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Bilancio di missione 2007 Fondazione ABIO Italia Onlus

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Bilancio di missione 2007Fondazione ABIO Italia Onlus

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Lettera del Presidente

Chi siamoLa StoriaLa Mission e i ValoriStruttura e Responsabilità

Le nostre attivitàStakeholder principaliI bambini, gli adolescenti e le loro famiglieI volontariFormazione

Gli altri stakeholderGli ospedaliI donatoriGli operatori interniGli enti pubblici

Le attività di supportoComunicazioneRaccolta fondi

I dati economiciLa lettura dei bilanciIl Bilancio d’insieme delle Associazioni ABIO LocaliIl Bilancio di Fondazione ABIO Italia Onlus

BILANCIO DI MISSIONE ABIO1

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La pubblicazione del Bilancio di Missione, relativo al primo esercizio di Fondazio-ne ABIO Italia Onlus, coincide con il trentennale dell’attività del MovimentoABIO. Nata nel 1978 a Milano, ABIO, Associazione per il Bambino in Ospedale, hasviluppato negli anni la sua opera su tutto il territorio nazionale, raggiungen-do i bambini ricoverati in ospedale in 180 reparti e servizi di pediatria. Il Movi-mento persegue lo scopo di rendere i reparti pediatrici più accoglienti e umaniz-zare la difficile realtà dell’ospedale. L’attività si è quindi sviluppata su più cana-

li: il servizio qualificato e adeguatamente formato dei volontari in ospedale, gli ambienti resi più co-lorati e allegri, la sensibilizzazione sui diritti dei bambini ricoverati e delle loro famiglie.

In questa prima edizione del Bilancio di Missione si è voluto ripercorrere le tappe di un cammino che,partito trent’anni fa da una felice intuizione e da un piccolo gruppo di persone generose, è arrivato adessere una presenza importante e fondamentale nei reparti di pediatria. Oggi ABIO si propone di diven-tare una realtà sempre più visibile e incisiva, tramite una continua opera di diffusione del servizio e me-diante una crescente presenza significativa a livello istituzionale. La Carta dei Diritti dei Bambini e de-gli Adolescenti in Ospedale, che stiamo distribuendo attivamente nei reparti e promuovendo in tutti gliOspedali italiani, è il primo passo in questa direzione.

Il Bilancio di Missione racconta quindi non solo la dimensione economica di Fondazione ABIO e delMovimento ABIO nella sua complessità, ma anche i valori, le attività, i profili che definiscono il ser-vizio svolto partendo dal lato umano per arrivare a quello sociale. Per il carattere gratuito e la con-tinua ricerca della qualità, la presenza di ABIO rappresenta per gli Ospedali un prezioso supportonell’attività del “prendersi cura”.

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno offerto, passo dopo passo, un contributo alla costru-zione di un’opera di cui siamo profondamente fieri: dai fondatori al singolo volontario, dai Presiden-ti ai Consigli Direttivi che consentono alle Associazioni di garantire sul territorio nazionale uno stan-dard elevato di servizio dei volontari e di corretta e puntuale gestione delle Associazioni stesse. Ungrazie particolare al Consiglio di Amministrazione e allo staff operativo: l’impegno e l’armonia con-sentono di lavorare al meglio e di raggiungere obiettivi di grande rilievo.

Vittorio CarnelliPresidente

Lettera del Presidente

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C H I S I A M O

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Gli albori raccontati da una protagonista

Correva l’anno 1978. Nei vari reparti pediatricidi Milano si pensava a migliorare le condizionidei piccoli ricoverati, ed in particolare il profes-sor Giuseppe Zaffaroni, primario di chirurgiainfantile presso il padiglione “Alfieri”, si dimo-strava sensibile al problema.Tutti sappiamo che quando una vetta sembrairraggiungibile ci si impegna al massimo, ine-briati dalla voglia di farcela. Fu così che quell’e-

state, sulle montagne della Val d’Aosta, ungruppetto di signore con figli ormai indipen-denti, sposarono l’idea del professore, ognuna

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Voglio le stanze a 2/3 letti, le mamme chepossano stare accanto ai loro bambini

anche la notte e delle signore che possanodare il cambio e sappiano intrattenere

sia i bambini, sia le mamme.

Professor Giuseppe Zaffaroni

L A STO R I A

Estate 1978.Il gruppo costituenteABIO sulle montagne

della Val d’Aosta

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mettendo a disposizione la propria esperienzadi lavoro e il proprio tempo. Al rientro a Milanoecco i primi problemi da risolvere. Recapito te-lefonico? Subito la risposta: quattro signoremisero a disposizione il proprio numero di ca-sa. La sede? Dove fare le riunioni? Era tutto uncorrere, un chiedere agli amici, un coinvolgerei mariti, un passaparola. Insomma non si pen-sava, non si parlava d’altro se non di ABIO. An-che per i primi volontari mandati allo sbara-glio in ospedale la vita non fu certo facile. No-vità e cambiamenti crearono in qualche casoforti tensioni tra medici, personale, genitori,tutti impreparati ad affrontare la nuova situa-zione. A volte ci sentivamo scoraggiati:“ma co-me”, dicevamo, “noi dedichiamo il nostro tem-po, la nostra buona volontà, il nostro amoreper i bambini e non siamo accettati”.E venne il 1979, proclamato “Anno Internazio-nale del Fanciullo”. Si organizzarono seminari etavole rotonde e tra i tanti temi fu affrontatoanche quello del bambino in ospedale. Si disse:• che la pediatria non poteva essere ridotta ad

una medicina generale per adulti applicataai bambini;

• che il ricovero in ospedale era traumaticonon solo per la paura legata alle cure ed agliinterventi, ma anche per l’impatto con l’am-biente ignoto ed il distacco dai genitori e dal-la vita normale.

In dicembre a Firenze ci fu un Congresso inter-nazionale ed alcune di noi vi parteciparono.

Persuase di aver lavorato bene, raccontammola nostra esperienza di un solo anno. A finecongresso si presentò un anziano signore chechiese di conoscerci e si congratulò con la no-stra Associazione. Era nientemeno che JamesRobertson, l’autore del libro “Bambini in ospe-dale”, “vangelo” per i medici inglesi degli anni‘60/’70 ed arrivato da noi dieci anni dopo.Da allora quanta strada è stata fatta!!! Ora i vo-lontari vengono preparati con corsi appropria-ti; la sede è in locali ben organizzati e opera inmaniera efficientissima. Da molti anni i repartipediatrici non sono più bianchi e severi, ma conmolto impegno ed entusiasmo da parte deinostri volontari “creativi”, i muri si sono anima-ti di personaggi allegri ed accattivanti che fan-no sentire il bimbo quasi a casa. Ma non c’è maifine al meglio! Molti reparti pediatrici in segui-to hanno avuto in dono arredamenti a misuradi bambino ed, insieme, nuovi gruppi ABIO sisono formati sul territorio nazionale. Ma que-sta è tutta un’altra storia…

Mara ZaffaroniTratto dagli atti del Convegno

di ABIO Milano 1978 – 2003: 25 anni con e per il bambino in ospedale

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1978/1988: gli alboriIn un fine decennio travagliato socialmenteed economicamente, grossi conflitti socialicausano gravi disservizi in tutto il Paese. An-che gli ospedali vivono momenti difficili.L’assistenza del bambino malato è consideratacompito esclusivo della struttura ospedaliera,e non è prevista la presenza del genitore, senon limitatamente alle visite. I bambini ven-gono accolti in camerate e, nel post-operato-rio, sovente assicurati al lettino da fasce dicontenzione.In questo periodo (1978) nasce e muove i primipassi l’Associazione per il Bambino in Ospeda-le (ABIO) di Milano. Il compito dell’associazio-ne si traduce pertanto in un’immediata ricer-ca di umanizzazione dell’ambiente ospedalie-ro pediatrico.

1981 ABIO Milano organizza i primi corsi di for-mazione per volontari nell’aula magnadella Clinica del Lavoro. Nel Consiglio Di-rettivo entra il Professor Vittorio Carnelli.

1982 Dopo 4 anni si contano a Milano già 310volontari attivi.

1984 Nasce a Monza ABIO Brianza – la prima“consorella”.

1987 Si fa strada una nuova attenzione allecondizioni del bambino e della sua fami-glia. La Regione Lombardia promulga laLegge n. 16/87, sulla tutela della parto-riente e del bambino in ospedale.

1988 500 volontari nella sola città di Milano.L’Associazione si iscrive ad un primo regi-stro del volontariato.

1989/1998: la prima crescitaL’azione diventa più complessa; i rapporti con gliospedali devono essere più strutturati, ormainon si tratta più di un volontariato occasionale.Si firmano le convenzioni con gli ospedali, pri-mo riconoscimento pubblico del ruolo del vo-lontariato da parte del Servizio Sanitario.ABIO Milano si dota di un servizio di Segrete-ria e di Formazione dei volontari. Si avviano at-tività di coordinamento, rese necessarie dallanascita di altre 12 Associazioni locali; il Coordi-namento tra le realtà ABIO diventa pertanto“nazionale”.ABIO aderisce alla struttura europea EACH,European Association for Children in Hospital,e sottoscrive la prima Carta dei Diritti delBambino in Ospedale.

1999/2002: l’espansioneABIO ha già una dimensione rilevante (800volontari solo a Milano), con un servizio che siè esteso a tutti i reparti pediatrici della città.Allo stesso tempo il numero di realtà sul terri-torio nazionale diventa sempre più rilevante.Il progetto Ospedale Amico è una casuale e for-tunata occasione che conduce ad una forte erapida espansione: da un manifesto espostoagli aeroporti di Linate e Malpensa all’incontro

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con l’équipe di Procter&Gamble che cerca unanuova iniziativa da realizzare con i bambini inItalia, con un’azione molto vicina ai loro consu-matori. Non è una scelta facile, perché fa paural’abbinamento del nome della propria Associa-zione di volontariato con quello di un prodottodi una grande marca commerciale.Grazie al progetto, sono state realizzate 42 sa-le gioco e formati 20 nuovi gruppi di volontari.Che cosa ha significato per ABIO il progetto?Un enorme sforzo di lavoro e strutturazione,un’efficace capacità di coordinamento deigruppi e delle persone, una crescente discipli-na di lavoro. Ospedale Amico ha ottenuto di-versi riconoscimenti nella categoria comuni-cazione sociale tra cui l’ESCA Italian Sponsor-ship Awards 1999, il 4° Premio Marco Borsa AS-SOREL per le Relazioni Pubbliche ed il PremioMario Bellavista Targa d’Oro per la Comunica-zione Pubblicitaria 1999.I gruppi di volontari sono via via cresciuti, ren-dendo più forte nel tempo la necessità di unvero e proprio Coordinamento di secondo li-vello che permetta di collegare le diverse atti-vità, si impegni a far circolare le informazioni eprocuri poi, per lo sviluppo e per l’attività ditutti, i fondi necessari. È un lavoro condiviso eapprovato da tutti i Presidenti ABIO e, nell’an-no 2001, viene redatto il primo RegolamentoNazionale a cui fa riferimento l’attività di ognirealtà sul territorio. Anche grazie al progetto,le Associazioni ABIO diventano 40.

2003/2007: il consolidamentoAltre opportunità arrivano e non sono piùfrutto del caso. ABIO viene sempre più cono-sciuta perché il suo servizio è capillare, serio,continuo e qualificato e perché si possono toc-care con mano l’impegno dei volontari e lerealizzazioni, le stanze gioco, i luoghi dell’acco-glienza. Mediafriends Onlus, ad esempio, conl’iniziativa La Fabbrica del Sorriso, finanzia ilnostro progetto Il Compito di Prendersi Cura.Si fa strada all’interno del Movimento l’esigen-za di costituire un ente, partecipato attiva-mente dalle sedi, che consenta di preservare ivalori condivisi e che si possa porre come in-terlocutore qualificato con le istituzioni e conla comunità nazionale sui temi dei diritti e deivalori. Si passa pertanto ad una Fondazione,costituita con atto notarile il 9 maggio 2006,che ha il compito di gestire il coordinamentotra gli enti e le politiche di sviluppo del Movi-mento. La Comunicazione affianca il Segreta-rio Generale, la Segreteria e la Formazione perrendere più efficace l’azione del Movimento eper confermarne nella continuità i valori e ilperseguimento dei fini. Alla fine del 2007, leAssociazioni ABIO sono 54, oltre a 4 in tiroci-nio, prossime all’autonomia.

Gruppo di lavoro per la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’AdolescenzaDal 2007 ABIO fa parte del gruppo di lavoro,coordinato da Save the Children, per la redazio-

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ne del Rapporto di Aggiornamento sui Dirittidell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia. Il rap-porto aggiorna sui processi di miglioramentoin corso nei vari settori e pone delle raccoman-dazioni ai Ministeri coinvolti, monitorando an-nualmente le risposte e le azioni.

2008: il Trentennale di ABIO

Nel 2008 ricorre il Trentennale di ABIO: un’oc-casione molto importante per raccontare lapropria storia e per presentare i progetti per ilfuturo. Forte dell’esperienza acquisita in que-sti trent’anni, durante i quali ha vissuto in pri-ma persona l’evoluzione della pediatria e del-l’ospedalizzazione del bambino in Italia, ABIOha deciso di realizzare numerosi progetti perpromuovere la conoscenza della sua attivitàsul territorio nazionale, tra i quali il Primo Con-vegno Nazionale ABIO che si terrà il 14 novem-bre, a Roma, e la campagna di diffusione dell’e-dizione aggiornata della Carta dei Diritti deiBambini e degli Adolescenti in Ospedale.

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Mission

ABIO ha lo scopo di promuovere e realizzaretutte le iniziative atte a prendersi cura, insiemeai genitori e al personale sanitario, dei bambinie degli adolescenti in ospedale per ridurre il ri-schio di trauma in caso di ricovero o contattocon l’ambiente sanitario. I volontari inoltre so-no a disposizione dei genitori per offrire loroun sostegno concreto in un momento così de-licato: con l’ascolto, la discreta presenza, le pic-cole attenzioni cercano di essere di aiuto e diallentare difficoltà, dolore, ansia e tensione cheogni ricovero di un figlio rappresenta.Grazie alla presenza attenta e costante di vo-lontari formati e organizzati in gruppi e all’o-pera di sensibilizzazione sui diritti dei bambiniricoverati e delle loro famiglie, ABIO contribui-sce al miglioramento della qualità della vita inospedale e ne favorisce l’umanizzazione.Per rendere meno traumatico l’impatto con lestrutture sanitarie, ABIO si inserisce con spiri-to di collaborazione tra le figure operative inospedale e compie azioni dirette a favore delbambino e della sua famiglia attraverso un’ac-coglienza fatta di intrattenimento e gioco (perbambini e adolescenti), assistenza e sostegno(per i familiari) nonché allestendo reparti piùaccoglienti, funzionali e colorati.

Valori

I valori rappresentano un forte richiamo al co-me e al perché si agisce in un certo ambito. Perrenderne più concreta l’enunciazione si è sceltodi riunire i valori per “ambito di applicazione”,definendo pertanto in quale contesto essi han-no trovato e troveranno concreta realizzazione.

I tre ambiti definiti sono stati:• quello dell’azione diretta a favore dei bambi-

ni e delle famiglie, che vede coinvolti soprat-tutto i volontari e la loro azione quotidiana;

• quello relativo al ruolo di ABIO nel contestosociale, partendo dal presupposto che il nonprofit incida sulla (e sia influenzato dalla)realtà nel quale si sviluppa;

• quello della struttura, cioè di come ci si orga-nizza per realizzare le attività di solidarietàsociale. Tenendo conto che all’efficienza diuna struttura corrisponde il miglior perse-guimento delle sue alte finalità sociali.

Questi valori rappresentano il DNA di ABIO, ilpatrimonio storico delle singole Associazioni edi tutto il Movimento nel suo complesso, e neltempo hanno permesso di ottenere vantaggiconcreti e diretti:• maggiore consapevolezza su come interagi-

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L A M I S S I O N E I VA LO R I

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re con i bambini;• migliore definizione dei rapporti con le strut-

ture ospedaliere pubbliche;• migliore amministrazione;• crescente riconoscimento dell’efficacia e del-

l’affidabilità del servizio svolto.

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• prendersi cura• umanizzazione• attenzione• rispetto dei diritti• accoglienza

• identità• eticità• rigore• diritti• laicità• senso civico• apartiticità• non discriminazione• gratuità• volontariato• associazionismo• servizio• solidarietà• disponibilità• generosità• socializzazione

• competenza• qualità servizio• qualità gestione• formazione • regole• trasparenza• visibilità• continuità• crescita• omogeneità• ruolo• coordinamento• visione strategica• progettualità• organizzazione• strutturazione• spontaneità,

non spontaneismo• collaborazione con

la struttura ospedaliera

Azione direttamente rivoltaa bambini e famiglie

Azione del movimento ABIO nella società

Modalità di funzionamentodelle strutture ABIO

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ABIO si presenta come un movimento unita-rio, con storia, valori e finalità condivise matu-rate nel tempo. Ma ABIO ha anche una propriasoggettività giuridica distinta dalle personeche ne fanno parte, ed ha assunto profili diver-si per meglio rispondere con flessibilità ed au-tonomia alle richieste del territorio.

ABIO, nascendo come attività realizzata da vo-lontari, ha spinto le singole organizzazioni lo-cali ad acquisire – ognuna autonomamente –la qualifica di enti di volontariato, sottostantipertanto alle prescrizioni nazionali (L. 266/91)e locali (singole leggi regionali o provinciali)che comportano l’applicabilità di agevolazioninotevoli condizionate al rigido rispetto diadempimenti.

Le ABIO locali sono – in quanto organizzazionidi volontariato – Onlus “di diritto” (art 10, c 8, D.Lgs 460/97).

Ad oggi, il Movimento ABIO vede coinvolte 54 As-sociazioni di volontariato che autonomamente:• organizzano l’attività dei volontari che in

maniera qualificata ed efficace prestano illoro servizio presso le strutture ospedaliere;

• formano e convocano gli organi sociali (as-semblea, consiglio direttivo, organi di con-trollo e garanzia, rappresentanti legali);

• redigono scritture contabili e approvano rendi-conti consuntivi economici dell’attività svolta;

• gestiscono i rapporti con i volontari / aderen-ti anche sotto il profilo assicurativo;

• organizzano corsi di formazione per i volon-

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S T R U T T U R A E R E S P O N S A B I L I TÀ

Quando un gruppo di persone manifesta la volon-tà di offrire un sostegno ai bambini in ospedale.Quando un Primario o una direzione ospedaliera siaccorgono che qualcosa manca – a livello di umaniz-zazione – alle proprie strutture pediatriche.Quando ABIO valuta necessario dare risposta ad unparticolare bisogno riscontrato sul territorio.Queste sono le tre necessità/disponibilità che posso-no far nascere una nuova ABIO.Prima di acquisire una soggettività giuridica propria,

il nuovo gruppo ABIO viene indirizzato dalla Fonda-zione ad uno specifico iter formativo, comprendentetanto l’aspetto del servizio in reparto, quanto l’acqui-sizione delle norme fondamentali per la buona ge-stione dell’ente nascente. I volontari, in questo modo,prossimi a diventare soci e responsabili di un’organiz-zazione di volontariato, non vengono lasciati soli difronte a questioni pratiche/amministrative e alle ne-cessarie attenzioni che inevitabilmente bisogna ave-re nel contatto diretto con i bambini e i loro genitori.

Come nasce una nuova ABIO; i Gruppi in tirocinio

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tari in collaborazione con Fondazione;• gestiscono i rapporti con l’ente territoriale

preposto al controllo del loro operato (Regio-ne o Provincia);

• gestiscono i rapporti con i donatori anche inrelazione all’applicazione corretta delle di-verse discipline di detraibilità / deducibilitàdelle erogazioni liberali;

• gestiscono i rapporti con le Direzioni Sanita-rie dei presidi ospedalieri presso i quali prati-cano il volontariato;

• sensibilizzano la cittadinanza sulle proble-matiche affrontate e sulle opportunità di fa-re volontariato.

Le 54 Associazioni (più 4 gruppi in tirocinio)sono presenti in 17 regioni, in 67 comuni. Il ser-vizio viene prestato presso 180 tra reparti eservizi pediatrici (reparti generali e di specia-lità, day hospital, ambulatori, pronto soccorso).

A fronte di numeri continuamente in crescitasi è sentita sempre più forte la necessità dicoordinare azioni che seppur lontane tra di lo-ro (dal Trentino alla Sicilia) dovevano richiama-re gli stessi principi ed essere realizzate con lemedesime modalità di fondo.

Questo bisogno ha portato alla nascita di unprimo Coordinamento tra le sedi e successiva-mente allo sviluppo di Fondazione ABIO ItaliaOnlus, ente con personalità giuridica. Il Consi-

glio di Amministrazione di Fondazione ABIO ècomposto dai referenti delle Macro-regioni, daqueste eletti, volontari che offrono una note-vole disponibilità in termini di tempo e di as-sunzione di responsabilità.

Le Macro-regioni sono coordinamenti localiche promuovono lo scambio di informazioni euna piena collaborazione per le attività chepossono svolgersi a livello sovra comunale; nesono state individuate in tutto sette: Nord-Ovest, Lombardia Nord, Lombardia Sud, Mila-no, Nord-Est, Centro, Sud.

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Gruppi ABIO in tirocinio

Associazioni ABIO autonome

ABIOMilano

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La Fondazione agisce attivamente al fine di:• coordinare le 54 Associazioni ABIO locali at-

tualmente esistenti, in modo da assicurareuniformità nei contenuti e negli interventi;

• favorire l’apertura di nuove sedi ABIO attivan-dosi nel maggior numero di aree pediatrichesul territorio nazionale, per far sì che ognibambino e ogni famiglia possano contare sulsostegno qualificato dei volontari ABIO;

• promuovere progetti e interventi destinati aridurre l’impatto emotivamente stressante etraumatico dell’ospedalizzazione, anche at-traverso la trasformazione degli spazi fisiciadibiti alla permanenza del bambino e dellasua famiglia;

• progettare e allestire sale gioco, realizzarecamere o reparti di degenza secondo schemie modalità in sintonia con i bisogni emotivi eaffettivi dei bambini e degli adolescenti;

• sviluppare tra operatori ed opinione pubbli-ca una crescente attenzione alle indicazionipreviste dalla Carta dei Diritti dei Bambini edegli Adolescenti in Ospedale.

Il sistema “binario” ABIO Locali e Fondazionespinge il Movimento ABIO ad una presa di co-scienza delle responsabilità che un volontariatomaturo assume nei confronti di coloro che aiuta.

Per questo motivo:• ABIO Milano, che detiene la proprietà del

marchio, ha affidato a Fondazione la tutela

della denominazione e dei marchi distintivi;• Fondazione redige regolamenti interni con-

divisi, sulla base delle esperienze comuni,con le realtà locali per coordinare al meglio leattività complessive, comprese quelle di Rac-colta Fondi e di Comunicazione;

• Fondazione supporta le Associazioni fornen-do linee guida e strumenti per una correttaed efficace azione.

Il Consiglio di Amministrazione si riunisce me-diamente 5 volte all’anno e ogni Consigliereorganizza almeno un incontro con le Associa-zioni afferenti al territorio della Macro-regio-ne che rappresenta.

Ogni Consigliere è dunque investito del ruolo diamministratore della Fondazione, impegno cheesercita in prevalenza collegialmente. In meritoal suo profilo di collegamento tra le realtà loca-li e la Fondazione, questo si esplica soprattutto

CHI SIAMO 14

(dallo Statuto, art. 1)“Sostenere quelle realtà pubbliche e private chepromuovono l’umanizzazione dell’ospedale e lasdrammatizzazione dell’impatto del bambino edella sua famiglia con le strutture sanitarie, favo-rendo principalmente quelle Associazioni ABIOOnlus localmente costituite e operanti, alle qualivenga riconosciuta la partecipazione – nei terminidel presente statuto – alla Fondazione stessa”.

La finalità di Fondazione

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sulle istanze di carattere generale, mentre sonodemandati allo staff della Fondazione la rispo-sta ai quesiti tecnici, l’aggiornamento e il sup-porto per le attività delle Associazioni.

Alcuni progetti di Fondazione

ABIO Italia

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L E N O ST R E AT T I V I TÀ

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I bambini, gli adolescenti e le loro famiglie

Sono loro i soggetti dell’attenzione della Fon-dazione, delle Associazioni locali, dei volontari,dei sostenitori, delle istituzioni che ci aiutano.I bambini e gli adolescenti, prima di tutto; eanche le loro famiglie, dato che i bambini sisentono al sicuro quando vedono che i loro fa-miliari sono sereni.

In questi anni il Movimento ABIO ha promos-so azioni e politiche per:• rendere più sostenibile la permanenza e la

degenza di bambini, adolescenti e famiglienegli ospedali;

• promuovere la conoscenza e l’applicazione del-la Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale, at-tualmente in fase di revisione.

Iniziamo con i numeri.Nei reparti in cui ABIO è presente, sono stati• ricoverati 199.872 bambini e adolescenti• assistiti (negli ambulatori o “pronto soccorso”)

2.285.332 bambini e adolescenti(Fonte: dati 2007 raccolti da ABIO in 128 reparti)

Sono numeri rilevanti, rappresentano un con-tinuo impegno giornaliero, un dover esserci,nonostante le feste, i periodi di vacanza.

La scelta di ABIO di diffondersi a macchia di leo-pardo sul territorio, dando una autonomia or-ganizzativa alle Associazioni, ha permesso nel-l’ultimo decennio di raggiungere molte strut-ture ospedaliere grandi e piccole, garantendo lapresenza di figure amiche, il supporto a bambi-ni e genitori e la creazione di ambienti acco-glienti e colorati. Ogni giorno ai 546 bambini ri-coverati e ai 6.261 accolti in ambulatorio e alpronto soccorso, le Associazioni ABIO locali de-vono assicurare una presenza discreta, consa-pevole e rispettosa dei problemi (non solo me-dici, ma anche emotivi), una capacità di acco-gliere incondizionatamente, di mettere a pro-prio agio bambini di diverse età, condizioni so-ciali e di salute.ABIO ha evidenziato negli anni diverse proble-matiche che ogni bambino deve affrontarenell’ambiente ospedaliero, e queste hanno ununico denominatore comune, la trasversalità.

Vediamo in cosa consiste:• Età: nei reparti pediatrici vengono ricoverate

STA K E H O L D E R P R I N C I PA L I

Il numero di bambini e adolescenti accoltiin un anno nei reparti ospedalieri

in cui ABIO opera equivale alla popolazione della Provincia di Torino,

quarta in Italia per numero di abitanti.

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persone di età compresa tra zero e diciottoanni e ciò è certamente un problema perchéogni età richiede un approccio particolare especifico.

• Condizione sociale: nei reparti pediatrici so-no accolte persone di differente condizionesociale, comprendendo con questo terminetutti gli aspetti economici, religiosi, culturali.Per una migliore assistenza, occorre tenerconto dei particolari bisogni espressi e adot-tare i più opportuni linguaggi e modus ope-randi. Tale aspetto diventa ancora più impor-tante se si considera che accanto al bambinoin reparto c’è sempre almeno una figura fa-miliare (il genitore, il nonno, ecc.).

• Condizione sanitaria: la trasversalità di con-dizione sanitaria è dovuta al fatto che nellestesse aree pediatriche – salvo che per casiparticolari – sono ricoverati bambini e adole-scenti con differenti malattie, più o menogravi, che richiedono cure e terapie specifi-che e differenziate.

Vediamo come ABIO risponde ad alcune diqueste problematiche.

Perché così tanti bambini con sintomi di diversagravità vengono accolti dalle strutture di primaemergenza?Sempre più il pronto soccorso ha sostituito ilruolo del medico/pediatra: sempre più spessocioè le maggiori esigenze sanitarie delle fami-

glie ma anche in alcuni casi la ridotta offerta diservizio dei medici di famiglia (in termini di vi-site, orari, numerosità dei pediatri, ecc.) hannofatto sì che aumentasse la fruizione dei prontosoccorso e quindi anche dei reparti pediatrici inospedale in caso di successiva necessità.Tale aumento ha determinato un maggiore bi-sogno di intervento e di presidio presso i luo-ghi di accoglienza dell’ospedale, tra i quali ap-punto il pronto soccorso accanto al reparto didegenza vero e proprio: la presenza di ABIO intali spazi è certamente stata una delle rispo-ste più idonee a tale problematica, anche se lastessa rimane di fatto non risolta.

Si notano di frequente adolescenti ricoverati afianco dei bambini. ABIO aiuta anche loro?ABIO si è interrogata anche su come affronta-re al meglio il rapporto con gli adolescenti.C’è infatti la piena consapevolezza che comuni-care con gli adolescenti implichi conoscenze ecapacità particolari. In occasione del Convegnodi ABIO Milano del 2005 è stata organizzatauna tavola rotonda per confrontarsi propriosulle esigenze dell’adolescente in ospedale.Per quella circostanza è stata effettuata un’in-dagine su un campione nazionale di oltre 700ragazze e ragazzi ricoverati per verificare qua-le fosse la loro realtà durante la degenza. Ledomande poste erano finalizzate a compren-dere cosa mancasse di più a un adolescente inospedale e cosa desiderasse in tale situazione.

LE NOSTRE ATTIVITÀ 18

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BILANCIO DI MISSIONE ABIO19

I risultati del questionario hanno evidenziatoche all’adolescente ospedalizzato mancano,sopra ogni cosa, gli amici e la libertà di uscire.Gli adolescenti desiderano avere una persona,possibilmente di età vicina alla propria, concui parlare di argomenti quali lo sport, per i ra-gazzi, e la musica, per le ragazze. Inoltre i ra-gazzi, a differenza delle ragazze, sono più di-sponibili a parlare del loro ricovero.

Per stare meglio in ospedale gli adolescentipropongono di essere ricoverati con coetanei.Infatti, si sentono fuori posto sia vicino agliadulti sia con bambini più piccoli.ABIO da diversi anni si impegna per testimo-niare la specificità di questa delicata fascia dietà e prova, nel contesto ospedaliero, a rispon-dere ai bisogni evidenziati dagli adolescenti.Innanzitutto, cercando di stimolare una seriedi fattori (di storia personale, di gruppo fami-liare ma anche di ambiente) che li aiutino adaffrontare al meglio il loro percorso in ospeda-le. Il volontario ABIO che entra nella stanza diun adolescente, grazie a specifiche modalità direlazione, può costituire un elemento di conti-nuità con l’ambiente esterno.Coerentemente con i principi enunciati nellaCarta dei Diritti del Bambino in Ospedale, at-tualmente in fase di revisione, ABIO puntainoltre a ottenere che gli adolescenti venganoricoverati in reparti pediatrici e aggregati perfasce d’età, non solo in camere dedicate ma

anche in spazi appositi che costituiscano unospazio neutro in cui potersi relazionare. Inol-tre, per dare un forte sostegno agli adolescen-ti in reparto alcune Associazioni ABIO da alcu-ni anni sperimentano progetti di avvicina-mento al volontariato, monitorato e sorveglia-to, rivolto a studenti delle scuole superiori.

I volontari

Chi sono i volontari, qual è il loro profilo e per-chè passano tanto tempo con i bambini inospedale? I dati che seguono smentisconol’immagine dei volontari come quelle personeche, non avendo nulla da fare, vanno in ospe-dale ad aiutare chi soffre.Non è più così, se mai è stato veramente così.Si tratta piuttosto di persone normali e, allostesso tempo, speciali.Sanno trovare nella loro quotidianità il tempoda donare, un bene raro ai nostri giorni e quindiestremamente prezioso. Un tempo di qualità,al servizio degli altri, per contribuire a creareuna società migliore e più attenta.

Nel corso del 2007 ABIO ha visto coinvolte nel-le 58 organizzazioni locali complessivamente4.886 persone, tra soci e volontari.Le ore stimate di attività di volontariato sonostate complessivamente 650mila, pari a 1.780ore al giorno, incluse le festività.

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Non esiste un volontario ABIO “tipico”, tuttiportano caratteristiche e vissuti molto diversi.9 volontari su 10 sono donne; un terzo ha piùdi 55 anni, ma la maggior parte ha un’età tra i30 e i 55 anni; più di 1.000 giovani (sotto i 30anni) si impegnano continuativamente nel vo-lontariato in ospedale. Questo tipo di volonta-riato non richiede conoscenze acquisite parti-colari, ma sembra attirare (almeno 7 su 10)soggetti a media e alta scolarità.

Indipendentemente dalle classi di età e dallacondizione lavorativa, chi ritiene di aver tempoda impiegare su un’attività organizzata e co-stante senza ritorni di lucro, ha un posto doveandare. I volontari sono portatori di quellastessa trasversalità che per i bambini – abbia-mo visto – può essere ragione di difficoltà; le

differenze aiutano chi aiuta.Ogni Associazione ABIO è condotta ed ammi-nistrata da un Consiglio Direttivo compostointeramente da volontari: fare il Presidente, as-sumere la carica di Tesoriere, decidere insiemeil presente ed il futuro degli enti (piccoli egrandi) non può oggi assumere caratteristichedi spontaneismo. Bisogna conoscere le leggi ecome applicarle; bisogna saper discernere co-me ad esempio fare un’attività di people rai-sing. Il tutto senza alcuna remunerazione.Tutto ciò si traduce da parte dei volontari coin-volti in un rilevante impegno di servizio, pari inmedia ad almeno 330 ore all’anno di volonta-riato “organizzativo” per ogni Associazione.A fronte di agevolazioni che il legislatore haconcesso a determinati enti (tutte le ABIOsono Onlus di diritto in quanto Organizzazio-

LE NOSTRE ATTIVITÀ 20

• offrono ciascuno un turnosettimanale di tre ore in ospedale;

• svolgono il loro servizio organizzati in Gruppi-reparto.

I volontari ABIO

• accoglienza al momento del ricovero, per facilitare l’inserimento in ospedale;

• gioco e attività ricreative,per poter sorridere anche in reparto;

• collaborazione con il personale sanitario;

• allestimento di reparti più accoglienti e colorati,con la realizzazione di decorazioni e arredi.

• disponibilità all’ascolto attivo, attento e partecipe;

• presenza discreta e familiare;• informazioni su strutture,

servizi disponibili in ospedalee indicazioni su regole e abitudini del reparto;

• accudimento del bambino malato nel caso in cui il genitore debba assentarsiper provvedere a eventualiincombenze.

Per i bambini Per le famiglie

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BILANCIO DI MISSIONE ABIO21

ni di volontariato), viene loro chiesto semprepiù un assetto “controllato e controllabile”dal punto di vista amministrativo.Ciò si traduce in un ampliamento dei doveridi adempimenti e rendicontazione, di con-trollo interno ed esterno; una certificazionecontinua delle attività che vengono realmen-te effettuate.Bisogna continuamente dimostrare che la fidu-cia dei terzi verso ABIO – come in tante altre or-ganizzazioni – è ben riposta; e questo non soloper ragioni di “sicurezza”, per smarcarsi da ipo-tesi di truffa, ma per rilevare (quindi in terminipositivi) un saper fare e un saper fare bene.

Parlando delle 54 Associazioni autonome, 10hanno più di 100 volontari, 13 più di 50, 19 piùdi 25 e le rimanenti 12 tra 8 e 25 volontari.

Il compito del volontario è in generale quello di pro-muovere momenti, spazi e occasioni di accoglienzaattraverso azioni molto diverse a seconda del con-testo in cui opera, poiché diversi sono l’organizza-zione e il tipo di patologia prevalente nei reparti.Il compito del volontario non è mai quello di sosti-tuirsi al personale sanitario. Ciascun volontario sicolloca nell’ospedale tra il pubblico utente, cioè ibambini, gli adolescenti e le loro famiglie, e lastruttura stessa, in un’ottica di collaborazione e ri-spetto dei ruoli specifici.

MEDIA SUPERIORE

MEDIA INFERIORE

LAUREA

21

928

42

15

27

58

< 29

30 - 54

55 - 64

> 64

12 10

1319

> 100

51 - 100

26 - 50

< 25

91

9

DONNE UOMINI

Scolaritàdei volontari (%)

Classi di etàdei volontari (%)

Associazioniper n. di volontari (V.A.)

Composizionedei volontari (%)

Compiti dei volontari

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Quattro testimonianze

Nicola, 47 anni,ABIO MantovaVa bene, può sorprendere ipiù, il fatto che un liberoprofessionista “sprechi” dueore del Lunedì mattina daalmeno quattro anni.

Ma è così e non poteva essere diversamente.Una delle mie due bambine ricoverata, un de-pliant che mi parla di come aiutare i bambini inospedale; i casi della vita, si dirà. Caso o non ca-so, da allora ABIO fa parte della mia vita comeil mio lavoro; inizio bene la settimana, toccandouna realtà che mi fa stare con i piedi per terraper il resto del tempo.Auguro a tutti di poter dedicare un poco del lo-ro tempo a conoscere e vivere ABIO.

Alessia, 34 anni,ABIO PerugiaRicordo come fosse oggi –era il 2004 – di aver lettonelle pagine di un quotidia-no locale di un corso di for-mazione ABIO; iniziava

proprio quel giorno e non volevo perderlo, cosìlasciai i bimbi alla nonna e corsi all’appunta-mento. Sapevo fin dall’inizio che mi sarebbe in-teressato, forte anche della mia esperienza pas-sata di assistente sociale; ciò che invece non po-tevo ancora immaginare, era che sarebbe di-ventato parte integrante della mia vita.Nei momenti più difficili vissuti dall’Associazio-ne nella mia città, ho pensato anche di lasciare,quando eravamo rimaste solo in sei, in un am-biente difficile, quando mi sono trovata di fron-te a sofferenze troppo grandi da accettare. Maho scelto di restare perché ABIO è riuscita a dar-mi tutto ciò che speravo di poter realizzare nelmio cammino: rendersi utili in maniera sempli-ce ma concreta e la possibilità di condividerequeste esperienze con persone assai diverse traloro, ognuna con il proprio modo di essere, maaccomunate da questo unico desiderio.Posso dire che è una grande fortuna avere lapossibilità di impegnare il tempo libero in ciòche realmente si desidera.

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Anna Maria,ABIO MilanoNon è gentile chiedere l’etàad una signora, vero? Sonovolontaria di ABIO dal 1979,e ciò vi basti. Sono rimastaa casa dopo un po’ di inse-

gnamento e ora seguo – e questo è sì un lavoro– i miei nipotini.Ho conosciuto ABIO sfogliando un settimana-le, dove si parlava di una nuova iniziativa; misono presentata al colloquio e ho avuto la for-tuna di parlare con Mara Zaffaroni, moglie delfondatore, e il suo entusiasmo mi ha contagia-to. Dopo pochi giorni ho cominciato il mio vo-lontariato all’ospedale S. Carlo che apriva adABIO in quei giorni.L’entusiasmo è sempre lo stesso, penso che di-penda dal fatto di avere sempre tenuto i contat-ti molto stretti con l’Associazione e di aver fre-quentato con interesse e curiosità i corsi di ag-giornamento e seminari vari. Non guardo mai alpassato, ma al futuro, questo è il mio carattere.

Jennifer, 21 anni,ABIO CaltagironeStudio Scienze Politiche;posso dire che sono una ra-gazza “normale”? Mi piacela compagnia degli amici,lo sport, dipingere.

Mi sono avvicinata ad ABIO per caso, nel 2005,passando per la piazza durante la Giornata Na-zionale di fine settembre. Lì sono venuta a co-noscenza di questo mondo che mi ha subito av-volta nel suo fascino e ho deciso di provare adare una mano al prossimo.ABIO mi ha coinvolto talmente tanto che fa par-te di me e non riesco ad immaginare di non en-trare più in reparto e non dare un contributo al-le famiglie e ai bambini che hanno bisogno. Cre-do che il tempo si trovi sempre se si crede in quel-lo che si sta facendo, con cuore e tranquillità.

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Formazione

Parlando dei volontari non può tacersi l’impor-tanza della Formazione.

Fin dai primi anni ABIO ha richiamato in modoesplicito la necessità di preparare e orientaregli aspiranti volontari prima di inserirli nel re-parto ospedaliero.Il volontario ABIO deve imparare ad agire conresponsabilità e consapevolezza in un conte-sto specifico, con compiti e capacità definite.Infatti spesso sottolineiamo come la gratuitàdebba sempre coniugarsi con la serietà dell’a-zione volontaria.

La formazione ABIO si articola in:• corso di formazione di base, rivolto agli aspi-

ranti volontari;• iniziative di formazione permanente, desti-

nate ai volontari già in servizio.

Il Corso di formazione di Base offre indicazionie spunti che aspirano a sollecitare nel volonta-rio riflessioni sulla sua scelta di servizio e sualcuni momenti che possono caratterizzare laquotidianità del reparto.

Le iniziative di formazione permanente preve-dono invece un aggiornamento di tutti i vo-lontari attivi su varie tematiche. Gli incontri in-tendono approfondire innanzitutto temi lega-

ti ai bisogni del gruppo o delle condizioni incui questo si trova ad operare all’interno dellastruttura ospedaliera, e vogliono contribuire arimotivare i volontari e a promuovere una cre-scente coesione del gruppo.

Ci soffermiamo sul Corso di Base e in partico-lare su metodologie e tematiche degli incontrie sugli obiettivi che si aspira a perseguire.Il modello di Calendario utilizzato a livello na-zionale prevede:

una fase propedeutica:• un incontro informativo in cui vengono illu-

strati la storia, l’organizzazione, gli scopi del-l’Associazione ABIO locale e di FondazioneABIO Italia, i diritti e i doveri del volontario, leregole di comportamento e la disciplina;

• un incontro di selezione – autovalutazione, apiccoli gruppi per verificare reciprocamente lapiena compatibilità tra caratteristiche e inten-ti dell’aspirante volontario e tratti distintividella figura e dei compiti del volontario ABIO;

un Corso di Formazione, comprensivo di:• un incontro di approfondimento su aspetti

igienico-sanitari-comportamentali per unamiglior conoscenza dell’ambito ospedalierodi intervento e delle sue regole;

• un incontro di approfondimento sull’impor-tanza del gioco in ospedale e principali tec-niche di intervento ludico;

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• un seminario psicologico – motivazionale;• un periodo di tirocinio in ospedale della du-

rata di circa sei mesi (20 turni – per un tota-le di 60 ore), in affiancamento a volontari giàattivi, completa il percorso formativo conl’indispensabile apprendimento guidato sulcampo e un momento di verifica reciproca.

Obiettivi La formazione di base intende:• sviluppare la conoscenza relativa alle funzioni

e alle caratteristiche del ruolo del volontario;• accrescere in ciascuno la consapevolezza de-

gli aspetti relativi alle proprie motivazioni eai propri bisogni;

• promuovere il pieno coinvolgimento dei vo-lontari nelle iniziative formative;

• costruire un processo progressivo di appar-tenenza al gruppo;

• promuovere l’omogeneità delle competenzee delle conoscenze del gruppo;

• verificare reciprocamente la piena compati-bilità tra chi desidera svolgere questo servi-zio e ciò che esso richiede.

I numeri della formazioneABIO dà la possibilità a chiunque (tra i 18 e i 69anni) di intraprendere un’attività di aiuto aibambini in ospedale.ABIO è tuttavia molto esigente con i volontari:il rispetto per il bambino e l’adolescente e perla loro condizione è portato in primo piano e

pertanto non ci si può limitare alla buona vo-lontà (assolutamente necessaria) e allo slan-cio iniziale. Il confronto con gli aspiranti volon-tari è serio e franco.Ogni 100 persone che iniziano il Corso di For-mazione nella sua componente teorica, 50 arri-vano alla sua conclusione. Di questi 50, circa lametà completa il percorso di tirocinio in repar-to, e diventa “volontario effettivo”.Sono numeri severi: iniziano in 100, finiscono in25. Perché? È il prodotto di un doppio interven-to. Da una parte l’aspirante volontario può pro-gressivamente comprendere se è veramentequella la strada che intendeva percorrere, se ilsenso del suo volontariato è lo stesso di quellocondiviso nel Movimento ABIO.D’altro canto i formatori, i tutor in ospedale e iresponsabili locali affiancando gli aspiranti vo-lontari possono verificare la compatibilità deiloro comportamenti con le regole associativee il ruolo delicato del volontario ABIO.

Nel corso del 2007 per le due tipologie di ini-ziative di formazione (base e permanente) intutt’Italia si sono realizzate circa 2.000 ore inaula, che hanno visto coinvolte:• 1.197 persone per la formazione di base, per

un totale di 1.147.923 ore;• 1.478 volontari per la formazione permanen-

te, per un impegno totale di 1.073.028 ore.(Dati relativi a 54 Associazioni sulle 58 esistenti).

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Gli ospedali

I volontari ABIO agiscono esclusivamente in am-bito pediatrico, in strutture ospedaliere pubbli-che o accreditate. Da ormai quindici anni vienechiesto alle Aziende Ospedaliere di sottoscri-vere una convenzione, prevista dalla L. 266/91,che riconosca il valore e l’importanza del servi-zio ABIO per un migliore servizio di accoglien-za e di assistenza al bambino in ospedale e al-la sua famiglia. La collaborazione con le strut-ture ospedaliere porta verso un costante mi-glioramento dei servizi offerti e tende ad unasempre migliore vivibilità dei reparti.L’alleanza tra ABIO e Ospedali è pertanto unanecessità e una risorsa per entrambe le parti.

La voce di un medicoProf. Lucio Armenio Direttore Clinica Pediatri-ca “Salvatore Maggiore” dell’Azienda Ospeda-liero Universitaria Policlinico di Bari.Un paio di anni fa il Presidente della Fondazio-ne ABIO, il Prof. Vittorio Carnelli, illustre collegae caro amico, mi telefonò per chiedermi seavessi avuto piacere di attivare una collabora-zione di ABIO con la Clinica che dirigo. La rispo-sta fu subito “sì” e così presi contatti con il Se-gretario Generale di ABIO, e partimmo con unprimo corso di Formazione di un gruppo di vo-

lontari che attualmente operano giornalmen-te presso la struttura da me diretta. Al primocorso ne hanno fatto seguito altri.

Penso che avere la collaborazione di una istitu-zione che vanta una lunga esperienza non pos-sa che essere un vantaggio per i piccoli utenti,per i familiari e per l’équipe sanitaria. Il nume-ro di Associazioni di Volontariato, tutte lodevo-lissime, che si occupano di assistenza al mala-to tende all’infinito, ma quelle mirate all’assi-stenza del bambino sono veramente poche edancor meno quelle che sulla base dell’esperien-za si preoccupano di fare una selezione degliaspiranti, di istruirli e poi di immetterli nellaoperatività con gradualità e con l’affiancamen-to di operatori già esperti. Apprezzo inoltre cheABIO rivolga la sua attenzione al “bambino inospedale” indipendentemente dalla patologiadi cui soffre e non si rivolga esclusivamenteagli sfortunati che hanno patologie oncoema-tologiche o cronico-invalidanti a più ampio im-patto emotivo sulla popolazione.

La mia aspettativa era quella di avere una fat-tiva collaborazione per instaurare un rapportomeno traumatico, più confidenziale e fiducia-rio, fra Bambino e Famiglia da una parte edOspedale dall’altra.

G L I A LT R I STA K E H O L D E R

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Ritengo inoltre che un ruolo non meno impor-tante del volontario sia quello di intrattenere ecoinvolgere attivamente il bambino ospedaliz-zato in attività ludiche, scaricando in parte il dif-ficile compito del genitore che lo accompagna.

Nella realtà della Clinica “Salvatore Maggiore”di Bari ABIO si è fatta promotrice di iniziativedivulgative e di raccolta fondi coinvolgendorealtà territoriali per progetti che hanno con-sentito l’allestimento di una zona ludica in Re-parto ed una in Sala di attesa del Pronto Soc-corso delle Cliniche Pediatriche, dotandole dimobilio e di giochi per bambini.

L’atmosfera venutasi a creare nel reparto, conmia piena soddisfazione, contribuisce giornal-mente al realizzarsi della “mission” della Divi-sione ed a rendere più accettabile il distaccodel bambino dalla famiglia, aiutando a supe-rare gli inevitabili stati di preoccupazione e diansia per la salute del piccolo utente.

Le occasioni di svago e l’opportunità di megliogestire i lunghi intervalli di tempo inoperosi acui la degenza costringe, parallelamente allaattività scolastica che i bambini possono se-guire durante la permanenza in ospedale gra-zie agli insegnanti della Scuola in Ospedale,favoriscono il realizzarsi di un clima più fami-liare e meno “punitivo”, facilitando i nuovi ac-cessi ove siano necessari periodici controlli.

I donatori

Sulla base dell’ultimo Bilancio della Fondazione(anno 2007, approvato nel marzo 2008), le en-trate non vincolate sono così ripartite tra i prin-cipali soggetti erogatori (aziende, persone fisi-che, enti pubblici).

Fondazione ABIO: riceve donazioni prevalente-mente dalle aziende.Fondazione può dare a interlocutori di granderilievo una visione del progetto ad ampio re-spiro e a lungo termine, e porsi pertanto qua-le interfaccia istituzionale a beneficio di tuttoil Movimento.

Associazioni ABIO: ricevono donazioni preva-lentemente dai privati cittadini e dagli entipubblici locali, con i quali c’è una maggioreidentificazione perchè le Associazioni ABIOagiscono a diretto contatto con il territorio.

LE NOSTRE ATTIVITÀ 28

DONAZIONI AZIENDE

DONAZIONI PRIVATI

CONTRIBUTI DA ENTI PUBBLICI

13,4

25,8

60,8

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BILANCIO DI MISSIONE ABIO29

Una collaborazione concreta

Testimonianza del Responsabile in Rewe Italia(Supermercati Standa e Billa) per le Operazio-ni di Fidelity e le Private Label per il 2007La nostra collaborazione con ABIO ha avutoun’interessante evoluzione. È iniziata nel 2001attraverso una operazione di co-marketing so-ciale legata al Catalogo Premi del nostro grup-po. Il nostro cliente poteva utilizzare i punti ac-cumulati con la spesa e le promozioni donan-doli ad ABIO. Questi punti, valorizzati, si tra-sformavano in donazioni in denaro che hannopermesso ad ABIO di migliorare la qualità deiservizi ai bambini in ospedale. Grazie a questaprima operazione ci siamo resi conto dellasensibilità del nostro cliente verso le temati-che sociali e questo ci ha portato nel 2004 afar crescere la collaborazione tra la nostra so-cietà ed ABIO. In quel periodo infatti lanciava-mo la nostra nuova linea di prodotti della pri-vate label e abbiamo deciso quindi di legarel’immagine del marchio Fior di Spesa ad ABIO.Ogni prodotto acquistato contribuiva ad ali-mentare un fondo in denaro destinato allarealizzazione, grazie ad ABIO, di importantiprogetti per migliorare la qualità della vita delbambino in ospedale.Siamo riusciti a realizzare molti progetti, traquesti, il Kit Sorriso per cui ogni cliente ha potu-to donare, tramite i punti spesa, un kit comple-to da disegno ai bambini in ospedale; l’impor-

tante progetto legato all’Ospedale Buzzi di Mi-lano a cui sono stati donati gli arredi e le deco-razioni per l’intero reparto; la realizzazione disale gioco negli ospedali di 9 città italiane oltrenaturalmente al sostegno legato alla GiornataNazionale ABIO.Nel 2007 abbiamo festeggiato i nostri primi 5anni insieme, tramite un’importante iniziativache ha visto i volontari ABIO presenti in moltipunti vendita Standa e Billa.Il Gruppo Rewe ha valutato la collaborazionemolto positivamente. Tanto è che nel 2008 sa-remo – per la terza volta consecutiva – i soste-nitori unici della Giornata Nazionale ABIO,evento di fondamentale importanza per tuttoil Movimento ABIO. Il cliente dei SupermercatiStanda e Billa infatti non è solo un consuma-tore di beni e/o servizi, è un soggetto portato-re di bisogni diversi rispetto a quelli cui siamosoliti rispondere: tali bisogni si esprimonoperò nello stesso territorio di riferimento incui si trovano i nostri “supermercati” e “iper-mercati”: questo andare oltre il nostro serviziodi retailers ci ha gratificato e crediamo che siastato apprezzato anche dai nostri clienti.È difficile valutare i risultati di operazioni diquesto tipo, e soprattutto la relazione causaeffetto. Quello che sappiamo è che il nostromarchio Fior di Spesa è riconosciuto dai nostriconsumatori per le sue valenze sociali e ancheper questo viene scelto e apprezzato.

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Gli operatori interni

6 operatori interni retribuiti per sostenere,rendere omogenea e coordinare l’azione diquasi 5000 soci volontari.Gli operatori svolgono le loro funzioni nei setto-ri di segreteria, amministrazione, organizzazio-ne, formazione, comunicazione e raccolta fondi.La Fondazione dà ad ogni persona soddisfazio-ni e stimoli di particolare rilevanza, facendo inmodo che ciascuno si senta partecipe nellalenta opera di miglioramento della condizionedel bambino, dell’adolescente ospedalizzato edelle loro famiglie.Come spesso succede nel non profit, si trattanon soltanto di lavoro ma di un impegno per-sonale forte e coinvolgente che permette diaffrontare con professionalità ed efficacia ledifficoltà, i molti fronti di impegno, livelli retri-butivi più bassi rispetto al settore for profit, lasfida quotidiana di far di più e meglio.

Gli enti pubblici

Il 98% delle Associazioni ABIO sono iscritte aiRegistri regionali/provinciali del volontariato ohanno avviato l’istanza. Spesso gli Enti Localioffrono servizi e spazi alle organizzazioni localie ne patrocinano gli eventi di sensibilizzazione.Da diversi anni il servizio ABIO è conosciuto eapprezzato dai Ministeri interessati che ap-poggiano le diverse iniziative nazionali.

LE NOSTRE ATTIVITÀ 30

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Comunicazione

Fondazione ABIO Italia attualmente svolgeun’intensa attività di comunicazione.

I principali obiettivi che si propone sono:• sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pub-

blica sul tema del bambino e dell’adolescen-te in ospedale;

• comunicare i progetti e le iniziative di Fonda-zione ABIO Italia e del Movimento ABIO nelsuo complesso;

• supportare e coordinare l’attività di Comuni-cazione e Raccolta Fondi per le iniziative a ca-rattere nazionale;

• offrire consulenza e indicare linee guida perle attività di comunicazione e raccolta fondidelle Associazioni ABIO locali;

• accrescere la notorietà e la conoscenza delMovimento ABIO, tutelando e valorizzando ilmarchio ABIO.

Il passaggio fondamentale per lo sviluppo del-la comunicazione in ABIO è stato la crescenteconsapevolezza della sua importanza per tut-to il Movimento nonché di una gestione pro-fessionale della raccolta fondi e dei rapporticon le aziende.Il Settore Comunicazione ha dedicato molte

energie alla comunicazione interna e alla con-divisione di materiali e strumenti con le Asso-ciazioni ABIO locali.

I fronti di impegno maggiori sono stati:

Comunicazione interna • supporto• coordinamento• identità omogenea

Comunicazione esterna • sensibilizzazione • conoscenza del Movimento ABIO e delle sue

attività

Quattro modi di comunicare ABIO

Fase 1 (1978-1988)La comunicazione interna è veicolata attraver-so un notiziario per i soci e i volontari di ABIOMilano.La comunicazione esterna si concentra preva-lentemente sui contatti con gli ospedali e sul-la ricerca di nuovi volontari.La comunicazione segue i bisogni che si pre-sentano via via; ci si muove su dimensione re-gionale e potendo contare su una certa auto-sufficienza economica.

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L E AT TI V ITÀ D I S U P PO RTO : COMU N I CA Z I O N E E RACCO LTA FO N D I

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Fase 2 (1988-1999)La comunicazione interna continua a persegui-re come obiettivo principale quello della comu-nicazione ai volontari. Sul fronte della comuni-cazione esterna si entra in contatto con un’a-genzia che inizia a studiare, a titolo gratuito, iprimi strumenti di immagine coordinata.Nasce quella che poi diventerà l’immagineistituzionale di ABIO: il manifesto in cui vienerappresentato il bambino abbracciato all’orso.Inizia la ricerca di visibilità esterna.

Fase 3 (1999-2003)Il Progetto Ospedale Amico dà la possibilità adABIO di avere un’importantissima esposizionemediatica.Cresce la consapevolezza dell’importanza diimpostare un settore comunicazione interno eun’immagine ABIO autonoma ma non vengo-no individuati stabilmente competenze e fon-di da dedicare al settore

LE NOSTRE ATTIVITÀ 32

Da sinistra: Il primomanifesto ABIO;l’immagine istituzionale

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Fase 4 (2003-2007)Termina il Progetto e si impone la necessità disviluppare un’immagine propria rispetto allasovrapposizione mediatica con OspedaleAmico. Si consolida quindi la strutturazione diuna funzione Comunicazione e Raccolta Fon-di interna. Si imposta la collaborazione conun’agenzia di comunicazione che possa af-fiancare gli operatori interni nella prima fasedi avvio e crescita. La nascente FondazioneABIO ha l’esigenza di comunicare all’internodel Movimento e all’esterno la sua missioncosì come i differenti ruoli ed ambiti di com-petenza rispetto alle ABIO locali.

Il nostro evento di piazza:la Giornata Nazionale ABIOL’evento più significativo nel corso dell’annoper tutto il Movimento ABIO è la Giornata Na-zionale “perAMORE, perABIO”, che si tiene intutta Italia l’ultimo sabato di settembre. Si trat-ta di un’occasione unica in cui i volontari ABIOsi identificano: un giorno in cui ABIO si presen-ta con un’unica veste riconoscibile e omogeneaper promuovere la propria attività.

La testimonianza del nostro impegno prima di tuttoQuesto evento nasce con lo scopo di far cono-scere anche all’esterno dell’ospedale la mis-sion che ABIO porta avanti da 30 anni: pro-muovere l’umanizzazione dell’ospedale e con-

tribuire a rendere il più sereni possibile l’im-patto e la permanenza del bambino e dellasua famiglia con le strutture sanitarie.

La nostra scelta:solo i volontari ABIO dove ABIO è presenteLa Giornata Nazionale, giunta nel 2007 allasua Terza edizione, vede i volontari ABIO impe-gnati a far conoscere le attività di Fondazionee delle Associazioni ABIO locali, a sensibilizza-re l’opinione pubblica all’importanza del vo-lontariato e a promuovere il diritto al sorrisodei bambini in ospedale.In circa 100 piazze delle città italiane in cuiABIO è presente i volontari hanno distribuitocestini di pere che, a fronte di una offerta mi-nima di 7 euro, hanno contribuito a finanziareCorsi di Formazione per nuovi volontari, l’a-pertura di ulteriori servizi e l’acquisto dei gio-cattoli per assicurare ai bambini e agli adole-scenti ricoverati una migliore qualità dellapermanenza in ospedale.

La Terza edizione di “perAMORE, perABIO” haricevuto l’Alto Patronato del Presidente dellaRepubblica, il Patrocinio della Presidenza delConsiglio dei Ministri e del Ministero della So-lidarietà Sociale. Ha ottenuto inoltre il Patroci-nio del Segretariato Sociale RAI.

L’edizione 2006 di “perAMORE, perABIO” havinto il Premio Fundraising Awards Italia nella

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categoria “miglior evento di piazza”.In occasione della Giornata Nazionale, dal 15settembre al 7 ottobre 2007, si sono potuti do-nare 1 euro tramite l’invio di un sms solidale alnumero 48582 da tutti i cellulari personali Tim,Vodafone,Wind e 3 Italia e 2 euro chiamando lostesso numero da rete fissa Telecom Italia.

I nostri risultati:• 108 banchetti• 1500 volontari coinvolti• 100.000 contatti• 26.500 cestini di pere offerti• Oltre 150 uscite stampa sulle testate

nazionali e locali• 130.000 euro di risultato attivo

LE NOSTRE ATTIVITÀ 34

29 settembre 2007,volontari ABIO in piazza

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Fondazione ABIO raccoglie risorse per riuscirea perseguire le sue finalità, ed in particolareper raggiungere i seguenti obiettivi:• apertura di nuove Associazioni e formazione

dei volontari;• arredo e ristrutturazione degli ambienti di

degenza e di gioco all’interno delle struttureospedaliere;

• altri progetti educativi.

Nel dialogo con le aziende, Fondazione accom-pagna la loro volontà di donare, di dare un so-stegno: concreto e visibile.

Rapporto con le aziende• capacità di proporre progetti definiti e di

condurli in modo organizzato;• professionalità nella gestione delle fasi di

collaborazione.

Fondazione ABIO ascolta anche le preferenzedei donatori, in merito alla tipologia e all’ubi-cazione dei progetti.

R A C C O LTA F O N D I

ABIO, negli ultimi anni, ha ricevuto donazioni in denaro o in natura da parte di, tra le altre:

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LE NOSTRE ATTIVITÀ 36

Banca Popolare di Bari:Progetto “BPBari per i bambini”

Periodo di realizzazioneDal 2006 al 2007

Obiettivi della partnership• Ricercare e formare volontari per la costituzio-

ne di due nuovi gruppi ABIO presso il Policlini-co di Bari e l’Ospedale San Carlo di Potenza;

• allestire due sale gioco nei suddetti ospedali.

Progetto Banca Popolare di Bari ha sostenuto un pro-getto dedicato ai bambini ricoverati in ospe-dale e, attraverso Fondazione ABIO, ha avviatodue gruppi ABIO presso le cliniche pediatrichedel Policlinico di Bari e dell’ospedale San Car-lo di Potenza.Oltre a devolvere al progetto l’importo stan-ziato dalla Banca per l’acquisto di omaggi na-talizi, è stata organizzata una partita di cal-cio tra la nazionale dei “calciattori” e la squa-dra dei dipendenti BPBari, giocata domenica13 maggio 2007 allo stadio della Vittoria diBari. L’intero ricavato è stato destinato a Fon-dazione ABIO.Il progetto “BPBari per i bambini” ha avuto co-me testimonial Ettore Bassi, il giovane attorebarese protagonista di numerose fiction tele-visive, che ha prestato la sua immagine in unospot realizzato gratuitamente.

Inaugurazione degli spazi gioco ABIOpresso l’Ospedale di Potenza

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Enel Cuore OnlusProgetto “Enel Cuore e ABIO”

Periodo di realizzazioneDal 2007 – tuttora in corso

Obiettivi della partnershipArredare Sale Gioco in reparti pediatrici delSud Italia.

ProgettoFondazione ABIO Italia Onlus sta completan-do, grazie al prezioso contributo di Enel CuoreOnlus, un progetto che si pone come obiettivoquello di arredare Sale Gioco secondo la pro-gettazione ABIO.

I reparti di pediatria del Sud Italia scelti sono:• Ospedale Civile dell’Annunziata – Cosenza• Ospedale Casa del Sole – Palermo• Ospedali Civili Riuniti – Sciacca (AG)

Enel Cuore ha donato inoltre ai volontari ABIOdi Palermo e Sciacca sei macchine fotografi-che digitali, a disposizione dei bambini ricove-rati, per dare loro la possibilità di raccontareattraverso le immagini le loro emozioni, la loropercezione dell’ospedale e delle persone chestanno loro vicine.

Attività nella ludotecaa Sciacca e spazi

gioco ABIO presso l’Ospedale di Cosenza

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I DAT I E CO N O M I C I

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Non è semplice leggere un bilancio di un entenon profit, perché ciò che viene esposta è solol’evidenza finanziaria economica dell’organiz-zazione, tacendo del tutto i riscontri sociali, lacapacità di interagire con le persone aiutate, ilreale perseguimento delle attività.Ma non ci si vuole – né si può – sottrarre adun obbligo che, ancor prima di essere legisla-tivo, è morale.

Rendiconto: rendere conto a chi ci dà fiducia,tempo e risorse è una necessità per capirequale direzione l’ente sta prendendo.Negli schemi che seguono, abbiamo inteso ri-proporre il portato economico del MovimentoABIO,cercando di facilitare il più possibile lalettura anche ai meno tecnici.Troverete pertanto un conglomerato delle prin-cipali voci che compongono i rendiconti delleABIO locali, dove preminente – anzi assoluta – èla forza dell’azione del volontariato che conta-bilmente non può essere evidenziata. I costi so-no pertanto rappresentati dal poco necessarioper far andare avanti le singole Associazioni.

Successivamente si riporta il bilancio dellaFondazione, che dalla sua nascita è revisiona-to da professionisti iscritti all’Albo.Per meglio “render conto” di un’attività che per

necessità di cose ha bisogno di un massiccioapporto professionale, si sono individuati cri-teri e indici per misurare l’efficacia e l’efficien-za dell’azione della Fondazione e del Movi-mento ABIO nel suo complesso.

Il Bilancio d’insieme delle Associazioni ABIO locali al 31.12.2007

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L A L E T T U R A D E I B I L A N C I

ENTRATE

Quote 86.643

Offerte 595.929

di cui da aziende: 129.731

Raccolte pubbliche 297.592

di cui Giornata ABIO: 159.913

Altre entrate 45.193

Totale 1.025.357

USCITE

Costi generali e di gestione 274.883

di cui per assicurazione: 24.487

Costi per giochi e realizzazione progetti 315.686

Costi per raccolte pubbliche di fondi 185.007

di cui per Giornata ABIO: 30.095

Costi per formazione dei volontari 88.556

Altri costi 50.482

Totale 914.614

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il Bilancio di Fondazione ABIO Italia Onlus

I DATI ECONOMICI 40

Stato patrimoniale al 31.12.2007 Rendiconto economico al 31.12.2007

ATTIVO

Immobilizzazioni 512.715,32

Materiali 543.685,31

(Fondo ammortamento) -30.969,99

Attivo circolante 1.056.445,64

Rimanenze 69.066,69

Crediti vari 60.607,51

Attività finanziarie 776.145,84

Disponibilità liquide 150.625,60

Totale attività 1.569.160,96

ONERIAttività istituzionali 653.026,74

Fondi per progetti 2007 467.521,67

Fondi per progetti 2008 11.214,36

Personale 59.025,81

Formazione ai volontari 72.581,99

Professionisti 13.278,00

Apertura nuove Associazioni 3.885,21

Assemblea Nazionale 17.330,52

Spese pro Associazioni 8.189,18

Raccolta fondi 297.837,79

Raccolta fondi 121.076,32

Rimanenze iniziali gadget 80.752,94

Giornata Nazionale ABIO 92.948,53

Comunicazione 3.060,00

Attività di supporto 148.636,38

Gestione sede 19.259,69

Spese generali 13.057,83

Personale 50.652,37

Ammortamenti 15.978,85

Oneri diversi di gestione 18.638,68

Imposte e tasse 414,16

Comunicazione 30.634,80

Oneri finanziari 2.021,74

Oneri finanziari e patrimoniali 2.021,74

Totale 1.101.522,65

Risultato gestionale 353.693,24

PROVENTIAttività istituzionali 1.264.265,60

Quote associative 2.050,00

Donazioni aziende 424.953,85

Donazioni privati 180.288,54

Contributi da Enti Pubblici 94.003,65

Fondi per progetti 2007 467.521,67

Altre iniziative 26.381,20

Rimanenze finali gadget 69.066,69

Raccolta pubblica di fondi 130.133,00

Giornata Nazionale ABIO 130.133,00

Attività connesse 37.801,00

Rimborsi Corsi di Formazione 37.801,00

Proventi finanziari e straordinari 23.016,29

Totale 1.455.215,89

PASSIVO

Patrimonio netto 1.087.197,93

Fondo dotazione Ente 55.000,00

Patrimonio 678.504,69

Risultato gestionale 2007 353.693,24

Trattamento di fine rapporto 7.535,26

T.F.R. 7.535,26

Debiti 474.427,77

Debiti per realizzazione progetti 344.549,33

Debiti verso fornitori 115.775,44

Debiti tributari ed enti previdenziali 9.442,60

Debiti diversi 4.660,40

Totale a pareggio 1.569.160,96

Fondazione ABIO Italia Onlus è Iscritta dal 06.10.2004 all’Anagrafe Unica delle Onlus dell’Agenzia delle Entrate Direzione Generale Lombardia.Iscritta al Registro delle persone giuridiche della Prefettura di Milano al n. 749 pag. 3052, vol. 4°.

Bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 28.03.2008

Revisionato dai Dottori:Marco Lori iscritto al n. 66452 del Registro dei Revisori dei Conti pubblicato sulla GU n. 59bis del 01.08.1995Massimo Venturini iscritto al n. 94004 del Registro dei Revisori dei Conti pubblicato sulla GU n. 87, 4° Serie Speciale del 02.11.1999

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BILANCIO DI MISSIONE ABIO41

Alcuni indicatori significativi

Riteniamo che per questo primo anno, gli indi-catori più significativi siano quelli relativi allefunzioni di raccolta fondi e ai risultati ottenuti.Non è proprio del non profit il costume (né latecnica) di presentare bilanci consolidati, nellemodalità dei gruppi “for profit”.Alcune voci, comunque, possono (e devono) ri-portare sia il dato della Fondazione sia quellodelle singole Associazioni.È il caso proprio delle raccolte di fondi, che ab-biamo differenziato tra Giornale NazionaleABIO e altre entrate derivanti da raccolta di

fondi. Tra le entrate sono comunque escluse lequote sociali, le attività commerciali e produt-tive marginali (quelle derivanti dall’offerta digadgettistica, ex DM 25 maggio 1995), le entra-te derivanti da rimborsi o da sopravvenienzeattive e proventi finanziari.La tabella e il grafico che segue esplicita losforzo della Fondazione a favore delle raccoltedi fondi occasionali (segnatamente quella del-la Giornata Nazionale) i cui ricavati vanno alleAssociazioni locali, lasciando alla Fondazionegran parte dei costi relativi all’operazione.

Ricavi Costi

Giornata Nazionale ABIO 290.046 123.044

Fondazione (da sostenitori istituzionali) 130.133 92.949

Associazioni(da offerta di beni) 159.913 30.095

Altra raccolta fondi Fondazione 1.193.149 124.136

Risorse disponibili 725.627

Risorse vincolate a progetti 467.522

Altra raccolta fondi Associazioni 647.210 81.800

Totale Entrate da raccolte di fondi 2.130.405 328.980

Le raccolte di fondi al 31.12.2007

FONDAZIONE ABIO ASSOCIAZIONI ABIO

Giornata Nazionale ABIO

Costi Ricavi0

50

100

150

200

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Il costo che ogni Associazione sostiene per l’evento nazionale non raggiunge di media i 600 euro. Inoltre,con riferimento alla sola Fon- dazione, ogni euro investito nell’acquisto dei beni,dei servizi e del personale dedicati alla funzione della Raccolta Fondi ha reso 6,1 euro alla Fondazione stessa.

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È possibile sostenere l’attività di FondazioneABIO Italia Onlus in diversi modi:• diventando volontario;• versando il tuo contributo tramite:

- il nostro sito www.abio.org;- bonifico bancario presso Banca

Popolare di Milano IBAN IT71X0558401662000000003400;

- bonifico postaleIBAN IT91U0760101600000033919242;

- versamento su c/c postale 33919242;• destinando il tuo 5x1000:

codice fiscale 97384230153;• partecipando agli eventi di raccolta fondi

e alla Giornata Nazionale ABIO;• promuovendo gli eventi di raccolta fondi

e sensibilizzazione ABIO;• sostenendo un progetto.

Ogni contributo è prezioso. È un gesto concre-to e consapevole per consentire lo sviluppo delnostro servizio a favore dei bambini, degli ado-lescenti in ospedale e delle loro famiglie!

Tutte le offerte sono fiscalmente deducibili ai sensi dellalegge n. 80/2005, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.111del 14 maggio 2005. Le persone fisiche e le aziende po-tranno usufruire per le erogazioni liberali in denaro dideduzioni fiscali fino al 10% del reddito dichiarato e finoad un massimo di euro 70.000 (settantamila). Importan-te! Conservare la ricevuta ai fini fiscali.

Per informazioni:Fondazione ABIO Italia Onlus per il bambino in ospedaleVia Don Gervasini, 33 – 20153 MilanoTel. 02.45497494 – Fax [email protected] www.abio.org

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Supervisione e coordinamentoGruppo di Lavoro interno Fondazione ABIO Italia Onlus

Consulenza tecnicaCarlo MazziniConsulente Enti Non Profitwww.quinonprofit.it

Progetto graficoPeliti Associati

FotografieArchivio ABIOArchivio Corbis

StampaMonotipia CremoneseVia costone di mezzo, 19/a26100 – Cremona

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Fondazione ABIO Italia Onlusper il bambino in ospedale

Via Don Gervasini, 33 – 20153 MilanoTel. 02.45497494 – Fax 02.45497057

[email protected] www.abio.org

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