Dalle Indicazioni Nazionali al Curricolo verticale · La didattica di fine Novecento ... Nuovo...
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Dalle Indicazioni Nazionali al Curricolo verticale
Cultura pedagogica e organizzazione didattica
I° Ciclo d’istruzione
Mario MELINO
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Programma scolastico
Un programma scolastico è il progetto di un gruppo sociale
per le esperienze educative dei fanciulli nella scuola
Beauchamp, Curriculum Theory, 1961.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La didattica di fine Novecento
Le innovazioni degli ultimi anni sembrano aver seguito un’originale dialettica degli opposti
Dall’individuale al collegiale Dalla classe alla scuola Dalla scuola alle reti di scuole Dal programma al curricolo (dalla rigidità alla flessibilità) Dalla scuola al territorio (dal formalismo all’esperienza) Dall’azione singola all’azione organizzata Dal centralismo all’autonomia Dalla linearità alla modularità Dallo specialismo disciplinare (saperi monoscopici) alla ricomposizione unitaria (saperi poliscopici) Dai saperi formalizzati e standardizzati alle competenze
J. Meyer (1991) – La tesi della convergenza Mario MELINO: Indicazioni nazionali e
curricolo verticale
Evoluzione della scuola di base
Contenuti Scomparse e Comparse
Abolizione del latino; Riduzione / scomparsa delle attività pratiche; Facoltatività della Religione; Alfabetizzazione tecnologica / informatica.
Potenziamento delle discipline matematico / scientifiche; Delle lingue straniere; Degli “studi sociali”.
Metodo Logiche curricolari; Interdisciplinarità nell’organizzazione dei contenuti; Didattiche cooperative e personalizzanti; Sviluppo delle competenze; Centralità della valutazione; Buone pratiche.
Organizzazione Autonomia delle scuole nell’organizzazione didattica Partecipazione delle famiglie - genitorialità attiva
Valutazione di sistema documentazione didattica
Rendicontazione / responsività Mario MELINO: Indicazioni nazionali e
curricolo verticale
Evoluzione dei soggetti in formazione Pollicina e Pollicino (Michel Serres)
Iacopo da Varagine: la Leggenda aurea Durante le persecuzioni di Domiziano – la storia di San Dionigi
Verso una nuova autonomia dell’intelletto L’intelligenza inventiva
David R. Olson: l’intelligenza è abilità in un medium
La fine dei portavoce del sapere
Dall’offerta precostituita alla domanda individuale di sapere
La personalizzazione dell’insegnamento
è un diritto di tutti.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Le Indicazioni Nazionali
Nuovo scenario sociale Nuovo umanesimo
Nuova cittadinanza Centralità della persona
INDICAZIONI NAZIONALI
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Le Indicazioni Nazionali scenario normativo e organizzativo
LEP (art. 117 Cost.
– L. n. 3 del 2001)
STANDARD Istituti
Comprensivi (art. 19, c. 4, L. 111/2011)
Curricolo verticale
Genitorialità Linee d’indirizzo:
Partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa
Nota MIUR 22.11.2012 n. 3214
INVALSI Valutazione
esterna e interna
INDIRE Buone pratiche
(GOLD)
Autovalutazione / bilancio sociale rendicontazione
Tutela contro i disservizi della pubblica amministrazione
Class-action pubblica d.lgs. 20.12.2009 , n. 198
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La scuola responsabile dei risultati
«Alle singole istituzioni scolastiche spetta poi la responsabilità dell’autovalutazione, che ha la funzione di introdurre modalità riflessive sull’intera organizzazione dell’offerta educativa e didattica della scuola, ai fini del suo continuo miglioramento, anche attraverso dati di rendicontazione sociale o dati che emergono da valutazioni esterne».
ACCOUNTABILITY misurare – valutare – rendicontare
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il vizio ontologico
UNA SCUOLA RESPONSIVA misurazione – valutazione – rendicontazione
Qual è la fonte di legittimazione del servizio di istruzione ? A chi risponde la scuola?
STATO ? UTENZA?
AUTOREFERENZIALITÀ VALUTAZIONE
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Modello consumeristico la partnership nel quasi-mercato
COLLEGIALITÀ E PARTECIPAZIONE d.lgs. 233/1999 – riforma degli organi collegiali
Genitorialità partecipante
Nel quadro dell’ideologia consumeristica,
la partecipazione è ciò che consente all’utente di garantirsi che non vi siano scarti significativi tra il livello di prestazione dichiarato e quello effettivamente reso e che la struttura
erogatrice, in quanto servizio pubblico scelto, abbia agito con logiche di economicità ed efficacia
Il problema della responsività
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il curricolo d’istituto
POF Curricolo di scuola
LEP
STANDARD
Competenze chiave
Profilo delle competenze al termine del ciclo d’istruzione
Traguardi per lo sviluppo
delle competenze
Obiettivi specifici di apprendimento per ogni disciplina
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
IL CURRICOLO DI ISTITUTO
Il curricolo d’istituto è espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica esplicita le scelte della comunità scolastica e l’identità dell’istituto è il processo che sviluppa e organizza la ricerca e l’innovazione educativa
Ogni scuola predispone il curricolo all’interno del POF con riferimento
al profilo dello studente al termine del primo ciclo d’istruzione ai traguardi per lo sviluppo delle competenze agli obiettivi di apprendimento specifici per ogni disciplina
I docenti – partendo dal curricolo d’istituto – individuano le esperienze di apprendimento più efficaci le scelte didattiche più significative le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline e alla loro possibile aggregazione in “aree” (d.P.R. n. 275/1999).
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
I RIFERIMENTI DELLA LOGICA PROGETTUALE
CAPACITÀ
CONOSCENZE
ABILITÀ
COMPETENZE Intelligenza situazionale
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Modelli in conflitto
Verso la società conoscitiva Libro Bianco dell’Istruzione
(Edith CRESSON, 1995)
Disegno curricolare
MERCATO
Profilo d’uscita
Determinazioni
e scelte culturali
e didattiche
UNESCO: Nell’educazione un tesoro
(J. Delors, 1997)
Disegno curricolare
PERSONA
SOCIETÀ
COMPETENZE
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo
Le competenze chiave per l’apprendimento permanente
Competenza chiave =
Livello essenziale di preparazione alla vita
adulta e lavorativa che, altresì, costituisce la “base” per ulteriori
occasioni di apprendimento lungo tutto il corso della vita
Nel quadro europeo - le competenze chiave per:
la realizzazione personale; la cittadinanza attiva;
la coesione sociale; l’occupabilità nella società della conoscenza.
Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006
OTTO COMPETENZE CHIAVE PER GLI EUROPEI 1. Comunicazione nella madrelingua 2. Comunicazione nelle lingue straniere 3. Competenza matematica e competenza di base in
scienza e tecnologia 4. Competenza digitale 5. Imparare ad imparare 6. Competenze sociali e civiche 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità 8. Consapevolezza ed espressione culturale.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
COMPETENZA
E’ una caratteristica dell’agire umano E’ un insieme di capacità singolari. E’ propria di un singolo individuo ed è inseparabile dalla sua storia e dalla sua personalità.
CAPACITÀ DI FAR FRONTE A UN COMPITO O AD UN INSIEME DI COMPITI,
RIUSCENDO A METTERE IN MOTO E AD ORCHESTRARE LE PROPRIE RISORSE
INTERNE, COGNITIVE AFFETTIVE E VOLITIVE, E A UTILIZZARE QUELLE
ESTERNE DISPONIBILI IN MODO COERENTE E FECONDO (Pellerey)
Comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio – 23 aprile 2008 Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
COMPETENZA aspetti soggettivi – oggettivi – intersoggettivi
RISORSE INTERNE (Patrimonio interiore)
RISORSE ESTERNE (Patrimonio ambientale)
• Interesse per il problema
• Disponibilità e motivazione all’impegno
• Attenzione e concentrazione sul compito
• Capacità d’integrazione sociale
• Capacità di mobilitare conoscenze e abilità.
• Il gruppo (competenze / conoscenze
distribuite)
• I materiali / gli strumenti
• I supporti (i facilitatori)
• La sfida problematica
• Le conoscenze e le informazioni reperibili.
La didattica per competenze implica
• Un compito da svolgere
• Una situazione da affrontare
• La mobilitazione di tutte le risorse del soggetto e quelle utili dell’ambiente
• L’interazione sociale e cooperativa
• ll possesso di abitudini di lavoro e di abilità di studio
• Il laboratorio come luogo di didattica metacognitiva (apprendere ad apprendere)
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
L’alunno e il compito di apprendimento 1
Affrontare il compito d’apprendimento presuppone alcune abilità e abitudini di lavoro che l’allievo deve via via affinare con il crescere delle difficoltà.
1. – COMPREDERE IL COMPITO a) – analizzare il compito da svolgere: ha fatto proprio l’obiettivo?
ha compreso le consegne? sa distinguere gli elementi e le fasi del compito? ha contestualizzato il compito? b) – impostare (progettare il compito):
ha dato ordine alle fasi e alle sequenze operative? ha pianificato il lavoro?
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
L’alunno e il compito di apprendimento 2
2. – ESEGUIRE IL COMPITO
a) analizzare e regolare l’impostazione del compito sa esaminare il suo modo di lavorare? percepisce i suoi punti di efficacia e i suoi limiti? verifica la progressione delle sue azioni e la direzione?
b) impegnarsi nel compito sa adattarsi agli imprevisti? fa appello all’immaginazione? utilizza tutte le risorse esterne disponibili? sa perseverare nell’azione?
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
L’alunno e il compito di apprendimento 3
3. – PORTARE A TERMINE IL COMPITO
a) consapevolezza operativa sa regolare l’azione secondo le necessità? usa le acquisizioni per avvicinarsi alle conclusioni?
b) sintesi e finalizzazione sa formulare le conclusioni del compito? sa valutare la qualità del lavoro che ha compiuto? prova soddisfazione per quanto ha fatto?
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
L’alunno e il compito di apprendimento 4
ELEMENTI DI VALUTAZIONE •COMPRENSIONE DEL COMPITO
•ANALISI E IPOTESI DI SVILUPPO
•ESECUZIONE DEL COMPITO
•PERSEVERANZA E CAPACITÀ DI ORGANIZZAZIONE
•FORMULAZIONE DELLE CONCLUSIONI
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
GRIGLIA PER L’ELABORAZIONE DELLE UNITÀ DI APPRENDIMENTO
Compito di
apprendimento
Competenza
Obiettivi
specifici di
apprendimento
Conoscenze
Abilità
1 2 3 … OBIETTIVO DI APPRENDIMENTO Verifica Contratto didattico
LARSA
A
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Recupero Arricchimento
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tempo dal…… al ………. documentazione documentazione
valutazione
certificazione Raccordi
interdisciplinari
Mezzi e
strumenti
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il ritorno della continuità educativa
La ricostruzione storica del problema riecheggia le felici intuizioni emerse sul problema al IV e IX Congresso Pedagogico Italiano (Firenze, 1864; Bologna 1874), pone in risalto le illuminanti parole di P. Pasquali che, richiamando «la grande legge della continuità», nel 1898 ricordava che i salti, le scosse, gli urti in fatto di insegnamento sono pericolosi». Anche a Giovanni Pascoli non sfuggirono le incongruenze della discontinuità: «Dal Ginnasio al Liceo e dal Liceo all’Università è, per così dire, un ponte; dalle Elementari alle scuole Classiche un fosso. Il fanciullo al suo primo entrare nel Ginnasio prova una meraviglia, uno stordimento, uno sbigottimento, dal quale spesso non si riavrà mai: parole nuove, strane, di colore oscuro …».
I comprensivi come soluzione matematica dei problemi dell’amministrazione
1
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il ritorno della continuità educativa 2
Dalla pedagogia alla norma art. 2 della L. 148/90. non essendo stato possibile assicurare una continuità a livello di sistema (come desegmentazione dei gradi di scuola) si rinvia al sottosistema, come pratica dei momenti di raccordo tra singole unità scolastiche. Gli istituti comprensivi fanno la loro comparsa con l’art. 21 della L. 31/01/1994, n. 97 contenente disposizioni per la tutela delle aree di montagna e nei comuni con meno di 5.000 abitanti. Oggi siamo di fronte all’ultimo atto: l’art. 19 del decreto legge 06 luglio 2011 n. 98 disposizioni urgenti per la stabilità finanziaria (convertito con L. 15 luglio 2011, n. 111): «4. Per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall'anno scolastico 2011-2012 la scuola dell'infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi, con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire l’autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni, ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche».
la didattica non è una variabile indipendente
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
LA DISCONTINUITÀ
DISCONTINUITÀ COME SISTEMA
tra scuola e vita tra i segmenti scolastici
tra scuola e lavoro
MODELLO SEGMENTALE
di scuola di educazione di formazione
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
FONDAMENTI DELLA CONTINUITÀ
TEMPO il tempo e i tempi
i tempi dell’infanzia tempo scolastico tempo educativo
SPAZIO gli spazi
gli spazi dell’infanzia gli spazi scolastici gli spazi educativi
Marc AUGÉ: luogo e non luogo
PROGETTO Sistema formativo integrato
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
EDUCAZIONE ALLA TRANSIZIONE
LE TRANSIZIONI ECOLOGICHE la vita come transizione continua
rischio e sfida la sfida ottimale
LA TRANSIZIONE come riorganizzazione di attività ruolo relazioni
LA DISCONTINUITÀ è il deficit esistente
tra la sfida lanciata dal nuovo contesto e le risorse di cui dispone
il soggetto
LA CONTINUITÀ è l’adattamento flessibile di un
contesto educativo al cambiamento in relazione a soggetti che stanno
cambiando essi stessi
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
PRINCIPI DI UN SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO
un soggetto competente orientamento ecologico centralità della scuola e valorizzazione della sua specificità la modularità: formativa – curricolare – organizzativa dalla logica cumulativa alla logica integrativa pluralità e integrazione dei “modi” dell’educazione politica integrata per obiettivi riconquista sociale delle istituzioni e dei servizi pubblici principio della delega funzionale la nuova cittadinanza
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
CONTINUITÀ ORIZZONTALE E VERTICALE
ORIZZONTALE
oratori – ricreatori – progetti di sviluppo comunitari il dibattito su scuola ed extrascuola sistema formativo integrato e allargato territorio e formazione alternanza scuola-lavoro la città educativa
VERTICALE RACCORDO PEDAGOGICO
la prevenzione l’orientamento l’alfabetizzazione culturale
RACCORDO CURRICOLARE
Le abilità sociali I comportamenti di lavoro Le abilità di studio La personalizzazione dell’istruzione
RACCORDO ORGANIZZATIVO
Il dovere organizzativo La modularità Il sistema dei laboratori Il reticolo delle opportunità scuola - extrascuola
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
SCUOLA - EXTRASCUOLA
SCUOLA
Educazione formale
EXTRASCUOLA
Educazione non-formale Educazione informale
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
EDUCAZIONE FORMALE NON-FORMALE INFORMALE
SCUOLA
EDUCAZIONE FORMALE
L’insegnamento formale, istituzionalizzato, controllato, gerarchizzato, che termina con l’università: con tappe precise, contenuti selezionati e diplomi che certificano livelli di competenze e acquisizioni
EXTRASCUOLA
NON FORMALE È costituita da attività di apprendimento organizzate e sistematiche, ma condotte fuori dal sistema scolastico tradizionale. Ha rilevanza sul piano personale, del rinforzo delle competenze professionali e delle esigenze del mercato del lavoro
INFORMALE È un processo permanente e non strutturato presente nella trama della vita quotidiana, in famiglia, nel gruppo, nelle reti massmediali, nelle associazioni… dove comunque maturano e si acquisiscono attitudini, opinioni, gusti, conoscenze, mentalità…
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
IL CURRICOLO VERTICALE P
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OBIETTIVI DELLA FORMAZIONE PERMANENTE Identità – Autonomia – Competenza – Cittadinanza
Scuola dell’infanzia Campi di esperienza
Scuola primaria Ambiti disciplinari
Scuola secondaria di 1° grado Discipline di studio
Dimensioni verticali
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il curricolo continuo
La personalità scolastica
Gli assi culturali
Individualizzazione e personalizzazione
degli apprendimenti
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
LA PERSONALITÀ SCOLASTICA
Sviluppo emotivo e cognitivo dell’alunno Qualità didattica e personalizzazione
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
Il successo scolastico
CAUSE DISTALI CAUSE PROSSIMALI
Un bambino di tre anni
Gli esiti scolastici alla maturità
UNDERACHIEVEMENT
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La responsabilità di apprendere
“se avere accesso all'educazione è un diritto, imparare è una responsabilità”
David. R. OLSON
dovere di istruire dovere di educare dovere di apprendere
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica
PERCEZIONE DI SE’
1. Bassa percezione delle
proprie capacità
2. Basso concetto di sé e bassa
autostima
3. Paura del fallimento, paura
del successo
4. Ansia (specialmente durante
la prestazione)
ORIENTAMENTO AL COMPITO
5. Standard irrealistici o
perfezionistici
6. Basse aspirazioni educative e
occupazionali (o nessuna
aspirazione)
7. Mancanza di perseveranza
8. Reazioni impulsive alle sfide
RELAZIONI CON I COETANEI
9. Mancanza di amici, solitudine,
ritiro
10. Capacità sociali immature o
inefficaci, non gradite dai
coetanei
11. Sentimenti di rifiuto da parte
degli altri
RAPPORTI CON L’AUTORITA’
12. Aperta aggressività e ostilità
13. Problemi di disciplina,
delinquenza
14. ribellione, ricerca
d’indipendenza
15. Mancanza di autocontrollo
16. irresponsabilità, inaffidabilità
17. Passività, aggressività
LOCUS OF CONTROL
18. Controllo esterno (dare agli
altri la colpa del fallimento)
19. Ipercritiche sugli altri,
negativismo
ESPRESSIONE EMOTIVA
20. Emozioni piatte, apatia
21. Esplosività e scarso controllo
emotivo
22. Infelicità o depressione
Caratteristiche personali degli underachiever
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica
Comportamento scolastico degli underachiever
DISCIPLINA 1. Svogliato, assente 2. Disturba, parla, ha problemi di disciplina 3. Immaturo, disadattato
ABITUDINI DI LAVORO 4. Cattive abitudini di studio, carenze nella capacità di problem solving 5. Impegno e qualità della prestazione incostanti 6. Mancanza di concentrazione, sogni ad occhi aperti 7. Iperattività irrequietezza 8. Disorganizzato, distratto 9. Trascura il lavoro che deve compiere 10. Non prova a fare i compiti, non li svolge 11. Rifugge dalle sfide, dai problemi
ATTEGGIAMENTO SCOLASTICO 12. Annoiato, non interessato, non partecipa 13. Odia la scuola 14. Indifferenza all’insuccesso
ATTEGGIAMENTO INTERPERSONALE 15. Apertamente risentito 17. Piange facilmente 16. Cerca attenzione 18. Timido, ritirato
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica dimensioni
Personalità
scolastica
Competenza
sociale
Comportamenti
di lavoro Abilità di studio
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica competenza sociale
Competenza
Sociale funzioni
Percettive Di controllo Di integrazione
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica comportamenti di lavoro
DIMENSIONI POLARITA’ POSITIVA POLARITA’ NEGATIVA
1. IMPEGNO ◙ esegue regolarmente il lavoro
assegnato senza controlli
◙ persiste nello sforzo
◙ è tollerante alla fatica
◙ non termina i compiti assegnati
◙ ha bisogno di ricorrere alla guida
del docente
◙ si scoraggia di fronte alle difficoltà
2. ATTENZIONE ◙ segue ogni aspetto della
lezione o dell’attività
◙ è capace di concentrazione
prolungata
◙ ascolta con interesse
◙ si distrae facilmente
◙ ascolta in modo discontinuo
◙ divaga
3. ORGANIZZAZIONE ◙ struttura la sua attività secondo
un ordine preciso
◙ pianifica l’impegno e dispone
gli strumenti necessari prima di
cominciare il lavoro
◙ pianifica l’attività secondo
tappe sequenziali senza perdere
di vista l’obiettivo
◙ è disorganizzato e impreciso
◙ durante il lavoro, se si scopre
sprovvisto degli strumenti necessari,
chiede gli strumenti utili al compagno
◙ procede a salti e senza una
sequenza logica e temporale
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica comportamenti di lavoro
DIMENSIONI POLARITA’ POSITIVA POLARITA’ NEGATIVA
4. TRANQUILLITA’ ◙ mostra tensione a conseguire
l’obiettivo, ma procede con
ordine e calma anche nelle
difficoltà
◙ chiede spiegazioni in tutte le
circostanze opportune
◙ controlla gli stati emozionali
durante il lavoro
◙ mostra agitazione e si irrigidisce
durante le prove di verifica
◙ balbetta, arrossisce, gesticola in
modo scoordinato ed esagerato
◙ tende a dimenticare durante le
prove anche quello che sa
◙ appare eccessivamente rilassato e
indifferente al compito
5. RESPONSABILITA’ ◙ è affidabile nel portare a
termine un compito
◙ mantiene gli impegni assunti e
rispetta i tempi di esecuzione
◙ è capace di attribuire con
accuratezza le cause del
successo o dell’insuccesso
nell’attività
◙ è incostante e imprevedibile
◙ affronta con ritardo o all’ultimo
momento gli impegni
◙ ha difficoltà a portare a termine il
compito
◙ tende ad attribuire il successo a se
stesso e l’insuccesso a fattori esterni
ed ammette con difficoltà le proprie
responsabilità
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica comportamenti di lavoro
DIMENSIONI POLARITA’ POSITIVA POLARITA’ NEGATIVA
6. LIVELLO DI
ATTIVITA’
◙ è dinamico, rapido, attivo nello
svolgimento del lavoro
◙ è poco produttivo, discontinuo,
giocherella e perde tempo anche di
fronte a compiti impegnativi
7. ADATTABILITA’ ◙ ha il controllo della situazione
◙ ha un atteggiamento positivo di
fronte ad ogni problema
◙ reagisce con curiosità ed
interesse di fronte alle situazioni
nuove
◙ accusa segni di smarrimento
◙ predilige attività e comportamenti
routinari
◙ reagisce con agitazione e ansia alle
situazioni nuove
8. SENSO CRITICO
DELLE PROPRIE
RESPONSABILITA’
◙ è consapevole delle proprie
capacità
◙ riconosce i propri punti di forza
e di debolezza
◙ sa autovalutarsi in modo
specifico e accurato
◙ sa scegliere compiti alla sua
portata
◙ non ha una conoscenza globale
delle sue capacità
◙ ipovaluta o ipervaluta le sue
competenze
◙ sceglie compiti al di sotto o al di
sopra delle sue potenzialità
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalità scolastica abilità di studio – 1° livello
Ascoltare le
informazioni
Rispondere alle
domande
Usare un ordine alfabetico
Usare un indice
Interpretare tabelle e
schemi
Seguire le istruzioni Prendere decisioni Usare un dizionario e una
enciclopedia
Leggere carte geografiche
Prendere messaggi Fare un programma di
lavoro
Usare un glossario Correggere e revisionare
Prendere appunti e
registrare
Organizzare il compito Lavorare in biblioteca Fare verifiche a scelta
multipla
Capire l’idea principale Usare e tenere un diario Raccogliere e organizzare
le informazioni
Fare verifiche “vero/falso”
Ricordarsi le
informazioni
Organizzare il tempo Programmare una ricerca Fare verifiche con risposte
collegate a domande
Identificare lo scopo di
una lettura
Scorrere un libro Scegliere i testi da
consultare
Verifiche con risposte brevi
Usare i punti chiave di
un contesto
Riassumere Interpretare grafici Saper esporre
Confrontare e
distinguere
Usare abbreviazioni Interpretare diagrammi Saper argomentare
Identificare un
problema
Fare uno schema Leggere immagini e
fotografie
Saper intervenire nel
dibattito
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalizzazione degli apprendimenti
ATTITUDINE TALENTO
ECCELLENZA
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
LA PERSONALIZZAZIONE
La personalizzazione si propone di:
valorizzare la sfera connotativa del soggetto nella sua globalità, “integralità”;
non considerare in modo “singolare” (individualistico, atomistico) l’allevo e contestualizzarlo nella socialità delle relazioni;
non progettare itinerari didattici ossessivamente sequenziali, operazionalizzati in vista di meri obiettivi comportamentali;
cogliere, oltre il dato acquisitivo, il valore formativo dell’esperienza scolastica;
agire per promuovere l’autonomia culturale dell’allievo perché diventi capace di porsi sempre nuovi obiettivi di apprendimento.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
IO PERSONA
DIMENSIONE PERSONALE
DIMENSIONE DIDATTICA
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA
INTELLIGENZA EMOTIVA resilienza educativa underachievement
Personalità scolastica
abilità sociali
Abitudini di lavoro
abilità
di studio
TUTORIALITÀ
Personalizzazione Individualizzazione
Compiti di apprendimento • definizione delle COMPETENZE •Determinazione degli obiettivi • Piano personalizzato di studio (Contratto formativo) • Valutazione • Documentazione (Portfolio)
• POF • Organizzazione dei tempi • Organizzazione degli spazi •Offerta opzionale • Laboratori • Forme di partecipazione sociale – Genitorialità •Rendicontazione sociale
LA PERSONALIZZAZIONE
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
L’io e le sue diversità
La diversità e le diversità
Padronanza ed eccellenza
Talento e attitudine
Intelligenza emotiva
La resilienza
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
DEFINIZIONE
INDIVIDUALIZZAZIONE PERSONALIZZAZIONE
si concreta nell’adozione di strategie
didattiche finalizzate a garantire a tutti gli
alunni il raggiungimento degli obiettivi
programmati, attraverso la diversificazione
degli itinerari di apprendimento.
è finalizzata ad assicurare ad ogni allievo
una propria eccellenza cognitiva
attraverso attività motivanti e significative
che consentano di compensare gli
svantaggi, rafforzare le acquisizioni di
base e sviluppare propri talenti e
attitudini.
Attraverso l’individualizzazione tutti gli alunni devono raggiungere gli obiettivi e
acquisire conoscenze e abilità. Gli obiettivi restano “fermi” per tutti, mentre si
diversificano i percorsi, la gradualità dei contenuti e le modalità di apprendimento
(individuale, a coppie, di gruppo, cooperativo, attraverso la ricerca, laboratoriale…); la
personalizzazione, invece, costituisce il passo ulteriore – grazie al quale – ognuno,
partendo da quelle acquisizioni fondamentali, può rafforzare e approfondire gli
apprendimenti, maturare specifiche competenze e aspirare all’eccellenza in un ambito
per il quale ha attitudine e talento. Gli obiettivi, in questo caso, sono calibrati sul
soggetto e vengono “negoziati” (contratto formativo) con il suo consapevole
coinvolgimento.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
La personalizzazione
FATTORI ESTERNI DELL’APPRENDIMENTO
FATTORI INTERNI DELL’APPRENDIMENTO
ATTIVITÀ DIDATTICA
ESPERIENZA DI APPRENDIMENTO
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
FATTORI ESTERNI DELL’APPRENDIMENTO
1. Ottenere l’attenzione e creare interesse.
2. Rendere partecipe l’alunno del compito di apprendimento.
3. Richiamare i prerequisiti essenziali e di supporto (regole, concetti,
procedure, informazioni, strategie cognitive, atteggiamenti…) per “entrare”
nel compito di apprendimento.
4. Presentare il compito nella sua articolazione e i “materiali stimolo”.
5. Offrire una «guida all’apprendimento».
6. Incoraggiare costantemente e sostenere la prestazione; dare rassicurazione.
7. Valorizzare l’esperienza (ossia, l’applicabilità delle conoscenze/abilità) e
l’esercizio.
8. Verificare la prestazione e predisporre i correttivi didattici.
9. Migliorare la ritenzione delle conoscenze e la loro trasferibilità e
generalizzazione ad altre esperienze.
10. Valutare gli apprendimenti in un contesto operativo o in una pratica sociale.
11. Documentare il percorso, le acquisizioni dell’allievo e i dati rilevanti
(portfolio).
12. Certificare le competenze.
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
1. Stile cognitivo di apprendimento:
livello di maturazione linguistica;
modalità preferenziali di apprendimento;
preferenze per il tipo d’informazione;
ritmo di apprendimento e tempo di elaborazione
dell’informazione.
2. Prerequisiti cognitivi generali e specifici.
3. Atteggiamento verso lo studio e abitudini di lavoro.
4. Abilità sociali e di integrazione cooperativa nel gruppo
classe.
5. Motivazione ad apprendere e grado di perseveranza
nello studio (resilienza educativa).
FATTORI INTERNI DELL’APPRENDIMENTO
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
LE VARIABILI DELL’ISTRUZIONE “SU MISURA”
PROCESSO DI ISTRUZIONE
variabili relative all’alunno
variabili relative all’insegnamento
caratteristiche cognitive caratteristiche affettive
abilità sociali abitudini di lavoro
abilità di studio
qualità dell’intervento didattico sistema dei correttivi didattici
LARSA
ISTRUZIONE INDIVIDUALIZZATA ESPERIENZE DI APPRENDIMENTO
PERSONALIZZAZIONE
Mario MELINO: Indicazioni nazionali e curricolo verticale
LA PERSONALIZZAZIONE – Mezzi
La funzione tutoriale guidare, consigliare, assistere, orientare, sostenere…
L’organizzazione didattica individualizzazione dell’apprendimento
abitudini di lavoro
abilità di studio
gestione dei gruppi
laboratori
sistema dei crediti/debiti e certificazione delle
competenze
La documentazione osservazione sistematica
portfolio
La vita del gruppo-classe interazione sociale
routine positive
clima cooperativo
Risorse tecnologie e sussidi
opportunità del territorio
formazione specifica dei docenti
i genitori
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