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Documento sottoscritto con firma digitale ai sensi degli artt. 20,21 n. 2,23 e 24 del D.Lgs n. 82 del 7 marzo 2005 e succ.mod. Firme Datore di Lavoro BRANCACCIO Claudio R.S.P.P. COIRO Mauro Medico Competente Dott. BENINATO Giovanni R.L.S. FINI Maria Carmela D o c u m e n t o V a l u t a z i o n e R i s c h i Ai sensi del D.Lgs. 81 del 09 Aprile 2008 A AN NA AL L I I S S I I d de ei i F FA AT TT TO OR RI I d di i R RI I S S C CH HI I O O e relative valutazioni in ordine alla sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro SEDE AMMINISTRATIVA DI: VIA F. DE SANCTIS 33/35 20141 MILANO SOCIETÀ/AZIENDA C.S.P. SOCIETÀ COOPERATIVA SOCIALE SEDE LEGALE VIA ANTONIO ROSMINI, 1 42123 Reggio Emilia SEDE AMMINISTRATIVA Via F. De Sanctis, 33/35 20141 Milano PARTITA IVA/ C.F. 01796400354 Telefono: 02-2610530 Fax: 02-2610522 Email: [email protected] g 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 m 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 a 2014 2015 2016 2017 2018 2019 I emissione Revisione Documento redatto da

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Documento sottoscritto con firma digitale ai sensi degli artt. 20,21 n. 2,23 e 24 del D.Lgs n. 82 del 7 marzo 2005 e succ.mod.

Firme

Datore di Lavoro BRANCACCIO Claudio

R.S.P.P. COIRO Mauro

Medico Competente Dott. BENINATO Giovanni

R.L.S. FINI Maria Carmela

Documento Valutazione Rischi

Ai sensi del D.Lgs. 81 del 09 Aprile 2008

AANNAALLIISSII ddeeii FFAATTTTOORRII ddii RRIISSCCHHIIOO ee rreellaattiivvee vvaalluuttaazziioonnii iinn oorrddiinnee aallllaa ssiiccuurreezzzzaa ee llaa ssaalluuttee ssuuii lluuoogghhii ddii llaavvoorroo SSEEDDEE AAMMMMIINNIISSTTRRAATTIIVVAA DDII:: VVIIAA FF.. DDEE SSAANNCCTTIISS

3333//3355 –– 2200114411 MMIILLAANNOO

SOCIETÀ/AZIENDA C.S.P. SOCIETÀ COOPERATIVA

SOCIALE

SEDE LEGALE VIA ANTONIO ROSMINI, 1 42123 Reggio Emilia

SEDE AMMINISTRATIVA

Via F. De Sanctis, 33/35 – 20141 Milano

PARTITA IVA/ C.F. 01796400354

Telefono: 02-2610530

Fax: 02-2610522

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g 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

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a 2014 2015 2016 2017 2018 2019

I emissione Revisione

Documento redatto da

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INDICE

1. ANAGRAFICA AZIENDALE 4

1.1. DATI IDENTIFICATIVI 4

1.2. SUDDIVISIONE RISORSE ED INDIVIDUAZIONE CATEGORIE OMOGENEE 5

1.3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE 6

1.4. ORGANIGRAMMA SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE 6

1.5. DESCRIZIONE ATTIVITÀ SVOLTA DALL’AZIENDA 7

1.6. IDENTIFICAZIONE ED ANALISI DELLE AREE DI LAVORO 8

2. OGGETTO E METODOLOGIA DI VALUTAZIONE 10

2.1. ASPETTI GENERALI 10

2.2. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI 11

3. VALUTAZIONE DEI RISCHI 15

3.1. RISCHI CONNESSI AGLI AMBIENTI DI LAVORO / IMPIANTI 16

3.1.1. Ambienti di Lavoro 16

3.1.2. Rischi connessi agli impianti 23

3.2. RISCHI CONNESSI ALLA MANSIONE / FASI DI LAVORO 28

3.2.1. Suddivisione dei lavoratori in gruppi omogenei – Identificazione dei rischi 28

3.2.2. Elenco Identificazione dei Rischi 30

3.2.3. Schede di Valutazione 31

3.3. RISCHI DERIVANTI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 44

3.4. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RUMORE 48

3.5. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: VIBRAZIONI 50

3.6. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: CAMPI ELETTROMAGNETICI 53

3.7. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI 57

3.8. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE 58

3.9. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: ATMOSFERE ESPLOSIVE 64

4. VALUTAZIONI AGGIUNTIVE 65

4.1. VALUTAZIONE RISCHIO DA STRESS LAVORO CORRELATO 65

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4.2. PRESENZA DI PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/ EXTRACOMUNITARIO 66

4.3. GESTANTI 66

4.4. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I DISABILI 69

4.5. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I MINORENNI 69

4.6. AZIENDA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE 70

5. VALUTAZIONE RISCHI INCENDIO 70

5.1. CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE 70

5.2. DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI 71

5.3. ACCESSIBILITÀ E VIABILITÀ DEI MEZZI DI SOCCORSO 72

5.4. INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI E ALTRE PERSONE PRESENTI ESPOSTE A RISCHIO D’INCENDIO 72

5.5. CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO D’INCENDIO 72

6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 74

7. SORVEGLIANZA SANITARIA 75

7.1. ANDAMENTO INFORTUNI 75

7.2. VISITE MEDICHE 75

8. INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE PREVENTIVE E PROTETTIVE 76

9. GESTIONE DEI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA E DI SOMMINISTRAZIONE 76

10. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE - PROGRAMMA INTERVENTI MIGLIORATIVI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE 77

10.1. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE 77

10.2. PROGRAMMA INTERVENTI 77

10.3. MANUTENZIONE 80

11. PROFESSIONALITA’ UTILIZZATA 82

ALLEGATI:

Documenti aziendali

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1. ANAGRAFICA AZIENDALE 1.1. DATI IDENTIFICATIVI

RAGIONE SOCIALE C.S.P. Società Cooperativa Sociale

SEDE LEGALE Indirizzo CAP Comune Provincia

Via Antonio Rosmini, 1 42123 Reggio Emilia Reggio Emilia

SEDE AMMINISTRATIVA

Indirizzo CAP Comune Provincia

Via F. De Sanctis, 33/35 20141 Milano Milano

RECAPITI Telefono Fax E-mail Cell.

02-2610530 02-2610522 [email protected] - - -

PARTITA IVA 01796400354 CODICE FISCALE 01796400354

ISCRIZIONE C.C.I.A.

Provincia Reggio Emilia REA 234894

Data Iscrizione 22/11/2000 Data Costituzione 25/10/2000

Sezione Ordinaria Codice ATECORI

OGGETTO SOCIALE Attività di pulizie, disinfestazione e disinfezione; manutenzione di impianti elettrici ad uso civile 74.70

POS. INAIL 6047100 Sede Reggio Emilia

POS. INPS 4963956956 Sede Milanofiori

DATORE DI LAVORO (PRESIDENTE CDA)

Cognome Nome Luogo e data di Nascita

BRANCACCIO Claudio Napoli 07/09/1964

Codice Fiscale Residenza

Via Comune

BRNCLD64P07F839D Via Donna Prassede, 10

Milano

VICE PRESIDENTE CDA

Cognome Nome Luogo e data di Nascita

COMMENDATORE Alessandra Milano 01/11/1965

Codice Fiscale Residenza

Via Comune

CMMLSN65S41F205A XXV Aprile, 31 Zibido San Giacomo (MI)

CONSIGLIERE

Cognome Nome Luogo e data di Nascita

CATTOLICO Giuseppe Milano 02/12/1964

Codice Fiscale Residenza

Via Comune

CTTGPP64T02F205T XXV Aprile, 31 Zibido San Giacomo (MI)

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1.2. SUDDIVISIONE RISORSE ED INDIVIDUAZIONE CATEGORIE OMOGENEE

SUDDIVISIONE RISORSE UMANE

Identificazione N. Suddivisione

Uomini Donne Di cui

Stranieri Disabili

Soci Titolari

Amministratore 1 1

Consiglieri 2 1 1

Dipendenti Impiegati Amm. VDT

Operai Addetti alle Pulizie

Personale totale

NOTE Si rimanda all’elenco del personale

In relazione alle attività svolte, è possibile individuare le seguenti categorie omogenee di appartenenza:

Per una migliore identificazione del personale impiegato si rimanda al Libro matricola ed alla documentazione aziendale allegata Individuazione Orari di lavoro

ORARI DI LAVORO

Categoria Omogenea Giorni Settimana

Orario Giornaliero

Mattino Pomeriggio Totale Ore Dal al Dalle Alle Dalle alle

IMPIEGATO TECNICO/AMMINISTRATIVO

Lunedì Venerdì 9.00 13.00 14.00 18.00

8 ADDETTO ALLE PULIZIE

Lunedì Venerdì

CATEGORIA OMOGENEA AMBIENTE DI LAVORO PERSONALE

APPARTENENTE ALLA CATEGORIA

IMPIEGATO TECNICO AMMINISTRATIVO

Amministrativo – segreteria – contabilità

Ufficio -

OPERAIO Addetti alle Pulizie Aziende Esterne -

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1.3. ORGANIGRAMMA AZIENDALE

Per quanto riguarda l’organigramma aziendale e la composizione del personale si rimanda agli allegati del presente documento 1.4. ORGANIGRAMMA SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE

DATORE DI LAVORO (PRESIDENTE CDA)

Cognome Nome Luogo e data di Nascita

BRANCACCIO Claudio Napoli 07/09/1964

Codice Fiscale Residenza

Via Comune

BRNCLD64P07F839D Via Donna Prassede, 10

Milano

RESPONSABILE

DEL SERVIZIO

DI

PREVENZIONE

E PROTEZIONE

(R.S.P.P.)

Società G.M.S. GLOBAL MEDICAL SERVICE S.R.L.

Cognome Nome Ruolo Date Incarico

COIRO Mauro Interno I 16/06/2008

X Esterno C

Indirizzo Cap. Comune Provincia

P.zza S.G. Battista alla Creta, 1 20147 Milano Milano

Telefono Fax E-mail Cell.

02-4122561 02-73965032 [email protected] ---

MEDICO

COMPETENTE

Società G.M.S. GLOBAL MEDICAL SERVICE S.R.L.

Cognome Nome Ruolo Data Incarico

BENINATO Giovanni Interno

29/03/2005 x Esterno

Indirizzo Cap. Comune Provincia

p.zza S. G.Battista alla Creta, 1 20147 Milano Milano

Telefono Fax E-mail Cell.

02 - 4122561 02-73965032 [email protected] 348 - 3529604

RAPPRESEN_

TANTE DEI

LAVORATORI

PER LA

SICUREZZA

(RLS)

Società ----

Cognome Nome Ruolo Date

FINI Maria Carmela x Interno I Luglio 2014

Esterno C Luglio 2014 A Annuale

Il Datore di Lavoro ha provveduto a formare adeguatamente gli addetti alla prevenzione incendi e gli addetti al primo soccorso; si allegano gli attestati di formazione.

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Organigramma del Servizio di Prevenzione e Protezione

1.5. DESCRIZIONE ATTIVITÀ SVOLTA DALL’AZIENDA

La scrivente ditta C.S.P. Società Cooperativa Sociale opera nel settore dei servizi alle imprese, svolgendo attività di pulizia, disinfestazione e disinfezione di ambienti civili, industriali ed ospedalieri. Tale attività viene espletata con l’ausilio di attrezzature manuali e meccaniche, quali scope a frange o lamellari, palette, spazzole meccaniche, aspirapolvere e così via. Presso la sede di Via De Sanctis si svolgono invece le attività prettamente amministrative e gestionali, quali i contatti con il pubblico, la gestione contabile, l’organizzazione e pianificazione delle attività.

DATORE DI LAVORO BRANCACCIO Claudio

SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

R.S.P.P. COIRO Mauro

A.S.P.P.

----- PREPOSTO ESTERNO

- - -

MEDICO COMPETENTE BENINATO Giovanni

R.L.S.

FINI Maria Carmela

LAVORATORI Dipendenti Operai

DIRIGENTE DELEGATO

- - - - - -

SQUADRA DI EMERGENZA

AD. AL PRIMO SOCCORSO

AD. ALLA PREVENZIONE INCENDI

RISORSE UMANE

REPARTO UFFICIO REPARTO ESTERNO

LAVORATORI Dipendenti Impiegati

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In relazione alle attività svolte, si può suddividere l’attività svolta secondo il seguente schema:

ZONA/AMBIENTE DI LAVORO/ATTIVITÀ

BREVE DESCRIZIONE PERSONALE COINVOLTO N. DIPENDENTI

UFFICIO Attività amministrativa con uso di VDT Contabilità, contatto con clienti e fornitori Impiegati tecnico/amministrativi

AZIENDE ESTERNE Interventi di pulizia, disinfestazione e disinfezione Operai addetti alle pulizie

1.6. IDENTIFICAZIONE ED ANALISI DELLE AREE DI LAVORO

DESCRIZIONE GENERALE

La sede amministrativa è sita presso i locali di Via Francesco De Sanctis, n° 33/35 – 20141 Milano. L’immobile, inserito in un contesto a vocazione residenziale-commerciale, è costituito da quattro locali posti su due livelli (piano terreno-rialzato e piano semi-interrato). Al piano terreno-rialzato si trovano l’ufficio aperto al pubblico (dotato di tre postazioni VDT), accessibile dalla pubblica via mediante porta inserita in parete vetrata oscurata e, al piano rialzato, l’ufficio tecnico (in cui sono presenti altre postazioni VDT); presso tale ufficio si trovano i servizi igienico-sanitari ad uso del personale e del pubblico, costituiti da antibagno con lavabo e bagno con sanitari e doccia. Al piano rialzato è possibile accedere attraverso porta che si affaccia sul vano scala-ascensore dell’edificio, con passaggio attraverso il cortile condominiale. Al piano seminterrato, accessibile da scala posta nell’ufficio al piano terreno, si trovano: -Una sala adibita a magazzino (divise del personale, archivio documentazione) ovvero ad “area break” e saltuariamente sala d’aspetto/sala riunioni, all’interno della quale sono è stato ricavato un locale per il quadro elettrico generale ed il rack del server della rete informatica aziendale. - Un ampio locale, compartimentato da parete vetrata e suddiviso in ufficio contabilità ed ufficio dell’Amministratore. In tale locale sono presenti gli scaffali utilizzati per l’archiviazione della documentazione aziendale, due postazioni VDT e le macchine fotocopiatrici/fax. Dietro all’ufficio amministrativo si è realizzata una passatoia sospesa ove si trovano i servizi igienici (ad uso del personale presente nel seminterrato), dotati di apposito antibagno e bagno, e l’ingresso secondario utilizzato dai dipendenti, anch’esso affacciantesi sul vano scala-ascensore condominiale. L’immobile è realizzato secondo le tipologie strutturali proprie dell’edilizia residenziale, ovvero struttura portante a telaio in C.A. e tamponamenti in laterizio, con rivestimenti in intonaco civile. All’interno dei locali l’arredo è costituito dalle dotazioni tipiche dell’ufficio (tavoli, sedie, videoterminali, scaffali per archiviazione...) I locali sono dotati di tutti gli impianti principali, ovvero: elettrico, idrico-sanitario, di riscaldamento e condizionamento, telefonico

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PLANIMETRIA DEI LOCALI

DATI TECNICI

Dimensioni Suddivisione dei locali

Area coperta ~142 m2 Uffici/locali 3 Sala Riunione / Archivi 1

Area scoperta - - - m2 Servizi igienici 2 Laboratori / Refettori /

Totale m2 Spogliatoi / Officine / Magazzino /

Volume totale m3 Corridoi/passaggi Comuni

1 Note

Struttura verticale Struttura orizzontale Copertura Scale

Prefabbricato Prefabbricato Prefabbricata Cemento armato X

Cemento armato X Cemento armato In cemento armato In muratura

Muratura laterizi In latero-cemento x In latero-cemento X In ferro

Mista a telaio Mista a telaio In legno In legno

Altro Altro Altro Altro

Note aggiuntive

Impianto Elettrico Condizionamento Impianto di Riscaldamento

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Incassato x Canalizzato Autonomo X Condominiale

Esterno in canaline Esterno A metano Potenzialità

Altro Altro X A gasolio Fino a 35 Kw (34.4 kW)

Potenzialità Potenzialità 30 kW Olio Combustibile

Da 35 a 116 Kw

Conformità 37/08 Si No

Conformità 37/08 Si No

Fonti Alternative > di 116 Kw

Progetto Si No Progetto Si No C.P.I. Si No

Annotazioni

Gli impianti sono tutti corredati di Progetto e Dichiarazione di conformità. La documentazione è conservata presso gli uffici aziendali.

2. OGGETTO E METODOLOGIA DI VALUTAZIONE Tutte le attività umane in cui è presente fonte di pericolo sono soggette a rischio. È quindi fondamentale ridurre i rischi presenti per migliorare la sicurezza delle persone sino al livello sicurezza individuato come accettabile. Qualora non sia è possibile eliminare il pericolo per eliminare il rischio alla radice, occorre ridurre il rischio entro il livello di accettabilità. La valutazione dei rischi ha quindi l’obiettivo di individuare tutti i rischi presenti nel luogo di lavoro e ridurne i livelli entro limiti accettabili programmando ed attuando misure di preventive e protettive. 2.1. ASPETTI GENERALI

Oggetto del presente studio è l’analisi e la valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei Lavoratori sul Luogo di Lavoro. Lo scopo è realizzare un documento che passi in rassegna l’impresa nel suo complesso al fine di individuare, nell’ambito delle conoscenze possedute e delle informazioni raccolte, i rischi cui possono essere esposti i Lavoratori nello svolgimento delle loro funzioni ed i conseguenti danni che potrebbero riportare. L’analisi non pretende di essere esaustiva né si può escludere che un evento imprevisto ed imprevedibile si verifichi dando luogo a conseguenze rilevanti. In ogni caso il documento verrà utilizzato come strumento di lavoro permanente e dinamico, con la possibilità di aggiornarlo periodicamente anche in funzione di nuovi eventi e di una maggior esperienza maturata. La metodologia seguita nell’analisi dei rischi ha come riferimento il D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008, i documenti emessi dalla Comunità Europea nonché le norme di buona tecnica (CEI-UNI). A norma dell’art. 28 del D.Lgs. 81/08, la valutazione dei rischi per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori è il primo e più importante adempimento da ottemperare da parte del Datore di Lavoro per arrivare ad una conoscenza approfondita di qualunque tipo di rischio presente nella propria realtà aziendale. In particolare l’articolo sopra citato impone l’obbligo di elaborare un documento contenente:

a) La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute durante il lavoro; b) L’individuazione delle misure di Prevenzione e Protezione da attuare; c) Il programma di attuazione delle misure individuate; d) L’eventuale documentazione di supporto;

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Si può affermare, in sintesi, che “L’obiettivo della valutazione dei rischi consiste nel consentire al datore di lavoro di prendere i provvedimenti che sono effettivamente necessari per la salvaguardia la sicurezza e la salute dei lavoratori”. Uno strumento generale di valutazione dei rischi professionali deve rifarsi a criteri operativi semplificati che consentano di soddisfare comunque ad alcuni requisiti definiti dalle linee guida europee: 1) Assicurare la maggiore sistematicità possibile al fine di garantire l’identificazione di tutti i possibili rischi

presenti , e precisamente:

- Individuazione delle fonti potenziali di pericolo (sostanze, macchinari, agenti nocivi, ecc.) - Individuazione dei soggetti esposti

2) Procedere alla valutazione dei rischi per ciascun rischio individuato alla fase 1, e precisamente poter emettere un giudizio di gravità del rischio.

3) Consentire l’individuazione delle misure di prevenzione e protezione da attuare in conseguenza degli esiti della valutazione, stabilendo in questo modo il programma di attuazione.

2.2. CRITERI PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

La valutazione del rischio è stata svolta seguendo una procedura che prevede successivamente: 1. Identificazione dei cicli produttivi, delle lavorazioni eseguite, delle mansioni presenti, dei lavoratori associati alle varie mansioni/lavorazione/ambienti di lavoro/attrezzature e delle attività/lavorazioni ad esse collegate. p 2. Ricerca e l’individuazione dei pericoli presenti (agenti biologici, agenti chimici, attrezzature di lavoro, elettricità, illuminazione, impianti, incendio ed esplosione, luoghi, locali e posti di lavoro, microclima, movimentazione dei carichi, radiazioni ionizzanti, radiazioni non ionizzanti, rumore, sostanze pericolose, vibrazioni, videoterminali) per la sicurezza e la salute dei lavoratori. p 3. Identificazione dei lavoratori potenzialmente esposti. p 4. Valutazione della potenzialità del pericolo, della frequenza di esposizione, e della probabilità (valutazione del rischio). p 5. Individuazione delle misure di prevenzione, protezione e dei dispositivi di protezione individuale. p 6. Individuazione delle tempistiche di attuazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. I criteri adottati per la valutazione del rischio sono riferiti alle normative contenute nell’elenco della legislazione applicabile. Per valutazione del rischio si intende la valutazione globale della probabilità e della gravità di possibili lesioni o danni alla salute in una situazione pericolosa per scegliere le adeguate misure di sicurezza. La procedura adottata per la valutazione del rischio si basa sull’analisi dei possibili pericoli (fonte di possibili lesioni o danni alla salute) presenti. Passo 1: individuazione del punto di verifica/sorgente di pericolo.

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Passo 2: Individuazione dei potenziali effetti pericolosi derivanti dalla sorgente e verifica della presenza degli stessi, ovvero Verifica della rispondenza dei requisiti oggetto di analisi

La simbologia utilizzate per identificare l’esito della verifica della presenza di un pericolo è la seguente:

1 z rischio non presente/non significativo o conformità alla normativa 2 � rischio presente con eventuale descrizione 3 ∆ rischio residuo con eventuale descrizione

Passo 3: valutazione del rischio (se � oppure ∆).

Il livello di rischio è dato dal prodotto dei seguenti fattori:

Punto di Verifica/Sorgente di

Rischio Criticità/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note M F P R

Categoria

Descrizione

Punto di Verifica/Sorgente di

Rischio Criticità/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note M F P R

Categoria Individuazione Possibili rischi

Descrizione

z ∆

rischio residu

o �

Punto di Verifica/Sorgente di

Rischio Criticità/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo Misure di sicurezza/Note

M F P R

Categoria (V. Tabelle esplicative seguenti)

Descrizione Effetti

∆ rischio residuo �

1-8 1-4 1-4

1-12

13-31

32-47

48-128

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x Potenzialità del pericolo (M); x Frequenze (F); x Probabilità di accadimento (P);

analizzando anche la situazione infortunistica precedente, il pericolo, le conoscenze ed i suggerimenti degli operatori.

M x F x P = R

Ai fattori in analisi (M, F, P) vengono assegnati i valori riportati di seguito. M POTENZIALITÀ DEL PERICOLO (possibile danno che il pericolo può provocare)

M 1 Lieve entità (l’infortunio può causare fastidio o infortunio rapidamente reversibile)

M 2 Medio bassa entità (infortunio reversibile)

M 4 Pericolo di medio alta entità (infortunio irreversibile o reversibile a lungo termine)

M 8 Pericolo di alta entità (infortunio gravissimo può provocare il decesso del Lavoratore)

F FREQUENZA (frequenza di esposizione alla fonte di pericolo)

F 1 Mensile con basso tempo di esposizione

F 2 Settimanale con basso tempo di esposizione o mensile con alto tempo di esposizione

F 3 Quotidiana con basso tempo di esposizione o settimanale con alto tempo di esposizione

F 4 Quotidiana con alto tempo di esposizione (superiore a 4 ore consecutive)

P PROBABILITÀ DI ACCADIMENTO (probabilità che si verifichi l’evento pericoloso tenendo conto della possibilità di evitare il danno)

P 1 Bassa probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Alta probabilità di evitare il danno

P 2 Bassa probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Bassa probabilità di evitare il danno

o

Alta probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Alta probabilità di evitare il danno

P 3 Alta probabilità che si verifichi l’evento pericoloso Bassa probabilità di evitare il danno

P 4 Certa-Inevitabile (certezza che si verifichi l’evento pericoloso)

Potenzialità del pericolo/sorgente di rischio

Frequenza Probabilità Rischio

M (8-4-2-1) F (4-3-2-1) P (4-3-2-1) R

R: COEFFICIENTE DI RISCHIO

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Esito verifica

Grado di rischio

Rischio Misure di sicurezza

1 - 12 Basso Adeguamenti di priorità 4 – identificare e porre in atto misure di sicurezza nel medio termine (vedi passo n° 5)

13 - 31 Medio Adeguamenti di priorità 3 - identificare e porre in atto misure di sicurezza nel breve termine (vedi passo n° 5)

32 - 47 Elevato Adeguamenti di priorità 2 – identificare e porre in atto misure di sicurezza immediate (vedi passo n° 5)

48 - 128 Non

accettabile

Adeguamenti di priorità 1 – situazione non accettabile – sospendere l’attività fino a quando non sono state messe in atto le misure di sicurezza necessarie (vedi passo n° 5)

I pericoli con indice di gravità M8 (pericolo di alta entità - infortunio gravissimo che può provocare il decesso del lavoratore) sono automaticamente considerati rischi con adeguamento di priorità 1.

Esito verifica

Grado di rischio

Rischio Misure di sicurezza

∆ rischio residuo

1 - 12 Basso Mettere in atto le misura di sicurezza previste

13 - 31 Medio Mettere in atto le misura di sicurezza previste

32 - 47 Elevato Mettere in atto le misura di sicurezza previste

48 - 128 Non accettabile La lavorazione deve essere immediatamente sospesa, mettere in atto misure di sicurezza tali da rendere il rischio il più basso possibile

Passo 4: indicazione delle misure di sicurezza. Punto di verifica/sorgente di pericolo

Esito verifica Descrizione del pericolo

M F P R Misure di sicurezza

X Nella casella apposita (X), a seconda dell’esito della verifica, verranno indicate:

Esito verifica z Nessuna misura di sicurezza (eventuali indicazioni preventive) � Misure di sicurezza, tempistiche, responsabile dell’intervento/adeguamento

∆ rischio residuo Misure di sicurezza (queste dovranno essere immediatamente applicate) Passo 5: indicazione delle tempistiche di implementazione delle misure di sicurezza all’interno del documento.

SCADENZA MISURE DI SICUREZZA TEMPISTICHE DI IMPLEMENTAZIONE

Scadenza X Medio termine 10 mesi Scadenza Y Breve termine 6 Mesi Scadenza Z Immediate 2 Mesi Scadenza W Sospensione attività ---

Per completare la valutazione del rischio non è sufficiente comunque esprimere un valore numerico, di indice qualitativo ma è indispensabile che tale valore R (rischio) venga confrontato con un valore limite o accettabile Ra (rischio accettabile) che l’analista deve stabilire, se l’attività non è normata, e che è conosciuto se l’attività è regolata dalle normative (siano leggi dello stato, norme Europee, norme internazionali o di buona tecnica).

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Il giudizio oggettivo di accettabilità, espresso in termini di conformità alle norme vigenti, rappresenta il livello minimo di sicurezza. La valutazione che segue è stata condotta mediante una procedura specifica e ben definita, che ha portato alla definizione di apposite schede bibliografiche di riferimento, che contengono indicazioni utili per l'elaborazione delle strategie di prevenzione e per integrare, ove del caso, le istruzioni specifiche per i Lavoratori. I criteri sopra descritti sono stati applicati analizzando la realtà aziendale relativamente alle tipologie di rischio riassunte nelle seguenti categorie generali:

Rischi di natura infortunistica - Rischi per la sicurezza dovuti a: x Strutture (altezza, cubatura, superficie, ecc…); x Macchinari; x Arredamenti; x Scaffalature; x Pavimenti, botole, muri, soffitti, soppalchi e passaggi; x Pareti vetrate; x Uscite ed ingressi; x Percorsi di esodo; x Aerazione dei luoghi di lavoro; x Illuminazione (naturale ed artificiale); x Impianto elettrico; x Impianto di climatizzazione; x Impianto di riscaldamento; x Sostanze e preparati pericolosi; x Incendio ed esplosioni.

Rischi di natura igienico-ambientale - Rischi per la salute dovuti a: x Agenti chimici; x Agenti fisici; x Agenti biologici; x Pulizia ed ordine dei luoghi di lavoro.

Rischio di tipo “trasversale” - Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a: x Organizzazione del lavoro; x Fattori psicologici; x Fattori ergonomici; x Condizioni di lavoro difficili; x Lavoratrici in stato interessante.

Le misure di sicurezza di seguito proposte ed ottenute dall’analisi della valutazione dei rischi, in particolare, mirano a: x Migliorare ulteriormente (in rapporto allo sviluppo del progresso della tecnica prevenzionistica)

situazioni già conformi; x Dare attuazione alle nuove disposizioni introdotte dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i.; x Regolarizzare eventuali situazioni carenti rispetto alla legislazione previgente il D.Lgs. 81/08 e s.m.i. .

3. VALUTAZIONE DEI RISCHI L’analisi viene effettuata secondo i criteri precedentemente esposti, analizzando i rischi nel seguente ordine:

� Rischi generali connessi agli ambienti di lavoro

� Rischi derivanti dalle specifiche mansioni/fasi di lavoro

� Rischi Specifici

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Nello sviluppo del documento verranno analizzati i potenziali pericoli riscontrati. Per l’individuazione dei pericoli/sorgenti sono stati consultati e coinvolti il Medico Competente, il Rappresentate dei Lavoratori per la Sicurezza ed i Lavoratori, anche mediante colloqui informativi. 3.1. RISCHI CONNESSI AGLI AMBIENTI DI LAVORO / IMPIANTI

3.1.1. Ambienti di Lavoro

Edificio Sede Amministrativa

x Uffici x Deposito/

Sala Riunioni

x Servizi igienici

I locali della sede sono disposti su due piani comunicanti. Al piano terreno e rialzato si trovano gli uffici aperti al pubblico/tecnici, mentre al piano semi-interrato sono stati realizzati il locale deposito, il locale server e gli uffici contabilità ed amministrazione.

Uffici – Magazzino/Sala Riunioni

Punto di Verifica/Sorgente

di Rischio Criticità/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note M F P R

Dimensioni x Malessere, sensazione di disagio

Altezza

Le dimensioni dei locali sono correttamente commisurate al personale presente

z

Superficie (spazio per lavoratore: 2mq)

Cubatura (cubatura per lavoratore: 10mc)

Ambientali

x Scarse condizioni igienico-sanitarie, malessere e patologie derivanti da scarso benessere termo-igrometrico (patologie delle vie respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio, etc)

x Pericolo di caduta per scivolamento o inciampo x Presenza di agenti patogeni

Pavimenti, muri e soffitti

La pavimentazione è in parquet a listelli. I soffitti ed le pareti sono in muratura con finitura a gesso e di colore tenue

z

Presenza di scale

La scala interna è in c.a. con rivestimento in marmo e fettucce antisdrucciolo. Le scale dei livelli sfalsati di ciascun piano sono adeguatamente realizzate con materiali antiscivolo

z

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Presenza di protuberanze, cavità o piani inclinati, gradini e/o dislivelli pericolosi

I due piano sono ciascuno realizzato su due livelli sfalsati; le rampe di raccordo sono adeguatamente realizzate

z

Superfici in condizioni di poter essere pulite e deterse per ottenere condizioni di igiene adeguate in base al tipo di utilizzo

Le superfici dei locali possono essere pulite e deterse. Il grado di pulizia ed igiene risulta adeguato.

z

Il pavimento, i muri e il soffitto devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di igiene e pulizia.

Microclima x Scarso benessere termo-igrometrico, patologie delle vie respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio e muscolare

Difesa contro gli agenti atmosferici; Temperatura, Umidità, correnti d’aria e soleggiamento;

L’impianto di riscaldamento garantisce una temperatura costante compresa tra i 18°C e i 24°C

z

È presente un impianto a pompa di calore esterna ed unità di distribuzione interne a parete con circolazione di fluido conduttore di calore; tale impianto consente il riscaldamento nei mesi invernali e, invertendone il ciclo di funzionamento, la climatizzazione in quelli estivi Garantire una costante manutenzione dell’impianto e degli elementi di distribuzione.

Nei mesi estivi la temperatura è regolata dall’impianto di climatizzazione

Garantire una manutenzione costante dei filtri dei fan-coil Evitare possibili correnti d’aria dirette.

Passaggi e spazi di lavoro x Urti, tagli, contusioni x Scivolamenti, inciampi x Disorientamento in caso di situazione di emergenza

Passaggi liberi e ben mantenuti

I passaggi interni risultano sgombri da ostacoli

Le vie e le uscite di emergenza devono rimanere sgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro. I passaggi non devono essere ingombrati da materiali che ostacolino il normale passaggio.

La collocazione di armadi e scaffali consente un uso agevole degli stessi anche con l’ausilio di scale

La documentazione è talvolta conservata al di sopra degli armadi in posizioni precarie e prelevata dal basso senza l’ausilio di scale portatili

∆ rischio residuo

1 3 2 6

Si raccomanda di non disporre raccoglitori al di sopra degli armadi in posizioni precarie (in particolare sporgenti), ed eventualmente utilizzare una scaletta portatile per il prelievo dei raccoglitori stessi

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Lo spazio di lavoro è ordinato e dotato delle attrezzature necessarie

Gli ambienti sono generalmente mantenuti in un buono stato di ordine

z

Presenza di adeguata cartellonistica

Risulta da integrare la cartellonistica di sicurezza (planimetrie, cartelli antincendio, divieto di fumo, ecc.)

∆ rischio residuo

4 3 2 24 Predisporre ed integrare la cartellonistica all’interno degli ambienti.

È consentita una rapida uscita verso l’esterno

I locali si affacciano direttamente sulla pubblica via; gli ingressi secondari conducono facilmente al cortile condominiale

Porte e portoni

Adeguatezza dei passaggi

I locali sono dotati di porte di larghezza adeguata, in numero sufficiente, apribili dall’interno: le porte di pertinenza condominiale risultano essere chiuse a chiave e/o da chiavistelli durante l’orario di lavoro

∆ rischio residuo

4 3 2 24

Si consiglia di non chiudere le porte con chiavistelli/chiavi, così da poterle agevolmente aprire in caso di emergenza

Illuminazione naturale e artificiale x Affaticamento visivo

Indice di illuminamento naturale

I locali sono illuminati con luce naturale e/o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità Le superfici finestrate illuminanti presentano un adeguato stato di pulizia Le finestre hanno idonei mezzi di schermatura (tende veneziane)

z

Le superfici vetrate illuminanti devono essere tenute in buone condizioni di pulizia e di efficienza. Mantenere i dispositivi di apertura delle finestre apribili in buone condizioni di utilizzo.

Indice di illuminamento artificiale

L’impianto di illuminazione artificiale è installato correttamente ed in modo stabile, non genera rischi di urto accidentale

z

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Illuminamento in Lux

La collocazione degli elementi illuminanti evita abbagliamenti e/o ombre fastidiose Gli elementi sono idoneamente schermati

z

Manutenzione e sostituzione programmata degli elementi illuminanti

z

I mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. Verificare costantemente gli elementi illuminanti

Aerazione naturale e artificiale x Scarso benessere

Rapporto di aerazione naturale

Le aperture garantiscono un adeguato ricambio d’aria, sono facilmente apribili ed hanno buone condizioni di fruibilità (accessibili e assenza di materiale posto davanti ad esse). I dispositivi di apertura/chiusura sono sicuri e perfettamente funzionanti

z

Posto di lavoro x Affaticamento posturale x Disagio ed affaticamento visivo (prurito, irritazione, bruciore

agli occhi)

Spazio e posto di lavoro

Lo spazio di lavoro è ordinato e dotato delle attrezzature necessarie Il posto di lavoro è adattabile in funzione della tipologia d’attività

∆ rischio residuo

1 4 2 8

Sono possibili abbagliamenti e riflessi sullo schermo

Posizionare i monitor e le attrezzature in modo da evitare abbagliamenti e riflessi

Attrezzatura

L’attrezzatura è in posizione stabile Gli accessori (Monitor, tastiera, ecc..) sono disposti in modo funzionale Per le attrezzature quali telefono, fax, notebook, fotocopiatrice, stampanti, ecc. la posizione è comoda in funzione del tipo di utilizzo

∆ rischio residuo

1 4 2 8

Le fotocopiatrici/fax presenti negli uffici semi-interrati sono disposte nel vano sotto-scala; prestare la dovuta attenzione, in particolare nel prelievo delle risme di carta, onde evitare urti accidentali

Gli attrezzi manuali sono di tipologia appropriata al lavoro da svolgere e di qualità soddisfacente

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Gli attrezzi manuali taglienti, appuntiti, e non, si trovano in buono stato di conservazione

Sedia

Il tipo di sedia garantisce un’adeguata stabilità al ribaltamento, ha il sedile girevole è di tipo ergonomico con schienale regolabile in altezza ed inclinabile.

z

Schermo

Definizioni e forma chiara dei caratteri, immagine stabile e senza sfarfallio, brillanza e contrasto; E’ regolabili spostabile, inclinabile, ruotabile

z

Tastiera

I simboli dei tasti sono facilmente leggibili dall'utilizzatore, dissociata dallo schermo, spostabile, appoggio per mani e braccia, inclinabile, superficie opaca

z

Servizi igienici

Punto di Verifica/Sorgente

di Rischio Criticità/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note M F P R

Dimensioni x Malessere, sensazione di disagio

Altezza I locali risultano separati per uomini e donne e dotati di antibagno. Risultano idoneamente segnalati

z

I locali risultano idonei per numero e dimensioni al personale presente in

sede

Superficie (spazio per lavoratore: 2mq)

Cubatura (cubatura per lavoratore: 10mc)

Ambientali

x Scarse condizioni igienico-sanitarie, malessere e patologie derivanti da scarso benessere termo-igrometrico (patologie delle vie respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio, etc)

x Pericolo di caduta per scivolamento o inciampo x Presenza di agenti patogeni

Pavimenti, muri e soffitti

La pavimentazione ed i rivestimenti sono in piastrelle di ceramica. I soffitti sono in muratura con finitura a intonaco e di colore tenue

z

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Dotazione

I servizi igienici sono dotati di un numero sufficiente di lavandini e w.c. Hanno un numero adeguato di prese acqua. La rubinetteria è dotata di azionamento manuale Vi è la presenza di mezzi detergenti (distributore monouso di sapone) e mezzi per asciugarsi (asciugamani monouso)

z

Microclima x Scarso benessere termo-igrometrico, patologie delle vie respiratorie, dell’apparato cardio-circolatorio e muscolare

Difesa contro gli agenti atmosferici; Temperatura, Umidità, correnti d’aria e soleggia mento;

L’impianto di riscaldamento garantisce una temperatura costante compresa tra i 18°C e i 24°C z

Garantire una costante manutenzione dell’impianto e degli elementi radianti.

Nei mesi estivi la temperatura è regolata dall’impianto di climatizzazione

Garantire una manutenzione costante degli impianti Evitare possibili correnti d’aria dirette.

Porte e portoni

Adeguatezza dei passaggi

I locali sono dotati di porte di larghezza adeguata, in numero sufficiente, apribili dall’interno e libere da ostacoli Le porte consentono una rapida uscita verso l’esterno, e la loro apertura risulta agevole

z

Illuminazione naturale e artificiale x Affaticamento visivo

Indice di illuminamento naturale

I locali sono illuminati con luce naturale e/o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità Le superfici finestrate illuminanti presentano un adeguato stato di pulizia Le finestre hanno idonei mezzi di schermatura

z

Le superfici vetrate illuminanti devono essere tenute in buone condizioni di pulizia e di efficienza. Mantenere i dispositivi di apertura delle finestre apribili in buone condizioni di utilizzo.

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Indice di illuminamento artificiale

L’impianto di illuminazione artificiale è installato correttamente ed in modo stabile, non genera rischi di urto accidentale

z

Illuminamento in Lux

La collocazione degli elementi illuminanti evita abbagliamenti e/o ombre fastidiose Gli elementi sono idoneamente schermati

z

Manutenzione e sostituzione programmata degli elementi illuminanti

z

I mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. Verificare costantemente gli elementi illuminanti

Aerazione naturale e artificiale x Scarso benessere

Rapporto di aerazione naturale

Le aperture garantiscono un adeguato ricambio d’aria, sono facilmente apribili ed hanno buone condizioni di fruibilità (accessibili e assenza di materiale posto davanti ad esse). I dispositivi di apertura/chiusura sono sicuri e perfettamente funzionanti

z

Rapporto di aerazione artificiale

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3.1.2. Rischi connessi agli impianti

Impianto Elettrico

Intero Stabile

Impianto elettrico : E’ costituito da un quadro generale e da linee principali e di derivazione parte incassate e parte esterne in canaline. L’impianto elettrico è stato oggetto di valutazione e rilascio di Dichiarazione di Conformità ai sensi della L. 46/90 oggi 37/08.

Punto di Verifica/Sorgente di

Rischio Effetti/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note M F P R

Documentazione Caratteristiche Tecniche

L'impianto elettrico è stato realizzato secondo le norme CEI o altre norme di regola d'arte.

z

Gli impianti non presentano particolari rischi trattandosi di impianti realizzati secondo le normative e con materiali idonei

E stato realizzato secondo un progetto redatto da tecnico abilitato

z

Verificare la presenza di progetto e Dichiarazione di Conformità

È stato realizzato da soggetto abilitato.

z

E’ corredato di Dichiarazione di Conformità ai sensi della Legge 37/08

z

L'impianto è costruito e mantenuto in modo da prevenire i pericoli derivanti da contatti accidentali con elementi sotto tensione.

z

Protezione contro contatti diretti

∆ rischio residuo

8 1 2 16

Manutenzione programmata effettuata da personale competente Rimane la possibilità di guasto d’isolamento

Protezione contro contatti indiretti

∆ rischio residuo

8 1 1 8

Manutenzione programmata effettuata da personale competente Rimane la possibilità di cortocircuito o contatti indiretti;

Utilizzo di triple e ciabatte

∆ rischio residuo

4 1 1 4

Manutenzione programmata effettuata da personale competente Attrezzature e strumentazioni soggetti ad usura Sostituire le prese multiple utilizzate nell’ufficio contabilità con apposite torrette

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Utilizzo di utenze di portata eccessiva z

Non vengono utilizzate apparecchiature a potenza elevata o più apparecchiature collegate ad unica presa tramite prese multiple

Le macchine e gli apparecchi elettrici portano l'indicazione delle caratteristiche costruttive, della tensione, dell'intensità e tipo di corrente.

z

L'isolamento dei conduttori in ogni punto dell'impianto è adeguato alla tensione.

z

Presenza di fili/cavi aggrovigliati e/o volanti

z

Curare l’ordine della cavetteria nella sala contenente il quadro elettrico generale e il server aziendale

presenza di fili elettrici a pavimento nelle zone di passaggio senza protezione solida contro lo schiacciamento

z

L'impianto dispone di protezioni contro le sovratensioni.

z

E' stata verificata la necessità di proteggere l'impianto elettrico contro le scariche atmosferiche.

z

L'impianto di messa a terra è stato regolarmente denunciato, all'organo competente.

z

I dispersori per la presa di terra sono realizzati in modo da garantire una resistenza non superiore a 20 Ohm per gli impianti utilizzati fino a 1000 V.

z

L'impianto di messa a terra è verificato con intervalli non superiori a due anni. (DPR 462/01)

z

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Impianto di Riscaldamento/Condizionamento

Intero Stabile

Impianto di riscaldamento/condizionamento : I locali sono dotati di un impianto di riscaldamento e condizionamento costituito da una pompa di calore esterna (potenza frigorifera 15.5 kW, potenza di riscaldamento 15.8 kW) e 6 unità interne di distribuzione a portata variabile, con rete di circolazione del gas frigorigeno in tubi di rame saldato e rete di raccolta acqua di condensa in tubazioni plastiche in polietilene. Gli impianti sono stati realizzati in conformità al progetto ed alle disposizioni normative D.Lgs. 37/08.

Punto di Verifica/Sorgente di

Rischio Effetti/Esito verifica

Valutazione del rischio residuo Misure di sicurezza/Note

M F P R

Riscaldamento

L'impianto è stato realizzato secondo le norme CEI o altre norme di regola d'arte.

z

V. Documentazione Aziendale

E stato realizzato secondo un progetto redatto da tecnico abilitato

z

È stato realizzato da soggetto abilitato.

z

E’ corredato di Dichiarazione di Conformità ai sensi della Legge 37/08

z

La tipologia dell’impianto prevede il rilascio di un Certificato di Prevenzione Incendi (CPI)

- Non necessario

E’ stato nominato il Terzo Responsabile

- Non necessaria la nomina

L'impianto è corredato da un regolare libretto d'uso e di manutenzione.

z

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La manutenzione dell'impianto è affidata ad un tecnico abilitato che stabilisce la periodicità delle visite manutentive tramite apposite tabelle.

z

Impianto Antincendio

Intero Stabile I locali sono dotati di uscite di emergenza.

Punto di Verifica/Sorgente di Rischio

Effetti/Esito verifica Valutazione del rischio residuo

Misure di sicurezza/Note

M F P R

Documentazione

Presenza di C.P.I. rilasciato dai VV.F. - - - - - Non necessario

Presenza di planimetrie con indicazione del Piano d’Evacuazione

-

Documentazione non presente

Documento Piano Emergenza ed Evacuazione

-

Schede di controllo e verifica programmata di tutti i mezzi di spegnimento

-

Segnaletica

Identificazione vie di fuga

Situazione di pericolo in caso di

emergenza

� 4 3 2 24

Segnaletica non presente; provvedere a predisporre idonea segnaletica di sicurezza È presente cartellonistica indicante il divieto di fumo nei locali

Identificazione dei mezzi di spegnimento Illuminazione di emergenza interna ed esterna Divieto di fumo

Presenza di cassetta di pronto soccorso con contenuto completo z

Verificare che il contenuto della Cassetta di Pronto Soccorso (V. Scheda di Valutazione Specifica)

Mezzi antincendio

Compartimentazione REI - - - - -

Non presente compartimentazione REI interna.

Presenza di mezzi di rilevazione incendi

- - - - -

Non è presente un sistema di rilevamento fumi

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Presenza di impianto antincendio a spegnimento autonomo

- - - - -

Non è presente un impianto autonomo

Porte

Presenza di numero sufficiente di Uscite di Emergenza

z Le uscite sono commisurate al personale presente

Porte di emergenza munite di maniglione antipanico

∆ rischio residuo

4 3 2 24

Le porte non risultano provviste di maniglione antipanico

Adeguatezza delle vie di emergenza z

Estintori

Presenza sul luogo di lavoro in numero adeguato

∆ rischio residuo

4 3 2 24

Non presenti. Predisporre mezzi di spegnimento incendi (V. Valutazione Specifica e Misure Organizzative)

Presenza di Estintori a CO2

-

Presenza di Estintori a Polvere

-

Presenza di Estintori a schiuma - - - - -

Verifica effettuata negli ultimi 6 mesi -

Idranti

Presenza sul luogo di lavoro in numero adeguato

-

Verifica effettuata negli ultimi 6 mesi -

Pompe antincendio

Presenza sul luogo di lavoro in numero adeguato

-

Verifica effettuata negli ultimi 6 mesi -

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3.2. RISCHI CONNESSI ALLA MANSIONE / FASI DI LAVORO

3.2.1. Suddivisione dei lavoratori in gruppi omogenei – Identificazione dei rischi

Gruppo Omogeneo: Addetti ad attività d’ufficio

Attività Attrezzature Impianti Rischi

Generica in ufficio: - contabilità, amministrativo, - Progettazione - Contatto clienti fornitori

x Impianto elettrico x Impianto di illuminazione x Impianto termico x Impianto di climatizzazione x Arredi

x Ambientali x Elettrici x Incendio x Infortuni (inciampi,

scivolamenti, urti, etc.) x Microclima x Inquinamento dell’aria

Attività telefonica, rapporti con clienti, fornitori, etc. Utilizzo di macchine d’ufficio.

x Macchine da ufficio x Telefono x Fotocopiatrice x Fax x Calcolatrice x Etc.

x Elettrici x Organizzativi procedurali /

stress correlato x Affaticamento mentale

Utilizzo di attrezzature munite di videoterminale.

x Tavoli, scrivanie x Sedie x Personal computer x Stampante

x Elettrici x Posturali x Affaticamento visivo x Affaticamento mentale x Organizzativi procedurali /

stress correlato

Gruppo Omogeneo: Operaio Addetto alle Pulizie

Attività Attrezzature Impianti Rischi

Attività di pulizia, disinfestazione e disinfezione

- Spolveratura ad umido di arredi e ritiro rifiuti - Spazzatura pavimenti, manuale e meccanica

x Panni, carrello per raccolta rifiuti/trasporto prodotti

x Scopa a frange o lamellare x Paletta x Garze di cotone x Aspirapolvere x Motospazzatrice

x Sostanze e preparati:

- Spray elettrostatici - Detergenti

x Scivolamenti, inciampi, cadute,

urti, cadute dall’alto x Taglio, schiacciamento ed altre

lesioni causate da macchine ed attrezzature

x Taglio, schiacciamento ed altre lesioni causate da utensili manuali od oggetti

x Elettrocuzione x Agenti fisici:

- Rumore - Vibrazioni

x Esposizione ad agenti chimici pericolosi per la salute

x Esposizione ad agenti biologici x Rischio legato a co-attività x Lavoro isolato x Rischio legato a negligenze e

- Lavaggio manuale dei pavimenti - Lavaggio dei pavimenti con macchine lavasciuga

x Carrello con mop o frange x Macchina lavasciuga a cavo, a

batteria o a motore a scoppio x Sostanze e preparati:

-Detergenti, sgrassanti, disinfettanti, disincrostanti

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- Deceratura e ceratura pavimenti

x Monospazzola a disco abrasivo x spandicera x Aspiraliquidi, scopa a frange x Frattazzo x Raschietto x Carrello mop x Panni da pavimento

x Sostanze e preparati:

-Decerante, emulsione polimerica (cera)

carenze formative x Stress correlato

- Pulizia delle superfici verticali - Pulizia e disinfezione dei servizi igienici

x Tergivetro x Asta telescopica x Raschietto x Secchio x Scale portatili x Flaconi vaporizzatori x Carrello mop con sacco per rifiuti

x Sostanze e preparati:

-Detergenti, sgrassanti, disinfettanti, disincrostanti, deodoranti

Pulizia di superfici esterne di vetrature non apribili

dall’interno, anche in altezza x Tergivetro x Asta Telescopica x Secchio x Piattaforme mobili

x Esposizione ad agenti chimici x Cadute dall’alto (h>2m) x Microclima x Rischio legato a co-attività x Lavoro isolato x Rischio legato a negligenze e

carenze formative x Stress correlato

Movimentazione dei carichi presso la zona operativa Spostamenti del personale e delle attrezzature

x Mezzi di movimentazione (ascensori, montacarichi) e trasporto (Autocarri, autovetture)

x Attrezzature aziendali e materiali aziendali

x Ambientali x Esposizione ad agenti chimici

pericolosi x Esposizione ad agenti fisici:

-Rumore x - Vibrazioni

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3.2.2. Elenco Identificazione dei Rischi

N° Rischio Note

1 Scivolamenti, inciampi, cadute, cadute dall’alto (h<2m), urti, etc. Scheda valutazione n. 1

2 Caduta dall’alto (h>2m) Scheda valutazione n. 2

3 Schiacciamento per caduta di oggetti Rischio non presente

4 Taglio, schiacciamento ed altre lesioni causate da macchine Scheda valutazione n. 3

5 Taglio, cesoiamento, schiacciamento ed altre lesioni causate da utensili manuali od oggetti

Scheda valutazione n. 4

6 Proiezione di materiali, frammenti, schegge Rischio non presente

7 Investimento Rischio non presente

8 Incendio / Esplosione Rischio non presente

9 Scoppio Rischio non presente

10 Ustione Rischio non presente

11 Elettrocuzione Scheda valutazione n. 5

12 Movimentazione manuale di carichi Ved. Cap. 3.3

13 Rumore Ved. Cap. 3.4

14 Vibrazioni Ved. Cap. 3.5

15 Radiazioni ionizzanti Rischio non presente

16 Radiazioni non ionizzanti Rischio non presente

17 Campi elettromagnetici Ved. Capitolo 3.6

18 Radiazioni ottiche artificiali Ved. Capitolo 3.7

19 Esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni Rischio non presente

20 Esposizione ad agenti chimici pericolosi per la salute Ved. Capitolo 3.8

22 Esposizione ad agenti chimici infiammabili, combustibili, comburenti, esplodenti

Ved. Cap. 3.9

23 Esposizione ad agenti biologici Ved. Capitolo 3.8

24 Inquinamento ambientale Rischio non presente

25 Microclima Scheda valutazione n. 6

26 Movimenti ripetitivi, posture scorrette nell’uso di apparecchiature munite di videoterminale

Scheda valutazione n. 7

27 Affaticamento visivo da utilizzo di apparecchiature munite di videoterminale

Scheda valutazione n. 8

28 Rischio legato a co-attività Ved. DUVRI specifici

29 Lavoro isolato Scheda valutazione n. 9

30 Lavoro in spazi confinati Rischio non presente

31 Rischio legato a negligenze e carenze formative Scheda valutazione n.10

32 Aggressioni e rischi psico-sociali / Affaticamento mentale e stress correlato

Ved. Cap. 4

33 Incidenti stradali Scheda valutazione n. 11

34 Lavoro in orario notturno Scheda valutazione n. 12

35 Rischi per donne gestanti, puerpere o in periodo di allattamento Ved. Cap. 4.5

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3.2.3. Schede di Valutazione

Scheda 1

Rischio Scivolamenti, inciampi, cadute, cadute dall’alto (h<2m), urti, etc.

Soggetti Esposti Tutte le categorie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

x Presenza di particolari strutturali degli edifici, arredi

x Presenza di cavi di alimentazione di attrezzature elettriche

x Negligenza nella gestione degli spazi e/o delle attrezzature

x Pavimentazioni sdrucciolevoli per presenza di acqua e detergenti

x Infortuni di varia natura

x Traumi e lesioni di entità variabile (contusioni, lussazioni, fratture…)

x Inciampi, scivolamenti

∆ rischio residuo

M F P

2 2 1

R=4

Misure di prevenzione e protezione adottate

L’ambiente di lavoro è concepito e realizzato in modo da garantire un adeguato livello di sicurezza Il personale è correttamente informato circa le procedure da adottare nell’esercizio delle proprie mansioni per evitare rischi di inciampo o scivolamenti I prodotti e le attrezzature impiegate sono concepiti per ridurre al minimo i rischi di scivolamento

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Rispettare le seguenti indicazioni/regole: x disporre i percorsi dei conduttori elettrici di alimentazione in modo da non intralciare i passaggi; x disporre i mobili e gli arredi in modo da consentire agevoli spostamenti, lasciando libero

l’accesso a scale di sicurezza e mezzi antincendio; x conservare in modo ordinato le attrezzature, evitando disposizioni casuali o disordinate che

potrebbero essere fonte di intralcio e di urti accidentali; x accedere ai ripiani alti di armadi o di scaffalature, mediante idonea scaletta, evitando l’uso di

mezzi di fortuna, di sedie o la salita lungo i ripiani stessi; x prestare attenzione ad ostacoli quali tappeti, crepe, avvallamenti

DPI Per gli addetti alle pulizie: Scarpe da lavoro con suola antiscivolo

Note -

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Scheda 2

Rischio Cadute dall’alto (h>2m)

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Ponteggi mobili, piattaforme mobili

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

x Operazioni di pulizia di facciate vetrate, finestrature non apribili o non pulibili dall’interno

x Traumi e lesioni di entità variabile (contusioni, lussazioni, fratture…), anche mortali

∆ rischio residuo

M F P

8 2 2

R=32

Misure di prevenzione e protezione adottate

Il personale è a conoscenza dei rischi connessi alle attività in quota

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Misure di prevenzione e protezione da adottare

Nel caso si rendano necessari interventi in altezza, ovvero in luoghi con rischio di caduta da un’altezza superiore ai 2 metri, i dipendenti devono operare solo dopo avere accertato la presenza di idonei sistemi di protezione (parapetti, distanza di sicurezza dal bordo, etc.) In caso di assenza o inadeguatezza di tali dispositivi di protezione collettiva, per lavori limitati nel tempo, devono essere impiegati sistemi di protezione personale anticaduta (Imbragature, cinture di sicurezza). In nessun caso il tecnico dovrà operare in altezza in assenza di sistemi di protezione anticaduta (collettivi o personali). La scala è utilizzata per brevi interventi che non richiedano l’esercizio di una forza orizzontale o movimenti che possano mettere in stato di precario equilibrio il lavoratore. Le scale portatili utilizzate sono sufficientemente resistenti e possiedono i necessari requisiti di sicurezza e stabilità. Al fine di garantire un adeguato livello di sicurezza è necessario che i lavoratori osservino sistematicamente e senza eccezioni le disposizioni aziendali sull’argomento, così come impartite in fase di formazione ed informazione dei lavoratori Nell’utilizzo di opere provvisionali (trabattelli) è necessario attenersi alle seguenti norme: Prima dell’uso:

□ verificare la stabilità ed integrità della struttura - corretto montaggio e serraggio dei tubolari e dei giunti secondo il progetto presente o gli schemi

statici indicati nel libretto - corretto ancoraggio e controventatura del ponteggio - corretto bloccaggio delle ruote di ponteggi mobili - corretto posizionamento delle basette d’appoggio su tavolati di ripartizione

□ verificare l’idoneità degli impalcati - tavolati realizzati con assi di sezione minima 4x30 o 5x20 - presenza di tavola fermapiede (20cm di altezza) - presenza di mancorrenti ad altezza di 0.6m e 1m dal piano dell’impalcato

Durante l’uso:

□ accedere ai piani degli impalcati esclusivamente tramite le apposite scale e botole, evitando di arrampicarsi sulle intelaiature

□ utilizzare le cinture di sicurezza e/o le imbragature ove necessario □ non sporgersi dagli impalcati, per esempio per raccogliere utensili da cestelli di gru prima che gli stessi

siano stati avvicinati opportunamente al piano di lavoro non effettuare movimenti bruschi o scomposti che potrebbero provocare la perdita dell’equilibrio

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DPI

Nel caso di utilizzo di scale portatili, è necessario attenersi alle seguenti disposizioni di sicurezza: Prima dell’uso: � verificare le buone condizioni della scala � il sito dove viene installata la scala deve essere sgombro da eventuali materiali e lontano dai passaggi, inoltre non la si deve collocare vicino a porte che si aprano verso di essa Durante l’uso: � le scale non vincolate devono essere trattenute al piede da altra persona � durante gli spostamenti laterali nessun lavoratore deve trovarsi sulla scala � evitare l’uso di scale eccessivamente sporgenti oltre il piano di arrivo � la scala deve essere utilizzata da una sola persona per volta limitando il peso dei carichi da trasportare (max 10 kg): la conformazione ed il peso dell’oggetto trasportato non devono mettere in precario equilibrio il lavoratore � quando vengono eseguiti lavori in quota, utilizzando scale ad elementi innestati, una persona deve esercitare da terra una continua vigilanza sulla scala � la salita e la discesa vanno effettuate con il viso rivolto verso la scala non si deve salire sull’ultimo gradino se la scala non è dotata di guardacorpo � durante il lavoro in luoghi sopraelevati, gli utensili, nel tempo in cui non sono adoperati, devono essere posti in appositi contenitori o assicurati in modo da impedirne la caduta. Dopo l’uso: � controllare periodicamente lo stato di conservazione provvedendo alla manutenzione necessaria � le scale non utilizzate devono essere conservate in luogo riparato dalle intemperie e, possibilmente, sospese ad appositi ganci. � segnalare immediatamente eventuali anomalie riscontrate, in particolare: pioli rotti, gioco fra gli incastri, fessurazioni, carenza dei dispositivi antiscivolo e di arresto.

Note -

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Scheda 3

Rischio Taglio, cesoiamento, schiacciamento ed altre lesioni causate da macchine

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutti gli ambienti di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio

Residuo

x Contatto con parti in movimento di macchine (spazzatrici, macchine lavasciuga, lucidatrici)

x Infortuni di gravità variabile

∆ rischio residuo M F P

2 2 2

R=8

Misure di prevenzione e protezione adottate

In ogni caso si tende ad evitare la possibilità di contatto del corpo dell’operatore con elementi in movimento di macchine operatrici.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Non interferire con il movimento delle parti mobili delle attrezzature (spazzole, dischi, etc.) Effettuare gli interventi sulle attrezzature esclusivamente quando queste sono ferme

DPI -

Scheda 4

Rischio Taglio, cesoiamento, schiacciamento ed altre lesioni causate da utensili manuali ed oggetti

Soggetti Esposti Tutte le categorie

Area Tutti gli ambienti di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio

Residuo

Impiegati

x Utilizzo di forbici, pinzatrici, temperini e altri oggetti appuntiti/taglienti

x Lesioni di entità variabile

∆ rischio residuo M F P

2 2 1

R=4 Misure di prevenzione e protezione adottate

In ogni caso si tende ad evitare la possibilità di contatto del corpo dell’operatore con elementi taglienti o pungenti o comunque capaci di procurare lesioni.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Indicazioni per gli impiegati: Porre la massima attenzione durante le operazioni di lavoro che coinvolgono l’utilizzo di attrezzature appuntite/taglienti

DPI -

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Scheda 5

Rischio Elettrocuzione

Soggetti Esposti Tutte le categorie

Area Tutti gli ambienti di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

x Contatti diretti o indiretti con parti in tensione durante il normale uso di apparecchiature elettriche

x Elettrocuzione con contrazioni muscolari spasmodiche, ustioni, arresto cardio-respiratorio, morte

∆ rischio residuo M F P

8 2 1

R=16 Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutti gli ambienti di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio Residuo

x Contatti diretti o indiretti con parti in tensione durante l’utilizzo di macchinari elettrici

x Versamenti accidentali di liquidi su macchinari o attrezzature in tensione, su prese elettriche, etc.

x Elettrocuzione con contrazioni muscolari spasmodiche, ustioni, arresto cardio-respiratorio, morte

∆ rischio residuo M F P

8 3 1

R=24

Misure di prevenzione e protezione adottate

La scelta degli impianti e delle attrezzature elettriche per le attività è stata effettuata in funzione dello specifico ambiente di lavoro, in conformità alle norme di Legge e di buona tecnica. Qualunque modifica all’impianto elettrico degli impianti fissi viene progettata; l’esecuzione, la manutenzione e la riparazione dello stesso viene effettuata da personale qualificato, che deve rilasciare il certificato di conformità. Il personale addetto ad attività tecniche è a conoscenza dei pericoli dell’elettrocuzione ed è adeguatamente preparato ad affrontare rischi di natura elettrica. Le prove ed i collaudi vengono effettuate nel pieno rispetto di apposite procedure di lavoro. Ogni addetto dispone di attrezzi isolati.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Per l’uso degli impianti elettrici devono essere rispettate le seguenti istruzioni:

x tutto il personale non espressamente addetto deve evitare di intervenire su impianti o parti di impianto sotto tensione,

x qualora si presenti un’anomalia nell’impianto elettrico è necessario segnalarla immediatamente al datore di lavoro,

x il personale non deve compiere, di propria iniziativa, riparazioni o sostituzioni di parti di impianto elettrico,

x disporre con cura i conduttori elettrici, evitando che intralcino i passaggi, che corrano per terra o che possano comunque essere danneggiati,

x verificare sempre l’integrità degli isolamenti prima di impiegare conduttori elettrici per allacciamenti di macchine od utensili,

x Evitare i versamenti accidentali di liquidi su attrezzature, prese elettriche, cavi di alimentazione Il corretto funzionamento dei dispositivi di protezione contro i contatti indiretti deve essere effettuato con cadenza quinquennale; per l’effettuazione della verifica, il datore di lavoro si rivolgerà all’ASL o all’ARPA o ad eventuali organismi individuati dal Ministero delle Attività produttive.

DPI Per gli addetti alle pulizie: Guanti da lavoro, scarpe antinfortunistiche con suola antiscivolo

Note -

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Scheda 6

Rischio Microclima

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Aree Esterne

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio Residuo

x Temperatura bassa nei mesi invernali

x Temperatura alta nei mesi estivi

x Fenomeni atmosferici

x Patologie delle vie respiratorie

x Dermatiti, irritazioni agli occhi

x Malessere

∆ rischio residuo

M F P

2 2 1

R=4

Misure di prevenzione e protezione adottate

L’impianto di riscaldamento nei mesi invernali permette di mantenere la temperatura nel luogo di lavoro nei limiti del benessere. L’impianto di climatizzazione nei mesi estivi permette di mantenere la temperatura nel luogo di lavoro nei limiti del benessere. La velocità dell’aria è molto ridotta: si evita la presenza di correnti d’aria fastidiose provenienti da porte, finestre, bocchette di condizionamento, ventilatori, etc. Non sono presenti fonti di calore radiante (quali termosifoni, finestre assolate) poste nelle immediate vicinanze di postazioni. L’impianto di condizionamento viene regolato in modo che i lavoratori non siano sottoposti a bruschi sbalzi di temperatura durante l’orario di lavoro: normalmente la differenza fra la temperatura interna all’ufficio e quella esterna non è superiore a 7°C. I lavoratori sono dotati di idoneo abbigliamento di protezione contro il freddo e le precipitazioni atmosferiche per svolgere le loro attività all’aperto nei mesi invernali

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Seguire le misure già adottate

DPI Abbigliamento idoneo alle condizioni climatiche

Note -

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Scheda 7

Rischio Movimenti ripetitivi, posture scorrette nell’uso di apparecchiature munite di videoterminale

Soggetti Esposti Impiegati

Area Uffici aziendali

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio

Residuo

x Assunzione di postura assisa scorretta e/o per tempi prolungati

x Modificazioni della simmetria della colonna vertebrale (atteggiamento scoliotico, scoliosi)

x Insorgenza di disturbi muscolo scheletrici, caratterizzati da dolori, rigidità muscolare, fastidi al collo, schiena, spalle, braccia (dolenzia, artrosi cervicale).

x Ostacolato ritorno venoso con conseguente senso di peso alle gambe ed edemi malleolari

∆ rischio residuo

M F P

2 3 2

R=12

Misure di prevenzione e protezione adottate

x I posti di lavoro consentono una postura adeguata ed in particolare:

- Le scrivanie sono dotate di un piano di lavoro di dimensioni sufficiente e posto ad una altezza corretta

- I sedili sono regolabili ed ergonomicamente validi

- Il posto di lavoro offre spazi sufficientemente comodi perché l’operatore possa muoversi e cambiare posizione.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

I posti di lavoro e le attrezzature impiegate permettono in generale una postura adeguata, a condizione che il lavoratore, nell’organizzazione del lavoro e dello spazio a sua disposizione, si attenga alle regole di seguito indicate:

x Interrompere l’attività specifica ogni 2 ore per 15 minuti, per lavori continuativi e superiori a 4 ore consecutive giornaliere.

x Posizionare i videoterminali ad altezza corretta, posizionando lo schermo del video di fronte in maniera che lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso degli occhi dell’operatore e ad una distanza di circa 50 – 70 cm.

x Assumere una postura corretta di fronte al video, con piedi ben appoggiati al pavimento e schiena poggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale,

x Disporre sul tavolo lo schermo, la tastiera e i fogli in modo che l’elemento più consultato (foglio o video) sia possibilmente di fronte.

x Disporre la tastiera davanti allo schermo, salvo che non sia utilizzato in maniera saltuaria, ed ad un’adeguata distanza dal bordo del tavolo (circa 15 cm) in modo da consentire l’appoggio degli avambracci,

x Disporre il mouse sullo stesso piano della tastiera ed in modo che sia facilmente raggiungibile ed in modo da consentire l’appoggio dell’avambraccio

Ai lavoratori viene consigliato inoltre di evitare , per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati; nel caso ciò non fosse evitabile si raccomanda di effettuare, durante la giornata, esercizi di rilassamento e stiramento muscolare, e di variare frequentemente la posizione di lavoro per una corretta nutrizione dei dischi intervertebrali. Ciò permette di rilasciare i gruppi muscolari impegnati nella posizione seduta e di attivare il meccanismo di pompa muscolare che favorisce il ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori verso il cuore.

DPI -

Note -

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Scheda 8

Rischio Affaticamento visivo da utilizzo di apparecchiature munite di videoterminale

Soggetti Esposti Impiegati

Area Uffici aziendali

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione Rischio

Residuo

Utilizzo intensivo di attrezzature munite di videoterminale in condizioni non ottimali, quali:

x scorretta illuminazione artificiale(scarso o elevato illuminamento, eccessiva luminosità delle lampade, riflessi luminosi sulle superfici, etc.)

x scelta non idonea dei corpi illuminanti (temperatura di colore)

x scarsa o assente illuminazione naturale

x presenza di arredi non adeguati dal punto di vista cromatico

x difetti visivi individuali non corretti oppure corretti in maniera inadeguata

x inquinamento dell’aria e microclima.

L’affaticamento visivo, o astenopia, è caratterizzato da bruciore agli occhi, lacrimazione, secchezza, fotofobia (cioè fastidio alla luce, ammiccamento frequente, visione annebbiata o sdoppiata, etc.)

∆ rischio residuo

M F P

2 3 2

R=12

Misure di prevenzione e protezione adottate

Al lavoratore viene garantito il diritto ad una pausa di 15 minuti se ha operato per due ore consecutive al videoterminale. Il lavoratore riceve informazioni e formazione sulle misure di prevenzione da applicare sul posto di lavoro, sulle modalità di svolgimento dell’attività (pause) e sui rischi per gli occhi e la vista. Il videoterminale fornisce un’immagine chiara, stabile e di grandezza sufficiente. Lo schermo è orientabile, inclinabile, e con luminosità e contrasto regolabili La postazione di lavoro è correttamente orientata rispetto alle finestre presenti nell’ambiente di lavoro. L’illuminazione artificiale dell’ambiente è realizzata con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori. Sono stati presi provvedimenti per evitare fenomeni di abbagliamento dell’operatore e la presenza di riflessi sullo schermo qualunque sia la loro origine.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

I posti di lavoro e le attrezzature impiegate permettono in generale una sufficiente prevenzione del rischio, a condizione che il lavoratore, nell’organizzazione dello spazio a sua disposizione, si attenga alle regole di seguito indicate:

x Interrompere l’attività specifica ogni 2 ore per 15 minuti, per lavori continuativi e superiori x a 4 ore consecutive giornaliere. Durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, è x opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un intenso impegno visivo, come ad x esempio la correzione di un testo scritto; x Disporre correttamente ed orientare correttamente il videoterminale rispetto alle fonti x naturali o artificiali di illuminazione del locale; x Posizionare i videoterminali ad una distanza corretta ( tra i 50 ed i 70 cm); x Regolare il contrasto e la luminosità dello schermo; x Distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani; x Curare la pulizia periodica di tastiera, mouse e schermo

Si raccomanda inoltre l’utilizzo di eventuale mezzi di correzione della vista se prescritti.

DPI -

Note -

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Scheda 9

Rischio Lavoro isolato

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

Gli operai svolgono la propria attività anche presso luoghi isolati, con bassa presenza di personale e/o difficili da raggiungere per i mezzi di soccorso in tempi celeri

Eventi infortunistici aggravati dalla mancanza di soccorsi

∆ rischio residuo

M F P

2 2 1

R=4

Misure di prevenzione e protezione adottate

Poiché i lavoratori prestano la propria attività anche in luoghi isolati, il datore di lavoro è tenuto a fornire loro un pacchetto di medicazione contenente:

x Guanti sterili monouso (2 paia). x Flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10% di iodio da 125 ml (1). x Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9%) da 250 ml (1). x Compresse di garza sterile 18 x 40 in buste singole (1). x Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole (3). x Pinzette da medicazione sterili monouso (1). x Confezione di cotone idrofilo (1). x Confezione di cerotti di varie misure pronti all'uso (1). x Rotolo di cerotto alto cm 2,5 (1). x Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1). x Un paio di forbici. x Un laccio emostatico. x Confezione di ghiaccio pronto uso (1). x Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari (1).

Inoltre dovranno essere forniti: - Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza - un mezzo di comunicazione idoneo (telefono cellulare attivo) al fine di segnalare

tempestivamente l’emergenza agli enti preposti (Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Pronto Soccorso etc.)

- un estintore portatile, regolarmente mantenuto secondo le disposizioni di legge (ogni 6 mesi da parte di personale qualificato), da tenere a bordo del mezzo di trasporto

Misure di prevenzione e protezione da adottare

- Per lavori esterni si dovrà predisporre opportuno Piano Operativo di Sicurezza ai sensi del Titolo

IV D.Lgs. 81/08

DPI -

Note -

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Scheda 11

Rischio Rischi legati a negligenze o carenze formative

Soggetti Esposti Tutte le categorie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

Mancata o inadeguata formazione ed informazione dei lavori

Inosservanza delle misure di prevenzione e protezione oggetto dei programmi di formazione ed informazione

Infortunio generico, anche grave

Danni a cose e persone, anche terzi, con conseguente responsabilità civile e/o penale

∆ rischio residuo

M F P

4 3 3

36

Misure di prevenzione e protezione adottate

Art. 20, D.Lgs. 81/08 1. Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. 2. I lavoratori devono in particolare: a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro; b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale; c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, nonché i dispositivi di sicurezza; d) utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione; e) segnalare immediatamente al datore di lavoro, al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dei dispositivi di cui alle lettere c) e d), nonché qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle proprie competenze e possibilità e fatto salvo l'obbligo di cui alla lettera f) per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza; f) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo; g) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori; h) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datore di lavoro; i) sottoporsi ai controlli sanitari previsti dal presente decreto legislativo o comunque disposti dal medico competente. Le attrezzature in uso risultano conformi alle disposizioni normative

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Attuato un adeguato programma di formazione ed informazione dei lavoratori Ai sensi degli art. 26 e 37 del T.U. Effettuare una costante manutenzione delle attrezzature sostituendo nel caso quelle più obsolete o danneggiate. Attenersi metodicamente e scrupolosamente alle misure già individuate ed adottate

DPI -

Note -

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Scheda 12

Rischio Incidenti stradali

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Trasferte presso i luoghi di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

Imperizia, imprudenza o negligenza nella conduzione di autoveicoli

Lesioni e/o traumi di entità e gravità variabile, anche mortali

Danni e lesioni a terzi con conseguenze civili e penali

∆ rischio residuo

M F P

8 3 2

48

Misure di prevenzione e protezione adottate

Gli autoveicoli sono utilizzati solo per esigenze di servizio, da personale autorizzato e munito di patente di guida adeguata. Gli autoveicoli sono regolarmente manutenuti e gli utilizzatori sono tenuti a segnalare al datore di lavoro eventuali anomalie di funzionamento; questi provvede alla riparazione dei mezzi di trasporto senza indugio.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Il personale è tenuto al rispetto del Codice della strada e ad una condotta responsabile, con particolare riferimento alla velocità massima ammessa e alle distanze di sicurezza. Nel caso vengano trasportate sostanze o preparati chimici pericolosi devono essere adottate le misure di prevenzione e protezione, nonché ogni altro accorgimento o consiglio di prudenza riportato sulle schede di sicurezza. Assicurarsi inoltre che i materiali e le attrezzature siano caricati sul veicolo in modo stabile e tale da non costituire intralcio per alla visuale del conducente o pericolo, anche per gli altri utenti della strada. È fatto divieto di porsi alla guida di qualsiasi automezzo dopo aver bevuto e/o assunto droghe o farmaci che possono alterare la sensibilità psico-motoria del conducente È vietato assumere alcool durante l’orario lavorativo. È consentita una modica quantità durante i pasti purché inferiore a quanto stabilito dalla Legislazione Italiana in materia. All’interno dei cantieri si dovranno rispettare le indicazioni impartite. La circolazione dei mezzi deve avvenire separata da quella pedonale. Non devono essere presenti persone nel raggio d’azione e di manovra dei mezzi stessi.

DPI -

Note

Per il personale in possesso di patente C/D/E o gli addetti a macchine di movimentazione di terra/merci etc., come da elenco allegato 1 al C.U. 30/10/2007 (Accordo Conferenza Stato-Regioni), è fatto obbligo di effettuare sorveglianza sanitaria alcolemica e tossicologica.

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Scheda 12

Rischio Lavoro notturno

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Esito Verifica e Valutazione

Rischio Residuo

Interventi di pulizia effettuati al di fuori degli orari di lavoro delle utenze degli ambienti, ovvero entro l’intervallo compreso fra la mezzanotte e le cinque del mattino, o comunque per un periodo di almeno tre ore nell’intervallo individuato dal contratto collettivo di categoria

Infortunio generico causato da stati di stanchezza psico-fisica

∆ rischio residuo

M F P

2 2 3

12

Misure di prevenzione e protezione adottate

Vengono seguite le prescrizioni normative in materia di lavoro notturno, fra cui:

x vengono prioritariamente adibiti al l.n. i lavoratori che ne facciano richiesta, tenuto conto delle esigenze aziendali;

x l’orario di lavoro notturno non può superare le otto ore nelle ventiquattro ore

x Sorveglianza sanitaria specifica, preventiva e periodica, per i lavoratori adibiti a mansioni in orario notturno

x Riduzione dell’orario complessivo mensile e maggiorazione contributiva per i lavoratori notturni

x Formazione ed informazione specifica per i dipendenti adibiti a lavori notturni

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Verificare l’attuazione ed eventualmente predisporre un adeguato programma di formazione ed informazione dei lavoratori ai sensi degli art. 26 e 37 del T.U.

DPI -

Note -

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3.3. RISCHI DERIVANTI DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI Titolo VI art. 167, 168 – 169 – Allegato XXXIII

Ai sensi del Titolo VI art. 167, 168 e 169, in relazione anche all’allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08 , in funzione della tipologia di lavoro effettuata in azienda si è provveduto ad effettuare una valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse alla MMC secondo la scheda di seguito riportata: Fermo restando che se: PESO SOLLEVATO MINORE di 3 Kg. Si : Fine valutazione PESO SOLLEVATO MINORE di 3 Kg. No : Segue valutazione

VALUTAZIONE SPECIFICA

VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA E SALUTE CONNESSE ALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI

(artt. 167, 168 e 169, D.Lgs. 81/08)

Area : Ufficio

Attività : Impiegatizia

Mansione : Videoterminalista Descrizione della Movimentazione Oggetto della Valutazione: La movimentazione è riferita al solo spostamento di raccoglitori e pratiche. Determinazione peso limite raccomandato secondo il metodo NIOSH Non Applicabile Determinazione peso movimentato Il peso effettivamente sollevato dal singolo operatore è da ritenersi inferiore a Kg. 3 e di tipo non ripetitivo. Misure adottate Formazione ed Informazione degli addetti con procedura scritta. Si desume quindi che il rischio di movimentazione dei carichi, tenuto conto della tipologia di lavoro e dei carichi movimentati, risulta essere non rilevante.

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Area : Aziende Esterne

Attività : Movimentazione delle attrezzature e dei prodotti

Mansione : Addetti alle pulizie Descrizione della Movimentazione Oggetto della Valutazione: La movimentazione manuale dei carichi riguarda principalmente le attività di carico/scarico delle attrezzature aziendali e dei prodotti impiegati nelle attività di pulizia. Determinazione peso limite raccomandato secondo il metodo NIOSH Kg. 11,29 – si rimanda alla tabella di calcolo Determinazione peso movimentato Il peso effettivamente sollevato dal singolo operatore è compreso fra i 3 e i 10 Kg < Peso Limite Kg 11,29 Misure adottate Formazione ed Informazione degli addetti con procedura scritta. Sorveglianza Sanitaria a discrezione del MC - Consigliata Per movimentazione di carichi superiore a 25 Kg. Per gli uomini e 20 Kg per le donne utilizzare idonei mezzi di sollevamento o movimentare il carico in 2 o più persone

Si desume quindi che il rischio di movimentazione dei carichi, tenuto conto della tipologia di lavoro e dei carichi movimentati, risulta essere residuo di media entità. La movimentazione avviene con l’ausilio di idonei mezzi di sollevamento.

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Tabella di calcolo NIOSH per Addetti alle pulizie

CALCOLO DEL PESO LIMITE RACCOMANDATO ( D.L. 81/08 )

ETA' MASCHI FEMMINECOSTANTE DI PESO> 18 ANNI 3 0 2 0 CP

(kg.)

X ALTEZZA DA TERRA DELLE MANI ALL'INIZIO DEL SOLLEVAMENTO

ALTEZZA (cm) 0 25 50 75 100 125 150 >175 AFATTORE 0,77 0,85 0,93 1,00 0,93 0,85 0,78 0,00

X DISTANZA VERTICALE DI SPOSTAMENTO DEL PESO FRA INIZIO E FINE DEL SOLLEVAMENTO

DISLOCAZIONE (cm)25 30 40 50 70 100 170 >175 BFATTORE 1,00 0,97 0,93 0,91 0,88 0,87 0,86 0,00

DISTANZA ORIZZONTALE TRA LE MANI E IL PUNTO X DI MEZZO DELLE CAVIGLIE - DISTANZA DEL PESO DEL CORPO ( DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA DURANTE IL SOLLEVAMENTO )

DISTANZA (cm) 25 30 40 50 55 60 >63 CFATTORE 1,00 0,83 0,63 0,50 0,45 0,42 0,00

X DISLOCAZIONE ANGOLARE DEL PESO ( IN GRADI )

Dislocazione angolare 0 30° 60° 90° 120° 135° >135° DFATTORE 1,00 0,90 0,81 0,71 0,52 0,57 0,00

X GIUDIZIO SULLA PRESA DI CARICO

E GIUDIZIO BUONO SCARSO EFATTORE 1,00 0,90

FREQUENZA DEI GESTI ( numero atti al minuto ) X IN RELAZIONE A DURATA

FREQUENZA 0,20 1 4 6 9 12 >15CONTINUO < 1 ora 1,00 0,94 0,84 0,75 0,52 0,37 0,00 F

F CONTINUO da 1 a 2 ore 0,95 0,88 0,72 0,5 0,3 0,21 0,00CONTINUO da 2 a 8 ore 0,85 0,75 0,45 0,27 0,15 0,00 0,00

=

KG. DI PESO PESO LIMITE EFFETTIVAMENTE RACCOMANDATO Kg. SOLLEVATO

PESO SOLLEVATO INDICE DI SOLLEVAMENTO

PESO LIMITE RACCOMANDATO

0,885099125

0,81

1

0,75

10 11,29816958

30

0,77

0,97

0,83

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Rischio Movimentazione manuale dei carichi

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Svolgimento, sia pure non sistematico, di attività che comportano operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico in condizioni sfavorevoli, a causa di: � caratteristiche del carico � sforzo fisico � caratteristiche ambiente di lavoro � esigenze connesse: si effettuano movimenti con il corpo in posizione instabile;

� fattori individuali di rischio (inidoneità fisica al compito da svolgere, indumenti calzature o altri effetti personali inadeguati portati dal lavoratore, insufficienza o inadeguatezza delle conoscenze e/o formazione

Lesioni dorso lombari (per lesioni dorso lombari si intendono le lesioni a carico delle strutture osteomiotendinee e nerveovascolari a livello dorso lombare).

∆ rischio residuo

M F P

3 4 2

R=24

Livello di esposizione MEDIO

Misure di prevenzione e protezione adottate

Il peso movimentato è indicativamente compreso tra i 3 ed i 10 Kg. La valutazione NIOSH ha determinato un peso limite di Kg. 11,29 I pesi movimentati sono comunque non superiori al Peso Limite individuato. Nel caso tale condizione venisse meno, è obbligatorio suddividere il carico fra più operatori ovvero impiegare mezzi meccanici di sollevamento (carrelli elevatori, paranchi) Le lavorazioni sono organizzate al fine di ridurre al minimo la movimentazione manuale dei carichi, anche attraverso l’impiego di idonee attrezzature meccaniche per il trasporto ed il sollevamento. Per i carichi che non possono essere movimentati meccanicamente sono utilizzati strumenti per la movimentazione ausiliata e si ricorrere ad accorgimenti organizzativi quali la riduzione del peso del carico e dei cicli di sollevamento e la ripartizione del carico tra più addetti. Tutti gli addetti sono informati e formati, in particolar modo sul peso dei carichi, sul centro di gravita o il lato più pesante, sulle modalità di lavoro corrette ed i rischi in caso di inosservanza. Sorveglianza sanitaria a discrezione del MC finalizzata alla verifica di patologie del rachide. Comunque consigliata. Adeguata attività di informazione e formazione: come previsto dal D.Lgs. 81/08, art. 169.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Operare sempre in collaborazione di un proprio collega. Controllare che il punto di appoggio sia solido. Tenere la schiena diritta senza curvarla. Nel caso in cui occorra sollevare carichi da terra, flettere le gambe. Centrare il peso del corpo sui piedi. Afferrare l’oggetto e sollevarlo con i muscoli della schiena e non delle gambe. Muovere i piedi per girarsi ed evitare di ruotare la schiena durante il trasporto. Per il trasporto di attrezzature o scatole ingombranti e per sollevamento di pesi posti ad un’altezza inferiore a 40 cm. utilizzare carrelli e/o mezzi meccanici Non trasportare oggetti troppo pesanti o voluminosi che non permettano di vedere bene il percorso che si sta facendo. Per sollevare correttamente un carico pesante, senza intercorrere in eccessivo sforzo fisico e subire eventuali lesioni, è necessario: Afferrare il carico con il palmo delle mani, mantenendo i piedi ad una distanza fra loro pari a 20-30 cm., per assicurare l’equilibrio del corpo; Afferrare completamente il carico con ambedue le mani e sollevarlo gradatamente dal pavimento alle ginocchia e da queste alla posizione di trasporto; Durante il sollevamento mantenere la schiena eretta e le braccia rigide, lo sforzo deve essere sopportato principalmente dai muscoli degli arti inferiori; Eseguire l’operazione di sollevamento tendendo le gambe e raddrizzando in seguito il corpo; Il sollevamento e il trasporto dei carichi deve sempre essere eseguito con la dovuta precauzione senza strappi e senza sottoporre mai la schiena al pericoloso incurvamento all’indietro che provoca la iperlordosi; Durante il trasporto a mano è opportuno mantenere il carico appoggiato al corpo, col peso ripartito sulle due braccia; Sollevando con la schiena dritta (piegando le gambe e non la schiena), tenendo il peso vicino al corpo e distribuendolo simmetricamente si evita la deformazione dei dischi intervertebrali, sottoponendoli così ad uno sforzo minimo e regolare, senza rischi;

DPI Guanti

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3.4. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RUMORE Titolo VIII - Capo II art. 190

Il D.Lgs. n. 81/2008 al Titolo VIII Capo II prescrive specifiche metodiche di individuazione e valutazione dei rischi associati all'esposizione a rumore, e specifiche misure di tutela, che vanno documentate nell'ambito del rapporto di valutazione dei rischi prescritto dall’art. 28 comma 2 del suddetto decreto. La valutazione è stata effettuata, nell’ambito di quanto previsto dall’art. 181 del D.Lgs. 81/08, prendendo in considerazione il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, i valori limite e di azione, in funzione dell’ambiente in cui operano i dipendenti e della tipologia di lavoro, catalogando il rischio secondo gli Indici di attenzione (IA), che seguono la seguente numerazione e significato:

1. rischio BASSO

2. rischio SIGNIFICATIVO

3. rischio MEDIO

4. rischio RILEVANTE

5. rischio ALTO

e la sottostante tabella che identifica la classe d’appartenenza:

Tabella 1 – Fasce di appartenenza al rischio rumore

Livello di esposizione personale (Lep)

Indice di attenzione (IA)

Fascia di appartenenza (Ai sensi del D. Lgs. 81/2008, Titolo

VIII - Capo II)

CLASSE DI APPARTENENZA

Lex,8h ≤ 80 dB(A) 0 Fino a 80 A

80 dB(A) < Lex,8h ≤ 85 dB(A) 1

Superiore a 80, fino a 85 B 80 dB(A) < Lex,8h ≤ 85 dB(A) (con rumorosità in una o più attività,

superiore a 85 dB(A)) 2

85 dB(A) < Lex,8h ≤ 87 dB(A) 3

Superiore a 85

C 85 dB(A) < Lex,8h ≤ 87 dB(A)

(con rumorosità in una o più attività, superiore a 87 dB(A))

4

Lex,8h > 87 dB(A) 5

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VALUTAZIONE SPECIFICA:

Rischio RUMORE

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutte le aree di lavoro

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Utilizzo anche simultaneo di macchinari ed attrezzature con elevato livello di emissioni sonore

Perdita di capacità uditiva con carattere sia reversibile che irreversibile (danni alle cellule ciliate della coclea).

∆ rischio residuo

M F P

3 4 2

R=24 Livello di esposizione

MEDIO

FFaasscciiaa ddii AAppppaarrtteenneennzzaa IInnddiiccee ddii

AAtttteennzziioonnee CCllaassssee

AAppppaarrtteenneennzzaa LLeexx,,88hh ?? 8800 ddBB((AA)) LLeexx,,88hh ?? 8800 ddBB((AA)) LLeexx,,88hh ?? 8800 ddBB((AA))

Addetti alle pulizie

X 1 B

Impiegati amministrativi

X 0 A

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3.5. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: VIBRAZIONI

Titolo VIII - Capo III art. 199 Il D.Lgs. n. 81/2008 al Titolo VIII Capo III prescrive specifiche metodiche di individuazione e valutazione dei rischi associati all'esposizione a vibrazioni del sistema mano-braccio (HAV) e del corpo intero (WBV) e specifiche misure di tutela, che vanno documentate nell'ambito del rapporto di valutazione dei rischi prescritto dall’art. 28 comma 2 del suddetto decreto. L'articolo 202 prescrive in particolare l'obbligo, da parte dei datori di lavoro, di valutare il rischio da esposizione a vibrazioni dei lavoratori durante il lavoro ed è previsto che la valutazione dei rischi possa essere effettuata sia senza misurazioni, sulla base di appropriate informazioni reperibili dal costruttore e/o da banche dati accreditate (ISPESL, CNR, Regioni), sia con misurazioni, in accordo con le metodiche di misura prescritte da specifici standard ISO-EN . La disponibilità di banche dati, ove siano accessibili tali informazioni, rende più agevole l’effettuazione della valutazione dei rischi e l’attuazione immediata delle azioni di tutela prescritte dal suddetto decreto, senza dover ricorrere a misure onerose e spesso complesse, a causa di una serie di fattori ambientali e tecnici che inducono frequentemente artefatti ed errori nelle misurazioni.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

In seguito alle valutazioni effettuate ed ai risultati emersi, risultano per gli impiegati non necessarie misure tecnico organizzative particolari. Per quanto riguarda gli addetti alle pulizie è opportuno : Fornitura D.P.I.

x Fornitura in capo al D.L. dei D.P.I. specifici atti alla prevenzione di possibili ipoacusie x Utilizzo Facoltativo dei D.P.I. da parte dei lavoratori.

Formazione e Informazione x Distribuzione obbligatoria di materiale informativo sul rischio rumore x Formazione obbligatoria secondo quanto previsto dall’art. 37 e art. del D.Lgs. 81/08 ed in

particolare Ö Formazione ed addestramento in base all’art. 81/08 sull’uso dei DPI Ö Formazione sulle misure adottate volte ad eliminare o ridurre al minimo il rischio

derivante dal rumore Ö Formazione sulle procedure di lavoro sicure predisposte per ridurre al minimo

l’esposizione al rumore x Programmare gli aggiornamenti riguardanti la formazione e l’informazione dei dipendenti in

merito a particolari rischi (rischio rumore). Sorveglianza Sanitaria

x Visita medica obbligatoria all’atto dell’assunzione x Visita medica periodica obbligatoria in funzione del piano sanitario x Visita medica obbligatoria su richiesta del lavoratore.

Misure Tecniche organizzative x Sostituzione periodica degli elementi da taglio utilizzati per smerigliatrice elettrica, flessibile,

trapani, ecc. x Revisione periodica di tutte le attrezzature secondo indicazioni fornite dal produttore. x Sostituire le attrezzature più obsolete con nuovi macchinari. x Limitare l’uso contemporaneo degli apparecchi rumorosi.

Affidamento a più persone della stessa fase lavorativa mediante un organizzazione specifica del lavoro e dei rispettivi turni con il conseguente abbassamento dei tempi di esposizione personale alle lavorazioni più rumorose

DPI Otoprotettori (Cuffie, inserti auricolari)

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La valutazione dei rischi, utilizza le informazioni reperibili dal costruttore e da banche dati accreditate (ISPESL, CNR, REGIONI), in particolare utilizzando il database e le linee guida rilasciate dall’ISPESL nel rispetto della normativa ISO 2631 e dell’allegato XXXV del D.Lgs. 81/2008. Per la determinazione dei livelli di esposizione ed i relativi “indici di attenzione” si fa riferimento alle tabelle di calcolo rilasciati dal Comitato Paritetico di Torino. Di seguito si riportano le tabelle fornite dal Comitato Paritetico di Torino riportanti gli indici di attenzione riferiti a ciascun livello di esposizione:

VIBRAZIONI TRASMESSE AL SISTEMA MANO BRACCIO VIBRAZIONI TRASMESSE AL CORPO INTERO

Livello di Esposizione Indice di Attenzione (IA)

Livello di Esposizione Indice di Attenzione (IA)

0 m/s2 ≤ A(8) < 1 m/s2 0 0 m/s2 ≤ A(8) < 0,25 m/s2 0 1 m/s2 ≤ A(8) < 1,75 m/s2 1 0,250 m/s2 ≤ A(8) < 0,375 m/s2 1 1,75 m/s2 ≤ A(8) < 2,5 m/s2 2 0,375 m/s2 ≤ A(8) < 0,500 m/s2 2 2,5 m/s2 ≤ A(8) < 3,75 m/s2 3 0,500 m/s2 ≤ A(8) < 0,825 m/s2 3 3,75 m/s2 ≤ A(8) < 5,00 m/s2 4 0,825 m/s2 ≤ A(8) < 1,150 m/s2 4 A(8) ≥ 5 m/s2 5 A(8) ≥ 1,150 m/s2 5 VALUTAZIONE SPECIFICA: L’attività svolta dai lavoratori dipendenti della società, comporta l’esposizione degli stessi a rischio vibrazioni per l’utilizzo di apparecchiature vibranti. Al fine di valutare l’indice di attenzione a cui sono sottoposti i lavoratori dipendenti si è provveduto ad effettuare una valutazione empirica tenendo conto della tipologia di attività svolta e delle attrezzature tipiche impiegate, estrapolando i dati di riferimento sia dai libretti delle attrezzature stesse che basandosi sulla Banca Dati dell’ISPESL:

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Rischio Vibrazioni

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Tutte le arre di lavoro

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Utilizzo di attrezzature con emissioni vibranti per periodi prolungati (macchina lavasciuga, spandicera, lucidatrice) Utilizzo mezzi di trasporto (automezzi)

Ipo-parestesie (riduzione della sensibilità tattile), riduzione della sensibilità termica, limitazione della capacità di manipolazione; sindrome del tunnel carpale, disturbi vascolari alle estremità degli arti (vasodilatazione con pallore demarcato delle dita; disturbi delle articolazioni, dei muscoli e dei tendini degli arti superiori

∆ rischio residuo

M F P

2 3 3

R=18

Livello di esposizione MEDIO

Identificazione indice e classe appartenenza

LLiivveelllloo ddii eessppoossiizziioonnee IInnddiiccee ddii AAtttteennzziioonnee

SSiisstteemmaa mmaannoo--bbrraacccciioo CCoorrppoo IInntteerroo MMaannoo--bbrraacccciioo CCoorrppoo IInntteerroo

1 m/s2 ≤ A(8) < 1,75 m/s2 0 m/s2 ≤ A(8) < 0,25 m/s2 1 0

Misure di Prevenzione e protezione adottate

In seguito alle valutazioni effettuate ed ai risultati emersi, l’azienda ha attuato le seguenti misure tecnico/organizzative: D.P.I. gruppo Omogeneo Addetti alle Pulizie

x Fornitura in capo al D.L. di D.P.I specifici (guanti antivibranti) durante l’utilizzo di attrezzatura con elevata trasmissione di vibrazioni, atti a ridurre di circa il 10% le vibrazioni trasmesse al sistema mano braccio

x Utilizzo dei D.P.I. specifici atti alla riduzione dei valori delle vibrazioni (guanti antivibranti) indicati in precedenza.

Sorveglianza Sanitaria

x Visita medica obbligatoria all’atto dell’assunzione x Visita medica periodica obbligatoria in funzione del piano sanitario x Visita medica obbligatoria su richiesta del lavoratore.

Misure Tecniche organizzative

x Svolgimento di adeguati programmi di manutenzione dei macchinari x Revisione periodica di tutte le attrezzature secondo indicazioni fornite dal produttore. x Sostituire le attrezzature più obsolete con nuovi macchinari. x Diminuzione dei tempi di utilizzo dei macchinari di cui emerge un elevata trasmissione di

vibrazioni x Organizzazione di orari di lavoro appropriati, con adeguati periodi di riposo; x Sorveglianza sanitaria periodica dei lavoratori soggetti a vibrazioni meccaniche.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

x Programmare gli aggiornamenti riguardanti la formazione e l’informazione dei dipendenti in merito a particolari rischi (rischio vibrazioni).

DPI Guanti antivibranti (utilizzo a discrezione)

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3.6. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: CAMPI ELETTROMAGNETICI

Titolo VIII – Capo IV art. 206 Ai sensi del Titolo VIII art. 206, in relazione anche all’allegato XXXVI del D.Lgs. 81/08, benché non ancora attuativo in attesa del recepimento della specifica direttiva Europea 40/2004 si è provveduto, anche in funzione della tipologia di lavoro effettuata in azienda, ad effettuare la valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse alla presenza di Campi Elettromagnetici secondo la scheda di seguito riportata:

Rischio Campi Elettromagnetici

Soggetti Esposti Tutte le categorie

Area Tutti i locali

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio Residuo

Presenza di: 1. cabine di trasformazione; 2. emittenze radiotelevisive; 3. impianti fissi per la

telefonia mobile, cellulari, radar.

altro:…

Lesioni di entità variabile

rischio residuo

M F P

4 3 1

R=12

Livello di esposizione BASSO

Misure di prevenzione e protezione adottate

L’attività specifica dell’Azienda non prevede operazioni in zone di lavoro con esposizione del personale a campi elettromagnetici, nè utilizzo di attrezzature od impianti che emettono campi elettromagnetici di particolare intensità.

Negli uffici sono presenti attrezzature ad alimentazione elettrica: tutti gli apparecchi che utilizzano energia elettrica sono anche sorgenti di un campo magnetico a bassa frequenza. Il campo elettrico generato dalle apparecchiature da ufficio e dai cavi di distribuzione di un impianto elettrico, così come quelli generati dalle attrezzature manuali elettriche in uso agli installatori/manutentori, è di valore molto modesto, pari a poche decine di V/m nelle vicinanze dell’apparecchio e valori trascurabili a distanze di 1-2 m. Un capitolo a se riguarda l’uso del cellulare che in ogni caso comporta un valore d’esposizione modesto.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Informazione dei dipendenti in merito alle nuove ricerche

Note

Negli ultimi decenni, livelli di esposizione a campi elettrici e magnetici ed elettromagnetici sono aumentati con continuità e in misura considerevole; nel contempo, è andata anche aumentando la diffusione di tali esposizioni tra i lavoratori e la popolazione in generale. Ciò ha portato i paesi più industrializzati, compresa l'Italia, a svolgere una vasta attività di ricerca, volta alla definizione dei meccanismi biofisici di interazione e alla descrizione dei principali effetti biologici e sanitari: sui risultati di tale ricerca è possibile poi basare la scelta di limiti di esposizione appropriati per gli ambienti di vita e di lavoro. Campi elettrici e magnetici statici (0-1 Hz) Non esistono, oggi, validi dati sperimentali su cui basare la scelta di limiti di esposizione al campo elettrico statico, e ciò spiega perché questo sia l'unico caso in cui l'ICNIRP non abbia al momento emanato alcuna raccomandazione al riguardo.

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Note

(*) Avvertenze a) Le persone che abbiano impiantati stimolatori cardiaci (pacemaker) e altri dispositivi azionati elettricamente o che abbiano impianti di materiale ferromagnetico potrebbero non essere adeguatamente protetti dai limiti qui forniti. La maggior parte degli stimolatori cardiaci sono difficilmente influenzati dall'esposizione a campi di 0.5 mT. Le persone che abbiano impiantate protesi ferromagnetiche o apparati azionati elettricamente (diversi dai pacemaker) possono avere problemi con campi superiori a pochi mT. b) Quando l'induzione magnetica supera 3 mT, si devono prendere precauzioni per prevenire rischi dovuti a oggetti metallici messi dal campo in rapido movimento. c) Orologi metallici, carte di credito, nastri magnetici, dischi per calcolatori, ecc., possono essere danneggiati da esposizioni a 1 mT; ma ciò non è motivo di preoccupazione per la sicurezza degli individui. d) L'accesso occasionale di individui della popolazione a particolari locali in cui l'induzione magnetica superi i 40 mT può essere consentito in condizioni opportunamente controllate, purche¨ non vengano superati i limiti prescritti per i lavoratori. Campi con frequenze comprese fra 1 Hz e 300 GHZ

Note 1) f è la frequenza in hertz. 2) A causa della disomogeneità elettrica del corpo, le densità di corrente dovrebbero essere mediate su una sezione di 1 cm2 perpendicolare alla direzione della corrente. 3) Per frequenze fino a 100 kHz, i valori di picco della densità di corrente possono essere ottenuti moltiplicando il valore efficace per √2(~1.414). Per impulsi di durata tp, la frequenza equivalente da applicare nei limiti di base dovrebbe essere calcolata come f = 1/(2tp). 4) Per frequenze fino a 100 kHz e per campi magnetici pulsati, la densità di corrente massima associata con gli impulsi può essere calcolata dai tempi di salita/discesa e dalla massima derivata temporale dell'induzione magnetica. La densità di corrente indotta può, quindi, essere confrontata con l'appropriato limite di base. 5) Tutti i valori di SAR devono essere mediati su un qualunque intervallo di 6 minuti. 6) Il SAR locale va mediato su una qualunque massa di 10 g di tessuto contiguo; il SAR massimo ottenuto in tal modo dovrebbe essere il valore usato per la stima dell'esposizione.

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Note

7) Per impulsi di durata tp, la frequenza equivalente da applicare nei limiti di base dovrebbe essere calcolata come f=1/(2tp). Inoltre, per esposizioni pulsate, l'assorbimento specifico (SA) non dovrebbe eccedere 10 mJ/kg per i lavoratori e 2mJ/kg per la popolazione.

Note 1) Le densità di potenza devono essere mediate su qualsiasi area esposta di 20 cm2 e su qualsiasi intervallo temporale pari a 68/f l.05 minuti (dove f è in GHz) per compensare la progressiva diminuzione della profondità di penetrazione all'aumentare della frequenza. 2) Le densità di potenza massime spaziali, mediate su 1 cm2, non dovrebbero eccedere più di 20 volte i valori in tabella. I corrispondenti livelli di riferimento sono indicati, per le varie tipologie di esposizione, nelle tabelle 4, 5, 6 e 7. La protezione dagli effetti a lungo termine L'analisi dei dati ottenuti attraverso le indagini epidemiologiche porta oggi a distinguere, all'interno dell'intero spettro elettromagnetico non ottico, due campi di frequenza rilevanti dal punto di vista delle applicazioni e fra loro ben differenziati: la gamma dei campi a frequenze estremamente basse (ELF), egemonizzata dalla frequenza (50 Hz), utilizzata per la rete elettrica, e la gamma delle radiofrequenze e microonde (100 kHz-300 GHz), con vaste applicazioni nei processi industriali, nel settore delle telecomunicazioni e in medicina; un terzo campo meno esplorato ma di potenziale interesse è quello dei campi statici e dei campi a frequenze inferiori a 10 Hz. Chi intende oggi emanare una normativa in materia di campi elettromagnetici si trova a dover effettuare una scelta fra tre sistemi di valutazione di rischio. Il primo sistema è basato sulla protezione dagli effetti diretti di tipo acuto e porta ai limiti precedentemente descritti, lasciando necessariamente non normata la fascia di esposizioni di intensità inferiore. Il secondo sistema, finalizzato alla gestione del rischio cancerogeno, non contempla l'idea di un meccanismo di soglia, ma si basa su una relazione fra entità dell'esposizione e probabilità di insorgenza dell'evento avverso. Il terzo sistema di valutazione è pertanto finalizzato a trattare le situazioni nelle quali il nesso causale fra esposizione e malattia non sia stato stabilito con sufficiente certezza. Il campo elettrico e magnetico a 50 Hz Gli studi epidemiologici suggeriscono un'associazione tra l'esposizione residenziale a campi magnetici a 50 Hz, generalmente valutata in modo indiretto, e la leucemia infantile. Concorre a rendere complessa la valutazione dell'esposizione a campi elettrici e magnetici della popolazione residente in prossimità delle linee ad alta tensione il fatto che le linee possano essere utilizzate per la trasmissione di onde convogliate a frequenze comprese nell'intervallo 40-400 kHz. L'esposizione a queste onde convogliate, utilizzate per le telecomunicazioni, è stata oggetto di campagne dosimetriche in un numero limitato di paesi, fra i quali gli Stati Uniti, la Norvegia e l'Italia; non è possibile valutare gli eventuali effetti a lungo termine delle onde convogliate perché gli studi epidemiologici sinora condotti non le hanno prese in esame. In Italia, si è stimato che circa 300.000 persone siano esposte a campi elettromagnetici di 0.2 μT o oltre, a causa del passaggio delle linee elettriche in prossimità delle case. Sulla base di questo dato e delle stime del rischio desunte dalla letteratura scientifica, ci si possono attendere annualmente 2.5 casi in eccesso di leucemia infantile, con un intervallo di confidenza che va da 0.23 a 7.1 casi. Per le nuove opere, si raccomanda di includere nelle fasi progettuali l'istanza della riduzione ell'esposizione. Per quanto riguarda l'esistente, si raccomanda di ridurre i livelli di esposizione che superino largamente quei valori che di solito si trovano nell'ambiente generale e, in particolare, di annettere carattere di priorità agli interventi relativi a scuole, asili, parchi gioco, e altri spazi dedicati all'infanzia.

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Note

In linea di massima, può essere identificato un intervallo entro cui prevedibilmente è inclusa la grande maggioranza dei valori compatibili con una condizione media o mediana di 0.1 μT, sulla base di considerazioni sui percentili della relativa distribuzione statistica (0.29-0.5 μT). In secondo luogo, può essere identificato un ordine di grandezza di livelli di esposizione, che pur non essendo particolarmente elevati (ad esempio, nell'intervallo tra 0.5 μT e 1 μT), sono tuttavia con buona probabilità superiori alla grande maggioranza delle fluttuazioni dei livelli normali o di fondo, e corrispondono al contempo ai valori di esposizione per cui stime derivate dai dati epidemiologici (in larga misura in base a stime indirette dell'esposizione) suggeriscono che il rischio relativo possa iniziare a discostarsi significativamente dall'unità. Infine, è possibile identificare un terzo intervallo di valori di esposizione di entità tale (ad esempio di qualche microtesla) da poter essere considerato ragionevolmente lontano dalla condizione di fondo e per il quale le stime sopra discusse suggeriscono un possibile rischio aggiuntivo anche considerevole (ad esempio, comparabile al tasso di mortalità per cause accidentali). Quest'ultima condizione potrebbe in qualche modo essere ipotizzata in caso di un'elevata prossimità a linee elettriche ad alta tensione. Livelli ancora più elevati richiederanno ovviamente una maggiore attenzione. Dai livelli di esposizione scelti si potrà dedurre l'entità di distanze dalle linee ad alta tensione da raccomandare per gli edifici o la necessità dell'adozione di tecnologie alternative. Questo tipo di situazione merita attenzione anche alla luce di considerazioni di tipo etico. La riflessione etica non può da sola fornire la soluzione ai problemi tecnici e normativi, ma può contribuire a mettere in luce i conflitti e fornire elementi per una loro composizione.

Campi a radiofrequenze e microonde (100 kHz-300 GHz) In primo luogo vanno sottolineati, in questo settore, il grande intervallo di frequenze considerate e l'eterogeneità delle modalità di emissione e di esposizione, a differenza di quanto avviene per i campi a frequenze estremamente basse. Rientrano, ad esempio, in questo ambito le esposizioni connesse con la presenza di impianti per emittenza radiotelevisiva, apparecchiature industriali quali saldatrici e incollatrici, impianti fissi per la telefonia mobile e telefoni cellulari, radar. Un secondo problema è rappresentato dall'eterogeneità degli effetti sanitari che sono stati posti in relazione con le esposizioni in esame, trattandosi spesso di dati forniti da isolati studi esplorativi: da un lato incrementi del rischio di leucemia tra gli esposti a radiofrequenze per ragioni professionali e/o ambientali, dall'altro segnalazioni di possibili alterazioni ematologiche, effetti cromosomici ed esiti riproduttivi sfavorevoli in particolari gruppi ad alta esposizione. Alla luce dei problemi suddetti, gli studi epidemiologici disponibili sono da considerare di numero, qualità, consistenza o potenza statistica insufficienti per permettere conclusioni relativamente alla presenza o assenza di un'associazione causale tra l'esposizione ai tipici livelli delle radiofrequenze e microonde presenti negli ambienti di vita e di lavoro e l'insorgenza di effetti sanitari a lungo termine. La situazione che si configura è diversa da quella relativa ai campi magnetici a 50 Hz, essenzialmente per i seguenti motivi: 1) gli studi epidemiologici non forniscono indicazioni conclusive di effetti sanitari a lungo termine imputabili all'esposizione a livelli non termici di radiofrequenze e microonde; 2) anche ipotizzando un nesso causale tra effetti sanitari a lungo termine e l'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde, non è disponibile alcun elemento di valutazione circa l'impatto in termini di sanità pubblica di tale esposizione.

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3.7. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI Titolo VIII – Capo V - art. 213

Ai sensi del Titolo VIII art. 213, in relazione anche all’allegato XXXVII del D.Lgs. 81/08, benché non ancora completamente attuativo in attesa del recepimento della specifica direttiva CEN – IEC e CIE si è provveduto, anche in funzione della tipologia di lavoro effettuata in azienda, ad effettuare la valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse alla presenza di Radiazioni Ottiche Artificiali secondo la scheda di seguito riportata:

Rischio Radiazioni Ottiche Artificiali

Soggetti Esposti Impiegati

Area Ufficio

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Presenza di: 1. Schermi Televisivi 2. Videoterminali 3. Videoproiettori

altro:…

Affaticamento Visivo

∆ rischio residuo

M F P

4 3 1

R=12

Livello di esposizione BASSO

Misure di prevenzione e protezione adottate

Al lavoratore viene garantito il diritto ad una pausa di 15 minuti se ha operato per due ore consecutive al videoterminale. Il lavoratore riceve informazioni e formazione sulle misure di prevenzione da applicare sul posto di lavoro, sulle modalità di svolgimento dell’attività (pause) e sui rischi per gli occhi e la vista. Le attrezzature sono tutte conformi. Quelle rotte o mal funzionanti vengono immediatamente sostituite. I lavoratori che utilizzano una attrezzatura munita di videoterminale per almeno venti ore settimanali (media) sono sottoposti ad accertamenti medici preventivi ed eventualmente periodici, a cura del medico competente.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

I posti di lavoro e le attrezzature impiegate permettono in generale una sufficiente prevenzione del rischio, a condizione che il lavoratore, nell’organizzazione dello spazio a sua disposizione, si attenga alle regole di seguito indicate

x interrompere l’attività specifica ogni 2 ore per 15 minuti, per lavori continuativi e superiori a 4 ore consecutive giornaliere. Durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, è opportuno non dedicarsi ad attività che richiedano un intenso impegno visivo, come ad

x esempio la correzione di un testo scritto; x disporre correttamente ed orientare correttamente il videoterminale, gli schermi televisivi, i

videoproiettori, rispetto alle fonti naturali o artificiali di illuminazione del locale; x posizionare gli apparecchi visivi ad una distanza corretta ( tra i 50 ed i 70 cm); x regolare il contrasto e la luminosità dello schermo; x distogliere periodicamente lo sguardo dal video per guardare oggetti lontani; x Si raccomanda inoltre l’utilizzo di eventuale mezzi di correzione della vista se prescritti.

Note

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3.8. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE A SOSTANZE PERICOLOSE Titolo IX Capo I

La valutazione dei rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori viene effettuata in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/2008; in particolare viene sancito l’obbligo da parte del datore di lavoro di valutare “tutti i rischi” connessi alle attività svolte dai lavoratori, ivi compresi quelli legati all’impiego di sostanze o preparati chimici. Questi ultimi in particolare sono trattati nel Titolo IX, Capo I del D.Lgs. 81/2008, concernente i requisiti minimi previsti per la protezione dei lavoratori. Definizioni

a) agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato;

b) agenti chimici pericolosi:

1) agenti chimici classificati come sostanze pericolose ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modifiche, nonché gli agenti che corrispondono ai criteri di classificazione come sostanze pericolose di cui al predetto decreto. Sono escluse le sostanze pericolose solo per l’ambiente;

2) agenti chimici classificati come preparati pericolosi ai sensi del decreto legislativo 14 marzo 2003, n. 65 e successive modifiche, nonché gli agenti che rispondono ai criteri di classificazione come preparati pericolosi di cui al predetto decreto. Sono esclusi i preparati pericolosi solo per l’ambiente;

3) agenti chimici che, pur non essendo classificabili come pericolosi, in base ai punti 1) e 2), possono comportare un rischio per la sicurezza e la salute dei lavoratori a causa di loro proprietà chimico-fisiche, chimiche o tossicologiche e del modo in cui sono utilizzati o presenti sul luogo di lavoro, compresi gli agenti chimici cui è stato assegnato un valore limite di esposizione professionale;

c) attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di procedimento, compresi la produzione, la manipolazione, l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o che risultino da tale attività lavorativa;

d) valore limite di esposizione professionale: se non diversamente specificato, il limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento; un primo elenco di tali valori è riportato nell’allegato XXXVIII;

e) valore limite biologico: il limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell’appropriato mezzo biologico; un primo elenco di tali valori è riportato nell’allegato XXXIX;

f) sorveglianza sanitaria: la valutazione dello stato di salute del singolo lavoratore in funzione dell’esposizione ad agenti chimici sul luogo di lavoro;

g) pericolo: la proprietà intrinseca di un agente chimico di poter produrre effetti nocivi;

h) rischio: la probabilità che si raggiunga il potenziale nocivo nelle condizioni di utilizzazione o esposizione. Nella valutazione, il datore di lavoro determina, preliminarmente l’eventuale presenza di agenti chimici pericolosi sul luogo di lavoro e valuta anche i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori derivanti dalla presenza di tali agenti, prendendo in considerazione in particolare: a) le loro proprietà pericolose;

b) le informazioni sulla salute e sicurezza tramite la relativa scheda di sicurezza predisposta ai sensi dei decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52 e 14 marzo 2003, n. 65 e successive modifiche;

c) il livello, il tipo e la durata dell’esposizione;

d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli stessi;

e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; di cui un primo elenco è riportato negli allegati XXXVIII e XXXIX;

f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;

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g) se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza sanitaria già intraprese. La classificazione può essere individuata dalle frasi di rischio (FRASI R), presenti sulle schede di sicurezza e dalle tipologie di attività lavorative e processi produttivi secondo il modello di valutazione presentato dalle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Veneto, Marche e Piemonte. Il rischio R è il prodotto del pericolo P per l’esposizione E

R = P x E

P : indice di pericolosità intrinseca di una sostanza o di un preparato che nell’applicazione di questo modello viene identificato con le frasi di rischio R che sono utilizzate nella classificazione secondo la Direttiva Europea 67/548/CEE e successive modifiche. Il pericolo P rappresenta quindi la potenziale pericolosità si una sostanza indipendentemente dai livelli a cui le persone sono esposte (pericolosità intrinseca)

E : rappresenta il livello di esposizione dei soggetti nella specifica attività lavorativa.

Il rischio R, determinato secondo questo modello, tiene conto dei seguenti parametri:

1. Per il pericolo P sono tenuti in considerazione le proprietà pericolose e l’assegnazione di un valore limite professionale, mediante il punteggio assegnato;

2. Per l’esposizione E si sono presi in considerazione: tipo, durata dell’esposizione, le modalità con cui

avviene l’esposizione, le quantità in uso, gli effetti delle misure preventive e protettive adottate Il rischio R, in questo modello, può essere calcolato separatamente per esposizioni inalatorie e per esposizioni cutanee:

R inal = P x E inal ----------- R cute = P x E cute

Nel caso in cui per un agente chimico pericoloso siano previste contemporaneamente entrambe le vie di

assorbimento il rischio R cumulativo (R cum) è ottenuto tramite il seguente calcolo:

R cum = R inal 2 + R cute

2

Gli intervalli di variazione di R sono:

Parlando di rischio di esposizione è possibile differenziare, come indica il D. Lgs. 81/08 tra:

RISCHIO DI ESPOSIZIONE OBBLIGHI

RISCHIO BASSO per la sicurezza E IRRILEVANTE PER LA

SICUREZZA

� Valutazione dei rischi

� Informazione ed informazione dei lavoratori

RISCHIO ELEVATO E RILEVANTE PER LA SICUREZZA

� Valutazione dei rischi

� Informazione ed informazione dei lavoratori

� Misure specifiche di protezione e prevenzione

� Disposizioni in caso di incidenti o di emergenze

� Sorveglianza sanitaria

1,0 ≤ R cute ≤ 100 0,1 ≤ R inal ≤ 100 1,0 ≤ R cum ≤ 141

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Ed individuare un criterio come da tabella sotto riportata:

VALORI DI RISCHIO

R cum CLASSIFICAZIONE

IRR

ILEV

AN

ET

E

BASS

O 0,1≤ R ≤ 15 Rischio basso

15≤ R ≤ 21 Intervallo di incertezza. E’ necessario, prima della classificazione in rischio moderato rivedere con scrupolo l’assegnazione dei vari punteggi e le misure di prevenzione e protezione adottate

RIL

EVA

NTE

E P

ERIC

OLO

SO

21≤ R ≤ 40 Rischio rilevante

Applicare gli articoli 225, 226, 229, 230 del D. Lgs. 81/2008

40≤ R ≤ 80 Zona rilevante e pericoloso

Applicare gli articoli 225, 226, 229, 230 del D. Lgs. 81/2008

R ≥ 80

Zona di grave rischio. Riconsiderare il percorso dell’identificazione delle misure di prevenzione e protezione ai fini di una loro eventuale implementazione. Intensificare i controlli quali la sorveglianza sanitaria, la misurazione degli agenti chimici e la periodicità della manutenzione

VALUTAZIONE SPECIFICA:

Dall’analisi dell’attività aziendale emerge la possibilità di contatti diretti e indiretti con alcune sostanze e preparati pericolosi. I quantitativi presenti sono i minimi compatibili con le lavorazioni. Al fine della valutazione, che tiene conto di:

□ le proprietà intrinseche delle sostanze così come dedotte dalla schede di sicurezza

□ il livello, il tipo e la durata dell’esposizione, che nel caso specifico è in contenimento

□ i valori limite d’esposizione e gli effetti delle misure preventive e protettive adottate e da adottare;

si identificano i preparati riportati nella tabella sottostante:

Agente Classificazione

rischio e/o frasi R Componenti pericolosi

Scheda di sicurezza

Lavoratori esposti

Detergenti

Vari

Alcali Inorganici (soda e potassa caustica) Tensioattivi Organici (esteri poliglicolici, eteri poliglicolici, ammine, anfoliti)

- Addetti alle

pulizie

Sgrassanti

Disinfettanti

Prodotti per la preservazione e lucidatura

del legno

Disincrostanti Vari

Acido muriatico Acido fosforico Acido formico Acido solforico

-

Toner - - Si Impiegato

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Rischio Agenti chimici pericolosi per la sicurezza Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Cantiere

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Incidenti nel corso di attività lavorative, negligente stoccaggio o impiego dei prodotti

Vari

∆ rischio residuo

M F P

3 1 2

Agente e componente pericoloso

R=6

Detergenti

Irritazioni delle vie respiratorie e le mucose Irritazioni e lesioni cutanee e oculari Perdita di coscienza ed intossicazione anche letale per inalazione di fumi o gas

MODERATO : rilevante per la

sicurezza e irrilevante per la salute

Sgrassanti

Disinfettanti

Prodotti per la preservazione e lucidatura del legno

Disincrostanti

Soggetti Esposti Amministrativo

Area Ufficio

Sostituzione cartucce toner Irritazione alle vie respiratorie

z

M F P

- - -

-

BASSO: irrilevante per la sicurezza e la salute

Misure di prevenzione e protezione adottate

In attuazione a quanto previsto dal Titolo IX, capo I art. 224 del D.Lgs. 81/2008 l’impresa attua le seguenti misure di protezione e prevenzione: Tutti i presenti sono stati informati sulla modalità operative da porre in essere per evitare possibili incidenti. Il rischio è ridotto al minimo attraverso 9 l’applicazione di metodi di lavoro appropriati (il personale addetto, è adeguatamente informato

sui rischi, sui comportamenti da adottare e su come affrontare le eventuali situazioni di emergenza) 9 una corretta manutenzione delle attrezzature per il lavoro specifico. 9 Fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico con relative procedure di manutenzione

adeguate 9 Sorveglianza sanitaria dei lavoratori a norma degli articoli 229 e 230 del D.Lgs. 81/2008 Sono disponibili le schede di sicurezza di tutti i materiali, sostanze e preparati pericolosi presenti: sono stati resi noti i rischi derivanti dalla presenza e/o utilizzo di tali sostanze, anche in caso di combinazioni accidentali. I quantitativi di sostanze chimiche pericolose presenti sono i minimi compatibili con le lavorazioni. Tutti i recipienti riportano l’indicazione scritta del nome del contenuto e dei rischi associati. I lavoratori dispongono di idonei dispositivi di protezione individuale, sia per uso corrente sia in emergenza.

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Misure di prevenzione e protezione da adottare

9 Riduzione al minimo del numero di lavoratori esposti al rischio: per la stessa operazione prevedere l’impiego di un numero sufficiente di addetti, tale da permettere un’adeguata turnazione.

9 Riduzione al minimo della durata e dell’intensità dell’esposizione.

9 Sostituire le sostanze pericolose con sostanze meno pericolose.

9 Misure igieniche adeguate.

9 La riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione delle necessità della lavorazione.

9 Metodi di lavoro appropriati comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza nella manipolazione, nell’immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.

9 Progettazione di appropriati processi lavorativi e controlli tecnici, nonché uso di attrezzature e materiali adeguati.

9 Non miscelare fra loro prodotti diversi, per evitare la formazione di gas nocivi

9 Non travasare i prodotti in contenitori adibiti ad altro uso

DPI Guanti, occhiali protettivi, indumenti protettivi, stivali impermeabili, maschere facciali

Note -

Rischio Agenti Biologici

Soggetti Esposti Addetti alle pulizie

Area Servizi igienici- Aree ospedaliere

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Attività di pulizia di servizi igienici Attività di pulizia e disinfezione in aree ospedaliere (camere di degenza, ambiente ospedaliero generico)

Rischi di malattia da agenti biologici Contaminazione da parte di virus (HBV sag., HCV, HIV)

∆ rischio residuo

M F P

3 3 2

R=18

MODERATO rilevante per la sicurezza

e per la salute

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Rifiuti Pericolosi : In azienda vengono prodotte e raccolte ridotte quantità di rifiuti speciali pericolosi (cartucce di toner esauste, materiale inquinante e/o pericoloso per la salute). I rifiuti prodotti devono essere regolarmente registrati e conservati in contenitori idonei sigillati e recanti l’indicazione del contenuto; il materiale così raccolto deve opportunamente conservato secondo le norme generali riportate e comunque secondo le normative vigenti. I rifiuti devono essere successivamente avviati alle operazioni di recupero, smaltimento o incenerimento secondo le procedure definite dalle normative in materia.

Misure di prevenzione e protezione adottate

x Riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti. Il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti ad agenti pericolosi, è limitato

al minimo possibile. x Riduzione al minimo della durata e dell'intensità dell'esposizione.

La durata e l’intensità dell’esposizione sono ridotte al minimo attraverso un’opportuna organizzazione del lavoro, per effetto della quale i lavoratori risultano esposti ad agenti biologici pericolosi solo se inevitabile ed in ogni caso per il tempo strettamente necessario allo svolgimento dell’attività specifica.

x Misure igieniche: Adozione di indumenti protettivi (divise, guanti in lattice monouso, scarpe e/o sovrascarpe, maschere facciali...)

x Metodi di lavoro appropriati. Il personale addetto, è adeguatamente informato sui rischi, sui comportamenti da adottare e su come affrontare le eventuali situazioni di emergenza.

Informazione e formazione Sono fornite ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili, informazioni, istruzioni ed un’adeguata formazione, per quanto riguarda: x gli agenti biologici presenti negli ambienti di lavoro ed i rischi per la salute connessi alla loro

esposizione x le precauzioni da prendere per evitare l'esposizione; x le misure igieniche da osservare; x la necessità di indossare e impiegare indumenti di lavoro e protettivi e dispositivi individuali di

protezione ed il loro corretto impiego; x il modo di prevenire il verificarsi di incidenti e le misure da adottare per ridurre al minimo le

conseguenze. L'informazione e la formazione sono fornite prima che i lavoratori siano adibiti alle attività in questione e vengono ripetute ogni qualvolta si verificano nelle lavorazioni cambiamenti che influiscono sulla natura e sul grado dei rischi. Sorveglianza Sanitaria Si ritiene opportuna la prosecuzione delle attività di sorveglianza sanitaria nei confronti degli operai meccanici.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

E’ indispensabile che tutti utilizzino sistematicamente i DPI messi a disposizione, conformemente alle istruzioni aziendali. Progettazione e organizzazione dei sistemi di intervento sul luogo di lavoro: definizione di procedure operative da seguire scrupolosamente, mirate a ridurre al minimo i rischi di esposizione ad agenti biologici da parte degli operatori

DPI

Specifici dispositivi di protezione delle vie respiratorie (maschere facciali), guanti da lavoro in lattice/gomma, indumenti protettivi (scarpe/sovrascarpe, camici etc)

Note La valutazione del rischio potrà essere approfondita con i dati conseguenti alle azioni di sorveglianza sanitaria condotte dal medico competente.

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3.9. VALUTAZIONE DEI RISCHI DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD AGENTI FISICI: ATMOSFERE ESPLOSIVE

Titolo XI art. 290 Ai sensi del Titolo XI art. 290 del D.Lgs. 81/08, si è provveduto, anche in funzione della tipologia di lavoro svolto in azienda, ad effettuare la valutazione delle condizioni di sicurezza e salute connesse alla presenza di Aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La valutazione riportata si riferisce ai locali della sede amministrativa; per valutazioni specifiche dei singoli ambienti esterni si rimanda ai POS e ai DUVRI redatti per ciascuna realtà esterna.

Rischio Atmosfere Esplosive

Soggetti Esposti Impiegati Amministrativi

Area Tutti i locali Aziendali

Possibili Cause Effetti Valutazione Rischio

Residuo

Gas o preparati infiammabili in piccole quantità: Metano di rete

Esplosione - Incendio

∆ rischio residuo

M F P

3 1 2

R=6

Livello di esposizione BASSO

Misure di prevenzione e protezione adottate

Dall’analisi dei prodotti stoccati e in uso all’interno dei locali dell’azienda, non si rilevano sostanze appartenenti alle direttiva ATEX. Si ritiene quindi non applicabile tale adempimento normativo in quanto le quantità e le modalità di stoccaggio dei materiali potenzialmente esplosivi si ritengono tali da non generare rischi significativi, inoltre non sono presenti fonti di innesco. Le indicazioni riportate fanno riferimento alla possibilità di esplosione legata alla tipologia dell’impianto di riscaldamento corredato di Dichiarazione di conformità A meno di guasti dell’impianto di aerazione e formazione anomala di gas che producono una concentrazione elevata di miscele esplosive (condizione concomitante difficilmente ottenibile), il rischio di esplosione è classificabile come basso. L’impianto elettrico (in particolare interruttori e prese) è stato realizzato con caratteristiche antideflagranti. In tutte l’area del locale vige il divieto assoluto di fumare e di accendere fiamme libere. Per le attività svolte il livello di rischio esplosione è basso.

Misure di prevenzione e protezione da adottare

Verificare periodicamente l’impianto di adduzione Gas

DPI -

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4. VALUTAZIONI AGGIUNTIVE (Titolo I Capo III Sez. II - art. 28) Di seguito vengono presi in considerazione nella valutazione quelle situazioni particolari rapportate a: 4.1. VALUTAZIONE RISCHIO DA STRESS LAVORO CORRELATO

Accordo Europeo 8 ottobre 2004 La percezione dello stress varia da persona a persona e a seconda delle situazioni e delle circostanze in cui ci si trova: quando si parla di stress è quindi difficile fissare dei limiti di sopportazione precisi. Vi è tuttavia un livello di tensione che nella maggior parte delle persone porta a un maggior rischio d'infortunio e influisce negativamente sulla sensazione di benessere e che, a lungo andare, può danneggiare la salute. Per stress intendiamo qualcosa di negativo. Non lo si può intendere come "stimolo benefico" che dà la necessaria carica per lavorare; Inoltre lo stress: - non è una seccatura destinata a passare entro breve tempo. - non è nemmeno quello che si dice di avere per dimostrare quanto si sia importanti e indispensabili. Lo stress è piuttosto uno stato di eccitazione e di tensione continua e sgradevole causata da un compito o una richiesta a cui non si è effettivamente in grado di rispondere. Per i soggetto in questione è importante saper rispondere a tale richiesta o sfida. Questa tensione continua si manifesta a livello emotivo sotto forma di paura, rabbia, frustrazione; a livello di comportamento si manifesta sotto forma di attività febbrile ed "esplosiva" e a livello fisico come uno stato di continua tensione, insonnia, disturbi gastro-intestinali o mal di testa. Questo significa che il rischio d'infortunio aumenta in misura esponenziale con danni alla salute a lungo andare. Esempio di come può nascere lo stress:

Per combattere lo stress bisogna conoscerne le cause che possono essere molteplici e diverse da persona a persona. I fattori che provocano lo stress si chiamano "stressori". Non è detto che il singolo stressore debba scatenare lo stress, ma sicuramente può scatenarlo. Più stressori sono presenti, tanto maggiore è la probabilità che insorga lo stress. Il troppo stress è pericoloso e dannoso per la salute poiché riduce l'efficienza psicofisica e si ripercuote negativamente sui rapporti umani. È inoltre importante sottolineare che non tutti reagiscono allo stesso modo se sottoposti a una tensione continua; dipende innanzi tutto dalla situazione stessa e dalla persona, a volte si sopporta di più, a volte di meno. Può capitare anche che taluni superano meglio le situazioni conflittuali tra persone mentre ad altre persone l’essere sotto pressione nel medesimo modo non crea nessuna conseguenza negativa. Il modo con cui ogni individuo sopporta gli stressori dipende da altri fattori che aiutano a reagire in modo più pacato e a sopportare meglio le tensioni. Tali fattori sono chiamati "risorse". Di regola, per combattere lo stress bisogna: - eliminare gli agenti stressanti o comunque cercare di ridurli a un livello tale da sopportarli senza difficoltà

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- sviluppare o rafforzare le risorse

; Di seguito viene riportata a una tabella di valutazione dei rischi che considera gli aspetti riguardanti lo stress derivante da fattori psicosociali.

; Sulla base della valutazione vengono individuate, attuate e verificate adeguate misure di natura individuale e/o collettiva per la riduzione dello stress derivante da fattori psicosociali.

VALUTAZIONE SPECIFICA Si rimanda al Documento di Valutazione Stress lavoro correlato. 4.2. PRESENZA DI PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/ EXTRACOMUNITARIO Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o meno di personale straniero immigrato/extracomunitario in azienda.

PERSONALE STRANIERO IMMIGRATO/EXTRACOMUNITARIO PRESENTE IN AZIENDA

Cognome Nome Mansione

Fare riferimento all’organigramma aziendale e al Libro Matricola allegati

Dall’analisi dell’organico aziendale non emergono situazioni particolari correlate alla nazionalità e/o religione del personale che potrebbero essere fonte di rischio, essendo tutto il personale ben integrato nel contesto socio-culturale italiano

Individuazione fattori di rischio Si No

Sinistri causati da errori procedurali in seguito a mancata od erronea comprensione delle istruzioni impartite x

Mancata comunicazione e comprensione linguistica fra i singoli lavoratori x

Possibilità di stati alimentari alterati che possono indurre stati di debolezza fisico-mentale X

Misure organizzative e procedurali

x Predisposizione di procedure su specifica richiesta del dipendente in capo alla propria lavorazione x Predisposizione di una formazione ed informazione specifica anche in lingua madre e verifica dell’avvenuta

comprensione dei contenuti x Divieto di somministrazione di sostanze alcoliche, stupefacenti x Nel caso di alterata alimentazione (p.e. ramadan) verificare lo stato di salute del dipendente prima di

ammetterlo all’esercizio lavorativo particolarmente stressante (guidare automezzi, effettuare lavorazioni in altezza, movimentare carichi, utilizzare attrezzature particolari, ecc.)

x Verificare l’integrazione e la relazionalità tra le diverse etnie anche attraverso singoli colloqui con i dipendenti o tramite riunioni di confronto.

4.3. GESTANTI Ai sensi dell’ Articolo 11 comma 1 del D.Lgs. 151/01, ”…. Ed in ottemperanza a quanto disposto dal D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione preventiva dei rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici gestanti, puerpere e in allattamento, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, nonché i processi o le condizioni di lavoro, individuando le misure di prevenzione e protezione da adottare.” Come precisato dalla Circolare del Ministero del Lavoro Prot. 3328 del 16/12/2002 detta valutazione preventiva consente al datore di lavoro di informare le lavoratrici, prima ancora che sopraggiunga una

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gravidanza, dei rischi esistenti in azienda, delle misure di prevenzione e protezione che egli ritiene di dover adottare in tal caso e , quindi, dell’importanza che le dipendenti gli comunichino tempestivamente il proprio stato, in modo che possano essere valutati con immediatezza i rischi specifici e adottate le conseguenti misure di tutela. La normativa si applica alle lavoratrici gestanti, puerpere e in periodo di allattamento fino a sette mesi dalla data del parto, che hanno informato il Datore di Lavoro (DL) del loro stato; la tutela si applica altresì alle lavoratrici che hanno ricevuto bambini in adozione o in affidamento, fino al compimento dei sette mesi di età. non è invece applicabile al personale che non rientra nella definizione di lavoratrice nei termini del D.Lgs81/08 e del D.Lgs. 230/95, art. 60.

SICUREZZA E TUTELA DELLA SALUTE DELLE LAVORATRICI GESTANTI, PUERPERE O IN PERIODO DI ALLATTAMENTO

Cognome Nome Mansione

Fare riferimento all’organigramma aziendale ed al Libro Matricola allegati

Impiegata amministrativa

Individuazione fattori di rischio

La mansione non comporta l’esposizione del personale femminile a rischi indicati negli allegati A,B e C del D.Lgs. 151/01.

Cognome Nome Mansione

Fare riferimento all’organigramma aziendale ed al Libro Matricola allegati Addetta alle pulizie

Individuazione fattori di rischio

La mansione comporta l’esposizione del personale femminile ad uno o più rischi indicati negli allegati A,B e C del D.Lgs. 151/01.

Misure organizzative e procedurali

E vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri, durante la

gestazione e in determinati casi fino a 7 mesi dopo il parto (art. 7 D.Lgs. 151/01). E’ vietato adibire le lavoratrici al lavoro notturno, dalle ore 24 alle ore 6, dal momento di accertamento dello stato di

gravidanza e fino ad un anno di età del bambino (art. 53 D.Lgs. 151/01). Fermi restando i lavori vietati, il datore di lavoro deve valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici, in

particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici, i processi o le condizioni di lavoro (art. 11 D.Lgs. 151/01) • I rischi da valutare sono riportati nell’Allegato C del D.Lgs. 151/01, cui si rimanda.

I lavori vietati e il corrispondente periodo di divieto sono riportati negli allegati A e B del D.Lgs. 151/01, cui si rimanda. Tali lavori, di seguito elencati, comportano un’interdizione al lavoro per condizioni pregiudizievoli

x Lavori in atmosfera di sovrapressione elevata

x Esposizione a toxoplasma o virus della rosolia (salvo comprovata immunizzazione)

x Esposizione a piombo e derivati

x Lavori in sotterraneo di carattere minerario

x Esposizione a colpi, vibrazioni meccaniche o movimenti

x Movimentazione manuale di carichi pesanti

x Rumore

x Esposizione a radiazioni ionizzanti

x Esposizione a radiazioni non ionizzanti (RF, ultrasuoni, campi magnetici, UV, ecc.)

x Sollecitazioni termiche

x Movimenti e posizioni di lavoro, spostamenti sia all’interno sia all’esterno dello stabilimento, fatica mentale e fisica e altri disagi fisici

x Agenti biologici dei gruppi di rischi da 2 a 4 per cui è noto che mettono in pericolo la salute delle gestanti e del nascituro

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x Impiego di sostanze nocive o pericolose, in particolare quelle etichettate R40, R45, R46 o R47

x Impiego di sostanze nocive o pericolose, in particolare quelle R49

x Esposizione a mercurio e suoi derivati

x Esposizione a medicamenti antimitotici

x Monossido di carbonio

x Agenti chimici pericolosi per assorbimento cutaneo

x Turnazione notturna

x Lavori faticosi, pericolosi ed insalubri indicati per i quali vige l’obbligo delle visite mediche preventive e periodiche

x Esposizione a silicosi e asbestosi, nonché alle altre malattie professionali di cui agli allegati

x Lavori su scale e impalcature fisse e mobili

x Lavori di manovalanza pesante

x Lavori che comportano una stazione in piedi per più di metà dell’orario o che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante

x Lavori con macchina mossa o comandata a pedale, quando il ritmo del movimento sia frequente o esiga un notevole sforzo

x Lavori con macchine scuotenti o con utensili che trasmettono intense vibrazioni

x Lavori di assistenza e cura degli infermi nei sanatori e nei reparti per malattie infettive e per malattie nervose e mentali

x Lavori agricoli che implicano la manipolazione e l’uso di sostanze tossiche o altrimenti nocive nella concimazione del terreno e nella cura del bestiame

x Lavori di monda e trapianto del riso

x Lavori a bordo delle navi, degli aerei, dei treni, dei pullman e di ogni altro mezzo di comunicazione in moto In caso di lavoratrici minori, oltre ai lavori pregiudizievoli per la salute riportati nell’elenco sopra esposto, occorre altresì estendere la valutazione dei rischi ai processi ed ai lavori indicati nell’allegato I del D.Lgs. 345/99 così come modificato dal D.Lgs. 81/08.

La normativa inoltre specifica :

“Interdizione per complicazioni” “In caso di complicazioni della gestazione oppure di preesistenti patologie che possono essere aggravate dalla gravidanza viene rilasciata l'interdizione dall’Ispettorato del Lavoro sulla base dell'accertamento medico, per il quale sono abilitati i medici pubblici: Responsabile del Distretto Socio Sanitario di Base o ginecologo pubblico.

Nel processo di valutazione dei rischi, notevole importanza assume la collaborazione del medico competente, dove presente, in quanto potrà fornire al datore di lavoro gli strumenti conoscitivi essenziali, in modo da individuare le condizioni di lavoro compatibili con lo stato di gravidanza e il periodo di allattamento delle lavoratrici e conseguentemente protocolli con mansioni alternative.”

ESITO DELLA VALUTAZIONE Partendo dalla valutazione delle mansioni a rischio per il personale femminile è possibile ricapitolare nella tabella seguente i risultati ottenuti

MANSIONE GIUDIZIO DI RISCHIO

IMPIEGATA AMMINISTRATIVA

Divieto di esposizione

Giudizio di idoneità al mantenimento della mansione

Assenza di rischi aggiuntivi connessi con la mansione

ADDETTA ALLE PULIZIE

Divieto di esposizione

Giudizio di idoneità al mantenimento della mansione Assenza di rischi aggiuntivi connessi con la mansione

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Al momento di avvenuta notifica di gravidanza tramite certificato medico, il D.L. dovrà adibire la dipendente gestante ad attività non a rischio sulla base degli allegati A,B e C del D.Lgs. 151/01. Ai sensi dell’art. 20 dello stesso decreto le dipendenti Impiegate VDT che vorranno procrastinare l’attività lavorativa fino all’ottavo mese di gestazione dovranno produrre certificato medico ginecologico da sottoporre all’attenzione del Medico Competente che dovrà formulare il Giudizio d’Idoneità. Le lavoratrici Addette alle pulizie dovranno essere allontanate dall’attività lavorativa e indirizzate all’Ispettorato del lavoro. Si rimanda al documento “Procedure Informativa Lavoratrici”. 4.4. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I DISABILI Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o meno di personale disabile in azienda.

PERSONALE DISABILE PRESENTE IN AZIENDA

Cognome Nome Mansione

Individuazione fattori di rischio Si No

ALLO STATO ATTUALE NON RISULTA IMPIEGATO PERSONALE DISABILE

Misure organizzative e procedurali

Vengono di seguito riportate le disposizioni e prescrizioni a favore degli invalidi: xx Contestualmente all’assunzione il disabile deve ricevere le informazioni relative alle misure preventive e protettive

connesse alla propria mansione. xx Gli invalidi devono essere adibiti a mansioni che siano compatibili con il loro stato di salute (in base alla certificazione

rilasciata dal Servizio di Igiene Pubblica). xx Qualora l’invalido venga adibito ad una mansione non compatibile egli può chiedere che gli venga assegnata altra

mansione. Se non viene accontentato può rivolgersi all’ASL e chiedere di essere sottoposto a visita medica da parte di un apposito collegio medico, che deve stabilire se il lavoro che gli è stato assegnato sia compatibile con le sue condizioni. In caso di giudizio del collegio medico sia favorevole all’invalido, il datore di lavoro deve adibirlo ad altra mansione

4.5. MISURE PREVENTIVE E DISPOSIZIONI PER I MINORENNI Così come indicato nel D.Lgs. 81/08 si è provveduto ad effettuare una valutazione in capo alla presenza o meno di personale Minorenne in azienda.

PERSONALE MINORE PRESENTE IN AZIENDA

Cognome Nome Mansione

Individuazione fattori di rischio Si No

ALLO STATO ATTUALE NON RISULTA IMPIEGATO PERSONALE MINORE

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Misure organizzative e procedurali

Vengono comunque di seguito riportate le prescrizioni da adottare in caso di assunzione di minori: x Al momento dell’assunzione di un minore il datore di lavoro dovrà eseguirne la formazione e formazione ribadendo i

rischi connessi alla propria mansione svolta in azienda. x Il minore dovrà essere sottoposto ad accertamenti sanitari prima all’assunzione, eseguiti dal Servizio di Igiene Pubblica

e successivamente ogni anno fino al raggiungimento della maggiore età. x Il datore di lavoro dovrà ricevere in forma scritta dal lavoratore il nominativo di chi esercita la patria potestà.

Quest’ultimo dovrà sottoscrivere l’avvenuta ricezione delle documentazione comprovante la formazione ed informazione del lavoratore.

x I minorenni, di età inferiore agli anni 16 non dovranno essere adibiti a 1. Lavori che impongano trasporto e sollevamento di pesi eccessivi. 2. Lavori notturni. 3. Lavori che espongano a contatto con motori o macchine in moto. 4. Lavori pericolosi, faticosi, insalubri

4.6. AZIENDA A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE L’azienda non rientra tra quelle previste dall’articolo di legge D.Lgs. 334/99 e s.m.i., come modificato dal D.Lgs. 238/05

5. VALUTAZIONE RISCHI INCENDIO

D.M. 10 Marzo 1998 Così come per le altre valutazioni anche la valutazione rischio incendio all’interno dell’azienda viene va lutato secondo i parametri di seguito descritti.

5.1. CRITERI ADOTTATI PER LA VALUTAZIONE

L’attuazione delle misure e degli interventi correttivi o di adeguamento. se non stabilite dalla legislazione vigente deve essere fatta seguendo le priorità desunte dalla seguente tabella.:

ENTITA’ DEI DANNI P1

Pro

babi

lità

tras

cura

bile

P2

Pro

babi

lità

bass

a

P3

Pro

babi

lità

alta

P4

Pro

babi

lità

altis

sima

G1: danni lievi (principio di incendio in ambiente non compartimentato e spento dagli addetti alla sicurezza) 1 2 3 4

G2: danni moderati (principio di incendio in ambiente pericoloso compartimentato e spento con estintori dagli addetti alla sicurezza).

2 4 6 8

G3: danni gravi (incendio in ambiente pericoloso, con carenza di compartimentazione e di altre misure antincendio, spento con l’uso dimezzi del personale antincendio)

3 6 9 12

G4: danni gravissimi (es. incendio in ambiente non compartimentato con carenze di misure antincendio spento dai VVF.

4 8 12 16

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5.2. DESCRIZIONE DELLE CONDIZIONI AMBIENTALI Locali Aziendali All’interno dei locali vi è presenza permanente di personale operante. Le vie di circolazione coincidono con i passaggi ed i corridoi dei locali. I pedoni possano utilizzarle in piena sicurezza. Le porte d’emergenza d’uscita dai locali corrispondono con le porte d’ingresso. Viste le dimensioni dei locali, la lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano rispetta i valori sotto riportati:

9 45÷60 metri (tempo max. di evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di incendio basso.

I locali NON sono dotati di mezzi mobili di spegnimento (Estintori) in funzione del materiale presente nelle aree in cui devono essere utilizzati. Si distinguono estintori a polvere per fuochi di classe A (materiali solidi combustibili) ed estintori a CO2 per utilizzo su impianti elettrici ed in tensione. NON è presente un’idonea cartellonistica che identifica le posizioni in cui sono allocati i mezzi estinguenti e che indica le vie e le uscite di sicurezza. Di seguito viene riportata una tabella di sintesi in base ai seguenti elementi:

9 Identificazione, numero degli addetti e relativa mansione, le eventuali presenze esterne ed il numero massimo di persone coinvolte;

9 sulle colonne l’individuazione dei pericoli d’incendio, la quantificazione del livello di rischi con specificato, alla voce “I” la priorità dell’intervento;

9 le azioni, le misure di prevenzione, di protezione ed organizzative adottate o da adottare obbligatoriamente o volontariamente finalizzate all’abbassamento del pericolo.

ATTUAZIONE DELLE MISURE E DEGLI INTERVENTI CORRETTIVI

1 < R < 4 : RISCHIO BASSO 1 Priorità d’intervento bassa (Da 18 a 24 mesi)

5 < R < 9 : RISCHIO MEDIO 2 Priorità d’intervento a medio termine (Da 18 a 24 mesi)

10 < R < 16 : RISCHIO ALTO 3 Priorità d’intervento immediata

AARREEAA EESSAAMMIINNAATTAA:: UUffffiiccii AATTTTIIVVIITTÀÀ:: Impiegatizia

Addetti

Mansione Impiegato amministrativo

INDIVIDUAZIONE DEL PERICOLO RIDUZIONE G P R I MATERIALI COMBUSTIBILI INFIAMMABILI:

Presenza di materiali combustibili (materiali cartacei, arredi)

Mantenere i quantitativi di carta ad un quantitativo richiesto per la normale conduzione dell’ attività; allontanamento della carta non necessaria; non accumulare rifiuti, carta o altro materiale che può essere incendiato accidentalmente;

2 1 2 1

ESITO DELLA VALUTAZIONE: RISCHIO BASSO

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5.3. ACCESSIBILITÀ E VIABILITÀ DEI MEZZI DI SOCCORSO L’area su cui sorge l’edificio aziendale risulta facilmente raggiungibile dai mezzi dei VV.F. 5.4. INDIVIDUAZIONE DEI LAVORATORI E ALTRE PERSONE PRESENTI ESPOSTE A RISCHIO D’INCENDIO Per le aree prese in esame si individua la presenza di personale convenientemente formato sui rischi di incendio e sui comportamenti da assumere. Possono esservi presenti persone che hanno scarsa familiarità con il luogo di lavoro, ma vista le dimensioni e l’organizzazione degli spazi dei locali, il raggiungimento dell’area esterna risulta agevole e veloce. 5.5. CLASSIFICAZIONE DEL LIVELLO DI RISCHIO D’INCENDIO Sulla base dei risultati della valutazione del rischio incendio, considerando il tipo di sostanze infiammabili presenti, nonché il loro tasso d’infiammabilità, considerando le condizioni dei locali e di esercizio, nonché la probabilità di propagazione dello stesso ed il dettame del D. M. 10/03/1998 si classifica il livello nella categoria di rischio residuo BASSO

INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Vie di circolazione Le vie di circolazione destinate ai veicoli devono passare ad una distanza sufficiente da porte, portoni, passaggi per pedoni, corridoi e scale

Larghezza delle vie di circolazione per i soli pedoni x ≤ mt. 1.00 (fatte salve le attività regolate da leggi specifiche)

Distanza di sicurezza nelle vie di circolazione con transito di mezzi di trasporto

x ≤ mt. 1.00 oltre l’ingombro massimo dei mezzi di trasporto, compreso l’eventuale carico

Porte e Portoni – requisiti funzionali x Le porte dei locali di lavoro devono, per numero, dimensioni, posizione e materiali di realizzazione, consentire una rapida

uscita delle persone ed essere agevolmente apribili dall’interno durante il lavoro

In un locale di lavoro le “dimensioni” delle “uscite di emergenza” possono coincidere con le porte dei locali di lavoro

x Altezza minima di mt. 2.00 e larghezza di mt. 0.80 (conforme alla normativa vigente in materia di antincendio cfr. Allegato 7 – DM 10/03/98)

Il numero complessivo delle porte può anche essere minore( ved. Requisiti dimensionali) purché la loro larghezza complessiva non risulti inferiore

Lavorazioni e materiali che comportano pericoli di esplosione o specifici rischi di incendio e siano adibiti alle attività stessa più di 5 lavoratori

Si 1 porta ogni 5 lavoratori deve essere apribile nel verso dell’esodo ed avere larghezza minima di mt. 1.20

No

x Fino a 25 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 0.80 x Tra 26 e 50 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1. 20 che si apra nel verso dell’esodo x Tra 51 e 100 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 e 1 porta avente larghezza

minima di mt. 0.80 che si aprano entrambe nel verso dell’esodo x > di 100 Lav.: 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 ed 1 porta avente larghezza minima

di mt. 0.80 ed 1 porta avente larghezza minima di mt. 1.20 per ogni 50 lavoratori o frazione tra 10 e 50 lavoratori oltre i 100, che si aprano nel verso dell’esodo

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x Uscite e Vie Emergenza

Le uscite di emergenza devono essere evidenziate con apposita segnaletica, durevole e collocata sopra, od a fianco, dell’uscita in posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale; in un posto bene illuminato e facilmente accessibile e visibile.

Le vie di emergenza devono essere evidenziate con apposita segnaletica, durevole e collocata in una posizione appropriata rispetto all’angolo di visuale, in un posto bene illuminato e facilmente accessibile e visibile. I cartelli vanno messi vicino alle porte situate sui percorsi di emergenza (vedi di seguito la modalità) ed in posti appropriati a segnalare tali direzioni di sicurezza, tenendo conto della direzione dei percorsi di emergenza indicati sul piano di evacuazione.

È sufficiente uno dei tre segnali indicante l’uscita di emergenza. Si dovrà comunque scegliere il cartello che per il tipo di conformazione del locale in cui verrà applicato, risulterà più visibile. Le porte con apertura a spinta (maniglione antipanico) devono essere contrassegnate al di sopra del dispositivo di apertura dalla scritta “PREMERE PER APRIRE”. Le porte delle uscite di emergenza devono essere contrassegnate con la scritta “USCITA DI EMERGENZA NON INGOMBRARE”.

PREMERE

USCITA DI EMERGENZANON INGOMBRARE

Direzione del percorso di emergenza

UNO DEI TRE

PER APRIRE

Direzione del percorso di emergenza

UNO DEI TRE

PREMERE PER

APRIRE

USCITA DI EMERGENZANON INGOMBRARE

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6. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Ai sensi dell’art. 46 del D. Lgs. 81/08, il datore di lavoro dell’azienda individua in funzione dei rischi specifici legati al gruppo omogeneo/mansione i dispositivi di protezione individuale da fornire ai dipendenti. Nel caso specifico i rischi derivanti dalle attività lavorative ed i DPI in uso sono riassunti nella seguente tabella: Tabella individuazione rischi

Mansione Elenco Rischi Elenco DPI forniti/da utilizzare

Addetto alle pulizie

x Contatto/inalazione sostanze tossiche x Tagli, abrasioni, contusioni x Esposizione a rumore x Esposizione a vibrazioni x Caduta dall’alto

x Guanti da lavoro x Scarpe antinfortunistiche x Casco di protezione x Maschera filtrante x Cuffie x Cinture di sicurezza/imbragature

Il D.Lgs. 475/92 classifica i DPI nelle tre categorie seguenti:

x I° categoria: racchiude i DPI che proteggono da rischi fisici di modesta entità e sono di semplice progettazione (contatti, urti con corpi caldi con temperatura non superiore a 50 °C, vibrazioni e radiazioni tali da non raggiungere organi vitali e/o da provocare danni permanenti).

x II° categoria: raggruppa i DPI che non sono contenuti nelle altre due categorie. x III° categoria: include tutti i DPI che proteggono da danni gravi e/o permanenti e dalla morte (caschi, visiere, apparecchi respiratori filtranti,

DPI per protezione dal rischio elettrico, da cadute dall’alto e da temperature non inferiori a 100 °C).

Tutti i DPI rispondono ai requisiti minimi previsti dalle norme UNI.

Nell’individuazione dei DPI si è tenuto conto dei seguenti obblighi:

- E’ stata effettuata l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;

- Sono state individuate le caratteristiche dei DPI necessarie affinché questi siano adeguati ai rischi da prevenire, tenendo conto delle eventuali ulteriori

fonti di rischio, rappresentate dagli stessi DPI;

Inoltre il datore di lavoro si impegna a:

- mantenere in efficienza i DPI e assicurare le condizioni di igiene mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie;

- provvedere che i DPI siano utilizzati soltanto per gli usi previsti, salvo casi specifici ed eccezionali, conformemente alle informazioni del fabbricante;

- fornire istruzioni comprensibili per i lavoratori;

- informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge;

- rendere disponibile nell’azienda ovvero nell’unità produttiva informazioni adeguate si ogni DPI;

- assicurare una formazione adeguata e organizzare, se necessario, uno specifico addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI.

I lavoratori sono stati messi a conoscenza dei rispettivi obblighi ossia:

- sottoporsi al programma di formazione ed addestramento;

- utilizzare i DPI messi a loro disposizione in conformità alla ricevuta informazione e formazione;

- avere cura dei DPI messi a loro disposizione;

- non apportare delle modifiche di propria iniziativa;

- al termine dell’utilizzo seguire le procedure aziendali in materia di riconsegna dei DPI;

- segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto qualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a loro

disposizione. I lavoratori sono stati informati circa l’utilizzo dei DPI presso la sede dell'impresa.

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7. SORVEGLIANZA SANITARIA

7.1. ANDAMENTO INFORTUNI L’azienda annota in apposito registro tutti gli infortuni che si verificano e che comportano una inabilità temporanea, con assenza superiore a tre giorni, o inabilità permanente o morte. L’analisi del registro infortuni costituisce un elemento di valutazione essenziale per verificare l’effettiva esposizione al rischio del personale operante in azienda. Si rimanda all’Estratto del Registro Infortuni allegato per l’indicazione degli infortuni verificatisi negli ultimi 3 anni. 7.2. VISITE MEDICHE L’attività rientra fra quelle per le quali è prevista la nomina del medico competente (art. 18 comma 1 del D.Lgs. 81/08). Si ricorda che deve essere garantita un’attività di collaborazione tra Medico, RSL e lavoratori e che devono essere effettuate le visite mediche preventive e periodiche regolate dal D.Lgs. n. 81 dell’aprile 2008. L’azienda ha incaricato il Dott. BENINATO Giovanni, con studio in P.zza S.G. Battista alla Creta, 1 – 20147 Milano (Tel. 02.41.22.561), in possesso dei requisiti di cui all’art. 38 del D.Lgs. 81/08, per lo svolgimento della sorveglianza sanitaria dei lavoratori in funzione dei rischi specifici. Il medico competente ha preso conoscenza delle attività lavorative aziendali, delle sostanze e dei preparati utilizzati e delle singole mansioni svolte. Al termine ha redatto un protocollo sanitario che tiene conto di quanto è stato appreso dal sopralluogo.

l MC collabora con il datore di lavoro e con il servizio di prevenzione e protezione nella predisposizione dell'attuazione delle misure per la tutela della salute e dell'integrità psico-fisica dei lavoratori. Informa altresì i singoli lavoratori sul significato e sui risultati degli accertamenti svolti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine, sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l'esposizione a tali agenti Il datore di lavoro assicura al medico competente le condizioni necessarie per lo svolgimento di tutti i suoi compiti garantendone l'autonomia. Esiste una collaborazione attiva tra il Datore di Lavoro, il Medico competente ed il Servizio di Prevenzione e Protezione nella definizione delle misure generali di tutela della salute dei lavoratori. Il Datore di lavoro, in relazione ai giudizi di idoneità, attua le misure indicate dal Medico Competente e qualora le stesse prevedano un'inidoneità alla mansione specifica adibisce il lavoratore, ove possibile, ad altra mansione compatibile con il suo stato di salute. La custodia delle cartelle cliniche, previo accordo tra il MC ed il DL, è a carico del Datore di Lavoro presso la propria sede legale. Gli esiti delle visite mediche sono allegati alla cartella sanitaria e di rischio secondo i requisiti minimi contenuti nell'Allegato 3A del D. Lgs. 81/08 (predisposta su formato cartaceo o informatizzato). La Sorveglianza Sanitaria comprende:

; accertamenti preventivi al fine del giudizio di idoneità alla mansione specifica.

; accertamenti periodici per il controllo dello stato di salute dei lavoratori con cadenza stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio (di norma, una volta l'anno; l'organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente).

; la visita medica in occasione del cambio della mansione.

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; la visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute.

; la visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente.

; Non sono effettuate visite mediche in fase preassuntiva, per accertare stati di gravidanza, negli altri casi vietati dalla normativa vigente.

Copia aggiornata del programma di Sorveglianza Sanitaria è disponibile in azienda; si rimanda agli allegati per copia del Protocollo Sanitario A seguito delle visite mediche effettuate il Medico Competente ha rilasciato i giudizi di idoneità di ogni singolo lavoratore, il cui riepilogativo è allegato e conservato presso la sede dell’azienda.

8. INDIVIDUAZIONE DELLE PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELLE MISURE PREVENTIVE E

PROTETTIVE

Sono chiaramente definite le funzioni e le responsabilità relative alla prevenzione dei rischi sul lavoro, per ciascun livello della struttura gerarchica dell'Azienda, comunque di tipo semplice. L’organico è costituito da 3 soci titolari e ____ lavoratori. Non sono state effettuate deleghe e tutto il potere decisionale, di organizzazione e di spesa è carico del Consiglio Di Amministrazione. E’ stato definito il livello di competenza, esperienza e addestramento necessari al fine di assicurare un'adeguata capacità operativa del personale. Non sono state delegate le attività di valutazione dei rischi e la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione L'eventuale modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa è stato adottato nel rispetto delle indicazioni di legge (rispetto degli standard, attività di valutazione e gestione dei rischi, vigilanza, gestione della documentazione, registrazione, controllo, gestione delle non conformità, riesame periodico, ecc.). Le procedure operative di lavoro sono comprensibili e adeguatamente divulgate a tutti gli interessati, sono esplicitamente rese obbligatorie, ricoprono tutte le lavorazioni e le mansioni presenti in Azienda, contemplano sia l'uso normale delle attrezzature che gli usi anormali prevedibili, contengono solo norme necessarie e non sono in numero eccessivo, sono aggiornate in occasione di cambiamenti che si producano nelle attrezzature o nei processi. 9. GESTIONE DEI CONTRATTI D’APPALTO O D’OPERA E DI SOMMINISTRAZIONE Il Datore di lavoro verifica l'idoneità tecnico professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare secondo quanto previsto dall’art. 26 del D. Lgs. 81/2008 secondo le modalità previste dall’allegato XVII. Nel caso di lavori eseguiti da altre imprese sub appaltatrici o da lavoratori autonomi i datori di lavoro cooperano e coordinano gli interventi al fine di ridurre i rischi, in particolare quelli dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte nell'esecuzione dell'opera complessiva, elaborando un Documento unico di valutazione dei rischi interferenziali (DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare o, ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale documento è allegato al contratto di appalto o di opera. Nei singoli contratti di subappalto, di appalto e di somministrazione sono specificamente indicati i costi relativi alla sicurezza del lavoro; la congruità di tali costi è presa in considerazione in sede di valutazione dell'offerta. Il personale occupato dall'impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e l'indicazione del datore di lavoro.

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10. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE - PROGRAMMA INTERVENTI MIGLIORATIVI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

10.1. RISULTATI DELLA VALUTAZIONE La valutazione fin qui condotta ha evidenziato la presenza di rischi di media o bassa entità, o comunque accettabili in funzione dell’ attività svolta; Il personale tecnico utilizza attrezzature potenzialmente pericolose o potenzialmente dannose per la salute o l’incolumità della persona, i cui rischi tuttavia sono ampiamente controllabili mediante l’utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale e l’adozione di idonee procedure operative. Oltre ad eseguire gli interventi tecnici previsti e di seguito esplicitati, è opportuno programmare la formazione dei lavoratori e di tutte le figure coinvolte, circa i fattori di rischio cui sono esposti, la gestione delle emergenze e la tutela della salute. 10.2. PROGRAMMA INTERVENTI Il programma di modifica/miglioramento delle misure di protezione e prevenzione si prefigge lo scopo del continuo miglioramento del sistema prevenzionistico aziendale, teso alla riduzione – contenimento delle potenziali condizioni di rischio per la salute e la sicurezza dei Lavoratori. Il programma di miglioramento è costituito, nelle pagine seguenti, secondo il seguente schema logico – funzionale: A) Misure tecniche. Ovvero gli interventi di natura tecnica su macchine, attrezzature, impianti, processi,

sostanze nonché interventi tecnici di miglioramento della logistica, degli ambienti di lavoro e delle misure di emergenze collettive.

B) Misure organizzative. Misure a carattere collettivo quali: programmi di periodica informazione e

formazione del personale sui rischi aziendali identificati e valutati; programmi di periodico monitoraggio di specifici agenti di rischio; organizzazione del personale ai fini della riduzione dello stesso da potenziali esposizioni ad agenti di rischio, ecc... .

C) Misure procedurali. Misure a carattere gestionale quali: implementazione di procedure di sicurezza

specifiche; implementazione di sistemi di gestione del sistema prevenzionistico aziendale; implementazione di sistemi di gestione delle emergenze, ecc… .

Condizione fondamentale per la corretta attuazione di quanto evidenziato nelle pagine seguenti risulta il controllo periodico e sistematico dell’attuazione delle misure programmate al fine di verificarne l’attuazione, la rispondenza agli obiettivi prefissati, nonché alla formalizzazione dell’avvenuta realizzazione degli stessi.

Di seguito si riporta l’elenco riassuntivo degli interventi da attuare al fine di accrescere il grado di prevenzione protezione aziendale a favore della sicurezza e salute dei lavoratori relativamente all’ambiente di lavoro ed alle lavorazioni eseguite. L’attuazione è in capo al datore di lavoro o suo delegato (preposto).

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MISURE TECNICHE

PPuunnttoo ddii VVeerriiffiiccaa IInntteerrvveennttoo GGrraaddoo ddii

PPrriioorriittàà//TTeemmppiissttiiccaa VVeerriiffiiccaa AAttttuuaazziioonnee

PP NN DDaattaa

Documentazione Sicurezza

Verificare e all’occorrenza predisporre lettere di nomina e deleghe, incarichi delle figure specifiche

Immediatamente

Predisporre lettere di consegna dei DPI Immediatamente

Verificare ed all’occorrenza predisporre documentazione relativa alla gestione delle emergenze (Piano di Emergenza ed Evacuazione)

Entro i prossimi 6 mesi

Interventi strutturali

Effettuare verifiche periodiche di manutenzione delle parti strutturali Annuale

Ri-organizzare le prese di corrente nelle zone di lavoro, installando apposite torrette

Entro i prossimi 3 mesi

Segnaletica

Verificare ed eventualmente integrare la segnaletica di sicurezza (mezzi antincendio, uscite di emergenza, cassetta di pronto soccorso)

Entro i prossimi 3 mesi

MISURE ORGANIZZATIVE

PPuunnttoo ddii VVeerriiffiiccaa IInntteerrvveennttoo GGrraaddoo ddii

PPrriioorriittàà//TTeemmppiissttiiccaa VVeerriiffiiccaa AAttttuuaazziioonnee

PP NN DDaattaa

Formazione dei dipendenti

Verificare le nomine degli addetti alle Squadre di Emergenza (Antincendio e Primo Soccorso) ed integrarne il numero ove opportuno

Entro i prossimi 3 mesi

Verificare le date dei corsi di formazione degli addetti alle emergenze ed effettuare eventuali corsi di aggiornamento per gli attuali addetti alle squadre di emergenza Primo Soccorso e Antincendio (consigliato) nel caso di corsi erogati da più di 3 anni

Entro i prossimi 6 mesi

Effettuare corso di formazione specifico per RLS durata 32 ore

Entro i prossimi 6 mesi

Formazione ed informazione sui rischi derivanti dalle attività lavorative come previsto dall’art. 36 e 37 del D.Lgs 81/08 per tutti i dipendenti (in funzione della valutazione eseguita)

6 mesi

Informazione dei dipendenti

Provvedere ad una costante informazione dei dipendenti circa la VdR effettuata e le corrette procedure operative studiate e adottate.

Annuale

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Formazione del personale sui contenuti del Piano d’Emergenza

Prevedere almeno una prova di evacuazione all’anno per coinvolgere il personale per quanto concerne il recepimento delle procedure riportate nello specifico piano. Le prove dovranno essere: almeno 2 da programmare con la direzione

Annuale

MISURE PROCEDURALI

PPuunnttoo ddii VVeerriiffiiccaa IInntteerrvveennttoo GGrraaddoo ddii PPrriioorriittàà VVeerriiffiiccaa AAnnnnuuaallee

PP NN DDaattaa

Informazione del personale

Prevedere un costante aggiornamento del RLS aziendale

Annuale

Aggiornamento del personale addetto al primo soccorso Triennale

Aggiornamento del personale addetto antincendio (consigliato) Triennale

Nuove assunzioni

Prima di adibire ad attività lavorativa qualsiasi lavoratore, o nel caso di cambio di mansione, si dovrà formare ed informare lo stesso sui rischi specifici dell’attività da svolgere

Prima di ogni assunzione o cambio di mansione

Cassette di Primo Soccorso

Controllare con cadenza quadrimestrale il contenuto della cassetta di primo soccorso e, se del caso, sostituire il materiale scaduto

Ogni 4 mesi

Mezzi estinguenti Affidarsi a ditta specializzata per effettuare la manutenzione semestrale, e successive, dei mezzi estinguenti installati

All’atto dell’installazione

Illuminazione Verificare con cadenza mensile il corretto funzionamento degli impianti elettrici, in particolare dei “salvavita”

Mensilmente

Verifiche impiantistiche

Verificare con cadenza biennale l’impianto di messa a terra tramite ditta specializzata e autorizzata

Biennale

Manutenzione delle macchine

Effettuare costante manutenzione delle attrezzature utilizzate. Per i piccoli interventi seguire il manuale d’uso. Programmare comunque una manutenzione approfondita dell’attrezzatura, tramite l’ausilio di ditta specializzata (costruttore) così come previsto dal libretto d’uso e comunque con cadenza almeno annuale.

Periodicamente

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10.3. MANUTENZIONE Di seguito viene stilato e predisposto un sistema di manutenzione preventivo, al fine della sicurezza, con revisioni periodiche di tutti gli elementi importanti dello stabile, degli impianti, delle macchine e delle attrezzature. Nella programmazione degli interventi manutentivi si è dato priorità a quelli che comportano un riflesso sulla sicurezza. La manutenzione deve essere eseguita prima sulle macchine più vecchie e non perfettamente a norma optando per una eventuale sostituzione nel caso in cui l’attrezzatura in esame risultasse obsoleta. La manutenzione è riservata a personale specializzato, sia per ragioni di sicurezza che per una più lunga qualità futura. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva ed indicativa degli interventi manutentivi più significativi:

Tabella riassuntiva interventi di Manutenzione

Impianto / Elemento Intervento Periodicità

Struttura ed elementi del fabbricato

Parti strutturali Controllo a vista 1 anno

Ripristino o interventi manutentivi Quando serve

Intonaco, tinteggiatura, infissi e opere di finitura, controsoffitti, ecc.

Controllo a Vista 3 anni

Ripristino delle parti usurate Quando serve

Pavimentazioni Controllo a vista 1 anno

Ripristino delle parti usurate Quando serve

Impianti in dotazione agli immobili

Impianto elettrico Controllo a vista Triennale

Ripristino delle parti usurate Quando serve

Impianto di terra Controllo di continuità meccanica degli elementi collegati Annuale

Misurazione di continuità, di resistenza e dei collegamenti Biennale

Impianto d’illuminazione

Controllo a vista dei corpi illuminanti e sostituzione di lampade esaurite

Mensile/ quando serve

Pulizia dei punti luce Semestrale

Riparazione dei difetti di funzionamento Quando serve

Impianto Idrico – Sanitario

Controllo parti dell’impianto (saracinesche, rubinetti, valvole,ecc.) Annuale

Riparazione e sostituzione per difetti di funzionamento Quando serve

Controllo a vista dello stato di conservazione delle tubazioni Triennale

Riparazione e sostituzione Quando serve

Impianto di condizionamento ed estrazione aria

Pulizia dei filtri Semestrale

Controllo ventilatori Annuale

Riparazione e sostituzione per difetti di funzionamento Quando serve

Apparecchiature e strumenti di controllo

Apparecchiature

Controllo a Vista Semestrale

Interventi manutentivi specifici Come da singoli manuali

Riparazione e/o sostituzione Quando serve

Strumenti di Controllo, allarmi visivi Controlli periodici ed interventi manutentivi specifici Secondo libretto

Riparazione e/o sostituzione Quando serve

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Attrezzature Antincendio

Estintori

Verifica pressione 6 Mesi

Interventi di manutenzione Secondo libretto

Riparazione e/o sostituzione Quando serve

Per identificare gli interventi suddetti e quelli più specifici dei singoli componenti, occorre in ogni caso fare riferimento a quanto indicato nei singoli libretti, Manual Book, Manuali d’Uso e Manutenzione delle ditte fornitrici di macchine, apparecchiature ed interi sistemi operativi.

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11. PROFESSIONALITA’ UTILIZZATA Il documento di valutazione dei rischi è stato redatto dal Sig. Brancaccio Claudio , datore di lavoro di C.S.P.

Società Coopertiva Sociale avvalendosi della consulenza della società Global Medical Service S.r.l., con sede

legale e operativa in piazza San Giovanni Battista alla Creta n°1 20147 Milano. La valutazione dei rischi è stata effettuata dal Datore di lavoro e Responsabile del Servizio di Prevenzione e protezione, e viene sottoposta all’attenzione del Medico Competente, del Preposto e del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Milano, 19/03/2018 IL DATORE DI LAVORO

BRANCACCIO Claudio ____________________________________________________

IL R.S.P.P. COIRO Mauro __________________________________________

per consultazione: IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA FINI Maria Carmela __________________________________________________

IL MEDICO COMPETENTE Dott. BENINATO Giovanni __________________________________________