Presidente ..................................................... 24Aloi Fortunato (AN) ................................... 26Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 28Cavaliere Enrico (LNIP) ............................. 28Delfino Teresio (UDR) ................................ 26Fontan Rolando (LNIP) ............................. 27Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 24Migliori Riccardo (AN) ............................... 27Niccolini Gualberto (FI) ............................. 24Soliani Albertina, Sottosegretario per lapubblica istruzione ...................................... 24, 25

(Esame articolo 8 – A.C. 169) ..................... 29Presidente ..................................................... 29Aloi Fortunato (AN) ................................... 29Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 29Soliani Albertina, Sottosegretario per lapubblica istruzione ...................................... 29

PAG.

(Esame articolo 9 – A.C. 169) ..................... 30Presidente ..................................................... 30, 32Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 34Caveri Luciano (misto Min. linguist.) ...... 34Fontan Rolando (LNIP) ............................. 30Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 31, 32Guidi Antonio (FI) ...................................... 32Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 30, 31Niccolini Gualberto (FI) ............................. 30Tassone Mario (UDR) ................................. 35Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 30

(Esame articolo 10 – A.C. 169) ................... 36Presidente ..................................................... 36Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 36Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 36

(Esame articolo 11 – A.C. 169) ................... 37Presidente ..................................................... 37Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 37Niccolini Gualberto (FI) ............................. 37Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 37

(Esame articolo 12 – A.C. 169) ................... 40Presidente ..................................................... 40Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 41Caveri Luciano (misto Min. linguist.) ...... 42Fontan Rolando (LNIP) ............................. 41Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 40Migliori Riccardo (AN) ............................... 41Niccolini Gualberto (FI) ............................. 41Sgarbi Vittorio (misto) ............................... 42Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 41

(Esame articolo 13 – A.C. 169) ................... 43Presidente ..................................................... 43Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 43Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 43

(Esame articolo 14 – A.C. 169) ................... 45Presidente ..................................................... 45Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 45Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 45

(Esame articolo 15 – A.C. 169) ................... 46Presidente ..................................................... 46Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 46Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 46

Atti Parlamentari — II — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

228

Page 235: delle minoranze linguistiche storiche

PAG.

(Esame articolo 16 – A.C. 169) ................... 46Presidente ..................................................... 46Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 47Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 47

(Esame articolo 17 – A.C. 169) ................... 48Presidente ..................................................... 48Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 48Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 48

(Esame articolo 18 – A.C. 169) ................... 49Presidente ..................................................... 49Aloi Fortunato (AN) ................................... 50Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 49Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 49

(Esame articolo 19 – A.C. 169) ................... 50Presidente ..................................................... 50Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 51Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 51

(Esame articolo 20 – A.C. 169) ................... 51Presidente ..................................................... 51Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 52Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 52Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 52

(Esame articolo 21 – A.C. 169) ................... 52Presidente ..................................................... 52Aloi Fortunato (AN) ................................... 53Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 52, 53Migliori Riccardo (AN) ............................... 52Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 52

(Esame articolo 22 – A.C. 169) ................... 54Presidente ..................................................... 54Maselli Domenico (DS-U), Relatore per lamaggioranza .................................................. 54Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 54

(Esame ordini del giorno – A.C. 169) ......... 54Presidente ............................................. 54, 56, 61Aloi Fortunato (AN) ................................... 64Bergamo Alessandro (FI) ........................... 61Borghezio Mario (LNIP) ............................. 61Brunetti Mario (RC-PRO) .......................... 57Cavaliere Enrico (LNIP) ............................. 58, 63Caveri Luciano (misto Min. linguist.) ...... 64Crema Giovanni (misto-SDI) ..................... 60Delfino Teresio (UDR) ................................ 63

PAG.

Dozzo Gianpaolo (LNIP) ............................ 61Dussin Luciano (LNIP) ............................... 60Filocamo Giovanni (FI) .............................. 62Fontan Rolando (LNIP) ............................. 64Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 62Guidi Antonio (FI) ...................................... 55Lo Presti Antonino (AN) ........................... 58Maselli Domenico (DS-U) .......................... 63Michielon Mauro (LNIP) ............................ 62Migliori Riccardo (AN) ............................... 65Olivo Rosario (DS-U) .................................. 55Pampo Fedele (AN) .................................... 61Rodeghiero Flavio (LNIP) .......................... 61Romano Carratelli Domenico (PD-U) ...... 59Soliani Albertina, Sottosegretario per lapubblica istruzione ...................................... 55, 62Tassone Mario (UDR) ................................. 56Vascon Luigino (LNIP) ............................... 59Volonte Luca (UDR) ................................... 63Zoppi Sergio, Sottosegretario per la fun-zione pubblica e gli affari regionali ......... 55, 63

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 169) ... 66Presidente ..................................................... 66, 73Aloi Fortunato (AN) ................................... 78Boato Marco (misto-verdi-U) .................... 72Brunetti Mario (RC-PRO) .......................... 74, 75Caveri Luciano (misto Min. linguist.) ...... 67Crema Giovanni (misto-SDI) ..................... 69Delfino Teresio (UDR) ................................ 66Di Bisceglie Antonio (DS-U) ..................... 68Fontan Rolando (LNIP) ............................. 67Giovanardi Carlo (misto-CCD) .................. 66Lembo Alberto (LNIP) ............................... 76Menia Roberto (AN) ................................... 78Migliori Riccardo (AN) ............................... 73Molinari Giuseppe (PD-U) ......................... 69Niccolini Gualberto (FI) ............................. 70Rodeghiero Flavio (LNIP) .......................... 77Sbarbati Luciana (RI) ................................ 71, 72Vascon Luigino (LNIP) ............................... 77Zeller Karl (misto Min. linguist.) ............. 68

(Coordinamento – A.C. 169) .......................... 79Presidente ..................................................... 79

(Votazione finale e approvazione – A.C. 169) 79Presidente ..................................................... 79

Gruppo parlamentare (Elezione del presi-dente) ............................................................ 79

Sull’ordine dei lavori e per la risposta astrumenti del sindacato ispettivo ............. 79Presidente ..................................................... 79Manca Paolo (RI) ........................................ 80Pezzoli Mario (AN) ..................................... 79Volonte Luca (UDR) ................................... 80

(La seduta, sospesa alle 14,05, e ripresa alle15) .................................................................. 80

Atti Parlamentari — III — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 236: delle minoranze linguistiche storiche

PAG.

Interrogazioni a risposta immediata (Svolgi-mento) ........................................................... 80

(Attuazione dei provvedimenti tesi a favorirel’occupazione giovanile) ............................... 81Ciani Fabio (PD-U) ..................................... 81Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 81

(Iniziative diplomatiche a sostegno della Gre-cia nella questione di Cipro) ..................... 82Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 82Rossi Oreste (LNIP) .................................... 82

(Informazione dei risparmiatori nel processodi privatizzazione dell’ENI) ......................... 83Landi di Chiavenna Giampaolo (AN) ...... 83, 84Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 84

(Aumento del ticket sui farmaci e gratuitadella cura Di Bella) .................................... 85Massidda Piergiorgio (FI) ........................... 85, 86Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 85

(Interventi per le imprese che investono nelMezzogiorno) ................................................. 87Piscitello Rino (misto-rete-U) .................... 87, 88Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 87

(Interventi per lo sviluppo e l’occupazione) . 88Lamacchia Bonaventura (RI) ............ 88, 89, 90Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 89, 90

(Iniziative per la soluzione della crisi nelKosovo) ......................................................... 90Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 90Ranieri Umberto (DS-U) ............................ 90, 91

(Processo di privatizzazione dell’ENI) ........... 92Nesi Nerio (RC-PRO) ................................. 92Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 92

(Dichiarazioni del sottosegretario Corleonesulla procreazione medicalmente assistita) . 93Prodi Romano, Presidente del Consiglio deiministri .......................................................... 93Scoca Maretta (UDR) ................................. 93, 94

PAG.

(La seduta, sospesa alle 15,55, e ripresa alle16,05) ............................................................. 94

Interpellanza e interrogazioni (Svolgimento) 94

(Fenomeni separatisti in Europa) ................. 94Fassino Piero, Sottosegretario per gli affariesteri .............................................................. 94, 96Tassone Mario (UDR) ................................. 94, 98

(Condanna di membri della direzione delpartito Herri Batasuna) .............................. 99Dalla Rosa Fiorenzo (LNIP) ...................... 101Fassino Piero, Sottosegretario per gli affariesteri .............................................................. 100

(Arresto dell’equipaggio del motopeschereccioFrancesco Saverio) ....................................... 101Fassino Piero, Sottosegretario per gli affariesteri .............................................................. 101Giacalone Salvatore (PD-U) ....................... 103Volonte Luca (UDR) ................................... 103

(Mantenimento dell’ordine pubblico in Alba-nia) ................................................................ 104Rivera Giovanni, Sottosegretario per ladifesa ............................................................. 104Volonte Luca (UDR) ................................... 105

(Modalita di redazione della risposta all’in-terrogazione n. 4-10193) ............................. 105Izzo Domenico (PD-U) ............................... 106Rivera Giovanni, Sottosegretario per ladifesa ............................................................. 105

(Impiego di personale specializzato della ma-rina militare per lo sgombero di fondali inAlbania) ......................................................... 106Giannattasio Pietro (FI) ............................. 107Rivera Giovanni, Sottosegretario per ladifesa ............................................................. 106

Per la risposta a strumenti del sindacatoispettivo ......................................................... 108Presidente ................................................ 108, 109Volonte Luca (UDR) ................................... 108

Disegno di legge di conversione (Annunziodella presentazione e assegnazione a Com-missione in sede referente) ....................... 109

Ordine del giorno della seduta di domani . 109

Votazioni elettroniche (Schema) .. Votazioni I-LXXIV

N. B. I documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula sonopubblicati nell’Allegato A.Gli atti di controllo e di indirizzo presentati e le risposte scritte alle interrogazioni sono pubblicatinell’Allegato B.

SEDUTA PRECEDENTE: N. 373 — MARTEDI 16 GIUGNO 1998

Atti Parlamentari — IV — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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ossia quella di richiedere un’informazionepreventiva, e tale che non ci si trovera piunella situazione che si e verificata ieri,perche altrimenti, rispetto alle afferma-zioni fatte, vi saranno metri di giudiziodiversi.Ritengo che l’osservazione fatta ieri

dall’onorevole Mussi avrebbe potuto otte-nere in quel momento una risposta taleda potersi soprassedere ad una votazioneche « nasceva » in un contesto particolare.

GIULIANO PISAPIA, Presidente della IICommissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

GIULIANO PISAPIA, Presidente della IICommissione. Visto che e stato posto ilproblema concernente la legge di attua-zione dell’articolo 68 della Costituzione,vorrei informare i colleghi che oggi alle 17sono convocate le Commissioni affari co-stituzionali e giustizia proprio per deci-dere su questo provvedimento di legge.Siccome e alle 17, chiedo ai colleghi

interessati di essere presenti.

PRESIDENTE. La ringrazio, presidentePisapia. Se parteciperanno anche i colle-ghi non direttamente interessati, sara me-glio, perche cosı la valutazione risulterapiu obiettiva.

Seguito della discussione della proposta dilegge: Corleone ed altri: Norme inmateria di tutela delle minoranze lin-guistiche (169) e delle abbinate propo-ste di legge: Scalia e Procacci: Normein materia di tutela delle minoranzelinguistiche (300); Brunetti e Moroni:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (396); Aloi: Normeper la tutela dell’identita nazionaledelle minoranze etnico-linguistiche gre-caniche ed albanesi nella regione Ca-labria (918); Rodeghiero ed altri:Norme in materia di tutela delle mi-noranze linguistiche (1867); Massa edaltri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche (2086); Teresio

Delfino: Norme in materia di tutela deipatrimoni linguistici regionali (2973)(ore 9,35).

PRESIDENTE. L’ordine del giorno recail seguito della discussione della propostadi legge, di iniziativa dei deputati Corleoneed altri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche e delle abbinateproposte di legge: Scalia e Procacci:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Brunetti e Moroni:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Aloi: Norme per latutela dell’identita nazionale delle mino-ranze etnico-linguistiche grecaniche ed al-banesi nella regione Calabria; Rodeghieroed altri: Norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche; Massa ed altri:Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche; Teresio Delfino: Normein materia di tutela dei patrimoni lingui-stici regionali.

(Ripresa esame articolo 2 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Ricordo che nella se-duta dell’11 giugno scorso si e passatiall’esame dell’articolo 2 e del complessodegli emendamenti ad esso presentati(vedi l’allegato A – A.C. 169 sezione 1) ede mancato il numero legale nella vota-zione del testo alternativo dell’articolo 2del relatore di minoranza Menia. In as-senza dell’onorevole Menia, chiedo sequalcuno dei colleghi del suo gruppointenda farlo proprio.

GUSTAVO SELVA. Io, Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.

ELIO VITO. Chiedo la votazione nomi-nale mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo aivoti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alter-nativo del relatore di minoranza Menia,

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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fatto proprio dall’onorevole Selva, nonaccettato dalla Commissione ne dal Go-verno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 327Votanti ............................... 323Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ..... 114Hanno votato no . 209).

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidentedella I Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ROSA JERVOLINO RUSSO, Presidentedella I Commissione. Signor Presidente,nel corso dei lavori della Commissionesono emerse con chiarezza due posizioni.Da parte di alcune forze politiche e statochiesto che il testo in discussione, che miauguro possa concludere il suo iter questamattina in aula, non contenga alcun ri-ferimento ai rom e ai sinti. Da parte dialtre forze politiche e stato espresso ildesiderio che la Commissione affari co-stituzionali si riappropri di questo pro-blema e che su esso continui a discuteree a lavorare.Di conseguenza, vorrei comunicare al-

l’Assemblea che questa mattina la Com-missione si e riunita ed ha deliberato lostralcio dell’articolo 2, comma 2, dellaproposta di legge Corleone ed altri n. 169nel seguente testo: « La Repubblica, inattuazione dell’articolo 6 della Costitu-zione e in armonia con i principi generalistabiliti dagli organismi europei, tutela lalingua e la cultura delle popolazioni diorigine zingara » e contemporaneamenteha disposto lo stralcio delle analoghe partipreviste nelle proposte di legge Scalia eProcacci n. 300, Brunetti e Moroni n. 396,Rodeghiero ed altri n. 1867 e TeresioDelfino n. 2973.

Le parti stralciate, che verranno nuo-vamente sottoposte all’esame della Com-missione per essere approfondite a partein altro provvedimento, assumeranno iltitolo: « Norme in materia di tutela dellaminoranza zingara ».Immagino che questo abbia anche un

qualche effetto sul provvedimento inesame e che permetta di cogliere appienola volonta emersa in Commissione.

RICCARDO MIGLIORI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, il gruppo dialleanza nazionale accoglie con favore lascelta del Comitato dei nove, anche perchelo stralcio di questa parte dell’articolo 2,che elimina i riferimenti alla tutela per lepopolazioni rom e sinti, e in linea con ildocumento fondamentale di riferimentodei lavori della nostra Commissione, dalquale prende le mosse il provvedimento inesame, che e la Carta del Consiglio diEuropa di Strasburgo del 5 novembre1992. Quest’ultima chiarisce in modo ine-quivocabile che cosa sono per i paesieuropei le lingue minoritarie o regionali,riferentisi a popolazioni stanziali chehanno insediamenti storici all’interno diun determinato territorio.Penso che la decisione di questa mat-

tina faccia giustizia del poco realismo cheha contraddistinto in larga parte i lavoridella Commissione: lo vedremo successi-vamente per quel che riguarda una seriedi nostri emendamenti che tendono a fareriferimento esplicito e chiaro alla Cartadei diritti delle minoranze europee, chenon sempre e non correttamente questotesto traduce in normativa. Quanto aquesta decisione, la salutiamo con favore,perche e dall’inizio di questa discussione,alcuni mesi fa, che riteniamo essenziale lostralcio di questo punto: la maggioranzalo accetta in extremis, ma meglio tardi chemai.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di par-lare.

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. La lega nordaveva presentato un emendamento e avevacondotto una battaglia per eliminare ilcomma 2 dell’articolo 2, per evitare cioeche fossero tutelate anche le lingue deicosiddetti zingari.Siamo fortissimamente contrari ad

ogni tipo di tutela – ovviamente anche aquella linguistica – nei confronti deglizingari. Accettiamo favorevolmente questostralcio ma ribadiamo che esso non devevalere solo per questa legge ma anche perogni ipotesi di normativa futura sul punto.

ROSA JERVOLINO RUSSO. Questo lovedremo al momento opportuno !

DIEGO NOVELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

DIEGO NOVELLI. Presidente, sono fa-vorevole alla proposta dell’onorevole Jer-volino. Vorrei solo fare un’osservazione dicarattere lessicale. So che non si puocambiare, perche riferita al testo dellaproposta Corleone, ma la parola « zinga-ro » e un termine offensivo: o si chiamanosinti o si chiamano rom o si chiamanonomadi; ma la parola « zingari » nondovrebbe esistere nel dizionario della lin-gua italiana.Non e possibile cambiarla: lo accetto,

ma che resti a verbale la mia osserva-zione.

PRESIDENTE. Credo che sia perfetta-mente condivisibile; tuttavia la dizioneesatta e sinti o rom, mentre i nomadi sonouna categoria piu generale. Si tratta distralciare questa parte dal testo dellaproposta dell’onorevole Corleone.Vorrei informarvi, colleghi, che ove

l’Assemblea deliberi lo stralcio, decidendocosı di rinviare ad un autonomo proce-dimento l’esame di tale profilo concer-nente le comunita sinti e rom, risulte-ranno di conseguenza inammissibili – inquanto non piu attinenti alla materia indiscussione – quelle parti del testo della

Commissione concernenti la medesimamateria oggetto dello stralcio (nel caso inesame il comma 2 dell’articolo 2 del testodella Commissione).

ANTONIO SODA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo onorevoleSoda ? Per il suo gruppo ha gia parlatol’onorevole Novelli.

ANTONIO SODA. Novelli ha fatto unaprecisazione linguistica: io debbo sollevareun’altra questione.

PRESIDENTE. Il collega Novelli hafatto una precisazione linguistica; la sua econtenutistica: mi pare una giusta osser-vazione. Ha facolta di parlare.

ANTONIO SODA. Presidente, noi ade-riamo alla proposta della collega Jervo-lino, ma per una ragione esattamenteopposta a quella illustrata dal collegaFontan.Riteniamo infatti che sinti e rom deb-

bano avere nel nostro paese una tutelapiu forte sia per quanto riguarda la lorocultura sia per quanto concerne la lorolingua. Certamente nell’onorevole Fontanmanca la cultura del rispetto della diver-sita (Applausi dei deputati del gruppo deidemocratici di sinistra-l’Ulivo): o l’assimi-lazione e l’acquisizione e la scomparsadelle diversita oppure e assenza di tutela;questo e il ragionamento del collega Fon-tan.

ENRICO CAVALIERE. E lo sfrutta-mento minorile, allora ?

ANTONIO SODA. Noi aderiamo allaproposta di stralcio con l’impegno diprovvedere ad una tutela piu forte versoquesti concittadini che hanno diritto allaloro cultura, al loro nomadismo, al ri-spetto della loro lingua e ad essere inte-grati nel senso piu alto, e non assimilaticon la perdita della diversita (Applausi deideputati del gruppo dei democratici disinistra-l’Ulivo).

Atti Parlamentari — 10 — Camera dei Deputati

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PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pongo in votazione la proposta di

stralcio formulata dalla presidente della ICommissione.

(E approvata).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sugli emenda-menti Menia 2.61 e 2.63, sostanzialmenteidentici, non accettati dalla Commissionene dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 326Votanti ............................... 324Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 163Hanno votato sı ..... 115Hanno votato no . 209).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 2.3, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 331Votanti ............................... 329Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 165Hanno votato sı ..... 113Hanno votato no . 216).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 2.2, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 350Votanti ............................... 348Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 175Hanno votato sı ..... 121Hanno votato no . 227).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 2.4, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 332Votanti ............................... 331Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 120Hanno votato no . 211).

Constato l’assenza dell’onorevole Fra-gala: s’intende che abbia rinunziato al suoemendamento 2.14.

ELIO VITO. Lo faccio mio, signorPresidente.

PRESIDENTE. Sta bene.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Fragala 2.14, fatto proprio dal-l’onorevole Vito, non accettato dalla Com-missione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 334Votanti ............................... 333Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 167Hanno votato sı ..... 106Hanno votato no . 227).

Atti Parlamentari — 11 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Constato l’assenza dell’onorevole Me-nia: s’intende che abbia rinunziato al suoemendamento 2.15.

GUSTAVO SELVA. Lo faccio mio, si-gnor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 2.15, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 342Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 172Hanno votato sı ..... 113Hanno votato no . 229).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 2.5, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 339Votanti ............................... 338Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 110Hanno votato no . 228).

A seguito della precedente votazionerisulta precluso l’emendamento Menia2.16.Passiamo alla votazione dell’emenda-

mento Fontan 2.7.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Fontan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Noi proponiamodi aggiungere all’elenco delle popolazionitutelate l’aggettivo « stanziali » perche ledefinisce meglio rispetto alla generalizza-zione prevista dall’articolo 2.

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, inseguito alla deliberazione assunta in pre-cedenza di stralciare tutte le parti relativealle popolazioni rom e sinti, insiste per lavotazione ?

ROLANDO FONTAN. Sı.

PRESIDENTE. Sta bene.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 2.7, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 334Votanti ............................... 330Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 150Hanno votato no . 180).

Constato l’assenza dell’onorevoleBoato: s’intende che abbia rinunziato alsuo emendamento 2.65.Constato l’assenza dell’onorevole Me-

nia: s’intende che abbia rinunziato al suoemendamento 2.17.

GUSTAVO SELVA. Lo faccio mio, si-gnor Presidente, e faccio miei anche isuccessivi emendamenti presentati dal col-lega Menia.

PRESIDENTE. Sta bene.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 2.17, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 12 — Camera dei Deputati

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Page 244: delle minoranze linguistiche storiche

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 338Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 117Hanno votato no . 221).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 2.11, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 339Votanti ............................... 337Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ...... 42Hanno votato no . 295).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 2.18, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 337Votanti ............................... 336Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ..... 107Hanno votato no . 229).

Passiamo alla votazione del principiocomune contenuto negli emendamenti daBorghezio 2.8 a Menia 2.59 consistentenell’individuazione di ulteriori lingue odialetti cui estendere la tutela previstadall’articolo 2, avvertendo che in caso di

pronuncia contraria della Camera si in-tenderanno respinti tutti gli emendamentiindicati. In caso di approvazione, si pro-cedera alla votazione di ciascuno degliemendamenti.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Borghezio. Ne hafacolta.

MARIO BORGHEZIO. Vorrei anzituttoillustrare il mio emendamento 2.8, cheriguarda l’inserimento nella previsione diquesta norma della lingua piemontese.Non devo certamente illustrare questo

principio al nostro Presidente che, avendosvolto la sua campagna elettorale tra lagente di Torino e della provincia diTorino, si sara sentito piu volte gentil-mente consultare dai cittadini che ancoramolto spesso – soprattutto in provincia enelle vallate – usano questa lingua di-menticata. E una delle tante lingue « ta-gliate » rispetto alla quale vorrei ricordareai colleghi – non soltanto a quelli pie-montesi – l’importante e significativa de-cisione contenuta nella risoluzione n. 928del 1981 dell’Assemblea del Consigliod’Europa, che ha incluso il piemontese nelnovero delle lingue, e non dei dialetti,minoritarie d’Europa.Voglio inoltre ricordare l’importanza di

una tradizione culturale che annovera unagrammatica pubblicata fin dal 1783, unteatro, una letteratura e una storia moltoricca, che oggi rischia, assieme a quella dialtre lingue « tagliate » (tra le quali emolto importante il veneto, una linguaanch’essa dimenticata), di essere esclusadalle previsioni di questa legge cosı im-portante.Voglio altresı ricordare che in questi

giorni un documento significativo di ri-chiamo al dovere della Camera dei depu-tati a non dimenticare, nella previsione diquesta norma, la lingua piemontese, estato firmato da diciannove importantiesponenti della cultura piemontese: daCamillo Brero a Tavo Burat, a GianRenzo Clivio, ad Albina Malerba, a FrancaViglongo. A proposito di Viglongo, sotto-

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lineo che esiste ancora una casa editricein lingua piemontese che e molto signifi-cativa.Non dobbiamo assolutamente esclu-

dere da questa previsione normativa unalingua che ha caratteri – come illustriglottologi hanno ormai stabilito sul pianoscientifico – completamente distinti siadal francese, sia dall’italiano sia dall’oc-citano. Si tratta di una lingua autonoma,che e derivata autonomamente dal latino,con contenuti e caratteristiche propri, cheviene studiata, insegnata e coltivata inalcune universita straniere, a differenza diquanto si verifica nel nostro paese, dovespesso queste lingue dimenticate vengonotrascurate dagli organismi universitari.Sottolineo, ad esempio, che a Toronto inCanada e tuttora attivissima una cattedradi lingua, letteratura e storia del piemon-tese !Ritengo quindi che si debba esaminare

la questione dell’inserimento della linguapiemontese con molta attenzione, per noncommettere l’errore di escludere una lin-gua che rappresenta il portato in unatradizione storica molto importante e an-cora molto viva non soltanto nelle vallate,ma anche nella stessa citta di Torino(Applausi dei deputati del gruppo della leganord per l’indipendenza della Padania).

TERESIO DELFINO. Chiedo di parlareper un richiamo al regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente,mi pare che la proposta di una votazioneunica su tutti gli emendamenti che ten-tano di sollecitare in quest’aula un dibat-tito sulla peculiarita, sull’identita e sulvalore di una serie di « parlate » e dilingue minoritarie, su cui noi dovremmopronunciarci, sia veramente una forza-tura, perche tende sostanzialmente adimpedire al Parlamento di analizzare leragioni per cui ogni singolo deputato oforza politica ha sollevato il problema.La pregherei, pertanto, signor Presi-

dente, di verificare la possibilita di ricon-siderare questo orientamento, perche al-

trimenti noi non siamo in grado, nei pochiminuti che abbiamo a disposizione pervalutare ciascun emendamento, di mani-festare pienamente le ragioni – testeevidenziate dal collega Borghezio e che iocondivido assolutamente – che ci portanoad assumere una certa posizione sullaquestione della lingua piemontese.Un’unica votazione sul principio co-

mune contenuto negli emendamenti daBorghezio 2.8 a Menia 2.59 esclude lapossibilita di entrare nel merito dellestesse proposte emendative. Pertanto, mipermetto di sollecitare un riesame diquesta impostazione che veramente ri-tengo inadeguata rispetto allo sforzo che ilParlamento, attraverso i lavori della Com-missione prima e dell’Assemblea poi, stacompiendo al riguardo.L’inserimento della lingua e della cul-

tura piemontese tra quelle tutelate dallaRepubblica e stato sollecitato in questigiorni ai parlamentari anche da diversiintellettuali, proprio perche la culturapiemontese ha una grammatica, una let-teratura, un teatro che riteniamo si deb-bano difendere e qualificare proprio se-condo lo spirito da cui e animata laproposta di legge in discussione.Inoltre, devo dire che la regione Pie-

monte ha promosso dei corsi di lingua edi cultura in modo che gli insegnanti dellescuole medie siano in grado di accoglierenel processo di formazione anche il ba-gaglio culturale che questa lingua mino-ritaria porta con se.Pertanto, condivido l’emendamento 2.8

del collega Borghezio, che chiedo di potersottoscrivere, e mi auguro che in questosenso vi sia un ripensamento da partedello stesso Comitato dei nove. Eccoperche le chiedo, signor Presidente, se nonsia possibile rivedere la sua decisione divotare il principio comune, intendendorespinti, in caso di pronuncia contrariadella Camera, tutti gli emendamenti daBorghezio 2.8 a Menia 2.59. Peraltro, traquesti emendamenti ve n’e uno a miafirma (l’emendamento 2.64) sul quale ri-chiamo nuovamente l’attenzione del rela-tore Maselli e del presidente della ICommissione, Rosa Jervolino Russo, che e

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volto ad inserire nell’articolo 2 del prov-vedimento il provenzale-occitano, senzavoler con questo difendere – come qual-che collega ha cercato di far emergere inuna delle ultime sedute dell’Assembleanella quale ci siamo occupati della que-stione – atteggiamenti di localismo, diprovincialismo e di frammentazione. Ilmio riferimento e ad una cultura proven-zale che ha espresso sotto il profilo dellaletteratura il massimo di questa linguaminoritaria con il premio Nobel Mistral;contestare la valenza storica di questalingua mi sembra assolutamente inade-guato.Concludo dicendo che riteniamo con-

traddittorio questo atteggiamento rispettoalla limpida volonta che la Commissione,e soprattutto l’Assemblea, hanno manife-stato di valorizzare quelle espressioni lin-guistiche minoritarie che sono l’espres-sione storica di un linguaggio profonda-mente radicato in quelle aree.Pertanto, da questo punto di vista mi

auguro vi sia la disponibilita a rivedere ladecisione assunta sulla modalita dellavotazione e, per quanto riguarda la linguapiemontese e provenzale, a rivolgereun’attenzione particolare a quelle vere edautentiche identita culturali che noi vo-gliamo salvare e valorizzare, senza assu-mere posizioni localistiche.

PRESIDENTE. Su questo richiamo alregolamento daro la parola, ove ne siafatta richiesta, ad un deputato per gruppo.

ENRICO CAVALIERE. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ENRICO CAVALIERE. Presidente, in-tervengo semplicemente per sottolineareche la sua decisione impedirebbe al col-lega Rodeghiero, che aveva chiesto diparlare dopo il collega Borghezio sulsecondo dei due emendamenti presentatidalla lega su questo tema, di esprimerecompiutamente il suo pensiero.

PRESIDENTE. Gli avrei dato comun-que la parola utilizzando il tempo riser-

vato per gli interventi a titolo personale,proprio per questo motivo.

GUSTAVO SELVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

GUSTAVO SELVA. Signor Presidente,indipendentemente da quella che sara lasua decisione in ordine alle votazioni chelei ha promosso, vorrei fare mio l’emen-damento Menia 2.19, ma per ritirarlo, inquanto ritengo che il ladino abbia una suadignita, una sua storia, una sua tradi-zione, per cui possa essere a giusto titoloconsiderato una lingua minoritaria. Desi-dero farlo presente fin d’ora.

CARLO GIOVANARDI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Credo che ildibattito generale abbia chiarito che ilnodo di questo provvedimento e rappre-sentato dall’aggiunta dei friulani e deisardi alle cosiddette minoranze linguisti-che vere e proprie, quelle che hannoradici in paesi diversi dall’Italia. Il nodo equesto. Fra tutti gli emendamenti presen-tati tesi ad aggiungere i dialetti italiani,molti sono evidentemente strumentali;quello che ho presentato io, relativo alveneto, tenta di essere una proposta seria,se e serio aver inserito il sardo e ilfriulano, perche immagino che il venetoabbia la stessa dignita culturale e lingui-stica di questi altri due dialetti o lingue.E chiaro che se questo emendamentoviene aggiunto agli altri 32 emendamentiche formano l’elenco di tutte le parlateitaliane, io non ho la possibilita di operareun confronto sul fulcro della legge, perchecome e noto l’identificazione come mino-ranza linguistica di sardo, friulano oveneto porta tutte le conseguenze relativeagli interpreti, ai consigli comunali, aiconsigli provinciali, alle comunita mon-tane, agli atti giudiziari e cosı via.Pertanto il non poter votare su questo

emendamento significa non potersi con-

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frontare sul cuore di quella che a nostroavviso e la parte sbagliata di questoprovvedimento.

FLAVIO RODEGHIERO. Chiedo diparlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta, utiliz-zando il tempo riservato per gli interventia titolo personale.

FLAVIO RODEGHIERO. Intendo an-ch’io sollecitare un riesame della decisionedella Presidenza, perche sembra rialli-nearsi al ritardo – che peraltro nonintendo sia solo colpevole, credo sia anchedoloso – con cui si da applicazioneall’articolo 6 della Costituzione. Spero chenon sia questa la motivazione della Pre-sidenza, cioe quella di intervenire adapplicare questo articolo e ad uniformarsiad una visione cosı appiattente delletradizioni culturali italiane, tanto da ar-rivare appunto cosı tardi, proprio perchenon vi sia possibilita di interpretazione.Pertanto credo e spero davvero che siriveda questa decisione.L’italiano scritto e rimasto infatti per

secoli un accademico esercizio di imita-zione dei classici; l’italiano parlato hacominciato a generalizzarsi soltanto nelsecondo dopoguerra, dopo secoli di domi-nio incontrastato dei dialetti. Dobbiamoprecisare, pero, che in Italia il termine« dialetto » non designa, come altrove,varieta di una stessa lingua, ma designauna parlata derivata dal latino, che puoessere anche lontanissima dall’italiano.Una consolidata abitudine all’identifica-zione dialetto-deprivazione o dialetto-ignoranza, unitamente al formalismo in-tollerante e vessatorio che ha caratteriz-zato (non lo dico io, l’ha detto don Milanitanti anni fa) fino a ieri l’insegnamentodell’italiano a scuola, ha demonizzato ildialetto in tutte le sue funzioni e mani-festazioni. In verita, il dialetto e unalingua. Cio significa che dal punto di vistalinguistico non e il sottoprodotto di altreparlate, ma e un sistema di comunica-zione autonomo e compiuto, anche seconta un numero limitato, anche limita-tissimo, di parlanti.

Oggi un progetto plurilinguistico e plu-riculturale, come spero stiamo cercandodi fare con questo articolato, si inseriscenon piu nel contesto nazionale italianoma in quello europeo, nel quale – comeha detto la Commissione europea – lediversita culturali diventano un patrimo-nio cui attingere e con esse le diversitalinguistiche, che rappresentano un vantag-gio rispetto ai competitori nell’economiamondiale. Crescita economica in questosenso (l’ha detto Engels ed il relatore) edifesa delle diversita culturale e linguisticarappresentano un potenziale delle risorseumane, con il loro corollario di cono-scenze, organizzazione, creativita ed inno-vazione.Proprio per questo sostengo l’emenda-

mento che introduce il veneto tra le lingueda proteggere; il veneto e una lingua cheha una sua vasta produzione letteraria,tanto che nel marzo 1995 la giuntaregionale del Veneto ha pubblicato unmanuale della grafia veneta unitaria. Di-verse amministrazioni comunali del Ve-neto adottano il bilinguismo veneto-ita-liano nei propri atti. Nelle ultime legisla-ture della regione Veneto sono state pre-sentate da piu gruppi svariate iniziative asostegno della lingua veneta. Attualmenterisulta giacente in consiglio regionale laproposta di legge « Tutela, valorizzazionee promozione della lingua veneta ».L’ISTAT, in una delle sue rilevazioni, haevidenziato come la lingua veneta siaparlata correntemente dal 52 per centodegli abitanti della regione Veneto (lapercentuale piu alta fra i popoli presentiall’interno dello Stato italiano).Non vorrei nemmeno ricordare –

perche per certi versi e gia stato fatto –come il preambolo della Carta europeadelle lingue regionali o minoritarie delConsiglio d’Europa affermi che il dirittodelle popolazioni ad esprimersi nelle lorolingue regionali – ripeto, regionali – ominoritarie nell’ambito della loro vitaprivata e sociale costituisce un dirittoimprescrittibile. Ma piu ampiamente vor-rei richiamarmi, nel sostenere l’emenda-mento che inserisce il veneto tra le lingueprotette, non semplicemente alla salva-

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guardia dei diritti linguistici, che gia diper se ha una sua rilevanza, ma allaliberta per ciascuna comunita di ricono-scersi in un patrimonio linguistico nativo.In sintesi, mi richiamo a quel dirittoumano fondamentale ed imprescrittibileche e il primario diritto umano allaparola (Applausi dei deputati del gruppodella lega nord per l’indipendenza dellaPadania).

PRESIDENTE. Ringrazio innanzitutto icolleghi che sono intervenuti, perche mihanno consentito di rilevare un errore cheavevo commesso con riferimento all’emen-damento 2.20 del collega Menia che,essendo soppressivo, va votato in quantonon rientra nel principio.

ROLANDO FONTAN. Anche l’emenda-mento Menia 2.19 !

PRESIDENTE. No, l’emendamento 2.19e stato ritirato dal collega Selva.Colleghi, la votazione per principio non

impedisce di approfondire le singole que-stioni, perche se il principio viene respintosi passa a votare i singoli emendamenti. Etuttavia invito i colleghi a fare riferimentoall’articolo 85-bis del regolamento, chestabilisce che nel momento in cui ilPresidente proceda a votazioni per prin-cipi, i gruppi possono chiedere di votareun numero di emendamenti pari al mas-simo a un decimo del numero dei propricomponenti. Quindi, per i colleghi che nehanno fatto richiesta implicita – diciamocosı –, come i colleghi Teresio Delfino eGiovanardi, procederemo al voto sui loroemendamenti, prescindendo dalla vota-zione di principio. Non so se sia chiaro. Edunque sufficiente fare riferimento a que-sta norma.

ROLANDO FONTAN. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Signor Presi-dente, ritengo che mettere insieme ildialetto napoletano e quello siciliano sia

una cosa obbrobriosa da ogni punto divista; comunque, contento lei... ! Ad ognibuon conto, chiedo, da parte nostra, lavotazione separata sugli emendamentiBorghezio 2.8 (concernente il piemontese),Fontan 2.9 (concernente il veneto) e Me-nia 2.43 (concernente il fiorentino).

PRESIDENTE. Onorevole Fontan, leiha parlato di dialetti, mentre la legge siriferisce a lingue.

GUSTAVO SELVA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

GUSTAVO SELVA. Signor Presidente,per facilitare il suo lavoro voglio dirleanzitutto che ritiriamo gli emendamentiMenia, dal 2.47 al 2.59. Evidentementequesti emendamenti avevano uno scopo dipressione per il miglioramento di questalegge.Siccome riteniamo che, pur non es-

sendo pienamente soddisfacente, questalegge abbia dato ragione ad alcune nostreposizioni, non vediamo la necessita diinsistere su emendamenti che, lo ripeto,hanno manifestamente un carattere dipressione.Anche per quanto riguarda l’emenda-

mento 2.20 dell’onorevole Menia, che fac-cio mio, ritengo sia opportuno, per leragioni che ho appena spiegato, ritirarlo.Credo di aver collaborato anche in questomodo alla facilitazione del suo compito,signor Presidente.

PRESIDENTE. A questo punto, dopo laprecisazione del collega Selva, non c’e piubisogno di procedere alla votazione diprincipio. Procediamo, dunque, alla vota-zione dei singoli emendamenti.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Borghezio 2.8, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Atti Parlamentari — 17 — Camera dei Deputati

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Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 382Votanti ............................... 376Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 189Hanno votato sı ................. 59Hanno votato no . 317).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 2.9, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 370Votanti ............................... 367Astenuti .............................. 3Maggioranza ..................... 184Hanno votato sı ...... 60Hanno votato no . 307).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Teresio Delfino 2.64, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 375Votanti ............................... 357Astenuti .............................. 18Maggioranza ..................... 179Hanno votato sı ...... 20Hanno votato no . 337).

L’emendamento Giovanardi 2.12 e pre-cluso, essendo gia stato votato l’emenda-mento Fontan 2.9 avente lo stesso conte-nuto.Poiche l’emendamento Menia 2.60 e

inammissibile, dovremmo passare agliidentici emendamenti Migliori 2.13 e Fon-tan 2.70. Avendo pero stabilito lo stralcio

del secondo comma – ovvero lo stralciodella questione relativa ai sinti ed ai rom– tali emendamenti non saranno posti invotazione.Passiamo alla votazione dell’articolo 2.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo 2.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 385Votanti ............................... 362Astenuti .............................. 23Maggioranza ..................... 182Hanno votato sı ..... 222Hanno votato no . 140).

(Esame dell’articolo 3 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 3, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 2).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Il parere della Commissionee contrario a tutti gli emendamenti all’ar-ticolo 3, fatta eccezione per l’emenda-mento Boato 3.8, che sopprime l’articolo3, a condizione che la parte conseguen-ziale dello stesso sia premessa al comma1 dell’articolo 21 e non sostitutiva.

PRESIDENTE. Lei e d’accordo, onore-vole Boato ?

MARCO BOATO. Sı, signor Presidente.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il parere del Governo e conforme aquello del relatore.

Atti Parlamentari — 18 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 3.2, fatto proprio dal collegaSelva, non accettato dalla Commissione nedal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 371Votanti ............................... 345Astenuti .............................. 26Maggioranza ..................... 173Hanno votato sı ..... 128Hanno votato no . 217).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Boato 3.8, soppressivo dell’articolo,nel testo riformulato, accettato dalla Com-missione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 354Votanti ............................... 349Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 175Hanno votato sı ..... 187Hanno votato no . 162).

(Esame dell’articolo 4 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 4, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 3).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Il parere e contrario su tuttigli emendamenti, ad eccezione degli

emendamenti Migliori 4.1, 4.60 della Com-missione, Migliori 4.5 e 4.61 della Com-missione, per i quali il parere e favore-vole. Invito i presentatori a ritirarel’emendamento Fontan 4.8.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo concorda con il pareredel relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento Menia 4.30, fatto pro-prio dall’onorevole Selva in assenza delpresentatore.

GUSTAVO SELVA. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevoleSelva.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alter-nativo del relatore di minoranza Menia,fatto proprio dall’onorevole Selva, nonaccettato dalla Commissione ne dal Go-verno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 377Votanti ............................... 375Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 188Hanno votato sı ..... 120Hanno votato no . 255).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fragala 4.31, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

Atti Parlamentari — 19 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 251: delle minoranze linguistiche storiche

(Presenti ............................. 373Votanti ............................... 372Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 187Hanno votato sı ..... 126Hanno votato no . 246).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.13, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti e votanti ......... 376Maggioranza ..................... 189Hanno votato sı ..... 130Hanno votato no . 246).

Passiamo alla votazione dell’emenda-mento Migliori 4.12.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Migliori. Ne ha facolta.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presi-dente e colleghi, questo emendamento,come del resto il precedente, sottolineal’esigenza che il procedimento che verraapplicato, sotto il profilo operativo, dopol’approvazione del provvedimento deve es-sere, a nostro avviso, garantito, ai finidella omogeneita, dagli enti regionali enon dalle provincie. Ritengo che rispettoalla prima formulazione e anche al testooriginario del proponente si sia commessoun grosso errore, che rendera difficilel’operativita della legge. Le regioni, tral’altro, rientrano nella parte terminaledella legge per quel che riguarda ovvifinanziamenti inerenti le loro competenze.A mio avviso, l’impalcatura del provvedi-mento avra grandi problemi di operativita.C’e anche una contraddizione di naturaistituzionale, rispetto alle competenze chestoricamente nel nostro paese hanno leprovincie. Questo emendamento tendeva etende a dare razionalita e operativita allalegge.

Cosı non e stato, pero, e noi sottoli-neiamo questo errore della Commissione:un errore di natura istituzionale e poli-tica, che probabilmente si riverbereranegativamente sull’operativita dello stessoprovvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.12, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 373Votanti ............................... 367Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 184Hanno votato sı ..... 128Hanno votato no . 239).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.1, accettato dalla Com-missione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 376Votanti ............................... 342Astenuti .............................. 34Maggioranza ..................... 172Hanno votato sı ..... 335Hanno votato no .. 7).

Onorevole Maselli, mi risulta che lostampato contenga un errore nel successivoemendamento 4.60 della Commissione, nelsenso che dovrebbe essere riferito alcomma 1 e non al comma 2 (come erronea-mente riportato). E d’accordo ?

DOMENICO MASELLI, Relatore. Sonod’accordo, signor Presidente, l’emenda-mento va riferito al comma 1.

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 252: delle minoranze linguistiche storiche

PRESIDENTE. Sta bene.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 4.60 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 380Votanti ............................... 358Astenuti .............................. 22Maggioranza ..................... 180Hanno votato sı ..... 352Hanno votato no .. 6).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sugli identiciemendamenti Migliori 4.14 e Boato 4.30,non accettati dalla Commissione ne dalGoverno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 387Votanti ............................... 385Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 193Hanno votato sı ..... 142Hanno votato no . 243).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Boato 4.50, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 383Votanti ............................... 378Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 190Hanno votato sı ..... 136Hanno votato no . 242).

L’emendamento Migliori 4.2 e preclusodal precedente emendamento Migliori4.13.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.3, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 379Votanti ............................... 378Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 190Hanno votato sı ..... 130Hanno votato no . 248).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.16, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 379Votanti ............................... 378Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 190Hanno votato sı ..... 131Hanno votato no . 247).

Avverto che per la serie di emenda-menti contenenti variazioni a scalare daMenia 4.15 a Migliori 4.22 porro invotazione, ai sensi dell’articolo 85, comma8, del regolamento, soltanto l’emenda-mento Menia 4.15, fatto proprio dal col-lega Selva, e gli identici emendamentiMigliori 4.9 e Teresio Delfino 4.34.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 4.15, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 21 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 253: delle minoranze linguistiche storiche

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 366Votanti ............................... 364Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 183Hanno votato sı ..... 121Hanno votato no . 243).

TERESIO DELFINO. Ritiro il mioemendamento 4.34, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.9, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 368Votanti ............................... 367Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 184Hanno votato sı ..... 121Hanno votato no . 246).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.4, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 365Votanti ............................... 363Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 182Hanno votato sı ..... 128Hanno votato no . 235).

L’emendamento Menia 4.24 e precluso.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELORENZO ACQUARONE (ore 10,25)

PRESIDENTE. Indıco la votazione no-minale, mediante procedimento elettro-nico, sull’emendamento Menia 4.23, fattoproprio dall’onorevole Selva, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 378Votanti ............................... 375Astenuti .............................. 3Maggioranza ..................... 188Hanno votato sı ..... 131Hanno votato no . 244).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 4.10, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 376Votanti ............................... 375Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 188Hanno votato sı ..... 128Hanno votato no . 247).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.26, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 366Votanti ............................... 365Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 183

Atti Parlamentari — 22 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Hanno votato sı ..... 132Hanno votato no . 233).

Onorevole Simeone, capisco che lei inquesti giorni e assurto all’onore dellacronaca dei giornali, pero (Applausi)...Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 4.11, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 380Votanti ............................... 379Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 190Hanno votato sı ..... 126Hanno votato no . 253).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 4.5, accettato dalla Com-missione e dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 381Votanti ............................... 375Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 188Hanno votato sı ..... 359Hanno votato no .. 16).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontanini 4.6, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 387Votanti ............................... 383Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 192Hanno votato sı ...... 68Hanno votato no . 315).

Passiamo alla votazione dell’emenda-mento Bampo 4.7.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Calzavara. Ne ha fa-colta.

FABIO CALZAVARA. Desidero solo farpresente che l’emendamento Bampo 4.7mira ad agevolare l’individuazione deigruppi linguistici delle vallate dolomitichedel bellunese, che sono sempre statecolpevolmente trascurate e dimenticaterispetto agli altri gruppi ladini occidentali,dei romanci e dei friulani. Si vorrebbecioe agevolare l’opera delle amministra-zioni locali in ordine alla individuazionedei comuni e della popolazione che desi-derano avvalersi delle disposizioni di tu-tela contenute in questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Bampo 4.7, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 378Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 39Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ...... 44Hanno votato no . 295).

Chiedo all’onorevole Fontan se accedaall’invito rivoltogli a ritirare il suo emen-damento 4.8.

ROLANDO FONTAN. No, signor Pre-sidente, insisto per la votazione.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevoleFontan.

Atti Parlamentari — 23 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 255: delle minoranze linguistiche storiche

Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 4.8, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 375Votanti ............................... 368Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 185Hanno votato sı ...... 38Hanno votato no . 330).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 4.61 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 382Votanti ............................... 377Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 189Hanno votato sı ..... 358Hanno votato no .. 19).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 4,nel testo modificato dagli emendamentiapprovati.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 391Votanti ............................... 371Astenuti .............................. 20Maggioranza ..................... 186Hanno votato sı ..... 211Hanno votato no . 160).

(Esame dell’articolo 5 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 5, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 4).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, esprimoparere contrario sull’emendamento Menia5.20 e parere favorevole sull’emendamento5.30 della Commissione, sostitutivo degliarticoli 5, 6 e 7. Infine, esprimo parerecontrario sui restanti emendamenti, com-preso il testo alternativo del relatore diminoranza.

PRESIDENTE. Il Governo ?

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. Ilparere del Governo e conforme a quellodel relatore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Niccolini. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Presidente,vorrei richiamare l’attenzione dei colleghisul complesso degli emendamenti all’arti-colo 5, che verranno posti in votazione.Quello in esame e uno degli articoli piu

delicati perche inizia ad « entrare » nelvivo della materia. Stiamo infatti parlandoora delle scuole, degli asili, delle scuolematerne. Colleghi, vi pregherei di nonessere distratti quando affrontiamo questiproblemi ! Quella al nostro esame e unprovvedimento di legge che puo cambiaremolte vite, molti rapporti. Mi rendo contoche tanti di noi provengono da citta in cuiquesto problema non esiste, e un pro-blema lontano: lo si legge sui giornali, losi puo seguire per televisione. Ma io vorreiricordarlo a quei colleghi che vivono incitta dove il problema invece esiste o in

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citta dove il problema e stato risolto marischia di essere « ribaltato » da questalegge.Qui parliamo dei rapporti tra bambini

di tre o quattro anni, rapporti che peroarrivano fino alle scuole superiori. Egiusto dare una educazione di tolleranzatra le diversita che devono convivere, magli uni e gli altri non possono esserecostretti a rapporti non naturalmenteportati.Vi posso riferire situazioni verificatesi

in alcune scuole della minoranza slovenaa Trieste, in cui non si accettano bambiniitaliani, in cui non si vuole che i bambiniitaliani si mescolino con gli altri. Ho giaricordato delle feste di Natale divise (almattino gli sloveni e al pomeriggio gliitaliani); nemmeno sotto l’albero di Natalesi debbono incontrare ! E l’autoghettizza-zione: un riconoscimento alla minoranzache diventa autoghettizzazione.Nello stesso tempo, pero, ricordiamoci

che non possiamo imporre ad una mag-gioranza di apprendere la lingua di unaminoranza; tale lingua deve essere « as-sorbita » quando si vuole farlo.Questa proposta di legge sta per inse-

rire il bilinguismo lentamente e subdola-mente. Ma se il bilinguismo parte comeimposizione rischiamo di rompere equili-bri gia raggiunti. Ecco perche, colleghi, viprego di fare molta attenzione, di leggereattentamente la norma e di capire cosa c’etra le righe di questa proposta di legge.

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. Chiedodi parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. Presi-dente, gli articoli 5, 6, 7 e 8 del provve-dimento in esame riguardano la scuola el’universita e sono una parte importantedi questo provvedimento.Del resto il rapporto della scuola con

la comunita nazionale e con la comunitalocale, ancor piu oggi con l’autonomia, evitale proprio per la natura della scuolastessa. L’educazione e la scuola formano

le nuove generazioni e debbono formarlead una visione larga, al dialogo, allaconoscenza reciproca ed alla tolleranza.L’educazione e la scuola esprimono l’iden-tita nazionale e la lingua e la cultura nesono il veicolo fondamentale, perche lalingua e la cultura sono l’espressione dellerelazioni tra le persone, della comunica-zione, dei valori, delle tradizioni, del-l’identita della comunita. Insomma, e unastoria collettiva di liberta e di valori.La scuola e il luogo dell’apprendimento

e dell’alfabetizzazione in cui la culturadella comunita si esprime ed entra inrelazione con il mondo. Vorrei dire allorache oggi, mentre il secolo sta per finire,l’essenza del nostro paese, il suo essere, lasua identita, le sue radici ed il suo futuropassano attraverso tre assi fondamentali:il profilo nazionale, il profilo europeo edil profilo della comunita locale, non se-parati ma intrecciati.La settimana scorsa, sono stata a Santa

Sofia d’Epiro in Calabria, nella comunitaalbanese. Santa Sofia d’Epiro si sente ede italiana ed europea proprio in virtudella sua cultura, delle sue tradizioni edella sua identita. Rispetto a questi treprofili della identita nazionale la scuoladeve agire nel seguente modo: deve inse-gnare l’italiano come lingua ufficiale dellaRepubblica, perche e espressione del pro-filo nazionale della comunita; deve inse-gnare una o piu lingue comunitarie,perche questa e oggi la sua identitaeuropea; deve far vivere nelle rispettivecomunita la lingua e la cultura delleminoranze linguistiche e storiche comeuna delle grandi ricchezze culturali delpaese.Ecco allora che unita e pluralita sono

la dimensione seconda che oggi attraversail paese e la scuola e sono valori chestanno a cuore della comunita e dellascuola stessa.In conclusione, negli articoli in esame

sono contenute le due scelte fondamentaliche fa la legge nei confronti della scuola:in primo luogo, l’educazione linguisticache in quelle comunita e insieme linguaitaliana e lingua della minoranza; in

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secondo luogo, la valorizzazione e lamessa in circuito nel dialogo delle tradi-zioni culturali.Noi abbiamo uno strumento fonda-

mentale per gestire il provvedimento, lalegge n. 59 sull’autonomia, che e giaoperante. Saranno infatti le istituzioniscolastiche a deliberare, al fine di assicu-rare l’apprendimento della lingua di mi-noranza, le modalita di svolgimento, itempi, i modi, i criteri di valutazione e diimpiego dei docenti, tenuto conto dellerichieste dei genitori, dei limiti di orario,del curriculum e degli obblighi di serviziodegli insegnanti previsti dal contratto na-zionale.Questi articoli sviluppano anche altre

possibilita: l’educazione degli adulti checonsente anch’essa la coesione culturale enazionale; progetti nazionali e locali diricerca e di sviluppo anche in collega-mento con l’universita, che sta gia svol-gendo un compito molto importante perl’approfondimento della cultura e dei temidelle minoranze, al fine di arricchire intal modo la cultura nazionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Aloi. Ne ha facolta.Onorevole Aloi, vorrei dirle, dal mo-

mento che ho visto che aveva alzato lamano in precedenza, che il Governo,quando chiede di parlare, ha la prece-denza, come lei ben sa.

FORTUNATO ALOI. Sı, Presidente, ineffetti avevo chiesto la parola prima del-l’intervento del Governo.

PRESIDENTE. Parli pure, onorevoleAloi.

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,onorevole rappresentante del Governo,condivido il fatto che questo forse sial’articolo piu delicato del provvedimento.Esso attiene alla scuola, non solo agliorientamenti didattico-culturali, ma anchealla formazione dei giovani, di coloro iquali, come noi docenti siamo soliti dire,vengono educati per diventare i cittadinidi domani.

La preoccupazione, onorevole rappre-sentante del Governo, come diceva ilcollega che mi ha preceduto, che noimanifestiamo attraverso i nostri emenda-menti non e quella di evitare la tutela dialcune presenze etnico-linguistiche. Lei hacitato il caso di Santa Sofia di Epiro, nellamia Calabria; ma le posso dire, onorevolerappresentante del Governo, che le preoc-cupazioni non derivano dalle popolazionialbanesi di Calabria o di Sicilia o greca-niche di Calabria o di Puglia; stannoaltrove.A me e capitato prima che a lei di

visitare alcune scuole, anche nel mio ruolodi sottosegretario, della zona di Bolzano.Ho visto i criteri adottati nei confrontidella presenza italiana in quella comunita:atteggiamenti che non erano di salvaguar-dia degli alunni italiani. Non lo dico persciovinismo ma perche le lingue minori-tarie vanno certamente tutelate purche cisia la salvaguardia della lingua italiana.Di qui il significato e il valore che nei

nostri emendamenti diamo ad un indi-rizzo scolastico unitario che in periferia,nei provveditorati (fin quando ci saranno:ci auguriamo sia per molto), veda unapresenza di tutela dell’unitarieta dell’indi-rizzo dell’insegnamento, della difesa dellacultura e delle presenze minoritarie, masoprattutto della difesa essenziale dellalingua italiana, che si effettua attraversouna scuola veramente cosciente del suoruolo, che non e solo didattico ma ancheculturale e morale (Applausi dei deputatidel gruppo di alleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Teresio Delfino. Ne ha facolta.L’avverto che il tempo da lei utilizzato, almassimo tre minuti, sara attinto da quelloprevisto per gli interventi a titolo perso-nale, dal momento che il suo gruppo hagia esaurito il tempo assegnato.

TERESIO DELFINO. Presidente, voglioriferirmi all’intervento del sottosegretarioperche ritengo che le riflessioni emersedalle sue parole consentano di considerarea fondo il principio della necessaria uni-tarieta dell’indirizzo formativo, educativo

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e didattico, con gli elementi peculiari diuna vera e profonda valorizzazione delleidentita culturali locali, proiettate in unadirezione europea.Riteniamo che gli articoli 5 e 6 siano

sicuramente i piu delicati sotto alcuniprofili che voglio qui richiamare. Anzi-tutto intendiamo ribadire anche in questaoccasione l’esigenza di affermare la pienaliberta della famiglia nella scelta delprogetto e del programma educativo deipropri figli. Nel comma 5 dell’articolo 5vedo la riaffermazione, in qualche misura,di questo principio, ma ritengo, proprioper la prospettiva illustrata dal sottose-gretario, che sia necessario – nell’ambitodelle facolta garantite alle istituzioni sco-lastiche in sede di autonomia organizza-tiva e didattica – riaffermare con forzaquesto elemento.L’altra questione riguarda il difficile

equilibrio da mantenere. Non siamo di-sattenti alle preoccupazioni espresse daalcuni colleghi, ma riteniamo che il dif-ficile equilibrio tra unita e pluralita diindirizzo educativo, didattico e formativodebba essere raggiunto nella convinzione eallo scopo di esaltare quei valori cherappresentano il legame vero della comu-nita locale, nazionale ed europea. Miriferisco alla capacita di condividere e diascoltare in uno spirito di profonda tol-leranza. Non credo che il tema dellavalorizzazione delle peculiarita culturalipossa essere risolto ignorando i problemidelle comunita locali; sono convinto, in-vece, che occorra uno sforzo tra le fami-glie e tra tutti i soggetti che partecipanoal processo educativo e formativo deiragazzi per valorizzare le singole capacita.Riteniamo che l’equilibrio raggiunto daltesto elaborato della Commissione possaessere ulteriormente affinato (Applausi deideputati del gruppo dell’UDR).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Fontan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Il testo elaboratodalla Commissione presenta alcuni aspettipositivi, anche se non prende in conside-razione alcuni nostri suggerimenti ed e

per questo che il nostro voto sara diastensione. Tuttavia ci preme sottolinearecome finalmente siano stati recepiti dueconcetti che a nostro giudizio sono fon-damentali. Mi riferisco al fatto che, per laprima volta, nelle scuole non verra inse-gnata solo la lingua italiana ma anche lalingua della minoranza presente in undeterminato territorio. Finalmente e stataaperta una breccia nella ferrea logicanazionalistica ! Per la prima volta a questeminoranza linguistiche possono essere in-segnate le tradizioni culturali delle comu-nita locali con metodologie e tempi decisidalle stesse istituzioni scolastiche.Si tratta di una previsione che recu-

pera il concetto di territorialita e diidentita delle minoranze linguistiche sog-gette a tutela. Tutta questa materia ecomunque correlata all’articolo 18 in baseal quale le regioni e le province decidonoin questa materia nell’ambito delle pro-prie competenze. In tal modo le regionipotranno provvedere ad una legislazionecosiddetta secondaria per recuperare iprincipi contenuti in questo provvedi-mento ai quali annettiamo grandissimaimportanza perche rappresentano unagrande innovazione in tema di identitanazionale e locale. Per la prima volta estata aperta una breccia nel campo dellacultura e dell’identita locale.

RICCARDO MIGLIORI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Lei e relatore di mino-ranza ?

RICCARDO MIGLIORI. Il relatore diminoranza e il collega Menia, che non epresente.

PRESIDENTE. Le voglio ricordare cheil suo gruppo dispone ancora di unminuto, mentre il relatore di minoranzadispone ancora di dieci minuti. Comples-sivamente si tratta di undici minuti. Hafacolta di parlare.

RICCARDO MIGLIORI. La ringrazio,Presidente.

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Preannuncio che il nostro gruppo riti-rera tutti gli emendamenti presentati al-l’articolo 5, perche alleanza nazionalesaluta positivamente il nuovo testo, fruttoanche degli emendamenti predisposti dalGoverno, che razionalizza una previsionenormativa altrimenti scarsamente atti-nente alla realta ed impregnata di datidemagogici e velleitari.La nostra relazione di minoranza ac-

compagnava un testo che si avvicina moltoall’articolo che oggi e alla nostra atten-zione, soprattutto per quel che riguarda lafacolta dei genitori di avvalersi per ipropri figli di queste misure, a differenzadi quanto prevedeva il testo precedente,che era basato su una assurda forma disilenzio-assenso. Come ha ben detto ilsottosegretario per la pubblica istruzione,con il nuovo testo si chiarisce, tra l’altro,il ruolo integrativo della lingua dellaminoranza rispetto alla lingua nazionale.Non riesco a capire a quali « brecce »

facesse riferimento il collega Fontana ri-spetto alla coesione nazionale che derivadalla lingua ufficiale, che viene ribaditacome cardine dell’insegnamento scolastico.Nell’annunciare che i deputati del

gruppo di alleanza nazionale si asterrannonella votazione dell’articolo 5, ribadisco ilritiro dei nostri emendamenti (Applausidei deputati del gruppo di alleanza nazio-nale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlarel’onorevole Cavaliere. Ne ha facolta.

ENRICO CAVALIERE. La mia posi-zione e contraria alla formulazione pro-posta, in quanto ci troviamo in unasituazione paradossale (« paradossale », adir poco): il provvedimento al nostroesame, infatti, ha escluso la lingua veneta(all’articolo 2); ci troviamo quindi in unasituazione assurda, sulla base della qualenelle scuole del Veneto potranno essereinsegnate la lingua albanese, quelle diorigine slava e bosniaca, quella somala equalsiasi altro tipo di lingua qui prevista(comprese quelle di origine germanica),ma non quella veneta, che e la lingua deinostri padri, che viene parlata dalla mag-

gioranza della popolazione veneta. Riba-disco che si tratta di una lingua, come eevidenziato anche nello statuto della re-gione Veneto !Cari colleghi, non preoccupatevi perche

ci penseremo noi, anche attraverso lenostre scuole, a continuare questa tradi-zione che e maggioritaria del popoloveneto ! La lingua veneta non si tocca(Applausi dei deputati del gruppo della leganord per l’indipendenza della Padania) !

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento 5.30 della Commis-sione.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Boato. Ne ha facolta.

MARCO BOATO. Ho chiesto la parolasoltanto per dichiarare il voto favorevoledei deputati verdi sull’emendamento 5.30della Commissione, che sostituisce intera-mente gli articoli 5, 6 e 7 e per rilevareche nell’intervento che mi ha precedutosono state dette una serie di sciocchezzeriguardo a quello che sara possibile faresulla base del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Ricordo che l’emendamento 5.30 della

Commissione e interamente sostitutivo de-gli articoli 5, 6 e 7 (per gli articoli 6 e 7,nel testo della Commissione, e per ilcomplesso degli emendamenti ad essi pre-sentati vedi l’allegato A – A.C. 169 sezioni5 e 6).Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 5.30 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 365Votanti ............................... 204Astenuti .............................. 161Maggioranza ..................... 103Hanno votato sı ..... 200Hanno votato no .. 4).

Atti Parlamentari — 28 — Camera dei Deputati

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(Esame dell’articolo 8 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 8, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti e del-l’articolo aggiuntivo ad esso presentati(vedi l’allegato A – A.C. 169 sezione 7).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, racco-mando l’approvazione dell’emendamento8.7 della Commissione ed esprimo parerecontrario sugli emendamenti Migliori 8.1,nonche Menia 8.2 e 8.3, che peraltro sonoformali. Per quanto riguarda gli emenda-menti Aloi 8.4 e 8.5 invito i presentatorial ritiro, suggerendo di presentare even-tualmente un ordine del giorno su analogocontenuto.

PRESIDENTE. Onorevole Aloi, accogliel’invito del relatore a ritirare i suoiemendamenti 8.4 e 8.5 ?

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,accolgo l’invito del relatore, anche percheho gia presentato un ordine del giorno cherecepisce la sostanza dei miei emenda-menti, che dunque ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevoleAloi.Onorevole relatore, poiche siamo di

fronte a materia identica, l’invito al ritirodella Commissione e esteso anche all’ar-ticolo aggiuntivo Aloi 8.01 ?

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Certo, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole Aloi, accogliel’invito a ritirare anche il suo articoloaggiuntivo 8.01 ?

FORTUNATO ALOI. Ritiro anche ilmio articolo aggiuntivo 8.01.

PRESIDENTE. Qual e il parere delGoverno ?

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. IlGoverno accetta l’emendamento 8.7 dellaCommissione e concorda quanto al restocon il parere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 8.7 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 371Votanti ............................... 203Astenuti .............................. 168Maggioranza ..................... 102Hanno votato sı ..... 201Hanno votato no .. 2).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 8.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 371Votanti ............................... 364Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 183Hanno votato sı ..... 123Hanno votato no . 241).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 8,nel testo modificato dall’emendamento ap-provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

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XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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(Presenti ............................. 381Votanti ............................... 211Astenuti .............................. 170Maggioranza ..................... 106Hanno votato sı ..... 201Hanno votato no .. 10).

(Esame dell’articolo 9 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 9, nel testo della Commissione, edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 8).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, la Com-missione raccomanda l’approvazione deipropri emendamenti 9.22, 9.21 e 9.20;invita i presentatori a ritirare l’emenda-mento Zeller 9.19 ed esprime parerecontrario sugli emendamenti restanti.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo accetta gli emendamenti9.22, 9.21 e 9.20 della Commissione; ri-badisce l’invito al ritiro dell’emendamentoZeller 9.19 ed esprime parere contrariosui restanti emendamenti, conformementea quanto dichiarato dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento Giovanardi 9.1.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Niccolini. Ne ha fa-colta.

GUALBERTO NICCOLINI. L’articolo 9costituisce un altro punto determinantedel provvedimento in discussione; e unpunto molto forte, perche si concede lapossibilita di parlare in lingue diverseall’interno dei consigli comunali e deglialtri organi a struttura collegiale.

Devo dire che con gli emendamentiapprovati dalla Commissione, grazie anchealla collaborazione del rappresentante delGoverno, abbiamo reso questo articoloall’altezza di un certo grado di civilta,senza far torto a chi si sarebbe trovato adisagio di fronte a una quasi « bomba »che avremmo « buttato » in tanti consiglicomunali. Abbiamo chiesto ed ottenutoche ove un consigliere parlasse nella sualingua ammessa a tutela fosse assicuratala traduzione integrale ed immediata perchi in quel consiglio non conosca quellalingua. Non potevamo non pensare ditutelare anche un’altra parte della popo-lazione, in un equilibrio, in modo che idiritti dell’uno non vadano a violare idiritti dell’altro, indipendentemente dal-l’appartenenza alla maggioranza o allaminoranza.Credo che questo articolo, con quelli

precedenti riguardanti la scuola, rappre-senti una svolta di grande importanza mache lasci grandi problemi dietro. Torno adire che chi non vive queste situazionisulla propria pelle nelle case, nelle strade,puo votare sul piano teorico, ma viassicuro che per chi ha vissuto e continuaa vivere in queste situazioni non e facilevotare sı o no o astenersi, perche si hadietro una popolazione, la gente, unastoria, una vita (o davanti, da domani).Pertanto, con tutte le perplessita con cuiho seguito i lavori preparatori di questotesto, ed essendo partito con grande ne-gativita – lo confesso – su questo articolocome sul precedente, invito i colleghi delmio gruppo ad astenersi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Fon-tan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Noi salutiamopositivamente questo articolo 9, in cui perla prima volta e passato il principiosecondo cui negli organi collegiali (quindicomuni, enti locali e cosı via), in certesituazioni dove esistono le minoranze lin-guistiche, dove quindi esistono delle altrelingue, si possa anche parlare in unalingua diversa dall’italiano. Voglio ricolle-

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gare anche questo principio all’articolo 15,in cui si dice che le regioni a statutoordinario nelle materie di loro compe-tenza adeguano la legislazione ai principistabiliti dalla presente legge. E evidenteche si da la possibilita alle regioni diadeguare in futuro questi principi, cioe diriconoscere eventualmente una lingua im-portante all’interno della regione e, diconseguenza, di utilizzare questa linguaanche all’interno degli organi collegiali.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Vorrei chiarire il valore diquesto articolo e delle modifiche appor-tate dalla Commissione, come e statodetto, anche con l’appoggio del rappre-sentante del Governo. In realta, si trattaessenzialmente solo dei comuni di cuiall’articolo 4, cioe i comuni in cui ericonosciuta l’esistenza di questa linguaminoritaria.Abbiamo poi limitato a province e a

regioni, dove il complesso degli abitanti diquesti comuni e piu del 15 per cento, inmodo da evitare l’uso anche da parte diun consigliere singolo che si trovi inun’ampia regione o in un ampio comune.In realta, le preoccupazioni sulla tradu-

zione non si pongono, perche il termine quiusato fa in modo che nei singoli comuni siala stessa minoranza a preoccuparsi di ga-rantire questa traduzione, senza bisogno dispese aggiuntive. Credo quindi che pos-siamo votare questo articolo come un arti-colo di civilta, ma anche come una normache tutela la lingua italiana; infatti, produ-cono effetti giuridici solo gli atti e ledeliberazioni redatti in lingua italiana (Ap-plausi del deputato Boato).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Gio-vanardi. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presi-dente, siamo al nodo: questo non e un

articolo di civilta, e un articolo di inci-vilta ! Come ha spiegato Furio Colombo,negli Stati Uniti, in tutti gli organismielettivi, si parla una sola lingua ! Noifacciamo passare il principio che in Sar-degna e in Friuli persone che parlanocorrettamente l’italiano avranno il dirittodi parlare la loro lingua, avvalendosi ditraduttori. Cio nei consigli comunali eprovinciali, nelle comunita montane, nelleregioni. Certo che la lega esulta, colleghidella sinistra ! La lega esulta, perchequesto e un passaggio che spacca ilprincipio che in una comunita si parladirettamente attraverso la stessa lingua,senza che negli organismi elettivi ci siabisogno di un interprete; si potrebbeverificare il caso che, in una riunione, unaterza persona debba spiegare ad un sog-getto che parla italiano che cosa ha dettoil suo collega, che pure parla italiano, ilquale pero in quella sede ha il diritto diparlare il suo dialetto o la sua lingua.Sui principi si costruisce la comunita

nazionale ! Noi sconvolgiamo un principiosu cui si sono costruite grandi democrazie,come gli Stati Uniti, e creiamo un pastic-cio dal punto di vista linguistico, da quellogiuridico, da quello applicativo; andiamo acostruire a macchia di leopardo nel nostropaese un principio incomprensibile, checreera problemi dal lato economico, daquello applicativo e – torno a dirlo – daquello di principio. Mi rifiuto infatti diaccettare che persone che parlano lastessa lingua, che fuori dai consigli comu-nali si parlano in italiano, nel momento incui si trovano in un organismo elettivodebbano, per dialogare tra di loro, avva-lersi di un interprete. Chiedo quindi chequesto articolo sia soppresso, perche lamateria va profondamente rimeditata erivista, per non dare l’ennesima bandierain mano alla lega, che sfruttera poi questanorma in tutto il nord per rivendicare –per ogni comune, provincia e regione delnord – un principio di questo tipo (Ap-plausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Guidi. Ne ha facolta.

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ANTONIO GUIDI. Non entro nella di-scussione sull’argomento, perche lo ha giafatto chi rappresenta forza Italia. Vorreipermettermi, parlando di linguaggi, di riba-dire un concetto importante: la legge n. 104dovrebbe garantire i linguaggi alternativi,quello della comunicazione non verbale peri sordi, quindi gestuale e la traduzione inbraille per i non vedenti o la traduzione sunastro. E giusto infatti che gli atti deiconsigli comunali non creino due tipi dicittadini, quelli che possono ascoltare evedere e quelli che non possono ascoltare onon possono leggere.In un momento in cui si parla di lingue

e di culture, occorre che queste lingue equeste culture – non altre, ma nostre –vengano prese in considerazione e valutateperche il diritto alla partecipazioneprende avvio anche dal diritto di sapere edi essere informati (Applausi dei deputatidel gruppo di forza Italia).

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Maselli, staesaurendo tutto il tempo a sua disposi-zione. Comunque, se lo ritiene necessario,ne ha facolta.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Desidero soltanto dichiarareche sono a disposizione per presentare unordine del giorno, insieme all’onorevoleGuidi, su questo argomento.

PRESIDENTE. Onorevole Giovanardi,avevo dimenticato di comunicare – egliene chiedo scusa – che la Presidenza haritenuto non ammissibile il suo emenda-mento 9.2, che consentirebbe l’uso dellalingua della minoranza nel Parlamentonazionale, perche con legge ordinaria nonsi puo incidere su materia riservata airegolamenti parlamentari. E questione re-golamentare, non di legge.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Giovanardi 9.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 362Votanti ............................... 353Astenuti .............................. 9Maggioranza ..................... 177Hanno votato sı ..... 135Hanno votato no . 218).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 9.3, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 360Votanti ............................... 354Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 178Hanno votato sı ..... 119Hanno votato no . 235).

CARLO GIOVANARDI. Chiedo di par-lare.

PRESIDENTE. Le posso dare la parolaa titolo personale per tre minuti, onore-vole Giovanardi, perche il tempo a dispo-sizione del suo gruppo e esaurito e con irestanti tre minuti lei esaurisce anchequello a sua disposizione a titolo perso-nale. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Uso trenta se-condi per dire – con riferimento alladichiarazione di inammissibilita del mioemendamento 9.2 – che a questa leggegrottesca aggiungiamo un tocco surreale:le assemblee regionali saranno costrettead avere l’interprete; il Parlamento nazio-nale – naturalmente il mio emendamentoera provocatorio: se in quelle assemblee siparla con l’interprete, qui dovrebbe pas-sare lo stesso principio – no, perche e

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tutelato dal regolamento parlamentare.Quindi, applichiamo un principio per leassemblee elettive e per i governi regio-nali, mentre non lo possiamo discutereper il Parlamento nazionale: altro toccogrottesco di questa legge.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 9.10, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 126Hanno votato no . 213).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 9.11, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 342Votanti ............................... 335Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 168Hanno votato sı ..... 115Hanno votato no . 220).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fontan 9.7, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 354Votanti ............................... 349Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 175Hanno votato sı ...... 34Hanno votato no . 315).

Onorevole Giovanardi, la Presidenzaprende atto della sua nuova collocazionetra i banchi della sinistra, pero la pre-gherebbe di sedersi (Applausi).Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 9.12, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 356Votanti ............................... 354Astenuti .............................. 2Maggioranza ..................... 178Hanno votato sı ..... 121Hanno votato no . 233).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 9.4, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 357Votanti ............................... 354Astenuti .............................. 3Maggioranza ..................... 178Hanno votato sı ..... 122Hanno votato no . 232).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-

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mento Migliori 9.5, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 359Votanti ............................... 355Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 178Hanno votato sı ..... 126Hanno votato no . 229).

Passiamo alla votazione dell’emenda-mento 9.22 della Commissione.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Boato. Ne ha facolta.

MARCO BOATO. Soltanto per annun-ciare il voto favorevole dei verdi a questoemendamento e per rilevare, in relazione airipetuti interventi del collega Giovanardi,che sulla base di quello che ha dichiarato inquest’aula bisognerebbe abrogare l’articolo6 della Costituzione, che recita: « La Repub-blica tutela con apposite norme le mino-ranze linguistiche ». Queste sono le normeche servono a tutelare le minoranze lingui-stiche; mi pare che Giovanardi le vorrebbecancellare. Noi voteremo invece a favoredella legge e di questo emendamento dellaCommissione.

CARLO GIOVANARDI. Gli Stati Unitisono allora un paese che non le tutela ?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 9.22 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 365Votanti ............................... 330Astenuti .............................. 35Maggioranza ..................... 166

Hanno votato sı ..... 325Hanno votato no .. 5).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 9.6, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 362Votanti ............................... 358Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 180Hanno votato sı ..... 131Hanno votato no . 227).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 9.21 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 308Astenuti .............................. 38Maggioranza ..................... 155Hanno votato sı ..... 307Hanno votato no .. 1).

Risulta pertanto precluso l’emenda-mento Menia 9.16.Avverto che l’emendamento Teresio

Delfino 9.18 e stato ritirato dal presenta-tore.Passiamo alla votazione dell’emenda-

mento Zeller 9.19.

LUCIANO CAVERI. Lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Ca-veri.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-

Atti Parlamentari — 34 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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mento 9.20 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 356Votanti ............................... 327Astenuti .............................. 29Maggioranza ..................... 164Hanno votato sı ..... 323Hanno votato no .. 4).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 9.17, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 360Votanti ............................... 353Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 177Hanno votato sı ..... 133Hanno votato no . 220).

Passiamo alla votazione dell’articolo 9.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Tassone. OnorevoleTassone, mi corre l’obbligo di ricordarleche il suo gruppo ha esaurito il tempo asua disposizione. Le do la parola per treminuti, attingendo al tempo a disposizioneper interventi a titolo personale. Ha fa-colta di parlare.

MARIO TASSONE. La ringrazio, Presi-dente. Votero contro questo articolo, ancheperche non ritengo che la sua approvazionepossa essere giustificata con il richiamoall’articolo 6 della Costituzione.L’articolo 6 della Costituzione con que-

sta norma non c’entra proprio nulla: latutela delle minoranze linguistiche avvieneattraverso forme che garantiscono il ri-

spetto dell’unita del paese. Qui, invece,non ritengo che siamo di fronte ad unanormalita (ai consigli comunali dei nazio-nalismi e delle patrie, signor Presidente).Mi meraviglio che alcune forze politichenon abbiano colto e non abbiano bencompreso questo aspetto. E un fatto estre-mamente grave: la logica dello schiera-mento non puo complicare il senso ed ilsignificato del nostro impegno civile esoprattutto il rispetto di alcuni principifondamentali; ecco perche non si puovotare per schieramento.Signor Presidente, questa proposta di

legge era nata con altri intendimenti: perl’autentica tutela delle minoranze lingui-stiche del nostro paese, sul piano cultu-rale, storico e della tradizione. Le mino-ranze calabresi, per esempio (Commenti).Questa e la mia opinione: tra pochisecondi potrete votare come volete, ma hoil dovere di richiamare la gravita dellasituazione, al di la dell’appartenenza edello schieramento. Se sul piano dell’ap-partenenza avete gia l’ordine di votare inun certo modo, potete farlo. Ma non c’edubbio che io sento il dovere morale didichiarare che questo articolo non c’entranulla ne con il senso del progetto di leggene con il rispetto dell’articolo 6 dellaCostituzione. Anzi, per quanto riguarda ildettato costituzionale siamo di fronte aduna forte contraddizione. Ritengo quindiche su questo articolo 9 si profilino dubbidi costituzionalita, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo 9,nel testo modificato dagli emendamentiapprovati.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 349Votanti ............................... 286Astenuti .............................. 63Maggioranza ..................... 144Hanno votato sı ..... 211Hanno votato no .. 75).

Atti Parlamentari — 35 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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(Esame dell’articolo 10 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 10, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 9).Nessuno chiedendo di parlare, prego il

relatore per la maggioranza di esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, il parere econtrario su tutti gli emendamenti pre-sentati all’articolo 10.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo concorda con il relatore,signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 10.1, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 105Hanno votato no . 234).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 10.2, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 335Votanti ............................... 331Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 103Hanno votato no . 228).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 10.3, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 328Votanti ............................... 324Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 163Hanno votato sı ..... 102Hanno votato no . 222).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 10.4, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 335Votanti ............................... 330Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 100Hanno votato no . 230).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 10.5, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Atti Parlamentari — 36 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

261

Page 268: delle minoranze linguistiche storiche

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 338Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 107Hanno votato no . 231).

Avverto che l’emendamento TeresioDelfino 10.6 e stato ritirato dal presenta-tore.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo 10.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 358Votanti ............................... 289Astenuti .............................. 69Maggioranza ..................... 145Hanno votato sı ..... 237Hanno votato no .. 52).

(Esame dell’articolo 11 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 11, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 10).Nessuno chiedendo di parlare, chiedo

al relatore per la maggioranza di espri-mere il parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. La Commissione esprime pa-rere contrario su tutti gli emendamentipresentati, tranne che sugli emendamenti11.20, 11.19 e 11.18 della Commissione,sui quali esprime parere favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e per gli affariregionali. Il Governo concorda con ilparere espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento Menia 11.5.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Niccolini. Ne ha fa-colta.

GUALBERTO NICCOLINI. Presidente,ormai mi sembra di svolgere il ruolo del« grillo parlante », ma davanti a certiarticoli che sono qualificanti di questoprogetto di legge sento il dovere di ricor-dare ai colleghi l’importanza degli atti chestiamo approvando.Abbiamo parlato della scuola, dei con-

sigli comunali e qui parliamo del rapportocon le amministrazioni. Le assicuro, si-gnor Presidente, che questo provvedi-mento sta introducendo un bilinguismo e,dunque, un principio molto importante,ma anche molto gravoso per la comunita.Ricordo che, affrontando i problemi

della minoranza slovena di Trieste,quando ci si e trovati di fronte a personeche conoscono benissimo l’italiano ma chevogliono mantenere fermo il rapporto conla lingua d’origine, mi si disse che con laguardia, con il prete, con il giudice enaturale parlare la propria lingua dinascita. Mi si disse anche pero che taleprincipio ha una grande forza sul pianoteorico, ma che sul piano pratico esso puodiventare esplosivo: si pensi al rapportotra bambini all’asilo e nei consigli comu-nali con l’interprete.Ho allora la sensazione ed il timore

che questa proposta di legge sia andata unpo’ oltre lo scopo che si era prefissata,perche sono stati considerati lingue mi-noritarie alcuni idiomi e dialetti che real-mente rischiano di creare una Babele neirapporti tra i cittadini e lo Stato, tra icittadini ed i comuni, tra i cittadini e lescuole.Posso capire alcuni problemi relativi

alla minoranza di lingua slovena, mipreoccupano quelli che dovrebbero esserviper la minoranza friulana, che nella re-gione e maggioranza e renderebbe mino-ranza il triestino, che allora dovrebbeessere tutelato.Mi pare dunque che la proposta di

legge, partita da presupposti anche giusti,

Atti Parlamentari — 37 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 269: delle minoranze linguistiche storiche

si sia allargata un po’ troppo. Ecco allorache gli emendamenti sull’occitano, sulpiemontese, sul lombardo, sul veneto, sulromanzo e sul ladino avevano lo scopo disegnalare all’attenzione dei colleghi chenon sempre si puo fare del bene pensandodi farne troppo: forse e meglio farne poco,ma giusto.Per quanto riguarda la mia posizione

personale – e sollecitero i colleghi delgruppo di forza Italia in questo senso –mi asterro.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.5, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 330Votanti ............................... 281Astenuti .............................. 49Maggioranza ..................... 141Hanno votato sı ...... 65Hanno votato no . 216).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sul testo alter-nativo del relatore di minoranza Menia,fatto proprio dall’onorevole Selva nonaccettato dalla Commissione ne dal Go-verno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 337Votanti ............................... 331Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 107Hanno votato no . 224).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.6, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 339Votanti ............................... 299Astenuti .............................. 40Maggioranza ..................... 150Hanno votato sı ...... 74Hanno votato no . 225).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.7, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 341Votanti ............................... 286Astenuti .............................. 55Maggioranza ..................... 144Hanno votato sı ...... 60Hanno votato no . 226).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 11.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 338Votanti ............................... 327Astenuti .............................. 11Maggioranza ..................... 164Hanno votato sı ..... 105Hanno votato no . 222).

Atti Parlamentari — 38 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 270: delle minoranze linguistiche storiche

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.12, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 331Votanti ............................... 327Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 164Hanno votato sı ..... 107Hanno votato no . 220).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.8, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 334Votanti ............................... 330Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 108Hanno votato no . 222).

Onorevole Repetto, non sappia la manodestra quello che fa la sinistra ! E evan-gelico !Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 11.2, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 332Votanti ............................... 326Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 164

Hanno votato sı ..... 106Hanno votato no . 220).

L’emendamento Teresio Delfino 11.14 estato ritirato.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento 11.20 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 337Votanti ............................... 330Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 166Hanno votato sı ..... 308Hanno votato no .. 22).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fragala 11.10, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 335Votanti ............................... 290Astenuti .............................. 45Maggioranza ..................... 146Hanno votato sı ...... 72Hanno votato no . 218).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 11.3, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 340Votanti ............................... 335Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 168

Atti Parlamentari — 39 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 271: delle minoranze linguistiche storiche

Hanno votato sı ..... 108Hanno votato no . 227).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 11.19 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 345Votanti ............................... 216Astenuti .............................. 129Maggioranza ..................... 107Hanno votato sı ..... 214Hanno votato no .. 2).

Onorevole Turroni, le faccio molti au-guri, ma dovrei ricordarle che non eancora sottosegretario.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 11.11, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 334Votanti ............................... 262Astenuti .............................. 72Maggioranza ..................... 132Hanno votato sı ...... 45Hanno votato no . 217).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 11.18 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 204Astenuti .............................. 139Maggioranza ..................... 103Hanno votato sı ..... 199Hanno votato no .. 5).

Gli emendamenti Migliori 11.4 e Boato11.3 sono preclusi a seguito dell’approva-zione dell’emendamento 11.18 della Com-missione.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo 11,nel testo modificato dagli emendamentiapprovati.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 342Votanti ............................... 243Astenuti .............................. 99Maggioranza ..................... 122Hanno votato sı ..... 195Hanno votato no .. 48).

(Esame dell’articolo 12 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 12, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 11).Avverto che l’emendamento Zeller 12.5

e stato ritirato.Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, la Com-missione esprime parere favorevole sul-l’emendamento Zeller 12.4, mentreesprime parere contrario sull’emenda-mento Migliori 12.1. Gli emendamentiMenia 12.2 e 12.3 sono formali.

PRESIDENTE. Il Governo ?

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 272: delle minoranze linguistiche storiche

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Signor Presidente, il Governo con-corda con il parere espresso dal relatoreper la maggioranza, fatta eccezione perl’emendamento Zeller 12.4 sul qualeesprime parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionedell’emendamento Migliori 12.1.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Niccolini. Ne ha fa-colta.

GUALBERTO NICCOLINI. Signor Pre-sidente, colgo l’occasione offerta dalladichiarazione di voto sull’emendamentoMigliori 12.1 per dire, in merito all’emen-damento Zeller 12.4, che una volta tantomi ritrovo sulle posizioni del Governo enon su quelle della Commissione. Noncapisco infatti perche si debbano cam-biare le parole « possono deliberare » conla parola « deliberano », come se dovessediventare obbligatorio per un comunemettere un nome piuttosto che un altro.Mi sembra che la legge con la dizione« possono deliberare » abbia gia dettotutto.Quindi, pur stando all’opposizione

sono d’accordo con il Governo controquanto espresso dalla Commissione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mi-gliori. Ne ha facolta.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, raccomandiamol’approvazione del mio emendamento sop-pressivo 12.1, anche perche non vi ealcuna normativa che impedisca ai co-muni, oggi, di provvedere all’aggiunta ditoponimi locali rispetto a quelli ufficiali.Quindi, a nostro avviso questo articolo einutile perche e una mera legge-manifesto.Vorrei dire inoltre che anche noi siamo

a favore della posizione espressa dalsottosegretario Zoppi, che opportuna-mente e razionalmente fa riferimentoall’autonomia dei comuni, che molte volteviene dimenticata dall’Assemblea ed in

Commissione per privilegiare una visionecentralistica che impone ai comuni dellescelte che effettivamente – come si e giavisto in altri passaggi di questo provvedi-mento – sarebbe meglio lasciare esclusi-vamente all’autonomia delle amministra-zioni comunali.Invito il relatore a riflettere sul parere

che ha espresso perche mi sembra lesivoanche delle autonomie comunali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Fon-tan. Ne ha facolta.

ROLANDO FONTAN. Signor Presi-dente, l’articolo 12 prevede che nei co-muni di cui all’articolo 4 del provvedi-mento in esame i consigli comunali pos-sano deliberare l’adozione di toponimiconformi alle tradizioni ed agli usi locali.E un principio importante che auspi-chiamo venga esteso anche alle altreamministrazioni sempre con riferimentoall’articolo 15.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 12.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 352Votanti ............................. 346Astenuti .............................. 6Maggioranza ................... 174Hanno votato sı ..... 111Hanno votato no . 235).

Passiamo alla votazione dell’emenda-mento Zeller 12.4.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Boato. Ne ha facolta.

MARCO BOATO. I verdi voteranno afavore dell’emendamento in esame, anche

Atti Parlamentari — 41 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 273: delle minoranze linguistiche storiche

perche in realta saranno poi i comuni adecidere quali sono i toponimi conformialla tradizione ed agli usi locali.Debbo anche dire, pero, che mi fa

piacere che il collega Zeller sia d’accordosulla bilinguita nella toponomastica,quando il rappresentante del Governo saquanta difficolta abbiamo incontrato nelfare accettare questo principio in terminigenerali per quanto riguarda l’Alto Adige-Südtirol.Votiamo quindi convintamente a favore

e ci auguriamo che il principio dellabilinguita nella toponomastica venga inte-gralmente adottato anche in Alto Adige-Südtirol.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ca-veri. Ne ha facolta.

LUCIANO CAVERI. In assenza dellarappresentanza della SVP, impegnatanella commissione paritetica, volevo solodire all’onorevole Boato che e troppointelligente per non capire che nella suaaffermazione c’e una forte punta di ma-lizia che non puo essere condivisa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Sgarbi. Ne ha facolta.

VITTORIO SGARBI. Piu che a titolopersonale, vorrei parlare a titolo gram-maticale.

PRESIDENTE. Ognuno interpretacome vuole !

VITTORIO SGARBI. Non vedo sostan-ziale differenza tra il testo dell’articolo el’emendamento Zeller 12.4, non fosse chenell’indicazione « i consigli comunali deli-berano » c’e una sorta di collisione tral’indicativo e l’imperativo.Ove si tratti di indicativo, e evidente

che il consiglio comunale, se vuole, cosıcome la volonta democratica impone, de-libera; ove il deliberare sia un atto a cuiviene vincolato – come credo possa essereinterpretato questo emendamento – si

toglie al consiglio comunale sia la deci-sione di mettere all’ordine del giornoquesto punto sia la possibilita di votarecontro. Mentre cioe nel « possono delibe-rare » esistono due liberta, quella di de-cidere se farlo e quella di votare contro,nel « deliberano » – come correttamenteindica il Governo – c’e quasi un’esten-sione dell’indicativo all’imperativo; ovvero,il consiglio comunale deve deliberare esoltanto in quel senso stabilire la duplicitadella denominazione della citta o delpaese, il che in realta avviene in manieramolto forte in Alto Adige, dove addiritturala minoranza linguistica e diventata mag-gioranza ed ha indicato in maniera pe-rentoria come lingua base il tedesco ri-spetto all’italiano.Se questo dovesse essere l’elemento

prevalente saremmo di fronte ad un ri-schio molto grave per la democrazia,perche si darebbe ad un consiglio comu-nale l’ordine di decidere soltanto in unsenso. Per questo votero, secondo quantoindica il Governo, per il mantenimento deltesto attuale dell’articolo 12 senza l’emen-damento 12.4, cosı ambiguo e cosı « im-perativo ».

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Zeller 12.4, accettato dalla Com-missione e non accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Applausi del deputatoMitolo – Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 355Votanti ............................. 349Astenuti .............................. 6Maggioranza ................... 175Hanno votato sı ..... 105Hanno votato no . 244).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 12.

(Segue la votazione).

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 274: delle minoranze linguistiche storiche

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 370Votanti ............................. 298Astenuti .............................. 72Maggioranza ................... 150Hanno votato sı ..... 246Hanno votato no .. 52).

(Esame dell’articolo 13 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 13 nel testo della Commissione edel complesso degli emendamenti ad essopresentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 12).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. La Commissione esprime pa-rere contrario su tutti gli emendamentipresentati, fatta eccezione per l’emenda-mento Zeller 13.100, per il quale il pareree favorevole.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo esprime parere conformea quello della Commissione mentre, perquanto riguarda l’emendamento Zeller13.100, si rimette all’Assemblea.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.3, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 363Votanti ............................... 312Astenuti .............................. 51Maggioranza ..................... 157Hanno votato sı ...... 71Hanno votato no . 241).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.1 fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 353Votanti ............................... 312Astenuti .............................. 41Maggioranza ..................... 157Hanno votato sı ...... 73Hanno votato no . 239).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Zeller 13.100, accettato dalla Com-missione e sul quale il Governo si rimetteall’Assemblea.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 368Votanti ............................... 290Astenuti .............................. 78Maggioranza ..................... 146Hanno votato sı ..... 239Hanno votato no .. 51).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.9, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Atti Parlamentari — 43 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

268

Page 275: delle minoranze linguistiche storiche

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 356Votanti ............................... 343Astenuti .............................. 13Maggioranza ..................... 172Hanno votato sı ..... 103Hanno votato no . 240).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.16, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 355Votanti ............................... 305Astenuti .............................. 50Maggioranza ..................... 153Hanno votato sı ...... 72Hanno votato no . 233).

Avverto che per la serie di emenda-menti a scalare da Menia 13.20 a 13.81,porro in votazione gli emendamenti 13.20,13.52 e 13.81.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.20, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 349Votanti ............................... 302Astenuti .............................. 47Maggioranza ..................... 152Hanno votato sı ...... 60Hanno votato no . 242).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.52, fatto proprio dal-

l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 359Votanti ............................... 296Astenuti .............................. 63Maggioranza ..................... 149Hanno votato sı ...... 54Hanno votato no . 242).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.81, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 355Votanti ............................... 293Astenuti .............................. 62Maggioranza ..................... 147Hanno votato sı ...... 56Hanno votato no . 237).

Avverto che per la serie di emenda-menti da Menia 13.83 a Menia 13.93,porro in votazione il primo e l’ultimo.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.83, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 356Votanti ............................... 307Astenuti .............................. 49Maggioranza ..................... 154Hanno votato sı ...... 66Hanno votato no . 241).

Atti Parlamentari — 44 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

269

Page 276: delle minoranze linguistiche storiche

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.84, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 357Votanti ............................... 289Astenuti .............................. 68Maggioranza ..................... 145Hanno votato sı ...... 52Hanno votato no . 237).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.93, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 353Votanti ............................... 288Astenuti .............................. 65Maggioranza ..................... 145Hanno votato sı ...... 46Hanno votato no . 242).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 13.95, fatto proprio dal-l’onorevole Selva, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 350Votanti ............................... 336Astenuti .............................. 14Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ..... 100Hanno votato no . 236).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 13,nel testo modificato dall’emendamento ap-provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 369Votanti ............................... 255Astenuti .............................. 114Maggioranza ..................... 128Hanno votato sı ..... 204Hanno votato no .. 51).

(Esame dell’articolo 14 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 14, nel testo della Commissione,e dell’emendamento ad esso presentato(vedi l’allegato A – A.C. 169 sezione 13).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, il parere econtrario sia sul testo alternativo presen-tato dal relatore di minoranza, onorevoleMenia, sia sull’emendamento Migliori14.1.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il parere del Governo e conforme aquello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alterna-tivo degli articoli 14, 15, 16, 17, 18, 19 e 20del relatore di minoranza Menia, fattoproprio dall’onorevole Selva, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

270

Page 277: delle minoranze linguistiche storiche

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 362Votanti ............................... 354Astenuti .............................. 8Maggioranza ..................... 178Hanno votato sı ..... 110Hanno votato no . 244).

PRESIDENZA DEL PRESIDENTELUCIANO VIOLANTE (ore 11,50)

PRESIDENTE. Indıco la votazione no-minale, mediante procedimento elettro-nico, sull’emendamento Migliori 14.1, nonaccettato dalla Commissione ne dal Go-verno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 354Votanti ............................... 349Astenuti .............................. 5Maggioranza ..................... 175Hanno votato sı ..... 108Hanno votato no . 241).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 14.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 362Votanti ............................... 249Astenuti .............................. 113Maggioranza ..................... 125Hanno votato sı ..... 194Hanno votato no .. 55).

(Esame dell’articolo 15 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 15, nel testo della Commissione,

e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 14).Avverto che gli emendamenti Menia

15.2 e 15.3 sono formali, e pertanto nonsaranno posti in votazione, e che di essi siterra conto in sede di coordinamentofinale.Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. La Commissione esprime pa-rere contrario sull’emendamento Migliori15.1.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il parere del Governo e conforme aquello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Avverto che, essendol’emendamento Migliori 15.1 soppressivodell’intero articolo, porro in votazione ilmantenimento del testo.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo 15.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 368Votanti ............................... 285Astenuti .............................. 83Maggioranza ..................... 143Hanno votato sı ..... 211Hanno votato no .. 74).

(Esame dell’articolo 16 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 16, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 15).

Atti Parlamentari — 46 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 278: delle minoranze linguistiche storiche

Nessuno chiedendo di parlare, invito ilrelatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, il parere efavorevole sull’emendamento 16.15 dellaCommissione e contrario sui restantiemendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il parere del Governo e conforme aquello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 16.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinto (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 362Votanti ............................... 356Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 179Hanno votato sı ..... 115Hanno votato no . 241).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 16.15 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 302Astenuti .............................. 44Maggioranza ..................... 152Hanno votato sı ..... 291Hanno votato no .. 11).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 16.7, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 299Astenuti .............................. 47Maggioranza ..................... 150Hanno votato sı ...... 73Hanno votato no . 226).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fragala 16.8, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 357Votanti ............................... 294Astenuti .............................. 63Maggioranza ..................... 148Hanno votato sı ...... 52Hanno votato no . 242).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Detomas 16.12, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 358Votanti ............................... 317Astenuti .............................. 41Maggioranza ..................... 159Hanno votato sı ...... 7Hanno votato no . 310).

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

272

Page 279: delle minoranze linguistiche storiche

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 16,nel testo modificato dall’emendamento ap-provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 361Votanti ............................... 255Astenuti .............................. 106Maggioranza ..................... 128Hanno votato sı ..... 201Hanno votato no .. 54).

(Esame dell’articolo 17 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 17, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 16).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, la Com-missione raccomanda l’approvazione delproprio emendamento 17.20 ed esprimeparere contrario sui restanti emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo accetta l’emendamento17.20 della Commissione e concordaquanto al resto con il parere espresso dalrelatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 17.2, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 338Astenuti .............................. 8Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 104Hanno votato no . 234).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 17.3, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 356Votanti ............................... 349Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 175Hanno votato sı ..... 114Hanno votato no . 235).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 17.20 della Commissione, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 349Votanti ............................... 233Astenuti .............................. 116Maggioranza ..................... 117Hanno votato sı ..... 223Hanno votato no .. 10).

Sono pertanto preclusi gli emenda-menti da Menia 17.4 a Menia 17.15.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-

Atti Parlamentari — 48 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

273

Page 280: delle minoranze linguistiche storiche

mento Fragala 17.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 354Votanti ............................... 341Astenuti .............................. 13Maggioranza ..................... 171Hanno votato sı ..... 110Hanno votato no . 231).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 17,nel testo modificato dall’emendamento ap-provato.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 358Votanti ............................... 250Astenuti .............................. 108Maggioranza ..................... 126Hanno votato sı ..... 199Hanno votato no .. 51).

(Esame dell’articolo 18 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 18, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 17).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Signor Presidente, la Com-missione raccomanda l’approvazione delproprio emendamento 18.8, identico al-l’emendamento Menia 18.3, ed esprimeparere contrario sui restanti emenda-menti.

Per economia dei nostri lavori, anticipol’invito al ritiro dell’articolo aggiuntivoAloi 18.1, suggerendo di trasfondere ilcontenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo accoglie l’emendamento18.8 della Commissione, identico all’emen-damento Menia 18.3, e concorda quantoal resto con il parere espresso dal rela-tore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 18.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 341Votanti ............................... 335Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 168Hanno votato sı ...... 99Hanno votato no . 236).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sugli identiciemendamenti Menia 18.3, fatto propriodall’onorevole Selva e 18.8 della Commis-sione, accettati dalla Commissione e dalGoverno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 315Astenuti .............................. 31Maggioranza ..................... 158Hanno votato sı ..... 304Hanno votato no .. 11).

Atti Parlamentari — 49 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 281: delle minoranze linguistiche storiche

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Fragala 18.7, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 344Votanti ............................... 337Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ..... 111Hanno votato no . 226).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 18,nel testo modificato dagli emendamentiapprovati.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 352Votanti ............................... 252Astenuti .............................. 100Maggioranza ..................... 127Hanno votato sı ..... 202Hanno votato no .. 50).

Onorevole Aloi, accoglie l’invito a riti-rare il suo articolo aggiuntivo 18.01 e apresentare un ordine del giorno ?

FORTUNATO ALOI. No, signor Presi-dente, e chiedo di parlare per dichiara-zione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Questo articoloaggiuntivo presenta una caratteristica di-versa rispetto all’oggetto dell’ordine delgiorno. Vorrei che questo venisse sottoli-neato, perche mentre nell’ordine delgiorno indichiamo tutta una serie di mo-tivazione per la tutela di alcune realta, diistituti operanti nel settore, qui noi pro-

cediamo ad una valutazione che entra nelmerito e chiediamo il riconoscimento giu-ridico, prescindendo dal dato specificodella Calabria, della Sicilia o della Basi-licata.Ritengo quindi, signor Presidente, che

la votazione di questo articolo aggiuntivonon sia preclusiva, in quanto la materia ediversa...

PRESIDENTE. Onorevole Aloi, mi per-metta di interromperla. La proposta dellaCommissione era di ritirare l’articolo ag-giuntivo e presentare un ordine del giornocorrispondente ad esso.

FORTUNATO ALOI. No, signor Presi-dente; insisto per la votazione dell’articoloaggiuntivo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’articolo ag-giuntivo Aloi 18.01, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 341Votanti ............................... 289Astenuti .............................. 52Maggioranza ..................... 145Hanno votato sı ...... 99Hanno votato no . 190).

(Esame dell’articolo 19 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 19, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 18).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

Atti Parlamentari — 50 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

275

Page 282: delle minoranze linguistiche storiche

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Esprimo parere contrario sututti gli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Concordo con il parere espresso dalrelatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 19.1, non accettato dallaCommissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 335Votanti ............................... 328Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 165Hanno votato sı ..... 104Hanno votato no . 224).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 19.2, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 335Votanti ............................... 314Astenuti .............................. 21Maggioranza ..................... 158Hanno votato sı ...... 90Hanno votato no . 224).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 19.3, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 343Votanti ............................... 310Astenuti .............................. 33Maggioranza ..................... 156Hanno votato sı ...... 79Hanno votato no . 231).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 19.4, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 339Votanti ............................... 290Astenuti .............................. 49Maggioranza ..................... 146Hanno votato sı ...... 58Hanno votato no . 232).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 19.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 344Votanti ............................... 240Astenuti .............................. 104Maggioranza ..................... 121Hanno votato sı ..... 192Hanno votato no .. 48).

(Esame dell’articolo 20 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 20, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti edell’articolo aggiuntivo ad esso presentati(vedi l’allegato A – A.C. 169 sezione 19).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

Atti Parlamentari — 51 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 283: delle minoranze linguistiche storiche

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Esprimo parere favorevolesull’emendamento 20.8 della Commis-sione, il quale tuttavia contiene un erroredi scrittura: al primo comma occorrepremettere l’espressione « Nelle regioni astatuto speciale ». La restante parte del-l’emendamento rimane invariata.Esprimo parere contrario su tutti gli

altri emendamenti.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo si associa al parere delrelatore.

PRESIDENTE. Sta bene.Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Menia 20.5, fatto proprio dall’ono-revole Selva, non accettato dalla Commis-sione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 340Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 1Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 108Hanno votato no . 231).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 20.8 della Commissione, intera-mente sostitutivo dell’articolo, nel testoriformulato, accettato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 333Votanti ............................... 242Astenuti .............................. 91Maggioranza ..................... 122Hanno votato sı ... 242).

Gli emendamenti Menia 20.1, 20.4, 20.2e 20.3 sono pertanto preclusi.Invito il relatore ad esprimere il parere

della Commissione sull’articolo aggiuntivoBoato 20.01.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Invito l’onorevole Boato aritirarlo e a presentare eventualmente unordine del giorno di analogo contenuto.

PRESIDENTE. Onorevole Boato, acco-glie l’invito del relatore ?

MARCO BOATO. Lo ritiro e preannun-cio la presentazione di un ordine delgiorno.

(Esame dell’articolo 21 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 21, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 20).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Esprimo parere contrario sututti gli emendamenti, compreso il testoalternativo del relatore di minoranza.Invito i presentatori a ritirare l’emenda-mento Aloi 21.3.

PRESIDENTE. Colleghi, in sede diesame dell’articolo 1 abbiamo votato unemendamento che sopprimeva il comma 1dell’articolo 21 e quindi l’emendamentoMigliori 21.1 dovrebbe limitarsi a sosti-tuire soltanto il comma 2. OnorevoleMigliori, e d’accordo ?

RICCARDO MIGLIORI. Sono d’accordo.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica. Il Governo con-corda con il parere espresso dal relatore.

Atti Parlamentari — 52 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alter-nativo del relatore di minoranza Menia,fatto proprio dall’onorevole Selva, nonaccettato dalla Commissione ne dal Go-verno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 345Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ...... 99Hanno votato no . 240).

L’emendamento Fragala 21.2 e pre-cluso, per le ragioni che ho gia spiegatoessendo soppressivo del comma 1.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Migliori 21.1, limitatamente allasostituzione del comma 2, non accettatodalla Commissione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 348Votanti ............................... 342Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 172Hanno votato sı ...... 98Hanno votato no . 244).

PRESIDENTE. Onorevole Aloi, accogliel’invito al ritiro del suo emendamento21.3 ?

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,gradirei che il relatore per la maggioranzamotivasse il suo invito al ritiro, che nonpuo essere un invito al ritiro tout court.Se ci fossero delle motivazioni argomen-tate e concrete, valuteremmo tale pro-posta.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Trattandosi di diritti del-l’uomo, non c’e la possibilita di sottoporlia condizioni di reciprocita. Noi possiamocercare di trovare la reciprocita, ma nonpossiamo prevedere condizioni di recipro-cita cosı nette. E questa la ragione cen-trale per cui non possiamo accettarel’articolo aggiuntivo sulla base delle carteONU.

FORTUNATO ALOI. Presidente, ritengoche si tratti di materia estremamentedelicata, per cui l’esplicitazione non gua-sterebbe. Chiedo che si voti questo emen-damento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo aivoti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’emenda-mento Aloi 21.3, non accettato dalla Com-missione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 348Votanti ............................... 344Astenuti .............................. 4Maggioranza ..................... 173Hanno votato sı ..... 110Hanno votato no . 234).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento Aloi 21.4, non accettato dalla Com-missione ne dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 342Votanti ............................... 335Astenuti .............................. 7Maggioranza ..................... 168Hanno votato sı ..... 102Hanno votato no . 233).

Atti Parlamentari — 53 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’articolo 21.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 350Votanti ............................... 291Astenuti .............................. 59Maggioranza ..................... 146Hanno votato sı ..... 213Hanno votato no .. 78).

(Esame dell’articolo 22 – A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame del-l’articolo 22, nel testo della Commissione,e del complesso degli emendamenti adesso presentati (vedi l’allegato A – A.C. 169sezione 21).Nessuno chiedendo di parlare, invito il

relatore per la maggioranza ad esprimereil parere della Commissione.

DOMENICO MASELLI, Relatore per lamaggioranza. Il parere e contrario su tuttigli emendamenti, compreso il testo alter-nativo del relatore di minoranza, tranneche sull’emendamento della Commissione22.5, del quale raccomandiamo l’approva-zione.

PRESIDENTE. Il Governo ?

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo concorda il relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sul testo alter-nativo del relatore di minoranza, onore-vole Menia, fatto proprio dall’onorevoleSelva, non accettato dalla Commissione nedal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione:la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 345Votanti ............................... 339Astenuti .............................. 6Maggioranza ..................... 170Hanno votato sı ..... 114Hanno votato no . 225).

Indıco la votazione nominale, medianteprocedimento elettronico, sull’emenda-mento 22.5 della Commissione, intera-mente sostitutivo dell’articolo, accettatodal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 342Votanti ............................... 212Astenuti .............................. 130Maggioranza ..................... 107anno votato sı ......... 207Hanno votato no .. 5).

Sono cosı preclusi tutti i restantiemendamenti all’articolo 22.

(Esame degli ordini del giorno– A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo all’esame de-gli ordini del giorno presentati (vedi l’al-legato A – A.C. 169 sezione 22)Onorevole Guidi, lei ha presentato due

ordini del giorno certamente rilevanti perla materia che e loro oggetto. Si tratta diordini del giorno che prevedono la tra-duzione con segni per quanto riguarda isordi e in modo diverso per quantoriguarda i non vedenti. La materia e digrande qualita, ma lei concordera con me,collega, che esula dalla questione dellelingue.Credo che opportunamente tali materie

possano essere assegnate alla Commis-sione competente in materia di handicap.

ANTONIO GUIDI. Chiedo di parlare.

Atti Parlamentari — 54 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ANTONIO GUIDI. Mentre lei non erapresente in aula, signor Presidente, con ilrelatore Maselli si e discusso dell’argo-mento e questi si e dichiarato d’accordosulla presentazione di un ordine delgiorno in materia.

PRESIDENTE. Infatti, il problema nonriguarda la maggioranza. Si tratta di unaquestione di ammissibilita.

ANTONIO GUIDI. D’accordo. Quelloche a me interessava, Presidente, era cherimanesse agli atti...

PRESIDENTE. Un orientamento favo-revole.

ANTONIO GUIDI. Sı, e qualunque di-scorso che ribadisca, nell’unita del paese,le pari dignita delle culture locali edanche delle persone con handicap e moltopositivo. Il fatto che se ne sia discusso eun segnale importante. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevoleGuidi.Qual e il parere del Governo sugli

ordini del giorno presentati ?

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. Perquanto riguarda l’ordine del giorno Aloied altri n. 9/169/1, il Governo non hanessuna difficolta a stimolare i soggettiinteressati e cioe le universita e le regioniCalabria, Basilicata, Puglia e Sicilia, chenell’ambito della loro autonomia possonoe debbono svolgere i compiti connessi conl’attuazione della presente legge. Quindi, ilGoverno accoglie questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Invito il sottosegretarioper la funzione pubblica e gli affariregionali ad esprimere il parere sui re-stanti ordini del giorno.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo accoglie gli ordini del

giorno Fontan ed altri n. 9/169/2 e Caveried altri n. 9/169/3, mentre non accogliel’ordine del giorno Vascon ed altri n. 9/169/4. Il Governo accoglie l’ordine delgiorno Tassone n. 9/169/5 e non accogliel’ordine del giorno Borghezio ed altrin. 9/169/6. Infine, il Governo accoglie gliordini del giorno Maselli ed altri n. 9/169/7, Debiasio Calimani ed altri n. 9/169/8 e Boato n. 9/169/9.Il Governo si riserva di esprimere il

parere su altri ordini del giorno che siintendano presentare a seguito del ritirodi emendamenti.

PRESIDENTE. Colleghi, anche sesiamo in attesa della presentazione for-male di ulteriori ordini del giorno, attual-mente in corso di predisposizione, con-sento che si passi alle dichiarazioni divoto sul complesso degli ordini del giorno.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Olivo. Ne ha facolta.

ROSARIO OLIVO. Preannuncio che vo-tero a favore dell’ordine del giorno Aloi edaltri n. 9/169/1, perche, come parlamen-tare calabrese, sono particolarmente inte-ressato alla valorizzazione delle tre mino-ranze da secoli presenti nella mia regione:la grecanica, l’albanese e l’occitana.Rivolgo l’invito ai colleghi Aloi, Valen-

sise e agli altri presentatori ad integrarel’ordine del giorno con riferimento anchealla minoranza occitana, presente nel co-mune di Guardia Piemontese in provinciadi Cosenza, che e certamente tra le piuantiche e significative, come hanno ricor-dato altri colleghi, assieme a quella alba-nese, presente nelle province di Cosenza,Catanzaro e Crotone, e a quella grecanica,insediata nella provincia di Reggio Cala-bria.Come e noto, la Calabria e sempre

stata nei secoli punto di incontro di popoliche si spostavano dal Mediterraneo occi-dentale verso oriente e, piu spesso, dalMediterraneo orientale verso l’Europa oc-cidentale. Se a queste correnti migratoriesi aggiungono le frequenti immissioni dietnie dal nord Europa, che giungevano inCalabria per ragioni di conquista o per

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motivazioni economiche, si ottiene unquadro di grande complessita etnico-lin-guistica, i cui riflessi sono visibili ancheoggi. La base linguistica di tutte questecomunita e essenzialmente orale. Solo allafine dell’ottocento, ad esempio, si e potutaaffermare una letteratura che ha fissatoalcuni caratteri e regole della lingua.Il caso dei grecanici e ancora piu

emblematico. Questa vera e propria colo-nia di grecita vivente, dispersa rispetto alterritorio tradizionale di insediamento perquestioni di pura sopravvivenza econo-mica, con le localita originarie in partedistrutte da frane ed alluvioni, ha svilup-pato una sorta di cultura sommersa, quasitotalmente orale, che l’ha isolata e ridottadi numero. Guardia Piemontese e ancheun luogo simbolico per una confessionereligiosa protestante, quella valdese, cheaveva affondato salde radici nel territorio.Ora non vi sono valdesi a Guardia Pie-montese, anche se ve ne sono nel restodella regione, per un fenomeno di con-versione piu recente, ma vi e un museocon annesso archivio storico, che testimo-nia l’offesa recata dall’intolleranza reli-giosa che, intorno alla meta del XVIsecolo, falcidio la vita di migliaia dipersone.Per tutte queste comunita, la lingua,

come primo e principale veicolo di tra-smissione delle rispettive culture, e unvalore base. Senza una lingua viva eparlata, anche i valori, sia etnici siaculturali sia della tradizione, sono desti-nati a sparire, mentre essi devono essereinvece pienamente recuperati per poterricostruire seriamente l’identita plurale,civile, storica, culturale, di una societa, avantaggio di una multiculturalita che indefinitiva arricchisce la nazione, anche inriferimento ad un’Europa che ci vuoleuniti nel rispetto della diversita delleculture.A questo riguardo, desidero ricordare

che gli Stati europei hanno sottoscrittovari documenti (fra cui la Carta europeadelle lingue regionali o minoritarie, peral-tro non ancora sottoscritta proprio dal-l’Italia), che impegnano i paesi aderenti aduna serie di iniziative ad ampio spettro

per la tutela delle minoranze linguistichenel campo dell’istruzione, dell’organizza-zione amministrativa e giudiziaria, deimezzi di comunicazione di massa e piu ingenerale delle iniziative e delle istituzioniculturali.In conclusione, ribadisco il mio voto

favorevole sull’ordine del giorno Aloi edaltri n. 9/169/1 ed esprimo la piu vivasoddisfazione per l’importante traguardorappresentato dall’approvazione del testodefinitivo della proposta di legge n. 169,attuativa dell’articolo 6 della Costituzione.La legge avrebbe dovuto nascere all’indo-mani della Carta costituzionale, invecevede la luce soltanto a cinquant’anni didistanza. Meglio tardi che mai, signorPresidente (Applausi dei deputati delgruppo dei democratici di sinistra-l’Ulivo).

PRESIDENTE. Onorevole Cavaliere, miaiuti a sciogliere quella riunione, che none sediziosa, ma fastidiosa !Onorevole Maselli, onorevole Barral, vi

prego di parlare da un’altra parte, inmodo da consentire all’onorevole Tassonedi svolgere il suo intervento.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Tassone. Ne ha facolta.Utilizzera il tempo per gli interventi atitolo personale, onorevole Tassone.

MARIO TASSONE. Grazie, signor Pre-sidente.Ho ritenuto di sottoscrivere l’ordine del

giorno presentato dall’onorevole Aloi, conil quale si affrontano i problemi cheinvestono alcune minoranze linguisticheche nel passato non hanno veramenteavuto alcuna tutela. D’altra parte, questoprovvedimento avrebbe dovuto fare di piuper quanto riguarda le minoranze alba-nesi, grecaniche ed occitaniche. In propo-sito ho riproposto alcuni di questi ele-menti e valutazioni nel mio ordine delgiorno n. 9/169/5, richiedendo al Governoalcuni interventi organici.Il provvedimento legislativo che ci ap-

prestiamo a votare affronta in parte lamateria delle minoranze linguistiche,senza tuttavia andare nella direzione piuvolte sollecitata da una serie di proposte

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di legge presentate nel corso di varielegislature: manca, per esempio, una de-finizione forte con riferimento alla tuteladelle minoranze albanesi, grecaniche edoccitaniche della regione Calabria. Devodire che queste popolazioni non hannomai chiesto una forma di supremaziadella loro lingua nelle istituzioni rispettoalle altre culture o alla lingua italiana, mahanno sempre domandato di avere inCalabria una tutela sul piano culturale estorico, con riferimento alle loro tradi-zioni, sensibilita, valori e ricchezze cultu-rali.Il sottosegretario per la pubblica istru-

zione, soffermandosi sugli articoli 5, 6 e 7,ha messo in evidenza l’unita del nostropaese. Attraverso la varieta ed il raffor-zamento delle culture certamente non siva verso la diaspora, la secessione o lespinte centrifughe. Ritengo che il datoculturale debba essere un fatto unificante:la ricchezza e la varieta delle culture deveandare verso il rafforzamento del paese,conferendogli una piu forte identita. In-fatti l’identita si acquista attraverso lavalorizzazione del pluralismo delle cul-ture. Non puo essere diversamente. Eccoperche ho votato contro l’articolo 9, ilquale certo non va in direzione delrispetto dell’articolo 6 della Costituzione.L’articolo 6 della Costituzione non puo

essere considerato come un riferimentoelastico, ma e legato alla volonta delcostituente, cosı come scaturita dal dibat-tito in quella sede. Non puo contraddirela norma costituzionale che prevedel’unita del nostro paese e quella chestabilisce che l’italiano sia la lingua uffi-ciale.Certo, come mi suggerisce il collega

Boato, non vi e una disposizione specifica,ma ve ne e una di fatto: non vi el’articoletto con il soggetto, il predicato edil complemento oggetto, ma negli articolidella Costituzione non vi e riferimento adaltra lingua che non sia l’italiano. Potremopoi discutere di questo con il mio caris-simo amico Boato, che sa quanto loapprezzi, anche fino a domani mattina:forse avra ragione lui ed io soccombero,ma se dovessi soccombere significhera che

ha perso la logica ed il dibattito che si esvolto in seno all’Assemblea costituente.Signor Presidente, mi sembra dunque

che gli ordini del giorno che abbiamopresentato vadano in una certa direzionee forse cercano di colmare alcune lacuneche risultano evidenti nella proposta dilegge che stiamo per votare.Signor Presidente, signor rappresen-

tante del Governo, onorevoli colleghi,certo sarebbe potuto venir fuori qualcosadi piu, se abbiamo dovuto colmare lelacune con gli ordini del giorno, rispettoalle attese reali. Mi rivolgo al Governo: ledifficolta sorgeranno nella fase di attua-zione del provvedimento. Non vorrei checi si fermasse al contributo statale perfare alcune cose e che ci si limitasse adalimentare alcune spinte centrifughe.L’attuazione della legge costituira un

fatto importante e dunque non riesco acapire per quale motivo l’Assemblea abbiarespinto alcuni emendamenti dell’onore-vole Aloi che chiedevano che il Governoinformasse il Parlamento nella fase diattuazione del provvedimento.Mi sembra che questi dati debbano

essere tenuti presenti dal Governo. Potevaessere una bella legge: si e lavoratomoltissimo, ma il provvedimento nasce damolti compromessi e da intermediazioniche certamente non hanno nulla a chefare con le battaglie che sono state com-battute in quest’aula per dare forza nelpaese alle minoranze linguistiche.Con questo, signor Presidente, ritengo

di aver concluso il mio intervento, forseapprofittando di un suo momento didisattenzione, perche ho utilizzato qual-che minuto in piu di quelli a mia dispo-sizione.

PRESIDENTE. E stato comunque unpiacere ascoltarla, onorevole Tassone.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Brunetti. Ne ha facolta.

MARIO BRUNETTI. Presidente, credoche l’ordine del giorno n. 9/169/1, presen-tato dal collega Aloi, sia apprezzabile edunque io lo sottoscrivo per sottolinearela positiva collaborazione che si e realiz-

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zata in sede parlamentare su una materiache caratterizza la nostra vita civile.Se possibile, vorrei chiedere qualche

modifica formale e qualche aggiunta al-l’ordine del giorno. Il collega Olivo giaricordava la necessita di inserire accantoalle minoranze albanese e grecanicaquella occitana. Credo che essa sia infattistoricamente significativa: a Guardia Pie-montese, dove furono trucidate migliaia dipersone, una porta ricorda quel fatto disangue. Per di piu, un tale inserimentosarebbe in sintonia con il disposto del-l’articolo 56, lettera r), dello statuto dellaregione Calabria che individua queste treminoranze.Vorrei fare un’altra brevissima consi-

derazione. Apprezzo il richiamo al ruolodelle universita, anche se gia presso quelledi Bari e Cosenza sono attivi corsi distudio e di insegnamento della lingua edella cultura albanese.Credo che sia giusto sottolineare la

necessita che si vada avanti in questadirezione proprio nel momento in cuibisogna prepararsi ad applicare questalegge. E dunque importante un aspetto delgenere. Ed inoltre, poiche e importanteche la regione Calabria e gli enti localilavorino in stretta collaborazione tra diloro – e questa l’altra questione su cuirichiamo l’attenzione – e altrettanto im-portante aggiungere la collaborazionedelle regioni Calabria, Basilicata, Puglia,Sicilia e degli enti locali con le associa-zioni regolarmente riconosciute che ope-rano sul territorio come, per esempio, lalega italiana della minoranza albanese(LIDMA) rappresenta le comunita locali diorigine arbëresh.Per tali motivi sottoscrivo l’ordine del

giorno, chiedendo pero che vengano rece-pite queste precisazioni.

FORTUNATO ALOI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Le daro la parola allafine.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole LoPresti. Ne ha facolta.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presi-dente, intervengo per manifestare il mioapprezzamento su questo ordine delgiorno che intendo sottoscrivere comedeputato siciliano eletto in provincia diPalermo: provincia nella quale hanno ra-dici profonde comunita greco-albanesi checon la loro presenza testimoniano latradizione di queste popolazioni, che hasegnato in modo particolarmente signifi-cativo la stessa storia della mia Sicilia.Per tali ragioni chiedo di poter aggiun-

gere la mia firma, condividendolo, all’or-dine del giorno Aloi ed altri n. 9/169/1;auspico che il Governo possa effettiva-mente dare attuazione alle proposte con-tenute in tale ordine del giorno, perche inquesto modo si darebbe un pieno ricono-scimento alla cultura greco-albanese dicui soprattutto il sud e partecipe da tantie tanti anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ca-valiere. Ne ha facolta.

ENRICO CAVALIERE. Presidente, sonosconcertato dal fatto che il Governo nonabbia accettato l’ordine del giorno da mepresentato, che tendeva ad inserire tra lelingue minoritarie prese in considerazioneanche quella veneta.Il sottosegretario, per sostenere tali

ipotesi, ha rilevato come il dossier sulprovvedimento redatto dagli uffici dellaCamera non prevede, non contempla lalingua veneta. Certo, il dossier fatto dallaCamera puo anche essere riduttivo oincompleto o addirittura falsare la storia,perche l’evidenza dei fatti e che perfino ilConsiglio d’Europa riconosce, e quindiconosce, la lingua veneta come tale. Cio edunque sconcertante. A questo punto gliatti della Camera devono essere contestati,in quanto gli uffici della Camera non sonoin grado di rappresentare quella che e larealta della storia, ovvero che il Veneto estato una Repubblica indipendente, costi-tuita da un popolo sovrano che aveva unasua lingua ufficiale, presente in tutti gliatti ufficiali e pubblici di quella Repub-blica che aveva perfino un’ambasciata qui

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a Roma, e che ha prodotto atti notarili,capitolati d’appalto, atti bilaterali conaltre nazioni in lingua ufficiale. Diredunque che quella veneta non e unalingua storica mi pare sia assolutamentefolle perche vuol dire cancellare la storia.Per tali motivi non accetto la giustifica-zione del parere contrario sull’ordine delgiorno in questione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Va-scon. Ne ha facolta.

LUIGINO VASCON. Presidente, ho ap-preso che il Governo si e espresso inmaniera contraria sul mio ordine delgiorno. La risoluzione da me citata, adot-tata dal Consiglio d’Europa il 16 marzo1998, concernente la Carta europea dellelingue regionali o minoritarie, afferma nelpreambolo che il diritto delle popolazioniad esprimersi nelle loro lingue regionali ominoritarie nell’ambito della loro vitaprivata e sociale, costituisce un dirittoimprescindibile. La difesa e il rafforza-mento delle lingue regionali o minoritarienei vari paesi e nelle varie regioni d’Eu-ropa non vogliono essere assolutamenteun ostacolo alle lingue nazionali, anzirappresentano un contributo importanteall’edificazione dell’Europa, basata suprincipi di democrazia e diversita cultu-rale.Tra l’altro lo statuto della regione

Veneto, all’articolo 2, afferma che l’auto-governo del popolo veneto si attua informe rispondenti alle caratteristiche edalle tradizioni della sua storia e che laregione concorre alla valorizzazione delpatrimonio culturale e linguistico dellesingole comunita.Vi sono state, inoltre, ricerche impor-

tanti ed autorevoli come quella del-l’ISTAT, che recentemente ha stabilito cheil 52 per cento degli abitanti della regioneVeneto parlano quotidianamente la lorolingua e questa percentuale sale al 75 percento per quanto attiene all’uso di talelingua in forma privata. E quindi la formadi espressione linguistica di tipo localemaggiormente presente all’interno delloStato italiano.

Ho chiesto di inserire la lingua venetatra le lingue protette dal presente prov-vedimento di legge; ma devo constatareche sono state tutelate addirittura leculture – chiamiamole cosı – dei popolinomadi od altro, mentre, come diceva ilcollega Cavaliere, per quanto riguarda ilVeneto, sono stati di proposito ignorati1.200 anni di storia. Infatti, ci sonodocumenti ufficiali della Repubblica sere-nissima di Venezia dai quali risulta cheessa organizzava il commercio con leIndie in lingua veneta.Signor Presidente, capisco che dal

punto di vista politico il problema puorisultare ostico, pero di fatto si vuole dareun calcio alla storia. Qua dentro « situtelano di piu i zingari che non fa iveneti » (Applausi dei deputati del gruppodella lega nord per l’indipendenza dellaPadania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ro-mano Carratelli. Ne ha facolta.

DOMENICO ROMANO CARRATELLI.Signor Presidente, desidero apporre lamia firma all’ordine del giorno Aloi edaltri n. 9/169/1, perche ne condivido lospirito e le finalita. Desidero solo farpresente che, per quanto riguarda laCalabria, la storia di questa regione eanche la storia di queste minoranze lin-guistiche. Cio vale, in particolare, per laminoranza grecanica e greca, dal mo-mento che, come e noto a tutti, per lunghisecoli la Calabria ha fatto parte dellaMagna Grecia.Richiamare alla memoria l’importanza

ed il ruolo che questa realta del passatoha rivestito per la mia regione credo siasuperfluo. Tuttavia, riteniamo vada valo-rizzata e tutelata questa residua realta,che per noi e molto importante.Lo stesso discorso puo essere fatto, pur

se in modo diverso, per la minoranzaalbanese. E una storia diversa, pero anchequesta si inserisce nella storia calabrese.Crediamo che pure per questa minoranzasia necessario spendere un impegno e direuna parola.

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In conclusione, desidero dire che siamoin presenza di due minoranze e di duerealta che, all’interno della comunita re-gionale, svolgono un ruolo e sono perfet-tamente inserite. Nessuno si sente stra-niero e nessuno si sente una cosa a parte,pero tutti noi calabresi riteniamo siaimportante salvaguardare e mantenere lespecificita che hanno originato ed hannorappresentato la storia di questa comunitaregionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleCrema. Ne ha facolta.

GIOVANNI CREMA. Signor Presi-dente, condivido l’ordine del giorno Aloied altri n. 9/169/1, che e ispirato allestesse ragioni che hanno spinto il sot-toscritto a presentare un emendamentoall’articolo 6 ed uno all’articolo 7. Con-cordo anche con le osservazioni svoltedai colleghi Olivo e Brunetti e desiderosottoscrivere, a nome dei deputati so-cialisti democratici italiani, l’ordine delgiorno Aloi ed altri n. 9/169/1.

PRESIDENTE. Constato l’assenza del-l’onorevole Filocamo, che ha chiesto diparlare per dichiarazione di voto: si in-tende che vi abbia rinunziato.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Luciano Dussin. Ne hafacolta.

LUCIANO DUSSIN. Signor Presidente,sono sconcertato nell’apprendere che ilGoverno ha accolto l’ordine del giornoBoato n. 9/169/9, perche cio contrasta conla decisione presa all’inizio della sedutaodierna. Infatti, stamattina si e stralciatala norma relativa al riconoscimento del-l’impianto della legge per le comunita rome sinti. Ebbene, quanto si era deciso distralciare e stato reintrodotto, con l’im-broglio, nella legge, attraverso questo or-dine del giorno.Conosciamo il destino degli ordini del

giorno: quando sono proposti dalle mino-ranze, se approvati, restano lettera morta;

quando invece sono proposti dalla mag-gioranza, chissa perche vengono osservatia tutti gli effetti.

PRESIDENTE. Credo che questo siauno dei pochi terreni in cui c’e parcondicio.

LUCIANO DUSSIN. Purtroppo e cosı.Con la scusa dell’esistenza effettiva delleminoranze, abbiamo reintrodotto questoconcetto: avremo quindi l’insegnamentodella lingua dei rom e dei sinti nellenostre scuole elementari. Cio rientra in unordine ancora piu complesso, quello re-lativo all’attribuzione del voto a questagente; sceglieranno anche i nostri sindaci,grazie a questo Governo.Apprendo che sull’ordine del giorno da

noi proposto, relativo al riconoscimentodella lingua – e non del dialetto – venetail sottosegretario ha affermato che non sipuo accogliere perche quella lingua nonavrebbe alcuna rilevanza storica. Sono1.200 anni di storia che lei tradisce, signorsottosegretario; ha anche detto che haorigine venete: lei sta tradendole nostretradizioni (Applausi dei deputati del gruppodella lega nord per l’indipendenza dellaPadania).Il mio collega Cavaliere ha giustamente

detto che i veneti avevano addiritturaun’ambasciata qui a Roma. Questi sonoriferimenti storici che nessuno puo ne-gare. Eppure e cosı: voi negate l’evidenza.Abbiamo documenti con piu di mille annidi storia che testimoniano tutti gli attidella Repubblica Serenissima, che erademocratica, laica e riconosciuta univer-salmente. Con rammarico mio e di tutti icolleghi veneti che si riconoscono nelnostro gruppo parlamentare vediamo ne-gati tutti questi atti.Non so chi ringraziare. Probabilmente

si continuera ad ignorare una realta sto-rica che non ha eguali; ci nascondiamodietro non so quali paure. Ma si riconoscela lingua degli zingari e si disconoscequella dei veneti: vergogna ! (Applausi deideputati del gruppo della lega nord perl’indipendenza della Padania).

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PRESIDENTE. Vorrei informare i col-leghi della lega nord che ci sono molterichieste di intervento: i tempi a disposi-zione della lega sono di otto minuti;moderando gli interventi tutti potrannoparlare.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Rodeghiero. Ne hafacolta.

FLAVIO RODEGHIERO. Vorrei soloricordare che il gruppo della lega, gianell’ottobre 1996, ha richiesto un impegnoal Governo per assumere le iniziativenecessarie affinche sia tempestivamentesottoscritta e ratificata la Carta europeadelle lingue regionali o minoritarie pre-sentata dal Consiglio d’Europa a Stra-sburgo il 5 novembre 1992.E con questo spirito che aggiungo la

mia firma all’ordine del giorno Caveri edaltri n. 9/169/3 e con me anche l’onore-vole Barral, l’onorevole Chincarini e,idealmente, tutti gli altri 26 deputati dellalega che nel lontano ottobre 1996 sotto-scrissero quella mozione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ber-gamo. Ne ha facolta.

ALESSANDRO BERGAMO. Intendosemplicemente aggiungere la mia firmaall’ordine del giorno Aloi ed altri n. 9/169/1, perche ne condivido l’impostazioneed i contenuti. Non solo sono un parla-mentare calabrese, ma conosco bene laricchezza delle varie etnie occitane, gre-caniche, albanese di cui e intrisa laregione.Spero che la legge possa essere effet-

tivamente applicata, anche se ho i mieidubbi: in questo senso condivido le per-plessita del collega Tassone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevolePampo. Ne ha facolta.

FEDELE PAMPO. Anch’io sottoscrivol’ordine del giorno Aloi ed altri n. 9/169/1,che apprezzo, soprattutto perche si evi-

denziano le peculiarita linguistiche e cul-turali presenti su tutto il nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Bor-ghezio. Ne ha facolta.

MARIO BORGHEZIO. Vorrei interve-nire sul mio ordine del giorno n. 9/169/6,che ho intenzione di riformulare – ri-chiamo l’attenzione del Governo – elimi-nando il primo capoverso della partemotiva (dalle parole « considerato che »fino alle parole « lingue minoritarie d’Eu-ropa ») e riformulando la parte dispositivanel seguente modo.Alla quarta riga, dopo la parola « tra-

dizione », dovrebbero seguire le parole« , favorendone l’attenzione della scuola,dell’universita e dei mezzi radiotelevisiviverso il patrimonio culturale e storico dicui sono espressione ».Richiamo il mio precedente intervento

rammaricandomi del mancato accogli-mento degli emendamenti atti ad intro-durre nel novero delle lingue sottoposte atutela anche le lingue piemontese e ve-neta. Per questo propongo di rimediarealmeno attraverso l’attuazione di un or-dine del giorno. Particolare e la situazionedella lingua piemontese, il cui spazio diuso e diffusione si va sempre piu ridu-cendo, nonostante l’immenso patrimoniobibliografico consistente in almanacchi,raccolte di poesie e di teatro, che vatutelato attraverso un’azione da esercitarein ambiente scolastico ed universitario,oltre che nei centri di cultura, perche sitratta di aspetti irrinunciabili per il man-tenimento di questa realta culturale delpopolo piemontese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole.Dozzo. Ne ha facolta.

GIANPAOLO DOZZO. Non riesco pro-prio a capire come un sottosegretario perla pubblica istruzione possa dichiarareche la lingua veneta non ha radici stori-che. Oltre quelle che i miei colleghi hannoricordato, vorrei precisare che il veneto

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viene parlato dalla maggioranza della po-polazione della regione per cui, trattan-dosi di una lingua parlata e in riferimentoallo statuto regionale, se esiste un popolo,conseguentemente esiste anche la linguadi questo popolo, cioe il veneto.Signor sottosegretario, sono davvero

rammaricato che lei abbia responsabilitadi un dicastero cosı importante. Me nepreoccupo per il futuro dei nostri figli, aiquali vogliamo insegnare la nostra linguamadre, quella lingua madre che i mieinonni e i miei genitori hanno sempreparlato. E una lingua in uso, quindi unalingua viva; non capisco quindi perche sivoglia compiere quest’opera di massifica-zione delle diverse culture presenti nelloStato italiano (Applausi dei deputati delgruppo della lega nord per l’indipendenzadella Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Gio-vanardi. Ne ha facolta.

CARLO GIOVANARDI. Prendo la pa-rola solo per dichiarare la mia adesioneall’ordine del giorno Vascon ed altri n. 9/169/4.

PRESIDENTE. Sta bene.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Filocamo. Ne ha fa-colta.

GIOVANNI FILOCAMO. Nel dichiararela mia adesione all’ordine del giorno Aloied altri n. 9/169/1 desidero esprimere ilmio rammarico per il fatto che la Com-missione ed il Governo non abbiano presoin considerazione le comunita grecanichedella Calabria. Non capisco come si possaunificare l’Italia senza conoscerne la sto-ria: la Calabria, piu precisamente una suaparte, e stata creata dai greci e infatti sichiama Magna Grecia. Il mio cognome peresempio deriva dal greco. Noi calabresisiamo davvero offesi per questa continuadimenticanza da parte del Parlamento edel Governo dei calabresi, della MagnaGrecia e di Zeleuco, che e stato il fon-datore del diritto. Anche se gli ordini del

giorno hanno il valore che tutti cono-sciamo, mi auguro che il Governo final-mente si renda conto che la Magna Greciaesiste, che e nella nostra tradizione e cheha contribuito all’unita d’Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mi-chielon. Ne ha facolta.

MAURO MICHIELON. Ritengo chequesto Governo stia perpetrando cio chenon sono riusciti a fare nemmeno ifascisti: il genocidio della cultura veneta(Applausi dei deputati del gruppo della leganord per l’indipendenza della Padania) !Qualcuno disse agli altoatesini che o

parlavano in italiano oppure potevanoandarsene in Austria; essi se ne andaronoin Austria e nel 1944 ritornarono con lemostrine delle SS.Negare i contenuti di questo ordine del

giorno, vuol dire negare la storia e lacultura dei nostri popoli. Sento sempredire che bisogna arricchirsi a livello cul-turale e pertanto, negare che il Veneto hauna lingua, vuol dire negare l’esistenzastessa della cultura !Vi comunichiamo comunque che ai

nostri figli parleremo in veneto e insegne-remo che cosa sono la nostra lingua e lanostra storia. Percio negare questo, sullacarta non vi servira a nulla, perche noiabbiamo la coscienza di essere un popolo(Applausi dei deputati del gruppo della leganord per l’indipendenza della Padania).

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. Chiedodi parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

ALBERTINA SOLIANI, Sottosegretariodi Stato per la pubblica istruzione. IlGoverno accetta l’ordine del giorno Bor-ghezio ed altri n. 9/169/6, nel testo rifor-mulato. Con tale parere, il Governo in-tende affermare il valore delle culturelocali tra cui quella veneta e non certonegarla.

Atti Parlamentari — 62 — Camera dei Deputati

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Il Governo dichiara quindi il proprioimpegno a prestare attenzione alle scuole,alle universita e agli strumenti radiotele-visivi verso il patrimonio storico e cultu-rale di veneti e piemontesi.

PRESIDENTE. Invito il rappresentantedel Governo ad esprimere il parere suirestanti ordini del giorno.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. Il Governo non accoglie l’ordine delgiorno Cavaliere n. 9/169/10. Non rac-colgo qualche provocazione di caratterepersonale che e stata espressa con paroleche non sono filtrate dalla temperanza ...

ENRICO CAVALIERE. Studi la storia,che e meglio !Non sono provocazioni, ignorante !

PRESIDENTE. Onorevole sottosegreta-rio, mi scusi se la interrompo.Le ricordo che la Camera ha gia votato

contro l’inclusione della lingua veneta traqueste lingue. Pertanto, l’ordine del giornonon e da questo punto di vista neancheammissibile al voto (Commenti del depu-tato Cavaliere).Prosegua pure, signor sottosegretario.

SERGIO ZOPPI, Sottosegretario di Statoper la funzione pubblica e gli affari regio-nali. In ogni caso, il testo di quell’ordinedel giorno non puo essere accolto. Even-tualmente, vi saranno degli appositi prov-vedimenti di legge per quanto riguarda gliidiomi, con forte e nobile tradizione cul-turale e letteraria: tra i primi rientraanche lo stesso Veneto !Il Governo non accoglie poi l’ordine del

giorno Teresio Delfino n. 9/169/11 e ac-coglie invece l’ordine del giorno Migliori eNiccolini n. 9/169/12.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ma-selli. Ne ha facolta.

DOMENICO MASELLI. Signor Presi-dente, intendo anch’io apporre la mia

firma sull’ordine del giorno Aloi ed altrin. 9/169/1, anche perche vorrei che tuttisapessero che in questa legge noi abbiamotenuto conto fortemente delle minoranzegrecaniche e albanesi dell’Italia meridio-nale. Chi legge, infatti, il testo della leggesi rendera profondamente conto di questo.Ricordo che anche nella mia introduzioneho parlato a lungo del valore di tuttequeste minoranze.Vorrei ora ringraziare il Governo per

avere accettato l’ordine del giorno Debia-sio Calimani e Maselli n. 9/169/8 sullatutela e la valorizzazione degli idiomiitalici aventi dignita letteraria, perchecrediamo che questa sia una previsionefondamentale.Pervenendo alla conclusione dell’esame

di questa legge, ringrazio tutti i colleghiperche, nonostante tutta la fatica, credoche sia un atto di grande civilta giuridica(Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Vo-lonte. Ne ha facolta.

LUCA VOLONTE. Signor Presidente,intervengo solo per chiedere che anche lamia firma venga aggiunta all’ordine delgiorno Vascon ed altri n. 9/169/4.

PRESIDENTE. Sta bene, onorevole Vo-lonte.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Teresio Delfino: anchelei, onorevole Delfino, come l’onorevoleVolonte, ha esaurito il tempo a suadisposizione...

TERESIO DELFINO. Presidente, ho vi-sto che lei oggi e cosı tollerante... Sarobrevissimo !

PRESIDENTE. Ha facolta di parlare.

TERESIO DELFINO. Vorrei innanzi-tutto aggiungere la mia firma all’ordinedel giorno Borghezio ed altri n. 9/169/6 emanifestare un mio rammarico per ilparere contrario espresso dal sottosegre-tario di Stato sul mio ordine del giorno

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n. 9/169/11 che non rivendicava assoluta-mente l’inserimento della lingua proven-zale nel testo del provvedimento, perchequesto era gia stato bocciato...

PRESIDENTE. Onorevole Teresio Del-fino... !

TERESIO DELFINO. Secondo lo spiritodelle dichiarazioni piu volte rese dalrelatore per la maggioranza, onorevoleMaselli, il mio ordine del giorno volevasolo sottolineare che quella peculiare tra-dizione culturale meritava una certa at-tenzione...

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevoleTeresio Delfino.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Aloi. Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,ringrazio tutti i colleghi che hanno aderitoal mio ordine del giorno n. 9/169/1. Ac-cetto le integrazioni proposte dagli amiciOlivo e Tassone in ordine all’inserimentodell’occitano, cosı come ritengo vada ac-cettata anche la proposta dell’onorevoleBrunetti relativa ad una certa sintonia chesi dovrebbe realizzare tra le realta meri-dionali e le realta istituzionali albanesi.Pertanto, nel primo capoverso del di-

spositivo, dopo le parole « grecaniche edalbanesi », vanno inserite « e occitane » ealla fine, dopo la parola « Sicilia », vannoinserite le parole: « con le associazioniregolarmente riconosciute, come la legaitaliana della minoranza arbëresh ».Infine, nel secondo capoverso, dopo la

parola « grika », va aggiunta la parola« occitana ».Spero che il mio ordine del giorno non

rimanga lettera morta ma che si traducain un impegno – come diceva poc’anzil’onorevole Filocamo – fattivo nei con-fronti di queste presenze grecaniche, al-banesi e occitane, che hanno avuto unruolo storico sul piano culturale ed anchecivile.

PRESIDENTE. Onorevole Aloi, dopo ledichiarazioni del Governo, insiste per lavotazione del suo ordine del giorno n. 9/169/1 ?

FORTUNATO ALOI. Non insisto, Pre-sidente.

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatoridegli ordini del giorno Fontan ed altrin. 9/169/2 e Caveri ed altri n. 9/169/3,accettati dal Governo, se insistano per lavotazione.

ROLANDO FONTAN. Non insisto.

LUCIANO CAVERI. Non insisto, Presi-dente.

PRESIDENTE. Onorevole Vascon, insi-ste per la votazione del suo ordine delgiorno n. 9/169/4, non accettato dal Go-verno ?

LUIGINO VASCON. Insisto, Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’ordine delgiorno Vascon ed altri n. 9/169/4, nonaccettato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 336Votanti ............................... 325Astenuti .............................. 11Maggioranza ..................... 163Hanno votato sı ...... 57Hanno votato no . 268).

Onorevole Tassone, insiste per la vo-tazione del suo ordine del giorno n. 9/169/5, accettato dal Governo ?

MARIO TASSONE. Sı, signor Presi-dente.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’ordine delgiorno Tassone n. 9/169/5, accettato dalGoverno.

(Segue la votazione).

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Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 334Astenuti .............................. 12Maggioranza ..................... 168Hanno votato sı ..... 266Hanno votato no .. 68).

Onorevole Borghezio, insiste per lavotazione del suo ordine del giorno n. 9/169/6, accolto dal Governo dopo la suariformulazione ?

MARIO BORGHEZIO. Non insisto, Pre-sidente.

PRESIDENTE. Prendo atto che i pre-sentatori degli ordini del giorno Maselli edaltri n. 9/169/7, Debiasio Calimani e Ma-selli n. 9/169/8 e Boato n. 9/169/9, accet-tati dal Governo, non insistono per lavotazione.Onorevole Cavaliere, insiste per la vo-

tazione del suo ordine del giorno n. 9/169/10, non accettato dal Governo ?

ENRICO CAVALIERE. Insisto per lavotazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’ordine delgiorno Cavaliere n. 9/169/10, non accet-tato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 346Votanti ............................... 335Astenuti .............................. 11Maggioranza ..................... 168Hanno votato sı ...... 59Hanno votato no . 276).

Onorevole Teresio Delfino, insiste perla votazione del suo ordine del giornon. 9/169/11, non accettato dal Governo ?

TERESIO DELFINO. Insisto per lavotazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’ordine delgiorno Teresio Delfino n. 9/169/11, nonaccettato dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.Comunico il risultato della votazione:

la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 345Votanti ............................... 308Astenuti .............................. 37Maggioranza ..................... 155Hanno votato sı ...... 19Hanno votato no . 289).

MARIO LUCIO BARRAL. Chiedo diparlare per una precisazione.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

MARIO LUCIO BARRAL. Intendevovotare contro, ma il dispositivo elettroniconon ha funzionato.

PRESIDENTE Onorevole Migliori, insi-ste per la votazione del suo ordine delgiorno n. 9/169/12, accettato dal Gover-no ?

RICCARDO MIGLIORI. Insisto per lavotazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Indıco la votazione nominale, mediante

procedimento elettronico, sull’ordine delgiorno Migliori n. 9/169/12, accettato dalGoverno.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Atti Parlamentari — 65 — Camera dei Deputati

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Comunico il risultato della votazione:la Camera approva (Vedi votazioni).

(Presenti ............................. 354Votanti ............................... 337Astenuti .............................. 17Maggioranza ..................... 169Hanno votato sı ..... 256Hanno votato no .. 81).

E cosı esaurita la trattazione degliordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale– A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiara-zioni di voto sul complesso del provvedi-mento.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto l’onorevole Giovanardi: poiche haesaurito il tempo a sua disposizione, ledaro la parola per due minuti, deducen-doli dal tempo riservato agli interventi atitolo personale. Ha facolta di parlare.

CARLO GIOVANARDI. Signor Presi-dente, il centro cristiano democratico vo-tera con convinzione contro questa pa-sticciatissima proposta di legge.

MARCO BOATO. Esagerato !

CARLO GIOVANARDI. La discussionesul veneto ha dimostrato che l’inserimentodel Friuli e della Sardegna e stato decisocon leggerezza. Sfido chiunque a soste-nere che quello veneto, come ha detto ilsottosegretario, e un idioma, mentre ilfriulano e il sardo sono invece lingue.Queste sono sciocchezze vergognose, chesono state inserite in un provvedimentooperando delle discriminazioni incom-prensibili, con tutto quello che ne conse-gue. Infatti, mentre si tenta di superare lebarriere, di parlare a livello europeo unalingua comune, di superare i nazionalismi,qui, invece di esaltare – come sarebbegiusto – i dialetti e le lingue comepatrimonio comune, si alzano steccati;addirittura negli enti elettivi la normativa

consentira ai consiglieri comunali, provin-ciali e regionali di parlare in linguediverse, pur conoscendo tutti l’italiano. Euna legge vergognosa, che inserisce nelnostro ordinamento principi vergognosi,perche alza il livello di conflittualita, dinazionalismo, di campanilismo, invece diintendere i dialetti e le lingue comearricchimento culturale nelle scuole, nelteatro, nella letteratura. Questo eral’obiettivo del provvedimento, che invece ederagliato miserevolmente perche ha co-struito i presupposti della divisione; saraun ulteriore elemento che fara esploderein alcune regioni e province d’Italia ifenomeni separatisti o leghisti. Si trattapertanto di un provvedimento negativo,sul quale noi con convinzione voteremocontro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Te-resio Delfino.Onorevole Delfino, devo fare a lei lo

stesso discorso che ho rivolto al collegaGiovanardi: le concedo due minuti dedu-cendoli dal tempo riservato agli interventia titolo personale. Ha facolta di parlare.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente,rappresentanti del Governo, colleghi, con-sideriamo importante questo provvedi-mento perche guarda avanti ed esprimeuna capacita di realizzare un’esigenzafondamentale, quella di una vera ed effi-cace valorizzazione della ricchezza deipatrimoni linguistici e culturali del nostropaese. Rileviamo tuttavia, come abbiamofatto nel corso del dibattito, delle carenzeche indeboliscono l’impianto del provve-dimento e la sua preminente finalita, cheera quella di tutelare le minoranze lin-guistiche e culturali storicamente realiz-zate e presenti nel nostro paese. Abbiamochiaramente espresso le ragioni che mo-tivavano la nostra richiesta di indicarealcune altre significative testimonianzestoriche ed attuali di lingue e culture datutelare, come il provenzale, come ilpiemontese, e abbiamo aderito alle rifles-sioni, alle indicazioni che venivano conriferimento al veneto. Queste minoranzehanno saputo esprimere nella storia una

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ricca, costante presenza letteraria e cul-turale. E certamente singolare il mancatoinserimento (scusatemi per questa ulte-riore riconferma di un atteggiamento)della lingua provenzale che ha ottenuto ilriconoscimento del premio Nobel nel1904: mi riferisco a Frederic Mistral, cheha interpretato al livello piu alto la grandeletteratura provenzale. E senza letteratura(ma questo lo si puo dire per il piemon-tese, per il veneto) non c’e una fortelingua e una lingua non ha destino.Abbiamo inoltre rilevato altre forza-

ture che andavano invece nella direzionedi fare di questo provvedimento, che erafinalizzato alla valorizzazione culturale elinguistica, uno strumento per perseguirealtri obiettivi, forse di carattere ammini-strativo e politico.In questo senso, abbiamo quindi ra-

gioni fondate per esprimere una valuta-zione di astensione sul provvedimento,tesa a sottolineare le debolezze e lecarenze che abbiamo evidenziato.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Fon-tan. Ne ha facolta.La avverto che il suo gruppo dispone di

tre minuti.

ROLANDO FONTAN. Annuncio, anome del mio gruppo, il voto di astensionesu questo provvedimento, che doveva epoteva essere molto piu interessante ri-spetto a quanto e stato fatto, anche seoccorre riconoscere che sono stati inseritiprincipi positivi. Peraltro, il fatto stessoche non siano stati accolti come lingue (senon parzialmente in un ordine del giorno)il veneto e il piemontese induce il nostrogruppo all’astensione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Ca-veri. Ne ha facolta.La avverto che il suo gruppo dispone di

tre minuti e che anche l’onorevole Zellerha chiesto di parlare.

LUCIANO CAVERI. Vorrei utilizzaredue minuti del tempo riservato agli inter-

venti a titolo personale. Noi non siamointervenuti nel corso del dibattito. Cin-quant’anni di attesa per dare attuazionealla norma costituzionale di tutela previ-sta dalla Costituzione sono una vergogna,che ha avuto effetti assai negativi sulleminoranze linguistiche piu deboli. E miauguro sia davvero la volta buona e chefiniscano le anacronistiche e spesso ridi-cole posizioni ideologiche di chi si scan-dalizza per alcune elementari afferma-zioni di tutela presenti in questa propostadi legge. Il diritto internazionale e moltopiu avanti, ed e un bene che il Governoabbia accolto questo nostro richiamo inun ordine del giorno che ricorda lanecessita di aderire in fretta alla Cartaeuropea delle lingue regionali e minorita-rie.Ho parlato di alcune elementari affer-

mazioni perche siamo veramente ad unlivello minimo. Segno dei tempi e poi l’usodi questa legge per affermare, propriocome se ci fossero dubbi e occorresse unanorma, che la lingua ufficiale dell’Italia el’italiano: farlo con questo provvedimentoin favore delle lingue diverse e quasigrottesco ! Lo ripeto, le attese sono tante;a questo punto bisogna prendere attodell’equilibrio raggiunto su questa propo-sta.Molto positivo e il fatto che le regioni

a statuto speciale, soprattutto quelle chehanno gia una tutela delle minoranzelinguistiche, potranno apportare eventualimigliorie con apposite norme di attua-zione dello statuto, come esplicitamenteprevisto da questa legge. E sono lieto che,accanto al riconoscimento, che gia avve-niva con le norme costituzionali, delfrancese e del valser, ci sia in uno deiprimi articoli di questa legge il ricordo diuna lingua che i valdostani parlano, comeil Presidente sa, cioe il franco-provenzale,quello che viene definito volgarmente ilpatois.Ritengo che il prossimo passo – il

relatore Maselli, che ringrazio in questaoccasione, conosce perfettamente questaesigenza – debba essere una legge-quadro

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di tutela degli sloveni; e un argomentoimportante, che dovra essere affrontato infretta da questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Zel-ler. Ne ha facolta.

KARL ZELLER. Signor Presidente,onorevoli colleghi, la Südtiroler Volkspar-tei da decenni si batte per l’attuazionedell’articolo 6, rimasto lettera morta peroltre cinquant’anni. Mentre la minoranzatedesca e quella ladina del Trentino-AltoAdige, quella valdostana e quella slovenasono costituzionalmente riconosciute invirtu di statuti speciali ed accordi inter-nazionali, le altre minoranze linguisticheoggi giuridicamente non esistono. Talericonoscimento giuridico, previsto dallapresente legge, costituisce indubbiamenteun importante passo avanti per realizzarela pari dignita e la tutela del patrimonioculturale e linguistico di tali minoranze.Esprimo particolare soddisfazione per

l’estensione delle misure di tutela allaminoranza germanofona della val Canalein Friuli-Venezia Giulia, rimasta finorasenza la pur minima tutela. La presenteproposta di legge contiene bensı una seriedi misure di tutela, ma non posso nonrilevare che il testo votato dalla Commis-sione in piu parti e stato modificato inpeggio, per non dire stravolto, dall’Assem-blea (mi riferisco in particolare all’inse-gnamento scolastico, nonche all’uso dellalingua nel processo civile). Inoltre, l’ina-deguata copertura finanziaria e i palettiper l’esercizio dei diritti delle minoranze,introdotti ex novo dall’Assemblea, destanoserie preoccupazioni in merito alla praticaapplicabilita della presente legge.Ci amareggia altresı che non si sia

giunti a riconoscere effetti giuridici ancheagli atti amministrativi redatti nella linguadella minoranza, con il che si vanifica inbuona sostanza il diritto di uso, anchescritto, della lingua appena introdottodalla normativa in esame. Lo stesso di-casi...

PRESIDENTE. Il suo tempo e esaurito,onorevole Zeller.

KARL ZELLER. Concludo, signor Pre-sidente. Lo stesso dicasi per l’obbligato-rieta della toponomastica, emendamentorespinto nonostante il parere favorevoledella Commissione.Per i motivi esposti, nonostante le

nostre forti perplessita poc’anzi rilevate,annuncio il voto favorevole della Südtiro-ler Volkspartei, auspicando che il Senatomigliori il testo oggi all’esame.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole DiBisceglie. Ne ha facolta.

ANTONIO DI BISCEGLIE. Signor Pre-sidente, onorevoli colleghi, credo di espri-mere a nome del gruppo dei democraticidi sinistra un voto favorevole per il buonlavoro che e stato fatto, buon lavoro ditutela delle minoranze linguistiche e sto-riche nel nostro paese. Lo dico perche vie stato un esame molto lungo e appro-fondito in sede di Commissione e diComitato ristretto. Credo che si sia giuntiad un risultato che rappresenta non unpasticcio bensı un equilibrio molto impor-tante – a me pare –, molto interessantee che, soprattutto, puo permettere a noitutti di fruire della grande ricchezzarappresentata dalle minoranze linguistichestoriche del nostro paese.Con questo atto credo che non ci

limitiamo a dare seguito all’articolo 6della Costituzione. E qui mi si permetta didire che, se i costituenti avevano pensatodi inserire in quel testo l’articolo 6, eperche erano ben consapevoli che nelnostro paese vi e una realta costituita datante minoranze linguistiche, presenti inogni regione, ed avevano colto con grandeintelligenza, e certamente anche con an-ticipo, quale risorsa quelle minoranzeavrebbero potuto rappresentare nel mododi essere del nostro paese. Dicevo, dun-que, che non soltanto diamo attuazioneall’articolo 6 della Costituzione, ma cimettiamo in sintonia con l’Europa, conquelle espressioni delle istituzioni europeeche hanno gia dato sanzione all’esigenzadi tutela delle minoranze linguistiche estoriche.

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Penso, d’altra parte, che l’equilibrio dicui ho parlato all’inizio si sia raggiuntoperche sia compreso che l’identita nazio-nale non viene ad essere scalfita dallavalorizzazione delle minoranze linguisti-che, ma anzi ne viene ad essere arricchita,ne viene ad essere esaltata. Lo vogliosottolineare perche si tratta, in realta, diuna crescita civile e culturale complessivae di un arricchimento intrinseco perquanto riguarda questi aspetti.Vorrei, poi, permettermi di ricordare

una cosa che molto spesso glottologi,linguisti e pedagoghi ci ricordano: quandopiu bambini parlano piu lingue, questoaiuta ad arricchire ed e anche propedeu-tico all’apprendimento di ulteriori lingue.Se in una scuola elementare un bambinoche parla la lingua ufficiale, che quisanzioniamo essere l’italiano, sente par-lare anche il friulano o il sardo, cio puoaiutare, successivamente, anche ad impa-rare meglio l’inglese. Lo sottolineo proprioperche si tratta di un elemento che facomprendere come ci troviamo di frontead un provvedimento che puo rappresen-tare anche un ulteriore livello di crescitae di civilta del nostro paese.In conclusione, credo che se Pier Paolo

Pasolini si esprimeva, per sottolineare unelemento della sua identita, in friulano evoleva ricordare alcuni elementi del suoterritorio, e perche anch’egli riteneva chequello fosse un modo di relazionarsi e dinon disperdere le radici, ma di farlefruttificare all’interno di quella che puoessere l’identita nazionale.Da queste motivazioni, il voto favore-

vole del gruppo dei democratici di sinistraal provvedimento in discussione (Applausidei deputati del gruppo dei democratici disinistra-l’Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Mo-linari. Ne ha facolta.

GIUSEPPE MOLINARI. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, desidero espri-mere, a nome del gruppo dei popolari edemocratici, voto favorevole in merito allenorme di tutela delle minoranze linguisti-

che. Le motivazioni di questa decisionesono da ricercare nella cultura che con-traddistingue il nostro paese e sono san-cite nella nostra Costituzione. Riteniamoche tra i diritti inviolabili della personaumana vi sia quello della salvaguardiadella propria identita culturale, la quale sipuo esprimere nei modi e nelle occasionipiu diverse, nell’ambito della quotidianita.La decisione che il Parlamento si ap-

presta ad adottare e opportuna e neces-saria, dato che il problema e gia statoaffrontato da molte regioni nelle quali vie presenza di minoranze linguistiche. E ilcaso della Basilicata, della Calabria, dellaLiguria, dell’Emilia, del Friuli, della Lom-bardia e del Veneto.Uno dei diritti dei quali si e parlato

molto nell’ambito della discussione inAssemblea e quello di approfondire du-rante il percorso scolastico la conoscenzadella propria lingua, della propria culturae della propria storia, fermo restando ilprincipio della unitarieta della formazionescolastica ed il riconoscimento dell’ita-liano come lingua ufficiale dello Stato.Non si tratta di concessioni benevole daparte del Parlamento, ma di riconoscere aqueste culture una dignita intrinseca, cheha contribuito alla crescita e allo sviluppoculturale e sociale del nostro paese.La conclusione del mio gruppo e quella

di esprimere quindi voto favorevole neiconfronti del provvedimento in oggetto edi auspicare, dopo questo serio lavorosvolto dal Comitato dei nove, dal relatoreMaselli e dalla presidente Jervolino, lapiena attuazione della legge, che risultanella sua stesura essere civile e indispen-sabile in una democrazia avanzata comequella del nostro paese (Applausi deideputati del gruppo dei popolari e demo-cratici-l’Ulivo).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleCrema. Ne ha facolta.

GIOVANNI CREMA. Il mio interventosara molto breve, signor Presidente,perche a nome dei parlamentari socialistiin discussione generale abbiamo illustrato

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le motivazioni per le quali sosteniamopienamente questo provvedimento. Anzi,amo ricordare che siamo sottoscrittoridella proposta di legge del collega Massa,che insieme abbiamo elaborato e chesostanzialmente vediamo oggi recepitadall’Assemblea.Siamo anche onorati di aver rinnovato

in quest’aula l’impegno di alto livelloculturale del collega onorevole Fortuna edel collega Labriola, che sono stati, nellelegislature scorse, il primo relatore nellaCommissione affari costituzionali e il se-condo relatore in Assemblea, in occasionedell’approvazione del testo che allora fulicenziato. Ma amo ricordare in questaoccasione anche il collega onorevole Arfe,che giustamente viene ritenuto l’ispiratoree il padre della Carta europea delleminoranze etnico-linguistiche.Quindi, il voto dei socialisti democra-

tici italiani e pienamente di approvazionedell’operato della Commissione, del rela-tore e del presidente. Il nostro quindi saraun voto favorevole, auspicando che ilSenato, in tempi celeri, abbia la volonta diapprovare – ci auguriamo, nel testo li-cenziato dalla Camera – questa legge(Applausi dei deputati del gruppo misto-socialisti italiani).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Nic-colini. Ne ha facolta.

GUALBERTO NICCOLINI. Ci sono cin-quant’anni di attesa – e stato sottolineatopiu volte – tra l’articolo scritto nellaCostituzione ed il primo provvedimentopreso da questo Parlamento per la suaattuazione. Colleghi, mi accorgo che tantiavvenimenti, tanti istituti sono rimastifermi per cinquant’anni. Questo e uno diquelli, ma mi preme ricordare, visto cheparliamo di minoranze, che un’altra mi-noranza ha atteso per cinquant’anni unaparola di giustizia. Una minoranza cac-ciata dalla sua terra, buttata nelle foibe, eignorata, dimenticata, trascurata e anzisbeffeggiata per cinquant’anni. Evidente-mente, cinquant’anni sono un tempo ne-cessario per questo paese per maturare

qualche decisione importante, per attuareuna Carta che e vecchia e che perovediamo ancora inattuata in molte sueparti.C’e un altro fatto che mi fa pensare.

Ho sentito preoccupazioni opposte a pro-posito di questa legge: c’e chi la vedetroppo larga, chi troppo stretta; c’e chi sipreoccupa per il lavoro svolto in Com-missione e chi invece comincia ad accet-tare questo testo di legge proprio grazie allavoro svolto in Commissione. Forse, que-sto e un buon segnale, perche quando siincrociano opinioni cosı diversificate suun punto focale, forse siamo vicini a unequilibrio. Anche il collega Di Bisceglieparlava di equilibrio. Io pero temo che siaun equilibrio pasticciato o forse un pa-sticcio equilibrato, perche questa propostadi legge, che partiva con un concettomolto serio di tutela delle minoranzestorico-linguistiche, poi e andata un po’oltre, secondo il mio punto di vista.Infatti, a quelle che sono le minoranzelinguistiche inserite nel territorio italianoda cento, duecento, cinquecento, seicentoanni viene attribuita una considerazione,un fattore diverso rispetto alle varie com-ponenti di un unico popolo italiano, chevanno dal friulano al sardo, al siciliano, allombardo, al piemontese, al veneto, chenon sono popolazioni giunte da un’altracultura, da un’altra razza, da un’altrareligione, ma popolazioni che, nella diver-sita delle tradizioni locali, fanno partecomunque di un unico grande paese, chee l’Italia.Mi domando se questa legge sia nata

per favorire l’unita del paese o se, piut-tosto, non possa diventare uno strumentoper spaccarlo ancora di piu. Pensiamo aquello che pulsa (anche legittimamente,non lo si puo negare) in alcune situazioni.Allora, quando sento che per tutelare ilveneto dobbiamo consentire di utilizzareil veneto nel consiglio regionale o che pertutelare il friulano dobbiamo consentirel’utilizzo del friulano in un consigliocomunale, mi sembra che ci troviamo difronte ad esigenze diverse da una disci-plina di tutela che possa interessare lacultura, le biblioteche o gli insegnamenti

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anche scolastici. Ecco cosa mi preoccupadi questo pasticcio forse equilibrato o diquesto equilibrio forse pasticciato.Sarebbe stato molto difficile accettare

questo progetto di legge nella sua stesuraoriginaria. Il lavoro svolto in Commis-sione, la sensibilita dimostrata dal rela-tore, dalla presidente e dallo stesso rap-presentante del Governo ci hanno consen-tito di smussare almeno in parte gli angoli« duri », che una parte di noi avevatrovato nel testo. Partire dalla definizionecon cui si sancisce che la lingua ufficialedi questa Repubblica e l’italiano secondome e stato un caposaldo, un punto fermoche mancava anch’esso da cinquant’anni.La legge affronta grandi principi, ma in

alcuni casi fornisce risposte che ritengoinadeguate o addirittura pericolose. Nonvoglio votare contro, perche non sono cosıottuso da non capire che esistono diritti dicerte minoranze che vanno comunquetutelati. Forse non sono cosı progressistada capire che per tutelare queste mino-ranze si debba arrivare ad inserire unbilinguismo in zone nelle quali esso nonpuo essere accettato. In questo equilibriofra mancanza di ottusita e non eccessivo« progresso », annuncio – probabilmenteanche a nome del gruppo di forza Italia(o di gran parte di esso) – l’astensione insede di votazione finale sul provvedi-mento.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleSbarbati. Ne ha facolta.

LUCIANA SBARBATI. Signor Presi-dente, rispondere oggi al dettato dell’ar-ticolo 6 della Costituzione credo sia statoun dovere per questo Parlamento, anchese assolto in un tempo troppo lungo.Credo pero che questa legge, anche senata da principi e da intenti nobili, nonrappresenti oggi (per come e costruita eper come puo essere interpretata ed at-tuata) la risoluzione dei problemi comun-que insiti nell’articolo 6.Non credo sia il caso di scomodare la

letteratura italiana o la storia di questopaese, Dante o Manzoni, per ricordare che

il comune idioma, il comune sentire e lacomune cultura devono essere il primooggetto di tutela da parte di un Parla-mento nazionale. Questa legge non va aldi la dei principi di tutela che doverosa-mente occorreva riarticolare nella disci-plina di attuazione (perche nell’articolo 6della nostra Costituzione sono principigenerali), ma puo essere interpretata inmaniera diversa: soprattutto, per divideree non per unire.Abbiamo assistito ad un dibattito

molto particolare, nel quale si e fattaconfusione fra le minoranze linguistichestoricamente presenti nel nostro paese,con la loro cultura e la loro lingua, ed idialetti regionali: in questa discussionealcune lingue regionali hanno finito perrappresentare – dal punto di vista storicoe culturale – il segno di riconoscimento diminoranze linguistiche.Non credo vi sia stato un approfondi-

mento tale da consentire di arrivare ad untesto equilibrato. Forse e equilibrato sottoil profilo giuridico o delle parti che locompongono.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTELORENZO ACQUARONE (ore 13,23)

LUCIANA SBARBATI. Certamente neiconfronti del problema principale, cioequello di preservare, mantenere, difenderee tutelare l’identita e l’unita del paese,non mi sembra un testo equilibrato.Aggiungo che non era assolutamente

necessaria la parte relativa alla scuola:con decreti del ministro si introducel’insegnamento della lingua delle mino-ranze linguistiche nella scuola pubblica oprivata. Tale soluzione si sarebbe potutaraggiungere anche attraverso l’autonomia,che gia esiste.Mentre non riusciamo ancora ad in-

trodurre nella nostra scuola dell’obbligol’insegnamento di una seconda lingua co-munitaria, sia essa il francese, l’inglese oil tedesco...

PIETRO MITOLO. Brava !

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LUCIANA SBARBATI. ...approviamoun provvedimento che stanzia 10 milamilioni di lire per introdurre l’insegna-mento delle lingue delle cosiddette mino-ranze linguistiche. E se poi percepiamo ilsenso di quello che stiamo approvando,dovremmo chiederci, tra i compromessiche ci sono in questo testo, quali oppor-tunita avremo di crescita culturale e direcupero delle radici. Temo che si trat-tera, come qualcuno ha detto, di rivendi-cazioni particolari all’interno del contestogenerale, che dobbiamo preservare.Dietro le nostre spalle ci sono anni e

secoli di lotta unitaria, ci sono secoli diletteratura che hanno portato il paese aduna lingua comune, che non e tutelata(Applausi del deputato Mitolo). Mi chiedo– e non a livello semplicemente provoca-torio – perche non si tenti di tutelare oggii milioni di analfabeti o di analfabeti diritorno che partecipano nel nostro paeseai concorsi pubblici e che incidono anchesul linguaggio radiotelevisivo. Perche nontutelare la lingua italiana, facendo inmodo che essa venga studiata adeguata-mente, approfondita ed arricchita anchemediante gli idiomi locali, siano essi lin-guaggi, dialettali, regionali o delle mino-ranze linguistiche ?Da sempre la storia delle letterature

dei popoli e dei paesi ha trovato terrenofertile nei linguaggi delle minoranze eperfino nei dialetti per costruire ed in-nervare la lingua letteraria del paese concostrutti ed idiomi nuovi che arricchi-scono la lingua nazionale (Applausi dideputati del gruppo di alleanza nazionale).Non vedo dunque la ragione di una

legge di questo tenore, che e costosa ecertamente non creera percorsi seri se-condo le intenzioni del legislatore (chepensava a norme di tutela delle mino-ranze linguistiche in applicazione dell’ar-ticolo 6 della Costituzione), ma piuttostoagevolera operazioni di basso profilo perportare avanti il discorso secessionista,che io assolutamente non condivido. Perqueste ragioni esprimero un voto contra-rio (Applausi dei deputati Mitolo e Giova-nardi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevoleBoato. Ne ha facolta.

MARCO BOATO. Signor Presidente,rappresentanti del Governo, colleghi, findall’ingresso in Parlamento nella X legi-slatura i verdi hanno fatto della tuteladelle minoranze linguistiche un tema fon-damentale della loro iniziativa.Oggi sono al nostro esame sette pro-

poste di legge unificate, ma il testo baseche la Commissione ha adottato e quellopresentato dagli onorevoli Corleone, Boatoe Ruffino che, ovviamente, non era pro-prieta culturale dei verdi, ma rappresen-tava il risultato del lavoro comune fattonella precedente legislatura dalla I Com-missione affari costituzionali.Che vi sia la necessita di dare final-

mente attuazione, dopo cinquant’anni, al-l’articolo 6 della Costituzione forse edimostrato da due interventi, uno dell’op-posizione e uno della maggioranza. Miriferisco a quelli dei colleghi Giovanardi eSbarbati.Le cose che sono state dette sono,

francamente, inaccettabili, dall’una e del-l’altra parte, e credo che facciano capireperche ci sia voluto mezzo secolo di storia– siamo nel cinquantenario della Costi-tuzione – per arrivare, mi auguro final-mente, all’attuazione di uno dei principifondamentali della nostra Carta costitu-zionale, quello contenuto nell’articolo 6.I costituenti del 1946-1947 hanno

messo questo articolo addirittura nellaparte precedente la prima parte dellaCostituzione, ossia tra i principi fonda-mentali. In esso si dice: « La Repubblicatutela con apposite norme le minoranzelinguistiche ».Collega Mitolo, collega Migliori, questo

articolo 6 viene immediatamente dopol’articolo 5 che afferma che la Repubblicae « una e indivisibile riconosce e pro-muove le autonomie locali ».Gia i padri costituenti non hanno mai

visto la tutela delle minoranze linguistichee la ricchezza del patrimonio linguisticopluralistico del nostro paese in contrap-posizione con l’unita e l’indivisibilita della

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Repubblica. Gia i padri costituenti hannomesso in capo, non allo Stato, ma allaRepubblica, il compito di promuovere, ditutelare con apposite norme le minoranzelinguistiche, e cioe sia allo Stato centrale,e per esso al Governo, sia a tutto ilsistema delle autonomie regionali e locali,e direi di piu, in forza del principio disussidiarieta, anche in relazione alle for-mazioni sociali che sono previste e rico-nosciute nell’articolo 2 della Costituzione.Questa legge ha avuto un iter trava-

gliato, ma se ancora oggi, nel 1998,abbiamo dovuto sentire in quest’aula af-fermazioni, non di riserva critica che sonosempre legittime, ma di contrapposizioneradicale e frontale, allora ci rendiamoconto del perche ci siano volute purtropposei legislature per arrivare a questo risul-tato.Bisogna superare forti resistenze cul-

turali ed anche ideologiche; bisogna evi-tare allarmismi anche rispetto all’opinionepubblica. Ricordo purtroppo (e mi di-spiace di parlare di una persona che nonc’e piu) che da senatore della X legisla-tura, quando venne approvata anche al-lora da parte della Camera dei deputati lalegge-quadro sulle minoranze linguistiche,l’allora Presidente del Senato Spadolini,innesco una campagna allarmistica sugliorgani di informazione, che impedı difatto al Senato di arrivare, gia in quellalegislatura, al varo di questa legge.Alcuni toni di questo tipo li abbiamo

riascoltati; mi auguro che non si ripetaquanto e accaduto con la cosiddetta leggeSimeone-Saraceni nel campo della giusti-zia e delle carceri, ossia che dopo che ilParlamento ha votato a stragrande mag-gioranza una legge di civilta giuridica poisi cerca, attraverso i mezzi di comunica-zione di massa, di conculcare quella chee una scelta fondamentale di civilta delParlamento, cosı come lo e quella che noistiamo per fare.Mi auguro che il Governo, le regioni, il

sistema delle autonomie, si predisponganoda subito, perche quando questa leggeentrera in vigore si sia preparati, starei

per dire, alla copertura amministrativa,ma anche alla copertura culturale diquesta legge.Dovra essere predisposta una serie di

strumenti a livello centrale, ma ancheun’altra serie di strumenti a livello delleautonomie affinche cio che sta scrittonelle norme giuridiche non rimanga let-tera morta.Vorrei qui ringraziare il collega Cor-

leone, che oggi fa parte del Governo, chenella scorsa legislatura e stato relatore epromotore di questa legge; vorrei ancheringraziare il relatore Maselli, il presi-dente della I Commissione affari costitu-zionali Rosa Jervolino Russo e il rappre-sentante del Governo professor Zoppi, cheha seguito sistematicamente questo lavoroe che ci permette oggi di far giungere inporto questo provvedimento, in questaprima tappa, con una larga convergenzaparlamentare. Mi auguro anche che icolleghi che hanno espresso o esprime-ranno ancora delle riserve critiche sap-piano riconoscere, come qualcuno ha giafatto, che comunque il risultato che ab-biamo ottenuto e di portata storica per ilnostro paese.In base a tali considerazioni i verdi

voteranno a favore del provvedimento(Applausi dei deputati del gruppo misto-verdi-l’Ulivo).

PRESIDENTE. Poiche alla Presidenzasono pervenute numerose richieste di in-formazione circa l’andamento dei nostrilavori, comunico che allo stato vi sonoancora cinque colleghi che hanno chiestodi parlare per dichiarazione di voto.Preciso pero che, con l’eccezione dell’ono-revole Brunetti, gli altri quattro colleghiparleranno a titolo personale, e quindiavranno il limite di due minuti.Ha chiesto di parlare per dichiarazione

di voto, a titolo personale, l’onorevoleMigliori. Ne ha facolta.

RICCARDO MIGLIORI. Signor Presi-dente, onorevoli colleghi, parlo a nome delgruppo di alleanza nazionale, anche se atitolo personale sotto il profilo dell’utilizzodel tempo. Il nostro gruppo non ha alcun

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tipo di pregiudiziale circa l’applicazionedell’articolo 6 della Costituzione, gia lar-gamente nello spirito presente in molteregioni del paese, il quale da sempre, adifferenza di altri, tutela sul serio leminoranze linguistiche. La proposta dilegge presentata dal collega Aloi era ladimostrazione migliore del fatto che daparte del nostro gruppo non vi e alcuntipo di pregiudiziale per quanto attiene latutela di minoranze che arricchiscono ilquadro complessivo della cultura e dellatradizione del nostro paese.Noi esprimiamo un giudizio positivo

sul lavoro svolto in Commissione. Appa-riva difficile fare in modo che il provve-dimento potesse uscire dalle secche, nellequali sembrava in qualche misura dovessefinire, stante, da un lato, l’artificiosita delnazionalismo padano di cui e stata arte-fice la lega su tanti aspetti del provvedi-mento, dall’altro, un rivendicazionismovittimistico di molte minoranze – non acaso ho sentito il collega Zeller ribadirlo– che ha influito sul dibattito, nonche unvelleitarismo da legge-manifesto, che inalcuni passaggi del lavoro della Commis-sione e emerso.Nonostante questo, debbo dire che

abbiamo raggiunto risultati positivi. Miriferisco al fatto che sia presente nelprovvedimento il principio secondo ilquale la lingua ufficiale e quella italiana.Inoltre, abbiamo pulito il testo da moltivelleitarismi. E un risultato importante,ma non sufficiente. Rimangono nicchie diincomunicabilita nel provvedimento perquel che riguarda la giustizia, i consiglicomunali, provinciali e regionali, gliaspetti dei toponimi e quelli relativi alruolo che svolge la provincia per quantoattiene agli aspetti operativi del provvedi-mento.Siamo convinti che tale testo possa

essere migliorato al Senato e speriamoche cio avvenga, cosı come auspichiamovenga depurato da alcune disposizionicontenute nel provvedimento, che piu chetutelare i diritti delle minoranze, tendonoad istituire dei veri e propri privilegicontro i diritti della maggioranza delpaese. Vi e un nazionalismo delle mino-

ranze che molte volte ha rappresentatouno strumento per attaccare l’identitanazionale e culturale del paese.Per questo motivo essenziale il gruppo

di alleanza nazionale votera contro ilprovvedimento, auspicando che nel pro-sieguo dell’iter nell’altro ramo del Parla-mento e successivamente in questo sicreino le condizioni per esprimere un votodiverso (Applausi dei deputati del gruppo dialleanza nazionale).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto l’onorevole Bru-netti. Ne ha facolta.

MARIO BRUNETTI. Signor Presidente,credo di aver illustrato nella discussionegenerale anche con personali accenti emo-tivi le ragioni storiche, culturali e didemocrazia che portano il gruppo dirifondazione comunista a sostenere conforza questa proposta di legge, che nonsolo rappresenta uno strumento giuridicodi attuazione dell’articolo 6 della Costitu-zione, ma che segna anche un punto dicivilta allineando, con il riconoscimentodelle minoranze di antico insediamento, ilnostro paese a quelli democratici ed alledirettive europee.Non mi soffermero oltre, quindi, sulle

ragioni che sono gia state largamenteesposte. Cogliero, invece, l’occasione of-ferta da questa dichiarazione di voto persvolgere qualche considerazione. Devodire che quello che si e svolto e stato undibattito proficuo e sereno, caratterizzatoanche da una forte collaborazione volta alperseguimento di un obiettivo cosı impor-tante.Al di la della dichiarazione della col-

lega Sbarbati, che ripropone, a conclu-sione del dibattito, un antico ragiona-mento che non ho mai capito e che inogni caso ho sempre considerato in con-traddizione con il fatto di richiamarsi allasua tradizione repubblicana, ebbene, al dila di questo orientamento, che e piu chealtro ideologico, devo dire che vi sonostate due voci stonate nel nostro dibattito:quella dell’onorevole Tassone e quelladell’onorevole Giovanardi. Essi hanno ri-

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tenuto non di partire dalla legge, daquello che essa prevede per portare il lorocontributo di arricchimento o magari dicontestazione, ma argomentazioni inven-tate per essere contro a prescindere.

MARIO TASSONE. Ma l’articolo 9 loha meditato o e solo un fatto strumen-tale ?

PRESIDENTE. Onorevole Tassone, nonsi faccia richiamare all’ordine !

MARIO BRUNETTI. Collega Tassone,lei sa che dico le cose che sento e la veritasempre; in ogni caso non ho nessunavolonta di contrappormi ad alcuno sulterreno culturale, che apprezzo quandoesso e improntato da onesta intellettuale.Mi sarei confrontato con lei quindi seavesse portato argomenti per contestarenel merito le questioni poste dalla legge,non l’invenzione di argomenti per dimo-strare il nulla.

MARIO TASSONE. Non mi ha ascol-tato: segue la sua logica o la sua presun-zione, e distratto !

MARIO BRUNETTI. La invito dunquea leggersi la legge, perche ne lei neGiovanardi la avete letta: questo e ilproblema ed il motivo per cui aveteassunto un atteggiamento preconcetto.Potrei davvero contestare punto per

punto le argomentazioni che avete portatoper dire che non hanno consistenza, nesul terreno della differenziazione tra lin-gua e dialetto ne sulla necessita di portareun’interprete negli uffici giudiziari, ne sututto il resto. Non c’e nulla di argomen-tabile perche sono ragionamenti al difuori del contesto della legge.Ci sono condizioni e limiti precisi entro

i quali si iscrivono alcuni temi posti dallalegge.

CARLO GIOVANARDI. Spiegali !

MARIO BRUNETTI. Al di la di cio,vorrei replicare a qualche affermazioneche ho avvertito come mistificatoria nelcorso del dibattito e che dimostra quanto

sia ancora lungo il cammino da fare perliberarci da certe posizioni culturali chedavvero ignorano la storia e che sonodure a morire.Esse mi convincono ancora di piu

dell’importanza del segnale positivo che sida con l’approvazione di questa propostadi legge nel momento in cui essa rimuove– in una prospettiva pluralista e demo-cratica della societa – gli ostacoli chehanno finora impedito di dare una rispo-sta reale ad un problema di democraziadel nostro paese.E stato davvero stupefacente sentire in

quest’aula volgarmente mistificati ed a finipropagandistici i termini scientifici, sto-rici, politici della questione delle mino-ranze, che sono stati in qualche modobanalizzati ad una pura e volgare visionemunicipalistica del problema.Presumo che la legge non sia stata

neppure sfogliata da parte vostra. Con lanormativa cui il Parlamento sta dandovita non si pensa di imporre l’insegna-mento dei dialetti d’Italia, ma si prefiggedi tutelare le culture minoritarie di anticoinsediamento: ripetiamolo ancora unavolta. Gaetano Arfe ricordava in suoarticolo che i bretoni dicono amaramente,che una lingua si distingue da un dialettoper il fatto di avere un’armata alle spalle.Vorrei dire che l’armata delle lingue

che vogliamo tutelare e la storia, la lorocultura, il loro essere parte importante diquesta societa e dunque la loro difesa euna difesa della democrazia. Ma la di-stinzione tra lingua e dialetto e stataampiamente precisata e documentata dagiuristi illustri, da glottologi di lungaesperienza, da sociologi e da antropologiillustri. Dentro la rivendicazione dellapropria identita culturale nelle minoranze– dicono – c’e un alto potenziale diresistenza alla barbarica standarizzazioneed all’omologazione al pensiero unicodelle leggi economiche della modernizza-zione, alla colonizzazione culturale cheannulla la democrazia.Questo e il problema su cui non ci

siamo confrontati e che non abbiamoapprofondito. Percio la legge che stiamoapprovando contiene un forte segnale

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positivo perche pone un problema didemocrazia e sottolinea la possibilita dicostruire una convivenza pluralista inmaniera pacifica e tollerante ed ancheperche sottolinea la necessita che unpatrimonio ricchissimo di lingua e dicultura, fatto di gente in carne e ossa, chee parte integrante della storia e dellacultura d’Italia, non puo essere affidato aimusei.Discutiamo dunque serenamente, e

continuiamo a farlo nel futuro, per mi-gliorare la legge. Intanto facciamo entrarein vigore uno strumento giuridico che diariferimenti ai principi contenuti nella Co-stituzione italiana per dare una rispostaad un problema reale. Cerchiamo anchedi superare il provincialismo e la miopiapolitica che ancora una volta e emersaanche qui dentro, distorcendo il dibattito.L’angoscia che ho visto cogliere qualcunodi fronte al tema delle minoranze lingui-stiche, brandendo lo spauracchio dellapolverizzazione dello Stato, e davverofuori luogo. La crisi dei valori fondantidell’unita nazionale e dovuta a ben altroed investe il mancato superamento deigravi squilibri tra il nord e il sud, ancheperche si e rinunciato ad affrontare se-riamente la questione meridionale, comegrande questione nazionale e democratica.Sicuramente all’interno delle mino-

ranze si registrano sintomi di insoffe-renza, ma solo perche, fino a questomomento, non si e stati capaci di darerisposta alla loro legittima rivendicazionedi riconoscimento culturale, al riconosci-mento di una loro identita. La rispostaarriva ora con questo provvedimento, cheaccolgo con grande enfasi.Questa legge costituisce, infatti, una

riparazione storica verso le minoranzelinguistiche di antico insediamento cheattendono, da troppi anni una legge checonsenta l’attuazione dell’articolo 6 dellaCostituzione italiana; una legge che, aimiei occhi di parlamentare convinto cheanche nel modo in cui si difendono leminoranze linguistiche si misuri il gradodi democraticita di una nazione; cheall’interno di una visione gramsciana deiprocessi in atto, riconosce come valore

questa unita; consentitemi, una legge, in-fine, che come oriundo di quell’orgogliosopopolo arbëresh che vive organicamentenel nostro paese dal XV secolo traman-dando cultura, storia e tradizioni e che hasognato e si e battuto per l’unita d’Italia,di salutare con entusiasmo questo prov-vedimento (Applausi dei deputati delgruppo di rifondazione comunista-progres-sisti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Lembo. Ne ha facolta.

ALBERTO LEMBO. Se questa e lalegge che consente l’applicazione dell’ar-ticolo 6 della Costituzione italiana, nonsappiamo cosa farcene, ne di questa leggene della Costituzione della repubblicaitaliana ! Il problema infatti non e statoaffrontato. Se si vuole ridurre, comeosservava il collega Brunetti, il problemaa fenomeni di municipalismo a piccoligruppi, vorrei ricordare che la linguaveneta veniva parlata da popolazioni in-sediate in quelle terre gia in epoca pre-romana. Quanto poi al numero dellepersone che si esprimono in questa lingua,e quello piu alto su tutto il territorioitaliano; come percentuale sul territorio,rappresenta la maggioranza assoluta. Sequesta e la risposta che viene data aiveneti e alla loro lingua dallo Statoitaliano, da questo Governo di ignorantiperche non arriva nemmeno...

PRESIDENTE. Onorevole Lembo !

ANTONIO SODA. Somarone !

ALBERTO LEMBO. Parlavo di igno-ranza nel senso di non conoscenza ! Pre-sidente, lei certamente conosce molti testiletterari veneti che qualche componentedel Governo probabilmente non conosce.Se questa e la risposta che viene data

(e viene data anche attraverso il voto dicoloro i quali mi permetto di definireveneti rinnegati), se io votassi questa leggeo se dessi un voto anche soltanto diastensione, non so con quale faccia potreitornare nel Veneto.

Atti Parlamentari — 76 — Camera dei Deputati

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Non sono quindi intervenuto a titolopersonale, signor Presidente poiche, inaperto dissenso con la dichiarazione divoto svolta dal collega Fontan, voterocontro questa proposta di legge per potertornare a testa alta nel Veneto (Applausidi deputati del gruppo della lega nord perl’indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Vascon (Commenti). Neha facolta.

LUIGINO VASCON. Sono orgoglioso efiero di essere veneto, caro collega ! Losono talmente tanto che a Roma mihanno cambiato anche il cognome, hannotentato di « colonizzarmi » !In ogni caso, Presidente, a prescindere

dalle reazioni dei colleghi che mostranomolta tolleranza nei confronti degli altrirappresentanti del Parlamento, di fattoanch’io come il collega Lembo voterocontro questa proposta di legge. Mi espri-mero in tal senso perche non voglio esserecompartecipe del « funerale » di una lin-gua viva com’e quella del Veneto ! Questomio accorato appello lo rivolgo proprio aquei rinnegati veneti che, quando vanno afare i comizi parlano in lingua veneta perportare a casa il consenso elettorale, e,poi, in quest’aula rinnegano la minimarichiesta di riconoscimento del popoloveneto ! Vengono dimenticati cosı 1.200anni di storia e tutte le basi culturali eartistiche del Veneto ! Si pensi addirittura– non so se lor signori se lo ricordano –a Goldoni, che ha fatto « qualcosina », maprobabilmente cio non e di loro interesse;a loro interessano altre cose, altre formeculturali !Ribadisco in conclusione che anch’io,

come il collega Lembo, votero in manierafermamente contraria a questa propostadi legge e lo faro proprio per tornare acasa a testa alta !

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Rodeghiero. Ne ha fa-colta.

FLAVIO RODEGHIERO. Presidente,vorrei chiedere all’Assemblea un minutodi silenzio per quelle lingue che in questicinquant’anni, per un atteggiamento do-loso e colposo di questa Repubblica chenon ha applicato l’articolo 6 della Costi-tuzione, sono morte o in questo momentosi trovano in agonia: penso alla lingua deicimbri che viene parlata in tredici comuniveronesi, in sette comuni vicentini, nell’al-topiano del Cansiglio e nel Bellunese !La nostra Costituzione in verita e

potenzialmente liberale, ma tutela solo inteoria il particolare perche, certo, unademocrazia debole non puo tollerare ilparticolare !Sottolineo che con questa proposta di

legge hanno ottenuto un riconoscimentosolo le minoranze sostenute politicamente,magari a livello internazionale. Non di-mentichiamo, poi, che la maggioranzadelle minoranze non riconosciute e rico-nosciute oggi solo in parte e con i limitidi questa legge, sono rappresentate dacomunita che si trovano in montagna; inquella montagna negletta per tantissimianni dalla politica italiana, che si eritrovata con una legge (la n. 97 del 1994)parziale, contraddittoria e solo parzial-mente finanziata.Intendo ora fare una precisazione: che

la proposta di legge che ho presentato eche riguarda la protezione delle mino-ranze linguistiche non e condivisa in tuttele sue parti dal mio gruppo. Ho intesocomunque adottare il testo uscito dailavori della precedente Commissione af-fari costituzionali per accelerare l’esame el’approvazione del testo; anche se – comee gia stato detto – in Commissione si sonoespressi gli ostruzionismi della destra,antistorici ed anacronistici, e quelli dellasinistra, striscianti.Ribadisco che siamo in un ritardo

mostruoso rispetto all’Europa, che ha giaprevisto delle somme di milioni di ECUper la protezione delle minoranze lingui-stiche; un ritardo che, per quanto ri-guarda il mio voto favorevole su questalegge, vuole solo inchiodare la responsa-bilita delle istituzioni pubbliche delloStato nell’attuare una reale protezione

Atti Parlamentari — 77 — Camera dei Deputati

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delle minoranze e di cio che, con unacultura particolare, viene espresso, e cioela vita di un popolo spesso ai marginidello sviluppo e della attenzione politica(Applausi di deputati del gruppo della leganord per l’indipendenza della Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Menia. Ne ha facolta.

ROBERTO MENIA. Ci tengo a lasciareagli atti qualche mia considerazione insede di dichiarazioni di voto finali suquesto provvedimento, Presidente.Pur essendo stato presentatore di una

relazione di minoranza, non ho potutopartecipare al dibattito perche le elezionisvoltesi nel Friuli-Venezia Giulia mihanno tenuto lontano dall’aula e quindinon ho potuto presenziare allo svolgi-mento della discussione che ha impegnatol’Assemblea in questi ultimi giorni e set-timane.So anche, perche ho seguito, pur da

lontano, l’evoluzione dei lavori, che altesto originario sono state indubbiamenteapportate delle migliorie migliori – mi siperdoni il bisticcio di parole – ma debbodire che comunque riscontro, anche atesto parzialmente variato, quindi rispettoal testo che verra licenziato da questoramo del Parlamento, gli stessi elementiche avevo denunciato in sede di relazionedi minoranza.Il primo: ho sostenuto, e noi soste-

niamo come gruppo di alleanza nazionale,che un bene fondamentale del nostropopolo, della nostra nazione e l’unitanazionale, il cui principio cardine, o unoalmeno dei principi cardine, sta sicura-mente nell’unita linguistica. Questo prov-vedimento mina l’unita linguistica e fa-cendolo corrompe di fatto l’unita nazio-nale.Secondo: riteniamo che vi siano state

delle scelte...

PRESIDENTE. Onorevole Menia, lapregherei di concludere.

ROBERTO MENIA. ...che sono, cultu-ralmente, storicamente e politicamente

sbagliate. Noi non possiamo promuovereuna minoranza, ammesso che di promo-zione si tratti, cioe i sardi o i friulani chesono, come tanti altri, componenti delpopolo italiano, componenti essenzialidella nazione italiana.Terzo: il fatto di essere minoranza non

puo significare prevedere delle norme diprivilegio a favore di pochi, rispetto aitanti che rappresentano la maggioranza,cioe gli italiani.In conclusione, noi non vogliamo che

l’Italia diventi una torre di Babele. Ilnostro « no » resta, dunque, l’affermazionedi un principio, prima di tutto ideale emorale, che e quello della difesa dell’unitalinguistica, dell’unita nazionale, dell’iden-tita nazionale italiana.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlareper dichiarazione di voto, a titolo perso-nale, l’onorevole Aloi. Ne ha facolta.

FORTUNATO ALOI. Signor Presidente,condivido appieno quanto ora diceva ilcollega Menia e le preoccupazioni del-l’amico, onorevole Migliori. La nostra li-nea e stata certamente di grande coerenzain ordine all’affermazione del valore delprincipio dell’unita nazionale. Pero ioesprimo un voto di astensione riferen-domi, soprattutto, alla realta delle pre-senze etnico-culturali albanesi, grecanichee occitane del Mezzogiorno d’Italia. Que-sta e la sola precisazione che debbo fare,perche sono presentatore di una propostadi legge e perche buona parte delle nostrerichieste sono state recepite.Ritengo, soprattutto, essendo forse pre-

sentatore dell’unica proposta di legge indifesa della lingua italiana, che si sia fattobene a porre all’articolo 1 della legge ladifesa della lingua italiana. Credo chenessuno possa avere il minimo dubbio suquesta mia informazione, anche se lepreoccupazioni restano e voglio riaffer-marle in questa sede. Tuttavia, la tuteladelle presenze antiche che hanno fatto lastoria d’Italia e forse d’Europa e delmondo (mi riferisco alle presenze greca-niche, della Magna Grecia e soprattutto aquella albanese da 500 anni a questa

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Page 310: delle minoranze linguistiche storiche

parte, cosı come a quella occitana nellanostra realta calabrese e meridionale)costituisce un elemento che non puo nonfarmi considerare l’opportunita di far sıche nella salvaguardia della lingua italianasiano compresenti anche queste realta.E questa la mia motivazione, dettata da

un atto di coerenza, in quanto, soprattutto,presentatore di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Sono cosı esaurite ledichiarazioni di voto sul complesso delprovvedimento.

(Coordinamento – A.C. 169)

PRESIDENTE. Prima di passare allavotazione finale, chiedo che la Presidenzasia autorizzata a procedere al coordina-mento formale del testo approvato.Se non vi sono obiezioni, rimane cosı

stabilito.

(Cosı rimane stabilito).

(Votazione finale e approvazione– A.C. 169)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazionefinale.Indıco la votazione nominale finale,

mediante procedimento elettronico, sullaproposta di legge n. 169, di cui si e testeconcluso l’esame.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazioneComunico il risultato della votazione:« Norme in materia di tutela delle

minoranze linguistiche storiche » (169):

Presenti .......................... 330Votanti ........................... 272Astenuti .......................... 58Maggioranza .................. 137Hanno votato sı .... 205Hanno votato no ... 67

(La Camera approva - Vedi votazioni).

Sono pertanto assorbite le proposte dilegge nn. 300, 396, 918, 1867, 2086 e 2973.

Elezione del presidentedi un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunico che il depu-tato Sergio Mattarella ha informato che,in data 16 giugno 1998, l’assemblea delgruppo dei popolari e democratici-l’Ulivolo ha eletto presidente del gruppo stesso.Congratulazioni (Applausi).

Sull’ordine dei lavori e per la rispostaa strumenti del sindacato ispettivo(ore 13,59).

MARIO PEZZOLI. Chiedo di parlaresull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facolta.

MARIO PEZZOLI. Signor Presidente,oggi sulla rassegna stampa che e stataconsegnata a tutti i deputati appare l’in-tervista che Brambilla, marito dell’onore-vole Pivetti, ha rilasciato a il Giornale.Credo che nella giornata di ieri diversesiano state le iniziative politico-parlamen-tari e istituzionali che meritavano l’inse-rimento nella rassegna stampa della Ca-mera dei deputati. Non so a che titolo ilmarito di una parlamentare possa inter-venire giudicando il comportamento deisingoli parlamentari (Applausi) a giustifi-cazione delle clamorose assenze dell’ono-revole Pivetti. Avrei potuto comprendere,ma non giustificare, che a difesa delle sueassenze intervenisse direttamente sullastampa l’onorevole Pivetti; ma che inter-venga il marito dell’onorevole Pivetti afare a 26 anni il censore delle iniziative edei comportamenti parlamentari credoche sia un autogol (Applausi)...

PRESIDENTE. Lei sta dicendo dellecose sulle quali non mi posso esprimere,ma che nulla hanno a che fare conl’ordine dei lavori.

MARIO PEZZOLI. Annuncio la presen-tazione di una mia interrogazione relati-vamente ai comportamenti della Pivetti eagli emolumenti che percepisce pur es-

Atti Parlamentari — 79 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 311: delle minoranze linguistiche storiche

PROPOSTE DI LEGGE: CORLEONE ED ALTRI: NORME INMATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE(169); SCALIA E PROCACCI: NORME IN MATERIA DI TUTELADELLE MINORANZE LINGUISTICHE (300); BRUNETTI E MO-RONI: NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZELINGUISTICHE (396); ALOI: NORME PER LA TUTELA DEL-L’IDENTITA NAZIONALE DELLE MINORANZE ETNICO-LIN-GUISTICHE GRECANICHE ED ALBANESI NELLA REGIONECALABRIA (918); RODEGHIERO ED ALTRI: NORME IN MATE-RIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LINGUISTICHE (1867);MASSA ED ALTRI; NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLEMINORANZE LINGUISTICHE (2086); TERESIO DELFINO:NORME IN MATERIA DI TUTELA DELLE MINORANZE LIN-

GUISTICHE (2973)

(A. C. 169 – sezione 1)

ARTICOLO 2 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 2.

1. In attuazione dell’articolo 6 dellaCostituzione e in armonia con i princıpigenerali stabiliti dagli organismi europei einternazionali, la Repubblica tutela la lin-gua e la cultura delle popolazioni albanesi,catalane, germaniche, greche, slovene ecroate e di quelle parlanti il francese, ilfranco-provenzale, il friulano, il ladino,l’occitano e il sardo.2. La Repubblica adotta, altresı, a fa-

vore delle comunita Rom e Sinti presentisul territorio italiano, misure di particolaretutela adeguate alle loro peculiari caratte-ristiche storico-culturali.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 2 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 2.

Sostituire l’articolo 2 con il seguente:

ART. 2: – 1. Secondo le disposizionidell’articolo 6 della Costituzione e in ap-

plicazione della Carta europea delle lingueregionali o minoritarie sottoscritta dagliStati membri del Consiglio d’Europa aStrasburgo il 5 novembre 1992, la Repub-blica tutela le lingue e le culture minori-tarie secondo l’articolo 1 della Carta diStrasburgo.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione dell’articolo 6 con le seguenti:Secondo le disposizioni degli articoli 3 e 6.

* 2. 61. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Al comma 1 sostituire le parole: In attua-zione dell’articolo 6 con le seguenti: Se-condo il dettato disposto dagli articoli 3 e 6.

* 2. 63. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione con le seguenti: Secondo le dispo-sizioni.

2. 62. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 312: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 1 sostituire le parole: In at-tuazione con le seguenti: Secondo.

2. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1 dopo le parole: dell’articolo6 della Costituzione aggiungere le seguenti:in applicazione della Carta europea dellelingue regionali o minoritarie siglata dagliStati membri del Consiglio d’Europa aStrasburgo il 5 novembre 1992.

2. 3. Migliori, Menia, Cola, Fragala, Selva,Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1 sopprimere le parole: inarmonia con i principi generali stabilitidagli organismi europei e internazionali.

2. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole da: dellepopolazioni albanesi sino alla fine delcomma, con le seguenti: degli idiomi mi-noritari secondo l’articolo 1 della carta diStrasburgo.

2. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1 sostituire le parole da: lalingua e la cultura sino alla fine del commacon le seguenti: con apposite norme leminoranze linguistiche.

2. 14. Fragala.

Al comma 1 sostituire da: e la culturafino alla fine del comma con le seguenti:delle minoranze presenti sul territoriodello Stato.

2. 15. Menia, Selva.

Al comma 1 sopprimere le parole: dellepopolazioni.

2. 5. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole da: dellepopolazioni fino alla fine del comma con leseguenti: delle minoranze presenti sul ter-ritorio dello Stato.

2. 16. Menia, Selva.

Al comma 1, sostituire la parola: popo-lazioni con la seguente: comunita.

2. 6. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, dopo la parola: popolazioniaggiungere la seguente: stanziali.

2. 7. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al primo comma dopo la parola: popo-lazioni aggiungere la seguente: di origine.

2. 65. Boato.

Al comma 1, sostituire le parole da:albanesi fino alla fine del comma, con leseguenti: di origine diversa dall’italiano.

2. 17. Menia, Selva.

Al comma 1, sostituire le parole da: ecroate, fino alla fine del comma, con leseguenti: , croate, francesi, franco-proven-zali, friulane, ladine, occitane e sarde.

2. 11. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, sopprimere le parole da: ilfranco provenzale fino alla fine del comma.

2. 18. Menia, Selva.

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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 313: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 1, dopo la parola: il franco-provenzale aggiungere le seguenti: il pie-montese.

2. 8. Borghezio, Fontan, Cavaliere, Lu-ciano Dussin, Fontanini, Stucchi.

Al comma 1, dopo la parola: il franco-provenzale aggiungere le seguenti: il veneto.

2. 9. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi, Dozzo, Calzavara.

Al comma 1, sopprimere le parole: illadino.

2. 19. Menia, Selva.

Al comma 1, sostituire le parole: l’occi-tano con le seguenti: il provenzale-occitano

2. 64. Teresio Delfino, Niedda.

Al comma 1, sopprimere le parole: e ilsardo.

2. 20. Menia, Selva.

Al comma 1, dopo la parola: sardo ag-giungere le seguenti: e il veneto.

* 2. 12. Giovanardi.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il veneto.

* 2. 47. Menia, Migliori, Cola, Fragala,Nania, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il calabro-lucano.

2. 21. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il crotonese.

2. 22. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il logudorese.

2. 23. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il teatino.

2. 24. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il vicentino.

2. 25. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il belumat.

2. 26. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il campidanese.

2. 27. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il veneziano.

2. 28. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’osco.

2. 29. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il sannita.

2. 30. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 314: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il carnico.

2. 31. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il romagnolo.

2. 32. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il piceno.

2. 33. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il fermano.

2. 34. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il truentino.

2. 35. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’irpino.

2. 36. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il napoletano.

2. 37. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’istro-veneto.

2. 38. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il tergestino.

2. 39. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il marsicano.

2. 40. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il maceratese.

2. 41. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il sublacense.

2. 42. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il fiorentino.

2. 43. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il toscano.

2. 44. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’urbinate.

2. 45. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il piemontese.

2. 46. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 315: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il ciociaro.

2. 48. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il romanesco.

2. 49. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il lucano.

2. 50. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il siciliano.

2. 51. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’abruzzese.

2. 52. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il bergamasco.

2. 53. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il calabrese.

2. 54. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: l’eugubino.

2. 55. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il dalmatico.

2. 56. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il tuderte.

2. 57. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il nussino.

2. 58. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Al comma 1, dopo le parole: il sardoaggiungere le seguenti: il comegliano.

2. 59. Menia, Migliori, Cola, Fragala, Na-nia, Selva, Armaroli.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

1-bis. E obbligatorio lo studio dellalingua latina nelle scuole medie inferiori esuperiori.

2. 60. Menia, Selva.

Sopprimere il comma 2.

*2. 13. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Serra, Nuccio Carrara.

Sopprimere il comma 2.

*2. 70. Fontan, Cavaliere, Luciano Dussin,Fontanini, Stucchi.

(A. C. 169 – sezione 2)

ARTICOLO 3 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-SIONE IDENTICO A QUELLO APPRO-

VATO DAL SENATO

ART. 3.

1. La Repubblica promuove, nei modi enelle forme che saranno di caso in caso

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previsti in apposite convenzioni e perse-guendo condizioni di reciprocita con gliStati esteri, lo sviluppo delle lingue e delleculture di cui all’articolo 2 diffuse al-l’estero, nei casi in cui i cittadini dellerelative comunita abbiano mantenuto esviluppato l’identita socio-culturale e lin-guistica d’origine.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 3 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 3.

Sopprimerlo.

3. 2. Menia, Selva.

Sopprimerlo.

Conseguentemente, premettere al primocomma dell’articolo 21 il seguente:

1. La Repubblica promuove, nei modi enelle forme che saranno di caso in casoprevisti in apposite convenzioni e perse-guendo condizioni di reciprocita con gliStati esteri, lo sviluppo delle lingue e delleculture di cui all’articolo 2 diffuse al-l’estero, nei casi in cui i cittadini dellerelative comunita abbiano mantenuto esviluppato l’identita socio-culturale e lin-guistica d’origine.

3. 8. Boato.

(Testo cosı modificato nel corso della sedu-ta).

Sostituire l’articolo 3 con il seguente:

ART. 3. – 1. La Repubblica promuove, acondizione di reciprocita con gli Statiesteri, lo sviluppo delle lingue e delle cul-ture di cui all’articolo 2 diffuse all’estero,nei casi in cui i cittadini delle relative

comunita abbiano mantenuto e sviluppatol’identita socio-culturale e linguistica d’ori-gine.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Al comma 1 sopprimere le parole da:modi e nelle forme fino a: apposite con-venzioni e.

3. 3. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sopprimere le parole: eperseguendo condizioni di reciprocita congli Stati esteri.

3. 9. Boato.

Al comma 1 sostituire le parole da: per-seguendo condizioni di reciprocita con gliStati esteri, con le seguenti: a condizioni direciprocita con i relativi Stati esteri.

3. 7. Migliori, Menia, Armaroli, Fragala,Cola.

Al comma 1 sostituire le parole: e per-seguendo, con le seguenti: a condizioni.

3. 1. Migliori, Armaroli, Cola, Fragala,Selva, Nuccio Carrara.

Al comma 1 sostituire la parola: perse-guendo con le seguenti: solo ed esclusiva-mente a.

3. 5. Menia.

Al comma 1 sostituire la parola: perse-guendo con la seguente: a.

3. 6. Menia.

Al comma 1 sopprimere le parole da:diffuse all’estero, fino alla fine del comma.

3. 4. Fragala.

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(A. C. 169 – sezione 3)

ARTICOLO 4 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 4.

1. La delimitazione dell’ambito territo-riale in cui si applicano le disposizioni ditutela delle minoranze linguistiche previstedalla presente legge e adottata dal consiglioprovinciale, sentiti i comuni interessati, surichiesta di almeno il quindici per centodei cittadini iscritti nelle liste elettorali eresidenti nei comuni stessi, ovvero di unterzo dei consiglieri comunali dei mede-simi comuni.2. Nel caso in cui non sussista alcuna

delle due condizioni di cui al comma 1 equalora sul territorio comunale insista co-munque una minoranza linguistica, il pro-cedimento inizia qualora si pronunci fa-vorevolmente la popolazione residente, at-traverso apposita consultazione promossadai soggetti aventi titolo e con le modalitapreviste dai rispettivi statuti e regolamenticomunali.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 4 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 4.

Sopprimerlo.

4. 30. Menia.

Sostituire l’articolo 4 con il seguente:

ART. 4. - 1. La delimitazione dell’ambitoterritoriale in cui si applicano le disposi-zione di tutela delle lingue e delle cultureregionali o minoritarie e rimessa alla Re-gione, che ne disciplina con legge il pro-cedimento di adozione con il consenso deicomuni interessati, su richiesta di almeno

il 25 per cento dei cittadini iscritti nelleliste elettorali ovvero dei due terzi deiconsiglieri comunali.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sopprimere il comma 1.

4. 31. Fragala.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

1. La Regione disciplina con legge ilprocedimento per l’adozione del decretocon il quale e delimitato l’ambito territo-riale in cui si applicano le disposizionidella presente legge.

4. 13. Migliori, Menia, Armaroli, Fragala,Cola.

Sostituire il comma 1 con il seguente:1. E compito della Regione delimitare,

con apposito decreto, l’ambito territorialein cui si applicano le disposizioni dellapresente legge.

4. 12. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, dopo le parole: dell’ambitoterritoriale aggiungere le seguenti: e sub-comunale.

4. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Nania, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, dopo le parole: mino-ranze linguistiche aggiungere la seguente:storiche.

4. 60. La Commissione.

Al comma 1, sostituire le parole: e adot-tata con le seguenti: deve essere adottata.

4. 25. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

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Al comma 1 sostituire le parole: e adot-tata con le seguenti: sara adottata.

4. 32. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: e adot-tata con le seguenti: viene adottata.

4. 33. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: delConsiglio provinciale con le seguenti: dellaGiunta regionale.

*4. 14. Migliori, Menia, Armaroli, Fragala,Cola.

Al comma 1 sostituire le parole: delConsiglio provinciale con le seguenti: dellaGiunta regionale.

*4. 30. Boato.

Al comma 1 sostituire le parole: delConsiglio provinciale con le seguenti: condecreto del Presidente della Giunta regio-nale.

4. 50. Boato.

Al comma 1 sostituire le parole: dalConsiglio provinciale sino alla fine delcomma con le seguenti: dalla Regione chedisciplina con legge il procedimento perl’adozione del decreto con il quale e deli-mitato l’ambito territoriale in cui si appli-cano le disposizioni della presente legge.

4. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Nania, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole: sentitii comuni interessati con le seguenti: con ilconsenso dei comuni interessati.

4. 3. Migliori, Menia Armaroli, Fragala,Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole: quin-dici per cento con le seguenti: la meta.

4. 16. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire le parole: quin-dici con le seguenti: cinquanta.

4. 15. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: quin-dici con le seguenti: quarantacinque.

4. 16. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: quindicicon le seguenti: quaranta.

4. 17. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: trentacinque.

4. 18. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: trentatre.

4. 19. Menia.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: trenta.

4. 20. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: venticinque.

*4. 9. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: venticinque.

*4. 34. Teresio Delfino.

Atti Parlamentari — 13 — Camera dei Deputati

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Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: venti.

4. 21. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: quin-dici con la seguente: dieci.

4. 22. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire le parole da: di unterzo sino alla fine del comma con leseguenti: della meta dei consiglieri comu-nali dei comuni interessati.

4. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, sostituire le parole: unterzo con le seguenti: la meta.

4. 24. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: unterzo con le seguenti: quattro quinti.

4. 23. Menia, Selva.

Al comma 1, sostituire le parole: unterzo con le seguenti: due terzi.

4. 10. Menia, Migliori, Selva.

Al comma 1, secondo periodo aggiungeredopo le parole: dei consiglieri comunali leseguenti: appartenenti alla minoranza lin-guistica.

4. 26. Migliori, Menia, Armaroli, Fragala,Cola.

Sopprimere il comma 2.

4. 11. Menia, Selva.

Al comma 2, dopo le parole: una mino-ranza linguistica aggiungere le seguenti: ri-comprese nell’elenco di cui all’articolo 2.

4. 5. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 2, sostituire la parola: previ-ste con la seguente: dettate.

4. 27. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire la parola: previ-ste con la seguente: individuate.

4. 28. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire la parola: previ-ste con la seguente: sancite.

4. 29. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

2-bis. Per la minoranza friulana nellaprovincia di Venezia, l’area e identificatacon il territorio individuato per le mede-sime finalita della Regione Friuli-VeneziaGiulia con legge regionale 22 marzo 1996,n. 15.

4. 6. Fontanini, Fontan, Cavaliere, Dussin,Stucchi.

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

2-bis. In occasione del prossimo censi-mento della popolazione del 2001, gli abi-tanti della provincia di Belluno per la loroappartenenza all’area ladina-dolomitica,possono dichiarare, al pari delle provincedi Trento e di Bolzano, la loro apparte-nenza ad un gruppo etno-linguistico di-verso da quello istituzionale.

4. 7. Bampo, Fontan, Cavaliere, Dussin,Fontanini, Stucchi, Calzavara.

Atti Parlamentari — 14 — Camera dei Deputati

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Aggiungere, in fine, il seguente comma:

L’Unione Generale Ladina, od altro or-ganismo equipollente unanimemente con-cordato, e riconosciuta come organo dicoordinamento e di proposta della mino-ranza linguistica ladina-dolomitica delleprovince di Trento, Bolzano, Belluno.

4. 8. Fontan, Cavaliere, Dussin, Fontanini,Stucchi, Calzavara.

Aggiungere in fine, il seguente comma:

2-bis. Quando le minoranze linguistichedi cui all’articolo 2 della presente legge sitrovano distribuite su territori provinciali oregionali diversi, possono costituire orga-nismi di coordinamento e di proposta, chegli enti locali interessati hanno facolta diriconoscere.

4. 61. La Commissione.

(A. C. 169 – sezione 4)

ARTICOLO 5 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 5.

1. Nelle scuole materne dei comuni dicui all’articolo 4, l’educazione linguisticaprevede, oltre all’uso della lingua italiana,anche l’uso della lingua della minoranzaper lo svolgimento delle attivita educative.Nelle scuole elementari e nelle scuole se-condarie di primo grado e previsto l’usoanche della lingua della minoranza comestrumento di insegnamento.2. Nelle scuole medie dell’obbligo dei

comuni di cui al comma 1 e in quelle cheper necessita di organizzazione scolasticaaccolgono gli alunni degli stessi comuni eprevisto l’insegnamento della lingua dellaminoranza a richiesta degli interessati.2. Nelle scuole materne ed elementari

sono assicurati l’alfabetizzazione anchenella lingua della minoranza, nonche l’in-

segnamento delle forme espressive dell’in-fanzia, la lettura e le esercitazionirelative agli argomenti concernenti gli usi,i costumi e le tradizioni delle comunitalocali. Nelle scuole secondarie di primogrado e previsto l’insegnamento anchedella lingua della minoranza.3. Le istituzioni scolastiche, nell’eserci-

zio dell’autonomia organizzativa e didat-tica di cui all’articolo 21, commi 8 e 9,della legge 15 marzo 1997, n. 59, nei limitidell’orario curriculare complessivo definitoa livello nazionale e nel rispetto dei com-plessivi obblighi di servizio dei docentiprevisti dai contratti collettivi, stabilisconotempi di svolgimento e metodologie delleattivita didattiche e integrative concernentil’educazione linguistica, nonche i criteri divalutazione degli alunni e le modalita diimpiego di docenti qualificati, avvalendosi,ove necessario, anche di esperti locali, cheabbiano comprovati requisiti specifici, perincarichi temporanei.4. Qualora i genitori non intendano

avvalersi per i propri figli delle misure dicui ai commi 1 e 2, ne informano la scuolainteressata al momento della preiscrizione.5. All’attuazione del presente articolo si

provvede entro i limiti degli ordinari stan-ziamenti di bilancio.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 5 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 5.

Sopprimerlo.

5. 20. Menia.

Sostiture l’articolo 5 con il seguente:

ART. 5. – 1. Nelle scuole elementari esecondarie di primo grado dei comuni dicui all’articolo 4, l’educazione linguisticaprevede l’apprendimento, per gli interes-sati, oltre alla lingua italiana, anche dellalingua locale.

Atti Parlamentari — 15 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 321: delle minoranze linguistiche storiche

2. I genitori che intendano avvalersi peri propri figli delle misure di cui al comma1, ne informano la scuola interessata almomento della preiscrizione.3. All’attuazione del presente articolo si

provvede entro i limiti degli ordinari stan-ziamenti di bilancio.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sostituire gli articoli 5, 6 e 7 con iseguenti.

ART. 5

1. Nelle scuole materne dei comuni dicui all’articolo 4, l’educazione linguisticaprevede, accanto all’uso della lingua ita-liana, anche l’uso della lingua della mino-ranza per lo svolgimento delle attivita edu-cative. Nelle scuole elementari e nellescuole secondarie di primo grado e previ-sto l’uso anche della lingua della mino-ranza come strumento di insegnamento.2. Le istituzioni scolastiche elementari e

secondarie di primo grado, in conformita aquanto previsto dall’articolo 4, comma 1,della presente legge, nell’esercizio dell’au-tonomia organizzativa e didattica di cuiall’articolo 2 1, commi 8 e 9, della legge 15marzo 1997, n. 59, nei limiti dell’orariocurriculare complessivo definito a livellonazionale e nel rispetto dei complessiviobblighi di servizio dei docenti previsti daicontratti collettivi, al fine di assicurarel’apprendimento della lingua della mino-ranza, deliberano, anche sulla base dellerichieste dei genitori degli alunni, le mo-dalita di svolgimento delle attivita di inse-gnamento della lingua e delle tradizioniculturali delle comunita locali, stabilen-done i tempi, le metodologie, nonche icriteri di valutazione degli alunni e lemodalita di impiego di docenti qualificati.3. Le medesime istituzioni scolastiche,

ai sensi dell’articolo 21, comma 10, dellalegge 15 marzo 1997, n. 59, sia singolar-mente che in forma associata, possonorealizzare ampliamenti dell’offerta forma-tiva in favore degli adulti. Nell’eserciziodell’autonomia di ricerca, sperimentazione

e sviluppo, di cui al citato articolo 21,comma 10, le istituzioni scolastiche adot-tano, anche attraverso forme associate, ini-ziative nel campo dello studio delle linguee delle tradizioni culturali degli apparte-nenti ad una minoranza linguistica ai sensidegli articoli 2 e 4 della presente legge eperseguono attivita di formazione e aggior-namento degli insegnanti addetti alle me-desime discipline. A tale scopo le istitu-zioni scolastiche possono stipulare conven-zioni ai sensi dell’articolo 21, comma 12,della legge n. 59 del 1997.4. Le iniziative previste ai commi 2 e 3

sono realizzate dalle medesime istituzioniscolastiche avvalendosi delle risorse umanea disposizione, della dotazione finanziariaattribuita ai sensi dell’articolo 21, comma5, della legge 15 marzo 1997, n. 59, nonchedelle risorse aggiuntive reperibili con con-venzioni, prevedendo tra le priorita stabi-lite nel medesimo comma quelle di cui allapresente legge. Nella ripartizione delle ri-sorse di cui al citato comma 5 dell’articolo21 della legge 15 marzo 1997, n. 59, sitiene conto delle priorita aggiuntive di cuial presente comma.5. Al momento della preiscrizione i geni-

tori comunicano alla scuola interessata seintendano avvalersi per i propri figli dell’in-segnamento della lingua della minoranza.

ART. 6

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con propri decreti, indica i criteri generaliper l’attuazione delle misure contenute nelprecedente articolo 5 e puo promuovere erealizzare progetti nazionali e locali nelcampo dello studio delle lingue e delletradizioni culturali degli appartenenti aduna minoranza linguistica ai sensi degliarticoli 2 e 4 della presente legge. Per larealizzazione dei progetti e autorizzata laspesa di 2 miliardi annui a decorrere dal-l’anno finanziario 1999.2. Gli schemi di decreto di cui al comma

1 sono trasmessi al Parlamentoper l’acqui-sizione del parere delle competenti Com-missioni permanenti, che possono espri-mersi entro sessanta giorni.

5. 30 La Commissione.

Atti Parlamentari — 16 — Camera dei Deputati

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Sopprimere il comma 1.

5. 21. Fragala.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

1. Nelle scuole materne dei comuni dicui al precedente articolo, l’educazione lin-guistica prevede l’apprendimento, oltre allalingua italiana, della lingua locale per chine faccia richiesta; nelle scuole elementari,per chi ne fa richiesta, deve essere garan-tita l’alfabetizzazione oltre che nella linguaitaliana, anche nella lingua locale.

5. 6. Migliori.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

Nelle scuole materne dei comuni di cuial precedente articolo, l’educazione lingui-stica prevede l’apprendimento, oltre allalingua italiana, della lingua locale per chine faccia richiesta.

5. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, primo periodo, sostituire leparole: l’educazione linguistica con le se-guenti: il piano studi.

5. 7. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo, sostituire laparola: prevede con la seguente: com-prende.

5. 8. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo, sostituire laparola: prevede con le seguenti: deve pre-vedere.

5. 9. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo, sopprimerele parole: per lo svolgimento delle attivitaeducative.

5. 10. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Sopprimere il comma 2.

5. 11. Menia, Migliori.

Al comma 2, sostituire il primo periodocon il seguente: Nelle scuole materne edelementari, per chi ne fa richiesta, deveessere garantita l’alfabetizzazione oltre chenella lingua italiana, anche nella lingualocale.

5. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 2, secondo periodo, sostituirela parola: previsto con la seguente: fornito.

5. 12. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 2, secondo periodo, sostituirela parola: previsto con la seguente: assicu-rato.

5. 13. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 2, secondo periodo, sostituirela parola: previsto con la seguente: garan-tito.

5. 14. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 2, secondo periodo, aggiun-gere, in fine, le seguenti parole: a richiestadegli interessati.

5. 3. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

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Sopprimere il comma 3.

5. 15. Menia.

Al comma 3, sopprimere le parole da:avvalendosi sino alla fine del comma.

5. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 3, aggiungere, in fine, il se-guente periodo: Il Provveditore agli studidispone le assegnazioni dei docenti checonoscono la lingua, la letteratura, la cul-tura, la storia della minoranza tutelata,secondo apposite graduatorie, e provve-dono ai necessari trasferimenti di perso-nale nei casi in cui non sia possibile dareluogo a sostituzione da parte di altri do-centi.

5. 16. Aloi, Fino, Valensise.

Sostituire il comma 4 con il seguente:

4. I genitori che intendono o non in-tendano avvalersi per i propri figli dellemisure di cui ai commi 1 e 2, ne informanola scuola interessata al momento dellapreiscrizione.

5. 5. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 4, sostituire la parola: inten-dano con la seguente: desiderino.

5. 17. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 4, sostituire la parola: inten-dano con la seguente: vogliano.

5. 18. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

Al comma 4, sostituire la parola: avva-lersi con la seguente: usufruire.

5. 19. Migliori, Menia, Cola, Selva, Arma-roli, Fragala, Nania.

(A. C. 169 – sezione 5)

ARTICOLO 6 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 6.

1. Nelle scuole elementari e nelle scuolesecondarie di primo grado dei comuni dicui all’articolo 4 e obbligatorio l’insegna-mento della cultura e delle tradizioni delleminoranze linguistiche nell’ambito dellediscipline individuate dalle istituzioni sco-lastiche nell’esercizio dell’autonomia didat-tica.2. Nello svolgimento dell’insegnamento

di cui al comma 1 le istituzioni scolasticheautonome esercitano le attribuzioni previ-ste dall’articolo 5, comma 3. Le stesse, siasingolarmente sia in forma associata, rea-lizzano ampliamenti dell’offerta formativain favore degli adulti, anche nell’ambito diaccordi tra le regioni e l’amministrazionescolastica, ai sensi dell’articolo 21, comma10, della legge 15 marzo 1997, n. 59.3. Nell’esercizio dell’autonomia di ri-

cerca, sperimentazione e sviluppo di cuiall’articolo 21, comma 10, della legge 15marzo 1997, n. 59, le istituzioni scolasticheadottano, anche attraverso forme associa-tive, iniziative nel campo dello studio dellelingue e delle tradizioni culturali delle po-polazioni di cui all’articolo 2 della presentelegge e perseguono attivita di formazione edi aggiornamento degli insegnanti addettialle medesime. A tale scopo le medesimeistituzioni possono stipulare convenzioni aisensi dell’articolo 21, comma 12, della ci-tata legge n. 59 del 1997.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 6 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 6.

Sostituire l’articolo 6 con il seguente:

ART. 6. – 1. Nelle scuole elementari emedie dei comuni di cui all’articolo 4 e

Atti Parlamentari — 18 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 324: delle minoranze linguistiche storiche

facoltativo l’insegnamento della cultura edelle tradizioni delle minoranze linguisti-che nell’ambito delle discipline individuatedalle istituzioni scolastiche nell’eserciziodell’autonomia didattica.2. Nell’esercizio dell’autonomia di ri-

cerca, sperimentazione e sviluppo di cuiall’articolo 21, comma 10, della legge 15marzo 1997, n. 59, le istituzioni scolasticheadottano, anche attraverso forme associa-tive, iniziative nel campo dello studio dellelingue e delle tradizioni culturale dellepopolazioni di cui all’articolo 1 della pre-sente legge e perseguono attivita di forma-zione e di aggiornamento degli insegnantiaddetti alle medesime. A tale scopo lemedesime istituzioni possono stipulareconvenzioni ai sensi dell’articolo 21,comma 12, della citata legge n. 59 del1997.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sopprimere il comma 1.

6. 1. Menia.

Al comma 1, sostituire la parola: obbli-gatorio con la seguente: facoltativo.

6. 2. Menia.

Sopprimere il comma 3.

6. 4. Fragala, Menia.

Al comma 3, sostituire la parola: inizia-tive con la seguente: attivita.

6. 5. Migliori, Menia, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 3, primo periodo, sostituire leparole: nel campo con le seguenti: nell’area.

6. 6. Migliori, Menia, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 3, sopprimere il secondo pe-riodo.

6. 3. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 3, secondo periodo, dopo leparole: possono stipulare convenzioni ag-giungere le seguenti: con le strutture uni-versitarie delle regioni interessate.

6. 7. Crema.

(A. C. 169 – sezione 6)

ARTICOLO 7 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 7.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con propri decreti, indica i criteri generaliper l’attuazione delle misure contenute ne-gli articoli 5 e 6 e puo promuovere erealizzare progetti nazionali e locali nelcampo dello studio delle lingue e delletradizioni culturali delle popolazioni di cuiall’articolo 2.2. Gli schemi di decreto di cui al comma

1 sono trasmessi al Parlamento per l’ac-quisizione del parere delle competentiCommissioni permanenti, che possonoesprimersi entro sessanta giorni.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 7 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 7.

Sopprimerlo.

7. 47. Menia.

Sostituire gli articoli 7, 8, 9 e 10 con ilseguente:

ART. 7 – 1. Il Ministro della pubblicaistruzione, con propri decreti, indica i cri-

Atti Parlamentari — 19 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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teri generali per l’attuazione delle misurecontenute negli articoli 5 e 6.2. Gli schemi di decreto di cui al comma

1 sono trasmessi al Parlamento per l’ac-quisizione del parere delle competentiCommissioni permanenti, che possonoesprimersi entro sessanta giorni.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Al comma 1, sopprimere dalle parole: epuo promuovere fino alla fine del comma.

7. 46. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara, Nicco-lini.

Al comma 1, sopprimere le parole: conpropri decreti.

Conseguentemente, al medesimo comma,dopo la parola: indica aggiungere le se-guenti: d’intesa con il Ministro dell’Univer-sita e della ricerca scientifica e tecnologicacon appositi decreti congiunti.

7. 48. Crema.

Al comma 2, sostituire la parola: tra-smessi con la seguente: inviati.

7. 1. Migliori, Menia, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: pos-sono con la seguente: devono.

7. 2. Migliori, Menia, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: espri-mersi con la seguente: pronunciarsi.

7. 3. Migliori, Menia, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: centoventi.

7. 4. Menia.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: centouno.

7. 5. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: cento.

7. 6. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantanove.

7. 7. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantotto.

7. 8. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantasette.

7. 9. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantasei.

7. 10. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantacinque.

7. 11. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantaquattro.

7. 12. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Atti Parlamentari — 20 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 326: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantatre.

7. 13. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantadue.

7. 14. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novantuno.

7. 15. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: novanta.

7. 16. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantanove.

7. 18. Menia Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantotto.

7. 19. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantasette.

7. 20. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantasei.

7. 21. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantacinque.

7. 22. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantaquattro.

7. 23. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantatre.

7. 24. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantadue.

7. 25. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottantuno.

7. 26. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: ottanta.

7. 27. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantanove.

7. 28. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantotto.

7. 29. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Atti Parlamentari — 21 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 327: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantasette.

7. 30. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantasei.

7. 31. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantacinque.

7. 32. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantaquattro.

7. 33. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantatre.

7. 34. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantadue.

7. 35. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settantuno.

7. 36. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: settanta.

7. 37. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantanove.

7. 38. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantotto.

7. 39. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantasette.

7. 40. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantasei.

7. 41. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantacinque.

7. 42. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantatre.

7. 43. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantadue.

7. 44. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 2, sostituire la parola: ses-santa con la seguente: sessantuno.

7. 45. Migliori, Menia, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Atti Parlamentari — 22 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 328: delle minoranze linguistiche storiche

(A. C. 169 – sezione 7)

ARTICOLO 8 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 8.

1. Ai sensi della legge 19 novembre1990, n. 341, le universita delle regioniinteressate, nell’ambito della loro autono-mia, assumono ogni iniziativa, ivi com-presa l’istituzione di corsi di lingua e cul-tura delle lingue di cui all’articolo 2, fina-lizzata ad agevolare la ricerca scientifica ele attivita culturali e formative a sostegnodelle finalita della presente legge.

EMENDAMENTI ED ARTICOLO AGGIUN-TIVO ALL’ARTICOLO 8 DELLA PROPO-

STA DI LEGGE

ART. 8.

Al comma 1 sostituire le parole: Ai sensidella legge 19 novembre 1990, n. 341, leuniversita delle regioni interessate, nel-l’ambito della loro autonomia, con le se-guenti: Ai sensi degli articoli 6 e 8 dellalegge 19 novembre 1990, n. 341, le univer-sita delle regioni interessate, nell’ambitodella loro autonomia e degli ordinari stan-ziamenti di bilancio.

8. 7. La Commissione

Al comma 1, sostituire la parola: assu-mono con le seguenti: possono assumere.

8. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara.

Al comma 1, sostituire la parola: corsicon la seguente: attivita.

8. 2. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 1, sostituire le parole: adagevolare con le seguenti: a favorire.

8. 3. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Aggiungere, in fine il seguente comma:

1-bis. Presso le Universita delle RegioniCalabria, Puglia e Sicilia sono istituitiappositi corsi di laurea in lingua, lettera-tura e storia albanese, grecanica e grika.Nella Regione Calabria si provvede a

quanto sopra utilizzando le gia esistentistrutture costituite dall’Istituto regionalesuperiore di studi ellenofoni con sede inBova Marina e dal Collegio Italo-Albanesedi San Demetrio Corone.

8. 4. Aloi, Fino, Lo Porto, Poli Bortone,Valensise.

Aggiungere, in fine il seguente comma:

1-bis. Presso le Universita della RegioneCalabria e istituito l’Istituto superiore distudi albanesi e grecanici, al quale e at-tribuito il compito di incentivare la diffu-sione delle rispettive culture, organizzarecorsi di formazione e di aggiornamentodidattico per insegnanti, promuovere se-minari e convegni, curare la pubblicazionedi materiale ritenuto idoneo e necessarioper il conseguimento delle finalita dell’Isti-tuto stesso.

8. 5. Aloi, Fino, Valensise.

Dopo l’articolo 8, aggiungere il seguente:

« ART. 8-bis.

1. Ai fini dell’attuazione delle disposi-zioni di cui all’articolo 8, relativamentealla tutela dell’identita nazionale delle mi-noranze etnico-linguistiche grecaniche edalbanesi, le universita delle regioni Cala-bria, Puglia e Sicilia, istituiscono corsi dilaurea in lingua, letteratura e storia alba-nese, grecanica e grika. Per tali scopi,

Atti Parlamentari — 23 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 329: delle minoranze linguistiche storiche

presso la regione Calabria si possono uti-lizzare le strutture dell’Istituto regionalesuperiore di studi ellenofoni con sede inBova Marina e del Collegio italo-albanesedi San Demetrio Corone.2. E istituito presso la Regione Calabria

l’Istituto superiore di studi albanesi e gre-canici con il compito di favorire la diffu-sione delle relative culture.3. La Regione Calabria provvede entro

trenta giorni dalla data di entrata in vigoredella presente legge ad individuare la sededell’Istituto di cui al comma 2, nonche adorganizzare il suo funzionamento.

8. 01. Aloi, Valensise, Poli Bortone, Fino.

(A. C. 169 – sezione 8)

ARTICOLO 9 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 9.

1. Nei comuni di cui all’articolo 4, imembri dei consigli comunali e degli altriorgani a struttura collegiale dell’ammini-strazione possono usare, nell’attivita degliorganismi medesimi, la lingua ammessa atutela.2. La disposizione di cui al comma 1 si

applica altresı ai consiglieri delle comunitamontane, delle province e delle regioni, icui territori ricomprendano comuni neiquali e riconosciuta la lingua ammessa atutela.3. Qualora uno o piu componenti degli

organi collegiali di cui ai commi 1 e 2dichiarino di non conoscere la lingua am-messa a tutela, deve essere garantita unaimmediata traduzione riassuntiva in linguaitaliana.4. Producono effetti giuridici solo gli

atti e le deliberazioni redatti in linguaitaliana.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 9 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 9.

Sopprimerlo.

9. 1. Giovanardi.

Al comma 1, sostituire la parola: mem-bri con componenti.

9. 8. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 1, sostituire la parola: usarecon utilizzare.

9. 9. Menia, Migliori, Selva, Armaroli, Na-nia, Cola, Fragala.

Al comma 1, aggiungere, in fine, le pa-role: , se i relativi statuti lo consentono.

9. 3. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 1, aggiungere, in fine, le se-guenti parole: solo se conosciuta da tutti ipredetti membri.

9. 10. Menia.

Al comma 1, aggiungere, in fine, le se-guenti parole: , purche sia presente uninterprete.

9. 11. Menia.

Al comma 1, aggiungere in fine il se-guente periodo: Negli altri comuni l’uso deldialetto.

9. 7. Fontan, Cavaliere, Dussin, Fontanini,Stucchi.

Sopprimere il comma 2.

9. 12. Menia.

Atti Parlamentari — 24 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 330: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, sopprimere le parole: delleregioni.

9. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 2, aggiungere infine le se-guenti parole: e al Parlamento nazionale.

9. 2. Giovanardi.

Al comma 2, aggiungere infine le parole:se i relativi statuti lo consentono.

9. 5. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 2 aggiungere, infine, le se-guenti parole: ”, i quali complessivamentecostituiscano almeno il 15 per cento dellapopolazione interessata”.

9. 22. La Commissione.

Sostituire il comma 3 con il seguente:

3. Coloro che si avvalgano delle possi-bilita di cui al primo e secondo comma,garantiscono una immediata traduzioneriassuntiva nella lingua ufficiale anche aifini del comma 4.

9. 6. Migliori, Menia, Armaroli, Cola, Fra-gala, Selva, Nuccio Carrara, Niccolini.

Al comma 3, sostituire la parola: qualoracon la seguente: quando.

9. 13. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 3, sostituire la parola: qualoracon le seguenti: nel caso in cui.

9. 14. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 3, sopprimere la parola: rias-suntiva.

9. 21. La Commissione.

Al comma 3, sostituire la parola: rias-suntiva con la seguente: integrale.

9. 16. Menia, Fragala.

Sostituire il comma 4 con il seguente:

4. Producono effetti giuridici tanto gliatti e le deliberazioni redatti in linguaitaliana, quanto gli atti e deliberazioni re-datti nella lingua ammessa a tutela .

9. 18. Teresio Delfino.

Sostituire il comma 4 con il seguente:

4. Gli atti destinati alla generalita deicittadini, gli atti individuali destinati aduso pubblico e gli atti destinati ad unapluralita di uffici, qualora adottati nellalingua minoritaria, sono redatti anche inlingua italiana, che fa testo.

9. 19 Zeller, Caveri, Brugger, Widmann,Detomas.

Sostituire il comma 4 con il seguente:

4. Qualora gli atti destinati ad uso pub-blico siano redatti nelle due lingue, pro-ducono effetti giuridici solo gli atti e ledeliberazioni redatti in lingua italiana

9. 20. La Commissione.

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

4-bis. Gli oneri derivanti dall’applica-zione del presente articolo sono intera-mente a carico degli enti locali e degli altriorgani interessati.

9. 17. Menia.

Atti Parlamentari — 25 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 331: delle minoranze linguistiche storiche

(A. C. 169 – sezione 9)

ARTICOLO 10 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 10.

1. Nei comuni di cui all’articolo 4, ilconsiglio comunale puo provvedere, cononeri a carico del bilancio del comunestesso, in mancanza di altre risorse dispo-nibili a questo fine, alla pubblicazionenella lingua ammessa a tutela di atti uffi-ciali dello Stato, delle regioni e degli entilocali nonche di enti pubblici non territo-riali, fermo restando il valore legale esclu-sivo degli atti nel testo redatto in linguaitaliana.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 10 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 10.

Sopprimerlo.

10. 1. Menia.

Al comma 1, dopo la parola: oneri, ag-giungere la seguente: interamente.

10. 2. Menia.

Al comma 1, sopprimere le parole: inmancanza di altre risorse disponibili aquesto fine.

10. 3. Menia.

Al comma 1, sopprimere le parole: di attiufficiali dello Stato, delle regioni e deglienti locali nonche.

10. 4. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: di attiufficiali dello Stato, delle regioni e deglienti locali nonche con le seguenti: di propriatti nonche.

10. 5. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: , fermorestando il valore legale esclusivo degli attinel testo redatto in lingua italiana. con leseguenti: . La redazione degli atti redatti inlingua ammessa a tutela avra valore legalepari alla redazione in lingua italiana.

10. 6. Teresio Delfino.

(A. C. 169 – sezione 10)

ARTICOLO 11 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 11.

1. Fatto salvo quanto previsto dall’ar-ticolo 9, nei comuni di cui all’articolo 4 econsentito, negli uffici delle amministra-zioni pubbliche, l’uso orale e scritto dellalingua ammessa a tutela.2. Per rendere effettivo l’esercizio delle

facolta di cui al comma 1, le pubblicheamministrazioni provvedono, anche attra-verso convenzioni con altri enti, a garan-tire la presenza di personale che sia ingrado di rispondere alle richieste del pub-blico usando la lingua ammessa a tutela.3. Nei procedimenti davanti al giudice

di pace e consentito l’uso della linguaammessa a tutela. Negli altri casi, davantiall’autorita giudiziaria avente competenzadi primo grado o di appello per uno deicomuni di cui all’articolo 4, il cittadinoitaliano che fa parte di una minoranzalinguistica, ove egli lo richieda, e sentitonella sua lingua madre, eventualmente no-minando un interprete, e il relativo verbalee redatto anche in tale lingua. Tutti gli attia lui indirizzati, successivamente alla ri-chiesta, sono tradotti nella lingua ammessaa tutela.

Atti Parlamentari — 26 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 332: delle minoranze linguistiche storiche

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 11 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 11.

Sopprimerlo.

11. 5. Menia.

Sostituire gli articoli 11, 12 e 13 con ilseguente:

ART. 11 – 1. Nei comuni di cui all’ar-ticolo 4 e consentito ai cittadini che neabbiano effettive necessita di usare oral-mente, nei rapporti con le amministrazionipubbliche, la lingua ammessa a tutela.2. Per rendere effettivo l’esercizio delle

facolta di cui al comma 1 le pubblicheamministrazioni provvedono a propriespese a garantire la presenza delle unita dipersonale strettamente necessarie a ri-spondere alle richieste del pubblico usandola lingua ammessa a tutela.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sopprimere il comma 1.

11. 6. Menia.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, puoconsentirsi, a seguito di convenzioni stipu-late dagli enti locali interessati con le altreamministrazioni, l’uso orale della linguaammessa a tutela.

11. 7. Menia.

Al comma 1, dopo le parole: dall’articolo9 aggiungere le seguenti: , comma 4.

11. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara.

Al comma 1 sostituire le parole: e con-sentito, negli uffici delle amministrazionipubbliche con le seguenti: puo consentirsi,a seguito di convenzioni stipulate dagli entilocali interessati con le amministrazionipubbliche.

11. 12. Menia.

Ai commi 1 e 3 sostituire le parole: econsentito con le seguenti: puo consentirsi,se finanziariamente ed organizzativamentepossibile.

Conseguentemente dopo il comma 3 ag-giungere il seguente:

4. I soggetti pubblici che provvedonoall’applicazione del presente articolo se neassumono interamente gli oneri.

11. 8. Menia.

Al comma 1 sostituire la parola: con-sentito con la seguente: permesso.

11. 9. Menia, Migliori, Selva, Armaroli,Nania, Cola, Fragala.

Al comma 1 sopprimere le parole: escritto.

11. 2. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara, Nicco-lini.

Al comma 1 aggiungere, in fine, le se-guenti parole: e l’uso scritto se accompa-gnato in lingua italiana.

11. 14. Teresio Delfino.

Al comma 1, aggiungere, in fine, il se-guente periodo:

Dall’applicazione del presente commasono escluse le forze armate e le forze dipolizia dello Stato.

11. 20. La Commissione

Atti Parlamentari — 27 — Camera dei Deputati

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Page 333: delle minoranze linguistiche storiche

Sopprimere il comma 2.

11. 10. Fragala, Menia.

Al comma 2 sopprimere le parole: ancheattraverso convenzioni con altri enti.

11. 3. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara, Nicco-lini.

Al comma 2, aggiungere, in fine, i se-guenti periodi:

A tal fine e istituito, presso la Presi-denza del Consiglio dei ministri - Dipar-timento affari regionali - un Fondo nazio-nale per la tutela delle minoranze lingui-stiche con una dotazione finanziaria annuadi lire 9.800.000.000 a decorrere dal 1999.Tali risorse, da considerare quale limitemassimo di spesa, vengono ripartite an-nualmente con decreto del Presidente delConsiglio dei Ministri, sentite le ammini-strazioni interessate.

11. 19. La Commissione.

Sopprimere il comma 3.

11. 11. Menia.

Sostituire il comma 3 con il seguente:

3. Nei procedimenti davanti al giudicedi pace e consentito l’uso della linguaammessa a tutela. Restano ferme le dispo-sizioni di cui all’articolo 109 del codice diprocedura penale.

11. 18. La Commissione.

Al comma 3, primo periodo, aggiungereinfine le seguenti le parole: limitatamente aicomuni di cui all’articolo 4 e secondo leprocedure di cui di seguito.

11. 4. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara, Nicco-lini.

Al comma 3, sopprimere il terzo periodo.

11. 13. Boato.

(A. C. 169 – sezione 11)

ARTICOLO 12 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 12.

1. Nei comuni di cui all’articolo 4, inaggiunta ai toponimi ufficiali, i consiglicomunali possono deliberare l’adozione ditoponimi conformi alle tradizioni e agli usilocali.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 12 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 12.

Sopprimerlo.

12. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara, Nicco-lini.

Al comma 1, sostituire le parole: possonodeliberare con le seguenti: deliberano

12. 4 Zeller, Caveri, Brugger, Widmann,Detomas.

Al comma 1, sostituire la parola: deli-berare con la seguente: stabilire.

12. 2. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire la parola: delibe-rare con la seguente: decidere.

12. 3. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 28 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Al comma 1, aggiungere, in fine, le se-guenti parole: qualora esistenti.

12. 5. Zeller, Caveri, Brugger, Widmann,Detomas.

(A. C. 169 – sezione 12)

ARTICOLO 13 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 13.

1. I cittadini che fanno parte di unaminoranza linguistica riconosciuta ai sensidegli articoli 2 e 4 e residenti nei comunidi cui al medesimo articolo 4, i cognomi onomi dei quali siano stati modificati primadella data di entrata in vigore della pre-sente legge, hanno diritto di ottenere, sullabase di adeguata documentazione, il ripri-stino degli stessi in forma originaria. Ilripristino del cognome ha effetto anche peri discendenti degli interessati che nonsiano maggiorenni o che, se maggiorenni,abbiano prestato il loro consenso.2. Nei casi di cui al comma 1 la do-

manda deve indicare il nome o il cognomeche si intende assumere ed e presentata alsindaco del comune di residenza del ri-chiedente, il quale provvede d’ufficio atrasmetterla al prefetto, corredandola diun estratto dell’atto di nascita. Il prefetto,qualora ricorrano i presupposti previsti dalcomma 1, emana il decreto di ripristino delnome o del cognome. Per i membri dellastessa famiglia il prefetto puo provvederecon un unico decreto. Nel caso di reie-zione della domanda, il relativo prov-vedimento puo essere impugnato, entrotrenta giorni dalla comunicazione, conricorso al Ministro di grazia e giustizia,che decide previo parere del Consigliodi Stato. Il procedimento e esente daspese e deve essere concluso entro no-vanta giorni dalla richiesta.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 13 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 13.

Sopprimerlo.

13. 3. Menia, Fragala.

Al comma 1 primo periodo sopprimere leparole da: che fanno parte fino alle se-guenti: medesimo articolo 4.

13. 1. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo sostituire laparola: residenti con la seguenti: che risie-dono.

13. 3. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo sostituire laparola: modificati con la seguente: cam-biati.

13. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, dopo le parole: prima delladata di entrata in vigore della presentelegge aggiungere le seguenti: o ai quali siastato impedito in passato di apporre ilnome di battesimo nella lingua della mi-noranza.

13. 100. Zeller, Caveri, Brugger, Wid-mann, Detomas.

Al comma 1, primo periodo sostituire leparole: della data di con le seguenti: delmomento della

13. 5. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, primo periodo sostituire laparola: adeguata con la seguente: idonea.

13. 6. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 29 — Camera dei Deputati

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Al comma 1, secondo periodo, sostituirela parola: effetto con la seguente: efficacia.

13. 7. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, secondo periodo, sostituirela parola: prestato con la seguente: dato.

13. 8. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Sostituire il comma 2 con il seguente:

2. Nei casi di cui al comma 1 la do-manda, che deve indicare il nome o ilcognome che si intende assumere, e pre-sentata al sindaco del comune di residenzadel richiedente il quale provvede d’ufficioa trasmetterla al procuratore generale,corredandola d’ufficio della copia integraledell’atto di nascita. Il procuratore generale,qualora ricorrano i presupposti indicati alcomma 1, autorizza con proprio decreto ilcambiamento del nome o del cognome. Peri membri della stessa famiglia si puo prov-vedere con un unico decreto. Nel caso direiezione della domanda, il relativo prov-vedimento deve essere comunicato al ri-chiedente il quale nei trenta giorni succes-sivi puo ricorrere al Ministro di grazia egiustizia che decide sentito il parere delConsiglio di Stato. Il decreto ed il provve-dimento sono esenti da spese e devonoessere adottati nel termine di novantagiorni dalla richiesta.

13. 9. Menia.

Al comma 2, primo periodo, sostituire laparola: indicare con la seguente: contenere.

13. 10. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, primo periodo, sostituire laparola: presentata con la seguente: diretta.

13. 11. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, primo periodo, sostituire leparole: del richiedente con le seguenti: del-l’istante.

13. 12. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, primo periodo, sostituire leparole: a trasmetterla con le seguenti: adinviarla.

13. 13. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, secondo periodo, sostituirela parola: qualora con la seguente: se.

13. 14. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, terzo periodo, sostituire laparola: unico con la seguente: solo.

13. 15. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sopprimere il quarto pe-riodo.

13. 16. Menia.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire laparola: reiezione con la seguente: rifiuto.

13. 17. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire laparola: relativo con la seguente: corrispon-dente.

13. 18. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire laparola: provvedimento con la seguente:atto.

13. 19. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 30 — Camera dei Deputati

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Page 336: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: centogiorni.

13. 20. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantanove giorni.

13. 21. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantotto giorni.

13. 22. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantasette giorni.

13. 23. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantasei giorni.

13. 24. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantacinque giorni.

13. 25. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantaquattro giorni.

13. 26. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vantuno giorni.

13. 27. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: no-vanta giorni.

13. 28. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottan-totto giorni.

13. 29. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottan-tasette giorni.

13. 30. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottan-tasei giorni.

13. 31. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottan-taquattro giorni.

13. 32. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottan-tadue giorni.

13. 33. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 31 — Camera dei Deputati

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Page 337: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ottantagiorni.

13. 34. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantanove giorni.

13. 35. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantotto giorni.

13. 36. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantasette giorni.

13. 37. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantacinque giorni.

13. 38. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantatre giorni.

13. 39. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantadue giorni.

13. 40. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tantauno giorni.

13. 41. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: set-tanta giorni.

13. 42. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santanove giorni.

13. 43. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santotto giorni.

13. 44. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santasette giorni.

13. 45. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santasei giorni.

13. 46. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santacinque giorni.

13. 47. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 32 — Camera dei Deputati

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Page 338: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santaquattro giorni.

13. 48. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni con le seguenti: ses-santatre giorni.

13. 49. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: ses-santadue giorni.

13. 50. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: sessantuno giorni.

13. 51. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: sessanta giorni.

13. 52. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: cinquantanovegiorni.

13. 53. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: cinquantotto giorni.

13. 54. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: cinquantasettegiorni.

13. 55. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: cinquantasei giorni.

13. 56. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, sostituire le parole: trentagiorni, con le seguenti: cinquantacinquegiorni.

13. 57. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: cin-quantaquattro giorni.

13. 58. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: cin-quantatre giorni.

13. 59. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: cin-quantadue giorni.

13. 60. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: cin-quantuno giorni.

13. 61. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 33 — Camera dei Deputati

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Page 339: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: cin-quanta giorni.

13. 62. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantanove giorni.

13. 63. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantotto giorni.

13. 64. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantasette giorni.

13. 65. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantasei giorni.

13. 66. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantacinque giorni.

13. 67. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantaquattro giorni.

13. 68. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantatre giorni.

13. 69. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantadue giorni.

13. 70. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-rantuno giorni.

13. 71. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: qua-ranta giorni.

13. 72. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tanove giorni.

13. 73. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-totto giorni.

13. 74. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tasette giorni.

13. 75. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 34 — Camera dei Deputati

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Page 340: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tasei giorni.

13. 76. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tacinque giorni.

13. 77. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-taquattro giorni.

13. 78. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tatre giorni.

13. 79. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tadue giorni.

13. 80. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire leparole: trenta giorni, con le seguenti: tren-tuno giorni.

13. 81. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quarto periodo, sostituire laparola: decide con la parola: delibera.

13. 82. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire laparola: novanta con: centoventi.

13. 83. Menia.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta con: cento.

13. 84. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta giorni con: novantanovegiorni.

13. 85. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta giorni con: novantottogiorni.

13. 86. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta giorni con: novantasettegiorni.

13. 87. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta giorni con: novantaseigiorni.

13. 88. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta giorni con: novantacinquegiorni.

13. 89. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta con: novantaquattro.

13. 90. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 35 — Camera dei Deputati

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Page 341: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta con: novantatre.

13. 91. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta con: novantadue.

13. 92. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2, quinto periodo, sostituire leparole: novanta con: novantuno.

13. 93. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Sopprimere il comma 3.

13. 95. Menia.

Al comma 3, secondo periodo, sostituirela parola: rettificati con la seguente: mo-dificati.

13. 96. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

(A. C. 169 – sezione 13)

ARTICOLO 14 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 14.

1. Nella convenzione tra il Ministerodelle comunicazioni e la societa concessio-naria del servizio pubblico radiotelevisivo enel conseguente contratto di servizio sonoassicurate condizioni per la tutela delleminoranze linguistiche nelle zone di ap-partenenza.2. Le regioni interessate possono altresı

stipulare apposite convenzioni con la so-cieta concessionaria del servizio pubblicoradiotelevisivo per trasmissioni giornalisti-

che o programmi nelle lingue ammesse atutela, nell’ambito delle programmazioniradiofoniche e televisive regionali della me-desima societa concessionaria; per le stessefinalita le regioni possono stipulare appo-siti accordi con emittenti locali. 3. Latutela delle minoranze linguistiche nel-l’ambito del sistema delle comunicazioni dimassa e di competenza dell’Autorita per legaranzie nelle comunicazioni di cui allalegge 31 luglio 1997, n. 249, fatte salve lefunzioni di indirizzo della Commissioneparlamentare per l’indirizzo generale e lavigilanza dei servizi radiotelevisivi.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 14 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 14.

Sostituire gli articoli 14, 15, 16, 17, 18,19 e 20 con il seguente:

ART. 14 – 1. Nella convenzione tra ilMinistero delle comunicazioni e la societaconcessionaria del servizio pubblico radio-televisivo e nel conseguente contratto diservizio sono assicurate le con-dizioni per la valorizzazione e tutela dellelingue regionali o minoritarie di cui all’ar-ticolo 2.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sopprimere il comma 2.

14. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nania.

(A. C. 169 – sezione 14)

ARTICOLO 15 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 15.

1. Le regioni a statuto ordinario, nellematerie di loro competenza, adeguano la

Atti Parlamentari — 36 — Camera dei Deputati

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propria legislazione ai princıpi stabilitidalla presente legge, fatte salve le disposi-zioni legislative regionali vigenti che pre-vedano condizioni piu favorevoli per leminoranze linguistiche.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 15 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 15.

Sopprimerlo.

15. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: legi-slazione con la seguente: normativa.

15. 2. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: stabiliticon la seguente: determinati.

15. 3. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

(A. C. 169 – sezione 15)

ARTICOLO 16 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 16.

1. Nell’ambito delle proprie disponibi-lita di bilancio le regioni e le province incui siano presenti i gruppi linguistici di cuiall’articolo 2 nonche i comuni possonodeterminare, in base a criteri oggettivi,provvidenze per l’editoria, per gli organi distampa e per le emittenti radiotelevisive acarattere privato che utilizzino una dellelingue ammesse a tutela, nonche per le

associazioni riconosciute e radicate nel ter-ritorio che abbiano come finalita la salva-guardia delle minoranze linguistiche.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 16 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 16.

Sopprimerlo.

16. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nania.

Al comma 1, sostituire le parole: sianopresenti con le seguenti: vi siano.

16. 2. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, dopo le parole: nonche icomuni aggiungere le seguenti. ricompresinelle suddette province.

16. 15. La Commissione.

Al comma 1, sostituire la parola: deter-minare con la seguente: stabilire.

16. 3. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: deter-minare con la seguente: decidere.

16. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: deter-minare con la seguente: deliberare.

16. 5. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 37 — Camera dei Deputati

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Al comma 1, sostituire la parola: ogget-tivi con la seguente: obiettivi.

16. 6. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sopprimere le parole da:per gli organi di stampa fina a: nonche.

16. 7. Menia.

Al comma 1, sopprimere dalle parole: eper le emittenti fino alla fine del comma.

16. 8. Fragala.

Al comma 1, sostituire la parola: utiliz-zino con la seguente: adoperino.

16. 9. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: finalitacon la seguente: fine.

16. 10. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: salva-guardia con la seguente: tutela.

16. 11. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Dopo il comma 1, aggiungere il se-guente:

2. Al CONFEMILI (Comitato NazionaleFederativo per li Minoranze linguistiched’Italia) e assegnato il compito di rappre-sentare le minoranze linguistiche nelle sediistituzionali italiane, europee ed interna-zionali, di assumere iniziative di coordi-namento e di promozione nonche di svol-gere studi e ricerche di comune interesseper le minoranze.

16. 12. Detomas.

(A. C. 169 – sezione 16)

ARTICOLO 17 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 17.

1. Le spese sostenute dagli enti localiper l’assolvimento degli obblighi derivantidalla presente legge sono a carico delloStato nella misura massima del 75 percento degli importi erogati e, in ogni caso,entro il limite massimo complessivo di lire20 miliardi annui.2. L’iscrizione nei bilanci degli enti lo-

cali delle previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 e subordinata alla previaripartizione delle risorse di cui al mede-simo comma 1 tra gli enti locali interessati,da effettuare con decreto del Presidentedel Consiglio dei ministri.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 17 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 17.

Sostituire l’articolo 17 con il seguente:

ART. 17.

1. Gli oneri derivanti dall’applicazionedella presente legge sono interamente acarico degli enti locali.

Conseguente sopprimere l’articolo 22.

17. 2. Menia.

Sostituire il comma 1 con il seguente:

1. Le spese sostenute dagli enti localiper l’assolvimento degli obblighi derivantidalla presente legge sono a carico deglistessi.

17. 3. Menia.

Atti Parlamentari — 38 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 344: delle minoranze linguistiche storiche

Sostituire il comma 1 con il seguente:

1. Oltre a quanto previsto negli articoli6, comma 1 e 11, comma 2, le spesesostenute dagli enti locali per l’assolvi-mento degli obblighi derivanti dalla pre-sente legge sono posti a carico del bilanciostatale entro il limite massimo complessivoannuo di lire 8.700.000.000 a decorrere dal1999.

17. 20. La Commissione.

Al comma 1 sostituire la parola: soste-nute con la seguente: effettuate.

17. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: deri-vanti dalla con le seguenti: conseguenti alla.

17. 5. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: delloStato con le seguenti: degli enti stessi.

17. 6. Fragala.

Al comma 1 sostituire le parole: 75 percento con le seguenti: 15 per cento.

17. 7. Menia.

Al comma 1 sostituire le parole: 75 percento con le seguenti: 25 per cento.

17. 8. Menia.

Al comma 1 sostituire le parole: degliimporti erogati con le seguenti: dellesomme erogate.

17. 9. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire le parole: 20 mi-liardi con le seguenti: 4 miliardi.

17. 10. Menia.

Al comma 1 sostituire le parole: 20 mi-liardi con le seguenti: 5 miliardi.

17. 11. Fragala.

Al comma 1 sostituire le parole: 20 mi-liardi con le seguenti: 10 miliardi.

17. 12. Menia.

Al comma 2 sostituire la parola: previacon la seguente: preliminare.

17. 13. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2 sostituire le parole: dellerisorse, con le seguenti: dei fondi.

17. 14. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 2 sostituire la parola: effet-tuare, con la seguente: realizzare.

17. 15. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Sostituire il comma 3 con il seguente:

3. A fine anno solare, le spese sostenutedovranno essere documentate dall’ente lo-cale competente ed ogni spesa non ritenutacongrua, dovra essere restituita, pena lacessazione di ogni futura erogazione per lespese di cui al comma 1.

17. 1. Fragala.

Al comma 3 sostituire la parola: ripar-tite con la seguente: divise

17. 16. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Atti Parlamentari — 39 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 345: delle minoranze linguistiche storiche

Al comma 3 sostituire la parola: avvienecon le seguenti: deve avvenire

17. 17. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 3 sostituire la parola: indi-cazione con la seguente: menzione.

17. 18. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 3 sostituire la parola: con-gruita con la seguente: necessita.

17. 19. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

(A. C. 169 – sezione 17)

ARTICOLO 18 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 18.

1. Le regioni e le province provvedono,a carico delle proprie disponibilita di bi-lancio, alla creazione di appositi istituti perla tutela delle tradizioni linguistiche e cul-turali delle popolazioni considerate dallapresente legge, ovvero favoriscono la co-stituzione di sezioni autonome delle isti-tuzioni culturali locali gia esistenti.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 18 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 18.

Sopprimerlo.

18. 1. Migliori, Armaroli, Cola, Fragala,Nuccio Carrara.

Al comma 1, sostituire la parola: prov-vedono, con le seguenti: possono provve-dere.

*18. 3. Menia.

Al comma 1, sostituire la parola: prov-vedono, con le seguenti: possono provve-dere.

*18. 8. La Commissione.

Al comma 1, sostituire la parola: appo-siti, con la seguente: particolari.

18. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: tutela,con la seguente: salvaguardia.

18. 5. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: esi-stenti, con la seguente: presenti.

18. 6. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, dopo le parole: esistenti,aggiungere le seguenti: per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-polazioni considerate dalla presente legge.

18. 7. Fragala.

Dopo l’articolo 18, aggiungere il se-guente:

ART. 18-bis.

1. Il Governo procede, a mezzo decretida emanarsi entro novanta giorni dall’en-trata in vigore della presente legge, sentitii Presidenti delle Giunte Regionali, a rico-noscere personalita giuridica pubblica agliistituti di lingue minoritarie aventi sede nel

Atti Parlamentari — 40 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 346: delle minoranze linguistiche storiche

territorio nazionale, ove caratterizzati daadeguata tradizione culturale e rilevanteincidenza sul tessuto sociale locale.2. Alla necessaria dotazione finanziaria

si provvede per estensione agli istituti dicui al comma 1, della vigente normativa inmateria di autonomia finanziaria degli isti-tuti scolastici, in quanto applicabile, comeda decreto del Ministero della pubblicaistruzione da emanarsi entro centottantagiorni dall’entrata in vigore della presentelegge.3. Saranno altresı attivate, a cura delle

Giunte regionali competenti per territorio,le risorse disponibili a carico del Fondosociale europeo.4. Su tali iniziative i Presidenti delle

rispettive Giunte relazioneranno annual-mente al Governo.

18. 01. Aloi, Valensise, Fino, Poli Bortone.

(A. C. 169 – sezione 18)

ARTICOLO 19 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 19.

1. Le norme regolamentari di attua-zione della presente legge sono adottateentro sei mesi dalla data di entrata invigore della medesima, sentite le regioniinteressate.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 19 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 19.

Sopprimerlo.

19. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva, Nuccio Carrara.

Al comma 1, sostituire le parole: seimesi, con le seguenti: due anni.

19. 2. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: seimesi, con le seguenti: dodici mesi.

19. 3. Menia.

Al comma 1, sostituire le parole: seimesi, con le seguenti: sette mesi.

19. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire le parole: dalladata, con le seguenti: dal momento della.

19. 5. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire le parole: dalladata, con le seguenti: dal giorno di.

19. 6. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1, sostituire la parola: sentite,con le seguenti: previa consultazione delle

19. 7. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

(A. C. 169 – sezione 19)

ARTICOLO 20 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 20.

1. Nelle regioni a statuto speciale l’ap-plicazione delle disposizioni piu favorevolipreviste nella presente legge e rimessa alledisposizioni di attuazione dei rispettivi sta-tuti.

Atti Parlamentari — 41 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 347: delle minoranze linguistiche storiche

EMENDAMENTI ED ARTICOLO AGGIUN-TIVO PRESENTATI ALL’ARTICOLO 20

DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 20.

Sopprimerlo.

20. 5. Menia.

Sostituirlo con il seguente:

ART. 20.

1. Nelle regioni a statuto speciale l’ap-plicazione delle disposizioni piu favorevolipreviste nella presente legge e disciplinatacon norme di attuazione dei rispettivi sta-tuti. Restano ferme le norme di tutelaesistenti nelle regioni a statuto speciale enelle province autonome di Trento e Bol-zano.2. Fino all’entrata in vigore delle norme

di attuazione di cui al comma 1, nelleregioni a statuto speciale il cui ordina-mento non preveda norme di tutela siapplicano le disposizioni di cui alla pre-sente legge.

20. 8. La Commissione.

(Testo cosı modificato nel corso della sedu-ta).

Al comma 1 sostituire la parola: l’appli-cazione con la seguente: l’attuazione.

20. 1. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire la parola: dispo-sizioni con la seguente: norme.

20. 4. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire la parola: previstecon la seguente: stabilite.

20. 2. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Al comma 1 sostituire la parola: rimessacon la seguente: demandata.

20. 3. Menia, Migliori, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania.

Dopo l’articolo 20 aggiungere il seguente:

ART. 20-bis.

1. La Repubblica promuove la valoriz-zazione del patrimonio linguistico e cultu-rale degli idiomi romanzi d’Italia, dele-gando alle Regioni i modi e le forme diintervento. La presente legge costituiscenormativa di riferimento per la legisla-zione regionale.

20. 01 Boato.

(A. C. 169 – sezione 20)

ARTICOLO 21 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 21.

1. La Repubblica, che valorizza il pa-trimonio linguistico e culturale della linguaitaliana, promuove altresı la valorizzazionedelle lingue e delle culture tutelate dallapresente legge.2. Il Ministero degli affari esteri pro-

muove le opportune intese con altri Stati,al fine di assicurare condizioni favorevoliper le comunita di lingua italiana presentisul loro territorio e di diffondere all’esterola lingua e la cultura italiane. La Repub-blica favorisce la cooperazione transfron-taliera e interregionale anche nell’ambitodei programmi dell’Unione europea.3. Il Governo presenta annualmente al

Parlamento una relazione in merito allostato di attuazione degli adempimenti pre-visti dal presente articolo.

Atti Parlamentari — 42 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 348: delle minoranze linguistiche storiche

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 21 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 21.

Sostituire l’articolo 21 con il seguente:

ART. 21 – 1. La Repubblica, che valo-rizza il patrimonio linguistico e culturaledella lingua italiana, promuove iniziative eprogrammi di sostegno alla lingua ufficialesia presso le comunita di lingua italianaall’estero che altrove.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sopprimere il comma 1.

21. 2. Fragala.

Sostituire il comma 2 con il seguente:

2. La Repubblica, che valorizza il pa-trimonio linguistico e culturale della linguaitaliana, promuove iniziative e programmidi sostegno alla lingua ufficiale sia pressole comunita di lingua italiana all’estero chealtrove.

21. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Selva,Cola, Fragala, Nania, Nuccio Carrara,Niccolini.

Sostituire il comma 2 con i seguenti:

2. Le disposizioni della presente legge siapplicano a condizione che le minoranzelinguistiche italiane godano, nei corrispon-denti Paesi esteri, di analogo trattamento.3. Ai fini dell’applicazione di quanto

al comma 1 del presente articolo, entrosei mesi dalla data di entrata in vigoredella presente legge, il Ministro degliaffari esteri trasmette al Parlamentodettagliata relazione sullo stato della le-gislazione nei Paesi interessati in meritoalla tutela del patrimonio culturale, sto-rico e linguistico delle minoranze ita-liane, ivi residenti.

4. Il Governo, d’intesa con le Regioniinteressate, promuove appositi accordi bi-laterali con gli Stati di origine delle popo-lazioni minoritarie presenti sul territorioitaliano, al fine di garantire, nel quadrodella predisposizione di programmi di in-terscambi culturali, la reciproca tuteladelle minoranze straniere in Italia ed ita-liane all’estero.5. Il Governo presenta al Parlamento

una relazione annuale in merito allo statodi attuazione degli adempimenti previstidal presente articolo.

21. 3. Aloi, Fino, Valensise.

Sopprimere il comma 3.

Conseguentemente, dopo l’articolo 21 ag-giungere il seguente:

ART. 21-bis.

1. Il Governo presenta al Parlamentouna relazione annuale in merito allo statodi attuazione degli adempimenti previstidalla presente legge.

21. 4. Aloi, Fino, Valensise.

(A. C. 169 – sezione 21)

ARTICOLO 22 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 22.

1. Per gli oneri derivanti dall’articolo 17e autorizzata, a decorrere dall’anno 1998,la spesa di lire 20 miliardi annui, cui siprovvede, per il triennio 1998-2000, me-diante corrispondente riduzione dellostanziamento iscritto, ai fini del bilanciotriennale 1998-2000, nell’ambito dell’unitaprevisionale di base di parte corrente« Fondo speciale » dello stato di previsionedel Ministero del tesoro, del bilancio edella programmazione economica per

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XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 349: delle minoranze linguistiche storiche

l’anno 1998, parzialmente utilizzando l’ac-cantonamento relativo alla Presidenza delConsiglio dei ministri.2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e

della programmazione economica e auto-rizzato a provvedere, con propri decreti,alle occorrenti variazioni di bilancio.

EMENDAMENTI PRESENTATI ALL’AR-TICOLO 22 DELLA PROPOSTA DI LEGGE

ART. 22.

Sostituire l’articolo 22 con il seguente:

ART. 22 – 1. Per gli oneri derivantidall’attuazione della presente legge e au-torizzata, a decorrere dall’anno 1998, laspesa di lire cinque miliardi annui, cui siprovvede, per il triennio 1998-2000, me-diante corrispondente riduzione dellostanziamento iscritto, ai fini del bilanciotriennale 1998-2000, nell’ambito dell’unitaprevisionale di base di parte corrente“Fondo speciale” dello stato di previsionedel Ministero del tesoro, del bilancio edella programmazione economica perl’anno 1998, parzialmente utilizzando l’ac-cantonamento relativo alla Presidenza delConsiglio dei ministri.2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e

della programmazione economica e auto-rizzato a provvedere, con propri decreti,alle occorrenti variazioni di bilancio.

(Testo alternativo del relatore di mino-ranza Menia)

Sostituirlo con il seguente.

ART. 22.

1. All’onere derivante dall’attuazionedella presente legge, valutato in lire20.500.000.000 a decorrere dal 1999, siprovvede mediante corrispondente ridu-zione delle proiezioni dello stanziamentoiscritto, ai fini del bilancio triennale 1998-2000, nell’ambito dell’unita previsionale di

base di parte corrente « Fondo speciale »dello stato di previsione del Ministero deitesoro, del bilancio e della programma-zione economica per l’anno finanziario1998, allo scopo parzialmente utilizzando,quanto a lire 18.500.000.000, l’accantona-mento relativo alla Presidenza del Consi-glio dei ministri, e, quanto a lire2.000.000.000, l’accantonamento relativo alMinistero della pubblica istruzione.2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e

della programmazione economica e auto-rizzato ad apportare le occorrenti varia-zioni di bilancio.

22. 5. La Commissione.

Al comma 1, dopo le parole: articolo 17aggiungere le seguenti: e 21.

22. 1. Migliori, Menia, Armaroli, Cola,Fragala, Selva.

Al comma 1 sostituire le parole: 20 mi-liardi con le seguenti: 5 miliardi.

22. 3. Menia.

Al comma 1 sostituire le parole: 20 mi-liardi con le seguenti: 10 miliardi.

22. 2. Menia.

(A.C. 169 – sezione 22)

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,

premesso che:

la proposta di legge, n. 169, recantenorme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche, rappresenta una sintesi fun-zionale di numerosi progetti di legge pre-sentati allo scopo di tutelare specificheminoranze linguistiche esistenti in moltiterritori della nostra nazione. Si tratta digruppi etnici di grande importanza storicae rilevante valore culturale che testimo-

Atti Parlamentari — 44 — Camera dei Deputati

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niano con la loro esistenza i segni diantiche civilta ormai del tutto scomparse,da cui, e bene ricordarlo, trae origineanche la nostra attuale societa;

il testo della proposta rappresentauna cornice normativa di carattere gene-rale e di indirizzo attraverso cui, in fase diattuazione delle relative disposizioni, si po-tranno tutelare le rispettive minoranze lin-guistiche adottando misure particolari ido-nee a promuoverne e diffonderne i carat-teri storico-culturali che le caratterizzano;

al fine di tutelare due peculiariminoranze linguistiche presenti nelle re-gioni Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia,la Grecanica e l’Albanese, e stata presen-tata il 15 maggio 1996, la proposta di leggen. 918 con lo scopo di tutelare, promuo-vere e valorizzare la loro cultura. Di questaproposta di legge l’atto in esame recepiscele finalita generali senza trattare le dispo-sizioni specifiche, che, come detto, spetteraad altri soggetti attuare;

si ritiene opportuno evidenziare chel’esigenza di tutelare le realta etnico-lin-guistiche grecaniche ed albanesi presenti inCalabria e Basilicata e, da tempo, avvertita.Cio — del resto – in armonia con quantoprevisto dall’articolo 6 della Costituzione, ilquale a sua volta non intende ovviamentemettere in forse valori e princıpi che at-tengono alla sacralita dell’unita nazionale,frutto del sacrificio di chi, durante il Ri-sorgimento, ha ritenuto di dover dare ilproprio contributo a tale grande causa. Perquesti motivi la tutela delle minoranzelinguistiche grecaniche ed albanesi, pre-senti in Calabria e Basilicata come in Pu-glia e in Sicilia, non rappresenta alcunpericolo per l’unita nazionale, trattandosi,come nel caso delle comunita albanesi, dipresenze che durante il Risorgimentohanno visto patrioti formarsi nel centroculturale di S. Demetrio Corone, liceo dalquale sono emerse le coscienze che hannocontribuito al riscatto nazionale;

nelle due guerre mondiali batta-glioni albanesi si sono battuti per l’Italia sututti i fronti, interni ed esterni, dandoprova di coraggio e di lealta alla bandiera;

altrettanto deve dirsi della presenza gre-canica, che vede comunita le quali, nelcorso dei secoli, a partire dal VIII secoloa.C. hanno consentito che, sia pure congrandi difficolta, venisse tramandato e di-feso un patrimonio di lingua, di cultura edi tradizione che fa ormai parte integrantedei valori del popolo italiano;

il Governo, al fine di non far per-dere l’essenza peculiare della proposta dilegge n. 918 del 1996, la quale in via dimassima potrebbe ritenersi assorbita dallapresente proposta di legge, anche alla lucedelle sue funzioni istituzionali di organoesecutivo, quando avranno efficacia le di-sposizioni contenute in questo atto, potrasvolgere una importante azione di stimoloe di controllo affinche le province, i co-muni e la pubblica amministrazione delleregioni Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia,provvedano a realizzare gli interventi chevenivano riportati nella citata proposta dilegge 918 del 1996, utili a tutelare l’identitanazionale delle minoranze etnico-linguisti-che grecaniche ed albanesi;

impegna il Governo:

ad attivarsi in modo fattivo affinchenella fase di attuazione delle disposizionirecate dalla proposta di legge n. 169 sipossa conseguire il risultato di tutelare leminoranze etnico-linguistiche grecaniche,albanesi ed occitane nelle regioni Calabria,Basilicata, Puglia e Sicilia, in collabora-zione con le associazioni regolarmente ri-conosciute come la lega italiana della mi-noranza arbëresh;

a stimolare i soggetti delegati affincheprovvedano ad attuare le misure che lanuova legge gli affida ed in particolare:

le universita delle regioni Calabria,Basilicata, Puglia e Sicilia perche istitui-scano corsi di laurea in lingua, letteraturae storia albanese, grecanica, grika ed oc-citana, anche utilizzando le strutture pub-bliche gia esistenti, come l’Istituto regio-nale superiore di studi ellenofoni di BovaMarina ed il Collegio italo-albanese di SanDemetrio Corone, siti nella regione Cala-bria;

Atti Parlamentari — 45 — Camera dei Deputati

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le regioni Calabria e Basilicataperche provvedano ad istituire ed organiz-zare l’Istituto superiore di studi albanesi egrecanici, atto a favorire la diffusione delledue culture.

9/169/1 Aloi, Valensise, Poli Bortone,Fino, Molinari, Galeazzi, Olivo, Ber-gamo, Lo Presti, Brunetti, Filocamo,Maselli, Saia, Pampo, Crema, RomanoCarratelli, Tassone.

(Testo cosı modificato nel corso della sedu-ta).

La Camera,

considerato che le parlate locali delleregioni sono a tutti gli effetti lingue, pos-sedendo esse una secolare tradizione let-teraria scritta;

evidenziato che l’indubbia necessitadi avere una lingua scritta e orale comunee codificata in tutta la Repubblica nonesclude la tutela delle lingue locali affinchequeste non divengano lingue « morte » ed ilpatrimonio culturale l’importanza socialeche esse svolgono come strumento di co-municazione venga in tal modo gradual-mente distrutto o cancellato;

posto che l’UNESCO, cui l’Italia ade-risce, promuove e salvaguarda le differenzeculturali, e quindi anche linguistiche, nelmondo come irrinunciabile patrimonio co-mune dell’umanita;

impegna il Governo

a sostenere in tutte le forme possibili,nell’ambito della sua competenza, la sal-vaguardia, la diffusione e l’insegnamentodelle lingue e delle culture presenti nelterritorio nazionale di ogni altra popola-zione stanziale nel territorio stesso chenon siano comprese nell’articolo 2 delprovvedimento in materia di tutela delleminoranze linguistiche, e per le quali vengafatta richiesta con delibera motivata dal

rispettivo consiglio regionale o da almenoi due terzi dei relativi consigli comunali.

9/169/2 Fontan, Cavaliere, Stucchi, Fon-tanini, Luciano Dussin.

La Camera,

premesso che:

dal 5 novembre 1992 e aperta allafirma degli Stati membri del Consigliod’Europa la Carta europea per le lingueregionali e minoritarie;

sino ad oggi la Carta e stata sotto-scritta da 18 Stati membri e ratificata da7 Stati firmatari (ai quali sta per aggiun-gersi la Germania e la Gran Bretagna,nell’accordo relativo all’Irlanda del Nord,ha annunciato la volonta di sottoscrivere laCarta);

in Italia esistono 13 lingue minori-tarie alloglotte, come indicato nel rapportorecentemente redatto dall’ufficio dellezone di confine e delle minoranze lingui-stiche del Ministero dell’interno;

nonostante l’articolo 6 della Costi-tuzione preveda che « la Repubblica tutelacon apposite norme le minoranze lingui-stiche », la maggior parte delle popolazionidi lingua minoritaria in Italia non disponesinora di alcun impianto normativo di tu-tela e valorizzazione;

l’adesione del Governo italiano allamenzionata Carta, oltre ad affermare lavolonta dell’Italia ad allinearsi agli stan-dards europei in materia di tutela delleminoranze, rappresenterebbe un incentivoper gli organi dello Stato competenti adaffrontare e risolvere positivamente i pro-blemi relativi alla tutela delle minoranze;

impegna il Governo

ad aderire alla Carta europea delle lingueregionali e minoritarie, proponendone inseguito la ratifica al Parlamento italiano, acompletamento del disegno di tutela delleminoranze linguistiche.

9/169/3 Caveri, Detomas, Brugger, Zeller,Widmann, Rodeghiero, Barral, Chinca-rini.

Atti Parlamentari — 46 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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La Camera,

premesso che:

la risoluzione adottata il 16 marzo1998 dal Consiglio d’Europa concernente lacarta europea delle lingue regionali o mi-noritarie afferma, nel preambolo, che « ildiritto delle popolazioni a esprimersi nelleloro lingue regionali o minoritarie nell’am-bito della loro vita privata e sociale costi-tuisce un diritto imprescrittibile. [...] Ladifesa e il rafforzamento delle lingue re-gionali o minoritarie nei vari paesi e nellevarie regioni d’Europa, lungi dal costituireun ostacolo alle lingue nazionali, rappre-sentano un contribuito importante all’edi-ficazione dell’Europa basata su principi didemocrazia e diversita culturale »;

lo Statuto della regione Veneto, al-l’articolo 2, afferma: « L’autogoverno delpopolo veneto si attua in forme rispondentialle caratteristiche tradizioni della sua sto-ria. La regione concorre alla valorizza-zione del patrimonio culturale e linguisticodelle singole comunita »;

l’Istat in una recente rilevazione haevidenziato che la lingua veneta e parlatacorrentemente dal 52 per cento degli abi-tanti della regione Veneto, la percentualepiu alta fra i popoli presenti all’internodello stato italiano;

impegna il Governo

a inserire la lingua veneta tra le lingueprotette dal presente provvedimento dilegge.

9/169/4 Vascon, Fongaro, Cavaliere, DallaRosa, Calzavara, Rodeghiero, Signorini,Giovanardi, Volonte.

La Camera,

esaminato il provvedimento concer-nente norme in materia di tutela delleminoranze linguistiche;

considerato che numerose regionihanno gia assunto autonome iniziative, an-

che in assenza di un quadro normativogenerale, al fine di valorizzare le tradizioniculturali, linguistiche, folkloristiche e mu-sicali;

valutato che nella regione Calabriasono presenti storiche minoranze albanesi,grecaliche e occitane;

impegna il Governo

ad assumere iniziative al fine di valoriz-zare le tradizioni culturali regionali pro-muovendo scambi sia tra le regioni italianeche con quelle dell’Europa e dell’area delMediterraneo.

9/169/5 Tassone.

La Camera,

considerato che sia il piemontese cheil veneto hanno piena dignita di lingua, conuna propria koine, una propria gramma-tica, una letteratura e una tradizione chene tratteggiano l’identita,

impegna il Governo

ad adottare misure di particolare tuteladelle lingue piemontese e veneta, adeguatealle loro peculiarita e alla loro tradizione,favorendone l’attenzione della scuola, del-l’universita e dei mezzi radiotelevisivi versoil patrimonio culturale e storico di cui sonoespressione.

9/169/6 Borghezio, Calzavara, TeresioDelfino.

(Testo cosı modificato nel corso della sedu-ta).

La Camera,

considerato che i Rom ed i Sinti sonopresenti in Italia fin dal secolo XIV ecostituiscono quindi una minoranza lin-guistica storica di grande rilevanza e che ein corso un processo di stanziacita di taliminoranze,

Atti Parlamentari — 47 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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Page 353: delle minoranze linguistiche storiche

impegna il Governo

ad adottare misure di particolare tuteladelle comunita Rom e Sinti adeguate alleloro peculiari caratteristiche linguistichestorico-culturali.

9/169/7. Maselli, Jervolino Russo, Di Bi-sceglie, Brunetti, Boato.

La Camera,

impegna il Governo

a promuovere idonei provvedimenti pervalorizzare gli idiomi italiani di dignitaletteraria.

9/169/8. De Biasio Calimani, Maselli.

La Camera,

nell’approvare la legge per la tuteladelle minoranze linguistiche in attuazionedell’articolo 6 della Costituzione,

impegna il Governo

a promuovere la valorizzazione del patri-monio linguistico e culturale degli idiomiromanzi d’Italia, delegando alle regioni imodi e le forme d’intervento.

9/169/9. Boato.

La Camera,

considerato che i veneti sono statiannessi all’Italia dal plebiscito del 1866 edessendo stati fino a quella data popolosovrano che parlava una propria linguaufficiale dotata di grammatica, fonetica esintassi utilizzata in tutti gli atti ufficialidella repubblica serenissima,

impegna il Governo

ad adottare misure per tutelare la linguaveneta come caratteristica lingua storica.

9/169/10. Cavaliere, Luciano Dussin.

La Camera,

premesso che la proposta di legge n.169 e abbinate, recante norme in materiadi tutela delle minoranze linguistiche sto-riche, rappresenta una normativa quadro edi indirizzo finalizzata, tra l’altro, a pro-muovere e valorizzare i patrimoni lingui-stici e culturali che fanno parte integrantedei valori del popolo italiano;

considerato che nell’ambito delle lin-gue minoritarie indicate all’articolo 2 nu-merose regioni hanno assunto iniziative eprovvedimenti al fine di valorizzare tradi-zioni culturali e linguistiche;

considerato altresı che il provenzalerappresenta una lingua di grande valenzaculturale e linguistica,

impegna il Governo

ad adottare misure di particolare tuteladella tradizione linguistica e culturale pro-venzale.

9/169/11. Teresio Delfino.

La Camera,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative tese a favorirecondizioni di reciprocita circa la tuteladelle minoranze linguistiche;

a tale fine, con riferimento alla pre-senza di minoranze linguistiche italiane,nei confinanti paesi europei si impegna ilGoverno ad adottare specifiche iniziativein merito.

9/169/12. Migliori, Niccolini.

Atti Parlamentari — 48 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 17 GIUGNO 1998 — N. 374

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CASINI ed altri: Norme per l’innal-zamento dell’obbligo di istruzione e diformazione (5107).

— Relatori: Soave, per la maggioranza;Aprea, di minoranza.

6. – Seguito della discussione dei dise-gni di legge:

S. 1325 − Ratifica ed esecuzionedell’Accordo tra la Repubblica italiana el’Unione Latina relativamente al suo Uf-ficio di Roma, fatto a Roma il 1o giugno1995, con scambio di Note effettuato aParigi il 12 febbraio 1996 (Approvato dalSenato) (4604).

— Relatore: Rivolta.

(Articolo 79, comma 15, del Regolamento).

S. 1156 − Ratifica ed esecuzionedella Convenzione per la protezione delleAlpi, con allegati e processo verbale dimodifica del 6 aprile 1993, fatta a Sali-sburgo il 7 novembre 1991 (Approvato dalSenato) (3299).

— Relatori: Mattarella, per la maggio-ranza; Calzavara e Leccese, di minoranza.

7. – Seguito della discussione delleproposte di legge:

S. 104-156-1070-1164-2177-2363 —Senatori DANIELE GALDI ed altri: Normeper il diritto al lavoro dei disabili (Appro-vato, in un testo unificato, dalla XI Com-missione permanente del Senato) (4110).

BOLOGNESI ed altri: Norme sulcollocamento al lavoro delle persone di-sabili (80).

CALDEROLI e MICHIELON: Nuovenorme per il diritto al lavoro dei disabili(91).

PORCU: Norme per garantire il di-ritto al lavoro dei disabili (1431).

BATTAGLIA ed altri: Norme sull’in-serimento al lavoro delle persone handi-cappate (3585).

— Relatore: Stelluti.

8. – Seguito della discussione del dise-gno di legge:

S. 3040 — Disposizioni finanziarie afavore dell’Ente autonomo acquedotto pu-gliese EAAP (Approvato dal Senato) (4937).

— Relatore: Casinelli.

9. – Discussione del disegno di legge:

Rifinanziamento degli interventi perl’industria cantieristica ed armatoriale edattuazione della normativa comunitaria disettore (4517).

— Relatore: Biricotti.

La seduta termina alle 21,35.

ERRATA CORRIGE

Nel resoconto stenografico della sedutadel 17 giugno 1998, a pagina 79, primacolonna, alla diciassettesima riga, dopo leparole « testo approvato », devono essereaggiunte le seguenti: « che, in seguito allostralcio deliberato nella seduta odierna,assume il numero 169-bis;

nella stessa colonna alle righe venti-duesima, ventisettesima e trentatreesima ilnumero « 169 », va sostituito con: « 169-bis »;

infine nella stessa colonna, ultima riga,i numeri « 300, 396, 918, 1867, 2086 e2973 » vanno sostituiti con: « 300-bis, 396-bis, 918-bis, 1867-bis, 2086-bis e 2973-bis ».

IL CONSIGLIERE CAPODEL SERVIZIO STENOGRAFIA

DOTT. VINCENZO ARISTA

L’ESTENSORE DEL PROCESSO VERBALE

DOTT. PIERO CARONI

Licenziato per la stampa alle 23.

Atti Parlamentari — 69 — Camera dei Deputati

XIII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DEL 14 SETTEMBRE 1998 — N. 403

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 3366

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa dei deputati CORLEONE, BOATO e RUFFINO

(V. Stampato Camera n. 169)

approvato dalla Camera dei deputati il 17 giugno 1998

Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenzail 18 giugno 1998

Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1900)

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 2 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La lingua ufficiale della Repubblica èl’italiano.

2. La Repubblica, che valorizza il patri-monio linguistico e culturale della linguaitaliana, promuove altresì la valorizzazionedelle lingue e delle culture tutelate dallapresente legge.

Art. 2.

1. In attuazione dell’articolo 6 della Co-stituzione e in armonia con i princìpi gene-rali stabiliti dagli organismi europei e inter-nazionali, la Repubblica tutela la lingua e lacultura delle popolazioni albanesi, catalane,germaniche, greche, slovene e croate e diquelle parlanti il francese, il franco-proven-zale, il friulano, il ladino, l’occitano e ilsardo.

Art. 3.

1. La delimitazione dell’ambito territoria-le e subcomunale in cui si applicano le di-sposizioni di tutela delle minoranze lingui-stiche storiche previste dalla presente leggeè adottata dal consiglio provinciale, sentiti icomuni interessati, su richiesta di almeno ilquindici per cento dei cittadini iscritti nelleliste elettorali e residenti nei comuni stessi,ovvero di un terzo dei consiglieri comunalidei medesimi comuni.

2. Nel caso in cui non sussista alcunadelle due condizioni di cui al comma 1 equalora sul territorio comunale insista co-munque una minoranza linguistica ricom-presa nell’elenco di cui all’articolo 2, ilprocedimento inizia qualora si pronunci fa-

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 3 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

vorevolmente la popolazione residente, at-traverso apposita consultazione promossadai soggetti aventi titolo e con le modalitàpreviste dai rispettivi statuti e regolamenticomunali.

3. Quando le minoranze linguistiche dicui all’articolo 2 si trovano distribuite suterritori provinciali o regionali diversi, essepossono costituire organismi di coordina-mento e di proposta, che gli enti locali inte-ressati hanno facoltà di riconoscere.

Art. 4.

1. Nelle scuole materne dei comuni dicui all’articolo 3, l’educazione linguisticaprevede, accanto all’uso della lingua italia-na, anche l’uso della lingua della minoranzaper lo svolgimento delle attività educative.Nelle scuole elementari e nelle scuole se-condarie di primo grado è previsto l’usoanche della lingua della minoranza comestrumento di insegnamento.

2. Le istituzioni scolastiche elementari esecondarie di primo grado, in conformità aquanto previsto dall’articolo 3, comma 1,della presente legge, nell’esercizio dell’au-tonomia organizzativa e didattica di cuiall’articolo 21, commi 8 e 9, della legge 15marzo 1997, n. 59, nei limiti dell’orariocurriculare complessivo definito a livellonazionale e nel rispetto dei complessivi ob-blighi di servizio dei docenti previsti daicontratti collettivi, al fine di assicurare l’ap-prendimento della lingua della minoranza,deliberano, anche sulla base delle richiestedei genitori degli alunni, le modalità disvolgimento delle attività di insegnamentodella lingua e delle tradizioni culturali dellecomunità locali, stabilendone i tempi e lemetodologie, nonchè stabilendo i criteri divalutazione degli alunni e le modalità diimpiego di docenti qualificati.

3. Le medesime istituzioni scolastiche dicui al comma 2, ai sensi dell’articolo 21,comma 10, della legge 15 marzo 1997,n. 59, sia singolarmente sia in forma asso-ciata, possono realizzare ampliamenti

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 4 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

dell’offerta formativa in favore degli adulti.Nell’esercizio dell’autonomia di ricerca,sperimentazione e sviluppo, di cui al citatoarticolo 21, comma 10, le istituzioni scola-stiche adottano, anche attraverso forme as-sociate, iniziative nel campo dello studiodelle lingue e delle tradizioni culturali degliappartenenti ad una minoranza linguisticariconosciuta ai sensi degli articoli 2 e 3 del-la presente legge e perseguono attività diformazione e aggiornamento degli inse-gnanti addetti alle medesime discipline. Atale scopo le istituzioni scolastiche possonostipulare convenzioni ai sensi dell’articolo21, comma 12, della citata legge n. 59 del1997.

4. Le iniziative previste dai commi 2 e 3sono realizzate dalle medesime istituzioniscolastiche avvalendosi delle risorse umanea disposizione, della dotazione finanziariaattribuita ai sensi dell’articolo 21, comma 5,della legge 15 marzo 1997, n. 59, nonchèdelle risorse aggiuntive reperibili con con-venzioni, prevedendo tra le priorità stabilitedal medesimo comma 5 quelle di cui allapresente legge. Nella ripartizione delle ri-sorse di cui al citato comma 5 dell’articolo21 della legge n. 59 del 1997, si tiene contodelle priorità aggiuntive di cui al presentecomma.

5. Al momento della preiscrizione i geni-tori comunicano alla istituzione scolasticainteressata se intendono avvalersi per i pro-pri figli dell’insegnamento della lingua del-la minoranza.

Art. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con propri decreti, indica i criteri generaliper l’attuazione delle misure contenutenell’articolo 4 e può promuovere e realizza-re progetti nazionali e locali nel campo del-lo studio delle lingue e delle tradizioni cul-turali degli appartenenti ad una minoranzalinguistica riconosciuta ai sensi degli artico-li 2 e 3 della presente legge. Per la realiz-zazione dei progetti è autorizzata la spesa

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 5 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

di lire 2 miliardi annue a decorrere dall’an-no 1999.

2. Gli schemi di decreto di cui al comma1 sono trasmessi al Parlamento per l’acqui-sizione del parere delle competenti Com-missioni permanenti, che possono esprimer-si entro sessanta giorni.

Art. 6.

1. Ai sensi degli articoli 6 e 8 della legge19 novembre 1990, n. 341, le universitàdelle regioni interessate, nell’ambito dellaloro autonomia e degli ordinari stanziamentidi bilancio, assumono ogni iniziativa, ivicompresa l’istituzione di corsi di lingua ecultura delle lingue di cui all’articolo 2, fi-nalizzata ad agevolare la ricerca scientificae le attività culturali e formative a sostegnodelle finalità della presente legge.

Art. 7.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, imembri dei consigli comunali e degli altriorgani a struttura collegiale dell’ammini-strazione possono usare, nell’attività degliorganismi medesimi, la lingua ammessa atutela.

2. La disposizione di cui al comma 1 siapplica altresì ai consiglieri delle comunitàmontane, delle province e delle regioni, icui territori ricomprendano comuni nei qua-li è riconosciuta la lingua ammessa a tutela,che complessivamente costituiscano almenoil 15 per cento della popolazione interes-sata.

3. Qualora uno o più componenti degliorgani collegiali di cui ai commi 1 e 2 di-chiarino di non conoscere la lingua ammes-sa a tutela, deve essere garantita una imme-diata traduzione in lingua italiana.

4. Qualora gli atti destinati ad uso pub-blico siano redatti nelle due lingue, produ-cono effetti giuridici solo gli atti e le deli-berazioni redatti in lingua italiana.

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 6 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 8.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, ilconsiglio comunale può provvedere, cononeri a carico del bilancio del comune stes-so, in mancanza di altre risorse disponibilia questo fine, alla pubblicazione nella lin-gua ammessa a tutela di atti ufficiali delloStato, delle regioni e degli enti locali non-chè di enti pubblici non territoriali, fermorestando il valore legale esclusivo degli attinel testo redatto in lingua italiana.

Art. 9.

1. Fatto salvo quanto previsto dall’artico-lo 7, nei comuni di cui all’articolo 3 è con-sentito, negli uffici delle amministrazionipubbliche, l’uso orale e scritto della linguaammessa a tutela. Dall’applicazione delpresente comma sono escluse le forze ar-mate e le forze di polizia dello Stato.

2. Per rendere effettivo l’esercizio dellefacoltà di cui al comma 1, le pubbliche am-ministrazioni provvedono, anche attraversoconvenzioni con altri enti, a garantire lapresenza di personale che sia in grado di ri-spondere alle richieste del pubblico usandola lingua ammessa a tutela. A tal fine è isti-tuito, presso la Presidenza del Consiglio deiministri - Dipartimento per gli affari regio-nali, un Fondo nazionale per la tutela delleminoranze linguistiche con una dotazionefinanziaria annua di lire 9.800.000.000 adecorrere dal 1999. Tali risorse, da conside-rare quale limite massimo di spesa, sono ri-partite annualmente con decreto del Presi-dente del Consiglio dei ministri, sentite leamministrazioni interessate.

3. Nei procedimenti davanti al giudice dipace è consentito l’uso della lingua ammes-sa a tutela. Restano ferme le disposizioni dicui all’articolo 109 del codice di procedurapenale.

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 7 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 10.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, in ag-giunta ai toponimi ufficiali, i consigli co-munali possono deliberare l’adozione di to-ponimi conformi alle tradizioni e agli usilocali.

Art. 11.

1. I cittadini che fanno parte di una mi-noranza linguistica riconosciuta ai sensi de-gli articoli 2 e 3 e residenti nei comuni dicui al medesimo articolo 3, i cognomi o inomi dei quali siano stati modificati primadella data di entrata in vigore della presentelegge o ai quali sia stato impedito in passa-to di apporre il nome di battesimo nella lin-gua della minoranza, hanno diritto di otte-nere, sulla base di adeguata documentazio-ne, il ripristino degli stessi in forma origi-naria. Il ripristino del cognome ha effettoanche per i discendenti degli interessati chenon siano maggiorenni o che, se maggio-renni, abbiano prestato il loro consenso.

2. Nei casi di cui al comma 1 la doman-da deve indicare il nome o il cognome chesi intende assumere ed è presentata al sin-daco del comune di residenza del richieden-te, il quale provvede d’ufficio a trasmetterlaal prefetto, corredandola di un estrattodell’atto di nascita. Il prefetto, qualora ri-corrano i presupposti previsti dal comma 1,emana il decreto di ripristino del nome odel cognome. Per i membri della stessa fa-miglia il prefetto può provvedere con ununico decreto. Nel caso di reiezione delladomanda, il relativo provvedimento può es-sere impugnato, entro trenta giorni dalla co-municazione, con ricorso al Ministro di gra-zia e giustizia, che decide previo parere delConsiglio di Stato. Il procedimento è esenteda spese e deve essere concluso entro no-vanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello stato civile dei comuniinteressati provvedono alle annotazioni con-seguenti all’attuazione delle disposizioni di

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 8 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

cui al presente articolo. Tutti gli altri regi-stri, tutti gli elenchi e ruoli nominativi sonorettificati d’ufficio dal comune e dalle altreamministrazioni competenti.

Art. 12.

1. Nella convenzione tra il Ministero del-le comunicazioni e la società concessionariadel servizio pubblico radiotelevisivo e nelconseguente contratto di servizio sono assi-curate condizioni per la tutela delle mino-ranze linguistiche nelle zone di apparte-nenza.

2. Le regioni interessate possono altresìstipulare apposite convenzioni con la so-cietà concessionaria del servizio pubblicoradiotelevisivo per trasmissioni giornalisti-che o programmi nelle lingue ammesse atutela, nell’ambito delle programmazioni ra-diofoniche e televisive regionali della me-desima società concessionaria; per le stessefinalità le regioni possono stipulare appositiaccordi con emittenti locali.

3. La tutela delle minoranze linguistichenell’ambito del sistema delle comunicazionidi massa è di competenza dell’Autorità perle garanzie nelle comunicazioni di cui allalegge 31 luglio 1997, n. 249, fatte salve lefunzioni di indirizzo della Commissioneparlamentare per l’indirizzo generale e lavigilanza dei servizi radiotelevisivi.

Art. 13.

1. Le regioni a statuto ordinario, nellematerie di loro competenza, adeguano lapropria legislazione ai princìpi stabiliti dallapresente legge, fatte salve le disposizionilegislative regionali vigenti che prevedanocondizioni più favorevoli per le minoranzelinguistiche.

Art. 14.

1. Nell’ambito delle proprie disponibilitàdi bilancio le regioni e le province in cui

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 9 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

siano presenti i gruppi linguistici di cuiall’articolo 2 nonchè i comuni ricompresinelle suddette province possono determina-re, in base a criteri oggettivi, provvidenzeper l’editoria, per gli organi di stampa e perle emittenti radiotelevisive a carattere priva-to che utilizzino una delle lingue ammessea tutela, nonchè per le associazioni ricono-sciute e radicate nel territorio che abbianocome finalità la salvaguardia delle minoran-ze linguistiche.

Art. 15.

1. Oltre a quanto previsto dagli articoli 5,comma 1, e 9, comma 2, le spese sostenutedagli enti locali per l’assolvimento degliobblighi derivanti dalla presente legge sonoposte a carico del bilancio statale entro illimite massimo complessivo annuo di lire8.700.000.000 a decorrere dal 1999.

2. L’iscrizione nei bilanci degli enti loca-li delle previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 è subordinata alla previaripartizione delle risorse di cui al medesimocomma 1 tra gli enti locali interessati, daeffettuare con decreto del Presidente delConsiglio dei ministri.

3. L’erogazione delle somme ripartite aisensi del comma 2 avviene sulla base diuna appropriata rendicontazione, presentatadall’ente locale competente, con indicazionedei motivi dell’intervento e delle giustifica-zioni circa la congruità della spesa.

Art. 16.

1. Le regioni e le province possono prov-vedere, a carico delle proprie disponibilitàdi bilancio, alla creazione di appositi istitutiper la tutela delle tradizioni linguistiche eculturali delle popolazioni considerate dallapresente legge, ovvero favoriscono la costi-tuzione di sezioni autonome delle istituzioniculturali locali già esistenti.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 17.

1. Le norme regolamentari di attuazionedella presente legge sono adottate entro seimesi dalla data di entrata in vigore dellamedesima, sentite le regioni interessate.

Art. 18.

1. Nelle regioni a statuto speciale l’appli-cazione delle disposizioni più favorevolipreviste dalla presente legge è disciplinatacon norme di attuazione dei rispettivi statu-ti. Restano ferme le norme di tutela esisten-ti nelle medesime regioni a statuto specialee nelle province autonome di Trento e diBolzano.

2. Fino all’entrata in vigore delle normedi attuazione di cui al comma 1, nelle re-gioni a statuto speciale il cui ordinamentonon preveda norme di tutela si applicano ledisposizioni di cui alla presente legge.

Art. 19.

1. La Repubblica promuove, nei modi enelle forme che saranno di caso in casoprevisti in apposite convenzioni e perse-guendo condizioni di reciprocità con gliStati esteri, lo sviluppo delle lingue e delleculture di cui all’articolo 2 diffuse all’este-ro, nei casi in cui i cittadini delle relativecomunità abbiano mantenuto e sviluppatol’identità socio-culturale e linguistica d’ori-gine.

2. Il Ministero degli affari esteri promuo-ve le opportune intese con altri Stati, al finedi assicurare condizioni favorevoli per lecomunità di lingua italiana presenti sul loroterritorio e di diffondere all’estero la linguae la cultura italiane. La Repubblica favori-sce la cooperazione transfrontaliera e inter-regionale anche nell’ambito dei programmidell’Unione europea.

3. Il Governo presenta annualmente alParlamento una relazione in merito allo sta-

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3366– 11 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

to di attuazione degli adempimenti previstidal presente articolo.

Art. 20.

1. All’onere derivante dall’attuazione del-la presente legge, valutato in lire20.500.000.000 a decorrere dal 1999, siprovvede mediante corrispondente riduzionedelle proiezioni dello stanziamento iscritto,ai fini del bilancio triennale 1998-2000,nell’ambito dell’unità previsionale di basedi parte corrente «Fondo speciale» dellostato di previsione del Ministero del tesoro,del bilancio e della programmazione econo-mica per l’anno 1998, allo scopo parzial-mente utilizzando, quanto a lire18.500.000.000, l’accantonamento relativoalla Presidenza del Consiglio dei ministri e,quanto a lire 2.000.000.000, l’accantona-mento relativo al Ministero della pubblicaistruzione.

2. Il Ministro del tesoro, del bilancio edella programmazione economica è autoriz-zato ad apportare, con propri decreti, le oc-correnti variazioni di bilancio.

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S EN A T O D E L L A R E P U B B L I C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 424

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa della senatrice BRUNO GANERI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 MAGGIO 1996

Tutela dei patrimoni linguistici regionali

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 424– 2 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

ONOREVOLI SENATORI. – Il testo del disegnodi legge sulla tutela delle minoranze lingui-stiche, che presento a questo ramo del Par-lamento, segue il testo unificato, elaboratodalla Commissione affari costituzionali del-la Camera dei deputati nel corso della X le-gislatura, delle varie proposte di legge pre-sentate in argomento (atto Camera391-1024-1268-1740-1796-1986-A).

È tempo che su questo punto il Parla-mento decida: la completa attuazionedell’articolo 6 della Carta costituzionale èda sempre invocata, ma mai realizzata inpieno. Il nostro Paese, nelle sue regioni,presenta diverse culture minori, che hannoresistito e resistono ancora oggi ai tentatividi appiattimento e di omogeneizzazionedella cultura che, in diversi fasi della nostrastoria repubblicana, ha avuto luogo, a di-scapito di aree e tradizioni culturali diffe-renziate. Nella sola Calabria, ad esempio,regione con poco più di due milioni di abi-tanti esistono minoranze linguistiche diver-se, che custodiscono gelosamente e traman-dano le loro tradizioni di lingua e di cultu-ra: i Valdesi da secoli insediati nell’area diGuardia Piemontese, la minoranza albanesenel comprensorio del Basso Pollino, quellagrecanica in provincia di Reggio Calabria.E così in tutta Italia, dove vivono e chiedo-no tutela le minoranze linguistiche catala-ne, germaniche, slave, zingare, franco-pro-venzali, occitane; oltre quelle che – per gliStatuti speciali delle regioni in cui sono in-sediate – già ricevono tutela e riconosci-menti legislativi.

Tali riconoscimenti legislativi possono es-ser presi a modello, in Europa, sulla que-stione della tutela delle minoranze linguisti-che, anche se in essi è ancora evidente ladicotomia fra la concezione ottocentesca(restrittiva, in quanto riconosce la tutela al-le minoranze la cui nazione madre è ricom-presa in altri Stati), e quella contempora-

nea, pluralista e più estensiva (che ricono-sce alle minoranze, pertanto, per definizio-ne, un diritto alla tutela).

Il problema della diversità linguistica èun problema che risale indietro nel tempo,alla costituzione stessa dell’Unità d’Italia;già illustri storici e statisti avevano affron-tato l’argomento, ed indicato una via mae-stra, secondo la quale l’unità viene intesa evalorizzata come armonia di diversità, edirrobustita proprio dai legami fra le diverseculture, lingue e tradizioni; di contro alconcetto di uniformità, che implica un ap-piattimento delle numerose, storiche iden-tità locali presenti nel nostro Paese.

Nella concezione fortemente accentratadello Stato liberale unitario, però, lo sforzopolitico in questa direzione rimase tiepido,fermandosi più ad un dibattito culturale edottrinale, che favorisse la conoscenza inte-grata di storia, cultura, tradizioni locali, in-sieme a quella dell’identità nazionale. Nèulteriori passi avanti si ebbero nel Venten-nio fascista, quando la concezione statola-trica e nazionalistica (con la netta contrap-posizione con altre aree culturali a noi con-tigue), accentratrice e fortemente ideologiz-zata, impedì ogni ulteriore progresso versoil regionalismo e la salvaguardia delle areeculturali minori presenti nel Paese.

Nel periodo repubblicano, a dispetto deidettami della Costituzione del 1948 (in par-ticolare dell’articolo 6), abbiamo visto, difatto, un disinteresse per la concreta attua-zione di quei princìpi, ed il progetto costi-tuzionale di regionalismo e di autogovernolocale è rimasto strozzato, inserito in unalogica di funzionalizzazione delle organiz-zazioni periferiche agli interessi ed alle di-rettive provenienti dallo Stato centrale.

Oggi, una legislazione inserita nel filonedel diritto pubblico interno orientato versola valorizzazione del pluralismo appare insintonia con le tendenze emerse nel dibatti-

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to politico-istituzionale e culturale dell’Eu-ropa intera, che muove i suoi passi in quel-la direzione, come emerge dal dibattito edai documenti ufficiali approvati in sede diParlamento europeo, e di Consiglio d’Euro-pa. Il processo di internazionalizzazione (dicui quello linguistico è uno degli ambiti) èattualmente interpretato come integrazioneregionale – continentale, e presuppone per-tanto l’abbandono della logica della sovra-nità esclusivista dello Stato centrale, penala perdita di efficienza e legittimità dell’in-tero sistema di relazioni infrastatuali, ed in-terstatuali. Anche nel campo linguistico,pertanto, bisognerà riconoscere la validitàdi questa logica, ed il pluralismo linguisticova affermato non solo come dato di fatto,ma come elemento costitutivo di un’espe-rienza di integrazione e di arricchimento. Ilrischio di rottura dell’unità linguistica ita-liana o dell’unità italiana stessa. non vienecerto dall’affermazione delle autonomie lo-cali; anzi, è lo stato di inutile ed inefficientecentralismo a provocare il distacco e la sfi-ducia verso le istituzioni.

La ripartizione di competenze fra Stato eregioni sviluppa il dettato dell’articolo 6della Costituzione proponendosi anche co-me espressione dell’acquisita rilevanza,nell’ordinamento interno, della problemati-ca delle minoranze linguistiche.

Quello che si richiede con questa propo-sta di legge è il riconoscimento delle varietàlinguistiche, con due interventi temporali: ilprimo, demandato alle regioni, di censi-mento di tali realtà; il secondo, di tutela,promozione e disciplina, con l’intervento

dello Stato. La prima fase, richiede la parte-cipazione attiva dei cittadini membri di mi-noranze linguistiche, e l’impegno degli Entilocali, per garantire gli ambiti territoriali:questo, non per erigere barriere all’internodello Stato, ma per il rispetto rigoroso dellaautonomia altrui. Complementare a questo,è che si operi affinchè si evitino forme diprivilegio o vantaggio, per le minoranze lin-guistiche, e affinchè non si introducanoostacoli alla libera circolazione sul territo-rio dello Stato.

Un ruolo importante investe il sistemascolastico, deputato a promuovere la lin-gua, ed a riconoscerla quale strumento uffi-ciale nell’insegnamento, anche in previsionedella riforma del sistema scolastico stesso;previa consultazione degli organi preposti,e tenendo conto – naturalmente – della scel-ta che verrà operata da studenti e geni-tori.

Per quanto riguarda l’aspetto finanziario,va notato che la fissazione di un tetto mas-simo di spese a carico dello Stato, la valo-rizzazione di un meccanismo di partecipa-zione finanziaria degli enti locali ed il rin-vio alle finanze ordinarie delle regioni assi-curano la rigorosità dello sforzo economicodi parte pubblica.

In conclusione, preme sottolineare che –ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione – ilprincipio di eguaglianza non richiede sola-mente la parità di trattamento di tutti i cit-tadini, ma anche la reale considerazionedelle differenze che coinvolgono i singoli edi gruppi sociali, di fronte allo Stato.

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DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica tutela tutti i patrimonilinguistici regionali e locali, le letteratureregionali e ogni forma di espressione cultu-rale che affondi le proprie radici nel tessutostorico sociale delle regioni di apparte-nenza.

2. La definizione di patrimoni linguisticiregionali e locali comprende, in ogni ambi-to territoriale, sia la lingua di uso prevalen-te, sia le forme locali di essa, sia le eventua-li lingue di gruppi autoctoni minoritari.

Art. 2.

1. L’ambito territoriale in cui si applica latutela prevista dalle disposizioni della pre-sente legge, è delimitata con decreto delpresidente della Giunta regionale, previadeliberazione della Giunta medesima.

2. È demandato alle regioni il potere didisciplinare con legge il procedimento perl’adozione del decreto di cui al comma 1,prevedendo che esso sia promosso dai citta-dini iscritti nelle liste elettorali dei comuniinteressati, che gli stessi comuni siano sen-titi in ordine alle proposte di delimitazionee che il provvedimento debba essere adotta-to quando sussistano le condizioni minimeindicate dalla legge stessa.

Art. 3.

1. Nelle scuole materne ed elementari deicomuni indicati nel decreto del presidentedella Giunta regionale di cui al comma 1dell’articolo 2, l’educazione linguistica pre-vede l’apprendimento della lingua locale el’uso della stessa, in via strumentale, al finedella migliore cognizione delle materie non-chè l’insegnamento delle forme espressive

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dell’infanzia, la lettura e le esercitazioni re-lative agli argomenti concernenti gli usi, icostumi e le tradizioni delle comunitàlocali.

2. Nelle scuole medie dell’obbligo deglistessi comuni è previsto l’insegnamento del-la lingua locale, a richiesta degli interes-sati.

3. I programmi e gli orari relativi all’edu-cazione linguistica sono fissati con decretodel Ministro della pubblica istruzione, sen-tito il Consiglio nazionale della pubblicaistruzione e tenuto conto dei criteri di gra-dualità in relazione alla disponibilità di per-sonale insegnante e di materiale didattico.

4. Il decreto di cui al comma 3 è adottatoprevia consultazione delle regioni e delleistituzioni, anche di natura associativa, in-teressate alla valorizzazione della lingua edella cultura da tutelare, nonchè previa ac-quisizione del parere degli organi collegialidella scuola, costituiti negli ambiti territo-riali delimitati ai sensi dell’articolo 2.

5. Il decreto di cui al comma 3 prevedealtresì forme e modalità sia per l’esonerodegli alunni, i cui genitori non intendanoavvalersi delle misure di cui al comma 1,sia per la richiesta di cui al comma 2 delpresente articolo.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sonodefiniti i requisiti, fermo restando il posses-so della cittadinanza italiana, per la nominadegli insegnanti che possono, ove necessa-rio, essere incaricati in sede locale, anchein deroga alle norme generali sul conferi-mento degli incarichi di insegnamento, neilimiti dei posti disponibili.

Art. 4.

1. Nelle scuole elementari e medie dei co-muni indicati nel decreto del presidentedella Giunta regionale di cui al comma 1dell’articolo 2, la cultura e le tradizioni lo-cali costituiscono materia di insegnamentoobbligatorio nell’ambito degli insegnamentidi storia, geografia, educazione musicale,artistica e tecnica.

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2. I programmi e gli orari sono definiticon le modalità di cui all’articolo 3, commi3 e 4.

3. La disposizione di cui al comma 1 siapplica ai corsi dello stesso livello svolti peri lavoratori presso le scuole statali nonchèai corsi di educazione permanente.

4. La regione può con propria leggeestendere le disposizioni del presente arti-colo al proprio ordinamento nelle materierimesse alla competenza regionale nel setto-re dell’educazione e dell’istruzione.

Art. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con proprio decreto, può adottare iniziativenel campo dello studio delle lingue delle po-polazioni e delle relative tradizioni storicoculturali, nell’ambito della sperimentazionescolastica, come disciplinato dalle normelegislative vigenti.

Art. 6.

1. Gli istituti regionali di ricerca, speri-mentazione e aggiornamento educativi (IR-RSAE) provvedono, con appositi corsi e conla collaborazione delle università , alla for-mazione e all’aggiornamento degli inse-gnanti.

Art. 7.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cui alcomma 1 dell’articolo 2, i membri dei con-sigli comunali e circoscrizionali e degli or-gani collegiali della scuola possono usare lalingua locale nell’attività degli organi mede-simi.

2. Quando non sia possibile disporre diun servizio di traduzione, sono prive di ef-fetti giuridici le dichiarazioni che non sianoespresse anche in lingua italiana.

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Art. 8.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della Giunta regionale di cui alcomma 1 dell’articolo 2, il Consiglio comu-nale può deliberare di provvedere, con spe-se gravanti sul bilancio del comune stesso,alla pubblicazione nella lingua ammessa atutela di atti ufficiali dello Stato, delle re-gioni e degli enti locali nonchè di enti pub-blici non territoriali, fermo restando il valo-re legale esclusivo degli atti nel testo redat-to nella lingua italiana.

Art. 9.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della Giunta regionale di cui alcomma 1 dell’articolo 2, in aggiunta ai to-ponimi ufficiali, i Consigli comunali posso-no deliberare l’adozione di toponimi con-formi alle tradizioni e agli usi locali secon-do modalità stabilite con legge regionale.

Art. 10.

1. I cittadini appartenenti alle popolazio-ni di cui all’articolo 1 ed appartenenti ai co-muni individuati con il procedimento di cuiall’articolo 2, i cui cognomi o nomi primadell’entrata in vigore della presente leggesiano stati modificati, hanno diritto di otte-nere, sulla base di adeguata documentazio-ne, il ripristino degli stessi nella forma ori-ginaria, con provvedimento della Corte diappello competente. Il ripristino del cogno-me ha effetto anche per i discendenti degliinteressati.

2. Nei casi di cui al comma 1 si applicanole norme di cui agli articoli 158 e seguentidel capo II del titolo VIII del regio decreto9 luglio 1939, n. 1238. Il provvedimento èesente da spese e deve essere adottato neltermine di novanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello stato civile provvedonoalle annotazioni conseguenti.

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Art. 11.

1. Nei programmi radiofonici e televisiviregionali della RAI-TV sono inseriti notizia-ri, programmi culturali, educativi e di in-trattenimento nelle lingue ammesse a tuteladi cui all’articolo 1, in base a convenzionida stipularsi con le regioni interessate, se-condo modalità stabilite dalla Commissioneparlamentare per l’indirizzo generale e lavigilanza dei servizi radio-televisivi.

Art. 12.

1. Le regioni, nelle materie di loro com-petenza previste dalla presente legge, ade-guano la propria legislazione ai principistabiliti dalla legge stessa.

Art. 13.

1. L’espressione culturale di ogni patri-monio linguistico regionale e locale può es-sere motivo di provvidenze per gli organi distampa e per le emittenti radio-televisive acarattere privato, che promuovono o utiliz-zano una delle lingue ammesse a tutela aisensi del comma 1 dell’articolo 2.

2. Le provvidenze di cui al comma 1 sonodeterminate in base a criteri oggettivinell’ambito delle risorse ordinarie di ogniregione.

Art. 14.

1. Le spese sostenute dagli enti locali perl’assolvimento degli obblighi derivanti dallaseguente legge vengono rimborsate dalloStato nella misura del 75 per cento degliimporti erogati e in ogni caso entro i limitidello stanziamento di cui all’articolo 18.

2. Gli enti locali iscrivono nei rispettivibilanci le previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 e chiedono il relativorimborso alla Presidenza del Consiglio deiministri.

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3 Il rimborso avviene in base ad appro-priata rendicontazione, presentata dall’entelocale competente, con indicazioni dei mo-tivi dell’intervento e delle giustificazioni cir-ca la congruità della spesa.

Art. 15.

1. Le regioni possono provvedere, a cari-co delle proprie risorse ordinarie, alla crea-zione di appositi istituti per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-polazioni considerate dalla presente legge,ovvero possono favorire la costituzione disezioni autonome delle istituzioni culturalilocali già esistenti.

Art. 16.

1. Le norme regolamentari di cui ai pre-cedenti articoli sono emanate entro sei mesidalla data di entrata in vigore della presentelegge, sentite le regioni interessate.

Art. 17.

1. Le disposizioni della presente leggenon si applicano ai gruppi linguistici chesono tutelati dallo Statuto speciale delle re-gioni Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.

2. Eventuali disposizioni più favorevolidella presente legge si attuano nei modiprevisti dagli Statuti speciali.

3. Nulla è innovato, per effetto della pre-sente legge, nella tutela della minoranza lin-guistica slovena della regione Friuli-VeneziaGiulia.

4. La provincia autonoma di Trento puòapplicare la presente legge al gruppo lingui-stico ladino presente nel proprio territorio.

Art. 18.

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione del-la presente legge, valutati in lire cinque mi-liardi annui, si fa fronte, per l’anno 1996,mediante corrispondente riduzione dello

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stanziamento iscritto, ai fini del bilanciotriennale 1996-1998, al capitolo 6856 dellostato di previsione del Ministero del tesoroper l’anno 1996, all’uopo parzialmente uti-lizzando l’accantonamento relativo alla Pre-sidenza del Consiglio dei ministri.

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S EN A T O D E L L A R E P U B B L I C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 1207

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa dei senatori MANCONI, CORTIANA, PIERONI,SEMENZATO, DE LUCA Athos, RIPAMONTI, CARELLA e SARTO

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 AGOSTO 1996

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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I N D I C E

Relazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 3

Disegno di legge . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

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ONOREVOLI SENATORI. – Nella passata legi-slatura la Commissione affari costituzionalidella Camera dei deputati aveva lavoratoall’unificazione delle diverse proposte dilegge presentate in materia di tutela delleminoranze linguistiche, preparando un te-sto conclusivo che pare opportuno ripresen-tare come punto di partenza in questalegislatura.

Affrontare rapidamente l’esame del pre-sente disegno di legge per dare una rispostaalle attese delle popolazioni interessate di-rettamente dal provvedimento, costituireb-be un segnale altamente positivo.

Tutelare le minoranze linguistiche signifi-ca, infatti, contribuire alla crescita della co-scienza democratica e dello spirito di convi-venza tra popoli. Oggi, di fronte ai deva-stanti scenari che ci sono offerti dalle guer-re etniche che si combattono in Europa, inAsia, in Africa, si deve offrire il maggior nu-mero di strumenti, anche legislativi, perchènel nostro Paese si sviluppi un modelloesportabile di convivenza democratica e dirispetto delle minoranze.

È bene ricordare che già nella X legisla-tura la prima Commissione e l’Assembleaavevano approvato un testo, che poi, nonaveva ottenuto il voto del Senato (atto Ca-mera n. 612, poi atto Senato n. 3068) e chenella XI legislatura la I Commissione avevaconcluso il lavoro di fusione delle diverseproposte di legge presentate (atto Cameran. 391, 1024, 1268, 1740, 1796, 1986,2337).

Ora è giunto il momento di dare attuazio-ne all’articolo 6 della Costituzione, che atutt’oggi risulta disatteso. Pertanto si ritienedoveroso riportare i passi finali della rela-zione Bertoli, che accompagnava l’articola-to, qui riproposto senza modifiche.

«Sulla scorta (...) delle indagini scientifi-che svolte dal Parlamento nella ottava legi-slatura (G.B. Pellegrini e T. De Mauro), il

testo della proposta di legge approvata dallaCommissione affari costituzionali della Ca-mera dei deputati distingue, da un lato, alcomma 1 dell’articolo 1, le lingue e le cultu-re delle minoranze di antico insediamento(popolazioni di origine albanese, catalana,germanica, greca, slava e zingara) e di quel-le parlanti ladino, francese, francoprovenza-le e occitano che sono incontrovertibilmen-te di ceppo diverso dagli idiomi italiani e,dall’altro, al comma 2, la lingua e la culturadelle popolazioni sarde e friulane. L’appro-vazione avvenuta alla Camera dei deputatinella X legislatura del testo su cui fu relato-re il presidente Labriola provocò una certadiscussione in alcuni settori della culturaitaliana. La stessa classificazione delle mi-noranze che il testo che viene presentatoall’esame dell’Assemblea ripropone, è stataoggetto di critiche. È da dire in premessache ogni classificazione in una materia cosìcomplessa può essere criticata (G. Barbina).La distinzione fra le minoranze compresenel comma 1 e quelle ricomprese nel com-ma 2 ha una sua logica, che più sotto preci-so e che trova completamento nell’intenzio-ne, annunciata nel dibattito in Commissio-ne affari costituzionali e richiamata in que-sta relazione, di procedere ad una ulteriorelegge-quadro relativa ai patrimoni linguisti-ci e culturali regionali.

Sulla tutela accordata al gruppo di mino-ranze compreso nel comma 1 non c’è stataobiezione, dato che è difficile negarne il ca-rattere di minoranze etniche oltrechè lin-guistiche. Come già detto sopra, nel frat-tempo con legge costituzionale n. 2 del1993 la tutela del gruppo germanofonoWalser della Valle d’Aosta è rientrato nellacompetenza dello statuto speciale di auto-nomia di quella regione.

Circa il caso del friulano e del sardo è daprecisare che, nella prospettiva di una suc-cessiva normativa di tutela dei patrimoni

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

linguistici e culturali regionali, non si inten-de qui riproporre la questione della distin-zione fra lingue e dialetti ma semplicemen-te notare come, rispetto alla varietà degliidiomi italiani, certamente le parlate dellaSardegna e del Friuli si collocano agli estre-mi: l’una per la sua forza conservativa dellatino, collocandosi a mezza strada fra l’ita-liano e le altre aree linguistiche romanzeoccidentali (M.L. Wagner), e l’altra in quan-to non appartenente all’area linguistica ita-liana ma a quella ladina (C. Tagliavini): operlomeno in quanto formatasi, quale lin-gua neolatina, fra l’VIII ed il XIII secolo innetta separazione con l’evoluzione dell’arealinguistica italiana (G. Francescato). Il Friu-li fino al 1420 era legato al mondo germani-co; da qui la sua individualità, dovuta dun-que a ragioni di isolamento storico rispettoall’area linguistica italiana. D’altra parte, èdel tutto evidente l’erosione plateale che es-se stanno subendo in conseguenza del mas-sivo acculturamento in italiano delle giova-ni generazioni. In questi due casi si trattadi un pericolo di effettiva scomparsa dellalingua nativa che, possedendo una precisaidentità linguistica ben diversa da quellaitaliana, se non riceve un’adeguata tutelaviene svuotata dall’interno o addirittura let-teralmente abbandonata.

Considerazioni a parte merita il caso del-le comunità di origine zingara, che necessi-terebbe di una normativa organica e auto-noma sulla complessa problematica. Non sipuò tacere, infatti, che tutta la normativa inesame è basata sul presupposto della stan-zialità delle popolazioni a cui si applicheràla tutela linguistico-culturale. Sicchè apparedel tutto evidente la difficoltà della sua ap-plicazione alle popolazioni Rom e Sinti. Sipuò comunque sostenere che in ogni caso,ferme restando le disposizioni già emanateper la scolarizzazione di quelle popolazioni,si tratta di lasciare, da un lato, all’autono-mia delle regioni la definizione dei criteriper l’adozione del decreto di tutela e,dall’altro, al Governo di valutare appieno laparticolare situazione di erogazione del ser-vizio scolastico, nel caso di specie.

Le polemiche hanno riguardato, infine, ilrischio di rottura dell’unità linguistica ita-

liana o dell’unità italiana tout court (N.Tranfaglia, V. Castronovo), la futilità se nonaddirittura il carattere di spreco che assu-merebbe un simile sforzo legislativo di tute-la (C. Sgorlon), la contrarietà a presuntiprivilegi che si venivano ad attribuire afriulani e sardi, rispetto alle altre lingue lo-cali italiane (M. Cortelazzo). Non mancaro-no, peraltro, le voci in difesa di quel testoche, per quanto perfettibile, costituiva unarisposta a una domanda che è coevaall’unità d’Italia e che non rappresenta, cer-to, alcun rischio di disgregazione del Paese,nè sul piano storico-politico nè su quellolinguistico (L.M. Lombardi Satriani, T. DeMauro). (...).

Circa il carattere di spreco, è ben singola-re che venga affacciata questa tesi in unasocietà opulenta, che spreca risorse econo-miche enormi per futili obiettivi, e proprioda parte di uomini di cultura, che ben san-no come la lingua sia epifenomeno di tuttoun mondo. Essi dovrebbero per primi com-prendere che l’accelerazione della scompar-sa di questi mondi, o anche semplicementel’assistere ignavi alla loro frantumazione,costituisce una colpevole partecipazioneall’impoverimento complessivo dell’umanità.

Posta questa premessa, la legge-quadro inesame, in attesa che alcune questioni abbia-no una più precisa definizione dalla stessarevisione dell’impianto regionalista dell’Ita-lia (...), stabilisce anche una ripartizione dicompetenze fra Stato e regioni in materiadi tutela delle minoranze linguistiche. Que-sto punto riveste un ruolo importante perl’ordinato sviluppo applicativo dell’articolo6 della Costituzione, essendo questo inqualche modo il segnale del progressivopassaggio dalla rilevanza internazionale aquella interna della problematica delle mi-noranze linguistiche.

La ripartizione di competenze delineatanel testo in esame prevede che lo Stato or-ganizzi il sistema scolastico (articoli 3, 4 e5) tenendo conto della scelta che verrà ope-rata da studenti e genitori circa l’uso scola-stico e l’apprendimento della lingua locale;ciò, anche in previsione della riforma dellascuola secondaria superiore che accentueràgli spazi di autonomia dei singoli istituti,

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compartecipi, entro limiti prefissati, allespese che gli enti locali sosterranno perl’applicazione della presente proposta dilegge; spese che in particolare riguardanol’uso della lingua locale nella toponomastica(articoli 14 e 18)». Il presente disegno dilegge prevede, ancora, che lo Stato «consen-ta il ripristino degli antichi cognomi se icittadini lo richiederanno (articolo 10); ten-ga conto in sede di convenzione con la RAIdella qualificazione dei servizi radiotelevisi-vi a livello regionale in lingua locale (artico-lo 11); riconosca all’autonomia delle sediuniversitarie lo sviluppo di strutture e atti-vità di ricerca sul patrimonio culturale elinguistico delle minoranze e la predisposi-zione di idonee articolazioni dei percorsiuniversitari di formazione del personale in-segnante (articolo 5); emani le norme rego-lamentari di applicazione della legge entrosei mesi dalla data della sua entrata in vigo-re (articolo 16).

Alle regioni compete: l’individuazione deiterritori dei comuni ove avrà vigore la tute-la (articolo 2); il sostegno a loro spese delleassociazioni morali di promozione della lin-gua e della cultura delle minoranze lingui-stiche; la stipula eventuale di convenzionicon la RAI-TV o le emittenti private perqualificare i servizi in lingua minoritaria(articoli 11 e 13); la costituzione di istituti ola creazione di sezioni autonome nell’ambi-to di istituti culturali già esistenti, che ab-biano per obiettivo la salvaguardia delle tra-dizioni linguistiche e culturali delle mino-ranze ammesse a tutela (articolo 15); oltreall’impegno di un generale adeguamentodella propria legislazione ai princìpi stabili-ti dalla presente proposta di legge (articolo12).

Sono fatte salve, infine, le disposizioni re-lative ai gruppi linguistici tutelati dagli sta-tuti del Trentino-Alto Adige e della Valled’Aosta e quelle sugli sloveni del Friuli-Ve-nezia Giulia, mentre la provincia autonomadi Trento è autorizzata ad applicare questalegge ai ladini residenti sul proprio territo-rio; più in generale, le regioni indicate sonoautorizzate a recepire eventuali disposizionipiù favorevoli qui contenute, rispetto allenorme degli statuti speciali (articolo 17).

Gli enti locali possono a loro spese con-sentire l’uso della lingua locale nei consessidemocratici e la stampa bilingue degli atti(articoli 6 e 7), fermo restando che hannovalore legale solo gli atti redatti in linguaitaliana; nei limiti delle piante organicheapprovate per i servizi che richiedono con-tatto con il pubblico, possono stabilire cheil personale conosca anche la lingua locale(articolo 8); sulla base delle modalità defini-te dalla legge regionale, i comuni possonoripristinare i toponimi tradizionali (articolo9).

Circa l’aspetto finanziario, va notato chela fissazione di un tetto massimo di spese acarico dello Stato, la valorizzazione di unmeccanismo di partecipazione finanziariadegli enti locali e il rinvio alle finanze ordi-narie delle regioni per la tutela delle mino-ranze linguistiche assicurano circa la se-rietà e rigorosità dello sforzo economico diparte pubblica.

In conclusione va sottolineato l’equilibriodella normativa in esame (...)». Ovvero«giusta considerazione che il principio dieguaglianza non richiede solamente paritàdi trattamento» per tutti i cittadini maanche efficace tutela delle differenze checonnotano singoli e gruppi sociali. «Co-sicchè la considerazione del diritto all’usodella propria lingua nativa viene associataalla considerazione che esso si esprimedentro la vita di relazione sociale nellecomunità culturali e linguistiche presentiin Italia. Queste comunità culturali e lin-guistiche sarebbero dunque delle formazio-ni sociali ai sensi dell’articolo 2 della Co-stituzione (C. Mortati)». Ed è sempre quellaesigenza di equilibrio a imporre di «con-siderare queste formazioni sociali comedato storico per l’impostazione della de-limitazione del territorio nel cui ambitosi applicherà la tutela»; senza, tuttavia, faredi quel dato storico un criterio assoluto«per elevare barriere dentro il territoriodello Stato. Il diritto alla tutela della pro-pria lingua e cultura, infatti, è sostenutonel rispetto rigoroso della libertà degli al-tri»; ciò al fine di evitare ogni forma diprivilegio per le minoranze linguistiche eil costituirsi di barriere che ostacolino la

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

«libera circolazione di ogni cittadino sulterritorio dello Stato».

Quindi, si può ben sostenere che il pre-sente disegno di legge «si inserisce in quelfilone del diritto pubblico interno rivolto aesplorare le strade di un effettivo plurali-smo (...)», in sintonia «con il compito stori-co di organizzare la convivenza pluralistica

in Europa»; e piena coerenza con i più im-portanti documenti approvati, in questi an-ni, dal Parlamento europeo e dal Consigliod’Europa.

Alla elaborazione del presente disegno dilegge ha collaborato il professor FedericoFrancioni.

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 1207– 7 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica tutela la lingua e la cul-tura delle popolazioni di origine albanese,catalana, croata, germanica, greca, slovenae zingara e di quelle parlanti il ladino, ilfrancese, il franco-provenzale e l’occitano.

2. La Repubblica tutela, altresì, la linguae la cultura delle popolazioni friulane esarde.

Art. 2.

1. La regione disciplina con legge il pro-cedimento per l’adozione del decreto chedelimita l’ambito territoriale in cui si appli-cano le disposizioni della presente legge.

2. Il decreto di cui al comma 1 è adottatodal presidente della giunta regionale. Il pro-cedimento per l’adozione del decreto è pro-mosso da almeno il quindici per cento deicittadini iscritti nelle liste elettorali e resi-denti nei comuni interessati, appartenentialla minoranza linguistica: ovvero da un de-cimo dei consiglieri comunali dei comuniinteressati, espressione della medesima mi-noranza linguistica. Il procedimento preve-de, inoltre, che gli stessi comuni siano sen-titi in ordine alla proposta di delimitazionee che il provvedimento sia adottato quandosussistano le condizioni minime indicatenella legge regionale.

Art. 3.

1. Nelle scuole materne dei comuni indi-cati nel decreto del presidente della giuntaregionale di cui all’articolo 2, l’educazionelinguistica prevede l’apprendimento dellalingua locale e l’uso della stessa per lo svol-gimento delle attività educative proprie del-la scuola materna; nelle scuole elementari

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

devono essere garantiti l’alfabetizzazionenella lingua minoritaria e nella lingua ita-liana, nonchè l’insegnamento delle formeespressive dell’infanzia, la lettura e le eser-citazioni relative agli argomenti concernentigli usi, i costumi e le tradizioni delle comu-nità locali.

2. Nelle scuole medie dell’obbligo dei co-muni di cui al comma 1 è previsto l’inse-gnamento della lingua locale a richiesta de-gli interessati.

3. I programmi e gli orari relativi allaeducazione linguistica sono fissati con de-creto emanato dal Ministro della pubblicaistruzione, sentito il Consiglio nazionaledella pubblica istruzione e tenuto conto deicriteri di gradualità in relazione alla dispo-nibilità di personale insegnante e di mate-riale didattico.

4. Il decreto di cui al comma 3 è adottatoprevia consultazione delle regioni e delleistituzioni, anche di natura associativa, in-teressate alla valorizzazione della lingua edella cultura da tutelare, nonchè previa ac-quisizione del parere degli organi collegialidella scuola, costituiti negli ambiti territo-riali delimitati ai sensi dell’articolo 2.

5. Lo stesso decreto di cui al comma 3prevede, altresì, forme e modalità sia perl’esonero degli alunni, i cui genitori non in-tendano avvalersi delle misure di cui alcomma 1, sia per la richiesta di cui al com-ma 2.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sonodefiniti i requisiti per la nomina degli inse-gnanti, fermo restando il requisito del pos-sesso della cittadinanza italiana; essi posso-no essere incaricati in sede locale, ove ne-cessario, anche in deroga alle norme gene-rali sul conferimento degli incarichi di inse-gnamento, nei limiti dei posti disponibili.

Art. 4.

1. Nelle scuole elementari e medie dei co-muni indicati nel decreto del presidentedella giunta regionale di cui all’articolo 2, lacultura e le tradizioni locali costituisconomateria di insegnamento obbligatorionell’ambito degli insegnamenti di storia,

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

geografia, educazione musicale, artistica etecnica.

2. I programmi e gli orari degli insegna-menti di cui al comma 1 sono definiti conle modalità di cui all’articolo 3, commi 3 e4.

3. La disposizione di cui al comma 1 siapplica ai corsi dello stesso livello svolti peri lavoratori presso le scuole statali, nonchèai corsi di educazione permanente.

4. La regione può, con legge, estendere ledisposizioni del presente articolo al proprioordinamento nelle materie rimesse alla suacompetenza nel settore dell’educazione edell’istruzione.

Art. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con proprio decreto, può adottare iniziativenel campo dello studio delle lingue delle po-polazioni di cui all’articolo 1 e delle relativetradizioni culturali, nell’ambito della speri-mentazione scolastica come disciplinatadalle norme vigenti.

2. Lo schema del decreto ministeriale dicui al comma 1 è trasmesso al Parlamentoper l’espressione del parere da parte dellecompetenti Commissioni permanenti, chepossono esprimersi entro sessanta giornidalla comunicazione.

3. Alla formazione e all’aggiornamentodegli insegnanti ai quali sono affidate le at-tività previste dalla presente legge, si prov-vede secondo quanto indicato negli articoli3 e 4 della legge 19 novembre 1990, n. 341,entro i limiti delle risorse disponibili.

4. Ai fini di cui agli articoli 6 e 8 dellalegge 19 novembre 1990, n. 341, le univer-sità possono altresì assumere, nell’ambitodella loro autonomia, ogni altra iniziativatendente ad agevolare la ricerca scientifica,lo svolgimento di corsi di educazione e leattività culturali e formative a sostegno del-le finalità della presente legge.

Art. 6.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cui

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

all’articolo 2, i membri dei consigli comu-nali e circoscrizionali e degli organi colle-giali della scuola possono usare la lingualocale nell’attività degli organi medesimi.

2. Quando non sia possibile disporre diun servizio di traduzione, sono privi di ef-fetti giuridici gli atti che non siano formu-lati anche in lingua italiana.

Art. 7.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, il consiglio comunale con di-sposizioni del proprio statuto può delibera-re di provvedere, con spese gravanti sul bi-lancio del comune stesso, in mancanza dialtre risorse disponibili a questo fine, allapubblicazione nella lingua ammessa a tute-la di atti ufficiali dello Stato, delle regioni edegli enti locali, nonchè di enti pubblicinon territoriali. Resta fermo valore legaleesclusivo degli atti nel testo redatto nellalingua italiana.

Art. 8.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, al fine di agevolare i rapportitra i cittadini e le istituzioni e i loro appara-ti, è consentito l’uso orale della lingua am-messa a tutela negli uffici dell’amministra-zione pubblica; in nessun caso tale disposi-zione si applica ai procedimenti giurisdizio-nali.

2. La facoltà di cui al comma 1 è esercita-ta in base a provvedimenti autorizzativi deicapi delle amministrazioni interessate.

3. Per rendere effettivo l’esercizio delle fa-coltà di cui al comma 1, le pubbliche am-ministrazioni possono disporre che, nei li-miti delle rispettive piante organiche, la co-noscenza della lingua sia titolo preferenzia-le per l’accesso ai rispettivi impieghi, con ri-ferimento alle mansioni che comportino unrapporto diretto con i cittadini.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 9.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, in aggiunta ai toponimi uffi-ciali, i consigli comunali possono deliberarel’adozione di toponimi conformi alle tradi-zioni e agli usi locali, secondo modalità sta-bilite con legge regionale.

Art. 10.

1. I cittadini facenti parte delle popolazio-ni di cui all’articolo 1 e appartenenti ai co-muni individuati con il procedimento di cuiall’articolo 2, i cui cognomi o nomi sianostati modificati prima della data di entratain vigore della presente legge, hanno dirittodi ottenere, sulla base di adeguata docu-mentazione, il ripristino degli stessi nellaforma originaria, con provvedimento dellacorte d’appello competente. Il ripristino delcognome ha effetto anche per i discendentidegli interessati.

2. Nei casi di cui al comma 1 si applicanole norme di cui al titolo VIII, capo II, arti-coli 158 e seguenti, del regio decreto 9 lu-glio 1939, n. 1238; il provvedimento è esen-te da spese e deve essere adottato nel termi-ne di novanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello stato civile dei comuniinteressati provvedono alle annotazioni con-seguenti all’attuazione delle disposizioni dicui al presente articolo.

Art. 11.

1. Nei programmi radiofonici e televisiviregionali della RAI sono inseriti notiziari,programmi culturali, educativi e di intratte-nimento nelle lingue ammesse a tutela dicui all’articolo 1, in base a convenzioni dastipularsi con le regioni interessate, secon-do modalità stabilite dalla Commissioneparlamentare per l’indirizzo generale e lavigilanza dei servizi radiotelevisivi.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 12.

1. Le regioni, nelle materie di loro com-petenza previste dalla presente legge, ade-guano la propria legislazione ai principistabiliti dalla legge stessa.

Art. 13.

1. Nell’ambito delle proprie risorse ordi-narie, ogni regione in cui siano presenti igruppi linguistici di cui all’articolo 1 puòdeterminare, in base a criteri resi pubblici,e documentati, provvidenze per gli organidi stampa e per le emittenti radiotelevisivea carattere privato che utilizzino una dellelingue ammesse a tutela, nonchè per le as-sociazioni giuridicamente riconosciute cheabbiano come finalità la salvaguardia delleminoranze linguistiche.

Art. 14.

1. Le spese sostenute dagli enti locali perl’assolvimento degli obblighi derivanti dallapresente legge sono rimborsate dallo Statonella misura massima del 75 per cento degliimporti erogati e, in ogni caso, entro i limi-ti dello stanziamento di cui all’articolo 18.

2. Gli enti locali iscrivono nei rispettivibilanci le previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 e chiedono il relativorimborso alla Presidenza del Consiglio deiministri.

3. Il rimborso di cui al comma 2 avvienein base ad appropriata rendicontazione,presentata dall’ente locale competente, conpuntuale documentazione dei motivi dell’in-tervento e delle giustificazioni circa la con-gruità della spesa.

Art. 15.

1. Le regioni possono provvedere, a cari-co delle proprie risorse ordinarie, alla crea-zione di appositi istituti per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

polazioni considerate dalla presente legge,ovvero possono favorire la costituzione disezioni autonome delle istituzioni culturalilocali già esistenti.

Art. 16.

1. Le norme regolamentari previste dallapresente legge sono adottate entro sei mesidalla data di entrata in vigore della medesi-ma, sentite le regioni interessate.

Art. 17.

1. Le disposizioni della presente leggenon si applicano ai gruppi linguistici chesono tutelati dallo statuto speciale delle re-gioni Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.

2. Nulla viene modificato, per effetto del-la presente legge, nella tutela della mino-ranza linguistica slovena della regione Friu-li-Venezia Giulia.

3. La provincia autonoma di Trento puòapplicare la presente legge al gruppo lingui-stico ladino presente nel proprio territorio.

4. Eventuali disposizioni più favorevolidella presente legge si attuano nei modiprevisti dagli statuti speciali.

Art. 18.

1. Per gli oneri derivanti dall’articolo 14 èautorizzata, a decorrere dall’anno 1996, laspesa di lire 10.000 milioni annui, cui siprovvede, per il triennio 1996-1998, me-diante corrispondente riduzione dello stan-ziamento iscritto, ai fini del bilancio trien-nale 1996-1998, al capitolo 6856 dello statodi previsione del Ministero dal tesoro perl’anno 1996, a tal fine parzialmente utiliz-zando l’accantonamento relativo al Ministe-ro del tesoro.

2. Il Ministro del tesoro è autorizzato aprovvedere, con propri decreti, alle occor-renti variazioni di bilancio.

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S EN A T O D E L L A R E P U B B L I C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 2082

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa dei senatori MARINI, IULIANO, MANIERI, LOMBARDISATRIANI, VELTRI, BESSO CORDERO, THALER AUSSERHOFER,MARINO, MARCHETTI, RUSSO SPENA, BESOSTRI, VERALDI,ERROI, MURINEDDU, BISCARDI, PINGGERA, MIGNONE,DONDEYNAZ, BERTONI, GRUOSSO, PELLEGRINO, FIGURELLI,CORTIANA, DE CAROLIS, GUBERT, MELONI, CAMPUS, CAMO,

BEVILACQUA, BRUNO GANERI e VALLETTA

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 5 FEBBRAIO 1997

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

ONOREVOLI SENATORI. – L’articolo 6 dellaCostituzione afferma che «La Repubblicatutela con apposite norme le minoranzelinguistiche».

Il disposto costituzionale non è stato an-cora recepito da una norma positiva nono-stante diversi disegni di legge siano statipresentati nelle precedenti legislature.

Solo le popolazioni di lingua minoritariadei confini godono di alcune azioni di tute-

la per via di statuti speciali o di accordiinternazionali.

Per le altre minoranze non solo non visono iniziative statali di difesa e tutela ma,mancando una legge quadro, anche alle re-gioni ordinarie è inibita la possibilità di le-giferare in materia.

Sono questi i motivi per i quali è urgentel’approvazione di un provvedimento di leg-ge da parte del Parlamento.

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 2082– 3 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica tutela la lingua, la cul-tura e la identità delle popolazioni di origi-ne albanese, catalana, germanica, greca,slava e zingara e di quelle parlanti il ladino,il francese, il franco-provenzale e l’occi-tano.

2. La Repubblica tutela, altresì, la linguae la cultura delle popolazioni friulane esarde.

Art. 2.

1. La Repubblica favorisce con opportuneiniziative il mantenimento delle popolazionidi cui all’articolo 1 nei luoghi di origine at-traverso la promozione dello sviluppo eco-nomico dei territori abitati dalle minoranzelinguistiche.

Art. 3.

1. Le disposizioni della presente leggenon si applicano ai gruppi linguistici tutela-ti da disposizioni più favorevoli previste da-gli statuti speciali delle regioni autonome oda altra legge dello Stato.

2. La provincia autonoma di Trento puòapplicare la presente legge al gruppo lingui-stico ladino presente sul proprio territorio.

Art. 4.

1. La regione delimita con legge i territoricomunali abitati da minoranze linguistiche.

Art. 5.

1. Nelle scuole materne dei comuni indi-cati dalla regione ai sensi dell’articolo 4

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 2082– 4 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

l’educazione linguistica prevede l’apprendi-mento della lingua locale e l’uso della stessaper lo svolgimento delle attività educativeproprie della scuola materna; nelle scuoleelementari dovranno essere garantiti l’alfa-betizzazione nella lingua minoritaria e nellalingua italiana, nonchè l’insegnamento delleforme espressive dell’infanzia, la lettura e leesercitazioni relative agli argomenti concer-nenti gli usi, i costumi e le tradizioni dellecomunità locali.

2. Nelle scuole medie dell’obbligo deglistessi comuni può essere previsto l’insegna-mento della lingua locale a richiesta degliinteressati.

3. I programmi e gli orari relativi allaeducazione linguistica saranno fissati condecreto del Ministro della pubblica istruzio-ne sentiti i consigli scolastici provincialicompetenti territorialmente e tenuto contodei criteri di gradualità in relazione alla di-sponibilità di personale insegnante e di ma-teriale didattico.

4. Il decreto di cui al comma 3 è adottatoprevia consultazione delle regioni e delleistituzioni, anche di natura associativa, in-teressate alla valorizzazione della lingua edella cultura da tutelare, nonchè previa ac-quisizione del parere degli organi collegialidella scuola, costituiti negli ambiti territo-riali delimitati ai sensi dell’articolo 4.

5. Lo stesso decreto prevede forme e mo-dalità sia per l’esonero degli alunni, i cuigenitori non intendano avvalersi delle misu-re di cui al comma 1, sia per la richiesta dicui al comma 2 del presente articolo.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sonodefiniti i requisiti per la nomina degli inse-gnanti che possono, ove necessario, essereincaricati in sede locale, anche in deroga al-le norme generali sul conferimento degli in-carichi di insegnamento, nei limiti dei postidisponibili.

Art. 6.

1. Nelle scuole elementari e medie dei co-muni di cui all’articolo 4 la cultura e le tra-dizioni locali costituiscono materia di inse-gnamento obbligatorio nell’ambito degli in-

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

segnamenti di storia, geografia, educazionemusicale, artistica e tecnica.

2. La disposizione di cui al comma 1 siapplica ai corsi dello stesso livello svolti peri lavoratori presso le scuole statali nonchèai corsi di educazione permanente.

3. La regione può con propria leggeestendere le disposizioni del presente arti-colo al proprio ordinamento nelle materierimesse alla competenza regionale nel setto-re dell’educazione e dell’istruzione.

Art. 7.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con proprio decreto, può adottare iniziativenel campo dello studio delle lingue delle po-polazioni di cui all’articolo 1 e delle relativetradizioni culturali, nell’ambito della speri-mentazione scolastica come disciplinatodalla legislazione vigente.

2. Lo schema del decreto ministeriale èpresentato alle competenti Commissioniparlamentari che possono esprimere il loroparere entro sessanta giorni dalla comuni-cazione.

Art. 8.

1. Al fine di favorire l’applicazione dell’ar-ticolo 2 la regione può predisporre pro-grammi di sviluppo dei territori abitati dal-le minoranze linguistiche per la valorizza-zione delle risorse locali anche avvalendosidelle politiche di sviluppo del governo na-zionale e dell’Unione europea.

Art. 9.

1. Nei comuni indicati dalla legge di cuiall’articolo 4 i membri dei consigli comuna-li e circoscrizionali e degli organi collegialidella scuola possono usare la lingua localenell’attività degli organi medesimi.

2. Quando non sia possibile disporre diun servizio di traduzione, sono prive di ef-fetti giuridici le dichiarazioni che non sianoespresse anche in lingua italiana.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 10.

1. Nei programmi radiofonici e televisiviregionali della RAI-TV sono inseriti notizia-ri, programmi culturali, educativi e di in-trattenimento nelle lingue ammesse a tuteladi cui all’articolo 1, in base a convenzionida stipularsi con le regioni interessate, se-condo modalità stabilite dalla Commissioneparlamentare per l’indirizzo generale e lavigilanza dei servizi radiotelevisivi.

Art. 11.

1. Le regioni, nelle materie di loro com-petenza previste dalla presente legge, ade-guano la propria legislazione ai principistabiliti dalla legge stessa e decidono tuttele provvidenze necessarie per tutelare e va-lorizzare il patrimonio culturale e l’identitàstorica delle minoranze linguistiche.

Art. 12.

1. Nell’ambito delle proprie risorse ordi-narie ogni regione, in cui siano presenti igruppi linguistici di cui all’articolo 1, puòdeterminare, in base a criteri oggettivi,provvidenze per gli organi di stampa e perle emittenti radiotelevisive a carattere priva-to che utilizzino una delle lingue ammessea tutela.

Art. 13.

1. I Ministeri delle risorse agricole, ali-mentari e forestali; della pubblica istruzio-ne; dell’ambiente; degli affari esteri; per ibeni culturali e ambientali; dell’industria;del commercio e dell’artigianato; dell’inter-no; dei lavori pubblici; e gli organismi com-petenti per lo spettacolo, lo sporto e il turi-smo, ciascuno per le proprie competenze,possono inserire nei programmi di spesaovvero erogare contributi a favore dei co-muni abitati da minoranze linguistiche chepresentano progetti di difesa e valorizzazio-

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

ne delle identità culturali minoritarie e divalorizzazione del territorio.

Art. 14.

1. Le regioni possono provvedere, a cari-co delle proprie risorse ordinarie, alla crea-zione di appositi istituti per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-polazioni considerate dalla presente legge,ovvero possono favorire la costituzione disezioni autonome delle istituzioni culturalilocali già esistenti.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 2332

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa dei senatori ZANOLETTI, COSTA, CIMMINO,RONCONI e DENTAMARO

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 10 APRILE 1997

Norme in materia di tutela dei patrimoni linguistici regionali

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

ONOREVOLI SENATORI. – Il Parlamento ita-liano si è da tempo impegnato ad affrontarel’intera tematica delle minoranze etnico-lin-guistiche esistenti sul territorio nazionale, inun organico contesto che tenga conto deiprecedenti legislativi e degli aspetti storici eculturali del vasto e complesso problema.Nell’intento di arricchire il dibattito checertamente si svolgerà nelle aule parlamen-tari, dopo il penetrante esame che se ne ègià avuto nelle passate legislature nelleCommissioni competenti, il presente dise-gno di legge intende contribuire alla solu-zione del problema nel quadro degli inte-ressi del Paese e del pluralismo politico chelo caratterizza che, lungi dal costituire unattentato all’unità nazionale, ne costituisce,al contrario, una ricchezza in gran parte dautilizzare, per la convivenza civile tra gliitaliani.

1. Fatti linguistici: dal monolinguismo alplurilinguismo

Il punto forte della linguistica contempo-ranea in Europa è senza dubbio lo studiocondotto da F. de Saussure, uno dei piùacuti ed autorevoli indoeuropeisti. I suoiconcetti rispetto all’uso della lingua e dellaparola chiariscono che la prima è il sistemadei valori, che non sono astrazioni marealtà psichiche ed è valida per un’interacollettività; è qualche cosa che esiste in cia-scun individuo pur essendo comune a tutti equando il soggetto utilizza il patrimonio so-ciale per gli atti liguistici individuali questadiventa parola.

In pratica ogni atto linguistico umano, siaesso parlato, scritto o pensato, è sempre unatto di parola, ma presuppone sempre unalingua.

«La langue rappresenta un sistema lessi-cale e grammaticale che ha un’esistenzavirtuale nella coscienza degli individuicomponenti una comunità linguistica; senzatale gruppo, sia esso piccolo o grande, diparlanti, la langue non esisterebbe» (IorguIordan, John Orr: «Introduzione alla lingui-stica romanza», Piccola Biblioteca Einaudi,1978).

Questa enunciazione del pensiero saussu-riano fornita da Iordan e Orr è completatacome segue per quanto riguarda la parola:«... la parole sta ad indicare l’atto col qualel’individuo si serve della langue per espri-mere le sue idee, perciò è per sua naturaindividuale».

La tutela delle lingue minoritarie diventaquindi un diritto-dovere dello Stato peresaltare appieno il patrimonio di capacitàlinguistica del cittadino, inteso come trami-te per l’arricchimento della personalità ecome impulso ad una più corretta ed inten-sa capacità operativa.

Lo Stato unitario ha costruito l’unità lin-guistica e «culturale» del Paese conun’azione scolastica incentrata su un rigidomonolinguismo, mettendo al bando tutte leparlate non conformi al modello italianoproposto, ignorando, nei modi della didatti-ca, le condizioni cognitive, psicologiche,sociali dell’apprendimento.

Questa visione monolitica si è dimostratainadeguata a cogliere il legame che la lin-gua stabilisce con le esigenze comunicativedei suoi utenti.

Si sono affermate nuove correnti di edu-cazione linguistica, fondate sulla funziona-lità comunicativa di ogni produzione lingui-stica individuale.

La realtà espressiva di ciascun individuoin età scolare, così com’è determinatadall’appartenenza ad un gruppo sociale, va

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

dunque collocata all’interno dello spaziocomunicativo della comunità nel suo com-plesso, assumendola come dato di partenzasu cui innestare l’azione educativa, volta al-la sua espansione.

Il cittadino può così accedere a strumentiespressivi più ampi, salvaguardando l’iden-tità psicologica e culturale della persona,che può costruire i propri strumenti comu-nicativi senza negare quelli di origine, ri-spettando, in un percorso di formazione, itempi cognitivi e maturazionali del propriosviluppo.

Il plurilinguismo, innestandosi sull’idio-ma originario, consente non solo di mante-nere ma di valorizzare il patrimonio lingui-stico culturale del gruppo, tendendo ad uninserimento nella struttura culturale dellacomunità maggiore.

Il linguista cèco Villèm Mathesius (Cir-colo di Praga, 1926) sostiene che: «La lin-gua è un sistema di mezzi di espressioneappropriati a uno scopo. Ciò significa il ca-rattere strutturale del linguaggio (...) ognielemento della lingua esiste solo perchèadempie una funzione per lo più comunica-tiva, il linguaggio non è (...) ermeticamenteseparato dalla realtà extralinguistica, ma(...) la sua funzione principale è di riferirsia tale realtà».

I fatti linguistici, dunque, sono le rappre-sentazioni acustico-motorie soggettive diciascun individuo «nella misura in cui esseassolvono una funzione differenziatrice disignificati»; è quello che gli studiosi di Pra-ga chiamano fonema e che concepisconocome un fatto psicologico.

Lo strutturalismo americano collega lalinguistica all’antropologia perchè studiandola lingua occorre anche studiare la vita e lacultura di chi la parla.

E. Sapir, inoltre, avverte che il linguag-gio non solo è – autonomamente dal gradodi sviluppo culturale della comunità che lousa – tale da condizionare la visione chel’uomo ha della realtà (la lingua è lo stam-po del pensiero, non viceversa), ma è alcentro di una problematica assai vasta.

La linguistica è legata all’antropologia,alla storia della cultura, alla sociologia, allapsicologia, alla filosofia.

2. Distinzione lingua-dialetto - Plurilingui-smo nella scuola

Dal punto di vista teorico occorre evi-denziare l’assenza di caratteristiche «inter-ne» fonologiche, grammaticali, sintattiche,lessicali, che collochino lingue e dialetti supiani diversi, abilitando soltanto le prime adessere lingue di cultura e lingue nazionali.

Solo l’uso sociale nei secoli e le vicendestoriche delle comunità hanno affermato al-cuni dialetti come lingue nazionali (spagno-lo, tedesco, francese, italiano, fra il 1300 edil 1500).

L’italiano al momento dell’Unità era par-lato solo dallo 0,8 per cento della popola-zione e si è espanso alla massa dei cittadinidi tutte le regioni, che in origine usavanoidiomi tanto diversi da non permetterescambi comunicativi, per cui si impose unampliamento delle competenze comunicati-ve individuali, che pongono accanto allelingue delle minoranze, ai dialetti, l’italianostandard, imponendo così un livello dicompetenza bio-trilingue.

Oggi, finalmente, si è allargata la consa-pevolezza che solo il rispetto della lingua edella cultura minoritaria può introdurre anuovi sistemi linguistici e culturali, realiz-zando la crescita delle comunità che si in-contrano e che si arricchiscono degli ele-menti formativi delle reciproche culture.

Ciò significa, dopo i nuovi programmidella scuola media del 1979 e quelli dellascuola elementare del 1985, che si deve ri-baltare la politica scolastica statale sia perquanto concerne gli obiettivi che i contenutie la metodologia didattica.

Partendo dal naturale plurilinguismo dellasocietà italiana il percorso metodologicodella programmazione scolastica raccorda ilpatrimonio d’origine linguistico-culturalealla scansione degli obiettivi e dei tempidella didattica.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

I nuovi studi di linguistica e sociolingui-stica devono tradursi in atteggiamenti con-creti: occorre quindi realizzare una politicascolastica capace di garantire a tutti la co-noscenza dell’italiano come di ogni altroidioma diverso dall’italiano, sia esso unalingua nazionale o la lingua naturale di unaminoranza linguistica locale.

3. Il problema delle minoranze a livelloeuropeo

Il Parlamento europeo ed il Consigliod’Europa hanno espresso chiaramente la lo-ro posizione circa la tematica delle mino-ranze etnico-linguistiche.

Recentemente (Risoluzione 192, 14 set-tembre 1988) proprio il Consiglio d’Europaha approvato una «Carta europea delle lin-gue regionali e minoritarie», che segna unapietra miliare in tema di minoranze etni-co-linguistiche, sia in relazione a fonda-mentali affermazioni ideali e sia per unesplicito indirizzo operativo riferito all’inse-gnamento, ai mass-media, alle attrezzatureculturali, alle relazioni con l’amministrazio-ne ed alla partecipazione alla vita pubblica,che gli Stati interessati sono sollecitati adattuare.

Tra le motivazioni evidenziate dalla Car-ta europea per la difesa delle lingue regio-nali o minoritarie balza evidente il principioinformatore del documento quando ponequali soggetto ed oggetto della tutela le lin-gue proprie delle minoranze.

È la lingua, più che la minoranza stessa,ad essere considerata immediato riferimentodi dimensione culturale europea da difende-re e tutelare appieno, ponendo come dirittoinalienabile per i cittadini europei l’utilizzodel proprio individuale patrimonio lingui-stico.

La tutela intende salvare, riabilitare, valo-rizzare le lingue naturali quand’anche fos-sero state finora male o affatto protette, alpunto da presentarsi in via di sparizione.Questa tutela, che appartiene ai valori piùprofondi dell’identità europea, testimonia,

attraverso la diversità, la ricchezza delle no-stre culture.

Preservare tale identità plurilingue costi-tuisce un reale progresso lungo il percorsodella costruzione dell’Europa.

Il diritto all’uso delle lingue minoritarie,naturali, si impone ai poteri pubblici; leprovvidenze statali da adottarsi devono te-ner conto di un fattore di equilibrio, garan-tendo la tutela sia alle lingue minoritarienaturali, già riconosciute e parlate da unnotevole numero di cittadini, sia a quelleche non beneficiano ancora di un appoggioufficiale, quand’anche fossero parlate da unnumero molto limitato di cittadini. Taliprovvidenze devono essere efficaci e garan-tire, quindi, un nucleo minimo comune ditutela.

La Carta europea riafferma con chiarezzail diritto delle popolazioni di esprimersi inlingua regionale o minoritaria sia nella vitaprivata che in quella sociale, essendo que-sto un principio irrinunciabile conforme aquanto contenuto nella Convention de sau-vegarde des Droits de l’Homme et des Li-bertès fondamentales du Conseil de l’Euro-pe, nel Pacte international relatif aux droitscivils et politiques des Nations Unies enell’Acte final de la Conférence sur la se-curitè et la cooperation en Europe.

La tutela e la promozione delle lingue re-gionali o minoritarie rappresenta un contri-buto fondamentale per l’Europa costruita suprincìpi di democrazia e di diversità cultu-rale.

Le lingue regionali e minoritarie mai co-me oggi rischiano di sparire e col rischio diimpoverire gravemente la tradizione e laricchezza culturale dell’Europa; è quindi le-gittimo, necessario ed urgente adottare mi-sure particolari per preservarle e valoriz-zarle.

Tali misure, ben lungi dal porsi comeostacolo alle lingue nazionali, costituisconoun contributo basilare per un’Europa fonda-ta sulla diversità delle culture, nel pieno ri-spetto delle sovranità nazionali e delle inte-grità territoriali.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

I patrimoni di lingua regionale o minori-taria dell’Europa sono lingue parlate su unterritorio da nuclei di persone, inseriti nelloStato, che costituiscono un gruppo numeri-camente inferiore alla popolazione delloStato, nucleo che usa come propria espres-sione linguistica naturale una lingua diver-sificata da quella statale.

Le forze politiche devono impegnarsi,analogamente all’azione già condotta pressoil Consiglio d’Europa, ad individuare imezzi adatti secondo il sistema costituzio-nale proprio dello Stato, per assicurare il ri-spetto e le garanzie riconosciute dalla Cartaeuropea, senza alcun detrimento o contrastocon le disposizioni vigenti nelle regioni astatuto speciale.

In particolare, alla luce delle indicazioniapprovate dal Consiglio d’Europa, è neces-sario:

proporre provvedimenti di legge intesia rendere possibile l’insegnamento dellelingue regionali e minoritarie a qualsiasi li-vello di scuola;

proporre provvedimenti per l’insegna-mento della storia e della cultura che sonoalla base delle lingue regionali e minoritariein quanto componenti del patrimonio eu-ropeo;

assicurare la formazione necessaria pergli insegnanti preposti a tale servizio, non-chè garantire le occorrenze materiali e fi-nanziarie necessarie a tale scopo;

favorire l’uso amministrativo e giuridi-co delle lingue regionali o minoritarie;

fare in modo che le autorità pubblichepossano recepire negli atti amministrativi,oltre al testo italiano, il testo in lingua re-gionale o minoritaria senza che questocomporti spesa per gli interessati che lorichiedono;

favorire pubblicazioni in lingua regio-nale o minoritaria;

rispettare nelle indicazioni toponoma-stiche le formulazioni in lingua regionale ominoritaria;

favorire la ricerca terminologica incampo amministrativo-tecnologico secondo

le caratteristiche della lingua regionale ominoritaria;

privilegiare nelle assunzioni dei dipen-denti pubblici la padronanza della linguaregionale o minoritaria relativamente alproprio ambiente;

favorire l’uso continuativo delle lingueregionali o minoritarie nei mass-media;

promuovere l’allestimento di opportunipresìdi culturali (musei, archivi, biblioteche,centri di cultura, istituti di studio) inerentialle lingue regionali o minoritarie;

favorire traduzioni da e per le lingueregionali o minoritarie.

4. L’articolato

L’articolo 6 della Costituzione affermache «La Repubblica tutela con appositenorme le minoranze linguistiche». Leggiparticolari traducono in atto il dettato costi-tuzionale, ma non esiste una legge quadroche per tutte le minoranze precisi il concet-to di tutela nei vari campi (compreso quelloscolastico).

La realtà dei patrimoni linguistici regio-nali in Italia è molto ricca ed articolata enon può essere tassativamente elencata inun disegno di legge, senza correre il rischiodi lacune anche gravi. Con questo disegnodi legge noi proponiamo, non già la tuteladi poche espressioni linguistiche locali, ver-so le quali non ci pare in alcun modo giu-stificata una politica di privilegio, ma la tu-tela di tutti i patrimoni linguistici regionalie locali, uniformandoci in tal modo alle esi-genze superiori della cultura e della dignitàdei cittadini, nessuno escluso, sviluppandocoerentemente l’orientamento chiaramenteemerso nel 1981 al Parlamento europeo enel 1988 al Consiglio d’Europa, come risul-ta dalla ricordata «Carta europea delle lin-gue regionali e minoritarie».

Il presente disegno di legge dovrebbe es-sere la risposta coerente del Parlamento ita-liano ai princìpi e alle indicazioni fornitidagli organismi europei. Esso, inoltre, miraa porre rimedio ai torti subìti dal patrimo-

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nio linguistico del nostro paese nelle sueespressioni regionali e locali; e ciò senzaaccordare privilegi particolari ad alcungruppo linguistico, perchè ciò si tradurrebbefatalmente in un’ingiusta sperequazione aidanni dei rimanenti (fanno eccezione a que-sta regola le provvidenze già accordate inmateria linguistica al francese in Valled’Aosta, al tedesco in provincia di Bolzanoed inoltre al ladino-dolomitico ed allo slo-veno nelle province di competenza).

L’articolo 1 chiarisce il carattere globaledella tutela del patrimonio linguistico dellaRepubblica. In ogni regione essa assumeràquelle forme e quelle accentuazioni propriedei distinti caratteri culturali locali.

L’articolo 2 demanda alle regioni l’indi-viduazione dei patrimoni linguistici locali ele aree per l’attuazione delle norme sul pro-prio territorio.

Gli articoli 3 e 4 definiscono le modalitàper lo studio delle lingue locali nei diversiordini di scuola.

L’articolo 5 prevede la possibilità di spe-cifiche iniziative del Ministero della pubbli-ca istruzione, per sviluppare con la speri-mentazione scolastica lo studio delle linguelocali.

L’articolo 6 riconosce la possibilità diutilizzare la lingua locale nei consigli co-munali, circoscrizionali e negli organi colle-giali della scuola.

Gli articoli 7, 8 e 9 dispongono che i co-muni interessati possono promuovere lapubblicazione nella lingua locale di atti uf-ficiali dello Stato, fermo restando il valorelegale esclusivo degli atti nel testo redattonella lingua italiana, nonchè l’uso orale del-la lingua locale per agevolare i rapporti con

i cittadini, negli uffici dell’amministrazionepubblica, e l’adozione di toponimi conformialle tradizioni e agli usi locali.

L’articolo 10 riconosce ai cittadini il di-ritto di ottenere il ripristino del loro cogno-me e del nome, eventualmente modificatiprima della data di entrata in vigore dellapresente legge.

L’articolo 11 stabilisce che nei program-mi radiofonici e televisivi regionali dellaRAI-TV siano inseriti appositi notiziari eprogrammi nelle lingue locali riconosciute etutelate.

Gli articoli 12 e 13 stabiliscono che leregioni adeguino la loro normativa aiprincìpi della presente legge e che possanoerogare provvidenze per gli organi di stam-pa e per le emittenti radiotelevisive a carat-tere privato che utilizzano lingue localitutelate.

L’articolo 14 prevede che gli enti localiottengano dallo Stato, nella misura massimadel 75 per cento, il rimborso delle spese so-stenute per adempiere agli obblighi dellapresente legge.

L’articolo 15 riconosce alle regioni lapossibilità di creare appositi istituti per latutela dei patrimoni linguistici locali.

L’articolo 16 stabilisce che entro sei mesidalla data di entrata in vigore della leggedovranno essere emanate le relative normeregolamentari di attuazione.

L’articolo 17 salvaguarda le norme dellostatuto speciale delle regioni Trentino-AltoAdige, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giu-lia.

L’articolo 18 prevede la copertura finan-ziaria degli oneri derivanti dall’applicazionedell’articolo 14.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La presente legge si applica a tutti ipatrimoni linguistici regionali e locali, alleletterature regionali e ad ogni forma diespressione culturale che affondi le proprieradici nel tessuto storico-sociale delle regio-ni di appartenenza.

2. La definizione di patrimoni linguisticiregionali e locali, anche considerando tra-guardo peculiare i grandi ambiti macrore-gionali comprende, in ogni ambito territo-riale, sia la lingua di uso prevalente, sia leforme locali di essa, sia le eventuali linguedi gruppi autoctoni minoritari.

3. Nel caso di gruppi linguistici già tute-lati da leggi vigenti, si applica la normativapiù favorevole.

Art. 2.

1. La regione disciplina con legge l’indi-viduazione dei propri patrimoni linguistici ele aree di applicazione della presente leggenel proprio territorio.

Art. 3.

1. Nelle scuole materne dei comuniindividuati con legge regionale ai sensidell’articolo 2, l’educazione linguistica pre-vede l’apprendimento della lingua localee l’uso della stessa per lo svolgimentodelle attività educative proprie della scuolamaterna; nelle scuole elementari sono ga-rantiti l’alfabetizzazione nella lingua localee nella lingua italiana, nonchè l’insegna-mento delle forme espressive dell’infanzia,la lettura e le esercitazioni relative agliargomenti concernenti gli usi, i costumie le tradizioni delle comunità locali.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

2. Nelle scuole medie dell’obbligo deicomuni individuati con legge regionale aisensi dell’articolo 2 può essere previstol’insegnamento della lingua locale a richie-sta degli interessati.

3. I programmi e gli orari relativi allaeducazione linguistica sono fissati con de-creto del Ministro della pubblica istruzione,sentito il Consiglio nazionale della pubblicaistruzione e tenuto conto dei criteri di gra-dualità in relazione alla disponibilità di per-sonale insegnante e di materiale didattico.

4. Il decreto di cui al comma 3 è adottatoprevia consultazione delle regioni e delleistituzioni, anche di natura associativa, inte-ressate alla valorizzazione della lingua edella cultura da tutelare, nonchè previa ac-quisizione del parere degli organi collegialidella scuola interessati.

5. Il decreto di cui al comma 3 prevedealtresì forme e modalità sia per l’esonerodegli alunni, i cui genitori non intendanoavvalersi delle misure di cui al comma 1,sia per la richiesta di cui al comma 2.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sonodefiniti i requisiti, fermo restando il posses-so della cittadinanza italiana, per la nominadegli insegnanti, che possono, ove necessa-rio, essere incaricati a livello locale, anchein deroga alle norme generali sul conferi-mento degli incarichi di insegnamento, neilimiti dei posti disponibili.

Art. 4.

1. Nelle scuole elementari e medie deicomuni individuati con legge regionale aisensi dell’articolo 2, la cultura e le tradizio-ni locali costituiscono materia di insegna-mento obbligatorio nell’ambito degli inse-gnamenti di storia, geografia, educazionemusicale, artistica e tecnica.

2. I programmi e gli orari sono definiticon le modalità di cui all’articolo 3, commi3 e 4.

3. La disposizione di cui al comma 1si applica ai corsi dello stesso livello svolti

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per i lavoratori presso le scuole statalinonchè ai corsi di educazione permanente.

4. La regione può, con propria legge,estendere le disposizioni del presente arti-colo al proprio ordinamento nelle materierimesse alla competenza regionale nel setto-re dell’educazione e dell’istruzione.

Art. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,sentite le regioni, con proprio decreto, puòadottare iniziative nel campo dello studiodelle lingue locali individuate con legge re-gionale ai sensi dell’articolo 2, e delle rela-tive tradizioni culturali, nell’ambito dellasperimentazione scolastica come disciplina-to dalla legislazione vigente.

2. Lo schema del decreto di cui al com-ma 1 è comunicato al Parlamento perl’espressione del parere da parte delle com-petenti Commissioni parlamentari, che sipronunciano entro sessanta giorni.

3. Alla formazione ed all’aggiornamentodegli insegnanti ai quali sono affidate le at-tività previste dalla presente legge, si prov-vede secondo quanto indicato negli articoli3 e 4 della legge 19 novembre 1990,n. 341, entro i limiti delle risorse disponi-bili.

Art. 6.

1. Nei comuni individuati con legge re-gionale ai sensi dell’articolo 2, i membridei consigli comunali e circoscrizionali edegli organi collegiali della scuola possonousare la lingua locale nell’attività degli or-gani medesimi.

2. Quando non sia possibile disporre diun servizio di traduzione, sono prive di ef-fetti giuridici le dichiarazioni che non sianoespresse anche in lingua italiana.

Art. 7.

1. Nei comuni individuati con legge re-gionale ai sensi dell’articolo 2, il consiglio

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

comunale può deliberare, previa modificadel proprio statuto, di provvedere, con spe-se gravanti sul bilancio del comune stesso,in mancanza di altre risorse disponibili aquesto fine, alla pubblicazione nella linguamessa a tutela, di atti ufficiali dello Stato,delle regioni e degli enti locali nonchè dienti pubblici non territoriali, fermo restandoil valore legale esclusivo degli atti nel testoredatto nella lingua italiana.

Art. 8.

1. Nei comuni individuati con legge re-gionale ai sensi dell’articolo 2, al fine diagevolare il rapporto con i cittadini, è con-sentito l’uso orale della lingua ammessa atutela negli uffici dell’amministrazione pub-blica; in nessun caso tale disposizione siapplica ai procedimenti giurisdizionali.

2. La facoltà di cui al comma 1 vieneesercitata in base a provvedimenti autoriz-zativi dei capi delle amministrazioni inte-ressate.

Art. 9.

1. Nei comuni individuati con legge re-gionale ai sensi dell’articolo 2, in aggiuntaai toponimi ufficiali, i consigli comunalipossono deliberare l’adozione di toponimiconformi alle tradizioni e agli usi locali, se-condo modalità stabilite con la citata leggeregionale.

Art. 10.

1. I cittadini dei comuni individuati conlegge regionale ai sensi dell’articolo 2, i cuicognomi o nomi siano stati modificati pri-ma della data di entrata in vigore della pre-sente legge, hanno diritto di ottenere, sullabase di adeguata documentazione, il ripristi-no degli stessi cognomi o nomi, nella lin-gua originaria, con provvedimento dellacorte d’appello competente. Il ripristino del

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cognome ha effetto anche per i discendentidegli interessati.

2. Nei casi di cui al comma 1 si applica-no le norme di cui al regio decreto 9 luglio1939, n. 1238, titolo VIII, capo II, articoli158 e seguenti; il provvedimento è esenteda spese e deve essere adottato nel terminedi novanta giorni dalla richiesta.

3. Gli uffici dello Stato civile provvedo-no alle annotazioni conseguenti all’applica-zione del comma 1.

Art. 11.

1. Nei programmi radiofonici e televisiviregionali della Radiotelevisione italiana spasono inseriti notiziari, programmi culturali,educativi e di intrattenimento nelle lingueammesse a tutela ai sensi dell’articolo 2, inbase a convenzioni da stipularsi con le re-gioni interessate, secondo modalità stabilitedalla Commissione parlamentare per l’indi-rizzo generale e la vigilanza dei serviziradiotelevisivi.

Art. 12.

1. Le regioni, nelle materie di loro com-petenza previste dalla presente legge, ade-guano la propria legislazione ai princìpi ge-nerali in essa stabiliti.

Art. 13.

1. Nell’ambito delle proprie risorse ordi-narie, ogni regione in cui siano presenti igruppi linguistici di cui all’articolo 1 puòdeterminare, in base a criteri oggettivi,provvidenze per gli organi di stampa e perle emittenti radiotelevisive a carattere priva-to che utilizzino una delle lingue ammessea tutela ai sensi dell’articolo 2.

Art. 14.

1. Le spese sostenute dagli enti locali perl’assolvimento degli obblighi derivanti

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dall’applicazione della presente legge ven-gono rimborsate dallo Stato nella misuramassima del 75 per cento degli importi ero-gati e in ogni caso entro i limiti dello stan-ziamento di cui all’articolo 18.

2. Gli enti locali iscrivono nei rispettivibilanci le previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 e chiedono il relativorimborso alla Presidenza del Consiglio deiministri.

3. Il rimborso avviene in base ad appro-priata rendicontazione, presentata dall’entelocale competente, con indicazione dei mo-tivi dell’intervento e delle giustificazionidella congruità della spesa.

Art. 15.

1. Le regioni possono provvedere, a cari-co delle proprio risorse ordinarie, alla crea-zione di appositi istituti per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-polazioni considerate dalla presente legge,ovvero possono favorire la costituzione disezioni autonome delle istituzioni culturalilocali già esistenti.

Art. 16.

1. Il Governo, entro sei mesi dalla datadi entranta in vigore della presente legge,adotta il relativo regolamento di attuazione,sentite le regioni interessate.

Art. 17.

1. Le disposizioni della presente leggenon si applicano ai gruppi linguistici tutelatiai sensi degli statuti speciali delle regioniTrentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.

2. Eventuali disposizioni più favorevolidella presente legge si attuano nei modiprevisti dagli statuti speciali.

3. Nulla è innovato nella tutela della mi-noranza lingiustica slovena della regioneFriuli-Venezia Giulia.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

4. La provincia autonoma di Trento puòapplicare la presente legge al gruppo lingui-stico ladino presente nel proprio territorio.

Art. 18.

1. All’onere derivante dall’applicazionedell’articolo 14, valutato, a decorrere dal1997, in lire 10.000 milioni per ciascunodegli anni finanziari 1997-1999, si provve-de mediante corrispondente riduzione dellostanziamento iscritto, ai fini del bilanciotriennale 1997-1999, al capitolo 6856 dellostato di previsione del Ministero del tesoroper l’anno 1997.

2. Il Ministro del tesoro è autorizzato aprovvedere, con propri decreti, alle occor-renti variazioni di bilancio.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 3037

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa del senatore MONTELEONE

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 30 GENNAIO 1998

Norme per la tutela delle minoranzeetnico-linguistiche albanesi

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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ONOREVOLI SENATORI. – L’esigenza di tu-telare le realtà etnico-linguistiche presentiin Italia meridionale è un’esigenza avverti-ta, in attuazione dell’articolo 6 della Costi-tuzione Italiana. Del resto, la presenza dellecomunità arbëresh in Italia meridionale,specie in aree come la Basilicata, risale sindall’VIII secolo a. C. tramandando un pa-trimonio di lingua, cultura e tradizione che

si è integrato sempre più con i valori delpopolo italiano.

Lo scopo del presente disegno di legge èappunto quello di garantire e salvaguardaretale patrimonio, valorizzando iniziative so-cio-culturali e promozionali che possano tu-telare la presenza di queste comunità e sti-molare i rapporti con le regioni di prove-nienza.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La Repubblica, in attuazione dell’arti-colo 6 della Costituzione italiana e in armo-nia con i principi generali stabiliti dagli or-ganismi europei, tutela la lingua e la culturadelle popolazioni di origine albanese.

Art. 2.

1. Le regioni sul cui territorio si trovinocomunità di lingua albanese disciplinanocon legge il procedimento per l’adozionedel decreto con il quale è delimitato l’ambi-to territoriale in cui si applicano le disposi-zioni della presente legge.

2. Il decreto di cui al comma 1 è adottatodal presidente della giunta regionale. Il pro-cedimento per l’adozione del decreto è pro-mosso da almeno il quindici per cento deicittadini iscritti nelle liste elettorali e resi-denti nei comuni interessati, appartenentialla minoranza linguistica albanese, ovveroda un decimo dei consiglieri comunali deicomuni interessati, espressione della mede-sima minoranza linguistica. Il procedimentoinoltre prevede che gli stessi comuni sianosentiti in ordine alla proposta di delimita-zione e che il provvedimento sia adottatoquando sussistono le condizioni minime in-dicate nella legge regionale.

Art. 3.

1. Nelle scuole materne dei comuni indi-cati nel decreto del presidente della giuntaregionale di cui all’articolo 2, l’educazionelinguistica prevede l’apprendimento dellalingua albanese e l’uso della stessa per losvolgimento delle attività educative proprie

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della scuola materna; nelle scuole elementa-ri devono essere garantiti l’alfabetizzazionenella lingua albanese e nella lingua italiana,nonchè l’insegnamento delle forme espres-sive dell’infanzia, la lettura e le esercitazio-ni relative agli argomenti concernenti gliusi, i costumi e le tradizioni delle comunitàlocali.

2. Nelle scuole medie dell’obbligo deicomuni di cui al comma 1 e in quelle cheper necessità di organizzazione scolasticaaccolgono gli alunni degli stessi comuni èprevisto l’insegnamento della lingua albane-se, a richiesta degli interessati.

3. I programmi e gli orari relativi allaeducazione linguistica sono fissati con de-creto emanato dal provveditore agli studi,sentito il consiglio scolastico provinciale etenuto conto dei criteri di gradualità in rela-zione alla disponibilità di personale inse-gnante e di materiale didattico.

4. Il decreto di cui al comma 3 è adottatod’intesa con le regioni e sentite le istituzio-ni, anche di natura associativa, interessatealla valorizzazione della lingua e della cul-tura albanese, nonchè previa acquisizionedel parere degli organi collegiali della scuo-la, costituiti negli ambiti territoriali delimi-tati ai sensi dell’articolo 2.

5. Lo stesso decreto di cui al comma 3prevede altresì forme e modalità per l’eso-nero degli alunni, i cui genitori non inten-dano avvalersi delle misure di cui al com-ma 1, sia per la richiesta di cui al com-ma 2.

6. Con il decreto di cui al comma 3 sonoinoltre definiti i requisiti, fermo restando ilpossesso della cittadinanza italiana ovverodi uno Stato membro dell’Unione europea,per la nomina degli insegnanti.

7. L’attuazione del presente articolo av-viene entro i limiti degli ordinari stanzia-menti di bilancio e utilizzando preferibil-mente il personale in servizio.

Art. 4.

1. Nelle scuole elementari e medie deicomuni indicati nel decreto del presidente

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della giunta regionale di cui all’articolo 3,in aggiunta all’insegnamento della linguaalbanese la cultura e le tradizioni locali co-stituiscono materia di insegnamento obbli-gatorio nell’ambito degli insegnamenti distoria, geografia, educazione musicale, arti-stica e tecnica.

2. I programmi e gli orari degli insegna-menti di cui al comma 1 sono definiti conle modalità di cui all’articolo 3, commi3 e 4.

3. La disposizione di cui al comma 1 siapplica ai corsi dello stesso livello svoltiper i lavoratori presso le scuole statali, non-chè ai corsi di educazione permanente.

4. La regione può, con legge, adottare di-sposizioni conformi a quelle della presentelegge nelle materie di sua competenza nelsettore dell’educazione e dell’istruzione.

Art. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con proprio decreto, può adottare iniziativenel campo dello studio della lingua albane-se e della relativa tradizione culturale,nell’ambito della sperimentazione scolasticacome disciplinata dalle norme vigenti.

2. Lo schema del decreto di cui al com-ma 1 è trasmesso al Parlamento per laespressione del parere da parte delle com-petenti Commissioni permanenti, che posso-no esprimersi entro sessanta giorni dallacomunicazione

3. Alla formazione ed all’aggiornamentodegli insegnanti ai quali sono affidate le at-tività previste dalla presente legge, si prov-vede secondo quanto indicato negli articoli3 e 4 della legge 19 novembre 1990,n. 341, entro i limiti delle risorse disponi-bili.

4. Ai fini di cui agli articoli 6 e 8della legge 19 novembre 1990, n. 341, leuniversità possono, nell’ambito della loroautonomia, assumere ogni altra iniziativatendente ad agevolare la ricerca scientifica,lo svolgimento di corsi di educazione e

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

le attività culturali e formative a sostegnodelle finalità della presente legge.

Art. 6.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, i membri degli organi elettividegli enti locali nonchè degli organi colle-giali della scuola possono usare la linguaalbanese negli interventi orali, con imme-diata traduzione riassuntiva in lingua italia-na, qualora essa sia richiesta da parte dimembri dei suddetti organi che dichiarinodi non conoscere la lingua albanese.

Art. 7.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, il consiglio comunale può de-liberare con disposizioni del proprio statutodi provvedere, con spese gravanti sul bilan-cio del comune stesso, in mancanza di altrerisorse disponibili a questo fine, alla pubbli-cazione nella lingua albanese di atti ufficialidello Stato, delle regioni e degli enti localinonchè di enti pubblici non territoriali, fer-mo restando il valore legale esclusivo degliatti nel testo redatto nella lingua italiana.

Art. 8.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, al fine di agevolare il rappor-to dei cittadini, è consentito l’uso orale del-la lingua albanese negli uffici dell’ammini-strazione pubblica.

2. Nei procedimenti davanti al giudice dipace è consentito l’uso della lingua albane-se; in nessun altro caso tale disposizione siapplica ai procedimenti giudiziali.

3. La facoltà di cui al comma 1 è eserci-tata in base a provvedimenti autorizzatividei capi delle amministrazioni interessate.

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4. Per rendere effettivo l’esercizio dellefacoltà di cui al presente articolo, le pubbli-che amministrazioni provvedono, nei limitidelle rispettive dotazioni organiche, all’as-sunzione di personale che conosca la linguaalbanese.

Art. 9.

1. Nei comuni indicati nel decreto delpresidente della giunta regionale di cuiall’articolo 2, in aggiunta ai toponimi uffi-ciali, i consigli comunali possono deliberarel’adozione di toponimi conformi alle tradi-zioni e agli usi locali, secondo modalità sta-bilite con legge regionale.

Art. 10.

1. Nei programmi radiofonici e televisiviregionali della RAI possono essere inseritinotiziari, programmi culturali, educativi e diintrattenimento in lingua albanese, in base aconvenzioni da stipulare con le regioniinteressate.

Art. 11.

1. Le regioni, nelle materie di loro com-petenza previste dalla presente legge, ade-guano la propria legislazione ai principi sta-biliti dalla legge stessa.

Art. 12.

1. Nell’ambito delle proprie risorse ordi-narie ogni regione in cui siano presenti co-munià di lingua albanese può determinare,in base a criteri oggettivi, provvidenze pergli organi di stampa e per le emittenti ra-diotelevisive a carattere privato che utilizzi-no la lingua albanese nonchè per le associa-zioni giuridicamente riconosciute che abbia-no come finalità la salvaguardia delle mino-ranze linguistiche.

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Art. 13.

1. Le spese sostenute dagli enti locali perl’assolvimento degli obblighi derivanti dallapresente legge sono a carico dello Statonella misura massima del 75 per cento degliimporti erogati e, in ogni caso, entro il li-mite massimo complessivo di lire 4.000 mi-lioni annui.

2. L’iscrizione nei bilanci degli enti loca-li delle previsioni di spesa per le esigenzedi cui al comma 1 è subordinata alla previaripartizione delle risorse di cui al medesimocomma 1 tra gli enti locali interessati, daeffettuare con apposito decreto del Presi-dente del Consiglio dei ministri.

3. L’erogazione delle somme ripartite aisensi del comma 2 avviene sulla base diuna appropriata rendicontazione, presentatadall’ente locale competente, con indicazionedei motivi dell’intervento e delle giustifica-zioni circa la congruità della spesa.

Art. 14.

1. Le regioni possono provvedere, a cari-co delle proprie risorse ordinarie, alla crea-zione di appositi istituti per la tutela delletradizioni linguistiche e culturali delle po-polazioni considerate dalla presente legge,ovvero possono favorire la costituzione disezioni autonome delle istituzioni culturalilocali già esistenti.

Art. 15.

1. Le norme regolamentari previste dallapresente legge sono adottate entro sei mesidalla data di entrata in vigore della medesi-ma, sentite le regioni interessate.

Art. 16.

1 . Nelle regioni a statuto speciale l’ap-plicazione delle disposizioni più favorevoli

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Atti parlamentari Senato della Repubblica – 3037– 9 –

XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

previste nella presente legge è rimessa alledisposizioni di attuazione dei rispettivi sta-tuti.

Art. 17.

1. Per gli oneri derivanti dall’articolo 15è autorizzata, a decorrere dall’anno 1998, laspesa di lire 4000 milioni annui, cui siprovvede, per il triennio 1998-2000, me-diante corrispondente riduzione dello stan-ziamento iscritto, ai fini del bilancio trien-nale 1998-2000, nell’unità previsionale dibase di parte corrente «fondo speciale» del-lo stato di previsione del Ministero del te-soro per l’anno 1998, all’uopo utilizzandolo stanziamento relativo al Ministero del te-soro, del bilancio e della programmazioneeconomica.

2. Il Ministro del tesoro, del bilancio edella programmazione economica è autoriz-zato a provvedere, con propri decreti, alleoccorrenti variazioni del bilancio.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

N. 3426

D I S E G N O D I L E G G E

d’iniziativa dei senatori TAPPARO, BESSO CORDERO,MANFREDI, SARACCO, SILIQUINI e ZANOLETTI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 9 LUGLIO 1998

Norme in materia delle minoranze linguistiche

TIPOGRAFIA DEL SENATO (1700)

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

ONOREVOLI SENATORI. – Lo scopo di que-sto provvedimento, è quello di dare final-mente attuazione all’articolo 6 della Costi-tuzione («La Repubblica tutela con appositenorme le minoranze linguistiche») e di ade-guare la legislazione nazionale a quelle chesono le normative europee ed internazionali(in particolare alla «Carta europea delle lin-gue regionali e minoritarie», 1992).

L’approvazione della presente legge rap-presenterebbe senza dubbio un’affermazionedei valori democratici nel nostro Paese tan-to più una società è democratica quanto piùvengono rispettate in essa le diverse artico-lazioni – e una salvaguardia del patrimonioculturale rappresentato dalle differenze lin-guistiche presenti in Italia. Oggi, in unmondo sempre più «globalizzato» e con unapresenza dei mass-media sempre più intru-siva diventa fondamentale ricorrere a stru-menti di tutela delle culture meno diffuse,allo scopo di salvaguardarne l’integrità e ditramandarne i valori. Questo strumento nonpuò essere altro che quello legislativo.

Una lingua è l’essenza, la struttura stessadi una cultura, contiene la memoria colletti-va di una comunità, ed è spesso associataalle varie sfaccettature delle relazioni socia-li, dei valori morali e delle tradizioni. L’in-sieme di questi diversi aspetti culturali nonpuò che arricchire la cultura nazionale e lestesse interrelazioni della vita civile.

Il punto forte della linguistica contempo-ranea in Europa è senza dubbio lo studiocondotto da F.de Saussure, uno dei più acu-ti ed autorevoli indo-europeisti. I suoi con-cetti rispetto all’uso della langue e dellaparole chiariscono che la prima è il sistemadei valori, ed è valida per un’intera colletti-vità; è qualche cosa che esiste in ciascunindividuo pur essendo comune a tutti e,quando il soggetto utilizza il patrimonio so-

ciale per gli atti linguistici individuali, lalingua diventa parole. In pratica ogni attolinguistico umano, sia esso parlato, scritto opensato, è sempre un atto di parole, mapresuppone sempre una langue.

La tutela delle lingue minoritarie diventaquindi un diritto-dovere dello Stato peresaltare appieno il patrimonio di capacitàlinguistica del cittadino, inteso come trami-te per l’arricchimento della personalità ecome impulso ad una più corretta ed inten-sa capacità relazionale. Il plurilinguismoconsente non solo di mantenere ma anchedi valorizzare il patrimonio linguistico cul-turale del gruppo, tendendo ad un inseri-mento nella struttura culturale della comu-nità. E.Sapir avverte che il linguaggio è taleda condizionare la visione che l’uomo hadella realtà: la lingua è lo stampo del pen-siero, non viceversa. Il diritto all’uso dellelingue minoritarie si impone ai poteri pub-blici; le convenzioni europee (in particolarmodo la Carta europea delle lingue regiona-li e minoritarie) riaffermano con chiarezzail diritto delle popolazioni a esprimersi inlingua minoritaria sia nella vita privata chein quella sociale. essendo questo principioirrinunciabile secondo quanto indicato nellaConvention de sauvegarde des droits del’homme et des libertès fondamentales delConsiglio d’Europa e nel Pacte internatio-nale relatif aux droits civils et politiquesdelle Nazioni Unite. Il presente disegno dilegge prevede la tutela delle lingue minori-tarie autoctone (come d’altronde previstedalla Carta europea delle lingue regionali eminoritarie, all’articolo 1).

Gli articoli 1 e 2 del disegno di leggechiariscono, a fianco del principio dell’uffi-cialità dell’italiano come lingua della Re-pubblica italiana, l’applicazione dell’artico-lo 6 relativo alla tutela delle minoranze lin-

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

guistiche del Paese. In particolare, l’articolo2 prevede la tutela, in armonia con i princi-pi generali stabiliti dalla Costituzione e da-gli organismi internazionali, della lingua edella cultura delle popolazioni albanesi, ca-talane, germaniche (cimbri, mocheni, tirole-si, walser), greche, slovene e croate e diquelle parlanti il francese, il franco-proven-zale, il friulano, il ladino, l’occitano pro-venzale, il piemontese e il sardo.

Le popolazioni di origine albanese, ger-manica, greca, slovena e croata, apparten-gono a famiglie linguistiche diverse daquella romanza.

Specifico il discorso che riguarda il friu-lano, il piemontese e il sardo. Il sardo pre-senta caratteristiche strutturali che lo diffe-renziano dalle altre lingue romanze: questoè dovuto all’isolamento nel quale la Sarde-gna si trovò nell’impero romano e alla suasituazione periferica relativamente isolatarispetto al continente. Fin dal secolo Xl ilsardo è stata la lingua dei documenti legali.Il friulano appartiene al gruppo linguisticoretoromanzo. Questa lingua, comunementericonosciuta come tale (G.I. Ascoli, Th.Gartner, G. Rohlfs, W. Von Wart-burg), ha mantenuto la sua identità romanzanel corso dei secoli, malgrado le invasionidei popoli germanici e slavi, e ancora ainostri giorni e profondamente diffusa tra lapopolazione. Inoltre essa può vantare testimolto antichi, che datano dalla fine del se-colo XII. Da allora il Friuli dispone di unadelle più ricche e preziose letterature d’Ita-lia. Analogo discorso può essere fatto per ilpiemontese: da tempo riconosciuto linguada diversi studiosi (E. Haugen, G.P. Clivio,H. Lüdtke, Z. Muliacic, H.W. Haller, G.Sobiela-Caanitz, K. Gebhardt, eccetera) es-so è una «lingua di transizione» dal gallo-romanzo all’italoromanzo (G.P. Clivio) dal-le caratteristiche tipologiche che lo diffe-renziano fortemente dall’italiano. Anche itesti piemontesi risalgono al secolo XII; lasua codificazione grammaticale risale al se-colo XVIII; la sua letteratura ha toccato tut-ti i generi (epica, lirica, teatro tragico e co-

mico, narrativa, saggistica, diritto, prosagiornalistica, ricerca scientifica), dai testigiuridici ai saggi di linguistica, ed oggi di-spone di una vasta produzione letteraria epubblicistica.

Nell’articolo 3 sono stabilite le compe-tenze generali delle regioni, fatte salvequelle delle regioni a statuto speciale e del-le province autonome di Trento e di Bol-zano.

L’articolo 4 introduce l’utilizzo delle lin-gue di cui all’articolo 2 negli organi colle-giali, e specificamente nei consigli comuna-li, provinciali e regionali e nelle assembleedelle Comunità montane, prevedendo altresìla pubblicazione degli atti dei medesimi or-ganismi anche in lingua di cui all’articolo 2tenendo comunque presente l’esclusiva vali-dità giuridica di quelli redatti in lingua ita-liana.

L’articolo 5 prevede la possibilità per icomuni in cui sia presente una minoranzalinguistica di istituire nel proprio territoriola traduzione in lingua di cui all’articolo 2dei toponimi già presenti – ed ufficiali – inlingua italiana.

All’articolo 6 si introduce l’utilizzo dellelingue di cui all’articolo 2 nelle scuole, siacome insegnamento facoltativo che comelingua dell’insegnamento, per quegli allievii cui genitori ne facciano richiesta, mentreall’articolo 7 si definisce l’iter che il Mini-stero della pubblica istruzione deve seguireper l’attuazione dell’articolo 6 e la possibi-lità per il medesimo di realizzare progettinel campo dello studio delle lingue e delletradizioni culturali degli appartenenti ad unaminoranza linguistica.

All’articolo 8 vengono favorite le inizia-tive delle università per la tutela delle lin-gue minoritarie.

L’articolo 9 riguarda la presenza dellelingue di cui all’articolo 2 nei mass-media,in particolare le iniziative di sostegno daparte delle istituzioni. A questo proposito sifa riferimento sia alla convenzione che ilMinistero delle comunicazioni può stipularecon la RAI che alle convenzioni che le sin-

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

gole regioni nelle quali siano presenti mi-noranze linguistiche possono stipulare conemittenti private o alle provvidenze che lemedesime regioni possono erogare allastampa per la tutela delle lingue minori-tarie.

L ’ a r t i c o l o 1 0 p r o m u o v e a t t r a v e r s o i lM i n i s t e r o d e g l i a f f a r i e s t e r i l o s v i l u p p o

d e l l e l i n g u e d i c u i a l l ’ a r t i c o l o 2 di f f u s ea l l ’ e s t e r o .

L’approvazione di questo disegno di leg-ge porrebbe l’ltalia in una posizione avan-zata rispetto agli altri Paesi europei perquello che riguarda la tutela delle minoran-ze e del patrimonio culturale che ad esse èindissolubilmente legato.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. La lingua ufficiale della Repubblica èl’italiano.

2. La Repubblica, che valorizza il patri-monio linguistico e culturale della linguaitaliana, promuove altresì il riconoscimentoe la tutela dei patrimoni linguistici contem-plati dalla presente legge.

Art. 2.

1. In attuazione dell’articolo 6 della Co-stituzione e in armonia con i principi gene-rali stabiliti dagli organismi europei e inter-nazionali, la Repubblica tutela la lingua e lacultura delle popolazioni albanesi, catalane,germaniche (cimbri, mocheni, tirolesi, wal-ser), greche, slovene e croate e di quelleparlanti il francese, il franco-provenzale, ilfriulano, il ladino, l’occitano provenzale, ilpiemontese e il sardo.

Art. 3.

1. Le singole regioni disciplinano conlegge l’individuazione dei propri patrimonilinguistici e le aree di applicazione dellapresente legge sul proprio territorio.

2. Le regioni a statuto ordinario, nellematerie di loro competenza, adeguano lapropria legislazione ai princìpi stabiliti dallapresente legge, fatte salve le disposizionilegislative regionali vigenti che prevedanocondizioni più favorevoli per le minoranzelinguistiche.

3. Nelle regioni a statuto speciale l’appli-cazione delle disposizioni più favorevolipreviste dalla presente legge è disciplinatacon norme di attuazione dei rispettivi Statu-

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ti. Restano ferme le norme di tutela esisten-ti nelle medesime regioni a statuto specialee nelle province autonome di Trento e diBolzano.

Art. 4.1. Nel territorio in cui è presente in mo-

do significativo una minoranza linguisticariconosciuta di cui all’articolo 2 della pre-sente legge, i membri dei consigli comuna-li, provinciali, regionali e delle assembleedella comunità montane, possono usare,nell’attività degli organismi medesimi, lelingue di cui al citato articolo 2.

2. Qualora uno o più componenti delleassemblee di cui al comma 1 dichiarino dinon conoscere le lingue di cui all’articolo 2ammesse a tutela, deve essere garantita latraduzione in lingua italiana, che è effettua-ta di regola da componenti delle stesse as-semblee. La stessa norma vale per la reda-zione dei verbali delle sedute di tali assem-blee.

3. Nell’ambito territoriale in cui è pre-sente in modo significativo una minoranzalinguistica è consentito, negli uffici delleamministrazioni pubbliche, l’uso orale escritto delle lingue di cui all’articolo 2 am-messe a tutela. Solo gli atti di tali ammini-strazioni redatti in lingua italiana hanno va-lore legale. Dall’applicazione del presentecomma sono escluse le attività statali e lerelative strutture amministrative preposte al-la difesa, all’ordine pubblico e alla giusti-zia, salvo che nelle regioni a statuto specia-le dove si applicano le normative piùfavorevoli.

4. Gli enti di cui al comma 1 possonoprovvedere, con oneri a loro carico, in man-canza di altre risorse disponibili a questo fi-ne, alla pubblicazione nella lingua di cuiall’articolo 2 di atti ufficiali dello Stato,delle regioni e degli enti locali nonchè dienti pubblici non territoriali, fermo restandoil valore legale esclusivo degli atti nel testoredatto in lingua italiana.

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XIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI

Art. 5.

1. Nei comuni in cui è presente una mi-noranza linguistica di cui all’articolo 2 iconsigli comunali possono deliberare l’ado-zione di toponimi nella lingua medesima, afianco della corrispondente denominazionein lingua italiana.

Art. 6.

1. Nelle scuole materne, elementari e me-die dei territori nei quali è presente in mo-do significativo una minoranza linguisticadi cui all’articolo 2, l’educazione linguisticaprevede, accanto all’uso della lingua italia-na, anche l’uso delle lingue tutelate di cuiall’articolo 2.

2. Nell’esercizio dell’autonomia di ricer-ca, sperimentazione e sviluppo, di cuiall’articolo 21, comma 10, della legge 15marzo 1997, n. 59, le istituzioni scolasticheadottano, anche attraverso forme associate,iniziative nel campo dello studio delle lin-gue degli appartenenti ad una minoranzalinguistica riconosciuta ai sensi dell’ artico-lo 2 della presente legge e perseguono atti-vità di formazione e aggiornamento degliinsegnanti addetti alle medesime discipline.

3. Al momento della preiscrizione i geni-tori comunicano alla istituzione scolasticainteressata se intendano avvalersi per i pro-pri figli dell’insegnamento di una delle lin-gue di cui all’articolo 2.

Art. 7.

1. Il Ministro della pubblica istruzione,con propri decreti, indica i criteri generaliper l’attuazione delle misure contenutenell’articolo 6 e può promuovere e realizza-re progetti nazionali e locali nel campo del-lo studio delle lingue e delle tradizioni cul-turali degli appartenenti ad una minoranzalinguistica riconosciuta ai sensi dell’artico-lo 2.

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Art. 8.

1. Ai sensi degli articoli 6 e 8 della legge19 novembre 1990, n. 341, le universitàubicate nelle regioni interessate, assumonoogni iniziativa, ivi compresa l’istituzione dicorsi di lingua di cui all’articolo 2, finaliz-zata a sviluppare la ricerca scientifica e leattività culturali e formative a sostegno del-le finalità della presente legge.

Art. 9.

1. Nella convenzione tra il Ministero del-le comunicazioni e la società concessionariadel servizio pubblico radiotelevisivo e nelconseguente contratto di servizio sono assi-curate adeguate condizioni per la tutela del-le lingue di cui all’articolo 2 nelle rispettivezone di appartenenza.

2. Le regioni interessate possono stipula-re apposite convenzioni con la società con-cessionaria del servizio pubblico radiotele-visivo per trasmissioni giornalistiche o pro-grammi nelle lingue di cui all’articolo 2ammesse a tutela, nell’ambito delle pro-grammazioni radiofoniche e televisive re-gionali della medesima società concessiona-ria o con emittenti private.

3. Nell’ambito delle proprie disponibilitàdi bilancio le regioni in cui siano presenti igruppi linguistici di cui all’articolo 2 posso-no determinare provvidenze per l’editoria,per gli organi di stampa e per le emittentiradiotelevisive private che utilizzino unadelle lingue minoritarie ammesse a tutela.

4. La tutela delle minoranze linguistichenell’ambito del sistema delle comunicazionidi massa è di competenza dell’Autorità perle garanzie nelle comunicazioni di cui allalegge 31 luglio 1997, n.249.

Art. 10.

1. La Repubblica promuove, attraverso ilMinistero degli affari esteri, nei modi e nel-

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l e f o r m e c h e s a r a n n o d i c a s o i n c a s o p r e -v i s t i i n a p p o s i t e c o n v e n z i o n i , l o s v i l u p p od e l l e l i n g u e d i c u i a l l ’ a r t i c o l o 2 di f f u s en e l l e c o m u n i t à d i p r o v e n i e n z a d a l l ’ l t a l i aa l l ’ e s t e r o .

2. Il Governo presenta annualmente alParlamento una relazione in merito allo sta-to di attuazione degli adempimenti previstidal presente articolo.

Art. 11.

1. All’onere derivante dalla presente leg-ge, valutato in lire 23 miliardi a decorreredal 1999, si provvede tramite riduzione dipari importo delle proiezioni dello stanzia-mento iscritto, ai fini del bilancio triennale,1998-2000, nell’ambito dell’unità previsio-nale di base di parte corrente «Fondo spe-ciale» dello stato di previsione del Ministe-ro del tesoro, del bilancio e della program-mazione economica per l’anno 1998, alloscopo parzialmente utilizzando, quanto a li-re 20.750 milioni, l’accantonamento relativoalla Presidenza del Consiglio dei ministri e,quanto a lire 2.250 milioni, l’accantona-mento relativo al Ministero della pubblicaistruzione.

2. Il Ministero del tesoro, del bilancio eprogrammazione economica è autorizzatoad approvare, con propri decreti, le corri-spondenti variazioni di bilancio.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

666a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

GIOVEDÌ 29 LUGLIO 1999

Presidenza del presidente MANCINO,indi del vice presidente FISICHELLA

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . Pag. VII-XXII

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-73

ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nelcorso della seduta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75-79

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . .81-143

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

SULL’ESITO DI UNA VOTAZIONE RE-LATIVA AL DISEGNO DI LEGGEN. 4127PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2ELIA (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione dei disegni di leg-ge costituzionale:(3308) Deputati ZELLER ed altri; DETO-MAS ed altri; BOATO ed altri; DETO-MAS ed altri; CONSIGLIO REGIONALEDEL TRENTINO-ALTO ADIGE. – Modi-fiche allo Statuto speciale della regioneTrentino-Alto Adige in materia di valoriz-zazione delle minoranze ladina e di linguatedesca (Approvato, in prima deliberazione,dalla Camera dei deputati)(2073) CONSIGLIO REGIONALE DELTRENTINO-ALTO ADIGE. – Modificheallo Statuto di autonomia ai sensi degli ar-ticoli 35 e 103 del decreto del Presidentedella Repubblica 31 agosto 1972, n. 670,concernente la valorizzazione delle mino-ranze ladina e di lingua tedesca del Tren-tino(2440) TAROLLI. – Modifica dello Statutospeciale per il Trentino-Alto Adige, appro-vato con decreto del Presidente della Re-pubblica 31 agosto 1972, n. 670, a favoredelle minoranze di lingua ladina delle pro-vince di Trento e Bolzano e della mino-ranza di lingua tedesca della provincia diTrento(Votazione finale qualificata ai sensidell’articolo 120, comma 3, del Regolamen-to) (Relazione orale):PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . 2, 9, 10 e passimGUBERT (Misto-Il Centro) . 3, 17, 19 e passimPASQUALI (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

* PINGGERA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . Pag. 10, 19ANDREOLLI (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13MARCHETTI (Misto-Com.), relatore . . . . . . 15, 19BELLILLO, ministro senza portafoglio per gliaffari regionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16, 19

SULL’ORDINE DEI LAVORIPRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

DISEGNI DI LEGGE

Discussione e approvazione, in prima deli-berazione, del disegno di legge costituzio-nale:(3859-B) Deputati VELTRONI ed altri;CALDERISI ed altri; REBUFFA e MAN-ZIONE; PAISSAN; BOATO; BOATO. –Disposizioni concernenti l’elezione direttadel Presidente della Giunta regionale el’autonomia statutaria delle Regioni (Ap-provato in prima deliberazione dalla Came-ra dei deputati, modificato in prima delibe-razione dal Senato e nuovamente modifica-to in prima deliberazione dalla Camera deideputati) (Votazione finale qualificata aisensi dell’articolo 120, comma 3, del Rego-lamento) (Relazione orale):FISICHELLA (AN), relatore . . . . . . . . . . . . . . 21DENTAMARO (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

COMMISSIONI PERMANENTIConvocazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

DISEGNI DI LEGGE

Ripresa della discussione del disegno di leg-ge costituzionale n. 3859-B:GASPERINI (Lega Nord-Per la Padania in-dip.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25FISICHELLA (AN), relatore . . . . . . . . . . . . . . 27

* ROTELLI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . 25, 28, 33PASQUALI (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28, 31ELIA (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29MARCHETTI (Misto-Com.) . . . . . . . . . . . . . . . 30CÒ (Misto-RCP) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32VILLONE (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 37PASSIGLI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 39

Discussione del disegno di legge costituzio-nale:(3619-3623-3630-3638-3665-B) PERA edaltri; FOLLIERI ed altri; PETTINATO ed

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - INDICE

altri; SALVATO; SALVI ed altri. – Inseri-mento dei principi del giusto processonell’articolo 111 della Costituzione (Appro-vato, in prima deliberazione, dal Senato edalla Camera dei deputati) (Votazione fina-le qualificata, ai sensi dell’articolo 120,comma 3, del Regolamento) (Relazioneorale):PERA (Forza Italia), relatore . . Pag. 41, 42, 53SCOPELLITI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . 46RUSSO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . . 48GASPERINI (Lega Nord-Per la Padania in-dip.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51AYALA, sottosegretario di Stato per la gra-zia e giustizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53, 54

SULL’ORDINE DEI LAVORIPRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55

DISEGNI DI LEGGE

Votazione finale del disegno di legge costi-tuzionale n. 3859-B:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55Votazione nominale con scrutinio simul-taneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55

Rinvio della discussione del disegno di leggecostituzionale:(3841-B) Deputati TREMAGLIA ed altri. –Modifica all’articolo 48 della Costituzioneconcernente l’istituzione della circoscrizio-ne Estero per l’esercizio del diritto di votodei cittadini italiani residenti all’estero(Approvato in seconda deliberazione dallaCamera dei deputati) (Votazione qualifica-ta, ai sensi dell’articolo 120, comma 3, delRegolamento) (Relazione orale):

Rinvio della ripresa della discussione deldisegno di legge costituzionale n. 3619-3623-3630-3638-3662-B:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . 56, 57, 58 e passimD’ALESSANDRO PRISCO (Dem. Sin.-L’Ulivo),relatrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56MORANDO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . 57PIERONI (Verdi-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . . . 57, 62MACERATINI (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57BARBIERI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 58TABLADINI (Lega Nord-Per la Padania in-dip.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59LA LOGGIA (Forza Italia) . . . . . . . . . 59, 60, 64PINGGERA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 60D’ONOFRIO (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61MISSERVILLE (UDeuR) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61DI PIETRO (Misto-Dem.-L’Ulivo) . . . . . . . . . 62ELIA (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63TOIA, sottosegretario di Stato per gli affariesteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

AYALA, sottosegretario di Stato per la gra-zia e giustizia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 65

DOMANDE DI AUTORIZZAZIONE APROCEDERE IN GIUDIZIO AI SENSIDELL’ARTICOLO 96 DELLA COSTI-TUZIONE

Discussione del Doc. IV-bis, n. 12-B

Approvazione della proposta della Giuntadelle elezioni e delle immunità parlamen-tari:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66VALENTINO (AN), relatore . . . . . . . . . . . . . . 66

Discussione del Doc. IV-bis, n. 28

Approvazione delle conclusioni della Giuntadelle elezioni e delle immunità parlamen-tari:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67RUSSO (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . . . . . 67

DELIBERAZIONI IN MATERIA DI IN-SINDACABILITÀ AI SENSI DELL’AR-TICOLO 68, PRIMO COMMA, DELLACOSTITUZIONE

Discussione del Doc. IV-quater, n. 44

Approvazione della proposta della Giuntadelle elezioni e delle immunità parlamen-tari:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68PREIONI (Lega Nord-Per la Padania indip.),relatore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68

Discussione del Doc. IV-quater, n. 45

Approvazione delle proposte della Giuntadelle elezioni e delle immunità parlamen-tari:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68, 69VALENTINO (AN), relatore . . . . . . . . . . . . . . 69

DISEGNI DI LEGGE

Discussione:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze linguisti-che(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– V –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - INDICE

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Normein materia di tutela dei patrimoni lin-guistici regionali(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche(Relazione orale):PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 70, 72BESOSTRI (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . . . 70PAGANO (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatrice . . . 72

MOZIONI

Per la discussione:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72LAURO (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72

ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDU-TA DI MARTEDÌ 14 SETTEMBRE1999 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73

ERRATA CORRIGE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73

ALLEGATO A

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONA-LE N. 3308:Articolo 1 ed emendamento . . . . . . . . . . . . 75

DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONA-LE N. 3859-B:Articoli da 1 a 4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76, 77Articolo 5 ed emendamento . . . . . . . . . . . . 78

ALLEGATO B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFET-TUATE NEL CORSO DELLA SEDU-TA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81

DISEGNI DI LEGGETrasmissione dalla Camera dei deputati eassegnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 90Annunzio di presentazione . . . . . . . . . . . . . 90Presentazione di relazioni . . . . . . . . . . . . . . 90Approvazione da parte di Commissionipermanenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

GOVERNORichieste di parere per nomine in entipubblici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92Trasmissione di documenti . . . . . . . . . . . . . 92

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MA-GISTRATURATrasmissione di documenti . . . . . . . . . . . . . 93

CORTE COSTITUZIONALETrasmissione di sentenze . . . . . . . . . . . . . . . 93

CORTE DEI CONTITrasmissione di relazioni sul rendiconto ge-nerale dello Stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94Trasmissione di relazioni sulla gestione fi-nanziaria di enti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94Trasmissione di documentazione . . . . . . . . 95

MOZIONI, INTERPELLANZE E INTER-ROGAZIONIApposizione di nuove firme a interroga-zioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95Annunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73Mozioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 99Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 143

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 69 –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

La relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamen-tari è stata stampata e distribuita.

Chiedo al relatore, senatore Valentino, se intende intervenire.

VALENTINO, relatore. Signor Presidente, mi rimetto alla relazio-ne scritta.

PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di intervenire, passiamoalla votazione.

Le proposte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamen-tari saranno poste ai voti separatamente.

Metto ai voti la proposta della Giunta di ritenere che i fatti attinential punto 2, lettere a) e b), dell’incolpazione elevata nei confronti del se-natore Giorgianni, per aver omesso di informare sullo stato delle indagi-ni i colleghi che lo avrebbero sostituito per il procedimento cosiddetto«contenitore», e per avere disposto la cancellazione di dati dai compu-ters, concernono opinioni espresse da un membro del Parlamentonell’esercizio delle sue funzioni e ricadono pertanto nell’ipotesi di cuiall’articolo 68, primo comma, della Costituzione.

È approvata.

Metto ai voti la proposta della Giunta di ritenere che i fatti attinential punto 4 della medesima incolpazione, per avere il senatore Giorgiannifrequentato con carattere di continuità Antonio Mollica, personaggio didubbia fama a causa dei suoi precedenti penali e giudiziari, concernonoopinioni espresse da un membro del Parlamento nell’esercizio delle suefunzioni e ricadono pertanto nell’ipotesi di cui all’articolo 68, primocomma della Costituzione.

È approvata.

Metto ai voti la proposta della Giunta di ritenere che i fatti attinential punto 5 dell’incolpazione suddetta, per aver violato il principio dipiena e leale collaborazione del magistrato, con riferimento alle dichia-razioni rese dal senatore Giorgianni alla Commissione parlamentare an-timafia in sede di inchiesta relativa ai rapporti intercorsi con il Mollica,concernono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell’eserci-zio delle sue funzioni e ricadono pertanto nell’ipotesi di cui all’articolo68, primo comma, della Costituzione.

È approvata.

Discussione dei disegni di legge:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali(1207)MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 70 –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche(Relazione orale)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la discussione dei disegnidi legge: «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche stori-che», d’iniziativa dei deputati Corleone, Boato e Ruffino, già approvatodalla Camera dei deputati; «Tutela dei patrimoni linguistici regionali»,d’iniziativa della senatrice Bruno Ganeri; «Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche», d’iniziativa dei senatori Manconi, Cortia-na, Pieroni, Semenzato, De Luca Athos, Ripamonti, Carella e Sarto;«Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche», d’iniziativadei senatori Marini, Iuliano, Manieri, Lombardi Satriani, Veltri, BessoCordero, Thaler Ausserhofer, Marino, Marchetti, Russo Spena, Besostri,Veraldi, Erroi, Murineddu, Biscardi, Pinggera, Mignone, Dondeynaz,Bertoni, Gruosso, Pellegrino, Figurelli, Cortiana, De Carolis, Gubert,Meloni, Campus, Camo, Bevilacqua, Bruno Ganeri e Valletta; «Normein materia di tutela dei patrimoni linguistici regionali», d’iniziativa deisenatori Zanoletti, Costa, Cimmino, Ronconi e Dentamaro; «Norme perla tutela delle minoranze etnico-linguistiche albanesi», d’iniziativa delsenatore Monteleone; «Norme in materia delle minoranze linguistiche»,d’iniziativa dei senatori Tapparo, Besso Cordero, Manfredi, Saracco, Si-liquini e Zanoletti.

I relatori, senatore Besostri e senatrice Pagano, hanno chiesto l’au-torizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendo osservazioni, ilrelatore Besostri ha facoltà di parlare.

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i dise-gni di legge in discussione sono volti a dare attuazione all’articolo 6della Costituzione e ad una convenzione già sottoscritta dall’Italianell’ambito del Consiglio d’Europa. Si tratta della convenzione quadroper la protezione delle minoranze nazionali, stipulata a Strasburgo il 1o

febbraio 1995 e la cui ratifica è avvenuta con la legge n. 302 del 28agosto 1997. La convenzione impegna, tra l’altro, i paesi aderenti a nondiscriminare l’utilizzazione delle lingue minoritarie e a riconoscere il di-ritto a tale uso da parte delle minoranze in tutti gli ambiti compreso,ove possibile, nei rapporti con la pubblica amministrazione e nell’ambi-to delle istituzioni scolastiche. Pur con i limiti evidenziati nel corso deldibattito nelle Commissioni riunite, il provvedimento in esame costitui-sce un adempimento necessario per consentire la sottoscrizione da parte

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 71 –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

dello Stato italiano della Carta europea delle lingue regionali o minorita-rie del maggio 1992. L’Italia non ha potuto sottoscriverla in quanto nelmomento stesso della sottoscrizione si dovrebbe dichiarare inadempientealle sue prescrizioni.

Nel corso dell’esame nelle Commissioni (1o e 7o riunite) dei varidisegni di legge sono state disgiunte le norme che riguardavano specifi-che minoranze linguistiche; ad esempio, la minoranza slovena che è og-getto di un apposito disegno di legge tutt’oggi all’esame della Camerain un testo analitico e dettagliato.

D’altra parte, anche le norme attualmente vigenti per la minoranzaslovena offrono per alcuni aspetti maggior tutela del testo che stiamoesaminando oggi. In Commissione è stato inoltre deciso d’assumere co-me testo base quello proveniente dalla Camera dei deputati.

Il lavoro svolto nelle Commissioni riunite 1o e 7o si è indirizzatoverso un recepimento delle varie istanze emerse nel corso del dibattito etale impegno ha portato alla discussione e all’approvazione di un ordinedel giorno che impegna il Governo a sottoscrivere la Carta europea del-le lingue regionali o minoritarie. Diversi emendamenti proposti, comealtri disegni di legge, meritavano sicuramente un’approvazione, ma si èritenuto, di fronte alla possibilità di migliorare un testo ritardando perònel complesso l’approvazione di questo obbligo costituzionale ed inter-nazionale, di approvare in Commissione il testo conforme a quello giàlicenziato dalla Camera dei deputati senza pregiudicare in futuro nuovisviluppi.

Vorrei ricordare in modo particolare che con l’ordine del giornoapprovato dalle Commissioni all’unanimità (se ben ricordo) si vuole su-perare la distinzione tra lingue e dialetti e, partendo dal patrimonio lin-guistico, porre sotto tutela – se le popolazioni interessate lo vorranno- –altre parlate che non sono contemplate nel testo, quali ad esempio il pie-montese, il veneto o il napoletano.

C’è anche un’esigenza di tutela dei patrimoni linguistici e culturalitipici di popolazioni non stanziali, come le parlate dei Rom e dei Sinti,che meritano altrettanta tutela.

Nell’esame del disegno di legge si sono anche stabilite quelle chesono le connessioni con altri interventi di politica sociale ed economicaperché non è certamente possibile prevedere una tutela di lingue minori-tarie quando sono localizzate in zone di sottosviluppo se non si assicurala permanenza della popolazione in luogo. Vi è spesso un legame moltoforte tra il luogo dove una minoranza si esprime e la sua lingua e, d’al-tronde, abbiamo constatato che in caso di emigrazione questo patrimo-nio linguistico è destinato ad essere disperso.

In conclusione, vorrei anche sottolineare che una delle minoranzelinguistiche tutelate, quella che parla il friulano, è stata particolarmenteattiva nel sollecitare l’approvazione di questo disegno di legge e possolamentare che se altre minoranze linguistiche – altrettanto consistenti –avessero svolto la stessa opera di persuasione legittima (non di pressio-ne) su questo Parlamento forse lo stato di approvazione della legge sa-rebbe più avanzato dell’attuale.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 72 –

666a SEDUTA 29 LUGLIO 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Il Senato, a mio avviso, è stato nel passato responsabile di averbloccato l’iter di approvazione di questo provvedimento; credo cheaverlo voluto porre oggi all’ordine del giorno, insieme ad altri provvedi-menti di ampia portata costituzionale, rappresenti il segnale della vo-lontà di questa Assemblea di approvare rapidamente il provvedimento ine s a m e p e r p o t e r i n i z i a r e p o i q u e l l ’ o p e r a d i i n t e g r a z i o n e c h e t u t t i a b -b i a m o r i t e n u t o n e c e s s a r i a , m a c h e s e f o s s e s t a t a e f f e t t u a t a o r a a v r e b -b e c o m p o r t a t o s o l t a n t o u n n e g a t i v o r i t a r d o . ( A p p l a u s i d e l s e n a t o r eV i l l o n e ) .

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice, senatrice Pagano.

PAGANO, relatrice. Signor Presidente, intervengo rapidamente persottolineare che nell’articolo 4 del disegno di legge in esame, nel rispet-to delle norme dell’autonomia scolastica (articolo 21 della legge n. 59del 1997) è prevista la possibilità sia di prevedere l’insegnamento dellalingua parlata dalle minoranze, sia di organizzare, all’interno di un pro-getto di autonomia scolastica – con l’assenso dei genitori degli alunni,ove richiesto – anche l’insegnamento delle tradizioni culturali e dellalingua. Questo aspetto va considerato naturalmente all’interno del rispet-to del progetto dell’autonomia scolastica.

Al finanziamento di queste norme si provvede mediante l’erogazio-ne di 2 miliardi a decorrere dall’anno 1999. Questo è sostanzialmentel’elemento essenziale che riguarda la pubblica istruzione che mi preme-va sottolineare.

PRESIDENTE. A questo punto dovrebbe essere aperta la discussio-ne generale, ma secondo accordi intercorsi con i Capigruppo, rinvio ilseguito della discussione dei provvedimenti in esame alla ripresa dei no-stri lavori, dopo la pausa estiva.

Per la discussione di una mozione

LAURO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LAURO. Signor Presidente, il diritto di voto è un diritto fondamen-tale del cittadino italiano, riconosciuto e garantito dalla nostra Carta co-stituzionale. La normativa vigente non consente l’esercizio di voto per icittadini imbarcati su navi italiane. Proprio a tale riguardo il 25 novem-bre 1997, è stata presentata la mozione n. 159 che invito cortesemente ilPresidente a inserire all’ordine del giorno in una delle prime sedute,all’inizio della prossima sessione autunnale.

PRESIDENTE. Senatore Lauro, ne prendo atto non senza commen-tare che l’appetito vien mangiando.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

685a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

MERCOLEDÌ 6 OTTOBRE 1999(Pomeridiana)

Presidenza del vice presidente ROGNONI,indi del vice presidente CONTESTABILE

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . . . Pag. V-XIII

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-47

ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nelcorso della seduta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49-54

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . . 55-92

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

685a SEDUTA (pomerid.) 6 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

SENATO

Vacanza di seggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)

(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali

(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze lingui-stiche

(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguisticiregionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche(Relazione orale):

PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . 2, 4, 7 e passimMARCHETTI (Misto-Com.) . . . . . . . . . . . . . . . 2

* GUBERT (Misto-Il Centro) . . . . . . . . . . . . . . 4RUSSO SPENA (Misto-RCP) . . . . . . . . . . . . . 7DE LUCA Athos (Verdi-L’Ulivo) . . . . . . . . . 9TAROLLI (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10LOMBARDI SATRIANI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . 12

BRIGNONE (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 13ANDREOLLI (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15NOVI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . 17, 18, 19MAGNALBÒ (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20TAPPARO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . 21, 24VERTONE GRIMALDI (Rin. It. Lib. Ind.-Pop.per l’Europa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19, 25, 40MARINI (Misto-SDI) . . . . . . . . . . . . . . . . . 27, 29LORENZI (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29PELLEGRINO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . 31, 32PREIONI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18, 33ZANOLETTI (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35CAMBER (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . 36MASULLO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 36BRUNO GANERI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . 38BESOSTRI (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . . 39, 43,

44 e passimPAGANO (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatrice . . 17, 19,

24 e passimZOPPI, sottosegretario di Stato per la pub-blica istruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . 41, 44, 46GASPERINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32, 44SCOPELLITI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . 46Verifica del numero legale . . . . . . . . . . . . . 46

ORDINE DEL GIORNO PER LE SEDU-TE DI GIOVEDÌ 7 OTTOBRE 1999 . . 47

ALLEGATO A

DISEGNO DI LEGGE N. 3366:Ordini del giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49

ALLEGATO B

DISEGNI DI LEGGEAnnunzio di presentazione . . . . . . . . . . . . . 55Nuova assegnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55

GOVERNORichieste di parere su documenti . . . . . . . 56

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

685a SEDUTA (pomerid.) 6 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

MOZIONI, INTERPELLANZE E INTER-ROGAZIONIApposizione di nuove firme ad interroga-zioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 56Annunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46Mozioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57

Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 58

Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 91

Ritiro di interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . 92

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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Marche, nel quale lo stesso senatore Ucchielli è risultato proclamatoeletto con il sistema maggioritario.

Ulteriori comunicazioni all’Assemblea saranno pubblicate nell’alle-gato B al Resoconto della seduta odierna.

Preannunzio di votazioni mediante procedimento elettronico

PRESIDENTE. Avverto che nel corso della seduta odierna potran-no essere effettuate votazioni qualificate mediante il procedimentoelettronico.

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dalpreavviso previsto dall’articolo 119, comma 1, del Regolamento.

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)

(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali

(1207) MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche

(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche

(Relazione orale)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussionedel disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Camera dei deputati, edei disegni di legge nn. 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426.

Ricordo che nel corso della seduta del 29 luglio scorso i relatori,senatori Besostri e Pagano, hanno svolto le relazioni orali.

Dichiaro pertanto aperta la discussione generale.È iscritto a parlare il senatore Marchetti. Ne ha facoltà.

MARCHETTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il disegnodi legge approvato dalla Camera favorisce indubbiamente la crescitaculturale e democratica della Repubblica, dando attuazione all’articolo

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6 della Costituzione e armonizzando la nostra legislazione con iprincìpi generali stabiliti dagli organismi europei ed internazionali.

Esso intende tutelare la lingua e la cultura delle popolazioni alba-nesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlantiil francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano, ilsardo.

Ritengo che sia opportuna ed urgente la sua approvazione nel testotrasmesso dalla Camera dei deputati. I miglioramenti che potrebbero ap-portarsi debbono, a mio avviso, essere rinviati ad altro momento. Oggi ènecessario acquisire un risultato importante, che è assicurato, appunto,dalle norme approvate dalla Camera.

Voglio anzitutto sottolineare che non esiste alcun contrasto fra lavalorizzazione delle lingue e delle culture tutelate dal disegno di leggein esame e la valorizzazione del patrimonio linguistico e culturale dellalingua italiana; al contrario, il patrimonio linguistico comunque presentenel nostro paese può essere tutto pienamente sostenuto, con il risultatodi un arricchimento per tutti.

Del resto, una ricostruzione non faziosa della storia italiana consen-te di riconoscere che alcune minoranze di antico insediamento hannoanche offerto un contributo importante all’unità d’Italia. A tal proposito,rinvio senz’altro alle considerazioni svolte dall’onorevole Mario Brunettinei suoi interventi alla Camera dei deputati, con particolare riferimentoalle vicende degli insediamenti di origine albanese.

È bene, dunque, che giunga finalmente a conclusione una vicendaparlamentare che si è trascinata per troppo tempo; basti pensare che laprima proposta di legge in materia risale addirittura al 1958. Ad un itermeno defaticante si sono sempre opposte le tendenze nazionalistiche,mentre è sempre stata del tutto insufficiente la volontà di tutela e di at-tuazione della Costituzione. Finalmente si può affermare una visione piùpluralista e democratica. Si tratta di dare un nuovo impulso al processopositivo apertosi con la Convenzione-quadro per la protezione delle mi-noranze nazionali, adottata a Strasburgo nel febbraio 1995 e ratificatadall’Italia nel 1997. Quella Convenzione ha rappresentato il primo orga-nico strumento multilaterale di carattere convenzionale in questo settore;strumento che il Consiglio d’Europa ha elaborato per fornire una comu-ne base giuridica alla protezione delle minoranze nazionali.

Approvando questa legge, dunque, diamo tardivamente attuazionealla nostra Costituzione e corrispondiamo a precisi indirizzi sovranazio-nali ed europei. Guardiamo, compiendo piccoli passi, ad un’Europa chenon sia solo monetaria, ma che diventi il luogo della solidarietà e deidiritti, a partire da quelli dei più deboli.

Quindi, non si torna indietro – come taluno sostiene – con una ne-gazione delle lingue nazionali; al contrario, la riaffermazione dell’iden-tità culturale e linguistica delle minoranze di antico insediamento è unmomento di valorizzazione del pluralismo, che contrasta le tendenze albrutale appiattimento, proprie dell’attuale sistema capitalistico mondiale,dal quale si sprigiona una spinta sovvertitrice di ogni diversità nazionalee locale, un’egemonia culturale della potenza imperiale. Da questo dob-biamo difenderci per tutelare la Repubblica e l’Europa e non da inesi-

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stenti rischi che nascerebbero dalla tutela delle minoranze linguistichestoriche.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Gubert. Ne hafacoltà.

* GUBERT. Signor Presidente, lo Stato moderno ha trasformato lasovranità, che precedentemente era personale, stratificata a vari livelli,complessa (pensiamo al sistema feudale) e segmentata (in quanto eranopresenti molte autonomie nella società premoderna e il potere regolativopubblico delle corporazioni lo testimoniava), semplificando tutto; l’haresa circoscritta, iscrivendo sul proprio territorio delle frontiere, attri-buendo ad un fatto socio-culturale come la nazione, che si andava affer-mando anche come fatto socio-economico, i poteri dello Stato, del mo-nopolio della forza per affermare se stessa. Le politiche di costruzionenazionali non si sono avvalse solo dell’evoluzione spontanea dell’econo-mia, della società e della cultura, ma hanno voluto avvalersi del poterecostrittivo dello Stato.

Per la verità, la nostra Costituzione, come è stato ricordato nell’in-tervento di chi mi ha preceduto, ha superato questa concezione e ha pre-visto una tutela delle minoranze: non si capisce, però, come mai si siadovuto aspettare così tanto tempo per dare esecuzione a tale previsionecostituzionale. È un adempimento tardivo quello cui noi adesso ottempe-riamo, sollecitato anche dal Consiglio d’Europa: c’è voluto molto perarrivarci. Ricordo un testo, «Le lingue tagliate» di Salvi, che metteva inevidenza molto chiaramente i limiti di questa logica nazionalista che haattraversato anche la nostra Repubblica, nonostante i vincoli e le solleci-tazioni imposti dalla Costituzione.

Si tratta di un intervento tardivo, perché nel frattempo la situazioneè cambiata. Se avessimo adottato precedentemente misure di tutela delleminoranze linguistiche, avremmo trovato un tessuto culturale e di rela-zioni sociali più integro, maggiormente in grado, quindi, di difendere sestesso. Oggi invece interveniamo quando certi processi sono ormai mol-to avanzati, quando siamo quasi alla fine: lo rilevo nelle piccole mino-ranze linguistiche del Trentino, che pure erano in una situazione miglio-re, ma lo si può verificare anche in altre situazioni.

C’è stata e c’è tuttora l’azione nazionalista dello Stato, che conti-nua ad operare nella scuola, sui mezzi di comunicazione e in altri ambitisecondo una logica nazionalista; ma ci sono soprattutto i movimentispontanei e le tendenze alla globalizzazione, che tolgono autonomia epeso alle piccole identità culturali ed etniche presenti sul territorio. Sefossimo intervenuti prima, forse, anzi sicuramente, la situazione sarebbediversa e si sarebbe potuti arrivare ad una tutela più forte e mag-giore.

Per rendersi conto della grande trasformazione che viviamo, bastivedere, sulle statistiche pubblicate in qualche ricerca che ho avuto laventura di seguire anche personalmente, quanto varî la percentuale digente che parla il dialetto: da una generazione all’altra si registranocrolli verticali nel suo uso, e questo ha delle conseguenze anche per le

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minoranze linguistiche. La stessa lingua italiana sta ormai diventandominoritaria rispetto a quella internazionale dell’inglese.

Si tratta, quindi, di un intervento tardivo ed è un peccato che siacosì, perché non sarà così efficace come avrebbe potuto essere; non ètuttavia un intervento inutile, perché processi di omologazione non sisono ancora conclusi. I ceti più rurali, quelli per così dire più marginali,quelli di basso stato socio-economico sono meno esposti a questi pro-cessi di omologazione. Inoltre, questo intervento non è del tutto inutileanche perché si sta affermando un modello di multiappartenenza e diidentità stratificate che era sconosciuto all’impostazione nazionalistadell’appartenenza e dell’identità: sta nascendo, cioè, nuovamente un mo-dello di identità e di appartenenza tipico dell’epoca premoderna, in cuiun soggetto può contemporaneamente appartenere a diversi livellidell’organizzazione sociale e può riunire in sé diversi elementi di iden-tità, senza viverli necessariamente in opposizione l’uno con l’altro, macombinandoli.

Proprio perché anche l’uomo moderno e globalizzato non diventasoltanto cosmopolita, ma combina diverse appartenenze ed identità, cre-do sia utile un intervento, seppur tardivo, di tutela della varietà linguisti-ca ed etnica presente in Italia.

Ho affermato che questo provvedimento è tardivo, ma non inutile;esso, tuttavia, è ancora troppo parziale perché interviene soltanto su unaparte della dimensione di organizzazione di un sistema socio-culturale:la parte simbolico-linguistica. Avrei intitolato il disegno di legge in esa-me «Norme in materia di tutela linguistica delle minoranze linguistichestoriche», perché questa è l’unica tutela prevista.

Credo non occorra essere sociologi per capire che esiste una forteinterdipendenza tra le varie dimensioni del vivere sociale (quella econo-mica, quella politica, quella associativa, quella culturale e tante altre) eche non è pertanto sufficiente intervenire soltanto su una, tanto più construmenti deboli, seppur significativi. A questo proposito basti pensare,ad esempio, agli interventi in materia di tutela nel campo delle comuni-cazioni di massa: si prevede un intervento presso le concessionarie na-zionali, ma nulla a sostegno delle emittenti locali o per favorire la crea-zione da parte dei gruppi linguistici di propri studi televisivi o di proprimezzi di telecomunicazione di massa.

Un intervento che incide solo sulla dimensione simbolico-linguisti-ca del sistema culturale è insufficiente e probabilmente non raggiungeràlo scopo di preservare l’identità culturale a lungo nel tempo.

Del resto, i gruppi che hanno più forte coscienza della loro identità(basti pensare al gruppo etnico di lingua tedesca dell’Alto Adige o algruppo basco della Spagna) sono arrivati a prevedere strumenti di tutelamolto più efficaci, che attengono alla dimensione politica (quale, adesempio, la riorganizzazione politica della rappresentanza sia locale chenazionale) o a quella economica. A quest’ultimo proposito, desidero ci-tare il sistema di cooperative del gruppo basco, che ha prodotto un cir-cuito di autonomia economica persino nell’esperienza della Spagnafranchista.

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Questi gruppi hanno, in sostanza, ideato altri strumenti di tuteladella loro identità, perché sanno benissimo che il livello linguistico dasolo è del tutto insufficiente. Ora, se questo è vero per i gruppi di gran-di dimensioni, lo è tanto più per i piccoli, di cui si occupa il disegno dilegge in esame. Credo, quindi, che si sarebbe dovuti andare oltre, comequalche ordine del giorno sottolinea.

Mi domando, infatti: cosa vuol dire tutelare la lingua e la cultura inuna zona marginale, se le persone che abitano in quel luogo devonoemigrare per lavorare? Certamente i colleghi ed il Presidente hanno con-tezza di ciò. In cosa consiste, cioè, la tutela, quando il pendolarismo, seva bene, o più spesso l’emigrazione svuotano dei loro residenti le comu-nità dove queste minoranze sono insediate?

È inoltre evidente cosa significhi non avere la garanzia della rap-presentanza politica negli organismi comunali e provinciali o in altri.Stiamo esaminando una normativa di tutela, anche da questo punto divista, per il gruppo ladino: perché non prevederla anche per gli altrigruppi linguistici? Perché limitarsi alla tutela della lingua, dei cognomioriginari o di qualche toponimo? Da questo punto di vista il provvedi-mento in esame mi sembra una misura davvero minimale.

Il disegno di legge non è soltanto troppo parziale ma anche restrit-tivo, pretendendo di individuare i gruppi etnici e linguistici meritevoli ditutela. La differenza tra identità locale e identità etnico-linguistica èquestione di grado. È difficile, ad esempio, pensare che una forte com-ponente territoriale non incida sull’identità di un ladino, di un sardo o diun friulano. Chi è in grado di assicurarci sulla mancanza, nel nostro ter-ritorio italiano, di molte altre identità sommerse, che potrebbero pro-gressivamente emergere? Ad esempio, nel secolo scorso nessuno cono-sceva il gruppo ladino, non vi era coscienza dell’identità ladina, che èemersa e si è costruita in questo secolo. Perché si esclude la possibilitàche esistano altri gruppi linguistici, altre identità, al momento non rile-vati e che, in virtù dei processi di depotenziamento dell’identità nazio-nale che si stanno verificando, potrebbero emergere in un futuro nonlontano? A mio giudizio, avrebbe dovuto essere prevista una norma diapertura, che permettesse un’estensione progressiva della tuteladell’identità. Ricordo che nel Trentino un’intera vallata sta riscoprendoun sentimento di appartenenza etnica ladino-anauniense, eppure talegruppo non è compreso tra i gruppi citati dal testo del disegno dilegge.

Qualche osservazione specifica riguarda poi gli emendamenti cheho presentato, che spero saranno accolti. Quale criterio si usa per deci-dere sulla sussistenza delle condizioni necessarie per far scattare la tute-la linguistica? Credo che il riferimento alla popolazione del territoriocomunale o al numero dei consiglieri comunali non tenga conto dell’in-fluenza della struttura amministrativa dei nostri comuni. Esistono comu-ni grandi, con frazioni abitate da minoranze, che possono non essere in-teressati alla tutela del territorio abitato da piccole comunità. Se quellecomunità fossero comuni autonomi, avrebbero piena possibilità di essererappresentate e di essere tutelate; se invece sono semplicemente frazionidi un comune, la loro tutela è resa più difficile perché deve essere coin-

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volta la maggioranza o comunque il 15 per cento dei cittadini residentinel territorio del comune. Immaginate cosa vuol dire la tutela di una co-munità periferica di qualche centinaio di abitanti rispetto ad un comunedi 10.000 o 15.000 abitanti: l’interesse può mancare, l’applicazione dellatutela è molto più difficile. Credo quindi sia un errore che le misure ditutela linguistica non tengano conto dell’influenza della strutturaamministrativa.

Un altro errore consiste nell’aver reso la provincia l’unico livellorilevante per la decisione relativa alla individuazione degli ambiti di tu-tela. Esistono minoranze che possono distribuirsi a cavallo di province odi più regioni: perché in quel caso si prevedono soltanto comitati dicoordinamento e non si riconosce l’unità della minoranza?

Da ultimo, signor Presidente, vorrei lamentare la decisione dellaConferenza dei Presidenti dei Gruppi relativa ai tempi di esame del di-segno di legge. Il mio Gruppo è stato informato alle ore 17 di ieri delfatto che i termini per la presentazione degli emendamenti sarebberoscaduti alle ore 19.

Posso capire che qualche volta vi è anche la necessità di inserireargomenti non previsti all’ordine del giorno e ringrazio gli uffici chehanno cercato di venire incontro alle esigenze in merito. Tuttavia, in li-nea generale, chiederei, signor Presidente, che quando nell’Aula del Se-nato, per la prima volta, sono discussi argomenti di portata notevole co-me questo provvedimento, già esaminato dalla Camera dei deputati, silasci questo ramo del Parlamento la possibilità di dare il proprio contri-buto. Non è dignitoso per un senatore vedere preclusa ogni possibilità diintervento modificativo, sia di fatto, sia per mancanza dei tempi regola-mentari, perché politicamente si è deciso che su un certo argomento ladeliberazione della Camera non è modificabile.

Mi auguro che possa esservi un minimo di rispetto per il singoloparlamentare, concedendo almeno una giornata di tempo per poter valu-tare una legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Russo Spena, il qua-le, nel corso del suo intervento, illustrerà anche l’ordine del giornon. 4.

Ha facoltà di parlare il senatore Russo Spena.

RUSSO SPENA. Signor Presidente, credo anch’io che questo testosia molto importante, per quanto parziale. Questo provvedimento haavuto un iter di discussione molto tormentato anche nell’altro ramo delParlamento, ma credo – e lo dico anche come presentatore da tre legi-slature di un disegno di legge in materia, insieme ad altri colleghi – chesia stato raggiunto, per quanto riguarda la tutela della identità delle mi-noranze, un livello sufficiente in una logica che vede l’identità territoria-le in maniera non etnicistica, che riconosce le differenze all’interno diun equilibrio, di una socializzazione e di un’armonizzazione, che per-mette quindi l’arricchimento del nostro Stato di diritto e della nostra de-mocrazia, nell’orizzonte di un’Europa non ossessivamente e puramentemonetarista, ma di un’Europa dei popoli; non un’Europa delle lingue ta-

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gliate o delle culture negate, ma un’Europa arricchita dalle varie linguee dalle varie culture.

In questo senso – e mi rivolgo anche al senatore Gubert – credo siaopportuno che il testo che ci giunge dall’altro ramo del Parlamento nonsubisca modifiche e quindi non torni alla Camera dei deputati perché ri-tengo che l’equilibrio raggiunto sia certamente parziale, ma meritevoledi approvazione definitiva in seconda lettura da questo ramo delParlamento.

Molti parlamentari hanno notato queste parzialità e queste manche-volezze dovute al dibattito tormentato – ed anche aspro, in alcuni mo-menti – che si è svolto alla Camera dei deputati. Per contemperare l’esi-genza della snellezza e per giungere già oggi ad una votazione definiti-va con i miglioramenti che affidiamo al dibattito successivo e all’azionedel Governo, abbiamo ritenuto opportuno presentare un ordine del gior-no, sottoscritto da parlamentari di più Gruppi ed anche di culture diver-se ma convergenti, in una storica battaglia per la tutela delle mi-noranze.

Io sono il primo firmatario dell’ordine del giorno n. 4, che portaanche la firma dei colleghi Bruno Ganeri, Monticone, Salvato, Manconi,Lombardi Satriani, Senese, Rescaglio, Bergonzi, Cò e Crippa e che in-tende rilevare che non è possibile, quando parliamo di trattamenti, di di-ritti, di identità, di lingue negate alle minoranze, creare una sorta di ge-rarchia – di tragica gerarchia – all’interno di queste minoranze, per cuive ne sono alcune che, dal punto di vista del riconoscimento dell’iden-tità, sono ritenute dallo Stato italiano inferiori ad altre.

Questa gerarchia sarebbe dolorosa e drammatica sia dal punto divista dei trattamenti che dell’identità e delle lingue.

In questo senso, ci è parso che l’identità delle popolazioni Rom,Sinti e camminanti siano state poste all’ultimo gradino di questa doloro-sa gerarchia. In quest’ordine del giorno chiediamo quindi la reintrodu-zione dell’antica lingua «romanes», parlata da Rom e Sinti, tra i patri-moni linguistici e culturali che meritano tutela sia attraverso il ricono-scimento che l’insegnamento. È un dato peraltro già superato, sia dalpunto di vista storico, che sociologico e perfino giuridico, se è vero cheuna sentenza del TAR dell’Emilia Romagna riconosce Rom e Sinti co-me minoranza etnico-linguistica.

Non credo che l’unica obiezione che abbiamo sentito in questo pe-riodo, il fatto cioè che Rom e Sinti siano una presenza nomade, corri-sponda alla verità, considerato che stiamo parlando della lingua e dellacultura di circa 70.000 persone che hanno la cittadinanza italiana e unaloro specifica e ben individuata residenzialità, e che lì dove di nomadi-smo impropriamente si parla, si tratta invece di un’attività lavorativa,quale quella dei giostrai, ad esempio, che porta ad una mobilità sul ter-ritorio nazionale. Va poi considerato che i figli di Rom e Sinti frequen-tano ormai da 25 anni le scuole dello Stato italiano, alle quali richiedo-no il riconoscimento e l’insegnamento della loro lingua.

Proponiamo infine un percorso, per evitare una discussione defati-cante ed inutile su quest’ordine del giorno. Chiediamo che il Governo siimpegni, in ordine generale quindi e non solamente per questa minoran-

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za pur così cospicua, a sottoscrivere la Carta europea delle lingue regio-nali o minoritarie (Strasburgo, 5 novembre 1992), che comunque sareb-be un atto politicamente necessario e dovuto, e, in sede di ratifica diquella convenzione da parte del nostro Parlamento, ad includere la tuteladella lingua e della cultura delle popolazioni Rom, Sinti e cam-minanti.

Ci pare questo un percorso di grande respiro, molto graduale, mol-to realistico e meritevole di accoglimento da parte dei relatori e delGoverno.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore De Luca Athos, ilquale nel corso del suo intervento illustrerà anche l’ordine del giornon. 3.

Ha facoltà di parlare il senatore De Luca.

DE LUCA Athos. Signor Presidente, onorevoli colleghi, per chi di-fende le biodiversità delle specie del nostro pianeta naturalmente la di-versità culturale, e quindi la diversità delle lingue e dei colori della pelledegli uomini che stanno su questa terra, è un patrimonio straordinarioche dobbiamo difendere.

Comprendiamo, colleghi, che non è a colpi di legge che si può di-fendere questo patrimonio, che sta subendo una grande erosione a causadei grandi processi di globalizzazione e del tentativo forte di omologa-zione culturale presente nel mondo. Girando per il mondo, da un capoall’altro, ci si accorge che sempre più si mangiano le stesse cose, ci siveste nello stesso modo e si tende a parlare una lingua egemone.

Questo non è un appello ideologico contro alcune conquiste dellasocietà moderna e di questo modello di sviluppo, ma una riflessionemolto seria. La diversità è una grande ricchezza; non è solo una leggefilosofica ma anche una legge fisica: se non c’è diversità di potenzialenon scocca la scintilla. Se non c’è diversità, non c’è confronto, non c’èdialettica e, esasperando il concetto, non c’è neanche democrazia.

Quindi questo testo, seppure con le sue lacune – come è stato ri-cordato dai colleghi – va approvato subito. Ci sono molti ordini delgiorno che tentano di completare lo sforzo che si fa. Sicuramente dovre-mo tutti impegnarci a difendere la diversità culturale delle lingue, delletradizioni, degli usi, dei costumi, dei cibi, dei modi di essere e di viveresul pianeta; dovremo impegnarci a difenderla non solo con queste leggima anche quando in quest’Aula, nel Parlamento europeo, nelle assise in-ternazionali, come, per esempio, il prossimo vertice internazionale delcommercio (WTO), dove si decideranno quali saranno i rapporti com-merciali, si stabiliranno le grandi regole che dovranno governare il mon-do alle soglie del Terzo millennio.

Questo va fatto, dunque, oltre che con la presente legge, con prov-vedimenti economici, tenendo conto di questo che è un valore per tutti.Quando una lingua muore, colleghi, è come una specie protetta che nonesiste più; è un qualcosa che perdiamo noi, ma soprattutto le future ge-nerazioni. Quindi, senza retorica e senza accondiscendere a nostalgie, ri-teniamo che il patrimonio linguistico, culturale e storico vada difeso.

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Nell’ordine del giorno n. 3 si invita il Governo semplicemente a te-ner conto di una delle tante espressioni culturali e storiche presenti nelnostro paese e in tutto il mondo: mi riferisco alla poetica, alla filosofia eall’esegesi del popolo ebraico. Quella ebraica è una lingua che si è ag-giornata nel tempo, che è viva ed è anche una lingua di comunicazione.In questo senso si invita il Governo ad intraprendere tutte le iniziativeutili al fine di tutelare e valorizzare questa tessera di un mosaico moltopiù grande.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Tarolli. Ne hafacoltà.

TAROLLI. Signor Presidente, onorevole Ministro, onorevoli colle-ghi, il fatto che corra ormai il 1999 perché questo Parlamento interven-ga dando attuazione ad un dispositivo costituzionale fissato oltre cin-quant’anni fa, ci fa dire che siamo pesantemente in ritardo nei riguardidi una materia che è la cartina di tornasole rispetto al riconoscimentodei diritti dei gruppi e, quindi, allo sviluppo della democrazia.

Noi voteremo a favore del provvedimento in esame, consci peròdelle limitazioni e delle insufficienze che esso presenta. Tuttavia, il fattoche finalmente questo Parlamento preveda la tutela di gruppi linguisticiminoritari presenti nel nostro paese costituisce decisamente un passo inavanti. La nostra è una società che registra processi di pianificazione, distandardizzazione e quasi di spersonalizzazione, che devono rendercitutti consapevoli che le peculiarità individuali dei gruppi debbono inve-ce essere in qualche modo salvaguardate e tutelate. In caso contrario, ilgruppo maggioritario traduce, magari involontariamente, il suo potere dimaggioranza in strapotere, in egemonia, cosa che mal si concilia con lalibera estrinsecazione della libertà e della democrazia. Che poi questapeculiare caratterizzazione della nostra società, che promuove la standar-dizzazione e la pianificazione, sia il frutto della società capitalistica, co-me il collega Marchetti ha in precedenza affermato, ci lascia veramentesconcertati.

Vorrei far presente al collega Marchetti che, se la settimana scorsaavesse avuto modo di guardare in televisione le sfilate, organizzate dallademocrazia cosiddetta marxista o dalla democrazia che ha il suo fonda-mento nel pensiero marxista e che è interpretata dalla grande Cina, diquelle 500.000 persone tutte ben ordinate, ben allineate nonché benspersonalizzate, o se gli fossero tornate alla memoria le identiche paratepromosse sugli schermi televisivi dai suoi amici interpreti del pensieromarxista in Unione Sovietica o negli altri paesi marxisti, potrebbe tran-quillamente ricredersi sulla sua affermazione. Infatti, il processo di pia-nificazione non è il prodotto della sola civiltà industriale, capitalistica,ma è il frutto di chi, essendo al potere, preferisce l’occupazione del po-tere rispetto alla libera estrinsecazione dei diritti individuali.

Credo allora che sia più corretto affermare che viviamo inun periodo storico in cui va coniugata l’esigenza di salvaguardarele peculiarità individuali, di autogoverno e di estrinsecazione delle

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libertà dei gruppi, anche minoritari, con l’esigenza della sintesi generaleche i grandi processi economici oggi ci presentano.

Da una parte, quindi, vi sono i movimenti di rivendicazione auto-nomistica, dall’altra, questi processi di unità e di mondializzazione chel’autonomia globale richiede. L’esigenza di portare a sintesi queste duetendenze che la nostra società presenta ci porta ad affermare che la stra-da giusta è quella seguita dal provvedimento di legge al nostro esame,che va in direzione di salvaguardare le minoranze. Facendo ciò, noi da-remo finalmente attuazione agli articoli 6 e 3 della nostra Costituzione,quest’ultimo nella parte in cui richiama il perseguimento di princìpi al-trettanto fondamentali della nostra democrazia, quelli di libertà e diuguaglianza sostanziale, che prevedono appunto l’adozione di misureparticolari che portino al riconoscimento di questi diritti fondamentali,in modo tale che queste minoranze possano trovare giusta tutela ed ave-re la stessa legittimità e possibilità di espressione, non solo linguisticama anche dei loro interessi, così come la hanno coloro che appartengo-no ai gruppi maggioritari dominanti.

È quindi un provvedimento che va verso la realizzazione di unprincipio di uguaglianza sostanziale, rispetto al quale non possiamo ri-manere indifferenti. Esso prevede che le tutele in oggetto possano averluogo già a partire dalla fase scolastica, per consentire a questi gruppi,attraverso l’uso delle loro lingue, attraverso corsi di formazione dei do-centi e l’istituzione di progetti pilota promossi dal Ministero, di vedersalvaguardata la loro specificità.

È prevista anche la possibilità di stipulare convenzioni con lo stru-mento oggi dominante, quello televisivo.

Viene poi data la possibilità agli enti territoriali di provvedere allacreazione di particolari istituti che potranno, se adeguatamente sostenutianche dal punto di vista finanziario dagli stessi enti territoriali, divenireun punto di riferimento importante non solo per la valorizzazione degliaspetti linguistici, ma anche di quelli più culturali, nonchè degli interessiche riguardano i bisogni di queste popolazioni.

Senz’altro si poteva fare di più; è comunque questa una ragione perla quale affermo che su questo provvedimento noi voteremo a favore,mentre, ad esempio, voteremo contro il disegno di legge costituzionalen. 3308, che prevede la tutela delle minoranze linguistiche nel Trenti-no-Alto Adige, dove questa esperienza è già sperimentata da cin-quant’anni e dove in particolare sarebbe più giusto dare maggior ricono-scimento al gruppo linguistico ladino e non una semplice delega algruppo linguistico tedesco, maggioritario in quella realtà, al quale an-drebbe il compito e la responsabilità di tutelare il gruppo linguistico la-dino, proprio perché esso ha avuto l’esperienza di cinquant’anni di legi-slazione favorevole e la possibilità di essere salvaguardato e tutelato inmaniera forte, tanto da essere assunto a modello da tutte le democrazieoccidentali.

Ad un contesto del genere, invece, noi daremo un voto contrario –se il testo così articolato verrà presentato alla Camera dei deputati –perché a quel gruppo non viene riconosciuta la stessa tutela che lo Statoitaliano a suo tempo ha riconosciuto al gruppo linguistico tedesco.

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Sul provvedimento in esame, che presenta comunque delle insuffi-cienze, ci esprimeremo con un voto favorevole perché, pur essendo statopresentato con un certo ritardo, ci permette di compiere un passo inavanti e costituisce un elemento di fiducia per tutte quelle minoranzelinguistiche che nel territorio nazionale, per cinquant’anni, hanno richie-sto a gran voce tutela ed ascolto e che solamente oggi, finalmente, pos-sono vedere coronato il loro sogno. Percorrendo questa strada, poi, sipotrà senz’altro migliorare e fare in modo che questa legislazione possaproseguire nel segno di una più pregnante e ancora più intensa tutela.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lombardi Satriani, ilquale, nel corso del suo intervento, illustrerà anche l’ordine del giornon. 5.

Ha facoltà di parlare il senatore Lombardi Satriani.

LOMBARDI SATRIANI. Signor Presidente, signor Ministro, colle-ghi, l’ordine del giorno n. 5 nasce dalla consapevolezza di alcuni aspettiessenziali rispetto ad una problematica culturale nell’accezione più am-pia del termine.

La prima consapevolezza riguarda il fatto che le culture e le lingue,che delle culture sono organica parte, non vengono mantenute in vita,potenziate o uccise da provvedimenti legislativi. Fortunatamente, il pote-re legislativo non ha alcuna incidenza sulla vitalità delle culture, ma iprovvedimenti legislativi possono promuovere o ostacolare il manteni-mento e delle culture nella più ampia articolazione e delle lingue comesettore specifico delle culture.

Un’altra consapevolezza concerne il fatto che una società, quandoha al suo interno una pluralità di culture e di lingue, vive la ricchezzadella contaminazione.

Non è condivisibile il terrore, l’atteggiamento autarchico, autorefe-renziale di una cultura, di una lingua che assume sé come unico puntodi riferimento, come unica depositaria di una civiltà non meglio definita.È solo da una pluralità di voci, di etnie, di culture, di lingue che puònascere, appunto, quell’avanzamento della società, una società che siregga sulla tensione dialogica, non sull’assoluta autoreferenzialità.

Proprio per questo, ritengo che pensare diversamente significhi in-vece costituire e potenziare quell’humus da cui poi rampollano i gruppo-centrismi, i campanilismi, i nazionalismi, gli etnocentrismi, i razzismi,tutti quegli «ismi» che hanno funestato la nostra storia e che, ahimè,continuano a funestarla. Ben vengano, allora, provvedimenti tesi a pro-muovere e a valorizzare lingue minoritarie.

Il provvedimento al nostro esame è, quindi, estremamente opportu-no. Semmai si può rilevare che è un disegno di legge parziale; probabil-mente, si sarebbe potuto prendere spunto da questa tematica per fare undiscorso più ampio, teso non solo a tutelare ma anche a promuovere evalorizzare le varie articolazioni culturali. Preferisco, infatti, questaespressione piuttosto che quella relativa alla tutela che, in qualche ma-niera, tende a rilevare una posizione egemonica di chi tutela e una posi-zione oggettivamente subalterna di chi viene tutelato.

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Ad ogni modo, questo disegno di legge poteva essere occasione perun provvedimento più ampio per la valorizzazione di tutte le articolazio-ni culturali, di tutte le espressioni etniche, di tutti i registri linguistici digruppi più o meno consistenti compresenti nella nostra società e arric-chenti la stessa, proprio per la loro carica di contaminazione che, ribadi-sco, vedo come accezione positiva e non negativa di chi intorbidirebbeun’improbabile purezza di lingua o di razza. Quest’ultima accezione ap-partiene ad altro ordine di valori, che mi vede totalmente estraneo, anzioppositore.

L’ordine del giorno n. 5, rilevata la parzialità di un provvedimento,che pur mi accingo a votare convinto, sottolinea allora la necessità diprevedere una adeguata valorizzazione dei patrimoni linguistici e regio-nali in generale, quindi nella piena ricchezza di tutte le articolazioni pre-senti, ripeto, nella nostra società, nel nostro paese. In particolare, poi, ilriferimento è alla cultura e alla lingua dei rom e dei sinti. Queste comu-nità hanno avviato un processo di standardizzazione e hanno bisogno diinterventi vasti, anche di natura economico-sociale. Queste minoranzevanno tutelate sia per quel concetto di ricchezza culturale, cui ho fattoriferimento prima, sia per le convenzioni europee ed internazionali checi inducono ad iniziative di questo avviso, sia per la significatività di unintervento in loro favore, in presenza di rigurgiti razzistici, che purtrop-po sono presenti nella quotidianità delle nostre città, nei confronti diqueste comunità.

Credo che l’accoglimento da parte del Governo di questo ordinedel giorno, indicherebbe una politica culturale che rifiuta qualsiasi riget-to razzistico di altre comunità, di comunità diverse.

Infine, nell’ordine del giorno, c’è un invito ad elaborare una strate-gia coordinata mirante all’attuazione di politiche attive di protezione esviluppo sociale delle comunità appartenenti sia alle minoranza rom esinti sia ad altre comunità. Questo perché, in mancanza di simili provve-dimenti, di simili politiche attive, l’identità culturale e linguistica di talicomunità sarebbe posta a serio rischio. Non credo che questo Governovoglia farsi carico di responsabilità etnocide, beninteso a livello cultura-le; ritengo anzi che voglia cooperare attivamente affinché tutte le culturevivano al meglio delle loro possibilità e quindi anche come registro lin-guistico, essenziale mezzo di comunicazione tra gli appartenenti ad unastessa cultura. (Applausi dai Gruppi Democratici di Sinistra-L’Ulivo ePartito Popolare Italiano e del senatore Marino. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Brignone, il qualenel corso del suo intervento illustrerà anche l’ordine del giorno n. 6.

Ha facoltà di parlare il senatore Brignone.

BRIGNONE. Signor Presidente, onorevole rappresentante del Go-verno, onorevoli colleghi, questo provvedimento forse non interesseràmolto il Parlamento, ma sicuramente ha suscitato non solo un acceso di-battito ma anche attese legittime in seno alle istituzioni territorialmenteinteressate. Attese, ovviamente, molto più ampie di quanto in realtàemerga dal testo definitivo di questo disegno di legge, anche in rapporto

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a quanto viene realmente reso possibile dalla modesta dotazione finan-ziaria prevista dall’articolo 20.

A mio avviso, si è persa una grande occasione, perché un problemadi rilevante importanza, quale quello della tutela delle minoranze lingui-stiche, è stato affrontato in modo piuttosto settoriale e limitativo, indivi-duando soltanto nella lingua la specificità da salvaguardare di una popo-lazione minoritaria.

Il provvedimento, quindi, affida la propria attuazione alle universitàe alle istituzioni scolastiche nell’esercizio della loro autonomia e am-mette l’uso della lingua a tutela delle minoranze nell’attività dei comuni,delle comunità montane, delle province, delle regioni interessate. Infine,riconosce, ma solo in aggiunta ai toponimi ufficiali, l’adozione della to-ponomastica locale e il ripristino dell’onomastica nella lingua minorita-ria, nonché una generica tutela delle minoranze linguistiche nell’ambitodel servizio pubblico radiotelevisivo nelle rispettive zone di appartenen-za. Sostanzialmente, il disegno di legge non reca null’altro ed evidenzia,quindi, una carenza di fondo.

Se poi la questione riguarda esclusivamente l’aspetto linguistico,appare innanzi tutto incomprensibile la distinzione fra popolazioni aven-ti lingue e cultura proprie ed altre semplicemente parlanti una linguaminoritaria. Sotto il profilo linguistico, è evidente, inoltre, che l’elencoproposto dall’articolo 2 appare immotivatamente penalizzante nei con-fronti di altre lingue, quali, per esempio, il piemontese, che vanta atte-stazioni scritte molto antiche, un imponente corpus letterario e numerosegrammatiche, dizionari e studi scientifici.

Le Commissioni stesse si sono rese conto che esistono patrimonilinguistici non contemplati nel disegno di legge ma comunque meritevo-li di tutela e hanno quindi cercato di ovviare alla lacuna attraverso lapresentazione dell’ordine del giorno n. 1. A mio avviso, però, lo scopodel disegno di legge in esame è più modestamente volto soltanto a di-mostrare un minimo di attenzione non solo per la lingua, ma anche perquanto concerne costumi, tradizioni, distribuzione territoriale, e così via,di popolazioni piuttosto dimenticate. La lingua ovviamente si accompa-gna a costumi, tradizioni e distribuzione territoriale; aspetti questi cherivestono un’indiscutibile caratteristica sotto il profilo storico etnografi-co. Anche sotto questo profilo, però, il disegno di legge appare carente.Infatti, spesso si tratta di popolazioni in via di disgregazione, in diminu-zione, in crisi di identità, soffocate ormai da decenni da modelli e ten-denze plasmatrici esterne; popolazioni spesso dislocate in aree periferi-che o svantaggiate, dove, specialmente negli ultimi anni, si è verificatoun progressivo depauperamento ed esodo di abitanti.

Pertanto, appare discutibile che vengano emanate norme che con-sentono l’insegnamento della lingua e delle tradizioni culturali delle co-munità locali laddove, a causa della razionalizzazione scolastica, lescuole sono state soppresse e le comunità stesse hanno, di fatto, abban-donato il territorio in cui storicamente risiedevano, essendo venuti menoi servizi essenziali, le opportunità di lavoro e la stessa identitàculturale.

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Da questa constatazione derivano due riflessioni: innanzi tutto, lostudio delle lingue minoritarie nelle università, lungi dal mantenerlerealmente in vita, le trasforma in testimonianze del passato, ormai rele-gate alla storia, alla storiografia, alla filologia; in secondo luogo, la tute-la di una popolazione si attua anche e soprattutto attraverso provvedi-menti che ne salvaguardano la presenza nei luoghi di insediamentostorico.

Queste popolazioni, se non si sono ancora disperse nelle grandiaree metropolitane, hanno comunque visto snaturata e mortificata la pro-pria essenza e dignità a causa del diffondersi di altri modelli preponde-ranti, magari apportati da un turismo che spesso non ha arricchito le co-munità locali.

Occorre quindi impedire, attraverso molteplici e più incisivi prov-vedimenti non solo di natura linguistica, il depauperamento di quellearee sempre più abbandonate e marginalizzate, alle quali bisogna invecerestituire dignità e consapevolezza del proprio ruolo in rapporto allearee fortemente urbanizzate.

Questo provvedimento, perciò, avrebbe potuto comprendere riferi-menti ai musei etnografici e agli eco-musei, i quali devono essere con-cepiti, prima ancora che per il turismo, per le comunità locali stesse, perimpedire il loro depauperamento culturale, per consentire loro di com-prendere le proprie radici, per dimostrare ed insegnare che si può esseremoderni mantenendo forte il senso della propria identità.

Mi auguro, infine, che venga compreso il nesso logico che intercor-re fra la tutela della cultura delle minoranze e la valorizzazione delle ca-ratteristiche storico-insediative del territorio in cui esse sono presenti.Insieme agli eco-musei, infatti, nel mio ordine del giorno n. 6 è presenteanche questo argomento.

Soltanto così, infatti, sarà realmente rispettata l’identità culturale dimolte popolazioni di cui ora, attraverso questo provvedimento, si cercadi tutelare soltanto la lingua. (Applausi dai Gruppi Lega Forza Padaniaper l’indipendenza del Nord e Democratici di Sinistra-L’Ulivo e del se-natore Pellicini).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Andreolli il quale,nel corso del suo intervento, svolgerà anche l’ordine del giorno n. 2.

Ha facoltà di parlare il senatore Andreolli.

ANDREOLLI. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colle-ghi, prendo la parola a nome del Gruppo del Partito Popolare Italianoper sottolineare l’importanza di questo disegno di legge.

Per un senatore che viene da una regione di minoranze etnico-lin-guistiche marcate, che hanno segnato la storia nazionale ed internaziona-le, erede nelle ultime vicende di inizio di questo secolo dello scontro traimperi e dei nazionalismi incipienti che hanno devastato l’Europa, credosi possa dire che questa giornata rappresenta un passo importante e qua-si storico, perché finalmente, con una norma-quadro di carattere genera-le, si interviene globalmente su tutte le minoranze linguistiche storichepresenti sul territorio. Finora, in ossequio ai principì della Costituzione,

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con la legislazione italiana (sia di tipo speciale, negli statuti di autono-mia, sia con le norme di attuazione) si era provveduto a tutelare le treregioni al cui interno vi sono minoranze linguistiche: la Valle d’Aosta,il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia.

Qui si provvede, invece, ad un disegno più chiaro e razionale com-prensivo di tutte queste minoranze e di tutti questi patrimoni linguistici,che sono presenti al Nord, al Centro e al Sud dell’Italia, da quelli piùantichi come il greco-albanese, al croato, al catalano e al sardo. Final-mente si sta dunque attuando il principio della Costituzione, si stannoapplicando gli impegni internazionali che l’Italia ha assunto sia in sededi approvazione della convenzione-quadro per la protezione delle mino-ranze nazionali, con la legge n. 302 del 1997, sia con l’impegno interna-zionale quando ha sottoscritto a New York nel 1966 l’accordo-quadrosulla tutela della minoranze, ratificato nel 1977.

Certamente è una legge-quadro, ancora lacunosa, ma che marca ilsegno della direzione di valorizzare l’unità d’Italia attraverso la pluralitàdelle sue espressioni linguistiche e culturali.

Il disegno di legge pone positivamente l’accento principale sul mo-mento scolastico, che è quello in cui la valorizzazione e la tutela di unalingua, di una tradizione e di una cultura si manifestano maggiormente,dalla scuola materna, a quella elementare, alle superiori, fino all’univer-sità.

La legge prevede anche una serie di meccanismi per garantire cheil diritto delle famiglie che chiedono alle istituzioni scolastiche il rispet-to della loro identità sia effettivo, perché come sappiamo benissimo ilnostro Stato italiano è ricco di norme e di leggi, ma molto spesso questenon vengono applicate. Ho esperienza di ciò perché nella mia regione, ilTrentino-Alto Adige, e nelle sue province sono stati necessari molti anniper attuare concretamente le affermazioni di principio relative a tale di-ritto; mi riferisco in particolare all’organizzazione scolastica (dalle scuo-le materne, a quelle elementari e alle superiori), alla preparazione degliinsegnanti e dei docenti e alla predisposizione di programmi adeguatiperché questo diritto sia effettivamente concreto.

Lo stesso dicasi per la parte del disegno di legge in cui si fa riferi-mento al diritto dell’uso parlato e scritto della lingua nei consigli comu-nali, nelle comunità montane, nelle province e nelle regioni; siccome chiparla la lingua ammessa a tutela parla anche l’italiano, in genere tale di-ritto non viene esercitato, invece si esige per chi non lo conosce, la tra-duzione simultanea e, quantomeno, la traduzione degli scritti. L’ammini-strazione comunale, provinciale e regionale è dunque impegnata, sullabase delle previsioni di questo disegno di legge, a fare in modo che talediritto sia effettivo e concreto.

Non va dimenticato, infine, che vi è una norma relativa anche algiudice di pace, perché tutti i cittadini hanno diritto di poter colloquiarecon tale giudice nella loro lingua.

Prendo dunque atto con soddisfazione che la Camera ha approvatoil testo che noi ci stiamo accingendo a varare con sufficiente tempesti-vità; mi auguro e auspico che comuni, regioni e province, ma anche lastessa organizzazione centrale dello Stato (in particolare la Presidenza

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del Consiglio dei ministri che dovrà coordinare tutta una serie d’iniziati-ve) siano in grado di organizzare un sistema funzionale perché questodiritto sia effettivo. A tale scopo chiedo un impegno al Governo – datoche i fondi stanziati saranno appena sufficienti per avviare questo pro-cesso, ma non certo per realizzarlo e quindi per rendere effettivo il go-dimento dei diritti disciplinati – affinché i fondi dei prossimi esercizi fi-nanziari siano adeguati.

Desidero soffermarmi brevemente anche su due ordini del giorno,ossia l’ordine del giorno n. 1, presentato dalle Commissioni, che impe-gna il Governo a sottoscrivere la Carta europea delle lingue regionali ominoritarie, predisposta a Strasburgo il 5 novembre 1992, e l’ordine delgiorno n. 2, da me presentato insieme al senatore Rescaglio, che riguar-da un problema particolare, molto dibattuto all’interno della Commissio-ne. Tale ordine del giorno impegna il Governo ad adottare opportuneiniziative per il riconoscimento della lingua dei segni italiana come lin-gua propria dei sordi prelinguali, in applicazione degli articoli 3 e 6 del-la Costituzione e in ottemperanza alla Carta europea delle lingue regio-nali o minoritarie, predisposta nell’ambito del Consiglio d’Europa aStrasburgo il 5 novembre 1992, perché, nonostante l’Italia non l’abbiaancora ratificata, vi è un impegno morale da rispettare.

Con l’ordine del giorno presentato chiediamo un impegno al Go-verno perché le persone minorate possano usare la tecnologia moderna,che finalmente le aiuta ad inserirsi, consentendo loro di diventare citta-dini di serie A e di non essere più cittadini di serie B. (Applausi daiGruppi Partito Popolare Italiano e Democratici di Sinistra-L’Ulivo).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Novi. Ne hafacoltà.

NOVI. Signor Presidente, non vogliamo soffermarci sulle ovvietàinerenti il tempo della globalizzazione, del mercato globale, dei massmedia, e delle culture egemoni che schiacciano le identità e le specifi-cità, perché sono tutte cose ovvie e come tali condivise dalla totalitàdelle persone che hanno un minimo di tolleranza. Riteniamo pertantoche sia inutile soffermarsi su questi concetti.

Noi, signor Presidente, sappiamo che le lingue rappresentano l’es-senza, l’identità dei popoli; sappiamo che le lingue esprimono valorispecifici che rappresentano la memoria storica ma anche la consapevo-lezza e la prospettiva della propria identità. Sappiamo inoltre che le cul-ture giacobine, le culture della sinistra, hanno sempre avversato questeidentità; sappiamo che la rivoluzione francese nasce schiacciando, oppri-mendo, sradicando culture, identità e religiosità popolare, consideratecome reminiscenze feudali, residui di una società che doveva dissolversinella prospettiva della storia, non avendo più nulla da esprimere.

BISCARDI. È una tua interpretazione della rivoluzione francese!

PAGANO, relatrice. È un discorso a senso unico. Novi, parla an-che del fascismo!

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PRESIDENTE. Senatore Novi, non ascolti le interruzioni e prose-gua nel suo intervento.

NOVI. La collega Pagano forse non sa che i fascismi e i radicali-smi di destra, con l’enfatizzazione del sangue, del suolo e dell’etnia, sicollocavano su posizioni opposte, anche con ideologie criminali che ar-rivavano a trasformare le identità in forme di razzismo intollerabile, didistruzione e di disgregazione della specificità altra e antagonista.

In realtà la lingua è il senso della tradizione, la cultura, il modo dicomunicare i valori di un popolo. Grande è la mia meraviglia rispetto aduna fase storica di esproprio collettivo delle culture classiche e della tra-dizione della destra da parte della sinistra. Mi compiaccio del fatto chela sinistra abbia riscoperto visioni del mondo, Weltanschaung, tipichedella destra, addirittura di una destra che un tempo era considerata rea-zionaria. Ora, la sinistra si è fatta un pò reazionaria. Ciò dimostra che viè stata grande contaminazione – un dato positivo – e che la sinistra rin-nega la sua cultura, il suo passato, la sua memoria storica giacobina, ri-scoprendo che, dopo tutto, i popoli, le identità e le culture che furonocriminalizzate, in alcuni casi assassinate, avevano diritto di esistere e diavere una prospettiva.

Signor Presidente, un partito liberale come il nostro non si ispiraall’ideologia ma alla cultura della tolleranza, della pluralità, che è cosadiversa dal pluralismo. Il termine pluralismo porta con sé l’ideadell’egemonia: si esprime egemonia nell’ambito del pluralismo. Non bi-sogna esprimere alcuna egemonia, che implica due componenti: il con-senso e la forza della coercizione. Una forza autenticamente liberale nonpuò certamente ricorrere alla coercizione e al consenso derivante da unaforma di intossicazione collettiva del senso comune.

Quindi noi plaudiamo a questo tipo di impostazione, però ci chie-diamo anche come si fa a riferirsi al friulano, al piemontese, al sardo.Obiettivamente quella sarda era ed è una cultura, un’identità a sé perl’isolamento della Sardegna ma anche per il tipo di letteratura, di culturae di lingua espressa.

Però non possiamo dimenticare, ad esempio, il napoletano. Non rie-sco a capire perché qui si parla del piemontese e non si parla delnapoletano.

PREIONI. Ha ragione.

NOVI. Non si parla di una grande cultura, non possiamo negarlo.C’è qui una impostazione intollerante, perché non si parla del napoleta-no; perché in quella che è la vulgata un pò retriva e subculturale cheanima anche sostanzialmente questi disegni di legge, il dialetto napoleta-no si porta dietro i re Borbone, la Napoli retriva, la Napoli sanfedista, ilcardinale Ruffo, Piazza del Carmine. Napoli è stata la terza capitaled’Europa, è stata la cultura italiana da Tommaso Campanella a Giorda-no Bruno, a Giambattista Vico, a Cuoco, ai fratelli Spaventa, a Benedet-to Croce, a Labriola.

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PAGANO, relatrice. Non abbiamo bisogno di riconoscimenti.

NOVI. Tutta la cultura filosofica italiana, cioè l’identità del pensie-ro italiano, nasce a Napoli.

Io mi chiedo: perché il napoletano no? Perché l’identità napoletanadeve essere sradicata, deve sparire e non deve emergere? Perché ignora-re che il napoletano ha rappresentato una risorsa culturale per tutto ilpaese? Ha prodotto letteratura, canzoni, ha prodotto una identità nazio-nale, perché la canzone napoletana, la letteratura napoletana, la comme-dia napoletana e persino la letteratura popolare di un Mastriani era iden-tità culturale dell’intero paese, non soltanto di Napoli e del Mezzogior-no. Dovremmo allora, secondo me, far sì che questa identità venga recu-perata; dovremmo recuperare non l’identità della tribù che non vuolemorire, come diceva Pasolini negli anni ’70, perchè i napoletani, i meri-dionali, non sono una tribù che non vuole morire... (Applausi del sena-tore Preioni)... ma sono il lievito di questo paese: noi abbiamo conser-vato uno spirito di tolleranza, di comprensione che altre tradizioni nonhanno. Ripeto, noi siamo il lievito di questo paese, siamo la Napoliispanica del ’200, siamo la Napoli aragonese, siamo la Napoli dei Bor-bone, siamo la Napoli di Gioacchino Murat, siamo la Napoli che si op-pone a un certo integralismo cattolico, siamo la Napoli anche liberale,siamo la Napoli del ’700, del grande riformismo settecentesco.

VERTONE GRIMALDI. Anche della camorra...

NOVI. Sì, perché non affrontare questo problema? La camorra, lemafie, come nascono queste subculture familistiche, di difesa familisti-ca? Nascono come forma di resistenza al dominio di determinati ceti.Non possiamo poi dimenticare che quegli uomini e quelle culture checonquistarono il Mezzogiorno – perché lo volevano unificare ma poi fi-nirono con il conquistarlo – governarono il Mezzogiorno proprio grazieall’accordo stipulato con la camorra. È storia: nel momento in cui l’Ita-lia viene unificata, nel momento in cui il regno di Napoli cessa di vive-re, la camorra stringe un patto scellerato con i nuovi governanti.

Non possiamo dimenticare, per esempio, la pressione che subì Sil-vio Spaventa in pieno centro a Napoli da parte del capo camorrista Ga-vicchio, perché la camorra nel Mezzogiorno forniva i suoi voti e il suosostegno al trasformismo di sinistra. Questa è storia che non possiamonegare, storia che è stata negata da certa subcultura marxista, (non mar-xiana perché cosa diversa è essere marxiani dall’essere marxisti); è sto-ria che fa parte di questo paese. Le gesta di Don Liborio Romano, cheall’improvviso si fece garibaldino fanno parte della storia di questopaese.

Allora dico sì alle culture altre, sì alle diversità, alle identità, allespecificità, sì alle molte lingue con le quali parla e ha parlato soprattuttoquesto popolo. Non facciamo discriminazioni, ma nello stesso temponon burocratizziamo e non trasformiamo questa, che è una grande risor-sa del paese, in uno strumento di divisione, di frantumazione.

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Ricordiamoci poi anche della lingua italiana, della funzione e delruolo che può svolgere questa lingua in altri paesi, all’estero. Difendia-mo le nostre lingue altre, ma non dimentichiamo nemmeno la lingua cheha unificato questo paese.

Ecco perché esprimiamo il nostro consenso verso l’impostazionegenerale del disegno di legge, ma nello stesso tempo esprimiamo il no-stro dissenso verso certo radicalismo giacobino, che non possiamo con-dividere, che si esprime nella discriminazione verso una grande linguacome quella napoletana. (Applausi dai Gruppi Forza Italia e AlleanzaNazionale e del senatore Gubert. Il Gruppo Lega Forza Padania perl’indipendenza del Nord intona il ritornello della canzone «Funiculì,Funiculà»).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Magnalbò. Ne hafacoltà.

MAGNALBÒ. Signor Presidente, signori del Governo, amici sena-tori, provo un certo imbarazzo nell’affrontare l’argomento, perché miposso collegare in prima lettura alle censure fatte dall’amico Novi, cheperò potrei tradurre anche, spingendo sull’acceleratore, in una eccezionedi incostituzionalità proprio per quanto riguarda l’articolo 2, dal momen-to che tra le lingue qui catalogate non trovo, ad esempio, quella che è lamia lingua, il piceno, che proviene dall’italico e dall’etrusco. Non è unalingua protetta, quindi potremmo constatare che c’è una violazionedell’articolo 3 della Costituzione.

Non è però questo il problema principale del provvedimento al no-stro esame. Credo sia bene tutelare le minoranze come libertà di espres-sione e conservazione delle tradizioni, che sia bene tutelare la compren-sibilità di certe forme di manifestazione del pensiero, perché fanno partedella nostra ricchezza nazionale e della ricchezza dei nostri territori. Èbene tutelare queste identità che rappresentano le radici di ognuno. Pen-so però che l’errore di questa legge sia proprio di immettere quello chedovrebbe essere un fenomeno culturale nell’ambito delle istituzioni. Sitratta di un problema sempre presente nei secoli: pensiamo alla stesuradell’Editto di Rotari. È un precedente da non dimenticare, però nellastesura di quell’editto fu tenuto presente un percorso storico diverso,c’era un mondo che moriva e fu fatto un passo nella storia.

Credo invece che la garanzia, così istituzionalizzata, dell’espressio-ne di lingue minori in atti consiliari e pubblici costituisca un grossissi-mo pericolo, perché nessuna lingua è già monofonica, per cui quale ditali e tante fonie di una stessa lingua meriterebbe la formalizzazione?Vivo in un territorio dove la stessa lingua viene parlata in quattro formediverse: nell’etrusco, nel gallico, nel piceno inferiore e in un’altra for-ma. Quale lingua andremo a codificare negli atti pubblici e ad insegnarenelle scuole? Credo che questo possa essere il segnale del pericolo di unprocesso involutivo.

Non mi suscita commozione il fatto di andare a leggere un attoconsiliare nel quale trovo scritto – come in tanti altri atti – «vaco jò»,che vuol dire «vado giù» (lo dice il consigliere Concetti di Civitanova).

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Ritengo che queste siano forme da rapportare in un modo completamen-te diverso e che vada invece insegnato in modo migliore l’italiano comelingua nazionale, magari istituendo per queste minoranze dei corsi di so-stegno. Con questo non voglio dire che le minoranze non debbano esse-re tutelate. Si badi bene: non credo che debbano essere azzerate nellaloro forma ed identità, ma credo soltanto che il percorso sia contrario aquello che la legge in esame sta seguendo.

Ricordiamoci che viviamo – è stato già detto – in un periodo dimondializzazione. Forse è una banalità, ma implica anche l’uso di unlinguaggio comune. Probabilmente nemmeno l’italiano è oggi sufficientecome lingua nazionale, perché contro il nuovo analfabetismo occorrereb-be un qualcosa di più, come – per esempio – l’esperanto, che è stato in-ventato tempo fa ed oggi non esiste più. Occorrerebbe forse una linguaultranazionale, quale l’inglese che deve però essere parlato alla stessamaniera di come viene scritto.

Per quanto riguarda le lingue tipologizzate, credo che il friulano –per fare un esempio – del mio amico Collino sia una lingua che abbiatutto il diritto alla sua identità. Tuttavia, a mio giudizio, non deve esseresminuita come lingua minore. Si tratta di una lingua sempre uguale, par-lata in una regione di frontiera che ha fatto da cerniera con l’Europa;una lingua che forse non merita la riduzione a lingua minore. Anchepersonaggi di cultura che parlano questa lingua, come il poeta Sgorlondi Udine, noto nel mondo, dicono che non può essere ghettizzata al li-vello di lingua minore, perchè ha tutta la sua priorità nel territorio; tutta-via, non merita l’insegnamento nelle scuole e la sua traduzione negli atticonsiliari.

In ogni caso, il concetto è questo. Se esaminiamo il fenomeno cul-turale e quello di identità, credo che tutte le lingue di minoranza debba-no essere tutelate. Tuttavia, introdurre questo concetto nell’ambito delleistituzioni in un periodo di evoluzione come quello attuale, nel qualetutti dovremmo parlare la stessa lingua – non è solo un modo di dire,ma una necessità – credo sia estremamente pericoloso. Infatti, conoscia-mo bene tutte le difficoltà che incontravano i ragazzini che provenivanodalle nostre scuole rurali nelle quali le minoranze linguistiche in que-stione erano inconsciamente tutelate; difficoltà enormi nel potersi amal-gamare con tutti gli altri che sapevano parlare in modo migliorel’italiano.

A mio giudizio, bisogna fare molta attenzione prima di procederelegislativamente in questo modo e quindi Alleanza Nazionale, pur rico-noscendo tutto il diritto delle minoranze a potersi esprimere, a spiegarsie a poter essere tutelate, dice no in specie a questo provvedimento. (Ap-plausi dal Gruppo Alleanza Nazionale).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Tapparo. Ne hafacoltà.

TAPPARO. Signor Presidente, onorevole Ministro, colleghi, anchese l’Aula non lo dà a vedere, oggi ci troviamo dinanzi alla discussione ealla approvazione di un provvedimento importante. Esso risponde a va-

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rie aspettative – forse non a tutte – e quindi, per una serie di percorsi edi vincoli che via via nel suo procedere si sono determinati, èparziale.

A mio parere, viene persa l’opportunità di esaltare la tutela e la va-lorizzazione dell’intero nostro patrimonio linguistico.

Per compensare questa parzialità, il relatore Besostri, devo dire consincera e anche buona formulazione, presenta un ordine del giorno cheintende gettare un ponte verso queste aspettative che non sono state sod-disfatte dal provvedimento in discussione. Purtroppo, però, è un rinvioverso un futuro incerto (la fine della legislatura, il sovraccarico diprovvedimenti).

Quindi, rispetto al provvedimento in discussione resta in qualchemodo una preoccupazione sincera, non animosa ma certamente delusa;pertanto, consideriamolo un primo passo in avanti ed anche in questosenso devo dare atto al collega Besostri di averlo illustrato senza tonitrionfalistici. Occorre arrivare ad una legge generale che dia adeguataautonomia, che applichi realmente il principio di sussidiarietà. In questoprovvedimento, se non ricordo male il suo iter alla Camera, era previstaoriginariamente l’ipotesi di delegare in qualche modo alle regioni il farsicarico delle indicazioni, non puntuali, per quella tutela specifica che ildisegno di legge al nostro esame oggi ci presenta. Poi, questo spazioche veniva offerto all’istituto regionale è stato eliminato da un emenda-mento, che ha responsabilità specifiche; poiché non ho seguito i passag-gi specifici non voglio però qui evidenziare una responsabilità della cuiricostruzione non sono sicuro al cento per cento.

L’approccio del Parlamento nei confronti di questo provvedimento– ho potuto seguire il suo esame anche in sede di Giunta per gli affaridelle Comunità europee – è stato un po’ di sufficienza, quasi a conside-rarlo un fatto marginale e, se vogliamo, minoritario. Il patrimonio lin-guistico, invece, non solo in Italia ma anche in Europa, viene semprepiù considerato un valore, un motore, un elemento propulsivo nei pro-cessi sociali. Non a caso il Consiglio d’Europa nel 1992, è già stato ri-cordato da alcuni colleghi, ha approvato la Carta europea delle lingueregionali comunitarie, riconoscendo un fattore dinamico al processo diriconoscimento e valorizzazione delle lingue. Anche a livello di Unioneeuropea siamo alle soglie dell’apertura di un nuovo iter per una nuovaConferenza intergovernativa. Nei prossimi giorni a Tampere in Finlandiasi inizierà tale discussione e auspico che il Ministro possa porre il pro-blema che sottende la proposta del Consiglio d’Europa con la sua Cartaeuropea delle lingue regionali affinchè nei trattati, alla fine dell’iter perla nuova Conferenza intergovernativa, possa essere riconosciuto questoimportante aspetto.

Credo che il Consiglio d’Europa abbia colto, e si può vedere anchenegli atti costitutivi di quel dibattito, un significato importante, una dife-sa dalla melassa culturale che si riverbera anche nei costumi, indotta so-prattutto dai poteri economici con il meccanismo della globalizzazione,che solo una parte della società vive come elemento di cosmopolitismo,mentre per altri è un elemento di omologazione.

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In questo modo credo si dia forza alla capacità di ragionare con lapropria testa, con le proprie radici e con la propria cultura. Pensiamosolo al rapporto tra globalizzazione e filiera agricolo-alimentare: i nostriprodotti tipici, i gusti, la cucina; tutto va verso un’omologazione. Lacultura, che anche è data dagli elementi linguistici, è in grado di sele-zionare e difendersi in qualche modo, di non farsi travolgere da un mec-canismo per finire nella gora e nella melassa di una globalizzazioneomologante.

La tutela delle lingue minoritarie – dovrebbe essere chiaro, a mioavviso – non è un grimaldello per delegittimare la dimensione statale ela nazionalità e non è volta a compiere un’operazione di riconfigurazio-ne degli assetti regionali; voglio dirlo in particolare ai colleghi di Al-leanza Nazionale.

In Francia un certo Fontain parla della patria occitana che si trovaa cavallo tra la Provenza, nel Sud della Francia, e le Alpi piemontesi.Credo che oggettivamente non esistano rischi di questo genere; non sicorre nemmeno il rischio della balcanizzazione della lingua italiana oquello di provocare tensioni in qualche modo etnicistiche.

In Francia, il governo Jospin ha approvato nell’estate scorsa la Car-ta europea sulle lingue regionali (avrei voluto sottolinearlo al senatoreNovi che però non è più presente in Aula); Chirac si è opposto alla rati-fica di questo provvedimento. In Francia, quindi, si assiste ad confrontoserrato tra centralità assoluta del francese e ampliamento degli spazi perla grande ricchezza linguistica di cui dispone il paese con noi confinan-te. Infatti, potremmo citare due elementi linguistici, il provenzale ed ilbretone, che vivono con grande forza.

In effetti, però, se vogliamo considerare il problema in modo piùsofisticato, lasciando ad un dibattito superficiale questi due estremi, ladiscussione che dovremmo alimentare anche noi con maggiore attenzio-ne si incentra sulla possibilità di operare o un’azione di salvaguardia delpatrimonio linguistico o un’azione di «pompaggio» per consentirne unuso effettivo e su questo punto, probabilmente, in modo più corretto bi-sognerà individuare un equilibrio.

Il patrimonio linguistico in Europa è un elemento di identità, dicultura, di valori. Al senatore Russo Spena vorrei ricordare che tutte lelingue, senza esclusione alcuna, rappresentano elementi di cui l’Europa,probabilmente più di ogni altra realtà – ad esempio più dell’America –può disporre, anche se negli Stati Uniti sta emergendo un recupero lin-guistico dell’arabo nelle comunità di religione musulmana, una linguache viene studiata in modo sofisticato; ma in quel caso ci si trova da-vanti ad un’altra fattispecie.

Ritengo che se si opera in modo armonico si può concorrere adevitare che culture, stili di vita, valori vengano decisi dalle azioni mar-keting, dalle campagne pubblicitarie delle grandi imprese produttrici dibeni di largo consumo; la cultura, i valori, la selezione delle identità de-vono essere costruiti da noi proprio perché anche il patrimonio linguisti-co è un elemento che rafforza la capacità di selezionare e non dobbiamopermettere che i modelli culturali siano creati dalle campagne marketingdecise da un direttore commerciale.

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Ho presentato un disegno di legge che reca anche firme trasversaliin quanto accoglie l’adesione dei senatori Saracco e Besso Cordero ap-partenenti al mio stesso Gruppo e dei senatori Manfredi di Forza Italia,Zanoletti del Centro Cristiano Democratico e Siliquini di Alleanza Na-zionale; tale disegno di legge è volto a recuperare parti importanti delnostro patrimonio linguistico.

Dal momento che il senatore Novi ha parlato del napoletano vorreiche mi sia concesso del tempo per parlare anche della lingua piemonte-se che non è un dialetto municipale ma costituisce una koinè, una comu-ne lingua di area territoriale vasta che presenta solo alcune affinità conle lingue francese e provenzale. Vorrei che notaste che il piemontese èuna lingua galloromanza occidentale, presenta un’evoluzione in linea di-retta dal latino e non passa attraverso il toscano, l’italiano – ovviamentequesto non è disdicevole – ma, come il napoletano, ne ha unaderivazione.

Questo sistema di valori presenta testazioni scritte che hanno origi-ne nell’XI o nel XII secolo; si è tradotto in una notevole produzione let-teraria e non presenta una segmentazione sociale dal momento che que-sta lingua non è parlata dai poveri o dagli emarginati ma da una éliteoperaia, quella tecnica del Piemonte, è parlata dall’alta borghesia e, pro-babilmente è parlata tranquillamente anche dal senatùr Agnelli allor-quando rientra nelle sue valli.

PAGANO, relatrice. Anche il re Ferdinando parlava il napo-letano.

TAPPARO. È una lingua che esprime una prosa scientifica perchépresenta un lessico e una struttura linguistica che glielo permette piena-mente; se fosse un dialetto non potrebbe essere utilizzata per scrivere li-bri scientifici.

È una lingua che presenta radici non residuali nel mondo. Io sonovissuto nella provincia di Cordoba in Argentina e nella pampa dei grin-gos – i gringos sono gli stranieri e lo eravamo noi italiani, quelli preva-lenti – spesso l’unico mezzo di comunicazione, oltre la lingua castiglia-na, è il piemontese.

C’è una cultura di terza generazione. Quelli che probabilmente fa-remo votare non conoscono più l’italiano, ma parlano ancora perfetta-mente il piemontese. Perché questo, come altri patrimoni linguistici, nonviene oggi preso in considerazione? Senatore Besostri, possiamo pensaread una altra tappa? Il Ministro si impegna ad una corsia preferenziale, alavorare su un provvedimento, a pensare a delle risorse finanziarie ade-guate al principio di sussidiarietà applicato con coraggio?

Concludo, signor Presidente, Ministro, relatore, colleghi, dicendoche ben venga l’apertura alle minoranze linguistiche contenuta in questoprovvedimento, però nello stesso ci sono dei nodi. Per esempio, il con-fronto tra occitano e occitano provenzale. Negli anni 1960 ho fatto ilmilitare come alpino nelle valli del cuneese, a Dronero, nella Val Varai-ta e nella Val Maira. In quelle località non sapevano, fatta eccezione peruna élite, cosa fosse l’occitano, conoscevano solo il provenzale. Con

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questo provvedimento, resta aperta una ferita, dobbiamo cercare dicolmarla.

Concludo veramente, signor Presidente, citando una frase apparsa acaratteri cubitali su un numero di «Liberation» del mese di luglio, in oc-casione dell’approvazione da parte del Governo Jospin della Carta euro-pea: «La pluralità linguistica per rafforzare la nazione». Ritengo si trattidi un titolo insufficiente perché nasconde qualcosa che è limitato soltan-to da questa visione, la ricchezza che si determina con la contaminazio-ne delle culture che, attraverso anche il patrimonio linguistico si attiva-no. Giustamente, il Senatore Lombardi Satriani ha sottolineato questoaspetto, che voglio ribadire a conclusione del mio intervento. (Applausidal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo e dalla componente Comu-nista del Gruppo Misto e dei senatori Gubert e Russo Spena).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vertone Grimaldi.Ne ha facoltà.

VERTONE GRIMALDI. Signor Presidente, ho chiesto di parlareper annunciare pubblicamente il mio voto contrario su questo provvedi-mento, che vedo riscuotere un consenso generale, come prevedibile, mache sta provocando in anticipo le conseguenze da temere e che sicura-mente e puntualmente si manifesteranno al momento opportuno.

Voto contro in quanto, essendo favorevolissimo all’insegnamentodell’albanese, dello sloveno, del croato e del tedesco (perché sono vera-mente delle lingue), ravviso un errore di carattere linguistico generale:la perdita della distinzione tra dialetto e lingua, che da Dante a Chom-sky è stata sempre tenuta presente nell’ambito linguistico. La distinzionec’è, è reale, qualcuno la trascura, ma in realtà riflette atteggiamenti dellospirito molto diversi. Humboldt l’ha definita con precisione: la lingua èenérgeia, cioè spinta, energia, movimento, il dialetto è ergon, precipita-to, fatto, materiale, circoscritto, più inerte della lingua, meno portato allacomunicazione di tutti gli aspetti della vita associata, più grettamentemateriale, anche se magari molto espressivo. Il dialetto è un precipitatodell’energia espressiva di una regione, di un popolo, di una cultura chesi manifesta nella lingua e nella sua tendenza all’uniformazione. Questoè il primo dato sul quale, se vorrete, torneremo.

Il secondo, è che questo provvedimento è fatto proprio molto male,perché inserisce il greco tra le lingue parlate in Italia. Non è così; esistein Puglia, nel Salento, un complesso di sette comuni, si chiama Grecìa,nel quale ci sono residui, – ripeto residui – del greco bizantino, linguache non è più usata dalla popolazione. Rohlfs, un grande linguista tede-sco che viaggiò in Italia e girò tutto il Meridione, all’inizio di questo se-colo affacciò la teoria che quel greco era residuo del greco classico par-lato nella Magna Grecia. È stato ampiamente dimostrato che non è vero,che si tratta di un greco imposto dai Catapani nel Medio Evo, e chequindi non ha niente a che fare con il greco classico. Oltretutto, è rima-sto un residuo quasi inutilizzabile dal punto di vista linguistico, perchése provate a far parlare (lo dico perché ci sono stato) un appartenente aduno di questi sette paesi grecanici, scoprireste che non saprebbe parlare

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se non il dialetto pugliese o l’italiano. Se lo metteste poi a contatto conun greco, sarebbe il buio assoluto.

Questo è un errore tecnico limitato.Per quanto concerne il resto, vorrei sapere per quale ragione il friu-

lano viene considerato una lingua a differenza del piemontese, del napo-letano, del lucano, del calabrese o del ligure. Quanto sta accadendo nelcorso dell’odierna discussione dimostra che il precipizio è stato creato elo scivolo è già abbondantemente frequentato da alcuni senatori. Qual-cuno propone che anche il napoletano abbia dignità di lingua, qualcunaltro che il piemontese debba essere considerato una lingua al pari delfriulano.

Vorrei chiedere al senatore Tapparo, essendo piemontese come me,se considera piemontese il torinese, il cuneese, l’eporediese, il vercelleseo l’alessandrino, che sono dialetti diversissimi tra loro. In quel caso pro-babilmente vi è il dominio del torinese, però si tratta di un dominio cen-tralistico che sacrifica la minoranza cuneese o quella monregalese. Ildialetto monregalese, per esempio, è diversissimo da quello cuneese, an-che se le due città si trovano solo a 30 chilometri di distanza. Pertanto,se non si ricomincia a ragionare seriamente sulla distinzione tra lingua edialetto, si rischia di scivolare verso questa esplosione di parlato, linguee così via. Inoltre, a Torino si parla il torinese, ma nel quartiere Vanchi-glia si parla un dialetto differente rispetto al centro o al Lingotto. Ci tro-viamo di fronte ad una frantumazione inarrestabile.

A questo punto mi riferisco ad un aspetto di carattere più generaleche politico e culturale: uno dei pochi valori che sono sopravvissuti nel-la cultura politica contemporanea è quello delle minoranze, siano esselinguistiche, etniche, sessuali, religiose; qualsiasi tipo di minoranza godedi uno statuto particolare ed è considerato importante. Lo stesso indivi-duo, se fa parte di una minoranza, vale; se fa parte di una maggioranza,vale meno, perché il valore fondante è rappresentato dalla minoranza.

Il senatore Lombardi Satriani affermava che dobbiamo evitare di ri-cadere nel fascismo, nel razzismo, nel nazionalismo; però, a mio avviso,dobbiamo anche evitare di cadere in queste nuove forme esasperate difanatismo razziale, etnico e religioso che stanno creando i presupposti diconflitti in questo scorcio di secolo e probabilmente metteranno a soq-quadro il prossimo. Quindi, bisogna andarci piano. Le minoranze devo-no essere considerate importanti e vanno difese, ma devono essere dife-se anche le maggioranze; questa è l’enérgeia di una spinta culturale chesi manifesta nell’uniformazione linguistica di un grande paese.

D’altra parte, il senatore Tapparo ha parlato della globalizzazione edella minaccia che deriverebbe alle forme più particolari di identità.Forse non è ancora chiaro che la globalizzazione mette in contatto im-mediato il generalissimo ed il particolarissimo; vive di questo cortocir-cuito, quindi tende ad eliminare le lingue, a stabilire un rapporto direttotra l’inglese, che dovrebbe dominare in tutto il pianeta, e i dialetti, chedovrebbero soppiantare le lingue. La resistenza all’omologazione dellaglobalizzazione, se questa si vuol realizzare, avviene attraverso la difesadelle lingue che sono più resistenti.

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Quindi, dal momento che stiamo parlando di minoranze, di un va-lore assoluto che è rimasto unico in mezzo al crollo universale dei valo-ri, vorrei richiamare l’attenzione del Senato sul fatto che anche l’italianoè una lingua minoritaria nel mondo e che varrebbe la pena difenderlo,tenendo conto, ad esempio, che sta scomparendo proprio qui in Italia. Èsufficiente guardare le insegne dei negozi di Roma per rendersi contoche sono quasi tutte in inglese: gloves, hair dressing, irish pub. Quindi,se esiste una lingua minoritaria che rischia di sparire, questa è propriol’italiano.

Sono a conoscenza del fatto che in Francia e in Germania – paesiche corrono lo stesso rischio perché anche lì l’inglese tende a soppianta-re il francese e il tedesco – si realizzano campagne in difesa della lin-gua. Noi qui, invece, approviamo provvedimenti per costringere settepaesi pugliesi a parlare in greco, lingua che hanno dimenticato, e nondifendiamo la lingua nazionale.

Per queste ragioni, preannuncio che voterò contro il disegno di leg-ge in esame ed invito il Parlamento ad esaminare altri provvedimentiche invece difendano una lingua minoritaria qual è appunto l’italiano.(Applausi dal Gruppo Lega Forza Padania per l’indipendenza del Norde dei senatori Mazzuca Poggiolini e Contestabile. Congratulazioni).

PRESIDENTE. Rilevo, senatore Vertone Grimaldi, che il suo inter-vento ha stimolato altri senatori, che si sono ora iscritti a parlare.

È dunque iscritto a parlare il senatore Marini. Ne ha facoltà.

MARINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, credo che il prov-vedimento in esame colmi una lacuna rappresentata dal ritardo nell’ap-prontare una legge-quadro nel nostro paese che prenda in esame il pro-blema delle minoranze linguistiche.

Voglio ricordare ai colleghi che vi è un articolo della nostra Costi-tuzione poco citato, il 6, che recita: «La Repubblica tutela con appositenorme le minoranze linguistiche». Ma questo articolo trasmette un inse-gnamento, quello che si può chiamare «lo spirito della norma», e cioèche la nostra democrazia è pluralista, che l’unità del paese si rafforzanel mantenimento delle diversità che costituiscono la stessa unità nazio-nale. Stare insieme significa avere un comune sentire, e il comune senti-re significa essere consapevoli di partecipare ad un unico destino, avereanche coscienza del fatto che l’Italia è formata da tanti cittadini chesanno di appartenere ad una storia identica, e tale storia è fatta di pas-sioni, accadimenti e diversità: ecco perché la Costituzione tutela questediversità.

Comprendiamo anche le ragioni del ritardo nel dare attuazioneall’articolo 6 della Costituzione. Sappiamo che in Italia vi era unsospetto diffuso per ogni forma che potesse rinfocolare lo spiritolocalistico, che era inteso come spirito antiunitario. Si capisce cosìcome lo stesso Crispi, pur essendo di origine italo-albanese, nonavesse mai inteso proporre provvedimenti di legge che servisseroa tutelare le minoranze e come lo stesso nazionalismo di inizio

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secolo ha reso molto più difficile il riconoscimento delle diversitàe quindi di un’Italia fatta di autonomie.

Dobbiamo anche dire, colleghi, che vi è una diversità tra le mino-ranze, perché vi sono minoranze che si sono integrate totalmente nellospirito nazionale e minoranze che invece abitano in territori di confine,e che come tali hanno rappresentato sempre un problema per lo Statonazionale. Queste ultime hanno sottoscritto dei trattati con lo Stato na-zionale, ottenendo una serie di benefici, proprio perché rappresentavanodi per sé un elemento di inquietudine per i Governi che si sono succe-duti dopo l’unità d’Italia.

Penso, invece, che le minoranze, soprattutto quelle non di confine,siano state offese probabilmente per il fatto di essere state lealiste, dinon aver mai rappresentato un problema per l’unità nazionale: bastapensare al destino degli Arberesc, che hanno partecipato attivamente alRisorgimento d’Italia, sono stati garibaldini e hanno contribuito, anchein maniera notevole, a formare la spedizione dei Mille. Mi è poi graditoricordare un episodio poco conosciuto, rappresentato dalla partecipazio-ne alla battaglia di Campo Telese, durante la marcia di Garibaldi, deglistudenti del secondo e del terzo liceo del collegio greco di San Deme-trio Corone, e lo stesso apprezzamento del generale Garibaldi, che dotòl’istituto di un forte contributo finanziario, mai però corrisposto dal Go-verno dopo l’unità d’Italia. Queste minoranze, in definitiva, non hannomai chiesto nulla che andasse al di là di quello che fosse un comporta-mento di grande lealtà verso lo Stato nazionale: hanno chiesto di difen-dere la propria dignità culturale e la propria storia, di poter parlare lalingua d’origine (di qui l’affermazione del bilinguismo) e di poter viverein comunità nelle quali fosse possibile anche mantenere l’organizzazioneurbana degli insediamenti d’origine, perché le minoranze hanno ancheun’organizzazione urbana particolare, che deriva dal loro essere mino-ranza e quindi da un sentimento forte di solidarietà sociale.

Dobbiamo anche ricordare che purtroppo le regioni, in mancanza diuna legge-quadro, non hanno potuto legiferare a difesa delle minoranze,che rivendicavano il diritto al bilinguismo e quindi all’insegnamentoscolastico della lingua d’origine: tale materia è di competenza statale,per cui in assenza di una legge-quadro tutte le leggi regionali di tutelavenivano puntualmente respinte dal Governo nazionale.

Da ciò deriva l’importanza del disegno di legge in esame ed è que-sto il motivo per il quale ritirerò gli emendamenti che avevo presentato,che riproponevano alcuni elementi del mio disegno di legge.

La mia opinione è che l’identità della popolazione degli insedia-menti minoritari si tutela se viene difesa nei luoghi d’origine, perchéun’identità culturale non è separata dal luogo in cui vive la comunità.Purtroppo, i portatori delle lingue minoritarie vivono in zone interne, af-flitte da problemi di mancato sviluppo, per cui sono sottoposti a proces-si migratori continui ed ha poco valore tutelare una lingua, le tradizioni,l’identità e il folklore, se l’uomo che tutto ciò può esercitare in un terri-torio è costretto ad abbandonarlo e trasferirsi altrove.

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Presidenza del vice presidente CONTESTABILE

(Segue MARINI). Pensavo e ritenevo giusto che la tutela di unaminoranza significasse per lo Stato nazionale promuovere politiche dimantenimento delle comunità nei luoghi d’origine e quindi politiche disviluppo, il che consentirebbe anche di evitare un’omogeneizzazionecompleta, che è un pericolo della civiltà odierna.

Sono questi i motivi per i quali, pur dichiarandomi favorevole aldisegno di legge in esame, lo ritengo non completo: è mia opinione cheil processo normativo vada ripreso dopo l’approvazione del presenteprovvedimento perché in esso non viene affrontata con risolutezza laquestione del mantenimento delle popolazioni nei luoghi d’origine, nél’altro grande tema rappresentato dai mezzi di informazione.

Onorevoli colleghi, la cultura di oggi è fortemente condizionata da-gli strumenti di comunicazione di massa; non disciplinare in maniera ri-gorosa l’accesso a tali strumenti significa sottrarre soprattutto alle mino-ranze un’arma fondamentale, lo strumento della comunicazione.

Credo, però, che a questo vuoto sarà possibile rimediare in futuro eribadisco pertanto il concetto che questo disegno di legge, importantissi-mo e fondamentale, che deve essere approvato così com’è, senza appor-tarvi alcuna modifica (perché altrimenti rischiamo, rendendo necessarioun nuovo esame da parte della Camera, che non venga approvato nep-pure in questa legislatura), merita comunque un ulteriore approfondi-mento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lorenzi. Ne hafacoltà.

LORENZI. Signor Presidente, nell’intervenire su questo provvedi-mento intendo innanzi tutto plaudire al fatto che in questo Parlamento sipossa discutere al di là di quelli che sono gli elenchi prefissati degliiscritti a parlare, perché proprio da questo interscambio in tempo realeprovengono molti stimoli, parecchi dei quali ho colto nelle parole deicolleghi che mi hanno preceduto.

Su questo provvedimento abbiamo lavorato a suo tempo in Com-missione e – ahimè – abbiamo purtroppo dovuto prendere atto di unacerta pregiudizialità, da parte sia della maggioranza, sia del Governo,nel non voler inserire nel disegno di legge altre lingue minoritarie cheambivano ad esserlo; mi riferisco in particolare alla lingua piemontese,data la mia provenienza regionale.

Su questo punto intendo fare chiaro riferimento al grande vizio chesi coglie nel disegno di legge: l’articolo 2 prevede che la Repubblica tu-tela la lingua e la cultura delle popolazioni «in armonia con i princìpigenerali stabiliti dagli organismi europei e internazionali». Gli organismiinternazionali si sono espressi chiaramente attraverso vari atti, già citati,

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tra i quali la raccomandazione del Consiglio d’Europa n. 920 del 7 otto-bre 1981, la risoluzione della Comunità europea del 16 ottobre 1981 egli elenchi delle lingue da tutelare approvati dall’Unesco (Red book delprofessor Tapani dell’università di Helsinki). Ricordo inoltre le leggi re-gionali del Piemonte n. 26 del 1990 e n. 37 del 1997. Esistendo dunquechiari atti internazionali, tendenti a definire correttamente il quadrodell’interpretazione e del riconoscimento, non riesco a capire per qualemotivo si debbano definire le lingue, scegliendone alcune ed escluden-done altre. Questo grande vizio del disegno di legge, che rappresentauna contraddizione logica, sembra non sconvolgere alcuno, permettendocosì alla maggioranza di procedere alla votazione in tutta serenità. Ilmodo per superare il problema illogico, che ho appena richiamato all’at-tenzione, consisterebbe nel demandare la disciplina della materia alle re-gioni, secondo quella fantomatica autonomia, di cui tanto si parla, e inbase a quella volontà di riforma federale, di cui ancor più si parla madella quale ancor meno ci si preoccupa. Spetterebbe dunque alle regionil’attuazione delle leggi che le regioni stesse sono in grado di varare e sieviterebbe in tal modo di prefissare in un disegno di legge nazionale lascelta delle lingue da tutelare.

Vorrei ricordare ai colleghi che amo moltissimo l’italiano, perché èla lingua che conosco meglio, la lingua in cui riesco ad esprimermi me-glio e a trasmettere le mie intenzioni, le mie emozioni, i miei pensieri.Che dire allora di chi, nel nostro paese, conosce al meglio altre lingue,con la stessa profondità? Possono o non possono costoro permettersi diamare la lingua di cui hanno acquisito il pieno controllo fin da piccoli?Mi pongo la domanda nel tentativo di offrire una risposta razionale aigrandi interrogativi che riconosco essere stati posti poc’anzi dal senatoreVertone. Non si può non cogliere l’efficacia dei passaggi dell’interventodel collega Vertone il quale, nel dichiararsi contrario al disegno di leg-ge, ha rilevato una serie di contraddizioni. Da parte mia vorrei manife-stare, modestamente, contrarietà al disegno di legge per una ragione di-scriminatoria diversa da quella evidenziata dal senatore Vertone, il qualeè entrato nel merito del discorso con una difesa ad oltranza del naziona-lismo, affermando che le lingue nazionali sono la vera resistenza allaglobalizzazione. Sì, sono la resistenza alla globalizzazione, nel sensoche permettono il fiorire e il rafforzarsi dei nazionalismi ed impedisconoquindi quella osmosi, quel forte interscambio culturale e politico chenormalmente nel mondo della globalizzazione che avanza si starealizzando.

In poche parole le lingue nazionali costituiscono una difficoltà peril processo di globalizzazione ed anche di unificazione. Le lingue nazio-nali sono lingue imposte – e lo sappiamo molto bene – da un poterecentrale, il più delle volte, che è stato sorretto manu militari per cui si èarrivati al punto che le lingue sono state legittimamente ma obbligato-riamente insegnate e apprese dalle popolazioni che insieme alle parlatelocali hanno portato alla fusione di quelli che noi chiamiamo dialetticon la lingua nazionale.

Credo che su questo discorso dobbiamo riflettere. Certo, nella glo-balizzazione ci deve essere una lingua che tutti parliamo per poterci ca-

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pire, però non possiamo cancellare le lingue che sono più amate da chile ha imparate crescendo. Questa è un’azione che è stata ripetutamentesvolta nel corso dei secoli, mi riferisco appunto all’imposizione e quindialla cancellazione delle culture locali che oggi ancora riemergono e vo-gliono farsi ascoltare.

Con tutte queste considerazioni, signor Presidente, concludo il miointervento. Nel manifestare la mia contrarietà verso un provvedimentoche presenta grosse problematiche nel momento in cui vengono definitialcuni popoli, alcune lingue ed esclusi altri, vorrei esprimere un apprez-zamento per una lingua che a livello locale ha avuto finalmente, dopouna notevole lotta politica rivendicativa, il suo riconoscimento: l’occita-no, una lingua che non fa paura a nessuno perché è parlata da pochi.Però, vicino all’occitano, in Piemonte, c’è il piemontese che è parlato da2 milioni di persone e forse fa paura a qualcuno. Io credo che nessunosi debba spaventare di nulla e tanto meno pensare che un discorso di ri-valutazione delle lingue regionali possa in qualche modo produrre e fo-mentare violente contrapposizioni.

Io temo piuttosto che queste violente contrapposizioni possano es-sere fomentate da un’enfatizzazione eccessiva delle lingue nazionali.Credo che invece, piuttosto, valorizzare al meglio quello che i nostri pa-dri, i nostri nonni hanno portato avanti con umiltà e con caparbietà, laloro cultura, il loro modo di parlare, il loro modo di essere, sia un rico-noscimento che dobbiamo dare loro e non nel senso riduttivo o dispre-giativo, ma nel senso migliore perché è da lì che la lingua si evolve.Tutto il resto è artificioso: l’esperanto era artificioso e non è decollato;altre lingue sono decollate, ma artificiose sono rimaste e comunque sonoriuscite ad imporsi tra tante difficoltà ma sempre in senso mobile. Que-sto senso mobile è chiaramente più forte nelle forme dialettali, perchè lelingue nazionali sono molto più irreggimentate.

Riconosciamo questa maggiore libertà alle lingue locali perché daesse può venire qualcosa di buono per tutti noi.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Pellegrino. Ne hafacoltà.

PELLEGRINO. Signor Presidente, voterò a favore di questo prov-vedimento e lo farò perché ritengo che il testo di legge in sé non siasbagliato, anche se indubbiamente sussistono pericoli di una sua inter-pretazione eccessivamente allargata e se questo avvenisse le critiche cheil collega Vertone ha rivolto a questa normativa diventerebberofondate.

Ho chiesto la parola perché il collega Vertone ha ricordato unaspecificità della mia provincia. Nella provincia di Lecce esistono effetti-vamente sette comuni in cui si parlava un dialetto di origine greca. Haragione il collega quando ha ricordato che la teoria che si trattasse di unqualcosa che veniva dalla Magna Grecia poi si è rivelata inesatta, per-ché si è scoperto che questo dialetto era invece di origine greco-bizanti-na. Io però mi sentirei di escludere che questa legge sia applicabile inuna situazione come quella a cui sto facendo riferimento, perché con il

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passare degli anni della – diciamo – «grande omologazione», lentamentel’uso di questo dialetto è diventato assolutamente recessivo in quelle po-polazioni. Attualmente in quei paesi soltanto gli uomini e le donne mol-to anziani conservano l’uso di quel dialetto, i giovani non lo parlanopiù, non lo capiscono. Quindi, escluderei che nei comuni della Grecìasalentina esista una popolazione di origine greca ed esista come fatto at-tuale, vivente, una lingua che sia greca o grecanica. Ancora, ritengo chenon esista in atto una cultura che sia riferibile ad una specifica etnia chemeriti oggi di essere tutelata.

Altro è il discorso culturale che si sta facendo, che tende al recupe-ro di questa antica lingua, ma non come fatto attuale: studiarla, cono-scerne i canti che sono bellissimi, studiarne le antiche tradizioni, cosìcome ci misuriamo in termini storici con l’antica civiltà contadina. Nes-suno di noi però pensa, mentre studiamo i valori della civiltà contadina,di ritornare al tempo delle masserie, con i bambini che avevano il traco-ma o soffrivano di malaria; lo studiamo come fatto storico, come fattoculturale.

La paura che ho – che tuttavia però non esclude che voti positiva-mente – è che a questa legge non si dia un’interpretazione esatta. Che,per esempio, cinque consiglieri – che sono un terzo dei consiglieri asse-gnati al comune di Melendugno – promuovano il decreto che faccia di-ventare tutto questo un fatto amministrativo, che faculti nel consigliocomunale di Melendugno un consigliere ad alzarsi e mettersi a parlarein grecanico, dando quindi a tutti gli altri il diritto alla traduzione simul-tanea. Affidare operazioni di recupero culturale a fatti amministrativi,come l’insegnamento obbligatorio nella scuola materna o nella scuoladell’obbligo, o addirittura nella vita dei comuni mi sembra un mezzosbagliato, eccessivo rispetto al fine.

Diverso è, invece, il caso in cui esistano – e ne esistono nel nostropaese – comunità che parlano ancora una lingua, che sono portatrici diuna cultura e quindi costituiscono effettivamente entità che meritano tu-tela, per tutte le ragioni che i colleghi – cito per tutti il collega Tapparo– hanno ricordato.

Però, attenzione, non confondiamo i dialetti con le lingue. Non esi-ste un popolo napoletano, una storia napoletana che meriti di essere tu-telata come qualche cosa di separato dalla vita nazionale, proprio perquello che è la cultura napoletana, la lingua napoletana.

Lo stesso italiano in fondo è un’invenzione dei linguisti. La linguaitaliana che noi parliamo non era propria di nessuna nazione, è una deri-vazione del toscano. Se noi però andiamo ad identificare in ogni dialettoun qualche cosa...

GASPERINI. In Veneto fu lingua!

PELLEGRINO. ... dappertutto, colleghi, ecco il pericolo dell’ap-plicazione della legge: proprio queste cose che si sentono, l’ideacioè che ogni comunità possa pretendere di far diventare linguaufficiale di essa il proprio dialetto. (Commenti del senatore Gubert).Se andassimo in questa direzione, in un paese che ha già tanti

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problemi, soprattutto nell’amministrazione, ne aggiungeremmo qualcunaltro.

Non vorrei che, di gradino in gradino, chiedessimo – per esempio –in qualche sezione staccata (non so se si chiamano ancora in questo mo-do) di tribunale, nelle vecchie preture della Grecìa di scrivere anche lesentenze in grecanico. Se andassimo in questa direzione, sarebbe unerrore.

Tuttavia, poiché è giusto confidare nella saggezza di coloro che ap-plicheranno le leggi e nella saggezza delle regioni che dovranno porrein essere le leggi regionali applicative, mi auguro che questa forma diapplicazione eccessiva della legge non ci sia. Quindi, sia pure con que-sta riserva, voterò a favore della legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Preioni. Ne hafacoltà.

PREIONI. Il senatore Pellegrino è troppo generoso, perché nel di-segno di legge io invece vedo in sostanza un artifizio, dietro il qualeprobabilmente si nasconde qualche raggiro.

Dico questo perché ho l’impressione che l’articolo 6 della Costitu-zione venga in qualche modo stravolto nella descrizione fatta all’articolo2 del disegno di legge in esame. Quali lingue sono meritevoli di unaparticolare tutela e di una incentivazione alla prosecuzione? A mio giu-dizio, solamente le lingue che sono effettivamente parlate e che sonopoi parlate da quelle popolazioni che o parlavano una lingua diversadall’italiano, da prima dell’unità d’Italia, nel territorio diventato primadel Regno d’Italia e poi della Repubblica italiana, o che sono state co-strette ad imparare a parlare l’italiano, mentre la lingua originale era di-versa, a seguito dell’occupazione di territori stranieri da parte dello Sta-to italiano. Penso al caso del Sud Tirolo. Effettivamente le popolazionidi lingua tedesca del Sud Tirolo meritano e devono avere una giusta tu-tela, perché non appartenevano all’Italia, non facevano parte della cultu-ra italiana e perché risiedono in un territorio che è stato occupato mili-tarmente nel 1918 per una aberrazione rispetto alle finalità di quellaguerra.

A tal riguardo conservo a casa una testimonianza interessante, ossiauna lettera scritta da mio nonno che era un militare italiano. Il 5 novem-bre del 1918 era a Trento e scriveva che la popolazione era in festa per-ché la città era stata liberata e, quindi, si era consolidata con il Regnod’Italia una popolazione che parlava italiano. Dopo sette giorni però,cioè il 12 novembre dello stesso anno, mio nonno scriveva un’altra let-tera, nella quale diceva che non capiva più niente (scriveva da una loca-lità della provincia di Bolzano; quindi, dal primo comune della provin-cia, che mi sembra fosse Ora) perché la gente parlava tedesco; perchélui e gli altri militari venivano guardati male e non riuscivano a capireper qual motivo erano stati mandati oltre la nostra frontiera, che era sta-ta immaginata dai soldati italiani. I soldati italiani, cioè, nel 1918 pensa-vano di andare a liberare delle popolazioni italiane che si trovavano sot-to il giogo austriaco. Ad un certo punto, però, si sono resi conto che an-

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davano invece ad occupare un territorio abitato da tedeschi, ai quali ve-niva imposto di parlare la lingua italiana, di usare la moneta italiana edi adeguarsi alle leggi italiane, mentre avevano sempre e naturalmenteadottato lingua e leggi diverse.

Dico questo perché – a mio giudizio – nel provvedimento in esamedovrebbe essere indicato un numero chiuso di popolazioni collegate adun territorio, per le quali possa essere giustificato l’uso di uno strumentodi tutela particolare di minoranza linguistica. Non si può genericamenteattribuire una tutela a delle lingue parlate da popolazioni che non sonoradicate in un territorio e che non sono comunque definite. Si arriverà atutelare lingue di nomadi che girano sul territorio italiano, con tutti glieffetti che si possono immaginare per la scolarizzazione e viadicendo.

Invece, a mio giudizio dovrebbe essere elencato all’articolo 2 unnumero chiuso di lingue collegate a popolazioni residenti in determinatearee geografiche indicate nella legge stessa; questo è quello che si do-vrebbe fare e che vedo non viene fatto.

Meritevoli di tutela, oltre all’accennato tedesco dell’Alto Adige, so-no quelle lingue parlate ormai da minoranze esigue di popolazioni chele hanno sempre usate, anche in costanza della presenza italiana. Io so-no della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, da noi in montagna è par-lata ancora la lingua Walser, un dialetto svizzero-tedesco attualmenteparlato da circa 300 persone, quasi tutte anziane. Si tratta però di perso-ne che appartengono a famiglie che hanno sempre parlato questo dialet-to; sanno l’italiano e ovviamente lo parlano, perché sono sempre vissutea contatto con la popolazione italiana, ma in casa parlano tuttora questodialetto.

Capisco allora la tutela di tali minoranze, perché esse hanno unacontinuità con tradizioni e culture diverse con le quali hanno anche rap-porti familiari. Ad esempio, le famiglie che abitano a Macugnaga e aFormazza, per indicare due località dell’alta Val d’Ossola dove si parlaancora il dialetto Walser, hanno i parenti in Svizzera con i quali parlanoquesta lingua abitualmente; pertanto, c’è una continuità di rapporti e unacompresenza di persone che appartengono allo stesso gruppo linguisti-co-culturale a cavallo di frontiera e quindi popolazioni che sono diviseamministrativamente per l’appartenenza a Stati diversi, caratterizzateperò da una contiguità e da una continuità culturale. Capisco quindi latutela di tali popolazioni; esse sono state in qualche modo costrette en-tro confini italiani e quindi anche spinte ad usare la lingua italiana, puravendo nella propria famiglia tradizioni di lingua diversa.

Non mi sembra invece si possa giustificare la tutela di minoranzelinguistiche recenti, cioè di popolazioni entrate nel territorio italiano so-lo recentemente; questo è il primo passaggio per poi consentire anche latutela di minoranze linguistiche non storiche, cioè costituite a seguitodell’immigrazione volontaria in Italia. Parlavo prima di artifizi e di rag-giri; questo testo è la premessa per ulteriori norme che amplieranno laquantità delle minoranze linguistiche, non più storiche ma attuali, neiconfronti delle quali verranno stabiliti particolari provvedimenti di natu-ra economica e di tutela della lingua.

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Vedo quindi con molto sospetto questo provvedimento così come èformulato, per le malcelate intenzioni dei proponenti e poi del legislato-re, perché ormai è certo che esso verrà approvato. Pertanto, lo consideroqualcosa di pericoloso per un equilibrio complessivo nei rapporti delleminoranze all’interno del paese; si va verso uno squilibrio che mira atutelare e favorire gruppi di persone e soggetti che probabilmente nonsono meritevoli di così tanta tutela e ciò a scapito della stragrande mag-gioranza degli italiani, che finiscono per essere quasi una minoranza incasa propria: nel voler tutelare situazioni minoritarie si finisce poi pereccedere e penalizzare le maggioranze.

A mio giudizio è un cattivo modo di fare legislazione, quindi espri-mo fin da ora la mia posizione di contrarietà nei confronti di questo di-segno di legge.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Zanoletti. Ne hafacoltà.

ZANOLETTI. Signor Presidente, la lingua – è stato detto da tutti –è importante perché è civiltà, tradizione e valori e tutti sosteniamo nonsolo l’opportunità ma anche la necessità di tutelarla; in questo modo, situtela anche l’identità che è maggiormente opportuna nel momento incui si va attuando un processo di mondializzazione che si traduce anchein un livellamento.

Anch’io condivido questi princìpi e quanto contenuto nell’articolo1 del disegno di legge in esame. Ricordo, oltretutto, che sono stato pre-sentatore di un provvedimento volto nella stessa direzione.

Non condivido però le indicazioni contenute nell’articolo 2 chepresenta un elenco delle lingue che si intende tutelare perché, in questomodo, ritengo si mettano insieme due realtà diverse, una delle quali èrappresentata dalla lingua ladina e da quella occitana. Colgo comunquel’occasione per esprimere la mia soddisfazione per il riconoscimentodella lingua e della cultura occitana che nella mia zona sono moltoimportanti.

Il ladino e l’occitano, comunque, sono una realtà diversa da quellarappresentata dal friulano o dal sardo, ma se noi riteniamo opportuno in-serire queste ultime lingue nell’elenco di cui all’articolo 2 del disegnodi legge, mi domando per quale motivo non si inseriscano anche il pie-montese o altre lingue che hanno pari valore, pari dignità, pari utilizzo epari diffusione.

A mio avviso, l’articolo 2 contiene sia princìpi condivisibili siaprincìpi meno accettabili. Ad esempio, non è condivisibile il criterio inbase al quale tutte le lingue contenute nell’elenco sono state unificate inun’unica realtà. Non so se in una legge che si presenta con certi obietti-vi sia possibile conciliare la giusta tutela di tutte le lingue e di tutte ledifferenze esistenti nel nostro paese; se questo non è possibile, conven-go con coloro che hanno proposto di elaborare una legge quadro chesancisca alcuni princìpi fondamentali per delegare poi alle regioni la tu-tela concreta di questo patrimonio.

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Ritengo che questa sia una strada molto più giusta ed efficace, mase il testo del disegno di legge permane con questa formulazione, in dis-senso dal mio Gruppo preannuncio il mio voto di astensione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Camber. Ne hafacoltà.

CAMBER. Signor Presidente, il mio intervento sarà molto breve.Esplicito soltanto la mia personale contrarietà al testo del disegno dilegge così come pervenuto dalla Camera dei deputati.

È chiaro che i pronunciamenti delle forze politiche fanno certamen-te presagire un’approvazione del provvedimento così come licenziatodalla Camera ma io limito la mia analisi alla sottolineatura dei gravissi-mi squilibri che una siffatta legge verrebbe a determinare.

Peraltro, rilevo nell’articolo 2 un’elencazione delle lingue da tutela-re certamente non esaustiva e che sarà foriera di ulteriori sicuriallargamenti.

Allo stato, inoltre, limito la motivazione della mia contrarietà alprovvedimento in esame al combinato disposto degli articoli 2, 3 e 4,che laddove applicati pedissequamente – come evidentemente accadrà –determineranno una paralisi dell’attività amministrativa e – ripeto – ilsorgere di gravissimi squilibri di carattere economico, in particolare dinatura occupazionale.

Inoltre, vorrei rilevare che l’articolo 4 è stato focalizzato su imposi-zioni assolutamente inaccettabili che coinvolgono il regime che si ver-rebbe a determinare nelle scuole materne e nelle istituzioni scolasticheelementari e secondarie di primo grado.

Infine, mi limito ad un unico esempio che rappresento nella miacittà, Trieste, capoluogo del Friuli-Venezia Giulia. Delle 12 minoranzelinguistiche citate nell’articolo 2 del disegno di legge almeno 7 sonopresenti nella città di Trieste. Il caos che deriverebbe da un’applicazionepratica dei princìpi contenuti nella presente legge è di assoluta intuibilitàe di radicale inaccettabilità. Per l’esempio che ho richiamato, certamentevarrà il regime delle regioni a statuto speciale previsto dall’articolo 18del disegno di legge in questione e, poiché tale provvedimento nasce perintrodurre princìpi più favorevoli, certamente la sua applicazione deter-minerà – ripeto – squilibri di enorme gravità e costi che in questo mo-mento si presentano molto contenuti ma che in futuro saranno più one-rosi; in particolare, si determineranno costi di natura sociale, rotture diequilibri e squilibri imposti che non saranno accettati e che, come tali,probabilmente saranno forieri di altri problemi forse più gravi di quellicui con il presente provvedimento si cerca surrettiziamente di daresoluzione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Masullo. Ne hafacoltà.

MASULLO. Signor presidente, onorevoli colleghi, ho deciso di in-tervenire a proposito di questo disegno di legge, non perché abbia una

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particolare contrarietà nei suoi confronti, ma perché mi vorrei permette-re di sottolineare un aspetto che attiene alla nostra politica culturale nelsuo complesso.

Ogni epoca della storia civile ha avuto i suoi accessi di pazzia.Certamente, non possiamo dimenticare quella, sia pur sacrosanta, checaratterizzò la seconda metà del Settecento, con la pretesa illuministicadi un’eguaglianza immediatamente erogata, né quella ottocentesca, conl’esaltazione dei nazionalismi e le conseguenze che sono ancora nellamemoria di tutti noi. Ma c’è anche la pazzia del nostro tempo, quella diun’atomizzazione tendenziale e fortemente crescente della nostra conce-zione sociale, la quale naturalmente comporta vari pericoli. A propositodella lingua, non vorrei che fosse dimenticato il fatto che la stessa è cer-tamente un tesoro prezioso di memoria storica e anche di invenzione at-tuale, tuttavia è molto difficile stabilire dove si fermi il confine tra unalingua maggiore e una sua parte minore, cioè una minoranza. Quindi,noi tendiamo ad applicare anche in materia linguistica la stessa pazziadi certe esaltazioni arazionali del cosiddetto federalismo, perché ad ogniparte minore corrispondono altre subparti ancor minori della parte checompongono. Di questo passo, dovremmo riconoscere una assoluta auto-nomia di carattere addirittura normativo a ciascun individuo.

La stessa cosa avviene con le lingue. Perché fermarci alle cosiddet-te lingue minoritarie ufficialmente considerate e non pensare alla linguaminoritaria di ciascun paese, di ciascuna famiglia o di ciascun indivi-duo? Perché non dobbiamo neppure dimenticare che la lingua, proprioperché viva, non è mai parlata nello stesso nodo da due persone, sia purcontemporanee. Ognuno nella lingua porta innovazioni e la lingua è vi-va proprio per le innovazioni che essa porta dentro di sé. Allora, le mi-noranze linguistiche vanno rispettate laddove sono storicamente definiteanche dal punto di vista dei loro diritti civili e politici, ma incrementarel’esaltazione della frammentazione linguistica, nel momento stesso incui aspiriamo anche sul piano educativo a formare persone capaci di in-tendersi nell’universo mondo degli uomini, mi pare sia qualcosa da sot-tolineare come contrario ad un principio di razionalità.

Ecco perché io, di fronte all’atomizzazione delle lingue, che rap-presenta il traguardo, mi sembra inevitabile e un po’ inconsapevolmenteperseguito nei nostri giorni, mi sento riportare alla memoria un detto diun saggio cinese del quarto o del quinto secolo avanti Cristo, quindicontemporaneo dei nostri grandi filosofi greci, il quale diceva che il po-polo è come la sabbia, se viene un grande acquazzone quella sabbia di-venta fango, se viceversa a lungo risplende il sole, quella sabbia diventacosì secca che perde qualsiasi coesione dei propri granelli e, al primosoffio di vento, viene sollevata e dispersa.

Ciò che caratterizza il problema di fondo del nostro tempo è la ri-cerca di strumenti di coesione, non di divisione. Sminuzzare finoall’estremo i grandi corpi civili e culturali non significa garantire la li-bertà degli individui, ma renderli, viceversa, schiavi di piccoli gruppi,ognuno dei quali, chiuso entro se stesso, diventa inevitabilmente ostileagli altri, così come ci insegnano le recenti, tragiche avventurebalcaniche.

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Pertanto, non in particolare dispregio dello spirito certamente posi-tivo dei proponenti del disegno di legge in esame, ma per una preoccu-pazione culturale ed umana molto più profonda, mi asterrò dalla vota-zione del provvedimento. (Applausi dei senatori Calvi, Senese, Battafa-rano e Vertone Grimaldi. Congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bruno Ganeri. Neha facoltà.

BRUNO GANERI. Signor Presidente, mi ha spinto a prendere laparola il dotto e suggestivo intervento del senatore Masullo, di cui purcondivido la preoccupazione, ma ritengo che il disegno di legge recepi-sca un’istanza ed un bisogno che il Parlamento si accinge a prendere inconsiderazione con molto ritardo rispetto alla realtà.

Sul nostro territorio vivono tante minoranze linguistiche, le qualihanno contribuito alla formazione della nostra storia e ne fanno parte;però non sono riuscite, per mancanza di attenzione da parte degli orga-nismi che avrebbero dovuto mostrarla, a conservare il loro patrimoniolinguistico. Mi riferisco, in particolare, alle minoranze – non tanto dalpunto di vista numerico – della mia regione, la Calabria; qui le mino-ranze albanesi di fatto parlano due lingue: una in situazioni di non au-tenticità, a scuola, nei momenti in cui si codifica il sapere; la secondanella quotidianità, la lingua dei sentimenti, che non trova spazio nellascuola, rischiando di fatto una scissione della personalità.

Vorrei esprimere – la ringrazio, signor Presidente, per avermi forni-to questa possibilità – nel contempo una soddisfazione ed una preoccu-pazione per alcuni interventi che ho ascoltato in quest’Aula; una soddi-sfazione perché finalmente, anche se con molto ritardo, ed opportuna-mente il nostro paese con una legge quadro (la quale, comunque, pre-senta molti lati che personalmente non mi soddisfano perchè avrei volu-to fossero stati maggiormente recepiti) demanda la materia alle regioni.Ricordo che fra i disegni di legge presentati ce n’è uno a mia firma re-cante: «Tutela dei patrimoni linguistici regionali».

Esprimo in questo senso soddisfazione, però anche una preoccupa-zione: mi auguro che queste non restino soltanto delle dichiarazioni diprincipio, ma che venga consentito a tutti gli uomini e le donne del no-stro paese non soltanto di conservare la propria lingua ma soprattutto diesprimere se stessi e i propri sentimenti in un codice di comunicazionesempre più condiviso.

Vorrei terminare il mio intervento con una frase non mia, perricordare a me stessa e ai colleghi, all’Assemblee del Senato, quantoaffermava don Milani, ossia che fino a quando un uomo sarà inpossesso di una sola parola mentre un altro ne possiederà cento,sarà quest’ultimo il padrone e l’altro il servo. Io vorrei che tuttele minoranze linguistiche del nostro paese, le minoranze che si sonostoricizzate (gli albanesi, i rom, i sinti, i camminanti e le comunitàebraiche presenti in Italia), non vivessero, dal punto di vista linguistico,il dramma della subalternità, in un paese che li priva di uno strumentolinguistico di identificazione attraverso il quale si esprime la dignità

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della persona. (Applausi dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivoe dei senatori Gubert e Pinggera).

PRESIDENTE. Senatrice Bruno Ganeri, se è lecito esprimere ungiudizio, condivido le sue preoccupazioni, ma non voglio entrare nelmerito. La linguistica, da Gorgia da Lentini a Noam Chomsky è un’artemolto complicata e si sono udite delle affermazioni storicamente inesat-te in questa discussione: per questo, ripeto, condivido le sue preoccupa-zioni.

Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha facoltà di parlare il re-latore, senatore Besostri.

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, avevo intenzione di svol-gere una replica brevissima, perché ero favorevole – e lo sono tuttora –all’approvazione di questo provvedimento, ma non vorrei dare l’impres-sione di aver fretta non avendo a disposizione argomenti a sufficienzaper l’intervento.

Mi lamento, peraltro, che alcune delle osservazioni anche molto in-telligenti che sono state fatte qui non siano state poste prima, nella sedeopportuna: il provvedimento in esame, infatti, è stato esaminato in sedu-te congiunte delle Commissioni 1a e 7a ed avrei gradito moltissimo chequeste osservazioni fossero svolte in tale sede, anche considerato chequando le Commissioni lavorano congiuntamente la difficoltà a riunirleè molta. Rilevo, peraltro, che in tale sede i componenti delle Commis-sioni non hanno espresso un solo voto contrario e che ci sono state solodelle astensioni da parte di Gruppi dell’attuale opposizione.

Questo provvedimento è stato approvato dalla Camera dei deputatia grande maggioranza ed è stato trasmesso al Senato il 18 giugno 1998.Ricordo che la discussione è iniziata il 29 luglio, e che sono stati riaper-ti i termini per iscriversi a parlare per ben due volte. La possibilità, poi,che l’unità d’Italia dipenda dalla possibile approvazione o non approva-zione di questo provvedimento, mi sembra che sia piuttosto enfa-tizzata.

Non parliamo poi dei comuni grecanici della Puglia, perché se c’èun timore di disgregazione sociale, politica ed economica di quella re-gione, proviene certo più dagli scafisti del Montenegro, dagli albanesi edalla Sacra corona unita che dal fatto che esista una minoranza grecani-ca. (Applausi del senatore Gubert).

Vorrei poi richiamare i colleghi semplicemente a due fatti che nonpossiamo dimenticare. Fino a che non viene modificato, l’articolo 6 del-la nostra Costituzione impone alla Repubblica di tutelare le minoranzelinguistiche, senza distinguere – da questo punto di vista – tra lingua,dialetto e così via. Questa distinzione semplicemente non c’è; comun-que, se la si voleva introdurre, si sarebbe potuto predisporre una bellalegge-quadro che definisse, appunto, «per legge» (e quindi in contrastocon quanti ritengono che la lingua sia sempre in evoluzione) cosa sialingua e cosa sia dialetto, anche se storicamente questa distinzione nonc’è stata.

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Fino a che non si è determinata in Spagna l’autonomia della Gali-zia, il galiego era considerato con disprezzo un dialetto: se invece quellepopolazioni avessero fatto parte del Portogallo, quel dialetto sarebbe sta-to – invece – portoghese e una lingua ufficiale. Grazie alla crociata con-tro i Catari, e così via, l’occitano soltanto dopo molti secoli ha potutodiventare una lingua, altrimenti avrebbe avuto il suo Stato e pari dignitàdel francese da molto tempo prima.

VERTONE GRIMALDI. Ma c’è tutta una letteratura...

BESOSTRI, relatore. Ma ciò non basta. La letteratura c’è anche inpiemontese ed ho ricevuto delle grammatiche e dei dizionari su queldialetto, ma non è questo il punto della questione.

Con questo provvedimento si consente a delle comunità che si rico-noscono in una determinata identità linguistica e culturale, di poterlaesprimere. Ma non esiste in questa norma nulla che obblighi il grecani-co, se non vuole farlo, a parlare il greco e neanche l’occitano a parlarel’occitano o il franco-provenzale a parlare il franco-provenzale. Non èquesto lo spirito del disegno di legge.

Non solo. Dove eravamo, noi critici, quando abbiamo prima firma-to e poi ratificato con legge la Convenzione per la tutela dei gruppi et-nici minoritari, in cui si impone agli Stati aderenti, tra cui l’Italia, di ri-conoscere quanto sottoscritto?

L’articolo 11 della Costituzione ha o no un suo valore? Tutti quelliche hanno approvato questi strumenti internazionali erano distratti e nonsapevano cosa stavano facendo, e finalmente ce ne accorgiamo alle ore19, dovendo discutere questo provvedimento, che arriva con troppo ri-tardo? Credo che restino le opinioni di ciascuno di noi, ma non si puòpensare che l’unità d’Italia o la sua disgregazione dipendano dalla deci-sione che una è una lingua e un’altra è un dialetto, tanto più che in que-sto periodo ho avuto contatti con le due società più importanti del setto-re, la società italiana di glottologia e la società di linguistica italiana,che sostengono – non sono un tecnico della materia – che la distinzionetra lingua e dialetto è ormai superata, infatti si usa la parola «parlate» ol’espressione «patrimoni linguistici» per non entrare nei dettagli. Spet-terà poi, alla fine, alle singole comunità e alla capacità di standardizzareuna lingua se questa nascerà o meno.

Penso che gli argomenti sui quali dobbiamo decidere siano le con-venzioni internazionali da noi liberamente sottoscritte, nel quadro dellacooperazione europea, una norma della Costituzione e la Carta europeadelle lingue regionali o minoritarie (che supera quindi, anche nel titolo,la distinzione fra le lingue regionali e quelle minoritarie), che l’Italianon ha potuto firmare, pur avendo votato a suo favore quando è stataelaborata, perché nel momento della firma, non avendo una legge qua-dro, saremmo diventati inadempienti alla Carta stessa, che invece vo-gliamo rispettare.

Abbiamo detto fin dall’inizio che questo provvedimento presentaalcune lacune, d’altronde se qualcuno si fosse preso la briga di leggerel’ordine del giorno n. 1 proposto dalle Commissioni, avrebbe constatato

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che alcune delle critiche espresse nel corso del dibattito erano già stateformulate dalle Commissioni stesse. Abbiamo scelto come punto di par-tenza il disegno di legge in esame, perché la sua approvazione ci con-sente di firmare la Carta; nella legge di ratifica potremo, con le normedi attuazione, colmare le lacune in un senso o nell’altro, in un dibattitoche troverà lì la sua sede.

Ritengo che questo provvedimento meriti di essere approvato, an-che con i suoi difetti, innanzi tutto perché abbiamo assunto un obbligointernazionale. Se qualcuno non è d’accordo, presenti un disegno di leg-ge, con cui si annulla la ratifica che abbiamo dato a questa convenzioneeuropea di protezione delle minoranze etniche e linguistiche; assuma pu-re questa iniziativa: in tal caso ci confronteremo su un terreno proprio.Non è possibile in sede di esecuzione ritenere che tutto sia sbagliato eda rifare, anche perché si tratta di un provvedimento che è stato «incu-bato» per circa un anno da ben due Commissioni, che sono state aperteai suggerimenti di tutti coloro che hanno voluto darli. Certamente, senon ci si accorge di quanto si sta preparando, poi arriva il momento incui, in occasione del voto finale, diventa una questione epocale quelloche non è altro che la traduzione di un obbligo che proviene sia dallaCostituzione, sia da convenzioni internazionali.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare la relatrice, senatrice Pagano.

PAGANO, relatrice. Signor Presidente, mi limito ad un’annotazio-ne: avrei preferito che si fosse entrati davvero – come ha detto il colle-ga relatore – nel merito di un provvedimento che ha i limiti sottolineatidalla relazione sia mia che del senatore Besostri.

Non ho niente da replicare, per non continuare il tipo di discorsoche è stato svolto, dal momento che sui punti specifici, sui quali proba-bilmente i senatori avrebbero potuto esercitarsi con maggiore interesse,ossia quelli relativi alle modalità con cui queste lingue devono essereprotette e al processo nell’ambito scolastico, non è stato detto nulla.

Prendo nota di questo e rimango con le perplessità che ho espressonella relazione introduttiva. Mi auguro che in seguito, nell’attuazione re-gionale di questo disegno di legge, la questione della scuola, che rendeattuale anche il progetto più generale dell’autonomia, sia affrontata inmaniera adeguata.

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il rappresentante del Go-verno.

ZOPPI, sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. SignorPresidente, signori senatori, ringrazio tutti coloro che, con i loro inter-venti, hanno arricchito il dibattito ed in particolare gli onorevolirelatori.

È stata sottolineata, con forte consapevolezza, l’importanza dell’at-to all’esame del Senato. L’attenzione è stata concentrata sulle minoranzestoriche, con una prospettiva più ampia rispetto a provvedimenti delpassato, anche recente, e con atteggiamenti politici aperti, senza dimen-

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ticare l’obbligo previsto dall’articolo 6 della Costituzione (articolo noncompletamente attuato) che impone alla Repubblica – come è stato bensottolineato – di tutelare con apposite norme le minoranze linguistiche.

Gli interventi realizzati finora afferiscono a quelle comunità territo-riali, la cui consistenza numerica ha imposto il problema di una rappre-sentanza politica locale. È ora necessario provvedere con eguale segnonei confronti delle altre minoranze che, seppur meno consistenti, allostesso modo risultano portatrici di una propria identità culturale, di ric-chezze culturali da riconoscere e garantire.

Il rapporto con la diversità, del resto, è sempre più presente nellanostra realtà quotidiana, costringendo ad inserire nel patrimonio cultura-le i valori della tolleranza e del rispetto con nuove modalità di convi-venza, senza peraltro dover limitare la rilevanza del principio di ugua-glianza stabilito nell’articolo 3 della Costituzione.

Se quest’ultimo, infatti, introduce nel primo comma la pari dignitàdi tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua e di reli-gione di fronte alla legge, indica nel secondo comma l’obbligo di ri-muovere gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza deicittadini, impediscono il pieno sviluppo della personalità umana e l’ef-fettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,economica e sociale del paese.

Nell’interpretazione della Corte costituzionale, come è noto, il prin-cipio di eguaglianza sostanziale si traduce in un concetto di parità ditrattamento, che sollecita il legislatore a nuovi interventi diretti ad assi-curare ambiti sempre più dettagliati di uguaglianza, tali anche da contri-buire alla costruzione di una più ricca identità nazionale.

In tal senso il Governo nel suo programma ha operato la scelta difavorire queste iniziative. L’esigenza di una tutela delle minoranze deri-va, peraltro, anche da un impegno comunitario, assunto attraverso varinegoziati svolti in sede consiliare. Mi riferisco, innanzi tutto, alla Con-venzione quadro europea sulla protezione delle minoranze nazionali, chel’Italia ha ratificato nell’agosto del 1997, ma devo ricordare anche laConvenzione denominata Carta europea delle lingue regionali o minori-tarie, attualmente in fase di discussione presso la Commissione affaricostituzionali, di cui il Governo intende garantire la relativa sottoscri-zione.

Nel quadro costituzionale e comunitario perciò si inserisce il dise-gno di legge in esame, che contiene punti qualificanti: le idealità primariferite. Ne richiamerò soltanto due: il primo è il riconoscimento dellalingua minoritaria che viene adottata in varia misura nella scuola locale,compatibilmente con i diversi livelli di autonomia, ma ancor più signifi-cativamente in seno agli organi collegiali ed elettivi delle amministra-zioni di appartenenza. Il secondo, di notevole spessore, investe l’inter-vento del Ministero per le comunicazioni per assicurare le condizioni ditutela delle minoranze nel servizio pubblico radiotelevisivo.

Concludo manifestando formalmente la posizione del Governo, vol-ta ad assentire la procedibilità del provvedimento in discussione, che ri-sulta pienamente conforme ai princìpi e alle prescrizioni della Costitu-zione, nonché assolutamente in linea con gli impegni comunitari e quelli

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programmatici del Governo. Faccio pertanto appello agli onorevoli sena-tori affinché sia approvato il disegno di legge ad essi sottoposto e finqui esaminato.

PRESIDENTE. Invito il senatore Segretario a dare lettura dell’ordi-ne del giorno n. 3 nel testo modificato.

MANCONI, segretario. Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,

considerato che:la pluralità delle identità linguistiche e culturali storicamente pre-

senti nel nostro paese è stata riconosciuta dal Parlamento meritevole ditutela da parte della Repubblica anche attraverso la presentazione di unapposito testo di legge per la preservazione e la valorizzazione delle mi-noranze linguistiche;

la comunità ebraica italiana costituisce una delle più antiche eradicate minoranze ed ha espresso la proprio autonoma identità culturaleattraverso una secolare produzione poetica, filosofica ed esegetica, dinotevole importanza tanto per la sua originalità quanto per le reciprocheinfluenze intrattenute col mondo culturale italiano e con le numerose co-munità ebraiche insediate negli altri paesi europei;

la comunità ebraica italiana è stata arricchita dai molteplici patri-moni linguistici dei paesi di origine,

impegna il Governoad intraprendere tutte le iniziative utili al fine di tutelare e valo-

rizzare il patrimonio storico e culturale di antichissima tradizione dellacomunità ebraica italiana.

9.3366.3 (Nuovo testo) DE LUCA Athos, CAMERINI

PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo apronunziarsi sugli ordini del giorno in esame.

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevolesull’ordine del giorno n. 1 (Nuovo testo) presentato dalle Commissioni.Questo consente di tranquillizzare i colleghi perché si impegna, nel dareattuazione, a sentire le società più rappresentative dei linguisti italiani.Perciò chi è preoccupato delle distinzioni tra lingua e dialetto troverà ilsuo supporto nelle società scientifiche che si occupano di questoproblema.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno n. 2 sulla lingua dei segni,essa non è a mio avviso di stretta competenza di questo provvedimentoperché non si tratta di una minoranza linguistica di quelle in senso stori-co, però va nella direzione di favorire l’espressione nei modi migliori.Esprimo pertanto parere favorevole.

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Esprimo altresì parere favorevole sull’ordine del giorno n. 3, con lemodifiche che abbiamo testé ascoltato, perché era prima inaccettabile inquanto non esiste un’identità linguistica e culturale della comunità ebrai-ca italiana.

PRESIDENTE. Culturale sì, linguistica no.

BESOSTRI, relatore. Sì, intendevo linguistico-culturale. Essendoinoltre stato modificato anche l’impegno il parere è senz’altro favo-revole.

A volte a fare troppo si rischia quello che diceva Oscar Wilde, chechi è un filosemita è l’antisemita che ama gli ebrei.

PRESIDENTE. Senatore Besostri, il riferimento della prima stesuraera evidentemente alle due lingue parlate storicamente dalla comunitàebraica italiana, il giudeo romano che ha avuto espressione poetica inImmamel Romano, e il giudeo veneziano che ha avuto espressione poe-tica nel 700 dalla Sullam. Erano questi i riferimenti impliciti.

BESOSTRI, relatore. Per quanto riguarda i due ordini del giornonn. 4 e 5, che in parte coincidono perché chiedono la tutela (come l’or-dine del giorno delle Commissioni) delle lingue non territoriali, chiede-rei ai sottoscrittori di integrare il dispositivo dell’ordine del giorno n. 4firmato anche dal senatore Lombardi Satriani con il secondo capoversodell’impegno dell’ordine del giorno n. 5. In questo caso darei un parerefavorevole perché votarne due sullo stesso argomento mi sembraeccessivo.

Per quanto riguarda l’ordine del giorno n. 6 il parere è favo-revole.

ZOPPI, sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. SignorPresidente, il parere del Governo è chiaramente conforme a quelloespresso dal relatore.

GASPERINI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPERINI. Signor Presidente, ho ascoltato con molta attenzionele parole del senatore Besostri, relatore del disegno di legge al nostroesame, persona che io stimo per la cultura, per la competenza e per laprofondità delle argomentazioni. Mi è parso però di intuire dalle paroledel senatore Besostri una doglianza nei riguardi dell’iter procedurale diquesta legge. Egli si è chiesto, se non ho capito male, perché vengonoproposte queste argomentazioni in Aula quando nella riunione congiuntadella 1a e della 7a Commissione, quando fu discusso questo disegno dilegge, si era in maggioranza, salvo qualche astensione, d’accordo sul

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provvedimento stesso, mentre ora vengono e approdano ai vari lidi tuttequeste circostanze, queste osservazioni, questi punti di vista che in quel-la sede non furono sollevati.

Direi però che, se le osservazioni che ha fatto il relatore, se la miaconoscenza della legge fanno emergere delle perplessità, se neppure di-stinguiamo tra lingua e dialetto, forse sarebbe opportuno un ulteriore ap-profondimento del tema. Prima ho sentito il senatore Pellegrino dubitareche vi fossero delle lingue negli antichi Stati italiani. Ricordo che il ve-neto fu lingua, tanto che nell’Archivio di Stato di Venezia, che si puòvisitare ogni giorno, ci sono 122 chilometri di volumi contenenti docu-menti spediti ai vari ambasciatori, nelle diverse località d’Europa, in lin-gua, quindi – tra virgolette, perché fu lingua – in dialetto veneto.

Se non conosciamo neppure e non abbiamo approfondito un temafondamentale della legge, come la differenza tra lingua e dialetto, direiche ha ragione il relatore, per cui, se vogliamo re melius perpensa, chie-derei che quest’Aula rimettesse all’esame delle Commissioni riunite ildisegno di legge, affinché una volta tanto siamo in grado di approvareuna legge seria e dignitosa.

Chiedo, pertanto, che l’Aula si pronunci in questo senso. (Applausidai Gruppi Lega Forza Padania per l’indipendenza del Nord e ForzaItalia).

PRESIDENTE. Colleghi, è stata avanzata una richiesta di rinvio inCommissione, evidentemente utilizzando la norma regolamentare cheammette la richiesta di rinvio per elementi nuovi emersi dopo l’iniziodel dibattito.

Invito pertanto i relatori e il rappresentante del Governo a pronun-ciarsi su tale richiesta.

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, il parere è nettamente con-trario in quanto il disegno di legge è stato approfondito in Com-missione.

La discussione è stata interessante, ma rimane valido il punto di-scusso in Commissione che, pur di fronte alle lacune presenti nel prov-vedimento – peraltro evidenziate anche nell’ordine del giorno presentatodalle Commissioni – fosse prioritaria l’approvazione di una legge qua-dro, di cui siamo carenti, per far fronte agli obblighi internazionalidell’Italia. Questa è la vera ragione. Senza considerare che rinviare ulte-riormente l’iter di approvazione del provvedimento ci renderebbe ancorapiù inadempienti rispetto agli obblighi costituzionali. Chi chiede il rin-vio in Commissione deve sapere che – trattandosi di Commissioni riuni-te – di fatto chiede che questo provvedimento non venga approvato nelcorso dell’attuale legislatura.

Apprezzo allora maggiormente coloro che esprimeranno un votocontrario all’insabbiare definitivamente questa legge con un artifizioprocedurale.

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ZOPPI, sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione. SignorPresidente, esprimo parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di rinvio inCommissione avanzata dal senatore Gasperini.

SCOPELLITI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SCOPELLITI. Signor Presidente, vorrei dire al relatore Besostriche il rischio di inadempienza non ci autorizza a fare una brutta legge.Quanto poi alla possibilità di approvare questo provvedimento nel corsodella legislatura, farà i conti con il suo Presidente del Consiglio.

In ogni cao, dal momento che ci apprestiamo a votare, chiedo laverifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta, testé avanzata dalla senatrice Scopelliti, risulta appoggiata dal pre-scritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Apprezzate le circostanze, rinvio il seguito della discussione dei di-

segni di legge in titolo ad altra seduta.

Mozioni, interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare annunzio dellamozione, della interpellanza e delle interrogazioni pervenute allaPresidenza.

MANCONI, segretario, dà annunzio della mozione, della interpel-lanza e delle interrogazioni pervenute alla Presidenza, che sono pubbli-cate nell’allegato B al Resoconto della seduta odierna.

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Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche(3366)

ORDINI DEL GIORNO

Il Senato,in sede di esame dei disegni di legge nn. 3366, 424, 1207, 2082,

2332, 3037 e 3426, recanti norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche,

rilevato che il disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Ca-mera dei deputati, costituisce una risposta necessaria, ma ancora parzia-le, al problema delle parlate minoritarie e delle popolazioni intese comecomunità che ne fanno uso;

rilevato che vi sono obblighi costituzionali e convenzionali inter-nazionali per la protezione delle minoranze linguistiche rispetto ai qualiil nostro Paese risulta inadempiente se non si approva rapidamente unalegge-quadro sulle lingue minoritarie;

ritenuto che una effettiva protezione dei patrimoni linguistici re-gionali e locali, indipendentemente dalla disputa sulla natura di lingua odialetto delle parlate, richiede interventi più vasti, ivi compresi quelli dinatura economica e sociale a favore del mantenimento territoriale delleminoranze linguistiche;

ritenuto che, in ossequio al principio di sussidiarietà, il compitoprimario di individuare i patrimoni linguistici diversi dall’italiano spettaalle comunità direttamente interessate, in attuazione degli obblighi costi-tuzionali ed internazionali dell’Italia;

rilevato in particolare che vi sono patrimoni linguistici che meri-terebbero tutela, se questa è la volontà delle popolazioni interessate edelle istituzioni territoriali che le rappresentano (in primo luogo le re-gioni), e che non sono contemplati nel disegno di legge, quali, ad esem-pio, il piemontese, il veneto o il napoletano, ovvero le eteroglossie inter-ne, come il gallo-italico di Sicilia;

rilevato che vi sono patrimoni linguistici tipici di popolazioninon stanziali, come le parlate dei Rom e dei Sinti che meritanotutela;

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tutto ciò premesso,impegna il Governo a sottoscrivere la Carta europea delle lingue

regionali o minoritarie (Strasburgo 5 novembre 1992) predispostanell’ambito del Consiglio d’Europa, affinchè in sede di ratifica e di at-tuazione sia possibile ovviare alle lacune del disegno di legge in esame,sentite le società scientifiche più rappresentative degli studiosi di scien-za del linguaggio.

9.3366.1 (Nuovo testo) LE COMMISSIONI

Il Senato,nell’esaminare l’articolo 2 del disegno di legge n. 3366, recante

norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche,impegna il Governo ad adottare, con distinto provvedimento, op-

portune iniziative per riconoscere la lingua dei segni italiana (LIS) comelingua propria dei sordi prelinguali in applicazione degli articoli 3 e 6della Costituzione e in ottemperanza alla Carta europea delle lingue re-gionali o minoritarie, adottata dal Consiglio d’Europa a Strasburgo il 5novembre 1992. In particolare,

impegna il Governo:1) ad adottare i provvedimenti ritenuti più idonei al fine di assi-

curare un impiego sempre più diffuso di tale lingua e la sua tutela;2) a consentire ed agevolare l’utilizzo della lingua dei segni ita-

liana in tutti i rapporti sociali volti a consentire il pieno inserimento deisordi prelinguali, con particolare riguardo ai rapporti con le pubblicheamministrazioni, a quelli con gli enti locali e ai procedimenti giudiziaricivili e penali;

3) a garantire l’utilizzo di un interprete nelle università;4) a potenziare le trasmissioni televisive con lingua dei segni as-

sistite da un interprete e quelle sottotitolate, riconoscendo, altresì, lacreazione di trasmissioni gestite interamente da sordi.

9.3366.2 RESCAGLIO, ANDREOLLI

Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,considerato che:

la pluralità delle identità linguistiche e culturali storicamente pre-senti nel nostro paese è stata riconosciuta dal Parlamento meritevole ditutela da parte della Repubblica anche attraverso la presentazione di unapposito testo di legge per la preservazione e la valorizzazione delle mi-noranze linguistiche;

la comunità ebraica italiana costituisce una delle più antiche eradicate minoranze ed ha espresso la propria autonoma identità culturaleattraverso una secolare produzione poetica, filosofica ed esegetica, di

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notevole importanza tanto per la sua originalità quanto per le reciprocheinfluenze intrattenute col mondo culturale italiano e con le numerose co-munità ebraiche insediate negli altri paesi europei;

il rinnovamento della lingua ebraica parlata e scritta, divenutaanche lingua ufficiale dello Stato di Israele, ha avuto una influenza ec-cezionale nel nucleo ebraico italiano, all’interno del quale un numerosempre maggiore di persone utilizza oggi l’ebraico moderno come for-ma di comunicazione diretta e di elaborazione scientifica, al cui ricono-scimento si sta lavorando anche in sede di Unione Europea,

impegna il Governoad intraprendere tutte le iniziative utili al fine di tutelare e valo-

rizzare un patrimonio storico di antichissima tradizione, riconoscendo epreservando l’identità linguistica e culturale della comunità ebraicaitaliana.

9.3366.3 DE LUCA Athos

Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,

considerato che:la pluralità delle identità linguistiche e culturali storicamente pre-

senti nel nostro paese è stata riconosciuta dal Parlamento meritevole ditutela da parte della Repubblica anche attraverso la presentazione di unapposito testo di legge per la preservazione e la valorizzazione delle mi-noranze linguistiche;

la comunità ebraica italiana costituisce una delle più antiche eradicate minoranze ed ha espresso la propria autonoma identità culturaleattraverso una secolare produzione poetica, filosofica ed esegetica, dinotevole importanza tanto per la sua originalità quanto per le reciprocheinfluenze intrattenute col mondo culturale italiano e con le numerose co-munità ebraiche insediate negli altri paesi europei;

la comunità ebraica italiana è stata arricchita dai molteplici patri-moni linguistici dei paesi di origine,

impegna il Governoad intraprendere tutte le iniziative utili al fine di tutelare e valo-

rizzare il patrimonio storico e culturale di antichissima tradizione dellacomunità ebraica italiana.

9.3366.3 (Nuovo testo) DE LUCA Athos, CAMERINI

Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,

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rilevato:che il disegno di legge in esame non contempla, tra i patrimoni

linguistici e culturali che meriterebbero tutela, l’antica lingua «romanes»parlata da Rom e Sinti;

che la presenza di Rom e Sinti sul territorio italiano si può vero-similmente datare dal 1392, quando le armate mussulmane sospinsero lepopolazioni della costa adriatica orientale verso l’Italia;

considerato che, a causa del nomadismo, la lingua e la cultura diRom e Sinti non sono ritenute meritevoli di tutela dal disegno di leggein esame, si rileva che la maggior parte dei circa 70.000 Rom e Sinticon cittadinanza italiana hanno una loro specifica e ben individuata resi-denzialità e che il nomadismo di Rom e Sinti, come afferma anche unasentenza del Tar Emilia-Romagna che li riconosce come minoranza etni-co-linguistica, è in gran parte legato alle loro specifiche attivitàlavorative;

considerato che i figli di Rom e Sinti frequentano ormai da 25anni le scuole dello Stato italiano, alle quali richiedono il riconoscimen-to e l’insegnamento della loro lingua,

impegna il Governo a sottoscrivere la Carta Europea delle lingueregionali o minoritarie (Strasburgo, 5 novembre 1992) e, in sede di rati-fica, ad includere la tutela della lingua e della cultura delle popolazioniRom, Sinti e camminanti.

9.3366.4 (Testo corretto) RUSSO SPENA, BRUNO GANERI, MONTICONE, SAL-VATO, MANCONI, LOMBARDI SATRIANI, SENESE,RESCAGLIO, BERGONZI, CÒ, CRIPPA

Il Senato,in sede di esame dei disegni di legge nn. 3366, 424, 1207, 2082,

2332, 3037 e 3426, recanti norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche;

rilevato che il disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Ca-mera dei deputati, costituisce una risposta necessaria, ma ancora parzia-le, al problema delle lingue minoritarie e delle popolazioni che ne fannouso;

rilevato che vi sono obblighi costituzionali e convenzionali inter-nazionali per la protezione delle minoranze linguistiche rispetto ai qualiil nostro Paese risulta inadempiente se non si approva rapidamente unalegge-quadro sulle lingue minoritarie;

rilevato in particolare che il patrimonio linguistico e culturaledelle popolazioni rom e sinti di antico insediamento, pur meritevole ditutela, non è contemplato dal disegno di legge;

ritenuto che una effettiva protezione dei patrimoni linguisticiregionali e locali in generale e in particolare di quello dei Rome dei Sinti, le cui comunità hanno negli anni dato vita ad unprocesso sempre più diffuso di stanzializzazione, non può non fondarsisu interventi più vasti, ivi compresi quelli di natura economica e

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sociale a favore del mantenimento territoriale delle minoranze lin-guistiche, tutto ciò premesso,

impegna il Governo:a sottoscrivere la Carta Europea delle lingue regionali o minori-

tarie (Strasburgo 5 novembre 1992) predisposta nell’ambito del Consi-glio d’Europa, e a far sì che in sede di ratifica e di attuazione sia possi-bile ovviare alle lacune del disegno di legge in esame relativamente allaposizione della minoranza rom e sinti;

ad elaborare una strategia coordinata mirante all’attuazione dipolitiche attive di protezione e sviluppo sociale delle comunità apparte-nenti alla minoranza rom e sinti, in mancanza delle quali la stessa so-pravvivenza dell’identità culturale e linguistica di tali comunità è postaa serio rischio.

9.3366.5 LOMBARDI SATRIANI

Il Senato,in sede di esame dell’articolo 16 del disegno di legge n. 3366 re-

cante: «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistichestoriche»,

considerato che:il disegno di legge n. 3366 è volto a promuovere non solo la lin-

gua, ma anche il rispetto e lo studio delle tradizioni culturali delle popo-lazioni appartenenti ad una minoranza linguistica;

gli eco-musei devono essere concepiti, prima ancora che per unafruizione turistica, per la comunità locale stessa, perchè hanno il compi-to di restituire dignità alle comunità e di preservarle dal depauperamentoculturale mantenendo il senso dell’identità di fronte alle tendenze pla-smatrici preponderanti di modelli esterni;

il paesaggio, inteso come interrelazione fra elementi naturali ecomponenti storiche dovute alla presenza dell’uomo sul territorio, rap-presenta una parte fondamentale dell’identità culturale;

la valorizzazione delle caratteristiche storico-insediative del terri-torio in cui è presente la minoranza linguistica può essere favorita dalrecupero di antiche professionalità e tecniche costruttive e dall’utilizzodi materiali locali;

frequentemente i materiali locali vengono sostituiti, per motivi dicosto, da materiali succedanei sovente estratti persino al di fuori del ter-ritorio nazionale, determinando la chiusura delle cave locali e un ulterio-re decremento dell’occupazione nelle aree spesso svantaggiate in cui ri-siedono le minoranze linguistiche,

impegna il Governo:a sostenere e favorire, attraverso opportune provvidenze, gli

eco-musei;

493

Page 500: delle minoranze linguistiche storiche

Senato della Repubblica XIII Legislatura– 54 –

685a SEDUTA (pomerid.) 6 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

a favorire il recupero di antiche professionalità e di tecnichecostruttive;

ad incentivare il ripristino dell’uso di materiali locali o tradizio-nali negli interventi edilizi compresi nei territori dove sono insediate lepopolazioni di cui all’articolo 2 del disegno di legge.

9.3366.6 BRIGNONE

494

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

686a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

GIOVEDÌ 7 OTTOBRE 1999(Antimeridiana)

Presidenza del vice presidente ROGNONI,indi del vice presidente FISICHELLA

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . . . Pag. V-XVI

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-53

ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nelcorso della seduta). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55-62

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . . 63-92

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

495

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

686a SEDUTA (antimerid.) 7 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

INTERROGAZIONI

Svolgimento di interrogazioni a risposta im-mediata, ai sensi dell’articolo 151-bis delRegolamento, sulle nomine dell’ENI:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . 2, 3, 4 e passimAMATO, ministro del tesoro, del bilancio edella programmazione economica . . . . . . . 2, 3,

4 e passimMACONI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . 2, 3

* SERVELLO (AN) . . . . . . . . . . . . 3, 4, 5 e passimGRILLO (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6, 7PALUMBO (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9D’ONOFRIO (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10, 11CAPONI (Misto-Com.) . . . . . . . . . . . . . . . . 11, 12TABLADINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13, 14

SULL’ADOZIONE DEL QUESTION TIMEIN ASSENZA DI DIRETTA TELEVI-SIVA:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15, 16SERVELLO (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15TABLADINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

DISEGNI DI LEGGE

Discussione:(4205) Conversione in legge del decre-to-legge 9 settembre 1999, n. 312, recantedisposizioni straordinarie ed urgenti per ilsettore della pesca (Relazione orale)

Approvazione, con modificazioni, con il se-guente titolo: Conversione in legge, conmodificazioni, del decreto-legge 9 settem-bre 1999, n. 312, recante disposizionistraordinarie ed urgenti per il settore dellapesca:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . 16, 17, 18 e passim

BARRILE (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . Pag. 16,23, 24 e passim

D’ONOFRIO (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17, 33BEDIN (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18, 34RECCIA (AN) . . . . . . . . . . . 20, 26, 28 e passimMINARDO (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . 21SARACCO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 22FUSILLO, sottosegretario di Stato per le poli-tiche agricole e forestali . 23, 26, 27 e passimMORO (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24FERRANTE (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . 28, 31AZZOLLINI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . 29CASTELLANI Carla (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . 29GERMANÀ (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . 30, 33SCOPELLITI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . 32MAZZUCA POGGIOLINI (Misto-Dem.-L’Ulivo) 34

MOZIONI E INTERPELLANZE

Discussione della mozione 1-00422 e svolgi-mento dell’interpellanza 2-00912 sulla ri-costruzione nella ex Jugoslavia

Approvazione della mozione 1-00422:* SENESE (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . . 35

SALVATO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 37PIANETTA (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . 40NOVI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42RUSSO SPENA (Misto-RCP) . . . . . . . . . . . . 43, 50SERRI, sottosegretario di Stato per gli affariesteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45MAGNALBÒ (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48MIGONE (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . 49

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze lingui-stiche(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguisticiregionali

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

686a SEDUTA (antimerid.) 7 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche(Relazione orale):PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 51GASPERINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51Verifica del numero legale . . . . . . . . . . . . . 51

INTERROGAZIONI

Per lo svolgimento:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52PIZZINATO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . 52

ALLEGATO A

DISEGNO DI LEGGE N. 4205:Articolo unico del disegno di legge diconversione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55

Decreto-legge n. 312:Articolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55Articolo 2, emendamenti e ordine delgiorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56Articolo 3 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

MOZIONE E INTERPELLANZAOrdine del giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 62

ALLEGATO B

DISEGNI DI LEGGEAnnunzio di presentazione . . . . . . . . . . . . . 63Approvazione da parte di Commissionipermanenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

GOVERNOTrasmissione di documenti . . . . . . . . . . . . . 63

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONIAnnunzio di risposte scritte ad interroga-zioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64Annunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 92

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 51 –

686a SEDUTA (antimerid.) 7 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Seguito della discussione dei disegni di legge:

(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)

(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche(Relazione orale)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussionedel disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Camera dei deputati, edei disegni di legge nn. 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426.

Ricordo che nel corso della seduta pomeridiana di ieri si è conclusala discussione generale e hanno avuto luogo le repliche dei relatori e delrappresentante del Governo, i quali hanno espresso il proprio parere su-gli ordini del giorno presentati.

Ricordo altresì che il senatore Gasperini ha avanzato la proposta dirinviare in Commissione il disegno di legge in discussione.

Senatore Gasperini, intende mantenere tale proposta?

GASPERINI. Sì, signor Presidente.Richiedo, inoltre, che prima di passare alla votazione della proposta

di rinvio in Commissione si proceda alla verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta, avanzata dal senatore Gasperini, risulta appoggiata dal prescritto nu-mero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 52 –

686a SEDUTA (antimerid.) 7 OTTOBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Il Senato non è in numero legale.Apprezzate le circostanze, rinvio il seguito della discussione dei di-

segni di legge in titolo ad altra seduta.

Per lo svolgimento di interrogazioni

PIZZINATO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIZZINATO. Signor Presidente, il 12 maggio scorso, insieme aduna decina di colleghi lombardi, presentai un’interrogazione urgente, la4-15204, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’inter-no, relativa a numerosi attentati terroristici avvenuti in provincia di Mi-lano e in altre parti d’Italia. Qualche giorno dopo a Roma venne barba-ramente assassinato il professor Massimo D’Antona. A seguito di taledelitto, fecero nuovamente presente la loro attiva iniziativa nel territoriomilanese e presso le fabbriche i terroristi delle Brigate Rosse. Per que-sto, insieme ai colleghi, presentai un ulteriore interrogazione, la4-15689, sempre al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministrodell’interno.

Il presidente Mancino, a fronte di una mia sollecitazione del 6 lu-glio scorso, si impegnò ad intervenire affinché, entro 15 giorni, venissedata risposta alle due interrogazioni. Sono passate settimane, addiritturamesi. La Presidenza, che mi ha inviato copia del relativo carteggio, hapiù volte sollecitato il Ministero dell’interno per ottenere una risposta aduna interrogazione che non riguarda un aspetto particolare. Infatti, nonci si può accorgere, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, dopo ilbarbaro assassinio di D’Antona, che questo fenomeno sussiste nel nostropaese, anche se in modo molto marginale.

A nome dei colleghi firmatari delle due interrogazioni, mi permettodi chiederle di inserire le stesse all’ordine del giorno, mentre prima at-tendevo anche una risposta scritta, per una risposta orale in Aula, poichénon vorrei, lo auguro all’Italia e ad ognuno di noi, che ci trovassimo difronte a nuovi barbari episodi e sentire dire che forse non si era suffi-cientemente valutato il pericolo esistente.

PRESIDENTE. Senatore Pizzinato, siamo rammaricati per questemancate risposte. Per quanto riguarda la Presidenza del Senato, possia-mo senz’altro assicurarle che le due interrogazioni saranno poste all’or-dine del giorno della prima seduta nella quale saranno affrontati talistrumenti ispettivi. Questo è l’impegno della Presidenza che le vieneformalmente comunicato in questa sede in risposta alle sollecitazioniche la stessa ha rivolto al Governo e che fino ad ora non hanno avutoesito.

502

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

718a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

MERCOLEDÌ 24 NOVEMBRE 1999(Pomeridiana)

Presidenza del vice presidente CONTESTABILE,indi del vice presidente ROGNONI

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . . . . . Pag. V-XI

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-36

ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nelcorso della seduta). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37-46

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . . 47-80

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

503

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

MOZIONI

Seguito della discussione e approvazionedella mozione 1-00466 sulla pena di mor-te:

BRUNO GANERI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . 2* JACCHIA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

GASPERINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7PASQUALI (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9FASSONE (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 10RESCAGLIO (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14VERTONE GRIMALDI (Rin. It. Lib. Ind.-Pop.per l’Europa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16SERRI, sottosegretario di Stato per gli affariesteri . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18, 20, 21MUNDI (UDeuR) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23SCOPELLITI (Forza Italia) . . . . . . . . . . 20, 21, 24PERUZZOTTI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25DE LUCA Athos (Verdi-L’Ulivo) . . . . . . . . . 25

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)

(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali

(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze linguisti-che

(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguisticiregionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche

(Relazione orale):

NOVI (Forza Italia) . Pag. 27, 28, 29 e passimMARINI (Misto-SDI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29BRIGNONE (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32CASTELLI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Verifiche del numero legale . . . . . . . . . . 27, 28,31 e passim

ORDINE DEL GIORNO PER LE SEDU-TE DI GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 1999 . . 35

ALLEGATO A

MOZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37

DISEGNO DI LEGGE N. 3366:

Ordini del giorno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Articolo 1 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

Articolo 2 ed emendamenti . . . . . . . . . . . . 43

Articolo 3 ed emendamenti . . . . . . . . . . . . 44

Articoli 4, 5 e 6 . . . . . . . . . . . . . . . . 44, 45, 46

ALLEGATO B

DISEGNI DI LEGGE

Annunzio di presentazione . . . . . . . . . . . . . 47

Rimessione all’Assemblea . . . . . . . . . . . . . . 47

GOVERNO

Richieste di parere su documenti . . . . . . . 47

Trasmissione di documenti . . . . . . . . . . . . . 48

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

MOZIONE, INTERPELLANZE E INTER-ROGAZIONIAnnunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 34Apposizione di nuove firme su mozioni . 48Mozioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49

Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 50

Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 80

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 26 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Governo sia d’accordo con la volontà in essa espressa. Tuttavia, perquel che ci riguarda, non siamo convinti delle argomentazioni poste allabase della rinuncia. Rimaniamo convinti del fatto che il voto a favoredell’Assemblea plenaria dell’ONU sarebbe stato un risultato che avrebbetravalicato tutte le altre considerazioni. I princìpi di non ingerenza esi-stevano ed esisteranno sempre; tuttavia, indubbio sarebbe stato il valorepolitico e morale di un’indicazione fornita da questa maggioranza deipaesi civili.

È vero che non si può assolutamente sostenere che quello non sa-rebbe stato un risultato monco. Quella risoluzione non era ordinatoria, siera liberi di applicarla o meno, ma conteneva un imperativo morale cheveniva da grandi paesi. Ciò è per noi talmente chiaro che gli altri argo-menti non ci hanno convinto. Tuttavia, non sarà per questo che abbasse-remo la guardia. Confidiamo di poter riprendere le fila di questo discor-so e riteniamo che le ferite riportate debbano essere utili a noi e al Go-verno per gestire sin dall’inizio la nuova fase, magari con più chiarezza,anche con i nostri partner europei.

PRESIDENTE. Metto ai voti la mozione n. 466 (Testo corretto),presentata dalla senatrice Salvato e da altri senatori.

È approvata.

(Applausi dai Gruppi Democratici di Sinistra-L’Ulivo, Rinnova-mento Italiano, Liberaldemocratici, Indipendenti-Popolari per l’Europa,Partito Popolare Italiano, Unione Democratici per l’Europa-UDeuR,Verdi-L’Ulivo, Forza Italia, Lega Forza Padania per l’indipendenza delNord e dalle componenti Comunista e I Democratici-L’Ulivo del Grup-po Misto).

Seguito della discussione dei disegni di legge:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche(Relazione orale)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussionedel disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Camera dei deputati, edei disegni di legge nn. 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426.

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Page 516: delle minoranze linguistiche storiche

Senato della Repubblica XIII Legislatura– 27 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ricordo che nel corso della seduta pomeridiana del 6 ottobre si èconclusa la discussione generale e hanno avuto luogo le repliche dei re-latori e del Governo, che hanno espresso il proprio parere sugli ordinidel giorno.

Il senatore Gasperini ha quindi avanzato una questione sospensivaper il rinvio in Commissione, che è stata mantenuta nella successiva se-duta del 7 ottobre.

Senatore Gasperini, intende mantenere ancora tale questione so-spensiva?

GASPERINI. No, signor Presidente, la revoco a tutti gli effetti.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, è allora il Gruppo Forza Italia, ex artico-lo 93 del Regolamento, a porre la questione sospensiva per il rinvio inCommissione, sulla cui votazione chiediamo sin d’ora la verifica del nu-mero legale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di rinvio inCommissione, sulla quale è stata chiesta la verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta avanzata dal senatore Novi risulta appoggiata dal prescritto numerodi senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Sospendo pertanto la seduta per venti minuti.(La seduta, sospesa alle ore 18,14, è ripresa alle ore 18,34).

Presidenza del vice presidente ROGNONI

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.Passiamo nuovamente alla votazione della proposta di rinvio in

Commissione avanzata dal senatore Novi.

510

Page 517: delle minoranze linguistiche storiche

Senato della Repubblica XIII Legislatura– 28 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Verifica del numero legale

NOVI. Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Sospendo pertanto la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 18,35, è ripresa alle ore 18,56).

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.Passiamo nuovamente alla votazione della proposta di rinvio in

Commissione dei disegni di legge in titolo, avanzata dal senatoreNovi.

Verifica del numero legale

NOVI. Signor Presidente, ribadiamo la richiesta di verifica del nu-mero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 29 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti la proposta di rinvio in Commissione,avanzata dal senatore Novi.

Non è approvata.

Passiamo all’esame degli articoli del disegno di legge n. 3366, neltesto proposto dalle Commissioni riunite, e dei relativi emendamenti edordini del giorno.

Avverto che gli ordini del giorno n. 1 (Nuovo testo), presentatodalle Commissioni, n. 2, presentato dai senatori Rescaglio e Andreolli,n. 3 (Nuovo testo), presentato dai senatori De Luca Athos e Camerini,n. 4 (Nuovo testo), presentato dal senatore Russo Spena e da altri sena-tori, n. 5, presentato dal senatore Lombardi Satriani, e n. 6, presentatodal senatore Brignone, non saranno posti in votazione essendo stati ac-colti dal Governo.

Invito il senatore segretario a dare lettura del parere espresso dalla5a Commissione permanente.

MANCONI, segretario. «La Commissione programmazione econo-mica, bilancio, per quanto di propria competenza, esprime parere di nul-la osta sul testo del disegno di legge, nel presupposto che le iniziative dicui all’articolo 6 siano assunte dalle università nei limiti delle rispettiverisorse finanziarie e che l’onere del provvedimento si intenda posto acarico del Fondo speciale iscritto nel bilancio 1999».

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.Metto ai voti l’articolo 1.È approvato.

Passiamo all’esame dell’articolo 2, sul quale sono stati presentatiemendamenti che invito i presentatori ad illustrare.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Che vuol fare, senatore Novi, vuole illustrare leil’emendamento?

NOVI. No, signor Presidente, vorrei soltanto chiedere la verificadel numero legale.

PRESIDENTE. Allora abbia pazienza. Aspettiamo l’illustrazionedegli emendamenti.

MARINI. Signor Presidente, ritiro l’emendamento 2.1, e preannun-cio il ritiro dell’emendamento 16.0.1, perché un’eventuale modifica del

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

testo già approvato alla Camera comporterebbe un ulteriore ritardo.Questo disegno di legge ha seguito un iter molto faticoso; proposte dilegge di tutela delle minoranze furono presentate già nelle precedenti le-gislature ma non sono mai arrivate in porto. Ritengo che qualsiasi ulte-riore ritardo non corrisponderebbe alla necessità di approvare subito unalegge quadro in materia.

Ritiro quindi i miei emendamenti, anche perché nell’ordine delgiorno n. 1 presentato dalle Commissioni si fa riferimento alla necessitàdi interventi di natura economica volti a favorire il mantenimento delleminoranze linguistiche nei luoghi di origine.

PRESIDENTE. Stante l’assenza del senatore Gubert, dichiaro deca-duto l’emendamento 2.100.

Metto ai voti l’articolo 2.

È approvato. (Il senatore Novi fa cenno di voler intervenire).

Senatore Novi, la verifica del numero legale la potrà chiedere frapoco.

Passiamo all’esame dell’articolo 3, sul quale è stato presentato dalsenatore Gubert l’emendamento 3.1. Stante la sua assenza, dichiaro de-caduto tale emendamento.

Passiamo alla votazione dell’articolo 3.

NOVI. Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta solo per un istante appoggiata da 12 senatori,immediatamente dopo da 11).

La richiesta non è appoggiata. (Proteste dal Gruppo Forza Italia. Ilsenatore Azzollini manifesta difficoltà con il sistema di votazione). Si-gnori senatori, non dovete togliere la tessera, perché poi è risultato cheerano 11 i senatori che appoggiavano la richiesta quando abbiamo chiu-so la verifica dell’appoggio.

Comunque il disegno di legge consta di 20 articoli, quindi avretemodo di chiedere la verifica del numero legale su un prossimoarticolo.

Metto ai voti l’articolo 3.

È approvato.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’articolo 4.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 31 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Verifica del numero legale

NOVI. Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Sospendo, pertanto, la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 19,03, è ripresa alle ore 19,28).

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Poiché mi è stato fatto osservare che ho sospeso laseduta per venticinque minuti, come se si trattasse di un errore, ricordoche ai sensi dell’articolo 108, comma 4, del nostro Regolamento «Se ilSenato non è in numero legale, il Presidente rinvia la seduta ad altra oradello stesso giorno con un intervallo di tempo non minore di venti mi-nuti». (Applausi dai Gruppi Partito Popolare Italiano e Forza Italia).

Passiamo dunque nuovamente alla votazione dell’articolo 4.

Verifica del numero legale

NOVI. Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 4. (Il senatore Brignonechiede la parola).

È approvato.

Senatore Brignone, l’articolo 4 è stato già votato; le darò la parolaprima della votazione successiva.

Passiamo alla votazione dell’articolo 5.

BRIGNONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIGNONE. Signor Presidente, desidero innanzitutto sottolineareche, grazie al sostegno del mio Gruppo politico, è stato portato avantil’esame del provvedimento di tutela delle minoranze linguistiche.

Desidero, inoltre, rilevare due contraddizioni presenti nel testodell’articolo 4. Al comma 1 è previsto l’uso della lingua minoritaria co-me strumento di insegnamento nelle scuole elementari e secondarie diprimo grado: purtroppo, proprio nei luoghi di residenza delle minoranzelinguistiche sono state soppresse le scuole di primo e di secondo gradoa seguito della razionalizzazione scolastica. Suona quindi un pò assurdoche si tuteli il patrimonio linguistico delle minoranze, laddove le scuolesono state chiuse perché spesso non sono state offerte condizioni suffi-cienti per la sopravvivenza sul territorio della popolazione autoctona.

In secondo luogo, con riferimento all’insegnamento e all’apprendi-mento della lingua delle minoranze, ritengo che la strada da percorrereavrebbe dovuto essere un’altra. Spesso in aree abitate dalle minoranzelinguistiche lavorano insegnanti provenienti da zone lontanissime delPaese che, dopo un soggiorno minimo di un anno scolastico e ora didue, chiedono e ottengono il trasferimento. In relazione ad un altroprovvedimento, avevo chiesto che nelle aree che cerchiamo di tutelare –purtroppo soltanto sotto il profilo linguistico – almeno una parte dei po-sti nei bandi di concorso fosse riservata a insegnanti residenti nellaprovincia.

Accettiamo che arrivino, secondo le graduatorie provinciali, inse-gnanti provenienti da tutt’altri luoghi, che non conoscono assolutamentele lingue che vogliamo tutelare e poi concediamo agli alunni la possibi-lità di apprendere le lingue in questione da altri insegnanti. Sarebbe sta-to preferibile, invece, scegliere la strada molto più logica, di inserirenelle scuole di tali territori insegnanti locali, che già conoscono la lin-gua, le tradizioni, gli usi e i costumi di quei luoghi.

Per questi motivi e per sottolineare la contraddittorietà di quantoprevisto nei commi 1 e 2 dell’articolo 4, ci asterremo dalla votazione

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

di tale articolo. (Applausi dal Gruppo Lega Forza Padania perl’indipendenza del Nord).

PRESIDENTE. Purtroppo, senatore Brignone, l’articolo 4 è statogià votato.

Verifica del numero legale

NOVI. Signor Presidente, poiché condividiamo le buone ragioniespresse dal senatore Brignone, chiediamo la verifica del numero legale,augurandoci la collaborazione del Gruppo Lega Forza Padania per l’in-dipendenza del Nord.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

SCOPELLITI. Signor Presidente, accanto al senatore Carella è ac-cesa una luce alla quale non corrisponde alcun senatore. (Il senatoreCarella rimuove la tessera indicata dalla senatrice Scopelliti).

PRESIDENTE. Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 5.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 6.

CASTELLI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLI. Signor Presidente, desidero solo sottolineare chedall’esame dei tabulati relativi alla verifica del numero legale, emergeche la maggioranza non è in grado questa sera di garantirne la presenza.Ritengo che da questa circostanza si deduca quale sia l’interesse reale

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

che la maggioranza nutre per i provvedimenti che riguardano azioni afavore di minoranze, di popolazioni di aree periferiche o di enti locali.Il tanto sbandierato federalismo di questa maggioranza lo si valuta mi-surandolo nei fatti, come quelli avvenuti stasera.

Il Gruppo cui appartengo non è assolutamente tenero nei confrontidel disegno di legge di cui discutiamo che, secondo noi, presenta mol-tissime pecche, alcune delle quali sono state sottolineate poco fa dal se-natore Brignone; credo però che sia importante che resti agli atti chel’esame di tale provvedimento sta procedendo solo ed esclusivamentegrazie alla presenza e all’azione del Gruppo Lega Forza Padania perl’indipendenza del Nord. (Applausi dal Gruppo Lega Forza Padania perl’indipendenza del Nord e dei senatori Thaler Ausserhofer, Pinggera eDe Luca Athos).

Verifica del numero legale

NOVI. Signor Presidente, chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Apprezzate le circostanze, tolgo la seduta e rinvio il seguito della

discussione dei disegni di legge in titolo ad altra seduta.

Mozioni, interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare annunzio dellamozione, dell’interpellanza e delle interrogazioni pervenute alla Presi-denza.

MANCONI, segretario, dà annunzio della mozione, dell’interpel-lanza e delle interrogazioni pervenute alla Presidenza, che sono pubbli-cate nell’allegato B al Resoconto della seduta odierna.

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

le non appariva incompatibile, così come non lo è stata con l’introduzio-ne di altre importanti normative di diritto umanitario transnazionale, enonostante vi sia stato un tentativo di mediazione da parte del Messico,l’Unione europea ha deciso di non sottoporre al voto dell’Assemblea ge-nerale delle Nazioni Unite la risoluzione per la moratoria universale del-le esecuzioni capitali,

impegna il Governo:ad adoperarsi, all’interno dell’Unione europea, affinchè essa con-

tinui la pressione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali emantenga ferma la pregiudiziale dell’abolizione della pena di morte qua-le condizione di ammissione per i nuovi membri dell’Unione;

ad operare all’interno dell’Unione europea affinchè l’obiettivodella moratoria sia perseguito senza irrigidimenti, inserendolo all’internodi una interpretazione evolutiva della Carta, in atto da tempo, secondolinee che, nel corso dei decenni, hanno consentito, nel rispetto deiprincìpi della Carta, l’assunzione dei diritti umani come valori condivisie cogenti della comunità internazionale.

DISEGNO DI LEGGE

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche(3366)

ORDINI DEL GIORNO

Non postoin votazione (*)

Il Senato,in sede di esame dei disegni di legge nn. 3366, 424, 1207, 2082,

2332, 3037 e 3426, recanti norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche,

rilevato che il disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Ca-mera dei deputati, costituisce una risposta necessaria, ma ancora parzia-le, al problema delle parlate minoritarie e delle popolazioni intese comecomunità che ne fanno uso;

rilevato che vi sono obblighi costituzionali e convenzionali inter-nazionali per la protezione delle minoranze linguistiche rispetto ai qualiil nostro Paese risulta inadempiente se non si approva rapidamente unalegge-quadro sulle lingue minoritarie;

ritenuto che una effettiva protezione dei patrimoni linguistici re-gionali e locali, indipendentemente dalla disputa sulla natura di lingua odialetto delle parlate, richiede interventi più vasti, ivi compresi quelli dinatura economica e sociale a favore del mantenimento territoriale delleminoranze linguistiche;

ritenuto che, in ossequio al principio di sussidiarietà, il compitoprimario di individuare i patrimoni linguistici diversi dall’italiano spetta

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

alle comunità direttamente interessate, in attuazione degli obblighi costi-tuzionali ed internazionali dell’Italia;

rilevato in particolare che vi sono patrimoni linguistici che meri-terebbero tutela, se questa è la volontà delle popolazioni interessate edelle istituzioni territoriali che le rappresentano (in primo luogo le re-gioni), e che non sono contemplati nel disegno di legge, quali, ad esem-pio, il piemontese, il veneto o il napoletano, ovvero le eteroglossie inter-ne, come il gallo-italico di Sicilia;

rilevato che vi sono patrimoni linguistici tipici di popolazioninon stanziali, come le parlate dei Rom e dei Sinti che meritanotutela;

tutto ciò premesso,impegna il Governo a sottoscrivere la Carta europea delle lingue

regionali o minoritarie (Strasburgo 5 novembre 1992) predispostanell’ambito del Consiglio d’Europa, affinchè in sede di ratifica e di at-tuazione sia possibile ovviare alle lacune del disegno di legge in esame,sentite le società scientifiche più rappresentative degli studiosi di scien-za del linguaggio.9.3366.1. (Nuovo testo) LE COMMISSIONI

(*) Accolto dal Governo.

Non postoin votazione (*)

Il Senato,nell’esaminare l’articolo 2 del disegno di legge n. 3366, recante

norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche,impegna il Governo ad adottare, con distinto provvedimento, op-

portune iniziative per riconoscere la lingua dei segni italiana (LIS) comelingua propria dei sordi prelinguali in applicazione degli articoli 3 e 6 dellaCostituzione e in ottemperanza alla Carta europea delle lingue regionali ominoritarie, adottata dal Consiglio d’Europa a Strasburgo il 5 novembre1992. In particolare,

impegna il Governo:1) ad adottare i provvedimenti ritenuti più idonei al fine di assi-

curare un impiego sempre più diffuso di tale lingua e la sua tutela;2) a consentire ed agevolare l’utilizzo della lingua dei segni ita-

liana in tutti i rapporti sociali volti a consentire il pieno inserimento deisordi prelinguali, con particolare riguardo ai rapporti con le pubblicheamministrazioni, a quelli con gli enti locali e ai procedimenti giudiziaricivili e penali;

3) a garantire l’utilizzo di un interprete nelle università;4) a potenziare le trasmissioni televisive con lingua dei segni as-

sistite da un interprete e quelle sottotitolate, riconoscendo, altresì, lacreazione di trasmissioni gestite interamente da sordi.9.3366.2. RESCAGLIO, ANDREOLLI

(*) Accolto dal Governo.

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

Non postoin votazione (*)

Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,considerato che:

la pluralità delle identità linguistiche e culturali storicamente pre-senti nel nostro paese è stata riconosciuta dal Parlamento meritevole ditutela da parte della Repubblica anche attraverso la presentazione di unapposito testo di legge per la preservazione e la valorizzazione delle mi-noranze linguistiche;

la comunità ebraica italiana costituisce una delle più antiche eradicate minoranze ed ha espresso la propria autonoma identità culturaleattraverso una secolare produzione poetica, filosofica ed esegetica, dinotevole importanza tanto per la sua originalità quanto per le reciprocheinfluenze intrattenute col mondo culturale italiano e con le numerose co-munità ebraiche insediate negli altri paesi europei;

la comunità ebraica italiana è stata arricchita dai molteplici patri-moni linguistici dei paesi di origine,

impegna il Governoad intraprendere tutte le iniziative utili al fine di tutelare e valo-

rizzare il patrimonio storico e culturale di antichissima tradizione, dellacomunità ebraica italiana.

9.3366.3 (Nuovo testo) DE LUCA Athos, CAMERINI

(*) Accolto dal Governo.

Non postoin votazione (*)

Il Senato,in sede di esame del disegno di legge n. 3366 in materia di tutela

delle minoranze linguistiche storiche,rilevato che il disegno di legge in esame non contempla, tra i pa-

trimoni linguistici e culturali che meriterebbero tutela, l’antica lingua«romanes» parlata da Rom e Sinti;

che la presenza di Rom e Sinti sul territorio italiano si può vero-similmente datare dal 1392, quando le armate mussulmane sospinsero lepopolazioni della costa adriatica orientale verso l’Italia;

considerato che, a causa del nomadismo, la lingua e la cultura diRom e Sinti non sono ritenute meritevoli di tutela dal disegno di leggein esame, si rileva che la maggior parte dei circa 70.000 Rom e Sinticon cittadinanza italiana hanno una loro specifica e ben individuata resi-denzialità e che il nomadismo di Rom e Sinti, come afferma anche unasentenza del Tar Emilia-Romagna che li riconosce come minoranza etni-co-linguistica, è in gran parte legato alle loro specifiche attivitàlavorative;

considerato che i figli di Rom e Sinti frequentano ormai da 25anni le scuole dello Stato italiano, alle quali richiedono il riconoscimen-to e l’insegnamento della loro lingua,

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

impegna il Governo:a sottoscrivere la Carta Europea delle lingue regionali o minori-

tarie (Strasburgo, 5 novembre 1992) e, in sede di ratifica, ad includerela tutela della lingua e della cultura delle popolazioni Rom, Sinti ecamminanti;

ad elaborare una strategia coordinata mirante all’attuazione dipolitiche attive di protezione e sviluppo sociale delle comunità apparte-nenti alla minoranza rom e sinti, in mancanza delle quali la stessa so-pravvivenza dell’identità culturale e linguistica di tali comunità è postaa serio rischio.

9.3366.4. (Nuovo testo) RUSSO SPENA, BRUNO GANERI, MONTICONE, SAL-VATO, MANCONI, LOMBARDI SATRIANI, SENESE,RESCAGLIO, BERGONZI, CÒ, CRIPPA

(*) Accolto dal Governo.

Non postoin votazione (*)

Il Senato,in sede di esame dei disegni di legge nn. 3366, 424, 1207, 2082,

2332, 3037 e 3426, recanti norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche;

rilevato che il disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Ca-mera dei deputati, costituisce una risposta necessaria, ma ancora parzia-le, al problema delle lingue minoritarie e delle popolazioni che ne fannouso;

rilevato che vi sono obblighi costituzionali e convenzionali inter-nazionali per la protezione delle minoranze linguistiche rispetto ai qualiil nostro Paese risulta inadempiente se non si approva rapidamente unalegge-quadro sulle lingue minoritarie;

rilevato in particolare che il patrimonio linguistico e culturaledelle popolazioni rom e sinti di antico insediamento, pur meritevole ditutela, non è contemplato dal disegno di legge;

ritenuto che una effettiva protezione dei patrimoni linguistici re-gionali e locali in generale e in particolare di quello dei Rom e dei Sin-ti, le cui comunità hanno negli anni dato vita ad un processo sempre piùdiffuso di stanzializzazione, non può non fondarsi su interventi più va-sti, ivi compresi quelli di natura economica e sociale a favore del man-tenimento territoriale delle minoranze linguistiche, tutto ciò premesso,

impegna il Governo:a sottoscrivere la Carta Europea delle lingue regionali o minori-

tarie (Strasburgo 5 novembre 1992) predisposta nell’ambito del Consi-glio d’Europa, e a far sì che in sede di ratifica e di attuazione sia possi-bile ovviare alle lacune del disegno di legge in esame relativamente allaposizione della minoranza rom e sinti;

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718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

ad elaborare una strategia coordinata mirante all’attuazione dipolitiche attive di protezione e sviluppo sociale delle comunità apparte-nenti alla minoranza rom e sinti, in mancanza delle quali la stessa so-pravvivenza dell’identità culturale e linguistica di tali comunità è postaa serio rischio.9.3366.5. LOMBARDI SATRIANI

(*) Accolto dal Governo.

Non postoin votazione (*)

Il Senato,in sede di esame dell’articolo 16 del disegno di legge n. 3366 re-

cante: «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistichestoriche»,

considerato che:il disegno di legge n. 3366 è volto a promuovere non solo la lin-

gua, ma anche il rispetto e lo studio delle tradizioni culturali delle popo-lazioni appartenenti ad una minoranza linguistica;

gli eco-musei devono essere concepiti, prima ancora che per unafruizione turistica, per la comunità locale stessa, perchè hanno il compi-to di restituire dignità alle comunità e di preservarle dal depauperamentoculturale mantenendo il senso dell’identità di fronte alle tendenze pla-smatrici preponderanti di modelli esterni;

il paesaggio, inteso come interrelazione fra elementi naturali ecomponenti storiche dovute alla presenza dell’uomo sul territorio, rap-presenta una parte fondamentale dell’identità culturale;

la valorizzazione delle caratteristiche storico-insediative del terri-torio in cui è presente la minoranza linguistica può essere favorita dalrecupero di antiche professionalità e tecniche costruttive e dall’utilizzodi materiali locali;

frequentemente i materiali locali vengono sostituiti, per motivi dicosto, da materiali succedanei sovente estratti persino al di fuori del ter-ritorio nazionale, determinando la chiusura delle cave locali e un ulterio-re decremento dell’occupazione nelle aree spesso svantaggiate in cui ri-siedono le minoranze linguistiche,

impegna il Governo:a sostenere e favorire, attraverso opportune provvidenze, gli

eco-musei;a favorire il recupero di antiche professionalità e di tecniche

costruttive;ad incentivare il ripristino dell’uso di materiali locali o tradizio-

nali negli interventi edilizi compresi nei territori dove sono insediate lepopolazioni di cui all’articolo 2 del disegno di legge.9.3366.6. BRIGNONE

(*) Accolto dal Governo.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 43 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

ARTICOLO 1 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONIRIUNITE, IDENTICO ALL’ARTICOLO 1 APPROVATO

DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

ApprovatoArt. 1.

1. La lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano.2. La Repubblica, che valorizza il patrimonio linguistico e culturale

della lingua italiana, promuove altresì la valorizzazione delle lingue edelle culture tutelate dalla presente legge.

ARTICOLO 2 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONIRIUNITE, IDENTICO ALL’ARTICOLO 2 APPROVATO

DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

Art. 2.

1. In attuazione dell’articolo 6 della Costituzione e in armonia coni princìpi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, laRepubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, cata-lane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il france-se, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo.

EMENDAMENTI

DecadutoAl comma 1, aggiungere, in fine, le seguenti parole: «anche qualo-ra tali lingue non siano standardizzate e siano parlate in variantilocali».

2.100 GUBERT

RitiratoDopo il comma 1, aggiungere il seguente:«1-bis. La Repubblica favorisce altresì con opportune iniziative il

mantenimento delle popolazioni di cui al comma precedente nei luoghidi origine attraverso la promozione dello sviluppo economico dei territo-ri abitati dalle minoranze linguistiche».

2.1 MARINI, MELONI, BRUNO GANERI, FIGURELLI

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 44 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

ARTICOLO 3 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COMMISSIONIRIUNITE, IDENTICO ALL’ARTICOLO 3 APPROVATO

DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

ApprovatoArt. 3.

1. La delimitazione dell’ambito territoriale e subcomunale in cui siapplicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storichepreviste dalla presente legge è adottata dal consiglio provinciale, sentiti icomuni interessati, su richiesta di almeno il quindici per cento dei citta-dini iscritti nelle liste elettorali e residenti nei comuni stessi, ovvero diun terzo dei consiglieri comunali dei medesimi comuni.

2. Nel caso in cui non sussista alcuna delle due condizioni di cui alcomma 1 e qualora sul territorio comunale insista comunque una mino-ranza linguistica ricompresa nell’elenco di cui all’articolo 2, il procedi-mento inizia qualora si pronunci favorevolmente la popolazione residen-te, attraverso apposita consultazione promossa dai soggetti aventi titoloe con le modalità previste dai rispettivi statuti e regolamenti comunali.

3. Quando le minoranze linguistiche di cui all’articolo 2 si trovanodistribuite su territori provinciali o regionali diversi, esse possono costi-tuire organismi di coordinamento e di proposta, che gli enti locali inte-ressati hanno facoltà di riconoscere.

EMENDAMENTO

DecadutoAl comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: «Qualora ladelimitazione proposta riguardi un ambito subcomunale, la richiesta dialmeno il quindici per cento dei cittadini si riferisce agli iscritti alle listeelettorali residenti nell’ambito subcomunale interessato».

3.1 GUBERT

ARTICOLI 4, 5 E 6 NEL TESTO PROPOSTODALLE COMMISSIONI RIUNITE, IDENTICI AGLI ARTICOLI 4,

5 E 6 APPROVATI DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

ApprovatoArt. 4.

1. Nelle scuole materne dei comuni di cui all’articolo 3, l’educazio-ne linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’usodella lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 45 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado è pre-visto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento diinsegnamento.

2. Le istituzioni scolastiche elementari e secondarie di primo grado,in conformità a quanto previsto dall’articolo 3, comma 1, della presentelegge, nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica di cuiall’articolo 21, commi 8 e 9, della legge 15 marzo 1997, n. 59, nei limitidell’orario curriculare complessivo definito a livello nazionale e nel ri-spetto dei complessivi obblighi di servizio dei docenti previsti dai con-tratti collettivi, al fine di assicurare l’apprendimento della lingua dellaminoranza, deliberano, anche sulla base delle richieste dei genitori deglialunni, le modalità di svolgimento delle attività di insegnamento dellalingua e delle tradizioni culturali delle comunità locali, stabilendone itempi e le metodologie, nonchè stabilendo i criteri di valutazione deglialunni e le modalità di impiego di docenti qualificati.

3. Le medesime istituzioni scolastiche di cui al comma 2, ai sensidell’articolo 21, comma 10, della legge 15 marzo 1997, n. 59, sia singo-larmente sia in forma associata, possono realizzare ampliamenti dell’of-ferta formativa in favore degli adulti. Nell’esercizio dell’autonomia diricerca, sperimentazione e sviluppo, di cui al citato articolo 21, comma10, le istituzioni scolastiche adottano, anche attraverso forme associate,iniziative nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturalidegli appartenenti ad una minoranza linguistica riconosciuta ai sensi de-gli articoli 2 e 3 della presente legge e perseguono attività di formazio-ne e aggiornamento degli insegnanti addetti alle medesime discipline. Atale scopo le istituzioni scolastiche possono stipulare convenzioni ai sen-si dell’articolo 21, comma 12, della citata legge n. 59 del 1997.

4. Le iniziative previste dai commi 2 e 3 sono realizzate dalle me-desime istituzioni scolastiche avvalendosi delle risorse umane a disposi-zione, della dotazione finanziaria attribuita ai sensi dell’articolo 21,comma 5, della legge 15 marzo 1997, n. 59, nonchè delle risorse ag-giuntive reperibili con convenzioni, prevedendo tra le priorità stabilitedal medesimo comma 5 quelle di cui alla presente legge. Nella riparti-zione delle risorse di cui al citato comma 5 dell’articolo 21 della leggen. 59 del 1997, si tiene conto delle priorità aggiuntive di cui al presentecomma.

5. Al momento della preiscrizione i genitori comunicano alla istitu-zione scolastica interessata se intendono avvalersi per i propri figlidell’insegnamento della lingua della minoranza.

ApprovatoArt. 5.

1. Il Ministro della pubblica istruzione, con propri decreti, indicai criteri generali per l’attuazione delle misure contenute nell’articolo4 e può promuovere e realizzare progetti nazionali e locali nelcampo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali degliappartenenti ad una minoranza linguistica riconosciuta ai sensi degliarticoli 2 e 3 della presente legge. Per la realizzazione dei progetti

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 46 –

718a SEDUTA (pomerid.) 24 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - ALLEGATO A

è autorizzata la spesa di lire 2 miliardi annue a decorrere dall’anno1999.

2. Gli schemi di decreto di cui al comma 1 sono trasmessi al Parla-mento per l’acquisizione del parere delle competenti Commissioni per-manenti, che possono esprimersi entro sessanta giorni.

Art. 6.

1. Ai sensi degli articoli 6 e 8 della legge 19 novembre 1990,n. 341, le università delle regioni interessate, nell’ambito della loro auto-nomia e degli ordinari stanziamenti di bilancio, assumono ogni iniziati-va, ivi compresa l’istituzione di corsi di lingua e cultura delle lingue dicui all’articolo 2, finalizzata ad agevolare la ricerca scientifica e le atti-vità culturali e formative a sostegno delle finalità della presente legge.

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

719a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 1999(Antimeridiana)

Presidenza del vice presidente ROGNONI,indi del presidente MANCINO,della vice presidente SALVATO

e del vice presidente FISICHELLA

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . . . Pag. V-XIV

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-52

ALLEGATO A (contiene i testi esaminati nelcorso della seduta) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53-57

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . . 59-82

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze linguisti-che(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguisticiregionali(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche(Relazione orale):COLLINO (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2BRIGNONE (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3CAMBER (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . 4, 5NOVI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4Verifiche del numero legale . . . . . . . . . . . . 4, 5

SULL’ORDINE DEI LAVORIPRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . 5, 6, 8 e passimBESOSTRI (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . . . 5, 16CAMBER (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . 6COLLINO (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7CASTELLI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7BARBIERI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 8, 10CALLEGARO (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9, 10ANDREOTTI (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

MELONI (Misto-P.Sardo D’az.) . . . . . . . Pag. 11NAPOLI Roberto (UDeuR) . . . . . . . . . . . . . . 12

* PINGGERA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13RUSSO SPENA (Misto-RCP) . . . . . . . . . . . . .13, 14FUMAGALLI CARULLI (Rin. It. Lib. Ind.-Pop.per l’Europa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14, 15MARINI (Misto-SDI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15LA VOLPE, sottosegretario di Stato perl’interno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16NOVI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17Verifica del numero legale . . . . . . . . . . . . . 18

DISEGNI DI LEGGE

Ripresa della discussione dei disegni di leg-ge nn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e3426:PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . 18, 19, 20 e passimNOVI (Forza Italia) . . . . . . 18, 19, 22 e passimBRIGNONE (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20, 42MONTELEONE (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20CASTELLI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21, 31PINGGERA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . 22, 24, 36VOLCIC (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . 24CAMBER (Forza Italia) . . . 24, 25, 27 e passimGASPERINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28, 32COLLINO (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29, 41BESOSTRI (Dem. Sin.-L’Ulivo), relatore . . .32, 33CRESCENZIO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . .34, 35MUNDI (UDeuR) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37ZANOLETTI (CCD) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .38, 39ELIA (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39ANDREOTTI (PPI) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .40, 41MAGNALBÒ (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48BARBIERI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . .19, 50TAPPARO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . .50, 51Verifiche del numero legale . . . . . . . . . . 19, 25,

26 e passimVotazione nominale con scrutinio simulta-neo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

SUI FOGLI FIRMA DEI SENATORIPRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

ALLEGATO A

DISEGNO DI LEGGE N. 3366:Articoli da 6 a 16 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

Emendamento tendente ad inserire un arti-colo aggiuntivo dopo l’articolo 16 . . . . Pag. 56Articoli da 17 a 20 . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56

ALLEGATO B

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFET-TUATE NEL CORSO DELLA SEDU-TA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

PROCEDIMENTI RELATIVI AI REATIPREVISTI DALL’ARTICOLO 96 DEL-LA COSTITUZIONETrasmissione di decreti di archiviazione . 67

DISEGNI DI LEGGEAnnunzio di presentazione . . . . . . . . . . . . . 67Assegnazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Ritiro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69

GOVERNORichieste di parere su documenti . . . . . . . 69

Trasmissione di documenti . . . . . . . . . . Pag. 69

CORTE DEI CONTI

Trasmissione di documentazione . . . . . . . . 70

Trasmissione di relazioni sulla gestione fi-nanziaria di enti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Annunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 52

Apposizione di nuove firme ad interpel-lanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70

Annunzio di risposte scritte ad interroga-zioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71

Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 72

Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 73

Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 82

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 2 –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Pertanto decorre da questo momento il termine di venti minuti dalpreavviso previsto dall’articolo 119, comma 1, del Regolamento.(ore 9,34).

Seguito della discussione dei disegni di legge:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche(Relazione orale)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussionedel disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Camera dei deputati, edei disegni di legge nn. 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426.

Ricordo che, nel corso della seduta pomeridiana di ieri, ha avutoinizio l’esame degli articoli del disegno di legge n. 3366. Pertanto, pro-seguiamo le votazioni a partire dall’articolo 6.

Metto ai voti l’articolo 6.

È approvato.

Metto ai voti l’articolo 7.

È approvato.

COLLINO. Domando di parlare per dichiarazione di voto sull’arti-colo 7.

PRESIDENTE. Senatore Collino, anche se l’articolo 7 è stato giàvotato, le do ugualmente la parola.

COLLINO. Signor Presidente, a nome di Alleanza Nazionale espri-mo sul contenuto dell’articolo 7 la contrarietà non solo politica ma an-che nei confronti del comportamento che il Governo ha tenuto durante ilavori in sede di Commissioni di riunite.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 3 –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ai relatori e al Governo non sarà sfuggito il fatto che Alleanza Na-zionale non ha presentato in Assemblea emendamenti: non lo ha fattoperché, durante i lavori delle Commissioni, ha appurato la totale assenzadi volontà da parte del Governo in direzione di un minimo confrontopolitico volto a migliorare il provvedimento in esame.

Avremmo potuto aprire un confronto presentando emendamenti, an-che ostruzionistici come è avvenuto presso la Camera dei deputati, inparticolar modo sull’articolo 2 ma anche sull’intero articolato.

Alleanza Nazionale aveva in vero presentato una decina di emenda-menti, soffermandosi, in maniera specifica, sull’articolo 7, convinta cheuna cosa è la tutela del patrimonio linguistico e culturale delle lingueminori, altra è introdurre, ai sensi di tale articolo, la possibilità che neiconsigli comunali, provinciali, regionali e in tutti gli enti pubblici si usianche la lingua minore.

Mi riferisco, in particolar modo, alla novità dell’introduzione delfriulano. Da consigliere comunale e residente nativo di quella parted’Italia, faccio presente che in oltre 150 comuni, durante i lavori dei ri-spettivi consigli, si dovrà prevedere la presenza di interpreti. Non so do-ve sarà possibile trovare persone in grado di trascrivere in friulano ledelibere, visto che, di fatto, non esistono interpreti specializzati in taleparlata.

In conclusione, è stato approvato un articolo che, nella sostanza,non è attuabile e che di fatto fa di questo Parlamento, ancora una volta,un organismo che legifera su provvedimenti non applicabili. Avevamochiesto al Governo di modificare l’articolo 7, questi non ha accettatoneppure il minimo confronto su emendamenti che non erano ostruzioni-stici. A fronte di questo atteggiamento desidero rimarcare il voto contra-rio di Alleanza Nazionale.

BRIGNONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIGNONE. Signor Presidente, pur se le argomentazioni addottedal collega di Alleanza Nazionale non sono prive di fondamento, desi-dero però fargli notare che noi stiamo tutelando delle lingue vive e nondelle lingue morte. Infatti, se dovessimo tutelare soltanto delle linguemorte, introdurremmo lo studio di esse come relitto linguistico nelleuniversità; invece cerchiamo di tutelarle laddove esse possono ancoraessere esercitate, cioè nelle scuole dell’obbligo, nelle istituzioni (peresempio nei consigli comunali), dove di fatto queste lingue vengono avolte realmente esercitate.

Quindi, da questo punto di vista, dichiaro il voto favorevole delmio Gruppo all’articolo 7.

PRESIDENTE. Vorrei ricordare all’Aula che la votazione dell’arti-colo 7 è già avvenuta, anche se ho lasciato la possibilità di interveniresu di esso.

Passiamo dunque alla votazione dell’articolo 8.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 4 –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

CAMBER. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMBER. Chiediamo la verifica del numero legale, signorPresidente.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta non risulta appoggiata).

Metto ai voti l’articolo 8.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 9.

Verifica del numero legale

NOVI. Signor Presidente, chiediamo la verifica del numero legale,e se possibile invito i colleghi ad essere più celeri nell’appoggiare larichiesta.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Sospendo pertanto la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 9,40, è ripresa alle ore 10).

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.Passiamo nuovamente alla votazione dell’articolo 9.

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 5 –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Verifica del numero legale

CAMBER. Chiediamo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato non è in numero legale.Sospendo, pertanto, la seduta per venti minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 10,02, è ripresa alle ore 10,22).

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Riprendiamo i nostri lavori.

BESOSTRI, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, colleghi, ho chiesto di in-tervenire perché, come relatore sui disegni di legge in titolo, mi trovofrancamente in imbarazzo nel constatare una discrasia tra l’andamentodei lavori in Assemblea e l’esame in sede referente. In Commissione èstata, infatti, espressa soltanto una moderata opposizione dal senatoreCollino, le cui indicazioni sono state recepite in un ordine del giornodelle Commissioni riunite che, anticipando parzialmente i temi affrontatiin discussione generale, rilevava le insufficienze del testo degli articolial nostro esame.

Il disegno di legge è poi arrivato all’esame dell’Assemblea e il ter-mine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per ben trevolte; normalmente il dissenso di fondo nei confronti di un provvedi-mento si esprime attraverso la presentazione di emendamenti: in questocaso ne sono stati presentati solo quattro, di cui due decaduti e due riti-rati. Dal punto di vista formale non sono emersi, dunque, dissensi difondo nei confronti del disegno di legge in esame.

In quest’Assemblea spesso parlamentari della maggioranza e, so-prattutto, dell’opposizione hanno lamentato che l’attività parlamentare ècompressa dall’iniziativa legislativa del Governo, dalla necessità di con-

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 6 –

719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

vertire i decreti-legge e dalle numerose deleghe richieste. Del tutto con-traddittoriamente – consentitemelo – proprio a fronte di un disegno dilegge di iniziativa parlamentare (il discorso vale anche per i colleghidella Lega, che ieri hanno fatto riferimento alla distinzione fra maggio-ranza e opposizione) non ci sono una maggioranza ed un’opposizione ri-spetto al Governo.

Si tratta di un disegno di legge che per l’80 per cento ricalca l’ini-ziativa assunta da Loris Fortuna ormai venti anni fa e pertanto mi stupi-sco che specialmente chi è collegato alle battaglie per le libertà civilicondotte da detto parlamentare e dai Radicali pratichi invece l’ostruzio-nismo nei confronti del provvedimento in esame.

Evidentemente, in Italia si può «toccare Caino» purché parli unadelle lingue minoritarie!

L’attuale discussione è iniziata subito dopo l’esame di un’importan-te mozione sulla pena di morte: desidero ricordare che delle 42 condan-ne a morte comminate dal tribunale speciale ben 28 sono state irrogatead appartenenti alle minoranze slovena e croata. (Commenti del senatoreCollino). Ritengo che se vogliamo essere coerenti con quanto abbiamodichiarato, queste 28 vittime meritano, quanto meno, rispetto per il fattoche non sono più in vita, e la lingua che parlavano, che spesso è statauno dei motivi della loro attività e della loro condanna, merita di esserealmeno salvaguardata.

Chiedo perciò che si prosegua nell’esame del disegno di legge indiscussione, malgrado le difficoltà dovute alle continue richieste di veri-fica del numero legale. (Applausi dai Gruppi Democratici di Sini-stra-L’Ulivo, Partito Popolare Italiano e del senatore Pinggera).

CAMBER. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMBER. Signor Presidente, desidero dichiarare il mio stuporeper l’atteggiamento assunto dal relatore Besostri nonostante – come lostesso ha riconosciuto all’inizio del suo estemporaneo intervento – egliabbia dato atto dell’atteggiamento costruttivo e non ostruzionistico tenu-to dalle opposizioni durante tutto il corso dei lavori.

Lo scopo delle opposizioni – oggi raggiunto – era quello di sottoli-neare non soltanto quale sarebbe stato l’esito sostanziale del provvedi-mento che ci si appresta a licenziare, ma soprattutto con quale spiritoveniva affrontata la tematica in esame. Addirittura si è collegato un te-ma come quello della pena di morte con il disegno di legge in esame inmateria di minoranze!

Abbiamo avuto l’ennesima riprova dell’assoluta malafede, delclientelismo più becero e della mancanza d’equilibrio della maggioranzanonché di come i valori di alta civiltà che dovrebbero essere garantitialle minoranze dalla Costituzione vengano invece sistematicamente cal-pestati in nome di interessi di partito, che distorcono quello che dovreb-be essere, per l’appunto, un messaggio di equilibrio, che superi le divi-sioni, che sono esistite, continuano ad esservi e si registreranno sempre

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 7 –

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più, tra maggioranza e minoranze; divisioni troppo spesso provocate dal-lo sperpero di risorse finanziarie dovuto alla nascita di una nuova buro-crazia parallela, dalle radici saldamente clientelari e partitiche a sensounico.

Oggi abbiamo avuto, proprio dalle parole del senatore Besostri, laconferma chiara di come sia distorsivo questo provvedimento. (Com-menti dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo).

Chiedo pertanto la verifica del numero legale. (Applausi dai GruppiForza Italia e Alleanza Nazionale).

COLLINO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLLINO. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione le paroledel collega Besostri e lo ringrazio per averci dato atto del tipo di oppo-sizione, non ostruzionistica ma costruttiva, che abbiamo svolto inCommissione.

Il fatto che il Gruppo di Alleanza nazionale abbia presentato insie-me agli amici del Polo soltanto 12 o 13 emendamenti, parte dei qualiavrebbe potuto essere accolta dalla maggioranza, è un fatto estremamen-te positivo.

Non posso però accettare, come parlamentare e come italiano,un’affermazione che il senatore Besostri ha testé fatto: ieri abbiamo di-scusso sui valori della vita contro il diritto dello Stato a fucilare e adimpiccare. Molti colleghi intervenendo hanno ricordato l’alto livello deldibattito svoltosi; io appartengo ad una forza politica che ha lavorato esta lavorando per la pacificazione nazionale, ma se è vero, come affer-ma il collega Besostri, che dovremmo votare questo provvedimento perrispetto verso venti condannati a morte, io vi dico invece che non pos-siamo votarlo per rispetto verso tutte le centinaia e le migliaia di italianiinfoibati dai titini e dai croati. Non accetto quindi questo ragionamento.(Applausi dai Gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia).

CASTELLI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLI. Signor Presidente, il collega Besostri ci ha chiamati incausa e credo quindi che sia doveroso comunque un commento alla suacitazione.

Innanzitutto mi sembra abbastanza ardita la tesi per la quale se c’èuna legge di iniziativa parlamentare in Parlamento non ci sono più unamaggioranza e un’opposizione. Mi farebbe anche piacere, senatore Be-sostri, però voglio ricordare che dietro il Presidente di turno c’è una la-pide con una frase scritta in italiano e firmata Vittorio Emanuele II. Ellasaprà che Vittorio Emanuele II non usava quasi mai l’italiano ma parla-va esclusivamente in piemontese. La Lega ha presentato un emendamen-to, proprio in virtù di queste nobili origini del piemontese, affinché an-

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 8 –

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che esso fosse incluso tra le lingue da preservare visto che è ancora, si-curamente, una lingua viva.

Non so se la maggioranza o uno schieramento trasversale – non sobene cosa è successo perché non ho preso parte ai lavori della Commis-sione – abbia bocciato questo emendamento. Ma non credo che si possainvocare l’unanimità quando fa comodo ed andare avanti a colpi dimaggioranza quando fa altrettanto comodo.

Preciso comunque che la Lega porterà avanti questo provvedimen-to, cercando di sostenere questa maggioranza ormai sbrindellata. Michiedo a questo punto se non ci sia sotto una ragione politica; sarebbeinteressante andare a vedere chi è presente della numerosa tribù degliUlivisti, se alcuni Gruppi sono assolutamente assenti perché, per altrimotivi, pensano già alla crisi della Befana.

Per quello che ci riguarda, quindi, ci chiamiamo fuori da questadiatriba e portiamo avanti il provvedimento, anche se per molti versi es-so è criticabile e anche se il relatore stesso mi sembra non abbia accoltoper intero l’istanza della Lega. (Applausi dal Gruppo Lega Forza Pada-nia per l’indipendenza del Nord).

BARBIERI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARBIERI. Signor Presidente, credo che sia sempre un fatto im-portante ed utile che gli atti parlamentari siano, come sono, documentatiin tutti i loro aspetti e particolari, e la lettura dell’iter che il Senato staseguendo per l’approvazione di questo provvedimento farà testo e chia-rirà in maniera definitiva e non equivocabile il comportamento deiGruppi parlamentari in quest’Aula.

Stiamo sostenendo questo provvedimento, perché lo riteniamo untraguardo da raggiungere in nome di una battaglia di civiltà edell’adempimento di un articolo della nostra Costituzione. L’abbiamofatto con convinzione e lo facciamo oggi così come in precedenza quan-do, con altra denominazione politica, in altre legislature e con altra posi-zione parlamentare abbiamo sostenuto il provvedimento presentato allo-ra dall’onorevole Fortuna.

Facciamo questo con profonda convinzione, mentre altri usano unostile ipocrita, che è quello di parlare un linguaggio nelle regioni partico-larmente interessate all’approvazione di questo provvedimento per lapresenza di minoranze linguistiche e poi assumere un comportamentototalmente diverso in quest’Aula.

Credo allora che vada detto con molta chiarezza, affinché lo si sap-pia, che al di là degli impegni che si assumono localmente qui stiamoregistrando un atteggiamento fieramente contrario a questo provvedi-mento (negli atti, nei comportamenti e nel tentativo di paralizzare i la-vori d’Aula), posto in essere dai gruppi di Alleanza Nazionale... (Com-menti del senatore Collino) ...e di Forza Italia.

Questa è la situazione; questo documentano i tabulati, da cui potràemergere che il nostro Gruppo è presente in maniera massiccia e che al-

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tri usano lo strumento regolamentare in maniera tale da impedire l’ap-provazione del provvedimento.

Posso dire una cosa, signor Presidente: non ci riusciranno. Noi,nella giornata di oggi, approveremo questo provvedimento e saremoorgogliosi di aver fornito un contributo al completamento di un impegnoche, fin dall’approvazione della Costituzione, questo Paese aveva assun-to. (Applausi dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo, dalla compo-nente I Democratici-L’Ulivo del Gruppo Misto e del senatorePinggera).

PRESIDENTE. (Il senatore Novi si alza in piedi e chiede di inter-venire). Senatore Novi, non posso darle la parola, perché è già interve-nuto un collega del suo Gruppo.

NOVI. Signor Presidente, voglio intervenire sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Anche in questo senso si è già espresso un collegadel suo Gruppo. Posso dare la parola solo a un senatore per ogni Grup-po e non la posso dunque dare a lei. La prego di sedersi.

NOVI. Signor Presidente, sono intervenuto per chiedere la verificadel numero legale. (Commenti dal Gruppo Democratici di Sini-stra-L’Ulivo).

PRESIDENTE. È già stata chiesta.

NOVI. Signor Presidente, non sono affatto d’accordo con lei.

PRESIDENTE. Senatore Novi, la invito nuovamente a sedersi.

CALLEGARO. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CALLEGARO. Signor Presidente, non mi pare proprio che sia ilcaso di drammatizzare le cose in questo modo e di ricorrere a richiamiche con questo disegno di legge non hanno nulla a che fare. Vorrei chesi tornasse al clima che quest’Aula deve avere in qualsiasi circo-stanza.

Sicuramente, però, anche se in Commissione (non lo affermo perconoscenza diretta, perché non ne faccio parte) non sono stati del tuttosviscerati da parte dell’opposizione determinati argomenti, nulla impedi-sce (anzi, direi che è un diritto preciso) di sollevare questi problemi inAula. Non vedo, per questo, di cosa si debba rimproverare l’opposizio-ne, anche quando chiede ripetutamente la verifica del numero legale.(Commenti della senatrice Barbieri). Se ci sono state quattro o cinquesospensioni dei lavori non è certamente colpa dell’opposizione, perchémi sembra che il primo dovere della maggioranza sia quello di garantirela propria presenza in Aula. (Commenti della senatrice Barbieri. Ap-

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plausi dal Gruppo Alleanza Nazionale. Brusìo in Aula. Richiami delPresidente). Non è sicuramente colpa dell’opposizione se per ben cinqueo sei volte (non le conto neanche più) c’è stata una sospensione di 20minuti.

BARBIERI. Ipocrisia!

CALLEGARO. Ora, tornando al punto, rilevo che se nel provvedi-mento in esame si fosse parlato, come nella formulazione iniziale, sol-tanto della tutela delle minoranze linguistico-etniche, non sarebbe statosollevato alcun problema da parte di nessuno: questo provvedimento sa-rebbe stato approvato in breve tempo, ripeto senza alcun problema. Iproblemi sono sorti quando si è iniziato ad inserire una o due località,di regioni e lingue ben precise. A questo punto è chiaro che si è deter-minato un effetto a cascata: i piemontesi hanno cominciato a chiedere ilmotivo per cui non è previsto il piemontese, sottolineando come unemendamento che voleva estendere quanto previsto nel provvedimentoal Piemonte sia stato respinto e, analogo ragionamento può valere persiciliani, i veneti e così via.

Il problema esiste. Cerchiamo, quindi, di affrontarlo tutti quanti, aldi là degli schieramenti; cerchiamo di affrontarlo anche considerandonele possibili conseguenze. Un domani potrebbe pervenire al nostro esameun disegno di legge che intenda estendere la tutela anche ai veneti o aimolisani: noi dovremo applicarla anche ad essi.

Per carità, non è che io mi scandalizzi o mi preoccupi eccessiva-mente, però rimane pur sempre la questione di dove vogliamo arrivare.Il collega della Lega ha detto che l’Italia è restituita a se stessa. Per ca-rità, tutti hanno il diritto di sostenere le proprie tradizioni, le proprie ori-gini ed il proprio linguaggio, però è l’istituzionalizzazione che preoccu-pa. Per esempio, che con una la legge si prevedano delle ore per inse-gnare nelle scuole queste antiche tradizioni e queste antiche lingue nonscandalizza nessuno, ma preoccupa l’istituzionalizzazione che ne con-segue.

Cerchiamo dunque di condurre un dibattito pacato, che esamini ilproblema a fondo senza animosità né schieramenti e considerando anchequali potranno essere un domani le conseguenze dell’approvazione diquesto disegno di legge che io, sinceramente, ripenserei. (Applausi dalGruppo Centro Cristiano Democratico).

ANDREOTTI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREOTTI. Signor Presidente, dinanzi a questo testo, penso cheun pò di riflessione in più – senza per questo essere richiamato all’ordi-ne dalla collega Barbieri – sia indispensabile. Addirittura mi chiedo seuna legge di questo genere non debba avere carattere costituzionale.(Applausi dal Gruppo Alleanza Nazionale). Insomma, mi pongo un pro-blema importante. Dirò per incidens, che proprio in questi giorni leggia-

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mo sui giornali che una gloriosa istituzione, l’Accademia della Crusca,tempio della lingua italiana, è in crisi e rischia di «tirare le cuoia» permancanza di alimento; qualsiasi cosa potremo fare in questa direzionesarà fatta bene, ma chiudo questa parentesi.

Stabilire una elencazione molto ampia e generosa (perché credoche quasi nessuno non abbia visto accolto il proprio particolare punto divista) e introdurre nella legislazione italiana addirittura l’obbligatorietàdell’insegnamento nelle scuole elementari di lingue quali il greco, losloveno, il croato, il francese, il franco provenzale, il friulano, il ladino,l’occitano ed il sardo, costituisce una riforma che allo stato, sinceramen-te non mi sento di votare. Ritengo che dovremmo avere un minimo diconsultazione, anche culturale, nel mondo di cui poi siamo tutti rappre-sentanti, con diverse intonazioni ma con una finalità di fondo che nonpuò essere così disattesa. Con molta umiltà, ma con molta convinzione,vorrei chiedere una pausa di riflessione per poter esaminare sia l’aspettogiuridico, importante ma in qualche modo non essenziale, sia l’aspettoglobale di questo argomento, che non può essere affrontato senza le giu-ste conoscenze – è anche mia colpa, perché mi sarei dovuto studiare gliatti prima che cominciasse la riunione dell’Aula – e per il quale nonpossiamo dire che avendolo studiato la Commissione ci rimettiamo alsuo giudizio. Mi sembra troppo importante. Non credo si manchi di ri-guardo ad alcuno né che si adotti una posizione pregiudizialmente ostilese si chiede di poter approfondire l’argomento, per il momento in italia-no, salvo poi, dopo l’approvazione della legge, farlo nei vari dialetti,chiamati oggi lingue. (Applausi dai Gruppi Partito Popolare Italiano,Rinnovamento Italiano, Liberaldemocratici, Indipendenti-Popolari perl’Europa, Unione Democratici per l’Europa-UDeuR, Forza Italia eAlleanza Nazionale).

PRESIDENTE. Vedo che ci sono molti senatori che mi chiedono diintervenire. Vorrei ricordare che, come ho già detto al senatore Novi,può parlare un senatore per ciascun Gruppo. Quindi, per favore, i sena-tori dei Gruppi di cui un collega ha già parlato non mi chiedano diintervenire.

MELONI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MELONI. Signor Presidente, preannuncio che il Partito Sardod’Azione voterà a favore di questo disegno di legge e in particolaredell’articolo 9. Riteniamo che il provvedimento rappresenti un momentoimportante per la Sardegna, che risponde alle aspettative che daoltre vent’anni questa terra porta avanti per ottenere il riconoscimentoe la tutela della propria lingua proprio attraverso l’applicazionedell’articolo 6 della Costituzione. Vent’anni di battaglie, che ebberoinizio con una proposta di legge di iniziativa popolare che volevapersino introdurre il bilinguismo. Ora, si è giunti all’unificazione

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in un unico disegno di legge di una serie di proposte, compresaquella che proveniva dal consiglio regionale della Sardegna.

Questo disegno di legge non ci soddisfa pienamente: poteva esserediverso, migliore, con contenuti maggiormente pregnanti; lo accettiamoperò come una manifestazione del Parlamento, che vuole dare attuazionealla Costituzione. Non si pone e non può porsi oggi il problema dellacostituzionalità di questo disegno di legge, proprio perché il provvedi-mento che stiamo per approvare è un’imperfetta attuazione e rientra nel-lo spirito della Costituzione.

Non si può parlare di tutela delle lingue, delle culture delle diverseregioni e zone d’Italia, di tutela delle lingue minoritarie senza esserecoerenti. Quando in questa sede si sentono posizioni di forze politichedell’opposizione completamente diverse, contraddittorie, contrastanti conquelle che invece vengono sostenute in sede regionale, credo si raggiun-ga il massimo della mistificazione. I capi dei maggiori partiti di opposi-zione non possono venire in Sardegna per dire che il governo regionale,che sta per realizzarsi in Sardegna, tutelerà la lingua, la cultura, le tradi-zioni di questa regione in ogni sede, comprese quelle parlamentari, perpoi addivenire qui a tutte quelle iniziative che vorrebbero e anzi stannoportando alla non approvazione e all’affossamento del provvedimento.

Pur non considerandolo completamente soddisfacente, credo che ildisegno di legge debba essere approvato. Chi in questa sede, a conclu-sione di un lungo iter parlamentare, cambia idea, ostacola la sua appro-vazione e porta al suo definitivo affossamento deve assumersene la re-sponsabilità in ogni sede di fronte ai propri elettori, di fronte a quelleregioni e a quei governi regionali nei quali invece si sostengono e siportano avanti posizioni politiche diverse. (Applausi dal Gruppo Demo-cratici di Sinistra-L’Ulivo e del senatore Cò).

NAPOLI Roberto. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NAPOLI Roberto. Signor Presidente, siamo particolarmente conten-ti quando il senatore Andreotti ci onora di prendere la parola in que-st’Aula. Forse lo dovrebbe fare più frequentemente, soprattutto per noi,perché quanto dice è sempre motivo di riflessione e di insegnamento.

Vorremmo partire da quanto affermava il senatore Andreotti, per-ché forse molti dei colleghi presenti in Aula non hanno approfonditodovutamente questo testo di legge, né si sono resi conto dell’importanzache assume sul piano di quella che definiamo l’unità nazionale delPaese.

L’unità nazionale del Paese ha vari aspetti: la religione, la lingua,la possibilità di avere, a livello nazionale, leggi valide su tutto il territo-rio nel rispetto delle autonomie e di tutto quello su cui stiamolavorando.

Non c’è dubbio che a questo disegno di legge non è stata data,nell’ambito degli interventi che si sono registrati, quella rilevanza cheinvece va ad esso attribuita nel momento in cui si fa entrare, di fatto,

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così come prevede l’articolo 2, ogni lingua diversa da quella ufficialenegli organismi e negli atti ufficiali del nostro Paese: non solo scuolematerne ed elementari, ma anche consigli comunali, consigli provinciali,atti pubblici in generale.

Come Presidente di un Gruppo che fa parte della maggioranza (enon credo che da questo punto di vista vi siano particolari problemi), ri-tenendo doveroso accogliere l’invito del presidente Andreotti, esprimoufficialmente, a nome del mio Gruppo, l’opportunità di concedere unapausa di riflessione, per confrontarci con i movimenti (il friulano ed al-tri) che hanno sollecitato un iter più veloce del disegno di legge in esa-me, affinché si possa, insieme, individuare una soluzione che non sia dicontrapposizione tra maggioranza e opposizione, ma che trovi momentipiù di incontro che di divisione.

Questa è la proposta ufficiale del mio Gruppo e attendo eventualisollecitazioni da parte di altri colleghi. Poiché si tratta di un’iniziativaparlamentare, invito soltanto a non enfatizzare eccessivamente un argo-mento che deve necessariamente essere esaminato con molta razionalitàe poca emotività. Infatti, qualora prevalesse l’emotività, non si riuscireb-be a dare la risposta più opportuna al problema suesposto. (Applausi dalGruppo Unione Democratici per l’Europa-UDeuR).

PINGGERA. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

* PINGGERA. Signor Presidente, ritengo che, in questa materia, po-trebbe essere dimostrata maggiore comprensione nei confronti delle mi-noranze linguistiche. In fin dei conti, parlo a nome di un gruppo lingui-stico molto meglio tutelato rispetto a quanto disposto dal disegno di leg-ge al nostro esame, che prevede misure minimalistiche. Infatti, in base aquanto previsto, alla fine, saranno sempre i comuni a decidere se istitui-re determinate forme di tutela o meno.

Per quanto riguarda, poi, l’uso della lingua dinanzi al giudice dipace, è soltanto il rionoscimento della facoltà di usare, davanti ai giudi-ci, la propria lingua madre, facoltà che attiene agli elementari dirittiumani.

Tengo a precisare che – poiché nella lingua madre il vocabolario dicui un soggetto dispone è molto più ampio – sarebbe sempre necessariopoter usare, nelle aule giudiziarie e anche in fase di difesa, la proprialingua per argomentare ampiamente il contenuto che si vuole espri-mere.

Visto che con la norma proposta non si concede qualcosa di straor-dinario ma si prevede soltanto una facoltà, che qualificherei minimalisti-ca, sarebbe opportuno, finalmente – ad oltre cinquant’anni dall’entratain vigore della Costituzione – dare attuazione alla previsione costituzio-nale concernente la tutela delle minoranze linguistiche.

RUSSO SPENA. Domando di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RUSSO SPENA. Signor Presidente, sarò brevissimo. Non posso,tuttavia, tacere in quest’Aula di essere, in qualche modo sorpreso, ester-refatto del dibattito sin qui svolto. Per carità, non voglio offendere nes-suno; probabilmente, sono io a non averne compreso lo svolgimento.Non capisco, però, perchè parte dei senatori, dei rappresentanti del po-polo, si accorga, solo dopo la votazione dell’articolo 9, che il disegno dilegge attiene a importanti princìpi e a una determinata concezione distatualità. Non c’è dubbio, questo è il problema e ne ha già discusso laCamera dei deputati.

Si parla di incostituzionalità, ma basta richiamare l’articolo 6 dellaCostituzione per capire di cosa si tratta.

Insomma, a me sembra che fino a questo momento abbiamo solca-to un mare di ipocrisia.

Allora, il dibattito deve essere serio e io non credo che ci si possain qualche modo fare scudo di osservazioni, peraltro legittime, in partecondivisibili e intelligenti, del senatore Andreotti come grande usbergoper uscire allo scoperto. Il senatore Andreotti non ha detto nulla di par-ticolare (permettetemi di demistificare qualche volta anche i miti); haaffermato piuttosto una cosa che io non ritengo esatta, cioè che occorrecambiare la Costituzione: infatti, basta leggere l’articolo 6 della stessaper capire che non si tratta di cambiare la Costituzione.

In secondo luogo, il senatore Andreotti ha parlato di unità naziona-le; ora è questo il punto; qual è l’idea di statualità che abbiamo nell’am-bito della globalizzazione? È chiaro che questa è una legge importante,perché all’interno della mercificazione globale di un mondo di tipo so-vranazionale, in cui la merce è libera di circolare, vi sono centinaia dilingue tagliate, sepolte, di identità negate, come abbiamo sentito anchein quest’Aula.

Allora, altro che parlare di federalismo, e così via, in manieraastratta! O pensiamo che una nuova statualità che rispetti la sovranitànazionale debba in qualche modo fare i conti anche con le identità, op-pure sosteniamo un concetto vecchio, anzi vetusto, antiquato, di statua-lità e di nazionalismo. Questo è il problema di fondo. O la nostra ideadi Stato ricomprende le identità negate e le valorizza, oppure sosteniamoun’identità statuale di tipo ottocentesco. È questa la discussione da fare.Possibile che il Senato non si fosse accorto che di ciò stavamo discuten-do? Sono veramente esterrefatto.

Siamo, dunque, favorevoli a che il disegno di legge continui il suoiter e venga approvato nel più breve tempo possibile. (Applausi dallecomponenti Rifondazione Comunista-Progressisti e Comunista del Grup-po Misto e dal Gruppo Democratici di Sinistra-L’Ulivo. Congratula-zioni).

FUMAGALLI CARULLI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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FUMAGALLI CARULLI. Signor Presidente, colleghi, il senatoreVertone Grimaldi, del nostro Gruppo, ha già preso posizione, dichiaran-dosi addirittura contrario a questo disegno di legge, è una posizione as-sunta a titolo personale, che però ci fa meditare.

Oggi viene avanzata la proposta di una pausa di riflessione, che ame pare molto opportuna.

Vorrei dire al collega Pinggera che una cosa è il trattamento da ri-servare alle minoranze linguistiche, che è doveroso, e altro invece è pa-rificare lingue e dialetti, come – se ho capito bene, ma anch’io devo ap-profondire il provvedimento – si tende a fare con il disegno di legge indiscussione.

Non so se in Commissione siano stati sentiti, per esempio, i lingui-sti, che potrebbero offrire valutazioni in ordine alla differenziazione tralingue che hanno una natura storica e una matrice quantomeno comunee lingue che hanno una loro originarietà, pur non affondando le radicinella tradizione greco-latina, rispetto ai dialetti.

Ecco, la pausa di riflessione che chiedo la dedicherò ad approfondi-re questo tema.

MARINI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARINI. Signor Presidente, ho sentito dire da alcuni colleghi chesi ravvisa la necessità di una riflessione su questo disegno di legge.Vorrei ricordare però ai colleghi che da quattro legislature stiamo discu-tendo questo provvedimento, che in precedenti legislature un ramo delParlamento aveva già approvato, per cui mi sembra strano che oggi sipossa dire che dobbiamo leggere e studiare. Ma in quindici o venti anni– il termine, grosso modo, di quattro legislature – che cosa si èfatto?

Vorrei poi sottolineare un aspetto che a molti sfugge. La legge qua-dro sulle minoranze linguistiche è necessaria per consentire alle regionidi approvare proprie leggi. Molte regioni che hanno affrontato il proble-ma delle minoranze linguistiche al proprio interno non hanno potuto le-giferare, in quanto mancava la legge quadro nazionale. Oggi questoprovvedimento è molto urgente per il fatto che, essendosi giunti all’ulti-ma fase dell’intervento europeo per quanto riguarda le aree destinatariedei fondi strutturali, rappresenta un’occasione per utilizzare i fondi euro-pei al fine di promuovere politiche di sviluppo, che consentano il man-tenimento degli insediamenti nei luoghi di origine. Se non approveremola legge quadro, le regioni non potranno legiferare; quindi, rischiamo diperdere quest’altra occasione.

Pertanto, vorrei che i colleghi tenessero conto di questa particolaresituazione: l’utilizzazione dei fondi europei strutturali per le minoranzelinguistiche sarà possibile solo dopo che le regioni avranno assunto leloro determinazioni legislative. (Commenti della senatrice Scopelliti).

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PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, come voi ben sapete, il miocompito è cercare di condurre i lavori nel modo più corretto, nel rispettoassoluto delle regole di cui disponiamo.

Pertanto, rifacendomi all’articolo 93 del Regolamento, il cui com-ma 1 stabilisce che la questione sospensiva può essere proposta primache abbia inizio la discussione, ricordo a quest’Aula che nella giornatadi ieri abbiamo votato contro il rinvio in Commissione; quindi, è statagià respinta l’ipotesi di rinviare il disegno di legge in quella sede.

Dopo di che, ricordo che la seconda parte del comma 1 dell’artico-lo 93 del Regolamento stabilisce che il Presidente ha tuttavia la facoltàdi ammettere la questione sospensiva anche nel corso della discussione– occorre prestare attenzione su questo punto – qualora la presentazionesia giustificata da nuovi elementi emersi dopo l’inizio del dibattito. Eb-bene, la mia sensazione è che nuovi elementi non siano emersi. Tutta-via, al fine di non sbagliare – non perché non voglia assumermene la re-sponsabilità – sento il dovere di ascoltare il parere del relatore e delGoverno.

Infatti, qualora il Governo ed il relatore avessero percepito la pre-senza di nuovi elementi, potrei cambiare la mia decisione e, quindi, ac-cogliere la questione sospensiva. Nelle attuali condizioni, se il relatore eil Governo non intervengono, non accetto la questione sospensiva; se in-vece intervengono a favore della questione sospensiva, posso cambiarela decisione.

Pertanto, invito il relatore ed il rappresentante del Governo adesprimere il proprio parere.

Presidenza del presidente MANCINO

BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, secondo il parere del rela-tore, non sono emersi nuovi elementi dopo l’inizio del dibattito.

È già iniziata la discussione; sono stati riaperti, per ben tre volte, itermini per la presentazione degli emendamenti. Ricordo poi che la leg-ge 28 agosto 1997, n. 302 (Applausi del senatore Carcarino), con laquale abbiamo ratificato la Convenzione per la protezione delle mino-ranze etniche, è vigente, così come la legge istitutiva dell’università diUdine per la tutela del friulano. Inoltre, c’è l’approvazione, che risaleormai al 1992, della Convenzione quadro per la protezione delle lingueregionali o minoritarie al Consiglio d’Europa; si tratta, cioè, di sette an-ni fa.

Siamo solo in ritardo e non ci sono fatti nuovi, ma solo vecchi.(Applausi dei senatori Marchetti e Carcarino).

LA VOLPE, sottosegretario di Stato per l’interno. Signor Presiden-te, il Governo fa proprie le considerazioni testé espresse dal senatore

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Besostri. Pertanto, si dichiara contrario al rinvio della discussione deldisegno di legge in esame, anche perché – come è stato già ricordato –si tratta di un provvedimento in discussione da oltre vent’anni. Quindi,riteniamo che si debba arrivare rapidamente alla conclusione del suoiter.

SCOPELLITI. Sono quattro legislature e non vent’anni.

PRESIDENTE. Onorevoli senatori, ci troviamo di fronte alla valu-tazione se sussistano o meno fatti nuovi, emersi dopo l’inizio del dibat-tito, che possano giustificare l’accoglimento di un’eventuale richiesta diquestione sospensiva.

Tuttavia, prima di valutare se debba essere o meno messa in vota-zione tale richiesta, la Presidenza deve fare una valutazione. Con tuttafranchezza, vi dico che, dopo aver ricevuto nel corso di questa legislatu-ra e più di una volta delegazioni di minoranze linguistiche, mi sembrache il Senato possa apportare tutte le necessarie correzioni ed i possibilimiglioramenti al disegno di legge in esame. In ogni caso, mi sembrache dobbiamo venire incontro anche ad un’esigenza che è stata rappre-sentata da più di qualche anno e, quindi, non soltanto nel corso di que-sta legislatura, ma anche in quelle pregresse.

Non ritengo quindi che ci troviamo di fronte a fatti nuovi e mi vo-glio augurare che, indipendentemente da giudizi di merito, il confrontoavvenga in Aula. Il provvedimento in esame interessa tutti e non appar-tiene solo ad una maggioranza parlamentare, ma all’intero Senato. Per-tanto, sarebbe doveroso da parte di ciascuno di noi concorrere al miglio-ramento del disegno di legge e poi, con tutte le possibili distinzioni, vo-tarlo di conseguenza.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione dell’articolo 9.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Il senatore Novi non mi ha ascoltato. Evidentemen-te, non è un suo dovere farlo. Comunque, ne ha facoltà.

NOVI. Presidente, l’ho ascoltata, soltanto che, come i colleghi san-no, avevamo già chiesto la verifica del numero legale e ora la ribadia-mo. Noi ci asteniamo sul disegno di legge in esame perché non lo rite-niamo adeguato a garantire la tutela delle identità linguistiche e culturalidel nostro Paese, dal momento che molte ne vengono ignorate. Pertanto,insistiamo nel nostro orientamento, che d’altronde è condiviso anche daalcuni settori della maggioranza.

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Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta, testé avanzata dal senatore Novi, risulta appoggiata dal prescrittonumero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 9.È approvato.

Metto ai voti l’articolo 10. (Il senatore Camber fa cenno di volerintervenire).

Senatore Camber, ormai siamo già passati alla votazione.È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 11.

NOVI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, avevamo chiesto soltanto la verifica delnumero legale, poi invece si è sviluppato un dibattito politico sul nostroorientamento. A nostro avviso, è intollerabile un atteggiamento dellamaggioranza così autoritario nei confronti delle opposizioni. Infatti, essavuole decidere persino dell’orientamento e della prassi assemblearedell’opposizione. È un atteggiamento a dir poco intollerante, che nonpossiamo assolutamente accettare.

Per quanto riguarda il provvedimento in esame, ribadiamo chesiamo a favore della tutela delle minoranze; anzi, siamo portatoridi un progetto politico e di proposte politiche liberali, che quindinon presentano alcun orientamento di carattere giacobino, oppressivoe discriminatorio. Purtroppo, questo disegno di legge, per quantoriguarda altre minoranze e altre identità, soprattutto meridionali, èintriso di giacobinismo e di volontà discriminatrice.

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CARCARINO. E basta!

NOVI. Ecco il motivo del nostro orientamento: noi, con le continuerichieste di verifica del numero legale, vogliamo indurre l’Assemblea aduna riflessione.

Non riusciamo a comprendere neanche l’atteggiamento e l’orienta-mento di quanti, qui in Aula, si sono dissociati da questo provvedimentoe poi partecipano sostanzialmente per assicurare la presenza del numerolegale, per cui, nell’arco di sessanta secondi, rinnegano quanto hannosostenuto in quest’Aula. Tale atteggiamento non è serio: dimostra e con-ferma il livello di subalternità verso alcuni Gruppi egemoni della mag-gioranza da parte dei cosiddetti neocentristi, che sono affluiti dal Poloall’altra sponda della maggioranza. (Proteste del Gruppo Partito Popo-lare Italiano).

Ciò dimostra anche il livello di omologazione all’interno della stes-sa maggioranza. Ci sono Gruppi che, pur non condividendo il disegnodi legge in esame, assicurano comunque la presenza del numero legalein Aula. Invece, l’unico strumento per il rinvio del provvedimento inCommissione è non assicurare tale presenza.

Vorrei far notare alla senatrice Barbieri che il loro sostegno al dise-gno di legge è talmente forte e convinto che i senatori non sono venutiqui in Aula questa mattina ad assicurare la presenza del numero legale.Questa è la loro forza, la loro convinzione e la loro presenza nel soste-nere il provvedimento!

BARBIERI. Novi, guarda dove siamo!

PRESIDENTE. Senatore Novi, lei mi consentirà di rilevare che iltesto del disegno di legge in discussione giunge all’esame dell’Assem-blea dopo l’esame in sede referente nelle Commissioni 1a e 7a riunite; inquella sede il provvedimento avrebbe potuto subire, per ipotesi, l’inter-vento emendativo di 315 senatori. L’adozione di un testo base, che nonè stato emendato, da parte delle Commissioni riunite faceva presumereun coinvolgimento di tutto il Senato nell’approvazione del disegno dilegge n. 3366. Rilevo inoltre, senatore Novi, che lei ha chiesto la verifi-ca del numero legale al termine di una dichiarazione di astensione, ilche, se mi consente, è un pò contraddittorio, ma comunque è una suafacoltà.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta di verifica del numero legale, avanzata dal senatore Novi, risulta ap-poggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedimentoelettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

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Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 11.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 12.

BRIGNONE. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIGNONE. Signor Presidente, desidero richiamare l’attenzionesul fatto che siamo in fase di votazione dell’articolato; dunque, gli inter-venti dei colleghi debbono attenersi al merito dei singoli articoli, anzi-ché vertere su questioni di carattere generale che non sono state affron-tate nel corso della discussione generale. Non può essere, invece, accet-tato un atteggiamento dilatorio su argomenti non attinenti al contenutospecifico dei singoli articoli.

MONTELEONE. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MONTELEONE. Signor Presidente, vorrei ricordare al collega Bri-gnone e all’intera Assemblea che la vera discussione sul disegno di leg-ge in esame sta avvenendo in Aula. All’ordine del giorno sono iscrittiben sette disegni di legge ed io sono il presentatore di uno di essi; leCommissioni 1a e 7a riunite non hanno svolto alcun lavoro perché nonhanno presentato un proprio testo all’Assemblea; stiamo infatti votandogli articoli di un provvedimento già approvato dalla Camera dei deputa-ti, che è stato adottato quale testo base dalle Commissioni riunite senzaapportarvi alcuna modifica.

Questa è una prima verità; una seconda verità riguarda la giusta ne-cessità di procedere all’elaborazione di un testo unificato, nell’ambito diuna franca e corretta discussione nelle Commissioni. Una terza verità,infine, concerne il dovere del Governo di adempiere a determinati obbli-ghi. Il nuovo testo dell’ordine del giorno n. 1 delle Commissioni rileva,in premessa, che vi sono obblighi costituzionali e convenzionali interna-zionali per la protezione delle minoranze linguistiche, rispetto ai quali il

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nostro Paese risulta inadempiente se non si approva rapidamente unalegge quadro sulle lingue minoritarie.

Occorre allora riconoscere chiaramente che bisogna decidere tradue ipotesi: l’opportunità di una discussione seria sul problema delleminoranze linguistiche, oppure l’eventualità di essere costretti, ancorauna volta, ad approvare una legge in tempi brevi, inseguendo l’altro ra-mo del Parlamento, senza una necessaria riflessione e un’opportunadiscussione.

Caro Presidente, l’ordine del giorno già citato impegna il Governoa sottoscrivere la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, pre-disposta nell’ambito del Consiglio d’Europa, affinché in sede di ratificae di attuazione sia possibile ovviare alle lacune del disegno di legge.Dobbiamo decidere dunque se vogliamo una discussione franca e aperta,invocata dallo stesso presidente Andreotti. Ricordo che qualche giornofa, in quest’Aula, in occasione dell’esame di un provvedimento sulleprovince, si è assistito ad una difesa di singole posizioni e si è convenu-to sull’opportunità di affrontare una discussione serena. Non capiscoperché quest’Assemblea non debba assumersi la responsabilità di so-spendere la discussione, rinviando il provvedimento nelle Commissioni1a e 7a.

D’altronde, in merito alle stesse Commissioni, vorrei far presenteche, nonostante abbia presentato in materia il disegno di legge n. 3037,non mi è stata mai inviata alcuna convocazione per poter dire la mia insede di Commissione. Non è un modo corretto di legiferare o di discute-re! Si sottintendono questioni che rappresentano obblighi di Governo edimpegni politici, che sono altro rispetto ai seri problemi delle minoranzelinguistiche! (Applausi dai Gruppi Alleanza Nazionale e Forza Italia edel senatore Zanoletti).

PRESIDENTE. Senatore Monteleone, considero il suo interventouna dichiarazione di voto sull’articolo 12. È, infatti, facoltà dei senatoridichiarare la propria opinione quando si passa alla votazione di singoliarticoli; è appropriato, però, anche il rilievo del senatore Brignone se-condo cui quando si interviene in dichiarazione di voto non si devesvolgere un intervento di carattere generale.

Che poi in questo caso le Commissioni competenti abbiano tra-smesso all’Assemblea il testo approvato dalla Camera dei deputati rien-tra nella loro facoltà e tale testo deve essere discusso: nessuno ha nasco-sto il disegno di legge e potevano essere presentati emendamenti sia inCommissione, sia in Assemblea.

Se non sono stati presentati emendamenti in Assemblea, probabil-mente ciò è avvenuto in forza di una distrazione, ma non intendo com-mentare comportamenti: di fatto, non vi sono emendamenti in esame.

CASTELLI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLI. Signor Presidente, dichiaro il nostro voto favorevolesull’articolo 12, ribadendo però, come abbiamo sostenuto più volte, che

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secondo la nostra opinione non si è avuto il coraggio di compiere sceltepiù incisive.

Appartengo ad una regione che ha una caratteristica che costituisceinsieme una fortuna ed una sfortuna: la vicinanza alla Svizzera. È unafortuna perché quando si vuole respirare un’aria pulita ed ordinata bastaattraversare la frontiera; è una sfortuna perché ogni volta che si torna inItalia si capisce come le cose potrebbero andare nel nostro disgraziatopaese ed invece non vanno.

È interessante esaminare come si regola la Svizzera in questo setto-re; come è noto a tutti, essa ha tre lingue ufficiali (italiano, francese etedesco) e se applicasse i criteri del disegno di legge al nostro esame,non potrebbe, per esempio, consentire alla radiotelevisione del CantonTicino di continuare a trasmettere i telegiornali in dialetto ticinese. Taledialetto è molto simile a quello lombardo, che invece, ovviamente, nonè contemplato dal disegno di legge in discussione, perché – come sap-piamo tutti – i lombardi, secondo l’opinione di «Roma», devono perderecompletamente la loro identità; posso, invece, garantire che ascoltare leinterviste dei giornalisti alle persone semplici del luogo ed ascoltare tut-to il telegiornale in lombardo è molto piacevole, anche perché nel parla-to è una lingua dolce.

Questo è l’esempio di come si sia legiferato senza coraggio: si èconcessa la facoltà di mantenere le proprie radici a quelle minoranzelinguistiche che sicuramente non possono dar fastidio politicamente. Aquesto proposito, desidero affermare un concetto e spero venga interpre-tato nel modo giusto: non auspico certo che si possa tornare a tempi or-mai passati, ma credo che una considerazione debba essere motivo di ri-flessione. Poco fa il collega Pinggera ha riconosciuto che la minoranzalinguistica cui appartiene è trattata particolarmente bene e questo mi hacolpito.

PINGGERA. Ho detto che è particolarmente protetta.

CASTELLI. Grazie, senatore Pinggera, la sua correzione è impor-tante perché tengo a richiamare le sue esatte parole.

Ricordo a tutti che questa minoranza linguistica ha conquistato lasua particolare protezione a colpi di mitra e a suon di bombe: per favo-re, non metteteci nel cervello il tarlo che in questo disgraziato Paese perarrivare ad avere la vera autonomia è necessario passare attraverso i mi-tra e le bombe, altrimenti non si riesce ad ottenere nulla! (Applausi dalGruppo Lega Forza Padania per l’indipendenza del Nord).

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Senatore Novi, immagino che intenda chiedere laverifica del numero legale.

NOVI. Signor Presidente, no, ho chiesto la parola per intervenire indichiarazione di voto.

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PRESIDENTE. Bene, senatore Novi, tuteli la maggioranza lingui-stica partenopea.

NOVI. Signor Presidente, la maggioranza linguistica partenopeal’abbiamo tutelata quando questo disegno di legge è stato discussonell’Aula del Senato. Se lei avrà l’amabilità ed anche l’attenzione di ri-leggere i relativi resoconti troverà il nostro intervento a tutela di quellache lei definisce la maggioranza linguistica partenopea.

In realtà, signor Presidente, questo è un testo di legge che si preoc-cupa di alcune culture, come quella slovena, che – diciamolo con fran-chezza – hanno ricorso per la loro tutela anche allo strumento delle foi-be, sono culture «infoibatrici», quindi noi non comprendiamo tanta soli-darietà verso quelle culture che sostanzialmente portano a responsabilitàdi massacri inauditi. (Commenti del senatore Moro).

Nello stesso tempo vogliamo richiamare l’attenzione dei colleghidella Lega sulla contraddittorietà del loro atteggiamento in Aula. Voi as-sicurate la presenza del numero legale già da ieri, però nello stesso tem-po il vostro Capogruppo ha sottolineato che questa è una legge chemozza la lingua ad identità culturali quali, ad esempio, quella lombarda,oltre che a quella napoletana. Il vostro atteggiamento è largamente con-traddittorio perché da una parte prendete atto che questa è una legge di-scriminatoria, oppressiva e neogiacobina come noi l’abbiamo definita,dall’altra parte da ieri assicurate, con la vostra presenza, la maggioranzain Aula.

Dal momento che non siamo qui per fare propaganda, quello cheabbiamo affermato alcuni mesi fa lo ribadiamo in quest’Aula. Noi dicia-mo che o si vara una legge che tutela tutte le identità e le minoranzelinguistiche oppure non ha senso approvare una legge che discriminaall’interno delle varie minoranze linguistiche.

Voglio ricordare l’identità della cultura e del dialetto napoletano,che dopo tutto è stato parlato da una casa regnante che governava so-stanzialmente, con il Regno delle due Sicilie, tutto il Mezzogiorno, unacultura che è portatrice anche di tradizioni di grande rilievo, basti pensa-re alle commedie napoletane, alla grande opera dei memorialisti napole-tani del ’700 e dell’800, alla canzone napoletana. Con questo provvedi-mento mozziamo la lingua (e questa è la risposta ai colleghi di Rifonda-zione comunista) a queste grandi identità e tradizioni culturali e poi in-vece tuteliamo la tradizione culturale degli sloveni e la loro minoranza.(Commenti del senatore Carcarino).

Su queste cose voi sarete chiamati a rispondere. Il collega Melonidifendeva l’identità della Sardegna: noi vogliamo difendere l’identitàdella cultura sarda, ma anche l’identità della cultura napoletana, dellacultura calabrese, della cultura del Molise. Noi vogliamo difenderetutte le specificità ed ecco perché, con questo tipo di opposizionesu questa legge dimostriamo di volerci opporre a quella omologazioneglobalizzatrice che invece vi appartiene. Basta riflettere sui vostriquotidiani atti di Governo e sulla vostra subalternità alla cosiddettaideologia della globalizzazione, quella subalternità che dimostra ormai

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la Sinistra dovunque è al Governo alla ideologia della globalizzazionee alle scelte anche economiche che essa comporta.

Facciamo chiarezza sulle responsabilità, sulla vera ragione delleperplessità di noi parlamentari del Polo su questa legge ed allora si ca-piranno molte cose.

La senatrice Barbieri, intervenendo polemicamente pensava di av-valersi della rete protettiva del Regolamento per impedirci di parlare inquest’Aula per chiedere la verifica del numero legale: quella rete protet-tiva dovuta all’interpretazione del Regolamento è caduta perché, in oc-casione di questa dichiarazione di voto, mettiamo in evidenza e sottoli-neiamo le contraddittorietà di questa legge che è oppressiva e negaidentità culturali presenti in questo Paese e portatrici di grandi tradizio-ni. Poi verrete nelle piazze, in Campania, a spiegare perché avete taglia-to la lingua ai napoletani.

PINGGERA. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINGGERA. Signor Presidente, mi riservo di intervenire in sede didichiarazione di voto finale. In questa sede ribadisco soltanto che l’in-terpretazione data dal senatore Castelli circa il nuovo statuto del Trenti-no-Alto Adige non è uguale alla mia, perché esso è frutto di ampio di-battito e di ampia trattativa politica, in sede sia nazionale sia internazio-nale, come tutti sappiamo. (Applausi dal Gruppo Partito Popolare Ita-liano e della senatrice Russo Spena).

VOLCIC. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Rilevo che sarebbe forse più oppor-tuno svolgere la discussione in sede dichiarazione di voto finale, quandoavremo approvato tutti gli articoli del provvedimento.

VOLCIC. Signor Presidente, interverrò molto brevemente e soloper sottolineare che usare l’espressione «lingua infoibatrice» per unadelle minoranze che fa parte dello Stato italiano non credo sia moltoedificante ed elegante. (Applausi dal Gruppo Democratici di Sini-stra-L’Ulivo).

PRESIDENTE. Infatti, senatore Volcic, io mi sono riferito a mag-gioranze linguistiche.

CAMBER. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMBER. Signor Presidente, chiedo la verifica del numero legale,ma intervengo anche per precisare, anche rispetto a quanto poc’anzi af-fermato dal senatore Novi, che sulle minoranze linguistiche slovena e

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croata è parallelamente in votazione presso la Camera dei deputati (cre-do sia un caso abbastanza curioso e probabilmente molta parte dell’As-semblea non ne è al corrente) un provvedimento specifico per la tuteladi tali lingue. È dunque ben singolare che si vadano a sovrapporre dueiter giuridici con identico oggetto.

BARBIERI. Signor Presidente, è già intervenuto il senatore Novi,su questo.

CAMBER. Forse questo poteva essere uno dei tanti elementi cheavrebbe potuto suggerire una pausa di riflessione, ancorché breve,sull’iter e non quello che sta succedendo adesso, e cioè per una ragioneapertamente clientelare e partitica, si forzino le tappe e si tolga serenitàai lavori d’Aula.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta avanzata dal senatore Camber risulta appoggiata dal prescritto nume-ro di senatori, mediante procedimento elettronico.

Rilevo che c’è stata qualche protesta per il fatto che ho dato la pa-rola al senatore Camber, ma informo di averlo fatto perché ritengo chestiamo discutendo (come in effetti è) di tutela delle minoranze linguisti-che, mentre il senatore Novi si è riferito ad una maggioranza linguistica.(Ilarità del senatore Cirami).

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037, 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 12.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 13.

NOVI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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NOVI. Signor Presidente, intervengo anche per ricordarle che inrealtà il napoletano non è una maggioranza linguistica.

PRESIDENTE. Era nazionale, senatore Novi, come Eduardo DeFilippo.

NOVI. Lo era, per l’appunto; ora la nazionalità di quella lingua èandata affievolendosi, perché lei sa bene che nella stessa Campanial’area in cui viene utilizzata quella lingua, la quale ultima andrebbe tute-lata ammettendola – per l’appunto – a tutela, va ormai restringendosipersino nella stessa città di Napoli.

DONISE. Lasci stare, senatore Novi.

NOVI. Ritengo, dunque, che dovrebbe essere tutelata in quantoportatrice di valori e cultura che a loro volta dovrebbero ricevere speci-fica tutela.

Pasolini a proposito di Napoli e dei napoletani parlava di una tribùche non vuol morire.

POLIDORO. Signor Presidente!

NOVI. In realtà, quell’identità subisce un’aggressione quotidiana daparte di un potere che l’ha negata per anni, arrivando persino al puntodi inibire il festival della canzone napoletana. È meglio che si sappia, inquest’Aula.

Quindi, prendiamo atto che, per quanto riguarda il servizio pubbli-co televisivo, alcune lingue – che per la Presidenza sono maggioritarie,ma che in realtà vanno estinguendosi – non devono trovare alcuna tutelae alcuna presenza.

Richiamo ancora una volta l’attenzione dei colleghi della Lega suquanto contenuto negli articoli 12 e 13 e chiedo sulla votazione di que-st’ultimo la verifica del numero legale.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta avanzata dal senatore Novi risulta appoggiata dal prescritto numerodi senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

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Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3666, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 13.È approvato.

Metto ai voti l’articolo 14.È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 15.

CAMBER. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMBER. Signor Presidente, sin dalla votazione dell’articolo 13ho cercato di prendere la parola, ma lei non ha visto il mio braccio alza-to. Comunque, chiediamo adesso la votazione nominale con scrutinio si-multaneo, mediante procedimento elettronico.

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta di votazione con scrutinio simultaneo, avanzata dal senatore Camber,risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante procedi-mento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Votazione nominale con scrutinio simultaneo

PRESIDENTE. Comunico che da parte del prescritto numero di se-natori è stata chiesta la votazione nominale con scrutinio simultaneo,mediante procedimento elettronico, dell’articolo 15.

Indìco pertanto la votazione nominale con scrutinio simultaneo,mediante procedimento elettronico.

I senatori favorevoli voteranno sì; i senatori contrari voteranno no;i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.

Dichiaro aperta la votazione.(Segue la votazione).

Proclamo il risultato della votazione nominale con scrutinio simul-taneo, mediante procedimento elettronico:

Senatori presenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161Senatori votanti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160Maggioranza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81Favorevoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123Contrari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12Astenuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25

Il Senato approva.

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Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3666, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 16.

È approvato.

Ricordo che l’emendamento 16.0.1 è stato ritirato.Passiamo alla votazione dell’articolo 17.

CAMBER. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMBER. Signor Presidente, chiedo la verifica del numerolegale.

GASPERINI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPERINI. Signor Presidente, il senatore Novi, absit injuria ver-bis, che stimo moltissimo, perché è bravo, competente e profondo neisuoi ragionamenti, mi ricorda un pò coloro che commentavano «Il capi-tale» di Marx senza averlo letto.

Ho letto la legge: non è che ci soddisfi completamente, ma vorreiche fosse chiaro un punto. La lingua veneta non è la lingua di una mi-noranza linguistica, così come la lingua napoletana, che stimo, che mipiace, che è cantabile e anche solenne, non è la lingua di una minoranzalinguistica, bensì una lingua vera e propria. Quando presentammo unemendamento affinché si tutelasse – e parlo del mio amato Veneto – lalingua veneta, lo stesso venne approvato, così come venne accolta unanostra mozione sulla lingua veneta. E questo perché il veneto fu lingua.Signor Presidente, negli archivi di Stato di Venezia ci sono 126 chilo-metri di documenti redatti in lingua veneta: le relazioni degli ambascia-tori della Repubblica veneta, i dispacci del consiglio della Repubblicaveneta, le lettere inviate in tutto il mondo allora conosciuto da parte delVeneto.

Quindi, inviterei il senatore Novi – se mi consente questo suggeri-mento – a leggere un pò meglio la legge e a giudicarla in questo senso.È una legge che va verso quell’auspicato federalismo che noi della LegaForza Padania per l’indipendenza del Nord vogliamo? È quantomeno unvagito, un tentativo per rinnovare anche nella lingua, che è fondamenta-le nel colloquio fra gli uomini, questo nostro federalismo?

Le faccio un esempio, signor Presidente. Tempo addietro difesi unosfortunato mio assistito, che naturalmente, come tutti i miei assistiti, èstato condannato (ho perso tutti i processi, signor Presidente, con gran-dezza ma li ho persi). Ebbene, questo signore padovano era di fronte ad

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un giudice che parlava con un accento diverso, perché veniva da ReggioCalabria. Il mio assistito non capiva il calabrese e il giudice, degnissimapersona, non capiva il veneto: fu condanna. Ho però il dubbio che lacondanna fu dovuta anche all’incomunicabilità fra i due personaggi.

Quindi, la lingua è importante. Tuteliamo le vere lingue, tuteliamoil veneto come il napoletano e forse questo provvedimento sarà un vagi-to verso il nuovo e auspicabile federalismo. (Applausi dal Gruppo LegaForza Padania per l’indipendenza del Nord e del senatore Bedin).

PRESIDENTE. Senatore Gasperini, con questa motivazione hol’impressione che lei abbia salvato per intero l’onorario. (Ilarità).

NOVI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, vorrei ricordare al senatore Gasperini –che ringrazio anche per le valutazioni positive del mio lavoro – che inrealtà quale il sardo è una lingua regionale come il napoletano; e d’al-tronde quest’ultimo non è nemmeno una lingua regionale, perché – co-me ben sa il Presidente del Senato – tutte le aree sannite e anche altrezone della Campania parlano una lingua che non può riferirsi propria-mente alla lingua napoletana.

In realtà, qui solleviamo una questione fondamentale – la tuteladelle identità culturali e delle tradizioni – e troviamo in quest’Aula unatotale chiusura e sordità. Che il nostro non sia un atteggiamento di op-posizione radicale a questa legge è dimostrato dal voto di astensione cheabbiamo espresso qui in Aula e che è documentato. Infatti, non a casoabbiamo chiesto la votazione mediante procedimento elettronico, perchérimanesse traccia nei resoconti dei lavori dell’Aula del nostro orienta-mento e per impedire quella che sarà un’immancabile azione mistifica-trice da parte della maggioranza straripante in quest’Aula.

Signor Presidente, ci troviamo di fronte ad una maggioranza che inSenato è straripante e che non è riuscita ad assicurare il numero legalefino a una mezz’ora fa. Questo va ricordato: una maggioranza così stra-ripante, che può contare anche sull’esodo dal centro-destra verso i pro-pri lidi e che non riesce però a sostenere una legge per lei così impor-tante, che – ripetiamo – discrimina identità e culture che invece andre-rebbero tutelate, come l’identità e la cultura sarda, che noi riteniamonon solo debbano essere tutelate, ma anche enfatizzate nella funzione diaggregazione di un intero popolo, di un’intera nazione.

COLLINO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLLINO. Signor Presidente, vorrei dissentire dalla sua afferma-zione, quando dice che il senatore Gasperini si è guadagnato l’onorario.(Ilarità).

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719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Ritengo non sia vero quanto lei ha affermato; infatti, «Il Gazzettinodi Venezia» del 24 novembre pubblica un articolo molto interessante nelquale la regione veneta invita i senatori del Veneto a fare una battagliadignitosa, forte, aspra e tenace in sede parlamentare per far sì che la lin-gua veneta possa essere tutelata da questo disegno di legge.

Dato che sono friulano e che, oggi come oggi, sono tutelato, mirammarico che la Lega Nord non porti avanti in questa Assemblea unapropria battaglia per difendere e tutelare anche il Veneto, come, del re-sto, gli amici della maggioranza hanno contribuito a tutelare maggior-mente il Friuli.

La Lega, in queste ore, ha voluto rimarcare di essere determinanteper far sì che il provvedimento in esame possa giungere a termine, dopoalcune legislature (forse cinque o sei) nel corso delle quali tutti sappia-mo che non solo l’onorevole Baracetti (ex componente del Partito Co-munista), ma tutti i cattocomunisti della storia del Parlamento hannotentato di far approvare un disegno di legge in tal senso.

Oggi il significato politico, che la Lega Nord si attribuisce, di esse-re veramente determinante ai fini dell’approvazione di tale provvedi-mento non sottolinea un principio politico a favore del federalismo,bensì il ruolo di cuscinetto che l’onorevole Bossi sta ricercando in vistadella crisi politica di gennaio.

Quindi, da parlamentare del Nord-Est, invito gli amici della LegaNord a compiere un atto di coerenza e a far sì che, con la loro presenza,si possa concedere la pausa di riflessione richiesta, affinché anche i cit-tadini del Veneto possano essere oggetto dell’articolo 2 e, conseguente-mente, essere tutelati. (Applausi dal Gruppo Alleanza Nazionale).

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a constatare se la ri-chiesta di verifica del numero legale, prima avanzata dal senatore Cam-ber, risulta appoggiata dal prescritto numero di senatori, mediante proce-dimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 17.È approvato.

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719a SEDUTA (antimerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

Metto ai voti l’articolo 18.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 19.

CASTELLI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CASTELLI. Signor Presidente, capisco che la Presidenza debbaconcludere in fretta i lavori dell’Assemblea, però vorrei che ci fosse an-che consentito di guadagnarci l’onorario. E, visto che siamo parlamenta-ri, cercheremo, anche in questa sede, di dire le cose come stanno.

Avrei voluto intervenire sugli articoli precedenti; però, essendo sta-to travolto dagli eventi, non ho potuto farlo. Pertanto, chiedo scusa sefarò un intervento retroattivo o postumo, che dir si voglia.

Innanzitutto devo rispondere al collega Collino che sono sicuro cheil collega Gasperini si sia guadagnato il proprio onorario: ma certamenteil collega Collino ha guadagnato l’onorario di acrobata e di free climberdei vetri, perché il ragionamento espresso sulla Lega, in queste condi-zioni, altro non è che un’ardita speculazione dialettica.

Vorrei chiarire, una volta per tutte, la nostra posizione. Riteniamoil provvedimento in esame del tutto inadeguato ma comunque importan-te, perché afferma il principio di iniziare a tutelare alcune minoranzelinguistiche, riconoscendo il diritto ad alcuni cittadini dello Stato italia-no di parlare la propria lingua. E questa – consentiteci, colleghi di Al-leanza Nazionale – è una grande novità in questo paese che tende a sof-focare tutto. Per favore, almeno voi non parlate in nome del federali-smo, perché di federalista non avete assolutamente nulla; lasciate questaipocrisia ai vostri colleghi della sinistra.

Negli ultimi articoli del disegno di legge, però, si presenta un pro-blema abbastanza grave. Tuttavia, vorrei sentire in proposito un pareredel relatore, che conforti in tal senso. In detti articoli si dichiara che leregioni, con mezzi propri, quindi all’interno delle proprie disponibilità,possono stipulare accordi con le televisioni o, addirittura, creare appositiistituti per la tutela delle tradizioni.

A questo punto, vorrei capire se ciò significa che in caso di linguee dialetti non espressamente citati nel disegno di legge in esame le re-gioni, nella loro autonomia e nel pieno delle loro disponibilità finanzia-rie, non possono assumere decisioni in riguardo. Se questo fosse vero,sarebbe estremamente grave, in quanto si approverebbe un provvedi-mento nel complesso ferocemente centralista e questo ci costringerebbea rivedere la nostra posizione sull’intero disegno di legge.

Vorrei un conforto dal relatore in tal senso, una sorta di in-terpretazione autentica, visto che il provvedimento – mi corre l’obbligodi dirlo – di fatto era «blindato»; si è fatto cenno prima al fattoche non sono stati presentati emendamenti: a me pare che la mag-

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gioranza questi emendamenti non li volesse accettare proprio perchéil provvedimento era «blindato».

Dunque, come ripeto, vorrei un conforto da parte del collega Beso-stri su questo punto che mi sembra fondamentale; infatti, per come èscritto il testo, sembra quasi che le regioni, nella loro piena autonomia,nella loro piena disponibilità di risorse finanziarie, nel caso in cui sitratti di lingue non previste all’interno del testo non possano far nulla, equesto mi sembrerebbe di una gravità inaudita.

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 19.

È approvato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 20.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, faccio mia la richiesta avanzata dai colle-ghi della Lega, perché anche noi abbiamo bisogno di ascoltare il relato-re per poi arrivare ad una determinazione sul provvedimento.

GASPERINI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GASPERINI. Signor Presidente, ritengo che il senatore Collino siastato parco di verità, oppure – e gli concedo la buona fede, perché è uo-mo di buona fede – non ha letto anche lui non dico «Il Capitale», mal’ordine del giorno presentato dalle Commissioni, accolto dal relatore edal Governo e il cui testo tutti possono leggere, laddove si dice esatta-mente: «(...) rilevato in particolare che vi sono patrimoni linguistici chemeriterebbero tutela, se questa è la volontà delle popolazioni interessatee delle istituzioni territoriali che le rappresentano (in primo luogo le re-gioni), e che non sono contemplati nel disegno di legge, quali, ad esem-pio, il piemontese, il veneto o il napoletano (...)».

Allora, dico che o il senatore Collino non ha letto l’ordine del gior-no, o non ha la memoria di esso, oppure egli vuole negarmi quella par-cella di cui il Presidente del Senato ha dichiarato essere io meritevole.Signor Presidente, merito la mia parcella, a dispetto delle parole del col-lega. (Applausi dai Gruppi Lega Forza Padania per l’indipendenza delNord, Partito Popolare Italiano e Unione Democratici per l’Euro-pa-UDeuR).

BESOSTRI, relatore. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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BESOSTRI, relatore. Signor Presidente, pur essendo in sededi votazione, mi è stato richiesto di dare dei chiarimenti.

In questo disegno di legge, secondo le espressioni usate che nonsono sempre le stesse, si distingue, a volte – come all’articolo 14 – trale lingue minoritarie ammesse a tutela da questa legge e le minoranzelinguistiche di carattere generale. Questo è lo spazio che il disegno dilegge offre.

In secondo luogo, sapete che il percorso scelto – il che spiega an-che il motivo per cui non sono stati presentati emendamenti – deriva dalfatto che non possiamo sottoscrivere la convenzione quadro per la prote-zione delle lingue regionali o minoritarie: infatti, non esistendo una leg-ge quadro, saremmo inadempienti il giorno dopo la firma. È per questoche abbiamo indicato nell’ordine del giorno delle Commissioni, che evi-dentemente pochi devono aver letto, il seguente percorso: approvazionedi questo disegno di legge, con le lacune individuate dalle Commissioni1a e 7a, le quali, vi assicuro, hanno approfondito tutto quello che c’erada approfondire; sottoscrizione della Carta europea delle lingue regionalio minoritarie, che è del 1992; ratifica della stessa, affinché, in sede dileggi di attuazione, si possa ovviare alle imperfezioni di questoprovvedimento.

È un percorso chiaro e, d’altronde, voi sapete che, attraverso l’in-terpretazione data dell’articolo 11 della nostra Costituzione, i trattati e leconvenzioni internazionali entrano a far parte del nostro ordinamento eperciò nel momento stesso in cui sarà ratificata la Convenzione europea,ci sarà la possibilità di garantire la più ampia tutela.

Devo aggiungere una sola considerazione in merito alla contraddit-torietà rispetto alla legge approvata dalla Camera dei deputati sulla pro-tezione delle lingue slovene e croate.

Il Gruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, attraverso l’ono-revole Previti, ha affermato di essere contrario a quel provvedimento,dal momento che all’esame del Senato vi è una legge che tutelerebbemeglio le minoranze slovene e croate. Pertanto, il Gruppo di Forza Italiadella Camera dei deputati trasmette il provvedimento al Senato e in que-sta sede dovremmo tornare indietro.

NOVI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, vorrei ricordare che non esiste nessunacontraddizione, tant’è vero che sul disegno di legge in esame ciasterremo.

Tuttavia, poiché in quest’Aula si è parlato di convenzione quadrosulla protezione delle lingue regionali, riteniamo che, in realtà, il prov-vedimento in esame sia carente proprio nella protezione delle stesse lin-gue regionali. Dal momento che andiamo sostenendo che questo disegnodi legge non è coerente con la Convenzione europea sulla protezionedelle lingue regionali, non riesco a comprendere le argomentazioni for-

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mulate dal senatore Besostri. In sostanza, il senatore Besostri ci ha datoragione: infatti, basta leggere il testo del provvedimento in esame perrendersi contro che vengono tutelate la lingua e la cultura delle popola-zioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelleparlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitanoe il sardo.

L’unica lingua regionale che viene tutelata è quella sarda, e nonanche le altre. Pertanto, ci dovete spiegare – successivamente lo spie-gherete anche ai vostri elettori – dov’è la coerenza di questo disegno dilegge.

Intendiamo, poi, far presente ai colleghi della Lega che se, median-te l’ostruzionismo in Aula e la mancanza del numero legale da parte diuna maggioranza strabiliante, fossimo riusciti ad ottenere un bloccodell’esame della normativa in questione e a riportarla in Commissione,come avevamo già sollecitato ieri sollevando la questione sospensiva,probabilmente non ci troveremmo ora a riflettere e ad analizzare le con-traddizioni del testo normativo in esame. Ieri, in realtà, quando abbiamosollevato la questione sospensiva, ex articolo 93 del Regolamento, vole-vamo dire proprio questo. Il fatto è che in quest’Aula quando le opposi-zioni, argomentano le proprie richieste riferendosi persino alla Conven-zione quadro europea sulla protezione delle lingue regionali, non vengo-no prese sul serio, anzi sono criminalizzate; poi però si inseguono dellemotivazioni, degli arzigogoli dialettici e polemici che non sussistono.Infatti, vi accingete ad approvare una legge che è in contraddizione conla Convenzione quadro sulla tutela delle lingue regionali e a noi è impe-dito di fare il nostro lavoro di opposizione e di sollecitare un migliora-mento dei testi legislativi che quest’Aula si appresta a votare.

Per questi motivi, chiediamo anche sull’articolo 20 la verifica delnumero legale, perché è l’unico strumento che ci è concesso in questasede dal Regolamento per dimostrare il nostro dissenso parziale – suquesto disegno di legge infatti ci asterremo, come abbiamo già detto piùvolte – verso questo modo di procedere nei lavori del Parlamento e ver-so questo tipo di decisionismo, che non tiene conto delle sollecitazioniassembleari, soprattutto da parte di una sinistra di Governo che, nei de-cenni precedenti, ha fatto del sistema di collaborazione assembleare ilfondamento della Costituzione non scritta di questo Stato.

CRESCENZIO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CRESCENZIO. Signor Presidente, intervengo per esprimere la mianetta contrarietà al fatto che venga inserita la lingua veneta tra le linguedelle minoranze. Il veneto – come il napoletano e come il toscano – è,nelle sue varianti, una lingua a tutti gli effetti.

PELELLA. Bravo!

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CRESCENZIO. Il napoletano e il veneto non hanno bisogno di al-cuna protezione, dal momento che storicamente e culturalmente questelingue hanno prodotto documenti di qualunque tipo: economico, sociale,letterario e mercantile. Basti pensare al fatto che il veneto, dal punto divista mercantile, è nettamente superiore al toscano, dato che Firenze erauna città di terraferma e non di mare. Nell’ambito dell’esercito austria-co, in buona parte, si parlava il veneto e nella flotta che nel 1866 scon-fisse l’Italia a Lissa si parlavano le lingue dalmata, istriana e veneta.(Applausi dal Gruppo Lega Forza Padania per l’indipendenza delNord).

Quindi, questa protezione ci offende. La nostra è praticamente unacultura, una lingua; 7 milioni di persone parlano la lingua veneta,dall’Adda fino all’Adriatico, e non ha senso metterci sotto tutela. Ancheper rispondere al discorso del senatore Collino, noi, come veneti, dob-biamo offenderci per il fatto di essere inseriti fra i protetti. Protezioni diquesto tipo non ne vogliamo. (Applausi dal Gruppo Lega Forza Pada-nia per l’indipendenza del Nord e dei senatori Fumagalli Carulli eGiaretta).

Vogliamo invece che sia riconosciuto il diritto di tutti i nostri gio-vani, nell’ambito della cultura, ad una formazione che faccia appello al-le nostre tradizioni, alla nostra civiltà, a quello strumento che la linguaesprime in quanto lingua e patrimonio di tutto il complesso della civiltà.Non riesco ad interpretare la civiltà friulana e la cultura veneta se nonne conosco la base linguistica. Una lingua è tale quando, partendo dalgreco e dal latino, si riescono a determinare le costanti fonetiche, mor-fologiche e sintattiche, per cui la struttura presenta delle situazioni con-tinue e traducibili in regole fonetiche, morfologiche e sintattiche. Con ilveneto ed il napoletano è possibile dimostrare questa caratteristica, manon per il piemontese e neanche per il friulano. Quest’ultimo è un dia-letto, anche se tutti sostengono che sia una lingua. Per il veneto, il na-poletano ed il toscano questo aspetto riesco a dimostrarlo.

Quindi, insisto su questa caratteristica per il veneto, per la culturache esprime e per il fatto che è la lingua di 7 milioni di persone. Quan-do noi parliamo, iniziamo in italiano e finiamo sempre con il parlare inveneto, sia che ci troviamo a Roma, a Padova o a Venezia. Noi parlia-mo sempre in veneto perché, dal punto di vista linguistico, questa linguaè molto più ricca, al fine di soddisfare i bisogni della nostra cultura,della lingua toscana, pur apprezzando molto quest’ultima, che rappre-senta il simbolo dell’unità nazionale. Esprimo lo stesso apprezzamentoper il napoletano.

Pertanto, è giusto che queste due lingue vengano estrapolate daquesta marmaglia di concetti che non hanno niente a che vedere con lastoria linguistica nazionale. (Applausi dai Gruppi Democratici di Sini-stra-L’Ulivo e Partito Popolare Italiano, Lega Forza Padania per l’in-dipendenza del Nord e Rinnovamento Italiano, Liberaldemocratici, Indi-pendenti-Popolare per l’Europa).

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Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta, precedentemente avanzata dal senatore Novi, risulta appoggiata dalprescritto numero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti l’articolo 20.È approvato.

Passiamo alla votazione finale.

PINGGERA. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PINGGERA. Signor Presidente, colleghe e colleghi, la tutela delleminoranze linguistiche è un obbligo imposto dall’articolo 6 della Costi-tuzione, come tutti sappiamo. Voglio però precisare che la tutela rag-giunta per le minoranze linguistiche di lingua tedesca e ladina inSud-Tirolo, lungi dall’essere perfetta (per molti versi è soddisfacente eper altri anche buona), è certamente più avanzata, in quasi tutti i suoiaspetti, di quella ora in esame.

Ciò, però, non è dato sotto tutti gli aspetti e per questo motivo l’ar-ticolo 18 prevede che, nelle regioni a statuto speciale, l’ingresso dellenorme di tutela più favorevoli qui contenute è disposto con norme di at-tuazione dei rispettivi statuti, secondo l’iter costituzionalmente previsto.Inoltre, è fatta salva la tutela già esistente nelle regioni a statuto specialee nelle province autonome di Trento e Bolzano. Anche la norma transi-toria, di cui al comma 2 dell’articolo 18, è molto equilibrata.

Rilevo che il disegno di legge in esame fondamentalmente non in-troduce purtroppo una tutela diretta ma, muovendo dall’assetto costitu-zionale centralistico in vigore, si limita a consentire agli enti locali diapprovare misure di tutela che non posso non definire minimalistiche.

Poiché rappresento una minoranza linguistica, sono naturalmentesensibile anche alle esigenze di altre minoranze. L’articolo 4 del disegno

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di legge in esame prevede, per esempio, l’uso delle lingue delle mino-ranze anche nelle scuole materne, ma soltanto dopo la definizionedell’ambito territoriale e, quindi, non immediatamente. È prevista inoltrela facoltà, purtroppo eccessivamente condizionata, di usare dette lingueanche nelle scuole elementari e secondarie di primo grado. È questo ilpresupposto minimo affinché una minoranza linguistica possa sopravvi-vere, specialmente oggi: l’influenza dei mass media produce, infatti, unforte effetto di schiacciamento della cultura delle minoranze.

Anche nel settore amministrativo è prevista la facoltà, e soltanto lafacoltà, di introdurre l’uso della lingua di una minoranza, che è altresìprevista, nel settore giudiziario, soltanto davanti al giudice di pace. Misembra che, su questo versante, sarebbe certamente opportuno giungere,in futuro, ad una più evoluta ed accentuata tutela; come ho detto in pre-cedenza, la possibilità di usare la propria lingua per difendersi da accuseè essenziale: le possibilità espressive nella madrelingua sono completa-mente diverse rispetto a quelle offerte da una lingua appresa successiva-mente; la precisione con cui ci si può difendere ed esprimere i propriconcetti è, infatti, molto più efficace nella madrelingua.

Riassumendo il mio intervento, credo di poter affermare che siamoad un punto di partenza per la tutela delle minoranze linguistiche ogginon ancora protette; è garantito un grado di tutela che la Costituzione,da oltre cinquant’anni, aveva previsto dovesse essere realizzato.

Annuncio quindi il voto favorevole della Südtiroler Volkspartei suldisegno di legge, pur nella convinzione che esso reca misure molto ri-strette e minimalistiche; mi auguro che esse potranno essere adeguatealle vere esigenze e che, dopo un primo rodaggio, potranno raccogliereun più ampio consenso in Senato e presso la Camera dei deputati.

MUNDI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MUNDI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, riteniamo importan-te il provvedimento in esame non solo perché guarda avanti, ma anche esoprattutto perché esprime la capacità di realizzare un’esigenza fonda-mentale, ossia quella di una reale ed incisiva valorizzazione della ric-chezza dei patrimoni linguistici e culturali del nostro Paese. L’approva-zione di questo provvedimento non solo consentirà di dare attuazioneall’articolo 6 della Costituzione, ma permetterà anche di metterci in sin-tonia con l’Europa ed in particolare con quelle espressioni delle istitu-zioni europee che hanno già dato sanzione all’esigenza di tutela delleminoranze linguistiche e storiche.

Avevamo chiesto una pausa di riflessione perché, pur nel rispettodelle legittime richieste delle minoranze linguistiche, temiamo una di-spersione del patrimonio linguistico nazionale, che deve invece conser-vare la sua unitarietà.

Pertanto, pur con queste considerazioni, dichiaro, anche a nomedel Gruppo Unione Democratici per l’Europa-UDeuR, il voto favorevole

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all’approvazione del provvedimento in discussione. (Applausi dal Grup-po Unione Democratici per l’Europa-UDeuR).

ZANOLETTI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZANOLETTI. Signor Presidente, crediamo che questo disegno dilegge abbia degli scopi più che lodevoli e da noi condivisi: la difesadella lingua come tutela di valori, di tradizione e di cultura. Esprimo an-cor più particolare soddisfazione nel vedere compresi nell’elenco conte-nuto nell’articolo 2 anche idiomi quali il franco-provenzale e l’occitano,che hanno un particolare rilievo e una storia dignitosissima, ma soprat-tutto manifestano nella mia regione la volontà di sopravvivere.

Ritengo, tuttavia, che questo provvedimento sia per un verso par-ziale e per un altro – e ciò è grave, a mio parere – contraddittorio. Iproblemi nascono – come è stato già sostenuto da altri colleghi – pro-prio dall’elenco dell’articolo 2, che comprende alcuni idiomi sicuramen-te particolari, ossia quelli delle popolazioni albanesi, catalane, germani-che, greche, slovene e croate, nonché di quelle parlanti il francese, ilfranco-provenzale, il ladino e l’occitano, ma rispetto ad essi aggiungeanche il friulano ed il sardo.

Presidenza della vice presidente SALVATO

(Segue ZANOLETTI). Credo si tratti di due tipologie e realtà di-verse. Sono assolutamente d’accordo con la tutela e la valorizzazionedel friulano e del sardo, ma mi domando perché non si riservi lo stessotrattamento anche ad altri idiomi che presentano le medesime caratteri-stiche.

Mi riferisco, in particolare, al piemontese, che è stato riconosciuto,fin dal 1981, fra le lingue minoritarie tutelate a livello europeo dal rap-porto n. 4745 del Consiglio d’Europa; in Piemonte, fin dal 1990, è stataapprovata una legge che riconosce e promuove la lingua piemontese co-me una delle quattro lingue minoritarie autoctone del Piemonte e sonostati presentati numerosi disegni di legge in Commissione: ricordo, inparticolare, il disegno di legge n. 3426, che prevede la valorizzazioneanche del piemontese e che non è mai stato nemmeno considerato.

Il problema fondamentale che ha caratterizzato le ultime settimaneed i passati mesi è che vi è stata la volontà politica di portare all’esamedell’Assemblea il disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati,senza alcuna modificazione.

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Presidenza del vice presidente FISICHELLA

(Segue ZANOLETTI). Intendo ancora sottolineare – e credo chequesto sia un parametro di assoluta importanza – che in Piemonte vi èla volontà di mantenere la propria lingua, come dimostrano sia tutti glielementi che ho già citato, sia le numerose iniziative che vengono as-sunte a livello culturale, sia l’ordine del giorno, approvato all’unanimitàdal consiglio regionale del Piemonte il 12 ottobre scorso, con il quale siprotesta perché il piemontese non è stato considerato nella normativaoggi al nostro esame.

Così come ha fatto la regione Piemonte, altrettanto hanno fatto tan-ti comuni che hanno protestato ed hanno richiesto a noi parlamentari difar presenti le loro esigenze e la loro volontà, che credo siano da rispet-tare: parliamo sempre di federalismo e di sussidiarietà e dunque bisognaessere coerenti e tener conto di tali istanze.

È stato presentato un ordine del giorno che tiene conto di questiproblemi, in cui si dice che, se c’è la volontà degli enti territoriali, inparticolare della regione, di valorizzare alcuni idiomi, ce ne sono altri,tra cui il piemontese, che meriterebbero di essere valorizzati.

Conosciamo il valore degli ordini del giorno e quindi, a mio avvi-so, esso non basta: anzi, un dispositivo di questo tipo dimostra che c’èun’esigenza alla quale non diamo corso, che non accogliamo in questoprovvedimento.

Sono, dunque, profondamente insoddisfatto e credo che sarebbestato possibile, vista la volontà politica emersa da tutti i Gruppi, rinviareil provvedimento in Commissione e, nel giro di poche settimane, predi-sporre un altro testo che avrebbe potuto accogliere anche le esigenzeevidenziate da me e da altri colleghi.

Si tratta quindi di volontà politica: noi diciamo che il provvedimen-to è valido, ma anche che è insufficiente e contraddittorio. Avremmovoluto di più e per questi motivi ci asterremo dalla votazione. (Applausidal Gruppo Centro Cristiano Democratico).

ELIA. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ELIA. Signor Presidente, colleghi, riconosco che l’iter di un prov-vedimento così impegnativo, in quanto di attuazione dell’articolo 6 dellaCostituzione, è stato, anche in passato, travagliato. È nota l’ostilità, adesempio, del compianto presidente Spadolini verso questa iniziativa,perché, a suo avviso, metteva in pericolo quell’unità linguistica che erastata una delle componenti dell’unificazione risorgimentale.

Mi rendo conto, quindi, di perplessità e di riserve che sarebbe

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stato opportuno far valere in una fase precedente a quella dellavotazione odierna.

Tuttavia, malgrado le riserve e le difficoltà di un convenzionalismoche aduggerà l’interpretazione di queste norme, nel senso che talune for-mulazioni, quali «lingua» e «minoranza linguistica», sono accolte secon-do criteri che non hanno un riscontro assolutamente preciso nella semio-logia e in altri rami scientifici, non si può negare che una certa logica visia, anche quando sembra che essa sia veramente violata. L’eccezionefatta per il friulano ed il sardo, in realtà, corrispondendo a regioni all’in-terno delle quali si valorizzano lo sloveno o il catalano, fa sì che il friu-lano ed il sardo non diventino certo minoranze linguistiche, ma contras-segnino un uso che si affianca a quello delle minoranze linguistiche ve-re e proprie.

Ciò è spiegato in qualche misura (ed anche con qualche sottinteso,ma in altri punti con chiarezza) nell’ordine del giorno proposto dalleCommissioni, che nel complesso mi pare sia equilibrato e rispecchi l’in-tenzione degli autori di questo provvedimento: quella, cioè, di passaread un’attuazione dell’articolo costituzionale, dell’apertura sulla carta, ap-punto, delle minoranze europee ed anche degli impegni che in qualchemodo, sia in campagna elettorale che dopo, abbiamo assunto verso taliminoranze linguistiche. In particolare, ci sentiamo impegnati, natural-mente, per le minoranze delle regioni a statuto speciale, con cui abbia-mo avuto contatti e rispetto alle quali riteniamo di esserci mantenuti fe-deli rispetto agli impegni assunti.

Il coltissimo collega Rescaglio mi ricorda che Dante, nel «De vul-gari eloquentia», valorizzava i 14 dialetti che già in quel momento va-riavano la versione toscana della lingua, che poi sarà quella italiana. SeDante non riteneva incompatibili quei 14 dialetti con la lingua toscana,spero anch’io che la valorizzazione di questi patrimoni linguistici nonmetta in pericolo l’unità linguistica della nazione, assicurata oggi, in mi-sura non indifferente, anche dal linguaggio televisivo, che, sia pure coni suoi difetti, ha svolto opera unificatrice in questo Paese.

Per tali motivi, il Gruppo del Partito Popolare Italiano voterà a fa-vore del provvedimento. (Applausi dai Gruppi Partito Popolare Italia-no, Unione Democratici per l’Europa-UdeuR e Democratici di Sini-stra-L’Ulivo).

ANDREOTTI. Domando di parlare per dichiarazione di voto, indissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

ANDREOTTI. Signor Presidente, desidero spiegare i motivi per iquali voterò differentemente dal Gruppo cui appartengo.

Mi ero permesso di chiedere una pausa di riflessione. Conosco ilRegolamento, ma anche quel certo modo con cui delle volte lo si puòadattare ad una realtà che mi sembrava prevalente.

Frequento regolarmente il Senato, non appartengo all’unione dei se-natori in congedo, di cui sentiamo all’inizio di ogni nostra seduta elen-

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care i nomi, cerco anche di leggere quello di cui si sta discutendo e diascoltare le osservazioni svolte dai colleghi. Mi scusi il senatore Novi,ma non condivido l’idea che ci sia una contraddizione tra il contribuirecon la propria assenza a far mancare il numero legale e l’avere un’opi-nione diversa. Vorrei permettermi di osservare che la richiesta di verifi-ca del numero legale dovrebbe rappresentare un fatto eccezionale eostruzionistico, ma se viene posta tutti i giorni, e più volte in uno stessogiorno, a mio avviso perde anche di significato politico. Ma questo nonc’entra con le minoranze etniche.

Nessuno, al riguardo, è legittimato a porre equivoci. Il fondamentoculturale e politico del nostro sistema attribuisce grandissima attenzionealla tutela delle minoranze. Se per alcune situazioni si è proceduto inmodo specifico, e mi riferisco allo statuto del Trentino-Alto Adige, nonè però assolutamente vero che quest’ultimo sia nato da atti di terrori-smo, che sono stati isolati e successivi: è nato, invece, dall’accordo DeGasperi-Gruber del 1946, da precise disposizioni costituzionali e da unaserie di norme negoziate con tutta la regione, che hanno portato alla de-finizione di quel pacchetto. Giustamente, dunque, il senatore Pinggeraha fatto quel richiamo in merito.

Tuttavia, una delle ragioni per cui chiedevo di poter riflettere perun momento era anche legata a quanto sta accadendo proprio nella pro-vincia del senatore Pinggera (di cui egli è sicuramente a conoscenza)circa un fatto che ritenevo acquisito: credevo che nessuno discutesse piùsull’indicazione bilingue delle strade; la provincia, invece, sta ridiscu-tendone, per far sì che si adotti soltanto la denominazione tedesca.

Stiamo attenti, quindi. Per questo volevo esaminare meglio la vi-cenda. Finché le norme danno aiuti alle televisioni locali mi commuovofino ad un certo punto, ma se si vuole in un certo senso, magari oltre lapropria volontà, sgretolare un sistema, mi sento di dire che forse avrem-mo dovuto pensarci di più.

Ultima questione, e mi avvio a concludere. Siccome si fa riferi-mento a molte norme internazionali, ritengo che dell’argomento avrem-mo dovuto parlare anche in Commissione affari esteri, al fine di appro-fondirla in una sede nella quale lavoriamo con molta attenzione – ancheperché siamo pochi – e con spirito di grandissima collaborazione.

Per questi motivi, non voterò contro perché non voglio sembrare, ein realtà non sono contrario al rispetto delle autonomie e delle minoran-ze, ma non voterò a favore perché non mi sento di dire che si rechi unservizio alle generazioni future se, avendo la possibilità di concedere piùfondi e più personale alle scuole, invece di insegnare loro una secondalingua estera, utile per la vita e la professione, gli facciamo studiare ilcatalano o il sardo.

COLLINO. Bravo!

ANDREOTTI. Sotto questo profilo, non mi resta che – con moltamestizia – astenermi. (Applausi dai Gruppi Partito Popolare Italiano,Unione Democratici per l’Europa-UdeuR, Forza Italia e AlleanzaNazionale).

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BRIGNONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRIGNONE. Signor Presidente, si tratta di un provvedimento chereca con sé molte luci, ma anche molte ombre. Luci poiché affronta perla prima volta il tema improcrastinabile delle minoranze linguistiche,ombre per due motivi fondamentali, oltre a quello dell’intrinseca mode-stia per quanto attiene alla dotazione finanziaria che reca con sé ilprovvedimento.

Il primo motivo è stato sottolineato anche dal relatore nella replica.Si tratta del fatto che il provvedimento ha ricevuto scarsa attenzionenell’ambito dei lavori delle Commissioni 1a e 7a riunite, sede nella qualesostanzialmente le obiezioni sollevate e i voti contrari sono apparsiestremamente limitati. Al contrario, in Aula sono affiorate numerose os-servazioni e questioni anche fondamentali, che hanno cercato di riporta-re allo stato iniziale l’intera discussione sul provvedimento, con una ri-chiesta, tra l’altro, di rinvio in Commissione. Non mi riferisco soltantoalla distinzione tra lingua e dialetto (sulle quali si è dissertato in modofilologico anche con un certo spessore, ma anche alquanto oziosamente,perché tale distinzione è stata finalizzata soprattutto all’inserimento dellelingue che appaiono escluse dall’articolo 2), ma soprattutto al fatto cheoccorreva stabilire preventivamente se questa legge rappresentasse unavvio di trattazione del problema oppure la conclusione, il punto di arri-vo. Tuttavia, l’accoglimento degli ordini del giorno mi convince che sidovrebbe trattare soltanto dell’avvio e che, sotto questo profilo, sarebbedannoso rallentare ulteriormente l’iter di un provvedimento da troppotempo molto atteso.

Il secondo motivo d’ombra deriva dall’aver individuato quasi sol-tanto nella lingua la specificità di una popolazione minoritaria da salva-guardare. Una lingua che si vorrebbe tutelare e usare nelle scuoledell’obbligo, che spesso sono state chiuse in seguito alla razionalizzazio-ne, oppure nei consigli comunali o nelle comunità montane rese sparutedal progressivo abbandono del territorio da parte degli abitanti, inurbati-si nei centri di fondovalle in cerca di migliori condizioni di vita.

Questa legge, purtroppo, accomunando nell’articolo 2 popolazioniterritorialmente estese – magari un’intiera regione – e numericamenteconsistenti ed altre autentiche minoranze in progressivo depauperamen-to, allocate in aree spesso marginali, ristrette, dai confini limitati ad unacomunità montana, non reca in fondo distinzione alcuna e non approfon-disce le esigenze peculiari di ciascuna minoranza. Per tale motivo si èingenerata la rincorsa all’inserimento di altre lingue nell’articolo 2, pro-prio perché l’approccio alla questione sembrava approssimativo. Non sipuò infatti ritenere che le esigenze di tutela linguistica e culturale sianole stesse, per esempio, tanto per i franco-provenzali o gli occitani quan-to per i friulani e i sardi, perché per gli uni occorre intervenire con mol-teplici interventi, come ho sottolineato in discussione generale, quandoho detto che «occorre impedire, attraverso molteplici e incisivi provve-dimenti, non solo di natura linguistica, il depauperamento di quelle aree

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sempre più abbandonate e marginalizzate, alle quali bisogna invece re-stituire dignità e consapevolezza del proprio ruolo in rapporto alle areefortemente urbanizzate». Per gli altri, invece, questo provvedimento, purcon i suoi evidenti limiti, potrebbe risultare appagante.

Non mancano inoltre alcune contraddizioni. Per esempio, nei terri-tori di insediamento delle popolazioni di lingua e cultura tutelate tropposovente i docenti, reclutati secondo le vigenti normative, provengono daluoghi molto lontani e prestano servizio in comunità che sono a loro deltutto estranee per quanto attiene usi, costumi e lingua; appena possibile,chiedono il trasferimento nei luoghi d’origine, dando luogo ad un avvi-cendamento continuo e deleterio. Curiosamente, invece, il comma 2dell’articolo 4 consente alle istituzioni scolastiche dell’obbligo di assicu-rare l’apprendimento della lingua della minoranza mediante specificheattività di insegnamento. Il buon senso suggerirebbe a questo punto che,anzitutto, gli insegnanti destinati ad operare nelle scuole delle popola-zioni di cui si tutela la lingua e la cultura debbano essere reclutati nelleprovince di residenza. (Applausi dal Gruppo Lega Forza Padania perl’indipendenza del Nord). È una richiesta che avevo già avanzato in me-rito a tanti provvedimenti e che è stata regolarmente respinta, ma che at-tiene esattamente al merito e allo spirito del provvedimento al nostroesame.

Come si vede, questo è un esempio che dimostra che ogni appro-fondimento comporta una serie di questioni, le quali evidenziano chequesto disegno di legge può risultare quasi innocuo, ma al contempo ri-voluzionario. Forse, non molti colleghi fino a questa mattina se n’eranoaccorti; se n’è accorto acutamente il senatore Andreotti. L’impostazionedella legge doveva, invece, dipanarsi da un concetto di fondo: la molte-plicità delle lingue, dei dialetti, degli usi e costumi del nostro Paese, cheforse non ha eguali altrove, rappresenta la nostra autentica ricchezza.Questa ricchezza occorre tutelare anzitutto, con particolare attenzioneverso quelle popolazioni di cui si vanno estinguendo la lingua e la cul-tura, cioè le autentiche minoranze. Conclusione semplice, ma troppo ar-dua, semplicemente perché è emerso ieri e questa mattina che troppicolleghi hanno riconosciuto di non aver approfondito – un eufemismoche probabilmente sottintende il non averlo letto – questo disegno dilegge.

Ciò premesso, il mio Gruppo voterà comunque a favore del prov-vedimento, perché, pur con tutti i suoi limiti, contiene molti princìpi emolte istanze che sono propri della nostra battaglia politica. (Applausidal Gruppo Lega Forza Padania per l’indipendenza del Nord e del se-natore Crescenzio).

PRESIDENTE. Mi risulta che ora dovrebbe intervenire in dichiara-zione di voto il senatore Camber, al quale do la parola.

CAMBER. Signor Presidente, il senatore Novi esporrà la posizionedi astensione del Gruppo Forza Italia. Io intervengo in dissenso dal mioGruppo: un dissenso che è esclusivamente di carattere formale, visto checondivido tutte le motivazioni...

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PRESIDENTE. Senatore Camber, dagli appunti a mia disposizionerisulta che dovrebbe intervenire in dissenso dal Gruppo il senatore Novi,mentre lei dovrebbe esprimere l’orientamento di Forza Italia. Se cosìnon è, dovrà intervenire per primo il senatore Novi per dichiararel’orientamento del Gruppo e quindi lei in dissenso: l’iter non può cheessere questo!

CAMBER. Signor Presidente, lei mi ha interpellato e io horisposto.

PRESIDENTE. L’ordine degli interventi è quello che ho testéenunciato?

NOVI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Allora, deve prima intervenire in dichiarazione divoto il senatore Novi. Probabilmente vi è stato un piccolo equivoconell’appunto che ho ereditato.

Senatore Novi, ha facoltà di parlare.

NOVI. Signor Presidente, nel momento in cui parliamo di minoran-ze linguistiche, si è verificato veramente un disguido di minoranza lin-guistica, tra me e il senatore Camber nell’intenderci.

Anche alla luce dell’arroganza della maggioranza, siamo costretti apraticare un ostruzionismo che ricorre allo strumento della richiesta diverifica del numero legale, questo perché – e ce ne deve dare atto il se-natore Andreotti – la maggioranza non si è lasciata, nemmeno per un at-timo, condizionare – nella sua «volontà» di potenza in quest’Assemblea– dalle sagge, documentate e profonde parole del senatore Andreotti,che, oltre ad essere maestro di cultura democratica, è anche maestro dicultura pluralista. Basta ricordare non solo la sua esperienza di uomo diGoverno e di Presidente del Consiglio dei ministri, ma anche la sua pre-gressa vicenda politica.

Tuttavia, il senatore Andreotti deve darci atto che da parte dellamaggioranza non vi è alcuna volontà di dialogo. La maggioranza haadottato argomentazioni e linguaggi grevi, supponenti, volgari, ingiuriosie squadristici. (Proteste dei senatori Carcarino e Marchetti). Mi rife-risco, ad esempio, al linguaggio che ha caratterizzato l’intervento delsenatore Crescenzio, che ha definito «marmaglia» le nostre argomenta-zioni.

Al senatore Crescenzio voglio ricordare un particolare: questa mag-gioranza ha votato un ordine del giorno che conteneva alcune delle ar-gomentazioni da noi addotte. Ne consegue, ovviamente, che egli defini-sce «marmaglia» anche l’ordine del giorno che la sua maggioranza havotato.

La supponenza del senatore Crescenzio non merita una nostra repli-ca, essendo intrisa di quei residui di cultura giacobina (non a caso uso iltermine «residui» e non una parola ingiuriosa come «marmaglia») chesono presenti in Parlamento e che fanno disonore alla maggioranza.

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In realtà, abbiamo espresso le nostre perplessità sull’articolo 2 deldisegno di legge, perché riteniamo tale articolo discriminatorio, dal mo-mento che (come è stato sottolineato, ad esempio, per l’Alto Adige)orienta verso una sorta di monolinguismo, di monocultura, di oppressio-ne dell’identità e della cultura italiana presente in Alto Adige.

Nel momento in cui si ricorre ad indicazioni stradali soltanto in te-desco, si nega, si respinge e si opprime la nostra identità culturale. Ab-biamo apprezzato e apprezziamo complessivamente il disegno di leggeperché si muove nell’ambito delle previsioni contenute nell’articolo 6della Costituzione. Tuttavia, non possiamo non rilevare che lo stessocontraddice la convenzione-quadro sulla protezione delle lingue regiona-li. Poiché nessuno ha dato risposta in merito a questo dato, un giornodovrete spiegarci perché il friulano, che è una «parlata» regionale, e iltedesco, che è una lingua egemone in un’intera provincia, debbano esse-re tutelati e perché invece non debbano essere tutelate altre identità.

Si dice: ma quelle ormai sono lingue, culture e identità che fannoparte di un patrimonio vastissimo. Non è affatto vero: per chi segue ildipanarsi della vicenda culturale di questo Paese, è quanto mai chiaroche il processo di omologazione e anche di oppressione delle identità edelle culture è in atto, è grave e tende a spossessare le nazionalità cheformano il nostro Paese delle loro tradizioni e persino della lorostoria.

In questo disegno di legge, all’articolo 4, comma 2, si parla di «at-tività di insegnamento della lingua e delle tradizioni culturali delle co-munità locali»; allora, dal momento che si parla di «lingua» e «tradizio-ni culturali», perché quest’insegnamento negarlo, per esempio, ai sicilia-ni, ai napoletani, ai calabresi o ai piemontesi? In Piemonte esistonoquattro lingue minoritarie: perché privilegiare soltanto il francese e ilfranco-provenzale a discapito, per esempio, della lingua piemontese? Celo dovreste spiegare. Ecco dunque da cosa nasceva la nostra perplessitàcomplessiva su questo disegno di legge. Dovrete spiegarci perché com-prendete il sardo tra le lingue che vanno tutelate: è giusto che sia così(e ribadisco con forza che per noi il sardo è una lingua che va tutelata evalorizzata), ma perché negare questa stessa tutela ad altre lingue, comead esempio il piemontese?

In realtà, quindi, le vostre ingiurie e le vostre contumelie, i vostripalesi atti intimidatori qui in Aula volevano alzare una cortina fumoge-na a protezione delle contraddizioni e delle discriminazioni presenti neltesto del provvedimento, che voi volete invece approvare senza un atti-mo di riflessione.

Mi riferisco poi all’UDeuR e ad altre componenti della maggioran-za che hanno mostrato perplessità e dissociazione. Si dichiarano perples-sità che poi spariscono di fronte alla «chiamata alle armi» della discipli-na della maggioranza. Capisco anche che qui sono in discussione subva-lori essenziali per alcuni, quali quelli, per esempio, del mantenimento odell’attribuzione dei collegi nel maggioritario; e dunque si dissente, manello stesso tempo si accorre, ci si accorpa, ci si aggrega, perché essen-ziale è la tutela del proprio collegio nel maggioritario e quindi occorrerispettare una disciplina ferrea. Ecco il vostro pluralismo. Noi parliamo

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di egemonia dei Democratici di sinistra su questa maggioranza ed eccouna prova dell’esistenza di quest’egemonia. I partiti neocentristi di que-sta maggioranza in realtà richiamano alla memoria quei partiti che nelledemocrazie popolari erano centristi, non erano comunisti, ma poi eranototalmente subalterni al partito egemone, che in genere era il partito co-munista; anzi, nella totalità dei casi era il partito comunista, anche seassumeva diverse denominazioni, come quella di «partito dei lavo-ratori».

In questa sede voglio richiamare l’attenzione anche sull’orienta-mento e sull’atteggiamento della Lega.

Mi sarei aspettato da quest’ultima un atteggiamento diverso. Non visiete resi conto che avete fornito a questa maggioranza un’arma – ve neaccorgerete in campagna elettorale – contro i vostri stessi elettori. Infat-ti, questa stessa maggioranza un giorno comunicherà a voi e agli altri –e la farà emergere anche attraverso i giornali locali – la seguente realtà:il piemontese, che rientra in una delle quattro lingue minoritarie del Pie-monte, non è compreso in questo testo di legge, a differenza del france-se e del franco-provenzale. È un dato di fatto. Come spiegherete, allora,ai vostri elettori piemontesi questa contraddizione? Tanto più che ancheun voto del consiglio regionale del Piemonte mirava a tutelare questalingua e questa identità culturale. Come farete a spiegarlo? Lo stesso va-le per il Veneto.

Certo, le volgarità del senatore Crescenzio hanno meritato l’applau-so di una maggioranza arrogante e anche, in molte sue componenti, in-colta. Ma come motiverete il vostro voto di fronte ai vostri elettori? Esoprattutto, come motiverete il vostro sostegno a quella che è stata lapresenza parziale della maggioranza in Aula? Perché la maggioranzanon era in grado di assicurare la presenza del numero legale in que-st’Aula? Perché anche all’interno della stessa maggioranza ci sono dis-sensi sul disegno di legge in esame. Voi dovevate far emergere il dis-senso presente anche all’interno della maggioranza sul provvedimento indiscussione, come ha affermato ieri con grande profondità ed argomen-tazioni dense di cultura – quelle sì – il senatore Vertone Grimaldi. Il se-natore Vertone Grimaldi, ieri, non si è abbandonato ad aggressioni in-giuriose e ad argomentazioni da postribolo, ma si è dilungato analizzan-do in modo serio e rigoroso questo disegno di legge.

Allora, noi prendiamo atto della totale chiusura della maggioranzae della subalternità del Partito Popolare all’arroganza giacobino-diessina.Ripeto: ne prendiamo atto. Il Partito Popolare una volta era il partitosturziano, il partito della sussidiarietà e del federalismo. Il Partito Popo-lare si mostra invece in questa sede totalmente subalterno, in nomedell’intangibilità (Commenti del Partito Popolare Italiano) del subvaloredel seggio maggioritario da tutelare, agli ordini e ai diktat della maggio-ranza, che in Aula ha mostrato attraverso una collega anche un certoespressionismo autoritario.

FOLLIERI. Basta!

PRESIDENTE. Senatore Novi, la invito a concludere l’intervento,essendo scaduto il tempo a sua disposizione.

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NOVI. Ecco perché in questa sede esprimiamo il nostro voto diastensione su questo disegno di legge, discriminatorio ed oppressivo neiconfronti di altre identità culturali e linguistiche che andrebbero invecetutelate. (Applausi dal Gruppo Forza Italia).

CAMBER. Domando di parlare per dichiarazione di voto, in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

CAMBER. Signor Presidente, il Polo aveva dato la misura dell’at-teggiamento moderato e costruttivo, certamente non ostruzionistico, cheintendeva assumere con il comportamento tenuto dalle sue varie compo-nenti nei lavori della Commissione, confidando nella maturità enell’equilibrio del Governo e della maggioranza.

Quali siano stati poi in effetti la maturità e il senso dell’equilibriodi questa maggioranza lo abbiamo inequivocabilmente potuto vederequest’oggi, nel corso dei lavori. Diciamo che questa visione è culminatacon l’intervento del presidente Andreotti, che in modo equilibrato hachiesto una pausa di riflessione, che poi è stata condivisa da qualificatecomponenti della stessa maggioranza – cito, tra gli altri, la senatrice Fu-magalli Carulli e il senatore Roberto Napoli – che si sono espresse insintonia con tale richiesta.

Le reazioni assolutamente scomposte – vorrei dire rabbiose – tenu-te, a fronte di quella che era soprattutto una richiesta di buon senso, dalrelatore e dal partito di maggioranza all’interno di questa maggioranza(cioè i Democratici di Sinistra) sono state esemplari del clima che sivuole instaurare con questa legge, della ratio che ha improntato un certolavoro, che forse, equivocando, avevamo inteso essere portato avantinell’interesse più largo, un po’ di tutti.

Le dichiarazioni cui abbiamo assistito finora sono particolarmentecuriose. Si tratta di dichiarazioni sostanzialmente contrarie al provvedi-mento, che però vengono concluse dicendo: «Poiché siamo contrari perqueste ed altre ragioni, voteremo a favore». Valga per tutte, per esem-pio, la dichiarazione del senatore Elia, il quale afferma di non riscontra-re, in termine di semiologia o di altri rami scientifici (così testualmenterecita il senatore Elia), una validità ai fini della tutela delle minoranzeche vengono indicate nominativamente. Ciononostante, afferma di vota-re a favore.

La Lega, in maniera articolata, si dice contraria e la motivazionepiù forte, che alla fine fa ricondurre al voto favorevole, è chesi è atteso a lungo un provvedimento. Verrebbe da dire che forsequalche volta, avendo già atteso molto, varrebbe la pena attenderequalche altro giorno, come suggeriva il senatore Andreotti. Ascoltandole motivazioni del senatore Mundi a nome dell’UDeuR, che condividela posizione del suo capogruppo, senatore Roberto Napoli (il qualea sua volta condivideva quella del senatore Andreotti), si nota chesono a favore, anche se non si riscontrano – come da essi stessisottolineato – gli elementi per giungere ad una votazione del testo

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in esame. È un fatto curioso, ma anche emblematico di un determinatoclima.

Per quanto riguarda il merito del provvedimento, richiamo e facciomie tutte le indicazioni del collega che mi ha preceduto. Vorrei fareun’altra precisazione: i costi, in termini di denaro, esposti nell’articolatodel provvedimento certamente non corrispondono alle effettive spese cuiandremo incontro; saranno costi nell’ordine di parecchie centinaia di mi-liardi, forse in questo momento non sopportabili o altrimenti impie-gabili.

Inoltre, mi pare risulti molto evidente il problema relativo ai postidi lavoro. Con l’attenzione quest’oggi focalizzata da una parte dell’As-semblea, che corrisponde alla maggioranza governativa, queste nuovecentinaia di posti di lavoro verranno attentamente «timonate» per lacreazione di mirate clientele partitiche. Infine, va evidenziata l’inappli-cabilità, in termini fattuali, di questo provvedimento.

Io vengo da una città di confine, Trieste. Il disegno di legge in esa-me comprende dodici minoranze linguistiche; ebbene, nel territorio dellamia provincia sono presenti ben otto minoranze linguistiche sulle dodicitutelate. Sono curioso di constatare in quali termini si renderà applicabi-le una legge del genere quando legittimamente ne verrà richiesta l’attua-zione da queste otto minoranze.

Sono convinto che una pausa di riflessione, che è stata arrogante-mente rifiutata, probabilmente avrebbe premiato l’atteggiamento assuntoda tutte le componenti del Polo; un atteggiamento di equilibrio nonostruzionistico quale si è voluto tenere finché siamo arrivati ai lavoridell’Aula e fino a quando la maggioranza questa mattina non ha quigettato la maschera. (Applausi dal Gruppo Forza Italia).

MAGNALBÒ. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MAGNALBÒ. Signor presidente Fisichella, la sua prestigiosa Pre-sidenza mi pone un po’ in soggezione nell’affrontare un argomento chepresuppone una vasta cultura. Comunque, Presidente, rappresentante delGoverno e amici senatori, vorrei fare un breve excursus storico per spie-gare l’atteggiamento di Alleanza Nazionale nei confronti del provvedi-mento in esame.

Nel 1861, sotto la guida di Cavour, nasceva la Destra storica, nellaquale confluirono i liberali e i moderati provenienti da varie partidell’Italia. Ognuno aveva proprie pulsioni e proprie caratteristiche, co-storo non formavano un gruppo omogeneo, ma comunque rappresenta-vano la Destra storica. Il primo Parlamento italiano non doveva rappre-sentare l’optimum se il barone Petruccelli – che ne faceva parte ed eraun critico corrosivo di quell’epoca – scriveva, a proposito delle caratte-ristiche fisiche dei parlamentari provenienti dalle diverse parti d’Italia:«Noi abbiamo sei balbuzienti, cinque sordi, tre zoppi, un gobbo, degliuomini ad occhiali, un gran numero di calvi – quasi tutti – non un solmuto, ciò che è una sventura».

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L’avvento della Destra storica fece subire una grave flessione allaDestra estrema, che era concentrata nella Savoia; per questo motivo laSavoia fu ceduta: Cavour aveva capito di poter, in questo modo, devita-lizzare la Destra estrema. Nel Parlamento, insieme alle numerose forzeconfluite nella Destra storica, sedevano i rappresentanti di una destraprofondamente clericale, di una destra estrema, rappresentata da Vitod’Ondes Reggio (traccio questo excursus storico perché il presidente Fi-sichella lo conosce bene), il quale, per protesta contro l’ingresso italianoa Roma, si dimise dalla carica di deputato e si dedicò all’apostolato lai-co. Vi era poi un gruppo di cinque autonomisti, i quali non vedevanoassolutamente di buon occhio la confluenza di vari Stati nell’unico Statoitaliano.

Credo che, se fossi vissuto allora, sarei stato un autonomista, per-ché le nostre terre, che non erano il Piemonte, furono annesse, tramiteprovvedimenti legislativi e amministrativi, ad uno Stato da loro lontano.Da noi venne il commissario Valerio, il quale impose tante leggi e traqueste le più odiose per la nostra popolazione furono quelle che preve-devano l’obbligo della leva militare, allora sconosciuta nella nostra ter-ra, nonché una diffusa imposizione fiscale, mentre fino ad allora eranocolpiti soltanto i grandi patrimoni e le grandi ricchezze.

Oggi facciamo parte di un altro mondo, ma quella Destra ebbe co-munque una grande forza aggregatrice. Un illustre storico, GiovanniSpadolini, in «Autunno del Risorgimento», scrisse le seguenti parole aproposito della Destra storica: «Ad un popolo fondamentalmente anar-chico, la Destra insegnò il rispetto della legge; ad un popolo tradizional-mente conformista, la salvezza nell’intimità della fede; ad un popoloabituato a sottrarsi a tutti i gravami sociali, applicò il correttivo delletasse e delle imposte; ai reazionari oppose la coscienza delle conquistedefinitive; ai rivoluzionari, il senso dei limiti storici; ai ribelli, il frenodelle leggi inviolabili». Quella Destra ha avuto dunque una grande forzaaggregatrice nell’ambito di questo lungo processo.

Ora, a parte l’annessione, a parte la mancata attuazione dell’unionefederalista tra i vari Stati, prevista da Gioberti, sono ormai passati circacentoquarant’anni dalla nascita dello Stato unitario, cui il nazionalismo,con la guerra di Libia del 1912, ha conferito particolare compattezza. Inquell’occasione si crearono, infatti, le premesse per una fortissima iden-tità nazionale.

Nello statuto del nazionalismo era emblematica la presenza di unpunto di riferimento: lo statuto riconosceva, in particolare, nella monar-chia di allora la personificazione vivente della coscienza attiva della na-zione. Ciò significa che dalla divisione in tanti Stati siamo giunti ad es-sere uno Stato perfettamente unitario; né oggi si può parlare di vero fe-deralismo se esaminiamo i poteri e le funzioni conferiti alle regioni eagli enti locali.

Il vero federalismo è quello che si realizza nel caso contrario, ossiaquando tanti piccoli Stati autonomi creano le premesse per la formazio-ne di un unico nuovo Stato diverso.

Oggi ci troviamo, quindi, in un Paese che, ad onta di quanto stasuccedendo, è munito di una forte e grande identità e che, inoltre, è

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proiettato verso l’Europa, che rappresenta un’ulteriore nuova grandeidentità che dovremo bene o male acquisire, anche attraverso le cessionidi sovranità che stiamo compiendo nei suoi confronti.

Così come nel 1861 stentammo a sentire l’Italia come aggregata,oggi, come italiani, stentiamo a sentire l’Europa come aggregazione; in-vece è proprio questa la nuova realtà, che è di aggregazione, appunto, enon di frazionamento. Proprio oggi in 1a Commissione, si esamina unprovvedimento in materia di bandiere, simbolo ed emblema degli Stati edelle nazioni, che impone di esporre la bandiera europea accanto a quel-la nazionale.

Alleanza Nazionale comprende, dunque, la necessità di tutelare leminoranze, i loro linguaggi originali e quanto esse culturalmente posso-no rappresentare nel contesto ampio dello Stato italiano e riconoscere lagrande funzione, storica e culturale, che hanno le minoranze linguisti-che. Alleanza Nazionale è, però, anche fedele al suo concetto di Statounitario, così come si configura oggi, ed è proiettata nel futuro; comeforza di Destra illuminata, non può accettare il doppio binario linguisti-co nelle forme ufficiali: possiamo accettare la lingua parallela come for-ma di cultura, ma non assolutamente che due lingue costituiscano la lin-gua ufficiale di una comunità, di un’aggregazione, di un’entità che faparte dell’Italia e quindi dell’Europa. Non possiamo accettarlo per questimotivi, che sono volti al futuro.

Alleanza Nazionale voterà, quindi, contro il provvedimento in esa-me per le ragioni che ho esposto, sottolineando che tale voto non è con-tro le minoranze linguistiche, ma è semplicemente contro il disegno dilegge in esame, che rappresenta un inquietante ripiegamento all’indietrodi fronte alle nuove esigenze politiche ed istituzionali che pretendonotutto il contrario.

Come ha affermato un grande della nostra storia, il senatore An-dreotti, se votassimo questo provvedimento non renderemmo un servizioalle nuove generazioni.

BARBIERI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BARBIERI. Signor Presidente, per la rapidità dei nostri lavori e –per dirla con il gentile senatore Novi – senza alcun espressionismo auto-ritario, annuncio il voto favorevole del Gruppo dei Democratici di Sini-stra sul provvedimento in discussione, anticipando la nostra soddisfazio-ne per la sua eventuale approvazione. (Applausi dai Gruppi Democraticidi Sinistra-L’Ulivo e Partito Popolare Italiano).

TAPPARO. Domando di parlare per dichiarazione di voto, in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola. Dunque, lei con-traddirà l’espressionismo autoritario!

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TAPPARO. Signor Presidente, dichiarando la mia astensione nellavotazione finale del provvedimento in esame, desidero precisare che hoapprezzato il lavoro del relatore Besostri, l’impegno che vi ha dedicatoe la sua correttezza, anche alla luce della difficoltà dell’impresa che do-veva affrontare, essendoci trovati tutti ad operare in una situazione ca-ratterizzata da un’estrema rigidità.

Ora, qualsiasi tipo di soluzione si potrà individuare per altre legitti-me esigenze che vi potranno essere di riconoscimento del patrimoniolinguistico presente in Italia, potrebbe determinare un limite ed una frat-tura, apparendo un intervento di seconda serie o dai caratteri diversi. Ri-conosco, ovviamente, che nel provvedimento in esame ad alcune mino-ranze linguistiche presenti nella mia regione (basti pensare, solo con ri-ferimento alla mia provincia, ai franco-provenzali, agli occitani e aiwalser della Val Sesia), è riconosciuta un’importante tutela; tuttavia, siè persa l’opportunità di fornire una risposta più complessiva alproblema.

Noi non stiamo facendo un dibattito unico in Europa. In questomomento, in Francia, con uno schieramento trasversale che va da Che-venement a Max Gallo, fino al nuovo leader dei Paysans, Bovet, si stalavorando per la valorizzazione del grande patrimonio linguistico france-se pure in una realtà statuale molto forte. Non è un lavoro da Vandealinguistica, da localismo spicciolo; esso parte dai dirigenti più vicini allamia matrice politica, legata al socialismo europeo, come Chevenement eMax Gallo, che, ricordo, era il consulente culturale del presidente Mit-terrand. Si sta lavorando per dare una dignità al patrimonio linguisticofrancese non solo nella dimensione statuale, ma anche nella costruzionedell’Europa dei popoli e delle culture.

Questo lavoro evidentemente porta con sé aspetti che già nel dibat-tito svoltosi su questo provvedimento sono stati sottolineati. Ciò nonvuol dire negare il valore dell’internazionalismo, ma far sì che stili divita, di alimentazione e standard culturali non siano determinati sostan-zialmente da multinazionali, da uffici marketing della Coca Cola o dellaNike e in qualche modo riconoscere che, attraverso il patrimonio lingui-stico, si affermano elementi e radici, non per una proiezione statica, pas-siva, da Ancien Régime, ma per trarre da queste ispirazioni la capacitàdi misurarsi con un internazionalismo che non deve, però, sostanzial-mente in una possibilità per le multinazionali di stabilire il nostro baga-glio culturale, di alimentazione e di stili di vita per il futuro.

Ho presentato un disegno di legge per recuperare anche un patri-monio linguistico più grande rispetto al franco-provenzale, all’occitano eal walser della mia regione: il piemontese. Quest’ultimo, l’ho già detto,ha una sua ragione, perché è una lingua neolatina occidentale, non unaversione del toscano; è più prossimo all’occitano e al franco-provenzalee quindi ha sue radici e suoi percorsi. Oggi il piemontese è parlato inmodo diffuso, non solo dai ceti più umili, ma in modo generalizzato.Anche il nostro collega avvocato Agnelli parla tranquillamente ilpiemontese.

Noi rischiamo, quindi, di ledere, in qualche modo, i diritti di questacomunità approvando un provvedimento parziale, anche se non discono-

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sco che riveste una sua importanza. Cosa dobbiamo dire come apparte-nenti al ceppo di lingua piemontese? Dobbiamo aspettare il federalismoistituzionale, l’integrazione europea, che sappia in qualche modo nonaver più paura di liberare queste energie e renderle di pari rango a qual-siasi altra?

È questo il tema che mi amareggia. Mi dispiace per la collega Bar-bieri, che ci ha invitato ad un voto compatto come Democratici di Sini-stra, ma io sento molto questo vincolo e desidero lasciare un messaggiocostruttivo per un futuro che possa permettere di recuperare, in modoadeguato, una grande espressione culturale che costituisce una ricchezzache ci permetterà, con maggiore forza, di affrontare l’integrazione euro-pea e la globalizzazione. (Applausi della senatrice De Zulueta).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, poiché vi sono ancora molte di-chiarazioni di voto sul provvedimento in esame, sospendiamo i nostri la-vori. Riprenderemo la trattazione di questo argomento nella sedutapomeridiana.

Sui fogli firma dei senatori

PRESIDENTE. Comunico che, come già preannunciato in Aula, sudisposizione del presidente Mancino, a partire dall’odierna seduta pome-ridiana, il registro delle firme degli onorevoli senatori sarà collocatonell’Aula del Senato su un apposito tavolo posto in corrispondenzadell’ingresso a sinistra del banco della Presidenza.

Interpellanze e interrogazioni, annunzio

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a dare annunzio dell’in-terpellanza e delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

SPECCHIA, segretario, dà annunzio dell’interpellanza e delle in-terrogazioni pervenute alla Presidenza, che sono pubblicate nell’allega-to B al Resoconto della seduta odierna.

PRESIDENTE. Ricordo che il Senato tornerà a riunirsi in sedutapubblica oggi, alle ore 16,30, con lo stesso ordine del giorno.

La seduta è tolta (ore 13,03).

Licenziato per la composizione e la stampa dal Servizio dei Resoconti parlamentari alle ore 18

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Allegato A

DISEGNO DI LEGGE

Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche(3366)

ARTICOLI DA 6 A 16 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COM-MISSIONI RIUNITE, IDENTICI AGLI ARTICOLI DA 6 A 16

APPROVATI DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

ApprovatoArt. 6.

1. Ai sensi degli articoli 6 e 8 della legge 19 novembre 1990,n. 341, le università delle regioni interessate, nell’ambito della loro auto-nomia e degli ordinari stanziamenti di bilancio, assumono ogni iniziati-va, ivi compresa l’istituzione di corsi di lingua e cultura delle lingue dicui all’articolo 2, finalizzata ad agevolare la ricerca scientifica e le atti-vità culturali e formative a sostegno delle finalità della presente legge.

ApprovatoArt. 7.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, i membri dei consigli comunali edegli altri organi a struttura collegiale dell’amministrazione possono usare,nell’attività degli organismi medesimi, la lingua ammessa a tutela.

2. La disposizione di cui al comma 1 si applica altresì ai consiglieridelle comunità montane, delle province e delle regioni, i cui territori ri-comprendano comuni nei quali è riconosciuta la lingua ammessa a tute-la, che complessivamente costituiscano almeno il 15 per cento della po-polazione interessata.

3. Qualora uno o più componenti degli organi collegiali di cui aicommi 1 e 2 dichiarino di non conoscere la lingua ammessa a tutela,deve essere garantita una immediata traduzione in lingua italiana.

4. Qualora gli atti destinati ad uso pubblico siano redatti nelle duelingue, producono effetti giuridici solo gli atti e le deliberazioni redattiin lingua italiana.

ApprovatoArt. 8.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, il consiglio comunale può prov-vedere, con oneri a carico del bilancio del comune stesso, in mancanzadi altre risorse disponibili a questo fine, alla pubblicazione nella linguaammessa a tutela di atti ufficiali dello Stato, delle regioni e degli entilocali nonchè di enti pubblici non territoriali, fermo restando il valorelegale esclusivo degli atti nel testo redatto in lingua italiana.

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ApprovatoArt. 9.

1. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 7, nei comuni di cui all’ar-ticolo 3 è consentito, negli uffici delle amministrazioni pubbliche, l’uso ora-le e scritto della lingua ammessa a tutela. Dall’applicazione del presentecomma sono escluse le forze armate e le forze di polizia dello Stato.

2. Per rendere effettivo l’esercizio delle facoltà di cui al comma 1,le pubbliche amministrazioni provvedono, anche attraverso convenzionicon altri enti, a garantire la presenza di personale che sia in grado di ri-spondere alle richieste del pubblico usando la lingua ammessa a tutela.A tal fine è istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri -Dipartimento per gli affari regionali, un Fondo nazionale per la tuteladelle minoranze linguistiche con una dotazione finanziaria annua di lire9.800.000.000 a decorrere dal 1999. Tali risorse, da considerare quale li-mite massimo di spesa, sono ripartite annualmente con decreto del Pre-sidente del Consiglio dei ministri, sentite le amministrazioni interessate.

3. Nei procedimenti davanti al giudice di pace è consentito l’usodella lingua ammessa a tutela. Restano ferme le disposizioni di cuiall’articolo 109 del codice di procedura penale.

ApprovatoArt. 10.

1. Nei comuni di cui all’articolo 3, in aggiunta ai toponimi ufficia-li, i consigli comunali possono deliberare l’adozione di toponimi confor-mi alle tradizioni e agli usi locali.

ApprovatoArt. 11.

1. I cittadini che fanno parte di una minoranza linguistica ricono-sciuta ai sensi degli articoli 2 e 3 e residenti nei comuni di cui al mede-simo articolo 3, i cognomi o i nomi dei quali siano stati modificati pri-ma della data di entrata in vigore della presente legge o ai quali sia sta-to impedito in passato di apporre il nome di battesimo nella lingua dellaminoranza, hanno diritto di ottenere, sulla base di adeguata documenta-zione, il ripristino degli stessi in forma originaria. Il ripristino del co-gnome ha effetto anche per i discendenti degli interessati che non sianomaggiorenni o che, se maggiorenni, abbiano prestato il loro consenso.

2. Nei casi di cui al comma 1 la domanda deve indicare il nome oil cognome che si intende assumere ed è presentata al sindaco del co-mune di residenza del richiedente, il quale provvede d’ufficio a trasmet-terla al prefetto, corredandola di un estratto dell’atto di nascita. Il prefet-to, qualora ricorrano i presupposti previsti dal comma 1, emana il decre-to di ripristino del nome o del cognome. Per i membri della stessa fami-glia il prefetto può provvedere con un unico decreto. Nel caso di reie-zione della domanda, il relativo provvedimento può essere impugnato,entro trenta giorni dalla comunicazione, con ricorso al Ministro di graziae giustizia, che decide previo parere del Consiglio di Stato. Il procedi-mento è esente da spese e deve essere concluso entro novanta giornidalla richiesta.

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3. Gli uffici dello stato civile dei comuni interessati provvedono alleannotazioni conseguenti all’attuazione delle disposizioni di cui al presentearticolo. Tutti gli altri registri, tutti gli elenchi e ruoli nominativi sono retti-ficati d’ufficio dal comune e dalle altre amministrazioni competenti.

ApprovatoArt. 12.

1. Nella convenzione tra il Ministero delle comunicazioni e la so-cietà concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo e nel conse-guente contratto di servizio sono assicurate condizioni per la tutela delleminoranze linguistiche nelle zone di appartenenza.

2. Le regioni interessate possono altresì stipulare apposite conven-zioni con la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivoper trasmissioni giornalistiche o programmi nelle lingue ammesse a tute-la, nell’ambito delle programmazioni radiofoniche e televisive regionalidella medesima società concessionaria; per le stesse finalità le regionipossono stipulare appositi accordi con emittenti locali.

3. La tutela delle minoranze linguistiche nell’ambito del sistemadelle comunicazioni di massa è di competenza dell’Autorità per le ga-ranzie nelle comunicazioni di cui alla legge 31 luglio 1997, n. 249, fattesalve le funzioni di indirizzo della Commissione parlamentare per l’indi-rizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi.

ApprovatoArt. 13.

1. Le regioni a statuto ordinario, nelle materie di loro competenza,adeguano la propria legislazione ai princìpi stabiliti dalla presente legge,fatte salve le disposizioni legislative regionali vigenti che prevedanocondizioni più favorevoli per le minoranze linguistiche.

ApprovatoArt. 14.

1. Nell’ambito delle proprie disponibilità di bilancio le regioni e leprovince in cui siano presenti i gruppi linguistici di cui all’articolo 2nonchè i comuni ricompresi nelle suddette province possono determina-re, in base a criteri oggettivi, provvidenze per l’editoria, per gli organidi stampa e per le emittenti radiotelevisive a carattere privato che utiliz-zino una delle lingue ammesse a tutela, nonchè per le associazioni rico-nosciute e radicate nel territorio che abbiano come finalità la salvaguar-dia delle minoranze linguistiche.

ApprovatoArt. 15.

1. Oltre a quanto previsto dagli articoli 5, comma 1, e 9, comma 2, lespese sostenute dagli enti locali per l’assolvimento degli obblighi derivantidalla presente legge sono poste a carico del bilancio statale entro il limitemassimo complessivo annuo di lire 8.700.000.000 a decorrere dal 1999.

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2. L’iscrizione nei bilanci degli enti locali delle previsioni di spesaper le esigenze di cui al comma 1 è subordinata alla previa ripartizionedelle risorse di cui al medesimo comma 1 tra gli enti locali interessati,da effettuare con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri.

3. L’erogazione delle somme ripartite ai sensi del comma 2 avvienesulla base di una appropriata rendicontazione, presentata dall’ente localecompetente, con indicazione dei motivi dell’intervento e delle giustifica-zioni circa la congruità della spesa.

ApprovatoArt. 16.

1. Le regioni e le province possono provvedere, a carico delle pro-prie disponibilità di bilancio, alla creazione di appositi istituti per la tu-tela delle tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni consideratedalla presente legge, ovvero favoriscono la costituzione di sezioni auto-nome delle istituzioni culturali locali già esistenti.

EMENDAMENTO TENDENTE AD INSERIRE UN ARTICOLOAGGIUNTIVO DOPO L’ARTICOLO 16

RitiratoDopo l’articolo 16, inserire il seguente:

«Art. 16-bis.

1. I Ministeri delle politiche agricole e forestali, della pubblicaistruzione, dell’ambiente, degli affari esteri, per i beni e le attività cultu-rali, dell’industria, del commercio e dell’artigianato, dell’interno e deilavori pubblici e gli organismi competenti per lo spettacolo, lo sport e ilturismo, ciascuno per le proprie competenze, possono inserire nei pro-grammi di spesa ovvero erogare contributi a favore dei comuni abitatida minoranze linguistiche che presentano progetti di difesa e valorizza-zione delle identità culturali minoritarie e di valorizzazione del terri-torio».16.0.1 MARINI, MELONI, BRUNO GANERI, FIGURELLI

ARTICOLI DA 17 A 20 NEL TESTO PROPOSTO DALLE COM-MISSIONI RIUNITE, IDENTICI AGLI ARTICOLI DA 17 A 20

APPROVATI DALLA CAMERA DEI DEPUTATI

ApprovatoArt. 17.

1. Le norme regolamentari di attuazione della presente legge sonoadottate entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della medesima,sentite le regioni interessate.

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ApprovatoArt. 18.

1. Nelle regioni a statuto speciale l’applicazione delle disposizionipiù favorevoli previste dalla presente legge è disciplinata con norme diattuazione dei rispettivi statuti. Restano ferme le norme di tutela esisten-ti nelle medesime regioni a statuto speciale e nelle province autonomedi Trento e di Bolzano.

2. Fino all’entrata in vigore delle norme di attuazione di cui al comma1, nelle regioni a statuto speciale il cui ordinamento non preveda norme ditutela si applicano le disposizioni di cui alla presente legge.

ApprovatoArt. 19.

1. La Repubblica promuove, nei modi e nelle forme che saranno dicaso in caso previsti in apposite convenzioni e perseguendo condizionidi reciprocità con gli Stati esteri, lo sviluppo delle lingue e delle culturedi cui all’articolo 2 diffuse all’estero, nei casi in cui i cittadini delle re-lative comunità abbiano mantenuto e sviluppato l’identità socio-culturalee linguistica d’origine.

2. Il Ministero degli affari esteri promuove le opportune intese conaltri Stati, al fine di assicurare condizioni favorevoli per le comunità dilingua italiana presenti sul loro territorio e di diffondere all’estero la lin-gua e la cultura italiane. La Repubblica favorisce la cooperazione tran-sfrontaliera e interregionale anche nell’ambito dei programmi dell’Unio-ne europea.

3. Il Governo presenta annualmente al Parlamento una relazione inmerito allo stato di attuazione degli adempimenti previsti dal presentearticolo.

ApprovatoArt. 20.

1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, valutatoin lire 20.500.000.000 a decorrere dal 1999, si provvede mediante corri-spondente riduzione delle proiezioni dello stanziamento iscritto, ai finidel bilancio triennale 1998-2000, nell’ambito dell’unità previsionale dibase di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Mi-nistero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica perl’anno 1998, allo scopo parzialmente utilizzando, quanto a lire18.500.000.000, l’accantonamento relativo alla Presidenza del Consigliodei ministri e, quanto a lire 2.000.000.000, l’accantonamento relativo alMinistero della pubblica istruzione.

2. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione eco-nomica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti va-riazioni di bilancio.

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Allegato B

Votazioni qualificate effettuate nel corso della seduta

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S E NA T O D EL L A R EP U B B LI C AX I I I L E G I S L A T U R A

720a SEDUTA PUBBLICA

R E S O C O N T OS O M M A R I O E ST E N O G R A F I C O

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE 1999(Pomeridiana)

Presidenza del vice presidente ROGNONI

I N D I C E G E N E R A L E

RESOCONTO SOMMARIO . . . . . . . . . . Pag. V-IX

RESOCONTO STENOGRAFICO . . . . . . . . . . . 1-19

ALLEGATO B (contiene i testi eventualmenteconsegnati alla Presidenza dagli oratori, iprospetti delle votazioni qualificate, le co-municazioni all’Assemblea non lette in Aulae gli atti di indirizzo e di controllo) . . . . 21-45

TIPOGRAFIA DEL SENATO (2500)

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– III –

720a SEDUTA (pomerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

I N D I C E

RESOCONTO SOMMARIO

RESOCONTO STENOGRAFICO

CONGEDI E MISSIONI . . . . . . . . . . . . . . Pag. 1

PREANNUNZIO DI VOTAZIONI ME-DIANTE PROCEDIMENTO ELETTRO-NICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

DISEGNI DI LEGGE

Disegno di legge (3820) fatto proprio daGruppo parlamentare:

PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2BORTOLOTTO (Verdi-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . 2

SUI FOGLI FIRMA DEI SENATORI

PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3, 4* PORCARI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

CASTELLI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3DOLAZZA (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

DISEGNI DI LEGGE

Seguito della discussione:

(3366) Deputati CORLEONE ed altri. –Norme in materia di tutela delle minoran-ze linguistiche storiche (Approvato dallaCamera dei deputati)

(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei pa-trimoni linguistici regionali

(1207) MANCONI ed altri. – Norme inmateria di tutela delle minoranze linguisti-che

(2082) MARINI ed altri. – Norme in mate-ria di tutela delle minoranze linguistiche

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme inmateria di tutela dei patrimoni linguisticiregionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per latutela delle minoranze etnico-linguistichealbanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme inmateria delle minoranze linguistiche

(Relazione orale):

Approvazione del disegno di leggen. 3366:

* PORCARI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 5MASULLO (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 6COLLINO (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7CÒ (Misto-RCP) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9MARCHETTI (Misto-Com.) . . . . . . . . . . . . . . . 9BORTOLOTTO (Verdi-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . . 9MONTELEONE (AN) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9VERTONE GRIMALDI (Rin. It. Lib. Ind.-Pop.per l’Europa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10CONTESTABILE (Forza Italia) . . . . . . . . . . 12, 13PASSIGLI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . . . . 14DEBENEDETTI (Dem. Sin.-L’Ulivo) . . . . . . . . 15

* JACCHIA (Misto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15TERRACINI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . 15NOVI (Forza Italia) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

Verifica del numero legale . . . . . . . . . . . . . 16

INVERSIONE DELL’ORDINE DELGIORNO

Discussione di proposta:

PRESIDENTE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17, 18WILDE (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17GASPERINI (Lega Forza Padania per indip.Nord) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

Verifiche del numero legale . . . . . . . . . . 17, 18

ORDINE DEL GIORNO PER LA SEDU-TA DI VENERDÌ 26 NOVEMBRE1999 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– IV –

720a SEDUTA (pomerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - INDICE

ALLEGATO B

DISEGNI DI LEGGEAnnunzio di presentazione . . . . . . . . . . Pag. 21

GOVERNORichieste di parere su documenti . . . . . . . 21

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONIAnnunzio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

Interpellanze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 21

Interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

Interrogazioni da svolgere in Commissione . . 45

Ritiro di interrogazioni . . . . . . . . . . . . . . . . 45

N. B. - L’asterisco indica che il testo deldiscorso è stato rivisto dall’oratore.

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720a SEDUTA (pomerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

PRESIDENTE. Senatore Castelli, dico a lei quello che ho detto alsenatore Porcari, con l’aggiunta che, se sulle assunzioni di responsabilitàcredo siamo tutti d’accordo, uno che scarabocchia anonimamente non èche si assuma delle grandi responsabilità.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Senatore Novi, non le do la parola perché ha giàparlato il senatore Porcari. O vuole intervenire per altri motivi?

NOVI. Vorrei prendere la parola, signor Presidente per dissentireda quanto ha dichiarato il senatore Porcari, perché egli è stato, secondome, fin troppo tollerante e disponibile nei confronti...

PRESIDENTE. Mi dispiace, senatore Novi, non è possibile che iole dia la parola al riguardo. Escludetegli il microfono per favore.

DOLAZZA. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Senatore Dolazza, è già intervenuto un rappresen-tante del suo Gruppo.

DOLAZZA. Signor Presidente, vorrei intervenire su un’altra que-stione.

PRESIDENTE. Quale questione, senatore Dolazza?

DOLAZZA. Signor Presidente, poiché sono la persona il cui nomeviene di seguito a quello che viene sempre scarabocchiato, vorrei speci-ficare che oggi ho firmato perché mi sono trovato all’improvviso difronte a questo cambiamento, però da domani, se il registro rimane quiin Aula con una persona che sorveglia quando firmo, non firmerò più lamia presenza in Aula.

PRESIDENTE. Va bene, anche lei, senatore Dolazza, ripete quantoè già stato detto. Vi prego di essere rispettosi delle regole, colleghi se-natori, per favore.

Seguito della discussione dei disegni di legge:(3366) Deputati CORLEONE ed altri. – Norme in materia di tuteladelle minoranze linguistiche storiche (Approvato dalla Camera deideputati)(424) BRUNO GANERI. – Tutela dei patrimoni linguistici regionali(1207) MANCONI ed altri. – Norme in materia di tutela delle mino-ranze linguistiche(2082) MARINI ed altri. – Norme in materia di tutela delle minoranzelinguistiche

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 5 –

720a SEDUTA (pomerid.) 25 NOVEMBRE 1999ASSEMBLEA - RESOCONTO STENOGRAFICO

(2332) ZANOLETTI ed altri. – Norme in materia di tutela dei patri-moni linguistici regionali

(3037) MONTELEONE. – Norme per la tutela delle minoranze etni-co-linguistiche albanesi

(3426) TAPPARO ed altri. – Norme in materia delle minoranzelinguistiche(Relazione orale)

Approvazione del disegno di legge n. 3366

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca il seguito della discussionedel disegno di legge n. 3366, già approvato dalla Camera dei deputati, edei disegni di legge nn. 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426.

Ricordo che nel corso della seduta antimeridiana si è conclusol’esame degli articoli e hanno avuto inizio le dichiarazioni di voto finali,che adesso riprendiamo.

PORCARI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

* PORCARI. Signor Presidente, intervengo per esprimere il mio votocontrario al disegno di legge sulla tutela delle minoranze linguistiche.Vorrei sottolineare che il mio voto contrario tende a marcare una diffe-renza rispetto all’astensione, che è di fatto un voto contrario per il Re-golamento del Senato.

Tre considerazioni mi spingono a dichiarare questo voto. Anzitutto,una considerazione a suo tempo fatta dal senatore Spadolini: io ritengoche la frammentazione linguistica e il riconoscimento di tanti - parliamodi dodici – particolarismi linguistici e linguistico-culturali, dietro cui ri-mane sempre l’ombra del particolarismo etnico, delle divisioni, sia pre-messa a un’ulteriore frammentazione politica del Paese. Vorrei ricordareche la lingua italiana è nata e si è evoluta con il contributo di tutti gliitaliani di tutte le regioni d’Italia.

Avrei potuto votare a favore o astenermi su una legge che concer-nesse le minoranze classiche, quelle delle zone di frontiera, ma ciò chemi ha lasciato perplesso è stata soprattutto l’inclusione della lingua sar-da. Non sapevo che la Sardegna, che comunque ha una sua letteratura,avesse una lingua di espressione tanto forte, tenuto conto che non mi ri-sulta – e mi scuso per l’eventuale ignoranza – che la più grande scrittri-ce sarda, Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, abbia scrittoin sardo. Eppure, ha espresso l’anima, la cultura e i problemi del popolosardo altrettanto bene e forse meglio che se lo avesse fatto nella sua lin-gua, poco adatta a veicolarli sia verso l’Italia che verso il resto diquell’Europa che le ha assegnato poi il premio Nobel.

Al tempo stesso, sottolineo che quando il senatore Elia ha parlato(Brusìo in Aula. Richiami del Presidente) di rispetto particolare per leminoranze linguistiche collegate alle regioni a statuto speciale ha dimen-

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Senato della Repubblica XIII Legislatura– 6 –

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ticato la Sicilia. Purtroppo ieri non ho potuto seguire il dibattito, maspero che nessun senatore siciliano abbia chiesto che la lingua siciliana,che è una lingua quanto il sardo e che ha conosciuto importanti espres-sioni letterarie e poetiche, fosse inclusa fra queste minoranze. Per mesarebbe stato dolorosissimo, perché credo nell’unità linguistica e cultura-le, come nell’unità politica del nostro Paese (discorso sul federalismo aparte, che non ha nulla a che vedere con il problema, perché gli StatiUniti sono uno Stato federale, ma non mi risulta che al di là della lin-gua inglese o americana, come la chiamano oggi, ce ne siano altre, «le-gali» o legalizzate che dir si voglia; e lo stesso discorso vale per laGermania).

Mi domando se le lingue europee si sarebbero mai formate ove lavisione, peraltro trasversale a tutte le forze politiche, di dare libero sfo-go, ma soprattutto una dignità costituzionale alle lingue locali, avesseprevalso nel corso dei secoli negli altri Paesi e all’indomani dell’indi-pendenza in Italia.

Ricordo che i più grandi scrittori siciliani, da Pirandello a Verga,da De Roberto a Sciascia, si esprimevano in un italiano perfetto, vaga-mente ricollegabile al toscano assunto come punto di riferimento. Ades-so ci troviamo di fronte alla situazione assurda di dodici lingue (e/o dia-letti) riconosciute e tutelate. Per carità, che le dodici lingue fioriscanopure nelle loro espressioni letterarie, ma che non si affianchi – fra l’al-tro – all’italiano, nelle scuole, una lingua locale a scapito dell’indispen-sabile studio delle lingue estere, come giustamente ha sottolineato il se-natore Andreotti.

Per concludere, rilevo che la lingua minoritaria «non territoriale»più meritevole di rispetto, la lingua italiana dei segni (LIS), quella deisordi, di una minoranza di portatori di handicap, che era stata oggetto diemendamenti, non recepiti nella legge, è stata totalmente trascurata, purriguardando l’inserimento sociale e lavorativo di una minoranza lingui-stica dimenticata. Fortunatamente il senatore Andreolli se n’è ricordatopresentando insieme ad un altro collega un ordine del giorno cui appon-go la mia firma, ribadendo peraltro il mio voto contrario su questo dise-gno di legge. (Applausi dal Gruppo Alleanza Nazionale e del senatoreTravaglia).

MASULLO. Domando di parlare per dichiarazione di voto, in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.Tuttavia, chiedo ai senatori che intervengono in dissenso di dire in

anticipo come intendono votare.

MASULLO. Signor Presidente, ovviamente voterò, sia pure conrammarico, in dissenso dal mio Gruppo esprimendo un voto di astensio-ne. Ciò in coerenza con le argomentazioni che ebbi già occasione diesprimere a questo proposito nel precedente dibattito generale. Farò sol-tanto due considerazioni conclusive.

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In primo luogo, il mio punto di vista non riguarda i singoli articolidel disegno di legge, ma quello che – come già dissi allora – mi sembrail messaggio generale.

Noi filosofi purtroppo siamo presbiti; non guardiamo al presente,che spesso ci sfugge, ma guardiamo lontano. Mi sembra che nell’attualesituazione culturale, nella situazione del nostro tempo, vi sia una crisisostanziale della società nella sua capacità di adeguarsi alle nuove situa-zioni di carattere – come si dice – globale e che questa società, perfronteggiare la propria incapacità, si riduca al comunitarismo e quindialla chiusura nelle piccole comunità.

Passando ad una seconda considerazione, la mia preoccupazione èche oggi si tenda a rinchiudere di nuovo gli individui nelle singole pic-cole comunità proprio nel momento in cui dovremmo tutti imparare, finda piccoli, a non considerarci tanto italiani, tedeschi, francesi o altro,quanto uomini e quindi cittadini del mondo.

Proprio per questo messaggio contrario al sentimento del tempoche si va maturando e che io avverto molto fortemente, mi asterrò dallavotazione del provvedimento in esame. (Applausi del senatore Cam-ber).

COLLINO. Domando di parlare per dichiarazione di voto, in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

COLLINO. Signor Presidente, preannuncio che mi asterrò dalla vo-tazione del disegno di legge in esame.

Caro Presidente, onorevoli colleghi, dopo il dibattito di questa mat-tina, desidero esprimermi con un voto di astensione, quindi in dissensodalle dichiarazioni che il senatore Magnalbò ha fatto a nome del GruppoAlleanza Nazionale.

Vorrei però sottolineare alcuni aspetti del dibattito che hanno carat-terizzato la mattinata. Innanzitutto, devo sottolineare che condivido ilconcetto espresso in quest’Aula sul valore dell’unità linguistica, mentrequanto introdotto dal disegno di legge, in modo particolare all’articolo2, desta in me – in noi – tutta una serie di preoccupazioni. Per quantoconcerne l’introduzione della lingua friulana, che di fatto rientra nellatutela delle minoranze linguistiche, associandomi agli amici del Venetodevo dire che, essendo questa una lingua riconosciuta tale, non si avver-tiva certamente l’esigenza di porla sotto tutela.

Questa mattina la senatrice Barbieri, nel corso del suo intervento,ha fatto un’allusione al comportamento dei parlamentari del Polo, affer-mando che questi ultimi in Aula, a Palazzo Madama, si comportano inun determinato modo, mentre nelle loro regioni si comportano in manie-ra diversa. Vorrei ricordare alla senatrice Barbieri che la legge n. 15, vo-tata anni addietro dal consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, pre-vede – ed è in sintonia con la linea politica di Alleanza Nazionale, co-me lo era con quella dell’allora Movimento Sociale Italiano, dal mo-mento che questo provvedimento in Friuli-Venezia Giulia fu votato dal-

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la destra – la tutela della minoranza in termini di cultura, di tradizioni,di quelli che sono i conseguenti atti di una tradizione culturale e popola-re del popolo friulano. Cosa diversa è invece affermare che il friulano –quindi i friulani – rappresenta una minoranza linguistica.

Noi non abbiamo presentato all’attenzione della Camera dei depu-tati degli emendamenti per sopprimere l’articolo 2, in particolare perquanto concerne il friulano (di qui il motivo per cui mi asterrò e nonvoterò contro il provvedimento), perché rischiamo di far nascere inquella parte d’Italia una conflittualità, anche a livello popolare, che nonpuò portare certamente del bene a nessuno. Però sono estremamentepreoccupato, in considerazione del fatto che le pressioni politiche che sisono verificate per l’attuazione del provvedimento in esame non posso-no lasciarci indifferenti.

Non potrà, infatti, sfuggire ad alcuno, neanche al relatore, senatoreBesostri (che apprezzo per il fatto di avere sul suo banco la Bibbiascritta in friulano), che un poeta e scrittore come Carlo Sgorlon, il qualenon è certamente iscritto ad Alleanza Nazionale, ma è un uomo libero,riconosciuto in tutto il mondo per la sua serietà e per le sue capacità, siè espresso in senso contrario al disegno di legge.

Come ha sottolineato giustamente questa mattina il senatore An-dreotti, vi sono forti perplessità sul provvedimento. Il popolo friulano siè sempre distinto nella sua storia per l’attaccamento ai valori nazionali.Ebbene, cara senatrice Barbieri, da qualche settimana, da quando è indiscussione questo provvedimento, il sindaco di Udine Ceccotti ha di-sposto che sulla cima del nostro castello, dove da tanti anni sventola iltricolore, vi sia soltanto la bandiera del Friuli.

Siamo favorevoli alla tutela della cultura e delle tradizioni, ma do-veva essere prestata maggiore attenzione ad un disegno di legge che hacreato i presupposti per lo sgretolamento del principio dell’unità lingui-stica, nonché per la nascita di contrapposizioni sul territorio che nongioveranno certamente alla nostra Nazione.

Devo rimarcare il fatto che il Governo, durante i lavori delle Com-missioni, non ha accettato alcun emendamento in riferimento all’articolo7, che prevede l’introduzione, su richiesta, della possibilità di esprimersiin lingua friulana nei consigli comunali, provinciali e regionali. Quandoun consigliere regionale, provinciale o comunale – solo nella provinciadi Udine vi sono 137 comuni – parlerà in friulano, il sindaco dovrà per-tanto chiamare un traduttore simultaneo. Ad esempio, nel consiglio co-munale di Tarvisio, in provincia di Udine, sono presenti esponenti dellaminoranza tedesca, slovena e italiana. Il sindaco di quel comune, cheoggi non ha neppure i soldi per far asfaltare le strade, dovrà pagare bentre traduttori, mentre le delibere e gli atti consiliari dovranno esserescritti in tre lingue. Posso assicurare che tali previsioni non hanno nullaa che vedere con la tutela delle tradizioni e del patrimonio culturalefriulano.

Per i motivi che ho illustrato, nel rispetto delle tradizioni del miopopolo, ma sentendomi legato anche ai valori del tricolore e dell’unitànazionale, mi asterrò sul provvedimento, sebbene condivida i valori car-dine già espressi dal senatore Magnalbò, che oggi ha dichiarato, a nome

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del Gruppo, l’indirizzo politico di Alleanza Nazionale. (Applausi dei se-natori Reccia, Pedrizzi e Pellicini. Congratulazioni).

CÒ. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CÒ. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole di RifondazioneComunista sul provvedimento in esame, per le ragioni che abbiamo giàampiamente illustrato nel corso dell’esame del disegno di legge.

MARCHETTI. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCHETTI. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole deiComunisti Italiani sul disegno di legge in esame, recante norme di attua-zione della Costituzione, che rappresentano complessivamente un incisi-vo indirizzo per la valorizzazione delle minoranze. Siamo soddisfatti chel’iter del disegno di legge stia per giungere finalmente a conclusione,sebbene siamo consapevoli della necessità di ulteriori perfezionamentidel testo normativo. Nonostante il riconoscimento di tale esigenza, oc-corre apprezzare il valore complessivo del provvedimento e consentirnel’approvazione finale; eventualmente si potranno apportare, successiva-mente, alcune modifiche. Sono state avanzate alcune critiche e sono sta-ti espressi suggerimenti, ma per il valore complessivo del provvedimen-to occorre, a mio avviso, procedere celermente alla sua approvazione.

BORTOLOTTO. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BORTOLOTTO. Signor Presidente, dichiaro il voto favorevole delGruppo dei Verdi sul disegno di legge in esame, il cui iter abbiamocontribuito ad avviare con la nostra iniziativa alla Camera dei depu-tati.

PRESIDENTE. Senatore Bortolotto, la ringrazio per la concisione.

MONTELEONE. Domando di parlare per dichiarazione di voto, indissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

MONTELEONE. Signor Presidente, rappresentanti del Governo,colleghi senatori, dichiaro subito che mi asterrò.

Con animo più rasserenato rispetto a questa mattina e con toni me-no accorati e più pacati, non perché siamo ancora in fase postprandiale(considerazione comunque da non sottovalutare), dichiaro il mio dissen-

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so anticipando la mia astensione, che ritengo di dover motivare dopoquanto è accaduto durante la discussione generale in Assemblea del di-segno di legge che stiamo per approvare.

Ero orientato ad esprimere un voto favorevole e non perché firma-tario di uno dei sette disegni di legge a suo tempo presentati sulla stessamateria (e superficialmente affrontati dalla 1a e dalla 7a Commissione);tuttavia – come ho già puntualizzato nel mio precedente intervento – so-no rimasto profondamente deluso delle modalità con le quali la maggio-ranza ha inteso portare all’esame dell’Assemblea un provvedimento ditale importanza. Magra consolazione poter affermare che dopo tanti annisiamo stati capaci di licenziare un’altra legge!

Tutti, nel presentare il proprio disegno di legge, hanno fatto appelloall’articolo 6 della Costituzione ed è questo il punto su cui nasce il veroequivoco di fondo, che riapre valutazioni storiche che non appartengonopiù al disegno di legge in esame e che nulla hanno a che fare con alcunidegli articoli approvati. Invito tutti noi, me per primo che ho citato l’ar-ticolo 6 della Costituzione, dopo quanto è accaduto nel corso della di-scussione e dopo le valutazioni espresse e gli articoli approvati, ad unariflessione sulle ragioni per cui venne introdotto nella Costituzione l’ar-ticolo 6, alla luce della possibile approvazione del provvedimento inesame nel testo attuale; credo che recherei un insulto all’intelligenza ditutti i miei colleghi se richiamassi le vere motivazioni che portarono allaprevisione dell’articolo 6.

Ecco perché era necessaria una diversa e più approfondita discus-sione e dunque quella pausa richiesta e non concessa ed ecco perché,ancora una volta, si è persa un’ulteriore occasione per operare meglionell’interesse di tutti i cittadini. (Congratulazioni del senatore Spec-chia).

VERTONE GRIMALDI. Domando di parlare per dichiarazione divoto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VERTONE GRIMALDI. Signor Presidente, ho chiesto di interveni-re per fare una precisazione, cui intendo aggiungere anche un’indicazio-ne su come voterò; non ho chiesto di dichiarare il mio voto in dissensoper non dare eccessiva importanza ad una differenziazione nel voto ri-spetto al mio Gruppo.

La precisazione è la seguente: i complimenti sono sempre graditi,ma quando sono immeritati imbarazzano. Stamattina ho ricevuto compli-menti da parte dell’onorevole Novi, che francamente non merito perchéieri non ho fatto alcun accenno al disegno di legge ora in votazione, maho solo parlato della pena di morte e il mio intervento non aveva nientea che fare con la discussione svoltasi questa stamattina. Ringrazio mol-to, dunque, il senatore Novi per i complimenti, ma devo rifiutarli consi-derandoli del tutto immeritati.

Per il resto, confermo il mio radicato sospetto sul carattere cultura-le di questo disegno di legge, che ritengo profondamente dannoso e che

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tra l’altro, valutato fino in fondo, dimostra di non essere applicabile,perché gli stanziamenti previsti non sono in grado di garantire quelloche viene promesso.

Quindi, è una legge che deve essere valutata per il peso culturaleche esercita, che è decisamente negativo per le ragioni che ho giàespresso una ventina di giorni fa, ma che ora riepilogherò moltobrevemente.

In primo luogo, vi è il problema delle lingue tagliate. Quali sonoqueste lingue tagliate? Intanto per essere tagliate, devono essere lingue;se sono semplicemente ugole o parti dell’apparato vocale si tratta diun’altra cosa.

Vogliamo parlare di lingue tagliate? Allora tutti i dialetti che siparlano in Europa sono sacrificati dalla «violenza» delle lingue naziona-li. In Alto Adige c’è una popolazione che parla il mittelhochdeutsch,cioè l’hochdeutsch, un dialetto tedesco. Tuttavia, grazie agli accordi in-ternazionali e al giusto riconoscimento dei diritti di identità linguistica eculturale si insegna il tedesco, non l’hochdeutsch; in Val d’Aosta, dovela popolazione parla un patois franco-provenzale, si insegna il francese.Si tratta dunque di lingue tagliate, ma non sento esprimere preoccupa-zione per questi dialetti sacrificati alle lingue nazionali in quelle zone diminoranza linguistica.

Il friulano non è più diverso dall’italiano di quanto non sia diversodal tedesco il mittelhochdeutsch dell’Alto Adige o il franco-provenzaledella Val d’Aosta. Pertanto, non si capisce perché il friulano debba di-ventare una lingua e l’hochdeutsch dell’Alto Adige non possa, a suavolta, essere una lingua da insegnare e da utilizzare nei documentipubblici.

Ritengo, tra l’altro, anche teoricamente incompleta la definizioneche è stata data di questa legge e poi vorrei rispondere ad argomenti cheho sentito risuonare di nuovo questa mattina e che mi sembrano profon-damente sbagliati.

I senatori Russo Spena e Tapparo sono tornati sul problema dellaglobalizzazione, dell’omologazione e della resistenza che i dialetti op-porrebbero a questi processi di livellamento culturale. Mi sembra una te-si profondamente sbagliata, perché l’omologazione che deriva dai pro-cessi globalizzanti nel mondo punta su una tenaglia di cui un braccio èrappresentato dal basic english e l’altro dai dialetti. Una volta che sianospazzate via le lingue di cultura, cioè le lingue nazionali, la globalizza-zione e quindi l’omologazione culturale conseguente non incontrerannopiù ostacoli; quindi, vi è un errore di valutazione anche da questo puntodi vista.

Un’ultima considerazione che vorrei fare riguarda la difesa dellalingua italiana. Paesi più seri del nostro avvertono il rischio dell’inqui-namento linguistico dovuto all’influenza di Internet e hanno avviatocampagne poderose per la difesa della lingua, come avviene in Francia,che è sempre considerata la patria di tutti gli sciovinismi, ma anche inGermania, dove l’inglese di Internet sta inquinando seriamente il tede-sco. Noi invece stiamo per approvare un provvedimento che va in sensoesattamente contrario. Abbiamo saputo questa mattina che l’Accademia

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della Crusca, l’organo che dovrebbe presiedere alla continuità e alla sal-vezza della lingua, sta per chiudere.

Le lingue entrano in crisi non per i prestiti lessicali e non perché siprende una parola dall’inglese o dal francese: questo succede spesso enon è un aspetto pericoloso. Le lingue entrano in crisi quando viene in-taccata la loro struttura sintattica. Vi faccio un esempio. Per tre mesi,l’Alitalia ha esposto a Torino un manifesto gigantesco contro il fumocosì concepito: «Grazie per non fumare». In italiano non si può dire,non è una forma corretta, si tratta di una traduzione letterale dall’ingle-se: «Thank you for no smoking». Questo significa che, consapevolmente,si comincia ad intaccare la struttura sintattica della lingua.

Senza la lingua, affidati al basic english e ai dialetti, saremmo unPaese spazzato via dai processi economici, politici e culturali del mon-do. Pertanto, dichiaro il mio voto contrario sul provvedimento in esame.(Applausi dei senatori Debenedetti, Camber, Petruccioli e Bonatesta)

CONTESTABILE. Domando di parlare per dichiarazione di voto,in dissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

CONTESTABILE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, i senatoriMasullo e Vertone Grimaldi, ma anche altri, hanno addotto argomenta-zioni che condivido e alle quali mi rifaccio.

Il mio Gruppo si asterrà, mentre io voterò contro questo provvedi-mento.

Esso, infatti, nasce male perché è anche mal formulato lessicalmen-te. Esaminiamolo molto succintamente. All’articolo 2, il disegno di leg-ge in votazione recita: «La Repubblica tutela la lingua e la cultura dellepopolazioni albanesi (...) e di quelle parlanti il francese»; si postulano,perciò, due fattispecie diverse: alcune popolazioni (albanesi e così via) ealtre solo «parlanti» delle lingue, differenza peraltro contraddettadall’elenco delle lingue medesime. In Italia, non vi sono popolazioni al-banesi, signor Presidente e cari colleghi: gli albanesi nel nostro Paesesono arrivati al servizio degli aragonesi, al servizio di Alfonso. Fu Scan-derberg, condottiero di grandissimo rilievo, che verso la fine del ’400,spinto dai turchi, portò in Italia le colonne armate albanesi che avevanoeroicamente contrastato l’avanzata turca nei Balcani, le quali, poi, sierano imbarcate e messe al servizio degli aragonesi di Napoli, in parti-colare di Alfonso. Di quegli albanesi sono rimaste tracce in qualche co-mune della Calabria: tracce esclusivamente linguistiche, ma ridotte a talpunto che un albanese di oggi di Tirana, di Valona o di altra localitàdell’Albania non sarebbe in grado di capire un albanese (non voglio of-fendere nessuno, per cui non userò il termine «imbastardito») così «mo-dificato», che è diventato altra autonoma struttura linguistica.

CARPI, sottosegretario di Stato per l’industria, il commercio el’artigianato. Arcaico, non «imbastardito».

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CONTESTABILE. Arcaico e «imbastardito», ma «imbastardito» èuna parola brutta. Il sottosegretario Carpi è uomo di cultura e quindi èpiù che in grado di capire che ho usato questo termine per intendere chein realtà la contaminatio con altre strutture linguistiche presenti nellazona è stata tale che non si tratta più di una lingua o di un dialetto alba-nese. A parte il fatto che ho udito fare più volte, in questa sede, una dif-ferenza tra lingua e dialetto, sono più di cent’anni che la linguistica con-temporanea non distingue più tra lingue e dialetti.

CARPI, sottosegretario di Stato per l’industria, il commercio el’artigianato. Cosa?

CONTESTABILE. La stessa lingua greca si chiamava « », la lin-gua comune, comune a tutto il bacino del Mediterraneo. Pertanto, distin-guere fra lingua e dialetto per salvare alcune pretese lingue è operazioneantistorica, perché travolta dalla linguistica moderna.

Albanesi e popolazioni catalane: qui si arriva al ridicolo. In Sarde-gna non vi sono mai state popolazioni catalane. Vi è stato un Herren-volk catalano, che è tutto un altro discorso: vi è stato un popolo signoredi catalani che ha accettato di imporre la propria lingua in una zona del-la Sardegna. E noi dovremmo salvare una lingua imposta manu militari?Questa mi sembra proprio un’assurdità.

In Sardegna, comunque, si parla il sardo, struttura linguistica digrandissimo livello semantico, ma non più il catalano di una volta, percui tentare di salvare il catalano equivale a fare un’operazione di ar-cheologia linguistica. Peraltro, si cerca di salvare una lingua impostadall’esterno non alle popolazioni catalane, ma a quelle sarde, perché –ripeto – i catalani non erano altro che un Herrenvolk, come i longobardio i normanni in Italia meridionale, cioè un popolo venuto da fuori che,manu militari, ha cercato di imporre una lingua e una cultura.

Le popolazioni germaniche rappresentano altra cosa. La lingua te-desca, non quella delle popolazioni germaniche italiane, che hanno ov-viamente diritto a parlare la propria lingua, è di tale dignità: - è infattiuno dei pilastri portanti della cultura mondiale – che non ha certo biso-gno di essere salvata.

Altra cosa è la tutela linguistica delle minoranze altoatesine o sud-tirolesi parlanti il tedesco, ma nel nostro Paese tale tutela è già abbon-dantemente garantita.

Tutela della lingua delle popolazioni greche. Anche in questo casosi tratta di una cosa grottesca. C’è qualche comune della Grecìa, nel Sa-lento, in Puglia, che parla una lingua che con il greco bizantino – per-ché non si tratta di greco classico – non ha più nulla a che vedere. Sicerca di recuperare una lingua, anche qui non voglio dire «imbastardi-ta», ma modificata, che non è più parlata da nessuno, nemmeno daglianziani. Anche in questo caso, dunque, si tenta un’assurda operazione diarcheologia linguistica.

Tutela della lingua delle popolazioni slovene e croate. Si tratta dilingue di tutta dignità, me ne rendo conto, ma già abbondantemente tu-telate per il loro uso in Italia.

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È prevista poi la tutela delle popolazioni parlanti il francese, ilfranco-provenzale, il friulano, il ladino, l’occitano e il sardo. Il francesein Italia non viene parlato; vengono parlati il franco-provenzale e l’occi-tano, ma sfido chiunque a dimostrare che il franco-provenzale sia stori-camente cosa diversa dalla langue d’Oc, dall’occitano. Sono due linguenate insieme, che, proprio perché si sono modificate a seguito della con-taminatio con altre lingue, si sono diversificate, ma è assurdo tutelarle.Si tratta di un’ennesima operazione di archeologia linguistica.

Il friulano è lingua di grande dignità, me ne rendo conto, ma è giàabbondantemente tutelato dalle normative, dagli usi e dalle tradizioni.Le lingue come strutture portanti dell’esistente si tutelano da sole, conl’uso quotidiano, non con le norme, che costituiscono una superfetazio-ne, un di più. Chiunque si rechi in quella regione può constatare cometale nobile lingua venga usata quotidianamente. Lo stesso discorso sipuò fare per il ladino.

Per il sardo la questione è un pò diversa. Si tratta di una strutturalinguistica autonoma – ripeto, è assurda la distinzione tra lingua e dia-letti – che ha una grande storia e che perciò, come tutte le cose chehanno una grande storia, merita molto rispetto. La Sardegna ha un pro-blema grave, rappresentato dall’integrazione non solo linguistica, ma an-che sociale, economica e politica con la Repubblica italiana. Come mol-te isole, è rimasta marginale, nonostante la sua grande storia e la suagrande dignità siano degne del massimo rispetto. Comunque, la tuteladel sardo danneggia i sardi.

In ultimo, una considerazione già fatta dal collega e amico VertoneGrimaldi. Verso la metà del Medio Evo si sviluppò il processo di for-mazione delle nazioni; oggi assistiamo al processo inverso, con le stesseche si vanno disgregando. Tuttavia, mentre in tutto il mondo la nazioneviene ancora ritenuta un’unità positiva e si cerca di tutelarla, proteggen-do anche una delle strutture portanti della nazionalità, la lingua, in Italiasi cerca di favorire un processo di disgregamento, addirittura recuperan-do lingue morte e «stramorte». Mi sembra un’assurdità. Io dunque vo-terò contro questa legge. (Applausi dei senatori Jacchia, D’Urso, Verto-ne Grimaldi, Camber, Manfredi, Sella di Monteluce e Pastore. Congra-tulazioni).

PASSIGLI. Domando di parlare per dichiarazione di voto in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

PASSIGLI. Signor Presidente, malgrado la mia simpatia e il mioapprezzamento, che non vengono mai meno, per le esigenze delle mino-ranze e la convinzione che la vita di un gruppo di minoranza abbisognaanche della difesa della propria cultura e quindi del proprio patrimoniolinguistico, non riesco a dimenticare che nel bilancio dello Stato desti-niamo per la diffusione dei libri italiani all’estero solo 400 milioni; chenon abbiamo, al contrario di altri paesi europei – ad esempio, la Francia– mai impiantato un vero e proprio sistema di scuole italiane all’estero,

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pur avendo – come tutti ben sapete – una larghissima presenza di popo-lazione di origine italiana in molti paesi; che diamo il voto agli italianiall’estero ma non assistiamo minimamente la diffusione della culturaitaliana all’estero.

Forse, in aggiunta a questo, gioca anche la mia toscanità, il mio es-sere per metà fiorentino e per metà senese che fa premio e che quindimi impedisce di comprendere l’urgenza di questo provvedimento. Riten-go molto più urgente fare qualche cosa per la difesa dell’italiano e perla sua diffusione all’estero. Pertanto, non riuscendo a votare a favore diquesto provvedimento, dichiaro la mia astensione.

DEBENEDETTI. Domando di parlare per dichiarazione di voto indissenso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

DEBENEDETTI. Signor Presidente, convinto dalle argomentazionidei senatori Vertone Grimaldi e Passigli, annuncio il mio votocontrario.

JACCHIA. Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

* JACCHIA. Signor Presidente, annuncio che la componente che sirichiama al presidente Cossiga approva questo testo. Non pensiamo chesia il migliore che si potesse fare, ma è un passo importante nella dire-zione. Secondo noi, va considerato, come un punto di partenza sia per ipaladini del sistema delle autonomie, anche se nella identificazione dellecomunità da proteggere vi è chi avrebbe voluto includerne delle altre,sia per coloro che hanno a cuore la protezione dell’identità italiana.

Ci sembra, inoltre, condivisibile la norma – questo mi pare impor-tante – che impone anche alla società concessionaria del servizio pubbli-co radiotelevisivo di partecipare all’azione di tutela delle minoranze lin-guistiche. In questo modo, anche il Parlamento potrà esercitare una for-ma di controllo, sotto questo profilo, attraverso la Commissione parla-mentare di vigilanza.

In conclusione, dichiaro il nostro voto favorevole.

TERRACINI. Domando di parlare per dichiarazione di voto in dis-senso dal mio Gruppo.

PRESIDENTE. Ne prendo atto e le do la parola.

TERRACINI. Signor Presidente, voterò contro il provvedimento.Ritengo sia la posizione più giusta, in quanto, alle soglie del 2000, nonè possibile pensare di investire risorse economiche ingenti, per il fineprevisto da questo disegno di legge. Noi stiamo andando verso l’Europa,o quantomeno cerchiamo di andarci, alle volte raccontiamo che ci siamo

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già arrivati, ma gli investimenti devono essere finalizzati esclusivamenteall’insegnamento delle lingue estere e a tal fine debbono essereincentivati.

Tra l’altro, i 20.500.000.000 di lire stanziati dal disegno di legge inesame non basteranno certamente, per cui siamo consapevoli che questosarà un provvedimento in netta perdita.

Per queste ragioni, confermo il mio voto contrario.

NOVI. Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NOVI. Signor Presidente, chiedo la verifica del numero legale.Vorrei anche scusarmi con il senatore Vertone Grimaldi, perché in

realtà ho fatto riferimento ad uno scambio di idee personali ma, nellafoga del discorso, gli ho attribuito un intervento in Aula. Così non era,anche se poi il senatore Vertone Grimaldi ha sostanzialmente conferma-to in Assemblea il contenuto dello scambio di idee personali.

Verifica del numero legale

PRESIDENTE. Invito il senatore segretario a verificare se la richie-sta, testé avanzata dal senatore Novi, risulta appoggiata dal prescrittonumero di senatori, mediante procedimento elettronico.

(La richiesta risulta appoggiata).

Invito pertanto i senatori a far constatare la loro presenza medianteprocedimento elettronico.

(Segue la verifica del numero legale).

Il Senato è in numero legale.

Ripresa della discussione dei disegni di leggenn. 3366, 424, 1207, 2082, 2332, 3037 e 3426

PRESIDENTE. Metto ai voti il disegno di legge n. 3366 nel suocomplesso.

È approvato. (Applausi dai Gruppi Democratici di Sinistra-L’Uli-vo, Partito Popolare Italiano, Unione Democratici per l’Europa-UDeuRe Misto).

Restano pertanto assorbiti i disegni di legge nn. 424, 1207, 2082,2332, 3037 e 3426.

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Page 626: delle minoranze linguistiche storiche

Norme in m

ateria di tutela delle

minoranze ling

uistiche storiche

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n. 8dicembre 2009

Senato della Repubblica

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Lavori preparatori pubblicati dal Senato (nuova serie)

1. La Costituzione italiana con le modificheapprovate dalle Camere, Roma 2005

2. Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, Roma 20063. L’autorizzazione alla ratifica dei trattati di Roma (CEE e Euratom) - Legge 14 ottobre 1957 n. 1203, Roma 20074. Le recenti modifiche al Nuovo codice della strada, Roma 20085. L’autorizzazione alla ratifica del Trattato di Lisbona - Legge 2 agosto 2008, n. 130, Roma 20086. L’autorizzazione alla ratifica dello Statuto del Consiglio d’Europa e della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali - Legge 23 luglio 1949, n. 433 e legge 4 agosto 1955, n. 848, Roma 20097. Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Roma 2009

n. 8

Lavori preparatori

Norme in materia di tuteladelle minoranzelinguistiche storicheLegge 15 dicembre 1999, n. 482(G.U. n. 297 del 20 dicembre 1999)