Corso di aggiornamento 23-06-2012 Psicomotricità a scuola · I contatti mano-corpo si prestano a...
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LA RELAZIONE TONICA
(A.Lapierre, B.Aucouturier)
Il tono è il fondamento di ogni comunicazione, anche quando la comunicazione corporea sarà completata e sostituita da codici più evoluti come la parola.
Il tono modalità comunicativa che manifesta lo stato emotivo di chi parla
La relazione tonica è lo scambio dialettico che può stabilirsi tra due corpi
e permettere loro:
• di capirsi
• di instaurare una situazione di “fusionalità” più o meno simbolica
• di comunicare
• di trovare piacere in questa situazione.
Il tono è la prima modalità corporea e primitiva
POSSIBILITA’ DI CONTATTO A LIVELLO CORPOREO
Il contatto delle mani è culturalmente il meno proibito.
Istituzionalizzato nella stretta di mano, può assumere tonalità differenti:
-può essere rassicurante (la mano del padre o della madre che tiene quella
del bambino)
-se fermo e prolungato può essere l'espressione di una domanda affettiva
intensa o la risposta rassicurante a questa
-se leggero o mobile, può sviluppare una grande sensualità ...
I contatti mano-corpo si prestano a situazioni multiple (dall'esplorazione al
possesso, passando per la carezza affettiva o esogena).
Il contatto dei piedi è generalmente molto distante, implica poco ed esprime
spesso un approccio al corpo dell'altro.
I contatti corpo a corpo sono inizialmente molto più facili quando sono
coperti da un pretesto di lotta aggressiva.
La loro accettazione in un contesto differente segna una tappa
nell'accettazione del corpo dell'altro.
Molte sfumature sono percepite secondo la posizione dei due corpi (es.
schiena contro schiena, laterale, faccia a faccia), l'estensione dei contatti,
l'intensità delle pressioni, la stabilità o il movimento, la rapidità o la
lentezza dello spostamento.
Un attenzione particolare
va riservato alla testa
i contatti fronte contro fronte, sono
affettivamente molto pregnanti
l'abbandono della testa, ovvero il
rilasciamento dei muscoli della nuca che la
mantengono in posizione verticale di
vigilanza, segna sempre l'abbandono delle
difese, la fiducia verso l'altro
Il contatto guancia a guancia è utilizzato
molto poco dagli adulti, è invece molto
apprezzato dai bambini
La manipolazione del corpo dell’altro è un'attività che si riscontra raramente
nell'adulto, ma che è molto apprezzata dal bambino.
Quello che " fa il morto" è manipolato, trasportato, maneggiato dagli altri e
apparentemente ne prova molto piacere.
I bambini amano molto manipolare il corpo dell'adulto, il bambino in questa
maniera afferma il suo potere e la sua identità.
•la respirazione,( a volte con un accordo di
ritmi respiratori) •i battiti cardiaci
•il peso
•il calore •la tonicità muscolare
parametri fondamentali della vita
Gli squilibri e gli equilibri reciproci che si possono verificare in situazioni di gioco
a coppie, permettono, attraverso l'appoggio al suolo e all'appoggio sul corpo
dell’altro, di evitare la caduta, sostenendosi reciprocamente.
Queste situazioni, possono essere vissute anche in gruppo; le modulazioni dello
squilibrio di ognuno assicurano l'equilibrio dell'insieme in un rapporto di
complementarietà tonica
L'equilibrio a coppie con una pressione (appoggio reciproco)
può essere realizzato
con una trazione (sospensione reciproca)
L’equilibrio in un gruppo
può essere realizzato con la combinazione di questi due processi
Queste momenti corporali fanno emergere delle situazioni con
valenza simbolica:
-la fiducia nell'altro ( o negli altri) che può giungere fino all'abbandono
(del suo corpo, ma anche delle sue responsabilità) o fino a una
situazione di dipendenza totale (“affidare la propria vita all'altro");
-la responsabilità , di fronte all'altro o agli altri, che può essere
vissuta in uno stato ansioso;
-l' aggressività, più o meno cosciente, che proibisce qualsiasi
accordo di equilibrio;
- I' ambivalenza, più o meno conflittuale, di questi atteggiamenti
diversi.
L'unione,in gruppo, di queste tendenze diverse esprime simbolicamente le
interrelazioni sociali di ognuno dei partecipanti e può aiutarli a prenderne coscienza
Possiamo constatare inoltre, che l'atteggiamento posturale del corpo varia in
funzione degli stati affettivi ed emozionali.
Si raddrizza nella gioia o nel dinamismo
e si affloscia nella tristezza o
nell'abbandono
Allo stesso modo notiamo che certi stati affettivi ed emozionali,
come la tristezza ,la paura, la tenerezza, provocano spontaneamente non solo la
ricerca di un contatto corporale, ma la ricerca di un appoggio sul corpo dell'altro
(nel linguaggio simbolico si parta di " sostegno").
Nei primi anni di vita gran parte del rapporto dell'adulto con il bambino è mediato
dalla dimensione corporea, nel senso che l'adulto ha una funzione "maternante"
anche in senso fisico,corporeo. Il bambino ha bisogno di essere curato fisicamente.
Gli adulti che si occupano istituzionalmente dei bambini piccoli (ad esempio le
maestre dell'asilo nido), trovano quindi un terreno immediato ed elettivo
nell'intervento a livello del corpo e delle sue cure fisiche. Questo implica un positivo
riscontro sull'intera personalità, soprattutto a livello del mondo emozionale interno
del bambino.
Segue poi un periodo intermedio nel processo di sviluppo
evolutivo del bambino che inizia ad autogestire sempre più la
propria persona in senso fisico (l’autonomia del vestirsi,
lavarsi, andare ai servizi, cibarsi da solo).
Un bambino che non è più solo corpo, ma non è ancora del
tutto mente
L’insegnante si improvvisa un po’ mamma e un po’ maestra
Fino ai 9-10 anni il bambino vive in uno stadio
in cui l’unità corpo-mente è ancora caratterizzata
da un prevalere del vissuto emozionale.
Il percorso prevalente è dal corpo alla mente,
quindi dall’uso del corpo alla riflessione su di esso.
Il concetto di “corporeità” per il bambino è strutturalmente differente rispetto a come
lo vive un adulto: per il bambino il piacere è“ dentro”
il corpo, un adolescente o un adulto il piacere è nel risultato (performance atletica )
o nella mente (controllo).
Il bambino, ad esempio, trova piacere “semplicemente” e “gratuitamente” nel salto in
sé e nelle sensazioni che ne riceve.
Il periodo della scuola materna ed elementare copre
proprio questo stadio di “transizione”
Il modello che proponiamo ha come oggetto specifico
d’intervento l’uso del corpo e del movimento nel loro
contenuto emozionale - psicologico,
che corrisponde alle modalità espressivo relazionali
non verbali.
LA VIA PSICOMOTORIA via privilegiata attraverso cui il bambino
esprime, riceve ed elabora tutta la propria
emozionalità
a livello
didattico
l'insegnante
saper cogliere, leggere e aiutare il bambino
ad elaborare il proprio mondo interno, a
crescere lungo il suo percorso e dare un
senso al suo agire.
Fondamentale per l’insegnante è quindi la formazione personale per
una conoscenza e uso delle proprie modalità corporee di comunicazione
.
- adeguare il proprio linguaggio psicomotorio
Come ?
- saper entrare nel circuito di comunicazione
del bambino
l’esperienza psicomotoria dell’insegnante
Con i bambini è fondamentale sapere e conoscere il gioco
L’insegnante deve saper giocare e mettersi in gioco
si può trasmettere bene solo ciò che si è vissuto in prima persona e per questo che lo psicomotricista sensibilizza l’adulto a vivere
un’opportunità per entrare in comunicazione con il mondo del bambino, attraverso una modalità che passa per il gioco e per una comunicazione
prevalentemente non verbale, è contattare quello che spesso viene chiamato “ il bambino che c’è in noi”
1) saper “ricevere” il messaggio emesso dal bambino, tramite il suo
linguaggio corporeo
2) saper usare le proprie modalità corporee di espressione, cioè
saper “dire“ attraverso il proprio linguaggio corporeo.
Le competenze da acquisire
La relazione d'aiuto non consiste tanto nell'individuazione del
"perché", ma nel constatare che l'altro esiste, che è in empatia con noi.
..........e noi come ci poniamo ?
• Che cosa faccio (quali azioni) prima di entrare in aula?
• E quando sto per iniziare un intervento ?
• Occupo sempre lo stesso posto ?
• Sono consapevole di essere fermo o in movimento quando lo sono ?
• Con quali atti "carico " i silenzi ?
• Il tono della mia voce "punteggia“ i passaggi delle mie comunicazioni?
• Come guardo?
• Che cosa muovo?
• Che cosa penso mentre ascolto ?...
La formazione personale viene proposta sia a
coppie che in gruppo,
il gruppo :
- è una comunità di soggetti che apprendono gli
uni dagli altri
- stimola la sperimentazione
- assorbe le difficoltà
- contiene
- limita la paura del giudizio
- aiuta a costruire relazioni basate sulla fiducia
L'esperienza si sviluppa su tre direttrici:
- il corpo che si muove;
- il corpo che si esprime;
- il corpo che comunica.
La comunicazione non verbale è sperimentata attraverso:
- la gestualità
- la mimica
- la voce ( relativamente agli
aspetti non verbali )
- lo sguardo
- il contatto e il dialogo tonico
- Il comportamento spaziale
Il nostro corpo “comunica “attraverso un linguaggio non verbale che
trasmette informazioni che quello verbale non è in grado di dare
L’OSSERVAZIONE
Saper osservare non vuol dire solo SAPER VEDERE
Saper OSSERVARE vuol dire CAPIRE, cioè dare un senso a
quanto rilevato e in seguito
OPERARE di conseguenza
L’OSSERVAZIONE è quindi saper leggere attraverso l’uso delle categorie del
linguaggio corporeo ( rapporto con il proprio corpo,con lo spazio,il tempo,il
materiale, gli altri) lo “ stato” del bambino nel processo di evoluzione
psicologica
Vedere, capire e operare sono un unico atto mentale
L’osservazione e i momenti dell’istituzione
educativa
Ogni istituzione educativa è caratterizzata da vari momenti, vari tipi di attività,
determinati dalle esigenze della vita quotidiana e dalle caratteristiche
dell’istituzione stessa.
I momenti di una scuola materna sono abbastanza diversi da quelli di una
scuola elementare;
L’importante è rilevare come il bambino,
oggetto di osservazione, si comporti
durante questi momenti
(in rapporto al proprio corpo, allo spazio,
al tempo, agli altri e agli oggetti)
Momenti della vita istituzionale
Sono i momenti dell’entrata, l’uscita, il cambio di insegnante, il momento del
pasto ed eventualmente del riposo, il momento di andare ai servizi.
Il bambino non è libero di scegliere o fare attività
L’insegnante non impone nulla in quanto sono esigenze di tipo
istituzionale
Momenti organizzati a valenza cognitiva
In questo momento il contenuto è organizzato ed ha soprattutto valenza
cognitiva
Il bambino deve eseguire le consegne dell’insegnante
L’insegnante organizza le attività con lavori di gruppo, di sezione
Momenti organizzati a valenza emozionale
Anche questi momenti sono organizzati a livello didattico, in modo preciso ma
il contenuto delle attività è a prevalente carattere emozionale
Il bambino non può fare quello che vuole
L’insegnante propone giochi in cui prevale l’attività motoria,
(o senso-motoria), o attività in cui si vedono film,
si raccontano o si mimano storie
Momenti liberi
Sono i momenti di gioco libero, si deve tener conto se il gioco viene
attuato all’aperto, in un dato spazio e con dati materiali
Il bambino può scegliere di fare ciò che vuole e nel modo che
preferisce (rispettando le regole di vita istituzionale
e di vita sociale)
Osservare un parametro alla volta
Porre attenzione agli atteggiamenti corporei ed emotivi
Osservare il tempo dedicato alle singole attività
Osservare i giochi che producono rilassamento, concentrazione, o eccitazione e/o tensione emotiva
INDICAZIONI PER L’OSSERVAZIONE
• Attenzione intenzionale
• Atto conoscitivo e non valutativo
• Strumento che aiuta a comprendere prima di intervenire
• Strumento che aiuta a conoscere chi ho di fronte: la sua storia,i suoi
bisogni,la sua evoluzione
• Strumento che aiuta a comprendere chi sono io adulto, come mi muovo in
una relazione, la validità del mio percorso evolutivo
• Metto a fuoco, ipotizzo nuovi interventi, agisco in modo più consapevole e
flessibile, rivedo e ridefinisco costantemente
• Esco dalla dimensione soggettiva e favorisco il confronto, la discussione
• Strumento che mi aiuta ad intervenire di meno e ad organizzare
maggiormente in regia decentrata
• Cosa osservo (obiettivi), come osservo (strumenti),quando osservo (tempo)
• Strumento della programmazione e della verifica
OSSERVAZIONE COME: