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CSInforma In questo numero Un anno di Consiglio di Direzione La gestione elettronica dei documenti e il Sistema informativo documentale Informatica oppure organizzazione? La salvaguardia e la custodia dell’informazione Mezzi informatici dell’AC, quale futuro? Cancelleria 2000 un progetto per tutta l’Amministrazione Revisione generale delle stime della sostanza immobiliare Telefonare che comodità! Periodico del Centro sistemi informativi Numero 3 Settembre 2001 www.ti.ch

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In questo numero

• Un anno di Consiglio di Direzione• La gestione elettronica dei documenti

e il Sistema informativo documentale• Informatica oppure organizzazione?• La salvaguardia e la custodia dell’informazione• Mezzi informatici dell’AC, quale futuro?• Cancelleria 2000

un progetto per tutta l’Amministrazione• Revisione generale delle stime della sostanza

immobiliare• Telefonare che comodità!

Periodico del Centro sistemi informativi

Numero 3Settembre 2001

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Nel progetto originale «CCI e Informa-tica dello Stato», iniziato nell’ormailontano1998,era stata definita la nuo-va struttura organizzativa del CSI, ba-sata su una classica composizione dicinqueCapi Area e con l’ipotesi di unadirezione composta da un unico Di-rettore. Strada facendo, vista anche labuona esperienza di collaborazionetra i membri della nuova direzioneoperativa del CSI, si è vieppiù delinea-ta la possibilità di introdurre un nuo-vo tipo di gestione, decidendo di ri-nunciare ad assumere un Direttoreunico e di istituire una nuova formaorganizzativa di tipo meno «tradizio-nale». Nell’agosto dell’anno scorso ilConsiglio di Stato, su proposta dei va-ri attori coinvolti nel progetto di rior-ganizzazione, ha costituito il «Consi-glio di Direzione del CSI» (CD), basatosulla collegialità dei propri membri,composto dai cinqueVice Direttori re-sponsabili d’Area e coordinato a turnoda una presidenza. Per una descrizio-ne più dettagliata rimandiamo il let-tore all’editoriale di Verena Vizzardiapparso nel numero 4/2000 di CSIn-forma, nel quale era stata descritta lanuova realtà. Da poco più di un annodalla sua costituzione, possiamo oggitracciare un primo bilancio di que-

st’esperienza, interessante sotto mol-ti punti di vista, non solo in ambitopubblico,maanche per molte aziendeprivate, e confermare che eventuali ti-mori e aspettative iniziali sono statiampiamente e positivamente supera-ti. Merito primo è sicuramente l’affia-tamento, la competenza, la capacità didiscussione e di collaborazione deimembri del CD. Di questo bisogna da-re atto a chi, a suo tempo, ha saputooperare le scelte dei dirigenti ed haavuto la forza ed il coraggio di propor-

re soluzioni innovative e magari unpo’ «atipiche». Questa collegialità èstata ed è un sicuro e positivo esempioper molti collaboratori attivi nell’or-ganizzazione aziendale, che dimo-strano apprezzamento per questanuova forma di conduzione. La stessapermette al CSI di continuare a cre-scere in modo fruttuoso, com’era ed èauspicato da più parti, fin da quandosi è deciso il rinnovamento del centro.La corresponsabilità degli attori coin-volti ed il fatto che ogni decisione ope-rativa debba essere discussa tra i varimembri del CD, potrebbe essere vistocome un’inutile perdita di tempo, maha comunque il vantaggio di non ne-cessitare di Superman o Tuttologi persvolgere correttamente il propriocompito. Ciò è particolarmente validoin un ambito molto complesso ed incontinua evoluzione come quello incui opera il CSI. Questo lavoro disquadra permette, a tutti i membri delCD, di essere costantemente infor-mati su quanto succede al di fuori del-la propria Area di competenza. Altrovantaggio, di questo modo di condu-zione, è costituito dall’arricchimentodel proprio sapere e dall’acquisizioneindiretta di altre competenze e cono-scenze.Operativamenteil CD si riuni-sce quasi giornalmente, per un brevebriefing mattutino, al quale si aggiun-ge una riunione settimanale per af-frontare gli affari correnti e le discus-sioni e decisioni più complesse. Lostesso modello di conduzione è statopoi parzialmente replicato, con suc-cesso, ad altri livelli ed in altri gruppidi lavoro, aree o sottoaree del CSI. Ilprimo turno di presidenza, assunto daormai più di un anno da Verena Viz-zardi, è stato di comune accordo pro-lungato nel tempo, almeno fino alla fi-ne della fase di assestamento del CSI,onde garantire la necessaria continui-tà in questa delicata fase. In conclu-sione possiamo asserire che l’espe-rienza, nuova per tutti, si è rivelatapositiva e speriamo che, oltre a contri-buire al successo del CSI, possa esse-re replicata con lo stesso esito anchein altre realtà, pubbliche e private.

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Un anno diConsiglio di Direzione

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In copertina:Il robot «Leonardo»La fotografia di copertina rappresenta il robot Com-parex 6388, installato nei vani tecnici del CSI. Que-sto potente caricatore di cassette gestisce i dati (fi-le, tabelle…) che servono per le elaborazionigiornaliere effettuate dai vari operatori del CSI, im-pegnati nell’evasione delle richieste provenientidai servizi dell’Amministrazione cantonale. Solo il braccio, contenente il motore General Mo-tors, raggiunge il peso di kg 575, eppure, a vederloin movimento, sembra più una ballerina di danzaclassica. Ha una capacità di 21’280 cassette (1 cas-

setta = 2.5 GB di memoria) e una velocità di 220 cassette spostate ogni ora, me-diante i suoi 8 lettori che lavorano in contemporanea. È stato installato nel no-vembre 1993 con una spesa di Fr. 330’000.–. Nonostante le sue prestazioni,questo tipo di robot è ormai tecnologicamente superato e presto sarà sosti-tuito. Grazie «Leonardo» per il lavoro svolto per noi.

Da ormai poco più di un anno è stato introdotto, presso il CSI, un modo nuovo di conduzione aziendale, basato sulla collegialità e denominato «Consiglio di Direzione».Nell’articolo seguente un breve bilancio di quest’esperienza.

«Consiglio di direzione»: da sinistra Nicola Nembrini; Gian-carlo Züger; Franco Engeli; VerenaVizzardi, Presidente del Consiglio diDirezione; Silvano Petrini.

Franco EngeliVice Direttore

del Centro sistemiinformativi

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Documenti e informazioneI documenti costituiscono l’80% delpatrimonio delle conoscenze dell’a-zienda e il 90% del supporto di scam-bio delle informazioni.Il loro valore intrinseco è di gran lun-ga maggiore di quello dei dati elet-tronici, che raggiungono solo il 20%dell’insiemedelle informazioni azien-dali. I dati, che l’elaboratore interpre-ta ed esamina per produrre un deter-minato risultato, rappresentano solola parte essenzialee rigidamentestrut-turata delle informazioni. La parterimanente viene trattata a livello didocumenti, per lo più cartacei, orga-nizzati per incarti, schedari e archivi.Il grande svantaggio è che le informa-zioni restano confinate nelle unità or-ganizzative stesse e possono essererese disponibili ad altri solo con gran-de dispendio di tempo e di costi per ladistribuzione.

La gestione documentaleDal momento in cui un documentodiventa tale (ossia quando le informa-zioni relative iniziano ad avere un si-gnificato preciso nei processi azienda-li), esso attraversa una serie di fasi chepossono essere così schematizzate:• Creazione/Acquisizione: redazione

o ricezione del documento;• Organizzazione: classificazione del

documento secondo il contenuto, icriteri di ricerca, le affinità, ecc.;

• Raffinamento:rielaborazione deldo-cumento come aggiunta note, modi-fica, controllo, ecc.;

• Distribuzione: messa a disposizionedel documento al pubblico.

Gestire i documenti significa, in so-stanza,definirelastruttura con la qua-le organizzarli e impostare le proce-dure atte a recuperarli, elaborarli e

distribuirli.Ingenerale,gliaspettidel-la gestione documentale riguardanol’archiviazione (il modo in cui i docu-menti vengono organizzati) e i flussidi lavoro (le sequenze di operazioni acui vengono sottoposti). L’ottimaleimpostazione di questi due elementi èla condizione indispensabile per unlavoro efficiente e di qualità.

Le problematiche della gestione documentaleLa gestione dei documenti è un’attivi-tà molto complessa che implica gran-de impegno: si stima che circa il 50%del personale è coinvolto nel tratta-mento degli incarti, e che per la ricer-ca, la duplicazione, la distribuzione el’archiviazione vengono impiegate dal25% al 50% delle risorse lavorative. Studi internazionali1 indicano che:• circa il 50% dei documenti viene fo-

tocopiato in media 6 volte;• il 7% viene smarrito;

• l’85% dei documenti archiviati nonviene mai più riutilizzato.

Alcune inchieste svolte dalla Cancel-leria dello Stato nell’Amministrazio-ne cantonale hanno rilevato che ilproblema più sentito è quello dell’ar-chivio, soprattutto per i considerevolivolumi degli incarti, il non sempreidoneo spazio occupato e le difficoltàdi reperimento.Approfondendo la questione si è nota-to che varie pratiche, presso ufficidiversi, contengono lo stesso docu-mento, spesso con differenti livelli diaggiornamento.Molte unità amministrative hanno se-gnalato il bisogno di rendere più effi-ciente il trattamento degli incarti e dipoterne monitorare lo stato.Infine, ma non meno importante, c’èla questione della sicurezza: non sem-pre è facile garantire che i documentinon finiscano in mani sbagliate.

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Daniele PedrioliArea dei servizi

di consulenza

La gestioneelettronica dei documenti e il Sistema informativodocumentaleChi non ha mai sentito lamentele del genere?In ogni ufficio si ripropongono sempre più sovente queste problematiche,visto il crescere delle esigenze di servizio e della massa degli schedari e degli archivi.Ci si può dunque chiedere se gli odierni mezzi informatici sono in grado di risolvere queste situazioni. Ovviamente sì,ma con quali tecnologie e con quali benefici? Nell’articolo cercheremo di dare una risposta a questi interrogativi.

Acquisizione

Organizzazione

Raffinamento

Distribuzione

“Anneghiamo nella carta”“Ogni volta che cerco un documento perdo un sacco di tempo”

“Ma chi ce l’ha questo incarto?”

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Le soluzioni informaticheLa tecnologia odierna offre la possibi-lità di risolvere i problemi citati a co-sti non più proibitivi,comefinoa qual-che anno fa. Esistono pacchetti pertutte le esigenze, dalla stazione sin-gola alle grosse reti aziendali, ma insostanza tutte gestiscono l’aspetto del-l’organizzazione (archiviazione elet-tronica dei documenti – AED), men-tre i più evoluti affiancano motori diworkflow management2 per la gestio-ne dei flussi documentali (GFD).Un sistema AED si basa sulla bancadati documentale: essa è composta daun «deposito» di documenti (o di loroimmagini) e da una banca dati struttu-rata, che contiene le caratteristicheessenziali (indici) e il percorso perrisalire al documento o alla sua im-magine. La banca dati documentaletratta anche le aggregazioni di docu-menti su più livelli, come le pratiche egli schedari. Il sistema AED deve po-ter consentire di classificare, ricerca-re, visualizzare e modificare qualsiasitipo di documento, indipendentemen-te dalla fonte e dalla forma (pagine ri-prese a scanner, testo elaborato conWord, fax, messaggi e-mail, listati dacomputer, immagini, filmati…) se-condo criteri di accesso attribuiti al-l’utente (sicurezza).La gestione dei flussi dei documenti(o degli incarti) definisce il percorsoche una pratica segue, nell’iter ammi-nistrativo: permette di automatizzarela distribuzione ai responsabili, dimonitorare lo stato di elaborazione edi prendere le opportune misure, incaso di necessità.

Sistema informativo gestionale e Sistema informativo documentale Nonè strategicamente opportuno, peruna grossa azienda, implementaresoluzioni diverse per ogni problemapuntuale: meglio adottare una solaarchitettura, su cui fondare applica-zioni e personalizzazioni. Come per ilSistemainformativogestionale3 (SIG),la piattaforma per le applicazioni am-ministrative, le applicazioni informa-tiche di gestione documentale (gestio-ne della corrispondenza, dei piani diprogetto, degli incarti contabili ecc.),

si appoggiano su una comune infra-struttura, il sistema informativo do-cumentale (SID): in questo modo sigarantisce la disponibilità potenzialedelle conoscenze documentali a tutti icollaboratori. Il SID è il naturale complemento alSIG: esso fornisce il collegamento tra idati amministrativi e i loro giustifi-cativi (ad esempio tra i dati di una fat-tura e il «documento fattura»), per-mettendo all’utente di avere tutto ilnecessario sul suo posto di lavoro.SIG, SID e le oramai mature tecno-logie web per la diffusione delle in-formazioni (Internet/Intranet, publi-shing, portali), costituiscono il nucleoperlagestionedelleconoscenzeazien-dali, il knowledge management.

Le tecnologieUn sistema AED è un ambiente in-formatico che permette, controlla egarantisce queste operazioni. Esso ècomposto dai sottosistemi di• Acquisizione: scanner e software di

controllo;• Presentazione: personal computer e

componenti client o browser;• Catalogazione: server e software di

ricerca e indicizzazione;

• Memorizzazione: server, juke-box,dischi, ecc. e software di controllo.

A queste componenti vanno aggiuntequelle comuni con altre soluzioni ecostituenti l’ossatura abilitante di unmoderno sistema informatico:• Comunicazione: reti, mail-server,

web-server e tutto il corredo soft-ware relativo;

• Sicurezza: software per l’accessocontrollato alle informazioni e perla crittografia;

• Gestione: software e hardware perl’amministrazione remota, il back-up, ecc.

Le tecnologie a supporto di questecomponenti sono:• Intranet: sono gli strumenti ideali

per la diffusione dei documenti, gra-zie alla versatilità, alla semplicità, alprotocollo universale e ai bassi costidi introduzione e gestione;

• Content management: governa l’in-terociclo di vita del documento, per-mette la ricerca, gestisce la condivi-sione e la sicurezza;

• Imaging: consente l’acquisizionecentralizzata o distribuita dei docu-menti tramite unità di scansione;

• Routing: permette la distribuzionecontrollata dall’umano;

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Tempi impiegati per svolgere le attività per figura professionale e stima della riduzione (Nolan Norton Institute)

Tipo di operazione Tempo relativo dedicato da Stima della ridu- Riduzione dei tempi assoluta (media)manager quadro impiegato zione dei tempi manager quadro impiegato

Ricerca documento 5-10% 10-15% 10-20% fino al 90% 6% 11% 13%

Duplicazione 2-10% fino al 20% 1%

Distribuzione 1-2% 2-10% fino al 50% 1% 4%

Archiviazione 1-2% 2-20% fino al 90% 1% 7%

6% 14% 25%

SistemaInformativo Documentale

Base DatiDocumentale

Base Dati Gestionale

Documenti Dati

AED GFD I/F ERP

Intranet

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• Workflow: gestisce automaticamen-te i processi complessi e ripetitivi;

• Publishing: consente la distribuzio-ne automatica di documenti compo-siti tramite tecnologie web o produ-zione di CD-ROM;

• Archiving (o Record management):gestisce i documenti fuori linea se-condo le disposizioni legali o fiscali;

• Integrazione con il SIG: permettel’accessoaidocumentitramite scher-mate di applicazioni transazionali(es. 3270), elaborazioni batch e ap-plicazioni distribuite;

• Firma elettronica: dà valore legale aldocumento elettronico apponendofirme codificate mediante penna ot-tica o smart card;

• Gestione delle comunicazioni: con-sente l’integrazione con posta elet-tronica e FAXserver.

L’implementazioneIntrodurre un sistema SID in una real-tà aziendale significa realizzare le ar-chitetture tecnologiche, applicative eorganizzative (ossia la piattaforma) esu questa base sviluppare o persona-lizzareleapplicazioni specifiche (ver-ticalizzazione).È un processo complesso e richiedeun impegno notevole in tempi e risor-se.I passi fondamentali da intraprenderesono:1.Selezione delle infrastrutture tecno-

logiche adeguate ai requisiti azien-dali;

2.Analisi dei documenti e dei processirilevamento e catalogazione dei ti-pi, delle quantità, dei formati, delleaggregazioni; rilevamento e catalo-gazione e ottimizzazione – businessprocess reengineering – dei flussi dilavoro cui i documenti sono sotto-posti per ogni unità amministrativa;

3.Definizione del DB documentaledisegno e implementazione dellabanca dati degli indici, delle imma-gini e delle aggregazioni;

4.Disegno dell’interfaccia utentesviluppo delle parti comuni e riuti-lizzabili;

5.Realizzazione di un progetto pilotasviluppo e implementazione di unasemplice applicazione come collau-do e acquisizione di esperienza;

6.Enterprise Document Managementdefinizione e assestamento deglistandard e delle procedure atte allarealizzazione di progetti di gestioneelettronica dei documenti;

7. Integrazione con il SIGallestimento dell’infrastruttura edelle procedure di integrazione einterfacciamento con le applicazio-ni gestionali e distribuite.

Le personalizzazioni del sistema SIDe lo sviluppo di applicazioni specifi-che avverranno su base progettuale,

in conformità aglistandard definitiper la piattaformaSID. Alcune diqueste avrannouna valenza tra-sversale, come adesempio la gestio-ne della corrispon-denza e quella del-la manualistica: laloro implementa-zione nelle diverseunità organizzati-ve differirà solomarginalmentenella banca datidocumentale,mentre sarà adat-tata ai flussi di la-voro propri dell’a-rea aziendale.

I costiMalgrado il calodei costi delle tecnologie, la realizza-zione di un SID rimane finanziaria-mente onerosa: la maggior parte degliinvestimenti è sulle risorse umane, inquanto le analisi necessitano sia l’im-pegno del personale di linea sia quel-lo di specialisti. A regime, poi, il SIDnecessita rilevanti sforzi di gestione emanutenzione.Escludendo i costi per il PC, l’investi-mento medio per stazione di lavoro èdi circa CHF 10’000.– (inclusa la quo-ta parte per l’infrastruttura centrale),mentre le spese ricorrenti (gestione emanutenzione) si situano attorno aiCHF 2’000.– annui.

I beneficiUn sistema SID ben implementato,offre vantaggi incommensurabili, adiniziare dall’accesso alle conoscenzeaziendali e al miglioramento dellaqualità dei prodotti e del lavoro, ma inparticolare riduce considerevolmen-te i costi:• costi di risorse umane: i tempi di

trattamento documentale diminui-scono drasticamente (vedi tabella):stimando una diminuzione mediadi tempo del 10% a persona, si puòcalcolare in circa CHF 7’000.– il ri-sparmio medio annuale per impie-gato;

• costi di archiviazione: gli spazi e ilmateriale degli schedari e degli ar-chivi possono essere ridotti elimi-nando i documenti di lavoro carta-cei;

• costi di riproduzione: la maggiorparte delle fotocopiature può essereevitata;

• costi di distribuzione: le spese posta-li interne ed esterne vengono forte-mente ridotte.

Considerando solo i vantaggi sui costi

del personale, un SID a regime fa ri-sparmiare circa CHF 5’000.– per im-piegato: l’investimento iniziale puòessere quindi estinto in 4-5 anni.

ConclusioniCome complemento al sistema SIG,l’introduzione di un SID è un passo in-dispensabile per raggiungere gliobiettivi di miglioramento dei servizidello Stato e di ottimizzazione dei co-sti.Data la pervasività della gestione do-cumentale e le importanti implicazio-ni organizzative, l’introduzione di unSID è da considerare come progettoaltamente strategico, e come tale deveessere condotto a livello aziendale.I recenti studi condotti dal CSI e dallaCancelleria dello Stato, con l’aiuto di consulenti esterni nell’ambito delprogetto «GED» (Gestione elettronicadei documenti), hanno permesso diidentificare le architetture SID e lebasi della loro implementazione: neiprossimi mesi si procederà alla gra-duale introduzione delle tecnologie ealla realizzazione di alcuni progettipilota.

1 Fonti: Gartner Group, Nolan Norton In-stitute.

2 Vedi CSInforma n. 2/2001, Approfondi-mento.

3 Il SIG è l’insieme dei sistemi a supportodei processi amministrativi dell’azienda(gestione finanziaria, delle risorse uma-ne, della vendita, della produzione, …).Detto anche ERP (Enterprise ResourcePlanning), ha in SAP R/3 uno dei più dif-fusi prodotti.

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Torniamo al «problema della nuovaapplicazione». Se, come committenti,alla luce dell’avvento di una soluzio-ne informatica presso il nostro ufficioo la nostra azienda, usiamo quest’af-fermazione, possono esserci due ra-gioni: la prima può essere riferita aquanto indicato sopra, ossia la nostraidea dell’informatica è offuscata dapregiudizi come le difficoltà d’appren-dimento, i malfunzionamenti dei si-stemi e i malcontenti in generale. Laseconda invece, e questo è il tema ches’intendesviluppare in quest’articolo,può essere la sintesi di una situazioneattuale lavorativa che non funzionapiù (troppe operazioni ripetitive o ri-dondanti, lentezza nel reperire infor-mazioni, necessità d’archiviazione dimontagne di carta, necessità di scam-bio d’informazione, necessità di di-stribuzione del lavoro, sistemi di con-trolloemonitoraggio,reportistica,…),e quindi necessita di un importanteintervento risolutivo.Tutto quanto in-dicato,prima di essere risolto con l’in-formaticaola tecnica,abbisogna prin-cipalmente di organizzazione. RodStone, uno specialista di informatica,che nel 1985 ha scritto un libro sul te-ma dell’automazione all’interno degliuffici (titolo originale: The Push-but-ton Manager – A guide to office auto-mation), ha affrontato già a quel tem-po il problema. La lettura è divertentesoprattutto nel capitolo iniziale, dovele innovazioni dell’informatica spa-ziano dall’arrivo del computer sullescrivanie, alla possibilità di trattaredei testi, oppure di ordinare automati-camente una serie di numeri. Questeoperazioni oggi fanno parte della do-tazione minima di ogni collaboratoree non meravigliano più nessuno, inquanto la prima rivoluzione informa-

tica è ormai assorbita. L’altro capitolointeressante riguarda l’orientamentoal futuro: è divertente leggere le pre-visioni, fatte ben 16 anni fa (perl’informatica è storia antica). In ognicaso, il buon Rod, non l’aveva vistaneanche in modo troppo sbagliato,anzi, gli si deve dare atto di una buonadote di preveggenza. Un punto, però,colpisce nel libro: riguarda l’impattoche l’informatica aveva verso i mana-ger di allora. I vecchi funzionari am-ministrativi, gelosi dei loro presuntiprivilegi, erano visti come ostacoli al-l’introduzione dell’office automation,gli impiegati erano terrorizzati dalladisoccupazione da tecnologia ed i di-rigenti restavano miopi nei confrontidell’investimento informatico. Ogginon è più così. Il problema maggiore èl’esatto contrario: l’eccesso di tecno-logia. Creare una soluzione informa-tica non è più un problema, ma lo èriuscire a dare le funzionalità neces-sarie per migliorare effettivamente laqualità del lavoro, tenendo in consi-derazionel’investimento in termini dicosti. Oggi nessuno si accontenta più:le scrivanie si trasformano in piatta-forme multimediali, con dotazioni in-formatiche impressionanti. Uno deiproblemi più sentiti è quello relativo

alla troppa carta negli uffici, ma quan-te soluzioni informatiche hanno, neiloro obiettivi, la riduzione dei volumidi carta in circolazione, e quante vera-mente riescono a raggiungerli? Chiosa ancora parlare di riduzione delpersonale grazie all’introduzione del-l’informatica? Ecco che, prima di agi-re con la tecnologia, è opportuno af-frontare il tema dell’organizzazione. Il suggerimento, da dare prima di in-trodurre una nuova soluzione infor-matica, potrebbe essere quello di par-tire con l’approccio al problema. Macosa s’intende?Eccolo esplicato nei punti seguenti:1. Individuare tutte le disfunzioni, i

problemi o le attività, nell’ambitodel lavoro, dove è chiara una man-canza di qualità. Per effettuare que-sto tipo di operazione è possibile ap-plicare metodi di Brainstorming,raggruppandotutte lepersone,i col-laboratori e i dirigenti coinvolti inun processo di lavoro, o in un parti-colare settore dove s’intende inter-venire, e lasciare l’opportunità adognuno di elencare i problemi, sen-za ordine di importanza;

2.Isolare e raggruppare per categoriaogni problema. Così facendo si eli-minano le ridondanze tra quelli evi-

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le Aree

Nicola NembriniArea dello sviluppo e dell’integrazione

applicativa

Informaticaoppure

organizzazione?Al momento dell’introduzione di una qualsiasi soluzione informatica presso un’azienda, si parla spesso di «problemadella nuova applicazione», ancora prima che essa sia stata installata e diventi, per chissà quale motivo, veramente un problema. L’informatica, forse per sua connotazione storica, è sempre stata confrontata con problemi tecnici,interruzioni e malfunzionamenti, tali da far dimenticare a tutti che la sua introduzione non deve essere vista come un problema, ma come una novità, un mezzo per raggiungere nuove frontiere nel mondo dell’automazione e della semplificazione di procedure per l’utente.Nuova soluzione informatica non vuol dire solo nuova infrastruttura tecnica ma, soprattutto e nella maggior parte dei casi, nuova soluzione organizzativa.

RealizzazioneDifficile Facile

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Realizzativa 3

Priorità

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Non realizzarePriorità

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denziati da più persone o presenti inpiù aspetti. Inoltre è più facile daredelle priorità;

3.Individuare tutti i possibili metodiper migliorare ogni settore di in-tervento. Qui entra in gioco l’impor-tanza dell’organizzazione. È impor-tante identificare, come metodorisolutore, una possibile modificasulla modalità attuale di lavoro, ol’introduzione di un flusso di lavoronuovo. Generalmente queste attivi-tà sono semplici da attuare, poichénecessitano unicamente dell’accor-do di tutti coloro che sono stati coin-volti precedentemente, e portanogeneralmente un grande impattosul risultato finale. L’informaticapuò essere d’aiuto è chiaro, ma solocome supporto all’adozione di nuo-ve modalità lavorative. L’ostacolo,al quale Rod Stone accennava, rife-rendosi ai funzionari gelosi del pri-vilegio, non era forse una conse-guenza dell’impatto organizzativo

indotto,chel’introduzioneinforma-tica di allora aveva portato?

4.Definire la fattibilità di ogni metodoe selezionare la migliore alternati-va. Per quest’operazione di selezio-ne è utile adottare una logica di fat-tibilità/impatto (vedi tabella)La priorità realizzativa è data nel-l’ordine alle attività: facile realizza-zione, grande impatto sul migliora-mento (riquadro in alto a destra),minore impatto, ma data la sempli-cità d’attuazione e se presenti in altonumero, hanno un contributo glo-bale comunque importante (riqua-dro in basso a destra), difficoltà d’at-tuazione, dove può entrare in lineadi conto il fattore tempo oppure ilcosto elevato, per esempio, per unanuova soluzione informatica (ri-quadro in alto a sinistra), da scarta-re, se possibile (riquadro in basso asinistra).

L’informatica entra nel gioco comepossibile variante o come supporto,

ad un approccio metodologico, solo alpunto 3 di questo procedimento, e siconcretizza solo secondo l’esito delpunto 4. Spesso purtroppo si rischia dicadere proprio nel riquadro sbagliato(in basso a sinistra), partendo subitocon l’implementazione di soluzioniinformatiche mostruose, che inizial-mente possono sembrare valide, ma,in effetti, generano impatti di miglio-ria solo parzialio minimi, oppure cau-sano parallelamente enormi proble-mi di gestione o costi per il personaletecnico non previsti. Riassumendo, prima di decidere eoperare scelte informatiche, è benechiedersi se si stia lavorando nel mo-do corretto. L’informatica in tanti casiè un valido aiuto, occorre utilizzarlaper lavorare bene. Lavorare male èpur sempre meglio che lavorare malee spendere nel contempo milioni intecnologia…

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Il 26 giugno scorso, unadelegazione del Parla-mento cantonale, guidatadal Presidente Ignazio Bo-noli accompagnatodalCa-po della Segreteria del GCRodolfo Schnyder, ha fattovisita al CSI. L’evento, promosso dalladirezione operativa diA2000 nell’ambito degliincontri tra Legislativo eunità amministrative del-l’Amministrazione can-tonale (AC) oggetto d’im-portanti riorganizzazioni,aveva lo scopo di favorirela reciproca conoscenza edi illustrare i nuovi indi-

rizzi informatici. L’occa-sione è stata propizia an-che per presentare, sep-pur sommariamente, lestrutture che supportanole necessità di serviziinformatici per tutta l’AC,confrontata con l’obiettivodi soddisfare in modoadeguato i bisogni del Cit-tadino. I parlamentari ed ifunzionari chiamati a sce-gliere, progettare e realiz-zare gli strumenti in-formatici necessari, sonoinfatti gli attori principali,assieme ai membri delConsiglio di Stato, del-l’importante processo che

nei prossimi anni muteràil tipo di comunicazionetra Amministrazione eCittadino. L’eccezionalitàdella visita in forma uffi-

ciale, è motivo di soddisfa-zione, in quanto, nella sto-ria del CSI, è la prima vol-ta che ciò accade.

Il Gran Consiglio in visita al Centro sistemi informativi

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3M, leader mondiale nel set-

tore delle tecnologie di pre-

sentazione, ha la soluzione

giusta per qualsiasi esigenza.

E per ogni budget. Dal retroproiettore ultraleggero a quello superavanzato,

dai lucidi per tutte le fotocopiatrici e stampanti fino agli schermi. Oppure

preferite incantare il vostro pubblico con presentazioni effettuate diret-

tamente dal vostro laptop, integrando suoni e

immagini da video, CD-ROM,

DVD o Internet? «Plug and

Play»: è questo il motto di 3M in

fatto di presentazioni. In

altre parole: «connetti e incomincia», anche

senza disporre di nessuna conoscenza tecnica.

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Soluzioni per qualsiasi tipo di presentazione

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Quando non esistevano ancora i si-stemi informatici, ognuno era respon-sabile, ed eventualmente anche ese-cutore unico, della salvaguardia ecustodia dell’informazione per la suaarea di competenza, dell’intero uffi-cio o dell’intera azienda. Questi de-terminava singolarmente le proprieesigenze e definiva le regole, determi-nando luoghi, spazi necessari e dura-ta di archiviazione dell’informazione.Una volta archiviati, la possibilità diconsultazione, di qualsiasi dato o sin-golodocumento, necessitava anche ditempi relativamente lunghi. Periodi-camente si provvedeva al cosiddetto«spurgo» dei vecchi documenti, inquanto lo spazio fisico disponibile perl’archiviazione era limitato, aveva deicosti non indifferenti, e non era possi-bile adeguarsi rapidamente a nuoveesigenze. Con l’avvento dei primi si-stemi informatici, l’informazione elet-tronica era composta prevalentemen-te da dati di tipo contabile e, quindi,non erano necessarie regole o infra-strutture particolari per la loro sal-vaguardia. Il proliferare dei modernisistemi informativi e conseguente-mente dell’informazione in formatoelettronico, ha fatto sì che, nel giro dipochi anni, le necessità di spazi di me-morizzazione ed archiviazione sianocresciute in modo esponenziale. Oltrea ciò, sono aumentate le esigenze dipoter accedere, in modo costante e ra-pido, alle informazioni, anche quellearchiviate, e la necessità di disporre diinfrastrutture informatiche, pratica-mente sempre funzionanti. Questa di-sponibilità deve essere garantita, al-meno parzialmente, anche a seguitodi eventuali guasti o difetti di singolecomponenti tecniche, informatiche oelettroniche. Tutto ciò fa sì che l’infra-struttura informatica di gestione el’architettura dei sistemi, necessarialla memorizzazione ed archiviazio-ne delle informazioni, diventino piùcomplessi e necessitino di sempre piùrisorse per garantire i bisogni e le esi-

genze dell’utenza.Da poco più diquattro mesi, il CSIha iniziato un pro-getto di revisione edi ridisegno dellapropria infrastrut-tura informatica digestione e memo-rizzazione, e diquella necessariaall’archiviazionedei dati.Obiettivi primaridel progetto, sono:• Il funzionamen-

to e l’accessoventiquattro oresu ventiquattroper sette giorni,dell’infrastrut-tura informativacentrale, dispo-nibile già oggiper alcune applicazioni, e necessa-ria domani, per le esigenze di gover-no elettronico o sportello virtuale;

• Il consolidamento dell’infrastruttu-ra dei serventi di rete, oggetto negliultimi anni di un considerevole au-mento a livello di numero di unitàinstallate;

• La predisposizione dell’infrastrut-tura per l’introduzione futura di si-stemi di gestione e archiviazioneelettronica dei documenti;

• Il rinnovamento dell’infrastrutturadi archiviazione elettronica, in so-stituzione dell’ormai vetusto «ro-bot», acquistato quasi dieci anni fadall’allora CCI, e oramai non piùadatto alle nuove ed aumentate esi-genze;

• La disponibilità di un’infrastrutturascalabile, che permetta di adeguar-si facilmente alle sempre nuove emutevoli esigenze.

Oltre a quanto detto sopra, è già inizia-ta, con una parte di utenti, una fase diridefinizione delle esigenze, delle re-gole di disponibilità e di archiviazio-

ne dell’informazione elettronica. Peranalogia è necessario e opportuno ri-definire le esigenze di disponibilitàdell’informazione, i luoghi, gli spazinecessari e la durata di archiviazionedell’informazione. In questa fase è im-portante ricordarsi che anche i sistemidi archiviazione elettronica hanno deicosti relativamente alti, nonostanteoccupino sempre meno spazio fisico.Sempre per analogia, è quindi indi-spensabile, da parte dell’utente, pro-cedere ad uno spurgo periodico deipropri dati, anche se i moderni sistemiinformatici permetteranno di ade-guarsi sempre più facilmente e rapi-damente alle mutevoli esigenze. Inconclusione possiamo affermare cheil gestore dei sistemi informativi, haassunto vieppiù il ruolo di «Custode»del bene aziendale, ma che la defini-zione e le modalità del bene da «Cu-stodire» sono e resteranno sempre dicompetenza del singolo utente, pro-prietario dell’informazione.

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le Aree La salva-guardia e la custodiadell’informazione

Franco EngeliArea di produzione

ed erogazione dei servizi centrali

L’informazione, come già citato in un nostro precedente articolo, è uno dei beni più preziosi per le aziende.La salvaguardia e la tutela di questo bene sono sempre state un’esigenza primaria, e in parte, un obbligo per tutte le aziende.

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L’unità centraleIn questi ultimi mesi abbiamo assisti-to ad un’accelerazione delle novità;nuovi processori (Pentium 4, AMDAthlon), nuovi «chipset» o meglioquell’insieme di processori, residentisulla «carta madre» del PC, e respon-sabilidellagestionedimoltedellefun-zioni, di cui il normale utente non è co-sciente (ad esempio indirizzare il flus-so di dati delle periferiche). La loroevoluzione ha un’importanza capitalenel migliorare il rendimento globaledel PC. Miglioramenti forse più visibi-li per l’utente comune, li hanno avutianche altre componenti quali il CDRom, sempre più veloce, spesso con lacapacità di scrivere i CD (CD-RW) oaddirittura con funzioni multiple,quali la capacità di leggere CD e DVD.Passi da gigante sono stati fatti dai pro-duttori delle schede video, che oggipossono offrire al PC «office» delle ca-pacità grafiche, fino ad alcuni anni faprerogativa di stazioni costosissime.

Le perifericheGrandi miglioramenti sono continua-mente introdotti anche nelle perife-riche, direttamente o indirettamente,connesse all’unità centrale: tastiera,mouse, stampanti, scanner e tutta unaserie di apparecchi oramai diventatid’uso quotidiano, quali fotocameredigitali, PC palmari, gli stessi telefoniGSM. Il raggiungimento della maturi-tà tecnica, da parte delle nuove inter-

facce dell’unità centrale (USB, Fire-Wire, Infrarosso), ha permesso unasempre più grande «connettività» e losviluppo di servizi sempre più inte-grati fra di loro.

Lo schermoL’ultimoanellodi questa catena è pro-babilmente quello la cui evoluzionepiù ci ha colpito; sto parlando natural-mente dello schermo. L’evoluzionedella tecnologia degli schermi a cri-stalli liquidi non è stata così appari-scente come le altre, vi sono stati mi-glioramenti nei parametri essenziali(angolo di visione laterale, contrasto,luminosità), ma uno dei nei principa-li resta ancora la resa dei colori, cheporta così a ritardare la loro diffusio-ne, ove vi sia una necessità di graficaparticolare (CAD-CAM, Publishing).Anche se i primi modelli dedicati aqueste attività cominciano ad esseredisponibili sul mercato (a prezzi nonproprio «popolari»); sono per contro

stati migliorati in modo sostanziale (enuovi cambiamenti sono all’orizzontenel futuro prossimo) i metodi di pro-duzione dei «film» di cristalli e i lorosistemi di controllo. Ciò ha permessouna diminuzione progressiva dei co-sti di produzione ed il conseguenteabbassamento dei prezzi al consumo,a sua volta influenzato dalla crescen-te domanda. Solo una decina di mesiorsono i prezzi di uno schermo LCD(Liquid Cristal Display) erano almenoil doppio di quelli attuali e i prezzicontinuano la loro discesa. Va inoltredetto che gli schermi LCD hanno van-taggi diretti, come il risparmio di spa-zio, e vantaggi indiretti, quali il minorconsumo di elettricità, ma hanno so-prattutto una vita media almeno dop-pia rispetto agli schermi tradizionaliCRT (Cathodic Ray Tube).

Il sistema operativo (OS)Restano da fare alcune considerazionisul sistema operativo, il software delsistema (non parleremo qui di BIOS,le istruzioni basilari per l’avvio delPC), imprescindibili dalle nostre pre-cedenti digressioni sulle componenti«dure», l’hardware. L’evoluzione de-gli OS, sto parlando al plurale perchéWindows, anche se il più conosciuto,è solo uno dei tanti disponibili sulmercato, ha fatto passi da gigantenegli ultimi cinque anni. È però no-stro compito, dovendo gestire un par-co macchine dalle dimensioni rag-

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Mezziinformatici

dell’Amministrazionecantonale,quale futuro?

le Aree

Silvano PetriniArea dell’informatica

decentralizzata

Chi di voi avesse avuto la pazienza di leggere l’articolo apparso sull’ultimo numero di CSInforma (2.2001), ricorderàcome uno dei nostri obiettivi sia quello di predisporre di norme che permettano un uso razionale, efficace ed efficientedei mezzi informatici. Ma di quali mezzi sarà dotata l’AC nel prossimo futuro? È importante rispondere a questadomanda, poiché dalla scelta delle prossime configurazioni del posto di lavoro informatico dipendono parte delleregole proposte. I parametri che la influenzano sono molteplici e tutti di eguale importanza: la performance tecnica,l’ergonomia, l’interfaccia del sistema operativo, la facilità d’utilizzo dei programmi di base (collezione Office),la manutenzione ed il costo costituiscono un insieme, che deve potersi amalgamare nel migliore dei modi.La continua attenzione riservata dal CSI, nei confronti degli sviluppi della tecnologia, ci permette di poter predisporre,con il dovuto anticipo, la configurazione hardware del posto di lavoro, che ci prefiggiamo di definire quale standard per l’AC nel medio termine.Vediamo insieme di riassumere l’evoluzione delle componenti principali del posto di lavoroe la loro probabile configurazione futura.

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guardevoli, rivolgerci verso un soft-ware di sistema che offra una maturi-tà ed un’integrazione massima conmezzi e applicazioni, di cui l’AC deveservirsi.Attualmente sul mercato fra i sistemi«maturi» possono essere annoverati iseguenti (elenco naturalmente nonesaustivo): Windows (nelle sue ulti-me versioni), Mac OS X, NextStep, So-laris e Unix (in generale nelle sue ver-sioni che adempiono agli standarddella IEEE). Va altresì detto che moltidi questi OS sono fra loro imparentati,o addirittura derivati. Vi sono poi isistemi «giovani» che stanno co-struendo la loro notorietà sia sulla ba-se della loro evoluzione tecnica sia suquella di una «popolare» funzione«anti-Windows». E parlo qui natural-mente di Linux, il più conosciuto clo-ne di Unix (meglio una derivazione diMinix) nella diversità delle sue distri-buzioni disponibili sul mercato, diBSD (altro clone Unix), di BeOS, siste-ma dedicato principalmente alle fun-zioni multimediali (torna alla mentel’Amiga OS) e ancora in fase di svi-luppo. Di questi nuovi sistemi operativi vasenz’altro tenuto d’occhio Linux, lacui diffusione è ormai consolidata,con ben precise parti di mercato defi-nitivamente acquisite e la cui avanza-ta sembra lenta ma sicura…vedremo.Ma torniamo a noi. L’OS attualmentein uso sui PC dell’AC è Windows, nel-la sua versione NT 4, mentre perl’hardware Mac la versione attual-mente considerata è la Mac OS X. Lanaturale evoluzione dei PC va vistanel prossimo OS di casa Microsoft (ri-lascio ufficiale: ottobre 2001 negli Sta-ti Uniti), Windows XP e questo nonper snobismo verso la versione attual-mente in commercio cioè la W2000,considerato che XP è una sua evolu-zione diretta. Di una cosa dobbiamoessere tutti coscienti, il cambiamentodell’OS sui PC dell’AC non è cosa sem-plice e indolore. L’errore più comuneche si possa fare è paragonare l’ag-giornamento del proprio PC casalingoa quello di una rete con più di 3500 po-sti di lavoro e oltre 140 server.I problemi posti da quest’immane la-voro sono molti: compatibilità di tuttol’hardware installato (o il suo indero-gabile aggiornamento), verifica di tut-te leapplicazioni che «girano» sull’OSattuale, pianificazione della gestionedati (struttura delle cartelle dei datisui server), formazione degli utenti alnuovo ambiente di lavoro, coordina-zione di tutti i progetti in corso (modi-fica? aggiornamento? rinuncia?), sen-za mai dimenticare che gli interventivanno fatti in modo coordinato e pos-sibilmente indolore, sia su tutti i postidi lavoro sia su tutti i server.

La «collezione» di programmi OfficeAnche in questo campo, quello degliapplicativi «Office», l’evoluzione èstata continua e relativamente rapida.I programmi sono diventati semprepiù complessi, al punto che si consi-dera il loro utilizzo da parte dell’uten-te medio a circa il 30% delle funzioniofferte. Qui entra naturalmente incampo la formazione: essa deve esse-re preparata e pianificata per tutti,personaledisupporto(Help Desk,tec-nici, formatori) e utenti. Attualmentela versione in uso presso l’AC è Micro-soft Office 97 ed anche in questo caso,come per l’OS, non dobbiamo credereche la sua sostituzione (attualmentein fase di studio) sia un semplice ag-giornamento fatto con il CD compera-to presso un fornitore qualsiasi… quile cose si complicano, poiché moltiutenti hanno sviluppato applicativiad uso interno, la cui migrazione su diuna nuova versione del prodotto po-trebbe causare diversi grattacapi.

La configurazione del posto di lavoroDopo questo piccolo riassunto vedia-mo ora quale potrebbe essere, in unfuturo a noi vicino, la configurazionedel posto di lavoro informatico del-l’AC. L’unità centrale avrà un pro-cessore dell’ultima generazione, adesempio il Pentium 4, ad una velocitàdi almeno 1 GHz (1 miliardo di ciclid’elaborazione al secondo), il «chipset», di cui abbiamo già detto l’impor-tanza, dovrà poter gestire tutte le com-ponenti e periferiche dell’ultima ge-nerazione, quindi comunicazioni suibus di trasmissione dati del tipo USB,FireWire, AGP 4x per la scheda grafi-ca e bus interno al PC stesso, la cui ve-locità minima sarà prossimamente di200 MHz (si parla comunque già di400 MHz). Una scheda grafica chepossa garantire una risoluzione con-facente al tipo di schermo proposto edalle necessità dell’utente, una capaci-tà di riproduzione sonora sufficienteper le applicazioni di tipo «office». Ul-tima componente «interna» la memo-ria RAM, il cui dimensionamento è or-mai legato alla quantità di linee dicodice dei sistemi operativi dell’ulti-magenerazione,come ad esempio XP,per la quale siamo ormai giunti ad unvalore «consigliato» di 256 Mb. Ecco-ci infine allo schermo: è chiaro che le

considerazioni fatte poc’anzi abbianolasciato pochi dubbi sull’adozione omeno degli schermi a cristalli liquidi.Resta da stabilire in che modo debbaessere regolata la loro introduzione; ilpericolo, se così può essere definito, èche tutti gli utenti richiedano un nuo-vo PC (o la sostituzione del proprioschermo) solo allo scopo di riceverel’agognato «schermo piatto» e ciòavrebbe come conseguenza un’onda-ta di richieste, che porterebbe rapi-damente all’esaurimento del budgetprevisto per l’informatica individua-le. Si dovrà quindi stabilire quali sia-no i parametri che permettano all’u-tente di richiedere la sostituzione delproprio PC o del proprio schermo equesti stessi parametri dovranno es-sere applicati in modo molto intransi-gente, per evitare palesi «ingiustizie».Il sistema operativo sarà quasi certa-mente Windows XP; molti di voi si do-manderanno il perché di questa scel-ta, visto che il prodotto non è ancoraufficialmente sul mercato e potrebbesembrare non sufficientemente matu-ro. Il motivo di questa propensione èperò giustificato da almeno due ragio-ni: la prima sono i test, in corso già daalcuni mesi, della versione «beta 2»(terminechedefinisceuna pre-versio-ne fornita a sviluppatori ed a clienti di una certa dimensione), la quale hadimostrato una stabilità che potrem-mo definire buona; la seconda ragio-ne è molto più pratica, XP altro non èche un’evoluzione di W2000 la cuistabilità è già stata dimostrata (il cam-biamento di nome è dovuto anche amotivi di marketing). Un diverso di-scorso va invece fatto per i programmiOffice. L’ultima versione di MicrosoftOffice, la XP appunto, introduce cam-biamenti di una certa importanza ri-spetto alle precedenti; se Office 2000poteva dirsi imparentato con Office97, nel caso di XP i cambiamenti sonotanti e tali da richiedere (anche neiconfronti di Office 2000) una forma-zione per gli utenti di una certa entità.La scelta in questo campo è ancora so-spesa e sarà fatta sulla base dellevalu-tazioni in corso. Concludendo, sullascorta delle esperienze fatte in questiultimi anni e delle prove svolte daglispecialisti del CSI, abbiamo raggiun-to… il punto di partenza sui cui lavo-rare per i prossimi aggiornamenti,chesaranno sicuramente appassionanti,al pari dell’evoluzione che l’informa-tica ha avuto dalla metà degli anni Ot-tanta ad oggi. È importante per il CSIche tutti gli utenti dell’AC siano co-scienti dei grandi cambiamenti che ciaspettano, ma anche della gran com-plessità e della mole di lavoro chequesti ingenerano, dovendoli gestiresu di un numero molto grande di ap-parecchiature.

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Perché un progetto di workflow?Molti degli incarti, o anche semplicidocumenti,prodottidall’Amministra-zione cantonale (AC) «viaggiano» alungo nei meandri di corridoi e uffici,e, se non sempre è facile e immediatoricostruirne il percorso, individuarnela posizione durante il pellegrinaggioè praticamente impossibile.Da questo importante problema è na-to il progetto di workflow denominato«Cancelleria 2000». Quando il tragittoche compie un incarto diventa rego-lare, esso può essere stabilito nei tem-pi, nelle modalità e negli «attori» conprecisione, così che gli interessatipossano essere avvisati, richiamati,interpellati o quant’altro. L’obiettivoprimario è quello di offrire nuove pro-spettive di lavoro che permettano:risparmi di tempo e di materiale dicancelleria, precisione e velocità, tra-sparenza e facile archiviazione deidati.

Passi per la realizzazione1. Raccolta informazione e struttu-razione Il primo grosso impegno del gruppopreposto (secondo le indicazioni delMessaggio: il Cancelliere, il Respon-sabile del progetto e suoi collaborato-ri) è stato raccogliere una serie di«flussi costanti», con una trentina diinterviste presso gli uffici della Can-celleria e le segreterie di Dipartimen-ti e Divisioni. Sulla scorta della qua-rantina di «modelli» individuati èiniziato il lavoro concettuale e struttu-rale, per la definizione di uno stru-mento adatto a mettere in onda taliflussi, senza però dimenticare uno de-gli obiettivi strategici del progetto: lascalabilità e l’esportabilità su tuttal’AC; da qui l’invenzione di quello chefu chiamato «flusso amorfo», dove l’i-dea di modello era superata, all’estre-mo, da un ipotetica identità diversaper ogni flusso. L’idea originale delprogetto era avviata ad una fonda-mentale svolta: da un applicativo perattivare, seguire e monitorare i flussi,

si era passati ad unconcetto di «Genera-tore di flussi», doveogni «incarto» avevala possibilità di ter-minare un percorsofine a se stesso, madove era pure per-messa l’eventualitàdi fissare un tragittoricorrente. Il gruppodi lavoro incaricatoha attentamente va-lutato il ventaglio ditipologie di flussoche intercorre fra laCancelleria ed i Di-partimenti, elevan-do a «campione» ilmaggior numeropossibile di varianti;questo proprio nel-l’ottica di permettere l’estensione del-lo strumento all’AC nella sua totalità.Il risultato soddisfaceva sotto tutti ipunti di vista le esigenze primarie purconservando la facilità d’uso, condi-zione «sine qua non» per una ottimalepenetrazione a tutti i livelli.

2. Sviluppo prima versione dell’ap-plicativoUna volta scelto, da parte del CSI, lostrumento tecnico più adatto su cuicostruire l’applicativo, è iniziata la fa-se di programmazione affidata all’A-rea dei servizi di consulenza del CSI(cfr. articolo di Ennio Falabino - CSIn-forma n. 2/2001 – «Workflow: il gene-ratore di flussi lavorativi»).Nel corso dei frequenti incontri, fra glisviluppatori e il gruppo di lavoro del-la Cancelleria, sono scaturite proble-matiche e soluzioni sempre più avan-zate, con il fine ultimo di offrire unostrumento affidabile e completo. Que-sto ha ovviamente portato a ripensa-menti più o meno importanti dellastruttura di base, ma la priorità è sem-pre andata nella direzione del pre-vedere il più possibile ogni eventualesituazione.Lamaggiorpartedelle fun-

zioni primarie dello strumento è oggiallo scoglio dei test preliminari, che laCancelleria sta eseguendo allo scopodi sviscerare eventuali difetti e di ap-portare i necessari correttivi, prima diporre l’applicativo in più vasta con-sultazione. I lavori proseguono ala-cremente e gli sviluppatori ritengonodi poter presentare una «versione.01»già ad autunno inoltrato.

3. Potenzialità, funzioni e prossimiadeguamenti dell’applicativoIl Generatore si presenta, al momentoattuale, in grado di dare avvio ad atti-vità che contemplano varie tipologiedi flusso, dal lineare e semplice al piùcomplesso che presenta sottoattività oattività delegate, il tutto con la possi-bilità di trasmettere «per conoscenza»ogni piccolo passo del flusso stesso.Le assegnazioni, i richiami o più sem-plicemente gli avvisi sono consegnatiall’interessato per mezzo di un mes-saggio di posta Outlook, dove è inseri-to un link che manda direttamentenell’applicazione di workflow. Dellefunzioni proposte fanno parte ovvia-mente il tasto per la generazione dinuovi flussi o il richiamo di flussi esi-

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Cancelleria 2000un progetto per tuttal’Amministrazione

Roberto KellerUfficio della gestione

del governo elettronico(e-government)

approfondimento

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stenti, le ricerche, di vario tipo, e la ge-stione degli utenti dove è possibile de-signare un sostituto. Più che un difet-to, un piccolo appunto alla versioneattuale, sta nella mancanza di attrat-tiva della grafica che non si presentané accattivante, né intuitiva, ma glisviluppatori hanno giustamente pre-ferito concedere la priorità al correttofunzionamento,piuttosto che alla gra-fica che sarà al centro dell’attenzionein fase di preparazione della secondaversione. Altre piccole incongruenzesaranno certamente rilevate al mo-mento di «mettere in servizio» l’appli-cazione, quando ad accedere, e quin-di testare, non sarà più il ristrettogruppo che segue il progetto dall’ini-zio, ma nuovi utenti che metteranno«alle corde» lo strumento.

Il futuro a breve, medio e lungo termineQuando si daranno inizio alle proveall’interno di un numero di utenticampioni, sia la Cancelleria, sia il CSIsaranno a disposizione per valutareogni suggerimento, critica o consiglioche permetta un’ulteriore crescita delGeneratore di flussi lavorativi, così daintrodurre una seconda fase di lavoroche porterà lo strumento ad un poten-ziale ottimale. Nel futuro a lungo ter-mine vediamo un’AC snella, dinami-ca e versatile in cui le più parti delleattività percorrono non più corridoi escale, bensì banchi di memoria e mi-crochip con un’alta resa di velocità,precisione e reperibilità. Musica delfuturo? Sì, ma non così lontano comesi potrebbe,ad un primoimpatto,pen-sare.

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Aperto alla pubblica consultazione lo scorso mese di luglio, il portale http://intranet.ti.ch è il punto di riferimento per l’utente dell’AC, che vuole avereun’idea dei dati a sua disposizione, sulla rete informatica interna ed in Internet.La progettazione, la realizzazione e la gestione del portale, sono state curatedalla Cancelleria dello Stato (e per essa il neo costituito Ufficio della gestionedel governo elettronico e-government), con l’indispensabilecollaborazionedelCSI, per gli aspetti tecnologici e dei responsabili Web dei Dipartimenti, per icontenuti e la loro strutturazione. Il portale presenta, in prima pagina, una se-rie di menu di scelta rapida raggruppati per categoria (Informazione, Notizie,Strumenti, Dipartimenti,...). Inoltre, a fianco di contenuti «seri» (strumenti,materiali e documenti di lavoro), l’utente trova alcuni temi «leggeri», quali ilmercatino o l’oroscopo, che invogliano ad un uso disimpegnato del mezzoinformatico, e aiutano anche gli utenti più recalcitranti ad acquisire dimesti-chezza con i mezzi informatici e con la navigazione in rete. Tutti i dipendentidello Stato sono invitati a collaborare, con atteggiamento critico, allo sviluppodel portale, sia suggerendo modifiche strutturali, formali o grafiche, sia propo-nendo materiale d’interesse generale. I responsabili Web dipartimentali (cfr.tabella) sono a disposizione, per raccogliere tutti i suggerimenti e valutarne lapraticabilità. Il portale http://intranet.ti.ch è destinato a diventare il canalepreferenziale di comunicazione, nell’ambito della formalizzazione di regole,direttive e indicazioni sull’uso degli strumenti e sulla circolazione di docu-menti e informazioni all’interno dell’AC1.

notizie

Dip. incaricatoCAN Milko Del BoveDFE Giulia ChianeseDI Clara MarazzatoDIC Giovanni MombelliDOS Rita GianascioDT Gianni Baffelli

Ufficio gestione e-governmentRoberto KellerDaria Rodoni-TuratiCoco AcquistapaceChristian BugadaMilko Del Bove

Intranet.ti.chIl portale Intranet dell’Amministrazione cantonale

1 Silvano Petrini, L’utilizzazione dei mezzi informatici forniti all’Amministrazione canto-nale, in «CSInforma», n.2/2001, Bellinzona, Divisione delle risorse, pp. 10-13.

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Revisionegenerale delle stimedella sostanza immobiliareL’entratain vigore della nuova Leggesulla stima ufficiale della sostanzaimmobiliare ha creato l’occasioneper introdurre nuovi metodi di lavo-ro, imperniati su un’utilizzazionediffusa dei mezzi informatici. Gli effetti di questo nuovo modod’operare si sono già avvertiti nellafase di raccolta dei dati (terminata) e in quella di verifica delle dichia-razioni dei proprietari (già ultimatain 210 Comuni), ma saranno piùevidenti al momento della produzio-ne e dell’intimazione delle decisionidi stima. Il vantaggio più qualifi-cante sarà visibile al completamentodella banca dati della stima (BDS),ossia quando essa sarà accessibile a tutti i servizi dell’Amministrazionecantonale (AC) e ai Comuni. Questo strumento permetterà d’evi-tare costosi doppioni (segnatamentenelle applicazioni fiscali), come purele ripetute richieste degli stessi datiai cittadini. A tale proposito vasottolineato come la combinazionedella raccolta dati per la stima, conquella per il «Censimento 2000»,abbia dato risultati estremamentepositivi e abbia pure permesso di contenere le spese. La BDS costi-tuisce senza dubbio una garanzia per il rilascio, in modo celere e sicuro, d’informazioni attendibili,riprodotte su moduli di facile letturae corredati dei necessari dettagli.Prima d’entrare nella descrizionedelle varie caratteristiche e pecu-liarità del progetto informatico, si ritiene utile esporre, seppure inmodo succinto, i concetti di base e le operazioni sinora svolte, per larealizzazione del progetto «Revi-sione generale delle stime»,decretata dal Consiglio di Stato il 19 dicembre 1997.

• Nuova legge sulla StimaIl 1° gennaio 1997 è en-trata in vigore la nuo-va Legge sulla stimaufficiale della so-stanza immobilia-re (L.St). Fra i principalielementi innova-tivi, che scaturi-scono dalla novitàlegislativa, vannosenz’altro citati:– L’esecuzione delle re-

visioni generali ogni 20anni;

– La messa in vigore contempora-nea delle stime di tutti i Comunidel Cantone;

– L’aggiornamento delle stime ogniquattro anni (a dipendenza del-l’evoluzione del mercato immobi-liare), mediante l’applicazione difattori d’aumento o di riduzione,senza ulteriore ripresa di dati;

– La raccolta dati mediante formu-lari compilati dai proprietari.

Segnatamente la messa in vigorecontemporanea delle stime di tutti iComuni, costituisce un obiettivoalquanto ambizioso, se si tien contoche quest’operazione coinvolge:180’000 fondi edificabili o edificati,220’000 fondi non edificabili,230’000 fabbricati di varia natura.

• Sistema organizzativoGli obiettivi indicati evidenziano, inmodo inequivocabile, che un’ope-razione come quella della revisionegenerale delle stime non può pre-scindere dalla creazione di un siste-ma organizzativo «ad hoc». Si deveinfatti portare a termine, entro limi-ti di tempo prestabiliti, un compitodi vasta portata, senza tralasciare lenormali attività svolte dall’Ufficiopreposto all’operazione. Dopo unafase iniziale dedicata essenzialmen-te alla creazione di norme tecnico-procedurali, alla raccolta di dati, al-la quantificazione e alla pianifica-zione delle varie attività, si è dovutoadattare di conseguenza la strutturaorganizzativa. In tale ambito si è po-tuto appurare che il progetto per larevisione generale delle stime se-gue una logica analoga a quella dei

progetti previsti da A2000 (repor-ting di progetto e gruppo di proget-to). Il territorio cantonale è statosuddiviso in undici circondari, conun relativo responsabile coadiuvatoda un gruppo di estimatori ausiliari.Sulla base della pianificazione delleattività da svolgere dai circondari distima è stato elaborato il sistema di«reporting», che prevede la presen-tazione mensile di rapporti sull’an-damento dei lavori. Questi rapportiservono essenzialmente alla dire-zione del progetto per verificare il ri-spetto dei termini, come pure perdecidere eventuali misure necessa-rie per rientrare nel programma deilavori. Per il progetto informatico,che sarà descritto in esteso più avan-ti, è stato costituito un team di svi-luppo del Centro sistemi informati-vi (CSI), all’interno dell’Area dellosviluppo e dell’integrazione appli-cativa. È un gruppo di quattro infor-maticiconesperienzanellosviluppoapplicativo, mediamente impegna-ti nel progetto «Stime immobiliari»nella misura del 60-70% della loroattività.

• Svolgimento dei lavoriLa nuova Legge sulla stima fissadegli obiettivi che, per il loro con-seguimento, richiedono l’applica-zione di nuovi metodi di lavoro enuove normative tecnico-procedu-rali. Ciò comporta un notevole cam-biamento di mentalità da parte deglioperatori, sinora abituati a pro-cedere con metodi manuali, che

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Gianni Marcolli,Area dello sviluppo e

dell’integrazione applicativadel CSI;

Vladko Minoli,Sezione delle bonifiche

e del catasto;Roberto Campi,

Ufficio stima

collaborazioni

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permettevano d’ottenere i risultatidel loro lavoro, subito dopo il rilievodei dati necessari. Eventuali corret-tivi potevano essere apportati entrobreve tempo, ossia quando la visio-ne delle costruzioni da stimare eraancora viva nella memoria. Il nuovometodo, imperniato principalmen-te sulla verifica dei dati dichiaratidai proprietari, ha quindi posto, al-menoinizialmente,non poche diffi-coltà. Il calcolo della stima avverrà,infatti, in una sola volta per un inte-ro Comune: i risultati saranno per-tanto disponibili solo molto tempodopo i sopralluoghi. È stato quindinecessario elaborare specifiche di-rettive sul modo di procedere, se-guite da un periodo pratico intro-duttivo, per mettere i collaboratorinelle condizioni d’avvertire concre-tamente l’effetto di ogni loro inter-vento di verifica. Nella prima fasedei lavori (1997) si è proceduto allacreazione della modulistica per laraccolta dei dati, la cui ripresa inbanca dati è stata prevista mediantel’impiego di un lettore ottico (scan-ner). I circondari hanno dovuto rac-cogliere tutti i dati tecnici che hannoun’incidenza sul calcolo della sti-ma. In pratica per ogni fondo edifi-cabile o edificato sono stati rilevati:– superficie totale;– zona di piano regolatore (PR) e re-

lativa zona di valore;– superficie per ponderazione;– grado d’urbanizzazione;– eventuali elementi penalizzanti

(immissioni moleste, configura-zione inadeguata, sfruttamentoirrazionale, esposizione, topogra-fia, servitù, ecc.).

Per ogni zona di PR sono stati deter-minati i valori dei terreni (riservatala consultazione dei Municipi). Glielementi indicati sono ampiamen-te sufficienti per calcolare il valoredi stima dei terreni. Con i seguentidati dichiarati dai proprietari saràper contro possibile procedere, pre-via verifica dei periti, al calcolo delvalore metrico dei fabbricati:

– Anno di costruzione– Destinazione dell’edificio

– Tipo di costru-zione– Descrizione deisingoli piani (ser-ve per calcolare il volume e la su-perficieabitabile)–Stato di conser-vazione–Standard dellefiniture–Tipo di tetto.Per il calcolo delvalore a redditosi è proceduto al-

la raccolta degli affitti per le varie de-stinazioni dei fabbricati (abitativi,commerciali, industriali, ecc.). Per iterreni non edificabili il calcolo dellastima avviene in modo molto più sem-plice:esso è ottenuto mediante la mol-tiplicazione dei valori unitari di zonaclimatica (uguali per tutto il territoriocantonale) per la relativa superficie.• Esigenze per l’automazione

L’obiettivo della revisione generaleè quello di calcolare il valore venaledi ogni fondo che, per quanto ri-guarda i fondi edificati, avviene,nella stragrande maggioranza deicasi, in base alla media ponderatafra valore metrico (VM) e quello areddito (VR) secondo la formula:

ove K è il fattore di ponderazione.

Dati tecnicivolume edificio m3 850superficie terreno m2 500reddito annuo fr. 21’000.–Tasso di capitalizzazione 7%Fattore di ponderazione 5

Stima metricam3 850 x fr/m3 400.– fr. 340’000.–m2 500 x fr/m2 200.– fr. 100’000.–totale stima metrica fr. 440’000.–

Stima a redditofr. 21’000.– x 100 = Fr. 300’000.–

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Valore di stima della proprietàfr. 440’000.– + (fr. 300’000.– x 5) =Fr. 323’000.–

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)1(

)*(

K

VRKVMV

++

=

Il calcolo automatizzato deve quin-di determinare, sulla base dei datiraccolti, le componenti di tale for-mula, considerando eventuali fat-tori correttivi dovuti alle caratteri-stiche di ogni fondo sia per ifabbricati, sia per i terreni. Accantoa quest’esigenza principale l’appli-cazione informatica deve permet-tere:– la stampa automatica delle deci-

sioni di stima e dei relativi detta-gli di calcolo da intimare ai pro-prietari;

– la stampa degli indirizzi e l’im-bustamento automatico dei docu-menti da intimare;

– l’elaborazione di dati statistici edei confronti con la situazioneprecedente;

– il calcolo dei parametri di riferi-mento per la verifica dei risultati;

– il calcolo automatico delle nuovestime in seguito agli aggiorna-menti intermedi (ogni quattroanni);

– i ricalcoli automatici delle stimein seguito alle decisioni dei recla-mi o dei ricorsi;

– la stampa dei dati di supporto perconsulenza ai proprietari durantela pubblicazione delle nuovestime.

Va comunque osservato che il cal-colo automatizzato non potrà essereapplicato in tutti i casi.Per quelli particolarmente compli-cati (nettamente una minoranza)non avrebbe senso investire in unulteriore sviluppo dell’applicazio-ne che comporterebbe senza dub-bio un onere sproporzionato. Perquesti casi è stata sviluppata un’ap-plicazione trasportabile su PC, laquale permette di agire in modo se-miautomatico e di trasferire diretta-mente i risultati nella BDS. La L.St.prevede la prossima revisione gene-rale solo dopo 20 anni dall’entratain vigore di quella attualmente inelaborazione. Durante questo lassodi tempo, le modifiche della pro-prietà fondiaria saranno numerose.Basti pensare alle compravendite,alle mutazioni dei confini dei singo-li fondi (frazionamenti, rettifiche diconfine, permute) ai nuovi fabbri-cati, alle riattazioni, alle sopreleva-zioni, agli ampliamenti e alle modi-fiche di piano regolatore. Apparepertanto chiaro che per assicurarel’aggiornamento e quindi l’attendi-bilità delle stime nel citato lasso ditempo, non si può prescindere dallacreazione di una banca dati. Essa èstata concepita quale sistema cen-tralizzato di gestione delle stime,condivisibile con diverse altre ap-plicazioni, delle quali la più impor-tante è senz’altro quella fiscale. Si

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prevede pure di dare la possibilitàd’accedere alla BDS anche ai Comu-ni e a tutti quegli operatori che pos-sono dimostrare un interesse legit-timo ai dati della stima.

Progetto informatico«Stime immobiliari» appartiene allacategoria dei grossi progetti informa-tici. Questa qualifica lascia subito in-tendere che, per raggiungere a tappetutti gli obiettivi prefissati, sono neces-sari: un’organizzazione ben definitaper quanto riguarda il team di svilup-po, installazioni hardware estese pres-so la sede e i circondari dell’ufficio sti-me, un’approfondita conoscenza delsoftware utilizzato e una realizzazionemodulare, considerato che la duratadei lavori di sviluppo supera ampia-mente i 10 anni-uomo. In poche parolesi può affermare che l’investimentoper un tale progetto risulta importan-te. Tuttavia, è bene rilevare che que-st’operazione non si limita alla prossi-ma revisione generale delle stime au-tomatizzata, ma offre un sostanziale ecostante apporto informatico per il fu-turo dell’Ufficio stima (US). Di con-seguenza le attività future dell’US, ol-

tre che essere in gran parte informatiz-zate, dovrebbero risultare più lineari erazionali, risparmiando tempo in di-verse procedure e permettendo all’u-tenza di disporre di un prodotto alta-mente qualitativo. Informazioni fornite dai proprietariPresso il CSI è stato dato parziale av-vio ai lavori nel 1997, peraltro a ritmomolto ridotto, ma è sicuramente nel1998 che il progetto è decollato, conl’invio dei formulari ai proprietarifondiari. Si rammenta in particolareche l’invio è avvenuto in tre fasi, ossianel maggio 1998 per i Comuni di tipoC (ultima revisione generale delle sti-me avvenuta fra il 1977 e il 1985), nel-l’ottobre 1998 per i Comuni di tipo B(ultima revisione generale delle stimefra il 1987 e il 1991), infine nel maggio1999 per i Comuni di tipo A (ultima re-visione generale fra il 1993 e il 1997).Molti lettori si chiederanno dove sonoapprodate le informazioni indicatenei formulari, dopo un silenzio dura-to, nel peggiore dei casi, tre anni circa.È importante evidenziare che nessu-na informazione è andata persa, tutti idati sono molto utili, anche quelli chenon saranno direttamente considera-ti nel calcolo automatico. Tutte leinformazioni rilasciate dai proprieta-

ri sono state lette e interpretateelettronicamente e costituisco-

no una delle tante fette di cuila BDS si compone.

Piattaforma di sviluppoLa piattaforma prin-

cipale di questo pro-getto è costituita dal

Mainframe, ossiadall’ela-boratorecentraledel CSI. La

banca dati relazionale è di ti-po DB2 ed è attualmente com-

posta da più di 130 tabelle, mentrei programmi realizzati finora sono

allestiti in linguaggi diversi(PLI,Man-tis, Access, Script), a seconda dei loroscopi. In un prossimo futuro i pro-grammi saranno realizzati facendouso di nuove tecnologie. Il fatto di di-sporre di una BD centralizzata offreuna garanzia di maggiore sicurezzadei dati. A titolo d’esempio, un viruspericoloso per un sistema Windowsnon causerebbe alcun danno ad unaBD di questo tipo. Oltre all’elevata po-tenzialità del sistema, risulta più faci-le collegare BD di applicativi diversi,evitando in tal modo di dover svilup-pare complesse interfacce.

Fasi del progetto e attività di sviluppoIl progetto informatico è suddiviso intre fasi di sviluppo. La fase 1, iniziatanel 1998, si è conclusa alla fine del2000. In questo periodo sono stateportate a termine diverse attività, tut-te esclusivamente incentrate sulla re-visione generale delle stime. Nel cor-so del 1998 si è proceduto al disegnodella banca dati che si compone di nu-merosi files (più di 130 «tabelle DB2»)e parallelamente ha avuto inizio la let-tura ottica dei formulari, tramiteScanner e Teleform. Quest’ultimo èun software che ha permesso di inter-pretare direttamente i dati alfanume-rici trascritti dai proprietari nelle ca-selle e, dopo accurata verifica, li hariportati in una componente dellaBDS, utilizzando dei programmi svi-luppati al CSI. Presso la sede dell’US aBellinzona sono stati installati l’hard-ware e il software necessari, ed è statocreato e organizzato il gruppo raccol-ta dati, composto da una decina dipersone appositamente formate.In seguito, nel 1999, sono stati realiz-zati i programmi per la costituzionedella BDS. Infatti, le informazioni suifondi e sugli edifici provengono da di-verse fonti, le principali delle qualisono:– sommarione dei geometri revisori;– dati tecnici ricuperati da vecchie

schede (archivio US);– dati dichiarati dai proprietari;– dati raccolti durante i sopralluoghi;– dischetti forniti dai circondari;– parametri di vario genere compren-

denti i valori unitari, le zone PR e divalore, elementi di calcolo, ecc.

Sovente queste informazioni devonoessere confrontate fra di loro. A questoscopo sono stati sviluppati numerosiprogrammi informatici, atti a segnala-re le differenze e le eventuali ano-malie, che causano inevitabili sopral-luoghi ai periti estimatori. Nell’anno2000, presso il CSI, è stato program-mato il sistema di calcolo automaticoche si basa sulle informazioni ricevu-te dalle varie fonti. Si tratta di un siste-ma composto da procedure lineari,

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ma assai complesse. Ciò è soprattuttodovuto alla casistica estremamenteestesa, di edifici e di destinazioni deglistessi, che si presenta sul territorio.Inoltre sono stati realizzati altri pro-grammi, tra cui in particolare quelliche stampano la futura decisione distima e quello che evidenzia le even-tuali differenze fra dati dichiarati e da-ti considerati. Nel dicembre 2000 è pu-re stata eseguita un’elaborazione diprova del programma di calcolo, cheha avuto come oggetti i fondi di 11 Co-muni appositamente selezionati (unComune per ogni circondario stime).L’esito, seppure analizzato da un pun-to di vista prettamente tecnico, si è ri-velato sicuramente positivo. Con lasostituzione di alcuni coefficienti evalori unitari, che attualmente sonoimpostati in modo provvisorio o ad-dirittura fittizio, nel corso dell’annocorrente saranno elaborate le primeproiezioni, in modo tale che si possa-no comprendere le tendenze nelle va-rie categorie e nelle diverse zone di va-

lore, ripartite co-me le prevede lavasta casistica. Siprocederà alloraad una vera e pro-pria taratura deiparametri, primadi rendere opera-tivo l’intero sche-ma di calcolo. Nelmaggio 2001 si èproceduto al testper il calcolo dellestime dei terreninon edificabili. Siè trattato di com-binare i dati for-niti in linea dalgeometra reviso-re (superfici) conquelli raccolti dal-

l’US (zone di appartenenza). L’esitodel test è sta-to positivo, non avendorilevato problemi d’alcun genere nelfunzionamento dei programmi. La fa-se 2 del progetto informatico è iniziatanel 2001 ed è previsto che si conclu-derà nella prima metà del 2002. Gliobiettivi di questa fase oltrepassanonotevolmente le problematiche colle-gate alla revisione generale delle sti-me. Si tratta di creare procedure infor-matiche che servano per il futuro, nonsolo prossimo, dell’US. Di conseguen-za bisogna affrontare grossi temi, inparticolare occorre ideare ed attuarela tenuta a giorno estesa della BDS(mutazione catastali, mutazioni edili-zie, modifiche di PR, ecc.), la nuovagestione dei reclami e dei ricorsi, lamessa a punto dei vari monitoraggi le-gati alle future proiezioni dei valori,nonché il cosiddetto foglio di collaudoche consentirà di individuare le diffe-renze tra i vecchi ed i nuovi valori nel-l’ambito comunale. In merito ai recla-mi e ai ricorsi, è necessario creare un

sistema di calcolo interattivo, che per-metta di visualizzare immediatamen-te i risultati intermedi e finali del cal-colo, prima di procedere alla confer-ma dei parametri modificati. Anche sela tenuta a giorno estesa della BDS el’evasione dei reclami e dei ricorsi so-no attività che andranno affrontate do-po la messa in vigore delle nuove sti-me, è importante che le procedureinformatiche siano pronte ed operati-ve già a quel momento.Infine la fase 3 del progetto ha comeobiettivo quello di mettere in rela-zione la BDS con altre banche datiesistenti, quali ad esempio SIFTI (Si-stema d’Informazione Fondiaria delCantone Ticino), MOVPOP (Movi-mento della Popolazione), Fisco ealtre ancora. Si tratterà inoltre di pro-grammare gli aggiornamenti qua-driennali dei valori di stima, nel casoin cui questi saranno ordinati dal Con-siglio di Stato. Questa fase può inizia-re dopo l’entrata in vigore delle nuovestime e sarà notevolmente vantaggio-sa per diversi servizi dell’AC. Da unaparte la BDS sarà accessibile ai variservizi interessati, dall’altra l’US po-trà beneficiare di informazioni prove-nienti da altre banche dati. In conclu-sione va evidenziato che il progettoinformatico è solo parzialmente fina-lizzato alla revisione generale dellestime. Come già citato, i suoi orizzontisono notevolmente più ampi e pertan-to segue una sua via e una sua pianifi-cazione. Da parte dell’utenza i molte-plici benefici dovrebbero farsi sentirenei prossimi anni, all’inizio solo mo-deratamente, poi sempre più. Si puòinoltre affermare che l’US cambieràradicalmente il metodo di lavoro e unindubbio vantaggio consiste nella mi-glior qualità delle informazioni offer-ta sia ai vari uffici ed enti interessati,sia soprattutto ai proprietari fondiari.

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Il prossimo CSInformaappariràin dicembre

Editore: Divisione delle risorse

Direttore responsabile: Comitato di redazione

Comitato di redazione: Direttrice: Francesca TaborelliMembri: Franco Engeli, Nicola Nembrini,Silvano Petrini, Verena Vizzardi, Giancarlo Züger

Consulente editoriale: Flavio Bruschi

Recapito: Flavio BruschiArea dei servizi di consulenzaVia Carlo Salvioni 12a6500 Bellinzonatel. 814 11 03e-mail [email protected]

Alla redazione di questo numero hannocontribuito:Roberto Campi, Jeannette Cieslakiewicz, Eros De Boni, Fabrizio Di Vittorio, FrancoEngeli, Roberto Keller, Giorgio Gastaldello,Fabrizio Giamboni, Gianni Marcolli, VladkoMinoli, Nicola Nembrini, Daniele Pedrioli,Silvano Petrini, Marzio Rigoni, Raffaele Spocci,Verena Vizzardi, Giancarlo ZügerStampato su carta riciclata, rispettosa dell’ambiente

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EDS Information Business GmbH — Via dei Pioppi 2 — 6616 LosoneTel. 091 806 92 72 · Fax 091 806 93 07 · www.eds.com · www.eds.ch

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Dall’inizio dell’anno, presso il CSI, è operativo il centrocompetenza SAP tecnico (CC-SAP), con lo scopo di essered’interfaccia tra azienda, Amministrazione cantonale (AC)e SAP e costituire il primo punto di contatto, per domandesul software R/3 e sul suo utilizzo. Uno dei fattori chiave di successo per un’azienda, nell’am-bito di un progetto d’introduzione del prodotto SAP R/3, èl’istituzione di un CC-SAP, che permetta l’implementazio-ne e l’utilizzo di soluzioni SAP nel modo migliore, e in sin-tonia con i propri standard. Nella filosofia SAP i beneficiattesi da un CC-SAP sono molteplici. Particolarmente evi-denti sono i seguenti:

• Supporto ottimale per l’utente finale(business benefits)

· punto di contatto unico per problemi con R/3;· standardizzazione nelle soluzioni implementate;· punto di riferimento per la diffusione e il trasferimento

di know-how;• Stretta collaborazione con SAP· possibilità di influenzare il corso degli sviluppi R/3 in

modo più marcato;· punto di contatto per esperti SAP nella risoluzione di

problemi complessi;· informazione su nuovi sviluppi e strategie SAP;• Convenienza· possibilità di ridurre al minimo i costi d’intervento di

consulenti esterni.

Com’è strutturato il CC-SAP tecnico al CSIIl CC-SAP tecnico del CSI è formato da 4 collaboratori atempo pieno. L’obiettivo è fornire il supporto nell’ambitodei moduli SAP implementati (o in fase d’implementazio-ne) presso l’AC. Nello svolgimento dei suoi compiti, colla-bora spesso con altre unità del CSI o esterne (consulenti).Sotto certi aspetti si può pertanto considerare un’organiz-zazione virtuale.

Quali i compiti svolti dal CC-SAPIl CC-SAP ha in gestione tutte le piattaforme SAP che com-pongono il layout R/3 e sono:• il sistema di sviluppo;• il sistema di test;• il sistema produttivo.Ulteriori dettagli sulle piattaforme e la loro architettura sa-ranno forniti in un successivo numero di questo periodico.

Gli aspetti più operativi sono:

• Support Desk funzionale· supporto di secondo livello (second level support) per

problemi funzionali (il primo livello è di competenzadell’utente chiave);

· risoluzione di problemi critici di sistema;consulenza tecnica;

• Supporto tecnico· istallazioni e gestione upgrades sw;· esecuzione e controllo trasporti (change management);· ottimizzazione sistema R/3;· gestione interfacce con sistemi legacy;• Sicurezza· gestione utenti per tutti i sistemi SAP;· gestione profili e autorizzazioni;

Centri dicompetenza Centro competenza SAP — nuova

sfida per il Centro sistemi informativi

CC-SAP fattore di successo

Implementazione SAP R/3

Manutenzione e supporto

Riduzione consulenzae supporto esterni

Aumento consulenza interna esupporto da parte del CC-SAP

(full ownership)

Produzione

CC-SAP

Progetto

ProduzioneProgetto

ProduzioneProgetto

• Sviluppo· coordinazione richieste di sviluppo;· programmazione modifiche e ampliamenti;· Pprogrammazione interfacce;• Consulenza· definizione tools e standard;· nuove tecnologie SAP (Intranet, ecc.);· workshops.

In questa prima breve presentazione, speriamo di aver su-scitato qualche curiosità in più sul mondo SAP, che nonmancheremo di colmare nel corso delle prossime edizioni.In conclusione desideriamo tuttavia fornire qualche dato:nell’ottobre 1999 è stato installato il primo server SAP alCSI per ospitare l’ambiente di sviluppo, nel febbraio 2000è stato istallato il server di test e nel novembre 2000 il ser-ver produzione. Da gennaio 2001 è produttiva su SAP laparte moduli finanziari. In 2 tappe, ad ottobre e a gennaio2002, entrerà in produzione la parte logistica. Nel frattem-po è in corso di svolgimento il progetto modulo gestione ri-sorse umane (HR), la cui entrata in produzione è previstaper gennaio 2003.

Organizzazione CC-SAP TecnicoPartner esterni Centro Sistemi Informativi Amministrazione

cantonale

Consulentiesterni

Coordinazionevirtuale

SAP CH

SAP D HelpDesk

Utente

Utentechiavelocale

A2000-APC

R/3 - Base

Integrazionelocale

R/3 - HRR/3 - LOG

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SAP-CC-T

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Non molti anni or sono, per telefonareall’interno e all’esterno di un’aziendao di un’amministrazione, si dovevafar capo ai servizi di una o più telefo-niste. Poi venne l’automatizzazione;negli anni Sessanta si passò alla sele-zione diretta (forse alcuni si ricordanoancora di quest’importante passo),che permise l’accesso diretto dall’e-sterno ad un numero interno. Si era al-l’epoca dei rumorosi sistemi elettro-meccanici. L’aumento delle esigenzerese necessario collegare fra di lorouna parte degli impianti di commuta-zione dell’AC; lo si fece approfittandodella sostituzione degli impianti elet-tromeccanici con i più moderni se-mielettronici. Questi combinavanocircuiti elettromeccanici (relè e selet-tori) con circuiti elettronici, in parti-colare per la parte più «intelligente»degli impianti. Negli anni Ottanta ap-parvero i nuovi sistemi interamenteelettronici, che offrivano possibilitànettamente superiori a quelli prece-denti, con funzioni integrate che inostri colleghi di pochi anni or sononemmeno si sognavano. Si può affer-mare che l’evoluzione degli impiantidell’AC ha sempre rispecchiato quel-la della rete di Swisscom, alla qualesono allacciati. Ciò è avvenuto anchequando è stato introdotto il sistemanumerico (evoluzione che per gliamanti della musica corrisponde alpassaggio dalla cassetta al CD). Manon è finita! Se una volta i cambia-menti si susseguivano ad un ritmo«accettabile», oggi tutto va più in fret-ta. Siamo infatti alle soglie dellageneralizzazione di un nuovo cam-biamento tecnologico, cioè l’integra-zione della comunicazione vocalenella trasmissione dei dati, sulla basedel protocollo IP (Internet Protocol).Tutte queste tappe, ed altre ancora,sono finora avvenute senza problemiper gli utenti dell’AC, e ciò grazie al-l’ottima collaborazione fra il Centrosistemi informativi (CSI) e SwisscomSystems. Prossimamente la stessa sa-rà nuovamente messa alla prova du-rante i lavori, previsti nei prossimi 6 mesi (riprogrammazione di tutti iPBX), per il cambiamento generaledei numeri da 7 a 10 cifre. Oggi la te-lefonia, e la comunicazione in genera-

le, rivestono sempre più un caratterestrategico. Col tempo, da sempliceutensile di lavoro, l’apparecchio te-lefonico si è arricchito di diverse fun-zionalità ed è diventato «tool» di baseper molte funzioni, non da ultima «ladecisione». È dunque importante chela scelta di un sistema di telecomuni-cazione e del modo di gestirlo sianoanalizzati nel dettaglio, da parte di chidevedecidere(ilcliente).In quest’am-bito, sebbene la qualità del servizio eil rapporto qualità/prezzo dell’inve-stimento mantengano la loro impor-tanza, il cliente non richiede più unasoluzione tecnologica ma si orientaverso un approccio funzionale, chetenga conto in particolare modo deiseguenti criteri:• l’evoluzione tecnologica, che per-

mette sempre più funzionalità nuo-ve, impensabili fino a poco tempofa. Sembra facile, ma la vera sfidaconsiste nel saper scegliere fra lemolte opzioni a disposizione, quel-le maggiormente adatte all’Azien-da. La buona soluzione di ieri è for-se ancora buona oggi, ma lo saràsempre domani? Swisscom Systemsconsiglia i clienti in queste difficiliscelte, considerando i bisogni e lecaratteristiche dell’azienda, e pre-ferendo l’approccio funzionale aquello puramente tecnologico. Inquesto modo viene personalizzatala soluzione, ottimizzando gli inve-stimenti del cliente;

• la gestione del sistema di telecomu-nicazione, che può essere suddivisain gestione strategica e in gestione

operativa. Il cliente che, di regola, sioccupa della gestione strategica, haper contro sempre più la tendenza adelegare quella operativa ad un for-nitore di servizi. Questa delega puòlimitarsi a dei semplici interventi,oppure può essere intesa come unservizio che viene completamenteaffidato a un’impresa di specialisti.Swisscom Systems offre un serviziomodulare secondo questa filosofiache, a dipendenza dei moduli scelti,può variare da una gestione parzia-le ad una globale. In questo modoSwisscom Systems assume unafunzione attiva: non si limita ad in-terventi reattivi ma propone men-silmente al cliente i lavori da effet-tuare e la gestione degli stessi. Inquesto genere di collaborazione so-no compresi pure degli «audit» pe-riodici, che hanno lo scopo di con-trollare ed adattare, se necessario, iconcetti e le soluzioni alla situazio-ne del momento. Da ciò derivanovantaggi d’ordine economico e dicarattere pratico. Attualmente l’ACha con Swisscom Systems dei con-tratti di manutenzione generale e digestione parziale delle proprie in-stallazioni;

• il sistema di finanziamento e la ge-stione economica dell’investimen-to. Il cliente desidera un maggiorcontrollo dei costi, per meglio pro-grammare il suo budget. Egli esigetrasparenza e vuole poter separare icosti del materiale da quelli dei ser-vizi, per poi meglio ripartirli sui di-versi centri-costi. Vuole inoltre pa-

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Eros De Boni,Swisscom Systems,

Centralized Sales

Telefonare,che comodità!La collaborazione fra i servizi dell’Amministrazionecantonale (AC) e Swisscom Systems permette di farlo nel migliore dei modi, anche in concomitanza con i grandi cambiamenti.

contributo

SicurezzaComunicazione sicura e a prova di disturbi

Qualità / affidabilità

Protezione degli investimentiRispondere alle esigenze del futuro con investimenti minimi

Rapporto prezzo / prestazioniOttimizzazione dei processi aziendali grazie ad apposite e personali soluzioni di comunicazione

Assistenza

ReperibilitàSupporto

ConsulenzaGestione

7x24 h

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ragonare, in funzione delle proprieesigenze, sia le caratteristiche fun-zionali sia quelle economiche disoluzioni diverse. Anche in questocampo Swisscom Systems proponediverse varianti di finanziamento,da quella tradizionale, che impli-ca l’investimento completo sull’im-pianto e pagamento al momento delcollaudo, a quelle più moderne, conun costo mensile per ogni apparec-chio attivo.

È dunque grazie ad un’intensa colla-borazione, fra il cliente e il fornitore,che possono essere trovate delle solu-zioni personalizzate ed efficaci, sullabase del reale bisogno. In questo am-bito, il CSI è all’avanguardia, poichéhaorientatoil suo rapporto con Swiss-com Systems verso la ricerca dei ser-

vizi / funzionalità e, di conseguenza,verso l’ottimizzazione gestionale e fi-nanziaria della propria infrastruttura.Questo genere di relazioni (soprattut-to con clienti dalle esigenze più sva-riate come l’AC) è molto importante

per Swisscom Systems che, grazie alsistematico scambio di richieste / in-formazioni, può costantemente adat-tare il suo portfolio di servizi alle rea-li esigenze del mercato.

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Soft PBX

IP Enabled PBX

Voice PBX

Qu

anti

Anni 2000 2002 2004 2006

Sviluppo e integrazione applicativa - Raffaele Spocci, Fabrizio Di Vittorio, Marzio Rigoni

Geostat: Statistica della superficie della Svizzera 1992/97Il servizio GEOSTAT dell’Ufficio federale di statistica harecentemente messo a disposizione, anche per gli utilizza-tori SIT-TI, i dati relativi alla Statistica della superficie del-la Svizzera 1992/97. Rispetto alla versione del 1979/85 so-no state aggiunte 5 categorie che diventano quindi 74;maggiori informazioni sul sito GEOSTAT http://www.statistik.admin.ch/stat_ch/ber02/asch/fframe1.htm.

Ulteriori ragguagli per gli utenti SIT-TI sono forniti dal no-stro catalogo dati: pagina Intranethttp://sit.ti.ch/fr_catalogo.htmlquindi selezionare Statistica della superficie della Svizzera.

Sistema d’informazione del territorio — SIT

notizie

Esercizio combinato dello Stato Maggiore di Condotta Cantonale

Il 12 e13 giugno 2001, il CSI ha parte-cipato all’esercizio combinato delloStato Maggiore di Condotta Cantona-le denominato «MOSAICO». Quest’e-sercizio prevedeva la formazione digruppi di lavoro, per l’elaborazione discenari risolutivi a varie simulazionidi possibili catastrofi o situazioni d’e-mergenza di ampiezza cantonale. Nelcaso specifico il gruppo di lavoro, cheha visto la partecipazione del CSI incollaborazione con la Protezione civi-le, la Polizia cantonale, l’Esercito e laRTSI, ha trattato il caso di un attacco aisistemi informatici dell’Amministra-zione cantonale (AC), da parte di unVirus informatico. I lavori hanno por-tato alla redazione di un rapporto det-tagliato contenente, oltre che unaCheck List, con le misure d’urgenza e

le misure operative da attuare in si-tuazioni del genere, una serie di pro-poste per la prevenzione e per l’orga-nizzazione. Ecco riassunti i punti conclusivi piùimportanti: – sollecitare e promuovere l’informa-

zione continua e l’aggiornamentotecnico tra i collaboratori del CSI;

– sensibilizzare i dipendenti dell’ACad un comportamento «difensivo»nel settore informatico;

– introdurre un regolamento / codicedeontologico di comportamento deidipendenti dell’AC, per l’utilizzodei mezzi informatici;

– riconoscere ed ufficializzare pre-ventivamente una «cellula di crisi»nel settore informatico, che com-prenda responsabili di più istitu-

zioni, organizzazioni e impreseprivate;

– far riconoscere ed imporre prepara-tivi necessari per assicurare l’attivi-tà minima di ogni servizio a rischio,utilizzando mezzi alternativi (mo-dalità manuale);

– sollecitare l’assunzione della coor-dinazione di compiti investigativi egiudiziari, per questo genere di atti,da parte della competente autoritàfederale.

Oltre ai risultati pratici, l’esercizio èstato estremamente interessante, se sitien conto dello scambio di informa-zione e dei contatti personali che si so-no potuti stabilire e rafforzare tra i va-ri membri dei gruppi di lavoro. Unottimo auspicio per un futuro, limita-to, speriamo, alla sola simulazione.

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«Dietro le quinte» di questo numero èdedicato ai collaboratori della Gestio-ne amministrativa (GA). A dire il vero,non tutti i collaboratori della GA stan-no «dietro le quinte», ma sono ben vi-sibili alla ricezione. Infatti uno deicompiti principali del settore è quellodi ricevere tutti i visitatori del Centrosistemi informativi (CSI) quali: utenti,tecnici, consulenti, fornitori, ecc.Considerato che, per lo stabile cheospita il CSI, sono previste importantimisure di sicurezza, è indispensabilepoter disporre di un controllo di chiaccede allo stabile (compreso il piaz-zale). Per facilitare la circolazione in-terna, lo stabile è suddiviso in areecon livelli di sicurezza differenziati.Grazie alla consegna ai visitatori di unapposito «badge», che permette di ac-cedere, a dipendenza delle autorizza-zioni attribuite, ai vari uffici del CSI, laricezione è in grado di sapere dove sitrovano le persone. Evidentemente, aquesti compiti ben visibili, i collabo-

ratori della GA svolgono una seried’altre attività che riguardano: la ge-stione contabile-finanziaria (pianifi-cazione finanziaria e controllo, verifi-ca delle procedure e degli atti formali,la preacquisizione delle fatture conSAP), il trattamento amministrativodelle commesse, la cura della contrat-tualistica e i lavori di segretariato perle altre aree del CSI. Un’attività, attri-buita solo recentemente alla GA, ri-guarda la gestione delle spese di te-lecomunicazione. Si tratta in questocaso di gestire, dal punto di vista am-ministrativo, le migliaia di apparec-chiature di telecomunicazione istal-late nell’Amministrazione cantonalee negli Istituti scolastici (centrali te-lefoniche,telefoniafissa e mobile, fax,pager, linee voce e dati ecc.). Una pre-sentazione più dettagliata di questoservizio è apparsa nel numero 1-2001di CSInforma. Come indicato pre-cedentemente, lo stabile del CSI èun’infrastruttura con impianti e appa-

recchiature che ri-chiedono una con-tinua sorveglianza,per garantire unaperfetta funziona-lità 24 ore su 24, per365 giorni all’anno.La GA, con il re-sponsabile dell’in-frastruttura e sicu-rezza, garantiscequesto servizio epermette, alle areetecniche del CSI, difornire agli utentiun servizio conti-nuato e affidabile.

dietro le quinte

Da sinistra in piedi: Barbara Ferrari, Luana Murer, Angelo Rossi, Luciana Grossi-Montalbetti, Alessia Devittori; accosciati da sinistra, FabianaAlbertoni, Simona Fumagalli, Jeannette Cieslakiewicz.

La squadra dellaGestione amministrativa«Dietro le quinte» di questo numero è dedicato ai collaboratori della Gestioneamministrativa (GA).A dire il vero, non tutti i collaboratori della GA stanno «dietrole quinte»,ma sono ben visibili alla ricezione.

Arrivi al CSI Bacciarini Damiano

dal 1. luglio 2001 presso l’Area della produzione e dell’erogazione dei servizi centrali

Bernasconi Fiorenzo dal 2 maggio 2001presso l’Area della produzione e dell’erogazione dei servizi centrali

Fumagalli Simonadal 1. agosto 2001presso la Gestione amministrati-va

Pifferini Petra dal 1. giugno 2001presso l’Area dell’informatica decentralizzata e del servizioutente (InfoShop)

Varini Bruno dal 1. agosto 2001 presso l’Area della produzione e dell’erogazione dei servizi centrali

ApprendistiBreda Mischa

dal 1. settembre 2001 al 31 agosto 2003, apprendistainformatico 3. anno

Brunetti Corinnedal 1. settembre 2001al 31 agosto 2002, apprendista di commercio 2. anno

Fieschi Mattiadal 30 luglio 2001al 31 agosto 2002, apprendistamediamatico 3. anno

Studenti in stageBisanti Marino

dal 1. agosto 2001al 30 novembre 2001

Del Curto Stelladal 1. settembre 2001 al 31 luglio 2002

Foletta Eugeniodal 1. agosto 2001 al 30 novembre 2001

PartenzeForti Francesco

il 31 agosto 2001

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20 ANNI D’ESPERIENZAUnici nel Ticino

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