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Carta dei servizi Casa d’ aCCoglienza per madri con minori a carico e gestanti “genitori a Vita

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  • Carta dei servizi Casa d aCCoglienza per madri con minori a carico e gestanti

    genitori a Vita

  • PREMESSA

    Lassociazione Pronto Soccorso Famiglie ( P.S.F ) opera da anni nel settore attraverso servizi

    specificatamente destinati a Minori, Gestanti/Madri e Padri/Separati in situazioni di disagio

    abitativo e psico -socio- relazionale.

    Dalle esperienze della stessa maturata attraverso centinaia di casi seguiti, emerge quanto prezioso

    sia per il raggiungimento degli obbiettivi definiti, lo straordinario Ritorno alla Solidariet

    spontaneamente creatosi tra persone appartenente a diverse fragilit di vita.

    Negli ultimi anni, lassociazione sempre accorta alle diverse problematiche sociali, ha visto sempre

    pi aumentare richieste daiuto da parte di genitori, nello specifico Madri e Padri/Separati, che

    vivendo in situazioni di disagio non avevano alcuna possibilit di essere sostenuti da nessun tipo di

    istituzione.

    La struttura esiste quindi per rispondere, in generale, ad un bisogno di tipo sociale, strettamente

    connesso ad esigenze educative: accogliere madri e bambini in difficolt che non hanno potuto

    trovare contesti familiari equilibrati o si sono trovati improvvisamente in condizioni di disagio

    sociale, non permettendo loro una crescita normale. Il ruolo della comunit dunque molto

    delicato.

    Le esperienze vissute da un bambino nei suoi primi anni di vita costituiscono una base affettiva /

    cognitiva / relazionale / espressiva che condiziona inevitabilmente la costruzione della sua

    personalit, o comunque il rischio di veder acuti disagi di fondo, appare prioritario impostare il

    progetto complessivo della comunit verso la progressiva ristrutturazione delle capacit e

    potenzialit positive dei bambini e dei propri genitori al fine di porre nuove basi per la conduzione

    di unesistenza non marginale.

    In altri termini, la comunit si deve organizzare attorno allobiettivo di attivare dei profondi

    cambiamenti, significativi per lutente, sul piano delle relazioni, delle abilit sociali, della

    personalit, dellequilibrio affettivo e ,cosa per noi fondamentale, della propria auto-

    rappresentazione.

  • Per raggiungere tale obbiettivo, nel contesto della casa di accoglienza, il nostro progetto tiene

    conto di alcuni punti di riferimento fondamentali:

    La qualit della relazione globale tra educatore e nucleo familiare: non funziona su

    volontarismi, ma sulla coscienza del proprio ruolo professionale posto in costante

    relazione dialettica con conoscenza dei bisogni reali del nucleo.

    La definizione di percorsi educativi personalizzati: articolando interventi mirati nelle

    specifiche esigenze dei bambini e dei genitori in equilibrio con la realt della vita

    comunitaria e la rete dei servizi esistenti.

    PRESUPPOSTI TEORICI

    Si ritiene essenziale per la salute mentale che l'infante e il bambino sperimentino un rapporto

    caldo, intimo, ininterrotto con la madre (o con un sostituto materno permanente) nel quale

    entrambi possano trovare soddisfazione e godimento .(Bowlby, 1988)

    Che cos lattaccamento? Propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro

    della propria specie quando si vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o

    malattia (Bowlby, 1969).

    Ogni bambino viene al mondo predisposto per orientarsi verso la propria madre, sorriderle,

    eventualmente piangere, aggrapparsi a lei, ma le modalit specifiche con cui lo far dipenderanno

    dal modo in cui ognuno di questi segnali sar trattato dalla madre, dalle sue capacit di sensibilit e

    responsivit. Il sistema di accudimento della madre a sua volta influenzato nel suo manifestarsi

    dalle esperienze che il genitore ha gi maturato con altri bambini, dal modellamento derivato

    dallosservazione di altri genitori con i loro bambini, ma soprattutto dalla sua personale storia di

    attaccamento con i propri nucleo familiare. l che avr appreso la potenziale ricchezza del suo

    repertorio affettivo-emotivo e le competenze empatiche di base che gli servono per instaurare una

    relazione calda e stabile con il suo bambino.

  • Chi accudisce il bambino pu essere visto come uno scultore che asseconda con molta

    delicatezza lemergere di certi schemi affettivo motori, lasciandone altri in stato di relativo

    sottosviluppo: tutto ci, ovviamente, del tutto fuori dello stato di coscienza di entrambi.

    Se la figura di accudimento possiede buone capacit percettive e di interpretazione dei bisogni

    del bambino, di condivisione empatica dei suoi sentimenti e desideri, allora il bambino potr

    imparare a riconoscere i propri stati interiori come legittime forme di esperienza umana che

    possono essere condivise con altri. Gli indicatori principali della capacit di risposta della

    figura di accudimento sono: la prontezza della risposta, lappropriatezza rispetto al contenuto, la

    sua intensit (n iper n ipo), la sua completezza (completa e soddisfacente per il bambino), la

    sua costanza e stabilit nel tempo.

    Nello specifico: la madre sensibile mostra un affetto prevalentemente positivo, in termini sia di

    espressione facciale che vocale, piuttosto che annoiato, scontento, o verbalmente severo (adeguato

    alla situazione), coglie i segnali emotivi del bambino (noia, frustrazione, rabbia, sorpresa) e

    risponde in maniera empatica.

    Coglie il ritmo delle attivit del bambino e si sintonizza con esso, sintonizzando la stimolazione in

    base al feedback del bambino.

    La sensibilit materna si riferisce alla capacit di cogliere i segnali emotivi del bambino di

    rispondervi in modo pronto, empatico ed adeguato.

    Fa anche riferimento ad una presenza materna incoraggiante nel contesto delle incursioni

    esplorative e nei tentativi di autonomia del bambino; apre molti spazi di interazione con il bambino

    e sa essere creativa.

    flessibilmente attenta al bambino anche quando si occupa di qualcosaltro (quindi pronta a

    rispondere ai suoi comportamenti di attaccamento).

    Sa strutturare lambiente in modo da renderlo fruibile al bambino, sempre seguendo i suoi interessi

    e la sua curiosit.

    A partire, quindi, dalle teorie di Bowlby, le prime fasi dello sviluppo sono considerate la base di

    partenza per la progressiva formazione e costruzione del sistema individuale di organizzazione della

    conoscenza; saranno le modalit strutturali del primo sviluppo che determineranno linterpretazione

    e il significato che sar progressivamente attribuito a s e al mondo. In tale ottica le particolari

    modalit di attaccamento di ogni individuo condizionano le caratteristiche della futura

    organizzazione del suo sistema di conoscenza. Da questa discendono sia le modalit di costruire gli

    eventi, di attribuire significato alle proprie esperienze di vita, sia il particolare ed eventuale percorso

  • di scompenso che pu verificarsi nel momento in cui il sistema non sia pi in grado di conservare il

    proprio equilibrio.

    E importante considerare che i pattern di attaccamento che si strutturano nellinfanzia non sono

    necessariamente costanti e immutabili nel corso della vita e non sono forzatamente invariabili, in

    quanto cambiamenti importanti e profonde ristrutturazioni del sistema possono avvenire per

    esperienze significative, anche in periodi successivi di vita.

    COMUNITA ALLOGGIO PER GESTANTI E MADRI CON FIGLI MINORI

    A CARICO GENITORI A VITA

    La Comunit Alloggio per Gestanti e Madri con figli Minori, nasce come progetto di accoglienza

    di donne in stato interessante e Madri con figli minori a carico per i quali i Tribunali per i

    Minorenni competenti per territorio abbiano disposto misure di messa in sicurezza attraverso

    lallontanamento dei futuri nascituri o dei bambini dal contesto familiare di origine ritenuto a

    rischio; offrendo la facolt alla genitrice di seguire i propri figli nel percorso comunitario che

    diventa temporaneamente luogo sicuro e protettivo in grado di supplire alle carenze sociali,

    ambientali ed educative che i Minori hanno vissuto o hanno rischiato di vivere. Genitori a vitasi

    configura come struttura educativa di tipo residenziale a carattere temporaneo, che da ospitalit ed

    assistenza al nucleo mamma-bambino creando le condizioni per una vita comunitaria parzialmente

    autogestita, stimolando atteggiamenti solidaristici attraverso il costante supporto di un equipe

    educativa qualificata e competente.

    Due diversi percorsi caratterizzano lingresso delle mamme con i bambini in comunit:

    uno di natura civile per cui le Istituzioni competenti del territorio abbiano disposto misure di

    messa in sicurezza

    uno di natura penale in riferimento alla legge del 21 aprile 2011 n. 62 che ridisciplina il regime

    penitenziario delle detenute che abbiano figli minori.

  • LA STRUTTURA

    La casa si compone di vari spazi necessari per lo svolgimento delle normali attivit quotidiane degli

    utenti e anche di spazi idonei alla socializzazione e alla creativit.

    Sono presenti: uno spazio/locale cucina e zona pranzo, un soggiorno, e cinque camere con servizi

    igienici interni ed una stanza ad uso esclusivo del personale educativo.

    Gli arredi sono idonei alla tipologia degli ospiti e conformi ai requisiti di sicurezza (DL n.626/94,

    DL n. 242/96). La Struttura dispone di spazi interni, attrezzati per attivit ludiche ed utilizzabili, per

    la messa in atto di laboratori motori e attivit psicomotorie.

    Il gruppo di lavoro composto da :

    Responsabile n.1

    Coordinatore n.1

    Psicologo / Psicoterapeuta

    Educatori da sei a otto con qualifiche previste dal Regolamento Regionale.

    E prevista la presenza di operatori, tirocinanti e personale volontario nella misura del 20% del

    personale regolarmente assunto.

    Viene assicurata ,attraverso Specialisti esterni, la Supervisione dellequip con cadenza mensile;

    settimanali sono invece le riunioni di programmazione e verifica degli interventi e delle attivit

    quotidianamente messe in atto.

    PRINCIPALI PROCEDURE DI LAVORO

    MODALITA DI INSERIMENTO:

    I servizi sociali del territorio segnalano agli Organi competenti situazioni di grave pregiudizio per i

    Minori, in seguito a ci spesso, in modo diretto o congiuntamente ad un provvedimento del

    Tribunale per i Minorenni, formulano una proposta di inserimento in Struttura del nucleo mono-

    parentale.

    Prima di ogni inserimento la Responsabile effettua un primo colloquio orientativo con i referenti

    del Servizio che provvedono a fornire dettagliata documentazione anamnestica, sanitaria e sociale.

  • Successivamente la situazione dellospite da inserire viene presentata allquipe educativa che

    valuta la possibilit di accoglienza considerando gli strumenti di propria competenza in funzione

    delle specificit del caso.

    In caso di risposta affermativa, sar poi il provvedimento dellautorit competente a ufficializzare

    linserimento.

    Nella prima fase dellinserimento attivato un periodo di osservazione nel quale lequipe tenuta

    ad osservare, ed a riportare su appositi diari quotidiani, i modelli di comportamento espressi dal

    Minore e la relazione tra la diade, evidenziandone i punti critici al fine di elaborare una metodologia

    di intervento.

    LAccoglienza del Minore e della Madre subordinata alla predisposizione, da parte dei servizi

    Sociali e Sanitari di competenza, di un Piano di Intervento (PEI) , in base al quale dopo il periodo

    iniziale di osservazione (di norma circa due mesi) si redige il Progetto Educativo Personalizzato

    (PEP) che comprende:

    -osservazione del Minore;

    - obiettivi educativi a breve e medio/lungo termine;

    -strumenti e metodi dintervento;

    -tempi di realizzazione;

    -procedure per la verifica e la valutazione di qualit e per le modifiche in itinere.

    Il Progetto Educativo riaggiornato e monitorato costantemente dallequip durante tutto il periodo

    di permanenza in struttura, contemporaneamente ogni variazione riferita al Servizio Sociale

    referente e al Tribunale per i Minorenni .

    DIMISSIONI:

    Le dimissioni degli Ospiti avvengono di norma in seguito a Provvedimento dellAutorit

    Giudiziaria in accordo con i Servizi Sociali referenti .

  • COSA OFFRE LA STRUTTURA:

    Al nucleo madre - figlio viene messo a disposizione:

    Un intervento educativo in grado di integrare o sostituire le funzioni genitoriali

    temporaneamente compromesse;

    Un contesto educativo in grado di rispondere adeguatamente ai bisogni del bambino, e tale

    da consentirgli la prosecuzione di un sano e armonico percorso evolutivo;

    Una struttura educativa comunitaria che faciliti la costruzione di relazioni significative, che

    favorisca la piena integrazione sociale e consenta lelaborazione/rielaborazione di un

    positivo progetto futuro;

    ORGANIZZAZIONE QUOTIDIANA

    I Minori svolgono la loro vita con impegni uguali a quelli di tutti i coetanei del territorio;

    frequentano le scuole pubbliche del Paese, partecipano ad attivit sportive e ricreative offerte dalle

    varie agenzie del territorio.

    Il gruppo educativo ha il delicato compito di organizzare la vita quotidiana prendendo in

    considerazione i bisogni dei Minori cosi come i bisogni della madre, tenendo conto delle risorse

    interne della struttura e del territorio esterno. Inoltre la Comunit prevede lorganizzazione di uscite

    e gite (es. visite guidate a parchi giochi, zoo, cinema, feste e manifestazioni) cos come di soggiorni

    montani o marini ( sempre con apposita autorizzazione degli organi competenti).

    In generale la mattinata vede impegnati i bambini nellattivit scolastica, mentre gli educatori

    sosterranno le madri nella gestione della casa (es. faccende domestiche, preparazione dei pasti ecc)

    e qualora ce ne sia la necessit si procede alla ricerca di attivit lavorative sul territorio limitrofo. Si

    intende cos riproporre il clima e le incombenze che normalmente sono presenti all'interno di un

    contesto familiare, al fine di potenziare l'incremento di responsabilit individuale e collettiva, sia

    rispetto alla comunit nel suo insieme che rispetto ai propri figli.

    L'obiettivo quindi quello di tutelare i minori sostenendo lo sviluppo delle capacit genitoriale

    della madre per favorirne il raggiungimento di un'autonomia personale, per riformulare un

    proprio, e se necessario, diverso progetto di vita. Tale obiettivo viene perseguito anche attraverso

    azioni di sostegno all'autostima, riqualificazione professionale, inserimento lavorativo e ricerca di

    soluzioni abitative autonome.

  • Dopo il pranzo, predisposto lo spazio per l attivit scolastica e ludica dei bambini: la mamma sar

    spronata a seguire i figli nello svolgimento dei compiti e nell organizzazione di momenti ludici,

    strutturati e non, specifici per favorire linterazione della diade.

    INTERVENTI A FAVORE DELLA MAMMA:

    La Comunit offre alla Madre e ai Minori un sostegno psicologico e psicoterapico;

    prevista, qualora il Servizio Referente lo richieda, una presa in carico della famiglia di

    appartenenza attraverso percorsi di sostegno psicologico e supporto terapeutico; lo scopo

    principale quello di favorire una migliore espressione della capacit genitoriali lavorando

    sui punti di forza e di criticit che possono essere presenti;

    Sono predisposte sedute di counseling individuali e di gruppo al fine di migliorare la qualit

    della vita in Struttura, facilitando una comunicazione efficace tra gli ospiti ed un supporto

    alle capacit genitoriali;

    Gli interventi messi in atto dal gruppo educativo, tenendo conto del progetto individuale,

    sono rivolti ad accompagnare e sostenere i genitori nel percorso di autonomia personale e

    valorizzazione delle proprie risorse e capacit. Ci consentir al personale educativo di

    predisporre un ambiente di lavoro il pi possibile sereno nel quale la mamma, spesso presa

    da altre problematiche personali e psicologiche, possa sentirsi protetta, supportata e

    motivata nellacquisizione di una sempre maggiore autonomia e indipendenza.

    Sono predisposti momenti di attivit ludiche e ricreative tra madre e figlio allo scopo di

    favorire una buona interazione, valorizzare le capacit e competenze personali delle madri, e

    rendere la permanenza in Struttura di forte valenza positiva, tanto da considerala risorsa.

    DESTINATARI

    Mamme vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale o lavorativo;

    Mamme vittime di violenza domiciliare.

    Ragazze madri o madri con minori a carico

    Donne con minori a carico con pena alternativa al carcere

  • OBIETTIVI

    - Favorire percorsi di fuoriuscita dalle condizioni di asservimento a cui le donne sono sottoposte;

    - offrire la possibilit di protezione e tutela per s e i propri figli

    - offrire, l ove ne esistano le condizioni, strumenti di mediazione del conflitto

    - promuovere la lotta contro lo sfruttamento schiavistico, la cui attivit sempre legata a potenti

    organizzazioni criminali;

    - fornire un contesto protettivo, di comprensione al fine di costruire un clima di fiducia reciproca e

    condivisione;

    - assistenza sanitaria, legale, sostegno nellapprendimento della lingua italiana e psicologico in rete

    con i diversi servizi: Servizi Sociali, Forze dellOrdine, Ulss, scuole;

    - co -costruzione del progetto di assistenza e integrazione sociale partendo dalle peculiari risorse

    della persona;

    - favorire lintegrazione sociale attraverso la creazione di legami esterni al contesto comunitario, la

    conoscenza dei servizi presenti nel territorio e il raggiungimento dellautonomia lavorativa e

    abitativa.

    MODALITA OPERATIVE

    PRESA IN CARICO

    segnalazione della donna da parte dei Servizi Sociali;

    segnalazione da parte del numero verde nazionale o dei vari Centri di Antiviolenza

    femminile;

    richiesta ai Servizi di una relazione psicosociale del caso in questione;

    colloquio tra lo psicologo della struttura e lassistente sociale per la presentazione del caso

    specifico;

    segnalazione da parte dellassociazione referente Pronto Soccorso Famiglie;

    condivisione del caso con tutta lequip della comunit e valutazione della possibilit di

    accoglienza della donna ed i rispettivi figli.

  • INSERIMENTO

    I primi giorni sono destinati a far si che la donna si senta in un contesto protettivo in modo che

    possa iniziare a costruire una fiducia nei confronti del nuovo contesto di vita. In questa fase

    vengono anche effettuati i primi accompagnamenti sanitari ed eventualmente legali.

    P.E.I.: entro un mese dallingresso in accoglienza viene concordato un progetto educativo

    individualizzato finalizzato allautonomia elaborato in base ai bisogni e alle caratteristiche della

    donna.

    Il cuore dellintervento: si tratta della fase centrale del percorso verso lautonomia in cui la

    donna sperimenta concretamente gli obiettivi prefissati nel PEI ossia lattivazione delle pratiche

    per la regolarizzazione della donna in Italia (se straniera), la realizzazione di percorsi di

    scolarizzazione, di formazione lavorativa ed eventualmente di un primo inserimento nel mondo

    del lavoro. La struttura infatti mette a disposizione appezzamenti di terra da poter coltivare con

    annessa vendita dei prodotti raccolti. Inoltre allinterno del contesto comunitario esiste la

    possibilit di produrre e vendere marmellate fatte in casa.

    Da specificare che in questa fase importante affiancare e sostenere la donna nella rielaborazione

    del proprio vissuto personale, caratterizzato spesso da violenza fisica e psicologica, sottomissione

    e perdite. Altro nodo centrale rappresentato dall esigenza che la ragazza sia in grado di

    muoversi allinterno del territorio e dei suoi servizi promuovendo la costruzione di una rete di

    sostegno sociale.

    Lultima tappa - dimissioni

    Luscita dalla struttura viene concordata con i Servizi di riferimento e coincide con il momento in

    cui la donna abbia acquisito gli strumenti di auto-consapevolezza necessari per il perseguimento

    degli obiettivi personali prefissati; abbia ottenuto il permesso di soggiorno; sia in una condizione

    lavorativa che consenta il proprio sostentamento economico.

    STRUMENTI

    Uscite condivise tra donne , con la rete di volontari e famiglie del territorio;

    Percorsi di alfabetizzazione alla lingua italiana; percorsi scolastici e di formazione professionale;

    Percorsi di orientamento al lavoro;

    Riunioni settimanali tra i membri della comunit;

    Colloqui psicologici individuali;

    Riunioni dequipe;

    Supervisione dellequipe e dei casi

  • EQUIPE

    n. 1 Responsabile daccoglienza;

    n. 1Coordinatore;

    n. 1 Psicologo;

    Educatori professionali in numero proporzionale al numero di donne e minori accolti;

    n. 1 Mediatore culturale e familiare;

    Psicologo,Psicoterapeuta per la supervisione.

    Sono presenti: uno spazio/locale cucina e zona pranzo, un soggiorno, e camere con servizi igienici

    interni ed una stanza ad uso esclusivo del personale educativo.

    Gli arredi sono idonei alla tipologia degli ospiti,e conformi ai requisiti di sicurezza (DL n.626/94,

    DL n. 242/96). La Struttura dispone di spazi esterni, attrezzati per attivit ludiche ed utilizzabili,

    soprattutto nel periodo primaverile ed estivo, per la messa in atto di laboratori motori e attivit

    psicomotorie.

    INTERVENTI A FAVORE DEI MINORI PRESENTI IN STRUTTURA E

    ACCOMPAGNATI DALLE LORO MADRI

    Il Minore viene supportato rispetto allo sviluppo di tutte le capacit personali e relazionali, lo scopo

    principale una sana e serena crescita personale

    Le Strutture prevedono la realizzazione di:

    Momenti di Gioco (motorio, simbolico, euristico, musicale ecc)

    laboratori ludici e ricreativi strutturati che coinvolgano bambini e mamme, con la costante

    presenza del personale educativo (laboratorio manuale, grafico pittorico, musicale)

    Pet terapy

  • LABORATORI

    Laboratori musicali

    Il fare musica" ci che consente un dialogo fatto di movimento, gesti, posture, sguardi, parole,

    ordine ritmico del numero. Il suono , per sua natura, relazione.

    Psicomotricit

    Il movimento unimportante funzione del corpo; attraverso il movimento si conquista lo spazio, si

    d vita ai materiali, si gioca, si sente di saper fare.

    Il possesso di abilit motorie costituisce un vantaggio per il bambino, purch queste abilit siano

    ben vissute e gli procurino soddisfazione.

    Il corpo rappresenta un buon mediatore di conquiste relazionali perch attraverso le esperienze il

    bambino soddisfa il suo bisogno di fare, di stare e di fare e stare con gli altri. Nellottica di

    gioco si posso porre in essere le varie esperienze e predisporre i tempi dellattivit psicomotoria.

    Laboratorio delle emozioni

    Consiste nellalfabetizzazione delle emozioni attraverso la drammatizzazione. Lobiettivo quello

    che i minori prendano coscienza del fatto che le emozioni sono condizioni di normalit.

    ORGANIZZAZIONE QUOTIDIANA

    E organizzato un contesto psico educativo comunitario nel quale, sulla base di un preciso

    Progetto Individualizzato, e secondo tempi specificatamente valutati in considerazione delle

    caratteristiche e dei bisogni di ciascuno, i piccoli, inseriti in regime residenziale e non, svolgono la

    loro vita con impegni il pi possibile uguali a quelli di tutti i coetanei del territorio:

    Frequentano le scuole pubbliche del loro quartiere;

    Partecipano alle attivit sportive e ricreative offerte della citt ai bambini e ai

    ragazzi;

    Frequentano le attivit formative della parrocchia;

  • Il mantenimento, ove possibile, dei rapporti con la famiglia di origine.

    Lequipe della struttura ha il delicato compito di definire contestualmente al Progetto

    Individualizzato la ruotine quotidiana, in considerazione delle caratteristiche e dei bisogni dei

    piccoli nella loro realt individuale e nella loro realt di gruppo, le risorse e lorganizzazione interne

    alla struttura, le risorse esterne.

    TEMPO: I bambini in condizione di disordine psico relazionale presentano sovente difficolt

    nellorientamento e nella gestione spazio temporale. La routine loro di aiuto nello scandire ed

    organizzare il tempo giornaliero e settimanale attraverso lesperienza tangibile, accompagnando

    lespressione ed il soddisfacimento dei bisogni senza castrazione della spontaneit. A tal proposito

    sono altres messi in rilievo le domeniche, i giorni di festa, i compleanni degli ospiti.

    SPAZIO: La struttura organizzata come aperta allesterno, con un intervento rivolto non solo ai

    soggetti coinvolti direttamente ma a tutto il territorio, tesa a favorire una piena relazionalit con la

    realt sociale. E programmata la frequenza, oltre che della scuola anche di attivit sportive,

    ricreative e del tempo libero.

    ATTIVITA DI STUDIO E ATTIVITA LUDICO RICREATIVE: Impegnata la mattina con la

    scuola, dopo il pranzo, durante il pomeriggio, sono organizzate sotto la guida e la supervisione del

    personale psico educativo attivit di studio (svolgimento dei compiti scolastici), attivit ludico

    ricreative, laboratori. Particolarmente in tali contesti, favorita la costruzione di relazioni

    significative tra i bambini.

    GESTIONE DELLE REGOLE: La struttura prevede una serie di regole generali necessarie per una

    civile convivenza e gestione della vita di gruppo. Tali regole sono sottoposte ad una verifica

    periodica da parte dellEquipe, in particolar modo nel verificarsi di nuove ammissioni e nel

    progressivo evolversi delle esigenze di coloro che sono gi presenti.

    CURA PERSONALE E DELLO SPAZIO DI VITA: I piccoli sono stimolati e supportati in merito

    allassunzione di adeguate modalit comportamentali relativamente alligiene e alla cura della

    persona, nonch alla cura ed alla corretta gestione dello spazio abitativo personale e collettivo, ai

    fini di una piena autonomia espressa in relazione allet psichica piuttosto che a quella anagrafica.

  • ALIMENTAZIONE: I pasti sono consumati nella Sala Pranzo tutti insieme (bambini

    personale), tenendo conto delle diverse esigenze alimentari. Il pasto valorizzato come importante

    occasione di relazione, confronto, integrazione.

    OBBIETTIVI FINALI

    Offrire un quadro di normalit: che sopperisca alle carenze di base ( affettive, relazionali,

    cognitive ) e prevenga lemergere di angosce e comportamenti negativi interiorizzati,

    proponendo forme di relazione e di attivit fondate sulla valorizzazione del maternage e

    della ricerca di oggetti ( e situazioni ) di mediazione positiva, sulla cooperazione, lascolto

    ed il rispetto.

    Costruire competenze, abilit, risorse: ci proponiamo di offrire al nucleo familiare

    opportunit che consentano loro di appropriarsi di nuove competenze cognitive, emotive e di

    azione. Ci offriamo come guide per fare un pezzo di strada con loro fornendo supporto

    emotivo, affettivo, relazionale.

    Ci proponiamo inoltre di sostenere sia i genitori che i bambini, durante tutto il periodo di

    permanenza in comunit, consapevoli del fatto che la comunit non un luogo ideale per

    crescere e vivere ed spesso vissuta in modo ambivalente e conflittuale.

    Costruire processi di autonomia: ci proponiamo di costruire insieme ai genitori, processi

    di autonomia ( personale, lavorativa, sociale ) coerenti con le loro caratteristiche, possibilit

    a risorse. Essi implicano in particolare lindividuazione di quelle risorse relazionali e

    contestuali esterne sulle quali possa essere progettata e concretamente avviata lautonomia

    personale al termine del percorso comunitario. In tal senso grande attenzione sar data dalla

    rete dei rapporti esterni e alle persone significative che si cercher il pi possibile di

    potenziare o coinvolgere nel progetto.

  • In sintesi possiamo concludere asserendo che limpostazione del nostro lavoro, orientata verso:

    La valorizzazione delle potenzialit di ciascun genitore.

    Lacquisizione di elementi di sempre maggiore autonomia.

    Lampliamento delle possibilit relazionali dei bambini.

    Literazione attiva con il contesto del territorio.

    Il Progetto Genitori a Vita va inteso, quindi, non come spazio di puro

    contenimento, ma come struttura quotidiana capace di progettarsi a misura di

    genitore e bambino, proponendosi certamente come spazio di passaggio, ma

    ricco di esperienze utili che diano alle madri la possibilit di riappropriarsi della

    propria genitorialit e allo stesso tempo accompagnino in chiave evolutiva il

    percorso dei minori ospitati.

    Numeri utili:

    Genitori a vita tel./fax 0736/ 829251

    Presidente

    A. Antonella Flati 348/7038834

    Responsabile di struttura

    Dott.ssa Daniela Gaetani 328/4883152

    e-mail [email protected]

    pec [email protected]