COS'E' IL MALPAESE

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Cos'è IlMalpaese? Voci dell'Italia che (r)esiste ilmalpaese.wordpress.com 1

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Cos'è IlMalpaese?

Voci dell'Italia che (r)esiste

ilmalpaese.wordpress.com

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SOMMARIO

INTRODUZIONE a cura di Giò Chianta Pag. 6

AGRICOLTURA

Giò Chianta – Cosa fa la politica per i contadini ? Pag. 7

Giò Chianta – Quando un carciofo è l'emblema del malpaese. Pag. 10

BERLUSCONEIDE .

Giò Chianta – Quelli che voterebbero Berlusconi anche da morto Pag. 12

Franca Corradini – Dopo il 5 dicembre (No Berlusconi day) niente sarà piùcome prima

Pag. 15

CRONACA

Gianluca Bellentani – Fare parte della UE : opportunità o zavorra ?

.

Pag. 17

Angelo Cioeta – Francia Negrizzata Pag. 19

Angelo Cioeta – Grazie Cecile ! Pag. 22

Gianluca Bellentani – I controllori non sono i malfattori Pag. 24

Angelo Cioeta – Il giorno del ricordo....vero Pag. 26

Gianluca Bellentani – Il passato obsoleto Pag. 28

Giò Chianta – Io, italiano, lavoro nei campi imparando a vivere dai colleghi africani

Pag. 31

Gianluca Bellentani – Lettera a un professore Pag. 33

Gianluca Bellentani – Libertà di stampa non è libertà di calunnia !! Pag. 36

Angelo Cioeta – Mamma Goodyear Pag. 39

Angelo Cioeta – Ricordando la tragedia di Lampedusa...immaginate se... Pag. 41

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Laura Marinaro – Scandalo corruzione tra gli studenti delle Università romane.ma smettiamo di chiamarli furbetti

Pag. 43

Angelo Cioeta – Si può uscire dall'euro? Istruzioni per l'uso Pag. 45

Laura Marinaro – Vessato da burocrazia e malagiustizia Pag. 49

CULTURA

Gianluca Bellentani – Proviamo a fare i colibrì Pag. 52

DIRITTI

Franca Corradini - Il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo dà avvio alla campagna nazionale di “obbedienza civile”

Pag. 54

DONNE

Franca Corradini – Attenzione al genere femminile Pag. 56

Franca Corradini – Nora e le capre... Pag. 57

ECONOMIA

Andrea Federici - Debito pubblico italiano: soluzioni e falsi miti Pag. 59

Andrea Federici - Italia: “trade off” fra competitività e vincoli Pag. 61

Andrea Federici - L’onda anti-euro Pag. 63

Andrea Federici - Le proposte economiche di Renzi (Job Act): alcune considerazioni

Pag. 65

LA BIBLIOTECA DEI SOGNI

Bianca Folino – Chi semina vento raccoglie tempesta Pag. 67

Bianca Folino – Il fuoco che dà la vita e brucia Pag. 69

Bianca Folino – L'amore è l'antidoto alle realtà parallele Pag. 71

Bianca Folino – L'importanza delle proprie radici Pag. 73

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Bianca Folino – La scomoda verità Pag. 75

Bianca Folino – Le due epoche della Cina Pag. 77

Bianca Folino – Quando l'emozione si fa sentimento Pag. 79

Bianca Folino – Quando la religione diventa un pretesto per odiare Pag. 81

Bianca Folino – Quella scrittura che salva la vita Pag. 83

Bianca Folino – Sulle ali di un sogno Pag. 85

MAFIA E ANTIMAFIA

Giò Chianta – I pentiti secondo Falcone Pag. 87

Laura Marinaro - La politica è peggio della mafia Pag. 91

Laura Marinaro – Mappa dell'evasione fiscale., zone di omogenea corruzione

Pag. 93

MUSICA

Karlo Pulici – Bruce Springsteen “High Hopes” Pag. 95

Karlo Pulici – David Crosby “Croz” Pag. 97

Karlo Pulici – Nada “Occupo poco spazio” Pag. 99

Karlo Pulici - The Strypes “Snapshot” Pag.101

OPINIONI

Giò Chianta – Il Movimento 5 Stelle è contro la natura degli Italiani Pag.103

POLITICA

Gianluca Bellentani – Buongiorno Presidente Pertini, come va ? Pag.105

Angelo Cioeta – Damasco 2 (Il caso Fondi) Pag.110

Giò Chianta – Chi sono gli elettori “normalizzatori” ? Pag.113

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Giò Chianta – Gli speculatori finanziari e i governi che li sostengono uccidono più delle mafie

Pag.115

Giò Chianta – Il Paese alla rovescia Pag.118

RAZZISMO ED OMOFOBIA

Angelo Cioeta – Il discorso che ha sconfitto per sempre il razzismo Pag.120

Giò Chianta – Trova il razzista e l'omofobo : l'ha detto il leghista, il fascistao il nazista ?

Pag.125

RESISTENZA

Gianluca Bellentani – Muore la buona Ermelinda...e a Paganine comincia la Resistenza !!!

Pag.129

Gianluca Bellentani - Nella Giornata della Memoria, il ricordo dei ragazzi di Villa Emma.

Pag.131

Gianluca Bellentani - Ogni giorno deve essere il 25 aprile Pag.136

Gialuca Bellentani – Rolando Rivi, vittima della follia della guerra civile.Pag.140

SOCIETA'

Andrea Federici – Il bisogno di social network Pag.148

Franca Corradini – Rom Pag.150

Giò Chianta – Verità e giustizia per Marcello Lonzi Pag.152

Franca Corradini – Vestivamo falce e martello Pag.154

VIGNETTE

A cura di Giovanna Nicolella Pag.156

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INTRODUZIONEMa che cos’è il mal Paese, inteso come il cancro dell’Italia ?

Nel mal Paese si muore, in un carcere, con otto costole rotte e due buchi in testa,ufficialmente per un infarto oppure picchiati dopo un fermo di polizia: si muore perché chiè stato affidato allo Stato puo’ anche morire per mano dello Stato, come Federico,Marcello, Stefano e la lista, purtroppo, non si ferma qui. Nel mal Paese si muore perché loStato non ti mette in condizioni di vivere dignitosamente e ti cerca soltanto tramiteEquitalia oppure l’Agenzia delle Entrate. Si muore perché l’abbandono dello Stato portaalcuni cittadini a vedere nella morte l’ultima speranza. Nel mal Paese si muore in unafabbrica dove si lavorava per tre euro l’ora. Si muore perché non esistono piu’ i diritti per ilavoratori ed i governi, invece che diffondere i diritti a tutti, preferiscono toglierli anche achi ha ancora la fortuna di avere qualcuno. Nel mal Paese si vede ancora lo straniero come il nemico, l’italiano medio non è razzistama… c’è sempre un “ma”. Alcuni partiti fanno la guerra all’immigrazione ma non diconoche gli immigrati lavorano, producono e sono indispensabili per il futuro di questo Paese.Nel mal Paese c’è ancora un fortissimo pregiudizio nei confronti di chi ama una persona delsuo stesso sesso. Tante ragazze e ragazzi hanno deciso di togliersi la vita perché la nostrasocietà, quando sei “diverso” (bisognerebbe capire da chi) ti tratta come un appestato. Nelmal Paese esistono le mafie piu’ potenti del mondo, queste mafie, da decenni, uccidonol’economia di questo Paese. I mafiosi, ormai, si vestono in giacca e cravatta, si fannochiamare, avvocato, ingegnere, dottore ed anche Onorevole. Nel mal Paese esiste unaclasse politica collusa con le mafie e con le grandi organizzazioni di potere italiane, europeee mondiali. Politica collusa ed organizzazioni di potere costituiscono delle caste e questecaste un sistema.

Il Malpaese, inteso come blog, è nato il 31 ottobre 2010. In quel periodo l’Italia eragovernata da Silvio Berlusconi e i media raccontavano un Paese reality: la narrazionefilogovernativa raccontava di fantasiose riprese economiche, di ristoranti pieni, di posti dilavoro, di disoccupazione in diminuzione, di tumori da sconfiggere in tre anni e di tantealtre balle. In questi quasi 4 anni di lavoro, il nostro obiettivo non è mai cambiato: parlaredel Paese reale.Per parlare di questi argomenti ho invitato a collaborare con me coloro che vengono messiai margini dal sistema: precari, disoccupati, inoccupati e studenti.Insieme a tutti i miei collaboratori abbiamo scelto gli articoli, a nostro modo di vedere piu’interessanti, pubblicati al blog in questi quattro anni ma avrete modo di leggere anchemolti inediti.Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

Gio’ Chianta

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Cosa fa la politica per i contadini ?

Nessun politico parla o ha mai parlato seriamente di agricoltura, un settore cruciale perogni Paese e in particolare per il nostro. Nei programmi di tutti i partiti di ieri e di oggi iltermine “agricoltura” è sempre stato semi- inesistente.

Qui, non voglio parlarvi delle grandi aziende agricole ma degli ultimi: i contadini checoltivano il loro pezzetto di terra.

Nella nostra società il contadino è sempre stato considerato meno che zero, tanto che inalcune regioni, come la mia (Sicilia) viene chiamato “viddanu” (villano). Eppure il contadinoha, da sempre, un ruolo fondamentale nella società essendo colui che fa mangiare la gentee cosa c’è di piu’ importante che far mangiare la gente ?

I costi di produzione per il contadino stanno diventando sempre piu’ insostenibili: perprodurre dei meloni il contadino deve costruire delle serre o dei tunnel e per farlo servonoferro e plastica che, nel corso di questi ultimi anni, hanno visto letteralmente lievitare iprezzi. Sono anche aumentati i costi di concimi, fertilizzanti, sementi, gasolio e piu’ ingenerale sono aumentati tutti i prezzi dei prodotti necessari per produrre.

Aumentano i costi di produzione ma non il prezzo del prodotto ortofrutticolo, solo per ilproduttore mentre aumentano per il consumatore. Le cause sono molteplici e complessema se tu chiedi a qualsiasi contadino perché non si venda piu’ niente lui ti risponderà moltopiu’ chiaramente di qualsiasi pseudo tecnico:

-Quando c’era la lira riuscivo a vendere ad un prezzo accettabile.

-Da quando importiamo prodotti ortofrutticoli da tutto il mondo, senza limiti, non riesco avendere piu’ nulla ad un prezzo accettabile, provenendo questi prodotti da zone dove i

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costi di produzione sono infinitamente piu’ bassi rispetto all’Italia. Se la concorrenza si fasul prezzo al ribasso muore chi ha i costi di produzione piu’ alti.

La filiera (dal produttore al consumatore) e’ troppo lunga e in troppi ci mangiano sopra enon tutti possiamo permetterci la rivendita a km zero. Perché se devo vendere unatonnellata di carciofi non posso farlo senza l’aiuto di un intermediario soprattutto nelleregioni dove il costo dei prodotti ortofrutticoli è piu’ basso e la gente non ha moltaconvenienza a comprare il prodotto sul mio campo rispetto che al mercato. Perché se devopagare un operaio che mi venda la merce, visto che da solo non riesco a produrre evendere non avendo il dono dell’ubiquità, il beneficio economico del km 0 svanisce.

Ma il prezzo (bassissimo) non è l’unico problema per il contadino che convive con un altroproblema: il rischio d’impresa ma al quadrato. Rifacciamo l’esempio dei meloni prodottinelle serre. L’anno scorso nella mia città ci fu un vento fortissimo che distrusse centinaia diserre e tunnel e con loro tutte le piantagioni. Per alcuni contadini è stato il colpo di graziafinale. Ma non si pensi che le piantagioni muoiano solo in caso di eventi naturali di questaportata. E’ sufficiente che piova tanto, che ci siano gelate oppure che le piantagioni siammalino per una delle mille cause per cui possano ammalarsi. Quindi, il rischio d’impresain agricoltura è al quadrato perché al quadrato sono i rischi che un investimento, nel nostrocaso una piantagione, possa andare male e con esso in fumo migliaia di euro di costi diproduzione.

Che cosa sono gli orari di lavoro ? Il contadino non lo sa. Generalmente si lavora duramentedalla mattina alla sera, sotto il sole cocente, sotto la pioggia incessante oppure sotto laneve. Si lavora tanto e si guadagna pochissimo e ci fa molto incazzare vedere che chi lavorapoco o nulla guadagna troppo.

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Che cosa sono di diritti ? Il contadino non lo sa. Molti contadini lavorano senza contratto econseguentemente senza nessun diritto.

Cosa si puo’ fare ? Molto, moltissimo. Servirebbe pero’ una classe politica che torni apronunciare il termine agricoltura, che consideri il contadino non come un “viddanu” macome un professionista, che metta al Ministero dell’Agricoltura un contadino, che faccia unpiano straordinario per il rilancio del settore e soprattutto, servirebbe una politica cheprotegga i contadini italiani come se fossero dei panda perché come i panda, se non si fanulla, rischiano l’estinzione e se muoiono loro muore il Paese.

Giò Chianta

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Quando un carciofo è l'emblema del malpaese.

Per prima cosa, da uno che qualcosa ne capisce del settore, vorrei far capire a voiconsumatori quanta fatica ci vuole per farvi gustare un buon carciofo siciliano.Dalla semina alla raccolta è un percorso difficoltoso, fatto di duro lavoro: semina,irrigazione, concimazione e manutenzione delle piante. Poi ci vuole un bel po’ di fortunalegata alle condizioni climatiche, se il tempo non è clemente non si arriverà mai allaraccolta e quindi nessun introito ma debiti.Dopo un duro lavoro si arriva alla raccolta. Per raccogliere i carciofi ci vuole molto tempo, eil tempo utilizzato varia perchè dipende dalla vastità dei campi, dalla quantità dei carciofipresenti sulle piante e dalla quantità di manodopera utilizzata.Per esperienza personale posso dirvi che si parte di buon mattino e si torna a casa primache faccia buio.Si sta intere giornate nei campi, anche quando fa molto freddo, anche quando fa moltovento e anche quando piove.Ma alla fine tutto questo duro lavoro sarà compensato da una giusto introito ? No, perchéal contadino siciliano, nel momento in cui vi scrivo, il carciofo viene pagato 4 cent al pezzo.E indovinate quanto lo paga il consumatore ? “Da un indagine effettuata a Roma, che puo’essere presa come media nazionale, relativamente ad un ortaggio di stagione, il carciofo, iprezzi praticati nei mercati rionali sono inferiori a quelli dei supermercati. Il prezzo al pezzo(cosi’ vengono venduti i carciofi) piu’ conveniente al mercato e’ di 0,40 euro (utilizzandoanche le ore tarde della mattinata, a chiusura dell’attivita’) mentre quello dei supermercatiarriva a 0,60 euro al pezzo.” (fonte: ADUC)Ora, cosa significa concretamente che un carciofo viene pagato 4 cent al pezzo al

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contadino? Significa che una cassa (25 carciofi) di carciofi viene comprata dal contadino a 1euro e venduta dalla grande distribuzione a 15 euro (per essere ottimisti), significasoprattutto che al contadino non conviene raccoglierli proprio perché con il misero ricavonon riesce nemmeno a pagare i vari costi di produzione.Ho preso ad esempio i carciofi ma avrei potuto prendere ad esempio qualsiasi prodotto. Ingenerale, per i piccoli agricoltori non è conveniente produrre nulla e se continuano aprodurre è perché hanno una grande passione per il loro mestiere ed è perché l’alternativaè il nulla.

La soluzione ? Per farla semplice (il discorso sarebbe piu’ complesso) se la grandedistribuzione vuole continuare a vendere i carciofi a 0, 60 cent deve cominciare a comprarlidal produttore ad un giusto prezzo. Cosa vuol dire giusto prezzo? Vuol dire che al contadinodeve essere garantito un introito utile per pagare i costi di produzione e soprattutto utileper campare dignitosamente. Naturalmente non puo’ essere la grande distribuzione adimporsi norme non vantaggiose per se’ stessa, qualcuno dovrebbe cominciare a controllarechi ci lucra su oltre un “limite di decenza”. Ad esempio, nei vari passaggi della filiera il costodi un prodotto cresce a dismisura arrivando nelle tavole degli italiani a prezzi indecenti. E’evidente che la colpa non è ne’ del povero contadino ne’ del malcapitato consunatore madi tutti coloro che gestiscono la filiera.E’ singolare che in questo malpaese (e ho chiamato il blog cosi’ non a caso) chi lavora dipiu’ viene pagato di meno e considerato meno di zero, mentre chi lavora di meno guadagnadi piu’ e considerato un onorevole.Qualcuno vuole occuparsi degli agricoltori italiani ? Perché noi vi diamo da mangiare ma voi(politica in primis) ci state facendo morire di fame.

Giò Chianta

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Quelli che voterebbero Berlusconi anche da morto

Credo di aver scritto, sui miei blog, su Facebook e in ogni dove, migliaia di pagine suiperché del berlusconismo e dell’antiberlusconismo, analizzando l’elettorato pro Berlusconie contro Berlusconi e sono arrivato alla conclusione che in Italia, ci sono milioni di personeche voterebbero per Berlusconi anche se fosse condannato per strage mafiosa, anche sefosse colto in flagrante a stuprare una pecora, anche se annunciasse l’intenzione di volersisposare on una quindicenne( e facesse una legge sul “matrimonio ad personam”), anche sefosse morto.

Perché, dalle mie osservazioni, mi è sembrato chiaro che la differenza sostanziale tral’elettorato pro B. e contro B. è drammatica quanto banale: i berlusconiani perdonano tuttoa Berlusconi, gli antiberlusconiani non perdonano nulla ne’ a Berlusconi ne’ ai politici che sioppongono (o fingono di opporsi) a Berlusconi. Il risultato ? Mentre Berlusconi potràsempre contare sul voto di quei milioni di elettori che lo voterebbero pure da morto, levarie opposizioni che si sono schierate contro il Cavaliere, per loro demerito, non sonoriuscite a trovare un elettorato così coeso.

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La mancanza a Sinistra di un elettorato coeso ma in stile berlusconiano è soprattutto unafortuna, nel senso che è meglio che in una cabina elettorale vada a votare una testapensante che una testa vuota, è meglio che un elettore dia il proprio voto ad un partitodiverso se non è soddisfatto delle politiche portate avanti dal partito che aveva votatoprecedentemente piuttosto che un elettore che vota ciecamente sempre e solo un partito aprescindere dalle politiche reali e sostanziali (credendo solo alle promesse-balle) attuatedal partito.

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Questo fatto però, inevitabilmente, crea un problema gravissimo, grazie al voto cieco,ottuso e senza senso critico dei suoi fedeliadepti, il Cavaliere potrà potenzialmente vincereo perdere vincendo (cioe’ avendo un ruolo decisivo in Parlamento) le elezioni mentre laSinistra, votata generalmente da gente pensante, non potrà mai contare su voti certi madovrà guadagnarseli sul campo. Il problema è proprio legato all’incapacità, delle varieopposizioni che si sono schierate contro Berlusconi in questi anni, di acquisire voti, anzì,ironicamente potremmo dire che l’opposizione riesce a fare opposizione solo a se stessa.

La soluzione ? Far cambiare idea ai fadeli adepti del berlusconismo? Impossibile, pensateche ancora oggi sia tra gli anziani che tra i giovanissimi ci sono migliaia di mussoliniani, senon siamo riusciti a far cambiare idea ai mussoliniani sul conto di un dittatore vero comeMussolini figuriamoci se riusciremo mai a far cambiare idea ai fedeli adepti delberlusconismo sul conto di un dittatore mediatico come Berlusconi. Una soluzione nonesiste, come non esistono mai le bacchette magiche per risolvere i problemi. Invece, èdifficile ma non impossibile, far cambiare idea alle persone di Destra che hanno una testapensante e si può far cambiare idea a quei milioni di cittadini che non vanno a votare.L’unico modo per combattere il berlusconismo è spiegare alla gente i meccanismi diabolicisu cui si basa il berlusconismo stesso. Qualche giorno fa ho deciso di mettere in rete unarticolo nel quale cerco di spiegare la propaganda berlusconiana attraverso gli 11 principidella propaganda nazista di Goebbels, con la speranza che anche solo una persona possaricredersi sul conto di Berlusconi leggendo l’articolo.

Giò Chianta

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Dopo il 5 dicembre (No Berlusconi day) niente sarà più come prima

Anni fa, in un certo periodo,un motivetto era "ìntonato" spesso da Berlusconi e soci .....la più bella/il più bello degli ultimi 150 anni......Io parlo, invece, della Manifestazione secondo me la più bella ...deglli ultmini 150 anni..

Sarà perche ho parteceipato come fondatore,come organizatore.. .. sarà perchè è stata veramente bella partecipata, sentita.

Il No Berlusconi Day del 5 dicembre 2009.

Allora ne scrivevo così ( ora sembra preistoria ).

Questo popolo così affamato sta diventando il protagonista gioioso ed entusiasta di un evento che riguarda sì Berlusconi, ma nasconde un fenomeno culturale ben più profondo , ben più importante.Una rivoluzione culturale, dal 5 dicembre 2009 niente sarà più come prima…

Un popolo affamato fa la rivoluzione...

così canticchiava Gian Burrasca ( Rita Pavone ) cappeggiando la rivolta dei collegiali affamati di pappa col pomodoro

Popolo che ha fame……

Popolo affamato…..

Non sto parlando dei nuovi poveri in continuo aumento.

Non sto parlando di chi la fame la fa davvero, e di chi rischia di farla se lo stato delle cose non cambia.

Chi si trova in queste condizioni non ha nemmeno la forza di pensare a niente di diversoche non sia la sopravvivenza quotidiana.

Parlo di fame di democrazia, di giustizia, di pulizia morale, di impegno sociale e civile incondizionato.

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Questo popolo così affamato sta diventando il protagonista gioioso ed entusiasta di unevento che riguarda sì Berlusconi, ma nasconde un fenomeno culturale ben più profondo ,ben più importante.

Una rivoluzione culturale, dal 5 dicembre 2009 niente sarà più come prima

Qualcuno cercò di leggere in queste mie parole messaggi oscuri, misteriosi, forse eversivi …non so.

Ebbene oggi ritengo di non aver sbagliato nelle poche e semplici affermazioni che feci in tempi non sospetti ( ancora il NBD doveva crescere, di forza e di numero ).

Si era mai visto un movimento dettare l’agenda politica di un paese ?Si era mai visto un movimento aggregare intorno a sè i movimenti/partiti dell’opposizione ?Si era mai visto un movimento crescere così rapidamente, soprattutto dal punto di vista organizzativo con lo strumento del web ?Si era mai visto un Presidente della Repubblica emettere un comunicato in risposta ai messaggi web dei cittadini ?

No, non si era mai visto .

La rivoluzione è iniziata e sta crescendo ogni giorno che passa.Una rivoluzione pacifica, matura ed intelligente.

Sta a tutti noi coltivarla, proteggerla come il più prezioso dei beni.

Franca Corradini

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Fare parte della UE : opportunita' o zavorra ?

PREMESSA = Non mi sono mai piaciuti i ” TECNICI DEL BAR ”, quelli che parlano di come sidovrebbe governare un Paese quando a casa loro quella che si occupa di tutto e’ la moglieo che hanno in mente quale sarebbe il modulo di gioco che dovrebbe avere la nazionalequando la loro unica esperienza calcistica risale a qualche partitella all’ oratorio. Allo stessotempo, credo che per sapere se piovera’ dopo qualche minuto non occorra un metereologoma basti osservare il cielo.

Dopo l’apertura del Muro di Berlino e la conseguente caduta dell’ URSS e dei vari regimi deiPaesi dell’ area sovietica, una parola circolava sulla bocca di tutti, a dx come a sx :GLOBALIZZAZIONE !! Era un ‘ idea bellissima, secondo la quale i Paesi progrediti avrebberoesportato benessere e diritti, per creare finalmente un mondo giusto in cui nessunoavrebbe piu’ patito fame, sete e miseria. Sarebbe dovuta essere la panacea di tutti i maliche avevano afflitto il mondo per secoli e chi osava obiettare che probabilmente nonsarebbe stato cosi’ veniva tacciato di essere un anti-progressista. Sappiamo poi come e’andata a finire : abbiamo esportato armi e distruzione ed abbiamo importato mano d’opera a prezzo basso, poveri disperati che lavorano per un pezzo di pane e che vengonosfruttati facendo perdere agli altri lavoratori diritti acquisiti in anni di lotte . Quindi l’ idea diGlobalizzazione non e’ sbagliata ma lo e’ stato il metodo con cui la si e’ fatta.

La stessa cosa e’ accaduta per l’ Unione Europea…. Tanti Paesi diversi tra loro , chi piu’ricchi chi meno, avrebbero trovato una casa comune, tutelati tutti dallo stesso tetto e difesidagli attacchi di altri Paesi. Una economia unica, che avrebbe prodotto i vari fabbisogni deicittadini europei . Diritti che per altri erano solo chimere avrebbero dovuto essere pertutti , cosi’ come il benessere economico. Un grande Stato, senza barriere doganali e quant’altro in cui le persone e le cose potessero circolare liberamente . Un grande Stato in cui,pur mantenendo le proprie sovranita’, ognuno si sarebbe dovuto sentire fiero e rassicurato

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di farne parte. A chi non piacerebbe che la macchina statale funzionasse egregiamente e abasso costo ? Chi sarebbe contro l’ applicazione di un reddito minimo garantito ? Chi nonvorrebbe un’ assistenza alla propria famiglia sul modello dei Paesi del Nord ?

Quali sono stati gli sbagli fatti ? Tantissimi, in primo luogo quello di dotare di una moneta diegual valore Stati dalle economie tanto differenti tra loro ed averne imposto unrisanamento in tempi brevissimi. Avere i conti pubblici in ordine e’ sicuramente un doverema non si puo’ per questo affamare il popolo di una nazione e chiedere di colmare ” buchi” di bilancio frutto di decenni di ruberie. La iper – tassazione in un periodo di recessionecome quello attuale equivale ad un suicidio. I debiti si pagano col lavoro e con la crescita,non tassando indiscriminatamente tutte le classi sociali indistintamente. L’ euro deveessere tutelato dalla BCE in modo da resistere a qualsiasi attacco speculativo avvenga daimercati. Certo che una Germania avra’ sicuramente nel panorama europeo e mondiale piu’influenza che una Grecia o una Spagna ma aderire a questo progetto comune vuol direessere soci e non schiavi. La Cancelliera Merkel si convinca, una volta per tutte, che la UE e’un interesse per tutti e non solo per il suo Paese e che certi comportamenti ciechi e stoltiportano solo alla nascita di movimenti ultranazionalistici : e da questi movimenti sappiamoche sono nate dittature feroci e sanguinarie di cui facciamo tutti volentieri a meno e chenon vogliamo rivivere mai piu’.

Gianluca Bellentani

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Francia Negrizzata

Il titolo ricopia quello pubblicato sulla prima pagina di un giornale italiano negli anni ’30,periodo in cui cominciarono ad essere emanati i “provvedimenti per la difesa della razzaitaliana”. In questa prima pagina, vi era una foto con una madre e il figlio, entrambi dicarnagione scura. Una didascalia, più o meno descriveva i caratteri dei due soggettifotografati. E’ servita la Carta del 1° Gennaio 1948 per sancire con due articoli (21: «Tuttihanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ognialtro mezzo di diffusione»; 3:«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono egualidavanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinionipolitiche, di condizioni personali e sociali.») l’evitare il ripetersi, nel nostro Paese, diobbrobri simili.

Spesso, quando si tratta della soluzione finale hitleriana, si parla solo di ebrei sterminati.Dimentichiamo spesso, che non furono soltanto gli ebrei ad essere condannati alle camerea gas, bensì antifascisti, portatori di handicap (a tal proposito, segnalo questo articolointeressantissimo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/26/giornata-della-memoria-i-disabili-e-la-shoah-ai-giorni-nostri/856364/ ), Rom, Sinti etc. Motivazione? Erano diventati un peso perla società, erano una sottorazza («Un mondo imbastardito e «negrizzato» sarebberoperduti per sempre i concetti dell’umanamente bello e del sublime, nonché ogni nozioned’un avvenire idealizzato del genere umano»/«La concezione nazionale, razzista, riconosceil valore dell’umanità nei suoi primordiali elementi di razza. In conformità coi suoi pricipii,essa ravvisa nello Stato soltanto un mezzo per raggiungere un fine, il fine dellaconservazione dell’esistenza razzista degli uomini.

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Con ciò, non erede affatto ad un’eguaglianza delle razze, ma riconosce che sono diverse equindi hanno un valore maggiore o minore; e da questo riconoscimento si sente obbligataad esigere, in conformità con l’eterna Volontà che domina l’Universo, la vittoria del miglioree del più forte, la subordinazione del peggiore e del più debole» Adolf Hitler nel MeinKampf, La mia battaglia). Il Giorno della Memoria è volto a ricordare le atrocità compiute.Ma, ultimamente mi chiedo: che senso ha, ricordare cosa subirono ebrei, Rom, Sinti,portatori di handicap etc. negli anni degli autoritarismi, quando oggi, nell’epoca in cuiviviamo, assistiamo ad un razzismo più sottile?

Nella millenaria storia della civiltà umana, abbiamo assistito a persecuzioni atroci (l’Europadel ’500 è un esempio lodevole di cui ci si ammazzava causa le diversitàreligiose:musulmani, ebrei, protestanti ugonotti francesi etc. erano tutte minacce all’idea diImpero universale che all’epoca impazzava in Europa; solo una fede doveva prevalere:quella cristiano – cattolica). Oggi, vedendo le tragedie di Lampedusa, quei poveracciprovenienti da Paesi diversi sottoposti a veri e propri lavori forzati e sottopagati da genteche se ne approfitta, i disabili che spesso – nonostante i loro problemi – sanno affrontare lavita con molta più gioia rispetto a chi è (fortunatamente) esente da questi problemi… miviene da pensare:

è razzista la persona che sostiene l’idea in cui gli immigrati devono andarsene dalnostro Paese, perchè rubano il lavoro, delinquono… Come se mafia, camorra,n’drangheta, Sacra Corona Unita, le stragi degli anni di piombo etc. fossero opera dipersone provenienti dal Nord Africa o da chissà dove; come se gli italiani fossero tuttepersone disposte ad accettare il primo lavoro che si ritrovano sottomano (soprattutto:pagano tutti il biglietto dei mezzi pubblici quando li utilizzano, le attività commercialifanno sempre lo scontrino… insomma: come se italiano fosse sinonimo di onestà); è razzista quella persona che ti viene a chiedere: «e i disabili come fanno? Ci avetepensato a questo» solo per rinforzare la ragione nella propria tesi. Sicuramente, a tuttisarà capitato, almeno una volta nella vita, di incontrare persone lamentarsi delle isolepedonali perchè imporrebbero cambi nella propria vita quotidiana (cambi salutaridopotutto: anziché utilizzare la macchina, dovresti adoperare i mezzi pubblici oppureandare in bici o a piedi; insomma: quello che si faceva fino a mezzo secolo fa, quando i

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problemi ambientali erano quasi assenti) e cercano di «ristabilire la situazione» facendoleva sui disabili. Salvo poi dimenticarsene per il resto della propria vita; quanti esempi potrei fare ancora. Comunque, la risposta a questi problemi è una: lasolidarietà tra esseri umani. Parola che versa da tempo nell’oblio.

Oggi il razzismo è taciturno, sottile e subdolo. E’ molto più pericoloso di quello passato.Oggi, tanta persone che ricordano gli stermini, sono le medesime che da domaniricominceranno a prendersela con il«diverso»dei problemi attuali. Per dire: il colpevole èsempre un altro.P.S.: ovviamente il titolo è un tentativo di provocazione. Chi ha letto l’articolo, sicuramentelo ha capito. Ma quanta gente si ferma al titolo?

Angelo Cioeta

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Grazie Cecile !

Pur trattandosi di un governo contraddittorio, ove le politiche di centrosinistra dovevanoper forza di cose mescolarsi con quelle di centrodestra, la squadra ministeriale capitanataper un anno da Enrico Letta aveva introdotto un elemento di innovazione che avevapermesso al nostro Paese di affrontare (finalmente) la questione dell’integrazione e delrazzismo. Ci vuole poco, partendo da queste parole, per arrivare al tema centrale deldiscorso: il Ministero dell’Integrazione di Cecile Kyenge. Originaria della Repubblica Democratica del Congo, laureata in Medicina e Chirurgia pressol’Università Cattolica di Roma e specializzatasi in Oculistica all’Università di Modena,giurando di rispettare la Costituzione Italiana diventava la prima persona (e di colore) adassumere il debuttante dicastero dell’Integrazione. Improvvisamente, forse anche un po’ asorpresa, la politica leghista, dei razzisti e dei “non sono razzista ma....” dovette scontrarsidi petto con questa nuova realtà.

Immigrazione, clandestinità e tante altre tematiche inerenti tale ambito diventavano diprimo piano nella vita degli italiani mentre, fino al giorno prima, le azioni concrete portateavanti da organizzazioni non governative, da enti locali, dall’Unar (Ufficio NazionaleAntidiscriminazioni Razziali, sotto la Presidenza del Consiglio), pur lodevolissime, restavanoinferiori (senza offesa per chi le promuove) alle tante, tantissime parole spesenell’immaginario collettivo. La ministra aveva un arduo compito: far comprendere aicittadini che gli «status» di immigrato, di straniero o persona clandestina non sono sinonimidi delinquenza, criminalità e sottrazione del lavoro agli italiani. Il difficile percorso erainiziato e la ministra, convegno dopo convegno, raccoglieva vittorie su vittorie: il lancio dibanane, la definizione di «orango tango» alla sua persona (è doverosa una precisazione: gliorango tango sono animali di colore arancione, la ministra – purtroppo per i deficienti – èdi pelle nera), i link condivisi sui social network che gli attribuivano frasi prive di

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fondamento (es.: la Kyenge, secondo taluni, aveva dichiarato di voler abbattere il Colosseo)etc. erano offese pesanti che però nascondevano il fatto che il nervo era stato finalmentetoccato. Un po’ come successe con le bombe mafiose, che fecero comprendere la difficoltàdi Cosa Nostra nel difendere il suo potere (scusate se oso tanto).

E poi, finalmente, le timide statistiche favorevoli all’Integrazione cominciavano ad avereuna luce sempre più grande e forte: gli immigrati costa(va)no allo Stato italiano 11,9miliardi l’anno ma ne rendevano 13 (1, 4 miliardi di euro nelle casse dello Stato grazie aloro!), i luoghi comuni cominciavano a cadere uno dopo l’altro( la clandestinità non era piùvista solo come reato, ma una situazione temporanea – nella stragrande maggioranza deicasi – da regolarizzare il prima possibile…). E poi, i risultati che non sono arrivati, ma checomunque (sono sicuro), la Kyenge avrebbe prodotto prima o poi: lo Ius Soli, l’essereitaliani per nascita indipendentemente dalla cittadinanza dei propri genitori; mettere unapietra tombale sulla Bossi – Fini, perchè non si può imporre all’immigrato di lavorare perottenere un permesso di soggiorno in un periodo in cui il desiderio di lavorare è comune amilioni e milioni di disoccupati, perchè è inammissibile trattare il clandestino come reo(oggi, il reato è ridimensionato a illecito amministrativo). E, sicuramente, tanto altro. Ladecisione dell’attuale Presidente del Consiglio Matteo Renzi di non confermare taledicastero, rischia insomma di riportare un po’ nell’oblio le varie questioni spolverate inquesto ultimo anno di politica italiana. Ovviamente, spero che la mia sia una paurainfondata.Intanto, grazie di tutto Cecile!

Angelo Cioeta

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I controllori non sono i malfattori !

Riguardo ai fatti accaduti a Cortina durante le feste natalizie, credo sia doveroso raccontarecio’ che e’ realmente avvenuto, senza enfasi e senza retorica alcuna. Non e’ che un esercitodi finanzieri si sia paracadutato nella Perla delle Dolomiti e abbia fatto un controllo atappeto su tutti gli esercizi commerciali, ristoranti e alberghi e abbia fermato ogni auto digrossa cilindrata in entrata e in uscita. Sono stati fatti semplicemente dei controlli, comeavviene anche da parte dei vigili urbani sulle strade o dalle Guardie Forestali nelle zonevenatorie. I controlli sono stati effettuati sul 3% degli esercizi e poco piu’ sulle automobili ei suv. Magari vi sara’ stato qualche finanziere in piu’, magari i controlli in certi periodi dell’anno sono di solito minori ma si tratta pur sempre di normali controlli di routine. Non e’neppure vero che tutti i controllati siano stati trovati in dolo ……Chi e’ stato fermato econtrollato ed era in regola non ha avuto alcuna segnalazione.

L’ unica novita’ e’ stata quella di rendere noti i dati dei controlli. Probabilmente il Direttoredell ‘ Agenzia delle Entrate Befera si e’ voluto togliere un qualche sassolino dalla scarpa,dopo essere stato dipinto come il Dracula dei portafogli degli italiani e dopo gli ordigni allesedi Equitalia. Stupiscono invece le parole di certi personaggi che, per i ruoli istituzionaliche hanno ricoperto o ricoprono, dovrebbero avere un comportamento piu’ consono eusare parole molto meno scellerate. Il Sottosegretario D. Santanche’ parla apertamente diStato di Polizia : qualcuno potrebbe spiegare alla ” donna di gomma” che in uno Stato diquesto tipo ella sarebbe eternamente agli arresti in quanto ogni volta che apre bocca recaoffesa all’ intelligenza dell’ universo femminile ? Il Presidente della Regione Veneto LucaZaia leghista, parla di un attacco al Nord e alla Padania : Presidente Zaia, stia tranquillo , icontrolli li faranno anche a latitudini piu’ basse….

Certo pero’ che se devo controllare dei ricchi che presumo evadano piu’ di chi e’ in cassa

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integrazione o svolge un lavoro dipendente li vado a cercare in inverno a Cortina o in altrelocalita’ sciistiche …. Vuole scommettere che se i controlli fossero stati fatti a Ferragostosarebbero stati fatti in localita’ diverse tipo Capri o Portocervo ? Il Sindaco di Cortina parladi un danno per l’immagine del paese…..Scusi Sig. Sindaco, ma non e’ molto piu’ dannosal’immagine che lei da’ ? Quella di un paese in cui i turisti sono degli evasori che non devonoessere disturbati ? Altra cosa che stupisce e’ il comportamento della gente a questa notizia…. In un Paese normale gli evasori penserebbero ” Accidenti, qui il Governo fa’ sulserio….meglio che mi metta in regola ”. In un Paese normale chi paga puntualmente letasse dovrebbe dire ” Cavolo….allora e’ proprio vero che l’aria e’ cambiata ”…….

Questo se fossimo un Paese normale, cosa che non siamo. Quindi accade che gli evasori sisentano infastiditi da chi li controlla e chi paga regolarmente maledica chi e’ ricco, quasiche la ricchezza fosse una colpa, anziche’ una fortuna. Qualcuno ricorda il grandeeconomista Padoa – Schioppa , il Ministro dell’ Economia dell’ ultimo Governo Prodi ?Come tanti economisti, era bravissimo nel suo campo ma un pessimo comunicatore.Celebre la sua frase ” Le tasse sono bellissime e pagarle e’ meraviglioso … ” Non e’ vero :pagare le tasse non e’ bello, in quanto non ci piace dover perdere una parte del danaro cheguadagnamo ogni giorno con fatica, ma e’ una cosa necessaria, come andare dal dentista,come farci bucare per fare le analisi del sangue, come andare a defecare…. Non sono cosepoi’ cosi’ belle e poetiche ma sono necessarie e soprattutto doverose. Quindi, quando ci incazziamo con lo Stato, facciamolo quando esso non ci corrisponde iservizi che ci spettano, quando le tasse sono ingiuste o inique , quando la burocrazia cirende difficile la vita di tutti i giorni…..Smettiamola di vedere sempre lo Stato come unnemico da combattere con ogni mezzo e proviamo noi, per primi, ad essere dalla partedella legalita’, sempre e comunque, perche’ lo Stato siamo NOI . Se passa il discorso ” Ioevado e sono furbo, tu paghi sei un pirla ” la legalita’ non ha piu’ alcun senso , cosi’ comeogni altra forma di civilta’. Quindi chi controlla non puo’ essere MAI considerato undelinquente : lo e’ molto di piu’ chi gli muove certe accuse !!!!

Gianluca Bellentani

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Il giorno del ricordo....vero

Dieci febbraio: giorno del ricordo. Durante la seconda guerra mondiale e nell’immediatoperiodo post – bellico, italiani fascisti e non dell’area friulana e dalmata venivanocondannati dagli jugoslavi titini alla morte.

I malcapitati venivano portati a ridosso di profonde cavità carsiche, con le mani legatedietro alla schiena e poi legati gli uni agli altri; i soldati sparavano ad una persona, questacadeva nella cavità portandosi dietro tutti gli altri membri di questa tragica catena umana.Un massacro da condannare, così come tutte le azioni di tale tipo. C’è però un rilievo dafare: da quando è stata istituita la Giornata del ricordo (30 marzo 2004), diverse forzepolitiche tendono a sottolineare che le persone uccise hanno subito tale destino in quantola loro unica colpa era essere italiani. Questa espressione è una semplificazione riduttiva emolto pericolosa: si tende a far passare l’idea dell’italiano «buono ed innocente»,rispettoso dello stereotipo «italiani brava gente» che a lungo ci ha caratterizzato (e nonsempre dal sapore veritiero), mentre lo jugoslavo diventa l’occupante, l’assassino, ilsanguinario. Inoltre, si cerca di far passare, in maniera diversa rispetto al Giorno dellaMemoria (27 gennaio), il tema del razzismo (appunto, l’espressione «la loro unica colpa eraessere italiani»).

Gli ebrei vengono perseguitati in quanto ebrei; gli italiani vengono infoibati in quantoitaliani. Intendiamoci: il giorno della Memoria non è stato istituito per far passare ilmessaggio degli ebrei uccisi e perseguitati perchè la loro unica colpa era essere ebrei, bensìper far comprendere alla gente che, negli anni ’30 e ’40 del ’900, l’uomo era riuscito adarrivare al punto di attuare l’eliminazione fisica dei suoi simili causa la logica scellerata dellasuperiorità di una razza su un’altra. D’altronde, sarebbe anche sbagliato ricordare «solo» gliebrei, in quanto destinatari dellasoluzione finale furono anche Rom, Sinti, portatori dihandicap, prigionieri politici etc. Se bisogna trovare dei colpevoli, questi ovviamente sonogli autori delle tragedie (essere convinti di una presunta ed inesistente superiorità di unarazza su tutte le altre). In pillole: il giorno della Memoria, istituito il 1° novembre 2005

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dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, intende ricordare lo sterminio di ebrei, rom,sinti, prigionieri politici avvenuto negli anni ’30 e ’40 del ’900, in quanto ritenuti figli dirazze inferiori e/o pericolosi per quella dominante. L’obiettivo è far si che l’uomo non ripetapiù tali pazzie, comprendendo che tutti gli esseri umani sono uguali e diversi solo percaratteristiche come l’età, la salute etc.T ornando al «giorno del ricordo»: ricordiamoevidenziando i colpevoli veri (i mandanti e gli autori delle esecuzioni) e l’obiettivo (ilmedesimo scritto in neretto, poche righe sopra) e non diamo specifiche esemplificative deltipo la loro unica colpa era essere italiani(sono ripetitivo, scusate).

Anche perchè, se qualche «matto» è appassionato di storia oppure, si azzarda soltanto aleggere qualcosa di approfondito sull’argomento, scoprirebbe che la vicenda delle foibenon è legata solo ai poveracci catturati, legati tra loro e poi gettati nelle cavità carsiche.Scoprirebbe una questione molto più larga, le cui «radici» risalgono all’occupazione italianadi quelle zone jugoslave, all’italianizzazione forzata, alle repressioni attuate dai soldatifascisti etc. E, se qualcuno calcasse ancor di più la mano, arriverebbe ad evidenziare lecrudeltà dei nostri militari nelle colonie africane. Qualche maligno potrà dire: e tutti quegliafricani uccisi dai fascisti, quali colpe avevano? Essere africani? Immaginate leconseguenze: si scatenerebbe una «gara» (pessima) a chi butta giù il massacro con ilmaggior numero di vittime, solo per difendere la propria idea politica. Insomma, l’ereditàstorica non deve mai essere fatta propria da una parte politica, altrimenti si cadrebbe ininterpretazioni contraddittorie, ma soprattutto di favore e false. Cerchiamo di essere«indipendenti», nel senso: leggiamo libri sugli argomenti che ci interessano, andiamo suiluoghi della memoria etc.

Avviso al lettore: l’articolo non intende ridurre quanto hanno subito ebrei, rom, sinti,prigionieri politici, infoibati etc. Nomi, cognomi, persecuzioni delle vittime non vannogettati nell’oblio, ma l’importante è che non vengano utilizzati per favorire verità favorevolia questa o quella parte

Angelo Cioeta

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Il passato obsoleto

Giorni fa ho seguito alla televisione il programma l’Eredita’, condotta dal bravissimo C.Conti. Mi capita spesso di guardarlo, non tanto per interesse ma piu’ che altro per il fattoche questo tipo di programmi ‘’ leggeri ‘’, che vengono messi sotto la voce ‘’ diintrattenimento ‘’, sono per me programmi ‘’ di riempimento ‘’ , nel senso che riempionoquello spazio di tempo che intercorre tra quando rientro in casa, mi tolgo le scarpe e siedosul divano a quando mia moglie mi chiama a tavola per la cena.

Tra i tanti giochi a cui i concorrenti vengono sottoposti, ve ne e’ uno in cui viene fatta unadomanda e al concorrente di turno viene chiesto di abbinare un certo fatto ad una data dascegliere tra 4 opzioni. Le date sono molto diverse in senso temporale e hanno in generetra loro un lasso di tempo di 15/20 anni. Ai concorrenti rimasti in gara, tre donne e unuomo, tutta gente sicuramente di eta’ non superiore ai 40 anni, laureata o diplomata operlomeno in possesso di licenza media, viene chiesto l’anno in cui A. Hitler diventaCancelliere. Domanda stupidissima : le date da scegliere sono il 1933, il 1948, il 1964 e il1979. Anche se non ti ricordi l’anno, per un minimo di senso logico abbinerai questo fattoalla data 1933. Basterebbe applicare una semplice funzione matematico-logica del tipo: 2aguerra mondiale finita nel1945 = Hitler morto a fine guerra = Non poteva certo diventareCancelliere dopo morto. La concorrente di turno invece risponde 1964. Mentre sto’dicendo dentro di me uno spontaneo ‘’ MA SEI SCEMA ‘’ ? Ecco che la stessa domandaviene posta all’ altro concorrente che risponde….1948 !! Qui davvero sono rimasto basito enon ho potuto credere a cio’ che le mie orecchie sentivano. Ero cosi’ incredulo che larisposta del 3° concorrente, 1979, ormai la davo quasi per scontata. Per conoscenza, la 4aconcorrente ha risposto correttamente ( mi auguro non solo in quanto non rimanesseroaltre opzioni ). Penso sia stato un momento di rimbambimento collettivo e invece dopoaltre 2 domande viene chiesto in che hanno il poeta Ezra Pound incontro’ Mussolini. E’ unacosa che non sapevo ( e credo anche tanti altri ). Viene chiesta la data da abbinare allarisposta. Anche qui deve essere fatta la stessa funzione matematico-logica, cambiando soloil nome di Mussolini con Hitler. La risposta della ragazza? 1964. Fortuna vuole che al doppio

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errore il gioco si fermi e il concorrente possa essere eliminato da un altro. Il conduttore C.Conti e’ anch’egli incredulo e la sua frase ‘’ forse sarebbe meglio ragazzi che ripassaste unpo’ la storia ‘’ non nasconde il suo stupore per tanta ignoranza.

Ho quindi cominciato a chiedermi come fosse possibile cio’ che ho visto e sentito : iconcorrenti non sono certo dei trogloditi, qualcuno ha un’istruzione sopra la media e sonoanche svegli e perspicaci e lo dimostrano nel gioco successivo, quando c’e’ da abbinare unnome ad un altro. Cosa e’ quindi successo ? La risposta e’ tanto semplice quantodisarmante: i concorrenti non sapevano chi fossero ne’ Hitler ne’ Mussolini. Magari liavranno sentiti nominare qualche volta ma non sanno storicamente collocarli.Probabilmente se si fosse chiesto l’anno esatto della fine della 2a guerra mondialeavrebbero fatto scena muta.

Non sono stato il solo a farmi caso della cosa. Il giorno dopo gia’ i giornali parlavano diquesto episodio e i vari programmi televisivi, in particolare quelli di Mediaset, andavano ingiro intervistando donne famose alla Scala (patetica una Marta Marzotto sempre piu’avvizzita in abito da sera e gioielli che reputa la Tosca un’ opera di G. Verdi ), politici eprofessori di liceo. Si vuole fare risaltare l’ignoranza di ogni classe e ceto e la si vuole farapparire come un simbolo degli italiani, come il gesticolare , il parlare a voce alta, il nonrispettare la fila, il parcheggio selvaggio etc. etc.

Sul fatto che il popolo italico sia in maggioranza un popolo poco istruito e senza culturacredo non vi siano dubbi. Non leggiamo i giornali se non i titoli o al massimo quelli sportivi.Per i libri va’ ancor peggio : se io che mi considero un pessimo lettore leggo una decina dilibri all’ anno, per una statistica Trilussiana 10 italiani non leggono un libro in un anno ( eforse nella vita ). Ci facciamo condizionare nelle idee e nei giudizi da quello che vediamo esentiamo alla televisione, che ci da’ l’imput ma non il tempo di riflessione. Con la rete,questo nuovo strumento di conoscenza, facciamo forse ancor peggio, dando per buonaqualsiasi fesseria che viene postata senza mai appurarne la veridicita’. Come al solito diamola colpa di cio’ ad altri ( anche questa tipica particolarita’ degli italiani ). Ecco quindi che lacolpa e’ di chi governa, in quanto taglia le risorse alla scuola. Ecco che la colpa e’ deidocenti che insistono piu’ sul nozionismo anziche’ spiegare il perche’ delle cose.Ecco che la

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colpa e’ di un mondo che ha creato specialisti in una singola materia ma totalmenteignoranti in altre. Diamo la colpa a tutti, dimenticando che la colpa principale e’ solonostra, in quanto oggigiorno con le nuove tecnologie e la lettura a portata di tutti, il nonessere informati e’ inammissibile . Perche’ quindi ci dovremmo stupire se anche la storianon la conosciamo ? Perche’ poi dovremmo preoccuparci ? Cosa ha in piu’ la storia di altrematerie?

La storia, intesa come esperienze gia’ vissute da altri, e’ alla base della nostra vita e dellenostre scelte. Se la storia la conoscessimo, sapremmo che quelli ‘’ brutti sporchi e disperatiche sbarcano a migliaia sulle nostre coste ‘’ un tempo eravamo noi. Non considereremmo ilmeridione come una zavorra per il nord industriale e non aneleremmo ad annetterci all’Austria, se non altro per rispetto a tutti i caduti delle Guerre d’ Indipendenza… Esoprattutto non sbraiteremo contro la democrazia inneggiando a qualche nuovo ‘’ uomodella provvidenza ‘’ che ci risolva i nostri problemi personali, infischiandocene se per averecio’ si corra il rischio di avere un pensiero unico, l’anticamera di ogni dittatura ( gia’provata ).

Certamente quello di oggi e’ un mondo strano, sicuramente mai visto prima. Scienza etecnologia vanno a ritmi velocissimi e quello che oggi e’ nuovo domani e’ gia’ vecchio. Si e’portati quindi a considerare anche il passato come un qualcosa di obsoleto e senza alcunautilita’ per il futuro, commettendo il grossolano errore di dimenticare le buone cose fattema soprattutto di cadere negli stessi errori. Questo accade anche con le persone e siconsiderano i ‘’ vecchi ‘’ come ostacoli per il progresso e i ‘’giovani ‘’ come unici portatori dinovita’ e di idee buone, dimenticando che una pianta forte e sana ha bisogno sempre dinuove foglie ma ha radici antiche e ben piantate. Per questo un popolo che non conosce ilproprio passato non puo’ avere un futuro migliore !!

Gianluca Bellentani

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Io, italiano, lavoro nei campi imparando a vivere dai colleghi africani

Ho imparato molte piu’ cose lavorando nei campi che studiando al liceo o all’Universita’. Enon parlo solamente di imparare a fare un mestiere ma di qualcosa di ancora piu’importante, il contatto con la terra ti insegna molte cose.Lavorando nei campi si possono fare delle amicizie con i colleghi africani venuti in Italia incerca di una vita migliore. Come Muhammad (qui si fa chiamare Mimmo) egiziano, 25 anni.Mimmo parla un italiano da fare invidia a molti italiani e grazie anche alla sua ottimadialettica abbiamo scoperto di avere molte cose in comune. Stessa età, stesso lavoro,stessa precarietà ma anche posizioni molto simili su molti argomenti. Sia chiaro,nonostante io sia considerato meno di zero dallo Stato italiano, ritengo di essere unprivilegiato rispetto a Mimmo, perché vivo in uno Stato governato da gentaglia ma sorrettodalla Costituzione italiana.Non è così per Mimmo che dall’Egitto è andato via. Tra un colpo di zappa e l’altro abbiamoproprio cominciato a parlare della situazione del suo Paese. Mimmo, laureatosi in Egittonon ha trovato lavoro ed ha iniziato a lavorare nei campi nel suo Paese. Mi racconta di unPaese dove non esistono ne’ libertà ne’ diritti, dove l’esercito ha un potere fortissimo, dovei soldati ti vengono a chiedere quello che in Italia chiamiamo pizzo senza che tu possa farnulla e se ti ribelli finisci in qualche fossa. Da quel Paese Mimmo doveva andare via, anchese mi dice di essere molto preoccupato per la sorte dei suoi familiari, rimasti in Egitto avivere tra gli stenti. Così, un giorno, è andato sulle coste egiziane, si è imbarcato sul classicobarcone ed sbarcato a Lampedusa.Abbiamo parlato anche di Mubarak e qui il livello di conversazione è notevolmente calatotra risatine e battute. Parlando della famosa nipote marocchina di Mubarak ci siamo fatti

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quattro risate di gusto e Mimmo mi ha detto “ma davvero gli italiani credono a questestronzate ?”, Si, rispondo, non tutti, ma c’è molta gente che è stata drogata dallapropaganda di Berlusconi. E Mimmo “come in Egitto con Mubarak.”Siam finiti per parlare anche di religione, lui musulmano, io agnostico. E’ proprio vero chegli integralisti, di ogni religione, hanno una visione malata della loro religione. Mimmo miha parlato di un Corano che è lontano anni luce dall’integralismo così come vienerappresentato dai media. E alla fine, in riferimento alla situazione egiziana gli dico“speriamo che Allah vi aiuti” e lui prontamente ribatte “speriamo che a voi Dio vi aiuti.”Infine mi ha fatto capire che noi giovani occidentali siamo maestri nel lamentarci “questolavoro nei campi qui non è niente, in Egitto il lavoro è molto piu’ duro.”Molti giovani italiani non hanno voglia di sporcarsi le mani, di sudare per portare a casa untozzo di pane, vogliono tutto e subito, non hanno voglia di sacrificarsi.Non tutti, sia chiaro, ma è la nostra società che insegna ai giovani che si possono fare i soldifacilmente, che chi non lavora ma ha i soldi è furbo e chi lavora e non arriva a fine mese èun fesso, che chi lavora di piu’ guadagna di meno e chi lavora di meno guadagna di piu’, cheil lavoro di chi fa mangiare gli italiani vale meno di zero mentre il lavoro di chi ruba i soldiagli italiani è degno di considerazione.

Giò Chianta

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Lettera ad un professore

Egregio Professor Mario Monti,

si ricorda quando, poco piu’ di un anno fa, lei ricevette l’incarico dal Presidente dellaRepubblica G. Napolitano di formare a sua completa discrezione un Esecutivo Tecnico persalvare il Paese da un imminente default a causa di uno spread che viaggiava deciso verso i700 punti ? Il suo Governo Tecnico fu’ sostenuto da una strana maggioranza denominata AB C per indicare i vari leaders dei partiti di maggioranza. Naturalmente, piu’ che unamaggioranza coesa si trattava di un accordo di non beligeranza ma l’importante era che lasi sostenesse. Tutti sapevano che la A di Alfano era solo un paravento per un altra B. ma itempi erano stretti e bisognava intervenire al piu’ presto. Il PDL era in caduta libera neisondaggi, Berlusconi impresentabile agli occhi del mondo e i berlusconiani non poteronoquindi opporsi alla sua nomina. Il 3° polo, che rischiava di essere cancellato dal bipolarismo,vide in Lei l’unica speranza di sopravvivenza e l’ appoggio’ in toto, sempre e comunque. IlPD invece si trovava di fronte a 2 scelte :1 ) Andare alle Elezioni, dove avremmo sicuramente vinto ma che avrebbero comportatouna campagna elettorale al veleno che ci avrebbe portato verso una ormai certabancarotta.2 ) Appoggiare le decisoni del suo Esecutivo che sapevamo sarebbero state durissime da fardigerire al nostro elettorato.

Sciegliemmo la seconda soluzione, non per codardia ma per senso di responsabilta’.Certamente in questa sofferta decisione eravamo consapevoli che un Paese in certecondizioni sarebbe stato ingovernabile , non solo da noi ma da chiunque e se permette,siamo stanchi di governare non per fare quelle riforme e quei rinnovamenti di cui l’ Italia habisogno ma solo per ripianare i buchi di bilancio fatti da chi ci ha preceduto. Siamo semprestati leali con Lei, sempre !! Abbiamo votato l’innalzamento dell’ eta’ pensionabile. lariforma dell’ Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, l’ acquisto degli armamenti, i tagli alla

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scuola e alla sanita’, la reintroduzione della tassa sulla casa…Certo, abbiamo anche fattoproposte, in parte accettate ( non cancellazione completa dell’ Art. 18, riduzione dellaspesa per l’acquisto degli F 35, 223 milioni di euro dati ai Comuni per finanziare lacostruzione di asili ). Molte altre, tipo una patrimoniale sui grandi patrimoni e unatassazione sui beni della Chiesa, bocciata sul nascere da chi ancova deteneva lamaggioranza in Parlamento. Abbiamo chiesto di ridurre la pressione fiscale sulle famiglie indifficolta’ e sulle piccole e medie imprese, la cancellazione dell ‘ IMU sulla prima casa mada Lei sempre le stesse parole : ” CE LO CHIEDE L’ EUROPA !! ”

Ai primi di agosto dell’ anno scorso, dopo che in tanti le chiedevano quale sarebbe stato ilsuo futuro in politica lei rispondeva testualmente davanti agli occhi del mondo“CONSIDERO CHIUSA LA MIA ESPERIENZA GOVERNATIVA A FINE LEGISLATURA. SEQUALCUNO DI AUTOREVOLE CHIEDERA’ LA MIA COLLABORAZIONE PER SERVIRE IL PAESE ,POTRO’ RIVEDERE LA MIA DECISIONE MA CREDO CHE IL MIO IMPEGNO IN POLITICATERMINERA’ QUASI SICURAMENTE A FINE MANDATO. SULLE DECISIONI DEI MIEICOLLABORATORI NON MI ESPRIMO ” !!Parole di un vero servitore dello Stato a cui plaudimmo dopo anni di becero berlusconismo.

Poi , a dicembre accadde qualcosa di inaspettato : Berlusconi, per bocca di Alfano, lasfiducia e fa’ cadere il suo Esecutivo. Lei rimane basito e incredulo verso questa decisione,visto che sino a pochi giorni prima entrambi tessevano lodi per il suo operato e la volevanocome punto di riferimento per i ” moderati ” ( scusi le virgolette ma definire Berlusconi unmoderato mi pare una bestemmia ). Tutti si aspettano che mandi a cagare i politici dellamaggioranza,, che non sono stati nemmeno in grado dopo un anno di cambiare questaschifosa legge elettorale o perlomeno che ritorni al ruolo di professore nella sua amataBocconi, aspettando una qualche chiamata, magari per il Quirinale ma lei, sorprendendotutti, ”sale ” in politica,entrando nel 3° polo con una sua lista. Questa e’ una sua scelta che

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noi del PD rispettiamo ma perche’ attaccarci ? Quale e’ stata la nostra colpa ? Si Professore,perche’ non passa giorno senza che lei ci sferri attacchi violenti. Una volta quando affermache il PD dovrebbe ” mollare forze conservatrici e alleati conservatori ” , indicando inqueste forze la CGIL e il nostro alleato Niki Vendola , poi se ne esce con promessesull’abbattimento della pressione fiscale, quando sino a pochi mesi fa qualsiasi sgravio eraimpossibile. Quando esce la notizia del crac di MPS lei addita il PD come il vero colpevole,quando sa’ benissimo che e’ il sistema bancario che e’ malato. Infine, parole di pochi giornifa, lei se ne esce con una frase sconcertante : ” IL RISANAMENTO DEL PAESE SARA’ FATTOSOLO SE A VINCERE SARANNO CERTE FORZE RIFORMATRICI ”.

Scusi Professore ma questo promettere oggi quello che ieri era improponibile, questo suo ”O IO O IL DISASTRO ECONOMICO ‘ , questo suo ” IO SO’ IO E VOI NON SIETE UN C….. ” nonle ricorda qualcuno ? La sua famosa Agenda, che lei difende come Mose’ con le tavole dei10 comandamenti , e’ poi cosi’ perfetta ? Perche’ vede Professore, per fare un piccoloesempio, con noi il problema esodati non si sarebbe posto, in quanto noi sappiamo chedietro ad ogni numero, dietro ad ogni spesa vi sono persone in carne ed ossa che nonpossono essere trattate come mere equazioni. Comunque Professore , rispettiamo la suascelta, anche se non la condividiamo. Stia tranquillo comunque, almeno da parte nostra leinon rappresenta un pericolo col suo misero 10 %. Il nostro vero avversario e’ e rimaneBerlusconi. Gli attacchi da sinistra caso mai le arriveranno da Ingroia. Ci doliamo davveroper la sua scelta ma comunque si tranquillizzi : noi del PD siamo europeisti e porteremoavanti le sue riforme, con lo stesso rigore ma con molta piu’ equita’. Nel ringraziarla perl’impegno profuso in questo anno passato, le porgo i miei piu’ sinceri auguri di buonproseguimento….

FirmatoGianluca Bellentani

( suo ex sostenitore incredulo e deluso per le sue scelte )

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Libertà di stampa non è libertà di calunnia !!!

Nel Paese in cui la recessione mentale e’ molto maggiore della gia’ alta recessioneeconomica , continua a tener banco la vicenda Sallusti. I fatti sono noti ma comunqueriassumiamoli brevemente. Nel 2010 Sallusti e’ direttore del quotidiano Libero e, aproposito di una vicenda familiare, pubblica una falsita’ e discredita un giudice per il suooperato. Codesto giudice, come sempre accade in questi casi, lo querela e il tribunale locondanna in 1° grado .

Sallusti ricorre in appello e il tribunale conferma la precedente sentenza . Si ricorre all’ultimo grado di giudizio, la Cassazione , che conferma le precedenti sentenze e condannaSallusti a 14 mesi di carcere ( pena poi annullata in quanto l’imputato risulta incensurato ) .Ora una domanda : dove vedete in questa storia una censura della stampa ? Unapersecuzione nei confronti di Sallusti ? Una presa di posizione della Magistratura contro ungiornale ? Le cose hanno fatto il loro normale corso giudiziario, come sempre dovrebbeessere. Che la Federazione dei giornalisti difenda Sallusti ci sta’, secondo il sempre validoproverbio del ” cane non mangia cane ” , come e’ normale la presa di posizione del PDL,che cerca sempre di delegittimare la Magistratura, colpevole di ” voler far chiarezza ” suicomportamenti di Berlusconi , ma che il ” giornalista ” venga difeso anche da chi nonappartiene alle categorie sopra citate ….beh, francamente trovo la cosa davveroincomprensibile. Proviamo ora a rispondere a chi ha criticato la sentenza, adducendodiverse scusanti…

Tutti possono sbagliare a scrivere una notizia .. = Certamente !! Credo che non vi sia almondo giornalista che non si sia mai sbagliato a scrivere una notizia, magari per un caso diomonimia o per la troppa fretta di scrivere un pezzo ma per questo esiste una cosa

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chiamata retifica, in cui l’ autore, dopo qualche giorno dalla pubblicazione dell’ articolo siscusa per il suo sbaglio e da’ la notizia vera . Sallusti lo ha fatto ? NO.

Farina ha dichiarato che l’ autore del pezzo incriminato era lui = E allora cosa cambia ?Tralasciando che Farina e’ da tempo escluso dall’ Albo dei giornalisti in quantoappartenente ai servizi segreti deviati e implicato nell’ inchiesta Gladio, facendo finta chequesta sua uscita dell’ ultima ora non sia abbastanza sospetta , un direttore di un giornalenon e’ responsabile di ciò che pubblica ? Ma scusate, se un muro cade e uccide unapersona, e’ responsabile il muratore che ha messo le pietre o chi ha firmato il progetto dicostruzione ?

Questa legge, in Europa , esiste solo da noi = FALSO !! In Germania, a seconda dell’ offesa,le pene variano dai 3 ai 5 anni di reclusione.

Di solito tutto finisce con una certa cifra in danaro che l’ accusato paga al querelanteaffinche’ ritiri la querela = Vero. Sallusti l’ ha pagata questa somma ? NO. Eppure di tempone ha avuto ma, con la sua superbia e lo spregio per la legge, non se ne’ mai curato,convinto che la Magistratura non sarebbe mai arrivata a tanto.

Sallusti quindi non e’ stato condannato in quanto persona sgradita : se l’ essere sgradevolecostituisse reato dovrebbe come minimo essere condannato all’ ergastolo. Non e’ neppurestato condannato per una sua opinione : ne e’ la prova che quando parlo’ della morte delpovero Giuliani al G8 di Genova le sue parole furono ” Il carabiniere ha fatto bene asparargli ” o che quando un manifestante No Tav cadde da un traliccio lo taccio’ come ” Uncretinetti ”la Magistratura non intervenne. Quindi non prendiamo la parte di costui , non inquanto ci sta’ antipatico ma solo ed esclusivamente perche’ Sallusti e’ in torto marcio. Nonpiace questa legge ? Ok, si faccia un referendum per abrogarla. Pero’ poi non lamentatevise il primo che passa puo’ scrivere cio’ che vuole, magari nei vostri confronti o di qualcuno

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dei vostri cari ; e visto che ci siete, cercate anche di abolire quella legge che condannapersone innocenti ad essere rimpatriate per il solo motivo che non hanno un lavoro permantenersi. Pensate che la pena sia troppo severa ? Ok, allora insistete perche’ sia piu’blanda la punizione ; allo stesso tempo, visto che ci siete, cercate anche di fare pene menosevere per chi rischia la galera per aver duplicato un cd o per chi viene appiedato per averbevuto una birra ( mentre per il falso in bilancio , una tiratina di orecchi ). Sallusti e’ statocondannato per aver scritto il falso e calunniato una persona e non per altro . La Giustiziaha fatto il suo normale iter e la difesa di questo uomo e’ ingiustificata . Liberta’ di stampanon e’ liberta’ di calunnia. Se la stampa cerca eroi, li vada a cercare tra coloro che hannodato la vita per la veridicita’ di informazione, come Rostagno, Mauro de Mauro o AnnaPolitovoskaja e non in uno spargitore di letame al servizio del proprio editore !!!

Gianluca Bellentani

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Mamma Goodyear

Le industrie sembravano dover portare benessere e ricchezza economica ai territori ove siinstallavano. Sembravano dover realizzare il sogno di un mondo ove la povertà venivasconfitta per lasciare il posto ad una società benestante. Queste belle speranze sonodiventate illusioni svanite nel giro di mezzo secolo, sostituite da uno scenario spessoraccapricciante e tragico. Basta fare un tour nella Provincia di Latina, importante poloindustriale del Centro – Italia campato per anni grazie ai fondi della Cassa del Mezzogiorno,e ora ridotto ad una miriade di capannoni abbandonati e non tutti bonificati, alle tragediedei lavoratori che hanno perso il loro posto di lavoro, consapevoli che sarà ben difficiletrovarne un altro, specie se in età avanzata.

Sarebbe «bello» se i guai fossero solo questi. Simbolo dello sviluppo industriale è anche lacentrale nucleare di Borgo Sabotino, la prima realizzata in Italia (1963) per poi esserechiusa nel 1987 in seguito al referendum. Ricchezza e autonomia energetica, ma anchedanni ambientali e problemi fisici per moltissime persone dei territori limitrofi. Insomma,benessere economico e salute non sembrano andare d'accordo quando questo rapporto ègestito dalle macchine. E spesso la seconda soccombe. Lo sanno benissimo gli operai dellaGoodYear di Cisterna di Latina, comune dell'omonima provincia.

E' il 1965, la GoodYear (fabbrica che produce pneumatici) instaura a Cisterna una sua filiale.Parte l'era industriale nella giovane provincia pontina: migliaia di persone trovanooccupazione, centinaia e centinaia di famiglie possono ora guardare al futuro con maggioresicurezza. Nasce il mito di «Mamma Goodyear», colei che si occupa delle prospettiveeconomiche dei suoi figli, i lavoratori. Ma, con il passare degli anni, quell'oro luccicante chele gomme portavano si trasforma in veleno. La fabbrica contiene amianto, le polveri sottiliche il lavoro produce non hanno problemi ad inserirsi nelle vie respiratorie degli operai,privi di qualsiasi protezione. Non solo: i controlli ASL vengono pre-annunciati, così ladirigenza ha tutto il tempo per comunicare agli operai la necessità di ridurre i ritmi dilavoro. Perchè gli ispettori devono trovarsi dinanzi ad un edificio pulito e a norma,

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altrimenti si chiude baracca e battenti. Si arriva così al 2000, il momento in cui la«mamma» decide di abbandonare i suoi «figli» ed andarsene all'est, dove la manodoperaha un costo minore e le leggi sulla sicurezza sono molto più deboli.

Ma, molti operai cominciano ad accusare, quasi contemporaneamente, forti problemi disalute. E, sempre quasi contemporaneamente, cominciano ad andarsene. Coincidenze?Forse. Ma un operaio, nonché rappresentante sindacale, all'inizio del nuovo millenniocomincia a raccogliere nomi, cognomi e cartelle cliniche dei colleghi che si ammalano. Glioperai morivano, ma le cartelle cliniche non evidenziavano particolari problemi. Ma allora,come si fa a spostare un lavoratore con cartelle cliniche con risultati negativi(sanitariamente parlando) da un settore della fabbrica ad uno più leggero, perchè colpitoda problemi fisici? Insomma, tante cose non tornano. Così, si decide di passare per la viagiudiziaria. Stoppiamo qui il racconto, vi spiego subito il perchè. Tutto ciò che avete lettofino ad ora altro non è che una (piccolissima) parte del film – documentario «HappyGoodYear», realizzato dalla «SoulCrime» e proiettato in anteprima al Cinema «Oxer» diLatina sabato 3 maggio 2014 e destinato a girare il BelPaese.

Si tratta di un progetto importante, in quanto permette – per la prima volta – allaquestione di oltrepassare i confini pontini e toccare tutta la penisola. Soprattutto,permetterà alle coscienze di rispolverare tematiche come la sicurezza sul lavoro, lo svilupposostenibile etc. Perchè in un paese civile come dovrebbe essere il nostro, il lavoro deveessere un diritto che tuteli l'economia delle persone senza intaccarne la salute. Insomma,firmare un contratto e non una condanna a morte.

Angelo Cioeta

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Ricordando la tragedia di Lampedusa: immaginate se....

“Il 3 ottobre 2013 a Lampedusa avveniva la più grande tragedia che, prima di allora, ilMediterraneo non aveva mai conosciuto. Centinaia di persone, donne, uomini e bambini,nel tentativo disperato di raggiungere la penisola su un barcone, vedevano arrivare la finedei loro giorni inghiottiti dal mare. Quanta indignazione in quei giorni: il papa (forse l’unicavoce sincera) gridava «Vergogna!», il mondo istituzionale diceva che mai più dovevanoaccadere tali eventi. E poi, buona parte dell’opinione pubblica non esitava a criticarel’assenza dell’Unione Europea (perchè noi, quando siamo in difficoltà, vediamo l’Europacome una terza persona). Ma, chi non perde mai occasione di esprimere una opinione inoccasioni del genere sono i razzisti o i “non sono razzista ma…” (che sono ancora peggio).Ricordo come se fosse ieri i post di gente che si lamentava dei funerali di Stato, che sichiedeva perchè il medesimo trattamento non fosse stato riservato alle vittime della CostaConcordia (almeno i paragoni sulla morte risparmiamoli!).

E poi, le solite “frasi di circostanza”, del tipo: «Se ne devono andare!». Ecco, io vorreiriferirmi soprattutto a queste persone che vedono nella clandestinità un reato (dovrebbeessere invece vista come una condizione temporanea, da trasformare il prima possibile incittadinanza) e, nell’immigrato in generale, un problema: Immaginate di essere parte di unafamiglia che vive in un Paese africano, dove la fame, la sete e le malattie la fanno dapadroni. Pensate quindi che, per garantire una vita migliore ai propri figli (prima che siatroppo tardi), si decida di attraversare chilometri e chilometri di deserto del Sahara perraggiungere le coste del Nord, entrare in contatto con banditi disposti a garantire viaggi subarconi niente affatto affidabili a prezzi elevatissimi. Immaginate ora di salire su questobarcone, insieme a tanta altra gente: donne incinta, neonati che ti vomitano addosso causalo stress elevato che stanno subendo. E poi: feci ed escrementi, escrementi e feci. Senza poi

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dimenticare la paura che quella traversata possa finire prima del previsto, possa insommaterminare sott’acqua; immaginate di vivere in un Paese dell’Africa stravolto da guerreinterne, con i civili che diventano profughi, che capiscono che l’unico modo per avere salvala vita è la fuga verso il continente europeo. Immaginate di trovarvi in una zona delcontinente nero dove il traffico di organi è tra le prime «attività economiche», di essere uncristiano cattolico che vive in un territorio dominato da musulmani fondamentalisti, che ungiorno si e l’altro pure distruggono chiese e sterminano persone di fede diversa.Immaginate insomma di vivere situazioni del genere. Immaginate cosa può succedere se ungiorno il mondo dovesse ribaltarsi: gli italiani che prendono i barconi ed emigrano versol’Africa, la nuova terra promessa. Ed immaginate di essere isolati o, peggio, respinti verso laterra d’origine, sconvolta dalla fame, dalla sete, dalla povertà, da guerre religiose”

Angelo Cioeta

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Scandalo corruzione tra gli studenti delle Universitàromane....ma smettiamola di chiamarli furbetti

Questa mattina leggendo i quotidiani una notizia mi ha colpito più di altre: la corruzionedilaga anche nelle università, non solo tra i baroni, ma anche tra gli studenti.

C'è quella che dichiara 19 mila euro all'anno e nel garage papà ha la Ferrari e intestati variappartamenti di lusso, oppure quella di Roma Tre, a cui hanno scoperto una villa conpiscina (neanche accatastata), passata dalla "prima fascia" di reddito, quella dei piùindigenti, addirittura alla sessantesima. E che, oltre a tenersi in tasca i 1.700 euro di rettauniversitaria, era pure in corsa per una borsa di studio da 26 mila euro.

Non continuo l'elenco perché fa rabbrividire. Dopo anni di questo andazzo, comunque,sono arrivati i controlli e grazie ad un protocollo di collaborazione tra Forze dell'Ordine,Finanza in testa, e Università stesse, sono stati scoperti studenti con dichiarazioni false etruffaldine - solo a Roma - per il 62,2% delle posizioni controllate, con 340 irregolari su 546.È poco più del 2012 quando gli irregolari erano 521 su 848 con la percentuale del 61,4%.

Adesso questi ladri di futuro e di opportunità, chiamiamoli col loro nome, dovrannorestituire i soldi rubati all'erario e si spera anche smetterla.

«In questo periodo di crisi si moltiplicano i tentativi di godere illecitamente di sovvenzioni.Da qui questo Patto "antifurbetti" che ha come obiettivi quello di snidare i falsi poveri checercano di scavalcare i veri poveri, che sono parecchi e sono famiglie che fanno fatica adarrivare a fine mese ed hanno difficoltà far studiare i loro figli. È giusto che i soldi pubblicifiniscano a loro e non ai più ricchi». Ad affermarlo è il generale Ivano Maccani, comandanteprovinciale della Guardia di Finanza di Roma, nel corso della presentazione in Regione Laziodei dati delle indagini nelle università romane.

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Un commento importante il suo, ma quello che proprio, oltre al fatto in sè, non riesco adigerire, è quell'abitudine a chiamare “furbetti” questi ladri. Basta, dobbiamo finirla dipensare che è furbo chi riesce ad aggirare il Fisco e la Legge, ma soprattutto dobbiamosmetterla noi giornalisti di scriverlo, di definire furbetti i ladri!

Quindi propongo un sondaggio tra i lettori e i tesserati di CosaPubblica: a chi piace chevengano chiamati “furbetti” coloro che con artifici vari praticano di fatto la corruzione?

Laura Marinaro

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Si può uscire dall'euro ? Istruzioni per l'uso

E’ uno degli argomenti simbolo di questa campagna elettorale per le Europee. L’uscitadall’euro è un tema molto caro ai partiti definiti euro – scettici, che vedono nella nostramoneta e, più in generale, nel progetto europeo, l’inizio di tutti i nostri guai economici esociali. Così, se vai in Italia trovi il Movimento 5 Stelle pronto a indire un referendumsulla«vita» dell’euro nel nostro Paese; se vai in Francia è una delle armi di persuasioneprincipali del Front National etc. Uscendo poi dall’ambito prettamente politico, gli espertidel settore da tempo si scontrano tra loro sui vantaggi e svantaggi di tale eventualità:avremo maggiore potere d’acquisto, la lira sarebbe carta straccia… Insomma, tante e tanteopinioni sta producendo la questione. Ma, in tutto ciò, noto che una parte fondamentaledel discorso non viene evidenziata. Mi spiego: quali sono le procedure per uscire dallamoneta unica? In base a quali articoli, trattati e altre carte giuridiche è possibile realizzareciò?

In questi giorni, ho provato a fare un mio personalissimo sondaggio. Sono andato sullepagine facebook del M5S (il partito euroscettico più forte d’Italia), de «Il Fatto Quotidiano»(dove si concentrano molti commenti contro l’Europa) etc. chiedendo: come si fa ad usciredall’euro? In base a quali articoli e trattati?Per qualche tempo ho lasciato perdere,aspettando che maturasse un certo numero di risposte e, il risultato è stato alquantodeludente: giudizi generici sulle politiche europee conditi da qualche insulto. Non mi sonodato per vinto, e ho rilanciato: Nessuno mi risponde? Riformulo la domanda: come si faad uscire dall’euro? In base a quali articoli e trattati?Di nuovo nulla. Ok, passiamo

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all’ultimissimo tentativo, quello dove si diventa «cattivi»: il referendum sull’euro e’ unagrandissima cavolata , dimostratemi il contrario. Alzando i toni ogni tanto si ottienequalche risultato desiderato: se loro dicono che si può fare, allora si può fare; credo che sipossa fare il referendum sull’euro… Insomma, risposte ipotetiche, che dimostrano il fattoche, anche chi propaganda l’idea di uscire non ci crede più di tanto (tra i vari commentiinoltre, non ho visto una sola persona che mi abbia elencato un qualche articolo giuridicovolto a rafforzare la tesi). Il sondaggio ovviamente non è finito qui: sono andato su diversisiti internet scrivendo su «Google»uscire dall’euro; procedura per l’uscita dall’euro … ma ilmio desiderio conoscitivo non è stato appagato. Ultimo tentativo: da «bravo studente diScienze Politiche e Relazioni Internazionali» (permettetemi questa satira tagliente) mi sonomesso a rileggere i libri di diritto pubblico e diritto costituzionale comparato, nonché hocominciato a leggere qualcosa di diritto internazionale (anche perchè ho un esameriguardo tale materia). A tutto ciò, aggiungiamoci storia contemporanea e un’attentaanalisi dell’evoluzione delle istituzioni europee tramite i Trattati. Da questo momento inpoi, troverete link per approfondire la questione.

Partiamo da qui:

• Il 7 febbraio 1992 viene firmato il Trattato di Maastricht (Trattato di Maastrichtsull’Unione Europea). Il trattato istituisce una cittadinanza europea, rafforza i poteridel Parlamento europeo e vara l’ Unione Economica e Monetaria(UEM). Da questomomento si avvia il processo che porterà all’adozione della moneta unica in Austria,Belgio, Cipro,Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia,Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia,Slovenia, Spagna e Lettonia;

• il 13 dicembre 2007 viene firmato il Trattato di Lisbona (Trattato di Lisbona), cheentrerà ufficialmente in vigore il 1° dicembre 2009. Si tratta del Trattato in vigoreancora oggi, quello a cui bisogna fare riferimento riguardo l’attuale funzionamentodell’Unione Europea.

Sia ben chiaro: la sintesi di tale excursus è volto ad evitare una eccessiva lunghezza delpost. Ovviamente, chiunque è libero di approfondire (consiglio a tal proposito il seguentesito:http://ec.europa.eu , sito archiviato ma ancora molto utile).

Tornando al tormentone si può o no uscire dall’euro, dal breve riassunto fatto nededuciamo che:

1. l’euro è figlio di un Trattato internazionale, firmato da capi di Stato e di Governo. Nelnostro ordinamento, per diventare legge, un trattato internazionale è soggetto aduna ratifica parlamentare;

2. leggendo attentamente il testo del Trattato di Lisbona, si noterà che l’articolo 50introduce unaclausola di recesso dai Trattati. Cosa significa? Basta leggere qui:Clausola di recesso. In poche parole, se l’Italia volesse uscire dall’euro, il primo passospetterebbe a un Matteo Renzi (Presidente del Consiglio) o a un Giorgio Napolitano(Presidente della Repubblica). Non solo, uscire dall’euro significherebbe uscireautomaticamente dall’Unione Europea.

Notare: fino ad ora possibilità di uscire per via referendaria, o comunque tramite il

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Parlamento Europeo, non sono state evidenziate. Perchè? Proviamo a spiegarlo partendodall’istituzione che andremo a rinnovare:

Parlamento Europeo > si prega di leggere qui: Parlamento Europeo. Noterete che non c’èalcun cenno alla possibilità di poter ridiscutere i Trattati, come propagandato da moltipartiti euroscettici. E, purtroppo (per loro), l’euro è figlio di un Trattato. Inoltre, si parla diun rapporto Parlamento – Commissione Europea, mentre il destino della sovranitàmonetaria di un Paese membro è affidato ad un altro organo: il Consiglio Europeo! ( 1) loavete letto nella clausola di recesso linkata poco prima; 2) se volete approfondire su taleistituzione: Consiglio Europeo).

Insomma, la strada per il referendum comincia a complicarsi. Soprattutto, si sta facendolargo una sola ipotesi: solo i massimi rappresentanti nazionali di uno Stato membropossono chiedere di recedere dai Trattati. Ma, forse, la questione inerente Italia – EuroSI / NO può ribaltare il tavolo.

Dunque, nella penisola sono soprattutto 2 i partiti che attaccano la valuta attuale: Lega &M5S. Come già detto, il secondo partito è il principale sponsor della via referendaria.Allora: se Lisbona non prevede tale ipotesi, almeno le leggi nazionali permettono direalizzarla? Già da qui la situazione si complica, in quanto l’ordinamento europeo nellascala gerarchica giuridica è al di sopra delle nostre leggi.

Partiamo dalla nostra legge fondamentale: la Costituzione. Specificamente, pubblichiamoqui sotto l’art.75:

“E` indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di unalegge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori ocinque Consigli regionali.Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio,di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.Hanno dirittodi partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. Laproposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione lamaggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamenteespressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum”.

Notare bene: «autorizzazione a ratificare trattati internazionali». In sintesi: mettiamocaso che io, Governo, riesca ad ottenere l’obiettivo di ridiscutere il trattato di Maastricht.Una volta portate a compimento le modifiche, i capi di Stato e di Governo lo firmano perdargli valore ufficiale. Ma, per entrare nel nostro ordinamento, il Parlamento dovràapprovare una legge di ratifica. Se però il partito euroscettico intende mantenere lapromessa, dovrà prima passare per un referendum popolare. Piccolo particolare: la CorteCostituzionale lo casserebbe! Ma, in generale: oggi ci sono le condizioni istituzionali perrealizzare tale obiettivo? Non mi pare.

Qualcuno però si rifà al referendum consultivo del 1989 per chiedere se approvare o menoun mandato costituente al Parlamento Europeo eletto nel medesimo anno. Ma, in questocaso, è stata necessaria una legge costituzionale ad hoc: quella del 3 aprile 1989, n. 2.Anche qui, diamo un’occhiata alla Costituzione:

art.138 > “Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono

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adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minoredi tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascunaCamera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loropubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera ocinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum nonè promulgata , se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi.

Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione daciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti”.

Insomma, l’iniziativa partirebbe nuovamente dalle istituzioni nazionali e non europee (!).Inoltre, ma non è detto, un’azione del genere potrebbe risultare incostituzionale ai sensidell’art.11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popolie come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni diparità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento cheassicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioniinternazionali rivolte a tale scopo».

In conclusione, chi proclama di uscire dall’euro mediante istituzioni europee o referendum,sta dicendo clamorose bugie volte solo a raccogliere un facile consenso tra le persone.Qualora non sia vero quanto detto dal sottoscritto, chiedo che mi vengano date risposteesaurienti, con tanto di articoli e trattati di riferimento (il mezzo migliore per confermarela veridicità di quanto dichiarato).

Scusate per la lunghezza

FONTE:http://elnuevodia.altervista.org/si-puo-uscire-dalleuro-istruzioni-per-luso/

Angelo Cioeta

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Vessato da burocrazia e malagiustiziaImprenditore dei trasporti cesanese racconta la sua odissea. I suoi guai sono iniziati quandoha deciso di lavorare con la Pubblica amministrazione. In sei anni ha perso soldi edipendenti...ormai dovrà chiudere

Vessato da burocrati a dir poco approssimativi, costretto a ricorsi su ricorsi e penalizzato dalsistema del favorire “i soliti” noti nell'accesso agli affari con la pubblica amministrazione, haperso in pochi anni milioni di euro in fatturato e lavoro, ma soprattutto ha visto decimare lasua azienda che da una piccola realtà di 16 dipendenti è diventata una microrealtà di trepersone. E dopo l'ultimo abuso dovrà chiudere.

Questa la storia di Franco Bonfanti, imprenditore dei trasporti in pullman di CesanoMaderno, città del Nord della Brianza. Senza entrare nei dettagli di un'odissea che, sin dal2006 ad oggi, l'ha visto perdere un appalto pubblico per il trasporto scolastico ericonquistarlo più volte a botte di ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, è significativo notarela lotta all'ultimo sangue tra le imprese private per accaparrarsi legittimamente questiservizi e poi quella del Comune che resiste ai ricorsi e in questo caso viene persinosanzionato. Tutto nasce da un appalto di poco meno di 200 mila euro. In un clima di totaleconfusione di atti incomprensibili ai più, ma anche ai diretti interessati, si scatena la guerratra vinti (Bonfanti) e vincitori (un'Associazione temporanea d'impresa tra due aziende di cuiuna che arriva dal napoletano e il cui titolare, in passato, è stata sospeso dall'attività peralcuni mesi per vicinanza alla Camorra). Il Consiglio di Stato nel 2006 condannal'Amministrazione Comunale al pagamento di 29 mila euro a Bonfanti come risarcimentodel 10% del valore dell'appalto perso e di là “entra in guerra” anche il comune e laburocrazia. Fino ad oggi sono cinque – a decisioni alterne - le sentenze emesse con esborso

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di almeno 50 mila euro per ogni contendente. Si continua comunque ad andare avanti e anon capirci molto. Sicuramente si continua a pagare. E anche il Comune paga avvocati suavvocati e dipendenti che sulle carte di questa vicenda si arrovellano per mesi, distogliendoil lavoro magari da qualche progetto più utile per i cittadini. Si interessa della questionel'Autorità di Vigilanza dei Contratti Pubblici che, dopo scambio di copiosa corrispondenzacol Comune, arriva alla conclusione che non può intervenire e sentenzia che è inutileiscrivere nel casellario informatico i fatti segnalati dall'amministrazione. Insomma inutile lacorrispondenza, il tempo e il lavoro dei funzionari pubblici.

Il concorrente perdente nell'ultimo appalto, ovvero sempre il solito cesanese Bonfanti, chedenuncia l'altra impresa anche alla Guardia di Finanza per sospette irregolarità anchepenali nel servizio, decide però di andare avanti fino alla fine convinto di essere statovittima di una gara d'appalto illegittima e di “rappresaglie” burocratiche da parte delComune.

«Ho anche segnalato che la ditta vincitrice dell'appalto, che non ne aveva tutti i requisiti,non forniva nemmeno un servizio buono al cittadino – ha fatto notare Bonfanti – ed èquesto alla fine che interessa alla gente: alla fine con tutte le carte giudiziarie in ballo, lemie numerose domande agli organi competenti e gli errori palesi commessi dai funzionariin tutto il procedimento, mi chiedo come possiamo avere noi imprenditori fiducia nelleistituzioni che per prime dimostrano di non essere corrette al 100 per cento».

Nulla si può ancora dire sull'inchiesta alla Guardia di Finanza che la denuncia del Bonfantiha fatto avviare, ma di certo è chiaro come per un appalto da 200 mila euro, che prevedeperò un servizio fondamentale per i cittadini, si possa imbastire la follia burocratica egravare le tasche dei contribuenti di altre migliaia di euro per cause e scartoffie. Forseall'amministrazione pubblica virtuosa, nel senso di competente oltre che onesta,costerebbe meno essere semplicemente precisa e corretta nell'applicazione delle regole.Cosa ne sarà di Bonfanti e della sua ditta piccola ma precisa nel futuro? «Andremo avantiper avere le nostre ragioni fino in fondo – ha concluso l'imprenditore – a dispetto di unamala gestione della cosa pubblica e di una malagiustizia, e poi, siccome siamo abituati a

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rimboccarci le maniche fino alla fine, continueremo a vincere nel privato dove si spera cheil merito di chi lavora nella legge e nella correttezza venga ripagato».

L'epilogo peggiore del resto. Bonfanti ha deciso di denunciare i presunti abusi subiti, cartealla mano, all'autorità giudiziaria ma dalla segretaria di un magistrato monzese si è sentitorispondere pikke. «Mi hanno detto che non accettano denunce di un comune cittadino madi un avvocato. Insomma se uno non ha le risorse per pagarsi i migliori avvocati che fa siammazza?». Vedremo come andrà a finire. Noi di Cosapubblica cercheremo di capire comedenunciare l'abuso.

Laura Marinaro

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Proviamo a fare i colibrì

Ogni qualvolta volete rilassarvi per ricaricare le batterie , che fate ? Andate in un qualcheposto che vi piace , assieme magari a persone con cui state bene assieme a svolgereattivita’ che di solito non fate ogni giorno ; allo stesso modo se siete dei giovnaissimi vibuttate in discoteca, sui videogiochi o ancor peggio sull’alcool o sulle droghe…..

Tutti questi comportamenti hanno un punto in comune : LA VOGLIA DI EVASIONE , cioe’ lavoglia di estraniarsi dal mondo reale per entrare in un mondo che sappiamo benissimoprima di entrarvi che reale non lo e’ ……..Mi vengono in mente le parole di Primo Leviquando, nella descrizione della vita nel lager nazista in cui era rinchiuso parlava della nottecome della piu’ grande amica deo prigionieri , in quanto oscuratrice di tutto cio’ che ticirconda e induttrice di riposo e di sogni di liberta’…

Noi pero’ non siamo dei prigionieri ma cittadini liberi che assistono ogni giorno allo sfacelodelle conquiste fatte dai nostri antenati . Ogni giorno ci incazziamo, sbraitiamo controquesta cricca che ci governa, lottiamo per cambiare le cose, diamo il nostro voto a questa oquella forza politica per poi rimanere delusi da certi comportamenti o da certe decisioni.Siamo quindi presi prima dallo sconforto, poi da un senso di impotenza e quindi da un’inedia di pensiero che ci porta a dire la frase ormai sulla bocca di tanti : ” INUTILEAVVELENARSI IL SANGUE, TANTO SONO TUTTI UGUALI E NULLA CAMBIERA’….MI TENGO IMIEI AFFETTI , IL MIO ORTICELLO E LOTTERO’ SOLO QUANDO QUALCUNO VORRA’TOGLIERMI QUEL POCO CHE E’ MIO ”…….. NON FATE MAI QUESTO ERRORE!!!!

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Ricordatevi che siete esseri umani, con un cervello pensante ed un cuore che non e’ soloun organo per pompare sangue all’ organismo ; non siete delle piante che giacciono alleintemperie e che saranno potate o tagliate a seconda di chi appartenete….Lo Stato non e’degli altri che vi governano ma VOSTRO e come tale lo dovete difendere ad ogni costo. Nonfate MAI l’errore di sentirvi impotenti….ogni vostro grido di sdegno, ogni vostra protestasara’ il segno che la democrazia e’ violentata, stuprata ma non e’ morta. Fate nel vostropiccolo,nella vita di tutti i giorni , quelle piccole – grandi cose che sono un segno dicivilta’…..

Educate i vostri figli all’ onesta’ e allo studio, date una mano a chi sta’ peggio di voi,prendete a male parole chi imbratta un muro o abbandona un cane, togliete una lattinaabbandonata sull’ erba di un parco …..Piccoli gesti che a voi paiono inutili ma che in realta’sono il sale del vivere civile . Una antica favola africana recitava : ” Un giorno nella forestascoppio’ un enorme incendio..tutti gli animali scappavano….solo un colibri’ , il piu’ piccolodegli uccelli, andava incontro al fuoco con una goccia d’ acqua nel becco. ” Che fai gli disseil leone , non vorrai spegnere l’incendio con una goccia d’ acqua ?? ”…..” No rispose ilcolibri’……faccio solo la mia parte ” …… Se facessimo tutti i colibri’, qualcosa sicuramentecambierebbe !!!!

Gianluca Bellentani

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Il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo dà avvio alla campagnanazionale di “obbedienza civile”

Partirà ad Arezzo (è partita a dicembre 2012 n.d.r.) in tutto il territorio dell’ATO 4 lacampagna di “obbedienza civile” per l’applicazione del referendum vinto nel giugno 2011con il 95,8% e che ha abrogato il profitto sulle bollette dell’acqua.

Come è noto con la pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 116avvenuta in data 20 luglio 2011 è stata sancita ufficialmente la vittoria referendaria e lacancellazione della norma che consentiva ai gestori di caricare sulle bollette dell’acquaanche la componente della “remunerazione del capitale investito” (cioè il profitto per ilgestore).

Da allora sono passati alcuni mesi, ma le tariffe non sono diminuite, poiché i gestori –nonostante le ripetute diffide inviate – hanno ignorato con pretestuose argomentazionil’esito referendario.Per questo il Forum per l’acqua pubblica, promotore dei referendum,lancia in tutta Italia la campagna di “obbedienza civile”, invitando i cittadini ad eliminare ilprofitto dalle bollette e quindi a pagare le bollette solo dopo la decurtazione di questacomponente. E’ stata chiamata “obbedienza civile” perché non si tratta di “disubbidire” aduna legge ingiusta, ma solo di “obbedire” alle leggi in vigore, così come modificate dagliesiti referendari.Nell’ambito di competenza di Nuove Acque la riduzione da applicare al totale della bolletta,così come rilevata dal vigente Piano di Ambito dell’ATO 4, è pari al 13,56% dal 21 luglio2011 al 31 dicembre 2011 e al 13,82% per l’anno 2012.

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La campagna di “obbedienza civile” si realizza:1. attraverso l’invio a Nuove Acque spa e all’ATO 4 di una “dichiarazione” con la quale

viene comunicato il motivo della decurtazione delle bollette.2. con la compilazione del bollettino di conto corrente postale applicando la

decurtazione della remunerazione del capitale investito; tutte le tipologie di utenzesono interessate.

3. attraverso la segnalazione dell’adesione alla campagna di “obbedienza civile” di ognisingolo utente al Comitato Acqua Pubblica; infatti la possibilità di vittoria è direttamente proporzionale alla diffusione dell’iniziativa e all’unione dei cittadini.

Numerose associazioni di concerto con il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo fornirannogratuitamente a tutti i cittadini adeguata informazione e ausilio in tutte le fasi dellacampagna di “obbedienza civile”. Nel retro di questo foglio vi è l’elenco degli sportelli attivinella fase iniziale, con gli orari di ricevimento. Inoltre il Comitato Acqua Pubblica di Arezzo eil Forum nazionale per l’Acqua Pubblica garantiranno – se necessaria – anche assistenzalegale ai singoli cittadini aderenti alla campagna di obbedienza civile.E’ tuttavia evidente che ogni utente del servizio idrico che aderisce decide autonomamentedi smettere i panni di suddito e tornare ad essere cittadino, consapevole dei propri doverima anche dei propri diritti, che nel caso specifico riguardano aspetti fondamentali diconvivenza democratica: ottenere che gli effetti di un referendum vinto con il 95,8% deiconsensi vengano effettivamente applicati.

Franca Corradini

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Attenzione al genere femminile !

ITALIA = nome proprio di genere femminileRepubblica = nome importante digenere femminile

Costituzione = nome importante di genere femminile

Pace = nome importante di genere femminile

Società = nome importante di genere femminileLibertà = nome importante di genere femminile

Democrazia = nome importante di genere femminileGiustizia = nome importante di genere femminile

Solidarietà = nome importante di genere femminileEguaglianza = nome importante di genere femminileFratellanza = nome importante di genere femminileSolidarietà = nome importante di genere femminile

Dignità = nome importante di genere femminileOnestà = nome importante di genere femminile

Indignazione = nome inquietante di genere femminile….

Donna = nome importante di genere femminile.....ma in Italia c’è attenzione per il genere femminile ???

Franca Corradini

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Nora e le capre......

Da oggi in poi voglio parlare solo di cose positive, di fatti concreti, di persone che cercanodi cambiare il mondo con le proprie scelte di vita , professionali e sociali.

mi sono stancata di seguire i balletti continui dei nostri politicanti….

mi sono stancata delle continue scoperte di escort minorenni..festini e orge stituzionali varie …

mi sono stancata dei… sì mi candido, no ,non mi candido dei vari Montezemolini..

mi sono stancata dei ….appoggio il governo, no voto la sfiducia .. dell’imitazione più riuscitadi Neri Marcorè….

…..dei “dagli all’immigrato che delinque” che chiudono occhi e turano il naso se la delinquentella di colore è minorenne e ben carrozzata, ma soprattutto ha spupazzato il capo dell’esecutivo…

….delle demagogiche salite sui tetti di Bersani…

…. delle scoperte dell’acqua calda di Nichi….

….della Camusso che , neo eletta, fa vecchi discorsi di minaccia di sciopero generale che probabilmente non verrà mai proclamato..

….della Camusso che fa la giovanetta che canta e balla Bella Ciao..

….delle sciarpe viola indossate e poi dismesse velocemente …

eccetera, eccetera eccetera

E quindi di parlerò di Nora Kravis, newyorchese trapiantata in toscana da molti anni ormai.

Mi ha cercato lei,un giorno dopo aver letto, sulla mia bacheca facebook , un post dove mi dicevo nauseata ( non ricordo da cosa ) e che avrei spento il pc per fare la maglia….

Mi scrive dicendomi di volermi far conoscere la sua produzione di cashmere.

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Ci scriviamo e telefoniamo più volte nel giro di pochissimo.

Ora è qui davanti a me, finalmente dopo tanti appuntamenti mancati per imprevisti continui.

( Un segno del destino ?

Un incontro che non dovevamo avere o un incontro che doveva esserci a tutti i costi ?? )

Nora è la prima allevatrice di capre da cashmere in Europa e in Italia.

Cashmere sostenibile ( marchio registrato ) , completamente tracciabile.

Nora ha un carattere deciso e forte.

Idee chiare e una grande competenza.

Mi parla dei suoi progetti e di quelli che vorrebbe sviluppare anche con l’aiuto dell’Onlusche io ho recentemente fondato….

E qui mi fermo …

Un pò per scaramanzia, un pò per proteggere e non dare in pasto ai lupi il progetto cheintendiamo attuare..un grande progetto !

Vi linko uno dei suoi siti dove potrete vedere chi è Nora , cosa ha fatto fino ad ora…

eccolo : http://www.chianticashmere.com/Homepage/

Franca Corradini

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Debito pubblico italiano: soluzioni e falsi miti

Esistono limiti alla crescita del nostro debito pubblico? Poiché ogni emissione di titoli diStato è espressa in moneta corrente, il valore nominale del debito tenderà a crescere neltempo; dividendo tale valore per il livello dei prezzi correnti si può giudicare se il debitocresce o meno in termini reali (rapporto Debito/Pil).

Spesso sentiamo nei talk televisivi la frase “È necessaria una riduzione della spesapubblica” che avrebbe l’obiettivo di diminuire il tanto discusso debito. Da un lato lapresenza di un avanzo primario facilita la riduzione del rapporto Debito/Pil, dall’altro,tuttavia, è necessario intervenire su una spesa che in Italia è già di qualche punto inferiorealla media Ue con un livello di produttività del nostro apparato pubblico ampiamenteinferiore.

Dunque, una riduzione della spesa primaria senza miglioramenti sostanziali nella qualitàdei servizi pubblici si tradurrebbe in una perdita rilevante per il benessere dei cittadini (egià l’attuale situazione non è delle migliori).

Anche un aumento delle entrate contribuirebbe al miglioramento del saldo primario,quindi riduzione Debito/Pil, ma nella situazione italiana, in cui la pressione fiscale è diqualche punto superiore alla media Ue (situazione ormai nota), un aumento dellatassazione contribuirebbe solamente ad un ulteriore calo dei consumi e peggioramentodelle aspettative degli imprenditori.

Quali possono essere quindi le soluzioni “migliori” per la riduzione del rapporto Debito/Pil?

Le politiche che i governi dovrebbero proporre devono riguardare lo sviluppo del reddito (ilPil sostanzialmente). Tuttavia con un debito enorme sarebbe difficile attuare manovreespansive tendenti a stimolare la domanda globale. Piuttosto, lo stimolo alla crescitaandrebbe cercato in un riorientamento (e non tagli) della spesa pubblica e dei tributi che,da un lato, accentui l’efficienza della spesa e, dall’altro, abbia maggiori effetti di stimolo per

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l’attività economica privata.

Altre soluzioni possiamo trovarle nelle politiche di deprezzamento del cambio, cosa ogginon più possibile. Ancora nella gestione delle condizioni alle quali i titoli di debito pubblicosono emessi (riduzione degli interessi che sono circa 80 miliardi di euro annui); stessoobiettivo se si obbliga la Bce ad acquistare al momento dell’emissione i medesimi titoli.

Queste soluzioni rientrano nel quadro economico europeo (l’obiettivo futuro del FiscalCompact sarà quello di far scendere dall’attuale 127% al 60% il rapporto Debito/Pil). Ma c’èchi con un debito molto più alto del nostro attua politiche economiche espansive, questoPaese è il Giappone. Il Paese del Sol Levante ha un rapporto Debito/PIL del 236% e unrapporto Deficit/PIL del 10%, con questi numeri il Giappone non rispetterebbe i parametridi Maastricht e verrebbe trattato come la Grecia. Come può il Giappone essere la terzaeconomia mondiale con un debito così alto ma con una disoccupazione sotto il 5%? Larisposta sembra scontata, lo è infatti. Il Giappone gode di sovranità monetaria, la Bank ofJapan assolve il ruolo di prestatore di ultima istanza, inoltre il debito è detenuto dagli stessigiapponesi (debito interno). Quali sono i vantaggi? Due sostanzialmente: il primo è che ildebito risulta protetto da attacchi speculativi (cosa che invece accade con il debitoitaliano), il secondo è che i cittadini finanziano, con i propri risparmi, il debito stesso.

Tralasciando il modello giapponese non più emulabile, il grande fardello del debitopubblico, o almeno il suo rapporto con il Pil, può essere ridotto attraverso diversi strumentidi politica economica senza peggiorare ulteriormente le condizioni dei cittadini; servirebbesolamente una classe politica in grado di utilizzarli.

Andrea Federici

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Italia: “trade off” fra competitività e vincoli

Risale a poche settimane fa la notizia che la multinazionale svedese Electrolux intendediminuire i salari dei propri dipendenti di circa il 30-40%. Non si tratta di un caso isolato, giàla Fiat di Marchionne aveva imposto ai lavoratori la diminuzione dei salari con leconseguenze che oggi tutti conosciamo.

Da dove deriva il potere di una multinazionale di dettare leggi in materia di salari in unPaese cosiddetto “industrialmente avanzato” come lo è l’Italia?

Questa domanda trova diverse risposte, alcune scontate, altre meno.

1) Innanzi tutto si tratta pur sempre di una multinazionale, il forte potere di mercato(17% del mercato europeo nel 2013) le consente di fare la parte del leone. Il tuttoavvantaggiato da un Governo che non ha tra gli obiettivi l’occupazione e da sindacatiinadeguati.

2) Il secondo punto ha a che vedere con la competitività del nostro Paese. Su questo cisoffermeremo nel proseguio dell’articolo.

Abbiamo sentito spesso parlare di competitività. Secondo il pensiero economicoprevalente, quello imposto dall’Europa targata Germania (ndr), l’Italia non è un paesecompetitivo. Come si spiega questa mancanza e come tornare ad esserlo? Non potendo piùgestire la politica monetaria nazionale, in altre parole svalutare la propria moneta, non cirimane che intervenire sui salari.

La diminuzione dei salari monetari, accompagnata da un calo proporzionale dei prezzi,provoca un aumento delle scorte monetarie presso le famiglie. Questo aumento diricchezza favorirebbe un aumento dei consumi, di conseguenza un incremento del redditoed infine dell’occupazione. Questo è il pensiero che circola sia in Europa che Italia. Ciò dicui non si tiene conto è delle “aspettative” degli operatori economici. Gli italiani sonorinomati per essere grandi risparmiatori e questo non ha certo favorito l’attenuarsi dellacrisi ne la crescita dei consumi (viene già meno la veridicità della teoria al ribasso).

La diminuzione dei salari però aumenterebbe la competitività delle imprese collocate sulnostro territorio, si è vero, ma purché rimangano invariati i salari e i prezzi dei Paesiimportatori (ma se tutti giocano al ribasso…). Inoltre la diminuzione dei salari monetariprovocherebbe un aumento del valore reale dei debiti, a scapito di famiglie ed imprese.Quest’ultime di fronte ad un aumento dei debiti investirebbero di meno innescando unaspirale negativa nell’economia italiana. L’estrema variabilità dei salari e i suoi effetti inducea pensare che questi non possano assicurare l’equilibrio nel mercato del lavoro, quindiaumento dell’occupazione (primo obiettivo di qualsiasi Governo).

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Il vero problema dell’Italia, che spiega il perché le grandi aziende delocalizzano, è legato alcosto del lavoro. Il nostro Paese registra i salari tra i più bassi rispetto alla media UE(riferimento all’eurozona) ma le aziende sborsano 2,5 ad occupato di cui 1,5 va allo Stato(contributi eccetera) e 1 al lavoratore. Ciò che dovrebbe fare il Governo è diminuire ilfamoso cuneo fiscale, lasciando le imprese più libere dalla pressione fiscale e i salarialmeno integri. Riprendendo il caso Electrolux, la multinazionale ha annunciato didelocalizzare in Polonia. In questo Paese la tassazione è minore per un motivo preciso (sefosse davvero soltanto motivo che i polacchi costano meno avrebbe già chiuso i battenti datempo): una moneta nazionale e mancanza di restrizioni in tema di spesa in deficit. L’Italianon solo non è in grado di deprezzare la moneta ma ha anche dei vincoli di bilancio chenon le permettono di finanziare la spesa in deficit ed è quindi costretta ad intervenireaumentando la tassazione. Concludo citando il Ministro dello sviluppo economicoZanonato: “Le dichiarazioni rilasciate da Electrolux Italia sembrano muoversi nella giustadirezione, ma vogliamo vedere il preciso piano industriale”, lasciando intendere che sipiegherà alle pretese dell’azienda.

Andrea Federici

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L'onda anti-euro

“Non è tollerabile che una banca centrale, isolata, che non ha nessuna responsabilità nél’obbligo di spiegare quello che fa, possa continuare a creare disoccupazione mentre igoverni stanno zitti.”

Franco Modigliani Nelle ultime settimane in tv non si parla d’altro che di benefici e/o malefici dell’euro (e diun eventuale abbandono dell’euro), il tutto in vista delle elezioni Europee di maggio.Personalmente prima di lasciare l’eurozona tenterei di modificare i meccanismi cheregolano la moneta unica e una serie di altri vincoli (ad esempio il trattato di Maastricht),riconoscendo che questi risultano intollerabili per l’economia italiana.

Vediamo però quali sono i problemi legati all’euro:

Innanzitutto la Bce (Banca Centrale Europea) che non si comporta come tale. Il suo statutoprevede il mantenimento della stabilità dei prezzi (tenere bassa l’inflazione) e si sa che inpolitica economica o si sceglie la via dell’occupazione (come la Fed in Usa) o si tiene contodell’inflazione (Bce). La politica monetaria dell’eurozona ha mostrato i suoi difettiriscontrabili in 20 milioni di disoccupati in Europa, il 12,9% di disoccupazione in Italia di cui42,4% giovanile. Una banca centrale, a mio modesto avviso, non può essere indipendentedalla politica di governo o dei governi europei. Il non obbligo di acquistare titoli pubblici sulmercato primario ci sta costando 80 miliardi di interessi all’anno sul debito sovrano. Lapolitica monetaria non può prescindere da quella fiscale.

La politica del tasso di cambio. L’euro è scambiato a 1,38 dollari circa, una moneta cosìforte offre un vantaggio per i cittadini italiani (l’Italia importa molto) ed europei chepossono soggiornare e acquistare dall’estero spendendo meno, ma da un altro latopropone diversi svantaggi. Innanzitutto grava sulla bilancia commerciale perché sfavoriscele esportazioni, in secondo luogo disincentiva gli investimenti da parte di aziende estereche mai investirebbero in un Paese con una moneta troppo forte rispetto a quella diprovenienza. Tutto ciò provoca inesorabilmente un calo del Pil, cosa che avviene da annicostantemente. Il regime di cambio fisso imposto fa si che il valore dell’euro sia alla mercédelle altre monete. Stati Uniti e Cina hanno rispettivamente svalutato dollaro e yuan,quindi il valore dell’euro dipende più da ciò che accadrà in questi due Paesi piuttosto che inEuropa.

Usa e Cina hanno tutto da guadagnarci da un euro così forte essendo essi grandiesportatori, il tutto a scapito della piccola e media impresa italiana che non solo non riescepiù ad esportare come prima (tuttavia la bilancia commerciale è ancora di segno positivo)ma non vende nemmeno più a livello nazionale.

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Quindi le difficoltà economiche dell’Italia dipendono esclusivamente dall’euro? No, affatto.Nel Bel Paese abbiamo corruzione, evasione fiscale alle stelle e una forma di burocrazia piùsimile ad una dittatura. Ma l’euro ha il suo ruolo nell’ingigantire tutto ciò impedendoperaltro la fuoriuscita dell’Italia dalla crisi.

Inoltre la moneta unica offre vantaggi solo per le economie forti come quella tedesca, unesempio: una economia forte ha anche una moneta forte (prima dell’euro il marco tedescoaveva una quotazione alta) perché è alta la domanda per richiederne i suoi prodotti. Unaeconomia debole (quella attuale italiana) dovrebbe avere una quotazione della propriamoneta bassa, questa favorirebbe le esportazioni e tutto ritorna in equilibrio. Ora noi ciritroviamo un’economia poco competitiva con una moneta creata appositamente perun’economia forte come quella della Germania. I prezzi dei beni e servizi italianirisulterebbero troppo elevati e l’impossibilità di deprezzare la moneta ci rendepraticamente impotenti. L’euro dovrebbe subire un deprezzamento e accostarsi al dollarocon un cambio di 1€=1,20$ al massimo.

Ma è possibile uscire dall’euro? Si, lo è ma bisogna gestire attentamente la situazione perevitare di ritrovarci come quando l’euro ce lo siamo presi. Il governo dovrebbe impedire lefughe di capitali all’estero, indicizzare nel breve periodo i salari all’inflazione e dettarepolitiche di prezzi per evitare sperequazioni sui redditi.

Andrea Federici

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Le proposte economiche di Renzi (Job Act): alcune considerazioni

Disoccupazione in aumento e dati allarmanti. Questo è quanto emerge dai dati l’Istatpubblicati di recente.I numeri sono a dir poco allarmanti. Il tasso di disoccupazione è aumentato di 1,1 punti (subase annua) rispetto lo scorso anno, gennaio 2014 ha fatto registrare il 12,9% didisoccupazione (la media Ue è al 12%). Il numero dei disoccupati è aumentato del 13,4%rispetto lo stesso periodo del 2013 e la disoccupazione giovanile ha ormai superato il 40%(42,4%).Questi dati hanno allarmato il neo Premier Renzi che, scrive sui social, provvederà amettere in moto la macchina del Governo al fine di far approvare la nuova riforma dellavoro, il cosiddetto Job Act.

Tale provvedimento consisterebbe nell’assegnare un sussidio di disoccupazione universaledestinato a quanti perdono il posto di lavoro. Un sussidio simile c’è già ed è l’Aspi(Assicurazione Sociale per l’Impiego), tuttavia tale ammortizzatore sociale non contemplala sfera di lavoratori precari che in Italia superano il milione. Lo scopo del Job Act sarebbequello di includere nel sussidio anche questa categoria da sempre ritenuta di serie B, oltrea contenere una serie di misure riguardanti contratti di inserimento e maggiori tutelenell’ambito lavorativo. La nuova Aspi (ribattezzata Naspi) per il momento sembrerebbespettare ai disoccupati che abbiano almeno 3 mesi di contributi versati per un importo chesarà al massimo di 1.100/1.200 euro. Tale importo andrà poi calando fino ad arrivare a 700euro, il tutto previsto per un’arco temporale di 2 anni. Il piano vebberre a costare 8,8miliardi di euro, altre stime parlano invece di 18 miliardi.

Si tratta di un piccolo passo in avanti. Da un lato, infatti, si riesce finalmente a tutelarequella categoria di lavoratori precari, dall’altro però il Job Act non contiene (per ora) nessunprovvedimento per accrescere l’occupazione in Italia. Il Governo dovrebbe accompagnarele imprese, generatrici in prima istanza di posti di lavoro, ad investire maggiormente,innovandosi e aumentando così la produzione. Il tutto a favore di maggiori posti di lavoro eun aumento della domanda interna che avrebbe il ruolo di leva per far crescere di nuovoquesto Paese. In che modo favorire questo accompagnamento? La via più semplicesembrerebbe quella degli sgravi fiscali, ad esempio verso chi reinveste gli utili (e forse il neoministro Poletti sembrerebbe favorevole in questo senso).

Tuttavia, le ultime dichiarazioni del Premier al congresso del PES sembrano andarenell’opposta direzione; cito: “Cercheremo di utilizzare il semestre di presidenza per unnuovo modello ma prima l’Italia deve adempiere ai propri compiti, mettere a posto ilbilancio non perché ce lo chiedono le istituzioni ma per i nostri figli. I conti a posto nonsono una richiesta di qualcuno fuori ma un impegno verso le nuove generazioni”.

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Mettere “i conti a posto” significa proseguire con le politiche di austerità proposte daMonti e Letta, il che vuol dire reprimere i redditi di imprese e famiglie peggiorando ilcammino della crescita. L’austerità rischia al contrario di peggiorare i conti pubblici poiché imoltiplicatori fiscali fanno sì che tagliare 1 miliardo di euro riduce il reddito nazionale fino a1,7 miliardi[1], facendo così aumentare il rapporto debito/Pil.Il Governo dovrà quindi adoperarsi per tutelare, come propone il Job Act, i lavoratori ma alcontempo favorire la crescita occupazionale che, citazioni alla mano, non sembra essere ilprimo obiettivo.[1] Fonte: dati estrapolati dal sito www.KeynesBlog.com

Andrea Federici

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Chi semina vento raccoglie tempesta

Alessandro Perissinotto – Semina il vento – 251 pagine. Piemme pickwick

Il detto è noto, “chi semina vento raccoglie tempesta”. Ciò che forse è meno noto è chetutti noi, indistintamente seminiamo vento e riusciamo a trasformare quella che dovrebbeessere una storia d'amore in odio e violenza. Questa storia è a volte cruda e lasciasicuramente senza parole per l'epilogo tragico eppure così logico da disarmare.

Un uomo e una donna, un italiano e un'iraniana, vivono a Parigi, dove si conoscono e siamano, ma decidono di andare a vivere in un piccolo paese italiano dove il paesaggiomozzafiato, il silenzio, la calma e la tranquillità dei giorni li conquista. Giacomo e Shirin nonsanno che quello sarà l'inizio della loro fine. Alle prese con pregiudizi e anche con unamentalità ristretta che ripete come un eco “moglie e buoi dei paesi tuoi”, con una tristezzache si fa violenza, i due cercano di portare avanti le loro vite, lui è un maestro e lei sioccupa di studi di mercato. Una volta alla settimana lei va a Milano.

Ma il paese che doveva essere il loro nido d'amore e un ritrovare di radici che la famiglia diShirin ha sostanzialmente perso dopo aver lasciato l'Iran, quando lo scià viene deposto, sitrasformerà per loro in una gabbia di odio e intolleranza. Bevuta prima a piccoli sorsi, concommenti fuori luogo e un sindaco che non vorrà la donna nel coro paesano, poi conl'esplodere dell'intolleranza, quando le autorità multeranno una straniera, perchè al posto

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del costume porta un burkini. Sarà allora che Shirin si unirà ad un gruppo islamico, aMilano, nel tentativo di rispondere a quell'odio. “Voi non ci avete voluto” dirà al maritoche andrà disperatamente a cercarla. La donna morirà nella più totale disperazione diGiacomo che narra la storia attraverso una serie di fotografie che il suo avvocato gli hafornito per poter scrivere un diario che faccia luce sulla vicenda. Ma nemmeno lui riuscirà aresistere a tanto odio e ne farà le spese.

Tutti saranno responsabili in realtà, dagli amici, ai genitori, fino all'intera comunità. Perquesto sentirsi superiori rispetto agli stranieri, atteggiamento tipico degli italiani di oggi chehanno dimenticato il proprio passato di emigranti. L'intolleranza che ogni giorno possiamovivere sulla nostra pelle, di chi è incapace di accogliere l'altro, perchè diverso e quindi vistosempre come un nemico. E mai come una ricchezza.

L'odio è sempre una spirale in crescendo.

Questo è un libro per poter riflettere su tanti atteggiamenti che, prima ironicamente e poiseriamente, siamo ormai abituati a vestire e dei quali dovremmo invece liberarci.

Anche dal punto di vista narrativo, l'impostazione è moderna, a più voci, con un'uso didiversi font tipografici per distinguere il commento delle fotografie (sembra quasi divederle, quelle immagini), dalla posizione della voce narrante e da quella dell'avvocato.

Una storia che non salva nessuno e che ci invita da un lato a fare un po' di autocritica,dall'altro a migliorarci. Perchè ogni uomo ha la sua storia ed ogni paese anche e questaintolleranza, che sembra aumentare ogni giorno, non ci porterà a nient'altro che alladistruzione.

Bianca Folino

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Il fuoco che dà la vita e brucia

Ugo Riccarelli – L'amore graffia il mondo – 219 pagine. Mondadori

Un Campiello postumo e ben meritato quello dato allo scrittore Ugo Riccarelli, scomparsolo scorso luglio. L'amore graffia il mondo mostra davvero le unghie, fin dalla scelta deicapitoli brevi. La storia è di ampio respiro, seppur concentrata in poche pagine, riguardadiverse generazioni. Signorina è la protagonista e deve il suo nome ad un treno, unbellissimo treno tanto amato dal padre, capostazione, che decide di chiamare così l'ultimadelle sue figlie. L'infanzia e l'età adulta della famiglia di origine di Signorina si snoda tra ibinari e tra le locomotive, con animali che sono amati alla stregua di umani e tragedietipicamente paesane in un'epoca che attraversa la seconda Grande guerra.

I personaggi di Riccarelli pensano, come di consueto e i loro pensieri diventano vissutiinteriori ricchi di emozioni e sentimenti. Il linguaggio è chiaro, limpido, non ricercato, vadritto al cuore che è la dimora dell'amore. Un amore cercato da tutti, centro delle nostrevite eppure al contempo è un amore che graffia, che ci guasta il corpo e l'anima. Signorinasi sposerà e già l'amore per il marito, che cercherà di far di tutto per renderla felice e quindisi indebiterà e vivrà al di sopra delle proprie possibilità, le causerà problemi. Tanto chelavorerà per ricomporre il tutto, il nido familiare e per questo suo figlio Ivo nascerà primadel previsto, con polmoni non ancora maturi. Ma lei lotterà tutta la vita fino a riuscire adottener, per questo figlio fragile come il cristallo e tanto amato che si esprime con la musica

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e attraverso essa tocca i cuori di tutti, un trapianto di polmoni che cambierà le sorti delragazzo. Ma già prima, i dolori causati dalla morte del padre, da una sorella che decide disposare un fascista violento che la picchierà, dai fratelli partiti per la guerra, guasteranno lasalute di Signorina che alla fine si accascerà, semplicemente sopraffatta dall'amore che, seda un lato riempie i nostri cuori e ci dà motivazioni a vivere, dall'altro ci consuma. Saràproprio quel cuore ad abbandonarla e al contempo a trasformarla in un velo leggero che sisiederà a fianco del figlio tanto amato.

Questo è un libro sull'amore, senza toni idialliaci, ma molto realistico, sulle rinunce ancheche a volte l'amore ci impone e che facciamo senza mai perdere il sorriso. Signorina ha untalento, quello di tagliare e cucire splendidi abiti, ma dovrà rinunciare al suo atelier dasarta, proprio per dare una mano prima al marito e poi al figlio. Rinuncerà ad una bellacasa e ai suoi attrezzi di lavoro per occuparsi della contabilità del marito Beppe, per aiutarloa far fronte ai debiti. Si adatterà a vivere in due locali, con mattonelle e arredi che tanto lericordano la casa paterna, locali umidi che comprometteranno ulteriormente la salute diIvo.

Rinuncerà al figlio stesso, quando lo metterà in un collegio vicino al mare, per assicurargliun maggior benessere e un miglior respiro. E di nuovo, rinuncerà a realizzare i suoi abiti,quando la salute di Ivo si aggraverà al punto da richiedere un trapianto, possibile solo aLondra. Ce la farà a fare tutto e tutti i traguardi saranno raggiunti, ma al prezzo di se stessa.Eppure il finale non risulta affatto triste, semmai il lettore si rivede in queste pagine chegraffiano l'anima, quanto l'amore.

Bianca Folino

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L'amore è l'antidoto alle realtà parallele

Murakami Haruki – 1Q84, libro primo e secondo 718 pagine, libro terzo 395 pagine. Einaudi

Murakami è la dimostrazione vivente che la grande letteratura è ancora possibile, quantoscrivere un romanzo di grande respiro come questo che si articola addirittura in tre libri.Einaudi ha raccolto la storia in due volumi, che hanno però poco senso, perchè vannocomunque letti insieme. La storia è piuttosto complicata, del resto stiamo parlando di 1113pagine e viene narrata, nei primi due libri, attraverso il punto di vista di Aomame e Tengo e,nel terzo, si aggiunge anche il punto di vista di Ushikawa. Ma di non minor importanza sonoi personaggi di Komatzu e Fukaeri, descritti in profondità tanto che il narratore giapponesesembra dare dignità a qualsiasi personaggio, anche a quello più losco.

La storia si gioca su due dimensioni, i protagonisti, Tengo e Aomame si sono conosciuti dabambini e improvvisamente si trovano a vivere in una nuova dimensione, quella cheAomame chiamerà 1Q84, perchè la narrazione è ambientata proprio nel Giappone del1984 con un palese richiamo al romanzo di George Orwell. Per Tengo, sarà invece “il paesedei gatti”, quello che mostra in cielo due lune. Anche in questo romanzo sono presenti letematiche tipiche di Murakami, la morte e la vita, il dolore della perdita, i segreti chegiocano un ruolo nelle nostre esistenze perchè spesso non ci permettono di vivereserenamente, anzi complicano il nostro percorso. La lotta individuale e personale perdiventare indipendenti e vivere secondo i criteri che si desiderano. E infine la luna, la sua

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luce soffusa che ci protegge e che ci dà accesso ad altre dimensioni, siano esse quelleoniriche o reali. Possibili realtà che corrono su un binario parallelo al nostro. Nell'universoci sono delle porte d'acceso, a volte queste si presentano come una semplice scala diemergenza su una tangenziale.

Tengo riscriverà il romanzo di una giovane promessa, l'eterea Fukaeri, facendole vincere ilpremio letterario riservato ai giovani, ma scatenando le ire del Sakigake, una setta dovedomina il Leader, ovvero il padre di Fukaeri che si macchierà, per motivi religiosi, delpeccato di abusare di giovani minorenni. Per questo la signora, un'altro stupendopersonaggio di questa storia incaricherà Aomame di “spedire dall'altra parte” il Leader.Aomame ha sviluppato un modo sofisticato, di dare la morte a persone considerate dallasignora colpevoli di violenza (spesso contro le donne) e soprusi: con un punteruoloadattato allo scopo dalla stessa Aomame, colpisce un punto preciso posto sul collo dellapersona. In questo modo non rimangono segni evidenti e l'uomo sembra morto inconseguenza di un attacco cardiaco.

Ogni personaggio ha la sua storia ed è questa che motiva e influenza il suo agire, come direche le motivazioni più profonde stanno nel nostro vissuto. Quando Aomame si troverà a tuper tu con il Leader, questo la pregherà di darle la morte e le spiegherà che i suoi atti nonsono stati motivati da lussuria, ma dal fatto che lui ha la capacità di “sentire le voci”,comprese quelle dei Little people, piccoli individui che sembrano vivere nel regno deimorti, capaci di formare delle “crisalidi d'aria” che sono una sorta di baccello. Apparechiaro come l'equilibrio tra bene e male, sia cosa dovuta, come l'alternarsi di giorno enotte, è necessario all'universo, così come noi lo concepiamo. E sarà proprio la morte delLeader a riportare quell'equilibrio che sembrava perduto.

Da quella notte di tempesta, nella quale il Leader sarà ucciso, il Sakigake si avvalerà diUshikawa, un viscido investigatore, per trovare Aoname e regolare i conti.

Ma la ragazza si nasconderà grazie all'aiuto della signora e della rete competente in senoalla sua organizzazione, capace di contrastare la setta. Aomame finalmente incontreràTengo e l'amore sarà la nuova porta che li farà tornare alla dimensione 1984, al mondocom'era prima.

Questa è davvero una storia che ha tutto in sè, cattura il lettore con una serie di artifici e unpizzico di suspance che lo tiene agganciato fino alla fine dei tre libri. I personaggi sonocaratteristici, come molti di Murakami, originali e mai banali, non possono non essereamati in un certo senso e le loro storie diventano nel quadro generale, un incastro discatole cinesi: ogni volta che ne apriamo una, ne troviamo subito un'altra da aprire.

Bianca Folino

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L'importanza delle proprie radici

Khaled Hosseini – E l’eco rispose – 456 pagine. Edizioni Piemme

L’amore e l’abbandono, il ritrovarsi comunque, a discapito della stessa memoria, macomunque ritrovarsi in un intrecciarsi di storie, anche a diverse latitudini, che è vita umanaallo stato puro. Questo romanzo di Hosseini sembra nato tra i fiori del deserto, in unpaesaggio tipicamente afghano e al contempo europeo e apolide. Con il suo linguaggio, avolte affabulatore, che incanta il lettore fin dalle prime pagine, per la sua semplicità,seppur nella complessità della narrazione che si snoda attraverso i diversi punti di vista deipersonaggi, Hosseini fa di questo libro un’altra splendida favola, piena di lirismo edelicatezza. Vista con gli occhi dei protagonisti.

La vicenda parte proprio da un villaggio afghano e dall’amore tra due fratelli, Pari (che infarsi vuol dire fata) e Abdullah e del loro padre che narra loro una storia, davanti ad unfuoco, mentre si stanno dirigendo a Kabul. E in questa città, ci sarà la loro separazione dallaquale partiranno diverse storie, tutte unite dal comune destino di essere umani. C’è chisentirà per tutta la vita un’assenza e chi invece percepirà una presenza, chi si innamorerà echi di quell’amore ne farà una tragedia interiore che tramuterà la poesia in suicidio. TraParigi, gli Stati Uniti e l’Afghanistan questa storia narra della complessità delle relazioniinterpersonali e dell’amore. Di genitori che farebbero qualsiasi cosa per assicurare unfuturo migliore ai figli e di figli che si fanno carico dei propri genitori. Dell’amore verso se

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stessi e verso il prossimo. Dell’amore a tutto tondo, insomma, pur nei risolvi litigiosi odrammatici che a volte questo sentimento assume. Lo strappo dovuto alla lacerazione,all’abbandono, che è anche confino dalla propria terra e non solo separazione. Questi sonotutti elementi autobiografici che Hosseini ha vissuto in prima persona, allontanandosidall’Afghanistan per andare a vivere negli Stati Uniti. Ma nonostante la partenza, il distacco,tutti i personaggi rimangono profondamente afghani, portano in sé il deserto, e il freddodelle montagne, le tradizioni e i racconti davanti ad un fuoco, i lunghi cammini silenziosidovuti all’assoluta mancanza di mezzi di trasporto, alla povertà. Ognuno di loro e le lorostorie non sono altro che un simbolo: l’immagine di una terra sempre in guerra, dilaniatadai conflitti e dagli interessi di paesi stranieri che l’hanno conquistata e dominata e chehanno cercato di ferire nel profondo un popolo che invece è comunque andato avanti.Anche a piedi.

Non importa a che latitudine si vive e se alla fine, per colpa di una patologia degenerativa sidimenticano i propri cari, le proprie radici rimangono addosso, come fossero un marchio difabbrica, la propria nazionalità e cultura è come un abito che non si può dismettere. Inquesto libro c’è tutto, le dominazioni straniere e i diversi cambiamenti, le guerre e leriscosse, fino agli aiuti umanitari, ai medici che arrivano per ricostruire dalle fondamenta.Nel bene e nel male di tutto, dell’intera evoluzione umana.

Nella sofferenza, nella lacerazione e nella cattiveria che a volte pervade i rapporti amorosie familiari, rimane comunque un legame forte, qualcosa che ci guida e che fa il nostrodestino. Si rimane fratelli comunque, anche quando si rinnegano le proprie origini e lapropria famiglia. E i fratelli, prima o poi si ritrovano, come il senso delle proprie radici. Perquanto la vita cerchi a volte di distrarci, ognuno di noi è in perenne cammino verso leproprie origini. Verso ciò che ci rende umani.

Bianca Folino

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La scomoda verità

Aldo Busi – E baci – 572 pagine. Il fatto quotidiano edizioni

Torna alla grande Aldo Busi, dopo anni di silenzio e lo fa con il suo italiano perfetto o quasi,con la sua eloquenza e il suo sarcasmo, con l'ilarità tipica del suo dire che non temenessuno, soprattutto la verità. Spiace vedere che uno scrittore di tale portata sia statopubblicato, non da un editore, ma da un quotidiano, come se fosse un pericolo da tenere aimargini. Scomodo, Busi lo è e lo è sempre stato, anche perchè ha il coraggio di dire quelloche pensa in ogni situazione e fino in fondo, e lo fa talvolta urlando a chi non vuolascoltare. Questo libro è un singulto, davvero, il suo ritmo è sorprendente, come se fosseuna lama tagliente e sottile che arriva daperttutto raccontando la storia dell'ultimodecennio. O meglio, la contro storia.

Busi non risparmia le sue critiche e, come di consueto per lui, lo fa in modo intelligente enon certo improvvisato. Sparito dalla scena pubblica da qualche anno, Busi decide diapprodare in Internet e questo libro è il risultato del sito altriabusi.it, dove pubblica ditutto, dalle mail agli sms. La critica al tempo e alla società, ai luoghi comuni, a questomondo che ogni giorno sembra sempre più capovolto, è feroce. Lo stile è quello conosciutoai suoi lettori più affezionati, abituati anche a qualche termine crudo e al suo sarcasmo.

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E mano mano che si procede con la lettura sembra davvero di assistere alla proiezione de“La grande bellezza” di Sorrentino. Stessa critica feroce ad una società, o chiamiamolosistema o come preferiamo, che ha fatto dell'apparire il suo lustro, relegando l'essere in unangolo piuttosto buio. Un mondo che sfrutta tutto e tutti, senza sosta, soprattutto i luoghicomuni. Che ha mutuato il linguaggio dall'universo pubblicitario e sembra sempre faremarketing: quello che conta è convincere la gente.

Sono scritti che vanno dal 2008 al 2013 e che interrompono, in qualche modo, il dichiaratosciopero di Busi, convinto che questo paese non meritasse nulla e soprattutto i suoi scritti.Spiace vedere che uno scrittore del suo calibro non abbia avuto la fila degli editori alla suaporta, pronti a pubblicarlo. Spiace vedere come questo sistema cerchi di relegare unpersonaggio scomodo come Busi in un angolo. Ma lui sembra fare spallucce e farel'occhiolino ai suoi lettori che certo non si perderanno questo libro. Un volume moltoampio, tutto di critica e possiamo dirlo, ce n'è davvero per tutti. Eppure non c'è passaggionel quale si possa dare veramente torto a Busi che fin dall'inizio spiega che la sua è unasorta di vendetta contro chi lo voleva emarginare e relegare nel dimenticatoio. Comesempre brillante e ironico, un trascinatore che con il suo carisma incanta il lettore e lotrascina in questo inferno dipinto con sapiente pennellata, che è il mondo che viviamo, laquotidianità dei personaggi famosi e la nostra. Non mancano considerazioni politiche e ilsottolineare la totale incapacità di chi ci governa da anni, come della società che si professain un modo, dimostrandosi poi, il più delle volte in un altro che è il suo opposto. E' un librodi denuncia questo e tale vuole essere, un testo ribelle che non può mancare in unabiblioteca dei sogni e che chiama dagli scaffali per essere letto fino all'ultima pagina.

Bianca Folino

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Le due epoche della Cina

Mo Yan – Le rane – 382 pagine. Einaudi

Se una cultura è millenaria, niente distruggerà davvero le sue radici. Questo emergedall’ultimo libro del Nobel della letteratura Mo Yan che narra la storia di un villaggio, e deisuoi abitanti, della Cina agricola tra due epoche, subito dopo la rivoluzione culturale di Maoe ai giorni nostri. E lo fa, in particolare, tracciando un personaggio, una donna, la zia delprotagonista Girino (nome d’arte scelto dal protagonista che vuole diventare uncommediografo e scrivere un’opera alla maniera di Sartre), Wan Xin una levatrice,un’ostetrica che all’inizio farà nascere molti bambini, poi dedicando la sua vita al partito ealla rivoluzione culturale di Mao, abbraccerà la filosofia della pianificazione delle nascite.Praticherà aborti, anche oltre il termine e per questo diverse sue pazienti moriranno,compresa la prima moglie di Girino. Del resto la pianificazione era stata programmata permigliorare le condizioni di vita dei cinesi, ma lo scontro con una cultura di tipo agreste e alcontempo millenaria che vede nel Cielo una volontà precisa, quella di unirsi alla terra perdare vita, qualcosa che per i cinesi viene considerato sacro. Superata la pianificazione però,le condizioni cambieranno per molti cinesi che non saranno più obbligati a limitare ilnumero dei figli, ma anzi. La stessa Wu Xin (e Xin in cinese mandarino vuol dire cuore)ritornerà a far nascere bambini, contemplando il miracolo della vita. Wan Xin è famosatanto che l’interlocutore del protagonista, che è il signor Sugitani, chiede a Girino di

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scrivere una commedia con le sue gesta. La zia del protagonista è spesso paragonata allavenerata dea della fertilità Niann Gniang. E alla fine del libro, ci saranno appunto nove attidella commedia dove il lutto, la nascita, l’amore e la ricerca della felicità, oltre che delbenessere, saranno i temi principali nel cambiamento d’epoca.

Dal punto di vista narrativo, Mo Yan ha usato diverse tecniche narrativa, dall’epistola allasceneggiatura, miscelando in giuste dosi gli argomenti trattati con gli artifici letterari. E laCina, la rivoluzione di Mao e le diverse epoche, sono messe in evidenza nei loro chiaroscuri.Mo Yan non dà giudizi definitivi, semplicemente narra e si limita a registrare le luci e ombredi un periodo, a volte travagliato e di un paese che ancora oggi non ha raggiunto un realeequilibrio, perso nella crescita esponenziale, non tanto demografica, ma economica. Non sipuò giudicare, perché nonostante tutto, nonostante le critiche anche feroci mosse adalcune decisioni politiche, Mo Yan ama il proprio paese e lo fa amare al lettore che si perdetra le vicende di un villaggio di contadini, ricchissimo di usanze descritte fin nei minimiparticolari. I suoi personaggi pensano spesso ed in loro emergono le passioni tipicamenteumane, eppure quasi tutti si lasciano in un certo senso trasportare dal vento ineluttabile diun destino, come se implicitamente accettassero quello che la vita propone loro. Più chegiudicare, c’è il tentativo di descrivere e di far capire un’epoca, a volte contraddittoria, dovela famiglia appare come un valore assoluto e indissolubile. I propri familiari si amano aprescindere, così come i propri amici, indipendentemente o quasi, dagli atti che compiono.La famiglia è intesa nel senso più allargato del termine, ma è comunque qualcosa che faparte dell’uomo, per Mo Yan, più di quanto possiamo pensare.

Bianca Folino

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Quando l'emozione si fa sentimento

Massimo Gramellini Fai bei sogni 209 pag. edizioni Longanesi

Continua la ricerca della felicità per Massimo Gramellini che con questo nuovo libropropone la storia di un segreto svelato dopo 40 anni, di una busta da aprire, di un bambinoche si trova a fare i conti con una perdita, la morte della madre che segnerà la sua intersaesistenza e le relazioni interpersonali che l'attraverseranno. Dopo “L'ultima riga dellefavole”, il giornalista della Stampa ripropone, in questo nuovo romanzo autobiografico, iltraguardo ambito dai più: la felicità. Non senza aver prima attraversato però, il dolore delpassato. E quindi anche il rapporto con il padre e tutti le relazioni interpersonali successive,soprattutto quelle con l'altro sesso. La storia è scritta proprio come se fosse un mistero dasvelare, richiamando alla memoria tutti i canoni dell'indagine.

Per Gramellini però, che qui scrive in prima persona e in stile tipicamente giornalistico,semplice e comprensibile a tutti, la felicità non è proprio un traguardo. Piuttosto, si tratta diun punto di partenza, uno stato mentale che, una volta acquisito, permette di vivereappieno la propria vita. Il narratore è dapprima un bambino e poi un adulto e il linguaggioutilizzato risente di questo cambiamento, nel senso che mano a mano che si procede nelracconto i termini si fanno più precisi e appropriati e il linguaggio più complesso. Ma findalla prima riga è chiaro che lo stile narrativo è scorrevole e che ci troviamo di fronte ad unlibro che si legge tutto d'un soffio seppur proponga tematiche dolorose, come il lutto e la

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sofferenza di un bambino a cui pare sempre sfuggire qualcosa per comprendere fino infondo, e quindi elaborare, la perdita della madre. E per comprendere le reazioni del padre,oltre alle proprie che, una volta diventato adulto, lo fanno fuggire di fronte ad un possibileamore. La paura dell'abbandono fa sì che per il protagonista sia impossibile vivere unastoria d'amore, non fino in fondo almeno.

Attraverso l'analisi del proprio passato, si arriva alla chiave che tutti vorremmo avere peraprire la porta della felicità: le emozioni, che sono a dire del protagonista, effimere e breviper quanto intense, devono necessariamente diventare sentimenti. E' il sentimento che dàstabilità a quella serenità che tutti cerchiamo e che ci permette di vivere appieno. “Fai beisogni” era l'augurio che la madre gli faceva ogni sera prima di addormentarsi e che, anchequella che diventerà la donna della sua vita, fa al protagonista.

Questo è anche un libro sulla verità e sulla paura di conoscerla, un passaggio considerato inevitabile per arrivare alla consapevolezza e all'amore che guida il nostro agire fino a portarci a ciò che di più prezioso possiamo avere: la felicità.

Bianca Folino

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Quando la religione diventa un pretesto per odiare

Susan Abulhawa - Ogni mattina a Jenin – 390 pagine. Feltrinelli

Questo è un libro scritto con il cuore e quindi capace di coinvolgere pienamente il lettore,fino a farlo soffrire. Le vicende della famiglia palestinese Abulheja si susseguono dal 1948fino al 2003 e sicuramente ci troviamo di fronte ad un testo autobiografico che narra dellanascita dello stato di Israele e delle sofferenze dei palestinesi che ad oggi, purtroppo,perdurano. Non c’è la volontà nella scrittrice di denunciare o prendere parte a faidereligiose, piuttosto quella di raccontare gli accadimenti, così come sono avvenuti. E’ unlibro che ci fa conoscere la questione mediorientale nel profondo e l’unico realeresponsabile ravvisabile è la sete di potere degli uomini che si nascondono dietro allemotivazioni religiose per portare avanti le loro lotte intestine volte solo al predominio di unpopolo su un altro.

Il romanzo è scritto a più voci, da diversi punti di vista, quelli dei protagonisti e la scrittriceriesce a coinvolgerci fino in fondo al suo dolore, al dolore della sua famiglia per una vitacontrassegnata dalle perdite e dalla morte. Ma anche della terra e dei suoi ritmi, perché ipalestinesi erano e sono prima di tutto dei contadini che danno molta importanza ai sapori,ai profumi, ai prodotti del raccolto. Ai ritmi della Natura, al tabacco che sa di miele e mele.Un panorama che è stato squarciato dai cecchini, dalle incursioni violentissime che hannodevastato case e famiglie. Più volte la narratrice si domanda il perché di tanta violenza,

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come se il suo popolo dovesse pagare il peso della Shoa. Ma poi si risponde che si trattasempre e solo di un gioco di potere che non tiene conto della dignità umana, né del valoredella vita. Una spirale d’odio che va interrotta, senza dimenticare, piuttosto trovando laforza per andare avanti, al di là di ogni divergenza politica.

Rimane nel lettore un forte senso di impotenza e ingiustizia pur se la scrittrice imputaall’odio la responsabilità maggiore di ripetute carneficine che ancor oggi rendono laPalestina una terra grondante di sangue. Con un paradosso che mette in luce come dietroad ogni motivazione religiosa ci sia un gioco di potere: uno dei figli Abulheja sarà rapito daun soldato ebreo e diventerà David, soldato di Israele che arriverà a picchiare il fratelloperché si riconoscerà nel suo viso. Come se non ci fosse mai scampo all’odio, nonostante inpiù punto pare che la scrittrice dica che l’amore può alleviare e gli affetti rasserenare.David, originariamente Ism’il, andrà poi a cercare la sorella, quando saranno rimasti sololoro due. E la sofferenza sarà grande per entrambi, anche se continueranno a vedersi.

Le conclusioni spettano a Sara, la figlia della protagonista maggiore (e io credo che siaproprio la scrittrice) che per ricordare la madre allestirà un sito Internet. Il finale sarà asorpresa e sottolineerà il rifiuto per l’odio, lo spezzarsi di una catena che ha causato solodolore. Sarà il fratello maggiore, Yussef a spezzare questa catena, motivato dall’affettofamiliare e dai valori tramandati a lui dalla sua famiglia. Saranno questi a fare la differenza.E questo è sicuramente il messaggio più importante di questo libro che vuole esortare gliuomini a ritrovarsi in quanto tali e quindi, fratelli.

Bianca Folino

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Quella scrittura che salva la vita

Reinaldo Arenas – Arturo, la stella più brillante – 78 pagine. Cargo edizioni

Questa è poesia in forma di prosa. Non c'è alcun dubbio e devo sottolineare come questoscrittore, scomparso a New York nel '90 a causa dell'Aids, esule da Cuba, sia stato frainteso.Questo è un breve racconto dedicato all'amico dello scrittore cubano, Nelson RodriguezLeyva, internato nei campi di concentramento per omosessuali conosciuti ufficialmentecome campi di aiuto alla produzione agricola. Spesso si è detto che Arenas sia statoperseguitato perchè scrittore, in realtà lo è stato in qualità di omosessuale, mai accettatoda una società che solo oggi sta diventando meno omofoba, e non solo a Cuba direi. Non ètanto il regime in sè che Arenas critica (ricordiamo che da giovanissimo si era unito ai ribellidurante la rivoluzione), ma i metodi usati da questo regime per reprimere l'omosessualità,ovvero le incarcerazioni immotivate e il famoso “confino” degli anni '80, con il quale Castrosi è in un certo senso liberato da quelle persone considerate malate di mente o, appunto,omosessuali. Del resto tante cose sono cambiate dalla caduta del muro, dal '90, anno dellascomparsa dello scrittore cubano.

Arenas è un ribelle e per questo si oppone a chi vorrebbe farlo vivere in un altro modo, achi vorrebbe che scrivesse altre cose, più che altro che fosse un'altra persona diversa daquello che è. Non vuole definizioni, nè schemi o suggerimenti di vita. Del resto ognuno dinoi è unico e non tutti riescono ad uniformarsi a schemi imposti o vogliono essere definiti.

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In questo racconto, non viene utilizzato affatto un linguaggio barocco, così come qualcunoha detto, piuttosto si tratta di poesia pura in forma di prosa. Ermetica a volte, e nonafferrabile da subito. Ma procedendo nel racconto, il lettore si accorge che c'è un gioco,quello tra la realtà e il sogno, anche ad occhi aperti. Il modo di Arenas per poter vivere èquello di “costruire”, ovvero immaginare una realtà parallela nella quale si è liberi di esserechi si è, senza nessun limite. E, soprattutto, attraverso la scrittura la vita diventa piùsopportabile.

E' in questa realtà parallela che appaiono gli scherni anche della sua famiglia di origine,perchè la sua omosessualità non è accettata nemmeno dai fratelli o dalla stessa madre. E alcontempo lo scrittore cubano si identifica nell'amico Nelson tanto da far diventare questoracconto ricco di particolari autobiografici, come se Arenas si trasformasse in Nelson,ovvero in Arturo.

Ma non è solo il regime a non essere accettato dallo scrittore che non si vuole uniformare anulla, anche gli stessi omosessuali compagni di prigionia lo obbligano a “mossette e urletti,a sculettare e ballare” e lui sente tutto questo come artificioso, come se ci fosse unoschema da seguire nel vivere e nel comportarsi, solo perchè si è omosessuali. Del restoesistono paesi, sicuramente non più a Cuba, dove ancor oggi gli omosessuali vengonoperseguitati pesantemente, come per esempio in Jamaica.

Alla fine del libro c'è una lettera nella quale Arenas spiega che l'Aids gli impone di togliersila vita perchè non gli dà più modo di lavorare, ovvero di scrivere. Almeno in Usa nessuno loha perseguitato per i suoi gusti sessuali diversi, si è sentito libero, ma pur sempre esule,lontano dal paese nel quale avrebbe voluto vivere. La chiusa della lettera è molto chiara:“Esorto tutto il popolo cubano a lottare per la libertà. Il mio non è un messaggio disconfitta, ma di lotta e speranza. Cuba sarà libera. Io lo sono già”, perchè è proprio nellamorte che si realizza quella libertà di essere che appare qui tracciata dai sogni ad occhiaperti fatti da Arturo. Essere liberi di essere chi si è, senza per forza sentirsi diversi, undiritto di ogni uomo, una battaglia che ancora oggi si gioca su diversi fronti e in diversipaesi.

Bianca Folino

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Sulle ali di un sogno

Maxime Fermine: Trilogia dei colori, 359 pag. ( La neve 107 pag.; Il violino nero 143 pag.; L'apicoltore 159 pag.) edizioni Bompiani

Sulle ali di un sogno viaggia la “Trilogia dei colori”, tre racconti di un giovane scrittorefrancese, Maxime Fermine, editi da Bompiani. La raccolta comprende “La neve”, “Il violinonero” e “L'apicoltore”. Fermine ha 30 anni e vive nella Francia del nord e nonostante lagiovane età dimostra già una conoscenza non indifferente della letteratura e di quelli chesono i canoni di scrittura di autori più navigati e con maggiore esperienza. I tre raccontihanno il fil rouge di parlare del sogno, inteso come progetto da realizzare, come speranza,come colore da vivere. E sinceramente, in un periodo storico in cui credere diventa davverodifficile, è piacevole leggere questo giovane che è capace di rendere il lettore un sognatore,con un linguaggio fresco ma appropriato e per niente banale. I capitoli sono brevi, vannoperciò bene anche per i lettori frettolosi, il linguaggio è chiaro e piuttosto lirico, a voltepittorico. Nel paronarama letterario sembrava mancare questa pennellata pastosa e caricadi energia che coinvolge il lettore nei racconti proposti. Senza dimenticare le regolemetriche e narrative.

Il tema comune ai tre racconti, come abbiamo detto, è il sogno, un progetto da realizzareassociato ad un colore. “La neve” tratta di un poeta giapponese in erba che vuole realizzarel'haiku perfetto e che associa al bianco della neve e al suo silenzio, la possibilità di scrivere

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quel sogno e realizzare il progetto prefissato. Il ragazzo andrà a lezione da un grande artistadi corte per apprendere i colori e conoscerà l'amore attraverso i racconti del maestro,comprendendo che l'amore è la realizzazione del sogno. “L'apicoltore” ha come coloredominante il giallo, l'oro del miele depositato da questi piccoli insetti. Il figlio di un notoproduttore di lavanda deciderà di darsi allo studio delle api, per diventare apicoltoreappunto e girerà il mondo per conoscere quei segreti, a volte antichi, che glipermetteranno di realizzare una città ideale, fatta di arnie e di miele, a dispetto di tuttiquelli che non hanno creduto in lui. Vedrà svanire il suo sogno per colpa di un parassita chedevasterà la sua città. Ma nonostante questo, si rialzerà e deciderà di ripartire da zero, conun ristretto numero di arnie. Infine “Il violino” nero, storia di uno stradivari che ha girato ilpaese in tempo di guerra per approdare a Venezia. Due i protagonisti, un giovane musicistae un vecchio liutaio che, giocando a scacchi, si scambieranno i propri sogni: la partitura diun'opera perfetta e l'amore perduto.

Il messaggio della trilogia arriva forte e chiaro: I sogni sono ciò che ci mantiene in vita,mentre la passione è ciò che permette, ad ogni sogno, di essere realizzato e l'amore, inqualsiasi sua forma, è il motore che fa vivere e dal quale non dobbiamo, per nessunaragione, allontanarci.

Bianca Folino

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I pentiti secondo Falcone

INTRODUZIONE

Certi giornali, tentano di screditare sempre e comunque le parole dei pentiti di mafia. Dopole dichiarazioni di Spatuzza, per esempio, giornali e televisioni filogovernative cercarono, intutti i modi, di far credere al lettore che non ci si potesse fidare di chi ha ucciso e le sueparole valgono meno di zero. Abbiamo visto titoli a prima pagina del tipo: ”Le minchiate diSpatuzza”, ”Solo minchiate” e molto altro.

Questi media, vorrebbero far credere che il pentito è realmente tale quando accusa unboss, mentre non può essere definito pentito, ma infame, colui che accusa un collettobianco; da questo assurdo ragionamento, dovremmo arrivare alla conclusione che nonesistono mafiosi tra i colletti bianchi. Ovviamente non è così, è questo uno dei tantitentativi di dissimulazione, per portare il lettore a spostare la sua attenzione più sullapresunta attendibilità del pentito che sull’importanza delle sue dichiarazioni.Questi giornalisti, o sedicenti tali, dimenticano che il maxiprocesso fu basato sulledeposizioni dei pentiti, che furono decisive ai fini del processo.

Certe trasmissioni, vorrebbero far capire al telespettatore che un tale che ha commessodegli omicidi non è attendibile, come se i pentiti debbano per forza essere delle bravepersone e magari pure incensurati; insomma, il pentito dovrebbe sapere certe cose grazie aqualche intercessione divina e non perché è stato testimone o protagonista di un fattomafioso.

I pentiti di mafia sono, quasi sempre, pure degli assassini, ma anche i soli che conoscono lamafia dal suo interno, i soli che possono parlare di fatti che solo loro conoscono. Anchequesti giornalisti, sanno benissimo questo, ma se il pentito nomina Berlusconi o Dell’Utri

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diventa subito un infame da infangare, se nomina Riina o qualche altro mafioso malavitosodiventa il più grande collaboratore di giustizia che sia mai esistito.

Giovanni Falcone, conosceva bene i mafiosi e anche l’importanza delle testimonianze deipentiti.

I PENTITI SECONDO FALCONE

“Il pentito , a differenza del classico informatore anonimo, del collaboratore della poliziautilizzato nelle indagini e lasciato nell’ombra, pone problemi nuovi e diversi allamagistratura e all’opinione pubblica. Egli accusa se stesso nel momento in cui accusa glialtri e chiede protezione: è accettabile, dunque, che per la collaborazione prestataContorno abbia dovuto perdere trentacinque parenti e Buscetta dieci? Mi auguro che lalegge votata il 16 Marzo 1991, sulla falsariga dell’equivalente americana, porrà rimedio allecarenze dello stato riguardo alla protezione dei pentiti.

Ad oggi abbiamo avuto nei processi palermitani circa trentacinque pentiti, alcuni dei qualisi trovano all’estero. Quando decisero di collaborare, io dissi loro: ”se siete persone serie,verrete trattati bene”. Non posso dire di essere stato dallo Stato e, caso per caso, ho dovutoescogitare soluzioni artigianali. E non mi stupisce che qualcuno si sia pentito di essersipentito. I giudici spesso hanno comminato loro pene più severe che agli altri imputati; leguardie carcerarie li hanno insultati, dato che non è mai ben visto chi non rispetta la leggedel gruppo; il personale di custodia, nel suo insieme, che aveva il compito di garantirne lasicurezza, ha reso loro la vita impossibile, sottoponendoli, per esempio a sorveglianzabrutale 24 ore su 24. Mi chiedo come quegli uomini abbiano trovato la forza d’animonecessaria a tenere duro.

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I pentiti di cui mi sono occupato, nello spazio di sei anni, hanno finito con il tracciare unpanorama abbastanza completo di Cosa Nostra da tutti i possibili punti di vista. Buscetta,che era stato molto vicino al mondo politico, si è mostrato in qualche modo evasivo inquesto campo, ma è comunque quello dotato di maggior spessore. Mentre Contorno,semplice esecutore d’ordini e quindi limitato nella sua visione, ci ha però offerto la fedelerappresentazione di un “perfetto soldato”.

Calderone, molto umano e sensibile, è stato preciso sull’insieme del fenomeno mafiososiciliano. Marino Mannoia costituisce la sintesi dei primi tre, e inoltre ci ha fornito delleinformazioni sull’evoluzione più recente di Cosa Nostra. C’è anche un estraneoall’organizzazione,Vincenzo Sinagra, che ci ha permesso di capire i rapporti tra mafia ecriminalità non mafiosa.

Tra i pentiti minori ho trovato interessante Nicolò Trapani, palermitano, capitanomarittimo, contrabbandiere, trafficante di droga. Nel 1984 ha reso una confessioneminuziosa sui traffici illeciti, e sui rapporti tra catanesi, palermitani e calabresi. Pur nonappartenendo all’organizzazione, era stipendiato da alcune famiglie ed era perfettamenteal corrente dell’identità dei suoi datori di lavoro. Era una specie di avventurierointernazionale che sosteneva anche di aver sposato una principessa somala.

Altri pentiti sono stati il cinese Koh Bak Kim, il romano Pietro De Riz, i siciliani VincenzoMarsala, Salvatore Coniglio, Leonardo Vitale.

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Si, proprio Leonardo Vitale, che con le sue dichiarazioni del 1973 ci ha offerto dueimportanti conferme,: l’esattezza delle informazioni che avrebbero fornito dopo diversianni Buscetta, Contorno e Marino Mannoia:l’assoluta inerzia dello Stato nei confronti dicoloro di coloro che dall’interno di Cosa Nostra decidono di parlare. In quell’epoca Vitaleaveva fornito indizi che avrebbero dovuto mettere sulla giusta via polizia e magistratura.Aveva riferito di Totò Riina, il “corleonese”, indicandolo come capo supremo della cupola. Eaveva raccontato un episodio emblematico: le famiglie di Porta Nuova e di Mezzomonrealediscutevano animatamente su chi dovesse incassare una certa tangente. Alla fine fu Riina adecidere in favore della famiglia Noce ( quartiere palermitano), affermando :” è la famigliache più mi sta a cuore”. Ancora oggi possiamo constatare che il capo della famiglia dellaNoce è tra i principali sostenitori di Riina.

Vitale aveva rilevato nel 1973 quello che è risultato vero nel 1984,semplicemente perchéfino ad allora lo si era ritenuto non affidabile e non attendibile. Certo si trattava di unopsicopatico, affetto verosimilmente da coprofagia, ma era stato prodigo di tanteinformazioni vere che avrebbero meritato ben diversa considerazione. Lo Stato, dopoaverne sfruttato le debolezze caratteriali, una volta avuta la sua confessione, l’ha rinchiusoin manicomio dimenticandolo. Condannato a seguito delle sue stesse confessioni, nel 1984,poco tempo dopo essere stato scarcerato, viene assassinato dalla mafia. E’ questa una delleragioni per le quali non si possono prendere sul serio quelli che affermano:” della mafianon si sa niente”. Con le montagne di materiale che abbiamo sotto gli occhi.!”

di Giovanni Falcone

Introduzione curata da Gio’ Chianta

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La politica è peggio della mafia.

Un cantiere sequestrato a Milano perché la ditta appaltatrice dei lavori farebbe capo aduna famiglia della Ndrangheta. Il comune di Sedriano, il primo in Lombardia, sciolto perinfiltrazioni mafiosi direttamente con un Decreto del Consiglio dei Ministri. E poi la certezzache le mafie, con le loro aziende, sono già dentro gli appalti di Expo 2015.

Queste le ultime notizie che una volta sarebbero suonate sconvolgenti alle orecchie deilaboriosi lombardi e che oggi indignano molti e mettono altri “sul chi va là”. E questi altrisono i politici.

La Ndrangheta, la mafia siciliana, la camorra e persino piccole cellule della Sacra CoronaUnita fanno parte del tessuto sociale e soprattutto imprenditoriale e politico dellaLombardia.

I cosiddetti “esperti” si affrettano a dire che è così perché “le ricchezze del Nord fannogola”. Vero in parte, ma solo in parte.

La storia ci racconta dell'arrivo al Nord, non tanto nelle grandi città, ma in zone tranquille,defilate come la provincia piemontese, le colline del pavese e soprattutto la ex riccaBrianza, di personaggi legati alle cosche sicule e alle ndrine calabre mandati al confino. Unconfino che con gli anni significa radicamento delle famiglie nella società. Ma senzadimenticare i dettami della terra d'origine.

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Nei decenni ci sono sempre stati persino i fatti di sangue al Nord, che colpivano soprattuttoquegli affiliati che cercavano autonomia dalle famiglie al sud. Ma soprattutto si è verificataquell'azione di radicamento nella società soprattutto imprenditoriale e politica che hacondotto negli ultimi anni a non distinguere più, insomma quasi a confondere mafia ecorruzione politica.

E qui arriva il punto fondamentale sul quale riflettere: la mafia dei colletti bianchi èperfettamente sovrapponibile al crimine predatorio dei colletti bianchi, ovvero allacorruzione. E non c'è infiltrazione mafiosa nella pubblica amministrazione, ma perfettasintonia tra l'agire del politico corrotto che sa come costruire un bando legittimoformalmente ma che nasconde la volontà di rubare, che sa come organizzarsi conl'imprenditore anche mafioso oltre che disonesto per frodare le casse dello Stato. Non c'èmafia, ndrangheta, camorra e sacra corona unita al Nord senza corruzione endemica esistemica a livello politico e amministrativo.

Se si combatte la corruzione, al Nord, si combatterà anche la Mafia.

Laura Marinaro

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Mappa dell'evasione fiscale, zone di omogenea corruzione

Nella mappa delle otto Italie dell'evasione fiscale, derivata da uno studio dell'Agenzia delle Entrate, emergono verità che gli italiani di buon senso già conoscono da una vita.

Primo: nelle zone dove gli squilibri socio economici sono inferiori, l'adempimentospontaneo verso il Fisco è maggiore. Si tratta di quelle regioni dove l'impoverimentostrutturale e il degrado ambientale risulta meno grave e dove la criminalità si è spostata dalfronte militare al noto crimine dei colletti bianchi.

Secondo: sarebbe interessante tracciare un confronto tra le caratteristiche della corruzionecon quelle dell'evasione fiscale. Forse emergerebbe che nei luoghi a massimo rischio siasociale, che fiscale, si pratichi in maniera marcata ancora la corruzione periferica, quella deicittadini che devono sopravvivere e sono costretti a quell'evasione fiscale sottolineata pocotempo fa da Fassina “il chi?”.

Le terre dei disperati dove si vive perennemente in mezzo all'immondizia, dove si beveacqua avvelenata e dove anche per ottenere un atto dovuto all'Amministrazione, devimettere mano al portafogli. Poi, è ovvio che devi recuperare arrangiandoti anche col nero.E l'arte dell'arrangiarsi diventa indispensabile anche a causa delle complicazioni e delledifficoltà di accedere ad un Fisco equo e comprensibile. La giungla delle migliaia di Leggi,Leggine e regolamenti è talmente intricata che il cittadino disperato, pur di limitare letorture, accetta di pagare la stecca persino all'esattore.

La vita è ovviamente più facile nelle aree verdi del Centro Nord dove la ricchezza, fino aquando durerà, riuscirà a mantenere bassa pericolosità sociale e fiscale. Sebbene

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all'interno di questa macroarea, ci siano sacche di alta pericolosità fiscale, ovvero le areemetropolitane. È qui che si realizzano le stesse situazioni criminali delle zone a rischiototale.

In queste zone, tracciando un parallelo con i crimini di corruzione, emergerebbe che èdiminuita fortemente la corruzione periferica, mentre si è incredibilmente rafforzata negliultimi decenni la corruzione centrale ad alto livello, finalizzata a realizzare grosse riservefinanziarie utili a catturare il controllo del potere politico e della funzione pubblica.Insomma, corruzione di alto livello e grande evasione vanno a braccetto.si evade di meno esi ruba di più in modo “politicamente corretto” dove le condizioni socio economiche sonomigliori, si evade per sopravvivere e si compiono crimini violenti nelle zone più sofferenti.Comunque sia, la cosa più interessante che potrebbe essere attuata non dovrebbe limitarsiall'analisi dell'intensità del fenomeno di evasione, ma dovrebbe andare anche a studiare ilcomportamento dell'Agenzia dell'Entrate e delle Commissioni Tributarie. Forseemergerebbe l'altissimo tasso di inciviltà e ingiustizia che alberga nei luoghi in cui sidovrebbe combattere l'evasione e si potrebbe indicare – se mai ce ne fosse bisogno –l'inefficienza dei sistemi di controllo. C'è chi può evadere tutta la vita con un bassissimorischio di essere controllato, e chi, invece, inciampando in un controllo, anche se si èvenuto a trovare in situazioni di scorrettezza per incapacità di orientarsi nel sistema fiscalecomplicatissimo, viene massacrato comunque da una Giustizia Tributaria spessoinefficiente e corrotta.

Laura Marinaro

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BRUCE SPRINGSTEEN “HIGH HOPES” Columbia 2014

Troppo facile liquidare il nuovo album di Bruce Springsteen come una semplice raccolta dibrani già noti perchè eseguiti, in alcuni casi per anni, durante i suoi live show. Troppodifficile invece, per chi non è devoto fan di Springsteen capire per quali strani motivi lapubblicazione di un suo nuovo album è sempre e comunque un evento prima ancora cheinizi la vera e propria campagna promozionale.

Ma partiamo dall’inizio. “Questa è musica che ho sempre sentito il bisogno di realizzare”,racconta Springsteen in una nota di presentazione al nuovo album e già la sua incisioneufficiale di per sé dovrebbe rallegrarci . “High hopes”, dopo l’ascolto delle sue 12 traccerimane un album che– per la gioia dei suoi detrattori- non aggiunge nulla di nuovo alla suaproduzione discografica. Ma soddisfa completamente i suoi fans perchè conferma che, allasoglia dei 65 anni, Springsteen rimane esattamente quello che è sempre stato:l’incarnazione dell’american dream, il modello per ogni rocker on the road, un eternoragazzotto che ogni volta che sale su un palco vorrebbe rimanerci per sempre. Ed anche iprotagonisti dei suoi racconti sono sempre gli stessi “Dai gangster di “Harry’s Place”, aicoinquilini impreparati di “Frankie Fell In Love” (ricordi di quando io e Steve ce ne stavamoa bighellonare nel nostro appartamento di Asbury Park), dai viaggiatori nella terra desolatadi “Hunter of Invisible Game” fino al soldato e all’amico che va a trovarlo in “The Wall”, eroconvinto che tutti questi brani meritassero una casa e un ascolto” .

Certo non possiamo sostenere che si tratti di uno dei suoi capolavori e nemmeno aspettarci

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di fare troppi raffronti tra la versione qui presente di alcune covers e le versioni originali.Tutto “High hopes” trasuda di rock springsteeniano anche là dove il rock, almeno negliintenti originali, se ci doveva entrare doveva farlo comunque dalla porta di servizio. E’ ilcaso di “Dream Baby dream”, cover di un brano dei Sucide (alias Martin Rev e Alan Vega)gruppo di punta della scena new wave newyorkese di fine anni ’70, qui “riscritta” seguendogli stereotipi della canzone sprinsteeniana ben lontani dal tentativo di mescolare rock eelettronica che per una manciata di album ha contraddistinto la carriera dei Suicide.

E se “High Hopes”, title-track e brano d’apertura dell’album non diventerà uno dei brani dibattaglia che si continuano ad ascoltare nei live pur a distanza di circa 40 anni dalla loropubblicazione, è indubbio che contenga rock, sudore e poetica springsteeniana doc. E piuche attribuire a Tom Morello una sorta di svolta nel suono di Springsteen sarebbe forse piùopportuno tornare indietro nel tempo ad ascoltare quello che qualche decennio fa sietichettava come il “Sound of Asbury Park”. Ci troveremo le radici e le origini sia dellechitarre che della sezione fiati che caratterizzano “High Hopes”. E lo stesso potremmo diredella versione qui contenuta di “Just Like Fire Would” , cover di un brano di un gruppoaustraliano “The Saints” : a dispetto di chi la considera troppo “rock fm oriented” per noirimane una delle migliori dell’album in perfetto stile springsteen , con tutte le chitarre, letastiere e la retorica dei testi che ci si aspetta in un disco del Boss.(“Una notte in unacamera di un motel / Gli occhi si fondono come l’acciaio / Ho bevuto il vino che mi hannolasciato sul tavolo./ Mi sono reso conto che la mattina è troppo lontana / E come se ci fosseil fuoco, io brucio)

Se proprio vogliamo cercare qualcosa di diverso possiamo riferirci alla intro di “Down in thehole” (ma la base ritmica risente un po’ troppo delle sonorità di “I’m on fire”) oppure a“Heaven’s Wall” che mescola rock e gospel o ancora a “This is your sword” con l’uso disuoni irlandesi .Ma la stessa “Dream baby Dream”, uscita dal repertorio dei Suicide, comeabbiamo detto sopra, viene comunque riscritta e pur mantenendone la struttura sonoraoriginale, finisce per presentarsi come una classica ballata springsteeniana.

Unico consiglio prima dell’ascolto: tenete sempre il volume del vostro impianto al giustolivello.

Karlo Pulici

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DAVID CROSBY “CROZ” (Blue Castle Records) 2014

Pubblicare un nuovo cd all’eta’ di 72 anni ma soprattutto dopo che ne sono trascorsi 20dall’uscita dell’ultima produzione discografica non si puo’ dire sia una cosa che capita amolti musicisti. David Crosby, entrato di diritto in qualsiasi manuale di storia della musicarock prima come cofondatore dei The Byrds (tra i primi gruppi a porre le basi di quello che– dopo qualche decennio – si inizio’ a definire rock psichedelico) e poi come componentedel quartetto Crosby, Stills, Nash & Young (una manciata di album che hanno comunquelasciato un segno indelebile nella scena rock californiana all’inizio degli anni ’70) è statouno dei pochi artisti – arrivato ad certo punto della sua carriera – capace di abbandonare lascena e ritirarsi a vita privata senza alcuna vergogna di riconoscere che ormai tutto cio’ cheavrebbe potuto scrivere di importante era stato scritto.

La leggenda- ma anche la storia – racconta i trascorsi di una vita vissuta pericolosamentecon l’ausilio, tra l’altro, di droghe e alcool che avrebbero comportato anche un trapianto difegato. Nonostante tutto David Crosby , con lo scorrere del tempo, avrebbe ormaidefinitivamente modificato il proprio stile di vita e, grazie alla complicita’ del figlio adottivo(con il quale ha scritto interamente il nuovo disco e che tra l’altro suona le tastiereall’interno dello stesso) e di amici come Wynton Marsalis e Mark Knopfler, pubblica inquesti giorni il suo quarto album come solista “Croz” che, come spiega lo stesso Crosbynasce dall’idea che – alla fine – qualcosa da dire c’era ancora.

Non aspettatevi virate di Crosby verso nuove sonorita’ (alla sua eta’ in effetti forse sarebbeanche abbastanza “contro natura”) ma state certi che ritroverete tutti i suoni che hannocaratterizzato il rock californiano degi anni settanta.

“Radio” risente molto delle atmosfere CSN & Y mentre “Holding On To Nothing” esce dai

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solchi tradizionali per la presenza della tromba di Wynton Marsalis che contribuisce acreare uno brani piu’ spettacolari del disco.

Dopo ripetuti ascolti possiamo dire che l’intero album, nel complesso, trae ispirazione dalclassico di Crosby “If I Could only remember my name”.

David Crosby ha vissuto l’ultimo ventennio abbastanza lontano dai palchi e forse è daquesta circostanza che deriva l’esigenza di incidere un disco intimo, con suoni pacati che siavvicinano piu’ al folk che al rock ma sui quali prevale sempre la sua voce che continua afarla da padrone: inconfondibile, mai sopra le righe, calda e poetica come l’abbiamoconosciuta nei suoi tempi migliori.

Non regalate “Croz” a qualche ventenne: non possiamo proprio considerarla musica dellaloro generazione. Ma se avete superato gli “anta” da qualche tempo vi ritroveretecatapultati molto indietro con gli anni: ed ogni tanto possiamo anche concederci un “backto the future”, estremamente benefico per le atmosfere in cui vi troverete coinvolti. Maricordatevi che deve essere solo un “back to the future” temporaneo. Non lasciamo caderenel dimenticatoio i nuovi gruppi che non meritano di essere trascurati per il senso dinostalgia che ogni tanto ci coinvolge.

Karlo Pulici

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NADA “Occupo poco spazio” Santeria Records 2014

Ci sono artisti che per anni, dopo aver delineato il solco all’interno del quale far scorrere lapropria carriera, giungono alla fatidica eta’ della pensione suonando ancora i loro primi hit.Ce ne sono pero’ altri per i quali la curiosita’ e’ qualcosa di intrinseco alla loro personalita’e, dimenticandosi che stanno sfiorando la suddetta eta’ della pensione, continuano congrande entusiasmo a ricercare nuovi orizzonti e nuove strade da percorrere.

E NADA appartiene proprio a questa seconda categoria di esseri umani che hanno riempitola loro vita con l’arte a 360 gradi.

Certo non e’ semplice (o forse addirittura impossibile) dimenticare i suoi esordi di ragazzinache cantava “Ma che freddo fa”, brano che solo molti ma molti anni dopo – anche grazie aduna straordinaria cover degli Avion Travel – abbiamo capito che non era del tutto una“canzonetta”. Ma avere il coraggio di abbandonare una strada che per molti versi avrebbepotuto mantenerla nel circuito della cosiddetta “musica commerciale” per ripartire da zerocome scrittrice e riprendere a suonare su basi che si trovavano proprio dall’altra parte diquel mondo che l’aveva consacrata al successo, non deve essere stato un passo semplice.

Dopo una manciata di album che documentano la svolta musicale di Nada e un fittonumero di concerti live negli ultimi anni con il pubblico che molte volte rimaneva stupidoda cio’ che ascoltava, ecco la nuova produzione di Nada intitolata “Occupo poco spazio”,uscita all’inizio dello scorso mese di marzo.

Di nuovo un disco che mette al proprio centro storie di donne e che lei stessa, in una

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recente intervista definisce in questo modo ““Occupo poco spazio” racconta le donne dapunti di vista che si tende a nascondere. Certo, le donne sono anche belle e sensuali, perònon c’è solo questo: mi piace parlare di fragilità, debolezza, di quegli aspetti meno visibilidell’universo femminile.”

E se le vite raccontate non sono delle piu’ rassicuranti cosi’ la musica e’ ben lontana dallostrizzare l’occhio alle classifiche puntando molto sulla ricerca di nuove sonorita’ in unambito – quello della canzone d’autore rock – dove bisogna fare molti sforzi per ottenererisultati apprezzabili. Se l’iniziale “La Mia Anima” , con quel basso in bell’evidenza chenell’intro ci ricorda certi suoni dela colonna sonora di “Twin Peaks”, risente delle influenzedei CSI (e l’uso della voce deve molto all’insegnamento di Ferretti) che ritroviamo anchenella title-track “Occupo poco spazio” , gia’ da “La Terrorista” scorrono suoni che, volendousare un termine di moda in questi ultimi anni, potremmo definire indie o, piu’semplicemente usciti da una ricerca che mostra attenzione alla creazione di nuovesonorita’.

Ci sono anche episodi “piu’ leggeri” come “Gente cosi’”, quasi un flashback nel passato,che comunque non perdono mai di vista la ricerca sonora.

Come gia’ nei suoi precedenti album, anche in questo disco non si puo’ prescindere daitesti, scritti dalla stessa Nada. E, giusto per cercare di stimolare la vostra curiosita’,ascoltatevi la canzone che da’ il titolo al disco (Sfatta come una polpetta / lanciata dallabocca di un tempo morto / che non sa stare al suo posto / occupo poco spazio) oppure“L’ultima festa” (Forse mi hai lasciato come un fiore / sulla tomba di un mondo che muore /Sulla tomba di un mondo che muore / di un paese che non ha più un nome).

“Occupo poco spazio” e’ esattamente l’opposto del suo significato: se cercate un disco chevi riconcili con la musica d’autore italiana, vedrete che questo album di spazio ne occupera’moltissimo nel corso delle vostre giornate. Da ascoltare (quasi) a tutti i costi.

Karlo Pulici

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THE STRYPES “Snapshot” Virgin/Emi 2013

Dopo la pubblicazione della prima recensione su “IlMalpaese” mi è venuto spontaneochiedermi che collegamento potesse esserci, all’interno di questo blog, tra una sezionededicata alla musica e tutto il resto. Ma pensandoci bene un collegamento esiste e lotroviamo proprio se cerchiamo di fare delle recensioni DOPO aver ascoltato i dischi e NONcopiando i comunicati stampa (abitudine sempre più diffusa) o – peggio ancora – comerecentemente ammesso dal direttore di una rivista musicale di una certa importanza,copiando più o meno “in toto” recensioni e/o interviste già apparse su blog di giovani cheinseguono il sogno di indossare i panni dei critici musicali privati del diritto alla firma deipropri articoli addirittura da chi per anni hanno considerato un loro maestro. Chi scrivevorrebbe essere un critico musicale (ma lasciamo a voi l’onere di confermarne la qualifica)ma di sicuro è qualcuno che non ha mai confuso il pop con il rock, la disco music con ilfunk, il rap con l’hip hop etc.etc. E si augura di riuscire a spiegare perchè non si è alternativiquando si hanno milioni di visualizzazioni su YouTube e che, a dispetto del supporto usato(lettore mp3, ipod, cellulare e chi ne ha piu’ ne metta), chi suona ha SEMPRE un nome eogni canzone ha SEMPRE un titolo. Scusandomi per questa premessa forse (in)opportunainiziamo a presentare THE STRYPES, quartetto irlandese che ha pubblicato a settembredello scorso anno l’album d’esordio “Snapshot”, disco che ha ottenuto riscontri entusiasticipresso la critica più attenta ed ovviamente del tutto ignorato da quella più impegnata aseguire le mode del momento. THE STRYPES sono innanzitutto la risposta a coloro chesostengono che gli unici ad emozionare realmente sono i rockers più maturi, quelli che insostanza hanno oggi ampiamente superato i cinquant’anni. Ross Farrelly, voce e armonica,

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Josh McClorey, chitarra, Pete O’Hanlon, basso, e Evan Walsh, batteria, tutti poco più chediciottenni, sono uno dei peraltro tanti esempi di giovani che hanno ben poco da invidiareai loro padri se non ai loro nonni.

Basterebbero i primi 30 secondi di “Blue Collar Jane” a collocare di diritto “Snapshot” tra imigliori dischi dell’anno appena trascorso: un riff di chitarra, basso e batteria che incorporae rielabora alla luce del nuovo millennio quello che una volta si chiamava “garage rock”,musica suonata nelle cantine e nei sotterranei da dove emergevano gli artisti che oggiriempiono gli stadi, Rolling Stones in testa. Dall’iniziale “Mystery Man” alla finale cover di“Rumblin’ and tumblin’ “, il disco ripercorre 40 anni (o forse di più) di storia del rockpresentata con la grinta che dovrebbe accompagnare tutti gli artisti delle giovanigenerazioni: chitarre al fulmicotone, armonica suonata sino a strapparsi le labbra, unabatteria inarrestabile e una voce perfetta per queste sonorità. Complice anche laproduzione affidata a Chris Thomas (in passato dietro le quinte con The Beatles e SexPistols) “Snapshot” non può lasciarvi indifferenti: “It’s only fuckin’ rock’n’roll” ha dettoqualcuno parlando di The Strypes e finalmente e’ stata ridata dignità al termine rock, aigiorni nostri ampiamente utilizzato per artisti che sono lontani anni luce da questo generemusicale.

Karlo Pulici

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Il Movimento 5 Stelle è contro la natura degli Italiani

Il M5S impone ai suoi eletti un massimo di due mandati e poi tutti a casa. Qualcuno crededavvero che, in Italia, questo sia possibile ? Molta gente ha sfruttato il M5S per iniziare afar politica, poi continuerà a farla con chi sarà disponibile a candidarli. Ecco spiegati imalumori e le prime fughe alle quali ne seguiranno molte altre. L’italiano medio si attaccaalla poltrona fino alla morte.

Il M5S non accetta alleanze. Qualcuno crede davvero che nel sistema politico italiano siapossibile non fare alleanze ? E’ possibile solo nel caso in cui si voglia passare le legislaturesempre in opposizione. La gente ha capito che il M5S non governerà mai questo Paese ne’da solo ne’, evidentemente, in coalizione con altri partiti e a molta gente questo non stabene. L’italiano medio ama alleanze, coalizioni, compromessi, inciuci ma soprattutto chi stain maggioranza.

Il M5S vuole la democrazia diretta, il cittadino è il protagonista, l’artefice di sé stesso,decide il proprio destino. Qualcuno crede davvero che l’italiano medio sia capace di tuttocio’ ? L’italiano medio preferisce sempre delegare ad altri: per incapacità, per comodo, perignavia, per interesse...

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Qualcuno verrà a dirmi che sia i parlamentari del M5S sia gli elettori conoscevano questeregole e potevano rifiutarle: chi non candidandosi chi non votando M5S. Non credo sia deltutto vero, se questo discorso è valido per gli eletti (ma l’occasione fa l’uomo ladro) noncredo sia valido per gli elettori, molti dei quali, non sapevano nemmeno che cosa fossedavvero M5S; molti hanno votato M5S perché vedevano Grillo in Tv (ripeto in Tv, mica sulweb) che diceva “cose sensate” e soprattutto sputtanava la Casta.

Insomma, l’italiano medio, al netto di qualche mal di pancia passeggero, è moltoaffezionato al sistema politico italiano e non è assolutamente pronto alle regole“antisistema” proposte da Grillo. Passato il fraintendimento iniziale, l’italiano medio nonvoterà piu’ M5S e questo finirà per essere votato unicamente da chi è già pronto alle regoleantisistema. Questa è l'Italia...

Gio' Chianta

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Buongiorno Presidente Pertini, come va ?

Quattro chiacchere con l’aldilà ( dialogo semiserio con un presidente che ci manca tanto….)- Buongiorno Presidente Pertini , come va ?- Cazz……..Merd…Fanc..Porc..Di.. Ma scusi., non le hanno insegnato che un giocatore di bocce non si deve mai disturbare durante una bocciata al volo ?- Mi scusi Presidente ma la vedo solo con gli occhi della mente e del cuore.... - Va bene, va bene …..ha bisogno di qualcosa ?- No, niente di particolare, solo volevo sapere….intanto dove si trova in questo momento ?- E che cazzo ne so ? Qui è pieno solo di politici, di ogni razza e tempo...tutta brava gente però sa ? Però di italiani ce ne sono pochi...proprio 4 gatti….- Ma allora è il paradiso dei politici onesti...- Paradiso Paradiso…..lasciamo ai preti certe cazzate ...diciamo un luogo in cui vi sono dei cittadini che hanno anteposto l'interesse pubblico al proprio.....- Come passa il tempo Presidente ?- Discutendo, giocando a bocce con Pietro….- Con S.Pietro ?- Ma cosa ha capito ? Con Pietro Nenni….- Ahh ho capito...gioca anche a 3 sette ?- Certo…. Io e Giovanni…- S.Giovanni ?- Ma scusi, lei ci è o ci fa ? Le ho detto che qui non ci sono santi ma solo politici onestiiiiii…..Parlavo di Giovanni Spadolini……….- E contro chi giocate ?- Contro 2 rotti in culo....- Politici onesti e gay ?- Nooo….è un modo di dire…parlavo di Alcide De Gasperi e Giorgio La Pira….Hanno una fortuna incredibile e poi...- E poi ?

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- E poi quando vincono tirano fuori i santini e cominciano a baciarli....credo che mi prendano per il culo....

- Bene Presidente , allora queste sono le sue passioni....- Beh, a dire il vero ne ho anche un'altra...sono innamorato cotto di una donna bellissima..- Che scoop Presidente …..e chi sarebbe ?- Nilde Jotti….che bella donna , che gran persona...ma è sempre triste perchè qui non c'e' il suo Palmiro…Io ho cercato di convincerla che quello era più innamorato dell'Unione Sovietica che di lei….ma non vuole sentire ragioni e si rattrista....un vero peccato...Scusi ma lei da dove mi parla ?-Da Modena, Emilia …..- Ahh...gran bella città e di sx …..- Certo Presidente e speriamo lo rimanga...ma forse a lei interesserà più sapere che le parlodal.....2011....- Dal 2011 ? Ma non poteva dirlo subito allora ?– Perchè Presidente ?- L’ avrei riempita subito di domande….sa, io come storia sono fermo al millennio precedente al suo..- Al 1990 vero ?- Non precisamente..direi alla fine del 1999- Ma scusi residente, lei ci ha lasciati nel 1990, lo ricordo benissimo....come fa a dire 1999 ? Si sta sbagliando- Le dico che come notizie sono fermo al 1999...me lo ha riferito Andreatta, l'ultimo politicoonesto salito sin qui ….- Quindi le mancano tutti gli anni 2000 …..- Esatto…..Mi dica piuttosto….Abbiamo rivinto un mondiale ?- Si Presidente, nel 2006…..- Evvvvvvvvaaaaaaaaiiiiiiii !!!!!!!! E’ nato un nuovo Rossi ?- No Presidente, ….Per una volta + stato merito di tutta la squadra..- Bene bene...e chi era l'allenatore ?- Marcello Lippi….- Ahhh , quel toscanaccio che fuma il sigaro…capito ….. e al io posto….che c'e' adesso ?

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Intendo come Presidente della Repubblica …..- Giorgio Napolitano…..- Belin…..il prete rosso….Ahhhhhhhhh …ne ha fatta di strada quel vecchio rinsecchito.....allora adesso comandano i comunisti...no anzi scusi, l'Ulivo - Beh Presidente, la cosa è diversa....- Cioè ?- Vede….innanzitutto…..Napolitano a mio parere non sta facendo una gran bella figura....mettiamo che il Presidente del Consiglio le avesse portato da firmare una legge anticostituzionale...tipo processo breve......- E dove sta l'anticostituzionalità ? Il processo deve sempre svolgersi il più celermente possibile…..- Sì ma……la legge prevedeva che passato un breve termine, la pena decadesse e l'indagato fosse assolto…- ????????????- Non ha capito Presidente ?- Si spieghi meglio….cioè se io dopo che so', 3 anni non ho avuto il processo....il processo non è più valido ?- Esatto….- Figliolo vede, a volte anche essere Presidenti della Repubblica non ci rende esenti da certi comportamenti violenti .. se ha gettato il Presidente del Consiglio da una finestra del Quirinale, magari con l'aiuto di 2 robusti corazzieri..sinceramente si è comportato come mi sarei comportato io, né più né meno…- Veramente Presidente…..Napolitano l'ha firmata ……- Cosaaaaaa???????????? Ma si è rincretinito con l'età ? Firmare una porcata, una lehhe malavitosa del genere ?

- Già…..per fortuna è stata bocciata dalla Consulta...- Sarebbe stato il massimo che la Consulta avesse approvato una simile porcheria...e mi dica giovanotto, chi è che siede sullo scranno che ha le impronte dei miei secchi glutei e di quelli bellissimi della Nilde ? Mi dica...mi dica....- Gianfranco Fini………….- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh………….– Che è successo Presidente ? Le è caduta una palla sul piede ?- Veramente me ne sono cadute 2 e a terra, ma non il tipo di palla che intende lei…..Ma

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come, un fascista alla terza carica dello Stato? Ahhhhhhh…….- Ma Presidente, si controlli……e poi Fini è contro il Capo del Governo….- E chi lo ha messo Presidente della Camera ? Lo Spirito Santo ?- No Presidente…lo ha messo Berlusconi…..- Berlusconi ? Senta giovanotto, mi sto un po' perdendo..come le dicevo io sono rimasto fermo al 1999. più o meno alla caduta di Prodi..brava persona, me lo aveva fatto conoscere Beniamino..e tutto per colpa di quei pochi deficienti di Rifondazione...poi che è successo ?- Ha vinto il partito di Berlusconi…- Da solo ?- No…..alleandosi con An, i Democristiani e la Lega …..- Per i Democristiani niente di strano....quelli si venderebbero per un piatto di lenticchie, così come i fascisti che in nome dell'Ordine vanno sempre con il più forte….ma la Lega… manon si erano detti peste e corna Bossi e Berlusconi? E’ per caso morto quel buzzurro in camicia verde ?- Np Presidente, c'e' ancora..Un po' messo male ma ancora c'è….- E quanti mesi ha governato Berlusconi ?- Mesi ? Diciamo…..60 !!!- Cosa???????? Ha fatto l'intera legislatura? Scommetto che ha promesso mari e monti e poi non ha fatto una sega…- Esatto…..- Non lo avrete rieletto spero ………….- No no..abbiamo rieletto Prodi……- Meno male…..chissà con che maggioranza bulgara.....- Veramente Presidente….abbiamo vinto per una manciata di voti e ci siamo dovuti alleare con l'UDEUR…..- Che cazzo è?- Una parte della DC con a capo Clemente Mastella…- Il ciccione beneventano ? Quello che ha sempre detto di aver scopato solo e sempre sua moglie ? Ahhhhhhhhhh…. E scommetto che ha fatto saltare proprio lui il governo..- Chi glielo ha detto Presidente ?- Ma secondo lei ci voleva un paragnosta per capire come sarebbero andate le cose? Ma il buonsenso non lo adoperate mai a sinistra ?- Ha ragione Presidente…- Ok..ma adesso chi è al Governo ?- Berlusconi……- Un’ altra volta ? Ma voi italiani siete proprio dei masochisti.....e ha una maggioranza risicata ?- Macchè…….maggioranza bulgara…almeno appena eletto….grazie al Porcellum…- Perchè mi parla in latino giovanotto ?- No Presidente…si chiama così una legge fatta dal ministro leghista Calderoli, che da un premio di maggioranza molto congruo alla coalizione vincente e che non fa eleggere i candidati scelti dagli elettori….- Ho capito perchè si chiama Porcellum...perchè è una porcata e perchè è molto somigliante al suo ideatore…

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- Esatto……..- Ma mi chiarisca il discorso Fini…..ha fatto un partito da solo ?- Si…si chiama FLI e sta nel 3° polo…..- Cioè ?- Una specie di Centro formato da lui, Casini e Rutelli …- Rutelli? Ma non stava col PD ?- Sì…..ma adesso sta al Centro…- E come fa Berlusconi ad avere ancora la maggioranza ?- Beh….grazie ai responsabili……- Responsabili ? Cioè ?- Rappresentanti di altri partiti, Udc, Dipietristi e Pd che sono passati in questo gruppo misto....- Spero li avrete pestati a sangue…o perlomeno gireranno scortati giorno e notte….- No Presidente..anzi se ne vantano e vogliono avere sempre ministeri…..- Ma che cazzo….la politica è una cosa seria, mica il mercato delle vacche...ma che roba...e voi italiani che fate ?- Guardi Presidente, a noi italiani mancano…..- Senta giovanotto, lei mi è simpatico…se proprio siete senza armi, le posso mostrare una mappa con tutti i luoghi dove io e altri partigiani abbiamo nascosto le armi in caso di un ritorno del fascismo…- No Presidente….non ci mancano le armi ma quella coscienza civile che basterebbe a rovesciare questo governo di incapaci e delinquenti…..-Allora…cosa posso fare per voi italiani ?- Nulla Presidente che lei non abbia già fatto…ci permetta solo di ricordarla come una persona seria ed onesta…..- Guardi che come me sono la maggioranza degli italiani…manca solo qualcuno in grado di tenere le redini, senza se e senza ma…..allora si che cose come il sociale, la democrazia, il welfare non saranno parole vuote...sono più vecchio di lei e glielo posso garantire.....mancasolo un capo, uno vero che sappia essere da esempio….- La ringrazio Presidente …. e scusi il disturbo….ci manca tanto Presidente Pertini…- Anche a me manca tanto l'Italia e gli italiani….non certo questa politica che mi ha spiegato...la saluto anche io e dia a tutti gli italiani questo messaggio ……

L’Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre sentito fratello a tutti i popolidella terra. Questa è la strada, la strada della pace che noi dobbiamo seguire.

Gianluca Bellentani

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Damasco 2 (Il caso Fondi)

Nel 2011, una città della Provincia di Latina era salita agli onori della cronaca nazionale peruna delle tante vicende di collusione tra criminalità organizzata e istituzioni che, purtroppo,sono ormai una parte integrante della nostra Italia. Non passa anno che nel nostro Paesenon si sciolgano Comuni per infiltrazioni criminali. Ci si viene da chiedere perchè, tra tante amministrazioni sciolte nel silenzio di televisioni estampa, Fondi ha invece avuto un ruolo «privilegiato». Cosa aveva questo Comune del sud-pontino di così speciale da far chiacchierare per mesi l’Italia? Innanzitutto, non stiamoparlando di una città la cui amministrazione è stata sciolta per infiltrazioni criminali.Meglio fare un piccolo riassunto: nel luglio 2009 Riccardo Izzi, ex assessore del Comune diFondi, viene arrestato. Dalla sua bocca escono le prime parole riguardo una collusione traamministrazione comunale e criminalità organizzata avente il suo centro nel mercatoortofrutticolo comunale, il più grande in Italia e tra i primi in Europa. La Procura di Latinaavvia così l’inchiesta che prenderà il nome di “DAMASCO 2”. Ciò che ne esce èsconcertante: Fondi per anni è stata governata da un’ «alleanza» centrodestrà – ‘ndrine (lafamiglia Tripodo negli ultimi anni si è radicata nella Provincia pontina).

Già a fine 2008, Bruno Frattasi aveva inviato una relazione di 500 pagine all’allora Ministrodell’Interno Roberto Maroni per chiedere lo scioglimento del Consiglio Comunale di Fondi.Maroni dichiarò: «è da sciogliere». Da qui si avvia la fase «mediatica» della vicenda. IlC.d.M. rinvia più volte la decisione. Si cade nel tragicomico: il Governo si rendeprotagonista di una vicenda ove doveva solo esprimere il proprio parere. Dagli atteggiamenti di alcuni esponenti politici si capisce che Fondi rappresenta qualcosa dipiù grosso: Silvio Berlusconi, allora premier, motivò un ennesimo rinvio perchè non c’erano

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prove sufficienti; l’allora Ministro della Pubblica Istruzione Gelmini negò la risposta alsenatore dell’ I.D.V. Pedica (eletto nel sud-pontino) riguardo il perchè il Consiglio deiMinistri non si pronunciava. Anzi, addirittura Maroni chiese a Frattasi una nuova relazione.Il procuratore si rimise dunque all’opera. Dopo il secondo invio finalmente il Consiglio deiMinistri decide di pronunciarsi. E’ la fine del 2009, 1 anno dopo. Ma c’è un colpo di scena.La mattina del giorno in cui è prevista la seduta del C.d.M. i consiglieri di maggioranza eSindaco si dimettono: è il tentativo estremo per evitare il commissariamento perinfiltrazioni criminali. Il C.d.M. ci ripensa: Fondi NON è da sciogliere.E’ una sconfitta, un punto a favore delsistema politica – criminalità organizzata.Come è potuto accadere tutto ciò? C’è una solaspiegazione: qualcuno è riuscito a tessere un filo tra l’amministrazione comunale sottoinchiesta e il Consiglio dei Ministri, qualcuno che per fare ciò, non poteva che essere unparlamentare. Tra gli indiziati spunta il nome di Claudio Fazzone (allora senatore in quotaPDL, coordinatore del partito in Provincia di Latina; durante la puntata di «ANNOZERO» haminacciato più volte di querela il direttore del quotidiano «Latina Oggi» per le notiziepubblicate riguardo l’inchiesta). Fossero confermate le tesi, non ci avrebbe impiegato molto– in quanto senatore di maggioranza – a stabilire un contatto diretto con il Governo e aguadagnare tempo con la speranza che si calmassero le acque.

Alla fine, a giochi quasi fatti, avrebbe lanciato l’ultima freccia: quella di far dimetterel’amministrazione di Fondi.Lo scioglimento è stato così evitato. Il Comune è stato commissariato perchè i consiglierihanno rimesso le deleghe. Il commissariamento per infiltrazioni criminali avrebbe invecepermesso una maggior pulizia a livello legale.Il prefetto Bruno Frattasi è stato spostato dicompetenza. Il 19 dicembre 2011, il Tribunale di Latina ha inflitto oltre 100 anni dicondanne così ripartiti:

15 anni per Venanzio e Carmelo Tripodo; 13 anni per Aldo Trani; 7 anni per Alessio Ferri;7 anni e 5mila euro di multa per Vincenzo Bianchi; 5 anni per Antonio Schiappa, Giuseppede Silva, Antonio d’Errigo, Franco Peppe, Igor Catalano; 6 anni per Riccardo Izzi; tantealtre condanne minori.

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Il 26 giugno 2013 si è svolta la sentenza d'appello: 10 anni e 8 mesi per Carmelo e Venanzio Tripodo; 9 per Aldo Trani, 5 anni e 6 mesi per Antonino d'Errigo, 6 anni per Franco Peppe, 6 anni per Riccardo Izzi. Le condanne minori sono rimaste invariate.L'associazione per delinquere di stampo mafioso è stata riconosciuta a tutti coloro che l'avevano ricevuta in primo grado. Quindi, seppur con qualche riduzione, l'impianto accusatorio ha resistito.Ma, da Fondi la sentenza definitiva è questa:

- la Provincia di Latina sembra ormai essere un terreno fertile per la criminalità organizzata.Purtroppo, non potrebbe essere altrimenti in una zona del centro – Italia dove sono previsti da anni grandi investimenti (Ospedale del Golfo, Bretella Cisterna – Valmontone…);

- la politica locale e nazionale si è dimostrata ancora una volta incapace di dare una risposta efficace ad un sistema illegale.

A Fondi lo Stato ha perso 2 volte: contro il sistema e contro la giustizia.

Angelo Cioeta

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Chi sono gli elettori “normalizzatori” ?

Sono gli elettori che hanno perso del tutto o in parte il senso critico e conseguentemente lacapacità di indignarsi: l’elettore affetto da normalizzazione tende a normalizzare tutto,anche fatti molto gravi. Questa normalizzazione è molto diffusa ed è riscontrabile in diversielettorati sia di Destra che di Sinistra.

Partiamo dalla Destra. Nell’ultimo ventennio la Destra è stata, probabilmente ancora permolto, Silvio Berlusconi. Berlusconi è stato in grado, grazie soprattutto ai suoi media maanche alle proprie qualità di venditore di pentole, di portare il fenomeno dellanormalizzazione nel suo elettorato al massimo livello possibile. Gli elettori berlusconianinormalizzano tutto: Berlusconi è un evasore fiscale ? Non scherziamo, non avrà pagatoqualche multa.Berlusconi è accusato di prostituzione minorile ? Al massimo sarà stataqualche cena elegante. Berlusconi frequenta ragazze che potrebbero chiamarlo nonno ? Ecosa c’è di male, l’età non conta.

La lista potrebbe essere, evidentemente, molto piu’ lunga ma in generale possiamo direche l’elettore Berlusconiano perdona tutto a Berlusconi normalizzando ogni suocomportamento. Verrebbe da chiedersi quale sia il limite e se ci sia. La risposta potrebbeessere inquietante.

Andiamo alla Sinistra. Non possiamo non parlare di PD e del suo elettorato. In questo casoil fenomeno della normalizzazione non è ancora arrivato al massimo livello ma avanzainesorabilmente. Diversamente dall’elettorato di Destra, nel PD c’è senso critico e si discutemolto ma alla fine, il dissenso della base con la dirigenza, non si traduce con una protesta ocon un voto in meno ma con la normalizzazione.

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Il PD governa con Silvio Berlusconi dove averlo dichiarato il nemico pubblico pereccellenza ? Gli elettori del PD finiscono per accettare e normalizzare la cosa in nome di,un presunto, bene comune per gli italiani. Il PD vota compatto il fiscal compact ? I piddinisanno che rovinerà il Paese ma in nome di alleanze, trattati e imposizioni varie accettanoe normalizzano la cosa. Una parte del PD vota contro l’elezione al Colle di Romano Prodi ?Nessun problema, normale dialettica interna. Peccato che in direzione tutti erano conProdi. Napolitano accetta di essere rieletto buttando via la piu’ bella prassi costituzionaleche potessimo vantare ? Non è così grave perché la Costituzione non vieta chiaramente larielezione.

Il rischio che corrono gli elettori del PD è quello di diventare come gli elettori di Berlusconi.Infatti nessuna scelta insensata della base si traduce in un vota in meno, qualche lamentelae poi si torna a votare compatti.

Finiamo con il M5S. In questo caso non possiamo parlare di normalizzazione ma devonostare attenti. Se un parlamentare del Movimento , Grillo o Casaleggio dicono o fanno dellecretinate si deve avere il coraggio di dire che di cretinata trattasi e non normalizzare lacosa. Altrimenti, il rischio della normalizzazione è dietro l’angolo e un elettorato che vuolessere diverso dal normalizzato non puo’ esserlo a sua volta.

Giò Chianta

P.S. Naturalmente, per i normalizzatori, è normale che gli ultimi tre Presidenti del Consiglio italiani non siano stati votati da nessuno.

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Gli speculatori finanziari e i governi che li sostengono

uccidono più delle mafie.

Come tutti, sono rimasto scandalizzato dall’aumento vertiginoso dei suicidi motivati dallacrisi economica. In un Paese normale credo che i giornali dovrebbero parlare molto di piu’di un problema cosi’ importante. Vi ripropongo un post dal titolo “Quei cittadiniabbondonati dallo Stato che hanno visto nella morte l’ultima speranza”

“Dei 4.000 suicidi avvenuti negli ultimi 12 mesi, circa mille sono riconducibili a cause dinatura economica.

Tu, cittadino dello Stato italiano, non riesci piu’ ad andare avanti, non hai piu’ un lavoro,per dare da mangiare ai tuoi figli sei stato costretto ad accedere ad un prestito ipotecandola casa, lo Stato si ricorda di te solo quando non hai pagato le tasse ed infatti casa tua(quella ipotecata) è piena di cartelle esattoriali e tu, di giorno in giorno, diventi sempre piu’fragile, nonostante tutto continui a lottare perchè credi che una via di fuga ci possa essere,ci debba essere. Vivi mesi, anni, credendo che la speranza sia l’ultima a morire. Un giornopero’, la tua fragilità, la tua disperazione, unitamente alla convinzione che lo Stato se nefotte altamente dei tuoi problemi, ti porta ad un’altra convinzione ancora piu’ nefasta: perte morire è diventata l’ultima speranza.

Interroghiamoci sul fatto che viviamo in uno Stato che si interessa di noi nella misura in cuisiamo utili (paghiamo le tasse) e ci abbandona nel momento in cui non riusciamo, percause di forza maggiore determinate dall’incapacità dello stesso Stato di mettere ilcittadino nella condizione di potere avere un reddito, a pagarle piu’. Interroghiamoci sulfatto che viviamo in uno Stato che continua a tartassare i poveri cristi lasciando in pace glievasori per scelta, hobby, lavoro e anche piacere. Interroghiamoci sul fatto che chi hastretto il cappio, premuto il grilletto, spinto dal balcone… sono i rappresentanti di decennidi mala-politica.“

Ora, mi sembra evidente che il Mondo sia sempre piu’ dominato dai grandi gruppi di poteredella Finanza internazionale, come Goldman Sachs e Trilateral.

Capirete che da buon contadino non sono propriamente un esperto del settore finanziarioma piu’ o meno (correggetemi se sbaglio) funziona cosi: ci sono degli individui senzascrupoli che giocano a Monopoli con i soldi dei poveri cristi: pensionati, disoccupati,lavoratori e anche imprenditori sull’orlo di una crisi di nervi e non solo.

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E i governi cosa fanno davanti a questa gentaglia ? Semplicemente, con la scusa di una crisicreata proprio da questa gentaglia continuano a togliere i soldi ai poveri cristi per finanziaregli stessi speculatori.

Con Berlusconi abbiamo visto una politica al servizio di un uomo, dei suoi interessi e degliinteressi degli amici suoi. Con Monti stiamo vedendo una politica che fa gli interessi degliamici di Monti e degli altri banchieri che siedono nel governo.

Cose che capitano quando il virus si fa antivirus per portare vantaggi (cioe’ distruggere ilsistema: lo Stato sociale) all’antivirus. Fuori di metafora vuol dire che un uomo che perdecenni ha rappresentato il virus, oggi siede sulla poltrona di primo ministro continuando afare quello che faceva quando siedeva sulle poltrone dei consigli di amministrazione diGoldman Sachs e Trilateral: togliere i soldi ai poveri cristi per foraggiare i grandi gruppi dipotere. Con la differenza che fino a qualche tempo fa Monti veniva considerato il virusmentre oggi è visto da gran parte dell’opinione pubblica come il salvatore della Patria.

A questo proposito andrebbe detto che salvare la Patria (ammettendo che la stia salvando)ammazzando i cittadini che in quella Patria ci vivono non mi sembra che sia una soluzione,puo’ al massimo essere la “soluzione finale “.

Giustamente, molto giustamente gli italiani perbene hanno fatto della lotta alle mafie unamissione di vita. Sarebbe auspicabile che la gente cominciasse a svegliarsi anche percombattere la mafia istituzionalizzata che miete piu’ vittime della mafia vecchio stile.Perche vedete, la mafia vecchio stile agisce fuori e dentro le Istituzioni, la lupara e il tritololi usano ancora ma non come prima e ti chiede ancora il pizzo. La mafia moderna non ha

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bisogno di chiederti il pizzo ma ti fa pagare il pizzo di Stato, aumentando a dismisura lapressione fiscale. Agisce sempre dentro le istituzioni e la vedi seduta sulle poltrone piu’importanti e non ha bisogno di premere nessun grilletto perchè ti esaspera talmente tantoda indurti al suicidio.

Giò Chianta

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Il Paese alla rovescia

Questo è il Paese alla rovescia: tutto ciò che è anormale diventa normale e tutto ciò che è normale diventa anormale.

Se non paghi le tasse sei un furbo se le paghi sei un fesso. Se non paghi le tasse non solo ticonsiderano un furbo ma ti premiano pure, ti regalano un bel condono fiscale alla faccia diquei fessi che le pagano. E a te, che paghi le tasse e sei pure considerato un fesso, tiarrivano sempre delle belle letterine dall’Agenzia delle Entrate che trova sempre deglistrani arretrati da qualche parte e ci mette su un bel po’ di interessi di mora, giusto perricordarti che sei proprio un fesso.

Gli onesti sono i fessi e i disonesti sono i furbi. Gli onesti passano per essere i giustizialistimentre i disonesti sono i garantisti. I mafiosi siedono in Parlamento e gli onesti spesso nonhanno nemmeno una sedia per sedersi. Se ti laurei rischi seriamente di non trovare lavoro,se sei un ignorantone si; e’ tutta una questione di raccomandazioni, per essereraccomandati non serve mica avere una laurea. Sei una giovane donna laureata, colta epreparata, e hai deciso di non darla a nessuno perché hai rispetto di te stessa e delledonne, in questo Paese verrai sempre messa da parte; sai quante ragazze ignoranti hannodeciso di darla perché non hanno rispetto per se stesse. Nel sistema Italia vince chi siprostituisce fisicamente e mentalmente.

In Italia, se lavori, devi aspettare una vita per andare in pensione, poi ci sono iparlamentari, lavorano due giorni a settimana e vanno in pensione dopo due anni da

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parlamentare, voi non vendereste l’anima al diavolo per andare il pensione con due anni divacanza-lavoro?

Per decenni i politici dicono ai giovani che lavorano per loro, un giorno scopri che tu seiormai quasi vecchio, e loro quasi morti, non solo non hanno mai fatto niente per te mastanno ancora attaccati alla sedia. Come fa uno che ha un piede nella fossa a pensare allenuove generazioni ? Lavorano proprio per loro, mica per te.

I politici ti dicono che combattono la mafia, poi guardi il Parlamento e vedi che molti sonocollusi con la mafia. E ti chiedi: ma come fanno a combattere la mafia se lavorano per lamafia ? Poi, vedi che i latitanti quando vengono arrestati se la ridono alla grande, e pensi,rideranno perchè sono consapevoli che hanno almeno un santo in Parlamento.

L’elenco delle cose che vanno decisamente alla rovescia è enorme, diciamo che questo è ilpaese nel quale i buoni per avere un futuro decente se ne vanno via e i cattivi restano afare quello che vogliono. E se andassimo tutti via e lasciassimo solo i cattivi ? Prima o poi,non avendo buoni fa sfruttare, si ammazzerebbero tra di loro, un minuto dopo noitorniamo. Ma se restiamo, dobbiamo cacciarli noi via dall’Italia.

Gio’ Chianta

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Il discorso che ha sconfitto per sempre il razzismo

Il testo che leggerete è il risultato di una conversazione online ove, un mio amico, Marcode Cave, spiega nel dettaglio molte cose interessanti ed istruttive. Buona lettura!

“Scusate se mi metto a fare il maestrino – cosa che non mi va – ma me lo portate a fareperché tutte le affermazioni precedenti sono basate su convinzioni ideologiche e non sudati riportati da Enti accreditati.

Innanzitutto, il mito per cui gli stranieri rubano lavoro. Gli occupati stranieri nel 2012ammontano a circa 2 milioni e rappresentano il 10,1% degli occupati totali. Sono in queisettori lavorativi che gli “italiani” rifiutano di fare. Un rapporto della Banca d’Italia sulleeconomie regionali, scardina il senso comune. Agricoltura, costruzioni, ristorazione, serviziper gli anziani: settori con prevalente presenza straniera. Ma, invito ancora una volta aleggere i giornali, sì proprio i giornali, per capire come questi settori, per via della crisi, sistiano italianizzando. La presenza di stranieri, come prosegue lo studio della Banca d’Italia,afferma che l’arrivo di stranieri ha aumentato l’offerta di lavoro, piuttosto che diminuirla.Gli immigrati pagano oltre 5 miliardi di euro all’Inps che coprono, per ora, le pensioni degliitaliani; gli immigrati, ovvero persone non italiane che hanno deciso di spostarsi escommettere sul nostro territorio, hanno aperto oltre 100 mila imprese negli ultimi anni, inpiena crisi. Guardiamo Cori e Giulianello: senza rumeni e indiani (chiedo scusa perl’estrema semplificazione che sto attuando) agricoltura, panificazione e servizi per glianziani sarebbero morti. Morti. Non venitemi a dire: loro prendono di meno. Vi ricordo chesono gli italiani che pagano meno, facendo una differenziazione tra italiani e non-italiani.Quando andate a lavorare in nero nel cogliere l’uva ve lo farò notare: o non vi piacedomandare?

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Secondo mito da sfatare: dati Istat e Caritas Migrantes (anche loro dicono bugie?) diconoche non esiste alcuna correlazione tra aumento di criminalità in Italia e l’arrivo di stranieri.Anzi, spesso la condizione di criminalità collegata agli stranieri è solo dovuta (nellamaggioranza dei casi) alle assurde leggi sull’immigrazione che postulano una immigrazionesempre sul punto di diventare criminosa. Il tasso di criminalità tra gli stranieri regolariresidenti in Italia che abbiano più di 40 anni d’età è inferiore rispetto a quello dei lorocoetanei italiani. La ricerca conferma poi che il tasso di criminalita’ degli immigrati regolari,nel nostro paese, e’ “solo leggermente piu’ alto” di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,4%,contro lo 0,75%) ma, ad esempio, e’ inferiore tra le persone oltre i 40. Quindi non si puòparlare in maniera generica e senza ausilio di dati.

Terzo mito da sfatare: fanno tutto in nero e noi paghiamo le tasse. Risulta molto bassal’incidenza degli stranieri sul totale delle denunce per reati come rapine in banca (3%) ouffici postali (6%), evasione fiscale e contributiva (5,8%), omissione dei contributiprevidenziali (8%), associazione per delinquere (10,6%). Si stima (e non lo stimo io, mastudi anche statunitensi) che l’evasione in Italia equivale al 20% del Pil (prodotto interlolordo, ovvero la ricchezza prodotta dal nostro Paese). Non credo sia un problema diimmigrati: l’economia del sud, senza evasione, sarebbe scomparsa. L’evasione, poi, nonnasce dalle piccole attività, ma dalle grandi società. E non sono certo straniere, ma italiane.La crisi l’abbiamo creata noi, per il nostro debolissimo senso civico. Il fatto che gli stranierilavorino in nero deriva dall’assenza di documenti di immigrazione, persi o mai ottenutigrazie alle nostre leggi che impongono l’avere un lavoro fisso. Ecco la parolina magica: in unmomento in cui neanche gli italiani hanno un lavoro fisso, come è possibile pretendere chegli stranieri lo abbiano? E se lo perdono? Diventano irregolari, ovvero passibili diespulsione. Ecco cosa dice la nostra fantastica legge Bossi-Fini. Allora, facciamo così.

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Provoco. Cacciamo anche gli italiani che perdono il proprio posto. Facciamoli diventareitaliani irregolari. Ecco, cosa succede. Una guerra civile tra poveri. Uno studio di Boeri (notoeconomista italiano, uno di quelli che non sono dalla parte dei cattivi però, di famamondiale e ho paura se non lo conoscete!!!) fa vedere come nei grandi centri urbani italianiaumenti lo schiavismo per gli stranieri, con lo sfruttamento ad opera principalmente didatori italiani. Peccato che nessuno parli dei cattivoni italiani.

Ultimo mito da sfatare: clandestinità = criminalità. La perversione di questo nasce dallaLegge Bossi-Fini, condannata anche in sede europea per la propria componentespiccatamente antieuropeista. Praticamente la logica della riforma sta nel fatto che, se hailavoro, sei legale nel paese Italia, altrimenti hai max 6 mesi e te ne stai fuori. Dunque, in unmomento di estrema crisi, vi sfido a trovare un lavoro a tempo indeterminato/determinatoper uno straniero. Matematicamente impossibile. Da qui la necessità di togliere il reato diclandestinità.Poi rispondo a chi ha detto che l’Africa sbarcherà in Italia. Falso. Il 60% dei clandestini sonoin realtà turisti (quindi regolari) che arrivano in Italia mediante normale visto turistico eche, rimanendo di più, diventano “clandestini”. Questa parola risulta odiosa: lo sapete?? DaLampedusa, nello scorso anno, è arrivata più o meno una quantità grande come Cori. Ma virendete conto invece di blaterare cose a caso? In particolar modo è anche falso chel’Europa sia un colabrodo. Esiste una politica delle frontiere comuni che si chiama Frontex ilcui obiettivo è la creazione di quella che in gergo viene chiamata fortezza Europa.Ovviamente, l’obiettivo è quella di regolarizzare l’immigrazione. Purtroppo l’immigrazione,di per sè, è un fenomeno che nasce al di là degli stati nazione (a cui vedo molticommentatori e ‘likers’ sono attaccati). Vi voglio dare un esempio che vale per tutti. TraItalia e Svezia negli scorsi due anni c’è stato un conteso per quanto riguarda la presenza dirifugiati politici. L’Italia li ha mandati in Svezia perché non se ne voleva occupare, ma laSvezia si è appellata alla corte europea dei diritti umani che, però, ha dato torto alla Sveziaperchè l'Italia è incapace di far fronte all'immigrazione significa che siamo un paeselle diserie B. Non vi sto dicendo che le persone straniere sono tutte buone. Vi sto dicendo che ilfenomeno dell’immigrazione è complesso. Cacciare non porta a nulla. Usare la polizia,

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telecamere, repressione ecc. come uniche soluzioni non porta a nulla. L’immigrazione èfatta di bambini con tantissimi colori che parleranno italiano volentieri se si sentisseroparte di una società civile. Che non andranno a rubare se vivono in maniera dignitosa,come aspettiamo anche per gli italiani. Il parlare e dire: prima gli italiani o prima glistranieri? Non ha senso. Dobbiamo uscire da questa alternativa distruttiva. Riformare lapolitica. ”

[...]“Non si tratta di opinioni, ma fatti. Vi consiglio di leggere fonti e non di parlare in manieragenerica e facile. La nostra generazione fallirà come quelle precedenti se non analizziamoin maniera critica. Basta con il minestrone. Non ce la faccio più. Parliamo di persone, di visi,di volti. Quando dite clandestino non mettete in conti che sono persone, non animali, nonmandrie. Si chiamano con tantissimi nomi, sono persone perbene, che cercano solo unavita dignitosa. Poi un conto è distinguere chi è un malfattore e chi non lo è. Ma questepersone hanno una dignità, avevano un lavoro: chi in Afghanistan, chi in Perù, chi inSomalia, chi in Uzbekistan. Ma l’hanno perso e vengono in Italia, ma sono ‘clandestini’perché non sono in regola con la legislazione italiana. Non sono animali criminali pernatura. Chi è un ladro va condannato, a prescindere dall’estrazione sociale. Le aspirazionidel popolo italiano (con tutte le sue bellissime sfumature) vanno difese per tutti. Tutti.Articolo 3 della Costituzione”[...]“La legge esiste e fa riferimento alla legge Turco-Napolitano, modificata in partedall’intervento Bossi-Fini. Non esiste l’organicità. Gli sconosciuti esistono e anche tu sei unosconociuto quando viaggi con gli sbandieratori: quando fai il visto e arrivi potresti, comefanno molti, semplicemente rimanere e dopo un po’ diventare clandestino. Ma ciò nonsignifica che tu sia un ladro, ecco ciò che ti sto dicendo. Invece, a differenza di altri, turitorni a casa. Ciò non toglie che sei stato uno sconosciuto in Cina, Giappone od ovunque tusia stato. Ti posso assicurare che US e Canada hanno vedute molto più limitate delle nostre

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e basta analizzare la legislazione che hanno (ripeto: non parliamo per propaganda, ma fattiprecisi). Ci sono leggi e ne abbiamo. Le persone si muovono ed è un fatto: non puoifermare i flussi.

E’ un’idea ottocentesca delle cose. Il punto è che fa più comodo tenere quelli che tu chiami‘sconosciuti’ in uno stato di serie B perché fa prendere voti, perché aumenta la paura.Quando sei stato in Cina o in Russia nessuno ti ha impedito di farlo e non sei stato trattatodi serie B semplicemente perché europeo, perché stiamo strenuamente lottando permantenere i nostri diritti a scapito di chi viene. Io non ho spostato, tra l’altro, il discorso. Hopreso i punti di cui tu parli e li ho sviscerati: così fa un vero anti-razzista. Il razzismo, caroMarco, e non la faccio una posizione verso di te ormai si è spostato su argomentazionicome: “mandiamoli fuori”, “lavoro per gli italiani” , “sì al reato di clandestinità”. Io rompocosì tanto perché sono miei argomenti di studio, di analisi e di aspirazione. Il numero degliimmigrati, se ti conforta, è diminuito drasticamente nel 2012 a causa della crisi economica(-500mila unità). Tranquillo, se ne vanno da soli perché l’Italia è diventata una terra aridaper tutti. Ecco, il diritto a cui aspiriamo. Spero tu riesca a comprendere che una legge nonbasta. Mettiamo anche che tu effettivamente riesca ad approvare democraticamente unalegge che dice “max 200mila persone” entreranno quest’anno. Dopo cosa fai? Ti senti piùtranquillo? Come la implementi la leggi? Come selezioni? Come distingui? Che accordiprendi? Chi è che ti viene a bussare a casa? Nessuno!! Nessuno più vuole stare qui in Italia.Tutti puntano alla Germania, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia. Quindi così avrestirisolto il problema? Ti faccio tutte queste domande perché vorrei che tutte le persone chehanno messo un like al tuo commento ragionassero, pensassero, problematizzassero. Nonsi tratta di libertà di opinione, ma di opinione sensata, con fatti e analisi. Poi possiamocertamente discutere di qualunque cosa. Questo è il senso della politica. Mi dispiace se nonriesci a capirmi, ma non solo me. Tante persone che stanno cercando un sogno e cheneghiamo perché siamo troppo miopi per ragionare in maniera futuribile”

Angelo Cioeta

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Trova il razzista e l'omofobo :

l'ha detto il leghista, il fascista o il nazista ?

1-“Bisogna che non appena questa gente tenterà di sbarcare, sia congelata su questalinea che i marinai chiamano del bagnasciuga.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

2-“Il razzismo è il più vasto e coraggioso riconoscimento di sé che l’Italia abbia maitentato. Chi teme ancor oggi che si tratti di un’imitazione straniera non si accorge diragionare per assurdo: perché è veramente assurdo sospettare che il movimento inteso adare agli italiani una coscienza di razza […] possa servire ad un asservimento ad unapotenza straniera.L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

3-“I negri sono delle mezze scimmie”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

4-“Gli omosessuali? La tolleranza ci può anche essere ma se vengono messi dove sonosempre stati… anche nelle foibe.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

5-“Darò immediatamente disposizioni alla mia comandante affinché faccia pulizia etnica dei culattoni.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini.

6- “Chi non è di buona razza in questa terra, è loglio.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

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7- “I disabili nella scuola? Ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici, più utilemetterli su percorsi differenziati.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini8- “Si potrebbe definire l’ebreo come un’incarnazione deviata del complesso d’inferiorità.Non lo si può colpire più profondamente che descrivendolo con la sua effettiva essenza.Chiamalo mascalzone, farabutto, mentitore, criminale, assassino e omicida. Tutto ciò lotoccherà appena, internamente. Guardalo calmo e severo per un breve tempo e digli: «tusei proprio un giudeo!» e tu ti accorgerai con stupore come nello stesso istante eglidiverrà insicuro, imbarazzato e consapevole della propria colpa.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

9- “Finché ci saremo noi, i musulmani non potranno pregare in comunità.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

10- “La parola d’ordine è questa: intransigenza assoluta ideale e pratica”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

11-“Quegli islamici di merda e le loro palandrane del cazzo! Li prenderemo per le barbe eli rispediremo a casa a calci nel culo!”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

12- “Sono stato, sono e rimarrò un razzista secondo le ultime direttive UE poichè credo, easpetto smentita da quei pochi che mi leggono, che certe notizie riportate solo da IlGiornale definiscano chiaramente che tra razza e razza c’è e ci deve essere differenza.”L’ha detto:A)Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) Rolletti I) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

13- «Esiste ormai una pura “razza italiana”. ”Questo enunciato non è basato sullaconfusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e dinazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi allegenerazioni che da millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di sangue è il piùgrande titolo di nobiltà della Nazione italiana.” “È tempo che gli Italiani si proclaminofrancamente razzisti.”

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L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

14- “Gli sciacalli vanno fucilati. Bisogna dare alle forze dell’ordine l’autorità diprovvedere all’esecuzione sul posto. Ci vuole la legge marziale.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

15- “Che altri popoli vivano nel benessere o che crepino di fame mi interessa solo nellamisura in cui abbiamo bisogno di loro come schiavi al servizio della nostra cultura.”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

16- “Voglio la rivoluzione contro i campi dei nomadi e degli zingari”L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini

17- “Le attività omosessuali di una non trascurabile parte della popolazione,costituiscono una seria minaccia per la gioventù. Tutto ciò richiede l’adozione di piùincisive misure contro queste malattie nazionali.»L’ha detto:A) Himmler B) Gentilini C) Interlandi D) Hitler E) Colombo F) Goebbels G) Muraro H) RollettiI) Borghezio L) Fontanini M) Valmori N) Almirante O) Mussolini.

Cosa di “vince” associando ad ogni dichiarazione l’autore ? I primi dieci lettori cheabbineranno ad ogni dichiarazione l’autore avranno la possibilità di pubblicare, a partire dalprimo Aprile un post sui temi: omofobia, razzismo, xenofobia e piu’ in generale sul temadelle discriminazioni.Il senso del quiz-antirazzista:La premessa è doverosa, non possiamo generalizzare dicendo che tutti i leghisti sianorazzisti, omofobi o xenofobi, ci sono tanti bravi amministratori della Lega e tra di loro c’ègente civile. Molti esponenti della Lega, tra i più importanti nella gerarchia leghista, nelcorso degli anni sono diventati “famosi” non per le loro imprese politiche ma per ledichiarazioni omofobe, razziste e lesive delle dignità umana. Sono passati decenni dalnazismo e dal fascismo ma certe offese contro il genere umano sono rimaste sempre lestesse. In realtà questo non è un quiz o un gioco, è semplicemente un modo per dire che ilrazzismo non ha tempo, un tempo i nazisti se la prendevano con gli omosessuali, gli zingarie gli ebrei, oggi parte dei leghisti, se la prendono sempre con gli omosessuali e gli zingari,mentre gli ebrei di un tempo sono diventati gli islamici di oggi.

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Perchè la parte della Lega civile non prende le distanze da certi rappresentanti di partito ?

Giò Chianta

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Muore la buona Ermelinda....e a Paganine inizia la

Resistenza !!!

Paganine e’ un antico borgo situato nella prima periferia di Modena sud. No, nonimmaginatevi castelli o antiche abazie….a Paganine non c’ e’ alcunche’, nemmeno unapiccola chiesetta. Sono solo modeste case, abitate oggigiorno da gente che vuole vivere incampagna ma a pochi km dalla citta’. Come tanti altri piccoli centri, e’ stato tagliato in 2tronconi dal passaggio dell’ autostrada. Da una parte la vecchia stazione e la ferrovia, orariconvertita a pista ciclabile e dall’ altra le case. Se non fosse sede di una nota aziendaalimentare ( ditta Frigieri un tempo, Grandi Salumifici Italiani adesso ) non sarebbenemmeno conosciuto. Adesso e’ solo uno dei tanti ‘’ dormitori ‘’ per gente che lavoraaltrove ma un tempo, sino agli anni del boom economico, era abitato da una comunita’ digente unita e solidale, come forse solo la miseria, quella vera, puo’ avere. Gli abitanti diPaganine,un tempo quasi tutti poveri, si rivolgono per i servizi ad una frazione confinante,Portile, da sempre abitato da gente molto piu’ abbiente. A Portile c’ e’ l’ asilo delle suore, lascuola , la chiesa , il cimitero, la farmacia e i negozi ma a Paganine al massimo ci fu un’osteria ( oggi ristorante ). Eppure chi ci ha abitato negli anni prima del ’60 e’ orgoglioso diessere vissuto li’ , anche dopo anni. Tra Paganine e Portile c’ e’ sempre stata una sorta dirivalita’, come sempre accade nella provincia , rivalita’ che un tempo era ancora piùsentita . Durante il ventennio, a Portile erano tutti iscritti al partito fascista e a Portileabitava anche un potente militare dell’ RSI, il colonnello Gazza. Forse l’unico che non erasicuramente iscritto era un mio prozio materno, Giuseppe Della Casa, una specie diarmadio con mani come badili, che pero’ fu sempre rispettato ( era un bravo e onesto

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mastro muratore ) e lasciato tranquillo ( dormiva con la pistola sotto il cuscino e girava conun mattarello sotto la giacca ). Proprio per questa rivalita’ campanilistica piu’ che perconvinzione politica, a Paganine erano tutti ‘’ rossi ‘’. Gli scontri avvenivano in un clima datifo da stadio ed al massimo si traducevano nell’ andare sotto la casa di Gazza a tarda nottea cantare Bandiera Rossa. Poi venne l’ 8 settembre del ‘ 43 e, come ricordano i nostrivecchi, ‘’ ci dissero che quel giorno la guerra era finita mentre invece cominciava ‘’ !!

Il 12 settembre del 1943, Vandelli Walter sta’ facendo un giro per la campagna e nota 2uomini in uniforme che cercano di nascondersi. In quei giorni non era difficile incontraremilitari sbandati e il Vandelli si avvicina ai 2. Questi hanno una strana uniforme e parlanouna lingua incomprensibile. Spiegano a gesti di essere aviatori inglesi della RAF che sonofuggiti da un campo di prigionia a Modena, appena in tempo per non essere deportati inGermania. Vandelli e’ a conoscenza del fatto che chi da’ asilo ai ricercati e’ punito con l’impiccagione ma non puo’ lasciare soli quei poveri cristi. Si rivolge quindi a GiuseppeCorghi , un abitante di Paganine vicino da mesi alla Resistenza . Gli inglesi vengono ospitatiper 45 giorni, uno in casa di Vandelli e l’altro nella soffitta di Corghi, che non vuol faresapere la cosa alla madre, la buona Ermelinda, per non farla stare in pensiero. I due militariverranno poi imbarcati a La Spezia e avranno cosi’ salva la vita.

Ai primi di novembre , all’ osteria di Paganine si presentano due uomini con la divisaitaliana. Dicono di essere di un battaglione di stanza a Reggio E. e che stanno raggiungendoBologna. Si comincia a parlare, poi quelli offrono da bere a tutti. Una partita a biliardo e poiscappa qualche confidenza da parte e del Vandelli e del Corghi sugli inglesi nascosti sino apochi giorni prima. Dorvan e altri ragazzi del luogo riconoscono nei due gli istruttori ginnicifascisti della palestra Tersicore e lo dicono a Corghi che li scaccia in malo modo per ‘’ averoffeso quei bravi e gentili signori ‘’. A tarda notte i due militari se ne vanno.

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Due giorni dopo, arriva a Paganine una squadraccia fascista di repubblichini armati sino aidenti. La gente di Paganine e’ stupita e incredula : che ci fanno in un posto come questotanti fascisti ? Che vogliono ? Cosa vogliono fare ? I fascisti si fermano alla casa del Vandellie non trovandolo prelevano la moglie, la Coca. Poi vanno alla casa del Corghi e nontrovando nemmeno lui, arrestano la madre, la buona Ermelinda , per portarle entrambe inAccademia a Modena per essere interrogate.

Le due donne si conoscono da sempre e abitano a poche centinaia di metri l’una dall’ altrama sono fisicamente e caratterialmente agli antipodi. La Coca e’ un donnone con una forzada uomo. Lavora in campagna, tiene dietro la casa e gira sempre in bicicletta per andare afare faccende pesanti a casa di signori. E’ famosa per la sua abitudine di masticare piccolipezzi di carbone da legna, che tiene sempre nelle tasche. Morira’ quasi centenaria divecchiaia . L’ Ermelinda e’ invece una donna piccola, tranquilla e religiosa, che esce di casasolo la domenica mattina per andare a messa . Vive per la famiglia e in particolare per ilfiglio Giuseppe, Pippo, avuto in tarda eta’ dopo tre femmine, per il quale nutre unricambiato amore viscerale. Anche le modalita’ del loro arresto sono diverse : tragicomicoquello della Vandelli, drammatico quello della Corghi.

La Coca quando vede entrare in casa i repubblichini che le intimano di seguirla, comincia alanciar loro contro le varie stoviglie di casa, poi sputi, calci e maledizioni. Ci vogliono in 8 acaricarla di peso e a sbatterla sulla camionetta.

L’ Ermelinda quando vede entrare in casa quegli uomini armati che cercano suo figlio e chepoi le dicono di seguirli non riesce a trattenere le lacrime e viene presa da un piantoirrefrenabile, un singhiozzare a bassa voce e le lacrime le scendono sulle rosee guancie,

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come una bambina. Gli abitanti della casa a tre piani si affacciano sui pianerottoli manessuno osa protestare. Sulla porta compare mio bisnonno, Mezzanotte Francesco che e’appena tornato dal lavoro. Chiede spiegazioni ma un fascista gli punta il moschetto allagola e gli consiglia di non immischiarsi se non vuole una pallottola. L’ Ermelinda intantocontinua a piangere e il moccio le sta’ colando dal naso. Mezzanotte impietosito si toglie ilfoulard dal collo e glielo porge. Le ultime parole che le si sentirono dire furono ‘’ GrazieMezanot, a val dagh indree apeina a poss ‘’!!! Quel fazzoletto e l’ Ermelinda non fecero piu’ritorno a Paganine.

Le 2 donne vengono portate in Accademia per essere interrogate il giorno dopo e rinchiusenella stessa camera di detenzione. Oltre alle minacce di farle parlare con qualunque mezzo,all’ Ermelinda viene anche detto che il figlio e’ stato gia’ scovato e giustiziato ( notizia falsain quanto Pippo e’ impegnato in una missione coi partigiani ). Non e’ dato sapere se per lanotizia della morte del figlio o per la vergogna di ritrovarsi in prigione come una comunedelinquente, la Corghi muore di crepacuore poche ore dopo tra le braccia della Vandelli. LaCoca capisce la gravita’ della situazione : deve assolutamente uscire per informare gliabitanti di Paganine di quello che e’ successo ma come ? La porta in ferro e’ sbarrata da unpesante paletto, le guardie sono assenti sino al mattino successivo, le finestre sono a boccadi lupo…… E qui accade qualcosa che ci fa’ capire non solo che tipo di donna fosse laVandelli ma quanto la mente umana, quando vuole davvero, riesca a costringere il fisico asopportare qualunque cosa. La donna strappa coi denti la fodera del cappotto di coniglio ecomincia ad ingerirne il contenuto. Dapprima qualche pezzetto poi a piene mani . Almattino, quando i carcerieri aprono la porta, si trovano davanti ad uno spettacoloripugnante. In una cella piena di vomito e con un nauseabondo odore, una donna giacemorta appoggiata al muro mentre l’altra pare rigetti anche l’ anima. La Vandelli vienequindi rimandata a casa e quello stesso pomeriggio la donna torna a Paganine perinformare dell’ accaduto. Tutta la popolazione e’ sconcertata e incredula…… ‘’ Ma come,proprio la buona Ermelinda ? Quella che non avrebbe fatto male a una mosca ? Ma perche’lei ? Quale era la sua colpa ? ‘’.

Due giorni dopo il feretro arrivo’ alla stazione di Paganine. Tutto il Paese segui’ il funerale apiedi sino al cimitero, gli uomini da una parte e le donne dall’altra, in un irreale silenzio. C’erano tutti, anche qualche faccia sconosciuta che tra la folla cercava invano di scovare l’unico che mancava : il figlio Giuseppe. Pippo quando apprese notizia dell’ accaduto, parveimpazzire. Si gettava con la testa contro al muro, urlando a squarciagola e maledicendosiper essere stato tanto ingenuo da confidarsi col primo venuto. Voleva assolutamentepartecipare al funerale e i compagni impiegarono un giorno e una notte per dissuaderlo.Dovette assistere al funerale da una collinetta distante qualche centinaio di metri, nascostotra l’erba.

Da quel momento si capi’ che le cose erano davvero cambiate e che non sarebbe piu’bastato andare a cantare l’ Internazionale sotto la casa del fascio per combattere ilfascismo ma occorreva fare di piu’, molto di piu’. Paganine divenne cosi’ un puntonevralgico della Resistenza, uno di quei punti strategici per i rifornimenti dalla pianura alla

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montagna. Sino alla fine della guerra, tutti gli abitanti , vecchi donne e bambini siprodigarono nella lotta al fascismo. Paganine diede altri martiri alla causa : Partigiani chemorirono in montagna ma mai piu’ nessun civile.

Ecco chi erano i repubblichini : non chi ando’ dalla parte sbagliata di chi alla fine perse laguerra ma infami che usarono inaudite violenze contro i propri connazionali. Quindi se allafine della guerra tanti furono giustiziati, furono sempre troppo pochi e ottennero solo cio’che meritavano… E siccome la storia e’ fatta anche di luoghi e di persone sconosciute,ricordiamo Paganine e la buona Ermelinda che, grazie al suo involontario sacrificio,contribui’ ad accendere la fiamma della Resistenza in quel piccolo borgo. Un buon 25 aprilea tutti !!

Gianluca Bellentani

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Nella giornata della Memoria, il ricordo dei ragazzi di Villa Emma

1° aprile 1933 : A. Hitler promulga le leggi razziali contro gli ebrei, colpevoli a suo dire dicospirazione contro la Germania. Tali leggi verranno in seguito estese anche versocomunisti, zingari e avversari politici, in nome di una fantomatica ”salvaguardia della razzaariana ”. Le leggi vengono applicate anche nelle varie nazioni che vengono via viaconquistate.

18 settembre 1938 : l’ Italia fascista e’ alleata con la Germania nazista e Mussolini, percompiacere il forte alleato, promulga anche in Italia le leggi razziali. E’ un colpo tremendoverso tutti gli ebrei, tantissimi, che da sempre vivono nel Paese. Addirittura in tanti sonoloro stessi iscritti al fascismo e non si raccapacitano di come sia possibile una tale presa diposizione nei loro confronti. La citta’ di Modena e’ da sempre patria di una nutrita schieradi famiglie di origine ebraica. Personaggi di rilievo della vita modenese si trovano cosi’, daun giorno all’ altro, ad essere ” colpevoli ” di fronte alla legge. Un noto scrittore satiricomodenese, Angelo Fortunato Formiggini, meglio conosciuto come ” FURMAIN DA MODNA”, dopo aver visto chiudere dal regime la propria casa editrice, compie un gesto eclattante :si veste con un elegantissimo frac e papillon, sale sulla Ghirlandina ( la torre campanaria afianco del Duomo ) e si lancia nel vuoto.

La Santa Sede tace su tutto, in un silenzio assordante e cosi’ anche la societa’ civile, drogatadalla follia fascista. Vi sono pero’ 2 uomini, diversi tra loro per professione, che ancora sisdegnano e hanno ancora dentro di loro una coscienza ed in nome di questa sentono ilbisogno di fare qualcosa di concreto. Sono un bonario parroco di campagna, Don ArrigoBeccari e il medico Dott. Giuseppe Moreali. I due vengono informati da una organizzazioneumanitaria chiamata DELASEM che un gruppo di 30 ragazzi ebrei della Croazia cerca rifugio

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dalla persecuzione nazista. I due non si lasciano intimorire ne’ dalle difficolta’ logistiche ne’dalle conseguenze che la cosa potrebbe avere ( ricordiamo che chi avesse dato aiuto agliebrei era condannato a morte ) e si assumono la responsabilita’ di provvedere a questiragazzi . Gli alloggi vengono individuati presso Villa Emma, nelle campagne modenesi,unagrande villa di campagna da tempo dismessa e qui, con l’aiuto degli abitanti della zona, iragazzi dimenticano per qualche tempo gli orrori della guerra e crescono lontani dallatragedia.

Il tempo pero’ passa e la situazione si fa’ insostenibile in quanto cominciano ad esserci vocisempre piu’ insistenti che minacciano la loro permanenza. Don Beccari e il Dott. Malmusi siprodigano allora x cercare altri posti dove collocarli e nasconderli. Don Beccari riesce aconvincere alcuni seminari mentre il Dott. Malmusi passa di casa in casa a chiedere aiuto.In pochi giorni i 30 ragazzi sono sistemati. Una parte in seminario e altri presso famiglieprivate che, alla domanda se sarebbero disposte ad ospitare uno di questi ragazzi ( contutte le conseguenze che la cosa potrebbe avere ) rispondono in bel dialetto modenese ”AL TOGH, AL SRA’ COME AVER UN FIOL DE PIO’ ” ( lo prendo, sara’ come avere un figlio inpiu’ ). I ragazzi saranno in seguito fatti passare al confine svizzero e solo 1 di essi, unragazzo poliomielitico, sara’ arrestato e morira’ ad Auschwitz. Don Beccari, in seguito aduna delazione, verra’ arrestato e passera’ 7 mesi in carcere ma non svelera’ mai l’accaduto.Solo negli anni ’90 questo bellissimo atto di coraggio avra’ il suo eco e il nome di Don ArrigoBeccari sara’ inserito nel Viale dei Giusti, nel cortile dello Yad Vashem, il monumento all’Olocausto di Israele. Dagli anni novanta, ogni anno, questi ragazzi si ritrovano assieme alleautorita’ cittadine e alle famiglie del luogo per ricordare quei momenti tragici che pero’insegnarono a tutti che la solidarieta’ e’ un dovere di noi tutti, sempre, in ogni luogo e inogni epoca .

Domenica 27 dicembre e’ la Giornata Mondiale della Memoria , la data in cui le truppe dell’Armata Rossa sovietica abbatterono i cancelli di Auschwitz . Che questo giorno non vengaricordato solo per lo sterminio degli ebrei ma soprattutto a chi, ancor oggi , a tanti anni didistanza, inneggia ad una razza superiore, dimenticando che l’unica razza delle persone e’quella umana !!

Gianluca Bellentani

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Ogni giorno deve essere il 25 Aprile

Tra poco sara’ il 25 aprile, una data importante !! E’ la Festa della Liberazione : maliberazione da cosa ?? Tanti tendono a pensare che quel giorno del lontano 1945 ( anche sela data e’ indicativa in quanto gli scontri cessarono formalmente il 2 Maggio ) vengaricordato come il giorno in cui le truppe naziste lasciarono il territorio italiano per tornarein una Germania distrutta dai bombardamenti alleati: la cosa e’ limitativa . Quel giorno gliitaliani si liberarono dal nazifascismo per creare finalmente uno Stato democratico senzadittatori ne monarchia, che appunto venne ripudiata un mese dopo con un referendum.Purtroppo tanti, troppi , non capirono l’importanza di quell’ evento. Erano quelli a cui ilfascismo non aveva poi portato tanti cambiamenti e che salirono sul carro del vincitore diturno, come spesso accade nel nostro Paese. Vi fu’ addirittura chi dal fascismo aveva trattobenefici e privilegi e in quei giorni si strappo’ dai vestiti i gagliardetti fascisti per mettersi alcollo un fazzoletto rosso, diventando uno dei tanti ” partigiani dell’ ultima ora ”, non solonon espiando le proprie colpe ma addirittura avvalendosi di riconoscimenti che non glierano certo dovuti.

Nel nostro Paese, che per certe cose normale non e’, non vi furono processi come aNorimberga per stabilire le giuste pene ma vi furono solo episodi di giustizia sommaria, cheebbero come epilogo quella specie di ” macelleria messicana ” che fu’ Piazzale Loreto . Nonvi fu’ quindi una vera analisi storica di quello che era stato il fascismo e si fece tutto infretta e furia per cancellarlo. Quello fu’ davvero un marchiano e grossolano errore inquanto non venne davvero spiegato il perche’ la quasi totalita’ degli italiani vi avevaaderito, almeno nei primi tempi e come fosse stato possibile che ogni voce di dissensofosse potuta essere soffocata nel sangue per un ventennio senza che nessuno (trannequalche rara voce come il povero Giacomo Matteotti ) muovesse un dito. Si fece comequelle indolenti domestiche che nascondono la polvere sotto il tappeto anziche’ toglierla ele parole d’ ordine furono DIMENTICARE e RICOSTRUIRE.

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Sono passati quasi 70 anni da quei giorni ….Tanti partigiani sono morti o troppo vecchi perdare la loro testimonianza e parole come Resistenza e Antifascismo stanno perdendo quellaforza che avevano un tempo… Ultimamente assistiamo sgomenti ad episodi di un rivoltanterevisonismo storico, se non addirittura di capovolgimento della realta’, non solo da parte digente ignorante ma anche da parte di persone che la storia dovrebbero conoscerla a fondo( dico a lei dott. Pansa ) e addirittura da esponenti il cui partito di appartenenza e’dichiaratamente antifascista ( dico a lei Sen. Violante ). Il Fascismo viene descritto comeuna dittatura da operetta, fatta solo di camicie nere, olio di ricino e qualche legnata.Mussolini , il suo creatore, come una persona che fece il bene dell’Italia e che amava ilproprio Paese e la cui unica vera colpa fu’ quella di essersi alleato con la persona sbagliata.I Partigiani come dei disperati che andarono in montagna solo per non essere imprigionatinei campi di concentramento nazisti e la cui differenza tra chi ando’ nella RSI fu’ solo quelladi aver scelto la parte di chi alla fine vinse la guerra. Credo che quindi sia doveroso darealcune delucidazioni in merito a queste errate considerazioni : delucidazioni che non sonoopinioni personali ma fatti storici innegabili…

a ) Il Fascismo fu’ una dittatura in piena regola, feroce e sanguinaria, sotto cui siperpetrarono torture, esecuzioni sommarie e carneficine. Una dittatura che stermino’ coigas asfisianti intere popolazioni di villaggi africani , che collaboro’ alla costruzione di campidi concentramento anche sul suolo italiano, che rase al suolo interi villaggi sul confinesloveno e che si rese complice e partecipe di una delle pagine piu’ turpi della storia : ladeportazione di migliaia di ebrei verso i campi di concentramento nazisti, il tutto sotto adun assordante silenzio della Santa Sede e di chi allora era Papa. Fascisti non furono solo

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quelli che aderirono all’ RSI ma anche tutti coloro che trassero giovamento e che siarricchirono sotto questo regime : e fascisti furono tutti quegli uomini di Chiesa chemacchiarono di sangue le loro nere tonache denunciando chi era partigiano, tradendopersino l’obbligo del Segreto della Confessione. I Fascisti condussero, in particolare inquella zona d’ Italia denominata Linea Gotica, la piu’ terribile delle guerre : la guerra civile.

b ) Benito Mussolini fu’ sicuramente uno delle persone piu’ ipocrite a profittatrici che lastoria ricordi. Da socialista della prima ora, tra i sostenitori delle prime cooperative e Casedel Popolo, le chiuse o le fece bruciare . Durante la 1a Guerra d’ Africa, si stese assieme aPietro Nenni sulle rotaie per non far passare i convogli militari in partenza , salvo poidichiarare guerra e sterminare intere popolazioni africane inermi in nome del ” Posto alSole ”. Fu’ quello che da giovane predicava alle donne di non procreare per non dare alloStato ” carne da cannone ” e che poi avrebbe premiato con danaro le ” madri della Lupa ”che ogni anno sfornavano un figlio. Fu’ colui che , grande bestemmiatore , ateo emangiapreti firmo’ i Patti Lateranesi per avere l’ appoggio ecclesiastico….Quindi credo chela bonifica delle paludi laziali e toscane o qualche intervento di rifacimento della rete idricapugliese non bastino certo a salvarlo dal giudizio della storia. Se una dote gli puo’ essereattribuita, e’ solo quella di essere stato sicuramente, con la sua oratoria, un trascinatore diitaliche folle.

c ) I Partigiani non furono solo quelli che andarono in montagna a praticare una snervante esanguinosa guerriglia contro i nazifascisti….Partigiani furono anche quelli che li nascosero eli aiutarono. Partigiani furono quelle donne che, a costo della vita, portavano i messaggi ele armi sulle loro biciclette, le famose ” staffette ” ; e partigiani lo furono quei religiosi che,disobbedendo agli ordini dall’ alto ma obbidendo alle loro coscenze , salvarono nelle loroparrocchie tante persone di religione diversa, obbedendo alla parola di Dio che vuole ogniuomo come suo figlio.

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Chi scrive ha avuto due fortune: la prima di non aver vissuto per motivi anagrafici quelletragiche vicende. La seconda di aver potuto parlare con coloro che partigiani lo furonodavvero. Fin da piccolo mi sono appassionato ai racconti delle loro vicende. Mi parevaincredibile che quel tranquillo vecchietto che stava in disparte ad osservare una partita acarte fosse stato un temutissimo comandante partigiano o che quella donna dalle carnicadenti e con le gambe deformate dalle artriti fosse stata in gioventu’ una staffetta cheogni notte , con qualsiasi tempo, faceva 30 km in montagna per consegnare messaggi . Livedevo come i bambini di oggi vedono i super-eroi….con la differenza che quelle eranopersone reali e non raccontavano favole ma verita’. Quindi che il 25 aprile non sia solo ungiorno di festa ma un giorno di ricordo per tutti coloro che diedero la loro gioventu’ e avolte anche la vita per un ‘ Italia migliore. Ricordiamo ai nostri figli e alle giovanigenerazioni che se possono dire , pensare, ascoltare e vedere cio’ che vogliono senza divietinon e’ per grazia divina ma per il sacrificio di tante persone. Facciamogliela studiare nellescuole questa pagina della storia del nostro Paese. Ricordiamoglielo non solo in questogiorno ma ogni giorno perche’ la memoria non cancelli i ricordi . MAI PIU’ GUERRA ! MAIPIU’ DITTATURA ….CHE OGNI GIORNO DELL’ ANNO SIA IL 25 APRILE !!.

Gialuca Bellentani

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Rolando Rivi, vittima della follia della guerra civile.

PREMESSAChi legge queste righe, sicuramente si porra’ delle domande. Innanzitutto perche’pubblicare questa storia che macchia la storia della Resistenza proprio il giorno della Festadella Liberazione ? Non si poteva pubblicarla prima o almeno in altra data ? Il racconto diquesta versione dei fatti vuole essere una sorta di scusante per questo fatto di sanguecompiuto dai Partigiani o magari si vuole screditare la figura di Rolando Rivi ? Noi laici e,almeno per me, non credenti, siamo contrari alla beatificazione di questo giovane,avvenuta in fretta e furia ( almeno a quanto mi fanno notare alcuni amici che di questecose se ne intendono piu’ di me ) ? Credo quindi sia doveroso rispondere a questedomande, partendo dall’ ultima.

Nessuno e’ contrario a questa beatificazione anzi, personalmente ne sono felice poiche’immagino quanto piacere possa fare alla famiglia Rivi gia’ tanto provata . Poi, proprio per ilfatto di essere un non credente, non voglio immischiarmi in faccende religiose e lascioqueste decisioni agli uomini di Chiesa. Quello che mi premeva era che il nome di questoragazzo fosse usato come condanna alla guerra e non come una condanna verso coloro checombatterono per mettere fine ad una dittatura e darci la democrazia.

Pubblicare questa triste storia proprio il giorno della Festa della Liberazione e dei Partigianinon e’ affatto un controsenso ma anzi e’ un togliere quel velo di ipocrisia e di sospetto chericopre tanti fatti di sangue di quel periodo. Sicuramente tanti innocenti persero la vita inquegli ultimi giorni del conflitto. Persone che magari per il solo sospetto di essere staticollaborazionisti furono uccise in fretta e furia, a volte per vendette personali e a volte per

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fini economici. Purtroppo la guerra civile e’ anche questo. Sicuramente pero’ credo siainammissibile mettere sullo stesso piano chi quella situazione la volle per tornacontopersonale, infliggendo ai propri connazionali sofferenze inaudite e chi invece diede lapropria giovinezza e a volte la vita per darci quel bene meraviglioso chiamato LIBERTA’!!!

ROLANDO RIVI, VITTIMA DELLA FOLLIA DELLA GUERRA CIVILE

Sabato 5 ottobre 2013 al PalaPanini, il palazzo dello sport di Modena, si e’ svolta lacerimonia pubblica di beatificazione del seminarista Rolando Rivi. La location dellacerimonia doveva essere inizialmente Piazza Grande ma, a causa dell’ alto numero dipartecipanti all’ evento ( e probabilmente anche per le previsioni meteo che promettevanopioggia, come poi e’ stato ) si e’ dovuto spostare la cerimonia in altra sede. Migliaia dipersone venute da tutta Italia per presenziare a questa beatificazione, per sottolineare laloro solidarieta’ e la loro vicinanza a questo giovane di 14 anni, ucciso dai partigiani il 13aprile 1945. Si, avete letto bene, ucciso dai partigiani e non accidentalmente mavolutamente. L’ ANPI modenese non ha mai nascosto questo episodio che certamentemacchia la Resistenza e i suoi uomini . Non esiste ragione al mondo per giustificare uncrimine tanto atroce.

E’ una ferita che vorremmo chiudere per sempre, come tutte quelle storie di sangue di queltriste periodo e vorremmo ricordare Rolando Rivi come una vittima della follia della GuerraCivile. Purtroppo tanti che furono e sono fascisti convinti usano il nome di questo ragazzoper gettare fango sui partigiani. E’ una storia che va’ avanti da quasi 70 anni e che neltempo si e’ arricchita di particolari senza alcun fondamento, come spesso avviene quandole storie vengono tramandate a voce e da una parte sola. Raccontiamola allora questastoria, questa brutta storia, cosi’ come la raccontano i fascisti e quella parte del clero checol fascismo ando’ a braccetto. Una di quelle storie che tanto piacciono a G. Pansa, ungiornalista che si e’ calato nei panni dello storico e che, per vendere i suoi libri, e’protagonista di un revisionismo tanto pericoloso quanto inquietante. Raccontiamola

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tenendo sempre presente le connotazioni geografiche e storiche che, se non giustificanoalmeno ci possono far comprendere come mai certe cose possano accadere.

Siamo sulle colline tra le provincie di Reggio Emilia e Modena. E’ questo un territorio cheforse piu’ di ogni altro e’ stato teatro della violenza nazifascista. Forse perche’ qui, aMontefiorino, e’ nata la prima Repubblica Partigiana.

Qui, nella frazione di Monchio di Palagano, i nazifascisti hanno compiuto una strage di civiliinerti, donne , vecchi e bambini e incendiato le case. Qui gli scontri tra partigiani enazifascisti sono stati piu’ cruenti che in qualsiasi altro posto. Se vi capitasse di passare perquesti luoghi ora tanto tranquilli, vedreste ai bordi delle strade, davanti alle vecchie case insasso quante sono le lapidi che ricordano i partigiani e i civili trucidati.

Sono i primi mesi del ’45 e la Guerra sta’ finendo, anche se non sembra. Gli americani sonofermi sotto la Linea Gotica ( quella linea difensiva creata dai tedeschi che va’ da Rimini aLucca , che unisce l’Adriatico al Tirreno e che divide l’Italia in due) ma ancora non salgono.Tutti guardano ad est dove l’eroica Armata Rossa, dopo aver difeso il suolo sovietico dall’invasione nazista, comincia pian piano una controffensiva che portera’ i sovietici sin dentroBerlino. Vi sono dappertutto compagnie di tedeschi che battono in ritirata e, adirati con chiprima e’ stato uno scomodo alleato ed ora e’ un nemico, sfogano il loro odio su incolpevolicivili. Vi sono repubblichini che, accorgendosi che ormai tutto e’ perduto, cercano con ognimezzo di zittire coloro che li conoscono per cancellare il loro passato. Vi sono delinquenticomuni che, spacciandosi per partigiani, compiono saccheggi e ruberie : il pericolo e’ovunque.‘’ In quella parte di Emilia conosciuta come Il Triangolo della Morte, tra le provincie diModena e Reggio Emilia, il 7 gennaio 1931 nasce da una modesta e devota famiglia diagricoltori Rolando Rivi. Sin da piccolo egli dimostra il suo amore per Cristo. Finite leelementari entra nel seminario di Marola, da cui poi dovra’ uscire per l’occupazione daparte dei tedeschi. Si prodiga quindi nell’ aiutare il nuovo parroco, Don Camellini nellagestione della locale parrocchia. Fa’ il chierichetto, insegna catechismo ai bambini e li aiuta

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nei compiti. Pur non avendone diritto, veste sempre l’abito talare, che considera come lasua seconda pelle. Da qualche tempo opera in quei luoghi un gruppo di partigiani, iltristemente noto Battaglione Frittelli, al cui comando e’ il feroce Delciso Rioli. E’ formato dasanguinari tagliagole su cui per ogni componente del gruppo pende una taglia. Sono tutticomunisti invasati dalle teorie marxiste e nutrono un cieco odio verso gli uomini di Chiesa.Sono gia’ stati diversi i preti uccisi, come ad esempio Don Pessina nel reggiano e DonTarozzi a Castelfranco di Modena. Rolando Rivi continua lo stesso ad uscire tranquillo equando il suo parroco lo mette in guardia da quei banditi, egli risponde candidamente: ‘’ Ioindosso la divisa di Gesu’ e questa mi proteggera’ sempre ‘’. Un giorno dal parroco arriva ilpadre del ragazzo. Rolando non e’ tornato a casa e quando e’ uscito a cercarlo ha trovatoun biglietto con queste parole : ‘’ E’ VENUTO UN ATTIMO COI PARTIGIANI, NON CERCATELO‘’. Don Camellini tranquillizza il poveruomo dicendogli che il ragazzo tornera’ sicuramente dili’ a poco. Passano altri 2 giorni e il padre ritorna ancor piu’ preoccupato di prima. Il ragazzonon ha ancora fatto rientro e sente che probabilmente e’ accaduto qualcosa di brutto. I dueallora decidono di andare insieme a cercarlo. Arrivati al boschetto in cui Rolando e’ solitofermarsi a leggere i Testi Sacri, trovano un partigiano che sta’ pulendo una grossa pistola.Chiedono notizie del ragazzo e questi risponde freddamente : ‘’ L’ho ammazzato io: e’sepolto la’ in fondo , sotto quelle foglie ‘’. I due uomini rimangono ammutoliti . Mentre ilpadre del ragazzo scoppia in lacrime, Don Camellini ha solo il fiato per domandare : ‘’ Hasofferto molto ‘’ ? E quell’ uomo, indicando la pistola, con noncuranza risponde ‘’ Notranquillo, questa ti ammazza al primo colpo ‘’ . Il padre di Rolando e’ sconvolto e piange indisparte e il curato si avvicina al luogo della frugale sepoltura. Scosta le foglie e subitocompare il corpo senza vita del ragazzo. Ha solo le mutande e da una parte c’e’ la vestetalare arrotolata con cui i partigiani avevano giocato a palla nella piazza del Paese. E’ pienodi lividi su tutto il corpo, segni delle torture subite e probabilmente e’ stato anche abusatosessualmente. E’ stato costretto a sputare sul crocefisso con pugni e cinghiate. Ha due foridi proiettile , uno alla tempia e uno al cuore. Il corpo del giovane viene prima sepolto nelcimitero locale a Monchio poi a fine conflitto la salma viene tumulata nel cimitero diS.Valentino di Castellarano, il paese natio . Sulla sua tomba inizia un pellegrinaggio didevoti. Dopo diversi miracoli avvenuti, il 26 giugno 1997 viene disposto che la salma riposinella chiesa di S. Valentino. Si scopri’ piu’ tardi che ad ucciderlo fu il partigiano GiuseppeCorghi, nome di battaglia Natalino, un fanatico comunista che per quell’ atroce delittovenne condannato a 25 anni di prigione ma ne sconto’ appena cinque ed usci’ solo peramnistia. Piu’ volte le Diocesi reggiana e modenese hanno chiesto ai rispettivi Comuni diintitolare una via o una qualche struttura urbana a questo piccolo angelo, assassinato per lasola motivazione di vestirsi da prete ma questi, da sempre guidati da giunte di sinistra, nonhanno mai preso in considerazione la cosa. Eppure a Modena esiste Via C. Marx, a ReggioEmilia Via Unione Sovietica e a Cavriago addirittura un busto di Lenin…. E’ questa l’idea digiustizia e di democrazia che hanno i rossi ? VERGOGNA !!Questa narrazione, dipinta a tinte fosche, contiene illazioni e falsi storici. Innanzitutto gliepisodi della tonaca usata come pallone, dello sputare sul crocefisso, delle torture e dellaviolenza sessuale non trovarono mai nessun riscontro reale. Il famigerato Triangolo dellaMorte, identificato da Pansa come i territori compresi tra Reggio Emilia, Modena e Bolognae’ in realta’ una colossale esagerazione. Quella parte di territorio chiamata con questo

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nome e’ storicamente collocata tra il Paese di Castelfranco Emilia e le due frazioni diPiumazzo e Rastellino. Riguardo ai cinque anni di galera fatti da Corghi, forse non tuttisanno che a fine conflitto nel Governo De Gasperi il Ministro della Giustizia era il Segretariodel PCI Palmiro Togliatti. Come in tutte le guerre civili, le esecuzioni sommarie sisusseguirono ancora per qualche tempo . Per iniziare un processo di pacificazionenazionale, Togliatti si prodigo’ affinche’ il Presidente della Repubblica E. De Nicolaconcedesse una amnistia per tutti i reati di guerra compiuti sino al 1946, come avvenne.Questa amnistia provoco’ forti sollevazioni popolari, particolarmente in Piemonte. Si arrivo’al paradosso che fascisti come due componenti della famigerata Banda Koch vennerorilasciati, cosi’ come il capo della squadraccia fascista che aveva ucciso in Francia CarloRosselli e partigiani che avevano giustiziato assassini fascisti dopo quella data furonoarrestati e imprigionati come delinquenti comuni. Nel 1948, l’ allora sottosegretario G.Andreotti cancello’ i reati antecedenti al giugno 1948. Corghi venne arrestato il 28 giugnodel ’47 per questo omicidio, che venne giudicato come un reato comune e quindi nonsoggetto ad amnistia. Il processo fu condotto da Magistrati che avevano ricoperto lo stessoruolo anche sotto il Regime. I 5 anni scontati da Corghi in carcere furono durissimi, passatisopportando continue angherie e privazioni da parte dei suoi carcerieri, per la maggiorparte ex repubblichini . Il PCI porto’ piu’ volte all’attenzione del Parlamento questosituazione ( famosa un’ interrogazione alla Camera dell’ On. Pietro Secchia ) e finalmentenel ’53, sotto il Governo Pella, Corghi fu liberato e usci’ dal carcere fortemente provatofisicamente. Poi diciamocelo francamente : se questo odio verso tutti gli uomini di Chiesafosse stato cosi’ cieco come lo si racconta, quanti sarebbero stati i sacerdoti uccisi ? Sedavvero i Partigiani fossero stati solo assassini di preti e banditi, come mai anche tantiuomini di Chiesa come ad esempio Don Elio Monari e Don Pasquino Borghi appoggiaronola Resistenza contro il nazifascismo e pagarono con la vita la loro scelta ? Ecco perche’ lateoria dei partigiani solo invasati ammazza-preti non regge.Ecco la storia di Rolando Rivi, il giovane seminarista ucciso dai partigiani il 13 aprile 1945,cosi’ come la potrete leggere digitandone il nome su Google.Esiste pero’ un’altra versione dei fatti, molto meno romanzata, raccontata da chi a quell’episodio era presente ( e proprio per questo probabilmente il racconto e’ piu’ vicino allarealta’ ). E’ una versione dei fatti che l’ ANPI modenese non ha mai divulgato per nonoffendere la memoria di questo giovane e non provocare ulteriore dolore alla sua famigliagia’ tanto provata da questo lutto. E’ una versione dei fatti di cui la Diocesi locale e’perfettamente a conoscenza ma che, con secolare ipocrisia, finge di ignorare. Per la primavolta dopo quasi 70 anni, credo sia doveroso raccontarla pubblicamente.Sulle colline tra Modena e Reggio Emilia, opera da alcuni mesi il Battaglione Frittelli. E’formato da partigiani conosciuti e temuti per il loro coraggio che hanno compiuto impreseal limite. Tra loro c’e’ chi e’ partito volontario nel ‘ 35 per partecipare alla guerra civilespagnola e non torna a casa da dieci anni. Su ognuno di loro pende una taglia della Poliziafascista. Sono uomini che hanno perso parenti e amici per colpa del Regime, che hannosubito torture e violenze e quando trovano un repubblichino o un tedesco in fuga, nonguardano tanto per il sottile e lo eliminano. Appena arrivati notano subito Rolando Rivi,quel buffo ragazzino che porta un vestito da prete troppo largo per lui. Forse ricorda loro i

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fratelli piu’ piccoli che non vedono da anni, magari quel figlio che hanno lasciato a casa eche ora dovrebbe avere circa la stessa eta’ e per queste ragioni se lo fanno amico. E’ un’amicizia goliardica, come spesso avviene tra uomini fatti e mocciosi, con quegli sfotto’ tipicidei grandi verso i piccoli . Quando Rolando arriva nel boschetto dove e’ solito fermarsi,spesso lo chiamano con loro a mangiare un po’ di polenta o le castagne abbrustolite. Neipomeriggi, quando non e’ impegnato, il ragazzo e’ in mezzo a loro e ne ascolta i discorsi. Ungiorno viene deciso di compiere un sabotaggio all’ ufficio anagrafe del Municipio diMonchio per distruggere le liste di leva. E’ un’ operazione senza particolari rischi poiche’non vi e’ sorveglianza. Basta entrare di notte da una finestra al 1° piano, versare una tanicadi benzina e appiccare il fuoco. Basta un solo uomo per questa operazione. Due giorni dopouno dei partigiani parte per il sabotaggio e quando arriva in piena notte a Monchio trovaad attenderlo una pattuglia di repubblichini che lo arresta e lo porta in Accademia peressere interrogato. I partigiani imprecano contro la malasorte che proprio quella sera hafatto passare una pattuglia da quelle parti. Passa un mese e i partigiani vengono aconoscenza che di li’ a pochi giorni un convoglio di armi e munizioni passera’ da quelle partie avra’ poca scorta per non dare nell’ occhio. Viene predisposto un piano di azione, con unattacco ai lati del convoglio proprio in mezzo a quella curva in salita che rende l’incederedei camion piu’ lento. E’ per puro caso che mentre i partigiani sono appostati, qualcunonoti a qualche kilometro di distanza due autoblindo con cannoncini e tre camion pieni dinazisti. L’imboscata salta e i partigiani riescono miracolosamente a non avere perdite mamentre tornano al campo tutti hanno una certezza e una domanda in mente : qualcuno hatradito, ma chi ? Alla sera, ognuno guarda con sospetto il compagno di fronte : possibileche sia proprio lui il traditore ? Quello con cui si e’ combattuto fianco a fianco ? Poi aqualcuno viene in mente che ad ogni discussione sui piani di azione era sempre presenteRolando Rivi. E’ solo un sospetto pero’ e, per appurarne la veridicita’ si pensa di tendere algiovane un tranello. Un giorno che Rolando e’ in mezzo a loro, si comincia a parlare dellasepoltura fatta qualche mese prima di un grosso quantitativo di armi leggere. Si ricorda ilposto, in una radura li’ vicino, a pochi passi da una secolare quercia. Naturalmente la cosae’ puramente inventata ma di li’ a due giorni una compagnia di fascisti armata di pale,vanghe e picconi sale dritta nel posto indicato per scavare inutilmente sino a sera. E’ laprova certa che il delatore e’ stato Rolando Rivi. Magari non lo avra’ detto direttamente aifascisti e forse si sara’ confidato solo con qualche altro uomo di chiesa ma questo nontoglie nulla alla gravita’ dei fatti. La rabbia dei partigiani e’ al massimo, forse ancor piu’ perla fiducia tradita che per la delazione e si decide di dare a Rolando una lezione che nondimentichera’ facilmente.Quando il ragazzo sale al boschetto, gli dicono di seguirli in una porcilaia abbandonata e quisfogano la loro rabbia su di lui. Volano sberle, calci e cinghiate e nessuno si fa’ impietosiredalle sue grida. La cosa va’ avanti sino a sera: poi anche il furore cieco si spegne e sicomincia a domandarsi sul da fare. Lasciarlo andare non e’ possibile in quanto ilseminarista avrebbe certo informato dell’ accaduto e i fascisti sarebbero saliti a colposicuro verso il nascondiglio dei partigiani. Potrebbe essere tenuto prigioniero ma perquanto tempo ? Nessuno sa che la guerra finira’ di li’ a poco. Se non fosse per la giovaneeta’, lo si sarebbe eliminato senza tanti scrupoli. La scelta da prendere viene messa ai voti ela maggioranza decide che Rolando venga giustiziato come ogni altro delatore. A chi fa’

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presente che a 14 anni sei ancora un bambino, si ricorda di quanti siano i bambini, anchepiu’ piccoli di Rolando che, pur sapendo che nelle loro case sono nascosti militari alleati earmi, tengono la cosa segreta e non ne parlano mai , ne’ in casa ne’ in pubblico.Probabilmente se si fosse atteso qualche giorno, se si fosse ragionato a mente fredda e conpiu’ calma, le decisioni da prendere sarebbero state diverse ma cosi’ purtroppo non fu. Lasentenza venne eseguita il 13 aprile 1945 e se ne assunse la responsabilita’ il partigianoGiuseppe Corghi, nome di battaglia Natalino …. E qui, se permettete, vorrei fermarmi unattimo, non tanto perche’ io Giuseppe Corghi l’ho conosciuto personalmente quanto persottolineare queste parole : ‘’ SE NE ASSUNSE LA RESPONSABILITA’ ‘’ !!Viviamo in un’ epoca di pace e prosperita’ ( paragonate a quei tempi ) ma piena di personeche hanno dimenticato parole come etica, moralita’ ed onore. Gente che viene trovata conle mani nel sacco e che parla di ‘’accadimenti a mia insaputa ‘’ e di ‘’ Magistraturapoliticizzata ‘’ . Non sapremo mai se Corghi fu l’esecutore materiale della sentenza ma se lofu ( e la cosa non e’ certa ) mise in pratica una decisione collegialmente presa dal gruppoma ne pago’ personalmente le conseguenze per tutta la vita in quanto la nomea diassassino di preti lo accompagno’ per sempre.

Riposa in pace Rolando Rivi, accanto a quel Dio che tanto amavi e che quel giorno, per unmotivo a noi sconosciuto, ti volle con se’. Siamo sicuri che questa beatificazione ti avrebbecerto fatto piacere. Se avessi avuto altri precettori che ti avessero insegnato quanto in queimomenti fosse importante il silenzio, se quei tempi non fossero stati cosi’ terribili,probabilmente saresti ancora con noi . La mano che ti uccise non fu certo piu’ colpevole dichi quella situazione di guerra civile la volle e la fomento’. Riposa in pace Rolando Rivi : cheil tuo nome non venga mai piu’ usato per infangare la Resistenza e i Partigiani ma che la tuatriste storia venga ricordata per condannare la guerra, qualsiasi guerra, che porta dietro se’solo morte e sofferenze .

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A tutti un buon 25 aprile

Gianluca Bellentani

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Il bisogno di social network

“In the future, everyone will be world-famous for 15 minutes”Andy Warhol

È innegabile il fatto che i social network abbiano ormai assunto un ruolo preminente nellanostra vita, nel bene o nel male. L’avvento del cosiddetto Web 2.0 ha consentito allepersone di migliorare la comunicazione a lunga distanza superando la semplice e-mail, cosìarida e formale, andando a creare invece piattaforme di condivisione per tutto ciò cheriguarda la nostra vita personale, tra queste piattaforme ci sono pertanto i social network.Quest’ultimi nascono con l’intento di avvicinare persone che conosciamo, ma abitanolontani da noi, o che un tempo conoscevamo con i quali vogliamo mantenere un contatto.L’utilizzo di questi media ha subito una notevole trasformazione, ci siamo accorti che questistrumenti possono fungere da trampolino di lancio per la nostra personalità che magaritenevamo nascosta o che pochi conoscevano. Ecco quindi che nella lista dei contatti nonabbiamo più soltanto gli amici ma anche persone che a malapena conosciamo o che nonabbiamo mai visto dal vivo.

Grazie ai social network ci sentiamo al centro del nostro mondo, riusciamo a soddisfare ilbisogno di essere apprezzati (non sempre), di far parte di una comunità che magari noistessi abbiamo creato. Alcuni riescono finalmente a raggiungere il soddisfacimento nonsoltanto dei bisogni primari (quelli fisiologici) ma di andare oltre, di soddisfare il bisogno diappartenenza, stima e realizzazione che nella quotidianità di tutti i giorni, tra lavoro e altri

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impegni, non rientrano nei piani di vita. Sia chiaro, non per tutti è così, non tutti cercano disoddisfare i propri bisogni attraverso Facebook o Twitter.

Tuttavia le nuove generazioni, ma non solo, hanno creato una sorta di mondo parallelo nelquale ognuno è “famoso” all’interno della propria cerchia di contatti, ed è facile, attraversola condivisione selvaggia, uscire da quella cerchia e “sfondare” nel mondo dei social.Scattare foto lo abbiamo sempre fatto ma una volta queste erano a conoscenza di ungruppo ristretto di persone, oggi credo che queste azioni siano perlopiù risposte alle variemanie di protagonismo che portiamo dentro di noi. Sono la risposta al desiderio di esserericonosciuti attraverso un nuovo status sociale (anzi social). Mi viene in mente quindi lacelebre frase di Andy Warhol sui 15 minuti di celebrità che ho riportato all’iniziodell’articolo; secondo il mio modesto parere quel quarto d’ora di celebrità che spetterebbead ognuno di noi non va inteso a livello di quantità bensì di qualità. Una celebrità di bassolivello, un contentino per soddisfare noi stessi sognando di essere famosi.

Andrea Federici

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Rom

Qualche tempo fa ero a Pisa a moderare un dibattito molto interessante nell’ambitodell’iniziativa Festival scARTI e alla rappresentante di Amnesty International che ci parlavadella recente campagna a favore del popolo Rom, chiesi quali fossero i mutamenti diatteggiamento degli italiani autoctoni nei confronti del popolo Rom.

Confesso di aver ricevuto un assordante quanto educato silenzio.

Difatti episodi come questo di Torino ( Torino,raid campo rom era annunciato) cidimostrano quanto sia ancora pesante la diffidenza ed il razzismo nei confronti di questopopolo.

La mancanza di conoscenza della cultura del “diverso” porta questi episodi di intolleranza.

Il diverso ci fa paura, è un mondo sconosciuto che apre scenari di ogni genere.

Il diverso ci fa paura perchè non conosciamo.

Il diverso ci fa paura perchè è altro, non è noi.

Il diverso ci fa paura e diventa capro espiatorio delle nostre paure, dei nostri fantasmi, dellenostre vigliaccherie.Basterebbe conoscere e capire che anche noi per l’altro, potremmo NOI essere “l’altro “

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Tutto è relativo….

Ma una sedicenne arriva ad inventarsi uno stupro e adulti, in corteo a suo sostegno,incendiamo un campo nomadi.

Follia, dettata dall’ignoranza voluta, in odore di tremenda storia passata…..

Franca Corradini

Prima di tutto vennero a prendere gli zingarie fui contento, perché rubacchiavano.Poi vennero a prendere gli ebreie stetti zitto, perché mi stavano antipatici.Poi vennero a prendere gli omosessuali,e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.Poi vennero a prendere i comunisti,e io non dissi niente, perché non ero comunista.Un giorno vennero a prendere me,e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(Bertold Brecht)

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Verità e giustizia per Marcello Lonzi

Vi racconto la storia di un ragazzo, vi racconto questa storia perché nei panni di Marcello cisarebbe potuto essere un mio conoscente, un mio amico, mio fratello.

Nel 2003 Marcello Lonzi finisce in carcere perché condannato per tentato furto a nove mesidi reclusione, affidato alla Giustizia si direbbe. L’11 luglio del 2003 Marcello muore nelcarcere le Sughere a Livorno. Nessuno avverte Maria Ciuffi, madre di Marcello, che il figlio èmorto, la donna viene a sapere della morte del figlio solo il giorno successivo alla morte,quando ormai il corpo senza vita di Marcello si trova tra le mani del medico legale perl’autopsia.

Ufficialmente Marcello muore d’infarto, ma Maria non puo’ credere che suo figlio siamorto d’infarto con otto costole rotte e due buchi in testa, cosi’ comincia a cercare laverità.

Il magistrato che si occupa del caso continua a ripetere a Maria che il figlio è morto per uninfarto oppure per stress, come da perizia. Nel 2004 il caso viene archiviato, ufficialmenteMarcello è morto per cause naturali. Ma nessuno puo’ fermare una madre piena di dolore,una madre che chiede verità e giustizia per un figlio morto in circostanze a dir pocomisteriose; Maria decise di denunciare il magistrato che si era occupato della vicenda, mala denuncia a carico del magistrato viene archiviata pero’ le indagini per la morte diMarcello vengono riaperte, perché c’è piu’ di qualcosa che non torna.

Nel 2006 viene riesumata la salma di Marcello e si viene a scoprire che il corpo del ragazzoera piu’ devastato di quanto fosse scritto nella perizia. Le foto del corpo di Marcello parlano

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chiaro, il ragazzo è stato picchiato violentemente. Nemmeno questo basta per arrivare aduna verità e nel 2010 il caso viene nuovamente archiviato.

Su questa vicenda c’è stato una strano silenzio, in pochi se ne sono occupati..

Vi invito ad iscrivervi al gruppo Facebook (https://www.facebook.com/group.php?gid=107031239328772 ) dedicato a Marcello Lonzi e gestito dalla madre.

Vi invito, soprattutto, a diffondere il piu’ possibile questa storia e a partecipare a tutte lemanifestazioni che ci saranno in onore di un ragazzo morto “per cause naturali” con ottocostole rotte, due buchi in testa e un corpo completamente devastato. Mi raccomando !!

Giò Chianta

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Vestivamo falce e martello

Ho voluto chiamare VESTIVAMO FALCE MARTELLO questa mini-serie di frammenti di vita vissuta ( racconti tra l’orrido e il grottesco, ) , uno dei primi argomenti che voglio trattare è quello dell’abbigliamento negli anni settanta .

Abbigliamento come divisa.

Divisa di destra e divisa di sinistra.

Abbigliamento usato per connotarsi politicamente e per rendersi riconoscibili anche a prima vista.

Abbigliamento maschile di destra : giacca e cravatta in genere, top dei top anzichè la camicia un maglione a collo alto rigorosamente nero. Cappotto elegante. A volte cappello.

Abbigliamento femminile di destra : elegante, sobrio ma di boutique. Borsa e accessori di Gucci. Profumo più in voga : Calèche di Hermes.

Abbigliamento di sinistra rigorosamente unisex : pantalone ( di solito jeans…ma mai di marca Lewis !!! ), maglietta….. e l’ ESKIMO.

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In varie versioni : invernale con pelo interno, autunnale ed estivo sfoderato e di tessuti di vario peso.

Rigorosamente verde. Consentito il marrone chiaro.

Unico profumo accettato ( rigorosamente unisex anche questo ) : l’essenza di Patchouli .Accessorio unisex : tascapane militare.

L’ESKIMO fu il capo di abbigliamento più connotante per la SINISTRA. Impensabile che uno di destra si permettesse un simile capo di abbigliamento.

Diventa nel tempo un cult. Guccini titola così una canzone . Molti ne scrivono.

Il successo credo sia dovuto, a parte il basso costo, alle numerose e capienti tasche. Tascheche consentivano di contenere oggettistica varia. Dai volantini arrotolati pronti da distribuire , al nastro adesivo da pacchi per attaccare manifesti ovunque, ma soprattutto le due tasche principali nascondevano a meraviglia cubetti di porfido raccolti da terra……Nelle manifestazioni di piazza qualche suonato cercava sempre di farne uso…. Negli anni successivi appare la Kefiah palestinese annodata al collo.

Un salto nel tempo e arriviamo all’abbigliamento delle femministe, negli anni ottanta .

Zoccoletti di legno tipo olandesina, gonnelline a fiori , maglioni a maglie larghe fatti a mano. In realtà un abbigliamento molto più gradevole della divisa unisex della sinistra.

Una cosa che non ho mai capito è perchè questi maglioni dovessero essere confezionati durante le riunioni. Ridicole riunioni dove la gente ( donne per lo più ) a capo chino , dscuteva e sferruzzava. A distanza di anni ancora non riesco a capire il perchè di una “moda” così buffa . Anche se ,oltre all’Eskimo, ho portato zoccoletti e gonnelline a fiori…. ma non mi è mai riuscito di sferruzzare parlando con gli altri… e nemmeno mettermi mai il porfido in tasca, s’intende ….

Franca Corradini

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L'Associazione White Mathilda nasce nell'aprile 2010: i soci fondatori avevano già unagrande esperienza nel settore dell'associazionismo e della promozione sociale e familiare, alivello sia regionale, sia nazionale.

Dalla condivisione di questi percorsi professionali, in parte differenti tra loro ma ricchi diumanità, è emersa la necessità di confrontarsi con le problematiche inerenti la violenzacontro i soggetti più deboli, con particolare riferimento a donne e bambini.

La recente introduzione nel nostro ordinamento del reato di stalking (art. 612 bis c.p. attipersecutori) ha ispirato il tema dominante che caratterizza la missione dell'Associazione, laquale si occupa, altresì, di altre importanti tematiche legate alla violenza in genere.

White Mathilda opera a livello nazionale tramite la rete del Ministero delle PariOpportunità che risponde al numero 1522.

White Mathilda è iscritta all'Albo Regionale delle associazioni Politiche Femminili RegioneLombardia associazione N.462.

Dalla sua costituzione, White Mathilda ha gestito lo Sportello Antistalking del Comune diDesio, con all'attivo oltre 200 casi seguiti e numerose iniziative sul territorio delle Provinciedi Monza e Brianza e Milano, volte ad informare la popolazione sul fenomeno dello stalkinge sugli strumenti psicologici e giuridici di tutela.

L'Associazione, che non persegue fini di lucro neppure indirettamente, si propone disvolgere attività di utilità sociale a favore degli associati e di terzi nel pieno rispetto dellalibertà e dignità, garantendo assistenza e sostegno, psicologico e legale, a tutti gli individui,senza distinzione di età, sesso, razza, religione, idee e ceto sociale.

Sito ufficiale : http://www.whitemathilda.org

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Ilmalpaese.wodpress.com ha presentato:

Che cos’è Il Malpaese ?

Direttore di progetto: Gio’ ChiantaCoordinamento editoriale: Bianca FolinoGrafica e impaginazione: Karlo PuliciAutori: Gianluca Bellentani,Gio’ Chianta ([email protected] )Angelo Cioeta ([email protected] / blog personale: http://www.elnuevodia.altervista.org)Franca Corradini ([email protected] )Andrea Federici ([email protected] )Bianca Folino, sito web www.biancafolino.it Giovanna Nicolella ([email protected] )Karlo Pulici [email protected] Laura Marinaro

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