DB.esercitazioni Idrologia
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Pagina 1/3 - Curriculum vitae di Cognome/i Nome/i
Per maggiori informazioni su Europass: http://europass.cedefop.europa.eu © Unione europea, 2002-2010 24082010
Curriculum Vitae Europass
Informazioni personali
Nome(i) / Cognome(i) Diego Bruciafreddo
Indirizzo(i) Via Bernardino Verro n.8, 20141 Milano
Telefono(i) +39 320 466 7566
E-mail [email protected]
Cittadinanza Italiana
Data di nascita 11/12/1984
Sesso Maschio
Occupazione desiderata/Settore
professionale
Ingegnere Strutturista
Esperienza professionale
Date 14/05/2012 a oggi
Lavoro o posizione ricoperti Ingegnere Strutturista
Principali attività e responsabilità Attività di consulenza relativa alla progettazione esecutiva di Torre Isozaki -edificio nell’ambito del progetto di riqualificazione dell’ex area fiera del comune di Milano di 57 piani - 220 m in c.a. con pareti accoppiate a nucleo per le azioni orizzontali , solai a piastra e colonne composite per i carichi verticali e dispositivi fluido viscosi per il controllo delle vibrazioni.
Nome e indirizzo del datore di lavoro Studio Iorio srl, Passaggio S.Bartolomeo n.7 24121 Bergamo
Tipo di attività o settore Ingegneria Strutturale
Date Dicembre 2009 a oggi
Lavoro o posizione ricoperti Ingegnere Strutturista
Principali attività e responsabilità Progettazione strutturale di strutture temporanee prefabbricate di grande luce per il ricovero di imbarcazioni. Principali tipologie strutturali trattate: -Tendostrutture in carpenteria metallica di acciaio e alluminio; -Tensostrutture; -Strutture pneumatiche;
Nome e indirizzo del datore di lavoro Yachtgarage Srl, Via delle Puglie 8 Benevento
Tipo di attività o settore Ingegneria Strutturale
Date 12/09/2011 a 09/05/2012
Lavoro o posizione ricoperti Ingegnere Strutturista
Principali attività e responsabilità Tirocinio formativo nell’ambito del master in “Progettazione Antisismica” della scuola Master F.lli Pesenti del Politecnico di Milano.Principali attività svolte: -Progettazione Strutturale “Torre Panoramica a Maranello per la Galleria Ferrari” progetto Architettonico Studio Lissoni– Torre Panoramica di 30 metri in c.a. con due piani interrati e uno sbalzo in testa di 12 m. Analisi in campo dinamico per il controllo delle vibrazioni. -Progettazione Strutturale “Auditorium il Castello a L’Aquila” - Struttura con isolamento sismico alla base, progettata da Renzo Piano, in legno strutturale composta da pannelli di xlam su una doppia orditura di travi in lamellare. -Modello strutturale agli elementi finiti per lo studio del comportamento statico e dinamico di Torre Isozaki.
Nome e indirizzo del datore di lavoro Studio Iorio srl, Passaggio S.Bartolomeo n.7 24121 Bergamo
Pagina 2/3 - Curriculum vitae di Cognome/i Nome/i
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Tipo di attività o settore Ingegneria Strutturale
Date 01/09/2010 – 30/09/2010
Lavoro o posizione ricoperti Progettista Strutturale
Principali attività e responsabilità Progetto Strutturale di un edificio a sei elevazioni fuori terra più piano interrato, irregolare in pianta e in elevazione, di un edificio in c.a. in zona ad alta sismicità (ag/g 0.38) in classe di duttilità B. Il comportamento sismico è stato ottimizzato mediante l’adozione di una scala alla “Giliberti”.
Nome e indirizzo del datore di lavoro Studio Tecnico Arch. Antonino Leonello
Tipo di attività o settore Ingegneria Strutturale
Date 10/03/2007 al 10/06/2007
Lavoro o posizione ricoperti Tirocinio Formativo
Principali attività e responsabilità Attività sperimentale di modellazione e calcolo della risposta sismica locale.
Nome e indirizzo del datore di lavoro MECMAT – Dipartimento di Meccanica e Materiali dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria
Tipo di attività o settore Ingegneria Strutturale
Istruzione e formazione
Date Febbraio 2011 – Maggio 2012
Titolo della qualifica rilasciata Master di II livello in “Progettazione antisismica delle strutture per costruzioni Sostenibili”
Principali tematiche/competenze professionali acquisite
Tecniche di progettazione per la mitigazione del rischio sismico sia su strutture nuove che esistenti. Competenze specialistiche nell’ambito della modellazione del comportamento dinamico delle strutture.
Titolo della tesi e argomenti “The new observation tower for the Galleria Ferrari Area in Maranello: structural earthquake and comfort design” Progettazione strutturale della nuova torre panoramica a Maranello per la Galleria Ferrari. Sono state effettuate analisi dinamiche non lineari incrementali con modellazione a fibre (IDA) per la valutazione del comportamento sismico e analisi dinamiche lineari per la valutazione del livello di confort a seguito delle vibrazioni di natura antropica sullo sbalzo di 12 m.
Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione
Politecnico di Milano – Scuola Master F.lli Pesenti
Date Novembre 2007 – Dicembre 2010
Titolo della qualifica rilasciata Laurea Specialistica in Ingegneria Civile Progettazione strutturale
Principali tematiche/competenze professionali acquisite
Progettazione di strutture e opere geotecniche; Comportamento dinamico delle strutture sotto l’azione del sisma e del vento; Valutazione e mitigazione del potenziale di collasso progressivo negli edifici;
Titolo della tesi e argomenti “Valutazione della vulnerabilità sismica di edifici esistenti in c.a. mediante analisi non lineari” La tesi tratta la valutazione del grado di vulnerabilità di un edificio esistente irregolare in pianta mediante l’utilizzo di analisi dinamica non lineare con modelli a plasticità diffusa.
Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione
Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria
Livello nella classificazione nazionale o internazionale
110 e lode con menzione di merito
Date Ottobre 2004 – Novembre 2007
Titolo della qualifica rilasciata Laurea Ingegneria Civile
Principali tematiche/competenze professionali acquisite
Competenze base di Analisi Matematica, Fisica,Scienza e Tecnica delle Costruzioni e Geotecnica
Titolo della tesi e argomenti “Risposta Sismica Locale” Valutazione della variazione dell’input sismico in relazione alle condizioni locali del sito.
Nome e tipo d'organizzazione erogatrice dell'istruzione e formazione
Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria
Livello nella classificazione nazionale o internazionale
110 e lode con menzione di merito
Autovalutazione Comprensione Parlato Scritto
Pagina 3/3 - Curriculum vitae di Cognome/i Nome/i
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Livello europeo (*) Ascolto Lettura Interazione orale Produzione orale
Inglese B2 Livello intermedio C1 Livello Avanzato B2 Livello intermedio B2 Livello intermedio C1 Livello avanzato
Francese A2
Livello Elementare
B1 Livello Intermedio A2 Livello
Elementare A2
Livello elementare
A2 Livello elementare
(*) Quadro comune europeo di riferimento per le lingue
Capacità e competenze sociali - Sono particolarmente predisposto a lavorare in team cercando sempre di comprendere e di risolvere i problemi al meglio al fine di ottenere i risultati previsti. - Sono dotato di un forte senso di volontà e di capacità di problem solving anche nelle situazioni più dinamiche. -Sono dotato di un ottimo spirito di adattamento anche nelle situazioni più complesse e sono pienamente disponibile a trasferte in tutto il mondo. -Buona capacità di comunicazione e motivazione ottenuta grazie a un’ampia esperienza di impartizione di lezioni private a un buon numero di studenti universitari ( ad oggi circa 60 )
Capacità e competenze organizzative
Gestione di progetti e gruppi di lavoro
Capacità e competenze tecniche Ingegnere strutturista con capacità progettazione di strutture non tradizionali e complesse.
Capacità e competenze informatiche
Si elencano le principali competenze specialistiche in aggiunta alle competenze base di utilizzo del computer: Ottima conoscenza Excel+VBA Ottima Conoscenza programma per Modellazione FEM STRAUS7 Ottima Conoscenza Programma per Modellazione Fem MIDAS GEN Ottima Conoscenza Programma Per Modellazione FEM SAP200 Capacità di utilizzo e apprendimento in tempi rapidi di tutti i programmi di modellazione FEM Ottima conoscenza dei linguaggi di programmazione VBA, C++ Ottima conoscenza del programma di Calcolo MATLAB Ottima conoscenza del pacchetto OFFICE Ottima conoscenza di AUTOCAD
Altre capacità e competenze Runner amatoriale con partecipazione a eventi , nuoto;
Patente A, B
Ulteriori informazioni Referenze e Curriculum Vitae dettagliato su richiesta
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali". (facoltativo, v. istruzioni)
Firma
I
INDICE
Prefazione.............................................................................................................................III
Capitolo 1 – IL BACINO IDROGRAFICO
1.1. Definizione di bacino idrografico................................................................................1
1.2. Delimitazione del bacino idrografico..........................................................................2
1.3. Analisi del rilevamento cartografico..........................................................................3
1.4. Svolgimento esercitazione 1.......................................................................................6
1.4.1. Delimitazione e individuazione del bacino...................................................6
1.4.2. Calcolo delle grandezze planimetriche..........................................................9
1.4.3. Calcolo degli indici di forma........................................................................11
1.4.4. Calcolo dei parametri di rilievo...................................................................15
1.4.5. Calcolo dei parametri caratteristici della pendenza..................................22
1.4.6. Calcolo dei parametri Cinematica...............................................................25
1.5. Gerarchizzazione del bacino.....................................................................................27
Capitolo 2 – LE PRECIPITAZIONI
2.1. Introduzione............................................................................................................32
2.2. Genesi e formazione delle precipitazioni...............................................................32
2.3. Misura delle precipitazioni.....................................................................................33
2.3.1. Il pluviometro...............................................................................................33
2.3.2. Il pluviografo................................................................................................35
2.3.3. Il nivometro..................................................................................................36
2.4. Impiego dei dati pluviometrici...............................................................................37
2.4.1. Annali ideologici...........................................................................................37
2.4.2. Analisi statistica...........................................................................................38
2.5. Svolgimento esercitazione 2...................................................................................39
2.5.1. Metodo dei momenti.....................................................................................43
2.5.2. Verifica del test di Pearson..........................................................................44
2.5.3. Calcolo di portate e rischio tramite la legge di Gumbel.............................47
II
Capitolo 3 – LA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE PIOGGE
3.1. Distribuzione spaziale delle piogge.......................................................................51
3.2. Afflusso meteorico: definizione e calcolo................................................................51
3.2.1. Metodo delle isoiete......................................................................................52
3.2.2. Metodo dei topoieti.......................................................................................53
3.3. Curve di possibilità pluviometrica (CPP)..............................................................53
3.4. Svolgimento esercitazione 3...................................................................................55
3.4.1. Costruzione del cartogramma di Gumbel...................................................58
3.4.2. Costruzione delle curve di possibilità pluviometrica.................................60
Capitolo 4 – PORTATA DI PROGETTO
4.1. Pioggia di progetto..................................................................................................68
4.2. Pioggia di progetto ad intensità costante.............................................................68
4.3. Pioggia di progetto ad intensità variabile.............................................................69
4.4. Pioggia massima probabile....................................................................................70
4.4.1. Metodo fisico.................................................................................................70
4.4.1.1. Individuazione del grado di umidità................................................70
4.4.1.2. Massimizzazione del grado di umidità.............................................71
4.4.1.3. Massimizzazione dei fenomeni di convergenza e sollevamento......72
4.4.2. Metodo statistico..........................................................................................73
4.5. Pioggia netta..........................................................................................................73
4.5.1. Metodo del CURVE – NUMBER.................................................................74
4.6. Portata massima di piena......................................................................................74
4.6.1. Metodo diretto..............................................................................................75
4.6.2. Metodo razionale..........................................................................................78
4.6.3. Metodo cinematico o della corrivazione......................................................78
4.7. Svolgimento della esercitazione 4.........................................................................80
4.7.1. Istogramma di Chicago................................................................................82
4.7.2. Calcolo delle perdite idrogeologiche............................................................84
4.7.3. Idrogramma di piena...................................................................................91
III
PREFAZIONE
L’ “idrologia”, nella sua accezione più generale, prende in considerazione le tematiche
riguardanti le acque presenti nel sistema-Terra in qualunque fase, sia essa solida,
liquida o gassosa.
Questa analisi generalizzata si concretizza in varie branche specifiche quali:
-Idrometereologia : studio della circolazione dell’acqua nell’atmosfera.
-Glaciologia : analisi dei ghiacciai e delle nevi.
-Idrografia : studio delle acque superficiali intese come laghi (limnologia) o fiumi
(potamologia).
-Idrogeologia : analisi del flusso d’acqua sotterraneo.
Il seguente lavoro si colloca in una area ancor più specifica del settore idrologico,
ovvero l’idrologia tecnica, la cui finalità è quella di giungere all’applicazione dei
modelli progettati dalle università a seguito dell’analisi dei dati e della misura della
grandezza idrologica gestita dallo Stato.
Il lavoro consiste nella concreta applicazione dei concetti presentati e trattati durante il
corso di Idrologia svolto nell’anno accademico 2005/2006 presso l’Università degli
Studi Mediterranea di Reggio Calabria - Facoltà d’Ingegneria.
Il suddetto corso, condotto dal prof. ing. Giuseppe Barbaro intende fornire agli
allievi i mezzi per lo studio delle problematiche di difesa dalle acque e la gestione delle
risorse idriche del territorio.
Il seguente testo si compone di quattro esercitazioni sulla definizione e il calcolo dei
dati caratterizzanti un bacino idrografico e le elaborazioni statistiche di dati
pluviometrici ricavati attraverso formule sperimentali e valori tabellati.
Poichè questo lavoro è stato realizzato interamente in sede universitaria si è ritenuto
opportuno anteporre ad ogni esercitazione una sommaria trattazione teorica delle
problematiche affrontate per facilitarne la comprensione.
Nel procedere si è ritenuto opportuno utilizzare principalmente due applicativi
software, Autocad 2004 ed Excel, in modo da velocizzare e rendere più precisi i calcoli.
In particolare nell’organizzazione dei fogli di lavoro excel si è operato in modo da
permettere la riutilizzabilità degli stessi. Tutto il materiale si trova comunque nel cd
allegato a questo lavoro.
1 Il bacino idrografico
1.1 Definizione di bacino idrografico
Per una fissata sezione trasversale di un corso d’acqua, si definisce “bacino
idrografico”, l’entità geografica costituita dalla proiezione su un piano orizzontale
della superficie scolante sottesa alla suddetta sezione. Nel linguaggio tecnico tale
corrispondenza si esprime affermando che la sezione “sottende” il bacino, mentre il
bacino “è sotteso” dalla sezione. In altri termini il bacino idrografico può essere
definito come l’unità fisiografica, a cui si fa riferimento nella progettazione, che
raccoglie i deflussi superficiali, originati dalle precipitazioni meteoriche che si
abbattono sul bacino stesso, nei corsi d’acqua principali e nei suoi diversi affluenti e li
convoglia nella “sezione di chiusura”. Quest’ultima detta anche “sezione terminale”,
costituisce un dato fondamentale per la definizione del bacino in termini di estensione
areale ed anche il punto critico nella progettazione di qualsiasi opera ingegneristica
poiche in esso viene convogliata la portata massima o portata di piena.
Se la sezione di chiusura coincide con la foce del fiume il bacino è detto principale
altrimenti esso prende l’attributo di secondario.
All’interno del bacino distinguiamo tra “rete idrografica”(o “reticolo fluviale”) e
“versanti”. La rete idrografica (o reticolo) è il complesso di collettori fluviali, o canali,
che raccolgono i deflussi idrici superficiali e li convogliano fino alla sezione di chiusura.
Con la dizione “versanti” o “pendici”, si denominano invece tutte le superfici laterali ai
rami della rete.
2 Esercitazione 1
L’estensione di un bacino idrografico si determina utilizzando la cartografia
ufficiale dell’Istituto Geografico Militare Italiano in scala 1:25000 (Tavolette),
1:50000 (Quadranti), 1:1000000 (Fogli), in relazione alla dimensione del bacino in
esame e all’approssimazione necessaria per lo studio che si sta compiendo. In
alcuni casi, quando il bacino ha una dimensione contenuta (inferiore a 10 Km2) o
quando occorre individuare con maggiore precisione le linee di impluvio, è
necessario far ricorso a una cartografia di dettaglio ottenuta mediante il rilievo
aereofotogrammetrico.
Va sottolineato come questa scelta preliminare condizioni in maniera rilevante i
risultati dell’indagine morfometrica del bacino stesso, in quanto, tanto più ridotta
è la scalatura della pianta, tanto più precisa sarà l’individuazione di particolari,
quali la presenza di piccoli e medi corsi d’acqua, che andranno a modificare la
maggior parte dei risultati ottenuti applicando i modelli matematici.
1.2. Delimitazione del bacino idrografico Punto di partenza per l’analisi idrologica è, per quanto detto, la delimitazione del
bacino idrografico sul supporto cartografico prescelto condotta considerando alcuni
punti e linee caratteristici.
Innanzitutto, distinguiamo lo “spartiacque superficiale” detto anche “linea di
displuvio”, che rappresenta il perimetro del bacino, delimitante la superficie
all’interno della quale si abbattono le precipitazioni, le quali trovano recapito
ultimo nella rete idrografica in esame.
Per individuare lo spartiacque ci appoggiamo a dei punti particolari, come il punto
di vetta, cioè il punto di quota massima, i punti sella, cioè quelli compresi tra due
rilievi adiacenti e il punto di conca, cioè quello più basso che coincide con la
sezione di chiusura.
Nella pratica, il tracciamento della linea di displuvio si conduce passando per i
punti a quota più elevata, senza tagliare gli elementi dei reticoli idrografici
relativi ai corsi d’acqua limitrofi e intersecando li isoipse del supporto cartografico
Il bacino idrografico 3
sempre a 90°.
1.3. Analisi del rilevamento topografico L’analisi del rilevamento topografico, successiva al trattamento dello spartiacque e
quindi alla delimitazione del bacino, consiste in una elaborazione dei dati ricavati
dalla topografia atta a fornire, a meno di errori di osservazione, tramite funzioni
analitiche, con precisione e concisione indicazioni immediate delle forme della
superficie. Questa analisi è importante in quanto si è dimostrato possibile mettere in
relazione i risultati delle suddette funzioni con i processi idrologici a scala di bacino. I
modelli idrologici di tipo geomorfologico si fondano proprio sulla possibilità di
ricostruire la risposta idrologica di un bacino (formazione di deflussi), a seguito di una
precipitazione che si abbatte su di esso, sulla base del legame che intercorre tra la
suddetta risposta e i caratteri geomorfologici del bacino. In altri termini è lecito
ritenere che il reticolo idrografico rappresenta l’impronta lasciata sulla superficie
terrestre da una successione di eventi di deflusso, sicché, in un assegnato bacino, il
meccanismo di deflusso può essere ricondotto alla struttura morfometrica del reticolo.
Quindi subordinatamente al tracciamento dello spartiacque superficiale si può
effettuare il calcolo delle grandezze planimetriche fondamentali, quali l’area, il
perimetro e la lunghezza dell’asta principale, che costituiscono a loro volta la base per
la cosiddetta “morfometria”, cioè l’analisi dei parametri di forma del bacino in
esame:
-Rapporto di circolarità;
-Rapporto di uniformità;
-Rapporto di allungamento;
-Rapporto di forma;
-Densità di drenaggio.
Altri fattori rilevanti che caratterizzano un bacino idrografico sono:
Parametri di rilievo
-Dislivello.
4 Esercitazione 1
-Curva ipsografica.
-Altezza media.
-Altezza mediana.
Parametri caratteristici della pendenza
-Pendenza media del bacino.
-Pendenza dell’asta principale.
-Percorso medio di ruscellamento.
-Tempo di corrivazione del bacino.
Tutti questi parametri sono fortemente connessi l’uno con l’altro da un rapporto di
derivazione(non nell’accezione matematica del termine).
La descrizione di un bacino idrografico si completa con la gerarchizzazione, secondo
le leggi di Horton-Straheler, cui consegue il calcolo del Rapporto di biforcazione
medio.
Infine l’esattezza dei parametri ricavati attraverso l’utilizzo di dati tabellati e formule
sperimentali può essere facilmente verificata attraverso le regole di Horton:
-regola del numero dei corsi d’acqua;
-regola della lunghezza media dei corsi d’acqua;
-regola del rapporto delle aree.
Per chiarezza nella figura 1.1 e riportato un diagramma che è rappresentativo
dell’algoritmo da seguire nell’analisi di una zona di interesse idrologico.
Carto
grafia
Individuazione del
bacino idrografico:
-reticolo idrografico
-sezione di chiusura
-spartiacque
Parametri di forma: -rapporto di circolarità
-rapporto di uniformità
-rapporto di allungamento
Parametri del rilievo -Curva ipsografica
-Curva ipsometrica
-altitudine media
-altezza mediana
Parametri caratteristici della pendenza -pendenza media del bacino
-pendenza media dell’asta principale
Gerachizzazione dei corsi d’acqua -regole di Horton-Strahler
-individuazione del numero di classi
Verifica delle tre regole di Horton
Il bacino idrografico 5
Figura 1.1 Schema significativo dell’analisi idrologica.
6 Esercitazione 1
1.4. Svolgimento dell’esercitazione 1 Conduciamo la nostra analisi idrologica nella zona di Palizzi (Reggio Calabria),
considerando come punto critico, ovvero sezione di chiusura la foce del fiume Simmero.
Si tratta, quindi, di un bacino principale. Ci avvaliamo della cartografia dell’istituto
I.G.M in scala 1:10000 riportata in figura 1.2 .
Figura1.2 : cartografia con la sezione di chiusura evidenziata.
Impostiamo la nostra analisi attraverso il percorso logico precedentemente descritto.
1.4.1. Delimitazione e individuazione del bacino Avvalendoci dell’uso dell’applicativo AUTOCAD, individuiamo tutti i corsi d’acqua
presenti nell’area in esame come riportato in figura1.3. Nel tracciare il reticolo
idrografico si è ritenuto opportuno considerare anche il contributo dato da quei corsi
d’acqua superficiali che sono presenti solamente in alcuni periodi dell’anno,
mettendoci nella situazione più gravosa e sottraendoci, così, dal rischio di una
possibile sottostima del deflusso idrografico.
8 Esercitazione 1
Il passo successivo è la determinazione dello spartiacque superficiale attraverso la
metodologia precedentemente esposta e chiaramente riportata in figura 1.4.
l’individuazione del nostro oggetto di studio è stata completata.
Figura 1.4 : spartiacque superficiale
.
Il bacino idrografico 9
1.4.2. Calcolo delle grandezze planimetriche Avendo circoscritto l’area di interesse, procediamo al calcolo delle grandezze
planimetriche del bacino, che sono :
-Superficie;
-Perimetro;
-Lunghezza dell’asta principale.
Superficie
La Superficie costituisce l’area della proiezione su un piano orizzontale del bacino
stesso, ovvero l’area contenuta all’interno dello spartiacque superficiale.
Per determinarla partiamo dal valore ricavato attraverso il CAD, direttamente su
carta topografica (1:10000) e adoperiamo opportuni fattori correttivi, tali da
giungere al valore reale della superficie, sfruttando la seguente formula:
A = (1/fc)*σ*r
dove A = Superficie reale (Km2 );
σ = Valore misurato sulla carta 1: 10000 (cm2);
fc = fattore correttivo dell’unità di misura;
r = fattore di conversione della scala.
Sostituiamo alla formula i dati relativi al bacino:
σ = 435,72 cm2 ;
fc = 1010 ;
r = 104 .
La superficie risulta essere :
A = 4,36 Km2
10 Esercitazione 1
Perimetro
Il perimetro rappresenta la lunghezza del contorno al bacino, o meglio dello
spartiacque superficiale. Per determinarla partiamo dal valore ricavato attraverso il
CAD direttamente su carta topografica (1:10000) e adoperiamo opportuni fattori
correttivi, tali da giungere al valore reale tramite la seguente formula :
P = (1/fc)*p*r
dove P = perimetro reale (Km);
p = valore misurato sulla carta 1:10000 (cm);
fc = fattore correttivo dell’unità di misura;
r = fattore di conversione della scala.
Sostituendo alla formula i dati relativi al bacino:
p = 94,54 cm ;
fc = 105 ;
r = 104 .
Il perimetro è :
P = 9,45 Km
Lunghezza dell’asta principale
Si definisce asta principale, il corso d’acqua più lungo rintracciabile nel bacino
partendo dalla sezione di chiusura verso monte senza inversione di tendenza.
Figura 1.5 : asta principale
Il bacino idrografico 11
Il calcolo della lunghezza dell’asta principale risulta essere estremamente simile a
quello del perimetro, esplicandosi nella seguente espressione :
La = (1/fc)*l*r
dove La = lunghezza reale (Km);
l = valore misurato sulla carta 1:10000 (cm);
fc = fattore correttivo dell’unità di misura;
r = fattore di conversione della scala.
I dati relativi al bacino sono:
l = 44,75 cm ;
fc = 105 ;
r = 104 .
Sostituendo nella formula, si ricava :
La = 4,48 Km
1.4.3. Calcolo degli indici di forma Tali parametri, prescindendo dai dati planimetrici precedentemente ricavati,
determinano la cosiddetta Morfometria (descrizione della forma) del bacino, fornendo
anche un’importante verifica dei calcoli già effettuati.
Rapporto di circolarità
Si definisce come il rapporto tra la superficie del bacino e quella di un ipotetico cerchio
avente perimetro equivalente a quello del bacino stesso, cioè :
Rc = 49 A / P 2
Il risultato di tale rapporto è un numero puro Rc.
Per Rc ≈ 1 , la forma del bacino è approssimabile ad un cerchio ;
Per Rc < 1 , il bacino si discosta di (1-Rc)% da una forma circolare .
12 Esercitazione 1
Nel nostro caso :
A = 4.36 Km2
P = 9.45 Km
Il rapporto di circolarità del bacino in esame è, quindi :
Rc = 4*3.14*4.36 / (9.45)2 = 0,61
Possiamo concludere che la forma del bacino si discosta del 39% da un cerchio di area
equivalente.
Rapporto di uniformità
Si definisce come il rapporto tra il perimetro del bacino e la lunghezza della
circonferenza di superficie equivalente.
Ru = P / 2√(9*A)
Anche il risultato di tale rapporto è un numero puro Ru.
Nel nostro caso :
A = 4.36 Km2
P = 9.45 Km
Il rapporto di uniformità del bacino in esame è, quindi :
Ru = 9.45 / 2√(3.14*4.36) = 1.28
Il significato del rapporto di uniformità sta nella stretta connessione che lo lega al
rapporto di circolarità; tale legame è espresso dalla formula :
Ru = 1 / √Rc (1)
Il rapporto di uniformità, quindi, ci permette di verificare l’esattezza dei calcoli
precedenti.
Nel caso del bacino in esame :
1 / √ Rc = 1 / √ 0.61 = 1.28 = Ru
La relazione (1) è soddisfatta, di conseguenza i valori finora ricavati sono esatti.
Rapporto di allungamento
Si definisce come il rapporto tra la superficie del bacino e il quadrato della lunghezza
dell’asta principale :
Ra = A / (La)2
Il bacino idrografico 13
Il risultato di tale rapporto è un numero puro Ra .
A valori da Ra piuttosto ridotti, corrisponde un bacino molto allungato ;
A valori di Ra elevati, corrisponde un bacino poco allungato .
Nel nostro caso :
A = 4.36 Km2 ;
La = 4,48 Km .
Il rapporto di allungamento del bacino in esame è, quindi :
Ra = 4.36 / (4.48)2 = 0.22
Concludiamo di essere in presenza di un bacino piuttosto allungato.
Rapporto di forma
Rappresenta una sintesi dei dati calcolati finora e si definisce come il rapporto tra il
diametro di un cerchio di area equivalente a quella del bacino studiato e la lunghezza
dell’asta principale, cioè :
Rf = (2*√A) / (La*√ 9)
Il risultato di tale rapporto è un numero puro Rf.
Per Rf ≈ 1 , la forma del bacino è pressoché circolare ;
Per Rf < 1 , la forma del bacino è tozza e allungata .
Nel nostro caso :
A = 4.36 Km2 ;
La = 4,48 Km .
Il rapporto di forma del bacino è, quindi :
14 Esercitazione 1
Rf = (2*√4.36) / (4.48*√ 3.14) = 0.53
Si tratta di un bacino dalla forma piuttosto tozza e allungata.
Densità di drenaggio
Per un assegnato bacino idrografico, si definisce densità di drenaggio il rapporto tra la
lunghezza totale del reticolo idrografico ( inclusa l’asta principale ) e la superficie del
bacino stesso, cioè :
Dd = ( ∑ lr ) / S
Con
∑ lr = somma dei corsi d’acqua presenti, inclusa l’asta principale ;
S = superficie totale del bacino .
Nel nostro caso :
∑ lr = 47.99Km
S = 4.36 Km2
Quindi la densità di drenaggio del bacino in esame è :
Dd = 47.99 Km / 4.36 Km2 =11.01 Km-1
La densità di drenaggio ha generalmente valori molto alti nelle aree interessate dalla
presenza di terreni impermeabili, perché su di essi il reticolo idrografico si presenta
molto ramificato ( come per il bacino considerato ) e viceversa valori molto ridotti (
inferiore all’unità ) per aree caratterizzate da elevata permeabilità. Inoltre la densità
di drenaggio diminuisce all’aumentare del grado di copertura vegetale del bacino
idrografico, poiché il processo di infiltrazione nel suolo risulta favorito rispetto al
deflusso superficiale e il reticolo idrografico si presenta sempre meno ramificato.
Il bacino idrografico 15
Tali considerazioni ci permettono di concludere che il bacino analizzato risulta
piuttosto impermeabile e con un grado di copertura vegetale ridotto.
1.4.4. Calcolo dei parametri di rilievo
Tali parametri forniscono le informazioni riguardanti le caratteristiche
altimetriche del bacino in esame, ovvero mettono in relazione le informazioni
areali con le dimensioni verticali proprie del rilievo. Fondamentale per il calcolo
dei parametri di rilievo è la definizione delle altitudini principali, cioè quella del
punto più alto (Hmax) e quella della sezione di chiusura (Hmin), riferite al livello
medio del mare.
Nel bacino in esame il punto a quota più bassa coincide con la sezione di chiusura,
la cui altitudine risulta essere :
Hmin = 0m
Poiché infatti l’asta principale si immette direttamente in mare .
Invece, il punto più alto si trova ad una quota :
Hmax = 492m
Dislivello del bacino
Si definisce come la differenza tra l’altitudine massima (quella del punto più alto)
e l’altitudine minima, cioè quella della sezione di chiusura :
dH = Hmax - Hmin
Sostituendo i valori relativi al bacino in esame ricaviamo :
∆H = 492 - 0 = 492 m
Una volta determinato il dislivello del bacino, tracciamo le curve isometriche
necessarie per la determinazione degli altri parametri di rilievo.
Si definiscono curve isometriche, o isoipse, le curve congiungenti tutti i punti ad
eguale quota e rintracciabili direttamente sul supporto cartografico.
16 Esercitazione 1
Tuttavia per il calcolo dei parametri di rilievo di un bacino di dimensione non
molto estese risultano essere sufficienti dieci isoipse, separate tra loro di un passo
costante.
Per il bacino in esame scegliamo un passo pari a :
dH = ∆H / 10 = 492 / 10 = 49.2 ≈ 50
Tracciamo, quindi, dieci curve di livello separate di 50 m una dall’altra, come
mostrato in figura 1.6 .
Figura 1.6 : curve ipsometriche
Curva ipsografica
La curva ipsografica fornisce la distribuzione delle superfici nelle diverse fasce
altimetriche ed infatti, si definisce come la curva che riporta in ordinata le quote e
in ascissa le superfici di bacino, che si trovano al di sopra di esse; o anche come il
luogo dei punti del tipo :
Pi = (Hi , Si)
Con
Hi = quota della isoipsa presa in considerazione ;
Il bacino idrografico 17
Si = Superficie al di sopra della isoipsa suddetta .
Per esempio, nel nostro caso, la sezione di chiusura A e il punto più alto Q saranno
ripettivamente :
A ( 0 , 4.36 ) ; Q ( 492 , 0 ) ;
Riportiamo, per il bacino in esame, le quote delle isoipse precedentemente scelte e
le superfici che stanno al di sopra di esse, attraverso la tabella in figura 1.7
facente parte del foglio di lavoro 2 del file .xsl relativo alla esercitazione 1 nel cd
allegato :
1 2 3 4 5 6
SUPERFICIE SU CARTA (cmq) 0 6,74 44,08 109,21 169,66 223,23
ALTEZZA(m.l.m) 500 450 400 350 300 250
SUPERFICIE REALE Kmq 0 0,0674 0,4408 1,0921 1,6966 2,2323
ALTEZZA 500 450 400 350 300 250
7 8 9 10 11
SUPERFICIE SU CARTA (cmq) 250,48 285,09 336,27 392,62 433,95
ALTEZZA(m.l.m) 200 150 100 50 0
SUPERFICIE REALE Kmq 2,5048 2,8509 3,3627 3,9262 4,3395
ALTEZZA 200 150 100 50 0
FIGURA 1.7: Tabelle dei dati relativi alle aree determinate dalla progressione delle curve di livello
18 Esercitazione 1
La curva ipsografica che si ricava è dunque:
CURVA IPSOGRAFICA
0
100
200
300
400
500
600
0 1 2 3 4 5
SUPERFICIE (Kmq)
AL
TE
ZZ
A (
m.l
.m.)
.
Serie1
FIGURA 1.8:Curva ipsografica del bacino sito in Palazzi M.na(Reggio Calabria)
Curva ipsometrica
Strettamente connessa a quella ipsografica, la curva ipsometrica si ricava allo
stesso modo, ma riportando le altitudini e le superfici adimensionalizzate,
rapportate, cioè, all’altitudine massima e alla superficie totale del bacino, come
riportato in tabella nella figura 1.9.
Il bacino idrografico 19
Figura 1.9: superficie e altezze rapportate ai valori massimi
La curva ipsometrica per il bacino in esame è:
CURVA IPSOMETRICA
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
0,9
1
0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00
Superficie adimensionalizzata
Alt
ezz
a a
dim
en
sio
na
lizz
ata
Serie1
FIGURA 1.10:Curva ipsometrica
1 2 3 4 5 6
SUPERFICIE SU CARTA (cmq) 0 6,74 44,08 109,21 169,66 223,23
ALTEZZA(m.l.m) 500 450 400 350 300 250
SUPERFICIE REALE Kmq 0 0,0674 0,4408 1,0921 1,6966 2,2323
ALTEZZA 500 450 400 350 300 250
SUPERFICIE ADIMENSIONALIZZATA 0,00 0,02 0,10 0,25 0,39 0,51
ALTEZZA ADIMENSIONALIZZATA 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5
7 8 9 10 11
SUPERFICIE SU CARTA (cmq) 250,48 285,09 336,27 392,62 433,95
ALTEZZA(m.l.m) 200 150 100 50 0
SUPERFICIE REALE Kmq 2,5048 2,8509 3,3627 3,9262 4,3395
ALTEZZA 200 150 100 50 0
SUPERFICIE ADIMENSIONALIZZATA 0,58 0,66 0,77 0,90 1,00
ALTEZZA ADIMENSIONALIZZATA 0,4 0,3 0,2 0,1 0
20 Esercitazione 1
Dall’ andamento della curva ipsometrica possono dedursi alcune informazioni sul
grado di evoluzione del bacino attraverso il cosiddetto integrale ipsometrico, cioè il
calcolo dell’area A* sottesa dalla curva stessa.
In particolare per:
A*<0.4, bacino allo stadio senile ;
A*>0.6, bacino allo stadio giovanile ;
0.4<A*<0.6, bacino in stato di maturità .
Per il calcolo dell’area sottesa alla curva ipsometrica esistono in letteratura numerosi
integrali, detti integrali ipsometrici. Nel condurre la nostra analisi abbiamo calcolato
l’area utilizzando le capacità operative del CAD.
Possiamo concludere che si tratta di un bacino in uno stadio di maturità.
Altezza media
L’altezza media del bacino è quell’altezza che, moltiplicata per la superficie S del
bacino risulta equivalente all’area sottesa dalla curva ipsografica.
L’altezza media si ricava a partire dalla curva ipsografica attraverso la seguente
eguaglianza :
Ħ Stot = [ ∑ (Hi + Hi+1) (Si+1 – Si) ] / 2 (1)
Dove:
- il primo termine rappresenta il volume del parallelepipedo ideale avente per
superficie di base l’area del bacino e per altezza proprio l’altezza media, mentre il
secondo termine rappresenta il volume del trapezoide che sottende la curva
ipsografica.
- Hi e Hi+1 sono le altezze medie prese per ogni singola striscia compresa tra due curve
di livello consecutive.
- Si+1 e Si sono, invece, le aree di ogni singola striscia la cui somma fornisce l’area
totale A del bacino.
Il bacino idrografico 21
In altri termini, si suddivide la superficie del bacino Stot in aree parziali Si
comprese tra due curve di livello e a ciascuna area si assegna una quota media Hm
pari alla media aritmetica delle quote delle curve di livello che la delimitano.
Dalla (1) si ricava :
Ħ = [ ∑ (Hi + Hi+1) (Si+1 – Si) ] / 2 Stot
Sostituendo i valori precedentemente introdotti per tracciare la curva ipsografica
(tabella 1.5), l’altezza media del bacino in esame, risulta essere :
Ħ = 234.4 m
Altezza mediana
L’altezza mediana è l’altezza alla quale corrisponde, nella curva ipsografica, la
metà della superficie del bacino, cioè quell’altezza al di sopra della quale è
contenuta la metà della superficie del bacino.
L’altezza mediana si ricava direttamente dalla rappresentazione della curva
ipsografica, tramite interpolazione lineare.
(2) H = H’ +
Dove
S / 2 corrisponde alla metà dell’area del bacino ;
S” è l’area immediatamente precedente ad S/2 ;
S’ è l’area immediatamente seguente ad S/2 ;
H” è l’altezza corrispondente ad S’ .
I dati relativi al bacino in esame, facilmente rintracciabili sulla curva ipsografica,
sono :
∆H = 50 m ;
S’ = 1.70 Km2 ;
~ ∆H*( S”– S/2 )
( S” – S’)
22 Esercitazione 1
S” = 2.23 Km2 ;
S/2 = 2.17 Km2 ;
H’ = 300 m .
Sostituendo nella (2) si ricava :
H = H’ + = 50*(2,23-2,17) +300 = 305,84 m. s.l.m.
1.4.5. Calcolo dei parametri caratteristici della pendenza
L’informazione altimetrica consente di determinare i parametri riguardanti la
pendenza, come la pendenza media del bacino e quella dell’asta principale, da cui
dipendono, a loro volta, le caratteristiche cinematiche della rete scolante.
Pendenza media del bacino
Il calcolo della pendenza media del bacino è calcolabile come media pesata delle
pendenze di ogni tratto di area tra le curve di livello e la superficie totale :
īb = (1 / S)*∑ ibi ∆Si (4)
Con :
∆Si = superficie della i-esima porzione in cui il bacino viene diviso dalle curve di
livello precedentemente considerate ;
ibi = pendenza della i-esima porzione di bacino Si ;
S = superficie totale del bacino in esame .
La superficie della i-esima porzione , se approssimata ad un trapezio, e data dalla
formula:
∆Si = ( li + li+1 )*di / 2
∆H*( S” – S/2 )
( S” – S’ )
(2,23-1,7)
~
Il bacino idrografico 23
dove :
li , li+1 = lunghezze delle isoipse successive che delimitano la porzione ;
di = distanza tra le due curve di livello suddette .
Sostituendo nella formula (4), dopo semplici considerazioni di tipo trigonometrico e
passaggi matematici, si ricava :
īB = ( ∆H / S )*∑ li (5)
Ovvero, la pendenza media del bacino risulta dipendere unicamente da :
∆H = dislivello costante tra le curve isometriche considerate ;
S = superficie totale del bacino ;
∑li = sommatoria delle lunghezze delle isoipse suddette .
E’ necessario sottolineare che la formula appena introdotta è valida solo nel caso in cui
siano soddisfatte le seguenti condizioni :
a) la prima curva di livello passi per la sezione di chiusura ( l1 = 0 ) ;
b) l’ultima curva di livello passi per il punto a quota più elevata ( ln = 0 ) .
Se queste due condizioni non sono soddisfatte è necessario sommare alla formula (5)
un termine correttivo C pari a :
C = ½ [ (1-(∆H’/∆H))*l1 + (1-(∆H’’/∆H))*ln ]
Dove :
∆H’ = differenza di quota tra la prima curva di livello e la sezione di chiusura ;
∆H’’ = differenza di quota tra l’ultima curva di livello e il punto più alto ;
l1 = lunghezza della prima isoipsa ;
ln = lunghezza dell’ultima isoipsa .
Nel caso del bacino in esame le condizioni a) e b) risultano soddisfatte, quindi poiché :
24 Esercitazione 1
∆H = 50m ;
S = 4.36Km2 ;
∑li = 41.722km.
la pendenza media è :
īB = 0.48 = 48%
Pendenza dell’asta principale
Per calcolare la pendenza dell’asta principale non sono più sufficienti le dieci curve
isometriche precedentemente considerate, ma bisogna far riferimento a tutte le isoipse
che passano per il bacino ed intersecano l’asta principale.
In termini di calcolo è possibile seguire due strade:
-metodo grafico ;
-metodo analitico .
-Metodo grafico
Questo procedimento consiste nel considerare innanzitutto un grafico che riporti in
ascissa le lunghezze delle curve di livello e in ordinata le quote corrispondenti, che
rappresenta il profilo longitudinale dell’asta principale.
A questo punto, la pendenza dell’asta principale sarà il coefficiente angolare della
cosiddetta “retta di compenso”, cioè la retta orientata in modo da determinare due aree
uguali (Fig. 1.11)
PROFILO LONGITUDINALE ASTA PRINCIPALE
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
500
0 0,4 0,8 1,2 1,6 2 2,4 2,8 3,2 3,6 4 4,4 4,8
LUNGHEZZA (Km)
QU
OT
A(m
s.l.m
.)
Serie1
Figura 1.11:la linea in rosso e la “retta di compenso”
Il bacino idrografico 25
Tracciata la retta di compenso, come mostrato in figura 1.11, la pendenza media del
bacino è uguale al percento del coefficiente angolare della retta di compenso in rosso
Ia =4,97%
Metodo analitico
Questo metodo del quale la (6) è l’espressione analitica per il calcolo diretto è ottenuto
dalla formula di Chèzy per la velocità di un fluido e da alcune considerazione fisiche
sulla natura del fluido e sulla struttura del reticolo idrografico :
ia = [ La / ( ∑ ( Li+1 – Li ) / √ ii ) ] 2 (6)
Dove:
La = lunghezza dell’asta principale ;
Li+1 – Li =lunghezza dell’i-esimo tratto di fiume del reticolo
ii = pendenza dell’i-esimo tratto
la pendenza risulta essere circa del 5,17% calcolata analiticamente.
1.4.6. Calcolo dei parametri cinematici
I parametri riguardanti la pendenza permettono di calcolare i dati riguardanti le
caratteristiche cinematiche della rete scolante, quali il percorso medio di
ruscellamento ed il tempo di corrivazione.
Percorso medio di ruscellamento
Si definisce come il percorso medio che una gocciolina d’acqua percorre all’interno del
bacino e si calcola attraverso la seguente formula :
26 Esercitazione 1
Lr = 1 / [ 2*Dd*√( 1 – ia / īb ) ]
Con
Dd = densità di drenaggio ;
ia = pendenza dell’asta principale ;
īb = pendenza media del bacino .
Per il bacino in esame :
Dd =11,01;
ia =5,17;
īb =48;
Quindi il percorso medio di ruscellamento è :
Lr =4,8
Tempo di corrivazione
Per un assegnato bacino si definisce tempo di corrivazione, il tempo impiegato da una
goccia d’acqua caduta nel punto a quota più elevata per raggiungere la sezione di
chiusura e può essere definito attraverso le seguenti formule :
Formula di Giandotti
Tc = ( 4*√S + 1.5*La ) / [ 0.8* √ ( H – Hmin ) ]
Dove :
S = superficie del bacino ;
La = lunghezza dell’asta principale ;
H = altezza media ;
Hmin = altitudine della sezione di chiusura .
Il bacino idrografico 27
Per il bacino in esame :
S = 4,35 Kmq ;
La =4,48 Kmq ;
H = 243 ;
Hmin =0 .
Il tempo di corrivazione risulta essere :
Tc =1,22 h
La consistenza dimensionale di tale risultato e dato dal fatto che i fattori numerici che
compaiono non sono adimensionali.
Formula di Kirpich
Tc = 0.000325*[ ( La ) ^ 0.77 ]*[ ( Īb ) ^ ( -0.385 ) ]
Con :
īb = pendenza media del bacino ;
il tempo di corrivazione secondo Kirpich non è stato calcolato perché la relativa
formula è stata scritta per bacini appartenenti al suolo americano e quindi inadatti al
nostro bacino.
1.5. Gerarchizzazione del bacino
Le reti fluviali possono essere ordinate secondo criteri gerarchici che derivano dalla
disposizione dei rami.
Uno dei sistemi di numerazione più usati è quello di Horton-Straheler per la
determinazione dell’ordine del bacino, cioè dell’ordine dell’asta principale che arriva
nella sezione di chiusura.
Il metodo di Horton-Straheler consiste nell’attribuire ordine 1 ai corsi d’acqua ( o
tronchi ) di prima formazione, cioè che hanno origine direttamente dalla sorgente e
senza affluenti. Due tronchi di primo ordine a valle del loro punto di confluenza danno
28 Esercitazione 1
origine a un segmento di 2° ordine. Due rami del secondo ordine, confluendo
determinano un corso d’acqua del 3°ordine e così via.
In generale, la gerarchizzazione secondo Horton-Straheler si fonda sulle seguenti tre
regole:
-quando confluiscono due tronchi di ordine k, ne deriva uno di ordine k+1 ;
-se un corso d’acqua di ordine k incontra uno di ordine k+1, si origina un tronco di
ordine k+1 ;
-se un tronco di ordine k si versa in uno di ordine k+2 o superiore, non ne fa cambiare
la numerazione gerarchica e viene detto anomalo .
adoperando il metodo di Horton-Straheler la gerarchizzazione del bacino in esame
risulta come in figura 1.12 :
Figura 1.12: gerarchizzazione dei corsi d’acqua
il nostro bacino ha quindi ordine 5.
Il bacino idrografico 29
Rapporto di biforcazione medio
La numerazione gerarchica del bacino permette la definizione del rapporto di
biforcazione medio, definito dalla seguente espressione :
Rb,k =∑ ( Rb,k ^ nk )
Dove:
Rb,k = rapporto di biforcazione, cioè il rapporto tra il numero di tronchi di ordine k e
quelli di ordine k+1 ;
Rb,k = Nk / Nk+1
nk = coefficiente, calcolabile dalla relazione :
nk = 6k (kmax – k) / (kmax ( kmax2 – 1))
Per il bacino in esame, come si evince dalla figura, ricaviamo la seguente tabella che
riporta il numero di tronchi per ciascun ordine rilevato :
Il rapporto di biforcazione medio risulta essere :
Rb,k = 5.752951
NUMERO
TRONCHI
ORDINE
k
231 1
50 2
12 3
2 4
1 5
30 Esercitazione 1
Regole di Horton
Le regole di Horton sono delle relazioni empiriche che ci permettono di verificare
l’esattezza dei calcoli effettuati attraverso l’appartenenza dei risultati ad un
particolare range.
I regola di Horton o regola del numero dei corsi d’acqua
Tale legge stabilisce che per ogni ordine k il rapporto di biforcazione soddisfi la
seguente relazione :
1.5 < Rb < 5.5 con Rb = Nk / Nk+1
nel nostro caso :
Rb1 = 231/50 = 4.62
Rb2 = 50/11 = 4.47
Rb3 = 11/2 = 5,5
Rb4 = 2/1 = 2
II regola di Horton o regola delle lunghezze medie
Stabilisce per ogni ordine k il fattore Rl sia compreso nel seguente range :
10 < Rl < 3.5 con Rl = Lk / Lk-1
dove :
Lk = lunghezza media dei corsi d’acqua di ordine k ;
Lk-1 = lunghezza media dei corsi d’acqua di ordine k-1 .
Il bacino idrografico 31
III regola di Horton o regola delle aree medie
Stabilisce per ogni ordine k il fattore Rb sia compreso nel seguente range :
3 < Rb < 6 con Rb = Ak / Ak-1
dove :
Ak , Ak-1 = superfici medie tra due curve isometriche successive .
2 Le precipitazioni
2.1. Introduzione
Dopo aver studiato le caratteristiche morfometriche del bacino ed averne individuati i
parametri riguardanti il rilevo e la pendenza, l’analisi idrologica si sposta sulla
valutazione e l’elaborazione statistica dei dati pluviometrici.
2.2. Genesi e formazione della precipitazione
Il punto di partenza per la genesi delle precipitazioni meteoriche è rappresentato
dall’innalzamento delle masse d’aria calda, che raggiunta una quota compresa tra
12000 e i 20000 m , dà luogo alla formazione delle nubi, la cui composizione varia con
la temperatura.
In modo particolare troviamo :
-particelle d’acqua, per t > 0°C
-particelle d’acqua e cristalli di ghiaccio, per 0°C < t < -40°C
-cristalli di ghiaccio, per t< -40°C
In generale le particelle d’acqua presenti nelle nubi hanno diametri molto ridotti,pari
a 10 ÷ 30 µm.
Di conseguenza esse sono mantenute sospese dalle correnti ascensionali dell’atmosfera
e devono necessariamente ingrossarsi (fino a 0.5 ÷ 2 mm) per dar luogo alle
precipitazioni.
L’ingrossamento delle particelle d’acqua aviene attraverso due fenomeni:
� Condensazione ;
� Coalescenza .
Il fenomeno di condensazione è determinato dalle differenze di tensione di vapore tra
le particelle; infatti sono proprio le goccioline d’acqua con minor tensione ad
Le precipitazioni 33
ingrossarsi, raggiungendo diametri intorno ai 100 µm. favorite dalla presenza dei
cosiddetti nuclei di condensazione, cioè particelle diverse dall’acqua, prevalentemente
costituite da sali .
Le dimensioni delle particelle condensate risultano ancora insufficienti.
Alla condensazione deve allora seguire la coalescenza, fenomeno prodotto dagli urti
elettrostatici, attraverso i quali le particelle più grandi inglobano le più piccole,
raggiungendo i 2 mm di diametro e determinando la precipitazioni atmosferiche.
2.3. Misura delle precipitazioni
Prima di procedere all’elaborazione statistica dei dati pluviometrici, è necessario
introdurre due nozioni fondamentali per l’analisi idrologica, ovvero quelle di altezza di
precipitazione e periodo di ritorno.
Altezza di precipitazione
Detta anche altezza di pioggia, rappresenta l’altezza dello strato liquido ricavata sul
suolo se l’acqua non evaporasse, non defluisse superficialmente, non si infiltrasse e
non si raccogliesse nelle depressioni superficiali, ovvero in presenza di un terreno
totalmente pianeggiante e impermeabile ed in assenza di sole. Su tale principio sono
basati gli strumenti di misurazione che sono di tre tipi: pluviometri, pluviografi,
nivometri.
2.3.1. Il pluviometro
I pluviometri, strumenti semplici che vengono utilizzati per tali misurazioni e sono
formati da un ricevitore ad imbuto munito di un orlo tagliente che si appoggia su un
recipiente raccoglitore. Grazie ai dati ottenuti dal pluviometro possiamo calcolare
l’intensità media di pioggia in relazione al tempo al quale ci si riferisce. L’intensità
istantanea è dunque data dalla tangente in ogni punto alla curva integrale delle
precipitazioni. Nelle parte superiore dello strumento viene applicata una rete
metallica che non permette l’evaporazione dell’acqua, una delle principali cause con
la presenza del vento di errori di misurazione. Dotazione aggiuntiva dei pluviometri
sono gli schermi che permettono di allargare la superficie ricettiva ed evitano i fastidi
34 Esercitazione 2
dovuti alla presenza del vento. La scelta della
posizione dello strumento è fondamentale per
ottenere un dato reale, infatti, bisogna
collocare il pluviometro con una distanza dagli
ostacoli vicini pari al doppio dell’altezza
massima dei suddetti impedimenti. In caso di
terreni sconnessi bisogna riuscire a collocare
la bocca dello strumento parallelamente al
terreno ed ortogonale rispetto alla direzione
della caduta atmosferica. A fianco (fig. 2.1) si
vede lo schema di funzionamento di un
pluviometro, mentre nella figura in basso
(fig.2.2) e riportato un moderno pluviometro
digitale.
Figura 2.1: schema di funzionamento di un pluviometro
Figura 2.2: pluviometro a bascula
Le precipitazioni 35
2.3.2. Il pluviografo
IL pluviografo è uno strumento più preciso e ci permette di conoscere e di
comprendere la variazione dell’intensità di pioggia e dell’altezza di precipitazione
costantemente. Si tratta dunque di uno strumento meccanico per la misurazione delle
precipitazioni atmosferiche. Il pluviografo costituisce un'unità di rilevazione autonoma
(comprende infatti sensore, registratore grafico e alimentazione) e necessita solo
di essere collegato all'imbuto di cattura, allo scopo di raccogliere le precipitazioni.
Questo registratore è
particolarmente
indicato per il
monitoraggio della
pioggia e rappresenta
un componente
essenziale all'interno di
una tipica stazione
climatologica, che
comprende ulteriori
strumenti per i
restanti parametri
fondamentali, quali pressione, umidità, temperatura.
Esistono tre tipi di pluviografo: a bascula, a sifone e totalizzatore.
Utilizzando il pluviografo a bascula la pioggia è raccolta dall'imbuto, transita
attraverso il dispositivo di rilevazione - a vaschetta oscillante - nel registratore, ed è
quindi scaricata all'esterno dello strumento. Il Pluviografo funziona grazie
all'oscillazione di una vaschetta in metallo leggero, tarata per una sensibilità di
0,2mm/mq di pioggia. La vaschetta è divisa in due compartimenti ed oscilla
liberamente come una bilancia intorno ad un asse orizzontale; quando 0,2mm/mq di
acqua hanno riempito un compartimento, la vaschetta scatta in posizione ed il suo
movimento è trasmesso alla penna scrivente, che registra le informazioni su un
diagramma graduato. La registrazione consiste in una serie di tracce discontinue e la
36 Esercitazione 2
distanza fra ogni traccia rappresenta l'intervallo di tempo fra precipitazioni di
0,2mm/mq. Un sistema di ingranaggi consente alla penna di tracciare il diagramma in
entrambe le direzioni - dal basso in alto e viceversa - e ripetutamente: pertanto la
scala di misura è virtualmente illimitata.
La perdita è pari al 5% di pioggia caduta ed è
dovuta al movimento dei recipienti dovuto al
giogo (sistema vasculante).
L’unica differenza del pluviografo a sifone è
la presenza appunto di un semplice sifone
che tende a riempirsi fino al successivo
adescamento che permette di scaricare
l’acqua all’esterno dello strumento, ma il
meccanismo della punta scrivente è
pressoché uguale.
In montagna invece viene utilizzato il
pluviografo totalizzatore capace di
misurare e registrare la caduta di pioggia per mesi in condizioni ambientali estreme
ed in luoghi difficilmente accessibili; per tale motivo si tratta di uno strumento alto 5/6
metri e con una bocca di circa un metro. Sul fondo di questo strumento viene
depositata una buona quantità di olio, che impermeabilizza l’acqua, e di liquido anti-
gelo che essendo più leggeri dell’acqua stagnano su di essa e non permettono il
congelamento della stessa, che provocherebbe il blocco del sistema ed una diminuzione
del volume reale.
2.3.3. Il nivometro
Il nivometro è uno strumento che raccoglie la neve per calcolare l’altezza media del
manto nevoso, la quantità di neve caduta al suolo, la corrispondente quantità di acqua
calda necessaria per sciogliere completamente la neve ed il numero di giorni per i
quali la neve rimane al suolo senza considerare nevicate successive. Il nivometro ha
un’apertura di circa 30/40 centimetri e viene posto in località montuose esposte spesso
Le precipitazioni 37
a lunghe nevicate. Nei luoghi con abbondanti quantità di neve si
cerca di fondere la neve caduta in modo che non abbia ad ostruire
lo strumento, o con il calore diretto fornito da una resistenza
elettrica e con l’immettervi una quantità nota di acqua calda che
poi viene sottratta dal totale misurato, ma si provoca
l’evaporazione e si tende a falsare i dati ottenuti.
2.4. Impiego dei dati pluviometrici
La misura dei dati pluviometrici è appannaggio dello stato che esplica questa funzione
mediante una rete di strumenti posti sul territorio italiano. La singola località in cui si
effettuano le misurazioni prende il nome di stazione ed i dati relativi ad ogni stazione
vengono riportati anno per anno negli annali idrologici.
2.4.1. Annali idrologici
Gli annali idrologici costituiscono uno strumento fondamentale per la progettazione idraulica,
poiché raccolgono tutti i dati pluviometrici registrati durante l’anno sul territorio italiano, che
presenta circa uno strumento ogni 80 Km2.
La parte di maggior interesse dal punto di vista ingegneristico è la seconda, riportante le
informazioni generali sulle stazioni pluviometriche di riferimento (nome, posizione sul livello
medio del mare, strumenti adoperati e caratteristiche), cui seguono una serie di tabelle, sei per
stazione.
I Tabella
La più importante, poiché riporta i dati dei pluviometri, in particolare il valore medio giornaliero e
mensile dell’altezza di precipitazione, il massimo annuale e il numero di giorni piovosi*.
II Tabella
Rappresenta un riepilogo della prima, con maggior attenzione ai dati mensili ed annuali.
38 Esercitazione 2
III Tabella
Riporta i dati dei pluviografi e, in particolar modo, i massimi annuali di pioggia per periodi di 1, 3,
6, 12, 24 ore, con i giorni di misurazione.
IV Tabella
Raccoglie i valori riguardanti le massime precipitazioni dell’anno per periodi di più giorni
consecutivi.
V Tabella
Riporta i dati delle pioggie di breve durata e forte intensità.
VI Tabella
Riguarda le precipitazioni nevose, attraverso i valori registrati dai nivometri.
2.4.2. Analisi statistica
Questi dati sono il punto di partenza per valutare parecchi parametri in fase di progettazione tramite
una elaborazione statistica. La seconda fase dell’analisi idrologica riguarda la stima della cosiddetta
portata al colmo per un assegnato bacino ad un fissato periodo di ritorno T. Si definisce periodo
di ritorno T, l’intervallo di tempo medio tra due successive realizzazioni di un evento.
Esso rappresenta un’ipotesi fondamentale nella progettazione idraulica, in quanto
risulta proporzionale all’importanza dell’opera e ai rischi derivanti da possibili errori o
guasti. Come già anticipato, la valutazione dei dati pluviometrici viene condotta attraverso
l’applicazione di leggi di distribuzione statistica, al fine di calcolare la probabilità che venga
superato un determinato valore di soglia, nel caso particolare la portata al colmo Qc.
I valori della portata al colmo, o portata massima, potrebbero anche essere ricavati attraverso
diverse espressioni, come :
• Formula di Pagliaro ;
• Formula di Tonini ;
• Formula di Gherardelli-Marchetti.
Che però trovano difficile applicazione in quanto la loro affidabilità se paragonata ai risultati
della statistica è molto bassa e si corre il rischio di sovrastima o sottostima della portata.
Questo perché queste sono formule empiriche.
Le precipitazioni 39
La distribuzione statistica usata più frequentemente (ed è anche la più antica) è la legge di
Gumbel; altre leggi sono la TCEV (“two components estreme values”), la distribuzione di
Weibull(più adatta alle onde di mare) e la legge di Frèchet.
La correttezza della scelta della legge statistica può essere facilmente verificata attraverso il
“test di Pearson”.
Infine l’utilizzo di una distribuzione statistica, permette di riportare i dati su carta probabilistica
e consente il calcolo delle portate al colmo per fissati periodi di ritorno e la risoluzione di molti
problemi legati al rischio e al periodo di ritorno stesso.
2.5. Svolgimento dell’esercitazione 2
In seguito vedremo l’applicazione di quanto finora detto su dati reali effettuati sul
bacino idrografico di interesse del fiume Ruffa la cui estensione areale è di circa 312
Km2.
Per poter stimare i parametri della distribuzione di probabilità, che si suppone sia una
Gumbel, è necessario ricavare alcuni dati.
La legge di Gumbel, che esprime la probabilità che una variabile aleatoria X sia
superiore a una soglia prefissata x, è matematicamente espressa dalla seguente
formula:
P = ( X ≤ x ) = e –e
Si è ritenuto opportuno dato l’ingente quantità di calcoli da effettuare, onde evitare
errori di qualsiasi natura che incorrerebbero nel calcolo “a mano” (non ultima la
propagazione dell’errore nelle approssimazioni successive dei dati) di impostare un
foglio di calcolo Microsoft excel(esercitazione 2 del cd allegato) i cui risultati sono più
avanti riportati. Nella tabella derivata completamente dall’ambiente di lavoro del
foglio di calcolo esprimiamo tutti i dati necessari allo svolgimento della legge di
Gumbel, in questa sequenza:
1. nella prima colonna sono stati riportate le misurazioni dei massimi annuali
delle portate al colmo Qc (m3/s) tratti dagli Annali ideologici ;
-α ( x – u )
40 Esercitazione 2
2. nella seconda colonna sono stati riportate le stesse misurazioni in ordine
crescente;
3. la terza colonna riporta le ordinalità (i) relativi ai precedenti dati di portata;
4. la quarta colonna riporta le frequenze (Fi) relative ad ogni dato di portata. La
frequenza è stata calcolata tramite la formula di Green-gotten:
Fi =
dove
i è l’ordinalità
N è il numero di dati di portata
5. la quinta colonna riporta i valori della variabile standardizzata (z), definita
secondo la relazione seguente:
z = -α ( x – u)
Per il calcolo di questi valori applichiamo il logaritmo neperiano ad entrambi
i membri della legge di Gumbel:
P = ( X ≤ x ) = e –e
ln P = ln e - e
ln P = -e –α (x-u) cambiando il segno ad entrambi i membri:
-ln P = e –α (x-u) che è uguale a
ln1-ln P=e–α (x-u) per le proprietà dei logaritmi diventa
ln 1/ P = e –α (x-u)
applichiamo nuovamente il logaritmo ad entrambi i membri:
ln ln 1/P = ln e –α (x-u) ovvero:
ln ln 1/P = –α (x-u)
Essendo la variabile ausiliaria definita come: z = α (x-u)
Si ha :
z = -ln ln
i – 0.44
N + 0.12
-α ( x – u )
-α ( x – u )
1
P
Le precipitazioni 41
Per il teorema del limite centrale, la frequenza Fi si può considerare
uguale alla probabilità P, in quanto i dati risultano essere poco numerosi.
Così è possibile calcolare i valori di z come:
z = -ln ln
6. la sesta colonna riporta i dati relativi al tempo di ritorno T, calcolato dalla
seguente espressione:
T =
I dati sono riportati nella tabella nella pagina successiva.
1
Fi
1
1 - P
42 Esercitazione 2
VALORI DI PORTATA
VALORI DI PORTATA
IN ORDINE
CRESCENTE
ORDINALITA'
(i)
FREQUENZA DELLA
I-ESIMA
PORTATA(GREEN-
GOTTHEN)
PARAMETRO
GUMBELIANO
(z)
TEMPO DI
RITORNO (T)
380 34 1 0,0214 -1,3461 1,0219
460 58,6 2 0,0597 -1,0360 1,0635
421 97 3 0,0980 -0,8427 1,1087
291 98 4 0,1363 -0,6896 1,1578
174 98 5 0,1746 -0,5570 1,2115
238 101 6 0,2129 -0,4364 1,2704
283 110 7 0,2511 -0,3233 1,3354
292 113 8 0,2894 -0,2150 1,4073
501 135 9 0,3277 -0,1094 1,4875
110 135 10 0,3660 -0,0051 1,5773
58,6 141 11 0,4043 0,0991 1,6787
98 144 12 0,4426 0,2044 1,7940
156 156 13 0,4809 0,3117 1,9263
135 174 14 0,5191 0,4222 2,0796
238 226 15 0,5574 0,5371 2,2595
226 238 16 0,5957 0,6578 2,4735
336 238 17 0,6340 0,7859 2,7322
381 283 18 0,6723 0,9236 3,0514
101 291 19 0,7106 1,0738 3,4550
144 292 20 0,7489 1,2406 3,9817
135 336 21 0,7871 1,4298 4,6978
97 380 22 0,8254 1,6510 5,7281
113 381 23 0,8637 1,9206 7,3371
141 421 24 0,9020 2,2716 10,2031
98 460 25 0,9403 2,7874 16,7436
34 501 26 0,9786 3,8317 46,6429
TOTALE DATI 26 26
Figura. 2.2:tabella con portate e parametri della distribuzione di gumbel
Le precipitazioni 43
2.5.1. Metodo dei momenti
Per calcolare i parametri della distribuzione di Gumbel, abbiamo usato il metodo dei momenti
secondo il quale la media campionaria m (x) è uguale alla media della popolazione µ (x).
m(x) = µ (x) = Σi xi / N
dove xi è l’i-esimo scarto di portata
Lo scarto quadratico medio campionario s (x) è uguale allo scarto quadratico medio
della popolazione σ(x) :
s (x) = σ(x) = √ Σ [ xi - µ (x) ] 2
I nostri calcoli :
m(x) = µ (x) = Σi xi / N = 6674 / 40 = 216,98 m3/s
s (x) = σ(x) = 1
1
−N Σ [ xi - µ (x) ] 2 = 131,53 m3/s
Possiamo adesso calcolare i parametri caratteristici α ed u
α = )(
283.1
xs =
67.116
283.1 = 0.00973
u = m (x) – 0.45 s (x) = 166.85 - (0.45 * 116.67) = 157,795
a partire da questi risultati ottenuti è possibile riportare su carta probabilistica i dati
ottenuti. Un grafico che ha due ordinate in cui viene riportata la variabile
standardizzata z ed il tempo di ritorno ed in ascissa troviamo la progressione ordinata
delle portate. E’ visualizzata anche la retta che interpreta al meglio i dati.(fig. 2.3)
1 N - 1
44 Esercitazione 2
Diagramma di Gumbel
-1,500
-0,500
0,500
1,500
2,500
3,500
4,500
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550
Portate (Q)
Pro
ba
bilit
à (
F)
Figura 2.4:cartogramma di Gumbel
2.5.2. Verifica del test di Pearson
Per verificare se i dati ottenuti sono esatti e,quindi se la legge è verificata, abbiamo
utilizzato il Test di Person o del χ2
Secondo tale test, si deve verificare che il 2
calcolatoχ risulti minore al 2
tabellatoχ .
Il 2
calcolatoχ si ottiene tramite la seguente espressione:
2
calcolatoχ = ∑=
−K
i i
ii
nP
nPn
1
dove:
K è il numero di classi
Le precipitazioni 45
ni è il numero di elementi appartenenti a ciascuna classe
n è il numero di dati a disposizione
Pi è la probabilità i-esima che ciascun elemento appartenente alla classe si verifichi
Dunque, per poter calcolare il 2
calcolatoχ è necessario conoscere il numero di classi (k) che si
ottengono individuando i gruppi equiprobabili:
K 5
n≤
Dove
n è il numero dei dati a disposizione
I nostri dati
n =40
K 5
n≤ = 26/5 = 5,2
Se deve essere K ≤5,2, si avrà K =8
Individuato il numero di classi, abbiamo costruito una tabella in cui, per ogni classe, sono state
riportate le relative probabilità Pi, il numero di elementi appartenenti a ciascuna classe ni, ed i valori
limite delle portate (Q limite) che rientrano in ogni singola classe.
Pi = 20.05
11==
k
Qi =iP
1lnln
1
αµ −
Qlim1 =20.0
1lnln
00973.0
1795.157 − = 108,89m
3 / s
46 Esercitazione 2
Qlim2 =40.0
1lnln
00973.0
1795,157 − = 166.77 m
3 / s
Qlim3 =60.0
1lnln
00973.0
1795,157 − =226,82 m
3 / s
Qlim4 =60.0
1lnln
00973.0
1795,157 − = 311,92 m
3 / s
Qlim5 =1
1lnln
00973.0
1795,157 − = ∞
la tabella in figura 2.5 estratta dal nostro foglio di lavoro mostra i dati ottenuti
CLASSI PROBABILITA' i-ma
classe VALOR LIMITE DI PORTATA
NUMERO DI
VALORI
PRESENTI
(VALORI
PRESENTI -
VALORI
PREVISTI)^2
1 0,2 0≤ x ≤108,89 6 0,64
2 0,4 108,89≤ x ≤166.77 7 3,24
3 0,6 166,77≤ x ≤226,82 2 10,24
4 0,8 226.82≤x≤311.92 5 0,04
5 1 311,92≤x≤∞ 6 0,64
Figura 2.5: dati in entrata per il test di pearson
Da questi dati risulta che il 2
calcolatoχ è :
2
calcolatoχ = ∑=
−K
i
ii
nP
nPn
1
2)( =
2.5
08.14 = 2,84
In base al Test di Pearson si deve verificare che
Le precipitazioni 47
2
calcolatoχ ≤ 2
tabellatoχ .
Dato che 2
tabellatoχ è pari a 5,99 a livello di significatività del 5%, la legge scelta è dunque
verificata (vedere tabella in figura 2.6 per vedere come è stato individuato al valore al test
di Pearson.
2.5.3. Calcolo di portate e rischio tramite la legge di Gumbel
Calcolo della probabilità di superamento della portata di piena tramite
le leggi empiriche
Per valutare la probabilità di superamento della portata di massima piena Qp
(m3/s) si ricorre alle formule di:
a) Pagliaro;
b) Tonini;
c) Gherardelli – Marchetti.
a) Formula di Pagliaro (1936)
( S = 312 km2)
Qp1 = S 90312
2900*312
90
2900
+=
+S = 2250,07 m3/s
b) Formula di Tonini
(cp = 1; T = 100 anni)
Qp2 = =++ − )18,11(*)681( 8.05.0LogTSCS p
(1+68*312-0.5)*1*312 0.8 * (1 + 1.18 Log100) = 1612,1 m3/s
c) Formula di Gherardelli – Marchetti
(q100 = 5 m3/s/km2 )
48 Esercitazione 2
Qp3 = S * Q100
3/2
100
S−
= 312*5*
3/2
100
312−
= 730,61 m3/s
Per calcolare la probabilità di superamento della portata di massima piena e
dunque il rischio, bisogna verificare una delle tre leggi:
P (x ≤ Qpi) = ( )uxee
−α−−
Dunque la probabilità di superamento sarà:
P(x > Qpi ) = 1- P (x ≤ Qpi)
a) P (x ≤ Qp1) = ( )uxee
−α−− =
−α−
−u
1cQ
ee = )34.1142290(00973.0 −⋅−−e
e = 0.99
R = 1 - P = 1 – 0.99 = 0.01
b) P (x ≤ Qp1) = ( )uxee
−α−− =
−α−
−uQ
2cee = )34.11437.536(0109.0 −⋅−−e
e = 600.4−−e
e = 0.99
R =1 – P = 1 – 0.99 = 0.01
c) P (x ≤ Qp1) = ( )uxee
−α−− =
−α−
−uQ
3cee = )34.11419.600(0109.0 −⋅−−e
e = 295.5−−e
e =
0.9962
R = 1 – P = 1 – 0.99 = 0.0038
ESPRESSIONE QP(m^3/s) PROB.DI NON
SUPERAMENTO RISCHIO
PAGLIARO 2250,746 100,00% 0,00%
TONINI 1612,061 100,00% 0,00%
GHERARDELLI 730,6144 99,62% 0,38%
La scarsa affidabilità delle tre leggi è palesata dal rischio calcolato con Gumbel.
Le precipitazioni 49
Calcolo della probabilità di superamento della portata di massima piena
mediante la legge di Gumbel
Per valutare le portate Qc1, Qc2, Qc3, corrispondenti rispettivamente al periodo di
ritorno T1 = 50 anni,T2 = 100 anni, T3 = 200 anni, consideriamo Qci la nostra incognita
da ricavare tramite la legge di Gumble:
P (x ≤ Qp1) = ( )uxee
−α−− =
−α−
−uQ
ciee ; ln P = -
−α− uQ
c
e ; ln ln P
1 = -α (Qc–
u);
da qui si ha che:
Qc = u - P
1lnln
1
α
Essendo P = 1 - 1T
T
− sostituendo si ha:
XT = Qc = u - 1T
Tlnln
1
−α
Dunque
X 50 = Qc1 = 114.34 - 49
50lnln
0109.0
1 = 472.32 m3/s
X100 = Qc2 = 114.34 - 99
100lnln
0109.0
1 = 536.37 m3/s
X200 = Qc3 = 114.34 - 199
200lnln
0109.0
1 = 600.19 m3/s
50 Esercitazione 2
La probabilità che la portata Qci venga superata almeno una volta in X anni
è:
R = 1 – P , dove P = 1 - T
1. Considerando il numero di anni di riferimento in cui la
portata deve essere verificata (N), ed effettuando le opportune sostituzioni, risulta:
R = 1 –
N
T
11
−
Probabilità che la portata Qc1 venga superata almeno una volta in 50 anni:
R = 1 –
50
50
11
− = 0.64 = 64%
La portata Qc’ (m3/s) cui corrisponde un rischio R = 5% in un periodo T = 50
anni è:
Qc’ = )R1(
1lnln
1Nln
−α−
α+µ =
)05.01(
1lnln
0109.0
1
0109.0
50ln34.114
−−+ = 741.71 m3/s
La durata N (anni) del periodo per il quale la portata Qc’ presenta un
rischio pari al 2.5 % è:
N = )ucQ(
e
R1
1ln
−α−
−
= )34.114375.425(0109.0
025.01
1ln
−−
−
e
= 25 anni
3 La distribuzione spaziale delle piogge
3.1 Distribuzione spaziale delle piogge
Il concetto di portata, analizzato nell’esercitazione precedente, è strettamente
connesso agli eventi meteorici che caratterizzano il bacino, tuttavia è facilmente
intuibile come una generica precipitazione non interessa in maniera uniforme e
costante tutta la superficie del bacino stesso.
A questo proposito grande importanza assume lo studio della distribuzione spaziale
delle precipitazioni, condotta principalmente attraverso il metodo delle isoiete, dove
per isoiete si intendono i luoghi dei punti caratterizzati da uguale altezza di pioggia.
In generale, si ipotizza che la variazione dell’altezza di precipitazione h sia lineare e
avvenga proporzionalmente alla quota.
Spesso, inoltre, non si considerano i valori puntuali registrati dalle stazioni di misura,
bensì le medie annuali, in modo che la rappresentazione delle isoiete non sia legata
solo ad un particolare evento meteorico, ma possa essere valida per un periodo di
tempo molto lungo.
3.2 Afflusso meteorico: definizione e calcolo
Si definisce afflusso meteorico, il volume d’acqua che cade su una determinata
superficie in un determinato intervallo di tempo.
Il tracciamento delle isoiete, permette il calcolo dell’afflusso meteorico, attraverso la
stima del cosiddetto volume di controllo o del solido di pioggia.
52 Esercitazione 3
Volume di controllo
Volume del solido avente per base il fondo piano del bacino (o dei corsi d’acqua), per
superficie laterale quella costituita dalle direttrici verticali condotte per i punti dello
spartiacque e per tetto un piano a quota tale da inglobare tutta la vegetazione del
bacino.
L’acqua della precipitazioni entra nel volume di controllo dalla superficie superiore o
da quella laterale, se il vento determina inclinazioni della precipitazione.
Nel primo caso, l’afflusso meteorico coincide con il volume d’acqua misurato a terra;
nel secondo caso ciò rimane valido solo se lo sviluppo verticale del solido è piuttosto
ridotto rispetto a quello orizzontale.
In caso contrario, oppure se lo strumento di misura è anch’esso inclinato, l’afflusso
meteorico non coincide più con l’acqua misurata a terra e bisogna fare riferimento al
cosiddetto solido di pioggia
Solido di pioggia
Solido con base coincidente con la superficie orizzontale del bacino, superficie laterale
di tipo cilindrico a generatrici verticali e tetto piano ad una quota puntuale pari
all’altezza di pioggia misurata a terra.
Per il calcolo del volume del solido di pioggia, coincidente con l’afflusso meteorico
esistono due metodi:
-metodo delle isoiete ;
-metodo dei topoieti .
3.2.1 metodo delle isoiete
Consiste nel considerare il bacino suddiviso in più aree dalle isoiete, coincidenti con le
curve isometriche per l’ipotesi di diretta proporzionalità tra la quota e l’altezza di
pioggia.
La distribuzione spaziale delle piogge 53
Il volume del solido è dato dalla somma dei prodotti di ogni singola area per l’altezza
di precipitazione media tra le due isoiete che determinano l’area stessa.
Spesso si fa riferimento all’altezza media ragguagliata all’area, calcolabile come la
media pesata della sommatoria di prodotti suddetta.
3.2.2 metodo dei topoieti
Questo metodo si basa sul fatto che le aree interessate dalle precipitazioni risultano
indipendenti dall’evento meteorico stesso e consiste nell’unire tutte le stazioni di
misura presenti vicino e dentro il bacino in esame, in modo da ottenere un reticolo a
maglie triangolari.
Si tracciano successivamente gli assi di simmetria per ogni segmento, individuando
così le aree d’influenza di ciascuna stazione.
Il volume del solido di pioggia è dato dalla somma dei prodotti di ogni area d’influenza
per il valore di altezza di precipitazione registrato nella stazione corrispondente.
3.3 Curve di possibilità pluviometrica (CPP)
Il calcolo e il tracciamento delle curve di possibilità pluviometrica costituisce un
passaggio fondamentale nell’analisi di un bacino, in quanto tali curve forniscono il
legame tra le principali variabili ideologiche, ovvero :
- altezza di precipitazione h ;
- periodo di ritorno T ;
- durata t ;
- superficie A ;
In particolar modo, fissato un determinato periodo di ritorno T, le curve di possibilità
pluviometrica sono delle leggi del tipo :
h ( t , T ) : altezza di pioggia in funzione della durata;
h ( A , T ) : altezza di pioggia in funzione della superficie .
54 Esercitazione 3
3.3.1 Legge h ( t , T )
Per definire tali relazioni partiamo dalla legge di Puppini :
im = a / ( t + b )c
dove :
im = intensità media ;
a, b, c = parametri tabellati o calcolabili.
Dalla legge di Puppini, attraverso una serie di semplici variazioni, si è giunti ad una
espressione molto più semplice, nota come legge monomia, così scritta:
h = a * tn
dove :
h = altezza di precipitazione ;
a, n = parametri calcolabili .
La distribuzione spaziale delle piogge 55
3.4 Svolgimento della esercitazione 3
Punto di partenza per la nostra elaborazione statistica è il “campione” di dati riportati
nella tabella in figura 3.1. Tratti dagli annali idrologici riportano i dati relativi ai
giorni piovosi caratterizzati da pioggie di forte intensità e di breve durata della
stazione di Rosarno (Reggio Calabria).
ANNO ORE 1 3 6 12 24
DATA mm DATA mm DATA mm DATA mm DATA mm
1921 90,00
1928 10-giu 11,80 10-giu 21,80 26-set 25,50 25-nov 30,40 25-nov 36,40
1930 07-set 50,60 16-giu 85,00 16-giu 119,30 16-giu 176,30 15-giu 243,30
1932 35,00 42,00 47,00 47,50 72,50
1933 25-lug 58,80 25-lug 72,80 25-lug 72,80 25-lug 72,80 25-lug 72,80
1934 05-lug 33,00 05-lug 67,80 05-lug 83,00 05-giu 87,70 05-giu 120,10
1935 27-ott 14,00 13-mar 24,00 13-mar 29,60 12-nov 34,60 12-ott 36,00
1936 28-giu 17,60 15-nov 48,60 15-nov 66,20 14-nov 92,60 14-nov 95,20
1937 10-ott 13,60 29-mag 25,00 29-mag 41,60 29-mag 49,60 29-mag 49,60
1938 29-nov 15,60 12-feb 21,00 12-feb 30,80 12-feb 51,40 12-feb 79,40
1940 25,00 64,40 69,20 71,00 83,00
1944 14-ott 28,00 14-ott 33,40 28-nov 43,00 28-nov 54,80 28-nov 61,40
1945 21-set 30,80
1946 59,80
1947 64,00 66,80 66,80 66,80
1949 02-dic 14,00 02-dic 21,80 11-ago 26,80 11-ago 36,00 17-nov 41,60
1950 06-mag 20,00 08-set 27,80 08-set 30,00 08-set 30,20 11-mag 33,00
1951 10-mag 31,00 10-mag 46,60 10-mag 80,80 10-mag 92,40 10-mag 92,60
1953 27-ott 20,00 27-ott 33,00 27-ott 39,80 22-ott 52,00 21-ott 67,00
1954 12-giu 26,40 12-giu 31,40 12-giu 36,40 12-dic 55,60 12-dic 84,40
1955 17-ago 28,20 18-ago 39,00 18-ago 39,40 05-set 41,20 17-ago 68,60
1957 10-giu 40,60 10-giu 49,80 10-lug 54,60 10-lug 56,20 10-giu 87,40
56 Esercitazione 3
1959 24-nov 42,00 24-nov 99,00 24-nov 119,10 24-nov 150,10 24-nov 151,50
1962 06-ott 13,40 11-mag 18,60 11-mag 32,40 11-mag 35,40 01-mag 40,40
1963 30-mag 17,60 30-mag 23,60 30-mag 36,20 30-mag 37,80 18-dic 42,00
1964 09-feb 31,80 10-lug 46,60 10-lug 56,80 10-lug 56,80 10-giu 72,60
1966 10-ago 19,00 10-ago 25,40 10-ago 29,80 10-ago 32,00 10-lug 44,80
1967 29-lug 70,00 29-lug 95,00 29-lug 101,30 29-lug 101,30 29-lug 101,30
1970 10-feb 28,00 10-gen 53,00 10-gen 59,20 10-gen 59,20 10-gen 59,20
1973 28-set 27,20 28-set 43,60 10-set 67,20 27-set 100,30 27-set 101,50
1974 11-giu 46,80 11-giu 86,60 11-giu 112,10 11-giu 149,50 11-giu 154,50
1979 21-giu 35,60 22-set 39,80 22-set 39,80 22-set 39,80 05-ott 48,00
1982 28-ott 29,80 28-ott 34,40 28-ott 35,20 28-ott 41,40 28-ott 71,20
1983 23-mag 31,80 23-mag 49,40 23-mag 60,20 23-mag 60,20 23-mag 60,20
1985 21-set 29,80 20-apr 35,80 20-apr 35,80 20-apr 35,80 21-mar 46,60
1988 30-apr 21,00 14-nov 38,20 14-nov 46,60 14-nov 54,40 03-mag 58,00
1990 30-nov 13,60 12-giu 20,20 12-giu 32,60 12-giu 49,80 12-giu 66,40
1993 07-lug 41,80 07-lug 62,80 07-lug 62,80 07-lug 63,00 07-lug 63,00
1994 06-lug 28,60 21-dic 41,00 21-dic 51,80 21-dic 61,60 21-dic 70,20
1995 01-mag 20,00 01-apr 33,40 01-apr 44,60 01-apr 55,60 01-apr 79,00
1996 03-gen 18,00 29-nov 25,80 29-nov 49,80 29-nov 60,80 29-nov 69,40
1997 14-ago 19,80 14-ago 32,80 27-dic 39,20 27-dic 55,40 27-dic 89,00
Figura 3.1: dati realtivi alla stazione di Rosarno(RC) relativo a piogge di forte intensità e
breve durata
La curva di possibilità pluviometrica, ovvero la curva che lega le altezze di pioggia h
alla durata t (1, 3, 6, 12, 24 ore) della precipitazione per un assegnato periodo di
ritorno T (10, 50, 100, 1000 anni), è matematicamente espressa dalla relazione
seguente che è monomia e ha due parametri:
h = a t n
Per determinare tale curva, costruiamo una tabella in cui riportiamo i dati relativi alle
medie campionarie, agli scarti quadratici medi, ai parametri α ed u relativi alla legge
di Gumbel ed il coefficiente di variazione Vi, determinati secondo le seguenti relazioni:
La distribuzione spaziale delle piogge 57
media µ (h) = ∑=
N
1i
ihN
1
scarto quadratico medio σ = ( )∑=
µ−−
N
1i
2
i )h(h1N
1
coefficiente di variazione v = µ
α
I parametri α ed u si calcolano tramite il metodo dei momenti. Essi rappresentano rispettivamente la
forma e la posizione nel grafico della funzione densità di probabilità, espressa secondo la legge di
Gumbel:
P = ( )uxee
−α−−
α = σ
283.1
u = µ(h) – 0.45σ
l’onere del calcolo a mano di tutta la ingente mole di calcoli è stato ovviato al solito
strutturando un foglio di calcolo. La tabella in figura 3.2 riporta i risultati di tutti i
parametri richiesti calcolate con le formule suddette
1 3 6 12 24
m(h) 29,09000 44,28205 54,23333 63,97750 77,00256
s(h) 14,05914 21,58478 25,28917 33,12158 39,48880
a 0,09104 0,05930 0,05061 0,03865 0,03241
u 22,76339 34,56890 42,85321 49,07279 59,23260 Um=
U 0,48330 0,48744 0,46630 0,51771 0,51282 0,49351
Figura 3.2:tabella con i parametri richiesti. Le abbreviazioni sono evidenti.
58 Esercitazione 3
3.4.1 Costruzione del cartogramma di Gumbel relativo ad un ora
di pioggia
Per tracciare il cartogramma di Gumbel relativo ad un’ora di pioggia, procediamo come
nell’esercitazione n.2:
come primo passo, ordiniamo in ordine crescente i valori di altezza di pioggia (mm) e
per ognuno ne calcoliamo la relativa frequenza ( Fi = 12.0N
44.0i
−
− );
inseriamo poi i valori della variabile ausiliaria z =-α ( x – u) definita come z =-ln ln iF
1.
VALORI DI
PIOGGIA
VALORI DI
PIOGGIA IN
ORDINE
CRESCENTE
ORDINALITA' (i)
FREQUENZA
DELLA I-ESIMA
PORTATA(GREEN-
GOTTHEN)
PARAMETRO
GUMBELIANO (z)
TEMPO DI
RITORNO (T)
11,08 1 0,0140 -1,4520 1,0142
11,08 13,40 2 0,0389 -1,1778 1,0405
50,60 13,60 3 0,0638 -1,0123 1,0682
35,00 13,60 4 0,0887 -0,8846 1,0974
58,08 14,00 5 0,1137 -0,7768 1,1282
33,00 14,00 6 0,1386 -0,6812 1,1609
14,00 15,60 7 0,1635 -0,5938 1,1955
17,60 17,60 8 0,1884 -0,5122 1,2322
13,60 17,60 9 0,2134 -0,4349 1,2712
15,60 18,00 10 0,2383 -0,3607 1,3128
25,00 19,00 11 0,2632 -0,2888 1,3572
28,00 19,80 12 0,2881 -0,2186 1,4048
30,80 20,00 13 0,3131 -0,1496 1,4557
20,00 14 0,3380 -0,0814 1,5105
64,00 20,00 15 0,3629 -0,0135 1,5696
14,00 21,00 16 0,3878 0,0543 1,6336
20,00 25,00 17 0,4128 0,1223 1,7029
31,00 26,40 18 0,4377 0,1909 1,7784
20,00 27,20 19 0,4626 0,2602 1,8609
26,40 28,00 20 0,4875 0,3307 1,9514
28,20 28,00 21 0,5125 0,4027 2,0511
40,60 28,20 22 0,5374 0,4764 2,1616
42,00 28,60 23 0,5623 0,5522 2,2847
13,40 29,80 24 0,5872 0,6305 2,4227
La distribuzione spaziale delle piogge 59
17,60 29,80 25 0,6122 0,7118 2,5784
31,80 30,80 26 0,6371 0,7966 2,7555
19,00 31,00 27 0,6620 0,8856 2,9587
70,00 31,80 28 0,6869 0,9795 3,1943
28,00 31,80 29 0,7119 1,0792 3,4706
27,20 33,00 30 0,7368 1,1860 3,7992
46,80 35,00 31 0,7617 1,3013 4,1967
35,60 35,60 32 0,7866 1,4272 4,6869
29,80 40,60 33 0,8116 1,5664 5,3069
31,80 41,80 34 0,8365 1,7229 6,1159
29,80 42,00 35 0,8614 1,9026 7,2158
21,00 46,80 36 0,8863 2,1148 8,7982
13,60 50,60 37 0,9113 2,3760 11,2697
41,80 58,08 38 0,9362 2,7191 15,6719
28,60 64,00 39 0,9611 3,2274 25,7179
20,00 70,00 40 0,9860 4,2647 71,6429
18,00 41 0,0000 0,0000 0,0000
19,80
TOTALE DATI 40 40
Figura 3.3:parametri richiesti per una distribuzione Gumbel
a partire da questi risultati ottenuti è possibile riportare su carta probabilistica i dati
ottenuti. Un grafico che ha due ordinate in cui viene riportata la variabile
standardizzata z ed il tempo di ritorno ed in ascissa troviamo la progressione ordinata
delle portate. E’ visualizzata anche la retta che interpreta al meglio i dati.(fig. 2.3)
60 Esercitazione 3
Cartogramma di Gumbel (relativo ad 1 ora)
-2,0000
-1,0000
0,0000
1,0000
2,0000
3,0000
4,0000
5,0000
0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00 60,00 70,00 80,00
Portate (mc/s)
Pro
bab
ilit
à (F
)
Figura 3.4: cartogramma di Gumbel relativo ad un’ora di pioggia per la stazione di Mileto(RC)
3.4.2 Costruzione delle curve di possibilità pluviometrica
Calcoliamo la curva di possibilità pluviometrica tramite la legge monomia h = atn .
La relazione applicativa per il calcolo dell’altezza di precipitazione in funzione della
durata è la seguente:
h (t,T) = µ (h) [1-Vm KT]
dove
µ (h) è la media
Vm è il coefficiente di variazione medio
KT è una funzione che dipende solo dal periodo di ritorno T :
KT = 0.45 +
−1T
Tlnln
283.1
1
La distribuzione spaziale delle piogge 61
Calcolo di KT
T = 10 anni
K10 = 0.45 +
9
10lnln
283.1
1 = -1.304
T = 50 anni
K50 = 0.45 +
49
50lnln
283.1
1 = -2.59
T = 100 anni
K100 = 0.45 +
99
100lnln
283.1
1 = -3.13
T = 1000 anni
K1000 = 0.45 +
999
1000lnln
283.1
1 = -4.93
Dalla relazione h(t,T)
h (t,T) = µ (h) [1-Vm KT]
si ha:
h (1,10) = 14,05* ( )[ ]{ }304.1493.01 −− = 47,81 mm
h (3,10) = 21,58 * ( )[ ]{ }304.1493.01 −− = 72,77 mm
h (6,10) = 25,28* ( )[ ]{ }304.1493.01 −− = 89,13 mm
h (12,10) = 33,12 ( )[ ]{ }304.1493.01 −− = 105,14 mm
h (24,10) = 39,49 ( )[ ]{ }304.1493.01 −− = 126,56 mm
h (1,50) = 14,05* ( )[ ]{ }59.2493.01 −− = 66.29 mm
h (3,50) = 21,58 ( )[ ]{ }59.2493.01 −− = 100.91 mm
h (6,50) = 25,28 ( )[ ]{ }59.2493.01 −− = 123,58 mm
h (12,50) = 33,12 ( )[ ]{ }59.2493.01 −− = 155.79 mm
62 Esercitazione 3
h (24,50) = 39,49 ( )[ ]{ }59.2493.01 −− = 175,48 mm
h (1,100) = 14,05 ( )[ ]{ }13.3493.01 −− = 74.11 mm
h (3,100) = 21,58 ( )[ ]{ }13.3493.01 −− = 112.80 mm
h (6,100) = 25,28 ( )[ ]{ }13.3493.01 −− = 138,15 mm
h (12,100) = 33,12 ( )[ ]{ }13.3493.01 −− = 162.98 mm
h (24,100) = 39,49 ( )[ ]{ }13.3493.01 −− = 196.16 mm
h (1,1000) = 14,05 ( )[ ]{ }93.4493.01 −− = 99.91 mm
h (3,1000) = 21,58 ( )[ ]{ }93.4493.01 −− = 152,10 mm
h (6,1000) = 25,28 ( )[ ]{ }93.4493.01 −− = 186,28 mm
h (12,1000) = 33,12 ( )[ ]{ }93.4493.01 −− = 219,75 mm
h (24,1000) = 39,49 ( )[ ]{ }93.4493.01 −− = 264,49 mm
nella figura 3.5 è riportata una tabella che contiene i dati relativi alla funzione K
(T) ed alle altezze di pioggia h (t, T)
T(anni) KT t=1 ora t=3 ore t=6 ore t=12 ore
t=24
ore
10 -1,30398856 47,8105 72,77918 89,1345 105,149 126,56
50 -2,59126162 66,291 100,911 123,588 145,793 175,48
100 -3,13546315 74,1037 112,8039 138,154 162,976 196,16
1000 -4,93367504 99,9195 152,1017 186,283 219,752 264,49
Figura 3.5: dati relativi alla funzione K(T) ed alle altezze di pioggia h(t,T)
Poiché dobbiamo rappresentare la formula monomia in scala logaritmica si ha:
h = a tn
ln h = ln a tn ; ln h = ln a + n ln t
La distribuzione spaziale delle piogge 63
ponendo
ln h = y
ln a = b
ln t = x
si ottiene l’equazione della retta che rappresenta l’andamento della durata in funzione del
periodo di ritorno
y = b + nx
costruiamo dunque una tabella contenente i dati che poi utilizzeremo per rappresentare le
rette in scala logaritmica.
Ln h(t,T)
t(ore) ln t ln(h) per
T=10
ln(h) per
T=50
ln(h) per
T=100
ln(h) per
T=1000
1 0 3,86725 4,194054 4,30547 4,60436
3 1,09861229 4,28743 4,614239 4,72565 5,02455
6 1,79175947 4,49015 4,816955 4,92837 5,22727
12 2,48490665 4,65538 4,982191 5,0936 5,3925
24 3,17805383 4,84069 5,167498 5,27891 5,57781
Figura 3.6: tabella contente i dati per stimare le rette in scala logaritmica
Per poter realizzare e disegnare le curve di possibilità pluviometrica relative ai vari periodi di
ritorno, bisogna che siano calcolati i parametri a = e b
ed n; questi vengono trovati attraverso il
metodo dei minimi quadrati.
n = 2
11
2
1 11
−
−
∑∑
∑ ∑∑
==
= ==
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
i
m
i
iii
xxm
yxyxm
64 Esercitazione 3
b = 2
11
2
1 111
2
−
−
∑∑
∑ ∑∑∑
==
= ===
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
ii
m
i
i
m
i
ii
xxm
yxxxy
dove
∑=
m
1i
ii yx = ∑i ii hlntln
∑=
m
1i
ix = ∑i itln
∑=
m
1i
iy = ∑i ihln
2
1
∑
=
m
i
ix = ( )2
i itln∑
∑=
m
1i
2
ix = ( )2
i itln∑
Per praticità nella comprensione dei successivi calcoli riportiamo una tabella in cui inseriamo
i dati sopra esposti:
PARAMETRO T=10 T=50 T=100 T=1000
SyI 22,1408925 23,7749 24,332 25,8265
Sx 8,55333224 8,55333 8,553332 8,55333
Sxy 39,707646 42,503 43,4559 46,0125
(Sx)^2 73,1594924 73,1595 73,15949 73,1595
S(X^2) 20,6921382 20,6921 20,69214 20,6921
Figura 3.7: esplicitiamo i parametri ottenuti con il metodo dei minimi quadarati
Calcoliamo adesso i valori n e b relativi ai vari periodi di ritorno
La distribuzione spaziale delle piogge 65
T = 10
n = 2
11
2
1 11
−
−
∑∑
∑ ∑∑
==
= ==
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
i
m
i
iii
xxm
yxyxm
= ( ) ( )
( ) 16,7369.20*5
55,8*14,2271,39*5
−
− =
19.30
24.14 = 0,3
b = 2
11
2
1 111
2
−
−
∑∑
∑ ∑∑∑
==
= ===
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
ii
m
i
i
m
i
ii
xxm
yxxxy
= ( ) ( )
( ) 16.7369.20*5
71,39*55.869.20*14.22
−
− =
29.30
00.119 = 3.91
b = ln a
a = e b
= e 3.91
= 49,95
T = 50
n = 2
11
2
1 11
−
−
∑∑
∑ ∑∑
==
= ==
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
i
m
i
iii
xxm
yxyxm
= 0.3
b = 2
11
2
1 111
2
−
−
∑∑
∑ ∑∑∑
==
= ===
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
ii
m
i
i
m
i
ii
xxm
yxxxy
= 4.24
a = e b = e
4.24 = 69.26
T = 100
n = 2
11
2
1 11
−
−
∑∑
∑ ∑∑
==
= ==
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
i
m
i
iii
xxm
yxyxm
= 0.30
66 Esercitazione 3
b = 2
11
2
1 111
2
−
−
∑∑
∑ ∑∑∑
==
= ===
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
ii
m
i
i
m
i
ii
xxm
yxxxy
= 4,35
a = e b = e
4.35 = 77.42
T = 1000
n = 2
11
2
1 11
−
−
∑∑
∑ ∑∑
==
= ==
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
i
m
i
iii
xxm
yxyxm
= 0,30
b = 2
11
2
1 111
2
−
−
∑∑
∑ ∑∑∑
==
= ===
m
i
i
m
i
i
m
i
m
i
ii
m
i
i
m
i
ii
xxm
yxxxy
= 4,65
a = e b = e
4.65 = 104,39
al solito per chiarezza riportiamo i dati in tabella(fig.3.8)
Ln a
n = 0,30
b 10= 3,91 49,95
b 50= 4,24 69,26
b 100= 4,35 77,42
b 1000= 4,65 104,39
Figura 3.8:coefficiente angolare e intercetta delle rette nel grafico bilogaritmico
I valori di n relativi ai diversi periodi di ritorno sono coincidenti perché si è utilizzato
lo stesso coefficiente angolare.
Adesso, è possibile la rappresentazione delle curve di possibilità pluviometrica.
La distribuzione spaziale delle piogge 67
0
1
2
3
4
5
6
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5
Ln t (ore)
Ln
h (
mm
)
T=1000 anni
T=100 anni
T=50 anni
T=10 anni
Figura 3.9: grafico delle curve di possibilità pluviometrica in scala bilogaritmica
0
50
100
150
200
250
300
0 5 10 15 20 25 30
t (ore)
h (
mm
)
T=1000 anni
T=100 anni
T=50 anni
T=10 anni
Figura 3.10: rappresentazione delle curve CCP tramite la legge monomia
4 Portata di progetto
4.1. Pioggia di progetto
La stima e la valutazione della pioggia di progetto rappresentano dei dati di
fondamentale importanza sia per la progettazione idraulica, sia per la verifica e il
controllo di un’opera già realizzata.
Nel calcolo della pioggia di progetto è possibile seguire due strade:
• fare riferimento ad un evento meteorico verificatosi realmente ;
• considerare un evento immaginario, ma ipoteticamente realizzabile.
Nel primo caso, lo studio si fonda su valori reali (quindi noti) e può essere condotto in
modo diverso, a seconda che si consideri una pioggia di progetto ad intensità costante o
variabile.
Nel secondo caso, invece, si fa riferimento alla pioggia massima probabile per stimare
la quale non si considerano dati reali me è necessario produrre i valori da esaminare.
In ogni caso, lo scopo dello studio della pioggia di progetto ha come fine il tracciamento
dello Ietogramma di progetto, un grafico riportante l’andamento dell’intensità di
pioggia in funzione del tempo.
4.2. Pioggia di progetto ad intensità costante
Si tratta del caso più semplice e meno significativo, poiché permette di fotografare la
situazione per l’altezza di precipitazione massima, ma non fornisce alcuna
informazione circa ciò che avviene prima o dopo il picco.
69 Esercitazione 4
Nell’analisi della pioggia di progetto ad intensità costante, il periodo di ritorno T è
fissato dal progettista, mentre la durata tp è nota, poiché riferita ad un evento
meteorico già verificatosi.
Per il calcolo dell’altezza di pioggia hp si sfruttano le curve di possibilità pluviometrica
CPP tracciate per quell’assegnato periodo di ritorno e quella determinata durata.
4.3. Pioggia di progetto ad intensità variabile
La stima della pioggia di progetto ad intensità costante viene effettuata attraverso
l’applicazione del cosiddetto Metodo Chicago, nel quale viene ipotizzato che l’intensità
della precipitazione raggiunga un valore massimo ad un tempo tr , prima e dopo il
quale si ha un andamento asintotico.
In particolar modo si pone :
tr = k*tp
dove :
k = costante compresa tra 0.35 e 0.40 ;
tp = tempo di progetto coincidente con la durata della pioggia ;
Ponendoci prima (t1) e dopo (t2) il grafico, possiamo scrivere:
t1 = (tr – t) / k t2 = (t – tr)/ 1 – k
Attraverso le posizioni fatte, l’applicazione della legge monomia e la risoluzione di
semplici forme integrali, si trova :
Per t < tr h(t) = a
−−
n
r
n
k
k
ttk
k
tk
Per t > tr h(t) = a ( )
−
−−−
n
k
n
k
k1
ttk1
k
tk
La portata di progetto 70
Applicando queste formule è possibile ricavare i valori puntuali dell’altezza di precipitazione,
ricavando lo poi lo ietogramma di progetto in maniera estremamente precisa e
matematicamente rigorosa.
4.4. Pioggia massima probabile
per la stima della pioggia massima probabile, si considera un valore massimo della
portata di progetto, tale che la sua probabilità di superamento sia praticamente nulla.
Come già detto, poiché non si fa riferimento ad un evento meteorico realmente
verificatosi, è necessario elaborare dei dati di pioggia e per farlo è possibile seguire due
metodi :
• metodo fisico ;
• metodo statistico .
4.4.1. Metodo fisico
Questo metodo prende in esame le cause fisiche delle precipitazioni e, in modo
particolare :
• grado di umidità (piove quando la nube è satura d’acqua);
• fenomeni di convergenza e sollevamento (l’aria umida converge a terra, si
riscalda, si solleva raffreddandosi ed hanno luogo i processi di condensazione e
coalescenza).
La massima pioggia probabile si ha per massimi valori di umidità e dei fenomeni di
convergenza e sollevamento.
Il metodo fisico risulta costituito da tre fasi:
1. individuazione del grado di umidità;
2. massimizzazione del grado di umidità;
3. calcolo dell’altezza di pioggia massima probabile.
4.4.1.1. Individuazione del grado di umidità
Il calcolo del grado di umidità viene condotto sfruttando la cosiddetta temperatura di
rugiada Tr, i cui valori sono riportati all’interno delle carte sinottiche.
71 Esercitazione 4
In generale si ipotizza che quando l’aria converge a terra sia totalmente satura e, di
conseguenza, si fa riferimento alla Tr misurata a terra.
Si dimostra, inoltre, che la temperatura di rugiada decresce all’aumentare della quota
e al diminuire della pressione.
Il dato registrato e tabellato sulle carte sinottiche va, infine, riportato al livello medio
del mare, poiché si ha :
- max grado di umidità a quota h = 0m e pressione P = 1000hPa ;
- min grado di umidità a quota h = 9000m e pressione P = 300hPa .
Una volta stimato il grado di umidità, è necessario calcolare l’equivalente liquido He
(mm), ovvero la quantità d’acqua contenuta, per una fissata località, nella colonna
d’aria compresa tra i punti in cui l’aria converge (0m) e diverge(9000m).
Il calcolo dell’equivalente liquido è regolato dalla seguente formula:
He = Hp – Hz
Dove:
Hp = equivalente liquido in funzione della pressione;
Hz = equivalente liquido in funzione della quota.
Hp ed Hz sono valori tabellati.
La portata di progetto 72
4.4.1.2. Massimizzazione del grado di umidità
Questo processo consiste nel calcolo dell’altezza di precipitazione che avrei per il
massimo grado di umidità possibile, attraverso la formula:
he,M = k * Hm
dove
he,M = altezza di pioggia per il massimo grado di umidità ;
Hm = equivalente liquido corrispondente al massimo grado di umidità ;
k = parametro che stima i fenomeni di convergenza e sollevamento pari al
rapporto tra l’altezza di pioggia e l’equivalente liquido relativi all’evento.
k = he / He
4.4.1.3. Massimizzazione dei fenomeni di convergenza e sollevamento
Si ottiene definendo il valore massimo del parametro k, ovvero per :
- he massimo;
- He minimo .
Si considera per ogni stagione l’altezza di pioggia massima, misurata nei 30 anni di
riferimento, da cui si ricava il valore massimo probabile.
Il più alto tra i dati stagionali, costituisce l’altezza di precipitazione massima
probabile assoluta
Va sottolineato, comunque, che quando la zona oggetto di studio, quella di misura e
quella in cui si verifica l’evento meteorico non si trovano alla stessa quota e quindi alle
stesse condizioni di temperatura e pressione, bisogna ricorrere al “criterio di
trasposizione degli effetti” ; mentre se il calcolo riguarda una zona montana è
necessario introdurre la “componente orografica”, calcolabile attraverso le equazioni di
conservazione dell’aria e dell’acqua.
73 Esercitazione 4
4.4.2 Metodo statistico
Questo metodo è rappresentato dall’equazione di Hersfield, da cui la pioggia massima
probabile risulta essere pari a :
h(P) = µ(h) + k*σ(h)
dove
µ(h), σ(h) = media e valore medio della altezze di precipitazione ;
k = parametro ricavabile dalla relazione:
k = exp[ a – b*µ(h) + c*(µ(h))2 ]
a, b, c, sono coefficienti tabellati dipendenti dalla durata.
4.5 Pioggia netta
La pioggia netta costituisce la quantità d’acqua piovuta che arriva effettivamente alla
sezione di chiusura e che, di conseguenza, deve essere considerata per la stima della
portata di piena.
Dall’ “Equazione del Bilancio Idrologico”, sappiamo che la pioggia totale è data da:
P = Int + E +Pnetta + Inf + ∆W
Dove :
Int = pioggia intercettata dalla vegetazione;
E = quantità d’acqua evaporata;
Pnetta = pioggia netta;
Inf = acqua persa per infiltrazione ;
∆W = pioggia raccolta nelle depressioni superficiali.
Poiché :
Int + E ≈ 0
Inf + ∆W = L
Si ricava che la pioggia netta è :
Pnetta = P – L
Esistono vari metodi per la stima della pioggia netta (metodo φ, metodo
proporzionale), tuttavia il più usato è quello statunitense del CURVE - NUMBER(CN).
La portata di progetto 74
4.5.1 Metodo del CURVE - NUMBER
Il curve – number rappresenta un parametro tabellato, scelto dal progettista in
funzione del tipo di suolo, del grado di umidità e del tipo di copertura, cioè della
destinazione del suolo.
Una volta individuato il valore di CN, il calcolo della pioggia netta è regolato dalla
seguente formula :
Pnetta = ( P – Ia )2 / ( P – Ia + S )
Con :
P = pioggia totale, ovvero la quantità d’acqua alla fine della precipitazione;
S = volume specifico d’acqua rapportato all’area (altezza), che il terreno è in
grado di trattenere in condizioni di saturazione, pari a:
S = 254 * [ (100/CN) – 1 ] ;
Ia = perdita iniziale antecedente all’inizio del deflusso superficiale, uguale ad :
Ia = 0.2 * S ;
4.6 Portata massima di piena
La stima della portata massima di piena rappresenta la fase finale, nonché lo scopo di
tutta l’analisi idrologica.
Infatti, dopo una precipitazione di forte intensità, l’acqua che non si perde per
evaporazione, infiltrazione o ristagnamento superficiale, scorre nel reticolo idrografico,
innalzando il livello idrico e raggiungendo il cosiddetto stato critico, al quale può
seguire lo straripamento o, peggio, il cedimento della sezione di chiusura o di altre
opere di tipo idraulico (dighe, briglie, etc.).
La piena si forma attraverso quattro processi:
• afflusso diretto, costituito dalla pioggia caduta direttamente nei corsi d’acqua, il
cui contributo è però trascurabile;
• deflusso superficiale, rappresentato dall’acqua che scorre in superficie e viene
convogliata nella sezione di chiusura;
75 Esercitazione 4
• deflusso ipodermico, costituito dall’acqua che, in presenza di terreno
discretamente impermeabile, si infiltra e scorre nel sottosuolo umido, prima di
tornare in superficie a causa delle caratteristiche geologiche del terreno.
• Deflusso profondo, rappresentato dall’acqua che scorre molto lentamente nel
sottosuolo profondo (terreno altamente permeabile) e che può tornare in
superficie anche dopo anni.
Possiamo concludere che la portata massima di piena è costituita prevalentemente dal
deflusso superficie superficiale nel quale si considera incluso l’afflusso diretto.
L’analisi delle portate viene condotta graficamente attraverso l’idrogramma di
progetto ( o di piena ), che riporta l’andamento della portata Q in funzione del tempo t.
Il calcolo della portata di piena può essere condotto principalmente attraverso tre
metodi :
- metodo diretto ;
- metodo razionale ;
- metodo cinematico .
4.6.1 Metodo diretto
Questo metodo, molto costoso e sconveniente, consiste nella misurazione della portata
di progetto direttamente tramite alcuni strumenti:
Idrometro
La portata di piena nella sezione di chiusura può anche essere stimata direttamente
con uno strumento, l’idrometro, che ha l’unico inconveniente di essere molto costoso,
ma permette di ottenere la misurazione corretta e reale.
Con la scala di deflusso non viene calcolata la portata, ma il livello idrico, vale a dire il
livello del pelo libero nel tempo. Il livello idrico viene definito basso nei periodi di
magra, mentre nei periodi di piena si ha un livello idrico molto alto. Viene dunque
utilizzata un’asta rigida graduata di una lunghezza pari ad almeno 3 metri per
La portata di progetto 76
ottenere più velocemente l’altezza del pelo libero al variare delle condizioni del corso
d’acqua.
Se la pioggia è molto forte, la forza dell’acqua del fiume potrebbe distruggere lo
strumento in questione che viene solitamente inserito nella spalla dei ponti per
favorire la stabilità. Per evitare di avere misurazioni falsate dall’eventuale distruzione
dello strumento si segna con una speciale vernice rossa lo zero idrometrico, come
punto di riferimento per la nuova installazione dell’idrometro
77 Esercitazione 4
Idrometrografi
Gli idrometrografi calcolano la portata al variare del tempo e si
distinguono in tre grandi gruppi di strumenti con caratteristiche
diverse.
L’idrometrografo galleggiante è composto da due pulegge collegate
ad un galleggiante che viene mantenuto in tensione per mezzo di un
cavo e grazie alla presenza di una zavorra.
Il meccanismo permette alla puleggia più piccola di ruotare
sfruttando la libertà concessa dall’altra puleggia che è collegata ad una punta
scrivente che registra il dato.
L’idrometrografo a bolle sfrutta una bombola d’aria compressa che invia l’aria in un
recipiente, detto polmone, che la spinge nel visualizzatore dove coesistono aria ed
acqua in parti variabili. Dal visualizzatore dipende direttamente il manometro ed uno
strumento che posto sul fondo del fiume calcola la quota del pelo libero. Il dato della
portata risulta dunque molto preciso in quanto scaturisce dal volume d’acqua e dalla
pressione.
L’idrometrografo pneumatico si basa su una struttura indeformabile che contiene
una camera d’aria a fisarmonica. Questa struttura è collegata ad un manometro
registratore che valuta la pressione rispetto alla spinta dell’aria su questa camera
d’aria deformabile.
Mulinelli
Altri strumenti utili per il calcolo della portata sono i mulinelli che permettono di
conoscere la velocità dell’acqua V come numero di giri nel tempo. I mulinelli possono
essere fondamentalmente di due tipi: quelli ad asse orizzontale e quelli ad asse
verticale.
La portata di progetto 78
I mulinelli ad asse orizzontale sono formati da un’elica collegata ad un meccanismo
che si blocca ogni 10 giri completi, per cui la velocità è data dal rapporto fra il numero
di giri ed il tempo impiegato a percorrerli.
I mulinelli ad asse verticale si basano su un sistema similare, ma al posto dell’elica
si hanno delle coppette che vengono investite e fatte ruotare dal flusso dell’acqua.
4.6.2 Metodo razionale
In base a questo metodo, la portata di piena risulta essere pari a:
Q = ( CT * iCt * A ) / 3.6
Dove :
CT = parametro tabellato dipendente dal periodo di ritorno T ;
iCt = intensità critica, corrispondente al tempo di corrivazione ;
A = superficie totale del bacino .
4.6.3 Metodo cinematico o della corrivazione
E’ senza dubbio il criterio più utilizzato e rappresenta uno dei metodi di
trasformazione afflussi – deflussi.
Il metodo della corrivazione si fonda su quattro ipotesi di partenza:
1. la portata di piena è determinata unicamente da un trasferimento di massa
liquida ( viene trascurato il trasporto solido) ;
2. il tempo impiegato da una qualunque goccia d’acqua per raggiungere la sezione
di chiusura, dipende esclusivamente dalla posizione in cui essa è caduta.
3. la velocità della singola particella d’acqua non è influenzata dalle velocità delle
altre gocce ;
4. la portata di piena si ottiene sommando le portate elementari della aree che
arrivano allo stesso istante alla sezione di chiusura .
Inoltre, il metodo della corrivazione prescinde dall’ipotesi di Viparelli, secondo la quale gocce
d’acqua alla stessa quota, impiegano lo stesso tempo per raggiungere la sezione di chiusura; ciò
equivale a dire che li isocorrive coincidono con le isoipse.
79 Esercitazione 4
La portata di ogni singola area sarà data dall’espressione:
Q = ( ψ*R*∆S ) / 3.6
Con :
∆S = porzione di superficie delimitata da due isocorrive ( o isoipse ) successive ;
ψ = coefficiente d’afflusso pari al rapporto tra la pioggia netta e quella totale ;
R = coefficiente di riduzione, calcolabile attraverso la formula del DEWC:
R = 1 – atb
3.6 = fattore di conversione per l’unità di misura .
Una volta calcolate tutte le portate è possibile definire l’idrogramma di progetto, dal
quale si legge la portata di piena, ovvero il valore massimo raggiunto.
La portata di progetto 80
4.7 Svolgimento della esercitazione 4
Cerchiamo ora di applicare i concetti e quindi affrontare le problematiche che sono
state proposte nei paragrafi precedenti. Lo scopo di questa quarta esercitazione è
quello di andare a valutare la cosiddetta portata di progetto che coincide con il
tracciamento dell’idrogramma di piena.
I dati iniziali ai quali abbiamo attinto sono quelli che vengono riportati nella tabella in
figura( 4.X)
Superficie totale (Kmq) 16,1
Altitudine media Hmed (m s. m.) 418,789
Aree comprese
tra isoipse Aree progressive Quote
successive
∆S (Kmq) S (Kmq) h (m s. m.)
16,1 0
0,3 15,8 50
0,4 15,4 100
0,6 14,8 150
0,9 13,9 200
1,3 12,6 250
1,5 11,1 300
1,6 9,5 350
1,5 8 400
1,3 6,7 450
1,2 5,5 500
1 4,5 550
1,1 3,4 600
1 2,4 650
0,8 1,6 700
0,7 0,9 750
0,4 0,5 800
0,3 0,2 850
0,2 0 900 Figura 4.1:dati relativi alle dimensioni areali del bacino in esame
81 Esercitazione 4
Nella figura 4.x sono invece riportate le caratteristiche del terreno del nostro bacino
che risultano essere fondamentali per la stima di tutte le componenti dell’idrogramma
di piena.
Figura 4.2:informazione sul grado di umidità e tipologia del terreno.
Per calcolare l’idrogramma di piena utilizziamo come metodo di afflussi – deflussi, il
metodo cinematica o della corrivazione.
L’evento critico si verifica quando il tempo di pioggia è uguale al tempo di corrivazione;
quest’ultimo è definito dalla formula di Giandotti come segue:
tp = tc [ore] = min8.0
45.1
HH
SLa
med −
+
dove
La = lunghezza dell’asta principale [Km]
Hmin = altezza nella sezione di chiusura [m s.m.]
Hmed = altitudine media del bacino [m s.m.]
S = superficie del bacino
Sostituendo i nostri dati, il tempo di corrivazione risulta pari a :
tc [ore] = 11.4028.0
1.16413.11*5.1 + = 2.00 ore
Calcoliamo poi l’intervallo di tempo ∆t =10
t p, suddividendo l’area del bacino in 10 parti.
Copertura. Terreno coltivato con interventi di
conservazione
a (mm/ore) n tipo di suolo gruppo
97 0,3 D 8
La portata di progetto 82
∆t =10
t p =
10
00.2 = 0.20 ore
4.7.1. Ietogramma di Chicago
Il grafico che da la rappresentazione della variazione dell’intensità di pioggia in funzione del
tempo è lo ietogramma di Chicago, dove per tempo si assume, in questo caso, l’intero tempo di
pioggia.
Lo ietogramma è costituito da due rami, che presentano un picco nell’istante di tempo
tk = k tp con k = 0.4.
Nel nostro caso, tk = k tp = 0.4*2.00 ore = 0.80 ore
L’altezza di pioggia va calcolata in modo diverso a seconda dei due rami:
nel ramo ascendente, dunque
per tp < tk
h (t) = a
−−
n
r
n
k
k
ttk
k
tk
nel ramo discendente, dunque
per tp > tk
h (t) = a ( )
−
−−−
n
k
n
k
k1
ttk1
k
tk
dove a ed n sono i parametri che compaiono nella curva di possibilità pluviometrica monomia
h = a t n
che con i nostri dati risultano essere :
a = 97 mm/oren
n = 0.3
83 Esercitazione 4
Considerando dunque 10 isocorrive il cui passo è proprio l’intervallo di tempo
∆t precedentemente calcolato, abbiamo calcolato i valori di altezza di pioggia
relative ai diversi istanti di tempo(fig.4.x)
Figura 4.3:valori delle altezze di pioggia relativo ai diversi istanti di tempo
Adesso possiamo calcolare i valori di intensità media attraverso l’espressione:
im i = t
hh infin
∆
−
per poi disegnare lo ietogramma di Chicago(fig. 4.x)
intervallo di
tempo ∆t t (ore) h (t)
0 0 0
1∆t 0,2 3,95
2∆t 0,4 8,97
3∆t 0,6 16,25
4∆t 0,8 47,77
5∆t 1 95,04
6∆t 1,2 105,97
7∆t 1,4 113,5
8∆t 1,6 119,42
9∆t 1,8 124,38
10∆t 2 128,69
La portata di progetto 84
intervallo di intensità intensità
tempo ∆t t (ore) h (t) media (t) netta (t)
0 0 0
19,75 13,62
1∆t 0,2 3,95
25,1 17,31
2∆t 0,4 8,97
36,4 25,1
3∆t 0,6 16,25
157,6 108,68
4∆t 0,8 47,77
236,35 162,99
5∆t 1 95,04
54,65 37,69
6∆t 1,2 105,97
37,65 25,96
7∆t 1,4 113,5
29,6 20,41
8∆t 1,6 119,42
24,8 17,1
9∆t 1,8 124,38
21,55 14,86
10∆t 2 128,69
Figura 4.4:tabella completa dei dati per il tracciamento dello ietogramma con il metodo
Cichago
4.7.2. Calcolo delle perdite idrogeologiche
Per il calcolo della portata massima di piena, è necessario introdurre il concetto di
pioggia netta legato a quello di altezza di pioggia
P = Pnetta + L
Dove
Pnetta è la pioggia che scorrendo in superficie contribuisce a formare la piena nella
sezione
di chiusura;
L rappresenta la parte di pioggia trattenuta dalla vegetazione e dal fogliame.
85 Esercitazione 4
Con il metodo del Curve Number, ricaviamo la pioggia netta, definita come:
Pnetta = ( )
SIP
IP
a
2
a
+−
− [mm]
dove:
P è la pioggia precipitata;
Ia è la perdita iniziale dovuta ad evaporazione, infiltrazione e ristagnazione, pari a:
Ia = 0.2 S
S è il massimo volume specifico d’acqua che il terreno può trattenere in condizioni
di saturazione, ed è dato da:
S = 254
− 1
CN
100 dove:
CN è l’indice di Curve Number ed è un numeri dimensionale che dipende dal
tipo di suolo.
Dato che il nostro suolo è caratterizzato da un tasso di umidità di III grado e il valore
tabulare dà come grado di Curve Number II, ricaviamo il CN (III) tramite la seguente
espressione:
CN (III) = )II(CN13.010
)II(CN23
+
Essendo il nostro valore di CN (II) pari a 81, avremo il CN(III) pari a :
CN (III) = ( )81*13.010
81*23
+ = 90.75
Possiamo adesso ricavare il valore di S:
S = 254
−1
CN
100= 254
−1
90.75
100=25.9 m
2
La portata di progetto 86
TIPO DI SUOLO
Tipo di copertura (uso del suolo) A B C D
TERRENO COLTIVATO
senza trattamento di conservazione 72 81 88 91
con interventi di conservazione 62 71 78 81
TERRENO DA PASCOLO
Cattive condizioni 68 79 86 89
Buone condizioni 39 61 74 80
PRATERIE
30 58 71 78 Buone condizioni
TERRENI BOSCOSI O FORESTATI
Terreno sottile, sottobosco povero, senza foglie 45 66 77 83
Sottobosco e copertura buoni 25 55 70 77
SPAZI APERTI, PRATI RASATI, PARCHI
Buone condizioni con almeno il 75% dell’area con copertura erbosa 39 61 74 80
Condizioni normali, con copertura erbosa intorno al 50% 49 69 79 84
AREE COMMERCIALI (Impermeabilità 85%) 89 92 94 95
DISTRETTI INDUSTRIALI (Impermeabilità 72 %) 81 88 91 93
AREE RESIDENZIALI
Impermeabilità media % 77 85 90 92
65 61 75 83 87
38 57 72 81 86
30 54 70 80 85
25 51 68 79 84
PARCHEGGI IMPERMEABILIZZATI, TETTI 98 98 98 98
STRADE
Pavimentate con cordoli e fognature 98 98 98 98
Inghiaiate o selciate con buche 76 85 89 91
In terra battuta (non asfaltate) 72 82 87 89
Figura 4.5: tabella in cui si può ricavare il valore del curve number in base alle
caratteristiche del terreno
89 Esercitazione 4
Ottenuto il valore di S, Ia sarà:
Ia = 0.2*S = 0.2*25.9 = 5.18
Dunque:
P = 128.69 mm
Ia = 5.18
S = 25.9 m2
Pnetta = ( )
SIP
IP
a
2
a
+−
− =
( )9.2518.569.128
18.569.1282
+−
− = 110.13 mm
Il passo successivo consiste nel calcolare l’intensità di pioggia netta inetta definita come:
i netta = i mi * R * φ
dove:
imi è l’intensità di pioggia media i mi = t
hh infin
∆
− precedentemente calcolata
φ è il coefficiente di afflusso, noto come φ =P
Pnet
R è il coefficiente di ragguaglio dato dalla formula DEWC:
R = 1 – (a * t b) con :
t = tp = 0.2
a e b, per S < 20 Km2
sono dati dalle seguenti relazioni:
a = 0.0394* S
0.354 = 0.0394* 16.1
0.354 = 0.105
b = 0.4-0.0208 ln (4.6-ln S) = 0.4 – 0.0208 ln (4.6-ln16.1) = 0.387
dunque:
tp = 0.2
a = 0.105
b = 0.387
R = 1 – (0.105*0.200.387
) = 0.861
R = 0.861
φ =P
Pnet = 69.128
13.110 = 0.8
La portata di progetto 90
I dati ottenuti sono riportati nella tabella in figura.
intervallo di intensità intensità
tempo ∆t media (t) netta (t)
0
19,75 13,62
1∆t
25,1 17,31
2∆t
36,4 25,1
3∆t
157,6 108,68
4∆t
236,35 162,99
5∆t
54,65 37,69
6∆t
37,65 25,96
7∆t
29,6 20,41
8∆t
24,8 17,1
9∆t
21,55 14,86
10∆t
Figura 4.6: tabella con la stima delle perdite idrogeologiche
Adesso è possibile costruire lo ietogramma di Chicago con i dati ottenuti.La sua
rappresentazione è quella in figura 4.x.
91 Esercitazione 4
0
50
100
150
200
250
intensità
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
intervallo di tempo
Ietogramma di progetto
intensità media
intensità netta ragguagliata
Figura 4.7:ietogramma di Chicago
4.7.3. Idrogramma di piena
Per trovare i valori della portata si utilizza la seguente formula:
Q = inetta i * ∆Si
dove ∆Si sono porzioni di area delimitate da isocorrive.
Per servirci di questa relazione, infatti, bisogna individuare le porzioni di bacino
delimitate da due isocorrive, cioè linee che uniscono tutti i punti con stesso tempo di
corrivazione. Per l’ipotesi di Viparelli, si considerano le linee isocorrive coincidenti
con le isoipse del bacino, ovvero con le linee che uniscono tutti i punti alla stessa
quota.
La portata di progetto 92
Il passo delle isoipse è dato dal rapporto tra il dislivello totale del bacino e il numero di
isocorrive utilizzate (che sono tante quanti sono gli intervalli di tempo utilizzati per
dividere il tempo di corrivazione).
Si traccia così la curva ipsografica con i dati a disposizione e procedendo per
interpolazione, si trovano le aree ∆Si.
∆t = tp / 10
n° isocorrive = 10
passo delle isoipse = 10
HH minmax −=
10
900 = 90 m s.m.
il calcolo delle aree tra le isoipse è stato effettuato sfruttando il metodo dell’interpolazione
lineare. I risultati sono riportati in tabella:
Quota isoccorrive H (m) Superficie S (Kmq) Intervallo ∆S (Kmq)
0 16,1 0
90 15,48 0,62
180 14,26 1,22
270 12 2,26
360 9,2 2,8
450 6,7 2,5
540 4,7 2
630 2,8 1,9
720 1,32 1,48
810 0,44 0,88
900 0 0,44
Figura 4.8: area tra le isoipse al nuovo passo considerato
Per il calcolo delle portate, in funzione dell’intervallo di tempo considerato,
necessarie alla costruzione dell’idrogramma di piena, la formula da utilizzare è :
Q j (t) = inetta j*∆Si
93 Esercitazione 4
Si costruisce così una tabella, chiamata tabella di corrivazione, in cui sono riportati tutti i
valori di portata Q relativi ad ogni porzione di superficie ∆Si e intervallo di tempo ∆ti.
Questi valori di portata così ottenuti, vengono utilizzati per la costruzione dell’idrogramma
di piena che evidenzia l’andamento della portata nel tempo.
∆S(kmq)
ore ∆S1 =
0,62
∆S2 =
1,22
∆S3 =
2,26
∆S4 =
2.8
∆S5 =
2.5
∆S6
=2
∆S7 =
1,9
∆S8 =
1,48
∆S9 =
0,88
∆S10
=
0.44
Qtot
[Km2mm/ore]
Qtot
[m3/sec]
1 ∆t 8,44 8,44 2,344444444
2 ∆t 10,73 16,62 27,35 7,597222222
3 ∆t 15,56 21,12 30,78 67,46 18,73888889
4 ∆t 67,38 30,62 39,12 38,14 175,26 48,68333333
5 ∆t 101,05 132,58 56,73 48,47 34,05 372,88 103,5777778
6 ∆t 23,37 198,85 245,62 70,28 43,27 27,24 608,63 169,0638889
7 ∆t 15,92 45,98 368,36 304,3 62,75 34,62 25,88 857,81 238,2805556
8 ∆t 12,63 31,67 85,12 456,37 271,7 50,2 32,89 20,15 960,73 266,8694444
9 ∆t 10,6 24,9 58,67 105,33 407,47 217,36 47,69 25,62 11,99 909,63 252,675
10 ∆t 9,21 20,86 46,13 72,69 94,22 325,98 206,49 37,15 15,23 5,99 833,95 231,6527778
11 ∆t 18,12 38,65 57,15 64,9 75,38 309,68 160,85 22,09 7,62 754,44 209,5666667
12 ∆t 33,58 47,88 51,02 51,92 71,61 241,22 95,64 11,04 603,91 167,7527778
13 ∆t 41,61 42,75 40,82 49,32 55,78 143,43 47,82 421,53 117,0916667
14 ∆t 37,15 34,2 38,78 38,42 33,17 71,72 253,44 70,4
15 ∆t 29,72 32,49 30,21 22,84 16,58 131,84 36,62222222
16 ∆t 28,23 25,31 17,96 11,42 82,92 23,03333333
17 ∆t 21,99 15,05 8,98 46,02 12,78333333
18 ∆t 13,08 7,52 20,6 5,722222222
19 ∆t 6,54 6,54 1,816666667
Figura 4.9: tabella di corrivazione