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Corso di Letteratura Tedesca 2 La figura dell’artista nella narrativa dell’Ottocento Lezione 10 – 12 aprile 2012 Università di Padova Anno accademico 2011/12

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Corso di Letteratura Tedesca 2

La figura dell’artista nella narrativa dell’Ottocento

Lezione 10 – 12 aprile 2012

Università di Padova

Anno accademico 2011/12

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L’Europa dopo il Congresso di Vienna (1815)

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Principali eventi nel periodo della Restaurazione e del ‘Vormärz’

1815 – Il congersso di Vienna sancisce il ritorno alla situazione prerivoluzionaria. Non esiste però più l’impero. Viene fondato il “Deutscher Bund”.

1817 – Manifestazione di studenti sulla fortezza della Wartburg

1819 – Con gli editti di Karlsbad vengono proibite le Burschenschaften e viene drasticamente limitata la libertà di espressione.

1832 – Durante il cosidetto Hambacher Fest vengono rivendicate riforme democratiche. Il tentativo di passare a un’azione rivoluzionaria, nel 1833 a Francoforte, viene represso.

1834 – Nasce lo Zollverein, che segna la crescente egemonia della Prussia sul mondo di lingua tedesca, e la marginalizzazione dell’influsso austriaco.

1848/49 – In marzo scoppia la rivoluzione negli stati tedeschi. Un primo parlamento rivoluzionario si riunisce a Francoforte sul Meno

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La prima pagina dello Hessischer Landbote

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Im Jahre 1834 siehet es aus, als würde die Bibel Lügen gestraft. Es sieht aus, als hätte Gott die Bauern und Handwerker am fünften Tage und die Fürsten und Vornehmen am sechsten gemacht, und als hätte der Herr zu diesen gesagt: ›Herrschet über alles Getier, das auf Erden kriecht‹, und hätte die Bauern und Bürger zum Gewürm gezählt. Das Leben der Vornehmen ist ein langer Sonntag: sie wohnen in schönen Häusern, sie tragen zierliche Kleider, sie haben feiste Gesichter und reden eine eigne Sprache; das Volk aber liegt vor ihnen wie Dünger auf dem Acker. Der Bauer geht hinter dem Pflug, der Vornehme aber geht hinter ihm und dem Pflug und treibt ihn mit den Ochsen am Pflug, er nimmt das Korn und läßt ihm die Stoppeln. Das Leben des Bauern ist ein langer Werktag; Fremde verzehren seine Äcker vor seinen Augen, sein Leib ist eine Schwiele, sein Schweiß ist das Salz auf dem Tische des Vornehmen.

Georg Büchner: Der hessische Landbote (1834)

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Il Granducato di Hessen-Darmstadt

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1813 - Georg Büchner nasce a Goddelau, nel Granducato di Assia. Tre anni dopo la famiglia si trasferisce a Darmstadt.

1831 - Si immatricola alla facoltà di medicina di Strasburgo.

1833 - Prosegue gli studi a Gießen.

1834 - Fonda la «Gesellschaft für Menschenrechte». Scrive Der hessische Landbote.

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Ich fühlte mich wie zernichtet unter dem Gräßlichen Fatalismus der Geschichte. Ich finde in der Menschennatur eine entsetzliche Gleichheit, in den menschlichen Verhältnissen eine unabwendbare Gewalt, Allen und Keinem verliehen. Der Einzelne nur Schaum auf der Welle, die Größe ein bloßer Zufall, die Herrschaft des Genies ein Puppenspiel, ein lächerliches Ringen gegen ein ehernes Gesetz, es zu erkennen das Höchste, es zu beherrschen unmöglich.(Büchner alla fidanzata, 10 marzo 1834)

Mi sono sentito come annientato sotto il peso dell’orrendo fatalismo della storia. Trovo che vi è nella natura dell’uomo un’atroce uniformità, nei rapporti umani un’ineluttabile violenza, di cui sono forniti tutti e nessuno. Il singolo: pura schiuma sull’onda; la grandezza: nient’altro che un caso; il prepotere del genio: un teatro di burattini, una lotta terribile contro una legge ferrea; riconoscere tutto questo è il massimo, dominarlo è impossibile.

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1835 - Contatti con Karl Gutzkow. Compone Dantons Tod e il frammento Lenz. Nel frattempo fugge da Darmstadt e si rifugia a Strasburgo.

1836 - Scrive la commedia Leonce und Lena. A seguito di ricerche viene chiamato come Privatdozent all’Università di Zurigo. Lavora al Woyzeck

1837 - Si ammala di tifo e muore.

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Wen du nicht verlässest, Genius, Nicht der Regen, nicht der Sturm Haucht ihm Schauer übers Herz. Wen du nicht verlässest, Genius, Wird dem Regengewölk, Wird dem Schloßensturm Entgegensingen, Wie die Lerche, Du da droben.

J.W. Goethe: Wandrers Sturmlied (1772)

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Nur manchmal, wenn der Sturm das Gewölk in die Täler warf und es den Wald herauf dampfte, und die Stimmen an den Felsen wach wurden, bald wie fern verhallende Donner und dann gewaltig heranbrausten, in Tönen, als wollten sie in ihrem wilden Jubel die Erde besingen, und die Wolken wie wilde, wiehernde Rosse heransprengten, und der Sonnenschein dazwischen durchging und kam und sein blitzendes Schwert an den Schneeflächen zog, so daß ein helles, blendendes Licht über die Gipfel in die Täler schnitt; oder wenn der Sturm das Gewölk abwärts trieb und einen lichtblauen See hineinriß und dann der Wind verhallte und tief unten aus den Schluchten, aus den Wipfeln der Tannen wie ein Wiegenlied und Glockengeläute heraufsummte, und am tiefen Blau ein leises Rot hinaufklomm und kleine Wölkchen auf silbernen Flügeln durchzogen, und alle Berggipfel, scharf und fest, weit über das Land hin glänzten und blitzten –

riß es ihm in der Brust, er stand, keuchend, den Leib vorwärts gebogen, Augen und Mund weit offen, er meinte, er müsse den Sturm in sich ziehen, alles in sich fassen, er dehnte sich aus und lag über der Erde, er wühlte sich in das All hinein, es war eine Lust, die ihm wehe tat; oder er stand still und legte das Haupt ins Moos und schloß die Augen halb, und dann zog es weit von ihm, die Erde wich unter ihm, sie wurde klein wie ein wandelnder Stern und tauchte sich in einen brausenden Strom, der seine klare Flut unter ihm zog. Aber es waren nur Augenblicke