"da low cost a smart buy"

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network network 31 30 i l n u o v o c l u b i l n u o v o c l u b > hanno reso le cose più facili. Ho la- vorato per anni nell’ambito dell’in- trattenimento e nell’organizzazio- ne di eventi e sono laureato in pub- bliche relazioni, comunicazione e pubblicità. Questo background ha reso più semplice il mio percorso d’inserimento in azienda. Inoltre conoscevo il settore di cui mi sarei dovuto occupare e avevo una gran voglia di mettermi alla prova. Che cosa puoi dirci di Vito Sca- vo, fondatore di Happy Fit? È cresciuto in Germania e sin da che il modello di business vincente sia quello che viene percepito con chiarezza dal cliente, che assicuri specializzazione e organizzazione a 360 gradi, indipendentemente dai prezzi applicati. Il successo in que- sto campo non può prescindere da una struttura stabile e una riserva economica che permetta di investi- re per rinnovare la propria offerta. Prezzi bassi e club di ottima qualità: come riuscite ad attua- re una strategia del genere? Il contenimento dei costi fissi è uno dei parametri fondamentali per il nostro modello di business. Ovviamente è difficile riuscire a garantire qualità a prezzi accessi- bili, ma il confronto con l’80 per cento dei club presenti in Italia ci conforta. Siamo convinti che il prezzo alla portata di tutti sia solo una della componenti che deter- minano il successo di un business, come nel nostro caso. Il nostro si- stema si basa su un modello molto preciso, ogni aspetto è monitora- to e aggiornato continuamente e siamo strutturati per costruire da zero ogni centro e portarlo all’o- peratività completa. Gestiamo la costruzione del club in base a pro- getti predefiniti e la nostra organiz- zazione interna si occupa dell’am- ministrazione con grande precisio- ne, avvalendosi della tecnologia per gestire ogni attività, dalle più semplici al customer care e agli insoluti. I nostri investimenti nel marketing sono frutto di studi seri e programmati, i club sono gestiti prestando la massima attenzione a ogni aspetto critico: la pulizia deve essere perfetta, la pianificazione commerciale organizzata giornal- mente e l’organigramma ben defi- nito per mettere tutto lo staff nelle condizioni ideali per lavorare in squadra. In appena due anni avete acqui- sito quasi 30.000 clienti: come li gestite e qual è il segreto di questo successo? Attraverso una precisa pianifica- zione commerciale siamo cresciu- ti velocemente, ma il nostro vero successo risiede nel fatto che l’80 per cento dei clienti degli altri club spendono troppo per servizi che La “giovane” catena Happy Fit conta già 12 club nel Nord Italia e intende conquistare tutto il Paese raggiungendo quota 100. A illustrare un modello di business capace di coniugare strutture di qualità a un abbonamento mensile proposto a 19,99 euro è il marketing manager Luca Torresan Cremona, Pavia, Marghera e Vi- cenza) contando 30mila iscritti ai quali vengono messi a disposizione qualcosa come 2.500 attrezzi per il fitness. La formula proposta da Happy Fit punta su innovazione e razionalità, su ambienti accoglienti di elevata qualità dal punto di vi- sta delle attrezzature e degli arredi, sulla pulizia e su prezzi molto con- correnziali. Luca Torresan (nella foto nella pagina a fianco), marketing ma- nager del gruppo, è entrato a far parte della squadra ad appena 25 anni, risponde ad alcune doman- de svelando l’anima di un’azienda fatta di persone – lui per primo – altamente motivate e fiduciose nel futuro. Cm’è avvenuto il tuo ingresso in Happy Fit? È successo tutto in modo un po’ in- solito, come per tante altre figure che lavorano qui. Non sono stato selezionato tramite un colloquio vero e proprio, bensì ho incontrato Vito Scavo, amministratore unico e fondatore, per motivi di lavoro e lui ha visto in me la giusta dose motivazione per intraprendere un percorso all’interno di Happy Fit, così mi ha offerto la possibilità di entrare a far parte del suo team. Mi ha quindi formato personalmente, affiancandomi per 10 mesi, facen- domi toccare con mano il mercato del fitness. Sicuramente la mia esperienza professionale e gli studi compiuti I l mercato del fitness è oggi un mercato “maturo” i cui consuma- tori sono sempre più esigenti e consapevoli e i club, per essere competitivi, devono comportarsi da vere aziende, capaci di pianifi- care investimenti e strategie. La catena di centri fitness recanti l’insegna Happy Fit, fondata da Vito Scavo, ha fatto il suo debutto sul mercato italiano nel novembre 2010 con l’apertura della prima sede a Treviso, alla quale si sono susseguite diverse inaugurazioni in virtù delle quali oggi il network conta 12 club (Treviso, Padova Est, Padova Ovest, Mestre, Bas- sano, Udine, Bergamo, Bologna, giovanissimo ha raccolto numerosi successi sportivi, fino a diventare campione tedesco ed europeo di arti marziali . E sempre in giova- ne età è diventato imprenditore acquistando la sua prima palestra, intraprendendo al tempo stesso un percorso come consulente e formatore, riuscendo inoltre a ge- stire in modo eccellente altri club ubicati in Germania e in Austria. La sua visione del fitness è in- centrata sul desiderio di offrire al maggior numero possibile di per- sone l’opportunità di frequentare un club, proponendone i servizi a prezzi accessibili. Personalmente ho la sensazione che la sua forte curiosità verso il mondo lo porti a essere costantemente aggiornato sulle evoluzioni del mercato del fitness. Vito Scavo si circonda di persone giovani e motivate, nelle quali riscontra qualità che lui stes- so possiede. Qual è il vostro modello di bu- siness low cost? Non ci piace l’espressione low cost perché può essere percepita nella sua accezione negativa. Pre- feriamo definire il nostro concept smart buy, ovvero “acquisto intel- ligente”. Basiamo le nostre scelte sulla riduzione dei costi, con uno scopo ben preciso: concentrarci esclusivamente sulla qualità del gym floor, ovvero della sala cardio e isotonica. Niente spa e piscina, servizi utilizzati dal 20 per cento dei consumatori di fitness. Riteniamo di Davide Venturi da low cost a smart buy Luca Torresan, marketing manager del gruppo Happy Fit I club Happy Fit mettono a disposizione dei soci numerosi attrezzi

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hanno reso le cose più facili. Ho la-vorato per anni nell’ambito dell’in-trattenimento e nell’organizzazio-ne di eventi e sono laureato in pub-bliche relazioni, comunicazione e pubblicità. Questo background ha reso più semplice il mio percorso d’inserimento in azienda. Inoltre conoscevo il settore di cui mi sarei dovuto occupare e avevo una gran voglia di mettermi alla prova.

Che cosa puoi dirci di Vito Sca-vo, fondatore di Happy Fit?

È cresciuto in Germania e sin da

che il modello di business vincente sia quello che viene percepito con chiarezza dal cliente, che assicuri specializzazione e organizzazione a 360 gradi, indipendentemente dai prezzi applicati. Il successo in que-sto campo non può prescindere da una struttura stabile e una riserva economica che permetta di investi-re per rinnovare la propria offerta.

Prezzi bassi e club di ottima qualità: come riuscite ad attua-re una strategia del genere?

Il contenimento dei costi fissi è uno dei parametri fondamentali per il nostro modello di business. Ovviamente è difficile riuscire a garantire qualità a prezzi accessi-bili, ma il confronto con l’80 per cento dei club presenti in Italia ci conforta. Siamo convinti che il prezzo alla portata di tutti sia solo una della componenti che deter-minano il successo di un business, come nel nostro caso. Il nostro si-stema si basa su un modello molto preciso, ogni aspetto è monitora-to e aggiornato continuamente e siamo strutturati per costruire da zero ogni centro e portarlo all’o-peratività completa. Gestiamo la costruzione del club in base a pro-getti predefiniti e la nostra organiz-zazione interna si occupa dell’am-ministrazione con grande precisio-ne, avvalendosi della tecnologia per gestire ogni attività, dalle più semplici al customer care e agli insoluti. I nostri investimenti nel marketing sono frutto di studi seri e programmati, i club sono gestiti prestando la massima attenzione a ogni aspetto critico: la pulizia deve essere perfetta, la pianificazione commerciale organizzata giornal-mente e l’organigramma ben defi-nito per mettere tutto lo staff nelle condizioni ideali per lavorare in squadra.

In appena due anni avete acqui-sito quasi 30.000 clienti: come li gestite e qual è il segreto di questo successo?

Attraverso una precisa pianifica-zione commerciale siamo cresciu-ti velocemente, ma il nostro vero successo risiede nel fatto che l’80 per cento dei clienti degli altri club spendono troppo per servizi che

La “giovane” catena Happy Fit conta già 12 club nel Nord Italia

e intende conquistare tutto il Paese raggiungendo quota 100.

A illustrare un modello di business capace di coniugare strutture di qualità a un abbonamento

mensile proposto a 19,99 euro è il marketing manager Luca Torresan

Cremona, Pavia, Marghera e Vi-cenza) contando 30mila iscritti ai quali vengono messi a disposizione qualcosa come 2.500 attrezzi per il fitness. La formula proposta da Happy Fit punta su innovazione e razionalità, su ambienti accoglienti di elevata qualità dal punto di vi-sta delle attrezzature e degli arredi, sulla pulizia e su prezzi molto con-correnziali.Luca Torresan (nella foto nella pagina a fianco), marketing ma-nager del gruppo, è entrato a far parte della squadra ad appena 25 anni, risponde ad alcune doman-de svelando l’anima di un’azienda fatta di persone – lui per primo – altamente motivate e fiduciose nel futuro.

Cm’è avvenuto il tuo ingresso in Happy Fit?

È successo tutto in modo un po’ in-solito, come per tante altre figure che lavorano qui. Non sono stato selezionato tramite un colloquio vero e proprio, bensì ho incontrato Vito Scavo, amministratore unico e fondatore, per motivi di lavoro e lui ha visto in me la giusta dose motivazione per intraprendere un percorso all’interno di Happy Fit, così mi ha offerto la possibilità di entrare a far parte del suo team. Mi ha quindi formato personalmente, affiancandomi per 10 mesi, facen-domi toccare con mano il mercato del fitness. Sicuramente la mia esperienza professionale e gli studi compiuti

i l mercato del fitness è oggi un mercato “maturo” i cui consuma-tori sono sempre più esigenti e consapevoli e i club, per essere competitivi, devono comportarsi da vere aziende, capaci di pianifi-care investimenti e strategie.La catena di centri fitness recanti l’insegna Happy Fit, fondata da Vito Scavo, ha fatto il suo debutto sul mercato italiano nel novembre 2010 con l’apertura della prima sede a Treviso, alla quale si sono susseguite diverse inaugurazioni in virtù delle quali oggi il network conta 12 club (Treviso, Padova Est, Padova Ovest, Mestre, Bas-sano, Udine, Bergamo, Bologna,

giovanissimo ha raccolto numerosi successi sportivi, fino a diventare campione tedesco ed europeo di arti marziali . E sempre in giova-ne età è diventato imprenditore acquistando la sua prima palestra, intraprendendo al tempo stesso un percorso come consulente e formatore, riuscendo inoltre a ge-stire in modo eccellente altri club ubicati in Germania e in Austria. La sua visione del fitness è in-centrata sul desiderio di offrire al maggior numero possibile di per-sone l’opportunità di frequentare un club, proponendone i servizi a prezzi accessibili. Personalmente ho la sensazione che la sua forte curiosità verso il mondo lo porti a essere costantemente aggiornato sulle evoluzioni del mercato del fitness. Vito Scavo si circonda di persone giovani e motivate, nelle quali riscontra qualità che lui stes-so possiede.

Qual è il vostro modello di bu-siness low cost?

Non ci piace l’espressione low cost perché può essere percepita nella sua accezione negativa. Pre-feriamo definire il nostro concept smart buy, ovvero “acquisto intel-ligente”. Basiamo le nostre scelte sulla riduzione dei costi, con uno scopo ben preciso: concentrarci esclusivamente sulla qualità del gym floor, ovvero della sala cardio e isotonica. Niente spa e piscina, servizi utilizzati dal 20 per cento dei consumatori di fitness. Riteniamo

di Davide Venturi

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Luca Torresan, marketing manager del gruppo Happy Fit

I club Happy Fit mettono a disposizione dei soci numerosi attrezzi

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non utilizzano, come la piscina e l’a-rea umida/relax. Spesso questa spe-sa viene giustificata dalla presenza del trainer, ma il rapporto clienti/istruttore è insufficiente. Come può uno staff di 3-5 tecnici gestire 1.000 persone che mediamente fre-quentano la struttura 2 o 3 volte alla settimana? È impossibile. Realizzare una scheda d’allenamen-to non è così difficile e Happy Fit ne propone una varietà pressoché illimitata. Inoltre non servono pro-tocolli per diventare “Mr. Universo” in quanto l’obiettivo della maggior parte delle persone che frequenta-no un club è mantenersi in forma e star bene. Il benessere si basa

su una formula molto semplice: un’alimentazione equilibrata e l’e-sercizio fisico, sia cardiovascolare sia isotonico. Ovviamente ci sono soggetti che necessitano di un’assi-stenza ravvicinata, ad esempio per problemi posturali o patologie che richiedono una dieta specifica, così come l’assistenza di professionisti competenti e qualificati in campi specifici quali dietologi, fisioterapi-sti e medici. Siamo convinti che il ruolo del trainer non debba essere sopravvalutato.La nostra filosofia si basa su concet-ti semplici e per quanto concerne la gestione della clientela adottia-mo soluzioni innovative, puntando

sull’utilizzo dei servizi online che ci consentono di stabilire e mantene-re un contatto diretto con i nostri iscritti, fornire loro il supporto tec-nico che ci richiedono e rispondere ai loro quesiti ed eventuali lamente-le. Il nostro obiettivo è soddisfarli anche quando non sono nel club. La loro soddisfazione è innanzitut-to generata dall’ambiente dedicato all’esercizio fisico, dotato di un’am-pia gamma di attrezzature di ultima generazione, numericamente circa il triplo rispetto al club medio e di-sposte secondo un preciso ordine. I nostri club offrono circa 1.500/2.000 metri quadri destinati al fitness in una location di lusso in cui è sem-pre possibile trovare un una posta-zione libera e ottenere il massimo dal proprio allenamento.

Che cosa offrite d’innovativo?

L’iscrizione ai centri Happy Fit può essere effettuata anche online, è possibile effettuare pagamenti digitali e rateizzati e sospendere l’abbonamento fino a un massimo di sei mesi direttamente dal sito in-ternet. Lo stesso discorso vale per il diritto di recesso, esercitabile entro dieci giorni dalla firma del contrat-to. Inoltre, per premiare costanza e fedeltà, abbiamo creato un sistema di raccolta punti con relativo cata-logo-premi e consentiamo ai clienti di prenotare una seduta di personal trainer via web, offrendo il primo incontro gratuitamente. Poiché sia-mo convinti che l’utente del fitness abbia bisogno di trasparenza e di servizi amministrativi semplici, uti-lizziamo un software gestionale la cui efficacia ci permette di attuare un customer service attento e co-stante.

Com’è percepito dalla concor-renza il vostro modello di busi-ness?

In genere i club concorrenti rea-giscono in modo ostruzionistico, dimostrando di non accettare il normale regime di concorrenza. A nostro avviso gli imprenditori del settore dovrebbero concentrarsi sulla propria attività, valutare se i propri investimenti e strategie sono concorrenziali soprattutto a livello qualitativo. Altre strategie “sopra le righe” non migliorano la

situazione del mercato.Riteniamo che la pratica sportiva non debba essere un lusso, bensì ma un’esigenza facile da soddisfa-re, come l’igiene quotidiana. Para-dossalemente, il nostro successo deriva dal messaggio che diffon-diamo: non serve fare chissà che cosa, e tantomeno spendere tanto, per fare attività fisica e restare in forma, basta essere motivati. Una delle nostre campagne pubblici-tarie, caratterizzata dallo slogan “Non fare il pollo!”, lancia proprio questo messaggio. Siamo convinti che Happy Fit non rappresenti una minaccia per gli altri imprenditori, ma un’oppor-tunità. Il vero pericolo, a nostro avviso, sono le catene low cost che nascono non essendo adegua-tamente strutturate e organizzate, che dichiarano di offrire un ser-vizio completo, ma lo fanno con poca chiarezza, cercando di esse-re competitivi solo per il prezzo. Il vero pericolo per il mercato del fitness italiano sono i finti impren-ditori che promuovono l’apertura di un club e appena raggiungono un numero consistente d’iscritti chiudono. Dopo aver incassato i soldi, ovviamente.

Come può affrontare la crisi il mercato del fitness?

Sono tempi difficili, per questo ci sono centri premium che conti-nuano ad abbassare i prezzi. Ma questa non è una soluzione, ma so-lo l’inizio di una serie di problemi. Chi gestisce un centro premium do-vrebbe essere coerente fino in fon-do, dovrebbe investire sul restyling della struttura e offrire qualcosa in più invece di tentare di convertirsi in low cost senza averne la strut-tura e l’organizzazione. Il vero se-greto è stendere un tappeto rosso ai propri clienti: costa sicuramente meno che abbassare i prezzi. Con-vertire un club premium in low cost significa diminuire immediatamen-te il fatturato di un terzo e provo-care disagi alla maggior parte dei soci.

Come gestisci il marketing di Happy Fit?

Il costante bombardamento di messaggi pubblicitari rende oggi difficile raggiungere i consumato-ri. A mio avviso la pubblicità deve essere capace di farsi notare, deve avere “un colore che non esiste”,

i metodi convenzionali vanno ri-presi e adattati alla società attua-le. Il marketing ha subito un cam-biamento radicale: il suo focus è passato dal prodotto all’anima del cliente. La nostra comunicazione è fresh: utilizziamo immagini e testi ironici per catturare l’attenzione. Oltre al classico volantino, impie-ghiamo altri mezzi che vengono costantemente monitorati e rivisti. Il nostro sito internet è un ottimo biglietto da visita, come del resto i nostri canali social network e le no-stre affissioni. Realizziamo inoltre l’house organ Happy News tramite il quale diffondiamo contenuti po-sitivi riguardanti economia, fitness, alimentazione e benessere. Abbia-mo recentemente spedito la versio-ne cartacea a 400mila indirizzi. L’o-biettivo è realizzarne sei all’anno e distribuirli sempre gratuitamente.

Concludiamo con la domanda d’obbligo: progetti e previsioni per il futuro?

Vito Scavo ha fissato come obietti-vo l’apertura di 100 club in tutta Ita-lia. Recentemente abbiamo intro-dotto la formula del franchising per permettere ad altri imprenditori di entrare a far parte di questa real-tà. Attualmente Happy Fit impiega un centinaio di persone, ma preve-diamo la creazione di cinquemila nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Ho molta fiducia nel futuro e colgo l’occasione per rivolgermi a tutti gli operatori del settore: il successo di un club, low cost o premium che sia, non può prescindere da due fattori critici fondamentali come la scelta della location e la specia-lizzazione in ciò che s’intende fare. Non ci si improvvisa imprenditori del fitness, bisogna avere un’orga-nizzazione a 360 gradi e trasmette-re al cliente un messaggio chiaro. Dobbiamo essere coerenti con le nostre scelte e con ciò che faccia-mo in modo che il settore possa aiutare l’Italia a diventare un pa-ese culturalmente più sportivo. Dobbiamo continuare a credere in questo settore, non dobbiamo arrenderci. Alla fine ne usciremo tutti vincitori. Per informazioni sull’affiliazio-ne:www.happyfit.it

La comunicazione pubblicitaria di Happy Fit punta su immagini e testi ironici

L’area riservata ai pesi liberi

I centri Happy Fit offrono ambienti eleganti e confortevoli