Corso per lettori 1° Intervento LAzione Cattolica di Nocera Inferiore - Sarno È tempo di...

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Corso per lettori 1° Intervento L’Azione Cattolica di Nocera Inferiore - Sarno È tempo di formazione! Per me vivere è Cristo Promozione e rinnovamento della liturgia 1 Sacrosanctum Concilium 1

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Corso per lettori 1° Intervento 1

L’Azione Cattolicadi Nocera Inferiore - Sarno

È tempo di formazione!• Per me vivere è Cristo• Promozione e

rinnovamento della liturgia

Sacrosanctum Concilium 1

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il Concilio Vaticano IICostituzione sulla sacra liturgiaSacrosanctum Concilium (SC)

Sacrosanctum Concilium 2

Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno – Azione Cattolica

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• Concilio: mettere insieme, convenire … condividere … può essere convocato solo dal papa

• Ecumenico: di tutto il mondo οἰκέω, "abitare“ al medio passivo οἰκουμένη (γῆ) indicava la porzione di Terra conosciuta e abitata dall'uomo, per cui l'ecumene è "la casa dove tutti viviamo".

• Vaticano II: si è svolto in Vaticano• Costituzione dogmatica/pastorale: Costituzione indica il fondamento (l’orientamento

fondamentale della Chiesa); dogmatica: è alla base della fede; pastorale: indica l'agire della Chiesa finalizzato a favorire l'incontro degli uomini con la Parola, incarnandola in un determinato contesto storico-culturale.

• Liturgia: Il termine “Liturgia” significa originalmente “opera pubblica”, “servizio da parte del/e in favore del popolo”. Nella tradizione cristiana vuole significare che il Popolo di Dio partecipa all’”opera di Dio” [Cf. Gv 17,4 ]. Attraverso la Liturgia Cristo, nostro Redentore e Sommo Sacerdote, continua nella sua Chiesa, con essa e per mezzo di essa, l’opera della nostra Redenzione (CCC 1069 e seguenti).

• Nome del documento: le prime due parole (l’incipit) danno il nome al documento e si presentano come l’ouverture … lasciando già trasparire il contenuto! Inoltre vengono poi identificati con le prime due lettere in maiuscolo e senza punteggiatura. Esempio SC (Sacrosanctum concilium); LG (Lumen gentium). Ovviamente noi leggiamo sempre la traduzione dei testi originali che vengono scritti in latino e poi tradotti in tulle le altre lingue.

Sacrosanctum Concilium 3

Alcuni termini per iniziareAlcuni termini per iniziare

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• Dal greco al latino (IV secolo a Roma)• Verso la fine del primo Millennio: Messale plenario e la “messa privata”.

Aumentano le richieste di messe per ottenere grazie ed esaudire voti. Si celebrano messe su richiesta e in base alle necessità dei fedeli (messe private). Si rende necessario moltiplicare i sacerdoti e anche le Chiese acquistano una fisionomia particolare: altare maggiore e altari minori o laterali (dedicati a santi). Pian piano si arriva un libro unico della celebrazione con letture, preghiere e canti: tutte parti affidate al sacerdote!

• Diminuisce la partecipazione dei fedeli: il popolo cristiano in realtà non partecipa attivamente alla celebrazione ma assiste, anche perché il latino non è più compreso per la nascita delle nuove lingue neolatine. «La mensa è pronta, ma nessuno viene a mangiare» (lamentava san Giovanni Crisostomo). Il popolo si allontana dalla celebrazione perché non capisce. Il Concilio Lateranense IV (1215) allora introduce il precetto universale che chi non va a messa la domenica e nelle feste comandate fa peccato mortale. Il popolo torna a messa per obbedienza ma continua a non capire.

Un po’ di storia: la Chiesa in cammino!Un po’ di storia: la Chiesa in cammino!

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Come far capire ai fedeli?• Spiegazione allegorica della Messa: rappresentazione della vita

di Gesù. Ad ogni momento della celebrazione c’era una corrispondenza con un evento della vita di Gesù. Esempio: fino al Kyrie si era nell’AT; Gloria: Natale; Epistola: predicazione del battista; Vangelo: predicazione di Gesù; svelamento del calice: Gesù spogliato; mani allargate: crocifissione … In tutto ciò non si parlava di Risurrezione. Siamo dinanzi a una Chiesa che cervelloticamente interpreta la celebrazione e che si ferma al venerdì santo

• Aumentano le devozioni: mentre il prete bisbiglia la messa, i fedeli si organizzano magari recitando il rosario! Partecipazione passiva! Ancora oggi tante persone recitano il rosario durante la messa!!!!!

• Concilio di Trento: è la Controriforma verso i protestanti (Martin Lutero). Precisò e riaffermò la fede cattolica soprattutto nelle presenta reale e permanente di cristo nel pane consacrato. Non ci fu una riforma liturgica: questa venne demandata alla Sede Apostolica

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La genesi remota della SC e il movimento liturgico nel XX secolo

• Alcune questioni all’inizio del XX secolo: Immobilismo e disaffezione• Movimento liturgico: nasce nel 1909. i ispira a una frase di Pio X «Tra le

sollecitudini del nostro ministero nulla ci sta più a cuore che la partecipazione attiva del popolo cristiano alle sacre celebrazioni» (Enciclica Tra le sollecitudini)

• Le osservazioni sul distacco del popolo dalla liturgia fatte da Antonio Rosmini nella sua famosa opera Delle cinque piaghe della santa chiesa

• Questo movimento nasce nei monasteri benedettini prima in Belgio, poi in Germania, Austria e Italia. Il movimento liturgico si proponeva di rendere viva ed efficace la celebrazione dei misteri cristiani, in modo che i riti «parlassero» agli uomini d’oggi.

• Alcuni nomi: Lambert Beauduin, Odo Casel, Romano Guardini, Pius Parsch; in Italia il Cardinale Ildefonso Schuster e l’abate Emanuele Caronti

• 1958: In una Istruzione la Congregazione dei Riti sollecita la partecipazione del popolo, che, finalmente può rispondere, almeno in latino:

«Amen, Deo gratias, et cum spiritu tuo»

Si scioglie la lingua ai muti!

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Ormai tutto è pronto!• Si era capito, cioè, che la prassi liturgica è decisiva per definire e

acquisire l’identità cristiana: «l’essenziale della verità cristiana -scriveva Guardini nel 1940 - si manifesta soltanto nel mondo della vita liturgica».

• Volendo sintetizzare il ruolo storico che tutte queste persone e le loro iniziative ebbero nella chiesa, si possono citare le parole di Pio XII che nel 1956 (proprio mentre sembrava raffreddare gli entusiasmi per ulteriori riforme) aveva affermato: «Il movimento liturgico... è apparso come un segno delle disposizioni provvidenziali di Dio riguardo al tempo presente, come un passaggio dello Spirito santo nella sua chiesa» (Discorso ai partecipanti al I Congresso internazionale di Liturgia pastorale, Assisi 1956). Sono le stesse parole che il n. 43 della SC applicherà all’intero processo di rinnovamento della liturgia, dimostrando così l’autocoscienza dei padri conciliari circa l’opera che stavano compiendo

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La svolta!!!

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Grande evento voluto dallo Spirito!

Sulla Chiesa soffia una rinnovata Pentecoste

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Attenzione!!!SVOLTA ma non ROTTURA!

• La ritualità appartiene alla natura dell’uomo: ne abbiamo bisogno

• In questa visione progressiva nella storia della Chiesa, dunque, non ci sono mai rotture ma rinnovamento!

• Dunque, anche nel rito liturgico la Chiesa va avanti adattando la ritualità alle esigenze della storia nella lettura sapiente dei segni dei tempi.

• Ad esempio: La SC ha portato al nuovo rito della messa che è, badate bene, in latino e tradotto in tutte le lingue (36 ss)

• Ancora, questo rito non abolisce il precedente!

La visione storico salvifica: Il cammino della Chiesa va avanti in maniera progressiva. La visione storico salvifica è lineare non circolare nel senso che ci sono i famosi corsi e ricorsi storici. La visione della nostra storia che è storia di salvezza perché si fonda sul dialogo/alleanza tra Dio e noi, è lineare nel senso che va avanti verso il pieno compimento, verso l’incontro definitivo con Cristo nella sua seconda venuta! Nell’Enciclica Spe salvi il papa Benedetto ce lo ricorda bene!

Noi viviamo nella sicura speranza di questo incontro definitivo con il Cristo, l’éschaton, la realtà ultima (non futura!) San Tommaso d’Aquino: Fine teleologico della nostra vita!-τέλος il fine (non la fine!) della storia . Telos significa il compimento perfetto. -Così il termine indica ad esempio anche il grado più alto di felicità.-Tutto converge verso il fine buono che è Cristo!

“Haec est autem vita aeterna:

Ut cognoscant te, solum Deum verum,

et quem misisti Jesum Christum...” (Gv 17, 3)

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il Concilio Ecumenico Vaticano II• Il Concilio ecumenico

Vaticano II è stato il ventunesimo e ultimo dei Concili della Chiesa cattolica.

• Si svolse in nove sessioni e in quattro periodi, dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI. Promulgò quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti.

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L'apertura• Il Concilio fu dunque aperto ufficialmente l'

11 ottobre 1962 da papa Giovanni XXIII all'interno della basilica di San Pietro in Vaticano con cerimonia solenne. In tale occasione pronunciò il celebre discorso Gaudet Mater Ecclesia (Gioisce la Madre Chiesa) nel quale indicò quale fosse lo scopo principale del concilio:

«[...] occorre che questa dottrina certa ed immutabile, alla quale si deve prestare un assenso fedele, sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi. Altro è infatti il deposito della Fede, cioè le verità che sono contenute nella nostra veneranda dottrina, altro è il modo con il quale esse sono annunziate, sempre però nello stesso senso e nella stessa accezione. » (Papa Giovanni XXIII – Discorso per la solenne apertura del SS. Concilio, 11 ottobre 1962[6])

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Concilio Vaticano II

Data 1962-1965Accettato da cattolici

Concilio precedente Concilio Vaticano I

Concilio successivo nessuno

Convocato da papa Giovanni XXIII

Presieduto da papa Giovanni XXIII, papa Paolo VI

Partecipanti circa 2450

Argomenti in discussioneLa Chiesa nel mondo moderno, Ecumenismo, Ispirazione della

Bibbia, Liturgia

Documenti e pronunciamentiquattro costituzioni, nove decreti e

tre dichiarazioni (vedi Documenti del Concilio Vaticano II)

Gruppi scismatici Lefebvriani

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• La SC fu il primo documento promulgato dal Concilio il 4-12-1963, esso aprì di fatto un epoca nuova in un campo così fondamentale per la vita della chiesa quale è la liturgia.

• Si pensò di mettere subito a tema la questione della liturgia perché sembrava più facile iniziare i lavori del concilio con argomenti pastorali e pratici, fu un documento che servì anche da rodaggio per gli altri.

• Paure: i conservatori avevano paura che la Chiesa dirottasse sul protestantesimo. I progressisti che si restasse ancora fermi ai precedenti schemi!

• I padri conciliari capirono che prima di tutto era necessario eliminare quel distacco deleterio tra la liturgia e il popolo cristiano per favorire una partecipazione attiva dei fedeli.

• Si lavorò, in particolare, attorno a due piste: la questione della lingua e una migliore comprensione dei riti che poteva essere favorita dalla semplificazione di un cerimoniale barocco che ormai mal si adattava ai tempi, pur preservando il senso del maestoso e del solenne, ma a caro prezzo.

La discussione

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L’approvazione

• Finalmente, il 22 novembre 1963, ebbe luogo la votazione sullo schema nel suo insieme col il seguente risultato: votanti 2178; 2158 a favore, 19 contrari, 1 nullo. La via era dunque aperta per la solenne promulgazione della costituzione sulla sacra liturgia, il primo documento conciliare portato a termine.

• La discussione, iniziatasi con Giovanni XXIII, era stata guidata a conclusione da Paolo VI: entrambi i pontefici videro come fatto provvidenziale l’aver iniziato i lavori del Concilio con lo schema della liturgia. «Noi vi ravvisiamo l’ossequio alla scala dei valori e dei doveri: Dio al primo posto; la preghiera prima nostra obbligazione; la liturgia prima fonte della vita divina a noi comunicata, prima scuola della nostra vita spirituale, primo dono che possiamo fare al popolo cristiano» (Paolo VI, 4 dicembre 1963, discorso di chiusura della II sessione).

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La liturgia nel mistero della Chiesa

2. La liturgia infatti, mediante la quale, specialmente nel divino sacrificio dell'eucaristia, «si attua l'opera della nostra redenzione» [1], contribuisce in sommo grado a che i fedeli esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di Cristo e la genuina natura della vera Chiesa.

La liturgia attua l'opera della salvezza propria della Chiesa

6. Pertanto, come il Cristo fu inviato dal Padre, così anch'egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini (Mc 16, 15) , non dovevano limitarsi ad annunciare che il Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha liberati dal potere di Satana (At 26, 28) e dalla morte e ci ha trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano anche attuare l'opera di salvezza che annunziavano, mediante il sacrificio e i sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita liturgica.

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SC: liturgia e vita (la liturgia è vita!)

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7. Per realizzare un'opera così grande, Cristo è sempre presente nella sua Chiesa, e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel sacrificio della messa, sia nella persona del ministro, essendo egli stesso che, «offertosi una volta sulla croce [20], offre ancora se stesso tramite il ministero dei sacerdoti», sia soprattutto sotto le specie eucaristiche. È presente con la sua virtù nei sacramenti, al punto che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza [21]. È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura. È presente infine quando la Chiesa prega e loda, lui che ha promesso: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là sono io, in mezzo a loro»

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Cristo è presente nella liturgia

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Culmen et fons (10)

Culmine• La liturgia è il culmine

verso cui tende tutta l’azione della Chiesa

Fonte• La liturgia è la fonte da

cui promana tutto il suo vigore

Liturgia

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Con quali disposizioni partecipare?

Consapevolmente

Attivamente

Fruttuosamente

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Necessità di promuovere l'educazione liturgica e la partecipazione attiva

Formazione liturgica dei fedeli

19. I pastori d'anime curino con zelo e con pazienza la formazione liturgica, come pure la partecipazione attiva dei fedeli, sia interna che esterna, secondo la loro età, condizione, genere di vita e cultura religiosa.

Bibbia e liturgia 24. Nella celebrazione liturgica la sacra

Scrittura ha una importanza estrema. Da essa infatti si attingono le letture che vengono poi spiegate nell'omelia e i salmi che si cantano; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preghiere, le orazioni e i carmi liturgici; da essa infine prendono significato le azioni e i simboli liturgici. Perciò, per promuovere la riforma, il progresso e l'adattamento della sacra liturgia, è necessario che venga favorito quel gusto saporoso e vivo della sacra Scrittura, che è attestato dalla venerabile tradizione dei riti sia orientali che occidentali.

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Alcuni punti• Preferenza della celebrazione comunitaria (26-27): non sono azioni private• Decoro e dignità delle celebrazioni (28-32): ciascuno vi partecipi secondo la

propria vocazione e ministero. Si osservi a tempo debito il sacro silenzio • Per favorire la partecipazione attiva: si curino le acclamazioni, la salmodia,

i canti, i movimenti del corpo (30)• Armonia dei riti: risplendano per nobile semplicità (34)• Grande recupero della Parola di Dio: sia abbondante! (24)• L’uso della lingua viva (54 e 63): i fedeli sappiano anche recitare o cantare

le parti fisse della messa in latino.• Il catecumenato degli adulti (64)• La riforma del rito dei sacramenti (65-82)• La Liturgia delle Ore: Orarietà! (83 – 101)• L’Anno liturgico (cap. V)• La musica sacra (cap. VI): il coro è parte dell’assemblea e ne sostiene il

canto favorendo la partecipazione attiva. Oggi notiamo che ci sono ancora assemblee mute! La lingua ancora non si scioglie!

• L’arte sacra (cap. VII)• Riforma del calendario liturgico

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Revisione dei libri liturgiciSacrosanctum concilium 2525. I libri liturgici siano riveduti quanto prima, servendosi di persone competenti e consultando vescovi di

diversi paesi del mondo.

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Il Messale Romano

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I Lezionari

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La vita liturgicaNella diocesi (41)

• Il vescovo è il grande sacerdote (liturgo) del suo gregge, dal quale dipende in un certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo

• Dare massima importanza alle celebrazioni presiedute dal Vescovo, soprattutto in cattedrale: dove c’è il Vescovo là c’è la Chiesa!

Nella parrocchia (42)

• I parroci collaboratori del Vescovo

• Ai parroci il vescovo affida la cura pastorale di gruppi di fedeli tra cui hanno un posto preminente le parrocchie che rappresentano la chiesa visibile su tutta la terra

• Bisogna darsi da fare perché il senso della comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella celebrazione comunitaria della Messa domenicale

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Spunti di spiritualità• Noi celebriamo, ma cosa? Noi celebriamo sempre l’opera della nostra salvezza, il

cui centro è e rimane il triduo pasquale!• Perché si celebra? I riti non servono a Dio ma a noi! Attraverso i riti entriamo in

visibile dialogo con Dio: è l’Eucaristia che fa la Chiesa!• Questa opera (mistero secondo san Paolo) si realizza nelle varie parti della

celebrazione:

I riti di ingresso servono a formare la comunità visibilmente radunata e a prendere coscienza di essere popolo unico. A questo popolo, disposto in religioso ascolto, Dio parla. Nella liturgia offertoriale si prende comunitariamente coscienza che ci sono le necessità dei fratelli poveri. Nella preghiera eucaristica lo Spirito santo trasforma la comunità in un solo corpo e in un solo spirito e nel rito di comunione la comunità diventa com-unità, cioè unità insieme!

• La liturgia è mistero e sacramento, cioè è una realtà sensibile attraverso la quale si comunica, si manifesta, viene resa attuale la realtà invisibile della salvezza.

• In altri termini, si tratta di un insieme di gesti, segni, parole, riti che diventano strumento operativo attraverso il quale la salvezza di Gesù si comunica al singolo.

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Alcuni passaggi: • Dalla Pasqua di Gesù viene agli uomini la grazia che salva.• Gesù vuole la chiesa quale segno visibile del realizzarsi di tale salvezza.• La liturgia nella chiesa, attraverso i riti, principalmente i 7 sacramenti, fa

sì che tutto ciò diventi operativo per il singolo.• La risposta del fedele (il sì della fede e la coerenza delle opere) rende il

tutto efficace (la liturgia non è magia!).• Per questo Gesù ha inviato gli apostoli ad annunciare il vangelo e a

battezzare, per questo lui ha scelto una modalità nuova di presenza nel tempo: attraverso la chiesa e i gesti che essa compie.

Frattura tra liturgia e vita• Spesso si sperimenta la dicotomia tra ciò che celebriamo e ciò che

facciamo nella vita quotidiana!

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C’è ancora da lavorare!• L’auspicata riforma liturgica di SC si è realizzata nel giro di alcuni anni, si è trattato di

un opera di rinnovamento grandiosa che in qualche modo ha cambiato il volto della chiesa, di ciò va dato atto.

• 7 marzo 1965 prima messa in italiano, via via in successione la riforma dei riti• La riforma ricercava un equilibrio tra la sana tradizione e un legittimo progresso, si

doveva andare oltre un rubricismo minuzioso, quasi magico, da seguire.• Non si trattava però solo di adattare meglio i riti, renderli più comprensibili, più vari,

meno ampollosi etc.• La riforma liturgica prevedeva un radicale cambiamento di mentalità, ben più difficile

da realizzarsi, data la pressante necessità di una più ampia formazione e informazione sia per il clero che per il popolo.

• Tutto ciò non si può realizzare in poco tempo!• E così gli esordi di questo lavoro sono stati più felici ed entusiasmanti degli esiti.• Sotto questo profilo si deve registrare, infatti, una certa delusione, alle buone

intenzione non è seguita un adeguato impegno e sembra ancora necessaria ed urgente un opera di formazione.

• Uno dei punti di maggior rilievo consisteva nella partecipazione attiva dei fedeli alla Eucaristia, a volte essa sembra invece ancora relegata ad un fatto quasi privato del sacerdote cui il fedele assiste passivamente, per non dire annoiatamente.

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Recuperare la genuinità della SC• È necessario recuperare la verità dei segni nella liturgia, soprattutto nella celebrazione della

Messa. I segni già ci sono e vanno riscoperti! Non carichiamo le liturgie di segni che nulla hanno a che fare con la stessa liturgia e sono frutto di una ricerca affannosa e cervellotica. A volte Liturgie frettolose e scialbe non fanno sperimentare l’incontro con Cristo nei diversi modi della sua presenza, ma solo il piacere dello stare insieme!

• Alcuni esempi: dall’Ambone si proclama solo la Parola di Dio; l’uso dell’incenso (shekinà); la celebrazione delle esequie (sembrano messe di serie B); la processione offertoriale (si presenta il pane e il vino, in più il segno della comunità per la carità verso i poveri: a volte invece si porta di tutto, sembra quasi di stare al supermercato con il carrello della spesa!); il moltiplicarsi delle messe come se fossero proprietà privata; mancanza di attenzione alla necessaria dignità delle celebrazioni anche nell’uso dei paramenti liturgici; ecc.

L’invito dei nostri vescovi• I nostri vescovi, nelle indicazioni pastorali per il primo decennio del duemila (Comunicare il vangelo in un

mondo che cambia) sottolineano la centralità della domenica e dunque dell’Eucaristia per la comunità cristiana, lì si manifesta la chiesa nella sua realtà più profonda.

• I vescovi affermano perciò l’assoluta necessità dell’approfondimento del senso della festa e della liturgia.• Si comunica oggi il vangelo anche aiutando a comprendere il senso e la centralità della liturgia.• Per i vescovi il problema oggi non è più costituito dalla riforma liturgica, ormai completata formalmente, bensì

dalla trasmissione del vero senso della liturgia cristiana.• Si constata, prosegue il documento, stanchezza e la tentazione di tornare a vecchi formalismi o di tentare vie

spettacolari, due estremi, francamente, da evitare.• Si rilanci invece la liturgia come il luogo in cui la fede dei credenti viene educata, del resto per molti cristiani la

messa è l’unico momento religioso della settimana.

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Paolo VI ai giovani • Infine, è a voi, giovani uomini e donne di tutto il mondo, che il Concilio vuole rivolgere

il suo ultimo messaggio. Perché siete voi che raccoglierete la fiaccola dalle mani dei vostri padri e vivrete nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni realizzate nella sua storia. Siete voi che , raccogliendo il meglio dell’esempio e dell’insegnamento dei vostri genitori e dei vostri maestri, formerete la società di domeni: voi vi salverete o perirete con essa.

• La Chiesa guarda a voi con fiducia e con amore. Ricca di un lungo passato sempre in essa vivente, e camminando verso la perfezione umana nel tempo e verso i destini ultimi della storia e della vita, la Chiesa è la vera giovinezza del mondo. Essa possiede ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani, vale a dire la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovare se stessi e di ripartire per nuove conquiste. Guardatela, e voi ritroverete in essa il volto di Cristo, il vero eroe, umile e saggio, il profeta della verità e dell'amore, il compagno e amico dei giovani. È in nome di Cristo che noi salutiamo, che noi vi esortiamo e vi benedico.

CHIUSURA DEL CONCILIO VATICANO II8 dicembre 1965

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Tantum aurora est!

• Siamo ancora all’alba! 50 anni per un Concilio sono pochi! Ma il nostro impegno perché spunti presto il sole sia fattivo e responsabile!

• Tantum aurora est! Siamo all’aurora e dall’aurora non si può che passare all’accoglienza del sole che spunta!

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• Grazie per la vostra attenta partecipazione e, come spero, attiva, consapevole e fruttuosa

Sacrosanctum Concilium 30

don @ntò Cuomo

Page 31: Corso per lettori 1° Intervento LAzione Cattolica di Nocera Inferiore - Sarno È tempo di formazione! Per me vivere è Cristo Promozione e rinnovamento della.

Corso per lettori 1° Intervento 31

Bibliografia Le Costituzioni del Vaticano II, EDB, 2012CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, Parte Seconda: La celebrazione del Mistero cristianoGIOVANNI PAOLO II: LETTERA APOSTOLICA SPIRITUS ET SPONSA NEL XL ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE SACROSANCTUM CONCILIUMSULLA SACRA LITURGIABENEDETTO XVI, Pensieri sull’Eucaristia, LEV, 2009DIOCESI di ROMA, Ufficio Liturgico, l’Eucaristia fa la Chiesa. Itinerario di catechesi sulla Messa a cura di padre Ildebrando Scicolone, Coletti a San Pietro, 2012ENZO BIANCHI, Collana “Testi di meditazione”, Ed. Qiqaion, Monastero di Bose:

Santificazione e liturgia, n. 125Eucaristia e tempo, n. 128Eucaristia e chiesa, n. 132La liturgia, scuola di preghiera, n. 133Liturgia e trasmissione della fede oggi, n. 143Dal Mistero rivelato al Mistero celebrato, n. 150.Liturgia e amore per i poveri, n. 152 (di G. Boselli, stessa

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