Criteri di scelta dell'uhicazione delle installazioni...

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Criteri di scelta dell'uhicazione delle installazioni nucleari (*) Uco AMALDI JR., Gr.onrA CA)fPOS \'E:\"l"TI, SAr ,,·.noRE Fnt ; LT .AXT, LucrANO MA IANI e EuGENIO TABET Labor<•tor i di Fisica l . f ntrodu ;;ione Agli occhi de ll 'opinione pubblica l' impi ego dclr energia nucleare a scopi pacifici è stato ass ociato ai terribili eventi b ellici distrutti\'i con i quali questa nuova forma di energia si è inizialment e prc :scntata. Principalment e per ques to moti vo, prima n egli Stati Uniti e poi negli altri paesi, l'ind ustria nucl ear e pacifica ha dovuto di stinguersi dalle indu s trie con\'cnzionali p er la particolare attenzione posta ai problemi di sicurezza degli impianti c alla riduzione dci rischi connessi con l 'ese rcizio di qu esta nuova attiv ità. È opportuno ri cordar e che, recent ement e, da alcune parti è s tata m essa in dubbio l 'effica cia dci metodi adottati per il raggiungimento di questi scopi. Non vogliamo qui e ntrar e nei termini di questo dibattito. important e tuttavia sot tolineare il fatt o che l'azio rw svo lta dall'industria nuclear<• in queste direzioni è s tata facilitata da almeno tr e cir costanze, le quali non si verifi cano per gli impianti convenzionali; ciò limitare l'applicazione al campo convenzionale di crit e ri simili a quelli sv iluppati per l'industria nucl eare. Elenchiamo brevemente queste tre circostanze: innanzitutto, lo sviluppo di una nuova attività permett e una maggiore incisiv ità degli inter · venti sia pubblici che priYati ; in secondo luogo, gli impianti nucleari appar- tengono a poche classi omogenee; infine, i fattori economici possono giocare un ruolo completament e div erso nella fase di cres cita di una indu s tria rece nte e largame nte in centivata e nello s,·iJuppo di indu s trie eh!' hanno oramai una propria caratterizzazion e socio-economi ca . Queste tr e circostanze sono stat e c itate sc ' nza pretesa di approfondi- m ento; comunque sul problema del tra sfe riment o dei metodi di scelt a dei siti nucleari all'indu stria convenzionale si torn erà al termine dèlla relazione. (•) Relazione presentata .al Convegno organizzato dalla FAST sugli« Aspetti comuni degli inquinamenti convenzionale e radioattivo», .\Iilano, 24-26 giugno 1971. A nn. ht. Supcr . Sanirì; .197t) 7, 626-646

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Criteri di scelta dell'uhicazione delle installazioni nucleari (*)

Uco AMALDI JR., Gr.onrA CA)fPOS \'E:\"l"TI, SAr,,·.noRE Fnt; LT.AXT, LucrANO MAIANI e EuGENIO TABET

Labor<•tori di Fisica

l . f ntrodu;;ione

Agli occhi dell 'opinione pubblica l'impiego dclrenergia nucleare a scopi pacifici è stato associato ai terribili eventi b ellici distrutti\'i con i quali questa nuova forma di energia si è inizialmente prc:scntata. Principalmente per questo motivo, prima n egli Stati Uniti e poi negli altri paesi , l'industria nuclear e pacifica ha dovuto distinguersi dalle industrie con\'cnzionali per la particolare attenzione posta ai problemi di sicurezza degli impianti c alla riduzione dci rischi conness i con l'esercizio di questa nuova attività.

È opportuno ricordare che, recentemente, da alcune parti è s tata messa in dubbio l'efficacia dci metodi adottati per il raggiungimento di questi scopi. Non vogliamo qui entrare nei termini di questo dibattito. ]~ importante tuttavia sottolinear e il fatto che l 'aziorw svolta dall'industria nuclear<• in queste direzioni è s tata facilitata da almeno tre circostanze, le quali non si verificano per gli impianti convenzionali; ciò pt~ò limitare l'applicazion e al campo convenzionale di criteri simili a quelli sviluppati p er l'industria nucleare. Elenchiamo brevemente queste tre cir costanze: innanzitutto, lo sviluppo di una nuova attività permette una maggiore incisività degli inter· venti sia pubblici che priYati ; in secondo luogo, gli impianti nucleari appar­tengono a poche classi omogenee; infine, i fattori economici possono giocare un ruolo completamente diverso nella fase di crescita di una industria rece nte e largamente incentivata e nello s, ·iJuppo di industrie eh!' hanno oramai una propria caratterizzazione socio-economica.

Queste tre circostanze sono state citate sc' nza pretesa di approfondi­mento; comunque sul problema del trasferimento dei metodi di scelta dei siti nucleari all'industria convenzionale si tornerà al t ermine dèlla r elazione.

(•) Relazione presentata .al Convegno organizzato dalla FAST sugli« Aspetti comuni degli inquinamenti convenzionale e radioattivo», .\Iilano, 24-26 giugno 1971.

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AMALDI, CAJIIPOS VENUTI, FRULJ.ANI, MAIANI E TABET 627

In Italia, e negli altri paesi occidentali, lo s trumento principale impie· gato per l'analisi dei problemi di sicurezza e di protezione posti dall'installa­zione di un nuovo impianto nucleare è il cosiddetto « rapporto di sicurezza». ~ questo un documento, steso dall'esercente, che cresce con l'impianto e che quindi passa dalla forma di un rapporto «preliminare» di sicurezza, all'atto della richiesta di autorizzazione a costruire l'impianto, alla forma di un rapporto «finale», allorché l'esercente, eseguite le prove, richiede la licenza di esercizio. Naturalmente le procedure cambiano da paese a paese­ma, volendo schematizzare la natura del rapporto di sicurezza allo scopo di confrontare l'uso fattone nei vari paesi ai fini della scelta dell'ubicazione degli impianti, sembra ragionevole individuare nel rapporto stesso quattro parti principali, il contenuto delle quali è riassunto nella Fig. l.

Lo studio socio-economico ed ecologico del territorio che circonda il sito prescelto permette di acquisire informazioni sulla distribuzione della popolazione nell'intorno dell'impianto e sulla natura eù estensione degli alle-

STUDIO SOCIO- ECONOMICO

ED ECOLOGICO

DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE

E DELLE SUE ATTIVITA'.

RICETTIVITA' DEL SITO

A

STUDIO GEOFISICO

DEL SITO

EVENTI NATURA LI

PERICOLOSI

B-- --IDONEITA' DEL SITO. ----B

ZONE DI ESCLUSIONE E DI BASSA POPOLAZIONE

SCARICHI

DI ESERCIZIO

ANALISI

DEL FUNZIONAMENTO

A

INCIDENTI

ANALISI

DI SICUREZZA

Fig. l. - Schema generale di un rapporto di sicurezza con particolare riguardo alla s1·elta. del sito.

A'"" 1s t. Suver . . ';uru tà. ' 19/\ 1 7, 6~tl-ll46-

ZUIUTA, CAIT.l D~ Al'ICIU.J & T&•n CA ~ MPOSAJ'IO 59 S.

La IOI""Daion• • . . rv v vemva centrifugata e il residuo .

peeo di t&lllpone (oafato, aritato ""r al . . . era soepeso di nuovo con 1/4 del auo a . .... rv CUDJ nunut.i e ce t ifu I -~~~~ • qu~Uo precedente. Sudi ,. ....... , •• ---•. . . 0 r gato. l secondo ........... ~ · · -

'S6S

~28 CONFERENZE E SEMINARI

vamenti, delle colture e dell 'attività industriale, anche al fine di det erminare la« ricettività» del sito. Nella t erminologia usuale di coloro che si occupano di impianti nucleari, la « ricettività » è definita come le attività dei diver si radionuclidi che possono essere immesse dall'impianto nell'ambiente circo­stante senza che alcun gruppo di popolazione sia soggetto a esposizioni inde­bite e, più in generale, senza che sia p erturbato l'equilibrio ecologico.

Lo s tudio geofisico che compare nel rapporto di sicurezza non è limitato alla raccolta dei dati n ecessari alla risoluzione dei problemi di ingegneria -eivile. Esso infatti si propone anche la definizione dei massimi eventi naturali (quali sismi, inondazioni, frane, ecc.), i quali potrebbero danneggiare l'im­pianto e causare un rilascio incontrollato di isotopi radioattivi. Di regola, in questo studio non sono presi in considerazione gli eventi causati da cir­-eostanze non usuali, quali gli eventi bellici e il sabotaggio.

Dall' analisi dettagliata del funzionamento del futuro impianto, even­ctualmentc corroborata da dati ricavati da impianti similari, si ricavano informazioni sugli scarichi radioattivi c non radioattivi che si avranno nel -eorso dell'esercizio. Quest e informazioni si fanno sempre più dettagliate mano a mano che proced e la progettazione, la costruzione c la prova del­ll'impianto. Perciò nella fase di approvazione dell'uhicazione dell' impianto, .specie per impianti non provati, la valutazione degli scarichi d'esercizio può essere difficile e soggetta a notevole indeterminazione. Di ciò è n ecessario tener conto allorché ques te informazioni sono utilizzate nel giudicare l' ido­neità del s ito.

L'analisi di sicurezza, infine, si propone di mettere in luce, con Io s tudio -dei malfunzionamenti sia dei componenti che dei sistemi, le parti che sono più critiche ai fini di possibili conseguenze pericolose p er il funzionamento dell 'impianto e quindi p er i lavoratori e la popolazione. Questa anali i ha lo scopo primario di ricavare informazioni che guidino il progettista nella ricerca delle soluzioni che offrono un grado di sicurezza adeguato e più uniforme pos­sibile tra tutti i sistemi dell' impianto. Dall'analis i di sicurezza si ricavano però anche informazioni sui possibili incidenti e, talvolta, anche sulle loro probabilità relative.

Le quattro parti che, n ella nostra schematizzazione, costituiscono la .sostanza di un rapporto di sicurezza ideale c completo, possono essere suddi­vise in due classi. Al di sopra della linea BB della figura, infatti, si trovano le analisi che riguardano il sito, mentre al di sotto compaiono quelle che si riferiscono all'impianto che si vuole uhicare nel sito prescelto. Si può anche osservare che la linea AA separa argomenti ch e riguardano le condizioni

-« normali» sia del sito che dell'impianto (a sinistra) dalle possibili situazioni accidentali (a destra).

Naturalmente il rapporto di s icurezza è un documento complesso nel (}uale le argomentazioni si intrecciano e la presentazione che ne è stata data

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AMAUII, CAMPOli VEl'fUTI, v•uu.urt, MALll'll l TABET 629

ha i difetti di ogni schema che voglia abbracciare molte situazioni diverse; la figura sarà tuttavia utile nel confrontare le procedure adottate in vari paesi per giungere all'approvazione di un sito. Sottolineiamo ancora una volta che in questa relazione il rapporto di sicurezza ~ considerato soltanto dal punto di vista della scelta del sito. Lo stesso documento è però utilizzato per molti altri scopi ; oltre alla già ricordata determinazione del grado di affidabilità dei componenti ai fini di una adeguata sicurezza dell'impianto, si possono citare l'imposizione da parte dell'autorità di una «formula di scarico» conforme alla ricettività del sito, la predisposizione di piani di emergenza interna ed esterna da utilizzare in caso di incidente, e cosl via. Sono questi, però, argomenti che esulano dal tema di questa r ela· zione.

In quasi tutti i paesi è richiesto che le quattro parti del rapporto di sicu­rezza siano a uno stadio sufficiente di elaborazione, all'atto dell'approvazione da parte delle autorità competenti della scelta del sito fatta dall'esercente. Differisce però grandemente, nei diversi paesi, il peso che, in questa de­cisione, è assegnato agli argomenti e alle informazioni schematicamente riassunti nella figura. Nel prossimo paragrafo saranno presentati i criteri adottati per la scelta del sito in diversi paesi confrontandoli con lo schema generale della figura in modo da fare risaltare il peso dato, di volta in volta, alle informazioni contenute nelle quattro parti del rapporto di s icurezza; particolare attenzione sarà, naturalmente, rivolta alle procedure italiane.

N el terzo paragrafo si trarranno conclusioni e saranno fatte alcune proposte circa i metodi di scelta dei siti degli impianti nucleari in Italia e, infine, nel quarto paragrafo si tracceranno alcune linee di possibile esten­sione delle metodologie usate per gli impianti nucleari alla scelta dell'ubica­zione di impianti convenzionali.

Prima di entrare in argomento, è opportuno ricordare alcuni concetti fondamentali delle tecniche di protezione dagli effetti dannosi delle radia­zioni ionizzanti. La grandezza fisica che misura l'effetto di un campo di radiazione qualunque sugli esseri viventi, e in particolare sull'uomo, è la « dose equivalente», la cui unità di misura è il rem. La lnternational Com· mission on Radiological Protection (ICRP) ha suggerito, e praticamente tutte le legislazioni nazionali hanno accettato, 5 rem all'anno come dose massima ammissibile per i lavoratori professionalmente esposti ai rischi delle radiazioni ionizzanti. Per i s ingoli individui della popolazione la dose massima è un decimo di quella ora citata per lavoratori professionalmente esposti, vale cioè 0,5 rem all'anno. Tuttavia, qualora tutta la popolazione fosse esposta a una dose equivalente di 0,5 rem all'anno, gli effetti genetici dannosi per le progenie future non sarebbero affatto trascurabili. Per questo motivo la legislazione italiana, d'accordo con le raccomandazioni della

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ZUIU\'.&, c.urt.& - Al'fCIU a TISTt C4K

~· 59$ La IOipeD.. •

uona Ye!Uq centrifu,ata e il reeid pe'? di tampone foafato, a..:.·to ,..... al --• . u.o era aoepeto di nuovo con 1/4 del auo •MUaato Do . ... r- c ...... JlUnati e c ~-_ _. . • que preeecfe.,te. Sn.u --~· . . en--'"6ato. n """"'"'" .. ~~ ..

'S6S Ot..,.I>Odi\:YJ Ltli3J. 3 113:1t.:Y liO l'.liYJ 'l'.lllJnz

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ICRP, stabilisce una J osc limitl' genctil'auwnte «sign ificativa», la qualr corrisponde a una dosi' equivalente• di 0,17 rem <tiranno mediata su tutti gli individui d ella popolaziuue.

Nt' l con siderare i valori di que.• t c dos i, ì: JH:ecssario sollolinearc il fatto che si tratta di do.•i massin tc arccttaòi!i soltanto quando la loro sommini­strazionc sia con;;t"gu.cnza di un 'attività nuclcar(• c hP porti un efl'f'ltivo hf'ncficio o all 'iudiYiduo o alla comunittt <' (•lw, comunque, tutti i m ezzi ddld tecnologia devono essere impiegati per la riduzion e al minimo delle· dos i. P t>r ('nmpletezza inoltre è nc(·essario ricorda re d w recentemente· sono .s tate• rivolte• critiche ai valori numerici delk do~i m<t~~imt> ammi1"s ihili r aecoman ­date dairiCRP, p erchè cons idcratt· non ~- uffiei <'u temPlllt• cautdatiw (!).

I numeri citati riguardano do!"i da irradia?.iont· 1-ia t•-. tt•rua e•hc intl'Cua uniformi su tutto il corpo, oppur<• irradiaziont• dc~li or~a ni critici che ,.:ono essenzialmente i tessuti ematopoit•t ici (' l(• gonadi. E ,..,.. i non ::.i rift·ri,..ro uu inYeee a condizioni accidental i non 'olutt•. 1\1•l eao.,o, infaui. d i an cnim!'nti est remamente rari c m ol to improl,abili, ho autori! :'! t·omp!'t enti "ono di-po:-:lt• ad acce ttare chP le dosi individua li s ian(l :uwhe ,.,en ... ibilruc•ntt· maggio ri dcii (• clo~ì massime annuali (2).

Nel caso di irradiazione accidental t• òi uua popola:r.ionl'. (· ncct•:-:,..ar ;., prend!'re in esamt· anche il prudolto dt•lla do>.t' me·din !tHliYiclnal,· P•'~' il numt•ro di individui interessati. L e do~i Ìnlq!ra 1 e· ,;ulla popolazimlt' ,...,; 111

cons iderati' graYi dalle autorit ù italiaut• compt'Lcnti allorché c"'"'' ><upnano i 2 X ]fP rem X uomo (2) .

2. Crit1•ri di scelta dt•i si ti nw·/(•ari in alnwi pu1'.~i

L'esame comparativo tra le procedure· adollal t• in di't'r.-i pac·-i i· pr..Ji­minan· alla di,-cussioue della ~ituaziortr italian u t' quindi afl',·.-am(' dei pa- -i cht· sarù opportuno lUUO\ ere in futuro . Puri roppo. in 'l'"'' lo l'aml'o la rat ­colta di informa..:ioni è piuttos to dillicil t· pt·rch,:. mollo 'l~~'""· m t·ut r t' lt· pr" ­ccdurf' formali di appro,·azionr dci ;. ili llll('l l·ari "ono '-labilite· per IPgf!•·- i criteri adottati dalle autori t :: t'OlllJICI enti non -ono raerolti in akun dfwu­mt•nto c po,:sono es::.cn : rica,·ati :,ohanlo p t• r , ·ia indutti,·a dall'e:,anw d t' Ì rapporti d i sieurczza o d i ria~,..u ut i di ep w"l i dor umt·nti r<' lati,·i a impianti d t~· "ono ,;tati approvati. Ciù giu,tifica la ma ncanza d i informazioni rdati' ,. ad alcune nazioni ad clc, ·ato s ,·iluppo nudt•an· t' aul'lh· il fatto chi'. in al t·uni ca" i. le fonti bibliografiche si arre;. l ano agli anni J 9(18-l 9f•9. \ouo;-tant c· eJUt'"' i li mit i, s i ;;ono ritenuti utili una ri ct·rca t' un <"onfrunto fra le· di,·cr ,e soluzioni adottate. Sottolineiamo il fatto che in segttilo s i far:ì e;;Renzialmentc rift'ri­m cnto a lla scelta dei siti dci reattori nucleari eli pott•nza per la produzion<' di energia elettrica; sono infatti questi gli impianti più numerosi c p er i quali sono state quindi elaborate m ctotlologic piì1 definile.

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.HfALDI, CAMPOS VENUTI, FRULLANJ, MAJANI E TABET 631

N egli Stati Uniti l'Atomic Energy Commission (AEC) svolge funzioni sia di stimolo e di ricerca nel campo dell'energia nucleare che di controllo per ciò che riguarda la sicurezza nucleare e la protezione sanitaria; su questa duplice funzione è in corso un dibattito e da molte parti si auspica che i due compiti siano affidati a due Agenzie federali diverse (3).

L'AEC ha un regolamento molto dettagliato che riguarda le informazioni richieste all'esercente di un impianto nucleare sia in fase di approvazione del sito che nel proseguimento delle procedure di costruzione e concessione di licenza per l'impianto stesso.

Con riferimento alla figura si può dire che, mentre nel rapporto preli­minare di s icurezza sono richiesti dati socio-economici suJla zona circostante l'impianto, lo studio ecologico era, sino a qualche tempo fa, rimandato ad una fase successiva, e cioè alla stesura del rapporto finale di sicurezza ('). Va notato tuttavia che da numerose fonti ufficiali si deduce che l'atteggia­mento verso questi problemi è in rapida evoluzione, e sempre più si va af­fermando l'esigenza di richiedere approfonditi studi ecologici prima della approvazione d el sito (6).

Il rapporto preliminare di sicurezza deve contenere informazioni sulle ca­ratteristiche fisiche del sito, sulla sismologia, metereologia, geologia e idrologia.

Per ciò che riguarda la sismicità sono presi in esame due terremoti di progetto: il « terremoto base di esercizio» ( operating hasis earthquake) e il «terremoto base di progetto» (design hasis earthquake) (6). Nel t erremoto base di esercizio l'accelerazione è assunta uguale a quella del peggiore terre­moto registrato nella zona e le strutture devono essere tali da garantire che l'impianto continui a funzionare. Per il terremoto base di progetto si assume un'accelerazione circa doppia di quella del terremoto di esercizio; nell'even­tualità del verificarsi di questo evento i sistemi principali dell'impianto non devono subire danni rilevanti.

Il problema dei terremoti è attualmente molto dibattuto negli Stati Uniti con ricerca di soluzi_oni nelle più diverse direzioni; si parla per esempio dell'installazione di impianti su piattaforme galleggianti in mare (7).

Per ciò che riguarda gli scarichi di esercizio, nella richiesta per l'auto­rizzazione alla costruzione va inclusa una descrizione degli apparati che saranno utilizzati per il controllo degli scarichi, una stima delle attività da scaricare sotto forma liquida e gassosa e un progetto di allocazione dei rifiuti solidi. I limiti posti alle irradiazioni della popolazione causate dall'impianto sono i limiti dell'ICRP citati al termine dell'introduzione.

Nell'analisi del funzionamento e nell'analisi di sicurezza una parte importante è costituita dal programma di verifica della qualità degli ele­menti dell'impianto; per la determinazione di questo programma è stato steso dall' AEC un insieme di « criteri di verifica della qualità per impianti nucleari di potenza».

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La totpenlione: venin centritupta e il aid eiO di tampone follato &IJI'•·to ,.,.. al ni r~tiuo era soepeeo di nuovo com 1/4. del auo

• • - ~ eu IlllJlu e centrifu t Il gpunto a quello precedente. SuaU e.tnttt .-n ... l.:.. • ..: ___ • sa_ 0 • secondo eatratto era . -~- . -

ONYSOdJHJ Uli lJ. li 113Jr.lf liO l'UYJ 'l'~IIIOZ

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Negli Stati Uniti l ' approvazion e dt•l s ito e la determinazione delle aree «di esclusione» e «di bassa popolazion e» segue· dallo studio delle consf•­guenzc dei rilasci associati con un « incid ent r> base di progetto», che p er i reattori ad acqua è un incidente ne l qual<- s i ipotizza, secondo le raccoman­dazioni dell' AEC, il rilascio n ell 'interno de l contenitor<' del 25% dello iodio radioattiYo contenuto n el combustibilr; qursto iodio è rilasciatu all'est erw1 attraverso le fughr normali dd contcniton• {8). Da molte parti è stato osse r­vato che, dal punto di vista tecnico, è molto difficilr immaginare> com e possa avl'rsi la liberazione del 25 % dello iodio M' non coml' conseguenza d ella fusione massiccia del nocciolo, fusione cbr, d 'altra parte, dà s icuramente luogo alla p erdita del contenimf'nto.

Sono stabiliti m etodi st andard com e riferim ento per il calcolo della d iffusione atmosferica e quindi d f' llr dobi. I n base all'entità del rilascio è possibile esprimere un giudi zio su un sito e determinar(.' l'area di es clusi01H' e la zona di bassa popolazion e. L'arca di e!irlusion l· ì· definita come quel­l'area che ha centro nell 'impianto e ha un raggio tal t• ch r un individuo po!'tQ in qualsiasi punto d('l confine riet•vr in due ore dall 'inizio dell 'incid ente una dose equivalente a tutto il corpo di 25 n •m c una dose a ll a tiroide (dovuta agli isotopi radioattivi dello iodio) di 300 rem. Di r egola nell'area di esclusione non vi devono essere abitanti ; coloro che evcntualm<"nk vi vivessero de,·ono poter esser e trasferiti dall 'autorità in bn•vt• t empo e senza difficoltù.

Nella zona di bassa popolaziorH' dcvotro viver .. abbas tarrza pochi indi­vidui da rendere possibili contromisure iu caso di inciclt-nte. Il raggio esterno di questa zona è tale chi' un individuo pos to s ul confini' esterno ric(·va, durante tutto l'in cidenti', non piìr di 25 r cm a tutto il corpo t• nou più dj 300 re m alla tiroidt·.

Si osservi che una dose di 300 rern alla t iroide• ì· mol to grand e rispcttu alle· do!'i massime annuali ammissibili per indi,·idui della popolazione . tenuto anche conto del fatto che essa corri !~pondc a do:)i alla tiroide tlci hamhini cht· sono dell'ordin e di 1000-1 ;)O() r l'm.

Il raggio della zona di ba;:sa popolazione dett·rmina anche la minima distanza di un r eattorr da un centro abitato (con popolazione m aggion· di 25.000 abit anti) . Tale distanza minima i• fi ssata a l ,33 'olte il raggio esterno d ella zona di bassa popolazione.

In Giappone l'Advisory Commit tcc on fl eactor Saf.:guards giudica la proposta di sito di un reattou nucleare con criteri simili a quelli americani, a parte ciò che riguarda la scelta d <·gli incidenti <' i problemi ;;ismici. Infatti la determinazione dei raggi de ll'area di csclusiont• t~ della zona di ba,;sa popolazione sono legati a due incidenti diversi che sono detti, ri spetti· vamente, «più grave incidente prcvcdibile» c «incidente ipotetico» (9).

Il più grave incidente prcvedibile è un in cidente che può essere considerato

Am1. 181. Suvcr. Suuità (1971) 7, 626-646

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AM.U.DI , CAMPOS VEI'I UTI , FIULUI'II, MAJAI'II E TABET 633

credibile da un punto di vista t ecnico, prendendo in considerazione, nelle peggiori ipotesi, i fenomeni naturali nei dintorni del sito, le caratteristiche del reattore, le salvaguardie tecniche, ecc. Di solito s i fa l'ipotesi che questo incidente porti alla fusione di una piccola frazione (l% circa) del nocciolo del r eattore. L'estens ione dell'area di esclusione deve essere tale che, nel corso di questo incidente, le dosi sul confine dell'area non superino i 25 rem al corpo intero e i 150 rem alla tiroide dei bambini.

L'incidente ipotetico è un incidente inveros imile dal punto di vista tecnico e corrisponde all'incidente base di progetto americano, in quanto si assume che esso dia luogo alla liberazione di una rilevante frazione dello iodio ma che il contenitore perda a un tasso normale. Come negli Stati Uniti, l'estensione della zona a bassa densità di popolazione deve esser e tale che gli individui adulti al limite dell' area non ricevano una dose superiore a 25 rem al corpo intero e a 300 rem alla tiroide nel corso di tutto l'incidente.

A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, la minima distanza dai centr i abitati è determinata dagli effetti genetici che potrebbero essere cau· sati dall'irradiazione della popolazione; è infatti richiesto ch e tale distanza debba garantire, in caso di incidente ipotetico, una dose collettiva alla popo· lazione non superiore a quella accettabile da un punto di vista genetico, che dalle autorità giapponesi è considerata essere uguale a 2 X 101 rem X uomo.

P er ciò che riguarda gli scarichi continui, la massima concentrazione di attività, mediata su tre mesi, negli effluenti liquidi e gassosi deve essere non superiore a un decimo delle concentrazioni massime consentite p er lavoratori professionalmente esposti, ricavate dalle norme ICRP (10).

Sottolineiamo il fatto che in Giappone s i sono incontrate serie resi­s tenze nell'opinione pubblica allo sviluppo dell'industria nuclear e come conseguenza dei gravissimi danni subiti dalla popolazione in seguito al lancio delle bombe su Nagasaki e Hiroshima. Di queste resistenze le autorità competenti debbono t ener conto nella scelta dei siti nucleari .

L'accénto posto in queste prescrizioni sulla natura del sito è legato alla particolare natura geologica del Giappone (U). La storia sismica del paese è particolarmente ben conosciuta: si hanno infatti dati abbastanza dettagliati sui terremoti che hanno causato danni negli uJtimi 1300 anni. La scelta dei s iti è quindi basata su una conoscenza approfondita della sismicità della zona. P er gli edifici e le strutture ordinarie esistono in Giappone leggi che specificano i valori da assumere per le accelerazioni nelle diverse zone e le t ecniche da impiegare. Le strutture e gli edifici degli impianti nucleari sono suddivisi in tre classi a seconda del rischio insito in un loro danneggiamento; ad esempio il contenitore è di classe A, i depositi dei rifiuti radioattivi sono di classe B, mentre gli uffici sono di classe C. P er la classe C si usano le regole per le costruzioni antisismiche convenzionali; per la classe B si usano valori p er le accelerazioni aumentati di un fattore 1,5 rispetto a quelli impie-

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Z U Il T A, CU'fA DII- .&lfCIU.I K nsn CAMPOS.uoro

59 S. La 101penaio .

ne veruva centrifugata e il · pe'? di tampone loafato, agitato per alcuni ::du_o era sospeso di nuovo con 1/4 del auo a~nuto a quello precedente. Sudi eatnttti t!mnJ.. ~ti ~ cen~ugato. Il secondo eatratto era

ll'nOt1 ...... -~••--. t • 0 ••

63~

gati p t· r la das::- t• C; p er la d:t"·•· \ . ultrt• ad u-.an· il ctm,·<'nllionalt· Ull' loùu statico di pro~t·t tazit~~w anti~ i l- mit ·a ( l wncllì~ eo11 'uluri di atTclt•ra­ziune :tunwntati eli <- irr a un futtnrt· :l ri "IH' t tu a t)lH'Hi tl.~nti per la cla,.,se C),

~ i pn·ndorw in ron~ idc·ra ll i mrt• unelw h· Ut't't·lt•rall ioni 't•rti t:ali {' ..:i tt•nd•· a inl rodttrre uu dt·tta~liato s tud io diuurrlit·u ddlt· s lrullurt· ('~. •~) .

ì\ l' ll :~ R••p~thblica Ft•dt•wlt· T••dt•st·a il' aulurit:'r n ·giuna li t•on ct·duuu la lirt·Hza di <',-c•n•izio di un impianto rllll'l t·n n · " Il p.rrt•rt· lh-lla Comutis,.,itllll ' fl'daalt • di -. icurezza d c· i r f'attori la qual.·. rwll' t·'-arninart• i r apporti d i :-it·n­r,·zza. :-. i st·n t• di ent i dr !'Olhlllt· rr:w pri\ a t r. lt· « \.-.-.ociu:r.ioJrÌ eli . upt· r ,·i::- iorw Tt•t'IIÌ r a » . !>ia a lin•llu f,•Jer~tlt• dr. rq.dnnalt· (")·

:.\ll.'n tn· c,i:-,tc una rt•gola nwn tazinnt• prt•c·i-..1 JH' r f!li <;Carichi d i t'"t•re i.tiu. mancano dispo~izioni r odifien tr p t•r ' lllalttn t'Uill't·r rw f!l i inl' idt•nti. J~: ;.t.aili­lill• che· gli eilluenti liquidi u {!a .. -.o-.i pu.,.,onu ''"~'T<' .,t·aril·ati ndlt• Ut'<JIIl" pubhJjclle (canali e fi umi) o nell'aria -.uhanlu ,.,. la t'UIIt't•n lra:r. iuu.· nwclia

giornaliera di atti,·itìr non "llJH"ra limiti l ,eli t·h,· .... ,. 1111a 1 wr~ona b"' ''"'''' i li<JUidi o re~pirli '"'C gli ~<·aridù Ul'rt•ifurmi 11 1'11.· 'Jllantit,r cllt· Il' '-ono uurm.r l· m r nlt• ncce:-,sa ri<', rice' cr<'blw la tlu_ ... ,. :1111111n !llii~<" Ìina I'Un:;t•n l it a per la\ ur:t· turi profc.., l' ionalm eut e ,·;.po'l i (lr•).

So· rutc·nt(' òiuru;; tra d~t· pntr;'r IIHIIIl t'lll' fl' ~li ;.raridti t'litro tal i lim iti, la li t• t•nza in prati('a uon pw'• '' "~'- "rt· llt ·~n t u. un<"IH• H" non i· fornita akuna informazioll t' :,ull'anrbit•nt e . : ,., Ìn\ ,.,., .. pn rn~iuni lt'f'Hidto • o t• t·u nomit·IH· t'- 111'( '1'":-arÌO ,.;carintf'(' Ìll I'OII t' l' llt raziuni III Hggiori, i' t•-.pff'l' llt f' d t•\ t' dimo,_. t rart· in loa-..· a '-tluli ,. rilo•\ a lllf'lll i t• t ·olo~il'r. itlrolugit·i. rnt'lcrcologici l' a ll't·;; a n H'

tl t· lla di,.tribuzimw della populatiurw. dtt• lt· po•r.,IIIH' nl d i fuo ri tJ ,• I I"~tr• '•'

I'UiltruJiat::t IIUII fl01'•CJ11tt rÌt"t'\ l'TI ' l' llllllllltll ll' IIIIH tlm•l' lll:tgt:iOro• di {) .. ) rt•JII

alt"anrru. 5,. l' t·-en 'l' llt•· 'uoJ,. ,., it ur•• tli d"' •·r prt'tlr'-JHITrt· t•fl allrc·zza rc tuta :r.uua ;.un t•gliata intornu all'arPa di, . ..,. ln- ion•·. la du-o· in•! i' id ttalt ,],., ,. •·~.,t·r•·

in f't·riore a Ila do:- t' li mi t•· ~~·rwt Ìt'lllll t'll t c -.i~11i fu·a l i' ..r. d t o• i· pro· .. a Hl! Ila l t· a 0.15 reru a ll'anno ( 1~). Le aulorit :t .,la111111 t'llll .,itlt·rarulo in g•·rw ralt· l'nJ•­J'Orlwtità di ri ::-~·n·arl' ~ .) d i q ut•.., la clu -•· a lrirrurliuzioJH olm uta alrimlu-. t ria nudeart· e.piit iu particolare. di p t'r llll ' t t C' TI una Ilo-t· luntl•· tli 0,03 r t• lfJ l'a nno da effluenti ga,. .. o,.:i t• di 1!.03 r.·11r l':w11o J,, ill~t·., tiullt' clr al'qua t' di eit.o (1") .

Pt•r <Juel che riguarda ~li irwicl t•fl l i ~ i pur'• di n · t'hl'. pur mancando una n·~olumen t azion e rreei.,:t, h· t'llrhitll'ra.f.iun i d ~t · .. i fallii li ric·:r le ano il motlt• u,. amcri1·auo. Le tloo:i t'Oil"t'llti l t• pt• r ~l i imlh i1lui ull't•.,lo·run dt•Ua ;rona di c·:-clu­,.ion <• i11 ca,.o di r il::tt-c•i(o tH·t· idt·fltai P :- u1111 uudw qui ::!.) n· u1 al <·c•rpv inlt•ro c 300 n·m alla tirnidt·. '\ p)], . a ltrt· 'aluta11ioni t'hl' l'anali,j di :<ÌetLn ·zw com­porta, di ;.o}ito J' autoritÙ tende ad n<!ot'l'l ' p iÌI Jihc•ral t• llt 'Ì l'UHf rulli i d r JI" Ut t•ll t l' di quanto non In sia l'ault~riltL am crirnnn (17) . Sc·mbra, inoltre, dte s ia ormai ;. l ut a detit'a la cos truzione :. i ~:> ll· nrati t•:t di iwpiauti 'ic·inn a li•· cittit. giudi­caudo,.. i 11011 uecc:-~ariu acnumùnrc nlt criol'i CS JH·rit·n~t· (1°·17

).

-~ 1111 . l ' Sur.rr. Sronitò (1911 7, 62<:.-IHfl

A~lALDI, C.UIPOS \E'il"TI, t'Ili LLANI, '!AlANI E T\Bt.T 635

ln Ca11adà ( IS.%1). di'\ ersnruentc da ciò che a<·ca1lt.> rwgli tati Lniti,

l'organismo federale che concc•tle le autorizzazioni alla co,..lrnziont· e all' I'"Cr­

cizio degli impianti è :.eparato dall'.\tomic Energy of Canada Limited. d1c

promuove lo sviluppo 1lcll'cnergia nudearc. l <· riteri adottati dall' \tonuc

En,•rgy Contro! Doanl per cit, che riguarda lo :,tmlio :-ìucio·et·unomico t'

geofìs ico tlcl i>Ìto l>ono simili a quelli amer icani. ~e difft•riscono inwct· pt'r

la ri1·hicsta di uuo studio ahhastanza approfondito ddl'e<·ologin del luogo

con lo sc<~po di s t abilire le do:-ì i ricevule •lalla popolazioni.'. l~ stabilito infatti

eh<' per il c·ulcolo tleJIC' dos i ulln popolazio1w n<'l eorso cl,•ll'esen·izio :coi d··ve tl·twr con t n ant·he 1l!'ll'n l'nluale ri• ·onct·ntrazÌtJile attra\'C'r,o la l':ltt·na

alinwntan·. Oltre al limite inilh·idunlc di doi--c Ji 0,5 n·m l'annu all'intero

organismo l' di 3 rcm rnuno alla tiroiJc tlci bambini. ,·. ,..tabilito un limitc:­

annuulc ,]i 1 0~ n·m X uomo pn la tlost• collc ttiYa alla popolazionr.

Pt~r I'ÌCÌ dw riguanlu gli e \ t•uti nattlrali p cricvloo.i non 1-- Ì banno informa·

zioni :,uU\·:--il'tcnzn di l' ritl'ri prrcisi; è però noto d11•. in diHr!!i ea: .. i. le

1-- trullure ili conteniml'nlo sono :-, tat .. progNtatt• p•·r un' an·clrrnziunc oriz­

zon t.tlr pari a un tlP•·imo tlell'acl'l'h•raziunc di graYitù.

Lo ,., rndio d .. gli int·icJ,•nti ì· b<hUII) sulla :..mltlivis ioiH' dei :-, i,.,tl:'mi llrl­

l'impiaoto in tre ,·Ia:--:.i: a) ,. j ~ •• ·mi di procr:..,..o; b) ,.1,-tt•mi di protezione; c) ,. i,.to•mi di l'ontt' nirnt'nlo. È tlt•linito « gua:-to pNit•olo:-o» tm guu"to a un

,.i,lnna di proce~~o il qnall', in nss(· nzH dei si~-< l f'mi di prott·ziont· t' tli l'onte·

nirrH·nto. poi r cblw t·au ... art' un tlunnu alla populazion~. lnddenti di I]UI" .. tO

l i p o non d,., 11110 a \' '\'t' Ili r e l'Oli (ro·•l'u·nza rnt•dja mn:rgiore tli tmu o~rrù

tn· utmi. ' i dici'« inddt>nt<' di progt•lltJ» un inl'idC'otr ud crwlf' un gua­

,;;to <ti si::.tl•mi di prot•t•..,;.o t·oincitlc t'llll un malftulzionamcoto n un gua·

1-to ;Ù ,i,.,Lt'mÌ di protezioni' o ai -,i~tt·mi di t•ontcnimcnto. L'incitlt•nte

di progetto tll'tcrmina l 'arca th•Ua zona di C':-dusione: al limitt• di queo.ta

zon u lP duo; i tln ono t':-1:-otre inferiori a :!5 r l' rn a l rorpo intero e :!50 re m alla tiroitlt• tlt•i harnhini ,, la do:;l' ntUeui,·a tiC'\ e t· ... ~•· re mi1111r«' di l 06

n·m X uomo.

L'l'r il malfunziuualnt•nto t'i gua ~'- t i ai :- i.;tc·mi di prolt•zione c di t•ontcni·

Ult'J\10. dh·t•r .. amt•nte da 1Jll3111U .. tahilito nei pac;:,i -.inora •· .. aminati. r \tonùc

En1·rgy Contro! Bn:wl impunt• un limite oli «non aHidabilità». Ol'lltll'ndo

«non atf1,1abilitlÌ» la frationt· di tl'mpo duraHtl' il q~ual<' una c•·rtu appar<'l'·

cl1iut tua non funziona I'Omt· duvreblu•. si :,tabili:..cc infatti t·he la 11on .tfliila·

hilit.\ flri .. i .. ll'mi di prnt!·zionr 1:' tli I'OiltC'ni nwnlo non ol•·ve :..uper:trf', pl'r

cia~-ot'tUlO. lo o.:~ "., . L'analisi d,., fanzinuarncnto c l'analis i di s ic ttrt'Z7.U tl!'\'0110

Jll'rlanlo dimo><trarl' l'i1r tjUt·..,ti limiti nu11 :;uuu "' li)H:rali.

Si u ..... t•n i •·ht· l'introduzione di 'JliC:òlO aitl'rin prnb.1bili,til'll [WrrrH'ltt'

di \ :tlutaro •tunl'o': la probabilità oli 1111 incitlcntt• IIHdt·urc clw le autoritù

pttlJblich c "Ono di .. po-tl' ad a<·•·c ttan• t'tJme ri1-chio, to·nuto ronto li<' i 'anta~gi t•ht· clerinmo alla rnmunità dall'impit•go pat·iti<'o ddl't·nl'rgia mwlearc. La

~ nn. l t :Suz,.,r • ."iurulu l i Hl 1, 421H~Il

631·

prubahilitù do·lrinrido·ulo• can:ttlo·~ t· ri ... ulta t't>• Ì , . ..,,,.n · o·m ·a IO 1 inC' ifl e uti ·

r t·allurt· anuo. J n nlt'dia. Ctuindi. o~ni rnill•· anui (, . a utorilù t·anadn.i .-ono

fli ... po~tt· ad ar r•·t tan·. IH'r O/! IIÌ rt•allon· in - tallat o uo·l pr oprio lt•rritnrio.

11 11 Ìtlf'itlo·nt t• clw t'll lllJHirl i una do:-1' !'olil'll i' a di IO'' ro •m X uomo .

l criteri a dottati in (,rrrll fltt •ttl !!/111 n •· l 111 11~ '"Il" -o- L.lll/i,tlrno•nt .· di\l·r·t

d a f]U••IIi "i no ra do•"t·rìtti. E .•. - i l•t.Jtl.utu ,, 1111 a t•la<.s tiii'HZillllt ' tito i -il i ind i­

p cndt·ntt· dal t ipu tli r••atlort• uudl'ilrl' d u ti•·' • ''"''" i iu ... tnllato. {.ht· ··La p rttc·t•dura i· ~in~ti f lt'ata tlall.t t'CIII\ ittJ:intll ' t•lto· lu d .·liuìz inno· di lllt iucidt•ttl•·

ì· t-ogtr•• l ta a tllla g:rand·· arbi tnlri•·t it ,. 1'111· tuil i i n·a llo ri bt·n ro ... truiti "-lllln

!-U•tanzi.tlml'llt•· t't)lti,·alt·uti dal punto 1li \ j.,la d t• lla ,.. j,·ur o•zza. (Jue-lu ,..•condo

fnlltJ t' tanto piit '••ro t)ll:tn do .. ; t•un ... itll'r,llltl n ·a tt o ri d i una ~te,. ... a « f;un t ·

f:!linn c• di uua s tt· ... ,..a « ~Pnt·rmr.itm••» . com•· ì· ul'radu tu ,. al·t·at lt• iu (,ran

Hrl'ta~ua o,·,. !iOtHJ ~tali s ' il uppali c ...... ,.ut.ialm•·nt.- 1 n·attori rafl'r •·•l­

da li a ~a ... P er clas;.iucan· i ~ili s i ftt 11"0 di un« indic·t• eli nw ritu n ·latho» che· i·

ralcolato pr::ando. cou una opportun a funziunc• d t· lla d i.- tamr.a dal reattnr•·, la den,.,ità di pop olazion•· nel :;etlort• di :~no piit sfa,un•, olt· (2:!·23). La funzion t·

p c"o (> p roporzionalt• a l quadrato dt·lla c·uut·t·ntrnziullt ' alano,;feriea dello

iodio 'nlutata in segui to a un rila;;I'Ìu 'i talldard di l t•uri•· ,. cou condizioni mt·ten ·ologich c sfa,ore,ol i a lla clilu izion\' . l •u ~itu puì1 t·~ ,.t·n· ancht· cara l lt'·

rir.zatu asscgmmdo il va lur(' di qut·lln dt•tt,.,ili't di popola:r.imw (•l en ~ i tà o•q ui.

vnlt•nte) r b e. suppos ta ct>-.lantt·, p roclurn·hht• lo "l''""" intli1·t· di m l:' rit u corr i· llpond.·ntc alla d cn1-1ità di popoln:r. iolll' r c·alt·. l ;. i t i :<ono l'las~ ilicati in qual 'lro clas;;i cor ris pondenti a dc•n:,itù t' qui,alt·nti el i populazi11uo• par i al f1 " 11, 1:! " .. . 25"o l' 50° 0 cJ elJa flOpoJaziont• JIWflia urba1111 (CÌrt'll 10.000 a fJitanti 1wr km~).

Corn plenwntan · alia cla:-~ilit·aziou• · cl.·i .. iti i· la ,J,., is iunl' cht· riguarda

quaJt• tipo tli n ·attort• JlltÌI n:uir•• iu~olnllato in "Ìlt appa rlt' twnli atl una da t a cla;;s,•. ·ella m ctoclologia ingJ, .. ,,. •ttll' ~ ta tlt·c·i ... iurw. ~ulla •tualt· influi::cu n u

anch t• , ·a lutazioni politirhe ed l'runum it· ho•. ,·. :,ugJ.!t' ll.t a~ l un·,., olm:ione tlt'l

t t•mpo legata al miglioramPntu dell t· tl•cnulogit· t· al c• r t• .. ,•,·n· tl•·lla richi t·~ta

di p roduzion i' d'enl·rg:ia. '\t>i ~iti di da .... •· l "01111 -tal i in .. tallati i reattori r afl'redd a ti a ga,. tl t•lla prima ~··n t• rat.itm •· · pratit·amc·nt t• ,.,aurcutln tuui i

;.it i di que,.lu cla,~c·. ~d 19h7-CJR i· -.t.tl a annurwi.lla tl.tl 'liui·aer of P c"' er

la dt·ci~o iont• di con,id l'raro· ~t· twralnwnto• a t•c•c•ttnhili ~i ti di eia,.-.,. Il (' t' r rt•uttor i aYanzati rafl'rrdcla t i a ga ... ( \(,H) t••m rt 't'Ìpio·nt t a prr,.~ionf' ... ja in

a t•c·iaiu ~ooia iu ccmt'u tu jlrt'· t·om prt·s~o. (jut·,.la d, ... i, imtt·. oltr•· 1'11e giu~ti li cata

dalla ma:z~riou s icur ezza di funzicmamt•nto tli 1111'' '1 a ..,,. ,·unda gt·ru•razion t·

d i r ratturi., i1 s ta ta auch ,· moti' nta dulia ll t ' l ' l' ... ~ itit di co,.. trui rt• nuo' i r eattori

r dalla tliflìcoltà ùi rc•per imenlu di uuu\ i ~oo iti. tt•nut o t•unto tlt' ll'elt·' a ta d ··n·

&i l tt di popolaziom· (24 ) f' d e i Yitu•oli pa(' :itlf.q.~i ~ tic·i d tP 'i~tJI IO sul 4·0'' 0 t' irt·a

ci C' I t Prrilorio (2"). Tutta via è !' la to ('1- JI Iicit amcntc• dichia ra to rhP non ì· ton·

AMAI.I>l, CAM POS VEN t:Tl , t'R l'I.LANI , .\JAIA:"/1 E T ABET li3T

siderata ancora possibile l ' ins tallazione di centraJi nucleari di potenza a meno di due miglia da un crnt ro urbano.

Oltre ai critt•ri genera li ora espo ti , prima d ell 'approvazione del ::ito sono presi in cons iderazione anche la posizione. rispe tto all ' impianto 1li ,-cuolc. ospedali, ecc., la varia?.ion c ùt'lla popolazion<' clurante l'anno (sprdalmente nelll• regioni Luristit·ht') •· la rnctt>rcologia. A ll'atto dell'appro, ·azion.· d ..l !-Ìto vrngono defin ite tr e arf•c (di cirra l , 2 c 5 miglia di raggio) a ll 'intr rno t!Pllc quali la pop olazione è soggetta a controllo, nel senso chf' ogni Yar iazi()Jit' tli riS(H'ttivamente, l. 50 e 500 persone viene notificata dal )'linis tr r of lfou:-, ing nnd L ocal Governm('ntal Minister of Powr r .

I critr r i (W r In scelta ti c> ) :-ito ;.opra(•:<pos ti, tuttavia , s i prc:;tanu a numt•·

rose critiche, che ,.ar ebbe qui lroppo lungo ,•l(•ncar e (U). In t (•mpi piì1 r l•centi Fanncr (26) .. d altri hanno tt' ntato di impos tare f' ris(llvcrc la qut'stione in tl•rmini prohabili ~> tici. Il punto di partenza del metodo probabili~tku per Ùl' t crrninare il rischio conn c:'SO con la pr4'st•nza di un r eat tore nucl(•arc in un rrrto sito ì- il srgu~:ntr·: •·onoscenùo l'a ffidabilità d i ugni componrnte di un r eatton · (e tioè la probabilità di tm certo malfunzionamento, per ogni c CI m ponente l' pt•r ogni tipo tli malfunzionamento) Nl inoltrr: conoscendo il t•omportamento dd s istema in condizioni s ia normali che anormali, è pOI'Si· bile costruire 1mlla carta un certo numero (infinito) di« incidenti », Otibia ùi seque nze di malfunzionarnento ch e conducono ad un r ilascio di rad ioatth·ità all 'r~tterno tlel reattore: ad ogni incidente ,; i possono associa re due numeri :

l ) la probabilità p (pe r r eattore p t~ r anno) associata all'incidente; 2) l'attività rilasciata A. (in curi•·).

Ogni incidente i;arà quindi rapprc:.cntato, in un piano (p, A ), da un pwlto, e la distribuzione di questi punti al variar e d ell ' incidente dà una idra quantitativa del compor tamento dr! n 'attor e in questione nei ronfron ti dei rilasci di radioattività. In particolare un reattore « s icuro» prcsPnterà un addensamento d ei punti in zone con p elevato e A piccolo, ovvero in zone con A grande e p piccolo, ma non in zon e con p e A entrambi granili.

Come giià d etto, questo metodo ha il vantaggio, risp etto all'n.:o tli un in1•idente di riff' rimcnto. di progetto, ecc., di tma chiara impos taziorH: di principio, e di cr;r;cr e già si aLO applicato (in forme analoghe) in a ltri t• ampi con ottimo :;uccesso (metodo di Montccarl<l) . Resta però ferma L'ohit'zione "c al mom e-nto a ttuale l'cspl'rienza accumula ta, s ia IH:U' imlustria t·on,·en­zionale che in quella nuclean•, permetta 1li aver e d cUc time sufficif'ntcm f' nte precise d dJ'allidabilità d ci componenti c eli poter estrarre dall e intinitc possi­bilità di inc idente un numero finito di sequenze rappresentative, t uli cioè ùa dare w1a «fotografia » sulfìcientem <:nte accurata del comportamt·nto 1lr l r 1·attore.

Su questo punto vivaci polemiche sono in corso e non si è ancora rag­giunto, a quanto c:i consta, un soddisfacente consenso . Va notato chl' ques to

11111. l~t. Supor. Sa11itli •1971 l 7, 02tl· O~r.

-638 CONFEII ENZE E SEMINARI

m etodo, applicato m reattori AGR ( 26,27 ), dà dei rischi p er la popolazione estremamente bassi, t endenti a m ostra re, se accettati, la possibilit à di m et· tere r eattori nucleari in aree anche densamente popolate.

In Italia. la legislazione p e r l'approvazione del sito di un nuovo im­pianto nudeare prevede una istruttoria c(lndntta dal Comitato N azionale per l'Energia Nucleare, organo ttP.cnico dell\finist ero dell'industria e del com· m ercio, il quale prepara un rapporto sulla base della docum entazione pre­senta ta dal proponente il sito. Su questo rapporto del CNEN si esprimono, in un termine di t empo di 60 giorni , le cliver~;e Amministrazioni interessa te e in particolare i Ministeri dell' interno, del lavoro e della previdenza sociale, e della sanità. Questa documentazione è s uccessivamente presentata dal ·CNE N alla Commissione t ecnica per la R i<~urezza n ucleare e la protezione sanita ria dalle radiazioni ionizzanti, la quale è un organo constùtivo dd CNE l\' st es;:;o ove siedono rappresentanti di t utte le amministrazioni interes· sat e agli impianti nucleari. Il Minis t ero d ell' industria approva il sito c concede l'autorizzazione alla costruzione su parere del CNEN, il quale d eve aver sen t ito la Commission e t ecnica (28) .

I primi impianti nucleari di un a certa rileYanza che St~guono la procedura delineata stanno giungendo in Commissione t ecnica in qu esti m esi, pur essendo i l DPR 185 che stabilisce la procedura dell' approvazione degli impia n t i d el febbraio ] 964. In questi ann i n um erosi impianti sono H ati approvati con un' applicazione estensiva delle norme transitorie del DPR l 85. N on <'- pvss ibile p ertanto pa rlaTe di esper ienza fa lla in Italia dagli orga nismi cita t i secondo la procedura vi gcntr p er r approvazionr dei sit i : a nche p er questo motivo non esiste una normativa it a liana in questo campo. Il CNEN ha t\ltta via predisposto un docum ento d i guida alla s tesura d ella docmnen · taz ion <· ri chi esta p er l'approvazione del sito (2u).

L a Commissione t ecnica d el Cl'\E~ ha lavorato in questi anni a t utti gli altri problemi che riguardano la vita di un impianto , quali la stesura delle prescrizioni t ecniehe di fun zionam ento, la predisposizion •~ delle formule di scarico e la st esura dci presupposti dd piano di emergenza esterno. L e questioni connesse con le caratteristiche dci sit i sono state spesso discusse in r elazione a questi problemi , ed è quind i possibile clt·lirwarP alm r no quale è la linea generale seguita dalle competenti autorità.

È in generale richiesto tmo studio socio-economico della zona cireostantc l'impianto piuttosto dettagliato e aggiornato. I n par tirolare le' au torità sanit arie insistono sulla necessità ch e, n el rappor to preliminar e d i sicurezza, trovino posto abbondanti informazioni sulla destinazione del t erri torio circostan te e sui suoi prevedibili sviluppi futuri. P er quanto lo stu dio ecolo­gico s ia senz'altro da considerare un elemento essenziale p er un ' analisi .approfondita di un sito, i proponenti rimpianto tendono a rinviarlo a una

A nn. hL Supe~ Sanità (1971) 7, 626-646

.DIAI.DI , C.DII'OS ' ' EN VTI, ~·RULLA:->! , ~L\IA:-iT E T.\RET 639

fase s uccessiva, anche perchè la raccolta di dati richiede lm intervallo di t empo piuttos to lungo.

P er ciò che riguarda la sismicità, sono richieste informazioni piìt o m eno approfondite a seconda della storia sismica e delle caratteristichr dd s ito. Il problrma della de terminazione di criteri generali di progettazionr anti­::: is mica degli impianti nurleari è attualmente allo stw lio da parte degli organi che si interessano di s icuuzza.

L'analisi di funzionamento c l 'analisi di s icurrzza c·rano inizialmente di

matrice americana, con alcune sens ibili diffcr<·nzr·, ma attnalmcnte l'ono m fas(' di c·voluzione. lnnan:r.itlltto s i t ende a dare una notevole importam:a, nello s tudio clegli effetti degli scarichi di esercizio, alle vie critiche di irrag­giamento p er la popolaziour: , snpplt>ndo eventualm ente alle informazioni ecologiche che a questo stadio mancano con ipotesi eautdativt• . ]n >'t'condo l no go, per la scelta dr· l s ito non :;i cons idera un« inci1lente basi' Ji progc•tto »

tl i tipo americano, ma piuttosto un incident•~ di rife rimt>nto che (o basato ~ulle caraltc·ristil'hc d<•ll 'impianto; per la scelta di questo incidt·nt•· non esi­:<tono tuttavia eritr ei genc·rali uniformi . P (• r <p.aanto riguarda le dos i, non sono accettati al di fuori dell'arca di proprietà d., l futuro t'SI'rcente valori così elevati fiua li rtnelli che sono accettati in altri paes i. Questa :;eelta Ì! dovuta al fatto rhc le :llttorità che :; i occupano di protezione' dalle radiazioni non ritengono ragion evole compensare la trascnrabil e (ma non quantificata) probabilitù di un incidente eon raceettazionc di dos i estremamPnte onerose dal punto di Yista protezionistico , qualora fosst·ro dft'ttivam•' nU• ,-omm ini­strate . Qtu'sto atteggiamento suggeri sce 1ma linea eli sYiluppo in direzione

dell'approccio probabilistif'o l'anadcsc, o forse rnPglio, ingleS<', 11 r1uale però incontra ruolt is;;ime difficoltù tecniche. A questo propos ito ì! intc>re;;sante citare che un nuovo approccio a c1ur·~rto problema è s tato suggerito in seno alla divisione sicurf'zza del C EN e applicato ad alcuni impian ti eli ricerca.

Infine c'è da osservare che ;,ul problema dei v incoli ttrbanisti<'i da im­porre alle zone circostanti l 'impianto nuclear e non esiste ancora tma politica tt!Iìciale, pur concordando le autorità 1:ianitarie e protezionistiche s tdla neees­sitiì di impedire che nl confine del sito di nn impianto nucleare si sviluppino zone residenziali.

Torneremo su questo argomento, ch e riteniamo di fondamentale impor­tanza per la scelta di un sito, nel prossimo paragrafv.

Volendo confrontare lra loro le mctodologic impiegate 111:i cliversi paesi, ù 1H~ccSfiario tener .sempre presente che esse n on sono av1tlse dalla l'Paltà eeouomica e sociale, ma an:r.i ritlettono le caratte ris tiche tecniche dei princi­pali impianti nucl<·ari installati e da installare, il diverso grado di sviluppo in1lustriale c i rapporti es istenti tra le principali componenti della realtà sociale. Ad esempio. il problema, che ovunque :; i pone , dell' installazione d i impianti nucleari in prossimità di zone urbane è legato cssenzialml'nte a

.41011. Ist. Su per. Srrniui. !1971) 11 G~G-<l46

640 CONFEIII:NU. t. lH.M l"AKI

motivi economici; negli tati Uniti, p er e r mpio, è lata ,,·iluppata la cosi<l­detta « fùosofia dcJia compensaziont· dellt· sa h a~uardie» rou lo scopo cJ i compcnsarr ravvicinamrnto d egli impianti ai ct•ntri aLitati eon un pi ìt ele\'ato s tandard di s icurezza . Altron·, r in particolart• in Inghilterra. oltrt· alle motivazioni di carattere economico. giuca un ruolo dl'lerminantr il rapido e:.aurimroto d ei siti lontani dai centri urbani.

Lo A\'iluppo delle mt' lodolugic è ancht• l e~ato al tipo di impianti presenti in un paese. Questo giusti fica parzialrocntt· lt• di vt·rse trattazioni u~alc m·gli L A, ovc &ono installati reattori di potenza raffreddati ud aequn. r in Gran Bretagna, c:hc ha ~;viluppato esscnzialmt•ntt· i reattori rall'reddati a ga~ .

In Italia, ove purtroppn non esiste un' i111lustria nucleun· indipl'ndcntt·. s i è cercato di indi,,iduare una metodologia applicabilt• ai dh t•r:-i tipi di impianti. Sebbene questa metodologia non 11ia stata ancora compiutamcntr t-. \'Ìluppata. p er ciii cbt' riguarda l'impO!,.tazionc generale del probl t> ma la s ituazione nel nos tro paese può essere considerata pos iti\'amcnte.

3. Auspicabili linee di sviluppo dei criteri italiani per i siti nucleari

Mentre in Italia le procedure adottatr p er legge a livello nazionale per rapprovazione dei siti nucleari possono Cbb<•re considerate' in generale abba­stanza soddisfacenti, specie se confrontate con quelle adottatt• per gli impianti convenzionali, sono senz' altro auspicabili chiarimenti e sviluppi dei criteri impiegati dallt> competenti autorità; qut>~; ti criteri naturalmente influenzano il modo con cui gli utenti affrontano r rit~o lvono i s ingoli problemi .

In merito agli organi preposti al controllo deU'att:i\'ità nuclt·are, attenta consiùcrazionf' deve esser i? posta ai problt·mi ronnessi con la 8truttura d el CNEl\, eh(' S\olgc contemporaneamentc la duplicc funziont• di organo pro­moton• dell'atti,ità nucleare e, attra"cn-o lr sul' divisioni di sicurezza nucleare c protezione sanitaria, di organo di controllo. San•bbt• opportuno che su questo problema, anche in relaziont• all'eventualt· approva:r.ione della nuova legge sul CNEl\, inizia se un dibattito analogo a quello in cor o negli Stati Uniti sull'AEC.

Per ciò che riguarda 11.' metodologie adottate p er r esamt' di'i siti, i prin­cipali inconvenienti che si sono manifestati riguardano:

l ) la mancanza di criteri prc~;tahiliti per giudicare la sufficienza d t• Ile informazioni socio-economiche c , in particolar<', cl.'ologicht· presentate da­gli utenti;

2) l'assenza di criteri generali e, quindi, di dispo8izioni legislati\'c che p ermettano l'attuazione di una corretta politica p<' r la destinazione urbani11tica delle zone attigue agli impianti ;

3) la mancanza di un 'impostazione unica dci problemi degli eventi naturali pericolosi, e in particolare della sismicità;

A n 11 h l SuJ)<r. ~~~ 1111à 11471) l, ~~~

,\~IALOI , C.01POS VE:O.l TI , FRl"LL,\,'11 , M.\IA:O.I ~. T~BET 641

4) la mancanza di criteri generali di verifica deUe qualità dei compo· n enti degli impianti nucleari, la cui esist enza rappresenterebbe un'importan­tissima garanzia di s icurezza;

5) la mancanza di definizione dei criteri di !.iCelta degli incidenti da a':.umere s ia per l'approvazione del s ito che per la uccessiva predispos i· <tione d el piano 1li emergenza.

Prima di illustra re questi cinque punti, sottolineiamo il fatto che il p roblema della programmazione a lungo termine dci s iti nucleari, la cui nec<•ssità segue inevitabilmente dalle considerazioni s inora ~;volte , è, u nostro giudizio, non srparabile dal problema più generale d1·Ua programmuzione (legli inscdiuml'nti industriali. che sarà trattato nel prossimo paragrafo. Per il momento pr rtanto ci soffermeremo solo sui r inqur punti ~opraclt"ncati,

c·h c riguardano in particolarf' gli impianti nucl('ari. Con l'aum{·ntnre delle conoscenze sulle cons(•gut'nzc dciJ ' incpainumPnto

arnbi<·ntale sull'nomv ~> la sua specie, c dd livello di consapcvolc•zza della opinione pubblica, 1111 accurato s tudio ecologico clivi(•ne iH' mtJrl' piìa. t•nucli­zion<' prrgitul iziah· all'approvazioni' dei ;:iti. È bc•n w ro c·he, in lirwu di prinripio, i· "l'anpre pos,ihill' im porre ~uccrs:- ivament·e aii\·,Ncentr l'in--talla· .t.ionc· di impianti eli ('Ontenimento e tli , maltimt•nto tali da ridurrt· n li' t•lli a c't'l'l tahili la t•onst·guente contaminazione: in pratira que~ta pos..,ibilità è Jll'rÒ <·ondizionat a dalle con,..itlerazioni economiche deii'PRPreì'nte al ttuale, ' IH'"!'O, l'au torità non ric:-Ct' a imporre ~oluzioni molto otwrosc uneh(• pt·rt·hé •. ..,, .. trovano spt·s--o la loro ~instificazione in ragiunamr nti ~~·nrrulmt•nte

at•t•t•ttati ma ant hc• tlifficilmt'ntt.· qLtantificabili . . \ fJUe-. to propo,., ito 'i pt•nsi ..t lla po,..izione clt·U'I CRP e di tutti gli organi cht• s i uccupano di prntl'lione clallt• radiazioni ionizzanti. i qual i con~idrrauo che lt· clo-.i ma-.-.imt• ammis· ,.ibili sono mas~> imi accettabili ;;oltanto in presen za tl i «benefi ci» (e t·it, apre uno cliflirile cli;~cusR ione su cm:m ;:i intende per« h t'nc•fìci»), ma ehe giustunll'nte rit·hiedono che tutte lf' dosi ~iano mantenute al li' c• ll() pitl basl'o pu~~ibile. \' t·nclo ridinwn~ionuto a lin•IJi n •ulis tici la posi- ibilitù di imposizione 'iUI'Ct"S·

, j, a di limita..:ioni a llo scarico. r isulta evidente l' importanza di uno -. tudio t"cologico <·ompleto all' atto dell'approvazione ciel :~ ito, il quale pcrmc·tta eli garantirsi d cll'arc<·t tabilità di'i pre-.. is ti :;carichi di l's c•rti:~Jo. Si comprende d1e ;;ochlisfare ttues ta richiesta implica alcune di(ficoltlÌ, perché un ac·c·urato "' uclio PI'Ologico rwc:r s:"ita di tt•mpo, c d ' altra parte• non esis tono in Italia t•o a w~ct·nze a t•quis ite o studi progra mmati i< Ìslt•matici. Una parziale ~oluzione tld problrma potrebbe c·!'srr e trovata in una strettu collaborazioni' ron l'Uni­nnità c con il Consiglio :\"azionale ùeUe Ricerdtc. 'Idio :.tuùio dt·ll'df(•tto :-ulrambiente della presenza di u n impianto non dovrebbl' C~"> ere dimt•nticato, nel t•aso di reattori di potenza, il problema delia polluzione termira, t he -.arà t•c•rtamente uno dei fattori limitanti in un prossimo futuro c che riguarda an<'he gli impianti t•onvt"nzionali.

642

Pas~;amlo al FCconclo p1u1to. in Italia, !'nm r ;;i t• detto. le autoritù l'ani­

l ari,• sono fermamente I"On,·int<' di'Ila m•ee,..;;it :ì. eli ,.itunrr gli impianti m•de ari

in zone inclur- triali confinanti <'011 zon<· a ba,., a d c n!'itù d i popolazione. <Juc;;ta esigruza è l(•gata ai problemi po:;ti s ia dagli in cid ,•n ti nu,·lo·ari. dw da;.rli

scarichi di l' !'t>rcizio. P er c iù du· rigLwnla i vinroli impo-. ti da l1·gt-ri c•,..i :-- t ,·n ti.

gli impianti nucleari non difl"eri~cono dagli impia n ti <·on\ ··••zi,..lali. )lf' J" i

quul i <'s is tono i vinruli provenir n1i dalla cli ,; l'iplinn 1or·hani•tiea del terrilol"ÌIJ a li vcUo comunale, le s t•n ·itìt militari , l1• Sl'f\ itit d emania li. le l:lcn ·itìt

idrogeolog irlw c le s e~ n · i tìn amhi<'nl al i. Pc·r gara n tirc· l'i qtit u:~;ioul' d i una zona a hasFa d cnsitìt di popolazi om· n ell'intorno di un impianto

nu!'lcarc si d cYe ricorrert' ai v incoli posti dai piani r<'golatori <' dai piani di

fabhri razion<', i] rhr fa sorgen· diflicolti1 non soltanto JWr<'hl~. com e Ynlrcmo al quinto punto , non esis t•• un rrit<·rio gt•ner:tle pt•r dt•Lc•rminarc il raggio d!'lla :t.ona a bassa d cnsitù, ma anche pcn!bt~ nel nos tro pac·..;{' i Yineoli urbani:;; tit·i non sono ri l'pcttati. Rasti p czt.,au a q uanto ~ accaduto intorn o al CS~ dt·Un

Casaccia do' e , malg rad o l!' num,·rO!-\' clc·nunci., t•fkttua lt• :, ia dal CXEl\ì" clw dallo· autorit;l sa nitari1·, non,-. s tato po;,,..ibik ('\ itm·•· la prolift~razio ll (' di

ca!-ctt•· di abitazione t' di scuole• a pochi m ct ri dal confino· 1lel C.cntro. 11 prn­

blr ma di'Ile zeme di ri~petto intorno agli impianti nw·lt·ari non ì· molto cliYcr :--o Jalr ana logo problc·ma [Wr gl i i m pian t i cv n ven:r.iomdi ,. trm er .. lllH• la sua

soluzione ndla programmazioni' d1·i :-iti di l' Ili "i parini> n!'l pro"~imo para· grafo; sino a cht• la prog rammazion i' non diw·ntcr•Ì opr rantc Ì' prrò perlo­m ello lll'l'C:-,..ari•• ehc· l1· auturitù ]oca l i ,.iuno :-rn ,.ihilia at ,. a l problc·ma ,.

ch1· si;:Lt·maticana·nt•· in turrw ai JttlO\ i impianti 1'. Jll'r q uanto pn~:--iui lt· .

intorno ai vt•t•chi. ~o> Ìano i,.tit uil(' zmw non re::idrnzial i ., t·h·· .lr anturit:'t di

controllo :-iano Ll'llUll' informa t i' . I'OIIH' at-ca d .· in Crall Bretagna. <ldJ,. Yari;t­

zioni di df•n;; it ù di pupnla:r.i111 1• ' d~t· hanno luoJf!ll nel t•o r~o del t•'lllJHI. Il t!· rzo punto ,-nllt'\ a t o riguarda la ;,Ì :-- rnicitì•. li (.ì\ E\ ha iniziato s tncli

sulla sil-'mi1·it :'! di di' t•r;:i -. i t i rnwl1·;tri ,. '-HIIa ri,pu,.ta do·ll ,· ,Lrntturc•. f·: JW<'I' ~·

sario rh•• in un l us~o di tf'llljll) HUII troppo lu ngo ~ i gi un!:!'a a >' lahili r t' l' ri t•·ri grrwrali di prO~f• tla:r.iu:ll' d.·ll(· di' Pr,_,. parti drgli illlpianti lc·;;ati alrallali , j

drlla :,Ì1-micilù d r l ::ito. per Ju rpwle ,., rS '-I' uzial•· , tal ,i lir• · 1.· informaziutri mnllmt· ri rhiP;.;t ,•. Prohahilmo·itlt· ,,j ~: i t ll l;!t' r:'l alla o·.,nc-l u·· inn t• dt t' lt· infnr·

mazioni !!I'JH'ralnu•nt •• a .Ji .. )H"iz it•ll•" in I talia um t ,.111111 :-u Oio·it·nti ,. :-aJ· ,\

nc•t·(' ;; ;.ario ;:rim olarl' ult ,•riori :-tutli . \..)J,, ,., olginwnto di <JII•"' lo jll"l•;!ramtPa

pu:\ r,..,..pn• utilt- l t·rwr c·nnto d,·JJ •. ;.o]uzioui adolta t.- in (.,iapfHlllo'.

l · n rOit•art• I'Ontrollu di Cjualit:t tki l"ti:II1Hll1t 'll li. qua rtu pturtu d ella

no,..tra li sta, dcn' c,.. :- t•n· <'IHJ;.;i d cr ato ganur:r.ia e::-.enzia lt· pn In :- it:un·ua dqdi

impiailli. Si tratta di un argomento molto Ya:--to :o-tri quali' non po.- :-ia nrt~.

in <fLte::; ta s t·lle. >;ofl'r rrnarl'Ì, m a che dcn· irnpegnan· ~li utr nti ad un tl!'ci'n sforw tecnico c organizzativo p L' r garantir•· fappli l'nzinHP ai ••ornpurwnti e

ai s istemi d~·lle ;;oluzioni pitt avanzate d ella t rrnologia.

A nn. la t. Suvcr. Sa ttttà il 9i l • 7, 620-114\l

643

Il quinto e ultimo punto riguarda la scelta degli incidenti. La dillì.coltà

iosita nell'operare la scelta degli incidenti di riferimento non ueve porre in otnhra l'importanza tlella mctotlologia hasata stillo s tudio degli inritlrnti, perché lo studio di una grande gamma di « piccoli» incidenti è esst•nziale all'analisi di sicurezza dci compun <·nti c tki sil5temi c porta un contributo fondamentale a lla sicurezza complcs!' iva dell' impianto. In Italia lt~ autorità di controllo c. in particolare, il C. EX. hanno fatto s inora uso di un ~olo

incidente grave, s ia per valutare la srclta del sito ch e per la successi' a prt di­sposizione dei piani di emergenza. Si tratta di solito di un« incident<' tecnico molto improbabilt' », di un incitlt•nte cioè nel quale la successione degli l"YI'nti ì· te('nicamentc possibile, anche :- t' lr salvaguardie che ;;ono :-:uppo::-.tt' non funzionanti ;;ono numerose e intrin~t"camente s icure. Xon (•;.; ilc' tono tutta' ia criteri scritti , eventualmente Yar iabili col t empo, C'hc guidino 1\ ·sr•rcente nella scelta ddl' inciJcnte; t- q tw,..ta una lacuna ch r sarehbe opportuno t·ol­mare, anche se il problema è e,.,tr<·murnf•ntl:' clifRcile tenuto conto dt• lla JivN· s it<Ì tl <>gli impianti italiani e, in particolare. ddlt' tliffNerw:e rli t•vncP1.Ìone dt!i reattori di potenza installati. Il problema Jdla ser' lta th•gli in<·identi s i lrga anche a lla qui:'s tione deJla trattazione probabilis tica tlt-gli im·idrnti stessi, dire7.ione in ctù , a nostro giudizio, è ncCf>!'sario muovc·r;;i. p ur li' lli'tlilo ~ r·m pr<' bl'n prt·,..cntc la difficoltà tli valutare la probabilità di malfun ~:iona·

rnf••• to di sis tt•rui molto complt•;;si. T.a « -.ia probabili, ! it·a » ~ infatti quasi obbligata allorché le do:; i agli indivitlu i, ehe si ricavnno tlaJlo sviluppo di un certo incidente, tlc,'ono essere con frontate con le dosi massime ammi..,~ibi li

oppure con i« livcUi di dose » utilizzati per la pianifi cazione di misure di <"mt·r· gt•nza. Tutte quc te dos i hanno infatti un s ignifi cato probabilist icu. nel senso ch e si può , t i mare l'online di grandezza del rischio ehi' la loro ... umrni· ni:>trazionc comporta. La trattazione complessiva tle l problt·mu l: 1(11indi coerente, dal punto di vis ta <l1·l «r ischio globale)>, soltanto se può l!~sl're

valutata anche b probabilità dtc qut•l particolare incidcntt- a,·wnga. t·l­l' imboccare la« via probabili.stira» di've essere p e rù chiaro l'hl." Il' autoritù l'hc :; i preoccupano di protezione tlrlle popolazioni, rhc pur la au:-pi1·ano. non sono attualmente dispos te a portarla aUe estrl'mt· l'Onseguenze (t[ttnli potrebbero essere la possibilità di in stallare m1 grande impianto in an·a urbana) anehc supponendo ch e il t•akolo dimos tri dw la pr()babilità di <ll't'n· J crc di tm incidente grave è inferiore a , pe r esempio, lO-~ anni- 1• l n l'atti, atTawto c al di là delle valutazioni probabili!-tiche, ,'. compito delle aul orito't di controllo manten ere adeguati margini ùi s icurcz1.a anche per t•omlizioni l'hc non sono, volutamente o meno, considerate tra le ipote;,i di partc•nza.

-k Conclusioni

L'analisi delle procedure c dt·i metodi adottati all'estero c 111 Ital ia pt>r la ;;celta dei s iti t.l<"gli impianti nuclrari porta alJa cunclusiouc che i.: necc,~ario

..t nn. lat. Super. San ità 19ill 7. 02i>-iH6

CONFERENZE E SE.~tiNARI

risolvere il problema su scala nazionale impostando una seria programma· zione a lunga scadenza dei siti. D 'altra parte gli impianti nucleari non diffe· riscono sostanzialmente dagli impianti convenzionali, se non perché le procc· ·dure previste dalla legge per l'approvazione delle uhicazioni c per la licenza .di eser cizio, di data molto più recente, sono, spesso, più vincolanti e più .dettagliate. In particolare, un reattore nucleare di potenza non può dirsi .sostanzialmente diverso, dal punto di vista della necessità di una program· mazione dei siti, da un impianto t ermoelettrico, e un impianto di trattamento di combustibili irraggiati non è altro che un impianto chimico di tipo parti· colare. Non sembra quindi possibile evitare la conclusione che una program· mazione dei soli siti nucleari sarebbe monca, e che il problema della scelta ·delle ubicazioni degli impianti nucleari debba essere risolto insieme a quello per gli impianti convenzionali nel quadro di una politica generale di program· mazionc dei siti. Si tratta evidentemente di un problema di vaste dimensioni, che però ammette un approccio pragmatico iniziando da una pianificazione .delle uhicazioni degli impianti che producono energia elettrica. È ben noto che l'Encl ha, negli ultimi tempi, incontrato gravi difficoltà neJla scelta dell'uhicazione di diversi nuovi impianti. Un'analisi, a livello nazionale, delle necessità c uno studio approfondito delle possibilità c delle difficoltà insite nella scelta delle diverse ubicazioni permetterebbe una visione e una risoluzione globale del problema. Sappiamo bene che l'Encl ha un suo pro· gramma di sviluppo ricavato da analisi di questo tipo, ma la nostra proposta riguarda un modo diverso di programmare, che t enga conto delle richiestl' di energia elettrica e delle esigenze socio-economiche e di sviluppo delle diver se zone, ma soprattutto ponga in primo piano il rispetto dell' individuo e dell'ambiente. Non è il caso di discutere qui quali soluzioni siano più idonee, ma pensiamo che debbano essere coinvolti s in dall 'inizio sia organi centrali. quali ad esempio il CIPE, che organi periferici, come i Comitati Regionali per la Programmazione Economica. Soltanto così una ubicazione potrà essere giudicata sulla base di considerazioni globali che tengano sì conto delle esigenze locali, ma a livello più allargato del sem plice livello comunaJe.

A questo proposito è necessario sottolineare il fatto che questo problema è giunto, proprio in questi mesi, a maturazione nei paesi industrialmente piit avanzati, come gli Stati Uniti (5·30).

Passiamo così alla seconda conclusione che sembra si possa ricavare dalla nostra analisi. La scelta del sito di un qualsiasi impianto industriale dovrebbe essere giudicata sulla base di un« rapporto tecnico» simile all 'analisi di sicurezza preliminare degli impianti nucleari. In questo rapporto t ecnico dovrebbero trovare posto tutti gli elementi che sono schematicamentc illustra­ti nella Fig. l. Naturalmente il peso da dare a ciascuna delle quattro parti è legato alla natura dell' impianto. P er gli impianti a basso indice di pericolosità .gli argomenti a destra della linea AA dovrebbero essere meno approfonditi

A nn. hl. Suver. Samrò (1971) 7. 62~8

AMALDI, CAMPOS V&NUT'I, FR UI.LA:'il , MAIA.'!l E TABET 645

che non per gli impianti nei quali gli incidenti con conseguenze dannose per lavoratori e le popolazioni rappresentano un rischio non trascurabile.

P er ciò che riguarda le condizioni normali eli funzionamento, che per la maggior parte degli impianti convenzionali devono avere un peso prepon­derante n el giuclizio sull'uhicazione, sembra necessario cominciare ad intro­durre s istematicamente il concetto di« ricettività del s ito», ch e è impiegato con successo nel campo nucleare. Lo studio della ricettività « convenzionale» dovrebbe trovare ampio luogo nella s tesura del rapporto tecnico preparato dall'esercente all'atto della richiesta dell'approvazione di un s ito. Natural­mente diventa determinante il problema dell'addensamento in uno stesso territorio di cliversi impianti i ndustriali, problema che è molto meno grave per gli impianti nucleari data la loro relativamente bassa densità. Comunque è utile ricordare che, n el caso dell'addensamento degli impianti nucleari (centri nucleari) il problema è risolto dalle autorità imponendo una« formula limite di scarico» tmica per tutto il centroj questa stessa soluzione potrebbe <•sser c adottata per le zone industriali.

Quest e osservazioni oon hanno pretesa di completezza e necessitano certamente di ulteriori riflessioni ed approfondimenti . Tuttavia ci è parso utile esprimerle allo scopo di avviare un dialogo al quale, con questa rela­zione, speriamo di aver portato un contributo.

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