Dalla A al Seo

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Un manuale operativo per uscire dalla crisi con il proprio sito internet. Dedicato a principianti, aspiranti Seo e professionisti. Strategie e regole sul Seo, web marketing e social networks.

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Come uscire dalla crisi con il proprio sito internet.Un manuale strategico ed operativo per principianti,

aspiranti operatori del settore e novità per seo experts.

Scoprirete le regole e le novità dei motori di ricerca, le strategie Seo e come migliorare la comunicazione sui Social Networks

A supporto un forum e un “helpdesk” gratuito e dedicato.

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CAPITOLO 1

IntroduzioneDopo il grande successo del primo manuale di Buzz Marketing, “dalla A al Seo”, ecco uscire, do-po 6 mesi di lavoro e test, la sua seconda edizio-ne.Il manuale vi permetterà di scoprire il mondo del Seo e del Web Marketing senza fatica, con esempi e strategie immediatamente applicabili, in base alle vostre esigenze. Due novità arricchiranno ancor di più questa espe-rienza letteraria. Sono stati istituiti per i nostri lettori due servizi “ad hoc” di approfondimento.Un forum dedicato al “Seo e social networks” e un supporto email gratuito a vostra disposizione per entrare in contatto diretto con la nostra realtà.

Un modo nuovo per approfondire il web marke-ting; uno spazio dove troverete le risposte alle vo-stre domande professionali o personali grazie al nostro staff e alla community.

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CONOSCIAMO L’AUTORE

Raffaele Visintin è considerato un esperto in web marketing, Seo e comunicazione sui Social Network. Nel 2010 ha fondato Buzz Marketing, società leader sul web nella comunicazione digitale.

Negli anni ha seguito molte aziende nazionali e internazionali ad uscire dalla crisi portandole ai vertici dei motori di ricerca.

Un percorso di studi economici, culminati con un master all’università di Milano, corsi di aggiornamento Seo nelle migliori scuole di settore e tanto lavoro sul campo ne determinano le conoscenze sul mondo del web.

Il suo primo volume “dalla A al Seo” è diventato best seller in tre categorie di IBookstore in un solo anno.

SEZIONE 1

BiografiaBuzz Marketing, leader nel web per consulenze Seo, “Social Communication” e web marketing è lieta di presentarvi la se-conda edizione dell’ormai conosciuto ed apprezzato “dalla A al SEO” che, in un solo anno, ha coinvolto migliaia di lettori e garantito risultati concreti a molte aziende in Italia e in Euro-pa.

Questo manuale gratuito, nato da un’idea di Raffaele Visintin, è diventato punto di riferimento per tutti coloro che vogliano avvicinarsi al web marketing, con un atteggiamento professio-nale ma anche per chi, ogni giorno, si deve confrontare con i motori di ricerca e volesse nuovi spunti o delle strategie appli-cabili sia nel breve che medio periodo.

“Dalla A al Seo II” fa parte di un progetto chiamato “Seo Ex-perts”, che sarà disponibile dall’uscita del libro.

Il progetto si pone come obiettivo di rendere sempre più acces-sibile il mondo del web marketing e le sue evoluzioni.

Il nostro target sarà permettere a tutti i lettori di poter creare un valore aggiunto alla propria azienda, ai clienti seguiti, nel caso di web agency, o al proprio sito personale per raggiunge-re posizionamenti sempre più gratificanti sui motori di ricerca e conseguentemente aumentare le conversioni.

Per questi motivi il nostro manuale è distribuito gratuitamen-te; non solamente un “estratto” bensì la sua versione integra-le.

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Per poter essere maggiormente efficaci Buzz Marketing ha de-ciso di istituire “ad hoc” due nuovi servizi dedicati.

Il primo servizio a disposizione sarà “Seo Forum”, un luogo d’incontro diretto fra i lettori e i nostri collaboratori.

Un ambiente di confronto dove andremo, attraverso i nostri collaboratori e la community, a rispondere alle vostre doman-de personali e professionali.

Nel caso il forum non vi garantisca delle risposte soddisfacenti o non vi chiarisca su argomenti specifici potrete chiedere via email un supporto completamente gratuito.

Ecco dove trovare i nostri due nuovi servizi:

Vai al Forum Scrivici

Confidando che il manuale, il forum e il supporto via email gratuito siano da voi apprezzati vi chiediamo solamente di la-sciare un giudizio per il nostro lavoro su IBookstore!

Grazie e buona lettura a tutti!

Raffaele Visintin

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CAPITOLO 2

Google e gli altri Motori di Ricerca

I motori di ricerca sono gli strumenti fondamenta-li per far trovare il vostro sito internet a potenziali clienti e acquisire sempre più quote nel vostro mercato di riferimento. In questo capitolo parleremo di come il sito deb-ba essere configurato per essere considerati “SEO Friendly” e, potenzialmente, aumentare le visite organiche e il ROI aziendale.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• IL DOMINIO• SERVER SIDE• HTML• LINK INTERNI• LINK ESTERNI• INSERIMENTO DIRECTORYProblemi con questa sezione?

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GOOGLE E GLI ALTRI MOTORI DI RICERCA

1. Il SEO

2. Il Dominio

SEZIONE 1

Il DominioSEO- Search Engine Optimization

Prima di addentrarci a parlare delle varie strategie di Web marketing, che ci permettano di massimizzare il ROI, minimiz-zando i costi, dobbiamo fare chiarezza su quale siano i fattori e i presupposti che ci permetteranno di ottenere benefici reali dal web.

Quello che maggiormente studieremo e applicheremo per rag-giungere gli obiettivi prefissati sarà il SEO.

SEO, termine inglese che identifica tutte quelle attività finaliz-zate all'ottimizzazione del proprio sito internet per ottenere maggiore volume di traffico organico* (naturale, non a paga-mento) tramite i motori di ricerca**.

Il Seo sarà il nostro strumento giornaliero per l’attuazione del-le strategie aziendali.

*Traffico Organico – traffico generato verso il proprio sito na-turalmente dai motori di ricerca (senza considerare attività “pushing” conseguenti al web marketing. Esempio Adword – Dem -Newsletter)

**Motori di Ricerca – viene considerato motore di ricerca quel sistema automatico che analizza, attraverso un algoritmo, un insieme di dati, restituendo un indice di contenuti disponibili e classificandoli in base alla rilevanza. I più conosciuti sono Google, Yahoo e Bing.

Abbiamo quindi definito il “Core” del nostro studio; cioè quale sarà il nostro obiettivo e dove porremmo maggiormente la no-

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stra attenzione; ora non ci resta che iniziare questo percorso di crescita professionale e di risultato.

SITO INTERNET AZIENDALE

Il sito internet aziendale è la nostra carta d'identità sul web. Il nostro principale strumento per farci conoscere ed apprezzare dal pubblico e dove attirare nuovi potenziali clienti.

Se il sito internet non è ben curato, questo potenziale viene di-sperso e tutte le nostre attività sarebbero superflue. Per ovvia-re a questa banale, ma cruda realtà, dobbiamo garantire che il nostro sito soddisfi non solo gli occhi dell’utente web ma an-che lo “Spider” dei motori di ricerca.

Analizziamo quali siano i possibili fattori che influenzano gli Spider e vediamo come migliorare la nostra situazione azien-dale o personale ai loro occhi.

Considerando che oltre il 70% del traffico online passa attra-verso un solo motore di ricerca che è Google andremo mag-giormente a considerare le sue linee guida.

La prima analisi parte dal nostro nome, cioè il dominio del si-to: “il primo approccio al mercato web”.

ANALISI DEL SITO

Prendendo in considerazione Google, il motore di ricerca per eccellenza, andiamo ad analizzare quali siano i parametri che “ufficiosamente” il motore considera per assegnare il trust ai vostri contenuti online.

1| DOMINIO

La prima variabile da considerare è il vostro dominio. L’anali-si prenderà a riferimento molti fattori e alcuni delle quali non corrisponderanno alla vostra situazione attuale ma, anche se il vostro indirizzo Web, non possiede tutti questi presupposti non preoccupatevi, ci saranno altri parametri in cui investire l’attenzione ed essere comunque performanti.

• Età del Dominio;

• Durata di registrazione del Dominio;

un dominio che ha una storicità è maggiormente considerato dall’algoritmo di Google. In questo caso, se dovete acquistare un dominio da qualcuno, chiedete al venditore in quale anno è stato registrato. Un sito registrato nel 1990 ha, per il motore di ricerca un “appeal” maggiore rispetto a un nuovo dominio del 2013.

CONSIGLIO: se non vi fidate della veridicità delle informazio-ni raccolte o volete fare un analisi professionale potete usare il servizio chiamato “Whois” che vi garantirà la completezza del-le informazioni*.

• Informazioni di registrazione nascoste (anonimo);

quando registrate un dominio dedicate tempo alla registrazio-ne, completate ogni sua parte per non essere considerati da Google dei possibili Spammer. Siate trasparenti.

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• Sito con dominio di primo livello (concentrazione geogra-fica, ad esempio “.com” rispetto “co.uk”);

CONSIGLIO: scegliete, se possibile, un dominio di primo livel-lo territoriale (con estensione nazionale) che indichi al motore il raggio d’azione del vostro business. Ad esempio, se la vostra attività è in Italia prediligete un’estensione “.it” (rispetto ad un dominio generico). Normalmente potreste essere premiati nelle cosiddette “local Search”.

Per facilitarvi nella scelta, dato che le estensioni di primo livel-lo non sono uguali e potrebbero aiutarvi o interferire con la vo-stra scalata verso le prime pagine dei motori di ricerca, vi ri-mandiamo alle prossime pagine per un approfondimento.

L’estensione del dominio è una delle prime caratteristiche del vostro business! Non dimenticatelo.

Ecco la lista delle estensioni più significative con relativi detta-gli:

Dominio .com Tipologia di dominio aperto a qualsiasi persona o entità. Chiunque può registrare nomi a dominio con questa estensio-ne. In genere l'estensione .com suggerisce la presenza di un si-to web commerciale. Pertanto è particolarmente consigliato a società ditte o aziende che si affacciano su mercati nazionali e internazionali.

Dominio .it La registrazione è permessa a privati, aziende e organizzazioni

con residenza in uno stato dell'Unione europea, previo invio di richiesta ad un “Registrar” accreditato dal Registro.it.Il dominio di tipo “.it” è consigliato a privati e ad aziende euro-pee che vogliono marcare l'identità italiana o il collegamento con l'Italia.

Dominio .net Dominio aperto a qualsiasi persona o entità. E' permessa la re-gistrazione, senza vincoli politici o commerciali. In genere il dominio di tipo .net (network) è consigliato a privati o aziende quando il .com non è più disponibile. Questa estensione di do-minio fu creata in origine dalle autorità telematiche USA per aziende operanti nel settore delle reti e delle telecomunicazio-ni. Successivamente furono tolte tali restrizioni.

Dominio .orgAnche il dominio .org è aperto a qualsiasi persona o entità ed è permessa la registrazione, senza vincoli politici o commercia-li. In genere il dominio di tipo .org (organizzazione) è consi-gliato ad organizzazioni non a scopo di lucro, siti personali, progetti open source, enti commerciali.

Dominio .bizComunemente il dominio di tipo .biz è richiesto quando il .com e il .net non sono più disponibili per un determinato no-me di secondo livello. In genere è indicato per siti web com-merciali (biz = businesses).

Dominio .info Generalmente il dominio di tipo .info è richiesto per siti web

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di informazione e news, sebbene possa essere utilizzato anche per siti web personali o aziendali.

Dominio .nameQuesto dominio  è stato progettato per siti web personali, e  dovrebbe avere la struttura  nome.cognome.name, ma attual-mente la  struttura del dominio è libera (sebbene riservata so-lo a persone fisiche). Pertanto è possibile registrare qualsiasi nome a dominio libero con estensione .name.

Dominio .eu Il registro dei nomi a dominio .eu è tenuto dall'EURid. Gli indi-vidui, le aziende o le organizzazioni che vogliono registrare questa tipologia di dominio devono risiedere o avere sede nel-l'UE.

Dominio  .us Dominio di primo livello nazionale (ccTLD) assegnato agli Sta-ti Uniti d'America.Persone, aziende od organizzazioni che vogliono registrare questa tipologia di dominio devono risiedere o avere sede lega-le  negli USA.

• Sotto dominio (terzo livello) o dominio principale?

CONSIGLIO: meglio utilizzare dei sotto- domini rispetto a dei domini di terzo livello. Per capirci meglio è preferibile avere un sito con queste estensioni “www.buzzmkt.it/analisi-seo” ri-spetto a “www.seo.buzzmkt.it”. I due domini sembrano identi-ci nel loro “core” ma, secondo delle prove fatte su Google, lo stesso motore di ricerca riesce a leggere tutte le parole chiavi

e dare maggiore enfasi alle vostre pagine, nella ricerca da par-te dell'utente web, se viene utilizzato il primo esempio.

• Quante volte il dominio ha cambiato IP in passato?

Non potete farci nulla su questo punto ma la coerenza piace molto all’algoritmo di Google.

CONSIGLIO: a parità di condizioni preferite un dominio che ha cambiato pochi proprietari. Come saperlo? Potete constata-re il “Whois”.

• Proprietari del dominio in passato

CONSIGLIO: come si fa quando si comprano delle auto usate, è buona regola capire chi fossero i proprietari precedenti. Attenzione a comprare domini che siano stati usati per Gam-bling (gioco d'azzardo), siti per adulti o addirittura precedente-mente “bannati” da Google. Anche domini con nomi incredibil-mente attraenti potrebbero divenire la vostra rovina. Meglio ricercare in internet le credenziali del dominio prima dell’ac-quisto.

• Parole chiave nel dominio

CONSIGLIO: il dominio dovrebbe contenere una o più parole chiave che saranno utilizzate nel contenuto del vostro sito in-ternet. Ad esempio, se la vostra attività è la vendita di automo-bili, sarebbe consigliabile avere la parola “Automobili” o paro-le “affini” direttamente nel dominio.

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• IP del Dominio

CONSIGLIO: se utilizzate un server condiviso avrete assegna-to dal provider** un “ip” identico ad altri migliaia di siti. Cer-cate di contattare il fornitore del server per chiedere informa-zioni in merito o, con un piccolo sforzo, considerare l’opportu-nità di utilizzare server dedicati (o dei VPS che sono dei server dedicati virtuali ma meno costosi).

Ovviamente la seconda soluzione comporta una spesa maggio-re (rispetto al server condiviso) ma garantisce maggiore sicu-rezza allo Spider.

Una soluzione intermedia è quella di abbinare ad un server condiviso un “ip” dedicato. Su Hostgator lo potete avere ad un costo di pochi euro al mese.

*Whois: strumento gratuito online per la verifica dei dati di un particolare dominio. Cercate “Whois” sul motore di ricerca o andate sul sito http://whois.net/ , inserite il nome del domi-nio e cliccate cerca. In questo modo avrete tutte le informazio-ni del caso. Anno di creazione, proprietario del sito etc.

** Provider: noti provider di Server sono Aruba in Italia e Hostgator, Go Daddy in America.

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GOOGLE E GLI ALTRI MOTORI DI RICERCA

1. ARCHITETTURA DEL SITO

2. SERVER SIDE

SEZIONE 2

Server SideAbbiamo parlato dell'importanza del dominio e quali presup-posti considerare nella sua scelta. Ora dobbiamo analizzare i fattori “Server Side” e “Architettura del Sito”.

Partiamo dallo studio del “Server-side”, cioè quelle valutazio-ni che dobbiamo fare parlando del server in cui vogliamo ospi-tare il nostro sito.

APPROFONDIMENTO NEWBIE: una volta che il nostro sito è stato creato in “locale”, sul nostro computer, dobbiamo farlo conoscere al mondo. Come fare? Dobbiamo caricare il lavoro fatto su un server: cioè uno spazio sul Web che lo contenga e lo renda visibile al mondo.

Consideriamo i due principali parametri per la scelta del no-stro server:

• Ubicazione geografica del server;

CONSIGLIO: Google consiglia di utilizzare un server che sia collocato nello stesso territorio in cui il sito verrà consultato. Inutile, secondo Google, avere un server americano per ospita-re un sito dedicato al mercato italiano. Google potrebbe non indicizzare correttamente il vostro sito internet. Ma su questo punto la dottrina sul web è contrastante e alcuni “guru” consi-gliamo di utilizzare server esteri se il vostro business è amplia-to anche su mercati internazionali. Secondo nostre esperienze anche utilizzando server esteri possiamo ottenere un’ottima indicizzazione sui motori di ricerca;abbiamo messo online ol-tre 50 siti italiani, con business in Italia, utilizzando un server americano come Hostgator e il nostro posizionamento è stato

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sempre in prima, massimo seconda pagina di Google con paro-le chiavi mirate!

• Affidabilità Server

CONSIGLIO: quando pagate e acquistate un servizio server leggete prima i commenti lasciati dagli utilizzatori riguardo la sua affidabilità. I server che restituiscono spesso errori o van-no “down” frequentemente vengono penalizzati da Google e con loro il vostro sito. Oltre agli errori tecnici del server consi-derate anche un altro parametro cioè la “banda” garantita dal provider, per evitare rallentamenti. La banda servirà per dimi-nuire i tempi di caricamento delle vostre pagine.

Prima di mettere il vostro sito online dovete avere cura e atten-zione all’architettura dello stesso analizzando i suoi parametri fondamentali:

• Struttura URL

CONSIGLIO: è preferibile utilizzare sottodomini rispetto do-mini di terzo grado (già analizzato nella sezione precedente).

• Struttura HTML

CONSIGLIO: una volta ultimata la grafica del sito e i suoi con-tenuti, avete a disposizione uno strumento efficiente e gratui-to per valutare il vostro lavoro (o il lavoro del webmaster). Questo strumento, riconosciuto da Google e chiamato W3C va-lidator* vi permetterà di apportare, nel caso, le modifiche necessarie.Questo tool emula la valutazione dello Spider sulla bontà dell’architettura del vostro sito.

• Struttura Semantica;

CONSIGLIO: Google apprezza chi fornisce maggiori dettagli possibili “nel codice” del sito internet, questo servirà sia per la valutazione del suo “Spider” sia per ipovedenti e non vedenti per poter leggere, attraverso appositi software, i vostri conte-nuti. Questo punto è di vitale importanza. Se avete commissio-nato la struttura del vostro sito a qualche Web Agency dovete pretendere che segua il protocollo semantico di Google. Per farvi un’idea di quali indicazioni siano importanti per Google guardate il sito http://www.schema.org/.

• Uso di CSS esterni e file JS;

CONSIGLIO: Nei siti si consiglia di usare maggiormente html- php e meno javascript e flash. Fino a pochi anni fa era uso comune utilizzate il “flash” per la progettazione di siti di-namici e di alto impatto grafico. Ora come ora deve essere evi-tato perchè poco accessibile secondo il motore di ricerca. Per ottenere gli stessi risultati grafici si consiglia l’uso di “html5” o “javascript” per rendere maggiormente interattivo il vostro prodotto.

• Accessibilità del sito web (l’uso della navigazione inacces-sibili, JavaScript, etc);

CONSIGLIO: il sito deve essere accessibile,ben strutturato e le informazioni devono essere ben distribuite. Si consiglia di creare sempre una “**Sitemap” del sito per agevolare la sua consultazione. Una Sitemap è utile sia per il visitatore sia e an-cor di più per lo Spider.

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• Uso di Canonical URL;

Il canonical Url è il dominio ufficiale del vostro sito internet. Se però ricercate i due domini seguenti: www.buzzmkt.it op-pure buzzmkt.it vedrete che il motore di ricerca vi rimanderà allo stessa homepage.

E allora qual’è il problema?

Che i motori di ricerca potrebbero valutarli come due siti di-versi ma con contenuto duplicato rischiando di penalizzare uno dei due. Meglio evitare.

Scegliete quello preferito e indicatelo al motore di ricerca attra-verso il codice sorgente della pagina.

*W3C: strumento di analisi della struttura del sito. Lo stru-mento è gratuito e lo potete utilizzare semplicemente andando sul sito all'indirizzo http://validator.w3.org/ inserendo il vo-stro dominio e cliccando “check”. Vi verranno mostrati even-tuali errori e dati suggerimenti su come risolverli. Se il sito è corretto potrete scaricare il loro attestato e metterlo sul vostro sito, mostrando a Google il valore dello stesso linkandolo al-l’esame compiuto.

**Sitemap: come si può intuire dalla parola stessa significa let-teralmente “Mappa del sito”. Una pagina che permetta allo Spider di trovare i contenuti in modo chiaro e intuitivo. Ecco un servizio per creare la vostra mappa gratuitamente:http://www.seoutility.com/it/tools/google/sitemap_generator.aspx.

Una volta creata vi basterà collegarla al sito e segnalarla al mo-tore di ricerca.Pretendetela dal vostro Webmaster!

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GOOGLE E GLI ALTRI MOTORI DI RICERCA

1. HTML

2. CONTENUTI

3. SPIDER

SEZIONE 3

HTMLAbbiamo capito, nei capitoli precedenti, quali siano le condi-zioni necessarie per la scelta del nome del nostro sito internet, il server dove pubblicarlo e quale sia l'architettura da utilizza-re. Ora andiamo sul pratico e vediamo alcuni accorgimenti per ottenere il massimo dalle righe di codice del nostro sito.

Analizziamo i parametri richiesti e vediamo come ottimizzarli a livello di SEO:

• Contenuti nella lingua scelta;

CONSIGLIO: se la vostra attività è in Italia e parla al mercato nazionale dovrà essere scritta in italiano. Se invece il vostro business ha una caratura internazionale dovrà essere tradotta anche nella lingua del paese interessato o almeno in lingua in-ternazionale. Sembra una cosa ovvia ma molti siti non pongo-no la giusta attenzione nella trasmissione di queste informa-zioni a Google, il quale non li indicizza nel migliore dei modi. In poche parole, oltre alla traduzione dei contenuti, dobbiamo segnalare ai motori di ricerca che il contenuto è in italiano (o altra lingua).

Vediamo ora il codice da inserire ad inizio della nostra pagina html (codice sorgente) nel caso di una pagina in italiano:

<!DOCTYPE html PUBLIC “-//W3C//DTD XHTML 1.0 Tran-sitional//IT” “http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd”>

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ERRORI COMUNI: molti imprenditori utilizzano “template” gratuiti, scaricabili da internet, che hanno pre-configurato que-sti codici e spesso la lingua di default è l'inglese mentre il sito magari è in italiano.

Così Google e gli altri motori non lo capiscono e non danno la giusta rilevanza al sito, penalizzandolo. Per ovviare a questo piccolo problema basterebbe, nella parte di codice in eviden-za, visto nella pagina precedente, cambiare l’indicazione “EN” con l’indicazione “IT” come nell’esempio - piccola modifica, notevoli benefici.

• Unicità dei contenuti;

CONSIGLIO: i contenuti dei testi devono essere “unici” e orga-nici. Non copiate contenuti da altri siti o, se riprendete dei con-tenuti, non dimenticare di indicarne la fonte. Questo è il pre-supposto base per essere considerati online.

Nel caso di siti copiati (a livello di contenuti) i motori di ricer-ca li penalizzano o in alcuni casi più gravi li mettono in “Sandbox” o nei casi estremi li “Bannano” per aver violato i di-ritti sul copyright.

• Quantità di contenuti (Testo – HTML);

CONSIGLIO: i testi contenuti nelle singole pagine non dovreb-bero superare le 1000 parole. A livello SEO il testo è fonda-mentale perchè Google premia chi rende un’informazione com-pleta e non solo commerciale ma non deve essere ridondante.

Contenuti snelli ma efficaci sono il segreto per migliorare la propria posizione.

• Densità di testo e parole chiavi;

CONSIGLIO: come già saprete, l'indicizzazione deriva dalle pa-role chiave che, il motore di ricerca, associa al vostro dominio.

Ad esempio, se vendete “abbigliamento” e Google associa que-sta parola al vostro sito, sarete premiati (per quella parola) du-rante le ricerche degli utenti,rispetto ad un vostro concorren-te.

Sarete riconosciuti come “fonte attendibile” per quel contesto.

Questo non vuole dire che dovete appesantire il testo utilizzan-do “parole chiave” sconnesse per aumentare la vostra attendi-bilità ma, usarle bene.

Vi consigliamo di utilizzare questo tool gratuito messo a dispo-sizione da www.tuttowebmaster.eu per verificare la “density” (densità) delle keywords (parole chiave) dominanti rispetto al-la lunghezza del testo.

Ricordate che dovrebbero essere comprese fra 2 e il 7% del to-tale del testo.

• Puro testo contenuto (senza link, immagini, codice, ecc..);

CONSIGLIO: nella stesura del vostro contenuto è buona nor-ma utilizzare testo, immagini e strumenti video per accattiva-

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re l'utente finale, ma non abusarne. Per Google gli ipovedenti e ciechi sono tutelati e se il sito è fatto solo di parti visive sareb-bero penalizzati e con loro anche voi.

Ricordate di utilizzare sempre il “Tag” di descrizione delle im-magini per offrire, anche a loro, un alto valore nella consulta-zione del vostro sito internet attraverso i loro “readers”.

• Attualità dei contenuti / tempestività;

CONSIGLIO: i contenuti del vostro sito non devono essere sta-tici; sarebbe opportuno dedicare almeno una mezz’ora al gior-no per garantire freschezza e interesse verso la vostra attività. Molti nostri clienti ci chiedono come fare nel caso di un sito statico.

La soluzione è molto semplice, fatevi creare una sezione “blog” dove ogni giorno inserite nuovo contenuto (non com-merciale); questo vi permetterà di essere “appetibili” dallo **spider del motore di ricerca.

• Informazioni semantiche

CONSIGLIO: come già segnalato nei paragrafi precedenti il miglior modo per essere indicizzati è seguire nella struttura del codice html lo schema segnalato da www.schema.org. Uti-lizzando questi micro- formati di codice indirizzerete nel mi-gliore dei modi lo Spider di Google, che vi conoscerà meglio e vi farà crescere a livello di “***trust” (affidabilità).

• Contenuti segnalati per la categoria generale (transactio-nal, informational, navigational);

CONSIGLIO: categorizzate i contenuti, non lasciate in un ma-re in tempesta il lettore del vostro sito. Oltre ad essere fonda-mentale per migliorare la navigabilità del sito sarà uno stru-mento fondamentale per entrare nelle grazie del motore di ri-cerca,il quale premia chi segnala i suoi contenuti nel modo ap-propriato. Usate anche le “Breadcrumbs” per agevolare la con-sultazione.

• Nicchia di mercato dei contenuti;

CONSIGLIO: se la vostra attività è di nicchia o di alta specializ-zazione, fate partecipe della vostra conoscenza anche l'utente web. Delle spiegazioni tecniche saranno molto apprezzate da utenti esperti che magari con le stesse risolveranno un loro problema concreto. Google e gli altri motori vi risarciranno dello sforzo aumentando la vostra posizione online.

• Parole chiave utilizzate;

le keywords devono essere ben dosate, targhetizzate in base al vostro contenuto del sito. Inutile utilizzare keywords non te-matiche con il vostro “core business”.

Poche parole indicizzate bene valgono mille keywords inserite a casaccio nel testo. Questo vi eviterà inoltre possibili penaliz-zazioni.

• Testo in immagini;

le immagini devono essere descritte attraverso il tag “alt”. Nes-suna immagine deve essere inserita senza le giuste descrizio-

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ni. Le immagini fanno parte di un contesto e lo devono descri-vere.

• Contenuti dannosi (probabilmente aggiunti da hacker);

ATTENZIONE: controllate con i tools di Google di non avere intrusione da parte di Hackers che cambino i contenuti interni del vostro prodotto.

• Contenuti scritti in modo errato e senza la corretta pun-teggiatura;

CONSIGLIO: se quando scrivete ad un vostro cliente utilizzate un linguaggio corretto allora dovete porre la stessa attenzione alla sintassi dei contenuti sul sito. I testi devono seguire le re-gole base dei temi delle scuole. Non abusate di parole chiavi, il linguaggio deve essere chiaro, scritto bene con le giuste pun-teggiature.

NOTA BENE: come già accennato i contenuti non dovrebbero essere copiati da altri siti o, una volta copiati, dovreste mette-re del vostro e aumentarne il valore qualitativo. Una possibile soluzione per aumentare i contenuti in modo “****SEO Frien-dly” è quella di prendere un articolo, mantenere la stesso svi-luppo editoriale ma cambiarne le parole o il loro posiziona-mento nelle frasi.

- Esempio Articolo originale preso dal sito buzzmkt

Secondo i Maya la fine del mondo doveva essere il 21 dicem-bre 2012. Oramai siamo nel 2013 e questa previsione non ha avuto alcuna conseguenza.

- Riporto l'articolo sul mio sito e ne cito le fonti.

Secondo i Maya la fine del mondo doveva essere il 21 dicem-bre 2012. Oramai siamo nel 2013 e questa previsione non ha avuto alcuna conseguenza. Fonte: BuzzMkt (linkato al sito ma-dre)

- Trasformo l'articolo riportato sul mio sito.

La previsione Maya non ha avuto alcuna conseguenza e la fi-ne del mondo del 21 dicembre 2012 non si è avverata.

(stesso contenuto ma a livello SEO va bene lo stesso. Usate questa strategia quando siete senza idee per aggiornare il sito)

**Spider: il motore di ricerca invia verso il vostro sito uno Spi-der (ragno) virtuale che analizza tutti i punti visti in preceden-za con scadenza giornaliera, settimanale (in base alle vostre scelte) e in base alla sua analisi il motore stesso vi classifica.

***Trust: con questo termine indichiamo la fiducia che il mo-tore di ricerca avrà verso il vostro sito internet. Maggiore sarà il “trust” maggiore le possibilità di essere primi sui motori di ricerca.

****SEO Friendly: sono da considerarsi tutte quelle attività po-ste per essere apprezzate dai motori di ricerca. Quando un sito viene definito “SEO Friendly” significa che è stato creato se-guendo i presupposti del Seo.

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GOOGLE E GLI ALTRI MOTORI DI RICERCA

1. LINK Interni

2. Cross linking

SEZIONE 4

LINK InterniI *link sono un presupposto fondamentale per migliorare le performance del proprio sito internet. Google ci dà alcune indi-cazioni sul come gestirli. I link possono essere suddivisi in Link interni (cross linking -fra le varie pagine del sito) ed ester-ni, verso fonti estranee al sito. In questa sezione andiamo a ve-dere alcuni spunti per essere indicizzati utilizzando una strate-gia di link interni.

CROSS LINKING INTERNO :

Il **Cross Linking genera interazione e permette di rendere interessante per i visitatori e per gli Spider la lettura del vo-stro sito.

• % di link interni nella pagina;

CONSIGLIO: Linkate solo le parole chiave per voi dominanti, non abusatene. Utilizzate link anche con parole chiave compo-ste e non solo uniche.

• % di link interni con identico ***Anchor Text;

CONSIGLIO: usate sempre degli “Anchor Text” diversi in una stessa pagina per non creare confusione agli Spider (consiglia-mo di usare “id” tematiche per le parole, meglio se parole chia-vi).

• % di link interni proveniente dal contenuto

CONSIGLIO: dosate i link nel testo con i link dei menù, footer e header. Quelli nel testo devono essere superiori numerica-mente ma non ridondanti.

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• % di link con l’attributo “nofollow”;

I link “no follow” servono per inviare ai motori di ricerca le istruzioni di "Non seguire i link presenti in questa pagina" o "Non seguire questo link".

Ma quale vantaggio vi garantirebbe questa azione?

Se avete un blog o forum vi permetterà di evitare degli attac-chi Hackers o da parte di Spammers che non troverebbero più utile inserire link sull vostro sito.

Il secondo motivo potrebbe essere quello per cui non volete condividere il vostro PageRank.

*Link: qualsiasi parola o frase che viene collegata attraverso un collegamento ipertestuale ad un'altra pagina, immagine o contenuto.

**Cross Linking: inserire link nel proprio sito che colleghino come fosse una ragnatela le varie sezioni o pagine del sito stes-so.

***Anchor Text: testo che contiene un collegamento o un link alla stessa pagina o a nuove pagine del sito.

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GOOGLE E GLI ALTRI MOTORI DI RICERCA

1. LINK ESTERNI

2. BACKLINK

3. GESTIONE DEI LINK

SEZIONE 5

Link Esterni e BacklinkAbbiamo parlato dell'importanza dei links interni al nostro si-to; cioè quei collegamenti fra le varie pagine e sezioni che crea-no una relazione strutturale dei contenuti. Ora vediamo quali siano i presupposti per creare un cosiddetto *Link Building esterno che ci permetta di accrescere la nostra posizione nei motori di ricerca.

IMPORTANTE: ricordate che ogni link in uscita dal vostro si-to fa perdere una minima parte del vostro **Page Rank. Non abusatene.

Per valutare la vostra “Link Situation” Google controlla le se-guenti variabili:

• Numero di link in uscita (per dominio);

• Numero di link in uscita (per pagina);

CONSIGLIO: la migliore strategia è fare in modo che il nume-ro di links interni sia superiore o al massimo uguale a quelli in uscita. Ideale sarebbe che riusciate ad avere uno ***scambio link con i siti che linkate verso l'esterno. Vediamo assieme qua-li regole seguire nella costituzione del nostro link building e quali errori evitare:

• Qualità delle pagine del sito linkato;

CONSIGLIO: per creare un ottimo sistema di Link Building scegliete a quali siti internet collegarvi. Evitate di linkare pagi-ne con contenuti per adulti, gambling(giochi d'azzardo) o file sharing.

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REGOLA UNIVERSALE:I LINK DOVREBBERO AVERE UNA CRESCITA ORGANICA E NATURALE. NESSUNO DOVREBBE TENTARE DI AU-MENTARE I LINKS IN ENTRATA PER MANIPOLARE IL PO-SIZIONAMENTO SUL MOTORE DI RICERCA

Fonte Google

Page 21: Dalla A al Seo

• Qualità del sito linkato;

CONSIGLIO: Cercate di creare collegamenti con siti che abbia-no contenuti affini al vostro “core business” o che abbiano un Page Rank elevato (2/10 -3|10 almeno)

• Link a pagine di errore (errore pagina inesistente 404 e altri)

CONSIGLIO: controllate periodicamente la correttezza dei link. Molte volte capita di linkare a siti che magari non esisto-no più o che sono fuori servizio (in manutenzione). Ovviamen-te, se avete migliaia di collegamenti in uscita, questo control-lo sarebbe troppo lungo e vi farebbe impazzire; la soluzione che vi proponiamo risiede sull'uso di un tool gratuito per la lo-ro verifica automatica.

Ecco dove trovarlo: tuttowebmaster.eu. Con questo strumen-to saprete il numero di link presenti sul vostro dominio, il nu-mero di link interrotti e soprattutto il tool vi indica su quali do-vrete metterci mano.

• Link alle Agenzie SEO da parte dei proprietari del sito;

CONSIGLIO: molte Web Agency una volta creato il sito ag-giungono il loro link nel vostro ***footer. Il nostro consiglio è di farlo togliere e permettergli di lasciare solo il loro logo sen-za collegamento. Questo accorgimento vi servirà per evitare una ridondanza di link in uscita verso la loro società. Essendo nel footer il link sarebbe presente in ogni pagina del vostro si-to.

• Link con immagini;

CONSIGLIO: utilizzate sia link testuali che collegamenti inseri-ti nelle immagini.

BACKLINK

Un utile consiglio, considerato banale e a volte sottovalutato è di ricordarsi che è meglio avere pochi link in entrata ma con Page Rank elevato e buon “Trust” rispetto a migliaia di link inutili da parte di siti considerati “cattivi” da Google.

Ecco cosa monitorare quando venite linkati:

• Pertinenza dei siti che linkano;

• Pertinenza delle pagine che linkano;

Sarebbe ideale essere inseriti nella loro homepage e non in pa-gine come “partners” o pagine marginali magari non temati-che.

• Qualità dei siti che linkano;

Valutazione del Page Rank e della qualità dei contenuti

• Qualità dei contenuti delle pagine collegate;

CONSIGLIO:La qualità si basa sugli aggiornamenti dei conte-nuti e sul numero di link ospitati. Se questo sito ha solamente voi come link in uscita sarebbe perfetto. Se la pagina ha oltre 10 link in uscita potrebbe non garantirvi alcun beneficio avere un collegamento con lo stesso.

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Page 22: Dalla A al Seo

Vediamo alcuni errori da evitare:

• Backlink all’interno di un network di siti;

• indirizzi IP condivisi;

CONSIGLIO: Seguendo le “norme di qualità” di Google, i link che appartengono a un network di siti, o figli di processi di affi-liazioni o che vengono comprati rischiano di essere pesante-mente penalizzanti per il sito.

Google valuta, oltre ai presupposti sopra descritti, anche se i “Backlinks” provengono da luoghi geografici differenti. Se ave-te il vostro core business a Torino è preferibile avere dei link dal Piemonte rispetto a collegamenti provenienti dal Viet-nam. I collegamenti dovrebbero poi essere diversificati per fonte web (dai Blog, Forum, Directory etc).

Se ne avete l'occasione ricercate collegamenti da fonti conside-rate dal motore di ricerca autorevoli per natura (banche, scuo-le, istituti previdenziali, associazioni) o considerati di alto spes-sore comunicativo (esempio CNN, BBC etc).

Come accennato nel paragrafo precedente i link dovrebbero provenire da diverse fonti tra cui le directory.

CONSIGLIO: segnalate il sito ai motori di ricerca (Yahoo, Google, Bing, Arianna etc) e all'unica directory non automatiz-zata del web “DMOZ”. Quest'ultima ha dei moderatori che scel-gono se il vostro sito vale o meno per essere inserito nelle loro liste. Non sempre si riesce ad essere considerati, ma se c'e la farete vedrete, da subito, benefici per la vostra posizione sui

motori di ricerca. Lo stesso Google ha un'alta considerazione di Dmoz.

NOTA BENE: Concludendo il link building è fondamentale per l’ascesa di un sito internet sul web ma MAI va dimenticata la regola Universale per non incorrere a penalizzazioni!

*Link Building esterno: questa attività comprende la creazio-ne di collegamenti ipertestuali fra il nostro sito e siti esterni.

**Page Rank: è l'importanza assegnata da Google al nostro si-to; la sua votazione va da 0 a 10. Maggiore è questo valore, maggiore la possibilità di essere classificati dallo stesso moto-re ai primi posti delle sue pagine. Alcuni esempi: il noto Face-book ha 9/10; Google stesso 8/10. La votazione dipende dal-l'algoritmo del motore di ricerca.

***Scambio Link: uno scambio fra il vostro sito e un sito ester-no di links.

****footer: a livello prettamente didattico possiamo asserire che un sito internet si compone di un “header”(parte intesta-zione), un “Body” (corpo) del sito e un “Footer” (la parte bassa del sito)

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Page 23: Dalla A al Seo

DIRECTORY YAHOO- GOOGLE - DMOZ

1. Il primo passo per essere presenti sui motori di ricerca

2. Segreti per essere inseriti su DMOZ

SEZIONE 6

Inserimento nelle directoryYAHOO-BING

Iniziamo ad analizzare come essere presenti nelle directory di Yahoo e Bing.

1- cliccate sul LINK e accedete alla pagina dedicata all’inseri-mento dei siti internet

2- cliccate sulla prima opzione gratuita

3- cliccate su accedi: data la fusione da Bing e Yahoo dovete avere un account Microsoft o crearlo gratuitamente.

4- una volta “loggati” inserite il vostro dominio e cliccate su Aggiungi

5- indicate i vostri dati e fate salva

Un servizio interessante è la possibilità di ricevere gratuita-mente eventuali errori del sito o server direttamente sulla pro-pria posta elettronica- consigliato!

6- verificate il vostro sito.

Per verificare il sito dovete fare l’upload di un loro file nella cartella “root” del vostro server o copiare il codice fra i tag <head> </head> della vostra homepage. Una volta fatto clicca-te su Verifica e il gioco è fatto.

GOOGLE

Parliamo ora del maggiore motore di ricerca al mondo, nel quale non esserci significa non esistere.

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In questa sezione vedremo come inserire il nostro sito inter-net nella liste dei motori di ricerca più importanti a livello in-ternazionale. La nostra analisi partirà da Yahoo e Bing per pas-sare a Google. L’ultima parte della sezione vi indicherà inoltre come inviare la vostra “candidatura” a Dmoz, sicuramente la directory più importante nel Web.

Page 24: Dalla A al Seo

Per inserire il proprio Url nel loro sistema cliccate su questo Link.

1- Inserite il vostro dominio

2- inserite, se volete dei commenti

3- cliccate su “Aggiungi url”

Il gioco è fatto!

In poche settimane comparirete sulla directory ma si consiglia per avere una panoramica più completa utilizzando “Webmaster tool di Google” dove poter verificare il sito e ana-lizzare le sue performance come per Yahoo.

DMOZ

La directory meno conosciuta fra gli utenti web, ma sicura-mente una delle più importanti per Google: Dmoz.

Dmoz è l’unica directory in cui ci sono dei moderatori umani che scelgono se un sito vale la pena di essere inserito o meno.

1-Per prima cosa andate qui.

2- cliccate su “Suggest Url”

3- scegliete la categoria più consona al vostro sito (se sbagliate di associare la categoria non verrete inseriti!) attraverso il link in fondo alla pagina “Proceed to the Open Directory home at dmoz.org”

4- cliccate la categoria principale, secondaria etc.; una volta trovata la vostra giusta collocazione (magari guardate come sono inseriti vostri “competitors” o grossi marchi che vendono i vostri servizi o prodotti) passate al punto 5

5- cliccate su “Suggest an Url” sul menù in alto

6- completate con i vostri dati e descrizioni i vari form

7- cliccate su submit

CONSIGLIO: investite del tempo per la scelta della categoria. Sarà ben premiato. Ricordate che, se la categoria non viene az-zeccata, non sarete inseriti.

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Page 25: Dalla A al Seo

CAPITOLO 3

Conoscere GOOGLESignori e signore è con immenso piacere che vi presentiamo il leader maximo dei motori di ricer-ca: Google!Un compagno di viaggio nel mondo del Seo.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• GOOGLE LEADER MAXIMO• VERSO LE PENALIZZAZIONI• HUMMINGBIRDS, IL NUOVO ALGORITMO• PROTOCOLLO SCHEMA.ORG

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Page 26: Dalla A al Seo

GOOGLE

1. Scansione

2. Indicizzazione

3. Risultati

SEZIONE 1

Google: Leader MaximoGoogle è il “leader massimo” delle ricerche online; il motore di ricerca per eccellenza.

Alcuni Seo, considerati in rete dei guru, hanno commentato così: “se non sei presente su Google non esisti”.

Anche noi crediamo che il colosso americano sia la massima espressione nelle ricerche e, ogni giorno, ci impegniamo per essere presenti nelle sue directory con un posizionamento sem-pre più soddisfacente.

Così abbiamo deciso di fare una prefazione su questo colosso e spiegarvi, in parole chiare che cosa fa Google ogni giorno.

Quando dal vostro browser aprite la homepage di Google e ini-ziate una ricerca, il motore vi mostrerà una lista di siti inter-net collegati alla parola o parole chiavi ricercate, facendo una scansione sul web.

Ma la cosa interessante è capire come fa Google a correlare la vostra richiesta e definire l’ordine dei risultati da porre alla vo-stra attenzione.

Ricercare su Google potrebbe essere paragonato a consultare un libro “quasi” infinito, con un indice lunghissimo, che vi in-dica dove sono i suoi vari contenuti. Il motore di ricerca, attra-verso i suoi programmi, controlla appunto questo indice resti-tuendo per “pertinenza” i contenuti che maggiormente collima-no con la vostra richiesta.

Vediamo le tre fasi del processo:

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Page 27: Dalla A al Seo

• Scansione

• Indicizzazione

• Restituzione dei risultati

Scansione

La scansione è la prima azione del motore di ricerca. Attraver-so il suo Spider chiamato “Googlebot” va nel web a rilevare la presenza di nuove pagine e ad aggiornare il suo indice.

Googlebot utilizza un processo algoritmico: programmi softwa-re determinano i siti per i quali eseguire la scansione, con qua-le frequenza e quante pagine acquisire da ogni sito.

Il processo di scansione inizia con un elenco di URL di pagine web, generato da precedenti processi di scansione e integrato con i dati delle Sitemap fornite dai webmaster.

Quando visita ciascuno di questi siti web, Googlebot rileva i link su ogni pagina e li aggiunge al proprio elenco di pagine da sottoporre a scansione. I siti nuovi, gli aggiornamenti di siti esistenti e i link non più validi vengono registrati e utilizzati per aggiornare l'indice di Google.

Questo motore di ricerca è gratuito e non esistono possibili pa-gamenti per far aumentare il numero di scansioni verso il pro-prio sito. La prova di questo la troviamo anche nella separazio-

ne netta con Google Adword, la parte commerciale del motore di ricerca.

Infatti non è detto che investendo molti soldi con Adword si abbia un trattamento migliore e organico con Google e molte volte capita che, finito l’investimento “pushing”, la vostra posi-zione non sia milgiorata.

Indicizzazione

La seconda azione (quella in cui i “Seo” vanno ad operare) per-mette a Googlebot di elaborare ogni pagina, sottoposta a scan-sione, al fine di compilare un enorme indice di tutte le parole individuate e delle relative posizioni su ciascuna pagina.

In questa fase la mano “Seo” è fondamentale e necessaria per permettere a Googlebot di comprendere e valorizzare in modo più efficace il vostro sito internet.

Lo Spider elabora il testo, i tag e tutti gli attributi presenti nel-le pagine.

Secondo le indicazioni di Google non sempre i file multimedia-li riescono ad essere scansionati dallo Spider. Questo vi indica l’importanza testuale nei siti internet rispetto a elementi multi-mediali.

Restituzione dei risultati

La terza azione, risultato delle precedenti, va a formare la lista di url che verranno mostrati al visitatore con la ricerca sul mo-tore.

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Page 28: Dalla A al Seo

Il motore di ricerca, negli ultimi anni ha modificato molte vol-te il suo algoritmo per permettere di garantire, sempre di più la pertinenza fra richiesta e proposta presente nei suoi indici.

La pertinenza viene stabilita tenendo in considerazione oltre 200 fattori, uno dei quali è il PageRank di una data pagina.

Il PageRank è la misura dell'importanza di una pagina in base ai link in arrivo da altre pagine. Ma i link non sono tutti ugua-li, devono essere da parte di pagine con contenuto di qualità oppure da parte di siti considerati autorevoli.

Questo ci insegna come il “link building” verso il nostro sito debba essere fatto seriamente, senza uso di spam (solo per au-mentare il numero di link) e con una crescita organica (com-prare link non serve a nulla).

Ma adesso qualcosa stà cambiando, nuove sfide si sono aggiun-te per chi lavora sul web, dall’introduzione del nuovo algorit-mo “Hummingbird” che andremo a studiare assieme.

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Page 29: Dalla A al Seo

GOOGLE DOCET

1. Perdita posizionamento

2. Esclusione temporanea “SANDBOX”

3. Esclusione Definitiva - “Essere BANNATO”

SEZIONE 2

Verso la penalizzazioneIn questa sezione vogliamo porre la vostra attenzione sulle azioni che, soprattutto nel passato, venivano utilizzate per ma-nipolare il posizionamento su Google. Queste azioni sono ora propedeutiche per essere penalizzati o addirittura “bannati” dal motore di ricerca in tempi molto brevi. Dopo l’introduzio-ne dell’algoritmo “Penguin” l’aumento delle penalizzazioni è cresciuto a livello esponenziale!

Vediamo alcuni esempi:

Contenuti generati automaticamente

I contenuti generati automaticamente erano in voga fino all’an-no scorso. Ci sono in commercio alcuni software che, imposta-te le parole chiave, le vanno ad aggregare creando nuovi para-grafi e testi solo per i motori di ricerca. Si tratta spesso di para-grafi di testo casuali che non hanno alcun senso per il lettore ma che possono manipolare il posizionamento organico e ve-nir punite da parte di Google.

Tra gli esempi di contenuti generati automaticamente vi sono:

• Testo tradotto da uno strumento automatico senza revisione umana o rettifiche prima della pubblicazione (vale anche per Google translator).

• Testo generato attraverso processi automatizzati, co-me i processi markoviani

• Testo generato utilizzando tecniche di creazione di sinonimi o di offuscamento automatizzate (il più ingegnoso ma scoperto con l’algoritmo e penalizzato).

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• Testo generato mediante appropriazione di risultati di ricer-ca o feed Atom/RSS.

Gli RSS sono ottimi elementi di completezza per un sito ma non possono essere l’unico contenuto presente. Nel caso di siti composti solamente da RSS non dovreste rischiare penalizza-zioni ma il vostro posizionamento rimarrà basso.

• Aggregazione o combinazione di contenuti provenienti da pa-gine web differenti senza apporto di un valore aggiunto suffi-ciente. Classico esempio del “copia e incolla” da siti autorevo-li.

Partecipazione agli schemi di link

Avere link verso la propria pagina aiuta, come già sappiamo a migliorare il posizionamento online ma quando questa azione non è “naturale” (detta “organica”) viene considerata come una ricerca di manipolazione del Page Rank e sanzionata dal motore di ricerca. I link devono essere una scelta naturale da parte di un sito di mettere un collegamento verso un altro. Ve-diamo assieme alcuni esempi di manipolazioni che potrebbero portare ad essere bannati:

• Acquisto o vendita di link per aumentare la classifi-cazione PageRank. Ciò include lo scambio di denaro in relazio-ne a link o post che contengono link (link testuali), lo scambio di beni o servizi in relazione a link o l'invio a qualcuno di un prodotto "gratuito" in cambio di una recensione positiva e del-l'inclusione di un link.

• Scambio eccessivo di link ("Collegati a me e io mi collego a te") o creazione di pagine partner esclusivamente per lo scambio di link. Molto utilizzato. Forse fra tutti il meno ri-schioso, ma se intendete perseguire questa strategia fate in modo che i siti con cui vi linkate siano con la vostra stessa te-matica.

• Campagne di marketing di articoli o di pubblicazio-ne degli ospiti su larga scala con link di “anchor text” pieni di parole chiave. Le parole chiave se non hanno una densità otti-male vi creano l’ “overstuffing” e possibile penalizzazione.

• Utilizzo di programmi o servizi automatizzati per creare link al vostro sito

• Pubblicità in formato testo per aumentare la classifi-cazione PageRank. Se mettete pubblicità nel vostro sito vi con-sigliamo dei piccoli banner. Google è molto attento ai contenu-ti testuali e con Penguin e Hummingbirds penalizza chi fa azio-ni di “blackhat”.

• Link di siti di directory o segnalibri di bassa qualità

• Link incorporati in widget che sono distribuiti gratuitamente su vari siti.

Ad esempio il widget che conta il numero di visitatori“Visitatori di questa pagina: 1472.”

In questo caso il rischio ricade al sito dello sviluppatore del widget; il vostro sito non avrà penalizzazioni ma nemmeno be-nefici.

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Page 31: Dalla A al Seo

• Link ampiamente diffusi nei piè di pagina di vari si-ti. Molto usato dai webmaster per fare promozione alla pro-pria web agency. Consigliabile lasciare un solo link con tag “follow” e gli altri con indicazione “no follow”.

• Commenti nei forum con link ottimizzati nel post o nella fir-ma. Questa strategia è ancora molto in voga e, a volte porta ottimi risultati anche se, per brevi periodi. Il consiglio è abbi-nare un blog al vostro sito e lì inserire gli articoli con parole chiavi e link annessi. Questo aiuta in modo organico la cresci-ta del vostro sito internet.

Molti clienti che, fino ad ora, si erano messi nelle mani di web agency senza pietà ci chiedono assistenza perchè riscontrano molte di queste strategie presenti nel loro sito internet. La so-luzione migliore sarebbe quella di rimuovere questi link ma capiamo che per molti siti, con migliaia di pagine, il lavoro sa-rebbe troppo elevato e con costi annessi molto alti.

Quello che proponiamo è di creare degli “reindirizzamenti” in pagine intermedie o bloccare con un file “robot.txt” le pagine maggiormente compromesse.

Cloaking

Una delle tecniche di “blackhat” maggiormente utilizzate negli ultimi 5 anni. Il Cloaking consiste nel far vedere ai visitatori dei contenuti diversi rispetto a quelli presentati ai motori di ricerca. Per capire meglio il suo utilizzo vediamo alcuni esem-pi comuni:

• Un primo caso è quello in cui viene presentato al motore di ricerca un contenuto come fosse una normale pagina html (usando particolari “tag” nell’header) mentre il visitatore si trova contenuti multimediali o flash. Magari con contenuti altamente diversi rispetto alla “query” di ricerca.

Un esempio molto comune, in cui noi siamo incappati è stato nella ricerca di uno smartphone. Una volta fatta la ricerca e cliccato sul link siamo atterrati nel “cloaking” di un sito che vendeva fantastici abbonamenti settimanali per loghi e suone-rie. Ma dello smartphone neanche l’ombra!

• Inserimento di testo o parole chiave in una pagina solo quan-do l'User-agent che richiede la pagina è un motore di ricerca, non un visitatore umano.

Testi o link nascosti

Tecnica semplice e redditizia per anni ma ora assolutamente da evitare perchè inutile e dannosa per il proprio sito internet.

Ecco alcuni esempi nell’utilizzo di questa strategia:

• Utilizzando testo bianco su uno sfondo bianco (il motore di ricerca vede magari migliaia di parole chiavi nel sito internet mentre il visitatore vede un normale contenuto per-chè sono scritte con lo stesso colore dello sfondo).

• Inserendo del testo dietro un'immagine.

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Page 32: Dalla A al Seo

• Utilizzando CSS per posizionare del testo fuori dello schermo.

• Impostando le dimensioni di carattere su 0. Anche in questo caso lo Spider le rileva e scansiona dando magari un indicizzazione maggiore al sito finchè non se ne accorge maga-ri con l’ausilio di segnalazioni da parte dei visitatori o di un “quality rater” (persona umana che valuta, normalmente su segnalazioni, gli).

• Nascondendo un link in un carattere piccolo, ad esempio un trattino nel mezzo di un paragrafo.

Questo non significa che ogni qualvolta ci sia del testo nasco-sto siamo in presenza di manipolazione.

Alcune volte, questo testo serve per descrivere delle tecnologie che magari il motore di ricerca non riuscirebbe ad accedervi come il Flash o Javascript rendendo un miglior servizio di ac-cessibilità anche per il visitatore finale.

Oppure descrivendo le immagini con il tag “alt” e con una de-scrizione (detta “caption”) che migliorano l’indicizzazione del-la pagina.

Se utilizzate Javascript è consigliabile inserire il contenuto an-che in un tag <no script> mentre se utilizzate video, considera-te di aggiungere le descrizioni dello stesso.

Pagine Doorway

Le pagine che prendono il nome “doorway” sono delle pagine nate per la manipolazione dei motori di ricerca. Queste pagine presentano una scarsa qualità a livello di contenuti per il visita-tore ed ognuna è ottimizzata per una determinata frase o paro-la chiave. Nella maggior parte dei casi il loro compito è quello di incanalare traffico verso contenuti a pagamento ottimizzan-dosi per parole chiave anche (quasi sempre) completamente diverse dalla query di ricerca del visitatore.

Duplicazione di contenuti

L’autorevolezza dei contenuti è sacra e Google cerca sempre di proteggere i diritti d’autore intesi come i diritti di chi, per pri-mo mette online una notizia “originale”. Molti credono che ba-sta avere un sito con molti contenuti o pagine per accrescere il proprio posizionamento. E per aumentare queste pagine copia-no di sana pianta contenuti di altri siti. Questa azione, che fi-no a poco tempo fa non portava alcun beneficio ora viene puni-to dal motore di ricerca per “contenuto duplicato” e il sito vie-ne penalizzato nel ranking. Questo non significa che nello scri-vere per il proprio sito non si debba prendere spunto da siti maggiormente autorevoli ma, gli stessi devono contenere un valore aggiunto per il visitatore ed essere originali.

Tra gli esempi di contenuti prodotti "in serie" vi sono:

• Siti che copiano e ripubblicano i contenuti di altri siti senza apportare contenuti originali o valore aggiunto.

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Page 33: Dalla A al Seo

• Siti che copiano i contenuti di altri siti, li modifica-no leggermente (ad esempio sostituendo dei termini con dei sinonimi o utilizzando tecniche automatizzate) e li ripubblica-no.

• Siti che riproducono feed di contenuti di altri siti senza fornire alcun tipo di organizzazione unica o vantaggio per l'utente.

• Siti dediti a incorporare contenuti quali video, immagini o altri file multimediali da altri siti senza un sostanziale valore aggiunto per l'utente.

Overstuffing o parole chiavi irrilevanti

Quando un “newbie” Seo inizia la sua esperienza, ha da subito la tentazione di aumentare il numero di parole chiave nelle va-rie pagine del sito che gestisce credendo che, con tale procedu-ra, lo Spider lo considererà maggiormente nel posizionamento sul motore di ricerca.

L'uso di parole chiave in eccesso è una pratica molto comune che può, nel breve periodo, dare dei minimi risultati ma già nel medio periodo e nel lungo creare dei danni molto impor-tanti per il sito in questione; a volte anche essere “bannato”.

L’errore più comune è creare degli elenchi di “keywords” non contestualizzati o addirittura, completamente estranee al con-tenuto dell’articolo o pagina.

Tra gli esempi di parole chiave in eccesso vi sono:

• Elenchi di numeri di telefono senza un sostanziale valore aggiunto

• Blocchi di testo che elencano città e stati per cui si sta tentando di posizionare una pagina web

• Ripetizione delle stesse parole o frasi così spesso che suonano innaturali

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Page 34: Dalla A al Seo

HUMMINGBIRD

1. Azione Semantica sul Web

2. Attenzione alle penalizzazioni

3. Dopo Panda e Penguin un nuovo algoritmo

SEZIONE 3

Nuovo AlgoritmoGoogle è in continuo mutamento per cercare di migliorare i ri-sultati delle “query” e garantire maggior pertinenza possibile fra “richiesta” (query) e risultati.

Ad inizio anno abbiamo avuto l’avvento di Penguin e nei mesi abbiamo assistito a vari “upgrades” di questo algoritmo.

Il Penguin ha dato un bello scossone alla rete mettendo al ban-do molti siti che utilizzavano “build linking” non organici o usavano alcune tecniche di “blackhat” (azioni volte alla mani-polazione dei risultati su Google).

Ora, nel momento di scrittura di questo manuale, siamo passa-ti ad un nuovo sistema algoritmico che crediamo sia molto in-teressante: “Hummingbird”, il colibrì.

Questo algoritmo, secondo fonti autorevoli all’interno di Goog-le, dovrebbe dare una forte spallata agli algoritmi precedenti perchè, apparentemente, concepito per gestire le cosiddette “query complesse” attraverso la semantica.

Hummingbird, oltre a considerare i famosi 200 fattori, tanto cari a Google per l’indicizzazione, è molto più vicino alle reali esigenze del visitatore.

Il suo compito non si limiterà a correlare e associare gruppi di parole chiave con le pagine online ma cercare di capire il signi-ficato delle parole stesse estendendo le funzionalità delle “Knowledge Graph”.

Un cambiamento che, se reale, permetterà di gestire le “que-ry” più dettagliate e composte comprendendo il significato dei

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Page 35: Dalla A al Seo

termini e dando sempre minor importanza alle “keywords” secche restituendo al visitatore i risultati più prossimi alla ri-cerca in termini di “attinenza” di argomento per frase.

Questo mutamento, ancora in fase embrionale, potrebbe porta-re il Seo a rivedere molte azioni sui siti internet per due moti-vi:

1) la difficoltà di capire quali frasi complesse il visitatore an-drà a ricercare e quindi ottimizzare nel proprio sito

2) il linguaggio, all’interno del sito dovrà seguire questa ten-denza

Una svolta semantica all’interno del web.

Mentre con Penguin e Panda (ultimi due aggiornamenti algo-ritmici) tutte le parole chiavi di ricerca venivano “scansiona-te”, ora il motore andrà a “studiare” la frase completa!

Per chi si occupa di Seo seriamente non ci dovrebbero essere molti problemi ma, per chi ha usato strategie di breve periodo, quali build linking “non organico” o contenuti di bassa qualità potrebbe vedere, in modo drastico, una discesa nel posiziona-mento e nelle visite del proprio sito internet.

Per concludere con la presentazione di Hummingbird riassu-miamo le 5 differenze sostanziali con gli algoritmi che lo han-no preceduto.

Algoritmo PageRank – L’algoritmo originario di Google non è stato abbandonato — Hummingbird ne rappresenta l’ul-

tima integrazione di nuova generazione. Nonostante, negli an-ni, l’algoritmo è stato modificato e migliorato non ha perso il suo “core” originario. Riteniamo che sia ancora importante preservare il rank (classifica) associato alle pagine web.

Penguin, Panda – questi due algoritmi rappresentano delle modifiche sostanziali rispetto al PageRank ma potrebbero es-sere considerati ancora delle evoluzioni del primo algoritmo. Hummingbird è la prima modifica strutturale del “core”arric-chito da nuove funzionalità semantiche.

Knowledge Graph – La ricerca semantica di Google ha ac-quisito due nuove caratteristiche — ovvero, la possibilità di fil-trare e comparare i risultati. Se prendessimo ad esempio la pit-tura “impressionista” anzichè elencare solamente le fonti che trattano l’argomento “Hummingbird” proporrà una lista di schede circa gli artisti che ne hanno fatto parte.

Google Now – Poiché Google Now è l’elemento più importan-te per Hummingbird, la ricerca diventa «conversazionale» a frase completa.

Rich Snippets – fino ad ora i microdati da inserire nel pro-prio sito erano, se non facoltativi solo un espressione maggio-re di serietà da parte dei webmaster. Ora, con Hummingbirds, potrebbero rappresentare una sorgente di dati più puntale per l’algoritmo.

Tradotto a livello Seo, l’inserimento dei “Rich Snippet” potreb-be essere vitale per aumentare il posizionamento seguendo il protocollo di Schema.org.

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Page 36: Dalla A al Seo

A confermare l’importanza dei “Rich Snippets” ci viene incon-tro ancora Google.

Facendo alcuni test ci siamo accorti che usando i microdati su delle immagini queste, nella ricerca “immagini” di Google, compaiono con il nome dell’autore della foto (più che dell’auto-re si dovrebbe parlare di “pubblicatore” della stessa).

Crediamo che questa scelta sia la conseguenza di quello che Google, da anni, porta avanti cioè il premiare gli editori più “autorevoli”.

Più volte il vostro nome comparirà sul web maggiormente sa-rete considerati “autorevoli” con tutti i benefici del caso anche con il nuovo algoritmo.

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Page 37: Dalla A al Seo

PROTOCOLLO SCHEMA.ORG

1. Protocollo Semantico

2. Hummingbirds campo di prova semantica

SEZIONE 4

Schema.orgPer migliorare, ancor di più, il vostro posizionamento voglia-mo introdurvi su un nuovo modo di strutturare i dati del vo-stro sito internet (testi,immagini etc) che volete far analizzare agli Spider seguendo le indicazioni di “Hummingbirds”.

Iniziamo allora a parlare dei “microdati”.

Il motore di ricerca, per valutare l’uso di microdati, si basa sul protocollo di Schema.org. Nonostante questo manuale non vo-glia essere un breviario informatico, crediamo sia importante introdurvi l’argomento, data la possibile alta influenza degli stessi a livello di posizionamento.

Come usare i microdati nel vostro sito

Per introdurli facciamo subito un esempio.

Questo potrebbe essere il vostro codice in html per descrivere un film:

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<div>

//titolo del film con tag <h1> che determina titolo principale della pagina

<h1>Avatar</h1>

//contenuto e informazioni del film

<span>Director: James Cameron (born August 16,

Page 38: Dalla A al Seo

Iniziamo ad valutare il primo riferimento ai microdati.

Inserendo all’inizio <itemscope> andiamo a comunicare che all’interno del blocco <div></div> parliamo di un particolare oggetto (in questo caso di un film).

Ora andiamo al dettaglio. Guardate il prossimo blocco di codi-ce:

In questo modo abbiamo detto a Google che all’interno del blocco <div></div> abbiamo un particolare oggetto (usando <itemscope>); che seguiamo il protocollo di Schema.org indi-cando itemtype="http://schema.org/Movie” e appunto, seguendo le sue indicazioni, abbiamo definito l’oggetto come “Movie” (film).

Già inserendo queste poche informazioni abbiamo utilizzato i primi microdati e fatto un salto di qualità per il nuovo algorit-mo.

Ma se volessimo essere maggiormente incisivi potremmo com-mentare il tutto aggiungendo maggiori dati come potete vede-re nel prossimo blocco di codice:

In questo caso abbiamo inserito “itemprop” che ci serve per identificare gli attributi e le caratteristiche dell’oggetto esami-nato.

Ad esempio abbiamo introdotto - itemprop= “name” - per defi-nire il nome del film; - itemprop= “director” - per il nome del regista e abbiamo anche definito il genere del film con item-prop= “genre”.

Ci potrebbero essere ancora dei sotto elementi ma, per il mo-mento, ci fermiamo qui.

Come capite il lavoro per il webmaster aumenta in modo so-stanziale, ma allo stesso tempo, le informazioni al motore di

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<div itemscope>

<h1>Avatar</h1>

<span>Director: James Cameron (born August 16, 1954) </span>

<span>Science fiction</span>

<div itemscope itemtype="http://schema.org/Movie">

<h1>Avatar</h1>

<span>Director: James Cameron (born August 16, 1954)</span>

<div itemscope itemtype ="http://schema.org/Movie">

<h1 itemprop="name">Avatar</h1>

<span>Director: <span itemprop="director">James Cameron</span> (born August 16, 1954)</span>

<span itemprop="genre">Science fiction</span>

Page 39: Dalla A al Seo

ricerca sono assolutamente dettagliate e la sua scansione sarà maggiormente incisiva a livello di indicizzazione.

Per affermare, se ancora servisse, quanta importanza venga data da Google ai microdati basta verificare che nel suo “webmaster tool” ci sia una sezione dedicata, che permette la scansione del vostro sito per individuare la presenza degli stes-si o meno. E una sezione che step by step vi aiuta a crearli.

Un modo, molto cortese di invitarci ad utilizzare i Rich Snip-pets.

Anche in questo particolare campo molti Seo hanno cercato di aumentare il numero di microdati con delle tecniche di “blackhat” utilizzandoli in parti di contenuto nascosto o ele-menti non visibili al visitatore.

Secondo indicazione diretta del protocollo, i microdati posso-no essere usati solamente su testi ed elementi visibili con nor-male navigazione.

Nel caso di uso non organico, anche questo fattore influenzerà negativamente l’indicizzazione con eventuale penalizzazione.

Per tutta la lista dei possibili “mark up” per il vostro sito vi ri-mandiamo a questo link: Protocollo Schema.org

38

Page 40: Dalla A al Seo

CAPITOLO 4

Check Up

Il sito internet aziendale ha bisogno di cura, atten-zione e manutenzione. Ecco uno strumento essen-ziale per una prima analisi strutturale. Iniziamo a fare il primo Check Up al nostro sito internet e le prime modifiche Seo.

SEZIONI DEL CAPITOLO

CHECK UP DEL SITO

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Page 41: Dalla A al Seo

SEO: FACCIAMO LE ANALISI AL SITO AZIENDALE

1. Utilizzo di un Tool Online

2. Check Up del Sito

3. Analisi Risultati

4. Avvisi

SEZIONE 1

Check Up del SitoAnalizzare un sito è la prima operazione per capirne lo stato di salute agli occhi dello “Spider”. Farlo manualmente sarebbe un’odissea, per questo ci affideremo ad un tool gratuito che, automaticamente, vi darà i primi risultati. La prima operazio-ne da fare sarà cercare il sito www.tuttowebmaster.eu. Una volta arrivati a destinazione potrete seguite il nostro “Tuto-rial” step by step.

40

Cliccate su CHECK UP del Sito.Avrete la possibilità di monitorare lo sta-to del vostro sito in-ternet.

Check Up del Sito - Tutorial

Uso del Tool

Page 42: Dalla A al Seo

41

Inserimento Dominio

Risultati

Codice

INSERIMENTO DATI

La prima cosa da fare sarà inserire i dati del sito internet per la vostra analisi.

I dati da inserire richiesti:• Codice Captcha o codice di accesso• il vostro dominio• la vostra Email (Opzionale- se volete ricevere i dati sulla po-

sta elettronica)Una volta inseriti basterà cliccare “Avvia” e attendere i risulta-ti a video o farli inviare per posta.

Ora AnalisiRATING

Dominio

RISULTATI GENERALI

Ecco ottenuta la prima analisi sintetica del vostro sito inter-net. In questa schermata potrete vedere il dominio analizzato, l’ora e il giorno dell’analisi, il titolo del sito (il titolo che viene visto dai motori di ricerca) e il risultato su una scala valori da 1 a 5 stelle. Ricordate che questa analisi è solamente preliminare; per otte-nere il massimo dal vostro sito internet dovrete studiare i sin-goli punti che hanno portato a questo risultato.

Page 43: Dalla A al Seo

42

Keyword Density

Links

Meta Tag

Tempo Caricamento

DETTAGLIO DEI RISULTATI

Siamo arrivati ai dati di analisi. In questa schermata potrete valutare 4 parametri fondamentali:

• tempo di caricamento delle vostre pagine• meta Tag• la Keyword Density• la correttezza dei vostri Link

Velocità Connessione

Tempo Download

TEMPO DI DOWNLOAD

Iniziamo con il primo punto e valutiamo le performance del nostro sito internet in termini di tempo di caricamento delle pagine da parte degli utenti. In questo caso il sito “buzzmkt.it” necessita di 5.69 secondi per essere completamente scaricato per coloro che hanno una connessione adsl 256k. Più basso è il tempo di caricamento, migliori saranno le vostre performan-ce su Google. Questi dati sono influenzati normalmente dal pe-so delle foto inserite e da eventuali elementi quali flash, Java-script etc.

Page 44: Dalla A al Seo

43

Questo non significa che non dovete avere immagini, ma le stesse dovrebbero essere leggere. Per una configurazione otti-male dovrebbero essere minori di 10 kb. Pochissimi siti riesco-no ad averle tutte sotto questa soglia; l’importante che la mag-gioranza delle stesse sia vicina a questo livello.

Nome ImmagineAvviso

CARICAMENTO PAGINA

Come possiamo vedere nonostante la prima valutazione del si-to fosse “perfetto” abbiamo ancora degli “alert” perchè abbia-mo superato la soglia di 10 kb. Ma essendocene uno solo non ci dobbiamo preoccupare più del necessario.

CONSIGLIO: immagini con meno di 10 kb, se non è possibile almeno non superiori a 100 kb. Utilizzate un’estensione .jpg o .gif, normalmente sono più leggere rispetto ad immagini .png

DETTAGLI

META TAG

META TAG

Questo specchietto vi darà la possibilità di constatare come lo Spider dei motori di ricerca veda il vostro sito. Andando per ordine:- Title (il sito si chiama “Buzz Marketing....)ed ha una lunghez-

za di 33 caratteri. CONSIGLIO: se superate i 70 caratteri ri-schiate di essere rindondanti.

Page 45: Dalla A al Seo

44

- Keywords: sono le parole chiave che avete inserito nel vostro “Meta Tag”. Nel caso specifico c’è ne sono 9.

CONSIGLIO: non superate la soglia di 10. Molti siti inserisco-no nel “meta tag” decine e decine di “keywords” che, oltre a non essere propedeutiche per l’indicizzazione,vengono viste come ridondanti dai motori di ricerca e considerate non orga-niche e penalizzanti.

- Description: indica una breve descrizione del sito. Questo, assieme al titolo, comparirà sui motori di ricerca. In questo caso sono stati usati 139 caratteri.

CONSIGLIO: il nostro consiglio è di non superarne i 160 carat-teri. Il motivo? Il motore di ricerca lascia solo poche righe de-scrittive per il singolo sito nei risultati di ricerca, il vostro te-sto sarebbe tagliato. Siate efficaci e chiari nel descrivere il vo-stro “Core Business”.

Abbiamo quindi analizzato questi parametri, ma la domanda che ci pongono molti imprenditori, che ci commissionano l’analisi del loro sito, è dove poter vedere e modificare queste impostazioni, una volta che l’analisi ci restituisce degli errori o alert. Vediamolo assieme seguendo un esempio del nostro sito.

SITO INTERNET

CONTROLLARE I META TAG

Per controllare i “Meta Tag” del vostro sito possiamo eseguire un’azione molto semplice. Apriamo il sito con il browser (in questo caso noi apriremo quello della nostra società Buzzmkt) e controlliamo il codice sorgente.

Page 46: Dalla A al Seo

Apriamo il Sorgente

CERCHIAMO IL CODICE SORGENTE

45

Cerchiamo la funzione Strumenti sul browser e poi “Visualizza Sorgente” per riuscire a vedere dove sono stati inseriti i “Meta Tag”.Di seguito vediamo la pagina in codice sorgente. Una volta trovati, apriamo il file della pagina del nostro sito attraverso un “editor” (Komodo, Dreamviewer) e modifichia-moli. Una volta fatto basterà inviare nuovamente online le mo-difiche attraverso il nostro accesso FTP (per chi non ha cono-scenza in merito lo abbiamo trattato nelle

META TAG

TITOLO

CODICE SORGENTE

pagine seguenti).

CONSIGLIO: una volta fatte queste modifiche consigliamo di ritornare alla pagina iniziale del “tool” e inviare una nuova analisi per rendersi conto immediatamente delle modifiche ap-portate e poter metterci mano nuovamente in caso di “Alert”.

Page 47: Dalla A al Seo

46

Consideriamo ora i due ultimi punti della nostra analisi sinteti-ca:• Keyword Density• Link interni esterni presenti

Le prime 10 parole

SINTESI

KEYWORD DENSITY

Il Tool analizzerà il vostro contenuto testuale, e vedrà se ci sono “keywords” con densità compresa fra il 2 e il 7% rispet-to alla lunghezza del testo complessivo. In questo caso la pa-rola “Buzz” è presente in ogni tag, ha una densità del 2,44% e presenta una situazione ottimale per il Seo.

Come vediamo inoltre la parola è stata inserita 14 volte in un testo lungo 573 parole. Non tutte le parole chiave possono es-sere inserite in modo armonico nei testi o articoli, cosicchè dobbiamo concentrarci su quelle che maggiormente identifica-no il nostro “Core Business”.

L’ultima fonte di verifica riguarderà i Link interni e verso l’esterno del nostro sito. I risultati, in questo caso (vedi figura seguente) sono confor-tanti; 75 links configurati e zero errori.

Con questo specchietto avrete immediatamente sott’occhio la situazione e su quali collegamenti eventualmente dovete preve-dere una manutenzione.

Come ricorderete abbiamo parlato dei “links” come parametro fondamentale per l’indicizzazione del sito e il loro monitorag-gio come azione imprescindibile per aumentare la vostra credi-bilità agli occhi dei motori di ricerca.

Con questo strumento potrete, giorno dopo giorno, aumentare il vostro Link building e garantirne il corretto funzionamento, anche avendo centinaia di links.

Page 48: Dalla A al Seo

Controllo Link-INTER-NI e ESTERNI del vo-stro sito internet.

LINK del SITO

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Page 49: Dalla A al Seo

CAPITOLO 5

Webmaster tool

Oltre a progettare e mettere online un sito “Seo orienteed” dobbiamo monitorare le sue prestazio-ni.Ecco che Google ci dà una mano con il suo “Webmaster tool”; una console che ci permetterà di monitorare le nostre “performance” ed eventua-li errori.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• ERRORI DI SCANSIONE• SITEMAP• FILEROBOT

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Page 50: Dalla A al Seo

WEBMASTER TOOL

1. Monitorare gli errori di scansione

2. Sitemap

3. File Robot

SEZIONE 1

Errori di scansioneUna volta che il sito è online dobbiamo mantenere sempre al-ta l’attenzione per non incappare a delle perdite nel posiziona-mento delle parole chiavi e rispettivamente perdita di indiciz-zazione.

Uno degli errori che comunemente vediamo commesso dalle aziende è quello di far aumentare, magari inconsapevolmente, l’errore “404” o più comunemente chiamato “pagina non tro-vata”.

Normalmente, quando una web agency consegna un sito inter-net, dovrebbe aver inviato precedentemente la/le Sitemap a Google e averla predisposta sul sito aziendale per una più frui-bile navigazione da parte del visitatore.

Questa azione servirà agli Spider per indicizzare tutte le pagi-ne del vostro sito in un tempo considerevolmente più breve ri-spetto a lasciare una spontanea scansione da parte dello stes-so.

Ma cosa succede se nel sito vengono cancellate alcune pagine o modificato l’url delle pagine una volta che il sito è già stato indicizzato?

Lo Spider, che continua ad utilizzare la vostra precedente “Si-temap” inviata, visiterà tutte le pagine della stessa come da vo-stra indicazione.

Questa azione è similare al vostro navigatore che, se non ag-giornato con le ultime mappe vi darà indicazioni errate facen-dovi impazzire e sbagliare strada.

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Page 51: Dalla A al Seo

Arrivando su pagine che non esistono più o sono state sposta-te non le potrà trovare e invierà al motore di ricerca un errore, il famoso “404”.

Man mano che nel tempo, le scansioni si susseguiranno que-sto errore continuerà a crescere creando i presupposti per una penalizzazione del vostro posizionamento.

Vediamo allora come uscire da questo problema:

Soluzione 1): inviate una nuova “Sitemap” a Google una volta al mese attraverso il “webmaster tool” oppure ogni qual volta facciamte delle modifiche sostanziali agli indirizzi delle pagine del sito.

Soluzione 2) utilizzate la funzione “rimozione url” dal webmaster tool indicando quali siano le pagine che il motore di ricerca non deve analizzare e cercare di indicizzare o mante-nere nel suo indice.

Soluzione 3) create un “file robot”, lo inserite nella “root” del sito o inserite direttamente le istruzioni del file sul tool, per bloccare definitivamente “Googlebot”(spider di Google) e gli altri Spider a verificare certe pagine o sezioni.

Tutte e tre le soluzioni vi porteranno a migliorare questa condi-zione e a diminuire l’errore di scansione. Sicuramente la solu-zione “3” è la migliore perchè maggiormente sicura e definiti-va.

Quando usarle? Vediamo alcuni casi:

- le pagine del sito hanno completamente cambiato tutti gli “url” (esempio molto frequente quando usate un Cms come potrebbe essere Wordpress e andate a modificare i “perma-link” dopo che il sito è già sui motori di ricerca)

in questo caso dovreste seguire la Soluzione “1” e “3”.

- avete modificato solo gli “url” di alcune pagine

in questo caso seguite la soluzione 1 e 2

*Attenzione a quando create un file robot perchè una non cor-retta definizione dello stesso, potrebbe precludere completa-mente l’indicizzazione del vostro sito aziendale. Consigliamo di vedere la sezione dedicata per una configurazione ad hoc!

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Page 52: Dalla A al Seo

SITEMAP

1. Utili per i visitatori

2. Essenziali per gli Spider

SEZIONE 2

SitemapUna volta ultimato il sito e messo online abbiamo capito l’im-portanza delle “Sitemap” per i motori di ricerca. Questa pagi-na, che riassume tutte le sezioni e parti del nostro sito, è fonda-mentale per far indicizzare le varie pagine in modo organico e maggiormente veloce dagli algoritmi.

Inviando queste informazioni al motore di ricerca ci garantia-mo che lo stesso possa indicizzare tutte le pagine del sito, an-che quelle che con la semplice scansione, da parte dello stesso, potrebbero non essere considerate.

Prendendo in considerazione Google abbiamo notato che ne-gli ultimi mesi questo fattore influenzi in modo preponderan-te il posizionamento organico e la “Sitemap” è divenuta uno dei principali attori per una performance soddisfacente sul web.

Le Sitemap sono particolarmente utili se:

• Il sito presenta contenuti dinamici.

• Il sito contiene pagine che non sono facilmente indi-viduabili da Googlebot durante il processo di scansione, ad esempio pagine con contenuti AJAX o immagini.

• Il sito è nuovo. Googlebot esegue la scansione del Web seguendo i link da una pagina a un'altra, pertanto se po-chi link puntano al vostro sito potrebbe essere difficile indivi-duarlo.

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Page 53: Dalla A al Seo

• Il sito dispone di un archivio consistente di pagine di contenuti che non sono molto ben collegate l'una all'altra oppure non sono per nulla collegate tra di loro.

Anche Google, come gli altri motori di ricerca, aderisce al Pro-tocollo Sitemap 0.9 definito all'indirizzo sitemaps.org/it/.

CONSIGLIO: se non volete crearvi a mano la vostra Sitemap potete usare un tool gratuito di “Sitemap generator” che lo tro-verete qui: www.xml-sitemaps.com

Vediamo assieme come è strutturata una Sitemap:

1) inseriamo la parte introduttiva della Sitemap comunicando allo Spider che questa “mappa” segue i parametri del proto-collo Sitemap.org

2) iniziamo ad inserire i nostri url e a indicare al motore di ri-cerca come è strutturato il nostro sito internet.

In questo caso abbiamo specificato l’url che vogliamo far scan-sionare: www.buzzmkt.it; lo abbiamo inserito fra i “tag” <loc> e </loc> e definito il tempo dell’ultima modifica temporale su questa pagina (normalmente potreste anche non inserirla).

Ultimo dato inserito è stata la “frequenza di aggiornamento” della pagina. Infatti fra <changefreq> e </changefreq> abbia-mo inserito “weekly” volendo comunicare allo Spider che la pa-

gina che stà valutando viene aggiornata con scadenza settima-nale.

Questa indicazione chiude la nostra Sitemap.

52

<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>

<urlset xmlns="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9"

xmlns:xsi="http://www.w3.org/2001/XMLSchema-instance"

xsi:schemaLocation="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9

http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9/sitemap.xsd">

<url>

<loc>http://www.buzzmkt.it</loc>

<lastmod>2013-04-03T17:33:53+02:00</lastmod>

<changefreq>weekly</changefreq>

</url>

</urlset>

Page 54: Dalla A al Seo

In questo esempio abbiamo inviato a Google solamente una pagina del nostro sito. Vediamo ora un esempio maggiormen-te articolato.

Nell’esempio precedente abbiamo inviato, al motore di ricer-ca, 2 url: il primo sarà la nostra “homepage”, il secondo l’indi-rizzo del nostro “Seo blog.”

Una volta ultimata la nostra Sitemap non ci resta che inviarla a Google.

Per inviare una Sitemap:

1. Caricate la Sitemap sul vostro sito (preferibilmente nella “root” del sito).

2. Nella home page di Strumenti per i Webmaster (Webmaster tool), fate clic sul sito desiderato (se ne avete inse-riti più di uno).

3. Nel menu a sinistra, fate clic su Ottimizzazione, quindi su Sitemap.

4. Fate clic sul pulsante Aggiungi/testa Sitemap.

5. Nella casella di testo, completate il percorso della Sitemap (ad esempio, se la Sitemap si trova all'indirizzo http://www.example.com/sitemap.xml, digitate sitemap.xml).

6. Fate clic su “Invia Sitemap”.

53

<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>

<urlset xmlns="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9"

xmlns:xsi="http://www.w3.org/2001/XMLSchema-instance"

xsi:schemaLocation="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9

http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9/sitemap.xsd">

<url>

<loc>http://www.buzzmkt.it</loc>

<lastmod>2013-04-03T17:33:53+02:00</lastmod>

<changefreq>weekly</changefreq>

</url>

<url>

<loc>http://www.buzzmkt.it/seoblog</loc>

<lastmod>2013-04-03T17:33:53+02:00</lastmod>

<changefreq>weekly</changefreq>

</url>

</urlset>

Page 55: Dalla A al Seo

Non vi resta che aggiornare la pagina per vedere se è stata in-viata correttamente o ci siano degli errori. Nel caso di errori o “warnings”, questi vi verranno segnalati sulla parte bassa della pagina stessa con indicazione della tipologia o in quale riga del file si trovano.

Se non avete ancora creato un account su Webmaster tool (consigliato) potreste ugualmente inviare la vostra Sitemap at-traverso una richiesta via http.

1. Inviate la richiesta al seguente URL:

www.google.com/webmasters/tools/ping?sitemap=url_sitemap

Ad esempio, se la vostra Sitemap si trovasse all'indirizzo http://www.example.com/sitemap.gz, il vostro URL divente-rebbe:www.google.com/webmasters/tools/ping?sitemap=http://www.example.com/sitemap.gz

2. Applicate la codifica URL a tutti gli elementi che se-guono /ping?sitemap=:www.google.com/webmasters/tools/ping?sitemap=http%3A%2F%2Fwww.tuosito.it%2Fsitemap.gz

3. Emettete la richiesta HTTP utilizzando wget, curl o un altro meccanismo a vostra scelta.

La codifica url la potrete fare a questo indirizzo: meyerweb.com/eric/tools/dencoder/

Il nostro consiglio, se dovete lavorare con il Seo, è l’apertura dell’account che vi aiuterà e semplificherà questa e altre opera-zioni per il vostro sito.

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Page 56: Dalla A al Seo

FILEROBOT

1. Ogni motore di ricerca usa il suo Spider

2. Il file Robot ci aiuta a chiudere le porte agli Spider su alcune sezioni del sito

3. Diminuiamo il numero di errori “404”

4. File Robot scelta strategica

SEZIONE 3

File robotQuando parliamo di indicizzazione dobbiamo individuare qua-li pagine fare scansionare a Google (Googlebot) e agli altri Spi-der  e quali altre debbano rimanere private o almeno non ana-lizzabili dai motori di ricerca.

Questa azione, oltre ad essere utile per il Seo, vi permetterà di diminuire in modo drastico il numero di “errore 404″ per pagi-ne che magari sono state già indicizzate alle quali abbiamo cambiato il nome o sono state cancellate.

Ecco a voi tutto quello che c’è da sapere sul file robot.

Lo standard per l’esclusione degli spider si crea con un norma-le file di testo che andremo a chiamare “robots.txt”. Questo fi-le conterrà le istruzioni che vogliamo dare ai motori di ricerca per impedire a tutti, o alcuni spider, il prelievo di alcune o tut-te le pagine del sito.

Una volta creato il file lo pubblicheremo nella nostra cartella principale del sito (“root folder”) cosicchè, se il nostro sito ha questo dominio http://www.dominio.it , il file dovrà essere collocato all’indirizzo http://www.dominio.it/robots.txt .

*Importante: il file appena creato indicherà quali pagine lo Spider non deve prelevare. Questo file non può essere utilizza-to per indicare, al contrario, pagine che vogliamo far scansio-nare al motore di ricerca. Quindi se non necessitate di impedi-re l’accesso a delle pagine o contenuti il file robots.txt non vi serve. Per indicare le pagine da indicizzare dovete usare le Site-map.

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Page 57: Dalla A al Seo

Cerchiamo ora di capire quali parti compongono il file e come gestirlo.

Il file robots.txt contiene dei record, ognuno dei quali com-prende due campi: il campo “User-agent” ed uno o più cam-pi “Disallow“.

Il campo User-agent indica a quale Spider il file è dedicato, ve-diamo la sintassi:

User-agent <duepunti> <spazio> <nome_dello_spider>

Il campo Disallow ci serve per indicare quali pagine o quali contenuti non devono essere trattati dagli Spider indicati nel record “User-agent”.

Vediamo la sua sintassi:Disallow <duepunti> <spazio> <nome_del_file_o_directo-ry>

Facciamo un esempio che comprenda lo Spider di Google chia-mato “Googlebot”

Il record appena creato indicherà a Google di non prelevare la pagina “/seo.php” e non accedere alla cartella e alle sottocar-

telle “/blog”. Il carattere “/” indica la nostra “root” o car-tella principale. L’uso di questo simbolo anche in coda in-dica una cartella e non un file o pagina singola.

Se volessimo invece bloccare tutti gli spider useremo nel record “User-Agent” il simbolo dell’asterisco  ”*”, sinoni-mo di “qualunque spider”.

Nell’esempio stiamo dicendo a tutti i motori di ricerca che la pagina “seo.html” non deve essere considerata.

Se invece vogliamo inibire lo Spider su tutto il sito, inseri-remo il simbolo “/” nel record “Disallow”.

Nell’esempio diciamo a “googlebot” di non considerare tutti i file o cartelle del sito.

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Page 58: Dalla A al Seo

Ecco dunque un esempio completo di file robots.txt, che bloc-ca del tutto Altavista, impedisce a Google l’accesso ad alcuni file e directory e lascia libero accesso a tutti gli altri motori di ricerca.

Ovviamente, in base alle esigenze del vostro sito potrete modi-ficarne tutti i parametri. Attenzione massima quando compila-te questo file perchè un comando errato potrebbe inibire tutti gli Spider da indicizzare il vostro sito e voi essere completa-mente fuori dai motori di ricerca.

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Page 59: Dalla A al Seo

CAPITOLO 6

Velocità= successoDall’arrivo degli smartphone e tablet, le prestazio-ni del sito sono divenute fondamentali fattori per gli Spider. Sottovalutare questo aspetto ci potrebbe portare a perdere decine di posizioni sui motori di ricer-ca, anche con parole chiavi già consolidate per il nostro business.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• ERA DIGITALE• VELOCITA’ DEL SITO• FULLY RESPONSIVE DESIGN

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Page 60: Dalla A al Seo

INTRODUZIONE

1. Velocità= successo

2. Tablet e Smartphone fanno aumentare le visite al sito

SEZIONE 1

Era digitaleSiamo entrati a piedi pari nell’era digitale dove la rete è diven-tata sempre più stabile, il web una vetrina di vendita e dove gli smartphone e tablet hanno iniziato ad essere sempre più ri-chiesti.

Prendendo in considerazione che il nostro sito internet è lo specchio della nostra azienda come, una volta, era considerata la nostra vetrina sulla strada capiamo l’importanza che il sito ha, per le nostre vendite.

Assumendo un ruolo così determinante e, considerando il par-ticolare periodo di crisi in cui ci troviamo, perdere potenziali vendite sarebbe un errore fatale.

Con questo vogliamo dire che, se il sito aziendale non segue le tendenze del momento (a livello tecnico, non grafico!) potrem-mo non essere accessibili a potenziali clienti.

Su questo argomento potremmo spendere fiumi di parole ma, per il momento, ci limiteremo a definire tre, tra i fattori mag-giormente incisivi per essere indicizzati dai motori di ricerca e in linea con le esigenze del mondo “mobile”.

1) Il sito deve essere “performante”, cioè deve essere leggero e permettere, anche a chi consulta il web solamente con ta-blet e smartphone, di consultare le nostre pagine in pochi secondi.

2)Il sito deve essere “fully responsive” cioè deve adattarsi ai nuovi schermi dei tablet e smartphone in modo automatico (soluzione alternativa la versione mobile del sito).

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Page 61: Dalla A al Seo

3)il sito deve essere accessibile e non creare barriere. Google è molto attento ai parametri W3c. (Ne parleremo nei prossimi capitoli).

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Page 62: Dalla A al Seo

VELOCITÀ= SUCCESSO

1. Come misurarla

2. Come migliorarla

3. I tool a disposizione

SEZIONE 2

Velocità del SitoCome già accennato, ad inizio capitolo, uno dei punti cha mag-giormente influenzano l’indicizzazione sui motori di ricerca, è la velocità di caricamento delle nostre pagine del sito. Per far-vi un idea usiamo un tool gratuito che mostra le nostre perfor-mance sui due maggiori motori di ricerca: Google e Yahoo.

Il servizio si chiama “GT Metrix”, è gratuito e molto semplice da usare. Basta inserire il proprio dominio, cliccare “start” e vedere la valutazione che vi viene data.

Il punteggio, in percentuale, va da 0 a 100% e in base al pun-teggio stesso sarete classificati con valutazioni che vanno dalla G alla A (sito migliore).

Anche se, a volte, i risultati sono molto frustranti, soprattutto all’inizio, possiamo garantire che mettendo a posto alcuni pa-rametri del sito potrete scalare queste valutazioni e migliorare il posizionamento organico.

Case History:

Dato che la teoria non ci basta abbiamo testato questo appena detto con il nostro sito Buzz Marketing.

Aprile 2013 - il sito è stato completamente rifatto, ottimizzato Seo e indicizzato su Google. La valutazione che ricevemmo da Gt Metrix fu

Pagespeed= 68% classe F YSlow= 60% classe F

Sicuramente un risultato non confortante e molto lontano da-gli obiettivi aziendali.

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Page 63: Dalla A al Seo

Con la nostra parola chiave più importante (alta competitivi-tà) “buzz marketing” il sito era alla 70esima posizione su Goog-le. Questo significava che eravamo stati inseriti nell’ottava pa-gina del motore di ricerca. Praticamente inesistenti.

Maggio 2013- abbiamo iniziato a modificare il sito per velociz-zarlo secondo i parametri di GtMetrix e ottenendo i seguenti risultati:

Pagespeed 75% classe D YSlow 69% classe D

Buzz Marketing - 35sima posizione (4 pagina)

Settembre 2013- arriva la svolta, dopo due giorni dedicati alla velocità del sito abbiamo finalmente raggiunto il risultato tan-to ricercato:

Pagespeed 98% classe A YSlow 85% classe B

Buzz Marketing - 7ma posizione

- prima pagina di Google

Solamente nel mese di ottobre 2013 le richieste di consulenze dal sito sono cresciute del 46%. Provate le differenze sulla no-stra pelle possiamo garantire che vale la pena perdere del tem-po su questo argomento.

Visto il nostro caso, ritorniamo al nostro GTMetrix per capir-ne meglio il funzionamento. Dopo aver inserito il dominio il tool inizia la scansione e, come detto, valuterà il sito attraver-so Pagespeed (tool di Google) e YSlow (tool di Yahoo).

Sotto le votazioni potrete vedere, voce per voce, tutti i dettagli dell’analisi e su quali punti dovrete intervenire. Non essendo questo un manuale di informatica ma di Seo vedremo sola-mente le loro caratteristiche principali.

1)      Parallelize downloads across hostnames

Questo primo parametro considerato sarà (90% casi) contras-segnato in rosso. Il fattore dipende dalle visite giornaliere al sito, cosicchè se il sito non ha già un numero di visitatori alto non ha scopo diventare matti per migliorare questo parame-tro. Lo potremmo fare in futuro quando i visitatori al sito au-menteranno in modo organico. Ma se volete comunque cimen-tarvi anche su questo fattore vi consigliamo di creare un sotto-dominio del vostro sito dove collocare tutte le immagini del si-to stesso. In questo modo farete lavorare in parallelo il server andando a minimizzare i tempi di caricamento.

2)      Use a Content Delivery Network (CDN)

Questo parametro ci indica se è presente una distribuzione ca-pillare del nostro contenuto oppure è prelevabile solamente da un solo server. Vale il discorso fatto in precedenza. Se il vo-stro sito non ha un numero di visitatori così elevato evitate di spendere dei soldi che si tramuterebbero in un investimento senza ritorno. Come sappiamo la velocità di caricamento di-pende dalla vicinanza del visitatore che carica la nostra pagina web e il server dove il sito è ospitato. Il CDN è un servizio che, a pagamento, permette di distribuire il sito su vari server spar-si nel mondo. Il CDN è considerata come fosse una rete di di-stribuzione di contenuti. Il visitatore quando caricherà il no-

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Page 64: Dalla A al Seo

stro sito vedrà il sito ospitato nel server più vicino a lui con estrema miglioria nel caricamento dello stesso.

Alcune società che offrono questi servizi: Akamai Technolo-gies , EdgeCast , o Level3.

Il nostro consiglio banale è prima di tutto quello di capire do-ve sia il vostro “main business”. Se vendete solo in Italia presu-mibilmente i visitatori saranno italiani e quindi un server ita-liano (come Aruba) sarà la soluzione più adeguata. Se il vostro business è in America, scegliete un server Americano (Go daddy, Hostgator) evitando così spese inutili a livello ROI.

3) Combine external JavaScript:

Questo parametro identifica la presenza di file Javascript sul sito. L’ideale, nel caso sia contrassegnato in rosso sarebbe di aggregarli in pochi file. Questi file anche se compressi possono creare molte “richieste” al server e rallentare i caricamenti.

4) Combine images using CSS sprites

Le immagini sono nel sito le parti maggiormente pesanti e un numero elevato ne comporta un rallentamento molto significa-tivo. Come prima cosa vi consigliamo di non caricarne troppe per singola pagina e cercate di contenere il loro peso ad un massimo di 20-30 kb. Secondariamente conviene sempre uni-re quanto più possibile le immagini.Ad esempio utilizzando sistemi di “image map” in modo da ri-durne, il più possibile, la presenza.

5) Minify HTML

Questo fattore può migliorare in modo considerevole le vostre performance e vale sia per l’html che per i JavaScript e i css. Il vantaggio di GTMetrix è che vi indicherà tutti i file che hanno bisogno di un’ottimizzazione. Ora basterà scaricarvi la versio-ne ottimizzata fornita da GTmetrix e sostituirla con la vostra.Per WordPress esiste un plugin che si chiama WP-Minify.  

6) Make fewer HTTP requests (sulla parte Yslow):

Minori sono le parti in Javascript, immagini e css non collega-ti migliori le vostre performance.

7 ) Add Expires headers (sulla parte Yslow)

E’ ottimale specificare le “date di scadenza” (expiration date) dei file del vostro sito in modo che il client richieda il carica-mento di quel file solo se è già stata superata questa data. Que-sto permette di ridurre notevolmente le richieste al server, so-pratutto per quegli elementi che rimangono praticamente inal-terati per molto tempo, come le immagini, i css, i javascript. Per questa operazione sarà necessario modificare il file “.htac-cess”

Ovviamente, come detto precedentemente, non siamo infor-matici e lasciamo queste operazioni al webmaster. Quello però che possiamo fare è chiedere a chi ci fa il sito che segua le indi-cazioni qui riportate. Il vostro lavoro Seo poi sarà molto sem-plificato.

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Page 65: Dalla A al Seo

Il vostro sito è già online da anni e non volete rifarlo per una questione di costi?

Bene, troviamo assieme una soluzione. Certamente, se il sito è stato costruito senza tener conto del “tempo di caricamento” oppure è solamente “datato” sarà difficile migliorarne radical-mente la situazione, ma ugualmente potrete porre almeno un rimedio.

Vi proponiamo il nuovo “mod_page speed” di Google. Que-sto “tool” open source e gratuito è distribuito dal motore di ri-cerca e permette, in automatico, con dei filtri, di rimediare ai problemi di lentezza del sito.

Su siti vecchi e mal strutturati potrete anche migliorare le per-formance dal 5 al 10%; in siti nuovi anche oltre il 40%.

Ora non vi resta che contattare il vostro webmaster per la sua installazione sul server. Un esempio che abbiamo testato è sta-to con lo staff di Hostgator che per installarlo e configurarlo ci ha chiesto circa trenta euro. E i risultati sono stati ottimali.

Per chi invece ha un sito costruito con il cms Wordpress vi con-sigliamo “W3 Total cache” che da solo (senza particolari co-noscenze) vi permette di migliorare, e di molto, la velocità del sito internet. Se per l’uso di questo plugin non vi sentite sicu-ri, chiedete al vostro webmaster. Il plugin, a volte, potrebbe rompere la struttura del sito. In questo caso, se vi è successo, non andate in panico, basterà andare nel pannello “plugin” e disattivarlo o modificare alcuni parametri per capire cosa fa andare in “crash” il sito (nel 80% dei casi è il wp minify)

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Page 66: Dalla A al Seo

DIMENSIONI PER SMARTPHONE E TABLET

1. Corretta dimensione= migliore indicizzazione

2. Le dimensioni aiutano l’accessibilità del sito

SEZIONE 3

Fully ResponsiveI siti, negli ultimi anni, hanno modificato le loro strutture per permettere ai sempre maggiori utilizzatori via smartphone e tablet di visualizzarne il contenuto in modo soddisfacente.

Fino a pochi anni fa, si progettavano siti internet con due ver-sioni: una chiamata “desktop” e una “mobile”.

Ma nella maggior parte delle volte, la seconda non permetteva di vedere completamente tutte le parti del sito, ma solamente alcune sezioni dedicate.

Ora la tendenza è cambiata e si va a creare una sola versione che si adegui, in automatico, alle esigenze del visitatore.

Questi nuovi siti vengono chiamati “fully responsive” con un ottimizzato “Responsive design”.

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Page 67: Dalla A al Seo

A livello Seo questo cambiamento è fondamentale. Andiamo a capirne il perchè.

Poniamo il caso che il nostro sito sia perfettamente visualizza-to sui computer con monitor con ampio “layout” ad esempio i nostri computer di casa o i notebook. (Esempio 1)

E consideriamo che anche sugli smartphone il sito sia perfetta-mente ottimizzato come nell’esempio 2.

In questo caso cambia la prospettiva di visualizzazione e il visi-tatore troverà tutto adeguato al suo schermo andando a visitar-lo in verticale e usando il menu cliccando il tasto

In questo modo la consultazione risulterà piacevole e ben strutturata per non perdere nessun elemento della pagina.

Nel caso invece che il sito non sia stato strutturato bene po-tremmo ritrovarci ad offrire ai visitatori delle consultazioni molto poco piacevoli e difficili con il rischio di perdere la loro visita dopo pochissimi secondi dall’atterraggio sul sito.(esempio sotto)

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Page 68: Dalla A al Seo

In questo caso, per una corretta visualizzazione, il visitatore deve usare lo scroll verticale e orizzontale diminuendo conside-revolmente l’esperienza di lettura.

Ma perchè per il Seo questo fattore è importante?

Come sappiamo uno dei fattori determinanti per il posiziona-mento nelle Serp sono le visite al sito stesso e il traffico genera-to.

Ma altrettanto importante è la cosiddetta “frequenza di rimbal-zo”. Questo indice ci permette di valutare la percentuale di visi-tatori che entrano in una sola pagina del sito e dopo la consul-tazione o appena atterrati sulla stessa la abbandonano.

Questo parametro può essere normalmente molto alto se il vo-stro sito ha una sola pagina e quindi dopo la consultazione del-la stessa viene abbandonato oppure la pagina in questione è una landing page “stand alone” dedicata.

Ma mettiamo il caso che la pagina consultata sia la vostra ho-mepage o una pagina molto importante per il vostro business, questo indice potrebbe mettere in evidenza dei problemi strut-turali o un approccio sbagliato del sito stesso. Nel caso dei “mobile” potrebbe appunto essere la conseguenza di una vi-sualizzazione complicata.

Questo fattore potrebbe influenzare il tuo ranking e il tuo posi-zionamento sui motori di ricerca.

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Page 69: Dalla A al Seo

WORLD WEB CONSORTIUM

1. Il vigilante del nostro codice

2. Un “validator” da non sottovalutare

SEZIONE 4

W3CW3C =World Wide Web Consortium

Il World Wide Web Consortium, anche conosciuto come W3C, è un'organizzazione non governativa internazionale che ha co-me scopo quello di sviluppare tutte le potenzialità del World Wide Web.

Questa organizzazione mette a disposizione online per gli svi-luppatori un tool gratuito che permette di verificare, a livello di struttura, la bontà di un sito internet.

Le sue valutazioni sono sempre state molto autorevoli ma da un paio di anni la consultazione dello stesso è diventata quasi indispensabile.

Google infatti valuta positivamente e quindi premia, a livello di posizionamento, quei siti che passano l’esame W3C. Questa tendenza del motore di ricerca è figlia di un orientamento ben definito, cioè quello del miglioramento nell’accessibilità dei si-ti internet.

Nel senso che, Google come gli altri motori principali, tiene molto in considerazione chi ha difficoltà fisiche che lo ostacola-no nelle consultazioni del web.

Stiamo parlando nello specifico di ipovedenti e ciechi. Per Google i siti internet devono garantire a queste classi le stesse possibilità di consultazione di un normo-dotato.

Dato che queste categorie utilizzano dei software (readers) per leggere le pagine di un sito internet, lo stesso deve essere ac-cessibile.

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Page 70: Dalla A al Seo

E chi valuta questa accessibilità? Il World Wide Web Consor-tium.

Considerate che in Italia, meno del 50% dei siti internet posso-no garantire di aver passato l’esame ed aver ottenuto il certifi-cato virtuale. Troppe volte questo fattore (accessibilità) viene considerato ininfluente.

Ma abbiamo notato, provando anche questo sulla nostra pelle, che un sito che segue le indicazioni W3C si posiziona in modo organico più semplicemente rispetto ad uno su cui il tool trova numerosi errori o warnings.

A volte passare l’esame ed avere zero errori non è molto sem-plice ma già diminuirli con interventi parziali vi posizionerà, in breve tempo sui motori in modo maggiormente organico.

Nel nostro caso prendiamo in considerazione la home page di Buzz Marketing

Gennaio 2013 - analisi con W3C

30 errori e 18 warnings

con parole chiavi legate al Seo eravamo dalla 25sima alla 60si-ma posizione (Keyword buzz marketing - seo Sondrio etc)

Giugno 2013 - analisi W3C

0 errori - 1 warning

Con le stesse parole chiavi siamo arrivati in prima pagina di Google.

Se volete testare il vostro sito lo potete fare da qui.

Piccolo suggerimento Seo: se il sito passa l’esame prendete il logo di w3c, inseritelo sulla pagina esaminata del vostro sito con un link alla pagina “convalidata”. Questo link farà capire a Google che la pagina in esame è in linea con gli standard del-l’organizzazione e contribuirà ad aumentare la vostra “autore-volezza”.

A seguito vi mostriamo cosa compare sul sito nel caso di pas-saggio del test.

Qui invece vediamo un nostro sito che usiamo per fare dei test che non ha passato l’esame.

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Page 71: Dalla A al Seo

In questo caso sono stati rilevati 4 errori e 1 warning. Ecco poi come vengono elencati gli stessi e quali siano i dettagli.

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Page 72: Dalla A al Seo

CAPITOLO 7

Seo e siti multilinguaSono sempre più frequenti le aziende, con busi-ness internazionale, che ci chiedono di seguire e sviluppare un progetto Seo per i mercati europei ed Extraeuropei. Ma quali regole sono necessarie per ottimizzate la scalata in Stati con tradizioni, storia e culture di-verse?

SEZIONI DEL CAPITOLO

• SEO INTERNAZIONALE• SITI MULTILINGUA• GOOGLE NEWS SITEMAP• SITEMAP IMMAGINI

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Page 73: Dalla A al Seo

SITI MULTILINGUA

1. Evitare traduzioni automatiche

2. Studiare usi e costumi dello Stato

3. Capire i processi di acquisto del singolo mercato

SEZIONE 1

Seo InternazionaleSiamo nell’era della globalizzazione, dove i confini sono stati abbattuti, e il web è divenuto lo strumento migliore per comu-nicare e vendere i propri prodotti o servizi anche in territori altrimenti inaccessibili per le aziende.

Ci capita spesso di seguire aziende italiane che hanno il loro “main business” entro i confini nazionali ma vorrebbero espandersi anche all’estero oppure che vendono indiscrimina-tamente in più stati europei o mercati intercontinentali.

Il 90% degli stessi possiede un sito internet, più o meno ben strutturato, ma il filo conduttore di tutte è la difficoltà di posi-zionarsi online in mercati diversi dal nazionale.

Sappiamo quanto sia, a questo punto, fondamentale il ruolo del Seo che dovrà creare valore aggiunto al sito aziendale e col-locarlo sui vari Google, Yahoo etc. internazionali.

Ma il problema primario dell’indicizzazione, in questo caso, sarà la struttura “business” delle stesse aziende. In altre paro-le, molti imprenditori, anche quelli che più o meno conoscono cosa siano le azioni di indicizzazione, non sfruttano a pieno le loro potenzialità.

Le casistiche normalmente sono due:

a) il sito è solamente in italiano

b) il sito è multilingua

Nel primo caso, come è ovvio ai più,è quasi impossibile vende-re all’estero (tramite web) se non si dispone di una traduzione

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Page 74: Dalla A al Seo

dei contenuti e quindi l’insuccesso all’estero è quasi assicura-to.

Nel secondo caso le opportunità vanno ad aumentare ma sen-za alcuna certezza di successo. A molti imprenditori viene det-to da “pseudo” web agency che il sito multilingua sarà la solu-zione definitiva per aumentare le conversioni (cioè trasfor-mare i visitatori in clienti) e basterà avere un sito tradotto (ov-viamente da loro) per essere competitivi.

A questo punto abitualmente troviamo due situazioni:

a) l’azienda crede alla web agency e nel sito multilingua e fa tradurre lo stesso da madrelingua

b) l’azienda opta per azioni interne di traduzioni o ancor peg-gio utilizza dei traduttori automatici per i vari testi (esem-pio lampante con Google Translator)

Nel primo caso l’azienda ha fatto la scelta corretta, ha investi-to su traduzioni professionali e potrà avere delle “chance” sul web. Nel secondo caso, nel 99% delle volte, il sito non solo sa-rà un insuccesso, ma sarà “invisibile” agli occhi dei motori di ricerca.

Ma mettiamo il caso che l’azienda, capendo l’importanza dei testi tradotti in modo professionale , scelga di intrapprendere la prima strada. Siamo sicuri che questo basti per essere ben posizionati sul web?

Assolutamente no!

Come sappiamo, non basta scrivere correttamente i testi per essere indicizzati in modo organico.

I contenuti devono essere scritti secondo le logiche Seo che considerano oltre 200 aspetti (secondo le indicazioni di Goog-le) fra i quali la “densità” delle parole chiavi, l’utilizzo di “hea-dings” etc.

Quindi, se il testo tradotto non segue queste regole, l’insucces-so sarà inevitabile anche dopo aver speso molti soldi per delle traduzioni professionali.

Purtroppo, troppe volte, dobbiamo dire all’imprenditore che dovrà ricominciare il tutto da capo!

Il nostro consiglio quindi, prima di tradurre ad esempio il te-sto dall’italiano lo dobbiamo “ottimizzare” per i motori di ricer-ca. Solo successivamente lo potremo passare al traduttore.

A questo punto dobbiamo considerare una variabile fonda-mentale per l’indicizzazione delle nostre pagine del sito: quali sono gli stati in cui vorremmo posizionare il nostro sito?

A queste domanda l’imprenditore, che ci chiede una consulen-za inizia a non capire e ci dice, spinto dall’euforia: “su tutti!”

Tutti? Non c’è problema, allora il nostro costo unitario (per mercato) sarà dato da un espressione che potremmo così rias-sumere:

Costo Seo singolo mercato x Tutti = una cifra insostenibile

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Page 75: Dalla A al Seo

Ovviamente qui abbiamo scherzato ma il concetto di base è reale.

Dei professionisti Seo devono far capire alle aziende che ogni stato ha delle caratteristiche uniche e la sua popolazione ragio-na in modo diverso rispetto allo stato vicino e magari all’Italia.

Per ottimizzare un sito, ad esempio su territorio tedesco, oppu-re inglese, dovremmo studiare il mercato di riferimento, le lo-ro abitudini di spesa e creare testi e pagine ad hoc per questo mercato (non serve rifare interamente il sito ma adeguarlo al-le esigenze dei vari stati di riferimento).

Non basta sapere che in due stati si parla la stessa lingua per essere sicuri che la vostra proposta sia soddisfacente.

Provate a pensare alla Spagna e ai paesi del Sud America, in entrambe le situazioni si parla lo spagnolo ma vi sembra che lo stile di vita sia lo stesso?

Assolutamente no, la comunicazione per essere incisiva sui due territori deve assolutamente essere diversificata e ottimiz-zata.

Quindi ora possiamo rispondere alla domanda:

“basta tradurre un sito, anche professionalmente per essere competitivi anche all’estero?”

Assolutamente no. La mera traduzione dei testi, anche ottimiz-zati Seo, è solamente una parte del nostro lavoro.

Continuando con queste considerazioni prendiamo in esame il motore di ricerca più importante Google e vediamo che cosa possiamo fare per migliorare la nostra posizione in mercati in-ternazionali.

Il motore di ricerca ha singole estensioni per ogni stato, ad esempio Google.it per l’Italia, “.de” per la Germania, “.uk” per l’Inghilterra etc.

In ognuna delle stesse, per la stessa parola chiave (keyword) avremo elencati (80% dei casi) dei siti internet diversi.

Vediamo per esempio il nostro sito internet:

dominio in esame: www.buzzmkt.it

Parola chiave: buzz marketing

su Google.it: 8° posizione

su Google.de: non siamo presenti nelle prime 100 posizioni

Stessa parola chiave ma, nel primo caso, siamo in prima pagi-na di Google con tutti i benefici del caso, in Germania non ci conosce nessuno.

Quindi avremmo la necessità di ottimizzare il nostro sito an-che per questo Stato se volessimo vendere i nostri servizi Seo anche alla popolazione tedesca.

Ovviamente per noi non ha senso puntare alla Germania ma questo esempio ci aiuta a confermare come il Seo debba esse-re ottimizzato in base ai singoli mercati di riferimento.

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Page 76: Dalla A al Seo

Il consiglio finale è quello di lavorare per steps graduali. Ecco la nostra proposta di “business plan” per colpire anche i mer-cati internazionali.

1) Progettazione del sito per il mercato locale (seguendo i para-metri W3C per la struttura e con un “Responsive design”).

2)Ottimizzazione dei testi secondo le regole Seo nella lingua madre.

3) Studio di siti, con il nostro stesso “Main business” e che so-no ottimizzati per le stesse nostre parole chiavi, negli stati in cui vogliamo posizionare anche la nostra azienda. Quindi verifica delle keywords su Google.de per il mercato tedesco; Google.es per la Spagna e cosi via.

4) Progettazioni di “Landing Page” ottimizzate che riprenda-no la strutturazione comunicativa di questi stati per le no-stre sezioni maggiormente importanti.

5) Redazione di testi ottimizzati Seo per i nuovi mercati.

6)Passaggio dei testi ai traduttori professionali.

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Page 77: Dalla A al Seo

SITI MULTILINGUA

1. Parole chiavi geolocalizzate

2. Uso di AdWord

SEZIONE 2

Siti Multilingua -II parteCompresa l’insufficienza di un sito multi-lingua non ottimizza-to per conquistare il web, vediamo alcune strategie per farlo digerire a Google nei vari mercati nazionali ed esteri.

1) Parole chiavi geo-localizzate

2)I testi devono essere “Seo orienteed” (base)

3)Le immagini devono essere tradotte

4)Sitemap multiple

5) Inserimento su directory geo-localizzate

1)PAROLE CHIAVI geo-localizzate

Abbiamo già parlato dell’importanza delle traduzioni profes-sionali per il proprio sito internet. Ma le stesse, come abbiamo imparato nella precedente sessione, devono seguire dei criteri ed essere “seo orienteed”.

Un’azione propedeutica per il sito multilingua è sicuramente la definizione di Keywords geolocalizzate.

a) utilizziamo un Tool di Adword per ricercare le parole chia-vi.

Questo tool ci permetterà di vedere, per la singola “keyword”, il totale delle ricerche mensili sia in ambito nazionale sia a li-vello internazionale.

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Page 78: Dalla A al Seo

Con questo strumento potremmo colmare la necessità dello studio dei siti “leader” nei mercati esteri come da punto 3 del “business plan” per il Seo Multilingua.

b) In base ai dati che otterremmo saremo in grado di decidere quali parole chiavi siano maggiormente adatte per il merca-to nazionale e quali per il mercato estero.

c) Vediamo allora come utilizzare semplicemente questo stru-mento messo a disposizione da Google Adword.

1) Creiamo un account su Adword ( lo potete fare da qui). Vi verrà richiesta una email e una password per accedere alla console se avete già un account o lo potrete creare cliccando sulla parte in alto a destra sul pulsante “fai clic per iniziare”.

2)Terminata la registrazione dell’account (gratuito) fate il lo-gin e iniziate la vostra analisi delle parole chiavi. Andate su

“strumenti e analisi” e poi cliccate su “Strumento di pianifi-cazione delle parole chiave”.

3) Siete nel cuore del tool di Adword. Cliccate su “Cerca nuo-ve idee per le parole chiavi e gruppi di annunci”.

4) Nella schermata che si aprirà inizierete ad inserire le vostre keywords e a fare le prime analisi dei risultati che avete otte-nuto.

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STEP 1

ADWord

Per chi non lo ricordasse: PROMEMORIA

3)Studio di siti, con il nostro stesso “Main business” e che sono ottimizzati per le stesse nostre parole chiavi, negli stati in cui vogliamo posizionare anche la nostra azienda. Quindi verifica delle keywords su Google.de per il mercato tedesco; Google.es per la Spagna e cosi via.

Page 79: Dalla A al Seo

Prima cosa da fare sarà l’inserimento delle parole chiavi ine-renti al vostro “Main Business” direttamente nella prima riga del modulo.

Il consiglio è quello di inserire sia parole univoche che parole composte o frasi, dato l’aggiornamento semantico dell’algorit-mo di Google (Hummingbirds).

In questa schermata potrete anche decidere di inserire diretta-mente un dominio per far valutare a Google Adword le sue pa-

role chiavi più significative (sempre come strumento per stu-diare i siti nei mercati esteri e le loro “Main keywords”).

Deciderete poi la lingua di riferimento della ricerca e il territo-rio di valutazione (il mercato per cui fare la ricerca. Può essere solo l’Italia oppure l’Europa oppure Italia e Germania etc).

Una volta scelto il vostro target di riferimento cliccate sul pul-sante “trova idee” che troverete sulla parte inferiore del modu-lo.

STEP 2

ADWord

ADWord Trova Idee

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Page 80: Dalla A al Seo

Il motore di ricerca vi indicherà ora alcuni dati che serviranno a farvi scegliere quali siano le migliori parole chiavi per voi e il vostro business!

Nel nostro caso abbiamo ricercato le parole chiavi: Seo, Seo Italia, Marketing per fare un test.

Nella parte sinistra (come da foto qui sopra) Google ha rag-gruppato la nostra scelta in categorie di “pertinenza”; mentre nella seconda colonna ci ha indicato quali, secondo il motore

di ricerca, siano le parole chiavi maggiormente consigliate per la categoria.

A questo punto andremo a cliccare su una categoria (nel no-stro esempio andremo su keyword “Seo”).

La tabella di risultati sarà molto più articolata rispetto all’im-magine sopra ma, per l’esempio, ci serviva considerare sola-mente le prime tre colonne. Nella prima troverete varie “key-words” consigliate, nella seconda il numero di “ricerche men-sili” e nella terza il livello di “concorrenza”.

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Risultati per la Keyword: “SEO” Gruppi di annunci e parole chiave

Page 81: Dalla A al Seo

A questo punto dovrete scegliere come procedere.

Vediamo un esempio prendendo in considerazione le parole: “posizionamento seo”, ”preventivo seo” e “seo e sem”.

Se andassimo solo a considerare il numero di volte le parole chiavi vengono ricercate, nell’esempio riportato, la scelta ca-drebbe su “posizionamento seo” ma nella nostra analisi dob-biamo tener bene in mente la voce “concorrenza”.

Più alta è la concorrenza per certe “keywords” più difficilmen-te la nostra attività Seo sarà semplice e di breve-medio perio-do. Nell’esempio precedente, prendendo come base delle Key-word la parola “Seo”; la scelta più corretta, secondo noi, sareb-be stata “Seo e Sem”, anche se presenta una richiesta mensile minore.

Questo vi permetterà, grazie ad una concorrenza bassa, di indi-cizzare con maggiore semplicità il vostro sito internet per tale parola composta.

Una volta che le stesse saranno poi consolidate dal motore di ricerca potrete alzare il vostro target e mirare a “keywords” maggiormente concorrenziali.

Dato che la parola base è già stata digerita dal motore di ricer-ca (Seo) avrete ottime possibilità di successo anche con parole composte che la comprendono.

Concludendo questa prima analisi possiamo dire che per con-quistare il web ci vuole del tempo e, a volte, per parole molto competitive vi troverete a confrontarvi con colossi che investo-no centinaia di migliaia di euro sul web.

Fare la guerra a questi colossi sarebbe un suicidio. Per questo motivo vi raccomandiamo di partire dal basso con parole chia-ve non troppo competitive e composte, per poi passare a paro-le secche e uniche.

Individuate le parole, che fanno al caso vostro, potrete final-mente redarre il contenuto del vostro sito. Facendo l’analisi per i singoli mercati sarete in grado di ottimizzarvi in ogni mercato estero che vorrete. Anche in questo caso partite da basse concorrenzialità per poi salire.

Fatta l’analisi, scritti i testi ottimizzati e poi tradotti, avrete il vostro sito multilingua perfezionato seo.

2)TESTI SEO ORIENTEED

Nella valutazione di un sito monolingua o multilingue uno dei fattori maggiormente interessanti e rilevanti sono i testi. Goog-le dà molta importanza alla qualità degli stessi e, per esperien-

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RICERCA/MESE CONCORRENZA

posizionamento Seo 320 Alta

Preventivo Seo 210 Media

Seo e Sem 260 Bassa

Page 82: Dalla A al Seo

za professionale, possiamo considerarli come i primi indici di valutazione da parte del motore di ricerca.

Oltre alla qualità dei contenuti intrinseca dobbiamo far capire allo Spider la bontà del manoscritto per farlo prendere nella giusta considerazione.

Le regole dei contenuti testuali per essere considerati “Seo orienteed” sono la base di studio di ogni operatore Seo. Data l’alta importanza dell’argomento vi invitiamo a consultare il capitolo dedicato che troverete nel manuale.

LE IMMAGINI DEVONO ESSERE TRADOTTE

Dopo aver trattato, nei primi capitolo del manuale, gli elemen-ti che possono incidere sull’indicizzazione del sito internet ab-biamo capito che, anche le immagini, devono essere considera-te un fattore importante a livello di ottimizzazione di una pagi-na.

Come sappiamo, per ogni immagine, oltre a contenerne il pe-so per non appesantire il server, dobbiamo utilizzare il tag “Alt” per definire il titolo e la descrizione dell’immagine stes-sa.

Come per i siti monolingua anche per progetti multilingua le immagini devono essere ottimizzate aggiungendo la relativa traduzione del tag “Alt” per ogni versione linguistica del sito internet.

Molti multilingua sottovalutano questa opzione e si ritrovano a indicizzare le immagini solo per la lingua madre del sito pro-gettato.

Questo lavoro vi permetterà di scalare le posizioni a livello in-ternazionale non solo nella sezione “ricerche” ma anche su quella sezione di Google chiamata “Immagini”.

Le possibilità di gestione sono due:

1) utilizzate, per gli stessi argomenti, nelle varie lingue, imma-gini uguali con titolo e descrizioni tradotte in base al merca-to.

PRO

- meno immagini da utilizzare evitando di aumentare il tempo di caricamento del Server.

CONTRO

- Le immagini non sarebbero ottimizzate in base alle esigenze dei singoli mercati considerando gusti e costumi.

2)Utilizzate immagini ad hoc per i singoli mercati esteri con traduzioni annesse.

PRO

81

Page 83: Dalla A al Seo

- i visitatori sarebbero maggiormente attratti da pagine che contengono immagini in linea con il loro stile di vita e tradi-zioni

CONTRO

- il server sarebbe penalizzato

- la scelta delle immagini e la loro gestione aumenterebbe i co-sti per la creazione del sito.

Non esiste una risposta univoca e corretta per questo proble-ma e crediamo che ognuna delle due soluzioni possa, comun-que, dare beneficio al vostro sito internet in termini di posizio-namento.

A voi la scelta.

4) SITEMAP MULTIPLE

Come già visto precedentemente le Sitemap sono fondamenta-li per lo Spider del motore di ricerca per una corretta “scansio-ne” del nostro sito internet.

Così, anche quando parliamo di siti multilingua queste indica-zioni devono essere elaborate ed inviate.

Nessuno vieta di inviare un’unica Sitemap per le diverse lin-gue; l’importante sarà comprendere tutti gli url che compongo-no il sito e definire il tag rel=”alternate”.

82

<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>

<urlset xmlns="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9"

xmlns:xhtml="http://www.w3.org/1999/xhtml">

<url>

<loc>http://www.example.com/english/</loc>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de"

href="http://www.example.com/deutsch/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de-ch"

href="http://www.example.com/schweiz-deutsch/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="en"

href="http://www.example.com/english/"

/>

</url>

Page 84: Dalla A al Seo

83

<url>

<loc>http://www.example.com/deutsch/</loc>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="en"

href="http://www.example.com/english/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de-ch"

href="http://www.example.com/schweiz-deutsch/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de"

href="http://www.example.com/deutsch/"

/>

</url>

<url>

<loc>http://www.example.com/schweiz-deutsch/</loc>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de"

href="http://www.example.com/deutsch/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="en"

href="http://www.example.com/english/"

/>

<xhtml:link

rel="alternate"

hreflang="de-ch"

href="http://www.example.com/schweiz-deutsch/"

/>

</url>

</urlset>

Page 85: Dalla A al Seo

Ovviamente, se intendete inviare anche la Sitemap delle imma-gini vi consigliamo di fare, per ogni lingua, un file dedicato per non perdervi nel codice.

Nel caso voi facciate una singola Sitemap per ogni lingua non avrete di che preoccuparvi, basterà elencarne gli url ma, se in-vece, qualcuno volesse inviarne una sola a Google compren-dente le varie lingue dovrebbe utilizzare uno schema di questo tipo:

Immaginate che una vostra pagina in inglese comprenda an-che una versione per gli utenti di lingua tedesca e svizzera. Il vostro sito sarebbe composto per la pagina in esame da queste tre varianti:

• www.example.com/english/

• www.example.com/deutsch/

• www.example.com/schweiz-deutsch/

La seguente Sitemap comunica a Google che per la pagina www.example.com/english/ esistono pagine equivalen-ti indirizzate agli utenti di lingua tedesca (http://www.example.com/deutsch/) e della Svizzera (http://www.example.com/schweiz-deutsch/).

Per capire tutto sulle Sitemap vi invitiamo a consultare le se-zioni corrispondenti dedicate nel manuale; anche per usufrui-re di tutte le possibilità che Google mette a vostra disposizio-ne:

• Sitemap

• Sitemap per Google News

• Sitemap per immagini

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Page 86: Dalla A al Seo

GOOGLE NEWS

1. Contenuti freschi e giornalieri

2. Sitemap ogni 2 giorni

SEZIONE 3

Sitemap per Google NewsQuando parliamo di indicizzazione di un sito internet il nostro obiettivo è quello di farlo trovare ai motori di ricerca con paro-le chiavi sempre più competitive. Non sempre però il nostro lavoro ci permette di raggiungere i risultati desiderati in breve tempo.

Ogni sito deve essere “indicizzato” ad hoc in base alle sue ca-ratteristiche.

Partendo dalla considerazione che le regole base del Seo valgo-no per ogni tipo di sito internet a volte bisogna adeguare le at-tività di ottimizzazione in base alla specificità della propria proposta.

Nel caso il vostro sito comprenda un blog oppure è un sito di informazioni, l’invio delle Sitemap a Google potrebbe non ba-stare.

Quando parliamo di un sito con contenuti “originali” giornalie-ri dobbiamo sfruttare anche l’opportunità che questo motore di ricerca ci mette a disposizione: Google News.

Google News è un sito di notizie automatizzato che raccoglie, attraverso il suo Spider Googlebot, notizie da oltre 50.000 fon-ti internazionali e le raggruppa (aggrega) in micro sezioni te-matiche per tutti gli interessi dei visitatori.

Normalmente, quando vogliamo leggere una “news”, ci appog-giamo a un sito che conosciamo, prendendo però in considera-zione solamente il suo punto di vista. Con Google News, si po-

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tranno leggere gli articoli in modo diverso, con più opzioni di personalizzazione e una più vasta gamma di punti di vista.

Quindi potremmo trovare lo stesso “titolo” (inteso come argo-mento) con diversi link che lo trattano, potendo così equipara-re i vari pensieri di editori diversi sul web.

Essere fra gli editori che vengono pubblicati da Google News è un “must”. Per nostra esperienza molti siti sconosciuti, ma con degli editori capaci, hanno decuplicato i visitatori del sito utilizzando questo servizio.

Fra le caratteristiche che sono necessarie per essere considera-ti da “Google News” abbiamo il fattore “aggiornamento”. In questa particolare sezione del motore di ricerca, aggiornare il proprio sito con news fresche a livello giornaliero o addirittu-ra orario, pone il sito in bella vista e di possibile inserimento in questa directory.

Oltre a questo fattore verranno considerati: l'attualità, la locali-tà, la pertinenza e la varietà della notizia proposta.

Utilizzando un algoritmo, le notizie vengono ordinate senza considerare l'ideologia o le opinioni politiche.

Quali siti sono presi in considerazione da Google News?

Contenuti di News

I siti inclusi in Google News devono offrire resoconti puntuali su temi importanti o che interessano i lettori del motore di ri-cerca. Non vengono presi in considerazioni siti con tutorial,

rubriche, previsioni del tempo etc. La notizia deve essere attua-le e pertinente.

Standard giornalistici

Gli articoli che vengono pubblicati sul vostro sito devono esse-re originali e non copiati o maldestramente modificati in par-te. Se utilizzate degli articoli aggregati, questi devono essere esclusi dalla scansione di Googlebot (pena esclusione) attraver-so un file robots.txt.

Autorevolezza

Google premia la “conoscenza”. Se il vostro sito è specializzato in marketing, gli articoli dovrebbero trattare questo argomen-to in cui le vostre conoscenze dovrebbero essere autorevoli. Un errore comune è vedere siti con editori specializzati in un settore che iniziano a parlare di argomenti scollegati senza una vera preparazione di base solo per essere indicizzati su Google News. Risultato l’esclusione.

Affidabilità

Non nascondetevi dietro al vostro sito. Se credete che Google News possa fare al caso vostro indicate nel sito i vostri contat-ti. Saranno visti da Google come un atto di consapevolezza e affidabilità dell’editore che si espone al pubblico.

Leggibilità

Gli articoli devono essere sintatticamente e grammaticalmen-te corretti e le notizie non intrappolate su mille banner e video

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presenti nel sito, ma posizionati in modo chiaro e di facile con-sultazione senza pubblicità che ne influisca la lettura.

Queste sono le indicazioni che il motore di ricerca esprime a livello generale. Prendetelo come fosse un Vademecum. Vediamo ora tecnicamente quali i presupposti per essere pre-senti su Google News:

URL degli articoli

Gli url che utilizzate per i vostri articoli devono contenere alla fine almeno 3 caratteri numerici e devono essere permanenti (permalinks).

• Esempio di “permalink” sbagliato per Google News:

buzzmkt.it/dalla-a-al-seo

• url corretto per le news

buzzmkt.it/dalla-a-al-seo-156

Link degli articoli

Negli articoli devono essere presenti dei link, ma solamente in formato html. Lo spider non riconoscerà JavaScript, link grafi-ci o link contenuti in frame.

Formattazione degli articoli

L’articolo dovrà essere redatto con codice html. Google non scansionerà formati come pdf o altri formati non HTML.

Robots.txt o metatag

Se volete essere inseriti nelle “news” dovete permettere allo spider di scansionare il sito. Quindi attenzione con il file robot a non ostacolare questa opzione.

Contenuti multimediali

Come già detto, sarà preferibile utilizzare solo testo nelle noti-zie; al massimo inserire delle immagini ma consigliamo di evi-tare i filmati. Solo in alcuni casi Google preleva i filmati di You-tube integrati al sito.

Ora che sappiamo come Google gestisce le notizie e quali sia-no le linee guida per essere inclusi ecco da dove potrete inseri-re il vostro dominio per la valutazione. Clicca qui.

Capita l’importanza di “Google News” andiamo a vedere assie-me la configurazione della Sitemap specifica per questa sezio-ne di Google.

Come potrete vedere nella prossima pagina, i “tag” da inserire saranno diversi rispetto alla Sitemap ordinaria. Vediamone un esempio e capiamo queste diversità nella com-pilazione per Google News.

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<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>

<urlset xmlns="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9"

xmlns:news="http://www.google.com/schemas/sitemap-news/0.9">

<url>

<loc>http://www.example.org/business/articolo55.html</loc>

<news:news>

<news:publication>

<news:name>The Example Times</news:name>

<news:language>it</news:language>

</news:publication>

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<news:access>Subscription</news:access>

<news:genres>PressRelease, Blog</news:genres>

<news:publication_date>23-12-2008</news:publication_date>

<news:title>Società A, B in trattativa per la fusione</news:title>

<news:keywords>business, merger, acquisition, A, B</news:keywords>

</news:news>

</url>

</urlset>

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Vediamo che cosa significano questi parametri:

tag <publication>: è un tag obbligatorio che specifica la pubblicazione in cui viene visualizzato l'articolo. Ha due tag secondari obbligatori: <name> e <language>.

Il tag <name> specifica il nome della pubblicazione di notizie. Deve corrispondere esattamente al nome visualizzato nei tuoi articoli su news.google.com ( esempio: Sole 24 Ore, La Repub-blica, il mio sito, etc)

Il tag <language> specifica la lingua della tua pubblicazione. Nel caso del nostro esempio è “it” perchè in italiano.

Tag <access> è un parametro obbligatorio solamente nel ca-so l’accesso all’articolo non sia libero e per la lettura integrale della notizia sia necessario un login (nel nostro caso una sotto-scrizione- subscription).

I valori ammessi per il tag <access>sono "Subscription" e "Re-gistration", che descrivono l'accessibilità dell'articolo. Se i let-tori di Google News possono accedere all'articolo senza regi-strazione o iscrizione, questo tag deve essere omesso.

<genres>Se il nostro articolo permette di essere classificato rispetto un genere è obbligatorio mentre se non può essere classificato deve essere omesso.

Ecco i parametri che possono definire il tag “genres”:

• PressRelease (visibile): un comunicato stampa uffi-ciale.

• Satire (visibile): un articolo che mette in ridicolo il proprio argomento a scopo satirico.

• Blog (visibile): qualsiasi articolo pubblicato su un blog o in un formato blog.

• OpEd: un articolo d'opinione che proviene specifica-mente dalla sezione dell'editoriale del suo sito.

• Opinion: qualsiasi altro articolo d'opinione che non appare in una pagina dell'editoriale, ad esempio recensioni, interviste e così via.

• UserGenerated: contenuti interessanti generati da-gli utenti che sono già stati sottoposti a un processo di revisio-ne editoriale formale sul suo sito.

Tag <publication_date>con questo tag andremo a definire la data di pubblicazione dell'articolo in formato W3C, che uti-lizza il formato "data completa" (AAAA-MM-GG) o "data com-pleta più ore, minuti e secondi" con designazione del fuso ora-rio (AAAA-MM-GGThh:mm:ssTZD).

La data è quella di pubblicazione sul vostro sito o blog non quella di inserimento nella Sitemap per Google News.

Ecco Alcuni esempi su come formattare a data nelle sitemap:

Data completaAAAA-MM-GG (ad es., 1997-07-16)

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Data completa più ore e minutiAAAA-MM-GGThh:mmTZD (ad es,, 1997-07-16T19:20+01:00)Data completa più ore, minuti e secondiAAAA-MM-GGThh:mm:ssTZD (ad es., 1997-07-16T19:20:30+01:00)Data completa più ore, minuti, secondi e una frazione decima-le di secondo AAAA-MM-GGThh:mm:sTZD (ad es., 1997-07-16T19:20:30.45+01:00)

Tag <title> Il titolo dell’articolo. Lo stesso dovrebbe essere conciso ed efficente per non venire troncato da Google News per una questione di spazio.

Tag <geo_locations> queste indicazioni sono facoltative e ser-vono per Google ad identificare la località da dove provengono gli articoli. Ne consigliamo l’inserimento perchè potreste esse-re scelti come fonte attendibile per un determinato territorio e le vostre news pubblicate con molta più semplicità.

tag <keywords> Un elenco di parole chiave separate da vir-gole che descrivono l'argomento dell'articolo. Questo tag non è obbligatorio ma consigliato.

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SITEMAP IMMAGINI

1. Invio Sitemap per immagini

2. Indicizzazione su “Google Images”

SEZIONE 4

Sitemap per immaginiNel nostro lavoro di consulenti Seo abbiamo riscontrato come molte web agency o imprenditori sottovalutino l’importanza delle Sitemap, soprattutto quelle dedicate alle immagini.

Google è formato non solamente dal suo indice di “ricerca” de-gli url ma da altre sezioni dedicate (Google News, Images, Google +) che ne determinano la sua complessità.

Vorremmo farvi una domanda: “quante volte vi è capitato di andare sul motore e ricercare delle immagini?”

A noi moltissime volte perchè sappiamo che lì, potremmo tro-vare quello che cerchiamo.

Perchè allora non far sì che, per delle parole chiavi specifiche, le immagini che escono nei primi posti siano proprio le vo-stre?

Provate a pensare che, normalmente, su una pagina di un sito abbiamo uno o due testi ma numerose immagini (80% siti in Italia).

Se indicizzassimo solo la pagina testuale (intesa come domi-nio) perderemmo molteplici opportunità.

Il nostro consiglio è quello di usare un “escamotage” per mi-gliorare le vostre “perfomance” creando delle particolari Site-map per le immagini di Google.

Con questa azione permetteremo a Google di indicizzare an-che quelle immagini che potrebbero essere tralasciate perchè

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“nascoste” da codice Javascript o flash o perchè non considera-te rilevanti.

CASE HISTORY: abbiamo progettato e testato due siti specula-ri con lo stesso numero di pagine, contenuti similari e stesso segmento di mercato.

Nel primo caso abbiamo solo inviato la normale Sitemap delle pagine mentre nel secondo, anche quella relativa alle immagi-ni.

Per le stesse parole chiavi il test “B” ha ottenuto un posiziona-mento migliore, di oltre 10 posizioni sul motore di ricerca, ri-spetto la stessa keyword del sito “A”.

Visti i risultati del nostro test e ritenendo questa strategia mol-to utile per tutti i siti internet, vediamo come strutturare que-sta particolare Sitemap per poterla inviare a Google.

Prima di metterci al lavoro, e iniziare a vedere il codice, partia-mo dalla considerazione che la Sitemap delle immagini può es-sere integrata alla normale Sitemap aggiungendo alcuni tag specifici, oppure essere inviata a parte come integrazione. L’in-vio, come già sapete, può essere fatto direttamente dal vostro account di Webmaster tool.

Per esperienza professionale vi consigliamo di includerla per non duplicare il lavoro.

Vediamo assieme i tag necessari per la sua configurazione:

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<?xml version="1.0" encoding="UTF-8"?>

<urlset xmlns="http://www.sitemaps.org/schemas/sitemap/0.9"

xmlns:image="http://www.google.com/schemas/sitemap-image/1.1">

<url>

<loc>http://example.com/sample.html</loc>

<image:image>

<image:loc>http://example.com/image.jpg</image:loc>

</image:image>

<image:image>

<image:loc>http://example.com/photo.jpg</image:loc>

</image:image>

</url>

</urlset>

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Considerando il codice vediamo che l’inizio è simile a quello visto per le Sitemap ordinarie in cui si indica ai motori di ricer-ca che stiamo seguendo il protocollo Schema.org. Attenzione ad una sola riga aggiuntiva:

Successivamente dovremo inserire il tag <url> per aggiungere la prima pagina che vogliamo far “scansionare”.

Inserito l’indirizzo della pagina iniziamo a collegare tutte le immagini di interesse.

In questo caso usiamo i seguenti tag:

Come potete vedere, nella pagina precedente, per questa pagi-na segnalata sono presenti due immagini.

Chiudiamo poi con il tag </url>

Se volessimo inserire una seconda pagina con altre immagini dovremo reinserire il tag <url>nuova pagina - nuove immagi-ni</url>.

Quando avremo inserito tutte le pagine, con relative immagi-ni, inseriremo il tag di chiusura </urlset> che indicherà a Google che la lista delle pagine e le immagini sono finite.

Già quanto appena descritto vi garantirà un ottimo passo avan-ti nell’indicizzazione del sito, ma se voleste ottenere ancora maggiore considerazione, da parte del motore di ricerca, potre-

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xmlns:image="http://www.google.com/schemas/sitemap-image/1.1">

<url>

<loc>http://example.com/sample.html</loc>

<image:image>

<image:loc>http://example.com/image.jpg</image:loc>

</image:image>

<image:image>

<image:loc>http://example.com/photo.jpg</image:loc>

</image:image>

</url>

</urlset>

Page 95: Dalla A al Seo

ste inserire i seguenti “tag” che andranno a descrivere, in modo completo, le vostre immagini.

Definizione dei tag delle immagini

<image:caption> serve per inserire le didascalie delle immagi-ni (molto utile per ampliare le parole chiavi) - facoltativo

<image:geo_location> serve per definire la collocazione geo-grafica dell’immagini (utile per descrivere foto che rappresen-tano un territorio). Un esempio:

<image:geo_location>Sondrio, Italia</image:geo_location>

Noi abbiamo usato questa localizzazione sulla foto della no-stra sede di Sondrio.

<image:title> serve per inserire il “core” dell’immagine e di-viene utile per le parole chiavi.

<image:license> con questo tag si andrà ad inserire un “url” che rimanda alla licenza dell’immagine. Sembrerebbe quasi inutile se parlate di foto vostre ma, dopo vari test, abbiamo ap-purato che inserire questo tag permette di aumentare la consi-derazione di Google.

Anche il nuovo algoritmo ci consiglia questa soluzione per au-mentare il cosiddetto “Author Rank”.

Per vedere l’indicizzazione delle immagini in tempo “quasi” reale potrete utilizzare il vostro account gratuito su Webmaster tool di Google.

Mediamente l’indicizzazione delle immagini è più lenta di qualche giorno rispetto alle pagine.

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CAPITOLO 8

Landing PagesLe Landing Page sono pagine ottimizzate per met-tere in risalto un offerta o una sezione del sito in-ternet.

Sono utilizzate per attività di Pay per click o Pay per Impressium come AdWord o come soluzione ottimale per i siti multilingua.

Molti credono che basti un’offerta interessante per trovare nuovi clienti sul web,ma ben presto si rendono conto che i risultati non arrivano.

Allora che fare?

Targhetizzare il sito.

Problemi con questa sezione? Iscriviti sul forum e lascia la tua do-manda. Clicca Qui

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Le “Landing Pages” sono da considerare delle particolari pagi-ne web ottimizzate che consentono, attraverso attività di “Pay per click”, di convincere l’utente ad eseguire un’azione prede-terminata definita “Call to Action”.

Possono venire usate per vari scopi commerciali, andiamo a definirne gli utilizzi più comuni:

• Aumento dei “Leads”.

• Vendita diretta Online.

• Aumento del traffico verso il proprio sito.

• Progettazione di pagine dedicate nei siti multilingua

Generare nuovi visitatori verso il proprio sito internet è un obiettivo comune di molti nostri clienti e per raggiungere que-sto scopo utilizzano molte strategie singolarmente o in modo congiunto.

Ma quale errore commettono?

Dimenticano che l’obiettivo primario è la conversione di un semplice visitatore in un potenziale acquirente di un servizio o prodotto.

Non deve bastare che qualcuno entri a consultare il vostro sito per poi abbandonarlo! (eccezione, siti di news che vivono di meri visitatori).

Molti imprenditori, sono nella convinzione, che basti investi-re, ad esempio su attività di “Advertisement” su Google per

avere nuovi visitatori e clienti, ma il passaggio non è per nien-te banale e in questi casi il visitatore arriva al sito e lo lascia dopo pochi secondi di navigazione.

Unico risultato ottenuto: un costo per l’imprenditore!

Quello che deve essere invece valutato, per ovviare al proble-ma, è la bontà della “Landing Page” cioè di quella pagina dedi-cata in cui i visitatori vengono a trovarsi dopo aver cliccato un annuncio.

Partiamo dal principio che cliccare su un banner o “link spon-sorizzato” non comporta alcuna fatica, è un gesto naturale, mentre farlo partecipe ad una vostra azione commerciale è una forzatura che va gestita, per avere dei risultati a livello di ROI e per fargli accettare la vostra offerta.

Vediamo assieme una carrellata di errori comuni nella struttu-razione di “Landing Page” che comportano inevitabilmente in-successi delle campagne online:

• costringere il navigatore che ha cliccato sul vostro annuncio a leggere una gran quantità di testo (al 90% della gente non piace leggere, soprattutto online dove si fa molta più fatica);

• compilare dei form (spesso troppo complessi) con i propri dati personali (rischiando di ricevere ancora più spam);

• fornire il proprio numero di telefono per essere assil-lato da una ditta di telemarketing;

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Page 98: Dalla A al Seo

• inserire i dati della propria carta di credito con il ri-schio di essere truffato;

• effettuare un acquisto per qualcosa che, nella mag-gior parte dei casi, non rientra tra i beni di prima necessità.

Per evitare questi errori grossolani bisogna dedicare del tem-po alla progettazione e al test delle stesse LP perchè sono un elemento chiave in ottica di campagne di web marketing.

Quindi come possiamo garantire delle buone performance al-la nostra attività?

Come prima cosa dobbiamo garantire congruenza fra la “Call to Action”, che ha portato l’utente al nostro sito, e il contenuto della nostra pagina.

Evitare di far arrivare il nostro nuovo visitatore su una pagina anonima come la “homepage”; dobbiamo creare una pagina dedicata. L’utente non ha tempo da perdere e vuole capire tut-to in breve tempo per poi decidere con calma.

Molte volte poi, un errore comune è quello di utilizzare annun-ci come “Specchietto per le allodole” non mantenendo per nul-la, sulla Landing Page, le promesse della “Call to Action”.

Per esempio vengono creati annunci con Adword che promet-tono uno sconto su dei prodotti del 50%; il navigatore, attratto dall’offerta, clicca e si trova nella condizione che, per ottenere questo sconto, deve garantire una spesa minima altrimenti lo sconto sarebbe solamente del 5%. Ottimo comunque lo sconto ma le aspettative non sono state soddisfatte.

Risultato: abbiamo appena perso un cliente potenziale.

La coerenza poi fra la “Call to Action” e la Landing Page è fon-damentale. Dobbiamo dare garanzie al visitatore non creargli confusione.

Se la Landing Page comprende un form di contatto non siate assillanti, bastano 2-3 campi per poi contattare il visitatore di-rettamente. Se richiedete troppe informazioni il visitatore si stuferà e, con un click, lascerà il vostro sito.

La Landing Page deve essere corta e ben strutturata, senza bar-re di scorrimento laterali che sviino l’attenzione del visitatore. Secondo gli esperti, la media del tempo di un visitatore su una Landing page è meno di 8 secondi prima di abbandonarla. Quindi elemento fondamentale sarà aumentare questa media di permanenza sul sito attraverso alcuni accorgimenti (fonte: tagliaerbe.com)

“1. Attira l’attenzione: il principale elemento che si oc-cupa di attirare l’attenzione è l’headline. Secondo David Ogilvy, copywriter di fama internazionale, “l’headline è l’ele-mento più importante nella maggior parte degli annunci pub-blicitari. In media viene letto 5 volte di più rispetto al resto del testo. Se non hai iniziato a vendere direttamente nell’headline, hai sprecato l’80% del denaro del tuo cliente.”

2. Utilizza Url leggibili: un indirizzo facile da ricorda-re, senza slash o trattini, scritto in minuscolo (tutto in minu-scolo con le iniziali delle parole in maiuscolo) e con delle key-

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Page 99: Dalla A al Seo

word rilevanti per il target. Solo il 23% delle campagne B2B li utilizza (il 33% nel B2C).

3. Ripeti l’offerta nella stessa forma del messaggio pro-mozionale: l’utente deve capire immediatamente di essere arri-vato nel posto giusto. L’incoerenza genera confusione ed allon-tana il potenziale cliente dalla conversione.

4. Utilizza lo stesso look & feel in tutti gli elementi del-la campagna: che si tratti di email, newsletter, banner, collega-menti sponsorizzati, product spotlight o Landing page, devo-no essere tutti coerenti in modo da non far dubitare l’utente di essere arrivato nel posto sbagliato.

5. La “Call to Action” deve essere ben visibile: possibil-mente “above the fold” (nell’area dello schermo visibile senza effettuare lo scroll della pagina). Utilizza delle frecce, dei box colorati, delle immagini e dei titoli in grassetto per evidenzia-re la “Call to Action” della tua Landing Page.

6. Elimina la barra di navigazione: distrae l’utente e lo allontana dall’azione di conversione.

7. Form semplici e funzionali: non chiedere mai più informazioni di quante siano realmente necessarie. Effettua la validazione sia lato client (tramite Javascript) che lato server e metti in evidenzia i campi obbligatori (meno ci sono meglio è). Se la tua azione di conversione richiede molte informazioni (es. l’ordine di un prodotto), inserisci nella Landing Page solo pochi campi (es. nome ed indirizzo email) in modo da non spa-

ventare l’utente ed invogliarlo ad iniziare il processo di conver-sione.

8. Crea dei titoli e sottotitoli efficaci: utilizza questi ele-menti per mettere in evidenza le informazioni chiave. Struttu-ra la pagina in modo che il visitatore possa coglierne il senso anche saltando da un punto all’altro della Landing Page senza soffermarsi a leggere ogni frase.

9. Utilizza gli stili per mettere in evidenza i concetti chiave: sfrutta il grassetto, il corsivo, dei box evidenziati, dei colori di sfondo, delle frecce ed altri elementi grafici per spin-gere lo sguardo dell’utente lungo un percorso che lo porti fino all’azione di conversione.

10. Sfrutta le liste puntate e numerate: le liste sono otti-mi strumenti per riassumere le caratteristiche ed i benefici del-la tua offerta. Inserisci un massimo di 7 elementi in ogni lista e posiziona quelli più persuasivi all’inizio (la parte più letta).

11. Metti l’hero shot (es. la foto del prodotto) in eviden-za: posizionalo in alto a sinistra, rendilo cliccabile (l’utente se lo aspetta ed è una delle prime azioni che fa) e magari fagli aprire un popup o un floater nel quale descrivi i benefici chia-ve della tua offerta ed inviti l’utente ad agire.”

Conclusioni: Seguendo queste poche righe abbiamo definito gli errori e messo le basi per la creazione di “Landing Page” professionali.

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Le Landing Page quindi possono essere considerate una spe-cie di “sito ottimizzato” all’interno di un “sito internet”. Nel senso che potremmo creare il nostro sito internet e allo stesso tempo creare delle sezioni che comprendano delle Landing Pa-ge seguendo le loro regole appena descritte. Nelle pagine pre-cedenti abbiamo parlato di LP legate ad attività “pushing” ab-binandole ad esempio ad AdWord.

Ma non credente che possano essere utilizzate anche in conte-sti naturali? Cioè essere utili anche per i normali visitatori che, ogni giorno, consultano il vostro sito internet? Assolutamente si!

Per rispondere alla domanda vi segnaliamo anche un test che abbiamo predisposto su un campione di circa 130 alberghi sparsi in Italia, contattando i vari gestori attraverso un intervi-sta anonima.

Le domande che abbiamo fatto sono state parecchie e faceva-no parte di un nostro studio del mercato turistico italiano ma, per l’esempio, ve ne riportiamo due che già ci danno degli otti-mi indicatori:

- utilizzate pagine ottimizzate per le vostre offerte (domanda A)

- qual’e il tasso di conversione diretta dalla pagina “offerte” in media (cioè quanti clienti hanno accettato l’offerta e vi han-no contattato direttamente dalla pagina attraverso ad esem-pio un modulo di contatto- monitoraggio con Google Analytics) (domanda B)

Guardate i risultati dell’indagine:

Dall’analisi di hotel 3 e 4 stelle possiamo notare che chi ha usa-to le landing page, anche per la sezione “offerte”, riesce a con-vertire (cioè a far utilizzare azioni di “Call to Action”) con per-centuali molto più alte.

Per gli hotel tre stelle si raggiunge fino al 43% di conversioni rispetto alle 18% raggiunto dal campione che non ottimizza le pagine. Tale percentuale sale per gli hotel 4 stelle in modo an-cora più considerevole.

Ovviamente questi dati sono conseguenza di molti fattori ma ci indicano che le Landing page possono garantire una perfor-mance più rilevante.

Le Landing page sono propedeutiche per i siti monolingua ma anche per i siti con versioni linguistiche diverse per ottimizza-re i gusti dei possibili clienti esteri.

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DOMANDA A DOMANDA B

Hotel 3*

USA LP 40% 43%

Non USA LP 60% 18%

Hotel 4*

USA LP 65% 40%

Non USA LP 35% 25%

Page 101: Dalla A al Seo

Sicuramente, a livello di programmazione del sito, i tempi e i costi potrebbero aumentare ma, questo costo, potrebbe essere ammortizzato semplicemente con l’aumento delle conversioni e vendite.

L’argomento ed un esempio grafico è stato trattato con esempi grafici parlando delle DEM.

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Page 102: Dalla A al Seo

CAPITOLO 9

DEMLe DEM sono delle particolari newsletter che una società manda per far conoscere i propri prodotti o servizi ad un database di clienti che non cono-scono direttamente l’azienda.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• INTRODUZIONE• OCCHIO ALLE TRUFFE

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Page 103: Dalla A al Seo

Le DEM sono molto utilizzate nelle campagne marketing e la loro funzione principale è quella di far conoscere il proprio bu-siness a potenziali nuovi clienti. Questo strumento viene utiliz-zato sia in Italia che a livello internazionale. Vediamo assieme i loro risultati (fonte Google -2011) e come sono strutturate.

L’attività Dem comprende tre fasi:

• Studio e grafica della DEM (si definisce una grafica accatti-vante dell’email che viene inviata).

• Creazione della Landing Page (è quella pagina interna al vo-stro sito o esterna che viene creata per far “atterrare” coloro che cliccano sui link presenti sulla DEM).

Le DEM, a differenza delle Newsletter, vengono mandate ad utenti di cui non abbiamo alcun contatto e che non sono stati nostri clienti. Ci sono società specializzate che vendono questo servizio garantendo il numero di contatti a cui verranno invia-te queste email. Tutti questi contatti hanno dato (o avrebbero dovuto dare) il loro consenso a queste società per l’invio di ma-teriale promozionale. La responsabilità rimarrà comunque al-le società venditrici del servizio nel caso un cliente vi citi per “Spamming”.

Come dovrebbe essere strutturata la DEM:

• deve contenere un immagine emozionale che riguar-di il vostro business

• l’offerta contenuta sarà descritta nella parte centra-le dell’email

• si inserisce uno o più link (sconsigliato) che rimandi-no il lettore della dem alla vostra “Landing Page”. Preferibile non usare link che mandano ad una mail (Mail to: [email protected]).

• normalmente si enfatizza il prezzo o lo speciale van-taggio associato alla Dem stessa.

Come deve essere strutturata la Landing Page associata:

• deve riprendere la grafica utilizzata nella Dem per dare continuità all’azione ed essere coerente.

• l’offerta della Dem deve essere immediatamente visi-bile sulla Landing Page.

• si dovrebbe inserire un “contact form” per avere un contatto immediato con il lettore interessato della Landing Page ma con pochi campi da compilare!

Abbiamo compreso che per ottenere questo servizio ci dobbia-mo affidare a delle aziende specializzate; analizziamo ora i co-sti e benefici: a livello di ROI.

Costi Medi in Italia: per un invio a 50.000 contatti il costo è variabile dai 900-1400 euro più iva.

Seguendo una media di risultato i parametri sono (esempio con invio a 50.000 email):

• Email Inviate 50.000

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Page 104: Dalla A al Seo

• Persone che hanno ricevuto la dem e “cliccano” per accedere alla Landing Page della proposta sono dal 3 al 5%, considerando un 4% esemplificativo saranno 2.000

• Persone che compilano il form (chiamate “leads”) sono mediamente dal 3 al 4%. Per il nostro esempio conside-riamo il 3,5%. Avremo in questo caso 70 form compilati.

• Potenzialmente avremo circa 70 possibili clienti su 50.000 invii.

A livello economico come lo potete valutare?

Riprendendo l’esempio di prima consideriamo di essere un ho-tel che si affida a questa attività . L’hotel vende con questa pro-posta la settimana bianca a 599,00 €. Vediamo quali possono essere i risultati del ROI.

• La DEM costa da 1.000 a 1.500 € per 50.000 email contattate.

• La settimana bianca vale al commissionante  599,00 €.

• I form e clienti potenziali potrebbero portare un ri-cavo di circa 42.000 €.

Visti questi risultati verrebbe da pensare che questa attività sia molto redditizia ma, attenzione, la realtà non è sempre così rosea. Seguite le prossime pagine che parleranno di come evi-tare “truffe” commissionate da web agency che propongono

DEM miracolose ma alla fine ci si trova senza alcun beneficio economico.

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DEM: POSSIBILITÀ O RISCHIO?

1. Occhio alle truffe

SEZIONE 1

Occhio alle truffeLe DEM come abbiamo descritto, possono essere considerate uno strumento di web marketing di alto impatto sul ROI ma, allo stesso tempo, possono risultare senza alcun ritorno econo-mico sull’investimento.

Ma allora quali sono i parametri per valutare una società che vi offre questa soluzione?

• chiedete da dove provengono le email utilizzate per la DEM (il loro database), fatevi dire i siti di raccolta “leads” per valu-tare se sono coerenti e profilati rispetto al vostro business.

• Se vendete pellicce e le email raccolte provengono dal sito lega per la tutela degli animali non siete messi bene e, oltre ad avere un basso ritorno economico, rischiate di peggiorare la vostra “Brand reputation”.

• fate “settare” i link della DEM con Google Analytics per veri-ficare la provenienza dei lettori. Se provengono in gran parte da un luogo circoscritto potrebbero essere state visite pilota-te da un network della società stessa.

• chiedete alla società di mettere per iscritto i risultati medi che hanno già ottenuto con progetti precedenti. Avere que-sto significa poter verificare direttamente la bontà delle loro proposte.

• diffidate se vi garantiscono oltre il 5 percento di compilazio-ni form (nuovi leads) o chiedete, per iscritto, che il costo del-la DEM sia inferiore se queste percentuali non vengono rag-giunte. Bilanciate il rischio dell’investimento.

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• fate fare alla Società oltre alla grafica della DEM anche la “Landing Page” per non dare a loro alibi su performance ne-gative.

Succede molto spesso che, delle società, nascondono le loro colpe dietro a pseudo errori di concezione della Landing page, magari fornita dal proprietario del sito o dal vostro webmaster. Se invece la Landing Page la fornite voi, fatevi fare un checkUp prima dell’invio e SOLO dopo, che la società ha dichiarato la sua idoneità, fate iniziare la spedizione.

Se non vi garantiscono questi presupposti consigliamo di cam-biare fornitore!

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CAPITOLO 10

be SOCIAL Il Web Marketing fino a 10 anni fa era principal-mente basato su siti vetrina, banners o su net-work più o meno locali.

Con l’arrivo dei Social Networks tutti gli equilibri sono stati spostati ed ora, chi non è “Social”, esce dal mercato Web.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• SOCIAL NETWORKS• PROMUOVERSI SU TWITTER• FANPAGE SU FACEBOOK• WELCOME PAGE• IFRAME APP• ECOMMERCE SU FACEBOOK• WOOBOX• HASHTAG• ENGAGEMENT SU FACEBOOK• FACEBOOK INSIGHT• ERRORI SU FACEBOOK

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SOCIAL NETWORKS

1. FACEBOOK leader maximo

2. TWITTER e gli altri Social

SEZIONE 1

Social NetworksQuando parliamo di Social Media il 90% dei nostri clienti ci indica come leader massimo la creatura di Mark Zuckenberg: “Facebook”.

Effettivamente, questo progetto canalizza oltre 900 milioni di utenti ed è il principale attore dei cambiamenti online degli ul-timi dieci anni.

In questo capitolo cercheremo di fare chiarezza su quali siano le “reali” possibilità di fare “business” attraverso la “Social Communication” online.

Ma esiste solo Facebook? Assolutamente no!

Attualmente il mercato italiano è interessato maggiormente a 6 social networks:

Facebook | Twitter | Foursquare | Linkedin | Google + | Pinte-rest

Ognuno dei quali ha delle peculiarità per colpire il B2B e il B2C ma, in questo contesto, andremo ad analizzare solamente Facebook e Twitter.

Il primo principio “Social” che vorremmo passarvi è il seguen-te:

“Social Communication significa socializzare NON stressare”

Non dimenticate questo suggerimento, potrebbe danneggiare l’immagine del vostro brand in modo indelebile.

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Per prima cosa andiamo a definire le differenze sostanziali fra i due networks più diffusi: Facebook e Twitter, per capire la tipologia di relazione fra gli utilizzatori. (vedi tabella sinteti-ca).

Apprese le differenze di base, ma sostanziali dei 2 networks, orientate il vostro interesse verso azioni di promozione della vostra azienda nel contesto “Social”.

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ATTIVITÀ TWITTER FACEBOOK

Tipologia di Relazione Followers & Following Amici

Condivisione

quello che inserisco v i e n e v i s t o d a l l e p e r s o n e c h e m i seguono seguendo il l o r o f l u s s o d i informazioni.

quello che voglio condividere sarà visto dai miei amici, e, se non applico la privacy, dagli amici che consultano la bacheca dei miei amici

Cosa Vedo I “Tweets” delle persone che seguo

Quello che viene inserito dai miei

amici

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TWITTER

1. Alcuni suggerimenti per creare cinguettii efficaci

2. Case History

SEZIONE 2

Promuoversi su TwitterSe avete avuto l’occasione di utilizzare i Social, saprete che i “Post” sulle bacheche (Timeline) di Facebook e ancor di più i “Tweets”, scorrono via velocemente, costringendovi ad aggior-nare frequentemente i contenuti in modo da non piombare in breve tempo nell’invisibilità,.

Twitter, da meno di un anno, ha proposto la una soluzione a questo problema creando una formula pubblicitaria chiamata  “Promoted Tweets“.

I Promoted Tweets, ovvero i “messaggi Twitter sponsorizza-ti”, possono comparire come risultato in una ricerca, nella “ti-meline” dell’azienda promotrice o in quella degli utenti e so-prattutto… rimangono ben visibili anche per giorni (senza ve-nire schiacciati dai messaggi degli altri utenti).

Questi messaggi possono (come in Facebook gli advertise-ments) essere geo-localizzati, filtrati per settore etc. In Italia questa tipologia di promozione sembra ancora non disponibi-le, nonostante ci siano presenti già aziende italiane con merca-ti internazionali. Quindi se il vostro mercato esce dall’Italia, la scelta potrebbe essere molto interessante e proficua.

ATTENZIONE: per ora il servizio è in fase Beta e non tutti gli inserzionisti vengono accettati, ma abbiamo voluto segnalarvi questa possibilità perchè, secondo noi, sarà un ottima via co-municativa. Essere fra i primi utilizzatori creerà per la vostra azienda un “plus competitivo”.

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Per conoscere i costi dovete contattare Twitter a questo indiriz-zo https://business.twitter.com/en/advertise/start/ indican-do quanto volete investire (1.000, 5.000, 10.000 o 25.000 dol-lari…) e i vostri dati personali.

Ma qual’è la novità rispetto Adword?

Questo sistema si basa sul cosidetto PPE (Pay-Per-Engage-ment ) rispetto il più conosciuto PPC (Pay-Per-Click) di Ad-Word.

Il Pay-Per-Engagement (PPE) si paga solamente se un tweet sponsorizzato viene ritwittato, messo tra i preferiti, se riceve un reply o un click!

Quindi questo meccanismo ha tutti i presupposti per essere virale e sicuramente adatto alla clientela del network!

Ma oltre a sponsorizzazioni sul social, esistono altre vie di co-municazione che potrebbero fare al caso della vostra azien-da?

La risposta è si, vediamo quali siano le maggiori possibilità of-ferte attraverso Twitter:

• Comunicazione di valore (a)

• Customer satisfaction (b)

• Consolidamento del brand (c)

Il 90% delle aziende italiane utilizza Twitter solo per comuni-care le proprie offerte e, si rendono conto in breve tempo, che al pubblico del network (a differenza di Facebook) non interes-sano le proposte commerciali.

Risultato? Il “Tweet” scompare dalle bacheche frenetiche dei “followers” in pochi secondi. La migliore soluzione a questo problema è utilizzare una comunicazione commerciale misura-ta a pillole ben dosate. Se il vostro account lo utilizzate come strumento “informativo” sul vostro settore con contenuti di “alto valore formativo o conoscitivo” vedrete come il vostro “tweet” avrà un seguito di tipo virale e colpirà molti più utiliz-zatori attraverso i “retweets”.

Facciamo un esempio: il vostro “core business” è l’ospitalità in Sardegna e siete proprietari o responsabili marketing di un ho-tel**** stelle.

Se la vostra comunicazione su Twitter si basasse solo su “last minute a ...euro” oppure “il prossimo weekend soggiorna da noi a soli..” vedrete come queste micro informazioni (ricorda-te che si possono usare solo 140 caratteri) sarebbero dimenti-cate in pochi secondi.

Se invece programmate di inserire su Twitter 20 tweets al gior-no e li dosate secondo la % seguente: 20% offerte | 80% infor-mazioni non commerciali raggiungerete un risultato sorpren-dente.

Ma che cosa raccontare per soddisfare quell’80% di informa-zione? Ecco alcuni spunti:

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1- L’esperienza dei vostri clienti (con nomi e cognomi -o nickname di Twitter) nella vostra struttura e/o dei servizi in-terni ed esterni utilizzati dagli stessi( ad esempio se hanno uti-lizzato il vostro centro benessere) coinvolgendoli nella discus-sione. Per questa attività serve il loro consenso sulla privacy!

2- Raccontando le bellezze del vostro territorio.

3- Raccontando di eventi, tradizioni e quant’altro della vo-stra zona di appartenenza.

In questi casi vedrete aumentare il vostro numero di “fol-lowers” in modo organico e creerete un senso di appartenenza (punto 1) verso i vostri clienti aumentando la fidelizzazione.

b)-c)customer satisfaction: Twitter è uno strumento importan-tissimo per la gestione dei vostri clienti. Pensatelo come fosse il vostro call center!

Poter interagire con il cliente direttamente diventerà un vo-stro plus.In tempo reale, potrete dare informazioni o assistenza e au-mentare la fiducia dei clienti acquisiti e potenziali consolidan-do il “brand” in modo spontaneo.

Questo utilizzo potrebbe essere indicato per:

• pre vendita prodotto/servizio: dando informazioni che spin-gano alla decisione di acquisto.

• post vendita come customer service.

Se non credete che questo utilizzo sia redditizio lasciateci par-lare di due casi di successo.

• PRIMO CASO: @Pepsi o @PepsiCo

Pepsi, fra le multinazionali del settore, è ancora un brand un po’ in vecchio stile, ma da un paio di anni ha iniziato ad utiliz-zare strumenti del XXI secolo per collaborare e costruire rela-zioni con i consumatori.Per anni, PepsiCO ha avuto diversi numeri verdi che i consu-matori potevano chiamare per dare un feedback sui prodotti. Le persone chiamavano spessissimo e l’azienda considerava tutto questo molto positivo per un monitoraggio sui loro pro-dotti.Ma quando i brand managers di Pepsi hanno capito che aveva-no bisogno di modi più rapidi ed efficienti per connettersi con la loro clientela, hanno iniziato ad usare Twitter.

Ma quali erano gli obiettivi?

1- ascoltare il cliente

2- parlare ai consumatori

3- capirne i gusti per anticipare i concorrenti.

La compagnia crede che le discussioni su Twitter siano diverse da quelle del numero verde.

Chi chiama tende a concentrarsi sul prodotto. Chi “twitta” in-vece, tende a dare opinioni non soltanto sui prodotti ma anche sulle promozioni. Come dichiarato dal responsabile marke-

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ting del gruppo: “ attraverso Twitter i clienti sentono di essere invitati a dare la loro opinione sul modo in cui il brand dovreb-be svilupparsi, e vanno sempre molto nel dettaglio“. - SENSO DI APPARTENENZA

Dopo il lancio di Pepsi Throwback, l’azienda è stata in grado di raccogliere reazioni a caldo ed ha anche scoperto che rispon-dere alle domande può rivelarsi molto produttivo su Twitter. Anche qualcosa di semplice come “Quante Pepsi bevete al gior-no?” ha generato molte discussioni.

Questo significa che Twitter è uno dei pochi sistemi di comuni-cazione bidirezionale fra azienda e clientela che garantisca una viralità comunicativa in breve tempo creando i presuppo-sti di una relazione concreta.

IN EVIDENZA: I gestori del brand Pepsi trovano che Twitter sia utile non solo per dare rapide risposte ai consumatori, ma anche per dare rapide risposte all’azienda stessa. Questo per-mette loro di anticipare i concorrenti e migliorare i loro “stan-dards”.

• SECONDO CASO: @DellOutlet

Dell Outlet è una multinazionale dell’informatica con un dipar-timento specializzato in vendita di apparecchiature rimesse a nuovo e altre giacenze che devono essere vendute in un breve lasso di tempo. La loro necessità li ha costretti a dover diffon-dere il messaggio comunicativo in maniera rapida ma allo stes-so tempo efficace.

Dopo aver provato con l’email marketing e web marketing tra-dizionale ha scelto di iniziare con la “social communication” e scegliere, come strumento diffusivo Twitter.

Il loro utilizzo del network non si basa solamente sul far cono-scere i prodotti alla clientela ma, l’azienda, ha iniziato a pensa-re a questa piattaforma come il luogo più adatto per interagire con i clienti e quindi aumentare la conoscenza del brand .

Con queste parole il responsabile comunicazione ha definito Twitter: “Quando rispondiamo alle persone su Twitter, loro si emozionano, e noi otteniamo di conseguenza più sostenitori del nostro brand”.

Ciò non significa che Dell Outlet abbia abbandonato le offerte dei prodotti ma utilizza la strategia prima menzionata del 20-80% sui contenuti della comunicazione.

DellOutlet poi ha inserito un nuovo elemento: le promozioni commerciali sono state studiate per essere esclusive per gli utenti Twitter. -ESCLUSIVITA’

Come ultima analisi di Twitter andiamo a dare alcuni spunti perchè il vostro “Tweet” venga “retwittato” creando traffico vi-rale per la vostra azienda:

1. INCLUDETE SEMPRE UN LINK

In soli 140 caratteri è difficile esprimere dei contenuti di livel-lo; aggiungendo un link al “tweet” potrete ottenere due risulta-ti: “in primis” interessare il lettore espandendo il loro senso di curiosità; secondo vi aiuterà ad aumentare il traffico verso un

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contenuto del vostro sito. In altre parole, imparate a racconta-re tutta la storia puntando sul link la parte importante del mes-saggio. Una piccola strategia per salvaguardare i caratteri del link è l’utilizzo di un “Shortener URL” come bit.ly.

2. NON USARE TUTTI I 140 CARATTERI

Questo è un trucco che usano gli utenti “PRO”. I “tweets” so-no sempre ben al di sotto dei 140 caratteri. Perché? Per rende-re più facile il retweet  naturalmente.

Un Tweet corto lascia spazio per l’@nome del “retweeter” e permette  un po’ di spazio per eventuali ulteriori commenti.

3. QUANDO RIPOSTATE UN TWEET, AGGIUNGETE QUAL-COSA DI ORIGINALE

Quando fate un “retweet” aggiungete del vostro. Rendete il vo-stro commento un po’ più originale e diverso. Quando riposta-te un Tweet di qualcun altro, aggiungete una vostra osservazio-ne o commento. Questo vi farà apparire interessanti, e invo-glierà le altre persone a “retweettarvi” sia ora che in futuro.

CONSIGLIO:Non usate solo la tecnica del “retweet”, fatevi co-noscere anche per vostri pensieri e contenuti originali.

4. COSTRUITE LA VOSTRA CREDIBILITA’ CON IL BIO E L’ URL

Proprio come “About Me”  su un blog che è la chiave per stabi-lire la credibilità di un blogger, il minuscolo spazio della pagi-na del vostro profilo di Twitter è ugualmente importante. Pre-

cisate il vostro nome e cognome, e inserite un link verso qual-cosa che costruisca la vostra credibilità come la pagina “contat-ti” del vostro sito o blog.

Se non disponete di un sito web o blog, potreste usare, ad esempio, la pagina aziendale su LinkedIn o anche volendo Fa-cebook.

Credibilità significherà maggiori followers!

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SEZIONE 3

Fanpage su FacebookFACEBOOK: uso B2B e B2C del Social Network

Facebook è ill social network per eccellenza e fonte, ogni gior-no, di novità e soprattutto opportunità per le aziende che inve-stono nella comunicazione sociale. Andiamo ora a vedere qua-li opportunità sono a disposizione per le aziende, come confi-gurare la propria pagina e come gestire le strategie.

1- Creazione della Fan Page.

2- Creazione e Gestione della Welcome Page.

3- Inseriamo il sito aziendale in Facebook.

4- Nuove opportunità.

5- Uso dei Tag immagini

1- CREAZIONE DELLA FANPAGE

Iniziamo il nostro viaggio creando la pagina istituzionale sul social network della vostra azienda. Vediamo come configura-re una nuova “Fanpage” su Facebook dopo l’introduzione del-la nuova Timeline.

a)accedete al vostro account Facebook

b)accedete al seguente dominio http://www.facebook.com/pages/create.php

c) scegliete il vostro business, definite il nome della fanpage e cliccate su “Get Started”

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FACEBOOK

1. Introduzione

2. Creazione di una Fanpage

3. Cenni sulle Welcome page

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d)inserite il logo aziendale

e) inserite i dati dell’azienda, il dominio del sito aziendale e confermate.

CONSIGLIO: siate esaustivi e utilizzate parole chiave in linea con il vostro business per essere maggiormente indicizzati sul social network.

f) siete arrivati nella vostra fan page. Ora dovrete definire la parte grafica, per diventare appetibili agli occhi di eventuali potenziali clienti.

Nella figura successiva potrete vedere le giuste proporzioni uf-ficiali per le foto da inserire come “Header” e per l’icona del vostro profilo aziendale.

CONSIGLIO:Per la grafica è preferire non usare immagini troppo pesanti, massimo 100-150 dpi e con un massimo di 50-80 kb.

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CREARE UNA FANPAGE TIMELINE FACEBOOK

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Una volta configurata la Timeline sarete pronti per iniziare la vostra promozione su Facebook.

2- WELCOME PAGE su FACEBOOK

Una strategia di successo è quella di creare una “Welcome Pa-ge” (inserita nella fanpage), per i nuovi frequentatori del vo-stro profilo aziendale, una “homepage” della pagina Facebook personalizzando la vostra azienda e distinguendola dalle mi-gliaia presenti sul network.

Vediamo ora delle Welcome Page di successo:

Welcome Page di REDBULL, utilizzata per i “non fan” della pa-gina per aumentare il numero di fans alla loro pagina.

CONSIGLIO: l’immagine da inserire è di 520 pixel di larghez-za e con un’altezza che non superi i 600 pixel per non costrin-gere il visitatore a utilizzare lo “scroll” laterale per vederla completamente.

Qui sotto vedete invece la pagina di Coca Cola.

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WELCOME PAGE secondo REDBULL

WELCOME PAGE secondo COCA COLA

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Ora che abbiamo visto come si comportano i migliori dobbia-mo configurare l’immagine coordinata della vostra azienda.

In entrambi i casi la scelta dei due brand è ricaduta su una pa-gina con varie funzioni che riportano al loro sito istituzionale. Per essere come loro dovremmo creare una specie di sito inter-net da integrare su Facebook con tutte le difficoltà del caso.

La tendenza nel social è quella di caricare solamente un’imma-gine della propria azienda magari con un link che invia al sito e una richiesta esplicita a cliccare “I Like”. Questa è la soluzio-ne più semplice ma per noi non soddisfacente.

Noi vogliamo avere le loro stesse possibilità!

Per creare qualcosa di molto simile utilizzeremo due servizi gratuiti: “I frame App” e “Pagemodo” senza dover utilizzare nemmeno una riga di codice!

Non vi resta che scoprirli nei prossimi capitoli.

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SEZIONE 4

Welcome PageOra che abbiamo capito come si muovono due colossi come Red Bull e Coca Cola andiamo a prepararci per creare la vo-stra “Welcome Page”.

La prima cosa da fare sarà creare la parte grafica dell’immagi-ne da utilizzare o il codice html da incorporare.

Su Facebook ci sono moltissimi servizi a vostra disposizione, noi abbiamo scelto per voi “Pagemodo” che negli ultimi mesi, è diventato leader del settore.

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Potete iscrivervi con il vostro account di Facebook

PAGEMODO

WELCOME TO MY FACEBOOK

1. Creazione Welcome Page

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Con Pagemodo la configurazione è ancora più semplice per-chè vi permetterà di muovervi senza conoscere la programma-zione e poter proporre come “Welcome page”, non solo delle immagini ottimizzate, ma vere e proprie “Landing Page” pro-fessionali.

Nel caso gestiste solamente una fanpage con questo servizio sarebbe completamente gratuito.

Vediamo allora come impostare il vostro account e gestire la configurazione della pagina.

La prima cosa da fare sarà quella di creare un account. Lo po-trete trovare qui. Ovviamente essendo studiato per Facebook potrete utilizzare il vostro account del social network per iscri-vervi in pochi secondi.

Una volta entrati nella dashboard del sito inizierete a scegliere il template e tutti gli elementi che comporranno la vostra “Wel-come page”.

La prima cosa da fare sarà di cliccare su “Nuova Scheda” (foto 2) ed abbinare “Pagemodo” ad una vostra fanpage già esisten-te. Se non lo aveste ancora fatto la potrete creare direttamente da qui. Nel nostro caso abbiamo scelto la fanpage di “Buzz Mkt”. Ora che abbiamo abbinato il servizio alla Fanpage andre-mo a definire il tema che vogliamo applicare per la “Welcome Page” scegliendo fra quelli disponibili (foto 3). Nella scherma-ta che si aprirà c’è ne saranno molti, dovrete solamente decide-re quale possa essere maggiormente calzante per la vostra atti-vità. Fra le scelte a disposizione troverete temi gratuiti e temi

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Page 121: Dalla A al Seo

“PRO” a pagamento.

Una volta scelto il tema (sarà sempre cambiabile in un secon-do momento) iniziamo a modificarne il layout.

Come potete vedere nella prima foto qui sotto avrete, nella co-lonna di sinistra, varie possibilità di layout per ogni singolo te-ma (tre colonne;1 colonna + testo etc.).

Ora dovrete fare le prime scelte:

1) Scegliete il layout (noi abbiamo scelto le tre colonne con im-magine).

2) Scegliete i colori di “background” (gallery immagine 2) clic-cando su “impostazioni avanzate sfondo” o inserite un im-magine dal vostro computer.

3) Cliccate su “Fase Successiva” e iniziate a modificare i conte-nuti della vostra pagina.

Scelta del layout del tema

TEMA PAGEMODO

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4) Cliccate sui vari elementi della pagina e inserite le vostre im-magini e testi.

5) Cliccate poi su “completato”

Ogni azione può essere modificata anche in un secondo momento.La vostra “bozza” della “Welcome Page” è completa-ta, cliccate due volte su vai alla”fase successiva” e modificate l’icona che comparirà nella vostra fanpage. L’immagine che troverete in questa fase sarà la seguente:

Ora non vi resta che cliccare su “Gratis”, come da immagine successiva, e poi su “pubblica” per godervi la vostra prima Tab!

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SITO SU FACEBOOK

1. Inseriamo il vostro sito sul Social Network

SEZIONE 5

Sito su FacebookSe la “Welcome Page” vi sembra riduttiva per spiegare chi sie-te, vi proponiamo di inserire il vostro sito direttamente su Fa-cebook.

Vediamo assieme come fare:

1- andate su Facebook e cercate “I Frame Apps”; lo trovate al seguente indirizzo qui

Sulla parte sinistra in alto scegliete su quale “Fanpage” appli-care questa “tab”.

Vedrete comparire il logo della vostra pagina sempre nel stes-so punto della schermata.

Nella parte destra (Set Up tab) avrete una serie di opzioni da poter scegliere. Cliccate su “Url” e inserite semplicemente il vostro dominio.

Una volta inserito il dominio, cliccate su “Save”. Il vostro sito sarà consultabile anche su Facebook!

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Se il sito viene troncato in larghezza, predisponete la versione “mobile” dell’url del vostro sito o una versione adattata per le pagine di Facebook (massimo 800 pixel di larghezza).

Anche in questo caso se avete predisposto per il vostro sito un “Responsive Design” questo si adatterà perfettamente alla nuo-va collocazione sul social network.

Ma le opportunità con questa piccola applicazioni sono molte-plici. Guardate la figura sotto:

L’applicazione vi permetterà di inserire direttamente anche co-dice html (per i più esperti). Potrete, in questo modo, creare una pagina “ad hoc” direttamente da “Iframe App”.

Questa “App” potrebbe essere molto interessante per creare su Facebook delle Landing Page ottimizzate per il vostro busi-ness! Potete crearne gratuitamente fino a 10 per ogni fanpage che gestite. I grandi marchi le utilizzano per le offerte dei pro-dotti, per presentarsi etc.

Con un pò di lavoro grafico e codice html potrete sbizzarrirvi e garantire la giusta “unicità” comunicativa della vostra azienda sul web.

CONSIGLIO: fate una scansione dalle fanpage dei grandi mar-chi, presenti su Facebook, che trattano il vostro business; tro-verete degli spunti molto interessanti per lo sviluppo del vo-stro caso.

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BLOOMMING

1. Vendere su Facebook

2. Blooming, Ecommerce per social network e siti internet

SEZIONE 6

Ecommerce su FacebookAbbiamo imparato come muoverci su Facebook e creare delle presentazioni professionali per noi o la nostra azienda. Ora vo-gliamo mostrarvi come poter vendere direttamente i vostri prodotti o servizi online tramite il Social Network.

Anche per questo scopo useremo un’applicazione; il suo nome è Blomming, un ecommerce ideale per siti internet e, ovvia-mente per Facebook.

Potete accedere alla sua console da qui.

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Il Signup al sito può essere fatto direttamente con l’account di Facebook

Registrazione su Blomming

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Vediamo allora come aprire il vostro primo “eShop”.

Una volta entrati nella console andate su “modifica le imposta-zioni e poi su “impostazioni dello Shop” (fig.1).

Inserito il nome del negozio, l’indirizzo dello stesso e il logo sarete pronti alle prime impostazioni sui prodotti (fig 2).

Dal menu (fig.1 - gallery “impostazione eshop”) cliccate poi su “Valuta” e impostate euro o dollari o altro a vostro piacimen-to. Ora impostate i metodi di pagamento del vostro negozio virtuale cliccando la terza voce del medesimo menu. Le possi-bilità sono molteplici e vanno dal “pagamento alla consegna” al pagamento con “Paypal”.

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FIG 1

IMPOSTAZIONE ESHOP

Page 127: Dalla A al Seo

Data l’alta fiducia che normalmente questo secondo metodo garantisce ve lo consigliamo per iniziare a vendere su Face-book.

Scegliete ora come spedire i vostri prodotti. Dovrete, dappri-ma creare un “profilo di spedizione” e poi impostare i costi ed eventuali sconti per acquisti multipli.

Ora il vostro negozio è quasi pronto. Vi manca solamente di iniziare ad inserire i prodotti o servizi da vendere. Nel manua-le vi mostreremo come inserire il “singolo prodotto” con il me-todo tradizionale ma, nel caso, abbiate già un negozio su Ebay oppure i vostri prodotti salvati con un file “.csv” avete a dispo-sizione un caricamento multiplo molto interessante.

Per poter usufruire del “caricamento multiplo” potete cliccare sulla funzione “Importazione prodotti”.

il nostro consiglio è l’uso di Paypal

METODI DI PAGAMENTO

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Inserimento dei profili di Spedizione

SPEDIZIONI

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Ritornate ora alla “dashboard” e cliccate su “carica nuovo pro-dotto”. Da questa schermata potrete caricare il titolo del pro-dotto, il suo costo unitario, il profilo di spedizione, la categoria e quindi pubblicarlo. Ultimate le modiche basterà cliccare su “crea”

Ora il vostro eshop ha preso forma ed è pronto per andare a conquistare i “potenziali clienti”. Ogni “eshop” creato avrà una vetrina direttamente sul sito di “Blomming” anche se a noi in-teressa maggiormente la sua integrazione con Facebook.

Per poterlo pubblicare, fra le “tab” della vostra fanpage, dovre-te andare su “opzioni di pubblicazione” che troverete nel me-nu che abbiamo utilizzato all’inizio per “settare” il vostro e-shop.

Potete caricare fino a 1000 prodotti per volta

CARICAMENTI MULTIPLI

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Caricamento unitario di un prodotto o servizio

CARICAMENTO PRODOTTO

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Cliccando la prima voce in alto sarete quasi giunti al termine del vostro lavoro (fig 1 qui sopra). Vi si aprirà una nuova sche-da in cui vi sarà chiesto dove volete pubblicare il vostro nego-zio virtuale. A questo punto cliccate su “Vendi su Facebook” (fig. 2 gallery “Pubblicazione eshop”).

Ultimata anche questa azione dovrete solamente scegliere su quale pagina integrare il vostro negozio (come dall’immagine nella pagina seguente.

Ovviamente sarà possibile creare vari negozi o duplicarli per coloro che gestiscono più di una fanpage e vogliano collegare l’e-shop a tutte.

Il gioco è fatto! Siete dei nuovi “Social venditori”.

Utilizziamo la funzione “Opzioni di pubblicazione”

PUBBLICAZIONE ESHOP

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INTEGRAZIONE A FACEBOOK

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WOOBOX

1. Couponing

2. Engagement= Wooboox

SEZIONE 7

WooboxIl social network, come abbiamo visto ci offre molte possibilità di personalizzazione della nostra “fanpage”. ora vorremmo mo-strarvi un servizio molto interessante per ampliare le opportu-nità del vostro business sulla creatura di Zuckenberg: Woo-box.

Come per i servizi di “Pagemodo” anche questo tool offre sia servizi gratuiti che a pagamento. Con Woobox potrete aumen-tare l’engagement verso i vostri “fans” e aumentare quel famo-so tasso chiamato “talking about”, la vera voce interessante di Facebook.

Ovviamente il “talking about” è un indice estremamente im-portante perchè vi dà un idea di quante persone avete coinvol-to ogni qual volta fate un’azione sulla vostra fanpage. Più alto sarà questo parametro, maggiori le possibilità di vendita di un vostro prodotto o servizio.

Per migliorare questo indice le strategie sono molte, ma tutte partono da un principio fondamentale: “aumentare l’engage-ment” fra i fans. Come fare? Woobox ci indica la via.

Per accedere al servizio cliccate qui.

Una volta registrati nella console di Woobox potete vedere quante possibilità, questo tool ha da offrirvi.

Vediamone alcune:

• Sweepstakes

• Pinterest to win

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• Coupons

• Photo Contest

• Video Contest

• Instant Wins

• Leaderboards

• Pools

• Group deals

Ognuno di queste opportunità è una possibile fonte di studio e un’ottimo strumento per il vostro business su Facebook.

Tutte queste opzioni le abbiamo testate oramai centinaia di volte su “fanpage” nostre o dei nostri clienti e, nella media, i risultati sono stati soddisfacenti. Nel manuale ve ne spieghere-mo solo alcune, dato che la configurazione di quasi tutte que-ste opportunità sono “quasi” identiche.

COUPONS

Crediamo che l’opzione “Coupons” sia una delle più interessan-ti, soprattutto nel mercato italiano. Attraverso la distribuzione di questi tagliandi, via Facebook, potrete raggiungere due obiettivi; il primo quello di aumentare la “virality” della fanpa-ge e il secondo di trasformare dei “fans” in “clienti potenziali” portandoli nel vostro negozio reale o virtuale per usufruire del-lo stesso.

Per prima cosa andate a cliccare sulla colonna sinistra sulla scritta “coupons” (ovviamente dopo aver definito su quale fanpage integrare questa nuova “tab”) e cliccate su “add a new coupon”.

Una volta entrati sulla nuova scheda vedrete una serie di box per la configurazione dei coupon stessi. Iniziamo a sezionare la pagina per capirci qualcosa.

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FIG.1

SETUP COUPON

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In questa prima parte della scheda dovrete inserire:

• Titolo: nome dell’azione marketing (max 100 caratteri).

• Descrizione: condizioni del coupon (max 400 caratteri).

• Restrizioni: eventuali restrizioni per usufruire dell’offerta (max 100 caratteri). Normalmente in questo spazio si defini-sce che “l’offerta non è cumulabile con altre in corso...”

• Numero di Coupon disponibili: in questo caso potete sceglie-re “unlimited” o “limited to” definendo che la distribuzione di coupon sia illimitata o si blocchi dopo aver erogato un cer-to numero di tagliandi.

• Termine: anche qui potrete scegliere fra “fixed” o “relative”. Nel primo caso deciderete una data precisa in cui i coupon, anche se scaricati non varranno più. Nel secondo caso “relati-ve” potrete impostare un numero di giorni per cui un cou-pon ha validità (es. impostando 30, direte che il coupon sca-ricato ha una validità di soli 30 giorni)

CONSIGLIO: soprattutto se questa azione è la prima sulla vo-stra fanpage siate abbastanza flessibili sia a livello di restrizio-ni, sia a livello di validità del Coupon. Rischiare dei commenti negativi, direttamente sul social network potrebbe ledere l’im-magine della vostra azienda.

• Required Age: potrete scegliere se permettere ai fans con me-no di 13, 18 o 21 anni di poter usufruire della vostra offerta.

• Open graph Sharing: consigliamo di lasciarla su “off” per non rischiare di essere considerati “Spammer” da parte di Facebook.

• Fan-Gate: questa voce si divide in “Off”, “Default”, “Image” e “Html”. Se lasciate l’opzione su “off” anche i “non fans” della vostra pagina potranno usufruire dei vostri coupons. Sce-gliendo “Default”, chi non è ancora fan della pagina dovrà

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Fig 2

Page 134: Dalla A al Seo

prima cliccare su “I Like” e poi approfittare della vostra offer-ta. Nel caso scegliate la seconda opzione potreste utilizzare un immagine (Image) o del codice Html (HTML) da far vede-re a chi non è ancora fan per fargli cliccare su “I like” e quin-di approfittare del Coupon.

• Offer page: In questa parte della scheda potete scegliere se mostrare per la vostra offerta un immagine, oppure del codi-ce html. Inoltre da qui imposterete la data di inizio e di fine del “couponing”. Le immagini dovranno essere limitate a 810 px di larghezza, 1200 px di altezza e pesare al massimo 400 kb)

• One Voucher per user: potrete scegliere se una persona può scaricare più voucher (allow multiple voucher) oppure un so-lo voucher per account Facebook (one voucher per Facebook user) o un coupon per ogni email inserita (one voucher per email address).

• Require user to have: se selezionate questa funzione una per-sona per scaricare il vostro coupon deve avere almeno un nu-mero minimo di “amici” su Facebook che hanno cliccato su “Mi piace” della vostra fanpage.

CONSIGLIO: per la “Offer page” vi consigliamo un immagine emozionale per colpire l’utente. Un’immagine che definisca im-mediatamente il vantaggio di partecipare a questa iniziativa. Per “One Voucher per user” vi consigliamo “un voucher per Fa-cebook user” per non avere spam o email finte. Per i parame-tri di “Require user to have” vi consigliamo di disabilitarla o

mettere un limite molto basso per non ostacolare la promozio-ne all’inizio.

• Voucher Page: come per la “Offer page” qui potrete scegliere se inserire un’immagine o del codice html per mostrare il vo-stro “Coupon” che verrà poi stampato.

• Pre-Start Page: potrete impostare un immagine o del codice html per la vostra “coming soon”. Questa grafica sarà mostra-ta prima dell’inizio del periodo di “Couponing” definito.

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Fig 3

SET UP

Page 135: Dalla A al Seo

• Ended Page: pagina che verrà mostrata a chi visiterà la pagi-na dopo la chiusura della promozione. Molto utile per inseri-re un’immagine o del codice html che preannunci una succes-siva attività.

• Admin Only mode: per default la scheda sarà visibile solo al-l’amministratore della pagina. Se sceglierete un piano a paga-mento (prezzi molto competitivi) sarà immediatamente visi-bile ai vostri fans.

Una volta compilati tutti i dati basterà cliccare su “Save”. Per installare la “tab” sulla vostra fanpage cliccate sulla colonna a sinistra su “Facebook page tab”. La scheda che si aprirà vi per-metterà poi di nominare la tab e scegliere l’icona da abbinare.

Siamo giunti al termine, cliccate su “Install Tab” e il gioco è fat-to.

Photo Contest

Un’altra funzione molto interessante per i vostri fans potrebbe essere il “Photo Contest”, cioè un concorso fotografico da inte-grare sulla vostra fanpage. La configurazione è molto semplice e rispecchia le regole che abbiamo seguito per il “setup” dei Coupons.

Per accedervi alla configurazione cliccate sulla colonna sini-stra su “Photo Contest” e poi su “Add a new Photo Contest”. Il modulo per la compilazione del contest, come abbiamo già det-

to, è molto simile a quello visto per i Coupon così andremo a vedere solamente le parti differenti.

• Vote Page: è la pagina progettata per il voto delle fotografie. In questa scheda potrete scegliere fra tre opzioni: “off, de-fault oppure html”. Se la scelta ricadrà su “off” la stessa non sarà visibile. Se invece la scelta ricadrà su “default” dovrete impostare:

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SET UP Photo Contest

Page 136: Dalla A al Seo

• le date di apertura e chiusura delle votazioni

• potrete inserire un immagine che verrà posizionata nella par-te bassa da mostrare a chi voterà

• la modalità di voto:

• ogni persona avrà un voto in base al suo indirizzo IP

• ogni persona potrà votare una volta al giorno e sarà defi-nita dall’indirizzo IP

• ogni persona avrà un solo voto in base al suo account su Facebook

• ogni persona avrà voto al giorno determinato dal suo ac-count su Facebook

• Sort Entries: le fotografie saranno visibili in base a tre opzio-ni:

• dalla migliore alla peggiore in base ai voti ricevuti

• dalla data di inserimento

• casualmente (scelta della console Woobox)

• Official Rules: in questa parte del modulo dovrete inserire le regole del concorso. Potrete inserirle direttamente qui o inse-rire un indirizzo web (scelta consigliata) dove i partecipanti possono consultare il regolamento.

Una volta impostate le regole del concorso non vi resta che sal-vare e andare a installare la tab come avevamo fatto per i cou-pons.

Il photo contest, come abbiamo visto, è molto semplice da con-figurare e potrà sicuramente aiutare la vostra pagina ad au-mentare l’interesse e l’engagement. Permettere ai vostri “fans” di essere i protagonisti con le loro foto vi permetterà di aumen-tare il senso di “appartenenza” alla pagina. Andando poi a mo-strare gli scatti degli stessi beneficerete dell’effetto “comunica-zione spontanea”. Ognuno di loro sarà invogliato a dirlo ai

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FIG 2

SET UP

Page 137: Dalla A al Seo

suoi amici per essere votato, creando i presupposti per il suc-cesso della vostra attività.

CASE HISTORY: Un test che abbiamo fatto è stato con un ho-tel in Trentino Alto Adige. Il “Photo Contest” si chiamava “Clic-ca, Vota e Vinci la vacanza” ed ha avuto una durata di 4 mesi, durante la stagione estiva.

Chi voleva partecipare poteva andare sulla fanpage dell’hotel, scegliere “photo contest” e inserire una o più foto delle vacan-ze fatte in Alto Adige.

Chi, dopo la stagione, avesse ricevuto più voti avrebbe vinto una settimana presso l’hotel promotore.

Per spingere, ancora di più, abbiamo fatto introdurre nella “reception” dell’albergo un banner che presentasse il concorso e istruito il personale del “front office” per spingere il nostro “Clicca, Vota e Vinci la vacanza” durante la fase del “check in”.

Al “contest” hanno partecipato quasi 900 persone. Vediamo alcuni risultati conseguiti:

• la “fanpage” ha incrementato del 45% il numero di fans (rag-giunto 3.000 “i like” in 4 mesi. Prima del concorso c’erano solamente 245 fans)

• il “talking about” è passato da 45 persone a 1360 persone me-diamente al giorno

• fra i 900 partecipanti, oltre il 12% ha fatto una prenotazione in questo hotel nei 6 mesi successivi

Crediamo che, già con questi risultati, potete capire quali sia-no i benefici di questa opportunità. Dovete solamente capire quali siano le caratteristiche del vostro business e trovare la “chiave” per rendere i vostri fans maggiormente attivi.

Video Contest: la configurazione del concorso è la medesi-ma di quella appena descritta.

Per ampliare il raggio dell’azione vi consigliamo, una volta rac-colte le foto o i video di usarli per promuovere la vostra azien-da e di aumentare valore inserendo gli stessi anche su altri contesti “social”:

• Le foto potrebbero essere ripostate su: Pinterest, Flickr

• I video potrebbero essere inseriti su: Youtube e Video

In questo modo, inserendo un link alle foto o video, che riman-di alla vostra pagina Facebook o al vostro sito, aumenterete la cassa di risonanza della vostra attività e l’indicizzazione sui motori di ricerca.

Instant Win: è il famoso “gratta e vinci”. Lo imposterete sempre nello stesso modo; unica differenza sarà di dover deci-dere la percentuale di vittoria per ogni singola giocata. Potre-ste inserire una percentuale molto bassa nel caso mettiate un premio di valore o molto bassa se mettete a disposizione un gadget, un premio irrisorio o uno sconto.

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Group Deal: è la versione “Woobox” di Groupon. Con questa funzione potrete vendere dei prodotti o servizi scontati diretta-mente da Facebook. Un consiglio che vogliamo darvi è un uti-lizzo consapevole di questo strumento. Una scontistica troppo aggressiva potrebbe ledere all’immagine del vostro brand. Il nostro consiglio è quello di legare l’eventuale azione a un pe-riodo limitato o ad un offerta dedicata solamente ai fans di Fa-cebook. In questo modo verrà vista dai vostri clienti fidelizzati come un’attività “spot” e non usuale e non pretenderanno, per gli acquisti futuri, lo stesso trattamento economico.

Costi del servizio Woobox

Per singola fanpage:

• da 15 ad un massimo di 29 dollari al mese.

Per fanpage multiple:

• con massimo 20.ooo fans --> 49 dollari mese

• con massimo 50.ooo fans --> 99 dollari mese

• con massimo 100.ooo fans --> 199 dollari mese

Vi ricordiamo di seguire le norme nazionali per l’apertura e ge-stione di “Concorsi a premi” aperti al pubblico.

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Page 139: Dalla A al Seo

IMMAGINI SU FACEBOOK

1. Uso consapevole delle immagini

2. Tag e opportunità

SEZIONE 8

Engagement e ImmaginiAbbiamo appena trattato alcune opportunità che, attraverso le “tab”, vi permetteranno di ottimizzare il vostro marketing sul social network.

Ora invece vedremo alcune strategie molto semplici che vi per-metteranno di aumentare gli indici di “virality” sul social net-work ed aumentare il “brand concept” della vostra azienda.

Secondo molti studi di settore è stato dimostrato che il coinvol-gimento dei “fans” deriva da:

• 25% post con video

• 15% post testuali

• 60% post con “immagini”

Già da questi primi dati capiamo come un post strutturato so-lamente con del testo sia meno attrattivo per i “fans” e, di con-seguenza, sconsigliato.

Le immagini e i video vi potranno garantire maggiori opportu-nità di interazione con la vostra community.

Quando parliamo di interazione intendiamo tutte quelle azio-ni che comprendono gli “I like” oppure usando la funzione “sharing” del contenuto.

A livello di considerazioni generali i video dovrebbero essere, per natura, maggiormente virali perchè regalano contenuti di-namici rispetto alla staticità delle immagini.

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Ma, se consideriamo l’aspetto “mobile”, i video sono maggior-mente pesanti e, a volte, di difficile caricamento (con connes-sioni non wifi) mentre le immagini possono essere visualizzate in ogni occasione anche con tablet e smartphone.

Vediamo degli esempi:

Come avete potuto vedere, nell’immagine, questo è un post che abbiamo utilizzato per la nostra pagina “Saint Moritz”. E’ bastata una foto emozionale, l’uso corretto degli “hashtag” e una frase che includesse il nome della pagina (per associarla) per ottenere:

• 30 I like

• 2 commenti

• 1 sharing

• 419 visualizzazioni

Ovviamente si può e si deve fare di più, magari aumentando lievemente il testo e inserendo un link verso il sito internet ma, per un post così semplice, crediamo sia un risultato suffi-ciente.

Ora vi mostriamo un post ancora più scarno (a livello di conte-nuti): senza hashtag e con un testo “minimal” ma che ha usa-to, nell’immagine, un simbolo della città si Saint Moritz.

Con questo post abbiamo ottenuto:

• 35 “I like”

• 2 “commenti”

• 2 “Share”

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Page 141: Dalla A al Seo

Questo ci ha dimostrato che i nostri fan sono sempre abba-stanza attivi su questa fanpage! Considerate che la stessa è sta-ta aperta per pura passione. Su pagine aziendali di nostri clien-ti i numeri sono molte volte superiori: oltre 2.000 visualizza-zioni, 50-60 “I like” e gli sharing partono da 15-20 per post.

Ecco una nostra collaboratrice cosa è riuscita a fare con una foto della prima neve a Saint Moritz.

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• 240 “I like”

• 15 commenti

• 76 condivisioni

• oltre 7000 visualizzazioni

L’uso delle immagini, in pagine con “tab” ottimizzate, dove normalmente si usano gli hashtag e dove c’è un dialogo con i “fans” vi permetteranno questi risultati organici senza sforzo!

TAG DELLE IMMAGINI

Capita l’importanza delle immagini per un post di successo ve-diamo come massimizzarne l’efficacia.

Una prima soluzione, per migliorare l’efficacia dell’immagine, è usare la funzione “tagga”. Ogni immagine permette agli am-ministratori della pagina di poter “taggare” fino a 50 amici per immagine.

Con questa funzione potrete essere certi che la vostra immagi-ne comparisca nelle bacheche di tutti 50 gli amici e con lei an-che una certa viralità nella comunicazione.

Per usare questa funzione, una volta inserito il post, cliccate sulla foto pubblicata.

Cliccate poi su “tagga” (l’opzione la trovate in basso della fo-to), posizionatevi e cliccate sulla foto.

Inserendo il nome dell’amico e cliccando “ok” la foto sarà pub-blicata nella bacheca dello stesso!

Con questa opzione otterrete i seguenti risultati:

*la media amici considera quanti amici, mediamente ogni per-sona ha sul social network di Zuckenberg.

**possibili amici raggiunti= 100 amici degli amici * numero amici taggati. Il numero è ovviamente “teorico” dato che non può considerare le impostazioni della privacy del singolo uten-te sul social.

Ma se volessimo aumentare questo numero?

Per aumentare questi indici possiamo permettere ai nostri fans di taggare, a loro volta, altri loro amici creando, ancor di più, un effetto “engagement” dell’immagine. Per poter permet-tere alle persone di poter taggare una foto, anche se non ammi-nistratori della pagina, dovrete modificare un parametro nella scheda “amministrazione della pagina”.

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Amici “Taggati” 50

Bacheche raggiunte 50

Media amici* 100

Possibili Amici raggiunti** 5.000

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Andate su “modifica pagina” nel pannello di amministrazione e cliccate su “modifica impostazioni” e impostate la possibilità di “taggare”; come da immagine che segue.

Ora non vi resta che salvare.

In linea teorica, con questa azione e una community “attiva” raggiungerete, nel tempo, livelli sempre più “performanti” a livello di viralità e “engagement” del vostro business.

SUGGERIMENTO DELLA PAGINA

Un altro modo, molto interessante, per aumentare i fans della vostra pagina è quello di usare la funzione “invita amici”, con cui potrete inviare l’invito ad iscriversi a tutti i vostri amici del network.

Ovviamente maggiore sarà il numero di amici sul social net-work, maggiori le possibilità di incrementare il numero totale di fans.

Ma che cosa fare se i vostri amici personali su Facebook sono pochi?

Una strategia molto consueta è quella di coinvolgere nella fanpage aziendale alcuni collaboratori o amici rendendoli “ad-

min”. Così facendo, anche loro potranno invitare gli “amici” a partecipare.

Ovviamente questa tecnica è un po pericolosa, nel senso che, ognuno di loro, potrebbe cancellare la pagina o addirittura estromettervi dalla stessa!

Ma se trovate amici o collaboratori “fidati” questa strategia vi permetterà, in breve tempo, di raggiungere un gran numero di fans.

Per aggiungere degli “amministratori” dovete, come prima co-sa, richiedere a loro l’amicizia. Una volta che l’avranno accetta-ta, dovrete andare su “modifica pagina” e cliccare su “gestisci i ruoli di amministrazione”.

Digitando il nome del nuovo amministratore o la sua email, comparirà la sua “Thumbnail” nel quadrato tratteggiato a sini-stra.

Salvando poi l’operazione avrete inserito un nuovo ammini-stratore!

Un amministratore può essere in ogni momento revocato, sempre da questa schermata.

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CONSIGLIO: a volte usare la funzione “Invita amici” potrebbe diventare un incubo per l’amministratore della pagina. Soprat-tutto, se lo stesso, conta migliaia di “amici” da dover invitare singolarmente (funzione restrittiva di Facebook per evitare “spamming”). La soluzione per voi è “Facebook Friend Invi-ter”, un estensione del browser “Google Chrome” che vi per-metterà di selezionare tutti i vostri amici con un solo click! Ba-sterà cercarlo su Chrome, installarlo e una volta aperta la fun-zione “invita amici” (con Chrome) cliccare la sua icona...lui fa-rà il lavoro per voi!

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Page 145: Dalla A al Seo

HASHTAG

1. Hashtag su Facebook

2. Comunicare con gli Hashtag

SEZIONE 9

HASHTAGGli hashtag “#” sono stati da sempre la prerogativa di social network come Twitter o Instagram, cosicchè dopo che, la piat-taforma di Zuckenberg, ha acquisito il secondo si è resa conto della potenzialità di questo indicatore.

Le parole che vengono segnalate dal simbolo (#) serviranno a identificare un argomento del post creando un collegamento naturale a tutti gli altri post che vanno a parlare dello stesso argomento o di un argomento correlato.

Vediamo un esempio: se voleste scrivere un post su Facebook che parla di Seo o web marketing potreste mettere nel post o sopra al post, come fos-se un titolo, gli hashtag “#seo” oppure “#webmarketing”.

In questo modo altre persone che usano l’open graph di Zuc-kenberg e sono interessati ai due argomenti evidenziati potreb-bero trovare i vostri contenuti, anche non conoscendovi diret-tamente, ampliando così i possibili lettori. L’utilizzo degli hashtag, per chi utilizza il social network per il proprio business, diventa quindi necessario per ampliare la propria cerchia di “fans” e per creare il giusto “engagement” alle discussioni che, nella maggior parte dei casi, risultano ste-rili e senza seguito.

Vediamo allora alcuni spunti per migliorarne il loro uso:

#1 – Espandere il pubblico

Il lavoro determinante degli hashtag è quello di identificare gli argomenti, permettendo, a chi interessato, di trovare in modo

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Page 146: Dalla A al Seo

semplice e intuitivo, tutti i post che ne parlano e interagire con gli altri utenti che magari non avevamo mai sentito o cono-sciuto. In questo modo si possono raggiungere anche gli uten-ti che non hanno visto il vostro post perchè non sono vostri amici o fan delle vostre pagine. Analizzando vari progetti che abbiamo seguito abbiamo notato, attraverso “l’Insight di Face-book”, che gli “hashtag” possono far aumentare l’interazione di quasi il 30% rispetto un post normalmente pubblicato.

#2 – Diffusione del brand

Per un azienda o società che si è posizionata sul web un aspet-to da non sottovalutare è la “brand reputation”, cioè quello che pensa il web e i suoi usufruitori della vostra azienda. Usan-do gli hashtag per un vostro servizio o prodotto riuscirete a monitorare le conversazioni e a porre rimedio nel caso di com-menti negativi, scappati alla vostra attenzione. Ma come abbia-mo abbondantemente detto nel primo volume non usate que-ste strategie solo per scopi promozionali. Parlate di voi, del vo-stro territorio, date valore al lettore non solo aspetti promozio-nali che nel maggior parte dei casi vi farebbero perdere lettori perchè considerati troppo insistenti. Utilizzate la regola del 80-20%. Ogni 10 post che scrivete l’80% dovrebbe essere di natura informativa e solo il 20% di natura commerciale.

#3 – Più piattaforme in una

Come abbiamo accennato, ad inizio del nostro capitolo, questa strategia degli “Hashtag” viene già utilizzata su altre piattafor-me come Twitter, Google Plus, Instagram e Pinterest quindi se

utilizzate (lo consigliamo) delle “suite” per un invio sistemati-co di messaggi sulla multi-piattaforma l’utilizzo di questo sim-bolo non farà comparire il post come intrusivo. Ricordate però che l’ideale sarebbe diversificare il messaggio fra i vari social network perchè, ognuno di loro, ha delle peculiarità non cumu-labili.

#4 – Promuovere eventi e promozioni speciali

Gli hashtag possono diventare uno strumento interessante an-che per eventi e promozioni speciali. In questo caso potrebbe avere un senso utilizzare lo stesso messaggio su tutte le piatta-forme che seguite.

CONSIGLIO: utilizzate con cura gli hashtag, non mettete il “#” per ogni parola inserita, sarebbe solamente una perdita di tempo e il lettore sarebbe confuso. Studiate le parole chiavi più inerenti al vostro business e usate solo quelle. Un piccolo trucco per essere molto incisivi è lo studio dei vostri concor-renti. Se vedete che un vostro “competitor”, molto forte su Fa-cebook, già li usa provate a replicare quei “hashtag” che colli-mano anche con il vostro business. Così facendo la popolarità del concorrente, involontariamente metterà in luce anche la vostra azienda!

STEP DA SEGUIRE

1. Privacy: se le impostazioni della privacy dei vostri post sono restrittive, difficilmente gli hashtag sortiranno effet-to. Se volete diffondere il vostro post e renderlo più visibile grazie agli hashtag, dovrete impostare la privacy “Pubblica”.

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2. Unite le parole: gli hashtag funzionano con una sola parola, quindi, come nell’esempio introduttivo, in #WebMar-keting l’hashtag è un unica parola, non usate gli spazi.

3. Maiuscole: su Facebook le maiuscole non contano, potete utilizzarle come meglio credete, quindi #WebMarke-ting e #webmarketing avranno lo stesso valore.

4. Limiti: non esistono limiti sul loro utilizzo ma mette-re troppe parole attaccate non permetterà ai lettori di ricordar-le e identificarle a prima vista.

5. Controllare: prima di usare un hashtag a “livello brand” sarebbe opportuno controllare che non vengano già uti-lizzato per altri scopi. Potreste ritrovarvi ad essere associati a categorie di business che rovinano la vostra immagine!

6. Ricerca tramite URL: gli hashtag su Facebook hanno una propria url, che ne facilita la ricerca ma anche la condivisione. Basta scrivere, ad esempio,

www.facebook.com/hashtag/parola-da-ricercare

Quindi questo strumento è sicuramente fra i più interessante degli ultimi mesi, ma come tutte le altre strategie usatelo con cura per non apparire degli “spammers”.

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FACEBOOK MONITORING

1. Monitorare i risultati

2. Testare le opportunità

SEZIONE 10

Facebook InsightNel corso del manuale abbiamo trattato varie strategie legate al Social Network: dalla creazione di una “fanpage”, alle “Wel-come page” fino alle “tab” personalizzate.

Ma ci manca ancora un passaggio fondamentale per completa-re il percorso: il monitoraggio del nostro lavoro. Uno strumen-to che viene messo a disposizione, direttamente dal social net-work, è “Facebook Insight”.

Questo strumento lo potrete ritrovare direttamente nella “fanpage” proprio prima della vostra Timeline.

Lo strumento “Insights” vi fornirà tutte le funzioni necessarie per le vostre analisi, a livello di comunicazione sul social, aiu-tandovi a capire dove operare e quale sia il vostro bacino di in-teresse.

Questa funzione sarà a disposizione dell’amministratore sola-mente quando si raggiungeranno i 30 fans (“I Like”).

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“Insight” vi indicherà il modo migliore per coinvolgere il vo-stro pubblico con dei contenuti e far sì che li condividano con gli “amici” ma, per ottenere queste interazioni, sarà necessario conoscere a fondo gli interessi delle persone che volete rag-giungere. Questo è lo scopo dello strumento Insights; il quale vi fornirà le metriche corrette per una analisi professionale del bacino d’utenza. Grazie a questa funzione potrete:

▪ Valutare le prestazioni della “fanpage”.

▪ Scoprire quali sono i contenuti più apprezzati dal vo-stro pubblico.

▪ Ottimizzare il vostro modo di pubblicare contenuti per raggiungere più persone del tuo pubblico di destinazione.

Ecco le tre voci principali di analisi:

• “Mi piace” sulla pagina

• “Portata post”

• “Coinvolgimento”

Andiamo a definire le singole metriche:

1. "Mi piace" vi indicherà il numero di singoli fan a cui piace la vostra Pagina. Vengono considerati nuovi "Mi piace" quelli ricevuti nell’ultima settimana, rispetto al precedente pe-riodo di 7 giorni.

2. Portata: la portata totale considera tutte quelle per-sone che sono venute in contatto con un contenuto pubblicato dalla vostra pagina (comprese le inserzioni) negli ultimi 7 gior-ni. La portata dei post invece è la somma delle persone che hanno visto i post della Pagina.

3. Coinvolgimento: questo indicatore (il più importante) vi indica quante persone hanno fatto un’azione sulla vostra fanpage. Cliccato su "Mi piace", commentato o condiviso i vostri post negli ultimi 7 giorni.

Capiti i termini di base dell’analisi andiamo a studiare le singo-le parti che compongono questo strumento:

Ecco la prima parte del menu di “Insight”.

Iniziamo il nostro tour partendo da “Panoramica”.

In questa scheda avrete la possibilità di un riassunto della vo-stra attività. Troverete nella parte alta i grafici che vi indiche-ranno i “Mi piace”, la “Portata” e il “Coinvolgimento” mentre

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Page 150: Dalla A al Seo

nella parte bassa gli indicatori degli ultimi 5 post inseriti nella fanpage.

Attraverso questa prima schermata sarà possibile avere sott’oc-chio, immediatamente, tutti i “trends” di gestione.

“Mi Piace”

Cliccando sulla seconda voce del menu andrete a consultare la sezione “Mi piace”.

In questa sezione potrete inserire il periodo di tempo che vole-te analizzare e controllare il “trend” della pagina, in termini di “nuovi fans” o “fans” che hanno abbandonato la pagina con un analisi giornaliera.

Come detto, i parametri della funzione, vi indicheranno sia i “nuovi I Like” sia il numero dei “non mi piace più”. La differen-za ottenuta vi mostrerà gli “I like netti”. Queste informazioni sono fondamentali perchè vi faranno capire lo stato di salute della vostra fanpage identificando la tipologia di post che ha fatto aumentare gli “I like” o, nel caso contrario, quali “post o elementi” vi hanno fatto perdere popolarità. Nel grafico che segue potrete anche verificare questo andamento consideran-do non solo i “mi piace” spontanei ma anche quelli a “Paga-mento”; elemento decisivo per non avere solamente fumo ne-gli occhi durante le vostre valutazioni.

Già questi dati vi aiuteranno nelle vostre analisi; ma il grafico che vedrete qui sotto vi darà un’ulteriore base di valutazione e vi farà capire la “fonte” da dove si originano i vostri risultati in termini “I like”

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Portata dei Post

La portata dei post corrisponde al numero di persone che han-no visto il post riferendo i dati ai 28 giorni che seguono la pub-blicazione degli stessi.

Anche in questa scheda potrete definire l’intervallo di tempo da considerare e vedere la portata raggiunta sia gratuitamente che con post “sponsorizzati”.

Ma il grafico più interessante è quello che vedrete fra poco in cui la “portata” viene segmentata in tre categorie: a) mi piace b) commenti c) condivisione.

Conoscendo questi sotto elementi, e la loro incisività rispetto alla portata totale, sarete in grado di valutare molti fattori del-la vostra comunicazione sul social network capendo quale tipo-logia di post crea maggiori “i like”, quali maggiori “condivisio-ni” permettendovi di segmentare la vostra azione marketing in base al risultato che vorrete ottenere.

Ultimo grafico a disposizione, ma molto importante, sarà quel-lo relativo allo “Spam” che vi indicherà quante persone, che hanno visto il vostro “post”, lo abbiano considerato volgare, offensivo o a carattere “spam”.

Se questo indicatore aumenta, Facebook, diminuirà la possibi-lità che i contenuti che pubblicherete, possano raggiungere sempre più persone e in alcuni casi vi bloccherà il vostro ac-count temporalmente (nei casi più gravi sarete cancellati dal social network).

Vediamo come potremmo essere segnalati in questa “black list”. L’utente che vede i vostri post nella sua “bacheca” ha 4 modi per segnalarvi direttamente o indirettamente a Face-book.

• Il primo modo, meno grave, è abbandonare la pagina cliccan-do sul pulsante “la pagina non mi piace più”; il secondo clic-

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Page 152: Dalla A al Seo

cando sulla parte alta a destra del post e scegliendo “Nascon-di post” (gravità medio/bassa).

• Il terzo scegliendo dal post “nascondi tutti i post” (gravità media).

• La quarta scelta scegliendo “segnala come spam” (gravità al-ta).

Nei primi due casi il social network non prenderà delle precau-zioni, ma già dal terzo caso, se la segnalazione viene ripetuta da più utenti, verrete inseriti in una lista “utente da monitora-re”. Con le segnalazioni per “spam” invece entrerete nella “blacklist” di Facebook rischiando di essere sottoposti ad azio-ni sanzionatorie da parte del social network.

Dopo aver visto le prime tre schede dell’Insight vediamo le al-tre tre voci del menu principale del tool.

Visite

In questa scheda potrete analizzare le visite alla vostra pagina. L’analisi partirà, come negli altri casi visti precedentemente, nella scelta del periodo di valutazione. Sicuramente il secondo grafico della pagina è quello maggiormente interessante per-chè vi indicherà quali parti della vostra “fanpage” hanno avuto maggior successo, in termini di “engagement”.

La suddivisione è stata fatta fra “diario” (la vostra bacheca del-la fanpage), l’area “foto” e area “tab”.

In base a questo indicatore potrete aumentare o diminuire la vostra azione marketing nelle varie sezioni della fanpage.

Post

In questa scheda troverete tutti i post pubblicati nella bacheca della fanpage con le varie indicazioni sulla portata e sul coin-volgimento unitario. Molto utile per analisi dettagliate e non solo sintetiche.

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Page 153: Dalla A al Seo

Persone

La scheda Persone, della funzione “Insights”, fornisce un qua-dro molto completo rispetto a ”l’audience” della vostra fanpa-ge. I dati che potrete estrapolare, dai diversi grafici presenti, saranno i seguenti:

▪ Dati demografici: la percentuale di persone a cui pia-ce la vostra Pagina suddivisa per età e sesso.

▪ Paesi: il numero di persone a cui piace la vostra Pa-gina suddiviso per Paese. Il dato si basa sul loro indirizzo IP quando usano Facebook.

▪ Città: il numero di persone a cui piace la vostra Pagi-na suddiviso per città. Il dato si basa sul loro indirizzo IP.

▪ Lingua: il numero di persone a cui piace la vostra Pagina suddiviso per lingua. Il dato si basa sulla lingua predefi-nita selezionata dall'utente al momento della creazione dell’ac-count.

Questa scheda è molto importante per delle azioni marketing targhetizzate nei diversi mercati.

Conoscere il proprio pubblico significa riuscire ad offrire, qua-si “at personam” il prodotto giusto alla persona giusta. Un otti-mo indicatore per non sperperare i propri investimenti in ter-mini di tempo e costi.

Questa sezione è anche propedeutica per ampliare la funziona-lità dei vostri siti multilingua e adattare ai mercati esteri la vo-stra comunicazione sociale.

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VADEMECUM SU FACEBOOK

1. I dieci errori da non commettere sul Social Network

2. Tipologie di utilizzatori in Facebook

SEZIONE 11

Errori su FacebookFacebook, come gli altri Social Network, potrebbe dare un va-lore aggiunto alla promozione del vostro business sul web ma anche, essere la causa di perdita d’immagine del vostro brand online.

Vediamo assieme gli errori che comunemente vengono com-messi sul Social Network. L’estratto è tratto da un articolo di “Ninja Marketing”, fra i più autorevoli sul web marketing, e ag-giornato secondo la visione della nostra azienda.

1. Non fornire le informazioni necessarie

Se si decide di aprire una nuova “fanpage” su Facebook sareb-be ideale garantirsi un “url” che riprenda il nome del proprio sito aziendale o l’account su Twitter.

Una volta iniziata la configurazione della pagina l’azienda non deve tralasciare i dati di contatto e le informazioni sul busi-ness per garantire, con un messaggio chiaro e, in poche righe, la descrizione di chi sia e di che cosa fa.

Foto, logo e indirizzo sono obbligatori per definire una azien-da! Ricordate, i primi secondi di consultazione della pagina so-no fondamentali per essere considerati autorevoli e affidabili dai visitatori della pagina.

2. Utilizzo di foto “non legali” nella Timeline

La foto di copertina è il “benvenuto” che un’azienda dà ai fans e potenziali clienti. Pertanto, dovrebbe rispettare le linee gui-da di Facebook secondo cui una foto di copertina non dovreb-be avere:

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- Informazioni di prezzo e acquisto (inclusi gli sconti, come ad esempio “40% di sconto“)

- Un appello all’azione di condivisione, commenti o download (“Get It Now“ o “ditelo ai vostri amici“)

- Le informazioni di contatto (come il sito web, e-mail o indi-rizzo)

Il consiglio è quello di scegliere delle foto emozionali per il visi-tatore che definiscano, dal primo sguardo il “core business” dell’azienda. Da uno studio sul social network è stato notato come i grandi brand utilizzino un’unica foto di copertina e so-lo il 21% ne utilizza due. Il consiglio è quello di mantenere la Timeline sempre aggiornata, magari mensilmente, con foto di-verse ed emozionali della vostra azienda o prodotti.

3. Overposting

Il coinvolgimento dei fans non è direttamente proporzionale al numero di contenuti inserite nella vostra fanpage.

Spesso pubblicare in modo eccessivo può avere un effetto ne-gativo sul coinvolgimento.

I contenuti devono essere pubblicati con parsimonia. Per no-stra esperienza vi consigliamo al massimo 3 testi o immagini al giorno. Per aumentare il coinvolgimento l’azienda deve con-centrarsi sul rispondere ai commenti, taggare le persone e ri-spondere ad eventuali domande della community creata.

La vostra interazione sarà possibile anche attraverso gli smart-phone o tablet utilizzando la applicazione gratuita “Gestore delle Pagine”.

4. Like vs commenti e Sharing

Aumentare il numero di fans, attraverso gli “I like”, è un attivi-tà importante all’interno del social network e distingue una pa-gina di successo da una fallimentare. Almeno questa era la ten-denza iniziale da parte di “pseudo” guru del settore.

Con il tempo ci si è accorti che possedere una pagina media-mente numerosa ma attiva (dai 5mila fans a salire) porta più benefici che essere amministratori di fanpage con 200mila fans definiti “ghost” che non interagiscono sulla stessa.

5. I post devono essere distribuiti nel tempo

Scegliere l’orario migliore per “postare” o il giorno migliore è un obiettivo fondamentale per la vostra campagna sul Social Network.

L’errore comune è quello di concentrare tutte le “pubblicazio-ni” giornaliere in un tempo ridotto con la probabilità di diven-tare “pesanti” per coloro che si ritroveranno un sacco di comu-nicazioni ravvicinate nelle loro bacheche.

Il consiglio che possiamo darvi è quello di studiare la vostra “fanpage” attraverso l’Insight; capire quando ottenete maggio-ri interazioni e colpire il pubblico in quei momenti.

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Ogni azienda e ogni business avrà tempi diversi; dovrete trova-re il vostro con dei test.

Una ricerca sul social, ad esempio, ha dimostrato come media-mente il tasso d’interesse, per i messaggi su Facebook, è il 18% più alto il giovedì e il venerdì. Strategicamente è perciò possi-bile ottenere più impegno con un minor numero di messaggi.

Utilizzando i nuovi strumenti di posting, è ora possibile mette-re in coda i contenuti da condividere per tutta la settimana per poi cavalcare l’onda di pubblicazione nel giorni seguenti.

6. diventare Noiosi

Facebook ha dimostrato che i messaggi trai 100 – 250 caratte-ri (una o due righe di testo) ottengono il 60% di “Like” in più rispetto ai commenti e alle azioni descritte in più di 250 carat-teri.

La ricerca di Buddy Media ha rilevato un andamento simile, determinando che i post con meno di 80 caratteri hanno tassi di approvazione del 27% in più.

Un consiglio per pubblicare un vostro articolo presente sul vo-stro sito o blog: per fare in modo che il post sia il più coinvol-gente e breve possibile inserite il link del vostro articolo ma, una volta che sarà comparsa l’anteprima dello stesso,rimuove-telo per renderlo maggiormente efficiente.

7. Contenuti irrilevanti

I post pubblicati sulla pagine devono essere rilevanti per il marchio e non devono essere condivisi perché considerati “cool”.

Quello che per voi potrebbe essere considerato “interessante” per altri potrebbe essere visto come “futile” o addirittura “of-fensivo”!

8. Non essere neutrali

Su Facebook cercate di evitare gli schieramenti soprattutto po-litici, sportivi e religiosi. Vi taglierebbero le gambe in pochissi-mo tempo!

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*Se avete visto delle aziende commettere errori grossolani su Facebook e volete discuterne con i nostri collaboratori potete inviarci la vostra segnalazione via email o scriverci diretta-mente sul nostro forum che troverete qui.

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CAPITOLO 11

Social Networks, come gestire tutti gli account

Abbiamo parlato di Facebook, Twitter e menzio-nato altri Social Network molto interessanti per la vostra promozione online.

Gestire tutti gli accounts, le fanpage, essere pre-senti attivamente rispondendo alla community e analizzare i “trends” diventa un lavoro molto im-pegnativo.

Come possiamo fare? Usiamo una piattaforma co-me Hootsuite e la gestione dei Social Network non sarà più un problema!

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Page 158: Dalla A al Seo

HOOTSUITE: LA SOLUZIONE DEFINITIVA

1. Introduzione

2. Come gestire i multi account

3. Link building

SEZIONE 1

HootsuiteOggi parliamo di Hootsuite, la piattaforma che permette di ge-stire tutti gli account “social” in pochi click.

La piattaforma la potete trovare qui. Il servizio, che vi propo-niamo, prevede una versione a pagamento e una gratuita, in base al numero di account che vorrete gestire. Già la versione “free”vi permetterà, senza troppe restrizioni, di utilizzare que-sta potente console di “Social Sharing“ con tutte le sue poten-zialità.

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Homepage della console

HOOTSUITE

Page 159: Dalla A al Seo

Una volta registrati manualmente o approfittando delle “api” di Facebook, per il login, sarete subito introdotti nella “dash-board” della console.

La prima configurazione richiesta da Hootsuite è quella di di “associare” i vostri account di Facebook, Twitter e Linkedin.

Nel caso voleste collegare immediatamente anche i vostri ac-count di “Google+” e “Foursquare” dovrete solamente cliccare su “more social networks”.

Consideriamo il caso abbiate solamente un account su Face-book. Cliccate sull’icona corrispondente, loggatevi al social net-work e scegliete cosa associare alla console (“profilo” - “profilo + fanpage” oppure “profilo + “fanpages”).

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In questa fase sarete in grado di associare i primi account ad Hootsuite.

Associazione degli Account

Potrete sceglierle tutte o solamente quelle da gestire da Hootsuite

Scelta delle Fanpage

Page 160: Dalla A al Seo

Nel caso abbiate più di una “fanpage” potrete decidere quali associare ad Hootsuite cliccando sul simbolo “+”. Lo stesso procedimento sarà necessario per gli altri social network.

Terminata la fase di “associazione” giungerete alla“Dash-board” di Hootsuite. Sulla sinistra avrete la lista dei networks associati.

Nel nostro caso abbiamo associato la fanpage di Buzz Marke-ting e altre 2 pagine. Per ogni fanpage potrete vedere le se-guenti informazioni sulla colonna sinistra:

• bacheca

• eventi

• messaggi privati ricevuti o inviati

• cerca

• programmato

mentre sulla destra, al momento, solamente uno sfondo gri-gio. Quello che andremo a fare ora sarà “splittare” in colonne il nostro account associato. Per fare questo basterà che clic-chiate sulle 5 icone presenti scegliendo quali dati volete moni-torare con Hootsuite. Una volta cliccata l’icona, questa forme-rà una nuova colonna a destra riportandovi i dati prelevati da Facebook. Per esempio se chiccherete su “bacheca” potrete ve-dere in colonna tutti i post, commenti e lo stato della bacheca di quella pagina che avete associato.

Nel nostro caso vogliamo gestire la funzione “programmato” che rappresenta il “main core” della piattaforma e vi permette-rà di programmare i tempi di pubblicazione dei vostri “post”.

Clicchiamo sull’icona ma, non avendo ancora programmato alcun post la colonna rimarrà, per il momento vuota.

Vediamo assieme come programmare un post.

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Nel nostro caso abbiamo associato la “fanpage” di Buzz Ma-reting

Hootsuite- Account

Page 161: Dalla A al Seo

Per programmare un post, andiamo sulla colonna a sinistra della console e clicchiamo sulla seconda icona (come da imma-gine).

La scheda che si aprirà ci permetterà di creare una “program-mazione multipla” (con account a pagamento), di programma-re i “post” manualmente e di vedere tutti i post già program-mati con l’omonima icona.

Per programmare il vostro primo “post” quindi andate sulla parte alta della console e cliccate sulla barra con la scritta “Componi messaggio...”.

Sul “pop up” che si aprirà cliccate su uno o più social networks associati a cui abbinare il nuovo post.

Una volta selezionati andranno ad aggiungersi alla barra in al-to.

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Per programmare i nostri post clicchiamo sulla seconda ico-na

Colonna a sinistra su Hootsuite

Page 162: Dalla A al Seo

Ora non vi resterà che scrivere il vostro “post” sullo spazio a destra del “pop up” con la scritta “Componi messaggio”.

Ecco come procedere:

1. Scrivete il vostro post

2. Inserite un link all’articolo originale del vostro blog o sito internet (normalmente si utilizza questa console per sfruttare la viralità di Facebook e degli altri social network e per far conoscere il vostro sito grazie alla “link popularity”- nel caso lo utilizziate solo come messaggio completo il link può essere omesso)

3. Il link può essere aggiunto nello spazio “aggiungi link” o direttamente nel testo. Il nostro consiglio, figlio di alcu-ni test negli ultimi mesi, è quello di inserirlo direttamente nel messaggio. Abbiamo notato che viene digerito meglio dagli Spider dei motori di ricerca.

4. Cliccate sull’icona con il “calendario” e pianificate quando volete che il “post” o il “Tweet” venga pubblica-to.

Il messaggio dovrà essere programmato almeno 5 minuti pri-ma rispetto all’ora della pubblicazione.

5. Cliccate su “Programma”. Il vostro post sarà pronto per entrare nel social network!

Una volta programmato vedrete che il “post” verrà inserito nel-la colonna “Scheduled Stream post”.

Ora che avete visto il funzionamento con un singolo messag-gio potrete iniziare la vostra pianificazione di “social marke-ting”.

Collegate altri social network, inserite i post (consiglio: pro-grammate sempre un numero di messaggi che coprano alme-no due giorni) e iniziate a beneficiare del vostra professionale “link building”.

In Hootsuite potrete inoltre inserire e gestire gli RSS del vo-stro sito.

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Page 163: Dalla A al Seo

CAPITOLO 12

Strategie Web MarketingAbbiamo definito le maggiori fonti per una pro-mozione sul Web e come creare un’efficace azione di marketing Online.

Ora vediamo in rassegna delle strategie testate che potrebbero aumentare le vostre performance e acquisire nuovi clienti potenziali.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• FIRMA AZIENDALE• FILEZILLA• DEM STRATEGY• CONTACT FORM• SCAMBIO BANNER • COUPONING

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Page 164: Dalla A al Seo

FIRMA AZIENDALE

1. PERSONALIZZAZIONE Email

2. OFFERTE continue

SEZIONE 1

Firma AziendaleLa prima strategia che vogliamo mostrarvi è molto semplice ma efficace. Molte aziende spendono migliaia di euro per tro-vare nuove forme di vendita, dimenticandosi di utilizzare lo strumento che giornalmente li collega al mercato: le Email. Ogni ufficio, mediamente in Italia, fra clienti e fornitori, spedi-sce non meno di 50 email/giorno; perchè allora non sfruttare questo mezzo per creare la vostra pubblicità gratuitamente? Vediamo come fare:

1 - Inseriamo in ogni nostra email la firma dell’azienda che rappresentiamo o se siamo privati i nostri dati di contatto in fondo alla stessa. Esempio:

In questo caso, come potete vedere, abbiamo inserito alcune variabili, tutte indispensabili per una corretta comunicazione.

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TESTO DELL’EMAIL

BUZZ MKT- Web Marketing 2.0

Mail: [email protected] Web: www.buzzmkt.it

Raffaele Visintin - Direttore GeneraleLOGO AZIENDA

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VARIABILI nelle FIRMA:

1- logo aziendale: consigliamo l’inserimento per dare subito al vostro interlocutore l’idea di chi siete

2- Nome e Cognome: i dati dello scrivente sono fondamenta-li per far capire al destinatario con chi stà parlando e la sua po-sizione in azienda.

3- Core Business: date subito al destinatario le indicazioni di quale sia il vostro core business o lo slogan che identifica la vostra azienda.

4- Indirizzo email di contatto.

5- Sito Web aziendale o personale.

Già inserendo queste poche informazioni avete definito una prima azione comunicativa dell’azienda. Ogni email che spedi-rete conterrà tutte le informazioni del vostro brand.

Ma il passo fondamentale, per creare i presupposti di una pic-cola azione di Web Marketing, non è solo elencare i propri da-ti. Presumibilmente se scrivete o rispondete a qualcuno già l’interlocutore vi conosce.

Allora cosa potete fare?

Inserire un “ALERT” a chiusura della firma con una “Call to Action”.

Nell’esempio qui sopra abbiamo inserito la nostra offerta: “CHECK UP del sito GRATUITO. ..”, predisposto un link (clicca qui) collegato ad una Landing Page coerente con l’offer-ta proposta (essendo un esempio la abbiamo collegata alla ho-me page ma sarebbe un errore) e creato il “senso di apparte-nenza” con la dicitura “Riservato ai nostri Clienti” per aumen-tare la fidelizzazione del cliente stesso. Pensate quanti poten-ziali messaggi comunicativi avreste già potuto mandare, senza creare “spam”, utilizzando l’offerta solo come complemento della vostra normale conversazione via email.

Ma vediamo ora i più comuni errori che vengono commessi quando si predispongono le firme digitali:

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TESTO DELL’EMAIL

Raffaele Visintin - Direttore GeneraleBUZZ MKT- Web Marketing 2.0

Mail: [email protected] Web: www.buzzmkt.it

LOGO AZIENDA

CHECK UP del sito GRATUITO. Vuoi conoscere lo sta-to del tuo sito internet e migliorare le vendite. Clicca Qui

Riservato ai nostri Clienti

Page 166: Dalla A al Seo

1- la firma digitale è troppo lunga e diventa un peso per il destinatario;

2- si inseriscono troppi link creando i presupposti per finire in nella cartella Spam del destinatario (massimo 1 link iperte-stuale per la “call to action”);

3- offerta poco chiara e lunga;

4- le offerte devono essere aggiornate, se fate una promozio-ne per Natale ricordatevi di modificarla passate le festività;

5- creare delle Landing Page non coerenti con l’offerta (capi-tolo Landing page);

6- non create “spam” ma cercate di aumentare il senso di ap-partenenza del vostro cliente. Fatelo sentire importante e for-tunato di ricevere la vostra offerta;

Ora che avete capito l’importanza della firma vediamo come configurarla nel più comune gestori di posta:

Outlook Express:

1. Scegliere Opzioni dal menu Strumenti, quindi fare clic sulla scheda Firma.

2-Per creare una firma, scegliere il pulsante Nuova, cliccare su file e inserire la firma salvata con estensione “.html”

3-Ora non vi resta che salvare.

Se volete impostare diverse firme su Outlook Express ripetete i punti 2 e 3 scegliendo le diverse firme “.html” salvate sul vo-stro computer

Nota Bene: se inserite delle immagini nella firma digitale ricor-date che le stesse devono essere messe su un server e non solo salvate in locale. Altrimenti il destinatario non riuscirà a veder-le.

Se non utilizzate Outlook Express o un gestore di email che vi permette di immettere l’url dove è stata salvata la firma, basta che aprite la vostra firma in html con un browser (per proget-tarla usate un editor e salvatela .html), selezionate immagini e testo e lo copiate nello spazio dedicato alle firme in html. Poi Salvate il tutto

Per aiutarvi a velocizzare questa strategia vi diamo già una fir-ma predefinita da modificare con i vostri dati con un editor di testo (ex. Dreamviewer o Komodo).

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Page 167: Dalla A al Seo

GESTIRE IL SITO CON FTP

1. Caricare la firma sul Server

2. Recuperare il percorso del file

3. Attenzione al percorso assoluto delle immagini

SEZIONE 2

FilezillaAbbiamo visto come configurare una firma digitale personaliz-zata sul proprio gestore di email. All’interno della firma stessa abbiamo inserito sia testo che immagini. Per coloro che si avvi-cinano a questo mondo vogliamo spiegare come caricare le fo-to su un server per permettere anche al destinatario della email di vedere le vostre immagini inserite.

1- Scaricate un software gratuito di gestione FTP come Filezil-la. Lo trovate qui

2- Una volta scaricato, lo aprite e vi troverete in questa scher-mata.

3- Inserite il vostro accesso ftp o il dominio del sito (se non avete le credenziali di accesso fatevele inviare dalla vostra Web Agency)

4- inserite la user e la password per entrare nel vostro spazio web.

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Page 168: Dalla A al Seo

5- Cliccate su “connessione rapida”.

6- Se i dati sono corretti sulla finestra “Sito Remoto” in basso dell’immagine precedente vedrete tutto ciò che è contenuto nel vostro sito | tecnicamente siete nella “Root directory” del sito (pagina principale).

7- Prendete le immagini dal vostro desktop e trascinatele qui

Il gioco è fatto.

• Esempio il nostro sito ha questo dominio www.buzzmkt.it

• Inseriamo l’immagine chiamata “logo-azienda.jpg” nella root del sito.

• Il percorso assoluto della nostra immagine sarà: www.buzzmkt.it/logo-azienda.jpg.

Cosicchè quando andrete ad inserire le immagini sulla firma digitale (una volta fatto l’upload delle stesse sul server) dovre-te solo inserire il “percorso assoluto” come descritto preceden-temente.

NOTA BENE: se la vostra immagine non la volete inserire nel-la “root” ma in una cartella chiamata “immagini” il percorso assoluto sarà quindi:

www.buzzmkt.it/immagini/logo-azienda.jpg

Ponete attenzione al nome della cartella dove inserite l’imma-gine. Se la cartella invece di chiamarsi “immagini” si chiamas-se “immagine” il percorso assoluto

sarebbe www.buzzmkt.it/immagine/logo-azienda.jpg

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Page 169: Dalla A al Seo

DEM

1. DEM:cosa sono

2. Gestione della progettazione DEM

3. Landing Page delle DEM

SEZIONE 3

DEMAbbiamo già affrontano l’argomento DEM, ora vediamo come crearle e quali accorgimenti utilizzare. L’applicazione della strategia è “Medium” e comprende una conoscenza almeno sufficiente di strumenti di grafica come Photoshop o Gimp per la manipolazione delle immagini.

Il costo per spedire una DEM varia in base a diversi fattori:

1- se comprate delle banche dati e poi la grafica la gestite voi, come pure la spedizione, il costo sarà di 500-600 euro. In que-sto caso utilizzerete la DEM come fosse una Newsletter ma ver-so contatti che ancora non vi conoscono.

Vantaggi: vi rimangono i contatti per ulteriori invii.

Svantaggi: dovete avere cognizione di grafica, un servizio di spedizione mail (esempio MailUp) e saper modificare pagine in html.

2- se comprate il servizio DEM che comprende, la grafica della stessa e la spedizione il costo si aggira dai mille ai mille cinque-cento euro ad invio per 50.000 contatti.

3- se vi affidate ad un agenzia che vi curerà la grafica della DEM, la sua spedizione e anche la creazione della Landing Pa-ge il prezzo oscillerà fra i 1300 euro e i 2000 euro.

Vantaggi: la DEM sarà perfettamente definita sia in senso gra-fico che di contenuti.

Svantaggi: ogni invio vi costerà oltre i mille euro

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SENSO DI APPARTENENZA

PREZZO

CALL TO ACTION

CHI SIAMO

COSA SIAMO

IMMAGINE Emozionale

LOGO Aziendale

DEM -Abbiamo ipotizzato di creare una DEM per un centro benessere che vuole aumentare la vendita dei massaggi Ayurveda

Foto Fotolia - è solamente un esempio, il centro benessere in questione non esiste.

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CALL TO ACTION

STESSO LAYOUT

LANDING PAGE - Layout del Landing Page

Page 172: Dalla A al Seo

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Nel caso precedente abbiamo creato la nostra DEM con la sua “Call to Action” che rimandava alla nostra Landing Page.

Per ottimizzare questo processo potremmo prevedere che, contestualmente al pagamento, il cliente possa ricevere diret-tamente nella sua email il voucher con un numero di codice identificativo dell’offerta.Per creare questo processo vi consigliamo il servizio gratuito di Jotform, ottimo tool gratuito che troverete qui.L’esempio che abbiamo proposto rappresenta solamente una delle soluzioni possibili. Un’altra possibilità interessante poteva prevedere di lasciare il modulo senza la possibilità di pagamento diretto con l’unico obiettivo di acquisire un nuovo “lead”. Un contatto che alimen-terebbe il nostro database.Opzione interessante se il vostro “pubblico” non è molto aper-to verso i pagamenti online.Una terza soluzione poteva prevedere l’inserimento di una se-conda “Call to Action” con un numero verde e aggiungendo la possibilità per il cliente di essere richiamato dal vostro perso-nale.

CASE HISTORY: nonostante questo fosse solo un esempio ab-biamo utilizzato questa tipologia di grafica ed azione (paga-mento immediato) per una DEM commissionataci da un no-stro cliente per la vendita di “prodotti per il corpo”.

Ecco a voi il risultato:1- DEM inviata a 50.000 utenti italiani2- 1600 persone hanno cliccato sulla “Call to Action”3- 73 persone hanno comperato il prodotto4- 5 persone hanno consultato il sito(oltre alle 73 preceden-ti) e hanno chiamato il cliente per informazioni.Il costo per il cliente finale è stato di 1900 euro (DEM + LAN-DING PAGE); il suo fatturato è stato di 5.840 euro (73 prodotti venduti a 80 euro cadauno).Crediamo un’ottimo risultato. Questo vi fa capire che la DEM possa essere un ottimo strumento per il vostro business se ge-stita a livello professionale. In Italia queste sono le performan-ce medie delle DEM:

Nelle pagine che seguono potrete vedere altre varianti della stessa proposta. Nella prima, la variabile è la “Call to Action”, non più di vendita immediata ma per contatto tramite email. Nella seconda abbiamo previsto due Call to Action”, la prima per raccogliere il contatto; la seconda per rassicurare il cliente sulla bontà dell’offerta.

PRODOTTO DEM

Numero Spedizioni 50.000

Persone che cliccano 3% - 1500 4% - 2.000

Persone che compilano il form 3% - 45 4% - 80

possibile Budget (con prezzo prodotto 50,00 cad.) 2.250 euro 4.000 euro

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DEM PRIMA VARIANTE

Page 174: Dalla A al Seo

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Seconda Call to Action

DEM SECONDA VARIANTE

Page 175: Dalla A al Seo

CONTACT FORM

1. IMPOSTA il tuo contact form sul sito per raccogliere Leads

SEZIONE 4

Contact formI “Contact Form” sono lo strumento più utilizzato per acquisi-re nuovi “Leads” (contatti) direttamente dai siti internet. Ov-viamente più “leads” riuscite a raccogliere, più cresceranno le vostre possibilità di contatto verso potenziali nuovi clienti. Ab-biamo scelto, per la configurazione dei moduli un servizio gra-tuito (fino a 100 contatti mese) chiamato Jotform. Lo trovate al seguente indirizzo jotformeu.com. Atterrati sul sito, potrete creare il vostro account e seguite il nostro tutorial.

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CREATE IL VOSTRO ACCOUNT

SCHERMATA JOTFORM

Page 176: Dalla A al Seo

Una volta definito il titolo del vostro “contact form” scegliete quali campi utilizzare ed inserire. Gli strumenti li trovate nella colonna a sinistra della schermata (nome, cognome, email, captcha).

Una volta scelti quali dati richiedere al vostro visitatore, in ba-se alle esigenze e obiettivo che vi siete posti, (ci raccomandia-mo di non essere assillanti; il 90% degli insuccessi dell’uso di “contact form” dipende dal fatto di aver chiesto troppe infor-mazioni al visitatore e avergli chiesto troppo tempo per la com-

pilazione) andate ad impostare due funzioni basilari per un rapporto con il potenziale cliente:

• impostazione del messaggio di “Ringraziamento” per la com-pilazione del form

• impostazione di un risponditore automatico

1- Cliccate su “Email Alerts” e poi su “Notification”. Una volta entrati nell’editor cliccate sul pulsante rappresentato dalla fi-gura sottostante.

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INSERIMENTO TITOLO

TITOLO DEL VOSTRO FORM

SET UP RISPOSTA

SET UP RINGRAZIAMENTI

SETUP - Ringraziamenti e Risponditore Automatico

Page 177: Dalla A al Seo

Inserite ora la vostra Email dove ricevere le informazioni del visitatore. Nel nostro caso abbiamo impostato [email protected].

Come vedete nella figura sopra potrete anche inserire un “Mit-tente”, il Nome e Cognome o semplicemente la scritta “Jot-form” per sapere da quale fonte è arrivato questa compilazio-ne e il relativo “lead”.

Cliccate ora su Avanti e ritornate all’editor precedente (figura sotto)

Una volta sull’editor, scrivete il nome dell’attività per distin-guere questa strategia da altre utilizzate per la raccolta dei “leads”. La parte centrale vi fornirà vari elementi dinamici che

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NOSTRA EMAIL

DATI COMPILATORE FORM

SETUP -PARTE II

DATI DINAMICI

TITOLO

SETUP - PARTE III

Page 178: Dalla A al Seo

al momento non modificheremo ma ne prenderemo atto per quando utilizzeremo la funzione di “Risposta Automatica”. Ec-co alcuni dati variabili:

{nomeE1} : nella risposta automatica inserendo questo para-metro, il sistema riporterà il nome e cognome del visitatore che ha compilato il form

{email3}: nella risposta automatica inserendo questo parame-tro, il sistema riporterà l’email del sottoscrittore.

Nel nostro caso abbiamo solo questi parametri perchè nel form utilizzato abbiamo chiesto solo questi dati; se il vostro “contact form” sarà maggiormente dettagliato avrete molti più dati dinamici.

2- impostate ora la risposta automatica alla compilazione del Form.

Cliccate sull’icona “Email Alerts” e aggiungete una nuova email; non vi resta che cliccare su “Email Autoresponder” e impostare il messaggio. A questo punto inserite il vostro nome (mittente), l’email che volete utilizzare per contattare il vostro visitatore e lasciate nel box “E-mail destinatario” la scritta “Email”. Il sistema prenderà l’email riportata nel form compi-lato e spedirà alla stessa il vostro messaggio di ringraziamen-to. Cliccate ora “Avanti”. (Vedi immagine sottostante)

Ora siete nell’editor del messaggio che dovrete impostare. In-serite un oggetto al messaggio compilando il box “Soggetto” ed iniziate a configurare il messaggio.

ESEMPIO: cancelliamo la tabella dopo aver annotato le parti variabili riportate e scriviamo:

Gentile Sig./Sig.ra {nomeE1},

grazie per il vostro apprezzamento della nostra azienda.

Al più presto sarete contattati dal nostro staff.

.....etc

Oppure:

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MESSAGGIO DI RINGRAZIAMENTO

Page 179: Dalla A al Seo

A seguito della richiesta di informazione proveniente dalla email {email3} vorremmo ringraziarla Sig./Sig.ra {no-meE1}per il vostro apprezzamento della nostra azienda.

Al più presto sarete contattati dal nostro staff....etc

Potrete anche inserire il vostro logo o alcune immagini attra-verso il pulsante immagine dell’editor.

RICORDATE: perchè il vostro logo o immagine venga visualiz-zata deve essere caricata su un server e poi inserito il percorso assoluto della stessa (vedi sezione Filezilla).

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SCAMBIO BANNER O LINK

1. CREAZIONE LINK BUILDING

SEZIONE 5

Scambio BannerIl vostro sito, come abbiamo visto, non basta per garantirvi un successo nell’ottica del web marketing.

Un presupposto, già accennato nel capitolo riservato alla confi-gurazione del sito internet, è la costituzione di un solido “Link Building”.

Due metodi per costruire questo processo è lo scambio Link e lo scambio Banner.

Queste due soluzionio possono essere uno strumento assoluta-mente preferenziale nell’indicizzazione del vostro sito sui mo-tori di ricerca.

La tecnica parte da un presupposto molto semplice: più sono le pagine esterne che sono collegate tramite un link alla vo-stra, maggiore sarà il “trust” del vostro sito per Google.

Sembrerebbe una situazione idilliaca ma bisogna stare attenti a non sbatterci la faccia e creare i presupposti per un disastro completo.

Attenzione, da poco più di un mese è entrato in azione il nuo-vo algoritmo Hummingbirds. Le attività qui sopra riportate po-trebbero essere considerate non organiche. Dalle norme sulla qualità di Google, gli unici link esterni che dovrebbero compa-rire su un sito dovrebbero essere “spontanei” e non conseguen-za di scambi link a pagamento o che cerchino di manipolare il posizionamento organico del motore di ricerca!Per evitare quindi penalizzazioni o addirittura di essere banna-

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Page 181: Dalla A al Seo

ti dal motore di ricerca vi consigliamo di seguire queste poche ma efficaci regole d’uso:

1) collegarsi ad altri Siti Web che abbiano più o meno lo stesso argomento del vostro. - valore tematico e di coerenza fra siti internet!

In questo caso i link verrebbero digeriti da Google come fonte di approfondimento di un particolare tema o argomento e quindi concorrerebbero al vostro Link building in modo corret-to. Questa però potrebbe essere una strada molto complicata visto che i proprietari dei siti, a cui chiederete un collegamen-to, potrebbero considerarvi concorrenti.

Dovrete quindi trovare dei siti che parlino dei vostri argomen-ti, per cui potreste essere considerati complementari o partner di co-marketing.

2) Collegarsi a siti con Page Rank elevato (3-4-5-6/10).

In questo caso, anche se i contenuti non sono coerenti con i vo-stri, il loro “Trust” sarebbe da garante per il motore di ricerca e vi garantirebbe solo benefici.

CONSIGLIO: nella valutazione del partner per il build linking analizzate i suoi contenuti, non basatevi solamente su un’anali-si superficiale del suo Page Rank, potrebbe essere un “fake” (il-lusione temporanea, fregatura).

3) collegatevi con PR bassi ma autorevoli

Se il sito con cui vi collegate è un sito gestito seriamente, ag-giornato frequentemente ma con “PR” basso preferitelo ad un altro con PR alto ma bassi contenuti. Il “content” è il fattore maggiormente preso in considerazione dai motori di ricerca,

Errori da evitare:

1) Il vostro Link sul sito del Partner è stato inserito con il tag “no follow”. Questo atteggiamento non vi recherà alcun dan-no al vostro sito internet ma, allo stesso tempo alcun benefi-cio.2) Il sito con cui vi collegate sparisce da un giorno all'altro dalla rete. Anche in questo caso non sarete penalizzati ma il link in uscita dal vostro sito andrebbe rimosso per non gene-rare errori 404 e compromettere la vostra indicizzazione. 3) Il sito del vostro Partner viene scoperto dai motori di ri-cerca come pagina “Spam” o pagina “Cloacking” e viene esclusa dalla ricerca. Per osmosi anche voi potreste avere delle penalizzazioni.

• CONSIGLIO: togliete immediatamente il link dal vostro sito e mandate comunicazione a Google attraverso “Webmaster for Google” di questo errore e, che eravate inconsapevoli di questa loro attività.

4) Il PR (Page Rank) del sito con cui vi collegate non è un PR reale (Fake Page Rank). Sito probabilmente dubbio o di “do-orway”. Rimuovete immediatamente il collegamento.

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Page 182: Dalla A al Seo

5) Il contenuto del sito con cui avete un collegamento, cambia a vostra insaputa e a vostro sfavore. caso più grave!

Facciamo un esempio estremo.

Il vostro sito parla di educazione ai bambini e vi siete collegati ad un sito che parla di bambini. Il dominio del vostro partner viene venduto e il nuovo proprietario usa il sito per giochi d’az-zardo. Risultato? Sarete penalizzati da Google con un rischio molto alto di essere bannati.

7) I visitatori del sito del vostro Partner, non sono reali o mol-to più bassi di quelli promessi. Magari il partner acquisisce visite attraverso spamming.

8) Il vostro Partner o la sua Rete in una sola giornata per sba-glio collegano decine di link verso il vostro sito e i motori di ri-cerca vi escludono. Anche in questo caso non dipende da voi, ma i motori di ricerca cercano di premiare la bontà dei conte-nuti non attività di “Spam” o non organiche. In questo caso sa-reste considerati parte di uno scambio link di “affiliazione” con probabile penalizzaizone.

REGOLE BASE DI VALUTAZIONE PARTNER:

Ora che conosciamo la teoria andiamo a utilizzare dei tool of-ferti da Google per capire la bontà del partner scelto per lo scambio banner o link.

Andiamo su Google e scriviamo:

- link:www.sitopartner.it (vi farà conoscere il numero di link esterni collegati al sito.

- site:www.sitopartner.it (vi farà conoscere il totale dei link del sito in esame).

STRATEGIA:

1- analizziamo l’obiettivo

2- ricerchiamo possibili partners tematici

3- controlliamoli su Google (vedi sopra)

4- contattiamoli via email o telefono e proponiamo lo scambio

• CONSIGLIO: non fatevi inserire il vostro link su pagine che hanno più di 1o links già presenti per pagina e non inserite nel vostro sito più di 10 link esterni per pagina sarebbero inutili.

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Page 183: Dalla A al Seo

COUPONING

1. Concetti base COUPONING

2. Aumentare il senso di Appartenenza dei propri clienti

SEZIONE 6

CouponingAbbiamo definito l’importanza del nostro sito internet e come portare traffico allo stesso. Adesso dobbiamo migliorare la fe-deltà dei nostri visitatori e/o incentivare ancora nuove visite. Una strategia molto utilizzata e poco costosa è l’utilizzo dei “Coupons”(su sito internet e Facebook). Questa strategia può essere utilizzata per:

1- Avere nuovi Leads per aumentare i database delle nostre Newsletter.

2- Spingere un certo prodotto o servizio ,regalando servi-zi/prodotti come “benefits”.

3- Fidelizzare i vostri clienti.

1- basterà creare un coupon (vedi esempi) e inserirlo sul si-to richiedendo di compilare un form per partecipare all’inizia-tiva. Una volta che il visitatore avrà compilato il form, automa-ticamente, (attraverso la risposta automatica che potremmo creare con JotForm- vedi la sezione) riceverà il coupon diretta-mente in posta. Questa attività è possibile abbinarla a campa-gne Adword.

2- potete utilizzare questa strategia per spingere un prodot-to fra i visitatori del vostro sito. Il Coupon può essere cambia-to ad intervalli prestabiliti per far accrescere l’appetibilità del vostro sito e migliorare la percentuale di “Return Visitors” |ve-di capitolo su Google Analytics.

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Page 184: Dalla A al Seo

3- Potreste inserire i Coupons sul vostro sito internet riservan-doli ai clienti fidelizzati. Un esempio, potrebbe essere quello di consegnare un codice direttamente in azienda o tramite email che permetta di raggiungere delle pagine protette da password. Il cliente, una volta raggiunta questa pagina, potrà

scaricare il coupon e usufruire dei vostri benefit garantiti. Po-treste abbinare questa attività ad una forma di “Fidelity Card” a punti attraverso dei semplici script php mantenendo un con-tatto diretto con i clienti.

Vediamo alcuni esempi di Coupon:

Proviamo a impostare tutto il processo per il coupon partendo-dal “Contact form” fino alla ricezione del buono. Utilizziamo il servizio Jot Form per la creazione del form di contatti.

PROCEDURA:

1- andiamo su www.jotformeu.com

2- creiamo un contact form (vedi sezione Jot Form)

183

COUPON 1

COUPON 2

Page 185: Dalla A al Seo

3- creiamo la risposta automatica con il nostro Coupon.

4- copiamo il codice nel nostro sito

Facciamo un esempio:

1- abbiamo creato il form con Jot form

2- siamo andati su “Thank you” e utilizzato la funzione “Messaggio di ringraziamento” e cliccato su “Avanti”.

3- impostato attraverso “Editor” il nostro messaggio di rin-graziamento.

**Ricorda: per inserire il tuo logo devi fare l’upload dell’imma-gine sul tuo server(vedi Sezione Filezilla) e copiare il percorso assoluto.

4- creiamo il nostro messaggio automatico per l’invio del cou-pon:

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SET UP -MESSAGGIO RINGRAZIAMENTO

MESSAGGIO RINGRAZIAMENTO

Page 186: Dalla A al Seo

a) andate su “Email Alerts” e create nuova Email

b) inserite il nome mittente (nome vostra azienda), l’email che comparirà al destinatario mentre nella parte bassa a destra lasciate e-mail.

c) cliccate su “Avanti” e compilate il messaggio attraver-so l’uso dell’Editor.

ci) inserite il vostro Coupon e cliccate su Fine.

Ora non ci resta che andare su “Source Code”, copiare il codice che ci viene proposto e inserire il codice nel vostro sito internet.

CONSIGLIO: quando impostate il vostro risponditore au-tomatico utilizzate il tag “{nomeE1}” così nella risposta il destinatario vedrà il suo nome e cognome e voi avrete personalizzato il messaggio.

Se volete un Messaggio Automatico con questa imposta-zione:

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SETUP - MESSAGGIO AUTOMATICO

SETUP - MESSAGGIO AUTOMATICO

Page 187: Dalla A al Seo

Logo ----> Ringraziamenti o descrizioni--->Coupon-->Vostro Indirizzo

CONSIGLIO: se non vi sentite ponti per crearvi da zero il vo-stro Coupon o lo volete utilizzare solo tramite comunicazione sui Social network potrete sempre scegliere Woobox.

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Page 188: Dalla A al Seo

CAPITOLO 13

SEO ContentCome scrivere in modo corretto un testo secondo le regole del SEO.

Non basta scrivere testi con sintassi corrette per posizionarsi sui motori di ricerca.Vediamo assieme alcuni accorgimenti per la scala-ta della vostra azienda sul Web.

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Page 189: Dalla A al Seo

CONTENUTI OTTIMALI= SUCCESSO

1. Regole del Seo Contents

2. Errori da evitare

SEZIONE 1

Seo ContentI contenuti del sito sono l’aspetto più importante fra le valuta-zioni dei motori di ricerca per il posizionamento. Google non indica in modo chiaro tutti i fattori che influenzano la valuta-zione di un testo ma, secondo una nostra esperienza, questi che leggerete, di seguito, sono le basi di sviluppo per un testo “seo orienteed”.

Articolo deve contenere un minimo di 300 parole

Un articolo per essere autorevole dovrebbe contenere un mini-mo di 300 parole e non superare le 1000 parole per pagina.

Keyword Density

Quando scrivete un testo e inserite, nello stesso, delle parole chiavi (Keywords) per i motori di ricerca, queste ultime devo-no essere ottimizzate. Le parole chiavi devono avere una densità nel testo compreso fra il 2 e il 7%. Facciamo un esempio. Il vostro articolo parla di “Marketing” e decidete che le parole chiave “marketing online” e “web marketing” siano le vostre keywords di riferimento. Se il testo è composto da 300 parole le keywords dovranno essere ripetute per 6 volte almeno per raggiungere il 2% di “density”.

Valutazione della density:

da 0 al 2% --> la parola chiave viene considerata irrilevante per il testo.

dal 2 al 7% --> condizione ideale per il Seo.

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Page 190: Dalla A al Seo

oltre il 7% --> la parola è considerata in “overstuffing” e po-trebbe essere considerata “spam” dal motore di ricerca.

In caso di “Overstuffing” Google potrebbe pensare che state imbottendo di “keywords” un testo solo per una crescita sul motore stesso. Per questo motivo, non solo, non premierà il vostro contenuto ma potrebbe essere considerato “una mani-polazione non organica” e potreste essere penalizzati.

Headings

Gli “headings” sono dei marcatori di testo (tag). A livello di co-dice html vanno da H1 ad H6 e servono per definire dal titolo dell’articolo fino all’approfondimento.

• il tag H1 viene tipicamente utilizzato per il titolo della pagi-na, serve a indicare l’argomento principale;

• i tag H2 e H3 servono per specificare i sottotitoli (abstract) delle pagine;

• tag H4 o H5 si utilizzano per contenere i testi delle pagine;

• tag H5 o H6 servono invece per note, approfondimenti, co-pyright.

Questi tag devono essere inseriti nel testo in modo decrescen-te dall’H1 all’H6. Ovviamente l’H1 deve essere univoco nel te-sto (non è possibile avere più titoli per un articoli). Non serve utilizzarli tutti per ogni singolo articolo e a livello Seo sarebbe-ro sufficienti i primi tre.

Per il motore di ricerca il tag fondamentale è l‘H1 perchè do-vrebbe contenere, in poche parole il “core” dell’articolo.

Facciamo un esempio su come potreste gestire le varie parti dell’articolo. Vediamo il codice Html (le parti che iniziano con “//” sono considerati dei commenti invisibili al visitatori, se inseriti nel “codice sorgente” della pagina):

//apertura e chiusura tag h1. Identifichiamo il titolo dell’artico-lo

<h1>dalla A al Seo</h1>

//sottotitolo rafforzativo del nostro articolo

<h2>il nostro manuale Seo e Serp</h2>

<p> prima parte del testo dell’articolo</p>

//sottotitolo più specifico di un argomento

<h3>Origini del Seo</h3>

//definiamo un sezione dell’articolo

<h4>seconda parte articolo</h4>

//Approfondiamo l’articolo o l’oggetto dello stesso o affine

<h5>Per saperne di più leggete anche il nostro capitolo su..(inserimento di un link all’argomento di approfondimen-to)</h5>

//definiamo l’autore o il copyright

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Page 191: Dalla A al Seo

<h6>a cura della redazione di Buzz Marketing</h6>

Link nell’articolo

I link sono fondamentali se contestualizzati nell’articolo o pagi-na. Quello che consigliamo è inserirne almeno due o tre per articolo, linkando le parole chiavi della pagina. Il link deve es-sere diretto verso una pagina di atterraggio che tratta la paro-la linkata.

Vediamo un esempio corretto ed uno sbagliato di “link testua-le”

La parola chiave dell’articolo è “Seo in Italia”

Corpo del testo --> pagina di atterraggio link

In questo caso il link avrà un alto ranking da parte di Google. Il link diventerà un approfondimento dell’argomento o sarà almeno collegato con l’argomento della pagina di destinazio-ne. Se gestito in questo modo il link alla parola chiave “Seo in Italia” sarà considerato un link organico e probabilmente pre-miato perchè contestuale e di valore. Nel senso che il visitato-

re che cliccherà sul link troverà quello che cercava o avrebbe pensato di trovare. Secondo esempio errato:

in questo caso Google non premierà il vostro link ma si rischie-rà di essere penalizzati dal motore di ricerca che potrebbe con-siderare questo link come una manipolazione del posiziona-mento, cioè una ricerca non naturale di crescita nel ranking. Queste affermazioni partono dalla considerazione che Google vuole garantire trasparenza ai visitatori online e, allo stesso tempo, premiare chi aumenta il piacere di consultazione del web. Il visitatore che clicca sul link si aspetterebbe un appro-fondimento e invece si ritroverebbe su una pagina estranea e, per lui di alcun interesse. Cosa succede nel 90% dei casi? La-scia la pagina in pochi secondi!

Errori comuni: molti credono che inviare i link alla homepage sia la soluzione per ovviare a questo problema e aumentare il ranking della homepage. Sicuramente avere molti link verso la “Home” aiuta la stessa a crescere; ma farlo con link testuali non contestualizzati non aggiunge valore agli occhi dello Spi-der.

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“...ho scoperto dalla A al Seo, una vera risorsa per iniziare a fare Seo in Italia (link). Se-condo i loro consigli....”

La pagina di atter-raggio è dedicata al Seo in Italia op-pure è una pagina che tratta anche il Seo in Italia

“...ho scoperto dalla A al Seo, una vera risorsa per iniziare a fare Seo in Italia (link). Secondo i loro consigli....”

La pagina parla di automobili o altro argomento e non c’è riferimento al Seo.

Page 192: Dalla A al Seo

Un suggerimento per aumentare i link negli articoli usando le parole chiavi ma non uscendo dal contesto può essere:

• creazione di un Glossario nel sito (quando avete delle parole chiavi che si ripetono nel sito più volte; potrebbe essere la soluzione) e riversando i link verso lo stesso.

• utilizzare link “no follow” verso link esterni così l’argomento è targhetizzato verso un approfondimento ma non perdete “page rank”.

• linkare pagine con argomenti simili sul vostro sito cercando un “reciprocal linking” fra i vari articoli.

Immagini

Tag “Alt”

Le immagini vengono molto usate per rendere meno pesante un articolo o per attirare l’attenzione del visitatore. Se ne inse-rite sul sito ci raccomandiamo di seguire alcuni consigli:

Ogni immagine inserita deve contenere il tag “alt”, cioè deve descrivere l’immagine. Questo passaggio è fondamentale per aumentare le possibilità di indicizzazione della pagina stessa. Non serve una descrizione lunga e complicata, bastano poche parole, magari contenenti una parola chiave della pagina. La descrizione NON deve essere una lista di parole chiavi ma una frase con senso compiuto. Utilizzare una lista di “Keywords”

nel tag alt può provocare una penalizzazione da parte del mo-tore di ricerca.

Dimensioni

Le immagini che inserite devono contenere le dimensioni del-le stesse. Il vostro webmaster deve indicare nel codice html i tag “width” e il “height”.

Codice Html corretto:

<IMG SRC="foto-sede-buzz-marketing.jpg" ALT= “sede della società Buzz Marketing a Sondrio” WIDTH="100" HEIGHT="50">

In questo caso diciamo allo Spider che l’immagine si chiama “foto-sede-buzz-marketing.jpg” (abbiamo usato parole chiavi anche per il nome dell’immagine) ed ha una larghezza di 100 px e un altezza di 50 px. La foto descrive la struttura della no-stra sede di Sondrio attraverso il tag “ALT”.

Queste indicazioni sono poi fondamentali per aumentare le performance del sito internet secondo le valutazioni di GTMe-trix.

Focus Keyword

Abbiamo parlato precedentemente di “Keywords” nel testo, ora parliamo di “Focus Keyword” cioè una sola parola chiave (singola o composta) che identifica l’articolo. Anche questa de-ve avere una density che oscilla fra il 2 e il 7% ma dovrebbe es-sere univoca nel vostro sito.

191

Page 193: Dalla A al Seo

Facciamo alcune osservazioni e cerchiamo di capire la differen-za fra “focus Keyword” e “parole chiavi”.

Facciamo un esempio:

Testo:

“Il Seo in Italia

quando parliamo di Seo ci riferiamo a quelle azioni propedeu-tiche per migliorare il posizionamento di un sito internet sui motori di ricerca. Il Seo in Italia è un attività molto seguita ma ancora non gestita nel modo corretto....

....fare Seo in Italia significa scontrarsi con imprenditori che non conoscendolo non riescono a capirne le qualità e le potenzialità...che Google, Yahoo e gli altri possono garantire...

....il Seo è una disciplina ma non è una scienza, i risultati che il Seo può portare sono conseguenza di oltre 200 fattori, come si può leggere dal vademecum di Google: “i 200 punti del Seo sul web”....

Keywords: SEO e Google

Focus Keyword: SEO ITALIA

Nel nostro esempio abbiamo visto un pseudo articolo (mi rac-comando la density, questo è solo un esempio. Una ricorrenza di parole chiavi come qui, con un testo così corto vi mandereb-be in “overstuffing”) che ci spiega la differenza. La “Focus key-

word” è una “parola chiave” composta da 3 parole “SEO IN ITALIA” mentre le keywords sono Seo e Google.

La differenza stà nel fatto che le Keywords possono ripetersi in vari articoli del vostro sito internet mentre la “Focus Key-word” dovrebbe essere unica, solamente riferita ad un specifi-co articolo. In questo modo questa parola chiave riceverà, da Google, maggiore considerazione! Ovviamente, anche in que-sto esempio la “Focus” è anche, una parola chiave!

Differenziare le “focus keywords” permette di indicizzare mol-te parole, dargli un importanza diversa e far vedere a Google la completezza di argomenti di un sito. Se usassimo, per ogni pagina o articolo, sempre le stesse parole chiavi non avremmo lo stesso risultato di trust!

Focus Key e Headings

E’ stato dimostrato che la Focus Key, inserita in un tag “h1” o “h2” porta dei benefici alla pagina o articolo. Se poi la inseria-mo all’inizio del paragrafo avremo raggiunto la perfezione.

Esempio:

FocusKey: Seo in Italia

“Seo in Italia

Il Seo in Italia è un attività molto seguita ma ancora non gesti-ta nel modo corretto....”

192

Page 194: Dalla A al Seo

Condizione perfetta, la “focus” è inserita come “h2” e si trova nel primo paragrafo dell’articolo.

Esempio 2:

FocusKey: Seo in Italia

“Fare Seo in Italia

Il Seo è un attività molto seguita ma ancora non gestita nel modo corretto.

...Il Seo in Italia comporta....”

In questo caso abbiamo la focus come titolo “h2” ma la abbia-mo inserita dopo la parola “fare”. E’ comunque un buon titolo ma possiamo fare di meglio. Manca poi la “focus” nel primo paragrafo.

Titolo dell’articolo

Si consiglia di utilizzare un titolo che comprenda la focus key-word o una keyword, magari inserendola all’inizio. Il titolo de-ve essere compreso fra 40 e 70 caratteri massimi. Spazi com-presi.

Meta Description

La “meta description” rappresenta la descrizione dell’articolo o pagina. Si consiglia sempre di inserire la “focus keyword” al suo interno. La “description” deve essere scritta in meno di 160 caratteri, spazi inclusi.

Url dell’articolo

E’ molto importante utilizzare degli indirizzi specifici per le singole pagine di articoli; oltre a rendere l’argomento maggior-mente riconoscibile dal potenziale visitatore è un fattore po-tenzialmente utile a livello Seo. Vediamo un esempio

Esempio I: www.miodominio.it/?fr657

Esempio II: www.miodominio.it/seo-in-italia

Nel primo esempio non si capisce di che cosa stiamo parlan-do, nel secondo caso si. Nel secondo poi abbiamo la possibilità di aumentare l’indicizzazione delle nostre parole chiavi.

Caso a parte lo fanno gli articoli per “Google News” che devo-no SEMPRE contenere,alla fine un numero identificativo e unico.

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Page 195: Dalla A al Seo

CAPITOLO 14

Navigare

Navigare conoscendo la rotta aiuta il visitatore a trovarti sui motori di ricerca.

SEZIONI DEL CAPITOLO

• LISTE BREADCRUMBS• PAGINE 404

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Page 196: Dalla A al Seo

LISTE BREADCRUMB

1. Aiuta il visitatore a trovare i contenuti

2. Non fare perdere il tuo visitatore

SEZIONE 1

Liste BreadcrumbUn “breadcrumb” (Navigazione a briciole di pane) è una lista di “link in linea” posizionati in cima o in fondo alla pagina che permette, ad un visitatore, di tornare indietro verso la sezione precedente o verso la home page del vostro sito internet.

Molte “breadcrumb” utilizzano la home page come primo link a sinistra e una lista di link verso le sezioni via via più specifi-che andando verso destra. Ecco un esempio nel nostro sito.

Come potete vedere ci troviamo nella sezione portfolio e preci-samente stiamo consultando la pagina dedicata al nostro clien-

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Page 197: Dalla A al Seo

te di Saint Moritz. L’utente può ritornare alla sezione dedicata alla lista dei nostri clienti oppure alla homepage.

Con questa soluzione creiamo un ottimo menu di navigazione veloce sia per gli utenti, che trovano più semplicemente vari argomenti del sito, sia per i motori di ricerca che apprezzano la miglioria apportata a livello di “internal links” (link fra le va-rie pagine del sito).

Ecco un esempio generico di un sito che utilizza le “liste bread-crumb”:

Home Page → Section Page → Subsection Page → Actual page (opzionale e solo testo)

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Page 198: Dalla A al Seo

OPS, PAGE 404

1. Pagina 404 introduzione

2. Gestione degli errori e consigli

SEZIONE 2

Pagine 404Molte volte, anche in siti molto ben strutturati e che usano le liste “Breadcrumb”, ci possono essere dei link “rotti” o non ag-giornati o pagine che non esistono più, cosicchè il visitatore viene mandato su pagine chiamate “404” o “pagina non trova-ta”.

Anche se sarebbe meglio controllare il sito e non trovarci in questa condizione proviamo a trovare un rimedio nel caso il visitatore dovesse affrontare questa situazione.

1) Avere una “pagina 404” personalizzata che guidi gentilmen-te il visitatore su una pagina utile migliorerà di molto la sua esperienza sul vostro sito. Ad esempio potremmo inserire su questa pagina alcuni link verso le “main category del si-to”.

2)Sarebbe utile che la tua pagina 404 avesse un link di ritorno alla pagina principale e/o a pagine correlate, o a sezioni po-polari del sito.

Un tool online gratuito per evitare di avere molte pagine “404” è quello che troverete negli strumenti per i webmaster di Google che vi aiuterà ad individuare le sorgenti che causano gli errori “Not Found”.

3) Per evitare che le vostre pagine 404 vengano indicizzate dai motori di ricerca assicurati che il vostro “webserver” sia con-figurato per restituire il codice di stato HTTP 404.

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Page 199: Dalla A al Seo

4) La personalizzazione di queste pagine deve seguire il layout dell’intero sito per evitare di creare confusione con il visitatore.

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Page 200: Dalla A al Seo

CAPITOLO 15

Dati in PageConfrontarsi con umiltà sul Web è la base per di-ventare un Seo Expert.

Come migliorarsi studiando le preferenze dei clienti e visitatori.

Problemi con questa sezione? Iscriviti sul forum e lascia la tua do-manda. Clicca Qui

Page 201: Dalla A al Seo

GOOGLE ANALYTICS

1. Analisi per aree del sito aziendale

SEZIONE 1

Dati IN pageTutti coloro che lavorano con Google Analytics in modo appro-fondito o, lo utilizzano solo come vetrina per capire quanti visi-tatori ha il proprio sito, si sono accorti di una nuova funzione chiamata “dati In page”. Questa funzione è forse la vera fun-zione Seo di Google Analytics. Con questo non vogliamo asso-lutamente dire che consultare i visitatori unici, le visualizzazio-ni, le sorgenti etc. del traffico sia meno importante ma, questa funzione, è altamente significativa per chi volesse far rendere il proprio sito internet. La funzione la trovate sulla parte sini-stra di Analytics sotto la macro voce “contenuti”. Una volta cliccato sulla funzione vi si aprirà una pagina come la seguen-te.

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Page 202: Dalla A al Seo

Come potete vedere nell’esempio, il vostro sito internet avrà un indicatore in più che indicherà le percentuali di “popolari-tà” dei vari link della pagina. Nel nostro caso vi abbiamo mo-strato il menu principale del sito.

Questi dati a che cosa possono servire? Attraverso questa ana-lisi possiamo effettuare una valutazione visiva di come gli uten-ti interagiscono con le pagine web e questo dato ci aiuterà a ri-spondere a domande quali:

• Il layout è ottimale per le azioni che desidero che gli utenti compiano sulla pagina?

• I miei utenti visualizzano i contenuti che voglio che vedano?

• I miei utenti trovano quello che stanno cercando sulla pagi-na?

• I miei inviti all'azione motivano o sono sufficientemente visi-bili?

• Quali sono i link su cui fanno clic gli utenti?

La navigazione, con questa funzione, vi permetterà di simula-re quella del vostro sito. Una volta caricata la nuova pagina, verranno mostrati i dati corrispondenti per tale pagina.

La visualizzazione può essere a “fumetti” (come nell’esempio) precedente” o a “colori”. I colori come i fumetti servono per ca-pire quali siano le zone più calde del sito e quelle in cui il visi-tatore non trova interesse a cliccare.

Ora conosciamo le basi di questa funzione ma non abbiamo ancora considerato la sua importanza. Con questo tool, in modo molto intuitivo, avremo sott’occhio il comportamento del visitatore sul sito. Possiamo capire quali argomenti siano i più cliccati e quindi capire le tendenze dello stesso. Capire co-sa il visitatore “vuole” o lo incuriosisce significa poter anticipa-re le sue mosse e incrementare, nel tempo, le vendite. Faccia-mo un esempio.

Se vediamo che la pagina della categoria “x”, con un particola-re argomento del blog è più cliccata rispetto ad un altra catego-ria potrebbe significare che i visitatori ci identificano per quel-l’argomento, cosicchè potremmo decidere di approfondirlo e magari abbandonare quello ritenuto meno interessante. Un test interessante e molto consigliato, per aumentare le con-versioni di vendita, è l’uso di pagine test. Semplicemente potremmo immaginare di creare due layout diversi per la stessa offerta in tempi diversi o nello stesso pe-riodo e monitorare il comportamento del visitatore.

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Page 203: Dalla A al Seo

Abbiamo fatto una decina di test per un hotel in Italia creando tre layout che si diversificavano solamente per il posiziona-mento dei tre elementi contenuti quali :

• immagini dell’offerta

• testo dell’offerta

• modulo di contatto

Abbiamo visto che il template “C” convertiva quasi il 30% dei visitatori mentre i template “A” e “B” rispettivamente il 5% e il 15%.

Questo ci ha dimostrato che in base al business che promuove-vamo e all’offerta in essere, con il layout “C” circa un terzo di visitatori ci contattava per richiedere informazioni mentre con gli altri due il rapporto era molto più ridotto.

Quello che vi consigliamo, ogni qual volta creerete un offerta “ad hoc” è di creare due o tre layout e testare i vostri visitatori. Quando troverete la soluzione più adatta a voi vedrete aumen-tare in modo considerevole le vostre conversioni.

(*) consigliamo la lettura del capitolo Landing page per avere degli esempi di layout

202

Page 204: Dalla A al Seo

CAPITOLO 16

ConclusioniDopo un viaggio fra le varie tecniche, regole e stra-tegie Seo siamo giunti a destinazione.

Ma non finisce qui..

Page 205: Dalla A al Seo

SEZIONE 1

ConclusioniAll’inizio di questo viaggio letterario, molti di voi si saranno sentiti persi in un contesto complicato ed ampio com’è il Seo e Web Marketing.

Ora avete creato delle basi di interesse e trovato alcune strate-gie che vi permetteranno di migliorare la vostra condizione on-line.

Il nostro ruolo di traghettatori come “Virgilio” fece con Dante Alighieri giunge al termine.

Ora toccherà a voi mettere in pratica questa teoria.

Capiamo che il compito non sarà semplice e a volte vi sentire-te “frustrati” perchè magari, nel breve periodo, i risultati non saranno gratificanti come vi aspettavate.

Ma la rotta oramai è segnata e il vostro sforzo verrà sicuramen-te premiato.

Buzz Marketing, con questo manuale, ha cercato di mettervi in condizione di essere subito operativi capendo però che l’ar-gomento sia molto ampio e difficile in certi versi.

Per questo motivo abbiamo deciso di continuare a supportarvi anche dopo la lettura del manuale istituendo due servizi creati “ad hoc”.

Se non vi sentite sicuri sulle azioni da intrapprendere contatta-teci tranquillamente sul nostro forum dedicato “Seo forum” oppure scriveteci un e-mail con le vostre domande a

204

Page 206: Dalla A al Seo

[email protected]. In entrambi i casi un nostro collaborato-re o la Community del forum saranno a vostro servizio.

Questo, secondo noi, significa essere un riferimento Seo per i lettori.

Ognuno di voi ritroverà difficoltà diverse e solamente un con-tatto diretto consentirà di trovare una soluzione soddisfacen-te.

Se credete che possa esservi utile aspettiamo le vostre doman-de e la vostra partecipazione alle nostre attività.

Ricordate, lo staff di Buzz Marketing è al vostro servizio.

Ora non ci resta che salutarvi e ringraziarvi per la lettura del nostro manuale.

Buzz Marketing vi ha offerto la lettura integrale del ma-nuale, non solo un estratto, il forum e il supporto via email. Ora vi chiediamo solamente 5 minuti del vo-stro tempo, per gratificare il nostro lavoro, votan-do su Ibookstore e lasciandoci le vostre impressio-ni o venendoci a trovare su Facebook o sul sito!

Grazie e a presto,

Raffaele Visintin

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Page 207: Dalla A al Seo

Anchor Text

Testo che contiene un collegamento o un link alla stessa pagina o a nuove pagine del sito.

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Trova termine

Page 208: Dalla A al Seo

B2B

Business to Business

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Trova termine

Page 209: Dalla A al Seo

B2C

Business to Consumer.

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Trova termine

Page 210: Dalla A al Seo

IP

Internet Protocol- è un protocollo di rete appartenente alla suite di protocolli Internet TCP/IP su cui è basato il funzionamento della rete Internet. Ad ogni computer con una connessione internet viene assegnato un Ip univoco.

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Trova termine

Page 211: Dalla A al Seo

Landing Page

Le “Landing Page” sono da considerare delle particolari pagine web che consentano at-traverso attività di “Pay per click” o organiche di convincere l’utente ad eseguire un’azione predeterminata “Call to Action”.

Termini del glossario correlati

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Trova termine

Page 212: Dalla A al Seo

Lead

E’ considerato Lead ogni nuovo contatto generato attraverso un “contact form” o azioni di iscrizione a newsletter.

Termini del glossario correlati

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Trova termine

Page 213: Dalla A al Seo

Motore di ricerca

viene considerato motore di ricerca quel sistema automatico che analizza, attraverso un algoritmo, un insieme di dati restituendo un indice di contenuti disponibili classifi-candoli in base alla rilevanza. I più conosciuti sono Google, Yahoo e Bing.

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Trova termine

Page 214: Dalla A al Seo

Pay per click

Letteralmente “Pay per Click”. Il vostro annuncio viene inserito sui motori di ricerca o social network ad un costo per click. Se il vostro annuncio viene solo visualizzato e non cliccato si parlerà di “impressions” ma senza costi per voi. Un servizio di pay per click è, ad esempio Adword.

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Trova termine

Page 215: Dalla A al Seo

Provider

Un provider è in generale un'azienda o un'organizzazione che fornisce un servizio. Nel nostro caso fornisce uno spazio web.

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Page 216: Dalla A al Seo

ROI

Return On Investment: identifica il ritorno, in termini economici, di una campagna marketing.

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Trova termine

Page 217: Dalla A al Seo

Seo

Search Engine Optimization: identifica le azioni propedeutiche per essere indicizzate dai motori di ricerca quali Google, Yahoo.Bing, Arianna etc.

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Seo friendly

sono da considerarsi tutte quelle attività poste per essere apprezzate dai motori di ricer-ca. Quando un sito viene definito “SEO Friendly” significa che è stato creato seguendo i presupposti del Seo.

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Page 219: Dalla A al Seo

Spider

Un crawler (detto anche spider o robot), è un software che analizza i contenuti di una rete, un sito in un modo metodico e automatizzato, in genere per conto di un motore di ricerca e ne consegna dei risultati che incideranno con le successive indicizzazioni del sito in esame.

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Traffico organico

Traffico generato verso il proprio sito naturalmente dai motori di ricerca (senza consi-derare attività “pushing” conseguenti al web marketing. Esempio Adword – Dem -New-sletter)

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Trust

con questo termine indichiamo la fiducia che il motore di ricerca avrà verso il vostro si-to internet. Maggiore sarà il “trust” maggiore le possibilità di essere primi sui motori di ricerca.

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Whois

Servizio Online gratuito per verificare le informazioni di un dominio. Data registrazio-ne, proprietario etc.

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