DEGUSTA gennaio 2011

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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB BO. 1 COPIA e 3,00 - Codice ISSN 18284396-08 N. 141 - Gennaio 2011

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I giorni della merla, i pizzoccheri della valtellina, la patata al selenio, radicchio di treviso, pomodori pelati, torta di mandorle, aglio rosso di Nubia, cardo gobbo di Nizza Monefrrato, prosciutto Sab Daniele, Barbara Lynch chef a Boston, Pignoletto Gaggioli, vacanze in Egitto, vacanze neve, passione sci, Madonna di Campiglio, Sky Ortles, Valle Aurina, Sorrento,

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PosteItaliane

S.p.A.–Spedizione

inabbonamentopostale–D.L.353/2003(conv.inL.27/02/2004n.46)art.1,comma1,DC

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ee3,00 - Codice ISSN 18284396-08

N. 141 - Gennaio 2011

DEGUSTADEGUSTA 3

EDITORIALE

gennaio 2011

GIANLUIGI VERONESI

Gennaio in origine aveva solo 28 giorni e spesso bi-sticciava con la merla, infastidendola e perseguitan-dola col freddo. La merla, per sfuggire alle insidie di

gennaio, si rifugiò all’interno di un tronco cavo. A fine mese, credendo di essere ormai al sicuro poiché gen-naio era finito, la merla uscì dal tronco e prese a scherniregennaio con ogni sorta di scherzo ed offese. Non sapeva però che gennaio si era fatto prestare 3 giornidai 31 giorni che aveva febbraio e aveva prolungato il suofreddo proprio per farle dispetto! La merla allora fu obbligata a cercar di nuovo riparo e si in-filò nella canna di un camino da cui uscì solo a febbraio, ac-corgendosi però di esser diventata tutta nera. Da allora, secondo la credenza popolare, febbraio rimasedi 28 giorni mentre gennaio continua a conservarne 31, perricordare alla merla di non prenderlo più in giro. E così nacquero i giorni della merla, che vanno dal 29 al 31gennaio e definiscono un momento di gran freddo che intanti luoghi del nostro paese diventa occasione di festeg-giamenti. E così durante la Festa della Merla, dal 29 al 31gennaio, si possono assaggiare i piatti della cultura conta-dina e della tradizione in tante sagre locali. Si vuole salu-tare la fine della stagione fredda come si faceva nellatradizione: con danze popolari, canti propiziatori, merca-tini di artigianato e gastronomia e spettacoli folcloristiciche in molti casi, l’ultima sera, culminano con l’accensionebenaugurante del falò che brucia il fantoccio dell’inverno.Gennaio è un mese in cui sono tantissimi i turisti che scel-gono mete calde e lontane, noi stessi abbiamo avuto i no-stri giornalisti impegnati in un viaggio in Egitto di cui nonpotevamo fare a meno di parlare. Ma il fascino e l’allegria delle feste della tradizione pos-sono essere un ottimo corroborante contro il freddo, ma-gari a due passi da casa e in un ritrovato clima festoso chedi questi tempi di certo non fa male, anzi, aiuta. Ovvia-mente, sempre affiancati e supportati dalla nostra gran-diosa enogastronomia. Evviva… la merla!

Riparte l'anno con i giorni della merla

DEGUSTADEGUSTA4 gennaio 2011

EditorialeRiparte l’anno con i giorni della merla pag 3

� AttualitàI “birignao” del vino contro Farinetti 10Identificazione “desaparecidos” 12La patata al selenio festeggia 10 anni! 15Attenti alle diciture sulle etichette 16Apertura d’anno a Con i piedi per Terra 17

� GastronomiaIl pelato fa festa 19Innovazione per Club Arti e Mestieri 20Ricette d’autore 27

� ViniLeuta Boutique naturalmente vino 40Al Borgo delle vigne 46Slow Wine racconta il territorio 48

� Turismo EnogastronomicoReportage l’Altro Egitto 50Taba e la penisola del Sinai 52Berenice: natura incontaminata 56Vacanze ad alta quota 60Un aglio rosso 70Minestre d’autore al Numero Sette 73Una sinfonia di vini eccellenti 74A Sorrento una pausa sfiziosa 77Il cardo gobbo di Nizza Monferrato 78Un cuore di peperone 80

� Eventi EnogastronomiciDegustiBo ora anche online 8417 gennaio: Pesto Genovese Day 86Palcoscenici gustosi 87I Ristoranti della Pasta 88Analisi di bilancio in 7 steps 89

� RubricheBlocknotes 6Storie di Gastronomia 18Buona DE.CO. a tutti! 22Chef d’America 24Il Calice tagliente 44Un giorno al museo 83Le aziende informano 90Tutto weekend 92Scelti per voi 96

SOMMARIO

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DEGUSTADEGUSTA6 gennaio 2011

BLOCKNOTES A cura della redazione

] Concorsi“Bere il territorio”E’ in corso la decima edizio-ne del concorso letterarioBere il territorio, promossodall’associazione Go Wine. I partecipanti dovranno re-digere un testo che raccon-ti il loro rapporto con il vinoe quanto ad esso inerente. I testi dovranno pervenireentro il 18 febbraio 2011, pre-mi in denaro di 800 e 600 €. Per informazioni: Tel. 0173364631.

] TorinoGianduiotto d’Oro 2010 Lo scorso 13 dicembre, inoccasione dell’evento Gian-duiotto d’Oro, svoltosi pres-so l’Hotel Principi di Pie-monte a Torino, al Ministrodell’Interno Roberto Maronied al Governatore della Re-gione Piemonte, RobertoCota, è stato consegnato il“Premio Excellence”.

] PerugiaMostra Mercato del DistillatoPer la 4° edizione dell’evento,dal 28 al 30 gennaio alla RoccaPaolina di Perugia, è stato si-glato un accordo tra Federfar-ma Umbria e Acquavite Italia:l'Unione Regionale dei Titolaridi Farmacia dell'Umbria forniràun alcoltest monouso a tutti i vi-sitatori, al fine di prevenireeventuali incidenti ed educareil cittadino al controllo preven-tivo prima di mettersi alla guida.

] CremonaUna tavola lunga un secoloFino al 21 febbraio, presso don-dolandoARTE, l’esposizione cheattraverso l’evoluzione della cu-cina italiana racconta le trasfor-mazioni e gli eventi storici chehanno segnato il Novecento. Lamostra nasce da un progetto diarchitettura della comunica-zione condiviso con i due mar-chi storici Ballarini 1889 eRichard Ginori 1735. Per info:335 6571243.

Nella foto sotto la conse-gna del Premio a Roberto

Maroni e Roberto Cota,accanto la mostra “Una ta-

vola lunga un secolo”

] Strasburgo (Francia)Miglior Sommelier d’EuropaASIE’ Paolo Basso a vincere il tito-lo di Miglior Sommelier d’Eu-ropa ASI alla 12esima edizionedel concorso, rappresentantedella Svizzera; sul podio ancheun italiano, Matteo Ghiringhel-li terzo qualificato. Il prossimoconcorso ASI per il Miglior Som-melier d’Europa è previsto in Ita-lia e nel Principato di Monaconel 2013.

] WebNasce ChefbureauE’ il primo portale italiano de-dicato ai professionisti del set-tore food & beverage. Unostrumento utile e veloce per cer-care ed offrire lavoro, che vuo-le mettere a disposizione diaziende e professionisti servizidi recruiting e comunicazioneper l’incrocio di domanda e of-ferta. Amministratore unico diChefbureau è Lucia Trizzino.

A cura della redazione

] EsportazioniConsumi bollicine 2010Il vino italiano cresce all’estero involumi e in fatturato. Le bollicineproseguono il trend positivo deivolumi (+17%) e del valore al con-sumo (+ 4,7%) rispetto al 2009. Sta-zionario il mercato interno, con te-nuta del giro d’affari all’origine, unleggero calo dei volumi (- 1,4%) edel fatturato al consumo (- 1,9%).Fonte: Osservatorio EconomicoVini Effervescenti

] Emilia RomagnaBarbabietola da zucchero La legge finanziaria regionale de-stina 1,5 milioni di euro nel 2011per il mantenimento della pro-duzione bieticola sul territorioregionale. Risorse destinate inparticolare alle az. ag. che adot-teranno tecniche di coltivazionee produzione con specifichemisure “agro-ambientali” ederogate attraverso un ban-do emanato dalla Giunta regio-nale a febbraio.

DEGUSTADEGUSTA8 gennaio 2011

BLOCKNOTES

] Modena 3 milioni per l’agricolturaFino al 21 gennaio è possibilepresentare domanda di fi-nanziamento da parte di agri-coltori per attività di gestionee mantenimento. Le do-mande devono essere inol-trate all'Agenzia regionaleper le erogazioni in agricol-tura (Agrea) esclusivamenteper via informatica. Tutte leinformazioni sono disponibilinel sito www.provincia.mo-dena.it cliccando sul tema“agricoltura”.

] Breganze (VI)In piazza col Torcolato Doc Il 16 gennaio la XVI edizione di“Prima del Torcolato” la tradi-zionale festa che i viticoltorilocali dedicano al proprio pas-sito DOC, le uve di vespaiola del-la vendemmia 2010 dopo 4mesi di appassimento saran-no spremute pubblicamentein un torchio degli anni Trenta.Breganze si fregia della DOC dal1968, la prima DOC del Vicenti-no. Per info: Tel 0445 300595.

] Faenza Vini ad arte 2011Il 20-21 febbraio al Museo Inter-nazionale delle Ceramiche di Fa-enza sarà possibile degustare lemigliori Riserve di Sangiovese diRomagna ed ammirare un’o -pera d’arte. Evento in collaborazione conConvito di Ro magna, EnotecaRegionale, Consorzio Vini di Ro-magna e Camera di Commerciodi Ravenna, la domenica per ilpubblico, il lunedì riservato adoperatori e giornalisti.

] Val Casies (BZ) Maratona dei canederliIl 16 gennaio un inconsueto ab-binamento di sport e gastro-nomia: i partecipanti allamaratona compiono intra-prenderanno il percorso di scidi fondo e poi potranno ritem-prarsi dalle 11 alle 16 gustando icanederli in uno dei 12 ristorantie baite disseminati lungo il trac-ciato; e fino al 28 febbraio i ri-storanti proporranno la dietadel fondista, a base di piatti so-stanziosi ma naturali.

Nella foto sotto la spremi-tura delle uve inaugurata

da Beppe Bigazzi, accantoun lauto banchetto a base

di canederli

La rivista nazionale Degusta è distribuita anche nelle edicole delle principali stazioni ferroviarie italiane.

[email protected]

DEGUS TA da oggi sarà

la tua ccoommppaaggnnaa ddii vviiaaggggiioo

DEGUSTADEGUSTA10 gennaio 2011

I “birignao” del vinocontro Farinetti

Abbiamo avuto il piacere didegustare in anteprimaquesto vino, il nostro giu-

dizio è positivo, decisamente po-sitivo. Un sorso piacevole, alcoollimitato, sensazione di sorseg-giare qualcosa di importante mache non implica ed arrovella le pa-pille, gradevole, amico. Profu-mato, leggero, nuovo. E che co-sta il giusto (nota: la bottiglia è dalitri uno, con un packaging belloe pulito). L’ho degustato ed ac-costato a due piatti normalissimi,della cucina di tutti i giorni: un ri-sotto alla milanese e delle fettinedi lonza di maiale cucinate in ri-stretto di vino, pomodori e mar-sala. Risultato: ottimo. E quando degusti un vino e ti pia-ce puoi dire che unisce la terra alcielo. Ma ecco che scendono incampo i “birignao del vino” (*) isuper puristi del vino, quelli cheper raccontare la bontà o menodi un vino rotolano il bicchiere trale mani ed il naso per ore ed ina-nellano una serie di aggettivispesso incomprensibili e trovanoil profumo “di fieno maggengo in-tinto di more mature con piccolesensazioni di venti salati mariniche arrivano smorzati in questianfiteatri vitati a cui si aggiunge, de-

Ha fatto rumore la presentazione di Già, vino prodotto daFONTANAFREDDA, azienda vinicola di proprietà di Oscar Farinetti, padre-padrone di Eataly, grande catena di prodottienogastronomici di qualità

licatissimo, il profumo di rose gial-le che delimitano le vigne”. Non èinvenzione ma una frase di unnoto giornalista di vino riferita aduna degustazione di un noto eraro vino piemontese. E raccontano - giornalisti e as-saggiatori con il “birignao” - pe-ste e corna di Già: un vino artifi-ciale, innaturale, che umilia il ter-roir, che snatura le terre del Ba-rolo, che è un insulto ai produttoritradizionali ecc ecc. Indro Mon-tanelli diceva che il successo di ungiornale sono i lettori e se un gior-nale è comprato e letto è perchépiace. Come il vino: perche Già èdiventato un successo e moltis-simi estimatori del vino senza“birignao” lo comprano e lo ap-prezzano. Ma haimè è targato Fa-rinetti, l’uomo che ha saputo por-tare tante produzioni di nicchia esconosciute al popolo dei golosie degli “enogastronomadi”. I BI-RIGNAO non lo perdonano, sonochiusi nelle loro torri d’avorio.

(*) BIRIGNAO: tipo di dizione affet-tata e leziosa, recitazione sofisticata,modo di parlare ed esprimersi arti-ficioso, innaturale, borioso, spoc-chioso, da persona che vuol far capired’essere colta

ATTILIO SCOTTI

Attilio Dr. ScottiGiornalista Professionista & Scrittore di Enogastronomia

“Enogastronomade”

Uve: Nebbiolo, Barbera, Dolcetto Zona di produzione: LangheAltitudine ed esposizione: colline a230/300 metri sul livello del mare, a pre-valente esposizione ovest, sud-ovest Sistema di allevamento: Guyot Densità dell’impianto: 4000 ceppi/ha Epoca di vendemmia: settembre

UN VINO GIÀ DI SUCCESSO

Facciamo due chiacchiere con Oscar Farinetti, tito-lare di FontanaFredda, azienda produttrice del fe-nomeno vinicolo Già.

La presentazione del vino Già ha fatto molto par-lare di sé, ci può parlare meglio di questo pro-dotto?E’ un vino del futuro con enormi radici nel passato.Risponde sia alle esigenze moderne, che richiedonoun prodotto giovane, fresco, dalla bassa gradazionealcolica, ma al contempo importante, strutturato.L’idea è di fare un vino nuovo, ma che non sia un no-vello, cioè un prodotto Già fatto, in altre parole Già vino. Il primo giorno di commercio, mercoledì8 Dicembre, ne sono state vendute 102.000 bottiglie, si può dire che sia Già di successo.

Curiosa l’idea di un packaging da litro, in mercato tradizionale dominato da bottiglie da 750ml. Da dove nasce la scelta?Il formato di questo prodotto è pensato per la famiglia. Non a caso il pack da litro è perfettoper quattro persone, nucleo medio della famiglia tipo italiana. Berne un calice, in media 250 ml,permette di non superare i limiti imposti dalla legge per quanto riguarda la guida di un veicolomotorizzato. La bottiglia è composta per l’85% da vetro riciclato e interamente stampato coninchiostri vegetali, quindi assolutamente in linea con la filosofia aziendale di FontanaFreddavotata al rispetto ambientale.

Un vino interessante anche sotto il profilo alcolico, più basso rispetto ai propri colleghi sulmercato. Da dove nasce questa esigenza?Il cambiamento climatico ha portato la viticoltura moderna verso vini dall’importante gradoalcolico, caratteristica che però si scontra con la richiesta da parte dei consumatori che prefe-riscono vini più freschi, bevibili più facilmente. Fortunatamente in questi anni la scienza ci hadato un grosso aiuto ed è stata inventata una macchina straordinaria che de-alcolizza il vino uti-lizzando processi assolutamente naturali, attraverso il principio dell’osmosi inversa. Abbiamorealizzato prima un vino importante, selezionando tre delle uve più apprezzate delle Langhe,ossia Nebbiolo, Barbera e Dolcetto ed ottenendo un prodotto da tredici gradi; successiva-mente, con l’impiego di questa macchina, siamo riusciti a ridurre la gradazione alcolica otte-nendo un vino da undici gradi, sempre senza l’utilizzo invasivo della chimica.

Ritiene questo prodotto di carattere nazionale o di respiro internazionale?E’ un vino che quest’anno abbiamo lanciato sul mercato nazionale, ma che l’anno prossimoproporremo sul mercato mondiale. Sicuramente in futuro rappresenterà il Piemonte, perchéfiglio di tre uvaggi tipici di questo territorio. E’ un prodotto che potremmo definire stagionale,in quanto è possibile riconoscere al suo interno tutti i sentori del periodo in cui è stato vinifi-cato. Uno dei suoi punti di forza ritengo possa essere la differenza di caratteristiche che ognianno potranno essere rappresentate al suo interno. Il mio sogno è che un domani questo vinosi possa chiamare Già Piemonte, e che oltre alla mia azienda ci possano essere altri produttoricapaci di farlo conoscere in tutto il mondo.

di Matteo Bergamaschi

DEGUSTADEGUSTA 11gennaio 2011

Nella foto il presidente del pastificio Annoni,

Alberto Annoni, accanto a destrail giornalista Attilio Scotti

DEGUSTADEGUSTA12 gennaio 2011

P i z z o c c h e r i

Identificazione “desaparecidos”

Il nostro paese vanta 114denominazioni DOP e ben57 a marchio IGP e fra que-

st’ultime spuntano diversi pro-dotti “emblema” della ga-stronomia, tra cui il Cappero diPantelleria, il Carciofo di Pae-stum, il Cotechino di Modena,il Fungo di Borgotaro, il Lardodi Colonnata e via dicendo,tutti prodotti di qualità eccel-sa realizzati in province ca-ratterizzate da operatori chespesso, pur di conquistarel’ambito riconoscimento, siuniscono in mutualistiche sim-biosi, rafforzando capacità,produttività, forza commer-ciale, ecc. Fra questi allarga-menti di province potrebbeperfettamente inserirsi an-che la denominazione “Piz-

Il Ministero acconsente ad un riconoscimento purché allar-gato ma da quel momento, lo stesso comitato richiedente,sparisce nel silenzio: inizia la querelle fra due pastifici perl’ottenimento dell’IGP

zocchero della Valtellina IGP”,ma così non è. Il pizzocchero,o meglio, il comitato promo-tore valtellinese, che si eramosso in tutta fretta per la ri-chiesta dell’IGP, di allarga-menti e “volemose bene” nonne vuol sapere, tanto da es-sersi volatilizzato subito dopoche il Ministero, in una notadell’aprile 2005, si è pronun-ciato con chiarezza esplici-tando che non è solo la pro-vincia di Sondrio la zona di pro-duzione del pizzocchero, ben-sì anche parte di quella di Ber-gamo. Ci sono infatti docu-menti precisi che attestanocome già dal 1560 in provinciadi Bergamo si preparasse unapasta del tutto simile ai piz-zoccheri anch’essa basata sulgrano saraceno. Quel granoproveniva da Siberia e Man-ciuria e fu introdotto nellaRepubblica Veneziana; rag-giunse prima le vallate ber-gamasche e solo in seguito laValtellina, detta Voltolina, luo-go noto a quei tempi per benaltre produzioni. Scrive Leo-nardo da Vinci, nel suo CodiceAtlantico, foglio 214, fra il 1483e il 1518 “Voltolina, com’è det-

GIANLUIGI VERONESI

DEGUSTADEGUSTA 13gennaio 2011

to, valle circundata d’alti eterribili monti, fa vini potentied assai, e fa tanto bestiame,che da paesani è concluso na-scervi più latte che vino”. Leo-nardo non cita i pizzoccheriquindi, ma parla dei famosi vinie del latte. Vini forti e ambitiche i valtellinesi usavano comemerce di scambio per acca-parrare grano saraceno por-tato dai bergamaschi. Comenon era valtellinese colei acui l’invenzione dei pizzoc-cheri è attribuita: nel 1584,Ortensio Landi nel suo “Cata-logo delle cose che si man-giano”, cita tal Meluzza Co-masca (probabilmente unacuoca) e ad essa attribuiscel’invenzione dei “pinzoche-ri”. Arrivando ai giorni nostrisi può constatare che, semprenella medesima provincia, esi-ste il primo pastificio ad averprodotto e commercializza-to su larga scala il pizzocche-ro, fin dal 1965, in una versio-ne secca “stirata” a barrette.Il disegno che avvolge questadiatriba appare comunquemolto chiaro: da un lato, unpastificio di Sondrio, ha ten-tato di “far proprio” il rico-noscimento dell’IGP, dall’al-tro invece, un pastificio ber-gamasco ha fatto valere i suoidiritti per ricordare che il Piz-zocchero della Valtellina nonè solo “un fatto” valtellinese,ma riguarda una faccenda de-cisamente più allargata. Sitratta del pastificio Annoni diFara Gera d’Adda il quale,dopo aver minuziosamenteraccolto ogni documento sto-rico a favore della verità, ha ri-

cordato al ministero le propriecertezze, con una mano tesaanche all’unico produttore

Ci sono infatti documenti precisiche attestano comegià dal 1560 in provincia di Bergamo si preparasse una pasta del tutto simile ai pizzoccherianch’essa basatasul grano saraceno

DEGUSTADEGUSTA14 gennaio 2011

valtellinese (Pastificio Moro)di fatto promotore o sosteni-tore del comitato richiedente.Il Ministero, correttamente, harisposto a questo comitatovaltellinese, in modo inequi-vocabile: “Qualora codestoComitato non sia in grado diprodurre altra documenta-zione storica idonea a prova-re che la documentazione pre-sentata dal Pastificio Annoninon rifletta la realtà, questaamministrazione provvederàd’ufficio ad ampliare l’areale diproduzione a parte del terri-torio della provincia di Ber-gamo, in cui ad oggi risultaprovata la produzione storicadei Pizzoccheri della Valtelli-na”. Dal momento in cui il Mi-nistero si espresse sono ormaipassati cinque anni e da partedel comitato valtellinese nonè più arrivata nessuna segna-lazione, così come dal Mini-stero, il quale dichiarava diprocedere d’ufficio ma... si-lenzio! insomma, questo IGP èdesaparecidos: da Fara Gerad’Adda, il pastificio Annonilancia un grido di dolore, per

porre fine a questa assurdaquerelle, convocando la stam-pa italiana e non solo, espo-nendo con serenità i fatti. Sefossi un valtellinese doc avreiun po’ l’impressione che gliAnnoni vogliano appropriarsidi un vantaggio che non ap-partiene loro.. Ma dovrei poifare i conti con i riferimentistorici, i quali parlano chiaro edanno loro pienamente ra-gione. A quel punto potreipensare che da Sondrio si sia-no mossi in modo un po’ slea-le, cercando di accaparrarsi unprivilegio che invece spetta, senon maggiormente ma equa-mente ad altri. Allora tutto miapparirebbe più chiaro e mirenderei conto che il pizzoc-chero prima di tutto è Italianoe che proprio a salvaguardia,tutela e promozione di questoimportante prodotto, il ma-trimonio fra Sondrio e partedella provincia di Bergamo,“s’ha da fare!”, per il bene ditutti. I due pastifici devonoprovvedere ad unirsi e ottem-perare rapidamente all’otteni-mento dell’identificazione, ri-cevendone in cambio imme-diati vantaggi. Invece di bistic-ci e indecisioni, queste dueaziende potrebbero rappre-sentare i “decisori unici” sulmercato e viver bene entram-be. La famiglia Annoni ha quin-di disseppellito l’ascia di guer-ra, é vero, ma lo ha fatto soloper poter fumare pacifica-mente il “caloumet della pace”lanciando un messaggio ai val-tellinesi per ricordare che l’unio-ne fa la forza e che, come tut-ti sanno, “du is megl' che uan”.

I pizzoccheri cucinati

DEGUSTADEGUSTA 15gennaio 2011

La patata al seleniofesteggia 10 anni!

Cornice dell’evento cheha festeggiato i 10 annidi Selenella, la famosa

patata al selenio, è stata lasuggestiva serra dell’aziendaflorovivaistica La Bastia, chegode di una splendida posi-zione panoramica sui primicolli bolognesi. Ospiti d’eccezione, insieme aigiornalisti ed aziende inter-venute, Marcello Leone, chefe patron del ristorante Il Sole,Antica Locanda a Trebbo diReno (BO) ed il comico Vito,che hanno duettato ai fornel-li per i presenti. A seguire poigli interventi di Alberto Zam-bon, presidente del Consorziodelle Buone Idee, AlessandraBordoni, docente dell’Uni-versità di Bologna e infine lanutrizionista Milena Passigato;gli interventi sono stati pre-sentati dallo scrittore e gior-nalista enogastronomico Ga-briele Cremonini. Ma il momento di festa è sta-to anche occasione per pre-sentare i nuovi nati, le cipollee le carote al selenio, comespiega il presidente Zambon:“Dopo il successo riscontratonegli ultimi anni con Selenel-

Si è svolta pochi giorni fa, a Bologna, la festa per il decen-nale di Selenella, la patata arricchita al selenio, prodotto dipunta del Consorzio delle Buone Idee

la abbiamo deciso di portaresugli scaffali, principalmentedella grande distribuzione,anche le carote e le cipolle ar-ricchite di selenio. Per le cipolle si tratta di un ri-torno, dopo un primo ap-proccio effettuato tempo fa eun successivo periodo di standby. Abbiamo realizzato per-tanto un restyling di prodottoe di confezionamento con loscopo di rivedere le perfor-mance sul mercato. La grande distribuzione stadando importanti segnali di in-teresse per queste nuove ti-pologie di prodotti e siamoinoltre convinti che gli affe-zionati clienti di Selenella po-tranno avvicinarsi con altret-tanto interesse anche a caro-te e cipolle arricchite al sele-nio”. Le aziende che fanno parte delconsorzio sono 16: Assopa,Appe, Baschieri Rino, FratelliRomagnoli, Apofruit, Orto-frutticola Moderna, Tre Spi-ghe, Fuitem & Orsini, Edmon-do Lesi, Cometa, Ortofrutti-cola Parma, Pizzoli, Patfrut,Marmocchi Angiolino, OrsiniErcole, Leonesi.

Marcello Leoni ai fornelli,Gabriele Cremoni in piediintroduce gli ospiti, da destra: Alberto Zambonpresidente del ConsorzioBuone Idee, AlessandraBordoni docente dell’Università di Bolognae Milena Passigato nutrizionista.

DEGUSTADEGUSTA16 gennaio 2011

Attenti alle dicituresulle etichette!

Per la stagione 2010/2011il Consorzio metterà inatto tutte le misure a

sua disposizione per tutelarel’Indicazione Geografica a van-taggio tanto del consumato-re, che in buona fede acquistaun prodotto garantito, quan-to del produttore che impe-gna notevoli risorse in questotipo di coltivazione. Ed il pre-sidente del Consorzio, PaoloManza chiarisce: “Il Radic-chio Rosso di Treviso ed il Va-riegato di Castelfranco sonodei prodotti a Marchio IGP, ciòsignifica che ogni qualvoltaviene riportata la denomina-zione “Treviso o Castelfran-co” è d’obbligo, tanto per iproduttori, i trasformatori, icommercianti o i ristoratori,l’esclusivo utilizzo di prodot-to IGP. Questo lo si riconosceda un bollino numerato, conil Logo del Consorzio, ripor-tato sulla confezione, a te-stimonianza che quel radic-chio è stato prodotto in unaspecifica zona, nel rispettodel disciplinare, ed è statocontrollato da un ente certi-ficatore esterno, oltre ad es-sere riportato nella fattura

Il Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato diCastelfranco scende in campo per garantire l’autenticitàdelle proprie produzioni certificate

di vendita”. Per la tutela di questi pro-dotti il Consorzio ha incarica-to degli agenti vigilatori chesvolgono la propria funzio-ne dopo la partecipazione acorsi abilitanti e dopo esserestati riconosciuti come agen-ti di pubblica sicurezza dalPrefetto di Treviso. La loro azione per legge deveessere coordinata con l’Ispet-torato centrale della tuteladella qualità e repressionefrodi dei prodotti agroali-mentari (ICQRF) di Coneglia-no (TV), previo piano dei con-trolli condiviso con questoente. Già operativi in tutto ilterritorio nazionale e nellaComunità Europea gli agentivigilatori hanno il compito difare dei sopralluoghi nei mer-cati all’ingrosso, nei super-mercati, nei ristoranti e piz-zerie, per accertarsi che ci siacongruenza tra il prodottoacquistato e la dicitura ripor-tata. Pena sanzioni amministrativea partire dai 4.000€ nel casoriscontrassero qualche viola-zione o un utilizzo impropriodel nome. (G.B.)

Foto © Spigariol e Zanato.Proprietà Consorzio

di Tutela Radicchio Rossodi Treviso e Variegato

di Castelfranco Igp

DEGUSTADEGUSTA 17gennaio 2011

Apertura d’anno aCon i piedi per Terra

Per cui è di scena unagriturismo, ma che hainvestito in energie rin-

novabili: occasione ghiottaper ricette festose per il ca-podanno e la Befana, maanche palestra di opinioni sultema delle agro energie pro-dotte in ambito agricolo da-gli impianti di biomasse esi-stenti, agli stimoli europeifino al recente decreto legi-slativo proposto dal nostroministero dello sviluppo eco-nomico. Ogni puntata digennaio proporrà un repor-tage su un impianto già at-tivato, dai pannelli fotovol-taici per stalle e aziendeagricole, agli impianti di bio-gas, all’utilizzo dell’energiaeolica per azionare stabili-menti di produzione, allecentrali termiche della mon-tagna all’esperienza di pro-duzione di oli vegetali e bio-disel con gli incentivi e con-tributi pubblici previsti dallanormativa, dando una manoad agricoltori che disinve-stendo in barbabietola pos-sono seminare colza e gira-sole. Ma gennaio è anche ilmese degli agrumi: quindi

Puntata dopo puntata, Con i piedi per Terra saluta il nuovoanno unendo, come suo costume, aspetti enogastronomiciad approfondimenti tematici legati alla vita e al futuro delleaziende agricole

un sipario sulla clementinadel golfo di Taranto Igp, nel-le aree vocate tra Massafrae Palagiano, e l’arancia ta-rocco a Catania. Un tour cheoltre a mettere in evidenzacoltivazioni, commercializ-zazione, problematiche, por-terà alla ribalta le cucine tra-dizionali di due tra le regio-ni più belle d’Italia, la Pugliae la Sicilia. Non può manca-re un accenno al significatodella Dieta mediterranea di-ventata patrimonio del-l’Umanità. La tavola dellefeste racconterà le varie ri-cette tipiche delle case ru-rali, dalla befana alla prepa-razione per il Carnevale, sifarà il punto sul Parmigianoreggiano, anche alla luce diun numero speciale de “Il di-vulgatore”, infine un incon-tro molto particolare nel-l’ambito dell’Africa Milk Pro-ject, portato avanti in colla-borazione tra Cefa e Grana-rolo. Una delegazione dallaTanzania visiterà le stalleemiliano-romagnole, perchéil senso è proprio quello dicostruire una micro filieranelle loro terre d’origine.

CON I PIEDI PER TERRA,l’agricoltura in prima serata:in onda ogni lunedì alle20.30 su ODEON TV,in contemporanea via satellite su Sky canale 827in chiaro, in diffusione regionale il martedì seraalle 21 su Telesanterno, alle 21 di mercoledì su Telestense e la domenicaalle 19.30 su Canale 24.

Storie di Gastronomia

di Gabriele Cremoninigiornalista e scrittore

LA ZUPPA DI MICHELANGELO, IL PARSIMONIOSO

Sono tante le tracce che Michelangelo ha lasciato di sé a Bologna. Laprima in piazza Maggiore: si guardi bene la finestra in arenaria che fabella mostra di sé in basso a destra del Palazzo del Comune. L’aqui-la di sinistra è attribuita a Michelangelo. Più note le tracce lasciate nel-la Basilica di San Domenico, per ornare l’arca che conserva il sarco-fago del Santo, realizzata dallo scultore pugliese Niccolò che da talearca prese il nome. Di Michelangelo sono le statue di San Petronio eSan Procolo e uno degli angeli reggitorcia. Ma la sua opera più im-portante realizzata a Bologna non c’è più: si tratta della colossale sta-tua bronzea del Papa Giulio II, fusa nel 1506 e collocata davanti a SanPetronio. Poco amata per l'espressione minacciosa, piuttosto che be-nevolente, del papa-conquistatore, venne distrutta nel 1511 dal popolo,al rientro dei Bentivoglio in città: con il bronzo si fecero cannoni, men-tre la testa venne venduta al duca di Ferrara. Ma… come mangiava Michelangelo, come si mangiava ai suoi tem-pi? Sulla tavola della gente comune abbondavano pane integrale, pe-sce, formaggio e zuppe d’erbe e legumi. L’artista, anche se ricevevalauti compensi, era ritenuto un parsimonioso ed usava mangiare inmodo semplice. Questo il suo probabile menù giornaliero (daun’anonima cronaca dell’epoca): “Colazione de lo mattino: pani dua,un boccal de vino, una aringa. A lo mezzogiorno: tortelli, una sa-lata, quattro pani, un boccal di tondo, un quartuccio di bruscino (ra-viggiolo)”. Pare che Michelangelo abbia lasciato tra i tanti scritti an-che le indicazioni per la ricetta di una zuppa, che riportata alla linguadi oggi suona così: “Mettere in ammollo delle lenticchie e del far-ro per mezz'ora. In una pentola di terracotta imbiondire nello strut-to dello scalogno, ed insaporire con zenzero e sale. Scolare le len-ticchie ed il farro e metterli a tostare nella pentola, avendo cura digirare per legare con il soffritto. Ultimare la cottura aggiungendoacqua tiepida e del cavolo tagliato in pezzi. Servire la zuppa calda,eventualmente arricchita con un filo d'olio crudo e un po' di pepe”.

DEGUSTADEGUSTA18 gennaio 2011

MIRKO GADIGNANI, PORTAVOCE DELLA CUCINA BOLOGNESE NEL MONDOFiglio d'arte, Mirko si occupa di cucina e ristorazione con passionee continua ricerca di novità, oggi é il responsabile eventi e cateringdi Felsinea Ristorazione, nonché membro della federazione italia-na cuochi, delegazione Emilia Romagna. Fra le tante doti è ancheun artista dell’intaglio di frutta e verdura, addirittura medaglia di bron-zo ai mondiali di cucina in Lussemburgo. Fra i tanti corsi e iniziati-ve di DEGUSTA molti recano la firma di Mirko, considerato ovunqueun vero professionista che fra l'altro, non ha mai scordato le pro-prie radici enfatizzando ovunque la cucina bolognese.

DEGUSTADEGUSTA 19gennaio 2011

Il pelato fa festa

Quando si tratta di be-neficenza, le parolenon sono mai troppe e

i contributi sono sempre es-senziali. Scegliere di aiutarequalcuno è un gesto nobile maanche doveroso, le associa-zioni che si occupano di sfor-tunati, poveri o malati sonomoltissime, la dedizione che ivolontari e le persone che la-vorano nel campo del nonprofit è notevole. Ma quandol’impegno è diretto, e forte-mente voluto la soddisfazioneè incredibilmente superiore.Ecco perché Angelica e Mar-cello Saviano, titolari delladitta Graziella, hanno orga-nizzato la serata di solidarietà“Scìo Scìo Cìuccìuvè”, un’irri-verente interpretazione dellacabala, delle credenze e tra-dizioni popolari. La serata è volta a racco-gliere i fondi destinati al-l’acquisto di una incubatriceda trasporto, che costituiscela migliore soluzione alle va-rie problematiche affronta-te fino ad oggi dalle originidel trasporto del neonato arischio. La divertente serata è stata

In un momento di forte crisi mondiale, spesso ci si dimenticadella parola “Solidarietà”, fortunamente esistono ancoraimprenditori che hanno a cuore i valori che rappresentano lapropria comunità

animata dall’AFAN, Associa-zione Femmenell Antiche Na-poletane, che ha come finali-tà la costituzione di un centrodi documentazione, raccolta econservazione della storia delfemmenella napoletano, e dal-l’Associazione Demoetnoan-tropologica "I Castellani", chepromuove il recupero, la sal-vaguardia e la fruizione delletradizioni popolari. Aiutare i bambini, la comuni-tà, sono valori imprescendibiliper la filosofia della famigliaSaviano, che non solo con iloro prodotti, ma anche at-traverso diversi eventi dicarattere territoriale comequesto sono riusciti adimporsi come una dellepiù belle realtà azienda-li nel settore pelati diqualità. Scegliere que-sta strada non è certola cosa più semplice,ne la più fruttuosa,ma collaborazione esolidarietà dovreb-bero essere un ge-sto spontaneo eun'abitudine, nonè mai troppo tardiper iniziare.

S o l i d a r i e t à

DEGUSTADEGUSTA20 gennaio 2011

S i g e p B r e a d C u p 2 0 1 1

ELISA GALANTE

Nella suggestiva sce-nografia di un borgomedievale, a SIGEP

2011 10 squadre di panificatoriinternazionali si contende-ranno la 5a edizione di SigepBread Cup, ormai divenuta unappuntamento irrinunciabileper gli operatori della pani-ficazione artigianale. I paesi in gara sono: Austra-lia, Stati Uniti, Slovenia, Fran-cia, Germania, Gran Breta-gna, Israele, Russia, Porto-gallo e Italia. Come tradizione, la squadraungherese vincitrice dellapassata edizione animerà laserata conclusiva del Cam-pionato con piatti tipici, tra-dizione e musica. Quest’anno il V Campionatoha per tema “Gusti e saporidel mondo” e i partecipantidovranno affrontare quat-tro prove: durante la primaprepareranno il pane tradi-zionale della propria Nazione(22 gennaio) e nelle succes-sive prove si misurerannosu: la nuova categoria delpane salutistico (23 gennaio),un dolce da forno secco o lie-vitato (24 gennaio) e il pane

Innovazione perClub Arti e MestieriL’evoluzione della professione, tecnologie all’avanguardia, sa-pienza artigianale, eco sostenibilità e una migliore qualità dellavita lavorativa questi i temi predominanti della prossima SigepBread Cup

artistico su Eco-sostenibilitàe il risparmio energetico. In-terpretazioni per un mondorispettoso della natura (25gennaio).

Novità 2011: Bread chatA partire da questa edizionedel Campionato Internazio-nale della Panificazione è inprogramma Bread Chat, unaserie di brevi incontri di circa20 minuti, organizzati da Ri-mini Fiera in collaborazionecon Club Arti e Mestieri. In quest’occasione impren-ditori dell’arte bianca, Mae-stri panificatori e consulen-ti si confronteranno in modoinformale con gli operatoridel settore sui seguentitemi: pane sostenibile e nuo-vi cicli lavorativi, green so-lution (utilizzo di energie emateriali rinnovabili), buonicome il pane (sostegno eformazione nei paesi in via disviluppo), non solo pane(proposte di nuovi format diesercizi commerciali), salutee benessere (nuove solu-zioni nell’utilizzo di ingre-dienti per promuovere il be-nessere alimentare).

Club Arti e Mestieri, Ravenna, Tel 0544 251924

Buona DE.CO. a tutti!

di Riccardo Lagoriofood scout

LA TORTA DI MANDORLE DI CAVRIANA A DENOMINAZIONE COMUNALE

Nella pianura padana, per secoli una delle più importanti areedi raccolta di ovicaprini nelle giornate imminenti dellatransumanza dal piano ai colli (e all’inizio d’autunno con per-corso inverso) sono stati i pendii morenici a sud del lago diGarda. Una di queste località primeggiava a tal punto da es-sere identificata con il nome di luogo dei caprai, divenutoin seguito Cavriana. Il Comune si trova nell’attuale provincia di Mantova ed alleusanze, vere o presunte, dei caprai sono legate numeroseleggende, tra cui la preparazione di una gigantesca torta dimandorle il giorno di San Biagio, che cade il 3 febbraio, dadistribuire ai cittadini. All’origine della tradizione ci fu sen-z’altro l’abbondante presenza di mandorli, ancora oggi inparte rinvenibili nelle campagne intorno al centro abitato.Il mandorlo è un’essenza arborea non diffusissima a questelatitudini, benché a Cavriana i positivi effetti climatici del-la vicinanza con il lago di Garda siano evidenti. Scomparsi i caprai e l’uso della transumanza, si è comunqueradicata nelle famiglie la consuetudine di elaborare per lafestività di San Biagio, protettore della gola, la torta di man-dorle, che viene reciprocamente regalata in segno di buonauspicio. Una torta dal diametro di tre metri viene inoltredistribuita al termine della messa il 3 febbraio, dopo che ilparroco ha impartito la benedizione della gola agli astantiattraverso l’incrocio di due candele sotto il mento. La torta di San Biagio, che da quest’anno è tutelata da De-nominazione Comunale (DE.CO.), si presenta di forma cir-colare. L’impasto, che non viene fatto lievitare, è caratte-rizzato da consistenza friabile e la superficie è caratterizzatada rombi disegnati con la stessa pasta, fatta con farina, strut-to, anice stellato rimasto in infusione per una notte nel vinobianco, zucchero, uova e buccia di limone. Il ripieno che ca-ratterizza la torta è prodotto macinando mandorle tritate,cioccolato con il contenuto del 60% di cacao ridotto a fari-na, zucchero, succo di limone, uova, vaniglia e rhum. Il co-lore della torta è bruno, il gusto ben equilibrato tra il dol-ce e l’amarognolo dei diversi ingredienti. Per l’originalità del-la materia prima utilizzata e la possibilità di assaggiare la tor-ta di San Biagio DE.CO. tutto l’anno, vi consiglio una visitaalla Pasticceria Parolini (telefono 0376806169), a pochi pas-si dalla porta d’ingresso all’ordinato e gradevole borgo. Nesarete conquistati.

DEGUSTADEGUSTA22 gennaio 2011

DEGUSTADEGUSTA24 gennaio 2011

C h e f d ’ A m e r i c a

Uno chef autodidatta a Boston

Barbara Lynch ama me-scolare la cucina fran-cese e quella italiana

nel suo ristorante No. 9 Parkma il suo modo di lavorare èricco di altri spunti interes-santi: concetti creativi a Bo-ston ed i suoi progetti per il fu-turo.

Come ha deciso di diventareuno chef?Quando ero giovane, pensavoche cucinare fosse una buonafonte di guadagno perché lagente dovrà sempre mangia-re o bere. Cucinare mi venivamolto naturalmente. Pratica-mente sono autodidatta;quando avevo circa vent’anni,ho cominciato a leggere libri dicucina.Lavoravo su una nave e lo

chef si è licenziato il giorno incui la nave doveva partire. Il proprietario mi ha chiesto sepotevo fare il menù e nonavevo nessun’idea su comefarlo - ho preso dei libri in bi-blioteca e ho incominciato lamia sperimentazione.A Cambridge, invece, lavora-vo accanto ad una ragazza lacui madre aveva una casa in

Italia. Mi ci ha invitato, ed èstata la prima volta che sonouscita da Boston. Quando ero sul treno per an-dare da Milano in Toscana,tutto quello che ho letto inThe Food of Italy di WaverlyRoot si è realizzato. Per esem-pio, scendevo dal treno e an-davo ad assaggiare i tortellinia Bologna. Il cibo italiano misembrava perfetto.

Ho letto che ha sperimentatoe appreso la cucina italianadalle donne locali. Mi rac-conta di quell’esperienza?Ad un po’ più di un chilometroe mezzo dalla casa in cui mitrovavo, una donna e suo ma-rito avevano una fattoria di ta-bacco. Questa signora mi ha inse-gnato come essere autosuffi-ciente - come raccogliere ilbasilico, macellare i conigli,fare gli gnocchi. Da un’altradonna ho imparato a racco-gliere e cucinare il finocchioselvaggio. Il cibo e la cucinaerano semplicemente una par-te della loro vita; era così sem-plice ed era quello che vole-vano fare.

La lady chef Barbara Lynch, nativa di Boston, ci spiega come haimparato da sé a cucinare attraverso i libri di cucina e ci descrive isuoi viaggi in Italia per imparare dalle italiane

ELIZABETH GANLEY-ROPER

La rubrica che racconta ai lettori Degusta i più

grandi chef internazionalidegli Stati Uniti

La lady chef Barbara Lynch

DEGUSTADEGUSTA 25gennaio 2011

No. 9 Park9 Park Street, Boston, Massachusetts+617-742-9991

Sopra: Aragosta con indiviabelga - Lobster with Belgiumendive and citrus

Sotto: Un bocconcino di carne sopra un letto di po-lenta - Beef on top of Oxtail ona bed of polenta

Come mescola la cucina ita-liana e francese a No. 9 Park?Quando ho cominciato a cu-cinare professionalmente, misono dedicata al cibo italianoper circa dieci anni ed ho as-similato bene quella cucina.Quando ho aperto il mio pri-mo ristorante, No. 9 Park, vo-levo qualcosa di diverso, ave-vo fame di più conoscenza. Hocominciato a leggere libri dicucina francesi e li ho tradot-ti con un dizionario. Mi piaceva l’idea della tecnicafrancese ma mi mancavano imiei ingredienti italiani. No. 9 Park valorizza la cucinadel Nord dell’Italia mentre ilmio nuovo ristorante Men-ton ha più uno stile di cucinaprovenzale. Mi parla un po’ dei suoi altriristoranti e progetti?B&G Oysters è un locale spe-cializzato in ostriche. Dall’altraparte della strada c’è The But-cher Shop, un wine bar conuna macelleria completa. Si può ordinare la carne ed an-che mangiare o bere qualcosa.Ho anche un locale, Stir, cheoffre una cucina dimostrativaed una libreria di testi di cuci-na, nel locale offriamo qual-siasi tipo di lezione di cucina,dalla macellazione a comefare il pane o le crêpe. All’altro lato della città c’èDrink, che è dedicato all’artedel cocktail e tutto è perso-nalizzabile dal cliente. Al pia-no superiore c’è Sportello, lamia interpretazione di un di-ner classico dove faccio tuttele mie paste, zuppe e polente,e c’è anche una piccola pa-sticceria. Inoltre ho appena

inaugurato Menton, il mionuovo ristorante molto ele-gante, con cucina raffinatafrancese ed italiana.

Quali sono i suoi progetti peril futuro?Dato che ho appena apertoMenton, per il momento vor-rei fermarmi, però ho dei pro-getti per il futuro, ma nonsono sicura si tratterà di ri-storanti. Mi piace tanto l’istru-zione e mi piacerebbe avereuna fattoria in cui insegnarealla gente come fare il miele,la pasta, il pane, la birra ed al-tre cose simili.

DEGUSTADEGUSTA26 gennaio 2011

In our interview, Chef Barbara Lynch, a nativeof Boston, recounts teaching herself to cookby reading cookbooks and learning from lo-cal women cooks in Italy. She also describesblending French and Italian cuisine at herrestaurant No. 9 Park and her other creativeventures in Boston, as well as her plans for thefuture.

How did you decide to become a chef?At an early age I thought that cooking wouldbe a good way to earn a living since people willalways need to eat or drink. Cooking came re-ally naturally to me. Basically I’m self-taught;in my early twenties I just started to read cook-books. I worked on a boat and the chef quitthe day the boat was supposed to sail. Theowner of the boat asked me if I could cook themenu and I had no idea what I was doing - Iwent to the library and borrowed books andjust learned by trial and error. When I wasworking in Cambridge, (Massachusetts) Iended up next to a girl whose mother owneda house in Italy. She invited me to go there -it was the first time I’d ever been out of Boston.When I was on the train from Milan headedto Tuscany, everything I had read in TheFood of Italy by Waverly Root just started tocome together. For example, I’d hop off thetrain and go try tortellini in Bologna. Italian foodjust felt right.

I read that you learned about Italian cuisinefirsthand from local women. Would you tellme about that experience?A mile down the road from the house Istayed in lived a woman and her husband whoowned a tobacco farm. She showed me howto be self-sufficient - how to pick basil, butch-er rabbits, make gnocchi. I learned how to pickand cook wild fennel from another woman.Food and cooking was just part of their lives;it was so simple and was what they wantedto do.

How do you blend Italian and French cuisineat No. 9 Park? When I first started cooking professionally, I fa-vored Italian food for about ten years and mas-tered that cuisine. When I opened my firstrestaurant, No. 9 Park, I wanted something dif-ferent, I was hungry for more knowledge. Istarted reading French cookbooks and trans-lated them with a dictionary. I loved the ideaof the French technique but missed my Italianingredients. No. 9 Park features NorthernItalian cuisine while my new restaurant Men-ton has more of a Provençal-style cuisine.

Would you tell me a bit about your otherrestaurants and concepts? I have B&G Oysters which is a neighborhoodoyster bar. Across the street is The ButcherShop, a wine bar with a full service butchershop. You can put your order in for yourmeat and grab something to eat or drink aswell. I also have a place called Stir, which is ademonstration kitchen and a cookbook storewhere we offer cooking classes on anythingfrom butchering to bread baking to crêpe mak-ing. Across town is Drink, which is dedicatedto the craft of the cocktail and everything is cus-tomized to the customer. Upstairs from thatis Sportello, my interpretation of a dinerwhere I make all of my own pastas, soups, andpolenta, and there’s also a little bakery. I justopened Menton, which is a very glamorousrestaurant with refined French and Italiancuisine.

What are your plans for the future?Since I just opened Menton, I feel like I’m donefor right now. But I do have plans for the fu-ture, I’m just not sure if it will be in restaurants.I love education, and I’d like to have a farmwhere we could teach people how to makehoney, butter, pasta, bread, beer and other sim-ilar things.

Testo integrale in ingleseNew York

DEGUSTADEGUSTA 27gennaio 2011

Menu “stellati” e San Daniele

Sei chef stellati hanno rea-lizzato due menù, uno diterra ed uno di mare,

per continuare a regalarsi pre-libate e gustose pietanze conil pregio della leggerezza, seipiatti a base di prosciutto SanDaniele. Il prosciutto di SanDaniele si produce, ancoraoggi come un tempo, sola-mente nel Comune di San Da-niele del Friuli che è adagiatosu colli morenici e terre alte,lambite dal grande fiume al-pino Tagliamento. Si tratta diun prodotto completamentenaturale poiché è ottenutoesclusivamente da cosce disuini nati ed allevati in Italia elavorato con sale marino.

Il menù di mare è compostodall’antipasto di Mauro Ulias-si (ristorante Uliassi, Senigal-lia, AN), sandwich di trigliacon acqua di pomodoro, pe-sche e pomodorini in osmosidi lemongrass; il primo di Aga-ta Parisella (ristorante Agatae Romeo, Roma), cannellon-cini al prosciutto di San Da-niele in salsa di cipollotto e ilsecondo di Andrea Gabin (ri-storante La Taverna, Collore-do di Montalbano UD), sep-pioline cotte e crude con cre-

ma di verza e prosciutto di SanDaniele croccante. Il menù diterra invece si compone del-l’antipasto a firma Carlo Crac-co (ristorante Cracco, Mila-no), funghi porcini in insalatadi burro ai pinoli tostati e pro-sciutto di San Daniele; il primodi Barbara Martina (trattoriaBibendum, Remanzacco, UD),tortelli di zafferano al pro-sciutto di San Daniele in duecotture: classica e nello schip-pettino, infine il secondo diAndrea Canton (ristorante Laprimula, San Quirino, PN),quaglietta farcita con salvia eprosciutto di San Daniele.

Dopo i fasti di cene e pranzi di Natale e capodanno, una pro-posta leggera e salutare per la tavola che non va a discapitodel gusto

DEGUSTADEGUSTA28 gennaio 2011

Antipasto - di mare

Sandwich di triglia con acqua di pomodoro,pesche e pomodori in osmosi di lemongrass

Chef Mauro Uliassi, ristorante Uliassi - Senigallia (AN)

DEGUSTADEGUSTA 29gennaio 2011

INGREDIENTI: per la triglia: 4 triglie da 70 gr,1 baguette congelata, 50 gr diprosciutto di San Danieleper l’osmosi: 1 l d’acqua, 100 grdi lemongrass, 100 gr di zuc-chero, 3 gr di acido citrico, 1 pe-sca noce, 1 pomodoro verde,basilico, coriandolo secco, olioextravergine d’olivaper l’acqua di pomodoro: ½ ld’acqua di pomodoro, 1,3 gr diagar-agar, 7,5 gr di sale

PREPARAZIONE: per la triglia: sfilettate le triglie.Tagliate la baguette con l’af-fettatrice a fette spesse 1,5 mil-limetri. Fate dei sandwich.per l’osmosi: preparate un’in-fusione partendo da freddo

con tutti gli ingredienti trannel’acido citrico. Portate a ebolli-zione, aggiungete l’acido citri-co e lasciate in infusione co-perto con la pellicola per al-meno 40 minuti. Fate raffred-dare e filtrate. Tagliate la pescae il pomodoro a fette di 1 cm emettetele separatamente in unsacchetto, ben coperte dall’in-fuso di lemongrass (vedi so-pra). Mettete sottovuoto al100%. Toglietele dal sacchetto emettetele in una vaschetta co-perte di succo. Al momento diimpiattare, condite con pocosale, olio extravergine, basilicoe coriandolo.per l’acqua di pomodoro: por-tate ad ebollizione 100 ml d’ac-qua di pomodoro con l’agar-

agar e il sale, fate raffreddarelentamente fino a 40-45 ° C.Portate i 400 ml d’acqua di po-modoro restanti a 38 ml. Mi-schiate i due liquidi, filtrateli emetteteli in una teglia (a unospessore di 2 cm) e fate raf-freddare in frigorifero. Una vol-ta che l’acqua di pomodoro si èaddensata, rompetela e rego-latene il sapore con un po’ diaceto e coriandolo secco. Cuo-cete i sandwich in una padellaantiaderente con olio extra-vergine, passandoli bene da en-trambi i lati. Mettete in un piat-to un cucchiaio di gelatina d’ac-qua di pomodoro, quattro pez-zi di pesca e due di pomodoro,il sandwich di triglia e infineguarnite con il prosciutto.

DEGUSTADEGUSTA30 gennaio 2011

Primo piatto - di mare

Cannelloncini al prosciutto di San Daniele in salsa di cipollotto

Chef Agata Parisella, ristorante Agata e Romeo - Roma

INGREDIENTI: per i cannelloncini: 600 gr di fa-rina tipo 0, 2 uova - 4 tuorli, 70gr di burro, 2 cucchiai di Parmi-giano Reggiano, 1 cucchiaino diolio extravergine per il ripieno: 200 gr di pro-sciutto di San Daniele, 200 gr dibesciamella densa, 60 gr di Par-migiano Reggiano, timo, sale epepeper la salsa: 1 kg di cipollotti,250 ml di panna freschissima,100 ml di olio extravergine d’oli-va, 1 scalogno, sale

per la guarnizione: 4 fette diprosciutto di San Daniele, 2cucchiaiate di granella di Par-migiano Reggiano, gambi didue cipollotti fritti, qualche fo-gliolina di timo

PREPARAZIONE: Setacciate la farina insieme a 10gr di sale sulla spianatoia e im-pastatela con le uova, i tuorli el’olio. Lavorate a lungo l’impa-sto fino ad ottenere un com-posto sodo e liscio che farete ri-posare per un’ora avvolto nel-la pellicola per alimenti. Sten-dete la pasta in una sfoglia sot-tile e ricavatene dei quadrati didieci centimetri di lato. Sbol-lentateli in acqua salata per 2minuti, raffreddateli in acquafredda e stendeteli ad asciuga-re su un canovaccio. Nel frat-tempo preparate il ripieno tri-tando finemente il prosciutto diSan Daniele con le foglie ditimo, aggiungete la besciamel-la e il Parmigiano Reggiano eamalgamate il composto concura. Salate e pepate. Passate

ora alla salsa: affettate sottil-mente i cipollotti e lo scalognoe metteteli a sudare in una cas-seruola con l’olio e il sale ne-cessari. A metà cottura unite lapanna. Quando i cipollotti sa-ranno completamente appassitifrullate tutto fino a ottenereuna crema omogenea e liscia.Ora assemblate i cannelloncinicon il ripieno preparato, quindidisponeteli uno accanto all’altroin una teglia imburrata. Con ilburro fuso, usando un pennel-lo da cucina, imburrate i can-nelloncini che cospargerete diParmigiano Reggiano grattu-giato prima di metterli a grati-nare in forno preriscaldato a200 ° C per una decina di minu-ti. Intanto tagliate a julienne igambi dei cipollotti e friggete-li. Distribuite la salsa di cipollottisul fondo dei piatti individuali esistematevi sopra i cannellon-cini disposti a griglia. Guarnitecon i fili di cipollotto fritti, unafetta di prosciutto e spolverateil tutto con la granella di Par-migiano Reggiano.

DEGUSTADEGUSTA 31gennaio 2011

DEGUSTADEGUSTA32 gennaio 2011

Secondo piatto - di mare

Seppioline cotte e crude con crema di verzae prosciutto di San Daniele croccante

Chef Andrea Gabin, ristorante La Taverna – Colloredo di Montalbano (UD)

DEGUSTADEGUSTA 33gennaio 2011

INGREDIENTI: 150 gr di prosciutto di San Da-niele, 20 seppioline, ½ verzafresca, 1 scalogno, 1 l di brodovegetale,sale e pepe, olio extravergined’oliva, nero di seppia, per de-corare germogli misti, tagliolinidi amido fritti

PREPARAZIONE: Stendete 4 fette di prosciuttosu un silpat (foglio in siliconeper forno) e fate seccare in

forno a 130 ° C per 30 minuti cir-ca; nel frattempo rosolate loscalogno con un po’ di olio e ag-giungete solo il cuore della ver-za tagliata a dadini, stufate sen-za far prendere colore e copri-te con il brodo caldo. Cuocetefino a completo assorbimento.Tagliate le foglie esterne (quel-le più verdi) a dadini e sbollen-tatele in acqua salata per 3 mi-nuti, raffreddatele in acqua eghiaccio per mantenere il colo-re verde, poi frullatele con la

verza cotta con il brodo, otte-nendo una crema. Salate e pe-pate. Tagliate 8 seppioline cru-de a julienne finissima e condi-tele con sale, pepe e olio. Ro-solate le altre in padella conolio, sale e pepe. Spennellate ilpiatto con un po’ di nero diseppia e disponeteci la crema diverza, le seppioline cotte e cru-de, i germogli, il prosciuttocroccante e i tagliolini fritti. Irro-rate con un filo di olio a crudo. De-corate con il nero di seppia.

DEGUSTADEGUSTA34 gennaio 2011

Antipasto - di terra

Funghi porcini in insalata di burro ai pinolitostati e prosciutto di San Daniele

Chef Carlo Cracco, ristorante Cracco - Milano

DEGUSTADEGUSTA 35gennaio 2011

INGREDIENTI: 50 gr di burro di cacao, 50 ml diolio di pinoli tostati, 12 fette diprosciutto di San Daniele, 2funghi porcini, 2 gr di sale blu diPersia, 16 foglie di maggioranafresca

PREPARAZIONE: Pulite i funghi porcini, privandoli

della terra e lavandoli accura-tamente senza inzupparli trop-po d’acqua. Cuoceteli per 4 mi-nuti circa al vapore. Scioglieteil burro di cacao al microonde,unitevi l’olio di pinoli tostati(ottenuto frullando olio di semidi girasole con pinoli tostati).Versate il burro all’olio in unostampo rettangolare e lasciate

solidificare in frigorifero per 2ore circa. Disponete su un piat-to di portata i funghi porcinicotti e aggiungete le fette diprosciutto; con l’ausilio di unagrattugia microplane grattugiateil panetto di burro all’olio di pinolitostati sui funghi. Cospargetecon le foglie di maggiorana fresca.Salate con poco sale di Persia.

DEGUSTADEGUSTA36 gennaio 2011

Primo piatto - di terra

Tortelli di zafferano al prosciutto di San Danielein due cotture: classica e nello Schippettino

Chef Barbara Martina, trattoria Bibendum – Remanzacco (UD)

DEGUSTADEGUSTA 37gennaio 2011

INGREDIENTI: per la sfoglia: 1 uovo per ogni100 gr di farina, zafferano apiacere per il ripieno: 360 gr di pro-sciutto di San Daniele a fette dimezzo centimetro, 200 gr dipolpa di vitello, 100 gr di ricot-ta fresca, 70 gr di formaggio lat-teria stagionato grattugiato,sale e pepeper la riduzione di schioppetti-no: 2 l di Schioppettino, zuc-chero a piacere, burro fuso,qualche fetta di prosciutto diSan Daniele

PREPARAZIONE: Tritate la polpa di vitello e sof-friggetela con un filo di olio. Tri-tate il prosciutto di San Danie-le. Quando la polpa di vitello sisarà raffreddata, aggiungete ilSan Daniele e macinate il tuttoancora una volta. Incorporate ilresto degli ingredienti. Fate ri-posare l’impasto per mezzagiornata. Preparate la sfogliaamalgamando gli ingredienti.Lasciate riposare in frigoriferoper un’ora circa. Tirate la sfogliamolto sottile. Con un coppapasta ricavate dei dischi che

andranno riempiti con l’impastopreparato in precedenza performare dei tortelli. In una pen-tola riducete lo Schioppettino elo zucchero fino a ottenere lametà del prodotto iniziale. Por-tate a ebollizione per la cottu-ra. In un’altra pentola portate aebollizione acqua e sale. Metàdei tortelli andranno cotti nel-l’acqua, l’altra metà nella riduzio-ne di Schioppettino. Alla fine ag-giungete un po’ di burro fuso. Sal-tate velocemente in padella qual-che fetta di San Daniele e dispo-netele a guarnizione del piatto.

DEGUSTADEGUSTA38 gennaio 2011

Secondo piatto - di terra

Quaglietta farcita con salvia e prosciutto di San Daniele

Chef Andrea Canton, ristorante La primula – San Quirino (PN)

DEGUSTADEGUSTA 39gennaio 2011

INGREDIENTI: 6 quaglie, 100 gr di mollica dipane ammorbidita nel latte, 70gr di prosciutto di San Daniele,salvia fresca, 60 gr di burro, 20gr di salsa di soia, sale e pepe

PREPARAZIONE: Disossate le quaglie dividendoi petti e le cosce. Togliete i fi-lettini dai petti e utilizzateli perla farcia. Frullate finemente i fi-lettini, il prosciutto, la mollica dipane, una foglia di salvia, sale epepe. Usate la farcia per riem-pire le cosce e i petti e dispo-neteli in un sacchetto da sot-tovuoto. In una padellina sof-

friggete il burro con la salvia,aggiungete la salsa di soia emettete il tutto all’interno delsacchetto con le quaglie. Chiudete sottovuoto e cucina-te al vapore a 65 ° C per 30 mi-nuti. Al momento di servire,togliete le quaglie dal sacchet-to, rosolatele da entrambe leparti e utilizzate i succhi di cot-tura come salsa.

DEGUSTADEGUSTA40 gennaio 2011

Scelte coraggiose quelle dei due titolari Denis ed Enzo, che ab-bandonano i ritmi frentetici che impone la finanza moderna, perabbracciare il concetto di slow life già percorso dai loro padri

Leuta Boutique naturalmente vino

Nella foto Denis Zeni di LeutaBoutique Winery

zione della vite. Andiamo a faredue chiacchere con Denis Zeni,titolare di Leuta Boutique Wi-nery, interessantissima realtàvinicola ma non solo.

Di che cosa si occupa la vostraazienda?Leuta nasce idealmente nel2003, dopo oltre un anno dicontinui viaggi, soprattutto inToscana, terra dalla quale sonoparticolarmente attratto. Ai 2 ettari di vigneto in Vallaga-rina, dove sono nato e proprie-tà della famiglia del mio socioEnzo Berlanda, si aggiungono i25 acquistati nel 2004 in Tosca-na nella zona di San Lorenzo diCortona. Dopo anni di continui “sogni edesideri” di una vita diversa de-cidiamo finalmente di ritornarealle origini delle rispettive fami-glie, riabbracciando i valori del-la terra. Pur provenendo infat-ti entrambi dal mondo della fi-nanza, un settore quindi moltolontano dall’agricoltura, ci lan-ciamo insieme in questa nuovaavventura scegliendo di avvici-narci, seppur in maniera diver-sa, a quanto già fatto dai nostripadri e di dedicarci alla coltiva-zione della vigna.

Sopra di un alto colle di To-scana, cinquanta migliada Fiorenza lontana, fra

Arezzo e Perugia, sorge altierala non meno antica che nobilecittà di Cortona”. Così descriveCortona una delle prime guideche si conoscano, quella com-posta da Giacomo Lauro stam-pata a Roma nel 1639. Dopoquasi quattro secoli, quella de-scrizione è ancora valida, Cor-tona è inserita all’interno di untriangolo che ha per vertici tretra le città dell’Italia centrale piùricche di storia ed opere d’arte,Arezzo, Siena e Perugia. Un ter-ritorio ricco di storia, e tradizio-nalmente votato alla coltiva-

LUCA GARDINI

Sommelier presso il ristorante Cracco di Milano

Miglior Sommelier del Mondo 2010

DEGUSTADEGUSTA 41

Quali vini vengono prodotti?A partire dal 2005 e fino adoggi il progetto di sviluppo del-l’azienda ha previsto la prepa-razione di 2 ettari di vignetoogni anno suddivisi in sei vigne:Vigna Gialla, Vigna Rossa, VignaBianca, Vigna Rosa, Vigna Az-zurra e Vigna Arancio dal colo-re delle rose che ne “difendo-no” i filari e dalla tipologia diuva che viene coltivata per untotale di 8 ettari, la restante par-te della superficie aziendaleverrà piantumata in una se-conda fase di sviluppo che ini-zierà nel 2015. I vini prodotti sono: 1,618 Mer-lot, 2,618 Cabernet Franc, Leu-ta Rosso ottenuto da uve Mer-lot per il 60%, Cabernet Francper il 30% e Syrah per il restan-te 10%, Solitario di Leuta, otte-nuto da un vitigno di Sangio-vese piantato nel 1973.

La dicitura numerica presentenelle etichette del Cabernet2,168 e del Merlot 1,618 , checosa rappresenta?Rappresenta il numero aureo, os-sia un numero irrazionale che in-dica il modo attaverso cui la na-tura si esprime. Esistono tuttauna serie di forme vegetali eanimali che possiedono una di-sposizione che segue questomodello apparentemente ma-tematico. Noi stiamo cercandodi essere i più rispettosi possibi-li con la natura che ci ha accolto,quindi abbiamo ritenuto giustoconnettere l’approccio legatoal nome, all’immagine e al logo,rappresentato e rafforzato ap-punto da questo legame.

gennaio 2011

Merlot 1,618, 2006, LeutaColore: rubino acceso fitto ed impene-trabile, con riflessi violacei di grandecompattezza e consistenza. Il naso of-fre grande complessità e spessore,more, cherries, dando vita ad un mix diprofumi varietali e minerali, alloro, car-ruba, polvere di cacao, cumino e men-ta piperita. Ossigenandosi dà spazio allesue nuances cremose ricordando ilburro di cacao e pinolo tostato con chiu-sura di lavanda e note iodate. Al gustol’avvolgenza e la personalità fanno daapripista ad un tannino opulento ma giàdalla gran classe, con un apporto benbilanciato tra la lieve acidità e sapidità,di grande equilibrio. Dal gusto intermi-nabile, con richiami di ciliegie, susina, ca-cao amaro e china. Chiaro esempio diterritorialità di un vitigno!

Leuta RossoSin dal colore si vede la personalità diquesto vino con quel colore rosso ru-bino di media intensità con lievi riflessigranati. Il bouquet si apre con sentoriche ricordano le more di rovo, susina,con tocchi di cacao amaro e cannel-la; con sfumature di viole; in chiusu-ra ricordi salmastri e ammandorlati.L’ingresso al palato è pieno e vivo madi buona eleganza in cui il tannino an-cora in evoluzione si integra bene conla vena acida e il finale sapido e ter-roso. Retrogusto di ciliegia e polve-re di cacao, fine ed equilibrato, vinogiovane con un ottimo potenzialed’evoluzione.

a cura di LLuuccaa GGaarrddiinnii DDeegguussttaazziioonnee

DEGUSTADEGUSTA42 gennaio 2011

Senese il nostro piccolo bosco, lazona del laghetto è stata siste-mata per accogliere le capre, lepecore, gli asini e le anatre. Nel-la parte nord della tenuta ab-biamo lasciato un bosco di peschie mandorli selvatici che con il lorocolore allietano le giornate di finemarzo.

Che cos’è il Premio Leuta?Gli studenti dell’Accademia diBelle Arti di Brera, sono stati in-vitati a partecipare a un concor-so sponsorizzato dalla nostraazienda e patrocinato dall’Ac-cademia stessa. Lo scopo dell’iniziativa è la rea-lizzazione di un’opera pittoricache verrà riprodotta sulle eti-chette delle nostre Magnum,mentre l’originale entrerà a farparte della collezione Leuta esarà esposto nella sede dellasocietà. Quest’anno il premiocompie il quarto anno, ed entraa far parte del progetto “Vino-Arte” che ben rappresenta la no-stra filosofia di pensiero: vino si,ma non solo. (M.B.)

Che cosa rappresenta il pro-getto “Vino Leuta”?Il progetto “Vino Leuta” rap-presenta la nostra sfida princi-pale, crediamo che a fianco delprodotto vino, che sta comin-ciando a farsi strada nel pano-rama enologico non solo nazio-nale, debba esserci anche una rel-tà, una struttura che esprima ilnostro modo di essere. La Na-tura, da questo punto di vista,rappresenta un elemento, estre-mamente importante, con cuiconvivere, con cui interagire inmodo costruttivo e vantaggioso.In tutte le zone della tenuta nondeputate al vino trovano spaziouna serie di iniziative volte a me-glio integrare la produzione diuva da vino di qualità nel terri-torio circostante: stiamo proce-dendo alla piantumazione di unaserie si essenze tipiche dellazona collinare e della macchia to-scana, alle quali si aggiungono de-gli spazi dedicati agli animali tipicidelle fattorie e dei poderi del no-stro passato. Abbiamo infattimesso a disposizione della Cinta

DEGUSTADEGUSTA44 gennaio 2011

di Umberto Faedigiornalista e sommelier

La fine del 2010 ha portato sotto l’albero due situazioni non trop-po felici per l’agricoltura italiana. In primis la faccenda del-l’etichettatura dei prodotti che in sede europea ha visto il no-

stro paese sconfitto dalla maggioranza degli stati emergenti chehanno imposto di non indicare nelle etichette la reale provenien-za dei prodotti, avendo tutto l’interesse ad immettere sul merca-to i loro che per lo più sono meno pregiati e con problemi di sicu-rezza a livello igienico. A tale proposito auspico che finisca l’assurdamania di comperare prodotti esotici fuori stagione, dato che nonsempre sono perfettamente maturati e per i prezzi eccessivi chehanno, senza appunto parlare dei livelli di igienicità che rasentanospesso la soglia minima richiesta. L’altra spinosa questione concerneil decreto del ministro dell’agricoltura Galan, ex governatore del Ve-neto, col quale si consente la coltivazione di piante OGM con quel-lo che ne consegue, a tutti i livelli. Evidentemente il ministro nonsa che nel comparto i vini preferiti risultano essere quelli autocto-ni o che derivano da piante presenti nelle aree vocate da tempoimmemorabile. Ma la cosa veramente più singolare è che il neo go-vernatore del Veneto ed ex ministro dell’agricoltura Luca Zaia è di-ventato il più strenuo oppositore di Giancarlo Galan. Addirittura èandato con le ronde padane a distruggere campi già adibiti a col-tivazioni OGM assieme ai ragazzi dei centri sociali. Si vede veramentedi tutto, o forse il cambio di poltrone ha portato confusione ma fi-nalmente le ronde hanno potuto sfogarsi. Buone notizie per gli ampiconsumi di vini non OGM in occasione delle festività. Spumanti no-strani, vini bianchi frizzanti eccellenti e il tanto vituperato Lambruscohanno ricevuto il giusto apprezzamento dei consumatori in occa-sione delle festività. E festa c’è stata a Bologna per i dieci anni delConsorzio della Patata Selenella. La provincia di Bologna in parti-colare produce oltre la metà di questi tuberi che fertilizzati al se-lenio producono effetti benefici sulla salute, limitando l’invec-chiamento, proteggendo il cuore e sviluppando una generale azio-ne benefica sull’organismo, aiutando a rimanere freschi di mente.Qualche generosa fornitura ai nostri governanti per aiutarli a ri-manere brillanti non guasterebbe sostituendo escort e altre mal-sane distrazioni. Questa ennesima eccellenza di Bologna e provincia,figura giustamente accanto ai salumi, ai vini, ai prodotti alimenta-ri, ai piatti e ai dolci di un territorio spesso bistrattato ed è stata de-gnamente rappresentata nel pranzo preparato dallo chef MarcelloLeoni e dalle sue gustose interpretazioni del poliedrico pregiato tu-bero indigeno. I produttori aderenti al Consorzio delle Buone Ideehanno lanciato da pochi mesi sul mercato cipolle e carote al sele-nio per diversificare l’offerta. Mi auguro che tutto ciò aiuti la salu-te delle persone e il nostro territorio ad affermarsi sempre di piùcome punto di riferimento di prodotti di qualità.

Il Calice tagliente

DEGUSTADEGUSTA46 gennaio 2011

Al Borgo delle vigne

Uscendo da Bologna indirezione ovest, lungo iltracciato dell’antica Via

Claudia, costruita in epoca ro-mana, ai piedi delle colline chesi protendono verso la provin-cia di Modena, s’incontra lacittà di Zola Predosa. Su que-ste terre, che prima di passaresotto l’influenza felsinea eranoappartenute ai possedimentidi Matilde di Canossa, i monacibenedettini producevano vinogià attorno all’anno Mille.Certo in virtù di questi storiciascendenti, oggi Zola Predosapuò vantare a buon diritto il ti-tolo di “Città del Vino”, e an-noverare nelle sue immediatevicinanze diverse realtà vitivi-nicole di eccellente qualità. Fraqueste spicca l’Azienda Agri-cola Gaggioli, 22 ettari di vi-gneto specializzato dispostosulle alture argillose a formareuna specie di anfiteatro natu-rale, splendidamente vocatoper produrre i gioielli enologicidei Colli Bolognesi, Pignolettoin primis. La cantina è mo-derna, dotata delle miglioritecnologie utilizzate per man-tenere intatta la qualità delgrappolo fino alla bottiglia,

pensata e curata nel rispettodell’ambiente e dell’uomo.Oggi che rappresenta unadelle realtà enologiche d’ec-cellenza del suo territorio, lafamiglia Gaggioli si è dotataanche di un moderno agrituri-smo, il “Borgo delle Vigne”, se-guito personalmente da MariaLetizia, figlia di Carlo. L’agritu-rismo è nato dalla ristruttura-zione di una vecchia stalla confienile, ed è stato realizzato ab-binando la funzionalità al buongusto: nessuno stile spartanoo disadorno, quindi, né animaliche si intrufolano nei locali, maraffinatezza ed eleganza negliarredi, nel confort, nelle ca-mere e negli allestimenti del ri-storante. Ambienti ampi checoniugano il calore dell’antica,genuina ospitalità della cam-pagna bolognese con la piùcompiuta funzionalità ricettivadei nostri giorni. L’agriturismo“Borgo delle Vigne” dispone di5 camere matrimoniali (di cuiuna attrezzata per persone di-sabili) e di 2 camere singole,tutte ovviamente con servizi. Ilristorante dell’agriturismo, di-sposto su due ampie sale, èaperto il giovedì, il venerdì e il

Dal 1972 la famiglia Gaggioli conduce l’omonima azienda di 22ettari di vigneto specializzato, situata sulle verdi colline Bolo-gnesi, patria del Pignoletto

ORAZIO LATINI

Carlo Gaggioli titolare dell’omonima azienda vinicola

DEGUSTADEGUSTA 47gennaio 2011

sabato sera, e la domenica amezzogiorno. L’assaggio deiprodotti del territorio (i grandiprimi petroniani, dai tortellinialle tagliatelle al ragù, le carnisucculente, i dolci semplicidella tradizione) si alterna a ri-cette basate sulla stagionalitàdelle materie prime, il tutto na-turalmente annaffiato con ge-nerosità dai tanti vinidell’Azienda Agricola Gaggioli.Quegli stessi vini che è possi-bile acquistare nell’attiguospaccio della cantina. Il menùsi avvale di proposte settima-nali con possibilità di mangiarealla carta oppure, di un “menùdegustazione”: un pranzocompleto (un abbondante an-tipasto, 2 primi, un secondo,contorni e dolce) in abbina-mento a un assaggio di un vinoparticolare dell’azienda per

ogni singolo piatto. L’agrituri-smo “Borgo delle Vigne” èbase ideale per escursioni apiedi, a cavallo, in moto o inmountain bike; è inoltre abreve distanza dai vicini campida golf e da numerosi itineraritematici locali, legati ai motori,all’enogastronomia, all’arte,alla natura e alle terme.

Agriturismo Borgo delle VigneVia Raibolini detto il Francia, 5540069 Zola Predosa (BO)Tel. 051 750534

Rinaldi distribuisce i vini dei Colli Bolognesi GaggioliNell’ormai ampio portafoglio Ri-naldi entrano i prestigiosi vini deiColli Bolognesi di Carlo e MariaLetizia Gaggioli: 4 bianchi, 1 ro-sato, 5 rossi e 1 passito dolce cherappresentano il meglio dellaplurisecolare tradizione enolo-gica felsinea. Info: Fratelli Rinal-di Importatori S.p.A. tel. 0514217811.

DEGUSTADEGUSTA48 gennaio 2011

Slow Wine racconta il territorio

Slow Wine vuole essereuna fotografia reale del-l’attuale situazione del

vino in Italia. Per descrivere la realtà biso-gna conoscerla uscendo dal -le sale degli assaggi, percompiere un viaggio su e giùper la nostra penisola. Grazie a questa nuova conce-zione, il testo raccoglie un in-sieme di informazioni chedescrivono le vigne, i vitignipiantati e la filosofia che ac-compagna il lavoro dei viti-coltori. Slow Wine ha quindi abban-donato il rigido metodo digiudizio a punteggi, troppolimitante per poter raccon-tare le 1850 aziende presentiin guida. Tre sezioni descrivono le can-tine nel loro insieme: Vita, lestorie degli uomini e delledonne che sono stati i prota-gonisti di queste realtà;Vigne, i vigneti visitati e de-scritti nelle loro caratteristichee modalità di condu zione; Vini,raccontati in modo semplicee correlati da una buonaserie di dati. Per offrire una chiave di let-

tura su ogni singola aziendarecensita, sono stati adottatitre simboli per altrettantepossibili chiavi di lettura. La Chiocciola (emblema diSlow Food), rappresenta unacantina che si contraddistin-gue per come interpreta valori(organolettici, territ oriali, am-bientali e identitari) in sintoniacon Slow Food; la Bottiglia,viene assegnato a quel-l’azienda che ha espressoun’ottima qualità media; in-fine la Moneta, simbolo asse-gnato a quell’azienda che haespresso un buon rapportotra la qualità e il prezzo. Le stesse tre categorie sonopoi state applicate anche aivini. Vini Slow: bottiglie che, oltrea una qualità organoletticaeccellente, riescono a con-densare caratteri legati a ter-ritorio, storia e ambiente.Grandi Vini: le migliori botti-glie sotto il profilo organo-lettico. Vini Quotidiani: bottiglie checostano fino a 10 euro inenoteca, dall’eccellente rap-porto tra la qualità e ilprezzo.

La battaglia contro l’omologazione dei gusti e l’appiattimentodelle caratteristiche organolettiche dei vini può passare solo at-traverso la conoscenza dei territori, dei vitigni e degli uomini

MATTEO BERGAMASCHI

L’altro EgittoL’Egitto è meta di turismo preferita da molti italiani e negli ultimi anni la percentuale di coloroche l’hanno scelto per le proprie vacanze è sempre aumentata, nonostante le crisi economi-

che contingenti. I dati più recenti sono stati resi noti dal dott. Mohamed Abd El Gabbar, diret-tore dell’Ente del Turismo Egiziano in Italia, che afferma: “Con soddisfazione annunciamo chei dati relativi al periodo da gennaio a settembre 2010 sono decisamente positivi, ben 891.213

italiani hanno scelto l’Egitto per le loro vacanze nel periodo citato, con un aumento del 7,3% ri-spetto allo stesso periodo dello scorso anno. Inoltre nel mese di agosto l’Italia si è posizionata

al secondo posto tra i mercati internazionali verso l’Egitto”. Partendo da queste considerazioni abbiamo scelto di presentare due mete che riservano al

viaggiatore interessanti opportunità, Taba e Berenice.

Taba e la penisola del Sinai

Parlo dell’Egitto ed in par-ticolare della penisoladel Sinai, località Taba.

Questa meta, forse ancorapoco conosciuta al grandepubblico, offre molteplici op-portunità per conoscere unEgitto che non è solo mare edimmersioni subacquee. Os-servando la cartina si scoprecome Taba sia quasi al confinecon Giordania ed Israele oltreche vicina alla capitale egizia-na Il Cairo, questo permette dipianificare escursioni (anche ingiornata per i più temerari!)per visitare luoghi densi distoria e fascino millenario. E’quello che ho fatto anch’io, inparte, per cercare di cono-scere questo paese da più

Poche settimane fa ho avuto l’occasione di visitare unpaese per me ancora sconosciuto e in un periodo del-l’anno che offre al visitatore un clima mite ed un’af-fluenza turistica moderata

punti di vista.La mia base d’appoggio è sta-ta lo splendido Resort di TabaHeights, un villaggio custodi-to e protetto da rigidi controllidi sicurezza, che al suo inter-no racchiude 5 alberghi (tuttia 4 e 5 stelle) che offronoconfort e servizi di alto livelloal turista. Il Resort consente al-l’ospite che desideri trascor-rere una settimana lontano dastress e ritmi frenetici, di go-dersi un soggiorno di relax ecoccole in un luogo isolatodal mondo, compreso tra lebellissime montagne del de-serto, la striscia di mare blu in-tenso del Golfo di Aqaba, chesepara l’Egitto da Giordania eArabia Saudita, ed un cielo

ANNALISA BORSARI

DEGUSTADEGUSTA52 gennaio 2011

DEGUSTADEGUSTA 53gennaio 2011

stellato che di notte, riflettela sua luce sulle montagne diroccia nuda e regala una vistacosì suggestiva da rimanereimpressa a lungo nella mentee nel ricordo di chi la osserva.Durante il mio soggiorno hocercato di coniugare relax eavventura e così ho pianifica-to giornate slow - passandodalla meravigliosa piscina delmio hotel, il Marriott, allosnorkeling sulla barriera co-rallina e al ristoro di fine gior-nata nella Spa dell’hotel consauna e bagno turco - alter-nandole con giornate busy incui esplorare i dintorni. Eccoquindi che do appuntamentoad Amr, l’assistente locale dilingua italiana di Baltour(l’agenzia che ha organizzatoil mio viaggio), nella Hall del-l’hotel e concordiamo le escur-sioni possibili. Vorrei vederetutto: il Cairo e le piramidi, Pe-tra, Gerusalemme e l’anti-chissimo monastero di SantaCaterina ma i giorni sono solo7, così per non rientrare in Ita-lia più stanca di prima scelgoPetra e il monastero tenendoaperta la possibilità di Geru-salemme. Decido di lasciare ilCairo e le piramidi per un se-condo viaggio.

Così arriva il momento del-l’escursione a Petra, questameravigliosa ed antichissimacittà, nascosta tra le monta-gne desertiche della Giorda-nia, ma per arrivarci mi aspet-ta un lungo viaggio: raggiun-go con la navetta il porto tu-ristico di Taba Heights dove,con un aliscafo, il gruppo at-

Petra Le vie ed i monumenti di Petra,perfettamente conservati e ta-gliati a mano nell’arenaria dai co-lori dell’arcobaleno, formanouna città unica al mondo. Qui èpossibile ammirare, a dorso dicammello, alcuni dei panoramipiù fotografati della storia, comeil Tesoro e l’imponente Mona-stero, a quest’ultimo si giungeattraverso una tortuosa scalascolpita nella montagna. E’ suggestivo passeggiare attra-verso queste strade antiche circon-dati da costruzioni di stu pefacentearchitettura.

DEGUSTADEGUSTA54 gennaio 2011

traversa la striscia di mareche separa Egitto e Giordania;dopo 45 minuti attracchiamoal Royal Yacht Club di Aqaba elì ci aspetta la nostra guidagiordana (un estroverso epragmatico uomo di mezzaetà, sposato negli USA conun’americana, e rientrato dapoco in Giordania per assi-stere la madre anziana: pos-siamo contare sul suo ottimoinglese e sulla sua professio-nalità). Partiamo con il pullman gran-turismo dotato di aria condi-zionata e ci dirigiamo versol’interno in direzione della ca-pitale Amman, ci aspettanoancora 3 ore di pullman e la so-sta per il pranzo, poco primadi Petra, per raggiungere ilsito archeologico. Durante ilviaggio si sonnecchia, si ascol-tano le prime informazioni almicrofono date dalla guida

ma soprattutto ci si abban-dona alla vista mozzafiato delpaesaggio che attraversiamo:dopo aver lasciato la città diAqaba siamo nel deserto pri-vo di vegetazione, incontria-mo qualche agglomerato ur-bano qua e là e pochi posti diblocco della polizia, poi il pae-saggio cambia e da pianeg-giante diventa collinare e poimontuoso, sempre arido eroccioso, andiamo su e giùper queste colline e intorno anoi solo deserto. Finalmentearriviamo, incontriamo la se-conda guida che ci racconte-rà la storia di questa città per-duta (resa celebre dal film “In-diana Jones e l’ultima crociata”con Harrison Ford e Sean Con-nery in cui la scena finale deltempio di Alessandretta, doveè custodito il Santo Graal, è inrealtà il sito archeologico diPetra).

Monastero di Santa Caterina Il Monastero di Santa Caterina sitrova nella Penisola biblica delSinai, incastonato a 1500 metridi altezza, ai piedi della vettasulla quale si dice che Moséabbia ricevuto le tavole dei DieciComandamenti. L’edificio, unavera fortezza costruita ai tempidell’Imperatore Giustiniano, èstato un alto luogo di vita spiri-tuale e monastica, per oltre 15secoli uno dei luoghi di pellegri-naggio più ambiti al mondo. Al-l’interno delle sue imponentimura custodisce una bibliotecamolto ricca, con manoscritti an-tichi e una collezione di iconeunica al mondo. Il Monastero èanche all’origine delle raffigura-zioni del “Roveto ardente”sparse in tutte le Chiese delmondo ortodosso e cattolico.

DEGUSTADEGUSTA 55gennaio 2011

Dopo la visita suggestiva ri-partiamo per rientrare in ho-tel a notte inoltrata.

La seconda escursione, danon perdere se ci si trova aTaba, è l’antichissimo e anco-ra vivo monastero di Santa Ca-terina, che si trova alla basedel Monte Sinai. L’escursione può essere or-ganizzata in giornata per visi-tare solo il monastero, oppu-re può iniziare nel tardo po-meriggio con la salita a piedialla cima del monte Sinai (ènecessario prepararsi adun’escursione impegnativadal punto di vista fisico e for-se non alla portata di tutti) pervedere l’alba sulle rocce deldeserto e poi scendendo dalmonte visitare il monastero lamattina successiva. Ho optato per la prima escur-sione, giungendo sul postodopo un paio d’ore di pul-lman. La visita permette divedere l’esterno e parte del-l’interno del monastero, com-presa la chiesa. A tutt’oggi ilmonastero è custodito dapoco meno di 30 monaci or-todossi, per la maggior partegreci, ed il suo territorio è unprotettorato greco, in accor-do con le autorità egiziane. All’interno del monastero sitrova il famoso roveto arden-

Consigli utili Per esplorare i dintorni è consiglia-bile muoversi solo con tour e visiteorganizzate con guida per viag-giare in sicurezza; preparatevi adusare la lingua inglese o francese, ilturismo italiano a Taba non è an-cora prevalente; dotatevi di qual-che guida cartacea dei luoghistorico-archeologici che visitereteperché non tutte le guide turisti-che locali sono al livello degli stan-dard europei cui siamo abituati,certo la simpatia non manca!

te che nella tradizione cristia-na indicò a Mosè la presenzadi Dio.

Dopo la visita al monasterodoveva essere il turno di Ge-rusalemme, l’altra escursio-ne tanto attesa, purtroppoperò non è stato raggiunto ilnumero necessario di turisti dilingua inglese e così non hopotuto visitare Gerusalemme;mi sono così consolata con lealtre attrazioni che offre il Re-sort. Gli sport acquatici: win-dsurf, vela e sci nautico, snor-keling, paracadute ascensio-nale, canoa e banana boat, leimmersioni con escursionigiornaliere e corsi di immer-sione. E poi un giro in quad trale rocce aguzze del deserto einfine l’ultima attrazione, ilgolf. Infatti Taba Heights di-spone di un campo da golfprogettato da John Sanford,membro dell’American So-ciety of Golf Course Archi-tects; il campo è conforme aglistandard architettonici ame-ricani ed europei per i campida golf e a disposizione deigiocatori vi sono 6 chilometrie mezzo di prato fra la 1° e la18° buca.

Per informazioni: Gruppo BaltourTel 0861 554014 – 840 502243.

Paura degli squali? E’ di questi giorni in cui scrivo l’at-tacco mortale ad una turista tede-sca proprio sulla costa di Sharm elSheikh, 200 km a sud di Taba. Unfatto che colpisce e inorridisce manecessita anche di approfondi-mento perché gli attacchi di squaliin questa regione sono davveromolto rari. Leggo dal sito della Rai che “unesperto del ministero dell’Agricol-tura ha spiegato a una fonte tede-sca che gli squali non sono solitiavvicinarsi alla costa, e che quelliche ora attaccano a Sharm elSheikh, lo fanno per cercare cibo:le acque del Mar Rosso sono state“svuotate” dalla pesca eccessiva.Diversa la versione di un altroesperto: alcuni giorni precedentigli attacchi sarebbero state scari-cate in mare carcasse di pecore uc-cise in grande quantità per la festaislamica del sacrificio, carcasse esangue che avrebbero poi attiratogli squali alla spiaggia”. Per appro-fondire www.rai.tv

DEGUSTADEGUSTA56 gennaio 2011

Berenice: naturaincontaminata

Non il classico Egitto diSharm el sheik, di Lu-xor o del Cairo, un Egit-

to inedito, nascosto al turismodi massa. Berenice, nel Sud del-l’Egitto, quasi al confine con il Su-dan, si trova a circa due ore di au-tobus dall’aeroporto di MarsAlam, quasi tutta la strada è fian-cheggiata dalla costa e si vedeun mar rosso ricco di sfumatu-re, calmo e imponente come ungigante buono. Quando si arri-va e si vede il mare la memoria

Tutto ciò che è viaggio è scoperta, nel mio caso è stata sco-perta di un mondo sconosciuto, per essere più precisi, di unmondo sommerso a me sconosciuto. La meta, Berenice

fotografica riporta subito almare che hai visto fino ai mesiprima, al mare della tua infanzia,al mare che conosci, ma ognimare cela i sui misteri sommer-si e questo ne cela di misterio-si. A Berenice si trovano ancorapoche strutture ricettive, moltealtre sono in costruzione, cene sono due in particolare, il La-hami Bay e il Tclub. Quest’ultimoè dove abbiamo soggiornatoper tutta la durata del viaggio edè anche quello che ha riservato

VALENTINA DI MARIA

DEGUSTADEGUSTA 57gennaio 2011

non poche sorprese. All’arrivosiamo stati accolti dal persona-le italiano ed egiziano nel mi-gliore dei modi, nonostantel’ora, erano pressapoco le duedi notte. Ci siamo diretti nell’al-loggio ed ecco la prima sorpre-sa. Un centinaio di villette tutteaffiancate in modo tale da poteravere la vista mare di fronte e lavista sul deserto dietro (l’archi-tetto doveva saperla lunga).Quando siamo entrati dentro lavilletta, stupore e trepidazioneper l’arredamento, la cura deidettagli, le vetrate larghissimeche davano sulla terrazza vistamare. Non finisce qui perché allanostra sinistra scorgiamo dellescale, salite le scale ci troviamodi fronte un “loft” open space;il letto al centro della stanza, dilato una vasca da bagno, difronte divani e un’altra ampis-sima vetrata vista mare. Il gior-no seguente abbiamo avutomodo di assaporare la cucina

dello chef italiano Santinelli cheha preparato ad ogni pranzo edogni cena piatti ottimi, a base diprodotti sempre freschi e quan-do possibile provenienti dallazona. Una serata l’ha dedicataai piatti egiziani e lì il mix di sa-pori ha fatto gioire le mie curiosepapille gustative. Il “sambu-sek”, ravioli fritti ripieni di carnee formaggio, “turaci”, rape e ce-trioli sotto aceto e “Kofta me-shweya” spiedini di agnello ma-cinato con cipolla e prezzemo-lo, per non parlare dei dolci, stre-pitosi quelli a base di cocco e dipasta di mandorle. Ma perchévale veramente la pena fare unviaggio da queste parti? Per la ri-gogliosa, intatta, selvaggia “bar-riera corallina” e per il desertoroccioso e soprattutto perché èun luogo che ha conservato in-tatto il suo aspetto culturale na-turale e ambientale. La spiaggiadel resort Tclub Berenice per-mette di accedere alla barriera

DEGUSTADEGUSTA58 gennaio 2011

senza difficoltà. Si passeggiaper un po’, in compagnia deisimpatici granchi che impavidisbucano e ti scrutano, e dopocirca 100 metri si arriva ad unadelle boe. A dir la verità il primogiorno non mi sono avventura-ta da sola, il Tclub anziché la clas-sica animazione mette a dispo-sizione degli ospiti professioni-sti del luogo, idea vincente a mioavviso, biologi marini, esperti su-bacquei che ti accompagnanodurante le escursioni e lungol’esplorazione ti illustrano le pe-culiarità dei coralli e la varietà deipesci. Ho imparato molto di piùin queste escursioni che in unavita di documentari. Vuoi met-tere nuotare, che se si pensabene è un po’ volare, su di un

mondo sommerso, coloratissi-mo, buffo a volte, con i pesci chesembra che ti guardino e ti di-cano “guarda come sono bello”.Pesci pagliaccio, pesci farfalla,pesci pappagallo, pesci flautoper citarne alcuni, i più divertentiin realtà. Quando nuoti sopra labarriera ti dimentichi che hai duebraccia e due gambe e diventiun pesce anche tu. Capisci dav-vero il valore di questo mondoche è così affascinante e colo-rato da sembrare finto, perchédi cose in natura così perfettepurtroppo ce ne sono rimastedavvero poche. Così affasci-nante ma anche così fragile, labarriera vive in un equilibrio tal-mente delicato che la sola scom-parsa di una specie di corallo oLa suggestiva barriera corallina

DEGUSTADEGUSTA 59gennaio 2011

di pesce ne minaccerebbe l’esi-stenza. Da quelle parti l’impor-tanza di questo la capiscono etentano in tutti i modi di preser-valo, il turista che va lì lo sente unpo’ meno purtroppo. Non c’è dastupirsi se al ritorno quando ar-riviamo all’aeroporto ci fannotanti di quei controllo bagagli dasembrare dei sospetti terroristi.In Egitto vige la regola dell’ospi-te indesiderato, se porti con teanche solo una conchiglia ti mar-chiano il passaporto e per 4 anninon puoi più tornare in Egitto.Una strategia ma non la solu-zione, il turista incosciente neglianni ha fatto in modo che non sipotesse più andare a fare delleescursioni nelle isolette che si tro-vano a largo della costa. La gen-

te in barca andava a fare il pic nice lasciava la spazzatura in giro ese ne tornava beata. Ecco che i nuovi arrivati nonpossono scoprire posti che gli oc-chi a volte hanno il diritto di ve-dere, abituati a macchine, fab-briche e palazzi. Sperando che lenuove generazioni non paghinoper la nostra ignoranza consigliovivamente a chi apprezza dav-vero la natura, il mare, il deserto,il mondo diverso da quello a cuisiamo abituati di provare questoposto al più presto, chissà fino aquanto durerà la sua naturalez-za, io spero per sempre, ma si sache la mia è purtroppo una vanasperanza. Per info: TCLUB / Tel 02-72136.1 -nelle migliori agenzie di viaggio.

La moderna struttura ricettiva del T-Club

Vacanze ad alta quota: una Montagna di opportunità..

Il generico concetto di vacanza sulla neve legato al binomio montagna-sci ha fatto il suo tempo.Ora attirano le località che hanno creato un vero e proprio prodotto, sfaccettato, ricco di servi-

zi: caroselli sciistici illimitati, tracciati per ogni specialità e illuminazione notturna, asilo sullaneve, wellness, possibilità di shopping, ristoranti di tendenza.

DEGUSTADEGUSTA62 gennaio 2011

Montagna, passione oltre lo sciSono davvero numerose le proposte sportive che la montagnaoffre, soluzioni emozionanti per una passione che vige sotto il co-mune denominatore dell'amore per la natura e per le sue forme.

GIACOMO BENPENSARE

Sembra inscindibile il bino-mio montagna-sci, speciese ci si mette in mezzo la

parola "neve". Eppure, il pano-rama della montagna invernalepuò riservare grandi soddisfa-zioni anche se ci si applica in di-scipline sportive diverse dallo sci,magari non conosciutissime,ma pur sempre spettacolari dalpunto di vista emozionale. Mala montagna è fatta anche di al-tro. Di Sleddog, per esempio.Bastano pochi monosillabi, pro-nunciati in dialetto alaskano,ed ecco che un gruppo di scal-pitanti husky parte quasi all'im-

pazzata trascinando una slitta ingrado di portare una o due per-sone. Oltre il Circolo Polare Ar-tico questo è il mezzo di loco-mozione più utilizzato, qui in Ita-lia sta diventando uno sportmolto apprezzato, esportatoproprio dal Grande Nord, specieper chi ama i cani e la natura ingenere. Ovviamente non è unosport che s'improvvisa dal nul-la: occorrono lezioni e soprat-tutto la vicinanza del maestroche insegna come condurre laslitta e come dirigere i cani. LaScuola Italiana di Sleddog hasede a Passo del Tonale, dove si

organizzano settimane bian-che appositamente studiateper imparare questa disciplina.Mai sentito parlare di Ciaspole?Più che uno sport, è un modopratico di camminare sulla nevefresca, senza rimanerne im-pantanati, divertendosi. Non siè legati a piste o a percorsi ob-bligati. In questo modo si arrivain luoghi incantati altrimentidifficilmente raggiungibili. Nonsono necessarie lezioni. All'inizioil passo si mostrerà imbarazza-to e insicuro, l'andatura lenta egoffa; ma poi, con il passar deltempo, si troverà il giusto rap-porto con la propria coppia diracchette. E' un'attività di impareggiabilevalore naturalistico, perché per-mette -diversamente dalle altrepratiche sportive- di ammirare insilenzio la bellezza della natura,senza rischiare di distrarsi e di ri-manere vittima di infortuni mu-scolari. Quando si è sulle ciaspole ci siferma al momento opportuno,si scattano foto, si girano filmati,si seguono tracce di animali sel-vatici, si osservano montagne.Chiudiamo con l'Ice Climbing,conosciuta anche come "ar-rampicata su ghiaccio". Sem-brerebbe da subito uno sportestremo, in realtà così non è, al-meno nei casi in cui lo si praticatenendo conto di tutte le normeper la sicurezza. E' una tecnica alpina di scalata,resa sicura da un'imbragaturache rimane legata al contrap-peso di una persona a terra o dipunti stabili. La versione "soft"della disciplina prevede la praticain palestre all'aperto apposita-

mente attrezzate con cascatefinte (dette torri di ghiaccio),dove il rischio di sciglimento ovalanghe viene scongiurato. I più temerari la praticano inve-ce su cascate vere e proprie, enon di rado si assiste a tristi epi-loghi per via di imprevisti chesempre possono capitare quan-do si tralasciano le norme di si-curezza o quando si è partico-larmente sfortunati. E' uno sportche giova alla persona in quan-to se ne trae un grande benefi-cio psicologico: affina auto-controllo, intelligenza tattica,concentrazione e capacità digestirsi in situazioni critiche.Ovviamente gli sport da fare inmontagna con la neve non fini-scono qui. Noi abbiamo voluto dar voce aipiù significativi e ai più pratica-ti, ovviamente lasciando da par-te discipline sciistiche e snow-boardiste, che reputiamo co-nosciute fin troppo. In realtà cisarebbe da parlare tanto an-cora, citando il "kitesailing"(lo sciatore si lascia trainareda una vela sulla superficieghiacciata di un lago, in manieramolto simile a come avvieneper il windsurf), il "tubing" (di-scesa effettuata seduti su di unciambellone di gomma), lo"snowrafting" (discesa ese-guita a capofitto su di un gom-mone), la "snowbike" (si scen-de su di un attrezzo simile allamountain bike, che presentadue sci in luogo delle ruote), mapreferiamo terminare qui, con-sapevoli d'aver fornito un de-gno spaccato delle mille pro-poste che possono arrivaredalla montagna.

DEGUSTADEGUSTA 63gennaio 2011

DEGUSTADEGUSTA64 gennaio 2011

La perla delle DolomitiMadonna di Campiglio è la meta preferita dagli appassionati disport invernali. La sua fama nacque a partire dall'Ottocentoquando qui furono ospiti la principessa Sissi e la famiglia asburgica

E v e r g r e e n

Madonna di Campi-glio, adagiata a 1553m tra le Dolomiti di

Brenta e i ghiacciai del-l'Adamello e della Presanel-la, è la regina incontrastatadella neve e dell'inverno. Lastoria di Madonna di Cam-piglio nasce dalla sua stra-ordinaria identità alpina cheda sempre ha affascinatoed affascina viaggiatori e

personaggi importanti, finoa farla diventare meta cele-bre ed ambita. Con i suoi60 km di piste per lo sci al-pino, collegati con il com-prensorio di Folgarida Mari-leva, offre tracciati e per-corsi per ogni tipo di sciato-re, da quello più esperto aquello meno pratico e aibambini, per i quali sono or-ganizzati numerosi corsi e

DEGUSTADEGUSTA 65gennaio 2011

attività. Ma non c'è solo losci alpino! A Madonna diCampiglio si possono prati-care tanti altri sport inver-nali, dalle escursioni sullaneve a piedi e con le rac-chette da neve, allo sci difondo presso il centro doCampo Carlo Magno, allo scialpinismo lungo sentieri chesi inoltrano nel cuore delleDolomiti e sul ghiacciaio del-l'Adamello. Passeggiare nel-l'atmosfera romantica dellatranquilla isola pedonale delcentro è il modo più poeticodi terminare la propria gior-nata alla chiusura degli im-

pianti. In questo clima fareacquisti diventa un'espe-rienza speciale. Dalle bot-teghe artigiane del legno,del cioccolato e delle deco-razioni artistiche di mobili estufe, alle rarità in cartapestausata per realizzare oggettid'arte e gioielli: le proposteper lo shopping sono origina-li e creative. Si può quindipassare da un aperitivo in unodei locali più alla moda al-l'emozione di una salita con igatti delle nevi per una cena inun rifugio e completare il di-vertimento con una nottata indiscoteca. (G.B.)

Le Settimane Della Luna Piena

A Madonna di Campiglio l’Hotel Garni del Sogno****S propone una vacanza dedicata alla lunapiena, che assicura sport e attività fisica sulla neve, ma anche tanto relax, distensione e sere-nità, grazie al continuo contatto con la natura. Entriamo nel dettaglio e vediamo cosa preve-de la Settimana della luna piena. Per gli amanti dello sci, un giorno è dedicato alle piste di Cam-piglio, un altro alle piste di Campiglio-Folgarida-Marilleva, sempre accompagnati dal maestrodi sci dell’hotel, mentre un giorno è per lo sci libero. Due sono le passeggiate con le ciaspole,un giorno sulle tracce di cervi e camosci che lasciano le loro impronte sulla neve fresca, un al-tro invece al lago gelato. Immersi in questo panorama unico, si raggiunge con il gatto delle neviil rifugio per la cena e si ritorna poi sempre con le ciaspole rischiarati dalla luna piena. Infine unagiornata, per godersi relax e abbronzatura sotto il sole di giorno, discesa con gli sci al chiarodi luna la notte, dopo aver cenato in un rifugio a 2.500 metri. Calendario alla mano, la luna pie-na si verificherà il 30 gennaio, il 28 febbraio e il 30 mar-zo 2011. Intorno a queste date quindi si sviluppa l’inso-lito pacchetto, valido per i periodi: 24-31/01, 21-28/02,27/02-06/03, 27/03-04/04/2011. Oltre a questa originaleproposta, l’Hotel Garni del Sogno è ormai noto per lesue “vacanze personalizzate”. Il titolare Domenico Schia-von è sempre a disposizione per dare consigli e sug-gerimenti, per creare formule “su misura”, che ri-spondano ai gusti e agli interessi dell’ospite, per renderedavvero la vacanza un’esperienza indimenticabile.

Info: Hotel Garni del Sogno****S - Via Spinale 37, Ma-donna di Campiglio (TN) - tel. 0465 441033

DEGUSTADEGUSTA66 gennaio 2011

raggiunta per la prima voltanel 1804 da Joseph Pichler,rappresenta fin dai tempi an-tichi una sfida per scalatori ealpinisti. L’Ortler Skiarena comprende15 comprensori sciistici, 14 inAlto Adige e 1 in Svizzera. Conun solo skipass si può usu-fruire quindi di un totale di 300km di piste, 9 funivie e 67 im-

Èal maestoso massicciodell’Ortles che si deve ilnome, e probabilmente

anche la nascita, dell’OrtlerSkiarena. L'Ortles è una dellemontagne più imponenti del-le Alpi Retiche meridionali,sorge in territorio altoatesinosul crinale che divide le valli diTrafoi e di Solda. La sua cimadi 3.902 metri di altitudine,

Si staglia imponente, rocciosa e innevata: è la cima dell’Ortles, checon i suoi 3.902 metri è la più alta dell’Alto Adige e la sesta vettad’Italia. È da questo massiccio che prende vita l’Ortler Skiarena.

Ortles, sestavetta d’Italia

C e n t r i d a r i s c o p r i r e

DEGUSTADEGUSTA 67

C e n t r i d a r i s c o p r i r e

pianti di risalita. I vari com-prensori distano l’uno dall’al-tro in media 25 km circa esono molto differenti tra loro,ognuno ha caratteristiche epeculiarità che lo contraddi-stinguono. Per orientarsi nel-la scelta è possibile utilizzarela “Ricerca aree sciistiche”che si trova nel sitowww.ortlerskiarena.com. Permette di individuare l’areaideale a seconda della zona disoggiorno, oppure in base altipo di vacanza desiderato.Si può scegliere ad esempio“Ski & Board” per conoscerele piste più ripide o più lunghe,quelle per carver, freerider oamanti del telemark; oppurecon “Nordic & Alpine” si indi-

viduano i tour più belli da farecon sci, racchette da neve ofondo. C’è poi la sezione de-dicata alla “Famiglia” e quelladel “Benessere” per vacanzeancora diverse. Due interessanti servizi danon perdere sono lo Skida-ting, che offre la possibilità diconoscere nuovi amici concui condividere la passionedello sci, semplicemente in-serendo la data e il luogo di ri-trovo nel sito oltre a qualcheinformazione personale perpresentarsi; e “Allarme nevefresca”, che permette di ri-cevere gratuitamente un smsquando una nuova nevicataavrà imbiancato il panoramadi almeno 20 cm.

gennaio 2011

Cultura e storia tra i comprensori

Dei 15 comprensori sciistici dell’Ortler Skiarena, uno si trova in Svizzera, è Minschuns. Pro-prio qui, in Val Müstair, gli amanti della storia e dell’arte trovano un gioiello: il Conven-to di San Giovanni, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si tratta di un’antica abbazia benedettina dedicata a San Giovanni Battista, fondata ver-so il 775 dal vescovo di Chur, fortemente voluta da Carlo Magno. Al suo interno si pos-sono ammirare gli affreschi medievali del IX secolo e quelli romanici del XII-XIII secolo.Da qui è possibile seguire il “Sentiero delle ore”, un percorso contemplativo di circa 7ore e arrivare fino all’Abbazia diMonte Maria, sopra Burgusio, nellaregione dell’Alta Venosta. Altro mo-nastero benedettino dalla strutturaimponente e maestosa e dal colorebianco che d’inverno si confonde colpanorama innevato. E poi ancora c’è la possibilità di visi-tare la Chiesa di San Benedetto aMalles, e il Museo Venostano a Slu-derno. Nella stessa regione vacanzasi trova una delle città più piccoled’Europa, Glorenza, gioiello medie-vale dell’Alto Adige. Abbazia di Monte Maria © Alta Venosta Vacanze

DEGUSTADEGUSTA68 gennaio 2011

Paradisidi confineTrascorrere una vacanza nella Valle Aurina, significa diventaretutt'uno con la natura in cui è immersa questa bellissima valle,uno tra gli angoli più affascinanti della Val Pusteria

Per gli amanti degli sportsulla neve, in Valle Auri-na si trovano due com-

prensori sciistici. L’area scii-stica di Klausberg (1.050-2.510m) si trova sul versante suddelle Alpi, al centro della Val-le Aurina. Gli impianti, permettono dirisalire comodamente gli oltre12 km di piste. Gli amanti del-lo snowboard si possono ci-mentare in salti acrobatici nelnuovo halfpipe, mentre i nu-merosi rifugi sono pronti adaccogliere tutti coloro che,stanchi dopo una giornata su-gli sci, vogliono trascorreredelle ore serene. Il mondo dei bambini “Klau-siland” offre assistenza e cor-si per bambini. A Monte Spico(950-2.400 m), oltre ai 12 chi-lometri di piste, si possono tro-vare scuole di sci alpino e nor-dico, piste appositamentecreate per lo slittino e calessitrainati da cavalli pronti a por-tare chi lo vuole alla scopertadel bianco paradiso della val-le. Due seggiovie portano di-rettamente nel cuore dell’areasciistica. Dalla cima poi ci sono nume-rose possibilità di discesa per

N u o v e d i s c i p l i n e

tutti livelli di preparazione,dalle tre piste nere di Mi-chlreis, Seenock e Sonnklar,fino alle più tranquille pisterosse e blu dove i dislivellisono minori. Un piccolo gran-de paradiso sia per gli aman-ti dell'escursionismo estivoche per gli appassionati degli

sport sulla neve. Oltre agli in-numerevoli itinerari escursio-nistici lungo i quali scoprire lealture con i loro splendidi al-peggi e le ospitali malghe, laValle Aurina vi offre anchel'occasione per praticare il raf-ting, il canyoning e il para-pendio.

Caldo inverno all’Alpenpalace

Un caldo inverno romantico nella fredda Valle Aurina, è laproposta dell’Alpenpalace Deluxe Hotel & Spa Resort*****di San Giovanni (BZ). Sono due le proposte, valide per tut-ta la stagione invernale, San Valentino compreso, che l’Al-penpalace rivolge alla coppia, entrambe di 4 giorni: un wee-kend lungo per ritrovare l’armonia e l’intimità che la vita ditutti i giorni, la routine, alle volte fa dimenticare. La vacanzainizia con un raffinato regalo di benvenuto, champagne, de-liziosi biscottini, praline e fiori in camera, e prosegue poi contrattamenti nella Spa, cene a lume di candela e viaggi in car-rozza. Se si predilige il wellness si può scegliere l’offerta Ro-manticismo puro, con trattamento per due nella Private Spacon bagno di vapore, peeling corpo, massaggio rilassantetotale corpo e benefico bagno aromatico. Per i buongustai niente di meglio del pacchetto Piacere deisensi, con aperitivo a base di champagne davanti al cami-no, menù degustativo di 7 portate accompagnato da vini al-toatesini, degustazione di vini, una bottiglia di vino comesouvenir.

DEGUSTADEGUSTA70 gennaio 2011

Un aglio rossoSi coltiva in Sicilia alle pendici di Erice ed è un prodotto salu-tare, oltre ad essere l’alimento principe per preparare le “busiate al pesto trapanese”.

Nell’antica credenza po-polare serviva per scac-ciare via i vampiri o al-

lontanare gli spiriti cattivi, orainvece è utilizzato, in una cor-retta e buona nutrizione, perprevenire gravi malattie. Sitratta dell’aglio, un alimentoda sempre usato in cucina perla preparazione di molti piat-ti e adesso, dimostrato a livelloscientifico, particolarmenteefficace nella prevenzione deitumori causati dalla nitro-sammine. Queste sono so-

stanze chimiche con grandepotenziale cancerogeno, pro-dotte dalla flora intestinalein presenza ad esempio di ni-triti, spesso utilizzate come ad-ditivi alimentari per conser-vare alcuni prodotti a base dicarne. L’aglio, con le sue so-stanze fitochimiche, contri-buisce ad impedire la forma-zione delle nitrosammine, ri-ducendo notevolmente il ri-schio di sviluppare il cancroallo stomaco e al polmoneprovocato dalla NKK, una ni-trosammina, appunto, pro-dotta dalla nicotina delle si-garette, durante la combu-stione del tabacco. Ma l’aglioè indicato per tenere bassi i va-lori della pressione arteriosaoltre ad essere un ortaggiomolto ricco di proteine, di vi-tamina C e di potassio. Infineè un buon antisettico per l’ap-parato respiratorio e per l’ap-parato digerente. Non a casoviene somministrato anche aicavalli, animali con intestinimolto delicati.In Sicilia la maggior produzio-ne di aglio avviene nel trapa-nese nelle campagne tra Pa-ceco, Marsala e Salemi, a ri-dosso delle saline di Trapani.

LUIGI IALUNA

Una veduta sul borgo medievaledi Erice, in provincia di Trapani

DEGUSTADEGUSTA 71gennaio 2011

In questi territori fertili e conil clima ideale si producel’Aglio rosso di Nubia. Prendeil nome da una contrada delcomune di Paceco a forte vo-cazione agricola dove da de-cenni si tramanda, da padre infiglio, l’antica tradizione di se-mina e raccolta per ottenereuno straordinario prodotto digrande qualità. Tra le tecniche di coltivazioneche permettono di raggiun-gere questo risultato vi è quel-la di far rotare i terreni agricoli,prevalentemente argillosi, perevitare un eccessivo sfrutta-mento e impoverimento. Queste caratteristiche e pe-culiarità legate al prodotto eal territorio hanno fatto si chevi sia in corso il riconosci-mento del marchio I.G.P. (In-dicazione Geografica Protet-ta), anche se è già diventatoun Presidio di Slow Food.Lunghe file parallele, tra lorodistanti circa 65 centimetri, ca-ratterizzano questi campi col-tivati. Nello sfondo lo scenariodelle isole Egadi, l’imponentemontagna di Erice e i mulini avento delle saline. Si seminatra dicembre e la metà delmese di febbraio, per poi es-sere raccolto maturo nei primigiorni del mese di giugno. La raccolta dei bulbi avviene odi notte o nelle primissimeore del giorno. Questa operazione permettedi conservare le foglie umidee poter consentire, successi-vamente, l’intreccio manualedelle piante per realizzare lelunghe trecce o trizze. I bulbitipici sono costituiti da 12 bul-

billi, con tuniche esterne bian-che, mentre quelle internesono di colore rosso, tipicodell’Aglio. La tradizione vuo-le che ogni treccia sia forma-ta da 100 bulbi, o teste d’ag-ghiu. Poi a seconda del dia-metro del bulbo, la treccia, otrizza, prende il nome di cuc-chia rossa (da 50 mm.), cor-rente (da 40 mm.), cucchi-scedda (da 30 mm.) o maz-zuneddo (20-25 mm.). In que-sta parte della Sicilia occi-dentale è abitudine tenerequeste trecce appese al-l’esterno delle case, non soloper scaramanzia, ma soprat-tutto per averle a portata dimano quando si prepara ilpesto alla trapanese. La ricettaclassica vuole che nel mortaiooltre all’aglio si pestino, tutto alcrudo, le mandorle, abbon-dante basilico, pomodorini, olioe sale. La pasta da utilizzare la“busiata” (un maccheroncinoattorcigliato), tipica del trapa-nese che si sposa perfetta-mente con il pesto.

La pasta “busiata” al pesto alla trapanese

DEGUSTADEGUSTA72 gennaio 2011

S o s t e d i g u s t o

Cosa vedereI luoghi da visitare in questaparte della Sicilia sono tanti: lecittà di Trapani, Erice e Mar-sala, i siti archeologici di Se-gesta e Selinunte, le isole Ega-di. Ma un sito davvero specialeè Mozia, una delle tre isolettedello Stagnone, accanto allesaline di Trapani e un tempo(VIII sec. a.C.) colonia fenicio-punica di cui rimangono im-portanti resti. Qui è possibile visitare uno deipiù bei musei archeologici del-la Sicilia, con oggetti e cimelidi rara bellezza. Ma soprat-tutto è possibile ammirare,al suo interno, la statua inmarmo del “Fanciullo”, rea-lizzata nel V secolo a.C., pre-ziosa testimonianza dell’epo-ca classica, rinvenuta a Mozia(Mothia) alla fine degli anni’70.Per info: Museo Archeologico(Villa Whitaker) – Tel. 0923-712598.

Dove mangiareIl giovane chef del ristoranteFior di Sale, Giovanni Meo,

con grande professionalità efantasia ama cucinare piatti abase di pesce fresco. Tra le novità proposte, tra i pri-mi da segnalare le busiate alpesto trapanese con aggiun-ta di gamberetti e ricci dimare. E’ collocato in una col-linetta in posizione panora-mica con vista sulle saline diTrapani e nello specchio dimare delle isole dello Sta-gnone e delle isole Egadi.Ristorante Fior di Sale, Con-trada Ettore Infersa, 36 - Mar-sala (TP) Tel. 0923 733198 - 3803471703

Dove dormireUna delle strutture turistichepiù caratteristiche di questoterritorio è sicuramente l’agri-turismo Duca di Castelmonte,della famiglia Curatolo fin daiprimi dell’800. Si tratta di un antico Baglio, (lemasserie siciliane), situato nel-le campagne attorno a Tra-pani, ben ristrutturato dove glioriginari granai, stalle e ma-gazzini sono stati trasformatiin accoglienti e confortevoliappartamentini. Tra le novità più piacevoli lecene collegiali tra tutti gliospiti, spesso stranieri, tuttiseduti nello stesso tavolocon lo stesso menù di piattirealizzati con i prodotti del-l’azienda. Una tradizione agri-cola riportata ai giorni nostriche dà l’occasione per socia-lizzare.Agriturismo Duca di Castel-monte, Via Salvatore Motisi,3 – Trapani, Fr. Di Xitta. Tel. 0923-526139

DEGUSTADEGUSTA 73gennaio 2011

S o s t e d i g u s t o

Piero e Arnaldo dell’Osteria Numero Sette

Osteria Numero Sette Via Andrea Costa, 7 Rastignano (BO)Tel. 051742017 Chiuso domenica sera e lunedì

Minestre d’autore al Numero SetteUna contemporanea osteria fuori porta dove l’ambiente e lecreazioni culinarie raccontano l’alleanza fra tradizione, slowfood e fantasia, condita da spunti letterari e molto savoir faire

L’Osteria Numero Sette èun progetto oltre che unsingolare luogo di risto-

ro. Dal ’96 al 2006 infatti PieroPompili e Arnaldo Laghi gesti-scono quella che molti ricorde-ranno con il nome del Mine-straio, un luogo di passaggio perchi da Bologna percorreva lastrada Nazionale Toscana, di-rezione Futa. Nell’abitato di Ra-stignano, equidistante dal Pon-te Savena ed il Ponte delle Oche,si trova l’osteria, oggi final-mente nella veste che Piero e Ar-naldo le hanno cucito addossodal 2006. La formula del Nu-mero Sette è apprezzata da unpubblico molto variegato - turi-sti di passaggio, bolognesi infuga dal centro cittadino, abi-tanti delle frazioni circostanti -che nella qualità delle materieprime - direttamente selezio-nate da presìdi Slow Food - e nel-l’originalità delle esecuzioni rea-lizza uno speciale connubio frail best of della tradizione emi-liana ed alcuni tocchi di stagio-nalità ovvero citazioni di una re-gionalità antica, come il fastosocavallo di battaglia del passatelloasciutto con ragù bianco, pino-li, uvetta e crema di parmigiano,dal sapore rinascimentale.

Arnaldo in cucina e Piero insala, non lesinano le occasioniper spiegare la loro passione perla lettura e il cibo, e per offrireun’esperienza piena ma convi-viale. Per questo Piero non ap-plica diritto di stappo a chi si por-ta una bottiglia da casa, e pro-pone un ambiente molto cura-to ma familiare con 40 copertidi cui 10 in giardino. I titoli dei ca-pitoli del libro Le relazioni culi-narie di Andrea Stoïkos sono sta-ti dipinti a mano su due tele ap-pese alla parete: sbirciando dauna cucina aperta svelano gliodori e i colori di una storiad’amore insolita.

GIULIA ENDEMINI

DEGUSTADEGUSTA74 gennaio 2011

Una sinfonia di vini eccellentiVisitare il territorio circostante il lago di Caldaro, in Alto Adige, ècome entrare in una cantina a cielo aperto, dato l’alto numero diproduttori, vitigni e vini offerti

In età moderna il vino hatrovato una quantità disuccedanei e di concor-

renti tanto che alla civiltàdella vite si è contrappostaspesso l’effimera, gassosarealtà delle bibite. Tutto questo, però, non suc-cede nel territorio attorno alLago di Caldaro. Qui la tradizione vinicolavanta una cultura millenariagrazie al terroir della zonache presenta una moltepli-cità di condizioni pedocli-matiche, con terreni ricchi diminerali ed un microclimatemperato che conferisconocaratteristiche di unicità agliappezzamenti vitati che cir-

condano il lago. Molto atti-va è l’Associazione Turisticache gestisce una cooperati-va chiamata wein.kalternche riunisce 59 aziende diCaldaro tra viticoltori, strut-ture ricettive, ristoranti edhotel, nata nel 1999 conl’obiettivo di valorizzare epromuovere questo splen-dido territorio, di cui il vinoe la cultura enologica rap-presentano il vero punto diforza. Immerso in uno scenario uni-co di ineguagliabile bellezza,che ben rappresenta il con-trasto alpino-mediterraneodi questo piccolo lembo diterra a sud delle Alpi, Cal-daro è una delle mete piùsuggestive dell’Alto Adige,famoso per l’omonimo lagodi origine alluvionale ali-mentato da alcune sorgentiche, grazie al suo microclimaventilato e mite, favorisce laproduzione di ottimi vini. Con i suoi 760 ettari di su-perficie vitata, Caldaro sicolloca sulla celebre “Wein-strasse”, la Strada del Vinodell’Alto Adige che, da Sa-lorno fino a Nalles, passandoper il Lago di Caldaro, si sno-

I n A l t o A d i g e

ANGELO LO RIZZO

Barricaia nella suggestiva cantina Erste+Neue

DEGUSTADEGUSTA 75

I n A l t o A d i g e

da lungo un percorso di 70km, meta ogni anno di ap-passionati enoturisti. Wein.kaltern è un vero pro-getto di marketing territo-riale che, molto di più di unsemplice marchio, rappre-senta oggi il simbolo del vil-laggio altoatesino che hafatto della qualità il propriotratto distintivo: non solonella produzione vitivinicola,ma anche nella cultura, l’ar-te, il paesaggio e l’architet-tura. Le ricchezze di Caldarosono un susseguirsi di splen-didi scenari naturali, tra i vi-gneti e le montagne ed è fa-cile andare alla scoperta deiluoghi di produzione del net-tare di Bacco con visite incantina e degustazioni. Ogni sosta una scoperta! Adesempio al Weincenter del-

la Cantina di Caldaro, all’in-gresso del paese, perfettasimbiosi tra il vecchio edifi-cio del 1911 e la nuova strut-tura che con ampi e lumino-si spazi è la vetrina ideale perla migliore produzione viti-

Il Podere Provinciale Cantina LaimburgLa Cantina Laimburg vanta unalunga tradizione vitivinicola. Neicomplessivi 40 ha si coltivano vi-tigni autoctoni come il Lagrein, ilGewürztraminer, il Kerner. Fa-mosa è la “Cantina nella roccia”,conosciuta in tutta Europa per lasua bellezza e visitata da politicie uomini di fama internazionale esede della Giunta Provinciale. I vinisono suddivisi in 2 linee stilistiche:“Vini del Podere”, tradizionali vini d’annata dal carattere varietale, e “Sele-zione Maniero”, vini dalla forte personalità, invecchiati in piccole botti i cuinomi ladini si ispirano alle leggende dolomitiche.

Da sinistra Kellermeister Urban Piccol-ruaz e il Dir. Enologo Klaus Platter

gennaio 2011

vinicola locale; o alla vicinaCooperativa Erste+Neue, co-nosciuta anche col nome ita-liano di “Prima e Nuova”che produce vini equilibratie di qualità; e ancora la nonlontana Tenuta Manincor,dove viene applicata la col-tivazione biodinamica. Ovun-que è possibile degustare,ed acquistare, eccellenti vinicome il Pinot Bianco, il Mo-scato Giallo, il Sauvignon, oil Gewurztraminer per nonparlare poi del Merlot e delLagrein, solo per citare al-cuni dei tanti grandi vini pre-senti. E’ un piacere carpire l’odoredella terra e delle vigne, ine-briarsi dei loro profumi edassaporarli lentamente, la-sciando che il palato colga

tutte le sfumature. Natural-mente la cultura dell’eno-turismo va a braccetto con lacultura dell’accoglienza esono numerosi gli hotel, lepensioni, gli agriturismi chesi affiancano alle cantine,tutti nel rispetto dell’am-biente e della tutela del pae-saggio: un modo di guarda-re al futuro che passa ancheper il vino, motore capace dicreare nuove occasioni eco-nomiche e turistiche. Ci piace concludere questebrevi note con una massimadi Johann Wolfgang vonGoethe: “la vita è troppobreve per bere del vino cat-tivo”. Ma in tutta la zona del Lagodi Caldaro non si corre cer-tamente questo rischio!

DEGUSTADEGUSTA 77gennaio 2011

C u c i n e l o c a l i

A Sorrento una pausa sfiziosaTra il profumo degli agrumi e la brezza di mare, la trattoria dellaFamiglia Miccio a Sorrento rappresenta un angolo di autentica ebuona cucina partenopea

Era qualche anno chenon tornavo a Sorren-to. E appena percorsa

la Via degli Aranci, così chia-mata perchè tutta addob-bata, in ogni lato, da piantedi aranci e mandarini dai co-lori forti e dal profumo in-confondibile, ecco nella cur-va che scende a mare la sto-rica trattoria-pizzeria Mic-cio di Enrico, papà Mario esoprattutto di Nonna Anna.L’accoglienza è davvero spe-ciale perchè entrare dai Mic-cio di Sorrento significa ri-trovarsi in famiglia. SpessoEnrico e Mario si siedono altuo stesso tavolo e comin-ciano a scambiare qualcheparola sulla vita e sulla buo-na cucina. Di là, in cucina,nonna Anna è pronta a cu-cinare al momento, questa èuna particolarità importantedi questa trattoria, il megliodelle prelibatezze del gour-met sorrentino e napoleta-no. La sua cucina semplice eraffinata allo stesso tempo,pronta a soddisfare ogni pa-lato. Prepara personalmen-te piatti succulenti della tra-dizione tipica partenopea.Da nonna Anna, inoltre, c’è

la vera pizza napoletana cheverrà accompagnata, insie-me agli altri piatti da ottimivini. Noi abbiamo scelto unfreschissimo antipasto dimare a base di cozze, von-gole, gamberi locali e un po-lipo prelibato. Poi i famosignocchi alla sorrentina fattia mano da nonna Anna e in-fine, una gligliata di pesceappena pescato. Il tutto in-naffiato da due vini moltoparticolari: un Falanghinabianco e un fruttato e piùcorposo Aglianico dl Vulture,rosso.

MICHELE PETROCELLI

Trattoria MiccioVia degli Aranci 36/38Sorrento Tel. 081-8781223

DEGUSTADEGUSTA78 gennaio 2011

Il cardo gobbo di Nizza MonferratoUn prodotto tipico di quest’area del Piemonte è il cardo gobbo,presidio Slow Food sostenuto dalla provincia d’Asti e dal Co-mune di Nizza Monferrato

Il cardo (Cinara carduncu-lus) è un ortaggio inver-nale appartenente alla fa-

miglia dei carciofi.La sua parte commestibile èil gambo, il gusto è simile aquello del carciofo. È un or-taggio difficile da coltivare,

quindi la sua produzione è li-mitata e ciò impedisce unamaggiore commercializza-zione. Il cardo gobbo di Nizza Mon-ferrato prende il nome dallasua forma caratteristica, èinfatti ricurvo su se stesso. Sidiffonde a partire dal Nove-cento nell’astigiano, nell’areadella Valle Belbo, tra NizzaMonferrato, Incisa Scapacci-no e Castelnuovo Belbo, dovetrova le condizioni ideali perla sua coltivazione, grazie aiterreni sabbiosi e alluvionali.La varietà Spadone è la piùpregiata e tradizionale, tuttele operazioni sono manuali enon è previsto nessun ferti-lizzante chimico. L’ortaggio raggiunge un’al-tezza di circa 80 cm con fogliepiuttosto larghe con nerva-tura bianca. La semina si ef-fettua in tarda primaveramentre in settembre i “car-daroli” procedono conun’operazione laboriosa edelicata, grazie alla quale ilcardo in fase di raccolta ri-sulterà imbiancato e quindipiù dolce e tenero. Le piante infatti, già alte, ven-gono raccolte a ciuffo e cur-

I n P i e m o n t e

Il cardo gobbo fresco

ANNA BECCACCINI

I n P i e m o n t e

vate con cura in un solco la-terale, avendo cura che leradici non vengano danneg-giate, ed il tutto è ricopertoda uno strato di terra. Questa tecnica protegge ilcardo dalle gelate, infatti igiorni d’interramento e lostrato di terra aumentanocol diminuire delle tempera-ture da settembre a novem-bre. La raccolta avviene ma-nualmente in ottobre. Il prodotto finale è di colorebianco, data la perdita diclorofilla e le coste sonopoco fibrose, quindi croc-canti e dolci.Se consumato a crudo, il car-do va pulito con cura dai fila-menti ed immerso in acqua elimone per evitare che di-venti scuro; se cotto, duran-te la bollitura devono essereaggiunte alcune gocce di li-mone per evitare che diven-ti di colore bluastro.

La coltivazione del cardo gob-bo è di gran prestigio: si pra-tica ai piedi delle colline dovecrescono ottime uve dallequali si ricavano vini cono-sciuti in tutto il mondo. Il clima autunnale nebbioso efreddo della zona di produ-zione, a cavallo tra il Pie-monte e la Francia, rende icardi teneri, dunque adattianche al consumo a crudo.Solo i cardi di ottima qualità,come quelli gobbi, si possonomangiare crudi, gli altri vannosottoposti a cottura anchepiuttosto prolungata (30-60minuti). Il cardo si sposa ottimamen-te con la bagna cauda, tipicasalsa calda piemontese a basedi acciughe, burro e aglio. Il“Cardo Gobbo di Nizza Mon-ferrato” è un Presidio SlowFood sostenuto dalla Provin-cia di Asti e dal Comune diNizza Monferrato.

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DEGUSTADEGUSTA80 gennaio 2011

Un cuore di peperoneIl Monferrato è una terra affascinante e ricca di storia. Il suo terri-torio alterna zone collinari completamente coltivate a viti, indi-menticabile il rosso dei suoi vigneti, a zone coperte da fitto bosco

Oltre ai boschi e alle collinecoltivate a viti si trovanozone abitate o disseminate

da cascinali che sorgono accanto a valli remote. È inuna di queste zone che sorge il Comune di Caprigliod’Asti in cui viene prodotto un peperone speciale, dal-le origini antiche, selezionato e coltivato da oltre duesecoli, tramandato di generazione in generazione da-

A s p a s s o n e l M o n f e r r a t o

DEGUSTADEGUSTA 81gennaio 2011

gli agricoltori locali. Si trattadi una varietà di peperonemolto arcaica originata daun incrocio naturale tra anti-che cultivar di piccole di-mensioni e altre di dimensio-ni ben più grandi provenien-ti dal cuneese. La raccoltaavviene dalla fine di agostofino ad ottobre. Consistentee carnoso, di forma piccola,triangolare o a cuore, similead un pomodoro, il “Pepero-ne di Capriglio” si caratteriz-za per l’elevato spessore delpericarpo, ciò lo rende adat-to alla conservazione sottoaceto e “sotto raspa”. La ca-ratteristica lavorazione del“peperone sotto raspa” èmolto semplice e consistenel lavare i peperoni prece-dentemente scelti, lasciarliall’aperto per una settimana

ed inserirli successivamentein damigiane, immersi in unasoluzione composta di aceto,acqua bollente e sale, conl’aggiunta di acido salicilicocome conservante. La boccadella damigiana verrà chiusacon vinacce derivate dallatorchiatura del vino Barberalocale, che avviene nello stes-so periodo della maturazionedei peperoni. Il periodo diconservazione prima del con-sumo è di 40-60 giorni. A Ca-priglio sono in pochi gli agri-coltori decisi a portare avan-ti la tradizione di coltivare ilsingolare peperone. Lo fannoautoriproducendo i semi emantenendo così il patrimo-nio genetico, tramandato ne-gli anni. Oggi con l’avvio delPresidio i coltivatori si sonoriuniti in una associazione,

coltivano secondo tradizioneseguendo i principi dell’agri-coltura biologica. È la sig.raRaffaella Firpo, referente deiproduttori del Presidio e pro-prietaria dell’Azienda agricola“Cascina Piola”, a descrivermile proprietà del gustoso or-taggio. Presso la “Cascina Pio-la” (in via Fontana 2, FrazioneSerra, Capriglio. Tel. 0141 997

447) oltre agli ottimi peperonipreparati come da tradizione,si potranno assaggiare frutta everdura biologici, vere ed au-tentiche golosità. Chi volessepernottare presso l’accoglientestruttura risalente a fine ‘800,potrà farlo prenotando condebito anticipo. Sono solo dueinfatti le deliziose camere adisposizione. (A.B.)

11°- Non avrai altro raviolo all'infuori di me

DEGUSTADEGUSTA 83gennaio 2011

Un giorno al museoA Ferrara con ChardinAl Palazzo Diamanti di Ferrara troviamo una mostra di un gran-de pittore del ‘700 francese, Jean-Baptise-Simèon Chardin. Eglinacque a Parigi nel 1699 in una famiglia di artigiani. Inizialmen-te studiò la pittura di storia ma in seguito si convertì alle natu-re morte e alle scene di genere. Egli osservava direttamente lanatura e da questo sguardo attento nascevano le sue nature mor-te, con una particolare attenzione alla resa della materia, al cro-matismo e alla luce. Intorno agli anni trenta del ‘700 l’artista ini-ziò a concepire composizioni con figure umane. Ri-traeva scene di vita della media borghesia, giovani du-rante momenti di svago, cogliendo la realtà di attimidella vita quotidiana in una dimensione silente esenza tempo. Nella mostra di Ferrara Chardin, il pit-tore del silenzio, organizzata in collaborazione col Mu-seo del Prado e curata da Pierre Rosenberg, massimoesperto dell’artista, troviamo nature morte e scene digenere grazie alle quali riusciamo ad avere un’idea glo-bale della produzione e della vita artistica di Chardin.

Il ritorno di DalìDopo circa 50 anni Dalì ritorna a Milano, a Palazzo Reale, dovenel 1954 si realizzò una personale dell’artista. Salvador Dalì nac-que nel 1904 a Figueres, in Catalogna. Nella sua formazione ar-tistica fu fondamentale la figura di De Chirico, dal quale trassela struttura “a palcoscenico” presente nelle sue opere: Dalì riu-sciva infatti a creare una dimensione che era luogo adatto ad ogniapparizione. Con la mostra Salvador Dalì, il sogno si avvicina, cu-rata da Vincenzo Trione, si dà una particolare attenzioneal tema del paesaggio e al legame dell’artista con esso. L’esposizione è composta da quattro sezioni, tre diesse hanno come fulcro il paesaggio inteso in modi dif-ferenti, dove le opere dell’artista sono suddivise se-condo un percorso ragionato volto a mettere in lucei diversi aspetti della sua personalità e della sua ope-ra. L’ultima sezione è invece dedicata al rapporto traDalì e Walt Disney ed è inoltre presente un loro cor-tometraggio mai proiettato in Italia.

Dove: Palazzo Reale, MilanoQuando: dal 22 settembre 2010 al 30 gennaio 2011Per informazioni:www.mostradali.it

“Idilio atomico e uranico melanconico”, 1945Foto © Madrid Museo Nacional Reina Sofia © Siae 2010

di Rita Borsari

Dove: Palazzo Diamanti, FerraraQuando: dal 17 ottobre2010 al 30 gennaio 2011Per informazioni:www.palazzodiamanti.it

Jean Siméon Chardin “Il paniere di fragole di bosco”,1761 - Foto © RMN / René-Gabriel Ojéda

DEGUSTADEGUSTA84 gennaio 2011

DegustiBoora anche onlineLa Provincia di Bologna oggi viaggia on line con il portalewww.degustibo.it. Le eccellenze bolognesi proposte da risto-ranti, agriturismi e botteghe alimentari, così sono anche garan-tite!

La crisi impone di ottimiz-zare le risorse e la Provin-cia di Bologna, per comu-

nicare con il territorio, lancia“DegustiBo”. Così, con il soste-gno della Fondazione Carisbo,l’assessorato all’Agricoltura hariunito on line 84 aziende/uten-ti enogastronomiche/agroali-mentari: 18 agriturismi, 23 ri-storanti, 11 botteghe, 10 forni, 8negozi di pasta fresca, 4 ga-stronomie, 7 macellerie e 3 or-tofrutta (e inserito 117 ricette del-la tradizione bolognese e il pa-niere dei prodotti tipici). Unacommissione presieduta dalprof. Massimo Montanari (sto-rico dell’alimentazione del-l’Università di Bologna) verificatii requisiti delle aziende ne attri-buisce il “bollino rosso del Km.zero” che le garantisce “bolo-gnesi al 100%”. L’utilizzatore diwww.degustibo.it, dal suo com-

puter, ha la possibilità (previa re-gistrazione) di effettuare se-gnalazioni e ricevere comuni-cazioni (presto anche in linguainglese). Tutto ciò presentato al-l’agriturismo La Roverella diZola Predosa da Gabriella Mon-tera, con il sindaco Stefano Fio-rini, Ercole Borasio della Fon-dazione Carisbo e consiglieredella Società Prosementi SpA,Gianluca Cristoni, Camera diCommercio di Bologna e Fran-ca Marulli, promozione e valo-rizzazione del territorio dellaProvincia (e specialista del sitoDegustiBo con Roberta Gior-getti). Moderatore, il nostroeditore Gianluigi Veronesi. LaMontera ha spiegato che il pro-getto è nato per lo sviluppo ditutta la filiera e per aiutare ilmondo agricolo a fare reddito.E ha concluso: “In una fase de-licata come l’attuale bisognamettere da parte gli individua-lismi per fare sinergia su agroa-limentare e turismo e Degusti-Bo offre una grande opportu-nità”. In conclusione dibattitocon il pubblico e buffet “ga-rantito bolognese” dalla genti-le padrona di casa, Maria Bor-tolotti (anche lei in Degusti-Bo!). (G.L.)

Il tavolo dei relatori alla conferenza stampa, tra gli altri

Gabrielle Montera, assessore all’agricoltura della provincia diBologna. Moderatore Gianluigi

Veronesi, direttore Degusta

DEGUSTADEGUSTA86 gennaio 2011

17 gennaio: Pesto Genovese DayLa 4° edizione della Giornata Internazionale delle Cucine Italiane,avrà quest’anno come protagonista il pesto alla genovese au-tentico, anche per celebrare a tavola i 150 anni dell’unità d’Italia

Il 17 gennaio 2011 il pesto allagenovese autentico saràprotagonista, insieme a

cuochi, ristoratori e food lo-ver, per difendere la cucina ita-liana nel mondo e celebrare atavola i 150 anni dell’unitàd’Italia. L’evento è promossodal network itchefs-GVCI(www.itchefs-gvci.com), ol-tre 1200 cuochi e culinary pro-fessional che lavorano in 70paesi del mondo. Si tratta diuna mobilitazione di base perdire no ai taroccamenti a cui lacucina italiana e i prodotti ali-mentari made in Italy sonosottoposti in tutto il mondo.Lo scorso anno la ola, allaquale parteciparono circa1000 cuochi in 60 paesi, fu fat-ta con la Tagliatella al ragù bo-lognese che, al pari del Pestogenovese, è uno dei piatti piùcontraffatti nel mondo.“L’appello ad aderire alla IDICè rivolto a tutti: a qualunquecuoco o ristoratore di cucinaitaliana, a qualunque latitudi-ne, o a chiunque semplice-mente ami la cucina italiana oil mangiare bene” queste leparole di Mario Caramella,executive chef a Bali (Indo-nesia) e Presidente GVCI.

L’edizione 2011 della IDIC saràlanciata a New York City condue giornate di grandi eventi(12 e 13 gennaio) in collabora-zione con l’Italian CulinaryAcademy di Cesare Casella,leader di itchefs-GVCI negliUSA. Talentuosi chef da tuttoil mondo, capeggiati da Mas-similano Alajmo, tre stelle Mi-chelin, si ritroveranno nellaGrande Mela per un’antepri-ma della IDIC, riservata a me-dia e operatori del settore.Alajmo cucinerà il Gala Dinnerper l’assegnazione degli ItalianCuisine Worldwide Awards,gli Oscar dell’enogastrono-mia italiana nel mondo. Il 13 gennaio in contempora-nea con il lancio della IDIC cisarà un collegamento videocon Genova da un lato, dovesi terrà un evento per il lancioin Italia, e con Singapore dal-l’altro, dove si terrà una ma-nifestazione gemella al Risto-rante Forlino dove cucineràMassimo Bottura, due stelleMichelin e numero 6 nellaclassifica dei 50 miglior risto-ranti del mondo. (A.B.)Il programma completo deglieventi su www.itchefs-gvci.com

C u l t u r a d i g a s t r o n o m i a

DEGUSTADEGUSTA 87gennaio 2011

Palcoscenici gustosi

Chef a Teatro, evento rea-lizzato con il patrociniodel Comune di Longiano,

della Provincia di Forlì-Cesena, diAPT Servizi Emilia Romagna edel Touring Club del Territoriodella Romagna è un progetto in-novativo concepito con l’obiet-tivo di unire l’arte della gastro-nomia con l’intrattenimento piùpuro. Già alla prima uscita ha fat-to registrare importanti riscon-tri di pubblico. Fattori del suc-cesso sono stati la determina-zione di Francesco Fichera eLuca Comandini, ideatori ed or-ganizzatori dell’evento, la fre-schezza del format che ha im-pegnato gli chef anche in proveda attori, la spassosa ironia diFede e Tinto, presentatori diDecanter, l’immenso Andy Luot-to a metà tra il presidente di giu-ria e spalla comica di ogni chef,le personalità del Miglior Som-melier del Mondo Luca Gardinie del Presidente AIS RomagnaGiancarlo Mondini, e natural-mente l’estro culinario di alcunitra i più rinomati chef d’Italia pro-venienti dai migliori ristoranti del-l’Emilia Romagna. La giuria,composta da esperti giornalistie critici gastronomici, ha pre-miato come vincitore Raffaele

Liuzzi, dell’omonima Locanda aCattolica, che con un’autenticamagia riesce a sbaragliare l’ag-guerritissima concorrenza. Malo spettacolo non si è conclusoa Teatro. Grande protagonistadelle serate di Chef a Teatro è sta-to l’eclettico ristorante Shaktidi Francesco Fichera, che hamesso a disposizione i suoi for-nelli per i virtuosismi di due“guest star” di fama internazio-nale: gli chef Carlo Cracco e Mar-co Bistarelli. Contemporanea-mente la Sala San Girolamo,complesso attiguo al teatro, èstata un’occasione per degu-stare i migliori vini dell’EmiliaRomagna e i più prelibati prodottitipici offerti dalle aziende agricolee vitivinicole del territorio. (M.B.)

L’enogastronomia cambia palcoscenico, dalla cucina al teatro. Ilteatro Petrella, piccolo gioiello artistico immerso nell’esclusivacornice collinare di Longiano, ha ospitato la prima edizione diChef a Teatro

Nella foto da sinistra: Pia D’Aloja vice Sindaco di Lon-giano, Stefano Pascucci Sindacodi Longiano, Raffaele Liuzzi eFrancesco Fichera

DEGUSTADEGUSTA88 gennaio 2011

I Ristoranti della PastaIn occasione del 39° Congresso Nazionale dell’Unione Italiana Ri-storatori, è stato presentato il progetto di collaborazione con la2ª edizione di PastaTrend (Bologna 2-5 aprile 2011)

Iprotagonisti del Grande Sa-lone della Pasta, che tornaalla Fiera di Bologna per

una seconda edizione, piùgrande e ricca, saranno i ri-storanti, luoghi indiscussi perla preparazione e la divulga-zione di primi piatti di qualità.In particolare la U.I.R. - Unio-ne Italiana Ristoratori - par-teciperà a PastaTrend con isuoi associati, a titolo di am-basciatori della cucina della pa-sta italiana. I “Ristoranti cheamano la pasta” avranno ilsimbolo PastaTrend sul sitodedicato all’evento, nonchésulle guide della ristorazionedi qualità ed indicherannonome e regione del produt-tore accanto ai piatti inseritinella “carta della pasta”. La“pastasciutta” è alimentosano, economico e piace atutti, anche all’estero, in par-

ticolare negli USA e in Brasile,paese al terzo posto tra i mag-giori consumatori e che haospitato il 25 ottobre scorso,a Rio de Janeiro, la 13ª edizio-ne della Giornata Mondialedella Pasta. Lì, i nutrizionistihanno rivalutato la pasta, inquanto carboidrato di qualitàe con un ruolo decisivo inun’alimentazione bilanciata.In Italia ne consumiamo 1,5 mi-lioni di tonnellate l’anno e nedeteniamo il primato pro-ca-pite, come anche per la pro-duzione e l’esportazione. Imigliori cuochi, inevitabil-mente, sono gli italiani, checon la loro creatività valoriz-zano al massimo ogni tipo dipasta (e non solo...) infattiun nuovo team di chef asso-ciati U.I.R. “Chef for Events”dal 2011 si farà promotore intutto il mondo della “cucina diprodotto”, attraverso nuovieventi, manifestazioni e showcooking in partnership conCONAD ed il suo brand “Sa-pori & Dintorni”, con il patro-cinio del Ministero delle Poli-tiche Agricole e con il coin-volgimento di numerose Isti-tuzioni e valenti produttorinazionali.

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Imprese in default per macro area geografica (valori %)Questo è il rischio crediti oggi in Italia nel suosettore. Forse non sa che esistono società conequipe di professionisti che hanno messo apunto strumenti per anticipare e prevenire ipossibili problemi.

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Analisi di bilancio in 7 steps

Iprimi tre steps riguardanol’analisi finanziaria e la solidi-tà aziendale calcolata sull’in-

debitamento in relazione al fat-turato. Ecco gli ultimi 4 punti:4) Come l’azienda incassa epaga? Attraverso il bilancio, si de-vono calcolare i giorni medi di in-casso facendo il rapporto credi-ti verso clienti 365/ricavi e i gior-ni medi di pagamento con il rap-porto debiti verso fornitori365/acquisti+spese generali. Igiorni medi di incasso inferiori aquelli di pagamento rappresen-tano una situazione favorevolealla società e viceversa.5) L’azienda produce profitto?Per capirlo bisogna verificare seil Risultato operativo è maggio-re di 0. Nel caso contrario, non

vengono generati profitti.6) Gli oneri finanziari sono un pro-blema? Questo si evince rap-portando gli oneri finanziari/fat-turato. Se il risultato è maggioredi 7 molto negativo; da 5 a 7 ne-gativo; da 3 a 5 nella norma; se in-feriore a 3 ottimo.7) L’azienda è in grado di auto fi-nanziarsi? Ciò si deduce dal CASH-FLOW (Risultato d’esercizio +ammortamenti). Se è inferiore a0 è negativo, quando questi siapositivo va rapportato alle di-mensioni aziendali e al fabbiso-gno aziendale in termini di fi-nanziamento.

Questo, in breve, è un metodoper districarsi nel bilancio di qual-siasi azienda.

Sul numero Degusta di dicembre abbiamo affrontato i primitre step per analizzare il bilancio, oggi affronteremo insiemegli ultimi quattro

Il Dott. Fabio Adelgardiex Credit Manager di pri-mario gruppo industrialereggiano, poi divenutoconsulente per LINCE SPAprima e CERVED GROUPdopo la fusione che ha in-teressato LINCE SPA eCERVED SPA creando ilpiù importante gruppodel settore nel panora-ma italiano.

Il Sig. Vincenzo Serenoda tre anni in LINCE/CER-VED GROUP e già conside-rato come punto di riferi-mento in materia per lasua attività di consulenza.

Nuovi colori per le stoviglie Le CreusetUn nuovo colore avvolgente, di tendenza e che darà un tocco in più a tutte le cucine, arri-va infatti la linea di stoviglie Cassis firmata da Le Creuset. L’effetto è assicurato.

Boomerang WokVi presentiamo una novità assoluta

nel campo degli utensili da cucina: sichiama Boomerang Wok perché ilcibo mosso con una paletta torna

indietro nel wok, come il boomerangdegli aborigeni australiani.

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DEGUSTADEGUSTA90 gennaio 2011

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DEGUSTADEGUSTA 91gennaio 2011

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DEGUSTADEGUSTA92 gennaio 2011

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GENNAIO 2011

05/01 Sacile (PN)PanevinInfo: Ass.Pro Sacile 0434 72273

06/01 Pettorano sul Gizio (AQ)49ª Sagra della PolentaInfo: Pro Loco 0864 487004

06-09/01 Custoza (VI)11ª Festa del Broccoletto di CustozaInfo: Pro Loco 045 6337116

14-16/01 Preganziol (TV)40ª Mostra del Radicchio Rosso di Treviso Info: Pro Loco 0422 33163315-16/01 San Mauro Pascoli (FC)6ª Festa de Bagoin ma la ToraInfo: Assoc.Torre 0541 932027

16/01 Breganze (VI)Prima del Torcolato 2011Info: Consorzio Strada delTorcolato 0445 300595

16/01 Sermoneta (LT)Sagra della PolentaInfo: Comune 0773 30426

16-21/01 La Villa (BZ)Chef’s Cup Sudtirol 2011Info: Consorzio TuristicoAlta Badia 0471 847037

16 e 23/01 Creazzo (VI)12ª Sagra del Broccolo FiolaroInfo: Pro Loco 0444 523285

19-20/01 Bologna (BO)So Fresh! – 7ª Marca Info: BolognaFiere 051 282111

21-23/01 Genova (GE)Cibio – Fiera del GustoInfo: 392 4471610

22-26/01 Lyon (Francia)Sirha – Salone della Ristorazionee dell’Ind.Alberghiera MondialeInfo: GL Events 0033 4 78176271

24-26/01 Montpellier (Francia)Millésime Bio 2011Info: 0033 4 9906084

28-30/01 Forlì (FC)8° Sapeur – Fiera del ProdottoTipico di QualitàInfo: Romagna Fiere 0543

28/01-06/02 Dosson di Casier (TV)25ª Festa del Radicchio Rosso di DossonInfo: Ass. Produttori 0422 382402

29-30/01 Breda di Piave (TV)Sagra del BaldonInfo: Pro Loco 0422 600706

29-30/01 Settimo Rottaro (TO9ª Sagra del Salam ‘d PatataInfo: Comune 0125 720153

30/01-01/02 Milano (MI)7ª Identità GoloseInfo: Magenta srl 02 48011841

30/01-01/02 Angers (Francia)Salon des Vins de LoireInfo : Angers Expo 0033 2 41934040

30/01-02/02 Colonia (Germania)ISM 2011 – The Future of SweetsInfo: Fiera 0049 180 5204220

DEGUSTADEGUSTA 93gennaio 2011

IInn vveettrriinnaa

Dal 22 al 26 gennaio, Rimini (RN)32° Sigep: Salone Internazionale Gelateria, Pasticceria ePanificazione ArtigianaliInfo: Rimini Fiera 0541 744220Giunta alla 32ª edizione, questa manife-stazione si conferma la più importante almondo nel settore della gelateria artigia-nale e come vetrina europea primaria deldolciario artigianale, consolidando il suo po-sizionamento anche nel settore della pa-nificazione artigianale. In rassegna, tutte lenovità quanto a materie prime e ingredienticomposti, impianti e attrezzature, arre-damento e servizi per gelateria, pasticce-ria e panificazione artigianali. Sezioni te-matiche, concorsi internazionali e cam-pionati, dimostrazioni, corsi e seminari diaggiornamento, esposizioni, concorrono afarne un unico grande evento. Inoltre Sigep2011 mette il caffè sul trono, Around Coffeeinfatti è il nuovo evento, all’interno dell’Areadedicata a Espresso and Hot Drink,cheesalta il caffè valorizzando la cultura dellapreparazione e della presentazione. Pro-dotti, tecnologie, show: il mix è uno stra-ordinario strumento a disposizione deglioperatori per coinvolgere il cliente connuove proposte.

Dal 30 gennaio al 2 febbraio, Riva delGarda (TN)35ª ExpoRiva HotelInfo: Riva d/G. Fiere 0464 570132La 35ª edizione di Expo Riva Hotel, ap-puntamento storico e irrinunciabileper il settore dell’hotellerie e della ri-storazione,si presenta completamen-te rinnovata e divisa per la prima vol-ta in quattro grandi aree tematiche:Contract & Design, Benessere Hotel,Eco Hotel e Food & Beverage. In particolare, la sezione ExpoRivaFood & Beverage punterà l’attenzionesulle proposte del bere e del mangia-re fuori casa e sulle novità su come cu-cinarle. Un unico filo conduttore at-traverso tre padiglioni espositivi de-dicati ai prodotti alimentari, alle gran-di attrezzature da cucina ed alle be-vande. Novità dello scorso anno, cheviene riproposta anche per l’edizione2011 in questa area della manifesta-zione, è “SOLOLIO – mostra dell’ec-cellenza olearia italiana” con degu-stazioni gratuite, laboratori enoga-stronomici, incontri e con la “Selezionenaso d’Italia”, in vista del Campiona-to Italiano dell’Olfatto.

DEGUSTADEGUSTA94 gennaio 2011

TUTTO WEEKEND

FEBBRAIO 2011

03-06/02 Roma (Roma)2ª AgriExpoInfo: Fiera Roma 06 65074200

04-06/02 Monsumano Terme (PT)CioccolositàInfo: Comune 0572 9590

04-13/02 Firenze (FI)7ª Fiera del Cioccolato ArtigianaleInfo: Cioccolato Fiere Srl 055 414 497

06/02 Casale di Albino (BG)22ª Sagra dei biligoccInfo: Valle del Lujo 035 770727

06-13/02 Agrigento (AG)66ª Sagra del Mandorlo in Fiore56ª Festival Internazionale del FolkloreInfo: Comune 0922.20207

11-13/02 Montichiari (BS)83ª Fiera AgricolaZootecnica ItalianaInfo: Centro Fiera 030 961148

11-14/02 Terni (TR)CioccolentinoInfo: Comune 0744 423047

16-19/02 Norimberga (Germania)BioFach 2011Info: Fiera 0049 9 118606

17-20/02 Cannes (Francia)33ª Intern. Wine & SpiritsBusiness ConventionInfo: Adhesion Group 0033 1 41 86 41 55

18-20/02 Ancona (AN)5° VinolitechInfo: Fiera 071 58971

18-20/02 Norcia (PG)48ª Nero NorciaInfo: Comune 0743 824952

19-22/02 Rimini (RN)2° Sapore Tasting ExperienceInfo: Rimini Fiera SpA 0541 744267

20/02 Acqualagna (PU)28ª Fiera Regionale delTartufo Nero PregiatoInfo: Comune 0721 79671

25-27/02 Forlì (FC)5ª NaturalExpoInfo: Romagna Fiere 0543 777410

25-27/02 Napoli (NA)3°AgrosudInfo: Mostra Oltremare 081 2580367

27/02-02/03 Montichiari (BS)24° Aliment&AttrezzatureInfo: Centro Fiera 030 961148

27/02-02/03 Dubai (Emirati Arabi Uniti)Gulfood Info: Dubai World Trade Centre00971 4 3321000

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Dal 28 al 30 gennaio, Perugia (PG)4ª Acquavite ItaliaInfo: 075 394162Questa manifestazione, che si svolge al-l'interno della storica Rocca Paolina nel cen-tro di Perugia, festeggia il suo quartocompleanno, affermandosi come l'indi-scussa vetrina nazionale dell'eccellenzadei distillati, dove la qualità e la varietà del-le acquaviti è offerta nel suo splendore agliaddetti al settore enogastronomico ed agliappassionati che, visitandola, troverannodelle vere rarità. La Grappa é la regina del-l’evento, ma sono presenti anche le ac-quaviti di frutta, d'uva, brandy e tuttiquei distillati, nazionali ed internazionali,che appartengono al vivere quotidiano.Unocchio di riguardo é volto, come sempre,al consumo consapevole di super alcolici.Infatti, non é consentito degustare, ac-quistare e partecipare a nessuna delle at-tività previste durante la manifestazione,ai giovani che non abbiano raggiunto lamaggiore età.

Dal 21al 23 gennaio, Brentonico (TN)XIVª GolosaneveInfo: APT Rovereto 0464 430363Golosaneve è un percorso enogastro-nomico con le ciaspole nelle malghe erifugi dell’Altopiano di Brentonico. Questa quattordicesima edizione pro-pone un itinerario inedito nell’am-biente naturale del Monte Baldo edella riserva botanica di Bes-CornaPiana con arrivo e partenza dal PassoSan Valentino. Ancora una volta le tracce di una sto-ria antica, delle malghe incastonatenelle praterie e i pendii del MonteBaldo si integrano e si mescolano coni prodotti e i sapori del patrimonio tra-dizionale. Alla ricerca di queste tradizioni edalla scoperta di sapori rurali e genui-ni, Golosaneve è un appuntamento danon perdere per tutti gli appassiona-ti di passeggiate ed escursioni con le“ciaspole”.

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DEGUSTADEGUSTA96 gennaio 2011

SCELTI PER VOI

AgriturismoANTICO SPLENDORE Cesiomaggiore (BL) • Tel 0439.42259

Area dolomitica nella Val Canzoi, vicinaa Feltre e a Pedavena, Busche, Mas Se-dico, S.Giustina. Nei pressi il FiumePiave, oltre a zone umide, al museo sto-rico della Bicicletta; attivi meravigliosisentieri verdi.

•Park, TV sat, Tel, internet-point, sala tv,lettura, svago e riunioni, pavimento ri-scaldato.

Prezzo € 45Prezzo riservato Club Degusta € 40

ACamere e colazione in villaVILLA BOLZONELLOCornuda (TV) • Tel/fax 0423.821063

Strada dei vini Montello e Colli Asolani,da visitare il Bosco Fagaré, siamo nell’area del fiume Brenta - Bacchiglione, edel fiume Piave; comuni vicini di Mon-tebelluna e Asolo.

•Park, TV, Tel, sala lettura, sala riunioni,

Prezzo € 35Prezzo riservato Club Degusta € 33

SCHLANK SCHLEMMERHOTEL KÜRSCHNER Tel. 0 (043) 4715/ 2590 (Carinzia) Austria

Un relais nella campagna della Carinzia,vero e proprio paradiso del relax dal pa-norama idilliaco sulle Dolomiti.

•Giardino privato con piscina riscaldatae nuova sala fitness e wellness con trat-tamenti alla vinoterapia.

Country Hotel e AgriturismoANTICO PODERE PROPANOTel 0175.479091 - Saluzzo (CN)

Il territorio Saluzzese va dalle mon-tagne del Monviso alle fertili pianuredel Po ed offre la possibilità di sva-riati itinerari storici, naturalistici e ga-stronomici.

•Corte colonica adibita ad abitazione.Camere spaziose ed allegre con tele-fono, collegamento internet e tv; al-l’esterno un giardino attrezzato.

Trattoria e camereGIANNI FRANZIVernazza (SP). - Tel 0187 821003

In Piazza Marconi a Vernazza, si trovala Trattoria Gianni Franzi. Il segretodella sua notorietà sta nei piatti a basedi pesce secondo le antiche ricette li-guri. Possibilità di soggiorno.Le prime camere furono ricavate conla supervisione di Aldo Trionfo, colla-boratore di Luchino Visconti.

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DEGUSTADEGUSTA 97gennaio 2011

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Le spiagge meravigliose della Sardegnanord-orientale, scorci indimenticabili dimare ed angoli suggestivi nell’entro-terra. Luogo di relax nella natura ma apochi km da centri turistici e culturalid’interesse.

•Appartamenti di nuova costruzione af-fittabili tutto il periodo dell’anno persoggiorni di vacanza. http://sardegnavacanze.fotoblog.it

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Il castello di Settimo Vittone sorge suun altopiano roccioso e fu costruito inpietra verso la metà del XII secolo. Si ac-cede al castello dalla strada che sale dalborgo fino a piazza Conte Rinaldo.

•Accoglienza famigliare, una ricca cola-zione e rilassanti passeggiate all’ariaaperta, sui sentieri della via Francigenasaranno la nostra ospitalità.

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Immerso nel verde a 20 minuti dal cen-tro storico di Bologna. Ideale per chiviaggia in auto, confortevole per chivuole concedersi un tranquillo riposodopo una giornata di lavoro o un lungoviaggio.

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DEGUSTADEGUSTA98 gennaio 2011

Editore e Amministratore Delegato Gianluigi Veronesi

[email protected]

Direttore responsabileGianfranco Leonardi

Responsabile di redazioneAnnalisa Borsari

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RedazioneMatteo Bergamaschi

Amministrazione - AbbonamentiDaniela Turrini

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Servizi video - fotograficiFrancesco Valletta

Progetto graficoRan Studio (Forlì)

StampaGrafiche MDM - Forlì

CollaboranoLorenzo Frassoldati, Luca Gardini,

Gabriele Cremonini, Umberto Faedi, Attilio Scotti, Luigi Ialuna, Piero Valdiserra, Mara Musante,

Michele Petrocelli. Riccardo Lagorio, Matteo Bergamaschi

In questo numeroElizabeth Ganley-Roper, Rita Borsari, Elisa Galante

DEGUSTADEGUSTA

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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Numero ROC: 9559

La Rivista del Gusto e del Turismo Enogastronomico

Gianluigi VeronesiDirettore e A.D.

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In redazione:

IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO ETICO

DEGUSTA® è una rivista progettata in un for-mato intelligente che incontra sempre più ilfavore dei suoi abbonati. Rispetto al prece-dente formato A4 la veste attuale evita lospreco del 50% di carta, salvaguardando leforeste e la natura e dando un contributoreale alle tante campagne contro il disbosca-mento e la tutela degli ecotipi. Ma non ètutto. Infatti si utilizza la metà del colore distampa tutelando l’ambiente e garantendo,sia agli abbonati sia agli inserzionisti pubbli-citari, un costo sempre contenuto e conve-niente. Da ormai 6 anni il costo dell’abbona-mento non è aumentato e i costi pubblicitariper gli inserzionisti sono i più bassi del mer-cato. DEGUSTA® non ingombra, non occupaspazio sulle vostre scrivanie e nelle vostre li-brerie e una volta smaltito occupa la metàdegli spazi occupati (a spese del contri-buente) dalla maggior parte degli altri pe-riodici. Contribuiamo intelligentemente alnostro progresso nell’interesse di tutti e peril bene di chi verrà dopo di noi, senza mai di-menticare di garantirvi un atteggiamentoetico e un risparmio vero dalla nascita dellarivista sino al suo smaltimento.

I tipi DEGUSTAChi vuole conoscere più approfonditamente il mondodell’enogastronomiaI golosi, amanti della buona tavola • Chi non si fida delle voci “di corridoio”

Chi prepara sfiziosi manicaretti,ma vorrebbe sempre qualcosa di nuovoChi desidera stupire i propri amici con novità e scoop• Chi non sa mai che vino mettere in ta-vola• Chi è sempre in vacanza, e non sa più dove andare• Chi non va mai in vacanza, e sa-rebbemeglio che ci andasse• Chi pensa che l’enogastronomia sia solo “mangiare e bere”

• Chi pensa che una bella rivista abbia anche dei contenuti interessanti • Chi vuol sapere tuttele date e le località per le sagre….

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