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Rivista bimestrale dell’Associazione Biblica Italiana DEI VERBUM LA SCRITTURA NELLA VITA DELLA CHIESA Anno LX n° 6 Novembre Dicembre 2015

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Rivista bimestrale dell’Associazione Biblica Italiana

DEI VERBUMla scRittuRanella vita della chiesa

anno lX n° 6novembredicembre2015

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editor iale

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DIREZIONEdirettore: donatella Scaiola (roma) Coordinatore di redazione: Carlo Broccardo (Padova)

GRUPPO DI REDAZIONE Francesco Bargellini (Novara) Guido Benzi (rimini)Valentino Bulgarelli (Bologna)dionisio Candido (Siracusa)annalisa Guida (Napoli)tiziano lorenzin (Padova)Maurizio Marcheselli (Bologna)Serena Noceti (Firenze) Marcello Panzanini (Ferrara)Sebastiano Pinto (Brindisi)Benedetta rossi (roma)

EDITOREPPFMC Messaggero S. antonio editriceBasilica del Santo - via orto Botanico, 11 - 35123 Padova

SEGRETERIA DI REDAZIONE AMMINISTRAZIONEdamiano Passarin tel. 049 8225850 - fax 049 [email protected]

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autorizzazione: tribunale di torino N. 2126, 4-12-1970direttore responsabile: padre Fabio ScarsatoCon approvazione ecclesiasticaStampa: MediaGraF - Noventa Padovana (Pd)Poste italiane S.p.a. - Sped. abb. post. d.l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, dCB Padova

associato all’Unione Stampa Periodica italiana

Q uesto fascicolo completa il percorso di lettura della costituzione conciliare Dei Verbum che abbiamo proposto durante l’anno per valorizzare un duplice anni-

versario: i cinquant’anni della promulgazione del te-sto magisteriale e i sessanta della rivista Parole di Vita. I vari articoli e le rubriche qui raccolti ruotano tut-ti in diversi modi attorno al cap. 6 della costituzio-ne conciliare, dedicato alla «Sacra Scrittura nella vita della Chiesa». Dopo aver affrontato varie discussio-ni di carattere dottrinale, la Dei Verbum approda, per così dire, su un lido a noi più familiare, quello della presenza (o parziale assenza?) della Bibbia nei varie-gati contesti pastorali all’interno dei quali viviamo la nostra esperienza credente, ad esempio gruppi bibli-ci, catechesi e liturgia, omelia, ecc. (si vedano a que-sto proposito gli interventi di Paolo Sartor, Riccardo Battocchio e Cesare Bissoli).

Come di consueto, alcuni articoli sono dedicati allo studio di aspetti specifici del testo conciliare. Ric-cardo Saccenti presenta l’iter, relativamente travagliato, che ha infine condotto i padri conciliari all’approva-zione del capitolo conclusivo della Dei Verbum. Gui-do Benzi mostra, invece, la novità di questo capito-lo pastorale inserito all’interno di un documento di carattere dogmatico, una novità che ricupera anche un’intuizione antica, riproponendo il parallelismo tra Sacra Scrittura ed eucaristia, che i padri della Chiesa avevano già ampiamente sviluppato. Il Concilio non si limita, tuttavia, a riproporre questa tradizione pa-tristica, ma la contestualizza sottolineando l’efficacia della Parola attraverso tre citazioni bibliche: Eb 4,12; At 20,32 e 1Ts 2,13. Francesco Bianchini riprende poi un tema già sviluppato in un precedente capitolo della Dei Verbum, quello del rapporto tra Antico e Nuovo Testamento, mostrando che entrambi conducono a conoscere il mistero di Cristo, e presentando una se-rie di testi paolini che invitano il lettore a un’esperien-za di incontro personale con Cristo. Donatella Scaiola analizza il numero conclusivo della costituzione (DV

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Dei Verbum6. La Scrittura nella vita

della Chiesa Editoriale 2 DeiVerbum.Capitolosesto LaSaCRaSCRittuRa neLLavitadeLLaChieSa 4 RiccardoSaccentiLaregula fidei:SCRittuRaepaStoRaLe neLLaRedazionedeLCapitoLovi deLLadei Verbum 6 GuidoBenzi unapaRoLa«vivaedeffiCaCe»11 FrancescoBianchini ConoSCeReLaSCRittuRa eConoSCeReCRiSto(dv25;fil3,8)16 DonatellaScaiola LapaRoLaChe «peRmane ineteRno» (dv26)22 DionisioCandido LaBiBBiapeRtutti(dv22) 27 BenedettaRossi LoStudiodeLLaBiBBia(dv23) 33 PaoloSartor LaBiBBiaanimadeLLavita deLLaChieSa (dv22-25)39 PerleggerelaDEiVERBum ValeriaPoletti Bibliografiaragionata 45 laboratoriobiblico ValentinoBulgarelli LaSacraScritturanellavitadellaChiesa 46 FigureDibiblistieteologi intornoallaDEiVERBum RiccardoBattocchio RodolfoEnricoGalbiati(1914-2004) 47 laDEiVERBumnellaPastorale CesareBissoli AccostamentoallaBibbiapergruppi49 Vetrinabiblica51 inDice2015 DeiVerbum(AnnoLX)53 arte marcelloPanzanini Ciecoè,chiciecofa.Laminiaturadellaguarigione delcieconatodel Codex Purpureus Rossaniensis59

insertostaccabileSChedaBiBLiCa UnaParolapernoi

SerenaNoceti

26),chepotrebbeessereconsiderato,atorto,solountestofinalepocointeressante.inrealtà,partendodaitestibibliciinessocitati(1Pt1,22-25eis40,6-8),sipuòapprezzarelaricchezzadiquestafinale,scopren-doneanchelasorprendenteattualità.altrielementidicaratterepastorale,cuiforsenonsipensaimme-diatamente,ruotanoattornoalproblema/risorsaco-stituitodalletraduzionidellabibbia.DionisioCan-didomostrailruolofondamentalechehannosvol-toecontinuanoasvolgereletraduzionidellabibbianelprocessodiappropriazionedellascritturadapar-tedeifedeli(DV22).infine,BenedettaRossiaffron-taunargomentopercertiaspettispinoso:comecon-ciliarestudiodellabibbiaeletturapastorale?sitrat-ta,infatti,dimondichespessoilcredentepercepiscecomemoltodistantitraloro,perchél’esegesiappa-retecnicaefredda,mentrelaletturaspiritualemaga-risoddisfadipiù,maspessononèsufficientemen-tefondataalivellotestuale.lasoluzioneindividuatapercolmarequestogapèrappresentatadall’esegeta,chedovrebbeesserecompetente,maanchesensibi-leepersonalmentecoinvoltonell’attointerpretativochepropone(DV23).

siconclude,dunque,lapresenteannata,etermi-naanchelacollaborazioneconl’editriceMessaggerodiPadova,chehapubblicatoperquindiciannilari-vista.iringraziamentichel’associazionebiblicaita-lianarivolgeall’editorenonsonoformaliodicirco-stanza.alcontrario,ilpresidente,donlucaMazzin-ghi,etuttoilsuoconsiglio,ildirettoredellarivistaeilgruppodiredazionecolgonol’occasionedirivol-geresentitiringraziamentisiaall’editorechealsegre-tariodiredazione,DamianoPassarin,chepertantotempohaseguitoconpassioneecompetenzaillavo-rodellarivista,partecipandoaivariincontriedandospessoutilisuggerimenti.

DonatellaScaiola

SommaRio

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Importanza della Sacra Scrittura per la Chiesa21. La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il corpo stesso del Signo-

re, non tralasciando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita prendendolo dalla mensa sia della parola di Dio sia del corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra tradi-zione, la Chiesa ha sempre considerato le divine Scritture e le considera come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmen-te la parola di Dio stesso e fanno risuonare, nelle parole dei profeti e degli apostoli, la voce dello Spiri-to Santo. E necessario, dunque, che tutta la predicazione ecclesiastica come la stessa religione cristiana, sia nutrita e diretta dalla Sacra Scrittura. Nei libri sacri, infatti, il Padre che è nei cieli con molta amore-volezza viene incontro ai suoi figli ed entra in conversazione con loro; nella parola di Dio poi è conte-nuta una così grande efficacia e potenza, da costituire per la Chiesa sostegno e vigore, e per i figli della Chiesa saldezza della fede, cibo dell’anima, sorgente pura e perenne della vita spirituale. Perciò si appli-cano in modo eccellente alla Sacra Scrittura le affermazioni: «La parola di Dio è viva ed efficace» (Eb 4,12), «ha il potere di edificare e di concedere l’eredità con tutti i santificati» (At 20,32; cf. 2Ts 2,13).

Necessità di traduzioni appropriate e corrette22. È necessario che i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura. Per questo motivo,

la Chiesa fin dagli inizi accolse come sua l’antichissima traduzione greca dell’Antico Testamento detta dei Settanta; e ha sempre in onore le altre versioni orientali e le versioni latine, particolarmente quel-la che è chiamata Volgata. Ma poiché la parola di Dio deve essere a disposizione di tutti in ogni tem-po, la Chiesa si prende cura con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e cor-rette nelle varie lingue, preferibilmente dai testi originali dei sacri libri. Qualora queste traduzioni, of-frendosi l’occasione favorevole e col consenso dell’autorità della Chiesa, fossero fatte in collaborazione con i fratelli separati, potranno essere usate da tutti i cristiani.

Impegno apostolico degli studiosi23. La sposa del Verbo incarnato, cioè la Chiesa, istruita dallo Spirito Santo, si preoccupa di av-

vicinarsi a conseguire una comprensione sempre più profonda delle Sacre Scritture, per nutrire di continuo i suoi figli con le divine parole; perciò a ragione promuove anche lo studio dei santi padri, d’Oriente e d’Occidente, e delle sacre liturgie. Bisogna poi che gli esegeti cattolici e gli altri cultori di sacra teologia, collaborando con zelo, si impegnino, sotto la vigilanza del sacro magistero, a studiare e spiegare con mezzi adatti le divine lettere, in modo che il più gran numero possibile di ministri del-la divina Parola possano offrire con frutto al popolo di Dio l’alimento delle Scritture, che illumini la mente, corrobori le volontà, accenda i cuori degli uomini all’amore di Dio1. Il sacro sinodo incorag-gia i figli della Chiesa a coltivare le scienze bibliche, affinché con energie sempre rinnovate continu-

* ConCilio eCumeniCo VatiCano ii, Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum, Sessione VIII - 18 novembre 1965, nn. 1-26, in «Acta Apostolicae Sedis» 58 (1966) 817-830. Ed. it. Enchiridion Vaticanum, vol. 1, EDB, Bologna 199314, nn. 872-911.1 Cf. Pio Xii, lett. enc. Divino afflante Spiritu, 30 settembre 1943 (EB 551, 553, 567). PontifiCia Commissione BiBliCa, Istru-zione sull’esatto insegnamento della S. Scrittura nei seminari del clero e nei collegi dei religiosi, 13 maggio 1950, in AAS 42 (1950) 495-505.

Capitolo VI - La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa

Costituzione dogmatiCasulla divina Rivelazione

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CostItuzIone dogmatICa sulla dIVIna RIVelazIone

ino a portare a compimento il lavoro felicemente intrapreso, col massimo impegno e in conformità col pensiero della Chiesa2.

Importanza della Sacra Scrittura per la teologia24. La sacra teologia si basa come su un fondamento perenne sulla parola di Dio scritta, insieme

con la sacra tradizione, e in essa vigorosamente si consolida e si ringiovanisce sempre, scrutando al-la luce della fede ogni verità racchiusa nel mistero di Cristo. Le Sacre Scritture contengono la parola di Dio e, perché ispirate, sono veramente parola di Dio; lo studio della sacra pagina sia dunque come l’anima della sacra teologia3. Anche il ministero della parola, cioè la predicazione pastorale, la cateche-si e ogni tipo di istruzione cristiana, nella quale l’omelia liturgica deve avere un posto privilegiato, tro-va in questa stessa parola della Scrittura nutrimento sano e santo vigore.

Si raccomanda la lettura della Sacra Scrittura25. Perciò è necessario che tutti i chierici, in primo luogo i sacerdoti di Cristo e quanti, come i dia-

coni o i catechisti, attendono legittimamente al ministero della parola, devono essere in contatto con-tinuo con le Scritture, mediante una lettura spirituale assidua e uno studio accurato, affinché non di-venti «vano predicatore della parola di Dio all’esterno, colui che non l’ascolta dentro di sé»4, mentre invece deve comunicare ai fedeli a lui affidati le sovrabbondanti ricchezze della parola divina, special-mente nella sacra liturgia. Parimenti, il santo sinodo esorta con forza e insistenza tutti i fedeli cristia-ni, soprattutto i religiosi, a imparare «la sublime conoscenza di Gesù Cristo» (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. «L’ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo»5. Essi si acco-stino dunque volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia ricca di parole divine, sia me-diante la pia lettura, sia per mezzo di iniziative adatte e di altri sussidi, che oggi lodevolmente si dif-fondono ovunque con l’approvazione e a cura dei pastori della Chiesa. Si ricordino però che la lettu-ra della Sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l’uomo; poiché «quando preghiamo, parliamo a lui; e ascoltiamo lui, quando leggiamo gli oracoli divini»6. Compete però ai vescovi, «depositari della dottrina apostolica»7, istruire opportunamente i fe-deli loro affidati sul retto uso dei libri divini, soprattutto del Nuovo Testamento e in primo luogo dei Vangeli, mediante traduzioni dei sacri testi che siano corredate da note necessarie e veramente suffi-cienti, affinché i figli della Chiesa si familiarizzino con sicurezza e utilità con le Sacre Scritture e siano imbevuti del loro spirito. Inoltre, si preparino edizioni della Sacra Scrittura, fornite di idonee annota-zioni, ad uso anche dei non cristiani e adattate alla loro situazione; sia i pastori d’anime sia i cristiani di qualsiasi stato avranno cura di diffondere in ogni maniera con zelo e prudenza.

Conclusione26. Così dunque, con la lettura e lo studio dei libri sacri, «la parola di Dio si diffonda e sia glorifi-

cata» (2Ts 3,1) e il tesoro della rivelazione, affidato alla Chiesa, riempia sempre più il cuore degli uo-mini. Come dall’assidua frequenza al mistero eucaristico prende vigore la vita della Chiesa, così è leci-to sperare nuovo impulso di vita spirituale dall’accresciuta venerazione della parola di Dio, che «per-mane in eterno» (Is 40,8; 1Pt 1,23-25).

2 Cf. Pio Xii, lett. enc. Divino afflante Spiritu (EB 569).3 Cf. leone Xiii, lett. enc. Providentissimus Deus (EB 114); Benedetto XV, lett. enc. Spiritus Paraclitus, 15 settembre 1920 (EB 483).4 agostino, Sermones 179,1 (PL 38,966).5 girolamo, Commentarius in Isaiae librum, prologus, (PL 24,17). Cf. Benedetto XV, lett. enc. Spiritus Paraclitus (EB 475-480); Pio Xii, lett. enc. Divino afflante Spiritu (EB 544).6 amBrogio, De officiis ministrorum, I,20,8 (PL 16,50).7 ireneo di lione, Adversus haereses, IV,32,1 (PG 7,1071).

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La regula fidei: Scrittura e paStoraLeneLLa redazione deL capitoLo Vi deLLa dei VerbumEsaurito l’esame degli aspetti dottrinali legati alla parola di Dio e alla Scrittura, la Dei Verbum affronta le ricadute pastorali legate al rapporto fra Scrittura e Chiesa. Un punto questo lungamente discusso nei tre anni di storia del Concilio.

di Riccardo Saccenti Il Gaudet mater Ecclesia con cui Giovanni XXIII aveva aperto il Concilio

Vaticano II l’11 ottobre 1962 non aveva solo fissato un programma di lavoro per l’assise dei vescovi; in quella occasione il papa aveva tracciato una sorta di carta d’identità del Concilio, specificando che il suo obiet-

tivo non era quello di ritornare sul dogma e sulle verità di fede1. Trento e Va-ticano I avevano, secondo le parole del pontefice, sufficientemente chiarito i contenuti della dottrina della Chiesa. Il punto di fuga che determinava la pro-spettiva del Concilio era piuttosto quello pastorale dell’annuncio del Vangelo all’uomo contemporaneo: trovare forme efficaci per annunciare la buona no-vella e trasmettere la fede. Questo orientamento, che il Concilio assume do-po il discorso di apertura, si rispecchia chiaramente nella lunga e articolata re-dazione della Dei Verbum e più nello specifico nella redazione del suo ultimo capitolo, nel quale si passa, dopo le discussioni di carattere dottrinale (relati-ve al rapporto fra Scrittura e tradizione, alla natura della parola di Dio e della Scrittura, alla distinzione fra Antico e Nuovo Testamento), al problema tutto pastorale della presenza della Bibbia nella vita della Chiesa.

Dopo l’annuncio della convocazione del Concilio, il 25 gennaio 1959, si apriva la fase antepreparatoria nella quale venivano raccolti i vota di ve-

scovi, ordini religiosi, università. Fra queste osservazioni, giunte a Roma da tutto il mondo, non mancavano quelle che sottolineavano la necessità di ri-dare alla Scrittura un ruolo centrale nella vita della Chiesa non solo per quan-to riguardava la formazione del clero ma più in generale per la promozione di una pastorale biblica.

Il rilievo dato a questo punto si traduceva in testo scritto allorché, entra-ti nella fase preparatoria, la commissione teologica avviava la scrittura dello schema preparatorio De fontibus revelationis. Il testo, nella sua articolazione, presentava infatti un ultimo capitolo dedicato alla questione del ruolo della

1 Cf. G. RuggieRi, «Esiste una teologia di papa Giovanni?», in Fondazione peR le scienze Religiose giovanni XXiii di Bologna (ed.), Un cristiano sul trono di Pietro. Studi storici su Giovanni XXIII, Servitium, Gorle (BG) 2003, 253-274.

Fra i vota e la commissione preparatoria

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La regula fidei: Scrittura e paStoraLe

Scrittura nella Chiesa (De Scriptura in Ecclesia). Il contenuto del testo rispec-chiava però le preoccupazioni e i timori dell’ambiente teologico romano, che attraverso le sue figure di maggior rilievo guidava i lavori della commissio-ne. Come per il resto dello schema preparatorio l’orientamento era profonda-mente diffidente e ostile nei confronti delle riflessioni sui temi della rivelazio-ne e della Scrittura che erano in corso a partire dalla fine degli anni ’40. L’im-postazione data al testo mirava a ricondurre il rapporto fra Chiesa e Scrittura nei limiti della manualistica del tempo, subordinando l’accesso alla Scrittu-ra e agli strumenti esegetici a una piena subordinazione al magistero papale. Un dato questo esemplificato dal rinvio al giuramento antimodernista che la commissione preparatoria inseriva proprio nell’ultimo capitolo dello schema in modo da poter valutare l’ortodossia del lavoro esegetico2.

Più ampiamente il capitolo conclusivo dello schema mostrava una netta distanza rispetto alle istanze di ricostru-zione di una dialettica feconda fra testo sacro e vita pastorale che emergevano dal movimento biblico. Si affermava in-fatti che la Vulgata di Girolamo non era una fra le diverse versioni del testo sa-cro ma piuttosto l’unica versione della Bibbia utilizzabile nella liturgia quan-to nella vita della Chiesa. Solo ad essa era legittimo fare riferimento e solo essa era bene citare. Al tempo stesso i crite-ri con cui si doveva condurre il lavoro esegetico erano la conformità alla fede cristiana e ai suoi contenuti dottrinali e dogmatici, la coerenza con la tradizione cristiana, che restava dunque il metro a cui conformare la comprensione dei sensi del testo, e infine le disposizioni del magistero, che rimaneva il solo titolare di una retta comprensione e spiegazione della rivelazione e dei suoi contenuti.

Nell’ottobre del 1962 lo schema preparatorio presentava dunque ai padri conciliari una proposta di sostanziale “normalizzazione” del ruolo della Scrit-tura nella vita della Chiesa, subordinandolo al peso della tradizione e del ma-gistero, intesi come uniche vie legittime di definizione dei contenuti della fe-de e dunque come unico possibile metro con cui approcciare lo studio e l’uso del testo sacro all’interno della Chiesa. Le osservazioni critiche nei confronti dello schema non mancarono anche prima che se ne iniziasse l’esame in au-la. Nelle settimane precedenti il dibattito circolò fra i padri una sorta di sche-ma alternativo firmato dai due teologi tedeschi Karl Rhaner e Josef Ratzin-ger, il cosiddetto schema Rahner-Ratzinger, nel quale, oltre a criticare lo sche-ma preparatorio sulla questione della rivelazione e del rapporto fra Scrittura e tradizione, si metteva in luce in modo più generale come la Chiesa fosse ispi-rata da preoccupazioni pastorali piuttosto che da timori di natura dogmati-

2  Cf. R. Burigana, La Bibbia nel Concilio. La redazione della costituzione «Dei Verbum» del Vaticano II, Il Mulino, Bologna 1998, 70.

Nel corso del XX secolo la Chiesa cattolica aveva vi-sto crescere e svilupparsi un movimento che chiedeva un deciso ritorno alla centralità della Scrittura nella vita della Chiesa. Lamentando l’ignoranza dei fedeli, si chiedeva la possibilità di favorire un accostamento di ogni cristiano alla Scrittura attraverso traduzioni in lingua volgare e fondando liturgia e pastorale sul testo biblico.

MoviMento biblico

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BiBliografia ragionata

Vorrei chiudere l’annata con una serie di contributi di buon livello (anzi al-

cuni li reputo di ottima caratura) ma tutti gratuiti, in quanto reperibili in rete. Uso come discrimine temporale il Sinodo del 2008 La parola di Dio nella vita e nella mis-sione della Chiesa, indicando prima i lavori precedenti tale evento e poi quelli che in qualche modo ne hanno rielaborato i frut-ti.L. Mazzinghi è uno degli studiosi che più hanno lavorato su questo tema, presen-tandone poi una sintesi in una completa, attuale, e francamente imprescindibile, relazione tenuta durante il II Semina-rio Biblico Interdisciplinare organizzato dall’Associazione Biblica Italiana e dall’Uf-ficio Catechistico Nazionale (Lettura scien-tifica, spirituale e pastorale della Bibbia, Roma 15-17 Novembre 2007): L. Maz-zinghi, «Parola di Dio e vita della Chie-sa», in Rivista Biblica Italiana 55 (2007) 415-417; http://www.chiesadimilano.it/polopoly_fs/1.24408.1307530916!/menu/standard/file/Fp_Mazzinghi_Luca.pdf. A firma di Mazzinghi anche una relazione al convegno di Parole di Vita (Lingua di Dio, lingue degli uomini, Bologna 27-28 novem-bre 2015): «La recezione della Dei Verbum nella vita della Chiesa».Anche l’intervento del cardinal Martini a un congresso del 2005 (La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa, Roma 14-18 settem-bre 2005) è molto articolato e importante e non risente degli anni, soprattutto nell’ul-tima parte, sulle conseguenze della applica-zione della Dei Verbum circa l’animazione biblica (in particolare sulla lectio divina):

C.M. Martini, «Il ruolo centrale della Pa-rola di Dio nella Chiesa e nell’animazione biblica della pastorale», http://www.interne-tica.it/Martini-40DeiVerbum.htm.Tutto quello che di ufficiale ha prodotto il Sinodo lo possiamo trovare nel sito del Va-ticano: http://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htm. Già pochi anni dopo abbiamo degli echi importanti a questo, con un contributo di B. Costacurta, «Verbum in Ecclesia - Reazioni al Sinodo», in cui si riflette sulla proposizione 27, «dove l’esegesi non è te-ologia, la Scrittura non può essere l’anima della teologia e, viceversa, dove la teologia non è essenzialmente interpretazione della Scrittura nella Chiesa, questa teologia non ha più fondamento»: http://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htmhttp://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htmhttp://www.vatican.va/roman_curia/synod/index_it.htm.Sempre nel 2010 L. Meddi pubblica «Viva ed efficace è la parola di Dio», da cui è trat-to il lavoro «Incontrare la Bibbia nel con-testo culturale oggi»; cf. C. Pastore (ed.), Viva ed efficace è la parola di Dio. Linee per l’animazione biblica della pastorale, LDC, Leumann 2010; cf. http://www.luciano-meddi.eu/interventi/attualizzarelabibbia.pdf. Meddi mantiene poi sull’argomento un sito personale accurato e sempre aggior-nato.Nell’ambito della settimana conclusiva dell’anno centenario del Pontificio Istituto Biblico, in cui abbiamo incontrato la rela-zione di Costacurta, vediamo anche il con-tributo di L. FeLdkäMper, «Comunicazio-ne pastorale della Bibbia», dove, nella terza parte della relazione, fa una panoramica del ministero biblico-pastorale nel mondo: http://www.biblico.it/Centenario/conferenze/feldkaemper-italiano.pdf.Dalla comunicazione alla testimonian-za: troviamo in rete la relazione di g. Benzi al Convegno pastorale diocesa-no di Macerata del 2013 «Adulti e te-stimoni educatori alla fede» (http://

PER LEGGERE LA DeI VeRBuM

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www.diocesimacerata.it/component/pho-cadownload/category/20-2013-2014.html?download=102:convegno-pastorale-2013-relazione-di-don-guido-benzi-su-vive-re-e-trasmettere-la-fede-da-adulti), che sin-tetizza il passaggio dalla ricerca teologica alla pastorale. I termini di questo passaggio sono espressi in modo ampio e disteso in alcuni contributi, questa volta solo carta-cei, dello stesso Benzi. Il primo, cronologi-camente, è «Scriptura crescit cum legente. La Scrittura anima della vita della chiesa e della fede dei credenti», in Parola e Tempo 4 (2005) 15-24. Seguito da «Istanze teologi-co bibliche per una “Lettura orante” della S. Scrittura», contenuto nel già citato C. Pastore (ed.), Viva ed efficace è la parola di Dio. Si veda, infine, G. Benzi - P. Dal Toso - U. MonTisci (edd.), Dodici ceste piene... Catechesi e formazione cristiana de-gli adulti, LDC, Leumann 2013.

Valeria Poletti

ISSR «B. G. Tavelli da Tossignano» (Ferrara)[email protected]

LaBoratorIo BIBLICo

La Sacra Scrittura neLLa vita deLLa chieSa

Come interpretare la Scrittura?

Il sesto capitolo della Dei Verbum è un te-sto del tutto speciale ed anche abbastan-

za innovativo dal titolo «La Sacra Scrittura nella vita della chiesa». Speciale in quanto si tratta di un capitolo pastorale all’interno di un documento dall’andamento dottrinale e dogmatico; innovativo in quanto esplicita il recupero di una familiarità con il testo bibli-co che si era persa nella chiesa cattolica negli ultimi quattro secoli (Guido Benzi). appa-re chiaro come i padri si siano pienamen-te ritrovati in quell’appello alla pastoralità che era al centro del discorso di apertura di Giovanni XXIII; così il testo finale della Dei Verbum sancisce la centralità della Scrittura nella vita della Chiesa (Riccardo Saccenti)

Per un percorso laboratoriale

1. Verbum Dei

appoggiandosi ad alcuni testi biblici (Eb 4,12; at 20,32; 1ts 2,13), la Dei Verbum racconta di una Parola «viva ed efficace»; richiama inoltre l’analogia tra Parola ed Eucaristia, mostrando come la predicazio-ne, lo studio, la meditazione, la lettura, la catechesi ed ogni altra azione nella chiesa si disponga attorno alla Parola (Guido Benzi). anche Papa Benedetto XVI ha affrontato questo tema, al n. 56 della Verbum Domini.

– Rileggere i testi di Eb 4,12; At 20,32; 1Ts 2,13 e DV 21.

– Che cosa implica pastoralmente il tema del-la “sacramentalità” della parola di Dio?

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2. Verbum in Ecclesia

Il n. 21 della Dei Verbum pone un parallelo tra Scrittura ed Eucaristia che delinea una struttura della vita cristiana, nella quale Scrittura ed Eucaristia sono elementi costi-tutivi, entrambi necessari e venerati. Come dall’Eucaristia la Chiesa trae una vita di grazia sempre più abbondante, così dall’ac-cresciuta venerazione della parola di Dio è lecito sperare un nuovo impulso alla vita spirituale (Guido Benzi; Benedetta Rossi)

– Leggere dal Catechismo degli adulti (CEI, La verità vi farà liberi), i nn. 625-632.

– Alla luce del testo di DV 21-23 quale per-corso ipotizzare per un nuovo impulso alla vita spirituale della comunità cristiana?

3. Verbum mundo

È importante ribadire la necessità di vivere la vita credente in forma comunitaria, co-struendo comunità alternative alla menta-lità dominante. Questo non per svalutare la realtà mondana; la comunità cristiana può essere alternativa al mondo, e in un certo senso dovrebbe anche esserlo, nel senso che essa può rappresentare un’istanza critica nei confronti della mentalità dominante. Una comunità caratterizzata dalla qualità delle relazioni fraterne, dalla solidarietà, dalla pratica della giustizia, e non dall’invi-dia, dall’arrivismo, dalla ricerca del potere, ecc. L’ascolto quotidiano della Parola, cioè della Scrittura nella sua interezza, non solo del Vangelo, è il fondamento dell’esperien-za credente, insieme naturalmente all’Eu-caristia (Donatella Scaiola).

– Rileggere DV 26.– Come essere oggi comunità alternativa alla

luce dell’ascolto della parola di Dio?

Valentino Bulgarelli

Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna (BO)[email protected]

FIgUrEDI bIbLIStIE tEoLogI Intorno aLLa DEI VERBum

Rodolfo EnRico Galbiati (1914-2004)

«Poiché la parola di Dio deve essere a disposizione in ogni tempo, la Chiesa

con materna sollecitudine cura che si fac-ciano traduzioni appropriate e corrette nel-le varie lingue, soprattutto dai testi origina-li dei sacri libri» (Dei Verbum, n. 22). nella seconda metà del XX secolo c’è stata una persona che – non da sola ma con un ruolo da protagonista – ha permesso alla «mater-na sollecitudine» della Chiesa di esprimersi attraverso la traduzione della bibbia dalle lingua originali (ebraico, aramaico, greco) all’italiano: Mons. rodolfo Enrico galbia-ti, presbitero dell’arcidiocesi di Milano (dal 1937), archimandrita e membro onorario del capitolo dell’eparchia di rito orientale di Piana degli albanesi (dal 1968).galbiati – afferma la sua più accreditata biografa, anna Passoni Dell’acqua – ave-va il dono delle lingue. Cominciò autodi-datta e adolescente lo studio del greco e dell’ebraico sui libri del fratello Eugenio, seminarista. Durante il ginnasio e il liceo continuò con l’arabo, il siriaco, l’accadi-co. Dopo gli studi al Pontificio Istituto biblico (dal 1938 al 1941) tenne corsi di greco biblico, ebraico e teologia orientale nei Seminari milanesi. nel 1947 fu tra i fondatori dell’associazione biblica Italia-na. Dal 1965 al 1974 fu docente incaricato di “Ebraico e lingue semitiche comparate”, poi di “Filologia veterotestamentaria” e “Filologia neotestamentaria” all’Università

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seppe Ghiberti – è l’acme di ogni lavoro interpretativo. Ogni serio esegeta sente l’urgenza di tradurre sempre di nuovo il testo biblico, che forma l’oggetto del suo lavoro ermeneutico, mai completamen-te adeguato. L’opera di Galbiati dimostra una particolare passione per questo aspetto dello studio (…). Come umile san Cristo-foro, mons. Galbiati ha vissuto la fatica di traghettare da una parte all’altra la Parola della rivelazione, nella certezza di portare prima o poi, con la propria fatica e la pro-pria fede, il Verbo incarnato ai fratelli» (in Teologia 29/2 [2004] 118-119). L’esito più alto dell’attività di traduttore di Galbiati fu la Bibbia Utet (La Sacra Bibbia: tradotta dai testi originali, 3 volumi, a cura di E.R. Galbiati - A. Penna - P. Rossano, Utet, Torino 19631; 19733), per la quale egli cu-rò l’introduzione e la traduzione del Penta-teuco, dei Libri di Giosuè, dei Giudici, di Rut, di 1-2Samuele, di Esdra, Neemia, To-bia, Giuditta, Ester, 1-2Maccabei. Si com-prende l’importanza di questo contributo quando si sa che il testo della Bibbia Utet è stato usato come base per la versione cu-rata dalla Conferenza Episcopale Italiana, apparsa nel 1971.Per le sue competenze linguistiche, Galbia-ti fu chiamato nel 1967 a far parte della Pontificia Commissione per la Neo-Vulga-ta, alla quale era stato affidato il compito di approntare una nuova versione della Bibbia in latino. Dall’anno della sua pub-blicazione (1979), essa costituisce un riferi-mento imprescindibile per la preparazione delle traduzioni bibliche per l’uso liturgico.Prima ancora, durante le ultime due ses-sioni del Concilio ecumenico Vaticano II, egli era stato chiamato dal card. Giovanni Colombo ad affiancarlo come traduttore in latino dei suoi interventi in aula, oltre che come suo teologo personale e perito esper-to delle chiese orientali.Non si possono qui ricordare tutti gli am-biti di attività di Galbiati, né tutte le onori-ficenze che gli sono state attribuite in vita. Vanno almeno segnalati: l’accompagna-

Cattolica. Nel 1953 ricevette la nomina a dottore della Biblioteca Ambrosiana, del-la quale divenne Prefetto nel 1984. An-che come Prefetto emerito, dal 1989 fino a quando le forze lo sostennero, continuò l’opera di catalogazione dei fondi orientali, potendo egli decifrare manoscritti e alfa-beti di non facile lettura (etiopico, siriaco, armeno, ebraico, arabo e persiano).La conoscenza delle lingue gli serviva non solo per conoscere i testi antichi, ma anche per pregare con essi e, in qualche caso, per poter celebrare la liturgia in lingua origina-le. Nel 1956 il card. E. Tisserant, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orien-tali, gli diede la facoltà di celebrare la Santa Liturgia nel rito bizantino e di seguire an-che l’ufficiatura bizantina. L’anno successi-vo gli fu concesso il biritualismo anche per la celebrazione dei sacramenti.La sua tesi di dottorato trattava della strut-tura letteraria dell’Esodo. Preparata aven-do come relatore p. Agostino Bea, dal qual quale Galbiati ereditò la passione ecumeni-ca oltre a quella per la Bibbia, la tesi fu di-scussa nel 1954 e pubblicata nel 1956 ma, a quel tempo, ebbe un’accoglienza un po’ fredda, a giudicare dalle poche recensioni. Alcuni aspetti di questo lavoro sembrano però anticipare l’approccio retorico al Pen-tateuco, attento a sottolineare la composi-zione del redattore finale come vera e pro-pria opera letteraria, più che preoccupato di individuare eventuali sezioni, narrazioni o tradizioni preesistenti.L’attività scientifica e divulgativa di Galbia-ti – testimoniata dagli scritti ma espressa anche in un’opera nascosta di promozione, lettura, correzione degli scritti altrui – è stata guidata dalla volontà di abbattere le barriere esistenti fra la Bibbia e il lettore, anche quello meno dotato di mezzi lin-guistici e di formazione culturale, come il bambino e l’adolescente.Momento decisivo di un diuturno impe-gno volto a far conoscere il testo biblico è stata la traduzione. «La traduzione – han-no scritto Gianantonio Borgonovo e Giu-

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vETrINA BIBLICA

Sebastiano PintoL’incantatore di serpenti. Il sapiente secondo Qoèlet(Bibbia per te), EMP, Padova 2014pp. 77, € 8,00

Qoèlet è uno dei libri più affascinanti dell’Antico Testamento, ma può an-

che essere considerato particolarmente dif-ficile, sia per i temi che affronta sia per il modo in cui li svolge. La letteratura su que-sto libro biblico è nutrita, ma non è facile trovare un approccio lineare, senza essere banale, come quello offerto in questo libro. L’autore sceglie in maniera intelligente di non affrontare tutte le possibili questioni sollevate da Qoèlet, ma si concentra sul-la figura del sapiente, prendendo spunto da un’immagine insolita, che pur si trova nel libro biblico e che compare nel titolo, quella dell’incantatore di serpenti. Agen-do come un sapiente veterotestamentario, l’autore risveglia l’attenzione dei lettori e li guida all’interno del testo biblico, propo-nendo un agile percorso in quattro capitoli dedicati prima all’introduzione del libro (Fuori dalle regole), poi a una presentazione generale della figura del sapiente (Incan-tatori, sapienti, maghi e profeti), per con-centrare in seguito l’attenzione su Qoèlet (L’incantatore Qoèlet) e approdando infine ad alcune caratteristiche specifiche (La mi-mica dell’incantatore). Il libro si legge con piacere sia per lo stile spigliato, sia perché, pur se in modo leggero, comunica molte informazioni e fa venir voglia di approfon-dire il discorso fatto. Usando un’immagine, si potrebbe paragonare questo libretto a un aperitivo che solletica l’appetito che verrà

• Modello trifasico (proviene dalla Commis-sione Ecumenica Svizzera). È un percorso che rispecchia la concezione moderna di ermeneutica che va dalla pre-comprensio-ne all’attuazione. È un processo che ha una sua complessità, su cui occorre educare il gruppo. Prima fase: fase di proiezione: com-porta avvicinarsi al testo biblico partendo dalle proprie esperienze personali, ossia da ciò che il testo suscita risveglia in ogni per-sona del gruppo (idee, sensazioni, immagi-ni), e più in profondità prendere coscienza di come ciascuno si sta atteggiando di fron-te all’esperienza di incontro con la parola di Dio assieme ad atre persone. Seconda fase: fase analitica: chiede di entrare den-tro il testo, conoscerlo esegeticamente per arrivare a cogliere elementi di consenso, ma anche di estraneità e di contraddizio-ne rispetto al momento proiettivo. Terza fase: fase di appropriazione, ossia procedere a una nuova esperienza liberatrice nel pro-prio mondo di idee, di sentimenti, di pra-tica di vita. All’animatore si chiede un'ade-guata, matura competenza. Nel volumetto citato alle pp. 52-56 si danno indicazioni preziose, con l’offerta di tecniche utili a cui rinviamo.

3. Osservazioni. I metodi proposti sono mediazioni utili, ma fragili. richiamo tre esigenze: maturare un clima di fede per-ché non si cada in un piacevole, ma anche sterile gioco; collocare l’attenzione al testo nel contesto della tradizione della parola d Dio connotata dall’annuncio, dalla litur-gia, dalla diakonia della carità; assoluta ne-cessità di un buon animatore previamente formato.

Cesare Bissoli

Università Salesiana (Roma)[email protected]

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in seguito appagato da altri piatti (com-mentari e ulteriore bibliografia specifica).

(Donatella Scaiola)

Gianni CappellettoGiobbe. Incontrarsi con Dio nella sofferenza. Introduzione e commento(Dabar - Logos - Parola), EMP, Padova 2015pp. 230, € 19,00

La collana Dabar-Logos-Parola si arric-chisce di un nuovo commentario affi-

dato alla penna di G. Cappelletto. Il taglio del volume è quello della lectio divina po-polare (invocazione, lettura, interpretazio-ne, applicazione, ringraziamento), e af-fronta uno dei libri biblici più conosciuti e affascinanti. Il libro di Giobbe, secondo la celeberrima frase di san Gregorio di Nissa, è come un’anguilla o una murena: più la si preme e più sfugge. In effetti, la complicata trama testuale e redazionale, ben evidenzia-ta nelle questioni introduttive, insieme ai problemi teologici sollevati dalla vicenda di Giobbe, interpellano da sempre la coscien-za dei lettori, credenti e non: «Di fronte al libro di Giobbe non è pensabile assumere un atteggiamento di neutralità, perché non è possibile restare neutrali o insensibili di fronte al proprio e altrui dolore» (p. 16). Si espongono, con chiarezza e fluidità, le principali questioni del libro, commentan-do le singole sezioni e sviluppando le rifles-sioni con particolare attenzione alla pasto-rale e alla spiritualità. Segnaliamo l’aggior-namento bibliografico e l’ampliamento dei temi trattati: Cappelletto – riprendendo un suo precedente lavoro del 2006 – conse-gna, da un lato, le acquisizioni degli ultimi studi su Giobbe approfondendo, dall’altro, lo spessore teologico dello scritto biblico. Un lessico essenziale, una bibliografia ac-curata, insieme all’indicazione dell’uso liturgico di Giobbe, chiosano il commen-tario che si presenta ben fatto, di facile let-tura e dai contenuti profondi.

(Sebastiano Pinto)

Romano PennaVangelo(Le parole della fede), Cittadella, Assisi 2014pp. 143, €11,50

Questo volume di Romano Penna si in-serisce in una bella collana della casa

editrice Cittadella di Assisi, che intende nell’arco di alcuni anni sviscerare «le paro-le della fede»; finora sono già usciti più di dieci volumi, altri sono ancora in prepara-zione. Romano Penna è uno degli esperti del Nuovo Testamento più noti in Italia; qui lo apprezziamo per lo sforzo di rende-re in maniera semplice (seppure scientifi-camente fondata) la sua riflessione attor-no alla parola «Vangelo». Ci propone un percorso storico: il significato della parola «vangelo» (con la “v” minuscola perché già usata molto prima della scrittura dei quat-tro Vangeli); il Vangelo cioè il «buon an-nuncio» portato da Gesù; il Vangelo pro-clamato dopo la Pasqua dai suoi discepoli (che progressivamente si apre dal mondo ebraico a quello pagano, le cosiddette «genti»); il passaggio dal Vangelo orale ai Vangeli scritti (con un paragrafo dedicato agli apocrifi); infine una visione d’insieme su Vangelo e identità cristiana. Per quanto riguarda lo stile, colpisce di questo volume la capacità di accompagnare il lettore attra-verso un percorso molto articolato eppure esposto con una tale semplicità! Per quanto riguarda il contenuto, un ritornello impor-tante è che Vangelo e quindi fede cristiana non vanno identificati subito con una mo-rale, ma prima di tutto e soprattutto con una persona, Gesù; leggiamo a p. 83: «Il vangelo è una “buona notizia”, un annun-cio a nostro favore, che in quanto tale non può che causare gioia. È solo su questa ba-se pre-morale che il cristiano è chiamato a operare il bene, cioè a fare di tutta la sua vita un esercizio di amore».

(Carlo Broccardo)

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IndIce 2015

Anno LX

dei VerbumArticoLi

1 (2015): La riveLazione

RiccaRdo Saccenti Ascoltando e proclamando. La redazione del proemioe del primo capitolo della dei verbum . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6-10

dioniSio candido Rivelazione e comunione nella prima lettera di Giovanni . . . . 11-17aldo MaRtin Un enigma «intrigante»: il concetto di mistero nelle lettere agli Efesini e ai Colossesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18-23andRea albeRtin Dio comunica con noi nel Figlio: per tutti una vita in pienezza 24-29SalvatoRe cuRRò Dio parla intrattenendosi e invitando alla comunione. Qual è allora il senso del parlare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30-35Guido benzi Gesù come «centro» della parola di Dio . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36-42vincenzo di Pilato La fede come accoglienza della rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . . 43-48

2 (2015): La trasmissione deLLa riveLazione

RiccaRdo Saccenti «L’unico sacro deposito della parola di Dio». Storia del capitolo secondo della dei Verbum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6-10Guido benzi La tradizione: il «sì» di Dio e l’annuncio del Vangelo . . . . . . . 11-16FRanceSco baRGellini Un fiume di acqua viva. La tradizione apostolica nei primi scritti paolini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17-22annaliSa Guida Attaccati alla Parola, alla comunione, alla preghiera. Vita quotidiana di una comunità cristiana (At 2,42-47 ) . . . . 23-28luca MazzinGhi Bibbia e tradizione vivente della Chiesa: un nuovo rapporto (dei Verbum 7-9) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29-35SeRena noceti Il magistero vivo (DV 10). L’interpretazione autentica della parola di Dio e la vita della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36-41PieR luiGi FeRRaRi Dalla teoria delle due fonti al testo attuale . . . . . . . . . . . . . . . . 42-47

3 (2015): L’ispirazione e L’interpretazione deLLa sacra scritturaRiccaRdo Saccenti La Parola, la Scrittura e la storia. Storia del capitolo terzo della dei Verbum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6-10FRanceSco baRGellini Una Scrittura da scrutare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-16PaSquale baSta Tutta la Scrittura è ispirata da Dio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17-22

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Dionisio CanDiDo I metodi dell’esegesi biblica (DV 12) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23-29Valentino Bulgarelli L’ispirazione per la teologia e nella catechesi . . . . . . . . . . . . . . . 30-35seBastiano Pinto Interpretare le Scritture nella chiesa (DV 12) . . . . . . . . . . . . . . 36-42guiDo Benzi La «condiscendenza» della divina sapienza . . . . . . . . . . . . . . . 43-48

4 (2015): L’antico testamento

riCCarDo saCCenti Il Nuovo è nascosto nell’Antico, l’Antico diventa chiaro nel Nuovo . La redazione del capitolo quarto della Dei Verbum 5-9tiziano lorenzin L’alleanza nei profeti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10-16BeneDetta rossi Tra preparazione, annuncio profetico e compimento: il rapporto di Gesù con l’Antico Testamento . . . . . . . . . . . . . . . 17-22Pino PulCinelli La «nuova alleanza» nei testi del Nuovo Testamento . In che rapporto sta con l’antica? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23-29seBastiano Pinto Le Scritture ebraiche e i cristiani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30-35Matteo Ferrari «Molte volte e in diversi modi» . La categoria di storia della salvezza (DV 14) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36-41guiDo Benzi Currebant simul . L’uno e l’altro Testamento (DV 16) . . . . . . . 42-49

5 (2015): iL nuovo testamento

riCCarDo saCCenti Testimonianza perenne e divina . Il Nuovo Testamentonel processo di redazione della Dei Verbum . . . . . . . . . . . . . . 6-10

guiDo Benzi Vangelo e conversione . La «potenza» della Parola nel Nuovo Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-16Maurizio MarCheselli Lo Spirito in aiuto alla Chiesa (DV 20 e Gv 16,13) . . . . . . . . 17-23annalisa guiDa Testimone della memoria e della salvezza . Il concetto di storia nell’opera lucana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24-29luCiano MeDDi Gestis verbisque: fortuna di una formula . . . . . . . . . . . . . . . . 30-35Carlo BroCCarDo La storicità dei Vangeli: un cantiere sempre aperto . . . . . . . . . . 36-41Dionisio CanDiDo I manoscritti del Nuovo Testamento (DV 17-20) . . . . . . . . . . . 42-48

6 (2015): La scrittura neLLa vita deLLa chiesa

riCCarDo saCCenti La regula fidei: Scrittura e pastorale nella redazione del capitolo VI della Dei Verbum . . . . . . . . . . 6-10guiDo Benzi Una parola «viva ed efficace» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11-15FranCesCo BianChini Conoscere la Scrittura e conoscere Cristo (DV 25; Fil 3,8) . . . . 16-21Donatella sCaiola La parola che «permane in eterno» (DV 26) . . . . . . . . . . . . . . 22-26Dionisio CanDiDo La Bibbia per tutti (DV 22) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27-32BeneDetta rossi Lo studio della Bibbia (DV 23) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33-38Paolo sartor La Bibbia anima della vita della Chiesa (DV 22-25) . . . . . . . 39-44

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finestre

RiccaRdo Saccenti Gaudet Mater Ecclesiae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 9aldo MaRtin Ricapitolazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 19andRea albeRtin Rivelazione pubblica e rivelazioni private . . . . . . . . . . . n. 1 p. 29Guido benzi Una rivelazione «chiusa»? Dall’autore ispirato al lettore «ispirato» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 41Vincenzo di Pilato Verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 48RiccaRdo Saccenti Segretariato per l’unità dei cristiani . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 8FRanceSco baRGellini La paternità di Paolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 19annaliSa Guida Sul concetto di apostolicità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 25luca MazzinGhi Il canone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 34RiccaRdo Saccenti Pontificia commissione biblica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 7FRanceSco baRGellini Letture fondamentaliste . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 15PaSquale baSta Dall’inerranza alla verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 22dioniSio candido La parola di Dio è (anche) la Sacra Scrittura . . . . . . . . n. 3 p. 28RiccaRdo Saccenti Commissione mista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 6GiuSePPe Pulcinelli L’alleanza mai revocata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 28SebaStiano Pinto Letture ebraiche della Scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 32SebaStiano Pinto Canoni e comunità credenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 35Guido benzi Intertestualità, allusioni, citazioni . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 47RiccaRdo Saccenti L’istruzione De historica evangeliorum veritate . . . . . . n. 5 p. 8MauRizio MaRcheSelli Nomi e immagini dello Spirito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 19dioniSio candido Il materiale scrittorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 43RiccaRdo Saccenti Movimento biblico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 7donatella Scaiola Il retroterra biblico del v . 22 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 23donatella Scaiola La mensa della parola e la mensa dell’eucarestia . . . . . . n. 6 p. 26dioniSio candido Edizioni di studio e traduzioni moderne in italiano . . . n. 6 p. 31benedetta RoSSi Esegesi biblica e lettura spirituale: dalla DV alla VD . . . n. 6 p. 38Paolo SaRtoR La Bibbia nella vita della Chiesa . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 42

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RiccaRdo Saccenti Rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 10dioniSio candido Koinonía . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 14dioniSio candido I sensi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 17aldo MaRtin Mistero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 22Guido benzi Compimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 p. 37RiccaRdo Saccenti Traduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 7Guido benzi Promessa e compimento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 13Guido benzi Predicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 15FRanceSco baRGellini Intelligenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 18annaliSa Guida Koinonía . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 26luca MazzinGhi Sacra Scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 p. 31

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Pasquale Basta Agiografo/Autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 21Valentino Bulgarelli Cultura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 35seBastiano Pinto Unità .della .Scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 38guido Benzi Linguaggio .umano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 45tiziano lorenzin Oracolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 14Benedetta rossi «Figure», .«tipi» . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 21Matteo Ferrari Economia .e .mistero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 38Maurizio Marcheselli Spirito .e .verità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 22annalisa guida Testimoni/testimonianza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 28luciano Meddi Rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 34carlo Broccardo Storia-storicità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 38dionisio candido Una .Scrittura, .tante .lingue . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 47guido Benzi Edificare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 13Francesco Bianchini Ignoranza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 20Paolo sartor . Liturgia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 p. 40

rubriche

Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione . Proemio . .Capitolo .I: .La .rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 pp. 4-5 Capitolo .II: .La .trasmissione .della .divina .rivelazione . . . n. 2 pp. 4-5 Capitolo .III: .L’ispirazione .divina .e .l’interpretazione . della .Sacra .Scrittura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 pp. 4-5 Capitolo .IV: .L’Antico .Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 4 . Capitolo .V: .Il .Nuovo .Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 pp. 4-5 Capitolo .VI: .La .Sacra .Scrittura .nella .vita .della .Chiesa . . . n. 6 pp. 4-5

Scheda biblica (Inserto staccabile)serena noceti La . rivelazione .di .Dio .nella . storia . (n. 1); Trasmettere . la . rivelazione .

(n. 2); Comprendere . la . rivelazione . (n. 3); La . rivelazione . a . Israele .(n. 4); La . rivelazione . in . Cristo (n. 5); Una . Parola . per . noi . (n. 6)

Per leggere la Dei VerbumValeria Poletti Bibliografia .ragionata . . . . . . . . . . . . . . nn. 1, 2, 3 e 5 pp. 49-50; n. 4 p. 50; n. 6 pp. 45-46Laboratorio biblicoValentino Bulgarelli La .rivelazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 pp. 50-51 La .tradizione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 pp. 50-51 Ispirazione .e .interpretazione .della .Scrittura . . . . . n. 3 pp. 50-51 Il .rapporto .tra .Antico .e .Nuovo .Testamento . . . . . . n. 4 p. 51 Il .Nuovo .Testamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .n. 5 pp. 50-51 La .Sacra .Scrittura .nella .vita .della .Chiesa . . . . . . n. 6 pp. 46-47Figure di biblisti e teologi intorno alla Dei verbumriccardo Battocchio Ermenegildo .Florit . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 1 pp. 51-53

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Umberto Betti (1922-2009) . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .2pp .51-53 Joseph Ratzinger . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .3pp .51-53 Luis Alonso Schökel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .4pp .52-53 Agostino Bea (Riedböhringen 1881-Roma 1968) . . . n .5pp .51-53 Rodolfo Enrico Galbiati (1914-2004) . . . . . . . . . . . n .6pp .47-49La Dei Verbum nella pastoraleCesare Bissoli Il Settore Apostolato Biblico, laboratorio

della parola di Dio. Una traccia storica . . . . . . . . . . n .1pp .53-55 Un tesoro nascosto: esperienze con la parola di Dio . n .2pp .53-55 Una Chiesa con la Bibbia in mano . . . . . . . . . . . . . n .3pp .53-55 Per un solo libro, tanti libri . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .4pp .54-55 Donne nella Bibbia. Fare apostolato biblico con CD n .5pp .53-55 Accostamento alla Bibbia per gruppi . . . . . . . . . . . . n .6pp .49-51ArteMarCello Panzanini Il canto di Miriam. L’Annunciazionedi Cosmè Tura . n .1pp .59-60 Il silenzio luminoso della Parola. Il SanGirolamo nellostudio di Antonello da Messina . . . . . . . . . . . n .2pp .59-60 La sottile linea rossa. L’Annunciazionenella chiesa di Otrì . . . . . . . . . . . n .3pp .59-60 Il cagnolino fedele. Il Sant’Agostinonellostudio di Vittore Carpaccio . n .4pp .59-60 Una madre non si scorda del figlio! Il CiclodeipellegrinidiEmmaus di Arcabas . . . . . n .5pp .59-60 Cieco è, chi cieco fa. La miniatura della guarigione del cieco nato del CodexPurpureusRossaniensis . . n .6pp .59-60

Vetrina biblicaJ. BlenkinsoPP Creazione, de-creazione, nuova creazione. Introduzione e commento a Genesi 1-11 (C .Doglio) . n .1pp .55-56e. Borghi Dall’incontro alla tavola. Il Vangelo secondor. Petraglio (edd.) Marco, la fede cristiana e l’eucaristia (G .Benzi) . . . n .1p .56e. Borghi Dalla libertà alla liberazione. Il Vangelo secondor. Petraglio (edd.) Luca, il perdono e la riconciliazione (G .Benzi) . . . n .1p .56a. Pitta L’evangelo di Paolo (F .Bargellini) . . . . . . . . . . . . n .1pp .56-57g. rizzi Giudici (C .Doglio) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .1p .57g. gerleMan Studi sul libro di Ester. Soggetto, struttura, stile e significato (S .Pinto) . . . n .1pp .57-58l. orlando La giornata di Gesù a Cafarnao. Saggio esegetico di Marco 1,21-34 (D .Candido) . n .1p .58M. Bauks - C. nihan Manuale di esegesi dell’Antico Testamento (D .Candido) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .2pp .55-56M. grilli Caiola - P.M. guerrera - a. travaglino, Le piante nella Bibbia (G .Benzi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n .2p .56

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V. Arnone Gerusalemme dove volano i poeti (D. Candido) . . n. 2 p. 57D. SArDini - F. SuppA - M. ChiAriglione - V. puleo, Echi biblici nella letteratura italiana . Rassegna degli studi recenti (D. Scaiola) . n. 2 pp. 57-58J.-C. petitFilS Gesù (C. Doglio) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 2 pp. 56-57p. MASCilongo Il discepolato nel Nuovo Testamento . Riflessioni bibliche e spirituali (G. Benzi) . . . . . . . . n. 2 p. 58A. VAlentini Vangelo d’infanzia secondo Matteo . Riletture pasquali delle origini di Gesù (D. Candido) n. 3 pp. 55-56l. lepore Alle origini del Pentateuco . Lineamenti per una storia della letteratura classica del popolo ebraico (S. Pinto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .n. 3 p. 56F. SCArSAto (ed.) Bibbia francescana (T. Lorenzin) . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 56g. FiSCher Conoscere la Bibbia . Una guida all’interpretazione (B. Rossi) . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 3 p. 57g. De Virgilio Bibbia e teologia morale . Paradigmi ermeneutici per il dialogo interdisciplinare (D. Candido) . . . . . n. 3 p. 58F. SerAFini - p. BenVenuti Genesi e Big Bang . Parallele convergenti (S. Pinto) . n. 3 p. 58A. Mello Il Dio di Abramo . Riflessioni sulla Genesi (D. Scaiola) . n. 3 p. 57A. VAlerio Le ribelli di Dio . Donne e Bibbia tra mito e storia (D. Scaiola) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 56g. De Virgilio La teologia biblica . Itinerari e traiettorie (G. Benzi) . . n. 4 pp. 56-57g. Benzi «A motivo di Cristo» . Intervista a san Paolo (C. Broccardo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 pp. 57-58M.C. ApAriCio VAllS Ispirazione (S. Pinto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 58l. FAnin Spiritualità del Nuovo Testamento . Un cammino per il credente (T. Lorenzin) . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 58g. gAlVAgno - F. giuntoli Dai frammenti alla storia . Introduzione al Pentateuco (S. Pinto) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 4 p. 57t. lorenzin 1-2 Cronache, Esdra, Neemia . Introduzione e commento (D. Candido) . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 pp. 55-56C. Di SAnte La Chiesa dei poveri . Gratuità, giustizia e perdono (D. Scaiola) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 56r. FABriS 1-2Tessalonicesi . Nuova versione, introduzione e commento (C. Broccardo) . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 pp. 56-57g. JoSSA Tu sei il re dei Giudei? Storia di un profeta ebreo di nome Gesù (G. Giavini) . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 58A. Mello Chi è profeta? Grammatica della profezia (D. Scaiola) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 5 p. 57F. SCAnziAni La porta della fede . Lectio bibliche per coppie e gruppi di spiritualità familiare (D. Candido) . . . n. 5 pp. 57-58S. pinto L’incantatore di serpenti . Il sapiente secondo Qoèlet (D. Scaiola) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 pp. 51-52 g. CAppelletto Giobbe . Incontrarsi con Dio nella sofferenza . Introduzione e commento (S. Pinto) . . . . . . . . . . . n. 6 pp. 52r. pennA Vangelo (C. Broccardo) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . n. 6 pp. 52