Da 30 anni nel futuro dell'energia

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tore al fluido organico che attra- verso il ciclo di evaporazione e condensazione permette alla turbina accoppiata al genera- tore sincrono la produzione di energia elettrica”. È un processo che comporta più vantaggi, come bassa tempera- tura di lavoro (T<300°C), bassa pressione di vaporizzazione, dimensioni ridotte della turbi- na, bassi costi di manutenzio- ne (non si formano condense), bassa velocità di rotazione della ■■ CONVERT ITALIA / L’azienda propone soluzioni tecnologicamente avanzate in termini di impatto ambientale Da 30 anni nel futuro dell’energia turbina (sollecitazioni meccani- che ridotte), lunga vita di tutti i componenti. Oltretutto, diverse le biomasse utilizzabili. Ad esempio cippato da potature di olivo, da manu- tenzione boschiva, da boschi cedui o anche sansa di oliva, gusci di mandorle, noci e noc- ciole, pellet di paglia, miscanto, panello di colza. Occhio però al contenuto idrico della bio- massa, poiché con l’aumentare dell’umidità diminuisce rapida- mente il Pci (che è il potere ca- lorifero inferiore). Non rimane che una domanda a questo pun- to: perché investire in impianti di piccola potenza? “I vantaggi sono riconducibili soprattutto alla facile reperi- bilità del sottoprodotto e nella disponibilità nel tempo e a bas- so costo della stessa - chiarisce Di Dio -. In pratica, la taglia di impianto viene determina- ta dalla effettiva disponibilità a livello locale della biomassa, evitando possibili speculazioni o aumenti indiscriminati del costo del sottoprodotto fornito da terzi, c’è poi la possibilità di utilizzare un regime autorizza- tivo semplificato al di sotto dei 200 kWe e, sempre se inferiore a tale soglia, l’impianto non deve essere iscritto al registro, infine al di sotto di 250 kWe è valida la Pas (anzichè AU)”. Tutte le taglie presentate nella tabella ri- portata a fianco beneficiano del livello più alto di incentivazione (257 euro/MWhe + premio di 30 euro/MWhe per rispetto del- le emissioni in atmosfera come da decreto 6 luglio 2012). Per dirla in breve, un impianto di questo genere ben si presta all’installazione in zone adia- centi a siti di lavorazioni già esistenti, quali industrie di la- vorazione del legno, ad esempio mobilifici, segherie, produzione di semilavorati, nonché in zo- ne rurali in cui è facile avere a disposizione un’adeguata quan- tità di potature di olivi, vite, agrumeti. In aree industriali e in aree limitrofe a reti di teleri- scaldamento, è particolarmente idoneo a essere installato se in assetto cogenerativo. Competenza e un alto livello tecnologico degli impianti a servizio del risparmio I l risparmio energetico passa dall’utilizzo di biomasse per la generazione elettrica di pic- cola potenza. Ovvero, impianti a ciclo combinato di caldaia a biomassa e turbina Orc, che vale a dire più efficienza, meno sprechi. Non è solo un impegno concreto per la Convert Italia, ma una vera e propria mission che segna da trent’anni una realtà differente sul mercato per soluzioni tecnologicamen- te avanzate in grado garantire basso impatto ambientale e ab- battimento di emissioni inqui- nanti, nonché risparmio. Non a caso il nome di questa società, in continua crescita nel settore delle energie rinnovabili, è noto sul mercato per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile/ fossile in modalità Epc (Engine- ering, procurement, construc- tion) “chiavi in mano” affian- cando il cliente dall’analisi di fattibilità del progetto fino alla costruzione dell’impianto e con formula di manutenzione “full risk” garantendo la produzione di impianto. All’opera un network integrato che le permette di interpretare l’esigenza del cliente fornendo risposte convincenti per proget- ti ad alta potenzialità, come nel caso di impianti a ciclo combi- nato. In particolare, secondo il decreto ministeriale dello scor- so luglio sulle Fer elettriche, la valorizzazione energetica dei sottoprodotti idonei alla com- bustione è sostenibile in im- pianti del tipo caldaia a combu- stibile solido e turbina Orc. L’ingegnere Ugo Di Dio, respon- sabile della divisione dedicata all’efficienza energetica spiega nei dettagli di che tipologia di impianto si tratta. “La caldaia alimentata a combustibile soli- do - dice - è costituita in linea generale da una grande camera di combustione e da un sistema di recupero termico a mezzo di un fluido vettore (vapore o olio diatermico)”. Insomma, inno- vazione misurabile sotto ogni profilo. “La turbina accoppiata alla caldaia - continua l’inge- gnere -, in base al ciclo Rankine, produce energia elettrica grazie al calore fornito dal fluido vet- Valutazione dell’investimento Di seguito sono riportate schematicamente: la potenza elettrica, l’incentivo annuo e la quanti- tà annua di sottoprodotti necessaria ad alimentare l’impianto Potenza [kWe] Ricavi incentivo [€/anno] Quantità sottoprodotti [ton/anno]* Costo complessivo impianto** 20 45.100 650 210.000 € 30 68.800 900 250.000 € 60 137.760 1.650 470.000 € 125 287.000 3.100 840.000 € 238 546.450 4.500 1.630.000 € 300 688.800 5.100 1.900.000 € *Per il calcolo della quantità di biomassa annua di alimentazione si è considerato il cippato da potature di olivo con un contenuto idrico del 35% **Il costo di impianto è indicativo e può subire variazioni in base alle strutture esistenti in loco © DANILO RIZZUTI - FOTOLIA.COM

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intervista all&#39;ing. Di Dio a proposito dei nuovi impianti a biomassa per piccole potenze

Transcript of Da 30 anni nel futuro dell'energia

EventiLunedì 5 novembre 201214 Ecomondo 2012

La sfida della competitività si misurerà soprattutto nei

settori “emergenti” della green economy e delle smart tech-nologies. Area Science Park di Trieste ha sviluppato dal 2009 un Piano energia co-finan-ziato dal ministero dell’Am-biente: Enerplan. Il Piano ha prodotto soluzioni tecnolo-giche inno-vative per la produzione da fonti rinnova-bili, ma anche innovazione incrementale con l’utilizzo di tecnologie per l’efficienza energetica de-gli edifici.Tra i progetti più innovativi, l’integrazione con un siste-ma di teleri-scaldamento a freddo di una rete di pompe di calore ad alta temperatura. Frutto dell’inventiva di Gian-franco Pellegrini, brevettata in collaborazione con Inno-vation Factory, l’incubatore di Area Science Park, la tecnolo-gia della pompa di calore ad alta temperatura, ribattezzata

Dal Sudafrica arrivano nuo-ve opportunità di business

per la green economy emiliano-romagnola. Il progetto “Rew-Sa, Renewable Energies Word South Africa” (finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ide-ato da Roncucci&Partners e promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali (Dicam) dell’Uni-versità di Bologna e dalla so-cietà di ingegneria Techno srl specializzata nel campo della sicurezza e dell’ambiente) in-tende promuovere l’interna-zionalizzazione delle imprese regionali del settore delle ener-gie rinnovabili nel Paese afri-cano. La nazione arcobaleno appartiene al ristretto gruppo dei Bricst, i Paesi a economie trainanti caratterizzati da ele-vati tassi di crescita e quindi da forti fabbisogni energetici. Quella del Sudafri-ca è l’economia più sviluppata del con-tinente africano e il governo di Pretoria, per sostenere la cre-scita e far fronte al problema di carenza energetica, ha varato un generoso piano di incentivi per pro-muovere le energie rinnovabili, attiran-

È uno dei progetti di punta del Piano di energia Enerplan Un piano per favorire la creazione di rapporti di business e ricerca

Tina, la pompa di calore innovativa Dall’Emilia-Romagna a Pretoria

Tina, produce energia rinno-vabile per almeno il 70%, con zero emissioni in loco e ridu-zione dell’inquinamento nelle città. Tina è in grado di sosti-tuire, senza ristrutturazioni, le caldaie centralizzate. Il passo successivo porta alla realizzazione di impianti in-novativi di teleriscaldamento

(Tlr) urbano. Attraverso la sottoscrizione di un contratto con Smat, la Società metropo-litana acque Torino SpA, pren-derà avvio entro il prossimo dicembre una sperimentazio-ne che prevede l’installazione della pompa di calore presso

do nella punta meridionale dell’Africa investitori da tutto il mondo. L’abbondanza di biomassa di origine vegetale e animale, l’elevato irraggiamen-to solare su tutto il territorio e le condizioni ottimali di vento, specie lungo le zone costiere, fanno del Sudafrica un Paese ideale per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili. In Emilia Romagna la green economy si sta consolidando sempre più come modalità pro-duttiva che contraddistingue trasversalmente tutti i settori dell’economia. Lungo la via Emilia hanno sede molte azien-de leader nazionali nel settore delle energie rinnovabili e delle green technologies, operative in diversi ambiti (edilizia, mec-canica, trattamento e gestione dell’acqua, agroalimentare, ci-clo dei rifiuti, ecc). L’obiettivo

un impianto di produzione Smat che va ad alimentare la rete interna di riscaldamento. Questo Tlr rinnovabile, costi-tuito da semplici tubi in Pvc, rappresenta una rivoluzione del concetto corrente di reti: dai macroimpianti che riscal-dano l’acqua in un punto solo, per poi trasportarla ai singoli

terminali, a una rete di generatori di calore distribuiti negli edifici. Dopo la sperimentazio-ne, l’innovazione potrebbe essere ap-plicata a edifici di dimensioni medio-piccole. “La nuova soluzione - spiega Paolo Romano, amministratore delegato di Smat - attraverso l’utiliz-zo di una pompa di calore preleva 3 gradi centigradi dall’acqua potabile dirottandoli ad un

accumulatore; l’operazione ripetuta, a fine lavorazione, garantisce una temperatura di 60-70 gradi. In confronto ai si-stemi tradizionali il risparmio può variare dal 40%, rispetto al riscaldamento a metano, al 170%, rispetto al gasolio”.

del progetto Rew-Sa è quello di favorire la penetrazione commerciale delle imprese emiliano-romagnole in Suda-frica con la possibilità di avvia-re partnership con le imprese locali. Contemporaneamente l’iniziativa vuole promuovere la collaborazione scientifica per la ricerca e lo scambio di know how a livello di università, cen-tri di ricerca e imprese per l’uti-lizzo di nuove tecnologie verdi. Rew-Sa è rivolta alle aziende, regionali e non, che si occu-pano di energie rinnovabili, agli studi di progettazione, alle società di costruzione, ai pro-duttori di impianti e strumen-tazione, installatori della filiera che producono componenti (parti metalliche e non, neces-sarie per costruire un impianto fotovoltaico) e alle società di servizi (sistemi di sicurezza e

controllo, illumina-zione, impiantistica, elettrificazione, etc). Roncucci&Partners è la business consul-ting scelta a suppor-to della realizzazione del progetto che si occuperà del project management e della consulenza tecnica alle imprese benefi-ciarie.

■■■ AREA SCIENCE PARK / Opera nei settori green economy e smart technologies ■■■ TECHNO / Promuove il progetto Rew-Sa, Renewable Energies Word South Africa

tore al fluido organico che attra-verso il ciclo di evaporazione e condensazione permette alla turbina accoppiata al genera-tore sincrono la produzione di energia elettrica”.È un processo che comporta più vantaggi, come bassa tempera-tura di lavoro (T<300°C), bassa pressione di vaporizzazione, dimensioni ridotte della turbi-na, bassi costi di manutenzio-ne (non si formano condense), bassa velocità di rotazione della

■■■ CONVERT ITALIA / L’azienda propone soluzioni tecnologicamente avanzate in termini di impatto ambientale

Da 30 anni nel futuro dell’energiaturbina (sollecitazioni meccani-che ridotte), lunga vita di tutti i componenti.Oltretutto, diverse le biomasse utilizzabili. Ad esempio cippato da potature di olivo, da manu-tenzione boschiva, da boschi cedui o anche sansa di oliva, gusci di mandorle, noci e noc-ciole, pellet di paglia, miscanto, panello di colza. Occhio però al contenuto idrico della bio-massa, poiché con l’aumentare dell’umidità diminuisce rapida-mente il Pci (che è il potere ca-lorifero inferiore). Non rimane che una domanda a questo pun-to: perché investire in impianti di piccola potenza? “I vantaggi sono riconducibili soprattutto alla facile reperi-bilità del sottoprodotto e nella disponibilità nel tempo e a bas-so costo della stessa - chiarisce Di Dio -. In pratica, la taglia di impianto viene determina-ta dalla effettiva disponibilità a livello locale della biomassa, evitando possibili speculazioni o aumenti indiscriminati del costo del sottoprodotto fornito

da terzi, c’è poi la possibilità di utilizzare un regime autorizza-tivo semplificato al di sotto dei 200 kWe e, sempre se inferiore a tale soglia, l’impianto non deve essere iscritto al registro, infine al di sotto di 250 kWe è valida la Pas (anzichè AU)”. Tutte le taglie presentate nella tabella ri-portata a fianco beneficiano del livello più alto di incentivazione (257 euro/MWhe + premio di 30 euro/MWhe per rispetto del-le emissioni in atmosfera come da decreto 6 luglio 2012).Per dirla in breve, un impianto di questo genere ben si presta all’installazione in zone adia-centi a siti di lavorazioni già esistenti, quali industrie di la-vorazione del legno, ad esempio mobilifici, segherie, produzione di semilavorati, nonché in zo-ne rurali in cui è facile avere a disposizione un’adeguata quan-tità di potature di olivi, vite, agrumeti. In aree industriali e in aree limitrofe a reti di teleri-scaldamento, è particolarmente idoneo a essere installato se in assetto cogenerativo.

Competenza e un alto livello tecnologico degli impianti a servizio del risparmio

Il risparmio energetico passa dall’utilizzo di biomasse per

la generazione elettrica di pic-cola potenza. Ovvero, impianti a ciclo combinato di caldaia a biomassa e turbina Orc, che vale a dire più efficienza, meno sprechi. Non è solo un impegno concreto per la Convert Italia, ma una vera e propria mission che segna da trent’anni una realtà differente sul mercato per soluzioni tecnologicamen-te avanzate in grado garantire basso impatto ambientale e ab-battimento di emissioni inqui-nanti, nonché risparmio. Non a caso il nome di questa società, in continua crescita nel settore delle energie rinnovabili, è noto sul mercato per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile/fossile in modalità Epc (Engine-ering, procurement, construc-tion) “chiavi in mano” affian-cando il cliente dall’analisi di fattibilità del progetto fino alla costruzione dell’impianto e con formula di manutenzione “full risk” garantendo la produzione di impianto.All’opera un network integrato che le permette di interpretare l’esigenza del cliente fornendo risposte convincenti per proget-

ti ad alta potenzialità, come nel caso di impianti a ciclo combi-nato. In particolare, secondo il decreto ministeriale dello scor-so luglio sulle Fer elettriche, la valorizzazione energetica dei sottoprodotti idonei alla com-bustione è sostenibile in im-pianti del tipo caldaia a combu-stibile solido e turbina Orc. L’ingegnere Ugo Di Dio, respon-sabile della divisione dedicata all’efficienza energetica spiega nei dettagli di che tipologia di

impianto si tratta. “La caldaia alimentata a combustibile soli-do - dice - è costituita in linea generale da una grande camera di combustione e da un sistema di recupero termico a mezzo di un fluido vettore (vapore o olio diatermico)”. Insomma, inno-vazione misurabile sotto ogni profilo. “La turbina accoppiata alla caldaia - continua l’inge-gnere -, in base al ciclo Rankine, produce energia elettrica grazie al calore fornito dal fluido vet-

Valutazione dell’investimentoDi seguito sono riportate schematicamente: la potenza elettrica, l’incentivo annuo e la quanti-tà annua di sottoprodotti necessaria ad alimentare l’impianto

Potenza[kWe]

Ricavi incentivo[€/anno]

Quantità sottoprodotti[ton/anno]*

Costo complessivo impianto**

20 45.100 650 210.000 €

30 68.800 900 250.000 €

60 137.760 1.650 470.000 €

125 287.000 3.100 840.000 €

238 546.450 4.500 1.630.000 €

300 688.800 5.100 1.900.000 €*Per il calcolo della quantità di biomassa annua di alimentazione si è considerato il cippato da potature di olivo con un contenuto idrico del 35%**Il costo di impianto è indicativo e può subire variazioni in base alle strutture esistenti in loco

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