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ascolto tom waits. quello che una volta disse a roberto benigni: “è bello sentirsi perduti...”

e benigni gli rispose: “sì, perduti in se stessi.”

io sono, adrian è, un collezionista di carte.

libri per le mie –sue– lezioni. riviste con reportage su gente che mi interes-sa e che non sono riuscita a buttare.

nei pomeriggi di pioggia, che a meridiana sono tanti, leggo vecchie riviste e ascolto il blues.

e mi sento protetta. sicura. al riparo, come se fossi nell’utero della madre che non ho avuto.

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tom waits continua a cantare le bugie di una ra-gazza perduta, nella cui vita non c’è né un marito,

né una gravidanza, né un trombone, né niente.

e afferro un’altra rivista.

il musician del luglio 1988. avevo sottolineato qualcosa lì.

una cosa che ha detto un altro dei grandi musicisti, leonard cohen.

“l’immagine di cristo è il simbolo più esatto della nostra civiltà. è un avvenimento perfetto per noi:

bisogna morire per sopravvivere...”

“nessuno può sopravvivere alla personalità che tutti vogliono. cioè l’essere gli eroi del proprio dramma.”

“l’eroe muore, viene massacrato, e l’io cherinasce ricorda questa crocifissione.”

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a volte penso che sia vero. che ci siano troppi mozart morti a 35 anni.

troppe giovanne d’arco bruciate sul rogo a 19.

e troppi rimbaud. James dean. Janis Joplin. crocifissi. morti per continuare a vivere.

e mille gin e molte sigarette si mischiano alla voce di tom waits quando la ragazza travolta dalla dispera-zione confessa a charley che le servono i soldi per

pagare l’avvocato che forse la farà uscire dal carcere.

e mi immagino in croce.

e mi immagino in carcere.

e mi domando se riuscirò mai a strappare

i chiodi, le sbarre che mi isolano in questa

solitudine di triste creatura perseguitata.

“all you need is love”,

dicevano i beatles.

e forse è questo

quello che può salvarti, ragazza

in provetta: l’amore.

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l’amore di chi?

di lucasamato?

impossibile. povero lucas.

non posso coinvolgere

un vero essere umano nella mia vita quasi

artificiale.

tanto meno lui.

se dovesse soffrire per colpa mia, ne morirei.

chi potrei amare

allora?

un robot?aghhhhhhh!

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comunque...

laggiù, per le strade

di questa lurida città...

...ne sonosicura...

...c’è qualcuno che potrebbe darmi l’amore

di cui ho bisogno.

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che peccato...

...non si è neanche voltato.

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te ne sei andata,ragazza in

bianco.

non so perché. ma credo che fra noi poteva esserci

qualcosa...

...qualcosa di

importante...

...se solo avessi trovato il coraggio di

parlarti.

chissà se i nostri cammini si

incrocerannoancora?

è lui?

sì. è dipi birmania. e sta attra-versando!