CREATIVE ECONOMY

16
CREATIVE ECONOMY Rafforzamento delle funzioni immateriali e cognitive nel ciclo di produzione dei beni e dei servizi. Economia delle esperienze. I servizi come palcoscenico, i beni come supporto per coinvolgere l’individuo

description

CREATIVE ECONOMY. Rafforzamento delle funzioni immateriali e cognitive nel ciclo di produzione dei beni e dei servizi. Economia delle esperienze. I servizi come palcoscenico, i beni come supporto per coinvolgere l’individuo. VERSO LA SMART CITY/1. - PowerPoint PPT Presentation

Transcript of CREATIVE ECONOMY

Page 1: CREATIVE ECONOMY

CREATIVE ECONOMY

• Rafforzamento delle funzioni immateriali e cognitive nel ciclo di produzione dei beni e dei servizi.

• Economia delle esperienze. I servizi come palcoscenico, i beni come supporto per coinvolgere l’individuo

Page 2: CREATIVE ECONOMY

VERSO LA SMART CITY/1

• La capacità di attrarre i membri delle Creative Class di Florida diventa un differenziale di competizione urbana tra le città.

• Dotazione di servizi• Qualità della vita• Atmosfera urbana

Page 3: CREATIVE ECONOMY

VERSO LA SMART CITY/2

• I grandi investimenti/eventi di questi ultimi anni da parte di tante città, cercano di sviluppare un ambiente attrattivo per la Creative Class

• Roma Festa del Cinema• Torino Olimpiadi Invernali• Milano EXPO 2015

Page 4: CREATIVE ECONOMY

MILANO TRA I FLUSSI E I LUOGHI

• Il rapporto tra flussi e luoghi, l’esito della grande partita globale non è scontato e le società urbane (soprattutto nel contesto europeo) possiedono ancora cospicue riserve di risorse organizzative, istituzionali e identitarie, per interpretare la globalizzazione in modo attivo.

• Milano (come le altre grandi città) mentre è spinta a connettersi sempre più allo spazio dei flussi globali, ad estroflettersi, a divenire nodo di una rete globale, si apre ed è come“invasa”

• Ogni città è parte di una particolare formazione geografica, economica, sociale, culturale e politica, esito sincretico dell’intreccio tra i flussi modernizzatori del mercato globale e l’azione delle lunghe derive storiche che caratterizzano ogni luogo.

L’incontro/scontro tra capitalismo manifatturiero e capitalismo delle reti.

Tutto ciò non muta solo la forma urbana, ma muta in

profondità la sua composizione sociale.

ovvero se Milano riesca ancora a trasformare in valori socialmente condivisi la nuova modernità globale che avanza.

Page 5: CREATIVE ECONOMY

VITA NUDA E NUDA VITA

• Dentro la dimensione metropolitana è fortissima la transizione verso un modo di produzione che assorbe sempre più nel processo di valorizzazione lo stesso bios degli individui messi al lavoro. Questa compenetrazione crescente tra le esistenze concrete degli individui e l’economia tende a polarizzare la composizione sociale della città verso i due estremi della nuda vita e della vita nuda.

• La dimensione della nuda vita messa al lavoro è l’esistenza “intellettuale” dell’uomo ad essere sussunta nel processo economico.

• La dimensione della vita nuda, cioè la dimensione di coloro per i quali il problema è ancora mangiare, abitare, vestire e sopravvivere.

• Ma nel divaricarsi delle due dimensioni parallele della nuda vita e della vita nuda sono le figure intermedie ad essere ora sotto stress. L’assottigliamento di quel ceto medio fatto di commercianti, impiegati e tecnici che tradizionalmente garantiva la coesione sociale della città, rappresenta il contraltare della polarizzazione.

Milano e i cinque cerchi della nuova composizione sociale

Page 6: CREATIVE ECONOMY

1° cerchio:NEOBORGHESIA DEI FLUSSI

• Le nuove elites della città per cui l’orizzonte spaziale di riferimento è profondamente mutato: non più tanto la vocazione nazionale o la città, in cui peraltro in molti casi non risiedono più, quanto una più estesa dimensione internazionale.

• Mentre le vecchie élites accanto alla fabbrica costruivano il territorio, i suoi asili e le case, oggi il grande problema è la (ri)territorializzazione della nuova borghesia.

• A Milano sono più di 3mila le imprese straniere che hanno il loro headquarter in provincia di Milano, più del 40% del totale italiano. Tra le 150 più grandi transnazionali mondiali, 58 (40 non finanziarie e 18 finanziarie) hanno la loro sede a Milano. Presidiano attività fondamentali che modellano la città come porta da e per il globale. E’ il capitalismo delle reti. Ad alto valore aggiunto come la finanza, la logistica, il segmento alto della

consulenza internazionale, le utilities dei servizi, la comunicazione, l’intrattenimento.

Page 7: CREATIVE ECONOMY

Apertura finanziaria dei centri urbani

Page 8: CREATIVE ECONOMY

2° cerchio: LA VETRINIZZAZIONE DELLA BOTTEGA

• La rete del piccolo commercio ha da sempre costituito un elemento fondamentale di strutturazione dello spazio locale, svolgendo quindi la funzione di tessuto connettivo della società.

• Cambiano i bisogni e cambiano anche i consumatori. L’affermarsi della grande distribuzione…

…ma il nuovo consumatore cerca anche altri “elementi”:

• Personalizzazione• Unicità• Servizio

Economia dell’esperienza

Page 9: CREATIVE ECONOMY

Diffusione della grande distribuzione nei comuni della prima corona e gradiente di concentrazione del piccolo commercio entro il comune di Milano.

Page 10: CREATIVE ECONOMY

3° cerchio: LA CITTA’ INVISIBILE

• L’invisibilità attiene alla mancanza di rappresentazione e di rappresentanza di una fetta della città che costituisce una presenza ma non produce una politica.

• Diventa Periferia sociale e umana di Milano, ovvero di quell’universo di soggetti che sperimentano la complessità metropolitana non come opportunità quanto come periferizzazione di sé, fino ad arrivare a subire processi di allontanamento, emarginazione, isolamento, sradicamento.

• Chi ne fa parte? (da un estremo all’altro)

• I capitalisti personali, una definizione che può riferirsi non soltanto o non necessariamente al cosiddetto popolo delle partite IVA né alla sola auto-imprenditoria. Le strategie individuali sono orientate all’acquisizione di capitale culturale ed alla realizzazione di sé. Sono coloro che usano la flessibilità dei modelli organizzativi post-fordisti, traendone vantaggi posizionali, formativi e sovente reddituali.

• I precari metropolitani, una composizione che incorpora una quota di moderni working poors. Si tratta di un’ampia area di occupati intermittenti, sovente attivi nei servizi a qualificazione intermedia o bassa, dalle catene distributive ai servizi telefonici di customer care, dalle attività remunerate di cura e assistenza all’esecuzione di servizi operativi (logistica, pulizie, sorveglianza, ristorazione, ecc.). E’ importante specificare che il precariato metropolitano rappresenta, oltre che una condizione contrattuale, anche e soprattutto una condizione esistenziale di insicurezza.

Page 11: CREATIVE ECONOMY

Le piazze dell’economia sommersa e del reclutamento al lavoro nero a Milano.

Page 12: CREATIVE ECONOMY

4° cerchio: I CAPITALISTI PERSONALI DELLA CREATIVITA’

• Insieme alle nuove elites, i capitalisti personali della creatività (Creative class) rappresentano il segnale più visibile e vistoso del passaggio verso la Smart City

4 filiere per il 4° cerchio

• La filiera dell’informazione e della comunicazione è interessata da vasti fenomeni di convergenza di mezzi, canali e contenuti, che hanno forti ricadute sulla ridefinzione dei profili professionali.

• La filiera del design industriale è forse quella più da vicino collegata al mutamento degli assetti competitivi del sistema produttivo ruotante intorno al made in Italy. In questo contesto il design diventa risorsa centrale per innestare saperi codificati (estetici, tecnologici, etc.) nei diversi bacini territoriali nei quali si è storicamente stratificato un vasto patrimonio di saperi contestuali, che negli ultimi anni hanno mostrato limiti competitivi notevoli.

• La filiera dell’ICT è depositaria del paradigma tecnologico più importante, tra quelli che sono venuti ad imporsi negli ultimi vent’anni, aprendo un campo di possibilità applicative e professionali assai articolato e trasversale a tutto il sistema produttivo (primario, secondario e terziario) nazionale.

• La filiera della moda è, insieme al design, il vero fattore identitario di Milano nella globalizzazione. Ma è anche quello in cui è maggiormente riconoscibile la funzione di valorizzazione commerciale della prodotto creativo del capoluogo lombardo, magnete attrattivo per talenti provenienti, non solo dalla provincia italiana, ma anche dall’estero.

Page 13: CREATIVE ECONOMY

Indice di localizzazione degli addetti alle UL senza dipendenti al terziario avanzato in provincia di Milano (1991-2001).

Reti, capitale sociale, capitale reputazionale

Page 14: CREATIVE ECONOMY

5°cerchio: IL MELTING POT POST-FORDISTA

• In questa vasta area che i distretti industriali sperimentano in modo significativo l’evoluzione verso il modello verticalizzato imperniato su un nucleo forte di medie imprese-molla. Queste sono snodi produttivi tra mercati globali e sistemi di PMI locali, che si muovono secondo logiche meta-distrettuali, avendo le loro produzioni complesse necessità di incorporare crescenti componenti di conoscenza, saperi, logistica, innovazione tecnologica e finanziaria, non reperibili localmente

• Attorno ai poli produttivi della città infinita, che ormai si compenetrano in una maglia territoriale inestricabile, si sono andati costituendo le funzioni alte che, diluendo la dimensione identitaria di paese nell’indistinto dell’attraversamento, le ha riposizionate in una gerarchia poliarchica di territorio.

Page 15: CREATIVE ECONOMY

Diffusione dell’industria manifatturiera in provincia di Milano 2001

Page 16: CREATIVE ECONOMY

UN PROGETTO PER LA CITTA’ FUTURA: SCIENCE PARK Bovisa