Dalla cecità alla vista. Il percorso spirituale di s. Angela Merici

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1 Dalla cecità alla vista Il percorso spirituale di sant’Angela Merici Novena di Sant’Angela Merici

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Novena in preparazione alla festa di s. Angela Merici 2012, a cura delel Suore Orsoline FMI di Verona

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Dalla cecità alla vista

Il percorso spirituale di sant’Angela Merici

Novena di Sant’Angela Merici

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STRUTTURA DELLA NOVENA

- Invocazione allo Spirito Re celeste, oppure inno o canto a scelta - lettura degli scritti di sant’Angela del tema del giorno - breve pausa di riflessione e preghiera personale

Invocazione allo Spirito Re celeste, consolatore Spirito di verità, Tu sei dovunque presente e riempi ogni cosa. Tesoro di beni e Donatore di vita, Vieni e rimani in noi purificaci da ogni macchia e salva le nostre anime, tu che sei buono (preghiera del IV secolo) Guida: (da leggere la prima sera della novena) Ripercorriamo con gli scritti di Sant’Angela il cammino e la lunga maturazione della sua vocazione e missione, che si può comprendere con l’espressione: dalla cecità alla vista, dalla paura all’abbandono. Angela infatti è una persona forte ma anche inquieta perché tutta la sua vita, toccata all’inizio dalla Bellezza di Cristo e confermata con la visione profetica della “scala”, è un cammino di progressivo abbandono da se stessa, dalla propria visione della vita e dal desiderio di determinarla secondo la propria logica, per lasciarsi fare da Dio. Paradossalmente, proprio il momento in cui in Terra santa diventa cieca..capisce tutto: vede con un altro Sguardo e si lascia condurre dal Signore nel compiere la sua vocazione e missione. La vocazione è dunque il cammino attraverso il quale anche noi impariamo a non fare resistenza allo Spirito, a lasciare che l’Amore di Dio ci tocchi, ci plasmi e ci trasformi in creature nuove. E’ la grazia che chiediamo a Dio per ciascuna e per ogni comunità orsolina, anche per intercessione di sant’Angela

mercoledì 18 gennaio

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LA CASA Nella casa natale di Desenzano, poi nella vicina località agricola “Le Grezze”, Angela trascorre l’infanzia, l’adolescenza e i primi anni della giovinezza, nella libertà dei campi e in una quotidianità fatta di lavoro, di servizio in casa, di gioco con i fratelli e la sorella. Da qui impara l’arte di “abitare la casa”, come trasmetterà poi alle figlie. Dal Quinto Ricordo Raccomandate loro che, nelle case, si comportino bene, con buon criterio, con prudenza e modestia; siano riservate e sobrie in ogni cosa. Mangino e bevano non per il gusto né per saziare l’appetito, ma solamente per il bisogno di sostenere la natura così da poter meglio servire Dio. Siano sobrie anche nel dormire, dormendo solamente quanto richiede la necessità; anche nel ridere siano garbate e sobrie. Nell’ascoltare, non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie. Nel parlare, tutte le loro parole siano sagge e misurate; non aspre, non crude, ma umane e inducenti a concordia e a carità. Direte loro che, in qualunque luogo si trovino, diano buon esempio. E che siano per tutti un profumo di virtù. E siano obbedienti e soggette ai loro superiori. E cerchino di mettere pace e concordia dove si troveranno. Soprattutto siano umili e affabili. E tutto il loro comportamento, le loro azioni e le loro parole siano secondo carità, e sopportino ogni cosa con pazienza; specialmente con queste due virtù si rompe la testa al diavolo. E quando le visiterete, io vi do l’incarico di salutarle e stringere loro la mano anche da parte mia. E direte loro che vogliano essere unite e concordi tutte insieme, essendo tutte di un volere, tenendosi sotto l’obbedienza della Regola, perché sta tutto qui. Facciano onore e Gesù Cristo, al quale hanno promesso la loro verginità e se stesse… Abbiano Gesù Cristo come unico loro tesoro, perché così avranno in lui anche il loro amore.

giovedì 19 gennaio

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LA BELLEZZA Fin dall’età di cinque anni Angela sente il fascino per la vita contemplativa, ritirata e sobria; fascino che cresce ascoltando i racconti delle vite dei Santi, che il padre legge ogni sera, al tepore della stalla. In particolare l’attrae Sant’Orsola, vergine e martire intrepida, che attratta dalla Bellezza di Cristo, consacra a lui il proprio cuore e incoraggiando le compagne, custodisce la verginità fino al martirio. Dal Prologo dei Ricordi

Né vi deve pesare una tale impresa: anzi, dovete ringraziare Dio sommamente che si sia degnato di mettervi nel numero di coloro che lui vuole che si affatichino a governare e custodire simile suo tesoro. Grazia certamente grande e sorte inestimabile, se la vorrete riconoscere. Non vi perdete d’animo per non sapere e non poter fare quello che giustamente si richiede per un così singolare governo. Abbiate speranza e ferma fede in Dio: lui vi aiuterà in ogni cosa. Pregatelo, umiliatevi sotto la sua grande potenza, perché senza dubbio, avendovi affidato tale impresa, vi darà anche le forze per poterla eseguire, purché non si manchi da parte vostra. Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a lui col vostro cuore, e senza dubbio vedrete cose mirabili, dirigendo tutto a lode e gloria della sua maestà e al bene delle anime. Dal Prologo della Regola

Ma qui bisogna essere accorte e prudenti, poiché quanto più un’impresa ha valore, tanto più fatica e pericolo comporta; perché non c’è sorta di male che qui non tenti di opporsi, considerando che qui siamo poste in mezzo a inganni e pericoli… Tuttavia, sorelle mie, non vi dovete spaventare per questo. Infatti, se vi sforzerete per l’avvenire, con tutte le vostre forze, di vivere come si richiede alle vere spose dell’Altissimo, e di osservare questa Regola come via lungo la quale dovete camminare, e che è stata composta per il vostro bene, io ho questa indubitata e ferma fede, e questa speranza nella infinità bontà divina, che non solo supereremo facilmente tutti i pericoli e le avversità,

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ma li vinceremo anche con grande gloria e gaudio nostro. Anzi, passeremo questa nostra brevissima vita consolatamente e ogni nostro dolore e tristezza si volgeranno in gioia e in allegrezza; e troveremo le strade, per sé spinose e sassose, per noi fiorite e lastricate di finissimo oro.

venerdì 20 gennaio

LA NOTTE DELLA PROVA

Insieme alla bellezza della vita in Cristo che Angela gusta, molto presto si fa sentire la notte della prova: a 18 anni ha già perso il padre, la madre e la sorella. In particolare la sua morte è fonte di grande inquietudine, che la fa pregare insistentemente Dio, gridando a Lui con tutto il cuore, chiedendo perdono e Misericordia per sé e per il mondo intero. Dalla Regola, Dell’orazione “Signor mio, illumina le tenebre del mio cuore, e dammi la grazia di morire piuttosto che offendere oggi stesso la tua divina Maestà. E rendi sicuri i miei affetti e i miei sensi, così che non deviino né a destra né a sinistra, né mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuore afflitto. Misera me che, entrando nel segreto del mio cuore, dalla vergogna non oso alzare gli occhi al cielo; merito, infatti, di esser divorata da viva nell’inferno, poiché vedo in me tanti errori, tante bruttezze e tendenze riprovevoli, come spaventose fiere e figure mostruose. Sono, dunque, costretta, giorno e notte, andando, stando, operando, pensando, a confessarmene ad alta voce a gridare verso il cielo, chiedendo misericordia e il tempo di far penitenza. Degnati, o benignissimo Signore, di perdonarmi tante offese, e ogni mio fallo che mai abbia commesso fino ad ora dal giorno del santo battesimo. Degnati di perdonare i peccati, ahimé, anche di mio padre e di mia madre, e dei miei parenti ed amici, e del mondo intero.

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Te ne prego per la tua sacratissima passione e per il tuo sangue prezioso sparso per amor nostro; per il tuo santo nome: sia esso benedetto sopra la rena del mare, sopra le gocce delle acque, sopra la moltitudine delle stelle. Mi dolgo d’esser stata tanto lenta a incominciare a servire la tua divina Maestà. Finora non ho mai sparso neppure una piccola goccia di sangue per amor tuo, e nemmeno sono stata obbediente ai tuoi divini precetti, e ogni avversità mi è stata aspra per il mio poco amore per te. Signore, in luogo di quelle misere creature che non ti conoscono, né si curano di essere partecipi ai meriti della tua sacratissima passione, mi si spezza il cuore, e volentieri (se lo potessi) darei io stessa il mio sangue per aprire la cecità delle loro menti. Perciò, Signore mio, unica vita e speranza mia, ti prego: degnati di ricevere questo mio cuore vilissimo ed impuro, e di bruciare ogni suo affetto e ogni sua passione nell’ardente fornace del tuo divino amore. Ti prego: ricevi il mio libero arbitrio, ogni atto della mia volontà, la quale da sé, infetta com’è dal peccato, non sa discernere il bene dal male. Ricevi ogni mio pensare, parlare ed operare; insomma: ogni cosa mia, tanto interiore quanto esteriore. Tutto questo io offro ai piedi della tua divina Maestà. E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia indegna. Amen.”

sabato 21 gennaio

LA VOCAZIONE

La preghiera incessante che Angela rivolge a Dio, che mai la distoglie dall’attività quotidiana, si fa più intensa nella prova, finché, un mezzogiorno d’estate, mentre è raccolta a pregare durante la pausa dalla mietitura, Dio le

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si rivela. Nella visione di una processione di vergini e angeli in festa, dove è presente anche la sorella, Dio la chiama a fondare una compagnia di vergini nel mondo. Angela, pur con capendo tutto, riconoscerà per sempre la grazia di questa vocazione ed elezione divina. Dal Prologo della Regola Poiché, figliole e sorelle dilettissime, Dio vi ha concesso la grazia di separarvi dalle tenebre di questo misero mondo e di unirvi insieme a servire sua divina Maestà, dovete ringraziarlo infinitamente che a voi specialmente abbia concesso un dono così singolare. Infatti, quante persone importanti, e quante altre di ogni condizione, non hanno né potranno aver una tale grazia Perciò, sorelle mie, vi esorto, anzi vi prego e supplico tutte, affinché, essendo voi state così elette ad esser vere e intatte spose del Figliol di Dio, per primo vogliate conoscere che cosa comporta una tal elezione, e che nuova e stupenda dignità essa sia. Poi, che vi sforziate, con ogni vostro potere, di conservarvi secondo la chiamata di Dio, e che cerchiate e vogliate tutti quei mezzi e quelle vie che sono necessarie per perseverare e progredire fino alla fine Non basta, infatti, incominciare, se non si avrà anche perseverato. Perciò dice la Verità: “chi avrà perseverato fino alla fine, quello sarà salvo. E ancora dice: beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desiderare la loro patria celeste; e che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tale buon desiderio. Senza dubbio infatti potrà conservarsi solo quella persona che vorrà anche abbracciare i mezzi e le vie a ciò necessarie, poiché poca o nessuna differenza c’è fra il dire francamente: non voglio più servire Dio, e il non voler seguire le vie e le regole necessarie per potersi mantenere in tale stato. E tanto più, sorelle mie, bisogna che siamo vigilanti, in quanto l’impresa è ditale importanza che non potrebbe essercene una di importanza maggiore, perché ne va della nostra vita e della nostra salvezza, essendo noi chiamate a tal gloria di vita, da essere spose del Figliolo di Dio e da diventare regine in cielo.

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domenica 22 gennaio

LA LENTA MATURAZIONE NEL QUOTIDIANO Dalla visione della “scala” al suo compimento c’è un lungo tempo di gestazione e di maturazione nel silenzio del cuore. Nel frattempo Angela si fa Terziaria Francescana, consolidandosi nella vita liturgica: Eucaristia, Confessione frequente, che ritmano un quotidiano fatto di lavoro nei campi e servizio in casa, ai poveri e alle persone che si rivolgono a lei. Tempo consacrato alla ferialità per imparare a discernere i segni di Dio nella storia.

Dalla Regola, Dell’obbedienza

Si esorta ancora ognuna a praticare la santa obbedienza, sola vera abnegazione della propria volontà, la quale è in noi come un tenebroso inferno. Per questo Gesù Cristo dice: non sono venuto per fare la mia volontà, ma quella del Padre che mi ha mandato. Infatti l’obbedienza è nell’uomo come una grande luce, che rende buona ed accetta ogni sua azione; per cui si legge: meglio è obbedire che offrire sacrifici. E i sacri canoni dicono: ogni cosa nostra, perché sia buona, dev’essere fatta sotto obbedienza. Per questo ognuna voglia obbedire: Primo: ai comandamenti di Dio, poiché dice la Scrittura: “maledetto è colui che non osserva i tuoi comandamenti. Poi: a ciò che comanda la santa madre Chiesa, perché, dice la Verità: chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. Terzo: obbedire al proprio vescovo e pastore, e al proprio padre spirituale. E ai governatori e alle governatrici della Compagnia. Inoltre: obbedire al padre e alla madre, e agli altri superiori di casa, ai quali consigliamo di chieder perdono una volta la settimana in segno di sottomissione e per conservare la carità. Obbedire anche alle leggi e agli statuti dei reggitori, e ai governatori degli Stati.

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E sopra tutto: obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo; la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza. Lo Spirito Santo, infatti, è colui che (come dice Gesù Cristo) insegna a noi ogni verità. Allora, in conclusione: obbedire a Dio, e a ogni creatura per amore di Dio, come dice l’Apostolo, purché non ci sia comandata cosa alcuna contraria all’onore di Dio e alla propria onestà.

lunedì 23 gennaio

MADRE SPIRITUALE Angela ha circa quarant’anni quando i superiori francescani la chiamano a Brescia, a confortare la vedova Caterina Patengola, rimasta anche senza figli. Angela lascia la sua casa e comincia una missione di maternità spirituale; arte difficile e bella, come quella della scultura: diventa madre imparando a riconoscere la propria piccolezza e la chiamata di Dio che sceglie creature fragili perché meglio risplenda che è il suo amore che “anche dalle pietre ...può trarre figli celesti”. Dal Testamento, I e II Legato Vi supplico di voler tener conto e d’avere scolpite nella mente e nel cuore tutte le vostre figliole, una per una, non solamente i loro nomi, ma anche la loro condizione e la loro natura, ogni loro situazione e tutto il loro essere. Cosa che non vi sarà difficile se le abbraccerete con viva carità. Infatti si vede nelle madri secondo la carne che, se avessero mille figli e figlie, li avrebbero tutti in cuore, totalmente fissi uno per uno, perché il vero amore fa così. Anzi, pare che quanti più figli si hanno, tanto più crescano l’amore e la cura per ciascuno di loro. A maggior ragione le madri secondo lo spirito possono e devono comportarsi così, perché l’amore spirituale è senza alcun confronto molto più potente dell’amore secondo natura. Allora, mie cordialissime madri, se amerete queste nostre figlioline con

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viva e sviscerata carità, sarà impossibile che non le abbiate tutte particolarmente dipinte nella vostra memoria e nel vostro cuore” Dall’ Ottavo Ricordo

Amate le vostre figlioline ugualmente, e non vogliate parteggiare più per l’una che per l’altra, perché tutte sono creature di Dio, e voi non sapete che cosa lui voglia fare di loro. Infatti, come potete sapere voi se quelle che vi sembrano più da poco e di minor conto non siano per diventare le più generose e le più gradite alla sua maestà? E poi, chi può giudicare il cuore e i pensieri nascosti nell’intimo della creatura? Allora accettatele con amore e sopportatele tutte egualmente, perché non sta a voi giudicare le ancelle di Dio: il quale sa bene che cosa ne vuol fare; lui che (come dice la Scrittura) dalle pietre può cavare dei figlioli celesti. Voi fate nondimeno la vostra parte correggendole con amore e carità se le vedrete cadere in qualche errore per qualche fragilità umana, così non cesserete di potare questa vite che vi è affidata. E poi lasciate fare a Dio, il quale farà cose mirabili a suo tempo e quando gli piacerà.

martedì 24 gennaio

LA LOTTA SPIRITUALE

Angela è tentata dal diavolo che le appare come angelo di luce, ma la sua risposta è risoluta: “Vattene, nemico della croce!”. Lotta che la accompagna per tutta la vita, tentata forse dalla superbia, che vince con lo spirito di umiltà e la preghiera, nel desiderio continuo di purificare il cuore perché sia libero per amare e attento “sopra tutto” alle continue ispirazioni dello Spirito che raggiungono tanto più la coscienza è purificata dai pensieri cattivi. Lotta per custodire la carità, unico segno certo che si cammina nella volontà di Dio.

Dall’Ultimo Ricordo [nono]

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L’ultima raccomandazione mia che vi faccio, e con la quale fin col sangue vi prego, è che siate concordi, unite insieme tutte d’un cuore e d’un volere. Siate legate l’una all’altra col legame della carità, apprezzandovi, aiutandovi,sopportandovi in Gesù Cristo. Perché, se vi sforzerete di essere così, senza dubbio il Signore Dio sarà in mezzo a voi, avrete in vostro favore la Madonna, gli Apostoli, tutti i Santi e le Sante, gli Angeli, insomma tutto il cielo e tutto l’universo. Perché Dio ha predisposto da sempre così: che coloro che sono concordi nel bene per suo onore, abbiano ogni prosperità, e ciò che fanno vada a buon fine avendo essi in loro favore Dio stesso e ogni sua creatura. Considerate dunque quanto è importante tale unione e concordia. Allora desideratela, cercatela, abbracciatela, conservatela con tutte le vostre forze. E io vi dico che, stando voi tutte così insieme unite di cuore, sarete come una fortissima rocca o torre inespugnabile contro tutte le avversità, e persecuzioni, e inganni diabolici. E ancora vi do la certezza che ogni grazia che domanderete a Dio vi sarà concessa infallibilmente. E io sempre sarò in mezzo a voi, aiutando le vostre preghiere.

mercoledì 25 gennaio

PELLEGRINA

Nell’ultima fase della sua vita Angela è pellegrina alla ricerca del Volto di Dio attraverso le vite di persone sante e dei luoghi che parlano di lui. Simbolo del pellegrinaggio interiore che dolorosamente sta compiendo per “spogliarsi di tutto”, far morire l’egoismo e l’attaccamento ai suoi progetti, affinché vinca Lui.

Dalla Regola, Della povertà

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Esortiamo finalmente ognuna ad abbracciare la povertà, non solamente quella affettiva delle cose temporali, ma soprattutto la vera povertà di spirito, con la quale l’uomo sì spoglia il cuore da ogni affetto e da ogni speranza di cose create, e di se stesso. E in Dio ha ogni suo bene, e fuori di Dio si vede povero del tutto, e proprio un niente, mentre con Dio ha tutto. Perciò dice la Verità: beati sono i poveri di spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Pertanto ognuna si sforzi di spogliarsi del tutto, e di mettere ogni suo bene, e amore, e piacere non negli averi, non nei cibi e nelle golosità, non nei parenti e negli amici, non in se stessa né in alcuna sua risorsa e sapere, ma in Dio solo e nella sua sola benevola ed ineffabile provvidenza. Perciò dice il Vangelo: cercate prima il regno di Dio, e tutte queste vostre altre cose vi saranno messe davanti. E dice ancora: non vogliate essere ansiose nel cercare quello che dovrete magiare o bere, poiché il Padre vostro celeste, Lui, sa bene che avete bisogno di tutte queste cose. Come se dicesse chiaramente: non vi affannate riguardo ad alcuno dei vostri bisogni temporali, perché Dio, e lui soltanto, sa, può e vuole provvedervi; Lui, che non vuole se non il solo bene e gaudio vostro.

giovedì 26 gennaio

DALLA CECITÀ ALLA VISTA: IL COMPIMENTO DELLA VOCAZIONE

L’ultima fase della sua vita è segnata da un passaggio di grazia decisivo: Angela in Terra Santa diventa cieca, ma vede i luoghi santi “con gli occhi interiori”, e da lì inizia a comprendere con un altro Sguardo. Lei stessa dirà ai suoi compagni di viaggio: “Non capite che questa cecità mi è stata mandata proprio per il bene della mia anima?”; cecità simbolica, come quella di San Paolo, che fa riconoscere che quando non sei più tu che ti

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dirigi, ma ti affidi a Dio, ricominci a vedere. Angela passa dalla paura all’abbandono, perché l’Amore ha vinto in lei. E’ il compimento della vocazione, il passaggio dalla morte alla vita, tanto che il 25 novembre 1535 dopo una lunga maturazione spirituale Angela a Brescia da avvio alla Compagnia. Dal Settimo Ricordo Tenete l’antica strada e usanza della Chiesa, ordinate e confermate da tanti Santi per ispirazione dello Spirito Santo. E fate vita nuova. Quanto alle altre opinioni che adesso sorgono e sorgeranno, lasciatele andare come cose che non vi riguardano. Ma pregate e fate pregare, perché Dio non abbandoni al sua Chiesa, ma la voglia riformare come a lui piace, e come vede essere meglio per noi, e più ad onore e gloria sua. In questi tempi pericolosi e pestiferi, infatti, non troverete altro ricorso che rifugiarvi ai piedi di Gesù Cristo, perché se è lui che vi governerà e vi insegnerà, sarete istruite, come dice ancora il Profeta: beato è colui che tu, Signore, avrai istruito. Allora umiliatevi sotto la sua mano potente gridando col profeta: “Illumina oculos meos ne unquam obdormiam in morte”, e sarete illuminate.

Dall’Ultimo Legato [undicesimo]

Da ultimo, abbiate cura grandissima che i buoni ordini dati, specialmente quelli nella Regola, siano osservati diligentissimamente E se, secondo i tempi e i bisogni, accadesse di dare nuovi ordini, o di fare diversamente qualche cosa, fatelo prudentemente e con buon giudizio, e sempre il principal ricorso vostro sia il ricorrere ai piedi di Gesù Cristo, e lì, tutte, con tutte le vostre figliole, far caldissime orazioni. Perché così senza dubbio Gesù Cristo sarà in mezzo a voi, e vi illuminerà, e vi istruirà come vero e buon maestro su ciò che dovrete fare. Tenete questo per certo: che questa Compagnia è stata piantata

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direttamente dalla sua santa mano, e lui non abbandonerà mai questa Compagnia fin che il mondo durerà. Infatti, se lui principalmente l’ha piantata, chi mai la potrà sradicare? Credetelo, non dubitate, abbiate ferma fede che sarà così…. Fedelmente dunque e con allegrezza perseverate nell’opera incominciata. E guardatevi, guardatevi dico, dal perdere il fervore, perché ogni promessa che vi faccio a colmo di misura vi sarà mantenuta.