CS Lucerna di Ferro · 2018. 6. 30. · questa zona sia stata ambita meta di conquista, e oggi può...
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Ecco bruma e libeccio sulle dune
Sabbiose che lingueggiano
E là celato dall’incerto lembo
O alzato dal va-e-vieni delle spume
Il barcaiolo Duilio che traversa
In lotta sui suoi remi; ecco il pimento
Dei pini che più terso
Si dilata tra pioppi e saliceti,
e pompe a vento a battere le pale
e il viottolo che segue l’onde dentro
la fiumana terrosa
funghire velenoso d’ovuli; ecco
ancora quelle scale
a chiocciola, slabbrate, che s’avvitano
fin oltre la veranda
in un gelo policromo d’ogive,
eccole che t’ascoltano, le nostre vecchie scale,
e vibrano al ronzio
allora che dal cofano tu ridésti leggera
voce di sarabanda
o quando Erinni fredde ventano angui
d’inferno e sulle rive una bufera
di strida s’allontana; ed ecco il sole
che chiude la sua corsa, che s’offusca
ai margini del canto – ecco il tuo morso
oscuro di tarantola: son pronto.
(E. Montale)
Il contesto Situata sulla punta dell’estuario del fiume da cui prende il nome, Bocca di Magra è un piccolo paese al
confine tra Liguria e Toscana, in una lingua di fertile terra pianeggiante che separa il mare dalle maestose
Alpi Apuane. La posizione strategica e il panorama mozzafiato hanno fatto sì che nel corso dei secoli
questa zona sia stata ambita meta di conquista, e oggi può vantare la presenza di paesi che come gioielli
intessono una rete di bellezze storico-artistiche, spaziando dalle cave di marmo, ai borghi di Ameglia, di
Portovenere, Lerici, e le vicine Cinque Terre.
Dal secondo dopoguerra si è imposta quale meta di villeggiatura di celebri poeti, scrittori, artisti e letterati,
quali Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Vittorio Sereni, Eugenio Montale, Elio Vittorini, Marguerite Duras,
Franco Fortini ed è qui che nel 1951 arriva dalla Sicilia il poco più che ventenne Francesco Ferro a lavorare
in Guardia di Finanza.
La famiglia Ferro
Figura cruciale per gli ultimi 50 anni di storia di
Bocca di Magra e della Lunigiana, Francesco
Ferro negli anni 60 ha aperto un piccolo emporio
dove vendeva generi alimentari e vino sfuso.
Grande lavoratore col fiuto per gli affari, ma
anche una smisurata umanità, all’epoca lavorava
alle vicine Ceramiche Vaccari nel turno dalle 4 di
notte alle 12, dopo di che andava ad
approvvigionare l’emporio che ne corso degli
anni, in risposta a un turismo crescente, piano
piano è venuto assumendo le sembianze di
ristorante, con le due sorelle della moglie in
cucina.
Nel 1968 ha costruito la piattaforma sulla foce che da terrazza con tavolini e dondoli è diventata nel 2017 la
sede dell’attuale ristorante di mare La Lucerna di Ferro, mentre dall’altra parte della strada è stata
mantenuta la pizzeria con forno a legna e piccola cucina ligure.
Ma Francesco Ferro, da grande amante di questi luoghi d’adozione, è stato tra i primi a capire il potenziale
che poteva offrire questa terra, e con l’acquisto di tre ettari e mezzo di vigneto, alla fine degli anni 60 ha
iniziato a coltivare e produrre vino, dando vita alla grande epopea del Vermentino di Luni insieme agli
amici e produttori, dal conte Nino Picedi Benettini a Maddalena Benelli e Ottaviano Lambruschi, allora
suggellata dai Cavalieri del Grappolo d’Oro. Folgorato dalla bontà del vermentino di Lambruschi, e
intuendo la bontà e il successo che il vermentino avrebbe potuto riscuotere, Ferro ha creato così
l’associazione dei Colli di Luni, diventandone presidente e impegnandosi negli anni per imporre
all’attenzione il valore di questo vino e dei suoi vignaioli. E così, da semplice venditore di vino alla mescita,
Ferro ha dato vita anche alla propria azienda, La Colombiera, che dagli anni 80 passa nelle mani del figlio
Piero che nel frattempo ha completato gli studi di enologia alla scuola di Alba, configurandosi attualmente
come una tra le migliori aziende produttrici di vermentino e olio.
Il ristorante Oggi la Lucerna di Ferro è un ristorante gestito dalla figlia di Francesco, Giusy, insieme al marito Walter
Sandri conosciuto ad Alba durante gli studi e che ha deciso di seguire la moglie a Bocca di Magra, anche
nella gestione dell’attività di famiglia.
I loro figli, Martina, Gianmarco e Alberto sono la terza generazione che porta avanti il progetto creato dal
nonno, con la nuova sede inaugurata nel 2017 nella piattaforma sospesa sul fiume per cui è stato fatto un
importante investimento in nome di un locale da cui godere di un panorama unico in cui il blu dell’acqua e
del cielo è diviso solo dalle cime delle Alpi Apuane, con una sala dalle pareti a vetri, su progetto
dell’architetto fiorentino Sestieri, compianto amico di Francesco Ferro, e una cucina Marrone guidata dallo
chef Paolo Sanvitale con la giovane brigata.
Classe 1983, Paolo è approdato ai fornelli dopo
una carriera da ciclista professionista che ha
abbandonato a 19 anni per seguire la passione
della cucina. Dopo varie esperienze, tra cui un
anno in un ristorante italiano a Salisburgo, e varie
tappe in ristoranti stellati, ha aperto un locale
proprio a La Spezia, sua città d’origine, sempre
mantenendo viva la curiosità di studiare e
sperimentare nuove tecniche di cucina, che alla
fine lo hanno portato a incontrare la famiglia
Ferro-Sandri decidendo di entrare a far parte
della loro realtà.
La cucina che ne scaturisce è in armoniosa corrispondenza con la geografia del luogo, intridendosi dei
profumi e dei sapori del mare, con generose incursioni nell’entroterra ed echi piemontesi e persino siciliani,
quale omaggio alla storia delle persone che hanno fatto di questo luogo un unicum e un punto di
riferimento per chi vuole vivere la bontà di queste terre.
Il punto di partenza dello chef è la generosità del mare locale che in ogni stagione offre pescato variegato
di ottima qualità (per cui a seconda della disponibilità del mercato Paolo appronta quotidianamente dei
piatti fuori menu), con un occhio di riguardo per la tradizione che non cessa mai di essere indagata e
riproposta con uno sguardo che la ricontestualizza e la rende salubre e contemporanea.
La predilezione per le cotture espresse, in nome della freschezza delle materie prime, la quasi totale
assenza del sottovuoto, rendono i piatti saporiti e rispettosi dei gesti antichi che raccontano di questo
territorio, in nome di una cucina che vuole accogliere e donare benessere, mai stupire o provocare.
I piatti
Sulla tavola, l’olio extravergine dell’azienda
familiare è la miglior dichiarazione di poetica del
ristorante, ed è l’inizio di un viaggio in Liguria che
solca le profondità marine con il plateau di crudi
che varia a seconda della stagione: ostriche di La
Spezia, scampi, tonno, mazzancolle, baccalà,
orata e ombrina in tartare.
La narrazione di un luogo si fa profonda con il
Poker di Acciughe, un vero e proprio
caleidoscopio che declina il pesce azzurro in tutte
le preparazioni più tipiche della zona: acciuga
fritta con cipolla in agrodolce, alla povera, ovvero
marinata con aceto di mele e limone con burrata,
sotto sale sul crostino, fritta e marinata in
carpione.
Seppie, piselli e pecorino è un’interpretazione di
un classico, in cui la seppia tagliata a striscioline
fa le veci di una tagliatella anche nella
consistenza, e l’incontro tra piselli e pecorino è
suggellata da una polvere di capperi a dare la
quadratura marina al piatto.
Nella stagione estiva il Risotto agrumi e bufala con crudo di mazzancolle è un primo piatto fresco che
coniuga il crostaceo e la sua bisque nel classico abbinamento con la bufala all’insegna del grasso con
grasso, ma trova la giusta nota acida nell’essenza di bergamotto a ripulire la bocca invitando al boccone
successivo.
Lo spaghetto aglio olio e peperoncino secondo lo chef è un condimento a base di aglio nero, peperoncino e
tonno crudo, a ribadire che qui è il mare che scandisce il ritmo della cucina anche nel riproporre i piatti più
tradizionali, dando un tocco di creatività e gradevolezza, come nel caso del tonno crudo che si scioglie in
bocca e trova la giusta aromaticità nell’aglio nero, che in quanto fermentato, è meno pungente dell’aglio
semplice.
Altro primo piatto immancabile è lo Spaghetto
con le acciughe alla maniera dei pescatori del
Magra, con le acciughe sotto sale disciolte nel
fondo di cottura, a intensificare il sapore delle
acciughe fresche e la nota sgrassante del
pomodorino fresco.
Ma il vero e proprio faro della cucina ligure di levante è certamente il Cappon Magro, sempre presente in
carta, variando solo nella tipologia di pesci che offre la stagione e il mercato: un piatto antico,
originariamente consumato dai pescatori o dalla servitù quale scarto dei banchetti nobiliari, certamente
legato alle usanze religiose di penitenza e quaresima. Nella versione moderna ma rispettosa dello chef, le
verdure finemente tagliate, sono bollite e accompagnate da crostacei, la tipica galletta e la salsa verde a
completare un piatto che racconta di un territorio stretto tra la terra e il mare.
Tra i dessert, la Sicilia fa capolino nel semifreddo al pistacchio, e il Piemonte si fa sentire nella deliziosa
torta di cioccolato fondente, cialda di cacao amaro e olio evo, panna montata e crema inglese.
Contatti Via C. A. Fabbricotti, 27
19031 Bocca di Magra (SP)
Tel: 0187 601206
Sito web: http://www.lalucernadiferro.it/
Credits:
Testi di Sara Favilla
Fotografie di Lido Vannucchi