CREMONA, 19 MARZO 2015 Elogio della grammatica. · “Non è per niente la stessa cosa!”,...

26
1 CREMONA, 19 MARZO 2015 Elogio della grammatica. . . . "Io credo che la grammatica sia una via d'accesso alla bellezza. Quando parliamo, quando leggiamo o quando scriviamo, ci rendiamo conto se abbiamo scritto o stiamo leggendo una bella frase. Siamo capaci di riconoscere una bella espressione o uno stile elegante. Fare grammatica serve a sezionarla, guardare com'è fatta, vederla nuda, in un certo senso. Ed è una cosa meravigliosa, perché pensiamo: “ Ma guarda un po' che roba, guarda un po' com'è fatta bene!, “Quanto è solida, ingegnosa, acuta!” Solo il fatto di sapere che esistono diversi tipi di parole e che bisogna conoscerli per definirne l'utilizzo e i possibili abbinamenti è una cosa esaltante. Penso che non ci sia niente di più bello, per esempio, del concetto base della lingua, e cioè che esistono i sostantivi e i verbi. Con questi avete in mano il cuore di qualunque enunciato. Stupendo, vero? I sostantivi, i verbi. . . Forse bisogna collocarsi in uno stadio di coscienza speciale per accedere a tutta la bellezza della lingua svelata dalla grammatica. (Muriel Barbery, L’eleganza del ricci0”). “Quando io adopero una parola - disse Tombolo Dondolo con un tono piuttosto sdegnoso - essa ha esattamente il significato che io voglio dare né più né meno.” “Bisogna vedere - disse Alice - se voi potete fare in modo che le parole indichino cose diverse.” “Bisogna vedere - disse Tombolo Dondolo - chi è che comanda … ecco tutto.”. “Allora dimmi subito quello che credi.” riprese la Lepre. “Come volete”, rispose in fretta Alice, “Vi dico quello che credo … perché quello che credo dico … è la stessa cosa.”. “Non è per niente la stessa cosa!”, esclamò il Cappellaio, “Vorresti forse sostenere che la frase vedo quello che mangio ha lo stesso significato di mangio quello che vedo?”. “O vorresti sostenere”, proseguì la Lepre Marzolina, “che la frase mi piace quello che prendo ha lo stesso significato di prendo quello che mi piace?”. “E vorresti forse sostenere”, concluse il Ghiro “che la frase respiro quando dormo ha lo stesso significato di dormo quando respiro?”. “Per te è la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. E a questo punto la conversazione finì. (Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie) 6

Transcript of CREMONA, 19 MARZO 2015 Elogio della grammatica. · “Non è per niente la stessa cosa!”,...

1

CREMONA, 19 MARZO 2015 Elogio della grammatica.

. . . "Io credo che la grammatica sia una via d'accesso alla bellezza. Quando parliamo, quando leggiamo o quando scriviamo, ci rendiamo conto se abbiamo scritto o stiamo leggendo una bella frase. Siamo capaci di riconoscere una bella espressione o uno stile elegante. Fare grammatica serve a sezionarla, guardare com'è fatta, vederla nuda, in un certo senso. Ed è una cosa meravigliosa, perché pensiamo: “ Ma guarda un po' che roba, guarda un po' com'è fatta bene!, “Quanto è solida, ingegnosa, acuta!” Solo il fatto di sapere che esistono diversi tipi di parole e che bisogna conoscerli per definirne l'utilizzo e i possibili abbinamenti è una cosa esaltante. Penso che non ci sia niente di più bello, per esempio, del concetto base della lingua, e cioè che esistono i sostantivi e i verbi. Con questi avete in mano il cuore di qualunque enunciato. Stupendo, vero? I sostantivi, i verbi. . . Forse bisogna collocarsi in uno stadio di coscienza speciale per accedere a tutta la bellezza della lingua svelata dalla grammatica. ” (Muriel Barbery, L’eleganza del ricci0”).

“Quando io adopero una parola - disse Tombolo Dondolo con un tono piuttosto

sdegnoso - essa ha esattamente il significato che io voglio dare né più né meno.” “Bisogna vedere - disse Alice - se voi potete fare in modo che le parole indichino

cose diverse.” “Bisogna vedere - disse Tombolo Dondolo - chi è che comanda … ecco tutto.”. “Allora dimmi subito quello che credi.” riprese la Lepre. “Come volete”, rispose in fretta Alice, “Vi dico quello che credo … perché quello

che credo dico … è la stessa cosa.”. “Non è per niente la stessa cosa!”, esclamò il Cappellaio, “Vorresti forse sostenere

che la frase vedo quello che mangio ha lo stesso significato di mangio quello che vedo?”.

“O vorresti sostenere”, proseguì la Lepre Marzolina, “che la frase mi piace quello che prendo ha lo stesso significato di prendo quello che mi piace?”.

“E vorresti forse sostenere”, concluse il Ghiro “che la frase respiro quando dormo ha lo stesso significato di dormo quando respiro?”.

“Per te è la stessa cosa!”, disse il Cappellaio. E a questo punto la conversazione finì. (Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie)

6

2

DUE MODI DI STUDIARE LA FRASE

La prassi usuale, è quella che punta ad individuare prima di tutto il SOGGETTO, si guarda cioè alla frase come a un piccolo racconto o a una scena in cui siamo portati a cercare subito il personaggio principale, colui di cui si parla. In seconda battuta cerchiamo che cosa si dice di lui: che cosa fa, o rappresenta o subisce. Secondo questa prassi la frase minima viene ad essere costituita dai due elementi SOGGETTO/PREDICATO.

E’su questo concetto che si differenzia la grammatica detta Valenziale, la quale si sofferma non già sull’aggettivo “minima” ma sul sostantivo “ frase”, vale a dire un numero minimo di parole ordinate che abbiano un significato compiuto, questo significato dipende dal verbo.

Prendiamo in considerazione queste due immagini:

IL GATTO DORME.

IL GATTO INSEGUE IL TOPOLINO.

Secondo la prassi consueta, volendo cercare la frase minima DELLA PRIMA FRASE ci chiediamo:

Di chi si parla? IL GATTO

Che cosa si dice di lui? DORME

Frase minima: IL GATTO DORME.

Guardiamo ora che cosa succede analizzando la SECONDA FRASE:

Di chi si parla? IL GATTO

Che cosa si dice di lui? INSEGUE

Frase minima: IL GATTO INSEGUE

3

Ma possiamo chiamarla frase? Ha un significato compiuto?

E’ qui che la grammatica valenziale sposta l’analisi a partire dal verbo anziché dal soggetto .

Nel primo caso, il verbo DORME ha bisogno del solo argomento CHI DORME? per arrivare a una frase di senso compiuto.

Nel secondo caso il verbo INSEGUE ha bisogno di DUE argomenti CHI INSEGUE CHI?, per cui la frase minima è . IL GATTO (1° argomento) INSEGUE (verbo) IL TOPOLINO (2° argomento).

Il concetto valenziale di partire dal verbo come perno della frase è molto evidente con questa immagine:

PIOVE.

In questo caso il verbo non ha bisogno di alcun argomento, è autosufficiente, la frase è di senso compiuto.

La grammatica valenziale

(F.Sabatini-C.Camodeca,C.De Santis, “Sistema e testo” Loescher)

PERCHE’ SI CHIAMA “GRAMMATICA VALENZIALE”?

Dalla scienza alla grammatica: Il concetto di valenza chimica. (posto)

Per formare l’acqua, dobbiamo combinare gli atomi di due elementi chimici: l’idrogeno “H”, di valenza 1 e l’ossigeno “O” di valenza 2. Per saturare dunque un atomo di ossigeno dovremo prendere due atomi di idrogeno e otterremo la molecola dell’acqua (In natura esistono elementi che non si combinano con altri, hanno valenza zero, altri hanno una valenza, due, tre quattro..)

LA GRAMMATICA VALENZIALE STUDIA IL MECCANISMO DELLA GRAMMATICA (IL SISTEMA) SERVENDOSI DI FRASI-TIPO, CIOE’ DI FRASI COSTITUITE SECONDO LE REGOLE GENERALI DELLA LINGUA E COMPLETE DI TUTTI GLI ELEMENTI NECESSARI PER POTERNE INTERPRETARE IL SIGNIFICATO.

LA FRASE-TIPO E’ COSTRUITA INTORNO A UN VERBO CHE COSTITUISCE IL PERNO DELLA FRASE E REGOLA I RAPPORTI SINTATTICI TRA LE RESTANTI PARTI DELLA FRASE.

4

In altre parole:

I VERBI

Distinguiamo i verbi in base al loro significato.

Tutti i verbi della lingua italiana si dividono innanzitutto in due grandi famiglie:

• I verbi PREDICATIVI • I verbi COPULATIVI

I PREDICATIVI “predicano”, cioè comunicano un significato specifico: indicano fenomeni, comportamenti, azioni, atteggiamenti, sensazioni, pensieri …

PIOVERE – CADERE – VIAGGIARE – PIANGERE – ABITARE – AMARE …..

I COPULATIVI sono verbi che hanno un significato molto generico e servono solo per “accoppiarsi” con un nome o con un aggettivo e creare così una unità verbale che ugualmente predica, ma piuttosto attraverso questo aggettivo o nome anziché grazie al verbo:

LA VALENZA DEL VERBO E’ LA PROPRIETA’ CHE ESSO HA, IN BASE AL PROPRIO SIGNIFICATO, DI CHIAMARE A SE’ UN DATO NUMERO DI ARGOMENTI NECESSARI E SUFFICIENTI PER COSTRUIRE UN NUCLEO DI FRASE, CIOE’ UNA FRASE MINIMA DI SENSO COMPIUTO.

IL NUCLEO DELLA FRASE E’ L’INSIEME COSTITUITO DAL VERBO E DAI SUOI ARGOMENTI.

IL NUCLEO E’ LA STRUTTURA PORTANTE DELL’INTERA FRASE.

GLI ARGOMENTI SONO GLI ELEMENTI NECESSARI E SUFFICIENTI CHE UN VERBO VUOLE ACCANTO A SE’ PER OTTENERE FRASI MINIME DI SENSO COMPIUTO.

A SECONDA DEL NUMERO DI ARGOMENTI, I VERBI SONO CLASSIFICATI IN:

ZEROVALENTI (0 POSTI O ARGOMENTI : PIOVE)

MONOVALENTI (1 ARGOMENTO: IL BAMBINO/ PIANGE.)

BIVALENTI (2 ARGOMENTI:LA MAMMA/ LAVA/ LA FRUTTA.)

TRIVALENTI (3 ARGOMENTI: GLI AMICI/ REGALANO /UN LIBRO/ A MARIELLA.)

TETRAVALENTI (4 ARGOMENTI:PAOLO/ TRADUCE/ IL MIO LIBRO /DALL’ITALIANO/ ALL’INGLESE.)

IL VERBO E’ L’ELEMENTO DINAMICO CHE, CON IL SUO SIGNIFICATO, METTE IN MOTO NELLA NOSTRA MENTE IL MECCANISMO CENTRALE

DELLA FRASE.

5

ESSERE – SEMPRARE – PARERE – DIVENTARE – DIVENIRE – APPARIRE …

ATTENZIONE

Nella prassi consueta, quella cioè che parte dal soggetto di cui abbiamo parlato, i verbi predicativi sono analizzati come PREDICATO VERBALE così come i verbi copulativi (generando una confusione nei bambini).

Viene considerato PREDICATO NOMINALE solo il predicato formato dal verbo essere copula e dalla sua parte nominale. Nella grammatica valenziale si considerano predicati nominali tutti quelli formati sia con il verbo essere che con i verbi copulativi.

COPULA = CORDA

Esempio:

FRASI GRAMMATICA DELLA PRASSI GRAMMATICA VALENZIALE

IL CANE CORRE.

IL CANE = SOGGETTO CORRE = PRED. VERBALE

IL CANE = ARG. SOGGETTO CORRE = PRED. VERBALE

IL CANE E’ STANCO.

IL CANE = SOGGETTO E’ STANCO = PRED. NOMINANALE (E’ = COPULA STANCO= COMPL. PREDICATIVO DEL SOGGETTO)

IL CANE = ARG. SOGGETTO E’ STANCO = PRED.NOMINALE (E’ = COPULA STANCO= PREDICATIVO DEL SOGGETTO)

IL CANE SEMBRA TRISTE.

IL CANE = SOGGETTO SEMBRA TRISTE = PREDICATO VERBALE (SEMBRA=VERBO COPULATIVO, STANCO= PREDICATIVO DEL SOGGETTO)

IL CANE = ARG.SOGGETTO SEMBRA TRISTE = PREDICATO NOMINALE (SEMBRA= VERBO COPULATIVO STANCO= PREDICATIVO DEL SOGGETTO)

TUTTI I VERBI (ESCLUSI QUELLI ZEROVALENTI) HANNO UN PRIMO ARGOMENTO FISSO:

IL SOGGETTO

CHE SI ACCORDA CON IL VERBO; SI COLLEGA AD ESSO DIRETTAMENTE; SOLITAMENTE LO PRECEDE; IN ITALIANO E’ SPESSO SOTTINTESO.

VERBO NOME o AGG.

6

ALTRI VERBI Per completezza del discorso

Formano il predicato verbale tutti quei verbi detti COMPOSITI cioè composti da due o più forme verbali, quando sono accompagnati da un verbo:

• AUSILIARE (essere, avere: servono a formare le forme composte del verbo): Il gatto HA mangiato – Il gatto E’ scappato.

• MODALE (potere, volere, dovere modulano il grado di realtà, possibilità o necessità del

significato del verbo). Il gatto DEVE mangiare – VUOLE mangiare – PUO’ mangiare.

• ASPETTUALE (cominciare a, stare per , ecc. formano con il verbo una perifrasi che indica la

durata nel tempo dell’azione). Il gatto sta per graffiare.

• CAUSATIVO (fare, lasciare: indicano un’azione che causa quella espressa dal verbo; possono

determinare un aumento della valenza del verbo) Il gatto fa fuggire il topo.

• SUPPORTO (fare, dare, avere, prendere) fanno da supporto grammaticale a nomi predicativi e

formano con questi un’unità di significato). Il gatto fa confusione.

Il gatto ha fame. Il gatto dà allegria.

Il gatto prende sonno.

I VERbI BI-, TRI E TETRAVALENTI HANNO ANCHE ALTRI ARGOMENTI, SOLITAMENTE POSPOSTI, SI DEFINISCONO

OGGETTI

E SI DISTINGUONO IN:

OGGETTO DIRETTO

SI COLLEGA DIRETAMENTE AL VERBO;

OGGETTI INDIRETTI

SI COLLEGANO AL VERBO TRAMITE UNA PREPOSIONE (SE SONO PRONOMI O AVVERBI ANCHE SENZA PREPOSIZIONE).

GLI ARGOMENTI POSSONO ESSERE COSTITUITI DA NOMI, DAI PRONOMI, TALVOLTA DAGLI AVVERBI, O PERSINO DA FRASI.

8

nevicare - zerovalente

dormire - monovalente

Andare - bivalente

Consegnare - trivalente

Travasare - quadrivalente

Nevica.

Il neonato dorme.

I Porcelli

al supermercato.

sono andati

alla cliente.

la merce Il commesso consegna

L’uomo il vino

dalla damigiana alle bottiglie

travasa

10

Diventare+nome =zerovalente

Sembrare+nome = monovalente

Diventare+nome = monovalente

Sembrare+aggettivo=bivalente

parerere+aggettivo=trivalente

Questo gatto

sembra un tigrotto.

Il gatto è diventato papà.

Diventa giorno.

Al gatto

il ragazzo

nel nuoto.

pare incerto

Questo gatto

mi

sembra incavolato.

11

Una definizione Per frase minima si intende una frase costituita dal verbo e da tutti gli “argomenti” richiesti dal suo significato, esempio: “Piove”; “Il gatto dorme”; “Il papà compra il giornale”; “Mia cugina abita a Cagliari”; “La zia ha regalato la bicicletta al nipote”. La frase semplice è costituita da un solo verbo/predicato e da complementi di vario tipo, esempio: “Mio zio guarda sempre la televisione in poltrona”.

(Quadro Invalsi versione 28.2.2011, nota 11 p. 24 ) 19

Indicazioni I ciclo 2012 Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria •…

•Riconoscere se una frase è o no completa, costituita cioè dagli elementi essenziali (soggetto, verbo, complementi necessari). Obiettivi di apprendimento al termine della classe quinta della scuola primaria •…

•Riconoscere la struttura del nucleo della frase semplice (la cosiddetta frase minima): predicato, soggetto, altri elementi richiesti dal verbo.

12

Se leggiamo bene sia gli obiettivi che la definizione della frase data dall’INVALSI, ci rendiamo conto che non è stata ancora fatta una scelta di campo precisa tra i due tipi di analisi della frase di cui si è parlato. Si ha l’impressione di un misto tra le due concezioni.

COSA FARE CON I BAMBINI? Innanzitutto atteniamoci alla scienza: e anche nell’approccio alla sintassi atteniamoci alla regola d’oro di cui sopra: manipolare, ascoltare, gustare la lingua come un qualcosa di misterioso da esperire e da scoprire.

LE AMICHE SPECIALI

https://drive.google.com/folderview?id=0B8qZtnOoy8fuUE9fM2s1aWJrS0k&usp=sharing

Dopo aver visto le nostre amiche, organizziamo l’attività.

L’albergo delle frasi: direttrice la Signora SINTASSI

Diamo ad ogni banco un’immagine e una striscia bianca divisa in due parti.

Chiediamo ai bambini di osservare l’immagine e di scrivere, nella prima parte della striscia il protagonista dell’immagine (il soggetto) e dall’altra ciò che fa (il predicato)

IL CAVALLO BEVE

“Nonostante siamo soliti pensare che l’arte incomincia con i primi segni che il bambino traccia su un foglio, di fatto essa prende l’avvio molto prima, allorché i sensi entrano per la prima volta in contatto con l’ambiente ed il bambino reagisce a queste esperienze sensoriali. Toccare, vedere, sentire, manipolare, gustare, ascoltare sono altrettanti modi di percepire e reagire all’ambiente: essi formano l’essenziale sottofondo per la produzione di forme artistiche, sia che ci si trovi a livello del bambino che a livello dell’artista di professione.”. (Jean Piaget)

13

14

A fine lavoro avremo una serie di strisce soggetto/predicato. Prendiamo due scatole, titoliamole e uniamole:

Invitiamo i bambini a ritagliare le strisce e ad inserire nelle stanze-scatola giuste le due parti.

Una volta inseriti tutti i soggetti e tutti i predicati cominciamo un gioco.

Facciamo disegnare la seguente tabella. Poi Invitiamo una bambino alla volta a pescare dalle scatole prima un soggetto e poi un predicato. Facciamo scrivere la frase pescata e stabiliamo se sia pazza sì o pazza no. Esempio:

FRASI PESCATE PAZZA SI’ PAZZA NO

Il pappagallo mangia X

La pentola scrive X

L’automobile si gratta X

La tartaruga buca X

Naturalmente cogliamo al volo le frasi “pazze sì” secondo quanto ci suggerisce Rodari:

Stanza 2

Che cosa diciamo di lui?

Stanza 1

Di chi parliamo?

15

“La pentola scrive” :

Ecco qui che utilizziamo la valenza del verbo scrivere:QUALCUNO SCRIVE QUALCOSA A QUALCUNO (verbo trivalente).

Chiediamo:

Scrive chi?

Ma scrive a Chi? (Al coperchio? Al forno? Al forchettone?)

Ma scrive che cosa? (una lettera d’amore, di protesta? Un invito a cena?

Proviamo a creare una piccola frase spiritosa a partire dalla frase pazza: innanzitutto scriviamo il predicato:

O possiamo utilizzare le frasi “pazze sì” come titoli per l’invenzione di brevi storie orali.

“L’automobile si gratta” perché? E con che cosa si gratta? Con i tergicristalli? E come cammina quando si gratta? Che cosa dice l’autista di quella macchina?

“La tartaruga buca”: che cosa buca, la casa? Da chi va, dal gommista? Che dice il gommista?

Proseguiamo:

Nei giorni seguenti forniamo i bambini di strisce bianche come sopra e diciamo loro di inventare delle frasi soggetto/predicato, di tagliarle e di metterle nelle rispettive scatole.

Inseriamoci in questo lavoro. Scriviamo anche noi delle frasi avendo l’accortezza di mettere al posto del soggetto dei pronomi, dei nomi propri, dei nomi di cariche importanti, degli articoli indeterminativi; al posto del predicato, tempi diversi dal presente indicativo:

LA PENTOLA UNA LETTERA AMOROSA

AL FORCHETTONE.

SCRIVE

16

IO GIOCO

PINOCCHIO SCAPPA

UN GATTO MIAGOLAVA

IL DIRETTORE ARRIVERA’

Procediamo come in precedenza nella pesca di soggetti e predicati e nella riflessione sulle frasi pazze sì, pazze no.

Attenzione: se avremo inserito i pronomi, la tabella sarà leggermente diversa:

FRASI PERSCATE Pazze

Pazze

no

Da correggere: in quanti modi?

Il direttore miagolava X

Un gatto scappa X

Io arriverà Io arriverò

Lui arriverà

Lei arriverà

Una volta raggiunta una certa quantità di soggetti e di predicati, proponiamo ai bambini di vedere come sono fatti i soggetti.

Osservazioni:

Alcuni sono formati da una sola parola. Alcuni da più parole.

Ma che tipo di parole sono? Che fine fanno se vengono mandate nell’albergo CHISEICHISEI?L’albergo delle

parole: direttrice la Signora GRAMMATICA ?

17

Facciamo ritagliare parola per parola i soggetti e i predicati ottenuti. In quale stanze-scatola le manderà la signora Grammatica? Con le frasi che abbiamo finora proposto avremo

Il passo seguente è molto semplice: proponiamo ai bambini di osservare gli articoli. Vuotiamo la scatola e mettiamoli uno sotto l’altro: che cosa notiamo? (det. e indet; M e F; S e P)

Lo stesso con i nomi, osserviamoli e cataloghiamoli: (comuni e propri; di persona ecc.; M e F; S e P)

Possiamo quindi vedere le parole che formano il Predicato e procedere nello stesso modo.

Stanza 1

ARTICOLI

Stanza 3

VERBI

Stanza 2

NOMI

Stanza 4

PRONOMI

18

Il soggetto plurale

19

Continuando il lavoro diamo questa volta ai bambini delle immagini con soggetto plurale. Facciamo scrivere il soggetto e il predicato sulla solita striscia divisa in due parti e quindi ritagliarle e inserirle nelle due scatole: “Di chi si parla?”, “Che cosa si dice di lui?” nelle quali sono stati in precedenza inseriti i soggetti e i predicati singolari.

Mescoliamo ben bene le striscioline nella scatola e quindi chiamiamo un banco alla volta e facciamo pescare, a caso, un soggetto e un predicato. Affianchiamoli e stabiliamo:

Frasi pescate Pazza sì

Pazza

no

Da correggere: come?

La pentola scrive X

Il bambino cucinano. X Il bambino cucina.

I bambini cucinano.

Il vigile belano. X Il vigile bela.

I vigili belano.

Lui bevono X Lui beve

Loro bevono.

Mariella abbaiano. X Mariella abbaia.

Il complemento diretto o l’oggetto diretto

Procediamo nella costruzione della frase e introduciamo una terza stanza-scatola, quella del complemento oggetto. Le immagini devono essere molto semplici e chiare e per semplicità diciamo: “Che cosa fa?”, “Che cosa fanno”, “Che cosa ha fatto”?, “Che cosa hanno fatto”?

I bambini saranno forniti di una striscia divisa in tre parti:

La bambina porta le uova.

20

21

I complementi indiretti o l’oggetto indiretto

22

Procediamo nella solita costruzione delle frasi.

Frasi pescate Pazza sì

Pazza no

Da correggere

Il lupo scappa alla luna. x Il lupo scappa sulla luna. I fidanzati cantano in bicicletta.

X

Un bambino si scaldano sulla panchina.

x Un bambino si scalda sulla panchina. I bambini si scaldano sulla panchina.

La befana gioca a tennis. x

A questo punto si hanno quattro stanze-scatola:

Le ultime due scatole le aggiungeremo via via che incontreremo i due casi.

La scatolina del “Non lo so” ci servirà per affrontare le cose che non sappiamo.

SOGGETTO

COMPLEMENTI (oggetti) INDIRETTI

A CHI? QUANDO? DOVE? DA CHI? CON CHI? COME? ……

COMPLEMENTO Oggetto

DIRETTO

CHI? CHE COSA?

PREDICATO

ATTRIBUTI APPOSIZIONI

Non lo so ma …

lo saprò

23

LE stanze DELL’ANALISI GRAMMATICALE

Se prendiamo le parole che formano le varie informazioni delle frasi fin qui individuate e le guardiamo una per una, singolarmente, avremo le scatole della parti del discorso:

V

A

R

I

A

B

I

L

i

PRONOMI AGGETTIVI

VERBI NOMI ARTICOLI

I

N

V

A

R

I

B

I

L

i

CONGIUNZIONI PREPOSIZIONI

INTERIEZIONI AVVERBI

Non lo so ma …

lo saprò

24

ANALISI GRAMMATICALE E LOGICA VELOCE

Con le scatole sotto osservazione i bambini possono riconoscere velocemente sia le parti del discorso (analisi grammaticali) che gli elementi della frase (analisi logica).

Propongo queste schematizzazioni:

L’ORSO BALLA.

L’ORSO BALLA.

Evidenziamo il verbo. Quante informazioni contiene la frase? 2

L’ORSO /BALLA

soggetto Predicato verbale

Quante parole? 3

Art. nome verbo L’ORSO /BALLA

soggetto Predicato verbale

Abbiamo eseguito il riconoscimento rapido degli elementi della frase e delle parti del discorso in essa presenti.

25

Art- nome verbo Art. nome

Lo gnomo/ cavalca /la lumaca. Soggetto

S Predicato verbale

P.V. Complemento diretto

Chi? Che cosa?

Mettiamo in schema e invitiamo i bambini a formulare frasi che vadano bene in esso.

• ……………………………… …………………………………….. …………………………………. • ……………………………… ……………………………………. …………………………………. • ………………………………. …………………………………… ……………………………………

Possiamo richiedere varianti:

SOGGETTO: SINGOLARE – PLURALE – NOME PROPRIO – NOME COMUNE – PRONOME

PREDICATO: PRESENTE – PASSATO - FUTURO

S Chi? Che cosa? P.V.

26

ART. NOME VERBO NOME ART- NOME ? ART. NOME

L’ORCO/ STRINGE/ IL TOPOLINO /PER LA CODA.

S P.V. C.D. – CHI? C.I. per che cosa

In questo caso i bambini non hanno riconosciuto la preposizione, Metteremo la parola nella scatolina “Non lo so ma … lo saprò”. Quando ne avremo un certo numero le tiriamo fuori e le osserviamo. Che tipo di parole sono? Stanno sempre davanti al nome, come il prefisso del telefono. Si chiamano PREPOSIZIONI, si mettono, si posizionano prima del nome.

Attività aggettivi e avverbi

C.I.

Per che cosa?

C.D.

Chi? Che cosa?

S P.V.