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Corso di Costruzioni idrauliche Giovanna Darvini Università Politecnica delle Marche Anno Accademico 2011-2012 FOGNATURE Condotte, manufatti ricorrenti Ingegneria Civile e Ambientale

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Corso di Costruzioni idrauliche

Giovanna Darvini

Università Politecnica delle Marche

Anno Accademico 2011-2012

FOGNATURE Condotte, manufatti ricorrenti

Ingegneria Civile e Ambientale

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Condotte per fognatura

Requisiti principali delle condotte di fognatura riguardanti i materiali, le tecniche di fabbricazione e i criteri e metodi di posa in opera:

• resistenza meccanica ai carichi esterni;

• tenuta per impedire la fuoriuscita e l’ingresso dei liquidi;

• resistenza di natura fisica, chimica e biologica alle azioni delle acque convogliate e dei terreni attraversati;

• resistenza al moto il più ridotta possibile;

• facilità e sicurezza della posa in opera;

• costo complessivo ottimale (costi del materiale, dello scavo, della posa in opera, della manutenzione e durata, ecc).

REQUISITI PRINCIPALI

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Condotte per fognatura

FORMA DELLE SEZIONI

sezione circolare

sezione ovoidale

sezione a ferro di cavallo

condotte prefabbricate

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Condotte per fognatura

FORMA DELLE SEZIONI

sezioni di grandi condotte di calcestruzzo gettate in opera (fognatura mista)

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Condotte per fognatura

POSA IN OPERA

La posa in opera di condotte di fognatura deve assicurare:

• una distribuzione dei carichi trasmessi dalla condotta al terreno che non dia luogo a tensioni concentrate su di essa;

• un rinfianco laterale che limiti, specie per le tubazioni elastiche, le deformazioni della tubazione (ovalizzazione) le quali, oltre a incrementare le tensioni, potrebbero creare problemi di tenuta dei giunti;

• una sufficiente ripartizione dei carichi esterni, specie di quelli accidentali;

• la possibilità di eseguire correttamente i giunti e di poterne controllare il comportamento in fase di collaudo (prima del rinterro).

Indicato con D il diametro (esterno):

• larghezza al fondo della trincea deve essere non inferiore a (D + 0,40) m;

• posa della condotta su un letto di sabbia di spessore (0,10 + 0,10D) m e, comunque, non inferiore a 0,15 m;

• rinfianco deve essere eseguito con sabbia ben costipata;

• rinterro fino a 30 cm sopra la generatrice superiore da eseguire ancora con sabbia.

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Condotte per fognatura

CLASSIFICAZIONE IN BASE AI MATERIALI

• materiali ceramici e cementizi

grès calcestruzzo armato fibrocemento • materiali metallici

acciaio ghisa • materiali plastici

policloruro di vinile PVC polietilene ad alta densità PEAD a bassa densità PEBD vetroresina

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Fognature

OPERE D’ARTE

La rete dei collettori di fognatura è completata da un insieme di manufatti detti opere d'arte, quali caditoie, pozzetti, stazioni di sollevamento, scolmatori, ecc. La circolare del Ministero dei LL.PP. del 7 gennaio 1974, trattando dei Disegni delle opere d'arte tipo e di quelle particolari più importanti, suddivide le opere stesse in due categorie: ricorrenti (caditoie, pozzetti d'ispezione, pozzetti di confluenza e di deviazione, pozzetti di salto, pozzetti per sifoni di cacciata, ecc.) particolari (stazioni di sollevamento, scolmatori, ecc.)

I manufatti ricorrenti sono oggi quasi esclusivamente prefabbricati e, nella quasi totalità, di conglomerato cementizio.

Vantaggi della prefabbricazione: • riduzione dei costi • limitazione dei tempi di posa in opera (e quindi riduzione in modo

apprezzabile dei disagi che queste costruzioni se gettate in opera produrrebbero sulla viabilità)

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Fognature

OPERE D’ARTE RICORRENTI

CUNETTE Le acque defluenti dalla sede stradale o dall'esterno vengono raccolte lateralmente in piccoli canali, detti cunette, disposte parallelamente all'asse stradale. Le cunette sono interrotte, a prefissata distanza, da un dispositivo che cattura di norma la portata fluente, o talvolta solo una sua parte, per avviarla alla fognatura. Il dispositivo è detto caditoia.

Sezioni di cunette secondo norme CNR

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Fognature

OPERE D’ARTE RICORRENTI

CUNETTE Il velo liquido sulla sede stradale deve essere contenuto entro prefissati valori per non condizionare l'aderenza dei pneumatici. Per questo si deve assegnare un’opportuna pendenza trasversale alla sede stradale. • strade

valori consigliati per le pendenze trasversali in rettifilo: 2,5% per pavimentazioni cementizie e bituminose; 2,5÷3% per pavimentazioni lapidee.

• marciapiedi

profilo trasversale rettilineo con pendenza del 2÷3%; l'altezza del gradino è non superiore a 15 cm (D.P.R. del 24 luglio 1996, n. 503 (G.U. 27 settembre 1996, n. 227) Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici )

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Fognature

OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI Le caditoie sono dispositivi che raccolgono le acque defluenti nelle cunette poste ai lati delle strade o ai bordi di superficie scolanti opportunamente sagomate. Le acque raccolte sono convogliate ai collettori fognari.

Le caditoie vanno disposte, in due ordini, lungo le cunette stradali, solitamente in corrispondenza dei pozzetti d'ispezione e comunque a un interasse di 25÷50 m in dipendenza dall'uso della strada, dalla cunetta e dal tipo e dimensioni della caditoia.

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Fognature

OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI

Tipi di presa: • a griglia • a bocca di lupo • a griglia e bocca d lupo • a fessura

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OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI

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Fognature

OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI - CHIUSINI

La fabbricazione e l’impiego delle caditoie e dei chiusini sono regolati dalla norma europea EN124 del giugno 1994: Dispositivi di coronamento e di chiusura per zone di circolazione utilizzate da pedoni e da veicoli. La norma prevede per la fabbricazione dei dispositivi di chiusura e di coronamento (eccetto le griglie) i seguenti materiali: a) ghisa a grafite lamellare; b) ghisa a grafite sferoidale; c) getti in acciaio; d) acciaio laminato; e) uno dei materiali di cui in a), b), c), d) in abbinamento con calcestruzzo; f) calcestruzzo armato.

Le griglie devono essere fabbricate con: a) ghisa a grafite lamellare; b) ghisa a grafite sferoidale; c) getti in acciaio.

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OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI - CHIUSINI

Tutti i chiusini, griglie e telai devono portare una marcatura leggibile e durevole indicante:

• EN124 • la classe corrispondente

(per esempio D400) o le classi corrispondenti per i quadri utilizzati per più classi (per esempio D400-E600)

• il nome e/o la sigla del fabbricante

• eventuale riferimento a un marchio di conformità.

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OPERE D’ARTE RICORRENTI

CADITOIE STRADALI- CHIUSINI

CLASSE A 15 (carico di rottura 15 kN 1500kgf). Zone esclusivamente pedonali e ciclabili, superficie paragonabili a spazi verdi.

CLASSE B 125 (carico di rottura 125 kN). Marciapiedi, zone pedonali aperte occasionalmente al traffico, aree di parcheggio per autoveicoli.

CLASSE C 250 (carico di rottura 250 kN). Dispositivi posti nelle cunette ai bordi delle strade estesi al massimo fino a 0,5 m sulle corsie di circolazione e fino a 0,2 m sui marciapiedi.

CLASSE D 400 (carico di rottura 400 kN). Carreggiate, banchine stradali, aree di parcheggio per tutti i tipi di veicoli.

CLASSE E 600 (carico di rottura 600 kN). Aree con carichi particolarmente elevati (porti, officine, aeroporti, ecc.).

CLASSE F 900 (carico di rottura 900 kN). Aree con carichi particolarmente elevati (pavimentazioni di aeroporti, ecc.).

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OPERE D’ARTE RICORRENTI

POZZETTI

I pozzetti sono manufatti, per lo più prefabbricati, che vengono inseriti nella rete di fognatura per rendere possibile l’accesso ad essa per ispezioni e manutenzione. I pozzetti vanno posti: • in corrispondenza degli incroci tra più tubazioni - pozzetti di confluenza; • in corrispondenza di deviazioni planimetriche o altimetriche delle tubazioni

- pozzetti di deviazione; • lungo i tronchi di condotte - pozzetti di linea;

a un interasse (per le condotte non praticabili) dell'ordine dei 20÷50 m (fissando possibilmente una distanza che corrisponda alla posa di un numero intero di tubi)

In aggiunta a questi pozzetti, distribuiti nella rete in maniera sistematica, si impiegano anche pozzetti per lo svolgimento di particolari funzioni come i pozzetti per l’alloggio dei sifoni di cacciata posti in testa ai rami periferici di fognatura nera o mista.

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Corso di Costruzioni idrauliche

Giovanna Darvini

Università Politecnica delle Marche

Anno Accademico 2011-2012

FOGNATURE Manufatti particolari – sollevamento, attraversamenti, grigliatura, dissabbiatore, scolmatore di portata, restituzione, misuratori di

portata, vasche di prima pioggia

Ingegneria Civile e Ambientale

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

Nelle reti di fognatura si ricorre a un impianto di sollevamento nei seguenti casi: • quando sia necessario trasferire la portata dal collettore a un recipiente

(canale di scarico, lago, mare, ecc.) il cui livello (costante o variabile) sia posto a una quota più elevata di quella del canale di raccolta (impianto o stazione di estremità);

• quando sia conveniente limitare la profondità di scavo per la posa delle condotte lungo la rete (impianto intermedio).

Si possono avere due schemi o tipi di installazione: • impianto con pompe sommergibili, che incorporano il motore e la

macchina (le elettropompe vengono collocate nella stessa camera di raccolta; la parte elettrica è, naturalmente, stagna: la pompa può, quindi, venire completamente sommersa dall'acqua);

• impianto con pompe aventi il motore all'asciutto.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Pompe centrifughe sommergibili a flusso radiale

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Pompe centrifughe sommergibili a flusso assiale

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Pompe centrifughe

Tipi di girante

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Schema di impianto di sollevamento

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Esempio di curve caratteristichedi una pompa centrifuga

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Esempio di curve caratteristiche di una pompa

DH*

Q*

NPSHr

Pa

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Schema di stazione di sollevamento con le possibili sequenze di funzionamento delle pompe

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Volumi utili da assegnare alle vasche utilizzando la sequenza di funzionamento 1 o 2 nel caso di pompe tutte uguali

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Verifiche nei confronti degli stati limite ultimi idraulici Le opere geotecniche devono essere verificate nei confronti dei possibili stati limite di sollevamento o di sifonamento. Per la stabilità al sollevamento deve risultare che il valore di progetto dell’azione instabilizzante Vinst,d, combinazione di azioni permanenti (Ginst,d) e variabili (Qinst,d), sia non maggiore della combinazione dei valori di progetto delle azioni stabilizzanti (Gstb,d) e delle resistenze (Rd): Vinst,d ≤ Gstb,d + Rd (6.2.4) dove Vinst,d = Ginst,d + Qinst,d (6.2.5) Per le verifiche di stabilità al sollevamento, i relativi coefficienti parziali sulle azioni sono indicati nella Tab. 6.2.III. Tali coefficienti devono essere combinati in modo opportuno con quelli relativi ai parametri geotecnici (M2).

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO Verifica al galleggiamento Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 - G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008 (S.O. n. 30)

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO Verifica al galleggiamento

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

La forma e dimensioni di una stazione di sollevamento devono soddisfare i seguenti requisiti: • essere precedute da impianto di grigliatura e, possibilmente, da

dissabbiatore;

• il flusso in arrivo deve essere indirizzato verso le giranti delle pompe con limitate perdite di carico e senza dar luogo a vortici;

• per impedire la formazione di vortici sono da evitare zone di ristagno; per le pompe di grande portata è opportuno disporre, in prossimità delle giranti, setti per evitare la formazione di vortici locali e il conseguente trascinamento d’aria;

• il tirante minimo sopra la girante deve essere tale da impedire vortici; • per non dar luogo a depositi solidi si deve evitare la creazione di zone con

velocità troppo basse;

• il getto delle portate in arrivo, nel suo impatto con l’acqua, dà luogo a trascinamento d’aria: aria che deve essere eliminata prima di giungere alle pompe;

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

• la vasca delle pompe deve essere quanto più piccola possibile, compatibilmente con la necessità di ridurre il numero di attacchi-stacchi delle pompe;

• essere dotate di adeguata ventilazione con esalatori collocati almeno 3 m dal piano di campagna;

• le stazioni medio-grandi devono essere progettate per poter essere sezionate, con un’appropriata disposizione di paratoie o saracinesche in due parti per facilitare la manutenzione.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

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STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

Schema con alimentazione laterale

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

Abaco per l’assegnazione delle dimensioni di un impianto

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

STAZIONE DI SOLLEVAMENTO

volume morto hm

hu volume utile vasca

zc livello di falda

zf quota del recipiente zr

altezza vasca

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Valvola di non ritorno a clapet

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Saracinesca a corpo ovale PN10 - PN16

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Saracinesca a corpo piatto PN10

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

ATTRAVERSAMENTI – Attraversamenti di corsi d’acqua

L'attraversamento dei corsi d'acqua può essere: • aereo, al di sopra del livello dell'acqua; • interrato, al di sotto dell'alveo. L'attraversamento aereo avviene sempre con un franco non inferiore a 1,50 m circa sulla quota di massima piena. Il deflusso può essere a superficie libera o in pressione. La condotta è solitamente sostenuta da apposita travata; oppure, quando nella zona di attraversamento sia presente un ponte, alloggiata al di sotto del marciapiede (quando sia stato previsto un vano) o appesa alle travate o alla soletta del ponte stesso. In climi rigidi la tubazione deve essere protetta per evitare che il gelo riduca la sezione di deflusso o dia luogo a rotture del collettore. Si possono, per esempio, utilizzare due tubi coassiali inserendo nell'intercapedine sostanze isolanti. Se le condizioni altimetriche non permettono l'attraversamento a superficie libera, e si voglia ricorrere all'attraversamento aereo, è indispensabile un impianto di sollevamento: il deflusso, in questo caso, avviene in pressione.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

ATTRAVERSAMENTI

L'attraversamento al di sotto dell'alveo di un corso d'acqua richiede l'adozione di una botte a sifone.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

ATTRAVERSAMENTI - Attraversamenti stradali

Gli attraversamenti di strade nazionali, provinciali o comunque importanti possono avvenire: • con tubo posato in trincea; • entro tubo guaina • in cunicolo praticabile. L'attraversamento in trincea è adottato per strade di non grande importanza. Per le strade più importanti esso consiste: nello scavo di una trincea ortogonalmente all'asse stradale; nella posa di un tubo eventualmente su sottofondo di calcestruzzo e nel ricoprimento dello stesso con conglomerato armato con rete elettrosaldata a mo' di copertura. Quando non si voglia interrompere il traffico per la posa in opera della condotta si ricorre alla posa entro il tubo guaina con spingitubo. Quando la fognatura abbia portate notevoli, e debba attraversare strade di notevole importanza o autostrade, può essere richiesto l'attraversamento in cunicolo praticabile.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

ATTRAVERSAMENTI - Attraversamenti stradali

L'attraversamento aereo di strade con tubi di fognatura è assai raro. L'unico caso che può presentarsi è quello in cui la strada corra in trincea: in questo caso l'attraversamento è trattato come l'attraversamento aereo dei corsi d'acqua, curando che la luce libera tra strada e condotta sia quella prevista per il tipo di strada sovrapassata.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

ATTRAVERSAMENTI – Attraversamenti ferroviari

Gli attraversamenti ferroviari, in considerazione degli inconvenienti che possono derivare in caso di guasti, sono quelli per i quali sono previste le maggiori cure e precauzioni. La materia è regolamentata dal D.P.R. 23 febbraio 1971 Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie e altre linee di trasporto, pubblicato dalla G.U. del 26 maggio 1971. Il Decreto è stato modificato dal D.M. 10 agosto 2004: Modifiche alle Norme tecniche per gli attraversamenti e per i parallelismi di condotte e canali convoglianti liquidi e gas con ferrovie ed altre linee di trasporto, (GU n. 199 del 25-8-2004).

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Fognature

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

GRIGLIE

Le portate affluenti all'impianto di sollevamento devono essere liberate dai materiali grossolani che esse convogliano. Le griglie vengono collocate tra la condotta di arrivo e la vasca di raccolta per trattenere oggetti vari, foglie, rami, ecc. Sono costituite da barre di varia forma, disposte inclinate nella direzione della corrente. Il D.P.C.M. 4 marzo 1996 prevede che le acque della fognatura bianca, prima dello scarico nel recipiente, siano sottoposte a grigliatura e disoleazione, facendo riferimento per il dimensionamento delle opere alle portate con TR= 1 anno.

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Fognature

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

GRIGLIE

Le griglie pulite danno luogo a una perdita di carico pari a: essendo v la velocità media nella sezione di monte. Il coefficiente K dipende dalla forma delle barre. La velocità tra le barre non

supera generalmente 1 m/s. Una perdita di carico, in servizio, superiore al valore previsto è indice di intasamento della griglia.

∆𝐻 =K(𝑠

𝑏)4/3

𝑣2

2𝑔sen α

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DISSABBIATORE

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Schema di funzionamento di un dissabbiatore longitudinale

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DISSABBIATORE

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Andamento del coefficiente di resistenza CD con Re

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Fognature

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

SCOLMATORI DI PORTATA

Nelle fognature miste, in caso di eventi pluviometrici che eccedano un assegnato limite, è necessario scaricare, prima del recapito finale, una parte della portata raccolta (acque bianche e nere) in un recipiente. La portata residua è avviata all'impianto di trattamento, generalmente dimensionato per elaborare un assegnato multiplo m della portata nera Qn intesa come portata media di tempo asciutto: cioè la portata nera convenientemente diluita. Il multiplo è anche detto coefficiente o grado di diluizione. Ad esso si assegna un valore che dipende dalle caratteristiche del recipiente che riceve la portata scolmata. Si ammettono gradi di diluizione m dell’ordine di 3÷4; in ogni caso, in assenza di puntuali determinazioni, il D.P.C.M. 4 marzo 1996 fissa un valore minimo pari a 3. Nelle fognature bianche è necessario provvedere alla grigliatura e alla disoleatura per le portate inferiori a quelle che corrispondono a Tr = 1 anno; quelle in eccedenza possono essere direttamente avviate al recapito. I tipi fondamentali di scolmatore sono due: scolmatore a stramazzo laterale; scolmatore a luce di fondo.

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Fognature

OPERE D’ARTE PARTICOLARI

RESTITUZIONE

La restituzione deve avvenire a una quota superiore a quella di massima piena del recipiente stesso, avendo, naturalmente, considerato l'influenza che l'immissione produce sia sul valore della portata che sull'altezza idrometrica. Il manufatto d'immissione non dovrebbe provocare un rigurgito di qualche rilievo nella corrente principale. Devono essere evitati gli scavi localizzati in corrispondenza dell'immissione stessa, per i possibili e diversi stati idrometrici del recipiente, provvedendo, eventualmente, alle necessarie protezioni del fondo, e, se necessario, della sponda opposta. Lo sbocco deve essere poi protetto da una griglia per evitare l’ingresso di bambini e animali: essa deve essere sollevabile a clapet in caso di ostruzione parziale. E infine, non deve costituire pericolo per le persone, proteggendo, quando fosse necessario, il manufatto con recinzioni, ecc. Per portate o velocità di rilievo può essere necessario provvedere con adatto manufatto alla dissipazione.

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RESTITUZIONE – sbocco di un collettore

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MISURATORI DI PORTATA NELLE FOGNATURE

Per controllare il corretto dimensionamento delle reti di fognatura pluviali si deve predisporre nel collettore finale, e in altre sezioni significative, un dispositivo per la misura, possibilmente in modo continuo, delle portate. Per le fognature nere o miste i dispositivi di misura sono previsti dal Regolamento per la definizione dei criteri e del metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature di cui all'art. 5, comma 2 della legge 5 gennaio 1994, n. 36, pubblicata nella G.U. del 19 gennaio 1994: Disposizioni in materia di risorse idriche, nota anche come legge Galli dal nome del proponente la versione originaria. Il Regolamento definisce i criteri e i metodi per valutare le perdite degli acquedotti e delle fognature. Esso costituisce una guida per la definizione dei criteri con cui vanno organizzate le osservazioni e le misure nelle reti (monitoraggio).

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MISURATORI DI PORTATA NELLE FOGNATURE

L'articolazione o disaggregazione che può farsi del sistema per componenti e per zone può assicurare una maggiore e più puntuale conoscenza dell'entità delle perdite e della loro distribuzione nella rete. Accertato un comportamento anomalo o fuori norma, si procede a una sistematica campagna di ricerca perdite. Il distretto di fognatura è costituito da una porzione di rete di raccolta per la quale sia misurato continuamente il volume di acqua in uscita. Si definiscono settori di fognatura le parti di rete di raccolta caratterizzate dalla possibilità di essere intercettate e isolate dal sistema generale, in modo che si possano eseguire misure occasionali di portata in ingresso e in uscita. Un settore può essere una parte di distretto o può comprendere aree appartenenti a più distretti.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

MISURATORI DI PORTATA NELLE FOGNATURE

Tra le maggiori cause di perdita si ricordano: • la rottura delle condotte nelle reti e nei sistemi di trasporto; • la compromissione dei giunti tra le tubazioni o tra le tubazioni e i

manufatti per le fognature nere e per quelle miste; • l’anomalo esercizio dello scarico di troppo pieno nelle stazioni di

sollevamento.

Le misure di portata in sezioni significative dei collettori principali, in tutte le stazioni di sollevamento e all’ingresso degli impianti di depurazione, forniscono elementi determinanti per la valutazione delle perdite, confrontando i dati con quelli delle erogazioni dell’acquedotto opportunamente elaborati. Il confronto tra i dati omologhi, nelle medesime ore degli stessi periodi stagionali, negli stessi giorni della settimana, ottenuti in tempo asciutto e in occasione di forti precipitazioni, consente di valutare la presenza di allacciamenti anomali (acque bianche su rete nera) e di perdite in rete.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Sulla base del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale” la Regione Marche, dopo la Delibera della Giunta Regionale del 18 dicembre 2007, si è dotata di un Piano di Tutela delle Acque (PTA). Nel Capo IV delle Norme tecniche di attuazione (NTA) sono stabilite le misure di tutela qualitativa. Nella Sezione III sono normate le reti fognarie, con particolare riguardo alla realizzazione di fognature separate, di vasche di prima pioggia e di scolmatori di piena, nonché gli impianti di trattamento dei reflui.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 42 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio, acque di prima pioggia 6. Ai sensi dell’art. 113 comma 3 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. per le acque

di prima pioggia è necessaria la realizzazione di serbatoi, ovvero di aree allagabili di stoccaggio, ovvero di qualsivoglia altro idoneo sistema, atti a trattenerle per il tempo sufficiente affinché non siano scaricate nel momento di massimo afflusso, quando i corpi recettori sono nell’incapacità di drenare efficacemente i volumi in arrivo e anche per destinarle a trattamento, compatibilmente con le caratteristiche funzionali degli impianti di depurazione. In mancanza di impianto di depurazione disponibile, esse devono essere opportunamente pretrattate, al fine di rimuovere, tramite sistemi di sedimentazione accelerata, o sistemi equivalenti per efficacia, la maggior parte possibile degli inquinanti presenti in forma solida o sospesa.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 42 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio, acque di prima pioggia 7. Ai fini del calcolo dei volumi di acqua di prima pioggia da trattenere,

nonché da pretrattare o da avviare a depurazione, si individuano, quali acque di prima pioggia, quelle corrispondenti ad una altezza di pioggia di 5 mm, uniformemente distribuiti sull'intera superficie scolante, afferente alla sezione di chiusura del bacino idrografico elementare interessato. Ai fini del calcolo del volume si dovranno assumere quali coefficienti di afflusso convenzionali il valore 1 per le superfici impermeabili, ed il valore 0,3 per le superfici permeabili, escludendo dal computo le superfici verdi e quelle coltivate.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 42 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio, acque di prima pioggia 8. I Regolamenti Edilizi Comunali devono essere integrati con le misure atte

a ridurre le portate meteoriche drenate e le superfici urbane impermeabilizzate, adottando prescrizioni per eliminare progressivamente lo scarico nelle reti fognarie miste delle acque meteoriche provenienti da insediamenti abitativi.

9. E’ vietata la realizzazione di nuove superfici scoperte di estensione superiore a 1000 m2 che siano totalmente impermeabili. Per tali superfici scoperte, superiori a 1000 m2, devono essere previsti sistemi di pavimentazione che consentano l’infiltrazione delle acque meteoriche nel suolo. Restano escluse da tali disposizioni le superfici soggette a potenziale dilavamento di sostanze pericolose, indicate nei precedenti commi che, viceversa, devono essere dotate di pavimentazioni impermeabili. I Comuni dovranno adeguare in tal senso i loro regolamenti.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 42 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio, acque di prima pioggia 10.Negli interventi di nuova urbanizzazione, devono essere realizzate

fognature per il convogliamento separato delle acque nere e delle acque meteoriche; le fognature per acque meteoriche devono confluire in vasche di prima pioggia.

11.Ai fini del conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale, è prioritaria la realizzazione o l’adeguamento delle vasche di prima pioggia in corrispondenza degli scarichi delle reti fognarie, ubicati:

• nei seguenti corsi d’acqua, nel tratto di 10 km dallo sbocco in mare: Tavollo, Foglia, Misa, Musone, Potenza, Tenna, Ete Vivo, Tesino;

• negli altri corsi d’acqua nel tratto di 5 km dallo sbocco in mare; • direttamente in mare e nei laghi adibiti alla balneazione; • negli emissari dei laghi adibiti alla balneazione e al prelievo idropotabile

nel tratto di 10 km a monte del punto di immissione; • nei corsi d’acqua superficiali nel tratto di 10 km a monte delle captazioni

idropotabili;

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 42 - Acque meteoriche di dilavamento, acque di lavaggio, acque di prima pioggia • nei corpi idrici superficiali, aventi classi di qualità 4 e 5 delle acque

superficiali, che accolgono scarichi provenienti da agglomerati superiori a 10.000 abitanti equivalenti.

12.La Giunta Regionale può stabilire linee tecniche di indirizzo per la

realizzazione dei sistemi di accumulo delle acque meteoriche e può definire altresì le modalità di funzionamento e di adeguamento degli scolmatori di piena esistenti per garantirne la corretta funzionalità in relazione agli obiettivi di tutela dei corpi recettori.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 43 - Reti fognarie miste, acque di prima pioggia e sfioratori di piena delle reti fognarie miste 1. Nel caso di fognatura mista, gli impianti di trattamento devono garantire il

trattamento effettivo di una portata nera diluita (senza preventiva raccolta in vasca di accumulo), pari ad un rapporto di diluizione 1:2 (cioè 2 volte la portata media in regime di secca, ovvero 2*Qms).

2. Nel caso in cui gli apporti determinati dalle acque reflue industriali superino, in termini di abitanti equivalenti il 50% del totale, tale rapporto di diluizione viene incrementato a 1:2,5.

3. Le reti fognarie devono essere dotate di vasche di accumulo per le acque di prima pioggia a perfetta tenuta; esse vanno costruite in corrispondenza degli scaricatori di piena onde trattenere le acque reflue come di seguito specificato.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 43 - Reti fognarie miste, acque di prima pioggia e sfioratori di piena delle reti fognarie miste 4. In ordine di priorità la costruzione delle vasche di pioggia va prevista solo

dopo la costruzione degli impianti di depurazione, e comunque con livello di priorità decrescente in funzione del recapito.

5. Gli sfioratori di piena devono essere autorizzati allo scarico in ogni caso, previa la necessaria verifica delle situazioni nelle quali essi si attivano: nel caso in cui l’attivazione non sia non riconducibile a situazioni di precipitazioni di particolare intensità, o ad altre cause di forza maggiore, e non venga effettuato l’opportuno adeguamento della rete fognaria, è da valutarsi la revoca dell’autorizzazione.

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Art. 43 - Reti fognarie miste, acque di prima pioggia e sfioratori di piena delle reti fognarie miste 6. Gli sfioratori di piena devono essere dotati, prima dello sfioro, almeno di

una sezione di abbattimento dei solidi grossolani e, ove possibile, anche di una sezione di abbattimento dei Solidi Sospesi Sedimentabili. A tal fine, i gestori di tali opere devono provvedere a redigere un programma di adeguamento degli sfiori esistenti che deve essere approvato dall’AATO e comunicato alla Provincia.

7. Per gli sfioratori di piena di reti fognarie miste, il rapporto minimo consentito tra la portata di punta in tempo di pioggia e la portata media in tempo di secco nelle ventiquattrore (Qms) deve essere pari a cinque. Tale rapporto può ridursi a tre per l'ultimo sfioro in prossimità dell'impianto di depurazione.

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Classificazione delle vasche In base all’inserimento all’interno della rete fognaria:

• Vasche in linea • Vasche fuori linea

In base alle modalità di alimentazione:

• Vasche di transito • Vasche di cattura

In base alle modalità di svuotamento:

• Svuotamento in continuo • Svuotamento intermittente

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Schema di vasca in linea

(tratto da C. Ciaponi, S. Papiri, S. Todeschini, Vasche di prima pioggia: analisi di possibili modalità di svuotamento, Atti del i convegno nazionale di idraulica urbana, Acqua e città, Sorrento 28-30 settembre 2005 )

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Schema di vasca fuori linea di transito

(tratto da C. Ciaponi, S. Papiri, S. Todeschini, Vasche di prima pioggia: analisi di possibili modalità di svuotamento, Atti del i convegno nazionale di idraulica urbana, Acqua e città, Sorrento 28-30 settembre 2005 )

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Schema di vasca fuori linea di cattura

(tratto da C. Ciaponi, S. Papiri, S. Todeschini, Vasche di prima pioggia: analisi di possibili modalità di svuotamento, Atti del i convegno nazionale di idraulica urbana, Acqua e città, Sorrento 28-30 settembre 2005 )

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA

Schema di vasca in linea con svuotamento continuo inserita in una rete fognaria unitaria

(tratto da L. Bornatici, C. Ciaponi, S. Papiri, Le vasche di prima pioggia nel controllo della qualità degli scarichi fognari generati da eventi meteorici, La tutela idrica e ambientale dei territori urbanizzati, Atti dei seminari. Parma (5-6 febbraio 2004) e Cosenza (13-15 dicembre 2004))

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA - vasche prefabbricate

Nella pratica corrente, le acque di prima pioggia vengono separate da quelle successive (seconda pioggia) e rilanciate all’unità di trattamento tramite un bacino di accumulo interrato di capacità tale da contenere tutta la quantità di acque meteoriche di dilavamento risultante dai primi 5mm di pioggia caduta sulla superficie scolante di pertinenza dell’impianto. Esistono due tipi: • con scolmatore esterno

• con scolmatore interno

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VASCHE DI PRIMA PIOGGIA - vasche prefabbricate con scolmatore esterno

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

Il bacino è preceduto da un pozzetto separatore che contiene al proprio interno uno stramazzo su cui sfiorano le acque di seconda pioggia dal momento in cui il pelo libero dell’acqua nel bacino raggiunge il livello della soglia dello stramazzo. Nel bacino è installata una pompa di svuotamento che viene attivata automaticamente tramite una sonda rivelatrice di pioggia installata sulla condotta di immissione del pozzetto. Alla fine della precipitazione, viene avviata la pompa di rilancio dopo un intervallo di tempo pari a 48-72 h. Se durante tale intervallo inizia una nuova precipitazione, la sonda riazzera il tempo di attesa. Una volta svuotato il bacino, l’interruttore di livello disattiva la pompa e il sistema si rimette in situazione di attesa.

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA - vasche prefabbricate con scolmatore esterno

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OPERE D’ARTE PARTICOLARI

VASCHE DI PRIMA PIOGGIA - vasche prefabbricate con scolmatore interno