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CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI (parte specifica -03) Art. 37 comma 7 D.Lgs. 81/08 e s.m.i Art. 37 comma 7 D.Lgs. 81/08 e s.m.i Modulo III . Evietata qualsiasi forma di riproduzione o divulgazione di questo documento senza espressa autorizzazione vietata qualsiasi forma di riproduzione o divulgazione di questo documento senza espressa autorizzazione

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CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI(parte specifica -03)

Art. 37 comma 7 D.Lgs. 81/08 e s.m.iArt. 37 comma 7 D.Lgs. 81/08 e s.m.i

Modulo III

.

EE’ vietata qualsiasi forma di riproduzione o divulgazione di questo documento senza espressa autorizzazione’ vietata qualsiasi forma di riproduzione o divulgazione di questo documento senza espressa autorizzazione

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Indice

� Ripasso obblighi lavoratori

� DPI

� Rischio Elettrico

� Rischio Biologico

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� Rischio Biologico

� Rischio Chimico

� Rischi Fisici (Rumore, Vibrazioni)

� Rischio Meccanico / Attrezzature

� Rischio Cancerogeno

� Appalti art. 26

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Obblighi dei lavoratori - ripasso

• Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e di quella delle

altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti

delle sue azioni od omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle

istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.

• Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro, dai

dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale.dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva ed individuale.

• Utilizzare correttamente l’attrezzatura, gli utensili, i prodotti, nonché i

dispositivi di protezione personale

• Non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di

segnalazione o di controllo.

• Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di

propria competenza ovvero che possono compromettere la sicurezza propria

o di altri lavoratori.

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Obblighi dei lavoratori - ripasso

• Contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,

all’adempimento di tutti gli obblighi imposti dall’autorità competente o

comunque necessari per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori durante

il lavoro.

• Sottoporsi ai programmi di formazione o di addestramento.

• Utilizzare le attrezzature di lavoro messe a disposizione conformemente• Utilizzare le attrezzature di lavoro messe a disposizione conformemente

all’informazione, alla formazione ed all’addestramento ricevuti.

• Avere cura delle attrezzature messe a loro disposizione e non apportare di

propria iniziativa alcun tipo di modifiche.

• Segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al preposto,

qualsiasi difetto od inconveniente da essi rilevato nelle macchine o nelle

attrezzature di lavoro.

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DPIDispositivi di Protezione Individuale

(Titolo III – Capo II)

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Definizioni

Art. 74 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

DPI = Dispositivo di protezione individuale

Qualsiasi attrezzatura, complemento o accessorio destinati ad essere

indossati e tenuti dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più

rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro

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Rumore

Meccanici:•cadute•urti•colpi,impatti•compressioni•perforazioni•tagli•abrasioni

Aerosol•Polveri•Fumi•nebbia

Gas, Vapori

Liquidi

Modalità di valutazione del ricorso all’uso di dpiParti del corpo esposte a rischi

•abrasioni•vibrazioni•scivolamenti

Termici•Calore, fiamme•freddo

Elettrici

Radiazioni•Non ionizzanti•ionizzanti

Liquidi•Immersioni•Schizzi, proiezioni

RISCHI BIOLOGICI•Batteri Patogeni•Virus Patogeni•Funghi responsabili di micosi•Antigeni biologici non microbi

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Confort

Requisiti prestazionali

DPIRequisiti economici

• Leggerezza

• Andamento alla morfologia

• Dimensioni limitate

• Trasportabilità

• Confort termico

• Disagio ridotto

• Limitazione effetti di impedimento

• Funzionalità pratica

• Compatibilità con altri DPI

Requisiti essenziali di salute e sicurezza dei dpi

Requisiti economici

Requisiti di sicurezzaRequisiti informativi

• Confort termico

• Notizie sulle protezioni fornite

• Limiti d’uso

• Tempo utile prima della scadenza

• Istruzioni per uso, manutenzione, pulizia, ecc…

• Efficienza protettiva

• Durata della protezione (potenziale)

• Data di scadenza NON superata

• Innocuità

• Assenza di rischi causati dallo stesso DPI

• Solidità

• Costo unitario

• Prevedibile durata ed efficienza

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Le categorie di DPI

CATEGORIA 2 : tutti quelli che non rientrano

nella categoria 1 e 3

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CATEGORIA 1 : semplici prodotti contro danni

reversibili

CATEGORIA 3 : prodotti complessi contro rischi di morte o lesioni gravi

e permanenti

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La marcatura CE deve essere:

• in posizione tale da essere facilmente individuabile dall’utilizzatore;

• chiaramente leggibile;

• indelebile.

Oltre alla marcatura CE su ogni dispositivo deve essere presente:

Marcatura CE

Oltre alla marcatura CE su ogni dispositivo deve essere presente:• nome, marchio o altro elemento di identificazione del fabbricante;• riferimento al modello di Dpi (nome commerciale, codice, ecc.);• qualsiasi riferimento opportuno per l’individuazione delle caratteristiche del Dpi (taglia, prestazioni, pittogramma, ecc.).

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Marcatura CE

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Infine, ogni Dpi deve essere accompagnato da una nota informativa (“istruzioni perl’uso”), redatta in italiano, che contiene oltre al nome e all’indirizzo del fabbricanteo del suo mandatario nella Comunità, ogni informazione utile concernente:

• le istruzioni di deposito, di impiego, di pulizia, di manutenzione, di revisione e didisinfezione;• le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classidi protezione dei Dpi;

Marcatura CE

di protezione dei Dpi;• gli accessori utilizzabili con i Dpi e le caratteristiche dei pezzi di ricambioappropriati;• le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti diutilizzazione;• la data o il termine di scadenza dei Dpi o di alcuni dei loro componenti; il tipo diimballaggio appropriato per il trasporto dei Dpi;• il significato della marcatura, se questa esiste;• i riferimenti delle direttive applicate;• nome, indirizzo, numero di identificazione degli organismi notificati cheintervengono nella fase di certificazione dei Dpi

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Obblighi dei lavoratori

Art. 78 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

1. Sottoporsi al programma formativo e all’addestramento organizzato dalDL

2. Utilizzare i DPI messi a loro disposizione conformemente all’informazione,alla formazione ed all’addestramento ricevuto

3. Utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro3. Utilizzare in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a lorodisposizione (Art. 20, com.2, lett. d)

4. Provvedere alla cura dei DPI messi a loro disposizione;

5. Non apportavi modifiche di propria iniziativa.

6. Seguire le procedure aziendali per la riconsegna dei DPI.

7. Segnalare immediatamente al datore di lavoro o al dirigente o al prepostoqualsiasi difetto o inconveniente da essi rilevato nei DPI messi a lorodisposizione.

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RISCHIO ELETTRICO

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Art. 80 D.Lgs. 81/2008 - Obblighi del datore di lavoro

Il Datore di Lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati

dai tutti i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle

apparecchiature e degli impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da

quelli derivanti da:

� contatti elettrici diretti;

� contatti elettrici indiretti;

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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� contatti elettrici indiretti;

� innesco e propagazione di incendi;

� innesco di esplosioni;

� fulminazione diretta e indiretta;

� sovratensioni;

� altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.

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Articolo 81 D.Lgs. 81/2008 - Requisiti di sicurezza

1. Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le

installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici devono essere progettati,

realizzati e costruiti a regola d’arte.

2. Ferme restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento

delle Direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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delle Direttive comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le

apparecchiature, le installazioni e gli impianti di cui al comma precedente, si

considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati secondo le pertinenti

norme tecniche.

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Articolo 82 DLgs 81/2008 - Lavori sotto tensione

E’ vietato eseguire lavori sotto tensione. Tali lavori sono tuttavia consentitinei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo quantoprevisto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nelrispetto delle seguenti condizioni:

a) le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteridefiniti nelle norme tecniche.

b) per sistemi di categoria 0 e I (bassissima e bassa tensione) purché

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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b) per sistemi di categoria 0 e I (bassissima e bassa tensione) purchél'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratoririconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività secondo leindicazioni della pertinente normativa tecnica;

c) per sistemi di II e III categoria (media e alta tensione) purchè:

1. i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziendeautorizzate, con specifico provvedimento del Ministero del lavoro,della salute e delle politiche sociali, ad operare sotto tensione;

2. l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratoriabilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativatecnica riconosciuti idonei per tale attività.

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Articolo 83 - Lavori in prossimità di parti attive

1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza

di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non

protette, o che per circostanze particolari si debbano ritenere

non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori

ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ALLEGATO IX, salvo che

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ALLEGATO IX, salvo che

vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali

idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.

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Norme tecniche

Sono l’insieme delle prescrizioni sulla base delle quali devono essere progettate,

costruite e collaudate, le macchine, le apparecchiature, i materiali e gli impianti,

affinché sia garantita l’efficienza e la sicurezza di funzionamento.

Le norme tecniche, emanate da organismi nazionali ed internazionali, sono

redatte in modo molto particolareggiato e possono assumere rilevanza giuridica

quando la stessa viene loro attribuita da un provvedimento legislativo.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

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quando la stessa viene loro attribuita da un provvedimento legislativo.

Esempi:

•Norma CEI 27/11 «Lavori su impianti elettrici»

•CEI EN 50110-1 «Esercizio degli impianti elettrici»

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CORRENTE ELETTRICA

• La corrente elettrica è un flusso di cariche elettriche tra due punti di un corpoconduttore avente un diverso potenziale elettrico.

• Un conduttore è qualunque materiale attraversato da una corrente elettrica. Essopuò essere un buon conduttore ed opporre poca resistenza (rame) o un cattivoconduttore se la conducibilità elettrica è esigua (legno).

Rappresentazione del moto di cariche elettriche positive (+) o negative (-)(tipicamente elettroni) in un conduttore. Convenzionalmente, il verso della corrente èquello delle cariche positive, e quindi opposto al verso del moto degli elettroni.

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CORRENTE CONTINUA E ALTERNATA

• In elettrotecnica la Corrente Continua (CC o DC, dall'inglese: DirectCurrent) è un tipo di corrente elettrica caratterizzata da un flusso diintensità e direzione costante nel tempo. Viene utilizzata ad esempio nelleautovetture, nei dispositivi a batteria, ecc.

• In elettrotecnica la Corrente Alternata (CA o AC dall'inglese: AlternatingCurrent) è un tipo di corrente elettrica caratterizzata da un alternarsi diCurrent) è un tipo di corrente elettrica caratterizzata da un alternarsi dipulsazioni positive e pulsazioni negative. La corrente che usiamocomunemente è alternata.

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DEFINIZIONE LAVORO ELETTRICO

Lavoro svolto a distanza minore o uguale alla distanza che

definisce il limite della zona di lavoro in prossimità (Dv) da

parti attive accessibili di linee e di impianti elettrici o lavori

fuori tensione sugli stessi.

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DEFINIZIONE LAVORO NON ELETTRICO

Lavoro svolto a distanza minore della distanza che definisce

il limite della zona dei lavori non elettrici (DA9) e maggiore

di DV da parti attive accessibili di linee e di impianti

elettrici.elettrici.

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LAVORI ELETTRICIDefinizione delle tre categorie di lavoro elettrico:

• Lavoro SOTTO TENSIONE: Lavoro elettrico eseguito su quadri, apparecchiature, o comunque

parti attive di impianti elettrici che sono sotto tensione (ovvero collegate, attive e nel loro

normale funzionamento)

• Lavoro FUORI TENSIONE: Lavoro elettrico eseguito su quadri, apparecchiature o parti di

impianti elettrici normalmente in funzione a cui viene tolta tensione per l’esecuzione del

lavorolavoro

• Lavoro IN PROSSIMITÀ: Lavoro elettrico eseguito entro una certa distanza dalle parti attive di

una qualsiasi apparecchiatura elettrica in condizioni di normale funzionamento e quindi in

tensione.

È bene inoltre specificare che, al contrario di come ci si potrebbe aspettare, la realizzazione di un

nuovo impianto elettrico NON È UN LAVORO ELETTRICO ma di fatto risulta essere un lavoro di

tipo EDILE.

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Page 25: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

DISTANZE DALLA PARTE ATTIVALe distanze variano in funzione della tensione

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DISTANZE DALLA PARTE ATTIVALe distanze variano in funzione della tensione

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QUALIFICHE PER OPERARE IN FUNZIONE DELLA DISTANZA

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PES, PAV, PEI, PEC• PE.I. (PErsona Idonea): Una PEI è una Persona ESperta o

AVvertita in possesso dei requisiti (conoscenze teorico/pratiche) per poter svolgere tutti i tipi di lavori elettrici, compresi quelli SOTTO TENSIONE;

• P.ES. (Persona ESperta): Una PES è una persona con conoscenze tecniche teoriche e con un’esperienza tali da permetterle di analizzare i rischi derivanti dall’elettricità e a svolgere i lavori analizzare i rischi derivanti dall’elettricità e a svolgere i lavori elettrici in piena sicurezza. Una PES può svolgere lavori elettrici FUORI TENSIONE e IN PROSSIMITÀ;

• P.AV. (Persona AVvertita): Una PAV è una persona che è a conoscenza dei rischi derivanti dall’elettricità ed è in grado di svolgere i lavori elettrici in piena sicurezza. Di norma una PAV viene istruita da una PES o PEI;

• PE.C. (Persona Comune): una PEC è una persona che può svolgere lavori non elettrici in vicinanza di impianti elettrici (secondo quanto previsto dalla norma)

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TENSIONE ELETTRICA

AbbreviazioneCategoria

In corrente alternata

In corrente continua

Bassissima tensione

BBT 0 ≤ 50 V ≤ 120 V

Secondo quanto dettato dalla norma CEI EN 50110-1 "Esercizio degliimpianti elettrici", la tensione elettrica viene classificata comeindicato nella seguente tabella

tensione

Bassa tensione BT I 50-1.000 V 120-1.500 V

Media tensione MT II 1-30 kV 1,5-30 kV

Alta tensione AT III >30 kV >30 kV

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FIGURE DI RIFERIMENTO PER GLI IMPIANTI ELETTRICI

Le figure di riferimento sono suddivise in quattro ruoli:1. Unità (o Persona) Responsabile di un Impianto elettrico (URI);2. Persona designata alla conduzione dell’impianto elettrico

(Responsabile Impianto - RI);3. Unità Responsabile della realizzazione del Lavoro (URL);4. Persona preposta alla conduzione del lavoro (Preposto ai lavori - PL).4. Persona preposta alla conduzione del lavoro (Preposto ai lavori - PL).

Nelle imprese con strutture semplici, le figure di URI, URL, RI e PLpossono coincidere del tutto o parzialmente o essere in qualsiasicombinazione.Negli impianti civili o in quelli di piccole attività artigianali o commercialil’installatore elettrico chiamato ad eseguire una manutenzione svolgecontemporaneamente i ruoli RI di URL e di PL, in quanto è lui stesso chemette in sicurezza l’impianto, organizza il lavoro e svolge lamanutenzione.

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Page 31: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Unità (o Persona) responsabile di un impianto elettrico (URI)

È il Responsabile dell’impianto elettrico durante il normale esercizio. Può

essere una persona fisica, ad esempio il titolare dell’Azienda o nei casi

più complessi il reparto che ne cura l’esercizio. In pratica ha solo il

compito di programmare l’attività di manutenzione per mantenere

efficiente e sicuro l’impianto. Nel caso in cui occorra eseguire un lavoro

sull’impianto elettrico, se l’URI, come in genere succede, non è anche

Persona Esperta (PES), deve delegare il ruolo di Responsabile

dell’impianto (RI). Se l’impianto è complesso è necessario che tale

delega sia fatta per iscritto.

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Page 32: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Persona designata alla conduzione dell’impianto elettrico (Responsabile Impianto - RI)

Entra in gioco quando si deve eseguire un lavoro sull’impianto elettrico.

Deve essere PES in quanto deve conoscere bene l’impianto e le regole per

mettere in sicurezza gli elementi d’impianto oggetto del lavoro e

mantenerli nelle condizioni di sicurezza per tutto il tempo per cui si

protrae l’attività.

In pratica ogniqualvolta occorre eseguire un lavoro sull’impianto elettrico

deve essere nominato (delegato) un Responsabile dell’impianto (come

detto può coincidere con l’installatore che ricopre anche i ruoli di URL e

PL).

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Page 33: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Unità responsabile della realizzazione del lavoro (URL)

Questo ruolo è in genere presente quando il lavoro è complesso e

l’azienda che lo esegue è strutturata o di grandi dimensioni. In caso

contrario i compiti dell’URL vengono svolti dal Preposto ai Lavori (PL).

I principali compiti assegnati all’URL sono quelli di organizzare il lavoro,

compilare il piano di intervento (quando necessario) e nominare il

Preposto ai lavori.

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Page 34: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Persona preposta alla conduzione del lavoro (Preposto ai lavori - PL)

È la persona che ha la responsabilità della conduzione operativa del lavoro sulposto di lavoro. Deve avere la professionalità di una PES e solo in casiparticolari di lavori molto semplici può essere una PAV. Il suo compito è quellodi sovraintendere il lavoro, in particolare ha la responsabilità dellaconduzione operativa dei lavori, compreso il controllo del comportamento delpersonale anche in relazione all’uso di attrezzature e DPI. Nei lavori fuoripersonale anche in relazione all’uso di attrezzature e DPI. Nei lavori fuoritensione deve verificare l’assenza di tensione e nei casi previsti installare lamessa a terra e in cortocircuito (terra di lavoro) sul posto di lavoro; sepreviste adotta le procedure per i lavori in prossimità.

Nessun lavoro elettrico (al di sotto della distanza D V ) può essere svolto inassenza di questi ruoli che nella maggior parte dei casi sono assunti da unResponsabile Impianto e da un Preposto ai lavori. Nei casi più semplici, comead esempio negli impianti civili o di piccole attività commerciali o artigianali,l’installatore elettrico assume, implicitamente, su di sé entrambi i ruoli.

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I pericoli derivanti dagli impianti elettrici sono:

� Correnti pericolose per il corpo umano (elettrocuzione);

� Inneschi di esplosioni o incendi (in presenza di atmosferepericolose o sostanze combustibili o infiammabili).

PERICOLI DERIVANTI DAGLI IMPIANTI

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pericolose o sostanze combustibili o infiammabili).

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Page 36: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Impianto elettrico

Progetto

REALIZZAZIONE IMPIANTO

Realizzazione dell’impianto elettrico a cura di

una impresa abilitata

Rilascio della Dichiarazione di Conformità

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Page 37: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

SOGGETTI COINVOLTI NELLA REALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI

� Progettista: elabora il progetto eseguendo il corretto dimensionamentodell’impianto e definendone la tipologia in base alla destinazione d’uso

� Ditta Esecutrice: impresa abilitata che realizza l’impianto rispettando ilprogetto

� Datore di Lavoro: garantisce l’utilizzo conforme alla destinazione d’uso el’efficienza mediante una corretta e programmata manutenzione

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l’efficienza mediante una corretta e programmata manutenzione

� Lavoratore: rispetta le indicazioni ricevute nell’utilizzo dell’impianto e nesegnala le anomalie

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Impianto elettrico

Dichiarazione di conformità valida come prima installazione

dell’impianto di terra

IMPIANTI DI TERRA E PROTEZIONE SCARICHE ATMOSFERICHE

Messa in esercizio dell’impianto(da parte del Datore di Lavoro)

Verifiche periodiche (2 o 5 anni)a cura di AUSL o imprese iscritte

in elenco del Ministero

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TABELLA GRADO DI PROTEZIONE IP

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La dichiarazione di conformità è un documento che l’installatore (abilitato per la

realizzazione di impianti elettrici), consegna alla committenza al termine dei

lavori. Nel documento, redatto in base ai contenuti previsti dal modello previsto

dalla Legge (pubblicato con decreto), è contenuta la dichiarazione dell’impresa:

� di aver rispettato il progetto (indicando il nome ed il numero di iscrizione

all’albo del professionista che lo ha redatto);

DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ

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� di aver seguito la normativa CEI vigente;

� di aver installato componenti e materiali costruiti a regola d’arte;

� di aver controllato l’impianto, ai fini della sicurezza e funzionalità.

Deve essere datata, firmata e consegnata, in copia, alcommittente.

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� i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;

� le condizioni e le caratteristiche specifiche

del lavoro, comprese eventuali

interferenze;

Il Datore di Lavoro effettua la Valutazione del Rischio elettrico tenendo inconsiderazione:

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

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interferenze;

� Rischi da contatti diretti;

� Rischi da contatti indiretti;

� tutte le condizioni di esercizio prevedibili.

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ELETTROCUZIONE• Scarica elettrica cui è sottoposto il corpo umano di un operatore che entri

in contatto con una parte di impianto in tensione.

• L’elettrocuzione si verifica solo se c’è il passaggio di corrente, quindi se vi è un punto di ingresso e un punto di uscita

CAUSE DI INFORTUNIO:

• Distrazione, abitudine, eccessiva confidenza• Distrazione, abitudine, eccessiva confidenza

• Scarsa conoscenza, imperizia, negligenza

• Installazione o manutenzione inadeguate

• Rimozione dei dispositivi di sicurezza

• Deterioramento dell’isolante elettrico

• Ritorno indesiderato dell’alimentazione elettrica

• Accumulatori di tensione (batterie, condensatori)

• Errori degli altri

• Caso fortuito 42

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Ustioni (marchio elettrico):

Il corpo umano si comporta come un conduttore elettrico e pertanto il passaggio della corrente produce energia sotto forma di calore

Le ustioni possono anche essere indirette, per esempio per effetto di un arco elettrico o per proiezioni di

EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

per effetto di un arco elettrico o per proiezioni di corpi incandescenti

Cadute (effetti indiretti):

La contrazione involontaria dei muscoli fa eseguire movimenti indesiderati e pertanto può condurre a perdite di equilibrio, cadute, ecc….

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Page 44: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Tetanizzazione (>10 mA)

Il movimento del muscolo non è più soggetto alla volontà dell’individuo. La contrazione muscolare può quindi comportare l’incapacità di sottrarsi all’elettrocuzione

Asfissia (30 mA)

RISCHIO D’ ELETTROCUZIONE

Asfissia (30 mA)

Una possibile complicanza è la paralisi dei centri nervosi checontrollano la respirazione.

Se la corrente elettrica attraversa i muscoli di movimento deipolmoni, la contrazione involontaria di questi muscoli altera ilnormale funzionamento del sistema respiratorio e il soggettopuò morire soffocato.

In questi casi il fenomeno è reversibile solo sesi provvede con prontezza, anche con l’ausilio dellarespirazione artificiale, al soccorso dell’infortunato

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RISCHIO D’ ELETTROCUZIONE

Fibrillazione ventricolare (75 mA)

Una corrente intensa che attraversa il cuore potrebbe alterare lasincronizzazione e il coordinamento nei movimenti del cuore con la paralisidell'operazione di pompaggio del sangue: fibrillazione.

È l’effetto più pericoloso, dovuto alla sovrapposizione delle correntiÈ l’effetto più pericoloso, dovuto alla sovrapposizione delle correntiprovenienti dall’esterno con quelle fisiologiche, che, generando dellecontrazioni scoordinate, fanno perdere il giusto ritmo al cuore.

È particolarmente pericolosa nella zona ventricolare

perché fenomeno non reversibile in quanto persiste

anche se lo stimolo é cessato.

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E’ considerata pericolosa una tensione maggiore di 50 volt corrente continua o 75 volt corrente alternata

La corrente alternata è pertanto più pericolosa, poiché pulsante.

La soglia minima di sensibilità sui polpastrelli delledita delle mani è di circa 2 mA in corrente continua e0,5 mA in corrente alternata alla frequenza di 50 Hz.

RISCHIO D’ ELETTROCUZIONE

0,5 mA in corrente alternata alla frequenza di 50 Hz.La soglia di pericolosità è invece difficilmenteindividuabile perché soggettiva edipendente da molteplici fattori, tra i quali:– l’intensità della corrente– la frequenza e la forma d’onda, se alternata– il percorso attraverso il corpo– la durata del contatto– la fase del ciclo cardiaco al momento del contatto– il sesso e le condizioni fisiche del soggetto.

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L’entità del danno varia principalmente in funzione:

1) dell’intensità della corrente;

2) della frequenza

3) del tempo di permanenza;

Qualche Elemento TecnicoQualche Elemento Tecnico

ELETTROCUZIONE

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3) del tempo di permanenza;

4) del tipo di contatto

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Alla frequenza di rete (50 Hz) la soglia di sensibilità al passaggio di corrente suipolpastrelli delle dita è di ca. 0,5 mA. In condizioni ordinarie, correnti alternatedi intensità fino a 10 mA non sono considerate pericolose.

� inferiore a 0,5 mA (soglia di percezione): non si ha alcun danno e percezionidolorose per tempi indefiniti

ELETTROCUZIONE

Qualche Elemento TecnicoQualche Elemento Tecnico

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� fino a 10 mA (limite di rilascio): non si hanno effetti pericolosi oltre allapercezione dolorosa, ed è possibile rilasciare la muscolatura

� 10 – 50 mA possibile morte per asfissia (30 mA sopportabile per un tempodefinito dalla norma)

� 50 – 300 mA possibile morte per danni al cuore (non si è in grado di rilasciare imuscoli contratti dalla corrente per tetanizzazione) e la pericolosità dellascarica è in funzione del tempo

� oltre 300 mA morte per paralisi ai centri nervosi

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Contatto diretto Contatto indiretto

PROTEZIONE DAI CONTATTI

Toccare una parte in tensione scoperta

Le parti metalliche normalmente sicure, vanno sotto tensione in caso di guasto

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PROTEZIONE DAI CONTATTI

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Misure generali di prevenzione

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Gli adattatori con spina 16 A e presa 10 A (o bipasso 10/16 A) sonoaccettabili; quelle con spina 10 A e presa 16 A (o bipasso 10/16 A) sonovietati.

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Misure generali di prevenzione

Tipologia di prese comunemente utilizzateTipologia di prese comunemente utilizzate

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Rispetto delle compatibilitàRispetto delle compatibilità

Misure generali di prevenzione

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Spine di tipo tedesco (Schuko) possono essere inserite in prese di tipoitaliano solo tramite un adattatore che trasferisce il collegamento diterra effettuato mediante le lamine laterali ad uno spinotto centrale. Èassolutamente vietato l’inserimento forzato delle spine Schuko nelleprese di tipo italiano. Infatti, in tale caso dal collegamento verrebbeesclusa la messa a terra.

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AdattatoriAdattatori

Misure generali di prevenzione

Situazioni che vedono installati più adattatori multipli, uno sull’altro,vanno eliminate.

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Misure generali di prevenzione

Precauzioni per la manutenzionePrecauzioni per la manutenzione

Non effettuare nessuna operazione suapparecchiature elettriche quando sihanno le mani bagnate o umide.

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• E’ assolutamente vietata qualsiasi manomissionedell’impianto elettrico e qualsiasi intervento nonautorizzato.

• Non smontare mai le attrezzature alimentateelettricamente per effettuare riparazioni o altro.

• Non attaccare più di un apparecchio elettrico a una

Misure generali di prevenzione

• Non attaccare più di un apparecchio elettrico a unasola presa. In questo modo si evita che la presa sisurriscaldi con pericolo di corto circuito e incendio.

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• Non forzare spine su prese non adatte(per esempio spina tedesca su presaitaliana)

• Evitare grappoli di spine nella stessapresa multipla

• Evitare soluzioni improvvisate quali

Misure generali di prevenzione

Evitare soluzioni improvvisate qualicavi volanti

• Non aprire apparecchi elettrici senzaaverli prima disinseriti dalla corrente

• Non usare acqua per spegnere incendisu apparecchiature elettriche, senzaprima al tolto la corrente

• Le porte dei quadri elettrici devonorimanere chiuse a chiave

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Misure generali di prevenzione

•Essere a conoscenza della funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in grado di isolare l’ambiente desiderato.• Verificare spesso il buon funzionamento dell´interruttore differenziale (pulsante test).• Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante lavostra assenza o di notte.• Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori pericolosi accesi.• Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze di liquidi infiammabili.• Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato.• Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato.• Non eseguire riparazioni di fortuna con nastro isolante o adesivo a prese, spine ecavi.• Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, conconseguenze anche gravissime.• Evitare di servirvi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle eriavvolgerle.• Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro voltaprovengono da altre "triple" collegate a...... . In questo modo si determina un caricoeccessivo sul primo collegamento a monte del "groviglio" con rischio di incendio.

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• Gli “Alberi di Natale” sono pericolosi per le sollecitazioni a

flessione che introducono sugli alveoli delle prese, fino a

provocare l’uscita del frutto fissato alla scatola con griffe.

• L’”albero di Natale” può provocare sovraccarichi e

surriscaldamenti localizzati, con pericolo di incendio.

• Può essere utilizzata in suo luogo una “ciabatta”.

Misure generali di prevenzione

• Non utilizzare mai spine italiane collegate (a forza) con prese

tedesche (schuko) o

• viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del

collegamento elettrico ma non quella del conduttore di terra.

• Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e

ricordare di spegnere prima l’apparecchio utilizzatore.

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• La “ciabatta” può essere utilizzata quando è richiesto l’usosimultaneo di più apparecchi elettrici che non consumano molto.

• L’uso indiscriminato di questi dispositivi può comportaresurriscaldamento dei cavi di alimentazione a causa disovraccarichi di corrente e conseguenti pericoli d’incendio.

Misure generali di prevenzione

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La messa a terra consiste in una serie di accorgimenti atti ad assicurarealle masse metalliche il potenziale della terra, evitando che le stessepossano venire a trovarsi in tensione tra loro o tra loro e la terra. Datoche i cavi in tensione assumono rispetto al terreno un determinatopotenziale, che per gli impianti delle abitazioni civili è di 230 V, sipossono verificare situazioni di pericolo quando parti dell'impiantoelettrico che normalmente non sono in tensione, come le carcasse deglielettrodomestici, a seguito di guasti o imprevisti acquisiscono un

COLLEGAMENTO DI TERRA

elettrodomestici, a seguito di guasti o imprevisti acquisiscono unpotenziale elettrico rispetto al terreno. La messa a terra di protezioneprotegge le persone dal rischio di folgorazione. Essa comprende uno opiù dispersori collocati nel terreno. Lo scopo della messa a terra èquindi far sì che le masse degli elettrodomestici siano al potenziale delterreno. In caso di guasto la messa a terra correttamente collegata allemasse (carcasse metalliche, finestre, ecc.) assicura l'interventoautomatico dell'interruttore differenziale.

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Normalmente le apparecchiature elettriche vengono collegate a terra tramite l'alveolo centrale delle prese (se l'impianto di terra è esistente).

COLLEGAMENTO DI TERRA

Non tutti i dispositivi elettrici hanno la predisposizione per il collegamento di terra.

Tali dispositivi sono caratterizzati da un “doppio isolamento” che è indicato dal simbolo del doppio quadrato.

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ESEMPIO DI IMPIANTO DI TERRA

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INTERRUTTORE DIFFERENZIALE PURO

L'interruttore differenziale è un dispositivo di sicurezza in grado diinterrompere il flusso elettrico di energia in un circuito elettrico diun impianto elettrico in caso di guasto verso terra (dispersioneelettrica) o folgorazione fase-terra, fornendo dunque protezioneanche verso macroshock elettrico, sia diretto sia indiretto, sullepersone a rischio. Non offre invece alcuna protezione controsovraccarico o cortocircuito tra fase e fase o tra fase e neutro. Èsovraccarico o cortocircuito tra fase e fase o tra fase e neutro. Èdetto differenziale, perché basa il suo funzionamento sullarilevazione dell'eventuale differenza di correnti elettriche rilevatain ingresso e in uscita al sistema elettrico in caso di dispersione.

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INTERRUTTORE DIFFERENZIALE PURO

Principio di funzionamento

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INTERRUTTORE DIFFERENZIALE MAGNETOTERMICO

• In elettrotecnica l'interruttore magnetotermico, detto impropriamente"interruttore automatico", è un dispositivo di sicurezza in grado diinterrompere il flusso di corrente elettrica in un circuito elettrico di unimpianto elettrico in caso di sovracorrente; quest'ultima può essere causatada un malfunzionamento (sovraccarico) oppure da un guasto (cortocircuito).

• Sostituisce sia l'interruttore termico sia il fusibile, con il vantaggio rispettoa quest'ultimo di una maggior precisione d'intervento e di essere facilmentea quest'ultimo di una maggior precisione d'intervento e di essere facilmenteripristinabile con la pressione di un pulsante o l'azionamento di una leva.Deriva il suo nome dal fatto che esibisce un funzionamento diversonell'interruzione da cortocircuito (meccanismo di tipo magnetico) rispettoall'interruzione da sovraccarico (meccanismo di tipo termico).

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INTERRUTTORE DIFFERENZIALE MAGNETOTERMICO

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PROVA DEI DIFFERENZIALI

• Gli interruttori differenziali devono essere provati con l’apposito tastoa seconda delle tipologia di edificio in cui sono installati

• Oltre alla prova con l’apposito tasto devono essere svolte provestrumentali

• Le prove del differenziale devono essere registrate su apposito registro

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PROVE STRUMENTALI

• Gli interruttori differenziali devono essere provati con l’apposito tastoa seconda delle tipologia di edificio in cui sono installati

• Oltre alla prova con l’apposito tasto devono essere svolte provestrumentali

• Le prove del differenziale devono essere registrate su apposito registro

• Le prove strumentali devono essere effettuate da PES o PAV seguendoapposite procedureapposite procedure

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PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI• Per effettuare la manutenzione è necessario utilizzare apposite

procedure prevista dalla normativa vigente.

• Regola fondamentale per eseguire lavori su impianti elettrici èsezionare opportunamente l’impianto per isolare la zona interessatadal lavoro. È necessario lavorare in assenza di tensione.

• Gli interruttori devono essere disattivati e opportunamente segnalatimediante lucchetti e targhette di avviso, per evitare che qualcuno possarimettere in tensione l’impianto e causare infortuni anche gravi.rimettere in tensione l’impianto e causare infortuni anche gravi.

• Se NON è possibile lavorare in assenza di tensione occorre proteggereadeguatamente l’impianto o utilizzare i DPI per il rischio elettrico

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LAVORI MISTI

• In alcuni casi è possibile che parte dell’impianto possa essere sezionatamentre un’altra parte no.

• In tali casi è necessario proteggere opportunamente la zona di lavoro,quindi la zona ancora attiva deve essere isolata con protettori flessibiliin materiale isolante, fissati con pinze isolanti.

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DPI Rischio Elettrico

Guanti isolantiGuanti isolanti

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DPI Rischio Elettrico

Guanti isolantiGuanti isolanti

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DPI Rischio Elettrico

Casco con visiera faccialeCasco con visiera facciale

Per garantire anche la protezione da archi elettrici

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DPI Rischio Elettrico

Calzature isolantiCalzature isolanti SopraSopra--calzaturecalzature

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Attrezzature isolanti

Utensili isolantiUtensili isolanti

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Attrezzature isolanti

Tappeti isolantiTappeti isolanti

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CASI DI INFORTUNIO - 1

• Sostituzione del trasformatore nella cabina di trasformazione MT/BT.

• Il titolare effettua le manovre di distacco di tensione aprendo primal'interruttore sotto carico e quindi il sezionatore di linea, entrambifacenti capo al trasformatore; successivamente inserisce le cosiddette“terre di protezione”.

• Dopo queste manovre i lavoratori operano il cambio del trasformatorelavorando per 2 giorni all'interno della cabina. Nel periodo dilavorando per 2 giorni all'interno della cabina. Nel periodo dieffettuazione del lavoro di sostituzione del trasformatore la parte diimpianto, che alimenta alcune apparecchiature di proprietà di un'altraazienda e situate su una mensola posta superiormente alla zonatrasformatore, non viene disattivata ed è quindi ancora in tensioneavendo lasciato chiuso il sezionatore di arrivo linea presente all'iniziodella cabina.

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CASI DI INFORTUNIO - 1

• Terminato il collegamento della nuova apparecchiatura si rendenecessario adeguare l'impianto di alimentazione della ventola posta inalto alla parete nord del locale. Appena arrivati sul luogo di lavoro unlavoratore è incaricato di predisporre una tubazione in materialeisolante fissandola sulla parete della cabina per far passare al suointerno il cavetto di alimentazione della ventola. Il lavoratoreposiziona la scala, sale con un trapano portatile per effettuare dei forisulla parete e inserirvi i tasselli per il fissaggio del tubo.sulla parete e inserirvi i tasselli per il fissaggio del tubo.

• Con riferimento anche alle “dichiarazioni di un teste, anch'eglipresente in cabina ma di spalle al collega”, é verosimile che talelavoratore “dopo aver eseguito un foro, abbia accidentalmente toccatocon una parte del corpo (probabilmente l'avambraccio sinistro) unaparte in tensione relativa alle apparecchiature sulle mensoledeterminando così una scarica elettrica che lo ha fatto cadere a terrafolgorato”.

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CASI DI INFORTUNIO - 1

• Si precisa inoltre che: “lo schema allegato in cabina elettrica non eracorrispondente alla realtà dell’impianto in quanto veniva omesso ilcollegamento alle apparecchiature in tensione oggetto dell’infortunioe non è stata preventivamente verificata l’assenza di tensione neiconduttori oggetto del contatto elettrico diretto considerato che vicinoagli stessi era affisso un cartello che indicava ‘Attenzione perapparecchiature in tensione anche con interruttore generale aperto’”.

Questi i fattori causali riportati sulla scheda:Questi i fattori causali riportati sulla scheda:

• viene fatto iniziare un nuovo lavoro senza verificare la presenza ditensione sui conduttori elettrici che alimenta elementi all'interno dellacabina;

• cabina elettrica con apparecchiature in tensione non presenti neidisegni.

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CASI DI INFORTUNIO - 2

• Manutenzione a una cabina elettrica di trasformazione presso una dittadi pescicoltura.

• Un lavoratore, socio con-titolare in un’azienda di impianti elettrici chesta eseguendo la manutenzione, constata la presenza, sopra iltrasformatore 20000/380 Volt, di un grosso topo morto, chepresumibilmente era stato la causa del guasto di 2 fusibili. Il lavoratorein attesa dei fusibili di ricambio, impugnando l’asta con lo scopino adanello, inizia a pulire l’interruttore di manovra sopra i fusibili e va aanello, inizia a pulire l’interruttore di manovra sopra i fusibili e va atoccare le parti superiori, ancora in tensione. Il corto circuito innescaun arco elettrico con gli elementi metallici dello scopino, ches’infiamma, mentre l’asta metallica dello stesso, impugnata dalle duemani nude dall’infortunato, lo espone a contatto diretto con le parti intensione, con conseguente elettrocuzione.

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CASI DI INFORTUNIO - 2

• L’infortunio è “accaduto per contatto diretto dell’infortunato con partielettriche in tensione. L’infortunato non aveva adottato le disposizioniprocedurali per l’accesso in sicurezza nelle zone in prossimità di partielettriche in tensione, eseguendo le manovre previste dalla normativatecnica. Queste comprendevano, in particolare, la chiusura delsezionatore di terra e, fattore determinante l’infortunio, l’aperturadel sezionatore di arrivo linea. Quindi procedeva a lavori elettrici suparti in tensione, utilizzando attrezzature non adeguatamente isolateparti in tensione, utilizzando attrezzature non adeguatamente isolatee omettendo l’impiego di dispositivi di protezione individuale”.

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CASI DI INFORTUNIO - 3

• Attività di una ditta che svolge attività disinstallazione e manutenzionedi impianti elettrici.

• Il titolare della ditta, che aveva già realizzato negli anni 90/91l’impianto d’illuminazione delle strade di un complesso residenziale,viene avvertito dall’amministratore del complesso di un guastosulla rete di illuminazione.

• Con la collaborazione di un altro operaio accende tutti i lampioni che• Con la collaborazione di un altro operaio accende tutti i lampioni cheappartengono al complesso stesso tramite un ‘commutatore’ posto nelquadro elettrico di distribuzione, che esclude il ‘crepuscolare’ ealimenta direttamente le lampade. Così facendo evidenzia le lampadenon funzionanti da sostituire.

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CASI DI INFORTUNIO - 3

• Per arrivare all’altezza del lampione utilizza una scala metallica, poggiataal palo d’illuminazione ad esso legata con una corda elastica; provvedealla sostituzione delle lampade. All’altezza di una lampada nonfunzionante, avendo accertato che il guasto non dipende dalla lampada,ritiene opportuno sostituire il ‘reattore’. Nel collegare il nuovo reattore,con l’impianto sotto tensione, viene a contatto con una fase alimentata a220 volt e la corrente viene scaricata a terra attraverso il suo corpo.

• L’operaio presente all’infortunio “riferisce che per l’intensità della• L’operaio presente all’infortunio “riferisce che per l’intensità dellacorrente, l’infortunato contraeva muscoli e tendini per circa 60 secondi,fino a che, esanime, allentava la presa e cadeva a terra; l’interruttoredifferenziale di sicurezza non interveniva”.

• Questi i fattori causali:

• - attività svolta senza togliere la tensione elettrica;

• - interruttore differenziale che non interviene.

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Primo soccorso per persone colpite da corrente elettrica

• Non entrare in contatto elettrico con il soggetto

• Isolare il soggetto dalla corrente elettrica, utilizzando attrezzi isolantioppure interrompendo l’alimentazione elettrica

• Chiamare la squadra di primo soccorso dell’istituto

• Chiamare il 118

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ASPETTI APPLICATIVI

• Per comprendere meglio l’applicazione della normativa vigente

agli aspetti gestionali relativi ai componenti degli impianti e

delle attrezzature che vengono utilizzate quotidianamente, si

portano alcuni esempi relativi agli impianti e alle attrezzature.

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ADATTATORI

Gli adattatori possono essere per ambianti domestici o industriali aseconda del grado di protezione e delle caratteristiche costruttive.

Adattatore semplice è un adattatore avente una solafunzione di spina e una sola funzione di presa

Adattatore doppio è un adattatore avente unaAdattatore doppio è un adattatore avente unafunzione di spina e due funzioni di presa rispondentio non alle stesse prescrizioni dimensionali. Per gliadattatori doppi va inoltre aggiunta la potenzamassima derivabile che è 1500 W

Presa a ricettività multipla

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ADATTATORI E PRESE

• Se la spina dell'adattatore è provvista di contatto di terra, la o le prese dello stesso devono essere provviste di contatto di terra

• Se la spina dell'adattatore è sprovvista di contatto di terra, la o le prese non devono consentire l'introduzione di spine con contatti di terra

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ADATTATORI:AVVERTENZE E NORME GENERALI

Considerati come integrativi di un impianto elettrico gli adattatori necessitano diun loro uso consapevole:

1. NON UTILIZZARLI IN LUOGHI CON PERICOLO DI SCOPPIO O INCENDIO, DOVE LENORME CEI OBBLIGANO ALL'USO DI PRESE CON INTERRUTTORE DI BLOCCO

2. ADATTI SOLO PER INSTALLAZIONI MOBILI E TEMPORANEE; PER LEINSTALLAZIONI FISSE E DOVE POSSIBILE PREOCCUPARSI DI REALIZZAREINSTALLAZIONI FISSE E DOVE POSSIBILE PREOCCUPARSI DI REALIZZAREL'APPOSITO IMPIANTO ELETTRICO

3. NON LASCIARLI INSERITI NELLE RELATIVE PRESE SE NON UTILIZZATI

4. ASSICURARSI DI NON ALTERARE IL GRADO DI PROTEZIONE IP CONTRO LAPENETRAZIONE DEI CORPI SOLIDI E LIQUIDI

5. ADATTI PER CONNESSIONI MOBILI

6. NON USARLI CON CORDONI PROLUNGATORI DI LUNGHEZZA O SEZIONEINADEGUATA AGLI EFFETTI DELLA CADUTA DI TENSIONE E DELLA PORTATA

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Adattatore per spina civile in presa industriale

Adatti per l'allacciamento di piccoli utensiliquali trapani, flessibili, seghetti, lampadeportatili ed elettrodomestici in genere dotatidi spina 2P+T ad uso civile (tipo a "pettine" CEI23-16 o tipo "schuko" CEI 23-5), cheprovvisoriamente vengono utilizzati inprovvisoriamente vengono utilizzati inambito "industriale" e nel luogo di lavoro visiano installate solo prese ad uso industriale(tipo CEE 17 CEI 23-12) 2P+T.

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Adattatore per spina industriale in presa civile

Adatti per quegli utenti che svolgono la loro attivitàpresso industrie, cantieri edili, officine, laboratori oterziario in genere. Adatti per l'allacciamentoprovvisorio di piccoli utensili che generalmente vengonoimpiegati in ambito "industriale", ove la prevalenzadelle connessioni elettriche è realizzata con prese espine CEE 17 (CEI 23-12), ma che occasionalmentespine CEE 17 (CEI 23-12), ma che occasionalmentevengono adoperati anche nel settore civile (gli impiantielettrici sono realizzati con prese e spine di diversostandard). Impiegati da idraulici, carpentieri,falegnami, muratori ed installatori in genere.

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Presa per utilizzo elettrodomestici in ambienti industriali

Gli apparecchi per utilizzo domestico non possonoessere normalmente utilizzati in ambiente industriale.Per poterli utilizzare in tali condizioni è necessario chesiano presenti prese con protezione almeno IP44 comesiano presenti prese con protezione almeno IP44 comequella mostrata in figura.

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AVVOLGICAVO• Svolgere sempre completamente il cavo dall'avvolgicavo

• Prestare particolare cura al tipo di installazione, condizioni di posa e di utilizzo. Durante l'impiego la conduttura dovrà essere distesa sul terreno in zona possibilmente non percorsa da veicoli, persone, animali o comunque altre condizioni di usura o danneggiamento, oppure andrà protetta meccanicamente con adeguate coperture. Terminato l'uso, la conduttura andrà recuperata e arrotolata con cura su bobina preferibilmente avente il diametro di avvolgimento 10 volte superiore al diametro del cavo.al diametro del cavo.

• Periodicamente controllare il buono stato della conduttura mediante esame visivo e verificare la continuità elettrica specialmente del conduttore di protezione.

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Page 95: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

AVVOLGICAVOAvvolgicavo per utilizzo domestico

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AVVOLGICAVOAvvolgicavo per utilizzo industriale

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PremessaSentire bene è importante, perché è soprattutto con l'uditoche restiamo in contatto con il mondo che ci circonda.

Le cose che facciamo abitualmente, con un udito compromesso,non potremmo farle.

L’ipoacusia, ossia la malattia che comporta una riduzione più oL’ipoacusia, ossia la malattia che comporta una riduzione più omeno grave dell’udito, è tra le più diffuse malattie professionali

in Italia.

Per questo motivo il rischio da rumore deve essere conosciutodai lavoratori, così come i metodi per prevenirlo.

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Norme e riferimenti legislativi

D. Lgs 81/2008, Titolo VIII, Capo II : Protezione dei lavoratoricontro i rischi di esposizione al rumore durante il lavoro

UNI EN 458 del 2005, “Protettori dell’udito “UNI 9432:2011 - Determinazione del livello di esposizionepersonale al rumore nell’ambiente di lavoro.UNI EN ISO 9612:2011 Acustica – DeterminazioneUNI EN ISO 9612:2011 Acustica – Determinazionedell’esposizione al rumore negli ambienti di lavoro (Metodotecnico progettuale).UNI/TR 11347 Modello di programma aziendale di riduzionedell’esposizione (“PARE”) al rumore nei luoghi di lavoro.

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Definizioni

Rumore (suono): una oscillazione di pressione che si propaga in un mezzoelastico, che può essere:

Gassoso - Aria;Liquido - Acqua;Solido - Acciaio, calcestruzzo, muratura ecc…

Pressione acustica di picco (Ppeak): valore massimo della pressione acustica Pressione acustica di picco (Ppeak): valore massimo della pressione acustica

istantanea ponderata in frequenza «C»;

Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa di otto ore;

Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,W): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana di 5 giornate di otto ore.

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Definizioni

Il campo di udibilità dell’uomo è compreso tra 20 e 130/140 decibel.

L‘”unità di misura” del rumore è il decibel (dB)

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L’orecchio ed il suono

Nelle persone normale con udito

normale, l’orecchio esterno capta le

onde sonore convogliandole lungo il

condotto uditivo esterno. Le onde

sonore mettono in vibrazione la

membrana del timpano. Il sistema

uditivo ha il compito di trasformare le

onde sonore in impulsi nervosi che il

cervello è in grado di interpretare

come suoni.

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Valutazione del rischio

Lavorare in ambienti con rumorosità elevata può portare alla

irreversibile diminuzione della capacità di udito (ipoacusia).

In maniera meno evidente possono manifestarsi disturbi del

sistema nervoso (ansietà, agitazione, disturbi del sonno o

dell’attenzione), circolatorio e digestivo.

o Con un esame come l’audiometria è possibile diagnosticare

la ipoacusia già in fase iniziale!!!!

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Effetti del rumore

EFFETTI UDITIVI, quelli che interessano direttamenteil nostro udito

EFFETTI EXTRAUDITIVI, quelli che interessano altre parti del corpo

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Definizioni

SOMMA DI RUMORI

Il decibel è una ”unità di misura” apparentemente strana …, al raddoppio del numero delle sorgenti di rumore di pari intensità corrisponde un aumento di 3 dB del livello di rumore.

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Valutazione del rischio

Art. 189 - Valori limite di esposizione e valori di azione

I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:

Livello di Esposizione Pressione acustica di Livello di Esposizionegiornaliera LEX, 8h

Pressione acustica di Picco Ppeak

Valori limite di esposizione

87 dB(A) 200 Pa = 140 dB(C)

Valori superiori di azione

85 dB(A) 140 Pa = 137 dB(C)

Valori inferiori di azione

80 dB(A) 112 Pa = 135 dB(C)

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Valutazione del rischioIn particolare:

Sotto la soglia di 80 dBA (limite inferiore d’azione):

Nessun adempimento se non l’obbligo per il datore di lavoro di fare la

valutazione del rischio rumore anche non strumentale. RISCHIO IRRILEVANTE

Tra 80 dBA e 85 dBA (limite superiore d’azione):

la valutazione deve essere accompagnata da misurazioni strumentali del

rumore; scatta l'obbligo di informare e formare i lavoratori sui rischi uditivi,

sulle misure di abbattimento e di protezione, sui i dispositivi protezione

individuali, sui controlli sanitari, sui risultati della valutazione

Effettuata. Su richiesta dei lavoratori e conferma del medico competente, è

disposto il controllo sanitario. RISCHIO BASSO

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Valutazione del rischio

Tra 85 dBA e 87 dBA

Predisposizione dei mezzi individuali di protezione (senza obbligo di

utilizzo). Informazione dei lavoratori a cura del datore di lavoro sull’uso

corretto dei mezzi individuali di protezione e sull’uso corretto di utensili,corretto dei mezzi individuali di protezione e sull’uso corretto di utensili,

macchine e apparecchiature ai fini della riduzione al minimo dei rischi

dell’udito.

Controllo sanitario periodico con intervalli non superiori ai due anni.

RISCHIO MEDIO

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Valutazione del rischio

Oltre la soglia di 87 dBA (valore limite di esposizione)

Segnaletica appropriata, Perimetrazione e Limitazione di accesso all’area

interessata dal superamento. Obbligo di utilizzo dispositivi di protezione

individuale. Controllo sanitario periodico con intervalli non superiori adindividuale. Controllo sanitario periodico con intervalli non superiori ad

un anno. Verifica che con l’attenuazione del rumore con i dispositivi di

protezione individuali l’esposizione dei lavoratori risulti inferiore alla

soglia limite di 87 dBA. RISCHIO ALTO

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Valutazione del rischio

In generale:

Il rumore in un ambiente di lavoro deve essere il più basso possibile,

compatibilmente con il tipo di lavorazione effettuata.

Nella scelta delle attrezzature occorre orientarsi verso quelle cheNella scelta delle attrezzature occorre orientarsi verso quelle che

producono minore rumore.

Si deve intervenire sulle macchine o sugli utensili esistenti e sui locali in

modo da limitare l’emissione di rumore e da ridurne la diffusione

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Protezione dell’udito

Dove non sia possibile intervenire direttamente alla fonte o dove gliinterventi, per la natura stessa delle lavorazioni, non permettano diridurre ulteriormente il rumore, si doteranno i lavoratori di idonei mezzidi protezione (DPI: cuffie antirumore e/o tappi).

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Attenuazione (SNR)

112

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Protezione dell’udito

È necessario che l’utilizzatore sia addestrato e formato sul corretto

indossamento dell’otoprotettore, in quanto un indossamento scorretto fa

calare anche pesantemente la prestazione del DPI; da questo punto di

vista, le cuffie sono meno critiche rispetto agli inserti. La norma EN 458

fornisce anche le indicazioni per una corretta cura e manutenzione deglifornisce anche le indicazioni per una corretta cura e manutenzione degli

otoprotettori:

i DPI devono essere maneggiati sempre con le mani pulite, evitando

contaminazioni con liquidi o polveri, spesso causa di irritazioni cutanee;

per i DPI riutilizzabili è importante una regolare manutenzione e pulizia;

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Protezione dell’udito

gli inserti monouso non vanno riutilizzati, mentre gli altri tipi di inserto

vanno lavati con cura prima di indossarli;

il DPI riutilizzabile deve essere indossato sempre dalla medesima persona;

è però possibile far utilizzare cuffie da più lavoratori ricorrendo aè però possibile far utilizzare cuffie da più lavoratori ricorrendo a

coperture monouso per i cuscinetti;

i DPI vanno conservati secondo le istruzioni fornite dal fabbricante, vanno

ispezionati frequentemente per identificare difetti e danneggiamenti;

i cuscinetti delle cuffie vanno sostituiti quando consumati, così come gli

archetti deformati.

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1. Con le mani pulite premere e ruotare il tappo tra le dita fino a ridurne il più possibile il diametro

2. Per inserire il tappo più facilmente, tirare leggermente la parte superiore dell’orecchio con la

1

COME INDOSSARLI (ESEMPIO):

Inserti EN 352-2

leggermente la parte superiore dell’orecchio con la mano opposta così da raddrizzare il condotto uditivo. Quindi inserire il tappo

2

3. Mantenere il tappo in posizione finché non si è completamente espanso

3

4.4. Il tappo ora è correttamente inseritoIl tappo ora è correttamente inserito4

Gli inserti monouso vanno gettati dopo essere stati tolti dall'orecchioGli inserti monouso vanno gettati dopo essere stati tolti dall'orecchio

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Cuffie EN 352-1

Anno 2008 Dispositivi di protezione individuale v0.1 116

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Premessa

L’esposizione umana a vibrazioni meccaniche può rappresentareun fattore di rischio rilevante per i lavoratori esposti.L’angiopatia (malattia dei vasi sanguigni o linfatici) el’osteoartropatia (lesione alle articolazioni) da vibranti sonoriconosciute come malattie professionali dalla Commissionericonosciute come malattie professionali dalla Commissionedell’U.E. e dalla legislazione del nostro Paese dal D.P.R. 336/94

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Definizioni

Le vibrazioni sono oscillazioni

meccaniche generate da onde

di pressione che si trasmettono

attraverso corpi solidi. Inattraverso corpi solidi. In

definitiva le vibrazioni sono

oscillazioni di un corpo intorno

alla propria posizione di

equilibrio.

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Definizioni

La forza può variare nel tempo con regolarità, come nel caso di un motore

rotativo, oppure in modo caotico, come nel caso dei sobbalzi di un veicolo che

percorre una strada dissestata.

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Effetti nocivi delle vibrazioni

La nocività delle vibrazioni dipende dalle caratteristiche e dalle condizioni in cui

vengono trasmesse:

- estensione della zona di contatto con l’oggetto che vibra (mani, piedi, glutei

ecc)

- Frequenza della vibrazione

- Direzione di propagazione

- Tempo di esposizione

Gli effetti nocivi interessano principalmente le ossa e le articolazioni della

mano, del polso e del gomito; sono anche facilmente riscontrabili affaticamento

psicofisico e problemi di circolazione.

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Tipologie di esposizione alle vibrazioni

Le vibrazioni sono trasmesse all'organismo attraverso dei punti dicontatto tra il mezzo vibrante ed il corpo del lavoratore.

Vibrazioni al sistema mano braccio (HAV)-mani: impugnano un attrezzo vibrante (martello demolitore, impugnature o leverismi)(martello demolitore, impugnature o leverismi)

Vibrazioni al corpo intero (WBV)- piedi: appoggiano sulla superficie vibrante (pedana)- seduti: a contatto con un sedile

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Effetti delle vibrazioniAll’interno del corpo umano le vibrazioni vengono trasmesse dalle ossa e dallearticolazioni, fungono invece da “smorzatori” la pelle, il sistema sottocutaneoed i muscoli.

Vibrazioni mano – braccio, QUALI SONO I DANNI?L’esposizione a vibrazioni mano-braccio generate da utensili portatili e/o da manufatti impugnati e lavorati su macchinario fisso è associata ad un aumentato rischio di insorgenza di lesioni:aumentato rischio di insorgenza di lesioni:

vascolari;

neurologiche;

muscolo-scheletriche.

L’insieme di tali lesioni è definito Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio (Angioneurosi).

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Effetti delle vibrazioni

I sintomi si manifestano con un senso di fastidio alle mani e allearticolazioni: intorpidimento, formicolii, piccoli problemifunzionali, che evolvono successivamente in:

• senso del tatto e percezione del caldo e del freddodanneggiati;danneggiati;

• riduzione della forza prensile e perdita della destrezzamanuale;

• attacchi del fenomeno del “dito bianco” provocatidall’esposizione al freddo o all’umidità;

• fitte dolorose alle mani e alle braccia

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Effetti delle vibrazioni

Vibrazioni corpo intero , QUALI SONO I DANNI?L’esposizione a vibrazioni corpo intero generate dalla conduzione di mezzi di trasporto o movimentazione può dar luogo a danni quali:

Patologie del rachide lombare;

Disturbi cervico – branchiali (collo, spalla);

Disturbi gastro intestinali;Disturbi gastro intestinali;

Disturbi circolatori.

Le correlazioni tra i suddetti disturbi e le vibrazioni corpo intero sono tuttavia dimostrati solo parzialmente.

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Valutazione del rischio

Art. 201 - Valori limite di esposizione e valori di azione

Per le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio:

•Il valore limite giornaliero di esposizione normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore è fissato a 5 m/s2, mentre su periodi brevi è pari a 20 m/s2(*);

•Il valore d’azione giornaliero normalizzato a un periodo di riferimento di 8 •Il valore d’azione giornaliero normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l’azione è fissato a 2,5 m/s2 .

Per le vibrazioni trasmesse al corpo intero:

•Il valore limite giornaliero di esposizione normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore è fissato a 1,00 m/s2, mentre su periodi brevi è pari a 1,50 m/s2.

•Il valore d’azione giornaliero normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, che fa scattare l ’azione è fissato a 0,5 m/s2.

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Misure di prevenzione e protezioneIn base alla valutazione dei rischi di cui all'articolo 4,quando sono superati i valori d'azione, il datore di lavoro elabora eapplica un programma di misure tecniche o organizzative, volte aridurre al minimo l'esposizione e i rischi che ne conseguono,considerando in particolare:• altri metodi di lavoro che richiedono una minore esposizione avibrazioni meccaniche;vibrazioni meccaniche;• la scelta di attrezzature di lavoro adeguate concepite nel rispettodei principi ergonomici e che producono, tenuto conto del lavoro dasvolgere, il minor livello possibile di vibrazioni;

• la fornitura di attrezzature accessorie per ridurre i rischi di lesioni provocate dalle vibrazioni (sedili,maniglie , guanti)• adeguati programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro;• l'adeguata informazione e formazione dei lavoratori

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Dispositivi di Protezione Individuale

DPI- HAV

Guanti «antivibranti»: oltre ai benefici in termini di protezuione delle

mani dai rischi meccanici, dalle temperature esterne , dai rischi chimici

e dall’umidità, possono ridurre la trasmissione delle vibrazioni alle mani

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Dispositivi di Protezione Individuale

DPI- WBV

Non esistono dei DPI comunemente intesi. La principale misura di

tutela rimane l’utilizzo di dispositivi accessori (es. Silent Block) per la

riduzione delle vibrazioni sui sedili di guida.riduzione delle vibrazioni sui sedili di guida.

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile oimpianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature ecomponenti necessari all’attuazione di un processo produttivo,destinato ad essere usato durante il lavoro;zona pericolosa: qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità di

Articolo 69 - Definizioni

zona pericolosa: qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità diuna attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratorecostituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso;lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente oin parte in una zona pericolosa;operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura dilavoro.

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messea disposizione dei lavoratori devono essere conformi allespecifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimentodelle Direttive comunitarie di prodotto.2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni

Articolo 70 - Requisiti di sicurezza

2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizionilegislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe adisposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione dinorme legislative e regolamentari di recepimento delle Direttivecomunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisitigenerali di sicurezza di cui all’ALLEGATO V

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

3. Il datore di lavoro, al fine di ridurre al minimo i rischi connessi all’uso delleattrezzature di lavoro e per impedire che dette attrezzature possano essereutilizzate per operazioni e secondo condizioni per le quali non sono adatte,adotta adeguate misure tecniche ed organizzative, tra le quali quelledell’ALLEGATO VI.7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze oresponsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoro

Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro

7. Qualora le attrezzature richiedano per il loro impiego conoscenze oresponsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici, il datore di lavoroprende le misure necessarie affinché:a) l’uso dell’attrezzatura di lavoro sia riservato ai lavoratori allo scopo incaricatiche abbiano ricevuto una informazione, formazione ed addestramentoadeguati;b) in caso di riparazione, di trasformazione o manutenzione, i lavoratoriinteressati siano qualificati in maniera specifica per svolgere detti compiti.

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

... Il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di

lavoro messa adisposizione, i lavoratori incaricati dell’uso

dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e

Articolo 73 – informazione, formazione ed addestramento

dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e

ricevano una formazione e un addestramento adeguati, in

rapporto alla sicurezza relativamente:

• a) alle condizioni di impiego delle attrezzature;

• b) alle situazioni anormali prevedibili

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

In generale e quindi anche per quanto riguarda le macchine, gli impianti e le attrezzature si ricorda che: a) Sono parti a rischio: - gli organi di trasmissione del moto - gli organi lavoratori - parti o elementi mobili

Principi generali

- parti o elementi mobili b) Per evitare infortuni dovuti a contatti accidentali le zone pericolose devono quindi essere dotate di: 1) ripari 2) dispositivi di sicurezza: - in particolare occorre mettere in atto opportuni accorgimenti tecnico-procedurali finalizzati ad evitare la manomissione dei dispositivi di sicurezza 3) strutture di protezione (segregazioni)

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Rischio Meccanico e Sicurezza Macchine

Attraverso il suo funzionamento, una generica attrezzatura e/omacchina di lavoro può costituire un pericolo per i lavoratoriesposti all’interno di una zona pericolosa, i cui limiti dipendonodal tipo di rischi indotti dalla macchina stessa.

L’uso di macchine/attrezzature comporta l’esposizione a rischi diL’uso di macchine/attrezzature comporta l’esposizione a rischi ditipo fisico quali:

MeccanicoElettricoTermico….

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Testo unico sulla sicurezza - Macchine

In particolare i principali pericoli MECCANICI derivanti dalle macchine sono:•Elettrocuzione.•Contatto con l’utensile, taglio, trascinamento.•Inalazione di polveri e fumi•Offesa alle mani e in varie parti del corpo.•Offesa alle mani e in varie parti del corpo.•Proiezione di schegge durante l’uso.•Proiezione dell’utensile o di parti di esso.•Bruciature.•Cadute di materiale.•Rumore.•ROA.•CEM•Ecc…

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Requisiti di sicurezza - Macchine

Le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devonoessere conformi alle specifiche disposizioni legislative eregolamentari di recepimento delle direttive comunitarie diprodotto.

Gli organi lavoratori delle macchine e lerelative zone di operazione,.. .se pericolosi..,devono essere protetti o segregati oppureprovvisti di dispositivo di sicurezza.

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Direttiva Macchine

La Direttiva Macchine introduce l’obbligo di certificazione “CE” deimacchinari dettando criteri minimi di sicurezza.

Una macchina o attrezzatura, benché costruita nel rispetto deiUna macchina o attrezzatura, benché costruita nel rispetto deirequisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti (es. marcataCE), è sicura quando è installata, usata e mantenuta a regola d’arteseguendo le istruzioni riportate nel libretto di uso e manutenzionefornito dal costruttore

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Direttiva Macchine

La direttiva macchine ha definito:

Quali sono i requisiti essenziali di sicurezza e tutela della salute che devono essere

rispettati in tutte le macchinerispettati in tutte le macchine

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Gestione del rischio meccanico

Il buon funzionamento dei dispositivi impiegati è anche funzionedell' abilità e dell’addestramento degli operatori fondamentaleassicurarsi che le macchine vengano manovrate e mantenute dapersonale in possesso di una perfetta conoscenza delle tecnichedi lavoro sicuro.

Non è poi possibile garantire che una macchina risulti sicuraqualora:1. venga utilizzata da un non addetto ai lavori,2. venga impiegata per operazioni per cui non è stata costruita,3. venga impiegata in modo non conforme alle prescrizioni delcostruttore, o azionata in condizioni di manutenzioneinsufficiente.

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Gestione del rischio meccanico

Altro fattore da tenere in considerazione, è l’ambiente in cui siopera:1. il layout delle macchine;2. lo spazio a disposizione;3. il flusso del lavoro;4. il livello di illuminazione e di rumore;4. il livello di illuminazione e di rumore;5. il livello di igiene ambientale in genere;

rappresentano parametri da tenere in considerazione nellavalutazione del livello di rischio associato ad una assegnatacondizione lavorativa.

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Gestione del rischio meccanico

Riduzione del rischio meccanico mediante protezioni/ripari (UNII EN 292//1)

La scelta degli organi di protezione è estremamente importante.

Infatti, rappresenta un momento essenziale della progettazioneInfatti, rappresenta un momento essenziale della progettazione

della macchina ai fini della sua conformità legislativa.

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Protezioni fisse

Protezioni fisse assicurano che all’operatore venga impeditol’accesso alle parti pericolose delle macchine.

�Devono essere robuste e in grado di resistere allesollecitazioni meccaniche e ambientali.�Vengono assicurate alla struttura della macchina in modo fisso,�Vengono assicurate alla struttura della macchina in modo fisso,necessitano un’apposita chiave per permettere l'apertura.�Non può essere considerata fissa una protezione che possaessere disattivata con maniglia o altro dispositivo costantementeinserito.�Nella progettazione della protezione fissa, occorre essere certiche non si creino particolari punti di intrappolamento.

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Protezioni assertive

In molti casi, le protezioni fisse presentano idonee aperture alfine di consentire all’operatore l’inserimento del materiale,senza, però permettere alcun accesso alle zone pericolose.

Le protezioni asservite sono collegate ai comandi della macchinae consentono di accedere all’area pericolosa in condizioni die consentono di accedere all’area pericolosa in condizioni disicurezza consentendo di eseguire operazioni che si rendesseronecessarie durante lo svolgimento della lavorazione.

Sono concepite e allestite in modo tale da:1. permettere di avviare la macchina solo quando la protezionesi trova in posizione di chiusura;2. permettere l'apertura della protezione solo a macchinaferma.

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Protezioni assertive: protezioni-comando

Una particolare classe di protezioni asservite, denominataprotezioni-comando, consente un'agevole e rapida assicurazionedelle condizioni di sicurezza ovvero di:1. iniziare il ciclo di lavoro allorquando viene chiusa laprotezione;2.determinare l’arresto immediato della macchina con2.determinare l’arresto immediato della macchina conl'apertura della protezione, anche se non posta nella posizionedi chiusura.

Questi dispositivi protettivi risultano particolarmente efficaciquando il ciclo di lavoro è di breve durata, in quanto semplificanonotevolmente la manovra della macchina, a vantaggio dellasicurezza.

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Altri tipi di protezioni

Le protezioni automatiche consentono il funzionamento dellamacchina solo dopo che l'addetto si è allontanato dall’areapericolosa.

I distanziatori sono barriere che impediscono all'operatore diintervenire in zone pericolose.intervenire in zone pericolose.

I ripari regolabili sono utilizzati quando l’accesso alle partipericolose delle macchine non può essere costantementeimpedito, sono facilmente adattabili mediante un idoneo sistemadi regolazione.

I ripari ad autoregolazione, simili ai precedenti, si auto-regolano infunzione della forma e delle dimensioni della parte da proteggere

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Dispositivi di intercettazione e blocco

I dispositivi di intercettazione e di blocco regolano la distanzaminima dell'operatore dalle zone pericolose, al di sotto della qualenon consentono l'avviamento della macchina.

Sono normalmente di tipo meccanico (costituiti da uno schermo oda una barriera che viene azionata dalla parte del corpo che sida una barriera che viene azionata dalla parte del corpo che siavvicina al punto pericoloso).Comunque, molto spesso sono di tipo fotoelettrico o costituiti dasensori elettrici di pressione o anche da apparecchi a capacitanza oa ultrasuoni.

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Dispositivi di intercettazione e blocco

In ogni caso, essi assicurano che:1. sino a quando viene registrata una presenza entro il limite di

sicurezza, la macchina non può essere messa in moto. Una volta cessata l’intercettazione, la macchina può essere riavviata mediante apposito comando;

2. nel caso in cui venga registrata una presenza all'interno del 2. nel caso in cui venga registrata una presenza all'interno del limite di sicurezza, il dispositivo protettivo arresta la macchina e, se possibile, inverte il moto al fine di allontanare l’organo pericoloso dal limite di sicurezza.

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Protezione dai moti residui

Altra importante classe di protezione è quella che protegge glioperatori da eventuali moti residui degli organi della macchinaanche dopo lo spegnimento della macchina.Quando la macchina viene spenta possono sussistere moti residuidovuti all’inerzia degli organi meccanici, la protezione devegarantire l'impossibilità di accedere alle zone pericolose sino aquando i moti residui non siano cessati del tutto.quando i moti residui non siano cessati del tutto.La protezione può essere attuata in diversi modi:1.mediante un dispositivo in grado di assicurare che, dopo lospegnimento della macchina, la protezione resti bloccata sino aquando l'elemento pericoloso non si sia fermato;2.mediante un temporizzatore che regola l’apertura dellaprotezione e, conseguentemente, l’accesso alla zona pericolosa,sino al momento in cui la macchina non si sia arrestatacompletamente.

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Misure di prevenzione da adottare

�Tutti gli organi in movimento devonoessere protetti contro i contattiaccidentali. È vietato, pertanto,rimuovere le coperture protettive.

Protezione fissa

�Gli schermi atti a prevenire il rischio diproiezione di oggetti e frammenti non devonoessere rimossi; ove ciò non sia possibile, sideve minimizzare il rischio utilizzandodispositivi di protezione individuali adeguati(es. occhiali, visiere).Protezione mobile

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Misure di prevenzione da adottare

�Non si devono rimuovere i sistemi di captazione e aspirazione di vapori, polveri e liquidi. Prima di iniziare il lavoro si deve controllare che tali sistemi funzionino.

�Verificare che i dispositivi di protezione meccanici ed elettrici siano idonei e attivati

�Dopo la manutenzione e/o pulizia, i dispositivi eventualmente rimossi devono essere immediatamente ripristinati.

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Misure di prevenzione da adottare

�Gli organi di azionamentodevono essere manovrabili solo inmodo intenzionale.

�Si deve verificareperiodicamente che il pulsantedi arresto in emergenza dellemacchine sia funzionante. Arresto di emergenza

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Misure di prevenzione da adottare

Posizionare le sorgenti luminose al fine di illuminare le macchine in modo idoneo alla lavorazione.Si devono evitare intermittenze, abbagliamenti, ombreed effetti stroboscopici

Non si devono effettuare operazioni di pulizia o manutenzione delle macchine in moto

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Misure di prevenzione da adottare

Si devono osservare le prescrizioni impartite:

�dal manuale di uso e manutenzione

�dalla cartellonistica affissa�dalla cartellonistica affissa

�dal datore di lavoro o suo delegato

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Smerigliatrice angolare:rischi

• Elettrocuzione.

• Contatto con l’utensile.

• Inalazione di polveri.

• Offesa alle mani e in varie parti del corpo.

• Proiezione di schegge durante l’uso.• Proiezione di schegge durante l’uso.

• Proiezione dell’utensile o di parti di esso.

• Bruciature.

• Rumore.

• Caduta.

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Smerigliatrice angolare:caratteristiche

• L’utensile deve essere provvisto di doppio isolamento, riconoscibile dal simbolo del “doppio quadrato”.

• L’utensile non deve essere collegato all’impianto di terra.all’impianto di terra.

• Il cavo di alimentazione deve essere provvisto di adeguata protezione meccanica e sicurezza elettrica.

• L’utensile deve essere dotato di cuffia protettiva.

• Non si deve utilizzare impropriamente l’utensile se non previsto dal costruttore.

157

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• L’utensile deve prevede una impugnatura antivibrazioni.

• L’utensile deve essere dotato di comando a uomo presente.

• Sull’utensile deve essere riportata l’indicazione del senso di rotazione e il numero massimo di giri.

La macchina deve essere corredata da un libretto d’uso e

Smerigliatrice angolare:caratteristiche

158

• La macchina deve essere corredata da un libretto d’uso e manutenzione.

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Smerigliatrice angolare:uso

• Il lavoro deve iniziare progressivamente per permettere alla mola fredda della smerigliatrice di raggiungere gradualmente la temperatura di regime.

Deve essere evitato di far • Deve essere evitato di far esercitare alla mola della smerigliatrice una pressione eccessiva contro il pezzo.

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Smerigliatrice angolare:uso

• Durante la lavorazione ci si deve assicurare che l’usura della mola della smerigliatrice avvenga in modo uniforme; in caso contrario viene verificato l’esatto montaggio della mola.

• Nell’appoggiare la molatrice su piani o pezzi deve essere • Nell’appoggiare la molatrice su piani o pezzi deve essere fatta attenzione che la mola non sia più in rotazione e si deve evitare di farle subire degli urti.

• Per l’uso della smerigliatrice dovranno essere osservate le ore di silenzio imposte dai regolamenti locali.

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Smerigliatrice angolare:D.P.I.

• Cuffia antirumore o tappi auricolari : durante l’uso della smerigliatrice.

• Occhiali con ripari laterali : durante l’uso della smerigliatrice.

• Visiera trasparente : in alternativa agli • Visiera trasparente : in alternativa agli occhiali durante l’uso della smerigliatrice.

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Smerigliatrice angolare:D.P.I.

• Maschera antipolvere : durante l’uso della smerigliatrice.

• Grembiule in cuoio : se necessario durante l’uso necessario durante l’uso della smerigliatrice.

• Guanti : durante l’uso della smerigliatrice.

• Scarpe antinfortunistiche:durante l’uso della smerigliatrice

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Saldatrice elettrica :rischi

• Elettrocuzioni derivanti da difetti dei componenti.

• Inalazione di fumi e gas.

• Radiazioni ultraviolette e irraggiamento.

• Ustioni.

• Incendio di materiali • Incendio di materiali infiammabili.

• Caduta di scintille e/o materiale fuso.

• Esplosioni dei recipienti in cui si sta operando.

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Saldatrice elettrica :caratteristiche

• I collegamenti della saldatrice elettrica devono essere effettuati con cura e in modo da non dare luogo a scintillio e surriscaldamento; i bulloni o i morsetti dei cavi della pinza e della massa devono essere serrati a fondo e, nei limiti del possibile, disposti in modo da non costituire intralcio al passaggio e non essere soggetti a danneggiamenti.passaggio e non essere soggetti a danneggiamenti.

• Le pinze portaelettrodi della saldatrice elettrica devono essere munite di impugnatura isolante ed incombustibile.

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Saldatrice elettrica :uso

• L’inserimento e il disinserimento della spina dalla presa di alimentazione della saldatrice elettrica, devono essere effettuati a circuito aperto; prima di effettuare tali manovre, deve essere disinserito sia l'interruttore della presa che quello della saldatrice; la stessa precauzione va adottata per l'attacco ed il distacco dei cavi della pinza e della massa.l'attacco ed il distacco dei cavi della pinza e della massa.

• Il cavo di massa deve essere collegato al pezzo da saldare nelle immediate vicinanze della zona nella quale si deve saldare.

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Saldatrice elettrica :uso

• Il collegamento di massa della saldatrice elettrica deve essere effettuato mediante morsetti, pinze, prese magnetiche o altri sistemi che offrono un buon contatto elettrico. E’ vietato usare tubazioni o profilati metallici di sezione inadeguata, od altri mezzi di fortuna.

• Nei lavori in quota, devono • Nei lavori in quota, devono essere adottate idonee precauzioni per evitare che materiali, attrezzi, utensili o spruzzi incandescenti possano arrecare danno a persone o cose sottostanti.

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Saldatrice elettrica :uso

• Devono essere allontanati gli eventuali materiali che, per la loro natura, risultino infiammabili, facilmente combustibili o danneggiabili oppure usarsi appropriati schermi.

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Saldatrice elettrica :uso

• Nelle immediate vicinanze della saldatrice elettrica deve essere posizionato un estintore.

• Durante l’uso della saldatrice elettrica nei locali chiusi deve essere assicurata una buona ventilazione generale ricorrendo eventualmente all'uso di aspiratori portatili per ricorrendo eventualmente all'uso di aspiratori portatili per impedire il ristagno di fumi nel locale.

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Saldatrice elettrica :uso

• Durante l’uso della saldatrice elettrica devono essere presele necessarie precauzioni (ripari o schermi) per evitare cheradiazioni dirette o scorie prodotte investano altrilavoratori.

• Negli impianti in cui l'impiego dell'arco della saldatriceelettrica è abbinato a quello di idrogeno o di gas inerti, lerelative bombole di gas compresso devono essereposizionate a qualche metro di distanza dal posto disaldatura e venire elettricamente isolate da terra e daqualsiasi parte metallica appoggiandole sopra sostegniisolati e legandole con funi o cinghie in materiale isolante.

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Saldatrice elettrica :uso

• I lavori di saldatura elettrica su recipienti o tubi chiusi, che

contengano o che abbiano contenuto sostanze pericolose

devono essere eseguiti solo dopo aver provveduto ad

eliminare le condizioni di pericolo.eliminare le condizioni di pericolo.

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Saldatrice elettrica :D.P.I.

• Berretto ignifugo : durante l’uso della saldatrice.

• Maschera per saldatori con vetro inattinico : durante l’uso della saldatrice

• Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso • Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso della saldatrice per le operazioni di martellinatura, spazzolatura, molatura, ..

• Maschera ad insufflazione d'aria : durante l’uso della saldatrice lavorando in ambienti chiusi e non ventilati.

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Saldatrice elettrica :D.P.I.

• Maschera di protezione respiratoria (A1P2) : durante l’uso della saldatrice se necessaria.

• Cuffia antirumore o tappi auricolari : durante l’uso della saldatrice per le durante l’uso della saldatrice per le operazioni di martellinatura, spazzolatura, molatura ecc..

• Tuta ignifuga : durante l’uso della saldatrice per operazioni a carattere continuo.

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Saldatrice elettrica :D.P.I.

• Guanti di protezione per saldatori : durante l’uso della saldatrice.

• Grembiule di cuoio : durante l’uso della saldatrice.

• Scarpe antinfortunistiche a sfilamento rapido : durante l’uso della saldatrice.

• Ghette: durante l’uso della saldatrice.

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Trapano portatile :rischi

• Elettrocuzione.

• Contatto con l’utensile.

• Proiezione di trucioli.

• Proiezione dell’utensile o di parti di esso.

• Rumore durante l’uso.• Rumore durante l’uso.

• Inalazione di polvere durante l’uso.

• Elettrocuzione durante l’uso.

• Tagli e abrasione alle mani.

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Trapano portatile :caratteristiche

• L’utensile deve essere provvisto di doppio isolamento, riconoscibile dal simbolo del “doppio quadrato”.

• L’utensile non deve essere collegato all’impianto di terra.

• Il cavo di alimentazione deve essere provvisto di adeguata protezione meccanica e sicurezza elettrica.

• L’utensile deve essere dotato di comando a uomo presente.

• L’utensile deve essere corredato da un librettod’uso e manutenzione.

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Trapano portatile :uso

• Per l’uso del trapano portatile dovrannoessere osservate le ore di silenzio impostedai regolamenti locali.

• Durante l’uso del trapano portatile deveessere accertato che non vi siano caviessere accertato che non vi siano cavielettrici, tubi, tondini di ferro od altroall’interno dei materiali su cui intervenire.

• Durante l’uso del trapano portatile deveessere accertato frequentemente lo statodi affilatura della punta.

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Trapano portatile :uso

• Il trapano va sempre utilizzato con la doppia impugnatura per evitare la torsione in caso di inceppamento della punta.

• E’ conveniente utilizzare il trapano con il dispositivo che impedisce di forare troppo in profondità o di scivolare entro il foro.

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Trapano portatile :D.P.I.

• Guanti : durante l’uso del trapano portatile se necessario.

• Scarpe antinfortunistiche : durante l’uso del trapano portatile.

• Cuffie o tappi antirumore : durante l’uso del trapano portatile se necessario.

• Tuta di protezione : durante l’uso del trapano portatile.Tuta di protezione : durante l’uso del trapano portatile.

• Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso del trapano portatile se necessario.

• Mascherina antipolvere : durante l’uso del trapano portatile.

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Trapano a colonna :rischi

• Contatto con l’utensile.

• Contatto con il mandrino.

• Proiezione di materiali.

• Contatto con cinghie e pulegge.

• Contatto con organi di • Contatto con organi di trasmissione.

• Elettrocuzione.

• Impigliamento degli indumenti.

• Rotazione del pezzo.

• Rumore.

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Trapano a colonna :caratteristiche

• La macchina deve prevedere il collegamento all’impianto di terra.

• La macchina deve prevedere un dispositivo che impedisce il riavviamento spontaneo dopo riavviamento spontaneo dopo un’interruzione dell’alimentazione elettrica.

• Sulla macchina deve essere installato un riparo che circoscrive la zona pericolosa e dotato di interblocco (microinterruttore a sicurezza positiva).

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Trapano a colonna :caratteristiche

• Sulla macchina deve essere installata una morsa stringipezzo; all’occorrenza griffe o staffe.

• Il carter delle cinghie deve essere dotato di interblocco (microinterruttore a sicurezza positiva).

• Sulla macchina deve essere installato un arresto di • Sulla macchina deve essere installato un arresto di emergenza.

• La macchina deve essere corredata da un libretto d’uso e manutenzione.

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Trapano a colonna :uso

• E’ vietato effettuare operazioni di manutenzione o pulizia con il trapano a colonna in moto.

• E’ vietato l’uso dell’aria compressa per la pulizia del trapano a colonna.

• Sono vietati indumenti che possono impigliarsi né bracciali od • Sono vietati indumenti che possono impigliarsi né bracciali od altro.

• E’ vietato tenere il pezzo con le mani.

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Trapano a colonna :D.P.I.

• Guanti : durante l’uso del trapano se il pezzo presenta il rischio di tagli e/o abrasioni.

• Scarpe antinfortunistiche : durante l’uso del trapano .

• Cuffie o tappi antirumore : durante l’uso del trapano se necessario.necessario.

• Tuta di protezione : durante l’uso del trapano .

• Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso del trapano se necessario.

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Molatrice fissa :rischi

• Contatto con l’utensile.

• Proiezione di materiali.

• Elettrocuzione.

• Scoppio della mola.• Scoppio della mola.

• Impigliamento degli indumenti.

• Presa del pezzo tra utensile e poggiapezzi.

• Rumore.

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Molatrice fissa :caratteristiche

• Sulla macchina devono essere installate solide cuffie metalliche.

• I poggiapezzi devono essere regolati a non più di 2 mm dalla mola.

• Sulla macchina devono essere • Sulla macchina devono essere installati schermi paraschegge. In casi particolari può essere fatto uso di occhiali di protezione.

• La macchina deve prevede il collegamento all’impianto di terra.

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Molatrice fissa :caratteristiche

• Nei pressi della macchina deve esservi una targhetta indicante il diametro e il numero di giri massimo della mola da utilizzarsi.

• La macchina deve essere corredata da • La macchina deve essere corredata da un libretto d’uso e manutenzione.

• La macchina deve prevedere un dispositivo che impedisce il riavviamento spontaneo dopo un’interruzione dell’alimentazione elettrica.

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Molatrice fissa :D.P.I.

• Guanti: durante l’uso della mola se il pezzo presenta il rischio di tagli e/o abrasioni.

• Scarpe antinfortunistiche: durante l’uso della mola.della mola.

• Cuffie o tappi antirumore: durante l’uso della mola se necessario.

• Tuta di protezione: durante l’uso della mola.

• Occhiali protettivi o visiera: durante l’uso della mola se necessario.

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Compressore portatile :rischi

• Contatto con cinghie e pulegge.

• Contatto con organi di trasmissione del moto.

• Elettrocuzione.

• Contatto con organi in movimento durante la manutenzione allo stesso compressore.allo stesso compressore.

• Rumore durante l’uso del compressore.

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Compressore portatile :caratteristiche

• Il compressore deve essere dotato di una gabbia in rete metallica contro il contatto con gli organi di trasmissione.

• Il compressore deve prevedere il collegamento all’impianto di terra.

• La macchina deve essere corredata da un libretto d’uso e manutenzione e di libretto matricolare.

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Compressore portatile :caratteristiche

• Il compressore deve essere dotato di idonea valvola di sicurezza e di dispositivo in grado di spegnere il motore nel caso di raggiungimento della pressione massima.

• Il serbatoio può essere esonerato dalle • Il serbatoio può essere esonerato dalle verifiche periodiche.

• Deve essere presente una targhetta con i dati di riferimento leggibile e visibile : nome e ragione sociale del costruttore, luogo ed anno di costruzione, temperatura e pressione di progetto, matricola, data di prova.

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Compressore portatile :caratteristiche

• Sulla macchina, a portata di mano, deve essere installato un interruttore per l’immediato arresto in caso di bisogno.

• I manometri e gli eventuali termometri devono essere in buono stato di efficienza in modo da poter essere ben visibili.

• Le tubazioni devono essere integre, disposte in modo da non • Le tubazioni devono essere integre, disposte in modo da non intralciare le lavorazioni, protette contro lo schiacciamento e poste in modo da impedire piegamenti ad angolo vivo e contatti con sostanze aggressive, oli o poveri di leganti.

• Se utilizzato nei cantieri il compressore deve prevedere un grado di protezione delle parti elettriche almeno IP 44.

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Compressore portatile:D.P.I.

• Sono vietate operazioni di manutenzione o pulizia con il compressore collegato all’impianto.

• Per l’uso del compressore devono essere osservate le ore di silenzio imposte dai regolamenti locali.

• Durante l’uso del compressore deve essere saltuariamente • Durante l’uso del compressore deve essere saltuariamente controllata l’efficienza della valvola di sicurezza.

• Cuffie o tappi antirumore: durante l’uso del compressore.

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Segatrice da cantiere:rischi

• Contatto con l’utensile.

• Contatto con cinghie e pulegge .

• Contatto con organi di trasmissione del moto.

• Elettrocuzione.

• Proiezione del disco o di parti di esso.• Proiezione del disco o di parti di esso.

• Impigliamento degli indumenti durante l’uso.

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Segatrice da cantiere:rischi

• Rifiuto del pezzo con proiezione dello stesso durante l’uso della sega circolare.

• Proiezione di trucioli durante l’uso della sega circolare.

• Rumore.

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Segatrice da cantiere:caratteristiche

• Sulla macchina deve essere installata una cuffia registrabile in grado di impedire il contatto con l’utensile e la proiezione di schegge.

• Sulla macchina devono essere installati schermi fissi ai due lati dell’utensile nella parte sporgente sotto il banco di lavoro.dell’utensile nella parte sporgente sotto il banco di lavoro.

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Segatrice da cantiere:caratteristiche

• La macchina deve essere dotata di guida.

• Il disco deve essere fissato all’albero in maniera efficace.

• Presso la macchina deve essere reperibile uno spingipezzo per pezzi piccoli e/o particolari.

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Segatrice da cantiere:caratteristiche

• La macchina deve essere dotata di coltello divisore regolato a 3 mm dalla dentatura e più basso di 5 mm rispetto alla sporgenza della lama.

• La macchina deve essere dotata di carter contro il contatto con gli organi di trasmissione.con gli organi di trasmissione.

• La macchina deve prevedere il collegamento all’impianto di terra.

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Page 198: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Segatrice da cantiere:caratteristiche

• Sulla macchina deve essere installatoun arresto di emergenza.

• Il disco deve essere mantenutoaffilato.

• La macchina deve essere corredata da• La macchina deve essere corredata daun libretto d’uso e manutenzione.

• La macchina deve prevedere undispositivo che impedisce ilriavviamento spontaneo dopoun’interruzione dell’alimentazioneelettrica.

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Page 199: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Segatrice da cantiere:uso

• E’ vietato effettuare operazioni di manutenzione o pulizia con la sega circolare in moto in moto.

• E’ vietato l’uso dell’aria compressa per la pulizia della sega circolare.

• Durante l’uso della sega circolare sono vietati indumenti che • Durante l’uso della sega circolare sono vietati indumenti che possono impigliarsi né bracciali od altro.

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Segatrice da cantiere:uso

• Durante l’uso della sega circolare per il taglio di tavolame in lungo è d’obbligo utilizzare sia il coltello divisore che la guida longitudinale opportunamente regolati.

• Durante l’uso della sega circolare • Durante l’uso della sega circolare deve essere utilizzata la cuffia di protezione opportunamente regolata.

• Per l’uso della sega circolare devono essere osservate le ore di silenzio imposte dai regolamenti locali.

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Segatrice da cantiere:uso

• Durante l’uso della sega circolare devono essere adoperati idonei spingipezzo in relazione al tipo di lavoro da eseguire.

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Page 202: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Segatrice da cantiere:D.P.I.

• Guanti : durante l’uso della sega circolare seil pezzo presenta il rischio di tagli e/oabrasioni.

• Scarpe antinfortunistiche : durante l’uso• Scarpe antinfortunistiche : durante l’usodella sega circolare.

• Tuta di protezione : durante l’uso della segacircolare.

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Page 203: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Segatrice da cantiere:D.P.I.

• Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso della sega circolare.

• Cuffie o tappi antirumore : durante l’uso della sega circolare.

203

Page 204: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:rischi

• Elettrocuzione.

• Contatto con l’utensile.

• Proiezione di trucioli.

• Proiezione dell’utensile o di parti di esso.

• Contraccolpi.• Contraccolpi.

• Vibrazioni.

• Ferite durante il trasporto.

• Inalazione di gas di scarico.

• Rumore.

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Sega a catena:caratteristiche

• L’utensile deve essere corredato da un libretto d’uso emanutenzione.

• L’utensile deve prevedere un blocco rapido della catena incaso di contraccolpo (meno di 150 millisecondi).

• L’utensile deve essere munito di dispositivo frizione con• L’utensile deve essere munito di dispositivo frizione conmanopola di trattenuta che interrompe la trasmissione delmoto alla catena in caso di improvviso rilascio.

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Page 206: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:caratteristiche

• L’utensile deve prevedere una impugnatura anteriore doppia per permettere di usare agilmente la sega anche in posizione orizzontale (abbattimento di alberi).

• Il rivestimento dell’impugnatura anteriore deve essere di tipo antiscivolo allo scopo che la sega non scappi dalle mani.tipo antiscivolo allo scopo che la sega non scappi dalle mani.

• L’impugnatura anteriore deve prevedere una protezione che impedisca alle mani di toccare la catena.

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Sega a catena:caratteristiche

• L’utensile deve prevedere un freno della catena che blocchiistantaneamente la catena in caso di contraccolpo.

• Il dispositivo di comando deve essere del tipo a uomopresente (a uomo morto) che blocchi o spengal’utensile in meno di un secondo.l’utensile in meno di un secondo.

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Sega a catena:caratteristiche

• L’utensile deve essere dotato di un fodero per la lama per evitare di ferirsi durante il trasporto.

208

Page 209: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:caratteristiche

• L’utensile deve essere dotato di un perno fermo-catena che impedisca alla catena di scivolare all’indietro qualora si dovesse rompere.

• L’utensile deve essere dotato di • L’utensile deve essere dotato di una protezione dell’impugnatura posteriore che difenda le mani in caso di deragliamento della catena.

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Page 210: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:uso

• Per l’uso della motosega dovranno essere osservate le ore di silenzio imposte dai regolamenti locali.

• Per l’uso della motosega in ambienti chiusi è preferibile utilizzare un modello a corrente.utilizzare un modello a corrente.

• Se si avvertono perdita di sensibilità, debolezza, pallore della pelle delle dita, delle mani e dei polsi si dovranno interrompere le lavorazioni.

• La catena deve possedere sempre una tensione sufficiente e mantenuta arrotata.

• La catena deve essere sostituita qualora si dimostri usurata.

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Page 211: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:D.P.I.

• Elmetto : durante l’uso della motosega.

• Guanti antitaglio : durante l’uso della motosega.

• Scarpe antinfortunistiche : durante l’uso della motosega.

• Cuffie o tappi antirumore : durante l’uso della motosega.

211

Page 212: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Sega a catena:D.P.I.

• Tuta di protezione : durante l’uso della motosega.

• Occhiali protettivi o visiera : Occhiali protettivi o visiera : durante l’uso della motosega.

• Mascherina antigas : durante l’uso della motosega in ambienti chiusi.

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Calzature resistenti edadatte anche contro pericoli Scarpe antisdrucciolo per

Protezione degli arti inferiori

adatte anche contro pericolidi ustioni, di causticazioni,di punture o dischiacciamento.

Nel caso di lavori edili, dicarpenteria, in sotterraneo, sirichiede anche l’interposizione diuna soletta antiperforazione.

Scarpe antisdrucciolo perlavori su impalcature, tetti esimili.

Buone caratteristichedielettriche (calzaturecon suole in gomma perelettricisti).

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Calzature di sicurezza

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Page 215: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

RISCHI: urto e conseguenti ferite al capo e più in generale dicaduta di materiale dall’alto, durante ad esempio:

•montaggio di opere provvisionali o lavorazioni in

Protezione del capo - Elmetto

•montaggio di opere provvisionali o lavorazioni inambienti angusti, che sottopongono alrischio di urti e contusioni del capo.

•postazioni al di sotto di lavorazioni in quota (es.caduta attrezzi) o di apparecchi di sollevamento(es. caduta carichi).

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Elmetto UNI EN 397

PRINCIPALI ELEMENTI COSTITUTIVI:PRINCIPALI ELEMENTI COSTITUTIVI:

�� CALOTTACALOTTA

�� BARDATURABARDATURA

�� FASCIAFASCIA

Dispositivi di protezione individuale v0.1 216

�� FASCIAFASCIA

�� SOTTONUCASOTTONUCA

�� FASCIA ANTISUDOREFASCIA ANTISUDORE

�� SOTTOGOLASOTTOGOLA

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Elmetto UNI EN 397

REQUISITI

� FISICI (es. materiali, costruzione, distanze, ecc.);

� PRESTAZIONE:Obbligatori:

- assorbimento agli urti;

217

- assorbimento agli urti;

- resistenza alla penetrazione;

- resistenza alla fiamma;

- ecc.;

Facoltativi:

- temperatura molto bassa (-20 °C o – 30 °C);

- temperatura molto alta (+ 150 °C);

- proprietà elettriche (fino a 440 V c.a.);

- ecc.;

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Elmetto

Modalità di conservazione

– Dopo l’utilizzo conservare in luogo pulito al riparo dai

raggi solari.

Dispositivi di protezione individuale v0.1 218

– Pulire con un detergente neutro diluito in acqua fredda.

– Non usare mai gasolio, benzina, cherosene diluente o altri solventi.

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I casi in cui debbono essere usati i dispositivi di protezione degli occhi ingenere sono:

- rischi meccanici;

- rischi ottici;

- rischi chimici.

Protezioni oculari

Dispositivi di protezione individuale v0.1 219

Tipi di rischio:

– proiezioni di piccoli oggetti, schegge, trucioli, durante le operazioni disaldatura, molatura, tranciatura;

– proiezioni di prodotti chimici durante la manipolazione di acidi,detergenti, oli, solventi etc;

– proiezione di materiale fuso per lavori in prossimità di masseincandescenti;

– esposizione a calore radiante ed a radiazioni luminose;

– etc.

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I principali dispositivi di protezione degli occhi sono:

- occhiali a stanghetta con o senza protezione laterale;

- occhiale a mascherina ad elastico;

- visiere a casco;

- schermi a mano;

Occhiali di protezione

Dispositivi di protezione individuale v0.1 220

- schermi a mano;

- maschere a casco.

Per quanto riguarda l’idoneità al lavoro da svolgere, in generale è possibile suddividere nelle seguenti operazioni:

segue

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Occhiali di protezioneUNI EN 166 (parti principali)

Numero di scala (solo i filtri)Saldatura e/o taglio ossiacetilenicoLenti con livello di protezione da 1,7 a 8.

Saldatura e/o taglio ad arco elettricoSchermi a mano o maschere a casco con livello di prot. da 9 a 14.

Identificazione del fabbricante

Dispositivi di protezione individuale v0.1 221

Identificazione del fabbricante

Classe ottica (ad eccezione di schermi di copertura) 1, 2, 3

Resistenza meccanica (dove applicabile) Nessuno, S, F, B, A,

Resistenza arco elettrico da corto-circuito (dove applicabile) 8

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Non aderenza del metallo fuso e resistenza allapenetrazione di solidi caldi (dove applicabile) 9

Resistenza al danneggiamento di superficie causato daparticelle fini (dove applicabile) K

Resistenza all'appannamento (dove applicabile) N

Occhiali di protezioneUNI EN 166 (parti principali)

Dispositivi di protezione individuale v0.1 222

Resistenza all'appannamento (dove applicabile) N

Riflettanza incrementata (dove applicabile) R

Oculare originale o sostitutivo (facoltativo) O,

Resistenza alle particelle ad alta velocità a temperatureestreme (dove applicabile) T

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Protezione contro rischi meccaniciOcchiale a stanghetta o a mascherina con lentiincolori di sicurezza.

Protezione contro polvere/liquidi

Occhiali di protezione(esempi)

Dispositivi di protezione individuale v0.1 223

Protezione contro polvere/liquidiOcchiale a mascherina con lente incolore, con un sistema di aerazione tale da non permettere la penetrazione nella zona degli occhi di polvere e/oliquidi.

Altri dispositivi di protezione:Visiere di protezione;

Visiere in rete metallica (UNI EN 1731/97)

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REQUISITI GENERALI

� Innocuità;

� Progettazione;

� Comfort.

Vestiario

Dispositivi di protezione individuale v0.1 224

INVECCHIAMENTO

TAGLIE

Page 225: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

MARCATURA con (ad esempio):a) nome o marchio di identificazione del fabbricante;b) designazione del prodotto;c) numero della taglia;d) numero della norma europea;e) pittogramma/i e se necessario livelli di prestazione;

Dispositivi di protezione individuale v0.1 225

e) pittogramma/i e se necessario livelli di prestazione;f) etichettatura di manutenzione;g) avvertimento “Non riutilizzare per i DPI monouso”.

INFORMAZIONI FORNITE DAL FABBRICANTE

Page 226: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

Protezione contro il calore e il fuoco

Protezione contro parti in movimento

Dispositivi di protezione individuale v0.1 226

Protezione contro pericoli da microrganismi

Protezione contro l'elettricità statica

Protezione contro seghe a catena

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Vestiario Requisiti generali e

metodi di prova UNI EN 340 (parti principali)

Protezione contro prodotti chimiciProtezione contro prodotti chimici

Protezione contro intemperieProtezione contro intemperie

Protezione contro il freddoProtezione contro il freddo

Dispositivi di protezione individuale v0.1 227

Indumento di protezione ad alta visibilitàIndumento di protezione ad alta visibilità

Protezione contro contaminazione rad. sotto Protezione contro contaminazione rad. sotto forma di particelleforma di particelle

Protezione contro prodotti chimiciProtezione contro prodotti chimici

Protezione contro tagli e ferite da lamaProtezione contro tagli e ferite da lama

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Esposizione ad agenti biologici

Titolo XTitolo X

D.Lgs. 81/08 e s.m.i

228

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Il rischio biologico

È rischio biologico è un rischio “trasversale ” e presente tanto in attività

lavorative in cui “tradizionalmente” è riconosciuta la presenza di agenti biologici

quali allevamenti o macelli, quanto in attività caratterizzate sempre più spesso da

rischi “emergenti” quali gli aeroporti e il trasporto aereo, o attività frutto della

moda degli ultimi anni, come i centri che effettuano piercing e tatuaggi.moda degli ultimi anni, come i centri che effettuano piercing e tatuaggi.

A ciò va sicuramente aggiunto anche quel mondo professionale, in crescita

esponenziale negli ultimi anni, che riguarda l’assistenza familiare ad anziani,

disabili e malati.

229

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Esposizione ad agenti biologici

Le presenti norme si applica a tutte le attività lavorative nelle quali vi è rischio di

esposizione ad agenti biologici.

Per agente biologico: qualsiasi microrganismo anche se geneticamente

modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare

infezioni, allergie o intossicazioni.

230

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Classificazione degli agenti biologici

Art. 268 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio

di infezione:

• agente biologico del gruppo 1: presenta poche probabilità di causare malattie

in soggetti umani;in soggetti umani;

• agente biologico del gruppo 2: può causare malattie in soggetti umani e

costituire un rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaga nella

comunità; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o

terapeutiche;

231

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Classificazione degli agenti biologici

Art. 268 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

• agente biologico del gruppo 3: può causare malattie gravi in soggetti umani e

costituisce un serio rischio per i lavoratori; l’agente biologico può propagarsi

nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o

terapeutiche;terapeutiche;

• agente biologico del gruppo 4: può provocare malattie gravi in soggetti umani

e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio

di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma, efficaci misure

profilattiche o terapeutiche.

232

Page 233: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Obblighi del Datore di Lavoro

Art. 271 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Nella valutazione del rischio tiene conto di tutte le informazioni disponibili relativealle caratteristiche dell’agente biologico e delle modalità lavorative, ed inparticolare:

a) della classificazione degli agenti biologici che presentano o possonopresentare un pericolo per la salute umana;

b) dell’informazione sulle malattie che possono essere contratte;

c) dei potenziali effetti allergici e tossici;

d) della conoscenza di una patologia della quale è affetto un lavoratore, che è daporre in correlazione diretta all’attività lavorativa svolta;

e) delle eventuali ulteriori situazioni rese note dall’autorità sanitariacompetente che possono influire sul rischio

f) del sinergismo dei diversi gruppi di agenti biologici utilizzati.

.

233

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Misure di prevenzioneIl datore di lavoro applica i principi di buona prassi microbiologica, ed adotta, inrelazione ai rischi accertati, le misure protettive e preventive, adattandole alleparticolarità delle situazioni lavorative.

In tutte le attività nelle quali la valutazione evidenzia rischi per la salute deilavoratori, il datore di lavoro assicura che:

a) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguatia) i lavoratori dispongano dei servizi sanitari adeguati

b) abbiano in dotazione indumenti protettivi od altri indumenti idonei, dariporre in posti separati dagli abiti civili;

c) i DPI ove non siano mono uso, siano controllati, disinfettati e puliti dopo ogniutilizzazione

Nelle aree di lavoro in cui c’è rischio di esposizione è vietato assumere cibi ebevande, fumare, conservare cibi destinati al consumo umano, usare pipette abocca e applicare cosmetici.

234

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Formazione ed informazione

Il datore fornisce ai lavoratori, sulla base delle conoscenze disponibili,informazioni ed istruzioni, in particolare per quanto riguarda:

a) i rischi per la salute dovuti agli agenti biologici utilizzati;

b) e precauzioni da prendere per evitare l’esposizione;

c) le misure igieniche da osservare;

d) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi did) la funzione degli indumenti di lavoro e protettivi e dei dispositivi diprotezione individuale ed il loro corretto impiego;

e) le procedure da seguire per la manipolazione di agenti biologici del gruppo4;

f) il modo di prevenire il verificarsi di infortuni e le misure da adottare perridurne al minimo le conseguenze.

235

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Il rischio biologico in alcuni settori di attività

Esempi

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Il rischio biologico negli uffici

FONTI DI PERICOLO BIOLOGICO

• Materiale documentale, arredi, tendaggi, polvere, impianti di climatizzazione

VIE DI ESPOSIZIONE

• Inalazione di bioaerosol

• Contatto con superfici od oggetti contaminati

EFFETTI SULLA SALUTE

• Disturbi alle vie respiratorie, allergie, dermatiti, infezioni, Sick Building Sindrome (SBS),• Disturbi alle vie respiratorie, allergie, dermatiti, infezioni, Sick Building Sindrome (SBS),

• Building Related Illness (BRI)

AGENTI BIOLOGICI POTENZIALMENTE PRESENTI

237

Virus Rhinovirus (virus raffreddore)Virus influenzali

Batteri Batteri Gram negativi, Stafilococchi e Legionelle

Funghi Cladosporium spp., Penicillium spp., Alternaria alternata, Fusarium spp., Aspergillus spp.

Allergeni Allergeni indoor della polvere (acari, muffe, blatte, animali domestici)

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Il rischio biologico negli uffici

PREVENZIONE E PROTEZIONE

• Formazione e sensibilizzazione sulle corrette prassi igieniche

• Adeguate procedure di pulizia degli ambienti, riduzione polvere

• Microclima confortevole (ventilazione, idoneo numero di ricambi d’aria)

• Adeguata manutenzione degli impianti aeraulici e idrici

• Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici e• Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria, delle superfici edella polvere

238

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Il rischio biologico lavori all’ APERTO

Il rischio biologico può provocare, se non si adottano semplici misure preventive, la comparsa di malattie infettive anche gravi e letali (tetano, leptospirosi ecc.. ). E’ causato da esseri visti solo con il microscopio e che, pertanto, vengono chiamati microrganismi.

239

vengono chiamati microrganismi. Altra causa di contagio sono organismi più grandi, visibili ad occhio nudo come alcuni vermi. Può inoltre essere veicolato da roditori (topi, nutrie),rettili ed uccelli.

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Il rischio biologico

Nel lavoro agro-zootecnico, se non si rispettano alcune semplici misure, un rischio biologico (cioè una malattia infettiva) può derivare da:

– Suolo, fieno contaminati.

– Animali domestici e

240

– Animali domestici e selvatici (nutrie, cani, gatti,piccioni).

– Bestiame.

– Acqua, sia quellautilizzata per bere e perlavarsi che quella usata per l’irrigazione dei campi.

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Il rischio biologico

Misure generali di protezione:

– Indossare idonei abiti protettivi e stivali resistenti; alcune malattie si trasmettono con piccole ferite e abrasioni durante il lavoro nei

241

abrasioni durante il lavoro nei campi.

– Bere solo acqua potabile; alcune malattie si trasmettono per contaminazione dell’acqua, spesso infatti, l’acqua dei pozzi è contaminata da agenti patogeni.

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Il rischio biologico

– In caso di ferite lavare immediatamente la parte con acqua potabile corrente e disinfettare con acqua ossigenata.

– Applicare una medicazione

242

– Applicare una medicazione impermeabile prima di riprendere il lavoro.

– Lavarsi accuratamente le mani prima di mangiare, bere o fumare.

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Il rischio biologico

– La respirazione di polveri provenienti dall’attività agricola può essere pericolosa per la salute.

– Per ridurre questo rischio è necessario proteggere adeguatamente le vie

243

proteggere adeguatamente le vie respiratorie e ridurre, se possibile, la formazione di polveri.

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IL RISCHIO CHIMICO

Titolo IX – Sostanze Pericolose

Capo I – Protezione da agenti chimiciCapo I – Protezione da agenti chimici

244

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Definizioni

Art. 222 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Agenti chimici: tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro

miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo

smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi

prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o no sul mercato.

Attività che comporta la presenza di agenti chimici: ogni attività lavorativa in

cui sono utilizzati agenti chimici, o se ne prevede l’utilizzo, in ogni tipo di

procedimento, compresi la produzione, la manipolazione,

l’immagazzinamento, il trasporto o l’eliminazione e il trattamento dei rifiuti, o

che risultino da tale attività lavorativa.

245

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La valutazione dei rischi

Art. 233 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

Nella valutazione di cui all'art. 28 del D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro

determina, preliminarmente, l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi

sul luogo di lavoro e valuta, anche, i rischi per la sicurezza e la salute dei

lavoratori prendendo in considerazione in particolare:lavoratori prendendo in considerazione in particolare:

• le loro proprietà pericolose;

• le informazioni sulla salute e sicurezza, comunicate, dal responsabile

dell'immissione sul mercato, tramite la relativa scheda di sicurezza;

• il livello, il modo e la durata dell'esposizione;

246

Page 247: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

La valutazione dei rischiArt. 233 D.Lgs. 81/08 e s.m.i.

• le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, tenuto

conto della quantità delle sostanze e dei preparati che li contengono o li

possono generare;

• i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici• i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici

secondo l’elenco riportato negli Allegati XXXVIII e XXXIX;

• gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare;

• se disponibili, le conclusioni tratte da eventuali azioni di sorveglianza

sanitaria già intraprese.

247

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La valutazione del rischio secondo il T.U.

All’esito della valutazione il rischio chimico potrà essere:

RISCHIO CHIMICO PER LA SICUREZZA

BASSO

RISCHIO CHIMICO PER LA SALUTE

248

NON BASSO

IRRILEVANTE

NON IRRILEVANTE

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I rischi sull’uomo

I rischi sull’uomo derivanti dall’utilizzo di prodotti chimici dipendono da:

• tipologia d’interazione col corpo umano;

• la natura dei prodotti;

• l’intensità e la durata dell’esposizione;

• la sensibilità personale dell’individuo esposto;

• le modalità d’impiego e le misure di prevenzione adottate.

249

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Tipologia di interazione con l’organismo umano

Le vie attraverso le quali gli agenti chimici si possono introdurre nell'organismo

sono:

• Inalazione: le sostanze pericolose passano al sistema respiratorio, quindi a

quello circolatorio ed infine agli organi;

• Contatto e penetrazione attraverso la cute o le mucose: può portare ad un

effetto locale o ad un accumulo negli strati grassi, quindi nel sangue ed infineeffetto locale o ad un accumulo negli strati grassi, quindi nel sangue ed infine

negli organi;

• Ingestione:, causa il passaggio dalle labbra/bocca al sistema digestivo e quindi

agli organi dell’agente trattato. In genere le cause sono da ascrivere alla scarsa

igiene o a errate procedure di manipolazione.

250

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Effetti sull’uomo

Effetti acuti: quando l'insieme degli effetti si manifesta entro un tempo

breve e predeterminato dalla somministrazione o dal contatto con la

sostanza. Il danno si verifica immediatamente dopo l’esposizione ed è

generalmente proporzionale alla quantità ed alla concentrazione

(Aggressive, nocive e tossiche).

Effetti cronici: quando gli effetti si manifestano a lungo termine (mesi o

anni) a carico di organi e tessuti dovuti a particolari esposizioni. Il danno

si verifica tempo dopo l’esposizione (anche anni) e dopo ripetute

esposizioni. Il danno è proporzionale alla quantità assunta ed al numero

delle esposizioni ma si verifica anche per basse quantità (Nocive,

cancerogene).

251

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Intensità e durata dell’esposizione

Valori limite di esposizione: livelli di riferimento che sono stati fissati per la

maggior parte delle sostanze chimiche presenti negli ambienti lavorativi.

I più importanti valori limite di esposizione sono i cosiddetti “TLV ” ed indicano le

concentrazioni delle sostanze disperse nell’aria alle quali si ritiene che la maggior

parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente senza alcun effetto

negativo per la salute.negativo per la salute.

252

• TLV-TWA: è il valore limite per esposizioni prolungate nel

tempo (è il limite più importante).

• TLV-STEL: è il valore limite per esposizioni di breve durata.

• TLV-C : è il valore limite di soglia massimo. Rappresenta quella

concentrazione che non può essere mai superata durante tutto

il turno lavorativo neanche per un istante.

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Sensibilità individuale

La risposta a stimoli esterni non è costante per tutti gli individui.

Vi sono individui che presentano una particolare sensibilità ad alcuni agenti

nocivi.

Ciò è dovuto a varie cause come l’ipersensibilità di tipo allergico (atopia), carenze

enzimatiche.

I valori limite di esposizione di solito non tengono in considerazione anche la

possibilità di variazioni individuali nelle risposte. Per questo motivo, i limiti di

esposizione vanno considerati come “accettabili” e non come “sicuri” per

impedire un danno alla salute.

253

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Misure di prevenzione

I rischi derivanti da agenti chimici pericolosi devono essere eliminati o ridotti al minimo

mediante le seguenti misure:

• progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione sul luogo di lavoro;

• fornitura di attrezzature idonee per il lavoro specifico e relative procedure di

manutenzione adeguate;

• riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;• riduzione al minimo del numero di lavoratori che sono o potrebbero essere esposti;

• riduzione al minimo della durata e dell'intensità dell'esposizione;

• misure igieniche adeguate;

• riduzione al minimo della quantità di agenti presenti sul luogo di lavoro in funzione

delle necessità della lavorazione;

• metodi di lavoro appropriati, comprese le disposizioni che garantiscono la sicurezza

nella manipolazione, nell'immagazzinamento e nel trasporto sul luogo di lavoro di

agenti chimici pericolosi nonché dei rifiuti che contengono detti agenti chimici.

254

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Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

• Tutti i prodotti e/o agenti chimici devono essere conservati nelle confezioni originali;

• qualora sia necessario travasare un agente chimico, il recipiente deve essere

etichettato in modo tale da riportare le indicazioni presenti sul contenitore originale

e che queste siano leggibili anche a distanza di tempo;

• tutti i recipienti contenenti agenti chimici devono essere accuratamente etichettati,• tutti i recipienti contenenti agenti chimici devono essere accuratamente etichettati,

sulle etichette devono essere riportate tutte le indicazioni obbligatorie per legge

(nome della sostanza, pittogrammi, frasi di rischio R, consigli di prudenza S,

indicazioni relative al fornitore e massa o volume del contenuto)

• tutti gli agenti chimici devono essere corredati della apposita scheda dati di sicurezza,

conservata in luogo noto ed accessibile a tutti;

• lo stoccaggio deve rispettare le condizioni riportate sulla schede di sicurezza dello

specifico agente chimico;

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Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

• Devono essere presenti solamente quantitativi di agenti chimici necessari all’attività

in corso.

• Gli agenti chimici pericolosi, non utilizzati per l’attività in corso, devono essere

conservati in armadi di sicurezza o scaffali.

• I contenitori degli agenti chimici devono essere sempre richiusi dopo l'uso e riposti• I contenitori degli agenti chimici devono essere sempre richiusi dopo l'uso e riposti

negli appositi armadi o scaffali.

• Periodicamente, deve essere verificata l'integrità dei contenitori per evitare perdite e

diffusioni di sostanze pericolose nell'ambiente.

• Durante la movimentazione dei contenitori, essi devono essere chiusi e gli operatori

devono indossare guanti adeguati alla pericolosità dell’agente chimico.

• Gli agenti chimici pericolosi non devono essere stoccati: sul pavimento,

• sui banchi di lavoro e sotto cappa.

256

Page 257: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Misure di prevenzioneModalità di stoccaggio

Gli agenti chimici devono essere disposti in modo tale che:

• gli agenti corrosivi, caustici e irritanti si trovino al di sotto del livello degli

occhi;

• nei ripiani inferiori trovino posto i contenitori più grandi e le sostanze più

pericolose;pericolose;

• i contenitori non siano ammassati uno sopra l’altro e non sovraccarichino il

ripiano;

• siano rispettate le eventuali indicazioni particolari indicate nella scheda di

sicurezza (voce Manipolazione e Stoccaggio);

• siano rispettate le reciproche incompatibilità (vedi schede di sicurezza);

• siano al riparo dall’azione diretta dei raggi solari e da altre fonti di calore.

257

Page 258: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)Guanti

I guanti devono essere certificati secondo il D.Lgs 475/92, quindi sono soggetti alla

marcatura CE.

Per la protezione da rischi chimici il guanto deve essere scelto in base all’indice di

degradazione (a contatto con la sostanza manipolata) ed in base alla prova di permeazione

(passaggio dell’inquinante attraverso il dispositivo).

SCELTA DEL MATERIALESCELTA DEL MATERIALE

258

Materie PrimeCaratteristiche

LATTICE NATURALE NOEPRENE NITRILE PVC

Punti Forti Eccellente flessibilità e resistenza allo strappo. Buona resistenza a numerosi acidi e chetoni

Resistenza chimica polivalente: acidi, solventi alifatici.Buona resistenza alla luce solare e all’ozono.

Ottima resistenza all’abrasione e alla perforazione.Ottima resistenza ai derivati da idrocarburi.

Buona resistenza agli acidi e alle basi.

Precauzioni d’uso

Evitare il contatto con oli, grassi e derivati da idrocarburi

Evitare il contatto con oli, grassi e derivati da idrocarburi

Evitare il contatto con solventi contenentichetoni, con acidi ossidanti e con prodotti organici azotati

Debole resistenza meccanica. Evitare il contatto con solventi contenenti chetoni e con solventi aromatici.

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Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)Guanti – indicazioni per l’uso

• I guanti monouso non devono mai essere riutilizzati.

• Tutti i tipi di guanto proteggono solo per un breve periodo in quanto nel tempo tutti consentono

la permeazione dei reagenti chimici.

• Devono essere indossati tutte le volte che esiste un potenziale rischio di contatto con la pelle.

• Il tipo di guanti da utilizzare deve essere specificato nelle procedure operative.

• I guanti devono essere tolti prima di toccare superfici che non devono essere contaminate

• (ad esempio cornetta del telefono, maniglie di porte,…..).

• Prima dell’utilizzo occorre controllare l’integrità dei guanti.

• I guanti devono essere tolti rovesciandoli.

• I guanti non monouso devono essere sostituiti periodicamente in funzione della frequenza di

utilizzo.

• Dopo essersi levati i guanti è necessario lavarsi le mani.

• In caso di versamento sui guanti è necessario toglierseli e lavarsi subito le mani.

• Prima dell’uso verificare, gonfiandolo, le condizioni di integrità del guanto.

259

Page 260: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

I dispositivi di protezione delle mani e delle braccia previsti sono:

- guanti contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli,vibrazioni, ecc.), contro le aggressioni chimiche, per elettricisti eantitermici;- guanti a sacco;

Protezione arti superiori - GUANTI

- guanti a sacco;- ditali;- manicotti;- fasce di protezione dei polsi;- guanti a mezze dita;- manopole.

I guanti di protezione devono essere adeguati ai rischi da pr evenire e risponderealle condizioni esistenti sul posto di lavoro. Essi, inoltr e, devono tener contodelle esigenze ergonomiche e poter essere adattati alle nec essità del lavoratore.

Page 261: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Come per tutti i dispositivi di protezione individuale, anche i guanti devono esserecertificati secondo il D.Lgs 475/92, quindi sono soggetti alla marcatura CE.

Ciascun guanto di protezione deve essere marcato con le seguenti informazioni :

a) Nome, marchio o altro mezzo di identificazione del fabbricante

Protezione arti superiori - GUANTI

a) Nome, marchio o altro mezzo di identificazione del fabbricanteb) Designazione del guanto ( nome commerciale o codice ).c) Indicazione della taglia.d) Se necessario, marcatura con data di obdolescenza (scadenza).

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Guanti

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263

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264

Page 265: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Offesa agli occhi

occhiali, visiere o schermi appropriati

Protezione degli occhi e del viso

appropriati

Gli occhiali, gli schermi e le visiere sono dispositivi che servono aprevenire infortuni agli occhi causati da agenti meccanici, chimici,termici, o da radiazioni (visibili, ultraviolette, infrarosse, ionizzanti, laser)

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Protezione degli Occhi

I principali dispositivi di protezione degli occhi sono:

- Occhiali a stanghetta con o senza protezione laterale.- Occhiale a mascherina ad elastico- Visiere a casco- Schermi a mano- Maschere a casco- Maschere a casco

Per la scelta degli occhiali necessari in presenza del rischio chimico occorre rispettare le indicazioni sotto riportate:• gli occhiali di sicurezza devono avere gli schermi laterali;• gli schermi facciali o maschere protettive sono richiesti nel caso travasi di materiali

corrosivi o liquidi pericolosi in grandi quantità e non sotto cappa chimica:• chi indossa lenti a contatto deve essere informato dei particolari rischi che comportano

(ad esempio assorbimento di agenti chimici dall’aria).

266

Page 267: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

I filtri ed i respiratori a filtro antipolvere sono suddivisi in tre classi inbase all’efficienza filtrante:

facciali filtranti FFP1 - filtri P1 - THP1, TMP1 BASSA EFFICIENZAfacciali filtranti FFP1 - filtri P2 - THP2, TMP2 MEDIA EFFICIENZAfacciali filtranti FFP1 - filtri P3 - THP3, TMP3 ALTA EFFICIENZA

Protezione delle vie respiratorie

I respiratori e filtri di media ed alta efficienza sono inoltre differenziatisecondo la loro idoneità a trattenere particelle solide o solide e liquide,per cui si ha:

⇒ classe S: protezione da aerosol solidi e nebbie baseacquosa (sospensione di particelle solide in acqua);⇒ classe SL: protezione anche da nebbie base organica.

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Le tre tipologie di filtro:

Protezione delle vie respiratorie

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PER INDIVIDUARE IL GIUSTO DISPOSITIVO BISOGNA CHIEDERSI:

C’E’ SUFFICIENTE OSSIGENO?

ARIA + INQUINANTE

SiSi ← 02 > 17% → NoNo

DISPOSITIVI A FILTRO RESPIRATORI ISOLANTI

A.P.V.R.

DISPOSITIVI A FILTRO RESPIRATORI ISOLANTI

↓ ↓

- ANTIPOLVERE - AUTONOMI

- ANTIGAS - NON AUTONOMI

- COMBINATI

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QUALI SONO LE DIFFERENZE ?

DISPOSITIVI A FILTRO RESPIRATORI ISOLANTISono dispositivi che consentono Sono dispositivi che consentono

di respirare l’aria di respirare aria proveniente da

ambiente debitamente filtrata. una sorgente incontaminata.

⇩ ⇩

A.P.V.R.

270

⇩ ⇩- FACCIALI FILTRANTI - AUTORESPIRATORI CON BOMBOLA

- SEMIMASCHERE CON FILTRO - RESPIRATORI CON ADD.ARIA ESTERNA

- MASCHERE INTERE CON FILTRO

Page 271: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

271

Page 272: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

ETICHETTATURA

Le nuove regole per l’etichettatura dei prodotti chimici

272

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Etichettatura

Ogni produttore o esportatore deve dotare le singole sostanze o i preparati di

una etichetta di pericolo.

L’etichetta deve avere forma e contenuti standard e deve essere di dimensioni

proporzionali al contenitore dove deve essere affissa.proporzionali al contenitore dove deve essere affissa.

273

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Nuovo Regolamento Europeo C.L.P

Regolamento (CE) n. 1272/2008

È entrato in vigore il 20/1/2009

Incorpora i criteri di classificazione ed etichettatura, i simboli e le avvertenze

concordate a livello globale (GHS)

CAMPO DI APPLICAZIONE

Tutte le sostanze chimiche e miscele pericolose, compresi i biocidi, gli

antiparassitari, senza limiti di quantità prodotte per anno.

Esclusi i preparati (miscele) che ricadono sotto altra normativa europea (es.

farmaci, dispositivi medici, alimenti e mangimi e cosmetici) e le sostanze

radioattive

274

Page 275: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

I cambiamenti apportati

Terminologia

• Miscela, non più preparato

• Classe di pericolo, non più categoria di pericolo: definisce la natura del

pericolo (fisico, per la salute o per l’ambiente)

• Classe di pericolo suddivisibile in categorie, che specificano la gravità del

pericolo

• Indicazione di pericolo (esplosivo, corrosivo ecc): non ha equivalenza

all’inetrno del CLP

275

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I cambiamenti apportati

Etichettatura

• Le indicazioni di pericolo sono

sostituite da un avviso

• Si aggiungono pittogrammi,

• Parole «pericolo» o «attenzione»

• Si aggiungono pittogrammi,

simboli di pericolo

• Cambiano le frasi di rischio

(pericolo)

• Consiglio di prudenza

• Armonizzazione degli ammonimenti

verbali de inserimento di codici

• Sintetizzano le azioni da

intraprendere in caso di esposizione

276

Page 277: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

I nuovi simboli (pittogrammi)

Cornice

Simbolo

Colore

277

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Natura dei prodotti

ESPLOSIVI: prodotti che possono esplodere per effetto della fiamma o che sono

sensibili agli urti e agli attriti più del dinitrobenzene (es. tritolo)

COMBURENTI: prodotti che a contatto con altre sostanze, soprattutto se

infiammabili, provocano una forte reazione esotermica (es. ossigeno)

278

Page 279: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Natura dei prodotti

INFIAMMABILI: comprende tutti i prodotti che precedentemente erano suddivisi

tra infiammabili ed altamente/estremamente infiammabili

e

CORROSIVI: prodotti che a contatto la pelle e le mucose possono esercitare

un’azione distruttiva

279

Page 280: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Natura dei prodotti

IRRITANTI e NOCIVI

e

TOSSICI e MOLTO TOSSICI

e

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE

280

Page 281: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Natura dei prodotti

Nuovi simboli

281

Page 282: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Indicazioni di pericolo e consigli di Prudenza

Le frasi di Rischio ʺ R ʺ ed i consigli di Prudenza ʺSʺ sono sostituiti da:

• Le indicazioni di pericolo H: descrivono, in forma sintetica, i rischi potenziali

associati all’impiego del prodotto

• I consigli di prudenza P: descrivono le comuni norme di sicurezza da adottare

per minimizzare i rischi potenziali associati all’impiego del prodotto.

282

Indicazioni di Pericolo (H) Consigli di Prudenza (P)

H2.. Pericoli chimico-fisici P1.. Carattere generale

H3.. Pericoli per la salute P2.. Prevenzione

H4.. Pericoli per l’ambiente P3.. Reazione

P4.. Conservazione

P5.. Smaltimento

Page 283: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Schede di sicurezza

La scheda informativa di sicurezza deve comportare le seguenti

voci obbligatorie:

1. Elementi identificativi della sostanza o del preparato e della

società/impresa; devono essere indicati gli elementi indicatori della

sostanza o del preparato e il nome, l’indirizzo e il numero di telefono

dell’entità giuridica responsabile dell’immissione sul mercatodell’entità giuridica responsabile dell’immissione sul mercato

2. Composizione/informazione sugli ingredienti; devono essere citate le

sostanze classificate pericolose per la salute e le sostanze che, pur non

essendo classificate hanno limiti di concentrazione

3. Indicazione dei pericoli; informazioni sintetiche dei rischi che presenta

la sostanza o il preparato

4. Misure di pronto soccorso; si dovranno specificare, per le possibili vie di

esposizione, le azioni immediato soccorso da portare all’infortunato

283

Page 284: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Schede di sicurezza

5. Misure antincendio; le indicazioni da fornire dovranno mettere in grado, chi deve

intervenire in caso d’incendio, di effettuare l’operazione in modo corretto e sicuro.

Dovranno essere evidenziati i mezzi estinguenti che non devono essere utilizzati per

ragioni di sicurezza

6. Misure in caso di fuoriuscita accidentale; devono essere indicate le informazioni utili

per l’utilizzatore inerenti le precauzioni individuali, ambientali e i metodi di pulizia eper l’utilizzatore inerenti le precauzioni individuali, ambientali e i metodi di pulizia e

raccolta da adottare, con particolare enfasi quando si tratta di misure che si

differenziano dalle normali buone pratiche operative

7. Manipolazione e stoccaggio; devono essere fornite le precauzioni di tipo

impiantistico e procedurale da adottare per una manipolazione sicura del prodotto e

le condizioni da attuare per assicurare lo stoccaggio in sicurezza del prodotto

8. Controllo dell’esposizione/protezione individuale; devono essere indicate le

informazioni di natura tecnica da attuare per evitare l’esposizione, la natura dei mezzi

protettivi da utilizzare, le misure di igiene specifiche, eventuali parametri di controllo

dei componenti, quali: limiti di esposizione, standard, biologici, ecc.284

Page 285: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Schede di sicurezza

13. Considerazioni sullo smaltimento; devono essere fornite informazioni sulle modalità

di manipolazione e smaltimento dei residui, derivati sia dall’eccedenza del prodotto tal

quale non utilizzato di cui ci si debba disfare, sia dall’utilizzazione prevedibile dello

stesso

14. Informazioni sul trasporto; dovranno essere citate le varie codifiche per i diversi tipi di

trasporto (ADR, RID, ecc.)

15. Informazioni sulla regolamentazione; devono essere riportate le informazioni che

figurano sull’etichetta, devono inoltre essere indicate le disposizioni comunitarie (e le

norme nazionali di recepimento)

16. Altre informazioni; potranno essere riportate informazioni ritenute di interesse, non

riprese da altri punti.

GLI ELEMENTI RIPORTATI NELLA SCHEDA SERVONO ALLA VALUTAZIONE

DEI RISCHI A GESTIRE IL PRODOTTO E A FRONTEGGIARE LE EVENTUALI

SITUAZIONI DI EMERGENZA. 285

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Attenzione

Qualsiasi prodotto chimico deve essere oggetto di specifica

attenzione e di completa conoscenza da parte della persona che

intende utilizzarlo. Troppo spesso la routine abbassa

eccessivamente la soglia di attenzione e di consapevolezza del eccessivamente la soglia di attenzione e di consapevolezza del

rischio.

286

Attenzione!

Page 287: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Attenzione

Prima di utilizzare una sostanza NON conosciuta

verificare quanto riportato nell’etichetta

rinvenibile sul contenitore.

Se vi sono indicazioni circa una particolareSe vi sono indicazioni circa una particolare

pericolosità del prodotto non impiegare lo stesso

prima di aver acquisito e consultato la scheda di

sicurezza dal fornitore il quale, si ricorda, è

obbligato a fornirla GRATUITAMENTE.

287

Page 288: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

288

Page 289: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

RISCHIO CANCEROGENO

E MUTAGENO

289

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Premessa

“ Tutto è veleno e niente è veleno, solo la dose determinase una sostanza, un preparato è o non è veleno ” fraseenunciata da Paracelso nel XVI secolo e che ha segnato unasvolta alla tossicologia generale.

• Lo studio della cancerogenesi è iniziato con osservazioni

290

• Lo studio della cancerogenesi è iniziato con osservazioniepidemiologiche fatte verso la fine del diciottesimo secolo (1761 medico inglese Hill ) e nei primi anni di questo secolo (nel 1915 ) è iniziato lo studio della cancerogenesisperimentale su topi, ratti ecc.

Page 291: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Premessa

I tumori ( neoplasie ) rappresentano una delle patologie dimaggior rilievo nei paesi industrializzati per la lorofrequenza, per la gravità e per il fatto che colpiscono anchein età relativamente precoce.

In Italia questa patologia rappresenta la seconda causa di

291

In Italia questa patologia rappresenta la seconda causa di

morte.

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Definizioni

Cancerogeno è un agente (una sostanza, un preparato) in gradodi provocare l’insorgenza del cancro o di aumentarne lafrequenza in una popolazione lavorativa esposta anche adistanza di anni dal momento della cessazione dell’esposizionestessa.

292

stessa.

R 45R 49R 46

Page 293: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Definizioni

Un agente cancerogeno è riconoscibile in quanto–etichettato da almeno una delle frasi di rischio R45( può causare il cancro), R49 ( può causare il cancro perinalazione );– considerato nel D.Lgs. 3-02-1997 n. 52 e D.Lgs 16-07-1998 n.285 e s.m.i.;

293

285 e s.m.i.;– appartenente all’allegato XLII del D.L.gs. 81 / 2008 ( inparticolare ad alcune lavorazioni es. lavori che espongono agliidrocarburi policiclici aromatici e quelli che espongono apolvere di legno duro e processi produttivi );

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Valori Limite di esposizione professionale

Sono stati fissati valori limite di esposizione professionale (TLV)

Allegato XLIII del D.Lgs. 81 / 2008

benzene ( 3,25 mg/mcubo )cloruro di vinile monomero ( 7,77 mg/mcubo )

294

cloruro di vinile monomero ( 7,77 mg/mcubo )polveri di legno duro ( 5,00 mg/mcubo )

Page 295: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Definizioni

Un agente cancerogeno è riconoscibile in quanto– classificato come sostanze e preparati di categoria 1 e 2per cancerogenicità dalla C.C.T.N.Processi produttivi classificati dalla IARC come categoria 1 e2 A.

295

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Definizioni

Mutageno è un agente ( una sostanza, un preparato ) ingrado di indurre mutazioni cioè cambiamenti stabili sulmateriale ereditario ( DNA ) delle cellule viventi o diaumentarne la frequenza ed è etichettato con la frase dirischio R46 ( può causare alterazioni genetiche ereditarie ).

296

rischio R46 ( può causare alterazioni genetiche ereditarie ).

Page 297: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

La classificazione Europea ( C.E. direttiva n. 93/72/CEE )riconosciuta in Italia ed in Europa considera i cancerogeni intre categorie : prima, seconda, terza.

Prima categoria – sicuramente cancerogeni per l’uomo,sufficienti elementi hanno permesso di stabilire unarelazione causa effetto tra l’esposizione dell’uomo e

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

relazione causa effetto tra l’esposizione dell’uomo el’insorgenza di un tumore.

Seconda categoria – sostanze che devono essere assimilateai cancerogeni umani sulla base di adeguati studi a lungotermine condotti su cavie animali o sulla base diinformazioni specifiche.

Terza categoria – sostanze per le quali gli studi condotti sucavie hanno dato risultati preoccupanti, ma insufficienti acatalogarle nella seconda categoria.

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La classificazione secondo lo I.A.R.C. ( Istituto dellaOrganizzazione Mondiale della Sanità che si occupa dellericerche sul cancro - International Agency for Research onCancer ) individua 5 categorie cosi suddivise :

Gruppo 1 - Cancerogeni umani, categoria riservata alle

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Gruppo 1 - Cancerogeni umani, categoria riservata allesostanze con sufficiente evidenza di cancerogenità perl’uomo – l’agente è cancerogeno per l’uomo.

Gruppo 2 – il gruppo è suddiviso in due sottogruppiidentificati con A e B.

Page 299: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 2 A - Probabili cancerogeni umani, l’agente èprobabilmente cancerogeno per l’uomo, in questosottogruppo sono incluse le sostanze con limitata evidenzadi cancerogenicità per l’uomo e sufficiente evidenza per gli

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

di cancerogenicità per l’uomo e sufficiente evidenza per glianimali. Nel sottogruppo possono essere incluse sostanzeper le quali sussista una limitata evidenza per l’uomo osoltanto una sufficiente evidenza per gli animali purchè ol’una o l’altra sia supportata da altri rilevanti dati.

Page 300: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 2B – Sospetti cancerogeni umani, l’agente èpossibile cancerogeno per l’uomo in assenza di sufficienteevidenza per gli animali, oppure per quelle sostanze consufficiente evidenza per

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

sufficiente evidenza per

gli animali ed inadeguata evidenza o mancanza di dati perl’uomo.

Gruppo 3 – sostanze non classificabili per lacancerogenicità per l’uomo in questo gruppo vengonoinserite le sostanze che non rientrano in nessun’altracategoria prevista.

Page 301: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

La classificazione secondo lo I.A.R.C.

Gruppo 4 – non cancerogeni per l’uomo a tale gruppovengono assegnate le sostanze con evidenza dicancerogenicità sia per l’uomo che per gli animali. In alcunicasi, possono essere inserite in questa categoria le sostanze

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

casi, possono essere inserite in questa categoria le sostanzecon inadeguata evidenza o assenza di dati per l’uomo macon provata mancanza di cancerogenicità per gli animali.

Page 302: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Agente chimico A.C.G.I.H. cancer. I.A.R.C. cancer. UNIONE EUROPEA

fumi saldatura ------ 2B possibile ------

Cr elem. e Cr III A4 ------ ------

Cr VI solub.acq. A1 1 accertato genotos. cat. 2

Cr VI insolub. A1 ----- genotos. cat. 2

CrO3 A1 ----- genotos. cat. 1

Ni elemento A5 1 accertato carc. cat. 3 ( possibile)

Criteri di classificazione degli agenti cancerogeni

Ni elemento A5 1 accertato carc. cat. 3 ( possibile)

Ni comp. Insolub. A1 1 accertato -----

Ni0, Ni203,Ni02 A1 ----- carc. cat.1 ( accertato )

Legenda :

Genotos.= genotossico

Carc.= carcinogeno

A1= carcinogeno riconosciuto per l’uomo

A4= non classificabile come carcinogeno per l’uomo

A5= non sospetto come carcinogeno per l’uomo

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Cancerogeni – mutageni / lavorazione

ELENCO NON ESAUSTIVO

Acido arsenico e suoi Sali ( R 45 ) fonte IARC, usatonell’industria chimica per la produzione di arsenati e dipesticidi.

Calcio Arsenato ( R45 ) usato nell’agricoltura contro insetti,Calcio Arsenato ( R45 ) usato nell’agricoltura contro insetti,per il trattamento dei prati rasati e delle zolle erbose, comepesticida sulla frutta, sulle patate, e verdure.

Piombo arsenato ( R45 ) usato nella veterinaria comemedicinale per pecore e capre, fuori degli USA è usato comeinsetticida per gli alberi da frutta, verdure, caucciù, caffè,pompelmi.

Potassio arsenato ( R45 ) usato nell’industria tessile e comereagente di laboratorio.

Page 304: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

ELENCO NON ESAUSTIVO

Sodio Arsenato ( R45 ) usato nelle lavorazioni difalegnameria in particolare nella formulazione diconservanti per il legno e come insetticida.

Arsenico triossido ( R45 ) usato nell’industria del vetro in

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

Arsenico triossido ( R45 ) usato nell’industria del vetro inparticolare nelle miscele per la produzione di articoli invetro, come decolorante di vetri e smalti; utilizzato anche inagricoltura nella produzione di alcuni pesticidi.

Pentaossido di diarsenico ( R45 ) usato nell’industria dellegno come conservante utilizzato anche come pesticida ofungicida.

Acrilammide ( R45 ) utilizzata nell’industria tessile nellapreparazione di prodotti tessili.

Page 305: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

ELENCO NON ESAUSTIVO

Acrilonitrile ( R45 ) usato nell’industria chimica nella sintesidi fibre sintetiche e polimeri, nella preparazione di antiparassitari.

Asbesto ( R45 ) usato frequentemente per scopi nonprevedibili ed individuabili se non con indagini attente emirate.

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

mirate.

Aziridina ( R45 ) usata come intermedio per la raffinazionedell’olio combustibile e per lubrificanti.

Benzene ( R45 ) prevalentemente usato per la produzione dialtre sostanze chimiche, come solvente, si trova nellemiscele costituenti la benzina, viene usato nell’industriadella gomma, nella produzione di pelle artificiale, comesolvente antidetonante, per cere, resine e oli, produzione dicoloranti.

Page 306: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

ELENCO NON ESAUSTIVO

Benzidina ( R45 ) usata nella produzione di coloranti e altresostanze chimiche, come reagente e come colorante per lalettura al microscopio.

Benzoantracene ( R45 ) non sono noti ne usi ne produzioni

Cancerogeni – mutageni / lavorazione

Benzoantracene ( R45 ) non sono noti ne usi ne produzioniper uso commerciale. Si ritrova ubiquitariamente neiprodotti di combustione incompleta, si trova anche neicombustibili fossili.

Benzopirene ( R45 ) non sono noti ne usi ne produzioni peruso commerciale. Si trova ubiquitariamente nei prodotti dicombustione incompleta, si trova anche nei combustibilifossili. R 45

R 49R 46

Page 307: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Misure tecniche ed organizzative

ORGANIZZAZIONE DEL LAVOROLimitazione al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o chepossono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, ancheisolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguatisegnali di avvertimento e di sicurezza, compresi i segnali “vietato

fumare “fumare “

Page 308: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

sostituzione dell’agente con altro agente che, nellecondizioni in cui viene utilizzato non è nocivo o lo è meno;

impiego di un agente in un sistema chiuso, setecnicamente non è possibile sostituire l’agentecancerogeno o mutageno;

Misure tecniche ed organizzative

cancerogeno o mutageno;

se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamentepossibile il DL deve provvedere affinchè il livello diesposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valoretecnicamente possibile

Page 309: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

PROPAGAZIONE DEGLI INQUINANTI – PROTEZIONECOLLETTIVA

L’ambiente di lavoro deve essere dotato di :

un adeguato sistema di ventilazione generale;

di un sistema di aspirazione localizzata nel caso in cui non

Misure tecniche ed organizzative

di un sistema di aspirazione localizzata nel caso in cui nonsia possibile impedire l’emissione nel luogo di lavoro diagenti cancerogeni e mutageni e localizzata il più vicinopossibile al punto di emissione

R 45R 49R 46

Page 310: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Gli interventi sul lavoratori vengono attuati con i Dispositivi diProtezione Individuali che devono essere correttamenteindossati ed utilizzati

Per la protezione delle vie respiratorie ( APVR isolanti e a filtro ) :considerando il FPO ( fattore di protezione operativo =concentrazione in aria/limite di riferimento ), da usare quando

Dispositivi di Protezione Individuale

considerando il FPO ( fattore di protezione operativo =concentrazione in aria/limite di riferimento ), da usare quandovenga raggiunto il 50% del TLV per sostanze o miscele

Facciali filtranti FFP1FFP2FFP3

Facciale completoFiltri

Semimaschera

Page 311: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

Per la protezione degli occhi e del viso ( norma armonizzataUNI 10912 ): occhiali, visiera

Per la protezione del corpo in relazione all’attività dasvolgere : tuta in tyvek, tuta per la protezione da agenti

Dispositivi di Protezione Individuale

svolgere : tuta in tyvek, tuta per la protezione da agentichimici

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o disomministrazione

CAMPO DI APPLICAZIONE:in caso di affidamento di lavori, servizi e forniture ad impreseappaltatrici o a lavoratori autonomi all'interno della propriaappaltatrici o a lavoratori autonomi all'interno della propriaazienda, …. , nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivodell'azienda.

Page 313: CORSO DI FORMAZIONE PER LAVORATORI - ipsialevi.edu.it

D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09

È un lavoroedile?

Allegato X - Elenco dei lavori edili o di ingegneria civile di cui all'articolo 89 comma 1, lettera a)

I lavori di costruzione , manutenzione , riparazione , demolizione ,conservazione, ristrutturazione , …, di opere fisse, permanenti oconservazione, ristrutturazione , …, di opere fisse, permanenti otemporanee , in muratura, in cemento armato, in metallo, in legno oin altri materiali, comprese le parti strutturali delle linee elettriche ele parti strutturali degli impianti elettrici, le opere stradali,ferroviarie, …. solo per la parte che comporta lavori edili o diingegneria civile, le opere di bonifica, di sistemazione forestale e disterro.…….gli scavi, ed il montaggio e lo smontaggio di elementiprefabbricati utilizzati per la realizzazione di lavori edili o diingegneria civile.

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 – Titolo IV

Il processo prevenzionale finalizzato alla programmazione della sicurezza diventa così il frutto della collaborazione e della cooperazione di più soggetti

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

Responsabile lavoriResponsabile lavoriResponsabile lavoriResponsabile lavori

Coordinatori della sicurezzaCoordinatori della sicurezzaCoordinatori della sicurezzaCoordinatori della sicurezza

Datori di lavoroDatori di lavoroDatori di lavoroDatori di lavoro

ProgettistaProgettistaProgettistaProgettista

CommittentiCommittentiCommittentiCommittenti

Lavoratori Lavoratori autonomiautonomiLavoratori Lavoratori autonomiautonomi

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

AppaltiAppalti

Prestazione di LavoroPrestazione di LavoroConsegna materialiConsegna materiali

Ha implicazionidi sicurezza?

Ha implicazionidi sicurezza?

È un lavoroedile?

È un lavoroedile?

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Richiedere:-Marcatura CE-Dichiarazione conformità-Schede tecniche-Schede di sicurezza-Schede prodotti chimici-Manuale d'uso e manut.

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

Applicare:-Sistema qualità-Controllo interno

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Art. 26

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

D.Lgs 81/08 e s.m.i.Titolo IV

SI NO NO SI

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

D.L. o DelegatoD.L. o Delegato- Definizione Appalto- Definizione Appalto

DUVRIDUVRIInterferenze?

Ci Sono Interferenze?

SI

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

Interferenze?Interferenze?

NO

Il DUVRI non si applica ai servizi di natura intellettuale, alle mere forniture di materiali o attrezzature, nonché ai lavori o servizi la cui durata non sia superiore ai due giorni, sempre che essi non comportino rischi derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni, biologici, atmosfere esplosive o dalla presenza dei rischi particolari di cui all'allegato XI. BandoBando

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Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

D.L. o DelegatoD.L. o Delegato

- Definizione Appalto- Definizione Appalto

DUVRIDUVRI Ci Sono Ci Sono SI

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

Verifica Idoneità Tecnico Professionale

DUVRIDUVRI Ci Sono Interferenze?

Ci Sono Interferenze?

SI

NOContrattoContratto

Fornire Informazioni suiRischi specifici dell’ambiente di lavoro

Fornire Informazioni suiRischi specifici dell’ambiente di lavoro

Cooperarzione e Coordinamento

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

INIZIO LAVORI opere o serviziINIZIO LAVORI opere o servizi

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D.Lgs 81/08 e D.Lgs 106/09 - Art. 26

Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione

I lavoratori di aziende che svolgono attività in regime di appaltoo subappalto, devono esporre apposita tessera diriconoscimento, corredata di fotografia, contenente legeneralità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.Tale obbligo grava anche in capo ai lavoratori autonomi cheesercitano direttamente la propria attività nel medesimo luogodi lavoro, i quali sono tenuti a provvedervi per proprio conto.

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EcoGeo S.r.lEcoGeo S.r.l. Via Paradigna, 21/A-43122 Parma ( PR)Tel. 0521773620

Fax. 0521 799070

GRAZIE PER L’ ATTENZIONE !GRAZIE PER L’ ATTENZIONE !

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