D1981_IL FIORE PROIBITO DEL DESERTO

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Olivia Gates

IL FIORE PROIBITO DEL DESERTO

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Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Secret Birthright Harlequin Desire

© 2012 Olivia Gates Traduzione di Roberta Canovi

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto

di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con

Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2012 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione Harmony Destiny ottobre 2012

Questo volume è stato stampato nel settembre 2012

presso la Rotolito Lombarda - Milano

HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470

Periodico settimanale n. 1981 del 16/10/2012 Direttore responsabile: Alessandra Bazardi

Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale

Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione

Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti

contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

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«Non voglio vedere nessun'altra donna. Mai più.» La perentorietà dello sceicco Fareed Aal Zaafer fu accolta da un lungo momento di silenzio, l'indulgenza e l'esasperazione che incombevano pesanti nell'aria. Poi, Emad ibn Elkaateb sospirò. «Sono quasi rasse-gnato all'idea che nel vostro futuro, effettivamente, non ci sia una donna. Ma visto che non si tratta delle vostre inspiegabili scelte personali, devo insistere.» La risata di Fareed rimbombò di furia incredula. «E di che cos'è che si tratta? Proprio tu, che mi hai portato le prove a condanna di ogni truffatrice, ora mi chiedi di incontrarne un'altra? Di stringere i denti e ascoltare al-tre patetiche, disgustose menzogne? Chi sei tu, e che cos'hai fatto di Emad?» D'improvviso il contegno di Emad evaporò. Fareed sbatté le palpebre: di rado Emad si scostava anche solo di un centimetro dal protocollo, sostenendo che, in qualità di braccio destro dello sceicco, il suo stesso o-nore dipendeva dal riservare al suo principe il rispetto che gli spettava di diritto. In quel momento, però, ven-ticinque anni di vita vissuta fianco a fianco, più prossi-mo di un parente, degli amici o dello staff del centro medico, gli ammorbidirono l'espressione in una mani-festazione di benevolenza. «L'unico motivo per cui ho mosso obiezioni al... piano che vi ha riversato addosso tutte quelle opportuniste era evitarvi una delusione co-

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cente. D'altra parte, il vostro metodo non è peggiore del mio: nemmeno io ho ottenuto alcun risultato. He-sham ha coperto le proprie tracce fin troppo bene.» Fareed digrignò i denti al sentir montare dentro di sé la frustrazione e il senso di futilità. Il dolore. Hesham. Anima sensibile e artista eccezionale, era il più giovane dei nove fratelli di Fareed, e il più amato. Era colpa del padre, il re, se Hesham si era nascosto. Più di tre anni prima, era tornato da un soggiorno pro-lungato negli Stati Uniti annunciando l'intenzione di sposarsi; aveva commesso l'errore di credere di poter convincere il re a dargli la propria benedizione. Quello che aveva ricevuto, invece, era stato il divieto assoluto di rivedere o anche solo di contattare la fidanzata, onde non rischiare di sporcare l'eccelsa dinastia con l'unione con una donna di rango inferiore; quando aveva prote-stato ulteriormente, era stato addirittura confinato agli arresti domiciliari. Insieme agli altri congiunti, Fareed aveva cospirato per liberare il fratello, che in lacrime si era visto co-stretto a fuggire, onde proteggere l'amata dalle minac-ce del re; aveva salutato i fratelli supplicandoli di non cercarlo, di considerarlo morto per il bene di tutti. Nessuno di loro però era stato capace di fare quella promessa. Ma anche se tutti, Fareed in primis, avevano fatto il possibile per non perdere i contatti, Hesham era riusci-to a cancellare ogni traccia della propria esistenza. Una nuova ondata di collera verso il padre gli ribollì nel sangue. Se non fosse stato per il giuramento di servire il Pa-ese, anche Fareed avrebbe lasciato il Jizaan. Quel ge-sto, però, non sarebbe stato una punizione per il padre: perdere un altro figlio non lo avrebbe toccato più di tanto – l'unico commento davanti alla scomparsa di Hesham era stato che l'importante era che non arrecas-se ulteriori disgrazie alla famiglia e al regno. Fareed

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sembrava certo che il re avrebbe preferito piuttosto ve-dere morto il figlio e i suoi nipoti. Ciò che era successo, in realtà, pareva anche peggio. Dopo anni di doloroso silenzio, la telefonata di He-sham era arrivata da un pronto soccorso di un ospedale degli Stati Uniti. Con l'ultimo fiato che gli restava, il fratello aveva supplicato Fareed di aiutare la donna per la quale lui aveva lasciato il loro mondo, e che era di-ventata il suo mondo. Prenditi cura di Lyn, Fareed, e del mio bambino... proteggili... dille che lei è tutto... dille che mi dispiace non averle potuto dare ciò che merita, che la lascerò sola con... Ma quelle erano state le sue ultime parole. Fareed si era quasi scorticato la gola gridando per sapere di più, intimandogli di aspettarlo, che sarebbe arrivato a sal-varlo. Tutto ciò che aveva sentito in risposta era stata una voce estranea a informarlo che il fratello era stato portato in sala operatoria. Era partito immediatamente, decollando nel giro di pochi minuti, ma quando era arrivato Hesham era già morto. Scoprire che il fratello non aveva avuto alcuna colpa nell'incidente non aveva fatto che accrescere la sua an-goscia: un mezzo pesante aveva perso il controllo ed era piombato su undici vetture, mietendo diverse vitti-me e lasciando ancor più feriti. Il dolore era stato ar-duo da mettere da parte, tuttavia aveva trovato la forza di offrire il proprio aiuto, che era stato accettato a brac-cia aperte vista la fama di chirurgo internazionale. Da neurochirurgo esperto, pur non avendo potuto salvare la vita del fratello, aveva salvato quella di altre vittime. Troppo tardi aveva appreso che c'era stata una don-na in macchina con Hesham; non aveva riportato feri-te, non aveva documenti con sé, e se n'era andata non appena Hesham era morto. Nel marasma del pronto soccorso, le descrizioni che aveva raccolto variavano

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in maniera spropositata. Col cuore a pezzi, aveva ripor-tato il corpo del fratello in Jizaan, e dopo un funerale straziante, al quale il re non aveva partecipato, si era lanciato in una ricerca senza sosta di Lyn e del bambi-no. Ma Hesham si era davvero nascosto troppo bene. A-veva cancellato le tracce di ogni passo compiuto. Le ricerche sulla nuova identità che aveva assunto non a-vevano rivelato alcuna moglie, né figli; persino l'auto coinvolta nell'incidente era stata noleggiata sotto anco-ra un altro nome. Dopo un mese di strade senza sbocchi, Fareed aveva imboccato l'ultima rimasta: se non poteva trovare la donna di Hesham, avrebbe fatto in modo che fosse lei a trovare lui. Era tornato sul luogo dell'incidente, per lanciare ap-pelli con ogni mezzo di comunicazione affinché la donna lo contattasse; il messaggio era stato criptico, in modo che solo la persona giusta potesse comprenderlo. O per lo meno quelle erano state le sue intenzioni... Era stato subissato. Emad aveva scremato le bugiarde più lampanti, co-me quelle senza figli o con figli adolescenti, e ancora aveva consigliato a Fareed di non perdere tempo con le altre, tanto era sicuro che si sarebbero rivelate tutte im-broglione; chirurgo milionario e principe del deserto, Fareed era sempre stato un bersaglio per le arrampica-trici. E lui si era offerto su un piatto d'argento. Ma lo sceicco non gli aveva dato retta, non aveva potuto rischiare che chiunque si avvicinasse anche re-motamente ai requisiti necessari non venisse ascoltata. Aveva provato antipatia per ogni candidata, ancora prima che aprissero bocca, ma si era costretto a seguire ogni performance fino all'esasperante conclusione. Era convinto che Hesham, amante e creatore di bellezza, poteva essersi innamorato solo di una persona senza macchia dentro e fuori, una donna raffinata, sincera e

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degna di fiducia. Ma se invece il fratello non fosse sta-to tanto saggio? Dopo un mese di delusioni, Fareed si era ritrovato costretto a riconoscere l'inadeguatezza di quel metodo; senza nuove informazioni, qualsiasi ulteriore tentativo avrebbe incontrato la stessa sorte. Per altri due mesi si era tormentato quotidianamente all'idea che il figlio del fratello potesse trovarsi da qualche parte, bisognoso d'aiuto. Aveva cercato un modo per non perdere la ragione per il dolore, e l'aveva trovato rispondendo alla richie-sta di un ospedale degli Stati Uniti che cercava chirur-ghi disposti a operare pro bono. Una parte del suo tem-po era sempre stato dedicato alla beneficenza, e nelle ultime quattro settimane si era costretto a turni proibiti-vi che erano riusciti ad anestetizzargli il dolore. Quello era l'ultimo giorno in ospedale. Dopo un me-se in cui non aveva avuto il tempo materiale per pensa-re, e quindi per soffrire, agognava quel termine quanto un salto da un precipizio. «Somow'wak?» Il Vostra Altezza di Emad lo riscosse dall'abbandono dei ricordi e della frustrazione. Fareed si alzò in piedi. «Non ho intenzione di vede-re altre donne, Emad. Avevi ragione tu, ora cerca di non rammollirti.» «Non mi sto rammollendo. Ho continuato a mandar via quelle che sono venute a chiedere di potervi vede-re.» «E allora cos'è cambiato? Non dirmi che tutt'a un tratto ti sei convinto che la mia scommessa dettata dal dolore possa portare frutto contro ogni logica e pro-babilità.» Le labbra di Emad fremettero alla citazione dell'am-monimento che lui stesso aveva fatto al principe mesi prima. «Somow'wak ha una memoria impeccabile.» «Aih, è la mia maledizione.»

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«E tuttavia, vorrei che incontraste questa donna.» «Perché? Che cos'ha di speciale?» Emad sospirò; chiaramente non apprezzava di dover giustificare il proprio istinto. «Il suo approccio è diver-so. Non ha usato il numero che avete comunicato negli appelli; è da quando siete arrivato che cerca di fissare un appuntamento con voi tramite l'ospedale. Oggi le è stato detto che è il vostro ultimo giorno e ha comincia-to a piangere...» Fareed sbatté sulla scrivania il dossier che aveva sollevato. «Quindi è più scaltra delle altre: ha capito che l'approccio normale non dava risultati e ha cercato di aggirare il tuo vaglio arrivando a me tramite il mio lavoro. E visto che neanche quello ha funzionato, ha fatto una scenata. È per questo che vuoi che la veda? Per limitare i danni? Per porre un freno allo scandalo che ho creato per me e per la mia famiglia?» Gli occhi scuri di Emad si svuotarono di ogni e-spressione. «Non vorrei resuscitare quel vespaio dopo essere finalmente riuscito a sedarlo. Tuttavia, non è questo il motivo. Le infermiere alla reception oggi hanno cambiato il turno; hanno sentito la sua storia per caso: pare stia aspettando da quattro settimane che voi accettiate di vederla. Mi hanno mandato a chiamare, e io... l'ho vista, ho ascoltato quel poco che mi ha rac-contato. Lei è diversa.» Fareed sbuffò. «Vuoi dire migliore, come attrice.» «Oppure quella vera.» Nel cuore gli esplose la speranza, ma la seppellì nel-lo sconforto. «Non ne sei convinto davvero.» «Quella vera esiste» gli ricordò Emad con uno sguardo sincero. «E non vuole essere trovata» grugnì allora Fareed. «Deve sapere che ho rivoltato il Paese in lungo e in largo per trovarla, e ciononostante non si è fatta avanti. Perché dovrebbe decidere di mostrarsi adesso, quando nulla è cambiato?»

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«Nulla di cui noi siamo al corrente.» Fareed chiuse gli occhi. La calma logica di Emad lo faceva impazzire. Era in condizioni ben peggiori di quanto avesse creduto se persino le osservazioni di Emad avevano un tale effetto su di lui: evidentemente, il costo della distrazione dell'ultimo mese era stato un bell'esaurimento nervoso. I toni profondi di Emad, così studiatamente neutrali, gli suonavano stridenti come il gesso sulla lavagna. «Quello di cui siamo al corrente, però, è che la Lyn di Hesham è ancora là fuori, da qualche parte.» E se fosse stata proprio la donna che aspettava di parlargli? Cercò di contenere il rigurgito insidioso della spe-ranza, ma era troppo tardi; si era già aperto la strada at-traverso la sua resistenza. Quasi sicuramente si trattava soltanto di un'altra at-trice, però, a quel punto, che differenza poteva fare sopportare ancora un'altra pantomima? Meglio toglier-si il pensiero. Con un gesto della mano interruppe Emad che stava per insistere con un'ulteriore argomentazione. «Manda-la su. Le concedo dieci minuti, non un secondo di più. Diglielo. Dopodiché me ne andrò e non metterò più piede in questo Paese.» Emad fece un cenno secco col capo, quindi uscì dal-la stanza che l'ospedale aveva concesso a Fareed come studio. La poltroncina in pelle gli parve un letto di spine. Se gli avessero rivoltato in faccia un'altra patetica storia sul fratello nessuno avrebbe potuto ritenerlo responsa-bile delle sue azioni. Fulminò la porta con lo sguardo. Ne aveva viste di tutti i colori: le piagnucolanti, le singhiozzanti, le se-duttrici. In qualche modo si era convinto che quella che stava per arrivare sarebbe stata una delle isteriche, magari addirittura delirante.

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Si preparò psicologicamente all'ennesimo, orribile confronto mentre la porta veniva aperta. Emad prece-dette la donna nella stanza... Ma Fareed lo vide a malapena. Non sentì quello che gli disse prima di uscire di nuovo, né notò quando se ne andò. Tutto ciò che vide fu un'apparizione dorata che si avvicinava, fino a quando tra di loro non rimase che l'ampia scrivania. Si ritrovò in piedi senza neanche accorgersi di esser-si mosso, un solo pensiero che gli riverberava nella mente. Ti prego, fa' che non sia la Lyn di Hesham! L'idea gli fece mancare il fiato. B'Ellahi, che diavolo gli passava per la testa? A-vrebbe dovuto sperare che lo fosse, per porre fine a quell'odiosa situazione. Non avrebbe dovuto fare alcuna differenza che que-gli occhi, che avevano il colore del cielo all'alba, gli fa-cessero perdere ogni capacità cognitiva, o che la seta baciata dal sole che le ricadeva sulla schiena gli faces-se prudere le mani dalla voglia di immergerle in quella chioma iridescente. Non aveva importanza che il fre-mito delle sue labbra carnose minasse le fondamenta della sua determinazione e che la sua grazia lo avesse intrappolato in un istantaneo e irresistibile desiderio. Se fosse risultata essere la Lyn di Hesham... La Lyn di Hesham sarebbe stata off-limits. E Fareed voleva quella donna per se stesso. La voleva... Come l'aveva voluta la prima e unica volta che l'a-veva vista. Perché l'aveva già vista, ora se lo ricordava! A mandarlo fuori strada era stato lo stupore del ri-trovarsela davanti, lì in ospedale. Quello, e i cambia-menti nel suo aspetto. La volta che l'aveva vista, i suoi capelli luminosi e-rano stati raccolti in un severo chignon e il trucco ave-va nascosto i suoi veri colori, mitigando i lineamenti

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notevoli; un abito scuro di taglio maschile aveva cerca-to di mascherare la sua prorompente femminilità. All'epoca era più giovane, più formosa, eppure nono-stante tutto più acerba. Il suo atteggiamento era stato freddo, professionale... per lo meno finché non aveva visto Fareed. Una cosa non era cambiata: l'impatto che aveva su di lui. Travolgente, com'era stato quand'era entrato in quella sala conferenze. Ricordava vagamente le persone che si affrettavano a lasciargli un posto in prima fila. Lei era stata sul pal-co, a presentare i risultati della ricerca che l'aveva atti-rato a quel convegno, su un farmaco che aiutava a rige-nerare il tessuto nervoso dopo una degenerazione pato-logica o traumatica. Aveva sentito parlare così tanto della giovane studiosa, a capo del team di ricerca e svi-luppo, che si era formato un'immagine mentale da ac-compagnare a quei prodigiosi risultati. Quell'immagine era collassata in un ammasso di inesattezza alla vista della persona vera. Aveva catturato il suo sguardo mentre sedeva ag-grappato ai braccioli, aspettando impaziente il termine della conferenza per poterla avvicinare, reclamare. A-veva sopportato la tensione solo grazie alla consapevo-lezza di aver avuto su di lei lo stesso effetto che lei a-veva avuto su di lui; il vederla scossa l'aveva lusingato. Lei era riuscita ad andare avanti, ma l'impeccabile effi-cienza era stata minacciata dall'imbarazzo che lui le a-veva suscitato. Ogni movimento del suo corpo elegan-te, delle mani eloquenti, ogni inflessione della sua par-lata acculturata, ogni cosa, di lei, aveva reso quasi im-possibile concentrarsi sui dati che stava comunicando. Ma il suo lavoro era ancora più notevole di quanto a-vesse pensato... «È tutta una menzogna? Lei è una menzogna?» Rischiò di sussultare. Quella voce come vino rosso e velluto... Aveva dovuto sentirla di nuovo per rendersi

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conto che non aveva mai smesso di echeggiare nella sua mente. In quel momento era resa ancora più poten-te dalla ruvida trepidazione che conteneva. Ma aveva detto...? L'istante dopo, la sua agitazione gli si riversò addos-so, zittendo tutte le domande e stroncando sul nascere qualsiasi forma di pensiero. «La sua reputazione è tutta propaganda? Tutta pub-blicità gonfiata per lastricare la strada verso un'ancora maggiore riverenza in campo medico e adulazione in campo mediatico? È in realtà quello che sostengono i suoi rari detrattori, ossia un principe con troppi soldi, troppo genio e troppo potere, abbastanza arrogante da credersi un dio?»

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- Resa appassionata di Heidi Betts

Kara Kincaid vuole che il matrimonio della sorella sia l'ap-puntamento del secolo. Non importa se il futuro sposo, il milionario Eli Houghton, è il suo più grande amore del pas-sato. Kara è decisa a mantenere separati cuore e affari, ma Eli non sembra affatto dello stesso parere... I KINCAID

- Un nobile desiderio di Sandra Hyatt

Noblesse oblige. Solo per questo la principessa Rebecca Marconi accetta di diventare la fidanzata del milionario Logan Bunchanan. Quel che ignora, però, è che il suo passionale fidanzato non si accontenterà di una mera fin-zione. I baci che Logan le ruba sono più che reali...

di Olivia Gates

Il milionario Ryan Beardsley è perfettamente consapevole del tradimento della fidanzata, e vuole ritrovarla per otte-nere vendetta. Quando Kelly Christian ritorna nella sua vi-ta, il travolgente desiderio fa accantonare qualunque pro-posito e dimenticare ogni inganno... PASSIONE & DESTINO

- Il fiore proibito del deserto

Il principe Fareed Aal Zaafer vuole ritrovare la presunta promessa sposa del fratello e smascherare il suo sordido inganno. Ma quando scopre che la donna in questione è la bella e sensuale Gwen McNeal, i suoi propositi di vendetta sono sostituiti da una passione indomabile.

- Sensuale inganno di Maya Banks

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- La danza del deserto di Tessa Radley

Laurel Kincaid crede che il matrimonio sia solo una secca-tura, mentre una notte di passione è un'opportunità da co-gliere al volo. Per questo non si lascia scappare l'occasio-ne di fuggire da Charleston con lo sceicco Rakin, che la coinvolge in un gioco di seduzione senza fine. I KINCAID

- Un sensuale segreto di Elizabeth Bevarly

L'orologio ha già battuto dodici rintocchi, ma l'incanto di quella notte non è ancora svanito. Della Hannan, donna misteriosa e dal passato denso di segreti, è ancora tra le sue braccia e Marcus, milionario e playboy, sa che un solo incontro non basterà per soddisfare il reciproco desiderio.

di Day Leclaire

Ashley Carter è al settimo cielo. Sta per sposare il miliona-rio Devon Carter, l'uomo che segretamente ama da anni. Purtroppo i suoi sogni di felicità vengono infranti già duran-te la prima notte di nozze. Devon ha accettato di diventare suo marito solo per affari e lei... PASSIONE & DESTINO

- L'equazione della passione

Justice St. John, scienziato e milionario, crede che ogni cosa possa essere risolta ricorrendo alla matematica. Grazie a una formula di sua invenzione, infatti, è convin-to di riuscire a trovare la donna perfetta. Peccato che nes-suna equazione potesse prevedere l'arrivo di Daisy!

- Contratto milionario di Maya Banks

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