Corot

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Cenni biografici Percorso artistic o Opere principali Altre opere Jean Baptiste Camille Corot Presentazione ideata e realizzata da Lorenzo Grippo

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Lorenzo Grippo

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Cenni biografici

Percorso artistico

Opere principali

Altre opere

Jean Baptiste

Camille Corot

Presentazione ideata e realizzata da Lorenzo Grippo

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Camille Corot è nato a Parigi da una famiglia borghese d'origine svizzera.

Durante la sua vita non mai avuto bisogno di danaro.

Cominciò a lavorare nel commercio dei tessuti, ma odiava la vita del commercio e disprezzava ciò che chiamava i suoi "trucchi di affari," tuttavia continuò fedelmente il suo lavoro fino a 26 anni, quando suo padre acconsentì a fargli adottare la professione dell'artista.

Corot ha imparato poco dai suoi maestri. Visitò l'Italia in tre occasioni e due dei suoi Studi Romani sono esposti al Louvre.

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Fu un regolare espositore al Salone di Parigi e nel 1846 il governo francese lo decorò con la croce della Legion d'onore e fu promosso ad Ufficiale il 1867.

Durante gli ultimi anni della sua vita ha guadagnato grandi somme con i suoi dipinti, che erano molto richiesti. Nel 1871 diede una grossa somma per i poveri di Parigi e la sua continua carità fu a lungo oggetto di menzione.

È morto a Parigi .

Molti seguaci si sono definiti allievi di Corot. I più noti sono Boudin, Lepine, Chintreuil, Français e Le Roux.

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Corot è uno dei massimi protagonisti della pittura francese dell’ Ottocento, secondo Charles Baudelaire è a capo della moderna scuola di paesaggio.

A Jean-Baptiste Camille Corot si deve una rilettura della realtà naturale e della figura umana di grande intensità e originalità. Seppe interpretare e trascendere le correntiartistiche dominanti nell’Ottocento – dal neoclassicismo, al romanticismo, al realismo – fino ad essere considerato un precursore dell’impressionismo.

I motivi ispiratori dell’opera di Corot possono essere riassunti con: natura, emozione, ricordo. Infatti consacrò la sua arte alla natura, studiandola appassionatamente fino ad impadronirsi dei suoi più intimi segreti.

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Corot iniziò studiando assiduamente il paesaggio della tradizione classica, l’arte del passato: ritrasse la natura dal vero, per acquisire la maestria necessaria a realizzare ambiziose composizioni di paesaggio storico

Fece un viaggio di studio in Italia durante il quale dipinse alcuni bozzetti che riflettono l’amore che legava Corot all’Italia

La pratica della pittura en plein air unita allo studio dei paesaggisti del Seicento, condussero il pittore a esiti di grande realismo

Amava ritrarre angoli ancora allo “stato di natura”

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I bozzetti dal vero costituivano un bagaglio di memoria visiva a cui l’artista attingeva per concepire, nella quiete del suo atelier, le grandi composizioni da Salon, le prestigiose esposizioni ufficiali parigine.

In queste tele, inizialmente ispirate ai tradizionali temi della pittura di “paesaggio storico”, Corot introdusse motivi come la danza e la raccolta, celebrazioni della felicità o di stati d’animo malinconici.

L’ artista ha anche una predilezione per i paesaggi abitati dalla presenza umana, che donava alla natura un’intonazione sentimentale la cui intensità non sfuggì a Picasso.

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Nella magnifica serie di ritratti, spicca l’originalissima invenzione delle cosiddette “figure di fantasia”: modelli femminili abbigliati in costume, ritratti nello studio con lineamenti idealizzati, dal fascino assorto.

Il culmine della ricerca pittorica di Corotsi ha con una serie di dipinti sul tema del “ricordo”.

I quadri di “ricordo” non descrivono la realtà specifica di un luogo, ma ne esprimono l’essenza e l’atmosfera emotiva. In queste altissime creazioni, l’ispirazione lirica di Corot reinventa la natura e la figura umana, dando vita a «stati d’animo travestiti da forme naturali», per usare le parole di un suo moderno ammiratore, Wassily Kandinsky.

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Firenze. Vue prise des jardins Boboli (1835/40 cm 51X73 PARIGI, MUSEE DE LOUVRE)

E’ una veduta di Firenze e del celebre Duomo, raffigurato dalla terrazza dei giardini di Boboli, mentre due monaci,

sulla sinistra, conversano tra loro. Corot ha dipinto questa tela nel suo atelier, utilizzando molti schizzi e lavori preparatori riportati in francia dal suo secondo viaggio in Italia nel 1834.

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Les chevriers de Castel Gandolfo (1866 cm 59X78 CAEN, MUSEO DELLE BELLE ARTI)

Nella piu' pura tradizione dei paesaggisti suoi contemporanei, Corot dipinse all'antica questoriposo di pastori. Il suo stile, pero', annuncia gia' dei veri e propri sconvolgimenti: siamo nell'anticamera delle teorie impressioniste

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Il Tevere a Castel Sant'Angelo

La luminosità è data dalla scelta di un colore predominante chiaro, un giallo utilizzato insvariate tonalità. L'autore decide di rappresentare il castello al di fuori della sua importanza di monumento per comunicarci un paesaggio, una sensazione. Per Corot l' Italia è luce, sole, colore, e questo al di là dell'importanza storica di ciò che vede.

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IL COLOSSEO

XIX Secolo, Museo del Louvre Parigi. Carta incollata su tela cm 30 X 49

Questo dipinto fu eseguito dal vero nel marzo 1826. Si compone di una successione di strutture dai toni

caldi e rosacei, legate fra loro da una luminosità pacata che si estende sulle rovine romane immergendole in un "velo di sogno". Nel 1849 fu presentata al Salon e probabilmente in questa occasione Corot portò alcune correzioni, aggiungendovi gli alberi sulla destra, che presentano una tecnica diversa dal resto della vegetazione.

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La cattedrale di Chartres

Qui è presente un monumento storico trasportato fuori dalla sua importanza e calato in un paesaggio come parte di esso, al pari di un monte o di una casa. Questa sensazione è data attraverso la sovrapposizione visiva di una abitazione e di una collina, che oscurano parte della facciata e del fianco

della cattedrale. Sono presenti figure umane che malgrado la vicinanza, appaiono sfocati, al fine di concentrare l'attenzione sulla cattedrale, meglio definita

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Portale rustico, 1822Olio su carta incollata su tela, cm 33 x 25Venezia, Musei Civici Veneziani, Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Pesaro

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Il lago di Piediluco, 1826Olio su tela, cm 22 x 41Oxford, The Ashmolean Museum. Dono di Sir Michael Sadler, in memoria di Lady Sadler grazie al National Art Collections Fund, 1931

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Papigno, rive scoscese e boscose, 1826Olio su carta incollata su tela, cm 26 x 39Musée de Valence

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La cascata delle Marmore a Terni, 1826Olio su tela, cm 36 x 32Roma, Banca Nazionale del Lavoro

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Contadini sotto gli alberi all'alba, c. 1840-45Olio su tela, cm 28,2 x 39,7Londra, The National Gallery

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Campo di grano nel Morvan, 1842Olio su tela, cm 38 x 75Lione, Musée des Beaux-Arts

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Paesaggio con lago e barcaiolo, 1839Olio su tela, cm 62,5 x 102,9Los Angeles, The J. Paul Getty Museum

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Il pastorello, 1840Olio su tela, cm 137 x 119Metz, Musées de Metz

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Mattino. La danza delle ninfe, 1850Olio su tela, cm 98 x 131Parigi, Musée d’Orsay, deposito del Musée du Louvre

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Ville d'Avray, ingresso del bosco, c. 1825Olio su tela, cm 46 x 35Edimburgo, The National Gallery of Scotland

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La radura, ricordo di Ville d'Avray, 1872Olio su tela, cm 100 x 134Parigi, Musée d'Orsay. Lascito Alfred Chauchard, 1909

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Il campanile di Douai, aprile-maggio 1871Olio su tela, cm 46,5 x 38,5Parigi, Musée du Louvre

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L’italiana Maria di Sorre, 1826-27Olio su tela, cm 26 x 18Parigi, Musée Picasso

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Christine Nilson. La gitana con mandolino, 1874Olio su tela, cm 80 x 57San Paolo, Coleção MASP, Museu de Arte de São Paolo Assis Chateaubriand

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Il carretto, ricordo di Marcoussis, 1855Olio su tela, cm 97 x 130Parigi, Musée d’Orsay. Lascito Alfred Chauchard, 1909

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Ragazza che legge sulla riva boscosa, c. 1865-70Olio su tela, cm 55,5 x 46,2Reims, Musée des Beaux-Arts

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Ricordo di Riva, 1865-70Olio su tela, cm 64,1 x 92,2Cincinnati, Taft Museum of Art. Lascito Charles Phelps e Anna Sinton Taft

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