Corriere del Mezzorgiorno - Carnevale della festa, non di rado … · 2017. 2. 20. · in Sicilia e...

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Domenica, 19 Febbraio 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it Carnevale SFILATE, USI E MASCHERE IN SICILIA E CALABRIA I l Carnevale storicamente rimanda a un insie- me di rituali caratterizzati da sequenze, com- portamenti, performance incentrati sull’in- versione dell’ordine sociale, dunque sulla sua temporanea sospensione, sull’eccesso alimenta- re, sull’orgiasmo. Se tutte le feste sono tali perché introducono una cesura nell’ordinario fluire del tempo, consentendoci di coglierne la sua “natu- ra” collettiva, il Carnevale, in questo senso può essere considerato la festa del tempo per eccel- lenza perché ci lascia cogliere in modo esempla- re il passaggio dal tempo consumato al tempo ri- generato, una rappresentazione del tempo come dimensione ciclica, sacrale, reversibile diversa- mente da quella lineare, irreversibile del tempo storico. Collocandosi tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, è il tempo in cui le forze vitali si esauriscono introducendo, per contrappunto e inversione, il caos che scompagina il cosmos, il tempo della morte che deve essere scongiurata per riaffermare la vita attraverso la dismisura, nelle figure, nell’assunzione del cibo, nell’eros; è il tempo del ritorno dei defunti, del sopravvento delle forze demoniache, delle maschere dell’alte- rità, della diversità, del rovesciamento e dell’in- versione, di status, di genere, di generazioni, di confusione degli ordini della realtà naturale. Carnevale è il capro espiatorio che si fa carico dei mali del mondo (si pensi alla morte e al fune- rale di Carnevale nelle diverse personificazioni che esso assume a seconda dei contesti) ma, nel- lo stesso tempo è l’eroe che rigenera attraverso la sua morte. Il tempo di Carnevale è un tempo di sospen- sione, è un tempo altro in cui l’ordine sociale può essere sconvolto e capovolto, le gerarchie abolite, le regole dell’etichetta e delle decenza violate. Un tempo in cui è lecito beffarsi dei potenti, in cui i padroni portano “capestro e sella”. Moduli agonistici, con sfide, duelli, assalti, moduli nu- ziali, con pantomime di corteggiamenti e nozze, moduli performativi basati sullo scambio (di ali- menti, dolci, confetti) giocati sull’eccesso, secon- do una modalità che viola le regole, di misura e di confine, nei diversi registri possibili: eccessi verbali, nel linguaggio scurrile o irridente, ecces- si nella gestualità, scomposta, provocatoria, in- decente, eccessi sonori, con grida, fischi, percus- sioni. La carica eversiva e liberatoria, non di rado ma con difficoltà combattuta e osteggiata dal potere ecclesiastico e secolare, pur se addomesticata, non ha perduto la sua forza, come attestano i di- versi esempi documentati. Docente di Antropologia culturale all’Università di Palermo © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caos scompagina il cosmos La carica eversiva e liberatoria della festa, non di rado combattuta e osteggiata dal potere ecclesiastico e secolare, non ha perduto la sua forza Senza regole È in questo periodo dell’anno che l’ordine sociale può essere sconvolto e ci si può prendere gioco di qualsiasi potere On line Lo speciale «Carnevale in Sicilia e Calabria» è consultabile su www.corrierede lmezzogiorno.it Il tempo delle beffe di Gabriella D’Agostino

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  • Domenica, 19 Febbraio 2017 www.corrieredelmezzogiorno.it

    CarnevaleSFILATE, USI E MASCHERE IN SICILIA E CALABRIA

    I l Carnevale storicamente rimanda a un insie-me di rituali caratterizzati da sequenze, com-portamenti, performance incentrati sull’in-versione dell’ordine sociale, dunque sulla suatemporanea sospensione, sull’eccesso alimenta-re, sull’orgiasmo. Se tutte le feste sono tali perchéintroducono una cesura nell’ordinario fluire deltempo, consentendoci di coglierne la sua “natu-ra” collettiva, il Carnevale, in questo senso puòessere considerato la festa del tempo per eccel-lenza perché ci lascia cogliere in modo esempla-re il passaggio dal tempo consumato al tempo ri-generato, una rappresentazione del tempo comedimensione ciclica, sacrale, reversibile diversa-mente da quella lineare, irreversibile del tempostorico.

    Collocandosi tra la fine dell’inverno e l’iniziodella primavera, è il tempo in cui le forze vitali siesauriscono introducendo, per contrappunto einversione, il caos che scompagina il cosmos, iltempo della morte che deve essere scongiurata per riaffermare la vita attraverso la dismisura, nelle figure, nell’assunzione del cibo, nell’eros; èil tempo del ritorno dei defunti, del sopravventodelle forze demoniache, delle maschere dell’alte-rità, della diversità, del rovesciamento e dell’in-versione, di status, di genere, di generazioni, diconfusione degli ordini della realtà naturale.

    Carnevale è il capro espiatorio che si fa caricodei mali del mondo (si pensi alla morte e al fune-rale di Carnevale nelle diverse personificazioniche esso assume a seconda dei contesti) ma, nel-lo stesso tempo è l’eroe che rigenera attraverso lasua morte.

    Il tempo di Carnevale è un tempo di sospen-sione, è un tempo altro in cui l’ordine sociale puòessere sconvolto e capovolto, le gerarchie abolite,le regole dell’etichetta e delle decenza violate.

    Un tempo in cui è lecito beffarsi dei potenti, incui i padroni portano “capestro e sella”. Moduliagonistici, con sfide, duelli, assalti, moduli nu-ziali, con pantomime di corteggiamenti e nozze,moduli performativi basati sullo scambio (di ali-menti, dolci, confetti) giocati sull’eccesso, secon-do una modalità che viola le regole, di misura edi confine, nei diversi registri possibili: eccessi verbali, nel linguaggio scurrile o irridente, ecces-si nella gestualità, scomposta, provocatoria, in-

    decente, eccessi sonori, con grida, fischi, percus-sioni.

    La carica eversiva e liberatoria, non di rado macon difficoltà combattuta e osteggiata dal potereecclesiastico e secolare, pur se addomesticata, non ha perduto la sua forza, come attestano i di-versi esempi documentati.

    Docente di Antropologia culturaleall’Università di Palermo

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Il caos scompagina il cosmosLa carica eversiva e liberatoria della festa, non di rado combattuta e osteggiata dal potere ecclesiastico e secolare, non ha perduto la sua forza

    Senza regoleÈ in questo periodo dell’anno che l’ordine sociale può essere sconvolto e ci si può prendere gioco di qualsiasi potere

    On lineLo speciale «Carnevale in Sicilia e Calabria» è consultabile su www.corrieredelmezzogiorno.it

    Il tempo delle beffe

    di Gabriella D’Agostino

  • PA2 Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno

    Supplemento della testata

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    Distribuito con il Direttore responsabile: Luciano Fontana

    Qui Sicilia

    P er settimane TerminiImerese ha temuto chela realizzazione del car-nevale più antico di Si-cilia potesse saltare per man-canza di fondi. Una situazioneche ha tenuto con il fiato so-speso i termitani e gli appas-sionati di tutta Sicilia per unappuntamento, quello di feb-braio, che ormai è una tradi-zione irrinunciabile. Grazie al-l’impegno di alcune associa-zioni, con il sostegno di com-m e r c i a n t i e o p e r a t o r ieconomici, è stato trovato l’ac-cordo per garantire anchequest’anno il weekend carne-valesco. Una corsa contro iltempo perché fra una settima-na arriveranno a Termini Ime-rese migliaia di visitatori.

    Quest’anno la maggior partedegli eventi si concentrerà trail 26 e il 28 febbraio con la sfi-lata dei carri allegorici e l’im-mancabile rogo del fantocciodi cartapesta della figura de UNannu. Si tratta del fantocciodi cartapesta di un arzillo vec-chietto, che secondo l’anticatradizione, veniva portato incorteo e poi bruciato. La mortesimbolica del fantoccio venivapreceduta dalla lettura di rimeu tistamentu, il testamento,che avevano lo scopo di sbef-feggiare i politici locali e lepersonalità più conosciute delpaese. Oggi quel rito è scom-parso preferendo allo spetta-colo del testamento, la sfilatadei carri allegorici, ma è rima-sto il rito del rogo.

    La figura de U Nannu, segnodi riconoscimento di un car-nevale tanto antico quanto mi-sterioso, rappresenta un cam-bio di passo, di stagione maanche della stessa vita. Oggi UNannu è rappresentato da unpersonaggio basso, con leguance rosse e dall’aria allegrache si consuma sul rogo perfare spazio, per l’appunto, al-l’arrivo della quaresima a Nan-na, immagine di rinascita anuova vita per l’arrivo dellaprimavera. Questo dualismotra U Nannu e A Nanna è ilsimbolo stesso del carnevaletermitano. Un tradizione di cui

    si hanno testimonianze giàdalla seconda metà dell’Otto-cento da un appassionato eignoto creatore di mascherecarnevalesche.

    Ma chi sono e cosa rappre-sentano queste due figure? UNannu è un personaggio scor-butico e iracondo ed è anchesolito riservare al resto dellapopolazione gesti scurrili e

    Quest’anno tra il comune di Taormina ed il comune di Acireale è stato organizzato un gemellaggio in vista del periodo di Carnevale. Saranno in mostra dei carri in miniatura del Carnevale di Acireale all’interno delle sale del Palazzo Corvaja di Taormina. L’iniziativa - mossa dall’impegno delle rispettive amministrazioni comunali - è stata promossa dall’assessorato regionale al Turismo con il servizio turistico regionale di Taormina e quello di Acireale. Una nuova sinergia per fare

    sistema e per aumentare vicendevolmente l’indotto turistico delle due città, nonché per riportare il carnevale taorminese ai fasti delle edizioni passate, seguendo l’esempio di quello acese, ormai noto in tutto il mondo. «Le nostre eccellenze si uniscono per potenziare l’offerta e sono convinto che questa collaborazione possa determinare riflessi significativi per entrambi i territori – dice il sindaco di Taormina, Eligio Giardina -. Unire le forze è un fatto positivo».

    Il gemellaggioCarri in miniaturadell’evento aceseesposti a Taormina

    Termini Imerese, la corsa contro il tempo Salvi tradizione e rogo del fantoccio Nannu

    Sembrava che la sfilata saltasseper mancanzadi fondi, poi sono intervenutialcuni privatie l’evento si terràtra il 26 e il 28di questo mese

    scherzi vari mostrando, dal-l’alto del carro allegorico chelo ospita, enormi finocchi e ra-pe con evidenti intenti offensi-vi.

    A Nanna, secondo il folclo-rista Paolo Toschi, è la figurafemminile che fa da contralta-re che s’identifica con la Qua-resima e rappresenta il pas-saggio tra vecchio e nuovo, trapassato e futuro. Il rogo delfantoccio del Nannu ha unsimbolismo intrinseco, la suadistruzione è l’eliminazione del male, quella dell’arrivo del-la Nanna propizia, invece, lafecondità e l’abbondanza.

    Nonostante un programmaridotto, i maestri artigiani la-vorano alacremente per ren-dere colorato e animato il car-nevale. Quest’anno si è decisodi puntare ad arricchire ilweekend di festa con appunta-menti collaterali: mostre, con-certi e feste che animeranno lestrade e i vicoli di TerminiImerese.

    Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Figure e gestiAttesa per il rito della morte simbolica del pupazzo di cartapestacontraltare di Nanna

    Acireale, è qui la festa che piace a “The Guardian”Per l’autorevole quotidiano inglese è tra i dieci carnevali più belli del mondo

    L a città di Acireale è in tre-pida attesa per accoglierelungo le vie del barocchis-simo centro storico i suoi gi-ganti di cartapesta. Come ognianno l’arrivo dei carri allegori-ci è un momento di forte inte-resse per gli abitanti e i turistiche giungono qui per lasciarsistupire dalla maestosità deicarri allegorici. Otto le gigan-tesche opere create dai mae-stri della cartapesta che que-st’anno sfileranno accompa-gnate da sofisticati effetti sce-nici e luci multicolore. Oggi edal 23 al 28 febbraio, sette ma-schere singole e otto testoniseguiranno nella parata i carriallegorici, inoltre, «ci sarà unagrande festa in maschera per

    rale. La radio farà da micciaper far esplodere la carica didivertimento e allegria, con uncarro allegorico ad hoc ispira-to al morning show di succes-so “Tutti pazzi per… Rds”.Claudio Guerrini trascinerà ilpubblico assiepato sulle stra-de di Acireale, guiderà la gran-de festa di piazza Duomo,inondandola di ‘Grandi suc-cessi’ e coinvolgerà il pubblicoin uno speciale party open air.

    Il presidente della Fonda-zione del Carnevale, AntonioBelcuore, sottolinea comequesto media partner darà alCarnevale 2017 «la proiezionenazionale che merita questopalcoscenico». Per il sindacodi Acireale, Roberto Barbagal-

    lo: «sarà un evento di qualitàsotto tutti i profili: siamo pre-senti negli aeroporti di Roma,Milano e Palermo e il TheGuardian cita il nostro Carne-vale tra i dieci più belli al mon-do. Lo stop per la sistemazionedella Cittadella, le scelte co-raggiose e la destagionalizza-zione della manifestazionepremiano. Il Carnevale 2017 èprogrammato e promozionatoda un anno e alla fine dellamanifestazione non ci ferme-remo. È stato messo a bando ilbozzetto di Manara, un’operasingolare e importante che re-sterà esposta nella nostra cit-tà».

    Ve. Co.© RIPRODUZIONE RISERVATA

    bambini e ragazzi nel giovedìgrasso, ma soprattutto i fioritorneranno protagonisti il lu-nedì con una retrospettiva cheparte delle carrozze dell’800,dalla quale i nobili lanciavanofiori e confetti, fino ad arrivarealle macchine infiorate deglianni ‘70» ha spiegato il diret-tore artistico del Carnevale,Giulio Vasta.

    Tra i temi scelti per i carrinon mancherà il mix tra satira,fantasia e arte mentre, unabuona dose di musica farà dacornice all’evento. Al sound, infatti, ci penserà Rds, mediapartner della manifestazione,che sarà presente in piazzaDuomo alla cerimonia di aper-tura, alla sfilata e alla festa se-

    AllegorieUno dei carri del carnevale di Acireale, un mix tra satira, fantasia e arteAlla musica ci pensa Rds

    Folklore

    La morte simbolica del fantoccio Nannu veniva preceduta da u tistamentu, il testamento, che aveva lo scopo di sbeffeggiare politici locali e personalità più note del paese. Oggi quel rito è scomparso, , ma è rimasto il rito del rogo

  • Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017 PA3

    Le tradizioni

    U ltracentenario, tra i piùimportanti d’Italia,conquista ogni annomigliaia di turisti. È ilCarnevale di Sciacca, che con isuoi carri allegorici coinvolgetutta la città, nei lunghi prepa-rativi, che ogni anno raggiun-gono importanti traguardi.Peppe Nappa è il re del Carne-vale saccense, viene rappre-sentato su un carro allegoricofuori concorso e apre annual-mente la sfilata carnascialesca.Nell’ultimo trentennio parti-colarità del carro è la distribu-zione al popolo di salsicce allabrace, caramelle, vino e spre-mute di arance del luogo.

    Il destino del carro è, secon-do anche una credenza paga-na, il rogo al centro della piaz-za intorno al popolo, che ballasulle note del suo inno. Ognianno i carri allegorici vengonopreparati dalle singole asso-ciazioni. Ogni carro ha la suastoria, la sua tematica, il suo inno musicale, accompagnatodai balletti preparati da gruppidi giovani e non solo. Alcuniritengono che il Carnevale diSciacca risalga al 1616 quandoil viceré Osuna comunicò chenell’ultimo giorno di festa, tut-ti dovevano mascherarsi. Ini-zialmente, i festeggiamenti si svolgevano come una festa po-polare per cui si mangiavano

    molte salsicce, si beveva moltovino e la gente si riversava instrada travestita come megliocredeva. In seguito iniziaronoa sfilare i primi carri addobba-ti che portavano in giro per lacittà le persone mascherate.Soltanto nel dopoguerra, pe-rò, i carri cominciarono ad es-sere intitolati e da essi inizia-rono ad essere lanciati corian-

    doli e stelle filanti. Dagli anni‘50, poi, Peppe Nappa divennela maschera tipica del carneva-le di Sciacca diventando ancheil sindaco simbolico della cittànei giorni di festa.

    La sera del martedì grasso,dopo essersi presentati ed esi-biti per tutte le altre preceden-ti serate sul palcoscenico inpiazza Scandaliato, i carri ven-

    gono classificati secondo varicriteri (struttura, movimento,inno musicale, copione) e solouno sarà il vincitore dell’edi-zione. Quest’anno una giovanesaccense, Roberta Mandalà, halanciato su Instagram alcuniscatti del carnevale che hannosuscitato l’interesse della com-pagnia di navigazione “Tirre-nia”. Sulle proprie navi, quin-

    di, verrà pubblicizzato l’even-to. Dall’edizione del 2011, alposto del vino, viene distribui-ta aranciata per combattere ilfenomeno dell’alcolismo. «ASciacca arriveranno tantissimivisitatori - dice il vicesindacoSilvio Caracappa - come del re-sto ogni anno. Il nostro carne-vale è conosciuto in tutto ilmondo e cerchiamo sempre didare quel tocco in più, chepossa permettere alla nostracittà di essere sempre al top.Le prenotazioni nei vari alber-ghi sono già numerose, cosi lacittà, i saccensi e i visitatoripotranno rendere omaggio alfaticoso lavoro e all’arte deinostri carristi. Ringraziamotutte le associazioni che hannolavorato da mesi per la realiz-zazione di questi splendidimonumenti di cartapesta. Unringraziamento va ai ragazzidei gruppi mascherati, ai core-ografi, a chi ha curato le musi-che e gli inni, alla prolocoSciacca-Terme e a tutti coloroche con grandi sacrifici, han-no contribuito per renderequesta nostra festa unica. Imaestri della cartapesta han-no dato il massimo, hanno im-piegato questi ultimi giornisenza pausa, curato i dettagli ele opere finite sono davveromeravigliose. Invito tutti a rag-giungere Sciacca oggi e poi il 25, 26, 27 e 28 febbraio per ilrogo finale della maschera tra-dizionale del Peppe Nappa ed igiochi pirotecnici in piazzaScandaliato».

    Francesca Capizzi© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sciacca, la sfida ultracentenaria dei carriAttesi dal 25 al 28 febbraio migliaia di turisti. Distribuite aranciate al posto del vino

    Arte di cartapestaIl vicesindaco Silvio Caracappacon due maestri carristi e, in alto, uno dei carri allegorici in sfilata

    Re Nappa

    Peppe Nappa è la più antica maschera siciliana e una delle più antiche tra quelle italiane.

    È un servo sciocco e scroccone regolarmente picchiato per ogni guaio che combina. Il soprannome “Nappa” contribuisce a caratterizzare il soggetto, associandolo all’elemento simbolo della miseria che è rappresentato, nell’immaginario collettivo, dalle “pezze” sugli abiti laceri

    Chiaramonte Gulfi, tamburi medievali e gran ballo in mascheraIn programma anche animazione e la XXXV edizione della sagra della salsiccia Dal 26 al 28 febbraio, anche Chiaramonte Gulfi, un paesino che fa parte del consorzio comunale di Ragusa, avrà il suo Carnevale. Per i tre giorni più pazzi dell’anno sfileranno tre carri (Cuba, Il Paese dei balocchi e Siamo tutti sulla stessa gondola), inoltre, domenica 26, è prevista l’animazione per bambini in piazza in mattinata, nel pomeriggio parata di tamburi medievali provenienti da Santa Croce, Comiso e

    Giarratana, e per concludere, ballo in maschera in piazza Duomo. Lunedì 27, invece, si svolgerà la XXXV sagra della salsiccia, anche quest’anno supportata dal Consorzio dei Produttori di Chiaramonte. Infine, martedì la manifestazione si concluderà con la sfilata dei carri e la premiazione del vincitore nonché con il gran ballo in maschera, in piazza Duomo. (Ve. Co.)

  • PA4 Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno

  • Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017 PA5

    L’artigianato

    I l carnevale è una festa pa-gana di antichissime ori-gini, ma che racchiude insé un’atmosfera di grandedivertimento, allegria e trave-stimento nata dal sentimentodi evasione e di reazione neiconfronti del periodo di pe-nitenza e digiuno che lo se-gue.

    In tutta la Sicilia, nei paesidove la tradizione, ancora og-gi è viva come ieri, le strade e ivicoli diventano per qualchegiorno un palcoscenico di ma-nifestazioni ed eventi, sfilatedi carri allegorici e cortei dimaschere, coriandoli e stelle filanti.

    Uno spettacolo che racchiu-de in sé il lavoro incessante diartigiani che realizzano e dan-no vita a figure animate. Al lo-ro impegno senza soste dedi-chiamo uno spazio in questoinserto speciale perché nonsarebbe carnevale senza la sfi-lata dei carri allegorici, realiz-zati dalle mani di artigiani chemodellano forme di cartape-sta uniche nel loro genere.

    E proprio in Sicilia, ad Aci-reale, si hanno testimonianzadei primi carri di cartapesta lecui maschere più caratteristi-che sono quelle della parodiadei maggiori esponenti delleclassi sociali cittadine, sono lerappresentazioni in chiave de-risoria e grottesca di coloroche detengono il potere e chehanno un ruolo predominan-te nella società.

    La cartapesta con cui si co-struiscono i carri si ottiene ri-ciclando fogli di giornale chesi modellano con una colla ot-tenuta mescolando acqua e fa-rina. È un materiale che, sep-pur povero, possiede sorpren-

    delle vicende umane, perso-naggi dell’attualità, della cro-naca e della politica.

    Una volta realizzato il mo-dello desiderato, gli artigianilo decorano con disegni, fiori,paesaggi, tocchi di colore ac-cesi o spruzzi d’argento.

    La cartapesta viene così mo-dellata su calchi di argilla egesso prima di essere dipintacon colori sgargianti.

    Il passaggio successivo

    Carristi, un lavoroche dura tutto l’anno

    Plasmano la cartapesta ispirandosi a personaggi d’attualità, le danno consistenzae colore. Poi elettricistie meccanici si occupano di rendere le allegorie animate e pronte per le sfilate

    denti potenzialità espressive eresistenti. E i carri allegoricidel carnevale ne sono il risul-tato più sorprendente. I mae-stri artigiani lavorano settima-ne, o in alcuni casi anche mesiprima, con sapienza, estro,passione e determinazionemettono in forma, giorno do-po giorno, nei loro capannoni,spettacolari creature di cartache prendono consistenzapian piano: allegre allegorie

    Creatività Un giovane artigiano alle prese con il calco che a Carnevale diventa un pezzo importantedi un carro allegorico allegro, buffo e canzonatorio

    La cartapesta si ottiene riciclando fogli di giornale con la colla

    I carristipreparano le loro allegorie anche mesi prima dell’evento

    spetta agli elettricisti e ai mec-canici che si occupano di ren-dere le maschere animate divita propria.

    I carri sono un lungo e labo-rioso lavoro che scattano unafotografia del momento e, alcontempo, delle vere e pro-prie opere d’arte da esporrelungo le strade. E così il paese,nei giorni delle sfilate, si tra-sforma in un vivace teatro acielo aperto dove ad esibirsi in

    sfilata ci sono proprio i carri più belli. Quando escono daicapannoni enormi nelle di-mensioni, sgargianti nei colo-ri, animati da meccanismi se-greti, i carri allegorici sonouno spettacolo affascinanteche mozza il fiato, che sor-prende per il gioco di equilibriimprobabili e per la lussuosacoreografia.

    Roberto Chifari© RIPRODUZIONE RISERVATA

    Situato sulla punta occidentale della Sicilia, lungo la costa tra Marsala e Mazara del Vallo, il Comune di Petrosino sta per dare il via alla ventitreesima edizione del suo Carnevale. L’evento, considerato il più importante per la città e per l’intera provincia, si svolgerà dal 25 al 28 febbraio con un ricco programma d’iniziative che culminerà il 4 marzo con il carnevalone. Quest’anno sfileranno per le vie del centro quattro carri ma non mancherà l’animazione per i bambini, musica e feste presso la struttura del

    PalaCarnival, nonché l’esibizione dei gruppi mascherati e, persino, un contest fotografico su Instagram. «Quest’anno i veri protagonisti saranno i carristi – afferma il sindaco Gaspare Giacalone -. Questi ragazzi sono una risorsa preziosa, sono carichi d’entusiasmo e lavorano con molto tempo in anticipo” per arrivare all’appuntamento con un carico straordinario di impegno e di creatività». Il logo distintivo del Carnevale 2017 è una maschera realizzata con acini d’uva e foglie,(Ve. Co.)

    PetrosinoSfilate e danzeE il quattro marzoc’è il carnevalone

  • PA6 Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno

    L a frittura, la ricotta, ri-cette dense di storia sialternano sulle tavole si-ciliane durante i giornidi Carnevale. La comparsa dsfingi, crispelle e chiacchieresui banconi di laboratori e pa-sticcerie indica che la festa piùgioiosa e mattacchiona del-l’anno è ormai alle porte. I sici-liani tendono sempre a farpassare dalla cucina ogni avve-nimento dell’anno: dal Natalea Pasqua, ogni ricorrenza èbuona per sedersi e gustare ildolce tipico di quel periododell’anno. Ma la Sicilia, si sa, èpiena di vizi culinari imbatti-bili, come del resto buona par-te delle regioni del Sud Italia.La pensano così anche i pastic-ceri dell’Isola che non smetto-no di preparare leccornie especialità tipiche.

    Con ben quarant’anni d’atti-vità dolciaria alle spalle, il ma-estro pasticcere, GiuseppeRizzo, della storica pasticceriacatanese Verona & Bonvegnasvela le sue specialità più ri-chieste del mese di febbraio:«in questo periodo dell’annoprepariamo delle mini merin-ghe a forma di pagliaccio, leintramontabili chiacchiere,preparate con farina, zucche-ro, uova e vino bianco, infine,

    le crispelle di riso immerse nelmiele. Per l’occasione abbia-mo creato delle torte decoratecon diversi segni beneaugu-ranti, come stelle filanti, spi-ghe di grano e banconote, rea-lizzati in pasta di zucchero, maanche crostate di ricotta la cuibase è di pasta frolla e sopras’innalza un manto di chiac-chiere e riccioli di ricotta. Pernon dimenticarci dell’euforialegata a questa festa trasfor-miamo in simboli scherzosi ilmarzapane elaborato con pa-sta di mandorla. Decliniamo laclassica frutta martorana, che si usa durante il periodo pa-squale, in forme inconsuete

    ma tipiche del periodo carna-scialesco. Ed ecco saltano fuo-ri panini con la mortadella,formaggi di vario genere, olivee salsiccia: tutti quei cibi che siconsumano in genere duranteil periodo “grasso” prima deldigiuno quaresimale».

    Spostandoci a Palermo, ilgiovane pasticcere palermita-no Giovanni Cappello, invece,rivisita in chiave moderna idolci del periodo burlesco. «Idolci della pasticceria Cappel-lo seguono le richieste dellanostra clientela – svela Gio-vanni - oltre alle immancabilichiacchiere, sia al forno chefritte, realizziamo monopor-

    termezza lasagnette di sfogliasottilissima, friabile e croccan-te. Al primo assaggio predo-mina nel palato un trionfo diagrumi capitanati dal verdelloe quel tocco pacato e avvolgen-te della cannella. Il “Riso Tur-co”, invece, è un riso dolce la-sciato a mantecare nel latte onello strutto, impastato poicon zucchero, cannella, cioc-colato e scaglie di tuma. Sapo-ri antichissimi, della memoriamadonita che di anno in annorivivono grazie alle mani sa-pienti di noi pasticceri».

    Concluso il periodo di Car-nevale, i laboratori dei maestripasticceri siciliani comince-ranno subito a produrre i dolcidi Pasqua. Si metteranno cosìall’opera tra colombe, cassare,cuddure cull’ova (un grossodolce di forma circolare, conincorporato un numero varia-bile, ma sempre dispari, di uo-va col guscio, che le giovanidonne usavano regalare ai fi-danzati nel giorno della Resur-rezione) e quant’altro sia dibuon auspicio durante la Setti-mana Santa, facendo in modoche la ritualità di questo ritma-to e dolcissimo ingranaggionon abbia mai fine.

    Venera Coco© RIPRODUZIONE RISERVATA

    zioni al cioccolato bianco rico-perti con glassa al cioccolato oal lampone e decorate con po-is colorati. Creiamo mascheri-ne di cioccolato e cioccolatinidalle forme festose, con all’in-terno diversi ripieni che vannodal cioccolato fondente al tira-misù, fino al latte e nocciola eal caffè. Non mancano, ovvia-mente, torte di ogni tipo cheaddobbiamo ad hoc per far vi-vere a chi li acquista quell’ariadi allegria anche sui dolci».

    Diametralmente opposte lespecialità di Carnevale dellapasticceria castelbuonese, Fia-sconaro, che si concentrano suricette arabe, una sinfonia diprofumi e gusto. «Il martedìgrasso la gente si sveste delleproprie frustazioni – confessail noto pasticcere Nicola Fia-sconaro – un momento di sfo-go con o senza maschera. An-che nell’alimentazione dolcia-ria c’è bisogno di qualche dol-c e s c h e r z o s o , c o m e ‘ l abrighella’, un bignè fritto inolio extra vergine di oliva e far-cito poi con una ganash di cre-ma alla manna. A questo acco-stiamo la “Testa di Turco” e il“Riso Turco”, meglio cono-sciuto come “Riso in Tegame”.Il primo è un dolce a cucchia-io, un biancomangiare che in-

    Chiacchiere

    Le chiacchiere o frappe sono un dolce che unisce l’Italia da Nord a Sud. Dopo aver realizzato un impasto con zucchero, uova, farina, cannella e marsala, facciamo delle strisce di pasta da friggere in olio bollente, finché non sono dorate e croccanti. Mettiamole a colare su carta assorbente e, una volta fredde, le decoriamo con zucchero a velo e confettini.

    Peccati di gola

    Dolce e salatoLa torta decorata con banconote beneauguranti, rigorosamente in pasta di zuccheroe alcuni panini con i salumi

    È un’ode al miele, la pignolata (o anche detta pignoccata, pagnuccata o mpagnuccata), quel tipico dolce carnevalesco siciliano. Questa ricetta antica, che varia leggermente secondo le zone in cui è cucinata, compare in tutti i ricettari delle nonne poiché non si può resistere a questa cascata di bocconcini peccaminosi la cui forma ricorda quella di una pigna (da cui prende il nome), guarniti da una cascata di codette colorate che ricordano i festosi coriandoli e da abbondanti

    cucchiaiate di miele. Con l’impasto - realizzato con farina, uova, burro e qualche goccia di limoncello – si formano tanti bastoncini lunghi e sottili che poi si tagliano a pezzetti di uno/due centimetri di lunghezza. Con pazienza e minuzia le piccole pigne, infine, vengono fritte in abbondante olio caldo finché non diventeranno paffute e dorate. Paese che vai, golosità che trovi: i dolcetti della pignolata in Campania si chiamano struffoli e si mangiano durante le festività natalizie (Ve. Co.)

    Cascata di mielePignolata che bontàLa ricetta anticaal sapore di festa

    Dolci Una volta all’anno si può esagerareSfingi, crispelle di riso e chiacchiere sono protagoniste del carnevale siciliano in pasticceriaMa c’è anche chi prepara la “brighella”, bignè fritto con la crema, e torte farcite di banconote

  • Corriere del Mezzogiorno Domenica 19 Febbraio 2017 PA7

    Qui Calabria

    L a festa più allegra del-l’anno è pronta ad aprirele danze. Nelle piazzedei centri storici e lungole vie, in tante cittadine della Calabria, si porta in scena latradizione mista all’allegoricarappresentazione del presenteper poi rivolgersi, con azionibenefiche, anche a chi ha piùbisogno. Già da ieri, lo storicoCarnevale di Castrovillari, inprovincia di Cosenza, ha datoinizio al ricco programma dieventi che coinvolgerà i nume-rosi ospiti fino al 28 febbraio.

    Giunto alla 59esima edizio-ne, quest’anno ha ricevuto, daparte del Ministero dei beniculturali, l’ambito inserimentonell’elenco nazionale dei Car-nevali Storici d’Italia, al pariquindi di Viareggio, Venezia, Putignano e Cento. Il Carneva-le entrerà nel vivo il 23 febbra-io con l’incoronazione di “ReBurlone” a cura della compa-gnia teatrale “I Pirrupajni” econ il corteo storico della Festadella Bandiera di Morano Ca-labro. Tra gli altri eventi, alcentro del programma, spa-zieranno le sfilate tipiche dellamanifestazione che, nellagiornata di domenica, rappre-senteranno la “Parata dellaGioia” e, nel pomeriggio, il

    “Serpentone colorato” di figu-ranti e carri allegorici. Attra-verseranno le vie cittadine inattesa della festa conclusiva dimartedì grasso.

    Si rimane nel Cosentino, adAlessandria del Carretto percelebrare, tra i più tradizionalidella Calabria, il carnevale diPulcinella con la messa in sce-na di due tipici figuranti: upohicinelle bielle e u pohicinel-le brutte. Tra ieri e oggi, l’ap-puntamento è fissato soprat-tutto con la “bella” che è rap-presentata da un costume co-loratissimo, legato ai ritualiusati nei fidanzamenti ufficialiche, ancora nel presente, ven-

    gono vissuti con grande enfa-si. Così, anche nella loro rap-presentazione mascherata, siachi la indossa che chi parteci-pa alla vestizione vive il mo-mento con grande solennità.La maschera “brutta”, invece,ricorda la vecchiaia che, untempo più rappresentata, è ve-stita di nero e catenacci per fa-re scherzi e spargere cenere trale persone.

    Si cambia provincia pergiungere a Crotone dove il car-nevale ha il volto di ben 247 at-leti, provenienti da 11 Nazioni,chiamati a raccolta dal ClubVelico per celebrare la regatainternazionale “Carnival Race

    Di origine poco certa, prima a Napoli e poi a Reggio Calabria e così a Catanzaro, la figura di Giangurgolo è la classica maschera allegorica creata per soddisfare l’esigenza di mettere in ridicolo, caricaturandoli, i dominatori spagnoli del Meridione d’Italia considerati “inutili eroi”, bravi soltanto con le chiacchiere. Dedita alla gola, la maschera rappresenta l’arroganza, la millanteria e la codardia tipica degli atteggiamenti di superiorità tracotante degli ufficiali spagnoli, irriverenti ed

    insolenti. Così, nel ‘600 e nel ‘700, Giangurgolo è stato il protagonista nei palcoscenici dei teatri ma anche in rappresentazioni di strada. Secondo un’altra ipotesi, invece, la maschera sarebbe nata dalla volontà di ridicolizzare una persona realmente esistita a Catanzaro. Secondo tale ipotesi, rappresenterebbe, dal punto di vista etimologico, un “Gianni l’ingordo”, per la sua caratteristica distintiva che era, appunto, l’ingordigia. (c. s.)

    Il personaggioC’è Giangurgolo,insolente caricaturadi ufficiali spagnoli

    Castrovillari, la mascherata al topGiunto alla 59esima edizione, è stato inserito tra i Carnevali storici d’ItaliaA Crotone 247 atleti in gara nella regata internazionale e show di Cristicchi

    Arbereshe

    Lungro, paese di cultura albanese, riporta in piazza, secondo il rito arbereshe, la celebrazione delle gesta eroiche degli antichi padri e condottieri. A Guardia Piemontese di scena il Carnevale Occitano delle comunità Valdesi.

    2017”. Così, dal 21 al 28 febbra-io, la “Città della Vela” sarà ani-mata da un ricco contenitoredi concerti, opere teatrali, mo-stre di pittura, presentazionidi libri, lezioni magistrali, pa-rate di Carnevale e iniziativenelle scuole superiori crotone-si. Tra gli eventi in programmada non perdere l’incontro conSimone Cristicchi, cantautoree attore, che metterà in scena“Esodo”. Floriana Mungari e ilsuo Shining Voices GospelChoir si esibiranno in unospettacolo dedicato alle piùbelle canzoni di sport dal tito-lo “C(u)ori da stadio”. L’Orche-stra Giovanile della Calabria,52 elementi, interpreterà “I pi-rati dei Caraibi e altre musi-che” mentre la compagnia cro-tonese del Teatro della Marucapresenterà lo spettacolo di bu-rattini “Pulcinella e Zampale-sta nella terra dei fuochi”.

    Stessa allegria è prevista peri carnevali etnici calabresi dispiccata natura identitaria. Sitratta del Carnevale di Lungro,paese di cultura albanese, cheriporta in piazza, secondo il ri-to arbereshe, la celebrazionedelle gesta eroiche degli anti-chi padri e condottieri. Saràcosì, anche, a Guardia Pie-montese con il Carnevale Occi-tano delle comunità Valdesi. AMelito di Porto Salvo, l’Ad-spem Fidas e l’Ail accoglieran-no quanti vorranno festeggia-re in maschera per poi devol-vere il ricavato delle offerte alreparto di ematologia degliOspedali Riuniti di Reggio Ca-labria.

    Concetta Schiariti© RIPRODUZIONE RISERVATA

  • PA8 Domenica 19 Febbraio 2017 Corriere del Mezzogiorno