CORSO DIAGGIORNAMENTO PER RSPP 40...

CORSO DI AGGIORNAMENTO PER RSPP 40 ore

21/03/201221/03/2012 ing. Stefano Casiniing. Stefano Casini

Rischi fisici: rumore e vibrazioniRischi fisici: rumore e vibrazioni

Rischi fisici: rumore e vibrazioni Rischi fisici: rumore e vibrazioni 21/0372012 21/0372012 ing. Stefano casiniing. Stefano casini


EVOLUZIONE NORMATIVA

• DPR 303/1956 articolo 24, “RUMORI E SCUOTIMENTI”

• D. Lgs. 277/1991 capo IV, “PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO”

• D. Lgs. 195/2006, “ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2003/10/CE”che modifica il D. Lgs. 626/1994 introducendo il Titolo V-bis, “PROTEZIONE DA AGENTI FISICI”

• D. Lgs. 81/2008, “Testo Unico” , Titolo VIII “Agenti fisici” (integrato dal D. Lgs. 106/2009)

RUMORE



RUMORE



NORMATIVA TECNICA

• UNI EN ISO 9612/2011

• UNI 9432/2011 (sostituisce la UNI 9432/2008, abrogata perché in contrasto con la ISO 9612)

• UNI TR 11347/2010 (Programma Aziendale Riduzione Esposizione)

RUMORE



RUMORE

Norme UNI di riferimento



ALTRI DOCUMENTI UTILI

• Linee Guida INAIL-ISPESL-Regioni

• Indicazioni operative Coordinamento regioni (FAQ agenti fisici)

• Manuale di buona pratica (bonifiche)

RUMORE



RUMORE



WORK IN PROGRESS

• Technical Report UNI TR … per la misura dell’esposizione a sorgenti in prossimità dell’orecchio (call center etc.)

• Procedura semplificata per la valutazione del rischio rumore (Portale Agenti Fisici)

RUMORE



RUMORE



EVOLUZIONE NORMATIVA

• DPR 303/1956 articolo 24, “RUMORI E SCUOTIMENTI”

• D. Lgs. 187/2005, “ATTUAZIONE DELLA DIRETTIVA 2002/44/CE”

• D. Lgs. 81/2008, “Testo Unico” , Titolo VIII “Agenti fisici” (integrato dal D. Lgs. 106/2009)

VIBRAZIONI



VIBRAZIONI



NORMATIVA TECNICA

• UNI EN ISO 5349-1/2004 - vibrazioni mano braccio

• UNI EN ISO 5349-2/2004 - vibrazioni mano braccio (nella legge èindicata la ISO 5349-2/2001)

• UNI ISO 2631-1/2008 – vibrazioni al corpo intero (nella legge èindicata la ISO 2631-1/1997)

VIBRAZIONI



VIBRAZIONI

Norme UNI di riferimento



ALTRI DOCUMENTI UTILI

• Linee Guida INAIL-ISPESL-Regioni

• Indicazioni operative Coordinamento regioni (FAQ agenti fisici)

• Banca Dati Vibrazioni (disponibile sul sito ISPESL)

VIBRAZIONI



VIBRAZIONI



WORK IN PROGRESS

• Trasferimento della Banca Dati Vibrazioni nel Portale Agenti Fisici ed inserimento risultati di nuove misurazioni

VIBRAZIONI



VIBRAZIONI



OBBLIGHI GENERALI DEL DATORE DI LAVORO

Valutazione dei rischi: deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori … anche quelli che non ci sono?

Misure di prevenzione e protezione: necessarie se dalla valutazione dei rischi emerge il superamento della soglia di rischio accettabile

• informazione e formazione• sorveglianza sanitaria• programma misure tecniche e organizzative• acquisto apparecchiature o materiali meno nocivi• dispositivi di protezione collettiva• dispositivi di protezione individuale• …

D. Lgs. 81/2008



VALUTAZIONE DEI RISCHI: PRINCIPIO DIGIUSTIFICAZIONE

• Se è palese che nell’ambito lavorativo non è presente lo specifico rischio (rumore o vibrazioni) è sufficiente che il Datore di Lavoro, assumendosene la responsabilità, lo dichiari all’interno della stesura del DVR

• Si può scriverlo sia nella parte generale del DVR, sia compilando un foglio a parte come autocertificazione dell’assenza del rischio specifico

D. Lgs. 81/2008



D. Lgs. 81/2008



VALUTAZIONE DEI RISCHI: I VALORI DI SOGLIA INFERIORE

I valori di soglia inferiori al di sotto dei quali è applicabile il Principio di giustificazione sono i seguenti:

RUMORE: (valori inferiori d’azione)livello di esposizione giornaliera

LEX,8h = 80 dBApressione acustica di picco

Ppeak < 135 dBC

VIBRAZIONI: (valore d’azione giornaliero normalizzato a 8 ore)A(8) = 2,5 m/s2 per HAVA(8) = 0,5 m/s2 per WBV

D. Lgs. 81/2008



VALUTAZIONE DEI RISCHI: QUANDO VA FATTA• Quando non è applicabile il Principio di giustificazione o non si è

assolutamente sicuri di essere al di sotto dei valori di soglia inferiori è necessario effettuare una valutazione dei rischi con tutti i crismi:

• utilizzo di metodi e strumentazioni adeguati

• misurazioni obbligatorie (rumore) o facoltative (vibrazioni)

• utilizzo banche dati o dati dei costruttori (vibrazioni)

• relazione tecnica

• calcolo delle esposizioni personali dei singoli lavoratori

D. Lgs. 81/2008



VALUTAZIONE DEI RISCHI: RISULTATI• se dalla valutazione dei rischi risulta che tutti i lavoratori sono al di

sotto dei valori di soglia inferiori non è necessario procedere oltre, salvo programmare la data della successiva valutazione

• se dalla valutazione dei rischi risulta che almeno 1 lavoratore supera i valori di soglia inferiori, occorre attuare per lui (o per il suo reparto) le misure di prevenzione e/o protezione previste dal D. Lgs. 81/2008

• le misure da attuare differiscono a seconda del valore che assume il parametro di riferimento (A(8), LEX,8h, Ppeak)

D. Lgs. 81/2008



RUMORE

VALORI DI AZIONE E VALORI LIMITE (ART. 189)Valori inferiori che fanno scattare l’azione:• LEX,8h = 80 dBA Ppeak = 135 dBC

Valori superiori che fanno scattare l’azione:• LEX,8h = 85 dBA Ppeak = 137 dBC

Valori limite di esposizione:• LEX,8h = 87 dBA Ppeak = 140 dBC



RUMORE

ESPOSIZIONE INFERIORE AD 80 DBA

• nessuna prescrizione



RUMORE

ESPOSIZIONE TRA 80 E 85 DBA

DPI• il datore di lavoro è obbligato a fornire al lavoratore dispositivi di

protezione individuali capaci di eliminare o ridurre al minimo il rischio da esposizione a rumore (art. 193 comma 1 punto a)

• tali dispositivi di protezione individuali sono scelti consultando i lavoratori od i loro rappresentanti (art. 193 comma 1 punto c)

• i lavoratori vanno formati sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuali dell’udito (art. 184 comma 1 punto g)

• Il datore di lavoro tiene conto dell'attenuazione prodotta dai dispositivi di protezione individuale dell'udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare l'efficienza dei DPI uditivi e il rispetto del valore limite di esposizione. I mezzi individuali di protezione dell'udito sono considerati adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente usati, mantengono un livello di rischio uguale od inferiore ai livelli inferiori di azione (art. 193 comma 2)



RUMORE


SORVEGLIANZA SANITARIA• il lavoratore va sottoposto, a spese del datore di lavoro, a controllo

sanitario preventivo o periodico (di norma annuale) qualora il lavoratore interessato ne faccia richiesta ed il medico competente ne confermi l'opportunità (art. 196 comma 2)

• se viene istituita la sorveglianza sanitaria, il medico competente riporta nella cartella di rischio oltre ai dati relativi alla sorveglianza sanitaria anche il valore di esposizione personale del lavoratore (art. 186)

• se la sorveglianza sanitaria rileva anomalie imputabili al rumore, il medico competente informa il datore di lavoro che deve mettere in atto le misure correttive: riesame della valutazione e delle misure di riduzione del rischio; il datore di lavoro deve tenere conto del parere del medico competente nell’attuazione delle misure di riduzione del rischio (art. 185 comma 2)



RUMORE


INFORMAZIONE E FORMAZIONE• il datore di lavoro provvede che i lavoratori siano formati ed informati

su (art. 184 e 195):- i rischi all'udito derivanti dall'esposizione al rumore;- le misure adottate per ridurre l'esposizione;- i valori limite di esposizione ed i valori di azione;- i risultati della valutazione del rumore ed il loro significato;- l’uso corretto dei DPI a disposizione;- utilità e mezzi impiegati per individuare e segnalare sintomi di

danno all’udito;- le circostanze in cui ricorre il diritto alla sorveglianza sanitaria e gli

obiettivi della stessa- le procedure di lavoro per ridurre al minimo l’esposizione al

rumore- l’uso corretto dei DPI ed eventuali controindicazioni sanitarie



RUMORE

ESPOSIZIONE SUPERIORE A 85 DBA

DPI

• le medesime prescrizioni previste per la fascia di rischio inferiore

in più

• i lavoratori devono indossare i dispositivi di protezione individuali capaci di eliminare o ridurre al minimo il rischio da esposizione a rumore (art. 193 comma 1 p. b)



RUMORE


SORVEGLIANZA SANITARIA


in più

• il controllo sanitario preventivo e periodico non sono facoltativi, ma obbligatori



RUMORE


INFORMAZIONE E FORMAZIONE




RUMORE

LUOGHI DI LAVORO CHE COMPORTANO UN’ESPOSIZIONE SUPERIORE A 85 DBA

• è necessario esporre una segnaletica appropriata (art. 192 comma 3)• è necessario perimetrare tali luoghi di lavoro e limitarne l'accesso

qualora il rischio di esposizione lo giustifichi e tali provvedimenti siano tecnicamente possibili (art. 192 comma 3)



RUMORE

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

• Il datore di lavoro può ridurre al minimo l’esposizione mediante (art. 192 comma 1):

- metodi di lavoro che espongano meno al rumore- organizzazione del lavoro, limitazione degli orari, turnazioni- progettazione dei posti e dei luoghi di lavoro- scelta di attrezzature più silenziose- formazione sull’uso corretto delle attrezzature- programmi di manutenzione delle attrezzature e dei luoghi di

lavoro- contenimento del rumore trasmesso per via aerea, mediante

schermature, involucri o rivestimenti fonoassorbenti- contenimento del rumore strutturale, mediante smorzamento o

isolamento• deve elaborare un programma di misure tecniche/organizzative di

riduzione del rumore se si supera il valore superiore d’azione (85 dBA) (art. 192 comma 2)



RUMORE

MISURE PER LIMITARE L’ESPOSIZIONE

• Se, nonostante tutto, viene superato il valore limite di esposizione (Lex,8h = 87 dBA, ppeak = 140 dBC), il datore di lavoro deve (art. 194):

- adottare misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite

- individuare le cause dell’esposizione eccessiva- modificare le misure di prevenzione e protezione per evitare che la

situazione si ripeta



RUMORE

DEROGHE

• il datore di lavoro può richiedere deroghe all’utilizzo dei DPI o al rispetto dei limiti d’esposizione quando il loro utilizzo possa comportare maggiori rischi rispetto alla mancata utilizzazione (art. 197 comma 1)

• le deroghe sono concesse dall’organo di vigilanza territorialmente competente, e vengono riesaminate ogni 4 anni (art. 197 comma 2)

• la concessione delle deroghe è subordinata all’intensificazione della sorveglianza sanitaria ed alla garanzia che i rischi siano ridotti al minimo (art. 197 comma 3)



RUMORE

TABELLA RIASSUNTIVA ADEMPIMENTI D. LGS. 81/08

< 80 dBA 80 - 85 dBA > 85 dBA

Informazione generale

NO SI SI

Informazione specifica

NO SI SI

Visita medica preventiva e periodica

NO Su richiesta del

lavoratore/medico

SI (annuale)

Sorveglianza sanitaria e cartella di rischio

NO Su giudizio del medico

SI



RUMORE


< 80 dBA 80 - 85 dBA > 85 dBA

Fornitura DPI NO SI SI

Obbligo utilizzo DPI NO NO (uso facoltativo)

SI

Segnalazione e limitazione accesso luoghi rumorosi

NO NO SI

Programma di misure tecniche / organizzative

NO NO SI



VALORI DI AZIONE E VALORI LIMITE (ART. 201)

HAV WBVValori d’azione:• A(8) = 2,5 m/s2 A(8) = 0,5 m/s2

Valori limite:• A(8) = 5,0 m/s2 A(8) = 1,0 m/s2

Valori limite su periodi brevi:• Aw,sum = 20 m/s2 Aw,max = 1,5 m/s2

VIBRAZIONI



VIBRAZIONI

ESPOSIZIONE INFERIORE AL VALORE D’AZIONE (2,5 o 0,5 m/s2)

• nessuna prescrizione



VIBRAZIONI

ESPOSIZIONE COMPRESA TRA IL VALORE D’AZIONE(2,5 o 0,5 m/s2) ED IL VALORE LIMITE (5,0 o 1,0 m/s2)

DPI• il datore di lavoro può fornire al lavoratore dispositivi di protezione

individuali (guanti) e attrezzature (maniglie, sedili) capaci ridurre il rischio da esposizione a vibrazioni (art. 203 comma 1 punto c)

• il datore di lavoro può fornire al lavoratore indumenti protettivi contro il freddo e l’umidità capaci ridurre il rischio da esposizione a vibrazioni (art. 203 comma 1 punto i)

• i lavoratori vanno formati sull’uso corretto dei dispositivi di protezione individuali e delle attrezzature (art. 203 comma 1 punto f)



VIBRAZIONI


SORVEGLIANZA SANITARIA• il lavoratore va sottoposto, a spese del datore di lavoro, a controllo

sanitario preventivo o periodico (di norma annuale) (art. 204 comma 1)• se viene istituita la sorveglianza sanitaria, il medico competente riporta

nella cartella di rischio oltre ai dati relativi alla sorveglianza sanitaria anche il valore di esposizione personale del lavoratore (art. 186)

• se la sorveglianza sanitaria rileva anomalie imputabili alle vibrazioni, il medico competente informa il datore di lavoro che deve mettere in atto le misure correttive: riesame della valutazione e delle misure di riduzione del rischio; il datore di lavoro deve tenere conto del parere del medico competente nell’attuazione delle misure di riduzione del rischio (art. 185 comma 2)



VIBRAZIONI


INFORMAZIONE E FORMAZIONE• il datore di lavoro provvede che i lavoratori siano formati ed informati

su (art. 184 e 203):• i rischi derivanti dall'esposizione a vibrazioni;• le misure adottate per ridurre l'esposizione;• i valori limite di esposizione ed i valori di azione;• i risultati della valutazione delle vibrazioni ed il loro significato;• l’uso corretto dei DPI a disposizione;• le circostanze in cui ricorre il diritto alla sorveglianza sanitaria e gli obiettivi della

stessa• le procedure di lavoro per ridurre al minimo l’esposizione a vibrazioni• l’uso corretto dei DPI ed eventuali controindicazioni sanitarie



VIBRAZIONI

MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

• Il datore di lavoro può ridurre al minimo l’esposizione mediante (art. 203 comma 1):

- metodi di lavoro che espongano meno a vibrazioni- organizzazione del lavoro, limitazione degli orari, turnazioni- progettazione dei posti e dei luoghi di lavoro- scelta di attrezzature più ergonomiche- formazione sull’uso corretto delle attrezzature- programmi di manutenzione delle attrezzature e dei luoghi di

lavoro- fornitura di indumenti di protezione dal freddo o di altre

attrezzature accessorie atte a mitigare gli effetti delle vibrazioni

• deve elaborare un programma di misure tecniche/organizzative di riduzione del rumore se si supera il valore d’azione (2,5 o 0,5 m/s2) (art. 203 comma 1)



ESPOSIZIONE SUPERIORE AL VALORE LIMITE (5,0 o 1,0 m/s2)

• Se, nonostante tutto, viene superato il valore limite di esposizione (art. 203 comma 2):

- adottare misure immediate per riportare l’esposizione al di sotto dei valori limite

- individuare le cause dell’esposizione eccessiva- modificare le misure di prevenzione e protezione per evitare che la

situazione si ripeta

VIBRAZIONI



DEROGHE

Possono essere richieste deroghe al superamento dei valori limite:

• nei settori della navigazione marittima e aerea (art. 205 comma 1)• in caso di esposizioni occasionali, sempre che l’esposizione settimanale

mediata su 40 ore sia inferiore ai valori limite (art. 205 comma 2)• le deroghe vanno richieste all’organo di vigilanza competente (art.205

comma 3)• le deroghe vengono concesse a fronte dell’intensificazione della

sorveglianza sanitaria (art. 205 comma 4)

VIBRAZIONI




HAV WBV

< 2,5 m/s2 < 0,5 m/s2

2,5 – 5,0 m/s2 0,5 – 1,0 m/s2

Informazione generale

NO SI

Informazione specifica

NO SI

Visita medica preventiva e periodica

NO SI

Sorveglianza sanitaria e cartella di rischio

NO SI

VIBRAZIONI




HAV WBV

< 2,5 m/s2 < 0,5 m/s2

2,5 – 5,0 m/s2 0,5 – 1,0 m/s2

Fornitura DPI NO SI (se disponibili)

Fornitura attrezzature o indumenti

NO SI (se disponibili)

Programma di misure tecniche e organizzative

NO SI

VIBRAZIONI



Nell’ambito del processo di valutazione dei rischi fisici il RSPP:

• individua o esclude la presenza del fattore di rischio• redige, se può applicarsi il principio di giustificazione,

l’autocertificazione (che va firmata anche dal D.L.)• se in grado, effettua le misurazioni previste• coordina e sovrintende alle misurazioni, se effettuate da terzi, in

collaborazione anche con i responsabili di produzione ed i lavoratori• verifica la congruenza della relazione tecnica di misura ed del

documento di valutazione del rischio contenente i valori di esposizione dei singoli lavoratori

• segnala al medico competente i lavoratori che necessitano di sorveglianza sanitaria perché esposti oltre i limiti

• sceglie gli eventuali DPI, in collaborazione col medico e coi lavoratori• elabora col D.L. i contenuti dell’informazione/formazione • se in grado, somministra ai lavoratori l’ informazione/formazione • elabora col D.L. ed eventuali tecnici terzi il programma di misure

tecniche organizzative

RUOLO DEL RSPP

DPI RUMORECORSO DI AGGIORNAMENTO PER RSPP 40 ore

INSERTI AURICOLARI

• pro:- leggeri- monouso

• contro: - attenuazione limitata- attenuazione poco selettiva- problemi igienici e di irritabilità- attenuazione dipendente dal

corretto indossamento

CUFFIE

• pro:- elevata attenuazione- attenuazione selettiva - possibilità di regolazione

• contro: - peso- sensazione di calore- necessità di manutenzione

I DPI per l’udito devono essere marcati CE


Frequenza (Hz) 63 125 250 500 1000 2000 4000 8000 Attenuazione media Mf 22.9 27.3 30.8 33.5 36.5 39.0 46.9 45.3 Deviazione standard sf 4.1 5.4 5.6 5.9 4.0 3.7 4.7 4.6 APV (dB) (Mf – sf) 18.8 21.9 25.2 27.6 32.5 35.3 42.2 40.7 HML (dB) 37 31 27 SNR (dB) 34

VERIFICA DEI DPI

• Il DPI è idoneo se, indossato per tutto il tempo che dura il rumore da attenuare, abbassa il Leq sotto gli 80 dBA

• il metodo più semplice per calcolare l’attenuazione è il metodo SNR, il più preciso è il metodo banda d’ottava (UNI EN 458/2005)

• per applicare il metodo SNR, occorre misurare il livello equivalente con la pesatura C

L’ (dBA) = Leq (dBC) – SNR (dB)

• per applicare il metodo banda d’ottava, occorre misurare il livello equivalente in banda d’ottava

• i valori dell’attenuazione in banda d’ottava ed il SNR sono riportati sulla nella confezione del DPI

DPI RUMORE



VERIFICA DEI VALORE LIMITE D’ESPOSIZIONE (87 dBA)

• nel DVR e nella cartella sanitaria di rischio va riportato SEMPRE il valore di LEX,8h calcolato senza DPI

• se dalle misurazioni risulta un’esposizione personale LEX,8h senza DPI indossati superiore ad 85 dBA:

• si sceglie un DPI da far indossare in una o più lavorazioni rumorose• si verifica che per ciascuna lavorazione il Leq col DPI indossato sia

inferiore ad 80 dBA• quindi si ricalcola il LEX,8h utilizzando il Leq attenuato per le lavorazioni e

per il tempo effettivo in cui si indosserà il DPI, e si verifica che il LEX,8h sia inferiore ad 87 dBA

• se la verifica è negativa, occorre scegliere un diverso DPI

DPI RUMORE



VERIFICA DEI VALORE LIMITE D’ESPOSIZIONE: ESEMPIO 1

DPI RUMORE



Abbiamo a disposizione un DPI che attenua 11 dB, quindi è idoneo solo per la seconda postazione che passerà a 77 dB; verifica VLE positiva, ma il lavoratore dovrà indossare il DPI per 120 minuti


DPI RUMORE



Abbiamo a disposizione un DPI che attenua 15 dB, quindi è idoneo per la prima postazione che passerà a 80 dB; verifica VLE positiva, il lavoratore dovrà indossare il DPI per 15 minuti


DPI RUMORE



Abbiamo a disposizione un DPI che attenua 20 dB, idoneo per la terza postazione che passerà a 72 dB, dove però viene indossato solo 30 minuti; verifica VLE positiva, il lavoratore dovrà indossare il DPI per 30 minuti

GUANTI ANTIVIBRANTI

• devono essere marcati CE• devono avere allegata una scheda tecnica contenente i dati di

certificazione• devono essere omologati secondo la UNI EN ISO 10819/1998

• i guanti antivibranti hanno comunque efficacia non elevata, e quasi nulla per i martelli e gli utensili a percussione

• ATTENZIONE: i guanti tradizionali tendono ad amplificare le vibrazioni!

DPI VIBRAZIONI



GUANTI ANTIVIBRANTI

• nella scelta, è importante valutare le altre caratteristiche del guanto: isolamento termico, impermeabilità, resistenza meccanica, ecc.

DPI VIBRAZIONI





Nell’ambito del processo di scelta e utilizzo dei DPI il RSPP:

• si cura principalmente di verificare con i lavoratori (e il medico) la tipologia di DPI più adatta

• scelta la tipologia, calcola l’attenuazione del DPI tenendo conto che i valori del costruttore sono molto ottimistici rispetto alle reali attenuazioni verificabili in campo (vedi coefficienti ß della UNI 9432/2011)

• verifica il VLE, tenendo conto che i DPI vanno fatti indossare salvo motivate ragioni a partire dai Leq più elevati

• fa firmare la scheda di consegna dei DPI, non prima di aver somministrato ai lavoratori la formazione sul corretto uso e manutenzione dei DPI

• controlla che i lavoratori indossino nei tempi e nei modi corretti i DPI, e che gli stessi siano in buono stato d’uso

RUOLO DEL RSPP

D. LGS. 81/2008

ART. 192 COMMA 2• Se a seguito della valutazione dei rischi di

cui all'articolo 190 risulta che i valori superiori di azione (85 dBA, 137 dBC) sono superati, il datore di lavoro elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative volte a ridurre l'esposizione al rumore, considerando in particolare le misure di cui al comma 1

PARE



INTERVENTI DI PROTEZIONE• insonorizzazione dei macchinari rumorosi

• schermatura con materiali fonoassorbenti per ridurre la trasmissione del rumore per via aerea

• smorzamento o isolamento per ridurre la trasmissione del rumore per via strutturale

• cabine insonorizzate per la sosta del personale negli ambienti rumorosi• …

PARE

INTERVENTI DI PREVENZIONE• informazione e formazione sul corretto uso delle attrezzature e dei DPI• scelta ed acquisto macchinari e attrezzature meno rumorosi• progettazione dei luoghi e dei posti di lavoro• variazione organizzazione o metodi del lavoro• rotazione del personale più esposto• …



Quali possono essere le misure tecnico/organizzative?

UNI TR 11347/2010• è uno standard che fornisce le linee guida per realizzare il PARE

(Programma Aziendale di Riduzione dell’Esposizione), ovvero il programma delle misure tecniche e organizzative

• il PARE è così definito nella norma UNI:

• “Documento richiesto dalla legislazione vigente, redatto sotto laresponsabilità del datore di lavoro e che integra, relativamente al rischio rumore, quella parte del documento di valutazione dei rischi nella quale si provvede ad indicare gli interventi di prevenzione e di protezione che si intendono attuare, l’individuazione delle procedure per l’attuazione di tali misure, nonché i ruoli dell’organizzazione aziendale che sono coinvolti”

• il PARE è parte integrante del DVR

PARE



PUNTI SALIENTI DEL TR 11347• contiene un diagramma di flusso del processo operativo per la scelta

delle soluzioni più idonee

• contiene tabelle orientative per scegliere il tipo di soluzione più efficace rispetto al problema

• contiene tabelle con le informazioni minime per individuare una soluzione idonea e valutarne l’efficacia ottenibile

• contiene tabelle col raffronto tra i costi delle varie soluzioni possibili

• contiene il format del documento da redigere, format che può applicarsi con minime variazioni anche ad altri agenti di rischio (ad esempio per le vibrazioni)

• il documento è organizzato in un prospetto riassuntivo degli interventi programmati, ed una serie di schede dettagliate dei singoli interventi

PARE



DIAGRAMMA DIFLUSSO DEL PROCESSO OPERATIVO

PARE



SCHEDE ILLUSTRATIVE DEI SINGOLI INTERVENTI

PARE



TABELLA ORIENTATIVA DELLE SCELTE

PARE



EFFICACIA ED INDICI DI COSTO

PARE





Nell’ambito del processo di redazione del PARE il RSPP:

• concorda con il D. L. e l’eventuale tecnico esterno la tipologia di interventi da adottare

• se in grado, passa alla progettazione esecutiva • scelta la tipologia, collabora col tecnico esterno per fornire i dati di

input necessari alla progettazione esecutiva dell’intervento• sovrintende alle fasi realizzative dell’intervento• controlla a fine intervento che gli obbiettivi di riduzione del rumore

fissati dal progetto siano stati raggiunti• provvede affinché sia fatta l’informazione/formazione ai lavoratori, se

necessaria• controlla, se presenti, l’attuazione dei protocolli di manutenzione

dell’intervento

RUOLO DEL RSPP

MISURAZIONI



Per misurare il rumore sono necessari:

• una buona catena di misura (fonometro, microfono, calibratore ecc.)• un buon metodo di misura (UNI 9432, ISO 9612, ecc.)• tempo• un tecnico competente

• se manca uno di questi 4 elementi, la misura sarà scarsamente attendibile

MISURAZIONI



CATENA DI MISURA

• fonometro integratore o dosimetro, preferibilmente in classe 1 ma èaccettata anche la classe 2

• microfono, preferibilmente in classe 1 ma è accettata anche la classe 2• calibratore, solo in classe 1• software per la post-elaborazione dei dati, non sono soggetti a

specifiche, non sono previsti dalle Norme, ma molti li usano, l’importante è usare prodotti collaudati e con parsimonia

• la catena di misura ed il calibratore devono essere tarati da un centro SIT o similari ad intervalli non superiori a 2 anni

MISURAZIONI



FONOMETRO INTEGRATORE

• strumento che racchiude sia il microfono che la parte acquisizione ed elaborazione del segnale ed è in grado di fornire una lettura diretta del livello equivalente integrato per il tempo di misura LEQ(Tm)

• esistono con molteplici configurazioni, da quelle base che misurano una sola grandezza per volta, a quelle che misurano più grandezze in parallelo contemporaneamente, memorizzano i dati, eseguono analisi spettrali, registrano il segnale sonoro, ecc.

MISURAZIONI



DOSIMETRO

• strumento che racchiude sia il microfono che la parte acquisizione ed elaborazione del segnale, è di dimensioni contenute per poter essere indossato agevolmente dal lavoratore

• ed è in grado di fornire un’indicazione del livello equivalente integrato per il tempo di misura LEQ(Tm), o della corrispondente dose di rumore

• ha funzionalità generalmente limitate rispetto al fonometro, e tranne rari casi una classe di precisione inferiore

MISURAZIONI



MICROFONO

• esistono di diversi diametri (¼” – ½” - 1”), il piùcomune per le misure in ambiente di lavoro è il mezzo pollice

• esistono microfoni direzionali, indicati per misure in campo libero, che omnidirezionali, indicati per campi riverberanti (ambienti chiusi)

• alcuni fonometri includono al proprio interno una funzionalità che permette di utilizzare il microfono da campo libero anche in ambienti chiusi

• generalmente la classe del microfono influenza grandemente la classe dello strumento

MISURAZIONI



CALIBRATORE

• strumento che include un piccolo generatore di segnale a frequenza e livello fissi (1000 Hz – 94 dB)

• viene utilizzato in campo prima, dopo e durante le misure per verificare il corretto funzionamento della catena di misura

MISURAZIONI



METODO DI MISURA

• I metodi e le strumentazioni rispondenti alle norme di buona tecnica si considerano adeguati ai sensi del D. Lgs. 81/2008, art. 190 comma 3

• i metodi utilizzati possono includere la campionatura, purché sia rappresentativa dell’esposizione del lavoratore

• occorre tener conto dell’incertezza delle misure determinate secondo la prassi metrologica

• ad oggi, le Norme tecniche in vigore sono la UNI 9432/2011 e la UNI EN ISO 9612/2011

• a breve potrebbe essere rilasciata una UNI TR per la misura delle sorgenti prossime all’orecchio (call center, ecc.)

MISURAZIONI



UNI EN ISO 9612/2011: STRATEGIE DI MISURA

La 9612/2011 prevede 3 strategie di misura:• metodo basato sui compiti (ideale per il singolo lavoratore)• metodo basato sulle mansioni (ideale per i gruppi omogenei)• misurazione della giornata intera (il più accurato ma anche

dispendioso)

• tutti e 3 i metodi comportano un notevole dispendio di tempo perle misurazioni e per il calcolo delle incertezze, poiché si basano su un approccio statistico/matematico (più misuro, più son certo che l’elaborazione totale dei dati mi porti ad un risultato statisticamente vicino al vero)

• per utilizzare tempi di misura così elevati, senza avere costi abnormi, è preferibile utilizzare i dosimetri (misuratori personali dell’esposizione sonora)

MISURAZIONI



UNI 9432/2011: STRATEGIA DI MISURA

La 9432/2011 prevede 1 sola strategia di misura:• misurazione della condizione più gravosa o del lavoratore più

esposto

• questo metodo comporta un minor dispendio di tempo per le misurazioni e azzera le incertezze di campionamento, però fornisce risultati molto approssimati e richiede una maggior competenza del misuratore per individuare le situazioni piùgravose oggetto delle misurazioni

• con tempi di misura ridotti è preferibile utilizzare i fonometri

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA

La durata della misura deve essere tale da essere rappresentativa del fenomeno acustico sotto esame

• rumore costante: da 60 secondi in su• rumore ciclico: un numero intero di cicli• rumore fluttuante: tutto l’intervallo

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA PER RUMORE FLUTTUANTE

Per il rumore fluttuante, si può utilizzare una campionatura ed applicare successivamente una statistica (UNI EN ISO 9612/2011)

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA PER RUMORE FLUTTUANTE

Alternativamente, si può misurare solo l’intervallo più gravoso, ed assumerne il valore per tutto l’intervallo (UNI 9432/2011)

MISURAZIONI



POSIZIONAMENTO DEL MICROFONO

• se è possibile eseguire la misura in assenza del lavoratore, il fonometro va posto sul cavalletto nella postazione di lavoro all’altezza stimata dell’orecchio del lavoratore, ed orientato in direzione della sorgente di rumore prevalente

• se la misura è effettuata in presenza del lavoratore, il microfono va posizionato a 10-40 cm dall’orecchio più esposto, orientato nella direzione dello sguardo del lavoratore

• per la misura del rumore di picco, il microfono va orientato verso la sorgente di rumore

• se la sorgente di rumore è molto vicino all’orecchio del lavoratore, occorre fare attenzione al campo sonoro e riportare nella relazione tecnica la posizione esatta e l’orientamento del microfono

• il tecnico che esegue le misure deve evitare di perturbare il campo sonoro tenendosi il più possibile lontano dal microfono

• il microfono del dosimetro deve essere posizionato almeno 4 cm sopra la spalla e 10 cm dall’orecchio

MISURAZIONI



CONSIGLI PRATICI

• portare una serie di batterie di scorta NUOVE• portare nastro adesivo o altra minuteria per fissare se

necessario strumenti o microfoni• usare sempre la cuffia antivento• controllare il funzionamento dello strumento con il calibratore

PRIMA di iniziare le misure• verificare la gamma dinamica per evitare i sovraccarichi• usare un cavalletto stabile, soprattutto per misure all’aperto• se possibile, presidiare la misura

MISURAZIONI



L’INCERTEZZA ASSOCIATA ALLA MISURA

• Pensare di effettuare una misura senza avere un errore associato èun errore, tanto più quando il consulente impiega da pochi minuti ad un’ora per misurare un fenomeno il cui tempo di riferimento è 8 ore

• L’incertezza associata alla misura del rumore è dovuta principalmente ai seguenti fattori:

– errore dello strumento e della catena di misura (quantificabile)– errore di campionamento (quantificabile)– errore nei tempi di esposizione (quantificabile)– errore introdotto dall’operatore (non quantificabile, dovrebbe essere

zero ma a volte tende a infinito...)

MISURAZIONI



PRINCIPALI ERRORI DELL’OPERATORE

• Strumento non calibrato prima delle misure• Quando si fa una misura, si appende il risultato ad una misura

precedente invece di resettare• Microfono non adatto (sensibilità non adeguata, direzionale invece

che random in ambienti riverberanti)• Scala di sensibilità del fonometro non adatta (fenomeni di overload

o underload)• Si parla durante la misura (il fonometro è molto sensibile alle

frequenze della voce umana)• Fonometro ad altezza pancia e/o attaccato al corpo• Tempo di misura non rappresentativo del rumore• ecc...

MISURAZIONI



RELAZIONE TECNICA

Deve contenere:• data e luogo delle misure• descrizione dell’ambiente• posizione del microfono e condizioni di misura• definizione degli eventuali gruppi acusticamente omogenei• strumentazione impiegata (marca, modello, matricola), data dell’ultima

taratura effettuata e indicazione dell’ente di taratura• livelli equivalenti di rumore, e, se presenti, i livelli di picco del rumore

impulsivo, con le relative incertezze• tempi di esposizione a ciascuna attività rumorosa, certificati dal datore di lavoro• livelli di esposizione giornaliera o settimanale per ciascun lavoratore, con le

relative incertezze• attenuazione dei DPI se utilizzati e valutazione della loro efficacia• livelli di esposizione giornaliera o settimanale per ciascun lavoratore, tenendo

conto dei DPI, nel caso di superamento dei valori limite• nome, cognome e firma del responsabile delle misurazioni

BANCA DATI VIBRAZIONI



• Il numero di misure oggi presenti è in crescita, ma comunque ancora limitato (circa 3000)• Per essere utilizzate correttamente, è necessario che si utilizzi la medesima attrezzatura (marca, modello, anno di costruzione) coi medesimi utensili, gli stessi materiali lavorati ed i medesimi metodi di lavoro• Le misure di HAV sono influenzate anche dall’operatore: ci sono limiti di riproducibilità nell’assegnare al proprio operatore i valori misurati dall’attrezzatura adoperata da un altro• Le misure di WBV per mezzi in movimento sono influenzate dal terreno e dalla velocità: a meno di avere nel proprio ambiente di lavoro un terreno ed una velocità simili, la riproducibilità è scarsa• I dati dei produttori per HAV non sono sempre attendibili (la banca dati prevede coefficienti di correzione che vanno da 1 a 2), per WBV in pratica non esistono

BANCA DATI VIBRAZIONI



VANTAGGI

• Permettono di avere un ordine di grandezza sull’ampiezza delle vibrazioni attese, e quindi stimare in base ai tempi d’esposizione se si è sicuramente al di sotto dei valori d’azione (HAV << 2.5 m/s2 , WBV << 0,5 m/s2 )

• Permettono di confrontare le proprie misure per verificare ad esempio un malfunzionamento dello strumento o una tecnica di misura errata

MISURAZIONI



Per misurare le vibrazioni sono necessari:

• una buona catena di misura (vibrometro, accelerometro, calibratore ecc.)

• un buon metodo di misura (UNI 5349, ISO 2631, ecc.)• tempo• un tecnico competente

• se manca uno di questi 4 elementi, la misura sarà scarsamente attendibile

MISURAZIONI



CATENA DI MISURA

• vibrometro• accelerometri, generalmente distinti per HAV e WBV• calibratore• software per la post-elaborazione dei dati, non sono soggetti a

specifiche, non sono previsti dalle Norme, ma molti li usano, l’importante è usare prodotti collaudati e con parsimonia

• non esiste una classe per la strumentazione come per il rumore

• la catena di misura deve però soddisfare i requisiti della NormaUNI EN ISO 8041/2005

• non esiste obbligo di taratura periodica della catena di misura; le norme tecniche consigliano però intervalli non superiori a 2 anni

MISURAZIONI



IL VIBROMETRO

• strumento che racchiude sla parte acquisizione ed elaborazione del segnale ed è in grado di fornire una lettura diretta del valore dell’accelerazione equivalente integrato Aw per il tempo di misura Tm

• esistono con molteplici configurazioni, da quelle base che misurano un solo asse per volta, a quelle che misurano più grandezze in parallelo contemporaneamente, memorizzano i dati, eseguono analisi spettrali, eseguono contemporaneamente anche la misura del rumore, ecc.

MISURAZIONI



L’ACCELEROMETRO

• si caratterizza per il numero di assi, il tipo di alimentazione, la risposta in frequenza e la sensibilità

• i più usati nelle misure per l’esposizione lavorativa sono quelli piezoelettrici, robusti ed economici

• esistono poi i piezoelettrici ICP ed i piezoresistivi• un accelerometro per HAV ha una sensibilità

dell’ordine di 100mV/g, quello per WBV di 1 V/g (10 volte più sensibile)

• esempio di specifica per un accelerometro da WBV– Numero di assi: 3– Sensibilità (± 5 %): 100 mV/(m/s-2) a 16 Hz– Gamma di misura: da 0.01 m/s-2 RMS a 50 m/s-2 PEAK– Risposta in frequenza: 0.1 Hz ÷ 100 Hz– Frequenza di risonanza: 5 kHz

MISURAZIONI



ADATTATORI

• servono per facilitare la misura di HAV quando non è possibile fissare l’accelerometro direttamente sulla superficie vibrante

• se non correttamente scelti ed utilizzati possono introdurre artefatti di misura

• esiste poi uno speciale adattatore a cuscino per le misure di WBV

MISURAZIONI



CALIBRATORE ACCELEROMETRICO

• strumento che include un piccolo generatore di segnale a frequenza e livello variabili

• viene utilizzato soprattutto in campo per verificare il corretto funzionamento della catena di misura

MISURAZIONI



METODO DI MISURA

• I metodi e le strumentazioni rispondenti alle norme UNI EN ISO 5349-1/2004, 5349-2/2004 e UNI ISO 2631-1/2008 si considerano adeguati ai sensi del D. Lgs. 81/2008

• le linee guida per la valutazione delle vibrazioni dell’ISPESL e delle regioni hanno valore di norma tecnica

• i metodi utilizzati possono includere la campionatura, purché sia rappresentativa dell’esposizione del lavoratore

• nel caso di attrezzature tenute con due mani, va rilevato il valore di entrambe e preso come riferimento quello peggiore; deve essere comunque fornito anche il valore dell’altra mano

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

• Si definisce impedenza meccanica il rapporto tra una forza applicata ad una certa frequenza e la velocità di vibrazione risultante

Zω = Fω / vω (Nsm-1)• Un utensile vibrante corrisponde ad una forza Fω che mette in

vibrazione sia il lavoratore che l’oggetto lavorato, le cui impedenze meccaniche sono Z1 e Z2

• L’energia associata alla forza F si dissiperà in maniera inversamente proporzionale alle impedenze meccaniche che incontra (impedenza bassa => molta energia dissipata, impedenza alta => poca energia dissipata)

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

Zω = Fω / vω (Nsm-1)• l’impedenza meccanica, come si evince dalla formula, varia

con la frequenza ω• diversi ricercatori hanno misurato l’impedenza meccanica del

sistema mano-braccio secondo il modello meccanico della pagina successiva

• ne è risultata una dispersione di valori che va da 1 a 7, in dipendenza della forza di prensione e spinta e dell’angolo del gomito

• a parità di condizioni (attrezzatura + utensile + pezzo + supporto) è quindi possibile misurare accelerazioni in rapporto da 1 a 7 per lavoratori diversi

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

• Un lavoratore prima usa il martello demolitore su un blocco di cemento intero per spezzarlo in pezzi grossi (impedenza del pezzo alta), poi per frammentare ulteriormente i detriti (impedenza del pezzo bassa)

• Nel primo caso l’accelerazione misurata era 24 ms-2, nel secondo 12,5 ms-2

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

• Un lavoratore esperto ed uno inesperto a confronto; il secondo offre un’impedenza minore, quindi dissipa più energia attraverso le braccia

• Nel primo caso l’accelerazione misurata era 4,2 ms-2, nel secondo 8,1 ms-2

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA• Per la medesima lavorazione, la dispersione dei risultati tra i

lavoratori andava da 4,2 ms-2 a 11 ms-2

MISURAZIONI



IMPEDENZA MECCANICA

• nel caso di mezzi di trasporto la forza applicata è data dagli impatti ruote-terreno e, nel caso di pale, escavatrici ecc., dall’utilizzo dell’attrezzo

• l’impedenza meccanica è legata all’impedenza delle ruote, delle sospensioni del mezzo, delle sospensioni (se presenti) della cabina di guida e della sospensione del sedile (se presente)

• le variabili in gioco sono quindi, per quanto riguarda la forza eccitante, il tipo di terreno, la velocità di avanzamento e lo stile di guida; per quanto riguarda le impedenze, la gommatura o cingolatura, le sospensioni, e la massa del lavoratore

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA

• il tempo di misura deve essere rappresentativo del fenomeno in esame

• inoltre deve permettere la risposta corretta dei filtri dello strumento, ed è inversamente proporzionale alla banda di frequenze filtrata

• per WBV e frequenze di 1 Hz è raccomandato un tempo di misura minimo di 3 minuti

• per HAV è raccomandato un tempo di misura minimo di 1 minuto, eventualmente ottenuto come somma di piùcampioni di durata superiore a 10 secondi; per lavorazioni di brevissima durata occorre fare una simulazione ripetendo la lavorazione più volte

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA: MISURAZIONE A LUNGO TERMINE DELLE OPERAZIONI CONTINUE

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA: MISURAZIONE A LUNGO TERMINE DELLE OPERAZIONI INTERMITTENTI

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA: MISURAZIONE A BREVE TERMINE DELLE OPERAZIONI INTERMITTENTI

MISURAZIONI



DURATA DELLA MISURA: MISURAZIONE A DURATA FISSA DEI SINGOLI INTERVENTI O DELLA SERIE D’INTERVENTI

MISURAZIONI



PARAMETRI DA VALUTARE: ACCELERAZIONE

• si definisce accelerazione equivalente di una sorgente di vibrazioni la radice quadrata dell’integrale dell’accelerazione pesata in frequenza causata dalla sorgente in un certo intervallo di tempo di misura rapportato al tempo di misura stesso

• il vibrometro integratore riporta direttamente il valore della aw calcolata per il tempo di misura

• l’accelerazione va misurata per ciascun asse, oppure secondo l’asse dominante se gli altri sono sicuramente trascurabili

MISURAZIONI



PARAMETRI DA VALUTARE: ACCELERAZIONE• misurata l’accelerazione equivalente secondo i 3 assi cartesiani, per

la valutazione di HAV si sommano le componenti del vettore (salvo il caso di asse dominante, cui basta moltiplicare il valore dell’asse per un coefficiente correttivo che va da 1 a 1,7)

• nel caso di WBV, si correggono i valori dei singoli assi per deicoefficienti moltiplicativi poi si prende il valore massimo dei 3

)a ;a 1,4 ;a (1,4max A wzwywx(w)max ⋅⋅=• quando i valori corretti degli assi WBV sono paragonabili, si può

utilizzare il vettore come per le HAV

( ) ( ) ( )222 4,14,1 wzwywxv aaaa +⋅+⋅=

MISURAZIONI



L’ESPOSIZIONE GIORNALIERA A(8)

• A(8) si calcola sommando i contributi delle singole sorgenti, elevate al quadrato, moltiplicate per i singoli tempi d’uso, il tutto rapportato a 8 ore e fuori radice

MISURAZIONI



WBV: VIBRAZIONI IMPULSIVE E FATTORE DI CRESTA

• il fattore di cresta (CRF) è definito come il modulo del rapporto tra il valore di picco istantaneo del segnale di accelerazione ed il suo valore r.m.s. registrato nel periodo di tempo di misura T

• se il fattore di cresta è maggiore di 9, la ISO 2631 consiglia di utilizzare metodi alternativi per valutare il rischio da WBV, ad esempio il metodo VDV che utilizza la 4° potenza dell’accelerazione

MISURAZIONI



CONSIGLI PRATICI

• portare una serie di batterie di scorta NUOVE• portare nastro adesivo, fascette o altra minuteria per fissare se

necessario strumenti o accelerometri• verificare che nello strumento sia inserita la giusta sensibilità

dell’accelerometro• evitare brusche piegature del cavo dell’accelerometro• fissare il cavo dell’accelerometro al braccio del lavoratore o al

sedile lungo il percorso che porta allo strumento• prestare attenzione che il cavo dell’accelerometro non vada ad

impigliarsi in parti mobili• verificare spesso il fissaggio dell’accelerometro all’utensile o

all’adattatore• se possibile, presidiare la misura

MISURAZIONI



L’INCERTEZZA ASSOCIATA ALLA MISURA

– errore dello strumento e della catena di misura (quantificabile)– errore di campionamento (quantificabile)– errore nei tempi di esposizione (quantificabile)– errore introdotto dall’operatore (non quantificabile, dovrebbe essere

zero ma a volte tende a infinito...)

• è presumibile un’incertezza sul valore finale di A(8) che varia dal 20% al 40%

• l’incertezza non va confusa con la ripetibilità dei risultati dovuta al cambiamento dei fattori fisici che influenzano la vibrazione (tipo di terreno, velocità d’avanzamento, forza di prensione, materiale lavorato, ecc.)

ATTENZIONE AGLI ARTEFATTI!

MISURAZIONI



PRINCIPALI ERRORI DELL’OPERATORE

• Strumento non calibrato prima delle misure• Quando si fa una misura, si appende il risultato ad una misura

precedente invece di resettare• Scala di sensibilità del vibrometro non adatta (fenomeni di overload

o underload)• Accelerometro non adeguato per peso, sensibilità o risposta in

frequenza• Fissaggio non corretto dell’accelerometro o del suo supporto, o

scelta dell’adattatore inadeguato• Urti accidentali all’accelerometro durante la misura• Passaggio dei cavi non corretto• Tempo di misura non rappresentativo della vibrazione• ecc...

MISURAZIONI



PRINCIPALI ARTEFATTI NELLA MISURA DI WBV

• accelerometro non fissato al sedile, si muove insieme al lavoratore

• accelerometro non posizionato secondo le direzioni degli assi di riferimento

• artefatti introdotti dal lavoratore nel momento in cui si siede o si alza, o da movimenti strani durante la marcia; questi artefatti possono essere individuati ed eliminati in post-elaborazione dei dati se si dispone della storia temporale del segnale

MISURAZIONI



PRINCIPALI ARTEFATTI NELLA MISURA DI HAV• posizionamento dell’accelerometro: non sempre è possibile

posizionarlo dove passa la maggior parte dell’energia verso il braccio

• fissaggio dell’accelerometro: deve essere quanto più possibile solidale all’impugnatura

• adattatori: un adattatore non tenuto a stretto contatto con l’impugnatura misura valori più bassi; un adattatore che batte su un’impugnatura metallica misura valori più alti

• in genere l’adattatore a fascetta è quello che introduce meno artefatti (anche se è meno comodo da usare)

• le fascette in plastica (da elettricista) sono meno adatte rispetto a quelle in metallo (da idraulico), perché non permettono di fissare con forza l’accelerometro all’impugnatura

MISURAZIONI



ARTEFATTO DA STRISCIAMENTO (HAV)• si verifica utilizzando un

adattore metallico su un’impugnatura in metallo; non si verifica su impugnature resilienti (gommate)

• se il lavoratore non ha la mano ferma, l’adattatore striscia sull’impugnatura introducendo un aumento delle ampiezze a banda larga

• si può evitare osservando bene i movimenti del lavoratore, oppure utilizzando l’adattatore a fascetta

MISURAZIONI



ARTEFATTO DA DC-SHIFT (HAV)• si verifica utilizzando un adattore metallico su un’impugnatura in

metallo, in presenza di vibrazioni impulsive di elevata ampiezza• si evidenzia sia dallo spettro temporale (valori d’ampiezza troppo

elevati o presenti ad utensile fermo) che dalla presenza di elevati componenti in bassa frequenza nello spettro in frequenza

• si può evitare usando filtri meccanici o accelerometri speciali

MISURAZIONI



RELAZIONE TECNICA

Deve contenere:• data e luogo delle misure• descrizione delle attrezzature• posizione dell’accelerometro e condizioni di misura (foto)• strumentazione impiegata (marca, modello, matricola), data dell’ultima

taratura effettuata e indicazione dell’ente di taratura (facoltativa)• accelerazioni, e, se necessario, fattori di cresta per vibrazioni impulsive• tempi di esposizione a ciascuna attività rischiosa, certificati dal datore di lavoro• accelerazione A(8) per ciascun lavoratore, con le relative incertezze• attenuazione dei DPI se utilizzati• nome, cognome e firma del responsabile delle misurazioni

MISURAZIONI



RIPETIBILITA’ DELLE MISURE

• L’esperienza sul campo dello scrivente porta alle seguenti considerazioni:

• Le misure di vibrazioni HAV, a parità di operatore, mostrano una buona riproducibilità, dell’ordine del ±10%

• La variabilità interoperatore per le misure di HAV è invece molto più alta, dell’ordine del ± 30%

• Nelle misure di WBV su mezzi in movimento le variabili che influenzano pesantemente i valori dell’accelerazione sono la morfologia del terreno e la velocità del mezzo

CASISTICA



0.89 (Vettore)

0.63 (1.0 * Z) ç

0.51 (1.4 * Y)

0.38 (1.4 * X)1’03”Misura 4

0.74 (Vettore)

0.51 (1.0 * Z) ç

0.44 (1.4 * Y)

0.31 (1.4 * X)3’37”Misura 3

0.53 (Vettore)

0.36 (1.0 * Z) ç

0.29 (1.4 * Y)

0.25 (1.4 * X)16’54”Misura 2

0.58 (Vettore)

0.40 (1.0 * Z) ç

0.32 (1.4 * Y)

0.28 (1.4 * X)13’08”Misura 1

m/s2Tempo misura

CASISTICA



0,890,720,430,31

16’16”

Accesso tramite strada sterrata alla cava con automobile privata

LandRover

6

0,710,570,240,35

11’02”

Frantumazione del piede di cava con martello pneumatico

Escavatore Caterpillar

5

0,80,510,480,39

9’16”

Pulizia e livellamento strada

Pala KomatsuWA 320

4

0,580,350,360,29

8’59”

1 ciclo completo (andata, sosta, carico del materiale, ritorno, scarico nel frantoio)

Dumper Perlini366

3

0,660,440,40,29

9’25”


Dumper Perlini405

2

0,60,420,350,27

10’07”


Dumper Perlini405

1

Vettore

(m/s2

)

asse Z

(m/s2)

asse Y

(m/s2)

asse X

(m/s2)

TmAttivitàMezzoN.

Risultati delle misure WBV (viene evidenziato il valore di a(w)max

CASISTICA



0,4760,4430,1210,031

0’50”da fermo, motore al minimo, senza azionare gli stabilizzatori

postazione comando stabilizzatori

6

0,460,4230,1270,022



5

0,4670,4230,1310,057



4

1,3431,300,1870,133

1’04”da fermo e stabilizzata, durante l’azionamento del braccio, simulando una perforazione

postazione comando braccio trivella

3

1,5211,490,1510,128



2

1,3651,330,1930,111



1

Vettore

(m/s2)

asse Z

(m/s2)

asse Y

(m/s2)

asse X

(m/s2

)

TmCondizioni di lavoroMezzoN.


CASISTICA



2,78


leva comando braccio trivella

9

3,37



8

3,74



7

Vettore

(m/s2)

TmCondizioni di lavoroMezzoN.

Risultati delle misure HAV (solo braccio dx)

CASISTICA



0,86

0,57(8.87

)

0,50(6.22

)0,40

(8.38)

13’52”

dal km 9 della SP42 al km 0 della SP42 (ingresso paese San Cataldo) (fondo stradale per gran parte dissestato)

vuoto4

0,83

0,53(10.4

)

0,50(6.68

)0,39

(7.75)

26’39”

dal deposito verso Marianopoli, fino al km 9 della SP42 (fondo stradale in parte discreto in parte dissestato)

vuoto3

0,58

0,41(10.3

)

0,32(10.9

)0,27

(9.76)

11’02”

dal centro commerciale 2 Fontane (CL) al deposito passando per la SS640 (fondo stradale buono)

pieno2

0,72

0,43(11.4

)

0,49(7.55

)0,42

(7.03)

14’20”

dal deposito al centro commerciale 2 Fontane (CL) passando per San Cataldo (fondo stradale discreto)

vuoto1

Vettore

(m/s2

)

asse Z

(m/s2)

(CRF)

asse Y

(m/s2)

(CRF)

asse X

(m/s2)

(CRF)

TmPercorsoContainer

N.


CASISTICA



1.04’53”0,270,150,15MAN (autobus lungo)17637

17’51”0,430,220,17DAYLY (autobus corto)14846

9’13”0,400,220,23MENARINI sedile estivo ben regolato (autobus lungo)16095

9’14”0,560,210,23MENARINI sedile estivo mal regolato (autobus lungo)16094

11’55”0,280,170,17IVECO Europolis (autobus corto)20533

18’56”0,320,170,18IVECO sedile invernale (autobus lungo)11762

14’03”0,520,220,20INBUS (autobus corto)11911

TmZ (m/s2)Y (m/s2)X (m/s2)AUTOMEZZOMATR.N.

CASISTICA



0.210 (Vettore)

0.141 (1.0 * Z)

0.095 (1.4 * Y)

0.124 (1.4 * X)3’05”Terza misura

0.246 (Vettore)

0.157 (1.0 * Z)

0.112 (1.4 * Y)

0.154 (1.4 * X)7’30”Seconda misura

0.231 (Vettore)

0.126 (1.0 * Z)

0.126 (1.4 * Y)

0.148 (1.4 * X)5’17”Prima misura

m/s2Tempo misura

CASISTICA



1,71Sedile (marcia su asfalto) vettore

1,13Sedile (marcia su asfalto) asse Z

0,826Sedile (marcia su asfalto) asse Y

2’32” (buf23)0,994Sedile (marcia su asfalto) asse X

1,31Sedile (lavoro scavo e marcia su asfalto) vettore

0,89Sedile (lavoro scavo e marcia su asfalto) asse Z

0,598Sedile (lavoro scavo e marcia su asfalto) asse Y

5’53” (buf22)0,758Sedile (lavoro scavo e marcia su asfalto) asse X

2’44” (buf21)3,02Escavatore JCB 803 leva avanzamento dx/sx

3’26” (buf20)4,95Escavatore JCB 803 leva braccio meccanico sx

3’33” (buf22)4,12Escavatore JCB 803 leva braccio meccanico dx

-10,0Martello elettrico BOSCH GBH 11 (da libretto istr.)

1’02” (buf25)8,31motosega ECHO CS 3000 mano sx (a vuoto)

1’02” (buf26)4,25motosega ECHO CS 3000 mano dx (a vuoto)

tempo misura(m/s2)SORGENTE

CASISTICA



1.915’00”Transpallet Lugli (depurato tempi morti)8

1.885’00”Transpallet Lugli7

1.125’00”Transpallet per carichi alti (depurato tempi morti)6

0.935’00”Transpallet per carichi alti5

1.325’00”Transpallet OM TSX (depurato tempi morti)4

1.215’00”Transpallet OM TSX3

1.85’00”Transpallet OM TSX (depurato tempi morti)2

1.645’00”Transpallet OM TSX1

Vettore (m/s2)TempoDescrizioneMisura

CONSIDERAZIONI



I VALORI LIMITE SONO TROPPO ALTI?

• L’esperienza sul campo dello scrivente porta alle seguenti considerazioni:

• L’esame dei casi di malattia professionale al rachide lombare di autotrasportatori e simili ha rivelato che il livello di esposizione quotidiano difficilmente supera il valore d’azione di 0,5 m/s2

previsto dal D. Lgs. 81/2008• A parere dello scrivente questo può voler significare 2 cose:

– I valori previsti dalla legge per WBV sono troppo alti– L’influenza delle vibrazioni è secondaria rispetto ad altri fattori di rischio,

quali movimentazione manuale di carichi o posture statiche prolungate

• Analogamente, lo scrivente ha osservato un’ampia casistica di malattie professionali al sistema mano braccio dove il fattore di rischio vibrazioni appare secondario rispetto ai movimenti ripetuti



Rumours: valutazione del rischio e del danno da rumore in ambiente di lavoro

Tremours: valutazione del rischio e del danno da vibrazioni in ambiente di lavoro

Disponibili gratuitamente sul sito (è però richiesta una chiave di sblocco)

www.assoacustici.it

SOFTWARE



www.portaleagentifisici.it (Portale Agenti Fisici)

www.ispesl.it/vibrationDatabase (Banca Dati Vibrazioni)

www.ispesl.it/linee_guida/fattore_di_rischio/rumore.asp (Linee Guida Rumore)

www.ispesl.it/linee_guida/fattore_di_rischio/vibrazioni.htm (Linee Guida Vibrazioni)

www.ausl.mo.it/dsp/spsal/spsal_lg_coord_interregionale.htm (FAQ agenti fisici)

www.assoacustici.it (Rumours e Tremours)

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