[Corso ITA] - Pc Open - Corso Video Montaggio

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I niziamo un percorso alla sco- perta del video su PC, un mondo in cui l’aumentata ca- pacità elaborativa dei compu- ter, la semplificazione degli strumenti software e la discesa dei prezzi, hanno permesso di raggiungere risultati impensa- bili solo qualche anno fa. Chiunque, con una videocame- ra e un PC, acquisiti alcuni con- cetti di base, può accostarsi al- la forma espressiva permessa dal video. Lo scopo di questo nostro articolo, suddiviso in quattro appuntamenti, è quindi darvi le basi per poter raccontare una storia attraverso una se- quenza di immagini e suoni. Il video delle vacanze, un vide- clip musicale del vostro grup- po, la partita di calcio di vostro figlio o la presentazione della vostra azienda sono tutti pro- getti che per essere ben realiz- zati necessitano una compren- sione dei concetti come la scel- ta e utilizzo della videocamera, la configurazione del PC dal punto di vista harware e software, gli strumenti di ela- borazione del filmato, fino alle differenti possibilità di fruizio- ne del video da parte di spet- tatori. Ogni puntata si soffermerà su un tema e sarà corredata da una parte esemplificativa su un determinato progetto vi- deo: questo mese partiremo dal semplice e più immediato video amatoriale delle vacanze che trovate a pag. 118. Le sezioni della prima puntata Il primo appuntamento vuo- le essere un’introduzione al te- ma e si sofferma su aspetti ge- nerali, analizzando come colle- gare la videocamera al PC e i formati video che entrano in gioco, come deve essere fatto un PC adatto all’elaborazione video, sia dal punto di vista hardware sia software: pren- deremo in cosiderazione, a se- conda del budget di spesa e dello scopo prefissato, quale configurazione sia meglio ap- prontare, infine analizzeremo anche quello che propone il mondo Apple, da sempre azienda di riferimento per quanto riguarda il videoedi- ting. Come dicevamo all’inizio, la notevole attenzione al mon- do del videoediting è data dal- la semplificazione del proces- so di elaborazione, garantita dalle possibilità dell’Editing non Lineare. Lineare e Non Lineare, le differenze Per poter comprendere il concetto di Editing non Linea- re (NLE) è bene spiegare con chiarezza cosa significa Editing Lineare così da evidenziarne le differenze. Questa seconda tecnica è stata, ed è ancora la più utilizzata dai professionisti open school 1 a parte A scuola con PC Open Il video digitale, registi con il PC Un viaggio alla scoperta delle possibilità del video in ambito informatico, dalle riprese all’elaborazione alla visualizzazione del lavoro finito di Luca Mor oni e Fulvio Pisani 1/38

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Iniziamo un percorso alla sco-perta del video su PC, unmondo in cui l’aumentata ca-

pacità elaborativa dei compu-ter, la semplificazione deglistrumenti software e la discesadei prezzi, hanno permesso diraggiungere risultati impensa-bili solo qualche anno fa.Chiunque, con una videocame-ra e un PC, acquisiti alcuni con-cetti di base, può accostarsi al-la forma espressiva permessadal video.

Lo scopo di questo nostroarticolo, suddiviso in quattroappuntamenti, è quindi darvile basi per poter raccontareuna storia attraverso una se-quenza di immagini e suoni. Ilvideo delle vacanze, un vide-

clip musicale del vostro grup-po, la partita di calcio di vostrofiglio o la presentazione dellavostra azienda sono tutti pro-getti che per essere ben realiz-zati necessitano una compren-sione dei concetti come la scel-ta e utilizzo della videocamera,la configurazione del PC dalpunto di vista harware esoftware, gli strumenti di ela-borazione del filmato, fino alledifferenti possibilità di fruizio-ne del video da parte di spet-tatori.

Ogni puntata si soffermeràsu un tema e sarà corredata dauna parte esemplificativa suun determinato progetto vi-deo: questo mese partiremodal semplice e più immediato

video amatoriale delle vacanzeche trovate a pag. 118.

Le sezionidella prima puntata

Il primo appuntamento vuo-le essere un’introduzione al te-ma e si sofferma su aspetti ge-nerali, analizzando come colle-gare la videocamera al PC e iformati video che entrano ingioco, come deve essere fattoun PC adatto all’elaborazionevideo, sia dal punto di vistahardware sia software: pren-deremo in cosiderazione, a se-conda del budget di spesa edello scopo prefissato, qualeconfigurazione sia meglio ap-prontare, infine analizzeremoanche quello che propone il

mondo Apple, da sempreazienda di riferimento perquanto riguarda il videoedi-ting. Come dicevamo all’inizio,la notevole attenzione al mon-do del videoediting è data dal-la semplificazione del proces-so di elaborazione, garantitadalle possibilità dell’Editingnon Lineare.

Lineare e Non Lineare,le differenze

Per poter comprendere ilconcetto di Editing non Linea-re (NLE) è bene spiegare conchiarezza cosa significa EditingLineare così da evidenziarne ledifferenze. Questa secondatecnica è stata, ed è ancora lapiù utilizzata dai professionisti

open school 1a parte

� A scuola con PC Open

Il video digitale,registi con il PCUn viaggio alla scoperta delle possibilità del video in ambitoinformatico, dalle riprese all’elaborazione allavisualizzazione del lavoro finitodi Luca Moroni e Fulvio Pisani

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1a parte open school

Lezione 1:INTRODUZIONE SULLE RIPRESE E ILMONTAGGIOScopo del corso e presentazione• Il videomontaggio su computer, il concetto

di non linear editing e le differenze con ilsitema lineare

• Formati video standard e codec• Obiettivi di lavoro: le diverse tipologie di

video• Il primo passo: la fase di acquisizione,

collegare la videocamera al PC. Impariamoad utilizzare Avid Free DV in fase di catturavideo

• Le configurazioni PC e MAC adatteall’elaborazione video: hardware e softwaredisponibili, dal neofita al professionista

PARTE PRATICA• Girare e montare filmini amatoriali

Le prossime puntateLezione 2:

PREPARARSI, RIPRENDERE EORGANIZZARE IL MATERIALE• Scelta della videocamera e degli accessori:

i microfoni, le luci, gli obiettivi, i filtri• Le fasi di preparazione• La ripresa• Come usare la telecamera, inquadrature,

camera a mano/spalla, uso del cavalletto,terminologia, alternative e trucchi.

PARTE PRATICA• Girare e montare un documentario

Lezione 3:UTILIZZO DEL PROGRAMMADI MONTAGGIO VIDEO• Visionare il girato, segnare tempi

(timecode), controllo incrociato della

sceneggiatura.• Le fasi di montaggio• Uso degli effetti e delle transizioni mirato:

dare un senso narrativo alle transizioni, imigliori modi di usarle: consigli.

PARTE PRATICA• Girare e montare un cortometraggio

Lezione 4:AGGIUNGERE L’AUDIO E CREARE ILFORMATO FINALE• La musica e gli effetti:• Il controllo finale:• Visione e controllo transizione e audio,

sincronizzazione• Authoring e riversamento• I programmi per authoring DVD

PARTE PRATICA• Girare e montare un videoclip musicale

IL CALENDARIO DELLE LEZIONI

che dispongono di attrezzatu-re dai costi elevati e che devo-no montare grandi quantità divideo. Lineare significa che lasequenza delle scene montatepuò avvenire solo in modo se-quenziale, cioè che è obbliga-torio partire dalla scena n° 1per passare poi alla 2, alla 3 ecosì via. Il montatore utilizzauna centralina di controllo da-ti collegata a un monitor video,una seconda centralina di con-trollo video fornita di Jog/shut-tle (la manopola che consentelo scorrimento controllato delnastro) e una serie di videore-gistratori professionali (gene-ralmente Sony Beta) che gesti-scono nastri video in alta qua-lità tramite timecode (il codicenumerico/temporale che iden-tifica i fotogrammi sul nastro).Un ultimo videoregistratore èdedicato al riversamento finale(Master) ed è utilizzato solo altermine di tutte le operazionidi montaggio.

Con questo tipo di tecnicanon è possibile montare partivideo che non siano sequen-ziali e, in caso di errori (evita-bili da una attenta e precisapianificazione), può essere ne-cessario ripetere tutto o buonaparte del montaggio.

Per il montaggio lineare ser-vono quindi molteplici appa-recchiature dal costo non in-differente: monitor, centraline,processori video e videoregi-stratori il tutto a prezzi proibi-tivi, oltre ad una grande espe-rienza e precisione per evitareperdite di tempo.

Non lineare, più economico e più semplice

Il sistema di Editing non Li-neare differisce dal precedenteproprio per l’opportunità digestire tutto il montaggio sen-za una sequenzialità precisa esolo con il semplice utilizzo diun computer.

Il video che si desidera uti-lizzare si registra su hard disk(servono dischi capienti perpotere avere grandi quantità divideo: sono consigliabili dai 60GB in su) tramite il processo diacquisizione e diventa com-pletamente gestibile e modifi-cabile in ogni sua parte.

Non operando più fisica-mente su un nastro, ma su unaserie di dati codificati in un file,tutte le operazioni di taglio,modifiche, effetti o quant’al-tro, sono gestite da un softwa-re. In questo modo si può “tor-nare indietro” o rifare una par-te senza che questo influenzi ilmontaggio successivo, diventaquindi più facile gestire errorie rifare intere sequenze. Se peresempio dopo avere terminatoil montaggio scopriamo cheuna scena nel bel mezzo del fil-mato deve essere ulteriormen-te ridotta o allungata, possia-mo intervenire spostandosemplicemente tutta la partevideo successiva in avanti o in-dietro “aggiustando” la parteinteressata senza essere co-stretti a riprendere l’interomontaggio da quel punto: tuttoil video successivo manterrà leproprie impostazioni anche sela sua posizione sarà cambiata.

Anche nel software abbia-mo il timecode che permettedi inserire dati numerici peravere maggior precisione, mal’utilizzo del “nastro virtuale” el’assenza di tante apparecchia-ture, facilita la gestione del la-voro nel suo complesso e gra-zie alla qualità dei prodottisoftware e hardware raggiuntaoggi siamo vicini alla sostitu-zione definitiva del montaggiolineare, ad esclusione della pel-licola cinematografica che uti-lizza processi e trattamentiparticolari. Ma anche in que-sto campo però iniziano a fio-rire esempi di editing su com-puter: l’ultimo film dei fratelliCoen “Prima ti sposo e poi tirovino” è stato completamentemontato con un sistema di edi-ting non lineare con computerApple ed il software Final CutPro.

Una importante differenza

tra i due procedimenti sta nelfatto che nel “lineare” sono ge-stiti i nastri così come sonostati registrati, mantenendoquindi la qualità originale,mentre con il computer è de-terminata dalle impostazionifatte in fase di acquisizioneche, passando attraverso uncodec (sistema di compressio-ne video) altera la qualità del-l’originale.

Questa alterazione dipendein particolare dalle caratteri-stiche del computer e delsoftware che viene utilizzato,nonché dall’interfaccia (tipo dicollegamento) che si utilizzaper “catturare” il video.

Formati, segnali e codecEsistono vari formati video,

tipologie di segnale e altrettan-ti codec, che cambiano in mo-do radicale la qualità e l’aspet-to del lavoro finale.

Ecco gli strumenti per una postazione di montaggio video lineare: il monitor dicontrollo, la centralina di montaggio, registratori VHS e Beta, una piastra per lecassette e i rack patchbay che gestiscono il collegamento tra le macchine

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I formati video più comunisono generalmente determina-ti dal paese in cui viviamo e sidifferenziano in risoluzione(numero di punti che compon-gono l’immagine) e linee oriz-zontali, determinate dal tipodi supporto video su cui sonoregistrate le immagini.

Un’altra distinzione va fattatra video analogico e video di-gitale: il video analogico tra-sforma l’immagine registratain segnale elettrico; il video di-gitale trasforma le immagini informato dati. In entrambi i casisi registra attraverso una tele-camera su un nastro magneti-co ma, mentre nel primo caso,quando si acquisisce su com-puter si effettua un processo diconversione tra analogico e di-gitale con una inevitabile per-dita di dati a prescindere dalcodec utilizzato, nel secondocaso la trasmissione digitalepuò essere senza perdite, ameno che l’interfaccia utilizza-ta non sia di tipo analogico equindi con le stesse problema-tice descritte prima. Per esem-pio se utilizziamo una teleca-mera miniDV e trasferiamo ilvideo al computer tramite unaporta o interfaccia Firewirepossiamo mantenere la stessaqualità, ma se non disponiamodi questo ingresso e quindi col-leghiamo la telecamera conun’interfaccia analogica con in-gressi S-VHS o RCA compositi,inevitabilmente il video subiràuna conversione con perdita diqualità.

Le connessioni videoI segnali video si differenzia-

no per il tipo di cavo utilizzatoche ne caratterizza l’emissio-ne: per definizione il segnale vi-deo è composto da tre coloriprimari chiamati RGB(Red/Rosso - Green/Verde eBlu), con i quali si ottengonotutte le tonalità di colore. Que-sti colori sono poi influenzatidai segnali chiamati Luminan-za e Crominanza ovvero lumi-nosità e saturazione/alterazio-ne del colore.

Il segnale video più comuneè detto composito (il cavo chegeneralmente accompagna tut-te le apparecchiature videocon i tre spinotti colorati ingiallo, bianco e rosso) questoperché tutti i segnali conver-gono in un unico cavo (lo spi-notto giallo) e non possono su-bire modifiche nel trasferi-mento del segnale; questo col-legamento è normalmentequello con la più bassa risolu-zione. Migliore è il segnale Su-per-VHS o S-Video che con unospinotto a cinque poli, “tra-sporta” i tre colori insieme masepara Luminanza e Cromi-nanza rendendo un aspetto piùnitido e pulito.

Migliore di tutti è il segnalediretto RGB che può esserepresente in un cavo SCART(purché sia collegato a 21 poli)o in appositi cavi separati. I trecolori sono su cavi distinti esfruttano appieno le caratteri-stiche proprie del segnale sor-gente e del televisore che lavo-ra in RGB dando come risulta-to colori e luminosità brillantie invariati rispetto alla fonte(in particolare i DVD).

I tre segnali descritti sono

tutti analogici. Per il digitale ildenominatore comune è il for-mato DV che si distingue in di-verse tipologie (Digital8, Mi-niDV, DVStandard, DVCpro eDVCam), simili tra di loro madifferenti nei supporti utilizza-ti. La qualità del video DV di-pende però dalle caratteristi-che della telecamera utilizzataper le riprese. L’obiettivo, ilnumero e la grandezza dei CCD(sensori) presenti e il numerodi pixel che li compongono,sono le principali caratteristi-che per la definizione dellaqualità. Il segnale digitale haun’unica tipologia di cavo chetrasmette dati e non è influen-zato da caratteristiche qualicolore o luce.

Il formato per l’uscita sui TVOltre al formato PAL usato

nel nostro paese e in diversi

paesi europei, ne esistono altridue principali che sono NTSCper America, Giappone ed al-cuni altri paesi ed il SECAM (di-viso in quattro categorie) prin-cipalmente usato in Francia.

Prendendo in considerazio-ne i due formati principali PALe NTSC oltre che nella risolu-zione si differenziano ancheper il valore di FPS, fotogram-mi al secondo: il primo contie-ne 25 fotogrammi per ogni se-condo di video mentre il se-condo 30 (29,97 per la preci-sione). Ultimi ma non menoimportanti sono i codec perl’acquisizione video che, a me-no di non desiderare di fare fil-mati per il Web, si differenzia-no in DV-PAL e DV-NTSC con lecaratteristiche del formato na-tivo e la possibilità di imposta-re diversi livelli di qualità nellostesso codec. �

open school 1a parte

GLOSSARIO DEI TERMINI UTILIZZATI

Codec: compressore/decompressore, ognicodec comprende diversi tipi di algoritmimatematici per l’ottimizzazione del video.Normalmente il codec è presente in unsoftware o in un particolare apparecchiohardwareComponent: segnale professionale utilizzatonel video analogico che separa i tre coloriprincipali RGB dai segnali di luminanza ecrominanza. Si utlizza per avere la miglioredefinizione possibile, i prodotti che adottanoquesto tipo di connessione sono costosiDV: Standard digitale utilizzato dalla maggiorparte degli operatori nel campo del video, siaprofessionisti che non; ha un formato pari a720 pixel per 576 lineeDVCam: formato digitale professionalesviluppato dalla Sony con le stessecaratteristiche del DV ma con unaregistrazione della traccia di 15 micron

rispetto ai 10DVCPro: Formato digitale professionalesviluppato dalla Panasonic con le stessecaratteristiche del DV ma con unaregistrazione della traccia di 18 micronrispetto ai 10Formato video: termine usato per definire iltipo di incisione effettuata su nastro e peridentificare il segnale finale di “uscita” delvideo. Due esempi di formato sono PAL eNTSCMiniDV: è la tipologia di media a nastro sucui si registra in standard DV. Di formatomolto ridotto si utilizza soprattutto per letelecamere amatoriali e semiprofessionali piùcomuniNTSC: formato standard di emissione videoin America e Giappone, dimensioni di 640pixel per 480 lineePAL: formato standard di emissione video in

in Italia e in gran parte dell’Europa (non inFrancia dove si usa il SECAM): ha dimensionidi 768 pixel per 576 lineeRCA: tipo di connessione analogica piùcomunemente usata (spinottogiallo/rosso/bianco)RGB: definizione abbreviata per descrivere ilsegnale standard mondiale del video intermini di colore - R/rosso G/verde B/bluS-VHS o S-Video: Formato video analogicomigliore del VHS nella definizione del colore edell’immagine. La risoluzione video èsuperiore al VHS oltre che per le ragionidescritte anche perché il numero di pixel perlinea è di 400/410VHS: Formato video analogico standardutilizzato per le comuni videocassette. Ilformato del VHS permette di avere unadefinizione di circa 300/320 pixel massimoper ogni linea (576)

Per visualizzare un elenco di codec video presenti nel proprio sistema operativoentrare in pannello di controllo/suoni e periferiche/hardware/codec video/proprietà

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Il primo e fondamentale pun-to da prendere in considerazio-ne quando si decide di fare unvideo è la scelta della tipologia,che condiziona radicalmentetutto il lavoro successivo.

Ecco una breve panoramicadei più diffusi.

Video amatoriale, l’approccio più semplice

Il video amatoriale per defi-nizione si realizza senza parti-colari accorgimenti, general-mente tratta di viaggi, vacanze,situazioni familiari e così via.

In questo genere l’attenzioneva posta in fase di montaggiodove la “casualità” delle ripresepuò prendere una forma più co-municativa e maggiormentefruibile dal nostro potenzialepubblico. Se per esempio si tor-na dalle vacanze con un videoframmentato in più cassetteche però contiene in qualchemodo elementi comuni, (mon-tagne, monumenti, momentiparticolari) si può pensare diraccogliere in capitoli tematiciqueste riprese, presentandolecon una musica che dia un sen-so logico; oppure, se si preferi-sce un racconto temporale,può essere utile creare titoli ecapitoli che raccontino glieventi della giornata. Da evita-re in modo assoluto filmatitroppo lunghi che comportanodifficoltà maggiori nella strut-tura narrativa e corrono il ri-schio di diventare noiosi, da 5 aun massimo di 15 minuti è ilrange di tempo da prendere inconsiderazione.

Il cortometraggio,l’appassionato si evolve

Si definisce cortometraggioun video della durata inferioreai trenta minuti. Tutti coloroche amano il video si sono si-curamente cimentati almenouna volta nella realizzazione diun cortometraggio.

Questo secondo “tipo” si dif-ferenzia per la presenza di unastoria precisa che intende rac-contare. Proprio per questa ra-gione comincia ad essere ne-cessario uno studio preventivo,la scrittura di un breve soggettoe un po’ più di tecnica.

La necessità di conoscere iluoghi delle riprese diventa fon-damentale per potere pianifica-re con più attenzione le inqua-

drature e il senso della storia. Sideve cominciare a pensare al-l’uso di un cavalletto e a una il-luminazione adeguata. Anche ilrisultato che vogliamo otteneresarebbe bene sia descritto inuna specie di racconto delmontaggio, così da potere con-tare su una precisa scaletta del-le scene da girare.

Ci vorranno maggiori accor-gimenti nella cura della qualitàdell’audio (sempre che non sidecida di fare un doppiaggio,procedimento alquanto com-plesso), e sicuramente una cu-ra maggiore nel taglio delle sce-ne in fase di montaggio, che di-venta decisivo per il ritmo dadare ad una sequenza.

Per esempio in una scenad’azione, nel taglio tra due in-quadrature dello stesso sogget-to, le sequenze devono esserebrevi e bisogna assolutamenteevitare pause troppo lungheche possano rallentare il ritmoe togliere credibilità. Anche lamusica acquista una importan-za fondamentale e deve esserescelta con attenzione e sensologico in relazione alla storia.

Lungometraggio o film, i professionisti al lavoro

Il lungometraggio, più comu-nemente chiamato film, non so-lo racconta una storia come il“corto” ma presenta difficoltànarrative maggiori in quanto sisvolge in un arco di tempo chetocca e supera l’ora. Questa ca-ratteristica impone l’organizza-zione in termini di riprese pre-ventivata da una fase dettaglia-ta di scrittura detta sceneggia-tura, che permette un visionecomplessiva del film e la neces-saria programmazione del la-voro. Normalmente per un lun-gometraggio ci sono quattro fa-si di scrittura precise: la sinos-si, che in poche righe descrivela storia del film; il soggetto,che approfondisce in fase diracconto l’intero film; il tratta-mento, che in modo più ap-profondito del soggetto separae descrive la storia in puntiprincipali più accuratamentedescritti, ed infine la sceneg-giatura che divide l’intero filmin scene con una descrizioneprecisa degli ambienti, dei mo-vimenti della macchina da pre-sa, delle azioni degli attori e ditutti dialoghi.

Questa procedura non èsempre rispettata neanche daiprofessionisti, ma resta comun-que cosigliabile scrivere il piùpossibile per evitare brutte sor-prese, come la dimenticanza diuna scena in fase di montaggioo grandi perdite di tempo du-rante le riprese.

Per realizzare un lungome-traggio si devono affrontaremolte difficoltà, è quindi auspi-cabile cercare di pianificare piùcose possibili. Si deve avere ap-profondita conoscenza delle lo-cation (luoghi di ripresa).

Documentario, tempi di realizzazione lunghi

Non esistono caratteristichetemporali del prodotto finale, insecondo luogo il documentarionon necessariamente deve rac-contare una storia, piuttostorappresentare o descriverequalche cosa.

Per questa ragione i tempi direalizzazione delle riprese pos-sono essere estremamente lun-ghi (alcuni tra i più bei docu-mentari sono stati realizzati inmolti anni, lo splendido film do-cumentario Il popolo migratoreha visto una durata delle ripre-se superiore ai quattro anni) edè fondamentale sapere beneprima cosa si intende ottenere.

Anche le tecniche di ripresacambiano perché la necessitàfare vedere qualche cosa a lun-go impone quasi sempre l’usodel cavalletto e movimenti dicamera lenti ed ordinati.

Anche nel documentario sirende necessaria un fase orga-nizzativa estremamente precisaper evitare la sorpresa di averemateriale video insufficiente al-lo scopo prefissato.

Videoclip musicale,sperimentazione ai massimi

Qui siamo di fronte ad unprodotto video strettamente le-gato alla sensibilità di chi lorealizza. Le tecniche di ripresapossono variare molto ed è piùfacile e possibile sperimentare.Ovviamente l’ascolto preventi-vo del brano da “visualizzare” èconsigliabile oltre ad una brevestesura della sequenza delle ri-prese. L’uso ampio di inquadra-ture diversificate permette diottenere risultati più efficaci.Non esiste una tecnica più omeno usata, il videoclip si pre-sta a mille e più interpretazioni:si può raccontare una storia, sipossono semplicemente mette-re insieme immagini di ogni ti-po, resta tutto in mano a chi lofa’ e al senso della canzone chesi vuole rappresentare, ma pro-prio per la sua estrema flessibi-lità è facile perdere il senso diquello che si vuole ed è perquesto che una attenta inter-pretazione e una accurata scrit-tura permettono di “vedere”chiaramente il video prima diaverlo fatto.

La nuova forma di comunicazione business

Esistono vari tipi di videoaziendali o di comunicazioneindustriale: presentazione fieri-stica, filmato vendita per agen-ti, promozionale breve o lungoe documentaristico.

Ogni tipo di filmato si legacomunque ad una tecnica nar-rativa sopra descritta anche se,proprio perché appartiene adun campo professionale e pro-mozionale dipende dalla piani-ficazione stabilita tra realizza-tore e cliente.

1 Obiettivi di lavoro: le diverse tipologie di video

1a parte open school

Un video amatorialepuò raccontare una

giornata di vacanza inmontagna. Questa

tipologia è la prima acui si accosta un

utente neofita perchéè la più semplice e

non richiedel’osservanza di regolerigide nelle varie fasi

di lavorazione

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open school 1a parte

2 Il PC per il video ... dal lato Microsoft

Chi deve scegliere un PCper fare videomontaggiosi trova di fronte a una pa-

noramica di componenti moltoampia e variegata. Nella tabellasotto abbiamo riassunto tre ti-pologie di spesa e di utilizzo,utili nel caso vogliate acquista-re un PC nuovo. Non vi spaven-tate perché non sono i requisi-ti minimi, il processore a 800

MHz non è da buttare subitovia, si può utilizzare, magarinelle prime fasi, scontando unpo’ la lentezza generale edeventualmente aumentando unpo’ la RAM, minimo 256 MB. In-somma fare un po’ di esperien-za per poi, acquisite le basi,passare a una configurazionepiù avanzata. È invece essen-ziale comprendere, a costo dialcune rinucie, che il PC per ilvideo deve essere il più stabilepossibile.

Solo per videomontaggioIl PC per il videomontaggio è

un sistema molto delicato, sog-getto più di altri a conflitti eproblemi di vario tipo. È quindiimportante per la stabilità cer-care di evitare di installaresoftware o hardware vario, mauna volta raggiunta una confi-gurazione ottimale mantenerlail più possibile invariata. Even-

tualmente fare un dual boot eutilizzare un sistema operativoil più pulito possibile per il vi-deo e un secondo per lavoraregiocare e altro. Nel caso di ac-quisto di una scheda di elabo-razione real time, controllaresul sito del produttore eventua-li incompatibilità note conhardware e software e utilizzaresolo componentistica consi-gliata. Per quanto riguarda ilsoftware controllare costante-mente il sito del produttore perscaricare gli aggiornamenti.

I componenti più importantiI componenti che influiscono

maggiormente sulle prestazioniin elaborazione video conodue: la CPU e la quantità diRAM installata. Per quanto ri-guarda il processore consiglia-mo di partire da 2 GHz in su, laRAM dev’essere almeno 512MB, possibilmente di tipo DDR

400. Come abbiamo visto il vi-deo salvato su PC richiede mol-to spazio, consigliamo quindi didotarsi di due dischi fissi: unoper il sistema operativo e unocome magazzino per i file vi-deo. Tenete sempre defram-mentati i dischi e controllateche sia attivata la modalità

CONFIGURAZIONI PC

Configurazioni

Per iniziare

Un buon compromesso

Il massimo

Computer

Basta il PC che avete già se dispone di unprocessore da 800 MHz e 256 MB di RAM

a cui associare un’interfaccia (vedi adestra). Nel caso vogliate acquistarne uno

nuovo, prevedete una CPU Pentium 4 oAthlon XP con frequenza di 2 GHz o

superiore, 512 MB di RAM, disco fisso daalmeno 60 GB. Windows XP Home edition.Masterizzatore di CD o DVD. Un monitor.

Con costi a partire da 900 euro

Processore Pentium 4 o Athlon XP a 2,6GHz o superiore, 512 o 1 GB di memoriaRAM, due dischi da 80 GB o superiori dicui uno dedicato esclusivamente ai file

video. Masterizzatore di DVD multiformato.Windows XP Professional Edition. Uno o

due monitor.Costi a partire da 1.400 euro

Singolo processore Pentium 4 o Athlon 64da 3 GHz in su. Doppio processore IntelXeon o Athlon MP. 1 GB di memoria RAMin doppio canale, 2 o più dischi fissi da120 GB (eventualmente con tre dischi

valutare la possibilità del RAID 0 con unacoppia di dischi in tandem per i dati).

Masterizzatore di DVD multiformato. Duemonitor e un televisore. Windows XP

Professional EditionCosti a partire da 1.800 euro

Interfaccia

Una scheda PCI con interfacciafirewire per il collegamento dellavideocamera a un costo di circa

40/50 euro.Per il formato analogico le interfacce

ADV, Pinnacle/Dazzle o TerratecCosto tra 150 e i 300 euro

Una scheda PCI con interfacciafirewire per il collegamento della

videocamera digitale.Videoconvertitori Canopus ADVC 50o 100. Costo tra i 150 e i 400 euro.Chi si può permettere una soluzionepiù evoluta può puntare su schede di

elaborazione Matrox RTX.10 oCanopus RaptorRT

Costo intorno a 600/800 euro

Schede video di elaborazione RealTime come Canopus DV Storm2 o

Matrox RTX.100: Pinnacle presentala soluzione solo software o softwarepiù la scheda AGP in Liquid EditionPro che ha il box con i connettori

analogico/digitaliPrezzi oltre i 1.000 euro

Videoconvertitori CanopusADVC300/500/100 costi a partire

da 650 euro

Software

Possibilmente gratuiti come WindowsMovie Maker 2 o Virtual DUB. Gratuitoma un po’ più avanzato Avid Free DV,

che utilizziamo come base per il nostrocorso. Semplici e con un costo moltoabbordabile sono Arcsoft Showbitz o

Muvee Autoproducer

Programmi semplici nella gestione delleprocedure di acquisizione, montaggio eriversamento dal costo tra i 50 e i 150

euro. Buoni esempi sono PinnacleStudio 8 (a febbraio è attesa la versione

9), Ulead Videostudio 7 (abbiamopubblicato la versione 5 completa sul

CD del mese scorso), CyberlinkPowerDirector, Magix Film su DVD e CD

Nelle schede citate sono già compresi isoftware come Adobe Premiere Pro,

Canopus Edius o Pinnacle LiquidEdition. Da notare il fatto che nel prezzo

della scheda è comprensivo quasil’intero valore del software.

Vegas Video, Ulead Mediastudio PRO 7,Avid Xpress DV (appena uscita la

versione 4 a un prezzo di 695 euro),Xpress Pro a 1.800 euro sono gli altrisoftware di fascia semi/professionale

acquistabili solo separatamente

Virtual Dub è un software gratuito chepermette di apprendere i primi rudimentidell’elaborazione video

Con il nuovo Liquid Edition, Pinnaclepropone la soluzione “solo software”,sfruttando al meglio le prestazioni delleveloci CPU e della scheda video AGP

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CONFIGURAZIONI APPLE

1a parte open school

...e da quello Apple

DMA (Direct Memory Access),andando (in Windows XP) inProprietà/Sistema/hardware/gestione periferiche e selezionan-do all’interno della voce Con-troller IDE il canale primario osecondario su cui è installato ildisco. Dopo la selezione apritedi nuovo proprietà con il tastodestro del mouse e selezionateImpostazioni avanzate.

Troverete l’elenco delle peri-feriche collegate. Selezionate ildisco e in Modalità di trasferi-mento attivate la voce DMA sedisponibile. Parlando invece di

unità di memorizzazione ottica,visti i prezzi in discesa, un ma-sterizzatore di DVD 4x può es-sere la scelta ideale, meglio semultiformato per garantirecompatibilità con i playerDVD.

Anche la scheda video as-sume un ruolo importante, dadimenticare le schede velocis-sime per i videogiochi, megliouna scheda intermedia che per-metta un’uscita su più monitore che magari abbia caratteristi-che avanzate come l’uscita suTV, in questo senso le Matrox

Parhelia e P750 sono lescelte ideali per un PC pervideoediting. Chi vuole unaconfigurazione avanzata devepoi prendere in considerazioneuna scheda video Real Time co-

me quelle Canopus e Ma-trox, oppure affidarsi allasoluzione di Pinnacle checon Liquid Edition propo-

ne un software ottimizzatoper sfruttare la potenza ela-

borativa di CPU e scheda videoAGP. Sul software ritorneremonelle prossime puntate e nelcorso del 2004 con recensioni eprove comparative.

Da sempre Apple ha prodot-to computer pensando specifi-catamente al campo professio-nale e riportando alcune fun-zionalità sui computer dedica-ti al vasto pubblico.

Basti pensare alle caratteri-stiche del nuovo sistema OS X(10.3 Panther) ormai stabil-mente costruito su base UNIXche garantisce una buona sta-bilità.

Ad Apple si deve anche ilmerito di aver spinto la con-nessione firewire, con la qualesi possono connettere le vi-deocamere digitali al compu-ter. Adobe Premiere è stato trai primi software semiprofes-

sionali per Editing non linearenato principalmente per lapiattaforma Apple (ora peròabbandonata con PremierePRO).

Questa premessa per direche ad oggi tutte le configura-zioni disponibili su questi com-puter sono appositamentepensate per il video digitale.

Le porte Firewire e USB giàdisponibili e i software inclusiin dotazione con il sistemaoperativo sono completi e per-mettono fin da subito di mon-tare e masterizzare CD o DVD.Abbiamo anche in questo mon-do selezionato tre configura-zioni che possano rispondere

ad un utente con budget risi-cato, intermedio o con aspira-zioni professionali.

Tra i computer desktop diApple possiamo selezionaretre fasce: l’eMac, dedicato acoloro i quali vogliono un uni-co “pezzo” compreso il moni-tor CRT da 17 pollici con dueconfigurazioni differenti. iMacche introduce il monitor LCDTFT incorporato (fino a 20 pol-lici) in un design più particola-re e con tre configurazioni. Eper finire i potenti G5 towercon la nuova tecnologia a 64bit in tre configurazioni di cuidue con doppio processore.Nella tabella seguente sono de-

scritti tutti i modelli con mag-giore chiarezza per tre diversetipologie di postazioni per il vi-deo editing.

Tutti i prezzi e le configura-zioni dettagliate si possonotrovare direttamente sul sito:http://store.apple.com/Ap-ple/WebObjects/italystore/. �

Configurazioni

Per iniziare

Un buon compromesso

Il massimo

Computer

Apple eMac 1GHz con almeno 512MB di RAM.Ha un disco fisso da 60 o 80 GB a seconda

della configurazione scelta. Monitor incorporatoda 17 pollici. A partire da 899 euro per il

modello senza masterizzatore DVD

Apple iMac 1,25 GHz con almeno 512 MB diRAM. Il modello citato dispone di un disco fissoda 80 GB in ogni configurazione, le differenzeprincipali stanno nella presenza del monitor da15, 17 e 20 pollici TFT e il superdrive (DVD-R).Si consiglia il modello da almeno 17 pollici. I

prezzi partono da 1.399 euro

Apple G5 da 1,8 a 2 GHz doppio processore, 1GB di RAM e uno o più dischi esterni firewire daalmeno 200 GB. Un monitor da 20 pollici ed un

secondo da almeno 17. Il disco interno indotazione è Serial ATA da 80 GB per il modellobase e Serial ATA da 160 GB per i due a doppio

processore. I prezzi partono da 2.000 euro

Interfaccia

Due porte firewire e cinque USB sonogià comprese nella dotazione. Per ilformato analogico le interfacce ADV,

Pinnacle/Dazzle o TerratecCosto tra 150 e i 300 euro

Due porte firewire e cinque USB sonogià comprese nella dotazione.

Convertitore analogico/DV Director’sCut di Miglia (399 euro) certificato

direttamente dalla Apple e disponibilepresso l’Apple Store

Il firewire è già compreso nelladotazione con due porte. Una

qualunque delle interfacce già citate odi maggior costo e sofisticazionepresente sul mercato anche se ineffetti per l’acquisizione analogica

non sono necessarie apparecchiatureestremamente costose

Software

iMovie è compreso nel pacchettosoftware di base e permette disvolgere tutte le funzioni per

qualsiasi video amatoriale e oltre

Anche in questo caso si puòinizialmente contare su iMoviema per chi vuole cimentarsi in

operazioni più complesse e ad unmaggiore controllo sul video con

prestazioni professionali siconsiglia Apple Final Cut Express.

(394,80 euro)

Apple Final Cut Pro 4(1.198,80 euro)

Avid Xpress DV (695 euro),Xpress Pro (1.800 euro)

La soluzione di Matrox RTX.100permette di avere una scheda per ilmontaggio in tempo reale e il pacchettocompleto di software per il video di Adobecon un prezzo pari ai soli software

IMovie è il semplice software divideomontaggio presente in ogni nuovocomputer Apple

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open school 1a parte

I tre connettori RCA in figura sono i più diffusi e i più semplici datrovare per il collegamentoanalogico.I colori identificano la tipologia:giallo è il video, bianco è l’audiosinistro e rosso è l’audio destro.

Migliore in relazione alla qualitàdel segnale video ripetto alComposito è l’SVideo o SVHS,rappresentato da un connettoreMini-Din di forma tonda permettedi avere un segnale video miglioredel video composito in quantoscinde i colori dal segnale diluminanza e crominanza

Anche chiamato IEEE1394 o iLinkè lo standard adottato da Apple ediventato un punto di riferimentoper chi si occupa divideomontaggio. Quasi tutte levideocamere digitali hanno questaconnessione.Disponibili in due versioni a 4 pin(tipicamente sulle videocamere) adestra o a 6 (sulle schede per PC)a sinistra.

Standard per connettereperiferiche quali stampanti,scanner, modem, fotocameredigitali o per scaricare le foto dallavideocamera su PC. Nella versione2.0 beneficia di una velocità ditrasferimento 40 volte superiorealla 1.1 (da 11 si passa a 480Mbps). I cavi di connessione sonouguali per entrambi gli standard.

I cavi e gli attacchiVideo Composito e audio Svideo

Dopo aver effettuato le ri-prese e prima della fase dimontaggio che trattere-

mo nelle prossime puntate, bi-sogna collegare la videocame-ra al PC e procedere all’acqui-sizione del video. Il collega-mento se digitale avviene tra-mite cavo firewire, se analogi-ca tramite i cavi Video Compo-sito e Audio o Svideo.

Sul PC deve essere installatoun programma di cattura delvideo che si occupa di crearefile video in vari formati a se-conda dei software utilizzati.Più il programma è avanzatopiù possibilità di formati sihanno a disposizione. Nella fa-se di acquisizione entra in gio-co il codec che si occupa dicomprimere il flusso video inentrata. Soffermiamoci sul ca-so più comune, il formato DV,che sul PC genera un file conestensione AVI.

Per catturare un minuto divideo digitale in formato stan-dard (DV PAL con audio a 16bit) sono necessari circa 210MB. Il file video contiene circa1500 fotogrammi, ogni secon-do ne sono rappresentati 25.Questo ci porta a dire che perogni secondo di video salvatosu disco sono necessari circa3,5 MB di spazio(210/1500*25). Per questo undisco fisso molto capiente ènecessario se si vuole lavoraresu video anche di breve dura-ta. Consigliamo di montarneuno da almeno 60 GB per ge-stire i file video.

In queste quattro puntate ciserviremo del software gratui-to Avid FreeDV, che trovate sulnostro CD, per imparare a fareelaborazione video. Nella pros-sima pagina impariamo a cat-turare il video con il program-ma gratuito di Avid.

3 Il primo passo: il collegamento dellavideocamera al PC e l’acquisizione video

Fonte di acquisizioneDIGITALE

Fonte di acquisizioneANALOGICA

Firewire Interfaccia firewire

Box esterno di interfacciavideo composito o SVideo Acquisizione software

Composito

La procedura per installare Avid Free DVAvid FreeDV è un applicativo semplice e completo per l’editingaudio e video. È disponibile sia per PC sia per MAC, funziona solosu piattaforma Windows XP o Mac OS X. Bisogna fare attenzione in fase d’installazione nel seguire unaprocedura particolare: è inanzitutto necessario registrarsiall’indirizzo http://www.avid.com/forms/freeDVReg.asp. Una voltacompilato il form di registrazione, cliccare su SUBMIT, nella paginasuccessiva cliccare su DOWNLOAD/ACCEPT e poi su DOWNLOADWINDOWS XP VERSION. Si accede così a una pagina in cui sonovisualizzati i due codici necessari all’installazione: USER ID ePASSWORD, a questo punto si può interrompere il processo didownload. Una volta ottenuti i codici necessari si può passareall’installazione.

Firewire USB

L’interfaccia di Pinnacle Liquid edition mette a disposizione sia ingressi digitali,Firewire, sia ingressi e uscite analogiche, Video composito e SVideo

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1a parte open school

L’installazione di Avid Free DV

Dopo aver scaricato il codice di installazione sipuò far partire la procedura guidata cliccandosul file launch.exe, il software ci chiederà diselezionare il paese in cui viviamo

Nelle ultime fasi di installazionedovremo selezionare il disco fissoo la partizione in cui vogliamo cheAvid Free DV vada a registrare ifile video catturati. È importantesceglierne uno capiente e tenerlosempre ben deframmentato

Il software controlla le impostazioni di risparmio energetico se non le trovaadeguate dovete andare in Start/Pannello di controllo/opzioni di risparmio, nellascheda Combinazioni di risparmio di energia selezionare Sempre attivo

Il primo progetto

Una volta lanciato il programma dobbiamo dare un nome al progetto video sucui si lavorerà. cliccare su New Project e sulla destra sotto Format selezionareDVPAL

Ci troviamo così davanti all’interfaccia di Avid Free DV, da sinistra vediamo lafinestra che raccoglie clip e materiale vario, il monitor di lavorazione. In basso adestra la finestra “settings” e la parte fondamentale del programma dimontaggio video la Timeline

La fase di cattura

Collegata la videocamera al PC, andiamo nel menu Toolset e selezioniamoCapture. Si visualizza la finestra di cattura video: in basso i comandi dellavideocamera sotto all’indicazione del Timecode. Durante la fase di cattura ilmonitor sulla destra visualizza il video

Dall’alto vediamo ilpulsante rosso periniziare e fermare lacattura video. Sotto ibottoni per selezionarecosa si vuolecatturare: V video, A1e A2 audio.Nei riquadri Name sipuò scrivere il nomedel file e i commenti.Nella parte centraleBIN si può selezionareil disco in cui salvare ifile, da notare chesulla destra èriportata la quantitàmassima di minutiregistrabili. Sotto cisono i comandi per lavideocamera,controllare che siaGeneric DevicePAL

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Per questa prima “puntata”vi guidiamo nella costru-zione di un video amato-

riale. Passiamo in rassegna leprincipali operazioni con unaserie di suggerimenti pratici fi-nalizzati al migliore utilizzo delmateriale che avete preceden-temente girato o state per gi-rare.

Se avete una videocamera,sicuramente in qualche cas-setto c’è una cassetta con unvideo: l’ultimo viaggio, la festadi un amico, il compleanno diun figlio, che avete già montatoo che desiderate montare mache per qualche ragione è ri-masto lì, in attesa del tempo edello stimolo giusto. Bene, pro-viamoci insieme, organizzia-

moci un po’ e vediamo cosapossiamo fare.

Per prima cosa controllia-mo quanto materiale video ab-biamo, tanto per renderci con-to di quello che dovremo vi-sionare e soprattutto prefig-giamoci un termine: quantodurerà. Per fare sì che il pro-dotto finale possa essere vistocon piacere da tutti è meglioattenersi a durate medio-brevi(tra i 5 e i 15 minuti) che, a me-no che non si disponga di lun-ghissime sequenze, risulta es-sere la scelta meno impegnati-va e più semplice da gestire.

Visionare il girato e pensarea una piccola storia daraccontare

Una volta fatta la scelta deltempo cominciamo ad orga-

nizzarci: cerchiamo un filo con-duttore che ci consenta di dareun senso narrativo al nostro vi-deo, così da poter pensare edeventualmente scrivere unabreve scaletta della sequenzatemporale. Per fare questo oc-corre visionare tutto il mate-riale e fare una prima scelta diquello che terremo e di quelloche risulta superfluo o “sacrifi-cabile”.

Ora che abbiamo le idee piùchiare possiamo prendere inconsiderazione la possibilitàdi approfondire la scaletta di-videndo in brevi capitoli o sce-ne il materiale scelto: peresempio nel caso di un viaggiosi può procedere temporal-mente dal giorno della parten-za, all’arrivo in albergo, allaprima serata e così via. Ovvia-

mente il minutaggio comples-sivo condiziona la durata diogni scena che deve esserebreve perché tutto quello dicui vogliamo “parlare” sia con-tenuto nel video.

La sequenza temporale nonè un obbligo ma facilita la nar-razione, al contrario si può de-cidere di separare gli argo-menti nel caso in cui si dispon-ga di immagini tematiche:montagna, mare e così via.

Anche per un compleanno ouna festa può essere efficace lasequenza: l’arrivo degli invita-ti, la torta, i regali le situazionistrane che si possono presen-tare.

Insomma, qualunque sia iltema, con un po’ di immagina-zione si può raccontare unastoria.

4 Il video amatoriale

open school 1a parte

Le clip

Le clip catturate sono elencate nellafinestra Superbin. Questa ha diversevisualizzazioni, vediamo per esempioquella testuale che elenca il nome, ladurata e la tipologia delle clip

Selezionando l’etichetta Frame avremouna visualizzazione dell’elenco delle clipcon il primo fotogramma Ed ecco l’interfaccia di Avid Free DV con le clip catturate, per inserirle sulla

Timeline trascinatele dalla finestra Superbin alla Timeline. Per visualizzare ildoppio monitor invece nel menu Toolset selezionate Source/Record editing

I titoli devono essere ben visibili su tutta la durata della sovrimpressione. Nel filmino amatoriale sono sempre ben riuscite le scenecuriose, un cagnolino che si ferma per qualche secondo ansimante sul sentiero di montagna, può essere un momento simpatico daregalare agli spettatori

Le vacanze, unafesta o i primipassi del piccolobambino sonoavvenimenti chepossono essereraccontati con unvideo, scopriamocome fare

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1a parte open school

Accompagnare il successi-vo lavoro di montaggio conuna scaletta è molto utile pro-prio nel momento in cui do-vremo affinare i tagli e le se-quenze, perché con un argo-mento ben preciso in testa di-venta più facile fare le scelte“giuste”.

Ricapitolando: visioniamo ilvideo; decidiamo un tema prin-cipale; separiamolo in capitoli;facciamo una prima scrematu-ra del video da acquisire, scri-viamo tutto su un blocco pertenere il lavoro sotto un più at-tento controllo (in particolarese il lavoro si svolgerà in mo-menti diversi).

La fase di acquisizioneFatto questo, cominciamo

ad acquisire il materiale sceltosul il nostro computer facendoattenzione a dare a ogni se-quenza un nome riconoscibileche ci servirà più avanti peridentificarla velocemente.

Un utile suggerimento puòessere quello di acquisire giàin senso temporale e con tuttele scene separate così da avereuna sorta di pre-montato sucui lavorare.Fate attenzione adare sempre qualche secondoche segua e preceda la se-quenza che intendete montarecosì da avere un margine diperfezionamento del taglio piùampio.

Infatti quando si applica una“transizione”, cioè un effetto dipassaggio tra una scena eun'altra, il programma di mon-taggio ha bisogno che ci sia delvideo tra le due parti dopo ilpunto di inserimento e primadel punto di uscita, così daavere del video su cui applica-re l’effetto.

Per punto di inserimento siintende il primo fotogrammada cui partirà l’effetto, in que-sto caso la transizione, e perpunto di uscita l’ultimo foto-

gramma che ha ancora l’effettoapplicato; da quel punto in poiil video sarà di nuovo “norma-le”.

Iniziare la fase di montaggioUn buon punto di partenza

per aumentare il senso narrati-vo delle nostre scene è quellodi abbinare la musica.

Ci sono due modi principaliper farlo: il primo più sempliceè quello di montare tutto e poi,a seconda del risultato, sce-

gliere una sequenza di braniappropriati fino alla fine del vi-deo; la seconda che necessitadi una maggiore attenzione èquella di “legare” la musicamentre stiamo montando, ilche condizionerà anche lostesso taglio delle scene.

Per spiegare il secondo “mo-do” facciamo un esempio pra-tico. La musica che scegliamoha dei punti cosidetti “forti” e“deboli”, cioè momenti di mag-giore o minore intensità che in-fluenzano direttamente la sce-na che accompagnano. Dob-biamo quindi fare sì che ai mo-menti “forti” corrispondanoimmagini che ne giustificanol’ascolto: un ritornello partico-larmente ritmato sta bene inun momento di festa in cui c’èmovimento e tanta gente oun’azione sportiva concitata,viceversa i movimenti “debo-

li”, un panorama o un tramon-to sono valorizzati da musichedolci e poco ritmate.

Come già detto questa scel-ta complica un po’ il lavoro dimontaggio ma dà anche mag-giori soddisfazioni a tutti colo-ro che decidessero di fare unosforzo in più. Ovviamente lescelte di cui abbiamo parlatofin’ora si intersecano fra loro,costruendo già a loro modouna trama precisa del risultatofinale. Durante il montaggio edin merito alle scelte fatte sipuò decidere di aggiungere un“tocco” in più con una appro-priata titolazione data ad ogniparte o al filmato intero che nedescriva maggiormente gliaspetti più interessanti.

A tal fine è bene ricordareche se si utilizza un titolo periniziare una sequenza, questodeve essere possibilmentecentrale, con caratteri grandi eben visibili, mentre se si vuolesottolineare semplicementequalche cosa mentre avviene èmeglio usare la tecnica dida-

scalica, mettendo il testo inbasso come se fosse un sotto-titolo. Il montaggio vero e pro-prio, poi, va curato facendo at-tenzione a non compiere saltitroppo bruschi tra un taglio el’altro, evitando cioè di passa-re per esempio dal primo pia-no di qualcuno a un panoramasenza che questo abbia un sen-so narrativo specifico. E’ sem-pre bene mettersi nei panni diuno “spettatore” completa-mente all’oscuro di ciò che ve-drà per evitare passaggi di sce-na che distoglierebbero dallatrama principale.

Sequenze brevi e pochi ef-fetti, non usati a sproposito,producono un risultato di si-curo effetto e piacevole dacedere, se poi si è fatto un buolavoro di scelta delle musichetutto acquista un valore anco-ra più alto. �

La seggiovia chescende a valle èanche un ottimomomento cheindica una finedella passeggiatain montagna e ilrelativo video, inquesto casointegrata con unclassico delleconclusioni e cioél’inserimento diuna dissolvenza alnero

I passi fondamentaliRiprese: non è necessario pianificarle

Organizzazione del materiale: visualizzazione del girato con unapreselezione delle scene principali

Montaggio: costruzione di una storia tra i 5 e i 15 minuti,sequenza temporale o per soggetti separati

Aspetto musicale: sottofondo o musica portante

Titolazione: titoli centrali o didascalie

� In fase di acquisizioneFate attenzione a daresempre qualchesecondo che segua epreceda la sequenzache intendete montare.Sarà così più sempliceinserire transizioni tra duescene

� Rumori ambientaliNel caso in cui si siano fatteriprese in situazioniparticolari, per esempio convento, se non necessarioalla narrazione che avete inmente, eliminate il rumoreambientale e sovrapponeteparlato o musica

� Le inquadraturePer non distoglierel’attenzione dal soggettoprincipale di una scenaevitate di fare salti bruschi,per esempio da un primopiano a un campo lungo.

� Il titolo giustoUn titolo all’inizio di unasequenza deve esserepossibilmente centrale, concaratteri grandi e benvisibili, mentre se si vuolesottolineare semplicementequalche cosa mentreavviene è meglio usare latecnica didascalicamettendo il testo in bassocome se fosse un sottotitolo

� Verifica del titoloFate sempre una verifica deltitolo che intendete inserirein una scena perché quelloche sta bene sul primofotogramma potrebbediventare illeggibile suifotogrammi qualchesecondo dopo. Controllatequindi la leggibilità per tuttala durata in cui il titolo è insovrimpressione

� Uso di transizioni edissolvenzeCercare di mantenere la

durata di unatransizione odissolvenza tra 1 e3 secondi. Unadurata inferiore al

secondo potrebbeessere infattiimpercettibile.

Tips&Tricks

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open school 2a parte

Dopo aver fatto una primaintroduzione generale altema del video digitale

nello scorso mese, in questaseconda parte del corso pren-diamo in considerazione il pri-mo dei due elementi fonda-mentali che il videomaker èbene sappia padroneggiare almeglio: la videocamera. Il se-condo elemento, il software dimontaggio video, lo tratteremonella terza puntata.

Parleremo di videocamere,dunque, dalla scelta all’utiliz-zo. Partiremo dalla scelta, perun neofita ardua nel vasto pa-norama in commercio, cercan-do di mettere in evidenza qua-li sono le caratteristiche sa-lienti da prendere in conside-razione prima dell’acquisto,

cosa considerare e cosa è su-perfluo: la tanto decantata fun-zione fotografica, il mirabolan-te valore di zoom digitale o gliinnumerevoli effetti speciali in-clusi nella videocamera sonoper esempio elementi trascu-rabili se non dannosi; mentrela scelta di una buona ottica, lapresenza del DV-in abilitato ol’ergonomia della macchina so-no invece punti sui quali è me-glio non transigere. Scelta lamacchina, per ottenere il me-glio dalle riprese è necessarioaggiungere alla videocameraalcuni accessori. Il treppiede ocavalletto è un elemento fon-damentale che può, da solo,far migliorare sensibilmente laqualità delle immagini riprese,non c’è cosa peggiore infatti di

un video con immagini trabal-lanti, e seppur molto potenti esofisticati gli stabilizzatori nonpossono far miracoli.

Nella seconda parte ci sof-fermeremo sull’utilizzo dellavideocamera, facendo luce sullinguaggio delle riprese video:passeremo in rassegna i diffe-renti tipi di inquadratura conimmagini esplicative e spie-gheremo alcuni significati og-gettivi che aiuteranno nellascelta della migliore inquadra-tura da utilizzare in funzionedel messaggio che vogliamotrasmettere ai nostri spettato-ri. Per esempio un soggetto ri-preso dal basso verso l’alto èmesso in risalto, gli si dà unamaggiore importanza rispettoa un soggetto ripreso dall’alto

verso il basso, il quale al con-trario è sminuito. La parte pra-tica di questa puntata infineprende in considerazione laproduzione di un video docu-mentario, prenderemo comeesempio un progetto sulla vitadelle farfalle. �

� A scuola con PC Open

Il video digitale,registi con il PC

Come scegliere la videocamera:quali elementi sonoimportanti e quali èpossibile trascurare.Come effettuare leriprese al meglioe i differenti tipi di inquadraturedi Luca Moroni e Fulvio Pisani

Incompatibilità di AvidFree DV con patchMicrosoft KB 824141Il programma gratuito di editingvideo di casa Avid hadimostrato un’incompatibilitàcon la patch per Windows XPKB 824141. Per evitare freezedurante il funzionamento ènecessario disinstallare lapatch. Ringraziamo il nostrolettore per la segnalazione.

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2a parte open school

Lezione 1:INTRODUZIONE SULLE RIPRESE E ILMONTAGGIOScopo del corso e presentazione• Il videomontaggio su computer, il concetto

di non linear editing e le differenze con ilsistema lineare

• Formati video standard e codec• Obiettivi di lavoro: le diverse tipologie di

video• Il primo passo: la fase di acquisizione,

collegare la videocamera al PC. Impariamoad utilizzare Avid Free DV in fase di catturavideo

• Le configurazioni PC e MAC adatteall’elaborazione video: hardware e softwaredisponibili, dal neofita al professionista

PARTE PRATICA• Girare e montare filmini amatoriali

Lezione 2:PREPARARSI, RIPRENDERE EORGANIZZARE IL MATERIALE• Scelta della videocamera e degli accessori:

i microfoni, le luci, gli obiettivi, i filtri• Le fasi di preparazione• La ripresa• Come usare la telecamera, inquadrature,

camera a mano/spalla, uso del cavalletto,terminologia, alternative e trucchi

PARTE PRATICA• Girare e montare un documentario

Le prossime puntateLezione 3:UTILIZZO DEL PROGRAMMADI MONTAGGIO VIDEO• Visionare il girato, segnare tempi

(timecode), controllo incrociato della

sceneggiatura• Le fasi di montaggio• Uso degli effetti e delle transizioni mirato:

dare un senso narrativo alle transizioni, imigliori modi di usarle: consigli

PARTE PRATICA• Girare e montare un cortometraggio

Lezione 4:AGGIUNGERE L’AUDIO E CREARE ILFORMATO FINALE• La musica e gli effetti• Il controllo finale• Visione e controllo transizione e audio,

sincronizzazione• Authoring e riversamento• I programmi per authoring DVD

PARTE PRATICA• Girare e montare un videoclip musicale

IL CALENDARIO DELLE LEZIONI

L’elemento fondamentaleper le riprese è la videoca-mera. Nel mercato consu-

mer e semiprofessionale lascelta è vastissima e spessoentrando in un negozio o in uncentro commerciale ci si trovasperduti davanti al gran nu-mero di modelli esistenti. Nonparleremo volutamente di mo-delli ma citeremo solo qualchemarca. Seguendo le prove suPC Open di volta in volta sare-te aggiornati sulle novità pro-poste sul mercato. Nel corsodell’anno faremo poi una gui-da all’acquisto per fornirvi ul-teriori elementi di confronto.

Le videocamere più vendu-te sono le MiniDV, registranosu un nastro in formato digita-le e si connettono al PC trami-te cavo firewire e USB. Ne esi-stono di varie categorie si par-te dalle economiche da 400euro per arrivare alle semipro-fessionali da oltre 3/4.000 eu-ro. Prima di analizzare qualisiano gli elementi fondamen-tali da tenere in considerazio-ne facciamo un breve excur-sus sui formati digitali concor-renti al MiniDV (tralasciamoquelli analogici oramai quasidel tutto soppiantati e scom-parsi dal mercato).

Digital8 - formato digitaleche registra i dati video e au-dio DV su nastri Hi8. Attual-mente solo le videocamere/vi-deoregistratori Digital8 DV

della Sony sono in grado di ri-produrre cassette in questoformato.

Hi8 e 8mm - le videocameresono economiche e la defini-zione è un compromesso tra ildigitale e l’analogico.

MicroMv - formato intro-dotto da Sony con l'obiettivodi creare videocamere "tasca-bili" dotate di una qualità vi-deo elevata. Il supporto di re-gistrazione ridottissimo (cir-ca un terzo di una cassetta Mi-niDV), può contenere video informato MPEG-2, ha permessodi minimizzare le dimensionidelle videocamere. La com-pressione video è maggioredelle telecamere DV e la qua-lità video non è sempre para-gonabile.

MiniDVD - dopo l’esperi-

mento di Hitachi anche Sony ePanasonic hanno introdottoprodotti che registrano il vi-deo su miniDVD (con dimen-sioni di 8 cm contro i 12 stan-dard). Di solito supportano di-schi in formato DVD-R e DVDRAM. Il MiniDVD limiti intrin-sici quali la durata limitata dispazio di registrazione, la qua-lità video inferiore al DV.

L’importanza del DVinValutiamo le caratteristiche

da tenere in considerazionenella scelta di una MiniDV. Sestate valutando la possibilitàdi fare editing video controlla-te che la vostra videocameraabbia il DVin abilitato, permet-te di riversare ciò che si è ela-borato sul PC di nuovo sullavideocamera.

L’ultimafrontiera in fattodi videocamereè rappresentatadal miniDVD.Dopo Hitachianche Sony ePanasonic hannointrodotto deimodelli ingamma per oraqualitativamenteinferiori alleMiniDV

1 La scelta nel vasto panorama di videocamereGli elementi da valutare nellascelta di una videocameraProvare sempre la videocamera nelpunto vendita prima dell’acquistoper prendere confidenza con icomandi e capire se fa al casonostro

Caratteristiche tecnicheCCD: valutarne la grandezza (1/4,1/3 di pollice), la risoluzione (da450.000 pixel al megapixel) e laquantità (da uno a tre)DVin: permette di riversare sullavideocamera ciò che si è elaboratosul PC, alcune telecamere ne sonosprovvisteOttica: vedi più avantiStabilizzatore: esiste ottico eelettronico, il primo è da preferirsi,anche se nelle videocamere conrisoluzione elevata (800.000 pixelin su) anche l’elettronico funzionabene

Caratteristiche generaliPeso: le ultraleggere si trasportanobene ma si controllano male esono soggette alle vibrazioni piùfacilmenteDisplay LCD: più è grande meglio sivede, ma più consuma la batteriaEffetti speciali: se avete un PCdimenticate di avere la sezione delmenu con gli effetti speciali,guardate con sospetto i commessiche magnificano una videocameraper gli effetti speciali di cui disponePossibilità di scattare foto:elemento marginale da considerareper ultimo

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open school 2a parte

Il CCD, il cuore dellavideocamera

Il componente da cui dipen-de in maniera sostanziale laqualità delle immagini riprese èil sensore di immagine, anchechiamato CCD. Il CCD (ChargedCouple Device) è l’elemento sucui la luce, passando attraversol'obiettivo, va a comporre l'im-magine.

È un chip che si occupa di in-terpretare i dati relativi all'im-magine e di convertirli in se-gnali elettrici che poi vengonotrasferiti al nastro. La qualità diun CCD è indicata dal numerodi pixel contenuti sulla sua su-perficie, che determinano la ri-soluzione dell'immagine.

La maggior parte delle vi-deocamere ha un singolo CCD.L'utilizzo di 3 CCD, che permet-te una qualità delle riprese mag-giori, si trova nelle videocame-re semiprofessionali, consentedi ottenere colori più fedeli eduna più ampia gamma di con-trasto. I tre CCD, però, compor-tano videocamere più grandi ecostose di quelle che ne hannouno solo.

I modelli più comuni hanno isensori pari a 1/4” (un quarto dipollice), dimensioni superiori,ad esempio 1/3,6” o 1/3” mi-gliorano sensibilmente nella ni-tidezza dell’immagine.

Altra caratteristica impor-tante è la risoluzione in pixel(ovvero la quantità di dettaglivisualizzabili), a partire da450.000 pixel abbiamo giàun’ottima qualità, comunemen-te le videocamere di qualità in-termedia hanno un valore di800.000 pixel.

I sensori a risoluzione mag-giore, (ovvero montati nelle co-siddette Megapixel), possonocomunque contribuire alla qua-lità finale dell’immagine ma piùche altro permettono di miglio-rare la qualità delle foto, anchese questa funzione è lontana

dalla qualità delle immagini del-le fotocamere digitali. Prendia-mo comunque in considerazio-ne il fatto che se non intendia-mo realizzare video che an-dranno su supporti digitali qua-li Video CD o DVD, non abbia-mo bisogno di alte risoluzionipoiché i supporti analogiciadottano risoluzioni più limita-te (VHS, Video8 e così via, vedila puntata pubblicata sulloscorso numero).

L’ottica e lo zoom digitaleAnche l’ottica (obbiettivo)

incide sulla luminosità e la niti-dezza dell’immagine, nonchésulla resa dei colori; maggiore èla dimensione migliore è la re-sa, le telecamere ultra compat-te dispongono di lenti moltopiccole con una evidente ridu-zione della qualità delle imma-gini.

Sempre riguardo all’otticasono presenti zoom di due ge-neri: ottico e digitale. Il primo èun numero compreso tra 10 e20x, il secondo tra 150 e 500x(ma ci sono numeri anche piùalti). Le differenze sono sostan-ziali: lo zoom ottico crea un in-grandimento dell’immaginereale sfruttando la capacitàstessa della lente, mentre quel-lo digitale (che non è un verozoom) ricostruisce artificial-mente l’immagine reale che vie-ne ingrandita. Questo processoporta a dei risultati scadenticon pixel fastidiosamente visi-bili negli ingrandimenti massi-mi.

Oltre ai valori di zoom, dueparametri da non sottovalutaresono le focali minima e massi-ma (cioè l’angolo di ripresa di-sponibile per riprese vicine elontane) offerte. Per esempiose si pensa di utilizzare la tele-camera per inquadrature conmolti dettagli è importante ave-re una focale minima (grandan-golo) di valore basso che con-senta riprese degli oggetti damolto vicino, al contrario se siriprendono spesso panorami èmeglio valutare il parametrodella focale massima (teleo-biettivo). Sempre in relazionealla focale, alcune telecamerehanno anche la funzione “ma-cro” la quale è finalizzata allacapacità di messa a fuoco del-l’obbiettivo di soggetti vicinis-simi.

Stabilizzatore per ripresemeno mosse

Con le nuove videocamere

sempre più piccole e leggere, èfondamentale la presenza diuno stabilizzatore che “assor-ba” le inevitabili piccole vibra-zioni della mano. Esistono duetipologie di stabilizzatori: quel-li “ottici” e quelli “elettronici/di-gitali”.

Nello stabilizzatore ottico lelenti dell’obiettivo sono monta-te su un particolare sistema disospensione, che attutisce levibrazioni e ha il vantaggio dinon intervenire negativamentesulla qualità dell’immagine.

Lo stabilizzatore elettronicoinvece crea un’elaborazione di-gitale dell’immagine per com-pensare il movimento e quindiviene persa un po’ di risoluzio-ne che si ripercuote sulle im-magini in termini di perdita didettagli.

Il miglior modo per aver ri-prese stabili è quello di affidar-si a un treppiede, come vedre-mo più avanti parlando degliaccessori.

La funzione fotograficaTutte le telecamere in com-

mercio permettono di fare foto-grafie, chi su nastro chi su sche-dina di memoria, è quindi pos-sibile trovare indicazioni tecni-che relative ai megapixel che siriferiscono solo alle capacitàfotografiche.

Considerate comunque chele fotografie scattate con unatelecamera non raggiungeran-no mai (almeno per ora) la qua-lità di una macchina fotograficadigitale, è bene sapere che perl’utilizzo su video (computer otelevisore) saranno forse suffi-cienti ma che se volessimostamparle ci troveremmo difronte ad immagini sgranate,sopratutto nei grandi formati.

Ultima indicazione tecnicasono i lux che definiscono la ca-pacità di ripresa della teleca-mera in condizioni di luce bas-sa. Più basso è il numero di luxpiù alta è la sensibilità di ripre-sa anche se, questo parametrova preso un po’ con le dovutecautele perché tende ad esseresempre troppo “ottimista”.

Le caratteristiche aggiuntiveda valutare

Una volta verificati tutti i pa-rametri tecnici che ci interessa-no facciamo una serie di valu-tazioni generali.

Le dimensioni della videoca-mera, il mirino e il display LCD,le funzioni automatiche e ma-nuali e i famigerati effetti spe-

ciali sono altri parametri da va-lutare nella scelta del modelloche fa al caso vostro. Vediamocome questi aspetti possonoinfluire sul piano della tecnicadi ripresa.

Partiamo con il peso dellatelecamera che è tra i più im-portanti fattori da considerare.Nonostante il mercato offraprodotti sempre più compatti eleggeri, questa caratteristica vadecisamente in contraddizionecon l’aspetto “qualitativo” delleriprese.

Una telecamera troppo leg-gera impedisce all’operatore diavere la giusta sensibilità neimovimenti poiché manca il ri-ferimento del peso che è fonda-mentale per mantenere la flui-dità durante le riprese.

Per quanto siano presenti glistabilizzatori di cui abbiamoparlato, la loro funzione è com-pensatoria, cioè corregge un“errore” già avvenuto, mentre ilpeso reale consente di evitarequasi sempre l’intervento cor-rettivo; più la telecamera saràpesante più facile sarà mante-nere l’immagine stabile e privadi bruschi sobbalzi durante leriprese

Come punto di riferimentogenerale si può dire che il pesodella telecamera dovrebbe es-sere almeno superiore a quellodel braccio dell’operatore co-sicché si possa “sentire” bene econtrollare il movimento com-piuto.

Valutarel’ottica di unavideocameraLo zoom: Nelle caratteristichetecniche vengonosolitamente riportati duevalori (ad esempio10x/500x). Il primo è ilvalore dello zoom ottico (ilpiù importante), il secondo siriferisce allo zoom digitale.Lunghezza focale: Anche inquesto caso ci troviamo difronte a due valori, espressiin millimetri. Il 1° valore ègrandangolo: più basso è, piùampio è il campo di ripresa. Il2° valore è teleobiettivo: piùalto è, più riuscirete adinquadrare soggetti lontani.Distanza messa a fuocominima: Più basso è il valore,più possibilità avrete di fareriprese di soggetti vicini.

Valutate con attenzione le connessionidella videocamera, in particolare cheabbia abilitato il DVin

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2a parte open school

I mirini e i display LCDIl mirino ideale per le riprese

è quello in bianco e nero, e incampo professionale è il piùutilizzato, questo perché chiutilizza la videocamera non in-terviene sulle modifiche deicolori, ma piuttosto lavora sul-la luminosità ed i contrasti cheproprio grazie al bianco e nerosono ben visibili e quindi mo-dificabili con grande precisio-ne.

Il mirino a colori invece alte-ra la percezione di questi pa-rametri e necessita di maggio-re attenzione ed esperienzanelle regolazioni proprio per-ché non dà un risultato reale. Èperò vero che per chi non in-tende cimentarsi in regolazio-ni, la possibilità di vedere im-magini a colori durante le ri-prese può risultare più appa-gante e permette una “antepri-ma” del risultato finale, quindi

è per questo che nella fasciamedio-alta tutte le videocame-re consumer dispongono delmirino a colori. Il display LCDha gli stessi difetti con l’ag-giunta del fatto che per funzio-nare necessita di un maggiorequantità di energia che dimi-nuisce drasticamente la duratadelle batterie (più è grande piùconsuma); inoltre non semprerisulta ben visibile alla luce delsole.

Come si adatta lavideocamera nelle mani

Mentre facciamo delle ripre-se è fondamentale che l’impu-gnatura della telecamera cheusiamo sia comoda e soprat-tutto che i tasti di avvio, stop ezoom siano facilmente raggiun-gibili (alcune telecamere sonocosì piccole da richiedere delleacrobazie da pianista per azio-nare i comandi).

Anche i comandi per le rego-lazioni principali dovrebberoessere a “portata di dito”: il do-ver regolare la luminosità o l’a-pertura del diaframma (l’aper-tura dell’obbiettivo che con-sente il passaggio della luce)mentre si fanno delle ripreseaprendo sportelli o display èpiuttosto scomodo.

La presenza di comandi ma-nuali consente, a chi volesse, dicontrollare con maggiore effi-cacia la qualità delle riprese, ol-tre che a scegliere parametriparticolari per effettuare ripre-se originali.

Per esempio l’uso della mes-sa a fuoco automatica è sconsi-gliata perché necessita di uncerto tempo nel quale bisognaessere fermi (dipende dalla te-lecamera) e non sempre produ-ce un risultato preciso. Primadell’acquisto valutate questoparametro.

Gli effetti speciali,il temibile nemico

Altro punto certo sono gli ef-fetti che, sbandierati ai quattroventi da tutti i produttori, sonoinvece l’aspetto meno impor-tante e nello stesso tempo piùpericoloso di ciascuna teleca-mera. È bene considerare chel’applicazione di un effetto du-rante le riprese è definitivo. Nelmomento in cui monteremo ilnostro filmato non potremo uti-lizzare le riprese “pulite” e sa-remo costretti ad usare quellecon gli effetti già applicati. Inol-tre è bene sapere che anche ilprogramma di montaggio percomputer più semplice, dispo-ne di effetti uguali e migliori diquelli presenti su qualsiasi tele-camera. Altro discorso per co-loro che non monteranno il vi-deo ai quali consigliamo di farecomunque un uso oculato diquesti effetti. �

La sola videocamera puòspesso non bastare, è ne-cessario quindi prendere in

considerazione una serie di at-trezzature che ci mettano nellecondizioni migliori per raggiun-gere gli obbiettivi prefissati. Pri-ma ancora degli accessori op-zionali consideriamo di acqui-stare sempre insieme alla tele-camera almeno una batteria ag-giuntiva di maggiore durata, co-sì da evitare di rimanere a lungosenza potere fare riprese consi-derando che le ricariche richie-dono sempre qualche ora.

La stabilità delle ripreseè data dai cavalletti

I cavalletti si distinguono in

due tipologie: foto e video; ledifferenze stanno nella “testa”,la parte superiore mobile sullaquale poggia l’apparecchio. Neicavalletti fotografici la testa è li-bera, cioè svincolata da qual-siasi costrizione di movimentoper poter essere inclinata inqualsiasi direzione.

I cavalletti fotografici profes-sionali dispongono di tre brac-cetti corti corrispondenti ai treassi di movimento per lo spo-stamento della testa.

I cavalletti per il video invecehanno la testa mobile solo su-gli assi verticale e orizzontale,inoltre il braccetto disponibileè quasi sempre uno e legger-mente più lungo per consentiremovimenti più fluidi.

Se scegliete di utilizzare il ca-valletto tenete presente che l’a-pertura dell’alloggiamento perla cassetta MiniDV posta in bas-so è di intralcio ogni volta chevolete cambiare cassetta, inquanto dovrete staccare la vi-deocamera dal cavalletto.

Un microfono aggiuntivoDal punto di vista dell’audio

considerate che il microfono in-tegrato nella telecamera, puressendo in genere di buona fat-tura, non è certo il massimo ese si vuole ottenere una qualità

audio adeguata è sempre me-glio prenderne uno esterno.

In questo caso è bene verifi-care che sulla telecamera siapresente l’ingresso per un mi-crofono esterno.

Parlando di audio bisogna fa-re una breve distinzione tra mo-no e stereo.

Nella realtà tutte le voci e isuoni sono monofonici e in acu-stica la stereofonia è una carat-teristica propria dell’ambientee della musica: per definizioneun suono monofonico si perce-pisce su un unico canale o dauna unica sorgente che ne de-termina la provenienza; la ste-reofonia è la riproduzione deisuoni su due canali che per-mettono una maggiore simula-zione della realtà dando a suonie musica una specifica posizio-ne nello spazio.

La stereofonia utilizza duesorgenti sonore distinte (le cas-se) collocate ai due vertici di untriangolo equilatero virtuale,nel quale il terzo vertice indicala posizione dell’ascoltatore. Ilsuono ascoltato è il risultato diuna registrazione fatta con duemicrofoni separati che registra-no su due tracce separate.

La capacità dell’orecchioumano di localizzazione delsuono permette un ascolto che

simula l’ambiente della regi-strazione originale in modo piùo meno realistico.

Di conseguenza, l’ideale perregistrare voci e suoni specificiè un microfono mono e non ste-reo, la stereofonia sarà poi datadalla separazione dei suoni infase di mixaggio per creare la

2 Attrezzature aggiuntive per la ripresaGli elementiaggiuntiviBatterie: la batteria inclusanella confezione è di solitoentry level, prevedete diprenderne una aggiuntiva dicapacità superiore Treppiede: per avere ripresestabili e professionalivalutate l’acquisto di questoaccessorioMicrofoni: quello integrato èdi solito di discreta qualità,verificate che ci sial’ingresso microfonico eacquistatene uno monoObiettivi: a seconda delletipologie di riprese chevogliamo effettuare possonoessere utili grandangoli(riprese in interni) oteleobiettivi (riprese inesterni)

L’alloggiamento della cassetta MiniDVcon apertura dall’alto è comoda se siutilizza un treppiede nelle riprese �

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Se i due strumenti princi-pali di un videomaker so-no la videocamera e il

software di videomontaggio,anche il più improvvisato deivideoamatori può trarre van-taggio dalla pianificazione pre-ventiva di quello che si deve gi-rare e poi montare attraversola scrittura. I più comuni livellidi scrittura sono: soggetto,trattamento, sceneggiatura. Lipassiamo in rassegna e cer-chiamo di capire come si pos-sono adattare alla nostra lavo-razione.

Il Soggetto: un riassunto del lavoro

Si tratta di un breve raccon-to della storia che si intenderaccontare, senza dialoghi odettagli precisi, ma completa ditutti gli avvenimenti principalie dei personaggi/soggetti.

In campo professionale ilsoggetto è una tappa obbligatanella fase iniziale di lavorazio-ne di un film: tutti coloro chepresentano il proprio lavoro auna casa di produzione offronoil soggetto come primo ap-proccio all’idea. Per l’amatoreil soggetto può rivelarsi utilecome promemoria genericoper la preparazione del propriolavoro, la trascrizione di quello

che si ha in mente prima di ini-ziare le riprese.

Trattamento: la storia, i luoghi e ipersonaggi prendono forma

A questo punto, dopo che lastoria è definitiva (approvata),si trascrive una più ricca partenarrativa completa negli eventie separata nella sequenzialitànarrativa. Il trattamento devecontenere tutto ciò che è ne-cessario affinché si possa ave-re un’idea precisa di tutti i per-sonaggi, i luoghi e gli avveni-menti presenti nel nostro vi-deo. Non sono presenti i dialo-ghi ma seppure ancora in for-ma di racconto non dovrebbemancare nulla degli altri detta-gli principali.

Prendendo in considerazio-ne le esigenze e il tempo di unnon professionista e prima diparlare della sceneggiatura,consideriamo la possibilità ditrascrivere una scaletta se-quenziale che contenga alme-no i luoghi di ripresa, l’azioneprincipale e gli attori per ogniscena. Questo procedimentoservirà ad organizzare e teneresotto controllo la lavorazionesenza impegnarsi nella scrittu-ra di dialoghi e dettagli che sa-ranno analizzati e realizzati du-

rante la ripresa stessa (im-provvisazione).

Ovviamente tutto il lavoro èpiù approssimativo ma per chisi farà il video con gli amicisarà meno faticoso e comun-que divertente considerandoche probabilmente dare in ma-no un copione a qualcuno chenon è un attore professionista

può creargli più problemi cheaiuti.

La Sceneggiatura: inquadrare ogni dettaglio

In questa ultima fase di scrit-tura si descriveranno tutti gliaspetti distinti di ciascuna sce-na completi di descrizione diambiente, dei movimenti degli

3 Pianificare il proprio lavoro con la scrittura

Ecco l’incipit della sceneggiatura in inglese del film Amadeus di Milos Forman. Oltre aidialoghi sono presenti le descrizioni dei luoghi e i movimenti dei personaggi. In Rete èpossibile trovare un vasto elenco di sceneggiature all’indirizzo www.awesomefilm.com

open school 2a parte

spazialità desiderata.La scelta di mettere un mi-

crofono stereo sulle telecamereamatoriali è determinata dalfatto che non tutti monterannoe mixeranno il loro video equindi le riprese di ambienti oluoghi con la musica sarannopiù piacevoli e realistiche.

Per tutti coloro che invecedesiderano montare poi le vocie i suoni registrati è preferibileutilizzare un microfono esternomono (che esclude automati-camente quello incorporato) etramite l’ausilio di un softwareper musica, riconvertire in unsecondo momento l’audio dastereo a mono.

I vari tipi di microfono si di-stinguono per la “capacità” diregistrare più o meno tipologiedi frequenze (impedenza), piùalta è la sensibilità, più alta laqualità.

Obiettivi e filtriNel caso invece degli obbiet-

tivi aggiuntivi prenderemo inconsiderazione le due princi-pali tipologie: grandangolare eteleobiettivo. Premesso che tut-te le telecamere incorporanoun’ottica provvista di questelenti è possibile aggiungerneper aumentare l’effetto (ma nontutte le telecamere in commer-cio dispongono di obbiettivi ag-giuntivi).

Il grandangolare permette diavere un’area di ripresa piutto-sto ampia pur riprendendo unambiente da vicino. Il teleobiet-tivo aumenta la possibilità di ri-prendere soggetti in lontananzama rende la ripresa estrema-mente instabile e per questo sesi utilizza è consigliabile l’usodel cavalletto. Anche i filtri so-no un accessorio utile, sono uti-lizzati di più in fotografia ma ne

esistono alcuni che consentonodi ovviare ad alcuni inconve-nienti durante le riprese.

Per esempio il polarizzatoreè quello più utile perché senzaalterare né i colori né l’immagi-ne in sé è in grado di attenuarei riflessi naturali negli ambienticosì da rendere la ripresa piùomogenea.

Anche i filtri di viratura (cam-bio del colore) possono rivelar-si utili in alcune circostanze an-che se in vista di un montaggiosuccessivo è meglio avere sem-pre immagini prive di alterazio-ni di ogni genere.

L’importanza della luceAnche la luce può essere in-

tesa come accessorio impor-tante per le riprese, l’uso dell’il-luminazione è una parte estre-mamente complessa che vor-rebbe da sé un corso a parte.

Ci limiteremo a dire che inogni circostanza, a causa del-l’estrema difficoltà nell’utilizzodi fari (illuminazione artificiale)è bene usare la luce naturale siain ambienti esterni sia in internie che il tipo di luce artificiale sidistingue in due categorie prin-cipali: calda e fredda; la luce diuna lampadina da casa tradi-zionale è considerata caldamentre il neon per esempio èfreddo.

Nella parte di spiegazionedelle inquadrature e tecniche diripresa faremo qualche esem-pio di modalità di illuminazioneartificiale e sfruttamento diquella naturale.

Alcune videocamere monta-no faretti incorporati che sonoa luce fredda e che servono a il-luminare una piccola porzionedi spazio di fronte all’obbiettivoper riprese notturne. �

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2a parte open school

Esempio di sceneggiaturaScena 10 – nel parcodescrizione luogo: Esterno giorno (10 del mattino circa)

descrizione audio: Sottofondo musicale romantico con rumoridi fondo del parco

descrizione inquadratura: Totale di una panchina in mezzo al parcodove sono seduti Filippo e Laura chedanno le spalle all’inquadratura. Sullosfondo alcune persone che passeggiano.

descrizione azione: Filippo e Laura stanno parlando tra loroquando improvvisamente Laura si alza discatto dalla panchina.

taglio inquadratura: stacco su -

descrizione inquadratura: Totale di Laura e Filippo sulla panchina difronte. Laura è in piedi.

descrizione audio: Non c’è più musica ma solo il sottofondodell’ambiente.

dialogo: Laura: piuttosto scossa “dobbiamoandarcene da qui… io non resisto più!”

taglio inquadratura: stacco su -

descrizione inquadratura: Primo piano di Filippo ancora seduto.

dialogo: Filippo: “sono d’accordo… andiamo!”

taglio inquadratura: stacco su -

descrizione inquadratura: Totale laterale dalla parte di Filippo: Filipposi alza e prende per mano Laura.

taglio inquadratura: stacco su -

descrizione inquadratura: Dettaglio della mano di Filippo che stringequella di Laura.

taglio inquadratura: stacco su - …

Due esempi di storyboard, il più comunee professionale è disegnato (vedi sopra).A lato invece abbiamo uno storyboardfotografico che contiene i dialoghi sotto le scene

attori, dei dialoghi e dei movi-menti della telecamera (nel ci-nema cinepresa o macchina dapresa MDP). In generale si di-stinguono due tipi di sceneg-giatura: semplice e tecnica.

La sceneggiatura semplicedescrive tutto ad esclusione diogni singolo dettaglio dei mo-vimenti della telecamera, cosache invece avviene in quellatecnica. Nel cinema in partico-lare la sceneggiatura sempliceè sempre accompagnata dauno storyboard. Questo termi-ne che si ritrova anche in di-versi programmi di videomon-taggio non è che una serie di di-segni o immagini delle inqua-drature principali del film.

Ovviamente ogni dettagliopreparato precedentemente almomento delle riprese facilitail compito di tutti durante le ri-prese stesse. Lo storyboardpuò accompagnare anche unasceneggiatura tecnica, proprioper aggiungere una parte di vi-sualizzazione che aiuta enor-memente sul set. In una produ-zione come quella del Signoredegli anelli per esempio sonostate utilizzate le metodologiepiù complesse (sceneggiaturatecnica e storyboard) proprioper evitare di tralasciare detta-gli che avrebbero rallentatotutta la produzione. Insieme al-lo storyboard vengono fattispesso una serie di bozzetti(disegni descrittivi) dei luoghiprincipali del film, soprattuttoquando questi luoghi dovran-no essere arredati o addiritturacostruiti del tutto, proprio perpotere decidere come realizza-

re le scenografie (la serie di og-getti, elementi di arredo e sfon-di) da utilizzare in determinatelocation, termine usato per de-finizione di “luogo di ripresa”.

Nell’esempio qui a destra ab-biamo utilizzato una sceneg-giatura tecnica con ogni detta-glio della scena. Alcuni dettaglicome per esempio la descri-zione degli stati emotivi deipersonaggi, e di conseguenzal’atteggiamento durante losvolgimento dell’azione, pos-sono essere delegati ai copioni,che sono invece le parti scritteper ogni attore simili alla sce-neggiatura ma senza dettaglispecifici sui movimenti di ca-mera. �

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open school 2a parte

Nelle sceneggiature sonoutilizzate delle specificheabbreviazioni per descri-

vere i tipi di inquadratura e imovimenti della macchina dapresa.

Prima però di passare alledescrizioni di ogni inquadra-tura, facciamo un piccolo ac-cenno a un parametro fonda-mentale da valutare per la rea-lizzazione delle riprese: laprofondità di campo.

Si tratta di un'area di di-mensioni molto variabili al-l'interno della quale tutto è afuoco.

Più ampia possibile nei pa-norami, così da mantenere ni-tidi sia lo scenario distantesia gli eventuali oggetti in pri-mo piano, più ristretta possi-bile nei ritratti, così da mante-nere nitido solo il viso dellapersona che si contrasta conuno sfondo sfuocato che fa dacornice.

Il primo dei fattori che in-fluenzano la profondità dicampo è la distanza dell'og-getto dall'obiettivo.

Maggiore è la distanza, piùampia sarà la profondità dicampo.

Di conseguenza nelle ripre-se panoramiche di oggetti lon-tani non dovremo preoccu-parci di controllare cosa sia omeno a fuoco: basta imposta-re la messa a fuoco sull'infini-to.

La profondità di campo di-sponibile influenza quindi in

modo imprescindibile il tipodi inquadratura “disponibile”e le possibilità di messa a fuo-co.

Veniamo ora alle descrizio-ni delle inquadrature che so-no accompagnate da un'im-magine di esempio. Partiamodal’immagine panoramica perpoi avvicinarci sempre di piùal soggetto.

Campo lunghissimoo Panorama

Inquadratura particolar-mente “larga” di un luogo al-l’aperto (il campo lunghissi-mo non è contemplabile alchiuso salvo in posti partico-lari) dove non necessariamen-te sono visibili i protagonisti(fig.1).

Campo lungo: CL Inquadratura dei soggetti/

oggetti da lontano che mantie-ne riconoscibili i protagonistiriprendendo buona parte delpaesaggio/ambiente che li cir-conda (fig 2).

Totale: T o Tot Inquadratura dei soggetti

per intero mantenendo partedell’ambiente ma focalizzandol’attenzione sui protagonisti(fig 3).

Figura intera: FICome il totale per quanto il

termine figura intera sia gene-ralmente usato per un singolosoggetto (fig 4).

Piano americano: PAIl soggetto è inquadrato da

mezza coscia in su; questa in-quadratura nasce con i filmwestern per mostrare insiemeal protagonista la posizionedelle pistole durante un duel-lo, è poco usata in altre circo-

4 Capire il linguaggio delle riprese

1

2

3

Campo lunghissimo

Campo lungo

Totale

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2a parte open school

stanze (fig.5).

Mezzo busto: MBLa tipica inquadratura da

“telegiornale” il soggetto è ri-preso dal bacino in su (fig.6).

Primo piano, PP L’inquadratura riprende il

viso del soggetto (non neces-sariamente solo il viso) o unoggetto da vicino, la descri-

zione se diversadal frontale èsupportata daposizione es. PPlaterale/dal bas-so/dall’alto ecc.(fig. 7)

Primissimopiano: PPP L’inquadraturapiù stretta delprimo piano checomprende peròpiù dettagli (fig.8).

DettaglioInquadratura diun particolaredettaglio di unsoggetto/ ogget-to (fig. 9).

SoggettivaLa soggettiva èun tipo di inqua-dratura che iden-tifica la cinepre-sa con un prota-gonista; il prota-gonista non è piùvisibile e la cine-presa è il suopunto di vista.

Inquadratura diquintaEscludendo cam-

po lungo e totale, alle altre in-quadrature si può aggiungereil termine “di quinta”. Questotermine deriva dal teatro dovele quinte sono quelle pareti (otende) laterali al palcoscenicoche servono a nascondere allospettatore le zone di ingressodegli attori e che vengono uti-lizzate nella scenografia pergli sfondi e gli effetti di profon-dità.

Le quinte dal punto di vistadello spettatore sono posizio-nate a stringere verso il fondodel palcoscenico a diverse di-stanze tra loro (in profondità)sovrapponendosi per una par-te. Nel cinema questo termineindica uno specifico tipo di in-quadratura.

Prendiamo ad esempio undialogo tra due persone: è pos-sibile inquadrare ogni perso-naggio in primo piano oppurein quinta cioè facendo in mo-do di vedere colui che parla difronte a noi ma inquadrandoanche parte della schiena delsuo interlocutore che gli stadavanti posizionato a destra oa sinistra.

I movimenti della MDPPanoramica: inquadratura

descrittiva di un luogo checomprenda tutti gli elementiambientali necessari con unmovimento preciso della mac-

china da presa es. panoramicada destra a sinistra del parco.Nella panoramica il movimen-to della macchina da presa egeneralmente realizzato dauna posizione fissa (come per

4

Figura intera5 Piano americano

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Mezzo busto

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Primo piano

8

Primissimo piano

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open school 2a parte

esempio un cavalletto).Carrellata: simile alla pano-

ramica; in questo caso il movi-mento è realizzato con la mac-china da presa posizionata suun “carrello” che si muove sudelle rotaie seguendo un per-corso preciso. La carrellatapuò essere in avanti e indietrooltre che laterale ed è possibi-le ruotare la MDP durante ilmovimento.

Zoomata ad aprire: quandosi compie una zoomata che siallontana dal soggetto.

Zoomata a chiudere: quan-do si compie una zoomata chesi avvicina al soggetto.

Piano sequenza: particolar-mente difficile da realizzare;con l’ausilio di carrelli, rotaie e

dolly (gru più o meno altamontata sul carrello per spo-stare la MDP in alto ed in bas-so durante i movimenti): si se-gue una scena senza fare maiuno stacco descrivendo piùazioni che si svolgono in se-quenza e che si intersecanotra loro. L’esempio di un filmche utilizza un piano sequenzapiuttosto lungo è “I Protagoni-sti” di Altman che nei primi mi-nuti utilizza proprio questatecnica. La realizzazione ma-nuale di questo tipo di movi-mento è molto difficile.

Esistono poi molti altri mo-di di utilizzare la MDP che va-riano di volta in volta e chevanno descritti secondo lespecifiche esigenze. �

9

Dettaglio

Proviamo ora a dare unsenso al modo di fare unainquadratura così da

spiegarne il significato comu-nicativo generale che ha.

Per quanto soggettivo sia ilmodo di raccontare una storia,esiste una interpretazione co-mune delle inquadrature cheviene letta allo stesso modo dachi vede l’”opera” e che, se lasi ignorasse, rischierebbe dicompromettere il senso diquello che vogliamo comuni-care. Lo stesso vale per il tipodi inquadratura scelta, che de-ve portare l’attenzione dellospettatore dove vogliamo noisenza distrarlo o fargli perdereil filo.

La posizione della videoca-mera rispetto al soggetto in-quadrato cambia radicalmen-te i significati: per esempionelle figure intere una ripresadal basso aumenta il senso diimportanza del personaggioattribuendogli maggiore for-za e determinazione, al con-trario riprendendolo dall’altosi tende a sminuirne il carat-tere e l’aspetto.

Inquadrando in modo neu-trale si lascia la descrizioneesclusivamente all’interpreta-zione dell’attore. Se peresempio tra i nostri protago-nisti c’è un personaggio parti-colarmente importante, unsupereroe o altro, nelle in-quadrature a figura intera puòrisultare efficace riprenderloleggermente dal basso per au-

mentare la “presenza” del suo“carattere”. Maggiore saràl’angolo e la distanza, mag-giore sarà l’enfasi.

Nell’utilizzo dell’inquadra-tura di quinta per esempio vaconsiderato che lo spettatorevede due soggetti (uno in pri-missimo piano e l’altro più inavanti – PP o MB). In primoluogo la ripresa stessa si iden-tifica di più con il “narratore”(l’occhio che guarda, il regi-sta), in secondo luogo la pos-sibilità della distrazione ri-spetto al soggetto principaleè proporzionale alla durata.L’insistenza di questo tipo diinquadratura può spostarel’attenzione dello spettatorese usata troppo a lungo.

L’uso della soggettiva èmolto invasivo e coinvolge lospettatore creando maggioreimmedesimazione nel perso-naggio di cui si parla.

Questi sono solo alcuniesempi di come una inqua-dratura possa influenzare ilsignificato narrativo di unastoria, per questo consiglia-mo di prendere seriamente inesame la valutazione di ognimodalità che sarà utilizzatadurante le riprese del “nostrofilm”.

Come effettuarele riprese

Telecamere piccole medie egrandi, c’è un po’ di tutto e,tralasciando le macchine dapresa per il cinema, esistono

varie tecniche e trucchi perutilizzarle al meglio in ognicircostanza.

L’impugnatura è fondamen-tale; il modo di tenere la tele-camera durante le ripreserende più o meno stabili le ri-prese stesse.

Prendiamo come riferimen-to le telecamere piccole chesono anche le più acquistate.

La più tradizionale, in cui lamano è inserita nell’impugna-tura da sotto e la telecameracon il suo mirino è appoggiataall’occhio, è anche quella cheviene presa in considerazionedai produttori di telecamereper il posizionamento dei ta-sti.

Questa è l’ideale per ripre-se da fermi quando si è benstabili sulle gambe e non sidevono effettuare movimentibruschi o zoomate eccessive.

Tenere la telecameradall’alto

Volendo per esempio fareuna inquadratura in movi-mento si può impugnare la te-lecamera infilando la manodall’alto in modo da potereappoggiare il gomito sullo sto-maco, il mirino andrà control-lato dall’alto e nel caso dellapresenza del display LCD saràancora più facile.

L’altezza dell’inquadraturarisulta più bassa ma grazie al-la posizione si è più sensibiliai movimenti effettuati e que-sto consente un maggiore

controllo che permette dicamminare e muoversi au-mentando e diminuendo lapressione del gomito per irri-gidire o liberare la telecameracon più stabilità.

Altra modalità è la presacon due mani sempre effet-tuata dall’alto e sempre permantenere la stabilità durantei movimenti. Nelle riprese dafermi, per effettuare una pa-noramica per esempio, man-tenendo l’impugnatura tradi-zionale è utile allargare leg-germente le gambe e flettereappena le ginocchia così damuovere liberamente il bustoe lentamente effettuare la ri-presa. La posizione delle gam-be dà sensibilità e permette dicompensare i “tremolii” delbraccio e della mano. Ancheappoggiare la schiena ad unmuro consente di avere piùstabilità anche se risulta unpo’ più limitante nei movi-menti. L’uso del cavalletto èfondamentale se si utilizza lozoom per evitare le proble-matiche di cui abbiamo parla-to in relazione alla proporzio-ne del movimento. In ogni ca-so se la camera è molto pic-cola e leggera è sempre me-glio se possibile utilizzare leprese dall’alto (sempre che laposizione dei tasti lo consen-ta) perché l’estensione delbraccio verso il basso sup-porta meglio l’ammortizzazio-ne dell’apparecchiatura leg-gera. �

5 Comunicare con le immagini

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Il documentario è una tipolo-gia di video in cui bisognaporre particolare attenzione

alle riprese. Le tecniche de-scritte considerano il lavoro dalpunto di vista professionale,tutti coloro che si cimenteran-no in questo tipo di riprese pos-sono però trovare facilmentedelle alternative e delle sempli-ficazioni.

Partiamo dall’inizio: per rea-lizzare un buon prodotto e so-prattutto per abbreviare i tempigià lunghi di questo tipo di vi-deo, dobbiamo pianificare conesattezza ogni parte del lavoroa partire dalla scrittura.

Innanzi tutto l’obiettivo. De-cidiamo ad esempio di fare undocumentario sulle farfalle. An-cora prima di scrivere dovremofare una ricerca accurata deiposti dove si trovano farfalle eche possiamo visitare. Una vol-ta stabiliti i luoghi delle ripresecominceremo a scrivere unatraccia di ciò che vogliamo ot-tenere:

- Numero di insetti da ripren-dere ed eventualmente le va-rietà.

- Scopo principale: es. la gior-nata di una farfalla, le specie, vi-ta nel giardino o altro ancora.

- Quali azioni e movimenti ciservono: posa su un fiore; volo;nutrimento; accoppiamento

- Quali riprese in base ai mo-vimenti: primi piani; campi lun-ghi; soggettive; dettagli

- Quante riprese diurne equante riprese notturne

- Il tipo di narrazione che use-remo nel montaggio: descrizio-ni verbali; sottotitoli; musica

Quanto più organizziamotanto più saremo in grado di ot-tenere risultati soddisfacenti.Una volta chiarito lo scopo escritta la “scaletta” (una sce-

neggiatura risulta quasi impos-sibile in quanto molti eventinon sono prevedibili) siamopronti a cominciare.

Facciamo il puntodell’attrezzatura

Oltre alla telecamera saran-no necessari faretti per le ripre-se notturne da vicino, microfo-ni adeguati e sufficientementesensibili a catturare suoni “de-licati” e, fondamentale, il caval-letto. Nel caso del documenta-rio e considerando che per lefarfalle in particolare è neces-sario stare bassi e vicini al sog-getto si possono usare dei ca-valletti fotografici con gambacorta.

Le riprese di un documenta-rio sono quasi sempre su ca-valletto perché necessitano dilunghe attese per ottenere leimmagini desiderate, i movi-menti di camera sono semprelenti e il cavalletto fotograficoconsente inquadrature con an-golazioni maggiori e diverse diquelle possibili con un cavallet-to da telecamera. Un’ultima co-sa importante è avere una gran-de quantità di cassette.

Iniziare il lavoroCome già detto molte riprese

per quanto pianificate risultanoimprevedibili e soprattutto itempi saranno molto lunghi.Facciamo un esempio: una vol-ta scoperto un luogo particola-re, dove spesso vediamo dellefarfalle piazziamo la telecamerae facciamo l’inquadratura. Ov-viamente più stretta sarà l’in-quadratura, più difficile che lafarfalla sia ripresa (i professio-nisti usano più camere piazzatein posti diversi e con diverse in-quadrature che puntano sullostesso soggetto), quindi sce-

gliamo di riprendere una mediaporzione di quello spazio.

Ora non resta altro cheaspettare ed avere pazienza,non è detto che alla prima far-falla che comparirà otterremo ilrisultato voluto, di solito ci vo-gliono molte ore di materiale gi-rato. È quindi conveniente la-sciare la telecamera sul posto ilpiù a lungo possibile.

Un trucco per evitare che lenostre protagoniste possanoessere in qualche modo spa-ventate dalla telecamera è quel-lo di mimetizzarla nell’ambien-te, usando magari una semplicescatola di cartone che ricopri-remo di foglie o erba. Ogni ri-presa ha quindi bisogno di lun-ghe pose (inquadrature fisse)per registrare il momento giu-sto e più materiale possibile.

Anche nel caso di movimen-ti panoramici le riprese devonoessere lente e molto ferme, inparticolare per soggetti piccolidove, un qualsiasi movimentodi scatto, fa perdere l’attenzio-ne dal soggetto.

Nella documentaristica mol-te riprese sono affidate alla fan-tasia dell’operatore che inventadi volta in volta trucchi diversiper ottenere ciò che vuole. Tut-to comunque nasce da una at-tenta organizzazione, con leidee poco chiare la realizzazio-ne di un documentario può ri-sultare un lavoro eccessiva-mente lungo e frustrante.

Anche noi però, nel nostropiccolo, possiamo fare dei pic-coli “capolavori” seguendo eadattando queste piccole rego-le alle nostre esigenze. Una vol-ta finite le nostre riprese il mon-taggio darà il tocco finale all’o-pera, dovremo visionare e sce-gliere tra tanto materiale e por-re grande attenzione ai tempiche, anche se per noi sono sta-ti lunghi, per il futuro pubblicodovranno essere fruibili da tut-ti mantenendosi in durate ac-cettabili.

Ci sono pochi documentariche durano più di un’ora, i filmMicrocosmos o il Popolo migra-tore sono solo due rari esempi.Il nostro primo lavoro potrebbedurare anche solo dieci minutima se curato con molti dettagli,una buona narrazione, musichee commenti adeguati può di-ventare bello, piacevole e sicu-ramente originale. �

2a parte open school

Pianificare bene le ripresema essere pronti agliimprevisti.Non essendo gli animali degliattori e non avendo uncopione, possiamopianificare le tipologie diriprese che ci serviranno nellavoro finale. Dobbiamoessere anche pronti a farfronte agli imprevisti chepossono capitare

� Utilizzare il cavallettoPer ottenere riprese stabili epiù professionali èindispensabile posizionare lavideocamera su di uncavalletto. Le lunghe ripreseaffaticherebbero le nostrebraccia e le ripreserisulterebbero mosse

� Proteggere la telecameraSia per scopo difensivo dagliagenti atmosferici sia comemimetizzazione dello stranooggetto che potrebbedisturbare i soggetti ripresi

� Avere un teleobiettivoA volte è indispensabile nondisturbare gli animali ripresi,per questo ci si deveposizionare a distanza. Se lacamera lo consente, megliodotarsi di un buonteleobiettivo per riprendereogni minimo particolare

� Fare incetta di nastri ebatterieLa lunghezza delle ripresecomporta un dispendio dellebatterie superiore al normale,bisogna averne almeno due.Una in carica quando l’altra èin funzione, dotarsi poi di unnumero sufficiente di nastriper far fronte alle esigenzedel tempo di ripresapianificato

� Non spaventarsi dallalunghezza del giratoNei documentari il rapportotra girato e montato salemolto perché il momentoculminante può essere dipochi secondi in un’ora digirato. Tenere presentesempre un tempo dimontaggio non superiore ai10 minuti all’inizio per nonrischiare di annoiare glispettatori

Tips&Tricks

I passi fondamentali Riprese: lunghi tempi e utilizzo del cavalletto

Organizzazione del materiale: attenta scelta delle sequenzemigliori

Montaggio: costruzione di una storia di 10 minuti, seguire ilsoggetto pianificato, utilizzo di transizioni mirate

Aspetto musicale: sottofondo, sigle di testa e di coda

Titolazione: utilizzo di didascalie

6 Parte pratica: un documentario

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open school 3a parte

Il montaggio è una fase creati-va importante tanto quanto leriprese ed è la parte determi-

nante perché il risultato finalesia esattamente ciò che si erapianificato.

Per questo la figura dei mon-tatori professionisti, seppursconosciuti al pubblico e messiin secondo piano, è importantequanto quella dei registi. Alcunimontatori sono addirittura la-sciati liberi nella fase di mon-taggio perché possano espri-mere la loro creatività e solo al-la fine del lavoro il regista inter-viene per una supervisione fi-nale. Dopo aver dunque impa-rato ad utilizzare la videocame-ra e aver ripreso le scene stabi-lite nella nostra sceneggiatura,addentriamoci nella fase suc-

cessiva in cui il personal com-puter e il software svolgono unruolo importante. Si deve pren-dere confidenza con il softwaree capire quale applicativo ri-sponde meglio alle proprie esi-genze sia di budget iniziale (siparte dai software gratuiti perarrivare a quelli professionalida oltre 1.000 euro), sia di fun-zionalità presenti. Per chi iniziapuò essere superfluo il tool dicorrezione del colore, mentreun’interfaccia più intuitiva puòrappresentare un vantaggio permuovere i primi passi. Per que-sto dopo aver messo in luce glielementi comuni degli applica-tivi e aver analizzato le opera-zioni di montaggio facciamo unbreve elenco di software pre-senti sul mercato, da quelli per

chi si avvicina a questo mondoa quelli professionali passandoper gli intermedi, che per prez-zo e funzionalità si adattano me-glio a chi sta seguendo il nostrocorso. Ma prima di immergersinella terza puntata facciamo unriepilogo dei momenti fonda-mentali dell’elaborazione di unvideo, così da mettere in luce espiegare qualche termine.

I differenti processinell’elaborazione di un video

L’insieme di tutte le opera-zioni eseguite su un qualsiasiprodotto video dopo le ripreseè definito post-produzione. Nel-la post-produzione il montag-gio viene ormai universalmentechiamato editing. Per editing siintendono tutte le operazioni di

modifica e taglio dei contenutivideo, la correzione dei colori,l’uso e la modifica delle transi-zioni e le lavorazioni dell’audio.

La parte riguardante l’appli-cazione di effetti speciali, so-vrapposizione di immagini e lastessa titolazione viene chiama-ta compositing. Tutti i softwaredi editing permettono di svol-gere la maggior parte delle ope-razioni di post produzione e al-cune seppur limitate di compo-siting, come la titolazione.

Allegati a PC Open di questomese trovate le versioni trial diPremiere PRO (CD Guida 2) e diLiquid Edition (solo sul DVD),per mettere in pratica tutti iconsigli del nostro corso e lavo-rare su un applicativo profes-sionale.

� A scuola con PC Open

Video digitale,il montaggio

L’utilizzo deisoftware diediting video percompiere almeglio leoperazioni ditaglio, aggiuntatransizioni etitolazione dellescene

di Luca Moroni e Fulvio Pisani

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3a parte open school

Lezione 1:INTRODUZIONE SULLE RIPRESE E ILMONTAGGIOScopo del corso e presentazione:• Il videomontaggio su computer, il concetto

di non linear editing e le differenze con ilsistema lineare

• Formati video standard e codec• Obiettivi di lavoro: le diverse tipologie di

video• Il primo passo: la fase di acquisizione,

collegare la videocamera al PC. Impariamoad utilizzare Avid Free DV in fase di catturavideo

• Le configurazioni PC e MAC adatteall’elaborazione video: hardware e softwaredisponibili, dal neofita al professionista

PARTE PRATICA• Girare e montare filmini amatoriali

Lezione 2:PREPARARSI, RIPRENDERE EORGANIZZARE IL MATERIALE• Scelta della videocamera e degli accessori:

i microfoni, le luci, gli obiettivi, i filtri• Le fasi di preparazione• La ripresa• Come usare la telecamera, inquadrature,

camera a mano/spalla, uso del cavalletto,terminologia, alternative e trucchi

PARTE PRATICA• Girare e montare un documentario

Lezione 3:UTILIZZO DEL PROGRAMMADI MONTAGGIO VIDEO• Visionare il girato, segnare tempi

(timecode), controllo incrociato della sceneggiatura

• Le fasi di montaggio• Uso degli effetti e delle transizioni mirato:

dare un senso narrativo alle transizioni, imigliori modi di usarle: consigli

PARTE PRATICA• Girare e montare un cortometraggio

Le prossime puntateLezione 4:AGGIUNGERE L’AUDIO E CREARE IL FORMATO FINALE• La musica e gli effetti• Il controllo finale• Visione e controllo transizione e audio,

sincronizzazione• Authoring e riversamento• I programmi per authoring DVD

PARTE PRATICA• Girare e montare un videoclip musicale

IL CALENDARIO DELLE LEZIONI

Ogni software di montaggiovideo a partire dal piùsemplice fino a quello

professionale presenta caratte-ristiche ed elementi comuni. Inparticolare tre sono semprepresenti: il monitor, la timelinee le finestre di completamento,queste ultime sono differentida programma a programma.Nelle immagini di questa pagi-na mettiamo a confronto dueprogrammi di Pinnacle, unoamatoriale (Studio 9) e unoprofessionale (Liquid Edition).

Il monitorOgni programma ha almeno

un monitor e, come è facile in-tuire, è l’elemento tramite ilquale possiamo visionare tuttele parti video su cui stiamo la-vorando.

I software più complessihanno due monitor: uno per vi-sualizzare i video acquisiti du-rante la lavorazione e il secon-do per vedere il risultato finalecreato sulla timeline master.Due monitor permettono an-che un controllo maggiore nel-le fasi di taglio tra una clip el’altra. Sotto al monitor trovatei comandi di controllo (play,stop, avanzamento e riavvolgi-mento) del video oltre che mol-to importanti i comandi per lalocalizzazione e la creazionedei punti di taglio come l’avan-zamento del singolo fotogram-ma.

La timeline La timeline è l’elemento ca-

ratteristico di ogni software divideoediting nonché la partepiù importante. Si tratta di unalunga finestra disposta gene-ralmente nella parte inferioredel programma, divisa in se-zioni orizzontali che rappre-sentano le tracce video e audiodisponibili, sulle qualisi posizionano le clipe si eseguono le ope-razioni di montaggio, itagli, l’aggiunta delletransizioni e degli ef-fetti. Sulla timeline silavora sul valore tem-porale del video, infat-ti ogni timeline ha unrighello con l’indica-zione del tempo.

Mentre sui programmi ama-

1 Il software di videomontaggio, le parti comuni

A confronto dall’alto, la timeline di Studio 9 che permette di gestire una singola tracciavideo, sotto quella di Liquid Edition che ne gestisce fino a tre in contemporanea

I programmi amatoriali hanno un singolo monitor in cui si possono visualizzare le clip o la sequenza video (a sinistra Studio 9), alcontrario i programmi professionali ne hanno due, uno per la sequenza montata sulla timeline e l’altro per gestire al meglio i taglidelle singole clip video (Liquid Edition)

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open school 3a parte

toriali la traccia video è quasisempre singola, nella timelinedei programmi più avanzati sipossono aggiungere due o piùtracce video in contemporaneaper ottenere effetti particolari.È importante considerare nellatimeline anche le funzioni di in-grandimento o di riduzione chepermettono di lavorare sulla se-quenza di insieme o su un par-ticolare della clip video. Alla ti-meline può essere abbinata unapalette (piccola finestra conte-nente pulsanti) per le operazio-ni di taglio e di modifica direttadel video o dell’audio.

Le finestre di completamentoSono le finestre che conten-

gono per esempio l’elenco deifiltri o degli effetti applicabili alvideo, o il contenuto del pro-getto (tutti i file video, audio,grafici che andranno a com-porre il video finale) con le re-lative informazioni sulla duratae il formato. Queste finestre so-no molto variabili da program-ma a programma ma le funzio-nalità sono più o meno identi-che. Esistono poi molte altre fi-nestre, disponibili soprattuttonei software più avanzati, checontengono mixer audio,schermi di control-lo del colore e dellaluminosità, infor-mazioni sui file emolto altro. Pren-dendo confidenzacon il posiziona-mento e il contenu-to di queste fine-stre si può ottimiz-zare e velocizzareil lavoro di montag-gio.

Prima di passare al montaggio vero e propriointroduciamo un termine basilare per ognivideomaker o aspirante tale: il timecode, l’unità dimisura temporale con cui si lavora nei progettivideo. Quasi tutti i programmi e le videocamereutilizzano questo parametro che è formato daquattro coppie di numeri disposti in sequenza,come si può vedere nell’immagine, e che stannoad indicare le ore, i minuti, i secondi e ifotogrammi di ogni video ripreso.Mentre per i primi tre parametri si utilizza lanumerazione del tempo, con valori da 0 a 60,l’ultimo numero, relativo ai fotogrammi, cambia aseconda della codifica video utilizzata. Avremo cosìal massimo un valore di 25 nel caso del PAL e 30nel caso dell’NTSC.Un suggerimento utile, che facilita nelle fasi dimontaggio, è dare un nome alla cassetta e cercaredi aver un timecode continuo, ottenibile con un po’di cura nell’utilizzo della videocamera. Ogni voltache effettuiamo una ripresa il timecode deveripartire da un fotogramma esistente e non da unaparte di nastro vuota, altrimenti ricomincerebbe dazero. Per evitare questo problema è consigliabile,dopo avere riacceso la telecamera, riavvolgere il

nastro quel tanto che basta per ricominciare aregistrare dagli ultimi fotogrammi della ripresaprecedente.Il timecode continuo facilita la ricerca deglispezzoni più significativi all’interno del nastro epermette la cosiddetta acquisizione batch. Questaprocedura consente la cattura delle clip in bassarisoluzione, in modo da lavorare più agevolmente almontaggio perché non richiede grosse risorse alcomputer. Dopo aver effettuato il montaggio eprima della fase finale, il software tramite i punti ditimecode, recupera in automatico le clip in altarisoluzione e ricrea il progetto con la qualitàmassima stabilita.

2 Le operazioni di taglio e di montaggio

ore

minuti

secondi

fotogrammi

Il timecode, l’elemento di controllo temporale nel video ècomposto da quattro coppie di numeri divisi dai due punti esi trova in gran parte dei software video e videocamere

Il timecode, l’unità di misura del video

Dopo aver messo bene afuoco le interfacce deisoftware, analizziamo le

operazioni fondamentali chesi possono effettuare con unprogramma di montaggio. Par-leremo di taglio, di inserimen-to delle transizioni e infine fa-remo un breve accenno ai ti-toli. Il montaggio è un comple-tamento alla sceneggiatura, eper meglio utilizzare i tagli ol’inserimento delle transizioniriassumiamo qui il senso delleinquadrature.

Passare ad esempio da uncampo lunghissimo ad un pri-mo piano porta lo spettatoread un coinvolgimento emoti-vo più “scioccante” rispettoad un passaggio tra inquadra-ture intermedie o ad una se-quenza con un movimento dicamera in avvicinamento.

I dettagli sono più coinvol-genti ma anche più impegnati-vi da utilizzare così come l’in-quadratura soggettiva che im-medesima lo spettatore diret-tamente in ciò che fa e vede il

protagonista o il punto di vi-sta da un oggetto.

Si possono prendere in con-siderazione anche le ripetizio-ni di alcune inquadrature nonper sopperire ad una mancan-za di materiale quanto per sot-tolineare un determinato mo-mento.

Un esempio pratico sono iflashback ovvero quei mo-menti in un film nei quali unattore ricorda un evento pas-sato che viene rivissuto visi-vamente più volte. Il montag-

gio offre quindi molte alterna-tive alla sceneggiatura, cheresta però fondamentale co-me punto di partenza ma chenon deve essere vissuta comeun dogma immodificabile.

Chi volesse avere un esem-pio pratico di come il montag-gio possa modificare radical-mente il modo di vedere unfilm può prendere in conside-razione la visione di “Memen-to” nella versione DVD, dovesono presenti due versionidello stesso film con sequenze

Le finestre di completamento che contengono gli elementi utili nelmontaggio possono essere più intuitive, a sinistra il quaderno diStudio 9; oppure più professionali, a destra le finestre con l’alberodelle categorie con le differenti visualizzazioni di Liquid Edition

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3a parte open school

temporali di montaggio diver-se.

Il taglio, il primo interventosulle clip acquisite

Non tutto quello che è statoacquisito si utilizzerà nel mon-taggio, si devono infatti taglia-re con cura le clip per tra-sportare sulla timeline solo laparte che più ci interessa (ve-di schema accanto). È quindinecessario trovare i punti dientrata e di uscita di un video,chiamati Mark In e Mark Out. Iltaglio può essere effettuatonel monitor del programmautilizzando i pulsanti dedicati.Questi ultimi sono molto utilinel momento in cui, visionan-do una parte di video, trovia-mo già i punti di ingresso euscita che interessano, quin-di, marcandoli, saremo in gra-do di portare sulla timeline laparte già tagliata.

Se per esempio abbiamo unvideo che chiameremo clip1che ha la durata complessivadi 10 minuti ma del quale vo-gliamo prendere solo alcunispezzoni, dovremo definire ipunti di in e out di ciascuno: ilprimo spezzone avrà l’In a00ore : 00minuti : 15secondi e20 fotogrammi e l’Out a 00ore :03minuti : 30secondi e 09 fo-togrammi e così via per ogniparte. Il timecode utilizzatoper questa separazione nonsarà il timecode sulla timelinema solo quello di riferimentoper la “clip1” di appartenenza.

In un software di montaggiogran parte delle operazionivengono compiute tramite“trascinamento” (portando ilvideo da una finestra all’al-tra). Sul monitor è possibilequindi fissare i punti di taglioe trascinare sulla timeline il vi-deo con la lunghezza deside-rata.

Ovviamente lavorare solosui comandi del monitor sa-rebbe alquanto limitativo eper questo la timeline diventail punto centrale del software.Normalmente all’apertura delprogramma sono disponibili(e quindi visibili) almeno unatraccia video ed una audio.Ora, immaginiamo che la ti-meline sia come un nastro del-la durata “infinita” (ognisoftware ha dei limiti di ge-stione temporale variabili)che si estende in orizzontale.Possiamo scorrere avanti e in-dietro e possiamo intervenirein ogni punto. Il video presen-te sulla timeline è quindi vi-sualizzato come una lungapellicola orizzontale sulla qua-le scorrere con il cursore.L’audio appartenente ad ognispezzone video è direttamen-te collegato ed è visualizzatonella traccia (audio) sotto-stante.

Infatti l’audio è spostato pa-rallelamente al video. Esisteovviamente la possibilità di“slegare” audio e video, ope-razione consigliabile ai piùesperti visto che da quel mo-

mento in poi le due tracce sa-ranno indipendenti ed il ri-schio di trovarsi con l’audiofuori sync (non più sincroniz-zato al video) è alto.

Tutte le transizioni, i filtri e �

00:00:10:02

00:00:12:05 00:00:25:12

00:01:02:13

mark in mark out

Il taglio

Solo la parte tra il MARK IN e MARK OUT è trasportata sulla timeline

DISSOLVENZA INCROCIATA

Dal monitor di LiquidEdition si possono

stabilire i punti di MarkIn e Mark Out

attraverso i pulsantidedicati. Una piccolabarra bianca indica la

quantità di materiale trai due punti

In tre passaggi possiamo notare l’ultimo fotogramma nitido della clip video precedente, nel fotogramma centrale il punto di massima sovrapposizione delle due immagini e nelterzo vediamo il primo fotogramma nitido della clip successiva

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open school 3a parte

� gli effetti saranno visibili sullatimeline insieme alla pellicolae tramite specifiche funzionimodificabili a proprio piacere.Altra caratteristica della time-line (per la maggior parte deisoftware) è quella di potere vi-sualizzare all’interno dellatraccia una linea orizzontalesia per il video sia per l’audioche, debitamente modificatatramite l’inserimento di puntisu di essa, permette di inter-venire sulla visibilità del videoe sui volumi dell’audio. Que-sta operazione sui programmiprofessionali può essere ge-stita da un vero e propriomixer virtuale. Una volta posi-zionate le clip sulla timeline sipuò passare a considerarel’aggiunta di transizioni persottolineare il passaggio tra idifferenti momenti del video.

Le transizioni, comecollegare due clip

Lo stacco netto tra due clipè quasi sempre in tempo rea-le, non allontana l’attenzionee non dà adito ad interpreta-zioni, mentre la transizione,nella tipologia e nella durata,porta lo spettatore a “immagi-nare”, è quindi un elementoespressivo molto importanteda usare con attenzione. Di-mentichiamoci per un mo-mento delle 1.000 e passatransizioni ed effetti speciali,che riprenderemo nell’ultimapuntata. La transizione più co-mune utilizzata nel cinema èla dissolvenza incrociata e cioèil passaggio tra due inquadra-ture che per un periodo de-terminato di tempo sono so-vrapposte. L’uso di questatransizione è tendenzialmentelegato a passaggi temporali ecambiamenti di soggetto o diluogo sul piano narrativo. An-che gli altri tipi di transizioneassumono lo stesso significa-

to ma avendo caratteristichevisive più particolari devonoessere ben considerate all’in-terno del contesto della storiaper non correre il rischio disembrare semplicemente del-le “esibizioni creative”.

Nelle scene che contengo-no inquadrature in movimen-to bisogna prestare molta at-tenzione inoltre ai tagli perevitare confusione nel ricono-scimento dell’azione oltre anon usare quasi mai dissol-venze o transizioni che toglie-rebbero velocità e dinamicità.

I titoli, attenzione allaposizione e ai colori

In quasi tutti i programmi divideomontaggio esiste la pos-sibilità di inserire titolazioni,più o meno sofisticate, all’in-terno della sequenza video infase di montaggio. Comune atutti i software è la cosiddettaTitle Safe Area, una vera epropria cornice, che serve peridentificare l’area dell’imma-gine nella quale si può inseriredel testo. Uscendo dalla cor-nice si rischia che i titoli im-messi possano risultare illeg-gibili, perché fuori dalloschermo, una volta trasmessidal televisore. È sempre con-sigliabile posizionare i titoliall’interno di questa area e, senon disponibile, mantenendo-si a un paio di centimetri mas-simo dall’esterno dell’interaimmagine.

La titolazione è una partecreativa interessante anchenelle sue forme più semplici epuò dare maggiore persona-lità al video in cui si inserisce.

Nel caso dell’uso di una ti-tolazione semplice, sovrappo-sizione ad immagini o a nero,consideriamo come elementoprincipale la leggibilità del te-sto. Per questa ragione è benevisionare tutta la parte video

che contiene i titoli così datrovare il colore di compro-messo utile ad una facile let-tura per tutta la durata delleimmagini. I colori chiari sonosempre i più adatti e i più leg-gibili e sono quindi da preferi-re. Se l’immagine di sfondo ècomposta da colori chiari èmeglio utilizzare un contornoscuro al testo piuttosto che ilnero per il carattere stesso,perché, per effetto ottico, ilbianco “mangia” una parte delcolore scuro che circonda, ri-ducendone la leggibilità. Nonutilizzare mai colori chiari al100% ma ridurre a 70-80%.

Anche la posizione dei tito-li assume una importanza rile-vante: nel titolo di testa, perintenderci il nome del film, èmeglio centrarlo nell’immagi-ne usando un carattere gran-de e ben visibile, mentre si èpiù liberi per gli eventuali no-mi di attori e regista. Nei titolidi coda, più facilmente si usa-no caratteri piccoli posiziona-ti a scelta (centro, destra o si-

nistra) che si muovono a scor-rimento dal basso verso l’alto,con il procedimento cosiddet-to di scroll.

A meno di scegliere una ti-tolazione ibrida e cioè com-pletamente distaccata daicontenuti, si possono realiz-zare veri e propri video per ititoli di testa che introduconoin modo coinvolgente alle at-mosfere del film. Nel film Se-ven ad esempio, i titoli di testacontengono una parte del la-voro dell’assassino e sonorealizzati con musica e detta-gli inquietanti. È quindi possi-bile decidere fin da subito dicreare titolazioni ad hoc per ilproprio lavoro considerandodi dargli un senso in relazionealla trama del film, lavoro cherisulta una vera e propria ope-ra creativa.

Proviamo ora a mettere inpratica questi concetti ripren-dendo in considerazione lasceneggiatura che avevamoproposto nella seconda pun-tata.

Il titolo deve essere inserito nella cornice detta Safe Area (nell’immagine in rossotratteggiato) perché sia visualizzato correttamente sul televisore

DISSOLVENZA A NERO

Nella dissolvenza in nero l’incrocio tra una clip e un fondo nero porta alla chiusura della sequenza video

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3 Il linguaggio del montaggio

3a parte open school

Nella scorsa puntata diquesto corso sul videoabbiamo parlato delle in-

quadrature e del senso comu-ne di alcune di esse, così chesi potesse scegliere quale uti-lizzare per meglio esprimere iconcetti da noi desiderati.

Nel montaggio non ci sonoregole precise ma, come per il“linguaggio” delle inquadratu-re, esistono interpretazioni co-muni negli spettatori che guar-dano il nostro video.

La linearità nello svolgimentodella storia influenza i tagli

La scelta del tipo di pas-saggio tra una inquadratura aun’altra piuttosto che la se-quenza stessa dei tagli, è di-rettamente legata allo svolgi-mento più o meno lineare del-la storia raccontata.

L’esistenza di una sceneg-giatura facilita senza dubbioil montaggio, per quanto nullaimpedisca di apportare dellemodifiche alla storia proprioin questa fase.

Molti registi scoprono in-fatti proprio durante il mon-taggio che cambiando la posi-zione di una scena all’internodel film, si può dare maggioreinteresse e forza espressiva auna sequenza girata. Nel “Si-gnore degli anelli” la scenadella battaglia al fosso diHelm è un buon esempio. Latroupe si è accorta di doveregirare alcune parti nuove do-po avere visto le riprese gior-naliere montate.

Modificare unasceneggiatura per cambiarel’effetto sugli spettatori

Ma torniamo nel nostro pic-colo e prendiamo ad esempiola breve parte di sceneggiatu-ra utilizzata nella puntata pre-cedente.

Una volta girate tutte lescena ci apprestiamo a mon-tarle così come previsto (sce-na 1). La sequenza della sce-neggiatura prevede un mon-taggio lineare con stacchi net-ti. L’effetto finale è quello dipartire da una narrazione “di-staccata” (il campo lungo)per immergere lentamente lospettatore nella storia fino alun momento finale più intimoin cui abbiamo il dettaglio del-

la mano dei due protagonisti,il momento più coinvolgente.

Proviamo ora ad immagina-re di modificare leggermentel’ordine delle inquadratureper dare “emozioni diverse”(scena 1 modificata). Iniziarela scena nel nuovo modo, por-ta l’attenzione immediata-mente sui due protagonisti inmodo più “drammatico” sen-za dare nessuna distrazione.Dopo la prima frase di Lauraabbiamo utilizzato la parte fi-nale dell’inquadratura in cam-po lungo, quando Laura è giàin piedi.

Così facendo creiamo unapausa ed una sensazione dimaggiore attesa nei confrontidella risposta di Filippo che inquesto modo è ritardata (in-troducendo suspance). Pas-siamo poi alla risposta di Fi-lippo e tagliamo il momentoin cui si alza passando imme-diatamente al dettaglio. Que-sta modifica crea di nuovonello spettatore un coinvolgi-mento più immediato e mag-giore immedesimazione neiconfronti dei protagonisti.

La scena non è cambiataper nulla ma le sensazioni vis-sute da chi guarda sono com-pletamente diverse.

Questo esempio per dimo-strare come sia possibile tro-vare diverse soluzioni narra-tive anche dopo avere effet-tuato le riprese.

Oltre alla sequenza delle in-quadrature utilizzate, anchela durata delle stesse puòcambiare radicalmente le sen-sazioni trasmesse.

Se per esempio nella nostrascena 1 modificata lasciassi-mo per troppo tempo l’inqua-dratura del campo lungo conLaura in piedi, rischieremmodi passare da una sensazionedi “suspance” al totale distac-co emotivo del pubblico perquel momento.

Il tempo di persistenza diun’inquadratura non lo può“regolamentare” ma è lasciatoalla sensibilità del montatoreo del regista che provando va-rie soluzioni arrivano a trova-re il miglior compromesso.Anche la scelta di utilizzaretransizioni o stacchi per i pas-saggi tra le inquadrature è al-lo stesso modo importante.

Sottofondo musicale romanticocon rumori di fondo del parco...

stacco su- ..............................

Non c’è più musica ma solo ilsottofondo dell’ambiente..........

stacco su- ...............................

stacco su- ...............................

stacco su- ...............................

Non c’è musica ma solo ilsottofondo dell’ambiente..........

stacco su- ...............................

stacco su- ...............................

stacco su- ...............................

Campo lungo di una panchinain mezzo al parco dove sonoseduti Filippo e Laura chedanno le spalleall’inquadratura. Sullo sfondoalcune persone passeggiano.Filippo e Laura stanno parlandotra loro quandoimprovvisamente Laura si alzadi scatto dalla panchina.Totale di Laura e Filippo sullapanchina di fronte. Laura è inpiedi.Laura: piuttosto scossa“dobbiamo andarcene da qui…io non resisto più!”Primo piano di Filippo ancoraseduto.Filippo: “sono d’accordo…andiamo!”Totale laterale dalla parte diFilippo: Filippo si alza e prendeper mano Laura.Dettaglio della mano di Filippoche stringe quella di Laura.

Totale di Laura e Filippo sullapanchina di fronte. Laura è in piediLaura: piuttosto scossa“dobbiamo andarcene da qui…io non resisto più!”Campo lungo della panchina inmezzo al parco, Laura è in piedie Filippo è ancora seduto. Sullosfondo alcune personepasseggiano.Primo piano di Filippo ancoraseduto.Filippo: “sono d’accordo…andiamo!”Dettaglio della mano di Filippoche stringe quella di Laura.

Scena 1 - Esterno, giorno (10 del mattino circa)

Scena 1 modificata - Esterno, giorno (10 mattino)

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open school 3a parte

5 In libreria o su InternetUna breve rassegna di manuali, libri e siti Internet, utili per chi volesseapprofondire temi e argomenti inerenti il mondo del video digitale

Titolo Video DigitaleAutore Marco PetriEditore ApogeoPrezzo 6,20 euro

Solo 72 pagine in formato pocket,un libro che contiene in sintesitutti i concetti basilari e una breveguida all’utilizzo di Premiere.Ottimo da portare con sé e daconsultare come “bigino” sul videodigitale, dai codec alle operazionisulle clip

Titolo Il libro dei video digitaliAutore Michael RubinEditore MondadoriPrezzo 18,80 euro

Esposizione chiara e semplice,tratta con un taglio pratico tutte letematiche collegate al video dalleriprese alla cattura, dal montaggioal risultato finale. Trucchi econsigli di un di un professionistadel video, Michael Rubin, che halavorato con George Lucas

Titolo Il manuale del video digitaleAutore B. Long, S. SchenkEditore ApogeoPrezzo 35,00 euro

Un manuale corposo utile a chivuole far diventare unaprofessione, la passione del videodigitale. Oltre agli argomenticonsueti sono ben trattate anchetematiche quali luci, i colori el’audio. Nel libro è contenuto unDVD con i file citati nei tutorial

Titolo Manuale del montaggioAutore Diego CassaniEditore UtetPrezzo 19,90 euro

Un libro per utenti avanzati checerca di definire il montaggio,ripercorrendo con esempi le tappedella storia del cinema eanalizzando le forme espressivepermesse dall’operazione “di taglioe cucito” alla base del linguaggiocinematografico

www.benis.it Non è più aggiornato da metà 2003, ma resta una risorsamolto preziosa per chi vuole addentrarsi nei concetti del digital video, conarticoli, file e guide principalmente sulle conversioni video

www.appuntisuldigitalvideo.it SSito ben strutturato con approfondimenti,tutorial e informazioni commerciali sui principali strumenti per chi ha lapassione per il video. Include anche un’area di ricerca e offerta di lavoro

www.daniele.nicolosi.name Il sito in cui trovare o inserire i proprivideoclip elaborati sul PC. Le clip sono suddivise per tema, possonoessere votate e partecipano al concorso annuale Best Clip

www.videomakers.net Ottimo sito con notevoli risorse per gli aspirantivideomaker, particolarmente curata la sezione tutorial con guide passo apasso sui principali software di elaborazione video

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3a parte open school

7 Realizzare un cortometraggio

6 I software di videomontaggio

Probabilmente molti traquelli che leggono questoarticolo e sono appassio-

nati di videomontaggio hannogià realizzato un cortometrag-gio con gli amici o, comunque,desiderano farlo. Proviamoquindi ad affrontare questoprogetto insieme.

In primo luogo ci vuole un’i-dea, una storia da raccontare.Prendiamo per esempio inconsiderazione i più comunigeneri cinematografici: com-media/comico, thriller/horror,azione/fantascienza.

Ogni genere ha delle carat-teristiche proprie che condi-zionano la realizzazione delleriprese e del montaggio.

Una beve descrizione deidifferenti generi ci aiuta a ca-pire meglio quale sia il piùsemplice da realizzare per chiha un budget pari a zero e sivuole divertire un po’ in com-pagnia di amici. La commediaper esempio ha generalmentetoni divertenti e quindi servi-ranno attori capaci di fare ri-dere e di recitare adeguata-mente le battute (testo) scrittee sicuramente una buona sto-ria. Il genere fantascientificopresuppone l’utilizzo di effettispeciali ed è quindi fuori bud-get per molti videomaker.

Il genere thriller/horror puòper eccesso essere senza par-lato, ma richiede specifiche

Dopo averne visto le princi-pali funzionalità, cerchiamo fa-re un breve elenco di softwaredi videomontaggio per PC eMacintosh a partire da quelligratuiti e più intuitivi per arri-vare a quelli semiprofessionalicon costi che si avvicinano o

superano i 1.000 euro. Questovasto panorama permette, èvero, un’ampia scelta, ma alcontempo potrebbe creare del-le difficoltà per chi sta muo-vendo i primi passi in questomondo. Abbiamo così fattouna suddivisione in tre grosse

fasce elencando anche le ca-ratteristiche principali deisoftware. Le differenze stannonelle funzionalità e nelle carat-teristiche, per esempio nel nu-mero massimo di tracce videovisualizzabili in contempora-nea o negli strumenti di elabo-

razione avanzata come la cor-rezione del colore, terreno discontro nel campo professio-nale. Vi rimandiamo ai prossi-mi numeri di PC Open per leg-gere test comparativi miratisui software che presentiamoin questa pagina.

PER INIZIARE, GRATUITI O AUTOMATIZZATIIl primo programma, gratuito e molto intuitivo, seppur limitato è WindowsMovie Maker 2, scaricabile dal sito Microsoft, la nuova versione delprogramma inserito nel sistema operativo Microsoft Windows XP.Permette di salvare i filmati solo nel formato Windows Movie Video(WMV)Da Muvee arriva Autoproducer, un semplice programma che permette dicreare sequenze video automatizzate. Si importano video e audio, sisceglie uno stile e si clicca sul pulsante che fa partire la procedura di“assemblaggio” dei file, divertente e con risultati anche gradevoli da

vedere si indirizza a chi non ha tempo di montare un video. Si puòscaricare dal sito www.muvee.com ed è anche in italiano.Infine nonpoteva mancare il gratuito VirtualDUB (nel CD Guida 1), che permette di

AVANZATI, PER LAVORAREI software avanzati sono indicati per i videoamatori evoluti o per iprofessionisti. Il loro costo parte dai 500 euro e può superare i 1.000euro. Dimenticata l’intuitività danno il massimo su una configurazionehardware avanzata o in unione con un hardware di accelerazione in temporeale dedicato (Matrox o Canopus con Premiere, oppure la soluzioneLiquid Edition con la scheda AGP di ATI). Integrano strumenti professionalicome la correzione del colore avanzata o la gestione dell’audio su piùcanali, e possono gestire più tracce video in contemporanea

INTERMEDI, INTUITIVI MA COMPLETICon prezzi intorno ai 100 euro, questi software si distinguono perl’intuitività dell’interfaccia e per la disposizione dei comandi, solitamentedivisa in sezioni che replicano i passaggi fondamentali dell’elaborazionevideo, cattura editing, realizzazione del filmato finale.Quasi tutti sono limitati per quanto riguarda il numero di tracce disponibilie solo alcuni permettono di portare a temine il lavoro con un tool dimasterizzazione per la creazione di VideoCD, SVCD o DVD

I passi fondamentali Riprese: attenzione al "significato" delle inquadrature, le scene sigirano più volte per ogni "piano d'ascolto" senza spezzare il ritmodella recitazione degli attori

Organizzazione del materiale: è necessaria la stesura di unsoggetto e scaletta delle riprese

Montaggio: valutare con attenzione la durata delle clip in relazionealla storia. Tra una clip e un’altra normalmente vengono usati solotagli netti o dissolvenze incrociate, salvo necessità precise

Aspetto musicale: in base alla sceneggiatura scegliere la sigla e lemusiche adatte scena per scena

Titolazione: titolazione a soggetto sia per i titoli di testa sia perquelli di coda

Programma Produttore Prezzo

MovieMaker 2 Microsoft GratuitoAutoproducer Muvee 39 euroVirtualDUB nd Gratuito (GNU license)iMovie Apple nel sistema operativo

Edit Studio 4 Pure Motion 99 euroFinal Cut Express 2 Apple 299 euroFreeDV Avid GratuitoPower Director Pro Cyberlink 119 euroScreenblast Movie Studio Sony 145 euroStudio 9 Pinnacle 99 euroVideo deluxe 2004 Plus Magix 99,99 euroVideostudio 7 DVD e CD Ulead 99 euroVideo Wave 5 PE Roxio 99 euro

Final CUT Pro 4 Apple 1.198.80 euroLiquid Edition Pinnacle 799 euroMediastudio Pro Ulead 499 euroPremiere Pro Adobe 899 euroVegas + DVD Sony Media software 950 euroXpress DV Avid 695 euro

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open school 3a parte

attenzioni nella narrazione, nelmontaggio e nella scelta dellemusiche per creare atmosferecoinvolgenti, oltre all’uso dieventuali effetti speciali. Molti“giovani registi” scelgono co-me punto di partenza il thrillero l’horror non perché questogenere sia più semplice deglialtri, ma perché è possibilerealizzarlo scrivendo pochidialoghi così da “utilizzare” ipropri amici senza troppe dif-ficoltà nella recitazione.

Alla ricercadi una storia thriller

Cerchiamo una storia sem-plice senza entrare nel meritodi indizi complessi o strani mi-steri: c’è un assassino e ci sonodelle vittime. Consideriamoloun esercizio narrativo senzadare spiegazioni del perchéquesto avviene.

A questo punto dobbiamostabilire quanti e quali attori ciserviranno per cominciare il“reclutamento”. Altro passo èla scelta delle location (i luoghie gli ambienti nei quali effet-

tueremo le riprese), avremo bi-sogno di esterni? Interni? Qua-li e quanti? Tutte queste consi-derazioni sarà bene trascriver-le creando un breve soggetto euna scaletta.

Possiamo per esempio uti-lizzare questo soggetto: la sto-ria parla di tre omicidi com-messi da un pazzo nell’arco diuna notte. L’ultima vittima du-rante lo scontro riuscirà a uc-cidere il suo assassino. Questoè il nostro “soggetto” dal qualededuciamo che:

a) Servono quattro attori;un assassino e tre vittime

b) Le riprese sono tutte not-turne

Illuminare un internoEffettuare riprese notturne

in esterno può essere partico-larmente difficile se usiamouna telecamera di tipo amato-riale, che non ha sufficientesensibilità.

Meglio utilizzare quindi de-gli interni dove possiamo me-glio controllare l’illuminazio-ne. Pur girando in ambienti in-

terni dovremo comunque af-frontare il problema della luce,in quanto la scena si svolge dinotte.

Immaginiamo una stanza il-luminata da luci soffuse perconciliare la lettura di un libro,avremo un personaggio sedutoe al suo fianco una luce, il restodella stanza sarà più in pe-nombra. Per ottenere buoni ri-sultati ed evitare la sgranaturadell’immagine dovuta alla po-ca presenza di luce, si possonousare ad esempio delle lampa-de alogene posizionate al difuori dell’inquadratura che il-luminino maggiormente il pro-tagonista senza “oscurare” laluminosità della lampada a luivicino.

È bene posizionare le lam-pade in modo che siano sem-pre al di fuori di ogni inqua-dratura che dovremo fare perevitare di doverle spostare dicontinuo con il rischio di alte-rare l’illuminazione ogni volta.Faremo poi attenzione affin-ché le ombre create dalle alo-gene corrispondano a quelle

create dalla lampada visibile.L’uso poi dei filtri di lumino-sità e contrasto presenti inogni programma di montaggiopuò aiutarci a rendere l’am-biente più realistico.

La scelta di girare le ripresein interni pone un ulterioreobiettivo: trovare tre internidistinti. Per rendere il compitopiù facile possiamo decideredi usare tre stanze di uno stes-so appartamento che, ad ec-cezione di chi conosce l’am-biente, risulteranno posti di-versi per tutti gli altri.

Suggerimentiin fase di montaggio

Una volta girato l’intero cor-tometraggio sarà il montaggioa dare alla nostra scena i tem-pi e gli effetti giusti.

Prendiamo ad esempio le in-quadrature m) e n) della no-stra sceneggiatura (vedi arti-colo box sopra): se teniamotroppo a lungo l’inquadraturam) perdiamo l’effetto dell’in-quadratura n) perché risultatroppo staccata dall’evento

Passo 1: fare la scalettaDopo aver definito le location(stanze A, B C) e il soggettoproviamo a stendere una brevescaletta che descriva scena perscena quello che succede(consideriamo solo losvolgimento nella stanza A).

a) Titoli di testab) Notte stanza (A) - Ilpersonaggio 1 è seduto suldivano a leggere il giornalec) Notte stanza (A) - Si sente unrumore alla finestrad) Notte stanza (A) - Ilpersonaggio 1 si alza e va avederee) Notte stanza (A) - Arrivato allafinestra si accorge che si èapertaf) Notte stanza (A) - Prima dichiuderla controlla che non ci sianessuno all’esternog) Notte stanza (A) -Improvvisamente una manoguantata gli stringe la golah) Notte stanza (A) - Ilpersonaggio 1 cade a terramorto

Passo 2: scrivere la sceneggiaturaLa scaletta molto semplicedescrive l’azione senza dare

suggerimenti sulle inquadraturele quali, in questo caso, devonoessere ben chiare nella testa del“regista” altrimenti si correrebbeil rischio di dovere fare continuiesperimenti per trovare leinquadrature giuste.Ripetiamo ora la stessa scenacon una sceneggiatura precisaa) Titoli di testab) Notte stanza (A) – Totalefrontale del personaggio 1seduto sul divano che legge ilgiornale, il busto e il corpo sonocoperti dal giornale aperto.c) Notte stanza (A) – come (b),rumore improvviso dall’esterno.d) Notte stanza (A) – come (b), ilpersonaggio 1 abbassavelocemente il giornale e ascoltacon attenzione.e) Notte stanza (A) – PP del visoteso, gli occhi guardano nelladirezione dalla quale proveniva ilrumore.f) Notte stanza (A) – Totale dellastanza, il personaggio 1 è ancoraseduto con il giornale abbassato.Lentamente si alza lasciando ilgiornale sul divano.g) Notte stanza (A) – Totale dispalle del personaggio 1 in piedi(a destra dell’inquadratura), infondo (a sinistradell’inquadratura) si vede lafinestra.h) Notte stanza (A) – PP laterale

dei piedi rivolti a sinistra. Ilpersonaggio 1 comincia amuoversi verso la finestra. MDPferma fino all’uscita dei piedidall’inquadratura.i) Notte stanza (A) – Soggettivadella finestra. Il personaggio 1 siavvicina lentamente.j) Notte stanza (A) – PA (pianoamericano) laterale delpersonaggio 1 nei pressi dellafinestra (finestra a sinistra)fermo. Lentamente la sua manosi avvicina alla maniglia dellafinestra.k) Notte stanza (A) – MDP inavvicinamento fino a Dettagliodella mano sulla maniglia dellafinestra. Il personaggio 1comincia ad aprire la finestra (giàsocchiusa)l) Notte stanza (A) dall’esternodella finestra – Totale finestra, ilpersonaggio 1 apre la finestracompletamente e si sporgeleggermente all’esterno(movimenti lenti).m) Notte stanza (A) – PP lateraledel personaggio 1 (rivolto asinistra) che guarda all’esterno.Improvvisamente una manoguantata dall’esterno lo prendeal collo.n) Notte stanza (A) – PPP degliocchi spalancati.o) Notte stanza (A) – Dettagliodella mano con guanto sul collo

che stringe.p) Notte stanza (A) – Totale dadietro. Il personaggio 1 cade aterra sul pavimento di fronte allafinestra.q) Notte stanza (A) – PP del visodel cadavere.In questo modo, ancora prima digirare, si ha una chiara idea dicome realizzare la scena e unulteriore aiuto durante ilmontaggio, inoltre, senza perforza avere già fatto le riprese, èpossibile fare una ricerca dellemusiche e degli eventuali effettisonori che ci serviranno inseguito.Naturalmente, per quantodettagliata, qualsiasisceneggiatura può esserecambiata durante la lavorazioneperché si è scoperto un angolo diripresa migliore o semplicementeper cambiare la “tensione” delracconto.La creatività e la flessibilità sonocomunque le migliori alleate diqualunque regista che mettesempre in discussione il suolavoro per ottenere i miglioririsultati.

LegendaPP: primo pianoPPP: primissimo pianoMDP: macchina da presa

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3a parte open school

scatenante, così come per l’in-quadratura n), se troppo lun-ga, perde il suo senso dram-matico finendo per diventareperfino ridicola.

L’illuminazione ha ugualeimportanza durante le riprese.Utilizzare le luci giuste può da-re e togliere drammaticità aduna inquadratura: in una sce-na di tensione notturna comequella che abbiamo scritto sa-ranno più efficaci luci tenui ecolori caldi (arancioni e rossi)nella prima parte per dare ilsenso della tranquillità e, du-rante l’avvicinamento alla fi-nestra, il passaggio a luci piùfredde come il bianco e il bluche arrivano dall’esterno cheaiutano a portare maggioretensione sull’azione. Infine lamusica scelta darà il tocco fi-nale al nostro lavoro. Useremoatmosfere rilassanti per l’am-bientazione iniziale, tappeti ditastiere o pianoforti, musicanon invadente. Nel momentodel rumore e fino a quandol’uomo non comincia a cammi-nare, può risultare molto effi-cace il silenzio e quindi il solorumore ambientale, successi-vamente riprenderà una musi-ca di sottofondo.

Il consiglio finale è semprequello di rivedere e apprende-re dai grandi classici, in que-sto caso il famoso film Psychopuò fare al caso nostro, la sce-neggiatura è disponibile suwww.allmoviescript.com. �

� Durante le ripreseL’azione da riprenderedeve essere precedutae seguita da qualchesecondo di pausa nelquale l’inquadratura èfissa e senzamovimenti. Questopermette di gestire almeglio i tagli dellescene in fase dimontaggio

� Transizioni ed effettiPrima di applicaretransizione ed effettieffettuate unmontaggio provvisoriodelle scene e verificateche la storia funzioni enon sia necessariospostare una scena oscoprire che ci sianoincongruenze nelleriprese. Si risparmianolunghi minuti di attesain fase di renderingdella scena

� Modifiche sul coloreSe volete applicare unfiltro che appartiene aun’intera scena, chesarà tagliata inmontaggio in diverseinquadrature, applicateil filtro all’intera scenaprima di effettuare itagli, in quantosarebbe lungoapplicare il filtro a ognisingolo spezzone

� L’audioEseguire unanormalizzazione dellevoci e dei suoni primadi inserire la colonnasonora. Questopermette di mixare almeglio l’audio finaleaggiungendo la musicae gli effetti sonoriesterni

Qualchepiccolotrucco

Curiosità: realizziamo un sangue credibileChi si appresta a girare un thriller/horror deve fare i conti con larealizzazione del sangue. Per una resa realistica si devono tenerpresenti due fattori, la densità e la colorazione. Consideriamo duepossibilità:

a) se il sangue deve essere in qualche modo ingerito o messo acontatto con pelle ed occhi è necessario che sia realizzato con“ingredienti” non nocivi: per la densità vanno bene gli sciroppi che,con l’aggiunta di coloranti alimentari (blu e rosso) facilmentereperibili in drogheria, consentono di ottenere la colorazionecorretta (nessuno sciroppo rosso assomiglia al sangue).

b) se il sangue non deve essere usato sul corpo e serve in grandiquantità si possono usare vernici o smalti facendo sempreattenzione all’effetto densità (non diluire mai troppo, alcunesuperfici alterano il colore di base).

La funzione delle luci in un video Luci calde e fredde influenzano il significato dellascena. La luce calda è più avvolgente, smussa i contorni; la luce fredda al contrarioappiattisce le profondità e evidenzia i contorni

www.allmoviescripts.com

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open school 4a parte

Finisce con questa quartapuntata il nostro corso de-dicato all’introduzione al

mondo del video digitale. Dopoaver trattato le riprese, l’acqui-sizione e il montaggio, chiudia-mo parlando di audio e del for-mato finale più adatto a distri-buire e far vedere il lavoro cheabbiamo fatto.

L’audio, completare in modoadeguato il montaggio

Nelle pagine seguenti tratte-remo l’aspetto musicale legatoal video, perché anche un otti-mo montaggio può essere vani-ficato da una scelta impropriadella colonna sonora o un noncorretto posizionamento di unsuono o effetto speciale nellospazio.

Parleremo quindi dell’im-portanza della registrazionemonofonica per una gestioneaudio migliore in fase di mon-taggio, il mixaggio per poter ar-monizzare al meglio le quattrocomponenti della colonna so-nora (parlato, rumore ambien-tale, effetti sonori e musiche).Non tralasceremo un impor-tante aspetto che riguarda l’au-dio multicanale, vista la diffu-sione di impianti 5.1.

Il DVD e l’authoring, la sceltaideale per la diffusione deipropri video

Un successo ancora maggio-re dei sistemi 5.1 lo stannoavendo i player DVD da salot-to, il che unito all’abbassamen-to del prezzo dei masterizzato-

ri di DVD fa diventare il DVD vi-deo il supporto principale persalvare e distribuire i propri fil-mati elaborati su personalcomputer.

Nella seconda parte passia-mo così in rassegna le princi-pali caratteristiche dei DVD vi-deo, analizzandone la strutturae facendo un elenco dei pro-grammi, professionali e non,specifici per l’authoring DVD.Si parte dai 30 euro dei piùsemplici, per arrivare agli oltre600 euro di Encore DVD di Ado-be che permette di agire suogni minimo parametro nellacreazione di un DVD video.

Infine troverete l’ultimo tu-torial basato sulla realizzazionedi un videoclip. Ma prima digettarsi a capofitto nell’audio

facciamo un passo indietro ecompletiamo il discorso sutransizioni e dissolvenze inizia-to nella scorsa puntata.

� A scuola con PC Open: video digitale

Effetti audioe rifiniture

Ultima puntatadel corso in cuiprendiamo inconsiderazionel’aggiunta diaudio evalutiamo qualesia il formatomigliore perdistribuire e farconoscere ilnostro video

di Luca Moroni e Fulvio Pisani

Fateci sapere che ne pensate

Il nostro primo corso è giuntoal termine e ci piacerebbericevere i vostri commenti siaper capire quanto di quelloche abbiamo fatto sia statoapprezzato, sia per migliorare icontenuti in vista di unaseconda parte prevista suinumeri autunnali. Mandate levostre impressioni, consigli egli argomenti che vorretetrovare nel prossimo corsoall’[email protected]

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4a parte open school

Lezione 1:INTRODUZIONE SULLE RIPRESE E ILMONTAGGIOScopo del corso e presentazione• Il videomontaggio su computer, il concetto

di non linear editing e le differenze con ilsistema lineare

• Formati video standard e codec• Obiettivi di lavoro: le diverse tipologie di

video• Il primo passo: la fase di acquisizione,

collegare la videocamera al PC. Impariamoad utilizzare Avid Free DV in fase di catturavideo

• Le configurazioni PC e MAC adatteall’elaborazione video: hardware e softwaredisponibili, dal neofita al professionista

PARTE PRATICA• Girare e montare filmini amatoriali

Lezione 2:PREPARARSI, RIPRENDERE EORGANIZZARE IL MATERIALE• Scelta della videocamera e degli accessori:

i microfoni, le luci, gli obiettivi, i filtri• Le fasi di preparazione• La ripresa• Come usare la telecamera, inquadrature,

camera a mano/spalla, uso del cavalletto,terminologia, alternative e trucchi

PARTE PRATICA• Girare e montare un documentario

Lezione 3:UTILIZZO DEL PROGRAMMADI MONTAGGIO VIDEO• Visionare il girato, segnare tempi

(timecode), controllo incrociato della sceneggiatura

• Le fasi di montaggio• Uso degli effetti e delle transizioni mirato:

dare un senso narrativo alle transizioni, imigliori modi di usarle: consigli

PARTE PRATICA• Girare e montare un cortometraggio

Lezione 4:

AGGIUNGERE L’AUDIO E CREARE IL FORMATO FINALE• La musica e gli effetti• Il controllo finale• Visione e controllo transizione e audio,

sincronizzazione• Authoring e riversamento• I programmi per authoring DVD

PARTE PRATICA• Girare e montare un videoclip musicale

IL CALENDARIO DELLE LEZIONI

Prima di passare all’aspettomusicale, completiamo ildiscorso sulle transizioni e

dissolvenze iniziato nella scor-sa puntata, facendo un quadropiù organico delle varie tipolo-gie. Ricordiamo che la dissol-venza indica il passaggio tradue sequenze video tramite lasovrapposizione in trasparen-za delle stesse, senza altera-zione nelle dimensioni o nellaposizione dei fotogrammi.

La più comune è la dissol-venza incrociata di cui abbia-mo parlato nella puntata pre-cedente, della quale però esi-stono varianti che aggiungonoalla semplice sovrapposizionedi due immagini anche effettispeciali basati sulla luce o ilcolore.

Maggiore è la complessitàdella dissolvenza, maggioredeve essere l’attenzione nell’u-tilizzarla perché, se non simantiene un un legame con icontenuti del video, il rischio èquello di distrarre il nostrospettatore dal senso narrativoprincipale.

La dissolvenza incrociata sipuò basare sul passaggio traun colore (generalmente nero)e la sequenza successiva o pre-cedente. Si utilizza in chiusurao in apertura o per sottolinea-re un lungo passaggio tempo-

rale, un netto cambio di am-biente, l’inizio o la conclusionedi una scena.

Un altro tipo è la dissolven-za additiva che si comportacome quella incrociata aggiun-gendo però un fondo colorato(generalmente bianco) nelmezzo della transizione tradue sequenze creando così un“effetto lampo”. È spesso uti-lizzata per sottolineare il pas-saggio in situazioni tese o im-provvise. Nel film Sospesi neltempo di Peter Jackson la dis-solvenza additiva prepara auna situazione di flashbackcon un passaggio dal colore albianco e nero; in Echi di terrorecon Kevin Bacon, la dissolven-za è invece utilizzata nei mo-menti in cui il protagonista ve-de il fantasma.

Le transizioni a sostituzioneA differenza delle dissolven-

ze, le transizioni a sostituzioneo tendine sono realizzate conuna sostituzione tra la prima ela seconda immagine modifi-cando posizione o dimensionidi fotogrammi. Questo proce-dimento può avvenire in diver-si modi.

Nella transizione a spintal’immagine presente è sposta-ta verso l’esterno dall’ingressodella seconda, che si appoggia

su uno dei suoi lati e la spingeverso l’esterno.

Nella cosiddetta aperturacentrale la prima immagine èinvece sostituita a partire dalsuo centro. Si ha così una unafigura geometrica (cerchio oquadrato) che contiene la se-conda e che si allarga fino allacompleta sovrapposizione.

Esistono poi gli effetti a ten-dina in cui l’immagine sostitu-tiva compare sulla precedenteproprio come se fosse una ten-da. Ricordiamo che una transi-zione a tendina classica è statausata anche nei film di Guerrestellari degli anni ottanta.

Sempre parte della catego-ria a sostituzione sono le tran-sizioni in movimento, in cuioltre all’arrivo della secondaimmagine, che avviene nellestesse modalità di quelle stati-che, si aggiungono spostamen-ti della stessa sullo schermo.L’immagine sostitutiva, si in-grandisce si muove sulloschermo fino a sostituirsi aquella già presente. In alcunifilm degli anni settanta, questetransizioni erano utilizzate peri passaggi di scena: molti di voiricorderanno la pagina di gior-nale con un importante titoloche compariva in piccolo alcentro dell’immagine e ruotan-do su se stessa si ingrandiva fi-

no a coprire l’intera area delloschermo.

Spesso le transizioni, ad ec-cezione di quella incrociata,hanno nomi diversi da pro-gramma a programma, poichégli autori cercano di dare indi-cazioni più precise sull’effettoche otterremo attraverso il no-me stesso. Oltre ad essere pre-senti nei programmi di video-montaggio, le transizioni e glieffetti possono essere gestite epersonalizzate utilizzando pro-grammi specifici come Hol-lywood FX di Pinnacle o i pro-grammi di Boris FX www.bori-sFX.com. Il fattore più impor-tante resta l’uso appropriato eragionato di queste transizioniperché in ogni caso aggiungo-no sempre significato nell’im-maginario dello spettatore.

1 Transizioni e dissolvenze, completiamo la presentazione

In Pinnacle Hollywood FX si possonopersonalizzare le transizioni

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open school 4a parte

2 Musica ed effetti sonori

Sonorizzazione: questo è iltermine utilizzato per de-scrivere tutte le operazio-

ni di post-produzione che ri-guardano l’inserimento dellamusica e dei suoni in un videoo un film.

La scelta di quali musicheed effetti usare in un video èimportante quanto tutto il la-voro precedente, poiché an-che il migliore dei montaggicon riprese perfette può esse-re rovinato o sminuito da unascelta inadeguata e poco me-ditata.

Scegliere le musiche prima,durante o dopo le riprese

Le scelte per la sonorizza-zione si possono affrontare intre modi diversi: nel primo ca-so tutte le musiche del videosono ascoltate e selezionatedurante la fase di scrittura e disceneggiatura. Difficilmente siusa questo metodo per un film,anche se in alcuni casi l’autoreè ispirato da alcune musiche inparticolare. Per esempio Quen-tin Tarantino ha sempre di-chiarato che il primo passo è lascelta della musica e che sonoi temi musicali a fornire moltedelle idee per la storia. In ognicaso è raro che questo avven-ga e, ad esclusione del video-clip musicale per il quale lamusica è comunque un puntodi partenza, non è convenienteporsi questo vincolo fin dall’i-nizio della lavorazione, perchési corre il rischio di trovarsitroppo legati durante la realiz-zazione del video.

Il secondo modo è quello dieffettuare delle scelte durantele riprese. Avendo ben chiaral’idea data dalla storia e consi-derando che le scene non ven-gono girate con sequenza tem-porale reale, si possono giàscegliere molte delle musicheche si utilizzeranno nel pro-dotto finito. In questo modo sipuò velocizzare la fase di mon-taggio che, avendo già dellemusiche specifiche, può esse-re maggiormente ispirata nellascelta del ritmo (lunghezzadelle inquadrature) da dare enell’uso delle tipologie di taglie delle transizioni da usare. Èpur vero che la musica può es-sere molto vincolante e quindidare meno libertà a chi inten-de realizzare un montaggio

senza costrizioni. Per questaragione si può decidere di uti-lizzare la terza modalità: effet-tuare le scelte delle musichesolo dopo che il lavoro di mon-taggio è definitivo. La mole dilavoro è più lunga e complessache negli altri due casi perchéoltre alla ricerca di genere e distile legata alla storia raccon-tata, si devono affrontare i pro-blemi della durata delle inqua-drature e delle scene, a causadelle quali sarà spesso neces-sario “mettere le mani” (taglia-re, inserire dissolvenze e cosìvia) sulle musiche perché diffi-cilmente corrisponderanno aitempi del montaggio video.

In ogni caso non esiste nes-suna regola per la quale si deb-ba per forza scegliere uno deitre modi descritti. Come ab-biamo più volte detto, la rea-lizzazione di un video è princi-palmente un’opera di creati-vità, che non segue dettami mapiuttosto dei metodi generaliutili per una pianificazione chefaciliti il lavoro.

Professionista o amatore,attenzione al copyright

Nel cinema spesso la musicaè scritta appositamente per ilfilm e anche gli effetti sonorisono realizzati ad hoc, ci sonofigure professionali che si oc-cupano di questo aspetto.

Nella maggior parte dei casiinvece, il videoamatore si tro-va a dovere utilizzare braninon originali ed effetti sonorigià registrati. A questo propo-sito è bene sapere che fino ache si realizzano prodotti aduso personale non esistono ve-ri e propri vincoli ma, se vo-gliamo in qualche modo“diffondere” o rendere pubbli-co il nostro lavoro, tutte le mu-siche e spesso anche gli effettisonori preregistrati, sono co-perti da copyright e per poter-li utilizzare è necessario paga-re le tasse sui diritti d’autorealla SIAE. Utili sono i siti chemettono a disposizione effettigratuiti come www.sound-dogs.com o www.freeplaymu-sic.com.

Scegliere la musicaappropriata

Esistono moltissimi generimusicali e altrettante variantiche sarebbe impossibile de-

Campo lungo di unapanchina in mezzo alparco dove sono sedutiFilippo e Laura che dannole spalle all’inquadratura.Sullo sfondo alcunepersone passeggiano.Filippo e Laura stannoparlando tra loro quandoimprovvisamente Laura sialza di scatto dallapanchinastacco su - .....................

stacco su - .....................

stacco su - .....................

stacco su - .....................

SONORO: Sottofondo musicale romanticocon rumori di fondo del parco.Alcuni esempi: brani strumentali dalladiscografia dei Tangerine Dream, qualchebrano tratto dalle composizioni di EnnioMorricone o altri strumentali da voiconosciuti. È possibile decidere diutilizzare temi particolarmente famosicome quello di “Love story”tenendo benpresente l’associazione che farà ilpubblico

Totale di Laura e Filippo sulla panchina di fronte. Laura è in piedi.SONORO: Per mantenere una situazionedistesa si può decidere di restare sultema principale scelto. In alternativa, sipuò scegliere un brano (semprestrumentale) più teso a sottolineare unmomento importante, sicuramente questamusica prelude a un momento parlato alquale dovrà anche fare da sottofondo.Laura: piuttosto scossa “dobbiamoandarcene da qui… io non resisto più!”

Primo piano di Filippo ancora seduto.SONORO: il sottofondo scelto si alzaleggermente di volume per sottolineare ilmomento (in base alla duratadell’inquadratura), poi si abbassa alvolume precedente.Filippo: “sono d’accordo… andiamo!”

Totale laterale dalla parte di Filippo:Filippo si alza e prende per mano Laura.SONORO: questo è un momentotransitorio che si conclude con un gestoimportante. Si può sceglieresemplicemente di alzare il volume delsottofondo piuttosto che azzeraretotalmente la musica.

Dettaglio della mano di Filippo che stringe quella di Laura.SONORO: per questo momento (il piùsignificativo della scena), la musicacambia in due modi: il primo è quello ditornare al tema iniziale per riportarel’atmosfera rilassata dell’introduzione, ilsecondo è quello di mixare al sottofondoun brano ancora più significativo delmomento che vediamo, magari unacanzone con parole inerenti all’azione.

Scena 1 - Esterno, giorno (10 del mattino circa)

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4a parte open school

La colonna sonora di un filmo un video non è compostasolamente da musica ma da

almeno altre tre sezioni audioaltrettanto importanti: il parla-to, il rumore ambientale e gli ef-fetti sonori. Per qualunqueamatore le voci e l’ambiente so-no registrate direttamente dalmicrofono incorporato della te-lecamera. I microfoni presentisulle telecamere amatoriali so-no stereofonici (salvo rare ec-cezioni) per conferire maggiorespazialità all’audio delle ripre-se.

L’importanza dellaregistrazione in mono

Per una più efficace riuscitadella sonorizzazione le partiaudio dovrebbero essere regi-strate in mono. Difatti le voci egran parte degli effetti sonorise sono stereofonici creano uneffetto non realistico nell’ambi-to dell’intera colonna sonora, ediventano difficilmente gestibi-li sul piano della localizzazionespaziale. Uno spettatore po-trebbe avere difficoltà nell’i-dentificare la posizione corret-ta della loro provenienza.

A questo proposito è beneche, una volta fatta l’acquisi-

zione del video, l’intera tracciaaudio sia convertita in mono (èpossibile acquisire direttamen-te con l’audio monofonico) co-sì da potere gestire almeno levoci in modo corretto. Ovvia-mente, seguendo questa pro-cedura, anche i rumori am-bientali diventeranno monofo-nici problema parzialmente ri-mediabile con l’ausilio di qual-che “trucco”.

Considerando che una trac-cia stereo è composta da duetracce mono, possiamo deci-dere di duplicare le parti con-tenenti rumori ambientali sullaseconda traccia monofonicaspostando il bilanciamento deicanali alle due estremità oppo-ste (traccia destra tutta a de-stra e traccia a sinistra tutta asinistra), si ottiene una mag-giore spazialità con più coin-volgimento acustico. Non avre-mo così una vera stereofoniama riusciremo a creare un di-screto effetto ambientale, conuna precisa differenza rispettoal parlato.

L’uso del bilanciamento nonè altro che la modifica (sem-pre in termini di canale destroe sinistro) della posizione diun suono rispetto al punto di

ascolto. Il bilanciamento va-riabile su un audio sterefonicoche contiene più suoni (am-biente o musica) non ottienenessun risultato rilevante seuna confusione acustica o l’in-versione dei canali. Applicatoinvece ad un suono mono (vo-ci o effetti) aiuta a ricreare unacorretta localizzazione spazia-le.

Lo sparo in una scena di azione

Per esempio, immaginiamodi dovere inserire uno sparo inuna scena di azione. Il suono diun colpo di pistola stereofoni-co coinvolgerebbe tutto l’am-biente nel quale viene ripro-dotto, al contrario il suono mo-nofonico ci permette attraver-so l’uso del bilanciamento deicanali di decidere da dove par-tirà (per esempio lato destro) edove si diffonderà (centro, si-nistra).

Per questa ragione tutti isuoni singoli che necessitanodi un posizionamento spazialepreciso all’interno di una co-lonna sonora (spari, cadute etonfi, versi di animali) e le vocidevono possibilmente esseremonofonici.

Una volta in possesso di tut-te le tracce audio (stereo e mo-no) e delle musiche necessarieper il nostro video arriviamoad affrontare un’altra fase fon-damentale per la buona riusci-ta della nostra opera: il mixag-gio.

Il mixaggio, si parte dalla normalizzazione

Il mixaggio in termini sem-plici altro non è che la regola-zione dei volumi e dei bilancia-menti di tutte le parti audio delvideo.

Anche in questa fase comeper tutto il resto esistono alcu-

scrivere tutto in queste pagine,ma possiamo cercare di capire,almeno in generale, come lamusica si comporta sul videoin base alle proprie caratteri-stiche ed in particolare alla suaimportanza descrittiva. Fac-ciamo quindi quattro distin-zioni.

Classica o modernaOgni genere di musica sia

essa classica o moderna ècomposta da più parti. Nellaclassica si può parlare di temie accompagnamenti, nella mu-sica moderna di strofe e ritor-nelli. Nel video non è necessa-rio usare un brano nella sua in-terezza, si può scegliere di uti-lizzare parti differenti in scenediverse o ripetere più volte unritornello, una strofa o un te-ma. In questo caso è necessa-rio fare un “montaggio” dellamusica estraendo la parte checi serve e rendendola indipen-dente.

Durante il montaggio que-

sto procedimento è possibileper esempio introducendosemplici dissolvenze all’inizioe alla fine del brano.

Strumentale o cantataLa musica strumentale per

definizione è più facilmente in-seribile in un video. Essendopriva di una voce, non porta lospettatore a distrarsi da ciòche vede, si adatta bene ad es-sere sia sottofondo che musicaportante ed è più facile tagliar-la. Tutti i brani cantati (canzo-ni) condizionano in modo piùforte il video perché contengo-no le parole che possono di-strarre dalla visione, partico-larmente se sono nella nostralingua.

Quando la scelta cade suuna canzone è bene fare atten-zione che il testo abbia un le-game con le immagini, a menoche le parole non siano tal-mente distanti da creare un ef-fetto simile a quello di un bra-no strumentale. Se non stretta-

mente necessario, è meglioevitare di inserire canzoni du-rante un dialogo.

Musica forte e musica debole

Un’ultima distinzione ci ser-ve per capire quali musichemeglio si adattano alla tipolo-gia di scene che abbiamo deci-so di inserire nel nostro video.Per musica forte si intendemolto ritmata e con momentidi volumi consistenti, mentreper debole si parla di branitendenzialmente lenti e convolumi medio/bassi. Ovvia-mente molti brani esistenticontengono entrambe questecaratteristiche, ed è dunqueimportante saperle distinguereper utilizzarle al meglio.

La musica forte si adatta me-glio a immagini di impatto visi-vo più violento come scened’azione, inseguimenti, com-battimenti e così via, in cuispesso sono assenti i dialoghi.La musica debole ha invece un

maggiore legame con scene incui c’è del parlato come mo-menti romantici o particolar-mente drammatici.

Tensione o rilassanteAncora più in “profondità”

vediamo altri due aspetti di en-trambe le categorie sopra de-scritte: musica di “tensione” e“rilassante”. Le musiche di ten-sione (forti o deboli) sonocomposte da melodie dai tonidrammatici, cupi e coinvolgen-ti e sono adatte a scene digrande impatto emotivo. I bra-ni rilassanti hanno armonie piùleggere e soavi, sono tenden-zialmente meno coinvolgenti esi abbinano a immagini “pano-ramiche” più distaccate dallastoria.

Per fare un esempio concre-to di qualche scelta musicalenella pagina precedente abbia-mo inserito alcune musichenel nostro piccolo progetto vi-deo che ci ha accompagnato inqueste quattro puntate.

3 La gestione dell’audioI quatto elementi della colonna sonoraRumore di fondo: registratosul set durante le ripreseParlato: dialoghi e vociEffetti speciali: rumori, suoniaggiunti in fase di montaggioMusiche: erroneamentechiamata colonna sonora,brani musicali di diversigeneri che accompagnano osottolineano determinatescene

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open school 4a parte

� ni accorgimenti tramite i quali èpossibile evitare problemi elungaggini inutili.

Fase uno:normalizzare i volumi

La prima cosa da fare è quel-la di controllare i singoli volumidi ciascuna traccia così da ren-derli uniformi tra loro, per evi-tare poi di dovere alzare qual-che parte aumentando inevita-bilmente gli eventuali disturbidi fondo (soprattutto se si trat-ta di parlati o rumori di am-biente).

Questo processo si chiamanormalizzazione ed è possibilerealizzarlo con quasi tutti i pro-grammi audio disponibili. Con-siste nel portare ad uno speci-fico volume i picchi più alti diuna singola traccia. Così facen-do saremo certi che ciascunaparte non supererà mai un de-terminato volume permetten-do un migliore e più equilibratomixaggio tra le parti. Vediamoora il perché è meglio porrel’attenzione sui dialoghi e sulrumore ambientale.

Fase due: lavorare suidialoghi e sul rumoreambientale

È consigliabile iniziare il la-voro con i dialoghi così daidentificare bene le parti piùconfuse e per potere bilanciarecon precisione la provenienzadi ciascuna voce.

In seguito il rumore ambien-tale, il mixaggio di queste dueparti se ben fatto serve a darela giusta proporzione e il reali-smo necessario ad ogni scena.

Fase tre: inseriregli effetti e la musica

Gli effetti sonori è bene in-serirli dopo queste due fasicosì da poterli mixare adegua-tamente ad un ambiente giàproporzionato. Gli effetti so-nori (in particolare quelli di li-brerie già esistenti) non sonomai integrati in un ambientespecifico ed è per questa ra-gione che per ottenere un ef-fetto realistico devono essereinseriti in un contesto ben de-finito e completo (voci e am-biente).

Infine, dopo un adeguatocontrollo dei volumi delle treparti precedenti, è necessarial’aggiunta delle musiche perla definizione dell’opera.

Oltre alla sequenzialità diqueste fasi nella sonorizzazio-ne, diamo qualche suggeri-

mento per la proporzione deivolumi mixati. È facile infattitendere a dare volumi troppoelevati alle voci ed ai dialoghi,effettuare una sonorizzazioneproporzionata, soprattutto inpresenza di grandi quantità ditracce, è una operazionesenz’altro difficile.

Riascoltare il sonoroa distanza di tempo

Per cercare di ottenere buo-ni risultati si prenda in consi-derazione, proprio in base aiproblemi di saturazione dell’u-dito, che il giudizio di una gior-nata di lavoro è più opportunodarlo almeno a distanza diqualche ora, se non addiritturail giorno successivo. In questomodo saremo più obbiettivinel valutare l’effetto globaledel mixaggio considerandoche ad “orecchie pulite” risultapiù facile sentire eventuali in-coerenze ed errori di volume.

Un altro accorgimento èquello di ascoltare regolar-mente il mixato fatto su im-pianti audio differenti: se su unimpianto di “scarsa” qualitàacustica risulta chiara ogniparte audio anche nei momen-ti più critici, facilmente si puòconsiderare che il lavoro è pro-porzionato e che “suonerà” be-ne su qualsiasi altro impianto.

Nella realizzazione di un filmdurante le riprese sono utiliz-zate grandi quantità di mi-crofoni specifici per situazionidifferenti (mono, stereo, pano-ramici e così via), ed in parti-colare per gli effetti sonori,esiste un vero e proprio me-stiere dove i “cacciatori di suo-ni” effettuano registrazioni, ri-cerche e specifici studi per tro-vare quelli giusti.

Alla ricerca degli effetti sonori

Anche un amatore è comun-que in grado, munendosi di unbuon registratore portatile, diandare alla ricerca di suoni peril suo video, che in un secondomomento, proprio come i pro-fessionisti, elaborerà con ilcomputer per ottenere l’effettodesiderato.

Alcuni versi degli animali difilm famosi come Guerre Stella-ri, Jurassic Park o il più recenteSignore degli Anelli sono statirealizzati mescolando ed ela-borando fra di loro varie tipo-logie di suoni registrati apposi-tamente ed estremamente di-versi tra loro.

Il DVD, ma già da prima il VHS,ha introdotto nelle nostre casel’audio multicanale che a partiredal Dolby Surround si è evolutofino al multicanale digitaledisponibile oggi.La stereofonia già spiegatanell’ambito di questo corso siavvale di due canali (destro esinistro) attraverso i quali lariproduzione del suono simula unambiente reale. L’audiomulticanale aggiunge altri canaliai due stereofonici peraumentare la sensazione dicoinvolgimento.Il primo passo è stato il DolbySurround, audio di tipo analogicoseparato su tre canali.Rispettivamente canale destro esinistro con l’aggiunta di unacassa posteriore monofonica ingrado di trasmettere solo glieffetti.Il Dolby Pro Logic aumenta ilnumero di canali che diventanoquattro, aggiunge un canalecentrale e un canale posterioreche nonostante sia ancoramonofonico è trasmesso da duecasse (trasmette comunque sologli effetti).Il Dolby Pro Logic II èl’evoluzione e utilizza cinquecanali, le casse posterioridiventano stereofoniche ed èintrodotto un canale subwooferper le basse frequenze.Prima sui LaserDisc e poi suiDVD, è arrivato il Dolby Digital.Comunemente abbreviato inDD5.1 che indica la presenza dicinque canali separati più unoper il subwoofer. Tre anteriori:destro, centrale e sinistro; dueposteriori: destro e sinistro. Ilsubwoofer non trasmette dei verie propri suoni ma dellefrequenze, ed è per questaragione che non è accomunato aicinque canali audio principali.La tecnologia digitale del DolbyDigital, a differenza del Pro Logic,dove sui canali anteriori èpossibile percepire (se pur abasso volume) il suono presenteanche negli altri tre, trasmette

suoni totalmente separati tra lorocon una corrispondenza spazialespecifica rispetto a ciò cheavviene sullo schermo. Questisuoni si muovono da un canaleall’altro (seguendo le immagini)dando la sensazione di unambiente virtuale che circondal’ascoltatore.Concorrente del Dolby Digital è ilDTS che seppur con le stessecaratteristiche, offre unacompressione dell’audio inferioreper una qualità dinamica più alta.La dinamica è determinata dalnumero di frequenze trasmesseche nel DTS sono maggiori e perquesto migliorate rispetto alDolby Digital.Dolby Digital e DTS sono oggiarrivati a due estensioni: EX peril primo ed ES per il secondo. Ladifferenza sta nell’aggiunta perentrambi di un canale posteriorecentrale.Creare e mixare tracce audio perquesti formati è un’operazionecomplessa e impegnativa. Ilmixaggio che sull’audio stereo èbasato sulla regolazione deivolumi delle tracce ed il lorobilanciamento tra centro, destrae sinistra, nell’audio multicanalenecessita di ulteriori operazioniche oltre a “moltiplicarsi” visto ilnumero di canali disponibili,impone la fase di bilanciamentorispetto a un vero e proprioambiente tridimensionale legatoalle immagini.Per eseguire questo tipo dimixaggio sono necessarisoftware specifici checonsentono l’uso e la gestione dicinque canali. Tranne alcuneeccezioni sono tutti programmiprofessionali. In ogni caso ilmissaggio multicanale, anche sulsoftware più semplice, resta unlavoro lungo che deve esseremolto ben pianificato, cherichiede pazienza e moltaattenzione, un mixaggiomulticanale mal fatto o pocopreciso rispetto alle immaginirovina inevitabilmente il lavoronel suo complesso.

Tabella riassuntiva dei formati audio multicanalenome tipologia canali casseStereofonia Analogico/Digitale 2 2Dolby Surround Analogico 3 3Dolby Pro Logic Analogico 4 5Dolby Pro Logic II Analogico 5+1 6Dolby Digital Digitale 5+1 6DTS Digitale 5+1 6Dolby Digital EX Digitale 6+1 7DTS ES Digitale 6+1 7

L’audio multicanale

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4a parte open school

Come abbiamo già spiegatonella prima puntata, esi-stono diversi supporti dif-

ferenti tra loro, a partire dalVHS passando per Video CD ovideo8, Super VCD o Su-perVHS/Hi8, MiniDV o DV Stan-dard per finire con il DVD.

La prima cosa da tenere inconsiderazione è se vogliamoche il nostro video sia visto daamici o da un ipotetico pubbli-co. Se per esempio vogliamoche tutti coloro che conoscia-mo possano vedere a casa loroil nostro lavoro è bene assicu-rarsi che abbiano l’apparec-chio in grado di leggere il sup-porto sul quale faremo il river-samento.

Non tutti i lettori DVD peresempio, sono in grado di leg-gere VideoCD o SvideoCD so-prattutto se un po’ datati.

Il VHS è spesso la scelta piùsemplice e immediata consi-derando che oggi è presentepraticamente in ogni casa.

Purtroppo è anche di piùscarsa qualità, in particolareper tutti coloro che hanno gi-rato il loro video con una vi-deocamera digitale, a questoproposito ricordiamo che sesappiamo a priori che dovre-mo riversare su VHS possiamorisparmiare parte dello spaziosu disco acquisendo con la ri-soluzione più adatta a questosupporto (300/320 pixel per li-nea –576) e non con la risolu-zione piena del formato nativoDV (720x576).

Si può così riversare di nuo-vo su nastro in formato DV edè sufficiente portare con sé latelecamera e collegarla allapresa SCART del televisore.

Escludendo VCD e SVCD lascelta migliore rimane il DVDgrazie all’arrivo dei masteriz-zatori a prezzi accessibili e allagrande quantità di software di-sponibili.

Le lotte tra formati concor-renti si possono risolvere ac-quistando un masterizzatoremultiformato, ed è consigliabi-le non utilizzare supporti ri-scrivibili che possono causareproblemi di incompatibilità suun numero di player di DVD dacasa.

DVD Authoring: creare unfilmato con menu

Creare un DVD può essereuna operazione semplice omolto complessa, a secondadi quale software si utilizza edella finalità del prodotto.

I dischi DVD di cui si può di-sporre oggi per registrare sonomeno capienti di quelli checontengono i film che siamoabituati a comperare. Sono in-fatti dischi a strato singolo a4.7 GB di capienza, mentre peri film vengono utilizzati dischia doppio strato con capacitàquasi doppia. Questa differen-za incide sulla quantità di ma-teriale che possiamo registraresui dischi (sugli attuali siamolimitati in circa due ore di vi-deo) e sulla qualità di com-pressione disponibile per icontenuti. Se disponiamo dimolto materiale da mettere suldisco, dovremo alzare il livellodi compressione MPEG2 a di-scapito della qualità, almeno fi-no al giorno in cui saranno di-sponibili anche per il mercatoconsumer masterizzatori perDVD a doppio strato.

Quando viene creato, il DVDcontiene due cartelle con il no-me AUDIO_TS e VIDEO_TS, al-l’interno delle quali sono pre-senti, oltre a video e immagini,documenti di dati relativi ai“meccanismi” di navigazione,un po’ come avviene per un si-to Internet. Se per esperimen-to, mettete un disco dentro allettore del vostro computer no-terete come la cartella VI-DEO_TS contenga una serie didocumenti e file mentre AU-DIO_TS sia generalmente vuo-ta, questo perché è riservata aidati relativi ai DVD audio chesono diversi nella struttura enei contenuti (non sono ancoramolto diffusi). Queste due car-telle vengono create da tutti isoftware e sono la parte prin-cipale di ogni DVD. Appena in-seriamo in un lettore un DVDacquistato, la prima cosa chenotiamo è un video introdutti-vo completo dei testi relativi aidiritti d’autore ed alle leggi sulcopyright. Non tutti i softwareamatoriali consentono di crea-re questa sigla iniziale che, so-prattutto per un prodotto ca-salingo, resta un optional nonessenziale e puramente esteti-co. Immediatamente dopo ar-riva la pagina del menu princi-pale che, proprio come l’homepage di un sito ci presenta tut-ti i contenuti del disco e i linkcon i quali accedervi.

Questo è il “cuore” di tutto ilDVD, nei software non profes-sionali, molte operazioni fon-damentali sono lasciate al pro-gramma stesso che, grazie adelle istruzioni automatiche, ledefinisce per noi. Si possonoimpostare per esempio, lo spo-

stamento del link successivopremendo un dato tasto sul te-lecomando. Anche l’aggiuntadi particolari animazioni tra imenu piuttosto che radicali va-riazioni su alcune parti grafi-che (per esempio i pulsanti), onon sono disponibili o sonoautomatizzate. Anche i para-metri di compressione del vi-deo sono gestiti in automaticoe sarà il programma a deciderecome meglio trattarlo.

L’uso di programmi profes-sionali incide principalmentesul prezzo e poi sull’impegnonecessario a realizzare un pro-dotto buono e funzionante.Ogni singolo tasto e ogni sin-gola azione va programmataper ciascun menu e sezionepresente nel disco e nulla, puòessere lasciato al caso.

Nella pagina successiva fac-ciamo un elenco dei principaliprogrammi di creazione diDVD.

4 Il prodotto finale

File .VOB contengonovideoFile .IFO contengonole informazioni comecapitoli, menuFile .BUP file di backupdelle informazioni

AUDIO_TS

VIDEO_TS

File audio

Struttura di un film su DVD

Nelle immagini possiamo vedere duesoftware di Ulead, DVD MovieFactory (inbasso), semplice e molto intuitivo,mentre DVD Workshop (in alto) adatto acreare DVD professionali con lapossibilità di intervento su moltiparametri

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open school 4a parte

Titolo Manuale diproduzione videoAutore J. WhitakerEditore HoepliPrezzo 28,00 euro

Manuale complesso cheesamina le problematicheconnesse alla realizzazionedi uno studio video. Dallaselezione delleapparecchiature digitaliall’utilizzo dei differentistandard. Scritto da unprofessionista perprofessionisti del video.

Titolo Il pennello TVAutore C. Incisa diCameranaEditore GremesePrezzo 25,00 euro

Nato dall’esperienza di unprofessionista grafico RAI, illibro esplora il ruolo delgrafico televisivo sia dalpunto di vista teorico siacon esempi pratici. Uninteressante viaggio trasigle, titolazioni eanimazioni che sono allabase di TG e programmi TV.

Titolo Audio e multimediaAutore V. Lombardo, A.ValleEditore ApogeoPrezzo 26,00 euro

Trattato tecnico suiprincipali formati audiodigitali che possono essereutilizzati nelle creazionimultimediali.Da segnalarel’approfondimento sulformato MIDI, il librocontiene un CD con gliesempi citati nel testo.

Titolo Crea i tuoi DVDAutore B. UnderdahlEditore McGraw HillPrezzo 23,50 euro

Libro semplice eintroduttivo per chi vuolecimentarsi nella creazionedi DVD video.Dopo una parte dispiegazione base deiconcetti fondamentali cisono tutorial sui programmidi Sonic MyDVD, PinnacleExpression e Roxio.VideoWave.

Titolo Effetti speciali per ilvideo digitaleAutore F. Comolli, S. PanzettaEditore ApogeoPrezzo 35,64 euro

Il libro tratta con esempi ein maniera organica iprincipali effetti applicabilial video digitale. Prende inconsiderazione il significatoche gli effetti possonoavere nel contesto dellescene. Particolarmenteindicato. per i possessori dischede RT di Matrox.

5 I software di authoring di DVDPER CHI VUOLE TUTTO E SUBITOSono semplici programmi dal costo inferiore ai 50 euro. Presentano unastruttura comune che include una schermata di cattura o importazione delvideo, una sezione in cui si possono creare i menu, quasi sempre datemplate già presenti con poche possibilità di personalizzarne la strutturae la loro disposizione. Possono creare anche VideoCD e SuperVideoCD inuna sezione che permette di interfacciare l’applicativo con ilmasterizzatore installato sul PC

NELLA CASA DELLA MELAApple propone due software, iDVD contenuto nella suite iLife, èl’applicativo semplice che in pochi passaggi mette in grado anche chi nonè esperto di creare un DVD video. Con DVD Studio Pro invece la casa diCupertino cerca di rispondere alle esigenze dei professionisti che hannobisogno di personalizzare e controllare in ogni minimo dettaglio laproduzione di DVD video

SEMIPROFESSIONALI E PROFESSIONALIA farla da padrone c’è Sonic, azienda tra le più importanti del settoreauthoring di DVD. Da segnalare la novità di casa Adobe con Encore DVD eil nuovo ottimo Workshop 2 di Ulead. Pinnacle propone un applicativo piùsemplice dal costo contenuto rispetto agli altri in quanto integra già neisoftware di editing come Liquid Edition una completa sezione di creazionedi DVD. Tutti questi applicativi sono adatti a chi vuole gestire i parametripiù complessi della creazione di DVD video

I programmi più diffusiProduttore Prodotto Prezzo Sito Internet

(euro)SempliciPinnacle Instant VideoAlbum 39 www.pinnaclesys.itSonic MyDVD 42 www.sonic.comUlead DVD MovieFactory 3 39 www.ulead.comIntervideo WinDVD Creator 49 www.intervideo.com

AvanzatiPinnacle Impression 199 www.pinnaclesys.itUlead DVD Workshop 2 399 www.ulead.comAdobe Encore DVD 658 www.adobe.itSonic DVDit! 329 www.sonic.comSonic ReelDVD 494 www.sonic.com

Applesemplici iDVD 49* www.apple.itavanzati DVD Studio Pro 598 www.apple.it

*contenuto nel pacchetto iLife

6 I libri di riferimento per i videomaker

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4a parte open school

7 Così si realizza un videoclip

La realizzazione di un video-clip può essere approcciatain diversi modi. Esistono

due differenti aspetti dai qualipartire: il testo e la musica.

Questi due aspetti si integra-no sempre tra loro ma è impor-tante scegliere quello da cuipartire per stendere la traccianarrativa da seguire.

Tempo limitato e scene cheseguono il ritmo della musica

Prima ancora di cominciareteniamo ben presente che qua-lunque sia il concetto che vo-gliamo esprimere, avremo a di-sposizione dai tre ai cinque mi-nuti di video (in media) per far-lo. Il videoclip per definizioneavrà scene brevi ed immaginisignificative sulle quali non èpossibile soffermarsi in se-quenze descrittive lunghe elente.

Il testo è una traccia già pre-cisa, dalla quale bisogneràestrapolare, come avviene perun soggetto, le parti principalifacendole diventare delle veree proprie scene. Così facendosi ha un’idea più precisa delleeventuali location nelle qualieffettuare le riprese.

Seguendo questo “soggetto”dovremo inoltre decidere ilruolo di eventuali attori e sequalcuno interpreterà il canta-to, nel qual caso avremo la ne-cessità di sincronizzare il la-biale al testo originale del bra-no scelto.

Perché il “parlato” corri-sponda, tutte le scene con ilcantante devono essere giratecon la canzone di sottofondo(una sorta di playback), cosic-chè non ci siano errori nellasincronizzazione. Per la buonarealizzazione di un brano in lin-gua inglese, è conveniente fareuna traduzione per poi inter-pretare un soggetto proprio,elaborarlo e realizzarlo.

Un consiglio nel caso si desi-deri fare un videoclip di unacanzone non originale è quellodi evitare di associare la vocead un interprete che non siaquello giusto a meno di non vo-lere ottenere come risultatouna parodia del brano.

Trama o a tema liberoNel caso in cui si decida di

partire dalla musica abbiamoquindi totale libertà interpreta-

tiva perché in questo caso sidecide di non legarsi alla storianarrata ma piuttosto alle im-magini che la musica da sola cisuggerisce.

Si deve poi inventare unatrama per le nostre immaginiper non correre il rischio diavere una serie di sequenzesenza il minimo senso perchiunque al di fuori di noi. Que-sto approccio è consigliato neibrani strumentali perché lacanzone, per quanto le imma-gini possano essere distaccatedal testo, contiene parole dallequali chi guarda è comunquecondizionato.

Il genere condiziona il videoIn un videoclip legato alla

sola musica l’unico vincolo daprendere in considerazione re-sta il genere del brano che, perquanto si possa lavorare di fan-tasia, suscita delle sensazioniprecise nei nostri spettatori.

Se scegliamo un brano dimusica dance per esempio,non possiamo pensare di rea-lizzare un thriller, come un bra-no rock o heavy metal non siadatta particolarmente ad unastoria d’amore. Stiamo parlan-do di sola musica, è evidenteche il legame con le parole pos-sa smentire in termini di inter-pretazione ciò che abbiamo ap-pena detto.

Separare il testo dalla musi-ca serve a semplificare l’ap-proccio a questo tipo di lavoro,l’opera più completa è comun-que quella che prende in con-siderazione entrambi gli aspet-ti e che richiede senz’altro unmaggiore lavoro nella proget-tazione e nella realizzazione.

In questo caso dobbiamopensare di lavorare su un sog-getto scritto da altri al quale ag-giungere il nostro punto di vi-sta. Rispetto agli altri lavori(documentari, cortometraggi elungometraggi), il videoclip re-sta comunque il prodotto più“libero” nell’utilizzo di effettispeciali anche se il rovesciodella medaglia è il rischio di in-generare confusione negli spet-tatori. Anche la più semplicetrama fatta di sole immaginipuò diventare noiosa o addirit-tura fastidiosa se non ben pia-nificata.

La post-produzione è impor-tantissima e il primo problema

da affrontare è quello legatoagli effetti e alle transizioni.

È vero che alcuni videoclip(in particolare quelli dance) so-no realizzati quasi del tutto inpost-produzione dove vengo-no generati sfondi colorati e inmovimento dietro alle figuredei cantanti, ma questo non si-gnifica affatto che il lavoro saràsemplice anzi, a maggior ragio-ne, nel caso citato il rischio“noia” e dietro l’angolo se gli ef-fetti rimangono fini a se stessi.

Più il brano contiene storia(alla quale si intende rimanerefedeli), più si avvicina ad uncortometraggio, nel qual casol’abuso di effetti o transizioniparticolari può diventare fasti-dioso.

Le canzoni contengonospesso frasi metaforiche e si-tuazioni irreali, sta alla nostrainterpretazione trovare la giu-sta misura tra le riprese pure esemplici e l’ausilio di effetti esfondi che diano senso a quelloche viene cantato. In conclu-sione un videoclip consentemaggiore libertà visiva ma vin-coli precisi (in particolare ladurata) con i quali fare i contiin termini narrativi.

Molti grandi registi del cine-ma come Ridley Scott o DavidFincher hanno portato con séle loro esperienze nei video-clip (da dove hanno comincia-to) che per le loro caratteristi-che di ritmo e necessità espres-sive, sono stati preziosi nellecaratterizzazioni dei loro film. �

I passi fondamentali Riprese: il tipo di ripresa è molto libero. Deve rispettare però unacoerenza narrativa nei passaggi delle inquadrature

Organizzazione del materiale: interpretare il testo della canzonecreando una storia o scegliere di realizzare un video staccato dalcontesto musicale

Montaggio: seguire la sequenza logica, libero utilizzo di effetti

Aspetto musicale: preponderante, è la base sulla quale sicostruisce poi il video

Titolazione: i titoli non sono fondamentali se non richiesti,normalmente solo una presentazione in testa col nome del branoe gli autori.

Videoclip fatto in casaUna buona idea per fare unvideoclip della propria bandsenza particolari spese èquello di realizzarlo durantele prove, facendo molteriprese da angoli diversi diciascun componente e delgruppo insieme

La scelta dei personaggiSe si utilizzano brani cantatievitare possibilmente diusare attori diversi perrappresentare il cantante,salvo la scelta di fareparodie. Usare sempre ilplayback durante le ripreseper evitare di ritrovarsi conun video impossibile dasincronizzare

Transizioni e effettispecialiI tempi di un videoclip sonomolto brevi e l’uso troppofrequente di transizioni puòcreare confusione. Teneresempre presente il ritmodella musica per introdurreeffetti e transizioni

Qualche piccolo trucco

Bohemian Rhapsody dei Queen è da molticonsiderato il primo esempio

di videoclip nella storia della musica

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