Cronaca dei ritrovamenti e dei restauri - Bollettino d'Arte...DI CAGLIARI. CAGLIARI: Campanile della...
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Cronaca dei ritrovamenti e dei restauri R. S OPRIN TE ' D ENZA AI MONUlI1ENTI E GALLERIE
DI B ARI.
GALLIP OLI : Cattedrale.
L ' interno della Cattedrale d i Gallipoli è sta to recentem ente riporta to al suo originario asp etto ; vennero infatti tolti i v ari stra ti d i in ton aco sovr apposti in diverse epoch e agli elem enti lapidei di tufo carparo, e fu così
Fig. 1. Gallipoli: Cattedrale. Interno, dopo il rcs tanro.
Fig. 2. Gallipoli: Cattedrale. Par ticolare della facciata, dopo il restauro.
ristabilito l'originale equilibrio cromatico derivante dal ri salto delle membrature archite ttoniche sul candore d ell'intonaco (fig. 1).
Questo lavoro , eseguito con ogni a ccura tezza, ha richiesto l'int rodu zione di qualch e t assello in piet ra per surrogare p arti cadute o mancanti. Altrettanto si è fa tto n ei fian chi , rimettendo in vista il paramento lapideo.
La fa ccia ta , interamente cos truita col carparo e ornatissima secondo il carattere del baro cco leccese, era assai danneggiata dalle intemperie e dalla salsedine, ch e aveva corroso profondamente la pietra , can cellando in qualche punto la decorazione.
Il rest auro è consistito n ell a sostitu zioue, m ediante tasselli , d elle parti decorative totalmente corro se e n el consolidam ento d elle altre. Alcune st atue sfigurat e dalla erosione furono rifatte sulla scor ta degli elem enti originali , apponendovi la data d el restauro ; le altre v ennero semplicem ente consolidate (fig. 2).
Con l'occasione la Soprintendenza ha proceduto ad una leggiera ripulitura d ei num erosissimi dipin t i ch e ornano le navi della chiesa. - D ireuori del lavoro : Alfredo Barbacci e Francesco Schettini .
R . SOPRINTENDENZA AI MONUlI1ENTI E G ALLE RIE
DI CAGLIARI.
CAGLIARI: Campanile della Cattedrale.
Il campanile aveva subito in passato l'occlu.sion e d elle luci, la d emolizione della cuspide e l'aggiunta dell' attico sopra la gronda. In occasione dell 'esecuzione di lavori n e-cessari per il consolida- . mento statico della parte superiore della torre campanaria, se n e è eseguito il restauro.
Demolito l' a ttico ottocentesco • e ri trovate le due impost e - interna ed est erna - della cu spide, si è provv eduto a ricostruirla prolungando le pendenze a ccusate d alle parti ori g inarie. Dopo avere a ssicurato con opportuni incatenamenti la stabilità d egli archi , si è prov veduto a liberare le luci del primo e del secondo ordine. Eseguito il r es tauro del paramento, all' interno e all' es terno , si è demolita la fati scente scala seicentesc a e si sono costruiti nuovi impalcati lign ei poggianti sulle ri trovate mensole originarie. Si è infine provveduto ad una nuov a e più razionale s i s t e mazi on e delle campane.
Dovendosi n ecessariamente ri co llo care n ella m onofora d el secondo ordine del prosp etto il quadI'e tto di un grande orologio, si è cerca to di ridurre al minimo l'ingombro ,
F ig. 3. Cagliari : Ca ttedrale. Il campanil e dopo il res tauro.
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sia montandolo su un telaio leggiero sia arretrandolo il più possibile rispetto al filo esterno della monofora stessa.
Sono stati infine rintracciati nella parte inferiore del campanile, e sono stati rimessi in luce, gli avanzi di una cappelletta rappresentati da due archi addossati alle pare ti racchiudenti i resti svaniti di antichi affreschi (fig. 3). - Direttore del lavoro : Raffaele De Logu.
R. SOPRINTENDENZA AI MONUlI1ENTI DI CATANIA.
COllUSO: Castello. - Rinvenimento di alIreschi.
Qualche anno add ietro la caduta fortuita di un tratto della cortina muraria aveva posto in luce l e tracce di un affresco.
In seguito a nuovi saggi nelle varie zone della muratura interna si è potuta liberare una nnova zona di parete dipinta , comprend ente due framm enti , ch e rappresentano la Madonna col Bambino e un Santo Pontefice. Questi due frammenti sono s tati distaccati e riapplicati su pannelli di faesite (figg. 4. e 5). La loro datazione è dubbia, anche in considerazione della scarsa qualità delle opere e del cattivo stato di conservazione: in n essun caso, p erò, dovrebbero essere anteriori alla fine del secolo XIII. - Direttore dei lavori: Pietro Gazzola. R estauratore : Gnido Gregorietti.
R. SOPRINTEND]'~NZA AI MONUMENTI DI VERONA.
GAZZO VEIlONESE: Chiesa di S. Maria Maggiore. _. Rinvenimento di mosaici b arbarici.
Riprendendo gli scavi nel pavimento della chiesa per trovare la continuazione dei mosaici già scoperti nel
:Fig. 4. COMISO: Castello. Particolare della Madonna col Bambino (dopo il distacco).
maggio 1938, a mattina del gradino traversante il pavimento della chiesa alla linea del secondo piano di co lonne, e al disotto di un vecchio pavimento di grosso laterizio a spina p esce, si ritrovarono i seguenti mo sai ci : a) Tratto a monte, conservato per la sup erficie di circa m. 1,65 X 1,20 (figg. 6 e 7) ; b) tratto a mezzodì, conservato per la superficie di circa m. 1,30 X 1,92 (figg. 6 e 8); c) segu e a mattina e per m. 1,13 un tratto di pavimento più alto cm. 14-,5 (fig. 9), contornato a mattina da una fascia a mezzi quadrati con foglie trilobe incluse da semicerchi (fig. lO).
Anche questi mosaici , come gli altri prima scop erti , sono divisi da una zona longitudinale, larga cm. 55, ora quasi perduta. La fascia (fig. lO) termina contro la linea di mattoni posti di costa i quali segnano l'alzato cii un gradino ch e posava sopra un muretto , ancora esisteJ) te, e ehe (forse con altri) d ava accesso al plano presbiteriale. D el presbiterio e dell' altare non esistono t racce.
Dal complesso dei rilievi fatti sinora risulta che la chiesa barbarica rivolta a mattina, aveva il piano piebano (m. 4,,45 X 10,30 circa) ch e lievemente saliva verso oriente c che era fOTInato da mosaici in riquadri di v ario disegno divisi da una zona m ediana di altro disegno . Oltre il piano plebano vi era un piano (m. 4,45 X 1,13 circa) rialzato di un gradino ; quindi, salendo qualche gradino , era il presbiterio, dove doveva trovarsi l'altare. A sua volta il presbiterio doveva essere limitato dall'abside semi circolare.
In tal modo, la lungh ezza totale della chiesa doveva essere di circa m. 14.
Ulteriori studi e raffronti confennano ch e ques ti mosaici , come gli altri già segnalati e le coeve sculture, debbano appartenere al IX secolo. - Direttore dei lavori: Ing. Bruno Bresciani, con la vigilanza d ella Soprintendenza.
Fig. 5. COMISO: Castello. Particolare di un Santo Pontefice (dopo il distacco).
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,
Fig. 6. l'ig. 7.
Fig. 8.
Fig. D, Fig. lO.
Figg. 6-10. GAZZO VE RONESE: Chiesa di S. Maria Maggiore. Frammenti di pav im ento mus,,·o.
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Fig. Il. MANTOVA: Palazzo del Tè. Particolare del soffitto deUa Sala di Psiche (dopo la ripulitura).
MANTOVA: Palazzo ' del T è : Sa.la di Psiche. - Affreschi del soffitto , di Giulio Romano e Ippolito Costa (?).
L'intonaco accenn ava a di staccarsi dall'incannicciato , ed i dipinti si sgretolavano, l ascimi do c adere piccole zone di colore. P er procedere al loro consolidamento è stato n ecessario applicare COlltro la superficie dipinta fili di otton e po sti a r et e, passanti attraverso l ' intonaco e fi ssa ti superiormente ad un'apposita intelaiatura di · legno. Il canniccio , inoltre, fu consolidato là dove esso appariva marcito , sfilando le canne e appli cando in loro vece calce e caseina. Si sta ora procedendo all' intonatura delle lacune.
La pulitura h a completa mente can cellato il divario es ist ente fra i chi ar i afl'reschi deIle pareti e le pitture del soffitto che, essendo dipinte ad olio , apparivano molto p .i[1 cupe. Ma ciò era d etermin ato in massima parte dall'offu scamento di un precedent e r es tauro che alterava anch e certi contorni dell e figure (6gg. Il e 12). Ora non rim ane dubbio che l a d eco razion e pittorica delle pareti c del soffitto fu eseguita da una medesima mano. Pare inoltre d oversi escludere l' a ttribuzion e a Giulio Romano sebbene i con torni , com e ci attestano i numerosi disegni r imasti ci, fossero indubbiam ente suoi. Secondo il Va sari , l' esecuzion e dovrebbe essere opera del Pagni e fii Rinaldo Mantovano : ma gli evidenti accenni ad una ' derivazione correggesca , notata già dal Venturi, fanno piuttosto p ensare ad Ippolito Cos ta che, com'è noto, n el 1527 v eniva assunto agli s tipendi del Gonzaga. - Direttore del la.voro: RalJaello N iccoli . R estauratori : Arturo Raffaldini e Fran co Steffanoni.
MANTOVA: Casa del Mantcgna .. - Rinvenimento di d ecor a",ioni varie ad affresco , di parti di soffitto e di altri elem enti dell a s truttura originale dell a casa.
P er ini zia tiva e a spese de ll'Amministrazione ' della Provincia di Mant ova, l a Soprintenden za ha eseguito nu-
F ig. 12. MA NTOVA: Palazzo del T è. Parli colare del soffitto della Sa la di Psiche (durante la ripulitura).
m erosi saggi allo scopo di compilare un progetto di ri pri stino dell'edificio. Questo lavoro di esplorazione ha fatto scoprire numerosi elem enti costruttivi e arehitHtonici (fines tre, porte, tracee di scale e muri) , che I!;u id eranno il ripri stin.o del monumento , nonchè una serie di elem enti decorativi ch e si ri tiene di dover segnalare fin da ora .
Le parti di decorazione murale venute finora in lu ce sono: a) D ecorazione d ell'attico sopra la t rabeazione in cotto del piano inferiore del cortile. La d ecorazione a fresco rappresenta un ordine di colonne iornch e, che inquadrano le finestre e gli specchi decoranti il campo delle pareti , ed un architrave fregiato di r acemi e di t es tine (fig. 13); b) Scarsi r esti di decorazione della facciata verso il giardino ; la candelabra angolare è ornata di racemi simili a qu.elli delle candelabl'e che dividono i riquadri con scen e a figure nella Camera degli Sposi. Un motivo a riqnadri scomparti va tutta la fa~ciata (fig. 14); c) Stanza d'an golo al piano terreno sulla fa ccia ta di Via Cervi . R esti abbondanti di un fregio comprend ente la decorazion e ad architrave del trave d'appoggio del soffitto e decorazione a palmette e racemi (figg . 15 e 16); d) Stanza d'angolo d ell a facciata , verso il giardino . R esti della decorazione del solaio e m ensole dello stesso, finemente decorate (fig. 17) ; e) Altra stan.za al piano tcneno. R es ti del fregio e d ecorazione di uno sguancio di porta ; f) Salone in fa cciata, al primo piano . Fregio ritrovato sotto altro più recente (figg. 18 e 19) ; g) Stanza centrale al primo piano , sulla facciata v erso m ezzogiorno . R esti notevoli della d ecorazione del solaio e fregio quasi intatto adorno di tralci in tervallati d a intrecci ch e ricord ano quelli della ruota d el carro trionfale di Ces31'e in uno dei cartoni di Hampton Court (fig. 20) ; h) Stanza d'angolo verso il giardino , al primo p iano. Frammento di decorazione a tondi , con un sole al centro e nastro con motto. If motivo ri corda quello della zona basamentale della decorazione della Camera dcgli Sposi. Fregio non an cora liberato del
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F ig. 13. MANTOVA: Ca a del l\fantegna . D ecoraz ione dcll 'a llico del cortil e.
F ig. H. MA ' 1'OVA: Casa del Manlc"ua. Partico lare della decorazione ango lare deUa faccia ta ver o il g iard ino.
F ig. 15. MANTOVA: Casa dci . fanleglla . Sln nza d 'a ngo lo al piano terreno dclla fa cc ia la in Via Cervi.
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Fig. 16. MA TOVA: a a del Mantegna. Fregio nel alone al piano terreno.
Fig. 18. MANTOVA: Casa del M!lntegn3. Fregio nel salone in fa ciata al primo piano.
F ig. 17. MA 'TOVA: Casa del Ma ntegna. ilen ola del) solaio nella tanza d'angolo della faccia la verso il giardino.
Fig. 19. MANTOVA: Ca a del lantegna. ·Fregio nel alone in fa ciala al primo piallo.
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Fig. 20. MANTOVA: Casa del Mantegna . Fregio nella stanza centrale della facciata verso mezzogiorno, al primo piano.
Fig. 21. MANTOVA: Casa d el Mantegna. Frammento di decorazione nella stanza d'angolo ver so il giardino , a l primo piano.
Fig. 22. MANTOVA: Casa:del Mantegna. Mensola decorata e fr egio nella stanza d'angolo ver so il giardino, al primo piano.
tutto dagli affreschi del Settecento ch e vi sono sovrapposti , e m ensole in t erracotta decorate (figg. 21 e 22); i) Stanza centrale, v erso il giardino. Fregio quasi intatto con decorazione a palmette e architrave, mensole finement decorate e, in alto , nel mezzo delle due pareti opposte, lo stemma del Mantegna . Molto conservata è anch e la d ecorazione del soffitto ritrovata sotto lo scialbo (figg. 23 e 24); l) Frammento di modanatura architettonica in terracotta (fig. 25).
Dalla presentazione di queste riproduzioni fotografiche, assunte nel momento del ritrovamento , risulta chiaramente l'importanza delle decorazioni che si debbono porre in diretto rapporto con l'arte del Mantegna. Una più completa ed esauriente notizia informativa e critica sarà data non ' appen a siano ultimati i lavori , tuttora in corso, il ritiovamento dovendosi studiare principalmente in r"apporto con il progettato ripristino dell'edificio. - Direttore del lavoro: Raffello Niccoli.
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Fig. 23. MANTOVA : Casa del Mantegna. Stanza centrale ver so il g iardino al primo piano. D ecorazio ne ed uno dei due s temmi del Mantegna.
Fig. 25. MANTOVA: Casa del Mantegna. Modan,a tura archite ttonica ritrovata durante i lavori ,
VERONA: Ca~a del Capitolo della Cattedrale. - R invenimento di affreschi .
In occasione d ell'adattamento ad u so di cappella di una cam era dell'antico palazzo dei canonici della cattedrale, sono venuti in luce due affreschi rappresentanti l'uno una Madonna in trono ch e offre un fiore al B am bino ed il secondo S. Giovanni Battista ( fi gg. 26 e 27). Ambedue i dipinti sono stati semplicemente liberati dallo scialbo, senza ch e occorressero altre operazioni per assicurarne l a solidità.
I due frammenti appart engono ad una stessa mano , non lontana dal cosiddetto Secondo Maestro d i S. Zeno operante in Verona intorno alla m età del secolo X IV. Qualche rapporto si può notare anche con l'arte di Giacomo Riva operante nel 1388.
VERONA: Chiesa di S. A nastasia. - RinveniJl1ento di affresco.
L'affresco fu rinvenuto spostandosi un dossale in noce ch e copriva le pareti del presbiterio. È probahile che
LE ARTI
Fig. 24. MANTOVA: Casa d el Mantegna. Stanza cen trale verso il g i ardino ~ al primo piano. .
un'altra parte dell'affresco r imanga tuttora celata dagli stalli d el coro che girano intorno all'abside, e di cui è prevista l a rimozione. La figurazione è in stretto rapporto con il monumento Serego e vi si ritrova il motto di questa famiglia: memoriale così va (figg . 28 e 29).
Il monumento a Cortesia Serego fu eretto tra il 1424 e il 14.29 , ma la decorazione pittorica pOI·tante i Santi D om enicani a tutta figura è datata al l4.32. Gli affreschi rinvenut i possono risalire a questa data, ma non sembrano tuttavia della mano stessa di Vincenzo di Stefano , cui sono stati attribuiti da l Fiocco i dipinti già cono-
-. sciuti . L a loro importanza nelJ'ambi~o dell'internazionale gotica è tuttavia in disou ssa.
R. SOPRINTENDENZA ALLE 'GALLERIE 111 P ALERMO.
LENTINI: Chiesa M adre. - I cone deila Madonna odeghetria, del secolo XIV (?).
La tavola è stata fi ssata a mezzo di code di rondini e di traverse scolTevoli, e risanata dal tarlo. La pulitura del dipinto ha rimosso, oltre che la patina bituminosa ch e l'offuscava, est ese zone di ritocco. Le lacune provocate dall o spacco vertipale della tavola e quelle apparse in segui to · alla rimozione dei vecchi· r est auri furono ristuccate e camplte di col.:re locale. Del fondo d'oro origin ale, rifatto nel 1665 - come attestava la scritta nei quattro tondi an golari , ora asp ortata - non si rinvennero che scarsissimc tracce : e poichè l' immagin e è destinata al culto, si dovette consentire una nuova doratura. Nel corso del l avoro si sono trovate tracce di due vecchi restauri , del resto assa i limitati, l'uno a t empera e l'altro ad olio. L'icone era stata datata al X II secolo (Salinas). Adesso appare piuttosto una derivazione tarda da un'ope-1'3 di quel p eriodo (fig. 30). - Direttore del lavoro: Roberto Salvini. R estauratore: Giovanni N icolo si.
LENTINI : Chiesa Madre: Lo sposalizio della Vergine. -Metà circa del secolo X IV.
La tavola era stata appli cat a in epo ca remota a terg~ d ell' I cone d ella Vergine, e nuovamente divisa diversi nnm fa: guasta evid entemente dal fuo co, si trovava ridotta in brandelli e, n elle parti integre, appariva riarsa e come
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invetriata. Vi si no tavan o inoltr e appli cazioni di colla forte , ch e hanno aumentato l e difficoltà d cl distacco della t el a ch e era servita d i preparazion e d ell a tavola, e che fu tol ta allo scopo di procedere all a foderatura. U ltimata poi l a pulitura, p er la sist em azione delle vaste l acune, tornate in luce, si adottò un a tinta locale uni ca (fig . 31). -Direttore del lavoro : Rob er to Salvini. R estaura.l.ore: Giovanni N icolosi.
LENTINI: Chiesa dalla SS. Trinil.à e S. Marziano. - T ela d ella 55. Trini tà, d i Mariano Rossi d a Sciacca (secolo XVIII).
1..1 tela è Rtata r ifod erata cd il dipinto ripulito: le parti ango lari de ll a t ela che apparivano lacerate furono riprese a stu cco e con t inte loca li n eutre . - Direl.tore del lavoro : Rob,}rto Salvini. R estaltratore: Giovanni N icolosi.
L~NTlNI : Chiesa della SS . Trinità e di S. Marziano. - Politti co con l'Adorazione dei pasto ri, la Trasfigurazione c Quatt ro Santi , di pi t tore messinese del principio d el .ecolo XVI.
Proceduto al fi ssaf,"gio del colore, si scompose la tavola eeco'ndo le spaecat.urc longitlldinali , si di sinfettarono i singoli pezzi con et ere di petrolio e s i indurÌ il legno con l'uso di r esine sinte ti che per difenderlo dal tarlo. Si riattaccarono poi i vari pezzi con ca ten e a coda di rondine e si rinforzò tutta la tavola con un impalcatura di traverse mobili. La pulitura è st ata EGegnita a secco.
F igg. 26-27. VERONA: Casa del Capitolo della Ca ttedrale. La Madonna col Bambino e San Giovanni Battista, de l secolo XIV.
F igg. 28-29. VE RO NA: Ch iesa di S. Anastas ia. Affresco del secolo XV (frammenti).
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Fig. 30. LENTINI: Chiesa Madre. I cone della Vergine odeghetria , del secolo XIV (dopo il restauro).
Dovendosi tener conto delle esigenze del culto sono state riprese di colore le lacune, m entre si è rinunziato al r estauro pittorico delle zone di colore svelato . La Trasfigurazione in alto sembra essere una giunta assai più tarda ma si è dovuto egualmente ri sp ettarla poich è la r estituzionc del polittico alla forma pr im itiv a sarebbe stata impossibile. - DireHo!'e del lavoro: R oberto Salvini. R estcwratore : Gio vanni Nicolosi.
MESSINA: R. Museo Nazionale. - Madonna col Bambino di Girolamo Alibrandi ( ?). TI dipinto non era stato ancora r est aurato dopo il
terremoto d~l 1908. Si è dovl.lto proced ere a risarcire e a raddrizzare la tavola , raII'orzandola eon traverse mohili , e a consolidare il colore con iniezioni. Liberato il dipinto dalle vecchie verni ci e dallo sporco, questo è apparso chiaramente leggibile nonostante le molte e v aste lacune (fig. 82). - Direttore del lavoro: Roberto Salvini. R estauratore: Guido Gregorietti.
Fig. 31. LENTINI: Chiesa Madre. Lo sposalizio della Vergine, del secolo XV (dopo il restauro).
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Fig. 32. MESSINA: R. Museo Nazionale. Madonna col Bambino attribuita a G. Alibrandi (dopo il r estauro).
Fig. 33. MESSINA: R. Museo Nazionale. Trittico della Crocefissione (particolare a r es tauro ultimato) .
F ig. 34. MESSINA: R. Museo Nazionale. Trittico della Madonna e SS. Francesco e Martino (a restauro ultimato).
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Fig. 35. SIRACUSA: R. Museo del P alazzo Bellomo. Antonello Panormita (1497), la Madonna e Santi (par ticolare dopo il restauro) .
MESSINA: R . Museo Nazional e. - Trittico con la Crocefi ssion e, l a Deposizione della tomba e la R esurrezione, del principio del secolo XVI.
Si consolidarono con iniezioni alcune piccole alzate di colore. La pulitura ha posto in luce delle lacune, ch~ furono accordate con la tonalità del campo pittorico circostante là dove questa predominava nettamente e per un largo raggio, mentre furono mantenute in t inta n eutra là dove il campo pittorico era d eterminat o da to-
nalità plurime (fig. 33). - Direttore del lavoro : Roberto Salvini. R estauratore : Guido Gregorietti.
MESSINA: R. Museo Nazio nale. - Trittico con la Madonna e i SS. Fran cesco e Martino , della fine del secolo XV.
Si consolidarono a lcune piccole alzate di colore e si ripulì leggermente il dipinto , campendo in seguito alcun e piccolissime lacune con tinta locale piatta. Il S. Fraucesco, che era barbato , ha . r iacquistato il suo volto giovanile e imberbe, che aveva in orig ine (fig. 34). - D irettore del lavoro : Roberto Salvini. R estauratore: Guido Gregorietti.
SIRACUSA : R. Museo del Palazzo B ellomo. - Madonna col • B ambino e Santi, di Anton ello Panormita (1497).
Si pro cedette anzitutto a fi ssare il colore e a far b en e aderire alla tavola, ch e fu anch e ri sanata d al tarlo , la t ela con l a quale era stata preparat a. Allo scopo poi di riconnettere le due parti della tavola, che si andavano distaccando, il loro t ergo è stato operato con un' impalcatura di traver se scorrevoli. La pulitura ha messo in vist a alcune lacune ch e sono state ri stuccate e l asciate in v ista , attenuando i disturbi soltanto ove ques ti miaoravano la chiara lettura d el dipinto (fig. 35). - Direttore del lavoro : Roberto Salvini . R estaltratore : Giovanni Nicolosi.
TRAPANI: R. Museo Pepoli. - Madonna col Bambino e Santi , polittico d el secolo V.
Il restauro di consolidamento h a interessato soltanto la parte inferiore dei due scomparti di destra del polittico, dove si è provveduto a consolidare il colore mediante ini ezioni, e a rimuovere le tracce di un precedente restauro.
Alcune piccole lacune furono stuccate a cera . Il restauro pittorico fu eseguito a tinte lo cali piatte. - Direttore del lavoro: Roberto Salvini. R estauratore: Guido Gregorietti.
TRAPANI: R. Museo P epoli . - La Sacra Famigli a e Santi, di Domenico La Bruna (secolo VIII).
Il dipinto è stato ripulito e ripreso di colore in alcune brevi l acune delle parti fi gurate e a tinta neutra n egli angoli in basso dove si era prodotta la lacerazione della vecchia t el a. - Direttore del lavoro: Filippo Di Pie tro. R estauratore: Benedetto Violante. ,
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