Cuvier e le catastrofi Durante gli scavi di fine settecento – inizio ottocento, comparvero molti...

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Cuvier e le catastrofiDurante gli scavi di fine settecento – inizio ottocento, comparvero molti fossili, studiati dalla paleontologia e, assieme, nacque la stratografia, che studia gli stati della roccia. I fossili erano molto diversi dagli organismi odierni, ma mettendo in relazione l’età degli strati rocciosi dove erano stati ritrovati si vide che organismi del passato si erano estinti e poi erano nate nuove specie.Per spiegare ciò, il francese Cuvier ipotizzò che ci furono catastrofi che uccisero molte specie originariamente create da Dio.

BuffonA inizio del settecento nuove scoperte iniziarono a mettere in dubbio il creazionismo, e si fece strada un’idea di evoluzione, di cui erano grandi sostenitori Georges – Louis Buffon e Erasmus Darwin. Tuttavia la maggior parte dei naturalisti era fissa sul creazionismo.

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Una delle più importanti teorie evoluzionistiche è quella dello scienziato e biologo francese Jean Baptiste Lamarck. Nella sua opera Philosophie zoologique del 1809, Lamarck avanzò la sua teoria sull’evoluzione, che suscitò critiche da parte dei contemporanei. In quest'opera Lamarck giunse alla conclusione che gli organismi, così come si presentavano, fossero il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali.

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Lamarck elaborò l'idea che gli organismi, così come si mostravano in natura, fossero in realtà il risultato di un processo graduale di modificazione che avveniva sotto la pressione delle condizioni ambientali, e formulò l'ipotesi che in tutti gli esseri viventi sia sempre presente una spinta interna al cambiamento; La teoria può essere riassunta con due leggi: Legge dell'uso e del non uso (disuso): un organo si sviluppa quanto più è utilizzato e regredisce quanto meno è sollecitato. Legge dell'ereditarietà dei caratteri acquisiti: il carattere acquisito dall'animale durante la sua vita viene trasmesso alla progenie.I vari adattamenti, accumulandosi e trasmettendosi attraverso le generazioni, avrebbero dato luogo a nuove specie, diverse da quelle originarie per effetto del costante adattamento all'ambiente. Secondo Lamarck questi due principi fornivano la spiegazione più plausibile dell'esistenza dei fossili, delle attuali diversità delle forme viventi e delle evidenti parentele tra gli organismi. Ogni specie sarebbe il risultato di una continua ed incessante trasformazione ed è proprio questo concetto il fondamento delle teorie evolutive.

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L’idea di gradualità di Lyell, detta uniformismo, si contrappose a quella catastrofistica di Cuvier. Nel 1858 Darwin e Wallace presentarono una teoria evoluzionistica rivoluzionaria, tuttora valida.

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I principi fondamentali su cui si basa la selezione naturale sono:•il principio della variabilità, che afferma che tra gli individui di una popolazione esiste una variabilità dei caratteri;•il principio dell’adattamento, secondo il quale alcuni individui (i "più adatti" all'ambiente) presentano caratteri che offrono un vantaggio di sopravvivenza e di riproduzione e, di conseguenza, i loro tratti caratteristici diventano prevalenti nella popolazione;•il principio dell’ereditarietà, che localizza nei geni l'origine della variabilità delle caratteristiche fenotipiche trasmissibili ai discendenti per mezzo della riproduzione.

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I fringuelli di Darwin sono il simbolo dell'evoluzione sulle isole. Quando Darwin visitò le isole Galapagos vide che esistevano in esse tredici specie di fringuelli che non si trovavano in altri luoghi del mondo. La causa di questà diversità è l’adattamento dei fringuelli all’ecosistema specifico di queste isole

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L'essere umano, appartiene alla specie classificata come Homo Sapiens, che fa parte dell'ordine dei primati ed è il prodotto di una evoluzione durata milioni di anni. L’evoluzione umana non è stato un processo rettilineo, con il passaggio da una specie all’altra, bensì è il frutto di una ramificazione, con l’evoluzione di varie specie contemporaneamente. Al giorno d’oggi però esiste una sola specie, perché è risultata la più adatta all’ambiente.

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Davide IafrateI F Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci”24 Marzo 2013