Corpad 28 06 2013

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Pubblicità inferiore al 45% - Contiene IP www.corrierepadano.it Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003 (conv.in l.27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Pc SETTIMANALE DI INFORMAZIONE FONDATO NEL 1983 VENERDÌ 28 GIUGNO 2013 - ANNO 31 N. 16 - EURO 0,20 Le iniziative per la festa del patrono Associazioni, è ‘big bang’: più eventi e qualche rivalità Si moltiplicano le realtà che propongono iniziative: giovani protagonisti CORVI A PAGINA 8 Piacenza oggi - Analisi e interviste per capire presente e prospettive di città e territorio Vaciago: “Meno male che il vescovo c’è...” L’ex sindaco, riferendosi alle vicende della Fondazione, distribuisce bacchettate: “E’ già successo tante volte, nei secoli passati: quando non funziona il Comune...” Dopo trent’anni Il giornale che non c’è Sant’Antonino: devozione, bancarelle e tanta musica ALBERICI A PAGINA 2 WEEKEND Edoardo Bennato a Piacenza A PAGINA 12 Irlanda in musica, arriva Hevia A PAGINA 13 Piacenza com’è oggi, anche in rapporto agli errori del pas- sato, e come potrebbe essere domani a partire dalle scelte urgenti da fare del presente. Per il numero del trenten- nale, Corriere Padano ha rac- colto analisi e opinioni di pia- centini, noti ed emergenti, che hanno fornito la loro chia- ve di lettura sul capoluogo - che però rischia, oltre che di non essere più nemmeno Pro- vincia, pure di perdere la cen- trale del 118 - e del territorio, a partire dalle sue eccellenze ambientali, paesaggistiche, culturali ed enogastronomi- che. Dalla strategia per lanciare Piacenza nel mondo approfit- tando dell’Expo suggerita da Giampietro Comolli alle pro- spettive della cultura analiz- zate da Gabriele Dadati, dalla necessità di infrastrutture evi- denziata da Giuseppe Parenti all’insostituibilità del volon- tariato ricordata da Sandro Loschi, Piacenza deve saper trovare una quadra: per ora, però, non sembra farcela e l’ex sindaco Giacomo Vaciago non risparmia frecciate. DA PAGINA 3 di Giuseppe De Petro . Sono passati trent’anni da quando il primo numero di Corriere Padano è uscito dalla ti- pografia ancora umido di inchiostro. Allora le macchine da stampa non avevano il forno. Era la vigilia delle elezioni politiche che si sareb- bero svolte dopo qualche giorno. Il piombo e l’austerity degli anni ’70 stavano ancora sullo sfondo, era iniziato da poco il “decennio della leggerezza”, della sfrontatezza di buttar via tut- to e costruire da capo senza prendere nulla in prestito dal passato. Allora si avviarono una serie di fenomeni che oggi viviamo quotidia- namente. A rivoluzionare tutto è la tecnologia, pensate ai primi computer IBM, agli Olivetti M19 e M24. Strumenti che posero le basi per una rivoluzione, le redazioni e le tipografie ne furono coinvolte immediatamente. Corriere Pa- dano iniziò allora le pubblicazioni, quando i fatti non succedevano se prima non li pub- blicava Libertà. Ci siamo ritagliati il nostro spazio con forza per entrare nelle case, cer- cando di raccontare una realtà che Piacenza aveva bisogno di conoscere. PROSEGUE A PAGINA 10

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Vaciago: "Meno male che il vescovo c'è..."

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Pubblicità inferiore al 45% - Contiene IPwww.corrierepadano.it

Poste Italiane spa - Spedizione in a.p. - D.L. 353/2003(conv.in l.27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 - DCB Pc

SETTIMANALE DI INFORMAZIONE FONDATO NEL 1983

VENERDÌ 28 GIUGNO 2013 - ANNO 31 N. 16 - EURO 0,20

Le iniziative per la festa del patrono

Associazioni, è ‘big bang’:più eventi e qualche rivalitàSi moltiplicano le realtà che propongono iniziative: giovani protagonisti

CORVI A PAGINA 8

Piacenza oggi - Analisi e interviste per capire presente e prospettive di città e territorio

Vaciago: “Meno maleche il vescovo c’è...”L’ex sindaco, riferendosi alle vicende della Fondazione, distribuisce bacchettate:“E’ già successo tante volte, nei secoli passati: quando non funziona il Comune...”

Dopo trent’anni

Il giornaleche non c’è

Sant’Antonino: devozione,bancarelle e tanta musica

ALBERICI A PAGINA 2

WEEKEND

Edoardo Bennatoa Piacenza

A PAGINA 12

Irlanda in musica,arriva Hevia

A PAGINA 13

Piacenza com’è oggi, anchein rapporto agli errori del pas-sato, e come potrebbe esseredomani a partire dalle scelteurgenti da fare del presente.Per il numero del trenten-

nale, Corriere Padano ha rac-colto analisi e opinioni di pia-centini, noti ed emergenti,che hanno fornito la loro chia-ve di lettura sul capoluogo -che però rischia, oltre che dinon essere più nemmeno Pro-vincia, pure di perdere la cen-trale del 118 - e del territorio,a partire dalle sue eccellenzeambientali, paesaggistiche,culturali ed enogastronomi-che.Dalla strategia per lanciare

Piacenza nel mondo approfit-tando dell’Expo suggerita daGiampietro Comolli alle pro-spettive della cultura analiz-zate da Gabriele Dadati, dallanecessità di infrastrutture evi-denziata da Giuseppe Parentiall’insostituibilità del volon-tariato ricordata da SandroLoschi, Piacenza deve sapertrovare una quadra: per ora,però, non sembra farcela el’ex sindaco Giacomo Vaciagonon risparmia frecciate.

DA PAGINA 3

di Giuseppe De Petro.Sono passati trent’anni da quando il primo

numero di Corriere Padano è uscito dalla ti-pografia ancora umido di inchiostro. Allora lemacchine da stampa non avevano il forno. Erala vigilia delle elezioni politiche che si sareb-bero svolte dopo qualche giorno. Il piombo el’austerity degli anni ’70 stavano ancora sullosfondo, era iniziato da poco il “decennio dellaleggerezza”, della sfrontatezza di buttar via tut-to e costruire da capo senza prendere nulla inprestito dal passato. Allora si avviarono unaserie di fenomeni che oggi viviamo quotidia-namente. A rivoluzionare tutto è la tecnologia,pensate ai primi computer IBM, agli OlivettiM19 e M24. Strumenti che posero le basi peruna rivoluzione, le redazioni e le tipografie nefurono coinvolte immediatamente. Corriere Pa-dano iniziò allora le pubblicazioni, quando ifatti non succedevano se prima non li pub-blicava Libertà. Ci siamo ritagliati il nostrospazio con forza per entrare nelle case, cer-cando di raccontare una realtà che Piacenzaaveva bisogno di conoscere.

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Corriere Padano

228 giugno 2013

SANT’ANTONINO

A Monsignor Lanfranchil’Antonino d’oro 2013Va a Monsignor Antonio Lanfranchi, Arcivescovo di Mode-

na-Nonantola, l’Antonino d’oro 2013, premio che giunge que-st’anno alla sua ventisettesima edizione. Nelle motivazioni degliassegnatari – i Canonici del Capitolo della Basilica di Sant’Anto -nino – si legge che “il conferimento del premio vuole essere unatto di stima e di gratitudine nei confronti del vescovo Antonioche con passione, umiltà e fedeltà per molti anni ha servito la no-stra chiesa piacentina, impegnandosi in particolare negli ambitidell’insegnamento della religione cattolica, della formazioneteologica e pastorale dei catechisti, dei seminaristi e dei sacerdo-ti, nel ruolo di Assistente dell’Azione Cattolica (diocesana e delsettore giovani nazionale) e per sette anni nella veste di vicariogenerale del vescovo Luciano Monari. [...] con il suo essere vesco-vo tra la gente e con la gente, sa mostrare il volto bello e autenticodi chi è chiamato a svolgere il ministero episcopale”. Un ministe-ro che lo ha visto particolarmente impegnato, negli ultimi dodicimesi, a sostenere le migliaia di persone colpite dal terremoto cheha interessato l’Emilia nel maggio 2012. Il premio, che cade neldecimo anno della sua elezione episcopale, verrà consegnato aMonsignor Lanfranchi dal vescovo Gianni Ambrosio giovedì 4luglio nella Basilica di Sant’Antonino, a conclusione della solen-ne celebrazione eucaristica delle ore 11. Nato a Grondone di Fer-riere il 17 maggio 1946, Monsignor Lanfranchi fu vicario genera-le della diocesi di Piacenza-Bobbio dal 1996 fino al 2003, anno incui (precisamente il 3 dicembre) è stato nominato vescovo di Ce-sena-Sarsina, ricevendo l’ordinazione episcopale l’11 gennaio2004. Il 27 gennaio 2010 papa Benedetto XVI lo ha promosso ar-civescovo-abate di Modena-Nonantola. Dal 2005 al 2010 è statomembro della Commissione Episcopale per il Laicato; è il cente-simo vescovo della diocesi modenese, il terzo arcivescovo-abate,nonché vice presidente della Conferenza Episcopale dell’Emi -lia Romagna. In gioventù, dopo gli studi ginnasiali nel seminariovescovile e quelli filosofici e teologici al Collegio Alberoni di Pia-cenza, Antonio Lanfranchi ha frequentato a Roma la PontificiaUniversità Gregoriana e la Pontificia Università Salesiana con-seguendo i titoli accademici in teologia biblica e in scienze dell’e-ducazione. Ordinato sacerdote il 4 novembre 1971, fino al 1972 èstato educatore nel seminario vescovile di Piacenza; dopo gli stu-di a Roma (1972/1977), ha ricoperto i ruoli di docente di letterepresso lo stesso seminario e di insegnante di religione nelle scuo-le pubbliche; dal 1978 al 1984 è stato invece direttore spiritualedalle’AIMC e segretario dell’ufficio catechistico diocesano. Ilperiodo che va dal 1978 al 1986 lo ha visto ricoprire la carica diassistente diocesano di Azione Cattolica Giovani; dal 1986 al1988 ha assunto lo stesso ruolo per il settore adulti. Dal 1988 al1996 è stato assistente nazionale del settore giovani di AzioneCattolica e docente di pastorale giovanile presso la Pontificia U-niversità Lateranense in Roma (1991-1995).

c.a.

Sant’Antonino, eventinel segno della musicaFesta del patrono con riti religiosi e bancarelle, ma anche con tante note: coripolifonico e gospel, banda itinerante e canzoni dialettali con Marilena Massarini

COSTANZA ALBERICI

Al via le manifestazioni anto-niniane 2013: le celebrazionidel Santo patrono di Piacenza,gli eventi culturali e le varie i-niziative legate alla ricorren-za si aprono già nel fine setti-mana antecedente il 4 luglio,giorno di Sant’Antonino incui, dalle 7 alle 24, in centrocittà si collocheranno le ban-carelle della consueta fiera.Mostre, iniziative culturali,celebrazioni solenni e tutti gliappuntamenti tradizionalinon mancheranno anche que-st’anno; spazio in particolare

ai momenti musicali, dal con-certo del Coro Polifonico Far-nesiano diretto dal maestroMario Pigazzini (venerdì 28giugno, ore 21, presso la Basili-ca di Sant’Antonino) a quellodi composizioni organistichediretto dal maestro Luigi Fon-

tana (martedì 2 luglio, stessoluogo e ora del precedente);tra gli appuntamenti dedicatialla musica, da non perderequello con il gospel “made inPiacenza” di giovedì 4 luglioalle ore 20, in Piazza Sant’An -tonino: il Placentia Gospel

Choir presenterà le sue attivi-tà con un concerto a favoredella Croce Rossa Italiana Co-mitato Provinciale di Piacen-za. Gli obiettivi dell’evento sa-ranno infatti molteplici: musi-ca, solidarietà e raccolta fon-di. Nella stessa serata si svol-gerà infatti “Cena tra le note”:presso il ristorante Taverna Insarà possibile degustare lespecialità del territorio e ban-chettare all’aperto diretta-mente in Piazza Sant’Antoni -no; il ricavato sarà donato allaCroce Rossa per sostenere leattività di volontariato chequotidianamente svolge.Il Placentia Gospel Choir na-

sce dalla collaborazione traf.i.r.m.a. (Federazione Italia-na Ricerca di Musica e Arte),ArteMusica (diretta dal mae-stro Max Repetti) e l’esperien -za musicale del Nicolini Go-spel Choir; diretto da Raffael-la Arzani (docente di cantopiacentina apprezzata a livel-lo nazionale e raffinata can-tante jazz), è stato riconosciu-to dalla Provincia di Piacenzacome coro ufficiale “a rappre-sentanza e valorizzazione delterritorio piacentino”. Il Pla-centia Gospel Choir è estre-mamente versatile sia comecomposizione che come sceltamusicale, capace di spaziare

dal gospel tradizionale al newgospel, attingendo da r’n’b,soul, funky e pop. Maggiori in-formazioni sull’attività delprogetto corale sono disponi-bili sul sito www.placentiago-spelchoir.it.Il concerto gospel non è però

l’unico appuntamento in mu-sica di giovedì 4 luglio: alle ore10 ci sarà l’esibizione itineran-te della Banda Ponchielli cheda Piazzale Genova si sposteràin Piazza Sant’Antonino. Inpiazzetta Mercanti, alle ore21, spazio invece a “Piacenzanel cuore”, rassegna della can-zone dialettale piacentina conMarilena Massarini.

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28 giugno 2013 Corriere Padano

3IN PRIMO PIANO

Prospettive - Metodo di lavoro e suggerimenti del piacentino che ha fatto decollare i prodotti di Franciacorta e Trevigiano

“Piacenza, oro rosso per l’Expo”Giampietro Comolli: “Per conquistare il mondo occorre saper volare alto”ANDREA DOSSENA

Per sedurre il mondo con leproprie eccellenze e rendereattrattivo il suo territorio, Pia-cenza deve imparare a volarealto. Mossa decisiva sarà defini-re un prodotto leader in sinto-nia con l’irripetibile occasionedell’Expo 2015, che avrà cometema ‘Feeding the Planet. E-nergy for life’: ad esempio il po-modoro, proposto - in termini‘glocal’ - come elemento basico“made in Piacenza” di pizza epasta, delizie italiane note in o-gni angolo della Terra. E’ l’ana -lisi di Giampietro Comolli (nel -la foto), piacentino illustre del-le cui competenze ed esperien-ze parecchie realtà italianehanno saputo far tesoro. Econo-mista del vino, giornalista, eno-logo, degustatore per guide, e-sperto di consorzi di tutelaDoc-Dop, Comolli è stato diret-tore del Consorzio vini Doc Col-li Piacentini (dal 1983 al 1992) edel Consorzio Franciacorta (fi-no al 1999), tappa quest’ultimatra le più significative di un per-corso professionale invidiabileche l’ha portato, tra l’altro, afondare l’Osservatorio Statisti-co della produzione e commer-cializzazione vini spumanti, alanciare premi, a dirigere l’Al -tamarca Trevigiana (agenzia diattrazione e sviluppo di marke-ting territoriale) e a seguirel’Osservatorio Economico deiVini Effervescenti-Ovse, oltre

che a collaborare a tre edizionidel G8 per la scelta dei vini aipranzi di Capi di Stato e di Go-verno.Un inatteso blitz nella redazio-

ne di Corriere Padano è lo spun-to per sferzare Piacenza che“da oltre vent’anni ha solo vis-suto di rendita, e nel campo a-groalimentare ha puntato solosull’individualità del marchio esulla capacità del singolonell’acquisizione di spazi per-sonali, mentre altri territori - inItalia e nel mondo - hanno sapu-to far meglio giocando di squa-dra”.Cosa occorre fare, per cambia-

re marcia?“Quando nel 1991 arrivai in

Franciacorta mi chiesero unmodo diverso, innovativo estrategico per lanciare il loroterritorio, allora pensai di farmettere sulle etichette dellebottiglie lo slogan ‘Se fosse inFrancia, si chiamerebbe cham-pagne’, poi cambiato senza cita-re la parola 'champagne' permetter fine alla “guerra” aper -ta dai francesi. Volare notevol-mente più alto della realtà fun-zionò, e quella spinta funzionaancora se è vero che all’epoca siproducevano un milione di bot-tiglie e oggi il dato è di tredicimilioni di bottiglie vendute nelmondo. Non si può pensare chePiacenza possa vincere su cop-pa, pancetta, salame, pomodo-ro, mais, latte, grana Padano, a-sparagi, cipolla, aglio, patata,etc...: è evidente che il cluster,

ossia l’insieme di tutto questo,fa poi il famoso distretto e il fa-moso territorio, e quindi dàspessore, ma oggi il mondo ha u-na velocità tale che è indispen-sabile un messaggio veloce e di-retto. Un esempio: gli occhi diun gruppo di operatori turisticidel booking online cinese, in-contrati per l'Expo, si sono illu-minati non dopo una spiegazio-ne articolata, ma quando ho sin-tetizzato il tutto in un invito dipochi secondi: ‘Vi invito ad E-xpo perchè così vedrete ancheVenezia e andrete in barca suun fiume che potrebbe essere ilMekong’. Una frase sintetica,diretta alla domanda (Venezia,

il turismo fluviale e lo stile di vi-ta italiano) e non all’offerta especifica in assoluto ha rispostoa quanto oggi impone la globa-lizzazione: saper mettere insie-me la globalizzazione con la lo-calizzazione, il cosiddetto siste-ma 'glocal' che è l'unico modoper salvaguardare le nostrespecificità. Voler promuovere25/30 prodotti porta al rischiodi non avere né soldi a sufficien-za né teste in grado di saperlofare”Il nostro territorio è in grado di

fare questo?“Un esempio può essere il suc-

cesso del prosecco trevigiano,cui è stato attribuito il ruolo di

“cardinale” tra più “vescovi”(il cluster di prodotti del terri-torio) mettendo insieme sforzie fondi di decine di Comuni (enumerosi altri enti) dalle carat-teristiche analoghe. E’ il mododi concepire il distretto su unleader di prodotto e di avere unbudget importante che Piacen-za dovrebbe far proprio, chie-dendosi quale sia il prodottoleader (senza confonderlo conl'oggetto strategico e operati-vo, che è il lancio del territoriocon prodotti, eventi e ospitalitàper tutti i gusti e tutte le tasche)nel suo complesso. Per far que-sto serve sinergia intelligentetra mano pubblica e imprendi-toria privata, ma anche sapersimuovere meglio: perchè chie-dere a Farinetti di inserirenell’Eataly di Piacenza il 40%

di prodotti locali, quando sa-rebbe stato evidentementemolto meglio chiedere il 5% sututti i negozi in Italia e nel mon-do? I prodotti piacentini negliAutogrill? Ottima idea, però sa-rebbe stato più utile pubbliciz-zare Piacenza negli Autogrilllocali ma fare arrivare i nostri

prodotti a Torino o a Venezia”Immaginiamo una “scaletta”

per Piacenza?“Cosa-Come-Quando-Quanto

sono le domande, da fare in riu-nioni ad hoc, ai vertici degli entipubblici, ai grandi imprendito-ri e a piccoli imprenditori. Que-sto per capire chi è disposto ametterci del proprio, perchèchi ci crede più degli altri ed èdisposto ad investire è chi puòfare scacco matto. Un volta in-dividuato e condiviso un pro-getto su un prodotto leader, tut-ti devono remare nella stessadirezione sulla base di un bilan-cio, di un linguaggio comune edella capacità di guardare fuoridal proprio territorio e di fareaccordi con chi è più grande,non con chi è più piccolo. L’e-vento occasionale non serve se

non è incatenato in un progettopiù ampio: la Coppa d’Oro, peresempio, più che premiarequalcuno che il giorno dopo sa-rà altrove, andrebbe magari da-ta a un giornalista del New YorkTimes ospitato per qualchegiorno in Italia, che di certo poiparlerà volentieri bene di noi”

“Azzeccando il prodotto al qualedare il ruolo di ‘cardinale’ si faanche la fortuna dei ‘vescovi’, maservono scelte nette e condivise”

IN BREVEPremio S. Maria del Montead Enrica Firretti(c.a.) Va ad Enrica Firretti il 23esimo premio “So -lidarietà per la vita Santa Maria del Monte”, pa-trocinato dalla Banca di Piacenza: la consegna uf-ficiale avverrà domenica 30 giugno alle ore 18 inlocalità Tassara (Nibbiano), presso la Chiesa Par-rocchiale e il castello. Enrica Firretti, infermieradal 1971, si è sempre dedicata all’assistenza degliammalati; attualmente opera nella struttura dellaMadonna della Bomba. Alle ore 18 ci sarà la SantaMessa nella Chiesa Parrocchiale; alle 19, l’asse -gnazione del premio da parte del Prefetto di Pia-cenza Antonino Puglisi.

Cena bianca il 29 al FarneseIl cortile di Palazzo Farnese sarà lo scenario dellaCena Bianca 2013, appuntamento ormai tradizio-nale dell’estate piacentina, che si svolgerà sabato29 giugno dalle 20.30. Poche regole per i parteci-

panti rendono questo evento molto suggestivo: gliabiti dei commensali, gli accessori e le stoviglie do-vranno essere rigorosamente bianchi. Per ogni ag-giornamento al riguardo, su Facebook si trova ilgruppo aperto “Cena bianca 2013”; la prenotazio-ne è obbligatoria e da effettuare presso “Mode”(via Verdi 7) e “Kadò La via dei fiori” (StradoneFarnese 74). Insieme all'abbigliamento candido,ciascun ospite viene invitato a portare una cande-la ed un fiore, assieme a stoviglie, piatti, bicchieri,il tutto ovviamente di colore bianco. (c.a.)

Addio a Gigi Rizzi:conquistò Brigitte Bardot(dox)Scomparso a Saint Tropez, all’età di 69 anni,l’imprenditore piacentino Gigi Rizzi. Nato a Pia-cenza, dove la famiglia era proprietaria di un’in -dustria di laterizi, Rizzi divenne famoso a fine anni’60 quando conquistò Brigitte Bardot e tante altrebellissime dell’epoca, fino a diventare icona della‘dolce vita’ in Costa Azzurra.

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Corriere Padano

428 giugno 2013

ATTUALITÀ POLITICA

L’intervista - Disamina e frecciate di uno dei big del centrodestra piacentino

“Nell’area moderataun vuoto da colmare”Massimo Trespidi è commissario provinciale PdL, ma anche presidente dellaProvincia, ente di cui si preparano le esequie “tra contraddizioni e incertezze”

MARCELLO POLLASTRI

Da una parte ci sono le bat-taglie quotidiane con issatala bandiera di una Provinciache, con ogni probabilità, stasparando le ultime cartucce:quella per impedire l’accor -pamento del 118 e preserva-re un’eccellenza piacentina;quella con Anas perché in-tervenga a rendere decenteuna Statale 45 che cade lette-ralmente in pezzi. Dall’altrac’è la ferma intenzione di ri-strutturare un Pdl che, spe-cialmente dopo le ultime di-sastrose amministrative, ne-cessita assolutamente di unasvolta.Massimo Trespidi può tran-

quillamente scordarsi un’e-state di relax, se mai l’avessepianificata. Magari una ma-ratona qua e là, una cammi-nata in montagna domenica-le. Ma la testa del presidentedella Provincia nonché com-missario provinciale pidiel-lino (fino a nuovo congresso)è tutta sulle faccende politi-che. “Del resto l’agenda è fit-tissima” spiega al CorrierePadano.

Sono giorni che a livello na-zionale tiene banco un dibat-

tito che parte già anacroni-stico: i dirigenti si chiedono

se sia meglio un restyling delPdl o una riedizione dellamai dimenticata Forza Ita-lia. Trespidi non sembra tan-to appassionato a questo te-ma. “Non è certo un proble-ma di nome, quello del prin-cipale partito del centrode-stra”. “Quello che in realtàmi interessa è un partitosempre più rinnovato e lega-to al territorio”.Una mission che Trespidi si

è dato da quando, a marzo, haassunto l'incarico di com-missario del Popolo della Li-bertà. E proprio per conti-nuare nell'impronta genera-le che sta dando al partito,Trespidi ha nominato uffi-cialmente due giovani allaguida del coordinamento cit-tadino del partito: si tratta diGiovanni Botti, consiglierecomunale, per lui una ricon-ferma nell'incarico; e di Glo-ria Zanardi, già consiglieredi circoscrizione, la quale as-sumerà anche la guida delgruppo giovanile."Ho scelto due giovani per

rilanciare e rinvigorire il Pdla livello piacentino e per da-re anche un segnale di rinno-vamento di cui il partito habisogno - ha detto Trespidi - Ilrinnovamento deve avveni-re non tramite la carta d'i-dentità, ma attraverso unospirito che porti il Pdl dentrole dinamiche della gente.L'obiettivo finale sarà quel-lo di avere a Piacenza tra set-tembre e ottobre il segreta-rio nazionale Angelino Alfa-no come mi aveva promesso.Il Pdl deve avere una mag-gior capacità di penetrazio-ne sul territorio partendodal basso. L'esito delle ulti-me elezioni amministrativedimostra come un partitodebba saper penetrare mag-giormente sul territorio e incittà".Trespidi ha parlato di un

"nuovo inizio". "Rilanciarel'azione e la presenza delpartito sul territorio con ini-ziative, alcune già realizzatesul tema del lavoro moltopartecipati (come anchequello con il giornalisti Sal-lusti e Giacalone) e altre incantiere come quello a Bob-

bio sul tema dell'Expo 2015dove sarò a parlare". "Entrola pausa estiva voglio convo-care tutti gli eletti per un'as-semblea complessiva e icoordinatori comunali perparlare anche delle elezioniamministrative del prossi-mo anno visto che si andrà al

rinnovo di 34 dei 48 comuni,è la tornata più consistente.Questo è un lavoro che ri-chiede il contributo e l'appa-rato di tutti. Voglio coinvol-gere tutti coloro che voglio-no impegnarsi e devo direche ce ne sono". Trespidi hachiarito di aver incontratonei giorni scorsi il gruppo P-dl del Comune: "Va chiaritoassolutamente quale cittàabbiamo in mente. La nostracittà". "Nell'area moderatac'è un vuoto da colmare. Di

congresso al momento nonstiamo parlando. Chi si stamuovendo significa che curasolo alla poltrona e non al be-ne del partito. Ora dobbiamoconcentrarci solo sul rilan-cio del Pdl".E poi c’è l’attività quotidia-

na nel suo ufficio di via Gari-baldi. Che va avanti inces-sante mentre a Roma stannopreparando le esequie delleProvince: “Siamo in una fasedi contraddizione – spiegaTrespidi – le funzioni resta-no assegnate fino al 31 di-cembre, ma è verosimile che

si vada fino a fine mandato”.La novità potrebbe essereche se il Governo vada nelladirezione del disegno di leg-ge costituzionale e allora itempi sono più lunghi. Non èescluso che a fine mandato ipresidenti in carica gestisca-no la fase di transizione finoa novembre 2014.“C’è ancora un quadro di in-

certezza. Ma intanto noi cigodiamo importanti risulta-ti, perché nel 2013 portere-mo a casa la nuova scuola aCastelsangiovanni, la nuovapalestra a Fiorenzuola e ilmio compito sarà gestire lafase di transizione tutelandoe garantendo il personale inmodo tale che questo patri-monio venga salvaguarda-to”. Va fiero del lavoro svol-to finora, il presidente: inparticolare di due icone delsuo mandato, il Ponte sulTrebbia e l’aver fatto sbarca-re i prodotti piacentini in seiautogrill. “Spero che quan-do finirò il mandato sia rico-nosciuto il tratto distintivoche ho cercato di dare, quel-lo del dialogo e del confrontocon le istituzioni e quello del-la vicinanza alla gente. Infondo lo dissi nel 2009: il mioufficio sarà il territorio. Cre-do di aver mantenuto la pro-messa”.

In alto, Massimo Trespidi.Al centro in alto, scorciodella Provincia. Qui asinistra, Alfano a Piacenza

“Il Pdl deve avere una maggiorcapacità di penetrazione sulterritorio partendo dal basso:per essere presenti serve impegno”

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28 giugno 2013 Corriere Padano

5ATTUALITÀ

Lezioni finite - Voglia di libertà, però senza scordare i compiti

Forza, ragazzi:sarà un’estatetutta da giocareTanto divertimento, ma con un occhio alla formazione:è la ricetta che i centri estivi piacentini offrono allefamiglie prima e dopo le vacanze al mare o in montagna

ROBERTA SUZZANI

Un, due, tre… estate. Lezionidi matematica, statistica e geo-grafia hanno da poco lasciato ilposto alle vacanze scolasticheche, se anche non sono un gioco,mettono il giocare come primopunto nella lista delle cose dafare. Subito dopo ci sono i com-piti, ovviamente.Il divertimento con un occhio

alla formazione sono gli ingre-dienti principali delle propostedi intrattenimento rivolte ai ra-gazzi dagli zero ai quindici anniche i centri estivi piacentini of-frono alle famiglie prima e do-po le vacanze al mare o in mon-tagna. Quelli che una volta sichiamavo “Grest”, ma che orasono un vero e proprio universodedicato ai ragazzi che com-prende gruppi di teatro, sport,supporto per il recupero deicrediti formativi e summercamp dove si impara l’inglesegiocando.Come il Summer Camp Jungle

Villane, al Centro Commercia-le Porta San Lazzaro in via Emi-lia Parmens,e dove, accanto alclassico centro estivo rivolto aibambini fino ai 10 anni, c’è il la-boratorio English is fun! (Perinformazioni tel.

366.7131308).Il centro di apprendimento Ti-

pe propone due progetti rivoltia diverse fasce di età. C’è il pro-getto dedicato agli allievi dellascuola primaria e delle primedue classi della scuola seconda-ria di primo grado, il progettoHomeworks, e il percorso dedi-cato agli allievi al termine dellascuola secondaria di primo gra-do e per i periodi estivi durantela scuola secondaria di secondogrado, il progetto Skills. Allasede del Centro di apprendi-mento sullo Stradone Farnesen. 41 (La Cavallerizza) i ragazzipotranno studiare, fare i com-piti estivi e recuperare le mate-rie con debito. (Per informazio-ni tel. 0523/652109, cell.349.3576939 - 388.8313955).

Tra il dovere e il piacere c’è ilcentro estivo organizzato dallacooperativa sociale Mondo A-perto in via Martiri della Resi-stenza 4B, attivo dal lunedì alvenerdì, dalle 8 alle 16. Qui, ac-canto ai compiti, i bambini dai 3ai 15 anni possono giocare, an-dare in piscina, partecipare agite didattiche e culturali, edessere coivolti in laboratori atema. Ci sarà anche sarà dedi-cato uno spazio per l'alfabetiz-zazione di bambini stranieri ap-pena arrivati in Italia. (Per in-formazioni tel 0523/070603,cell. 346.3321639,334.7671920, 349.4222003).Se i vostri sono bambini sporti-

vi all’ora quello che per voi è ilRio Sport Farm Camp all’agri -turismo Il Rio località Rossia di

Gossolengo. Si può fare di tuttodalle escursioni in bicicletta, apiedi e a cavallo, alle lezioni perimparare ad andare sui roller osui pattini a rotelle. I bimbi en-trano in contatto con gli anima-li e imparano a prendersene cu-ra e per gli appassionati di cuci-na ci sono i laboratori ad hoc.(Per iscrizioni e informazionitel. 334.6314202 oppure anda-re sul sito www.fattoriadello-sport.it dove è possibile scari-care il modulo di iscrizione).

Sempre a base di sport la pro-posta rivolta ai bambini dai 5 ai13 anni sia della Società Canot-tieri Nino Bixio (nell’omonimavia al civico 24) sia dalla vicinaSocietà Canottieri Vittorino da

Feltre (via del Pontiere, 29). Incalendario fino all’ultimo ve-nerdì di settembre corsi di nuo-ti, tennis, canottaggio con i-struttori federati, ma anche la-boratori d’arte e musica e tantigiochi. (Per informazioni NinoBixio tel. 0523/335357 Fax:0523/323808; Vittorino da Fel-tre 0523/385540).Vita all’aria aperta, sport e vis

a vis con gli animai, sono gli in-gredienti della proposta delCentro sportive Acerbi, “Adot -

ta un cucciolo”, che si svolgeràa "La Cuccia", località CascinaTorchiazzo, Strada Farnesianan.247, San Polo di Podenzano.Rivolto a bimbi dai 4 ai 13 anniil centro offre corsi di nuoto, at-

tività sportive e psicomotoriaper i più piccoli, trekking emontain bike e tutto quello chesi può fare all’aria aperta. Com-presa la merenda con mamma epapa. (Per informazioni tel.0523/335882, cell.335.447701).La cooperativa Eureka fa un

passo un più e propone delle ve-re e proprie settimane verdi aCapannette di Pej in Valbore-ca. Si può scegliere tra tre for-mule: una semplici e tradizio-nale, quella più avventurosa equella dedicata all’equitazio -ne. Le iscrizioni sono settima-nali e si fanno presso la sededella Cooperativa Eureka, viaManfredi 18, tel.0523/756677.L’estate è appena cominciata.

Ma con tutte queste iniziative emanifestazioni, con tutte que-ste proposte, con tutti questigiochi da fare è il caso di dire“presto che è già tardi”.Buone vacanze a tutti.

Attività all’aria aperta o in piscinae lingue straniere: idee per tutti

D’Amo: “Serve una pianificazione che riduca le diseguaglianze”Ai margini della IV Serata Cittàcomune “Il Paese

smarrito” confronto sulla crisi della democrazia ita-liana, Gianni D’Amo prova a collegare il senso dell’in -contro con la realtà locale. Collegare il fenomeno delleaderismo con il “dominio”di Reggi nel PD piacen-tino è stato immediato: “L’aspetto peggiore è stata lamancanza di dibattito reale sulle questioni più im-portanti, purtroppo la situazione continua. Basta os-servare il bassissimo profilo con cui si sta affrontandoil PSC. Pensare all’urbanistica significa anche avereuna idea di società di cui si progettano le reti. Non sene sta discutendo pubblicamente...”Sono stati fatti incontri ...“La città deve essere coinvolta maggiormente, deve

essere responsabilizzata, non basta incontrare solo iportatori di interessi, altrimenti i più forti avranno lameglio. Allora la politica a cosa serve? Ottenere la di-sponibilità delle aree militari dismesse è un’occasio -ne storica...Perché no a un incontro sul PSC piuttosto che lo

spaesamento del paese? Si nota una certa assenza di

Cittàcomune dal dibattito sui temi locali.“Accetto la critica, però vorrei ricordare il mio im-

pegno in consiglio comunale su Palazzo uffici, sull’a-rea ex Acna... Quest’impegno andava sostenuto conun risultato elettorale che purtroppo non c’è stato,non abbiamo avuto forza sufficiente, naturalmenteha inciso”Troppo D’Amo dipendente?“Cittàcomune non è legata alla mia persona, non ci

sono limiti nell’affrontare argomenti, non siamo unceto politico che riproduce solo se stesso e quindi fe-nomeni di gregarismo. Probabilmente abbiamo unproblema di comunicazione, facciamo fatica a parla-re con la città. Pubblichiamo articoli, abbiamo speri-mentato la presenza in consiglio comunale, ma non èun megafono sufficiente. La chiave giusta dobbiamoancora trovarla. Il nostro impegno non si può comun-que negare.”Torniamo al PSC, alla città del futuro“Piacenza deve ricompattarsi al suo interno, guar-

dare aldilà della ferrovia per realizzare una serie di

servizi a favore di un realistico polo della mobilità,spazi per auto, bus, cicli, bar, edicola, informazioni,decongestionando e rendendo più funzionale tutta lazona della stazione ferroviaria. Impegnarsi seria-mente per la realizzazione del progetto che rivalute-rebbe la zona di Piazza Cittadella e collegherebbe lacittà al Po. Il progetto Baia di San Sisto, per capir-ci”.Cosa si intende per “ricompattarsi al suo interno”?“Evitare che la cittàsi espanda in mododisordinato

perché finisce che nella cosiddetta città diffusa si inse-diano i più abbienti creando problemi di mobilità e fe-nomeni di separazione sociale. Occorre una pianifica-zione che riduca le disuguaglianze e favorisca l’inte -grazione.”Parlando di sviluppo ci si chiede spesso quale sia la

vocazione“E’quella che ci ha dato la storia: punto di incontro,

snodo fondamentale tra territori, con tutte le opportu-nità che ne derivano.”

gdp

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Corriere Padano

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CORRIERE 30

Trent’anni di Corriere Padano - Conversazione con la giornalista che è stata direttore del settimanale dal 1990 al 2001

Lenti: “La passione di un decennio”“Negli anni ’80 contribuimmo a influenzare positivamente la società piacentina”

“La professione di giornalista,per com’è oggi, potrebbe sparire”Allargando lo sguardo agli aspetti generali

della professione di giornalista, AntonellaLenti fornisce una illuminante chiave dilettura del frammentato quadro attuale. Lapolverizzazione dell'informazione e il giudizionon positivo che sempre più cittadini hannodei media si sommano ad un sempre piùsconcertante precariato dei giornalisti piùgiovani: la professione, in queste condizioni,può avere un futuro? “Il giornalismo comeprofessione codificata, forse, è destinato asparire. Personalmente, per anni, mi sonoaccollata una condizione di precarietà nellapiena consapevolezza della scelta perchè hosempre nutrito una grande passione perquesto lavoro, inteso come mediazione utilealla crescita delle coscienze e del sentirecomune, ma oggi il contesto è cambiato inpeggio. C'era precarietà anche negli anni '80,intendiamoci, ma oggi la precarietà tra i

giovani – anche fino a 35/40 anni - è dilagante eci sono ormai giornalisti di serie A e di serie B”Come superare questa situazione?“Non stravolgendo le regole o abbassando gli

stipendi di chi è più tutelato, ma è necessariofare un salto di mentalità e distinguere tradiritti e privilegi: una fetta di giornalisti,invece, si comporta come certi impiegati che silimitano a difendere status quo anacronistici.La precarietà non è nata oggi, ma pensare chemolti giovani che hanno scelto questo lavoronon riusciranno forse mai ad avere unastabilità pone interrogativi enormi suipossibili problemi sociali degli anni a venire.Sarebbe quindi ora di togliere un po' dirigidità del nostro mondo... ma se ungiornalista non capisce quel che stasuccedendo intorno a lui, beh, forse non èneanche un giornalista”

Andrea Dossena

Antonella Lenti, direttore di Corriere Padano dal 1990 al 2001

FRANCESCA LOMBARDI

Per oltre dieci anni di“Corriere Padano” è statala guida, ma Antonella Len-ti, per la nostra testata, rap-presenta qualcosa di più deldirettore, pure storico e dilungo corso, che ha accom-pagnato in quella veste unterzo del cammino fin quipercorso dal giornale. Rap-presenta qualcosa di piùperché per anni del settima-nale, e delle iniziative edi-toriali collegate, incarnavaai nostri occhi il genius loci,echi ha avuto l’occasione dilavorare con lei, poi, per di-verso tempo, ha provato u-na sorta di disorientamentonel non trovarla nel suo uffi-cio (pur piccolo) di diretto-re. D’altronde Antonella (o-ra a Libertà) il “Corriere Pa-dano” l’ha quasi visto na-scere, essendovi approdataalla metà degli anni ottanta,quando il giornale era gio-vanissimo (due anni) e ilmondo, anche il piccolomondo piacentino, tanto di-verso da oggi.A proposito, che ruolo ha a-

vuto la testata negli anni ot-tanta, in quella Piacenza?“Negli anni ottanta Corrie-

re Padano seppe cogliere ifermenti presenti nella so-cietà e già questo rappre-sentò un merito. Un sapien-te uso delle foto, una ineditaattenzione alla cronaca ne-

ra e alla cronaca giudizia-ria, la novità ulteriore rap-presentata dallo scandagliopuntuale dell’ambito politi-co coronarono un modo nuo-vo di fare giornalismo a Pia-cenza. Non mancò l’enfasi,ma tutto contribuì a far co-noscere il giornale e a lan-ciarlo. CP fu capace di con-quistare credibilità setti-mana dopo settimana. Ebbeanche un ruolo di pungolo emi spingo a dire che contri-buì a influenzare positiva-mente la società piacenti-

na, a toglierle qualche ‘i n-gessatura’ di troppo.”Negli anni novanta, però, il

buio…“Nell’89-90 un’operazione

inaspettata cercò di cancel-larci. Fu escogitato un clonedel nostro giornale, “C r o n a-che Padane”. Reagimmoconfezionando un numerodel Corriere in tre, a casamia, non avendo più una re-dazione. Lo facemmo perlanciare il messaggio chenon volevamo arrenderci. Enon ci arrendemmo anche

grazie a ragazzi, a giovaniche avevano raccolto la sfi-da e volevano stare dallaparte dei più deboli, che inquel caso eravamo noi. Inseguito si andò avanti anchea costo di sacrifici persona-li. Se oggi CP festeggiatrent’anni direi che ne è val-sa la pena.”E oggi? Come vedi la situa-

zione dell’informazione ingenerale e quella di un setti-manale locale come CP?“Restando all’ambito loca-

le va sottolineato come inquegli anni, gli anni delle o-rigini, il mondo dell’i n f o r-mazione fosse limitato pernumero di attori e fosse an-che paludato, forse non piùcorrispondente alle esigen-ze di quella società in rapi-do cambiamento. Oggi, inpresenza di una moltiplica-zione dell’informazione,ma anche di una sua polve-rizzazione, ritengo che sianecessario, come sempredel resto, andare a cercaredietro la notizia, a scavaresotto la notizia, per far capi-re ai cittadini che cosa starealmente accadendo. E’difficile ed è rischioso ma èquello che si deve fare, amaggior ragione quando siha una periodicità settima-nale.”Nei suoi anni d’oro CP ven-

deva molto, era apprezzatodal pubblico e tuttavia c’erachi lo considerava scandali-stico.

“La spettacolarizzazionedella politica nasceva allo-ra, ad esempio con ‘R e p u b-blica’, e questa tendenza siimpose velocemente. CP lo-calmente cavalcò quest’o n-da e comunque anch’io, al-lora, mi trovai nella schieradei critici. La direzione tut-tavia era quella e il lato po-sitivo fu di liberarsi dellepesanti cortine che avvol-gevano la politica. Quelcambiamento, buono o cat-tivo, era irreversibile e in-contrava il gusto del lettore.E ciò che scrivevi faceva o-pinione.”Poi la tua direzione…“Sono diventata direttore

per caso e per necessità nelfrangente narrato prima. A-vevo paura ma nello stessotempo non volevo che un’e-sperienza così importanterestasse imprigionata nellaformalità, nella routine. Hocercato di fare del mio me-glio e non so se sono riuscitaa dare un’impronta al gior-nale che tuttavia, nei no-vanta, smise di essere graci-le e tornò a consolidarsi. Ab-biamo creato “Ulisse” e“Piacentini”; quest’ultimonacque, non senza presun-zione da parte nostra, sullafalsariga de “I siciliani”, larivista di Pippo Fava. L’ideaera di fare un trimestralefuori dal coro, di proporreun altro modo di interpreta-re la nostra realtà e la famo-sa piacentinità, affermare

che esistevano energie nuo-ve in un mondo che si stavaallargando. Anche la grafi-ca era alternativa. Preven-go la domanda: oggi forsenon c’è più spazio per unprodotto di questo tipo,troppo costoso. E poi man-cano i lettori.”Che cosa ti è rimasto dell’e-

sperienza direttiva? E con-servi momenti o episodi diparticolare gratificazione?“E’ una esperienza che mi

ha dato molto, ritengo cheabbia contribuito ad affina-re le mie capacità di appro-fondimento e perfino di ra-gionamento. Mi sono presa,naturalmente, infinite ar-rabbiature e ho sopportatola tensione dell’uscita setti-manale. Ma mi è servito, emolto. Quanto alle gratifi-cazioni, ricordo con partico-lare piacere i complimentidi alcune persone, passatialcuni anni, in relazione al-la mia rubrica ‘C o n t r o s e n-so’.Se oggi avessi vent’anni ti

proporresti di fare lo stessomestiere che hai fatto?“Forse sì, ma oserei di più,

magari me ne andrei. Latentazione di andare all’e-stero a fare focacce mi sipresenta ancora. Penso chemantenersi orizzonti libericontribuisca alla propriaformazione in maniera sen-sibile. Le esperienze lonta-ne sono spendibili anche alivello locale”.

Corriere Padano, “bicchierata” di compleanno

Festosa “bicchierata” nella redazione di via XXIV Maggio per festeggiare il trentesimoanniversario della fondazione di Corriere Padano: con il direttore, Giuseppe De Petro,hanno brindato componenti dello staff di oggi e collaboratori di ieri.

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28 giugno 2013 Corriere Padano

7ATTUALITÀ

Puntare sulla risorsa delle nostre valli, l’acqua, e sugli spazi verdi in città

Ripensare lo sviluppo:l’ambiente al centroNuovo protagonismo dei cittadini che si mobilitano per il territorio.Da No Tube all’opposizione all’eolico, a garanzia di scelte più condivise

FRANCESCA LOMBARDI

In origine furono i verdi, nellevarianti del sole-che-ride ed e-cologisti-albero, ma si parla de-gli anni Ottanta, quindi di tantotempo fa e oggi si può dire chetutto è cambiato e che niente ècambiato. In origine furono iverdi ma ancor prima furono iproblemi che gli ambientalistisollevarono, portandoli all’ono -re del mondo e all’attenzionedell’opinione pubblica. Se sipuò (anche) dire che nulla ècambiato è perché la questione,in fin dei conti, è rimasta la stes-sa. Ancora, sul tappeto, si con-frontano i fautori di differentimodelli di sviluppo. Anzi, da unlato di una ideale scacchiera po-tremmo mettere gli scacchi de-gli “sviluppisti” e dall’altro lepedine dei valorizzatori dell’e-sistente (esistente inteso comerisorsa ambientale). Se concen-triamo la nostra attenzione su-gli ultimi dieci anni vediamoche proprio di questo si tratta,ovvero di un continuo, este-nuante confronto tra questi duemodi di intendere lo sviluppo.Non saremmo esaurienti, infi-ne, se tacessimo la novità, sicu-ramente positiva, rappresenta-ta da un’opinione pubblica nonpiù silenziosa e non più alla fine-stra, bensì pronta a organizzarsiin comitati e movimenti, capacein questo modo di garantire l’e-sistenza in vita della democra-zia, troppo spesso svilita nei fat-ti e nella pratica politica.

Le valliChe l’Appennino soffra da an-

ni, almeno dagli anni sessantadel secolo scorso, di un progres-sivo depauperamento demo-grafico, in gran parte dovuto al-la necessità di emigrare nellecittà per trovare lavoro, e di unconseguente invecchiamentodella popolazione residente, ècosa nota. Così come nota è la ri-cerca di soluzioni per invertirela tendenza. Dunque il confron-to tra idee differenti di sviluppoe crescita. Se le valli piacentine,la valle del Trebbia e la valle delNure, hanno una risorsa questaè indubbiamente l’acqua. Ed è aquesto proposito che gli “svilup -pisti”si proponevano di prende-re il treno della crescita, o alme-no dell’inversione di una ten-denza negativa: importanti so-cietà avrebbero voluto investi-re nelle nostre valli intubandotratti di fiume e di torrente al fi-ne di produrre energia elettri-ca. Il manufatto più importantesarebbe dovuto sorgere a Con-fiente, a monte di Marsaglia, do-ve l’Aveto appunto confluiscenel Trebbia. Ecco, finalmente,lo sviluppo a portata di mano.Ma tutto sembrava troppo faci-le, tutto era troppo facile. Que-ste società che con tanto interes-se guardano ai nostri corsi d’ac -qua ce la racconteranno giusta?Siamo nel 2007 e nasce No Tube,un’associazione ambientalistadestinata ad animare il dibatti-to e, a detta dei suoi non pochi so-stenitori, anche non attivisti,destinata a sventare in più occa-sioni lo scempio del Trebbia, delNure e di tre-quattro loro af-fluenti montani. No Tube mobi-lita velocemente centinaia dipersone, raccoglie migliaia difirme tra Piacenza e provincia,

organizza serate di informazio-ne, presenta studi geologici e re-lazioni di esperti, rivela che lacentralina di Confiente sarà inrealtà una centralona: avrà il vo-lume, e occuperà lo spazio, di unpalazzo di sei piani. Ma soprat-tutto No Tube ha un asso nellamanica, un seguito popolare chestupisce, che si radica nei paesi,che ascolta ma non accoglie leragioni sviluppiste anche diqualche sindaco. Negli anni se-

guenti la minaccia sventata a Con-fiente si ripropone un poco più avalle. Il progetto di un giovane in-gegnere genovese propone la rea-lizzazione di una centrale a SanSalvatore, proprio là dove il Treb-bia disegna curve sinuose che lorendono particolarmente degnodi fama. La mobilitazione sponta-nea muove anche le istituzioni e ilballon d’essai (questo probabil-mente era) del progettista liguresi sgonfia velocemente.

Movimentie partecipazione

Ma la cronaca ambientale de-gli ultimi lustri non si esauriscecon la proposta respinta di co-stellare i corsi d’acqua di tubi incemento e centrali più o menograndi. La cronaca di un decen-nio che fugge, che in parte è giàfuggito, è caratterizzata dalnuovo protagonismo di una po-polazione che, superando gli

steccati dell’appartenenza poli-tica, si mobilita per salvaguar-dare ciò che percepisce come ilbene più prezioso. Vanno inquesta direzione le recenti op-posizioni alle ipotesi di realizza-re centrali a biomasse in territo-rio piacentino, prima a Ferrieree poi a Bettola, con quest’ultimocaso che mette in evidenza larabbia della gente quando ritie-ne di essere stata ignorata,nell’assunzione di decisioni im-portanti, dai propri rappresen-tanti. Lo stesso dicasi per il ven-tilato (è il caso di dirlo) impiantoeolico in località Nicelli, territo-rio di Farini, alta Val Nure.Un discorso ampio, dunque,

che al di là delle emergenze, odei veri propri incubi (comepensare a un edificio equivalen-te a un palazzo di sei piani a Con-fiente), testimonia di una ormaidiffusa e vigile presa di coscien-za, a livello di opinione pubbli-ca, sulla nostra realtà ambienta-le. Pensiamo alla protesta laten-te e pronta a deflagrare nel casola mai deposta volontà di co-struire dighe in Trebbia, per ri-solvere il problema dell’approv -vigionamento idrico a beneficiodell’agricoltura, si concretizzas-se in un progetto sostenuto da u-

na forte volontà politica. Oppu-re, sempre in positivo, pensia-mo alla nuova sensibilità mani-festata da una larga parte di po-polazione piacentina in favoredella destinazione a parcodell’area ex Pertite. Anche inquesto, naturalmente, si può in-serire la strumentalità di alcuneprese di posizione, l’eterno gat-topardismo capace di coglierenelle finte rivoluzioni l’occasio -ne per continuare a fare buoniaffari. Ma la consapevolezzadella necessità di salvaguarda-re il verde, di procurarselo rea-lizzando polmoni verdi, restanofatti positivi.Certo, un respiro di sollievo po-

trà essere tratto quando i citta-dini cominceranno a ribellarsi,pacificamente come adesso, aun consumo di suolo insosteni-bile e ingiustificato, come è evi-dente soprattutto nelle perife-rie e nei centri abitati dell’hin -terland urbano. Istruttiva, inquesto senso, è anche la visionedella quinta di scheletri, un veroe proprio ossario di impalcatu-re, che deturpa il paesaggio asud di Bobbio, direzione alta ValTrebbia, di fronte a quelle chefurono le terme della città diSan Colombano.

Piano regionale: nell’inceneritore di Parmadal 2020 anche i rifiuti di Piacenza?

Con il prossimo Piano regionale di gestione deirifiuti, Sabrina Freda, assessore all’Ambiente,propone la rottamazione degli inceneritori diRavenna e Piacenza. Non sappiamo a Ravenna,ma a Piacenza tale annuncio ha già incontrato u-na duplice, autorevolissima, opposizione. Stu-piti e sorpresi si sono detti Dosi, sindaco di Pia-cenza, e Trespidi, presidente della Provincia.Larghe intese anche nell’indignazione: perchédismettere qualcosa che funziona? Va precisa-to che il piano regionale annunciato dalla Fredaavrà attuazione nel 2020. La velocità odiernadella politica (delle sue decisioni e delle sue nondecisioni) e l’auspicabile progresso della tecno-logia autorizzano a pensare che un piano più che

quinquennale possa anche non essere preso al-la lettera. Stando al presente, è tuttavia lecitopensare che la decisione annunciata a Bolognaceli in modo poco efficace la volontà della Re-gione di punire l’unico suo capoluogo eretico. Irifiuti non più smaltiti nell’obsoleto impianto diPiacenza sarebbero inceneriti nel nuovissimo(fra qualche anno) impianto di Parma, città nontargata Pd bensì clamorosamente griffata M5S.Pizzarotti, che ha vinto l’anno scorso anche sul-la scorta del no all’inceneritore, non solo nonimpedirà ai piedi del Regio la realizzazionedell’impianto di termovalorizzazione, ma saràobbligato ad incenerire anche i nostri rifiuti. Lavendetta è un piatto che si serve… caldissimo.

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Corriere Padano

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SOCIETÀ

Tendenze - Sempre di più i giovani coinvolti nella crescente quantità di attività ed iniziative culturali, ricreative e musicali

Associazioni, ‘big bang’ e concorrenzaSi moltiplicano le realtà che propongono eventi di ogni tipo, e spunta qualche rivalitàPIETRO CORVI

"Big bang" delle associazio-ni a Piacenza? Il dato certo èche alla loro prolificità si deveuna quantità infinita di inizia-tive, attività ed eventi cultu-rali, ricreativi e musicali sen-za i quali la città sarebbe - co-me tanti la dipingono - morta.Proviamo a fotografare alme-no uno spicchio della situazio-ne - ripromettendoci di torna-re a scavare più a fondo in fu-turo - partendo da 4 realtà chehan fatto parlare di sé nelleultime settimane.Anthill Project, ASD in pista

da ormai 2 anni, impegnatanella diffusione di sport"freestyle" e cultura "di stra-da", reduce di diversi eventi emini-festival in vari locali masoprattutto dell'ambizioso fe-stival Alley-Oop, che, dopo laprima edizione 2012 a Spa-zio4, quest'anno si è messo "inproprio" con successo: tregiorni di skate, parkour, bmx,rap, elettronica e tanto altroall'Arena Daturi, con un'ine-dita esperienza di "co-wor-king" tra i molti soggetti coin-volti e vissuti, cosa non da po-co, anche da centinaia di fore-stieri.Banda Larga, fondata nel

2007 da un gruppo di musici-sti professionisti e sempliciappassionati, fresca del festi-val "Musica Diffusa" al ri-scattato Teatro Serra di Pon-tenure (nella foto a lato): 5weekend tra classica, jazz,sperimentazioni contempo-ranee, scuole, fotografia,scultura e vintage, sull'ondadi una proficua e innovativarete di collaborazioni e siner-gie. Dopo questa prima im-portante occasione di visibili-tà (la rassegna sarà ripropo-

sta nel 2014) l'intenzione è diriaffacciarsi presto con nuoveoriginali proposte.Collettivo 51, nato tra 2010 e

2011 sull'esperienza Loft51(un negozio sfitto di via Roma

riqualificato nell'ambito delprogetto MUSA di AgenziaQuartiere Roma) e attivo suvari fronti, dalla fortunatarassegna di concerti-aperiti-vo in centro "7PM" (nella foto

in alto, di cui si è appena con-clusa la terza edizione) allecollaborazioni con Orzorock(il 28 e 29 giugno è in scena la16ma tornata a Gragnano),Tendenze e Caffè Baciccia.29Cento, storica realtà atti-

va dal 2004 a sostegno dellamusica originale, cui si deve,tra le tantissime iniziative,l'organizzazione delle ultime8 edizioni di Tendenze e a cuil'amministrazione ha affida-to da diversi anni i GiardiniSonori e, attraverso la colla-borazione con Arci, l'organiz-zazione degli eventi musicaliestivi di Spazio4.A proposito, il bando del cen-

tro comunale di via Manzoni -«uno degli spazi più completied interessanti che la nostracittà offre» osservano giusta-mente i ragazzi del Collettivo- scadrà a dicembre. Un affi-damento su cui si concentre-ranno molte attenzioni. Il Col-lettivo dice laconicamente«domani chissà». 29Cento«non conosce le volontà di Ar-

ci in merito» ma spiega che ilprossimo anno «probabil-mente chiuderemo il nostrociclo decennale. Ora abbiamotutti impegni, ambizioni e re-sponsabilità diverse». Tra cuiil Lo-Fai, il nuovo hand-madebar di via Cavalletto, «unanuova realtà nata dall'espe-rienza di A/Mano Market, dal-la voglia di sostenere l'im-prenditorialità giovanile sen-za dimenticare l'attitudine ele radici da cui provenia-mo».Da Anthill arriva inveceun politico «no comment». In-somma, partita apertissima eda tenere d'occhio.In città si respira un clima di

concorrenza. C'è voglia di fa-re, inventare, organizzare:l'auspicio è che questa com-petitività spinga tutti a dare ilmeglio e che i piacentini neapprofittino, che siano atten-ti, reattivi e partecipativi. Cu-riosi. Banda Larga è per la«collaborazione tra chi si oc-

cupa di temi simili per rag-giungere obiettivi più impor-tanti. Ma in una realtà come lanostra non sempre è facile e lacompetizione può far da sti-molo a dare di più». Il Collet-tivo giudica le guerre tra asso-ciazioni «sterili e dannose. Lacreatività ha bisogno di con-fronto e se nel nostro "paesot-to" andassimo più d'accordopotremmo creare qualcosa distraordinario». Anthill fa unpasso indietro, rivendicando«l'unicità della nostra speci-fica esperienza sul territoriopiacentino». 29Cento, infine,guarda con positività a questoclima effervescente: «Quan-do c'è qualità c'è tutto e ora aPiacenza ce n'è tanta, conmoltissime proposte rispettoa qualche anno fa, ciascunamossa da inclinazioni e moti-vazioni diverse. Ci sono le ba-si per far parlare di noi anchefuori da Piacenza. Avanti co-sì».

Collettivo 14, la scossache serve a Fiorenzuola«A Fiorenzuola mancano tante cose: locali dove suonare, feste

alternative e qualcosa da fare nei weekend per evitare che i gio-vani debbano prendere la macchina per andare altrove». E' suqueste basi - le parole sono del presidente Stefano Pastorelli,classe '84, fiorenzuolano doc e chitarrista degli indie-rockersFlowers - che ha visto la luce Collettivo 14, neonata associazio-ne affiliata Arci che raccoglie come fondatori 14 ragazzi delpaese provenienti da vari gruppi e compagnie ma accomunatidalla voglia di dare una smossa alla situazione. Il vicepresiden-te è Massimiliano Morganti, la segretaria Enrica Menta; i con-siglieri, Giacomo Bandini, Dario Malchiodi e Alex Cantarelli.«Il nostro primo scopo è raccogliere fondi per la Zobia 2014:

mortificata da continui tagli economici ha di conseguenza per-so qualità e interesse. L'ambizione è poi quella di fondare unanostra sede e arrivare a dare continuità ad una programmazio-ne di eventi culturali e musicali sul territorio».

Il battesimo dell'av-ventura è Kill Beer, laprima festa della birradi Fiorenzuola, vener-dì 28 e sabato 29 giu-gno al Campo Sporti-vo 2 (sul palco: Mi FaSoul, The Sick, Flo-wers, The Shout - tri-buto ai Beatles - Ray ofGenius e vari dj). «Unevento che ci mette adura prova: stiamo in-vestendo soldi nostricercando di fare il me-

glio possibile, lavoriamo tutti gratis e, nonostante il Comune ciabbia messo in difficoltà non fornendoci il palco e obbligandocia pagare il suolo e la luce, siamo sicuri di riuscire a creare un mo-dello vincente in questo periodo di crisi».

p.c.

Città e provincia meno “spente”grazie alla voglia di fare che provaad offrire spunti e alternative nuove

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Dadati: “Cultura vivace,ma orfana e in sordina”Lo scrittore piacentino: “Non c’è un vuoto di contenuti, quelli ci sono, tuttaviamanca la capacità di aggregazione. Occorre un dialogo tra le diverse anime”

ROBERTA SUZZANI

«Ieri eravamo, diciamo così,“autosufficienti”. Oggi siamoorfani di chi era in grado di fareterritorio e stringere attorno asé anime diverse di questarealtà culturale forte, ma spez-zettata. Per di più c’è il mondoche preme alle porte. Ma pro-prio questa “minaccia” che in-combe sul territorio potrebbeessere, no anzi, deve essereun’opportunità per creare unanuova prospettiva».Tirare le fila della cultura pia-

centina davanti a un caffè. Unaproposta, ma forse sarebbemeglio chiamarla “una sfida”,che non molti accetterebbero.Ma che lui, Gabriele Dadati(nella foto), ha raccolto subito.E proprio davanti a un caffè ab-biamo fotografato una culturain contraddizione. Viva e viva-ce, ma in sordina.Scrittore, editor, insegnante

e, ma non solo, responsabiledella redazione e della comuni-cazione per Laurana Editore,Dadati – seppur con tanta giàstoria alle spalle – è quello chesi definisce “un giovane auto-re”, per di più piacentino. Unosguardo allo stesso tempo auto-revole e fresco –ma comunquedisincantato –che si allunga suPiacenza e la sua cultura orfa-

na.Orfana. Termine forte, ma

calzante.A pochi giorni dalla morte di

Ferdinando Arisi la mente tor-na alla perdita di Stefano Fu-gazza e la sensazione che si siacreato un vuoto è palese.«Non un vuoto di contenuti –

precisa Gabriele – quelli ci so-no, ma manca la capacità di ag-gregazione. Ognuno a modo

suo Fugazza e Arisi facevano“comunità”. Attorno a loro siradunavano menti differentiche in loro trovavano una sinte-si, un punto di contatto. In unpanorama complesso e vivacecome quello piacentino, è ve-nuto a mancare chi creava undialogo tra le diverse anime,ma anche chi faceva da collan-te tra le nuove generazioni e lavecchia guardia. La loro assen-

za si sente».Se fino a ieri l’autosufficienza

culturale di Piacenza, «a cui,paradossalmente, ha contri-buito la mancanza di una realtàuniversitaria di stampo umani-stico di forte tradizione» hapreservato la città e le sue“menti”, oggi lo scenario ècambiato.«Chi si vuole occupare di cul-

tura in questo momento deve

fare i conti con tutto il resto». Econ “il resto”, Dadati, intende“il mondo”. Quello che serveall’universo culturale di casanostra è ristabilire un dialogoche si è perso, «ma questa voltail dialogo deve essere aperto alfuori. Si è disgregata la comu-nità locale e il bisogno di guar-dare a riferimenti culturali piùampi è più che mai impellente.Uno dei miei pallini è metterein dialogo realtà nazionali e lo-cali, lo sto facendo con Laura-na Editore e Codex10 e insie-me stiamo pensando ad alcuniprogetti. Ma si tratta di un’ini -ziativa personale e temo che,far uscire Piacenza dalla situa-zione di stallo che si è creata,

sia completamente affidata alsingolo individuo».Una strategia, però, Dadati ce

l’ha e la tira fuori dal cassetto.«Ho l’impressione che la filie-

ra cultura sia fatta da tre anelliche sono strettamente legatitra di loro. Ci sono i produttori,ovvero gli artisti, gli scrittori, icritici, i fotografi, gli attori evia dicendo. C’è il megafono,ossia le galleria d’arte e le case

editrici. E c’è il pubblico, il ter-zo anello. Posto che il primo e ilterzo anello ci sono e sono attivie vivaci, il comparto su cui biso-gna lavorare è il secondo».Ma… arriva sempre un

“ma”.«Guardiamoci in giro. A Pia-

cenza non abbiamo una casa e-ditrice che abbia la forza di unarisonanza nazionale. Lo stessodicasi per le gallerie d’arte. Enon diciamo che le piccole real-tà sono tutte così perché ci sonoesempi di virtuosismi a cui do-vremmo fare riferimento.Creare una linea diretta tra na-zionale e locale è possibile e suquesta linea passa anche lo svi-luppo del territorio sia a livello

culturale sia sul fronte econo-mico. Oggi non abbiamo risor-se? Usiamo la fantasia e maga-ri rinunciamo ad abbellire lavetrina. Piacenza è abbastanzaforte per riuscire a uscire daPiacenza».Alzare il volume del megafo-

no piacentino, quindi. Ma co-me? Semplice, cambiando mu-sica e diventando più naziona-li.

“A Piacenza non c’è una casa editriceche abbia risonanza nazionale“

SOCIETÀ

“Racconti piacentini del Novecento”,l’obiettivo è ‘portar fuori’ la realtà locale

«Pensavamo di avere tempo, ma il tempo nonc’è stato».Succede spesso. E’successo a Gabriele Dada-

ti e Stefano Fugazza. Pronto per la pubblica-zione “Racconti piacentini del Novecento”,antologica di autori piacentini curata da Fu-gazza e Dadati nel solco di un progetto realizza-to nel 2003 dalla casa editrice Mup di Parma al-lora guidata da Guido Conti, è rimasto in standby in attesa di un momento di tranquillità.« Ma nel 2008 Stefano si ammalò e nel maggio

dell’anno seguente si spense. L’anno scorso,parlando con gli amici di PiacenzaSera è salatofuori questo progetto e abbiamo deciso di pub-blicaro anche in memoria di Stefano. In fondoè il suo ultimo progetto inedito. Quindi ho rior-

dinato i testi e riscritto la prefazione che alloraavevamo steso a quattro mani, ma che ora ha u-na nuova prospettiva. E lo abbiamo stampa-to».“Racconti piacentini del Novecento”, pub-

blicato da Codex10 nella collana I pescegatti, èpassato dall’essere un progetto al diventare u-na realtà ed è già stato prestanto al MelvilleCafè di San Nicolo (da Gianni D’Amo, MarcoBosonetto e Mauro Ferri) e alla Fondazione diPiacenza e Vigevamo (da Stefano Pareti, Vit-torio Anelli e Mauro Ferri). «L’obiettivo èguardare oltre – sottoliena l’autore – e andarea stuzzicare l’attenzione della stampa naziona-le e delle province limitrofe. La cultura pia-centina va portata fuori da Piacenza».

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Corriere Padano

1028 giugno 2013

ECONOMIA

A rendere possibile l’avven -tura furono proprio le nuovetecnologie che accorciaronola filiera della produzionedel giornale, opera dell’inge -gno e nello stesso tempo“manufatto”, abbassandonesensibilmente i costi. Le sta-zioni di fotocomposizione so-stituirono le Linotype e le re-procamere fecero smantella-re i reparti di zincografia. Siottenne una accelerazionedei processi e una qualità su-periore del prodotto giorna-le. Le testate si moltiplicaro-no e le foliazioni crebbero vi-stosamente.La nostra avventura nacque

dopo aver considerato comenel quadro dell’informazio -ne locale ci fosse un vastospazio da coltivare, quello diuna informazione libera,schietta, senza interessi cor-porativi e senza condiziona-menti di gruppi politici eco-nomici o altri. “Un giornaleper i piacentini, sperandosempre più con il contributodei piacentini” così conclu-deva la presentazione delprogetto. Interazione che neltempo si è sviluppata tra let-tori e testata: la redazione e-ra aperta e chiunque potevaparlare con tutti. Le visite inredazione erano numerose.A distanza di tempo si può di-re che l’informazione svilup-pata dal Corriere Padanofosse, già allora, “partecipa -ta”. A raccontarla in questomodo sembra si sia trattatodi una passeggiata, non fu co-sì. Proprio perché l’iniziativaeditoriale ebbe presto suc-cesso fu contrastata con ognimezzo. Chi muoveva le filadella città voleva continuare

a farlo al riparo della pubbli-ca opinione muovendosi nelback stage fino allora invio-lato, certi che il “teatrino” a-vrebbe messo in scena un co-pione fidato. Dunque una“guerra”, che non mi sento diaver vinto nonostante Cor-riere Padano continui le pub-blicazioni mentre altri le ab-biano via via abbandonate. Illogoramento è stato conside-revole ed il costo lo paghia-mo ancora oggi sia in terminidi risorse che di ruolo. A fati-ca i lettori hanno compresoche una copia “gratis” puòessere ugualmente di quali-tà. Oggi distribuiamo setti-manalmente 10.000/13.000copie, quasi la metà di quan-to vende Libertà. La fruizio-ne è velocissima ed abbiamoverificato che la tiratura po-trebbe aumentare sensibil-mente: il crollo del mercatopubblicitario causato dallagrave recessione in cui versail paese cancella orizzontimigliori.Oggi ci si chiede quale sarà

il futuro dei giornali, le ven-dite si sono ridotte vistosa-mente e il processo sembra i-narrestabile, la crisi dei con-sumi ha colpito anche l’edito -ria. Ma soprattutto internetha rivoluzionato la fruizionedelle notizie mettendo fuorigioco gli schemi tradizionali.Una ricerca effettuata negliStati Uniti rivela che sta cre-scendo la domanda di acces-so all’informazione, alterna-tiva non solo al giornale dicarta ma anche al classico si-to internet, attraverso unmodo di leggere in evoluzio-ne, sempre più interattivo,condiviso e personalizzato.

Sarà la fine dei giornali? Noncredo. Le vendite si stabiliz-zeranno su valori ancora in-feriori, le redazioni dimagri-ranno e i giornalisti si abitue-ranno a finalizzare il loro la-voro per più canali. Chiamar-li ancora giornali sarà impro-prio perché nei fatti sarannosempre più sistemi multime-diali.Anche Corriere Padano sta

osservando con attenzionel’evoluzione in corso cercan-do di comprenderne l’appro -do. Qualunque esso sia, saràcomunque di intermediazio-ne tra le notizie e i lettori.Troveremo un nuovo spazioper riproporci nella moder-nità? Dal 1983 lo scenario ècompletamente mutato,quotidiani on line, radio, te-levisioni diversificano e ar-ricchiscono l’offerta di infor-mazione. Differenziarsi emantenere tratti inequivo-cabili di originalità ci si puòriuscire immaginando unruolo di interesse pubblico,soprattutto in questo mo-mento quando a tutti si chie-de di partecipare e dare uncontributo. Allora la doman-da è: un media locale cosa po-trebbe fare nell’interessecollettivo? Essere lo spec-chio fedele della società, ali-mentare la diffusione di unacultura rispettosa della tra-dizione sviluppando la mo-dernizzazione, stimolare lacrescita di una coscienza ci-vile e del bene comune, di-fendere la società da un certoconformismo bigotto e dalleipocrisie, questa è la rispo-sta. Sarebbe il giornale chenon c’è.

Giuseppe De Petro

Il giornale che non c’è

Progetti al via - Cinque “itinerari non convenzionali” lanciati dal Comitato per l’imprenditoria “rosa” della Camera di Commercio

Pink Route, il turismo è al femminileArte, sapori, mestieri e colori a misura di famiglia: coinvolte 28 aziende piacentineFRANCESCA GAZZOLA

Imparare a preparare la pa-sta, ‘chiuderla a treccia’ con ilripieno all’interno, e scopriretutti i segreti di un piatto tipicopiacentino come i tortelli conla coda; e poi sedersi a tavolaad assaporare un prodotto ot-tenuto con le proprie mani,ammirando i panorami unicidelle nostre vallate. E’ solo u-no dei tanti itinerari turisticinon convenzionali elaboratida ‘Pink Route’, il nuovo pro-getto del Comitato per la pro-mozione dell’imprenditoriafemminile della Camera diCommercio, che mira a pro-muovere reti di impresa tra leimprenditrici donne, e a valo-rizzare –al contempo - le eccel-lenze del territorio, facendoleconoscere oltre i confini nazio-nali. ‘Proponiamo una formadi turismo esperienziale chemira a coinvolgere il turista atoccare con mano la Piacenti-nità, assaggiando le tipicità lo-cali, visitando le attività pro-duttive e scoprendo le tradi-zioni di un territorio che hatanto da offrire dal punto di vi-sta turistico’, spiega NicolettaCorvi, presidente del Comita-to per la promozione dell’im -prenditoria femminile. Prota-goniste del percorso sarannole 28 imprenditrici piacentineche hanno aderito al progetto,impegnandosi a svilupparenuove sinergie sul territorio:

‘Unendo forze e menti possia-mo dare nuovi slanci al busi-ness e sperimentare nuove so-luzioni capaci di guardareall’estero e di incrociare op-portunità importanti comequella dell’Expo 2015’. Ne so-no convinte (oltre che entusia-ste) le sette componenti delComitato della Camera diCommercio, che rappresenta-no tutti i settori dell’economiapiacentina: Nicoletta Corvi(Cooperazione), ConsueloSartori (Camera di Commer-cio); Federica Bussandri (Arti-gianato); Federica Melodi (A-gricoltura); Alessandra Tam-pellini (Commercio), LorettaRossetti (Credito) e Paola Ros-si (Lavoro). Il progetto si avva-le della collaborazione di Mau-rizio Caimi, coach e consulentedel gruppo per gli aspetti co-municativi e promozionali. Ipacchetti turistici saranno at-tivi entro il mese di luglio e ver-ranno promossi attraverso il si-to web di Pink Route che saràanche un portale turistico rea-lizzato in collaborazione con lasocietà Mood –partner del pro-getto – che si occuperà anchedella promozione e commer-cializzazione degli itinerari.

I progettiGli itinerari turistici non con-

venzionali che coinvolgeran-no le 28 aziende rosa piacenti-ne ruotano attorno a quattrotematiche: ‘arte’, ‘sapori’, ‘me -

stieri’, ‘colori’ a cui se ne ag-giunge una quinta, la ‘fami -glia’che li abbraccia tutti, gra-zie all’individuazione di per-corsi pensati per i bambini el’offerta di servizi educativi edi laboratori di animazione. Ipercorsi coinvolgono i diversisettori a cui appartengono leimprese femminili parteci-

panti al progetto: agricoltura(aziende ortofrutticole, canti-ne, erboristeria, miele e mar-mellate), ricettività (agrituri-smi, ristoranti, bed&breakfa-st), artigianato (laboratori perla lavorazione del cuoio e dellapelle ma anche botteghe di pa-sta fresca), artiste e restaura-trici oltre che –come già antici-

pato - animatrici ed educatrici.‘La proposta turistica sarà in-centrata sullo scambio di espe-rienze e di relazioni tra le sin-gole imprenditrici, chiamate a

confrontarsi e a sviluppareconnessioni per accrescere epotenziare la propria attività’,spiega la presidente Corvi. Ac-canto alle proposte che preve-dono il coinvolgimento del tu-rista – anche straniero - nellapreparazione dei piatti tipicipiacentini si aggiungono itine-rari a contatto con la natura co-me passeggiate tra i vigneti deicolli piacentini in cui scoprirele fasi lavorazione dei prodottiche dalla terra giungono sullatavola. Ed ancora: visite nei la-boratori artigiani per toccarecon mano le creazioni realizza-te dalle artigiane piacentineche lavorano il cuoio, il legno,la ceramica, la pelle. Non man-cherà la componente artisticacon mostre e laboratori itine-ranti da parte delle artiste pia-centine che esporranno le pro-prie opere presso le aziendedelle colleghe. ‘Gli itinerari –conclude Corvi - sono pensatiper valorizzare le bellezze sto-riche e naturalistiche del terri-torio piacentino: in ogni pac-chetto turistico sono previstetappe in luoghi di pregio arti-stico che costituiscono il patri-monio culturale locale insie-me ai paesaggi unici dellequattro vallate piacentine’.

Sorprese, passeggiate e tipicità perscoprire il territorio e le tradizionilocali: si comincia da luglio

Nella foto, le settecomponenti del Comitatoper la promozionedell’imprenditoriafemminile

PROSEGUE DALLA PRIMA PAGINA

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28 giugno 2013 Corriere Padano

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EVENTI

MUSICA

Venerdì Piacentini, le ‘shopping nights’ continuano ad animare le vie del centro cittadino

Dal Mississippi al Po, al festival blues scocca l’ora di Edoardo Bennato: concerto sabato 29

Val Tidone Festival,come un fiume in pienaPIETRO CORVI

Da Pecorara ad Agazzano, da Ziano a Gra-gnano, il Val Tidone Festival è un fiume inpiena di grandi concerti. Quattro eventi da"agendare", cui si aggiunge il programmadel collaterale, nuovissimo "Val LurettaJazz Festival". Appuntamenti sempre alle21.15, ad ingresso libero. Venerdì 28 si ri-parte da Pecorara con i Carling Family, daGoteborg, follie jazz tra Dixieland, Chica-go, New Orleans, swing, Bebop e Jazz anni

'60 suonate da un ottetto di eccellenti poli-strumentisti. Mercoledì 3 luglio si passeràallo "stride" col il frizzante trio della piani-sta americana Stephanie Trick, in scena aCastello Scotti di Ziano, coadiuvato dai bal-lerini di swing acrobatico Marco Larosa eSonia Salsedo. Domenica 7, in Piazza Euro-pa ad Agazzano, nell'ambito del collaterale"Val Luretta Jazz" diretto da Mattia Cigali-ni, alla sua prima edizione, concerto del gio-vane virtuoso del sax piacentino con il suoultimo progetto e CD "Beyond" alla risco-perta del pop (ci sarà anche Fabrizio Bosso

alla tromba come special guest). Il cartello-ne di questa bella neonata creatura preve-de, sempre in piazza ad Agazzano, anche iconcerti del Paolo Jannacci Trio, venerdì 5,quelli dei trii di Marco Mazzoli e GiulianoLigabue, sabato 6, e quello di Fabio Giachi-no lunedì 8. Tornando infine al Val Tidone,mercoledì 10 a Villa Marchesi di Gragnanoecco lo straordinario quintetto di PeppeServillo con, tra gli altri, lo strepitoso saxo-fono di Javier Girotto (15 euro l'ingresso, 10per over 65 e soci di ass. Teatracordo; gratisper under 18 e residenti a Gragnano).

Rebeldes, festa a Sant’Antoniocon tanta musica e un esordioSettima tornata per la sempre attesissima Festa dei Rebel-

des, che venerdì 28 e sabato 29 tornerà a riempire di musica,tortelli, pisarei, picùla, spiedini, patatine e birra "a sdelle" ilcortile della Cooperativa di Sant'Antonio. Venerdì apriran-no la serata i misteriosi Big Juan & The Satellites, un esordiotutto da scoprire che scalderà il palco per gli Scala's Big 9, so-lare garanzia ska e rocksteady; sabato, spazio invece agli88Trash e allo stoner & desert rock degli Oak's Mary (nella fo-to), con il nuovo album "Say hello to the president".

Gli appuntamentidella settimanasul nostro sitovivipiacenza.it

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Corriere Padano

1228 giugno 2013

VIVIPIACENZA

WEEKEND

Karma to Burn, il tour europeofa tappa a Spazio4Passa anche per Piacenza il tour europeo deiKarma to Burn (nella foto a destra), storicotrio stoner-rock in arrivo dal West Virginia,gruppo noto per il proprio soundcompletamente strumentale sotto l'influenzadi band come Kyuss e The Obsessed. La tappaè mercoledì 3 luglio allo Spazio4. Aperturaaffidata ai piacentini Noon per un pieno diriff coriacei e suoni "fuzz".

Jack Folla, Lobello e Titorper la festa del ‘Vik’ a MontaleVenerdì 5 luglio al birrificio La Buttiga diMontale il circolo Arci "Vik" recupera lasua festa saltata per pioggia un mese fa.Banchetti, birre, buffet dalle 18 e treghiotti concerti dalle 21.30. In scena, ilcrossover nostrano dei Jack Folla, i Lobello,da Pavia icone del punk-rockunderground, e i torinesi Titor, rockpoderoso in italiano e ultra-contaminato.

Partita col vento in poppa, la nona edizionedel festival "Dal Mississippi al Po" organiz-zata da Coop Fedro terrà banco nell'area e-sterna del Palazzetto dello Sport di via IV no-vembre per tutto il weekend, fino a domeni-ca 30. Mancano all'appello 6 concerti e 5 in-contri letterari, organizzati quest'anno in unprogramma particolarmente fruibile, com-patto e omogeneo: apertura area e stand ga-stronomici (con specialità piacentine e ame-ricane tutte a base di ingredienti a km zero)sempre alle 19.30; "caffè letterari" alle20.15; concerti dalle 21.30.Venerdì 28, serata "nordica" (ingresso libe-

ro). Si partirà con l'incontro "Nel torridoNord", dedicato ad una Scandinavia inedita,multietnica, moderna, violenta e rock, con loscrittore e musicista di Oslo Thomas Enger eAndrea Ferrari. Accompagnamento musica-le di Kasey Lansdale e Roldano Daverio. Poi,concerto della Lansdale accompagnata daifidentini Rab4.Alle 22, palco alla cantautrice norvegese Ri-

ta Engedalen, puro "Delta Blues". Sabato 29si ripartirà dall'incontro "Ritrarre il rock èpossibile?" con John Vignola ("Il mucchioselvaggio", Radio2, "Vanity Fair"). A segui-re, "La cupa notte di Albione": viaggio negliuniversi letterari degli autori inglesi GlenDuncan e Tim Willocks, in compagnia del ro-manziere Giuliano Pasini. Accompagnamen-to musicale della folk-blues singer piacenti-na Linda Sutti, poi in concerto col suo trio inapertura al mitico Edoardo Bennato (ingres-so 20 euro in piedi, 30 posto numerato a sede-re).Domenica (ingresso 10 euro inclusa una

consumazione) si chiuderà con gli incontri"Pietro contro Pietro: notte horror a Piacen-za" (il giornalista Pietro Corvi intervista il ro-manziere piacentino Pietro Gandolfi) e "IlBushido, via della pace o della guerra?";Maurizio Matrone, Tim Willocks e Joe R.Lansdale indagano con l'autore giappo-ha-waian-californiano Dale Furutani la suascrittura nutrita di arti marziali, Hollywood eNoir; accompagnamento musicale del gran-de armonicista Egidio Juke Ingala, poi inconcerto con i suoi The Jacknives; a chiude-re, il giovane duo chitarra, armonica e voceMoreland & Arbuckle, dal Kansas.

A Gentle Vertigoal Cantiere Weil

Uno sfavillante incontro tra quattro voci origi-nalissime per stile e autenticità. Ecco quantopromette il Cantiere Simone Weil di via Giorda-no Bruno venerdì 28, dove alle 21 ci sarà in con-certo il quartetto A Gentle Vertigo con GianniMimmo al sax soprano,Fabio Sacconi al con-trabbasso, Angelo Conti-ni al trombone (in foto) eAlison Blunt al violino.Una formazione acusti-ca e inedita, con un'atti-tudine marcatamentecontemporanea e sel-vaggiamente cameristi-ca che attraversa con di-sinvoltura le frontiere,capace di un senso for-male rigoroso e di abbandoni violenti. Una ver-tigine gentile, insomma, free-jazz e improvvisa-zione per ascoltare la relazione fra voci interio-ri, la declinazione lirica farsi cruda e la narra-zione procedere per necessari smarrimenti.

Kill Beer, Fiorenzuolaa pinte ‘tarantiniane’Anche Fiorenzuola quest'anno ha la sua festa

della birra. L'appuntamento, che nella città dellaVal d'Arda mancava da parecchi anni, è stato resu-scitato con slancio imprevedibile dalla neonataassociazionegiovanile Col-lettivo 14. Si in-titola "taranti-nianamente"Kill Beer e oc-cuperà l'areaCampo Sporti-vo 2 venerdì 28e sabato 29,dalle 19 all'u-na. Accanto alla proposta culinaria, immancabil-mente a base di carni alla griglia e di una selezionedi birre, anche una interessante offerta musicale"made in Fiorenzuola" e dintorni. Venerdì guada-gneranno il palco i Mi Fa Soul, The Sick e i Flowers(in foto); a seguire, dj-set rock; sabato spazio inve-ce ai Ray of Genius e ai The Shout, tributo ai Bea-tles; si chiuderà col dj-set di Pinza & Lele.

Festival blues, a Piacenzascocca l’ora di Bennato

All'Anfiteatro San Giacomo di Ponte dell'Oliocontinua in riva al Nure la Festa Giovani 2013,decima edizione, organizzata dai Leoni dellaNotte. Dopo Good Fellas e Jovanotte, venerdì 28spazio ai Deja-Vu, sabato 29 ai Discoinferno (infoto)e domenica 30 ai Bandaliga con Max Cotta-favi. Lunedì 1 luglio, largo ai Mister X; martedì 2si chiuderà con lo ska e il rocksteady dei The Sca-la's Big 9, opportunamente accostati al dj-setreggae della SunWise Family. Non è tutto, per-ché in luglio l'anfiteatro ospiterà poi la mini-ras-segna in tre serate "Cabaret d'autore". Spetta-coli alle 21; in arrivo: Giuseppe Giacobazzi e Dui-lio Pizzocchi martedì 9 luglio, I Legnanesi saba-to 20 luglio e Marco Della noce, Fabrizio Casali-no e Rocco Ciarmoli, tutti da Zelig, sabato 27 lu-glio. Prevendite aperte per i tre spettacoli in tut-te le filiali della Banca di Piacenza.

La Festa Giovaniaccende Pontedellolio

Appennino Festival,avvio a tutta SardegnaTorna il tradizionale Appennino Festival, do-

dicesima edizione. La kermesse diretta daFranco Guglielmetti parte sabato 29 giugno aBettola con un omaggio alla Sardegna più sel-vaggia: alle 18 verrà presentato il libro "Lau-neddas, il suono di una vita" di Dante Tangianue alle 21 sifarà stra-da il con-certo "So-nos e bal-lon de Sar-digna" conil grupposardo IttiriCanneddue i tenoresTilarigaBultei. Domenica 30 a Calenzano, alle 16 con-certo dei Tenores che dalle 19 accompagneran-no la cena musicale itinerante nelle frazioni.

Pontenure

Parco Raggio,il cinemaè magia

Otto proiezioni, da qui a gio-vedì 11 luglio, sempre alle21.45, per il cinema all'apertoa Parco Raggio di Pontenure.Lunedì 1 e martedì 2 si proiet-terà "La grande bellezza"diPaolo Sorrentino, mercoledì3"Oltre il confine"di RolandoColla (ingresso gratuito), gio-vedì 4"Anna Karenina"di JoeWright, lunedì 8"Oblivion"diJoseph Kosinski, martedì9"Frankenweenie"di TimBurton, mercoledì 10"Le cosebelle"di Agostino Ferrente e"Giovanni Piperno" (ingressogratuito) e giovedì 11"Venutoal mondo" di Sergio Castellit-to.

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28 giugno 2013 Corriere Padano

13VIVIPIACENZA

A CURA DI PIETRO CORVI

Muzikobando alla Muntà:aperitivo in salsa klezmerDomenica 30, ore 19, aperitivo in salsaklezmer a La Muntà. Spazio ai Muzikobando,quintetto dedito a pregevoli e personaliriletture di suoni e linguaggi dellaMitteleuropa formato da Gian AndreaGuerra al violino, Valentia Soncini a voce eviola, Massimo Lamberti e Fabio Crespiatico achitarra e contrabbasso e Bruno Orlandi allafisarmonica. Presenteranno il CD "Babil".

Note per tutti i gusti:arrembante Orzorock18 concerti per tutti i gusti e 2 dj-set su 2 palchi

no-stop dalle ore 20 all'alba. A contorno, tantocibo e fiumi di birra. C'è parecchia carne sulfuoco di Orzorock, lo storico festival nel lettodel Trebbia di Gragnano che venerdì 28 e saba-to 29 giunge arrembante alla sua 16° edizione.Ad aprire le danze, venerdì, i Roverheart,hard-rock psichedelico devoto ai '70; seguiran-no Seele Brennt (rock alternativo da Genova),Morght'n'torg (stoner), Wunderkammer (elet-tro-punk), Zebra Fink (stoner-rock italiano),Tryptamin (nu-metal, elettronica e psichede-lia), Sula Ventrebianco (nella foto, rivelazionerock napoletana dell'anno), Sica (electro-rockda Torino); dj-set elettronico di Tramadrops inchiusura, per ballare tutta la notte.Sabato toccherà invece ai Jay's Pig rompere il

ghiaccio con un sound in bilico tra rock alterna-tivo e progressive; poi il rock dei giovanissimi ebrillanti Deframat, il pop-rock cantautorale eultra-contaminato dei genovesi Subbuglio!, lostoner degli Insula, il post-rock dei Nothing Im-portant Happened Today, il punk-rock "sfortu-nato" dei Bravi Tutti, il trip-rock degli storiciMisfatto, il crossover dei Jack Folla e il cel-tic-punk delle Mosche di Velluto Grigio; dj-setconclusivo della Blackat Crew, dal country allatechno, fino al mattino.

Venerdì Piacentini,shopping e animazioneCentro città ancora vivace protagonista del fi-

nesettimana con i Venerdì Piacentini (fino al 19luglio). Dall'aperitivo a tarda sera, tutte le vie,piazze e ogni angolo del cuore cittadino si trasfor-meranno in un grandissimo scenario a cielo aper-to per decine di eventi e spettacoli per tutti i gustie tutte le età. Ecco i principali in programma il 28giugno (tutto su www.venerdipiacentini.it).Piazza Cavalli ospiterà la sfilata "GalàModa" (u-na "Fashion night" è prevista anche in via Chiap-poni), Piazza Duomo (con tanto di parco diverti-menti per i bambini) il concerto degli SpecialGuest (in foto), Via Roma lo spettacolo di CasaMontagna per il Festival Internazionale dei Gio-vani, via Genova la milonga di tango argentino ei Giardini Merluzzo il country dei Bill and the Ga-tes. In Piazza Sant'Antonino troveranno spazio il

concerto ga-rage degli ARebours e idj-set elet-tronici di UniNoise, in Gal-leria dellaBorsa il rockdegli Electri-ka Euphoriae in via SanSiro un Bu-sker Fest conmangiafuo -

co, acrobati e giocolieri. Degustazioni di vini conValtidone WineFest in Piazza Borgo, liscio e ballidi gruppo ma anche un gran torneo di calciobalil-la e la Pinuccio Cirmi Band in Via Cavour, aperi-tivo al buio per single in via Genova e concertodell'Half Quartet sotto la galleria del Politeama.Le offerte non si esauriscono qua, tutti i commer-cianti, bar e locali partecipano originalmentecon molte altre proposte tra intrattenimento, ce-ne sotto le stelle e varie iniziative enogastrono-mia: inforcate la bici e lanciatevi alla scoperta.

Salsomaggiore vibracon il Festival Beat

Festival Beat all'apice. Nel finesettimana aSalsomaggiore, concerti, aperitivi, feste, dj-sete mercatini vintage no-stop. Il venerdì 28 si aprealle 14.30 in Piscina Leoni, continua alle 18 conaperitivo letterario in Largo Roma e alle 19 colconcerto dei Senzabenza al Devil's Den Pub;dalle 21, i concerti clou a Ponte Ghiara: TheCyborgs (Ita), Los Infierno (Mex), The Menta-lettes (Ger) e Arthur Brown (Uk). Stessa scalet-ta sabato 29: al Devil's suoneranno i Tough e aPonte Ghiara gli Head and the hares (Ita), JimJones Revue (Uk), The Fuzztones (USA, in foto)con l'ospite speciale James Lowe dagli ElectricPrunes. In entrambe le serate, sfrenati dj-set fi-no all'alba. Domenica 30, infine, piscina dalle14.30, concerto dei De Curtis a Parco Chini dal-le 18, live degli spagnoli Hollywood Sinners eparty di chiusura dalle 22.30 nel "Cavern" del-l'Hotel Cantuccio.

Hevia, Sonohra e Flooka ‘Irlanda in musica’

La gaita elettronica del celeberrimo Hevia (infoto), il "principe delle Asturie", e il frescopop-rock dei Sonohra, venerdì 5 luglio; la musicaceltica tradizionale degli anglo-irlandesi Flook,sabato 6. Ecco i concerti che riempiranno di mu-sica Piazza San Colombano a Bobbio nel primoweekend in programma di "Irlanda in musica",16ma edizione della fortunata rassegna organiz-zata da Coop Fedro e Comune di Bobbio. Hevia,seconda volta al festival, non ha bisogno di pre-sentazioni;i Sonohrasono la gio-vane rive-lazione sa-nremesedel 2008 epresente -ranno an-che un ine-dito "fea-turing"con Hevia,con cuihanno un disco in cantiere. I Flook, eccellentequartetto di flauti, accordeon, chitarra, bouzou-ki, bodhran, mandolino e fischietti, il cui concer-to viene recuperato dopo l'inatteso forfait del-l'anno scorso, promettono uno spettacolo ad al-tissima velocità, tutto da ballare.

Laboratorio teatralecon Pino L’AbbadessaNuovo laboratorio teatrale del regista e atto-

re Pino L'Abbadessa. Al Cantiere Weil con lostage "Balla sui vetri" si lavorerà su Sarah Ka-ne, scrittrice e drammaturga inglese protago-nista di una stagione di grande rinnovamento:ha scritto pagine cariche di disagio e insoffe-renza per le norme che regolano il vivere civi-le e di condanna dei grandi mali della fine delSecolo. Sul piano formale è invece determi-nante la scelta di utilizzare un linguaggio du-ro, spesso scurrile, e di superare l’impostazio -ne psicologico-narrativa del dramma tradizio-nale. Stage dal 5 al 7 luglio; al centro, le tema-tiche principali della produzione della Kanecon particolare attenzione al testo "4.48 P-sychosis", ma anche training corporeo e voca-le, persona e personaggio, improvvisazione esintesi espressiva, monologo interiore e fram-mentazione corale. Info a [email protected].

Concerti, libri, dj-set:Melville pimpante

Concerti, libri e dj-set sempre al centro dellaprogrammazione del Melville, il nuovo caffè let-terario al centro culturale di San Nicolò. Sabato29 si riparte dall'aperitivo a base di tapas e mu-sica easy raffinata: ai controlli il dj Alex Mondi-

na, tra chill-hou-se, acid-jazz e di-sco music '70 e '80.Venerdì 5 luglioverrà poi il turnodella cantautricee folk-singer pia-centina Erica O-pizzi (in foto). Mer-coledì 10 si torne-rà ai libri con "Cit-tà in controluce",

la rivista edita da Vicolo Del Pavone e diretta daGiampaolo Nuvolati: si parlerà di città tra uto-pia e distopia con un folto stuolo di ospiti.

Satira, ironia e comicità: showper una mostra ad AlbarolaSei brevi momenti teatrali di satira, ironia ecomicità: questo lo spettacolo “Sedie, vedove,barman, camerieri ,fabbriche” che andrà inscena sabato 29 giugno alle ore 21 adAlbarola, presso Palazzo Barattieri. La serataè a cura del Teatro Instabile di Vigolzone edel Gruppo Archeologico Val Nure; i fondiraccolti verranno destinati alla realizzazionedi una mostra di reperti archeologici.

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Corriere Padano

1428 giugno 2013

A TAVOLA

“Scommettiamo che...il nostro gelato è il top”Gelateria Pasticceria San Marco lancia la sfida del confronto: “Sonopiù che sicuro - dice il patron Pietro Collaro - che sceglierete ancora noi”

A TAVOLA

ROBERTA SUZZANI

«Facciamo una scommessa.Assaggiate il mio gelato, poi pro-vatene uno simile e scegliete ilmigliore».Pietro Collaro, patron della

Gelateria Pasticceria San Mar-co in via Boselli 21, non ha alcundubbio: il suo gelato non temeconfronti. «Metterei cinquemi-la euro sul tavolo senza alcuna e-sitazione» aggiunge con il sorri-so di chi sa che la passione chemette nel suo lavoro – in questocaso come non mai – “si sente”.O meglio: si gusta.Una sicurezza con la “S” maiu -

scola perché «il mio è un gelatoartigianale con la “A” maiusco -la fatto solo con prodotti freschie di prima qualità senza nessunadditivo, farina o altro. Solo uo-va, zucchero, latte e tanta pas-sione».Pochi ingredienti e un segreto.

Anzi due. «Quello che non si puòsvelare – dice maliziosamentePietro – e l’altro che tutto cono-scono: l’amore per il mio lavo-ro».Un amore nato a Torre del Gre-

co, in provincia di Napoli, «dove

c’è un’altra gelateria San Mar-co, la più antica dove ho mosso imiei primi passi come garzone»e approdato 14 anni a Piacenza.In terra Farnese Pietro è arriva-to per la famiglia e proprio con lasua famiglia ha dato vita al suosogno lavorando fianco a fiancoalla moglie Francesca e le figlieImma e Nunzia «aspettando chei miei nipoti diventino grandi eimparino quest’arte di famiglia.Intanto, il gelato, se lo mangia-no».E proprio ai nipoti Pietro pen-

sa quando crea il suo gelato, letorte, i pasticcini e le meravi-gliose granite.«A loro insegno che ogni sta-

gione ha la sua frutta e che biso-gna rispettare la materia primache deve essere sempre di quali-tà. Con i miei clienti faccio lostesso».Sbirciando le vaschette, tra

melone e cioccolato, è chiaroche sui gusti, Pietro non transi-ge e le mode le lascia a qualcunaltro. «Qui il “puffo”non c’è maistato né ci sarà mai. A me piace

la genuinità, la semplicità. Mipiace che le cose siano sane ebuone tant’è vero che le do aimiei nipoti».Sane e buone, come l’ultimo

nato. Un gusto che Pietro hacreato per soddisfare prima ditutto la sua golosità. «I nostri ge-lati nascono tutti così, dalle no-stre idee. Dalle nostre ispirazio-ni. Dai nostri palati. Proponia-mo un nuovo gusto, lo creiamo,lo assaggiamo tutti, lo miglioria-mo e solo quando siamo convintilo proponiamo in negozio. Ricot-ta e pere è nato dalla mia passio-ne per formaggio e pere, perònon potevo creare un gelato alparmigiano così ho pensato aun’alternativa». Una valida al-ternativa.La parola d’ordine alla pastic-

ceria gelateria San Marco è qua-lità. Quest’oasi per i golosi haportato il sole di Napoli nellanebbia della Val Padana pren-dendo i piacentini per la gola. Edopo aver assaggiato il cono “ri -cotta e pere”con i pezzi di fruttafresca che si sentono scroccaresotto i denti e il sapore della ri-cotta fresca, non ho alcun dub-bio: me ne da’ una vaschetta in-tera?

CUCINA DI CASAOrata, patate

e pomodori al forno

Ingredienti per 4 persone: 1 orata di circa 1,2 kg; 1 kg di patate;200 g di cipolle; 4 pomodori rotondi di media grandezza; 2 spicchid’aglio; 4 cucchiai di pangrattato; 4 cucchiai d’olio extravergined’oliva; prezzemolo; timo; sale e pepe.

Preparazione: Lavate i pomodori, divideteli a metà, svuota-teli dai semi quindi spolverateli di sale e sistemateli capovoltisu un doppio foglio di carta da cucina per far sgocciolare l’ac -qua di vegetazione. Pelate le patate e tagliatele a fettine sot-tili quindi sciacquatele e asciugatele dentro un panno- Spel-late e tritate le cipolle e mescolatele con le patate, un pizzico-ne di timo, sale e pepe. Strofinate l’interno di una teglia ampiacon uno spicchio di aglio diviso a metà e allargatevi il miscu-glio di patate e cipolle. Versate sul fondo della teglia un dito di

acqua, condite condue cucchiai d’olio einfornate a 200° per40 minuti. Squama-te l’orata, svuotatelae lavatela sotto l’ac -qua corrente asciu-gatela e praticatedue incisioni paral-lele su ogni partequindi cospargeteladi sale e pepe ancheinternamente. Pre-parate un trito finis-simo con una man-ciatina di prezzemo-lo e uno spicchio d’a-glio e miscelatelocon il pangrattato,un pizzico di timo e u-na macinata di pepe.

Riempite i pomodori con questo miscuglio. Trascorsi i 40 mi-nuti, ritirate la teglia dal forno, adagiate l’orata sulle patatequasi cotte, ungetela con un cucchiaio d’olio e disponetevi in-torno i pomodori farciti. Cospargete questi ultimi con un filod’olio e rimettete la teglia nel forno. Proseguite la cottura peraltri 35 minuti e, quando l’orata comincia a prendere colore,pennellatela un paio di volte con il fondo di cottura. Servite lapreparazione calda nello stesso recipiente di cottura. La ric-chezza e la varietà degli ingredienti rendono la preparazioneun perfetto piatto unico, nutrizionalmente equilibrato.

Zuppa al pesto

Ingredienti per 6 persone: 200 g di zucchine; 250 g di fagiolini verdi;400 g di pomodori molto maturi; 600 g di fagioli cannellini freschi (pesolordo); 2 patate (250 g circa); 150 g di spaghetti; 1 mazzetto di basilico; 1grosso spicchio d’aglio fresco; 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; 3cucchiai di parmigiano grattugiato; sale.

Preparazione: Sgranate i fagioli. Spuntate e lavate i fagiolini e ta-gliateli a pezzetti. Pelate le patate e tagliatele a dadi. Tuffate per po-chi secondi i pomodori in acqua in ebollizione, passateli nell’acquafredda quindi pelateli, privateli dei semi e spezzettateli. Lavate le

zucchine, dividetele in due longitudinalmente e affettatele nontroppo sottili. Versate due litri di acqua fredda in una casseruola eunitevi tutte le verdure preparate tranne le zucchine. Unite un cuc-chiaio d’olio, il sale e mettete la casseruola sul fuoco. Quando si alzal’ebollizione, abbassate la fiamma al minimo e lasciate cuocere percirca trenta minuti prima di unire anche le zucchine. Fate cuocereper altri trenta minuti circa e infine calate gli spaghetti spezzettati eterminate la cottura. Lavate e asciugate il basilico, sfogliatelo e pe-statelo nel mortaio con gli spicchi d’aglio e un pizzico di sale fino a ri-durlo in crema. Completate il pesto con due cucchiai d’olio, amalga-mate bene e unitelo alla zuppa al momento di toglierla dal fuoco. Ser-vitela calda o tiepida passando a parte il parmigiano grattugiato.

Trattoria Biasini a Magnano di Carpaneto,rosso mandorlato e i classici del territorio

La formula è consolidata: unatrattoria rustica, una famigliache la conduce con passione, unmenù dedicato ai classici delterritorio. La carta vincentedella famiglia Biasini sta nellasemplicità dell'offerta gastro-nomica unita alla genuinitàdelle materie prime. Il salume,con cui inizia il pasto, viene se-guito durante ogni fase dellapreparazione fino alla stagio-natura, che avviene in casa, ilvino è di produzione propria ecomprende solo alcune eti-chette: da segnalare il rossomandorlato e la malvasia semi-secca entrambi serviti nellascodellina di porcellana bian-ca. Il pollame è allevato nel po-dere di famiglia. La signoraMaria Montesissa, moglie diRomano, prepara pisarei e fa-sò, anolini in brodo, (senza stra-cotto come si vogliono in Vald'Arda), tortelli di ricotta ed er-bette al burro oppure, per i piùpasticcioni, conditi con sugo difunghi. Tra i secondi piatti po-tete scegliere tra anatra e fa-raona arrosto, coniglio arrostoo alla cacciatora, gallina ripie-na lessa e pollo alla cacciatora.D'inverno il menù include le-

pre e cinghiale o altra selvaggi-na con polenta. I dolci casalin-

ghi sono quelli della tradizio-ne: crostate di marmellata, difrutta fresca e torte di mandor-le accompagnate se si vuole dauno stupendo zabaione. Se ca-pitate in zona potete fermarvianche solo per due fette di salu-me e una scodella di buon vino.Altrimenti occorre prenotare.

Biasini, località Magnano diCarpaneto Tel. 0523.850110Chiuso: lunedì

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28 giugno 2013 Corriere Padano

15

Il governo Letta ha aumentato le detrazioni fiscali per ristrutturarecasa o aumentarne l'efficienza energetica. Gli strumenti da sceglieretra quelli a disposizione sono tanti. Ci sono le detrazioni per le ristrut-turazioni semplici, quelle che l’anno scorso sono state aumentate dal36 al 50%, e ora sono confermate fino al 31 dicembre 2013. Più gene-rose le agevolazioni fiscali per l’efficienza energetica innalzate dal 55al 65%: se ne potrà usufruire fino a fine anno per gli interventi su abi-tazioni singole mentre per lavori sulle parti comuni o su tutte le unitàimmobiliari dei condomini ci sarà tempo fino al 30 giugno 2014. Altragrande novità, l’introduzione del cosiddetto bonus mobili: le spese, fi-no a 10.000 euro, per arredare stanze ristrutturate avranno diritto alladetrazione del 50%. Salvo modifiche in sede di conversione in legge, lemodalità per usufruire del bonus fiscale restano sostanzialmente lestesse: il 50% o il 65% della spesa viene detratto dalle imposte in 10 ratedi pari importo su altrettanti anni. Si ha diritto allo sgravio per: accor-pamenti di locali, allargamento o nuova realizzazione di porte, fine-stre, lucernari; rimozione di barriere architettoniche o rifacimentoscalini; installazioni di antifurti, citofoni, inferriate, cancelli, monta -scale, montacarichi, ascensori, di stufe, caldaie, condizionatori; im-pianti fotovoltaici; realizzazione ex novo di box auto o garage; impiantielettrici e idrici, scarichi, canne fumarie, grondaie; ritinteggiatura o ri -facimento della facciata, sanitari, marciapiedi e pavimentazioni ester-ne, serramenti e saracinesche, trasformazione di un balcone in veran-da; opere finalizzate alla sicurezza statica e antisismica, rifacimentodel tetto e molti altri interventi. La lista non è esaustiva. L’elenco com-pleto è pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

FarmacieFARMACIE DI SERVIZIO A PIACENZA

DAL 28.6.2013 AL 5.7.2013

TURNO DIURNO: dalle 8,30 alle 22

FARNESIANA – Via Farnesiana, 100/EDR. CROCI – P.zza Cavalli, 29

TURNO NOTTURNO: dalle 22 alle 8,30

28.06 SAN LAZZARO – Via E. Parmense, 22/A29.06 DR. GIANNI CORVI – C.so V. Emanuele, 12130.06 DR. SPOTTI – Via Guercino, 501°.07 SAN FRANCESCO – Via Sopramuro, 702.07 PIACENZA – Via P. Cella, 5603.07 DR. CABERTI – Via Martiri della Resistenza04.07 COMUNALE MANFREDI – Via Manfredi 72/B05.07 CAMILLO CORVI – Via XX Settembre, 106

E' possibile accedere alle farmacie, in servizio diturno, ricomprese nella ZTL, comunicando alfarmacista il numero di targa del proprio mezzo.

IL NUMERO TELEFONICO 330033 DA' INDICAZIONEDELLE FARMACIE DI TURNO A PIACENZA EPROVINCIA

Mercati settimanaliLunedì: Bettola, Borgonovo Val Tidone, Caorso, San Nicolò,Castell’Arquato, Castelvetro

Martedì: Ferriere, Nibbiano, Piacenza Farnesiana,Pontedellolio, Pontenure, Travo, VernascaMercoledì: Carpaneto, Marsaglia, Piacenza, Pianello,VigolzoneGiovedì: Agazzano, Castelsangiovanni, Fiorenzuola,Gossolengo, Gropparello, Perino, Piacenza Farnesiana,Podenzano, VillanovaVenerdì: Cortemaggiore, Lugagnano, Monticelli, SanGiorgio, Rivergaro, RoveletoSabato: Bobbio, Fiorenzuola, Piacenza, PC BesuricaDomenica: Agazzano, Alseno, Borgonovo, Caminata,Carpaneto, Castelsangiovanni, Cortemaggiore, Gragnano,Gropparello, Monticelli, Morfasso, Nibbiano, Pianello,Pontedellolio

Avis, i prelieviDomenica 30 giugno: Piacenza

Sabato 6 luglio: Carpaneto, Alseno

Domenica 7 luglio: Bettola, Carpaneto

CITTÀ UTILE

Home Care Premium

Il Comune di Piacenza aderi-sce all'iniziativa dell’INPSGestione Dipendenti Pubbli-ci (ex INPDAP) Home CarePremium, un progetto inno-vativo di Assistenza Domici-liare che si attesta su presta-zioni socio assistenziali (eco-nomiche e di servizio) di sup-porto alla non autosufficien-za e allo stato di fragilità, an-che in ottica preventiva, conun’attenzione all’eventualenecessaria integrazione sani-taria. Il 30 settembre 2013 è iltermine ultimo per la presen-tazione delle domande. Il pro-getto è rivolto a persone nonautosufficienti, residenti nelComune di Piacenza, rien-tranti nelle seguenti catego-rie:- i dipendenti e pensionati

pubblici iscritti al Fondo Cre-dito, in quanto utenti dellaGestione Dipendenti Pubbli-ci o aderenti al Fondo ai sensidel D.M. n. 45/1997;- i loro coniugi conviventi;- i loro familiari di primo gra-

do;- i giovani minorenni orfani

di dipendenti o pensionatipubblici.Per maggiori informazioni

contattare gli Sportelli Infor-masociale o consultare il sitoINPDAP.

Centroper le famiglie

Il Centro per le Famiglie delComune di Piacenza comuni-ca le seguenti iniziative pre-viste per giugno:SPAZIO GIOCO ESTATE

2013Il Centro per le Famiglie, in

collaborazione con la Coope-rativa Casa Morgana, propo-ne anche per quest’anno ilCentro Estivo – Spazio GiocoEstate, che si terrà presso lascuola per l’infanzia “G. Ro-dari”, dal 1 al 26 luglio 2013,dal lunedì al venerdì dalle8.00 alle 14.00. Il Centro Esti-vo, gratuito, è rivolto a ungruppo di 40 bambini di etàcompresa tra i 4 e gli 11 anni esarà condotto da quattro edu-catori. È carico delle famiglieil costo dei pasti e della pisci-na. Le iscrizioni si raccolgonoa partire da sabato 15 giugnopresso lo Sportello Informa-Famiglie&Bambini.INCONTRI DI PREVEN-

ZIONE DEGLI INCIDENTIDOMESTICI DEI BAMBINIIn collaborazione con gli o-

peratori del dipartimento diSanità Pubblica dell’Ausl diPiacenza e il Centro per le Fa-

miglie, sabato 29 giugno dalleore 09.30 alle ore 11.30 si ter-rà uno degli incontri dedicatialla prevenzione degli inci-denti dei bambini in ambien-te domestico.

Il Centro per le Famiglie èanche su Facebook. Per averetutte le informazioni sulle no-stre attività in tempo reale,clicca “Mi piace” sulla pagi-na “Centro per le famiglie –Piacenza”.

Per informazioni su tutte leiniziative e per le iscrizioni aicorsi e ai laboratori: SportelloInformaFamiglie&Bambini,Galleria del Sole, 42 – CentroCivico Farnesiana: luned ì,giovedì, venerdì e sabato dal-le 9.00 alle 12.00, mercoledìdalle 9.00 alle 12.00 e dalle13.30 alle 16.30 tel. 0523492380, e-mail [email protected]

BORSA DELLA SPESA

Ristrutturazioni e bonusmobili: le nuove agevolazioni

(Info a cura del Settore Servizi Sociali e A bitativi Comune di Piacenza)

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Corriere Padano

1628 giugno 2013

ATTUALITÀ

Lo scontro - Migliaia di firme già raccolte. Mancano i chiarimenti richiesti alla Regione

Trasloco 118, Piacenzasi mette di traversoAmministratori del territorio, una fetta di politici, sindacati e cittadini controil trasferimento della Centrale operativa a casa dei ‘cugini’ parmigiani

ROBERTA SUZZANI

Piacenza si mette di traversoe sull’ipotesi di trasferimentodella Centrale Operativa del118 a casa dei cugini parmigia-ni in un quadro di razionalizza-zione delle forze e di riorganiz-zazione dell’assetto sanitarioin aree vaste, ribadisce il suono.L’incontro di qualche setti-

mana fa con l’assessore regio-nale Carlo Lusenti alla sededel Pd non ha sortito l’effettodesiderato. E invece di calmar-le, le acque già agitate si sonotrasformate in una vera e pro-pria tempesta, con un coro divoci variegato unito da una so-la parola “no”. Senza il “gra -zie”.Il no dei 48 sindaci del territo-

rio che, in sede di ConferenzaSociosanitaria, hanno firmatoun documento congiunto affi-dato al presidente della Pro-vincia Massimo Trespidi. A luiil compito di consegnarlo, neiprossimi giorni, direttamentenelle mani del numero uno del-la Regione Vasco Errani, fa-cendosi portavoce della preoc-cupazione espressa da più par-

ti di perdere una «nostra eccel-lenza cresciuta in trent’anni dilavoro. La Regione troppospesso si dimentica di Piacen-za».Il no dei sindacati Cgil, Cisl e

Uil, che in una missiva indiriz-zata a via Garibaldi, ai sindacidi Piacenza, Castelsangiovan-ni e Fiorenzuola e al direttoregenerale dell’Ausl AndreaBianchi, vanno al contrattaccoe candidano Piacenza «a unruolo di riferimento per tuttal’area vasta». Scacciando i fan-tasmi di “protagonismo asso-luto” le rappresentanze sinda-cali fanno appello alla ragione.«Chiediamo un confronto pro-vinciale per esaminare le ec-cellenze, le necessità e i ruoliche la sanità piacentina ha epotrebbe avere nel nuovo con-testo che si sta delineando incampo socio–sanitario».Il no dei politici a cominciare

dal consigliere regionale An-drea Pollastri che ha portatodirettamente in assemblea le-gislativa la voce di Piacenza.Ma anche dei rappresentantidel Carroccio Pietro Pisani,Nelio Pavesi e Carlo Torregia-ni che più volte hanno espressola loro preoccupazione soste-

nendo che le unificazioni dellecentrali «sono il primo passoverso l’accorpamento delleAusl». E quello di “Fratelli d’I-talia” che minaccia la rotturacon l’organo centrale in caso ditrasferimento della Centrale aParma. Dal canto suo il consi-gliere del Pd Marco Carini cer-ca una “via di mezzo”«sì all’ac -corpamento, ma che la sedecentrale sia Piacenza, valutatele condizioni di polo di eccel-lenza della nostra città».Infine il no dei cittadini. Cin-

quemila le firme già raccolte“off line”, mentre sul web con-tinua il tam tam per siglare la

petizione “No chiusura 118Piacenza”che ha come obietti-vo i 10mila firmatari.«Il nostro primo obiettivo –

spiega Paolo Rebecchi, presi-dente del Comitato provincia-le Anpas Piacenza e consiglie-re regionale Anpas Emilia Ro-

magna – è ovviamente quellodi mantenere la centrale ope-rativa sul territorio perché loriteniamo un modello virtuo-so, ma vorremmo anche cono-scere i piani di riordino dellaRegione. Vorremmo capire co-me potrebbe essere il nuovoassetto di area vasta e qualeruolo andrebbe a svolgerePianceza in questo eventualequadro organizzativo».La domanda è una sola: cosa

accadrà? «Stiamo ancora a-spettando una risposta dallaRegione. Noi, come Parma. E’bene chiarirlo, come Comitatodi cittadini, non siamo contrari

a priori allo spostamento dellaCentrale, ma vogliamo capirecosa questo eventuale sposta-mento potrebbe comportare alnostro sistema di servizi, allanostra struttura organizzativa.Vorremmo, in alter parole, a-vere modo di dire la nostra. Ma

per farlo abbiamo bisogno di a-vere in mano il progetto».E se in mano non hanno il fu-

turo, i membri del Comitatohanno il passato. «Un passato,che è un presente, virtuoso» citiene a sottolineare Rebecchi.«Il nostro sistema organizza-

tivo del 188 è un modello effi-ciente ed economico che af-fianca personale volontariodovutamente formato a un si-stema di professionistidell’Ausl che interviene in ca-so di necessità. In questo modoriusciamo a dare al territorioun’ottima copertura in un si-stema di regime di costi equili-

brato. Inoltre Piacenza puòvantare il primato del CodiceBlu. La nostra è stata la primarealtà in Europa ad attivare u-na rete di defibrillatori in variluoghi pubblici e privati.Quando viene segnalato un at-tacco cardiaco, accanto agli o-peratori sanitari, si attivano leforze dell’ordine tutti in gradodi utilizzare un defibrillatore equindi di salvare la vita a unapersona colpita da infarto».«Tutto questo – conclude Re-

becchi – è un patrimonio uma-no e professionale che non puòandare perso. E’ questo chechiediamo alla Regione. E’questo che spiegheremo ai cit-tadini durante un incontropubblico che vogliamo orga-nizzare a breve».Piacenza ha levato gli scudi.

Vuole difendere il proprio pa-trimonio, ma vuole anche e so-prattutto capire quali sono iprogetti per il suo futuro. Cer-to non ha intenzione di rimane-re in attesa degli eventi ed è giàpartita al contrattacco.

Nella foto in alto, unintervento di soccorso. Alato, Paolo Rebecchi (Anpas)

Rebecchi (Anpas): “Vorremmo dire lanostra, ma per farlo abbiamo bisognodi avere in mano il progetto”

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28 giugno 2013 Corriere Padano

17ECONOMIA

Controluce - L’economista ed ex sindaco di Piacenza bacchetta l’incapacità di produrre una progettualità lungimirante

“Meno male che c’è un vescovo”Vaciago: “E’ già successo nei secoli passati: quando non funziona il Comune...”LUIGI GALEAZZI

Opinion leader richiesto daimedia nazionali, dal Sole24orea Ballarò, Giacomo Vaciago, e-sperto di politica economica edeconomia monetaria, è stato ilprimo sindaco di Piacenza elet-to direttamente dai piacentininel 1994.Nè “accademico”, nè “politi -

co”, nei toni predilige un certounderstatement, per mirare alsodo. La lunga crisi, di cui, an-che a livello locale, non si vede lafine, porta a proporgli tre do-mande: dove va il mondo (Pia-cenza compresa)? Cosa è possi-bile fare per lo sviluppo locale?Quale il ruolo, in questo senso,della Fondazione di Piacenza eVigevano.«La crisi che stiamo vivendo -

premette l’economista dell’U-niversità Cattolica - un po' in tut-to il mondo sviluppato, e quindi,in particolare in Europa ed U-SA, e' una crisi da "debito ecces-sivo". Ci siamo illusi, per ven-t'anni, che i debiti (privati e/opubblici) potessero consentircidi resistere alla forte concorren-za proveniente dai Paesi emer-genti. In realta' - e lo sappiamoda Ricardo, che due secoli faspiega i problemi nuovi che l'In-ghilterra incontra, quando losviluppo dell'industria non èpiù esclusivo ma c'e' crescita intutto il mondo, tu puoi continua-re a crescere solo se fai megliodegli altri e/o ti specializzi in mo-do di essere loro complementa-re. Fare debiti per "conservareil passato" e' la cosa peggioreche puoi fare (la lezione vale peril mondo sviluppato, ma vale an-che per ciascuno di noi....). Ma

purtroppo, proprio cosi' e' anda-ta, e adesso evitiamo il peggiosolo perche' quell'eccesso di de-bito l'abbiamo messo nei porta-fogli delle Banche Centrali. Coni mercati finanziari che ... vannoin crisi di astinenza , appena so-no indotti a temere che la drogadella troppa-moneta, per rende-re sostenibile il troppo-debito,possa venir meno. Ci vorrannovent'anni per uscire dai guai incui ci siamo messi. E nel frattem-po, cresce chi vuole, cioè chi se lo

merita: devi essere "attraente",per far si' che i migliori del mon-do vengano qui ad investire, equindi avvenga che anche deituoi migliori, che stanno gia'crescendo altrove, qualcuno re-sti»Quindi noi a Piacenza....«La crisi si supera con nuove

progettualità. Chi si siede lungoil fiume e aspetta che la ripresaarrivi, non la vedrà mai. In que-sto senso, chi rilegge oggi il pro-gramma con cui l'Universita'Cattolica apre a Piacenza (nel1990 !) il Corso di laurea di " Eco-nomia dell'innovazione ", e poiquattro anni dopo, nel 1994, labase programmatica con cui Al-leanza per Piacenza mi candidaa sindaco della nostra citta', ve-de che vent'anni fa eravamomolto meglio di oggi. E mi di-spiace.Avevamo (uso il plurale per-

chè c'era in campo una bellasquadra di gente) capito benis-simo quali erano i veri problemida risolvere e ci dichiaravamopronti a rimboccarci le manicheper farlo. Quel percorso e quelprogramma sono ben raccontatinella mia lezione (la seconda le-

zione Arcelli, tenuta nella Bi-blioteca comunale, il 3 marzo2006), intitolata “Le politicheeuropee per la crescita. Da Pia-cenza a Lisbona...e ritorno”. E'

scaricabile dalla mia aula didat-tica perche' la uso con i miei stu-denti per spiegare loro, con un e-sempio concreto, la decadenzadel Paese. E perche' anche noipiacentini l'abbiamo fortemen-te voluta: non e' colpa di Berlu-sconi o della Merkel se oggi Pia-cenza e' cosi' andata indietro. Ilnostro era infatti un sogno, e gia'negli anni successivi (mi dimet-to da sindaco all'inizio del 1998,quando mi rendo conto che anessuno piu' interessa quel so-

gno...), si e' proceduto a smon-tarne i pezzi piu' importanti. Lostrumento principale della cre-scita, cioe' l'avvio di PIACEN-ZA SVILUPPO con le aree pro-

duttive da usare per attrarre quigrandi investitori, viene cancel-lata. Le aree sono tutte vendutein blocco al miglior (uno solo, co-me mai?) offerente. E di svilup-po nessuno piu' parla. L'altrogrande e ambizioso progetto,PIACENZA PER PIACENZA ,anche chiamato PC al QUA-DRATO), scompare. Lo stessoPiano Regolatore Campos Ve-nuti viene violentato con unavariante generale che sparpa-glia sul territorio - contro lo spi-rito e la lettera del PRG appenaapprovato - centinaia di abita-zioni. Neppure l'accordo con leFerrovie - affinchè con l'AltaVelocita' portassero i nostripendolari a Milano in 25 minuti- e' stato fatto rispettare. Il Co-mune ha smesso (nonostante ilnome) di occuparsi della citta' esempre piu' si e' occupato di sestesso...»Quindi non c'e' speranza ?«Non esageriamo. Ho scritto e

detto tante volte che nessunPaese e' mai condannato in eter-no. Prima o poi (non so se fra u-no, dieci, o cento anni), tornere-mo a crescere. E lo capiremoquando torneremo ad occuparcidel futuro dei nostri figli e, so-prattutto, dei nostri nipoti. Cio-e' della crescita e del come puoimeritarla. E quindi come puoiimpiegarne i frutti, scegliendotra beni privati (il benessere in-

dividuale, un'automobile, unsalotto...), e beni pubblici (ungiardino pubblico, una buonascuola...).Chi visita le nostre belle città, e

vede accanto ai tanti bei palazziprivati anche le tante belle chie-se, capisce che una volta sapeva-mo gestire in modo equilibratola compresenza di beni privati ecomuni. Ma erano i frutti dellacrescita che venivano cosi' im-piegati. Se non c'e' crescita, e' u-na triste perdita di tempo racco-gliere firme perchè il Comune

faccia un parco in piu' nell'areadella Pertite: qualcuno ha anzi-tutto spiegato a chi ha firmatoper quel progetto, quanti servizisociali verranno quindi chiusi?O peggio ancora, qualcuno cheha votato al Referendum del2011 per abrogare il cosiddetto

23 bis e quindi perchè sia il Co-mune a fare gli enormi investi-menti che servono per la depu-razione dell'acqua, lo sa quantescuole ed asili dovranno quindiessere chiuse nei prossimi anni?Gia' quel che abbiamo attual-mente non e' sostenibile in futu-ro, e quindi dovremmo smetteredi elencare nuove spese senzaindicarne la copertura.Torneremo a crescere prima o

poi, quando anzitutto avremo ilcoraggio di dire la verità»Quale il ruolo della Fondazio-

ne di Piacenza e Vigevano, re-centemente rinnovata nei suoivertici ?«Come dicevo lo scorso anno,

bisogna imparare a riscoprire levirtù di una finanza umile e per-ciò utile. Vale per ciascuno dinoi; vale per il Paese; vale ancheper gli impieghi della Fondazio-

ne: è possibile usare meglio le ri-sorse della nostra Fondazione,sia per valorizzare le imprese lo-cali sia per attrarne di nuove. Miaspetto che a proposito della ge-stione degli ultimi anni si dica laverità ai piacentini. Serve, da unlato, far rendere il capitale in

progetti selezionati e garantitidalle banche (ma non investirein azioni di banche, che da annisono la cosa piu' rischiosa che cisia, come si e' visto nell'investi-mento a Parma cioe' non nellaParma che funziona bene, ma inquella sbagliata, che conoscia-mo dai tempi della Parmalat ).Dall'altro, occuparsi di piu' de-gli "ultimi", come si e' ben vistonella vicenda che ha portato allascelta del nuovo Presidente del-la Fondazione: quando non fun-ziona il Comune, meno male cheabbiamo un Vescovo (e' gia' suc-cesso tante volte, nei secoli pas-sati....)»

“Quel che abbiamo attualmentenon sarà sostenibile in futuro... Equindi smettiamo di elencare nuovespese senza indicarne la copertura”

“Chi si siede lungo il fiume e aspettache la ripresa arrivi, non la vedràmai. Vent'anni fa eravamo moltomeglio di oggi... E mi dispiace”

Nella foto al centro,Giacomo Vaciago.In basso a sinistra,il vescovo Gianni Ambrosio

A Piacenza uno scontrino su tre non viene emesso,le Fiamme Gialle: “La crisi non è una scusa”

(doss.and)Venti evasori totali e cinque parato-tali stanati e 42 milioni di sottrazione di base im-ponibile più 10 milioni di Iva evasa rilevati:questi i principali numeri dell’attività svoltadalla Guardia di Finanza di Piacenza nei primicinque mesi del 2013. I dati sono stati resi notinel corso della celebrazione del 239esimo anni-versario di fondazione delle Fiamme Gialle, du-rante il quale il comandante provinciale delcorpo, il colonnello Maurizio De Panfilis, ha vo-luto lanciare un chiaro messaggio: “Non accet-tiamo che la crisi economica, purtroppo ancoramolto presente anche a Piacenza, possa essereusata come scusa da coloro che rifiutano di fare

il proprio dovere nei confronti dello Stato e del-la collettività. Per questo, nonostante le tantedifficoltà che incontriamo quotidianamente, infuturo la nostra attività sarà ancora più incisi-va”.Tra gennaio e maggio di quest’anno sono state

eseguite 30 verifiche fiscali e 958 ispezioni sulcorretto rilascio di scontrini e ricevute fiscali (ildato delle 333 mancate emissioni a livello loca-le, pari al 34,61%, è solo leggermente più altoma molto simile alla percentuale nazionale),mentre i reati fiscali accertati sono stati 30. Sco-perti anche 277 lavoratori irregolari: 260 “ingrigio” e 17 “in nero”.

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Corriere Padano

1828 giugno 2013

ECONOMIA

Crisi e ripresa - Incontro con il presidente della Camera di Commercio

Parenti: “Infrastruttureper rilanciare Piacenza”“Collegamento con Milano, percorso ciclabile in Val Trebbia, Mediana, maggiorcapacità idraulica dei bacini, Museo nazionale dell’agricoltura: partiamo da lì”

ANDREA DOSSENA

Per la sua esperienza impren-ditoriale e in qualità di presi-dente della Camera di Commer-cio, Giuseppe Parenti può forni-re un’autorevole analisi delquadro economico locale, nazio-nale e internazionale: decisiviper Piacenza, secondo il presi-dente della Paver, saranno larealizzazione di alcuni progettiin parte già definiti sui quali oc-corre però trovare la piena con-vergenza.In Italia la crisi sembra non fini-re mai: si intravede almeno la lu-ce in fondo al tunnel?“No, è ancora troppo presto...ma bisogna dire che, in realtà,anche a Piacenza i tunnel sonodue. Ce n'è uno non buio, quellodelle aziende che hanno merca-to fuori dall'Italia: tutto il mon-do - ad eccezione di 5 Paesi, do-vremmo chiederci perchè l'Ita-lia sia tra questi! - sta crescendo,quindi chi fa export va bene.L'altro tunnel, ben più oscuro, èquello che stanno percorrendole aziende il cui mercato è ri-stretto ai confini interni. Unamoneta forte come l'euro - allanascita quasi pari al dollaro, ora

a 1,33 rispetto alla valuta statu-nitense - permette di comprarea basso prezzo prodotti di consu-mo stranieri, ma dall'altro latoai prodotti italiani rende più dif-ficile reggere la concorrenza.Più euro in circolazione ridur-rebbero il divario con il dollaro,ma il problema sono le logichecontrastanti in Europa: i tede-schi hanno tutto l'interesse amantenere lo status quo che fre-na l'Italia”.Dalla realtà internazionale a

quella locale: che ruolo può ave-re, in questa complessa con-giuntura, la Camera di Com-mercio piacentina?

“Verso l'esterno può aumenta-re l'impegno per l'internaziona-lizzazione delle nostre imprese,per aprire loro nuovi orizzonti,mentre a livello territoriale puòspingere a migliorare la compe-titività del nostro territorio au-mentando le infrastrutture erendendo più ospitale il territo-rio stesso, anche in vista di Expo2015”.Infrastrutture: da dove comin-

ciare?“Ci sono diverse priorità, dal

nuovo collegamento veloce epuntuale con Milano al percorsociclabile in Val Trebbia, che po-trebbe essere finanziato con i

fondi di Bruxelles e andrebbenella giusta direzione visto cheche il turismo ciclabile aumentaogni anno del 15/20%. Fonda-mentale sarà anche la MedianaPiacentina, che prima o poi an-drà fatta: l'aumento del trafficolungo il corridoio 5 spingerà allarichiesta di un'ulteriore corsiaper l'A21, ipotesi alla quale Pia-

cenza sarà costretta a dire di noin quanto già sottoposta ad uninquinamento pazzesco; a quelpunto, il problema sarà risolvi-bile solo o a monte o a valle dellacittà, e Piacenza dovrà farsi tro-vare pronta. Altro progetto di ri-lievo è aumentare la capacità i-draulica dei bacini della ValTrebbia, con due obiettivi: mi-gliorare la qualità dell'acquache beviamo senza doverla pe-scare vicino al Po (quindi conminor consumo di energia) e da-re acqua alla nostra agricolturarendendo la pianura più verde.C'è poi l'ipotesi di fare a Piacen-za un Museo nazionale dell'agri-

coltura, che in Italia pratica-mente non esiste: la posizionedella nostra città, nel cuore del-la Pianura Padana, potrebberenderlo un punto di richiamoper turisti e scolaresche. La se-de? Abbiamo pensato ai capan-noni oggi del Genio Pontieri, difianco ai Musei Civici, per am-pliare il polo museale: l'impe-

gnio personale del sindaco Dosiper farsi dare questi locali, e-ventualmente anche in affittoin coincidenza con l'Expo, saràdecisivo. Quello sulle aree mili-tari è un discorso lungo, ma dicerto volumi così ampi possonoessere un'occasione straordina-ria per parchi, musei, etc. in gra-do di migliorare la qualità dellacittà. Basti pensare al nuovo Pa-lazzo Uffici, che potrebbe esse-re fatto nella Nicolai o recupe-rando l'ex ospedale militare”Il nodo resta però la reale capa-cità nostrana di fare squadra: e-siste o no una volontà comune diCamera di Commercio, Comu-

ne, Provincia e forze economi-co-produttive su un progetto ca-pace di individuare la vocazionedi Piacenza e farla decollare?“Sui progetti infrastrutturali

vedo un sostanziale accordo, nelsenso che nessuno li contesta e-splicitamente: di certo sono ilfuturo”E sul resto? A molte città è faci-

le associare qualcosa che le dif-ferenzia in senso assoluto, maPiacenza sembra mancare di u-na visione chiara, anche in pro-spettiva.“Connotare Piacenza è diffici-

le perchè non fa distretto, manon dimentichiamo le eccellen-ze della meccanica (ad es. la rac-corderia) o dell’agrindustria:salumi, vini e pomodoro sono or-mai rinomati”La Regione a volte sembra un

po' distante: solo una lontanan-za geografica o c'è anche altro?“La lontananza geografica, a

volte, diventa anche distanza dirapporti, però va detto che,quando ci si fa vivi e si chiede, disolito la Regione risponde: di-pende molto da noi”

Nella foto in alto, GiuseppeParenti. A lato, cicloturismo:è in grande espansione

“Il mondo cresce: le nostre impresepuntino sull’internazionalizzazione”

Alla fine, l'ex sottosegretario al Ministero dell'econo-mia Polillo, le chiavi della sua azienda le ha prese?«Ma va’, quando si tratta di lavorare quelli non ci sen-

tono».E' passato quasi un anno da quella puntata di Piazza

Pulita. Durante il suo intervento alla trasmissione deLa7, Andrea Zucchi, allora proprietario di due puntivendita di occhiali nel piacentino, rivolgendosi all'allo-ra sottosegretario lanciava la sua sfida: «Queste sono lechiavi della mia attività. Con stasera ho finito. Domanii miei negozi li aprite voi».Una piazzata, la provocazione di un imprenditore

strozzato dalle difficoltà, parole che si dicono, hannopensato in molti. E invece no.«E invece mi sono chiamato fuori sul serio». E a cin-

quant'anni ha ricominciato da capo.«Ho chiuso tutto - dice senza nascondere un pizzico

d'orgoglio - in pareggio di bilancio senza debiti con ban-che o cose del genere, ma ancora oggi pago tasse e con-tributi per quelle attività. La dimostrazione, ce ne fosseancora bisogno, che in Italia lavorare onestamente nonè tecnicamente possibile».Considerazione amara quella di Zucchi. E non è la sola

che l'imprenditore piacentino di nascita, ma oggi londi-nese part time, snocciola durante la nostra chiacchiera-ta. Il giorno dopo la trasmissione di Corrado Formigli,Zucchi non ha alzato la saracinesca dei suoi negozi, ma

si è tirato su le maniche per «farequello che avevo detto».Ha concretizzato il suo progetto

"Passaporto per la vita" e iniziato atrasformare in opportunità tangibilile idée, dando vita una nuova avven-tura: mettere a disposizione la pro-pria esperienza per consulenze fiscaliinternazionali e riunire lavoratori au-tonomi interessati all’idea di fare bu-siness globale in giro per il mondo.Persone che vorrebbero valutare lapossibilità di trasferirsi fuori confineper salvarsi dal tritacarne fiscale e burocratico chestrangola le nostre categorie produttive«Molti mi hanno contattato, molti si sono persi lungo

la strada» aggiunge.«In Italia troppi di mestiere fanno "quelli che si la-

mentano" e basta. La situazione è chiaramente insoste-nibile e non ci sono prospettive di ripresa alcuna né im-

mediate né in un orizzonte più o me-no lontano. E gli italiani cosa fan-no? Parlano, parlano ma non fannonulla di concreto per cambiare la si-tuazione. A cominciare dai politi-ci».Il dito è puntato sull'ex Governo

Monti, ma anche l'attuale esecuti-vo non ne esce indenne.«Che fa lo Stato per uscire da que-

sta crisi? Parlo di azioni concrete.Non c'è un progetto di demolizionedella spesa pubblica e si continua-

no a mettere le mani nelle tasche degli italiani che, lo di-co senza paura di sembrare antipatico, se lo meritanoperché vogliono "essere comodi" e trovare il boccone amisura di bocca».In che senso? «Nel senso che in Italia esiste la parola

"precariato", mentre all'estero c'è la "meritocrazia".Fuori dall'Italia, se uno è bravo, è in grado di cambiare

lavoro ogni anno migliorando la sua posizione. In Italiase uno non fa bene il suo lavoro non posso licenziarlo perassumerne un altro più bravo perché noi abbiamo la"giusta causa". Questi sono i motivi per cui l'Italia nonpuò farcela e a chi dice che tra un paio d'anni le cose mi-glioreranno, io rispondo: illusi».Quindi che si fa? Si va via.Il sogno di lasciare l'Italia, per Zucchi, non è da tenere

nel cassetto. Lui quel sogno lo ha tirato fuori e lo ha fattodiventare realtà in una struttura che opera e lavora aLondra «ma che potrebbe essere in qualsiasi altro po-sto al mondo». A patto di avere idee chiare, spirito di av-ventura e sacrificio «e un budget di investimento a fon-do perduto da investire in termini sullo studio del siste-ma commerciale in cui ci si intende inserire».Tecnologia avanzata, edilizia, Voce Italy e presto un

portale internet - canarimedia.com - «per aprirci vera-mente al mondo».«Oggi il gruppo di lavoro che abbiamo creato conta 70

membri, il mio obiettivo è raddoppiare questi numeri.Siamo l'Italia che ce la fa, siamo l'Italia che "fa" e a cuigli enti governativi inglesi guardano con attenzione einteresse».Poi d'un fiato Zucchi aggiunge, quasi ammonisce: «Ci

salviamo solo con le nostre mani, con il nostro cervelloe le nostre forze. Mettiamoceli».

Roberta Suzzani

Zucchi: “Lavorare onestamentein Italia è quasi impossibile”

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28 giugno 2013 Corriere Padano

19COOPERAZIONE

Attualità - L’orgoglio di una forma d’impresa che sa reggere anche in una complessa congiuntura economica e finanziaria

Cooperative, tenuta in tempi difficiliNel tema della 91esima Giornata internazionale i punti di forza per resistere alla crisiFRANCESCA GAZZOLA

La crisi economica mondialee la capacità del modello coo-perativo di fronteggiarla me-glio di ogni altra forma di im-presa saranno al centro della‘Giornata internazionale dellecooperative’ che verrà festeg-giata in tutto il mondo sabato 6luglio. ‘L’impresa cooperativarimane forte in tempo di crisi’sarà infatti il tema della91ma‘Giornata internazionaledelle cooperative’(è la 19^ incollaborazione con l'Onu): intale occasione verranno evi-denziati i punti di forza dellacooperazione che –come si leg-ge nel messaggio che accompa-gnerà l’edizione 2013 – ‘non ca-de vittima del capitalismo’per -ché mantiene la persona al cen-tro delle strategie di impresa.Nel messaggio indirizzato atutto il mondo, l‘Alleanza coo-perativa internazionale (asso-ciazione non governativa cheriunisce, assiste e rappresentale cooperative di tutti i Paesi)sottolinea come le cooperativesiano più resistenti rispetto adaltre formule imprenditoriali,perchè modello alternativo diimpresa che invece di perse-guire il profitto, si concentrasulle persone, aggregando il lo-ro potere di mercato, e portan-do avanti le attività sulla basedei valori etici della trasparen-za, della responsabilità socialee della solidarietà. L’Alleanza

cooperativa internazionale sisofferma in particolare sull'a-spetto del credito e sulla di-mensione sociale delle coope-rative, elementi non trascura-bili in tempo di crisi: 'Le coope-rative di credito hanno conti-nuato a crescere e a fornire cre-dito alle piccole e medie impre-se, creando indirettamente oc-cupazione’ – afferma l’Allean -za cooperativa internazionaleche spiega i motivi: ‘La stabili-tà e l’avversione al rischio sononel Dna delle cooperative fi-nanziarie', come dimostratoanche dal recente rapportopubblicato dall'Organizzazio-ne internazionale del Lavoro(OIL) e curato dal professorJohnston Birchall, docente dipolitica sociale alla Universitàdi Stirling nel Regno Unito.

Nell'indagine Birchall analiz-za le cooperative finanziariedalle origini nel 1850 ad oggi edimostra come tale ‘sistemabancario alternativo’ si sia ri-velato maggiormente stabileed efficiente di quanto molti e-conomisti (prima della crisi) a-

vessero predetto.Altro aspetto che l'Alleanza

cooperativa internazionale po-ne in risalto è la dimensione so-ciale: mentre le economie si re-stringono e i governi faticano amantenere inalterate le pre-stazioni sociali 'le cooperative

–si legge ancora nel messaggio- forniscono una preziosa anco-ra di salvezza ai territori, e svol-gono un ruolo chiave in ambitodi assistenza sanitaria'. LaGiornata internazionale coo-perativa 2013 vuole esserequindi un invito a riflettere sul

modello cooperativo e sui ri-sultati ottenuti anche in tempodi crisi ‘per continuare ad offri-re –conclude l'Alleanza coope-rativa internazionale - atten-zione e supporto ad un modellodi business che ha avuto e con-tinua ad avere successo'.

Nato nel 1923 l’evento che dal 1994 è gestito con l’OnuLa Giornata internazionale delle cooperative - che

si svolge ogni anno il primo sabato di luglio – hal’obiettivo di valorizzare il movimento cooperativoed accrescere – tra i governi del mondo - laconsapevolezza del contributo che le cooperativeoffrono allo sviluppo socio-economico globale.L’evento venne celebrato per la prima volta nel1923 dall’ Alleanza cooperativa internazionale (acui aderiscono oltre 200 organizzazioni cooperativein tutto il mondo che rappresentano più di 800milioni di persone) per diffondere gli ideali disolidarietà internazionale. Dal 1994 la Giornata ègestita in collaborazione con l’Onu che ha chiesto a

tutti i governi di celebrarla con cadenza annuale ada allora Nazioni Unite e Movimentointernazionale cooperativo festeggiano talericorrenza insieme. Ogni edizione ha un suomessaggio specifico che pone in relazione laformula cooperativa con una tematica ben precisae di grande attualità. Il tema dello scorso anno (‘Leimprese cooperative costruiscono un mondomigliore’) era inserito in un contesto moltoparticolare: il 2012 – lo ricordiamo – era l‘Annointernazionale delle cooperative’ proclamatodall'Onu, con iniziative distribuite nell’arco di 12mesi in tutto il mondo. Le ultime Giornate

internazionali cooperative hanno posto inrelazione il mondo cooperativo con: i cambiamenticlimatici (2008, ‘Affrontare i cambiamenticlimatici attraverso l’impresa cooperativa’), laripresa globale (2009 ‘Guidare la ripresa globaleattraverso l’impresa cooperativa’), le donne (2010‘La cooperativa per l’empowerment delle donne) , igiovani (2011 ‘I giovani il futuro delle impresecooperative’). Le tematiche precedenti hannoriguardato – infine - la responsabilità sociale delleimprese, la cooperazione per la pace e per usciredalla povertà, la globalizzazione dell’acqua, lapromozione dell’occupazione.

Esaltate anche la dimensionesociale e le cooperative di credito

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Corriere Padano

2028 giugno 2013

COOPERAZIONE

Giornata Cooperazione - L’analisi di Piacenza

“Nel nostro dnai valori adattia vincere la crisi”Confcooperative e Legacoop, i presidenti Milza eMolinelli intervengono sulla necessità di fare retee sulle prospettive delle cooperative di comunità

FRANCESCA GAZZOLA

La cooperazione ha al suo in-terno la formula adatta per re-sistere alla crisi: i valori di mu-tualità, partecipazione, flessi-bilità e gestione democraticad’impresa uniti al forte lega-me con il territorio e allo spiri-to di innovazione sono gli assivincenti del modello coopera-tivo e la soluzione a molte cri-ticità. Lo sottolineano i presi-denti delle due Centrali coo-perative piacentine, France-sco Milza (Confcooperative) eMaurizio Molinelli (Lega-coop), ai quali chiediamo co-me interpretare il tema della91ma Giornata internazionaledelle cooperative del prossi-mo 6 luglio: ‘L’impresa coope-rativa rimane forte in tempodi crisi’.Milza: ‘E’ storicamente ac-

certata la maggiore capacità

del modello cooperativo di re-sistere alle congiunture eco-nomiche negative’. I motivi so-no riconducibili prevalente-mente alla tipologia stessadella formula cooperativa chepermette di distribuire al pro-prio interno la risorsa econo-mica tra i soci, attraverso una

formula più solidale e anchetramite il modello di gover-nance di "una testa un voto"che consente ai soci (siano es-si, lavoratori, conferitori diprodotto o consumatori di be-ni o servizi) di determinare ed

indirizzare le politiche dellacooperativa’, spiega il presi-dente di Confcooperative Pia-cenza.Molinelli: ‘Nonostante la for-

te crisi economica e la fase direcessione, la cooperazione -pur avendo incontrato in alcu-ni settori difficoltà - riesce a

resistere grazie al patrimonioe al forte spirito di condivisio-ne degli obiettivi da parte deisoci’. Incoraggianti i dati occu-pazionali soprattutto nei set-tori ‘consumo’ e ‘ sociale, conla creazione di nuovi posti di

lavoro; altre realtà cooperati-ve hanno puntato su innova-zione ed espansione sui mer-cati esteri. In sintesi – aggiun -ge il presidente di LegacoopPiacenza - il legame con il ter-ritorio, l’innovazione e l’inter -nazionalizzazione sono le azio-ni che rendono ancora vincen-te la cooperazione’.Le ‘Cooperative di comunità’

come soluzione per la soprav-vivenza dei servizi nei territo-ri di montagna. Quali opportu-nità sul territorio?Molinelli: ‘Le Cooperative di

Comunità sono esperienzeche nascono dalle comunitàper difendere la possibilità divivere nel proprio territorio.Nel recente convegno organiz-zato a Bobbio - e al quale è in-tervenuto il presidente nazio-nale Giuliano Poletti – abbia -mo avviato una riflessione congli attori locali al fine di costi-tuire cooperative di comunità

nel nostro Appennino. L’o-biettivo – aggiunge – è fornireservizi nuovi alle micro-collet-tività anche prendendo in ap-palto dagli enti pubblici l'ero-gazione di servizi ritenuti an-ti-econonici ma indispensabilia garantirne la presenza allefasce più deboli. Le sfide sonotante: il turismo in particolareoffre grandi opportunità’.Milza: ‘‘La cooperazione sul

territorio dell’Appennino -compreso quello piacentino -sta sviluppando una serie di i-niziative che puntano - attra-verso la formula delle ‘coope -rative di comunità’ - a propor-re un modello di sviluppo so-stenibile basato su strutturecooperative multifunzionaliche sappiano al proprio inter-no gestire il bisogno e trasfor-marlo in attività economicaanche micro ma che permettala sopravvivenza di territori intermini di servizi e conseguen-

temente di residenzialità’. Ta-le sfida – aggiunge Milza – ‘èsenza dubbio difficile ma è trale poche percorribili assiemeai soggetti istituzionali com-petenti’.Sinergie e interscambio tra

le associate sono le strategiedi impresa da percorrere?Quali sono gli esiti in questa di-rezione?Milza: ‘Il progetto Coopera

Rete di Confcooperative miraalla cooperazione tra le coope-rative ed ha già portato signifi-cativi risultati in termini di in-terscambio e intercollabora-zione tra associate di ambitidiversi, sia per quanto riguar-da il valore economico sia peril valore di conoscenza che hagenerato. Nell'offerta di servi-zi diventa sempre più necessa-rio sviluppare professionalitàdiverse che si presentino almercato come soggetto unico,attraverso strumenti tradizio-nali come la forma consortile eforme nuove come i contrattidi rete. E’ su questi strumentie sulla conoscenza reciprocache punta il progetto di Con-fcooperative’.Molinelli: ‘Lo sviluppo di si-

nergie e di reti d'impresa sonoelementi fondamentali inquesta fase. La nostra associa-zione ha attivato da tempo ser-vizi amministrativi e di sup-porto per l’accesso al creditodelle associate e ha altresì fa-vorito le aggregazioni, le si-nergie tra cooperative anchecon fusioni recenti, avvenutesia nel 2012 sia nei primi mesidel 2013 . Per rimanere oggisul mercato occorre che le im-prese cooperative raggiunga-no dimensioni importanti: perquesto le operazioni di aggre-gazione sono complesse ma in-dispensabili’.

Mutualità, gestione democratica,flessibilità, legame con il territorio,spirito d’innovazione, partecipazione:la forza del modello cooperativo

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Page 21: Corpad 28 06 2013

28 giugno 2013 Corriere Padano

21DALLA PROVINCIA

Fiorenzuola - Il fondatore di “Fiorenzuola oltre i confini” si racconta

“Solidarietà significadare delle risposte”Sandro Loschi osserva che le associazioni di volontariato “hanno difficoltàa fare rete” e chiama all’impegno i giovani,”che sono una grande risorsa”

MANUELA IANNOTTA

“La solidarietà non è un sen-timento dell’anima, ma è co-gliere dei bisogni e dare dellerisposte”.Ha un suo modo di vedere e

di realizzare la solidarietà,Sandro Loschi. Ha un sognoper la sua città, Fiorenzuola;un sogno che fa rima con inte-grazione, condivisione e benecomune. E ha consigli da dareai giovani, “risorsa fonda-mentale di ogni comunità”,quei giovani che vogliono in-traprendere la strada del vo-lontariato. Come ha fatto lui,volontario con la “v” maiu -scola, fondatore e presidenteonorario dell’associazione“Fiorenzuola oltre i confini”,sindacalista (è stato segreta-rio regionale della Cisl e se-gretario nazionale della Fe-derazione pensionati dellaCisl), cofondatore dell’Uni -versità della Terza età, di cuiè il presidente attuale, desti-natario nel 2005 del PremioSan Fiorenzo, in quanto “pri -mo cittadino fiorenzuolanoad aver avuto contatti conpersone di differente culturae religione”. Classe 1939. Ma-rito, padre e nonno.Perché e com’è nata l’asso -

ciazione di volontariato “Fio -renzuola oltre i confini”?Era il 1993, io ero il segreta-

rio provinciale della Cisl, evenne da me un bosniaco sfol-lato che mi suggerì di farequalcosa per la sua popolazio-

ne. Così ho cercato di far veni-re un gruppo di docenti bo-sniaci a Piacenza per seguireun corso di informatica (pres-so il nostro ente di formazioneprofessionale, Ial) concorda-to con le autorità amministra-tive di Zenica; quelle stesseautorità che poi mi hannochiesto di visitare la Bosnia.Era il 1994, era in corso laguerra, e io andai in Bosniacon alcuni amici del sindaca-to. Poi, finita la guerra, nel1995, vi tornai nuovamente eprima di andarmene un pro-

fessore mi disse che doveva-no spezzare ogni matita in treper far sì che ogni studente a-vesse qualcosa con cui scrive-re. Allora, una volta tornato aFiorenzuola, con l’aiuto delgiornalista Franco Villaniche ne diede notizia sullastampa locale, cominciammoa raccogliere materiale di-dattico presso la Cisl di Fio-renzuola. Così, il 4 ottobre del1996, partimmo io, Luigi Da-nesi (l’attuale presidente diFoic) e altri giovani con duepulmini pieni di materiale di-

dattico e lo portammo a Zeni-ca e a Maglaj. Dopo questoviaggio decidemmo di non fi-nirla lì, di continuare a porta-re il nostro aiuto in Bosnia, edi fondare un’associazioneche c’è ancora oggi, con il no-stro presidente Danesi, i vo-lontari e i progetti portati a-vanti non solo in Bosnia, maanche in altri Paesi, come ilprogetto Africa, che ha coin-volto molti ragazzi.Il mondo del volontariato è

una risorsa importante delcapoluogo della Valdarda.Quali sono i suoi punti di forzae gli aspetti da migliorare?Fiorenzuola è una città che è

molto ricca di associazioni divolontariato, con contributiestremamente positivi che ri-spondono ai bisogni dei citta-dini più poveri. Ci sono tanteassociazioni, ma non vi sonoabbastanza volontari. I giova-ni hanno una certa difficoltà ainserirsi nel mondo del volon-tariato, nelle attuali struttu-re organizzative, forse per-ché hanno una visione ampiadel mondo e a volte faticano aentrare in strutture che inter-vengono su bisogni molto cir-coscritti. Questo non vuol di-re che manchino giovani vo-lontari. Ce ne sono. Ma non viè un numero sufficiente di vo-lontari, forse anche perchémanca un coordinamento. Leassociazioni hanno difficoltàa fare rete. Inoltre quello che,secondo me, manca a Fioren-zuola è la Banca del Tempo,presente in tantissime realtà

del nostro Paese con risultatiestremamente positivi per lepersone, per soddisfare i lorobisogni sociali.Quali consigli darebbe a un

giovane che vuole intrapren-dere la strada del volontaria-to?I giovani sono senza dubbio

una grande risorsa per unacomunità, però, nella nostra,come in tante altre, non tro-vano gli spazi per esprimerele loro potenzialità. Un consi-glio che mi sento di dare a tut-ti i giovani è proprio quello dinon trascurare l’impegno nelvolontariato, perché fa cre-scere la persona e può aprirespazi per il proprio futuro. Ilvolontariato è una ricchezzache ti fa crescere, e può diven-tare anche un percorso di vi-ta, in grado di rispondere nonsolo ai propri bisogni, ma an-che alle richieste di altre per-sone.Per lavoro lei ha vissuto per

diversi anni lontano dallaValdarda, prima a Bologna epoi a Roma, e si è spostato indiverse città, avendo così mo-do di conoscere differentirealtà di vita cittadina e di ve-dere da lontano e da vicino icambiamenti avvenuti a Fio-renzuola. Com’era Fioren-zuola ieri e com’è oggi?Muovendomi per lavoro ho

avuto, come diceva, l’oppor -tunità di conoscere diverserealtà e differenti aspetti: po-litiche sociali, del lavoro, sa-nitarie ed economiche. Possoquindi dire qualcosa relativa-

mente a questi ambiti.Fiorenzuola è sicuramente

cresciuta negli anni in questisettori, anche se oggi soffre,come tante altre realtà, il pro-blema del lavoro e dello svi-luppo economico. C’è una co-sa, però, che mi lascia per-plesso: la situazione dell’or -ganizzazione sanitaria nel no-stro territorio. C’è un ospeda-le nuovo, ma l’attività ospe-daliera è diminuita in questiultimi anni, forse per unastrategia regionale che nontiene conto dei reali bisognidei cittadini, i quali sono co-stretti a recarsi in ospedali vi-cini.Un sogno per la sua città?Fiorenzuola è una città in cui

– dai dati in mio possesso – a-bitano moltissimi immigrati.Basta muoversi che si incon-trano tanti giovani immigratiche spesso, tuttavia, vivono u-na vita separata dai loro coe-tanei italiani. Il mio sogno sa-rebbe quello di vedere unacittà in cui le sue diversità,che sono ricchezza, collabori-no insieme per far crescere lenuove generazioni con obiet-tivi comuni, superando ognidivisione. Per realizzare que-sto sogno, sono convinto cheoccorra un passaggio cultura-le in cui tutti i cittadini, le isti-tuzioni e l’intera comunitàdiano il loro contributo perrealizzare il bene comune.

Nelle due foto Sandro Loschi,fondatore dell’associazioneora guidata da Luigi Danesi

”Sogno una città in cui le suediversità collaborino insieme per farcrescere le nuove generazioni conobiettivi comuni, senza divisioni”

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Corriere Padano

2228 giugno 2013

SPORT

Fiorenzuola - Non solo gare: cultura, spettacolo, enogastronomia

La Sei Giornidelle Rose saràscoppiettanteCampioni olimpici e iridati per l’attesa kermesse ciclisticaideata da Claudio Santi, in cartellone dal 25 al 30 luglio alVelodromo Pavesi. Madrina d’eccezione: Annalisa Minetti

FILIPPO BALLERINI

Un’altra edizione scoppiet-tante della Sei Giorni delleRose sta scaldando i motori.Fervono i preparativi per lasedicesima edizione dellakermesse ideata da ClaudioSanti, in cartellone al Velo-dromo Pavesi di Fiorenzuoladal 25 al 30 luglio. Uno spetta-colo sportivo, culturale, musi-cale ed enogastronomico sem-pre in grado di sorprendere.“Considerati i partecipanti,

mi aspetto un’altra settimanadi spettacolo ad altissimo li-vello – spiega Giovanni Com-piani, sindaco di Fiorenzuolae presidente del Comitato Or-ganizzatore della Sei Giornidelle Rose – Claudio Santi etutti i volontari della Floren-tia sono al lavoro da mesi perpreparare al meglio l’edizio -ne 2013 della Sei Giorni delle

Rose. A loro e agli sponsor chesostengono la manifestazionevanno i ringraziamenti miei edi tutta la città. La Sei Giornidelle Rose, unica sei giorni ri-masta in Italia, continua a rap-presentare uno dei fiori all’oc -chiello non solo per Fioren-zuola, ma per tutta la provin-cia di Piacenza”.La Sei Giorni delle Rose di

Fiorenzuola è stata di recente

inserita dall’Unione Ciclisti-ca Internazionale tra le garedi “classe 1”, il massimo pre-visto dalle classificazioni in-ternazionali.Ciò significa che le gare in

programma al Velodromo Pa-vesi attribuiranno nelle di-verse specialità punti utiliranking Uci. In sostanza tutti ipiù quotati specialisti dellapista saranno di scena a Fio-

renzuola dal 25 al 30 luglio.A partire dagli iridati, i fran-

cesi Vivien Brisse e MorganKneisky, campioni del mondoin carica, titolo conquistato aMinsk nel febbraio del 2013.Alla Sei Giorni delle Rose con-cederanno la rivincita a ai vi-ce campioni del mondo, glispagnoli Muntaner - Torres epotranno sfidare con i cam-pioni europei Blaha - Ho-chmann. E poi i danesi: la me-daglia d'oro dell'omnium del-le Olimpiadi di Londra 2012Lasse Norman Hansen e i gio-vani già vincitori di titoli na-zionali e internazionali Ma-thias Moller Nielsen e CasperVon Folsach. Senza scordaregli inglesi: per le ragazze saràin pista Danielle King, venti-duenne di Southampton, ci-clista pistard e su strada, cam-pionessa olimpica dell'inse-guimento a squadre ai Giochidi Londra 2012 e tre volte

campionessa del mondo nellamedesima specialità. Perl'omnium maschile sarà in pi-sta Edward Clancy, oro asquadre a Pechino 2008 e Lon-dra 2012, bronzo nell'om-nium, considerato uno dei pi-stard più forti e completi nelleprove contro il tempo.Tra le ragazze ci sarà la pia-

centina Giorga Bronzini,quattro volte campionessadel mondo (due titoli su stra-da e due su pista) che sarà alvia dell’International TrackWomen (25/27 luglio). Gior-gia Bronzini torna quindi sul-la pista dove, nel 2001, con-quistò la sua prima afferma-zione internazionale di presti-gio, l’europeo nella corsa apunti juniores.Spettacolo sportivo, come

detto, ma anche spettacolonel senso lato del termine: ma-drina della Sei Giorni delleRose 2013 sarà infatti Annali-

sa Minetti, vincitrice nel 1998del Festival Di San Remo, e a-tleta che lo scorso anno haconquistato la medaglia dibronzo nei 1500 alle Paralim-piadi di Londra, stabilendo ilrecord del mondo della cate-goria non vedenti.Dando uno sguardo alle stati-

stiche, si nota che le primequindici edizioni della 6 gior-ni delle rose hanno visto ga-reggiare 238 diversi atleti, inrappresentanze di 27 nazioni.Il record di presenze appartie-ne all'Italiano Fabio Masotti eallo Slovacco Joseph Zabkache hanno partecipato a benundici edizioni. Ma l'Argenti-no Walter Perez potrebbe pa-reggiare i conti in quanto è fragli invitati della sedicesima e-dizione. Mentre il plurivitto-rioso della Sei Giorni è lo Sviz-zero Franco Marvulli che hapartecipato a nove edizioni,vincendone ben cinque.

Vernasca Silver Flag 2013 dedicataai “Geniacci” italiani del motoreStanguellini, Taraschi, Bandini: so-

no solo alcuni dei “Geniacci”del mo-tore - personaggi che in quanto a pas-sione e capacità possono stare di di-ritto vicino ai Grandi come Enzo Fer-rari, Vincenzo Lancia e i fratelli Ma-serati - ai quali, insieme alle loro“creature”, il CPAE-Club Piacenti-no Automotoveicoli d'Epoca, orga-nizzatore della Vernasca Silver Flag,ha deciso di dedicare la 18esima edi-zione dell’attesissimo evento che sisvolge dal 28 al 30 giugno prossimi.Negli anni ‘50, appena uscita dallaguerra, anche in campo automobili-stico l’Italia mise in campo una vo-glia di ricominciare che superò le ri-strettezze e la povertà di mezzi inizia-li realizzando, tra le tante idee vin-

centi, anche le piccole Sport, auto-mobili da corsa artigianali di cilin-drata tra 700 e 1100 che, dalla fine

degli anni quaranta agli inizi deglianni sessanta, furono il nerbo dellecorse automobilistiche italiane enon solo: dai più improbabili circuiticittadini alle mitiche Mille Miglia,Targa Florio e Le Mans. Inevitabileripensare a quel glorioso periodocon nostaglia, ma anche come esem-pio per un oggi che richiede forze fre-sche, voglia di fare e idee innovati-ve.Ecco il programma della Silver Flag

2013 nel dettaglio.Venerdì 28: 15,00-17,00 Verifiche e

distribuzione numeri; 20,00 Cenaall’interno degli scavi di Veleia Ro-mana.Sabato 29: 8,30-10,00 Verifiche e di-

stribuzione numeri; 10,30 Briefing

dei partecipanti; 11,00 Prima salitaCastell’Arquato-Lugagnano-Verna -sca; 13,00 Pranzo nei ristoranti di Ca-stell’Arquato; 15,30 Seconda salitaCastell’Arquato-Lugagnano-Verna -sca; 17,15 Rinfresco di benvenuto;20,00 Cena di Gala nella piazza me-

dioevale di Castell’ArquatoDomenica 30: 10,30 Terza salita Ca-

stell’Arquato-Lugagnano-Verna -sca; 12,30 Buffet a Vernasca area del-la Antica Pieve; 14,30 Premiazioni aVernasca.

Andrea Dossena

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28 giugno 2013 Corriere Padano

23SPORT

In lizza due Piacenza,la serie D vede doppioGrande attesa per la composizione dei gironi: si annuncia l'inedito derbytra Piacenza Calcio 1919 e Pro Piacenza, nuovi nomi di Lupa e Atletico

Vittorino da Feltre, ragazze in trionfo a Milano

Primo posto al concentramento regionale dei Campionati Italiani a squadre

(dosse) Eccellente primo posto per la formazione femminile di nuoto della Vittorino da Feltre alconcentramento regionale dei Campionati Italiani a squadre categoria Ragazzi, svoltosi alla piscina Samueledi Milano. Decisive le sette vittorie: tre (100, 200 e 400 sl) di Alessia Ruggi, due per Giulia Verona (100 e 200rana) e Chiara Curreli (100 e 200 farfalla). Due secondi posti (100 e 200 dorso) per Camilla Tinelli, in nettaripresa dopo gli infortuni dei mesi scorsi. Nell’immagine, le quattro nuotatrici in una foto di repertorio.

GIOVANNI DOPERNI

Un anno fa il nome di Pia-cenza scompariva dalla car-tina del calcio professionisti-co. Oggi compare due voltesul gradino più alto del pia-neta dilettanti. Tu chiamalese vuoi emozioni o, meglio,contraddizioni.Da una parte il redivivo Pia-

cenza Calcio, dall'altra il ProPiacenza. Un solo prefissodovrebbe evitare di genera-re imbarazzanti equivoci.Come quello in cui è incap-pato il quotidiano mantova-no annunciando il passaggiodi Franchi all'ambiziosa Lu-pa Piacenza. L'errore non stacerto nell'aggettivo ambi-ziosa: entrambe lo sono, an-che se con motivazioni e

pressioni diverse.Il Piacenza, quello vero di-

rebbero la stragrande mag-gioranza dei tifosi e anche lastoria che l'accompagna,vuole completare la scalataper tornare subito nei pro-fessionisti. Il Pro spera di ri-petere e migliorare l'ultimocampionato chiuso al secon-

do turno dei playoff contro laPistoiese, ma soprattutto esenza girarci attorno vuolefinire davanti ai biancorossi.Sempre che vengano inseri-te nello stesso girone: a quelpunto si assisterebbe a underby inedito e anomalo diquesti tempi.Trattasi di serie D, ma a po-

chi chilometri, si è consuma-ta una fusione impossibiletra Oltrepo e Vogherese,mentre la Triestina che hafallito la promozione stenta

a riorganizzarsi. Qui ci sonodue club destinati a conten-dersi il primato cittadino,quasi un lusso se si guarda adaltre piazze e se si tiene contodel contesto economico.Il calcio vive di paradossi. Si

prenda il caso del Sassuoloche ottiene un'incredibilestorica promozione in serie

A per giocarla al Giglio diReggio Emilia.Qual é il senso? Si chiama

Sassuolo o Reggiolo?Meglio soprassedere e tor-

nare ai piani meno nobili, al-la serie D made in Piacenza,senza Pro davanti.I biancorossi hanno piazza-

to a i tanto attesi colpi e lihanno pure presentati. DeVecc his è il clone di Osvaldo,ma twitta meno (Viali incro-cia le dita) e almeno in que-ste categorie ha segnato de-

cisamente più del gialloros-so. Di Leo, invece, sembrafar proprio pendant con To-gnassi e se proprio si deve fa-re un piccolo appunto forseci sarebbe bisogno di qual-che centimetro in più in dife-sa. Magari saranno aggiuntidai top under (dopo i top pla-yer) in arrivo. Si parla anchedi un grosso calibro del Ca-gliari per la difesa, ma qual-che ragazzo servirà soprat-tutto in mediana.La regola dei quattro under

in campo è quella che condi-zionerà maggiormente lascelta del modulo. Viali stu-dia per il master, non è anco-ra sotto l'ombrellone. Ma do-po l'esame tra un sudoku e u-na ripassata alla “Gazza”ini -zierà ad affrontare i primi re-bus.

Nuoto - Lorenzo Zangrandiconvocato in Nazionale

(dox) Il nuoto giovanile piacentino si tinge ancora una voltad’azzurro. Lorenzo Zangrandi (nella foto), giovane agonista tes-serato per la DDS Milano ma attualmente allenato dallo stafftecnico della Vittorino da Feltre capitanato da Gianni Ponzanib-bio, è stato infatti convocato per partecipare con i colori dellaNazionale italiana di nuoto alla Coppa Comen, importante even-to agonistico internazionale in programma il 29 e il 30 giugno aSan Marino.Zangrandi scenderà in vasca

in tre diverse gare: 400 stile li-bero, 100 e 200 dorso. Venti-quattro complessivamente gliatleti italiani della CategoriaRagazzi (maschi classi 1997 e1998, femmine 1999 e 2000)convocati da Bolognani perquesta spedizione azzurra cheavrà come capo-delegazione lavicepresidente nazionale dellaFedernuoto, Manuela Dalla-valle.Una convocazione, quella di

Zangrandi per la Coppa Co-men, frutto di una grande sta-gione sportiva in cui spiccanola medaglia d'oro vinta nella staffetta 4 x 100 misti e quelle dibronzo nei 200 dorso e nei 400 stile libero conquistate a Riccioneai Campionati Italiani giovanili.

Due club andranno a contendersiil primato cittadino: un lusso, se sitiene conto del contesto economico

Tagliaferri Group e Due T, da Orientela nuova civiltà dell’automobileIl mondo si trasforma nel segno dellaglobalizzazione: a proporreinteressanti novità a getto continuo èanche il sempre vivace mercatoautomobilistico, specialmente grazieall’interessante produzione diquell’Oriente che da qualche tempo èdiventato la culla di una nuova civiltàdell’auto.Se l’automobile è sempre stata in cimaai desideri di tantissimi italiani, delresto, il progressivo mutamento delcontesto economico e la necessità permolti di fare scelte economicamentepiù attente e più responsabili, anchenell’ottica del low-cost, ha portatosempre più persone a scoprire edapprezzare anche la produzione didiversi marchi orientali, che coniuganobontà dei motori e costi contenuti nelsegno di un eccellente rapportoqualità-prezzo.Tra le realtà più attente a restare alpasso con i tempi ci sono TagliaferriGroup e Due T, che attualmentepropongono - oltre a conosciutissimemarche italiane - anche una fetta delmeglio della produzione orientale.

Tagliaferri Group, apprezzata realtàattiva a Piacenza dal 1970 e ancoraguidata dal fondatore, affianca oggialla vendita e assistenza di Fiat eLancia anche l’attività diconcessionaria di Daihatsu e Mazda,marchio quest’ultimo consideratounanimemente tra quelli di puntanell’ambito del Far East.

Da sempre distintosi sul mercatoanche per l’efficiente assistenzapost-vendita, gli orari flessibili dellaqualificata officina e la costantedisponibilità di auto sostitutive,Tagliaferri Group - che ha sede aPiacenza, in viale dell’Artigianato- siconferma così anche oggi aziendadinamica e sempre attenta alleevoluzioni dei vari segmenti

automobilistici, sposando la lungaesperienza alla curiosità per quanto dinuovo e stimolante emerge sulmercato globale.Due T, che ha sede in località Casoni diPodenzano, è invece concessionariaesclusiva per Piacenza e provincia diMahindra, Great Wall, MitsubishiMotors, Gonow, Tata, DR Motor

Company e Hyundai: un’ampiezza discelta che, a prezzi davverointeressanti, garantisce di potertrovare alternative soddisfacenti esoluzioni di qualità alle richiestedell’automobilista esigente di oggi.

Il mercato cambia, e le concessionarie piùdinamiche si aprono anche a realtà stranierein grado di conciliare qualità e costi contenuti

Nella foto sopra, la nuova Mazda6.Sotto, la Great Wall Voleex C20

Page 24: Corpad 28 06 2013

Corriere Padano

2428 giugno 2013

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