Corso_inseminazione Ape Regina
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LAVORO ESEGUITO DA
APICOLTURA DUE PONTI DI MASSARA FRANCESCO APICOLTURA AGATA CIERLIŃSKA
Perché inseminare artificialmente le nostre regine
Francesco Massara e Agata Cierlińska
Inseminazione strumentale dell'ape regina
2012-07-30
Apicoltura Due Ponti di Francesco Massara Apicoltura Agata Cierlińska
Apicoltura DuePonti di Francesco Massara
Apicoltura Agata Cierlińska Produttore di: miele – pappa reale – sciami – regine
P.zza Garibaldi, 5 Nicotera (VV) Tel. 333.660.2990 E-mail [email protected]
Introduzione
Penso siano finiti gli anni quando il presidente della FAI di allora (1983) scriveva “ .abbiamo
molto riflettuto prima di fornire anche agli apicoltori italiani un testo così specializzato...”
riferendosi al manuale che descriveva “l'inseminazione strumentale dell'ape regina” curato dal
dott. F. Ruttner, edito da APIMONDIA
La prima inseminazione strumentale dell'ape regina ben riuscita risale a più di 60 anni fa da
allora tanti sono
stati i progressi, le
difficoltà sono
diventate più
psicologiche che
reali, infatti in quasi
tutto il mondo
tranne in Italia la
tecnica si applica in
maniera industriale
ed i risultati sono
sotto gli occhi di
tutti: basta cercare su internet e si possono trovare delle offerte dagli U.S.A tipo: resistente alla
peste americana”, “ molto docili”, “gialle”, “precoci nella ripresa primaverile”, o “tardive”, negli
ultimi periodi anche “resistenti alla varroa” oppure “previdenti” (che fanno scorte nel nido così da
non trovarsi mai affamati) o ancora alveari “imprevidenti” (adatti a produrre pacchi d'api ad uso
commerciale data la loro caratteristica di deporre senza preoccuparsi della scarsità del raccolto).
Possiamo comprare regine dall'estero con caratteristiche che desideriamo, ora ad esempio va di
moda la carnica e buckfast, ma questo comporta una progressiva diminuzione degli alveari di api
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ligustica spinola e l' inevitabile nascita di ibridi con caratteristiche imprevedibili. L'importazione ci
espone inoltre a malattie di ogni genere come quanto successo qualche anno fa in Spagna con il
coleottero aethina tumida (arrivato proprio con delle regine e per fortuna subito bloccato) o come
per il già presente in tutta Italia nosema ceranae. In alternativa possiamo selezionare e potenziare
dalla nostra ape tutte le qualità che vogliamo. Qualcuno penserà che con il sistema della selezione
massale adottato dai nostri allevatori o come in Alto Adige che hanno scomodato la politica per
avere delle zone protette, sia l'unica soluzione o la meno costosa; in realtà niente di tutto questo:
con l'inseminazione strumentale si possono gestire più linee di api con caratteristiche diverse in un
unico apiario tranquillamente senza arrecare danno agli altri e senza chiedere sacrifici per il nostro
tornaconto: bastano una decina di alveari per tenere
sotto controllo un paio di caratteri di una popolazione
senza incorrere in problemi di consanguineità per
decenni. Con la selezione massale al contrario per a
ottenere risultati apprezzabili avremmo bisogno di
generazioni e generazioni di api, con un dispiego di
alveari notevole, destinati unicamente a fuchi per
contrastare numericamente quelli indigeni e quelli
degli altri apicoltori nomadisti, che giustamente portano le api dove c'è abbondanza di raccolto. La
difficoltà di una selezione come accennato non è la strumentazione ma bensì riconoscere e
individuare i caratteri che vogliamo selezionare. Come si vede purtroppo le cause e le variabili
sono moltissime, ma questo non deve scoraggiarci perché ci sono mille altre caratteristiche che
possiamo migliorare con una selezione, ad esempio è risaputo che le famiglie che hanno uno
spiccato senso della pulizia dei cadaveri resistono bene alla peste americana: questa è una
caratteristica che possiamo facilmente selezionare, come pure la docilità, la scarsa propensione
alla sciamatura, praticamente tutto quello che gli altri in giro per il mondo già fanno. Ecco perché
sostengo l'importanza dell'inseminazione strumentale, oggi si può e con lo sviluppo di internet e
dei nuovi mezzi di comunicazione è ancora più facile per gli apicoltori italiani sfruttare le
esperienze ed i risultati dei colleghi stranieri, recuperando rapidamente il tempo perso, ma
diventa anche economicamente utile mantenendo solo una decina di regine inseminate
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artificialmente perpetuare le caratteristiche di razza e di ecotipo. Il costo dello strumento è di circa
1000€, i più costosi 2000 €, mentre lo stereoscopio costa meno di 500 €.
Uso dell’inseminazione strumentale
Vorrei condividere con voi alcuni dei metodi e delle procedure che io e Agata usiamo per la
produzione di regine inseminate strumentali su scala commerciale. Da quando ci siamo imbarcati
in questa avventura abbiamo prodotto alcune centinaia di regine, sia per la nostra azienda che per
la vendita. Le api sono sopravvissute e si sono evolute per milioni di anni senza che noi ce ne
occupassimo assiduamente. Ora invece sono divenute dipendenti dall’attività umana. Es. non
potrebbero esistere senza trattamenti chimici contro malattie e parassiti.
Nucleo di fecondazione mod. uliki in pieno inverno a Nicotera
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Le nostre api possono diventare nel prossimo futuro resistenti alle malattie e ai parassiti
utilizzando gli stessi meccanismi evolutivi. In questa corsa agli armamenti gli acari hanno qualche
vantaggio a causa del loro tempo di generazione più breve. Penso che siamo in grado di aiutare le
api accelerando la diffusione dei geni resistenti all’acaro e l’inseminazione strumentale è uno
strumento che può essere utilizzato a tale fine.
Le ultime tecnologie del DNA e le informazioni che ne derivano e che vengono applicate
alle api richiedono un controllo preciso dell’accoppiamento, attraverso l’uso dell’IS. delle api
regine che è cosa diversa dall’inseminazione di altri animali. IL nostro obbiettivo non è quello di
fecondare un ovulo con uno spermatozoo ma solo di ottenere milioni di spermatozoi che devono
essere conservati nella spermateca della regina. Cinque milioni di spermatozoi devono essere
conservati in modo che la regina possa deporre e fecondare uno o due milioni di uova nel corso
della sua vita. E’ incredibile pensare che tutti noi dal ricercatore, all’inseminatore, agli apicoltori
che dovranno testare le regine siamo tutti coinvolti in nientemeno che l’evoluzione della specie
delle api e quindi dobbiamo prendere le nostre azioni molto seriamente.
La posizione dei nostri apiari è
nel sud dell’Italia, precisamente a
Nicotera. Il clima mediterraneo ci offre
una stagione per l’allevamento delle
regine praticamente da febbraio a
ottobre. L’apicoltura per noi non è solo
una professione ma uno stile di vita,
noi viviamo con le api, circa un
centinaio di famiglie, fuori dalla porta e
sono utilizzate per l’allevamento delle
regine, l’allevamento dei fuchi e per i nuclei di fecondazione. Le altre famiglie, alcune centinaia,
sono tenute a pochi chilometri di distanza e servono per testare le famiglie. Il nostro sistema di
produzione una volta che comincia è un flusso continuo. Ai primi di Gennaio dopo aver introdotto i
telaini da fuco inizia l’allevamento dei fuchi nutrendo le famiglie scelte con sciroppo proteico, e a
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fine mese si inizia ad innestare tutti i giorni ed i passaggi devono essere fatti quotidianamente. IL
sistema è complesso ma una volta superato il rodaggio il tutto diventa routine. Quando si controlla
l’accoppiamento non c’è bisogno di tenere separate le diverse linee di api. Questo è un notevole
vantaggio rispetto a programmi che utilizzano l’accoppiamento in natura, altro vantaggio è che le
condizioni atmosferiche sono irrilevanti. La defaiance è dovuta alla mancanza di cooperazione o
contatto con i ricercatori che si dedicano allo sviluppo di linee resistenti alle malattie e agli acari in
modo da partire con il più alto valore possibile. C’è la possibilità di accrescere questo valore
attraverso la selezione basata su dati raccolti sulla resistenza agli acari e le prestazioni delle regine.
E’ qui che lo strumento dell’inseminazione è in definitiva come un mezzo di copia e distribuzione
dei tratti genetici considerati vantaggiosi.
In natura ogni regina nel riprodursi mantiene la diversità genetica molto bene ma produce
cambiamenti genetici molto lentamente, mentre con l'inseminazione strumentale questo può
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avvenire molto rapidamente. Le regine libere nel suo alveare se trovano il clima adatto, assenza
di piova, assenza di vento forte, fuchi a sufficienza, si fecondano dal 6° al 10 giorno, la variante può
essere anche la razza, normalmente la ligustica si accoppia al settimo giorno, con un numero che
varia dai 7, 8, secondo alcuni autori anche 15 fuchi ragion per cui noi cercheremmo di copiare la
natura il più possibile, quindi le insemineremmo dopo 7 giorni con circa 8 millimetri cubi di
sperma Per precisione dobbiamo dire che l'inizio della deposizione non dipende dall'IS
ma da quando e
quanta anestesia
(l'anestesia fa
parte integrante
dell'inseminazione)
con anidride
carbonica e stata
applicata, infatti
depongono anche
senza
inseminazione
chiaramente solo
uova da fuchi. Non
è comunque escluso che a volte per raggiungere prima i risultati che ci siamo prefissi torni utile
inseminare con 1 solo fuco, chiaramente un regina cosi inseminata non immagazzinerà una
quantità di sperma a sufficienza per mantenere attiva una famiglia per alcuni anni, ma sarà
sufficiente per dare origine ad altre regine.
Questa metodica comunque trova suffragio sopratutto quando il fuco prescelto ha un
carattere certo e si pensa che i suoi fratelli non abbiano quel carattere, come esempio possiamo
riportare il caso del carattere biondo che magari una regina ha pochi o quasi nulli figli maschi con
questo carattere, ecco che diventa interessante prendere quel singolo maschio piuttosto che i suoi
fratelli che non presentano quel carattere specifico.
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La quantità di regine da inseminare determinerà anche la convenienza per un metodo di
conservazione di queste ultime
piuttosto che un altro. Chi ha
poche regine da inseminare il più
delle volte trova conveniente
inserire le regine sui nuclei e
prelevarle direttamente su questi
ultimi al momento
dell'inseminazione per poi
rimetterle al suo posto con api
che le considerano come sue,
piuttosto che dover rischiare una
accettazione della regina già
inseminata che è costata un mucchio di attenzioni. Chi invece insemina decine o centinaia di
regine le tiene in gabbiette 7 giorni prima dell'inseminazione e 48 ore dopo , per poi distribuirle
nei nuclei dove incominceranno a deporre.
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Allevamento regine
Ogni giorno scegliamo le regine migliori per l’innesto, questa prima selezione si basa sulle
prestazioni e sul pedigree.
Il nostro metodo consiste nell’utilizzare colonie orfane forti che possano iniziare e portare
ad opercolatura 13/39 celle per volta. Al
5°giorno le celle vengono trasferite in
incubatrice dove nasceranno in gabbiette.
Mentre alle colonie verranno dati altri innesti.
Le colonie sono rinforzate con un telaino di
covata ogni 5/7 gg. A differenza delle regine
fecondate in natura queste regine non
potranno mai volare. Quando le nostre regine
saranno tutte nate nelle gabbiette di legno,
dove sul fondo è stato messo un cupolino con una goccia di miele perché si possano cibare,
verranno introdotte nelle banche per regine. Queste banche devono essere molto forti e possono
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essere le stesse che allevano le celle. Le gabbiette, con le regine nate, montate su un telaino
appositamente modificato, rimarranno nella banca per 7 gg. , il tempo necessario perché siano
sessualmente mature per l’inseminazione, e ne introduciamo fino a 27, una volta inseminate
ritorneranno nella stessa banca ma questa volta nelle gabbiette di plastica con le accompagnatrici.
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Fuchi
Tornando al discorso dei fuchi è da sottolineare che il loro allevamento è forse più
importante di quello delle regine, anche se gli apicoltori sottovalutano questo aspetto. L’intero
processo produttivo ruota attorno alla disponibilità di
fuchi. Spesso potremmo anticipare l’allevamento delle
regine ma le colonie non sono ancora pronte a produrre
fuchi, questo inconveniente si manifesta soprattutto in
primavera, siccome dobbiamo essere sicuri che i fuchi
appartengono alla regina desiderata, vengono costretti
nella colonia sovrapponendo un escludi regina e chiudendo
l’entrata con un altro escludi regina. Prima di incominciare
il lavoro di inseminazione, occorre andare in apiario e raccogliere i fuchi scegliendo i fuchi
sessualmente maturi che si distinguono perché sono più svelti, più robusti e sono pronti a spiccare
il volo e si introducono in una gabbietta a contatto con le api ma separati da una rete, cosi che
stiano più tranquilli e possano essere nutriti, in attesa dell’inseminazione possono essere tenuti in
incubatrice a 28°C.