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1 CORSO L’ARTE DEL LEGNO STRUMENTI DEL MESTIERE A CURA DI IMPARARE FACILE ON LINE

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CORSO L’ARTE DEL LEGNO

STRUMENTI DEL MESTIERE

A CURA DI IMPARARE FACILE ON LINE

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A cura di IMPARARE FACILE ON LINE

Tutti i Diritti riservati

Indice Argomenti

1. PER LA TUA SICUREZZA PERSONALE

2. BANCO DA LAVORO DEL FALEGNAME

3. TUTTI GLI ARNESI PER SEGARE IL LEGNO

4. TECNICHE DI TAGLIO

5. GIUNTURE PER ASSEMBLARE PARTI DI LEGNO

6. AFFILARE LE LAME

7. TIPOLOGIE DI PIALLE

8. TECNICHE DI FRESATURA

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PER LA TUA SICUREZZA PERSONALE

Proteggi gli occhi da schegge

durante le operazioni di taglio con

gli occhiali protettivi;

Indossa guanti da lavoro in cuoio

per proteggere le mani;

Metti la mascherina per evitare di respirare la polvere

ricordando di sostituirla ogni giorno, usa mascherine ai

carboni attivi, quando utilizzi prodotti chimici.

Usa tappi auricolari o una cuffia isolante, quando utilizzi

utensili rumorosi, per evitare lesioni ai timpani.

Tieni sempre a portata di mano un estintore per evitare

incendi.

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BANCO DA LAVORO DEL FALEGNAME

Il banco da falegname è un accessorio che non dovrebbe mai

mancare a chi lavora il legno, perché svolge funzioni che

risulterebbero molto difficoltose utilizzando un semplice piano

d’appoggio.

1. Deve essere un tavolo robusto;

2. Deve essere dotato di due morse

che servono a serrare sia i pezzi

piccoli, che entrano in una sola

morsa, ce delle tavole o delle

intelaiature più grandi.

Deve possedere dei piccoli fermi di metallo, questi tasselli si

possono posizionare in diversi punti del banco grazie ai

numerosi fori appositamente realizzati sulla superficie e

servono da appoggio per i vari oggetti che desideriamo

lavorare.

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Utilizzando morse e tasselli anche un oggetto grande sarà

stabile sul banco e potremmo lavorarlo senza pericoli di

spostamenti;

3. Deve possedere sul lato frontale degli alloggi variamente

posizionabili, questi sono molto utili nel caso di debba

fermare un oggetto molto grande, posizionato verticalmente,

l’oggetto si blocca con la morsa frontale e lo si appoggia su

uno di questi pioli;

4. Deve avere cassetti, ante e ripiani molto utili per mettervi i

nostri utensili, in modo da averli sempre a portata di mano.

RETI PER APPENDERE ATTREZZI

Appendi al muro a portata di mano gli attrezzi che utilizzi di più,

come morsetti, cacciaviti, ecc….questo per svolgere al meglio le

tue operazioni.

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PIANO DI LAVORO

Cerca di mantenere il piano in ordine per evitare incidenti per

migliorare la qualità del lavoro. Conserva le vernici e i prodotti

infiammabili lontano da scintille o materiale infiammabile.

Fissa gli utensili al banco o a terra quando necessario come nel

caso di mola, smerigliatrice, trapano a colonna o tornio.

PIANO DI LAVORO

Utilizza armadi e contenitore dove possibile per preservare dalla

polvere gli attrezzi elettrici e i materiali di ferramenta (viti,

chiodi, ecc..).

La pulizia, l'ordine e l'organizzazione rappresentano la metà di

ogni opera. Soddisfacendo queste condizioni si lavorerà in

ambiente più sicuro e con migliori risultati.

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ATTREZZI PER MISURARE

COMPASSO

Appendi al muro a portata di mano gli

attrezzi che utilizzi più frequentemente

come morsetti cacciaviti, ecc. più è

organizzato lo spazio di lavoro meglio svolgerai le operazioni.

GONIOMETRO

Strumento per misurate l'ampiezza degli

angoli.

CALIBRO

Strumento di misura per misure esterne ed

interne. Può essere a nonio a lancette o

digitale. Ha una accuratezza pari a +/-0,1 mm ma esistono dei

modelli in grado di rilevare anche i centesimi di millimetro.

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FALSA SQUADRA

Costituita da due stecche incernierate, può

assumere qualsiasi angolo di riferimento.

LIVELLA A BOLLA

Grazie a una bolla d'aria contenuta in un

cilindro graduato è in grado di indicare

l'orizzontale e il verticale.

SQUADRA

Le squadre fisse segnano 90° è sono molto utili

per segnare tagli perpendicolari, la parte più

sottile è la lama mentre l'altra è l'asta.

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METRO PIEGHEVOLE

Metro molto pratico, i modelli in legno

permettono di non sfrisare le superfici

delicate. Per una corretta lettura della

misura è importante far appoggiare il

metro in costa sulla superficie.

METRO FLESSIBILE

Molto pratico, è costituito da un nastro di

metallo graduato che si riavvolge grazie a una

molla.

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TUTTI GLI ATTREZZI PER SEGARE IL LEGNO

LA SEGA A MANO

La sega a mano è un utensile necessario per poter tagliare,

troncare, segare.

Per segare correttamente, utilizzare una sega adatta allo

spessore ed alla durezza del materiale da segare, ovvero, in

particolare:

Per segare legno di carpenteria: utilizzare una sega lunga

con grossa dentatura;

Per segare tondini di legno: utilizzare una sega a dorso, con

dentatura fine;

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Per segare il compensato: utilizzare una sega a denatura

fine;

Per segare pannelli di truciolato: utilizzare una sega a

dentatura media.

TIPOLOGIE DI SEGHE

SEGACCIO

Il segaccio e un tipo di seghetto

a mano con lame di forma

generalmente trapezoidale. Si

compone di un'impugnatura in legno o in plastica e di una lama

triangolare in acciaio. E' preferibile una lama in acciaio cromato.

La sua lunghezza varia da 30 ad oltre 60 cm. Quanto più la lama

è lunga, tanto maggiore è l'ampiezza del taglio. Utilizzare una

dentatura media con passo di 4 mm. (il passo è la distanza

intercorrente tra un dente e quello successivo). Le lame più

sottili sono destinate alla realizzazione di incastri.

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Per tagli trasversali su utilizza il segaccio-troncatrice,

caratterizzato da lama grande e grossa dentatura, idonea,

appunto, a tagliare trasversalmente il legno.

SEGA A DORSO

La sega a dorso è un utensile di

precisione per tagliare dritto.

Utilizzato soprattutto con una cassetta per cornici, per

incorniciare ed assemblare.

Si compone di un'impugnatura in legno o in plastica e di una lama

rettangolare in acciaio, tenuta da un dorso di ottone o in acciaio,

per assicurare una buona rigidità. La sua lunghezza media è di 30

cm., ed il passo è di 2,5 cm.

SEGA A TELAIO

E' una sega a mano con la lama stretta

tenuta in tensione da una struttura ad

"H" di legno.

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SEGA DA TRAFORO

Caratterizzata dall'essere orientabile ed

intercambiabile, abbastanza fine, per tagli del

legno e derivati.

SEGA FORETTO O GATTUCCIO

Caratterizzata da lama spessa e dentatura

affilata, per tagli centrali di pannelli.

LE LAME

Scegliere lo spessore della lama in base al

lavoro da effettuare: ad un maggior numero di

denti corrisponde una dentatura più fine e

quindi il taglio è più fine. La lama della sega

necessita di un'affilatura regolare, salvo quella a dentatura

trattata che si avvale di una dentatura permanente.

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La forma della dentatura può essere inclinata oppure universale,

per segare in entrambi i sensi. Può essere diritta o obliqua, per

segare di traverso rispetto alla venatura (taglio in sezioni). E

può essere inclinata, per il taglio longitudinale.

Alle lame da legno viene praticata una operazione detta

stradatura che consiste nel piagare leggermente i denti della

lama in modo alternato a destra e a sinistra. Questo permette

alla lama di non rovinarsi e tagliare meglio e avere anche una

maggiore durata.

SCEGLIERE LA LAMA GIUSTA

Le lame per legno sono contraddistinte da un numero che indica

la quantità di denti ogni 25 mm. Normalmente quelle da legno

hanno 13 denti per pollice mentre quelle da metallo 32. La

tabella qui sotto aiuta a scegliere la lama corretta a seconda del

materiale:

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MATERIALE SPESSORE FINO A

6MM.

DA 6 A

15 MM.

OLTRE 15

MM.

Legno tenero 13-9 9-7 7-5

semiduro 13 9-7 7

duro 13 9 9-7

profilato 13 13-11 9

Masonite tavole

isolanti

9 7 7

pannello

stratificato

9 9-7 7

tavola in

fibra dura

13-9 9 7

Truciolare tenero 13-9 9-7 7

semiduro 13-9 9-7 7

duro 13-9 9-7 9-7

Laminati 13-9 13-9 9-7

Compensato

e paniforte

13-11 9-7 9-7

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PREPARAZIONE

Eseguire una linea precisa per il taglio,

evidenziando con una croce la parte da

tagliare.

Fissare saldamente il pezzo da segare

con dei serragiunti sul banco di lavoro, affinchè non si

muova e non vibri.

Intercalare delle zeppe di legno tra il serragiunto ed il

pezzo da lavorare, per non rovinare la parte decorativa.

Seguire la linea, tenendo conto dello spessore della lama.

Segare sempre dalla parte da eliminare

Per evitare qualsiasi scheggia, segare sempre dalla parte

opposta a quella decorativa.

Per facilitare lo scivolamento nel taglio, rivestire la lama di

paraffina o cera da candela.

Per rinnovare il tagliente delle seghe a

dentatura indurita a vita, passare due

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volte la pietra per affilare, a grana fine, su ambo le parti,

facendola scivolare dall'estremità della lama verso

l'impugnatura.

TECNICHE DI TAGLIO

Tenere l'impugnatura della sega saldamente ma senza

contrazioni nel movimento del polso ed avviare il taglio con

precisione.

Tenere la sega quasi orizzontale con

la mano destra ed impugnarla vicino

alla linea da seguire.

Mettere il pollice della mano sinistra accanto alla linea, in modo

che serva da guida.

Posare la lama sull'angolo del pezzo da tagliare e tirare la sega

verso di sè almeno 2 o 3 volte, ma senza aggrapparsi.

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Quando la lama morde il legno, inclinarla a 45° e proseguire il

taglio con un movimento alternato in avanti e indietro.

Per finire il taglio, inclinare la sega sino a riportarla nella

posizione verticale. Ridurre il movimento per dare dei colpi di

sega corti, diminuendo la pressione, e per evitare delle

scheggiature. Mentre si taglia, mantenere il pezzo da tagliare.

Per segare grandi lunghezze,

utilizzare una guida metallica o un

tassello inchiodato

provvisoriamente.

Inserire una zeppa di legno nella linea già segata, per evitare

che tenda a richiudersi bloccando la lama.

Posizionare un sostegno sotto il pezzo da tagliare, per evitare

ogni spaccatura in fine taglio.

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TAGLIO AD ANGOLO

Per il taglio di pezzi di legno di piccola sezione,

utilizzare una sega a dorso, a

dentatura fine, ed una cassetta per

cornici. Mantenere saldamente il pezzo di legno

nella cassetta per cornici. scegliere le scanalature

corrispondenti al taglio desiderato e segare lentamente, tenendo

la lama in posizione orizzontale.

TAGLIO DI APERTURA

Utilizzare una sega a foretto o gattuccio,

munita di una lama molto stretta e rigida. Serve

a realizzare dei tagli dritti e sinuosi. Tracciare

il taglio. Forare, all'interno del tracciato, uno o

più buchi da 20 mm. di diametro con l'aiuto di un trapano munito

di punta per legno. Infilare la sega nel buco e tagliare, tenendo

la sega verticalmente.

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TAGLIO DEI PANNELLI

Compensato. Utilizzare una sega per pannelli, a

dorso dentato in parte, lama larga e rigida e

dentatura fine, e cominciare a tagliare il pezzo

dritto in mezzo al pannello, con la punta

arrotondata e dentata. Utilizzare un tassello come guida. Tirare

la lama verso di sè premendo fortemente più volte. Girare la

lama rispetto allo spessore del pannello per terminare il taglio.

Impiallacciatura. Scegliere una sega a

dentatura molto fine ed incollare sul tracciato

del taglio un nastro adesivo trasparente.

Segare attraverso il nastro in modo da evitare

scheggiature.

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TAGLIO A STRISCE SOTTILI

Fissare l'asse da segare su un asse più larga di

qualche centimetro. Segare tagliando prima

l'asse di sotto che serve da guida.

SEGHETTO ALTERNATIVO

Il seghetto alternativo è una macchina elettroportatile la cui

lama, piccola e fine, si muove alternativamente avanti e dietro.

E' destinata a realizzare qualsiasi taglio: stretto, curvo o

sinuoso.

Con una lama adeguata, il seghetto alternativo

taglia il legno massiccio, il compensato, i

pannelli di truciolato, gli stratificati, i

laminati, il cartone, i plastici in fogli rigidi e le

lamiere metalliche di modesto spessore.

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Le caratteristiche tipiche di un seghetto alternativo sono:

Potenza: da 300 a 800 watt circa

Profondità del taglio: fino a 105 mm. nel legno morbido

Velocità della lama: fissa o regolabile, fino a 3.200

colpi/min.

Il seghetto alternativo richiede più precisione che potenza.

L'ideale è disporre di una macchina dotata di variatore

elettronico di velocità che permetta di regolare la velocità da

500 a 3.000 colpi al minuto, in modo di poterlo adattare al

materiale da tagliare: più il materiale è duro, più la velocità

dev'essere ridotta.

Le caratteristiche "opzionali" di un seghetto alternativo,

che ne migliorano le performance, sono:

una suola inclinabile, che permette tagli di sbieco (fino a

45°);

un movimento pendolare che dà una grande velocità di

taglio;

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un variatore elettronico;

una lama multidirezionale;

una predisposizione per collegamento con "aspiratore"

esterno in modo da eliminare la segatura della riga di taglio

man mano che la macchina avanza;

una luce sulla riga di taglio;

uno spostamento della suola per il taglio alla base di un

ostacolo.

Tra gli accessori, invece, ricordiamo:

tavolo da adattare sul banco di lavoro, per utilizzo in un

luogo fisso;

guida di taglio parallelo e circolare;

placchetta anti-schegge;

cambiamento di aspirazione.

1. Variatore elettronico

2. Pomolo multidirezionale

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3. Bloccaggio del pomolo

4. Scatto avviamento / arresto

5. Manopola di bloccaggio dell'interruttore

6. Coperchio di protezione

7. Movimento pendolare

8. Suola orientabile

9. Aspirazione esterna

LE LAME

Il seghetto alternativo può utilizzare una grande varietà di lame.

La dentatura delle lame determina la qualità del lavoro.

Scegliere una lama a denti grossi per pannelli e legno tenero; una

lama a dentatura media per tutti i legni; una lama fine per

metalli non ferrosi o plastici.

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Seguire sempre le avvertenze d'uso del fabbricante. Una lama

usata o non ben affilata, non si può affilare e deve essere

sostituita con una nuova.

PREPARAZIONE

Fissare l'elemento da segare, con i serragiunti, su una

superficie stabile affinchè non si muova o non vibri al

momento del taglio;

Controllare il fissaggio della lama e la posizione della suola.

Entrambe devono essere ben strette;

Regolare (se possibile) la velocità ed il movimento

pendolare;

Tracciare la riga di taglio, tenendo conto dello spessore

della lama (variabile tra 1,8 e 2 mm. circa);

Premere l'estremità della suola in piano sul pezzo da

tagliare e la lama di fronte al tracciato di taglio;

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Mettere in moto la macchina prima di essere a contatto con

il materiale;

Inclinarsi sopra la macchina per vedere nello stesso tempo

la lama e la linea di taglio per seguirla con precisione;

Mantenere la macchina saldamente, appoggiandosi sul pezzo

da tagliare per evitare che salti. La suola deve sempre

essere a contatto con il pezzo da tagliare, poichè

un'inclinazione potrebbe rompere la lama;

Avanzare regolarmente e lentamente;

Fermare la macchina solo quando il taglio è terminato.

TECNICHE DI TAGLIO

Il seghetto alternativo non è destinato ai

lunghi tagli diritti (questo ruolo è della sega

circolare). Può però fare dei tagli rettilinei, se

guidato da un tassello o da un registro tenuto da dei serragiunti.

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La guida di taglio permette di tagliare delle

strisce dritte, parallele ad un bordo.

Il seghetto alternativo è adatto per i tagli in

curva e sinuosi.

Seguire con precisione la traccia ed avanzare

lentamente. Una sega a lama multidirezionale è l'ideale per

questo tipo di lavoro.

Per eseguire un'apertura in un pannello,

tracciare l'apertura. Forare con la punta di

trapano in due angoli interni alla traccia: i

buchi dovranno essere di un diametro che permetta il passaggio

della lama della sega.

Infilare la lama nei buchi e segare seguendo la traccia.

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Nel caso di un taglio circolare, fare una sola

perforazione. Esistono degli adattatori a

forma di compasso che permettono di

realizzare dei tagli perfetti. Utilizzare una lama a doppia

dentatura.

La maggior parte dei seghetti alternativi

permette di iniziare un taglio nel centro di un

pezzo utilizzando una lama a doppia

dentatura.

Appoggiare molto saldamente la macchina sull'estremità della

suola. Azionare la macchina ed inclinarla poco a poco, affinchè la

lama dia il primo taglio al legno e lo attraversi.

I seghetti alternativi hanno una suola

inclinabile fino a 45°, che permette di tagliare

di sbieco. E' un'operazione molto delicata che

necessita di avere per guida un tassello o un registro saldamente

fissato.

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Durante le operazioni di taglio, si ha la produzione di

"scheggiamenti", provocati dall'uscita dei denti del seghetto. Se

la lama taglia il legno in salita, le schegge si producono al di

sopra del pezzo tagliato.

Per evitare le schegge sul lato "a vista" (ovvero il lato più

decorativo), segare dalla parte opposta (lato non a vista

dell'oggetto da tagliare). Eventualmente, utilizzare delle placche

anti-scheggia.

SEGA CIRCOLARE

La sega circolare elettroportatile serve a tagliare velocemente,

nei tagli diritti, il legno massiccio, i pannelli di truciolato, il

compensato, il laminato.

Tra tutte le macchine elettroportatili, la

sega circolare è un utensile che richiede la

più alta precauzione di utilizzo.

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Le caratteristiche tipiche di una sega circolare sono:

Potenza: tra 500 e 1.500 watts

Profondità di taglio: fino a 75 mm.

Velocità di taglio: regolabile o fissa, fino a 5.000 giri/min.

Queste macchine sono munite di coperchi di protezione, che

proteggono l'operatore da ogni accidentale contatto con la lama

in rotazione.

Sono dotate anche di un interruttore di sicurezza.

La suola inclinabile graduata, permette tagli smussati da 0° a

45°. E' inoltre presente una guida di taglio parallela graduata in

millimetri.

1. Interruttore di bloccaggio

2. Guida di taglio parallelo graduata in

mm.

3. Regolazione della profondità di

taglio

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4. Presa (impugnatura) di guida

5. Lama della sega

6. Coperchio di protezione

7. Coperchio di protezione oscillante

8. Suola inclinabile a 45°

9. Aspirazione esterna

LE LAME

Lama a grossa dentatura: utilizzata per il taglio di

tutti i tipi di legno.

Lama a punte di carburo. Le punte di carburo

saldate sulla punta dei denti assicurano alla lama una

durata superiore alle lame classiche. Permettono tagli rapidi nei

legni e materiali difficili: agglomerati, stratificati, laminati...

ecc..

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Lama a dentatura fine. La dentatura inclinata

consente tagli sottili e precisi. Utilizzata per tagli

netti nei legni duri e nei derivati (agglomerato,

compensato).

Lama a dentatura fine. Permette il taglio di sbieco

rispetto alla venatura del legno.

PREPARAZIONE

Fissare il pezzo di legno da segare, su una

superficie stabile, in modo che non si

muova al momento del taglio. Utilizzare

dei serragiunti e delle zeppe di legno.

Fissare la lama rispettando il senso di rotazione segnato

con una freccia sulla parte visibile. La lama della sega

circolare gira in senso antiorario.

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Bloccare la lama sul suo albero con l'aiuto di una chiave,

incastrando i denti sul tassello.

Controllare che il coperchio di protezione si apra e si chiuda

normalmente. La lama non deve farlo.

Regolare l'altezza di taglio, in modo che la

lama superi lo spessore del materiale da

tagliare all'altezza di dente.

TECNICHE DI TAGLIO

Inclinarsi sopra la macchina. stare attenti che il

filo di alimentazione sia sempre dietro,

tenendolo nella mano insieme alla presa di guida.

Mettere la macchina in moto ed aspettare che il motore giri a

piena velocità prima d'iniziare a segare.

Iniziare il taglio con fermezza, ma lentamente affinchè la lama

non incontri una forte resistenza al momento del contatto con il

legno.

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Procedere regolarmente tenendo sempre la macchina in contatto

con il legno.

Quando la lama morde il legno, il coperchio

mobile si alza.

Regolare l'avanzamento secondo il rumore. Se il rumore diventa

troppo forte, il motore fa fatica e la velocità diminuisce. In tal

caso, esercitare una pressione inferiore, finchè il motore

riprende la sua velocità normale.

A taglio finito, spegnere la macchina. Sollevandola dall'oggetto

tagliato, il coperchio di protezione della lama si richiude

automaticamente.

TAGLIO DRITTO

Tracciare una riga con una squadra, per il taglio,

tenendo conto dello spessore della lama. Per

segare una striscia stretta e parallela al bordo di

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un pannello o di un asse, utilizzare la guida di taglio parallela alla

macchina.

Per segare in mezzo ad un pannello, utilizzare

come guida un tassello fissato

temporaneamente, oppure una riga metallica

sostenuta da serragiunti.

TAGLIO OBLIQUO

Utilizzare necessariamente una guida.

Allentare la rotella di guida e regolare la

suola secondo l'inclinazione desiderata.

Per evitare le schegge sulla parte decorativa del legno, lavorare

sulla parte non visibile del pannello.

Dopo qualche ora di utilizzo, lubrificare le parti mobili, secondo

le istruzioni del fabbricante.

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GIUNTURE PER ASSEMBLARE PARTI IN LEGNO

TENONE E MORTASA

Il più comune tipo di unione è utilizzato (con

le sue variazioni) per ante, traverse e gambe

di tavoli, sedie ecc. Quando il tenone è la

parte che va ad alloggiarsi nell’apposita scanalatura (mortasa), in

questo particolare caso il tenone è passante, in quanto si vede

uscire dal retro del montante verticale.

La sua tenuta con colla e spine di legno è molto buona e si può

considerare come uno dei primi veri incastri.

La realizzazione può essere effettuata facilmente con la sega a

nastro.

La parte più complicata può rivelarsi l’eliminazione

del blocchetto di legno che crea la mortasa: dopo aver tagliato

longitudinalmente il pezzo si può eliminare il rimanente con un

seghetto da traforo, per esempio, oppure sempre con la sega a

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nastro “mangiando” il blocchetto fino a pareggiare il taglio alla

base della “U”.

E’ importante, come per tutte le cose, che le misure siano prese

a dovere affinché non vi sia gioco tra i due pezzi né difficoltà di

unione.

LA SPINATURA

La spinatura è una tecnica di unione molto

efficacie applicabile a molti materiali dal

massello al truciolare. Si realizza forando con

forature corrispondenti i due pezzi da unire

e inserendo al loro interno le spine che

attraverso l'incollatura rendono solida la

giunzione. Per facilitare la foratura esistono dei particolari

morsetti detti da spinatura che facilitano l'operazione oppure si

possono realizzare i fori su uno dei pezzi e inserire i teppini

traccia-testimoni che con la loro testa appuntita segnano la

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posizione esatta in cui praticare i fori sul pezzo da unire. La

spinatura si dice poi passante se attraversa completamente

almeno una delle parti da unire, questo tipo di spinatura può

realizzare un elemento decorativo del mobile.

….. ALTRI TIPI DI INCASTRI

INTAGLIO DI TESTA O A MEZZO LEGNO

L'intaglio di testa a mezzo legno è un

sistema particolarmente semplice da

realizzare e costituisce un buon approccio

alla materia e può essere considerato come

un esercizio "da palestra" prima di affrontare intagli complessi e

difficili. Solitamente si usa per telai e cornici e serve a collegare

listelli o montanti alle loro estremità. I due intagli sui pezzi sono

perfettamente identici e speculari. Il taglio dovrà avere una

profondità pari alla metà dello spessore dei pezzi.

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I tagli possono essere effettuati a mano con una sega oppure

con la sega a nastro. L'unione di testa a mezzo spessore non si

regge da sola ed ha bisogno di uno strato di colla. In aggiunta

l'unione può essere rinforzata con viti o spine di legno o anche

con chiodi.

INCASTRO CON DENTE E CANALE

L'incastro a dente e canale può essere

realizzato con la sponderuola o con una pialla

"a incastro" oppure usando la sega circolare

in più passate o una fresatrice. Questo tipo

di incastro si può usare anche nelle unioni di testa, ma da solo

non regge, quindi va incollato. Negli esempi l'incastro a tutto

spessore (sopra) e a mezzo spessore (sotto).

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BATTUTA MEZZO SPESSORE

Due pezzi di legno possono essere

semplicemente incollati "a filo piano" oppure

sovrapposti per aumentare la superficie di

contatto accrescendo la resistenza all'unione.

Questo tipo di calettatura si realizza con sponderuole, seghe a

nastro o meglio fresatrici.

INCASTRO A CALETTATURA

La calettatura dell'incastro a mezzo

spessore può essere ottenuta anche

attraverso un incastro a dente e canale. Il

dente avrà uno spessore uguale a 1/3 di quello dell'asse. Anche

in questo caso la soluzione migliore per realizzarlo è nell'uso

della fresatrice. Vi sono apposite coppie di frese che servono

appunto per preparare alla perfezione questo tipo di incastro.

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INCASTRO CON LINGUETTA RIPORTATA

Una unione molto simile a quella a dente e

canale può essere realizzata con l'impiego

della linguetta riportata. Anche in questo caso la linguetta avrà

uno spessore di 1/3 di quello dell'asse. Questo tipo di incastro è

più pratico e sbrigativo del precedente, basta infatti ricavare

solo i canali aventi dimensioni pari allo spessore della linguetta.

L'essenza usata per la linguetta può essere anche diversa di

quella delle altre assi, magari può essere di legno duro,

conferendo al tutto una maggiore tenuta. La linguetta dovrà

essere incollata.

INSERTI A CODA DI RONDINE

Un ottimo metodo di collegamento

longitudinale tra assi è dato dall'unione a

filo piano con code di rondine doppie.

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L'incastro è molto laborioso perché va eseguito con precisione

ed accuratezza, ma il risultato é notevole anche esteticamente.

Solitamente si usa per i piani che devono subire notevoli sbalzi di

temperatura, l'effetto dell'umidità ed altre sollecitazioni. Per la

sua realizzazione si parte dall'intaglio degli inserti a coda di

rondine in legno duro. Una volta ricalcata la sagoma dell'inserto

si scava con lo scalpello. Al termine gli inserti a coda di rondine

vanno incollati.

UNIONE RINFORZATA

Un sistema di rafforzamento di un piano,

che dà buona garanzia di stabilità è l'unione

rinforzata con traverse a dente e canale

alle testate. Le traverse devono essere di legno duro. Inoltre se

il dente è a coda di rondine si potrà evitare l'impiego della colla.

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UNIONE A MASCELLA A VISTA

Molto usata per l'assemblaggio delle

intelaiature è l'unione a mascella a vista.

Il tenone "a vista" significa che

attraversa da parte a parte la mortasa e

non rimane nascosto al suo interno. La mortasa si dovrà

praticare sempre sugli elementi verticali del pezzo, il tenone su

quelli orizzontali. Il lavoro inizia realizzando il tenone con una

sega a mano o meglio con quella a nastro. Si riportano poi le

misure sull'altro pezzo dove verrà ricavata la mortasa. L'unione

viene incollata. Qualora il tenone non attraversi la mortasa si

parla di unione sommersa (vedi sotto).

INCASTRO CON DOPPIO TENONE

Se si lavora su telai di notevole spessore

l'unione precedente può essere modificata

realizzando doppi tenoni e doppie mortase.

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Come ulteriore rinforzo si possono applicare cavicchi conficcati

a forza dilatando le teste dei tenoni.

UNIONE ANGOLARE CON UGNATURA

L'ugnatura non è altro che il taglio di

sguincio a 45 gradi, al quale si aggiunge il

tenone per garantire maggiore resistenza.

Un simile tenone, però, non offre

particolare tenuta. In alcuni casi, il tenone, invece di essere

ottenuto dallo stesso pezzo, viene ricavato da un legno più duro.

L'unione va incollata.

UNIONE INTERMEDIA A MEZZO SPESSORE

Questa unione molto semplice è di facile

esecuzione, si possono praticare una serie

di tagli perpendicolari all'asse fino a mezza

profondità ed eliminare la parte eccedente

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con uno scalpello, mentre per il pezzo con l'intaglio in testa si

può usare una sega a nastro. In questa unione, però, le qualità di

resistenza sono scarse ed è necessario procedere all'incollaggio

della giunzione che converrà anche rinforzare con spine in legno

o chiodi.

UNIONE INTERMEDIA A FORCELLA

Una variante all'unione con tenone e

mortasa è questa a forcella, detta anche a

mascella o a tenaglia. Presenta il vantaggio

di una più facile realizzazione dato che i

tagli principali si eseguono con il seghetto e lo scalpello serve

solo per asportare le eccedenze. Viene evitata la difficoltà

dell'incavo della mortasa. La parte interna (luce) della forcella

deve avere 1/3 dello spessore del listello nel quale viene

ricavata.

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UNIONE INTERMEDIA A MEZZO SPESSORE CON CODA

DI RONDINE

Una variante interessante dell'unione

intermedia a mezzo spessore è quella

rappresentata dall'unione a mezzo

spessore con coda di rondine. Il vantaggio

è che il collegamento non è sfilabile in senso orizzontale

conferendo maggiore tenuta e solidità all'insieme. La forma a

coda di rondine la si dà sempre con il seghetto (o sega a nastro)

fermandosi a metà spessore, poi si riporta la sagoma sulla

traversa e si ricava l'alloggiamento con i tagli del seghetto e con

l'ausilio dello scalpello per asportare le parti eccedenti. La

solidità dell'incastro è conferita dall'incollaggio, anche in questo

caso può essere rinforzato da spine in legno, chiodi o viti.

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UNIONE A CROCIERA

Spesso i telai sono rafforzati da traverse

che si intersecano tra loro

perpendicolarmente o obliquamente, le quali

costituiscono appunto la crociera. Questo è

l'incastro più semplice, l'unione a crociera a sopraffare la cui

esecuzione non presenta particolari difficoltà. Entrambi gli

intagli devono avere le stesse dimensioni e la profondità del

taglio deve essere pari a metà spessore del listello. La maggior

parte del lavoro viene effettuata con il seghetto a dorso fono a

raggiungere lo spessore voluto, poi con lo scalpello si elimina il

materiale in eccesso. L'unione dovrà essere completata con uno

strato di colla.

UNIONE DI PIANO A TUTTO SPESSORE

Questo è un tipo semplice di unione intermedia. Tra piani

perpendicolari è l'attacco di piano a tutto spessore.

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Il piano viene collegato a tutto spessore dopo aver praticato

l'intaglio a canale sull'altra tavola.

Un tale incastro non offre particolari garanzie di stabilità.

Questo tipo di collegamento è molto

frequente nelle scaffalature, armadi,

librerie, dove i divisori vengono uniti alle

pareti interne. Da notare che tali divisori

andranno inseriti nelle fiancate sempre prima della "schiena"

dell'armadio.

UNIONE DI PIANO A MEZZO SPESSORE

Lo stesso tipo di unione (descritta

precedentemente) può essere migliorata

tecnicamente con l'attacco a mezzo spessore,

in cui è presente un dente ricavato dalla

tavola.

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Anche in questo caso il dente dovrà avere la metà dello spessore

della tavola stessa. La battuta ottenuta avrà una tenuta migliore

rispetto all'unione a tutto spessore avendo aumentato la

superficie di contatto tra le due parti. Nonostante le migliorie

introdotte in questo incastro l'unione va incollata.

UNIONE A CODA DI RONDINE BILATERALE

L'attacco intermedio tra piani perpendicolari

può essere realizzato anche con tecniche più

complesse come in questo caso: il dente e'

stato sagomato, qui a coda di rondine. La

tenuta garantisce una migliore tenuta dei due casi

precedentemente descritti, inoltre non è richiesto l'impiego di

colla, il piano può essere facilmente sfilato.

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ATTACCO DI PIANO CON TENONCINI SQUADRATI A

TUTTO SPESSORE

L'attacco del piano perpendicolare può

essere realizzato anche per mezzo di

tenone, in modo particolare quando il piano

deve essere particolarmente robusto e

sopportare pesi notevoli oppure quando il ripiano diviene un

elemento portante del mobile. Il sistema più semplice è quello

con tenoncini squadrati a tutto spessore. Si parte dalla

costruzione dei tenoni con seghetto (sega a nastro) e scalpello e

poi si riporta la sagoma sul fianco da mortasare. Se nell'attacco

a dente e canale il piano deve essere infilato prima della schiena,

in questo caso è necessario addirittura inserirlo prima della

cornice, prima, cioè, di chiudere la struttura del mobile.

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UNIONE A CODA DI RONDINE

L'unione a coda di rondine si applica in falegnameria soprattutto

per le unioni d'angolo nelle quali offre qualità maggiori rispetto

agli altri incastri. Questa unione è adatta per bauli, cassetti

scaffalature, ma non è indicata per cornici e telai sottili. La

caratteristica principale dell'incastro a coda di rondine è data

dalla forma dei denti che è trapezoidale.

Nel caso dell'unione a coda di rondine a vista la lunghezza dei

denti è pari allo spessore della tavola nella quale alloggiano.

Questa unione si applica solitamente in

quei lavori che richiedono robustezza. Se

poi si desidera nascondere l'intaglio alla

vista è possibile rivestire le parti con

delle placcature o piallacci. Una evoluzione del precedente

incastro è quello con code perse (sempre nel disegno).

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La connessione sarà visibile solo da un lato e solitamente viene

usata per i cassetti.

Rispetto all'unione tradizionale, con code a vista, questa

presenta maggiori difficoltà costruttive. Eseguire questo tipo di

incastro con scalpelli e utensili a mano richiede buone doti di

abilità. Ma l'utilizzo di elettrofresatrici con accessori

particolari produce in breve tempo ottimi e perfetti risultati.

UNIONE A MERLATURA

L'unione a merlatura assomiglia molto a quella

a coda di rondine, ma ha una resistenza

completamente diversa e non si oppone alla

trazione. D'altro canto la sua realizzazione è

decisamente più semplice. I denti sono della

stessa lunghezza dello spessore dell'asse che devono

attraversare. Questo tipo di unione va incollata.

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UNIONE A CROCIERA OBLIQUA

Per l'esecuzione dell'unione a crociera con

direzione obliqua si sovrappongono i pezzi in

base all'angolazione voluta e si tracciano i

segni con la matita. Gli intagli saranno

profondi quanto la metà dello spessore del pezzo.

Dopo di che, con il seghetto con costola si eseguono vari tagli e

ci si aiuterà con lo scalpello per eliminare le parti eccedenti.

Questa unione va rinforzata con l'uso della colla.

INCASTRO CON TENONE OBLIQUO

Se si realizza il tenone secondo il sistema

classico anche la mortasa sarà obliqua con la

stessa angolatura ed il pezzo del tenone si

potrà inserire solo in senso obliquo. Lo sforzo risulterà ripartito

in maniera diseguale.

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Ma se si prevede che il mobile dovrà sopportare grossi sforzi si

potrà realizzare il tenone sempre nella maniera canonica, ma con

l'accortezza che il taglio sulla testa del tenone dovrà formare

un angolo retto e non più acuto (vedi disegno). In questo modo si

potranno distribuire meglio i vari carichi. L'intaglio nella mortasa

si effettuerà dopo che sono state riportate le misure esatte del

tenone con una matita. Questo tipo di unione presenta, però,

l'inconveniente che i vari sforzi sono sopportati dal colletto del

tenone e le fibre del legno possono cedere.

INCASTRO CON TENONE OBLIQUO CON ZOCCOLO

Sempre nel caso l'unione debba sopportare

grossi sforzi è consigliabile modificare

l'incastro precedente realizzando uno

zoccolo, in pratica un taglio destinato ad accogliere l'intaglio. La

presenza dello zoccolo accresce la resistenza dell'incastro in

quanto gli sforzi non vengono a gravare totalmente sul tenone

immerso nella mortasa, ma si distribuiscono anche sullo zoccolo.

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Nel disegno qui in basso si possono notare (da sinistra a destra) i

due pezzi distanti, i due pezzi incastrati visti dall'alto e dopo

visti lateralmente.

UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE

Le unioni di lunghezza (di testa o di

punta) si usano per collegare due pezzi

in senso longitudinale per aumentarne le

dimensioni. Di solito difficilmente si ricorre all'utilizzo di questa

unione. In ogni caso è comunque da segnalare per l'importanza

che ebbe nel passato nella costruzione di navi, grandi

impalcature o edifici. L'unione di testa a mezzo spessore

rappresenta il tipo di collegamento più semplice. Non servono

particolari attrezzi se non il seghetto (ottima la sega a nastro)

ed è necessario completare questo incastro con la colla. In ogni

caso questo collegamento risulta essere abbastanza debole ed il

suo impiego deve limitarsi a pochi casi. La tenuta è garantita

dalla lunghezza dell'intaglio.

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Tutti i Diritti riservati

Per rendere l'unione più stabile si possono usare delle spine di

legno (magari disposte secondo i vertici di un triangolo

equilatero) che attraversano per l'intero spessore l'area

destinata alla sovrapposizione dei due pezzi.

UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE DI SBIECO

Se si desidera realizzare un incastro

con maggiori qualità di tenuta e

capacità nel sopportare sforzi, il

collegamento visto in precedenza può essere modificato

ottenendo una unione di testa a mezzo spessore di sbieco. Le

parti, in questo modo, rimangono unite con maggiore facilità.

Occorre solo grande precisione nel riportare le misure

dell'intaglio (realizzate precedentemente su un foglio) sui pezzi.

Per dare un'indicazione gli apici dell'intaglio si possono

considerare spessi circa un quarto dell'intero spessore

dell'asse.

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Anche questo incastro andrà terminato con l'uso della colla e

potrà essere impiegato con soddisfazione nel restauro di parti

mancanti delle gambe di tavoli, sedie, ecc.

UNIONE DI TESTA CON SMUSSO DENTATO

Una tenuta ancora maggiore delle

precedenti si ha con l'unione di

testa con smusso dentato. Si potrà

usare con soddisfazione un tale incastro nei restauri di mobili

con la sicurezza di ottenere un ottimo risultato sia dal punto di

vista estetico che di robustezza.

Il lavoro risulta essere più complesso di quello dei casi

precedenti e sarà necessario adoperare anche lo scalpello.

Anche in questo caso l'uso della colla è d'obbligo.

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UNIONE DI TESTA SBIECO CON CHIAVE

Un incastro longitudinale più evoluto è

l'unione di testa a mezzo spessore di

sbieco con chiave. Si tratta

sostanzialmente di un normale incastro

a mezzo spessore obliquo, al quale si aggiunge una chiave. Questa

dà maggiore resistenza agli sforzi di rotazione e a tutto

l'insieme. L'esecuzione, però, non è delle più semplici, infatti,

oltre a realizzare i tagli già visti per i precedenti incastri si

dovrà realizzare la sede per la chiave, questa solitamente

realizzata in legno duro.

Il suo spessore dovrà essere di un terzo rispetto a quello

dell'asse in cui sarà alloggiata. Poiché anche questa unione andrà

incollata bisognerà prestare attenzione all'andamento delle

fibre dei vari pezzi in modo che sia lo stesso per garantire in

incollaggio perfetto.

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UNIONE A CODA DI RONDINE

L'unione a coda di rondine si applica in

falegnameria soprattutto per le unioni

d'angolo nelle quali offre qualità

maggiori rispetto agli altri incastri.

Questa unione è adatta per bauli, cassetti scaffalature, ma non

è indicata per cornici e telai sottili. La caratteristica principale

dell'incastro a coda di rondine è data dalla forma dei denti che è

trapezoidale. Nel caso dell'unione a coda di rondine a vista la

lunghezza dei denti è pari allo spessore della tavola nella quale

alloggiano.

Questa unione si applica solitamente in quei lavori che richiedono

robustezza. Se poi si desidera nascondere l'intaglio alla vista è

possibile rivestire le parti con delle placcature o piallacci. Una

evoluzione del precedente incastro è quello con code perse

(sempre nel disegno). La connessione sarà visibile solo da un lato

e solitamente viene usata per i cassetti.

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Rispetto all'unione tradizionale, con code a vista, questa

presenta maggiori difficoltà costruttive. Eseguire questo tipo di

incastro con scalpelli e utensili a mano richiede buone doti di

abilità.

Ma l'utilizzo di elettrofresatrici con accessori particolari

produce in breve tempo ottimi e perfetti risultati.

UNIONE A MERLATURA

L'unione a merlatura assomiglia molto a quella

a coda di rondine, ma ha una resistenza

completamente diversa e non si oppone alla

trazione. D'altro canto la sua realizzazione è

decisamente più semplice.

I denti sono della stessa lunghezza dello spessore dell'asse che

devono attraversare. Questo tipo di unione va incollata.

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UNIONE A CROCIERA OBLIQUA

Per l'esecuzione dell'unione a crociera con

direzione obliqua si sovrappongono i pezzi in

base all'angolazione voluta e si tracciano i

segni con la matita. Gli intagli saranno

profondi quanto la metà dello spessore del pezzo. Dopo di che,

con il seghetto con costola si eseguono vari tagli e ci si aiuterà

con lo scalpello per eliminare le parti eccedenti. Questa unione

va rinforzata con l'uso della colla.

INCASTRO CON TENONE OBLIQUO

Se si realizza il tenone secondo il sistema

classico anche la mortasa sarà obliqua con

la stessa angolatura ed il pezzo del tenone

si potrà inserire solo in senso obliquo. Lo sforzo risulterà

ripartito in maniera diseguale. Ma se si prevede che il mobile

dovrà sopportare grossi sforzi si potrà realizzare il tenone

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sempre nella maniera canonica, ma con l'accortezza che il taglio

sulla testa del tenone dovrà formare un angolo retto e non più

acuto (vedi disegno).

In questo modo si potranno distribuire meglio i vari carichi.

L'intaglio nella mortasa si effettuerà dopo che sono state

riportate le misure esatte del tenone con una matita. Questo

tipo di unione presenta, però, l'inconveniente che i vari sforzi

sono sopportati dal colletto del tenone e le fibre del legno

possono cedere.

INCASTRO CON TENONE OBLIQUO CON ZOCCOLO

Sempre nel caso l'unione debba

sopportare grossi sforzi è consigliabile

modificare l'incastro precedente

realizzando uno zoccolo, in pratica un

taglio destinato ad accogliere l'intaglio.

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Tutti i Diritti riservati

La presenza dello zoccolo accresce la resistenza dell'incastro in

quanto gli sforzi non vengono a gravare totalmente sul tenone

immerso nella mortasa, ma si distribuiscono anche sullo zoccolo.

Nel disegno qui in basso si possono notare (da sinistra a destra) i

due pezzi distanti, i due pezzi incastrati visti dall'alto e dopo

visti lateralmente.

UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE

Le unioni di lunghezza (di testa o di

punta) si usano per collegare due pezzi in

senso longitudinale per aumentarne le dimensioni. Di solito

difficilmente si ricorre all'utilizzo di questa unione. In ogni caso

è comunque da segnalare per l'importanza che ebbe nel passato

nella costruzione di navi, grandi impalcature o edifici. L'unione di

testa a mezzo spessore rappresenta il tipo di collegamento più

semplice. Non servono particolari attrezzi se non il seghetto

(ottima la sega a nastro) ed è necessario completare questo

incastro con la colla.

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In ogni caso questo collegamento risulta essere abbastanza

debole ed il suo impiego deve limitarsi a pochi casi.

La tenuta è garantita dalla lunghezza dell'intaglio. Per rendere

l'unione più stabile si possono usare delle spine di legno (magari

disposte secondo i vertici di un triangolo equilatero) che

attraversano per l'intero spessore l'area destinata alla

sovrapposizione dei due pezzi.

UNIONE DI TESTA A MEZZO SPESSORE DI SBIECO

Se si desidera realizzare un incastro

con maggiori qualità di tenuta e

capacità nel sopportare sforzi, il

collegamento visto in precedenza può essere modificato

ottenendo una unione di testa a mezzo spessore di sbieco. Le

parti, in questo modo, rimangono unite con maggiore facilità.

Occorre solo grande precisione nel riportare le misure

dell'intaglio (realizzate precedentemente su un foglio) sui pezzi.

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Per dare un'indicazione gli apici dell'intaglio si possono

considerare spessi circa un quarto dell'intero spessore

dell'asse. Anche questo incastro andrà terminato con l'uso della

colla e potrà essere impiegato con soddisfazione nel restauro di

parti mancanti delle gambe di tavoli, sedie, ecc.

UNIONE DI TESTA CON SMUSSO DENTATO

Una tenuta ancora maggiore delle

precedenti si ha con l'unione di testa

con smusso dentato. Si potrà usare con soddisfazione un tale

incastro nei restauri di mobili con la sicurezza di ottenere un

ottimo risultato sia dal punto di vista estetico che di

robustezza. Il lavoro risulta essere più complesso di quello dei

casi precedenti e sarà necessario adoperare anche lo scalpello.

Anche in questo caso l'uso della colla è d'obbligo.

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UNIONE DI TESTA SBIECO CON CHIAVE

Un incastro longitudinale più evoluto è

l'unione di testa a mezzo spessore di

sbieco con chiave.

Si tratta sostanzialmente di un normale incastro a mezzo

spessore obliquo, al quale si aggiunge una chiave. Questa dà

maggiore resistenza agli sforzi di rotazione e a tutto l'insieme.

L'esecuzione, però, non è delle più semplici, infatti, oltre a

realizzare i tagli già visti per i precedenti incastri si dovrà

realizzare la sede per la chiave, questa solitamente realizzata in

legno duro.

Il suo spessore dovrà essere di un terzo rispetto a quello

dell'asse in cui sarà alloggiata. Poiché anche questa unione andrà

incollata bisognerà prestare attenzione all'andamento delle

fibre dei vari pezzi in modo che sia lo stesso per garantire in

incollaggio perfetto.

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AFFILARE LE LAME

Affilare consiste nel ridare la forma d'origine al tagliente di un

utensile. Vengono utilizzati diversi utensili per l'affilatura delle

lame: mole, lame o pietre.

L'affilatura si divide in:

arritatura: operazione di sbozzatura con la mola. Iniziare

sempre dalla parte dello smussamento;

fare il "filo morto" e l'affilatura. Utilizzare una pietra ad

olio a grana fine

Quando il tagliente di un utensile è molto rovinato, si deve prima

"rifarlo" con la lima o con la mola, e poi affilarlo con la pietra.

Naturalmente, in linea generale, è sempre meglio riaffilare un

utensile prima che il suo tagliente sia fuori uso: un'affilatura di

"mantenimento" è molto più facile e rapida del rinnovo del

tagliente.

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LA MOLA

Oggi si utilizzano sempre più spesso delle piccole

mole con grani abrasivi agglomerati e vetrificati,

di piccolo ingombro. Queste mole sono montate

su una mola manuale oppure elettrica.

LE LIME

In base all'utensile da affilare, scegliere una lima di forma

adatta, opzionando tra:

lima a coltello, per le seghe a dentatura;

lima pignone, per le seghe a tronchetti;

lima triangolare, per segaccio e sega da falegname: ad ogni

spessore di dentatura corrisponde una sezione di lima;

lima piatta, per le seghe circolari, le seghe a nastro ed

anche per rinnovare coltelli, falci, cesoie, ecc....

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LE PIETRE

Per scegliere una pietra per affilare, bisogna considerare la

qualità della sua grana (si utilizza una pietra a grana media per la

sbozzatura, ed una pietra a grana fine o superfine per la finitura

e per dare il "filo"), della sua forma nonchè considerare il tipo di

acciaio dell'utensile da affilare.

Nella fattispecie:

se l'utensile da affilare è in acciaio corrente: scegliere una

pietra al corindone o una pietra naturale;

se l'utensile da affilare è in acciaio speciale o al carburo di

tungsteno: scegliere una pietra al carburo di silicio.

Per quanto concerne la forma della pietra, si distinguono

due diverse famiglie:

le pietre piatte, che si utilizzano sfregando l'utensile da

affilare sulla pietra. Tali pietre hanno forma rettangolare e

possono esser costituite da due diverse parti;

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le pietre in forma, che si tengono in mano per "sfregarle"

sulla lama dell'utensile da affilare. La loro forma cambia

secondo gli utensili da affilare: pietra a "barretta" per le

coie, pietra triangolare o rotonda per le sgorbie, pietra per

falci, pulitrice circolare per scalpello da falegname... ecc.

Bagnare le pietre al corindone con una miscela di olio minerale e

petrolio. Bagnare le pietre al carburo di silicio con acqua o con

petrolio (si possono utilizzare anche asciutte). Le pietre naturali

vanno utilizzate asciutte o bagnate con miscela olio/petrolio.

TECNICHE DI AFFILATURA

AFFILATURA DI SEGHE A MANO

Prima di affilare, se necessario, allargare con

un'apposita pinza i denti della lama da una parte

e dall'altra. Lavorare su una parte della lama (un

dente su due) e poi dall'altra.

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Bloccare la lama della sega nella morsa, tra due

pezzi di legno. La dentatura deve sporgere di

circa 2 mm. Spianare con la lima piatta

l'altezza dei denti e limare orizzontalmente.

Rimodellare la punta di ogni dente, con la lima

triangolare di dimensione adatta, iniziando dal

dente più lontano dall'impugnatura. Definire un

buon angolo tra lima e lama:

- per una sega a dentatura inclinata, la lima deve essere

perpendicolare alla sega;

- per una sega a dentatura isoscele, la lima deve formare un

angolo con la lama.

Limare soltanto spingendo nel senso contrario.

Nel caso di una sega a dentatura trattata, ad

affilatura permanente, affilare di nuovo il

tagliente, dando due o tre colpi di pietra su ogni

parte della lama.

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AFFILATURA DI PUNTE ELICOIDALI PER LEGNO

Forando i legni duri e soprattutto

l'agglomerato, ed anche sfregando l'una

contro l'altra, le punte da legno si disaffilano.

Per riaffilarle, fissare verticalmente la punta

nella morsa.

Affilare di nuovo il tagliente della punta con qualche colpo di

lima piatta. Se la punta è a due punte, stare attenti ad affilare

entrambe alla stessa altezza

AFFILATURA DI PUNTE PIATTE (TIPO IRWIN) PER LEGNO

Dare tre o quattro colpi di lima piatta o di lima

triangolare sui due coltelli della punta,

rispettando l'angolo iniziale. Dare anche qualche

colpo di lima sulle due parti della lima centrale.

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AFFILATURA DI SCALPELLI DA FALEGNAME E DEI FERRI

DELLA PIALLA

Con una pietra da affilare. Sfregare la parte da affilare su una

pietra piatta ad olio a grana media; appoggiare, conservando

l'angolo di origine (tra 25° e 35°) e facendo dei piccoli cerchi.

Dopo l'affilatura con la pietra, eliminare la bava che si forma

all'estremità della parte affilata, sfregando sulla pietra la parte

piana della lama.

Ripetere le due operazioni precedenti con una pietra superfine.

Se il tagliente è rovinato, riformarlo, prima dell'affilatura, con

la lima piatta o con la mola, stando attenti a non modificare

l'angolo della parte da affilare.

Con una mola elettrica. Utilizzare una guida porta-utensili

regolabile, che permette di rispettare perfettamente l'angolo di

taglio dell'utensile.

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PIALLARE

Piallare consiste nel rimuovere trucioli fini dalla superficie del

legno per appianarlo, diminuirne lo spessore e renderla liscia.

TIPOLOGIE DI PIALLE

LA PIALLA METALLICA

La pialla metallica è più semplice da regolare rispetto alla pialla

in legno. Insensibile alle deformazioni causate dall'umidità, teme

però la corrosione. E' munita di due impugnature per un uso più

facile. E' preferibile la pialla metallica a mini lama

intercambiabile, che evita l'affilatura della lama.

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1. Impugnatura anteriore

2. Impugnatura posteriore

3. Pressa lama

4. Moletta di regolazione

5. Lama

LA PIALLA ELETTRICA

La pialla elettroportatile è munita di un porta-lama rotante (con

due lame) che girano ad un'elevatissima velocità, da 10.000 a

20.000 giri/min. La larghezza della piallatura è compresa tra 82

e 102 mm., mentre la profondità del taglio è regolabile tra 0 e 3

mm.

La potenza varia da 300 a 800 watt.

La guida parallela serve a realizzare delle

scanalature, mentre la guida laterale

inclinabile permette di piallare con un'inclinazione fino a 45°.

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La suola è munita di una scanalatura a "V" che facilita

l'esecuzione di smussature.

Alcune pialle hanno lame al carburo molto resistenti, un sistema

automatico di protezione delle lame, un sacchetto per i trucioli o

un sistema di aspirazione.

LE PIALLE SPECIFICHE

PIALLONE: pialla di grandi dimensioni con una presa per lo

scarico dei pezzi di legno.

PIALLONE PER SGRASSARE: utensile di sgrossaggio, con la

lama leggermente arrotondata.

SPONDERUOLA: pialla stretta in cui la lama supera un pò la

larghezza dell'utensile, utilizzata per aprire fessure e fare le

finiture

INCORSATOIO: piccola pialla utilizzata per la superficie di un

pezzo e delle linguette.

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PIALLA DENTATA: utensile atto a grattare la superficie di un

pezzo prima della levigatura.

LA REGOLAZIONE DELLA LAMA

Inserire la controlama ed il cuneo. Per far sporgere

la lama dalla suola dare dei piccoli colpi di martello

sulla parte alta della lama. Per togliere la lama dalla

pialla di ferro o per farlo rientrare (ridurre la sua sporgenza

dalla suola), picchiettare con il mazzuolo il retro della pialla. Più

la lama supera la suola, più il taglio è spesso. Nel legno duro,

spingere in avanti la lama. Nel legno che si scheggia, avvicinare la

contro-lama alla lama.

COME IMPUGNARE UNA PIALLA

Tenere il retro della pialla di legno con una

mano, stringere il fronte della pialla con il

palmo e la punta delle dita dell'altra.

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Tenere la pialla metallica impugnando i pomoli anteriore e

posteriore; una mano serve da guida mentre l'altra spinge

l'utensile.

Per piallare in piano, fissare il pezzo di legno su un piano.

Verificare che la superficie del legno sia pulita. Regolare la pialla

e piallare nel senso delle venature del legno.

PIALLARE DI TAGLIO UN PEZZO DI LEGNO

Iniziare la piallatura tenendo l'utensile ben

parallelo alla superficie da lavorare. Alla fine

del lavoro premere sul retro della pialla senza

lasciare il fronte. In questo modo, le estremità della superficie

da levigare non si arrotonderanno.

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PIALLARE IL LEGNO ALLE ESTREMITA’

Piallare dall'esterno del pezzo verso

l'interno. Se non si può procedere in due

tempi, per evitare lo scheggiarsi del legno sui

bordi, utilizzare un pezzo di legno di uguale spessore

posizionandolo contro il pezzo da piallare.

PIALLARE UN NODO

Aumentare l'uscita della lama della pialla e

procedere con dei colpetti obliqui, dal bordo

esterno verso il centro.

PIALLARE IL LEGNO ALLE ESTREMITA’

Per realizzare uno smusso appoggiare la

pialla di traverso secondo l'angolo da fare.

Piallare in più passaggi.

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Con la pialla elettrica munita di una scanalatura per smussare,

posizionare la scanalatura sullo spigolo del legno e dare con la

pialla l'angolo desiderato.

LA SCELTA DEL MATERIALE

Per verificare che un pezzo di legno sia ben spianato, passare

una matita sulla superficie da piallare. Fin quando rimangono le

tracce di matita la superficie non è piana.

Verificare regolarmente il filo della lama. Se necessario,

affilarla con la pietra molare o con la mola elettrica. L'angolo di

affilatura dev'essere compreso tra 25° e 30°.

LEVIGARE

In falegnameria, la levigazione è un'operazione di finitura

destinata a dare al legno una superficie molto liscia e regolare,

pronta ad essere cerata o verniciata.

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Si levigano anche gesso o rivestimenti, al fine di regolarizzarli

prima della pittura o della posa in opera della carta da parati. Si

può levigare anche la carrozzeria di una macchina o una lamiera

prima della verniciatura.

ATTREZZI PER LEVIGARE

LA LEVIGATRICE ORBITALE

La levigatrice orbitale è munita di un pattino sul quale è fissato

un foglio abrasivo. La potenza è tipicamente compre tra 130 e

300 watt. Il pattino, o suola, vibra a grande velocità: da 10.000 a

25.000 oscillazioni al minuto.

Alcuni modelli sono provvisti di un variatore

elettronico di velocità, di un'aspirazione

integrata munita di un sacco per la polvere o di

una presa di aspirazione.

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Nei modelli che prevedono l'attacco ad aspiratori o che hanno

l'aspirazione integrata, la piastra può essere forata.

L'uso di questo tipo di levigatrice è diretto alla preparazione e

finitura di tutte le superfici piane.

LA LEVIGATRICE ROTO-ORBITALE

E' una levigatrice a movimenti eccentrici e rotativi,

per una levigazione ultra-fine, avente una grande

capacità d'abrasione in sbozzatura.

Permette un cambiamento rapido dei dischi abrasivi per sistema

a velcro; può integrare un sistema di aspirazione ed essere

dotata di variatore elettrico della velocità di rotazione.

L'utilizzo è diretto alla preparazione e finitura di tutte le

superfici concave e convesse (oltre a quelle piane).

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LA LEVIGATRICE NASTRO

E' munita di nastro abrasivo che gira alla

velocità di 200-500 metri/minuto.

Ha il sistema di aspirazione integrato e può

essere dotata di variatore elettronico di

velocità. E' possibile utilizzare la macchina in modo capovolto,

fissandola ad un ripiano.

Il suo utilizzo è diretto all'installazione e levigatura di grandi

superfici in preparazione e finitura.

LA LEVIGATRICE A DISCO

Si tratta di un adattamento per il trapano: su un

disco circolare (platorello), viene attaccato un

abrasivo mediante veliero, montato sul mandrino

del trapano.

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Il suo utilizzo, da fare con prudenza, è diretto alla levigatura e

decappaggio di metalli, legni e materiali duri.

LA LIMA ELETTRICA

Utensile ideale per i lavori di precisione:

togliere la ruggine dal metallo, levigare

le superfici curve, ecc...

Aspirazione integrata della polvere con o senza variatore

elettronico di velocità.

LE ZEPPE DI LEVIGATURA A MANO

In relazione all'utilizzo, le zeppe

possono essere di legno, sughero,

poliestere, plastica, ecc... con forma e taglio diversi. Ad esse

viene fissato l'abrasivo scelto.

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L'utilizzo è previsto per lavori di preparazione e di finitura, con

levigazione di materiali di forme complesse.

GLI ABRASIVI

Esistono diverse qualità di abrasivi, in funzione della grana

(quarzo, smeriglio, corindone, carburo al tungsteno, carburo di

silicio) e dei supporti (carta, tela e plastica).

CARTE ABRASIVE

Le carte abrasive sono costituite da

fogli di carta ai quali è incollata una

graniglia di vetro. A seconda della

dimensione di questi ultimi vengono identificate da un numero

che indica quanti sono per cm quadro, cosi, maggiore è il loro

numero più si dice che la carta è "sottile".

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Le carte vetrate si usano in serie dalle più grosse alle più sottili

facendole scorrere sulla superficie da lisciare a mano o con un

tampone (pezzo di gommapiuma su cui viene fissata la carta

abrasiva).

RASPE E LIME

Le raspe sono delle particolari lime utilizzate

per sgrossare il legno che presentano dei denti

molto più grandi ed evidenti delle comuni lime.

Questi strumenti, raspe e lime sono comunemente usati per

levigare le asperità del legno. E' consigliabile usarle sempre nella

direzione delle fibre, possibilmente, impugnandole a due mani,

una tiene la punta mentre l'altra il manico con colpi lunghi e

mantenendo una pressione costante. Ne esistono con diverse

sezioni, quadrata, triangolare, semicircolare, ecc.

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TECNICHE DI LEVIGATURA

Assicurarsi che l'abrasivo si fissato e ben teso sull'utensile.

Fissare accuratamente il pezzo da levigare su un piano stabile.

Verificare, prima di iniziare, che la superficie da levigare non

abbia impedimenti, quali chiodi, pezzi metallici, ecc...

Durante la levigatura, pulire regolarmente la superficie da

levigare, per eliminare il pulviscolo e per verificare il lavoro

effettuato.

Levigatrice orbitale. Non fare forza

sull'abrasivo, ma cercare di avere un movimento

regolare ed una pressione

costante.

Una pressione troppo forte, infatti,

strapperebbe la grana e rischierebbe di scavare la superficie da

levigare.

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Levigatrice roto-orbitale ed a nastro. Lasciare lavorare la

macchina dirigendola senza premere. Il peso della macchina è,

infatti, sufficiente.

Levigatrice a disco. Tenere il trapano

leggermente inclinato verso il senso di

spostamento senza effettuare una grande

pressione sul piano. Il disco si sposta senza

arrestarsi sulla superficie da levigare.

LA LEVIGATURA DEL LEGNO

Una regola generale è quella di levigare sempre nel verso delle

venature del legno. Levigare preferibilmente con una levigatrice

orbitale o roto-orbitale.

Ad ogni tappa della levigatura, sgrossatura o

finitura, corrisponde un abrasivo specifico:

sgrossatura: grana da n. 30 a n. 70;

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levigatura: grana da n. 70 a n. 120;

finitura: grana da n. 120 a n. 180

Gli abrasivi da utilizzare sono:

per il legno comune: carta silice o carta

vetrata;

per il legno duro: carta corindone o al carburo di silicio;

per il legno resinoso: carta al carburo di silicio.

Dopo la levigatura, spennellare la superficie del legno con acqua

ossigenata (da 50 a 80 volt) affichè le ultime fibre che restano

da levigare, si raddrizzino quasi completamente. Eliminare

durante l'ultima operazione di levigatura.

LA PULIZIA DELL’ABRASIVO

Alcuni materiali (legno tenero, gesso, rivestimenti, verniciature)

sporcano l'abrasivo e gli impediscono di agire.

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Pulire di tanto in tanto l'abrasivo con una

spazzola dura o cambiarlo. Per pulire un abrasivo

sporco e prima di picchiettarlo, passare la

parter abrasiva sul bordo di un tavolo affinchè si stacchi la

polvere compressa nei grani.

FRESARE

La fresatrice è una macchina elettroportatile di incisione

destinata alla realizzazione delle modanature, delle scanalature

e delle battute. Permette anche di livellare e disegnare

fresando.

Si utilizza principalmente nel legno massiccio o in pannelli di

fibra di media intensità. Per lavori semplici, la scanalatura e la

battuta possono essere eseguiti anche sul compensato.

I lavori si effettuano inserendo, nella "pinza" dell'apparecchio,

una specifica fresa.

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Le caratteristiche tecniche tipiche di una fresatrice sono:

Potenza: tra i 400 ed i 1.500 watt;

Velocità di rotazione: 25.000 giri/min (alcuni modelli hanno

il variatore elettronico di velocità);

Profondità di fresatura regolata da un sistema di arresto

Profondità massima compresa tra 50 e 60 mm.

1.Interruttore di avviamento / arresto

2. Variatore elettronico di velocità

3. Guida di profondità

4. Bloccaggio della guida di profondità

5. Pinza da 6 oppure 8 mm.

6. Guida parallela

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LE FRESE

La qualità del lavoro realizzato con una fresatrice dipende

principalmente dalla qualità delle frese utilizzate. Una fresa

deve essere perfettamente tagliente, e deve rimanere tale. La

fresa và scelta in relazione alla tipologia di lavoro da svolgere.

A grande velocità (25.000 giri/min), le frese comuni si

riscaldano e perdono il "filo".

Le frese in acciaio rapido (HSS) o al carburo di tungsteno (HM)

hanno una durata d'utilizzo molto lunga.

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TECNICHE DI FRESATURA

Fissare il pannello da lavorare in modo molto

stabile, onde evitarne movimenti e vibrazioni.

Scegliere una fresa in base al lavoro da

effettuare e verificarne lo stato.

Stringere saldamente la fresa nella pinza della fresatrice.

Regolare la profondità massima di fresatura in base alla

profondità di taglio da eseguire, e bloccarla.

Controllare la regolazione ad occhio,

mettendo la macchina sul bordo del

pannello (senza azionarla).

In caso di primo utilizzo, fare una prova su uno scarto.

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Tenere la macchina con due mani, molto saldamente

Applicarla sul pezzo di legno da lavorare, posizionandola sul

tracciato di scanalatura o sul pezzo da modanare.

Inclinarsi sopra alla macchina, al fin di utilizzare il proprio

peso per appoggiare e mantenere la macchina e soprattutto

per vedere bene il lavoro.

Regolare (se possibile) la velocità della fresatrice in

relazione alla larghezza e durezza del legno.

MODANATURA DRITTA

Per una fresatura rettilinea sul bordo del

pannello, utilizzare la guida parallela,

appoggiandosi sul bordo del pezzo da lavorare.

Per una fresatura rettilinea nel centro del pannello, fissare una

riga guida con dei serragiunti per guidare la fresatrice.

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LA FRESATURA CURVA

Per seguire i contorni dei bordi profili,

utilizzare una guida curva circolare di copiatura.

IL LIVELLAMENTO

Il livellamento riguarda soltanto l'impiallacciatura

in stratificato. Utilizzare la fresatrice con una

scheda al carburo, per livellare i bordi del

pannello stratificato.

LA MORTASATURA

Scegliere una fresa per mortasare del diametro

uguale alla larghezza della mortasatura

desiderata.

Effettuare un tracciato preciso della mortasatura e

determinare, con degli arresti prestabiliti, la profondità e la

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lunghezza della mortasatura. Inserire l'utensile nel legno con dei

passaggi successivi, e spostare la fresatrice lateralmente.

TRAPANARE

Il trapano elettrico è una macchina

elettroportatile destinata a forare tutti i tipi

di materiale, a condizione che risponda a certi

criteri tecnici e che sia utilizzata in base al lavoro da eseguire,

scegliendo accuratamente le punte, la velocità e il metodo di

foratura.

L'ideale è disporre di una macchina dotata di variatore

elettronico della velocità, che consente il perfetto adattamento

al materiale da forare.

Quanto più la potenza è elevata, tanto più il trapano è efficace.

Numerosi modelli sono dotati della funzione di percussione,

indispensabile per forare muratura e cemento.

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Taluni modelli, inoltre, presentano peculiarità aggiuntive, quali:

impugnatura laterale, asta di profondità graduata, invertitore

del senso di rotazione, avviamento progressivo, disinnesco

automatico in caso di sovraccarico... ecc.

Le caratteristiche tipiche di un trapano elettrico sono:

Potenza: tra 400 e 1.200 watt;

Diametro del mandrino: tra 10 e 32 mm. (ma i trani di uso

comune hanno un mandrino da 10 o 13 mm);

Funzionamento ad energia elettrica oppure a batteria

(quest'ultimo consente di lavorare ovunque, senza il vincolo

del cavo elettrico);

Velocità fissa oppure regolabile (manualmente o

elettronicamente).

1. Avviamento / arresto (on/off)

2. Leva di velocità

3. Invertitore del senso di rotazione

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4. Commutatore di percussione

5. Leva di demoltiplica della velocità

6. Asta graduata di arresto di profondità

7. Pulsante di bloccaggio della funzione on/off

LE PUNTE DA UTILIZZARE

Le punte per legno sono in vanadium cromato (CR-V).

Punte elicoidali

Sono le tradizionali punte per trapano che

possono forare anche il legno, durante la

rotazione il truciolo viene espulso dalla vite elicoidale.

Mecchie Forstner

Sono le più precise e specifiche per legno

e permettono di eseguire fori puliti e

perfettamente calibrati.

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Punte per viti

Eseguono in un unica foratura anche la

svasatura per viti a testa svasata.

Mecchie a tre punte

Ideali per legni che strappano e compensati. possono realizzare

anche fori ciechi.

Mecchie a lancia

Sono le più economiche e sono adatte per

lavori rustici.

Mecchie per cerniere

Sono specifiche per le cerniere perchè calibrate su misura.

Mecchie regolabili

Possono eseguire fori da 16 a 70 mm.

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Seghe a tazza

Sono punte per fori da i 3 ai 12 cm, anch'esse

devono essere utilizzate a bassa velocità.

Punte a bandiera

Possono eseguire fori fino a 20 cm devono essere utilizzate a

bassa velocità.

TECNICHE DI PERFORAZIONE

Per fare un foro di una profondità ben

stabilita, utilizzare la giuda di profondità del

trapano. Mantenere la stessa angolazione di perforazione nel

corso dell'operazione.

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Per eseguire una foratura di precisione nei piccoli

pezzi di legno o metallo, utilizzare il trapano fisso

montato su un supporto verticale (trapano "a

colonna").

LA FORATURA DEL LEGNO

Tracciare la posizione del foro con una croce e

mettere la punta al centro della traccia. Forare

appoggiandosi con moderazione, tenendo la parte

decorativa del pezzo al di sotto.

COME EVITARE LE SCHEGGE E LUSCITA DAL FORO

Procedere in due tempi: forare da una parte fin

quando l'estremità della punta non compare dal

lato opposto.

Quindi, girare il pezzo e finire la perforazione dall'altro lato.

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Mettere un pezzo di legno tra il pezzo da forale

ed il tavolo. Per i buchi di grande diametro,

utilizzare una sega a tazza (o sega a campana).

ALTRI ATTREZZI UTILI

IL MARTELLO

Esistono una varietà incredibile di tipologie di

martelli, ma quello tipico del falegname è

costituito da un battente particolare che

presenta una penna biforcuta utile per estrarre i chiodi.

Nel laboratorio del falegname ci devono essere anche martelli e

mazzuoli in legno o gomma utili per colpire gli scalpelli e le

sgorbie o per percuotere parti in legno senza rovinarle.

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SCALPELLI

Sono costituiti da barre di acciaio

trapezioidali. La punta viene affilata

con angoli precisi e deve essere

sempre affilatissima.

Durante l' utilizzo bisogna prestare attenzione a non incappare

in nodi, e parti metalliche che potrebbero romperli

irreparabilmente. Per utilizzarli correttamente appoggiali sul

legno con un angolo di 30° e asporta poco materiale per volta.

Non rivolgere mai il tagliente verso il corpo durante l' utilizzo,

per evitare incidenti.

La lama degli scalpelli deve avere un'inclinazione precisa a

seconda della durezza del legno (da i 25° ai 35° gradi).

Per affilarli correttamente, utilizzate la pietra appoggiandoli su

di un cuneo di legno per mantenerne la corretta inclinazione.

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SCALPELLI PER TORNITUA

Rispetto gli scalpelli normali presentano un'

impugnatura più lunga che permette di

impugnarli con due mani. Se utilizzati in

obliquo permettono di creare gole e incisioni

sottilissime.

BEDANI

Simili agli scalpelli sono però realizzate

da barre a sezione rettangolare. La punta

presenta una affilatura a punta e non a

unghia come gli scalpelli.

Questi strumenti sono usati principalmente sul tornio

appoggiandoli sul portaferro e tenendoli in

posizione perpendicolare al pezzo in lavorazione.

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SGORBIE

Anch'essi simili agli scalpelli hanno però lame

curve o a "V" e servono principalmente per i

lavori di sgrossatura. Ne esistono di varie

dimensioni, sono anche adatti a ricavare cavi o

canali o per arrotondare pareti.

SERGENTI E SERRAGIUNTI

Grazie al particolare tipo di serraggio

sono molto rapidi e pratici da utilizzare. Le

ganasce sono protette da parti in plastica per

evitare di segnare il legno.

Ne esistono in commercio di diverse misure da pochi centimetri

fino a due metri.

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MORSETTI PER CORNICI

Permettono di mantenere la perpendicolarità e sono quindi utili

per creare telai e cornici.

MORSETTI A SERRAGGIO RAPIDO

Grazie alla loro conformazione la leva

eccentrica prodotta trattiene i pezzi in

posizione e si applicano e levano molto

velocemente.

MORSETTI A “C”

Normalmente hanno dimensioni ridotte rispetto

ai sergenti. Creano un fissaggio robusto ma è

necessario applicare del materiale morbido alle

ganasce per non rovinare le superfici.

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MORSETTI PER LA SPINATURA

Bloccano e indicano esattamente dove forare per

inserire le spine di giunzione.

SUPERLAB

Morsetto multiplo con ganasce indipendenti dotate di bloccaggio

rapido regolabili con tre gradi di tensione.

MORSETTI A CINGHIA

Sono costituite da un nastro di materiale plastico e da ganasce

mobili. Il nastro viene messo in tensione e blocca le ganasce

intorno al pezzo senza rovinarlo.

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MORSA DA BANCO

Esisto di diverso tipo in metallo, quella tipica

del falegname è un legno e serra contro la

sponda del banco con un meccanismo a vite.

CAVALLOTTO

E' un chiodo particolare a forma di "U" che viene

piantato nella testa per bloccare gli attacchi.

…consigli utili

A seconda del tipo di lavorazione è necessario avere a

disposizione il morsetto adeguato. Nel caso si utilizzi una

tradizionale morsa in metallo è possibile usarla a patto di

ricoprirne le ganasce con del PVC o con delle piastrine di

alluminio per non segnare il legno nel punto di presa.

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CHIODI

I chiodi che in alcuni casi possono

sostituire i morsetti nelle fasi di

incollaggio devono essere usati solo per

i lavori più rustici.

Le chiodature vanno fatte in modo da non spaccare il legno lungo

le fibre, è quindi necessario stare lontano dagli angoli delle

tavole e evitare di inserire più chiodi ravvicinati sulla stessa

venatura. Possibilmente pianta i chiodi nella parte chiara della

venatura che risulta più elastica.

PUNTATRICI

I punti metallici sono una dalle giunzioni meno estetiche ma

grazie alla loro velocità vengono utilizzate per assemblaggi di

mobili prodotti in serie. Esistono puntatrici anche molto potenti

in grado di piantare punti metallici lunghi anche 14 mm.

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VITI PER LEGNO

Esiste una grande varietà di viti delle fogge

e materiali più disparati.

Le classi che da legno sono leggermente

coniche e hanno una filettatura che ricopre solo in parte la

lunghezza della vite.

Questo si deve al fatto che il filetto tende ad allontanare le

tavole durante l'avvitatura cosi invece la parte liscia non

facendo presa permette una migliore tenuta sempre facendo

attenzione a che lo spessore della tavola che si vuole fissare sia

minore o uguale alla lunghezza della parte liscia della vite.

AVVITARE / SVITARE E VITI BLOCCATE

Per avvitare correttamente una vite è necessario utilizzare un

caccia vite adeguato e senza esercitare una pressione eccessiva

ruotare rimanendo perpendicolari alla superficie.

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Per non creare fessurazioni nel legno è buona regola forare con

un foro guida le tavole fa fissare. Il diametro del foro deve

essere di norma l'85% / 95% del diametro della vite.

Se una vite fatica a penetrare nel legno strofinala con del

sapone per avvitarla con più facilità.

Se devi invece svitare e l'operazione risulta difficoltosa picchia

la vite utilizzando il cacciavite come uno scalpello.

Se ancora non riesci a smuoverla, scaldala con un saldatore a

stagno e aspetta poi che si raffreddi. La dilatazione del metallo

per il calore dovrebbe sbloccare la vite.

BULLONI BOMBATI

I bulloni a testa bombata sono dei particolari

bulloni che non presentano tagli sulla testa ma

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che vengono trattenuti durante il tiraggio fa un piccolo dado al

di sotto della bombatura che si incassa completamente nel

materiale dopo essere che il bullone è stato avvitato.

INBULLONATURA SENZA SPORGENZA

Rispetto alla imbullonatura tradizionale il dado viene incassano

praticando un foro più ampio. in questo modo non ci sono

elementi sporgenti. Chiaramente lo spessore del materiale deve

consentire l'incasso e la lunghezza della vite deve essere uguale

o leggermente inferiore allo spessore totale dei materiali da

unire.

INBULLONATURA A SCOMPARSA

In questo caso la testa della vite o del bullone viene incassata

praticando un foro della dimensione della testa in modo che

possa penetrare nel materiale e successivamente il montaggio

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viene inserita e incollata una spina in legno che viene poi tagliata

e spianata per rendere invisibile la vite.

INBULLONATURA DI RINFORZO

Si tratta di una imbullonatura che viene realizzata sull' angolo

delle strutture tramite un profilo triangolare in legno che viene

unito alle tavole che formano l'angolo con bulloni. Questo

permette di rendere più solido il mobile.

TASSELLI IN PLASTICA

Dopo la foratura di diametro adeguato

inserisci il tassello e avvita, espandendosi

comprime il materiale circostante e garantisce la tenuta. Per

questo motivo è importante non creare fori eccessivamente

grandi rispetto al diametro del tassello.

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TASSELLI METALLICI

Funziona con lo stesso principio dei tasselli in

plastica solo che è adatto a sopportare carichi maggiori.

TASSELLI A FARFALLA O ANCORETTA

E' formato da un bullone alla cui estremità ci sono

due alette di metallo che si aprono

automaticamente grazie a una molla una volta

inserito nella parete. Garantiscono una buona tenuta ma sono

adatti solo per le pareti realizzate con mattoni forati. Per capire

se la parete è adatta battila con la mano, se suona vuota si

tratta quasi certamente di mattoni forati.

TASSELLI A ROSETTA

I modelli in gomma sono adatti anche per tamburati e pareti

prefabbricate o truciolari.

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CASSETTA TAGLIA CORNICI

Attrezzo per effettuare tagli per

creare cornici. E’ in legno massello e

MDF, con una dima dritta e due

diagonali.

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