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Custodire il creato, custodire i fratelli Esperienza estiva 2013 Animazione Missionaria SDB - FMA

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Custodire il creato,

custodire i fratelliEsperienza estiva 2013

Animazione Missionaria SDB - FMA

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A cura di: Emma Colombatti e Francesco Capodieci

“Custodiamo Cristo nella nostra vita,per custodire gli altri,

per custodire il creato!”

L’invito di Papa Francesco ad assumerci le nostre responsabilità di fronte al mondo e ai fratelli è un forte richiamo al nostro essere veri cristiani nel mondo. Non possiamo più permetterci di vivere nel nostro “piccolo orticello” indiffe-renti a ciò che succede intorno a noi.Per questo motivo, in queste settimane in cui vivrai una esperienza nuova, in un paese vicino o lontano, a confronto con un’altra cultura, ti proponiamo una riflessione che ti porti ad analizzare i tuoi comportamenti quotidiani per poterli migliorare ed essere veramente uno strumento nelle mani di Dio.Quotidianamente sarai aiutato nella tua riflessione da:

Francesco: inizierai la giornata guidato dalle parole del Papa che ti introdurranno al tema del giorno,

Riflettendo: grazie ad alcuni documenti della Chiesa, potrai riflettere sugli stimoli lanciati da Papa Francesco,

E noi?: e tu, come effettivamente puoi essere custode del mondo e dei fratelli? Per rispondere a questo interrogativo sarai aiutato dalle parole di Francesco Gesualdi con il suo testo “L’altra via”,

?: alcuni interrogativi per confrontarti con te stesso e con gli altri,

Impegnoquotidiano: un piccolo suggerimento per iniziare ad assumerti subito le tue responsabilità,

Preghiamo: per concludere la riflessione

Alla fine di ogni giornata avrai la possibilità di fissare alcuni pensieri nello spa-zio disponibile nel testo, in modo da poter riprendere in mano tutto una volta rientrato a casa.

BUONA MISSIONE

« Altissimu, onnipotente, bon Signore,tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.

Ad te solo, Altissimo, se confàno et nullu homo ène dignu te mentovare.

Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,spetialmente messor lo frate sole, lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta

significatione.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.

Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.

Laudato si’, mi Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale nesustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Beati quelli che ‘l sosterrano in pace, cha da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le

peccata mortali; beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, cha la morte secunda no ‘l farrà male.

Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviatelicum grande humilitate »

San Francesco

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La vocazione del custodire (...) non riguarda sola-mente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. Custo-

Carissimi fratelli e sorelle, è sempre bello lodare Dio per i doni della terra e ringraziarlo per la sua immensa bontà e provvidenza. Lo facciamo ogni anno, con voce cre-scente, stupiti delle sue meraviglie. Questa Giornata è anche l’occasio-ne per manifestare solidarietà con tutti gli uomini che lavorano a con-tatto con la terra nei vari ambienti, per riflettere sui problemi del creato, che va custodito con amore. E’ anche un appello di forte responsabi-lità, a vari livelli, perché tutti ci facciamo carico dei problemi sempre più impellenti riguardo al futuro della terra. Tuttavia, mentre lodiamo Dio in questa Giornata del ringraziamento, abbiamo presenti le difficoltà dell’anno che sta terminando. Il tempo non è stato sempre favorevole; abbiamo perso molti frutti per le perturbazioni atmosferiche. Ci sono state anche vittime umane che hanno reso tristi certi giorni dell’anno. Non dobbiamo mai dimenticare che la terra è di Dio, pur se posta nelle mani dell’uomo perché la governi (cf. Gen 1,28). Dobbiamo sempre più considerare le nostre responsabilità nell’attuazione del progetto di Dio che ci affida questo nostro pianeta come un buon giardiniere, per ren-derlo bello, utile e abitabile. Egli ripete infatti con forza: «La terra è mia e voi siete presso di me come forestieri ed inquilini!» (Lev 25,23).

Messaggio per la Giornata del Ringraziamento per la terra, l’ambiente e il creato, 2002 - CEI

dire è avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo.

Riflettendo

1°Giornata

Francesco

1

Rifletto seriamente sulla mia vita, su che cosa cerco e

dove voglio arrivare

Non è vero che “di più” fa sempre rima con “meglio” o che crescita si associa sempre a sviluppo. Quando il cor-po è invaso da un cancro mostruoso che infiltra fegato e reni, comprime il cervello, deforma i lineamenti del viso, la crescita c’è, ma della malattia. Un malsviluppo che conduce alla morte. E come il cancro riorganizza interi distretti per servire la propria espansione, così il con-sumismo ridefinisce la nostra natura per assoggettarci ai suoi scopi. Bidoni aspiratutto, tubi digerenti a presa diretta: ecco a cosa vuole ridurci. Abbiamo tollerato fin troppo l’insulto, ora dobbiamo ribellarci, gridare in faccia ai mercanti che non siamo ammassi di carne da stimola-re elettricamente come le rane. Dobbiamo riaffermare la nostra dignità di persone, esseri a più dimensioni. Non solo corpo, ma anche sfera affettiva, intellettuale, spi-rituale, sociale. Si ha vero benessere solo se tutte queste dimensioni sono soddisfatte in maniera armonica. Non una che prevale sull’altra, ma tutte soddisfatte nella giusta misura. Ad ogni dimensione il suo tempo, il suo spazio, la sua corretta qualità.Martin Luther King diceva che i primi ad opporsi all’abolizione della schiavitù non sono i bianchi, ma i neri, assuefatti allo schiavismo. Allo stesso modo i primi ad opporci a questa nuova concezione di benessere siamo noi che avremmo tutto l’interesse a cambiare, purtroppo consumismo e denaro si sono impadroniti di noi. Siamo nati, cresciuti, invecchiati nella logica consumista, li-berarcene non è semplice. Un modo per riuscirci è fare piazza pulita di tutto, ricominciare da capo a partire dal linguaggio.

Impegno quotidiano

E noi?

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- Che cosa signifca per te “rispet-tare gli al-tri”?

- Ti senti chiamato in prima perso-na ad essere “custode” del creato e dei fratelli?

?

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Apri i nostri occhi

Apri i nostri occhi, Signore,perché possiamo vedere tenei nostri fratelli e sorelle.

Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire

le invocazioni di chi ha fame,freddo, paura, e di chi è oppresso.

Apri il nostro cuore, Signoreperché impariamo ad

amarci gli uni e gli altri come tu ci ami.

Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo

un cuor solo ed un’anima sola,nel tuo nome.

Amen.

Madre Teresa

Preghiamo

3

Custodire è avere cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di co-

L’appello “Siate i custodi della terra” oggi sembra essere generale. Eppure al di là della sua formulazione non si trova alcuna convergenza. Basta il timore di una possibile catastrofe al risveglio di un nuovo, più profondo senso di responsabilità? Basta mettere in evidenza che già l’interesse individuale e nazionale può avvicinarci alla ricerca della pace e della rivalutazione dell’ambiente dell’uomo? Basta fare appello alla sorte delle generazioni future, per ridestare la disponibilità al senso di responsabilità? È in grado l’uomo di identificarsi appieno nella figura del custode della terra e dei suoi simili, se egli non si sente neppure protetto nella propria esistenza? Che cosa dunque trattiene l’uomo nel suo senso di responsabilità? Chi gli dà un sostegno? Queste domande sono imprescindibili perfino in una società secolarizzata. Per questo motivo nel recente passato perfi-no concetti astratti quali “futuro”, “umanità” e “natura” hanno assunto connotazioni quasi personali. E sembra quasi che deterministiche con-cezioni del mondo esprimano ancora un recondito desiderio umano di sicurezza, di protezione; proteggete quest’uomo almeno con leggi che valgano per tutti.

Giovanni Paolo IIDiscorso del 26 Giugno 1988, Salisburgo

loro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.

Riflettendo

Francesco

2°Giornata

4

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Cerco di capire come posso far parte del grande progetto

di Dio

Benessere è una bella parola. Fa riferimento all’essere che implicitamente comprende tutte le dimensioni. Ma significa anche esistere, da cui deriva esistenza, che ha assunto anche il significato di condizione di vita inteso come livello di reddito.Ad esempio sono abituali le espressioni esistenza agiata, esistenza grama. Sotto l’influsso mercantilista l’atten-zione si è concentrata sull’agiatezza ed oggi il termine benessere è diventato sinonimo di benavere. Così una bella parola è stata storpiata da interessi economici. Senza speranza. Dopo secoli di uso improprio, è impen-sabile farle recuperare il suo significato originario, per evitare equivoci è meglio sostituirla con un altro voca-bolo. I popoli indigeni dell’America Latina ce l’hanno ed è ancora più bello perché non prende come riferimen-to l’individuo, ma la vita. È la parola “benvivere” che il popolo boliviano ha addirittura inserito fra i propri principi costituzionali. Ci sono parole che rappresentano un mondo. Racchiudono la filosofia di un popolo, la sua visione cosmica, i suoi valori. In lingua aymara, popolo delle Ande, benvivere si dice sumaqamaña, dove suma significa “bello, carino, buono, amabile”. Quasi fosse un superlativo: “Il bene più bene che si possa immagina-re”. Qamaña, invece, significa “abitare, vivere, dimora-re”, ma anche “accogliere” perché la vita è accoglienza. Dunque vivere non nel senso fisico del cuore che batte e dei polmoni che respirano, ma vivere nel senso umano, sociale, ambientale, come rapporto con sé, relazione con gli altri, interazione col creato.

Impegno quotidiano

E noi?- Che cosa fai quotidia-namente per il benesse-re di chi ti circonda?

- Ritieni che sia suffi-ciente alla luce di ciò che Gesù ci spinge a fare per gli al-tri?

?Caos nel mondo

Caos nel mondo. Povertà ovunque.

Divisione fra gli uomini.Guerra fra i popoli.

Da nessuna parte pace.Abbiamo voltato le spalle

al tuo amore,eppure siamo costretti

a confidare ancora in te.Da te viene l’aria

che respiriamo.Senz’aria siamo morti,incapaci di muoverci,

imputriditi.Signore,

fa’ che comprendiamoil tuo amore,

che restiamo in contattocon i fratelli,

neri, bianchi, rossi o gialliche siano.

Fa’ del mondoun cesto di colori

nella tua mano possentee fa’ che in questo cesto

ci sia pace.

Preghiamo

6

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Custodire è vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto

Risulta chiaro che la risoluzione della crisi ecologica, il dare nuovo im-pulso allo sviluppo dei popoli e quindi futuro al pianeta, sono affidati, prima che a leggi e ad accordi internazionali, per quanto saggi e lungi-miranti, a una trasformazione delle coscienze illuminate da precisi prin-cipi morali, premessa per l’elaborazione di regole, leggi e accordi. Se davvero la crisi ecologica è legata a una mentalità errata, a stili di vita sbagliati, dobbiamo sviluppare una nuova mentalità, un modo nuovo di relazionarci con l’ambiente.Occorre il coraggio di promuovere stili di vita, modelli di produzio-ne e consumo improntati al rispetto del creato e alle reali esigenze di progresso sostenibile, di riscoprire la sobrietà, che estirpi dal cuore dell’uomo la brama di possedere e restituisca il primato all’essere, che conduca l’uomo a usare della terra senza abusarne, che ci insegni a evitare l’inutile, il superfluo, l’effimero, che purifichi lo sguardo e faccia scoprire che l’ambiente non è una preda da saccheggiare, ma un giar-dino da custodire.

Messaggio per la Giornata del Ringraziamento, 2007 - CEI

e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio !

Riflettendo

3°Giornata

Francesco

7 8

Provo ad eliminare quei comportamenti che non mi permet-

tono di essere un “custode”

Da un punto di vista individuale il benvivere è una si-tuazione in cui sono garantite condizioni che attengono al piano dei diritti, della qualità della vita e dell’am-biente. Alimentazione, acqua, alloggio, salute, istruzio-ne, ma anche inclusione sociale, libertà politiche, libertà religiosa, sono alcuni diritti imprescindibili del benvivere che chiamano in causa la sfera economica, sociale e poli-tica. Distanze, tempi di lavoro e di svago, architettura e dimensioni urbane, forme dell’abitare, disponibilità di verde e servizi, opportunità di aggregazione sociale e politica, sono alcuni aspetti organizzativi che deter-minano la qualità della vita. Infine qualità dell’aria e dell’acqua, stato di salute dei mari e dei fiumi, stabilità del clima sono gli aspetti che garantiscono un ambiente sano. Ma è possibile ridurre il nostro consumo di petro-lio, di minerali, di acqua, di aria, senza compromettere il benvivere? Assolutamente sì. Ci sono ambiti in cui la qualità della vita non dipende dalla disponibilità di ri-sorse, ma dalle formule organizzative. Per benvivere in città serve verde, centri storici chiusi al traffico, piste ci-clabili, trasporti pubblici adeguati, punti di aggregazio-ne. Per beneabitare servono piccoli condomini con spazi e servizi comuni che favoriscono l’incontro. Per benla-vorare servono piccole attività diffuse sul territorio per evitare il pendolarismo e favorire la partecipazione. Per benrelazionarsi servono tempi di lavoro ridotti, momenti senza televisione, tranquillità economica, per favorire il dialogo e la distensione familiare. Tutto ciò non richiede barili di petrolio, ma scelte politiche.

Impegno quotidiano

E noi?- Quanto sei trasparente nei rapporti con gli altri?

- A che cosa sapresti ri-nunciare se da questo di-pendesse il benessere di qualcuno?

?

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Noi popoli supernutriti,abbiamo inventato:

il pane insipidoil pane croccanteil pane a rosetta

il pane a pagnottail pane con l’olio

il pane biancoil pane magro

il pane al fuoco il pane per diabetici

e quello salato e quello floscio,e quello a bacchetta e quello a filone

e quello col riso e quello integralee quello vitaminizzato e quello al vapore

e quello con le patatele fette rotonde e quelle quadrate

le confezioni sotto vuotoi grissini sottili e quelli grassocci

grissini di Torino e quelli di Napoli pane pugliese e quello sardo

quello fatto in casa e quello comprato quello fermentato e quello a focaccia...

Noi popoli della fame,cerchiamo semplicemente il pane.

Preghiamo

9

E quando l’uomo viene meno a questa responsabili-tà di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzio-

Quando l’uomo trasforma ciò che è un dono per tutti in un possesso di pochi, compie un furto, prima che contro gli altri uomini o popoli, contro il vero possessore della terra, che è il Signore stesso. Egli l’ha creata e assegnata all’uomo, a ogni uomo, di ogni tempo e di ogni luo-go: “La creazione è un dono di Dio, un dono per tutti, e Dio vuole che tale rimanga” (Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, Per una migliore distribuzione della terra, n. 23).La cura per l’ambiente naturale e l’impegno per un autentico sviluppo umano sono dunque strettamente legati. L’opera di custodia e perfe-zionamento del creato tende infatti a prefigurare quella pienezza di vita cui l’uomo è chiamato da Dio: una “umanità nuova” che ha come legge l’amore e come modello Cristo, primogenito di tutta la creazione. Il nes-so inscindibile tra “ecologia ambientale” ed “ecologia umana”, come ha ricordato Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale del-la pace 2007, mette in luce come una visione riduttiva dell’uomo fini-sca per produrre conseguenze negative anche per la stessa difesa del mondo naturale. Salvaguardare l’integrità della persona umana, nel suo legame con Dio e con il creato, significa rifiutare ogni concetto disuma-no di sviluppo e accostare il territorio nella complessità dei fattori che lo determinano.

Messaggio per la giornata del Ringraziamento, 2007 - CEI

ne e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia ci sono degli “Erode” che tramano disegni di morte, distruggono e detur-pano il volto dell’uomo e della donna.

Riflettendo

Francesco4°Giornata

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Provo ad assumere atteggiamenti so-

lidali nei confronti di coloro che mi

circondano

Nella vita di tutti i giorni, la sobrietà passa attraver-so piccole scelte fra cui meno auto più bicicletta, meno mezzo privato più mezzo pubblico, meno carne più le-gumi, meno prodotti globalizzati più prodotti locali, meno merendine confezionate più panini fatti in casa, meno cibi surgelati più prodotti di stagione, meno acqua imbottigliata più acqua del rubinetto, meno cibi precot-ti più tempo in cucina, meno prodotti confezionati più prodotti sfusi, meno recipienti a perdere più prodotti alla spina. Schematicamente la sobrietà si può riassume-re in dieci consigli:

- Evita l’usa e getta. È la forma di consumo a maggior spreco e a maggiore produzione di rifiuti.

- Evita l’inutile. Prima di comprare qualsiasi oggetto chiediti se ne hai davvero bisogno o se stai cedendo ai condizionamenti della pubblicità. Alcuni esempi sono l’acqua in bottiglia, il vestiario alla moda, il cellulare all’ultimo grido.

- Privilegia l’usato. Se hai deciso che hai bisogno di qual-cosa non precipitarti a comprarlo nuovo. Prima fai un giro presso amici e parenti per verificare se puoi avere da loro ciò che fa al caso tuo.

(segue)

Impegno quotidiano

E noi?- Riconosci alcuni tuoi comportamen-ti che portano alla “distru-zione”?

- Quanto il tuo stile di vita è sobrio e semplice?E quanto non lo è?

?Ti lodiamo Dio per le galassie e i pianeti, per gli strumenti di scienza che vagano nello spazio, per i viag-gi dell’uomo nell’universo.Ti chiediamo perdono per averti cercato negli spazi siderali, quando invece ci abiti accanto nella vita del fratello.

Ti lodiamo Signore per gli abbon-danti frutti del suolo, per le immen-se ricchezze del sottosuolo e le ine-splorate risorse degli oceani.Ti chiediamo perdono per aver abu-sato delle ricchezze del pianeta, deturpando e sperperando a nostro uso esclusivo.

Ti lodiamo Dio per le scoperte della medicina, per il grande arricchimen-to scientifico e l’incalcolabile pro-gresso tecnologico.Ti chiediamo perdono per aver trat-tenuto le conoscenze, per non aver condiviso il pane del sapere, della salute e della speranza.

Preghiamo

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Custodire è avere cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come

Cari giovani, voi avete ricevuto grandi doni nella vostra vita. Una famiglia, innanzi-tutto, nella quale siete cresciuti, godendo dell’affetto e dell’aiuto dei vostri genitori. Vi siete sentiti protetti, accompagnati, amati. Oggi avete amici con i quali condividete esperienze ed affetti. Godete di molteplici opportunità di formazione, che vi permettono di guardare il futuro con una certa fiducia. Avete anche il privilegio di conoscere Don Bosco e la ricchezza della sua proposta di vita cristiana e di santità giovanile. Tutti questi doni di Dio sono un tesoro che vi è stato affidato. Un tesoro da custodire, un tesoro da incrementare, un tesoro da far fruttificare at-traverso l’educazione. Ecco la vostra prima responsabilità: prendere a cuore la vostra vita e diventare pienamente persone, per realizzare il progetto che Dio ha su di voi: essere suoi figli e figlie amati. Non è una meta irraggiungibile. Gio-vani come Zeffirino, Laura, Domenico, ce lo dimostrano. Anzi, questo già si sta compiendo nelle vostre vite. Da parte vostra offrite un’ade-sione libera e gioiosa e la manifestate con il vostro impegno e, da parte sua, lo Spirito Santo plasma il vostro cuore e la vostra vita e fa di voi una creatura nuova, ad immagine di Dio.

Don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei SalesianiMessaggio ai giovani, 2008

genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori.

Riflettendo

5°Giornata

Francesco

13 14

Cerco di esserestrumento nelle

mani di Dio

(segue da pagina 11)

- Consuma libero da scorie. Quando fai la spesa fai at-tenzione agli imballaggi. Privilegia le confezioni leggere, i contenitori riutilizzabili, i materiali riciclabili.

- Autoproduci. Producendo da solo yogurt, marmellate, dolci e tutto ciò che puoi, eviti chilometri e imballaggi.

- Consuma corto e naturale. Comprando locale e biologi-co eviti chilometri, sostieni l’occupazione e mantieni un ambiente sano.

- Consuma collettivo. È il modo migliore per permette-re a molti di soddisfare i propri bisogni mantenendo al minimo il consumo di risorse e di energia. Oltre all’auto-bus e al treno, puoi condividere molti altri beni durevoli: auto, bici, aspirapolvere, trapano, lavatrice.

- Ripara e ricicla. Allungando la vita degli oggetti ri-sparmi risorse e riduci i rifiuti.

- Abbassa la bolletta energetica. Andando in biciclet-ta, isolando la casa, investendo in energia rinnovabile, utilizzando elettrodomestici efficienti e gestendoli con intelligenza, riduci il consumo di energia con beneficio per le fonti energetiche e il portafoglio.

- Recupera i rifiuti. Praticando in maniera corretta la raccolta differenziata permetti ai rifiuti di tornare a vi-vere in nuovi oggetti.

Impegno quotidiano

E noi?- La tua fa-miglia è una piccola chiesa domestica?

- Quali tuoi comportamenti sono contrari al tuo essere “custode” del creato?

?

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Credo in Dioche creò la donna e l’uomo a sua

immagine, che creò il mondo ed affidò ai due sessi la cura della terra.

Credo in Gesù, figlio di Dio, scelto da Dio, nato da una donna, Maria, che ascoltava le donne e le stimava, che si fermava nelle loro case e parlava con loro del Regno, che

aveva donne come discepoli che lo seguivano e lo aiutavano con i loro beni.Credo in Gesù che parlò di teologia con

una donna vicino ad un pozzo e le confidò per la prima volta che Egli era il messia e

la incoraggiò ad andare in città a raccontare il grande evento.

Credo in Gesù sul quale una donna versò profumo nella casa di Simone, e che

rimproverò gli uomini che la criticavano,credo in Gesù che disse che si sarebbe

ricordato di quella donna per quello che aveva fatto: servire Gesù.

Credo in Gesùche curò una donna in giorno di sabato e

le restituì la salute perchè era un essere umano.

Credo in Gesù che paragonò Dioad una donna che cerca una moneta perduta, con una donna che spazza

cercando la moneta.

Rachel C. Wahlberg

Preghiamo

15

Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e di amore, è aprire l’oriz-

L’appello “Siate i custodi della terra”, anche alla luce delle nuove minacce contemporanee non è sufficiente, per conseguire una svolta verso una morale capace di affrontarle, se esso allo stesso tempo non sviluppa una sorgente di senso, di energia morale. Il minaccioso avver-timento di una possibile o perfino probabile catastrofe ha spesso solo condotto ad un atteggiamento che era tipico già di molti contemporanei dell’apostolo Paolo: “Mangiamo e beviamo, perché domani moriremo” (1Cor 15,32). La mancanza di speranza può portare l’uomo ed una grande parte di società alla mentalità e alla prassi di un eccessivo consumismo, che pone al proprio servizio ogni forma di sapere e conoscenza e non rifug-ge neppure dalla triste ipotesi di farsi riprodurre biotecnicamente per poter così sfuggire alla morte.

Giovanni Paolo IIDiscorso del 26 Giugno 1988, Salisburgo

zonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza!

Riflettendo

Francesco

6°Giornata

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Seguendo Gesù mi impegno ad assume-re atteggiamenti di povertà spirituale

Varie esperienze personali e di gruppo dimostrano che la sobrietà è possibile ed è liberante, ma preoccupa per i suoi risvolti sociali. Non a caso, prima delle imprese sono i sindacati, i partiti di sinistra a scagliarsi contro la decrescita. La loro preoccupazione è per l’equità, per l’occupazione, per i servizi pubblici, a volte per oggetti-va difficoltà, a volte per anacronismo. Negli ambienti marxisti sono ancora di moda certi slogan patetici del tipo “non si può distribuire la povertà”, oppure “prima si produce ricchezza poi la si distribuisce”. Certe afferma-zioni andavano bene in epoca preindustriale, non nel-la società dell’opulenza che di ricchezza da distribuire ne ha fin troppa. Più giustificate le preoccupazioni per occupazione e servizi pubblici: se consumiamo di meno, che fine faranno i posti di lavoro? È pur vero che se adottassimo un serio programma di riciclaggio, potrem-mo creare migliaia di posti di lavoro: persone che effet-tuano la raccolta a domicilio, persone che selezionano il materiale per dividere ciò che è riparabile da ciò che è inutilizzabile, persone che si dedicano alla rottamazione per separare la plastica, i metalli, il legname e ogni altro tipo di materiale, persone che lavorano nelle industrie per il recupero delle materie prime.

Impegno quotidiano

E noi?

- Credi, con speranza, che il mondo possa intraprende-re una strada migliore? Per-chè?

- Quanto ti senti afflitto dai problemi del mondo?

?Signore Gesù,

davanti alle ingiustizie del mondoe dell’ambiente in cui vivo

sono spesso portato a puntare il ditocontro coloro che le causano.

Ma guardandomi dentro con sinceritàvedo che l’ingiustizia abita

anche il mio cuore.Nella vita di ogni giorno, anch’ io,

senza rendermene conto,mi rendo complice

di piccoli atti di ingiustizia,di azioni poco oneste e trasparenti.

La tentazione di adeguarmi alla mentalità comunea volte è troppo forte,

perché remare controcorrenterichiede un prezzo troppo alto.

Aiutami a guardare in altoperché la giustizia

non può essere costruitasolo con mani d’uomo.

Tu hai dato la tua vita per tuttimorendo su una crocee così ci hai resi giusti.

Fammi capire che questa è la viaper costruire la vera giustizia

e aiutami a percorrerla con coraggio.Amen.

Preghiamo

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Siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, dell’ambiente; non lasciamo

Annunciare la verità sull’uomo e sul creato e denunciare le gravi forme di abuso si accompagna alla messa in atto di scelte e gesti quali stili di vita intessuti di sobrietà e condivisione, un’informazione corretta e ap-profondita, l’educazione al gusto del bello, l’impegno nella raccolta dif-ferenziata dei rifiuti, contro gli incendi devastatori e nell’apprendistato della custodia del creato, anche come occasioni di nuova occupazione giovanile.Vivere il territorio come un bene comune è un’esigenza di vasta portata, che richiama anche le comunità ecclesiali a una presenza vigi-lante. Prendersi cura del territorio, del resto, significa anche permettere che esso continui a produrre il pane e il vino per nutrire ogni uomo e che ogni domenica offriamo come “frutti della terra e del nostro lavoro” a Dio, Padre e Creatore, perché diventino per noi il Corpo e il Sangue del Suo amatissimo Figlio. Per questo invitiamo con forza a tornare a riflet-tere sul nostro legame con la terra e, in particolare, sul rapporto che le comunità umane intrattengono col territorio in cui sono radicate. Si tratta di una realtà complessa e ricca di significati, che spesso rimanda a storie di relazioni e di crescita comune, in cui la città degli uomini e del-le donne rivela il suo profondo inserimento in un luogo e in un ambiente. Il territorio è sempre una realtà naturale, con una dimensione biologica ed ecologica, ma è anche inscindibilmente cultura, bellezza, radicamen-to comunitario, incontro di volti: una densa realtà antropologica, in cui prende corpo anche il vissuto di fede.

Messaggio per la 7ª Giornata per la salvaguardia del creato, 2012 - CEI

che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo!

Riflettendo

7°Giornata

Francesco

19 20

Individuo un“male del mondo”

e provo a realizzare qualche cosa per

sconfiggerlo

È anche vero che una maggiore attenzione per l’am-biente crea occupazione tramite il potenziamento di set-tori come la depurazione delle acque, la consulenza alle aziende per il risparmio energetico e dei materiali, lo svi-luppo delle energie alternative, l’agricoltura biologica, la protezione dei boschi e del territorio. Ma dobbiamo ammettere che fra i posti creati e quelli persi, il saldo sarebbe negativo. Se smettessimo di andare in automo-bile, se smettessimo di riempire i nostri armadi di vestia-rio inutile, se smettessimo di riempire i nostri carrelli di plastica assurda, se riparassimo i nostri elettrodomestici invece di buttarli via, se proibissimo la pubblicità, per-deremmo centinaia di migliaia di posti di lavoro, forse milioni. Così come li perderemmo se chiudessimo le fab-briche di armi, le fabbriche chimiche che disseminano tumori, le fabbriche di pesticidi che avvelenano terreni agricoli e falde acquifere. Un passaggio necessario, ma che preoccupa. E se produciamo di meno, e quindi gua-dagnamo di meno, chi fornirà allo Stato i soldi per ga-rantirci istruzione, sanità, viabilità, trasporti pubblici? Tanto più che la popolarità delle tasse è scesa ai minimi storici. Le pagano malvolentieri i poveri e ancor meno i ricchi. Tuttavia vorremmo tutti una buona sanità, una buona scuola, treni puntuali e puliti, processi veloci, una burocrazia efficiente. Poche tasse e molti servizi, ecco ciò che vorremmo, la classica botte piena e la moglie ubriaca.

Impegno quotidiano

E noi?- Ti informi rispetto a ciò che succede intorno a te e nel mondo?

- Quanto è im-portante sen-tirsi parte di una comunità nel momento in cui si cerca di risolvere i problemi?

?

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Dio non è giusto

Dio non è giusto!Fa splendere il sole su chi ha fede

come su chi non ha fede.Dio non è giusto!

Fa un banchetto per il figlio prodigoe non fa niente di speciale

per il figlio «fedele».Dio non è giusto!

L’operaio dell’«undicesima ora» (delle 17) riceve la stessa paga

di quello che è stato ingaggiato alle nove.Dio non è giusto! Rimprovera colui che gli restituisce il «talento» che aveva ricevuto

senza averlo fatto fruttare.Dio non è giusto!

Lascia novantanove fedeliper correre dietro a uno sbandato.

Dio non è giusto!Apre il cielo alle prostitute

e fa entrare per primo il ladrone.Dio non è giusto!

Lascia perdere chi osserva la leggeper accogliere chi non la osserva.

Dio non è giusto!Nei miei confronti...

Dimentica le mie infedeltàe si ricorda solo del mio amore...

Dio non è giusto... alla nostra maniera... fortunamente!

Preghiamo

21

Per custodire dobbiamo avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporca-

Alza gli occhi, figlio mio, e guarda ciò che esiste nel cielo e nella terra.Il sole, la luna, le stelle, l’aria, l’acqua, il fuoco sono tutte cose che un tempo non esistevano. E nessuna cosa poté dare l’esistenza a se stes-sa. È Dio che con la sua onnipotenza le tirò fuori dal nulla creandole. Per questo lo chiamiamo “Creatore”. Questo Dio, che sempre fu e sem-pre sarà, dopo aver creato le cose che esistono nel cielo e nella terra, diede l’esistenza all’uomo, la creatura più nobile e più perfetta tra tutte quelle che vediamo nel mondo. I nostri occhi, la bocca, la lingua, le orec-chie, le mani, i sensi, la memoria, l’intelligenza, la volontà sono tutti doni del Signore. L’uomo è diverso da tutti gli altri animali perché possiede un’anima che pensa, ragiona, conosce ciò che è bene e ciò che è male. Se nella vita terrena avremo fatto il bene, saremo per sempre nella gioia insieme a Dio in Paradiso, dove riceveremo ogni bene.Se Dio ci ha creati per una vita senza fine in Cielo, la nostra maniera di vivere deve essere sempre quella di persone che camminano sulla terra fissando il Cielo. A questo deve spingerci il premio che Dio ci promette e il castigo che ci è minacciato. Ma ad amare Dio e a obbedire alla sua legge deve spingerci molto di più: il grande amore che egli ha per noi. Egli ama tutte le persone umane, ma porta un particolare affetto ai ra-gazzi. Dio ti ama perché sei all’inizio della vita, e puoi riempirla di opere buone. Sei un prediletto perché nel tuo cuore c’è l’umiltà, la semplicità, l’innocenza e la maggior parte dei ragazzi non ha mai dato retta alle tentazioni del diavolo.

Don BoscoIl giovane provveduto, 1885

no la vita!

Riflettendo

Francesco

8°Giornata

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Mi impegno ad essere fratello per

qualcuno

Per coniugare sostenibilità, piena occupazione e diritti per tutti, ci vogliono tre capovolgimenti: politico, cul-turale, organizzativo. Da un punto di vista politico si tratta di ridefinire i percorsi preferenziali dell’economia: pubblico o privato? locale o globale? grande o piccolo? lento o veloce? accentrato o diffuso? La sensazione è che il benvivere richieda più solidarietà meno mercato, più locale meno globale, più autogestione meno denaro, più collettivo meno privato. Ma l’esperienza ci aiuterà a stabilire se questa intuizione è corretta. Da un pun-to di vista culturale bisogna essere disposti a rivedere il nostro modo di concepire i grandi temi dell’economia: il benessere, la scienza, la tecnologia, la natura. Ad esem-pio dobbiamo convincerci che il lavoro è un falso proble-ma. La nostra aspirazione non è faticare, ma garantirci cibo, alloggio, salute, istruzione e tutte le altre necessità della vita. Nel sistema mercantile il solo modo per sod-disfare i nostri bisogni è attraverso l’acquisto, e poiché questa pratica richiede denaro, viviamo il lavoro come una questione di vita o di morte. Ma se trovassimo il modo di garantirci le sicurezze senza pagarle, potremmo infischiarcene del lavoro salariato e della crescita. Cam-bio di strategie, cambio culturale, cambio organizzativo, trasformazioni possibili solo se ricominciamo da capo, se ripartiamo da alcune domande di fondo: per chi e per che cosa deve essere organizzata l’economia? per i mercanti o per la gente? per l’avere o per l’essere? per il privilegio di pochi o i diritti per tutti? nel rispetto del pianeta o in un’ottica di saccheggio?

Impegno quotidiano

E noi?

- Ti pren-di cura di te stesso?

- Ti senti una creatura di Dio?

?Gesù risorge anche oggi

Credevo che avessero ucciso Gesù,e oggi l’ho visto dare un bacio

a un lebbroso.Credevo che avessero cancellato

il suo nome,e oggi l’ho sentito

sulle labbra di un bambino.Credevo che avessero crocefisso

le sue mani pietose,e oggi l’ho visto medicare una ferita.

Credevo che avessero trafitto i suoi piedi,e oggi l’ho visto camminare

nelle strade dei poveri.Credevo che l’avessero ammazzato una seconda volta con le bombe,

e oggi l’ho sentito parlare di pace.Credevo che avessero soffocato

la sua voce fraterna,e oggi l’ho sentito dire:

“Perché, fratello?” a uno che picchiava.Credevo che Gesù fosse morto

nel cuore degli uominie seppellito nella dimenticanza,

ma ho capito che Gesù risorge anche oggiogni volta che ogni uomo ha pietà

di un altro uomo.

L. Cammaroto

Preghiamo

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Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri senti-menti, sul nostro cuore, perchè è proprio da lì che

Tutta l’attività umana ha luogo all’interno di una cultura e interagi-sce con essa. Per un’adeguata formazione di tale cultura si richiede il coinvolgimento di tutto l’uomo, il quale vi esplica la sua creatività, la sua intelligenza, la sua conoscenza del mondo e degli uomini. Egli, inoltre, vi investe la sua capacità di autodominio, di sacrificio personale, di soli-darietà e di disponibilità per promuovere il bene comune. Per questo, il primo e più importante lavoro si compie nel cuore dell’uomo, ed il modo in cui questi si impegna a costruire il proprio futuro dipende dalla con-cezione che ha di se stesso e del suo destino. È a questo livello che si colloca il contributo specifico e decisivo della Chiesa in favore della vera cultura. Essa promuove le qualità dei comportamenti umani, che favori-scono la cultura della pace contro modelli che confondono l’uomo nella massa, disconoscono il ruolo della sua iniziativa e libertà e pongono la sua grandezza nelle arti del conflitto e della guerra. La Chiesa rende un tale servizio predicando la verità intorno alla creazione del mondo, che Dio ha posto nelle mani degli uomini perché lo rendano fecondo e più perfetto col loro lavoro, e predicando la verità intorno alla redenzione, per cui il Figlio di Dio ha salvato tutti gli uomini e, al tempo stesso, li ha uniti gli uni agli altri, rendendoli responsabili gli uni degli altri. La Sa-cra Scrittura ci parla continuamente di attivo impegno per il fratello e ci presenta l’esigenza di una corresponsabilità che deve abbracciare tutti gli uomini.

Giovanni Paolo IICentesimus Annus, 1991

escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono.

Riflettendo

9°Giornata

Francesco

25 26

Oggi darò molto spazio all’ascolto

degli altri dimenti-candomi un po’ di

me stesso

Nel regno dei mercanti il fai da te non è visto di buon occhio, è considerato un nemico perché si contrappone agli affari e rende la gente più libera. Ogni volta che produciamo qualcosa da soli, indeboliamo il mercato e ci svincoliamo dal lavoro salariato perché ci sbarazziamo del denaro.Il disprezzo del sistema per il fai da te è così alto che non lo conteggia neanche il Pil, il prodotto interno lordo che registra la ricchezza prodotta nella nazione. Il Pil comprende perfino i bottoni e gli spilli, ma ignora il la-voro svolto fra le mura domestiche per tenere pulita la casa, cucinare, lavare, crescere i figli, assistere gli anzia-ni. Lavoro di fondamentale importanza, senza il quale andremmo in giro sporchi, le nostre case sarebbero inva-se dai topi, ci ammaleremmo di dissenteria, avremmo un esercito di bambini di strada. Secondo un vecchio studio francese queste attività assorbono i 3/5 di tutto il lavoro svolto, ma non rientrano nel Pil semplicemente perché sono lavoro donato, non remunerato. Invece è conteg-giato il lavoro dell’operaio che produce mine antiuomo, del tecnico che produce pesticidi, del tabaccaio che vende cancro, perfino del croupier che fa funzionare la bisca, perché ognuno di essi riceve un corrispettivo in denaro. Utili o inutili, benefici o dannosi, per il Pil non fa diffe-renza, basta che si tratti di lavori orientati al mercato.

Impegno quotidiano

E noi?

- Sei in gra-do di gestire le tue emozio-ni per poter esprimere il meglio di te in ogni momen-to della tua giornata?

?

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Volti dei giovani, dei poveri

Volti che ci aspettanovolti che attendono

volti che domandanovolti preoccupati

volti a volte sfigurati dal non sensovolti tirati perché a casa nessuno li ha guardati

volti dalla risata facileperché non conoscono il senso della felicità

volti indifferenti che interpellanouna RISPOSTA!

Dio Padre, ti prego: fammi cadere da cavallo! Sì, lo so che nell’era della tecnologia avanzata, nell’era post-industriale, nel post-moderno... ti

sembrerà fuori del tempo questa richiesta, ma non è forse vero che la Chiesa fondata da tuo Figlio è al di là del tempo? Quando mi avvicino ai «miei» poveri, ai giovani con tutto il mio bel programma

e li guardo in facciami viene voglia di buttar via il programmae mettermi a rotolare con loro nella polvere.

Ma non lo posso fare: ne va della mia dignità!E poi i miei preti cosa dicono?

E le vecchiette?... Sempre lì a dire: «Questi giovani!»,

Ti prego: fammi scendere da cavallo!Ma sì. come Paolo, quello di Tarso.

Non ti ricordi?Prima si comportava in un modo.

Poi una bella caduta.Ed eccoti un altro Paolo, tutto diverso:

un santo Paolo!Ho l’impressione che se non casco da cavallo

io sarò sempre lo stessoe non ci capirò niente con i poveri,

i loro bisogni, l’animazione e intrugli vari!Ti prego (che ti costa?): fammi cadere!

Preghiamo

27

Siamo “custodi” dell’altro. Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza! Il

Di fronte ai numerosi attentati contro la vita, oggi acquista un`importanza decisiva il compito di promuovere un`educazione più sen-sibile al valore della vita, al suo rispetto e alla sua difesa; un`educazione capace di offrire una visione integrale della vita e della salute e di ap-portare senso etico alla persona. Le nuove generazioni hanno bisogno di incontrare genitori ed educatori che siano dei veri `maestri di vita`. Hanno bisogno che si insegni loro ad essere grati per la vita, a vivere in modo sano e moderato, ad assumere la responsabilità della propria esistenza, a costruirla, ad integrare fallimenti, difficoltà, rinunce, sof-ferenze, a celebrare la vita e il Dio che ce la dona, a viverla nell`amore e nella dedizione.Per assolvere questo compito è necessario ricordare la vocazione e la missione della famiglia. La sua responsabilità educativa sgorga dalla sua stessa natura e dalla sua specifica missione; il fatto, cioè, di essere comunità di vita e di amore e di essere destinata a `custodire, rivelare e comunicare l`amore`. La famiglia annuncia il vangelo della vita soprat-tutto educando i figli alla venerazione per la vita, ad essere riconoscenti per il dono di Dio.

Don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei SalesianiCommento alla Strenna, 2007

prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vis-suto con tenerezza.

Riflettendo

Francesco

10°Giornata

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Provo a pensare ai miei atteggiamenti di indifferenza, per

evitarli in futuro

Pane, marmellate, maglioni, orto, riparazioni: sono tantissime le cose che possiamo fare da noi. Fra cerca-re un lavoro per guadagnare 5.000 euro da passare ad un imbianchino e pitturare la nostra casa da noi, non avrebbe più senso la seconda scelta?Ecco un bel corto circuito che ci farebbe recuperare sicu-rezza e libertà. Più cose riusciamo a fare da soli, meno soldi ci servono, meno abbiamo bisogno di un lavoro re-tribuito, meno abbiamo bisogno di fare crescere i con-sumi altrui, più siamo indipendenti dal mercato e dalle decisioni di investimento dei mercanti. Finalmente, più liberi, più padroni della nostra vita, ma anche più sod-disfatti, perché il fai da te offre sensazioni che non si provano quando si lavora sottoposti. È il gusto di pro-gettare e di organizzare il lavoro a nostro piacimento. È il piacere di portare a compimento un progetto. È la soddisfazione di godere direttamente del frutto delle no-stre fatiche.

Impegno quotidiano

E noi?- Quanto sono presenti bon-tà e tenerez-za nei tuoi atteggiamenti verso gli al-tri?

- Ripensa-re la propria vita in fun-zione di un nuovo stile è complicato, oggi?

?Signore Gesù,

tu sei venuto ad accendere sulla terrail fuoco del tuo amore

e hai voluto che esso diventi la forzatrasformante di ogni cosa.

Ci hai insegnato a cambiare la realtànon con la violenza e le armi

ma con la rivoluzione pacifica dell’amore.Nel perdono tu ci hai indicato la via

per costruire una pace duratura,basata sul dialogo e sul rispetto reciproco.Facci crescere sempre più nella solidarietà,nell’attenzione verso i bisogni degli altri,

dei più soli ed emarginati.Fa’ che non ci preoccupiamo

solo di noi stessi,intenti sempre e solo a saziare

la nostra fame,ma anche la fame materiale e spirituale

di tanti nostri fratelli e sorelleche vivono nell’indigenza più assoluta.

Cambia il nostro cuore perché da egoista e indifferente

si converta in cuore solidale, gratuitoaperto alle necessità degli altri.

Aiutaci a non vivere più centrati solo su noi stessi

ma a fare della nostra vita un donoper tutti coloro che incontriamo

sul nostro cammino.Amen.

Preghiamo

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Dobbiamo custodire con tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’ani-

La Chiesa ha una responsabilità per il creato e sente di doverla eser-citare, anche in ambito pubblico, per difendere la terra, l’acqua e l’aria, doni di Dio Creatore per tutti, e, anzitutto, per proteggere l’uomo con-tro il pericolo della distruzione di se stesso. Il degrado della natura è, infatti, strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana, per cui «quando l’“ecologia umana” è rispettata dentro la so-cietà, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio». Non si può do-mandare ai giovani di rispettare l’ambiente, se non vengono aiutati in famiglia e nella società a rispettare se stessi: il libro della natura è unico, sia sul versante dell’ambiente come su quello dell’etica personale, fami-liare e sociale. I doveri verso l’ambiente derivano da quelli verso la per-sona considerata in se stessa e in relazione agli altri. Volentieri, pertan-to, incoraggio l’educazione ad una responsabilità ecologica, che, come ho indicato nell’Enciclica “Caritas in veritate”, salvaguardi un’autentica «ecologia umana» e, quindi, affermi con rinnovata convinzione l’invio-labilità della vita umana in ogni sua fase e in ogni sua condizione, la di-gnità della persona e l’insostituibile missione della famiglia, nella quale si educa all’amore per il prossimo e al rispetto della natura. Occorre salvaguardare il patrimonio umano della società. Questo patrimonio di valori ha la sua origine ed è iscritto nella legge morale naturale, che è fondamento del rispetto della persona umana e del creato.

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

mo, capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore.

Riflettendo

11°Giornata

Francesco

31 32

Rifletto sul mio essere una persona debole, compas-

sionevole, aperta e tenera

La salute è il nostro bene primario, ma prima che dalle prescrizioni del medico, dipende da una sana alimenta-zione, da una corretta igiene personale, dalla capacità di leggere precocemente i segnali che ci manda l’organismo. Insomma dipende dalla capacità di sapersi gestire. Ecco una dimensione tutta particolare di fai da te che si eser-cita più attraverso il sapere che il fare. Quel sapere che tocca alla scuola darci e che ci darà solo se si pone nell’ot-tica di servire le persone e non il mercato. Il messaggio del fai da te è un desiderio forte di essenzialità, libertà, sostenibilità, tre obiettivi che possono essere potenziati se il fai da te entra in un rapporto di scambio. Il mercato vecchia maniera, non fra chi ha potere e chi lo subisce, ma fra pari. Non fra mercante e cliente, ma fra produt-tori. Un scambio di vicinato, fra gente che vive nello stesso palazzo, nello stesso rione: tu ripari la bicicletta a me, io regalo una torta a te, tu ripari la lavatrice a me, io regalo della verdura a te. Non solo scambi di oggetti sulla base del baratto, ma anche scambio di servizi sulla formula delle Banche del tempo, come sta succedendo in oltre 300 città italiane (www.tempomat.it).

Impegno quotidiano

E noi?- Credi che la felicità del-la nostra vita sia legata all’essere o all’avere?

- Come vivi quindi la po-vertà evange-lica di cui parla Gesù?

?

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Spirito di Cristo, guidaci lungo il cammino della vita;rinnovaci nel cuore;

donaci fiducia nel Vangelo e nella sua voce.Spirito di Fraternità, fa che tra noi resti lontano

l’orgoglio, la diffidenza; cresca l’ascolto e il servizio vicendevole.

Spirito della Gioia, donaci di essere uomini e donne di speranza, di ottimismo;

aiutaci ad essere annunciatori di risurrezione.Spirito di Vita,

nelle esperienze di dolore e di solitudine,dona ai poveri di sperimentare,

anche attraverso di noi la tua pace.Spirito, Padre dei poveri, quando il fratello ha

fame, concedici di essere pane vivo, presenza e voce di consolazione.

Spirito del Vangelo, l’egoismo e la miopia non ci impediscano di far risuonare le tue parole tra

quanti ancora non ti hanno accolto.Spirito di Pace, nella violenza e nella lotta per la sopraffazione, fa che siamo annunciatori di pace,

di dialogo e di incontro.Spirito di Unità, dove regna l’indifferenza e l’in-

sensibilità, i nostri gesti e il nostro dire suscitino solidarietà e umanità.

Spirito di Verità, quando si confonde il Creatore con le creature, il Dio della Vita con

gli idoli del tempo, donaci discernimento.Rialzami e cura le ferite,

riempimi queste mani vuote, sono così spesso senza meta e senza Te cosa farei?Spirito, oceano di luce, parlami, cerco la tua voce;

traccia a fili d’oro la mia storia e intessila di eternità.

Preghiamo

33

La custodia va esercitata con discrezione, con umil-tà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una

Pensa, amico mio, che il tuo corpo e la tua anima ti sono stati dati da Dio senza che tu facessi niente per meritarli.Egli ti ha creato simile a sé, donandoti un’anima intelligente e immortale. Ti ha fatto “suo figlio” nel battesimo. Ti ha amato e ti ama come un pa-dre affettuoso.L’unico motivo per cui ti ha regalato la vita è perché tu viva felice volen-dogli bene e volendo bene a tutti quelli che ti stanno intorno, e perché un giorno possa andare ad abitare con Lui, nella gioia della sua casa, in Cielo.Quindi non sei sulla terra soltanto per godere, per diventare ricco, per mangiare, bere e dormire. Questa è la vita degli animali che non hanno un’anima immortale.Il fine, lo scopo della vita tua, di te che sei una persona umana, è moltopiù elevato e più grande: è trovare la felicità nell’amare e nel servire il Signore, e nel salvare la tua anima per avere la gioia senza fine del Pa-radiso.

Don BoscoIl giovane provveduto, 1885

fedeltà totale, anche quando non si comprende.

Riflettendo

Francesco

12°Giornata

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Provo a riconoscere Cristo nelle persone

bisognose che mi stanno accanto

Da un punto di vista sociale i bisogni non sono tutti uguali, alcuni sono più importanti di altri perché rispon-dono ad esigenze vitali sotto il profilo fisico, psichico, sociale. L’aria per respirare, l’acqua per bere e lavarsi, il cibo per nutrirsi, il vestiario per coprirsi, il tetto per ri-pararsi, il fuoco per scaldarsi e cucinare, ma anche l’inse-gnamento per apprendere, il farmaco per curarsi, il treno per viaggiare, il telefono per comunicare, sono necessità di cui non possiamo fare a meno perché hanno a che fare con la nostra dignità personale. Per questo sono definiti bisogni fondamentali, automaticamente elevati al rango di diritti, esigenze, cioè, che tutti devono avere la possi-bilità di soddisfare indipendentemente se ricchi o poveri, uomini o donne, giovani o vecchi, bianchi o neri. Proprio perché spettano a tutti, i diritti non possono appartene-re al mercato. Con le migliaia, milioni di imprese di ogni dimensione e settore, da un punto di vista dell’offerta il mercato è ineguagliabile. Riesce ad offrire di tutto: beni fondamentali e beni di lusso, oggetti comuni e oggetti rari, prodotti leciti e prodotti illegali, mezzi di pace e mezzi di guerra. Ma ovunque ci sono regole e anche il mercato ha le sue. La regola è che può darci di tutto, ma per ottenerlo bisogna pagare. Allora scopriamo che il mercato non è per tutti. Il mercato è solo per chi ha soldi. Chi ha denaro da spendere è il grande accolto, il grande corteggiato, il grande riverito. Chi non ne ha è il grande rifiutato, il grande escluso, il grande disprezzato.I diritti non appartengono al mercato, ma alla solidarie-tà collettiva.

Impegno quotidiano

E noi?- Hai già pen-sato a come impostare la tua vita? A quali scelte fare per vive-re quotidiana-mente il tuo essere soli-dale con gli altri?

?La vita è un’opportunità, coglila.

La vita è bellezza, ammirala. La vita è beatitudine, assaporala.

La vita è un sogno,fanne una realtà.

La vita è una sfida, affrontala. La vita è un dovere, compilo. La vita è un gioco, giocalo.

La vita è preziosa, abbine cura. La vita è una ricchezza,

conservala. La vita è amore, godine.

La vita è un mistero, scoprilo. La vita è promessa, adempila. La vita è tristezza, superala. La vita è un inno, cantalo.

La vita è una lotta, accettala. La vita è una tragedia,afferrala corpo a corpo.

La vita è un’avventura, rischiala. La vita è felicità, meritala. La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa

Preghiamo

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Chi custodisce accompagna con premura e tutto l’amore in ogni momento. Nei momenti sereni e in

È necessario ricondurre il concetto di alienazione alla visione cristiana, ravvisando in esso l’inversione tra i mezzi e i fini: quando non riconosce il valore e la grandezza della persona in se stesso e nell’altro, l’uomo di fatto si priva della possibilità di fruire della propria umanità e di entrare in quella relazione di solidarietà e di comunione con gli altri uomini per cui Dio lo ha creato. È, infatti, mediante il libero dono di sé che l’uo-mo diventa autenticamente se stesso, e questo dono è reso possibile dall’essenziale «capacità di trascendenza» della persona umana. L’uo-mo non può donare se stesso ad un progetto solo umano della realtà, ad un ideale astratto o a false utopie. Egli, in quanto persona, può do-nare se stesso ad un’altra persona o ad altre persone e, infine, a Dio, che è l’autore del suo essere ed è l’unico che può pienamente accoglie-re il suo dono. È alienato l’uomo che rifiuta di trascendere se stesso e di vivere l’esperienza del dono di sé e della formazione di un’autentica comunità umana, orientata al suo destino ultimo che è Dio. È alienata la società che, nelle sue forme di organizzazione sociale, di produzione e di consumo, rende più difficile la realizzazione di questo dono ed il costituirsi di questa solidarietà interumana.

Giovanni Paolo IICentesimus Annus, 1991

quelli difficili della vita, in quelli gioiosi e in quelli dramma-tici.

Riflettendo

13°Giornata

Francesco

37 38

Mi fermerò accanto a chi ha bisogno di me con tutta la

premura di cui sono capace

Beni e servizi gratuiti in cambio di lavoro gratuito. Potrebbe sembrare un’utopia, in realtà non è neanche una formula tanto originale, in certi ambiti è prassi cor-rente. Un esempio è la nettezza urbana. Il servizio non comincia per strada da parte dei netturbini, ma nelle nostre case. Quando decidiamo di selezionare i rifiuti buttando le bottiglie nel vetro, i giornali nella carta, le vaschette nella plastica, stiamo attuando la prima fase della raccolta rifiuti: solo se questa è svolta correttamen-te, tutto il resto procede senza intoppi. Pensiamo anche all’assistenza socio-sanitaria. Quando teniamo a casa l’anziano allettato e lo assistiamo su insegnamento del personale infermieristico, in qualche modo stiamo colla-borando col servizio sanitario. Quando il servizio sociale ci chiede di accogliere un bimbo in affido ci dichiara che certi problemi si risolvono, anzi si prevengono, solo se la comunità è disposta a mettersi in gioco direttamente. Del resto il 15% degli italiani si impegna nel volonta-riato, chi per imboccare gli ammalati, chi per spegnere gli incendi, chi per ripulire le spiagge, chi per raccogliere feriti, chi per servire la minestra nella mensa dei pove-ri. E il volontariato cos’è, se non un servizio gratuito messo a disposizione della collettività? Nove milioni di italiani ci mandano a dire che non si accontentano più di un rapporto con la società mediato dal denaro. Vo-gliono contatto diretto, coinvolgimento, partecipazione, perché ciò li fa sentire più soddisfatti, più realizzati. E allora perché non cominciamo a istituzionalizzare il volontariato introducendo il servizio civile obbligatorio per tutti i ventenni?

Impegno quotidiano

E noi?- Credi che sia importante comportarsi in modo coerente con i propri valori?

- Ti capita di scendere a compromessi con la tua co-scienza? Quan-do?

?

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C’è un fratello affamato,ha gli occhi infossati e le costole

in agghiacciante processione:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello mutilato, ustionatodalle bombe al napalm,

non avrà più fiducia negli uomini:noi siamo i responsabili.C’è un fratello piagato,

per una lebbra che si poteva curarecon pochi spiccioli:

noi siamo i responsabili.C’è un fratello nevrotico,

perché è stato associato al ritmocrudele d’una macchina:noi siamo i responsabili.

C’è un fratello discriminatochiuso in un campo di raccolta,

circondato dal filo spinato:noi siamo i responsabili.

Ogni volta che un nostro fratello è:affamato, mutilato, incarcerato, denudato

piagato, nevrotico, discriminato, moribondo,

è Cristo che soffree noi siamo i responsabili.

Giuseppe Maggioni

Preghiamo

39

La custodia verso il creato e verso i fratelli è una custodia che va esercitata nella quotidianità.

Voglio indicarvi un campo privilegiato per questo impegno. Intendo ri-ferirmi all’educazione e alla difesa dei diritti umani, in particolare alla di-fesa dei diritti dei minori. Oggi si parla molto e, spesso, si fanno procla-mi sui diritti umani, ma ugualmente spesso appare evidente che questi diritti non sono rispettati, soprattutto quando si tratta dei diritti dei più svantaggiati, dei più poveri e indifesi. Voi stessi ne siete testimoni: nella scuola o tra i compagni, con facilità si abusa dei più deboli; nel mondo del lavoro si sfruttano senza scrupolo i più giovani; ancora più penosa è la situazione di tanti minori che restano indifesi davanti a gruppi sociali o politici che cercano soltanto i propri interessi o vantaggi economici. Il rispetto e la difesa dei diritti umani, e in particolare dei diritti dei minori, è innanzitutto una responsabilità personale di ognuno di noi, comin-ciando dal nostro contesto di vita quotidiana. Il Sistema educativo di Don Bosco è uno strumento prezioso per il rico-noscimento e la promozione dei diritti umani. In esso impariamo a con-siderare ogni giovane responsabile e protagonista della sua vita e della propria educazione. Lo facciamo oggetto di protezione, comprenden-do i suoi particolari bisogni, e lo aiutiamo a diventare soggetto respon-sabile e consapevole dei diritti. Ecco cosa significa vedere i giovani con lo sguardo di Don Bosco e amarli col suo cuore. Significa credere nel valore assoluto della loro persona, riconoscere in ognuno di loro la di-gnità di figlio e figlia di Dio; significa avere fiducia nella loro volontà di imparare, di studiare, di uscire dalla povertà, di prendere in mano il pro-prio futuro.

Don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei SalesianiMessaggio ai giovani, 2008

Riflettendo

Francesco

14°Giornata

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Provo a sentire la misericordia di Dio nella mia vita per assumere questo

atteggiamento con gli altri

Non è pensabile che si possano eliminare le situazioni di emarginazione solo con i servizi e le strutture specia-lizzate, serve una comunità che tiene gli occhi aperti sul proprio tessuto sociale, che intreccia rapporti, intervie-ne, sostiene.Un tipico esempio riguarda i sofferenti psichici. Come ci ha insegnato Franco Basaglia l’alternativa al mani-comio è un efficiente servizio domiciliare associato a un atteggiamento di accoglienza, sostegno e amicizia da parte del vicinato. La stessa solidarietà che serve agli anziani. Molti di loro non hanno bisogno di assistenza specialistica, solo di un aiuto domestico che tutti sono in grado di dare. Se le famiglie di ogni condominio si mettessero d’accordo, potrebbero farsi carico delle due o tre coppie di anziani non più autosufficienti. Basterebbe che si organizzassero a turno per preparare i pasti, per tenere le loro case in ordine, per fare la spesa. Per contro gli anziani più in gamba potrebbero rendersi disponibili per la conduzione di piccoli asili nido autogestiti a livel-lo di quartiere o addirittura di condominio. Del resto, di fronte alla scarsità di servizi offerti dal pubblico, anche in Italia succede che delle coppie si accordino per accu-dire a turno i bambini di tutti. La dimostrazione che per risolvere tanti problemi relativi alla cura della persona basterebbe riattivare la politica del buon vicinato in uso nei caseggiati di una volta. Riattivarla e riconoscerla come servizio sociale. Lo stesso riconoscimento che an-drebbe dato al lavoro svolto fra le mura di casa. I figli sono il fondamento del domani ed è interesse di tutti che crescano sani, equilibrati, ben educati.

Impegno quotidiano

E noi?- Ti senti chiamato da Dio per que-sto compito di “custode”? O questo ti spa-venta?

- Ti comporti in modo tale da esserlo ve-ramente nella quotidianità?

?Non voglio accontentarmi

Signore,non voglio accontentarmi

di vivere e bastavoglio contribuire a decifrare

il tempo in cui vivo,alla luce della ragione e del tuo vangelo.

Manda il tuo Spirito,affinché non venga meno

al mio compito di «profeta»,ma mi immerga nei fatti della vita.

Signore, aiutami a essere servo dell’uomo per essere servo del tuo regno.

Aiutami a lottare contro la ingiustizia,contro l’odio e ogni razzismo,

contro lo spreco della vita e delle sue risorse

per essere servo del tuo regno.Ma donami insieme una grande fede

per vedere in questo servizioil tuo amore che raggiunge ogni uomo,

il tuo Spirito che rende beatochi ha fame di giustizia e di pane.

Donami, infine, la gioia di godere della venuta del tuo regno attraverso l’azione

della Chiesa e di ogni uomo di buona volontà.

Preghiamo

42

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La vocazione a custodire va vissuta nella costante attenzione a Dio, aperti ai suoi segni, disponibili al suo progetto, non tanto al proprio.

In questo campo la Chiesa, fedele al mandato di Cristo, suo Fondatore, è da sempre presente con le sue opere, per offrire all’uomo bisognoso un sostegno materiale che non lo umili e non lo riduca ad esser solo oggetto di assistenza, ma lo aiuti a uscire dalla precaria sua condizione, promovendone la dignità di persona. Con viva gratitudine a Dio biso-gna segnalare che la carità operosa non si è mai spenta nella Chiesa ed anzi registra oggi un multiforme e confortante incremento. Al riguardo, merita speciale menzione il fenomeno del volontariato, che la Chiesa favorisce e promuove sollecitando tutti a collaborare per sostenerlo e incoraggiarlo nelle sue iniziative.Per superare la mentalità individualista, oggi diffusa, si richiede un con-creto impegno di solidarietà e di carità, il quale inizia all’interno della famiglia col mutuo sostegno degli sposi e, poi, con la cura che le ge-nerazioni si prendono l’una dell’altra. In tal modo la famiglia si qualifica come comunità di lavoro e di solidarietà. Accade, però, che quando la famiglia decide di corrispondere pienamente alla propria vocazione, si può trovare priva dell’appoggio necessario da parte dello Stato e non dispone di risorse sufficienti. È urgente promuovere non solo politiche per la famiglia, ma anche politiche sociali, che abbiano come principa-le obiettivo la famiglia stessa, aiutandola, mediante l’assegnazione di adeguate risorse e di efficienti strumenti di sostegno, sia nell’educazio-ne dei figli sia nella cura degli anziani, evitando il loro allontanamento dal nucleo familiare e rinsaldando i rapporti tra le generazioni.

Giovanni Paolo IICentesimuns Annus, 1991

Riflettendo

15°Giornata

Francesco

43 44

Amo a360°

Un po’ tutto ha contribuito a separarci gli uni dagli altri: la cultura individualista, le città troppo grandi, la mancanza di spazi comuni nei condomini, l’eccesso di soldi nelle nostre tasche che ci ha fatto credere di potere risolvere tutto da soli.Paradossalmente anche lo Stato sociale, fiore all’occhiel-lo delle socialdemocrazie, ha lavorato in questa direzio-ne perché ha sostituito la comunità con le istitutuzioni. Eppure se riuscissimo a ricostituire le relazioni di vici-nato ci guadagneremmo in soldi, risorse, benvivere. Ogni volta che un’automobile si muove col solo guidatore a bordo è un sacrilegio contro l’efficienza energetica. Non a caso, oltre a car-sharing, il quale consiste nell’acquisto dell’auto in comune, l’altra parola d’ordine è carpooling che consiste nel non muoversi mai di casa senza aver chiesto al vicino se deve andare nella stessa direzione. Dove le famiglie riescono a stringere rapporti, si pre-stano oggetti, si fanno piaceri a vicenda, si aiutano nel momento del bisogno, si invitano a cena, condividono beni e servizi. Oltre all’auto si può possedere in comune l’aspirapolvere, la lavatrice, il trapano, la videocamera, attrezzi che si usano saltuariamente. Le famiglie che scelgono di vivere nei condomini semicomunitari, in co-housing per dirla all’inglese, dispongono di spazi comuni per servizi condivisi: lavanderia, sala giochi, biblioteca, piccola officina; un vero salto di qualità rispetto a chi vive rintanato nei condomini concepiti come gabbie per conigli.

Impegno quotidiano

E noi?- Ti senti li-bero di essere un vero cri-stiano oppure hai delle ca-tene che con-dizionano il tuo parlare e il tuo agire?

?

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Padre Nostro degli affamati

Padre nostroche stai in mezzo a milioni di affamati,

che stai nella vita di tuttigli uomini assetati di giustizia,

sia santificato il tuo nomenei poveri e negli umili.

Venga il tuo regno di libertà, veritàe fraternità nell’amore.

Si compia la tua volontà che è liberazione e

Vangelo da proclamareagli afflitti.

Dona a tutti il pane di ogni giorno:il pane della casa, della salute,

dell’istruzione, della terra.Perdonaci, Signore, di dimenticare i

nostri fratelli e liberaci dellacostante tentazione di servire al denaro,

a noi stessi,invece che a te e ai nostri fratelli

e allontana da noi ogni male.Perché tuo è il regno, tua la potenza

e la gloria nei secoli.Amen

Preghiamo

45

Siamo custodi nel momento in cui sappiamo ascol-tare Dio, ci lasciamo guidare dalla sua volontà, e se

Non va infine dimenticato il fatto, altamente indicativo, che tanti trova-no tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi. D’altra parte, una cor-retta concezione del rapporto dell’uomo con l’ambiente non porta ad assolutizzare la natura né a ritenerla più importante della stessa per-sona. Se il Magistero della Chiesa esprime perplessità dinanzi ad una concezione dell’ambiente ispirata all’ecocentrismo e al biocentrismo, lo fa perché tale concezione elimina la differenza ontologica e assiologica tra la persona umana e gli altri esseri viventi. In tal modo, si viene di fatto ad eliminare l’identità e il ruolo superiore dell’uomo, favorendo una vi-sione egualitaristica della «dignità» di tutti gli esseri viventi. Si dà adito, così, ad un nuovo panteismo con accenti neopagani che fanno derivare dalla sola natura, intesa in senso puramente naturalistico, la salvezza per l’uomo. La Chiesa invita, invece, ad impostare la questione in modo equilibrato, nel rispetto della «grammatica» che il Creatore ha inscritto nella sua opera, affidando all’uomo il ruolo di custode e amministratore responsabile del creato, ruolo di cui non deve certo abusare, ma da cui non può nemmeno abdicare. Infatti, anche la posizione contraria di assolutizzazione della tecnica e del potere umano, finisce per essere un grave attentato non solo alla natura, ma anche alla stessa dignità umana.

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

ci comportiamo in questo modo siamo ancora più sensibili alle persone che ci vengono affidate.

Riflettendo

Francesco16°Giornata

46

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Esploro la mia coscienza per capire

come cambiare i miei atteggiamenti poco responsabili

Ogni persona potrebbe cominciare ad assumersi grada-tamente le proprie responsabilità, lentamente, a partire dall’adolescenza, fino ad assumere la forma piena in età adulta per poi affievolirsi di nuovo in vecchiaia. In con-creto ogni adulto potrebbe mettere a disposizione della comunità qualche giorno al mese, in cambio la comunità garantisce a ogni persona, dalla culla alla tomba, il di-ritto ad accedere gratis a tutti i servizi pubblici.Non più ticket sulla sanità. Non più tasse di iscrizione a scuola.Non più biglietti per i trasporti locali. Servizi gratuiti, ma anche beni gratuiti. Per cominciare acqua, luce, gas, forniti direttamente a domicilio. Tariffe zero per i con-sumi di base, poi prezzi crescenti per evitare gli sprechi. Per cibo, vestiario ed altri beni di prima necessità le for-mule possono essere varie.Volendo ricapitolare, possiamo dire che i settori di cui la struttura pubblica deve occuparsi sono una decina suddivisibili in due grandi capitoli: esigenze vitali e diritti sociali. Al primo appartengono l’acqua, il cibo, il vestiario, l’alloggio, l’energia, l’igiene pubblica e la tutela ambientale. Al secondo la sanità, l’istruzione, le comunicazioni, i trasporti, la ricerca. La grande novità è che dobbiamo garantirli attraverso il lavoro di tutti. Ma non solo. Per garantire al pubblico piena autonomia dobbiamo tornare a garantirgli un retroterra produtti-vo.

Impegno quotidiano

E noi?- “Contro i mali del mondo Dio ha fatto te. Celebra te stesso”. Come risuonano in te queste pa-role?

- Anche tu ti arrabbi con Dio per ciò che succede nel mondo?

? Perché non fai niente?Tante volte ti ho chiesto, Signore,

perché non fai nienteper quelli che muoiono di fame?

Perché non fai nienteper quelli che sono malati?

Perché non fai nienteper quelli che non conoscono l’amore?

Perché non fai nienteper quelli che subiscono ingiustizie?

Perché non fai nienteper quelli che sono vittime della guerra?

Perché non fai nienteper quelli che non ti conoscono?

Io non capivo, Signore. Allora tu mi hai risposto:

“Io ho fatto tanto;io ho fatto tutto quello

che potevo fare:io ho creato te!”

Ora capisco, Signore.Io posso sfamare chi ha fame.

Io posso visitare i malati.Io posso amare chi non è amato.

Io posso combattere le ingiustizie.Io posso creare la pace.

Io posso far conoscere te.Ora ti ascolto, Signore.

Ogni volta che incontro il dolore,tu mi chiedi:

“Perché non fai niente?” Aiutami, Signore, ad essere le tue mani.

Tonino Lasconi

Preghiamo

48

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Se viviamo la custodia seguendo Dio sapremo legge-re con realismo gli avvenimenti, saremo attenti a ciò

Non è male desiderare di viver meglio, ma è sbagliato lo stile di vita che si presume esser migliore, quando è orientato all’avere e non all’essere e vuole avere di più non per essere di più, ma per consumare l’esistenza in un godimento fine a se stesso. È necessario, perciò, adoperarsi per costruire stili di vita, nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli ele-menti che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investi-menti. In proposito, non posso ricordare solo il dovere della carità, cioè il dovere di sovvenire col proprio «superfluo» e, talvolta, anche col pro-prio «necessario» per dare ciò che è indispensabile alla vita del povero. Alludo al fatto che anche la scelta di investire in un luogo piuttosto che in un altro, in un settore produttivo piuttosto che in un altro, è sempre una scelta morale e culturale. Poste certe condizioni economiche e di stabilità politica assolutamente imprescindibili, la decisione di investire, cioè di offrire ad un popolo l’occasione di valorizzare il proprio lavoro, è anche determinata da un atteggiamento di simpatia e dalla fiducia nel-la Provvidenza, che rivelano la qualità umana di colui che decide.

Giovanni Paolo IICentesimus Annus, 1991

che ci circonda e sapremo prendere decisioni più sagge.

Riflettendo

17°Giornata

Francesco

49 50

Provo a guardaregli altri con gliocchi di Dio

Il passaggio da un’economia pubblica basata sul sistema fiscale, a un’economia pubblica funzionante col lavoro di tutti, lascia aperti molti interrogativi che richiedono sperimentazione. Fra questi ci sono i livelli organizzati-vi: quali funzioni organizzare a livello nazionale e quali a livello locale? sono da privilegiare grandi impianti pro-duttivi accentrati o piccoli impianti produttivi dissemi-nati sul territorio? attraverso quali organi di governo gestire i servizi locali e nazionali? Le risposte dipende-ranno da considerazioni tecnologiche, di efficienza ener-getica, di impatto ambientale, ma anche da ragioni di carattere umano, sociale, politico. Ad esempio andranno privilegiate formule organizzative che favoriscono la partecipazione e il senso di responsabilità, perché senza il coinvolgimento personale non si va da nessuna parte. Un obiettivo che si raggiunge ricostituendo il senso co-munitario, avvertendo la dimensione pubblica non come una realtà lontana e oppressiva, ma come una comunità di cui siamo parte. Di qui l’importanza della dimensione locale perché solo nel piccolo si più ricostituire il senso di comunità, a partire dalla solidarietà di condominio, dai legami sociali a livello di quartiere, dalla riappropriazio-ne delle strade, dei giardini, degli asili, delle scuole, dei centri di cura. È arrivato il tempo di sostituire il denaro con la coesione sociale.

Impegno quotidiano

E noi?- Che cosa fai per contribui-re alla civil-tà dell’amo-re in modo da permettere al mondo e ai fratelli di stare bene?

?

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Potevo nascere in una capanna o sotto un ponte.

Tra le baracche di uno slum in pieno deserto.

Avrei urlato per la fameo imprecato per la febbre divorante.

Avrei conteso le briciole alle formiche

o gli ossi ai cani randagi.Ho visto, invece, la luce

in un mondo caldo e vellutato.Coccolato dagli occhioni innamorati

di mamma e papàinondato di regali e di premure.

Sono nato davvero con la camicia.Fortunato, ma spesso scontento

e insaziabile.Me lo sai dire perché, Signore?

Mi pare di sentire la tua risposta:«Guardati attorno e cerca

ì fratelli nati senza camicia.Anche nelle loro vene

scorre il sangue di Dio.Dividi con loro

la ricca torta della tua vita». Amen

Preghiamo

51

Dobbiamo rispondere alla vocazione di Dio con di-sponibilità, con prontezza proprio perchè il centro

Occorre, inoltre, richiamare la responsabilità dei media in tale ambito, proponendo modelli positivi a cui ispirarsi. Occuparsi dell’ambiente ri-chiede, cioè, una visione larga e globale del mondo; uno sforzo comune e responsabile per passare da una logica centrata sull’egoistico inte-resse nazionalistico ad una visione che abbracci sempre le necessità di tutti i popoli. Non si può rimanere indifferenti a ciò che accade intorno a noi, perché il deterioramento di qualsiasi parte del pianeta ricadreb-be su tutti. Le relazioni tra persone, gruppi sociali e Stati, come quelle tra uomo e ambiente, sono chiamate ad assumere lo stile del rispetto e della «carità nella verità». In tale ampio contesto, è quanto mai auspi-cabile che trovino efficacia e corrispondenza gli sforzi della comunità internazionale volti ad ottenere un progressivo disarmo ed un mondo privo di armi nucleari, la cui sola presenza minaccia la vita del pianeta e il processo di sviluppo integrale dell’umanità presente e di quella futura.

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

della vocazione cristiana è Cristo! Custodiamo Cristo nella nostra vita, per custodire gli altri, per custodire il creato!

Riflettendo

Francesco

18°Giornata

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Sarò corretto, giusto e temperante nelle mie scelte di oggi

Nell’ottica del benvivere, il mercato si occupa dei desi-deri, tutti quegli optional che non intaccano la dignità personale. Da ciò ne derivano quattro principi. Primo: in caso di risorse scarse, il mercato ha un ruolo subalter-no all’economia pubblica perché i desideri sono di livello inferiore ai diritti. Secondo: l’interesse privato non può mai entrare in rotta di collisione con l’interesse genera-le, il mercato deve sottostare alle regole e agli indirizzi definiti dalle autorità pubbliche a tutela dell’interesse collettivo. Terzo: l’attività privata deve essere condotta nel rispetto dei diritti dei lavoratori, dei consumatori, dei risparmiatori, dei fornitori. Quarto: la produzione e il commercio devono essere organizzati in modo da ri-durre quanto più possibile il consumo di energia, l’uti-lizzo di materie e la produzione di rifiuti. Soprattutto quest’ultimo punto esige novità di rilievo. Ad esempio richiede di privilegiare il locale rispetto al globale intro-ducendo la circolazione di monete locali parallele all’eu-ro, introducendo una tassa sui chilometri percorsi dalle merci, adottando marchi di origine locale. Richiede di scoraggiare l’uso di risorse scarse (pesci, legname, mine-rali, petrolio) tramite l’introduzione di tasse specifiche, e di incoraggiare l’uso di energia rinnovabile tramite ap-positi incentivi. Richiede di scoraggiare la produzione di involucri e rifiuti tramite tasse sugli imballaggi e tasse sulla pubblicità.

Impegno quotidiano

E noi?- Sei in gra-di di frenare i tuoi impulsi per dare spa-zio a ragioni pacate e moti-vate nell’in-teresse di tutti?

? Signore Gesù,quando la sofferenza entra nella porta di casa, fa paura a tutti, e fa paura anche a me. Ma so che essa fa parte della vita di ogni uomo e che è la nostra compagna di viaggio.Gioia e dolore vanno sempre insieme come due sorelle e anche il dolore, che è negazione di felicità, ha un senso. E’ la legge della vita inscritta nella creazione! E proprio tu, morendo in croce, ci hai in-segnato che la vera gioia passa sempre at-traverso il dolore. Nella tua vita terrena, da uomo come noi, ti sei schierato dalla parte di tutti coloro che soffrono e li hai proclamati «beati» assicurando a tutti la tua vicinanza e la tua consolazione. Fa’ che anche noi, superando le nostre indif-ferenze, ci impegniamo concretamente ad asciugare le lacrime, anche le più nasco-ste, di tanti nostri fratelli e sorelle che soffrono per motivi diversi: per la loro dignità ferita, perché non hanno da man-giare, per la solitudine e l’emarginazione, per la malattia, per la perdita di una per-sona cara...Fa’ che essi, attraverso di noi, possano sperimentare che tu sei un Dio vicino.Amen

Preghiamo

54

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Lasciamoci amare da Gesù, lasciamo che la potenza del suo amore trasformi anche la nostra vita; e di-

Di fronte alla miseria del proletariato Leone XIII diceva: «Affrontiamo con fiducia questo argomento e con pieno nostro diritto... Ci parreb-be di mancare al nostro ufficio se tacessimo». Negli ultimi cento anni la Chiesa ha ripetutamente manifestato il suo pensiero, seguendo da vicino la continua evoluzione della questione sociale, e non ha certo fatto questo per recuperare privilegi del passato o per imporre una sua concezione. Suo unico scopo è stata la cura e responsabilità per l’uo-mo, a lei affidato da Cristo stesso, per questo uomo che, come il Con-cilio Vaticano II ricorda, è la sola creatura che Dio abbia voluto per se stessa e per cui Dio ha il suo progetto, cioè la partecipazione all’eterna salvezza. Non si tratta dell’uomo «astratto», ma dell’uomo reale, «con-creto» e «storico»: si tratta di ciascun uomo, perché ciascuno è stato compreso nel mistero della redenzione e con ciascuno Cristo si è uni-to per sempre attraverso questo mistero. Ne consegue che la Chiesa non può abbandonare l’uomo, e che «questo uomo è la prima via che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione..., la via tracciata da Cristo stesso, via che immutabilmente passa attraverso il mistero dell’incarnazione e della redenzione».

Giovanni Paolo IICentesimus Annus, 1991

ventiamo strumenti di questa misericordia, canali attraverso i quali Dio possa irrigare la terra, custodire tutto il creato e far fiorire la giustizia e la pace.

Riflettendo

19°Giornata

Francesco

55 56

Mi lascio amare da Gesù in modo da

trasformare lamia vita

Il benvivere esige una corretta miscela di fai da te, eco-nomia pubblica e di mercato, ogni individuo inserito contemporaneamente nei tre comparti perché ognuno ha una funzione diversa. Dunque non una sola occupazio-ne, ma tre, non un unico tempo pieno, ma vari part-time, non la flessibilità al servizio delle imprese, ma al servizio dei lavoratori affinché possano scegliere quante ore lavo-rare in fabbrica o in ufficio in base ai propri traguardi di reddito, esigenze familiari, modelli di vita. La domanda non sarebbe più che lavoro fai, ma quali lavori fai. Alla base delle tre forme d’impegno, il fai da te per i bisogni personali e domestici, una sorta di tela di fondo attra-versata da pennellate di tempo di vario colore, quello dell’economia pubblica per i bisogni fondamentali, quel-lo dell’economia di mercato per gli optional. Ogni tela, una composizione a sé: infinite variabili personali e di sistema rendono ogni quadro l’uno diverso dall’altro. Tempi del fai da te e del lavoro salariato diversificati da individuo a individuo in base alle proprie abitudini ed esigenze, tempo dedicato all’economia pubblica uguale per tutti in base a quanto stabilito dalla collettività. L’unica cosa certa, i protagonisti: al centro del fai da te individui e famiglie, al centro dell’economia pubblica la comunità, al centro dell’economia di mercato le imprese.

Impegno quotidiano

E noi?- Riesci ad essere forte con i forti e debole con i deboli come ci ha insegnato Gesù?

- Sei una per-sona che col-tiva l’umil-tà, pazienza e l’amorevolez-za?

?

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Signore,quando ho fame, dammi

qualcuno che ha bisogno di cibo,quando ho sete, mandamiqualcuno che ha bisogno

di una bevanda,quando ho freddo, mandami

qualcuno da scaldare,quando ho un dispiacere, offrimi

qualcuno da consolare,quando la mia croce

diventa pesante,fammi anche condividere

la croce di un altro,quando non ho tempo, dammiqualcuno che io possa aiutare

per qualche momento,quando sono umiliato

fa’ che ioabbia qualcuno da lodare,quando sono scoraggiato,

mandamiqualcuno

da incoraggiare,quando ho bisogno dellacomprensione degli altri,dammi qualcuno che ha

bisogno della mia,quando ho bisogno

che ci si occupi di me,mandami qualcunodi cui occuparmi,

quando penso solo a me stesso,attira la mia attenzione

su un’altra persona.

Preghiamo

57

La Madonna fa proprio questo in noi, ci aiuta a crescere umanamente e nella fede, ad essere forti e

Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato. La ricerca della pace da parte di tutti gli uomini di buona volontà sarà senz’altro facilitata dal comune riconoscimento del rapporto inscindibile che esiste tra Dio, gli esseri umani e l’intero creato. Illuminati dalla divina Rivelazione e se-guendo la Tradizione della Chiesa, i cristiani offrono il proprio apporto. Essi considerano il cosmo e le sue meraviglie alla luce dell’opera creatri-ce del Padre e redentrice di Cristo, che, con la sua morte e risurrezione, ha riconciliato con Dio «sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli» (Col 1,20). Il Cristo, crocifisso e risorto, ha fatto dono all’umanità del suo Spirito santificatore, che guida il cammino del-la storia, in attesa del giorno in cui, con il ritorno glorioso del Signore, verranno inaugurati «nuovi cieli e una terra nuova» (2 Pt 3,13), in cui abi-teranno per sempre la giustizia e la pace.

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

non cedere alla tentazione dell’essere uomini e cristiani in modo superficiale, ma a vivere con responsabilità, a tendere sempre più in alto.

Riflettendo

Francesco

20°Giornata

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Cerco di testimo-niare il messaggio evangelico con le

mie azioni

Mostrare significa indicare l’orizzonte verso il qua-le andare. È il lavoro della progettazione per indicare i contorni della nuova società, della nuova economia, non solo da un punto di vista degli obiettivi e dei principi, ma anche dei limiti da rispettare e dell’assetto organiz-zativo da costruire. Un lavoro che dobbiamo svolgere in maniera collettiva perché nessuno ha la ricetta in tasca e perché non è più il tempo delle imposizioni, ma della condivisione. Il nostro avvenire lo dobbiamo costruire tutti insieme attraverso il confronto, la riflessione, la sperimentazione.Perciò dovremo sforzarci di diffondere la nostra propo-sta, farla dibattere in ogni ambito possibile, arricchirla dei suggerimenti che la discussione apporta, farla pene-trare nella cultura popolare e farla diventare proposta politica. Finalmente assisteremmo a un ritorno della vera politica, quella che si concentra sui problemi e sulle soluzioni, non sulle ingegnerie di potere. Non siamo più abituati a progettare in grande, ci siamo rassegnati a occuparci solo dei dettagli, delle lotte per i piccoli cam-biamenti possibili. Ma senza progetto non costruiamo, tutt’al più rattoppiamo, sempre in corsa dietro alle falle create dal sistema. Rattoppare è un dovere, ma sognare è una necessità perché senza sogno smarriamo il cammi-no.

Impegno quotidiano

E noi?- Come reagi-sci di fronte al silenzio e all’indiffe-renza delle persone nei confronti di ciò che accade intorno a te e nel mondo?

?Sono pronto, Signore

Signore,Tu mi chiami

ed io ho paura a dirti di sì.Tu mi vuoi

ed io cerco di sfuggirti.Tu chiedi di impossessarti di me

ed io mi rifiuto.Tu t’aspetti un dono completo.

Talvolta sono pronto.La tua grazia

mi spinge interiormente,e allora tutto mi pare facile.Ma, non appena mi accorgo

di quello che debbo abbandonaree quanto è dolorosa

la rottura definitiva, esito.0 Signore, sono in ansia

e lotto nella notte.Dammi la forza

di non rifiutarmi.Illuminami

nella scelta di ciò che vuoi tu.

J. Lebrel

Preghiamo

60

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Chi ci ascolta e ci vede deve poter leggere nelle nostre azioni ciò che ascolta dalla nostra bocca e rendere

Come educatori dobbiamo anche saper risvegliare nei giovani la gioia di vivere, l`apprezzamento per i valori umani più profondi, il gusto del servizio gratuito agli altri e verso la natura che ci circonda; dobbiamo suscitare in essi il senso della vita come vocazione e come servizio ed educarli ad essere cittadini responsabili ed attivi nella costruzione di una società più umana, più libera e solidale.Un altro aspetto importante dell`impegno di educare al valore della vita è quello di aiutare “i giovani a cogliere e a vivere la sessualità, l`amore e l`intera esistenza secondo il loro vero significato e nella loro intima cor-relazione … Solo un amore vero sa custodire la vita”. Per questo occor-re sviluppare una vera educazione all`amore, secondo l`esperienza tipi-ca di Don Bosco ed i criteri del suo sistema educativo. Nella proposta pastorale che accompagnava la strenna dell`anno scorso si indicavano alcuni passi da promuovere in questo senso; è importante prenderli ve-ramente in considerazione in tutto il cammino educativo.

Don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei SalesianiCommento alla Strenna, 2007

gloria a Dio. Dobbiamo testimoniare Cristo con il dono di noi stessi, senza calcoli, a volte anche al prezzo della nostra vita.

Riflettendo

21°Giornata

Francesco

61 62

Vado incontro a qualcuno con

parole d’amore

Provare significa dimostrare, attraverso i fatti, che cambiare è possibile. Quando attuiamo la sobrietà, quan-do promuoviamo un gruppo d’acquisto, quando faccia-mo nascere un gruppo di condivisione dell’auto, quando apriamo una bottega del commercio equo o uno sportello di Banca Etica, quando fondiamo un condominio soli-dale, insomma ogni volta che riusciamo a vivere, a livello personale e di gruppo, delle pratiche che appartengono all’economia del benvivere, non solo compiamo un gesto di coerenza, ma raggiungiamo anche obiettivi politici.Don Lorenzo Milani ci ha insegnato che i poteri non stanno in piedi da soli: traggono forza dai sudditi. Que-sto sistema ingiusto, rapace, distruttivo, sta in piedi perché noi lo sosteniamo attraverso i gesti del vivere quotidiano: il lavoro, il consumo, il risparmio, il paga-mento delle tasse. Siamo noi, attraverso i nostri acqui-sti che consentiamo alle imprese di vivere e prosperare, quelle stesse che sfruttano, che inquinano, che rubano. Siamo noi attraverso i nostri risparmi che permettia-mo alle banche di crescere, quelle stesse che finanziano il commercio di armi, che truffano la gente con titoli spazzatura, che permettono agli imprenditori banditi di rifugiare i loro bottini nei paradisi fiscali. Siamo noi col nostro superconsumo che dilapidiamo le risorse della Terra, sottraiamo beni ai poveri, sommergiamo il piane-ta di rifiuti. Per questo è importante consumare critico, risparmiare responsabile, praticare la sobrietà. La so-cietà è il risultato di regole e comportamenti, se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo anche il sistema a cambiare le sue regole.

Impegno quotidiano

E noi?- Vivi davve-ro la tua vita come un dono?

- Ti ritieni soddisfatto di quello che hai e che fai?

?

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Una vita firmata

Quando la tua coscienza è il cielo e l’universo lo senti vero,

quando le foglie parlano d’amore e primavera brilla nei viali,

nei suoi colori leggerai la firma dell’autore.

Le creature, le più belle, hanno una firma sulla pelle.

Ogni fiore ha nel cuore una firma d’autore.

Ha firmato un grande artista, forse, è vero, è uno stilista.

Nella carne e nel mio io c’è la firma del mio Dio.

E lo so, ogni mia canzone è firmata dall’autore:

io ho messo tutto il niente e lui crea ogni istante.

Ha firmato il cielo e il prato, un frammento di infinito.

E negli occhi dì un bambino, c’è lo sguardo suo divino.

Non chiudete gli occhi al sole, non chiudetevi all’amore, non chiudete il cuore a lui.

Ascoltate le creature che vi dicono che lui è tutto in noi.

Giosy Cento

Preghiamo

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In questo momento di crisi non possiamo preoccu-parci soltanto di noi stessi, chiuderci nella solitudi-

Appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i mo-delli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso inso-stenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico. Si rende ormai indispensabile un effettivo cambiamento di mentalità che induca tutti ad adottare nuovi stili di vita «nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti». Sempre più si deve educare a costruire la pace a partire dalle scelte di ampio raggio a livello personale, familiare, comunitario e politico. Tutti siamo responsabili della protezione e della cura del creato. Tale responsabilità non conosce frontiere. Secondo il principio di sussidiarietà, è importante che ciascuno si impegni al livello che gli corrisponde, operando affinché venga superata la prevalenza degli interessi particolari. Un ruolo di sensibilizzazione e di formazione spetta in particolare ai vari soggetti della società civile e alle Organiz-zazioni Non Governative, che si prodigano con determinazione e gene-rosità per la diffusione di una responsabilità ecologica, che dovrebbe essere sempre più ancorata al rispetto dell’ «ecologia umana».

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

ne, nello scoraggiamento, nel senso di impotenza di fronte ai problemi. Non chiudiamoci, per favore!

Riflettendo

Francesco

22°Giornata

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Metto alla prova il mio essere cristiano

Forzare significa spingere il sistema a compiere passi nella nuova direzione. Sappiamo che il cambiamento non potrà essere che graduale, avverrà solo attraverso un cambio di mentalità e di comportamenti da parte di cittadini, istituzioni, imprese. Sappiamo anche che i vasi sono comunicanti: le scelte dei consumatori influenzano le politiche d’impresa, le scelte delle imprese condiziona-no le abitudini dei consumatori.Schematicamente si possono individuare due grandi set-tori: la difesa dei diritti e la trasformazione del sistema produttivo in un’ottica di sostenibilità, entrambi di im-portanza strategica in questo momento di crisi. Oggi che migliaia di persone rischiano il licenziamento, che le en-trate di molte famiglie rischiano di non coprire neanche i bisogni fondamentali, le ancore di salvezza sono due: la solidarietà collettiva sotto forma di sicurezza sociale e di diritti gratuiti, e la creazione di posti di lavoro nei settori orientati alla sostenibilità. Bisogna abbandonare la produzione da combustibili fossili e potenziare quella da fonti rinnovabili sapendo che il nucleare è solo una battuta elettorale, non solo perché il problema delle scorie radioattive è tutt’altro che risolto, ma perché di uranio ce n’è poco: all’attuale ritmo di consumo ce n’è per altri trenta, massimo cinquanta anni. In conclusione: bisogna individuare tutti i settori inutili e dannosi e finanziare la loro riconversione verso produzioni necessarie e soste-nibili. Contemporaneamente vanno individuati i settori da potenziare, non solo quello delle energie alternative, ma anche quello dell’acqua.

Impegno quotidiano

E noi?- Sei capace di non “tira-re diritto” di fronte alle difficoltà de-gli altri?

- Fai parte di coloro che non fanno rumore, ma che cambia-no il mondo?

?Signore Gesù,

il nostro mondo è ancora pieno di tante ingiustizie

che generano sempre nuove situazioni di povertà.Abbagliati come siamo dalla logica del profitto

anche noi ne siamo coinvolti in prima persona.

Insegnaci a condividere le risorse e i beni

di cui disponiamo,che prima di essere

una nostra conquistasono un dono tuo.

Aiutaci a costruire una societàin cui a ognuno vengano riconosciuti

i suoi diritti fondamentalie in cui ognuno possa vivere

una vita dignitosa.Ma aiutaci soprattutto

a fidarci di te.Perché senza il tuo aiuto

il sogno di un mondo più vivibile non è realizzabile

e rischia di rimanere una pura utopia.

Liberaci dal nostro egoismoe dalla nostra autosufficienza

perché solo con te possiamo riuscirein questa difficile impresa.

Amen.

Preghiamo

66

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Ma noi dobbiamo andare all’incontro e dobbiamo creare con la nostra fede una “cultura dell’incontro”, una cultura dell’amicizia, una cultura dove trovia-

Proteggere l’ambiente naturale per costruire un mondo di pace è, pertanto, dovere di ogni persona. Ecco una sfida urgente da affrontare con rinnovato e corale impegno; ecco una provvidenziale opportunità per consegnare alle nuove generazioni la prospettiva di un futuro mi-gliore per tutti. Ne siano consapevoli i responsabili delle nazioni e quan-ti, ad ogni livello, hanno a cuore le sorti dell’umanità: la salvaguardia del creato e la realizzazione della pace sono realtà tra loro intimamente connesse! Per questo, invito tutti i credenti ad elevare la loro fervida preghiera a Dio, onnipotente Creatore e Padre misericordioso, affin-ché nel cuore di ogni uomo e di ogni donna risuoni, sia accolto e vissuto il pressante appello: se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato.

Benedetto XVIMessaggio per la XLIII giornata mondiale della Pace, 2010

mo fratelli, dove possiamo parlare anche con quelli che non la pensano come noi, anche con quelli che hanno un’altra fede.Tutti hanno qualcosa in comune con noi: sono immagini di Dio, sono figli di Dio.

Riflettendo

23°Giornata

Francesco

67 68

Cerco l’armoniacon chi non

condivide le mie scelte

Intrecciare significa stringere i nostri legami per diven-tare un soggetto politico capace di pilotare il cambia-mento. In Italia esiste un panorama di associazioni e movimenti sociali estremamente ricco che però non riesce ad esprimere tutto il suo potenziale perché troppo di-sgregato e ripiegato su se stesso. All’interno di questo variegato mondo ognuno insegue il proprio progetto: commercio equo, diritto all’acqua, slow food, finanza etica, diritti degli immigrati. Progetti belli, importanti, ma pur sempre orticelli. Mancano momenti di incontro e di confronto comune: chi fa commercio equo non sente di avere molto da spartire con chi si occupa di ripubbli-cizzazione dell’acqua, chi si occupa di pace non sente di avere molto da condividere con chi si occupa di so-brietà anche se le guerre si scatenano sempre di più per il controllo delle risorse. Siamo tutti intenti a fare la punta al nostro lapis, non lo posiamo mai sulla stessa tela per abbozzare un disegno comune che ci rappresenti un po’ tutti. Ecco l’importanza di uscire da noi stessi, tessere relazioni con gli altri gruppi del territorio, or-ganizzare strutture di collegamento a livello nazionale e addirittura internazionale. Dobbiamo fare un lavoro di cucitura non solo per informarci reciprocamente su ciò che facciamo, per concordare iniziative e campagne, per condividere risorse e servizi, ma anche per mettere a confronto le nostre visioni politiche. E non per vezzo, ma per necessità. Tutto è così interconnesso che qualsiasi tema si ripercuote sull’intero sistema.

Impegno quotidiano

E noi?- Quanto sei promotore di pace?

- Sei una per-sona che pro-muove l’in-contro o preferisci ri-manere sulle tue aspettando l’altro?

?

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Và e anche tu fa lo stesso!

Và e diventa «prossimo»di coloro con i quali tu vivi,

di coloro che incontrianche soltanto una volta,

di coloro, che sconosciuti e lontani,ti sono pur sempre fratelli.

Và!In famiglia,nella scuola,tra gli amici,per strada,

nel mondo...c’è sempre qualcuno

che chiede il tuo aiuto,che ha bisogno di te.

Non passare mai «oltre». Niente è più urgente

di un fratello che soffre.Và e fatti vicino.

Intervieni.Datti da fare

senza perdere tempo.Possiedi «olio e vino»

per lenire il dolore,possiedi le garze

per fasciar le ferite.

Preghiamo

69

Ma il martirio non è mai una sconfitta; il marti-rio è il grado più alto della testimonianza che noi

Servire Dio vuol dire fare il bene e fuggire il male.Vuol dire anche prestare aiuto ai nostri fratelli, nei quali ci assicura Gesù c’è Dio.Servizio di Dio è quindi l’osservanza dei comandamenti, è il lavoro, è lo studio, eseguiti con diligenza e sacrificio, è l’aiuto dato ai nostri fratelli più bisognosi, è la gioia delle nostre feste e delle nostre riunioni fami-liari.Attenti però. Se uno lavora solo per ammucchiare ricchezze per sé, e non per rendere anche un servizio ai fratelli, il suo lavoro non è servizioa Dio. Se uno studia solo per avere oggi lodi dai professori e domani una splendida carriera, e non anche per essere capace di servire i pro-pri fratelli, il suo studio non è servizio a Dio.Se ci accorgiamo di lavorare solo per il guadagno, di studiare solo per la carriera, di servire gli altri solo per sfruttarne poi l’amicizia, di vivere le nostre feste in maniera poco onesta, dobbiamo fare come un viaggia-tore che si accorge di avere sbagliato strada. Torna indietro e si mette sulla strada giusta che lo condurrà alla meta che deve raggiungere.

Don BoscoIl giovane provveduto, 1885

dobbiamo dare. Noi siamo in cammino verso il martirio, dei piccoli martìri: rinunciare a questo, fare questo… ma siamo in cammino.

Riflettendo

Francesco

24°Giornata

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Vivo il Vangelo alla “luce del sole”

Non abbiamo scelte: o ci sobbarchiamo il compito dell’alternativa o muoriamo d’inedia. Cominciamo con l’incontrarci, a chiederci cosa abbiamo in comune, quale mondo vogliamo costruire, quale forma potrebbe avere. Lentamente potremmo delineare un comune orizzonte politico, una stessa cornice di riferimento, non un pro-getto che pretende di descrivere minuziosamente dettagli imprevedibili, ma neanche si limiti a mere enunciazioni di principio. Dobbiamo andare oltre i semplici slogan, dobbiamo dare forma a idee come decrescita, equità, sostenibilità. Dobbiamo cominciare a delineare un oriz-zonte abbozzato anche negli aspetti organizzativi. Poi, dalle grandi idee dobbiamo tornare alla realtà per tra-sformare l’utopia in progetto, definendo quali iniziative assumere, quali vie seguire, i tempi da rispettare.Se riuscissimo a costruire un grande movimento all’in-terno del quale ogni gruppo mantiene la propria identi-tà e specificità d’azione, ma nel contempo è impegnato, insieme agli altri, a portare avanti un comune progetto politico, acquisiremmo una grande forza di cambiamen-to. Finalmente riusciremmo a coniugare particolare e generale, presente e futuro, locale e globale. Potremmo mettere a punto una nostra agenda politica. Potremmo obbligare cattedratici, partiti, sindacati, istituzioni a confrontarsi con i temi di lungo periodo secondo logiche nuove. Dimostreremmo che altri sistemi e altre formule organizzative sono possibili. Potremmo riaccendere la speranza, la forza più potente contro il conformismo.

Impegno quotidiano

E noi?- Sei consa-pevole che le cose ti sono state date da Dio perchè le usi per il bene?

- Nella quo-tidianità hai il coraggio di fare scelte controcorren-te?

?Decalogo della fraternità

1. Fratello è coluiche sa ascoltare e comprendere gli altri.

2. Fratello è coluiche sa infondere delicatezza e dolcezza.

3. Fratello è coluiche sa condividere la gioia e la sofferenza

degli altri.

4. Fratello è colui che ha un leale comportamento con gli altri.

5. Fratello è coluiche sa perdonare e non conserva rancore.

6. Fratello è coluiche diffonde la pace intorno a sé.

7. Fratello è coluiche non giudica l’animo degli altri.

8. Fratello è coluiche spezza il pane con il povero.

9. Fratello è coluiche non dice mai basta al bisogno degli

altri.

10. Fratello è coluiche non fa agli altri ciò che non vuole sia

fatto a lui.

Preghiamo

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Il VIS è un organismo di laici che si ispira al carisma di Don Bosco ed affianca il tradizionale impegno edu-cativo dei Salesiani nella formazione integrale umana, scolastica e professionale di bambini e ragazzi.Il VIS è una Organizzazione Non Governativa nata nel 1986, riconosciuta idonea dal Ministero degli Af-fari Esteri italiano e dall’Unione Europea a progettare e realizzare interventi di sviluppo umano nei paesi po-veri e di educazione allo sviluppo in Europa.Nel 2009 ha ricevuto dal Consiglio Economico e So-ciale delle Nazioni Unite (ECOSOC) lo status consul-tivo speciale.

Il VIDES è una Organizzazione Non Governativavoluta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per la promozione della donna, per interventi educativi a favore di bambini e giovani svantaggiati, per la cooperazione nei paesi in via di sviluppo.Crede nell’intuizione di Don Bosco e di Madre Mazzarello che sia possibile educare i giovani ad essere protagonisti della loro formazione e che questo sia un mezzo efficace per migliorare la so-cietà.

Via Appia Antica 12600179 Roma

Tel. [email protected] - www.volint.it

Via di San Saba 1400153 Roma

Tel. [email protected]

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