DA VETRO NASCE VETRO - andytonini.com · Finito di stampare nel Settembre 2003 da Tormena, Genova...

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DA VETRO NASCE VETRO Una materia viva. Ieri, oggi, domani

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DA VETRO NASCE

VETROUna materia viva. Ieri, oggi, domani

CO.RE.VE. Consorzio Recupero Vetrovia Sardegna, 19 20146 Milanotel. 02 48012961fax 02 48012946

Testi e apparatiGiuseppe Colangelo e Francesca Porro

Arte e vetro: l’esempio di Muranodi Marino Barovier

Graphic designA+G AchilliGhizzardiAssociati

In copertinaMomento della lavorazione in vetreria,2001, foto di Diego Motto

Tutti i diritti riservati

Finito di stampare nel Settembre 2003da Tormena, Genova

Referenze fotografiche

Diego Mottopagg.41, 42, 43, 44, 45, 46, 47,48, 49, 50, 51, 65, 69, 75?, 77,

Sergio Tornaghipagg. 37, 38, 39, 66, 67, 68,70?, 72, 73, 74, 76

La campagna “Riempiteci di vuoti”realizzata nel 2002 da La scuola di Emanuele Pirella,pagg.7, 9,10,

Soprintendenzadel Friuli-Venezia Giuliapagg.13, 16, 30, 31, 32, 33

Stoneagepag.29

Particolari dell’artista Lino Tagliapietra ritratto mentre sta lavorandofoto di Johnson Russel,courtesy Marino Barovier pagg. 6, 12, 16, 28, 36, 40,54, 78

Courtesy Marino Barovierpagg. 55, 56, 57, 58,59, 60,61, 62, 63,

Alcune delle immagini presentinel libro sono state tratte daiseguenti volumi

Klein D. – Lloyd W. Storia del Vetro,De Agostini, Novara, 1984.pagg.14, 18, 20, 21, 25

AA.VV. Vetri dei cesari,Milano, 1988. pagg.15, 17, 19

AA.VV. Murano vetri dalla collezione Olnick Spanu,Edizioni Olivares,pag. 26

AA.VV., BohemianArt Nouveau Glass 1890-1915,Museum of Decorative Arts,Praga, 1992,pag.23

CO.RE.VE. è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate.

Sommario

7 Il vetro è una ricchezza. Non disperdiamolo.

13 Julia Felix

19 L’editto di Napoli

21 Il vetro, amico dell’ambiente

37 La materia vetro

41 La vetreria, una realtà in espansione

51 Storia di un materiale dal sapere antico

61 Arte e vetro: l’esempio di Murano

67 Glossario

71 Bibliografia

73 Musei, documentari, video e siti internet

7Il vetro è una ricchezza.Non disperdiamolo.

Campagna di comunicazioneCO.RE.VE.

Modalità, forme e colori di un processo dalle mille risorse

La dedizione profusa in questi anni dai vari sog-getti impegnati nel campo della raccolta e del ri-ciclo del rottame di vetro ha contribuito a crearenel nostro Paese una migliore cultura della qualitàdella vita. Organizzazione, coordinamento e ri-cerca di soluzioni tecnologiche più efficaci e in-novative sono alla base di un successo i cui risulta-ti hanno ben pochi precedenti nel mondo indu-strializzato. Ma come nasce in Italia l’idea del rici-clo del vetro?L’esigenza del riciclo non è di questi anni: da se-coli per fare nuovo vetro si è utilizzato altro vetro.La testimonianza di ciò è il ritrovamento in fondoal mare della nave Julia Felix, imbarcazione roma-na di circa 1800 anni fa, che insieme a varie mer-ci trasportava un carico di cocci di vetro da rifon-dere e plasmare.

Per quanto messo in atto in tempi più recenti, in-vece, quello che la moderna industria vetraria hafatto, a partire dagli anni ’70, è stato concepire erealizzare un sistema diffuso di raccolta differenzia-ta urbana, in grado di fornire a tutti i cittadini glistrumenti ideali per il recupero di questa impor-tante risorsa. Di conseguenza, si sono create lecondizioni per sviluppare una vera e propria cul-

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tura del riciclaggio: dalla raccolta in appositi con-tenitori, come per esempio le campane verdi di-slocate nei centri abitati, alla nascita di un sistemaorganizzato con il compito di ottimizzare i varipassaggi che scandiscono il processo di recupero ericiclo del rottame di vetro.Ma la svolta decisiva si registra con la costituzionedel CO.RE.VE., il Consorzio Recupero Vetro chenasce il 23 ottobre 1997. A istituirlo, in ottempe-ranza agli articoli 38 e 40 del Decreto Legislativo22/97, sono i principali gruppi vetrari italiani, ilcui statuto definitivo è stato approvato dal Mini-stero dell’Ambiente e dal Ministero dell’Industria,Commercio e Artigianato, con D.M. 15/07/98.Complessivamente, le aziende consorziate sono94, delle quali 36 fabbricano imballaggi in vetro e58 importano contenitori in vetro vuoti.Il CO.RE.VE. non ha fini di lucro e si è costituitoallo scopo di raggiungere gli obiettivi di riciclag-gio e recupero dei rifiuti di imballaggio in vetroprodotti sul territorio nazionale. Il Consorzio, cheopera all’interno del sistema CONAI -ConsorzioNazionale Imballaggi, collabora con gli altri cin-que consorzi di filiera, razionalizzando, gestendo epromuovendo il ritiro dei rifiuti in vetro prove-nienti dalla raccolta differenziata effettuata dal ser-vizio pubblico. Predispone, inoltre, il programmaspecifico di prevenzione che trasmette al CONAIper l’elaborazione delle linee guida da seguire nel-

le attività di prevenzione e recupero dei rifiuti diimballaggio in vetro.Un’organizzazione moderna, insomma, i cuiobiettivi sono la costante ricerca di nuove soluzio-ni che possano migliorare e ottimizzare la catenadi riciclaggio del rottame di vetro.

Sono quattro i principali protagonisti del processoche dalla raccolta del vetro usato conduce alla tra-sformazione dei frammenti in nuovi contenitori,come per esempio le bottiglie.In primo luogo i cittadini, che separano in casa ilvetro e lo conferiscono nell’apposita rete di rac-colta organizzata dai Comuni. Spetta a questi enti,infatti, fornire alla collettività i migliori strumentiper aumentare e agevolare le fasi di raccolta. Af-finché tutto ciò avvenga senza inconvenienti, è as-solutamente necessaria la collaborazione di tuttigli attori del ‘sistema’. Bisogna infatti ricordare cheil buon esito del riciclo è condizionato dai risulta-ti dell’organizzazione di raccolta e che una mag-giore attenzione sulle corrette modalità di conferi-mento del vetro è fondamentale per massimizzaregli obiettivi di riciclo. Spetta quindi ai Comuni or-ganizzare la raccolta del vetro separatamente daglialtri rifiuti e, ai cittadini, parteciparvi con la dovu-ta attenzione.Successivamente, il vetro raccolto è sottoposto,presso aziende specializzate, a operazioni di cernita

Il vetro è una ricchezza. Non disperdiamolo.

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Il vetro è una ricchezza. Non disperdiamolo.

Il vetro è una ricchezza. Non disperdiamolo.

meccanica e manuale per essere pulito da ogni ti-po di materiale estraneo. Il prodotto ottenuto hauna precisa denominazione commerciale:‘rottamedi vetro pronto al forno’. È solo a questo puntoche i frammenti vitrei possono essere miscelaticon le altre materie prime per realizzare nuovicontenitori con le stesse caratteristiche di quelliottenuti partendo dagli elementi originari.Al CO.RE.VE., infine, il compito di garantirel’avvio al riciclo del materiale raccolto, informan-do adeguatamente sugli effetti dannosi connessi aduna mancata separazione dei diversi tipi di rifiuti.

Ma, per una migliore ottimizzazione del processodi riciclo, è indispensabile provvedere a una rac-colta differenzata per colore. Dividere il vetro inquesto modo è indispensabile ai fini di un aumen-to delle quantità da riciclare. Da vetri di diversetonalità è possibile fabbricare solamente nuovicontenitori in vetro colorato, mentre per realizzarenuovo vetro ‘incolore’ è necessario utilizzare sola-mente vetro incolore.Separando il vetro per colore si concorre a creareun ulteriore legame tra le nostre città e le maggio-ri capitali d’Europa, nelle quali la raccolta differen-ziata separata per colore è un’abitudine ormaiconsolidata.

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Il vetro è una ricchezza. Non disperdiamolo.

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All’orizzonte però si profilano alcune importantiinnovazioni, soprattutto per quanto riguarda ilprocesso produttivo. Oggi un contenitore su dueviene fabbricato utilizzando rottame di vetro pro-veniente dalla raccolta differenziata nazionale. Inalcuni casi, come per esempio nella fabbricazionedi contenitori di colore verde, anche l’80% dellamiscela vetrificabile è sostituita dal rottame di ve-tro. Di conseguenza, il ruolo di materia primaprincipale per la fabbricazione di nuovo vetro ren-de necessario che la purezza del rottame immessonei forni sia assoluta.A tale scopo da alcuni anni lafase di pulizia si sta arricchendo con l’introduzio-ne di nuove sofisticate tecnologie.Tra queste spic-cano le macchine ottiche grazie alle quali si posso-no espellere i corpi opachi, quali la ceramica, laporcellana e le pietre.Tuttavia, la più importante innovazione dei prossi-mi anni sarà quella di tornare rapidamente allebuone abitudini dei decenni scorsi, e cioè di rac-cogliere il vetro separatamente da tutti gli altri ma-teriali. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a unproliferare di nuovi sistemi di raccolta con i qualiviene chiesto al cittadino di conferire assieme alvetro anche gli altri materiali negli stessi conteni-tori. Si passa così dalle sole lattine (raccolta mista) atutti i metalli più la plastica (raccolta multimateria-le pesante). La convinzione sottesa a questa ‘inno-

vazione’ è che si possano poi suddividere facil-mente i vari materiali. All’atto pratico, però, que-sto approccio ha evidenziato i molti limiti ormainoti a tutti: l’inquinamento reciproco tra i varimateriali fa sì che, invece di riciclare di più, laquantità che riesce ad andare a ‘buon fine’, cioè di-ventare nuova materia prima, è molto meno diquella che invece si avrebbe raccogliendo il vetroseparatamente.Di ciò ne è ampiamente convinto lo stesso Mini-stero dell’Ambiente che ha identificato nella rac-colta monomateriale a mezzo di contenitori stra-dali il sistema ottimale per la raccolta del vetro.(D.M. 8 agosto 99)Ma, ancor più convinto ne è oggi il CONAI cheha scelto il sistema ottimale di raccolta differenzia-ta in:1 - monomateriale per vetro e carta;2 - multimateriale “leggero” per plastica e lattine.Così come, da tempo, si opera in tutti i Paesi eu-ropei.

Il tesoro degli abissiLa Julia Felix era una piccola nave da carico dicirca 18 metri di lunghezza per 6 di larghezza, ilcui equipaggio doveva essere composto da 3 - 4persone. Le anfore stipate nella nave, circa 560,dovevano contenere olio, vino e una grandequantità di ‘garum’, la famosa salsa di pesce con

13Julia Felix

Modellino della Julia Felixrealizzato dalla Stoneage in scala 1:20. Con la consulenza di archeologi e docenti di costruzioni navali,la riproduzione è stataassemblata in legno, per le parti del relitto effettivamenterinvenute, e in materiali plastici, per le parti perdute,ricostruite sulla base tipologicad’imbarcazioni similari.

La scoperta di una pratica millenariaDiciotto secoli fa, sotto lo sguardo vigile delle ve-dette romane dislocate lungo le coste adriatiche,molte navi solcavano il mare dirette ad Aquileia oprovenienti da essa.La città, situata all’interno della laguna di Grado,grazie al suo porto canale era un grande e fiorentecentro commerciale, secondo per importanza nelnord Italia solo a Padova.Una di queste navi, che non giunse mai in portoperché inabissatasi a 6 miglia dalla costa, è quellache gli archeologi hanno battezzato Julia Felix,imbarcazione con molta probabilità provenienteda Chioggia con un ricco carico da vendere almercato aquileiese.

La Julia Felix, scoperta nel 1986 da un pescatoreche ne intravide il profilo a circa 15 metri diprofondità, ha indotto la Soprintendenza Archeo-logica del Friuli Venezia Giulia a elaborare un pro-gramma di ricerca, finanziato dal Ministero per iBeni Culturali, con lo scopo di riportare a terra ilcarico dell’imbarcazione e in seguito la nave stessa.Attualmente gli oggetti rinvenuti - centinaia dianfore, vetri, bronzi, vasellame di bordo - si trova-no al Museo Nazionale di Cividale del Friuli inattesa di essere portati a Grado, dove è in fase diultimazione un museo dedicato alla Julia Felix,portata a riva nel 1999 e ora in restauro.

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cui si condivano svariate pietanze.Molte di queste contenevano invece del pescatoin salamoia, sardine e lanzardi (piccoli sgombri),interi e parzialmente lavorati per essere poi tra-sformati in salsa. Interessante è anche un bronzet-to di Poseidon, alto 21 centimetri, rinvenuto nel1990 nella zona di poppa.

Ma il ritrovamento più significativo, da un puntodi vista archeologico, è senz’altro quello dei resti diuna botte lignea con otto doghe superstiti, che do-veva essere alta circa 140 centimetri e contenereframmenti di vetro da riciclare e rifondere.La botte è importante per due motivi: retrodata dialmeno un secolo la nascita dei contenitori lignei

A fianco, e nelle pagine seguenti,alcuni momenti della fase direcupero della Julia Felix,(settembre 1999).

Julia Felix

di uso comune e viene inoltre utilizzata per unoscopo fuori dall’ordinario. Le botti, infatti, perquanto noto prima di questo ritrovamento, co-minciano a sostituire le anfore nel trasporto del vi-no verso il III secolo d.C. mentre la Julia è di qua-si 100 anni più vecchia. La maggior parte dei coc-ci vitrei appartiene a un notevole e vario campio-

nario: calici, coppe, olle, bottiglie, bicchieri e balsa-mari, contenitori di solito in verde chiaro con orlidi varie tipologie e bolli sul fondo in cui compareil nome dell’artigiano. Il più conosciuto fra essiera C. Salvius Gratus, il probabile proprietario diun’officina ad Aquileia.

Julia Felix

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Le origini del ricicloI frammenti testimoniano chiaramente che inepoca romana si raccoglieva il vetro per riciclarlo.L’ipotesi più concreta è che i marinai-commer-cianti della Julia Felix comprassero vecchi vetri neiporti dove facevano scalo, per rivenderli poi alleofficine aquileiesi.Perché gli antichi romani riciclavano il vetro? Noncerto per una coscienza ecologica. Ma semplice-mente perché il vetro fonde a una temperatura piùbassa dei suoi componenti. Di conseguenza il pro-

cesso di rifacimento dei contenitori risulta più ra-pido e meno costoso.In epoca antica, infatti, gli elementi fondamentalierano tre: la silice, la soda e la calce. La silice derivadalla sabbia, materiale di facile reperimento, e ave-va funzione vetrificante. Nei vetri di allora è pre-sente nell’ordine del 50-70% sul peso totale.La soda, sotto forma di alcali di origine vegetale eminerale, permetteva di fondere la miscela a tem-peratura non troppo elevata. Grandi giacimenti disoda erano conosciuti in Egitto e in Asia Minore.

Julia Felix

Julia Felix

già in epoca romana veniva utilizzato per la pro-duzione di nuovo vetro. Si trattava, insomma, diun vero e proprio processo di riciclo del tutto si-mile a quello in atto nelle moderne vetrerie.Grazie al ritrovamento dell’antica imbarcazione,abbiamo così una preziosa testimonianza che cisvela in modo vivido e inequivocabile un aspettopoco conosciuto della vita quotidiana di circa1800 anni fa.

Con il decadere dell’Impero romano ed il ridursidei commerci con l’Oriente, il già noto ricorso al-la rifusione del rottame di vetro divenne la natura-le soluzione al difficile reperimento di questa ma-teria prima, facilitando il risparmio di imponentirisorse del territorio.La Julia Felix, dunque, rappresenta la prima provaconcreta dell’esistenza di un traffico e di un com-mercio di rottame vitreo abbastanza praticato, che

L’editto di Napoli,uno dei primi documenti ufficiali con cui le autorità invitano i cittadini a raccogliere separatamente il vetro dal resto dei rifiuti.

L’editto di Napoli

Un atto di grande lungimiranzaIl 3 maggio 1832 la Prefettura di Polizia di Napoliemette un’ordinanza il cui scopo è regolamentarelo spazzamento e l’innaffiamento delle strade.Allostesso tempo, invita la cittadinanza a provvedere al-la raccolta dei rifiuti all’esterno delle abitazioni, di-videndoli dai frantumi di vetro che devono inveceessere separati.Fin d’allora, come dimostra il documento a firmadel Prefetto di Polizia interino Cavaliere GennaroPiscopo, le autorità cittadine si ponevano il proble-ma dell’accumulo indiscriminato dei rifiuti, per ri-solvere il quale sollecitavano una raccolta differen-ziata, manifestando già un sensibile interesse per ilrecupero del vetro:“Tutti i possessori, o fittuarj di case, di botteghe, digiardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avrannol’obbligo di far ispazzare la estensione di stradacorrispondente al davanti della rispettiva abitazio-ne, bottega... Questo spazzamento dovrà essereeseguito in ciascuna mattina prima dello spuntardel sole, usando l’avvertenza di ammonticchiare leimmondizie al lato delle rispettive abitazioni e disepararne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro chesi troveranno, riponendoli in un cumulo a parte”.Come noto, la massa di rifiuti urbani registra or-mai un preoccupante e costante aumento. L’esi-genza di una sempre maggiore consapevolezza delproblema da parte di tutta la collettività è più che

auspicabile. Ridimensionare gli sprechi, raccoglieree riciclare gli scarti, riutilizzare i materiali, è unodei traguardi imprescindibili del nostro tempo.Ap-punto, oggi, l’editto emanato dalla Prefettura na-poletana, nonostante risalga a più di un secolo emezzo fa, risulta quanto mai lungimirante e digrande attualità.

SOS rifiuti: emergenza e risorsaNegli ultimi anni l’emergenza rifiuti solidi urbanisi è trasformata in una vera e propria spina nelfianco di autorità e cittadini. Un problema digrandi dimensioni che coinvolge la vita dell’interopianeta, e la cui origine deriva soprattutto da un’e-norme produzione di scarti di ormai difficile col-locazione.

La questione rifiuti è comunque una diretta con-seguenza del processo accelerato di espansioneeconomica e dello stile di vita. Eccessi produttivi e

Il vetro, amico dell’ambiente

Forno fusorio di un’azienda vetraria.

sfrenato consumo determinano infatti un aumen-to esponenziale dell’accumulo di massa da elimi-nare, rendendo quanto mai necessario un amplia-mento del piano di sviluppo del sistema di recupe-ro e riciclo della stessa.Peraltro, con il crescere di questa emergenza, è an-che cresciuta la sensibilità e l’attenzione della co-scienza comune. È ormai radicata la consapevolez-za che i rifiuti sono un grave problema collettivo,che non può più essere sottovalutato, trascurato odelegato ai soli addetti ai lavori, come accadeva inpassato.

Da non dimenticare, inoltre, è il fatto che la gran-de produzione di rifiuti implica l’inevitabile ero-sione delle risorse planetarie che, come sappiamo,non sono tutte rinnovabili. Diventa quindi fonda-mentale mettere in atto, e su vasta scala, il processodi recupero e riciclo di tutte quelle componentinaturali già utilizzate.Nello specifico,materie prime che sono riscattabi-li dai residui e dagli scarti di produzione e consu-mo. E il rottame di vetro, grazie all’assoluta com-patibilità ecologica e alle infinite possibilità di rici-clo, risulta uno di quegli elementi che meglio siprestano allo sviluppo di questo sistema. Riciclag-gio e recupero, dunque, stanno convertendo i ri-fiuti in un ricco e variegato patrimonio di risorserinnovabili.

nico-sanitario. Inoltre, in virtù di un riciclo chepuò risultare infinito, poiché i contenitori usatipossono essere fusi e rifusi senza perdere nulla del-le proprietà originarie, si ottiene un notevole ri-sparmio di materie prime e di energia.Il contenitore in vetro, infatti, è uno dei prodottimaggiormente ecocompatibili. Può essere utiliz-

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Un patrimonio ecocompatibileGrazie alle sue innumerevoli qualità come la resi-stenza alle alte temperature di lavaggio dei vuoti, larobustezza indispensabile per il loro riempimentoe richiudibilità, la totale garanzia di non assorbi-mento di sapori e odori, il contenitore in vetro èuno dei prodotti più sicuri dal punto di vista igie-

Il vetro, amico dell’ambiente

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zato più volte, oppure raccolto separatamente dallamassa dei rifiuti e avviato al riciclo. Una bottiglia,per esempio, non è mai a perdere.Anche quando ilvuoto non viene restituito, il vetro può e deve es-sere riutilizzato.Così, una volta raccolto e sottopo-sto ad alcune operazioni di trattamento, si trasfor-merà in una nuova bottiglia, vaso o flacone.

Recuperare e riciclare il vetro, dunque, riduce ilconsumo delle materie prime necessarie. Infatti, da100 Kg di rottame di vetro si ricavano 100 Kg diprodotto nuovo. Mentre occorrono 120 Kg dimaterie prime vergini per avere 100 Kg di pro-dotto nuovo.A tali vantaggi, vanno aggiunti anchei benefici ambientali ed economici derivanti dallaminore quantità di energia utilizzata nella fusione.Il risparmio energetico è quantificabile in una ri-duzione del 2,5% del combustibile impiegato perogni 10% di rottame usato. Un impiego dell’80%di frammenti vetrosi porta quindi a un’economiaenergetica del 20%. Inoltre, con l’inserimento deicocci di vetro nella miscela vetrificabile, si riduco-no anche le emissioni in atmosfera connesse all’at-tività produttiva. Le minori temperature di fusionedel rottame vitreo implicano la riduzione del vo-lume dei fumi di combustione, le emissioni di os-sidi di azoto, polveri e anidride carbonica. Con laraccolta differenziata del vetro si riduce sia il nu-mero di rifiuti prodotti sia i costi del loro smalti-

Operazione di svuotamento di un contenitore stradale a campana.

Il vetro, amico dell’ambiente

mento. Minori accumuli in discarica comportanonon solo un vantaggio ecologico, ma anche un ri-sparmio economico per tutti, essendo i costi dismaltimento dei rifiuti solidi urbani un onere inforte crescita a carico della collettività.Il recupero del vetro dunque si paga da solo, ridu-cendo significativamente anche l’impatto del pro-cesso produttivo sull’ambiente.

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Per una migliore qualità della vitaI contenitori di vetro possono essere riciclati percreare nuovi esemplari con le medesime caratteri-stiche.Affinché ciò avvenga, è indispensabile che laraccolta sia separata dal resto dei rifiuti. È possibilequindi sintetizzare i passaggi del riciclo dei conte-nitori in raccolta differenziata, trattamento e rifu-sione del rottame.

A destraImpianto di trattamento del vetro: aspirazione delle frazioni leggere.

Il vetro, amico dell’ambiente

La raccoltaL’impiego della campana verde, di capacità pari a 2o 3 metri cubi, dislocata in vari punti della città eattraverso i cui fori calibrati passano le bottiglievuote, è il sistema più conosciuto e diffuso per laraccolta differenziata del vetro. I contenitori da re-cuperare vengono depositati nelle campane diret-tamente dai consumatori, siano essi cittadini o im-prese commerciali, o ritirati attraverso appositi ser-vizi di raccolta porta a porta, sistema che, grazie al-l’impiego di speciali bidoni di piccole dimensioni,poco ingombranti, si sta diffondendo soprattuttopresso bar, ristoranti e abitazioni nei centri storici.Sono state sperimentate anche campane bicolorecon due scomparti separati in cui inserire vetrobianco e vetro colorato. Inoltre, sono allo studio ein fase di sperimentazione nuovi contenitori cheoffrono prestazioni migliori sia dal punto di vistaestetico che funzionale. L’obiettivo è di trovare so-luzioni innovative che tengano conto delle pro-blematiche logistiche poste dalle città e che ben siinseriscano nell’arredo urbano.

Per lo svuotamento delle campane si utilizza di so-lito un apposito veicolo con cassone dotato dibraccio di sollevamento. La frequenza di svuota-mento deve essere regolare e tale da evitare l’accu-mulo di materiale depositato all’esterno dellecampane. Il braccio di sollevamento deve essere

inoltre possibilmente dotato di un sistema auto-matico di pesatura del contenuto. La capacità delcassone è pari a circa 30 metri cubi e la capacità dicarico a circa 11 tonnellate. Nel corso di una gior-nata, un automezzo svuota in media 64 campanedi 2 metri cubi riempite al 50%.A volte, però, a causa delle notevoli distanze che se-parano l’area di raccolta dall’azienda di trattamento,possono essere previste aree di raccolta o silos perlo stoccaggio intermedio, munite di adeguati siste-mi di svuotamento. Aree che devono essere co-struite in un luogo che consenta agevoli operazionidi carico e scarico, in prossimità del centro dellazona servita dalla raccolta differenziata.

Il trattamento e la selezionePrima del riciclaggio, il vetro raccolto deve esseresottoposto a un’operazione di selezione presso unimpianto di trattamento specializzato. Qui il rotta-me vetroso proveniente dalle campane di raccoltaviene scelto, pulito e reso idoneo alla fusione invetreria.Questo procedimento di lavorazione è ca-ratterizzato da una serie di passaggi fondamentali:

• alimentazione dell’impianto mediante palameccanica che carica una tramoggia polmone;un vibroalimentatore e un nastro trasportatoreprovvedono a caricare, senza interruzione,il materiale da trattare

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Impianto di lavorazione del vetro: selezione manuale.

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• cernita manuale per eliminare i corpi estranei di grosse dimensioni

• vagliatura e suddivisione granulometricadel materiale

• nuova cernita manuale per rimuovere i frammenti di ceramica, porcellana,pietre, corpi metallici, plastica, ecc.

• frantumazione delle frazioni grossolane su impianti che operano senza produrre eccessive quantità di polvere vitrea e che garantiscono la completa assenza di frammenti di grosse dimensioni

• trattamento del materiale con elettrocalamite o con magneti al neodimio per rimuovere i corpi magnetici presenti

• selezione del materiale tramite aspirazione per allontanare i corpi leggeri come carta,alluminio, legno, ecc., che vengono raccolti e abbattuti da un ciclone

• ulteriore cernita tramite macchine automatiche capaci di individuare e scartare i corpi metallici non ferrosi come alluminio, piombo,rame e corpi opachi presenti,consentendo quindi lo scarto di prodotti infusibili quali ceramica, porcellana, sassi, ecc.

• definitiva selezione manuale per eliminare i piccoli residui di ceramica,pietre e metalli ancora presenti malgrado le precedenti operazioni

La fusione e la produzione di nuovi contenitoriLe materie prime e il rottame di vetro trattato eselezionato vengono trasportati nell’impianto diproduzione (vetreria) per la fusione nel forno.Quindi, invio della massa vetrosa alle macchinedove, tramite soffiatura negli appositi stampi, ilmateriale è trasformato in un nuovo contenitore.Dallo stampo finitore le bottiglie passano nel for-no di ricottura, per essere poi sottoposte a un at-tento controllo qualitativo prima del confeziona-mento.

L’imbottigliamentoIl prodotto finito viene quindi venduto alle azien-de di imbottigliamento che, dopo averlo riempitodel loro prodotto (vino, birra, olio, acqua, etc...), loinviano alla rete di vendita (commercianti, grandedistribuzione, etc...) ai consumatori, i quali dannopoi nuovamente inizio al ciclo di recupero.

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I protagonistiIl consumatoreIl vero e proprio motore della raccolta differenzia-ta è il cittadino, primo anello della catena del rici-clo, grazie al cui impegno quotidiano è possibilerecuperare gli imballaggi in vetro usati.La prima fase di una corretta ed efficace raccoltadifferenziata inizia in casa. È qui che il vetro vieneseparato dal resto dei rifiuti e liberato, prima di es-sere inserito negli appositi contenitori di raccolta,da eventuali altri materiali come tappi, fascette,plastiche e sugheri.

Al centroImpianto di trattamento:alimentatore della tramoggia di carico e, sopra,conferimento del rottame di vetro grezzo presso un impianto di trattamento.

A sinistraImpianto di trattamento: separazionedei metalli amagnetici.

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Impianto di trattamento: separazione dei metalliamagnetici.

A destraNastro trasportatore.

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Il CO.RE.VE.Il Consorzio Recupero Vetro svolge il ruolo di ge-store, organizzatore e coordinatore di tutte le ope-razioni che riguardano il ritiro del materiale rac-colto e il suo avvio al riciclo. L’organismo è l’indi-spensabile trait- d’union tra le parti interessate.Tramite il Programma specifico di prevenzione,redatto annualmente, il CO.RE.VE. fissa gli obiet-tivi di riciclaggio, definisce le azioni per il rag-giungimento degli scopi dati e individua le formepiù rapide ed efficaci di raccolta.

Il ComuneL’Amministrazione comunale ha il compito dimettere il cittadino in condizioni di effettuareuna regolare raccolta differenziata del vetro, for-nendo strutture idonee (campane stradali e con-tenitori condominiali) che siano efficienti, cioèadeguate dal punto di vista quantitativo e in sin-tonia con le esigenze dello specifico territorio econtesto urbano.

La vetreriaLe aziende del settore provvedono al recupero delvetro usato effettuando il riciclo vero e proprio.Qui si conclude il percorso di trasformazione deiframmenti vetrosi in nuovi contenitori.Grazie a un costante adeguamento degli impiantiproduttivi, le vetrerie garantiscono un sempre

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maggiore assorbimento di quantità di rottame. Inalcuni stabilimenti è oggi possibile utilizzare, in so-stituzione delle materie prime, rottame di vetronella misura dell’80%.

I risultatiIn Italia, una bottiglia su due viene prodotta utiliz-zando esclusivamente vetro recuperato di prove-nienza nazionale. Se si considera che un grandecontributo al conseguimento di tale successo nonviene solo dall’industria ma anche dalla partecipa-zione dei cittadini, il risultato è ancora più impor-tante in quanto indice di una forte crescita delsenso civico collettivo.La raccolta tramite campane è la principale formadi recupero del vetro.Grazie a questi dati, nella graduatoria ambientaleper quantità assolute di vetro riciclato il nostroPaese occupa il terzo posto in Europa, dietro Ger-mania e Francia. Si posiziona, inoltre, nelle primefile della classifica relativa al tasso di riciclo, ossiaper la percentuale di vetro riciclato sul totale im-messo al consumo.

Impianto di trattamento: rottame di vetro pronto al forno in uscita dall’impianto.

A sinistraElettromagnete per la separazionedei metalli ferrosi.

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Il vetro, amico dell’ambiente

Ottimizzazione del sistema di raccoltaLa riduzione della quantità di rifiuti di imballaggioavviati a smaltimento nella fase di gestione post-consumo degli imballaggi, ovvero persa nelle ope-razioni di selezione e trattamento, avviene attraver-so l’ottimizzazione del sistema di raccolta adottato.Le analisi merceologiche svolte in questi anni as-sieme ai gestori locali della raccolta differenziatadel vetro hanno sempre confermato che ciascunsistema porta con sé una propria e peculiare quan-tità di impurità e di scarti.Prima di passare all’esame dei dati, è opportuna unabreve premessa per spiegare come nel caso della

raccolta differenziata del vetro la differenza tra “pre-senza” di frazioni estranee e “scarti” sia dal punto divista quantitativo assolutamente sostanziale.Con presenza si intende l’insieme “dei materialidiversi dal vetro” che vengono riscontrati con l’a-nalisi merceologica effettuata sul materiale appenaraccolto.Gli scarti sono invece i rifiuti che decadono dal-l’impianto di selezione del vetro, cioè tutto ciò chenon diventa “rottame di vetro pronto al forno”:quando le apparecchiature di selezione interven-gono per rimuovere degli inquinanti intercettanoanche del vetro, quindi gli scarti sono costituiti

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dalle frazioni estranee più il vetro espulso assiemea queste.Negli scarti va, inoltre, inclusa la quantità di fineprodotta nelle fasi di raccolta, trasporto e movi-mentazione del materiale da selezionare, cioèquella quota di materiale in genere costituita davetro e altri inerti (ceramica, sassi, etc.) con pezza-tura inferiore ai 15 mm, che, attraverso un’apposi-ta vagliatura viene eliminata fin nelle prime fasidella lavorazione, in quanto le macchine di cernitanon sono in grado di operare in modo efficienteed efficace al disotto di questa granulometria.

La quantità di fine prodotta e conseguentementescartata è funzione della cautela con cui viene ma-nipolato il materiale sin dalla fase di raccolta.Va dasé che l’impiego di compattatori come pure leoperazioni di preselezione del materiale sono pra-tiche che inducono la formazione di notevoliquantità di fine.Le quantità di vetro che si perdono, in funzionedelle diverse tipologie di impurità e le quantitàche giungono a buon fine cioè diventano “prontoal forno” in funzione dei sistemi di raccolta attiva-ti nel nostro paese è riepilogata di seguito.

Il vetro, amico dell’ambiente

Analisi dei sistemi di raccolta (%)

Modalità Impurità Scarti della fase Vetro di raccolta di trattamento a buon fine

Totale di cui vetro

Campana solo vetro 1,8 5,8 4,1 96Campana vetro e metallo 4,5 12,0 7,6 92Porta a porta 9,9 28,6 18,7 79vetro e metalloContenitore stradale per 27,2 52,8 25,6 65vetro, metallo e plastica

37La materia vetro

Cumulo di rottame di vetro.

“Tutti i materiali possiedono delle proprie leggi non scritte. Non bisogna mai violare il materiale con cui si lavora.”

Tapio Wirkkala

Un protagonista dello sviluppo tecnologico Materiale dalle infinite potenzialità e dalle molte-plici applicazioni, sia industriali che domestiche, ilvetro è un prodotto solido di larghissimo uso econsumo. Il suo impiego spazia infatti dai semplicicontenitori per alimenti, bevande, farmaci e cosme-tici, agli oggetti d’arte, arredo e design più insoliti ebizzarri, fino a raggiungere strutture e componentidi una vasta gamma di settori specializzati. Utilizza-ta nella costruzione di apparecchi ad alta tecnolo-gia, come per esempio le fibre ottiche per gli im-pianti di telecomunicazione e di chirurgia mini-in-vasiva, la diagnostica per immagini e i sofisticatissi-mi equipaggiamenti delle capsule spaziali, la massavitrea è uno degli elementi fondamentali per le di-namiche di progettazione e sperimentazione delgiorno d’oggi. Nella storia dello sviluppo dell’uo-mo e delle sue macchine, il vetro ricopre insommaun ruolo principale, che meraviglia e continua-mente sorprende per l’incredibile duttilità della suasostanza e delle sue innumerevoli utilizzazioni.

DolomiteCarbonato di sodioSabbia Marmo

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Composizione del vetro Interamente costituito da sostanze naturali, il ve-tro ha un’illimitata possibilità di riciclo, essendouno dei pochi prodotti ad assoluta compatibilitàecologica.In principio massa amorfa omogenea, il compostovetroso assorbe, dopo la lavorazione, notevoli carat-teristiche,quali la trasparenza, l’impermeabilità ai li-quidi, ai gas, ai vapori e ai microrganismi, la steriliz-zabilità e indeteriorabilità nel tempo, la resistenza atutti i reagenti chimici (tranne l’acido fluoridrico egli idrati di sodio e potassio concentrati) e la scarsaconducibilità termica ed elettrica.Ottenuto mediante fusione a temperatura elevata(1500 °C circa) di vari silicati, nello specifico sab-bie silicee mescolate a carbonato di calcio e sodio,il vetro può essere modellato a caldo nelle formepiù svariate e innovative. La miscela silicea, infatti,non solidifica a una temperatura predeterminata, di

conseguenza, la realizzazione di un oggetto avvie-ne in un intervallo di tempo lungo, detto di ‘lavo-razione’, durante il quale la pasta vitrea registra unprogressivo aumento di viscosità.Tuttavia, le carat-teristiche dello stato fisico e chimico del vetro so-no del tutto differenti da quelle delle materie pri-me da cui deriva.Gli elementi che compongono l’impasto vetrifica-bile permettono di realizzare vetro incolore e tra-sparente. Inoltre, con l’aggiunta di minime quantitàdi sostanze coloranti, come per esempio ossidi diferro e cromo per il verde, composti di zolfo per ilgiallo e cobalto per l’azzurro, si possono creare di-versi tipi di tonalità di colore e sfumature.

Materie prime La miscela vetrosa è prevalentemente formata da si-lice, carbonato di calcio e carbonato di sodio, o so-da, a cui poi si aggiungono il solfato sodico, la dolo-

La materia vetro

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mite, il rottame vitreo, il marmo e una scoria d’altoforno detta loppa.La materia prima vetrificante è la silice (SiO2), osabbia di cava, fondamentale nel dar luogo, per fu-sione, al liquido vetrogeno che nella composizionebase della pasta è presente per il 70% circa.Il carbonato di calcio (CaCO3) ha un’azione ‘stabi-lizzante’, in quanto regola la condizione della su-perficie vetrosa rispetto al grado di umidità e dianidride carbonica presenti nell’atmosfera.Il carbonato di sodio (Na2CO3), o soda, insiemealla dolomite (carbonato doppio di calcio e magne-sio MgCa[CO3]2) e alla loppa, è utilizzato per di-minuire la temperatura di fusione, agendo comeelemento ‘fondente’ per consentire l’abbassamentodel punto di scioglimento della silice. Inoltre, lapercentuale di ossido di sodio presente nella misce-la vetrificabile è determinante nel processo di lavo-razione della pasta vetrosa. Più alta è la sua percen-

tuale e più lento sarà il processo di solidificazione.Di conseguenza, un vetro con questa caratteristicarisulta adatto alla lenta lavorazione manuale,mentrenel caso contrario lo sarà ai fini di un veloce tratta-mento industriale.Il solfato sodico si aggiunge a silice, soda e carbona-to di calcio, in qualità di sostanza che facilita la fuo-riuscita delle bolle gassose dal fuso, affinandone emigliorandone l’omogeneità.Il rottame di vetro depurato è introdotto nel cicloproduttivo in una percentuale che va dal 10% delpeso dell’impasto fino a quasi sostituire le altrecomponenti primarie. Grazie alla sua natura puòessere rifuso infinite volte, consentendo un signifi-cativo risparmio energetico e di materie prime.

Materie prime utilizzate nella produzione del vetro cavo meccanico.

Solfato sodicoLoppa Rottame di vetro

La materia vetro

41La vetreria, una realtà in espansione

Processo produttivo: raffreddamento controllato dei contenitori.

Il processo produttivo La lavorazione industriale del vetro cavo si basa sudi una sequenza di passaggi il cui obiettivo finale èla creazione di un nuovo contenitore. Il processoprevede una prima fase di fusione della miscela dimaterie prime e rottame di vetro, per ottenere l’af-finamento dei vari elementi coinvolti ed eliminareil formarsi di bolle gassose, che impediscono laperfetta omogeneizzazione della massa.Una volta raggiunta la viscosità ideale, si passa allacosiddetta fase di formatura, in cui l’oggetto darealizzare viene tagliato e modellato secondo pro-getto. Quando la sagomatura è completata, si pro-cede alla solidificazione vera e propria, attraversooperazioni di raffreddamento controllato. Superatapoi tutta una serie di ispezioni qualitative, il pro-dotto finito viene imballato, trasportato e immessosul mercato.Sintetizzando, è possibile identificare le principalifasi della produzione del vetro in fusione, affinag-gio, formatura, raffreddamento e confezionamento,e bisogna altrettanto ricordare che al tradizionalemetodo di lavorazione si affianca un lungimirantelavoro di ricerca.Infatti, nuove sperimentazioni per forme di svilup-po alternative sono continuamente testate allo sco-po di ottimizzare e accelerare il processo produtti-vo della materia vetro.

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Stoccaggio, dosaggio e miscelazione delle materie prime La miscela vetrificabile, contenuta in silos, e il rot-tame di vetro, vengono adeguatamente dosati, me-scolati e introdotti nel forno fusorio per mezzo dinastri trasportatori.

Formazione e affinaggio della pasta vetrosa nel forno fusorio La fornace, costruita con materiale refrattario ingrado di resistere per anni alle elevate temperaturedi lavorazione, è alimentata a gas metano nellamaggior parte degli impianti.Autoregolato in tuttele sue funzioni, il forno è attivo 24 ore su 24 ed ècostantemente controllato da monitor e calcolatoridi processo, che consentono di verificare i parame-tri di funzionamento e di accertare la corretta ve-trificazione delle materie prime.La pasta vetrosa e il rottame di vetro sono conti-nuamente inseriti nel forno fusorio, che opera auna temperatura di 1500 °C circa e al cui internoavvengono i seguenti processi:

• fusione dei componenti più basso-fondenti• reazioni chimiche tra gli elementi della miscela• dissoluzione delle particelle solide

nelle fasi liquide formate

Segue la fase di affinaggio, in cui si procede alla ri-

Vista del forno fusorio presso un’azienda vetraria.

La vetreria, una realtà in espansione

mozione delle bolle gassose per favorire il compat-tamento della massa vetrosa. Quest’ultima è poiportata alla temperatura di 1100-1200 °C nei ca-nali di alimentazione delle macchine foggiatrici,affinché raggiunga la viscosità ideale per la forma-zione delle cosiddette ‘gocce’. Il liquido fuso inuscita dal forno entra successivamente in condottidi condizionamento termico per essere ‘tagliato’ ingocce di dimensione e peso proporzionali all’og-getto da realizzare. Infine, la goccia di vetro incan-descente giunge, per caduta verticale guidata, allostampo della macchina formatrice.

Formatura dei contenitori Il procedimento tradizionale di formatura si è evo-luto grazie al ‘presso-soffio’, tecnica in un primotempo applicata soltanto a contenitori con imboc-cattura di grande dimensione e recentemente usataanche per recipienti più elaborati con imboccaturastretta. In pratica, una volta che la goccia vetrosaincandescente raggiunge la macchina formatriceinizia la fase di trasformazione. Una tecnologia chepermette di ottenere contenitori più leggeri e conmigliori prestazioni meccaniche.Ma come nasce, per esempio, una bottiglia? La pri-ma fase di questo processo vede la realizzazionedella bocca e del collo dell’oggetto, che si formanointroducendo le gocce di vetro in un stampo, detto‘abbozzatore’ il quale, colpito da un getto d’aria

Processo produttivo: fasi della formatura deicontenitori.

La vetreria, una realtà in espansione

La vetreria, una realtà in espansione

compressa, dà origine a una sagoma preliminare.Successivamente, il formato ancora plasmabile vie-ne ribaltato e trasferito in un’altra matrice dove èfatto aderire alle pareti interne con un secondoforte getto d’aria.

Raffreddamento controllato dei contenitori Dopo la fase di formatura, il contenitore è raffred-dato secondo un tempo controllato in forni conti-nui a tunnel. Passaggio detto anche di ‘ricottura’,che consente di eliminare le tensioni del vetro me-diante riscaldamento preliminare e successivo gra-

duale abbassamento termico dell’oggetto, fino araggiungere la temperatura ambiente.

Scelta e confezionamentoCompletate le operazioni di raffreddamento, hainizio un minuzioso controllo qualitativo dei sin-goli contenitori, che precede la fase di confezione.I vari pezzi vengono sottoposti a scelta automaticacon macchine elettroniche installate in linea, cheverificano le caratteristiche di tutti i recipienti: di-mensione, forma, spessore, calibratura della bocca,integrità e resistenza. Gli esemplari non idonei so-

A sinistraFormatura dei contenitori.

Processo produttivo: controllo qualità dellecaratteristiche dei contenitori e, a fianco, linee di selezione

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A destraScelta e confezionamento dei contenitori.

La vetreria, una realtà in espansione

no meccanicamente scartati dal processo d’imbal-laggio e immediatamente frantumati e avviati alforno per essere rifusi. Il prodotto finito vienequindi confezionato e immagazzinato.L’impiego delle tecnologie più avanzate e di appa-recchiature computerizzate consente una revisio-ne completa del ciclo produttivo,mentre strumen-ti dalle caratteristiche altamente sofisticate garanti-

scono un monitoraggio dei contenitori su basestatistica. Ciò permette di mantenere costante il li-vello qualitativo del prodotto finito in armoniacon le esigenze degli imbottigliatori, della distri-buzione e del consumatore.I contenitori, infine, dopo un’ulteriore serie di ac-curate verifiche, vengono adeguatamente imballatiper garantirne il trasporto.

Processo produttivo: formatura dei contenitori.

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Il futuro dei contenitori in vetroSi profilano all’orizzonte ulteriori innovazioniconcernenti tutto il processo produttivo. Nuovecomposizioni, colorazioni, sistemi di formatura in-novativi, alleggerimenti, sono in fase di avanzatasperimentazione. Scienza e tecnologia viaggiano dipari passo in un percorso che vede da un lato ilconcentramento degli sforzi per ottenere un pro-dotto sempre di alta qualità con la massima ridu-zione degli sprechi e, dall’altro, moderne e più ve-loci apparecchiature per un miglioramento deitempi di produzione.

Processo produttivo: scelta econfezionamento dei contenitori

A destraFormatura dei contenitori,‘abbozzo’ e ‘stampa’.

La vetreria, una realtà in espansione

Storia di un materiale dal sapere antico

Anforette per profumi da nucleo friabile di origine palestinese del I secolo a.C.

“Secondo una leggenda, lungo le coste della Feniciaapprodò una nave di mercanti di nitro che si sparserosulla spiaggia per preparare la cena. Poiché non c’erano a portata di mano delle pietre, essi usarono come sostegni pezzi di nitro presi dalla nave;questi si infuocarono e si mescolarono con la sabbia della spiaggia, dando origine a rigagnoli lucenti di un liquido ignoto: questa sarebbe l’origine del vetro.”

(Plinio, Storia Naturale, XXXVI, 191-192)

La scoperta e la nascita della lavorazione del vetrosi perdono nella notte dei tempi. La sua produzio-ne e la conseguente evoluzione di forme e tecni-che accompagna infatti il cammino dell’uomo dapiù di cinquemila anni, attraversando luoghi e cul-ture per gettare una sorta di ponte ideale fra le ter-re d’Oriente e Occidente. Dalla Siria all’Egitto deifaraoni, dalla Mesopotamia alla Roma imperiale,dalla repubblica veneziana alle grandi capitalid’Europa e l’America, questo materiale ha da sem-pre stupito e affascinato per le sue mille e una for-ma, rivoluzionando modi, usi e costumi di interecomunità. Grazie alle eccezionali caratteristicheche lo contraddistinguono e all’affinamento deimetodi di lavorazione, il vetro si converte in unodegli elementi indispensabili del vivere quotidia-no, sotto forma dei più svariati oggetti per model-lo e funzione, come preziosi monili o semplici re-

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cipienti, innovativi elementi architettonici o raritàdi design.

Come afferma Plinio il Vecchio nella sua “StoriaNaturale”, il vetro è probabilmente scoperto nel-l’area dell’antica Siria intorno al III millennio a.C.Periodo in cui, identificati gli elementi che locompongono, il vetro è sottoposto a una serie diinediti processi di lavorazione: in Mesopotamiavengono realizzati i primi monili e dal II millennioa. C. nelle regioni fra il Tigri, l’Eufrate e la Feniciacompaiono anche i primi vasi. Di conseguenza,con l’espansione delle reti commerciali nel Medi-terraneo, l’arte vetraria si diffonde a macchia d’olioin tutte le regioni costiere, creando dei veri e pro-pri centri di fabbricazione di pasta vitrea grezza,destinata alla produzione estera.Nasce così una realtà artigianale specializzata in di-verse tecniche quali la modellazione su nucleopreformato, che permette la realizzazione di mate-ria monocroma o con filamenti colorati, e la cosid-detta lavorazione a mosaico, costituita dal fissaggiodi tessere di vetro sulla superficie dell’oggetto.Au-mentano inoltre le tipologie di prodotti elaborati:da fiasche, brocche e bicchieri, a balsamari, un-guenti e piccole olle, senza naturalmente tralasciaresuppellettili, monili e pendenti.In ogni caso, è nel periodo ellenistico che fiorisce esi sviluppa completamente la produzione vetraria.

Storia di un materiale dal sapere antico

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Notevoli sono i manufatti realizzati nella MagnaGrecia, per esempio grandi vassoi in vetro mosaicoe coppe con oro stratificato.È invece in territorio siro-palestinese che gli stori-ci localizzano la scoperta della cosiddetta tecnica disoffiatura, messa a punto intorno al I secolo a.C.All’epoca le tecniche di lavorazione più comunierano quattro: a nucleo friabile o a verga, a colatu-ra in stampi aperti o chiusi, a soffiatura libera e asoffiatura in matrici e forme di vario tipo.Una maggiore perfezione è poi raggiunta dall’in-dustria romana del IV secolo a.C., con la creazionedi vetro bicolore.Con l’avvicendarsi delle invasionibarbariche che sconvolgono l’Europa del IV e Vsecolo d.C., declina definitivamente l’egemonia el’influenza politica dell’Impero romano, che trasfe-rendo la propria autorità centrale a Costantinopo-li, si divide in Impero romano d’Occidente e Im-pero romano d’Oriente.Il continente europeo entra così in una nuova fasedella sua storia, detta ‘Alto Medioevo’, che rispettoal passato non brilla particolarmente per fervoreartistico.Tuttavia, con il consolidarsi del dominio dei Fran-chi, popolazione di ceppo germanico, nell’Europacentrale, rispetto a quanto si era verificato nel restodel Continente, s’impone un nuovo stile nella lavo-razione vetraria, conosciuto appunto come franco,merovingio o teutonico, in cui il vetro, ancora sof-

fiato e prodotto a base di calce e soda, presenta de-corazioni meno elaborate rispetto a quelle romane.Le tecniche usate sono diverse: dalle più semplicicon stampi ondulati, alle più complesse con deco-razioni a fili e fasce o con applicazioni di gocce divetro fuso al corpo dell’oggetto.Poche tracce testimoniali, invece, sopravvivonodella manifattura vitrea di epoca carolingia, che siriferisce all’VIII–X secolo, anche se è noto comele basi della fabbricazione di vetri colorati da fine-stra risalgano a questo periodo.

Storia di un materiale dal sapere antico

A sinistraDiatretum romano del IV secolo a.C. con iscrizionelatina, probabilmente ricavato da un unico pezzo di vetro soffiato.

Bottiglia in vetro soffiatotrasparente del III secolo d.C.,decorata con filamenti di vari colori.

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Storia di un materiale dal sapere antico

Per quanto riguarda inoltre la lavorazione nell’areadell’Impero romano d’Oriente, l’insinuarsi dellamatrice bizantina migliora e diffonde l’uso dellatecnica a mosaico. Piccole tessere fissate nel ce-mento decorano riccamente cupole e pavimenti dichiese, con rappresentazioni di ordine celeste sufondi dai toni dorati. Per la fabbricazione di lastreda finestra, sembra che i bizantini impiegassero ilmetodo a corona, procedimento ereditato dallatradizione romana.Le conquiste arabe del VII e VIII secolo, con leprogressive occupazioni di Siria, Palestina, Egitto eSpagna meridionale pongono fine al dominio ro-mano d’Oriente, convertendo il gusto delle anti-che tradizioni vetrarie in uno stile squisitamentedecorativo.L’impronta moresca si serve dell’abilità dei vetraisiriani, noti per la produzione di recipienti a inta-glio e delle più ricercate decorazioni a piume epettinate, per introdurre nuove tecniche di lavora-zione. La più conosciuta, e ancora oggi usata, èquella della pittura a lustro che, a differenza dellasmaltatura, prevedeva la cottura di una pellicola dipigmento sulla superficie vetrosa, decorata mesco-lando argento, zolfo e talvolta rame.Escludendo tuttavia quella dell’Impero islamico, laproduzione in Estremo Oriente è di poco rilievo.In India e Giappone, per esempio, le testimonianzedi una vera e propria industria del vetro risalgono a

quando le vetrerie veneziane, per evitare le minac-ce dei ripetuti incendi, trasferiscono le botteghe ei laboratori sull’isola di Murano, fondando la cor-porazione dei ‘phiolieri e dei verieri de Muran’.Per la prima volta quindi, dopo la caduta dell’Im-pero romano, il vetro torna a essere prodotto consistematicità in un centro urbano dell’Europa oc-cidentale.

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non molti secoli fa. Diversa la situazione in Cina,dove al materiale vetroso si conferiva un valore disemi prezioso da colare, intagliare e levigare, per lalavorazione quasi esclusiva di perline, amuleti e or-namenti funebri.Solo nel 1600, con l’utilizzo di alcune tecniche ve-neziane introdotte dai missionari gesuiti, gli arti-giani cinesi cominceranno a realizzare anche altritipi di oggetti, ma d’uso comune, come vasi, fia-sche, coppe e bottigliette da fiuto.

È poi verso la fine del Medioevo e con l’inizio delRinascimento che i materiali e le tecniche rag-giungono un livello tale di miglioramento da con-sentire la realizzazione di oggetti d’incantevole de-licatezza e stile. E questo avviene soprattutto inItalia, in particolare a Venezia. Polo produttivo checonquista notorietà e prestigio internazionale perle sue inimitabili creazioni. Il caso unico della tra-dizione veneziana è spiegato da alcuni storici neitermini di eredità acquisita dalla maestria dei fa-mosi vetrai di Aquileia, la città romana che all’epo-ca dell’Impero era stata il più importante centro diproduzione di vetro nel nord Italia, anche se esi-stono documenti che attestano una precedente at-tività di mastri vetrai nella laguna. Al 1271 risaleinvece uno dei primi capitolari che regolavanol’attività dei vetrai veneziani.Tuttavia, la data uffi-ciale della nascita del vetro moderno è il 1291,

Storia di un materiale dal sapere antico

Bottiglia persiana dipinta con tecnica a lustro dell’VIII o IX secolo.

A sinistraOlla della metà del I secolo d.C.,realizzata in vetro soffiato color porpora e con orloorizzontale espanso.

te alle altre, danno vita a uno stile veneziano rino-mato in tutta Europa e detto ‘Façon de Venise’.

Il sofisticato vetro veneziano vede incrinarsi partedella sua egemonia internazionale intorno al XVIIsecolo, periodo che corrisponde alla diffusionedella dottrina protestante. S’invertono infatti i ca-noni stilistici che a un vetro sottile e delicatissimone preferiscono uno più robusto e funzionale, sen-za comunque perdere la varietà decorativa. Per ap-plicare i nuovi parametri s’inventano altri tipi divetro più resistenti, fra cui il vetro-piombo pro-dotto in Inghilterra nel 1675, e il vetro al potassio,ideato in Germania e Boemia.Il continuo mutare delle sorti politiche europee,modifica inevitabilmente anche gli stili e le in-fluenze delle varie produzioni locali. A partire dalXVIII secolo, nasce l’esigenza di produrre oggettidi lusso che a seconda del paese d’origine, si diver-sificavano per forme e fattezze. Appaiono così sulmercato splendide composizioni di servizi da ta-vola e bottiglie dal corpo bulbiforme intagliate adiamante, dette prussiane, raffinati lampadari irlan-desi e magnifici specchi ovali.Nel corso del XIX secolo, le tecniche di creazionedel vetro non subiscono grandi variazioni, tranneche per lo stampaggio a pressa.Anche agli utensilinon vengono apportate grosse modifiche. Così,nonostante il perpetrarsi dell’egemonia inglese sul

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Un altro importante evento registrato sulla scenaveneziana risale al 1527, e corrisponde alla sco-perta della cosiddetta filigrana. Uno dei più famo-si pezzi lavorati con questo procedimento è il ‘va-so Parr’, conservato al British Museum di Londra.Di questo periodo sono anche il vetro-ghiaccio, iprocedimenti d’imitazione delle pietre dure e lelavorazioni a punta di diamante, tecniche che uni-

Storia di un materiale dal sapere antico

Coppa veneziana del XVI secolo,in vetro grigiastro con decorazionia smalto e doratura.

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mercato internazionale, le fabbriche europee edextra-europee di Francia, Russia e America conti-nuano la loro produzione vetraria aggiungendonuove tonalità alla gamma di colori già conosciuti.Particolarmente interessante è invece il caso dellaBoemia, che guadagna una piccola ma preziosafetta di mercato, introducendo il noto ‘stile Bieder-meier’, i cui migliori esempi sono costituiti da bic-chieri smaltati fabbricati a Vienna e in altre città li-mitrofe. Allo stesso tempo, in Gran Bretagna si as-siste alla rinascita del vetro-cammeo, un compostogià noto nell’antichità rivestito da uno spesso stra-to esterno di vetro bianco, intagliato con l’intentodi creare un disegno in rilievo su fondo scuro.Con l’avvento del XX secolo, nella produzionevetraria irrompono l’arte e il design. La combina-zione di nuove tecniche e di un rinnovato lin-guaggio decorativo porta a cambiamenti radicalinell’industria del vetro e nelle applicazioni a essapiù strettamente legate. Si passa infatti dall’ArtNouveau, uno stile decorativo nato verso il 1890 erimasto in auge fino a tutto il decennio successivo,alle innovazioni tecniche adottate dall’americanoLouis Comfort Tiffany, che firma stupende lampa-de con vetri colorati racchiusi in telai di piombo, acui seguono i diversi tipi di lavorazione francesemessi in pratica dai fratelli Daum, di Décorche-mont e di Argy-Rousseau, noti con il nome ‘pâte-de-verre’.

Storia di un materiale dal sapere antico

Vaso dai toni iridescenti in stile ArtNouveau, prodotto in Boemia nel1898.

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e sofisticati strumenti elettronici allargano il cam-po della sperimentazione, fornendo risultati signi-ficativi, come per esempio la scoperta del procedi-mento ‘galleggiante’ ideato dalla vetreria Pilking-ton Brothers. Invenzione che consente di ottenereenormi lastre di vetro privo di impurità e dal variospessore con una notevole ottimizzazione dei costidi produzione.Un secolo, il Novecento, ricco di grandi innova-zioni tecnico- scientifiche e creative, che ha vistoil vetro degno protagonista dello straordinario rin-novamento artistico e del rapido processo di mo-dernizzazione industriale degli ultimi decenni.

Ripercorrendo allora la storia millenaria del vetro,caratterizzata da continue grandi invenzioni, non sipuò fare a meno di leggere tra le sue sfaccettature eprocedimenti gran parte del cammino compiutodalla civiltà di molti popoli.Questo materiale, defi-nito nell’antichità “pietra fatta dall’uomo”, risultacosì ricco di sottili suggestioni che, affascinandocontinuamente per la sempre più raffinata qualitàdella fattura e della variegata eleganza delle forme,non finisce mai di stupire. Non è dunque azzarda-to pensare come, probabilmente, la meraviglia di-pintasi sul volto di quegli antichi mercanti di nitrodescritti da Plinio sia la stessa che, inalterata neltempo, si coglie ancora di fronte alle infinite solu-zioni a cui il vetro ci ha sempre più abituato.

Storia di un materiale dal sapere antico

Da segnalare, inoltre, come in questo secolo digrandi fermenti culturali, si faccia strada la tenden-za a suddividere l’oggetto di vetro in due tipolo-gie, quella della decorazione domestica di lusso equella dell’opera d’arte vera e propria, in cui l’arti-sta sceglie il vetro come particolare mezzo d’e-spressione.La grande influenza esercitata dal Modernismo suldisegno del XX secolo, che combina concettualitàe meccanizzazione, si sviluppa in una corrente cheunisce gli ideali di purezza della forma e delle su-perfici alla chiarezza dei concetti e della costruzio-ne. L’espressione più sintetica di questi ideali cor-risponde all’uso associato di vetro e acciaio che,dall’architettura all’arredamento d’interni, si com-binano per realizzare strutture di grande impattoartistico.Tuttavia, a partire dal 1919, quello ‘Stileinternazionale’, ovvero il Modernismo, con ilBauhaus si converte rapidamente sia in Europa siain America da simbolo del pensiero modernista insinonimo di modernità. La funzionalità delle for-me viene così assorbita dall’eleganza e dal gusto fi-ne a se stessi, traducendosi in mobili-bar rivestiti dispecchi, pannelli e pavimenti in vetro-ghiaccio, se-die con inserti in vetro, palazzi e grattacieli i cuielementi strutturali sono inguainati da vetro.Un inedito e repentino progresso tecnologicosenza precedenti si registra nelle vetrerie a partiredalla fine del secondo conflitto mondiale. I nuovi

A sinistraPiatto dai toni azzurro turchese,realizzato in ‘pâte-de-crystal’da F. É. Décorchemontintorno al 1920.

di segreti e abilità, dove la ricerca tecnologica sisposa continuamente alla tradizione.Alle nostre spalle vi è un secolo ricco e denso difermenti che nel susseguirsi degli anni ha dato vitaa splendide opere ampiamente riconosciute nonsolo come artigianato di alta qualità, ma come ve-re e proprie opere d’arte e di design tanto da de-stare l’interesse di molti collezionisti e musei.È soprattutto a partire dagli anni Dieci e Venti, chenell’ambiente delle vetrerie muranesi viene pro-gressivamente affermandosi la nuova figura del de-signer.L’intervento di artisti e collaboratori esterni almondo delle fornaci, favorisce così l’apertura diMurano verso la coeva cultura figurativa, inaugu-rando una stagione davvero eccezionale.Negli anni Venti si vede un nuovo fervore nell’atti-vità delle vetrerie, tra le quali si distingue in modoparticolare la Cappellin-Venini per i leggerissimisoffiati - come per esempio ‘la libellula’ - dalle te-nui colorazioni, privi di ogni decorazione super-flua, dovuti al disegno di Vittorio Zecchin, che abuon titolo può essere considerato il primo verodesigner nell’ambito muranese.Molte e straordinarie sono le colorazioni dei vetridegli anni Trenta che si arricchiscono dei più di-versi effetti cromatici, dovuti a nuove sperimenta-zioni, come nel caso del vetro ‘pulegoso’ creatodallo scultore Napoleone Martinuzzi per la V. S.M.

“Il vetro di Murano non ha bisogno di essere illustrato.Esso è troppo noto nel mondo; e il numero di coloro chene amano lo splendore e la grazia, diciamo che ne ap-prezzano le qualità tecniche e formali […] è veramentegrandissimo. Chi non conosce la sua levità, la sua tra-sparenza, la sua iridescenza; e quei colori e forme chesono parsi a un poeta come l’essenza della bellezza ve-neziana […].”

Espressi come introduzione alla mostra sui vetri diMurano, tenutasi a Parigi nel 1956 al museo delleArti Decorative, questi pensieri si riconfermanoancor oggi nella loro attualità. Un mondo, quellodel vetro veneziano, ancora intriso di magia, fatto

61Arte e vetro: l’esempio di Murano

Vittorio Zecchin Cappellin-Venini & C. 1921/1925Vaso ‘Libellula’.

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Venini & C. (1930 circa).Ad applicazione di fogliad’oro o d’argento ricorre invece in alcuni casi laM.V.M di Giacomo Cappellin, per i suoi colora-tissimi vetri, nati dalla collaborazione con l’archi-tetto Carlo Scarpa.In questo periodo si impone inoltre la Vetreria Ar-tistica Barovier & C., specie con i vetri ‘primavera’(1930) creati da Ercole Barovier, al quale si devetra l’altro la messa a punto della tecnica della colo-razione a caldo senza fusione.Straordinaria in quel periodo la produzione di Ve-nini, il quale dopo aver realizzato i vezzosi quantoraffinati vetri di Tomaso Buzzi (1932-33), dal 1934affida la direzione artistica a Carlo Scarpa, che col-laborerà con l’attività della fornace fino agli anniQuaranta.Molti i vetri disegnati da Scarpa: da quelli di gros-so spessore come i ‘sommersi’, ai sottili vetri ‘amezza filigrana’, i pesanti vetri ‘corrosi’, i coloratis-simi ‘tessuti’ a sottili canne policrome, le splendidecoppe ‘a murrine’ dalla superficie rifinita alla molae i vasi trasparenti decorati da fili, fasce o pennella-te in vetro colorato.Dopo il grande successo della vetraria muranesedegli anni Trenta, il decennio successivo vede unaprogressiva diminuzione dell’attività per l’avvici-narsi della guerra.Di conseguenza, bisogna aspettare gli anni Cin-quanta per vedere una rinascita del vetro venezia-

A sinistraLino Tagliapietra Studio Lino Tagliapietra, 1997 Vasi ‘Windows’.

Carlo Scarpa Venini & C., 1940 Vasi a murrine trasparenti.

Arte e vetro: l’esempio di Murano

64

no: una nuova energia veicolata attraverso l’operadi molti designer attivi nelle fornaci porta allacreazione di suggestivi oggetti caratterizzati da unamaggiore libertà espressiva.Così, grazie al contributo di figure centrali di desi-gner come Fulvio Bianconi per Venini, Flavio Poliper Seguso Vetri d’arte, e Dino Martens per Aure-liano Toso, insieme a maestri vetrai, titolari delleproprie aziende, come Archimede Seguso, si operaun interessante aggiornamento nelle proposte del-le vetrerie.

La policromia e la ricchezza del colore, peculiaritàdegli anni Cinquanta, sono progressivamente so-stituite negli anni Sessanta e Settanta da una sobriamonocromia e dal vetro trasparente. Murano ac-coglie però con molta difficoltà questo minimali-smo, che comporta una rinuncia alle tecniche ve-trarie tradizionali.Tra le vetrerie, la Venini, guidatadopo la scomparsa di Paolo Venini dal genero Lu-dovico Diaz de Santillana, rimane comunque fe-dele alla tradizionale policromia. Significativa ri-sulta anche l’attività dell’americano ThomasStearns, a cui si deve la realizzazione di oggettieseguiti con la tecnica dell’incalmo e, in seguito,quella del finlandese Tapio Wirkkala la cui conti-nua presenza in vetreria porta alla creazione dieterei quanto straordinari manufatti. Dagli anniSettanta una nuova generazione di artisti frequenta

Arte e vetro: l’esempio di Murano

Vittorio Zecchin Cappellin-Venini & C.,1921/1925 Vasi trasparenti.

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la fornace. Diversi sono infatti, in questo periodo, igiovani americani giunti a Murano come Moore,Carpenter, e Mary Ann ‘Toots’Zinsky, che insiemea Laura de Santillana, attiva in vetreria dalla metàdel decennio, contribuiscono alla vitalità della Ve-nini.A Murano anche in consonanza con lo StudioGlass americano, trova progressivamente spaziouna nuova realtà che vede vari autori impiegare ilvetro muranese nell’affermazione della propriaespressione artistica.

Vi è chi provenendo dal mondo della fornace hascelto questa singolare materia per esprimersi e chiè giunto al vetro attraverso esperienze diverse.

Tra gli artisti, particolare attenzione merita peresempio Lino Tagliapietra, la cui produzione si ar-ricchisce in modi e forme sempre nuove, di raffi-nati cromatismi. Interessanti sono anche le ricer-che di Yoichi Ohira e, tra gli artisti più giovani,quelle di Laura Diaz de Santillana e CristianoBianchin.Ognuna di queste opere trasuda infatti la valente etradizionale sapienza dei maestri muranesi, che sifonde alle continue sperimentazioni, alle personaliricerche dei vari autori che del vetro, di volta involta, sanno cogliere qualità inaspettate, traendonelo spirito della contemporaneità.

Arte e vetro: l’esempio di Murano

Napoleone Martinuzzi V.S.M. Venini & C.,1930 Vaso in vetro pulegoso.

67Glossario

AAbrasaDecorazione eseguitamediante molatura pocoprecisa che riproduce spirali, cerchi e ovali,praticata da egizi e siriani nel IV e V secolo a.C. Tecnica successivamente ripresa in Boemia nel XVIII secolo.

AffinaggioRimozione delle bollegassose che favorisce il compattamento dellamassa vetrosaincandescente, portata poi a una temperatura più bassa di 1100-1200 °Cnei canali di alimentazionedelle macchine foggiatrici,affinché raggiunga la viscosità ideale per laformazione delle cosiddette‘gocce’, le cui dimensioni e peso sono proporzionaliall’oggetto da realizzare.

AmberinaTipo di vetro creato da J. Locke per la New England GlassCompany caratterizzato da sfumature che vanno dall’ambra chiaro al rosso rubino.

ArielIdeato nel 1936 da E. Öhrström per la Orrefors Glasbruck,è un vetro rivestito con decorazioni costituite da bolle d’aria inglobate.

AvventurinaTraslucido e dalle tintedorate, è un vetro di elaborata preparazione,ideato a Murano nel ’600.

BBoloPallone vitreoincandescente, ancora allostato plastico.

BurmeseTipo di vetro brevettato nel 1885 da F. S. Shirley,con superficie opaca o lucidache presenta sfumature dal giallo-verdastro al rosa.

CCalcedonioTessuto vitreo opacorealizzato con materiali di vario colore, per imitare i toni delle pietresemipreziose come l’agata, il calcedonio,l’onice, la malachite.

Canna da soffioTubo di ferro cavo utilizzatoper la soffiatura e lamodellazione del vetro a mano libera e a stampo.

CluthaVetro dalle tinte verdastre,turchesi, gialle o fumécon bolle d’aria, ideato da J. Couper & Sons di Glasgow nel 1890.

CristalloDefinizione assegnata a qualsiasi tipo di vetrotrasparente che assomigliaal cristallo di rocca .

DDevetrificazioneProcesso di trasformazionedel vetro in sostanzacristallina.

DicromaticoVetro che assume coloridiversi a seconda dell’angolo d’incisionedella luce che lo colpisce.

FFavrileCreato da L. Comfort Tiffanynel 1890 circa,è un vetro con superficieopaco iridescente, ottenutomediante spruzzatura di salimetallici.

FormaturaProcedimento che vede la ‘goccia’ di vetroincandescente giungere per caduta verticale guidataallo stampo ‘abbozzatore’della macchina formatrice,la quale trasforma la pastavetrosa in un nuovocontenitore.

GGemmatoTipo di vetro ideato da E. Barovier nel 1935-36,decorato con gocce coloratee applicate con bacchettaincandescente.

GestoriSoggetti che, delegati daiComuni, effettuano il serviziodi raccolta differenziata deirifiuti di imballaggio di vetro.

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Glossario

GraalConcepito nel 1910 da S. Gate, è un vetro coloratocon decorazioni a intaglio o acido, sottoposto a caloree ricoperto da uno strato di vetro trasparente.

HHochschnittTermine adatto a indicarequalsiasi genere didecorazione a rilievo su vetro, ottenuta con l’incisione alla ruota. È l’opposto di ‘intaglio’.

HyalithDi colore rosso lacca o nero lucente, è un vetroopaco realizzato nella Boemia meridionale.

IIkora-KristallTipo di vetro molto spesso,prodotto nel 1930 circa dalla WüttembergischeMetallwarenfabrik,con inserti, strisce colorate e bolle d’aria disposte aformare un preciso disegno.

IncisioneTecnica decorativa già notain epoca egizia e romana,eseguita con uno strumentoa punta.

IntaglioProcedimento che delineamotivi ornamentali,asportando con appositistrumenti parte della materiadell’oggetto da lavorare.

KKrakaCreato da S. Palmqvist per la Orrefors Glasbrukintorno al 1940, è un vetrocon disegno a rete.

LLattimoVetro bianco, molto similealla porcellana e opacizzatomediante ossido di stagno,come per il rivestimentodella maiolica.

Lavorazione a lumeProcesso di formatura del vetro mediante il caloredi una fiammella o di un beccuccio a gas.

LithyalinProdotto in Boemia da F. Egermann tra il 1828 e il 1848, è un vetro lucido non trasparente dal colore rossomarmorizzato che imita le sfumature delle pietredure.

LucidaturaOperazione eseguita conmola rotante abrasiva,per rendere liscia e brillantela superficie del vetro.

MMadreperlaTipo di vetro ideato dallaPhoenix Glass di Pittsbourghe dalla Mount WashingtonCo., ottenuto mediante la sovrapposizione di vetridiversi.

MarmorizzazioneProcesso che consiste nelcreare striature di diversocolore sul vetro, per renderlosimile al marmo.

MillefioriStile decorativo giàconosciuto dagli egizi e ripreso a Murano alla fine del ’400,che impiega cannettecolorate per formare disegni floreali.

MurrinaDefinizione generica che siriferisce a tutti gli oggettivitrei che ricordano le pietrepreziose.

PPeach blowRealizzato dalla New EnglandGlass Company nel 1885,è un vetro dalle diversesfumature, dal rosso acceso al blu pallido,che imita la porcellana “fior di pesco” cineseprodotta tra il ’600 e il ‘700.

PomonaIdeato da J. Locke per laNew England Glass & Co.,e brevettato nel 1885,è un vetro trasparente in parte inciso all’acidoe in parte dipinto.

PrimaveraTipo di vetro creato da E. Barovier nel 1927 con superficie traslucidacompletamente ricoperta di screpolature.

PulegosoDall’aspetto butterato,è un vetro opacocaratterizzato da una miriade di bollicine d’aria, realizzato da Venini nel 1928.

PuntinaturaProcedimento di decorazionecon punta di diamante o acciaio temperato che scalfisce la superficievitrea, creando piccoli puntini o corte linee rette.

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Glossario

RRaccoltacon contenitori stradaliRifiuti raccolti in specificicontenitori rigidi, comecassonetti e campane,posti presso punti fissi su strade e aree pubbliche, oppure in luoghi di accentramento dei rifiuti stessi.

Raccolta monomaterialeProcedimento di raccoltaseparata di un singolomateriale.

Raccolta multimaterialeProcesso differenziato che prevede il conferimentoin un unico flusso di diversitipi di rifiuti riciclabili e unasuccessiva operazione diseparazione prima dell’invioa recupero delle singoletipologie di rifiuto.

Raccoltamultimateriale leggeraRecupero di carta, cartone,plastica, lattine in alluminio e banda stagnata.

Raccolta multimaterialepesanteRecupero di vetro, plastica,lattine in alluminio e bandastagnata e, in alcuni casi,carta e cartone.

Raccolta porta a portaRifiuti prelevati presso luoghidi produzione o nucleiabitativi, raccolti in sacchi o contenitori rigidi ‘dedicati’a uno o più utenti.

RiciclaggioProcesso produttivo di ritrattamento di materialidi rifiuto finalizzato alriutilizzo degli stessi per la loro funzione originaria o per altri fini.

RamarroVetro dalla superficie scabra e dal colore verde,ideato da E. Barovier per la Barovier & Toso.

RavennaCreato da S. Palmqvist nel 1947, è un vetro spessoe trasparente, con motiviastratti e dai colori vivaci.

RubinglasVetro che assume le tonalitàdel rosso scuro mediantel’uso del rame, dell’oro e delselenio.

RugiadosoRealizzato da E. Barovierverso il 1940, è un vetroruvido la cui superficiericoperta da fitte scheggevitree ricrea l’effettodi minutissime gocce di rugiada.

SSatin glassTipo di vetro dalla superficiesatinata, ottenuta conl’utilizzo di acido fluoridrico.

SilveriaDai toni argentati, è untessuto vitreo che racchiudeun foglio d’argento fra due strati di vetro incolori o colorati.

SoffiaturaScoperto moltoprobabilmente in Siria nel I secolo a.C., è ilprocesso di formazione della massa vitrea, che da corpo viscoso si trasforma in vetro.

StampoStrumento concavo in ferro,bronzo o legno, usato permodellare l’oggetto vitreo.

StrassMinuscolo cristallo incolore e trasparente, con unnotevole grado di rifrazione,molto usato per la creazionedi gioielli artificiali.

TTemperaProcesso di riscaldamento e di lento raffreddamentodell’oggetto vitreo per rendere la materia più resistente.

VVetro a filiVetro decorato con filamentispiroidali opachi bianchi o colorati, inseriti nellamateria vitrea trasparente in linee continue e parallele.

Vetro-cammeoGià noto nell’antico Egitto e a Roma, è un vetrocomposto da due strati di diverso colore, poi inciso e lavorato a ruota per ottenere un disegno in rilievo.

Vetro-ghiaccioTipo di vetro dalla superficiescrepolata e rugosa,prodotto a Murano a partiredal ’500.

Vetro-mosaicoQualsiasi tipo di vetroformato dall’accostamentodi frammenti vitrei di diverso colore.

71Bibliografia

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Bibliografia

73Musei, documentari, video e siti internet

Per ripercorrere da vicino le tappe fondamentaliche hanno contrassegnato la storia millenaria delvetro, Murano è certamente il luogo ideale. Fra letante sue imprese, laboratori e botteghe artigiane,spiccano anche alcuni importanti musei ricchi dipreziosi reperti e raccolte sistematiche.Molto interessanti, inoltre, dal punto di vista stori-co, didattico e divulgativo, una serie di film docu-mentari, realizzati per la maggior parte nella primametà del ’900 dall’Istituto Luce, e alcuni video, re-peribili in cassetta, che illustrano le varie fasi evolu-tive delle tecniche e della lavorazione del vetro.I siti internet, infine, completano la mappa infor-mativa di questo straordinario e variegato universo.

MuseiMuseo BarovierLa Vetreria Barovier & Toso opera nel settore findal XIII secolo. Fra i molti pezzi, da segnalare l’in-teressante e completa raccolta di reperti che vadall’800 fino a oggi.Vetreria Barovier & Toso, Murano (VE).Tel. 041.739049

Museo SegusoTante le curiosità, in particolare i vetri a massello,opera anche di famosi designer, prodotti nel ’900.Orario di apertura al pubblico: a richiestaFondamenta Serenella n° 18, Murano (VE).Tel. 041.739234

Museo Vetrario di Palazzo GiustinianiFondato nel 1861, il Museo è situato all’interno diPalazzo Giustiniani, un magnifico edificio goticofiorito ristrutturato nel 1659. Fra i molti cimelimuranesi, si distinguono sculture del periodo vene-to, bizantino e gotico, vetri boemi, spagnoli e d’im-portanza archeologica come quelli egiziani, greci,fenici e romani, a fianco di una produzione di vetrie specchi realizzata tra il XIV e il XVIII secolo.Orario: 10.00-16.00. Da aprile a settembre apertofino alle 17.00. Chiuso il mercoledì. Ingresso a pa-gamento. Fondamenta Giustiniani n° 8, Murano(VE).Tel. 041.739586

74

Film documentariCome si fabbricano le bottiglieGiornale Luce B0059, 1932

Murano, Museo dei vetri artisticiGiornale Luce B0158, 28/10/1932

La fabbricazione delle figurine in vetro soffiato e la graziosa presentazione di esseGiornale Luce B0447, 1934

L’industria del vetroGiornale Luce B0717, 1935

L’arte del vetro soffiato di Istvan KomaromyGiornale Luce B0775, 25/09/1935

La produzione e le applicazioni del vetro sinteticoGiornale Luce B0728, 1935

Un particolare esperimento per dimostrare la resistenza del vetro sinteticoGiornale Luce B0736, 21/08/1935

Visita a una fabbrica di cristalliGiornale Luce B0779, 06/11/1935

Londra, il carbone che diventa vetroGiornale Luce B0643, 13/03/1935

Microrganismi ispirano un artista del vetroGiornale Luce B0812, 08/11/1936

La realizzazione di utensili in vetro infrangibileGiornale Luce B0849, 11/03/1936

L’industria artistica del vetro a RottembergGiornale Luce B0821, 22/01/1936

A Murano le industrie del vetro realizzano tubi e canne di cristallo indispensabili per le lampade elettriche e le valvole radio per sostituire completamente quelle provenienti dall’esteroGiornale Luce B0858, 01/04/1936

Il vetro temprato inizia a diffondersi negli Stati UnitiGiornale Luce B01147, 18/08/1937

Philadelphia, collaudo di un nuovo tipo di vetro di sicurezzaGiornale Luce B01644, 27/12/1939

Roma, l’arte del vetroGiornale Luce B1450, 25/01/1939

La mostra di vetreria italiana allestita al Museo Nazionale di StoccolmaGiornale Luce C0351, 24/05/1943

Musei, documentari, video e siti internet

75

Artigiani d’Italia: incisori del vetro a MuranoLa Settimana Incom 00249, 09/02/1949

Artigianato italiano: vetrate artistiche. Laboratorio di artigianato a Torino: le fasi di produzione delle vetrateLa Settimana Incom 00267, 24/03/1949

Botega del pitor de veriLa Settimana Incom 00551, 07/02/1951

Video istituzionale CO.RE.VE.Promex, 2002

Per saperne di più:Archivio Storico Istituto Luce,via Tuscolana n° 105500173 - Roma.Tel. 06.729921. Fax 06.7221127.www. archivioluce.com

VideocassetteLa storia del vetroItalia, 1986.(7 voll. Durata: 30’ cadauno)Videocassetta:Tecnedit

Il vetroItalia, 1986. (Durata: 30’)Videocassetta:Tecnedit

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www.reteambiente.it

www.rifiutilab.it

www.rifiutinforma.it

www.rilegno.it

www.sinanet.apat.it

www.tuttoambiente.it

www.vigilanzambientale.it

www.wwf.it

Musei, documentari, video e siti internet