Corso di Energetica degli Edifici - · PDF file(UNI EN ISO 10456:2008) ... Introduzione alla...
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Prestazioni
termoigrometriche dei
componenti nell’edilizia
Docenti:
Prof. Ing. Marco Dell’Isola
Università degli studi di Cassino
Ing. Fernanda Fuoco
Università degli studi di Cassino
Corso di Energetica degli Edifici
Indice
Generalità
Richiami aria umida
Cenni di dispersioni termiche attraverso pareti piane
Diffusione del vapore e Legge di Fick
Caratteristiche dei materiali
Effetti dell’acqua
Cause produzione vapor d’acqua
Verifica termoigrometrica Norma ISO13788
Bilancio igrometrico
Diagramma di Glaser
Correzione cause di condensa Isolamento termico
Barriera al vapore
Modifica microclima interno
Smaltimento della condensa
Normativa e legislazione
Funzioni principali Sicurezza strutturale, resistenza al fuoco
Protezione degli individui dalle variazioni climatiche, agenti atmosferici, rumore
Consentire l’interazione visiva con l’ambiente esterno
Impiego della luce naturale
Scopo degli impianti di climatizzazione ed illuminazione: realizzare condizioni
termoigrometriche e visive confortevoli
Caratteristiche di isolamento termico delle strutture edilizie:
Elementi opachi: proteggono gli spazi interni dalle sollecitazioni termiche indotte
dall’ambiente esterno.
Elementi trasparenti (isolamento termico da 5 a 10 volte inferiori rispetto alle pareti
opache.) Le superfici trasparenti costituiscono il 10-15 % della superficie dell’involucro
Involucro edilizio- Generalità
Diffusione del vapore e legge di Fick
Diffusione del vapore in un mezzo
poroso
I materiali da costruzione sono
generalmente porosi. Al loro interno,
pertanto, sono presenti dei vuoti che
possono essere comunicanti con
l’esterno e/o interconnessi tra loro,
oppure completamente isolati.
L’esistenza di interconnessioni è
condizione necessaria per
l’esistenza di fenomeni di diffusione
di vapore all’interno dei materiali.
I fenomeni igroscopici (pur essendo
strettamente connessi a quelli
termici) presentano uno sviluppo
temporale molto più lento (mesi-
stagioni) rispetto a quelli termici
(ore-giorni).
Legge di Fick
Per diffusione di vapore si intende un trasferimento di massa di vapore in un mezzo o tra più mezzi in contatto fisico, a causa di una non uniforme distribuzione della pressione parziale.
g=vettore di vapore, massa di vapore che fluisce nell’unità di tempo per area unitaria di
superficie isobarica nelle direzioni decrescenti delle pressioni parziali [kg/s m2].
δO=permeabilità al vapore dell’aria → 1.87·10-10 kg/(m s Pa)
sd=spessore equivalente di aria per la diffusione al vapore
δp=permeabilità al vapore del mezzo kg/(s m Pa) →g/(h m mmHg)
μ=permeabilità relativa al vapore del mezzo →
0 d
p
s
x
00p
d
p p pg
x x s
Definizioni
• La permeabilità δ rappresenta la quantità di vapore che attraversa una parete piana di
superficie unitaria e spessore unitario, per effetto di una differenza di pressione di 1 Pa.
• La permeabilità relativa μ rappresenta il rapporto tra la permeabilità dell’aria e la
permeabilità del materiale (numero adimensionale sempre maggiore di 1). In altre parole,
indica quanto la resistenza al passaggio del vapore di un certo materiale è superiore a
quella dell'aria a parità di spessore e di temperatura.
0 d
p
s
x
Il fenomeno della diffusione è descritto da una legge che è formalmente analoga a quella che descrive la trasmissione di calore per conduzione e che pertanto è suscettibile degli stessi sviluppi che si sono studiati in relazione alla trasmissione di calore per conduzione per descrivere il comportamento di pareti composte.
Nelle ipotesi di regime stazionario e trasmissione monodimensionale, la trasmissione di calore per conduzione in una parete composta è descritta dalla seguente equazione derivata dal postulato di Fourier
Q U A T Ti e
1 1U
1 s s 1R 1 nglobh n hi 1 e
RnT T T Tn 1 n i e
Rglob
Coefficiente di
scambio termico
(W/m2K)
Q
q U T Ti eA
Flusso termico
(W/m2)
Considerazioni:
• La forza spingente del fenomeno di scambio termico attraverso una parete è data dalla
differenza di T tra gli ambienti separati dalla parete stessa
• Il flusso termico trasmesso attraverso una parete multistrato diminuisce all’aumentare della
resistenza termica complessiva.
• La resistenza termica può essere incrementata inserendo all’interno della parete uno o più
strati caratterizzati da bassi valori di conduttività termica (materiali isolanti).
• La posizione dello strato di materiale all’interno della parete non influisce sul valore della
resistenza termica complessiva e quindi il flusso termico trasmesso attraverso la parete non
dipende da essa.
• L’andamento delle temperature all’interno della parete dipende dalla posizione degli strati. Il
salto termico è maggiore in corrispondenza degli strati isolanti.
Legge di Fick
Allo stesso modo, nelle ipotesi di regime stazionario e moto monodimensionale è possibile esprimere il flusso del vapor d’acqua con una equazione derivata dalla legge di Fick.
Essa fornisce la densità di flusso di vapore trasmesso per diffusione attraverso una parete composta da strati di materiale ognuno dei quali si comporta rispetto al vapore come una membrana semipermeabile
1 / δpi e 1 / δpe = resistenze di trasporto di massa convettivo trascurabili a fronte della resistenza
offerta dagli altri componenti edilizi, pertanto la pressione parziale del vapore sulle facce interna ed esterna del componente si assumono eguali alla pressione parziale del vapore dell’aria a contatto della superficie.
E’ possibile ottenere i valori della pressione parziale del vapor d’acqua ad ogni interfaccia e
descrivere dunque l’andamento delle pressioni parziali all’interno della parete.
i e
tot
p pg
Z
1
11 1
1 1 1
1 1.....
o
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ssZZ Z Z s
1
1
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j j i e j i en
totdj
j
Z sp p p p p p p
Zs
Valori di permeabilità al vapor d'acqua p
di alcuni materiali da costruzione
Materiale ?mg/mhPa kg/msPa*1012
INTONACI
malta di calce, malta di calce e cemento 0.043 12.00
calce e gesso 0.065 18.00
ELEMENTI DA COSTRUZIONE PORTANTI
calcestruzzo normale struttura chiusa 2000 kg/m3 0.007 2.00
calcestruzzo struttura aperta con argille espanse 1000 kg/m3 0.090 25.00
PANNELLI DA COSTRUZIONE
pannelli di cartongesso 0.083 23.00
pannelli in cemento armato 0.0315 8.75
MURATURE
mattone forato, leggero, ad alta resistenza mecc. 0.108 30.00
· muro di pietra d'arenaria calcarea o mattoni pieni 1000 kg/m3 0.128 35.42
ISOLANTI TERMICI
isolanti a fibra minerale e vegetale 0.540 150.00
isolanti in sughero 0.0638 17.72
polistirolo espanso:· 15 kg/m3 0.032 9.00
· 20 kg/m3 0.022 6.00
· 30 kg/m3 0.016 4.50
poliuretano 30 kg/m3 0.007 2.00
pannelli in legno truciolari 0.013 3.60
LEGNO E MATERIALI IN LEGNO
quercia, faggio, abete rosso, pino perp. alle fibre 0.016 4.50
pannelli in legno compensato 0.036 10.00
pannelli in legno pressati 0.013 3.60
VARIE
rivestimento murario esterno di mosaico di vetro ceramica 0 .0032 0.89
intonaco ad isolamento termico 0.1275 35.42
aria 0.695 193.00
gesso 0.065 18.00
guaine 0.0000075 0.0021
Permeanze utili mg/(hm2Pa) kg/m2sPa *1012
carta Kraft impregnata in bitume: 0.015 4.17
polietilene 100 μm 0.042 11.67
polietilene 300 μm 0.0105 2.92
foglio alluminio da 25 μm 0.0000075 0.00
Caratteristiche dei materiali
(UNI EN ISO 10456:2008)
Sovente in letteratura i valori della resistenza al flusso di vapore si trovano espressi in forma adimensionale
mediante il parametro µ, dato dal rapporto tra la resistenza al flusso di vapore del materiale in esame e quella di
riferimento assunta pari alla resistenza alla diffusione del vapore offerta dall’aria a parità di spessore; ovviamente
per l’aria vale µ = 1.
Ad esempio una resistenza µ = 8 di una muratura in elementi pieni di laterizio , significa che il materiale in esame
ha un valore di permeabilità 10 inferiore a quello dell’aria;
.
Caratteristiche dei materiali
(UNI EN ISO 10456:2008)
Fenomeno della condensazione
Se all’interno della parete la pressione saturazione si abbassa in qualche punto sino a raggiungere il valore della pressione di vapore si forma condensa sulle superfici verticali isoterme corrispondenti e nella fascia di parete tra esse comprese
Se ciò avviene all’interno della parete si avrà un cambiamento di fase che darà origine alla cosiddetta condensazione interstiziale e ovviamente l’ipotesi di stazionarietà del processo all’interno della parete verrà a cadere. Inoltre, il fatto che parte della materia in trasferimento passi alla fase liquida presuppone che la trasmissione di massa non avvenga più per sola diffusione in quanto il condensato verrà trasmesso all’interno della parete secondo processi diversi dalla diffusione.
Il verificarsi della condensazione interstiziale è un fenomeno indesiderato ed è pertanto opportuno verificare se e quando ciò possa avvenire. Infatti, sebbene il condensato possa in molti casi evaporare, se ciò non avviene, o avviene con ritardo, si può avere imbibizione del materiale che comporta importanti effetti indesiderati.
Diffusione del vapore con condensazione interstiziale
Diffusione del vapore senza condensazione interstiziale
La trasmissione del VAPORE ACQUEO è legata alla differenza di pressione parziale del
vapore presente nell’aria umida dei due ambienti ed alle caratteristiche di permeabilità al
vapore dei materiali che costituiscono la parete.
• Se il vapore d’acqua (che in regime invernale fluisce dall’ambiente interno verso l’esterno)
condensa sulla faccia della parete rivolta verso l’interno abbiamo condensa superficiale e se
condensa nella parete stessa abbiamo condensa interstiziale.
Effetti della presenza di acqua nelle strutture edilizie:
• Deterioramento dei materiali
• Indebolimento delle strutture
• Aumento della conduttività dei materiali isolanti (quindi riduzione del loro potere di
isolamento termico)
• Formazione di macchie e di muffe
Fenomeno della condensazione
Provenienza umidità nelle murature
La presenza di acqua nelle strutture edilizie può essere dovuta a :
• Condensazione del vapore d’acqua che attraversa le pareti (a causa della differenza
della pressione parziale del vapor d’acqua presente nell’aria umida, tra i due
ambienti separati dalla parete)
• Risalita per capillarità dal suolo
• Infiltrazione di acque meteoriche
• Perdite da tubazioni
Presenza di umidità nelle murature
(da: Mundula, Tubi, 2003)
Effetti dell’umidità
Degrado di intonaci;
marcescenza delle strutture;
formazione di muffe;
migrazione di sali,
formazione di efflorescenze;
Presenza di acqua sulla superficie ed all'interno delle pareti;
riduzione del grado di isolamento termico dell'involucro ;
variazione dimensionale e danneggiamento di manufatti (fessurazioni e deformazioni) in seguito all’aumento di volume dell’acqua (se la temperatura scende sotto lo zero)
Fattori che influenzano la formazione
di muffe
Specie URmin
Alternaria alternata 85%
Aspergillus versicolor 75%
Penicillium chrysogenum 79 %
Stachybotrys atra 94%
Mucor plumbeus 93 %
Produzione vapor d’acqua
La produzione di vapor d’acqua G all’interno degli ambienti deriva essenzialmente da:
la traspirazione e sudorazione degli occupanti
l’evaporazione in bagni, cucine, lavanderia
Effettuando un bilancio della massa di vapore sull’involucro edilizio, trascurando il flusso diffusivo sulle pareti, deriva che la produzione G è uguale al flusso convettivo di vapore scambiato per ventilazione:
(n V) (νi – νe) = G [kg/s]
avendo indicato con:
ν l’umidità volumica [kg/m3]
V il volume [m3]
n il numero ricambi orari [1/s]
Da cui sostituendo:
ν = mv/V = pvV/RvT
ed approssimando Ti=Te=T si ha:
pvi -pve = G Rv T/ (nV)
Verifica termoigrometrica
Introduzione alla ISO 13788
Formazione di Condensa superficiale o interstiziale
Hp semplificativa che gli altri fenomeni, oltre alla condensazione del vapore a causa
della Δp, non abbiano effetto sui meccanismi di diffusione del vapore attraverso le
strutture. Tuttavia il processo di trasmissione del vapore attraverso le pareti risulta complesso.
Metodi di Calcolo semplificati : risultati cautelativi.
Se una struttura valutata in tal modo risulta non
idonea è possibile esaminarla con altri metodi
Metodo di calcolo più
accurati e complessi
Le Hp dei metodi di calcolo semplificati sono:
• Regime stazionario
• Geometria piana indefinita (assenza di effetti di bordo)
• Flusso termico monodimensionale
• Moto (del vapor d’acqua nella parete) monodimensionale
• Parete costituita da un solo strato o da più strati disposti in serie
• Costanza delle proprietà termofisiche dei materiali al variare della temperatura e dell’umidità
• Materiali omogenei ed isotropi
• Trascurabilità degli effetti dovuti agli accumuli di massa
• Trascurabilità dei fenomeni di trasporto di massa d’acqua nelle pareti diversi dalla diffusione del
vapore
• Trascurabilità dei flussi di aria nelle pareti
• Trascurabilità degli effetti della radiazione solare incidente sulle pareti
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788 ISO 13788: norma più aggiornata in ambito di formazione di condensa in strutture
edilizie
Di un componente perimetrale di un involucro edilizio sono necessarie:
• Analisi termica
• Analisi igrometrica
Comma 8 - Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla
destinazione d’uso all’art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto
1993, n. 412, ad eccezione della categoria E.8, si procede alla verifica dell’assenza di
condensazioni superficiali e interstiziali che le condensazioni interstiziali delle pareti
opache siano limitate alla quantità rievaporabile, conformemente alla normativa
tecnica vigente. Qualora non esista un sistema di controllo della umidità relativa
interna, per i calcoli necessari, questa verrà assunta pari al 65% alla temperatura
interna di 20 °C.
Interventi correttivi: nel caso che dalla verifica di calcolo risulti una significativa
presenza di condensa all’interno della struttura (che non rievapora completamente nelle
stagioni intermedie ed estive).
Scopo della ISO 13788: fornire procedure di calcolo per valutare la capacità di un
componente edilizio di evitare problemi dovuti a umidità superficiale critica ed a
condensa interstiziale.
Hp delle procedure di calcolo:
• Regime stazionario
• Base mensile
Innovazioni della norma
Introduce la procedura di verifica dell’umidità superficiale critica
Condizioni climatiche esterne
• Temperatura di bulbo asciutto Te (la norma utilizza ϑ). Vedere appendice nazionale per i dati climatici delle località..
• Pressione parziale del vapore pve. Tali valori, per le località italiane, sono riportate nella norma UNI 10349
•Se sono disponibili solo i valori medi mensili della temperatura di bulbo asciutto e dell’umidità relativa, è
possibile ricavare con buona approssimazione eccetto che per climi caldi, la pressione parziale di vapore
media mensile dalla seguente equazione:
•Se il componente è adiacente al terreno, si deve sempre assumere la temperatura esterna media annuale di
bulbo asciutto ed un’umidità relativa del 100% .
vseevep p (T )
Valutazioni delle condizioni termo-igrometriche
interne ed esterne. Approccio teorico
Dati Climatici:
UNI 10349
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788
Condizioni termoigrometriche interne
La norma 13788 rinvia agli standard nazionali: la UNI 10350 indica che la temperatura
interna debba essere valutata in funzione dell’uso specifico dell’edificio. Per
applicazioni residenziali si pone:
Ti= 20°C durante i mesi in cui è in funzione l’impianto di riscaldamento
Ti=18°C durante i mesi in cui il valore della Te < 18°C
Ti=Te durante i mesi in cui il valore della temperatura esterna è ≥ a 18°C
Per edifici destinati ad altri utilizzi la temperatura interna deve essere valutata caso per
caso
Valutazione dell’umidità interna
Riguardo alla valutazione dell’umidità interna, la norma propone diverse procedure di
calcolo per la determinazione di pvi.
vi vvep p p
CASO 1: Ricambi di aria costante e generazione di vapor d’acqua (G=cost ed n=cost)
CASO 2: Classi di umidità (vlim= cost)
CASO 3: Condizioni di umidità relativa interna costante e nota come ad es. ambienti
climatizzati (pvi=cost)
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788 vi vvep p p
1) Calcolo di Δpv mediante equazione e di
La pressione parziale del vapore interna pvi dipende dal vapore all’estern e dal grado di
occupazione e di ventilazione dell’edificio. La differenza tra le pressioni parziali del vapore
all’interno ed all’esterno, Δpv , riportate nell’appendice E.2 della ISO 13788 si calcola:
i e i e
v v v
3
3v
i
e
T T T TGp R R
2 n V 2
in cui
apporto specifico di vapore[kg / m ]
R cos tan te dei gas per il vapore acqueo 462Pa m / K kg
T temperatura int erna assoluta[K]
T temperatura esterna assoluta[K]
G produzionedi vaporeall 'i
1
3
nt ernodeg liambienti[kg / h]
n rinnovo d 'aria medio giornalieroin volumiall 'ora h
V volume int erno netto[m ]
La norma non riporta indicazioni per G. Si
adottano i valori indicati in letteratura (Aghemo et
al., 1996 o TenWolde, 1994)
Calcolo di n
• Assunto costante e pari a 0.5 h-1
• Come da ISO 13788
•
Come da UNI 10350
Calcolata Δpv, si ricava la pvi dall’equazione
vi vvep p p
1en 0.2 0.04T [h ]
1e e
1e
n 0.2 0.04T [h ] per T 0 C
n 0.2 [h ] per T 0 C
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788
vi vvep p p 2) Calcolo di Δpv mediante grafico e di
La norma fornisce il diagramma Figura A.6 dell’Appendice A della ISO 13788 che consente di
valutare Δpv in funzione della Temperatura media mensile dell’aria esterna e delle classi di
concentrazione del vapore all’interno degli ambienti (tabella A.1 stessa appendice).
Per i calcoli vanno usati i valori limite superiori per ogni classe.
Classe Uso edificio
1 Molto
bassa
Magazzini
2 Bassa Uffici
3 Media Alloggi a basso
affollamento
4 Alta Alloggi ad alto
affollamento
5 Molto
alta
Edifici speciali (es.
piscine, ecc.)
Classi concentrazione vapor d’acqua
(UNI EN ISO 13788)
Calcolata Δpv, si ricava la pvi dall’equazione vi vvep p p
Per ogni classe di concentrazione del vapore all’interno degli ambienti, Δpv è massimo
e rimane costante per Testerne medie mensili <0°C
Per 0°C<Testerne medie mensili< 20°C Δpv decresce linearmente e si annulla in
corrispondenza di 20°C.
Infatti all’aumentare
della Te, aumentano le
portate di ventilazione
e quindi Δpv decresce;
quando si
raggiungono 20°C
ragioni di equilibrio
implicano Δpv = 0
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788 3) Calcolo di pvi in presenza di un locale climatizzato
In presenza di un impianto di climatizzazione, l’umidità relativa interna φi del locale
assume un valore costante e noto.
Per cui pvi si calcola: vsiivip p (T )
Verifica termoigrometrica in base
alla ISO 13788
Tuttavia per tener conto delle inaccuratezze del metodo:
• nel caso in cui si utilizzano le prime due procedure (calcolo di Δpv ), il valore di Δpv
deve essere moltiplicato per un fattore di 1.10 (la UNI 10350 indica invece un valore
pari a 1.25).
•Se l’umidità relativa interna è assegnata (terza procedura), questa deve essere
aumentata del 5%.
•Il metodo infatti non tiene conto delle:
•Variazioni di T dell’aria esterna e della radiazione solare
•Inerzia igroscopica
•Regolazione dinamica dell’impianto di riscaldamento
N.B. Il metodo non è adatto alla valutazione delle prestazioni dei componenti in
presenza di ponti termici che presentano elevata inerzia termica
:
Verifica
Fenomeni igroscopici di superficie
Umidità superficiale critica
La condensa superficiale si forma quando:
•Tsi < Trug dell’aria interna
•ϕ relativa superficiale interna > 80% per lunghi periodi
( eccessiva umidità interna dipende da un bilancio sfavorevole tra la produzione di
vapor d’acqua e la rimozione del vapore dall’ambiente)
Rimedi
•Un’appropriata ventilazione è uno dei possibili rimedi per evitare il raggiungimento
dell’umidità superficiale critica (80%)
•Aumentare la T interna
•Abbassare l’umidità relativa interna
•Incrementare la circolazione d’aria vicino alla superficie
•Agire sulle caratteristiche termiche dell’involucro: incremento della resistenza
termica unitaria del componente che comporta un aumento della Tsi ed allontanamento
dalle condizioni di umidità superficiale critica
Umidità superficiale critica
Per caratterizzare il comportamento di un componente edilizio, la norma ISO 13788
propone un parametro ossia IL FATTORE DI TEMPERATURA fRsi definito come
si e
Rsii e
T Tf
T T
Tsi è la Temperatura superficiale interna del componente dell’involucro.
Si dimostra che
compl sisi e
Rsii e compl
R RT Tf
T T R
in cui Rcompl è la resistenza complessiva unitaria della parete.
Umidità superficiale critica
Per ciascun mese dell’anno: a)Definire la temperatura dell’aria esterna
b)Definire l’umidità esterna
c)Definire la temperatura interna
d) Calcolare l’umidità relativa interna (pvi) con le procedure descritte
e)Si calcola pvi/0.8 e si valuta la Temperatura di saturazione dell’acqua corrispondente al valore pvi/0.8
pvi/ϕ=pvs (Tsi) con ϕ=0.80
f) Si valuta quindi la Tsi critica corrispondente a ϕ=0.80 per ciascun mese dell’anno
e) Valutiamo il corrispondente fattore di temperatura, fRsi
f) Si ripete il calcolo mese per mese e si definisce mese critico il mese con più elevato valore di fRsi richiesto,
ossia fRsi max
g) Affinchè non si determini umidità superficiale critica, il componente edilizio deve essere progettato in modo
che risulti: fRsi, parete>fRsi max
Questo garantisce che la Tsi della parete è maggiore della Temperatura superficiale critica (cioè corrispondente al
raggiungimento di umidità superficiale dell’80%)
si eRsi
i e
T Tf
T T
Esempio 1
Calcolo fattore di temperatura minimo con classi di umidità
Umidità superficiale critica
La UNI 10350 propone la verifica di una disuguaglianza equivalente.
La resistenza complessiva del componente edilizio deve verificare tale disuguaglianza:
si
compl max
RR
1 fRsi
La ISO 13788 propone le relazioni empiriche dell’Appendice E per valutare le psat
dell’acqua in funzione della T e le Tsat in funzione della pressione.
IPOTESI SEMPLIFICATIVE
Il metodo usato assume che l’umidità di costruzione si sia asciugata e non tiene conto di alcuni importanti fenomeni fisici, quali:
la dipendenza della conduttività termica dal contenuto di umidità;
lo scambio di calore latente;
la variazione delle proprietà dei materiali in funzione del contenuto di umidità;
la risalita capillare e il trasporto di acqua liquida all’interno dei materiali;
il moto dell’aria attraverso fessure o intercapedini;
la capacità igroscopica dei materiali.
Di conseguenza il metodo può essere applicato solo a strutture nelle quali questi effetti sono trascurabili.
Esempio verifica condensazione
superficiale
Esempio verifica condensazione
superficiale
NORMA UNI 13788 - Definisce criteri di progettazione per
prevenire fenomeni di degrado FENOMENI IGROMETRICI DI SUPERFICIE E CONDENSAZIONE INTERSTIZIALE
Le cause la formazione della condensa possono schematicamente essere ricondotte a:
errori progettuali
inadeguato isolamento dei ponti termici;
conducibilità dei materiali in condizioni di esercizio diversa da quella nominale
spessori delle pareti troppo esigui;
inadeguato controllo dell'umidità relativa all'interno degli ambienti (persone, asciugatura, sviluppo di vapore dei bagni ecc.);
utilizzo di serramenti a elevata tenuta (senza provvedere nel contempo ai ricambi d'aria)
errori di installazione;
errata posa in opera degli isolanti;
spessore degli isolanti inferiore a quelli di progettazione
degrado dei materiali isolanti nel tempo;
impiego di intonaci plastici esterni (eliminano la traspirazione della parete);
mancata protezione delle murature in posa in opera (la parete non ha tempo e modo di asciugarsi a seguito del suo successivo veloce completamento);
impiego di tipologie di pareti che innescano fenomeni di condensa interstiziale
errori di conduzione
insufficiente ventilazione degli ambienti;
intermittenza del riscaldamento con raffreddamento soprattutto delle pareti esterne di notte e conseguenza l'accumulo di umidità
mancanza cappa di aspirazione in cucina
Condensazione Interstiziale
Diagramma di Glaser:
Ipotesi semplificative
Nella pratica edilizia le applicazioni sono rivolte più che altro a
verificare se all’interno di una parete avvenga o no condensazione
interstiziale piuttosto che a studiare dettagliatamente la trasmissione di
massa dell’acqua. A tale scopo, si può ricorrere ad un procedimento
grafico detto diagramma di Glaser che vale nelle ipotesi che:
la trasmissione di massa avvenga per sola diffusione;
il campo delle temperature e delle concentrazioni del vapore
d’acqua sia costante nel tempo ovvero che il sia regime stazionario;
le trasmissioni di energia e di massa si possano supporre
monodimensionale;
che ogni singolo materiale che compone la parete si possa
supporre omogeneo e isotropo e che le sue proprietà si possano
supporre indipendenti dalle variazioni di temperatura e di
concentrazione del vapore d’acqua.
Diagramma di Glaser
Per prevenire i danni causati dai fenomeni di condensa interstiziale è necessaria la verifica igrometrica, con il diagramma di Glaser, di ogni tipo di tamponamento esterno, solette di primo piano, di copertura, di logge rientranti, ecc.
Il diagramma si basa sulla rappresentazione dell’andamento delle pressioni parziali e della pressione di saturazione del vapore d’acqua all’interno della parete.
In genere, tale andamento si determina, per semplicità, stimando i valori delle suddette pressioni ad ogni interfaccia degli strati che compongono la parete e stimando un andamento lineare delle stesse all’interno di ogni strato.
Su tale diagramma si individuano le eventuali zone critiche nelle quali la pressione parziale risulta uguale o superiore alla pressione di saturazione ed il vapore condensa.
Diagramma di Glaser
Condizioni al contorno
Per poter eseguire lo studio del campo termico ed igrometrico che riguarda la parete, si devono definire le condizioni al contorno ovvero si devono determinare gli stati termodinamici assunti dall’aria negli ambienti che la parete separa.
Si utilizzano, in genere, le grandezze di stato temperatura e umidità relativa cosicché, posto che la parete sia una parete perimetrale,
lo stato dell’aria dell’ambiente interno è determinato dai valori ti e φi,
e quello dell’ambiente esterno è determinato dai valori te e φe.
Esempio:
Parete multistrato (andamento temperature)
Strato Descrizione Spessore
/m
Conducibilità
/(W/(m K))
1 (interno) Blocchi in
laterizio forato
0.08 0.4 5
2 Pannello in
fibre minerali
0.05 0.045 1
3 (esterno) Pannello in cls
armato
0.16 1.91 70
231 2
globi 1 2 3 e
s1 s s 1 m KR 1.56
h h W
2i i i
2e e e
t 20 C 50% h 8.1 W / (m K)
t 5 C 90% h 23.3 W / (m K)
2glob
1 WK 0.64
R m K
i e2
glob
t t Wq 16
R m
1 ii
12 1
1
23 2
2
34 3
3
e 4e
1t t q 18.03 C
h
st t q 14.83 C
st t q 2.94 C
st t q 4.29 C
1t t q 5.0 C
h
Interfaccia t/°C Pvs/Pa
i 20,00 2338
1 18.03 2063
2 14.83 1684
3 -2.94 480
4 -4.29 427
e -5.00 402
i i s,i
e e s,e
p p 1169 Pa
p p 362 Pa
31 2
1 2 3
29
tot
ss s m s PaZ 60.4 10
kg
i e 9
2tot
p p kgg 13.4 10
Z m s
12 1
p1
23 2
p2
34 3
p3
sp p g 1141 Pa
sp p g 1137 Pa
sp p g 362 Pa
Esempio:
Parete multistrato (andamento pressioni)
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
La norma fornisce un metodo per calcolare il bilancio di vapore annuale e la massima quantità di umidità accumulata dovuta alla condensazione interstiziale.
Il metodo, che si basa sull’uso del diagramma di Glaser, deve essere considerato come uno strumento di valutazione piuttosto che di previsione accurata. Esso infatti permette di confrontare soluzioni costruttive diverse e di verificare gli effetti delle modifiche apportate alla struttura.
Il metodo assume che:
l’umidità di costruzione si sia asciugata;
le proprietà termofisiche dei materiali siano costanti (con l’umidità e la temperatura);
l’ igroscopicità dei materiali, l’assorbimento capillare ed il trasporto di acqua liquida siano trascurabili;
non vi siano movimenti dell’aria attraverso fessure o intercapedini
il trasporto di vapore sia monodimensionale;
le condizioni climatiche al contorno siano costanti nel periodo mensile e gli effetti delle radiazioni termiche siano trascurabili.
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
Temperatura interna degli ambienti
Per edifici destinati ad abitazione e simili, in assenza di più specifiche informazioni, la norma suggerisce i seguenti valori della temperatura interna:
ϑi= 20 °C nei mesi in cui è in funzione l'impianto di riscaldamento;
ϑi= 18 °C nei mesi in cui l'impianto di riscaldamento non è in funzione, ma la temperatura esterna media mensile è < 18 °C;
ϑi = ϑe nei mesi in cui la temperatura esterna media mensile è ≥ 18 °C.
Per edifici destinati ad altri utilizzi la temperatura interna deve essere valutata caso per caso, coerentemente con le condizioni d'uso prevedibili o accertabili.
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
CASO A: non si trova condensazione in nessuno dei dodici mesi,
ed allora si assume che il componente sia esente da fenomeni di condensazione interstiziale;
CASO B: si trova condensazione in uno dei dodici mesi
si individua il mese di partenza della condensazione,
si calcola la condensa accumulata complessivamente nell’anno,
si verifica che la massa accumulata sia inferiore ad un valore limite (500 g/m2)
si verifica che la massa accumulata sia inferiore a quella evaporata
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
Distribuzione di q, ps e pv
Per ogni mese e per ogni interfaccia j tra i materiali:
a) si calcola la temperatura in base a:
b) si calcola la pressione di saturazione del vapore in base a:
c) si calcola la pressione del vapore in base a:
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
MESE DI INIZIO CONDENSAZIONE
A partire dal primo mese in cui è prevista condensazione, vengono considerate le condizioni medie mensili esterne per calcolare la quantità di acqua condensata o evaporata in ciascuno dei dodici mesi dell’anno.
Nel caso di climi non tropicali è possibile individuare il mese di partenza scegliendo il mese antecedente il periodo invernale, in caso contrario è possibile iterativamente procedere a ritroso dal mese in cui si è riscontrato il fenomeno di condensazione fino ad individuare il mese in cui non si verifica tale fenomeno)
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
Condensazione
Se la pressione parziale del vapore
supera in una qualsiasi interfaccia la
pressione di saturazione, si ritracciano le
pressioni parziali del vapore come
segmenti di retta tangenti al profilo della
pressione di saturazione nell’interfaccia
di condensa (senza oltrepassarla).
Si calcola il valore il flusso specifico di
acqua condensata.
Nota: Se si verifica condensazione in più di
un’interfaccia, occorre valutare le quantità di condensa
separatamente su ciascuna interfaccia.
0d
p
s s s
Spessore equivalente di aria per la
diffusione del vapore:
La ISO 13788 prescrive che gli strati con maggiore resistenza
termica (ad esempio gli strati di isolante), vengano suddivisi in
sottostrati con resistenza unitaria non superiore a 0.25 m2K/W.
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
Evaporazione
In presenza di condensa, accumulata nei mesi precedenti, in una o più interfacce, la pressione parziale del vapore deve essere uguale a quella di saturazione e il profilo della pressione parziale del vapore deve essere ritracciato con segmenti di retta tra la pressione parziale del vapore interna, quella in corrispondenza dell’interfaccia di condensazione, quella del vapore esterna.
Si calcola il valore il flusso specifico di evaporazione e quindi la massa specifica evaporata. Il risultato assume valore negativo.
gevap
Norma UNI 10350
Calcolo della condensazione interstiziale
Condensazione
Se la pressione parziale del vapore
supera in uno strato la pressione di
saturazione, nello strato che presenta
condensa il valore della pressione
parziale del vapore deve essere posto
pari al valore di saturazione.
Si calcola il valore il flusso specifico di
acqua condensata.
Il flusso g indica acqua condensata se
positivo ed acqua (condensa) evaporata
se negativo.
Andamento delle pressione calcolate e modificate in presenza di
condensa interstiziale in uno strato di una parete multistrato.
Norma UNI 10350
Calcolo della condensazione interstiziale
Evaporazione
Andamento delle pressioni in fase di evaporazione della condensa da uno strato di una parete multistrato.
Norma UNI EN ISO 13788:2003
Calcolo della condensazione interstiziale
Verifica della quantità limite di condensa ammissibile alla fine del periodo di condensazione In assenza di specifiche informazioni, la quantità ammissibile di condensa
presente in ciascun elemento alla fine del periodo di condensazione non deve superare i limiti riportati in tabella.
In ogni caso la quantità di condensa non può superare il limite di 500 g/m2.
Tutta la condensa formatasi all’interno di un elemento al termine del periodo invernale dovrà sempre evaporare prima dell’inizio della successiva stagione di riscaldamento.
Verifica condensa interstiziale
Verifica condensa interstiziale
Correzione cause di condensa
Per poter eliminare il fenomeno della condensa è possibile:
Modificare il microclima interno mediante: ventilazione interna o
deumidificazione;
Modificare le strutture non idonee attraverso:
la modifica dell’andamento delle pressioni parziali di vapore saturo pvs
agendo sull’andamento della temperatura sulla parete ovvero
sull’isolamento termico;
la modifica dell’andamento delle pressioni parziali pv diminuendo la
permeanza al vapore ovvero introducendo una barriera al vapore;
l’Introduzione di intercapedini ventilate smaltendo la condensa che si
forma;
Correzione condensa:
Isolamento termico pareti
Assicurare un idoneo isolamento
termico delle pareti per mantenere la
temperatura superficiale interna al
di sopra del valore limite di tsi
In particolare è possibile disporre,
verso il lato esterno degli strati
caratterizzati da maggiore resistenza
termica R
S Se la parete
comprende uno
strato di materiale
isolante, si cercherà
di mantenere la
continuità di tale
strato anche in
corrispondenza del
nodo strutturale
Correzione condensa:
Ventilazione - deumidificazione
Assicurare una sufficiente
ventilazione o deumidificazione
degli ambienti interni per ridurre
la concentrazione di vapore pvi
Correzione condensa:
Pareti ventilate
Al fine di aumentare la
possibilità di
smaltimento dell'acqua
condensata è anche
possibile prevedere
un'opportuna
ventilazione con aria
esterna della zona
interessata alla
condensazione
Correzione condensa:
Barriera al vapore E’ evidente pertanto che la condensazione interstiziale sarebbe sempre da
evitare, cosa che si può fare progettando opportunamente la parete ed eventualmente introducendo in essa materiali con bassissima permeabilità al vapor d’acqua. Questi materiali, che vengono utilizzati in strati di spessore piccolissimo che prendono il nome corrente di barriere al vapore.
In ogni caso l'adozione di barriera al vapore deve essere sempre valutata con molta cautela, in quanto può essere causa di inconvenienti tra cui:
una riduzione dell'asciugamento estivo;
una impossibilità di smaltimento della condensa accumulata all’atto della costruzione (getti in opera) specie nelle strutture con impermeabilizzazione sul lato esterno;
una degradazione nel tempo delle sue caratteristiche.
In genere se la quantità di condensa formatasi risulta ammissibile, per una ulteriore riduzione, è sconsigliabile porre in opera uno strato barriera al vapore; è auspicabile invece una più accurata progettazione dell’involucro edilizio.
.
Correzione condensa:
Barriera al vapore Tale strato deve produrre una caduta di pressione tale far scendere la pressione parziale del vapore pv,2, prima dello strato
coibente, a valori inferiori di quello della pressione di saturazione dopo lo stesso strato (pS,3 = 480 Pa).
Nel nuovo diagramma pv,2 tenderà a crescere perché gran parte della totale differenza di pressione sarà costituita dalla c. d. p. sulla barriera, quindi assumiamo il caso peggiore e poniamo: pv,2 pv,i =1169 Pa. La c. d. p. che la barriera deve realizzare, è pari a pv,2 - pS,3 = (1169-480) Pa = 689 Pa, che rappresenta la frazione della totale differenza di pressione pari a:
La resistenza richiesta alla barriera al vapore è molto elevata e si può ottenere con un foglio di alluminio incollato sulla faccia calda dell'isolante e rivestito con un foglio di polietilene, la resistenza è 440·109 m2sPa/kg e lo spessore complessivo della barriera è circa 50 m.
Tale spessore è trascurabile pertanto non viene alterata la resistenza termica della parete, quindi la distribuzione delle temperature resta uguale a quella precedente, perciò le pressioni di saturazione non cambiano. Invece la distribuzione delle pressioni parziali viene modificata poiché la resistenza aggiunta ha un valore molto grande rispetto a quella della parete senza barriera.
BV1169 480
f 0.851169 362
29
BVm s Pa
Z 413 10kg
2
3
4
p 1166 Pa
p 456 Pa
p 456 Pa
29
tot,new tot BVm s Pa
Z Z Z 500.4 10kg
pre
ssio
ne/
Pa
ascissa/m
BVBV
BV tot
Zf
Z z
pre
ssio
ne/
Pa
ascissa/m
ascissa/m
pre
ssio
ne/
Pa
Correzione condensa:
Barriera al vapore
Normativa Tecnica
NORMA
TITOLO
UNI EN ISO 13788:2001
Temperatura superficiale interna per evitare l’umidità
superficiale critica e condensazione interstiziale
Metodo di calcolo
UNI EN ISO 10456:2008
Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche – Valori tabulati di
progetto e procedimenti per la determinazione dei valori termici dichiarati
e di progetto
ISO 12572 Hygrothermal performance of building materials and products -
Determination of water vapour transmission properties
UNI EN ISO 15927-1 Prestazione termoigrometrica degli edifici - Calcolo e presentazione dei
dati climatici - Medie mensili dei singoli elementi meteorologici
UNI 10351: 1994 Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore.
UNI EN 12524: 2001
(RITIRATA e sostituita da UNI
EN ISO 10456)
Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di
progetto