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La partecipazione a Reggio Emilia Analisi delle esperienze e definizione di criteri guida per la realizzazione dei processi partecipativi a Reggio Emilia DIRE DIRE FARE FARE PARTECIPARE PARTECIPARE Comune di Reggio Emilia Area Pianificazione Strategica Servizio Decentramento, Partecipazione e Processi deliberativi Reggio Emilia città delle persone

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La partecipazionea Reggio Emilia

Analisi delle esperienze e defi nizione di criteri guida

per la realizzazione dei processipartecipativi a Reggio Emilia

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PARTECIPARE PARTECIPARE

Comune di Reggio EmiliaArea Pianificazione Strategica

Servizio Decentramento, Partecipazionee Processi deliberativi

Reggio Emiliacittàdelle persone

Documento a cura del Servizio Decentramento, Partecipazionee Processi deliberativi (Uffi cio “ReggioSostenibile”)

- Roberto Montagnani (Dirigente Servizio)- Susanna Ferrari (Responsabile Uffi cio)- Lisa Baricchi- Paola De Grazia- Mara Torreggiani- Claudia Viappiani

Documento realizzato nel periodo 2006-2008 e stampato nel gennaio 2009

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INDICE

Premessa ........................................................................................... pag. 5

Il progetto “Riordino delle politiche di partecipazione e delle modalità

di gestione dei processi” ....................................................................... pag. 7

Il documento ...................................................................................... pag. 9

1. Condivisione e confronto interno ........................................................ pag. 11

2. Analisi dei principali processi partecipativi realizzati .............................. pag. 13

2.1 Le principali metodologie utilizzate ................................................... pag. 13

2.2 Analisi degli stakeholder.................................................................. pag. 18

2.3 Analisi delle istanze emerse ............................................................. pag. 23

2.4 Le schede dei principali processi realizzati ......................................... pag. 32

3. Criteri guida per i processi partecipativi .............................................. pag. 73

3.1 I risultati dell’analisi ....................................................................... pag. 73

3.2 La proposta di criteri guida: la direttiva ............................................. pag. 77

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PREMESSA

Nell’ultimo decennio il Comune di Reggio Emilia ha avviato numerosi processi partecipativi per coinvolgere i suoi cittadini e le varie organizzazioni operanti sul territorio nei processi decisionali. L’avvio di tali processi si è reso sempre più necessario per una serie di motivi: la crisi della democrazia rappresentativa che spinge a ripensare i meccanismi di relazione sociale, civile e politica tra cittadini e tra cittadini e istituzioni; la consapevolezza che alcune politiche possono essere realizzate concretamente solo attraverso il contributo attivo dei cittadini; il diffondersi di pratiche di mobilitazione della comunità locale che, attraverso la costituzione di comitati spontanei e l’organizzazione di proteste, si pongono in maniera ostile verso progetti di interesse generale percepiti come “minacciosi”.

Il Comune di Reggio Emilia è stato tra i primi enti locali italiani ad avviare, nel 1999, insieme alla Provincia, un processo di Agenda 21 Locale a scala territoriale. Ha esteso poi questa esperienza anche in ambito scolastico attivando percorsi di “Agenda 21 a scuola”, sia alle elementari che alle superiori sul tema della mobilità casa-scuola, e a scala di quartiere avviando processi di “Agenda 21 di quartiere” nella 7^ Circoscrizione e in Centro Storico.

Successivamente, a partire dal 2004, sono stati realizzati numerosi percorsi di progettazione partecipata inerenti programmi di riqualifi cazione urbana o aree verdi pubbliche inserite in Piani Particolareggiati.

Negli ultimi anni le esperienze di processi partecipativi strutturati si sono estese ulteriormente nell’ambito di piani strategici quali il Piano Urbano della Mobilità e il Piano Strutturale Comunale che sono stati accompagnati da percorsi di ascolto e dialogo con i cittadini.

Altre esperienze signifi cative di partecipazione realizzate negli ultimi anni dal Comune di Reggio Emilia sono state il Piano Giovani Partecipato, il Piano Sociale di Zona, la sperimentazione del Bilancio Partecipativo nella 8^ Circoscrizione e la recente esperienza del “patto per la convivenza” in zona Stazione.

Il ventaglio di esperienze realizzate è stato quindi molto ampio e diversifi cato. Come tutti i percorsi innovativi e sperimentali queste esperienze hanno mostrato luci ed ombre. Sicuramente tutte hanno portato un valore aggiunto in termini di contributi specifi ci alla progettazione e realizzazione di opere, di crescita della cultura della partecipazione, di confronto strutturato, di ascolto e dialogo tra punti di vista diversi. A tali aspetti positivi si associano tuttavia anche delle criticità. In tutti i processi è stato infatti molto diffi cile intercettare in modo uniforme le varie categorie di stakeholder: infatti alcune categorie non hanno voluto partecipare per delegittimare il processo e/o perché preferivano tavoli bilaterali con l’Amministrazione. Spesso poi l’Amministrazione ha avviato i processi senza rifl ettere suffi cientemente sul necessario processo di inclusione delle istanze emerse dai processi partecipativi nelle politiche e nei programmi dell’Ente. Il processo partecipativo è stato quindi visto come un elemento “esterno”, realizzato più per informare i cittadini o per limitarne il dissenso piuttosto che per condividere veramente le scelte. Dal punto di vista più tecnico inoltre è mancata quasi sempre l’importantissima fase del monitoraggio e della rendicontazione sull’attuazione delle azioni/progetti nate dai percorsi partecipativi. Tutte queste considerazioni possono portare alla facile conclusione che i processi partecipativi “siano serviti a poco”.

In realtà noi crediamo che ciò non sia affatto vero per cui, a dieci anni dall’avvio delle prime esperienze, abbiamo sentito l’esigenza di analizzare in modo strutturato le principali esperienze di partecipazione realizzate per interrogarci su come far sì che i processi partecipativi “servano di più”, su come ottimizzarne i risultati. Tale rifl essione ha riguardato

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non solo gli aspetti più tecnici dei processi ma anche i presupposti di carattere politico portando a rifl ettere su quali debbano essere le condizioni indispensabili per poter avviare e condurre in modo ottimale un percorso di partecipazione.

Questo documento è il frutto del lavoro di analisi e rifl essione tecnica condotto dal Servizio Decentramento, Partecipazione e Processi Partecipativi – Uffi cio “ReggioSostenibile”. Si è trattato di un lavoro lungo e indubbiamente diffi cile, di analisi delle esperienze principali fatte ma soprattutto di “riordino delle idee” sul complesso tema della democrazia partecipativa e del suo rapporto con la democrazia deliberativa.

Il percorso di lavoro ci ha portato alla fi ne non solo a formulare proposte operative relative alla gestione dei processi partecipativi, ma soprattutto a defi nire principi e criteri generali su cui poter fondare i processi partecipativi che l’Ente deciderà di avviare permettendo così un vero “riordino” della politica della partecipazione del Comune di Reggio Emilia.

Roberto Montagnani Dirigente del Servizio Decentramento Partecipazione e Processi Deliberativi del Comune di Reggio Emilia

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IL PROGETTO “RIORDINO DELLE POLITICHE DI PARTECIPAZIONE E DELLE MODALITÀ DI GESTIONE DEI PROCESSI”

Dopo circa dieci anni di esperienze partecipative di vario genere, da processi di tipo strategico (quali ad esempio le esperienze di Agenda 21 Locale) a processi tematico-settoriali (ad esempio le esperienze di urbanistica partecipata), l’Amministrazione ha deciso di intraprendere un percorso interno all’Ente volto a fare il punto sulle esperienze fatte, analizzandole in una visione d’insieme e mettendone a fuoco i punti di forza e di debolezza per giungere infi ne ad una rifl essione, sia tecnica che politica, in grado di portare ad un “riordino” delle politiche di partecipazione e delle modalità di gestione dei processi. Tutto ciò al fi ne di rendere sempre più la partecipazione uno strumento per la governance e per il buon governo della città.

Tale volontà si è tradotta in un progetto, avviato nel 2006, con l’obiettivo ambizioso di giungere alla defi nizione della “politica della partecipazione” del Comune di Reggio Emilia attraverso l’elaborazione di una serie di indirizzi e “criteri guida” a cui fare riferimento e da applicare ogni qualvolta si vuole coinvolgere i cittadini attraverso un percorso strutturato.

Ovviamente tale lavoro è partito da un’analisi attenta delle principali esperienze già realizzate (in particolar modo di quelle direttamente seguite dall’Uffi cio ReggioSostenibile), delle metodologie utilizzate, degli stakeholder coinvolti, nonché delle principali istanze emerse. E’ stato poi indispensabile realizzare un percorso di confronto politico e tecnico interno all’Ente sul tema della partecipazione, percorso realizzato principalmente attraverso incontri specifi ci con i dirigenti, i presidenti di Circoscrizione e interviste agli amministratori.

Tutto ciò ha permesso di giungere a defi nire una serie di regole, di principi da tenere presenti prima di avviare un processo partecipativo e durante il suo svolgimento. Tali principi sono contenuti nella “Direttiva della Giunta comunale sull’attivazione e gestione dei processi partecipativi del Comune di Reggio Emilia” approvata il 15 ottobre 2008.

Questo percorso si è svolto in diverse fasi di lavoro, riportate nel seguente schema.

FASE 1CONDIVISIONE

FASE 2ANALISI PROCESSI

FASE 3RIFLESSIONE POLITICA

FASE 4PRINCIPI E CRITERI GUIDA

FASE 5DIRETTIVA PARTECIPAZIONE

• Condivisione del progetto all’interno dell’Ente• Confronto sulle esperienze già realizzate

Analisi dei principali processi partecipativi realizzati

Riflessione politica sulla partecipazione e rilevazione esigenze dei vari assessorati

Elaborazione di indirizzi e criteri guida per i processi

partecipativi

Approvazione in giunta di una direttiva sulla partecipazione

OBIETTIVI ATTIVITÀ

• Workshop direzione d’area• Direttivo presidenti di circoscrizione

• Analisi metodologie• Analisi stakeholder• Analisi istanze emerse e stato di attuazione• Realizzazione schede di analisi dei principali processi partecipativi realizzati

• Interviste agli assessori

• Predisposizione tecnica dei principi e delle regole per i processi partecipativi

• Elaborazione direttiva sulla partecipazione

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IL DOCUMENTO

Il presente documento è articolato in 3 sezioni che riportano i principali risultati emersi dalle varie fasi in cui si è sviluppato il progetto “Riordino delle politiche di partecipazione e delle modalità di gestione dei processi”.

1. Condivisione e confronto internoTale sezione contiene una sintesi della prima fase del progetto inerente un primo confronto e una prima rifl essione con i dirigenti dell’Area Pianifi cazione Strategica sulla partecipazione e sulle esperienze di processi partecipativi realizzate.

2. Analisi dei principali processi partecipativi realizzatiQuesta ampia sezione contiene un’analisi di dettaglio di alcuni dei principali processi partecipativi realizzati dal Comune di Reggio Emilia (in particolar modo di quelli seguiti direttamente dall’Uffi cio ReggioSostenibile). Tale sezione contiene:- un approfondimento sulle metodologie e le tecniche adottate;- un’analisi degli stakeholder; - un’analisi delle istanze emerse (con una loro riclassifi cazione in base alle Linee Strategiche in cui si articola il Piano di lavoro dell’Area Pianifi cazione Strategica e lo stato

di attuazione);- le schede di sintesi dei principali processi realizzati, contenenti una breve descrizione del

processo ed un’analisi tecnica dello stesso.

3. Criteri guida per i processi partecipativiTale sezione contiene i risultati del complesso lavoro di analisi e confronto realizzato. In particolare essa riporta una tabella di analisi comparata dei principali punti di forza e di debolezza dei vari processi e il testo integrale della direttiva approvata dalla Giunta Comunale contenente i principi e le regole della partecipazione per poter avviare e realizzare “con successo” un processo partecipativo.

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1. CONDIVISIONE E CONFRONTO INTERNO

La prima fase del progetto ha visto la sua condivisione all’interno dell’Ente. A tal fi ne nel mese di marzo 2006 è stato organizzato un apposito workshop di direzione d’area all’interno del quale è stato presentato a tutti i dirigenti dell’Area Pianifi cazione Strategica del Comune il progetto di “riordino delle politiche della partecipazione” con l’obiettivo di defi nire insieme il percorso di lavoro e, al tempo stesso, condividere obiettivi e modalità di lavoro. L’occasione dell’incontro ha permesso inoltre di effettuare un primo confronto e una prima rifl essione con i dirigenti sulle loro esperienze di processi partecipativi e verifi care il livello di sensibilità e maturazione di tali temi all’interno della struttura.

All’interno del workshop dopo una breve presentazione della prima bozza di progetto è stata rivolta ai dirigenti una serie di domande chiave al fi ne di avviare il confronto e strutturare la discussione:

- Quali processi partecipativi avete attuato? - In base alla vostra esperienza quali criticità e quali suggerimenti?- Quando è importante secondo voi attivare processi partecipativi?- Quali prospettive di processi partecipati per il 2006-2007?

Di seguito si riportano due tabelle: la prima contiene una sintesi dei contributi dati dai dirigenti, la seconda riporta le risposte alle stesse domande date, in una seconda battuta, dall’Uffi cio ReggioSostenibile che da diversi anni cura e realizza i principali processi partecipativi dell’Ente.

Workshop di direzione dell’Area Strategica sui processi partecipativi attuatiLe risposte dei dirigenti

CRITICITA’ – SUGGERIMENTI• Deve esserci il mandato politico iniziale• Distinguere processi partecipativi “veri” a quelli volti solo alla costruzione del consenso

Processi “faticosi” (richiedono molto lavoro e risorse) ma utili•Distinguere processi progettuali da quelli di condivisione di obiettivi/strategie•Chi partecipa deve rappresentare, deve essere portatore di interessi multipli e non solo il singolo cittadino •con solo i suoi interessi personaliOpportuno l’affi damento della facilitazione dei processi a soggetti esterni più ”neutri”•Criticità: scarsa presenza politica …. Processi non suffi cientemente legittimati politicamente•Solo se strettamente necessari e non in presenza di forti tensioni•Nella realtà dei processi … o vengono i cittadini o le associazioni di rappresentanza•Spesso nei processi passati si è data l’idea ai partecipanti che …… possono chiedere di tutto all’Ente•Processi partecipativi esclusivi … per scelta! Nessun processo partecipativo è stato attuato nell’area cultura •… ma una serie di iniziative per l’ascolto attraverso dibattiti pubblici aperti ai cittadiniProblema politico di coordinamento dei vari Piani•processi che fanno capo ad assessorati diversi•Le scuole sono troppo sollecitate da richieste di collaborazione e partecipazione•Occorre capire meglio quanto esce dai vari percorsi in atto•Diffi coltà: dare continuità ai processi per attuare le richieste •Diffi coltà: integrare le indicazioni contenute nei diversi piani in riferimento alle politiche per i giovani (Piano •Giovani, PSZ, Consulta giovani ...)Importante la partecipazione “interna”•Manca il riconoscimento del Piano Sociale di Zona all’interno dell’Ente•Le indicazioni che scaturiscono dai processi non sempre sono facilmente traducibili in azioni•Occorre tenere conto dei vari livelli e momenti decisionali ed integrarli •Occorre meglio comunicare il lavoro del PSZ anche agli altri attori coinvolti dalle azioni messe in campo•In alcuni casi è diffi cile arrivare ad una sintesi delle varie posizioni contrapposte•Il processo del PSZ è molto complesso e problematico•

In sintesi: I processi partecipativi, pur nella loro onerosità, sono molto importanti ma va particolarmente presidiata la "coerenza" tra tutti quelli avviati (spesso i partecipanti sono gli stessi...e sembrano smarrirsi tra tutti i tavoli, gruppi ecc. avviati dal Comune); siamo consapevoli che gli esiti sono lenti, e che l'importante è la massima attenzione al processo più ancora che al prodotto....

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QUANDO ATTIVARE PROCESSI PARTECIPATIVI?Quando c’è bisogno!•Subito!•Quando è assolutamente necessario!•

• All'inizio della progettazione e non per giustifi care scelte già fatte• Mai … siamo per i processi esclusivi!• Quando ce n’è bisogno veramente • Attivare processi sul tema dell’immigrazione è molto importante in quanto più diffi cile fare sentire la voce

degli immigrati

Le risposte dell’Uffi cio “ReggioSostenibile”

CRITICITA’ - SUGGERIMENTI

I RISULTATI POSITIVIDi processoAg 21 (locale e di quartiere): adesioni elevate e alta partecipazione attiva di alcuni attori •Ag 21 (locale e di quartiere): piani di azione di “qualità”•Ag 21 (locale): passaggio rapido alla fase di defi nizione dei piani operativi•Processi vari: attivazione di progetti in partnership e numerosi progetti collegati•

Di coinvolgimento degli stakeholderEducazione” alla partecipazione•Maggiore consapevolezza della complessità dei problemi e delle soluzioni •Creazione di una maggiore co-responsabilità•Costruzione di nuove “alleanze” e partnership tra gli attori •

Per l’enteL’esperienza del processo di Ag 21 ha rappresentato una “svolta” importante (culturale,gestionale,•strategia):ha introdotto la cultura dei processi partecipati nell’Ente Pubblico •ha costituito la prima esperienza pratica dei principi spesso auspicati ma raramente applicati della •partecipazione attiva, del coinvolgimento responsabile, del confronto, della negoziazione, della condivisione delle informazioniha accelerato il passaggio ad una visione intersettoriale dei problemi e delle soluzioni•ha permesso di iniziare a “pensare” ad una strategia globale ed integrata dell’Amministrazione rispetto alle •tematiche di sviluppo sostenibileha consentito di trovare idee, soluzioni, e sviluppare azioni in modo partecipato e condiviso su temi •specifi ci ha iniziato a fare comprendere che processi condivisi sono più lunghi ma più effi caci nel lungo termine •

In particolare i processi di quartiere o di progettazione partecipata hanno permesso di:•migliorare l’ascolto e il dialogo tra residenti, Circoscrizione e Comune sulle problematiche del quartiere;•superare le fasi di confl itto e stallo •defi nire soluzioni/progetti condivisi per la qualità e vivibilità dei quartieri•avere una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini delle scelte fatte, della complessità delle •implicazioni tecniche, degli interessi diversi, nonché delle responsabilità condiviseavviare esperienze concrete di innovazione nei processi decisionali (governance).•

I LIMITITempi lunghi •Complessità della gestione organizzativa (impegno elevato del personale interno)•Partecipazione attiva “limitata” a fronte di un’alta adesione formale•Discontinuità dell’impegno e dell’entusiasmo da parte dei partecipanti•Confl ittualità e diffi denza di alcune categorie di attori•Scarsa partecipazione/coinvolgimento di alcuni attori importanti: scuole, università, amministratori, forze •politiche, media, funzionari e dirigenti degli Enti pubblici, associazioni categoria, associazioni ambientalisteIniziative “confi nate” spesso nelle competenze dell’Assessorato Ambiente o alle competenze dei singoli •assessoratiScarso coinvolgimento della “città” nei processi (limiti della comunicazione)•Scarsa integrazione e recepimento degli obiettivi e delle azioni indicate dai processi negli strumenti di •programmazione e gestione dell’EnteDiffi coltà a completare la realizzazione delle azioni•

QUANDO ATTIVARE PROCESSI PARTECIPATIVI?I processi partecipativi devono essere l’eccezione e non la regola•Quando:•- si ha bisogno degli altri- c’è un confl itto potenzialeSolo se c’è:•- volontà politica condivisa - chiarezza su obiettivi, garanzie e “paletti”- garanzia di inclusione all’interno del processo decisionale dell’ente e negli strumenti gestionali e operativi

dei singoli servizi

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2. ANALISI DEI PRINCIPALI PROCESSI PARTECIPATIVI REALIZZATI

2.1 Le principali metodologie utilizzate

Questo capitolo contiene un breve approfondimento sulle principali metodologie e sulle tecniche adottate per gestire i processi partecipativi realizzati dal Comune di Reggio Emilia; tali metodologie sono state scelte, di volta in volta, in base alle caratteristiche del processo partecipativo da attuare, agli obiettivi che si intendevano raggiungere nonché agli indirizzi metodologici proposti a livello internazionale ed europeo e alla volontà di sperimentazione dell’Ente.

Occorre sottolineare che la necessità di favorire la partecipazione attiva e strutturata dei cittadini nei processi decisionali e nell’attuazione delle scelte che ne scaturiscono approda fortemente sulla scena internazionale a partire dalla Conferenza Mondiale dell’ONU su Ambiente e Sviluppo tenutasi nel 1992 a Rio de Janeiro. Durante tale conferenza 180 Governi di tutto il mondo, fra cui l’Italia, hanno sottoscritto il documento di indirizzo strategico denominato Agenda 21, contenente gli intenti e gli obiettivi programmatici su ambiente, economia e società con specifi co riferimento alla necessità di avviare “processi partecipati in ambito locale per giungere ad un consenso tra tutti i settori e attori della comunità per elaborare Piani di Azione Locali” al fi ne di dare concreta attuazione agli obiettivi espressi a Rio de Janeiro nell’ottica del “pensare globalmente e agire localmente”.

Partendo quindi dalle esperienze di processi partecipativi nell’ambito delle Agende 21 Locali maturate dal 2000 dal nostro Ente, hanno successivamente avuto impulso altre esperienze di partecipazione su temi specifi ci, favorite sia dall’introduzione nella normativa di settore di tale approccio inclusivo nei percorsi di redazione di Piani (quali ad esempio il Piano Sociale di Zona, il PSC, ecc…) sia da un progressivo incremento dei confl itti a livello locale, nonché della diffi coltà della loro gestione attraverso gli strumenti tradizionali della democrazia rappresentativa.

Il metodoLa gestione dei processi partecipativi realizzati a Reggio Emilia ha seguito in gran parte

le modalità e le indicazioni metodologiche proposte a livello internazionale per i processi di Agenda 21 Locale.

I punti fermi di tale metodologia sono fondamentalmente i seguenti:• individuazione e coinvolgimento di tutti i portatori di interesse rilevanti per un

determinato processo;• strutturazione del percorso in varie fasi;• presenza di un facilitatore;• verbalizzazione e reportistica degli incontri e del processo;• presentazione pubblica dei risultati.

I processi partecipativi realizzati a Reggio Emilia hanno avuto soprattutto l’obiettivo di analizzare alcuni temi coinvolgendo il più ampio numero di portatori di interesse al fi ne di confrontare i vari punti di vista, di giungere a soluzioni condivise e di stimolare la corresponsabilità nell’attuazione delle azioni proposte.

I processi sono stati strutturati per lo più, soprattutto nelle prime esperienze, in modo da ottenere non solo un semplice ascolto ma una partecipazione propositiva e attiva per il raggiungimento di risultati concreti, in base al seguente schema:1.analisi dello stato di fatto con particolare riferimento all’individuazione dei problemi (fase

di analisi);2.elaborazione delle possibili soluzioni per tali problemi, con l’individuazione di obiettivi e

azioni di miglioramento (fase del Piano d’Azione);

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3. individuazione dei responsabili dell’attuazione delle varie azioni e realizzazione delle stesse (fase di attuazione).

Per lo svolgimento dei processi partecipativi, spesso i portatori di interesse si sono costituiti in “Forum”, articolati in sottogruppi di lavoro tematici, all’interno dei quali gli stakeholder si sono confrontati tra di loro e con i rappresentanti dell’Amministrazione.

I Forum, nelle esperienze maturate a Reggio Emilia, sono stati spesso coordinati da un facilitatore con il ruolo di favorire e guidare la discussione in modo strutturato ed equilibrato, eventualmente con il supporto di esperti.

Seguendo quindi la logica dei processi di Agenda 21, il lavoro compiuto dai portatori di interesse, suddivisi nei gruppi tematici, è stato fi nalizzato alla defi nizione per ciascun tema affrontato: • dell’analisi dello stato di fatto; • degli obiettivi di miglioramento; • delle priorità e azioni da attuare; • dei tempi e degli attori responsabili delle azioni da realizzare.

I risultati dei processi partecipativi sono stati quasi sempre sintetizzati in documenti fi nali (denominati “Piani d’Azione” o “Report fi nali”) sottoposti alla valutazione generale del Forum e/o della cittadinanza in incontri pubblici di presentazione, realizzati al termine di ogni processo.

Questi report, elaborati al termine dei vari processi partecipativi attivati dal Comune di Reggio Emilia, sono documenti di riferimento sia per gli amministratori locali promotori del processo (per defi nire le politiche ed i progetti da mettere in campo) sia per gli stakeholder che hanno partecipato alla defi nizione dei report stessi.

Una fase molto importante dei processi partecipativi strutturati, prevista anche nei processi di Agenda 21 Locale, è lo svolgimento periodico di momenti di verifi ca e di monitoraggio delle azioni in corso. Tale fase però nelle esperienze di Reggio Emilia spesso non è stata realizzata o comunque è stata “trascurata”. Nella maggior parte dei casi infatti i processi sono stati “interrotti” dopo l’elaborazione del Piano d’azione e non sono seguiti alcun monitoraggio e alcuna rendicontazione, almeno secondo schemi strutturati.

Le tecnichePer la gestione dei processi partecipativi si possono utilizzare strumenti e tecniche

differenti, selezionando quelli maggiormente adatti al processo da realizzare (in base a fi nalità, risultati da raggiungere, caratteristiche degli stakeholder, …).

Di seguito si illustrano alcune delle principali tecniche sperimentate dal Comune di Reggio Emilia nelle varie esperienze di partecipazione realizzate.

L’EASW (European Awareness Scenario Workshop)

L’avvio uffi ciale del processo di Agenda 21 a Reggio Emilia è stato preceduto da una lunga fase preparatoria che ha visto anche lo svolgimento di un “Workshop di simulazione (EASW)”, svoltosi a Reggio Emilia il 24 marzo 2000.

L’EASW appartiene alle tecniche basate sulla costruzione di scenari. Esse si propongono di favorire rifl essioni strutturate sulle evoluzioni future di un contesto – ambientale, urbano, sociale, ecc... – da parte dei principali attori che lo compongono. La costruzione di scenari dà vita ad un dialogo che ha per oggetto il futuro, in cui gli interessi particolari e le contrapposizioni immediate perdono almeno un po’ del loro rilievo. Attraverso il confronto tra i tecnici e i cittadini si avvia un processo di apprendimento reciproco che contribuisce a generare nuove soluzioni e ipotesi alternative.

Obiettivo generale di un Workshop EASW è identifi care e chiarire le differenti combinazioni di tecnologia, politica pubblica e azioni promosse da privati e dalla società per creare una vita urbana sostenibile nei prossimi decenni.

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I Focus Group

Molti processi partecipativi realizzati dall’Ente (Agenda 21 Locale, Centro Storico, Circoscrizione 7^, PRU del Compagnoni, PRU di Ospizio e Parco delle Acque Chiare, il Piano della Mobilità, il Piano Giovani Partecipato, il Piano Strutturale Comunale e la Reggia di Rivalta) sono stati strutturati, prevalentemente o in parte, attraverso Focus Group tematici.

Il Focus Group appartiene alle tecniche dell’ascolto attivo e consiste in un piccolo gruppo di persone (generalmente da 4 a 12) che discute su uno specifi co tema. Si ricorre a questa tecnica quando si ha la necessità di mettere a fuoco (da qui il nome Focus Group) un fenomeno o indagare in profondità su uno specifi co argomento. Gli stakeholder sono selezionati con attenzione in modo da poter contribuire, da diversi punti di vista, alla focalizzazione della questione.

Il confronto all’interno dei Focus Group è condotto da un facilitatore che gestisce la discussione e stimola l’interazione tra i partecipanti. Nelle esperienze realizzate dal Comune di Reggio Emilia la discussione è stata impostata in modo strutturato: approccio orientato al risultato; rispetto delle diversità di opinione; condivisione delle decisioni/proposte; approccio intersettoriale (implicazioni ambientali, sociali ed economiche); rispetto dei tempi e dell’agenda dei lavori previsti; equilibrio numerico e di settore; concisione e rilevanza degli interventi. Tutte le informazioni emerse nel corso degli incontri sono state riportate in un verbale (che consiste per lo più in una sintesi della discussione) che viene distribuito a tutti i partecipanti.

Questa tecnica di ascolto attivo è molto fl essibile ed è adatta ad affrontare qualsiasi tema oggetto di confronto, per questo motivo è stata utilizzata per la maggior parte dei processi partecipativi attuati dal Comune di Reggio Emilia.

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Le Camminate di Quartiere

Un’altra tecnica di ascolto attivo sono le Camminate di Quartiere, utilizzate nell’“Agenda 21 di Quartiere - Circoscrizione 7^” e nel processo di “Urbanistica partecipata sul Parco delle Acque Chiare”. La tecnica si basa sul fatto che progettisti, urbanisti e altri specialisti di solito lavorano prevalentemente su carte e dati mentre ci sono molti aspetti che solo chi vive in un luogo conosce e che gli specialisti non possono cogliere. La Camminata di Quartiere è quindi un metodo che aiuta a superare questo ostacolo. Consiste in una (o più) passeggiate per il quartiere, in cui piccoli gruppi di residenti (da 10 a 30) guidano i professionisti in un giro per l’area interessata e/o, viceversa, i tecnici illustrano aspetti specifi ci agli abitanti. Mentre il gruppo cammina si incrociano osservazioni, domande, apprezzamenti, desideri, in modo libero e rilassato, e si raccolgono impressioni, stralci di storia del quartiere, problemi, esperienze, ricordi. La Camminata di solito fi nisce in un luogo di riunione nel quale viene offerto un piccolo rinfresco ed è l’occasione per continuare la conversazione, per scambiarsi le impressioni e fi ssare alcuni punti.

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L’OST (Open Space Technology)

Per terminare l’analisi delle principali tecniche adottate dal Comune di Reggio Emilia per condurre i processi partecipativi attuati, resta da analizzare l’ultima esperienza condotta in ordine temporale: l’OST sulla Reggia di Rivalta (utilizzato anche nella fase fi nale del processo partecipativo per il Piano della Mobilità).

L’OST (Open Space Technology) è una tecnica basata sulla spontaneità, creata a metà degli anni ´80 da un esperto americano di scienza delle organizzazioni, Harrison Owen, che si rese conto che le persone che partecipavano alle sue conferenze apprezzavano (e soprattutto utilizzavano per scambi di opinioni) più di ogni altra cosa i coffee break. I seminari organizzati secondo la metodologia OST non hanno relatori invitati a parlare, programmi predefi niti o espedienti organizzativi ma i partecipanti, seduti in un ampio cerchio, apprendono nell’arco della prima mezz’ora come faranno a creare la propria conferenza. Chiunque intende proporre un tema per il quale prova sincero interesse, si alza in piedi e lo annuncia al gruppo e così facendo si assume la responsabilità di seguire la discussione e di scriverne il resoconto. Quando tutti gli interessati hanno proposto i propri temi, viene dato avvio alla prima sessione di lavoro. Alla fi ne della giornata viene distribuito ai partecipanti il resoconto (instant report) di tutte le discussioni svolte. All’interno dell’OST vengono riconosciuti comportamenti che tutti tendiamo ad assumere in situazioni collettive, ma in un contesto in cui le buone maniere sono temporaneamente ribaltate: non è scortese spostarsi da un luogo all’altro, anche mentre qualcuno sta parlando, e non lo è allontanarsi da un gruppo di lavoro se ci si vuole intrattenere con qualcuno. In sintesi, nell’OST gli unici responsabili di un evento noioso o poco stimolante sono i suoi stessi partecipanti e questa consapevolezza rende i lavori più intensi, appassionati e produttivi. È presente un facilitatore, ma con un ruolo molto diverso rispetto ai Focus Group: ha solo il compito di coordinare i vari momenti in cui si articola la giornata di lavoro.

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2.2 Analisi degli stakeholder

Se si considerano i principali processi partecipativi realizzati in questi anni dal Comune di Reggio Emilia, oggetto di questo studio, si può calcolare che a questi abbiano hanno aderito complessivamente oltre 1.900 persone (dati aggiornati al 30/04/2008).

Processo Partecipativo Aderenti

Agenda 21 Locale 224

Ag 21 a scuola:”Mobilità sostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX Settembre” 55

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza” 25

Ag 21 di quartiere Circoscrizione 7^:- aderenti prima fase- aderenti fase monitoraggio

8054

Forum “Progetti per il Centro Storico” 122

Urbanistica partecipata PRU Compagnoni 42

Urbanistica partecipata PRU Ospizio (1 fase) 37

Urbanistica partecipata Parco Acque Chiare:- aderenti prima fase- aderenti seconda fase

3846

Processo partecipato Piano mobilità 185

Piano Giovani partecipato 108

Processo partecipato per la riqualifi cazione della Reggia di Rivalta 148

Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale (1 fase) 170

Piano Sociale di Zona 101

Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano 15

Bilancio Partecipativo Circoscrizione 8^ 256

Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in Zona Stazione 180

Viale Umberto I 35

Totale 1.921

Nella fase iniziale di analisi delle principali esperienze si è cercato di eseguire uno studio di dettaglio sulle liste di aderenti ai processi partecipativi al fi ne di esplorare le tipologie prevalenti di stakeholder presenti e condurre rifl essioni di carattere generale supportate da un’analisi statistica.

Tale studio di dettaglio non ha potuto comprendere, per vari motivi, tutti i processi partecipativi ma soltanto le liste di partecipanti ai seguenti processi: Agenda 21 Locale, Ag21 di quartiere Circoscrizione 7^, Forum “Progetti per il Centro Storico”, Urbanistica partecipata PRU Compagnoni, Urbanistica partecipata PRU Ospizio (1 fase), Urbanistica partecipata Parco Acque Chiare, Processo partecipato Piano mobilità, Piano Giovani partecipato, Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale (1 fase).

È stato comunque esaminato un campione signifi cativo di stakeholder pari a 931 soggetti.

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Di seguito è riportata l’analisi di dettaglio di tali stakeholder e una classifi cazione in base alle seguenti categorie: Agenzia di Controllo, Agenzia Pubblici Servizi, Associazione Ambientalista, Associazione Cittadini-Comitati, Associazione Consumatori, Associazione Culturale, Associazione Economica, Associazione Sociale, Associazione Sportiva, Associazioni Varie, Attività Economica/Professionale, Circoscrizione, Cittadino, Consigliere, Ente parco, Istruzione, Libero professionista, Ordini e collegi professionali, Parrocchia, Partiti Politici, Pubblica Amministrazione, Sanità, Sindacati, Varie.

Nella tabella e nei grafi ci seguenti sono riportate le ripartizioni numeriche e percentuali relative alle categorie individuate, dalla più rappresentata alla meno rappresentata.

Categorie Numero % Categorie Numero %

Pubblica Amministrazione 178 19,1% Sindacati 26 2,8%

Cittadino 129 13,9% Sanità 24 2,6%

Associazione Ambientalista 64 6,9% Ordini e collegi professionali 22 2,4%

Istruzione 64 6,9% Varie 20 2,1%

Associazione Sociale 56 6,0% Consigliere 19 2,0%

Associazione Economica 55 5,9% Libero professionista 14 1,5%

Attività Economica/Professionale 50 5,4% Associazione Sportiva 11 1,2%

Associazione Cittadini/Comitati 43 4,6% Agenzia di Controllo 10 1,1%

Associazione Culturale 36 3,9% Parrocchia 9 1,0%

Associazioni Varie 35 3,8% Associazione Consumatori 8 0,9%

Agenzia Pubblici Servizi 30 3,2% Ente parco 1 0,1%

Circoscrizione 26 2,8% Partiti Politici 1 0,1%

Associazione Sociale6,0%

Associazione Sportiva1,2%

Associazioni Varie3,8%

Parrocchia1,0%

Ordini e collegi professionali

2,4%

Istruzione6,9% Ente parco

0,1% Consigliere2,0%

Libero professionista1,5%

Agenzia di Controllo1,1%

Associazione Ambientalista

6,9%

Associazione Cittadini/Comitati

4,6%

Associazione Consumatori

0,9%

Associazione Culturale3,9%

Associazione Economica

5,9%

Attività Economica - Professionale

5,4%Circoscrizione

2,8%

Cittadino13,9%

Agenzia Pubblici Servizi3,2%

Partiti Politici0,1%

Varie2,1%

Sindacati2,8%

Sanità2,6%

Pubblica Amministrazione

19,1%

20

178

129

64 6456 55

5043

36 3530

26 26 24 22 20 1914 11 10 9 8

1 10

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

Pub

blic

a A

mm

inis

traz

ione

Citt

adin

o

Ass

ocia

zion

e A

mbi

enta

lista

Istr

uzio

ne

Ass

ocia

zion

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ocia

le

Ass

ocia

zion

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cono

mic

a

Atti

vità

Eco

nom

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rofe

ssio

nale

Ass

ocia

zion

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ocia

zion

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ocia

zion

i Var

ie

Age

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Pub

blic

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vizi

Circ

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izio

ne

Sin

daca

ti

San

ità

Ord

ini e

col

legi

pro

fess

iona

li

Var

ie

Con

sigl

iere

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a

Ass

ocia

zion

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port

iva

Age

nzia

di C

ontr

ollo

Par

rocc

hia

Ass

ocia

zion

e C

onsu

mat

ori

Ent

e pa

rco

Par

titi P

oliti

ci

Infi ne sono riportati, a titolo esemplifi cativo, alcuni grafi ci tratti dai report conclusivi di alcuni processi che mostrano in dettaglio i dati relativi alla partecipazione effettiva agli incontri di lavoro dai quali emerge come nel corso dei processi partecipativi, soprattutto per quelli che si svolgono in un arco di tempo più lungo, sia fi siologico un calo delle presenze.

Agenda 21 del Comune e della Provincia di Reggio Emilia:Numero presenti e assenti per ogni incontro dei gruppi di lavoro

21

Agenda 21 di quartiere: Circoscrizione 7:Presenze dei partecipanti nei gruppi

2120

14

19

16 16

13

10

17 1716

12

0

5

10

15

20

25

1° Incontro 2° Incontro 3° Incontro 4° Incontro

Mobilità

Coesione Sociale

Identità futura

Forum Progetti Centro Storico:Presenze dei partecipanti nei gruppi durante il processo partecipato

23

10

12

18

7

36

23

20

1413

21

14

16

18

9

0

5

10

15

20

25

30

35

40

1° Incontro 2° Incontro 3° Incontro 4° Incontro 5° Incontro

Accessibilità Attività imprenditoriali, culturali e sociali Cura del Centro

22

Laboratorio di Progettazione partecipata – Quartiere Compagnoni:

Affluenza agli incontri di lavoro

25

1613

0

5

10

15

20

25

30

Primo incontro Secondo incontro Terzo incontro

Nu

mer

o d

i par

teci

pan

ti

Percorso di progettazione partecipata del nuovo centro di quartierePRU di Ospizio:

Affluenza agli incontri di lavoro

1715

27

21

0

5

10

15

20

25

30

primo incontro secondo incontro terzo incontro quarto incontro

Nu

mer

o d

ei p

arte

cip

anti

23

2.3 Analisi delle istanze emerse

Questo capitolo contiene un’analisi approfondita, condotta nei primi mesi del 2007, delle istanze (obiettivi e azioni) emerse da alcuni processi partecipativi in relazione alle Linee Strategiche dell’Ente. In particolar modo i processi partecipativi le cui istanze sono state oggetto di tale analisi sono: Agenda 21 Locale, Agenda 21 di quartiere Circoscrizione 7^, Centro Storico, Piano Giovani Partecipato, Piano Sociale di Zona. Non sono quindi compresi in tale analisi i percorsi di Ag 21 a scuola, quelli relativi alla Reggia di Rivalta, al Mauriziano, al Bilancio Partecipativo, al Patto Zona Stazione, a Viale Umberto I, ciò in quanto o realizzati dopo il 30/06/2007 o contenenti indicazioni non suffi cientemente dettagliate e/o concrete per poter essere oggetto di un’analisi di dettaglio.

In particolare il capitolo contiene l’analisi delle azioni emerse dai processi partecipativi rispetto alle 4 Linee Strategiche e alle relative Politiche procedendo ad una riclassifi cazione di tutte le azioni/obiettivi contenute nei Piani d’Azione dei processi partecipativi sopra citati.

L’analisi fornisce prima una panoramica complessiva della distribuzione delle istanze relativamente alle 4 Linee Strategiche, poi analizza, all’interno di ogni Linea Strategica, la ripartizione delle istanze per politiche. Tale analisi fornisce quindi un quadro completo di “ciò che hanno detto” gli stakeholder per ogni Politica che l’Amministrazione deve portare avanti.

Si specifi ca che, nel riclassifi care le azioni, è emerso il sovrapporsi di alcune di esse su più Linee Strategiche: come criterio di selezione è stato adottato quello della prevalenza dell’intenzione espressa dai partecipanti.

Il capitolo contiene anche una verifi ca dello stato di attuazione/realizzazione delle istanze emerse dai suddetti processi, realizzata con l’aiuto dei dirigenti dell’Ente. Si tratta di un’analisi di massima che vuole avere solo l’obiettivo di valutare l’inclusione di quanto emerso nei processi partecipativi nelle politiche dell’Ente.

Un ulteriore documento riporta gli elenchi degli obiettivi/azioni emersi dai processi partecipativi riclassifi cati per Linee Strategiche e per Politiche per un esame di dettaglio da parte dei Dirigenti di Policy. Esso contiene inoltre le azioni emerse dai processi di urbanistica partecipata del PRU del Compagnoni, PRU di Ospizio, Parco delle Acque. È possibile scaricare il documento dal sito “Dire Fare Partecipare” www.direfarepartecipare.comune.re.it (nella sezione Documentazione).

Nella pagina seguente è riportato lo schema delle 4 Linee Strategiche e dei relativi obiettivi sulla base del quale è stata effettuata l’analisi. Si può notare che molti dei principali progetti individuati come “strategici” sono anche stati accompagnati da uno specifi co processo partecipativo

24

Progetti accompagnati da un processo di

partecipazione strutturato

25

Riclassifi cazione e livello di attuazione delle istanze emerse dai processi partecipativi relativamente alle quattro Linee Strategiche

Si riportano di seguito i risultati dell’analisi della distribuzione delle istanze emerse dai processi partecipativi esaminati ottenuti riclassifi cando tutte le azioni contenute nei Piani d’Azione e nei documenti fi nali dei processi sulla base delle 4 Linee Strategiche e delle relative politiche.

Successivamente si riporta la percentuale di attuazione (al 2006) delle istanze emerse dai processi partecipativi esaminati.

Distribuzione istanze emerse dai processi partecipativirelativamente alle 4 Linee Strategiche

Azioni

Linee Strategiche Percentuale Numero

1. Reggio città di qualità 70% 509

2. Reggio città plurale e solidale 17% 127

3. Reggio città della cultura, dello sport e del turismo 4% 31

4. Reggio città della formazione, della ricerca e dell’innovazione

9% 65

Totale: 100% 732

Reggio città di qualità70%

Reggio città della cultura, dello sport e del

turismo4%

Reggio città plurale e solidale

17%

Reggio città della formazione, della

ricerca e dell'innovazione

9%

26

Distribuzione istanze emerse dai processi partecipativi relativamentealle Politiche di tutte le Linee Strategiche

Politiche per i giovani,per la

formazione,la ricerca e l'innovazione

4%

Politiche per diffondere la conoscenza e l'uso delle nuove tecnologie

1%

Politiche per valorizzare il

patrimonio storico, artistico e culturale

0%

Politiche per l'innovazione e lo

sviluppo economico4%

Politiche per la promozione turistica

della città4%

Politiche per rinnovare e riqualificare la città

2%

Politiche per valorizzare la città

storica10%

Politiche per promuovere la

rigenerazione delle frazioni extra urbane

1%

Politiche per l'integrazione,

l'inclusione e la convivenza

8%

Politiche per la coesione sociale

9%Politiche per migliorare la qualità ambientale e

del vivere23%

Politiche per promuovere nuove forme di mobilità

sostenibile34%

Percentuale di attuazione delle istanze emerse

In corso - parzialmente

attuato44%

Attuato23%

Competenza non Comunale

18%

Non attuato - non in

programma15%

27

Analisi delle istanze relative ad ogni Linea Strategica

Questo paragrafo contiene l’analisi delle istanze emerse dai processi partecipativi per ogni Linea Strategica. Per ogni Linea Strategica si riporta:• la riclassifi cazione delle istanze emerse dai processi partecipativi per politiche;• la percentuale di attuazione di tali azioni.

Linea Strategica 1 - Reggio città di qualità

Distribuzione delle azioni emerse dai processi partecipativirelativamente alla linea strategica:

Azioni

Obiettivi della linea strategica % N°

Obiettivo 1: Politiche per rinnovare e riqualifi care la città 3% 15

Obiettivo 2: Politiche per valorizzare la città storica 15% 76

Obiettivo 3: Politiche per promuovere e rigenerare le frazioni extra urbane 1% 5

Obiettivo 4: Politiche per promuovere nuove forme di mobilità sostenibile 48% 246

Obiettivo 5: Politiche per migliorare la qualità ambientale e del vivere 33% 167

Totale: 100% 509

Grafi co della distribuzione delle azioni emersedai processi partecipativi relativamente alla linea strategica:

Politiche per promuovere la rigenerazione

delle frazioni extra urbane

1%

Politiche per promuovere nuove forme di mobilità

sostenibile48%

Politiche per rinnovare e

riqualificare la città3%

Politiche per migliorare la

qualità ambientale e del vivere

33%

Politiche per valorizzare la città

storica15%

28

Distribuzione percentuale dei livelli di attuazione delle istanze emerse:

In corso - parzialmente

attuato41%

Attuato26%

Competenza non Comunale

22%

Non attuato - non in

programma11%

Linea Strategica 2 - Reggio città plurale e solidale

Distribuzione delle azioni emerse dai processi partecipativirelativamente alla linea strategica:

Azioni

Obiettivi della linea strategica % N°

Obiettivo 1: Politiche per la coesione sociale 54% 69

Obiettivo 2: Politiche per l’integrazione, l’inclusione e la convivenza 46% 58

Totale: 100% 127

Grafi co della distribuzione delle azioni emerse dai processipartecipativi relativamente alla linea strategica:

Politiche per la coesione sociale

54%

Politiche per l'integrazione,

l'inclusione e la convivenza

46%

29

Distribuzione percentuale dei livelli di attuazione delle istanze emerse:

Attuato22%

Competenza non Comunale

11%

Non attuato - non in

programma13%

In corso - parzialmente

attuato54%

Linea strategica 3 - Reggio città della cultura, dello sport e del turismo

Distribuzione delle azioni emerse dai processi partecipativirelativamente alla linea strategica:

Azioni

Obiettivi della linea strategica % N°

Obiettivo 1: Politiche per la promozione turistica della città 90% 28

Obiettivo 2: Politiche per valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale 10% 3

Totale: 100% 31

Grafi co della distribuzione delle azioni emerse dai processipartecipativi relativamente alla linea strategica:

Politiche per

valorizzare il

patrim onio s torico,

artis tico e culturale

10%

Politiche per la

prom ozione

turis tica della città

90%

30

Distribuzione percentuale dei livelli di attuazione delle istanze emerse:

In corso - parzialmente

attuato7%

Attuato47%

Non attuato - non in

programma21%

Competenzanon Comunale

25%

Linea strategica 4 - Reggio città della formazione, della ricerca e dell’innovazione

Distribuzione delle azioni emerse dai processi partecipativirelativamente alla linea strategica:

Azioni

Obiettivi della linea strategica % N°

Obiettivo 1 : Politiche per i giovani, per la formazione, la ricerca e l’innovazione 48% 31

Obiettivo 2 : Politiche per diffondere la conoscenza e l’uso delle nuove tecnologie 12% 8

Obiettivo 3 : Politiche per l’innovazione e lo sviluppo economico 40% 26

Totale: 100% 65

Grafi co della distribuzione delle azioni emerse dai processipartecipativi relativamente alla linea strategica:

Politiche per diffondere la

conoscenza e l'uso delle nuove tecnologie

12%

Politiche per i giovani,per la formazione,la

ricerca e l'innovazione

48%

Politiche per l'innovazione e lo

sviluppo economico

40%

31

Distribuzione percentuale dei livelli di attuazione delle istanze emerse:

Competenzanon Comunale

37%

Non attuato - non in

programma9%

In corso - parzialmente

attuato37%

Attuato17%

32

2.4 LE SCHEDE DEI PRINCIPALI PROCESSI PARTECIPATIVI REALIZZATI

Questa sezione contiene le schede di sintesi dei principali processi partecipativi realizzati dal Comune di Reggio Emilia, in particolare:

1. Agenda 21 Locale2. Ag 21 a scuola:”Mobilità sostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX

Settembre”3. Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”4. Ag21 di quartiere Circoscrizione 7^5. Forum “Progetti per il Centro Storico”6. Urbanistica partecipata PRU Compagnoni7. Urbanistica partecipata PRU Ospizio (1 fase)8. Urbanistica partecipata Parco Acque Chiare9. Processo partecipato Piano mobilità10.Processo partecipato per la riqualifi cazione della Reggia di Rivalta11.Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale (1 fase)12.Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano13.Piano Sociale di Zona14.Piano Giovani partecipato15.Bilancio Partecipativo Circoscrizione 8^16.Viale Umberto I17.Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in Zona Stazione

Le schede contengono una breve descrizione del processo, la sua localizzazione, il logo e i temi affrontati e, successivamente, un’analisi tecnica del processo stesso.

Tale analisi è stata realizzata sulla base di alcune “questioni chiave”, prendendo in parte spunto dall’analisi svolta dal Prof. Luigi Bobbio nel libro “Amministrare con i cittadini. Viaggio tra le politiche di partecipazione in Italia” (Rubbettino, 2007).

Le questioni chiave sulla base delle quali sono state analizzate le esperienze di partecipazione a Reggio Emilia possono riassumersi così:• Chi ha promosso inizialmente il processo?• Che tipo di impegni ha assunto l’Ente all’avvio del processo? Gli amministratori hanno dichiarato in modo esplicito e vincolante quali impegni intendevano assumersi o l’impegno anche se esplicito aveva natura meno stringente? Oppure l’impegno era indeterminato e poco chiaro? • Quali erano i risultati attesi? Lo scopo principale del processo era quello di condividere con la comunità locale una “vision” o era la condivisione di un progetto?• Con quali criteri sono stati selezionati i partecipanti? La partecipazione era aperta a tutti (autoselezione) o è stata fatta una selezione mirata cercando di coinvolgere tutti gli interessi ed i punti di vista rilevanti? Oppure è stato “sorteggiato” un campione rappresentativo della popolazione?

33

• Chi ha partecipato effettivamente al processo? Si tratta di cittadini “competenti” abituati a partecipare o di cittadini qualsiasi?• Quali metodologie sono state utilizzate? Sono stati utilizzati strumenti di consultazione per rilevare i bisogni e far emergere i problemi oppure sono stati utilizzati strumenti di progettazione per lavorare insieme alla elaborazione di progetti comuni? Oppure sono stati utilizzati strumenti deliberativi?• Quali relazioni si sono instaurate tra cittadini e tecnici? C’è stata una divisione netta dei compiti tra cittadini e tecnici in cui questi ultimi hanno espresso un giudizio tecnico di ammissibilità sulle richieste dei primi? Oppure la relazione è stata del tipo tecnici-cittadini-tecnici in cui i tecnici formulano un progetto, i cittadini ne discutono ed alla fi ne i tecnici rielaborano il progetto alla luce delle osservazioni raccolte? O è stata piuttosto del tipo cittadini-tecnici-cittadini in cui i cittadini si confrontano e formulano delle domande, i tecnici rispondono ed alla fi ne i cittadini esprimono le loro posizioni alla luce del confronto? Oppure c’è stata una interazione stretta tra i due saperi?• Chi ha organizzato il processo? Il servizio partecipazione o il servizio che ha promosso il processo? Oppure il processo è stato realizzato con il supporto organizzativo delle circoscrizioni?• Chi ha svolto le funzioni di regia? E’ stato costituito (e da chi era composto) un gruppo di lavoro stabile che ha pensato e seguito il processo in tutte le sue fasi?• Chi ha svolto le funzioni di facilitazione? Sono state svolte da personale interno dell’Ente o da professionisti esterni? • Com’è stata realizzata la comunicazione? Sono stati utilizzati canali di tipo formale/tradizionale ad esempio lettere, opuscoli informativi, oppure è stata fatta una comunicazione più “partecipativa” cercando di raggiungere i cittadini nei luoghi in cui vivono lavorano o si aggregano?• Il processo ha creato capitale sociale? Si sono instaurate relazioni tra i partecipanti? I cittadini hanno accresciuto le loro dotazioni e le loro capacità? Il processo ha avuto un impatto effettivo sulla cultura civica, sulla socialità e sul rapporto di fi ducia dei cittadini con le istituzioni?• Quali sono stati i risultati raggiunti effettivamente? Il processo ha portato alla elaborazioni di piani d’azione, di progetti concreti, ecc.?• Quali sono stati i principali output? Sono stati redatti report, verbali, cartografi a di sintesi, video,ecc?

Di seguito si riporta una tabella contenente una sintesi di tale analisi ed una cartina con la localizzazione di tutti i processi.

Chi promuove? Impegni iniziali PA Risultatiattesi Comunicazione Selezione dei Partec

Sindaco Assessore Circoscrizione FunzionariDirigenti Altro espliciti e

vincolanti

esplicitima non

vincolanti

indeterminatipoco chiari vision progetti

canaliformali/

tradizionali

canalipartecipativi

autoselezione

selezionemirata

Agenda 21 locale X X X X (X) X X

Ag 21 a scuola:”Mobilitàsostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX Settembre”

X X X X X

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”

X X X X X

Ag21 di quartiere Circoscrizione 7 X X X (X) X X X X

Forum “Progetti per il Centro Storico” X X X X X X X

Urbanisticapartecipata PRU Compagnoni

X X X X X

Urbanisticapartecipata PRU Ospizio (1 fase)

X X X X (X) X X

Urbanisticapartecipata Parco Acque Chiare

X X X X X X

Processo partecipato Piano mobilità X X X X X X X

Piano Giovani partecipato X X X X X X

Processopartecipato per la riqualifi cazione Reggia di Rivalta

X X X (X) X X X

Laboratori di partecipazionePiano Strutturale Comunale (1 fase)

X X X X X

Piano Sociale di Zona X X X X X X

Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano

X X X X (X) X X

BilancioPartecipativo X X X X X

Percorso ativo: riqualifi cazioneViale Umberto 1

X X X X

Patto per la convivenza – Zona Stazione

X X X X X X

Analisi principali processi partecipa

Chi promuove? Impegni iniziali PA Risultatiattesi Comunicazione Selezione dei Partecipanti Partecipanti Relazione cittadini - tecnici Metodologie utilizzate Organizzazione Facilitatore

Sindaco Assessore Circoscrizione FunzionariDirigenti Altro espliciti e

vincolanti

esplicitima non

vincolanti

indeterminatipoco chiari vision progetti

canaliformali/

tradizionali

canalipartecipativi

autoselezione

selezionemirata

campioneresentativo

competenti/attivi qualsiasi divisione

netta

tecnici-cittadini-tecnici

cittadini-tecnici-cittadini

interazione stretta

strumenticonsultazione

strumentiprogettazione

strumentideliberativi

uffi cio partecipazione

altroservizio circoscrizioni interno esterno

Agenda 21 locale X X X X (X) X X X X X X X X X

Ag 21 a scuola:”Mobilitàsostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX Settembre”

X X X X X X X X X X X

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”

X X X X X X X X X X X

Ag21 di quartiere Circoscrizione 7 X X X (X) X X X X X X X (X) X X X (X) X X

Forum “Progetti per il Centro Storico” X X X X X X X X X X X X X

Urbanisticapartecipata PRU Compagnoni

X X X X X X X X (X) X X X

Urbanisticapartecipata PRU Ospizio (1 fase)

X X X X (X) X X X X X X (X) X (X) X

Urbanisticapartecipata Parco Acque Chiare

X X X X X X X X X X X X X (X) X

Processo partecipato Piano mobilità X X X X X X X X X X X X X X X

Piano Giovani partecipato X X X X X X X X X X X X

Processopartecipato per la riqualifi cazione Reggia di Rivalta

X X X (X) X X X X X X X X X X

Laboratori di partecipazionePiano Strutturale Comunale (1 fase)

X X X X X X X X (X) X X

Piano Sociale di Zona X X X X X X X X X X X X

Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano

X X X X (X) X X X X X X (X) X

BilancioPartecipativo X X X X X X X X (X) X X (X) X

Percorso ativo: riqualifi cazioneViale Umberto 1

X X X X X X X X X X X

Patto per la convivenza – Zona Stazione

X X X X X X X X X X X X

Analisi principali processi partecipativi realizzati: schema di sintesi

35

37

A partire dall’anno scolastico 2001/02, il Comune ha promosso un percorso partecipativo nel principale polo scolastico di Reggio Emilia (situato in via Makallè e via XX Settembre ) coinvolgendo 5 istituti scolastici superiori. Il progetto, che nasceva dalla necessità di dare attuazione alle politiche di “mobilità sostenibile” della città e dall’esperienza del Processo di Ag 21, ha portato all’attivazione di un processo partecipato pluriennale sul tema della “mobilità sostenibile” e in particolare sulle problematicità inerenti i percorsi casa- scuola- casa al fi ne di incidere sulla qualità della vita degli “utenti”, sul traffi co del quartiere ma anche di educare i ragazzi ad una mobilità alternativa. Il percorso partecipativo ha coinvolto studenti e docenti in una analisi dettagliata sia qualitativa che quantitativa della modalità di spostamento dei ragazzi, ad una valutazione delle problematiche organizzative e sociali connesse ed alla fi ne del percorso alla predisposizione di un Piano d’Azione per la mobilità sostenibile del polo scolastico con interventi coordinati e concertati tra i vari istituti e le amministrazioni provinciali e comunali, ACT in diverso modo competenti in materia, nonché alla predisposizione di un vero Piano Operativo contenente le priorità ed analisi di fattibilità.

Temi:• M0BILITA’• QUALITA’ E

SICUREZZA• EDUCAZIONE

Territorio:Settembre

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariL’impegno iniziale dell’ente ercostruire in modo partecipato un piano per la defiil miglioramento della mobilità degli studenti e del quartiere senza però dichiardell’amministrazione relativamente alla realizzazione degli stessi.

Risultati attesi: progettiIl processo voleva coinvrstrutturali, che organizzative che educative) per il migliorscuola-casa e per decongestionare il traffi co del quartiere.

Selezione dei partecipanti: selezione mirataLa selezione dei partecipanti al percorso di partecipazione è stata mirata al fi ne di garla rappresentanza equilibrata di tutti i vari interessi. Il progetto è stato realizzato attravl’attivazione di un gruppo di lavoro-progettazione, coordinato dall’AmministrComunale, costituito da insegnanti dei 5 istituti scolastici, da una rragazzi delle classi maggiormente coinvolte, da tecnici dell’Amministrazione Prodi ACT, supportati in alcune fasi da esperti.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviAl gruppo di lavoro-progettazione hanno partecipato attivamente circa 15 “adulti” e studenti che ovviamente erano motivati e competenti. Si è avuto però il coinvdegli oltre 5.000 utenti dei poli scolastici (ragazzi, docenti, ecc...), coinv

di diffusione-comunicazione dell’esperienza e dei risultati.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazioneIl percorso partecipativ21 Locale sperimentando l’adattamento della stessa in ambito scolasticoquindi in 4 fasi principali: analisi dello stato di fatto iniziale, elaborazione strintervento, realizzazioni azioni, verifi che e valutazioni dei risultati. Il progetto è stato

Reggia di Rivalta

Mauriziano

Bilancio Partecipativo

Ag21 a scuola Via Makallè, via XX Settembre

Ag21 di quartiere

Forum progetti Centro storico

Viale Umberto I

PRU Compagnoni

PRU Ospizio

Parco Acque Chiare

Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in Zona Stazione

I processi partecipativi: • Agenda 21 Locale • Agenda 21 a scuola • Piano della mobilità • Laboratori di partecipazione PSC • Piano sociale di zona • Piano giovani partecipato hanno coinvolto l’intero territorio comunale

39

Agenda 21 locale

Periodo di Svolgimento:

2000 - 2002 Chi ha promosso il processo:

Assessori Ambiente Comune e Provincia + consulente

Il Comune di Reggio Emilia è stato uno dei primi Enti locali italiani ad attivare, insieme alla Provincia, un processo di Agenda 21 Locale, cioè un processo partecipato fi nalizzato a condividere tra tutti i settori e gli attori della comunità locale obiettivi e azioni per la sostenibilità ambientale, sociale ed economica a livello locale sullo schema di quanto proposto dalle conferenze ONU sullo sviluppo sostenibile. Il processo è stato avviato nel 2000 attivando un Forum e numerosi gruppi di lavoro intersettoriali sui temi ambientali, territoriali, sociali ed economici. Il Forum ha elaborato nel 2001 un “Piano d’Azione per l’Agenda 21 locale” quale piano strategico partecipato per le politiche di sviluppo sostenibile.Nel 2002 si è passati “dalle idee ai fatti” iniziando a realizzare gli interventi indicati nel Piano d’Azione. Il Comune e la Provincia hanno redatto dei propri Piani Operativi (che esplicitano gli impegni concreti per realizzare parte del Piano d’Azione). Inoltre sono nati numerosi progetti in partnership pubblico-privato su diversi temi; molti di questi riguardano il tema della mobilità sostenibile e sono emersi dal “Forum straordinario di Agenda 21 sulla mobilità sostenibile e qualità dell’aria” convocato dalle Amministrazioni locali nel 2002 a seguito dell’emergenza sanitaria ed ambientale derivante da valori altissimi di inquinamento atmosferico.Il processo ha avviato la fase di monitoraggio realizzando nel 2002 un primo forum sullo stato di attuazione dei Piani Operativi e dei progetti in partnership.

Temi:• AMBIENTE• SOCIALE• TERRITORIO• ECONOMIA• INFORMAZIONE-EDUCAZIONE

Territorio: Provincia e Comune di Reggio Emilia

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariIn base a quanto indicato dai documenti internazionali, il processo Agenda 21 Locale ha l’obiettivo di condividere con la comunità locale un modello urbano sostenibile che supporti il processo decisionale pubblico. A Reggio Emilia il Comune e la Provincia hanno avviato il processo senza assumersi, in fase iniziale, impegni precisi relativamente all’inclusione di quanto sarebbe emerso dal processo.

Risultati attesi: vision (+ progetti)Lo scopo principale del processo era quello di condividere con la comunità locale una “vision” di come avrebbe dovuto svilupparsi la città in un’ottica di futuro sostenibile e individuare azioni specifi che da realizzare attraverso la corresponsabilità e l’impegno concreto di tutti i settori-attori.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneIl processo era aperto a tutti. Tuttavia, poiché l’Agenda 21 Locale prevede il coinvolgimento attivo di tutti i rappresentanti della comunità locale e basa il proprio valore sullo scambio di punti di vista diversi, al processo sono stati invitati tutti i principali “portatori di interesse”, preventivamente selezionati, facendo particolare attenzione alla rappresentatività di tutte le categorie all’interno del Forum.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviInizialmente hanno aderito al Forum 224 persone in rappresentanza di oltre 180 organizzazioni-associazioni (del settore delle Amministrazioni pubbliche, delle agenzie di controllo, del settore imprenditoriale, delle associazioni di categoria, del volontariato sociale, ambientalista, dei

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consumatori, degli ordini professionali, della scuola). In seguito, gli aderenti uffi ciali al processo sono aumentati (oltre 300) includendo non solo rappresentati di associazioni ed enti, ma anche alcuni cittadini singoli. I partecipanti al processo possono essere considerati, nella maggior parte dei casi, soggetti competenti-attivi.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneL’avvio uffi ciale del processo è stato preceduto da una lunga fase preparatoria che ha visto anche lo svolgimento di un workshop di simulazione (EASW), al quale sono stati invitati i portatori di interesse legittimi del territorio locale, con l’obiettivo di individuare i diversi gruppi tematici in preparazione del Forum e di condividere vision per “Reggio sostenibile al 2010”. In seguito è stato avviato uffi cialmente il processo attivando un Forum e numerosi gruppi di lavoro intersettoriali al fi ne di condividere obiettivi e azioni che hanno lavorato con la tecnica del focus group. Successivamente, il processo ha visto il passaggio dai principi e dalle idee alla realizzazione delle azioni e dei progetti anche attraverso l’attivazione di specifi ci gruppi di lavoro in partnership.

Relazione cittadini - tecnici: cittadini-tecnici-cittadiniIl processo ha previsto un coinvolgimento dei tecnici diversifi cato a seconda delle varie fasi. Nella fase di analisi, i tecnici hanno avuto il ruolo di esperti illustrando, all’interno dei gruppi di lavoro, lo stato di fatto locale sui temi specifi ci; in seguito, hanno preso parte ai gruppi di lavoro, ma i partecipanti hanno elaborato in modo molto autonomo gli obiettivi e le azioni confl uite nel Piano d’azione. Infi ne, nella fase di attuazione, i tecnici hanno avuto un ruolo più attivo all’interno dei gruppi in partnership pubblico-privato. Si può dire che c’è sempre stata una divisione netta tra i compiti: i tecnici hanno fornito informazioni ma l’ultima parola è stata sempre dei partecipanti.

Organizzazione: uffi cio partecipazione + consulente esternoIl processo è stato progettato e gestito dal consulente esterno insieme agli uffi ci Agenda 21 locale del Comune e della Provincia. L’organizzazione ha fatto capo all’Uffi cio Agenda 21.

Regia: assessori ambiente Comune e Provincia + uffi ci partecipazione + consulente esterno

Facilitatore: interno + esternoI gruppi di lavoro sono stati facilitati sia da dipendenti del Comune e della Provincia sia da professionisti esterni.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata strutturata in un piano specifi co che ha previsto però soprattutto l’impiego di canali tradizionali mono-direzionali: conferenze stampa, poster, opuscoli informativi, sito web, spot radio, newsletter, ecc... La comunicazione è stata particolarmente attiva nelle prime fasi del processo.

Capitale sociale:Il processo ha contribuito a creare cultura diffusa e maggiore consapevolezza nei partecipanti relativamente alle tematiche della sostenibilità, abituandoli ad un confronto costruttivo tra vari punti di vista. Inoltre ha generato relazioni tra vari attori contribuendo a creare una rete di alleanze sul territorio e ad attivare numerose partnership.

Risultati raggiunti:Il processo ha portato alla defi nizione del “Piano di Azione” che rappresenta un piano strategico condiviso a livello locale sulle tematiche dello sviluppo sostenibile. Inoltre gli enti locali hanno redatto un Piano Operativo di azioni e progetti in attuazione del Piano d’Azione collegati al PEG (realizzando quindi numerose azioni) e sono stati attivati numerosi progetti in partnershippubblico e privato. Da un esame degli obiettivi e dei progetti contenuti nel Piano d’azione risulta come essi siano stati in gran parte realizzati (in parte o totalmente). In ogni caso, il processo ha contribuito ad orientare, anche se implicitamente, le politiche-azioni degli enti.

Principali output: verbali incontri, report intermedio di Analisi, report Piano d’Azione, schede progetti in partnership, report Piani Operativi, report di monitoraggio

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Ag 21 a scuola:“Mobil ità sostenibi le dei pol i scolastici di via

Makalle’ e via XX Settembre”

Periodo di Svolgimento:

2001-2004 Chi ha promosso il processo:

Assessore Ambiente

A partire dall’anno scolastico 2001/02, il Comune ha promosso un percorso partecipativo nel principale polo scolastico di Reggio Emilia (situato in via Makallè e via XX Settembre ) coinvolgendo 5 istituti scolastici superiori. Il progetto, che nasceva dalla necessità di dare attuazione alle politiche di “mobilità sostenibile” della città e dall’esperienza del Processo di Ag 21, ha portato all’attivazione di un processo partecipato pluriennale sul tema della “mobilità sostenibile” e in particolare sulle problematicità inerenti i percorsi casa- scuola- casa al fi ne di incidere sulla qualità della vita degli “utenti”, sul traffi co del quartiere ma anche di educare i ragazzi ad una mobilità alternativa. Il percorso partecipativo ha coinvolto studenti e docenti in una analisi dettagliata sia qualitativa che quantitativa della modalità di spostamento dei ragazzi, ad una valutazione delle problematiche organizzative e sociali connesse ed alla fi ne del percorso alla predisposizione di un Piano d’Azione per la mobilità sostenibile del polo scolastico con interventi coordinati e concertati tra i vari istituti e le amministrazioni provinciali e comunali, ACT in diverso modo competenti in materia, nonché alla predisposizione di un vero Piano Operativo contenente le priorità ed analisi di fattibilità.

Temi:• M0BILITA’• QUALITA’ E

SICUREZZA• EDUCAZIONE

Territorio: via Makalle’ e via XX Settembre

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariL’impegno iniziale dell’ente era alquanto generico facendo riferimento alla necessità di costruire in modo partecipato un piano per la defi nizione concreta di azioni e progetto per il miglioramento della mobilità degli studenti e del quartiere senza però dichiarare impegni dell’amministrazione relativamente alla realizzazione degli stessi.

Risultati attesi: progettiIl processo voleva coinvolgere gli utenti dei poli scolastici (direttori didattici delle scuole, ragazzi, famiglie, docenti) nell’individuazione e realizzazione di azioni concrete (sia strutturali, che organizzative che educative) per il miglioramento della mobilità casa-scuola-casa e per decongestionare il traffi co del quartiere.

Selezione dei partecipanti: selezione mirataLa selezione dei partecipanti al percorso di partecipazione è stata mirata al fi ne di garantire la rappresentanza equilibrata di tutti i vari interessi. Il progetto è stato realizzato attraverso l’attivazione di un gruppo di lavoro-progettazione, coordinato dall’Amministrazione Comunale, costituito da insegnanti dei 5 istituti scolastici, da una rappresentanza di ragazzi delle classi maggiormente coinvolte, da tecnici dell’Amministrazione Provinciale e di ACT, supportati in alcune fasi da esperti.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviAl gruppo di lavoro-progettazione hanno partecipato attivamente circa 15 “adulti” e 40 studentiche ovviamente erano motivati e competenti. Si è avuto però il coinvolgimento degli oltre 5.000 utenti dei poli scolastici (ragazzi, docenti, ecc...), coinvolgimento che ha riguardato in particolare modo la fase di analisi (con distribuzione di questionari) e la fase di diffusione-comunicazione dell’esperienza e dei risultati.

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Selezione dei partecipanti: selezione mirataLa selezione dei partecipanti al percorso di partecipazione è stata mirata al fi ne di garantire la rappresentanza equilibrata di tutti i vari interessi. Il progetto è stato realizzato attraverso l’attiva-zione di un gruppo di lavoro-progettazione, coordinato dall’Amministrazione Comunale, costituito da insegnanti dei 5 istituti scolastici, da una rappresentanza di ragazzi delle classi maggiormente coinvolte, da tecnici dell’Amministrazione Provinciale e di ACT, supportati in alcune fasi da esperti. Partecipanti effettivi: competenti/attivi Al gruppo di lavoro-progettazione hanno partecipato attivamente circa 15 “adulti” e 40 studenti che ovviamente erano motivati e competenti. Si è avuto però il coinvolgimento degli oltre 5.000 utenti dei poli scolastici (ragazzi, docenti, ecc...), coinvolgimento che ha riguardato in particolare modo la fase di analisi (con distribuzione di questionari) e la fase di diffusione-comunicazione dell’espe-rienza e dei risultati.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione Il percorso partecipativo è stato realizzato secondo la metodologia del processo di Agenda 21 Lo-cale sperimentando l’adattamento della stessa in ambito scolastico, articolandosi quindi in 4 fasi principali: analisi dello stato di fatto iniziale, elaborazione strategia di intervento, realizzazioni azio-ni, verifi che e valutazioni dei risultati. Il progetto è stato realizzato attraverso l’attivazione di un gruppo di progettazione allo scopo di defi nire in modo partecipato i dettagli del progetto, di seguir-ne la realizzazione operativa con le classi, di coinvolgere progressivamente le famiglie e le strutture territoriali locali, nonché di dare rilevanza all’iniziativa.

Relazione cittadini - tecnici: cittadini-tecnici–cittadini + tecnici-cittadini-tecnici Il ruolo dei tecnici è stato diversifi cato nelle vari fasi del processo. I tecnici sono stati presenti nella prima fase di analisi come esperti per fornire informazioni e aggiornamenti in materia, ma il gruppo di lavoro ha scelto in modo autonomo le soluzioni ( Piano d’Azione). Maggiore è stato il coinvolgi-mento e lo scambio nella fase di defi nizione del Piano operativo dove i tecnici hanno sottoposto al gruppo soluzioni possibili.

Organizzazione: uffi cio partecipazioneIl processo è stato, oltre che progettato, anche organizzato e realizzato in tutte le sue fasi dall’uf-fi cio Agenda 21 del Comune con il supporto logistico delle scuole coinvolte.

Facilitatore: interniI tecnici dell’Uffi cio Ag21 hanno svolto il ruolo di facilitatori dei vari incontri.

Regia: assessore ambiente + uffi cio partecipazione

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata realizzata per lo più attraverso canali tradizionali (volantini, lettere in-formative, comunicato stampa, sito web, ecc…). Questo materiale è stato in parte realizzato con l’ausilio dei ragazzi. Questi ultimi hanno realizzato anche una mostra “itinerante” nelle varie scuole per mettere a conoscenza tutti gli studenti di quanto fatto e delle proposte di miglioramento indi-viduate.

Capitale sociale:Il capitale sociale “generato” nel processo è sicuramente relativo alla presa di coscienza delle problematicità degli aspetti relativi al tema trattato ed alla sensibilizzazione-educazione deiragazzi coinvolti. Inoltre il percorso ha contribuito a creare all’interno del gruppo di lavoro nuoverelazioni e nuove competenze–saperi sono nati dall’interscambio tecnici-cittadini.

Risultati raggiunti:Il processo partecipativo ha portato alla realizzazione di un Piano di Azione, di un piano operativo e all’individuazione di diverse partnership, coordinando il confronto e l’azione sinergica tra i vari istituti scolastici, le amministrazioni, la circoscrizione ed ACT. Anche se il processo ha avuto subito molte diffi coltà a passare dalle idee ai fatti, diverse delle azioni proposte hanno trovato gradual-mente possibilità di realizzazione negli anni successivi.

Principali output: verbali incontri, report Piano d’azione, report Piano Operativo

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Risultati raggiunti:Il processo partecipativo ha portato alla realizzazione di un Piano di Azione, di un piano operativo e all’individuazione di diverse partnership, coordinando il confronto e l’azione

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”

Periodo di Svolgimento: 2001-2005

Chi ha promosso il processo:

Assessore Ambiente

Per contribuire a dare attuazione alle politiche per la mobilità alternativa, ciclabile e pedonale, lungo i percorsi casa-scuola, a partire dall’anno scolastico 2001-02 (ma anche nei successivi tre cicli scolastici), l’Amministrazione ha promosso nelle scuole elementari e medie un percorso partecipativo con le insegnanti e i bambini. Il progetto è stato realizzato attraverso un gruppo di progettazione, coordinato dall’Amministrazione Comunale, costituito dagli insegnanti, e in collaborazione con l’associazione Tuttinbici-FIAB e l’AUSL di Reggio Emilia.Il processo, realizzato secondo la metodologia di Ag 21, ha previsto una fase iniziale di analisi svolta sia tramite un questionario sulle modalità di spostamento casa-scuola sia con un esame puntuale, in termini di qualità e sicurezza, dei percorsi più utilizzati. Contemporaneamente in classe sono stati realizzati specifi ci laboratori tematici, per arrivare infi ne, per ogni scuola, a formulare una serie di proposte concrete di miglioramento (Piani d’Azione).

Temi:• MOBILITA’• QUALITA’ E

SICUREZZA• EDUCAZIONE

“a S cuolada S oliin S icur ez z a”

con gliamici!!!

Territorio: Comune di Reggio Emilia

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariL’impegno iniziale dell’ente era alquanto generico facendo riferimento alla necessità di defi nire in modo partecipato azioni e progetti per incentivare la mobilità “sostenibile” casa-scuola senza però dichiarare impegni dell’amministrazione relativamente alla realizzazione degli stessi.

Risultati attesi: progettiIl processo voleva coinvolgere il mondo della scuola (insegnanti, bambini e famiglie, ma anche il mondo dell’associazionismo di quartiere) nell’individuazione e realizzazione di azioni concrete (sia strutturali, che organizzative che educative) per il miglioramento della mobilità casa-scuola-casa.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneL’amministrazione Comunale ha invitato a partecipare al percorso tutte le scuole elementari del territorio. Tra le scuole aderenti, in modo volontario, è stato poi costituito un gruppo di lavoro-progettazione costituito da insegnanti referenti del progetto a cui ha preso parte, in vari momenti, anche l’associazione Tuttinbici–Fiab e l’AUSL.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviAl gruppo di lavoro-progettazione hanno partecipato attivamente complessivamente circa 25insegnanti referenti del progetto delle 13 scuole; gli insegnanti hanno, poi riportato-realizzato nelle classi quanto defi nito in modo congiunto nell’ambito del gruppo di lavoro. Al gruppo di progetto hanno partecipato e collaborato attivamente sia l’Associazione Tuttinbici – Fiab sia l’AUSL di Reggio Emilia, sia diversi medici pediatri di quartiere. Solo nel primo anno del progetto sono stati coinvolti attivamente 480 bambini e famiglie; si può stimare che complessivamente nei quatto anni in cui il percorso è stato attivo siano stati coinvolti in vario modo circa 2.000 bambini.

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Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneIl percorso partecipativo è stato realizzato secondo la metodologia del processo di Agenda 21 Locale sperimentando l’adattamento della stessa in ambito scolastico, articolandosi quindi in 4 fasi principali: analisi dello stato di fatto iniziale, elaborazione strategia di intervento, laboratori ed approfondimenti tecnici in classe, realizzazioni azioni-iniziative sul territorio. Il progetto è stato realizzato attraverso l’attivazione di un gruppo di progettazione (fi nalizzato a defi nire i dettagli del progetto, di seguirne la realizzazione operativa con le classi, di coinvolgere progressivamente le famiglie e le strutture territoriali locali) nonché tramite laboratori, e incontri di co-progettazione.

Relazione cittadini - tecnici: divisione nettaDurante il processo i cosiddetti tecnici hanno avuto un ruolo esterno al percorso. Le richieste e sollecitazioni nate dal processo sono state infatti esaminate dai tecnici che ne hanno valutato la fattibilità e possibilità di realizzazione; decidendo poi autonomamente quanto realizzare.

Organizzazione: uffi cio partecipazioneIl processo è stato, oltre che progettato anche organizzato e realizzato in tutte le sue fasi dall’uffi cio Agenda 21 del Comune con il supporto logistico delle scuole coinvolte e in alcuni casi delle Circoscrizioni.

Facilitatore: interniI tecnici dell’Uffi cio Ag21 hanno svolto il ruolo di facilitatori dei vari incontri.

Regia: assessore ambiente + uffi cio partecipazione

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata realizzata per lo più attraverso canali tradizionali (volantini, lettere informative, comunicato stampa, sito web, ecc...).

Capitale sociale:Il processo ha generato un elevato capitale sociale, educando alla cultura della co-progettazione e del confronto le scuole e introducendo concetti nuovi e nuovi saperi nel percorso educativo dei bambini Inoltre il percorso, ha contribuito a creare nuove relazioni e partnership importanti nella realizzazione di alcune esperienze signifi cative attive ancora oggi (es. Bici-Bus, Miglia verdi, ecc…).

Risultati raggiunti:Il processo partecipativo ha portato alla redazione di Piani di Azione e alla realizzazione di diversi progetti, anche in partnership. Tra questi l’attivazione dell’iniziativa “A Reggio Emilia andiamo a scuola in BiciBus”, il progetto “Raccogliamo Miglia Verdi”, l’organizzazione di gite scolastiche in bicicletta e la sistemazione/realizzazione di nuovi percorsi ciclo-pedonali casa-scuola, in calcolo dell’Indicatore Comune Europeo n. 6 relativo alle modalità di spostamento nei percorsi casa-scuola.

Principali output: verbali incontri, report Piano d’azione

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Agenda 21 di quartiereCircoscrizione 7^

Periodo di Svolgimento:

ottobre 2003 - dicembre 2003:fasi analisi, piano d’azione

Chi ha promosso il processo:

Sindaco e Assessore Ambiente

2004 >>>> fase di monitoraggio ancora attiva

Dopo l’esperienza di Ag 21 a scala comunale e provinciale e alla luce dei problemi e delle confl ittualità esistenti nella zona di via Adua, il Comune ha avviato un’esperienza di Agenda 21 di quartiere nella Circoscrizione 7^ con l’obiettivo di coinvolgere direttamente i cittadini nella defi nizione, ma anche nell’attuazione di progetti per migliorare la qualità e la vivibilità del quartiere. Le attività si sono svolte sullo schema classico di Agenda 21 attraverso la costituzione di un Forum specifi co, organizzato in gruppi di lavoro tematici sulla mobilità, la coesione sociale e l’identità futura della circoscrizione. Il lavoro si è svolto attraverso un percorso di partecipazione strutturato, orientato al progetto e alla corresponsabilità di tutti gli interessati. Il percorso ha portato alla defi nizione di un “Piano d’Azione”, contenente gli obiettivi e le azioni di miglioramento nonché i progetti pilota. Il processo è passato alla fase di attuazione attivando specifi ci gruppi di progetto. Uno in particolare, quello sul tema più controverso della mobilità, ha svolto attività di co-progettazione con i tecnici. Dal 2004 ad oggi sono stati realizzati diversi incontri di monitoraggio.

Temi:• MOBILITÀ• SOCIALE• URBANISTICA• TERRITORIO

Territorio: Quartiere S. Croce

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariL’impegno iniziale dell’ente era indeterminato. Il processo è stato presentato come un percorso di ascolto e dialogo con i cittadini e le varie organizzazioni operanti nel quartiere per ricercare possibili soluzioni su diverse emergenze esistenti senza esplicitare chiaramente gli impegni che il Comune intendeva assumersi.

Risultati attesi: (vision) + progettiIl processo voleva coinvolgere tutti i principali soggetti del quartiere nel defi nire obiettivi e azioni per il miglioramento del territorio stimolando anche la cittadinanza ad assumere impegni concreti.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti. Per cercare comunque di garantire la rappresentatività del maggior numero di categorie e l’equilibrio, sono state invitate a partecipare oltre 170 organizzazioni/associazioni del quartiere portatrici di vari interessi.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al processo hanno partecipato sia cittadini “attivi” rappresentanti di varie associazioni e comitati sia cittadini “qualsiasi” (per vari motivi particolarmente coinvolti ai temi trattati). Il Forum di Ag 21 della Circoscrizione 7^ ha visto l’adesione uffi ciale di oltre 80 soggetti in rappresentanza dei diversi portatori d’interesse del quartiere.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneA seconda delle fasi, il processo si è svolto utilizzando sia metodologie di consultazione sia metodologie di progettazione. In particolare, il lavoro si è svolto all’interno di gruppi di lavoro su temi specifi ci e in forum plenari di confronto fi nalizzati all’ascolto e alla condivisione di obiettivi-azioni. Nella fase di realizzazione dei progetti si sono costituiti gruppi di co-progettazione nell’ambito dei quali è stata organizzata anche una passeggiata di quartiere per la realizzazione di interventi di moderazione del traffi co.

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Relazione cittadini - tecnici: cittadini-tecnici-cittadini + interazione stretta Nella prime fasi i cittadini si sono confrontati tra di loro individuando una serie di problemi e di possibili soluzioni, hanno poi chiesto chiarimenti ai tecnici ed infi ne hanno elaborato un proprio piano di obiettivi e azioni per il quartiere. La decisione fi nale è stata dei cittadini. Nella fase di attuazione ha prevalso la modalità dei laboratori progettuali. All’interno di questi laboratori il rapporto tra cittadini e tecnici è stato caratterizzato da una stretta interazione che ha permesso di superare le barriere tra i due saperi.

Organizzazione: uffi cio partecipazione (+ Circoscrizione)Il processo è stato organizzato in tutte le sue fasi dall’uffi cio “Agenda 21 e ReggioSostenibile” del Comune, con il supporto della Circoscrizione. La progettazione è stata realizzata dall’Uffi cio “Agenda 21 e Reggio Sostenibile” con il consulente.

Facilitatore: esterno + internoI consulenti esterni hanno svolto il ruolo di facilitatori all’interno dei gruppi di lavoro della prima fase del processo (fi no al Piano d’Azione). La presenza di facilitatori esterni è stata fondamentale visto il clima di sfi ducia e di sospetto che caratterizzava inizialmente il rapporto tra l’amministrazione e i cittadini del quartiere. Nella fase di attuazione, in particolar modo nel gruppo sulla mobilità e negli incontri di monitoraggio, il ruolo di facilitatore è stato svolto dall’uffi cio “Agenda 21 e ReggioSostenibile“ del Comune.

Regia: assessore ambiente + uffi cio partecipazione + presidente Circoscrizione (+ assessore Lavori Pubblici)

Comunicazione: canali formali/tradizionali + canali partecipativiLa comunicazione (realizzata dall’uffi cio preposto alla partecipazione anziché da professionisti della comunicazione) è stata diversifi cata a seconda delle fasi del processo. Nella fase di avvio, è stata di tipo tradizionale e realizzata attraverso la diffusione nel quartiere di brochure informative e volantini, nonché attraverso comunicati stampa e pagine web. Nella fase di attuazione dei progetti, a fi anco del canali di comunicazione più formali e mono-direzionali (tra cui sempre comunicati stampa, conferenze stampa con i portavoce dei gruppi, volantini e cartelloni informativi posizionati nei punti strategici del quartiere) sono stati attivati anche alcuni canali di comunicazione tipici dei processi partecipativi, come la partecipazione dell’Uffi cio “Agenda 21 e ReggioSostenibile“ alle feste del quartiere con uno specifi co stand.

Capitale sociale:Il processo ha contribuito a “ridurre” l’altissima confl ittualità iniziale tra cittadini ed amministrazione. Inoltre ha creato relazioni tra i partecipanti e nuove competenze–saperisono nati dall’interscambio tecnici-cittadini. Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nati e sono stati portati avanti, da parte di alcuni partecipanti, anche in autonomia, alcuni progettiper il miglioramento del quartiere.

Risultati raggiunti:Il risultato principale del processo è stato l’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenente gli obiettivi strategici di miglioramento della qualità ambientale e della vivibilità del quartiere; tale documento è stato assunto effettivamente quale documento strategico di riferimento per la Circoscrizione e, seppur parzialmente, per le nuove politiche del Comune. Dal processo sono inoltre nati progetti specifi ci riguardanti ambiti economici, sociali ed territoriali. Il “Piano di Azione” risulta ad oggi in gran parte attuato.

Principali output: verbali incontri, report Piano d’azione, report di monitoraggio

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Forum “Progetti per i l Centro Storico”

Periodo di Svolgimento:

marzo - maggio 2004 Chi ha promosso il processo:

Sindaco e Assessore Ambiente

Nella primavera del 2004, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, in un clima di crescente confl ittualità, il Comune ha avviato un processo partecipato, sullo schema dell’Agenda 21 di quartiere, nel Centro storico con l’obiettivo di coinvolgere direttamente i cittadini nella defi nizione, ma anche nell’attuazione, di progetti per migliorare il centro. Le attività si sono svolte attraverso la costituzione di un Forum specifi co, organizzato in gruppi di lavoro tematici (Accessibilità - Attività imprenditoriali, culturali e sociali - Cura del centro storico) secondo le modalità proprie dei processi di Agenda 21 Locale (percorso di partecipazione strutturato, orientato al progetto e alla corresponsabilità di tutti gli interessati).Il Forum ha elaborato un “Piano di Azione” contenente per ciascun tema sviluppato gli obiettivi strategici e le azioni per il Centro Storico, quale piano di riferimento per le future politiche del Comune di Reggio Emilia.Nel settembre 2004, a seguito dell’insediamento della nuova Giunta e della costituzione del nuovo Assessorato alla Città Storica, i portavoce dei gruppi di lavoro hanno presentato il Piano d’azione alla nuova amministrazione, che ha in gran parte recepito le principali indicazioni all’interno della programmazione pluriennale dell’Assessorato.

Temi:• MOBILITÀ• SOCIALE• ECONOMIA• AMBIENTE• EDILIZIA

Territorio: Centro Storico

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariL’impegno iniziale dell’ente era indeterminato. Infatti, l’ente ha avviato un percorso di confronto con i cittadini e le varie organizzazioni operanti nel centro storico senza esplicitare chiaramente gli impegni concreti che intendeva assumersi.Il processo è stato avviato alla vigilia delle elezioni comunali ed ha quindi risentito del fermento politico creato dalla campagna elettorale in pieno svolgimento.

Risultati attesi: vision + progettiIl processo voleva coinvolgere tutti i principali portatori di interessi del centro storico (nel defi nire congiuntamente obiettivi e azioni di miglioramento nell’ambito di una visione condivisa e al tempo stesso stimolare i vari stakeholder a collaborare alla realizzazione di progetti specifi ci.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti, ma per cercare di garantire la rappresentatività e l’equilibrio, sono state sollecitate a partecipare diverse categorie, attraverso l’invio di una lettera a fi rma del Sindaco.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al processo hanno partecipato sia cittadini “attivi” sia molti cittadini “qualsiasi”. Il Forum ha visto l’adesione uffi ciale di oltre 122 soggetti in rappresentanza dei diversi portatori d’interesse del quartiere. Il processo ha risentito della mancata partecipazione di alcune categorie “forti” (come ad esempio l’associazione dei commercianti) che non erano interessate al confronto con altri portatori d’interesse, ma chiedevano contatti bilaterali direttamente con l’Amministrazione.

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Metodologie utilizzate: strumenti di consultazioneIl processo si è svolto utilizzando soprattutto metodologie di ascolto e dialogo anche se fi nalizzate non solo all’analisi dei problemi, ma anche alla condivisione degli obiettivi e delle possibili soluzioni. In particolare il lavoro si è svolto all’interno di gruppi di lavoro su temi specifi ci (secondo la tecnica dei focus group) e in forum plenari di confronto.

Relazione cittadini - tecnici: cittadini-tecnici-cittadiniI cittadini si sono confrontati tra di loro individuando una serie di problemi e di possibili soluzioni, hanno chiesto chiarimenti ai tecnici ed alla fi ne hanno elaborato in modo autonomo un proprio piano di obiettivi strategici per il quartiere.

Organizzazione: uffi cio partecipazioneIl processo è stato organizzato e realizzato in tutte le sue fasi dall’uffi cio interno “Agenda 21 e ReggioSostenibile”, con l’aiuto dei consulenti in fase di progettazione.

Regia: assessore ambiente + uffi cio partecipazione + consulente

Facilitatore: esternoIl processo è stato realizzato con la collaborazione di consulenti esterni che hanno svolto il ruolo di facilitatori all’interno dei gruppi di lavoro. La presenza dei facilitatori esterni è stata importante in quanto ha garantito una “intermediazione” tra l’amministrazione e i partecipanti.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione (realizzata dall’uffi cio preposto alla partecipazione anziché da professionisti della comunicazione) è stata essenzialmente di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraverso comunicati e conferenze stampa, brochure informative e pagine web dedicate.

Capitale sociale:Il processo ha contribuito solo in parte a creare nuove relazioni tra i partecipanti ed ad aumentare la loro capacità di fare sistema. Ha contribuito a creare nuovi cittadini “attivi” e nuovecompetenze–saperi, nati dall’interscambio con i tecnici.

Risultati raggiunti:Il risultato principale del processo è stato l’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenente gli obiettivi strategici per il Centro Storico di riferimento per le nuove politiche del Comune di Reggio Emilia. Nel settembre 2004 a seguito dell’insediamento della nuova Giunta e della costituzione del nuovo Assessorato alla città storica i portavoce dei gruppi di lavoro hanno presentato il Piano d’azione alla nuova Amministrazione, che ha in gran parte recepito le principali indicazioni all’interno della programmazione pluriennale dell’Assessorato.

Principali output: verbali incontri, report Piano d’azione

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Urbanistica partecipataPRU Compagnoni

Periodo di Svolgimento:

maggio - giugno 2005 Chi ha promosso il processo:

Assessore Lavori Pubblici e Progetto Casa

Nell’estate 2005 il Comune di Reggio Emilia ha avviato un percorso di urbanistica partecipata nel quartiere Compagnoni, nella Circoscrizione 4^. Sull’area, oggetto negli anni ‘50 di un vasto intervento di edilizia popolare, era in fase di avvio un importante piano pubblico di riqualifi cazione urbana (PRU) che prevedeva interventi sugli edifi ci e sulle aree pubbliche fi nalizzati ad una più generale riqualifi cazione sociale e urbana. Le prospettive di valorizzazione del quartiere erano di grande rilevanza per i cittadini e richiedevano, per alcuni aspetti della progettazione ancora aperti, un confronto diretto tra i residenti e l’Amministrazione.Il percorso ha previsto quindi una serie di incontri di ascolto e dialogo tra cittadini e progettisti su aspetti inerenti l’accessibilità del quartiere e la moderazione del traffi co, l’organizzazione degli spazi aperti pubblici (in particolare modo le aree verdi e la nuova piazza) e le funzioni del nuovo Centro polifunzionale previsto dal programma di riqualifi cazione urbana.Il processo ha portato all’elaborazione di una serie di idee-proposte progettuali da inserire nel piano di riqualifi cazione urbana del quartiere.

Temi:• MOBILITÀ• AMBIENTE• SOCIALE

Territorio: Quartiere Compagnoni

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiL’Assessore si è assunto pubblicamentel’impegno di “tener conto” delle indicazioni progettuali che sarebbero scaturite dal processo, senza però fornire garanzie vincolanti.

Risultati attesi: progettiIl processo aveva tra i suoi obiettivi l’elaborazione di idee-proposte progettuali condivise inerenti gli spazi aperti pubblici, le funzioni del nuovo centro polifunzionale, l’accessibilità e la moderazione del traffi co.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti e, per favorire la più ampia partecipazione, è stata diffusa in tutto il quartiere una brochure informativa. Tuttavia per garantire la presenza delle organizzazioni/associazioni portatrici degli interessi più rilevanti è stata inviata una lettera di invito.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al processo hanno aderito 42 persone in rappresentanza dei diversi interessi coinvolti. La composizione dei due gruppi di lavoro in cui si è articolato il processo ha visto una partecipazione equilibrata di cittadini “competenti/attivi” e di cittadini “qualsiasi”.

Metodologie utilizzate: (strumenti di consultazione) + strumenti di progettazioneLa metodologia utilizzata per condurre il processo partecipativo è stata quella dei gruppi di lavoro che hanno condotto alla progettazione partecipata dell’intervento sul quartiere, più un forum di restituzione pubblica. Insieme al processo partecipato era attivo anche un punto informativoper i cittadini, fi nalizzato a fornire informazioni sul piano di riqualifi cazione urbana e su aspetti di interesse diretto dei residenti (per es. trasferimenti temporanei in altri alloggi).

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Relazione cittadini - tecnici: interazione strettaLe relazioni tra cittadini e tecnici sono state strette e sono avvenute in un unico contesto portando effettivamente ad un interscambio ed accrescimento reciproco tra saperi diversi.

Organizzazione: uffi cio partecipazione Il processo di partecipazione è stato progettato e organizzato dall’Uffi cio “Ag 21 e ReggioSostenibile” che ha anche coordinato il lavoro dei facilitatori esterni e dei progettisti nella fase di svolgimento del processo con la collaborazione dei tecnici dell’Uffi cio Casa. La progettazione è stata eseguita dall’Uffi cio “Ag 21 e ReggioSostenibile”, dai consulenti e dall’Uffi cio Casa.

Regia: assessore Lavori Pubblici + uffi cio partecipazione + progettisti (uffi cio casa e ACER)

Facilitatore: esternoLa facilitazione è stata affi data ad una società di consulenza esterna, esperta nella conduzione di processi partecipativi. I facilitatori durante gli incontri sono stati sempre supportati dalla presenza dei tecnici di processo dell’Uffi cio “Ag 21 e ReggioSostenibile” e dai progettisti del PRU.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione relativa al processo è stata di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraverso comunicati stampa, una brochure informativa con distribuzione porta a porta, una lettera di invito, locandine varie e sito internet.

Capitale sociale:Nel corso del processo partecipativo si è verifi cato un accrescimento del capitale sociale, grazie al positivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia tra i cittadini partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti; questi ultimi hanno dimostrato una signifi cativa apertura al dialogo e al confronto.

Risultati raggiunti:I risultati raggiunti dal processo corrispondono a quelli attesi, in quanto dagli incontri dei due gruppi di lavoro è uscito un master plan del progetto che includeva sia le esigenze dell’Amministrazione sia quelle espresse dai partecipanti.

Principali output: verbali incontri, report fi nale e cartografi a di sintesiAi partecipanti sono stati consegnati i verbali degli incontri svolti ed al termine un report fi nale dei risultati complessivi del processo. Per favorire e agevolare il confronto durante lo svolgimento del processo, i progettisti hanno prodotto diverse cartografi e per visualizzare le proposte dei partecipanti.

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Urbanistica partecipata PRU Ospizio

Periodo di Svolgimento:

ottobre 2005 - gennaio 2006 Chi ha promosso il processo:

Assessore Urbanistica + Presidente Circoscrizione 6^

Nell’autunno 2005 è stato avviato un percorso di ascolto e dialogo con i cittadini della Circoscrizione 6^ inerente un’area oggetto di un Programma di Riqualifi cazione Urbana “PRU di Ospizio” al fi ne di “pensare insieme un nuovo centro per il quartiere”.L’obiettivo era di avviare un percorso di progettazione partecipata con i cittadini del quartiere relativo agli “spazi aperti pubblici” previsti dal PRU e nello specifi co le aree verdi e la nuova piazza di quartiere, affi nché tali spazi potessero diventare effettivamente luoghi centrali e di attrazione per i cittadini.L’ascolto e dialogo con i cittadini è avvenuto secondo un percorso strutturato che ha previsto la costituzione di gruppidilavoro acuihannopartecipatovolontariamente vari portatori di interesse del quartiere. Il percorso di progettazione partecipata prevedeva due fasi principali: la prima ha portato alla formulazione di prime proposte-idee condivise; la seconda, più operativa, ma ancora da realizzare, porterà a confrontarsi sulla progettazione esecutiva dell’area.

Temi:• URBANISTICA• AMBIENTE

Territorio: Quartiere Ospizio

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiL’Assessore si è assunto pubblicamente l’impegno a tenere in considerazione le indicazioni progettuali che sarebbero scaturite dal processo, ma non ha potuto fornire, per motivi tecnici e procedurali, garanzie vincolanti che la progettazione dell’intervento avrebbe recepito le proposte uscite dai partecipanti.

Risultati attesi: vision (+ progetti)Il percorso partecipativo aveva tra i suoi obiettivi la condivisione di una vision che avrebbe costituito la base per l’elaborazione di proposte progettuali inerenti il programma di riqualifi cazione urbana.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti coloro che erano interessati. Per cercare però di garantire un’adeguata rappresentatività sono state invitate tutte le organizzazioni/associazioni del quartiere portatrici di vari interessi, preventivamente individuate. Inoltre, attraverso incontri diretti con gli insegnanti, sono state coinvolte tutte le scuole dell’area interessata dall’intervento.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al percorso hanno aderito 37 persone in rappresentanza dei diversi interessi coinvolti. La composizione dei due gruppi di lavoro in cui si è articolato il processo ha visto una partecipazione equilibrata sia di cittadini “competenti/attivi” sia di cittadini “qualsiasi”. Inoltre, hanno partecipato al percorso parallelo 4 scuole: complessivamente 126 bambini di età compresa tra i 5 anni ed i 13 anni.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione (+ strumenti di progettazione)La metodologia utilizzata è stata quella dei gruppi di lavoro tematici che hanno affrontato parallelamente in incontri successivi i temi “Le aree verdi pubbliche” e “La piazza”. Nei primi incontri si è lavorato sulle vision; solo nell’ultimo si è verifi cata la congruità di queste con il progetto

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sottoponendo questo alla verifi ca dei cittadini. Parallelamente è stato attivato un percorso con le scuole elementari fi nalizzato anch’esso a sollecitare le vision dei bambini. La restituzione dei risultati è avvenuta nel corso di un incontro pubblico con un ruolo attivo dei partecipanti (adulti e bambini).

Relazione cittadini - tecnici: tecnici - cittadini- tecniciIl processo ha visto i cittadini elaborare visioni iniziali “libere” che i tecnici hanno poi confrontato con il progetto sottoponendola ai cittadini per raccogliere le loro osservazioni e proposte.

Organizzazione: uffi cio partecipazione (+Circoscrizione)Il processo di partecipazione è stato progettato e organizzato dall’Uffi cio “ReggioSostenibile” in collaborazione con la Circoscrizione. L’uffi cio ha anche coordinato il lavoro dei facilitatori e dei progettisti nella fase di svolgimento del processo ed ha gestito direttamente tutto il percorso parallelo con le scuole.La progettazione è stata realizzata dall’Uffi cio “ReggioSostenibile”.

Regia: assessore urbanistica + uffi cio partecipazione + tecnici urbanistica

Facilitatore: esternoLa facilitazione del percorso è stata affi data ad un consulente esterno.

Comunicazione: canali formali/tradizionali + canali partecipativiLa comunicazione è stata in parte di tipo tradizionale ed in parte partecipativa. La forma tradizionale è stata realizzata attraverso comunicati stampa, una brochure informativa distribuita porta a porta, una lettera di invito, varie locandine e sito internet. Il canale partecipativo è stato utilizzato per il coinvolgimento delle scuole, attraverso incontri diretti con gli insegnanti coinvolti.

Capitale sociale:Nel corso del processo partecipativo si è verifi cato un accrescimento del capitale sociale in quanto ha portato i partecipanti (anche i bambini) a rifl ettere sul “signifi cato” che devono avere un parco e una piazza affi nché siano effettivamente cardini delle relazioni sociali.

Risultati raggiunti:Il processo ha portato a formulare vision e proposte che sono servite a meglio dettagliare il progetto preliminare e hanno fornito una base di lavoro per la progettazione successiva di dettaglio.

Principali output: verbali incontri + report fi nale + poster + cartografi e di sintesi + cartelloni scuoleAi partecipanti sono stati consegnati i verbali degli incontri svolti ed un report fi nale di sintesi. Per l’incontro fi nale sono stati realizzati cartelloni riportanti le “metafore progettuali” sviluppate dal percorso e cartografi e di sintesi degli elementi tecnici. Le scuole hanno realizzato, in collaborazione con gli uffi ci dell’ente, cartelloni con il lavoro delle classi.

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Urbanistica partecipataParco Acque Chiare

Periodo di Svolgimento:

febbraio - marzo 2004:1^ fase gennaio - maggio 2006:2^ fase

Chi ha promosso il processo:

Assessore Urbanistica + Presidente Circoscrizione 5^

Nel 2004 il Comune ha avviato nella Circoscrizione 5^ un processo partecipativo al fi ne di defi nire le modalità di realizzazione del futuro Parco delle Acque Chiare (da realizzare all’interno di vari Piani Particolareggiati previsti dal PRG) con particolare attenzione agli elementi naturalistici presenti sul territorio.Il percorso partecipativo si è articolato in due fasi. La prima, svolta nel 2004, ha riguardato le aree verdi di un solo piano particolareggiato tra quelli previsti nell’area. La seconda, realizzata nel 2006, ha riguardato le aree verdi di tutti i piani particolareggiati previsti nella stessa zona, al fi ne di coordinare la progettazione urbanistica e valorizzare il sistema complessivo delle aree verdi pubbliche nel quartiere.Il processo partecipato si è svolto attraverso il confronto strutturato all’interno di gruppi di lavoro, seguendo in gran parte i criteri e le modalità operative dei processi di Agenda 21 di quartiere e di alcune esperienze di urbanistica partecipata.Il percorso ha portato all’elaborazione di uno schema progettuale del futuro Parco sulla base delle indicazioni dei partecipanti.

Temi:• URBANISTICA• AMBIENTE

Territorio: Parco Acque Chiare

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiL’Assessore si è assunto pubblicamente l’impegno a tener conto delle indicazioni progettuali che sarebbero scaturite dal processo per coordinare i vari Piani Particolareggiati senza però fornire garanzie vincolanti.

Risultati attesi: progettiIl percorso era fi nalizzato in gran parte alla defi nizione delle linee progettuali del nuovo parco coordinando i diversi Piani Particolareggiati con particolare attenzione alla tutela del fontanile, elemento di forte pregio presente nell’area.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti. Per favorire la più ampia partecipazione dei cittadini interessati dall’intervento è stata diffusa in tutto il quartiere una brochure informativa. Si è cercato però di garantire un’adeguata rappresentatività di tutte le organizzazioni/associazioni del quartiere portatrici di vari interessi inviando loro una lettera di invito specifi ca.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Alla prima fase del percorso hanno partecipato 38 aderenti; alla seconda 46, in rappresentanza dei diversi interessi coinvolti. La composizione dei gruppi di lavoro in cui si è articolato il processo ha visto una partecipazione equilibrata sia di cittadini “competenti/attivi” sia di cittadini “qualsiasi” maggiormente coinvolti nei temi trattati.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneLa metodologia utilizzata per condurre entrambe le fasi in cui si è articolato il processo partecipativo è stata quella dei gruppi di lavoro, che hanno condotto alla progettazione partecipata dell’intervento complessivo sull’area del Parco delle Acque Chiare. In apertura della seconda fase è stata però

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realizzata una passeggiata di quartiere in cui i progettisti hanno raccolto direttamente sul territorio le prime indicazioni dei partecipanti.

Relazione cittadini - tecnici: tecnici-cittadini-tecniciNel processo vi è stato un fl usso di informazioni, in quanto i progettisti degli interventi avevano già elaborato i loro progetti di intervento sulle singole aree che hanno sottoposto ai cittadini per raccogliere la loro visione unitaria e le loro osservazioni e proposte. Sulla base di quanto emerso, i progettisti hanno rielaborato i loro progetti iniziali per includere le proposte dei partecipanti. Il Servizio Urbanistica ha poi elaborato una visione unitaria dell’area e degli interventi previsti.

Organizzazione: uffi cio partecipazione + servizio urbanistica + CircoscrizioneLa prima fase del processo è stata progettata e gestita dal consulente esterno in collaborazione con il Servizio Urbanistica, mentre la seconda fase del processo è stata progettata dall’Uffi cio ReggioSostenibile, in collaborazione con il consulente, e con la collaborazione nell’organizzazione della circoscrizione. In questa seconda fase, l’uffi cio ha anche coordinato il lavoro dei facilitatori e dei progettisti durante lo svolgimento del processo. L’organizzazione della prima fase è stata realizzata dal Servizio Urbanistica mentre la seconda fase dall’Uffi cio ReggioSostenibile.

Regia: assessore urbanistica + uffi cio partecipazione + tecnici urbanistica

Facilitatore: esternoLa facilitazione del processo è stata affi data a una società di consulenza esterna, esperta nella conduzione di processi partecipativi. I facilitatori durante gli incontri sono stati sempre supportati dalla presenza dei tecnici e dei progettisti.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione relativa al processo è stata di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraverso comunicati stampa, una brochure informativa, una lettera di invito, locandine, sito internet e distribuzione porta a porta della brochure.

Capitale sociale:Nel corso del processo partecipativo si è verifi cato un accrescimento del capitale sociale dei partecipanti in termini di conoscenza e consapevolezza. Questo è stato possibile grazie al positivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia tra i cittadini partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti.

Risultati raggiunti:I risultati raggiunti dal processo corrispondono a quelli attesi, in quanto dagli incontri dei gruppi di lavoro è uscito uno schema dell’intervento (master plan) complessivo da realizzare, che include sia le esigenze dell’Amministrazione sia quelle dei progettisti sia quelle espresse dai partecipanti.Tale schema di intervento è stato usato come riferimento per la progettazione-realizzazione di Piani Particolareggiati.

Principali output: verbali incontri, report fi nale, cartografi a di sintesiAi partecipanti sono stati consegnati i verbali degli incontri svolti e, al termine di entrambe le fasi, un report fi nale dei risultati complessivi del processo. Per favorire e agevolare il confronto durante lo svolgimento del processo, i progettisti hanno prodotto diverse cartografi e per visualizzare le proposte dei partecipanti.

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Processo partecipatoPiano Mobilità

Periodo di Svolgimento:

giugno 2005 - dicembre 2007 Chi ha promosso il processo:

Assessori alla Mobilità del Comune e della Provincia

Nel 2005 il Comune e la Provincia di Reggio Emilia, insieme all’Agenzia per la Mobilità (ACT), hanno avviato un processo partecipato di accompagnamento alla redazione del Piano della Mobilità che prevedeva, accanto alla progettazione tecnica, il coinvolgimento “strutturato” delle organizzazioni e delle diverse componenti sociali interessate ai diversi problemi legati alla mobilità. Il forum specifi co si è suddiviso inizialmente in tre Focus Group: “Persone in movimento”, “Organizzazione della Mobilità”, “Logistica e Trasporto merci”.La prima parte del percorso è stata fi nalizzata in particolare all’analisi e all’ascolto delle problematiche portando alla redazione di uno specifi co report. Successivamente sono stati realizzati alcuni incontri di informazione sui risultati delle analisi-indagini tecniche che via via venivano realizzate. Nel 2006 è stata avviata la fase più progettuale del percorso durante la quale il Comune ha proseguito i lavori all’interno del Focus Group “Persone in movimento” trattando in particolar modo le tematiche comunali. I partecipanti hanno potuto confrontarsi direttamente con il gruppo tecnico su alcune ipotesi di trasformazione dell’attuale sistema di mobilità nel contesto urbano. Dopo una sospensione di un anno, il processo si è concluso nel dicembre 2007 con l’organizzazione di una giornata dedicata alla presentazione della proposta di Piano della Mobilità, al confronto tra i partecipanti e i tecnici su tale proposta ed alla valutazione fi nale dei partecipanti sulla bozza di piano.

Temi:• MOBILITÀ

Territorio: Comune e area vasta

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiLe due Amministrazioni che hanno proposto il processo di partecipazione hanno più volte dichiarato pubblicamente che esso avrebbe dovuto costituire uno degli assi portanti della costruzione del Piano della Mobilità di aree vasta in quanto sede privilegiata per la comunicazione e la concertazione fra le Amministrazioni e i vari portatori di interesse. Gli impegni assunti non potevano però essere vincolanti perché il Piano della Mobilità doveva anche essere il frutto di un processo tecnico di pianifi cazione.

Risultati attesi: visionIl processo aveva l’obiettivo di individuare, insieme alle diverse componenti sociali interessate, le criticità, la defi nizione degli obiettivi utili per la costruzione degli scenari d’azione e la loro valutazione sociale, economica ed ambientale fondamentale per la costruzione del Piano.

Selezione dei partecipanti: autoselezione e selezione mirataIl processo, inizialmente, aveva individuato due canali di partecipazione. Enti pubblici, istituzioni, associazioni e comitati, invitati direttamente tramite un’apposita lettera, potevano partecipare ai Focus Group tematici. I privati cittadini potevano partecipare solo attraverso un Forum telematico, che doveva seguire le diverse fasi dei lavori integrandosi con i Focus Group. Per rendere effi cace

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e concreto questo schema, erano previsti momenti di raccordo tra le attività dei due canali. In realtà il Forum telematico ha funzionato solo molto parzialmente nella prima fase, mentre è stato “assente” nelle fasi successive.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al processo hanno partecipato sia cittadini “competenti-attivi” in rappresentanza delle varie associazioni-enti sia, seppure in minor misura, cittadini “qualsiasi”. Il Forum, articolato nei Focus Group, ha visto l’adesione uffi ciale di oltre 180 soggetti in rappresentanza delle varie organizzazioni.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneIl processo si è svolto prevalentemente all’interno di focus group tematici e in forum plenari di confronto e, solo parzialmente, all’interno del forum telematico. Nella fase fi nale è stato organizzato anche un Open Space Technology.

Relazione cittadini - tecnici: cittadini–tecnici–cittadini + tecnici–cittadini–tecniciInizialmente, i tecnici hanno introdotto i temi di discussione attraverso un primo quadro sul contesto e le sue problematicità, da cui i partecipanti hanno defi nito insieme, in modo autonomo, obiettivi e strategie di intervento. Successivamente, i tecnici hanno elaborato una proposta di Piano alla luce delle osservazioni raccolte, sottoposto, per la parte del Comune, alla verifi ca fi nale dei partecipanti. Pur nella complessità del processo, si può dire comunque che ha prevalso la relazione tecnici–cittadini–tecnici.

Organizzazione: uffi ci partecipazioneInizialmente il processo è stato progettato dai vari consulenti esterni del Comune e della Provincia, insieme agli uffi ci comunali e provinciali preposti alla gestione dei processi partecipativi (per il Comune l’Uffi cio ReggioSostenibile). Gli Uffi ci partecipazione dei due enti hanno organizzato la prima fase di analisi del processo. Successivamente l’organizzazione della parte di processo inerente le tematiche comunali è stata condotta solo dall’Uffi cio ReggioSostenibile con i consulenti esterni sia della partecipazione che tecnici. Nelle fase fi nale del processo, che ha portato all’OST, la progettazione e l’organizzazione sono state gestite in gran parte dall’Uffi cio ReggioSostenibile insieme all’assessorato alla mobilità.

Regia: assessori mobilità + uffi ci partecipazione + consulenti e tecnici esterni

Facilitatore: esterno/internoNella prima fase del processo hanno svolto il ruolo di facilitatori, all’interno dei gruppi di lavoro, i consulenti esterni. Per la parte di processo inerente le tematiche comunali, i consulenti esterni sono stati affi ancati anche da facilitatori interni (Uffi cio ReggioSostenibile).

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione legata al processo partecipativo è stata essenzialmente di tipo tradizionale e realizzata attraverso comunicati stampa, conferenze stampa e brochure informative.

Capitale sociale:Il processo, pur avendo subito interruzioni e modifi che rispetto allo schema iniziale che hanno prodotto “insoddisfazione” nei partecipanti relativamente alle attese iniziali, ha comunque permesso un confronto tra i vari portatori di interesse e soprattutto con i consulenti tecnici esterni. Tale confronto ha creato relazioni nuove, ha accresciuto le competenze reciproche dei partecipanti e dei tecnici e la capacità delle associazioni di fare sistema.

Risultati raggiunti:Il risultato principale del processo è stato l’elaborazione di una bozza del Piano della Mobilitàredatto anche tenendo in considerazione quanto emerso durante il percorso di partecipazione. Tale bozza è stata presentata agli aderenti al processo partecipato nel corso di una giornata durante la quale sono state raccolte ulteriori osservazioni prima della approvazione in Consiglio Comunale.

Principali output: verbali incontri, report fase di analisi, instant report OST, cartografi a di sintesi, report fi nale della giornata di valutazione della proposta di piano

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Processo partecipato per la riqualificazione

Reggia di Rivalta

Periodo di Svolgimento:

febbraio 2006 >>>>in corso

Chi ha promosso il Processo:

Assessore ai lavori pubblici

In seguito all’acquisizione, da parte del Comune, della Reggia di Rivalta e del suo parco, l’Amministrazione ha deciso di avviare, per il recupero di questo importante patrimonio storico ed architettonico, un percorso di partecipazione fi nalizzato a coinvolgere la città e i cittadini di Rivalta nell’individuazione di un’idea condivisa per il recupero e la valorizzazione della struttura e dei suoi spazi verdi.Il processo è stato avviato con una prima fase di indagine che ha coinvolto direttamente, tramite interviste, i cittadini, le associazioni e i rappresentanti di enti ed organizzazioni pubbliche.Dopo questa fase iniziale è stato organizzato un evento con la metodologia OST (Open Space Technology) fi nalizzato ad aprire un confronto per immaginare le possibili funzioni su cui basare progetti di recupero e di riqualifi cazione a partire dalla domanda: “Cosapossiamo fare per ridare vita alla Reggia di Rivalta e al suo parco?”. Quanto emerso dall’intera giornata di lavoro è stato in seguito oggetto di approfondimenti in due Focus Group tematici successivi.Gli elementi emersi dal percorso hanno permesso ai progettisti di elaborare uno schema di progetto, illustrato ai partecipanti in un incontro pubblico per una validazione dello stesso. La proposta condivisa è stata poi la base per defi nire un primo progetto attualmente in fase di verifi ca di fattibilità.

Temi:• RIQUALIFICAZIONE URBANA• AMBIENTE• MOBILITÀ

Territorio: Rivalta

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiInizialmente l’Assessore si era impegnato a tenere in considerazione le idee e le proposte che sarebbero emerse dal processo e di tenerne conto nelle successive fasi di progettazione degli interventi, ma non aveva fornito garanzie stringenti.

Risultati attesi: vision (+ progetti)Il percorso si proponeva principalmente l’obiettivo di defi nire vision per le future destinazioni d’uso della Reggia e del parco su cui basare i progetti di recupero e valorizzazione.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti. Per dare informazioni a tutta la cittadinanza sono stati realizzati una brochure informativa e vari cartelloni. E’ stata comunque inviata anche una lettera di invito ad un’ampia lista selezionata di portatori di interessi sia a scala locale (frazione di Rivalta) sia a scala comunale e provinciale.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Il processo è riuscito a coinvolgere 148 soggetti, tra cui erano presenti sia cittadini “competenti-attivi” sia cittadini “qualsiasi” appartenenti soprattutto alla frazione di Rivalta.

Metodologie utilizzate: strumenti consultazioneNella fase iniziale del processo sono state condotte alcune interviste a soggetti signifi cativi; in seguito è stato organizzato un OST (Open Space Technology) da cui sono emerse alcune tematiche rilevanti che sono state affrontate in due Focus Group tematici successivi. Le proposte

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progettuali e lo stato di avanzamento vengono illustrati periodicamente ai cittadini in incontripubblici aperti a tutti.

Relazione cittadini - tecnici: ---Il processo non è di facile classifi cazione rispetto a tale aspetto. Inizialmente i tecnici sono stati tenuti in disparte in quanto l’obiettivo del processo era proprio quello di far emergere liberamente le idee e le proposte progettuali dei cittadini. In una seconda fase i tecnici hanno formulato delle proposte che poi hanno sottoposto ai cittadini.

Organizzazione: uffi cio partecipazione + servizio ingegneriaL’organizzazione del processo è stata seguita in stretta collaborazione tra il Servizio Ingegneria, a cui faceva riferimento il progetto tecnico, e l’uffi cio ReggioSostenibile. La progettazione è stata realizzata da consulenti esterni insieme all’assessore competente.

Regia: assessore Lavori Pubblici + consulente + servizio ingegneria + uffi cio partecipazione

Facilitatore: esterni (+ interno)Nella giornata dell’Open Space Technology il ruolo di conduttore generale è stato svolto dal consulente esterno, ma la conduzione dei sottogruppi ha richiesto anche la partecipazione attiva anche di soggetti interni dell’uffi cio ReggioSostenibile e del Servizio Ingegneria.

Comunicazione: canali formali/tradizionali e canali partecipativiData l’ampia gamma di soggetti da informare e da coinvolgere, sono stati utilizzati diversi strumenti di comunicazione. I canali tradizionali (conferenze stampa, internet, volantini, lettere, manifesti, pannelli informativi, verbali e brochure) e i canali partecipativi (interviste, comunicazione di cantiere, feste, visite guidate, ecc...) sono fi nalizzati ad una comunicazione puntuale e attenta, che permetta ai cittadini di essere aggiornati su come procedono sia i lavori tecnici sia quelli legati al processo di partecipazione.

Capitale sociale: Il processo ha favorito la ricostruzione di socialità e affezione al luogo da parte della comunità locale e della città, ha creato relazioni tra i partecipanti e nuove competenze–saperi nati dall’interscambio tecnici-cittadini. Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nate partnership nuove e sono stati portate avanti, anche in autonomia, iniziative specifi che.

Risultati raggiunti: Il processo ha permesso di mettere a punto un’idea forte, che mancava all’amministrazione, su cui basare le linee progettuali per la Reggia e il parco (Parco del Benessere dedicato al ben vivere, alla lentezza e al relax) e il conseguente studio di fattibilità tecnico, economico, fi nanziario e procedurale promosso dall’Amministrazione.

Principali output: instant Report, volantino di presentazione ai cittadini dei risultati del processo partecipato

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Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale

1 fase

Periodo di Svolgimento:

novembre 2006 – maggio 2007 Chi ha promosso il processo:

Assessore Urbanistica

Per giungere all’adeguamento degli strumenti urbanistici alla LR 20/2000 e per condividere con la comunità un “nuovo progetto di città”, l’Amministrazione ha promosso nel 2006 una serie di incontri di informazione, ascolto e confronto con i vari rappresentanti della comunità locale (sia associazioni che cittadini) fi nalizzati a fornire un contributo ai lavori della Conferenza di Pianifi cazione. Il confronto è stato sviluppato attraverso un processo di partecipazione articolato in laboratori su temi considerati strategici ed esemplifi cativi e attraverso interviste mirate ad opinion leader. Per ogni tema strategico è stato individuato un “caso studio” che rappresentasse, in modo diretto ed effi cace, la strategia del PSC cui faceva riferimento il tema trattato. I laboratori in cui si è articolato il processo sono stati sei: I poli di eccellenza (Stazione TAV/TAC), I luoghi della produzione (Mancasale), Il sistema paesaggio (Quadrante Via Martiri di Cervarolo, Via Tassoni, Via Casello Veneri), Il sistema insediativo e la riqualifi cazione diffusa (Via Emilia), Il sistema del Welfare (il sistema dei servizi educativi). Il sesto laboratorio Politiche di area vasta è stato dedicato, in particolare, ai Sindaci dei Comuni della cintura di Reggio Emilia, al fi ne di discutere delle problematicità e delle potenzialità connesse all’area vasta. La prima fase del processo ha portato alla elaborazione di un documento fi nale consegnato alla conferenza di pianifi cazione.

Temi:• URBANISTICA• AMBIENTE• MOBILITÀ• SOCIALE• ECONOMIA

Territorio: Comune di Reggio Emilia

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiL’Assessore, ha espresso pubblicamente l’impegno a tener conto delle indicazioni che sarebbero scaturite dal processo, ma non è stato possibile fornire garanzie vincolanti che il Piano elaborato dalla Conferenza di Pianifi cazione recepisse le idee uscite dai Laboratori di partecipazione.

Risultati attesi: visionPer ogni Laboratorio in cui si è articolato il processo di partecipazione, l’esito atteso era quello di fornire contributi e idee sulle strategie generali del PSC, da consegnare alla Conferenza di Pianifi cazione.

Selezione dei partecipanti: selezione mirataPer poter meglio perseguire le fi nalità e gli obiettivi del processo, è stata operata una selezione mirata delle categorie di attori da invitare, cercando di coinvolgere tutti gli interessi e tutti i punti di vista rilevanti per il PSC, per garantire la formazione di gruppi di lavoro equilibrati. In ciascun laboratorio erano quindi presenti privati cittadini, rappresentanti di associazioni, componenti del TAI, rappresentanti degli ordini professionali, rappresentanti delle organizzazioni sindacali, rappresentanti delle circoscrizioni comunali. Al sesto laboratorio di “Area Vasta”, hanno partecipato, invece, i sindaci dei Comuni della cintura di Reggio Emilia, oltre alle stesse categorie di attori individuati per gli altri laboratori.

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Partecipanti effettivi: competenti/attiviI Laboratori progettuali della prima fase hanno visto l’adesione uffi ciale di 170 soggetti in rappresentanza dei diversi interessi coinvolti. Per la natura fortemente tecnica del Piano, la partecipazione ha riguardato una fascia abbastanza ristretta della popolazione, anche se tutti gli interessi erano rappresentati nei Laboratori. Principalmente hanno partecipato cittadini “competenti” e membri di associazioni.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazioneLa metodologia utilizzata per condurre il processo partecipativo sul PSC è stata quella dei gruppidi lavoro tematici (defi niti nel processo Laboratori), per ognuno dei quali, è stato individuato uno specifi co caso-studio, collegato ad un’area strategica di azione del PSC. Il lavoro nei Laboratori è stato fi nalizzato a sviluppare riletture, rifl essioni e confronti sui dati messi a disposizione dai tecnici, e ad elaborare ipotesi e proposte da sottoporre alla Conferenza di Pianifi cazione.

Relazione cittadini - tecnici: tecnici-cittadini-tecniciNel processo vi è stata una netta divisione dei compiti tra cittadini partecipanti e tecnici, in cui questi ultimi hanno rielaborato le proposte dei primi in un documento di sintesi da consegnare alla Conferenza di Pianifi cazione. Ad ogni incontro e per ogni Laboratorio sono sempre stati presenti tecnici comunali ed esperti, con il compito di fornire chiarimenti (se richiesti) e di illustrare sinteticamente i progetti comunali previsti. La relazione può essere sintetizzata come tecnici-cittadini-tecnici in quanto questi ultimi hanno deciso cosa di quanto emerso nel processo partecipativo includere nel “progetto”.

Organizzazione: servizio pianifi cazione (+ uffi cio partecipazione)Il processo di partecipazione sul PSC è stato ideato e progettato dall’Assessore, dal dirigente e dai tecnici del Servizio Pianifi cazione in collaborazione con i consulenti esterni. L’organizzazione e lo svolgimento sono stati condotti dal Servizio Pianifi cazione, affi ancato dai tecnici dell’Uffi cio ReggioSostenibile.

Facilitatore: esternoLa facilitazione dei Laboratori è stata affi data a consulenti esterni, esperti nella materia urbanistica e nella conduzione di processi partecipativi. Essi durante gli incontri sono stati sempre supportati dalla presenza dei tecnici del Servizio Pianifi cazione.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliNella prima fase del processo di partecipazione, la comunicazione è stata di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraverso comunicati stampa, una conferenza stampa, un convegno di presentazione, una brochure informativa, lettere di invito, sito internet, cartelloni posizionati in punti strategici della città.

Capitale sociale:Nel corso del processo partecipativo non si è verifi cato un forte accrescimento del capitale sociale. Questo si è verifi cato perché l’obiettivo del percorso era di consentire ai partecipanti di esprimere le proprie opinioni sui temi affrontati, ma non di confrontarsi in un reale dibattito tra di loro, in cui si potessero scontrare con diffi coltà e problemi, verifi care le loro divergenze e riuscire a comporle in un interesse comune. All’interno dei Laboratori, tra i partecipanti, c’era già di base un interesse comune sul tema affrontato, in alcuni casi contrapposto alle logiche ed alle politiche dell’Amministrazione, la quale si è limitata a fornire spiegazioni puntuali e ad accogliere, in un documento di sintesi, le proposte emerse.

Risultati raggiunti:I risultati raggiunti dal processo corrispondono a quelli attesi dai promotori, in quanto l’obiettivo di raccogliere le opinioni e le proposte emerse dai partecipanti all’interno dei Laboratori in un documento di sintesi da consegnare alla Conferenza di Pianifi cazione, è stato raggiunto nei tempi e nei modi previsti.

Principali output: documenti tecnici di approfondimento, report di sintesiNella prima riunione dei Laboratori, ai partecipanti sono stati consegnati dei documenti tecnici di approfondimento relativi al caso-studio specifi co e all’area strategica di appartenenza, contenenti i dati elaborati e interpretati secondo gli orientamenti assunti dalla Amministrazione Comunale in fase di analisi del quadro conoscitivo. Al termine del ciclo di incontri della prima fase, le proposte dei partecipanti sono state riassunte dai tecnici in un documento di sintesi, che è stato successivamente consegnato alla Conferenza di Pianifi cazione.

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Gruppo di lavoro partecipato Area Mauriziano

Periodo di Svolgimento:

novembre 2006 >>>>in corso

Chi ha promosso il processo:

Circoscrizione 6AssessoratoUrbanistica

L’Assessorato Urbanistica e la Circoscrizione 6^ hanno avviato dal novembre 2006 un tavolo di lavoro (“Gruppo di lavoro sull’area del Mauriziano”), fi nalizzato a defi nire le nuove possibili prospettive di sviluppo e valorizzazione dell’area del Mauriziano e del suo contesto territoriale. Al Gruppo di lavoro sono stati invitati a partecipare i tecnici e amministratori del Comune più direttamente coinvolti nelle tematiche, i rappresentanti della Circoscrizione 6^ (Presidente e alcuni Consiglieri), le principali associazioni del territorio con interessi e/o competenze specifi che sull’area, nonché l’Università di Firenze, coinvolta in un progetto di studio parallelo sull’area.Il gruppo di lavoro si è incontrato diverse volte approfondendo vari temi: parco, edifi ci, elementi naturalistici, sistema delle acque, valorizzazione culturale, progetti di educazione, delocalizzazioni urbanistiche ecc...Il processo è ancora in fase di svolgimento.

Temi:• AMBIENTE• URBANISTICA• MOBILITÀ

Territorio: Area Mauriziano

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: indeterminati/poco chiariGli impegni assunti inizialmente dall’Ente sono stati alquanto indeterminati. Ciò è dovuto in parte anche agli obiettivi del processo che inizialmente erano anch’essi generici.

Risultati attesi: vision (+ progetti)Il percorso si poneva soprattutto gli obiettivi di sviluppare idee-vision per valorizzare il Mauriziano e il suo contesto territoriale su cui innestare elementi progettuali e azioni specifi che.

Selezione dei partecipanti: selezione mirataL’individuazione dei partecipanti è stata mirata e ad invito e rivolta a rappresentanti delle Associazioni interessate all’area.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviAlprocessopartecipanocittadini“attivi-competenti”. Algruppodilavoro partecipanocomplessivamente 15 stakeholder compresi anche rappresenti dei servizi dell’ente maggiormente interessati.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazioneIl percorso, ancora in corso, si è strutturato in momenti di confronto ed approfondimento non particolarmente strutturati dal punto di vista metodologico.

Relazione cittadini - tecnici: interazione strettaAnche se i tecnici hanno illustrato le analisi ed hanno fornito informazioni-approfondimenti richiesti, si può dire che il processo è caratterizzato da una interazione di saperi tra tecnici e cittadini con un effettivo apprendimento reciproco.

Organizzazione: uffi cio partecipazione (+ circoscrizione)L’organizzazione così come la progettazione del tavolo fa capo all’Uffi cio ReggioSostenibile, con la collaborazione della circoscrizione.

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Regia: assessore urbanistica + uffi cio partecipazione + presidente circoscrizione + tecnici servizio urbanistica

Facilitatore: internoSvolge il ruolo di facilitatore il personale dell’uffi cio ReggioSostenibile.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa partecipazione al gruppo non è aperta a tutti; quindi la comunicazione si è limitata per il momento all’invio di lettere e verbali degli incontri.

Capitale sociale:Gli incontri hanno in parte accresciuto i saperi sia dei partecipanti che dei tecnici abituandoli ad un confronto costruttivo tra vari punti di vista. Inoltre il processo sta generando relazioni tra vari attori contribuendo a creare una rete di alleanze sul territorio.

Risultati raggiunti:I lavori del tavolo partecipato hanno permesso di mettere a punto una serie di idee condivisesu cui basare il progetto di valorizzazione dell’area. Il 2008 sarà fi nalizzato ad un confronto tra partecipanti e progettisti su tali temi al fi ne di elaborare un progetto di massima condiviso.

Principali output: verbali

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Percorso partecipativoPiano Sociale di Zona

Periodo di Svolgimento:

2005-2007 Chi ha promosso il processo:

Comitato di Distretto; Direzione DistrettoAUSL;Direzione Azienda Ospedaliera S.Maria Nuova, Uffi cio di Piano (Comune di Reggio Emilia)

La realizzazione del Piano Sociale di Zona 2005-2007, il cui territorio di riferimento è il distretto di Reggio Emilia (Comuni di: Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnovo di Sotto, Quattro Castella, Reggio Emilia, Vezzano S/C) è stata sostenuta e resa possibile dall’attivazione e dalla partecipazione di una numerosa rete di soggetti ed operatori appartenenti ad Enti pubblici e privati (Ausl, Azienda ospedaliera SMN, Provincia, FCR), al sistema della cooperazione sociale e al mondo del volontariato e dell’associazionismo. Il processo ha consentito la messa a punto di riferimenti concettuali e metodologici che permettono di tradurre gli orientamenti sottostanti nella costruzione delle politiche sociali:- ricerca di sinergie e connessioni con il sistema delle politiche locali, per favorirne l’interazione;- defi nizione di un modello di partecipazione e di assetti per la pianifi cazione sociale che perseguano l’integrazione nella comunità e nel territorio a partire dai soggetti che la abitano.Attualmente il Piano vede la fase di stesura del Programma Attuativo 2008, cui è collegato il Piano Annuale per la Non autosuffi cienza. Entro il 2008 si procederà all’approvazione del Piano per il benessere e la salute 2009-2011, che costituirà il principale strumento di programmazione sociale e sociosanitaria per l’ambito della zona di Reggio Emilia. Ad oggi il Piano sociale di Zona è lo strumento di pianifi cazione sociale di ambito zonale che si fonda in modo strutturale sul processo partecipativo, come prevede la L.328/00 e la Legge RER 02/03

Temi:• SOCIALE• SANITÀ

Territorio: Distretto di Reggio Emilia

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti ma non vincolantiL’Ente si è impegnato a rendere permanentemente attivi i tavoli tematici e ad individuare, tra gli obiettivi indicati, quelli di priorità strategica. Per il raggiungimento di tali obiettivi, l’Ente ha svolto i ruoli di guida e accompagnamento al processo; mentre ha attribuito al Comitato di Distretto la defi nizione degli obiettivi di sistema più generali.Inoltre, il Comune si è impegnato a sostenere la partecipazione attiva del Terzo settore nella costruzione di modelli di welfare comunitario e ad implementare i percorsi di realizzazione dell’integrazione sociale e sanitaria. Tali impegni, seppur espliciti, non possono però considerarsi vincolanti.

Risultati attesi: progettiIl processo intendeva portare alla costruzione del sistema locale integrato di Servizi, allo sviluppo del processo di corresponsabilizzazione della comunità locale, all’implementazione dei processi di innovazione ed alla promozione di microsperimentazioni.

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Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa selezione è avvenuta tramite un bando pubblico di partecipazione e, dove necessario, si è sollecitata la partecipazione di attori del territorio rappresentativamente signifi cativi.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviAl processo hanno preso parte 101 rappresentanti di vari enti, istituzioni e associazioni (Organizzazioni del Privato Sociale, Cooperazione Sociale, Comuni, Istituzioni Scolastiche, Carcere, ASP, Azienda Speciale AUSL).

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneSono state organizzate riunioni periodiche e seminari di sostegno e accompagnamento al processo di pianifi cazione sociale di zona che hanno portato all’elaborazione di documenti formali (materiale per RER e/o amministrazioni locali ed Enti).Sono state inoltre organizzate istruttorie per nuove progettazioni.

Relazione cittadini - tecnici: interazione strettaI tecnici si sono occupati della conduzione dei tavoli tematici, organizzandone i lavori, producendo dati, ricomponendo dal punto di vista tecnico i lavori dei tavoli e offrendo presidio metodologico.Hanno inoltre fornito un supporto operativo al processo partecipativo e alla sua ridefi nizione anche sulla base delle indicazioni della Regione e hanno favorito il raccordo fra livelli istituzionali dei diversi Enti. Pur nelle molte sfaccettature si può comunque dire che il processo è stato caratterizzato da una forte interazione tra saperi diversi.

Organizzazione: uffi cio di Piano L’organizzazione è stata seguita dall’Uffi cio di Piano del Comune di Reggio Emilia, dai Comuni periferici e dal Distretto AUSL di Reggio Emilia

Regia: uffi cio di Piano

Facilitatore: internoI tecnici si sono occupati della conduzione dei tavoli tematici

Comunicazione: canali formali /tradizionaliLa comunicazione è stata essenzialmente di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraversoincontri, documentazioni, elaborati, dati, ecc…

Capitale sociale:Il processo ha favorito la creazione di reti e legami tra le comunità del territorio e la formazionedi responsabilità sociale condivisa.

Risultati raggiunti:È stata avviata la costruzione di un sistema maggiormente integrato di servizi offerti alla comunità locale e sono stati intrapresi dei processi innovativi nell’organizzazione dei servizi sociali e sociosanitari in stretto raccordo con il Terzo Settore.

Principali output: Piano Sociale di Zona e relativi programmi attuativi annuali, verbali, seminari e convegni, accordi di programma, protocolli di intesa

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Piano Giovani Partecipato

Periodo di Svolgimento:

2005 Chi ha promosso il processo:

Assessore Scuola, Università e Giovani

Nel 2005 è stato attivato un Forum per la defi nizione di un Piano Giovani volto a coordinare, integrare e sviluppare le tematiche giovanili all’interno delle politiche del Comune di Reggio Emilia. Il progetto si prefi ggeva l’obiettivo di elaborare un Piano Giovani attraverso la partecipazione dei giovani e di tutti i soggetti “portatori di interesse” che hanno nella loro missione/funzione istituzionale effetti/impatti o impegni esplicitati nei confronti della fascia giovanile.Le attività si sono svolte all’interno di gruppi di lavoro tematici: i giovani e la città storica, riconoscimento delle diversità, diritti, i Giovani e l’Europa.Il percorso ha portato alla defi nizione del “Piano Giovani del Comune di Reggio Emilia” ed a una serie di progetti operativi (anch’essi partecipati) per attuare le azioni individuate e mettere a regime gli strumenti necessari per garantire positivi sviluppi e costante partecipazione alle politiche giovanili del Comune di Reggio EmiliaIl processo è attualmente nella fase di realizzazione delle azioni (Centro Giovani Gabella, Portale, Leva giovanile, ecc) attraverso partnership specifi che.

Temi:• CENTRO

STORICO• INTEGRAZIONE

SOCIALE• EUROPA

Territorio: Comune di Reggio Emilia

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti ma non vincolantiL’Ente si era impegnato esplicitamente ad avviare un processo di coinvolgimento degli stakeholder dei giovani, a favorire l’inclusione dei giovani nei processi decisionali e ad attuare le azioni prioritarie individuate nel Piano Giovani. Tali impegni, seppur espliciti, non possono defi nirsi vincolanti in quanto molto generici.

Risultati attesi: vision + progettiIl processo aveva l’obiettivo di rinnovare e defi nire una politica per i giovani (coordinando le politiche ad essi rivolte), di individuare una serie di obiettivi strategici di medio periodo e al tempo stesso di indicare alcune progetti/azioni concrete da realizzare nel breve periodo anche attraverso la collaborazione dei vari stakeholders coinvolti.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti. Per cercare comunque di garantire la rappresentatività del maggior numero di categorie e l’equilibrio, sono state invitate a partecipare tutte le organizzazioni/associazioni del Comune che avevano nella loro missione/funzione istituzionale effetti/impatti o impegni esplicitati nei confronti della fascia giovanile.

Partecipanti effettivi: competenti/attiviIl processo ha coinvolto oltre 100 soggetti appartenenti a associazioni giovanili, sportive, politiche e culturali, scuole, gruppi spontanei, mondo produttivo. Tuttavia, i giovani non sono stati i primi protagonisti del percorso partecipativo; sono stati invece molto attivi nelle successive fasi di attuazione del Piano. Per cercare di coinvolgere direttamente il maggior numero di giovani, dopo l’elaborazione del Piano, sono stati realizzati “tour” di ascolto nelle scuole e presso l’Università.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione + strumenti di progettazioneIl processo si è svolto utilizzando sia metodologie di consultazione sia metodologie di progettazione.

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Nella fase di avvio, per la rilevazione dell’esistente, sono state somministrate una serie di intervisteai dirigenti di tutti i settori per individuare i progetti sul mondo giovanile già attivi ed è stato creato un tavolo di coordinamento tra i vari servizi. In seguito, il processo si è svolto all’interno di gruppidi lavoro su temi specifi ci e in forum plenari di confronto fi nalizzati all’ascolto e alla condivisione di obiettivi-azioni. Nella fase di realizzazione dei progetti si sono costituiti gruppi di lavoro ai quali hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni giovanili che hanno poi realizzato concretamente, insieme al Comune, i progetti previsti dal Piano Giovani.

Relazione cittadini - tecnici: interazione strettaNel forum c’è stata una collaborazione stretta tra tecnici e cittadini nella defi nizione degli obiettivi e delle azioni, nonché nell’attuazione delle stesse.

Organizzazione: servizio giovani, università, formazione e ricercaIl processo, per tutta la sua durata, è stato organizzato e gestito dall’Assessorato ai Giovani. La progettazione è stata realizzata dall’assessorato insieme ai consulenti esterni.

Regia: assessore Scuola, Università e Giovani

Facilitatore: esternoIl processo è stato realizzato con la collaborazione di consulenti esterni che hanno svolto il ruolo di facilitatori all’interno dei gruppi di lavoro.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata essenzialmente di tipo tradizionale ed è stata realizzata attraverso comunicati e conferenze stampa, brochure informative, locandine e pagine web dedicate. Nella fase di attuazione dei progetti sono stati invece utilizzati canali di comunicazione più vicini al mondo dei giovani quali ad esempio sms, bluetooth, ecc…

Capitale sociale:Il processo ha contribuito a creare relazioni tra i partecipanti e tra partecipanti e amministrazione. Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nati e sono stati portati avanti insieme ai partecipanti alcuni progetti previsti dal Piano Giovani.

Risultati raggiunti: Piano Giovani, Portale Giovani, Associazione Gabella che gestisce questo spazio messo a disposizione dei giovani, Leva giovanile, Carta Giovani

Principali output: verbali incontri, report Piano Giovani

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Bilancio PartecipativoCircoscrizione 8^

Periodo di Svolgimento:

settembre 2007 – marzo 2008 Chi ha promosso il processo:

Assessore Bilancio e Partecipazione

Alla fi ne del 2007, il Comune di Reggio Emilia ha voluto sperimentare nella Circoscrizione 8^ lo strumento del Bilancio Partecipativo, previsto dal nuovo regolamento dei consigli di circoscrizione e dal programma di mandato dell’Amministrazione.A tal fi ne il territorio della Circoscrizione 8^ è stato suddiviso in 5 quartieri (Villa Sesso, Gardenia-Tondo, Roncocesi, Cavazzoli, San Prospero Strinati) in ognuno dei quali si è svolto un incontro di raccolta dei bisogni e delle proposte della comunità locale. Il progetto aveva l’obiettivo di coinvolgere direttamente tutti i cittadini della Circoscrizione nell’individuazione di progetti-azioni da inserire nel Bilancio di Previsione 2008 dell’Ente.Il percorso del Bilancio Partecipativo è stato strutturato in 4 fasi principali, secondo un modello ampiamente sperimentato in Italia: emersione e defi nizione dei bisogni e delle proposte; individuazione delle soluzioni e selezione di quelle praticabili; scelta dell’opzione preferita; attuazione, monitoraggio – valutazione – rendicontazione.Il processo ha portato all’inserimento nel nuovo Bilancio di Previsione 2008 di diverse proposte emerse negli incontri.

Temi:• OPERE PUBBLICHE• MOBILITÀ• AMBIENTE• SICUREZZA-SOCIALE

Territorio: Circoscrizione 8

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti, ma non vincolantiL’obiettivo dichiarato era quello di arrivare ad inserire alcune proposte, emerse dal processo, nel Bilancio di Previsione 2008 dell’Ente senza però assumersi impegni stringenti.

Risultati attesi: progettiIl processo era volto ad identifi care i bisogni e le proposte dei cittadini per il territorio e, quindi, a defi nire i progetti prioritari da inserire nel Bilancio di Previsione 2008 dell’Ente.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti i cittadini che abitano sul territorio interessato, anche se non residenti. L’informazione del percorso è avvenuta attraverso l’invio a tutte le famiglie della Circoscrizione di una informativa specifi ca. Gli incontri sono stati pubblici, ma hanno potuto parlare e formulare proposte solo gli abitanti del quartiere.

Partecipanti effettivi: competenti/attivi + “qualsiasi”Al processo hanno partecipato sia cittadini già abituati a partecipare sia cittadini “qualsiasi”. Erano inoltre presenti i consiglieri della Circoscrizione. Alle 5 assemblee hanno partecipato complessivamente 256 soggetti.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazioneLe assemblee e gli incontri con i cittadini erano fi nalizzate a rilevare bisogni e aspettative senza però un confronto progettuale.

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Relazione cittadini - tecnici: divisione netta (+tecnici-cittadini-tecnici)Durante gli incontri i cittadini hanno espresso le loro necessità. Al termine di ogni incontro, i partecipanti hanno votato gli interventi ritenuti prioritari, stabilendo una graduatoria di cui si è tenuto conto nei tavoli tecnici di approfondimento. Gli interventi proposti, secondo l’ordine di priorità individuato, sono stati sottoposti ad istruttoria di approfondimento dai tecnici comunali competenti per materia, alla presenza di rappresentanti dei cittadini e della circoscrizione. Quindi il processo si è caratterizzato per una netta divisione tra cittadini e tecnici, questi infatti si sono prevalentemente limitati ad esprimere un giudizio di ammissibilità tecnica sulle richieste dei primi anche se nella fase dei tavoli tecnici si è avuto un maggiore interscambio.

Organizzazione: uffi cio partecipazione (+circoscrizione)L’organizzazione del processo è stata gestita direttamente dall’Uffi cio ReggioSostenibile con il supporto della circoscrizione. La progettazione è stata realizzata dell’Uffi cio ReggioSostenibile. Gli incontri sono stati coordinati dal Presidente di Circoscrizione, accompagnato da due garanti (2 Consiglieri di Circoscrizione, uno di maggioranza uno di minoranza) e facilitate da un moderatore interno.

Regia: assessore al bilancio e partecipazione + dirigente Servizio decentramento, partecipazione e processi deliberativi + uffi cio partecipazione

Facilitatore: internoDurante le assemblee, i tecnici dell’Uffi cio ReggioSostenibile e, in alcuni casi, il dirigente del servizio Partecipazione hanno assunto il ruolo di facilitatori del processo.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliSono stati organizzati incontri di quartiere e redatti tabloid descrittivi delle varie fasi del processo che sono stati distribuiti in forma cartacea a tutte le famiglie residenti. Inoltre la comunicazione è avvenuta tramite i tradizionali canali, quali locandine, volantini, newsletter, poster, articoli di giornale, ecc …

Capitale sociale:Il capitale sociale generato dal processo è stato solo parziale. I cittadini si sono sentiti partecipie soprattutto i cittadini garanti hanno potuto avviare un confronto con l’Amministrazione.

Risultati raggiunti:Il processo ha portato alla realizzazione di un elenco degli interventi da inserire nel Bilancio di Previsione 2008 e ha sollecitato la realizzazione di interventi già previsti nel 2007.

Principali output: verbali degli incontri, tabloidOgni incontro di quartiere e ogni riunione sono stati verbalizzati, come pure i lavori dei tavoli tecnici. Ciò ha porato ad una rendicontazione precisa delle iniziative da attuare nel 2008. Oltre al tabloid fi nale, è stato redatto un report riassuntivo dell’iniziativa.

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Percorso partecipativoriqualificazione Viale Umberto I

Periodo di Svolgimento:

Aprile –Maggio 2008 Chi ha promosso il processo:

Assessorato Città StoricaCircoscrizione 4^ e 5^

Nella primavera 2008 è stato avviato un processo partecipativo per la riqualifi cazione di Viale Umberto I, su sollecitazione dei Presidenti delle Circoscrizioni 4^ e 5^.Questo viale monumentale, sorto sul letto del Crostolo, ha rappresentato per anni la passeggiata dei reggiani che da Piazza Gioberti si prolungava sino alla Reggia di Rivalta. Oggi è divenuto un condensatore urbano di strutture come l’ospedale, le scuole, le chiese perdendo le sue caratteristiche iniziali. Si è pertanto deciso di avviare un percorso di riqualifi cazione del viale con l’obiettivo di realizzare un progetto condiviso che tenesse conto anche delle esigenze dei cittadini che abitano e lavorano sul territorio. La prima fase del percorso si è realizzata attraverso tre incontri nei quali i tecnici comunali e l’architetto incaricato hanno esposto una prima bozza di progetto e raccolto le proposte e idee in merito a: aree verdi, arredo urbano, viabilità.Nella seconda fase i cittadini hanno votato e approvato le priorità di attuazione dei vari stralci del progetto che verranno realizzati nel 2008.

Temi:• AMBIENTE• URBANISTICA• MOBILITÀ

Territorio: Viale Umberto I

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti ma non vincolantiI Presidenti delle Circoscrizioni si sono impegnati a far sì che l’ Amministrazione comunale tenesse conto delle indicazioni progettuali scaturite dal processo senza però poter dare garanzie sugli esiti defi nitivi del progetto.

Risultati attesi: progettiIl percorso aveva come obiettivo l’individuazione di un progetto condiviso e la defi nizione delle priorità da realizzare nel 2008.

Selezione dei partecipanti: selezione mirataI Presidenti delle circoscrizioni si sono impegnati ad individuare un gruppo di lavoro di circa 30 persone interessate al progetto che seguisse il percorso.Partecipanti effettivi: cittadini qualsiasi

Al processo hanno partecipato 35 cittadini residenti nella zona o commercianti operanti nella via.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione: strumenti di consultazioneLa metodologia utilizzata è stata quella del gruppo di lavoro tematico che ha affrontato in incontri successivi i temi: le aree verdi, l’arredo urbano e la viabilità.

Relazione cittadini - tecnici: divisione nettaI tecnici hanno provveduto ad una presentazione di una ipotesi pre-progettuale mentre i cittadini hanno esposto esigenze, proposte e votato le priorità di attuazione.

Organizzazione: Servizio partecipazione + UDP Città Storica + Circoscrizioni Il progetto di partecipazione è stato progettato dal Servizio partecipazione in collaborazione con l’Unità di progetto Città Storica e organizzato dalle due Circoscrizioni interessate.

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Regia: Presidenti di circoscrizione + UDP Città Storica + Architetto Progettista + Dirigente Servizio Partecipazione

Facilitatore: internoLa conduzione del gruppo di lavoro è stata svolta dal dirigente del Servizio partecipazione.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata realizzata attraverso inviti e telefonate secondo i canali tradizionali.

Capitale sociale:Il processo partecipativo ha contribuito a creare relazioni tra i partecipanti e tra partecipanti e amministrazione. Il processo ha inoltre permesso uno scambio tra saperi diversi.

Risultati raggiunti: Il processo ha portato all’approvazione di un progetto di massima ed alla defi nizione di una fase iniziale da realizzare già nel 2008.

Principali output: verbali dei singoli incontriAi partecipanti sono stati consegnati i verbali degli incontri raccolti in un report fi nale.

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Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in

Zona Stazione

Periodo di Svolgimento:

settembre 2007 - febbraio 2008 Chi ha promosso il processo:

Assessore alla Coesione e sicurezza sociale

2008 >>>> attuazione Patto

Il quartiere intorno alla stazione ferroviaria di Reggio Emilia è stato attraversato da rilevanti fenomeni di trasformazione sociale, in particolare nell’ultimo decennio. Ovviamente un processo di trasformazione così forte e rapido ha portato nuove problematicità sociali e di impatto con il tessuto civile preesistente. L’Amministrazione comunale nel 2007 ha quindi messo a punto un progetto strategico per l’Area Stazione, che si articola in varie direttrici d’intervento, dalla riqualifi cazione urbana a un più presente presidio della Polizia municipale, dai temi della prevenzione a quelli dell’educazione alla convivenza, dalla qualifi cazione della rete dei servizi all’individuazione di una serie di strumenti di monitoraggio e controllo della zona. Tale progetto si è realizzato attraverso un percorso di partecipazione che ha coinvolto tutti i possibili portatori di interesse presenti sul territorio al fi ne di defi nire assieme alcuni obiettivi di migliore qualità del vivere, su cui impegnarsi insieme. Alla fi ne di questo percorso di partecipazione, l’Amministrazione comunale ha stipulato un Patto di convivenza con i residenti, cioè un documento contenente obiettivi, tempi e disponibilità, sottoscrivendo il quale ognuno si impegna direttamente a operare per il raggiungimento degli obiettivi e delle scelte insieme defi nite.

Temi:• SICUREZZA• INTEGRAZIONE• QUALITA’

URBANA• MOBILITA’• QUALIFICAZIONE

Territorio: Zona Stazione

Impegni assunti dall’Ente all’avvio del processo: espliciti ma non vincolantiL’impegno iniziale dell’Ente era chiaro: il processo è stato presentato come un percorso di progettazione partecipata che, dall’analisi dei problemi della zona, intendeva giungere, attraverso l’individuazione degli obiettivi, alla proposta di soluzioni praticabili, attraverso un’azione inclusiva della popolazione che vive nell’area e degli interessi di tutti gli attori in campo. Al termine del percorso l’Amministrazione comunale avrebbe siglato con i residenti del quartiere un Patto per la convivenza, le regole e la responsabilità di ognuno.

Risultati attesi: (vision) + progettiIl processo voleva coinvolgere tutti i principali soggetti del quartiere nel defi nire assieme alcuni obiettivi e progetti di migliore qualità del vivere su cui impegnarsi insieme.

Selezione dei partecipanti: autoselezioneLa partecipazione era aperta a tutti. Per cercare comunque di garantire la rappresentatività del maggior numero di categorie e l’equilibrio, è stata coinvolta la cittadinanza in tutte le sue componenti, nello sforzo di rappresentarne la complessità, la varietà e, dunque, le diverse visioni dei problemi e delle soluzioni e i diversi interessi: italiani e stranieri, giovani e anziani, uomini e donne, tutti portatori di esigenze e problematiche specifi che. Sono state invitate a partecipare le principali organizzazioni del quartiere portatrici di vari interessi e i soggetti rappresentativi delle varie comunità.

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Partecipanti effettivi: competenti/attivi + qualsiasiAl processo hanno partecipato cittadini non organizzati (residenti e commercianti dell’area) e rappresentanti di Istituzioni, associazioni e organizzazioni interessate alla zona. Nel processo partecipato sono state coinvolte circa 180 persone, contattate e consultate attraverso interviste e colloqui. Di queste, 60 hanno partecipato ai seminari di progettazione con il Quadro logico.

Metodologie utilizzate: strumenti di consultazione (il Quadro Logico) Il processo si è svolto utilizzando strumenti di consultazione ed in particolare il metodo del QuadroLogico. Il Quadro logico è una metodologia per la progettazione partecipata elaborata alla fi ne degli anni ’60 negli USA che consiste in un processo analitico ed in un modo di presentare i risultati di questo processo che rende possibile progettare garantendo la rilevanza per i benefi ciari delle azioni ed in cui i rischi sono presi realmente in considerazione. Il percorso ha seguito queste tappe: individuazione e contatto dei portatori di interesse; colloqui individuali o a piccoli gruppi con i portatori di interesse individuati per raccogliere i problemi; organizzazione di 4 seminari per l’analisi dei problemi e la proposta di soluzioni.

Relazione cittadini - tecnici: interazione strettaDurante i seminari e altri incontri che hanno preceduto la fi rma del patto i cittadini si sono confrontati con i tecnici in uno scambio alla pari elaborando una serie di progetti-azioni condivisi. La collaborazione tra l’Amministrazione e i cittadini è stata fondamentale per creare fi ducia offrendo trasparenza.

Organizzazione: altro servizioIl processo è stato organizzato e realizzato in tutte le sue fasi dall’assessorato Coesione e sicurezza sociale con l’aiuto di consulenti.

Regia: Assessore Coesione e sicurezza sociale –dirigente e funzionari Servizio scuola,sport e socialità

Facilitatore: esternoI consulenti esterni hanno condotto l’intero percorso di contatto e consultazione dei portatori di interesse e la progettazione. All’interno dei seminari di progettazione hanno svolto il ruolo di facilitatori.

Comunicazione: canali formali/tradizionaliLa comunicazione è stata di tipo tradizionale e realizzata attraverso comunicati stampa, mailing diretto, contatti diretti (telefonici e personali), interviste, comunicazioni via posta, incontri con gruppi di stakeholder.

Capitale sociale:Il processo ha contribuito a “ridurre” le confl ittualità esistenti in zona. Inoltre ha creato relazionitra i partecipanti e nuove competenze–saperi sono nati dall’interscambio tecnici-cittadini. Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nati e sono stati portati avanti, da parte di alcuni partecipanti, anche in autonomia, alcuni progetti per il miglioramento del quartiere.

Risultati raggiunti: Il risultato principale del processo è stato il “Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in Zona Stazione”, contenente gli obiettivi strategici di miglioramento della qualità del quartiere e alcune soluzioni proposte dai portatori di interesse coinvolti nel processo partecipato. Il documento, sottoscritto da tutti, è stato assunto quale documento strategico di riferimento per le nuove politiche del Comune che ha stanziato in bilancio somme dedicate alla realizzazione di quanto siglato con il patto.

Principali output: alberi dei problemi, alberi degli obiettivi, matrice del quadro logico del progetto, matrici dei sub-quadri logici, il “Patto per la convivenza, le regole, la responsabilità in Zona Stazione”

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3. CRITERI GUIDA PER I PROCESSI PARTECIPATIVI

3.1 I risultati dell’analisi

Questa sezione contiene i risultati del complesso lavoro di analisi realizzato anche alla luce anche delle rifl essioni politiche sulla partecipazione ottenute attraverso interviste agli assessori e un confronto tecnico interno all’Ente.

Tale lavoro ha infatti portato il Servizio Decentramento, Partecipazione e Processi deliberativi a defi nire i principali criteri e regole che si ritiene debbano essere seguiti nella fase di attivazione e nelle fasi di realizzazione di un processo partecipativo, al fi ne di garantirne il più possibile la “buona riuscita” e l’inclusione delle istanze emerse nel processo decisionale.

Tali indicazioni “tecniche” hanno poi costituito la base per l’elaborazione di una specifi ca direttiva, approvata dalla Giunta Comunale il 15 ottobre 2008 contenente le procedure per l’attivazione e le modalità di gestione dei processi partecipativi che i servizi dell’Ente dovranno rispettare ogni volta che decideranno di attivare un nuovo processo partecipativo.

La direttiva è stata presentata nel corso del Convegno “Governare con i cittadini. Democrazia locale, partecipazione e neo-civismo” organizzato dal Comune di Reggio Emilia, dal Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Formez nell’ambito della Settimana europea della Democrazia locale che si è tenuta nell’ottobre 2008.

La tabella seguente contiene l’analisi comparata dei principali processi partecipativi (già analizzati nel dettaglio nelle sezioni precedenti) in base ai principali punti di forza e di debolezza che li hanno caratterizzati.

Successivamente viene riportato il testo integrale della direttiva approvata dalla Giunta del Comune di Reggio Emilia.

Principali punti di forza

Agenda 21 locale

• Il processo ha portato all’elaborazione di un “piano strategico” partecipato per le politiche di svilsostenibile.

• Ha contribuito a creare una cultura e un metodo della partecipazione.• Sono stati attivati numerosi progetti in partnership pubblico e privato.

Ag 21 a scuola:”Mobilità sostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX Settembre”

• Il processo ha portato l’attenzione dei ragazzi e delle famiglie sui temi della mobilità sostenibile.• Ha permesso una “rifl essione coordinata” tra vari istituti.• Ha permesso, seppur con una sfasatura temporale, di realizzare alcuni azioni concrete

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”

• Ha generato una rete di insegnanti che lavorano sul tema dell’educazione alla mobilità sostenibi• Ha creato una serie di alleanze tra vari soggetti per la realizzazione di progetti di mobilità sosten• Ha portato alla realizzazione di progetti concreti quali ad esempio il Bicibus o la messa in sicurez

casa-scuola.

Ag21 di quartiereCircoscrizione 7

• Il processo ha contribuito a “ridurre” l’altissima confl ittualità iniziale tra cittadini ed amministraz• Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nati e sono stati portati avanti, da parte di alc

partecipanti, anche in autonomia, alcuni progetti per il miglioramento del quartiere.• Il processo ha portato all’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenente

strategici di miglioramento del quartiere che è punto di riferimento per le politiche della Circoscr

Forum “Progetti per il Centro Storico”

• Il processo ha portato all’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenentestrategici per il Centro Storico di riferimento per le nuove politiche del Comune di Reggio Emilia.

• Le azioni previste dal Piano di Azione sono state recepite ed in gran parte realizzate dall’assessostorica.

• Il processo ha contribuito a creare cittadini “attivi” e nuove competenze–saperi, nati dall’interscatecnici.

Urbanistica partecipata PRU Compagnoni

• Il processo ha portato ad una progettazione degli interventi previsti che includeva sia le esigenzdell’amministrazione sia quelle espresse dai partecipanti.

• Il processo partecipativo ha portato ad un accrescimento del capitale sociale dei partecipanti grapositivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti.

Urbanistica partecipata PRU Ospizio (1 fase)

• Il processo ha portato a formulare vision e proposte che sono servite a dettagliare il progetto prhanno fornito una base di lavoro per la progettazione successiva di dettaglio.

• E’ stato attivato un percorso con le scuole elementari fi nalizzato a far emergere le vision dei bam

Urbanistica partecipata Parco Acque Chiare

• Il percorso ha portato all’elaborazione di uno schema progettuale del futuro Parco sulla base deldei partecipanti.

• Il processo partecipativo ha portato ad un accrescimento del capitale sociale dei partecipanti grapositivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti.

Processo partecipatoPiano mobilità

• Il processo ha portato all’elaborazione di una bozza del Piano della Mobilità che ha tenuto in conquanto emerso durante il percorso di partecipazione.

Processo partecipato perla riqualifi cazione Reggia di Rivalta

• Il processo ha favorito la ricostruzione di socialità e affezione al luogo da parte della comunità locittà, ha creato relazioni tra i partecipanti e sono stati portate avanti, anche in autonomia, inizia

Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale(1 fase)

• Il processo ha permesso di condividere con i partecipanti un “nuovo progetto di città”, utile per dstrategie generali del PSC.

Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano

• Il processo ha posto l’attenzione all’interno dell’Ente sull’area del Mauriziano favorendo la creazidi soggetti interessati alla valorizzazione dell’area.

Bilancio Partecipativo• Il progetto ha valorizzato il ruolo dei cittadini coinvolgendoli direttamente nelle scelte di bilancio• Il processo ha creato un rapporto costruttivo tra cittadini e amministrazione.• Il processo ha permesso di avere un ascolto strutturato delle esigenze dei cittadini.

Analisi com

Principali punti di forza Principali punti di debolezza

Agenda 21 locale

• Il processo ha portato all’elaborazione di un “piano strategico” partecipato per le politiche di sviluppo sostenibile.

• Ha contribuito a creare una cultura e un metodo della partecipazione.• Sono stati attivati numerosi progetti in partnership pubblico e privato.

• Gli Enti hanno avviato il processo senza assumersi, in fase iniziale, impegni precisi relativamente all’inclusione di quanto sarebbe emerso dal processo.

• Il processo è stato interrotto bruscamente per motivi politici.• Il processo è stato visto come “esterno” / estraneo dai tecnici degli enti

promotori (Comune e Provincia).

Aspetti trasversali

• Mancanza di una cabina di regia vera e propria.

• Sono stati attivati senza una pre-valutazione attenta dei pro e dei contro.

• Sono stati attivati senza condivisione politica ampia.

• Diffi coltà nel coinvolgere attivamente ed in tutte le fasi i tecnici.

• Mancanza di comunicazioneadeguata.

• Mancanza di rendicontazionestrutturata e continuativa nel tempo ai cittadini.

• Spesso gli impegni assunti all’avvio del processo sono stati generici e non vincolanti.

• I processi sono stati attivati senza defi nire in modo chiaro i vari ruoli.

• E’ mancato spesso un processo di inclusione interna.

• E’ mancato quasi sempre un atto formale della Giunta all’avvio del processo.

Ag 21 a scuola:”Mobilità sostenibile dei poli scolastici di via Makalle’ e via XX Settembre”

• Il processo ha portato l’attenzione dei ragazzi e delle famiglie sui temi della mobilità sostenibile.• Ha permesso una “rifl essione coordinata” tra vari istituti.• Ha permesso, seppur con una sfasatura temporale, di realizzare alcuni azioni concrete

• Il processo è stato interrotto nella fase operativa.

Ag 21 a scuola:“A Scuola da Soli in Sicurezza”

• Ha generato una rete di insegnanti che lavorano sul tema dell’educazione alla mobilità sostenibile.• Ha creato una serie di alleanze tra vari soggetti per la realizzazione di progetti di mobilità sostenibile.• Ha portato alla realizzazione di progetti concreti quali ad esempio il Bicibus o la messa in sicurezza dei percorsi

casa-scuola.

• Il progetto è stato interrotto bruscamente a seguito della riorganizzazione dell’Ente.

Ag21 di quartiereCircoscrizione 7

• Il processo ha contribuito a “ridurre” l’altissima confl ittualità iniziale tra cittadini ed amministrazione.• Dalle sinergie sviluppate durante il processo sono nati e sono stati portati avanti, da parte di alcuni

partecipanti, anche in autonomia, alcuni progetti per il miglioramento del quartiere.• Il processo ha portato all’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenente gli obiettivi

strategici di miglioramento del quartiere che è punto di riferimento per le politiche della Circoscrizione.

• Alcune promesse “importanti” per i cittadini non sono state mantenute dall’amministrazione.

Forum “Progetti per il Centro Storico”

• Il processo ha portato all’elaborazione di un “Piano di Azione”, cioè di un documento contenente gli obiettivi strategici per il Centro Storico di riferimento per le nuove politiche del Comune di Reggio Emilia.

• Le azioni previste dal Piano di Azione sono state recepite ed in gran parte realizzate dall’assessorato Città storica.

• Il processo ha contribuito a creare cittadini “attivi” e nuove competenze–saperi, nati dall’interscambio con i tecnici.

• Il processo è stato avviato alla vigilia delle elezioni comunali ed ha quindi risentito del fermento politico creato dalla campagna elettorale in pieno svolgimento.

• Il processo ha risentito della mancata partecipazione, per motivi politici, di alcune categorie “forti” (come ad esempio l’associazione dei commercianti).

Urbanistica partecipata PRU Compagnoni

• Il processo ha portato ad una progettazione degli interventi previsti che includeva sia le esigenze dell’amministrazione sia quelle espresse dai partecipanti.

• Il processo partecipativo ha portato ad un accrescimento del capitale sociale dei partecipanti grazie al positivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia tra i cittadini partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti.

• Ritardo nell’avvio della seconda fase che era stata annunciata ai partecipanti.

Urbanistica partecipata PRU Ospizio (1 fase)

• Il processo ha portato a formulare vision e proposte che sono servite a dettagliare il progetto preliminare e hanno fornito una base di lavoro per la progettazione successiva di dettaglio.

• E’ stato attivato un percorso con le scuole elementari fi nalizzato a far emergere le vision dei bambini.• Ritardo nell’avvio della seconda fase che era stata annunciata ai partecipanti.

Urbanistica partecipata Parco Acque Chiare

• Il percorso ha portato all’elaborazione di uno schema progettuale del futuro Parco sulla base delle indicazioni dei partecipanti.

• Il processo partecipativo ha portato ad un accrescimento del capitale sociale dei partecipanti grazie al positivo clima di confronto e condivisione che si è sviluppato all’interno dei gruppi di lavoro, sia tra i cittadini partecipanti sia tra i cittadini ed i progettisti.

Processo partecipatoPiano mobilità

• Il processo ha portato all’elaborazione di una bozza del Piano della Mobilità che ha tenuto in considerazione quanto emerso durante il percorso di partecipazione.

• Il processo ha subito interruzioni e modifi che rispetto allo schema iniziale che hanno generato “insoddisfazione” e confusione nei partecipanti.

• Il Forum telematico, strumento attraverso il quale potevano partecipare i privati cittadini, ha funzionato solo molto parzialmente nella prima fase, mentre è stato “assente” nelle fasi successive.

Processo partecipato perla riqualifi cazione Reggia di Rivalta

• Il processo ha favorito la ricostruzione di socialità e affezione al luogo da parte della comunità locale e della città, ha creato relazioni tra i partecipanti e sono stati portate avanti, anche in autonomia, iniziative specifi che.

• Il processo ha creato aspettative “alte” diffi cili da soddisfare.

Laboratori di partecipazione Piano Strutturale Comunale(1 fase)

• Il processo ha permesso di condividere con i partecipanti un “nuovo progetto di città”, utile per defi nire le strategie generali del PSC.

• Confronto con un numero limitato di attori, spesso specialisti.

Gruppo di Lavoro partecipato Area Mauriziano

• Il processo ha posto l’attenzione all’interno dell’Ente sull’area del Mauriziano favorendo la creazione di una rete di soggetti interessati alla valorizzazione dell’area.

• Confronto con un numero limitato di soggetti.

Bilancio Partecipativo• Il progetto ha valorizzato il ruolo dei cittadini coinvolgendoli direttamente nelle scelte di bilancio dell’Ente.• Il processo ha creato un rapporto costruttivo tra cittadini e amministrazione.• Il processo ha permesso di avere un ascolto strutturato delle esigenze dei cittadini.

• Il processo ha creato molte aspettative nei cittadini diffi cili da soddisfare.• Il processo ha risentito, in alcune fasi, della mancanza dei tecnici.

Analisi comparata*

75

77

3.2 La proposta di criteri guida

DIRETTIVA DELLA GIUNTA COMUNALE SULL’ATTIVAZIONE E GESTIONE DEI PROCESSI PARTECIPATIVI DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA

PREMESSA

Poiché l’attivazione di nuovi processi partecipativi da parte dell’Amministrazione comunale necessita di:

a) rigore metodologico,

b) chiarezza e trasparenza sugli impegni assunti nei confronti degli stakeholder coinvolti,

c) consistente impegno di risorse umane, fi nanziarie e strumentali,

d) adeguato follow up dell’attuazione delle decisioni emerse,

e) attenzione all’immagine dell’Amministrazione verso gli stakeholder e la cittadinanza in generale,

la Giunta comunale emana la presente direttiva ai Servizi dell’Ente da rispettare ogni volta che si attiva un nuovo processo partecipativo.

I principi a cui si ispira la presente Direttiva sono i seguenti:

1. I processi partecipativi devono essere attivati solo a seguito di adeguata e professionale pre-valutazione tecnica e politica. Il ricorso a tali strumenti differisce infatti dalla mera comunicazione sulle decisioni già assunte o da tradizionali metodi di concertazione o consultazione pubblica mediante tavoli bilaterali o incontri assembleari, sia sotto il profi lo del rigore metodologico e tecnico, sia sotto il profi lo del margine di negoziazione tra l’Amministrazione e gli stakeholder.

2. I processi partecipativi devono avere sempre la massima condivisione politica e tecnica all’interno dell’Ente e occorre defi nire preventivamente e in modo chiaro le diverse responsabilità politiche, tecniche e organizzative.

3. Occorre esplicitare preliminarmente gli impegni che ci si assume relativamente a quanto emergerà dal processo.

4. Occorre stabilire preliminarmente la collaborazione dei Servizi che saranno chiamati ad attuare le proposte i quali devono partecipare attivamente a tutte le fasi del processo.

5. I processi partecipativi richiedono una comunicazione specifi ca che segua tutte le fasi del processo.

6. Le modalità di partecipazione e selezione dei partecipanti devono essere defi nite con la massima trasparenza, cercando per quanto possibile di coinvolgere “tutti” i portatori di interessi.

7. I processi partecipativi devono prevedere sempre e necessariamente fasi volte all’inclusione dei risultati e alla rendicontazione e comunicazione delle scelte fatte, nonché fasi di monitoraggio e controllo.

78

Art. 1

PREVALUTAZIONE TECNICA E POLITICA: OPPORTUNITA’

1. Preliminarmente all’avvio di un processo partecipativo occorre rifl ettere sui principi sopra riportati e valutare con attenzione se esistono alcune pre-condizioni. In particolare occorre valutare:

- la necessità e l’utilità di richiedere l’apporto di “altri” soggetti esterni all’Ente

- se vi sono ancora alternative e/o spazi di decisione da sottoporre al processo partecipativo

- se per le fi nalità specifi che che si intendono perseguire non sia più adeguato il ricorso a strumenti diversi (es. comunicazione più effi cace, tavoli negoziali, strumenti propri delle democrazia deliberativa, gruppi di lavoro trasversali interni, ecc..)

- se la condivisione politica e tecnica degli Assessorati, delle Circoscrizioni e dei Servizi coinvolti, sia in fase di gestione del processo, sia in fase di attuazione delle decisioni prese e della loro rendicontazione

- se i Servizi comunali coinvolti nel processo sono in condizioni di garantire la presenza e la partecipazione attiva

- se vi sono risorse fi nanziarie e umane suffi cienti per supportare il processo nel tempo in tutte le sue fasi

2. Poiché la pre-valutazione iniziale sulla opportunità di attivare un processo partecipativo richiede competenze tecniche e metodologiche in materia, ferma restando l’autonomia decisionale di ciascun Assessorato e di ciascun Dirigente, alla pre-valutazione iniziale è preposto il Servizio Decentramento, Partecipazione e Processi deliberativi, in collaborazione con il Servizio o Assessorato proponente e con eventuali consulenti esterni da questi individuati.

3. Lo studio di pre-valutazione deve esplicitarsi in una relazione tecnica da allegare alla proposta di deliberazione di cui all’art. 2.

Art. 2

ATTIVAZIONE: RESPONSABILITÀ POLITICA CONDIVISA

1. Poiché tutti i processi partecipativi, anche quelli tematici, hanno sempre caratteristiche di trasversalità rispetto alla struttura organizzativa dell’Ente e forte impatto sulla sua immagine esterna, nessun processo partecipativo deve essere solo di un “singolo Assessorato-Servizio” ma della Giunta comunale e dell’Ente: solo l’Amministrazione nel suo complesso può assumere impegni “articolati” verso i suoi cittadini.

2. Prima di avviare un processo partecipativo occorre, quindi, una verifi ca politica attenta per valutare l’effettiva condivisione e supporto di tutti gli Assessorati e Servizi maggiormente coinvolti risultante dallo studio di cui all’art. 1.

3. Sulla base di tale valutazione la Giunta comunale, con apposita deliberazione, defi nisce:

a. La responsabilità politica di uno o più Assessore a seguire operativamente il processo (art. 2);

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b. L’oggetto del processo partecipativo e i margini di spazio decisionale negoziabili in tale sede (art. 3);

c. La responsabilità tecnica del processo partecipativo che deve essere condivisa tra il Servizio competente per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti e il Servizio Decentramento, Partecipazione e Processi deliberativi (art. 4);

d. I componenti della “cabina di regia” che seguirà il processo e la designazione del tecnico di processo (art.4) con conseguente assegnazione delle risorse e degli obiettivi nel PEG/PDO dei rispettivi Dirigenti;

e. Gli strumenti informativi che dovranno accompagnare il processo partecipativo in tutte le sue fasi (art. 6);

f. Le modalità di scelta e selezione degli stakeholder coinvolti (art. 7);

g. I tempi e le modalità di rendicontazione delle decisioni assunte dall’Amministrazione a seguito del processo partecipativo e i tempi e le modalità di rendicontazione della loro attuazione da parte dei Servizi competenti (art. 8);

4. Qualora il percorso partecipativo sia proposto da una Circoscrizione o interessi in modo signifi cativo il suo territorio la deliberazione suddetta deve essere sottoposta anche al relativo Consiglio per l’approvazione.

Art. 3

OGGETTI E IMPEGNI

1. La delibera di Giunta comunale deve dichiarare in modo esplicito all’inizio del processo quali impegni l’Amministrazione intende assumersi defi nendo specifi catamente:

- i temi di discussione,

- le regole interne di funzionamento del processo partecipativo,

- le scelte discrezionali che l’Amministrazione pone in negoziazione con il processo.

2. Fermo restando la competenza degli Organi politico-amministrativi (Sindaco, Giunta, Consiglio) ad assumere le decisioni secondo le rispettive competenze di legge, l’Amministrazione deve motivare il mancato recepimento delle principali proposte emerse dal processo e gli eventuali scostamenti dagli impegni iniziali.

Art. 4

GLI ATTORI DEL PROCESSO

1. La deliberazione di Giunta comunale di cui all’art. 2 defi nisce preventivamente e in modo chiaro i seguenti ruoli a cui associare diverse responsabilità e compiti nel corso del processo.

2. Tali ruoli sono:

a. La responsabilità tecnica del processo è condivisa:

- dal Dirigente del Servizio competente per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti (che ha la responsabilità dei contenuti,

80

dell’inclusione di quanto emerso dal processo e si impegna a seguirlo tecnicamente in tutte le sue fasi fornendo informazioni periodiche in merito all’attuazione);

- dal Dirigente del Servizio Partecipazione (che ha la responsabilità della progettazione e della gestione del processo partecipativo e garantisce l’applicazione della metodologia) a cui fa capo il tecnico/i di processo.

Questi soggetti, insieme all’Assessore delegato indicato nella delibera di cui all’art. 2, compongono la Cabina di regia che ha l’obiettivo di defi nire le strategie, di scegliere le modalità organizzative più funzionali al raggiungimento degli obiettivi e all’adempimento degli impegni presi, di seguire il processo in tutte le sue fasi coordinando il gruppo di lavoro.

b. Il tecnico/i di processo ha il compito di supportare tecnicamente la cabina di regia, guidare la progettazione del processo, coordinare il gruppo di lavoro operativamente nelle varie fasi del processo, gestire la sua attuazione e la conduzione di gruppi. Il tecnico di processo partecipa alla valutazione preliminare di cui all’art. 1, indica il percorso da compiere, suggerisce le metodologie più opportune ed è in grado di porsi come soggetto terzo, di intermediazione e garanzia tra l’amministrazione, i tecnici e i partecipanti. Tale fi gura può essere interna o esterna all’amministrazione. Poiché il nostro Ente ha un Servizio e un Uffi cio preposto, anche qualora l’Amministrazione decida di avvalersi di soggetti esterni, il ruolo di progettazione e di coordinamento del processo deve essere svolto congiuntamente tra il Servizio Partecipazione e gli eventuali soggetti esterni.

c. Il Gruppo di lavoro è costituito da tutti i soggetti coinvolti in vario modo operativamente nella gestione del processo (in tutte le sue fasi), designato dalla Cabina di regia: tecnico/i di processo, i facilitatori, i tecnici dei Servizi maggiormente coinvolti, il tecnico della comunicazione (che seguirà tutto il processo), i soggetti che avranno il compito di “segreteria organizzativa”. Il gruppo di lavoro è coordinato dal tecnico/i di processo.

d. La segreteria organizzativa ha il compito di supportare il gruppo di lavoro nell’organizzazione pratica dei vari eventi legati al processo (per es. invio di inviti, comunicazioni varie, prenotazioni sale, ecc...). Deve essere costituita da dipendenti del servizio-assessorato competente per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti.

3. La deliberazione di Giunta comunale di cui all’art. 2 attribuisce le risorse umane, fi nanziarie e strumentali e gli obiettivi nel PEG/PDO dei Dirigenti che compongono la cabina di regia.

Art. 5

I TECNICI DEI SERVIZI COINVOLTI NEI GRUPPI DI LAVORO

1. Assume grande rilevanza nel determinare il successo di un processo partecipativo la collaborazione aperta e attiva dei tecnici competenti per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti, e facenti parte del Gruppo di lavoro, nonchè il confronto tra essi ed gli stakeholder partecipanti al processo. Tale confronto produce, infatti, un progetto-scelta non solo maggiormente condiviso e quindi con maggiore possibilità di essere realizzato, ma anche “migliore” di quanto potrebbero scaturire da tavoli solo tecnici. Il progetto oggetto del processo partecipato si arricchisce

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infatti di “saperi” non specialistici, frutto del vissuto del territorio e mette in relazione conoscenze e visioni dei problemi differenti.

2. Tutti i tecnici dei Servizi competenti per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti devono essere parte attiva di tutto il processo, impegnandosi anche a fornire periodicamente informazioni alla Cabina di regia in merito allo stato di attuazione dei progetti, fondamentali per realizzare la rendicontazione e il monitoraggio di cui all’art. 8.

3. La deliberazione di Giunta comunale di cui all’art. 2 indica, nel PEG/PDO dei Dirigenti dei Servizi competenti per materia sull’oggetto del processo e sull’attuazione delle decisioni da esso derivanti, il ruolo dei tecnici di tale Servizio all’interno del percorso partecipativo al fi ne della loro legittimazione.

Art. 6

LA COMUNICAZIONE

1. La comunicazione è uno degli aspetti fondamentali dei processi partecipativi; essa non deve avere solo obiettivi informativi, ma deve essere parte integrante del processo stesso. Deve quindi accompagnare adeguatamente tutte le fasi del processo da quella preliminare, al coinvolgimento diretto delle persone fi no alle fasi di rendicontazione e monitoraggio.

2. Nella fase preliminare la comunicazione è fi nalizzata soprattutto ad incentivare la partecipazione degli stakeholder; durante le fasi di coinvolgimento diretto serve a garantire la trasparenza; nella fasi fi nali è fondamentale per informare i partecipanti e tutti i cittadini sui risultati del processo, sul rispetto degli impegni assunti e sull’attuazione dei progetti.

3. La comunicazione di ogni processo partecipativo deve raggiungere quanti più individui possibili interessati agli argomenti di discussione (anche se il processo coinvolge direttamente solo un numero limitato di stakeholder). Deve prevedere un giusto equilibrio (a seconda del tipo di processo) tra i canali tradizionali, passivi (es. internet, opuscoli, lettere, comunicati stampa newsletter, cartelloni pubblicitari, ecc..) e canali “partecipativi”. Questi ultimi devono dare informazioni in modo più intuitivo ed empatico, devono essere non solo monodirezionali, ma in grado di permettere già uno scambio, devono puntare a creare un rapporto con gli stakeholder, per esempio andando sul territorio, direttamente da chi si vuole coinvolgere.

4. Per raggiungere tali obiettivi la delibera di Giunta comunale di cui all’art. 2 deve preventivare adeguati risorse umane (con idonea formazione nel campo della partecipazione) fi nanziarie e strumentali specifi che.

5. Del gruppo di lavoro di cui all’art. 4 co. 2 deve sempre far parte un rappresentante del servizio comunicazione.

Art. 7

I PARTECIPANTI

1. Ai processi partecipativi devono poter prendere parte, per defi nizione, tutti i portatori di interesse rispetto al tema di confronto, i cosiddetti stakeholder (“portatori di posta”). La presenza in un processo partecipativo di interessi diversifi cati e di tutti i punti di vista,

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anche differenti e contrapposti, è un elemento fondamentale del processo stesso e ne costituisce un punto di forza e non di debolezza.

2. Per far si che gli stakeholder partecipanti al processo giungano ad un confronto ed a una mediazione, anche spontanea, e che il risultato, essendo già frutto di opinioni diverse messe a confronto, abbia maggiori possibilità di successo e di concreta attuazione, occorre studiare con cura, preventivamente, le modalità di individuazione-selezione dei partecipanti.

3. La modalità di accesso al processo partecipativo “completamente libera” (qualsiasi cittadino può decidere di partecipare o meno), può apparire più democratica; spesso, tuttavia, non dà assolutamente garanzie di rappresentatività di tutti gli interessi e di equilibrio. Infatti, in genere partecipa chi è “già abituato a partecipare”, chi “ha tempo”, i cittadini già associati mentre altre categorie tendono ad autoescludersi.

4. A seconda degli obiettivi del processo e della metodologia utilizzata occorre pertanto individuare le più idonee modalità di coinvolgimento.

5. Le modalità di accesso dei partecipanti devono essere esplicitate e spiegate in modo trasparente all’inizio del processo nella deliberazione di Giunta comunale di cui all’art. 2 in modo tale da evitare che la partecipazione parziale solo di alcune categorie e/o l’assenza di chi rappresenta un interesse “importante” costituisca elemento di forte criticità del processo che rischia di delegittimarlo fi n sul nascere e quindi di invalidarne i risultati.

Art. 8

INCLUSIONE, RENDICONTAZIONE, MONITORAGGIO

1. Il processo partecipato può produrre progetti e indicazioni abbastanza defi niti oppure proposte più generiche e indefi nite. Ciò dipende principalmente dagli obiettivi e richieste iniziali che possono essere più progettuali ovvero puntare alla formulazione di vision–strategie, oltre che dal contributo dei partecipanti.

2. La Giunta comunale valuta in sede politica le scelte indicazioni emerse dal processo partecipativo sulla base di apposita relazione predisposta dai Dirigenti responsabili del processo.

3. Le scelte-indicazioni devono tradursi, di norma, in atti attuativi dell’Organo politico-amministrativo competente (Sindaco, Giunta, Consiglio) in coerenza con la tipologia di impegni assunti all’inizio del processo. In concreto si potrà avere l’avvio della progettazione e realizzazione di opere o di interventi vari, ovvero il recepimento di indirizzi e strategie o suggerimenti in strumenti di indirizzo e programmatori.

4. Fermo restando la competenza degli Organi politico-amministrativi (Sindaco, Giunta, Consiglio) ad assumere le decisioni secondo le rispettive competenze di legge, l’Amministrazione deve motivare il mancato recepimento delle principali proposte emerse dal processo e gli eventuali scostamenti dagli impegni iniziali.

5. Qualora il percorso partecipativo sia stato proposto da una Circoscrizione o interessi in modo signifi cativo il suo territorio le decisioni assunte dall’Amministrazione devono essere sottoposte anche al relativo Consiglio.

6. In tutti i casi l’Amministrazione deve attivare un processo volto a recepire e concretizzare i risultati e a rendicontare e comunicare le scelte fatte e lo stato di attuazione. Tali fasi

83

implicano un ritorno di informazioni ai partecipanti e a tutti i cittadini per cui è necessario l’apporto adeguato del servizio Comunicazione.

7. La deliberazione di Giunta comunale di cui all’art. 2 stabilisce i tempi e le modalità di rendicontazione delle decisioni assunte dall’Amministrazione a seguito del processo partecipativo e i tempi e le modalità di rendicontazione della loro attuazione da parte dei Servizi competenti.

8. I tecnici dei Servizi coinvolti nel processo partecipativo devono fornire periodicamente, secondo i tempi e le modalità defi nite nelle delibere di cui all’art. 2 e al co. 3 del presente articolo, informazioni dettagliate in merito allo stato di attuazione dei progetti alla Cabina di regia al fi ne di permettere un’adeguata rendicontazione e monitoraggio.

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Idea Soggetti promotori (Assessore/Circoscrizione/Dirigente)

Pre - valutazione tecnica(sulla base della direttiva

approvata)

Servizio Partecipazione(+ Soggetti promotori + altri soggetti

coinvolti)

Valutazione politica preliminare (sulla base della direttiva approvata)

NoNo

Si

Proposta di progettoServizio Partecipazione

(+ Soggetti promotori + eventuali consulenti)

Costituzione cabina di regia

Giunta politica

NoNo

Si

Consiglio di Circoscrizione

(se è il promotore o fortemente coinvolto)

Altre forme di confronto e dialogo

-

Altre forme di confronto e dialogo

Giunta amministrativa

Consiglio di Circoscrizione

(se è il promotore o fortemente

coinvolto)

-Approvazione progetto (delibera)

Assessore delegato + dirigente servizio maggiormente coinvolto + dirigente servizio partecipazione +

tecnici di processo

Progetto definitivo Cabina di regia

Relazione tecnica

Gestione del processo- avvio- analisi- proposte

Valutazione politica delle proposte emerse ed

accoglimento/inclusione delle stesse

Delibera

No

SiMotivazione

Giunta + Cabina di regia

Rendicontazione periodica ai cittadini

Cabina di Regia + Gruppo di lavoro

Inclusione nelle politiche e nelle azioni dell’Ente delle proposte accolte

Giunta amministrativae/o

Consiglio Comunale

Dirigenti dei servizi coinvolti

Verifica periodica all’interno dell’Ente dello stato di attuazione delle

proposte accolteCabina di regia + Gruppo di lavoro

Cabina di regia + Gruppo di lavoro (+ servizio comunicazione)

La partecipazionea Reggio EmiliaQuesta pubblicazione è stata realizzata dal Servizio

Decentramento, Partecipazione e Processi deliberatividel Comune di Reggio Emilia ed in particolare dall’Uffi cio “ReggioSostenibile”. L’Uffi cio ha iniziato ad occuparsi di partecipazione dal 2000 con la gestione del processo di Agenda 21 Locale per poi ampliare progressivamente i propri ambiti diattività, estendendoli a tutti i principali processi partecipativi promossi dall’Ente e a diverse tematiche relative allo sviluppo sostenibile (in particolare modo la contabilità ambientale dell’Ente, progetti di educazione allo sviluppo sostenibile ecc..).

Informazioni e contatti

Comune di Reggio EmiliaServizio Decentramento,Partecipazione e Processi deliberativiUffi cio ReggioSostenibilePiazza Prampolini, 1 - 42100 Reggio Emiliatel. 0522 456116 - 456045 - 456051e-mail: [email protected]

www.direfarepartecipare.comune.re.it