CS CS - Mostra camminamente · Pontrandolfo, friulano di 43 anni con alle spalle 16 spedizioni...

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CATS CATS

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le quali Bepi De Marzi ha composto “Signore delle cime”. Da un baule saltano fuori gli scarponi con i quali Mauro Corona andava a lavorare in cava e le enormi scarpe da clown di David Larible, quelle con le quali l’artista ha iniziato la sua carriera.«Non sono un collezionista e nemmeno un feticista - spiega Gregolin -. Io raccolgo scarpe vissute, che hanno un significato particolare. Ma è difficile chiedere a qualcuno di darti le sue scarpe. Sono una cosa personale, intima. È più facile chiedere una maglietta, qualcuno è anche capace di darti il portafoglio. Ma con le scarpe è difficile… specialmente con i camminatori». Eppure, con un po’ di pazienza, Gregolin è riuscito a raccogliere una sessantina di paia di scarpe, che nel 2012 sono state protagoniste della mostra “Terra nelle scarpe”, che ha suscitato un notevole interesse ben oltre i con-fini della provincia berica. Però, uno che raccoglie scarpe, non può pensare di rimanere fermo dov’è. Ed ecco che quest’anno è arrivata una nuova mostra, “Camminamente”, esposta in una cornice d’eccezione: il chiostro della Basilica di San Francesco, ad Assisi, fino al 17 settembre. «È un evento straordinario, non è facile esporre in quel contesto, la proposta va vagliata da un numero infi-nito di commissioni. Però, alla fine, i frati hanno colto il messaggio della mostra, che ben si inserisce nel progetto di valorizzazione dei pellegrinaggi».«La mostra “Camminamente” nasce da un comanda che mi sono fatto: cosa muove un camminatore? Cosa significa camminare? Perché se uno oggi si mette a percorrere un cammino lungo, diffi-cile, senza Gps ci sono due possibilità: o è matto, oppure c’è qual-cos’altro. È quel “qualcos’altro” che mi interessa. Ed è la domanda che propongo ai visitatori, già dalla prima teca». La mostra, infatti, si apre con un paio di mocassini Sioux, la grande tribù degli india-ni d’America. «I Sioux avevano un proverbio: se vuoi capire una per-sona devi camminare per tre lune con i suoi mocassini». E le persone con cui camminare, metaforicamente, visitando la mostra sono una cinquantina. A cui, prossimamente, potrebbe aggiungersene

Nelle FotoUna delle sezioni dell’esposizione è dedicata alle calzature usate dai pellegrini

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A PIEDI DA ROMA A TOKYOIn mostra anche le scarpe del vicentino Roberto BassiTra i vicentini ospitati nella mostra “Camminamente”, merita una menzione Roberto Bassi, oggi ottantenne e costretto sulla sedia a rotelle, ma nel 1971 protagonista di un’impresa storica: percorrere a piedi la strada che sepa-ra Roma e Tokyo, in memoria dell’aviatore Arturo Ferrarin, conterraneo di Thiene.

«Non sono un collezionista e nemmeno un feticista. Io raccolgo scarpe vissute, che hanno un significato particolare»

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una veramente speciale: «Stiamo lavorando per portare in mostra un paio di scarpe di Papa Francesco», annuncia Gregolin. Anche le scarpe vicentine non mancano: «Nel vicentino ci sono tantissimi camminatori. Li abbiamo sotto il naso e non ce ne accorgiamo nemmeno».«La mostra è divisa in tre sezioni – spiega Gregolin -. La prima sezione è dedicata ai grandi camminatori, cioè chi cammina per sport o per pas-sione». Qui si trovano scarpe e scarponi di atleti incredibili, come Michele Pontrandolfo, friulano di 43 anni con alle spalle 16 spedizioni polari. Op-pure il calco dei piedi del vicentino Tom Perry, che affronta le montagne a piedi nudi. C’è poi uno scarpone di Simone Moro. È quello con cui è salito sull’Everest per la prima volta - spiega Gregolin -. Me ne ha dato uno solo perché l’altro ha voluto tenerlo».La seconda sezione è dedicata ai pellegrini. «Qui si apre un mondo - dice Gregolin -. La meta diventa un elemento di riscatto, non di vittoria. Ed è un movimento che non ha età». Lo dimostrano le scarpe di Emma Morosini, pellegrina di 94 anni suonati, 48 chili di peso e 33 mila chilo-metri percorsi a piedi visitando santuari di tutto il mondo. Una donna che ha iniziato a camminare a 65 anni, come anche Giovanni Brutto-messo, vicentino, che a 64 anni ha deciso di iniziare la sua attività di pellegrino giusto con qualcosa di “piccolo”: raggiungere Gerusalem-me partendo da Canterbury.Infine, la terza sezione è dedicata a chi è costretto a camminare dalla storia. «Mi commuovono ogni volta le scarpe di uno dei ragazzi del ’99, i coscritti chiamati a combattere nel 1917. Oppure le scarpe rattoppa-te di una esule istriana». Si passa poi per le scarpe elegantissime di una donna di Sarajevo, ferita da un colpo di cecchino, fino alle scarpe trovate senza proprietario sulle spiagge di Lampedusa, nel 2013.La mostra si conclude con un paio di pantofole di Marco Paolini, che ha visitato la mostra nei giorni scorsi, e una trentina di libri di Emilio Salgari. «Paolini mi ha dato le sue pantofole perché sono le scarpe che desidera quando è in viaggio, quelle che usa quando è a casa. Salgari è uno scrittore che ha raccontato di terre lontanissime senza mai muoversi da casa. Ma allora cosa vuol dire camminare? Cosa vuol dire viaggiare? Ciascuno, alla fine, potrà dare la sua risposta».E le scarpe di Gregolin da mettere in mostra, quali potrebbero essere? «Credo un paio di vecchi sandali che portavo in Palestina, durante un viaggio nei territori occupati. Ma questa è un’altra storia».

IL PERSONAGGIO/2SCARPONI E SCARPETTELo scalatore ManoloCamminatori e filosofi. Un binomio che torna di frequente. Lo dimostra Ma-nolo, scalatore feltrino presente anche lui a “Camminamente”. «Gli scarponi da lavoro rappresentano la componente orizzontale della vita, le scarpette da arrampicata quella verticale - spiega -,. Insieme formano la croce, dove al centro ci sei tu, in equilibrio».

SopraUna delle sezioni della mostra nella basilica di San Francesco d’Assisi

Nelle fotoAlcune immagini dell’esposizione

Nelle fotoMarco Paolini mentre visita la mostra